presskit - Casa Internazionale delle Donne

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presskit - Casa Internazionale delle Donne
1893. L'INCHIESTA
Sinossi
Ottobre 1893. Mentre i giornali pubblicano dispacci di polizia sull'agitazione promossa
nelle campagne siciliane da un movimento che si è dato un nome inedito “Fasci dei
Lavoratori ”, Adolfo Rossi, un giornalista veneto noto negli ambienti dell'informazione per
le sue cronache schiette, decide di saperne di più. Parte per un'inchiesta nell'Isola.
E' il solo cronista a farlo: il Governo considera i Fasci Siciliani “un affare di ordine pubblico”,
e la stampa avalla questa tesi.
In Sicilia, viaggiando per lo più a dorso di mulo, Rossi incontra i Fasci. Contano trecentomila
iscritti. Nè banditi nè briganti nè cospiratori, sono contadini e zolfatari, uomini e donne
laceri e affamati in lotta contro lo sfruttamento del lavoro e la mafia dei feudi. Da tre mesi
sono in sciopero, non zappano le terre dei signori, mangiano solo erba e fichid'india.
In Sicilia, nella regione più arretrata d'Italia, è esploso il primo grande sciopero per i diritti
del lavoro dell'Italia capitalista.
In testa ai cortei stanno le donne. “ Libere di uscire di casa sole anche di sera, parlano in
pubblico come vere oratrici, vogliono terra, pane e lavoro per sé e per i figli, … non
immaginavo di trovare rozze contadine esprimersi con tale proprietà”, scriverà il
giornalista, sorpreso e affascinato anche da questo inatteso femminile siciliano.
Nel film l'inchiesta di Rossi si fa voce narrante, e mentre ci conduce sulle tracce di questa
Sicilia sconosciuta, con un viaggio ancora a dorso di mulo tra la gente di oggi, ne genera
un'altra: l'inchiesta dell'Autrice che indaga sulle ragioni della rimozione totale della lotta
dei Fasci Siciliani dei Lavoratori dalla Storia nazionale, sulle conseguenze che la repressione
del movimento ha avuto sulle sorti della Sicilia e del Novecento italiano.
Il tempo e la memoria, di ieri, di oggi, diventano protagonisti. Tracce, segni, per l'attualità.
Una storia finisce, la storia continua.
1893. L'INCHIESTA
Appunti
Sorto nel 1891, stroncato nel 1894 dalle truppe regie del governo Crispi e dalla mafia, con
centinaia di morti e feriti nei cortei contadini, i Fasci Siciliani dei Lavoratori, di ispirazione
anarchica e socialista, sono considerati dalla storiografia internazionale il più importante
movimento sociale dell'Europa del XIX.mo secolo. Secondo solo alla Comune di Parigi, per
numero di iscritti e per importanza.
I Patti Agrari, le nuove regole del lavoro che i Fasci riuniti a congresso approvarono
autonomamente il 31 luglio 1893, all'origine del grande sciopero che spinge Rossi in Sicilia,
sono il primo contratto sindacale scritto dell'Italia capitalista.
Eppure, nelle pagine ufficiali dei libri di storia nazionale, i Fasci Siciliani dei Lavoratori non
esistono. Di loro, non si parla da nessuna parte. Sono Invisibili.
La rimozione storica che pesa su questa esperienza siciliana di lotte sociali, la prima dell'Italia
moderna e contemporanea, si è spalmata egualmente sull'informazione e sulla narrazione,
coinvolgendo anche i grandi scrittori italiani autori di storie legate alla vita contadina e
zolfatara della Sicilia di fine Ottocento, Verga, Capuana, più recentemente Camilleri.
Uniche eccezioni Luigi Pirandello che dedicò al movimento il suo romanzo “I vecchi e i
giovani”, Milano 1913, interpretandolo anche alla luce dello scontro generazionale tra i figli e
i padri della lotta risorgimentale, e Leonardo Sciascia, che ne parla nel suo “La corda pazza”
ravvisandovi anche la prima ribellione popolare antimafia italiana.
Infine, le donne.
Le contadine dei Fasci raccontano a Rossi storie personali e familiari potenti per dignità, fede
negli ideali di giustizia e partecipazione sociale, sfatando anche i generalizzati stereotipi e
pregiudizi che gravano sulle siciliane e la loro partecipazione agli eventi politici e sociali.
Eppure, per la grande storia queste donne non sono mai esistite.
Sono per l'appunto Invisibili.
1893. L'INCHIESTA
Un documentario di NELLA CONDORELLI con le musiche originali di MASSIMO ZAMBONI, con
FEDERICO PRICE BRUNO e il suo mulo GIOVANNI in viaggio nei maestosi scenari del centro
dell'Isola, per la fotografia di VINCENZO CONDORELLI (AIC), con le illustrazioni di NICO
BONOMOLO, che reinterpretano fedelmente ambienti, incontri, uomini e donne descritti da
Adolfo Rossi nella sua inchiesta. Mentre l'inchiesta dell'Autrice è affidata all'interpretazione
di FRANCESCO FOTI, ENRICA ROSSO, ALESSANDRA COSTANZO. Montaggio di MARIA CRISTINA
SANSONE e GIUSEPPE PIETRO TORNATORE.
Con la testimonianza orale della strage di Lercara Friddi, 25 dicembre 1893, l'unica esistente
sulla repressione dei Fasci, resa al nipote nel 1960 da un testimone oculare, MASTRO
NICOLO' SANGIORGI (1872-1962), e messa generosamente a disposizione del film da Nicola
Sangiorgi.
Con la partecipazione corale della gente, incontrata sulla strada e coinvolta nella
sceneggiatura, donne, uomini, adolescenti, bambini e bambine...
1893. L'INCHIESTA
Soggetto e regia
NELLA CONDORELLI
Musiche originali
MASSIMO ZAMBONI
con
FRANCESCO FOTI, ENRICA ROSSO
Crediti
ALESSANDRA COSTANZO
con la partecipazione
FEDERICO PRICE BRUNO E IL MULO GIOVANNI
Illustrazioni
NICO BONOMOLO
Fotografia
VINCENZO CONDORELLI (AIC)
Montaggio
M. CRISTINA SANSONE, G. PIETRO TORNATORE
Direttore di produzione
ROSARIO CALANNI MACCHIO
Aiuto Operatore
ROSOLINO PRINZIVALLI
Operatore Interni in Studio
FRANCO LECCA
Visual Effect
DANIELE PELLEGRINI
Assistente regia
MATTEO RAIMONDI
Fonico di presa diretta
GABRIELE DI MAIO
Montaggio del suono
PIERO ANTOLINI
Consulenza storia movimento contadino siciliano GIUSEPPE ODDO
Cantastorie
PAOLO ZARCONE
Segretaria di edizione
IDA PANZERA
Preparazione Artistica
VALERIA LO BUE
Runner
GIOVANNI SEVERINO
Backstage
GASPARE CATANIA
Fotografo di scena
ALESSANDRO ALAIMO
Ricerca
NELLA CONDORELLI
Assistente
ANGELA ZURZOLO
Traduzioni
ALESSANDRO RUSSELL
Sottotitoli inglese
SUDTITLES
Ufficio stampa
GIOVANNELLA BRANCATO
1893. L'INCHIESTA
Crediti
Archivio Fotografico
ARCHIVIO DI STATO DI ROVIGO
BIBLIOTECA ALESSANDRINA ROMA
GETTY IMAGES LONDRA
ANPI NAZIONALE
COLLEZIONE WILHEM VON GLOEDEN
MUSEO CIVICO NICOLA BARBATO
COLLEZIONI PRIVATE
Archivio Video
VITTORIO DE SETA, “PARABOLA D'ORO”, IL CICLO DEL GRANO, SICILIA 1955
1893. L'INCHIESTA
DURATA
FORMATO
63'
Full HD b/n (repertorio) e colore
SUONO
Dolby Stereo
LINGUA
Italiano
SOTTOTITOLI
Inglese
ANNO DI PRODUZIONE 2014
UNA PRODUZIONE
FACTORY FILM
CON LA COLLABORAZIONE
MIBACT Ministero Beni e Attività Culturali Direzione Generale Cinema
MISE Ministero dello Sviluppo Economico
REGIONE SICILIANA Assessorato al Turismo Sport Spettacolo
PROGRAMMA SENSI CONTEMPORANEI
SICILIA FILM COMMISSION
CON LA COLLABORAZIONE
ARCHIVIO DI STATO DI ROVIGO
CON IL PATROCINIO
REGIONE VENETO
COMUNE DI PALERMO
ASSOCIAZIONE CASA MEMORIA FELICIA E PEPPINO IMPASTATO
CON IL CONTRIBUTO
DEI COMUNI
CALTAVUTURO – CANICATTI - CASTELTERMINI – CORLEONE – LERCARA
FRIDDI - MARINEO – PALAZZO ADRIANO – PIANA DEGLI ALBANESI –
VILLAFRATI -
UFFICIO STAMPA
FACTORY FILM cell. 389.8989046 mail [email protected]
LINK TRAILER https://www.youtube.com/watch?v=eKqS8GiA1H4&feature=youtu.be
1893. L'inchiesta
1893. L'INCHIESTA
Presentazioni / Incontri
Venezia, 5 Settembre 2014, 71.ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia
2014
Presentazione del Progetto, con il patrocinio della Regione Veneto
Interventi : Nella Condorelli, autrice - Laura Delli Colli, presidente SNGCI Sindacato Nazionale
Giornalisti Cinematografici Italiani - Luigi Contegiacomo, direttore Archivio di Stato di Rovigo
Città del Vaticano, 17 Settembre 2014
Lettera della Segreteria di Stato con un messaggio e la Benedizione Apostolica del Papa
Francesco II all'autrice, alla troupe, alle famiglie
Palermo, 10 ottobre 2014, Italian Doc Screenings Time for Action, XIV edizione
Cinema Rouge et Noir, proiezione in anteprima alla stampa a cura de DOC.it e Sicilia Film
Commission
Interventi: Alessandro Rais, direttore 7Tur Assessorato Turismo Sport Spettacolo Regione
Siciliana – Pietro Di Miceli, dirigente Sicilia Film Commision – Nella Condorelli, autrice
Piana degli Albanesi, 11 ottobre 2014
Proiezione e Convegno “ A dorso di un mulo, tra cinema del reale e storia”
in collaborazione con l'Università di Palermo e il Comune di Piana degli Albanesi
Interventi: Giovanna Fiume, direttore Dipartimento Studi sociali e dell'Unione Europea
Università di Palermo – Antonino Blando , docente di Storia contemporanea Università di
Palermo – Luigi Contegiacomo, direttore Archivio di Stato di Rovigo – Rino Messina,
magistrato - Anna Sereni, Istituto Alcide Cervi - Vito Scalia, sindaco di Piana Degli Albanesi
Lendinara -Rovigo, 10 dicembre 2014
Teatro Ballarin , anteprima Regionale Veneta, a cura dell'Archivio di Stato di Rovigo in
collaborazione con la Biblioteca Comunale e il Comune di Lendinara
Interventi : Pierluigi Bagatin, direttore Biblioteca Comunale di Lendinara – Nella Condorelli,
autrice – Massimo Zamboni, autore della colonna sonora – Luigi Contegiacomo, direttore
Archivio di Stato di Rovigo – Luigi Viaro, sindaco di Lendinara
Roma, Camera dei Deputati, 12 dicembre 2014
Aula dei Gruppi Parlamentari, proiezione del documentario e dibattito promosso in
occasione del 120.mo anniversario dei Fasci Siciliani dei Lavoratori
Interventi: Nella Condorelli, autrice - Alberto Malfitano, docente di Storia Contemporanea
Università di Bologna – Laura Delli Colli, presidente SNGCI – Rosanna DeLongis, Biblioteca di
Storia Moderna e Contemporanea - Giuliano Montaldo, regista - con la partecipazione di
Gabriella Anselmi, presidente FILDIS -
1893. L'INCHIESTA
Presentazioni / Incontri
Caltavuturo, 20 gennaio 2015
Istituto Onnicomprensivo G.Oddo, proiezione e dibattito con gli studenti
Interventi. Nella Condorelli, autrice – Rosario Calanni Macchio, direttore di produzione –
Pinuccia Sottile, assessora alla Pubblica istruzione – don Nicola Crapa, parroco - Calogero
Lanza, sindaco di Caltavuturo
Roma, 4 marzo 2015
Sala Carla Lonzi, Casa Internazionale delle donne, proiezione e dibattito a cura della Casa
Internazionale delle donne e della Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea
interventi : Nella Condorelli, autrice – Simona Lunadei, Società Italiana delle Storiche, - Laura
Delli Colli, presidente Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani – Rosanna De
Longis, Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea – Gabriella Frabotta, psicanalista e
scrittrice - Pia Locatelli, parlamentare, presidente onoraria Internazionale Socialista
Milano, 22 marzo 2015
Cinema Spazio Oberdan, Sala Alda Merini,, anteprima milanese nell'ambito dell'International
Film Festival Sguardi Altrove, con la presenza in sala dell'autrice
Torino, 23 marzo 2015
Cinema Massimo, proiezione e dibattito a cura dell'associazione AIACE e del Museo del
Cinema di Torino, con la presenza in sala dell'autrice
(Calendario in aggiornamento)
1893. L'INCHIESTA
Nota dell'autrice
1893. L'inchiesta è la prima ricostruzione cinematografica mai fatta della lotte dei Fasci
Siciliani dei Lavoratori. Ho voluto rompere il silenzio che da 120 anni oscura questa vicenda e
senza dubbio, a monte del soggetto, c'è l'esigenza di indagare la storia della mia terra, la
Sicilia, per rovesciare molti luoghi comuni, il primo in assoluto quello che vuole siciliani e
siciliane sempre a testa china.
L'inchiesta di Adolfo Rossi, filo conduttore del mio lavoro, ci racconta di un movimento
popolare diffuso su tutto il territorio isolano, unito e organizzato contro la schiavitù del
latifondo e per i diritti del lavoro. Il primo dell'Italia unita, a trent'anni dallo sbarco dei Mille.
Scomodo per il Regno d'Italia del tempo, lo sarà per tutto il Novecento sino ad oggi, vista la
tenacia con cui si continua a cancellarlo dalla storia.
Quando ho trovato “L'agitazione in Sicilia. Inchiesta sui Fasci dei Lavoratori”, sono rimasta
stupefatta per due ragioni, la prima: non sapevo nulla delle vicende che il giornalista
descrive, la seconda: il suo linguaggio informativo. Rossi è uno con la “schiena dritta”, un
giornalista che non si fa azzittire dal potere, va controcorrente rispetto al pensiero unico
dominante, scende in Sicilia e dà voce ai contadini, uomini e donne, gli “invisibili”, racconta le
loro ragioni, incalza anche prefetti e baroni, riporta l'inattesa pastorale del vescovo di
Caltanissetta “ai padroni, ai capitalisti, ai proprietari dei feudi e delle miniere, ai gabelloti… è
loro principalissimo dovere non tenere gli operai in conto di schiavi, dare a ciascuno la giusta
mercede...”.
Così dimostra le responsabilità di chi fa del potere uno strumento di interesse personale, al
servizio degli interessi di una casta. Nell'Italia del suo tempo che diventa capitalista, i grandi
latifondisti del sud, proprietari delle campagne e del sottosuolo.
Mi sono subito resa conto delle difficoltà di una trasposizione cinematografica, non volevo
fare un film storico sovrapponendo la mia voce o il commento di “esperti” a quella di Adolfo
Rossi perchè non c'è niente da aggiungere alle sue corrispondenze, sono una testimonianza
diretta.
La fase della ricerca mi ha preso molto tempo, c'era l'esigenza di inquadrare il contesto in cui
si sono mossi i Fasci. Ho approfondito l'Italia e l'Europa del tempo, in un fine secolo oppresso
dalla prima crisi economica e finanziaria legata al nascente capitalismo e ai nuovi mercati,
con la miseria e la disoccupazione, la prima coscienza popolare dello sfruttamento del lavoro,
gli scandali politici e parlamentari del Regno, la deriva autoritaria del governo Crispi, le
guerre d'Africa... Sono stata letteralmente catapultata in una realtà siciliana e nazionale
dimenticata, di cui non si parla, mentre sarebbe utilissimo indagarla anche per le piste di
riflessione che apre su tante questioni di oggi.
1893. L'INCHIESTA
Nota dell'Autrice
Posso dire che è stato il film a venirmi incontro. L'inchiesta di Rossi si è fatta voce narrante, la
cinepresa ha rifatto il suo viaggio a dorso di mulo sulle trazzere spettacolari del centro
dell'isola, tra paesi di pietra. Riprese di paesaggi sconosciuti si mescolano al patrimonio
documentale, illustrazioni animate, canti, brani letterari, cartoline, lettere, foto...
Sguardi di contadine e contadini curvi sulla terra aspra, bambini laceri nel buio di stamberghe
in forma di case, fanciulli rachitici e macilenti nel fondo dei pozzi delle zolfare... C'è durezza,
dolore e fatica, nessuna compassione, nessuna favola. Così la fede nei Fasci, le assemblee, i
cortei, gli scioperi...
Inevitabile, la seconda inchiesta che nel film corre parallela a quella di Rossi: ricostruisce il
tempo dei Fasci, la nascita e la fine del movimento, si interroga sulle ragioni della loro
rimozione dalla Storia nazionale, e sulle conseguenze di questa rimozione per la Sicilia e per il
Novecento italiano. Il viaggio si fa interiore e ci interroga dentro, scardinando certezze a chi
vuole ascoltare, il tempo di ieri, il tempo di oggi, la memoria, l'azione.
L'inchiesta di Adolfo Rossi termina nel novembre 1893, un mese prima delle grandi stragi che
metteranno fine al movimento siciliano con la proclamazione dello stato d'assedio,
l'abolizione della libertà di stampa e di associazione, i processi, la cancellazione del diritto di
voto per centinaia di migliaia di cittadini ”fiancheggiatori” o simpatizzanti.
La mia inchiesta si ferma alla cronaca del processo ai capi dei Fasci, che si aprì a Palermo il 7
aprile 1894. Mi è stato molto utile il libro di Rino Messina, magistrato militare palermitano,
che ha ricostruito quel processo attraverso gli atti giudiziari originali in un libro “Il processo
imperfetto”, edizioni Sellerio, dove si dimostra che quel processo fu anche il primo processo
italiano in cui si processarono non reati ma opinioni.
La grande colpa dei Fasci fu di voler scardinare il sistema mafioso del latifondo che
determinava l'organizzazione sociale con un'idea di società più giusta ed egualitaria.
Dunque, l'inchiesta di Rossi illumina proprio quello che la cultura mafiosa vorrebbe ancora
cancellare: l'azione consapevole delle migliaia di siciliani e siciliane - contadini e contadine
schiavi di gabelloti e proprietari, zolfatari e carusi schiavi nelle miniere, laceri proletari urbani
schiavi dei partiti municipali - che nonostante le baionette regie, i campieri mafiosi, la morte,
fecero proprie le nascenti idee di riscatto sociale, dando vita al primo movimento italiano
organizzato contro lo sfruttamento del lavoro, ed alla prima ribellione popolare antimafia
dell'Italia moderna e contemporanea.
Spero che il documentario circoli anche nelle scuole, e sia adottato dagli insegnanti come un
utile strumento per colmare i vuoti e approfondire la storia nazionale e europea.
Nella Condorelli
1893. L'INCHIESTA
Nota di Massimo Zamboni
Ho accettato con molto piacere la proposta di musicare le lotte dei Fasci Siciliani, realtà di
cui, come tanti, sapevo poco o nulla. La passione collettiva di tutti coloro che hanno
partecipato a questo progetto è un segno evidente di come in questa storia ognuno di noi
abbia potuto intuire i semi - di sfruttamento, di oppressione - da cui è dovuta nascere la
nostra storia contemporanea.
La musica del film segue due direzioni: una - più acustica - che cerca di rendere l'animo del
cronista Rossi nel percorrere in solitaria a dorso di mulo un territorio “altro”, lontanissimo e
sconosciuto. La musica cerca di mettere in relazione la forza del paesaggio esterno con
l'impressione riflessa nel paesaggio interno del narratore.
L'altra direzione della musica cerca di rendere tanto la rabbia dei contadini e lo sgomento nel
dover affrontare situazioni intollerabili di vita quanto la consapevolezza della forza del lottare
assieme. Mi sono affidato a soluzioni più elettroniche per caratterizzare con suoni tetri,
cattivi, questa tensione.
Comporre musica per documentari è un osservatorio privilegiato attraverso il quale entrare
nel vivo di situazioni lontane, sconosciute, obbligandosi a un contatto intimo e pensato.
Mi dedico a questo lavoro da una quindicina di anni, affiancandolo a quello di musicista e
compositore di canzoni; è una grande espansione espressiva potersi “nascondere” dietro la
vita di altri, musicandola, per chi come me è abituato a comporre partendo dall'esperienza
personale.
I film consentono quella sperimentazione allargata che le canzoni composte a nome
personale faticano a lasciare in libertà.
Massimo Zamboni
1893. L'INCHIESTA
Adolfo Rossi
Giornalista e narratore, allievo e concittadino di Alberto Mario, Adolfo Rossi nasce nel 1857 a
Lendinara, un borgo del Polesine in provincia di Rovigo, da famiglia borghese e liberale.
Penultimo di cinque figli, frequenta il ginnasio a Lendinara. Scrivere è la sua passione.
Quando la morte del padre, cancelliere al tribunale di Rovigo, precipita la famiglia nella
povertà, lascia gli studi liceali e trova un impiego all'Ufficio postale.
Ci rimane due anni “insofferente come un uccello in gabbia”, poi molla tutto e si imbarca per
l'America, “ non dissi niente neppure a mia madre”.
A New York fa il venditore ambulante ed il cameriere, fonda un giornale per gli immigrati
italiani, lo scrive e lo distribuisce da solo porta a porta. Poi segue in Colorado un gruppo di
emigranti che vanno a lavorare nelle miniere di ferro.
Tornato in Italia, sceglierà di fare il “redattore viaggiante”. E' stato il primo giornalista italiano
ad utilizzare il telegrafo per inviare alla redazione articoli lunghi in tempo reale, aprendo la
strada alla possibilità di approfondire le notizie da luoghi lontani.
La sua inchiesta sui Fasci Siciliani dei Lavoratori, in sostanza 11 articoli che riportano anche
dati e interviste, pubblicata sul quotidiano romano La Tribuna, provocherà furiose reazioni in
Parlamento, nei circoli borghesi, tra i latifondisti e i capitalisti del sud e del nord, e anche a
Corte, ma moltiplicherà le vendite del giornale facendolo balzare al primo posto tra i
quotidiani nazionali.
Ne nasce una feroce polemica a distanza con il quotidiano milanese Il Corriere della Sera che
appoggia le tesi cospirazioniste degli agrari e del governo Crispi, e definisce “un mistero” la
lotta dei laceri e affamati contadini siciliani.
Intervistato al proposito da un collega del giornale francese Le Petit Parisién, Adolfo Rossi
commenterà seccamente: “Per me, i miei articoli non avevano altro pregio che quello
dell'onestà. Ho scritto ciò che ho visto, senza pregiudizi, senza censure.”.
Rossi è stato anche il primo giornalista italiano ad editare le sue inchieste in libretti veloci e
scarni, una sorta di antenati degli instant book. “L'agitazione in Sicilia. Inchiesta sui Fasci dei
Lavoratori” è il suo terzo libro dopo “Un italiano in America” e “Nel paese del Dollari”, basati
sulle sue esperienze di immigrato negli Stati Uniti, tra il 1870 ed il 1885.
Alla sua inchiesta sull'emigrazione italiana nelle Americhe si deve la prima legge italiana di
tutela dell'emigrazione all'estero.
Nominato console onorario, muore nel 1922 a Buenos Aires, in Argentina.