la d.i.a. arresta dieci soggetti, tra cui un ex collaboratore di

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la d.i.a. arresta dieci soggetti, tra cui un ex collaboratore di
D IREZIONE I NVESTIGATIVA A NTIMAFIA
COMUNICATO STAMPA
LA D.I.A. DI PALERMO ARRESTA DIECI SOGGETTI, TRA CUI UN EX
COLLABORATORE DI GIUSTIZIA, ACCUSATI DI AVER ORGANIZZATO
NUMEROSE TRUFFE AD ASSICURAZIONI E SOCIETÀ FINANZIARIE.
Il personale del Centro Operativo D.I.A. di Palermo, collaborato da quello del Centro
Operativo D.I.A. di Napoli, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare,
emessa dal Tribunale palermitano, su richiesta della locale Procura Distrettuale, nei
confronti di n. 10 soggetti, di cui n. 8 destinatari di custodia cautelare in carcere e n. 2 ai
domiciliari.
Tra gli arrestati, responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata alla
commissione dei delitti di truffa alle assicurazioni e di lesioni personali aggravate,
figura l’ex collaboratore di giustizia CANDURA Salvatore, 55enne palermitano, ideatore
del sistema ed organizzatore di tutti i sinistri stradali trattati, già condannato nel 2015 ad
anni 9 di reclusione dalla Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta per false dichiarazioni
rese nell’ambito del procedimento penale sulla c.d. “Strage di via D’Amelio”.
I palermitani colpiti dal provvedimento restrittivo sono FURITANO Maurizio 46enne,
CAROLLO Pietro 57enne, LA MATTINA Francesco Paolo 23enne, TODARO Michele
25enne, SCAFIDI Davide 34enne, mentre i campani sono D’ONOFRIO Luigi 45enne,
CAMPAGNA Anna 35enne e RINALDI Luciano 44enne.
L’indagine trae spunto da una denuncia sporta dal predetto CANDURA Salvatore che
aveva rappresentato di aver ricevuto delle minacce a seguito della sua collaborazione con
l’Autorità Giudiziaria. Da accurati accertamenti è, invece, emerso come lo stesso fosse il
regista delle citate truffe e il punto di riferimento del gruppo, nell’ambito del quale si era
imposto per la spregiudicatezza e per la capacità di organizzare, promuovere e dirigere un
complesso e collaudato sistema che, attraverso finti sinistri stradali, consentiva ai membri
dell’organizzazione di ottenere ingenti risarcimenti per i gravissimi danni fisici cagionati
alle “vittime” (sfregi al viso, rottura di articolazioni ecc.).
Ogni sinistro fruttava all’organizzazione, in media, dai 20 ai 30 mila euro (la stima
complessiva è di svariate centinaia di migliaia di euro), non considerando i costi
sostenuti dal Servizio Sanitario Nazionale per le cure da prestare ai soggetti coinvolti.
Le odierne misure assumono quindi una particolare rilevanza soprattutto in ragione del fatto
che l’associazione, proprio in ragione dell’efferatezza e della crudeltà dimostrata,
avrebbe sicuramente potuto, nel tempo, compiere gesti sempre più estremi, mettendo
addirittura a repentaglio la vita delle “vittime”.
Palermo, 22 marzo 2016
DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA
Divisione Gabinetto
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