Symbolum `77 - Decanato di Besozzo

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Symbolum `77 - Decanato di Besozzo
Symbolum ‘77
Sei tu quand’eri più giovane? Così tanti capelli… Quanti anni avevi?
Diverse persone, vedendo nel mio studio questa foto pensano a me, invece si tratta
di un mio amico morto giovane molti anni fa, don Carlo Gerosa coadiutore
all’oratorio di Angera. Ricordo tante belle attività svolte insieme nel Decanato, io
allora ero a Ispra e mi appoggiavo molto alle sue iniziative per la gioventù’. In una
giornata di ritiro a Barza d’Ispra insegnò ai giovani il canto Symbolum ’77 che è stato
il suo testamento spirituale, perché poi lui è morto sulle Alpi, nella zona del Castore
e Polluce il giorno 11 agosto 1978
Durante una vacanza al Pian di Verra, sopra Champoluc, si era concluso il turno delle
medie e nell’attesa che arrivassero i più grandi, don Carlo ,che essendo originario di
Lecco aveva la passione per la montagna ed era un bravo alpinista, aveva
progettato un’impegnativa escursione.
Accompagnato da una guida , con altri adulti ben preparati e ben equipaggiati aveva
composto due cordate. Saliti in alta quota, dopo aver pernottato in un rifugio, al
mattino presto si erano incamminati sui ghiacciai. Verso le nove avevano individuato
un balcone naturale che sporgeva verso la vallata, ottimo altare per la Messa in
mezzo ai ghiacciai.
”Ghiaccio sicuro, eterno” aveva sentenziato la guida.
La celebrazione era finita, gli alpinisti avevano sentito la conclusione gioiosa di don
Carlo”…anche oggi il Signore ci ha dato una bella giornata, vi benedico nel nome del
Padre….andiamo in pace”.
La prima cordata aveva lasciato la zona di sosta e si era incamminata, mentre don
Carlo e la guida si erano fermati a mettere nello zaino l’altarino da campo… a quel
punto il “ghiaccio sicuro ed eterno” si era spezzato, don Carlo e la guida
precipitarono nel canalone e i loro corpi senza vita furono ricuperati alcune ore
dopo, qualche centinaio di metri a valle.
Quando il mio sguardo si posa su questa foto, o quando si canta il Symbolum ’77 il
mio pensiero spesso torna a don Carlo e mi domando se lui mi abbia lasciato
qualche incarico di cui devo ancora rendermi conto, intanto dal Paradiso veglia su di
me.
Settimana scorsa ho parlato di don Francesco Ghidini, il giovane sacerdote
incontrato in metropolitana. Gli avevo promesso che avrei parlato di don Carlo
perché lui è nato ad Angera un anno e quattro giorni prima della morte del mio
giovane amico e forse ha fatto in tempo ricevere in braccio ai suoi genitori una
carezza affettuosa anche da lui.
Don Francesco non può ricordarsi, ma certamente lo Spirito sacerdotale di don Carlo
lo aiuta nel suo ministero di Padre predicatore di Rho.
Un’Ave Maria per i sacerdoti novelli ordinati oggi 8 agosto 2013
don Luigi