Piero Chiambretti: “Pubblicità? Ci sono le energie per tornare ad
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Piero Chiambretti: “Pubblicità? Ci sono le energie per tornare ad
® numero LA TUA INFORMAZIONE QUOTIDIANA DAL 1989 Anno XXV Mercoledì 22/05/2013 094 Lo showman mattatore sul Palco del Teatro Nazionale di Milano per il GrandPrix Advertising Strategies Piero Chiambretti: “Pubblicità? Ci sono le energie per tornare ad osare” In tanti anni alla conduzione dell’International GrandPrix Advertising Strategies ha visto sfilare il meglio della produzione pubblicitaria italiana. Non poteva mancare per questa 26a edizione della manifestazione Piero Chiambretti, ancora una volta deus ex machina di una serata carica di aspettative. Lei dichiara da sempre il suo amore per l’advertising. Ricordiamo la storica campagna che ha ideato per Bic, Pagine Gialle, il lungo rapporto con Fiat. Quale evoluzione ha potuto registrare in questi anni e da spettatore cosa vorrebbe vedere? Più che un’evoluzione ho registrato un’involuzione. La pubblicità sembra aver perso la sua forza provocatoria e la volontà di rivoluzionare il linguaggio. Ci sono eccezioni, ma tendenzialmente non rispecchia la creatività del Paese. Ma le energie ci sono: ci sono le aziende e ci sono anche i creativi. Non a caso cose interessanti si comin- ciano a vedere sul web, uno spazio più libero e con un pubblico più ricettivo. Per tanti anni la ripetizione ha pagato e ora c’è paura di rischiare. Stiamo vivendo un momento di grandi traformazioni. Citando Darwin: nei periodi di mutazione non sopravvive il più forte, ma il più adatto al cambiamento. Da spettatore devo dire che oggi il ‘Pil’ della tv italiana è rappresentato dagli spot della telefonia. Al Festival di Cannes ho avuto modo di vedere il meglio della produzione mondiale. Qualcosa di molto diverso da ciò che si vede da noi. E non è un fattore economico visto che campagne messicane o egiziane si sono aggiudicate dei Leoni. I social network hanno rivoluzionato il modo di guardare tv: i telespettatori vogliono essere attivi. Si è passati dal monologo al dialogo. Una nuove frontiera per i comunicatori? Il pubblico è cambiato, sicuramente più dei conduttori. Oggi la tv non si subisce più, la si spezzetta, la si mette in me- moria, la si riguarda a qualsiasi orario. Il pubblico negli ultimi 4-5 anni ha preso coscienza di essere un patrimonio, la tv non scandisce più i suoi ritmi. Peccato che in tanti siano ancora legati a vecchi schemi. Cosa ne pensa della Rete come fucina di nuovi talenti? Il web ha sostituito il cabaret e le cantine dove noi facevamo i primi esperimenti. La tv proverà a prendere figure dal web. Il problema è che certi linguaggi traslati su un altro media possono non funzionare. La televisione ha le sue regole, anche se sta provando a darsene di nuove. Tv, pubblicità, cinema, il ritorno in radio con Chiambretti Ore 10. Lei è difficilmente incasellabile nel panorama dello show business italiano: è un ‘marchio’. In che ambito le piacerebbe mettere alla prova il ‘brand’ Chiambretti in futuro? Ho sempre cercato di proporre cose nuove, evitando di vivere di ‘rendita’ sul successo dei Piero Chiambretti miei programmi. Ogni volta mi sono trovato a ricominciare da capo. Per la prossima stagione mi piacerebbe tornare a fare radio, per affrontare il pubblico della domenica. Televisivamente parlando ho lavorato molto bene al Chiambretti Night, una trasmissione dal cast internazionale, una seconda serata che oggi sarebbe difficilmente sostenibile per i costi. Ho un progetto per un nuovo programma, senza studio e senza orpelli, vedremo... (A.Cr.) www.pubblicitaitalia.it 16