Notiziario Parlamento, Governo ed Authorities. dicembre 2015 ANFoV

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Notiziario Parlamento, Governo ed Authorities. dicembre 2015 ANFoV
NOTIZIARIO PARLAMENTO, GOVERNO ED AUTHORITIES
Dicembre 2015
ANFoV: il terrestre ha bisogno di una santa alleanza per vincere all’estero
MISE: rifinanziate con 20 milioni start-up innovative al Centronord
MISE: Tlc e Fondo Juncker
AGCOM: confronto con le associazioni dei consumatori su e-commerce
Garante privacy: e-commerce e profilazione utenti
Commissione Europea: riforma protezione dati
AGCOM: Comitato permanente servizi Machine to Machine
Si è tenuto nei giorni scorsi a Roma, presso la sede dell’Autorità per le garanzie
nelle comunicazioni, l’incontro del Comitato permanente per i servizi di
comunicazione Machine to Machine (M2M), sul tema connettività wireless per i
misuratori del gas di nuova generazione (smart meter). L’evento, organizzato
da Agcom in collaborazione con l’Autorità per l’energia elettrica il gas e il
sistema idrico, l’Autorità di Regolamentazione dei Trasporti, l’Agenzia per l’Italia
Digitale e il Ministero dello Sviluppo Economico, ha visto la partecipazione di
un’ampia e variegata platea di stakeholders con circa 80 rappresentanti di
categoria del settore gas (lato delle utilities e produttori di apparati di
misurazione) ed operatori delle reti comunicazione elettronica. Nel corso
dell’incontro sono stati approfonditi, grazie alle relazioni svolte dai
rappresentanti di categoria del settore del gas e delle comunicazioni
elettroniche, gli aspetti tecnico regolamentari della connettività per la
misurazione del gas secondo le modalità puntopunto basata sulle reti cellulari
(in particolare quella del Narrow band – IOT) e quella punto-multi punto, basata
sulla soluzione a radio frequenza a 169 Mhz, soffermandosi in particolare sulle
caratteristiche tecniche e sulle esigenze di qualità del servizio degli apparati di
misurazione. Nelle relazioni predisposte dagli operatori di comunicazione
elettronica sono stati evidenziati, inoltre, i potenziali costi ed i benefici connessi
alle due modalità, sottolineando le criticità dal punto di vista tecnico e
regolamentare nonché gli sviluppi previsti per l’aggiornamento delle reti cellulari
di nuova generazione. La sessione di lavoro si è conclusa con un proficuo e
vivace dibattito durante il quale si sono confrontati i rappresentanti del settore
del gas e delle comunicazioni elettroniche e dal quale sono emersi numerosi
spunti di riflessione di cui si darà conto nel rapporto finale che sarà predisposto
dalla segreteria tecnica e successivamente pubblicato sul sito web delle
Autorità partecipanti.
AGCOM: SIC 2014, ricavi per 17 miliardi
SIC 2014: ricavi complessivi a 17 miliardi di euro (-2,8% sul 2013) Il Consiglio
dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduto da Angelo M.
Cardani, ha approvato la valutazione delle dimensioni economiche del Sistema
Integrato delle Comunicazioni (SIC) relativa all’anno 2014. Nel 2014, il valore
complessivo del SIC è pari a circa 17 miliardi di euro (v. Tabella 1), registrando
una flessione del 2,8% rispetto al 2013. L’area dei servizi di media audiovisivi e
radiofonici (anche sul web) rappresenta, con il 49,2% (pari a oltre 8 miliardi di
euro), l’ambito con la maggiore incidenza sul totale delle risorse economiche.
Seguono l’editoria quotidiana e periodica (e le agenzie di stampa) anche sul
web, con il 25,9% (oltre 4 miliardi di euro). Il comparto editoriale è completato
dai ricavi derivanti da editoria annuaristica e altra editoria elettronica (anche sul
web), pari complessivamente a 235 milioni di euro (1,4% del SIC). I ricavi
relativi alla pubblicità online ammontano a 1,6 miliardi di euro (9,5% del SIC). Il
settore cinematografico, con 811 milioni di euro, rappresenta il 4,7% del totale,
mentre la pubblicità esterna, che, nel 2014, incide per il 2,1% sui ricavi
complessivi del SIC, vale 364 milioni di euro.
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Schema dlg - Costi installazione reti elettroniche ad alta velocità: pareri
Camera e Senato si sono pronunciati sullo schema di decreto legislativo
recante attuazione della direttiva 2014/61/UE recante misure volte a ridurre i
costi dell'installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità (n.
243), con l’obiettivo di facilitarne la diffusione e fare in modo che, entro il 2020,
tutti gli europei abbiano accesso a connessioni molto più rapide, superiori a 30
Mbit/s, e che almeno il 50 per cento delle famiglie dell'Unione si abboni ad
Internet con connessioni al di sopra dei 100 Mbit/s.
La direttiva fissa le regole affinché i gestori di infrastrutture fisiche, se richiesti
da operatori di reti di comunicazione, debbano acconsentire all’utilizzo dei
propri impianti per la realizzazione di reti a banda larga ed ultralarga,
prevedendo peraltro le sinergie possibili tra reti sin dalla fase della
progettazione delle opere di genio civile da realizzare. Per rendere
effettivamente perseguibile l’obiettivo, la direttiva impone agli Stati membri di
garantire simmetria informativa tra i gestori di infrastrutture fisiche e gli operatori
di reti di comunicazione, riconoscendo a questi ultimi il diritto d’accesso ad
alcune informazioni minime circa le infrastrutture fisiche esistenti ed in corso di
progettazione.
Lo schema disciplina, all’articolo 3, il diritto di accesso all'infrastruttura fisica
esistente ai fini dell'installazione di elementi di reti di comunicazione elettronica
ad alta velocità da parte degli operatori di rete, indicando in maniera dettagliata
anche le ipotesi in cui i gestori dell'infrastruttura possono rifiutare l'accesso.
L'articolo 4 contiene le disposizioni sull'accesso alle informazioni minime
relative alle infrastrutture fisiche da parte degli operatori di rete, prevedendo di
concentrare nel Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture
(SINFI), in corso di istituzione mediante decreto ministeriale, la mappatura e
tutte le informazioni sulle infrastrutture fisiche esistenti e in via di realizzazione
detenute dalle singole amministrazioni competenti, dagli altri operatori di rete e
da ogni proprietario o gestore di infrastrutture fisiche funzionali ad ospitare reti
di comunicazione elettronica. La norma descrive le caratteristiche e le finalità
dello sportello unico e individua gli obblighi di informazione cui sono tenuti i
singoli gestori di infrastrutture fisiche, disciplinandone il regime ed i meccanismi
di tutela. Prescrive inoltre per gli operatori di rete l'obbligo di soddisfare richieste
di ispezioni in loco di specifici elementi della loro infrastruttura fisica e regola la
possibilità di esenzioni da tali obblighi nel caso di infrastrutture critiche
nazionali.
L'articolo 5 reca la disciplina per il coordinamento delle opere di genio civile e
per l'accesso alle infrastrutture in corso di realizzazione. Rispetto a quanto già
previsto nella normativa italiana, e in particolare nella legge n. 166 del 2002, in
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materia di equiparazione della infrastrutturazione finalizzata alla comunicazione
elettronica alle opere di urbanizzazione primaria, l'articolo 5 dispone inoltre che
ogni gestore di infrastrutture fisiche abbia il diritto di negoziare accordi per il
coordinamento di opere di genio civile con gli operatori di rete, allo scopo di
installare elementi di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità.
Parallelamente, ogni gestore che esegua, direttamente o indirettamente, opere
di genio civile finanziate in tutto o in parte con risorse pubbliche ha il dovere di
soddisfare ogni ragionevole domanda di coordinamento presentata dagli
operatori di rete, secondo condizioni trasparenti e non discriminatorie. Anche in
questo caso, con decreto ministeriale, possono essere previste esenzioni dagli
obblighi introdotti per i casi di opere di genio civile di modesta entità, in termini
di valore, dimensioni o durata, e nel caso di infrastrutture critiche nazionali.
L'articolo 6 specifica quali informazioni minime riguardanti le opere di genio
civile, in corso o programmate, debbano essere messe a disposizione degli
operatori di rete da parte del proprietario, del gestore o del committente
dell'infrastruttura e le modalità per richiedere le informazioni stesse.
L'articolo 7 disciplina il procedimento per il rilascio delle autorizzazioni
necessarie per le opere di genio civile che siano strumentali all'installazione di
elementi di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità. Rispetto alla
normativa vigente, viene introdotto un termine massimo complessivo per la
durata del procedimento pari a 4 mesi, prorogabile, in casi eccezionali, di altri
due mesi. Viene inoltre stabilito che, qualora l’installazione delle infrastrutture di
comunicazione interessi il territorio di più comuni, l’istanza di autorizzazione è
presentata ad uno sportello unico individuato nel comune di maggiore
dimensione demografica. In tal caso, l’istanza è sempre valutata in una
conferenza di servizi unica per ambito regionale.
L'articolo 8 riguarda l'infrastrutturazione fisica interna degli edifici. Si
afferma, oltre che il diritto, anche il dovere dei proprietari o del condominio, ove
costituito, di immobili già cablati di consentire l'accesso agli operatori di rete. A
costoro è inoltre riconosciuto il diritto di installare la rete a proprie spese, fino al
punto di accesso; se invece la duplicazione è tecnicamente impossibile o
inefficiente sotto il profilo economico, essi hanno diritto ad accedere
all'infrastruttura fisica interna all'edificio esistente per installare una rete di
comunicazione elettronica ad alta velocità.
Qualora invece non sia presente un'infrastruttura interna all'edificio per l'alta
velocità, i fornitori di reti pubbliche possono far terminare la propria rete nella
sede dell'abbonato, previo accordo con lui e purché provvedano a ridurre al
minimo l'impatto sulla proprietà privata di terzi.
L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni potrà adottare decisioni vincolanti
che consentano la soluzione della controversia nel più breve tempo possibile,
anche fissando termini e condizioni equi e ragionevoli, incluso il prezzo ove
richiestane e fatta salva la possibilità per le parti di rivolgersi ad un organo
giurisdizionale; nel caso di non ottemperanza alle decisioni dell'Autorità, è
prevista l'applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie (artt. 9 e 10).
Il provvedimento entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione
nella Gazzetta Ufficiale.
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Il Parlamento chiede al Governo alcune modifiche:
• riferire la disciplina non soltanto al caso in cui i rapporti relativi alla richiesta
di accesso intercorra non tra un operatore di rete e un gestore
dell'infrastruttura fisica, ma anche a quello in cui intercorrano tra due
operatori di rete;
• prevedere che la relazione esplicativa, da allegare alla richiesta scritta di
accesso all’infrastruttura fisica presentata dall’operatore di rete, contenga
semplicemente gli elementi del progetto da realizzare e un cronoprogramma
degli interventi specifici, in modo da lasciare alla libera negoziazione tra le
parti la definizione di termini, condizioni specifiche e prezzo;
• con riferimento alle disposizioni che attribuiscono all’AGCOM il compito, in
caso di controversia sulla richiesta di accesso, di decidere secondo criteri di
equità e ragionevolezza, provvedendo tra l'altro a fissare il prezzo, occorre
prevedere che non siano computati, ai fini della determinazione del prezzo, i
costi sostenuti dal gestore dell'infrastruttura che siano già riconosciuti al
gestore stesso attraverso apposite componenti inserite nella tariffa a carico
dell'utente;
• portare a due mesi il termine massimo entro cui l’AGCOM, quale organismo
di risoluzione delle controversie, deve adottare la sua decisione;
• prevedere, nel caso in cui non siano presenti infrastrutture disponibil, per cui
occorre procedere alla realizzazione di nuove infrastrutture per installare reti
di comunicazione elettronica ad alta velocità, che, ovunque possibile, si
debba ricorrere a tecnologie di scavo a basso impatto ambientale;
• sopprimere la possibilità di prevedere esenzioni per opere di genio civile di
modesta entità, in termini di valore, dimensioni o durata, ovvero, in
alternativa, si introducano precise limitazioni dell'ambito entro il quale tali
esenzioni possono essere previste;
• rafforzare gli interventi di semplificazione delle procedure;
• inserire previsioni volte a disciplinare il caso in cui un condominio realizzi di
propria iniziativa un impianto multiservizio in fibra ottica con la finalità, per un
verso, di garantire l'accesso a condizioni eque e non discriminatorie agli
operatori di rete che lo richiedano, e per l'altro, di assicurare che la richiesta
sia formulata in termini ragionevoli e non eccessivamente onerosi per il
condominio stesso;
• assicurare che il SINFI si configuri come un vero e proprio sportello unico per
quanto concerne la gestione dei procedimenti amministrativi relativi alle
infrastrutture in questione e i rapporti con i soggetti privati che attivano tali
procedimenti; in particolare si adottino le opportune iniziative per fare in
modo che confluiscano nel SINFI tutte le informazioni già a disposizione delle
singole amministrazioni competenti, in quanto contenute negli atti e
documenti acquisiti dalle amministrazione stesse nell'ambito dei
procedimenti di realizzazione e manutenzione delle infrastrutture, esentando
di conseguenza i soggetti privati dall'onere di trasmettere nuovamente tali
informazioni al SINFI;
• in merito all’istituzione del Sistema informativo nazionale federato delle
infrastrutture (SINFI), prevedere in capo ai gestori delle infrastrutture fisiche,
sia pubblici che privati, nonché in capo agli enti pubblici detentori delle
informazioni, obblighi stringenti e correlative sanzioni in caso di
inadempienza; si introducano analoghi obblighi e sanzioni anche per le
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comunicazioni preventive al SINFI; si prevedano i medesimi obblighi e
sanzioni a carico dei gestori delle infrastrutture fisiche e degli enti pubblici
competenti per il rilascio delle informazioni minime sulle infrastrutture agli
operatori di rete che ne facciano richiesta;
• prevedere una procedura uniforme di rilascio delle autorizzazioni per tutti i
tipi di opere di genio civile strumentali all’installazione di elementi di reti di
comunicazione ad alta velocità, assicurando tempi certi;
• prevedere procedure rigorose ma quanto più possibile semplificate (anche in
relazione agli adempimenti di carattere ambientale e paesaggistico), nel caso
di interventi di installazione o modifica di impianti di reti di comunicazione
elettronica che abbiano per oggetto infrastrutture già esistenti e che
comportino quindi un impatto ridotto;
(Atto n. 243)
Camera - Mercato unico digitale: esame e audizioni
È all’attenzione delle Commissioni riunite trasporti e attività produttive della
Camera la Comunicazione della Commissione UE “Strategia per il mercato
unico digitale in Europa”. Il provvedimento ha la finalità di promuovere un
mercato unico digitale, in cui sia garantita la libera circolazione delle merci,
delle persone, dei servizi e dei capitali e in cui non ci siano ostacoli all'accesso
e all'esercizio delle attività online in condizioni di concorrenza leale e sicurezza.
La strategia per il mercato unico digitale poggerà su tre pilastri e su 16 azioni
chiave. In particolare, il primo pilastro consiste nel migliorare l'accesso
online ai beni e servizi in tutta Europa per i consumatori e le imprese. Al suo
interno la Commissione prevede di delineare un quadro in cui sia agevolato il
commercio elettronico, sia alta la protezione dei consumatori, vengano impediti
i geoblocchi economici ingiustificati, sia migliorato l'accesso ai contenuti digitali.
Il secondo pilastro consiste nel creare un contesto favorevole affinché le reti e i
servizi digitali possano svilupparsi, con azioni volte alla regolamentazione
nel settore delle comunicazioni e dei media audiovisivi, la definizione del ruolo
delle piattaforme online e l'aumento della sicurezza nei servizi digitali e nella
gestione dei dati personali. Il terzo pilastro consiste nel massimizzare il
potenziale di crescita dell'economia digitale europea, attraverso un
miglioramento nel flusso dei dati, un miglioramento dell'interoperabilità e
della standardizzazione degli stessi nei settori chiave e la creazione di una
società elettronica inclusiva. Ritiene opportuno, oltre all'esame dell'atto e
all'attuazione di eventuali provvedimenti europei che dovessero scaturire, che le
Commissioni facciano una riflessione autonoma volta a rendere operativo il
mercato unico digitale.
A fronte dalla complessità dei temi è stato sollecitato un ciclo di audizioni.
ANFoV: il terrestre ha bisogno di una santa alleanza per vincere all’estero
Esaurito il mercato italiano, il comparto delle industrie della TV digitale terrestre
può giocare le proprie carte all’estero. Ma per competere con i colossi stranieri
deve unire le forze, aumentare la massa critica, allargare l’offerta e avere un
forte appoggio finanziario dalle banche o da enti come Sace.
E’ questo il messaggio forte e chiaro che arriva da Smau dove ANFoV,
l’Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione, ha organizzato
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insieme a RAI Way un incontro dedicato alle eccellenze italiane
nell’internazionalizzazione delle aziende del broadcasting.
Aperto dall’intervento di Achille De Tommaso, presidente ANFoV, che ha
sottolineato l’evoluzione tecnologica del comparto televisivo e soprattutto il lato
meno conosciuto che consiste nella presenza di un certo numero di aziende
italiane conosciute anche a livello internazionale con grandi capacità high tech,
l’incontro è proseguito con l’intervento di Luigi Maria Aliberti, responsabile
attività internazionali di Rai Way che ha disegnato lo scenario globale del
mercato nel quale si muovono le aziende italiane.
Con un calo dei ricavi che ha toccato il 40-50% e con un precedente fatturato
totale del comparto di circa 300 milioni di euro, il settore, finita l’avventura
italiana del digitale terrestre, deve necessariamente guardare alle opportunità
dei mercati esteri, capitalizzando l'esperienza acquisita. Ci sono circa 150 paesi
che hanno scelto lo standard europeo DVB-T/T2 di cui circa 60 che devono
ancora passare alla fase della digitalizzazione.
Altri mercati sono quelli dei 39 paesi che devono ancora decidere quale
standard adottare e di chi passerà dal DVB-T al DVB-T2. “Si tratta di obiettivi
sfidanti con un "time to market" stringente il 2020, ma le aziende italiane – ha
sottolineato Aliberti - hanno tutte le carte in regola per vincere: capacità di fare
sinergia, alto livello di flessibilità ed un altissimo livello di know how”. La
dimostrazione arriva dall’Indonesia dove Rai Way, grazie alla partnership con
uno dei maggiori broadcaster indonesiani, e le imprese italiane di Ibas, hanno
realizzato un progetto pilota tecnologicamente avanzato per la trasmissione
televisiva in mobilità sull’area di Jakarta.
Infatti grazie all’utilizzo della tecnologia Dvb-T2 Lite, con un ridotto impiego di
risorse, è oggi possibile ricevere contenuti televisivi ad es. in auto o bus,
nell'area metropolitana di Jakarta con estensione di circa 10 mila kmq e dove
risiedono circa 20 milioni di persone.
La tecnologia non basta. Come ha sottolineato Sergio Visentin, presidente del
Consorzio Ibas (Italian broadcasting advanced solutions), cuore della filiera
delle aziende del comparto, “Possediamo la tecnologia, ma non sappiamo
organizzarci e fare marketing”.
Le aziende cinesi si presentano forti grazie al supporto statale e con la
possibilita di finanziare i progetti, i tedeschi muovono la loro imponente
organizzazione che comprende banche e ministeri, mentre le aziende italiane
non riescono a fare squadra ed a mettere in campo un sistema per competere.
“Per questo – ha aggiunto – è necessario presentare un’offerta integrata non
solo con gli apparati per la tv digitale, ma anche ad es. con quelli della telefonia
mobile e dell'energia rinnovabile senza dimenticare il sistema di finanziamento”.
Una “Santa Alleanza” delle imprese italiane che, secondo Visentin, troverebbe
terreno favorevole presso i broadcaster stranieri grazie a una forte e
competitiva offerta tecnologica. Nato nel 2013, il Consorzio raggruppa le
principali imprese italiane del broadcasting e punta a recitare il ruolo di “pivot” di
una squadra che deve comprendere anche protagonisti di altri settori
tecnologici.
Si tratta di mettere insieme interessi differenti. Un lavoro tanto più importante
oggi “quando - ha osservato Loris Trucchi, Ceo di Eurotek, una delle principali
aziende del comparto - il cliente finale chiede un prodotto finale chiavi in mano
e di avere a che fare con un unico interlocutore”. Anche per questo Eurotek ha
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deciso di aderire a Ibas. Perché nonostante vanti clienti in tutto il mondo oggi è
necessario presentarsi in squadra per poter avere a disposizione una platea più
allargata. E poi ci sarebbe bisogno anche dell’intervento di banche o istituti
come Sace in grado però di poter supportare le aziende con più efficacia,
velocemente e con meno vincoli burocratici. Il mercato non aspetta.
CENSIS: Rapporto annuale
Giunto alla 49ª edizione, il Rapporto Censis interpreta i più significativi fenomeni
socio-economici del Paese nella fase di ripresa che stiamo attraversando. Le
Considerazioni generali introducono il Rapporto sottolineando come la società
stia seguendo uno sviluppo fatto sulla sua storia di lungo periodo, sulla capacità
inventiva, sulla naturalezza dei processi oggi vincenti: un impasto che connota il
«resto» che non entra nella cronaca e nel dibattito socio-politico, e non accede
al proscenio della visibilità mediatica, ma anima il «racconto» reale del Paese.
Nella seconda parte, «La società italiana al 2015», vengono affrontati i temi di
maggiore interesse emersi nel corso dell'anno, descrivendo una società
sconnessa a bassa autopropulsione, ma anche i punti di ripartenza (e
trasformazione) dell'Italia, nonostante politica e società siano ancora fuori
sincrono. Nella terza e quarta parte si presentano le analisi per settori: la
formazione, il lavoro e la rappresentanza, il welfare e la sanità, il territorio e le
reti, i soggetti e i processi economici, i media e la comunicazione, la sicurezza e
la cittadinanza. Leggi tutto
Comunicato «Territorio e reti» - download Il capitolo «Territorio e reti»
Comunicato «I soggetti economici dello sviluppo» - download Il capitolo «I
soggetti economici dello sviluppo»
Comunicato «Comunicazione e media» - download Il capitolo «Comunicazione
e media»
Il capitolo «Le Considerazioni generali»
ANAC: bando gara e relazioni parentali
In risposta ad un quesito, l’Autorità ha precisato che è possibile inserire nei
bandi di gara di maggior rilievo una clausola che preveda che i concorrenti
debbano indicare, ai fini della prevenzione dei conflitti di interesse, l’esistenza di
eventuali rapporti di parentela o affinità entro il quarto grado fra i titolari, i soci e
gli amministratori dell’impresa concorrente con i dipendenti dell’amministrazione
appaltante. Ciò consentirebbe all’amministrazione di conoscere le eventuali
relazioni soggettive esistenti tra i soggetti individuati dalla clausola e, in caso
positivo, di attivare le misure necessarie alla gestione del conflitto di interessi,
anche solo potenziale, eventualmente rilevato.
Comunicato
MiSE: rifinanziate con 20 milioni startup innovative centronord
Prosegue l’impegno del Ministero dello Sviluppo Economico a sostegno delle
Smart & Start. Il Ministro Federica Guidi ha firmato un decreto che prevede il
rifinanziamento per 20 milioni a favore delle startup innovative localizzate nelle
regioni del Centronord: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto,
Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria,
Lazio, Marche, Molise e Abruzzo (escluso il cosiddetto territorio del cratere
sismico aquilano) .
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Il provvedimento prevede che una quota pari a 20 milioni delle risorse
disponibili nel Fondo per la crescita sostenibile venga attribuita alla sezione del
Fondo riservata al finanziamento degli interventi in favore della startup
innovative: le risorse sono trasferite ad Invitalia che provvederà a erogare i
finanziamenti.
MiSE: WTO, accordo prodotti dell'Information Technology
Durante la riunione ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio a
Nairobi è stata annunciata la chiusura del negoziato sullo scambio di prodotti
dell'information technology (ITA2), condotto da 53 paesi che rappresentano il
90% del commercio di questi beni.
L'intesa finale riguarda l'eliminazione dei dazi per 201 prodotti.
“L’intesa sull’estensione dell’Information Technology Agreement - ha dichiarato
il Viceministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda, capo delegazione Italia
e Vicepresidente della riunione ministeriale di Nairobi - è il più grande accordo
plurilaterale di riduzione tariffaria in seno al WTO da 18 anni, cioè dalla fine del
precedente accordo ITA, concluso nel 1996".
"L’ITA 2 permetterà di liberalizzare gli scambi di beni ad alto valore tecnologico
- ha sottolineato Calenda - ampliando la copertura del precedente accordo per
arrivare, secondo i dati WTO, a coprire il 10% del commercio mondiale, per un
valore annuale di oltre 1,3 trilioni di dollari USA. In pratica un volume di scambi
più ampio di quello relativo ai prodotti dell’automotive. Si deve poi considerare
che questo accordo darà alla UE un vantaggio tariffario pari a 6,3 miliardi di
euro".
"L’intesa - ha concluso il Viceministro - mette in risalto l’importanza dei trattati
plurilaterali settoriali che rappresenteranno un fondamentale percorso di lavoro
futuro per il WTO".
I tagli alle tariffe partiranno dal luglio 2016 e più del 90% dei dazi attualmente
applicati saranno eliminati entro tre anni. La completa eliminazione dei dazi
avverrà entro il 1 gennaio 2024.
MiSE: Tlc e fondo Juncker
“Il futuro è l’integrazione tra il nostro business model e quello dei grandi player
di Internet: è quello che stanno scoprendo molte nostre Pmi. Ho molti dubbi
che sostenere con il fondo Juncker un motore di ricerca franco-tedesco per
creare un’alternativa a Google sia la strada da seguire”. In un’intervista al
Cor.com il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle
telecomunicazioni Antonello Giacomelli dice la sua sulla consultazione aperta
dalla Commissione Europea in questi giorni sul Digital single Market, il mercato
unico digitale.
“A differenza degli Stati Uniti il mercato europeo del digitale è solo all’inizio della
curva della crescita e ha una potenzialità inespressa. Nella frammentazione dei
mercati nazionali gli unici che per ora guadagnano sono gli Over the top:
qualcosa vorrà dire. ¬– continua Giacomelli - Esiste certamente una questione
fiscale che va affrontata a livello europeo, ma pensare che la soluzione dei
nostri problemi sia la criminalizzazione di Google o Facebook non solo è
velleitario ma è miope .
L’Italia è il paese della creatività e uno dei pochi in Europa che può ambire a
produrre contenuti da vendere all’estero e sulle nuove piattaforme. Quindi bene
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la tutela del copyright e la lotta alla pirateria, ma l’eccezione culturale alla
francese non basta: il digitale rappresenta un’occasione, non una minaccia.
La portabilità dei contenuti digitali è un primo passo importante ma bisogna fare
molto di più. Il mercato unico digitale, poi, non può valere solo sul lato prodotto,
ma deve essere pesato anche sul lato piattaforme: è necessaria
l’interoperabilità delle piattaforme”.
AGCM: confronto con le associazioni dei consumatori su e-commerce
Antitrust e Associazioni dei consumatori: il confronto e la collaborazione
continuano, nell’ambito delle rispettive competenze e responsabilità. Il consueto
incontro periodico che s’è svolto ieri nella sede dell’Autorità ha confermato da
entrambe le parti l’intenzione di procedere su questa strada, a tutela del
mercato e della libera concorrenza. S’è parlato, in particolare, di e-commerce,
forniture e servizi non richiesti, nel quadro della Direttiva europea sui diritti dei
consumatori.
All’incontro, hanno partecipato il presidente dell’Agcm, Giovanni Pitruzzella,
insieme al componente del collegio, Salvatore Rebecchini; al Capo di
Gabinetto, Filippo Arena; e al Segretario generale, Roberto Chieppa. Numerosa
la rappresentanza delle Associazioni.
Nel suo intervento di saluto, il presidente Pitruzzella ha colto l’occasione per
ribadire innanzitutto l’impegno dell’Antitrust a favore della trasparenza del
mercato, per salvaguardare gli interessi dei consumatori con particolare
riguardo al commercio elettronico. Poi, il Direttore generale della Tutela del
Consumatore, Giovanni Calabrò, ha ricordato le principali decisioni in materia
assunte nel corso dell’anno dall’Autorità, introducendo gli interventi dei
responsabili delle varie Direzioni: Iacopo Berti (Industria primaria, energia,
trasporti e commercio); Massimo Ferrero (Comunicazioni, finanza e
assicurazioni, poste e immobiliare) e Claudio Verna (Industria pesante, chimica,
farmaceutico e agroalimentare, meccanico e tessile, turismo e altri servizi).
Si sono susseguiti quindi gli interventi dei rappresentanti delle Associazioni,
nell’ordine alfabetico delle rispettive sigle: Andrea Di Palma (Adiconsum),
Lamberto Santini (Adoc), Silvia Castronovi (Altroconsumo), Anastasia Maria
Capasso (Asso-Consum), Alessia Stabile (Associazione Utenti dei servizi
radiotelevisivi), Antonietta Boselli (Assoutenti), Maria Pisanò (Centro europeo
consumatori), Tina Napoli (Cittadinanzattiva), Gianluca Di Ascenzio e Valeria
Graziussi
(Codacons),
Luigi
Gabriele
(Codici),
Rosario
Trefiletti
(Federconsumatori), Francesco Luongo (Movimento difesa del cittadino), Maria
Iaconis (Unione per la difesa dei consumatori) e infine Massimiliano Dona
(Unione nazionale consumatori).
A tutte le segnalazioni e richieste - dai rischi nel commercio elettronico ai
disservizi nelle forniture di acqua, luce e gas; dalle truffe online all’ipotesi di
privatizzazione della rete ferroviaria - ha risposto caso per caso il Segretario
generale Chieppa, ribadendo l’impegno dell’Agcm a perseguire abusi e pratiche
commerciali scorrette.
Garante privacy: e-commerce e profilazione utenti
No alla profilazione senza consenso di gusti e abitudini dei clienti per l'invio di
newsletter personalizzate. Lo ha affermato il Garante privacy in un
provvedimento [doc. web n. 4487559] con cui ha vietato ad una società di e-
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commerce l'illecito trattamento dei dati di oltre 300 mila persone. La società una delle più importanti nella fornitura on line di biglietti per spettacoli teatrali,
manifestazioni sportive, concerti e nell'e-commerce di prodotti anche di marchi
celebri - non potrà più utilizzare i dati trattati in modo illecito. Dagli accertamenti
ispettivi svolti dall'Autorità è emerso che la società raccoglieva dati personali
attraverso tre siti, di cui uno operativo in più lingue straniere destinato ad utenti
di paesi Ue ed Extra Ue. Il consenso richiesto, però, era preselezionato e unico
per varie finalità, comprese quelle di marketing e comunicazione dei dati ad
altre società, sempre per scopi commerciali. Una procedura contraria alla
normativa, anche se l'utente poteva deselezionare il consenso e procedere alla
registrazione al sito.
ACCREDIA: L'obbligo di diagnosi energetica
Accredia fornisce alcuni chiarimenti sul nuovo quadro normativo italiano
sull'efficienza energetica (dlg n. 102 del 4 luglio 2014) che si rivolge
all'efficienza nella fornitura e nell'uso finale dell'energia attraverso, ad esempio,
la promozione dell'efficienza energetica negli edifici pubblici e privati, gli acquisti
delle Pubbliche Amministrazioni centrali, la misurazione e la fatturazione dei
consumi energetici, la promozione dell'efficienza nel riscaldamento e nel
raffrescamento.
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COP21 Clima: accordo
Il primo grande accordo multilaterale del ventunesimo secolo, ambizioso ed
equilibrato, definisce un piano d'azione globale che mette il mondo sulla buona
strada per evitare pericolosi cambiamenti climatici, contenendo il riscaldamento
globale ben al di sotto dei 2°C.
THE AGREEMENT
L'accordo è il coronamento di anni di sforzi della comunità internazionale per
arrivare a un accordo multilaterale universale sui cambiamenti climatici. A
seguito della partecipazione limitata al protocollo di Kyoto e della mancanza di
un accordo a Copenaghen 2009, l'Unione europea ha costruito un'ampia
coalizione di paesi sviluppati e in via di sviluppo con obiettivi ambiziosi che
hanno plasmato il risultato positivo della conferenza di Parigi.
L'accordo di Parigi dice chiaramente a investitori, imprese e responsabili politici
che la transizione globale alle energie pulite non è un fenomeno transitorio, e
che bisogna distogliere risorse dai carburanti fossili inquinanti.
L'accordo sui cambiamenti climatici di Parigi è un ponte tra le politiche odierne e
la neutralità climatica entro la fine del secolo. A Parigi i governi hanno trovato
l'accordo su ambizione, impegno e solidarietà.
Ambizione: i Governi hanno concordato l'obiettivo a lungo termine di mantenere
l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai
livelli preindustriali, e di cercare di limitarlo a 1,5°C, soglia che ridurrebbe in
modo significativo i rischi e le ripercussioni dei cambiamenti climatici.
L'accordo chiede che le emissioni globali raggiungano il picco il più presto
possibile, riconoscendo che i paesi in via di sviluppo avranno bisogno di tempi
più lunghi, e che vengano poi ridotte velocemente avvalendosi delle migliori
conoscenze scientifiche disponibili. Prima della conferenza e durante il suo
svolgimento i paesi hanno presentato piani d'azione nazionali sul clima per la
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riduzione delle emissioni. Il contributo complessivo dei 185 piani nazionali
presentati prima della conferenza non è sufficiente per contenere il
riscaldamento globale al di sotto dei 2°C entro la fine del secolo, ma l'accordo
traccia la strada per raggiungere l'obiettivo.
Impegni: per realizzare la loro ambizione comune, i Governi hanno concordato
di incontrarsi ogni 5 anni per stabilire obiettivi ancor più ambiziosi come
richiesto dalla scienza. Hanno anche accettato di informare gli altri Stati e il
pubblico sui progressi verso gli obiettivi stabiliti, per garantire la trasparenza e il
controllo. Ogni cinque anni sarà fatto il punto sulla situazione globale, e grazie a
un solido sistema di trasparenza e responsabilità saranno monitorati i progressi
verso l'obiettivo a lungo termine.
Solidarietà: l'UE e gli altri paesi sviluppati continueranno a sostenere l'azione
per il clima per ridurre le emissioni e rafforzare la resilienza ai cambiamenti
climatici nei paesi in via di sviluppo. Gli altri paesi saranno incoraggiati a fornire,
o continuare a fornire, questo tipo di sostegno su base volontaria. Ai paesi in via
di sviluppo sarà dato in permanenza un migliore sostegno internazionale per
l'adattamento. I paesi sviluppati intendono mantenere il loro impegno collettivo
di mobilitare 100 miliardi di dollari all'anno fino al 2025, quando sarà fissato un
nuovo obiettivo collettivo.
Commissione europea: riforma protezione dati
È stato raggiunto l'accordo con il Parlamento europeo e il Consiglio, dopo i
negoziati finali tra le tre istituzioni, sulla riforma della protezione dei dati nell’UE
per adeguare l’Europa all’era digitale,presentata nel 2012 dalla Commissione
europea.
La riforma si compone di due strumenti:
• il regolamento generale sulla protezione dei dati consentirà alle persone
di controllare meglio i propri dati personali. Nel contempo, grazie alle
norme attualizzate e unificate le imprese potranno sfruttare al meglio le
possibilità offerte dal mercato unico digitale, sgravandosi di oneri
burocratici e godendo della maggiore fiducia dei consumatori;
• la direttiva sulla protezione dei datitrattati dalla polizia e dalle autorità
giudiziarie penali assicurerà che i dati delle vittime, dei testimoni e degli
indiziati siano debitamente protetti durante le indagini penali e le azioni di
contrasto. Al tempo stesso, la maggiore armonizzazione delle leggi
faciliterà anche la cooperazione transfrontaliera tra le forze di polizia o i
magistrati delle procure per combattere più efficacemente la criminalità e
il terrorismo in tutta Europa.
Comunicato stampa
Riforma UE sulla protezione dei dati
Corte di giustizia UE: IVA sito internet
Sentenza nella causa C-419/14: Il trasferimento del know-how che consente lo
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applica un’aliquota IVA meno elevata, non costituisce, di per sé, una pratica
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