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ANDROMEDA
Ci sono pochi casi in cui un film sia così totalmente fedele al romanzo da cui è tratto, che è inutile
andare a cercare col lanternino delle differenze sostanziali. Non ce ne sono.
Andromeda appartiene a questa categoria.
Dal momento però che, tanto nell'arte quanto nella scienza, vige il principio di priorità e che
comunque non è in discussione il fatto che, tra film e libro, il primo derivi dal secondo e ne sia
necessariamente una riduzione, per presentare la versione cinematografica di Andromeda farò
riferimento al romanzo originale di Michael Crichton.
Il romanzo in questione venne pubblicato nel 1969, quando Crichton aveva 27 anni. Il background
scientifico di quest'ultimo è fuori discussione: nello stesso anno si laureava in medicina ad Harvard
dopo essere stato lettore di antropologia a Cambridge (1965).
Pare inoltre che ciò che abbia acceso la scintilla di questo romanzo, sia stata la lettura de "THE
MAJOR FEATURES OF EVOLUTION", di George Gaylord Simpson
Nel suo genere il romanzo è, a mio avviso, coraggioso e rivoluzionario.
Coraggioso perché descrive un ipotetico primo contatto con una entità aliena, tema che già negli
anni '60 era piuttosto inflazionato.
Rivoluzionario perché non è affetto da romanticismo: l'organismo con cui l'uomo viene
accidentalmente a contatto non scende dalla luccicante scala di un disco volante, ma è un oggetto
che sfida la nostra stessa concezione di vita e di evoluzione. Non solo: Crichton ci mostra come
l'informatica sia entrata prepotentemente a far parte del bagaglio tecnologico della biologia e come
quest'ultima abbia continuato circoscrivere il proprio campo di indagine, fino a spingersi a livello
molecolare.
Il romanzo in questione è così abilmente costruito che si fatica a credere che sia stato scritto da un
neolaureato, così ricordo che il giovane Crichton iniziò a scrivere racconti, romanzi e saggi durante
gli studi, anche per pagarsi la retta universitaria. Quindi, in fin dei conti, l'esperienza non gli
mancava...
La trama si può riassumere così: Arizona, fine anni '60. Un satellite, atterrato dopo aver compiuto la
sua missione negli strati alti dell'atmosfera, sparge nell'ambiente una misteriosa malattia che
stermina una piccola comunità in mezzo al deserto. In un avveniristico laboratorio sotterraneo un
gruppo di scienziati si trova di fronte alla prima crisi biologica della storia.
Ho deciso di riportare qui di seguito un passo, a mio giudizio, essenziale per dare un’idea delle
importanti tematiche che questa opera affronta. Sarebbe troppo comodo liquidare il romanzo in
questione semplicemente come “fiction”.
La biologia, come aveva detto George Wald, era una scienza unica perché non poteva definire la
sua materia di studio. Nessuno sapeva dare una definizione della vita. Nessuno, in realtà, sapeva
che cosa fosse. […]
Il gruppo aveva finalmente concluso che il segno distintivo della vita era la conversione di energia.
Tutti gli organismi viventi, in un modo o nell’altro, assorbivano energia […] la trasformavano in
un’altra forma di energia e se ne servivano.
Si invitò Leavitt a preparare una smentita della definizione. Quest’ultimo ci pensò una settimana e
si presentò ai colleghi con tre oggetti: un pezzo di panno nero, un orologio e un blocco di granito.
Li mise sul tavolo davanti al gruppo e disse:<<Signori, eccovi tre esseri viventi.>>
La versione cinematografica di Robert Wise (famoso regista non nuovo alla fantascienza: diresse
nel ‘51 Ultimatum alla Terra e avrebbe poi diretto nel ’79 Star Trek - The Motion Picture) risale al
1971 e ricalca l'accuratezza scientifica che diventerà parte integrante della migliore tradizione
Crichtoniana. Nei titoli si possono scorgere i ringraziamenti al Jet Propulsion Laboratory in qualità
di supervisore tecnico.
Secondo il compianto Carl Sagan, la divulgazione scientifica ha diverse dimensioni.
Una di queste è la fantascienza di qualità e Andromeda ne è un esempio perfetto.
Per rendere più chiaro questo concetto, forse sarà di aiuto ricordare il termine inglese con cui si
intende la fantascienza: Sci-Fi, riduzione di Science-Fiction.
Questo punto è essenziale dal momento che in Italia il contenitore “fantascienza” viene
inopportunamente riempito anche con tutti quei romanzi e quei film che non sono altro che
trasposizioni più o meno futuristiche di generi già noti: western, avventura, giallo e addirittura lovestory.
Nel mondo anglosassone questi prodotti vengono definiti come space-novels. Un esempio? La saga
di Guerre Stellari, gradevole avventura che di scientifico ha ben poco…
E’ chiaro pertanto che, con buona pace dei visionari, la cronaca del primo incontro dell' uomo con
un organismo alieno, non poteva essere più agghiacciante, avvincente, scientificamente accurata e
soprattutto verosimile di così.
E’ comunque doveroso sottolineare che all’interno della fantascienza di qualità si possono inserire
delle sottocategorie, che al momento riporto per dovere di cronaca. Mi riferisco alla fantapolitica e
alla fantascienza sociologica. Sullo sfondo di situazioni più o meno lontane nello spazio e nel tempo
vengono trasposti importanti temi di rilevanza sociale. In questo caso si affermano con veemenza i
profetici racconti e romanzi di Philip K. Dick.
Questo però, è un altro paio di maniche.
Informazioni sul film e sul romanzo:
Andromeda (1971)
regia: Robert Wise
interpreti: Arthur Hill, David Waine, Kate Reid, Peter Hobbs, James Holson
fantascienza 130' Colore
(Sconsiglierei l’acquisto del Dvd a meno che non si sia interessati alla lingua originale, poichè
quest’ultimo è stato malamente ridoppiato in italiano. Nei contenuti speciali appare un focus su
Michael Crichton.)
Andromeda, di Michael Crichton (1969). Edito in Italia da Garzanti Editore s.p.a.