La sindrome di Münchausen per procura

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La sindrome di Münchausen per procura
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Psichiatria
a cura del dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra Psicoterapeuta - [email protected]
La sindrome di
Münchausen per procura
Quando la mamma fa male al bambino.
Una variante della sindrome
di Münchausen è la sindrome
di Münchausen per procura, in
cui un genitore arreca un
danno fisico al figlio
per attirare
l’attenzione su di sé.
Di solito il genitore
responsabile è la madre.
Tale sindrome è stata evidenziata per la
prima volta nel 1977.
Può accadere che, per provocare i sintomi, vengano somministrate sostanze dannose al bambino esponendolo ad indagini diagnostiche ed accertamenti, anche molto invasivi, che possono divenire motivo di decesso.
Si ritrova soprattutto su bambini al di sotto dell’anno di vita. L’incidenza è di circa
2 bambini ogni centomila, provocando
una mortalità tra il 9 ed il 22%.
È spesso presente in precedenza un decesso di un fratello o una sorella per cause sconosciute.
La caratteristica principale è che viene
coinvolto un genitore ed i sintomi che
si creano sono aspecifici per qualsiasi
patologia, per cui confondono i medici
che tendono ad aumentare gli accertamenti senza però ritrovare una soluzione diagnostica.
Molto spesso il sospetto della presenza di tale patologia giunge dopo molto tempo. Possono essere utilizzate sostanze di qualunque tipo, che vengono
iniettate o fatte ingerire. Si utilizzano
dai farmaci più comuni fino a sostanze
organiche o veleni.
Si possono manifestare anche evidenti
segni di violenza fisica sul bambino ma
in questi casi la diagnosi diviene piuttosto semplice.
Spesso, vengono anche alterati i campioni ematici utilizzati per i prelievi sanguigni del bambino.
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I sintomi tendono a scomparire quando
il bambino viene allontanato dal responsabile. Esistono alcuni sottotipi di patologia, da quelli che attraverso un unico
episodio richiedono un aiuto medico a
coloro che ripetutamente tendono a creare sintomi nei figli, e creando in sé la
convinzione di avere un figlio malato,
pur di avere contatto con i medici verso i quali però si sviluppa un forte sentimento di ostilità.
Sono stati ritrovati anche dei casi in cui
tale sindrome si manifestava su diversi
figli di una stessa famiglia sempre alla
stessa età dei precedenti.
In genere, il responsabile di tali atti ha qualche nozione medica ed una cultura buona. Si tiene informato attraverso trasmissioni televisive o riviste specializzate.
è molto collaborante tanto da destare
stupore negli operatori sanitari una volta scoperta la sindrome.
In genere vi è un sottostante disturbo di
personalità di qualunque cluster.
La figura dell’altro genitore è spesso poco
presente e ciò consente di creare sintomi senza che il partner se ne accorga. Le
implicazioni legali correlate a tale patologia sono piuttosto devastanti.
Infatti l’abuso provocato sul minore è spesso oggetto di denuncia penale con conseguenti indagini ed udienze, durante le
quali può essere effettuato l’allontanamento del minore dalla famiglia, in particolare se l’altro genitore non è in grado
di assicurare l’evitamento di nuove situazioni pericolose per il bambino.
Il trattamento è di tipo psichiatrico e deve
essere iniziato appena viene fatta una
diagnosi precisa. Viene preferito il trattamento combinato, considerato il più
efficace per tale disturbo.
La farmacoterapia deve trattare la patologia di base del genitore abusante e
deve portare a ridurre i comportamenti ed i pensieri errati in merito alla condizione del minore.
Il trattamento psicoterapeutico, preferibilmente ad orientamento cognitivocomportamentale, deve essere prescritto a tutti i membri della famiglia, in collaborazione con il pediatra e le figure
istituzionali.
La sindrome di Münchausen è una
patologia in cui il paziente si autoprovoca alcuni segni e sintomi correlati ad altre malattie.
Normalmente, il medico effettua una
serie di indagini diagnostiche tipiche
dei sintomi lamentati dal paziente
fino a quando tali esami non risultano essere negativi.