Storia della Radiologia Pediatrica Italiana

Transcript

Storia della Radiologia Pediatrica Italiana
G.F.VICHI
†
STORIA DELLA
RADIOLOGIA PEDIATRICA ITALIANA
(Revisione dei testi a cura di G.Beluffi)
Prof. Gianfranco Vichi
09/01/1927 – 04/07/2008
Nota del Curatore.
Quanto raccolto in questo volume è il frutto di lunghi anni di lavoro e ricerca da
parte del Prof. G.F.Vichi, già primario radiologo dell’Ospedale Pediatrico “A.Meyer” di
Firenze che ha dedicato a quest’opera gli ultimi anni della Sua vita, tragicamente
interrotta nel Luglio del 2008.
L’opera era giunta quasi al suo termine prima del decesso del Prof. Vichi: nelle
lunghe telefonate che di tanto in tanto arrivavano da Firenze venivo informato del suo
evolversi e delle difficoltà incontrate nella raccolta dei dati, che hanno avuto come punto
fermo il 2003.
Per motivi di legami di stima di lunga durata e di coinvolgimento emotivo mi sono
sentito in dovere di chiedere l’autorizzazione da parte della Sorella del Professore,
Sig.na Maria Antonietta Vichi di aver accesso ai file che erano stati preparati, per
giungerne alla pubblicazione.
Quello che inizialmente mi era sembrato un compito facile, si è poi reso
complicato e difficile per la necessità di un controllo dei testi preparati, della bibliografia
e talvolta anche delle informazioni presenti, non volendo in ogni caso alterare nel modo
più assoluto quanto scritto dall’Autore,
Ho cercato di porre la massima attenzione nella revisione del materiale e spero
che il lettore vorrà scusarmi se troverà errori od omissioni. Il mio è stato solo un lavoro
certosino di collazione dei vari testi preparati (a Firenze dalla sig.ra G. Maestrelli, a
Pavia, impostati per l’attività di editing dal dott. M.A.Albrizio che ringrazio sentitamente)
aggiungendo solo, purtroppo, notizie sul decesso di alcune Colleghe.
Giampiero Beluffi
U.O.S.Radiologia Pediatrica
Fondazione IRCCS Policlinico S.Matteo
Pavia
Dicembre 2009
INDICE
Introduzione.
1
La nascita degli Ospedali Pediatrici in Italia nella seconda metà dell’Ottocento e agli inizi
del Novecento. Gli incerti albori della Radiologia Pediatrica ospedaliera ed universitaria
nei primi decenni del Novecento e la sua evoluzione fino agli anni Cinquanta del secolo
scorso.
3
Gli ospedali pediatrici e l’attività radiologica.
5
La Radiologia Pediatrica, branca emergente della radiologia medica durante gli anni
cinquanta fino alla fine degli anni ottanta del novecento. I pionieri e i continuatori
dell’opera dei pionieri. I riflessi delle nuove tecnologie: Ecografia, Tomografia
Computerizzata, Risonanza Magnetica, Radiologia Digitale sulla Radiologia Pediatrica.
21
La storia dei servizi radiologici degli ospedali pediatrici e delle cliniche pediatriche
universitarie nella seconda metà del XX secolo ed all’inizio del XXI secolo.
35
La nascita delle sezioni di studio della SIRMN. La sezione di studio di Radiologia
Pediatrica.
L’esordio. I successi iniziali. I tentativi del comitato direttivo della sezione per ottenere un
riconoscimento ufficiale della Radiologia Pediatrica Italiana.
254
Breve cronistoria della sezione di Studio di Radiologia Pediatrica della SIRMN (Convegni,
corsi di Aggiornamento, Comitati direttivi, altro).
260
Congressi nazionali della SIRMN/SIRM con partecipazione della sezione di Radiologia
Pediatrica.
291
Congressi della European Society of Paediatric Radiology (ESPR) organizzati in Italia.
315
Organizzazione in Italia di altre riunioni internazionali di Radiopediatria.
339
La complessa problematica della Radiologia Pediatrica nei primi anni novanta del secolo
scorso accentuata dalle difficoltà economiche della maggior parte degli ospedali pediatrici
e dalla carenza di personale medico e tecnico.
L’evoluzione successiva della situazione dei servizi radiologici pediatrici e le prospettive
future della Radiologia Pediatrica italiana all’inizio del III millennio.
341
Ad maiora…
348
Introduzione.
“Tempus edax rerum, tuque, invidiosa vetustas omnia destruitis”. Con questa
frase Ovidio sostiene che il tempo e la vetustà inesorabilmente cancellano la
memoria storica degli eventi. La stessa cosa sta toccando al ricordo dei
personaggi e dei fatti che hanno caratterizzato l’esordio in Italia della Radiologia
Pediatrica agli inizi del Novecento e la sua evoluzione. Mancano, infatti, nella
letteratura radiologica italiana pubblicazioni dedicate a questo settore della
Radiologia, se si eccettuano le due rassegne sintetiche, l’una di R Perale e G
Beluffi nel bellissimo volume curato da A E Cardinale “Immagini e Segni
dell’Uomo. Storia della Radiologia Italiana”,1 nel centenario dei raggi X l’altra dello
stesso Beluffi nella pubblicazione “The First 30 Years of the ESPR. The History of
Pediatric Radiology in Europe”. 2
Fonti preziose per la Storia della Radiologia Italiana sono costituite dalla
Rivista “La Radiologia Medica”, fondata nel 1914 come organo ufficiale della
Società Italiana di Radiologia Medica (SIRM), e da altre riviste della stessa
disciplina, purtroppo scomparse. Mi riferisco in particolare agli editoriali pubblicati
su “La Radiologia Medica “ alla fine degli anni Ottanta e durante gli anni Novanta
del secolo scorso, che hanno sintetizzato i dati più salienti della nascita e dello
sviluppo delle varie branche della Radiologia, grazie al contributo di validi cultori
nei diversi settori radiologici. Tra gli editoriali che prendono in considerazione
argomenti di rilevanza pediatrica vanno segnalate le accurate rassegne: nel vol.
77, “Il cuore e i vasi”
“Radiodiagnostica
3
di L Di Guglielmo e di A Nicolato, nel vol. 78 la
gastroenterologica”
4
5
di
L
Papagni,
nel
vol.
79
“La
6
neuroradiologia” di A Passerini e “La radiourologia” di M Mazzocchi.
A questo proposito si deve notare che la maggior parte delle pubblicazioni
attinenti alla Radiologia Pediatrica, è stata dispersa nei numerosi periodici di
Pediatria e di Medicina, per lo più oggi non facilmente rintracciabili, o in riviste di
Radiologia che hanno cessato le pubblicazioni da diversi anni.
La mia ricerca, volta a reperire le notizie più significative sulla Storia della
Radiologia Pediatrica in Italia, ha incontrato difficoltà incredibili. Infatti, non
1
esistono nella maggior parte degli Ospedali Pediatrici e delle Cliniche Universitarie
archivi storici per vari motivi: eventi bellici, cataclismi o negligenza dei
responsabili. Pertanto per attingere informazioni sui personaggi e gli eventi che
hanno caratterizzato l’esordio dell’attività radiologica in Pediatria ho dovuto
ricorrere ad altre fonti. Sono stati di grande aiuto alcuni amici e colleghi superstiti,
purtroppo rimasti in pochi, e la disponibilità, veramente encomiabile, di parte di
colleghi ancora in servizio, almeno per rintracciare la documentazione o la
memoria di avvenimenti non troppo remoti. Un’altra fonte di notizie rilevanti è stata
fornita da alcune opere che rievocano la storia degli Ospedali Pediatrici, o dai
notiziari e dai necrologi di alcune riviste radiologiche e pediatriche, principalmente
la più volte ricordata “La Radiologia Medica” e la “Rivista di Clinica Pediatrica”. 7
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 AE Cardinale (a cura di): Immagini e Segni dell’Uomo. Storia della Radiologia Italiana. Idelson –
Gnocchi, Napoli, 1995
2 HJ Kaufamnn, H Ringertz, E Sweet (a cura di): The first 30 years of the ESPR. The History of
Pediatric Radiology in Europe. Springer Verlag, Berlin, Heidelberg, New York, 1993
3 L Di Guglielmo, A Nicolato: Il cuore e i vasi. Radiol Med 77: 593-601, 1989
4 L Papagni: Radiodiagnostica gastroenterologica. Radiol Med 78:1-10, 1989
5 A Passerini: La neuroradiologia. Radiol Med 79:137-148, 1990
6 M Bazzocchi: La radiourologia. Radiol Med 79:429-437, 1990
7 La Rivista di Clinica Pediatrica fu fondata nel 1903 da Luigi Concetti e Giuseppe Mya pionieri
della Pediatria italiana e scienziati
2
La nascita degli Ospedali Pediatrici in Italia nella seconda metà
dell’Ottocento e agli inizi del Novecento. Gli incerti albori della
Radiologia Pediatrica ospedaliera ed universitaria nei primi
decenni del Novecento e la sua evoluzione fino agli anni
Cinquanta del secolo scorso.
La nascita e lo sviluppo della Radiologia Pediatrica italiana sono strettamente
legati alla storia degli ospedali Infantili, che videro la luce numerosi nella seconda
metà dell’Ottocento e agli inizi del Novecento.
Per lo più questi Ospedali nascono come Opere Pie o Enti Morali per
iniziativa di benefattori, appartenenti all’aristocrazia e all’alta borghesia, ma anche
per la volontà determinante di alcuni Medici, veri missionari della Pediatria. Sono
installati in edifici preesistenti, spesso modesti, sorti dalla ristrutturazione di
conventi o di ospizi, a volte da nuove costruzioni. In genere sono costituiti da 2
sezioni, una medica e l’altra chirurgica, con pochi letti ciascuna. Il personale di
assistenza è costituito da religiose che ovviamente prestano la loro opera
gratuitamente. In alcuni Ospedali vengono ricoverati bambini in determinate fasce
di età, purtroppo escludendo neonati e lattanti che in quell’epoca contribuiscono
prevalentemente alla morbilità e mortalità infantili.
Nei primi decenni del Novecento si verifica un progressivo sviluppo degli
ospedali pediatrici per la istituzione di reparti dedicati alle malattie infettive, molto
diffuse in quegli anni, e di laboratori. Nel frattempo sorgono i primi gabinetti
radiologici. E’ stato difficile stabilire con certezza la data di inizio dell’attività
radiologica nelle strutture ospedaliere ed universitarie pediatriche. Nella maggior
parte degli ospedali infantili all’inizio degli anni Venti, a volte anche prima, si
esercitano attività radiologiche ed elettrologiche in strutture denominate “gabinetti
di radiologia e terapia fisica” oppure “laboratori di radiologia e di elettroradiologia”,
che usufruiscono dell’opera di consulenti radiologi esterni, a volte sono gestite dai
pediatri stessi; solo in qualche caso esiste un radiologo direttore del servizio.
3
In
epoca successiva, durante gli anni Trenta, anche in alcune Cliniche
Pediatriche universitarie è funzionante un’apparecchiatura radiologica per lo più
sotto la direzione dei pediatri stessi. Nel periodo degli anni Venti e inizio anni
Trenta vengono eseguiti soprattutto esami radiologici del torace, in prevalenza
radioscopici, ed esami radiografici dello scheletro; poco frequenti le indagini del
tubo digerente per via orale e del colon per clisma; soltanto, in seguito durante gli
anni Trenta e Quaranta, sono introdotti gli esami contrastografici delle vie urinarie
(urografia e.v. o
i.m., pielografie, cistografie), del SNC ed altri. La patologia
esaminata è costituita principalmente da affezioni dell’apparato respiratorio:
polmoniti, pleuriti, tbc ed ascessi polmonari. Per lo scheletro sono esaminate
lesioni traumatiche, patologia tbc osteoarticolare, osteomieliti; meno frequenti le
cisti e le neoplasie ossee. Tra le affezioni del tubo digerente le più studiate sono la
stenosi ipertrofica del piloro, il pilorospasmo e l’invaginazione intestinale.
4
Gli ospedali pediatrici e l’attività radiologica.
Uno dei più antichi Ospedali Pediatrici Italiani può ritenersi l’Ospedale dei
Bambini di TRIESTE, creato nel 1856. Inizialmente l’Ospedaletto (così allora
veniva chiamato) ha una sede modesta in un ospizio. Nel 1869 viene trasferito in
un nuovo edificio, in cui sono attive tre divisioni, due mediche e la terza chirurgica.
Nei primi decenni del Novecento l’Ospedale ha un notevole sviluppo; nel
1907, grazie all’eredità Burlo Garofolo, assume la denominazione di “Ospedale
Infantile e Pia Fondazione Burlo Garofolo”. Nel 1938 l’Ospedale viene trasferito in
un nuovo edificio costruito in Via dell’Istria, ove si trova tutt’ora. I posti letto
divengono 150 e l’organico medico è composto da un primario, tre pediatri, un
chirurgo e tre consulenti tra cui un radiologo nella persona del Dott. A D’Agnolo.
L’attività radiologica, comprendente gli esami di routine, viene limitata ad alcune
ore in singoli giorni della settimana.
Secondo ospedale pediatrico in ordine cronologico può considerarsi
l’Ospedale Pediatrico del Bambino Gesù (OPBG), fondato a ROMA nel 1869 per
l’opera benefica della duchessa Arabella Salviati, viene ospitato in due modesti
locali appartenenti all’orfanotrofio “delle Zoccolette” ed è dotato di pochi letti,
portati a 32 in seguito ad ampliamento, avvenuto nel 1872. Nel 1887 l’Ospedale
viene trasferito al Gianicolo, in ambiente più salubre, e viene accolto in una
porzione dello storico convento di Sant’Onofrio, adeguatamente ristrutturato.
Nel secondo decennio del Novecento l’OPBG è il più grande d’Italia, capace
di oltre 300 letti, è diviso in due grandi sezioni, medica e chirurgica. Esiste inoltre
un gabinetto radiologico dotato di röntgenscopia e röntgenterapia, situato nel
corpo centrale dell’Ospedale ove si trovano anche la direzione sanitaria (con a
capo il Prof. Luigi Concetti), i reparti di degenza ed i laboratori.
Nel 1917 la Regina Elena affida la gestione della colonia marina “Iolanda di
Savoia” situata in S.Marinella piccolo paese sul litorale laziale, all’OPBG, di cui
stava interessandosi con particolare riguardo. La “Colonia” era stata fondata nel
1909, con lo scopo di curare per lo più bambini affetti da tbc ossea e di prevenire
l’insorgenza di questa malattia in soggetti appartenenti a famiglie povere, con
5
forme di deperimento, di rachitismo di anemia grave, ecc. ecc. In sostanza si
trattava di un’istituzione di tipo preventivo-sanatorio.
Il passaggio all’OPBG del complesso di S. Marinella comprendente 150 letti,
distribuiti in due padiglioni, comporta l’aumento dei posti letto per il ricovero dei
bambini con una patologia più ampia.
Vengono chiamati a dirigere il nuovo Ospedale due eminenti personaggi
della Medicina romana: la direzione chirurgica viene assunta dal Prof. Marino
Zuco e la parte medica viene affidata al Prof. Francesco Valagussa medico della
Real Casa e in seguito Primario del “Bambino Gesù”. Per un certo periodo è stato
Primario Pediatra dello stesso Ospedale Luigi Spolverini che successivamente
diventerà Direttore della Cattedra di Pediatria dell’Università di Roma (dal 1928 al
1943).
Nel 1924 avviene il passaggio dell’Ospedale alla S. Sede. Tra il 1928 ed il
1932 vengono realizzati nuovi padiglioni: “lattanti e divezzi”; segue la costruzione
di un nuovo edificio per l’anatomia patologica ed i laboratori. 1
Tra il 1923 ed il 1932, il gabinetto elettro-radiologico, diretto dal Dott. Nicola
Faberi, va incontro ad un importante potenziamento. Nel 1930 il reparto
comprende 4 sale: una di radiodiagnostica, due di elettroterapia ed una quarta di
radioterapia. La dotazione di apparecchiature è costituita da: 1) un apparecchio
per radiodiagnostica “a selettore rotante ed a grande rendimento”, un ortoscopio
ed un clinoscopio metallici con antidiffusori a griglia e stativi per teleradiografia e
stereografia; 2) un apparecchio radiologico per terapia con relativo stativo a
protezione integrale; esistono inoltre, vari apparecchi per elettroterapia ed
elettrodiagnostica. Il servizio del gabinetto, inizialmente a giorni alterni, viene
esteso a tutti i giorni feriali per l’incremento del numero degli esami di
radiodiagnostica passati da 1110 nel 1926 a 2362 nel 1932 con diminuzione
sensibile del numero delle radioscopie ed aumento delle radiografie
prestazioni di radioelettroterapia.
2
e delle
Non è stato possibile ottenere notizie attinenti
all’attività radiologica dell’OPBG dopo il 1932 anche alla fonte. Risulterebbe che
dopo il 1936 è consulente il Dott. L Traversa, che avrebbe conservato tale incarico
per molti anni.
6
Complesse sono l’origine e l’evoluzione degli Ospedali Pediatrici a NAPOLI.
L’attuale Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale (AORN) Santobono-Pausilipon
è l’erede degli Ospedali Riuniti per Bambini della Città che, a loro volta discendono
dal capostipite ospedale “Lina Ravaschieri”. Sono tutti anelli di quel laborioso
cammino che segnò il passaggio dalla carità alla beneficenza e quindi
all’assistenza e alla sicurezza sociale, caratteristiche della nostra epoca.
L’Ospedale “Lina Ravaschieri” fu fondato il 4 novembre 1880, a monte della
Riviera di Chiaia, arteria stradale della nobiltà napoletana di un tempo. La
contessa Teresa Filangeri Fieschi Ravaschieri lo dedicò alla memoria della
figlioletta Lina perduta tragicamente a 12 anni, con lo scopo di promuovere la
salute dei bambini (“dei figli degli altri”) per alleviare il proprio dolore ed in omaggio
alla bambina scomparsa.
L’Ospedale disponeva inizialmente di 30 letti ed il suo capitale, all’epoca,
era costituito da 3890 lire/annue. Nella realizzazione, la contessa Ravaschieri fu
coadiuvata dal medico Carlo Gallozzi, cui, anni più tardi fu intitolato il reparto di
Chirurgia Pediatrica, che rappresentava la prima divisione di Chirurgia Pediatrica
in Italia, in quanto l’analoga Divisione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di
Roma iniziò a funzionare circa tre mesi dopo. 3
L’opera era sostenuta da donazioni e sussidi da parte di nobili, imprenditori,
grossi commercianti che intervenivano a scopo caritativo. Era destinata ad
“accogliere gratuitamente fanciulli poveri da 3 a 12 anni, infermi di malattie curabili
coi mezzi dell’arte chirurgica”.
Più tardi, nel 1900, alla stessa contessa Teresa Ravaschieri venne intitolato
un Istituto ortopedico (nelle vicinanze dell’Ospedale Lina Ravaschieri) che fu il
primo passo di un progressivo ingrandimento dell’Opera Pia Pausilipon e cominciò
a costituire l’attività più conosciuta ed importante dell’Ente rimasto in vita fino al
trasferimento nel 1972 delle attività ortopediche all’Ospedale Santobono, nel rione
collinare del Vomero.
Nel 1918, fu acquistata una grande villa verso la via Nuova Posillipo e
trasformata dall’Opera Pia Pausilipon in Ospedale per Bambini che venne poi a far
parte, insieme agli Ospedali “Lina Ravaschieri”e “Teresa Ravaschieri”, degli
Ospedali Riuniti per Bambini.
7
Quasi contemporaneamente, nella residenza dei Principi Santobono in via
S. Gennaro ad Antignano, sulla collina del Vomero, venne allestito un Preventorio
antitubercolare e successivamente una infermeria che costituirono il primo nucleo
dell’Ospedale Santobono. Questo acquistò sempre maggiore importanza ed
estensione fino all’attuale grande struttura operante sul territorio.
Il 27 luglio 1940 fu approvato con regio decreto lo Statuto di un Ente
denominato “Ospedali Riuniti per Bambini” che venne a riunire sotto un'unica sigla
i seguenti Presidi Ospedalieri: Teresa Ravaschieri (Ortopedia e Riabilitazione),
Lina Ravaschieri (Amministrazione e Chirurgia pediatrica), entrambi alla Riviera di
Chiaia e via Croce Rossa, Ospedale Santobono (Pediatria) al Vomero, Ospedale
Pausilipon (Pediatria) a Posillipo, Ospedale Curcio (un ospedale sulla spiaggia di
Bagnoli di Napoli, destinato soprattutto alla elioterapia per tubercolosi ossea e
reparti di ortopedia).
Mancano notizia sull’attività radiologica svolta in questi Ospedali nella prima
metà del secolo scorso. All’inizio degli anni Cinquanta non esiste in questi presidi
un vero e proprio reparto di radiologia; i radiogrammi sono eseguiti da un tecnico
di radiologia e sono interpretati da un consulente esterno, il Prof. Aldo Piergrossi.
4, 5
A PALERMO nel 1882 si fece strada l’idea della istituzione di un Ospedale
dei Bambini del tutto autonomo dal vecchio Ospedale generale (San Saverio), ove
vi era un settore destinato all’infanzia, ma inadeguato.
Pertanto si costituì un comitato promotore di cittadini appartenenti alla
classe nobiliare dominante e da altri maggiorenti della città, affiancato da un
comitato di signore, incaricate di raccogliere fondi mediante manifestazioni
mondane. Esponente di spicco del comitato era Ignazio Florio, Presidente
dell’Ospedale San Saverio.
Fu scelto come sede dell’Ospedale il Convento dell’Annunziata, situato
presso una delle porte antiche della città, porta Mazzara, che ovviamente doveva
essere ristrutturata secondo criteri moderni e funzionali e che anche oggi è sede
dell’Ospedale
dei
Bambini
“G.
Di
Cristina”,
e
della
Clinica
Pediatrica
dell’Università:6 Inizialmente l’Ospedale era costituito da due reparti: il reparto di
8
Chirurgia diretto dal Prof. Buccheri ed il reparto di Medicina, diretto dal Dott.
Carini. 7
Nel 1905 il Prof. Rocco Jemma, vincitore della Cattedra di Pediatria fu
chiamato a Palermo come Professore straordinario, ma non ebbe una struttura
adeguata per esercitare il suo compito e dovette accontentarsi di una saletta con
sei
letti
nell’
Ospedale
“San
Saverio”,
concessagli
dall’amministrazione
ospedaliera. Ma grazie all’appoggio del Presidente dell’Ospedale Comm. Ignazio
Florio, ottenne la direzione dell’Ospedalino infantile e coi fondi raccolti dalla
beneficenza privata, dall’amministrazione ospedaliera, dalla Università e dalla
munificenza personale del Comm. Florio poté iniziare la trasformazione e
l’ingrandimento dell’Ospedale stesso e di aggiungervi una parte interamente
nuova destinata all’uso di Clinica. 8
Al Prof. Jemma, fondatore della Scuola Pediatrica palermitana successe nel
1913, Giovanni di Cristina, al cui nome è stato successivamente dedicato
l’Ospedale Pediatrico di Palermo.
Nel 1925 l’ “Ospedale dei Bambini” si staccò formalmente dall’Ospedale
“San Saverio” e divenne Ente Morale, di cui fu approvato lo Statuto con regio
decreto del 7 Agosto 1925. Con questo la direzione tecnica venne affidata al
direttore della Clinica Pediatrica dell’Università, che allora era Giovanni Di Cristina.
Al Di Cristina subentrò nel 1928 Sebastiano Cannata che restò in carica
fino al 1939. Da quell’anno si avvicendarono alla direzione della Clinica pediatrica
Salvatore Maggiore fino al 1949 a cui successe Michele Gerbasi.
Non si hanno notizie precise sull’inizio dell’attività radiologica all’Ospedale
dei Bambini” di Palermo.
Secondo quanto riferito da Perale e Beluffi, nel capitolo dedicato alla
Radiologia Pediatrica, pubblicato in occasione del Centenario di Röentgen,
9
all’inizio degli anni Venti lo stesso Giovanni Di Cristina, direttore della Clinica
Pediatrica
Universitaria,
si
dedicava
alla
Radiologia
nell’ambito
Clinico
Ospedaliero (tra l’altro era iscritto alla SIRM, dal 1922).
Alla morte del Di Cristina (1928) l’attività radiologica venne svolta da un
consulente esterno nella persona del Dott. Di Lorenzo. Mancano purtroppo
9
ulteriori informazioni sull’organizzazione della radiologia nell’Ospedale dei Bambini
di Palermo nella prima metà del Novecento.
A TORINO la nascita dell’Ospedaletto infantile avviene nel 1883 per iniziativa
del Dott. Secondo Laura. Questi prosegue con grande impegno la sua aspirazione
volta a trasformare l’Ospedaletto in un centro non solo assistenziale, ma anche
scientifico. Pertanto con il contributo di enti pubblici e di privati riesce a costruire
un edificio adeguato per la cura dei bambini malati, in via Menabrea. A questo
viene attribuito il nome di “Ospedale Infantile Regina Margherita” (OIRM).
Durante la I guerra mondiale l’OIRM, analogamente a quanto avviene per
altri nosocomi pediatrici, è destinato alla cura dei soldati, mentre alla Pediatria è
lasciato l’insegnamento. Nel 1926 il Prof. Giovan Battista Allaria, che nel 1912 è
riuscito a istituire presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino
la Cattedra di Clinica Pediatrica, può realizzare una struttura universitaria
adeguata anche per l’assistenza, all’interno dell’OIRM, nel cui ambito ancor oggi
svolge la sua attività la Clinica Pediatrica Torinese. 10
All’inizio degli anni Venti è funzionante un gabinetto radiologico; ne è
consulente il Dott. Giuseppe Maurizio Reviglio, allievo della Scuola Radiologica
torinese, diretta dal Prof. Mario Bertolotti, uno dei Maestri della radiologia italiana.
Questi è Autore di una delle prime pubblicazioni radiologiche attinenti alla
Pediatria
in
Italia
(1915)
dal
titolo:
“Contributo
radiologico
allo
studio
dell’ossificazione del navicolare del tarso”. 11
GM Reviglio può considerarsi uno dei Pionieri più rappresentativi della
Radiologia Pediatrica Italiana. Nel 1923 è assistente del reparto radiologico diretto
dal Prof. Mario Ponzio, altro illustre Maestro della Radiologia, presso l’Ospedale
Mauriziano Umberto I. Nel 1932 diviene Primario del Servizio di Radiologia
dell’OIRM (a quell’epoca chiamato “Laboratorio Radiologico”) ed in tale carica
rimane fino al momento del suo collocamento in quiescenza (luglio 1967). Socio
della SIRM fin dal 1921, ne è il vicepresidente dal 1936 al 1946. E’ membro di
altre Società scientifiche italiane ed estere. E’ stato insegnante di Radiologia
presso le Scuole di Specializzazione delle Cliniche Pediatrica ed Ortopedica
dell’Università di Torino, ininterrottamente fino al suo pensionamento. La sua
10
attività scientifica comprende un centinaio di pubblicazioni ed una ventina di
comunicazioni a Congressi Nazionali ed Internazionali. Gli argomenti trattati
riguardano molte branche della Radiologia, in particolare la Patologia Pediatrica.
Notevoli sono i contributi sulle malattie dello scheletro (malformazioni, affezioni
infiammatorie congenite ed acquisite ecc). Ha contribuito al trattato di M Ponzio
“Semeiotica e Diagnostica Radiologica” con il capitolo “Malformazioni e distrofie
congenite ed acquisite”.
A FIRENZE Giovanni Meyer, con un gesto altamente munifico finanzia la
costruzione del primo nucleo di un ospedale pediatrico, iniziata nel 1884 e
completata nel 1887. Viene pertanto realizzato il desiderio espresso dalla consorte
Anna Fitzgerald Meyer, prematuramente scomparsa. Per onorarne la memoria
l’Ospedale assume la denominazione di Ospedale Pediatrico “Anna Meyer” (OM).
Per motivi contingenti la nuova struttura comincia a funzionare soltanto nel 1891.
Inizialmente l’Ospedale è costituito da un edificio centrale a due piani e da
due padiglioni laterali ad un solo piano. Al piano terreno sono ricoverati i pazienti
in settori separati per la Medicina e la Chirurgia. Al primo piano sono sistemate la
Direzione, le sale operatorie e le stanze dei Medici; esiste inoltre una grande sala,
riservata ai malati di difterite, che a quell’epoca costituiva un vero e proprio flagello
per la popolazione infantile. Il personale medico è formato da tre medici, tra cui il
Dott. Guido Guidi che era stato uno dei principali sostenitori della necessità di un
Ospedale Pediatrico a Firenze; il personale infermieristico da tre suore Oblate,
ordine religioso fiorentino, destinato all’assistenza, da adeguato personale
infermieristico laico e da personale addetto ai servizi.
Nel 1901 il Prof. Giuseppe Mya, eminente figura di clinico e di scienziato,
incaricato di Clinica Pediatrica all’Istituto di Studi Superiori di Firenze, una volta
ottenuta la nomina ad ordinario, decide il trasferimento della Clinica dagli angusti
locali della Maternità all’OM.
Deceduto prematuramente il Mya viene chiamato a succedergli il Prof. Carlo
Comba, proveniente dall’università di Bologna. Durante la lunga e proficua
direzione del Comba (1911-1941) l’OM presenta notevoli opere di ampliamento e
ristrutturazione. 12
11
All’inizio degli anni Venti risulta funzionante il gabinetto radiologico, sotto la
direzione di Enrico Cumbo, allievo del Prof. Luigi Siciliano, Cattedratico di
Radiologia nell’Istituto di Studi Superiori di Firenze. Cumbo è una figura di spicco
della Radiologia Italiana in quel periodo. Socio della SIRM fin dal 1920 è membro
del Consiglio Direttivo della stessa Società dal 1922 al 1925. Nel 1923 acquisisce
la libera docenza in Radiologia ed Elettroterapia; partecipa attivamente ai
Convegni e Congressi di Radiologia toscani e nazionali. Durante il periodo
ventennale in cui è direttore del gabinetto radiologico dell’OM, Cumbo, oltre
all’attività pratica,
svolge attività scientifica realizzata grazie alla stretta
collaborazione con i Pediatri della Clinica Universitaria. Tra gli altri importante il
suo contributo “Note di tecnica e semeiotica radiologica dello stomaco del
lattante”. L’Autore descrive accuratamente le modalità tecniche per lo studio
radiologico dello stomaco e ne illustra le caratteristiche morfologiche e funzionali
in questa età della vita.
13
Altra interessante ricerca, condotta sotto la guida del
Cumbo, riguarda l’urografia nel lattante mediante un mezzo di contrasto diodato in
soluzione isotonica introdotto per via intramuscolare, una delle prime eseguite in
Italia (1938), in questi soggetti. 14
L’attività radiologica dell’Ospedale è interrotta negli anni cruciali del conflitto
mondiale (1943-1944) quando in seguito ai bombardamenti aerei lungo la linea
ferroviaria adiacente agli edifici ospedalieri, se ne rende necessario il
trasferimento in alcune ville fiesolane.
Il 18 aprile 1886 è fondato in ALESSANDRIA un ospedale pediatrico
(Uspidalët in dialetto alessandrino) ad opera di un comitato promotore. Nel
comitato è figura preminente il Dott. Cesare Arrigo, illustre chirurgo ed uomo
politico. L’ospedaletto inizia la sua attività 4 anni più tardi, all’interno dell’Ospedale
Civile con solo 6 letti. Alla memoria di Cesare Arrigo come segno di gratitudine per
l’opera prestata e la cospicua eredità viene dedicato l’Ospedale, che assume la
denominazione di
“Ospedale dei Bambini Cesare Arrigo” (1903). Nel 1914 è
costituito, grazie all’intervento della famiglia Borsalino, il nuovo nosocomio in
Spalto Marengo, ove si trova attualmente. 15
12
Dopo la parentesi bellica, il 5 gennaio 1923, è riaperto ufficialmente
l’Ospedale. Sono in funzione 55 letti. Primario Medico dal 1922 al 1926 è Giovanni
De Toni. Durante la sua direzione sono nominati alcuni consulenti tra i quali il
radiologo Felice Diana.
Nel 1933 l’Ospedaletto acquisisce un vero “gabinetto radiologico”, dotato di
radiografia e radioscopia, la cui gestione per un lungo periodo fino agli anni
cinquanta è affidata ai Pediatri. 16
A BARI, il Prof. Enrico Nannei, fiorentino di nascita, matematico e docente
in questa città, a seguito della perdita per difterite della figlioletta avvenuta nel
1891, prese l’iniziativa di offrire l’assistenza sanitaria a favore dei bambini poveri e
malati.
L’iniziale insediamento avvenne il 17 Dicembre 1893 come “Opera Pia”
“Ospedaletto dei Bambini poveri” in un appartamento nel centro della città,
costituito da 3 lettini, un ambulatorio, una sala operatoria, cucina refettorio ed
ufficio.
I medici prestavano la loro opera gratuitamente; il personale paramedico
era rappresentato da tre suore. Sul suolo comunale nel 1912 venne costruito il
nuovo edificio che assunse la denominazione di “Ospedaletto dei Bambini” dotato
di 15 lettini per la Chirurgia e 20 per la Medicina, che nel 1926 divenne sede della
Clinica pediatrica dell’Università di Bari, diretta dal Prof. Maggiore, cui successe
nel 1937 il Prof. P Trambusti, proveniente da Parma, allievo del Prof. C Comba,
esponente della Scuola Pediatrica fiorentina.
Nel corso degli anni vennero istituite diverse specialità: Chirurgia,
Ortopedia, Medicina, Otorinolaringoiatria, Oculistica, Laboratorio analisi e
Radiologia, di cui peraltro non è stato possibile stabilire l’anno di nascita. Nel 1943
venne inaugurato il Reparto Infettivi, distaccato in una villa padronale, donata da
un privato e adattata a reparto ospedaliero.
Per quanto attiene al Servizio radiologico sappiamo che nel 1945 era
costituito da due salette, nelle quali erano collocate le apparecchiature: un
teletrocoradiografo ed un ortoscopio.
13
Era possibile effettuare solamente gli esami standard e le urografie.
L’attività radiologica era espletata da un tecnico di radiologia; verosimilmente gli
esami radiologici e le radioscopie venivano interpretati dagli stessi Pediatri,
analogamente a quanto si verificava nei Servizi radiologici di altri Ospedali
Pediatrici e Cliniche Universitarie.
Nel 1945 la direzione del Servizio fu assunta dal Prof. A Viterbo. 17
Una notizia di interesse storico sull’attività radiopediatrica svolta a Bari nella
prima metà del Novecento è stata rintracciata nella letteratura pediatrica, da cui
risulta nel 1941, una pubblicazione del Pediatra Goffredo Frola, 18, allievo del Prof
B Trambusti, sull’impiego del pneumomediastino artificiale in radiodiagnostica
pediatrica. A quanto mi consta questa è stata una delle prime applicazioni in Italia
della metodica proposta da Luigi Condorelli pochi anni prima.
L’Ospedale dei Bambini (OB),
19
ora “Vittore Buzzi”, di MILANO, nasce nel
1894, fondato dal Dott. Raimondo Guaita, pioniere della Pediatria italiana.
L’Ospedale è inaugurato il 6 giugno 1899 nella sede provvisoria di via S.
Vincenzo. Il 9 Dicembre 1906 viene aperta la nuova sede, che è l’attuale in via
Castelvetro. Al Dott. Guaita succede nel 1911, con il titolo di direttore primario
medico, il Prof. Carlo Cattaneo, che contemporaneamente è incaricato
dell’insegnamento di Clinica Pediatrica agli istituti Clinici di Perfezionamento di
Milano. A lui succede come primario medico nel dicembre 1932 il Prof. Gerolamo
Taccone, che resterà in carica fino al 1966. Particolarmente importante è stata la
sua direzione per lo sviluppo dell’Ospedale.
Il 13 agosto 1943 l’OB è semidistrutto da un terribile bombardamento aereo: i
70 bambini ricoverati sono tutti salvi grazie all’abnegazione delle suore.
Le prime notizie riguardanti il gabinetto di radiologia risalgono al 1914.
Secondo il Dott. Carlo Luraschi, consulente radiologo dell’OB da vari anni,
antesignano della elettroradiologia milanese, l’apparecchio di radioscopia funziona
“in modo affatto imperfetto e impari ai bisogni terapeutici”.
Durante gli anni Venti viene assunto il Dott. Francesco Rovida, primo
specialista radiologo, con il titolo onorifico di “aiuto dirigente la sezione di
radiologia”. Dietro sua richiesta l’Amministrazione procede a un potenziamento del
14
servizio radiologico, che viene realizzato con l’acquisto di un apparecchio dotato di
un tavolo trocoradiografico e di apparecchiature elettromedicali. Nel 1931 subentra
la Dott.ssa Maria Pellini, allieva di Felice Perussia, illustre Maestro della
Radiologia Italiana. Nel 1932 viene ufficialmente istituita la sezione di radiologia e
terapia fisica, che è affidata alla stessa Pellini con la qualifica di Dirigente. Nel
1933 il CdA propone di dotare l’OB di un apparecchio per röntgenterapia,
rendendo così possibile Il trattamento delle forme neoplastiche infantili. Nel 1938
un’area di un nuovo padiglione viene destinata alla Radiologia costituendo così il
primo nucleo dell’attuale reparto radiologico. Negli anni Quaranta questo è formato
da due sale di radiodiagnostica (una con ortoclinoscopio, tavolo trocoradiografico,
teleradiografo e chimografo, l’altra con il primo stratigrafo e craniostato della ditta
Barazzetti) e da una sala di röntgenterapia.
Nel 1940 viene istituito in organico il posto di Primario di Radiologia e
Terapia Fisica. Due anni dopo la Pellini, che nel frattempo ha conseguito
l’abilitazione alla libera docenza in Radiologia Medica, vince il concorso
mantenendo il Primariato fino al dicembre del 1956, data della sua prematura
scomparsa.
Maria Pellini durante il suo lungo servizio ospedaliero associa alla intensa
attività lavorativa una larga produzione scientifica su argomenti di diagnostica e di
terapia radiologiche. Di particolare rilievo le pubblicazioni sulla iperplasia timica,
20
sulle forme infiammatorie e neoplastiche dell’età infantile. Per molti anni è stata
docente nella Scuola di Specializzazione in Radiologia Medica. Presso la stessa
scuola dal 1951 al 1956 è stata incaricata del corso ufficiale di Anatomia
radiografica. Anche Maria Pellini rappresenta una figura preminente nella storia
della Radiopediatria italiana ed a buon diritto entra a far parte dei Pionieri di
questa branca della Radiologia.
L’Ospedale dei bambini, ora “Ospedale dei Bambini G Salesi” di ANCONA è
fondato nell’aprile 1900 per iniziativa di due medici, il Pediatra Baldassarri e il
Chirurgo Branzani, iniziatore della Chirurgia pediatrica nella città; viene inaugurato
nel dicembre dello stesso anno, con sede nell’antico Ospizio dei Poveri, con lo
scopo dell’assistenza ai bambini indigenti. L’Ospedaletto presto risulta inadeguato
15
alle richieste assistenziali. Grazie al cospicuo lascito di Gaspare Salesi viene
acquistata la Villa Dori, che viene adeguatamente ristrutturata tra il 1920 e il 1921.
Il nuovo complesso, dispone di 35 letti; oltre ai reparti di degenza è dotato di un
servizio di laboratorio, uno di radiodiagnostica e un poliambulatorio specialistico
pediatrico. Per onorare la memoria del suo grande benefattore prende il nome di
“Ospedale dei Bambini G Salesi”. Un ulteriore potenziamento dell’Ospedale si ha
nel 1932 con la costruzione di un nuovo edificio al Passetto, ove si trova tutt’ora.
Nel 1935 viene istituito un servizio autonomo di radiologia diretto dal Prof.
Faraone.
L’Ospedale dei Bambini Umberto I di BRESCIA (OBB) viene fondato il I
Giugno 1902. L’occasione per l’ istituzione dell’Ospedale è offerta dallo
stanziamento di £. 50.000 da parte della Giunta Municipale per onorare la
memoria di Re Umberto I assassinato, il 29 luglio 1900. Pertanto l’ OBB è il primo
Ospedale pediatrico che nasce con il contributo di un ente pubblico.
All’inizio dell’attività l’OBB occupa un reparto messo a disposizione
dall’Ospedale Civile, ma nel 1921 viene trasferito nella sede più spaziosa
dell’Istituto “Rachitici”, ormai inattivo per le mutate condizioni sanitarie. Pertanto
l’Ospedale assume il nome di “Opere Pie raggruppate Ospedale dei Bambini
Umberto I ed Istituto Rachitici”. I letti vengono portati da 40 a 120; negli anni
1933/34 l’organico medico viene ampliato con un otoiatria, un oculista ed un
radiologo.
Durante la II guerra mondiale l’Ospedale viene fatto sfollare in periferia,
decisione provvidenziale, perché un bombardamento degli Alleati ne distrugge
parzialmente i fabbricati.
Nel 1912 l’Ospedale viene dotato del suo primo apparecchio radiologico un
“Gorla” “per radioscopia e radiografia”. Tuttavia un vero Servizio radiologico viene
istituito soltanto nel 1933 ed è affidato al Prof. Antonio Tunesi.
Antonio Tunesi (AT) si laurea nel 1924 a soli 23 anni presso l’Università
degli studi di Roma. Trasferitosi con la famiglia a Brescia, a seguito della nomina
del padre magistrato a Procuratore generale della Corte d’Appello di quella città,
prosegue gli studi presso l’Università di Milano e ottiene il diploma di specialista in
16
Radiologia nel 1928 presso la Scuola di Specializzazione diretta dal Prof. Felice
Perussia, uno dei Padri della Radiologia italiana e suo primo maestro. Uno dei
docenti della Scuola è il Prof. Olindo Alberti, Primario Radiologo degli Spedali
Civili di Brescia, che apprezza le qualità non comuni del giovane Tunesi e lo
chiama a coprire il posto di assistente radiologo nel suo Ospedale. Durante i
cinque anni del servizio sotto la guida del Prof. Alberti, AT approfondisce le sue
conoscenze di Radiodiagnostica e nel contempo dimostra una notevole
disposizione per l’attività scientifica apportando contributi in diagnostica sugli
apparati scheletrico, respiratorio e digerente e, in radioterapia, una memoria a
carattere monografico sul morbo di Hodgkin.
Durante il lungo periodo del Primariato (1933 - 1969) AT
dà notevole
impulso all’attività radiologica fino a “trasformare l’iniziale servizio in un vero e
proprio Istituto di Radiologia orientato verso il campo pediatrico”.
21
Acquisisce
nuove apparecchiature, (un apparecchio trocoradiografico e stratigrafico Rangoni
Puricelli e molto più tardi un ortoclinoscopio Gilardoni), continuando la produzione
scientifica, già dedicata alla Radiologia generale, ora rivolta alla Pediatria con
lavori sulla “vertebra plana”, sull’osteopetrosi, sull’impiego della plesioradiografia
nella identificazione di sottili fratture della teca cranica e sull’apparato respiratorio
(tra l’altro con uno studio stratigrafico sulla adenopatia ilare). 22
Alla fine della II guerra mondiale, a cui ha partecipato come capitano medico
in Albania, ritornato a Brescia oltre all’attività ospedaliera ricopre anche importanti
cariche pubbliche, prima come Assessore alle Finanze del Comune di Brescia,
contribuendo a reperire mezzi per la ricostruzione della città gravemente
danneggiata dai bombardamenti aerei. Per dieci anni è stato anche Presidente
dell’Ordine dei Medici di Brescia e ha fatto parte anche dei Consigli di
Amministrazione di importanti Enti pubblici.
Nel 1969 dopo trentasei anni di attività primariale all’Ospedale di Brescia
viene messo in quiescenza con un po’ di anticipo rispetto al previsto dopo aver
superato una grave malattia.
Muore ottuagenario ma ancora valido, a seguito di un incidente, occorsogli
per un tragico destino, mentre attraversava la strada della sua città.
17
Antonio Tunesi per i meriti acquisiti sia in campo scientifico sia nell’attività
pratica svolta per tanti anni con passione e competenza
in un importante
Ospedale Pediatrico può entrare nel novero dei Pionieri della Radiopediatria
italiana.
A BOLOGNA nel marzo del 1899 la contessa Gozzadina Gozzadini devolve
la sua cospicua eredità per la fondazione di un Ospedale per bambini, a cui venga
dato il nome di “Spedale Gozzadini”.
Il nuovo Ospedale, progettato all’interno del S. Orsola, dal Prof. Carlo
Comba, direttore della Clinica Pediatrica di Bologna, e dall’amministrazione
Ospedaliera, viene inaugurato nel settembre 1913. Durante la Grande Guerra
l’Ospedale interrompe l’attività assistenziale che riprende nel 1922. L’anno
successivo comincia a funzionare il gabinetto radiologico con un apparecchio
“Gorla”; in una sala adiacente si trovano apparecchi destinati alla terapia fisica.
A Bologna la Radiologia pediatrica fin dall’inizio viene gestita dall’Istituto di
Radiologia dell’Università con avvicendamento del personale medico che si
interessa a tempo parziale di questa attività. Il primo incaricato del servizio
radiologico è Pietro Sighinolfi, allievo delle Scuole del Busi e del Palmieri, illustri
maestri della Radiologia Italiana. A Busi, nella sua importante produzione
scientifica, comprendente pubblicazioni fondamentali di Radiologia generale,
annovera anche uno studio di interesse pediatrico, riguardante la ritardata
ossificazione nel mixedema infantile e nel mongolismo, tra i primi segnalati nella
letteratura mondiale. Nel 1926 Sighinolfi, che ricopre anche l’incarico dell’
insegnamento della Radiologia nelle scuole di perfezionamento in Radiologia e
Pediatria, si trasferisce a Ravenna, a seguito della sua nomina a Primario
dell’Ospedale Civile di quella città. A lui succede con le stesse funzioni Giorgina
Giacomini, che rimane in servizio fino al 1951.
Interessante è il dato statistico secondo cui nel 1927 risultano eseguiti presso
il servizio radiologico del Gozzadini 254 esami radiologici, 210 applicazioni di
röntgenterapia, 2525 trattamenti con raggi ultravioletti, 839 applicazioni elettriche.
23
Pertanto, analogamente a quanto accade in altri ospedali pediatrici, prevale di
gran lunga la terapia fisica.
18
A TRENTO il primo nucleo dell’Ospedalino, come viene subito chiamato dai
trentini è aperto il sette dicembre 1920 in alcuni locali attigui ad un Istituto per
l’assistenza infantile nel centro della città.
I primi 20 letti sono “gestiti” da due suore che svolgono funzioni di
infermiere, cuoche, inservienti ecc. ecc.
L’anno successivo i letti sono già 30 con una presenza di 25,3 ricoveri e
degenza media di 26,5 giorni. Date le crescenti richieste viene acquistata una villa
nella prima collina di Trento e trasformata in quello che sarà il vero e proprio
Ospedale Infantile. I 30 letti crescono fino diventare 120 nel 1932. A quel tempo
l’organico medico consta di due primari e tre aiuti.
Nel 1935 viene aggiunta una nuova ala con 35 letti adibita a
Tubercolosario. Parzialmente danneggiato durante la II Guerra Mondiale
l’Ospedalino viene presto restaurato. 24
Dai documenti consultati non viene fatto cenno all’attività radiologica. La
nascita della Clinica Pediatrica di PADOVA è legata al nome di Dante Cerveseto
che ottiene l’incarico dell’insegnamento della disciplina all’età di 31 anni nel 1882.
Sette anni dopo(1889) viene fondata a Padova la Clinica Pediatrica che è
situata nei locali sottostanti alla vecchia clinica Medica nell’Ospedale Giustiniano,
grazie al generoso intervento di alcune signore della città. 25
Il Cerveseto è nominato professore ordinario nel 1898 di Clinica Pediatrica
a Padova. Dopo il suo trasferimento a Bologna, la sostituisce Vitale Tedeschi che
rimane alla direzione della Clinica fino alla sua morte (1919). Gli succede Guido
Berghinz, già primario a Udine, che svolge a Padova un’intensa attività per un
decennio.
Nel 1930 viene chiamato alla cattedra da Padova Gino Frontali, allievo della
scuola Fiorentina di Carlo Comba, che porta la Clinica Padovana ad un elevato
livello in campo nazionale ed internazionale. Dopo la parentesi durante l’ultimo
periodo della II guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra, nel 1948 Giancarlo
Bentivoglio assume la direzione della clinica e in tale incarico resterà fino al 1965,
anno del suo collocamento fuori ruolo.26
19
Quasi niente si conosce dell’attività radiologica svolta nella 1° metà del
secolo scorso se non di una consulenza formativa dell’Istituto di Radiologia
dell’Università.
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 La maggior parte delle notizie riportate è tratta dal libro: Dal Tevere al Gianicolo: Ospedale del Bambin Gesù
tra cronaca e storia. Ed dell’Obelisco, Roma, 1980, di V Martinelli
2 Settennio 1926-1932: Relazione clinico-statistica. Ospedale del Bambino Gesù
3 Secondo quanto riportato nel già citato (1) libro di V Martinelli: l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Maria,
inaugurato il 6 marzo 1872 constava di 2 sezioni, una medica e l’altra chirurgica
4 Le notizie riportate succintamente sono dovute alla cortesia della Dott.ssa Luisa Valentino, attuale
responsabile del Servizio dell’AO Pediatrica Santobono-Pausilipon
5 Chi voglia approfondire la storia sulla nascita e lo sviluppo degli Ospedali Pediatrici a Napoli può consultare
il bel libro di V Jacobacci: Io, Teresa Filangieri. Fausto Fiorentino, Napoli, 1999
6 Le notizie riportate sono state fornite dal Dott. V Novara, Primario radiologo dell’Ospedale “G Di Cristina”,
cui va il mio sentito ringraziamento.
7 Dalla pubblicazione: L’Ospedale dei Bambini “G Di Cristina” di Palermo. 110 Anniversario della fondazione.
A cura di G. Ingraiti, Carbone Editore, Palermo, 1992
8 L’inaugurazione della nuova Clinica Pediatrica a Palermo. Rivista di Clinica Pediatrica VI: 397-398, 1908
9 AE Cardinale (a cura di): Immagini e Segni dell’Uomo. Storia della Radiologia Italiana. Idelson – Gnocchi,
Napoli, 1995
10 Questo ed altri dati sono stati forniti gentilmente dalla Dott.ssa L Artesani radiologo all’OIRM
11 M Bertolotti: Contributo radiologico allo studio dell’ossificazione del navicolare del tarso nel normale e nel
patologico. Radiol Med 2: 400-423, 1915
12 M Monterisi, P Parigi: 1884-1984 Cento anni di vita dell’Ospedale Infantile «Anna Mayer» di Firenze. Ed. F
Le Monnier, Firenze, 1984
13 E Cumbo: Note di tecnica e semeiotica radiologica dello stomaco del lattante. Dal volume di Scritti medici
dedicati a Carlo Comba nel XXV anno di insegnamento: pag 847, 1929.
14 E Messeri: L’urografia discendente nel lattante. Nuovo metodo per via intramuscolare. Riv Clin Ped XXXVI:
918, 1938
15 R Lera, R Botta: Uspidalët. L’Ospedale Infantile «Cesare Arrigo» di Alessandria dalle origini alla seconda
guerra mondiale. Ed. Le Mani, Isral, Recco ( Genova), 2001
16 Questa notizia è dovuta al Dott. M Letico, attuale responsabile del servizio radiologico
17 Le notizie riportate sono dovute quasi interamente alla cortesia del Dott. Fabio Martino, cui va il mio sentito
ringraziamento
18 G Frola: Contributo alla diagnostica delle affezioni mediastiniche nell’infanzia mediante la pratica del
pneumomediastino. Riv Clin Ped XXXIX: 416, 1941
19 Le notizie riferite sono state gentilmente fornite dalla Prof.ssa Elisabetta Schiavetti, già Primario Radiologo
dell’Ospedale
20 M Pellini: Atti del XIII Congresso Italiano di Radiologia Medica (Bari, 29 settembre – 1 ottobre 1938) 11:103
21 La maggior parte delle notizie riportate fino ad ora e le successive che riguardano il Prof. Tunesi sono
tratte dal suo necrologio, scritto da M Piemonte, riportato su Radiol Med 68:620, 1982
22 A Tunesi, G Abba: Contributo allo studio radiologico dell’adenopatia ilare nell’infanzia con l’indagine
stratigrafica. Riv Clin Ped XLVII: 193, 1949
23 Questa ed altre notizie inerenti il reparto radiologico del Gozzadini sono state gentilmente fornite dai Dottori
G Tani e R Sciutti, attuali responsabili del Servizio
24 Le notizie riportate sulla storia dell’Ospedalino di Trento sono dovute alla cortesia dei Dott.ri Francesco
Dalla Palma e Eugenio Marsilli
25
Contrariamente a quanto riferito fino a ora la prima Clinica Pediatrica Universitaria Italiana è stata
fondata a Firenze il 12 Gennaio 1883 presso l’Arcispedale di S. Maria Nuova da Mosè Raffaele
Levi che tenne la prolusione del corso di Clinica Medica delle Malattie de Bambini nel Regio Istituto
di Studi Superiori in Firenze. Toscana Medica: 21: 36, 2003
26
Le note riportate molto succintamente sono state attinte da L Premuda L: La pediatria a Padova
– anticipazioni di pensiero e realtà scientifiche dal Quattrocento ad oggi. pag.181-189
20
La Radiologia Pediatrica, branca emergente della radiologia
medica durante gli anni cinquanta fino alla fine degli anni ottanta
del novecento. I pionieri e i continuatori dell’opera dei pionieri. I
riflessi
delle
nuove
tecnologie:
Ecografia,
Tomografia
Computerizzata, Risonanza Magnetica, Radiologia Digitale sulla
Radiologia Pediatrica.
Agli inizi degli anni Cinquanta sono pochi i servizi radiologici pediatrici
autonomi con radiologi dedicati che sono da considerare tra i pionieri della
Radiologia Pediatrica.
1
A Torino l’Ospedale Infantile Regina Margherita (OIRM)
(GS Reviglio), a Milano, l’Ospedale dei Bambini V.Buzzi , (M Pellini), a Brescia
l’Ospedale dei Bambini Umberto I (A Tunesi), a Genova l’Istituto Gaslini (A De
Maestri), a Trieste l’Ospedale Burlo Garofolo (A Della Santa), ad Ancona
l’Ospedale Salesi (L De Santis), a Bari, già nel periodo post-bellico, esiste un
servizio radiologico ospedaliero alla cui direzione si susseguono, per breve tempo,
il Prof. A Viterbo e il Dott. M Azzariti: a loro succederà F Barbanente che rimarrà
responsabile del servizio per circa un ventennio.
Intanto si va creando tra alcuni personaggi illuminati, direttori di Istituti di
Radiologia, di Cliniche Pediatriche Universitarie e Amministratori Ospedalieri, la
coscienza della necessità della figura di un radiologo, che si dedichi a tempo pieno
alla Radiologia con indirizzo pediatrico, dotato di solida preparazione in Radiologia
Medica, unita a buone cognizioni di Clinica Generale, nel caso specifico,
Pediatrica, che ha per oggetto il bambino, interessante non solo per la peculiare
patologia, ma anche per il processo evolutivo di ordine sia morfologico sia
fisiologico, cui va incontro dalla nascita fino all’adolescenza. In sostanza questi
sono i requisiti che costituiscono, secondo i nostri Maestri, il fondamento della
Radiologia Medica. Contribuiscono a questo indirizzo clinico-radiologico della
nascente Radiologia Pediatrica i notevoli progressi compiuti nel campo della
Clinica Pediatrica. Uno dei settori che più si avvantaggia dalle recenti scoperte
sulla prevenzione e sulla terapia è costituito dalle malattie infettive, che fino a
21
quell’epoca hanno contribuito in larga misura alla morbilità e alla mortalità infantile.
Alcune branche emergenti della Pediatria, la Genetica e la Neonatologia, sono
destinate ad affermarsi decisamente in un prossimo futuro. La Chirurgia Pediatrica
vanta le più brillanti conquiste: numerose malformazioni fino allora considerate
delle curiosità ed oggetto di studio puramente accademico, vengono operate con
successo, esempio tipico le atresie del tubo digerente, “in primis” l’atresia
dell’esofago. Analogamente le frequenti forme ostruttive congenite delle vie
urinarie, se diagnosticate precocemente, sono passibili di correzioni riparatrici,
evitando così un danno renale irreversibile. Si afferma come nuova branca della
Chirurgia Pediatrica la Cardiochirurgia che diviene ultraspecialità, all’inizio con
risultati positivi nelle forme comuni ed in seguito anche nelle cardiopatie
complesse. E’ evidente che le indagini radiografiche costituiscono un apporto
importante, spesso essenziale, per le diagnosi e la cura delle patologie sopra
accennate e molte altre. Tuttavia è chiaro che i radiologi, quasi sempre molto
giovani ed alle prime armi devono affrontare molte difficoltà in un campo della
radiologia quasi tutto da scoprire. Pochissime sono le fonti di riferimento. Oltre al
notissimo trattato del Caffey “Pediatric X-Ray Diagnosis” (Prima Ed. 1945),
2
la
Bibbia della disciplina pediatrica, esistono alcune monografie, peraltro settoriali;
tra le altre “Diagnosis of Congenital Heart Disease” (Prima Ed. 1955)
3
di alcuni
autori svedesi, due clinici: E Mannhedimer e B Jonsson e due radiologi: SR
Kjellberg e U Rudhe, all’epoca da considerarsi all’avanguardia nel mondo. Dagli
stessi radiologi, in collaborazione con un urologo, NO Ericsson, è prodotta
l’originale monografia “The Lower Urinary Tract in Childhood” (Ed. 1957)
4
dotata
di una ricca documentazione sull’anatomia normale e sulle malformazioni delle vie
urinarie inferiori. Nello stesso periodo vengono pubblicate la monografia di
Singleton “X-Ray Diagnosis of the Alimentary Tract in Infants and Children”
5
ed il
testo atlante di Lassrich, Prévot e Schäfer uscito in tedesco nel 1956 e solo più
tardi tradotto in italiano. 6
Sulla tecnologia radiografica in Pediatria, non esistono testi dedicati; inoltre
non sono reperibili sul mercato dispositivi per l’immobilizzazione dei piccoli
pazienti o seriografi adatti per lo studio dell’apparato digerente o cardiovascolare.
Si ricorre pertanto a dispositivi artigianali progettati dai radiologi stessi. Questi in
22
sostanza sono degli autodidatti ed il tirocinio in Istituti specializzati all’Estero è
possibile con borse di studio solo per pochissimi fortunati.
Infine l’organico medico e soltanto nei servizi radiologici autonomi, è
costituito quasi sempre da un solo responsabile e il personale tecnico è carente
sia per numero che per preparazione; le apparecchiature sono spesso obsolete.
Di questa situazione è consapevole un giovane radiologo, Gian Stefano
Marchese, assistente radiologo dell’ Ospedale Infantile “Regina Margherita” di
Torino (OIRM) fin dal 1949, successivamente Aiuto e Primario dal 1967.
Marchese diviene uno dei principali assertori di una
nuova branca della
Radiologia Medica, la Radiopediatria. Egli con un’azione appassionata ed
intelligente riesce a mettere insieme all’inizio degli anni Sessanta, un piccolo
gruppo di giovani radiologi che operano in strutture pediatriche qualificate: a
Roma, G Garibaldi e P Gugliantini all’Ospedale Pediatrico del “Bambino Gesù”
(OPBG), G Iannaccone nella Clinica Pediatrica dell’Università di Roma; Golfieri
alla Maternità a Bologna, N Macarini e A Pelizza all’Istituto “G. Gaslini” di Genova,
Pinto agli “Ospedali Riuniti” di Napoli, E Schiavetti all’ “Ospedale dei Bambini” di
Milano. Questi (esclusa E Schiavetti), aderendo a una sua iniziativa partecipano al
I Congresso Internazionale di Radiologia pediatrica, tenutosi a Parigi nel maggio
del 1963, ove viene fondata la European Society Radiology (ESPR). A questo
manipolo si aggiungono negli anni immediatamente successivi altri giovani
radiologi: F Bellini di Milano, GF Vichi di Firenze e S Fasanelli a Roma, che
divengono membri attivi della ESPR. La maggioranza di questi è da considerare
continuatrice dell’opera dei Pionieri.
Nel 1968 Marchese organizza a Torino il primo Simposio italiano di
Radiologia Pediatrica al quale partecipano numerosi radiologi italiani interessati
alla Pediatria ed alcuni stranieri noti nel campo della Radiopediatria, ottenendo
notevole successo.
Tra l’inizio degli anni Cinquanta e la fine degli anni Settanta si verifica un
rinnovamento ed un potenziamento dei servizi radiologici già esistenti e la nascita
di nuovi; nel frattempo gli Ospedali e le Cliniche Pediatriche Universitarie
presentano un notevole sviluppo per l’ampliamento di locali preesistenti e la
creazione di nuovi edifici più ampi e più idonei per le esigenze dell’assistenza e
23
della diagnostica moderne, dettate dalla nascita e dallo sviluppo di sub-specialità e
servizi, destinati ad aumentare negli ultimi due decenni del Novecento (servizi di
Anestesia e Rianimazione, di Terapia intensiva, Cardiologia, Gastroenterologia,
Genetica, Neonatologia, Oncoematologia, Ortopedia, Nefrologia ed Emodialisi,
Fibrosi cistica, per non citare che i realizzati più frequentemente).
Durante gli anni Settanta i servizi radiologici vengono dotati di apparecchi
telecomandati, in genere ortoclinoscopi, con generatori al selenio, in grado di
fornire tensioni elevate, intensità di corrente costante di 1000 mA e tempi di
esposizione di 1 millisecondo, caratteristiche queste ultime particolarmente utili in
campo pediatrico. Gli amplificatori di immagini o di brillanza (AB), associati a
fluoroscopia su monitor televisivo (in sostituzione della vecchia radioscopia su
schermo fluorescente), alla spot camera che consente la ripresa con cadenza
rapida di immagini ed eventualmente alla registrazione su nastro magnetico,
vengono acquisite, seppure in ritardo rispetto ai servizi di radiologia generale, con
notevoli vantaggi sia dal punto di vista diagnostico che protezionistico. La spot
camera è particolarmente indicata in radiopediatria per lo studio morfologico e
funzionale del tubo digerente e dell’apparato urinario, ma trova utile impiego
anche in altre indagini contrastografiche, quali angiografie e broncografie. La
perdita del potere di risoluzione spaziale del sistema non incide significativamente
sulla leggibilità delle immagini e d’altra parte è compensata dai notevoli vantaggi
protezionistico
ed
economico.
In
questo
periodo
vengono
realizzate
apparecchiature dedicate alla pediatria che sono impiegate in diversi servizi
radiopediatrici (Alessandria, Bologna, Firenze, Milano, Roma, Napoli, Siena,
Trieste). Questi apparecchi, di cui il prototipo è l’ “Infantoskop”, sono costituiti da
un telecomandato, con un tavolo radiografico “corto” ed uno stativo sovrastante,
dotato di un tubo di elevata potenza. L’AB per la scopia TV e l’amplifotografia sono
situati al di sotto del tavolo. Accessori essenziali dell’apparecchio sono le “culle” di
varie dimensioni e di diversa forma in rapporto all’età dei soggetti da esaminare ed
alla tipologia degli esami. Nonostante le notevoli versatilità e funzionalità, questi
apparecchi non hanno avuto, per il loro costo elevato, la diffusione auspicata dalle
case produttrici, per cui sono stati sostituiti dai comuni telecomandati, adattati per
24
l’impiego nell’infanzia con il ricorso a sistemi atti a contenere ed immobilizzare i
piccoli pazienti.
Fino dagli anni ‘60 si sta diffondendo in ambienti pediatrici l’interesse per
alcune
indagini:
angiocardiografia,
angiografie,
cateterismo
cardiaco,
emodinamica, anche per la istituzione in diverse Cliniche e Ospedali Pediatrici,
(Torino, Genova, Milano, Padova, Roma ed altri) di servizi quali la Cardiologia, la
Cardiochirurgia,
la
Neurochirurgia.
Sorgono
pertanto
in
vari
reparti
di
Radiopediatria delle Sezioni dedicate a questa nuova attività.
L’Angiografia digitale per sottrazione (ADS), con introduzione del mezzo di
contrasto per via venosa, realizzata all’inizio degli anni ’80, dopo i primi
entusiasmi, nonostante alcuni vantaggi, viene presto abbandonata e sostituita
dalla stessa tecnologia, ma con l’introduzione del contrasto per via arteriosa. In tal
modo viene consentita una migliore visualizzazione del sistema arterioso con una
quantità di contrasto minore a più bassa concentrazione, mediante cateteri di
calibro inferiore.
Nel frattempo le indagini contrastografiche con mezzi di contrasto organo
iodati si avvantaggiano dei m.d.c. della terza generazione, a bassa osmolarità, che
per le loro caratteristiche sono meglio tollerati, con notevole diminuzione della
incidenza delle reazioni di ipersensibilità e il miglioramento della qualità delle
immagini.
L’ADS precorre lo sviluppo della Radiologia digitale che, come si vedrà più
avanti, avrà una larga diffusione nei servizi radiologici pediatrici durante gli anni
’90.
Contemporaneamente sta nascendo una nuova tecnologia, la Ecografia (EG)
destinata ad un grande avvenire, nonostante le difficoltà e le incomprensioni
iniziali, e a rivoluzionare insieme alla TC e successivamente alla RM la radiologia
diagnostica anche pediatrica, divenuta nel frattempo diagnostica per immagini.
Durante gli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 si verifica un rapido progresso
tecnologico delle apparecchiature ecografiche, caratterizzato dall’introduzione
della “scala dei grigi” che consente di dare le prime informazioni morfologiche e
strutturali ed ultimamente degli apparecchi a scansione automatica, “in tempo
reale”. Queste nuove proprietà tecnologiche insieme alle caratteristiche peculiari
25
della EG e cioè la non invasività, l’innocuità dal punto di vista biologico ed i costi di
acquisizione contenuti, determinano una larga diffusione in molti ambienti
pediatrici della EG. Inizialmente sono impiegati ecografi a scansione manuale: il 1°
all’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” (Roma) nel 1979; seguono Alessandria
(Ospedale Infantile “C Arrigo”) ed Ancona (Ospedale Pediatrico “G Salesi”) nel
1980; Milano (Ospedale dei Bambini “V Buzzi”) e Genova (Istituto “G. Gaslini”) nel
1981; Torino (OIRM), limitatamente al Servizio di Neuroradiologia, nel 1982 a
Brescia, a quanto mi consta, nell’Ospedale dei Bambini “Umberto I”, viene
installato il 1° apparecchio “real-time” in un Ospedale pediatrico. Nel 1984 e nello
stesso anno a Milano (ICP), acquisiscono ecografi a scansione manuale anche i
servizi radiologici di Padova, di Bari e Roma (Cliniche Pediatriche Universitarie).
Nel II quinquennio degli anni ‘80 altri reparti vengono dotati di ecografi “real-time”,
essendo ormai provata la superiorità tecnologica di queste apparecchiature: nel
1986 a Bologna (Ospedale “G Gozzadini”), nel 1987 a Firenze (Ospedale “A.
Meyer”), ove un ecografo era stato richiesto fin dal 1978 all’amministrazione
Ospedaliera, che, a seguito della Riforma Sanitaria passò l’ordinazione alla USL
competente, nel 1988 a Trento (Ospedale Pediatrico degli “Angeli Custodi”) ed alla
fine degli anni 80 a Palermo (Ospedale “G Di Cristina”).
Seguono ulteriori progressi tecnologici con l’introduzione del duplex-doppler
ed il color-doppler, che consentono di ottenere in tempo reale informazioni sulla
morfologia e sulla struttura degli organi esaminati e sulle caratteristiche del flusso
dei rispettivi vasi.
L’introduzione delle piccole sonde, più maneggevoli e a frequenza elevata ha
portato ulteriori vantaggi nell’impiego dell’EG. In età pediatrica.
A partire dagli anni’80, si è verificata una notevole riduzione o la scomparsa
di molte indagini radiologiche tradizionali, quali l’esame del tubo digerente (v.
stenosi
ipertrofica
del
piloro,
la
ricerca
del
reflusso
gastro-esofageo,
l’invaginazione intestinale, ecc.), le indagini delle vie urinarie (v. l’urografia, la
cisto-uretrografia minzionale, ecc.). Altro campo di applicazione è costituito dallo
studio delle parti molli e dell’apparato osteo-articolare. Una conquista dell’EG
divenuto esame di routine è lo “screening” neonatale della displasia congenita
26
delle anche, prima limitato all’esame clinico. Infine la EG svolge un ruolo
importante anche in età pediatrica e in radiologia interventistica.
All’inizio degli anni Settanta viene realizzata un’altra metodica da A Mc Leod
Cormack, un fisico e da G Hounsfield, un bioingegnere, basata su una nuova
concezione,
che
All’apparecchiatura
si
avvale
viene
data
del
la
computer
applicato
denominazione
di
alla
radiologia.
tomografia
assiale
computerizzata (TAC), date le caratteristiche del piano assiale del corpo di
acquisizione dell’immagine radiologica che successivamente viene sostituita dalla
denominazione TC per le possibilità grazie ai progressi tecnologici, di ricostruire
immagini multiplanari.
Le prime applicazioni cliniche sono dedicate allo studio dell’encefalo
normale e patologico, di cui fino allora non era possibile ottenere un’immagine
diretta con i raggi X , ma solo una rappresentazione indiretta, ricorrendo ad
indagini complesse ed invasive, spesso rischiose specialmente nei soggetti
dell’età pediatrica (ventricolografia gassosa o opaca, pneumoencefalografia,
arteriografia cerebrale ecc.).
Pochi anni dopo S Ledley riesce a realizzare negli USA un apparecchio
che oltre al cranio e all’encefalo, consente di studiare il corpo intero.
Negli anni seguenti si verifica un progresso tecnologico rapidissimo e
sorprendente che consente la realizzazione di apparecchiature per la TC
sempre più efficienti. Già alla fine degli anni Settanta si producono macchine di
III generazione dotate di movimento rotatorio del sistema tubo - detettori, con
un numero di detettori più elevato e con tempi di scansione molto ridotti (4” 8”). Subito dopo, all’inizio degli anni Ottanta, sono disponibili apparecchi di IV
generazione caratterizzati dal movimento rotatorio del solo tubo radiogeno che
si muove all’interno di una corona di detettori fissa disposta a 360°.
Un ulteriore progresso tecnologico viene realizzato agli inizi degli anni
Novanta, con l’introduzione della TC volumetrica (spirale o elicoidale). Questa
consente la scansione di un intero volume corporeo, ottenuta mediante
l’acquisizione continua di dati, grazie alla rotazione ininterrotta dal tubo e del
complesso dei detettori intorno al tavolo porta paziente, che presenta
contemporaneamente un avanzamento continuo.
27
Partendo dall’analisi dei dati grezzi acquisiti con geometria spirale,
mediante l’utilizzazione di algoritmi, avviene la ricostruzione di sezioni assiali
dello spessore minimo di 1 mm con possibilità dell’alta risoluzione.
Tra i vantaggi offerti dalla nuova metodica interessano, in particolare
nell’età pediatrica, la brevità dei tempi d’esame di un intero volume corporeo
(10”, 30”), la riduzione degli artefatti di movimento nei soggetti non collaboranti,
il minor ricorso all’anestesia, la migliore qualità delle immagini ricostruite e la
diminuzione della dose, rispetto alla TC tradizionale che è tutt’ora oggetto di
discussione. Pertanto l’impiego preminente in questa età della vita è costituito
dalla patologia polmonare specialmente interstiziale, tracheo-bronchiale,
mediastinica oltre che vascolare.
L’introduzione della TC a detettori multipli (Multidetector TC o multislice
helical TC) costituisce secondo gli AA americani il più recente progresso nella
tecnologia TC per lo studio della patologia toracica anche in età pediatrica
dove, peraltro la tecnica è più complessa che nell’adulto.
7
Anche in Italia, come all’Estero la nuova metodica suscitò fin dall’inizio
della sua introduzione notevole interesse tra i radiologi generali e i
neurochirurghi,
tanto
apparecchiature TC.
che
nel
1978,
risultarono
in
funzione
quindici
8
Purtroppo non fu altrettanto rapida l’acquisizione di questi apparecchi nei
servizi radiologici degli ospedali pediatrici, di cui solo pochissimi fortunati
poterono godere, a quanto mi consta, l’Ospedale “Santobono” di Napoli e
l’Ospedale “Burlo Garofolo” di Trieste, primi in Italia, rispettivamente nel 1979 e
nel 1981, cui seguirono contemporaneamente nel 1986 l’Istituto “G. Gaslini” di
Genova ed il “Bambino Gesù” di Roma. Nel 1988 fu acquistata dal servizio
radiologico dell’Ospedale Infantile “Regina Margherita” di Torino una TC,
dedicata al solo reparto di neuroradiologia.
Non molto diversa era la situazione dei servizi radiologici delle Cliniche
Pediatriche universitarie, dipendenti dagli Istituti di Radiologia o di alcuni
Ospedali Pediatrici che poterono usufruire di sedute singole in uno o qualche
giorno della settimana e limitate a poche ore (Padova, Bologna, Firenze, Roma,
Pavia, Napoli, Bari, Palermo).
28
Soltanto ultimamente tra la fine degli anni Novanta del secolo scorso e i
primi anni del Duemila altri Ospedali Pediatrici “V Buzzi” a Milano, “A. Meyer” a
Firenze, “G Salesi” di Ancona, “Giovanni XXIII” a Bari, “G Di Cristina” di
Palermo ed il Servizio Radiologico autonomo della Clinica Pediatrica di Milano
(ICP) sono stati dotati di tomografia computerizzata.
Negli ultimi anni un’attenzione particolare è stata rivolta alla dose di
radiazioni somministrata in Pediatria con gli esami TC, specialmente con la TC
spirale e la TC a multidetettori. Questa problematica è stata discussa
soprattutto negli USA, per il largo impiego di questa metodica in età pediatrica.
Secondo una stima recente gli esami con TC eseguiti nei bambini
ammonterebbero annualmente a circa 2,7 milioni nell’anno 2000. 9
Altri AA, pur considerando una fascia di età più larga estesa fino ai 18 anni,
nell’anno successivo hanno riportato valori inferiori (circa 2 milioni). 10
In alcuni lavori pubblicati su le più importanti riviste di radiologia americana
e internazionale (American Journal Roentgenology e Pediatric Radiology) è stata
richiamata l’attenzione sui rischi carcinogenetici degli esami TC, con particolare
riguardo all’età pediatrica, e sulla strategia da adottare per ridurre o prevenire tali
rischi.
Oltre all’intervento sui parametri tecnologici allo scopo di ottenere
l’ottimizzazione della metodiche nelle sue varianti (TC spirale, e TC con
multidetettori) viene raccomandata la giustificazione delle indagini in altri termini di
evitarne l’esecuzione, quando non sia strettamente necessaria. 11, 12, 13
In Italia questa problematica ha avuto minore risonanza dato che la
legislazione in materia di radioprotezione è più avanzata avendo recepito le
direttive europee, con il decreto legge 187 e le linee guida dedicate sia alla TC
(EUR 16262 EN European Guidelines on Quality Criteria for Computed
Tomography, 1999) sia alla diagnostica per immagini in Pediatria (EUR, 16261 EN
European Guidelines on Quality Criteria for Diagnostic Radiographic Images in
Paediatrics, 1996). Inoltre è da notare che in Italia, per l’acquisizione tardiva da
parte degli ospedali Pediatrici, tranne alcune eccezioni, delle apparecchiature di
tomografia computerizzata e per il largo impiego dell’ecografia, il problema delle
29
dose somministrata con questa metodica si è presentato molto più tardi che in
America.
Dato il carattere di questa monografia non mi tratterrò oltre sul tema della
radioprotezione
rinviando
il
lettore,
che
voglia
approfondire
l’argomento
all’esauriente articolo di P Tomà e G Lucigrai, pubblicato recentemente sulla
rivista “Gaslini”. 14
Nel frattempo a partire dalla metà degli anni Ottanta si sta diffondendo,
anche in Italia la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) detta anche Tomografia a
Risonanza Magnetica Nucleare, metodica destinata a determinare una svolta
importante nella diagnostica e nella ricerca medica.
La scoperta del fenomeno della “risonanza magnetica” si deve a due fisici lo
svizzero, F Bloch e l’americano E Purcell che pubblicarono separatamente
i
risultati dei loro studi nel 1946 e che per questo furono insigniti del premio Nobel
per la Fisica nel 1952.
Molto più tardi, durante gli anni Settanta è stata dimostrata dallo
statunitense PC Lauterbur (1973), la possibilità della RMN di ricostruire immagini
del corpo umano, confermata dalle ricerche eseguite pochi anni dopo (1977)
dall’inglese P Mansfield.
Per questa scoperta ai due scienziati recentemente (2003) è stato conferito
il Premio Nobel per la Medicina.
La non invasività, la multiplanarità diretta, l’elevata risoluzione spaziale e di
contrasto sono tutte caratteristiche indicate per l’impiego della nuova metodica
nell’età pediatrica, in particolare la mancanza di effetti biologici dannosi dovuti
all’uso di radiazioni non ionizzanti. Tuttavia, inizialmente, uno dei principali limiti
della metodica era costituito dalla lunga durata dell’esame con tempi di
acquisizione e di ricostruzione dell’ordine di molti minuti per una singola immagine.
Oggi giorno il rapido sviluppo tecnologico ha permesso una effettiva riduzione dei
tempi di esame e pertanto un maggior impiego della metodica anche in
Radiopediatria, senza ricorrere alla sedazione ed alla anestesia, che tuttavia è
ancora richiesta nel 100% dei casi, per lo studio del torace nella I e II infanzia.
30
La RMN presenta una vasta gamma di indicazioni nelle numerose patologie
neurologiche infantili (malformazioni del SNC tra cui il complesso gruppo dei difetti
del tubo neurale, il danno ipossico-ischemico pre- e post-natale, le malattie
infiammatorie, i disordini metabolici, le neoplasie, ecc.), nello studio morfologico,
dinamico e angiografico con angio-RM del cuore e dei grossi vasi (cardiopatie
congenite e vasi polmonari, senza artefatti di movimento cardiovascolari grazie
alla cardiosincronizzazione), nella diagnostica delle malattie dell’apparato osteoarticolare ed ultimamente nell’indagine delle malattie infiammatorie croniche del
tubo digerente. Rimane, invece, di dominio della TC ad alta risoluzione lo studio
del parenchima polmonare.
Nonostante
l’importante
ruolo
diagnostico
ed
in
alcune
malattie,
determinante (ad es. nelle affezioni del SNC) svolto dalla RMN, delineato fin dalla
seconda metà degli anni Ottanta, l’acquisizione da parte dei Servizi radiologici dei
centri pediatrici, se si eccettua l’Istituto “G. Gaslini”, che per primo acquista un
apparecchio di RMN nel 1989, altrove avviene tardivamente, alla fine degli anni
Novanta: l’Ospedale del “Bambino Gesù” (1998), la Clinica Pediatrica “De Marchi”
di Milano, l’Ospedale Pediatrico “A. Meyer” di Firenze, addirittura nei primi anni del
2000: l’Ospedale “Burlo Garofolo” di Trieste, l’ Ospedale “G Salesi” di Ancona,
l’Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi” di Milano e l’Ospedale “Santobono” di
Napoli.
L’ultimo decennio del Novecento e l’inizio del Duemila sono stati
caratterizzati dalla diffusione nei servizi radiologici, anche pediatrici, della
Radiologia Digitale (RD)
che consiste nella digitalizzazione delle immagini
radiologiche.
I vantaggi comuni delle varie modalità di digitalizzazione delle immagini
sono rappresentati:
1. dalle varie possibilità di elaborazione
dell’immagine (contrasto, rinforzo dei
contorni, ingrandimento, sottrazione di immagini, ecc.);
2. la riduzione della dose somministrata al paziente, senza compromettere la
qualità delle immagini, obiettivo importante specialmente in ambito pediatrico;
3. l’evitare la ripetizione degli
esami, di conseguenza con vantaggio anche
economico, oltre che dosimetrico, per il risparmio del materiale impiegato nella
31
radiologia convenzionale. D’altro lato gli svantaggi presentati inizialmente dalla
RD, costituiti prevalentemente dalla scarsa risoluzione spaziale sono stati
successivamente superati, in gran parte per i progressi tecnologici, verificati con
il perfezionamento dei sistemi esistenti e con la creazione di nuovi.
Date le caratteristiche della presente opera, verranno descritte
sinteticamente le varie modalità impiegate per la realizzazione della
digitalizzazione delle immagini con particolare riferimento ai sistemi usati in
radiologia pediatrica. 15
1) Sistema di radiologia digitale con amplificazione di immagine in catena
televisiva.
Il sistema basato sull’impiego di un intensificatore di immagini (o
amplificatore di brillanza) usato per la fluoroscopia (II/TV) consiste nella
digitalizzazione dell’immagine della scopia televisiva. Può essere accoppiato
otticamente a una videocamera digitale o a un CCD (Charge Coupled Device).
16
Nonostante alcuni svantaggi, quali la distorsione geometrica, la matrice
limitata (1000x1000), la scarsa risoluzione spaziale che decresce con
l’aumento del campo di vista, compensata però dalla risoluzione di contrasto, è
stato largamente impiegato nelle indagini contrastografiche, vascolari, del tubo
digerente dell’apparato urinario, specie nella cistouretrografia minzionale, nella
broncografia, sia per le possibilità di eseguire anche riprese in serie (fino ad 8
immagini al secondo),
17
sia per la riduzione della dose di radiazioni
somministrate al soggetto in esame, pertanto questa tipologia di esame ha
sostituito la spot-camera.
Per lo stesso motivo il sistema può essere utilizzato anche in indagini in
cui non è necessaria una elevata risoluzione ad es. nel controllo della
situazione di un catetere venoso centrale.
2) Fosfori fotostimolabili o a memoria.
Il sistema, costituito da un supporto o piastra contenente i fosfori è basato
sulla loro proprietà di “immagazzinare” le radiazioni del soggetto in esame che
non sono state assorbite o sono state assorbite solo in parte determinando
un’immagine latente. Questa viene rivelata da una scansione effettuata con un
32
fascio di luce laser; i cristalli di fosforo così stimolati emettono radiazioni
luminose, in quantità e di intensità proporzionali all’entità della radiazione
assorbita che vengono convogliate ad un fotomoltiplicatore; il segnale luminoso
è trasformato in segnale elettrico che viene indirizzato al computer e
digitalizzato. Si ottiene così un’immagine su matrice 2048x2048 in risoluzione
spaziale massima di 3 lp/mm. 18
Le piastre ai fosfori fotostimolabili, dopo le iniziali riserve, sono oggi
considerati come il sistema standard per le indagini del torace e dello
scheletro. Infatti si è ormai constatata la loro elevata risoluzione sia di
contrasto sia spaziale e pertanto trovano un’indicazione negli esami del torace
in età pediatrica con l’uso di cassette analoghe a quelle impiegate nella
radiologia tradizionale, anche a letto dei piccoli pazienti soprattutto nelle UO di
Neonatologia e di Terapia Intensiva, ove non di rado viene richiesta la
ripetizione dei radiogrammi eseguiti con radiologia tradizionale.
Anche nello studio dell’apparato scheletrico e dei tessuti molli
la
digitalizzazione delle immagini sta sostituendo la radiologia tradizionale per i
vantaggi più volte ricordati.
3) Detettori a pannello piatto (Flat panel detectors).
Un detettore a pannello piatto è costituito da una vasta area, matrice attiva
di pixel che converte i raggi X in una carica elettrica. La carica elettrica viene
letta da una sistema elettronico a basso rumore e convertita in dati digitali.
I vantaggi di questo sistema sono rappresentati da: I) L’estesa matrice,
II) L’ampia gamma dinamica e la risposta lineare, III) L’elevato potere di
risoluzione (2.5 lp/mm e oltre) IV) L’acquisizione e la visualizzazione rapida.
Questo sistema in prospettiva potrà sostituire le comuni cassette
radiologiche impiegate nella radiologia tradizionale e l’intensificatore di
immagini negli studi dinamici.
Infine i dati ottenuti in forma digitale oltre che elaborati possono essere
archiviati (Vedi PACS, Picture archiving communication system, che è in via di
acquisizione in molti centri pediatrici) e trasmessi con un vasto campo di
applicazioni che costituisce la teleradiologia.
33
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 I nomi dei responsabili dei servizi radiologici sono riportati tra parentesi, accanto al nome
dell’Ospedale pediatrico.
2 J Caffey: Pediatric X-ray diagnosis. The Year Book Medical Publishers, Inc., Chicago, 1945
3 SR Kjellberg, E Mannheidimer, U Rudhe, B Jonsson: Diagnosis of congenital heart disease. A
clinical and technical study by the cardiologic team of the Paediatric Clinic, Karolinska Hospital,
Stockholm, The Year Book Medical Publishers, Inc., Chicago, 1955
4 SR Kjellberg, U Rudhe, NO Ericsson: The lower urinary tract in childhood. Some correlated
clinical and roentgenographic observations. The Year Book Medical Publishers, Inc., Chicago,
1977
5 EB Singleton: X-Ray diagnosis of the alimentary tract in infants and children. Saunders,
Philadelphia, 1959
6 MA Lassrich, R Prevot, KH Schaffer: Pädiatrischer röntgenatlas. Georg Thieme Verlag, Stuttgart,
1955. Atlante di radiologia pediatrica. Raccolta di quadri tipici. Ediz Italiana a cura di AV Del
Vescovo, P Ceci Ginistrelli, M.Fischer, Abruzzini, Roma, 1959
7 LF Donnelly, DP Frush: Pediatric multidetector body CT. Radiol Clin N Am 41:637-655, 2003
8 L Di Guglielmo: La Scuola radiologica Pavese. Cento anni di radiologia a Pavia. 1900-2000.
Tipografia Litografia Luigi Ponzio & figlio, s.n.c., Pavia, 2004
9 OW Linton, FA Mettler Jr : National conference on dose reduction in CT, whit an emphasis on
pediatric. AJR 181:321-329, 2003
10 SH Fox,T Toth : Dose reduction on GE CT scanners. Pediatr Radiol 32:718-723, 2002
11 DJ Brenner, CD Elliston, EJ Hall, WE Berdon: Estimates risks of radiation-induced fatal cancer
from pediatric CT. AJR 176:289-296, 2001
12 LF Donnelly, KH Emery, AS Brody, T Laor, WM Gylys-Morin, CG Anton, SR Thomas, DP Frush:
Minimizing radiation dose for pediatric body applications of single-detector helical CT, strategies at
a large Children’s Hospital. AJR 176:303-306, 2001
13 Due numeri di Pediatric Radiology (n.4 e n. 10, Vol. 32, 2002) sono stati interamente dedicati a
queste problematiche.
14 Rischio da radiazioni ionizzanti in Pediatria. Stato attuale delle conoscenze. Gaslini 36 : 24,
2004
15 Chi voglia approfondire l’argomento può consultare l’ottima messa a punto di J-Ph Montagne e
coll (n. 16 in bibliografia)
16 J-Ph Montagne, H Ducou Le Pointe: Digital radiology: state of the art in 2000. Syllabus,
Pediatric Radiology. The state of the art in 2000. 23rd Post-graduate Course, European Society of
Paediatric Radiology (ESPR), Lisbon, May 22-23,2000. J Fonseca Santos, M Aragâo-Machado, C
Santos (eds), pp 43- 45, Springer-Verlag Italia, Milano, 2002
17 M Oddone, A Dell’Acqua, P Tomà in: Pneumologia Pediatrica. Diagnostica per immagini. a cura
di G Rossi. Cap. 6, pp. 70 -71. Ed. McGraw - Hill Libri Italia, Milano, 1998
18 F Stacul, RL Smathers: Radiologia digitale. Esperienza clinica. Radiol Med 71:732-739, 1985
34
La storia dei servizi radiologici degli ospedali pediatrici e delle
cliniche pediatriche universitarie nella seconda metà del XX
secolo ed all’inizio del XXI secolo.
Nello svolgimento di questa parte sarà seguito un criterio geografico
iniziando dagli Ospedali Pediatrici dalle Cliniche Universitarie delle Regioni del
Nord Italia, seguite dalle Regioni dell’Italia Centrale, Meridionale ed Insulare.
A TORINO nell’Ospedale Infantile Regina Margherita (OIRM) opera Gian
Stefano Marchese succeduto nell’agosto nel 1967 al suo Maestro GM Reviglio.
Durante la sua breve vita (1924-1970) Marchese unisce al grande
entusiasmo professionale una profonda passione per l’attività scientifica
documentata da un centinaio di pubblicazioni attinenti quasi esclusivamente alla
Radiopediatria e da alcune importanti monografie. Tra le prime di notevole
interesse sono i contributi sulle displasie ossee e sulle malformazioni del tubo
digerente con particolare riguardo alle forme esordienti nel neonato e nel lattante.
Pregevoli le monografie: la prima riguarda la radiologia delle parti molli; seguirono
la monografia sulla “Terapia radiante in Pediatria (in coll. con P Nicola, 1963) ed il
trattato di “Semeiotica infantile: età neonatale” (in coll. con P Nicola e N Nigro,
1964). E’ anche relatore a Congressi Nazionali di Pediatria e di Radiologia. Tra i
primi al 32° Congresso Nazionale della SIP nel 1967 sul tema “La roentgenterapia
dei tumori maligni nell’infanzia” e tra gli altri al XXIII Congresso della SIRMN
avente per oggetto “Le occlusioni acute nel neonato e nel lattante” (Padova,
1968).
Nell’ottobre del 1968 organizza il I Simposio Italiano di Radiologia Pediatrica
a Torino, che riscuote un notevole successo per il livello scientifico e per il numero
dei partecipanti cultori della nascente Radiologia Pediatrica. Tre le relazioni di
grande interesse e attualità. La prima su “Aspetti radiologici delle sindromi
respiratorie del neonato” è svolta da G Iannaccone (Roma), la seconda da A J
Raimondi (Chicago) su: “Nuovi concetti in tema di neuroradiologia del neonato”.
L’ultima relazione tenuta da M Fortier-Beaulieu (Parigi), verte su “La radiologie du
grêle dans l’enfance: données fonctionnelles et organiques”.
35
Le comunicazioni programmate ammontano a ben 25; ovviamente non tutte
possono essere svolte. La maggior parte è di giovani radiologi che si dedicano alla
Radiologia Pediatrica in importanti Ospedali Pediatrici; in ordine alfabetico: L
Arciuli (Bari), A Balocco et al. (Torino); F Bellini (Milano), C Emmola (Palermo),
FM Gajno (Torino), G Iannaccone (Roma), E Grassi (Torino), GS Marchese
(Torino), A Pelizza (Genova), M Randaccio (Torino), C Sandomenico (Napoli), GF
Vichi (Firenze).
Tra le comunicazioni di maggior interesse per gli argomenti trattati sono da
notare: “L’urografia potenziata in età pediatrica” (L Arciuli); “La sindrome di Wilson
Mikity del prematuro” (G Iannaccone et al.); “Reperti radiologici nelle anomalie
cromosomiche” (GS Marchese, coll. PG Franceschini); “La patologia dell’esofago
in età pediatrica: quadri radiologici” (A Pelizza e A Bertolini); “Il polmone nella
pertosse” (M Randaccio e ML Soranzo). “La diagnosi delle cardiopatie congenite
nell’età neonatale. Rilievi clinico radiologici nella prima infanzia” (GF Vichi e coll.).
Notevole la comunicazione presentata dai Cardiochirurghi di Bergamo (L
Parenzan e coll) sulla loro esperienza acquisita in tema di angiocardiografia nella
prima infanzia (143 casi). Tra le comunicazioni presentate da Autori stranieri, di
rilievo: “Diagnostico vascular del abdomen in Pediatria” di K Knapp (Madrid).
Ultimamente Marchese, aderendo ad una iniziativa del Prof. Pietro Cignolini,
ideatore dei corsi di aggiornamento da svolgersi durante i Congressi Nazionali
della SIRMN, in occasione del XXIV Congresso di questa Società
svoltosi a
Palermo nel 1970, organizza il I Corso di Aggiornamento in Radiologia Pediatrica
in Italia. Il corso consiste in conferenze su vari argomenti di interesse attuale in
quel momento per la radiodiagnostica pediatrica, che furono trattati da: GP Alberti
et al., F Bellini, G de Filippi, G Golfieri, P Gugliantini, A Pelizza e C Romano, C
Sandomenico, G Sanna e M Benvenuti, E Schiavetti e GF Vichi.
Negli ultimi anni della sua vita Marchese si dedica assiduamente alla
compilazione del trattato di “Radiologia Pediatrica”, il primo e l’ultimo della
disciplina pubblicato in Italia, uscito postumo nel 1971.1
Marchese è anche promotore della costituzione di un gruppo di studio di
radiologi pediatri nell’ambito della SIRMN ma non poté vederne la realizzazione,
36
data la sua prematura scomparsa. A questo grande continuatore dell’opera dei
Pionieri succede nel 1970 il Prof. Marcello Randaccio.
Dato che non ho potuto ottenere direttamente da lui il suo “curriculum” ho
dovuto ricorrere ad altre fonti.
Marcello Randaccio (MR) si è formato alla Scuola Radiologica Torinese. E’
nato a Pesaro, e il suo cuore è rimasto sempre legato alla città natale, anche dopo
il suo trasferimento a Torino, avvenuto nel 1942. Significativa in proposito è
l’affermazione che fa nella premessa del suo romanzo autobiografico: “Le finestre
buie del ‘43”, pubblicato nel 1993: «Lavoro a Torino ma vivo a Pesaro».
2
La
personalità poliedrica, dai molteplici interessi di MR è ben delineata da G Agati
nella recensione del romanzo, di cui sopra, comparsa su “La Radiologia Medica”. 3
Da giovanissimo, studente universitario dimostra la sua grande passione
letteraria, cinematografica e soprattutto teatrale, tanto che è pronto ad
“abbandonare senza rimpianto per una scrittura l’ospedale ed il macignoso
Trattato di Anatomia”. Alcune sue iniziative, durante l’attività professionale
documentano il carattere del personaggio.
All’inizio dei Servizi televisivi italiani ha l’intuizione della possibilità e utilità
della trasmissione di immagini radiografiche, che viene sperimentata nello Studio
di Torino l’unico allora funzionante in Italia. Poco tempo dopo lo troviamo in Corea
in un Ospedale Militare, una notizia sempre riferita nella recenzione di Agati.
A lui va anche il merito dell’organizzazione (insieme all’Architetto Giuliano
Bonizzoli) della Mostra Storica in occasione del XXXIV Congresso Nazionale della
SIRMN, svoltosi a Torino nel 1990. La mostra, di cui è stato raccolto prezioso
materiale proveniente da tutta Italia e dal famoso Museo Röntgen di Lennep –
Remscheid, città natale di WK Roengten, ottiene un grande successo.
Durante la sua direzione (1970-1990) si verifica il trasferimento dell’OIRM nei
nuovi locali, adiacenti alla Clinica – Pediatrica Universitaria, sorta nel 1961.
Questa viene dotata di una propria radiologia che viene unificata nel 1973 alla
radiologia ospedaliera.
Il nuovo servizio consta di 4 sale di diagnostica dotate rispettivamente di un
ortoclinoscopio con AB e di uno stratigrafo, di un craniotomo e di un pensile, di un
37
ortoclinoscopio con AB e ortopantomografo e di una sala per radio-urologia, oltre a
una sala per röengten-terapia.
MR è dotato di grandi capacità organizzative e grazie a contributi di privati e
ad una donazione del Comune di Torino riesce a costituire nel 1974 -75 una
moderna sala angiografica che serva alle esigenze dei Cardiologi e dei
Cardiochirurghi e, nel contempo, all’esordiente Neuroradiologia. Infatti in quegli
anni si sta manifestando nell’OIRM un notevole impulso allo studio e alla terapia
delle cardiopatie congenite ed un grande interesse per la Neuroradiologia.
La sala angiografica è costituita da seriografo rapido Schönander biplano con
AB, tavolo di comando e modulo di programmazione per angiografia, iniettore con
comando a distanza sincronizzato con emissione di raggi X; è utilizzato oltre che
dai cardiologi, neuroradiologi in particolare dal Dott TM Gajno che inizia la sua
attività neuroradiologica nel 1971 al ritorno dal suo stage negli Stati Uniti a
Chicago presso il Children’s Hospital and Cook County Children’s Hospital.
Il Servizio di Neuroradiologia diviene ufficiale nel 1976 e nel 1986 è istituito il
Primariato diretto dal Dott. TM Gajno il quale ottiene un reparto indipendente nel
1988 dotato di un apparecchio TC Siemens e dal 1991 di una sala angiografica
Siemens e di un ecografo Esaote per ecografie cerebrali neonatali.
Dal 1987 la diagnostica cardiologica viene effettuata in una nuova sala di
emodinamica situata nel reparto di cardiologia dotata di un angiografo biplano
tradizionale al quale viene adattato un sistema di rilevazione digitale nel 1998. Le
immagini vengono acquisite su film e su CD.
Inizialmente l’attività emodinamica è prevalentemente di tipo diagnostico, ma
con l’avvento dell’ecocardiografia e il brevetto di varie protesi endocardiache
l’attività si è evoluta in senso interventistico come la chiusura dei DIA, dei DIV, le
dilatazioni di stenosi con applicazioni di stents, ecc. L’equipe di emodinamica è di
solito composta da un
cardiologo, tre infermiere, un tecnico di radiologia, un
anestesista e personale ausiliario.
Nel 1982 viene acquistato il primo ecotomografo, che analogamente a
quanto si verifica in servizi radiologici di altri Ospedali costituisce un’importante
innovazione nell’attività del reparto, caratterizzata da un rapido incremento del
numero e delle indicazioni degli esami ecografici. Nel corso degli anni il numero
38
degli ecografi assegnati al servizio è aumentato a 3, in parte dotati di eco-colorDoppler, per un ulteriore approfondimento diagnostico.
Della diagnostica ecografica pediatrica si sono occupati in modo particolare
le Dott.sse Laura Artesani e Gabriella Galli.
Nel 1984 presso il Servizio di Radiologia dell’OIRM il Dott Claudio Defilippi
inizia una nuova attività, la Radiologia interventistica, eseguita in altri pochi centri
italiani di Radiopediatria, alla quale dà un notevole impulso negli anni successivi.
Notevole l’attività scientifica di M Randaccio considerata nel suo complesso,
che si svolge dall’inizio degli anni Cinquanta fino agli anni Novanta del secolo
scorso.
Durante gli anni Cinquanta MR si occupa di argomenti che esorbitano dalla
Radiologia Pediatrica o comunque senza un preciso riferimento ad essa quali “Le
lesioni polmonari viste con i diversi metodi stratigrafici” (1952), “L’impiego degli US
nel trattamento delle fratture” (1954); “Studio comparativo fisico ed istologico fra la
reazione tissulare del Cobalto 60 ed il Radium” (1954); alcuni lavori sullo “Studio
fisiopatologico delle vie biliari”, “Aspetti tipici ed atipici del granuloma eosinofilo”
(1961), per non citare che alcuni. Nei primi anni Sessanta si interessa di Medicina
Nucleare con alcuni lavori in animali da esperimento e con una pubblicazione sul
metabolismo del P32 nel m. di Cooley in diverse età.
4
Contributi apportati alla
Radiologia Pediatrica vera e propria riguardano principalmente gli apparati
respiratorio e scheletrico e consistono in varie comunicazioni ed alcune
pubblicazioni. Nel 1968 al I Simposio di Radiologia Pediatrica, svoltosi in Italia, a
Torino, presenta la comunicazione : “Il polmone nella pertosse”.
Al II Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica (Genova 1975)
interviene (coll S Fasanelli, Roma e E Grassi, Torino) con la comunicazione “I
quadri radiologici delle immunopatie”.
Nel 1977 organizza a Torino il IV Convegno della Sezione di Radiologia
Pediatrica, con il tema di relazione “Diagnostica e terapia nei processi espansivi in
Pediatria”, a carattere interdisciplinare, che riscuote un notevole successo per il
numero dei partecipanti ed il livello delle comunicazioni (v. cronistoria della
Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRM(N), pag…)
39
Al
VI Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN
presenta (coll L Artesani) un’interessante comunicazione su: “Trauma polmonare
e polmone da trauma nell’infanzia”.
La patologia respiratoria del neonato è oggetto di due comunicazioni: una al I
Simposio sulla Radiologia Neonatale, svoltosi a Napoli, nel settembre 1980, in
occasione del XXIX Congresso Nazionale della SIRMN, che tratta “L’insufficienza
respiratoria nel neonato”, in cui MR sottolinea i caratteri differenziali con i “Distress
respiratori del neonato di ordine medico” oggetto dell’altra comunicazione svolta al
IV Convegno della Sezione di Radiologia Toracica della SIRMN tenutosi a
Modena nel marzo 1980.
Nello stesso periodo MR apporta altri contributi su argomenti attinenti alla
Radiopediatria dell’apparato scheletrico con pubblicazioni e comunicazioni tra cui
“Ricerche microradiografiche dello scheletro di giganti e di nani”. 5
Si interessa, inoltre (coll. P Franceschini, E Grassi et al. dell’OIRM) di
alterazioni scheletriche in alcune aberrazioni cromosomiche: “La sindrome di
Eward (o Trisomia 18)”, comunicazione presentata al X Convegno annuale della
ESPR (Birmingham, aprile 1973) e “L’ipoplasia della I costa nella sindrome di
Patau”, pubblicata su Pediatric Radiology. 6
Nel 1982 propone una nuova metodica di densitometria ossea.
7
Inoltre fa
parte del gruppo dei Radiopediatri (R Perale, GF Vichi) e dei Pediatri italiani (N
Levi, M Ciampolini, L Gobio Casali) incaricato della “valutazione dello stato
nutrizionale nella fibrosi cistica”.
Nel 1973 è chiamato a contribuire per la parte radiologica alla II relazione su
“Le infezioni delle vie urinarie in età pediatrica”, tenuta in occasione del XXXVI
Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria (Parma, 1973). Come
riconoscimento gli viene conferito il XIII Premio Internazionale della Fondazione
Ernesto Cacace per la Nipiologia per il migliore contributo sul tema da lui svolto.
Randaccio è stato inscritto per molti anni alla SIRMN e fin dall’inizio della sua
istituzione (1975) alla Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN, di cui è
nominato membro del Comitato Direttivo nel quadriennio 1976-1979. Come si è
già detto ha organizzato a Torino il IV Convegno della Sezione di Radiologia
Pediatrica.
40
Nel 1990 a seguito del pensionamento di Marcello Randaccio è subentrato
come primario il Dott. Franco Potenzoni proveniente dall’Istituto di Radiologia
dell’Università diretto dal Prof. Giovanni Juliani. Durante la sua direzione
finalmente anche il Servizio Radiologico dell’Ospedale Infantile Regina Margherita,
divenuto nel frattempo Azienda OIRM S Anna (per la fusione con l’Ospedale
Ostetrico Ginecologico S Anna e Cliniche Universitarie annesse) viene dotato di
un apparecchio TAC Elscint (ora sostituito da un Philips) e da una risonanza
Magnetica Elscint (ora GE).
Delle nuove apparecchiature si occupano prevalentemente il Dott. Claudio
Defilippi, il Dott. Giampaolo Rosa, il Dott. Guido Masi.
Attualmente (2003) l’attività del Servizio Radiologico dell’OIRM di Torino si
basa su una specifica competenza nella diagnostica per immagini delle patologie
dell’età pediatrica nella fascia di età compresa dal periodo neonatale all’età
adolescenziale con estensione sempre più frequente ad età successive per le
patologie croniche (polmonari, nefro-urologiche, ematologiche, oncologiche).
Il Servizio è particolarmente impegnato nello svolgimento degli screening
ecografici neonatali, in specie per le patologie nefro-urologiche e per la displasia
congenita dell’anca, con specifica competenza per la valutazione diagnostica delle
malformazioni riscontrate in corso di screenings o di ecografie prenatali. Il
riscontro precoce di malformazioni è spesso di importanza rilevante per l’iter
diagnostico e terapeutico del piccolo paziente con sensibile impatto nella
diagnostica per immagini per il controllo delle patologie di maggiore gravità con
tendenze alla cronicizzazione.
La presenza di reparti specialistici in numerose branche della Pediatria
comporta per il Servizio di Radiologia una competenza diagnostica specifica ed
una notevole varietà di indagini in risposta ai quesiti e a sostegno delle esigenze
diagnostiche di centri di alta specializzazione. In particolare sono da citare reparti
quali la Rianimazione con neonati affetti da distress respiratori, i reparti di
Chirurgia e Neurochirurgia, la Cardiologia e la Cardiochirurgia, l’Urologia e la
Nefrologia, l’Ortopedia, l’Endocrinologia, l’Ematologia. Anche i reparti pediatrici
tendono sempre più a specializzarsi con particolare riguardo per le patologie
gastroenterologiche, metaboliche, infettive, e per le patologie immunitarie sia
41
congenite sia acquisite, soprattutto per i piccoli pazienti affetti da AIDS. Particolare
importanza riveste l’impatto diagnostico nella molteplice varietà della patologia
oncologica in età pediatrica.
In conseguenza del notevole incremento dell’attività in questi diversi settori
dell’Azienda OIRM S Anna il numero di esami della diagnostica per immagini è
molto aumentato: in totale sono stati eseguiti all’inizio del Duemila, annualmente
circa 54700 esami, con prevalenza delle indagini di diagnostica tradizionale (circa
29000), seguiti dalle ecografie (15750 circa); distanziati gli esami TC
(approssimativamente 2500) e RM (intorno ai 2400). 8
Gli esami radiologici ed ecografici eseguiti presso il Servizio di Radiologia
dell’OIRM riguardano sia pazienti ricoverati in Day Hospital sia pazienti
ambulatoriali. Di notevole importanza quali-quantitativa è l’impegno per l’attività di
Pronto soccorso sia medico che chirurgico con disponibilità 24 ore su 24, in parte
con guardia attiva, in parte in regime di reperibilità.
Presso il Servizio di Radiologia dell’OIRM sono anche eseguite le indagini di
radiologia interventistica, fra i pochi centri di radiologia pediatrica a svolgerle in
Italia.
L’organico medico del servizio di radiologia dell’OIRM è costituito
attualmente (2003), da 1 Primario, Dott. F Potenzoni, e da 6 specialisti radiologi,
Laura Artesani, Gabriella Galli, Claudio Defilippi, Gian Paolo Di Rosa, Guido Masi
e Bianca Santoro con un notevole impegno individuale sia per l’espletamento
dell’attività programmata sia per i pazienti ricoverati e ambulatoriali, che per
l’attività di pronto soccorso.
L’OIRM S Anna (Azienda Ospedaliera Universitaria) costituisce oggi il Polo
materno-infantile più grande d’Europa.
Negli ultimi due decenni del Novecento l’attività scientifica del Reparto
Radiologico dell’OIRM è stata svolta principalmente da Laura Artesani e Claudio
Defilippi da soli o in collaborazione con altri medici del Servizio.
Laura Artesani (LA) si è interessata prevalentemente dell’impiego della
Ecografia, metodica emergente, fin dall’inizio degli anni ‘80 pur non trascurando la
diagnostica radiologica tradizionale. LA in poco più di un ventennio (1978-1999)
ha prodotto una sessantina di lavori, considerando sia le pubblicazioni a stampa
42
sia le relazioni e le lezioni presentate a Congressi e a Corsi di aggiornamento ed
ha collaborato con lo svolgimento di alcuni capitoli al Trattato di Ecografia
pediatrica e ad una monografia, come si vedrà più avanti.
Con l’Ecografia LA ha portato un contributo notevole alla patologia
addominale in età pediatrica, in particolare nella traumatologia, sul fegato e le vie
biliari nel neonato e nelle età successive, nel criptorchidismo, nella displasia
dell’anca ed in endocrinologia, soprattutto nella patologia tiroidea (disgenesia,
tireotossicosi in età pediatrica e nell’adolescenza, sulla patologia tumorale della
tiroide nelle stesse fasce d’età), sia con pubblicazioni sia con comunicazioni e
relazioni a Congressi Nazionali ed Internazionali.
Si è interessata anche di affezioni dell’apparato scheletrico con l’applicazione
di una moderna tecnica roentgendensitometrica applicata nel malassorbimento e
di patologia dell’apparato respiratorio neonatale con un controllo clinico radiologico
a distanza nei pazienti sottoposti ad assistenza respiratoria in periodo neonatale.
Inoltre ha collaborato con C Defilippi in alcuni lavori di Radiologia Interventistica.
Infine ha collaborato, svolgendo il capitolo “Fegato e via biliari”, al “Trattato di
Ecografia Pediatrica”
9
ed i capitoli IX: “I traumi” (pag.125-110), e X: “L’anca nelle
displasie scheletriche e nelle sindromi cromosomiche” (pag 131-149), alla
monografia “L’anca pediatrica”.
10
Gli argomenti trattati in questa pubblicazione
costituiscono una parte notevole della sua attività scientifica.
LA è iscritta alla Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRM(N) da molti anni
e partecipa all’attività della Sezione dalla fine degli anni Settanta e durante gli anni
Ottanta su argomenti di Radiologia Tradizionale in coll. coi Medici del Servizio
Radiologico dell’OIRM (VI Congresso, Bologna 1979; VIII Congresso, Trieste
1981; XXX Congresso Nazionale della SIRMN, Milano 1982) per cui rimandiamo
alla Cronistoria della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN.
Claudio Defilippi (CD) è nato a Torino nel 1953. Nel 1979 si laurea in
Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi della stessa città con il
massimo dei voti, nel 1983 consegue il Diploma di Specializzazione in Radiologia
presso la stessa Università e con la stessa votazione.
Dal 1983 presta servizio presso il Reparto radiologico dell’OIRM di Torino. C
Defilippi (CD) è socio della SIRM ed iscritto alle Sezioni di Radiologia Pediatrica,
43
di Radiologia Muscolo-scheletrica e di Radiologia in Medicina dello Sport.
Particolarmente attiva è stata la sua partecipazione alle manifestazioni della
Sezione di Radiologia Pediatrica, come risulta dalla Cronistoria di questa Sezione,
riportata in altra parte di questa opera alla quale rimandiamo. Di questa Sezione è
stato consigliere (2003) del IV Comitato Direttivo per il periodo (1988-91) ed
ultimamente (2003) è stato eletto Presidente della Sezione.
Inoltre è membro di altre Associazioni scientifiche: “Italian Sarcoma Group” e
“Associazione per lo Studio delle Malattie rare” della Regione Piemonte.
E’ autore e coautore di 126 pubblicazioni la maggior parte delle quali
pubblicata su prestigiose riviste (La Radiologia Medica, Pediatric Radiology,
American Journal of Roentgenology, Skeletal Radiology, American Journal of
Medical Genetics, Journal of Pediarics Endocrinology & Metabolism, European
Journal of Radiology, Acta Pediatrica, Journal of Pediatric Surgery, Journal of
Clinical Ultrasound e altri ancora).
Si è interessato di tutte le branche della Radiologia Pediatrica in particolare
della radiologia Vascolare ed Interventistica, di cui è stato uno dei primi promotori
con l’introduzione della stessa a metà degli anni ‘80 in Radiologia Pediatrica.
Infine a partecipato al progetto CNR per la terapia dei sarcomi dell’osso e lo
studio delle malattie rare, in collaborazione con l’Istituto Ortopedico Rizzoli di
Bologna e l’Istituto di Oncologia dell’Università di Torino.
E’ incaricato dell’insegnamento di Radiologia Pediatrica presso le Scuole di
Specializzazione di Pediatria e di Chirurgia Pediatrica dell’Università degli Studi di
Torino. 11
Francesco Potenzoni durante la sua direzione del Servizio Radiologico
dell’OIRM
di
Torino
promuove
l’attività
scientifica
della
Radiopediatria,
organizzando a Torino due importanti manifestazioni, la prima nel giugno del 1991
come presidente del XIII Congresso Nazionale della Sezione di Radiologia
Pediatrica e l’altra con un corso di aggiornamento sempre a Torino nel giugno
dell’anno successivo. Il Congresso si articola in quattro relazioni, due tavole
rotonde ed una sessione dedicata alle comunicazioni. Le relazioni che vertono
sull’apparato scheletrico: “le alterazioni scheletriche nelle emolinfopatie studiate
con diverse metodiche”; “lo stato attuale della diagnostica per immagini nello
44
studio dei tumori ossei in età pediatrica”; “l’osteodistrofia renale” ; “la densitometria
ossea”.
La I tavola rotonda ha per tema “il mielomeningocele e i disrafismi spinali”. La
II tavola rotonda verte sul “bambino battuto” nei suoi vari aspetti clinico,
radiologico e medico-legale.
Particolarmente interessante per il livello scientifico ed il numero (una
ventina) la sessione delle comunicazioni.
Il corso di aggiornamento dal tema: “Dalla parete toracica al polmone: il
cammino dell’Imaging in età pediatrica” risulta di estremo interesse per
l’importanza degli argomenti trattati e per il valore delle lesioni che in pratica
trattano tutta la patologia toracica in età pediatrica sia dal punto di vista
diagnostico che metodologico.
Delle due manifestazioni viene dato un esauriente resoconto nella
Cronistoria della Sezione di Radiologia pediatrica.
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 GS Marchese: Radiologia Pediatrica (in due volumi). Ed Minerva Medica, Torino, 1971
2 M Randaccio: Le finestre buie del ’43. Ed Daniele Piazza, Torino, 1993
3 G Agati nella rubrica “Libri nuovi”. Radiol Med 85: 722, 1993
4 B Guglielmo, M Randaccio. Min Nucl 4: 432, 1960
5 R Cirello, M Randaccio. Min Rad 13: 131, 1968
6 P Franceschini, C Fabris, G Borgetti, E Grassi, M Randaccio: First rib hypoplasia in Patau’s
disease. Pediatr Radiol 2: 65-68, 1974
7 M Randaccio, L Artesani, M Simone: Fotodensitometria ossea in età pediatrica. Metodica e primi
risultati. Min Ped 34: 499, 1982
8 Le notizie riportate sul Servizio Radiologico dell’OIRM sono state gentilmente fornite dalla
Dott.ssa Laura Artesano cui va il mio sentito ringraziamento.
9 L Artesani, C Defilippi, G Lucigrai, R Perale, G Tomà: Fegato e via biliari in: Trattato di Ecografia
Pediatrica di G Fariello, R Perale, G Perri, P Tomà. Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 1992
10 L Artesani in: L’anca Pediatrica. Collana monografica di Radiologia muscolo-scheletrica, a cura
di U Albisinni. Guido Gnocchi Editore srl, Napoli, 1994
11 I dati riferiti sono stati tratti da Il Radiologo, XLII: 14, 2003
45
Ad ALESSANDRIA nella seconda metà del Novecento l’Ospedale Infantile
“Cesare Arrigo” va incontro a notevoli trasformazioni. Nel 1958 viene costruito un
nuovo edificio a due piani per il ricovero dei lattanti e dei prematuri.
Il I settembre 1962 viene nominato Primario Pediatra e Direttore Sanitario il
Prof. Pietro Cesare Gamelero (già aiuto presso l’Università di Torino).
Nei dieci anni successivi vengono costruiti due nuovi edifici a 3 piani; i posti
letto vengono portati da cento a duecentocinquanta.
Nei nuovi locali vengono sistemati: la Chirurgia infantile, l’Anestesia e
rianimazione,
l’Ortopedia
infantile,
il
Pronto
soccorso
e
l’Accettazione,
l’Otorinolaringoiatria infantile ed in un secondo tempo la Neuropsichiatria infantile e
la Neonatologia.
Come si è visto nelle parte generale un’attività radiologica all’Ospedale
Infantile “Cesare Arrigo” inizia con certezza nel 1933.
Nel secondo dopoguerra, prima del 1970, la Radiologia è priva di personale
tecnico qualificato. E’ di quell’anno l’assunzione del primo tecnico sanitario di
radiologia (Wilma Pancotti). La sala diagnostica è unica, unico anche l’apparecchio
(50 mA di base, senza Potter; lo sviluppo è manuale). E’ in dotazione anche un
portatile per gli esami al letto.
Fino al 1972 la radiologia è composta da tre sale:
I sala: ortoclino con scopia tradizionale, tavolo di comando con mA variabili.
II sala: tavolo con Potter, seriografo, scopia tradizionale stratigrafo, stativo
III sala: camera oscura con sviluppo manuale.
Nel 1973 viene istituito il Servizio di Radiologia Pediatrica; è chiamato a
dirigerlo il Prof. Giorgio de Filippi.
Giorgio de Filippi è un personaggio di spicco della Radiopediatria italiana tra
gli anni ’70 e gli anni ’90 del secolo scorso.
Nato a Sanremo nel 1932 si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università
di Genova nel dicembre 1957 con voti 110 su 110 e lode discutendo la tesi:
“Confronto tra la Radioterapia a 200kV e la telecobaltoterapia nel trattamento dei
tumori polmonari primitivi”; dimostrando così fino dagli studi universitari il suo
interesse per la Radiologia.
46
Dopo la laurea frequenta l’Istituto di Radiologia dell’Università di Genova e
sotto la guida del Direttore Prof. Alessandro Vallebona, eminente figura della
Radiologia italiana e mondiale, consegue il diploma di specialista in Radiologia
Medica con la tesi: “L’angiografia cerebrale negli aneurismi artero-venosi congeniti
endocranici” che presuppone già il suo orientamento verso la Radiologia Pediatrica.
E’ vincitore del concorso per titoli ed esami al posto di Aiuto Radiologo presso
l’Ospedale Infantile Burlo Garofolo” di Trieste nel giugno 1967. Nel maggio 1969
consegue l’abilitazione alla libera docenza in Radiologia e nell’aprile del 1973 ottiene
l’incarico primariale presso lo stesso Ospedale.
Nello stesso anno viene istituito, come già scritto, il servizio di Radiologia
Pediatrica presso l’Ospedale Pediatrico “Cesare Arrigo” di Alessandria di cui GdF è
nominato Primario a seguito di concorso pubblico per titoli ed esami.
Durante la sua direzione nel 1975 avvengono il trasloco del Reparto
radiologico nella nuova sede (ove trovasi tutt’ora) e una modernizzazione del
Reparto con l’acquisto di un craniostato e di un nuovo apparecchio di diagnostica
con amplificatore di brillanza (AB).
Nel 1980 è acquisito l’angiografo Prestimax 3 ed è sostituito il portatile per gli
esami a letto. Inoltre viene acquisto un apparecchio portatile con AB per gli esami
nelle sale operatorie (Siremobil 2). Altri apparecchi vengono acquistati negli anni
successivi. Nel 1981 è installato un apparecchio dedicato alla Radiologia pediatrica,
il II in Italia. “Pediatrix Dualix 825”. Nel 1987 viene acquistato un Telecomandato
GMM.
Durante il Primariato di GdF un’attenzione particolare è stata rivolta all’attività
ecografica che inizia fin dal 1980, con l’installazione di un ecografo Sonel 303 CGR.
Tra il 1988 e il 1992 vengono acquisiti tre ecografi: ecografo Esacontrol AU 1000
AEB; ecografo 560 AU Esaote con sonda a specifico uso pediatrico ed un ecografo
ULTRAMARK 4 PLUS ATL con sonde multifrequenza per uso pediatrico.
A GdF va attribuito anche il merito di aver costituito in collaborazione con il
Prof Umberto Bosio, Primario di Chirurgia Pediatrica negli anni ’70 e ’80 un centro di
diagnostica e terapia della patologia urologica pediatrica ancora oggi fiore
all’occhiello dell’attività dell’Ospedale Pediatrico di Alessandria. Durante la Direzione
di GdF viene potenziato l’organico medico. Con decorrenza dal 1975 vengono
47
assunti successivamente in servizio: il Dott Mauro Coppi, proveniente dalla Medicina
del Lavoro dell’Università di Pavia come aiuto radiologo, nel 1976 come assistente
radiologo il Dott. Marco Letico, allievo dell’Istituto “G Gaslini” di Genova e nel 1980
con le stesse funzioni il Dott. Andrea Forroni che proviene dall’Istituto di Radiologia
dell’Università di Genova. Nel 1991 è nominato assistente radiologo il Dott.
Alessandro Castriota Scanderberg, formatosi all’Università di Parma.
Nel 1993 a seguito del pensionamento del Prof.
G de Filippi assume il
primariato il Dott. Mauro Coppi, già aiuto radiologo dal 1975. Il suo posto è attribuito
al Dott. Marco Letico, assistente radiologo dal 1976.
La Dott.ssa Anna Molinari è assunta come assistente radiologo nel 1995.
Nel novembre1994 la tragica alluvione del fiume Tanaro distrugge
completamente il reparto (l’acqua e il fango raggiungeranno l’altezza di circa 180 cm)
con perdita, tra l’altro, di tutto l’archivio, della documentazione di gran parte
dell’attività scientifica e di tutti i volumi in dotazione della biblioteca e di tutte le
apparecchiature radiologiche che vengono ricostituite grazie alla generosità dei lettori
del quotidiano “La Stampa”. Pertanto la dotazione di apparecchi radiologici, del
Servizio distribuiti in 3 sale è la seguente: nella sala A è collocato il trocoradiografo
Siemens mod. Multix CH; nella sala B l’Ortoclino Siemens mod. Sirescop CX; nella
sala C: il Telecomandato Siemens mod. Siregraph CF - Ortopantomografo Siemens
mod. Orthophos CP. Inoltre sono in dotazione 2 AB portatili: uno per la sala
operatoria della Chirurgia (portatile Siemens mod. Siremobil 4E) e l’altro per la sala
operatoria della Ortopedia (portatile Sias mod Operdigi 9CP e 2 portatili radiologici
per la Rianimazione: un monoblocco Shimadzu mod Capacitor MCL 100 L30 ed un
portatile Siemens mod Mobilette Plus. Viene inoltre acquisito un portatile GE mod.
CGR VMX per l’Ortopedia.
Infine vengono acquisiti 3 ecografi: I) Idea A4 Esaote con colordoppler e
sonda per uso pediatrico; II) 560 Esaote con sonda per uso pediatrico; III) un
portatile Spazio EUB 450 Esaote con sonda specifica pediatrica.
Nel 1995 è istituita l’Azienda Sanitaria di livello nazionale “SS Antonio e Biagio
e Cesare Arrigo” con conseguente fusione in un unico ente dell’Ospedaletto con
l’Ospedale Civile.
48
Nel 1999 successivamente al pensionamento del Primario Dott Mauro Coppi,
il Servizio di Radiologia pediatrica, nella ormai imperante ottica del contenimento
della spesa, viene assorbito dalla “Struttura complessa di radiologia” dell’Ospedale
Civile nel contesto del “Dipartimento di Diagnostica per immagini ed interventistica”
dell’Azienda Ospedaliera “SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo”, diretto dal Dott.
Francesco Musante. Assume così la tipologia di “Struttura semplice”. Viene nominato
responsabile il Dott. Marco Letico coadiuvato dalla Dott.ssa Anna Molinari.
Nel 2001 è acquisito un altro ecografo: Technos Esaote con ecocolordoppler e
sonde multifrequenza ad uso pediatrico. In tal modo sono disponibili 4 ecografi.
Per quanto attiene alla TC, alla RM, la Radiologia Interventistica, la
Neuroradiologia e la Medicina Nucleare, il Servizio di Radiologia pediatrica
attualmente fa riferimento alle apparecchiature e ai colleghi del Dipartimento di
Diagnostica per immagini della comune Azienda Ospedaliera con sede nell’Ospedale
Civile adiacente.
Nell’ottobre 2002 è stato acquisito un sistema CR, RIS, PACS, della ditta Fuji,
che è divenuto operativo nel dicembre 2002, in occasione del trasferimento del
reparto nella nuova sede.
E’ in programma l’acquisto in un prossimo futuro di un apparecchio di
tomografia computerizzata.
Attualmente (2003), l’organico medico comprende il Dott. Marco Letico e la
Dott.ssa Anna Molinari.
Il Reparto si avvale (anche per il servizio di reperibilità) dell’aiuto di alcuni
colleghi del Dipartimento di Diagnostica per Immagini con sede presso l’adiacente
Ospedale Civile che si dedicano con passione anche alla radiologia pediatrica: la
Dott.ssa Maria Paola Scarsi e il Dott. Claudio Cangelosi. Ha usufruito inoltre della
consulenza e della collaborazione dei colleghi della radiologia dell’Istituto “G Gaslini”
di Genova diretto dal Dott. Paolo Tomà.
Il servizio ha in dotazione 5 TSRM dedicati esclusivamente alla attività
pediatrica, due segretarie e una ausiliaria.
Il numero complessivo di esami eseguiti durante l’anno prendendo come anno
di riferimento il 2001 ammonta a circa 18000 di cui 7077 ecografici pari al 39% ed il
resto di indagini radiografiche tradizionali1.
49
Ad Alessandria Giorgio de Filippi (GdF) continua l’attività scientifica iniziata nei
primi anni Sessanta con la pubblicazione su argomenti di Radiologia generale, ma
che ben presto sono rivolti alla Radiologia Pediatrica. Nel complesso la sua
produzione scientifica non è abbondante ma qualificata consistendo in una
sessantina di lavori per la maggior parte inerenti a pubblicazioni a stampa in
importanti riviste italiane ed estere (la Radiologia Medica, Minerva Pediatrica,
Quaderni di Radiologia, Pediatric Radiology, British J Radiology) per non citarne che
alcune a cui vanno aggiunte le relazioni e le comunicazioni presentate a Convegni
delle Sezioni di Radiologia Pediatrica e di Radiologia Toracica della SIRMN, ai
Congressi Nazionali della SIRMN ed ai Corsi di Aggiornamento. Durante la sua
permanenza a Trieste come aiuto del Servizio di Radiologia dell’Ospedale Pediatrico
“Burlo Garofolo” collabora con il Chirurgo Pediatra W Galluzzi in una serie di
pubblicazioni uscite tra il 1968 ed il 1972 apportando contributi allo studio
morfologico e funzionale delle vie urinarie nei soggetti operati per malformazioni di
questo apparato e ad un analogo studio del giunto gastroesofageo dopo intervento di
“fundoplicatio”;
interviene
tenendo
la
conferenza
“Studio
radiologico
delle
malformazioni ureterali operate” al I Corso di Aggiornamento in Radiologia voluto dal
Prof. P Cignolini Presidente del XXIV Congresso Nazionale della SIRMN (Palermo
1970) e organizzato per la parte pediatrica da G S Marchese.
Nello stesso periodo il reflusso vescico-ureterale è oggetto di studio da parte
dei Radiologi Pediatri; GdF interviene sull’argomento con due pubblicazioni 2 3.
Durante il Ventennio (1973-93) del Primariato GdF prosegue il suo interesse
per la patologia dell’apparato urinario oggetto di tre pubblicazioni: “Blind ureteric
buds”4; “Congenital megacalyces in Childhood”5; “Sonographyie diagnosis of urethral
polys in a child”6 . Inoltre in occasione del XXVIII Congresso della SIRMN (Rimini
1978), tiene una lezione di aggiornamento su: “Masse renali e pararenali in età
pediatrica”.
Un’altra pubblicazione di rilievo nello stesso periodo riguarda: “Le indagini
uroradiologiche nel primo anno di vita”7.
GdF dedica la sua attenzione anche al settore torace-apparato respiratorio e
all’apparato scheletrico. Al I apporta un contributo di rilievo sia dal punto di vista
clinico –radiologico sia sotto l’aspetto tecnico-metodologico.
50
Tra l’altro esegue uno studio originale in collaborazione con E Grassi e M
Randaccio, valorosi radiologi dell’OIRM di Torino, su “Aspetti angiografici e
broncografici del polmone evanescente idiopatico e secondario nell’infanzia”8.
Sugli aspetti tecnico-metodologici del torace nell’infanzia interviene con
l’articolo: ”La proiezione in decubito laterale nello studio del torace infantile”9 e la
comunicazione presentata alla sessione “Tecnica e metodologia” svolta al IV
Convegno della Sezione di Radiologia toracica della SIRMN (Modena, marzo 1980).
Nello stesso Convegno illustra: “La patologia toracica del neonato e del lattante”.
Rimanendo nel campo dell’apparato respiratorio non possiamo non citare la
relazione magistrale di GdF “Flogosi polmonari acute” tenuta al Convegno: “Dalla
parete toracica al polmone: il cammino dell’Imaging in età pediatrica” (coll A Castriota
Scanderberg), in cui viene trattato in modo esauriente ed aggiornato questo
complesso capitolo della Radiodiagnostica.
Nel campo dell’apparato scheletrico GdF ha apportato contributi significativi:
oltre alla valutazione della mineralizzazione ossea (1972) alcune lezioni a Corsi di
aggiornamento: tra cui le due lezioni “Lo scheletro in età infantile” e “Casistica
ragionata sulla patologia dello scheletro in età infantile”, tenute al corso di
aggiornamento osteoarticolare (Pavia 1984) e la lezione: “L’urgenza scheletrica in
età pediatrica” svolta al Corso di aggiornamento della Sezione di Radiologia
Pediatrica della SIRMN, dal tema : “Cosa ogni Radiologo deve sapere” – Copanello
(CZ) (settembre 1989).
GdF ha recato un importante contributo nel settore dell’apparato scheletrico
con la bellissima monografia (coll G Garlaschi dell’Istituto di Radiologia
dell’Università di Genova) “I difetti benigni della corticale”10, che costituisce un’
importante messa a punto di queste frequenti alterazioni ossee nell’età pediatrica,
spesso fonte di errori di interpretazione, di ulteriori ricerche e di eventuali interventi
non giustificati. Il testo è sintetico ma esauriente e corredato da un’eccellente
documentazione iconografica che prende in considerazione i vari aspetti di queste
lesioni e la loro evoluzione.
In uno degli ultimi articoli GdF: “La radiologia pediatrica tra l’incudine e il
martello” rivendica con validi argomenti le prerogative di questa branca della
Radiologia non solo in senso accademico e culturale ma anche sul piano pratico, che
51
richiedono in chi la esercita non solo una solida preparazione nella diagnostica per
immagini ma anche una competenza specifica nei diversi campi della Pediatria e
nella tecnica radiologica11
Dalle sue considerazioni emergono i motivi sostanziali della crisi incipiente alla
fine degli anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta della Radiopediatria italiana che
interessa soprattutto gli ospedali pediatrici minori su cui si ritornerà più avanti nella
cronistoria della Radiologia Pediatrica del nostro Paese.
GdF ha collaborato anche ad alcuni libri di Radiologia: al manuale
“Diagnostica per immagini e Radioterapia” di Giorgio Cittadini con lo svolgimento del
capitolo XXXVII: “Radiologia Pediatrica”12 e alla monografia: “ La radiologia di tutti i
giorni” dello stesso Autore e di F Sardanelli con il capitolo: “ Il bambino con
broncopolmonite”.
Notevole l’attività didattica svolta da GdF. Oltre alla sua partecipazione come
docente a numerosi corsi di aggiornamento in parte già citati, è stato insegnante
presso la scuola di specializzazione in Radiologia dell’Università di Trieste con
l’incarico di insegnamento di “Semeiotica radiologica generale” per l’anno
accademico 1972-73 e presso l’Università di Genova con l’incarico di insegnamento
in Radiologia Pediatrica nell’anno accademico 1974-75 e nei successivi fino all’anno
1981-82 compreso. Successivamente è stato nominato “Professore a contratto” per
svolgere un corso di Radiologia Pediatrica, integrativo del corso di Radiologia della
Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Genova, negli anni accademici
1986-87, 87-88, 88-89.
Inoltre ha tenuto alcune lezioni alla Scuola di Specializzazione presso l’Istituto
di Radiologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma nel marzo 1988 e
presso l’Istituto di Scienze Radiologiche dell’Università di Sassari all’inizio dell’estate
dello stesso anno.
Socio della SIRM(N) per molti anni e membro della Sezione di Radiologia
Pediatrica della stessa Società fin dalla sua istituzione.
Membro associato della “European Society of Pediatric Radiology (ESPR) dal
1976 e membro attivo della stessa Società dal 1981. Frequentatore assiduo dei
Congressi annuali della ESPR al XXIX Congresso della Società (Budapest 1992) ha
presentato una comunicazione (in coll con A Castriota Scanderberg e M Letico):
52
“Ultrasonography in early Legg-Calvé-Perthes disease” in cui viene sottolineato
l’importante ruolo svolto dall’ecografia nella diagnosi precoce di questa affezione.
L’attività in Radiopediatria dai successori di GdF, Mauro Coppi e Marco Letico
nella direzione del Servizio Radiologico dell’Ospedale Infantile C Arrigo è stata
dedicata principalmente al settore dell’Ecografia fin dall’inizio degli anni Ottanta sia
nelle applicazioni pratiche sia ricerca scientifica.
Mauro Coppi (MC) in coll con Andrea Forroni è stato uno dei primi in Italia ad
interessarsi
della
ecografia
tranfontanellare.
Marco
Letico
(ML)
è
stato
all’avanguardia in Piemonte (insieme ai colleghi dell’OIRM) e in Italia nello studio
ecografico della displasia dell’anca. In collaborazione con gli ortopedici pediatri ha
creato fin dal 1988 un centro di importanza regionale ed extraregionale per la
diagnosi e la terapia precoci della displasia dell’anca13.
Non avendo avuto notizie dirette da MC e ML sulle loro pubblicazioni ho fatto
riferimento alla letteratura radiologica.
All’inizio della sua attività scientifica M C collabora con GdF in due articoli, cui
è stato accennato nella trattazione della produzione scientifica di GdF (megacalici
congeniti nell’infanzia e diagnosi ecografica di un polipo in un bambino) ed in un’altra
pubblicazione “Aspergillosi polmonare invasiva nella malattia granulomatosa cronica
del bambino14”.
MC in studi successivi con la collaborazione di M Letico, di Radiologi della
Casa Sollievo della Sofferenza IRCCS (S Giovanni Rotondo) e ortopedici dell’
“Ospedale Pediatrico” di Alessandra e dell’Istituto “G Gaslini” di Genova si è
interessato di applicazioni dell’ecografia nella patologia dell’anca in età pediatrica15 16
In uno degli ultimi lavori MC affronta il tema: “La diagnosi di polmonite da
mycoplasma nel bambino. Quale il ruolo del radiogramma del torace?”, un problema
molto discusso tra i radiopediatri e i pediatri e al momento in cui scrivo queste righe
non ancora del tutto risolto.17
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 Le notizie fin qui riportate sono dovute alla cortesia del Dott. Marco Letico
2 G De Filippi (coll W Galluzzi): Il ruolo della Radiologia nello studio del reflusso vescico-ureterale
dell’età pediatrica. Minerva Radiologica 13:401, 1968
53
3 G De Filippi (coll W Galluzzi): I criteri di scelta del caso chirurgico nel reflusso vescico-ureterale
primario. Urologia 39, 1972
4 G De Filippi (coll S del Forno, M Bianchi) Pediatric Radiol 5:160, 1977
5 G De Filippi (coll M Coppi): Congenital megacalyces in Childhood. X-Ray Focus 16:74, 1978
6 G De Filippi (coll L Derchi, M Coppi, E Biggi. Pediatr Radiol 13:351, 1983
7 G De Filippi (coll S Polotti) Nuntius Radiologicus 38:61, 1975
8 G De Filippi (coll E Grassi, M Randaccio) Radiol Med 62:248, 1976
9 G De Filippi, Il Radiologo 19:66, 1980
10 G De Filippi, G Garlaschi: I difetti benigni della corticale. Ed. ECIG Genova, 1991
11 G De Filippi Radiol Med 82:10, 1991
12 G de Filippi: Cap XXXVII. Radiologia Pediatrica nel Manuale di Diagnostica per immagini e
Radioterapia di Giorgio Cittadini. Cap XXXVII, Ed. ECIG, III Ed, 1995
13 Le notizie riportate attinenti al Dott. M Coppi e M Letico sono state gentilmente fornite da
quest’ultimo.
14 G de Filippi, P Vay, M Coppi: Aspergillosi polmonare invasiva nella malattia granulomatosa cronica
del bambino. Radiol Med 69:158, 1983
15 A Castriota Scanderberg, E Orsi, V de Micheli, F Pediazzi, M Letico, M Coppi: L’ecografia nella
diagnosi e nel followup delle coxalgie nell’età pediatrica. Radiol Med 86:808, 1993
16 A Castriota Scanderberg, M Letico, M Coppi, C Origo, E Orsi, M G Bonetti, M Cammisa:
L’ecografia nella diagnosi di pre-epifisiolisi della testa femorale. Comunicazione presentata alla
sessione di Radiologia Pediatrica. Comunicazioni libere del XXXVI Congresso Nazionale della SIRM
17 A Castriota Scanderberg, F Popolizio, M Sacco, M Coppi, M G Scarale, M Cammisa: La diagnosi di
polmonite da mycoplasma nel bambino. Quale il ruolo del radiogramma del torace?. Radiol Med
89:782, 1995
54
Mi limiterò alla segnalazione delle notizie essenziali inerenti alla storia della
Clinica Pediatrica “De Marchi” di MILANO, durante la seconda metà del
Novecento, che possono interessare per i riflessi sul servizio radiologico nello
stesso periodo.
La Clinica svolge la sua attività nell’ambito del Presidio Ospedaliero (PO) di
Via Commenda e Regina Elena, che costituiscono il “nucleo storico” degli Istituti
Clinici di Perfezionamento, ora IRCCS.
In questo periodo si verifica una notevole evoluzione nelle strutture e
nell’organizzazione della Clinica Pediatrica alla cui Direzione si avvicendano come
Cattedratici: I Nasso (1931-1962), E Schwarz-Thiene (1962-69), P Careddu
(1968). Nel 1970 con lo sdoppiamento della Cattedra divengono Direttori (I
Cattedra P Careddu e II Cattedra F Sereni). All’inizio degli anni Novanta viene
creata una terza Cattedra diretta da V Carnelli. Dal Duemila i Cattedratici sono: N
Principi e V Carnelli.
Nel 1962, durante la Direzione del Prof. Schwarz–Thiene, si procede ad
una ristrutturazione ed un ammodernamento della Clinica Pediatrica e della
Radiologia.
All’inizio degli anni Ottanta, ai 203 posti letto della Clinica Pediatrica si
aggiungono i posti letto della Chirurgia Pediatrica, dei Neonati fisiologici e della
Patologia neonatale. Complessivamente si raggiunge il numero di 280 posti letto,
che determina un notevole incremento dell’attività della Radiodiagnostica. In
prosieguo di tempo si verifica una progressiva riduzione dei posti letto (fino a 6050), analogamente a quanto accade negli altri Ospedali Pediatrici, ma il numero
degli esami radiologici arriva quasi a quadruplicarsi nei dieci anni, successivi.
Nei primi anni ’90 del secolo scorso la Clinica Pediatrica presenta una
ristrutturazione in servizi e centri analoga a quella di molti Ospedali e Cliniche
Pediatriche Universitarie, già segnalata nella parte generale, con Accettazione,
Cardiologia, Nefrologia, Gastroenterologia, Genetica Clinica, Ematologia –
Oncologia, Neurologia, ecc.).
Dal 1° gennaio 1998 viene istituita una struttura dipartimentale complessa,
che comprende i Presidi Ospedalieri “Commenda” e “Regina Elena” (di cui fanno
parte le due Cliniche Pediatriche Universitarie), il CTO ed il “Vittore Buzzi”. In
55
sostanza i Dipartimenti hanno il compito di coordinare e definire l’attività dei
Presidi ospedalieri che costituiscono il luogo d’erogazione di prestazioni e di
servizi1. I reparti di degenza del P O di Via Commenda e Regina Elena
comprendono l’Anestesia e la Rianimazione, le diverse UUOO di Chirurgia, tra le
quali la Chirurgia Pediatrica, la Medicina del Lavoro, la Medicina Generale, la
Patologia Neonatale I e II, l’Oculistica, la Clinica Ostetrica e Ginecologica I e II, la I
e II Clinica Pediatrica (responsabili rispettivi, N Principi e V Carnelli), Pediatria
Preventiva e Sociale, Emato-oncologia, Centro reg. Fibrosi Cistica, Terapia
Intensiva pediatrica.
I servizi dello stesso PO comprendono la Cardiologia, la Medicina del
Lavoro, la Neurologia, il Pronto Soccorso Pediatrico, le UUOO di Laboratorio,
l’Immunopatologia trasfusionale, alcuni servizi a carattere sociale, infine due
diagnostiche per immagini, di cui una Pediatrica (responsabile la Dott. P
Barbaccia).
Responsabile del dipartimento di diagnostica per Immagini, da cui
dipendono le due diagnostiche, ricordate prima, le diagnostiche per immagini, del
CTO e del PO Vittore Buzzi (v. Servizio Radiologico dell’Ospedale dei Bambini di
Milano) è il Dott. Fabio Triulzi già aiuto di G Scotti al “San Raffaele”, eccellente
neuroradiologo.
A MILANO nel 1956 – 57 si procede ad una ristrutturazione del reparto
radiologico durante la Direzione della Clinica Pediatrica del Prof. I Nasso.
Responsabile del Servizio è il Dott. Mario Faccini.
Nel 1963 la Dott.ssa Fiorenza Bellini (FB), a seguito della richiesta
dell’amministrazione degli ICP, viene trasferita in qualità di assistente straordinario
dalla Clinica del Lavoro, ove prestava servizio dal 1957, al reparto radiologico
della Clinica Pediatrica De Marchi.
Fiorenza Bellini (FB) è un altro personaggio di notevole spessore della
Radiopediatria Italiana, che opera sulla scia dei pionieri. Autodidatta, dotata di
forte carattere e di una vivace intelligenza, s’impone ben presto nell’ambiente
scientifico pediatrico, per la sua comunicativa e capacità di sintesi.
56
E’ nata a Portoferraio, ma la sua città di adozione è Milano ove si è
trasferita giovanissima nel 1946. All’Università degli Studi di Milano ottiene la
laurea in Medicina e Chirurgia nel 1953 e il diploma di specializzazione in
Radiologia nel 1956. Negli stessi anni è allieva interna presso l’Istituto dei Tumori
e successivamente assistente volontaria e svolge la prima attività scientifica. Dal
1957 fino al 1962 è assistente straordinaria presso la Clinica del Lavoro di Milano
e aiuto radiologo per chiamata presso l’Ospedale di Vimercate per poco più di sei
mesi dall’agosto del 1962 alla fine di febbraio 1963.
Presso il Servizio radiologico della Clinica Pediatrica FB compie la carriera
ospedaliera; diviene aiuto radiologo di ruolo nel 1964 e a seguito dell’Istituzione
del Primariato nel 1970, prima Primario incaricato e nell’anno successivo di ruolo.
Nel 1965 aveva conseguito l’abilitazione alla libera docenza in Radiologia.
Durante la direzione di FB l’organico medico viene ampliato. Vengono
assunti in ruolo, rispettivamente come aiuto, il Dott. Giampiero Beluffi nel 1973,
che rimarrà in servizio fino al 1981, e come assistente il Dott. De Luca (nel 1972),
che sarà sostituito dalla Dott.ssa Paola Barbaccia, in organico fin dal ’76. Dal 1980
al 1992 si succedono 8 medici per brevi periodi.
Dopo il pensionamento della Bellini, avvenuto nel 1993, diviene
responsabile del Servizio la Dott.ssa Paola Barbaccia, coadiuvata da 4 medici, i
Dott.ri G Grumieri (dal 1983), MA Pavesi (dal 1989), N Bonelli (dal 1998) e A
Balzani (dal 2001), i due ultimi addetti alla TC, finalmente installata nel 1998.
Anche l’organico dei tecnici, inizialmente costituito da una praticante di
tecnologia, che funge anche da segretaria e da una signorina di buona famiglia,
che successivamente verranno nominati tecnici sanitari di radiologia medica,
grazie ad una sanatoria, viene in seguito portato a 5 membri. Completano il
personale 2 ausiliari e 3 segretarie.
Le apparecchiature: al momento della ristrutturazione del Reparto (1956)
risultano funzionanti 2 diagnostiche: la I dotata di un clinografo Selenix GorlaSiama, con 2 tubi röntgen ad anodo rotante, l’altra (II), fornita di un clinografo e di
un tomografo a poltrona, Zuder. Esiste anche una saletta di terapia con una
modesta attrezzatura dotata di pastiglia di Stronzio per la terapia degli angiomi
cutanei.
57
Nel 1969 viene istituita una terza diagnostica con l’acquisizione di un
ortoclino Picker, dotato di AB e successivamente di una spot camera 70x70, che
consente l’esecuzione degli esami angiocardiografici, dei cateterismi, degli studi
emodinamici, ecc.
Nel 1982 le apparecchiature della II diagnostica, divenuta la III, sono
sostituite da un telecomandato GEM Televix 1600, con catena TV.
Nel 1984 inizia l’attività ecografica con un ecografo manuale Philips, donato
dal Prof. F Barbaccia, che viene sostituito nel 1989 da un ecografo Philips Orion
real time.
Un’altra sala ecografica viene allestita nel 1986, dotata di ecografo GE
3600 e successivamente da un ecografo TR400 GE. Recentemente sono stati
acquisiti un ecografo ATL 3500, color doppler, con sonde MHz 7-9 microconvex,
MHz 4-7
convex e MHz 10 lineare ed un Gev Logic 200 Pro con sonde
microconvex MHz 6.5 e lineare MHz 7.5.
Nel frattempo si procede a notevoli modificazioni nelle radiodiagnostiche
tradizionali: nel 1990 il Picker della I Diagnostica viene sostituito con un
apparecchio General Medical Merate MTT 90 fornito di pensile e spot camera
10x10; quattro anni dopo viene installato nella Diagnostica II un clinografo
telecomandato, che viene sostituito nel 1998 da un apparecchio GE Compax 40 E,
dotato di tavolo radiotrocografico e stativo. Nello stesso anno è installato nella
Diagnostica III un telecomandato digitale Prestige GE.
Nello
stesso
periodo
viene
acquistata
finalmente
la
Tomografia
Computerizzata (CT Prospeed GE, apparecchio dotato di tempo di scansione
brevissimo: 1 secondo).
Il reparto dispone inoltre di diversi apparecchi portatili; tra gli altri, dal 1982,
un Mobilette Siemens per la terapia intensiva neonatale; due Polymobil Siemens,
acquistati nel 1987, uno Stenoscope GE, con A B per la Rianimazione (1998).
Nel 1969 si verifica il passaggio dallo sviluppo manuale delle pellicole allo
sviluppo automatico, con l’acquisto di una sviluppatrice Fuji PPM 2100. Nel 1998
sono stati acquistati un sistema Laser ( Fuji FL IM-D) ed un sistema CR (Fuji FCR
AC - 3CS)
58
Attività pratica del reparto: da un analisi dei dati disponibili risulta un
notevole aumento nel corso degli anni Novanta degli esami radiologici passati dai
9706 del 1993 ai 26.000 del 2002, con prevalenza delle ecografie (da 5100 a
12700, incrementate del 149%). Nel frattempo molto minore si rivela l’aumento
degli esami radiologici tradizionali, che crescono del 78% (da 4600 a 8200). Non è
possibile un confronto col passato degli esami con TC, 3300 nel 2002, non
esistendo nel 1993 tale apparechiatura, acquisita come già notato solo nel 1998.
La produzione scientifica di Fiorenza Bellini (FB) costituita da 180
pubblicazioni,
2
abbraccia un lunghissimo arco di tempo che va dal 1952 fino al
2003 (che è l’ultimo anno da me considerato nella storia della Radiopediatria
Italiana).
Nel I periodo preso in esame dal 1952 al 1963 le pubblicazioni rispecchiano
l’attività svolta da FB presso gli Istituti scientifici in cui presta servizio: tra il ’52 e il
’57 l’Istituto dei Tumori di Milano e successivamente, fino al ’63, la Clinica del
Lavoro dell’Università della stessa città.
Tra le pubblicazioni prodotte presso l’Istituto dei Tumori sono comprese
alcune riguardanti neoplasie delle ossa e della mammella osservate in adulti e il
carcinoma del retto in età giovanile.
Nelle successive gli argomenti trattati sono attinenti a malattie professionali
(pneumoconiosi, silicosi ecc.); affezioni bronchiali croniche complicate da
enfisema
polmonare
grave,
lesioni
polmonari
croniche
conseguenti
alle
esposizione a gas irritanti, ecc. Inoltre risalgono a questo periodo alcuni lavori
sperimentali di radiobiologia.
A decorrere dal 1963 FB si dedica con grande impegno all’attività
radiologica espletata presso la Clinica Pediatrica “De Marchi”. Gli argomenti trattati
nelle pubblicazioni spaziano nei diversi campi della Radiologia Pediatrica attinenti
agli apparati scheletrico, respiratorio, urinario, cardiovasale, la endocrinologia e
l’auxologia.
Uno dei contributi più rilevanti è apportato nel settore delle displasie ossee
che
porta
alla
identificazione
di
una
nuova
displasia
metafisaria
l’acroscifodisplasia, nota nella letteratura anche come sindrome di Bellini : a
carattere autosomico recessivo è caratterizzata da una spiccata brachidattilia,
59
deformità “a coppa” delle metafisi femorali e tibiali, aspetto “a cono” delle epifisi
delle stesse ossa. Oltre ai quattro casi descritti da FB,
3 , 4, 5
altre osservazioni
sono state segnalate da Kozlowski e coll., Verloes e coll. ed al AA;
complessivamente ammontano ad una decina i casi finora osservati nella
letteratura.
L’acroscifodisplasia
è
stata
riportata
anche
nella
recente
classificazione delle malattie costituzionali dell’osso. 6
A FB si devono altri contributi importanti nel campo dell’apparato
scheletrico. Basti ricordare la messa a punto a carattere monografico degli aspetti
clinico-radiologici delle anemie infantili,7 alcune pubblicazioni sulle lesioni
scheletriche nelle leucemie, tra cui una sulla indagine di routine dell’intero
scheletro in 116 bambini
8
e l’altra sul significato prognostico dell’interessamento
osseo dello scheletro nella leucemia linfoblastica acuta, la dettagliata relazione
sulle alterazioni osteoarticolari nell’artrite reumatoide dell’infanzia presentata al
XLI Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria (Bologna, 1981).
Inoltre si è interessata delle alterazioni ossee nelle malattie metaboliche
dell’infanzia in particolare nell’oxalosi.9 Recentemente è tornata sull’argomento
con un articolo sulle lesioni scheletriche in bambini affetti da iperfelinilalaninemia.
Fin dall’inizio della sua attività in Radiopediatria FB si è dedicata allo studio
delle affezioni dell’apparato respiratorio che si è concretato in una pregevole
monografia
in
collaborazione
con
F
Barbaccia
“Diagnostica
radiologica
dell’apparato respiratorio nel primo anno di vita”. 10
Si può affermare che FB sia con pubblicazioni, comunicazioni a Congressi
Nazionali ed Internazionali e con lezioni a Corsi di aggiornamento si è interessata
di tutti i temi riguardanti la patologia respiratoria nelle diverse età infantili dalla
neonatale alla adolescenza: le malattie polmonari del neonato e del lattante, le
malformazioni polmonari, le flogosi polmonari acute, le broncopneumopatie
croniche, in particolare nelle forme da deficit immunitario e nell’AIDS. La fibrosi
cistica e le urgenze toraciche sono state oggetto di varie lezioni a Corsi di
aggiornamento.
FB ha eseguito una ricerca originale nei bambini affetti da fibrosi cistica
basata sul confronto tra alcuni parametri di funzionalità respiratoria e il quadro
radiologico, in collaborazione coi medici della II Clinica Pediatrica, del Servizio
60
Radiologico delle Cliniche Pediatriche e degli Istituti Clinici di Perfezionamento e
del Laboratorio di indagini funzionali delle Malattie dell’Apparato Respiratorio
dell’Università di Milano. 11
Al Convegno “Dalla parete toracica al polmone: il cammino dell’Imaging in
età pediatrica” svoltosi a Torino nel giugno del 1992, ha tenuto, in collaborazione
con P Barbaccia e coi Pediatri S Bolzoni e GP Grumieri dell’Università di Milano,
una lezione magistrale sulle broncopneumopatie croniche distinte in flogosi
complicanti le malformazioni, in forme da alterazioni della immunità e
broncopneumopatie genetiche (delle quali è peculiare la fibrosi cistica).
Ultimamente (2001) FB (Istituto di Radiologia, Ospedale S Paolo Università
di Milano), ha partecipato a una ricerca pluricentrica di notevole interesse eseguita
insieme a Pediatri (S Esposito e N Principi) dell’Università di Milano, a pneumologi
(F Blasi e L Allegra) dell’Ospedale Maggiore, IRCCS
della stessa città ed al
“Mowgli Study Group” con lo scopo di stabilire il ruolo delle caratteristiche cliniche,
laboratoristiche e radiodiagnostiche delle infezioni polmonari da Mycoplasma
pneumoniae e Clamydia pneumoniae nell’età pediatrica.
Dallo studio degli AA basato su 203 soggetti di età compresa tra i 2 e i 14
anni, ricoverati con diagnosi generica di broncopolmonite in comunità è emerso
che sia i dati clinici, sia le comuni indagini di laboratorio (VES, PCR e conta dei
globuli bianchi), sia l’esame radiologico del torace non apportano elementi utili per
la diagnosi differenziale delle infezioni da M pneumoniae, e/o da C pneumoniae
nei soggetti in età pediatrica con broncopolmonite. Pertanto auspicano che siano
effettuate ricerche di test diagnostici rapidi, di facile esecuzione e di costi contenuti
che consentano di differenziare queste infezioni. 12
Nei decenni Settanta – Ottanta del secolo scorso FB si è interessata
attivamente anche di nefro-urologia in campo pediatrico. Nell’ambito della
nefrologia ha segnalato la possibilità di correlazioni tra aspetti radiologici e quadri
immuno-istochimici
e
ultrastrutturali
di
alcune
nefropatie
glomerulari
(glomerulonefriti extracapillari e membranoproliferattive acute) in comunicazione in
coll. con M Bardare e F Gaboardi, presentata al II Convegno Nazionale della
Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN (Genova 1975).
61
Un argomento dibattuto tra i pediatri, i radiologi e gli urologi pediatri negli
stessi anni è costituito dalla infezione delle vie urinarie e del reflusso vescicoureterale primitivo. FB ne discute in due pubblicazioni (in collaborazione col
pediatra N Principi, 1978)
Restando in campo urologico pediatrico sono da segnalare due articoli
sintetici ma esaurienti, in cui F B puntualizza i quadri radiologici di “uropatie
infantili” su base ostruttiva 13 e di “uropatie non ostruttive infantili”. 14
Sulle displasie cistiche renali FB interviene con una relazione su le
“Displasie cistiche” (in coll. con P Tomà e S Riggio) alla tavola rotonda “Patologia
malformativa del rene in età neonatale”, di cui lei stessa fa l’introduzione, svoltasi
in occasione del XXXII Congresso Nazionale della SIRMN (Milano 1986).
Nel settore cardio-vasale la produzione scientifica è piuttosto scarsa ma
merita un accenno: l’angiocardiografia del neonato, conferenza tenuta al I Corso di
aggiorna,mento in radiologia, svoltosi a Palermo nel 1970 in occasione del XXIV
congresso nazionale della SIRMN; le anomalie dell’arco aortico, in collaborazione
con U Squarcia della Clinica Pediatrica dell’Università di Parma, A Agnetti e F Bini
radiologi della stessa Università e E Schiavetti, radiologa dell’Ospedale “V Buzzi”
di Milano.
In una comunicazione su la cardiomegalia neonatale presentata all’VIII
Congresso Nazionale di Cardiologia pediatrica (1978) ed in una pubblicazione di
alcuni anni dopo (1984) “Il radiogramma del torace nelle cardiopatie congenite”, ha
indicato il ruolo della radiologia tradizionale nella diagnosi di questa patologia.
Chiudono la rassegna delle pubblicazioni di FB, certamente non completa,
dato il numero notevole degli argomenti trattati, l’indagine radiologica nella
diagnosi delle disgenesie gonadiche,
15
e il capitolo “Radiological evaluation of β2
microglobulin amyloidosis” (coll. T Bardin e JD Laredo nel volume: “Dialysis
amylodoisis” di F Gejyo, D Brancaccio, T Bardin; Wichtig Ed, Milano, 1989).
Assidua e proficua la partecipazione di FB a Convegni, Congressi Nazionali
ed Internazionali, di cui verrà fatta un’esposizione sintetica con riferimento ai più
importanti.
Tra i Congressi attinenti alla Radiopediatria svoltisi in Italia ha partecipato
alla I riunione del Gruppo di Studio di Radiologia Pediatrica (Napoli 1974) con la
62
comunicazione “La Sindrome di Robinow”, che sarà oggetto di una pubblicazione
successiva.16
Di una comunicazione di interesse nefrourologico presentata al II Convegno
della Sezione di Radiologia Pediatrica (SRP) della SIRMN è stato detto
precedentemente.
Comunicazioni sono state svolte anche al III Convegno (Firenze 1976) al IV
Convegno (Torino 1977) per cui rimandiamo al Capitolo sulla Cronistoria della
SRP.
Il V Convegno, svoltosi a Milano nel 1978 fu organizzato da FB; ne sarà
dato ampio resoconto nel cap. dedicato alla Cronistoria della SRP.
All’XI Convegno della SRP, svoltosi a Modena nel 1987 FB partecipò con
l’introduzione alla tavola rotonda su “Imaging diagnostico del collo”. 17
Al First International Symposium su: “Problems in Pediatric Endocrinology”,
che ha avuto luogo a Firenze nel 1979 ha partecipato con la relazione:
“Radiological evaluation in gonadal dysgenesis” (coll. B di Natale, M Menchini et
al), oggetto di un successivo articolo sulla Rivista Italiana di Pediatria, di cui è
stato scritto sopra.
Da notare la partecipazione di FB, come relatrice ad alcuni Congressi
Nazionali della SIRM(N). E’ già stato segnalato tra le pubblicazioni il suo
contributo sulle displasie cistiche renali alla tavola rotonda svoltasi al XXXII
Congresso Nazionale della SIRMN. Al XXXV Congresso Nazionale della SIRM,
svoltosi a Genova nel 1992, FB, alla tavola rotonda avente per oggetto: “La
diagnostica per immagini delle infezioni nei soggetti con immunodepressione”,
trattò la parte attinente alla Radiopediatria.
Costante la sua partecipazione attiva con interventi e relazioni alle Giornate
Bresciane di Radiologia toracica.
Nel 1988 al Convegno interdisciplinare sulle “Deformità congenite e
displasie ossee nell’età evolutiva” che ebbe luogo a Merate, ha presentato una
interessante relazione su: “L’ipostaturalismo armonico e disarmonico: metodica e
risultati dell’indagine radiologica”.
63
Della partecipazione ad altri Convegni e Congressi Nazionali della SRP e
della SIP è già stato riferito nella parte precedente inerente alla Patologia toracica
e scheletrica.
All’estero è intervenuta con comunicazioni su temi diversi di Radiopediatria,
ai Congressi annuali della ESPR: Basilea (1967), Parigi (1972), Madrid (1975),
Lucerna (1977), l’Aia (1980), Oslo (1981), Praga (1982), e con un poster a
Montreux (1988).
Ragguardevole l’attività di FB svolta in Argentina: dal 1986 al 1998 ha
partecipato ai Congressi internazionali dell’Hospital de Clinicas de Buenos Aires
(BsAs) (uno ogni 2 anni) svolgendo una lezione di aggiornamento o una
conferenza o per lo più partecipando a una tavola rotonda (su argomenti attinenti
alla genetica, alla immunologia degli apparati scheletrico e respiratorio). Inoltre ha
preso parte al Congresso Internazionale di Pediatria svoltosi nel 1985 a BsAs e
quello di Chirurgia nel 1987, con un intervento nella tavola rotonda sul tema di
relazione: “Patologia toracica infantile di interesse chirurgico” e di pneumologia sul
tema di relazione: “Le broncopneumopatie croniche. Aspetti radiologici”, che ha
avuto luogo a Rosario nel 1983.
Nel 1987 ha tenuto la conferenza inaugurale sulle “Osteodisplasie” al
Congresso organizzato dal Gruppo ECLAM18 a Punta del Este (Uruguay).
Viene illustrata sinteticamente l’intensissima attività didattica svolta da FB
all’estero, ma soprattutto in Argentina, presso le Università di Buenos Aires, di
Cordoba e Rosario: in passato per 10 anni presso la Cattedra di Radiologia di
Buenos Aires e presso la Cattedra di Pediatria di Cordoba; presso le Unità Docenti
di Pediatria e di Radiologia di Avellaneda (BsAs Sud) e presso gli Ospedali
pediatrici BsAs Gutierres ed Elizalde ed ospedali generali con divisioni di
Pediatria: Hospital Fernandez; Hospital del Clinicas (I Cattedra di Pediatria) e
all’Ospedale Italiano.
Dal 1974 svolge Corsi a Rosario, prima presso la Cattedra di Pediatria e
successivamente presso le Cattedre di Pediatria e Radiologia riunite.
Dal 1977 dà lezioni a Resistencia, città nel Nord dell’Argentina, presso
l’Ospedale Pediatrico sede di un’Unità docente di Pediatria.
64
Da oltre 20 anni FB tiene corsi e riunioni con i Radiologi all’Ospedale
Pediatrico de La Plata.
Da 17 anni svolge una lezione di diagnostica radiologica nelle Giornate
sulle “Osteodisplasie” prima organizzate dalla Cattedra di Genetica dell’Università
e successivamente dalla Cattedra di “Crecimiento Y Desarrollo” in collaborazione
con il Servizio di Genetica, localizzata nell’Ospedale Nazionale di Pediatria “Dr.
Garrahan” di BsAs.
Inoltre per diversi anni ha insegnato all’Ospedale Pediatrico di Mendoza,
ove ha tenuto anche corsi di aggiornamento riservati a Pediatri, selezionati dalla
Società Argentina di Pediatria.
All’inizio del Duemila ha insegnato anche in alcuni Ospedali delle Province
Argentine.
Per questa intensa attività scientifica la FB ha avuto due importanti
riconoscimenti: dal 1981 il titolo di “visiting professor” alla Università di Rosario e
dal 1988 è “professor invitato” della Università di BsAs
Nel Duemila ha svolto una lezione sul tema: “Bone dysplasias” nella
sessione dedicata alla Radiologia Pediatrica durante il Congresso Mondiale di
Radiologia (4-8 sett 2000) cui hanno partecipato docenti di fama internazionale
(tra gli altri Gordon, Ringertz, Swischuck).
Nel 1982 per invito ed ospite del Governo Ungherese per una settimana
tenne una lezione al giorno alla Clinica Pediatrica dell’Università di Szeged,
corredata da un’ottima iconografia, che fu molto apprezzata dai Colleghi
ungheresi, allora molto poveri in un paese oltrecortina. Nella stessa sede FB si
recò nel 1987 per alcuni giorni, ove svolse una comunicazione su invito ad un
Congresso di Neonatologia.
In Italia dal 1965 al 1993 FB ha tenuto durante ogni anno accademico due
o più lezioni alle Scuole di Specializzazione in Pediatria e Radiologia che ha
continuato a svolgere, anche dopo il pensionamento, come professore “a
contratto”.
Inoltre ha svolto le seguenti attività: presso l’Ospedale S Paolo ha tenuto
seminari alla Scuola di Radiologia e lezioni alla Scuola di Pediatria. Presso
65
l’Ospedale “Sacco” lezioni alla Scuola di Pediatria. Alla II Università di Milano,
Ospedale “S Gerardo”, lezioni alla Scuola di Pediatria.
Infine vanno citati i contributi ai corsi di aggiornamento sullo scheletro ed ai
corsi itineranti di radiologia toracica fino all’ottobre 2002 (Siena) e le lezioni tenute
agli Istituti Clinici di Perfezionamento, che hanno riscosso la riconoscenza ed il
consenso unanime degli allievi.
Fiorenza Bellini è stata nominata socio emerito della SIRM nel 2006 (nota
del curatore).
La produzione scientifica di Paola Barbaccia (PB) ammonta a 33
pubblicazioni, uscite tra il 1976 e il 2003, cui si devono aggiungere le relazioni e gli
interventi a Congressi e Seminari, svolti tra il 1977 ed il 1993 (complessivamente
23). 19
Le pubblicazioni sono state stampate su importanti riviste italiane, tra le
altre: La Radiologia Medica, Rivista Italiana di Pediatria, Minerva Pediatrica,
L’Ospedale Maggiore, Rassegna Italiana di Chirurgia Pediatrica e straniere:
Chest, Annales de Radiologie; infine negli Atti di alcuni Convegni e Congressi di
rilievo: Giornate Pneumoradiologiche Bresciane (1977- 1979 - 1993), X
International Cystic Fibrosis Congress (1988), Proceedings of the European
Society of Chlamydia Research (1988), III European Conference on Pediatric
Rheumatic Diseases (1995), XXI European Cystic Fibrosis Conferences, I
Congress ASPIC, ecc.
La maggior parte dei lavori riguarda temi attinenti alle affezioni dell’apparato
respiratorio, complessivamente una ventina includendo i capitoli dedicati a trattati
20
, a libri 21 e a monografie.
22
Nel settore dell’apparato respiratorio i primi lavori di PB (coll. G Bracchi, E
Biffi et al) sono stati dedicati all’impiego dell’angiocardiografia nella patologia
polmonare (enfisema polmonare e malattia polmonare cronica ostruttiva)
successivamente PB si è interessata delle broncopolmoniti da infezioni da
Clamidia e da virus sinciziale e di broncopneumopatie croniche, soprattutto della
fibrosi cistica. Una relazione complessiva sulle broncopneumopatie croniche cui
66
PB ha collaborato con F Bellini, S Bolzoni, GP Grumieri è stata svolta
nell’importante Convegno “Dalla parete toracica al polmone: il cammino
dell’imaging in età pediatrica” (Torino giugno 1992). Per quanto riguarda la fibrosi
cistica, oltre alla pubblicazione già citata è da notare l’articolo (coll. GP Grumieri,
MT Marzano, R Padoan sui quadri radiologici polmonari nella fibrosi cistica
osservati nel I anno di vita. 23
Altri argomenti trattati da PB riguardano la patologia dell’apparato digerente
(sei) principalmente malformazioni: esofagee (fistola esofago-tracheale ad H,
duplicazioni) ernie diaframmatiche, la malrotazione intestinale in “situs viscerum
inversus”. Su le sindromi da malassorbimento PB insieme a E Schiavetti ha
presentato una proposta di protocollo radiologico per il loro studio radiologico. 24
Inoltre si è interessata di temi a carattere generale, ancora attuali all’inizio
degli anni Novanta: L’ecografia nel neonato e nel lattante: relazione in
collaborazione a F Bellini, GP Grumieri, MA Pavesi pubblicata agli atti delle
Giornate Bresciane di Radiologia toracica, Brescia – Marzo (1993) e l’AIDS in età
pediatrica. 25
Tra i pochi articoli di PB inerenti la patologia scheletrica merita di essere
segnalata la descrizione di due casi familiari di osteoartropatia ipertrofica
(pachidermoperiostosi) in età pediatrica. 26
Notevole la sua partecipazione quale relatore a Convegni e Congressi nel
periodo tra il 1977 e il 1993. Ha partecipato alle Giornate Pneumoradiologiche
Bresciane negli anni 1977, 1979, 1985, 1987, 1991 1993. Alle riunioni del Gruppo
Regionale Lombardia della SIRMN è intervenuta su: “Ritardo dell’accrescimento,
problemi radiologici (Milano 1979) e su “Le nefropatie infantili. Problemi
radiologici” (Milano 1980). Ha presentato comunicazioni ai Congressi Nazionali
della Sezione di Radiologia Pediatrica (IV, V, XIV) ed alle sessioni dedicate alla
Radiologia Pediatrica del XXX Congresso Nazionale della SIRMN. Incontri
Mediterranei di Radiologia di cui sarà riferito in dettaglio nel capitolo dedicato alla
cronistoria della Radiopediatria italiana.
Al XX Congresso della ESPR (Parigi 1983) (coll. F Bellini, M Bardare, A
Plebani) ha illustrato i quadri radiologici polmonari della sindrome da
iperimmunoglobulinemia.
67
PB è stata insegnante di Radiologia al Corso Infermieri Professionali (1979)
ed al Corso di tecnica ed anatomia radiografica alle scuole TSRM dell’Ospedale
Maggiore di Milano (1979 – 80) e degli ICP (anni 1979 - 80 e 1981 - 82).
Ha collaborato al Corso di Clinica pediatrica della Clinica “De Marchi – ICP”
per gli studenti di Medicina dal 1987 al 1993.
E’ professore a contratto della Scuola di Specializzazione Clinica Pediatrica
I dal 1994 a oggi (2003). E’ stata docente a corsi di aggiornamento di Ecografia,
Radiologia toracica e scheletrica.
Paola Barbaccia è mancata dopo lunga malattia nel Settembre 2009 (nota
del curatore, nel rimpianto degli anni di lavoro passati insieme agli ICP).
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 Le notizie riportate sono state fornite dalla Prof. F Bellini e dalla Dott.ssa P Barbaccia, cui va il
mio sentito ringraziamento
2 Nelle 180 pubblicazioni sono comprese oltre alle pubblicazioni a stampa le relazioni e le
comunicazioni tenute a Congressi Nazionali e Internazionali di diverse Società Scientifiche
3 F Bellini, M Bardare: Su un caso di disostosi periferica. Min Ped 18: 106-110, 1969
4 S Jequier, F Bellini, DA Mackenzie: Metaphyseal chondro-dysplasia with ectodermal dysplasia.
Skeletal Radiol7: 107-112, 1981
5 F Bellini, G Chiumello, R Rimoldi et al: Wedge–shaped epiphyses of the knees in two siblings: a
new recessive rare dysplasia Helv Paediatr Acta 39: 365-372, 1984
6 International nosology and classification of constitutional disorders of bone, 2001. Am J Med
Genet 113: 65-77, 2002
7 F Bellini, G Masera: Aspetti radiologici dello scheletro nelle anemie infantili. Radiografica IX, n.
23, Ed. Ferrania 3M, Milano, Novembre 1969
8 F Bellini, G Masera, V Carnelli et al: Routine whole skeleton X-ray investigation of 116 children
with leukemia. Practical and prognostic value. Ann Radiol 19: 83-86, 1976
9 D Brancaccio, A Poggi, C Ciccarelli, F Bellini et al: Bone changes in end-stage oxalosis. AJR
136: 935-939, 1981
10 F Barbaccia, F Bellini: Diagnostica radiologica dell’apparato respiratorio nel primo anno di vita.
Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 1968
11 A Giunta, V Parziani, F Bellini, G Beluffi et al: Valutazione pletismografica di alcuni parametri di
funzionalità respiratoria in bambini affetti da fibrosi cistica e loro confronto con il quadro radiologico
- Riv Ital Ped (IJP) 3: 277-288 1977
12 S Esposito, F Blasi, F Bellini, L Allegra et al: Mycoplasma pneumoniae and Chlamydia
pneumoniae infections in children with pneumonia. Mowgli Study Group. Eur Respir J 17: 241-245,
2001
13 Radiol Med 62: 827-836, 1976
14 Radiol Med 64: 713-719, 1978
15 F Bellini, B di Natale, M Menchini, GF Rondanini e G Chiumello: L’indagine radiologica nella
diagnosi delle disgenesie gonadiche. Riv Ital Ped (IJP) 6: 745, 1980
68
16 A Giedion, GF Battaglia, F Bellini, G Fanconi: The radiological diagnosis of the fetal-face
(Robinow) syndrome (mesomelic dwarfism and small genitalia). Report of three cases. Helv
Paediatr Acta 30: 409-423, 1975
18 ECLAM è il Gruppo di Studio delle malformazioni scheletriche nei Paesi Sudamericani
19 I dati riferiti sono stati comunicati gentilmente dalla Dott.ssa Paola Barbaccia che ringrazio
sentitamente per la cortesia
20 P Barbaccia (in coll con L Marazzini, E Longhini): I tumori polmonari, in: Trattato di Medicina
Respiratoria - Vol II, Cap 48 pagg. 1305 -1347- Piccin Ed., Padova, 1983.
21 P Barbaccia (in coll con G Iannaccone, A Pelizza, P Tomà, GF Vichi: Indagine radiologica in
Fibrosi cistica. Editor G Mastella, Verona, 1984
22 P Barbaccia: Quadri radiologici nella broncodisplasia - Gruppo Lombardo della BPD, Editrice
CSH, 1997
23 P Barbaccia, GP Grumieri, MT Marzano, R Padoan: Imaging lung disease in cystic fibrosis: the
first year of life. Israel J Medical Sciences, vol. 32 (suppl), giugno 1996
24 P Barbaccia, E Schiavetti: Proposta di protocollo radiologico per lo studio delle sindromi da
malassorbimento. Radiol Med 66: 623-624, 1980
25 F Bellini, A Plebani, P Barbaccia et al: L’AIDS in età pediatrica. Radiol Med 87 (Suppl n.2 al N.
5) : 73-76, 1994
26 R Cimaz, F Corona, P Barbaccia et al: Reumatologia Pediatrica, Giugno 1995
69
Viene fatto un cenno storico sulla Clinica Pediatrica a Pavia. 1 La prima Cattedra di questa disciplina viene istituita nell’anno accademico 1909 -10 ed è affidata per incarico a Scipione Riva-Rocci.
La fondazione della Clinica Pediatrica, intesa come entità autonoma avviene nel 1913 per convenzione tra il Governo Italiano e l’Amministrazione dell’antico
Ospedale S. Matteo. Il reparto, comprendente 9 posti letto, un laboratorio e un
ambulatorio è collocato all’interno del fabbricato della Clinica Medica. Col decreto
del 29.XI.1927 l’Ospedale S. Matteo viene classificato come “Ospedale Clinico”,
unendo così le caratteristiche proprie di un Ente Ospedaliero di ricovero e assistenza a quella di una struttura Universitaria. Primo titolare della Cattedra Pavese
di Pediatria è stato il Prof. Luigi Spolverini (1921-1928) allievo della scuola romana
di Luigi Concetti.
Durante la sua direzione la Clinica viene trasferita nell’ex palazzo dei Maino. Chiamato lo Spolverini all’Università di Roma, per un triennio si avvicendano i
Professori Maurizio Pincherle, Gino Frontali, allievo di Carlo Comba dell’Università
di Firenze e come incaricato, (1930-31), il Prof. Giovanni Di Guglielmo, direttore
dell’Istituto di Patologia Medica dell’Università di Pavia. Nel 1931 diviene titolare
della Cattedra Vittore Zamorani, che deve lasciare il posto per le leggi razziali nel
1938. Durante la sua direzione nel 1932 la Clinica Pediatrica viene trasferita in un
nuovo fabbricato all’interno del nuovo Policlinico S. Matteo capace di 30 posti letto, distribuiti tra lattanti, divezzi e infettivi. A Zamorani succede il Prof. Giancarlo
Bentivoglio che rimane in carica fino al 1947.
Dall’inizio degli anni ‘50 fino al 1965 si avvicendano alla direzione della Clinica Pediatrica i Professori Arrigo Colarizi (1951-60), Eugenio Schwarz-Thiene
(1961-62), Ernesto Sartori (1962-65). Durante gli anni di direzione del Prof. A Colarizi vengono realizzati notevoli ammodernamenti all’interno dell’Istituto, dettati
dall’aumentato numero dei ricoveri, dalle accresciute esigenze assistenziali e dai
nuovi orientamenti tecnico- scientifici. I posti letto disponibili passano prima a quaranta poi a cento. La Clinica viene suddivisa in tre reparti: divezzi fino a 12 anni
(limite d’età fissato a quel periodo), lattanti (fino al compimento del I anno), e pazienti chirurgici, prematuri neonati e pazienti in isolamento.
70
Nel 1966 la direzione della Clinica Pediatrica di Pavia è assunta dal Prof.
Giuseppe Roberto Burgio, allievo della scuola palermitana del Prof. Michele Gerbasi.
Nei ventiquattro anni della sua direzione (1966-1989) il Prof Burgio dà uno
straordinario impulso alle attività della Clinica Pediatrica con l’organizzazione, fra
l’altro (1976), a fianco dei reparti di degenza, di un sistema di ricovero di tipo “day
hospital” dove i bambini vengono sottoposti ad accertamenti clinico-diagnostici in
tempi brevi con ottimizzazione dei servizi.
Nel 1981 la Clinica Pediatrica viene trasferita in un nuovo fabbricato di sei
piani. In questa nuova struttura tutti i bambini vengono accolti con le madri in camere a uno o due letti e possono beneficiare dell’ausilio di insegnanti di asilo e di
scuola elementare, si da sentire meno il distacco dal “naturale” ambiente di scuola
e, in complesso, il peso del ricovero in Ospedale, ove funzionano sale da gioco
anch’esse differenziate per “piccoli” e per “grandi”.
La “nuova” pediatria, dotata dei più moderni dispositivi diagnostici e terapeutici è organizzata in servizi subspecialistici: endocrinologia, oncoematologia,
reumatologia, nefrologia, allergologia e immunologia clinica, cardiologia, gastroenterologia ed epatologia, dismetabolismi, elettroncefalografia, nonché i laboratori di
diagnosi e di ricerca immunologica ed endocrinologica nonché una sezione di Radiologia, staccata, del Servizio di Radiodiagnostica. Fra le attività che vi sono coltivate particolarmente risalta, per l’importanza della casistica e dei risultati conseguiti, il trapianto di midollo osseo specie in bambini affetti da emopatie ed immunodeficienze. Per questa attività in particolare la Clinica ha meritato un altissimo
riconoscimento anche all’estero.
Nel 1989 è chiamata ad assumere la direzione della Clinica Pediatrica
la Prof.ssa Francesca Severi, prima allieva del Prof. Burgio a Perugia e già titolare
della III Cattedra di Pediatria nell’Ateneo pavese. Dal 1998 l’Istituto Universitario di
Clinica Pediatrica assume la denominazione di Dipartimento Universitario di
Scienze Pediatriche, diretto dalla Prof.ssa F Severi.
Nel 1999, il Prof. Giorgio Rondini, già titolare della Cattedra di Pediatria
dell’Ateneo Pavese è chiamato ad assumere la direzione della Cinica Pediatrica
del Policlinico San Matteo.
71
Dal 1° ottobre 2000 la Clinica Pediatrica del Policlinico San Matteo assume
il nuovo assetto organizzativo di Dipartimento Ospedaliero di Pediatria, così articolato:
Unità Operativa Complessa di Pediatria Generale, Patologia Neonatale,
Neonatologia diretta dal Prof. G Rondini e Unità Operativa Complessa di Pediatria
Generale e Reumatologia diretta dal Prof. Alberto Martini.
Unità Operativa Complessa di Oncoematologia Pediatrica diretta dal Dott.
Franco Locatelli.
Unità Operativa Complessa di Chirurgia Pediatrica diretta dal Prof. Romano
Bragheri.
Dal primo ottobre 2001 il nuovo assetto organizzativo del suddetto Dipartimento è
il seguente:
Unità Operativa Complessa di Pediatria Generale, Patologia Neonatale,
Neonatologia diretta dal Prof. Giorgio Rondini
Unità Operativa Complessa di Oncoematologia Pediatrica diretta dal Prof.
Franco Locatelli.
Unità Operativa Complessa di Chirurgia Pediatrica diretta dal Prof. Romano
Bragheri.
Non è stato possibile stabilire una data certa dell’inizio dell’attività radiologica pediatrica a Pavia, mancando un archivio storico della materia.
Si è potuto accertare che negli anni Cinquanta gli esami radiografici venivano eseguiti presso l’Istituto di Radiologia dell’Università diretto dal Prof. Vincenzo
Bollini dal 1956 al 1963 e successivamente dal Prof Lucio Di Guglielmo essendo
la Clinica Pediatrica sprovvista di apparecchiature radiologiche.
La refertazione viene eseguita a turno dal responsabile delle varie sezioni
dell’Istituto di Radiologia, cui affluiscono gli esami pediatrici.
Dato il progressivo incremento del numero degli esami radiologici all’inizio
degli anni Settanta, viene deciso dal Prof. Di Guglielmo in accordo con il Prof. GR
Burgio succeduto al Prof. Sartori nel 1966, di istituire un reparto radiologico, presso la Clinica di cui il Dott. G Beluffi, nell’estate del 1970, è nominato responsabile,
coadiuvato da un tecnico.
72
La sezione è dotata di un apparecchio radiologico costituito da stativo e di
ortoclino e corredata di una camera oscura tradizionale.
Agli inizi degli anni ‘70 il Dott. Beluffi vince una borsa di studio annuale del
British Council, da passare in Gran Bretagna per una specializzazione in Radiologia Pediatrica. Purtroppo, per vari motivi la borsa di studio si riduce a tre mesi (settembre - dicembre 1972), da trascorrere presso il Servizio Radiologico del Children’s Hospital di Birmingham, allora diretto da una personalità di spicco della Radiologia Pediatrica Internazionale, il Dott. R Astley.
Nel giugno del ’73 il Dott. Beluffi, essendosi presentata l’occasione di un incarico al posto di aiuto presso il Primariato Radiologico della Clinica Pediatrica “De
Marchi” dell’Università di Milano, diretto dalla Prof.ssa Bellini, facente parte degli
Istituti Clinici di Perfezionamento (ICP), opta per questa sistemazione. La sua
scelta è dettata dalla possibilità offerta dalla sede di Milano, in ambiente pediatrico
qualificato, di acquisire adeguate conoscenze ed esperienze nel campo emergente della Radiologia Pediatrica. Divenuto aiuto di ruolo nel 1975, il Dott. Beluffi, dopo il periodo di attività radiologica svolta a Milano, durato complessivamente oltre
8 anni, può rientrare a Pavia nel Luglio del 1981, con il titolo di aiuto ospedaliero
presso il Servizio di Radiologia Diagnostica del Policlinico S Matteo.
Durante l’assenza del Dott. Beluffi (1973-81) il Dott. A Firullo si occupa della
Sezione staccata di Radiologia Pediatrica per un certo periodo, tuttavia deve rinunciare per i sempre più gravosi compiti in Istituto. Da quel momento, specializzandi a turni di 3/4 mesi, si occupano dell’esecuzione degli esami radiologici, che
poi vengono refertati da un radiologo dell’Istituto.
Al suo rientro a Pavia il Dott. Beluffi trova una situazione cambiata. La Clinica Pediatrica è stata trasferita, come già detto, in un nuovo grandioso edificio a sei
piani (1981).
La Sezione di Radiologia Pediatrica è passata sotto la gestione del Servizio
Ospedaliero di Radiodiagnostica, facente parte del Policlinico San Matteo IRCCS,
allora diretto dal Prof. Aldo Schifino. La Sezione è dotata di un ortoclino con AB
ma carente nell’organico, costituito dal Dott. Beluffi, da una tirocinante, Dott.ssa
Fiori, che in seguito sarebbe divenuta assistente e poi aiuto, e da un solo tecnico
radiologo.
73
Il Prof. Schifino, valido sostenitore della Radiologia Pediatrica, purtroppo
viene a mancare improvvisamente all’inizio di febbraio del 1982.
Gli succede il Dott. M Boiocchi, con l’incarico temporaneo per un biennio di
Primario presso il Servizio di Radiologia del Policlinico S Matteo.
Nel frattempo il Dott. Beluffi da aiuto incaricato diviene aiuto di ruolo a seguito di regolare concorso (novembre 1982). La carenza dell’organico medico e
tecnico non migliora negli anni successivi, anzi è destinata ad aggravarsi per
l’aumento del normale carico di lavoro salito da 8906 esami di radiologia tradizionale e 430 esami ecografici (valori approssimativi del 1982) rispettivamente a
9476 e 792 del 1984; questi ultimi altamente specializzati nel campo degli apparati
urinario, digerente, scheletrico e delle sindromi, nonché delle problematiche diagnostiche dei piccoli prematuri
Pertanto non è possibile per i due medici in servizio (Dott. Beluffi e Dott.ssa
Fiori) l’acquisizione delle nozioni tecniche e diagnostiche dell’ecografia.
Il primo ecografo, arrivato ai primi di febbraio1982, viene destinato alla Patologia Neonatale, per lo studio dell’encefalo ed è gestito dalla Dott.ssa A Ometto,
appena rientrata da un tirocinio in Francia, dove ha appreso le necessarie nozioni
ecografiche. Un altro ecografo è destinato alla Chirurgia Pediatrica, diretta dal
Prof. Verga, per l’acquiescenza dimostrata dai radiologi responsabili in analogia
con quanto si verifica in altri ambienti nazionali.
Venuto meno l’incarico del Dott. M Boiocchi si sono succeduti alla direzione
del Servizio di Radiodiagnostica del Policlinico S Matteo i Dott.ri A Cecchini (198498) e A Villa (1999-2002) e successivamente il Dott. F Zappoli.
Anche con l’avvento delle macchine pesanti (TC e RM) gestite dall’Istituto di
Radiologia e dal Servizio di Radiodiagnostica del Policlinico ubicato nel padiglione
della Clinica Ortopedica, non è stato possibile l’accesso dei medici del Servizio di
Radiologia della Clinica Pediatrica alle nuove tecnologie, per i soliti motivi del carico di lavoro quotidiano, mentre sono presenti notevoli difficoltà per l’impiego delle
stesse nei pazienti pediatrici (giorni fissi per gli esami con necessità della presenza dell’anestesista).
74
Dal 1995 è stato creato il Modulo Operativo di Radiologia Pediatrica e nel
nuovo piano di riorganizzazione dell’Ospedale è stata individuata e definita una
Unità Operativa Semplice di Radiologia dell’Età Evolutiva.
All’inizio degli anni 2000 l’organico del Modulo Operativo di Radiologia Pediatrica del Policlinico San Matteo è invariato: 2 medici (Dott. Beluffi, Dott.ssa
Fiori), 1 tecnico, 1 infermiera e 1 segretaria a tempo parziale.
Il Modulo è costituito da tre sale di diagnostica: la I è dotata di un apparecchio telecomandato (Diagnost 90 Philips) con AB e spot camera, digitalizzata recentemente; inoltre è fornita di slitte, culle ed altri mezzi di contenzione; la II con
pensile (Allmec), stativo e di un potter verticale, dotata anche di sistema thoracomat; la III ha uno stratigrafo lineare (Tecnotomo Allmec), un potter verticale per lo
studio del rachide in toto in ortostatismo, un ortopantomografo (Orthopantomograf
5) e telecraniografo Siemens.
Esistono 1 camera oscura tradizionale ed 1 sistema daylight
Il Modulo è dotato di 2 portatili: uno per la patologia neonatale, l’altro Mobilette Siemens viene utilizzato nei restanti piani della Clinica ed in particolare in
Oncoematologia. Un terzo portatile con AB è impiegato in sala operatoria.
Per quanto riguarda l’attività assistenziale del servizio radiologico nel periodo 1981-2002 mi riferisco alle statistiche, gentilmente fornitemi dal Dott. Beluffi. Il
numero complessivo degli esami di radiologia tradizionale dopo un rapido incremento dal 1981 al 1982 (da 505 a 8916) pur con alcune oscillazioni che hanno
raggiunto il picco nel 1988 (9812 esami) e dopo un calo verificatosi negli anni
1999-2000 (con una media inferiore ai 7800 esami annui) si è assestato intorno ai
9000 esami annui nel periodo 2001-2002.
Nello stesso periodo le indagini ecografiche analogalmente a quanto si verifica in tutti i servizi radiopediatrici da una media intorno alle 600 annue (negli anni
1983-85) hanno avuto un incremento fino a raggiungere i 4000 esami circa nel
1991, valore superato di poco negli anni successivi, che vedono una stabilizzazione (560 % circa).
Nel frattempo si assiste a una diminuzione marcata delle urografie e delle
pielografie, le prime passate da una media annuale di circa 200 nel biennio 198485 alle 15 all’anno nel biennio 2001-02 e le altre da una trentina all’anno nel primo
75
biennio e una media di 7 per anno negli anni 2001-02. Le cistouretrografie minzionali presentano una riduzione, peraltro contenuta, passando da una media di
circa 200 all’anno nel periodo 1985-90 a circa 160 all’anno nel biennio 2001-02
(con diminuzione del 20%).
Gli esami del tubo digerente per os hanno un certo incremento (in percentuale del 27%), con crescita da 132 esami annuali nel biennio 1989-90 a 167 esami nel biennio 2001-02. Viceversa le indagini del colon con clisma subiscono
una discreta flessione, da 30 per anno nel biennio 1989-90 a 18 esami annuali
negli anni 2001-02.
Questa situazione del Servizio Radiologico Pediatrico del San Matteo
all’inizio degli anni Duemila, definita “deprimente” da Giampiero Beluffi (GB), carente di organico e privo delle tecnologie moderne, gestite dai Radiologi generali
è comune ad altri servizi radiologici di ambulatori pediatrici ospedalieri ed universitari ed incide negativamente sullo sviluppo della Radiologia Pediatrica, sia in sede
locale che nazionale e non offre prospettive di progresso professionale, scientifico
e di carriera per i giovani radiologi come è già stato osservato nella parte generale. 2
Tuttavia nello stesso periodo GB riesce ad esplicare un’intensa e brillante
attività scientifica e didattica apprezzata non solo in Italia, ma anche all’estero.
Vasta e qualificata la produzione scientifica di GB, costituita da circa 265
pubblicazioni nel periodo compreso tra il 1974 ed il 2000 sia su prestigiose riviste
italiane e straniere e dagli abstracts di comunicazioni e relazioni presentate a
Congressi nazionali ed internazionali oltreché da recensioni di Congressi. A queste sono da aggiungere cinque capitoli in altrettanti libri e la traduzione dal francese di due libri attinenti alla Radiologia Pediatrica.
Dato il numero degli argomenti trattati, non è possibile fare una rassegna
completa; mi limiterò pertanto a una loro classificazione in gruppi secondo gli apparati interessati o il tipo di patologia: apparato scheletrico, apparato digerente,
apparato urogenitale, oncologia, sistema endocrino, apparato cardiovasale e SNC,
le sindromi, le recensioni ed in un gruppo che non rientra nella classificazione adottata, comprendente argomenti vari attinenti alla Radiologia Pediatrica.
76
Sarà comunque dato rilievo alle pubblicazioni cui GB ha apportato da solo o
in collaborazione con altri Autori un concreto contributo e che hanno suscitato
maggiore interesse. Sotto questo aspetto in primo luogo sono da ricordare per
numero (una sessantina) e per l’interesse degli argomenti trattati le pubblicazioni
sull’apparato muscolo-scheletrico. Tra queste, oltre una ventina riguardano varie e
rare displasie ossee. La displasia metafisaria tipo Schmid è stata oggetto di alcuni
lavori che comprendono la comunicazione “Diagnosi precoce ed evoluzione” di
questa displasia presentata al XIX Congresso della ESPR (Praga 1982), scelta
per la pubblicazione sulla rivista “Annales de Radiologie” da un comitato internazionale di selezione.
Le “Osteocondrodisplasie genotipiche” sono state trattate da GB nel III capitolo del libro
“Patologia dell’apparato locomotore”.
3
Inoltre ha fatto parte del
gruppo di studio per l’ipocodroplasia, puntualizzando il ruolo svolto dall’indagine
radiologica in questa displasia ossea, che ha permesso di individuare i segmenti
ossei più sensibili per la diagnosi ovviamente formulata insieme ai dati clinici e genetici. 4
Poche ma non meno importanti le pubblicazioni del Nostro su le alterazioni
scheletriche, nelle malattie metaboliche in particolare nella mucolipidosi II (I Cell
desease) GB ha descritto, in collaborazione con AA italiani e stranieri le correlazioni tra i reperti radiologici ed istologici dello scheletro in questa malattia. 5
L’associazione dello studio radiologico a quello ultrastrutturale è stata impiegata da GB (in collaborazione con altri AA), in alcuni casi di iperostosi corticale
in età neonatale, tra cui una comunicazione presentata al XX Congresso della
ESPR (Parigi 1983), scelta da un comitato internazionale di selezione per la stampa su “Annales de Radiologie”.
Secondo il criterio fin qui adottato per lo svolgimento della materia seguono
in ordine di frequenza le pubblicazioni sull’apparato urinario (22 casi) e
sull’apparato digerente (una ventina). 6
Tra le pubblicazioni sul primo apparato figurano alcune riguardanti problemi
importanti di radiourologia infantile: “La diagnosi perinatale di uropatie malformative” con contributo di una casistica personale; due lavori sulle alterazioni funzionali
e/o morfologiche a carico delle vie urinarie e del parenchima renale osservata nel
77
follow-up del reflusso vescico-ureterale, con indagini strumentali nel bambino con
infezioni urinarie ricorrenti 7; il ruolo della radiologia tradizionale relazione presentata da GB in collaborazione con T Pellegrini, U Bongini G Natoli al Convegno
Multidisciplinare “Problematica attuale nella diagnosi e terapia della idronefrosi in
epoca pre e post natale” svoltosi a Firenze nel marzo del 1991.
GB ha fatto parte del gruppo di radiologi pediatri europei, chiamati a valutare la tecnica fluoroscopica impiegata, i criteri della qualità delle immagini e la dose
nella cistouretrografia minzionale eseguita in pazienti dell’età infantile in ospedali
pediatrici selezionati.
8
Passando ad esaminare la produzione scientifica di GB nel campo
dell’apparato digerente sono da segnalare alcune pubblicazioni su malformazioni
rare del tubo digerente: un caso di atresia del colon trasverso; il volvolo
dell’estremo distale del tenue da duplicazione dell’ileo; il setto antrale come rara
causa di ostruzione parziale dello svuotamento gastrico nel bambino ed in un altro
lavoro di vomito e di ematemesi. Altri lavori segnalano il ruolo dell’ecografia nella
diagnosi di stenosi ipertrofica del piloro (anni 1986-1988). Di particolare interesse
la comunicazione [coll. C Passamonti, F Calliada et al. presentata alle IV Giornate
Internazionali di Ultrasonologia (Bologna, sett. 1988)]: “Considerazioni sulla ecogenicità del muscolo pilorico ipertrofico studiato con sonde ad alta definizione”.
Nella seconda metà degli anni Ottanta G B partecipa a due Convegni Nazionali della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN, rispettivamente l’XI
svoltosi a Modena nel maggio del 1987 ed il XII a Copanello (CZ) nel sett. del
1989, in cui il tema di relazione verte sulle urgenze addominali. All’XI Convegno
GB interviene alla Tavola Rotonda sul tema di relazione “Le urgenze addominali”
illustrando tecnica e reperti della radiologia tradizionale nella patologia acuta dello
stomaco e del duodeno. Nell’altra manifestazione è stato invitato a tenere una lezione al corso di aggiornamento abbinato al Convegno, in cui tratta principalmente
la patologia malformativa del tubo digerente ed esordio nell’età neonatale, documentati da una ricca iconografia.
Un altro importante contributo è stato apportato da GB in Oncologia con oltre 20 pubblicazioni, tra cui le più importanti riguardano i tumori dell’apparato scheletrico (una dozzina); una serie di queste è stata eseguita con la collaborazione di
78
noti radiopediatri italiani ed esteri: a parte la costante presenza di Beluffi e di Kozlovski, personalità di spicco della Radiopediatria internazionale, i nomi che ricorrono più di una volta sono tra gli italiani A Pelizza e A Taccone e tra gli stranieri J
Campbell, JC Hoeffel, MC Martin, J Masel, J Padovani, P Sprague et al. I tumori
primitivi presi in esame riguardano vari segmenti ossei, il rachide, la mano, le coste, il bacino.
Di particolare interesse il lavoro sui tumori primari dello scheletro nei lattanti
in cui sono riferiti i casi di tumori maligni molto rari in questa età della vita: un osteosarcoma e tre casi di tumore di Ewing con reperti radiologici assolutamente atipici ed altri 6 casi: un condroblastoma e cinque casi di angiomatosi con quadri
caratteristici: le osservazioni provenivano da sei ospedali pediatrici. 9
Altro contributo importante è stato apportato da GB (in coll. con Radiologi e
Pediatri del Policlinico S Matteo di Pavia) nello studio della patologia neuroendocrina dell’asse ipotalamo-ipofisario e della ipofisi posteriore con l’impiego della
RM. Una delle pubblicazioni più interessanti su questo argomento riguarda il nanismo ipotalamo-ipofisario, in cui gli AA hanno dimostrato un maggior grado di accuratezza nel rilevare le alterazioni ipofisarie e del peduncolo ipofisario della RM in
confronto alla TC. 10
Nel campo dell’apparato respiratorio GB si è occupato della patologia respiratoria neonatale: pneumotorace neonatale, sindrome di Wilson-Mikity, enfisema
lobare congenito. Anche in questo settore GB collaborando con altri importanti
centri di Radiopediatria, ha realizzato un apporto notevole alla conoscenza della
malformazione adenomatoide cistica del polmone con la descrizione di 16 casi. 11
Ultimi nella graduatoria del numero delle pubblicazioni risultano gli apparati
cardiovascolare e del SNC, con 6 lavori per ognuno. Nel primo gli argomenti trattati sono attinenti a malformazioni rare dell’apparato cardiovascolare e per il SNC va
ricordato l’impiego dell’ecografia cerebrale in culla in un reparto di terapia intensiva neonatale già nei primi anni Ottanta e la comunicazione (in coll. con A Ometto
e R Dore) “Diagnosi ecografica e correlazioni TC nella patologia malformativa cerebrale neonatale” presentata al Convegno Internazionale “Il Pediatra Neonatologo di fronte alle tecniche diagnostiche” (Pavia, maggio 1984).
79
Numerose le pubblicazioni di GB sulle sindromi (32) ; una parte già note
nella letteratura (S. di Larsen, S. campomelica, S. di Rubistein-Taybi, S. delle ciglia immobili, ecc.), alle quali ha apportato un ulteriore contributo sia dal lato clinico-radiologico sia dal lato genetico; nelle altre, rare o molto rare, per lo più ignorate dalla trattatistica: S. di Ruvalcaba, S. di Choen, S. di Borjeson-ForssmanLehman, S. di Antley-Bixler ed altre, sulla base di casistica ben documentata, ha
contribuito con ulteriori elementi alla loro conoscenza.
Nel gruppo “varie”, particolarmente numerose (intorno a 37), sono state incluse pubblicazioni su temi non inquadrabili nei gruppi precedenti, tra gli altri
l’AIDS e le sue manifestazioni, malattie a eziopatogenesi non nota, la protezionistica, la qualità delle immagini, il cateterismo venoso centrale, le sue applicazioni
e complicazioni connesse ad esso, ecc.
Numerose le recensioni (35), di cui la maggior parte è attinente ai Congressi della ESPR, a decorrere dal XVIII congresso svoltosi ad Oslo nel 1981, fino ad
oggi, testimonianza della sua assidua partecipazione all’attività della ESPR.
Si è già accennato alla collaborazione di GB alla stesura di alcuni capitoli
attinenti alla Radiologia Pediatrica tra i quali è già stato citato il capitolo “Le Osteocontrodisplasie genotipiche”. Meritano di essere ricordati anche gli altri capitoli per
l’importanza degli argomenti trattati:
1. “Paediatric Radiology in Italy: its status before and after the foundation of the
European Society of Paediatric Radiology”. In H J Kaufman, H Ringertz, E
Sweet (eds.) “The first 30 years of the ESPR. The history of Pediatric Radiology
in Europe”, pag 79-91, Springer–Verlag, Berlin-Heidelberg, New York, 1993;
2. “L’anca settica” in “L’anca Pediatrica”, Collana monografica di radiologia muscolo-scheletrica diretta da U Albisinni, Vol 2, pag 75-86, Guido Gnocchi Editore
S.r.l., Napoli, 1994;
3. In collaborazione con R Perale “Radiologia Pediatrica” in: A Cardinale (a cura
di) “Immagini e segni dell’uomo. Storia della Radiologia Italiana. Centenario della scoperta dei Raggi X”, pag. 647-652, Idelson-Gnocchi, Napoli 1995;
4. In collaborazione con P Fiori “Radiologia Pediatrica” in: L Di Guglielmo, A
Cardinale (a cura di) “Lineamenti di Radiologia”, cap XXI, pag 461-489, Guido
Gnocchi Editore s.r.l., Napoli, 1997.
80
Intensissima anche l’attività didattica di GB. Numerose le lezioni di aggiornamento da lui tenute a corsi nazionali ed internazionali. Tra le altre si ricordano le
lezioni ad invito al XXXII Congresso Nazionale della SIRMN (Milano, 1986) ed
all’XI Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN (Modena,
1987), già citate tra le pubblicazioni. Altre lezioni sono state tenute al Corso di aggiornamento “Diagnostica per immagini nel neonato a rischio” (Genova, 1986), alle
diverse edizioni del “Maggio Pediatrico Pavese” (1984, 1986, 1988, 1990, 1992),
al Corso pratico di Ecografia Neonatale ed alla Settimana di aggiornamento in Ecografia Pediatrica (Pavia, 1993, 1990, 1994, 1995, 1996); in particolare quelle tenute quale “Invited Guest Speaker” alla riunione annuale dell’Australasian Society
of Pediatric Imaging (Perth, WA, 1990), ai Post Graduated Courses della ESPR
(Budapest, 1992; Utrecht, 1995); ad ECR93 (Vienna 1993) ed ECR’95 (Vienna
1995); al Second European Course of Pediatrics Radiology (Camogli 1993), al
Third European Course of Pediatrics Radiology (Barcellona 1994) e al Fifht European Course of Pediatrics Radiology (Colonia 1996), al XXI International Congress of Pediatrics (Cairo 1995).
Ha organizzato nell’aprile 1998 una delle riunioni primaverili del gruppo di
studio dell’European Network of Pediatric Radiologists (ENPR), tenutasi a Pavia
Ha tenuto cicli di lezioni agli studenti del V anno della Facoltà di Medicina e
Chirurgia dell’Università di Pavia dell’AA 1968-69 ed a quelli del VI Anno
dell’Università di Milano degli AA 1973-74 e 1974-75, nonché agli specializzandi in
Radiologia Medica e Terapia Fisica dell’Università di Pavia negli AA 1971-72
1972-73 e dall’AA 1980-81 che continuano fino ad oggi.
Ha tenuto il Corso di “Anatomia Radiologica” agli allievi della Scuola per
tecnici di Radiologia Medica degli Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano negli
anni scolastici 1977-78, 1978-79, 1979-80, 1980-81.
Ha impartito ed impartisce lezioni di Radiologia Pediatrica presso le seguenti Scuole di Specializzazione dell’Università di Pavia: Pediatria dall’AA 198091; Radiologia, Pediatria Preventiva e Puericultura dall’AA 1984-85; Chirurgia Pediatrica dall’AA 1987-88.
Ha inoltre tenuto lezioni ed esercitazioni agli specializzandi in Radiologia
dell’Università di Perth, (Australia Occidentale), nell’Ottobre 1986.
81
Professore a contratto dell’Università di Pavia dall’AA 1984-85, a tutt’oggi
presso le Scuole di Specializzazione in Pediatria ed in Pediatria Preventiva e Puericultura; dall’AA 1989-90 presso le Scuole di Specializzazione in Radiologia Medica e Chirurgia Pediatrica, tenendo una media di 25/30 ore di lezione complessive all’anno
E’ stato nominato Professore a contratto presso l’Università di Pavia per
svolgere un corso integrativo speciale di “Applicazioni e risultati delle tecniche per
immagine in Radiologia Pediatrica” nell’ambito dell’insegnamento ufficiale di “Clinica Pediatrica I” presso il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia della Facoltà di
Medicina I nell’AA 1993-94.
GB nella sua lunga carriera professionale ha ricoperto molti incarichi ed acquisito titoli prestigiosi in ambito nazionale ed internazionale di cui non è possibile
fare elenco completo, mi limiterò pertanto ad una sintesi dei più notevoli. Un cenno
alla sua frequenza come “Medico visitatore” di reparti radiologici di importanti Ospedali Pediatrici (negli anni Ottanta è stato più volte al Children’s Hospital Medical Center, Harvard University di Boston, all’ Hôpital Saint Vincent de Paul di Parigi, a due noti Ospedali Pediatrici in Australia (Sydney e Perth).
Fa parte del gruppo di studio “Lake Starnberg Group” (ora denominato European Network of Pediatric Radiologists – ENPR) della ESPR, e di un gruppo di
esperti che lavora al “Research project” nel campo della protezionistica e delle attrezzature per le indagini radiologiche in età pediatrica.
E’ stato invitato come “Chairman” ad una delle sedute del corso postuniversitario internazionale di aggiornamento “Pediatric Imaging 87” (Toronto,
1987) ed a varie sessioni di Congressi della ESPR (anni Ottanta e Novanta) e di
altri Congressi europei nello stesso periodo. Infine ha fatto parte dei Comitati Organizzatori di Congressi Nazionali della SIRM(N) (32° e 37°), della ESPR (21°),
della International Pediatric Association 1987 e 1991, della ECR 91 e ECR 93 ed
altri Congressi di rilievo internazionale.
E’ stato membro del Comitato Direttivo della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRM(N) dal 1988 al 1992, di cui è socio da molti anni, delle Sezioni di
Radiourologia e di Radiologia Scheletrica della stessa Associazione. E’ stato
componente dei Consigli Direttivi della European Society of Pediatric Radiology
82
(ESPR) 1983-1988, di cui è membro attivo dal 1980, della European Society of
Cardiovascular and Interventional Radiology ( CIRSE) della Australasian Society
of Pediatric Imaging (ASPI), del Groupe de Radiologie Pediatrique “Jacques Lefebvre”, della Society for Pediatric Radiology (SPR), della Bone Dysplasia Society
(BDS) dal 1993.
Da molti anni fa parte del Comitato Editoriale di importanti riviste scientifiche “La Radiologia Medica”, “Pediatric Radiology”, “Annales de Radiologie”, “Index
of European Radiological Journals”.
Recentemente (2003) è stato nominato “membro onorario” della European
Society of Pediatric Radiology.
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 Le notizie storiche riportate sull’Università di Pavia sono state fornite dal Prof. Beluffi che ringrazio sentitamente
2 G Beluffi: Comunicazione personale
3 Osteocondrodisplasie genotipiche: in UE Pazzaglia, L Ceciliani (a cura di), Patologia
dell’apparato locomotore, Cap 3, pagg.21-31, Edizioni Medico-Scientifiche, Pavia, 1987
4 C Prinster, M Del Maschio, G Beluffi, M Maghnie, G Weber, A Del Maschio, G Chiumello, Italian
Study Group for Hypochondroplasia: Diagnosis of hypochondroplasia: the role of radiological interpretation. Pediatr Radiol 31: 203-208, 2001
5 UE Pazzaglia, G Beluffi, JB Campbell, E Bianchi, N Colavita, J Diard, P Gugliantini, U Hirche, K
Kozlowski, A Marchi, V Nayanar, G Pagani: Mucolipidosis II: correlation between radiological features and histopathology of the bones. Pediatr Radiol 19: 406-413, 1989
6 Non sono considerate nel numero riportato alcune pubblicazioni attinenti a tumori dell’apparato
digerente incluso nelle pubblicazioni inerenti all’oncologia
7 A Chiara, L Aguzzi, F Torcasio, E De Vecchi, G Beluffi, G Rondini: Ruolo delle indagini strumentali nel bambino con infezioni ricorrenti delle vie urinarie. Riv Ital Pediatr (IJP) 16, Suppl 1: 19 (A),
1990
8 K Schneider, N Perlmutter,R Arthur, V Cook, AE Horwitz, P Thomas, P Kramer, JP Montagne, G
Ernst, MM Kohn, W Panzer, B Wall, G Beluffi: Micturition cystourethrography in paediatric patients
in selected children’s hospitals in Europe. Evaluation of fluoroscopy technique, image quality criteria and dose. Radiat Protec Dosim 90: 197-201, 2000. Corrigendum 93:286, 2001
9 K Kozlowski, G Beluffi, D Choen, J Padovani, L Tamaela, M Azouz, P Bale, HC Martin, VV
Nayanar, M Aricò, E Bianchi: Primary bone tumors in infants. Short literature review and report of
10 cases. Pediatr Radiol 15: 359-367, 1985
10M Maghnie, F Triulzi, D Larizza, G Scotti, G Beluffi, A Cecchini, F Severi: Hypotalamic-pituitary
dwarfism: comparison between MR imaging and CT findings Pediatr Radiol 20: 229-235, 1990
11 G Beluffi, C Brokensha, K Kozlowski, J Lucaya, J Masel, L Morris, R Rosso M Stronati, R
Thomson: Congenital cystic adenomatoid malformation of the lung. Presentation of 16 cases.
Fortsch. Röntgenstr (RöFo) 150: 523-530, 1989
83
A BRESCIA dopo la catastrofe bellica l’Ospedalino fu ricostruito, ampliato ed
affidato ad un Commissario “pro tempore” nella persona dell’Ing. Vittorio Montini.
Negli anni ‘50 l’Ospedalino risultava costituito dalle Divisioni di Medicina e di
Chirurgia – Ortopedia; dai servizi di Radiologia e di Otorinolaringoiatria.
Nel 1968 l’Opera Pia “Ospedale dei Bambini Umberto I° ed Istituto Rachitici”
veniva dichiarato Ente Ospedaliero. Negli anni seguenti la Divisione di Medicina
(Primario il Prof. Giuseppe Cesare Abba), veniva sdoppiata con l’istituzione di un
Servizio Pediatrico presso l’Ospedale Civile per l’Assistenza Neonatologica affidato
al Prof. Carlo Zunin e di un reparto di Medicina che veniva potenziato con la
creazione del Servizio di Isolamento per Malattie Infettive (1970). Venivano istituiti
inoltre, nel corso degli anni: il Servizio di Cardiologia (1969), il Servizio di Laboratorio
ed Analisi (1970); il Servizio di Anestesia (intorno al 1970) cui si sarebbe aggiunta la
Rianimazione Pediatrica nel 1987, per non breve periodo in cogestione con la terapia
intensiva post-chirurgica, finalmente indipendente dal 2000; infine, veniva creata nel
1973 il Reparto di Neuropsichiatria Infantile.
Nel 1981 l’Ente Ospedaliero “Ospedale dei Bambini Umberto I“ si estinse per
diventare Presidio Ospedaliero della neonata Unità Socio Sanitaria Locale e
convenzionato con l’Università degli Studi di Brescia. Progrediva nel frattempo l’idea
di accorpare l’Ospedalino agli Spedali Civili che dopo una lunga fase di gestazione,
fu realizzata nel ’98 con risultati da “situazione provvisoria” che perdura tutt’oggi, con
molti risvolti negativi che tale provvisorietà può avere sul buon funzionamento delle
varie Unità Operative.
A seguito del pensionamento del Prof.Tunesi (1969), è nominato Primario, nel
1970 il Prof. Piero Caggioli, diplomato alla scuola di Bologna del Prof. Gian Giuseppe
Palmieri. Dal 1972 Caggioli, ha avuto come aiuto il Dott. Dario Zaltron proveniente
dalla Scuola Padovana del Prof. Guerrino Lenarduzzi, che svolge le funzioni di
primario dal 1991 a tutto il 1996.
Dal 1997 la responsabilità del Servizio viene affidata al Dott. Sergio Dighi
coadiuvato dalle Dottoresse B Pupillo, F Simeone e MP Bondiani; quest’ultima di
recente nomina a ricercatore presso la Cattedra di Radiologia dell’Università di
Brescia, diretta dal Prof. Antonio Chiesa.
84
La
dotazione
di
apparecchiature
dell’epoca
del
Prof.
Tunesi
(un
troncostratigrafo e un ortoclinoscopio) fu integrata nel 1970 da un telecomandato
90/90 fornito di un A.B., di spot camera e con possibilità di registrazione delle
immagini su nastro magnetico.
Nel periodo successivo, fino al trasferimento dell’”Ospedalino” presso
l’Ospedale Civile, avvenuto nel 1998, vengono acquisite nuove apparecchiature di
tipo tradizionale telecomandato, una per il Servizio distaccato del Ronchettino, l’altra
per il nuovo Centro Neonatologico, istituito presso l’Ospedale Civile; inoltre vengono
sostituite le vecchie apparecchiature nelle due sale di diagnostica con due
apparecchi di tipo tradizionale telecomandati e sono istituite due nuove diagnostiche
una toraco-scheletrica e una odontologica.
Nel 1983 viene acquistato un ecografo, tipo real-time, dotato di sonda
settoriale da 5 Mhz. Un altro apparecchio è stato acquisito alcuni anni dopo per il
Ronchettino, in grado di operare con una sonda sector meccanica ed una lineare
elettronica per i tessuti superficiali. Attualmente sono in funzione due ecografi dotati
di sonde elettroniche multifocali e di funzione Color-Doppler.
La tomografia computerizzata è stata introdotta nel 1992, con l’installazione di
un’apparecchiatura TC sequenziale.
Il trasferimento attuato nell’estate del 1998 e il conseguente accorpamento
degli “Spedali Civili”, portato a termine prima dell’ultimazione dei lavori per la nuova
sede, ancor oggi incompiuta, ha determinato un drastico ridimensionamento del
servizio che attualmente si avvale della vecchia apparecchiatura radiologica
tradizionale telecomandata e di una saletta ecografica in locali propri, mentre un
moderno telecomandato digitale modello Siregraph è dislocato presso il 2° Servizio
di Radiologia del Pr. Antonio Chiesa dove vengono svolte anche le altre indagini che
necessitano di tecnologia moderna a cominciare dalla TC.
Attualmente il Servizio effettua circa 24.000 esami l’anno di cui circa 15.000
esami radiologici e 9.000 ecografici.
La produzione scientifica, trattandosi di servizio a prevalente indirizzo
ospedaliero, si è sviluppata negli scorsi anni in un discreto numero di pubblicazioni
su riviste prevalentemente nazionali; i lavori svolti sono stati eseguiti in
85
collaborazione con i Reparti dell’ ”Ospedalino”, in prevalenza con Chirurgia e
Pediatria.
L’attività didattica viene svolta all’interno della Scuola di Specializzazione in
Radiologia con corsi di Radiologia Pediatrica e presso le scuole per TSRM di Brescia
e Cremona.
86
A PADOVA la Clinica Pediatrica Universitaria si trasferisce nel grande
Policlinico, sotto la guida del Prof. Giancarlo Bentivoglio nel 1955. In questa nuova
sistemazione viene istituito un gabinetto di radiologia con un radiologo dedicato,
ritenuto più idoneo delle consulenze a rispondere alle peculiari esigenze della
Clinica Pediatrica, che fino ad allora era servita dall’Istituto di Radiologia. Questo
tuttavia conserva le funzioni direttive del nuovo Reparto che pertanto non è
autonomo.
L’attrezzatura radiologica è costituita da apparecchi della Ditta Gilardoni
(ortoclinoscopio e trocostratigrafo, dotati di tubi radiogeni ad anodo fisso). La
Direzione del Servizio radiologico viene assegnata al Prof. Francesco Hueber,
aiuto dell’Istituto di Radiologia dell’Università diretto dal Prof. Guerrino Lenarduzzi.
Nel 1962 il Prof. Hueber passa al primariato di Radiologia dell’Ospedale Civile di
Padova e gli subentra alla direzione del servizio il Prof. Cesare Ruffato, libero
docente di Radiologia e Anatomia Patologica, che resterà in tale incarico fino al
1968.
In questo periodo la vecchia attrezzatura viene sostituita con apparecchi più
moderni della ditta Fritz Offmann, dotati di tubi radiogeni ad anodo rotante, che
consentono tempi di esposizione più brevi e quindi più adatti allo studio radiologico
di soggetti in età pediatrica. L’attrezzatura è dotata di un seriografo Elema –
Schönander (24x36) con una cadenza di 6 pellicole/minuto con il quale vengono
eseguite le prime angiopneumo - cardiografie.
Nel 1968 il Prof. Ruffato passa al primariato all’Ospedale Civile a
Castelfranco Veneto; gli succede il Prof. Antonio Chiesa, assistente ordinario
dell’Istituto di Radiologia, coadiuvato dal Dott. Bernardo Finco, assistente
volontario dello stesso Istituto.
Dietro loro proposta, l’attrezzatura viene aggiornata con l’acquisto di un
trocostratigrafo, di un ortoclinoscopio con AB a catena TV, di un tavolo da
cateterismo dotato di AB con catena TV e roentgen-cine (Arriflex) con cinepulse
unit della ditta Philips.
Nella seconda metà del 1969 il Prof. Chiesa ed Il Dott. Finco lasciano
l’incarico direttivo al Prof. Alberto Marigo, assistente ospedaliero presso l’istituto di
Radiologia, che dirige il servizio fino al 1993, da solo fino al 1975, anno in cui
87
viene coadiuvato dal Prof. Riccardo Perale, professore associato presso l’Istituto
di Radiologia dell’Università. In questo periodo con l’avvento del Prof. Ernesto
Sartori prima (1966) e del Prof. Franco Zacchello poi alla Cattedra Universitaria, si
verifica un notevole sviluppo della Clinica Pediatrica con l’istituzione di nuovi
reparti e servizi, che nel corso degli anni sono aumentati in rapporto alle nuove
esigenze della assistenza e della diagnostica in Pediatria. Lungo sarebbe il loro
elenco; mi limiterò ai più importanti. Oltre ai reparti di Pediatria medica (Clinica
Pediatrica, Cardiologia, Assistenza neonatale, Endocrinologia, Gastroenterologia,
Nefrologia, Neurologia, Oncoematologia, Patologia infettiva, Terapia intensiva
neonatale, ecc.) sono presenti i reparti chirurgici (Cardiochirurgia, Chirurgia e
Neurochirurgia pediatriche). Tra i servizi ricorderò il Day Hospital generale ed
oncologico, i servizi di Genetica, Oculistica, Odontoiatria, Neurofisiologia e
Neuropsicologia, Radiologia e Diagnostica per immagini, ecc., i Laboratori e
diversi centri (AIDS, Cefalee, Neuro-oncologico, Trapianti d’organo, Trapianti
midollari, ecc.).
In questo periodo oltre agli esami routinari, vengono eseguiti anche esami
contrastografici
complessi,
quali
encefalografie,
ventricolografie,
pneumoperitonei, pneumoretroperitonei, broncografie, angiografie con cateterismo
dell’arteria femorale o dell’arteria ombelicale, angiocardiografie, splenoportografie,
linfografie.
Nel frattempo (inizio degli anni Ottanta), il servizio di radiologia pediatrica,
tenendosi al passo con le nuove tecnologie, viene dotato di un ecotomografo,
prima manuale, Gilardoni e poi real time, Hitachi.
Negli anni successivi, per quanto riguarda le indagini con TC e RMN, il
servizio può usufruire della disponibilità di una seduta-giornata alla settimana per i
casi di propria competenza presso il servizio centrale di diagnostica per immagini
dell’Istituto di Radiologia dell’Università.
Nel 1993 subentra ai Proff.ri Alberto Marigo e Riccardo Perale, quale
responsabile del Servizio, successivamente diventato Modulo di Radiologia
Pediatrica, il Dott. Enrico Talenti, dirigente di 1° livello presso l’Istituto di
Radiologia, coadiuvato dai Dott.ri Tiziana Toffolutti e Alberto Tregnaghi anch’essi
dirigenti medici di 1° livello presso lo stesso Istituto.
88
Contemporaneamente sono in servizio 4 tecnici sanitari di radiologia
medica e una segretaria. Il servizio effettua le procedure diagnostiche per
immagini sia per i pazienti ricoverati sia per i bambini in Day Hospital, sia per i
soggetti dell’ età pediatrica esterni. 1
Dal momento dell’istituzione della sezione di Radiologia Pediatrica l’attività
scientifica inerente alla Radiopediatria, è stata svolta nell’ambito dell’Istituto di
Radiologia dai Medici incaricati del Servizio. Uno dei primi lavori, reperibili nella
letteratura, riguarda la “Colpografia nell’età pediatrica” di GL Ferrari in
collaborazione con A Disertori della Clinica Pediatrica dell’Università, durante la
dirigenza del Prof. Francesco Hueber, aiuto dell’Istituto di Radiologia, diretto dal
Prof. Guerrino Lenarduzzi, pubblicato su “La Radiologia Medica” (1959).
Ruffato, responsabile del Servizio dal 1965 al 1968 oltre alla sua vasta
produzione scientifica attinente alla radiologia generale, annovera anche un lavoro
di radiologia pediatrica sulla craniolacunia. 2
I contributi scientifici di maggior rilievo sono stati apportati nel periodo
compreso tra la seconda metà degli anni settanta e degli anni successivi del
Novecento, inizialmente da Marigo e Perale, con pubblicazioni e comunicazioni a
Congressi di Radiologia Pediatrica su argomenti interessanti prevalentemente
l’apparato urinario infantile. Successivamente da Perale e Talenti in collaborazione
con Medici dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Padova, della Clinica
Pediatrica, della Clinica Urologica e di altri appartenenti alla stessa Università.
Perale, Professore Associato presso l’Istituto di Radiologia dell’Università di
Padova, è stato autore di numerose pubblicazioni su riviste prestigiose italiane:
“La Radiologia Medica”, “Minerva Pediatrica”, ed estere: “Pediatric Radiology”,
“Journal de Radiologie et d’ Electrologie”, “Annales de Radiologie”, per non citare
che le più importanti.
Gli argomenti trattati spaziano sui vari campi della radiologia pediatrica
comprendenti gli apparati respiratorio, digerente, scheletrico, urogenitale. A lui
sono dovuti contributi interessanti le ricerche casistiche sui tumori di Wilms ed i
neuroblastomi.
Un rilievo particolare meritano le sue ricerche originali (sia da solo sia in
collaborazione con E Talenti e A Del Maschio) sul reflusso vescico-renale e sulla
89
componente intrarenale effettuata sia sul bambino vivente, sia con ricerche
sperimentali sui reni infantili di provenienza autoptica e nei reni di maiali e di ratti.
Inoltre, ha contribuito alla realizzazione di importanti trattati sulla ecografia
in ordine cronologico:
1. Ecotomografia a cura di M Ziviello e coll. :”Il rene infantile”, in collaborazione
con L Rubaltelli e E Talenti; 3
2. Ecografia pediatrica, in collaborazione con G Fariello, G Perri e P Tomà; 4
3. Trattato Italiano di Ecografia: “L’apparato urinario” in coll. con E Talenti. 5
Da segnalare anche la monografia “Radioprotezione e rischi nucleari” in
coll. con PC Muzzio e R Zambrini. 6
Infine ha partecipato attivamente ai Convegni delle Sezioni di
Radiologia Pediatrica e Radiourologia, con relazioni e comunicazioni
soprattutto su argomenti inerenti la diagnostica per immagini in Urologia
pediatrica ed ai Congressi dell’ European Society of Pediatric Radiology alla
fine degli anni Settanta e durante gli anni Ottanta, di cui è stato prima membro
associato dal 1976 e successivamente membro attivo.
Significativa la sua partecipazione a vari Congressi Nazionali della
SIRMN: XXVIII Congresso (Rimini, 1978) alla tavola rotonda (TR) sulle
interstiziopatie polmonari, per la parte pediatrica; XXIX Congresso (Napoli
1980) con un intervento preordinato al Simposio su “La Radiologia neonatale”
con la relazione “Studio preoperatorio delle masse addominali nell’infanzia”;
XXX Congresso (Milano, 1982) con l’introduzione “La Radiologia pediatrica
orientata sui problemi” al Simposio: “ Indagini inutili o di utilità opinabile in
Radiologia pediatrica”; XXXI Congresso (Firenze, 1984) con la partecipazione
alla TR: “La patologia espansiva addominale non neoplastica e neoplastica in
età pediatrica” ed al XXXV Congresso (Genova, 1992) con la lezione di
aggiornamento: “Diagnostica integrata nelle infezioni urinarie del bambino”.
Enrico Talenti conseguita la specializzazione in Radiologia diagnostica
con il massimo dei voti e la lode nel 1981, ha svolto le attività professionale e
scientifica presso l’Istituto
di Radiologia dell’Università di Padova, come
90
precedentemente è già stato accennato, fino al conseguimento del titolo di
responsabile del Servizio della Sezione di Radiologia Pediatrica.
Nello stesso periodo ha conseguito il Diploma alla Scuola Italiana di
Ecografia internistica (1984) e l’idoneità nazionale a Primario di Radiologia
Diagnostica nel 1987. Il Talenti è stato Consigliere della Sezione di Radiologia
Pediatrica della SIRM dal 1993 al 1996 ed è Presidente della stessa Sezione
dal 1999.
Cospicua la sua produzione scientifica che alla fine del Novecento
ammontava già a circa duecento pubblicazioni e circa sessanta relazioni ad
invito a corsi di aggiornamento, convegni e riunioni scientifiche.
Le pubblicazioni, secondo quanto mi è stato possibile ricavare da una
ricerca nella letteratura specifica, non avendo ottenuto le informazioni richieste
alla fonte, riguardano l’impiego della diagnostica per immagini, in particolare
dell’ecotomografia nelle varie patologie dell’età infantile fin dall’inizio degli anni
Ottanta, in collaborazione con R Perale ad altri Radiologi dell’Istituto di
Radiologia dell’Università di Padova e talora con i Pediatri della stessa
Università; e sono state stampate in prestigiose riviste italiane (“La Radiologia
Medica”) ed estere (“Pediatric Radiology”, “Journal of
Pediatric Surgery”,
“European Journal of Radiology”, “Journal of Urology”, ecc.). Un consistente
numero di pubblicazioni, in collaborazione con l’équipe cardiologica e cardiochirurgica e gli anatomo-patologi dell’Università di Padova, verte su aspetti
particolari delle cardiopatie congenite, ma soprattutto sull’analisi dei risultati
ottenuti con l’impianto delle bioprotesi, sia in soggetti viventi, sia negli animali
da esperimento, che sono stati riportati in importanti riviste di lingua inglese
inerenti alla patologia cardiovascolare.
Per il suo contributo alla trattatistica ecografica si rimanda alla
collaborazione con Perale. Talenti ha partecipato attivamente con interventi
personali o in collaborazione con altri a vari Congressi Nazionali della SIRM
(N) tra cui:
XXXIV
Congresso
(Torino,
1990)
con
una
comunicazione
in
collaborazione con R Perale e T Toffolutti sul “Contributo delle ecotomografia
nello studio dei tumori renali e pararenali in età pediatrica”; XXXV Congresso
91
(Genova 1992) con la comunicazione “ Contributo della RM allo studio delle
recidive neoplastiche” (in coll. con A Tregnaghi, R Perale et al.); XXXVI
Congresso (Milano1994) con una lezione di aggiornamento sulla “Diagnostica
delle collagenopatie in età pediatrica” (in coll. con D
Barbuti, G Fariello
dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù et al.); XXXVII Congresso (Milano
1996) con un intervento su : “Il Torace” (in coll. con T Toffolutti, A Tregnaghi et
al.) al Workshop sulla Diagnostica per immagini del neonato prematuro;
XXXVIII Congresso (Milano 1998) quale relatore alla Tavola Rotonda
“L’approccio radiologico del dolore addominale nel bambino” con la trattazione
“Contributo della diagnostica per immagini nel dolore delle vie digestive” (in
coll. A Tregnaghi e M Calderone).
Nello stesso Congresso ha trattato, nella sezione per “Il ruolo
dell’ecografia nelle linfoadenopatie maligne”, “L’ilo linfonodale; un segno
ecografico di linfoadenopatia primitiva” e, in un intervento sull’idronefrosi nel I
anno di vita, dei problemi diagnostici e prognostici ad essa connessi (in coll.
con altri radiologi dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Padova e con G
Montini, pediatra e G Zucchetta, medico nucleare della stessa Università).
Di particolare rilevanza per l’ampia ed esauriente trattazione è stata la
relazione svolta al XIV Convegno Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica
della SIRM (Milano 1993) sul tema: “Patologia infiammatoria intestinale, Diagnostica
per immagini” (con la coll. di F Pomerri, T Toffolutti, R Perale et al. dell’Istituto di
Radiologia dell’Università dell’Università di Padova).
Considerevole l’attività didattica svolta da Enrico Talenti, che viene
nominato nel 1985 professore a contratto dell’Università di Padova con
incarico dell’insegnamento di Radiologia ed Ecografia pediatriche nelle scuole
di specializzazione in Radiologia, Pediatria e Chirurgia Pediatrica della stessa
Università.
Talenti è docente di Ecografia pediatrica alla Scuola Italiana di
Ecografia (CAEI) e della stessa materia nei corsi della Sezione di Radiologia
pediatrica della SIRM. 7
92
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 Sono grato al Prof. Alberto Marigo, che ha fornito le notizie fin qui riportate sulla Radiologia
Pediatrica a Padova. Non è stato possibile ottenere una statistica degli esami radiografici eseguiti,
nel periodo considerato.
2 C Ruffato, F Caracciolo et al : Il cranio lacunare. Radiol Med 56: 225-237; 1970
3 Pagg. 297- 318, Ed.Idelson, Napoli, 1986
4 Ed. C.E.A., Milano, 1992
5 Vol.II pagg. 739 – 763, Paletto Ed. SAS, Milano 1993
6 Ed. ISTEDI, Padova-Roma, 1988
7 I dati riferiti sono tratti dal curriculum di E Talenti pubblicati su “Il Radiologo” XXXVIII : 140, 1999
93
Dalla fine del II conflitto mondiale TRIESTE fu amministrata fino al 1954 dal
governo Militare Alleato che collaborò per lo sviluppo di un’assistenza ospedaliera
adeguata ai tempi.
Furono aggiunti due padiglioni, uno per i lattanti e l’altro per malati di tbc
polmonare ed eseguite altre importanti migliorie. Il nuovo complesso fu inaugurato
nel 1950 e fu classificato “Ospedale specializzato di prima categoria ”. L’organico era
costituito da un direttore sanitario, da due primari pediatri di cui uno tisiatra, due aiuti
pediatri, nove assistenti e da un dirigente del reparto di Radiologia, nonché
consulenti di varie specialità.
Nel 1964 l’Ospedale “Burlo Garofolo” venne fuso con la Società “Amici
dell’Infanzia” e l’attività della Clinica per le malattie dei bambini della Società fu
trasferita all’Ospedale Infantile e rappresentò il primo nucleo di quello che sarebbe
divenuto il Centro Immaturi.
Nel 1968 con l’istituzione della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di
Trieste, l’Ospedale divenne sede degli Istituti di Clinica Pediatrica e di Puericultura, a
cui nel tempo altri seguirono (Genetica, Igiene, ecc.) e fu trasformato in Istituto di
Diagnosi e Cura a carattere scientifico (IRCSS) e venne classificato dalla Regione in
Ospedale Regionale Pediatrico specializzato.
L’Istituto fu articolato nei due Istituti Universitari,
di Clinica Pediatrica (con
emodialisi) e di Puericultura, con annessi Centro di Neonatologia, Sezione per la
mucoviscidosi, Centro per lo studio della Fisiopatologia dell’accrescimento, Centro
Immaturi. A questi si sarebbero aggiunti in seguito altri Centri: di Gastroenterologia ,
di Reumatologia, di Allergologia, di Vescica neurologica, ecc.
Furono create inoltre varie divisioni: di Ostetricia e di Ginecologia, di Chirurgia
Pediatrica, di Ortopedia e Traumatologia, di Oculistica, di Otorinolaringoiatria, di
Neuropsichiatria Infantile, di Odontostomatologia e di Chirurgia maxillo-facciale e vari
servizi: Accettazione e Pronto Soccorso, di Radiologia e di Anestesia, di
Rianimazione e Terapia Intensiva, di Cardiologia, di Oncoematologia ed un Centro
Trapianti; Laboratori di analisi ed altri servizi e centri sociali propri di un grande
Ospedale Pediatrico.
Il reparto radiologico che prima del conflitto era dotato di un apparecchio di
radiodiagnostica
successivamente
acquisì
94
un
apparecchio
di
radioterapia
convenzionale di 250 KV e alcuni apparecchi per fisioterapia. Inoltre fu iniziata
un’attività di radiobiologia odontoiatrica: nel 1972 fu acquisito un ortopantomografo.
Nel 1976 erano funzionanti due sale di radiodiagnostica di cui una dotata di un
telecomandato con A.B., spot camera e registratore su nastro magnetico. Gli
apparecchi erano attrezzati per la tomografia convenzionale; inoltre esisteva un
apparecchio di tomografia multidirezionale. Nel 1975 fu installata una terza
diagnostica dotata di un apparecchio dedicato alla pediatria, il “Pediatrix”.
Nel 1981 il reparto acquisì un’apparecchiatura per la TC, Somaton 2,
considerata allora all’avanguardia nel settore. Nello stesso periodo fu creata una
sezione di EG. Intanto, essendo stata installata la terapia con alte energie presso il
reparto di radioterapia dell’Ospedale Maggiore, furono eliminati gli apparecchi per la
radioterapia tradizionale.
Durante il periodo fin qui preso in considerazione (dall’inizio degli anni ’50 fino
al 1994 anno del pensionamento del Prof. Mario Pini) si avvicendarono alla Direzione
del Servizio, Antonio Della Santa e Mario Pini. Il primo che aveva iniziato la sua
attività presso il reparto radiologico dell’Ospedale, come consulente, ne divenne il
Dirigente nel 1950, successivamente ebbe l’incarico di Primario e nel 1963 fu
nominato Primario di ruolo in seguito a concorso.
Dopo il suo collocamento in quiescenza, subentrò al suo posto il Prof. Mario
Pini, già aiuto dapprima come primario incaricato e poi Primario di ruolo mediante
concorso per titoli ed esami rimasto in carica fino al pensionamento (1995). Dal 1995
al 1998 il Primariato viene affidato al Dott. Riccardo Pozzi Mucelli. Dal luglio del 1998
ad oggi (2003) la direzione del Reparto è stata assunta dal Dott. Pier Paolo
Guastalla, già assistente fin dal 1979.
Altri medici in servizio presso il Reparto Radiologico del “Burlo Garofolo”
durante i successivi decenni del Novecento fino all’inizio di questo secolo sono stati i
seguenti:
- Giorgio De Filippi, aiuto radiologo dal 1967 in seguito a concorso e per breve
tempo come primario incaricato nell’Aprile del 1973, poi trasferito ad Alessandria ove
in seguito a concorso per titoli ed esami fu nominato Primario di Radiologia presso
l’Ospedale Infantile “Cesare Arrigo” con deliberazione del settembre 1973. Della sua
95
attività scientifica e didattica svolta a Trieste si rimanda a quanto già scritto nella
storia dell’Ospedale Infantile “Cesare Arrigo” ;
- Paolo Polotti, assistente, deceduto per leucemia nel nel 1973;
- Egidio Martelac prima assistente, poi aiuto fino al 1989;
- Erika Fonda assistente dal 1984, divenne aiuto nel 1990; per breve tempo
ebbe l’incarico di Primario nel 1994. Si interessò principalmente di ecografia E’ in
quiescenza dal 2003.
Furono assistenti nel periodo tra gli anni ’80 e ’90 Cristiana Carini e Giulia
Tommasini
- Negli anni ’90 Franca Brizzi, esperta di ecografia è stata aiuto dal ’91 al ‘98 e
Floriana Zennaro assistente dal ’90 al ‘92 e dal ’98 ad oggi.
Dopo il pensionamento del Prof Mario Pini (1994) si è avuto il cambio di
denominazione
sia
dell’Ospedale
che
del
Servizio
radiologico.
L’attuale
denominazione dell’Ospedale è IRCCS Burlo di Trieste con marchio registrato. La
radiologia è denominata Unità Operativa Complessa (UOC) di Radiologia.
Dal 1995 al 1998, durante il Primariato del Dott Riccardo Pozzi Mucelli si
verifica il rinnovamento della vecchia attrezzatura TAC (Somaton 2) con
un’apparecchiatura a scansione spirale (General Electric – Pro Speed XP Power).
Dal 2001 l’UOC di Radiologia ha subito un’importante ristrutturazione sia
ambientale che tecnologica con razionalizzazione degli spazi e acquisizione di nuove
attrezzature: un sistema di computer radiology (Philips), un telecomandato digitale
(Philips – Omni diagnost) un ecotomografo digitale (Acuson – Siemens Sequoia),
due stampanti a getto d’inchiostro (Agfa)., un apparecchio per radiologia dentale
endorale digitale diretto (Philips), un ortopantomografo – teleradiografo Philips
Attualmente l’organico dell’U.O.C. di Radiologia è costituito da un dirigente di II
livello (Dott. Pier Paolo Guastalla), 4 dirigenti di I livello, un Capotecnico, 8 Tecnici
Sanitari di Radiologia Medica, 2 infermiere e tre segretaria.
Nel 2004 è previsto un ampliamento d’organico in seguito all’apertura del
servizio di RMN con l’acquisizione di due dirigenti di primo livello, due TSRM ed
un’infermiera.
Il numero complessivo di prestazioni che all’inizio degli anni ’70 ammontava ad
una media di 10.650 e nel 1990 a 15.800, risulta attualmente di circa 25.000 esami
96
annuali, di cui il 50% di radiologia tradizionale, il 22% di Ecografia ed il 28% di TC. La
maggior parte degli esami TC di radiologia tradizionale riguarda il distretto toracoscheletrico mentre all’apparato urinario con mezzo di contrasto è riservata una
percentuale di appena l’1% ed al tubo gastroenterico il 5% circa.
Non è stato possibile avere informazioni dirette sulla produzione scientifica
effettuata presso il Servizio Radiologico del “Burlo Garofolo” durante gli anni
Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Dalla consultazione dei volumi del “La
letteratura Radiologica Italiana” pubblicati tra il 1951 e ed il 1970 risulta una sola
pubblicazione di Antonio Della Santa (in coll con GD Rottini) 1, se si eccettuano i
lavori di Giorgio de Filippi di cui è stato ampiamente riferito nella trattazione attinente
all’Ospedale Pediatrico “Cesare Arrigo” di Alessandria. Antonio Della Santa è stato
membro del Consiglio Direttivo della SIRMN.
L’acquisizione della EG e della TC all’inizio degli anni ’80 rappresentò un
notevole progresso nell’assistenza e nello studio di varie patologie infantili, in
particolare della patologia osteo-articolare, cui contribuì l’equipe del Reparto
avvalendosi anche della collaborazione degli altri Reparti dell’Istituto. Tra le altre
iniziative fu elaborato nella metà degli anni ’80 uno “screening” della displasia
congenita dell’anca, con la collaborazione degli Ortopedici dello stesso Ospedale,
che si concretò in alcune pubblicazioni.
Attiva fu anche la partecipazione all’elaborazione di testi come quelli dedicati
alle lezioni di Radiologia Pediatrica organizzate dalla SIRMN, ed al volume “Pronto
Soccorso per il Pediatra”a cura di AG Marchi.
Infine è stato sempre assicurato l’insegnamento della radiologia alla Scuola di
Specializzazione in Pediatria. Il Prof. Mario Pini (MP) è stato autore di oltre 60
pubblicazioni di Radiologia diagnostica generale di Radiobiologia, Radioterapia e poi
di Radiologia Pediatrica. In quest’ultimo campo apportò contributi originali
sull’impiego della TC in varie affezioni dell’età pediatrica avvalendosi delle nuove
metodiche, in particolare della TC di cui ebbe disponibilità fin dal 1980.2
Il Prof Mario Pini, membro della SIRMN e della Sezione di Studio di Radiologia
Pediatrica della stessa Società, ha partecipato attivamente presentando una o due
comunicazioni ai seguenti Convegni della Sezione: IV (Torino, 1977), V (Milano,
1978), VI (Bologna, 1979), VII (Trieste, 1981, da lui organizzato), IX Convegno e
97
contemporaneo I corso di Aggiornamento in Pediatria (Ancona 1983), X (Pisa, 1985),
XI (Modena, 1987) ed alla sessione di Radiologia Pediatrica svoltasi in occasione del
XXX Congresso Nazionale della SIRMN (Milano, 1982). Degli argomento trattati
durante queste manifestazioni viene data esauriente citazione nella Cronistoria della
Sezione di radiologia Pediatrica della SIRMN. Inoltre MP ha partecipato con un
intervento preordinato al simposio sulla radiologia neonatale svoltosi nel corso del
XXIIX Congresso Nazionale della SIRMN (Napoli, 1980). 3
MP è stato insegnante di Radiologia Pediatrica alle Scuole di Specializzazione
in Radiologia e Pediatria
dell’Università di Trieste. E’ stato consigliere del Comitato Direttivo della
Sezione di Radiologia nel quadriennio 1984-87.
La Produzione scientifica di Pierpaolo Guastalla (PG) limitatamente al periodo
(1983-97) secondo la sua segnalazione ammonta 33 lavori comprendenti le
pubblicazioni a stampa, gli abstract pubblicati negli Atti dei Congressi a cui ha
partecipato, alcuni capitoli per il Trattato di Ecografia Pediatrica, 4 e due monografie.
5, 6
Gli argomenti trattati riguardano i vari campi della Radiopediatria, in particolare
l’apparato osteo-articolare
e l’apparato digerente. Come si è già accennato PG ha
apportato un contributo importante allo studio della displasia congenita dell’anca
promuovendo uno screening clinico ed ecotomografico, eseguito in collaborazione
tra i radiologi del Servizio radiologico e gli ortopedici della Divisione di ortopedia del
Burlo Garofalo durante un quinquennio di cui i risultati furono oggetto di un
consuntivo pubblicato sulla Rivista Italiana di Pediatria. 7
PG ha esteso l’impiego della EG alla patologia muscolo-scheletrica che si è
concretato nella elaborazione di un capitolo della monografia sopracitata (“Ortopedia
per il Pediatra”) ed in una pubblicazione “L’ecotomografia in Ortopedia pediatrica:
una lenta rivoluzione” in cui vengono messi a punto le indicazioni ed i reperti di
notevole importanza diagnostica ottenuti con questa metodica nella patologia osteoarticolare infantile, in particolare dell’anca e del ginocchio e nella patologia muscolotendinea.
Nell’ambito dell’apparato digerente si è occupato sia con pubblicazioni a
carattere generale (v monografia già segnalata) sia con lavori su patologia d0organo:
98
“Le malattie infiammatorie croniche dell’intestino”, “Le pancreatiti in età pediatrica”,
“Confronto tra l’impiego degli US e la pH-metria nella diagnosi del reflusso gastroesofageo”.
PG ha applicato la ecografia anche nello studio dell’apparato urinario in corso di
infezioni delle vie urinarie intervenendo sull’argomento con due comunicazioni. Una
in coll. con C Carini, G Messi et al. su: “L’utilità dello studio ecografico renale come
esame di I livello nella patologia infettiva delle vie urinarie in età pediatrica (XXXI
Congresso Nazionale della SIRMN, Firenze 1984) e l’altra in coll. con L Peratoner, C
Carini et al. su “Modificazioni dei protocolli di studio dei bambini con infezione
urinaria ed uropatia malformativa consentite dall’ecografia” (V Convegno Nefrologico
e Didattico, Bardonecchia, 1985).
Infine sono da segnalare due Comunicazioni tenute ad Ancona in occasione del
IX Congresso della Sezione di Radiologia pediatrica della SIRMN abbinato al I Corso
di aggiornamento della stessa sezione. La prima riguardante l’impiego della TC e
della EG usata anche in corso di intervento nella diagnosi di ascessi multipli splenici
renali e l’altra (coll. E Martelanc, G D’Ottavio et al.) su correlazione EG-TC nello
studio dell’encefalo del lattante.
Concludendo dall’analisi della produzione scientifica di PG emergono l’interesse
e la passione con cui si è didecato fin dall’inizio della sua attività all’Ecografia, che tra
la fine degli anni ’70 ed i primi anni del decennio successivo cominciava a diffondersi
anche in ambito pediatrico. In realtà erano ben pochi i centri pediatrici che venivano
dotati di apparecchi ecografici ed era esiguo il numero dei radiologi che
intraprendevano in quel periodo l’impiego della nuova metodica su larga scala in
campo pediatrico e che riferivano le prime esperienze acquisite in diverse patologie
dell’età pediatrica, dal SNC,
all’addome,
dall’apparato
utinario
all’apparato
osteoarticolare. Ricordo, tra gli altri, Laura Artesani a Torino, Enrico Biggi a Genova,
Leonardo Capaccioli a Siena, Giorgio de Filippi ad Alessandria, che sono da
considerare veri e propri pionieri in questa Branca della Radiologia Pediatrica.
99
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 A Della Santa, GD Rottini: su di un frequente reperto radiologico nelle pneumopatie interstiziali da
virus. Nota preventiva. Riv Ital di Rad Clin II:194, 1952
2 La maggior parte delle notizie riferite sull’Ospedale Infantile “Burlo Garofolo” e il relativo Servizio
radiologico è stata fornita da Mario Pini e Pierpaolo Guastalla, cui va il mio ringraziamento.
3 M Pini, E Fonda, D Faraguna: Su un caso di insufficienza renale oligurica transitoria neonatale.
Radiol Med Suppl I: 634- 1981
4 P Guastalla et al: “Ghiandole salivari” (pag 128-136), “Collo” (pag 139-161), “malattie osteoarticolari” (pagg 545-566) in Trattato di Ecorafia Pediatrica. Casa Editrice Ambrosiana, Milano 1992.
5 P Guastalla: “Ecografia in gastroenterologia pediatrica” in Gastroenterologia per il Pediatra. Ed La
Nuova Italia Scientifica.
6 a) P Guastalla, Carini: “Cosa chiedere e come chiedere al radiologo” (pagg. 197-302);
b) F Cavalli, P Guastalla: “La scintigrafia ossea in Pediatria” (pagg 210-214) in ortopedia per il
pediatra. Ed La Nuova Italia Scientifica, 1989.
7 F Di Cosmo, MT Luchi, G Maranzana, D Vorini; C Carini, P Guastalla: Depistage della displasia
congenita dell’anca. Sintesi di un’esperienza quinquennale. Riv Ital Ped (IJP) 16: 182, 1990
100
Pochissimi dati sono reperibili sull’attività pratica del Servizio Radiologico
dell’Istituto “Giannina Gaslini” di GENOVA, nei primi decenni della seconda metà
del secolo scorso.
D’altra parte molte notizie attinenti ai Radiologi che si sono avvicendati in
quel periodo alla direzione del Servizio, possono essere tratte dal loro “curriculum”
riportato nella letteratura radiologica.
A Giovanni Balestra successe, nel 1951 Alfredo De Maestri (ADM). Questi,
laureatosi nel 1934, entrò pochi anni dopo (all’inizio del 1937), con la qualifica di
assistente volontario, all’Istituto di Radiologia dell’Università di Genova, diretto dal
Prof. Vittorio Maragliano (1913-1944), uno dei Pionieri e Maestri della Radiologia
Italiana. Socio della SIRM dal 1938; conseguì la specializzazione in Radiologia
Medica e, successivamente l’abilitazione alla libera docenza nella stessa disciplina
nel 1954.
Nel 1940 ADM venne inviato al Reparto Radiologico dell’Istituto “G. Gaslini”,
di cui divenne Primario inc. nel 1951 e dove rimase fino 1961, anno della sua
prematura scomparsa. nota 1
Nel periodo di permanenza al “Gaslini”, oltre all’attività pratica che esercitò
con passione e professionalità, fu autore di notevoli pubblicazioni scientifiche. Tra
le altre alcune ebbero per oggetto l’applicazione in campo pediatrico della
stratigrafia e della stratigrafia assiale traversa (SAT), metodiche ideate da
Alessandro Vallebona, l’altro suo Maestro, succeduto a Vittorio Maragliano nella
direzione dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Genova nel 1944.
Di particolare rilievo l’impiego nel bambino del pneumoretroperitoneo,
nota 2
proposto da Ruiz Rivas nel 1948, associato alla SAT per lo studio degli organi
addominali. L’argomento fu oggetto di alcuni lavori, eseguiti con la collaborazione
di G Sansone, aiuto della Clinica Pediatrica di Genova.1 Ulteriori studi furono rivolti
alla patologia encefalica, con applicazione della pneumoencefalografia associata
alla SAT 2,3 e della cisternografia,4allo studio tridimensionale del mediastino
posteriore ed anteriore visualizzato contemporaneamente per via peridurale. 5
Per primo applicò la stratigrafia nello studio urografico in età pediatrica.
Interessanti le sue ricerche sulla metodica adottata per l’esame della cistifellea e
delle vie biliari nel lattante e nel bambino. Inoltre altri temi riguardanti l’apparato
101
scheletrico (M Cooley ed ittero emolitico costituzionale) ed il tubo digerente.
(patologia gastroduodenale della I Infanzia) sono stati oggetto di comunicazioni e
pubblicazioni.
ADM collaborò ad importanti trattati: “La stratigrafia” di Vallebona
“Semeiotica e diagnostica radiologica” di M Ponzio
7
6
e
con il Capitolo “Studio
radiologico del mediastino con l’impiego di mezzi di contrasto”.
In sostanza ADM è stato uno dei pochi radiologi italiani che hanno eseguito
esami complessi quali la pneumoencefalografia, il pneumoretroperitoneo, il
pneumoperitoneo e il pneumomediastino, in casistiche numerose e che ha
puntualizzato la tecnica dell’urografia all’epoca scarsamente impiegata negli
ambienti pediatrici.
In tutte queste indagini sono state associate la stratigrafia e la SAT,
secondo l’indirizzo preminente della Scuola Radiologica Genovese.
Per la sua intensa attività pediatrica al “Gaslini” protrattasi per oltre venti
anni, stroncata dalla grave malattia che l’aveva colpito, e per la prestigiosa attività
scientifica, De Maestri deve entrare a far parte del novero dei Pionieri e Maestri
della Radiologia Pediatrica Italiana.
Neopoldo Macarini (NM), subentrò nel 1961 ad Alfredo De Maestri come
primario incaricato del Servizio Radiologico dell’Istituto “Giannina Gaslini”, ove
rimase fino al 1968 quando fu chiamato alla Cattedra di Radiologia dell’Università
di Bari. E’ stato uno dei più valorosi allievi della Scuola di Radiologia Genovese,
diretta dal Prof. Alessandro Vallebona dal 1944 al 1969. Vasta e molteplice la sua
produzione scientifica interessante la Radiodiagnostica, la Radioterapia e la
Radiobiologia.
Nel campo della Radiodiagnostica si annoverano anche alcuni contributi
attinenti alla Radiologia Pediatrica; segnaliamo, tra gli altri, una pubblicazione in
collaborazione con A De Maestri, G Sansone et al., avente per tema la
pneumoencefalografia e la stratigrafia assiale traversa nel bambino,
8
una
pubblicazione sul pneumoretroperitoneo associato alla tomografia nella I Infanzia,
9
una pubblicazione sull’apparato urinario
simpaticoblastomi nel bambino.
11
102
10
e una comunicazione sui
Frutto dell’esperienza acquisita al “Gaslini”, in base alla ricca casistica
raccolta NM presentò in collaborazione con E Romano, aiuto alla Clinica
Pediatrica di Genova, la Relazione Ufficiale al XXIII Congresso Nazionale della
SIRM: “Studio Radiologico della mucoviscidosi”.
Dopo la chiamata del Prof. Neopolo Macarini alla Cattedra di Radiologia
dell’Università di Bari nel 1968 fu incaricato della direzione del Servizio radiologico
del “Gaslini” l’aiuto Prof. Aldo Pelizza, che in seguito a concorso divenne Primario
Radiologo ed in tale carica rimase fino al suo pensionamento, avvenuto per limiti
di età nel 1995.
Durante la direzione di Pelizza, incisiva ed autorevole, il Reparto
Radiologico del “Gaslini” andò incontro a profondi cambiamenti in rapporto ai
notevoli progressi tecnologici della Radiodiagnostica ed al tempo stesso
all’evoluzione dell’Istituto Scientifico “Gaslini”, vero Policlinico infantile, che andava
sviluppandosi, secondo le nuove conquiste della Pediatria, con la creazione di
nuove specialità e servizi ed il potenziamento di quelli già esistenti.
Alla fine degli anni ‘70, il “Gaslini” aveva tutte le specialità: nefrologia,
oncologia, dermatologia, oculistica, malattie infettive, cardiologia, cardiochirurgia,
neuropsichiatria, fisioterapia, ostetricia, pneumologia, otorinolaringoiatria, ecc.
oltre ovviamente a chirurgia pediatrica e ortopedia.
A metà anni ‘70 erano in funzione i seguenti apparecchi: 1 fluoroscopio
telecomandato con catena televisiva, 1 angiografo dotato di seriografo
Schönander, 1 angiografo a tamburo, 6 sale di radiologia convenzionale, alcuni
portatili. Nel 1981 il Servizio viene dotato di due ecografi in contemporanea Phsonic manuale e ATL “real time”.
Alla fine degli anni ’70 l’organico dei radiologi era così costituito: Aldo
Pelizza, Giuseppe Villa- Venzano, Gino Magnaguagno, Mariangela Bonzano.
Nel 1986 viene acquistato un apparecchio di tomografia computerizzata (TC
Esaote Hitachi) e pochi anni dopo (1989) un apparecchio di risonanza magnetica
nucleare (Esaote, O.5 Tesla).
Pertanto alla fine degli anni ‘80 il Reparto Radiologico dell’Istituto “Gaslini”,
dal punto
di vista della dotazione
delle
apparecchiature può ritenersi
all’avanguardia tra i Servizi radiologici ospedalieri ed universitari.
103
L’organico medico è costituito da 6 radiologi, compreso il Primario; due
sono suoi valorosi allievi, già ben affermati nella disciplina: Paolo Tomà, entrato
giovanissimo nell’Istituto subito dopo la laurea, conseguita nel 1977, seguito pochi
anni dopo (1979) da Agostino Taccone (un terzo allievo, Gino Magnaguagno era
prematuramente scomparso qualche anno prima). Tra gli altri in organico sono:
Giuseppe Villa Venzano, Gian Michele Magnano, Anna Dell’Acqua. All’ecografia
sono addetti due borsisti.
Notevole il carico di lavoro: a metà degli anni ’80 sono eseguiti
complessivamente 43846 esami di radiologia tradizionale (40482 interni e 3364
esterni) e 4744 ecografie (solo interni) per anno.
Durante gli anni ’90 il Servizio radiologico del “Gaslini” va incontro a
potenziamento e trasformazione ulteriore. Dopo il pensionamento del Prof. Pelizza
(1995) sono istituiti 2 Primariati, uno di Radiologia e l’altro di Neuroradiologia, di
cui sono nominati Direttori, rispettivamente il Dott. Paolo Tomà ed il Dott. Paolo
Tortori Donati.
Agli inizi del 2000 (2003) i Radiologi in servizio sono 13: Direttore dell’UO di
Radiologia è il Dott. Paolo Tomà; medici di 1° livello, responsabili di modulo: AM
Dell’Acqua e M Oddone; Dirigenti medici di 1° livello: GM Magnano, M Ghiozzi, F
Rizzo, G Lucigrai, A Marzoli, M Valle, F Nardi, E Vignale, G Granata, F
Magnaguagno. I tecnici di radiologia medica sono complessivamente 24 con la
qualifiche: TSRM Ds:2, Coordinatori TSRM: 2 ; TSRM collaboratori: 18; ausiliari
DT:2.
Dal 1° gennaio 1995 è stata istituita la guardia attiva che ha sostituito il
servizio di pronta disponibilità.
Segue la descrizione delle Sezioni di cui risulta composto il Servizio e delle
relative apparecchiature:
2 Sezioni di radiologia convenzionale (centrali); altre 3 sezioni di radiologia
convenzionale: DEA, Ortopedia, Ambulatorio; 2 fluoroscopie digitali (centrale
DEA), 1 angiografo digitale di ultima generazione, 1 angiografo per cardiologi, 2
sezioni di ecotomografia (centrali); 1 sezione di ecotomografia (al DEA), 2 ecografi
portatili, 1 TAC spirale SS (0.5 sec), 1 RM (1,5 Tesla), condivisa con
Neuroradiologia, 1 ortopantomografo.
104
Ecografi attuali: ATL Philips, Aspen Siemens, Tknos Esaote, Titan Sonosite,
Spazio Esaote. Tutti gli ecografi, eccetto l’ultimo, hanno un parco sonde completo
e tutte le opzioni doppler. Nel 1996 è stato istituito un sistema RIS.
Nel 2003 il carico di lavoro ammonta a circa 78000 esami annuali e
precisamente a 54952 interni e 23056 esterni. Se a questi si sommano gli esami
del Servizio di Neuroradiologia (circa 2000 distribuiti tra TC e RM) si ottiene un
totale di circa 80000 esami. Rispetto al numero delle indagini eseguite nel 1985,
come già notato prima, all’incirca 43800 (40482 interni e 3364 esterni) si nota un
notevole incremento (approssimativamente 83%).
Da un’analisi della tipologia degli esami si deduce che la radiologia
tradizionale mantiene il I posto nella graduatoria con 48200 esami (35250 interni
e 12950 esterni), con un aumento del 10%, che le ecografie fanno un marcato
salto in avanti (da 4744 a 25500), in percentuale del 32% rispetto al numero totale
di esami. Considerando invece l’incremento percentuale delle sole ecografie
passate da 4750 a 25500 si ottiene un valore del 43%.
Seguono molto distanziate le indagini con TC e RM, rispettivamente 2249 e
1681, in totale arrotondando 3900, cui si aggiungono circa 2000 esami del
Servizio di Neuroradiologia, in proporzione inversa.
La UO di Neuroradiologia è diretta, come già detto, dal 1995 dal Dott. Paolo
Tortori Donati, che è entrato al “Gaslini” nel 1992, proveniente dalla
Neuroradiologia dell’Ospedale “S Martino”, diretta da M Rosa. Oltre a Tortori
Donati sono in servizio i neuroradiologi Andrea Rossi e Carlo Gandolfo.
Gli apparecchi utilizzati sono TC e RM condivisi con lo UO di Radiologia
diretta dal Dott. Paolo Tomà.
L’attività scientifica in campo radiologico svolta all’istituto “Gaslini” di
Genova dall’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso ai primi anni del secolo
XXI
Aldo Pelizza è stato uno dei maggiori continuatori dell’opera dei Pionieri
della Radiologia Pediatrica Italiana. Laureatosi in Medicina e Chirurgia nel 1950,
entrò giovanissimo all’Istituto di Radiologia di Genova, diretto dal Prof. Alessandro
105
Vallebona, il creatore della stratigrafia nella sue varie espressioni. Formatosi alla
sua Scuola, conseguì la Specializzazione in Radiologia e, nel 1966, ottenne
l’abilitazione alla libera docenza nella stessa disciplina.
L’attività scientifica e professionale di Aldo Pelizza (AP) si svolse
esclusivamente all’Istituto Scientifico “G. Gaslini”, ove compì la carriera,
pervenendo, come si è già detto, al Primariato nel 1970.
Durante la sua lunga permanenza al “Gaslini”, dall’inizio anni ’50 fino al ’95,
ebbe la fortuna di incontrare e di collaborare con personalità eminenti della
Pediatria italiana, quali Giovanni De Toni, direttore della Clinica Pediatrica
dell’Università di Genova dal 1942 al 1965, Franco Soave, uno dei pionieri della
Chirurgia Pediatrica Italiana, l’ortopedico Carlo Pais e successivamente con i
pediatri Ronaldo Bulgarelli, Ettore De Toni, Cesare Romano, l’ortopedico
S
Mastragostino ed il chirurgo cardiovascolare A Bertolini.
Vasta e prestigiosa la sua produzione scientifica che abbraccia le diverse
branche della Radiologia Pediatrica e di cui non è possibile una completa
rassegna. Mi soffermerò pertanto sui contributi più importanti e di maggior
interesse. Nel 1954 esordì al XVIII Congresso Nazionale della SIRM, congiunto al
Congresso degli Elettroradiologi di Cultura Latina, con la presentazione di una
comunicazione (in collaborazione con D Fierro) avente per oggetto una ricerca di
traumatologia condotta su animali da esperimento. Negli anni successivi (fine
anni ‘50 e durante gli anni ’60) uscirono varie pubblicazioni di AP in collaborazione
con i Pediatri e gli Ortopedici del “Gaslini” attinenti alla patologia scheletrica
pediatrica nei suoi vari aspetti, congeniti ed acquisiti. Di particolare rilievo fu la
conferenza sul tema: “Lo studio clinico-radiologico sulle mucopolisaccaridosi” (coll.
Cesare Romano), tenuta al 1° corso di aggiornamento in Radiologia, proposto dal
Prof. Pietro Cignolini, Presidente del XXIV Congresso della SIRMN, svoltosi a
Palermo nel 1970 e, organizzato per la parte pediatrica, da GS Marchese.
Costante l’interesse di AP per le malattie dell’apparato scheletrico, che si
concretò nel monumentale trattato “Le malattie dello scheletro nell’età evolutiva”.
12
I tre volumi trattano in modo esauriente le deformità congenite, le sindromi
dismorfiche e le malattie displasiche, le deformità e le malattie acquisite dello
scheletro. L’opera, frutto di anni di duro lavoro, sia pratico che scientifico, consta di
106
2500 pagine e di 2800 immagini. La maggior parte dell’iconografia fa riferimento a
casi studiati in prima persona dallo stesso AP. 13
Ultimamente (negli anni ’90) AP si è ancora interessato di patologia
scheletrica nell’infanzia. Al XIII Convegno della Sezione di Radiologia pediatrica
della SIRM svoltosi a Torino nel 1991, ha presentato la relazione “Le alterazioni
scheletriche nelle emolinfopatie” (coll. P Tomà et al.), studiate con la RM. In una
pubblicazione uscita poco prima del suo pensionamento, ha descritto 5 casi di
leucemia acuta con esordio neonatale studiati con la diagnostica per immagini. 14
La patologia toracica nell’infanzia ha costituito per AP un altro tema di
interesse. Nel lavoro: “ Elementi diagnostici clinico-radiologici a proposito della
mucoviscidosi”,
puntualizzò
i
diversi
reperti
broncopolmonari presenti in questa affezione.
15
radiologici
bronchiali
e
Altri suoi contributi seguirono su
questo argomento. 16
Nel maggio 1973 AP (coi collaboratori C Romano e A Bertolini) partecipò al
Simposio Nazionale svoltosi a Genova presentando la relazione introduttiva
“Semiologia radiologica delle broncopneumopatie croniche e ricorrenti nell’età
pediatrica”.
Nel primo periodo di attività al “Gaslini” (anni ’50 - ‘60), seguendo la scia
della Scuola Radiologica Genovese (De Maestri, Macarini), AP impiegò la
pneumoencefalografia e il pneumoperitoneo associati alla stratigrafia in alcune
patologie infantili e continuò le ricerche sulle indagini radiologiche per la
visualizzazione della cistifellea e delle via biliari nel lattante e nelle età pediatriche
successive. Ben presto applicò le metodiche emergenti in Pediatria: “Il metodo
combinato nella ricerca dei polipi retto-sigmoidei”,17la “Linfografia addominale in
Pediatria”,18 “L’artrografia dell’anca”.19 Successivamente, negli anni 70 intraprese
in
collaborazione
col
Cardiochirurgo
A
Bertolini
gli
studi
angiografici
(angiocardiografia, aortografia ed arteriografia polmonare).
Nel 1977 in occasione del II dei prestigiosi corsi “Perona” organizzati a
Verona dal Prof. Gian Franco Pistolesi, trattò la patologia mediastinica
dell’infanzia, estrinseca all’esofago, tenendo la lezione “Le impronte estrinseche
sull’esofago infantile” determinate dalle affezioni di tipo espansivo (cistiche e
neoplastiche, benigne e maligne) e da anomalie vascolari (doppio arco aortico,
107
ramo Sin. della polmonare e succlavia Dx aberranti). Su analogo argomento “La
semeiologia radiologica mediastinale di interesse chirurgico”, fu relatore al
Simposio di Neonatologia svoltosi a Napoli in occasione del XXIX Congresso
Nazionale della SIRMN (1980).
L’utilità dell’indagine angiografica in alcune forme di patologia polmonare
malformativa in lattanti dei primi mesi di vita con sintomatologia cardio-polmonare
acuta fu dimostrata con una comunicazione (coll. A Bertolini) a Firenze durante il
III Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN (1976).
Nel periodo compreso tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’70 la maggior
parte delle pubblicazioni di AP attinenti all’apparato digerente ed all’apparato
genito-urinario, riguardò la patologia malformativa di questi apparati: i vizi di
posizione dello stomaco, le peritoniti meconiali, la patologia diaframmatica,
20
l’ureterocele, 21 le malformazioni degli organi genitali. 22
L’attenzione a questo tipo di patologie fu richiesta dai notevoli progressi
compiuti dalla Chirurgia Pediatrica per il loro trattamento. Varie malformazioni fino
a pochi anni prima considerate inoperabili o operabili con scarsa possibilità di
successo (atresie del tubo digerente, anomalie di rotazione dell’intestino, ileo
meconiale, ecc.) furono corrette con buoni risultati e pertanto le indagini
radiologiche acquisirono un’importanza di primo ordine, sia dal punto di vista
diagnostico, sia nei controlli post-operatori. 23
All’inizio degli anni ’80 in un’altra pubblicazione “Reflusso gastro-esofageo:
l’approccio diagnostico
radiologico” AP puntualizzò
il ruolo
dell’indagine
radiologica nello studio di questa patologia.
Alcuni anni prima del collocamento in quiescenza ha contribuito con i suoi
collaboratori (Taccone, Oddone) ed i Chirurghi Pediatri del “Gaslini” allo studio
della complessa patologia delle atresie ano-rettali, utilizzando la colongrafia
transcolostomica sbarrata per la identificazione dei diversi tipi di fistola rettale. Il
rilievo di questa anomalia insieme allo studio dell’apparato sfinteriale, intrapreso
dagli stessi collaboratori in quel periodo, ha costituito un progresso notevole nel
trattamento chirurgico delle malformazioni ano-rettali. 24
Per quanto riguarda il contributo di AP alla trattatistica oltre all’opera già
ricordata “Le malattie dell’apparato scheletrico nell’età evolutiva”, è da citare la
108
sua collaborazione ad alcune monografie con la stesura di un capitolo: 1) Il Cap.
“Chronic lung diseases: epidemiology and radiologic assessment” (coll. P Tomà,
GF Gargani, C Romano);
25
2) Il Cap. V “Le indagini radiologiche nella fibrosi
cistica” (coll. P Barbaccia, G Iannaccone, P Toma, GF Vichi; coordinatore GF
Gargani). 26
Inoltre AP ha elaborato un testo atlante, con ricca documentazione
iconografica della patologia pediatrica (escluso il SNC) studiata con la TC e la RM
(coll. A Taccone, MP Fondelli, P Tomà). 27
Infine va sottolineato il ruolo svolto da AP nello sviluppo della Radiologia
Pediatrica in Italia ed in Europa, non solo per la sua attività scientifica ma anche
per alcune importanti iniziative. Nel 1963 partecipò insieme ad un piccolo gruppo
di radiologi pediatri italiani
28
alla I Riunione Internazionale di Radiologia
Pediatrica, tenuta a Parigi, in cui fu fondata la ESPR (European Society of
Pediatric Radiology). In questa occasione presentò una comunicazione dal titolo:
“Notre experience de la radiotherapie tumorale en Pédiatrie”. AP nel settembre del
1975, durante la II Riunione scientifica di Radiologia Pediatrica da lui organizzata
a Genova costituì, insieme al gruppo dei Radiologi italiani operanti in questa
disciplina,
29
la Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica della SIRMN, una delle
prime nate in Italia dopo l’istituzione da parte di questa Società delle Sezioni di
Studio, che successivamente furono create per diverse branche della Radiologia.
Durante l’assemblea dei Soci della Sezione svoltasi nel corso della riunione
furono eletti il Presidente della Sezione (il primo) Aldo Pelizza, i Consiglieri del
Comitato Direttivo: Marcello Randaccio, Ciro Sandomenico, Gian Franco Vichi ed
il Segretario: Sergio Fasanelli.
AP era dotato di una forte personalità, caratterizzata da rigore morale e
scientifico e da un sobrio stile di vita. Avvalendosi dell’opportunità di operare in un
ambiente altamente qualificato e di larga disponibilità di mezzi poté ottenere
apparecchiature di alta tecnologia (le macchine pesanti) e dedicarsi alla
diagnostica delle malattie pediatriche non solo per scopi scientifici ma anche e
soprattutto nell’interesse dei piccoli pazienti. Nella lunga attività professionale
considerò sempre prioritaria la collaborazione clinico-radiologica e l’opportunità
dell’integrazione di competenze professionali diverse, come sostenuto da uno dei
109
maggiori Maestri della Radiologia, Cignolini. Questo concetto è ben espresso nella
commemorazione di AP scritta da D Fierro e P Tomà: “La Radiologia clinica deve
essere intesa come lavoro di studio interdisciplinare nell’assistenza e nella
ricerca”. 30
AP come ultimo atto della sua vita, espressione di animo generoso e da
vero credente, poco dopo il pensionamento, si recò nel Kenya per prestare la sua
opera nei Centri Missionari, in collaborazione all’équipe medica guidata dal suo
amico ortopedico Silvano Mastragostino. Purtroppo le precarie condizioni di salute
troncarono troppo presto la sua benefica e valida attività.
Ultimamente (2003) la ESPR ha riconosciuto il notevole contributo di Aldo
Pelizza allo sviluppo della Radiologia Pediatrica con la sua nomina a membro
onorario della Società (alla memoria).
Paolo Tomà è nato alla Spezia l’1 aprile 1951. Laureatosi in Medicina e Chirurgia
presso l’Università di Genova nell’ottobre 1977, consegue il diploma di
specializzazione in Radiologia Diagnostica presso la stessa Università nel giugno
1980 e in Pediatria nell’ottobre 1988.
Successivamente
(marzo
1991)
ottiene
l’idoneità
a
Primario
di
Radiodiagnostica e nell’ottobre 1994 il diploma europeo di Radiologia Pediatrica.
Compie la carriera ospedaliera presso il Reparto di Radiologia e Terapia
fisica dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova di cui è Primario il Prof. Aldo Pelizza, ove
entra come medico frequentatore nel 1978 e svolge il tirocinio pratico di radiologia
(1° aprile 1979 - 31 marzo 1980). Assistente volontario nello stesso reparto
durante il 1980, diviene Assistente di ruolo dal dicembre 1980 al 15 aprile 1990.
Dopo l’incarico di Aiuto per brevi periodi tra il 1989 e il 1990 viene nominato Aiuto
di ruolo dal 1° dicembre 1990.
E’ responsabile del modulo organizzativo di “Ecotomografia” presso il
Servizio di Radiologia dell’Istituto “G. Gaslini” dal 30 novembre 1992.
Diviene Primario Radiologo FF dello stesso Istituto dal 1° gennaio 1995 a
seguito del pensionamento del Prof. Aldo Pelizza e dello sdoppiamento del
Primariato di Radiologia con la creazione di due Primariati, uno di Radiologia
Pediatrica e l’altro di Neuroradiologia Pediatrica, di cui è nominato Primario il Dott.
110
Paolo Tortorì Donati. Ottiene il titolo di Primario Radiologo dell’Istituto “G. Gaslini”
dal maggio 1997. nota 3
Paolo Tomà (PT) possiede doti non comuni e ha saputo circondarsi di validi
collaboratori. Inoltre ha avuto la fortuna di avere per Maestro Aldo Pelizza e di
operare in un Istituto di alto livello scientifico e con notevoli capacità economiche.
Come è già stato detto l’Istituto “Gaslini” acquisisce l’ecografia nel 1981,
pochi anni dopo (1986) viene dotato della TC e nel 1989 della RM, le cosiddette
“macchine pesanti” che gli altri Centri pediatrici, nella quasi totalità, ottennero
molto più tardi. Tomà, i suoi validi collaboratori e il suo Maestro, grazie alla
disponibilità delle più moderne tecnologie e alla ricca e multiforme casistica del
“Gaslini” a cui affluivano ed affluiscono piccoli pazienti da ogni parte d’Italia, hanno
potuto e possono apportare importanti contributi di Radiologia Pediatrica
studiando la vasta gamma di patologie, con le diverse metodiche, impiegate
singolarmente o integrate, se necessario.
Tomà, durante la lunga permanenza al Gaslini, dal 1980 in avanti, ha svolto
una vastissima attività scientifica, documentata dalle numerose pubblicazioni,
dalla partecipazione attiva e costante ai Convegni Nazionali della Sezione di
Radiologia Pediatrica della SIRM (di cui è stato consigliere e successivamente
Segretario del Consiglio Direttivo nel periodo 1988-92 e Presidente dal 1996 al
2000) e di altre subspecialità della Pediatria, ai Congressi Nazionali della SIRM ed
ai Congressi Internazionali, in particolare della European Society of Pediatric
Radiology (ESPR), (di cui è membro attivo dal 1984, vicepresidente nel 2001-2002
e Presidente della stessa Società nel 2002 - 2003), dalle lezioni svolte a Corsi di
aggiornamento, dalla pubblicazioni di libri, come autore e coautore, allo
svolgimento di interi capitoli per importanti libri o trattati.
Nel 2003 è toccato a PT quale presidente della ESPR l’oneroso ma nel
contempo gratificante compito di organizzare il XL Congresso della Società a
Genova, il terzo dopo gli altri svoltisi in Italia, a Roma nel 1970 ed a Firenze nel
1984. L’organizzazione della manifestazione ha richiesto a PT ed ai suoi
collaboratori un notevole impegno sia per la coincidenza del Congresso con il
quarantesimo anniversario della istituzione della ESPR sia per le difficoltà
111
dell’economia mondiale e la grave crisi politica internazionale presenti in quel
periodo.
Data la mole imponente dell’attività scientifica svolta da PT, non sarà
possibile illustrarne dettagliatamente i molteplici aspetti. Nel periodo considerato,
poco più di un ventennio (inizio anni ’80 - 2003 incluso), risultano secondo i dati da
lui forniti, 192 pubblicazioni a stampa, di cui 119 nelle più importanti riviste italiane
ed altre 73 in prestigiose riviste straniere. A queste vanno aggiunti gli “abstracts”
pubblicati in atti di Corsi e Congressi, che nel periodo 1981-1996 ammontano a
171, e le 73 relazioni presentate a Congressi nazionali ed internazionali tra il 1984
ed il 1996 compresi. Nelle pubblicazioni e negli “abstracts” PT ha preso in
considerazione le varie patologie in età infantile dei diversi apparati studiate
prevalentemente con la Ecografia (dapprima con apparecchi a scansione
manuale, ben presto sostituiti dagli apparecchi “real time”) e successivamente con
le sue varie applicazioni tecnologiche (eco-doppler, eco-color-doppler, ecc.) con la
TC e la RM impiegate da sole o integrate tra loro e gli US.
I maggiori contributi apportati da PT e coll. riguardano il SNC, l’apparato
scheletrico, l’oncologia, per non citare che i più importanti. Le malformazioni del
SNC sono state oggetto di numerose pubblicazioni, comunicazioni a Congressi e
relazioni. Si ricordano alcune di maggior interesse: la schizencefalia esaminata
con metodiche di immagini integrate sia in età postnatale,31 che prenatale,32 la
emimegaloencefalia, diagnosticata precocemente con gli US,
33
le anomalie di
migrazione neuronale e l’oloprosencefalia studiate con ecografia e RM, presentate
al XLVIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria (Genova,
settembre 1991). Altre pubblicazioni e comunicazioni riguardano la patologia del
midollo spinale: sindrome del midollo fissato o “Tethered cord”,
34
e l’ecografia
nelle mielodisplasie. 35
Anche le affezioni acquisite del SNC hanno costituito motivo di interessanti
ricerche. Tra queste ricordo la “Patologia infettiva dell’encefalo nell’età pediatrica:
valutazioni con US” comunicazione presentata da P Tomà, S Malena, A Pelizza et
al. XXII Congresso della ESPR, svoltosi a Glasgow nel giugno 1985. Altra
patologia acquisita del SNC, studiata da PT e coll. è rappresentata da “Gli aspetti
ultrasonografici delle lesioni cerebrali anossiche ischemiche nel bambino”
112
comunicazione svolta da PT in collaborazione con G Fariello, S Malena, G
Bergami et al. alle Giornate Internazionali di Ultrasonologia (Bologna, novembre
1986); “Le raccolte periencefaliche post-traumatiche nel neonato lattante”;
36
“L’emorragia peri-intraventicolare nei prematuri affetti da distress respiratorio”
37
ed altri lavori sulle emorragie intracraniche.
Lo studio del follow-up delle lesioni ipossico-ischemiche con la RM viene
intrapreso da PT (in collaborazione con D Pisaturo, AM Borreani, S Frasconi et
al.) alcuni anni dopo e presentato in occasione del XII Convegno dell’Istituto di
Neuropsichiatria infantile, Università La Sapienza svoltosi a Roma nel sett. 1991.
Numerose, una trentina, le pubblicazioni inerenti l’apparato scheletrico sulle
riviste italiane e straniere. Gli argomenti trattati vertono su “Le malattie congenite
dello scheletro”, su casistica di displasie congenite rare, su vari aspetti delle
malattie da accumulo, tra le quali “I segni radiologici precoci della mucolipidosi (I
cell disease)”.
38
gli elementi differenziali tra sindrome di Scheie e sindrome di
Hurler/Scheie, sui reperti rilevati con le metodiche integrate nella malattia di
Gaucher. 39
Un contributo importante è stato apportato da PT nello studio ecografico
dell’anca sia sugli aspetti normali nel feto sia su problemi di approccio morfologico:
limiti tra normale e patologico. Sulla diagnosi ecotomografica di displasia
congenita dell’anca ha contribuito con l’esperienza sua e dei suoi collaboratori
basata su 1120 casi. 40 Lo stesso tema è stato trattato nel corso di aggiornamento
svoltosi a Copanello nel settembre 1989.
L’oncologia pediatrica ha rappresentato un altro importante campo di
ricerca per PT e coll. Fin dall’inizio della sua attività scientifica PT si è interessato
dei linfomi non Hodgkin partecipando ad uno studio condotto all’Istituto “G.
Gaslini” protrattosi per 10 anni. 41
In altre pubblicazioni PT si è occupato di linfomi di cui ha preso in
considerazione le localizzazioni addominali (coll. A Taccone) e le localizzazioni
endotoraciche (coll. G Crespi, ML Garrè et al.) e i linfomi non Hodgkin con
interessamento epatosplenico, studiato con TC e RM.
Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 PT contribuisce a due
importanti pubblicazioni prodotte all’Istituto “Gaslini”, l’una sui risultati a distanza
113
ottenuti in “66 casi di tumore di Wilms diagnosticati al Gaslini” (in collaborazione
con R Haupt, B De Bernardi, P Magillo et al.) e l’altra sulla ”terapia della leucemia
linfoblastica acuta” allo stesso Istituto (in collaborazione con A Comelli, B De
Bernardi, M Piombo et al.)
PT, dopo l’introduzione della RM al “Gaslini” nel 1989, come è già stato
riferito, si dedica con grande impegno all’impiego di questa metodica nelle
neoplasie in età pediatrica i cui risultati sono oggetto di importanti pubblicazioni: i
tumori renali e pararenali;
42
i tumori epatici;
43
le alterazioni scheletriche nelle
emolinfopatie del bambino,44 tra cui rientrano i tumori a istogenesi midollare
emopoietica (linfomi e leucemie), studiati sia con la radiologia tradizionale, sia con
la RM. Interessanti due comunicazioni in sede congressuale su alcune emergenze
in oncologia pediatrica: 1) la compressione cardiaca nelle masse mediastiniche
(coll. M Occhi, M Oddone et al.) 2) la clinica e diagnostica per immagini nella
sindrome ipercalcemica (coll. GM Magnano, M Occhi et al.). Infine è da segnalare
la partecipazione di PT al secondo studio eseguito dal gruppo italiano per il
neuroblastoma localizzato. 45
Nell’ambito dell’apparato urinario PT si è interessato soprattutto della
patologia malformativa studiata sia con la radiologia tradizionale, sia, in particolare
con gli US nel periodo perinatale. Tra l’altro sono da menzionare “le anomalie
ostruttive della via urinaria periferica” presentate in collaborazione con E Podestà
al XXIX Congresso Nazionale della SIRMN (Napoli, settembre 1980) e “le
malformazioni dell’apparato urinario fetale di interesse chirurgico. Diagnostica per
immagini pre e post natale”. 46
Sulla base di uno studio in 15 casi con malformazioni delle vie urinarie
effettuato in epoca prenatale e proseguito dopo la nascita, PT e MA Lituania
sottolineano l’importanza di uno screening precoce delle alterazioni renali
congenite ed il ruolo svolto per la diagnosi dagli US. 47
PT si è interessato anche del problema del reflusso vescico-ureterale
sempre attuale negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso. Tra gli altri studi pubblicati
sull’argomento ne citerò uno a carattere generale. “Il reflusso vescico-ureterale in
età pediatrica. Aspetti etiologici ed evolutivi” ed altri due inerenti gli effetti dannosi
del RVU sul rene.48, 49
114
Negli anni seguenti PT continua la ricerca rivolta alla diagnosi precoce in
epoca perinatale delle malformazioni del rene e delle vie urinarie, che si concreta
in varie pubblicazioni e comunicazioni a congressi nazionali ed internazionali: le
malformazioni renali in epoca perinatale;
50
le displasie cistiche in età neonatale
(comunicazione presentata al XXXII Congresso nazionale della SIRMN, Milano
1986); la diagnosi precoce prenatale e postnatale della patologia cistica renale
(comunicazione svolta al I Congresso Mediterraneo di Urologia, Roma 1989);
quadri US e RX della malattia renale policistica autosomica dominante in età fetale
e pediatrica (comunicazione in collaborazione con C Crespi, GM Magnano, F
Perfumo, et al. Congresso IPR ‘87, Toronto 1987); diagnosi prenatale e
trattamento postnatale della idronefrosi (coll. G Lucigrai, GM Magnano, et al. al III
Congresso Internazionale sugli US in Medicina, MASU92, Istanbul, aprile 1992).
Sotto lo stesso aspetto rientrano le varianti patologiche della duplicità
pieloureterale oggetto di comunicazioni (coll. E Podestà, S Ferretti, P Scarsi et al.)
al II e al III Congresso Nazionale della Società Italiana di Urologia Pediatrica
(Alessandria, 1986 e 1987).
Minore la produzione scientifica di PT sull’apparato digerente. Mi limiterò
alla citazione dei lavori di maggior interesse. All’inizio degli anni ’80 PT si è
dedicato allo studio della patologia gastroenterologica della fibrosi cistica (FC) con
alcune comunicazioni: I) Gastroenterologia della FC: studio ecografico (coll. C
Romano, A Pelizza et al.) presentata all’VIII Congresso SISUM (Bologna,
novembre 1983); II) L’ittero colestatico nei giovani adulti con FC: un nuovo quadro
clinico-radiologico (coll. C Romano, GF Gargani et al.); XII Annual Meeting del
gruppo europeo per la FC (Atene, ottobre 1983); III) Il sistema biliare nella FC
(coll. C Romano, GF Gargani et al., XXI Congresso ESPR, Firenze, aprile 1984).
Nel prosieguo degli anni PT ha continuato a rivolgere la sua attenzione allo
studio con US della patologia congenita ed acquisita delle vie biliari. Val la pena di
ricordare “L’ecotomografia nello studio dell’atresia delle vie biliari extraepatiche: a
proposito di 18 casi”, (coll. AM Dell’Acqua, G Crespi GM Magnano et al.),
comunicazione al XI Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica (Modena
maggio1987); “Lo studio ecografico del fegato e delle vie biliari nelle epatopatie e
nell’ipertensione portale”;
51
“Reperti sonografici della malattia di Caroli:
115
descrizione di 5 nuovi casi.”
52
Restando nel campo dell’apparato digerente è da
segnalare la pubblicazione: “Diagnostica per immagini nelle disganglionosi
intestinali”,53 argomento poco noto nella letteratura radiopediatrica italiana.
Venendo a trattare la patologia dell’apparato respiratorio PT si è occupato
inizialmente di affezioni croniche di questo apparato. Avvalendosi della ricca
casistica dell’Istituto “G. Gaslini” ha condotto uno studio clinico-radiologico
longitudinale su 31 soggetti di età compresa tra i 13 e i 23 anni affetti da fibrosi
cistica (FC) che ha permesso di rilevare una correlazione significativa tra il
punteggio radiologico (determinato con il metodo Crispin e Norman) i parametri di
funzionalità respiratoria ed i punteggi clinico e radiologico.
54
L’altra ricerca ha
avuto per oggetto la valutazione epidemiologica e radiologica delle malattie
croniche polmonari. 55
In alcune pubblicazioni PT ha preso in considerazione la patologia delle vie
aeree
superiori
in
età
pediatrica:
1)
“Indagine
clinico-radiologica
delle
neoformazioni rinofaringee del bambino” e “La sinusite cronica del bambino”,
56
messa a punto del ruolo della diagnostica per immagini nella diagnosi di questa
patologia all’inizio degli anni ’90,
patologia delle vie aeree inferiori.
57
58
e la correlazione tra la sinusite cronica e la
Interessante la comunicazione sul “ruolo della
radiologia nello studio delle polmoniti nel bambino oncologico compromesso”,
(coll. G Crespi, M Casigloi, C Viscoli et al.) presentata a “Pediatria Attuale”
(Genova, giugno 1987).
Oltre alla produzione scientifica finora esaminata PT ha trattato molti altri
argomenti attinenti alla Radiologia Pediatrica oggetto di pubblicazioni, relazioni ed
editoriali; mi limiterò a fare una sintesi dei più importanti e di maggiore attualità nel
periodo considerato. Le malattie congenite dello scheletro in età perinatale, tra cui
le malattie costituzionali con ritardo ed alterazioni della crescita fetale. L’addome
acuto del neonato da cause congenite e l’impiego delle nuove tecniche nel
neonato a rischio, la patologia cervicale in età pediatrica esaminata con ecografia
(EG), l’impiego dell’EG e della RM nelle varie patologie del bambino, congenite ed
acquisite (a carico del SNC, dell’apparato scheletrico, dell’apparato digerente)
specialmente in età perinatale e nel lattante, lo studio della pelvi femminile, rivolta
all’apparato genitale, costituiscono altri temi di rilievo trattati da PT e collaboratori.
116
A questi vanno aggiunti per rilevanza delle casistiche studiate: 1) Studio per
immagini RM del linfangioma in età pediatrica: descrizione di 26 casi; 2) “Masse
scrotali non dolorose nella popolazione pediatrica: prevalenza e distribuzione per
età di differenti condizioni patologiche”, uno studio retrospettivo multicentrico di 10
anni. 59
La sindrome del bambino maltrattato e la radioprotezione in età pediatrica
sono altre tematiche di attualità negli anni ’90 del secolo scorso.
PT ha seguito fin dall’inizio della sua attività con interesse specifico i
progressi tecnologici della EG applicando in prosieguo di tempo a varie patologie
dell’età pediatrica il doppler, il doppler pulsato, il doppler duplex, il color doppler, la
EG a frequenza molto elevata.
I lavori di PT riportati in questa ultima parte basterebbero da soli a
qualificare l’elevato livello della sua produzione scientifica.
A suo merito va anche notato che Tomà è stato uno dei pochi radiopediatri
che si è interessato personalmente e con assiduità alla diagnostica ecografica
perinatale; pertanto ha avuto l’opportunità di poter confrontare le immagini
acquisite in epoca prenatale correlandole con i reperti rilevati dopo la nascita. La
problematica della mancata conoscenza nella vita postnatale da parte dei
neonatologi della patologia presunta o effettiva osservata in epoca prenatale, di
notevole importanza agli effetti diagnostici e terapeutici è stata dibattuta anche in
un Convegno di Radiopediatri, riportato recentemente nelle prestigiosa rivista
“Pediatric Radiology”. 60
Notevole come è già stato rilevato, il contributo di PT alla trattatistica come
autore e coautore di alcuni libri e trattati attinenti alla radiodiagnostica;
61, 62, 63
inoltre ha collaborato alla realizzazione di numerosi libri di cui citerò i più
importanti:
- P Tomà, MA Lituania: Ecografia perinatale in 64
- P Tomà, AM Dell’Acqua, G Lucigrai et al.: Aspetti ecografici della patologia
urinaria nel feto in 65
- P Tomà: Diagnostica tomografica con RM applicata alla Pediatria in 66
- P Tomà: Addome pediatrico: parenchimi in 67
117
- P Tomà, A Marzoli: Le metodiche speciali nella patologia toracica dell’infanzia.
Possibilità, risultati e limiti; indagini con RM 68
- P Tomà, AGM Magnano, G Lucigrai: L’ecocolordoppler in Pediatria 69
- MA Lituania, P Tomà: Diagnosi prenatale in 70
- P Tomà et al.: Color doppler in Pediatria in 71
- A Dell’Acqua, P Tomà: Diagnostica radiologica delle infezioni respiratorie in 72
- P Tomà et al.: Pediatric Tumors of the liver in 73
- MA Ciccone, M Oddone, P Tomà: La risonanza magnetica nel paziente
pediatrico in
74
- H Patriquin, P Tomà: Pediatrics: the kidney in 75
- P Tomà, GM Magnano, M Occhi: Bone tumors in children in 76
- E Mengozzi, P Tomà, A Dell’Acqua et al.: Genitotourinary tract trauma in 77
- P Tomà: Radiologia Pediatrica in 78
Intensa anche l’attività didattica di Tomà: numerose le lezioni a corsi di
aggiornamento svoltisi in Italia (78 tra il 1983 e il 1996) ed all’estero (12 svoltisi
nello stesso periodo). Gli argomenti trattati sono stati gli stessi delle pubblicazioni,
delle comunicazioni e delle relazioni sia nazionali (71) ed internazionali (7) con
prevalenza dell’impiego dell’Ecografia nei diversi apparati in età neonatale e nei
primi mesi dell’età successiva ed ultimamente della Risonanza Magnetica nella
patologia toracica ed addominale dell’infanzia.
Tomà è professore a contratto per l’insegnamento della “Radiologia Pediatrica”
presso l’Università di Genova ed è stato professore a contratto presso l’Università
di Perugia dal 1991 al 1995.
Agostino Taccone (AT), l’altro allievo di A Pelizza, entra in servizio nel
Reparto di Radiologia dell’Istituto “G. Gaslini” nel 1979 e vi rimane fino al 1994,
quando si trasferisce a La Spezia per prendere il posto di Capo del Dipartimento di
Radiologia alla ASL n. 5 “Spezzino” ove opera tutt’ora. La sua proficua attività
scientifica è documentata da varie pubblicazioni che essenzialmente riguardano
gli apparati scheletrico, respiratorio, digerente, urinario, studiati con le moderne
metodiche.
118
Le alterazioni scheletriche della leucemia in questa età pediatrica sono
state esaminate da AT con la radiologia tradizionale (1983)
79
e dieci anni dopo
sono state oggetto di un ulteriore contributo aggiornato alla luce delle nuove
acquisizioni. 80
Un’altra pubblicazione di rilievo sull’apparato scheletrico riguarda la
collaborazione di AT a uno studio pluricentrico, eseguito su rari tumori primitivi
della volta e della base craniche. 81
Nell’ambito del SNC AT ha prodotto, secondo quanto ho potuto rintracciare
nella letteratura, due pubblicazioni ed una comunicazione, in collaborazione coi
radiologi dell’Istituto “G. Gaslini”, coi neuro-radiologi ed i pediatri dello stesso
Istituto. Le due pubblicazioni riguardano rispettivamente “il disrafismo spinale
occulto”
82
e “L’inspessimento della dura madre alla giunzione cranio-cervicale ed
altri reperti TC/RM nelle mucopolisaccaridosi”.
83
La comunicazione “La TC nella
diagnosi precoce della sclerosi tuberosa” è stata presentata in collaborazione con
M Ghiorzi, MP Fondelli, G Salomone et al., al XXXIII Congresso Nazionale della
SIRMN (Roma, ottobre 1988).
Il contributo sull’apparato respiratorio è stato apportato da AT sui “reperti
polmonari nella fibrosi
cistica, esaminati con la TC ad alta risoluzione con particolare riguardo alla
stadiazione delle lesioni lobulari”
84, 85
e sul quadro TC polmonare riscontrato con
la “TC nella aspergillosi polmonare invasiva nei bambini con cancro”. 86
Di particolare rilievo è la serie di pubblicazioni, in collaborazione coi
chirurghi pediatri del “Gaslini”, sulle malformazioni ano-rettali (MAR) studiate preoperatoriamente e pos-toperatoriamente con la TC e la RM e, con la radiologia
tradizionale, in soggetti precedentemente colostomizzati. Secondo gli AA la TC e
la RM sono metodiche capaci di identificare la presenza e lo stato di sviluppo delle
strutture sfinteriali. Pertanto sono in grado di prevedere anche la continenza
postoperatoria
87 ,88 ,89
. Tuttavia in fase preoperatoria la RM è risultata superiore
permettendo con le scansioni multiplanari lo studio della muscolatura sfinteriale e
di dare così informazioni preziose sul complesso muscolare striato, dove deve
essere posizionato il neoretto. Inoltre la RM fornisce indicazioni più precise sulla
distanza tra il cul di sacco colico ed il
119
perineo e può consentire la
rappresentazione dell’uretra iniettata attraverso la fistola rettale; infine
evidenziare displasie midollari delle quali non era sospettata l’esistenza.
più
90
La
colongrafia transcolostomica sbarrata è fondamentale per la dimostrazione del
tramite fistoloso rettale, che costituisce la fase diagnostica è più importante nello
studio delle MAR, anche agli effetti della strategia chirurgica radicale. 91
Un altro contributo originale è stato apportato da AT sulle trasformazioni cui
va incontro il midollo osseo da rosso a giallo nelle diverse fasi dello sviluppo
dall’età neonatale fino all’età adulta compresa e nei vari segmenti scheletrici. 92, 93,
94
I risultati della accurata ricerca di AT sono stati raccolti ed illustrati con un
eccellente iconografia in un atlante, che risulta utile sia per l’aspetto speculativo
sia sopratutto dal punto di vista clinico. 95
Inoltre come coautore ha collaborato alla realizzazione di due libri: 1) In
collaborazione con MP Fondelli, P Tomà, A Pelizza, “Tomografia Computerizzata
e Risonanza Magnetica nel bambino: il corpo”, Ed. Minerva Medica, Torino, 1991
e 2) In collaborazione con P Tortorì Donati, M Longo: “Malformazioni cranioencefaliche”, Ed. Minerva Medica, Torino, 1996.
Infine è da segnalare la notevole attività congressuale svolta da AT.
Essendo inscritto alla SIRM(N), alla Sezione di Radiologia Pediatrica della stessa
Società
e membro attivo
della
ESPR ha
partecipato
attivamente
alle
manifestazioni scientifiche di queste associazioni, con la presentazione di
comunicazioni e relazioni.
E’ intervenuto ai seguenti convegni della Sezione di Radiologia Pediatrica:
a Pisa (1985), a Modena (1987), a Torino (1991), a Milano (1993) ed al Convegno
di aggiornamento organizzato a Torino nel 1992; ad alcuni Congressi Nazionali
della SIRM: XXXIV (Torino) (1990) ed al successivo svoltosi a Genova nel 1992.
Assidua la sua partecipazione attiva nel periodo compreso tra il 1984 e il
1995 ai convegni annuali della ESPR: al XXI svoltosi a Firenze nel 1984, al XXV a
Montreux (1988), al XXVI a Dublino (1989), al XXVII a Monaco (1990).
Altre comunicazioni sono presentate al Congresso IPR ‘91 (convegno
congiunto della ESPR e della SPR), ai convegni di Budapest (1992), di Londra
(1993), di Bruxelles (1994), di Utrecht (1995). Gli argomenti trattati, di cui sarà
120
scritto in dettaglio nella cronistoria della Sezione di Radiologia Pediatrica della
SIRMN, sono attinenti alla Radiopediatria, tra cui i più importanti sono costituiti
dalla diagnostica per immagini nelle neoplasie infantili, dalle malformazioni
anorettali
e
dagli
studi
sulle
modificazioni
del
midollo
osseo
durante
l’accrescimento.
Paolo Tortori Donati è un personaggio di spicco della Neuroradiologia
Pediatrica non solo italiana ma mondiale. Formatosi nella Neuroradiologia
dell’Ospedale S. Martino, diretta da M Rosa, è entrato all’Istituto “Gaslini” nel
1992; nel 1995 è divenuto Primario della Neuroradiologia pediatrica a seguito dello
sdoppiamento del Primariato di Radiologia, come è già stato detto.
Notevole la sua produzione scientifica, attinente alla Neuroradiologia
pediatrica. Limitandosi alla citazioni di Pub. Med. nel periodo che va dal 1978 al
2003 compreso, ha prodotto circa 45 pubblicazioni, stampate per la maggior parte
su alcune delle più prestigiose riviste di Neurologia e Radiologia internazionali
(American Journal of Neuroradiology; Neuropediatric; European Journal of
Pediatric Surgery; Pediatric Radiology; Radiologia Medica, ecc.).
Gli argomenti trattati vertono principalmente su alcune malformazioni del
SNC, oggetto di studio in epoca recente, su aspetti neurologici di alcune malattie
metaboliche, su affezioni infettive e infiammatorie del SNC, su neoplasie infantili,
sui disrafismi spinali.
Le metodiche impiegate sono costituite soprattutto a decorrere dalla fine
degli anni 80, dalla TC c/o RM. Tra gli altri contributi di notevole importanza di
Tortori Donati
è da citare lo studio radiologico, in collaborazione con i
Neurochirurghi del “Gaslini”, condotto su 312 casi portatori del “complesso di
Chiari” tutti trattati chirurgicamente. 96
Molto recente, all’inizio del 2005 è la pubblicazione del suo trattato in due
volumi: “Pediatric Neuroradiology”, edito da Springer, che costituisce un testo di
riferimento a livello mondiale.
Mauro Oddone è un altro personaggio di rilievo della Radiologia del
“Gaslini” nell’ultimo periodo, collaboratore in diverse pubblicazioni di Pelizza,
Tomà e Taccone (già citato).
121
Oddone, oltre ad essere Socio della Sezione di Radiologia Pediatrica della
SIRM è membro attivo da molti anni della ESPR. Egli ha partecipato attivamente
alla presentazione di comunicazioni e di posters i Congressi di questa Società
durante l’ultimo decennio del Novecento e nei primi anni del Duemila.
Come giusto riconoscimento per il contributo apportato nel campo
dell’apparato vascolare con le moderne metodiche, è stato ultimamente (2003)
chiamato,unico italiano, a far parte dell’Editorial Board (sezione cardiovascolare)
della prestigiosa rivista “Pediatric Radiology”.
NOTE E BIBLIOGRAFIA
nota 1 Le notizie riportate sono tratte dal necrologio di A De Maestri, scritto da A Vallebona. Radiol
Med 48:203; 1962
nota 2 Al termine di retropneumoperitoneo è preferibile a quello di pneumoretroperitoneo adottato
da molti AA. Italiani tra cui L Dalla Palma in L Turano (Trattato di Radiodiagnostica Vol. II, pag.
379, Ed. U.T.E.T., Torino, 1967)
nota 3 Le notizie riportate sono state fornite dal Dott. Paolo Tomà, che ringrazio per la sua cortesia
1 Stratigrafia assiale traversa per lo studio degli organi addominali dopo insufflazione
retroperitoneale nel bambino. Minerva Medica, XLII: 137; 1951
2 Stratigrafia assiale traversa per lo studio degli organi addominali dopo insufflazione
retroperitoneale nel bambino. Minerva Medica, XLII: 137; 1951
3 Pneumoencefalografia e stratigrafia assiale traversa nel bambino. Minerva Pediatr 3: 358, 1953
4 Ricerche cisternografiche in condizioni normali e patologiche. Osservazioni personali tratte da
200 cisternografie. Minerva Pediatr 4: 757-761, 1952
5 Visualizzazione simultanea del mediastino posteriore ed anteriore dopo insufflazione per via
peridurale: stratigrafia tri-dimensionale. Minerva Pediatr 3: 332-343, 1951
6 A Vallebona: Trattato di stratigrafia. Ed. Vallardi, Milano, 1952
7 M Ponzio: Trattato di semeiotica e diagnostica radiologica. Ed. Minerva Medica, Torino, 1953
8 Ibidem, n. 1
9 N Macarini: Retropneumoperitoneo. Tomografia nella I infanzia. Annali Medici IX: 193, 1965
10 N Macarini, A Pelizza: L’ureterocele nell’infanzia. Radiol Med 50: 122-143 , 1964
11 N Macarini: I simpaticoblastomi nel bambino (radiodiagnostica e radioterapia). Relazione breve
presentata al XLIII Raduno del Gruppo Ligure-Lombardo-Piemontese (Varese, giugno 1963).
Radiol Med 49: 1151, 1963
12 A Canepa, A Pelizza, V Pietrogrande: Le malattie dello scheletro in età evolutiva. Piccin Ed.
Padova,1987 – 88
13 Dal Necrologio di Aldo Pelizza, scritto da P Tomà. Radiol Med 99: 308-309, 2000
14 A Taccone, M Oddone, A Pelizza et al: Diagnostica per immagini nella leucemia acuta
dell’infanzia. Descrizione di 5 casi con esordio neonatale. Radiol Med 85: 187-192, 1993
15 A Pelizza:Minerva Radiologica. 8:3, 1963
16 A Pelizza, P Tomà, GF Gargani, C Romano: Young adults with CF. Pediatr Radiol 12: 313,
1982
17 A Pelizza, A Bertolini: Diagnosi radiologica con il metodo combinato, di polipi rectosigmoidei nei
bambini. Radiol Med 43: 1030-, 1957
18 A Pelizza, L Massimo, A Bertolini: Il lattante. 821, 1963
19 S Mastragostino, A Pelizza, GB Baglioni: Valore dell’artrografia nella lussazione congenita
dell’anca. Radiol Med 51: 486-492, 1965
20 A Pelizza, S Soave: Malformazioni del diaframma e fisiopatologia degli organi addominali.
Minerva Ortop 14: 863, 1963
122
21 Ibidem; 11
22 A Pelizza, N Macarini: L’indagine radiologica nello studio delle malformazioni degli organi
genitali in età pediatrica. Comunicazione al LIV Raduno del gruppo centro-meridionale della
SIRMN (S. Giovanni Rotondo) ott. 1964. Radiol Med 51: 782, 1965.
23A Pelizza: Il Controllo del trattamento chirurgico dell’atresia esofagea. Atti del II corso di
aggiornamento post-universitario in Radiologia “P Perona”, pagg. 569-584, Verona, ott. 1977
24 La colongrafia trascolostomica sbarrata nella identificazione della malformazione anorettale.
Radiol Med 82: 635-637, 1991
25 A Pelizza, P Tomà, GF Gargani, C Romano: Modern Problems in Pediatrics. Vol. 2: pagg. 150154, Ed. Karger, Basel, 1957
26 Fibrosi Cistica. Diagnosi e follow-up. A cura di G Mastella. Pagg. 129-147, Verona; ott. 1984.
27 A Taccone, MP Fondelli, P Tomà, A Pelizza, Tomografia Computerizzata e Risonanza
Magnetica nel bambino.Testo Atlante, Il corpo. Ed Minerva Medica, Torino, 1991
28 Il gruppo dei radiologi pediatri italiani era così costituito: G Garibaldi, P Gugliantini, G
Iannaccone (Roma), GS Marchese (Torino), N Macarini e A Pelizza (Genova).
29 I radiologi promotori della Sezione di Studio erano i seguenti: oltre Pelizza, Fiorenza Bellini,
Giorgio de Filippi, Giuseppe Fariello, Sergio Fasanelli, Pietro Gugliantini, Guido Iannaccone,
Riccardo Perale, Marcello Randaccio, Ciro Sandomenico, Elisabetta Schiavetti, Gian Franco Vichi.
30 Il Radiologo XXXVIII: 215, 1999
31 P Tomà, GM Magnano, MA Lituania, S Malena, G Fariello: Integrated imaging of
schizencephaly. A report of 8 cases. Comunicazione al XXVI Congresso ESPR (Dublino 1989)
32 MA Lituania, U Passamonti, P Tomà et al: Schizencephaly: prenatal diagnosis by TC and MRI.
Prenatal diagnosis 9: 649-655, 1989.
33 G Fariello, S Malena, P Tomà et al: Hemimegaloencephaly: early sonographic pattern. Pediatr
Radiol 23: 151-152, 1993
34 P Tortorì Donati, A Cama, P Tomà et al: Sindrome del midollo fissato o “Tethered cord”.
Diagnostica neuroradiologica. Riv Neuroradiol 2: 227-240, 1989
35 P Tomà, GM Magnano, MA Lituania et al: L’ecografia nella mielodisplasia. Impiego nel feto e
nel neonato lattante. Riv Ital Ortop Traumatol Pediatr 6: 77, 1990
36 GM Magnano, A Dell’acqua, A Taccone, P Tomà et al: L’ecotomografia nello studio delle
raccolte periencefaliche post-traumatiche del neonato-lattante. Radiol Med 78: 492-495, 1969.
37 ML Massone, M Soliani, MC Forcheri, P Tomà et al: Peri-ventricular hemorrage in pretern
infants affected by RDS. US findings. Ped Neurosci 4: 110, 1988
38 P Tomà: Mucolipidose II: signes radiologique precoces (I-cell disease). Réunion du Group de
Radiologie Pediatrique J Lefebvre, Venise, sett. 1982
39 P Tomà, M Oddone, GM Magnano et al: Gaucher’s disease. Comunicazione al XXX Congresso
della ESPR, Londra 1993
40 P Tomà, AM Dell’Acqua, GM Magnano: Diagnosi ecotomografica di displasia congenita
dell’anca. Esperienza su 1120 casi. Minerva Pediatr 41: 467-472, 1989
41 A Comelli, E De Bernardi, P Tomà et al: Linfomi non HD nel bambino Esperienze di 10 anni
dell’Istituto “G. Gaslini” con il protocollo IGG-NHL 74. Minerva Pediatr 37: 611-613, 1985
42 P Tomà, G Lucigrai, GM Magnano et al: Contributo della RM nello studio dei tumori renali e
pararenali dell’infanzia. Radiol Med 84 (suppl 1 al n.4): 121, 1990
43 M Oddone, M Occhi, A Dell’Acqua, P Tomà et al: I tumori epatici in età pediatrica : un uso
razionale della diagnostica per immagini. Radiol Med 84 (suppl 1 al n.4) : 38, 1992
44 P Tomà Le alterazioni scheletriche nelle emolinfopatie del bambino: diagnostica per immagini.
Radiol Med (suppl 1 al n.4):10, 1992
45 B De Bernardi, M Conte, A Mancini, A Donfrancesco, P Alvisi, P Tomà et al: Localized
resectable neuroblastoma: results of the second study of italian cooperative group for
neuroblastoma. J Clin Oncol 13: 884-893, 1995
46 P Tomà, E Podestà, S Riggio et al: Radiol Med 70: 593-599, 1984
47 P Tomà, MA Lituania: Urinary tract malformations prenatal diagnosis neonatal follow up.
Comunicazione al XX Congresso ESPR. Paris, maggio 1983
48 M Sarperi, MC Massa, P Tomà et al : Studio dell’accrescimento del rene nel bambino con
reflusso vescico-ureterale. Poster XVII Congresso Nazionale della SIP, Pisa, ottobre 1982
123
49 R Gusmano, M Raspino, MR Ciardi, P Tomà et al: La nefropatia da reflusso. Prospettive in
Pediatria 60: 235, 1986
50 E Biggi, P Tomà, P Rossi et al: Le malformazioni renali in epoca perinatale. Ultrasonica 2: 155,
1987
51 P Tomà in BM Assael, A Giunta: Gastroenterologia Pediatrica, diagnosi strumentale e nuovi
farmaci. Congress Studio ed,, pag 29, Milano, 1986
52 P Tomà, G Lucigrai, M Ravegnani et al: J of Clin Ultrasound 19: 155-161, 1991
53 P Tomà, A Pelizza in G Martucciello, V Jasonni: Aganglie e disganglionosi intestinali. Gaslini 25:
219, 1993
54 P Tomà, GF Gargani: L’adolescente e giovane adulto con fibrosi cistica: studio clinicoradiologico longitudinale della broncopneumopatia. IV Convegno Nazionale della Sezione di
Radiologia toracica della SIRMN (Modena, 22 marzo 1980)
55 A Pelizza, P Tomà, GF Gargani et al: Le malattie croniche polmonari: valutazione
epidemiologica e radiologica. Joint Meeting, Berna 1981
56 V Tarantino, P Tomà, F Tassone. Otorinolaringoiatria 32: 207, 1982
57 M Oddone, P Tomà, L Scotto di Santillo et al: Minerva Pediatr 44: 17-25, 1992
58 F Tassone, GF Gargani, V Tarantino, L Minicucci, P Tomà et al : Significato clinicoepidemiologico della cosiddetta sindrome broncosinusale dell’età pediatrica. VI Congresso
Nazionale della Soc Ital di Otorinolaringoiatria pediatrica.
59 Il lavoro è il risultato della collaborazione di tre Servizi radiologici pediatrici: Istituto “G. Gaslini”,
Genova; Istituto di Radiologia, Università, Padova; Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”, Roma.
60 RL Teele, RA Barth, J Estroff: Perinatal radiology. Pediatr Radiol 30: 1-2, 2000
61 P Tomà: Atlante di Ecografia neonatale. Centro studi Esaote, Genova, 1991
62 A Taccone, MP Fondelli, P Tomà, A Pelizza: Tomografia Computerizzata nel bambino. Il corpo.
Ed. Minerva Medica, Torino, 1991
63 E Biggi, L Capaccioli: Ecografia pediatrica. Pagg 1-2, Piccin Ed., Padova, 1986
64 G Fariello, R Perale, G Perri; P Tomà: Ecografia Pediatrica. Casa Editrice Ambrosiana, Milano,
1992
65 L Dalla Palma: Radiourologia 1991, pagg. 137-150 Lint ed., Trieste, 1991
66 C Stuart: Radiologia Pediatrica, pagg. 601-615, Piccin Ed., Padova, 1991
67 Trattato italiano di Ecografia, pagg 698-724, Poletto Ed., Milano, 1993
68 R Bergonzini: Aggiornamenti di radiologia toracica. Vol X APC-SIRM, 1993
69 C Rabbia et al: Ecocolordoppler vascolare, pagg. 493-530, Ed Minerva Medica, Torino, 1995
70 P Tortorì Donati et al: Malformazioni cranio-encefaliche, pagg 23-90, Ed. Minerva Medica,
Torino, 1996
71 M Bazzocchi: Eco Color doppler in medicina interna, pagg 779-816, Ed. Idelson-Gnocchi,
Napoli,1988
72 G Saggese: Collana Monografica (SIP), pagg 133-140, Pacini Ed. Pisa, 1988
73 C Bartolozzi, R Lencioni: Liver Malignancies, pagg 403-422, Springer-Verlag, Berlin, 1999
74 L Cei et al: Tecniche di Tomografia Computerizzata e Risonanza Magnetica nella Diagnostica
per immagini, pagg. 387-399 Ed SEU, Roma 2001.
75 L Buscarini, R Campani (Eds),: Abdominal Ultrasound, pagg.601-608, Ed. Idelson-Gnocchi,
Napoli, 2001
76 RG Grainger, DG Allison (Eds): Diagnostic Radiology. Vol III, pagg. 2097-2109, Churchill
Livingstone, London, 2001
77 R Fotter (Ed): Pediatric Uroradiology, pagg 357-376, Springer-Verlag, Berlin, 2001
78 G 2002Cittadini (Ed): Diagnostica per immagini e Radioterapia, pagg 807-821, ECIG, Genova,
2002
79 G Dini, A Taccone, B De Bernardi et al.: Alterazioni scheletriche nella leucemia linfoblastica
acuta del bambino. Incidenza e significato prognostico. Radiol Med 69 : 644-649, 1983
80 M Occhi, M Oddone, A Taccone et al: Diagnostica per immagini nella leucemia acuta
dell’infanzia. Descrizione di 5 casi con esordio inusuale. Radiol Med 85: 187-192, 1993
81 K Kozlowski, J Campbell, W MacAlister, J Masel, A Pelizza, A Taccone et al: Tumori rari
primitivi della volta e della base del cranio in età pediatrica. Presentazione di 30 casi con breve
revisione della letteratura. Radiol Med 81: 213-224, 1991
82 P Tortori Donati, A Cama, L Andreussi, A Taccone: Occult spinal dysraphism. Neuroradiology
31: 512-522, 1990
124
83 A Taccone, P Tortorì Donati, A Marzoli, A Dell’Acqua et al: Mucopolysaccharidosis: tickening of
dura mater at the craniocervical junction and other CT/MRI findings. Pediatr Radiol 23: 349-352,
1993
84 A Taccone, L Romano, A Marzoli et al: La tomografia computerizzata nella fibrosi cistica
polmonare. Radiol Med 82: 79-83, 1991
85 A Taccone, L Romano, C Romano et al: Tomografia computerizzata ad alta risoluzione.
Stadiazione delle lesioni lobulari nella fibrosi cistica. Radiol Med 84: 750-755, 1992
86 A Taccone, M Occhi, A Garaventa et al: CT of invasive pulmonary aspergillosis in children with
cancer. Pediatr Radiol 23: 177-180, 1993
87 A Taccone, P Fondelli, G Martucciello et al: Tomografia computerizzata e malformazioni anorettali. Valutazione preoperatoria. Radiol Med 77: 356-360, 1989
88 A Taccone, P Fondelli, G Martucciello et al: Tomografia computerizzata e malformazioni anorettali. Valutazione postoperatoria. Radiol Med 77: 361-364, 1989
89 A Taccone, G Martucciello, P Fondelli et al: CT of anorectal malformation – a postoperative
evaluation. Pediatr Radiol 19: 375-378, 1989
90 A Taccone, A Marzoli, G Martucciello, G Salomone et al: Tomografia computerizzata e
risonanza magnetica nella diagnostica delle anomalie ano-rettali. Radiol Med 82: 638-643, 1991
91 G Martucciello, A Taccone, M Cheli, L Lonati et al: La colongrafia transcolostomica sbarrata
nell’identificazione della malformazione anorettale. Radiol Med 82: 635-637, 1991.
92 A Taccone, M Oddone, A Dell’Acqua, M Occhi et al: Red and yellow marrow in the pelvis and
proximal femur: age related changes in appearance at MR imaging. Pediatr Radiol 23: 217-218,
1993
93 A Taccone, M Oddone, A Dell’Acqua, M Occhi et al: MRI “road map” of normal age-related bone
marrow. Part I: Cranial bone and spine. Pediatr Radiol 25: 588-595, 1995
94 A Taccone, M Oddone, A Dell’Acqua, M Occhi et al: MRI “road map” of normal age-related bone
marrow. Part II: Thorax, pelvis, extremities. Pediatr Radiol 25: 596-606, 1995
95 A Taccone: Bone narrow conversion in magnetic resonance imaging. Physiological age-related
findings. Blackwell Wissenschafts-Verlag, Berlin-Vienna, 1997
96 A Cama, P Tortori Donati, GL Piatelli, MP Fondelli, L Andreussi: Chiari complex in children.
Neurological diagnosis neurosurgicel treatment and proposal of a new classification (312 cases).
Eur J Pediatr Surg 5 (Suppl 1): 35-38, 1995
125
A BOLOGNA Cesare Montanelli rimase in servizio presso la sezione di
Radiologia Pediatrica per oltre 30 anni (1951-1983). Autodidatta, come i radiologi che
l’avevano preceduto, durante questo lungo periodo si dedicò con passione alla
Radiologia pediatrica nell’interesse superiore dei bambini che
egli amava
profondamente ed al tempo stesso non trascurando l’attività scientifica come
dimostrò partecipando attivamente ai Convegni della neonata Sezione di Radiologia
Pediatrica ed ai Congressi Nazionali della SIRMN. Tra gli altri al III Convegno della
Sezione, svoltosi a Firenze nel novembre del 1976, ove presentò alcune
comunicazioni, in collaborazione con Alberto Lucchi sugli aspetti radiologici di varie
aberrazioni cromosomiche e di alcune rare sindromi, un patologia emergente in quel
periodo, grazie ai notevoli progressi della genetica. L’anno successivo partecipò al IV
Convegno svoltosi a Torino con la comunicazione su: “La Radiologia nell’evoluzione
clinico-radiologica del m. di Hodgkin. Sullo stesso argomento Montanelli intervenne
al XXVIII Congresso Nazionale della SIRMN (Rimini, 1978), alla T.R. “Logica del
trattamento del m. di Hodgkin, I e II stadio” con la relazione “Strategia terapeutica del
m. di H. nell’infanzia, con particolare riguardo agli stadi I e II (in collaborazione con A
Lucchi, E Cecchetto dell’Istituto di Radioterapia “Galvani” ed alcuni Pediatri della
Clinica Universitaria. Altri contributi del Montanelli riguardano la patologia
dell’apparato respiratorio: “Le pneumodisplasie dell’età pediatrica”, presentato a
Rimini al XXVIII Congresso Nazionale della SIRMN (in coll. con A Lucchi, L De Florio
et al.) ed i “distress” respiratori neonatali di indicazione chirurgica, comunicazione
tenuta al IV Convegno di Radiologia Toracica svoltosi a Modena nel 1980. Un
intervento preordinato (in coll. con R Rovesri, C Rossi e G Tani) “Aspetti radiologici e
contrastografici delle cardiopatie congenite nel primo mese di vita” ebbe luogo a
Napoli in occasione del XXIX Congresso Nazionale della SIRMN (1980).
Tra le pubblicazioni di maggior rilievo di Montanelli, va ricordata “La malattia
pilorica infantile” in collaborazione con A.Lucchi ed altri esponenti della Radiologia
universitaria Bolognese. 1
Infine Montanelli va ricordato come organizzatore a Bologna del IV Congresso
della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN avente per tema: “Lo studio
radiologico del bambino traumatizzato”. Pertanto Cesare Montanelli può essere
considerato, a buon diritto caposcuola della Radiologia Pediatrica bolognese.
126
Continuatori di maggior rilievo dell’opera di Montanelli sono stati Alberto Lucchi
e Giovanni Tani.
Il primo è stato un cultore appassionato delle sindromi malformative in
Pediatria. Com’è già stato detto ha contribuito con Montanelli allo studio radiologico
di molte aberrazioni cromosomiche sia con interventi al II Convegno della Sezione di
Radiologia pediatrica, sia con pubblicazioni attinenti alla materia. 2
A.Lucchi da solo o in collaborazionecon G.Tani, responsabile del servizio di
Radiologia Pediatrica fino al 1987 ha continuato l’attività scientifica contribuendo su
vari argomenti tra i quali vengono segnalati:
a) sulla patologia del tubo digerente:”La radiologia nella diagnosi del vomito
abituale del lattante”, comunicazione all’84° raduno dei gruppi regionali EmiliaRomagna e Marche della SIRMN (Imola, 1975); “Enterite necrotizzante neonatale.
Illustrazione casistica”, comunicazione al VI convegno della Sezione di Radiologia
Pediatrica (Bologna, 1979); “Cholestasis in newborns and young infant due to biliary
atresia (in coll. con
G Tani e la Chirurgia Pediatrica dell’Università di Bologna,
comunicazione al XXI congresso della E.S.P.R., Firenze, 1984); “Le occlusioni
neonatali” (in coll.con G Tani), Intervento preordinato all’XI Congresso della Sezione
di Radiologia Pediatrica, Modena, 1987. (in coll. Con G.Tani, R.Canini e L.De Florio);
b) sulla patologia toracica: “La TC nelle masse toraciche in età pediatrica” (in
coll. con G Tani et al., comunicazione al X Congresso della Sezione di Radiologia
Pediatrica, Pisa, 1985);
c) sull’apparato respiratorio: “Indagine radiologica nella patologia polmonare da
mycoplasma in età pediatrica (in coll. con G Tani et al.); “Le broncopneumopatie
allergiche (in coll. Con G Tani, R Canini e L De Florio); 3
d) sull’apparato cardiovascolare: ”L’A.G. digitale nelle malformazioni dell’arco
aortico (in coll. G Tani, R Roversi e
C Rossi, comunicazione al IX Congresso
Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica, Ancona, 1983);
e) sull’apparato urinario: “Patologia malformativa del rene in età neonatale: la
idronefrosi”, con partecipazione pluricentrica, A Lucchi e G Tani (bologna), E Gallo
(Modena), G Grumieri (I.C.P. Milano)
(XXXII Congresso Nazionale della SIRMN, Milano, 1986).
127
La maggior parte dell’attività scientifica di G.Tani, secondo quanto è stato
possibile raccogliere dalla bibliografia, non avendo avute notizie dalla fonte, è stata
svolta in collaborazione con Montanelli e Lucchi, come sopra è stato citato.
Tani è stato uno dei pochi radiopediatri che si è interessato dell’impiego della
Medicina Nucleare in Pediatria con gli studi scintigrafici delle metastasi ossee del
neuroblastoma, correlato con la radiologia tradizionale, e - in coll. con R Canini , R
Franchi et al. - della patologia tiroidea nelle diverse età pediatriche in comunicazioni
ad alcuni Convegni (IX, X e XII) della Sezione di radiologia Pediatrica.
Tra le sue pubblicazioni notevole la “Diagnosi del reflusso gastro-esofageo
nell’età pediatrica. Ecografia versus p-metria”. 4
Da segnalare inoltre la sua partecipazione alla relazione pluricentrica “Il torace
nelle urgenze pediatriche” in coll. con esponenti della Scuola Radiologica Bolognese
(R Canini, L De Florio, M Zampatori)
Convegno di Torino (1992) “Dalla
e Romana (S Fasanelli), presentata al
parete toracica al polmone: il cammino
dell’Imaging in età pediatrica”.
Ultimamente ha presentato al 36° Congresso Nazionale della SIRMN (Milano
1994) le comunicazioni “La R.M. nello studio dei disrafismi vertebrali con malfunzioni
ano-rettali (in coll. con R Sciutti, F Teglia et al.) .
Attività didattica nell’ambito delle scuole di specializzazione in Radiologia e
Pediatria viene svolta dal Dott. Tani e dalla Dott.ssa Rita Sciutti e Donatella
Vivacqua, che recentemente ha sostituito la Dott.ssa Francesca Teglia.
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 Radiol Med 64: 425-432, 1978
2 C Montanelli A Lucchi, R Canini, F Boriani et al: Alterazioni scheletriche nella sindrome wolfiana (4
p-) e nella quadrisomia di Klinefelter”. Radiol Med 65: 807-812, 1979
3 R Bergonzini, D Malavasi, G Saldi (a cura di.) : “Aggiornamenti in radiologia toracica”. Vol VI
Monduzzi, Bologna, 1986 pp.119-125
4 G Tani, R Sciutti, F Teglia, F Balzi, F Bernardi et al: Radiol Med. 86: 626-629, 1993
128
“ L’autore ha dedicato una particolare attenzione agli avvenimenti e alla
storia della sua Firenze… ”
A FIRENZE sul finire dell’estate del 1944, qualche tempo dopo la
liberazione della città (11 Agosto 1944), dopo la tragica parentesi bellica, riapre i
battenti l’ ”Ospedalino”. Riprendono così le attività assistenziale e di ricerca.
Sotto la guida prestigiosa del Prof. Cesare Cocchi, coadiuvato dai suoi
valorosi allievi, viene condotta una lotta coraggiosa contro la tbc, ma soprattutto
contro la meningite tubercolare, che allora comportava di solito una prognosi
infausta. L’illustre Maestro ha la felice intuizione di impiegare piccole dosi di
streptomicina, introdotte per via sottoccipitale e lombare e qualche volta addirittura
nei ventricoli cerebrali, per evitare gli effetti collaterali gravi delle dosi massive
dell’antibiotico impiegate dai medici americani. Già dopo il biennio 1946-47 si
verificano i primi brillanti risultati di questa terapia con riduzione della mortalità del
50%; negli anni seguenti si ottiene una sopravvivenza progressivamente
crescente fino al 90-95%.
La notizia di questo strepitoso e insperato successo si diffonde non solo in
Europa, ma anche negli Stati Uniti, tanto che ricercatori americani si recano a
Firenze, all’Ospedale Meyer per rendersi conto di persona dei risultati ottenuti ed il
Prof. Cocchi stesso nel 1951 viene invitato negli USA per illustrare le
caratteristiche della terapia da lui adottata. Intanto non solo bambini, ma anche
adulti affluiscono numerosi al Meyer da ogni parte d’Italia tanto che si prospetta la
necessità di un ampliamento dell’Ospedale per accogliere tanti malati. Pertanto si
decide di costruire un grande padiglione da dedicare a Cesare Cocchi collegato da
un ampio corridoio al nucleo preesistente degli edifici
centrali. La nuova
costruzione, iniziata nel 1951 avrebbe dovuto essere utilizzata anche per il
ricovero e la cura degli esiti della poliomielite anteriore acuta, allora molto diffusa,
non essendo stata scoperta ancora la vaccinazione preventiva. Ma per difficoltà
economiche viene completata soltanto nel 1961. Perciò nel frattempo si ritiene
necessaria l’istituzione di un altro reparto di malattie infettive distaccato
dall’Ospedale Generale di Careggi e successivamente trasferito in un’ambiente
129
molto più ampio (con capacità di 120 letti e possibilità di ricoverare i pazienti in
prevalenza adulti) a Villa Monna Tessa, situata nel comprensorio di Careggi. 1, 1bis.
Nei decenni successivi della seconda metà del Novecento si verifica uno
straordinario sviluppo ed una profonda trasformazione dell’Ospedale Meyer. Mi
limiterò a ricordare le tappe più salienti.
All’inizio degli anni Sessanta sono già presenti da tempo alcuni servizi. Il
Laboratorio di Analisi che da molti anni costituisce una Sezione distaccata del
Laboratorio dell’Arcispedale di S. Maria Nuova, diretto dal Prof. F Pasquinelli,
viene reso indipendente con l’accorpamento dei Laboratori di S. Salvi e del
Basilewski al momento dell’istituzione della USL 1O/E all’inizio degli anni Ottanta.
Primo direttore è il Dott. Mario Acocella che rimane in carica fino al 1986. A
lui succede il Dott. Gianfranco Azzurri. Durante la sua direzione si ha una
ristrutturazione e un potenziamento del laboratorio. Per dare un’idea della
rilevante attività del laboratorio in quel periodo sarà sufficiente riferirsi all’anno
1990: numero totale di esami circa 572.000, di cui circa 332.800 eseguiti a
pazienti ricoverati e 239.200 a pazienti ambulatoriali. La tipologia degli esami
consiste in ben 193 tipi di esami diversi, dovuti all’estrema specializzazione
dell’ospedale pediatrico ed alla notevole differenziazione dei pazienti che
affluiscono al laboratorio. 2
Attualmente (2003) è responsabile del servizio la Dott.ssa M Salvadori.
Il Servizio di Radiologia, di cui sarà trattato ampiamente in seguito,
dipendente dall’Istituto di Radiologia per la gestione dell’attività professionale e
scientifica, è divenuto autonomo con la creazione del Primariato nel 1968, di cui è
stato nominato responsabile il Prof. Gian Franco Vichi.
Il Laboratorio di Citogenetica e Genetica Clinica viene istituito nel 1964.
Ne è propugnatore il Prof. Cesare Cocchi, che con lungimiranza prevede il
meraviglioso futuro di questa branca della Medicina e della Biologia, e ne affida fin
dall’inizio la Direzione alla Dottoressa Maria Luisa Giovannucci Uzielli (MLG), che
ha appreso le basi della Genetica durante i tirocini effettuati in due Centri di
Genetica diretti da personaggi di fama internazionale, il Prof. P Polani a Londra e il
Prof. J Lejeune a Parigi. Sotto la guida di MLG, che nel frattempo ha conseguito
l’abilitazione alla libera docenza, il Laboratorio viene progressivamente ampliato
130
ed è dotato di molte ed importanti apparecchiature divenendo così una struttura di
alta specializzazione con il settore di Genetica Clinica
ed il laboratorio di
Citogenetica e Genetica Molecolare, quest’ultimo istituito fino dal 1982, che si
avvalgono di personale di elevata professionalità.
Per le necessità crescenti della assistenza pediatrica fin dal 1962 viene
riaperta una divisione Ospedaliera di Pediatria che è affidata al Prof. Marcello
Giusti.
Alla scomparsa del Prof. Cocchi, avvenuta il 12 Dicembre del 1964, viene
chiamato a sostituirlo dalla Facoltà Medica il suo allievo, Prof. Angelo Chieffi,
Cattedratico a Siena, che scompare prematuramente il 5 settembre 1969. Viene
allora nominato suo successore il Prof. Francesco Ragazzini, già aiuto di Cesare
Cocchi a Firenze e Cattedratico prima a Ferrara e poi a Siena. Ragazzini continua
e sviluppa le ricerche della Scuola sulla terapia della tbc sulla malattia reumatica e
promuove gli studi sul morbo celiaco, sulla fibrosi cistica, ecc.
Durante la Direzione di Ragazzini (1970-1985) vengono istituite altre due
Cattedre di Clinica Pediatrica: la prima viene affidata al Prof. Giorgio Bartolozzi e
la seconda al Prof. Carmelo La Cauza.
Una terza Cattedra di Clinica Pediatrica è istituita successivamente, di cui è
nominato Direttore il Prof. Alberto Vierucci.
Anche il settore ospedaliero era stato allargato fin dal 1973 con l’istituzione
di due altre Divisioni: la Divisione Immaturi, diretta dal Prof. Roano Rossi (19731985) affiancata dal Reparto di Puericultura Universitaria, nata come Cattedra nel
1968, diretta dal Prof. Lelio Nassi fino al 1981, e la divisione di Malattie Infettive, di
cui è Primario il Prof. Angelo Ulivelli (1972-1987), eminente infettologo, adiacente
al Reparto Universitario omologo, diretto dal Prof. Piero Cocchi. A lui succedono il
Prof. Francesco Peruzzi (1987-1988) ed il Prof. Enzo Bini (1988-1991).
A seguito del pensionamento del Prof. Bini, viene chiusa la divisione di
Malattie Infettive e rimane l’Unità Operativa Universitaria diretta dal Prof. Cocchi. A
lui succede per il triennio 1997-1999 il Prof. Calabri
3
e nel 1999 il Prof. Maurizio
De Martino
La Divisione immaturi viene abolita con il pensionamento del Prof. Rossi
(1985) ed è inglobata con l’UO di Pediatria diretto dal Prof. Pier Luigi Duvina
131
creata nel 1985 ed è composta da un Settore Immaturi e da un Reparto LattantiDivezzi (derivato dalla ex divisione del Prof. Marcello Giusti) nonché da una
sezione distaccata alla Nursery di Careggi.
Un passo rilevante nell’assistenza dei bambini malati è rappresentato
dall’istituzione degli “Ospedali di Giorno”, uno generale afferente alla Clinica
pediatrica I, e gli altri specializzati per diversi servizi, che consentono la riduzione
sensibile delle degenze, compensata dal consistente aumento delle prestazioni
specialistiche. Non è mia intenzione entrare nel merito dei vantaggi comportati
dagli “Ospedali di Giorno”; basterà ricordare il grande beneficio acquisito dai
piccoli pazienti, per la mancata ospedalizzazione e il venir meno del trauma
psicologico ad essa connesso.
Nell’ambito delle nuove Cliniche Universitarie vengono creati i Servizi o
Sezioni dedicati a settori specialistici, di cui ne ricorderò solo alcuni e con i quali
maggiori sono stati i contatti e la collaborazione del Servizio Radiologico.
Alla Clinica Pediatrica I afferiscono tra gli altri il servizio di Genetica Medica
di cui ho trattato precedentemente; il Servizio di Nefrologia e Dialisi Pediatrica,
nato nel 1979; il Servizio per la diagnosi e la terapia della Fibrosi Cistica, divenuto
Centro riconosciuto dalla Regione nel 1982, diretto dalla Prof.ssa L Marianelli; la
Sezione delle Cefalee dell’età evolutiva; la Sezione di Gastroenterologia
Pediatrica per la diagnosi ed il trattamento del morbo celiaco, diretta dal Prof.
Mario Ciampolini; il Servizio di Reumatologia, fondato nel 1980 e diretto dalla
Prof.ssa Fernanda Falcini. Durante la sua direzione il Servizio di Reumatologia ha
avuto un notevole incremento non solo dell’attività assistenziale per l’afflusso dei
pazienti dalla Toscana e da altre regioni d’Italia (Emilia, Umbria, Calabria, Sicilia e
Sardegna), ma anche della produzione scientifica con riconoscimenti a livello
nazionale ed internazionale. Intanto la Reumatologia dell’Ospedale Meyer è
divenuta centro di riferimento regionale per questa importante branca della
Pediatria.
Nella Clinica Pediatrica II l’aggregazione di notevole rilievo è costituita dal
Servizio di Auxologia, che ha una dimensione regionale.
Alla Clinica Pediatrica III afferiscono alcune sezioni di grande importanza
regionale, quali la sezione delle Encefalopatie Dismetaboliche, il laboratorio di
132
Immunoallergologia e l’Immunoallergologia della Clinica Pediatrica. Inoltre la
Clinica Pediatrica III svolge un’intensa attività sia in campo diagnostico che
terapeutico a favore dei bambini infettati con HIV. 4
Alla Puericultura è delegata la Terapia Intensiva Neonatale, nata
ufficialmente nel 1987, dotata di 18 letti comprendenti dal 1995 i letti per i neonati
sottoposti ad intervento chirurgico. 5
Tra le altre attività specialistiche, sorte al Meyer nel periodo tra il 1960e la
fine degli anni Novanta sono da segnalare: la Cardiologia ospedaliera, nata alla
fine degli anni Sessanta come consulenza prestata dal Servizio di Cardiologia di
S. Luca di Careggi che è attiva fino al 1992. In questa data viene istituita la nuova
UO di Cardiologia, di cui diviene Primario per concorso il Dr. Adriano Manetti.
Durante la sua direzione si ha l’acquisizione di nuove apparecchiature ed un
aumento dell’organico medico, che è composto da un Dirigente di II livello, tre
Dirigenti di I livello ed un Assistente borsista. Il personale infermieristico è
costituito da 4 unità. Notevole è l’incremento dell’attività assistenziale. Oltre alle
indagini comuni, vengono praticate l’ecocardiografia prenatale per la diagnosi
delle
malformazioni
cardiovascolari,
lo
studio
elettrofisiologico
per
via
transesofagea per la diagnosi e il trattamento delle aritmie, l’ecocardiografia
transesofagea pediatrica. Intensa anche l’attività scientifica con pubblicazioni su
riviste italiane ed estere, di un testo di Cardiologia Pediatrica e l’organizzazione di
Congressi ecc. Con il pensionamento del Dott. Manetti avvenuto nel 2002 è
subentrata la Dott.ssa F Bini che ha iniziato l’attività di Cardiologia Interventistica
presso il laboratorio di Emodinamica della Clinica Medica di Careggi.
La Stazione di Rianimazione è istituita nel 1984. E’ chiamato ad
organizzarla e a dirigerla il Prof. Paolo Busoni, che diviene Primario nel 1987 con
la creazione della UO di Anestesia e Rianimazione. Per le sue ricerche, nel campo
delle anestesie loco-regionali, condotte assieme ai suoi collaboratori, è stato
insignito, (primo in Italia) della medaglia Karol Koller della ESRA (Società Europea
di Anestesia Regionale). Nel corso della sua attività ha potenziato il reparto, che è
passato da 2 a 7 letti, con un organico di 13 medici compreso il Primario e di 9
infermiere. Pensionato nel 2003 ha continuato a prestare la sua opera
all’Ospedale Meyer come consulente.
133
L’UO Autonoma Universitaria di Oncoematologia Pediatrica, diretta dalla
Prof.ssa Gabriella Bernini è nata nel 1992 per la riunione dei due reparti di
Ematologia e Oncologia, attivi già durante gli anni Sessanta e diretti
rispettivamente dal Prof. Carlo Guazzelli e dal Prof. Giorgio Bartolozzi.
Attualmente la Unità Operativa Autonoma Universitaria di Oncomatologia
Pediatrica è inserita nell’area funzionale di Oncoematologia Pediatrica e Trapianti
di cui fanno parte oltre il reparto e un ospedale di giorno dedicato, l’ambulatorio, il
laboratorio di ematologia, il RITA (reparto di terapie cellulari avanzate) il Servizio
di Cure Palliative. Dal 1996 è iniziata l’attività di trapianto emopoietico.
Nel 1996 inizia l’attività il Dipartimento di Emergenza ed Accettazione
(DEA), diretto dal Dott. F Mannelli. Il DEA dispone di due strutture dedicate: l’UO
di Pediatria di Urgenza per un breve periodo di osservazione (48-72 ore) e la
Sezione di Pronto Soccorso Chirurgico. Stretta è la collaborazione del DEA con
tutte le UUOO di Medicina e di Chirurgia, la Terapia Intensiva ed in particolare il
Laboratorio di Analisi e la Radiologia.
Nel 1999 dopo il pensionamento del Prof. C La Cauza la Clinica Pediatrica
II diviene Unità Operativa di Endocrinologia; ne assume la Direzione Roberto Salti,
Professore Associato.
A cavallo degli anni Ottanta - Novanta alcune delle consulenze
specialistiche diventano
realtà
stabili:
sorgono
così il Centro
oculistico
(Responsabile Il Prof. R Frosini ), la Neurochirurgia (Direttore prima il Prof. G
Cagnoni e successivamente il Prof. PA Donati), il Centro Ortopedico operante al
CTO di Careggi (responsabile la Dott.ssa A Novembri) .
La rassegna sullo sviluppo e sull’evoluzione delle diverse attività
dell’Ospedale “A. Meyer” con l’istituzione di nuovi reparti e servizi ed il
potenziamento di quelli esistenti sarebbe incompleta se non fosse riferita la storia
della Chirurgia Pediatrica a Firenze. Come si è già scritto nella prima parte questa
branca della chirurgia è nata e cresciuta insieme all’Ospedale Meyer; nella
seconda metà del Novecento ha raggiunto un elevato livello per l’assistenza dei
bambini e per la competenza del personale medico ed infermieristico.
All’inizio degli anni Cinquanta la direzione del Reparto risulta affidata fin dal
1937 al Direttore della Clinica Chirurgica Universitaria, Prof. Antonio Comolli, che
134
rimase in ruolo oltre al settantesimo anno, fino al 1954, cui succede per un breve
periodo il Prof. Fedele Fedeli, Direttore della Clinica Chirurgica Universitaria. Sono
suoi collaboratori i Dottori Pier Enrico Carrai ed Antonio Righini assistenti della
Clinica Chirurgica Universitaria.
Negli anni seguenti assume la direzione della Chirurgia Pediatrica il Prof.
Carlo Alberto Montagnani, prima come incaricato e successivamente, con la
creazione della Divisione di Chirurgia Pediatrica, come Primario, che resta in
carica fino al 1974.
Fin dall’inizio della sua attività al Meyer il Prof. Montagnani, che è reduce
dagli USA, dopo un proficuo apprendistato a Boston nel reparto del Prof. Gross,
uno dei pionieri della Chirurgia Pediatrica mondiale, si dimostra un esperto
chirurgo pediatra ed acquista notevole fama che si estende alla Toscana e all’Italia
soprattutto per i successi conseguiti nella terapia dell’atresia esofagea, fino allora
ritenuta inoperabile, ed in altre malformazioni del tubo digerente.
Inoltre il Montagnani si dedica con passione alla Urologia Pediatrica, in
particolare alle uropatie ostruttive.
Il Montagnani è coadiuvato dall’aiuto, Prof. PE Carrai. Questi, proveniente
dalla Scuola di Comolli, è un brillante Chirurgo che riscuote notevoli
apprezzamenti negli ambienti pediatrici fiorentini e toscani sia come clinico che
come operatore.
Il Prof. Carrai, dopo il trasferimento del Montagnani all’Ospedale Regina
Margherita di Roma svolge le funzioni di Primario dal 1974 al 1978. A lui subentra
il Prof. Angiolino Pampaloni, sotto la cui direzione la Chirurgia pediatrica va
incontro ad ulteriore sviluppo soprattutto nel campo della Chirurgia Neonatale e
degli apparati digerente ed urinario del bambino.
A partire dal 1985 la ristrutturazione del padiglione “Cesare Cocchi” del
Meyer ha portato ad una razionalizzazione nell’occupazione degli spazi con
rinnovamento delle due sezioni di degenza. Anche la Sala operatoria è stata
ristrutturata, secondo criteri moderni e dotata di una camera oscura che ha
consentito di eseguire esami radiologici pre e post-operatori.
Nel 1995 è stato inaugurato il Centro Ustioni; nel frattempo sono stati istituiti
vari Servizi dedicati ad attività ultraspecialistiche: Centro per Idrocefalia e la Spina
135
bifida, il Laboratorio di Urodinamica, l’Urologia Pediatrica, l’Oncologia e la
Neurochirurgia Pediatrica. Inoltre dal 1995 è possibile ricoverare tutti i neonati
sottoposti ad intervento chirurgico, nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale.
Infine nel 1998 è stata aperta una seconda Sala operatoria che ha
consentito l’attività delle varie specialità chirurgiche. 6
All’inizio degli anni ’80, con la Riforma Sanitaria la gestione dell’Ospedale
Meyer passa dall’Arcispedale di S. Maria Nuova alla USL 10/E.
Un altro evento importante nella storia dell’Ospedale Meyer è stata
l’istituzione nel 1994 dell’ “Azienda Ospedaliera A. Meyer”, con autonomia di
bilancio, resa possibile dal decreto legge sull’alta specialità del 1992. Questo
prevedeva appunto che i requisiti per la promozione di un Ospedale in una
Azienda Ospedaliera fossero tre alte specialità che nel caso del Meyer erano: l’
Oncoematologia, la Nefrologia e le Ustioni.
All’inizio del Duemila si assiste a un ulteriore cambiamento dell’assetto
dell’Azienda “A. Meyer” che interessa la UUOO Clinche Pediatriche I III e IV, la
UO di Neonatologia e Patologia Neonatale e la Chirurgia Pediatrica.
La Genetica Clinica e Biologia Molecolare, la Fibrosi Cistica e la UO di
Oncolematologia Pediatrica da servizi diventano Unità Operative.
Alla UO Clinica Pediatrica I (Direttore Prof. Enrico Zammarchi, Prof.
Straordinario) sono afferenti, come in precedenza: 1) il Servizio di Nefrologia e
Dialisi, cui si aggiungono servizi prima afferenti alla Clinica Pediatrica III e cioè: 2)
Le Malattie Metaboliche e Neuromuscolari Ereditarie; 3) la Neurologia Pediatrica;
4) Le Cefalee dell’Età Evolutiva; 5) La Psicopatologia dell’Età Evolutiva; 6) Il
Laboratorio di Malattie Metaboliche e Neuromuscolari Ereditarie 7) Il Laboratorio di
Neurofisiopatologia.
I servizi di cui ai numeri 1), 2), 3), 4) costituiscono Centri Regionali di
riferimento.
Alla UO di Clinica Pediatrica III (Direttore il Prof. Alberto Vierucci, Prof.
Ordinario) sono afferenti i seguenti servizi e attività: 1) Allergologia; 2) Fisiologia
Respiratoria; 3) Immunopatologia Clinica; 4) Assistenza al Bambino Adottato; 5)
Laboratorio di Immunologia dedicato alla diagnostica di supporto per le varie
136
patologie
ed
i
seguenti
servizi
già
afferenti
alla
Clinica
Pediatrica
I:
Gastroenterologia ed Epatologia Pediatrica, Reumatologia; ambedue Centri
Regionali di riferimento.
La UO Clinica Pediatrica IV Malattie Infettive (Direttore il Prof. Maurizio De
Martino, Prof. Ordinario) con servizi afferenti: cura e prevenzione dell’AIDS
Pediatrico, Infezioni a trasmissione materno-fetale).
La UO di Neonatologia e Patologia neonatale (Direttore il Prof. Giampaolo
Donzelli, Prof. Associato): tra gli altri servizi afferenti, il servizio di Ultrasuonologia
Neonatale, di cui è responsabile lo stesso Prof. G Donzelli.
Le
tre
Cliniche
Pediatriche
esplicano
anche
attività
di
ricovero,
rispettivamente la I, con il Reparto Lattanti, la II con ricoveri in “Day Hospital”, la III
con Reparto Divezzi, tutte con letti funzionali.
La Chirurgia Pediatrica (Direttore il Prof. Antonio Messineo, Prof.
Associato), ha i seguenti servizi afferenti: 1) Centro Grandi Ustioni e Chirurgia
Plastica, Centro regionale di riferimento; ne è responsabile il Dott. G Grisolia: 2)
Chirurgia Neonatale: responsabile il Dott. B Noccioli 3) Chirurgia Oncologica; 4)
Urologia, Centro regionale di riferimento: responsabile Dott. AD Danti; 5) Chirurgia
Laparoscopica ed Endoscopia Digestiva e Chirurgia Specialistica dell’Apparato
Digerente: responsabile Dott. R. Mattei; 6) Neurochirurgia: responsabile Dott. P A
Donati. 78
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 N Monterisi, P Parigi: 1884 -1984. Cento anni di vita dell’Ospedale Infantile “Anna Meyer” di
Firenze. Ed. Felice Le Monnier, Firenze, 1984
1bis A Ulivelli, A Danti: Ospedali testimoni di cure ai bambini. Il Meyer a Firenze. Luci e ombre
nell’età evolutiva. Atti del Convegno, Sangemini, ottobre 2001
2 Dal volume: Collegio dei Primari Ospedalieri USL 10/E. Attività 1987-90
3 Le notizie fin qui riportate sono state gentilmente fornite dal Prof. G Calabri a cui va il mio vivo
ringraziamento
4 Le notizie riportate sono in gran parte tratte dagli atti del Convegno: Meyer: Quale futuro. Firenze,
27 novembre 1991
5 I dati riferiti sono stati gentilmente forniti dal Dott. P Fiorini
6 Le note riportate sulla chirurgia pediatrica all’Ospedale “A. Meyer” sono state tratte dal volumetto:
1884-1984. Cento anni di vita dell’Ospedale Infantile “A. Meyer” di Firenze (di cui al punto 1 di
questo paragrafo)
7 Le notizie qui riferite sono dovute in gran parte alla cortesia del Prof. E Zammarchi che ringrazio
sentitamente
137
A Firenze nel periodo post-bellico riprende l’attività anche il Reparto
Radiologico dell’Ospedale Meyer, che dipende dall’Istituto di Radiologia
dell’Università, se si escludono la gestione amministrativa ed il personale
paramedico, che sono di competenza dell’Arcispedale di S. Maria Nuova.
Negli anni 1947-1953 è responsabile del Servizio il Prof. Giulio De Giuli,
aiuto incaricato dell’Istituto di Radiologia dell’Università, diretto dal Prof. Luigi
Turano.
Inizialmente è in funzione un apparecchio radiologico da campo Picker,
donato dagli Alleati, che viene sostituito nel 1952 da un apparecchio Neotetraval
Gorla-Siama, fornito di un tubo Roentgen ad anodo rotante, a raffreddamento ad
aria, di un tavolo trocoradiografico e di un ortoscopio con seriografo Dell’Acqua. Lo
stratigrafo lineare può essere usato sia in posizione orizzontale che verticale.
L’apparecchio fornisce buone prestazioni consentendo anche tempi di esposizione
dell’ordine di 0,05 secondi.
Sotto la direzione del De Giuli, coadiuvato dal Dott. A Ruggero, da una
tecnica e da un’infermiera il Reparto negli ultimi anni raggiunge un buon livello,
svolgendo circa 20 esami radiologici al giorno, comprendenti non solo le indagini
di routine della radiologia tradizionale (esami del torace, dell’apparato scheletrico,
del tubo digerente per os e per clisma)
ma saltuariamente anche indagini
complesse (al momento), quali la pneumoencefalografia, la ventricolografia
gassosa, lo pneumoperitoneo e il pneumoretroperitoneo, la broncografia. 1
Sul finire del 1953, a seguito della nomina a Primario della Radiologia
dell’Arcispedale di S. Maria
Nuova del Prof. De Giuli, l’incarico del Servizio
Radiologico del Meyer è affidato al Dott. Carlo Bompiani aiuto dell’Istituto di
Radiologia dell’Università che ha come collaboratore il Dott. Gian Franco Vichi
specializzando in Radiologia presso l’Istituto di Radiologia dell’Università di
Firenze, diretta dal Prof Luigi Turano.
Trasferito il Bompiani a Roma nel 1956, a seguito della chiamata del Prof.
Luigi Turano a dirigere l’Istituto di Radiologia di quella Università, diviene direttore
dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Firenze il Prof. De Giuli, dopo una breve
parentesi a Siena, con la stessa carica.
138
Il Dott. Vichi, che nel frattempo, conseguita la specializzazione in
Radiologia con il massimo dei voti e la lode, era divenuto prima, (AA 1955-56)
assistente volontario e nel successivo (AA 1956-57) assistente straordinario
dell’Istituto di Radiologia dell’Università, viene incaricato, a decorrere dal 1956,
delle funzioni di dirigente del Reparto di Radiologia della Clinica Pediatrica
dell’Università di Firenze, con la supervisione del Prof. De Giuli.
Dal 1956 è in funzione all’Ospedale Meyer anche una sezione di
radioterapia con un apparecchio a Raggi X Gorla Siama (180 KV– 4mA) che viene
impiegato per il trattamento di forme di leucemia cronica dell’ ipertrofia timica,
dell’idrocefalo ecc.) mentre i tumori maligni (tumore di Wilms, neuroblastomi) sono
inviati all’Istituto di Radiologia ove esiste un apparecchio Maxitron da 250 KV che
è sostituito nel 1958 da un apparecchio di Telecobaltoterapia.
In questo periodo il Dott. Vichi nonostante che si valga della consulenza del
Prof. De Giuli, è conscio della grave responsabilità assunta per la conduzione
della Radiodiagnostica di un importante Ospedale Pediatrico quale il Meyer. Il
Dott. Vichi, come è già stato affermato nella parte generale, si considera un
autodidatta, analogamente alla quasi totalità dei colleghi coetanei che operano
negli Ospedali Pediatrici e nelle Cliniche Pediatriche Universitarie. Le fonti della
sua cultura radiopediatrica sono già state ricordate nella parte generale e non
starò qui a ripeterle. Anche per gli accessori da usare nella routine giornaliera (per
l’immobilizzazione dei piccoli pazienti, per le seriografie del tubo digerente, per le
cistouretrografie minzionali, per le arteriografie di vario tipo, ecc.) si fa ricorso a
mezzi artigianali.
Nel periodo 1956 -1968 il Dott.Vichi, che consegue l’abilitazione alla libera
docenza in Radiologia nella sessione del 1965, è coadiuvato nell’attività
radiologica, ormai limitata alla sola radiodiagnostica, da una tecnica di radiologia
(Liliana Tabanelli) e da un’infermiera (Gina Lelmi) che acquisisce nel frattempo il
diploma di tecnico.
Il carico di lavoro aumenta progressivamente ma la dotazione di personale
e di apparecchi (se si esclude l’acquisto di 2 portatili) è immutata.
All’inizio degli anni Sessanta vengono eseguiti in media 7500 esami
radiologici all’anno con incremento degli esami del tubo digerente (circa 250) e
139
dell’apparato urinario (circa 60 urografie, una trentina di cistouretrografie
minzionali).
Nel febbraio del 1964 il Dott. Vichi viene nominato assistente incaricato
presso l’Istituto di Radiologia dell’Università di Firenze. A seguito di concorso
interno bandito per legge a favore degli assistenti straordinari in servizio , diviene
assistente ordinario con decorrenza dal 1° Agosto 1964, dimissionario dal 1°
Aprile 1970.
Con l’istituzione del Primariato di Radiologia presso l’Ospedale Pediatrico
A. Meyer al Prof. Vichi viene affidato l’incarico di Primario – Direttore del nuovo
Servizio, di cui acquisisce la direzione effettiva con decorrenza dall’aprile 1970
dopo regolare concorso per titoli ed esami.
Nel frattempo l’Amministrazione Ospedaliera di S. Maria Nuova, da cui
dipendeva il Servizio Radiologico dell’Ospedale Meyer, procede all’assunzione,
prima come aiuto incaricato e successivamente di ruolo dello stesso Servizio, del
Dott. Marcello Maggini, che proviene dal Servizio Radiologico dell’Arcispedale di
S. Maria Nuova e Stabilimenti Riuniti, diretto dal Prof. Goffredo Giannardi.
All’inizio degli anni Settanta viene assegnato come assistente di ruolo del
Servizio il Dott. Roberto Zangardi che resta in carica fino al marzo 1973. Il suo
posto non è stato mai rimpiazzato fino all’inizio degli anni Ottanta.
Durante il periodo successivo degli anni Settanta, si fa sempre più pesare la
carenza di personale medico sia per l’aumento del carico di lavoro sia per le
richieste crescenti del servizio di pronta disponibilità, che nel frattempo era stato
istituito. Questa situazione ha ripercussioni negative sul Primario e sull’Aiuto, che
devono rinunciare alla partecipazione a Congressi e Corsi di Aggiornamento per
poter garantire un’adeguata opera assistenziale ai piccoli pazienti ricoverati
D’altra parte il personale tecnico viene aumentato di una sola unità nella
persona di Sandro Cappelli, che si aggiunge alle due tecniche già in servizio da
molti anni. Seguono a breve scadenza le assunzioni di altri due giovani tecnici,
Andrea Gallori nel ’72 e Fabrizio Leopardi nel ’74. Poco tempo dopo vengono
assunti altri due tecnici: Dolores Bandini e Antonio Scaglione che rimpiazzano i
due “vecchi” tecnici sopra ricordati, pensionati a distanza di pochi anni l’uno
dall’altro.
140
Finalmente all’inizio degli anni 80 vengono assunte, a seguito di concorso,
come assistenti di ruolo le Dott.sse Rita Jenuso (nel Settembre del 1980) e
Tiziana Pellegrini (nel Dicembre del 1982).
Nel 1985 lascia il Servizio, per dimissioni, l’aiuto Dott. Marcello Maggini; a
lui subentra come aiuto la Dott.ssa Rita Jenuso, già assistente, ma il suo posto di
assistente rimane vacante; pertanto la carenza di organico medico si fa ancora
sentire, senza che la fugace presenza per poco più di un mese dei dottori V
Fantecchi e A Bartolozzi, inesperti di Radiologia pediatrica, possa portare alcun
beneficio alla funzionalità del reparto. Meno breve (oltre un anno e mezzo dall’
08.02.1988 all’01.10.1989) è stata la permanenza della Dott.ssa Catia Dini.
L’organico dei tecnici durante gli anni 80 si mantene pressoché invariato:
mediamente, pur con alcune oscillazioni, erano in servizio 8 tecnici. All’inizio degli
anni Ottanta ai tecnici già presenti si aggiungono Antonio Giommoni (settembre 81
– ottobre 83) e Valerio Bertini (scomparso prematuramente per una grave
malattia), Laura Coccorullo, Maria Grazia Ghirelli, Paola Cappelli, G Paolo Rimola,
tutti, escluso quest’ultimo, rimasti in servizio nella prima metà degli anni Novanta.
All’inizio degli anni Novanta sono assunti in servizio il Dott. Ubaldo Bongini,
come assistente incaricato, dal febbraio ’90 e successivamente (dal 1° settembre
dello stesso anno) di ruolo ed il Dott.Guido Natoli, con funzioni di aiuto, dall’agosto
1990.
Il 1° febbraio 1995 lascia la Direzione dell’UO di Radiologia il Prof. Vichi,
all’età di 68 anni per concessione dell’Amministrazione dell’Azienda Ospedaliera
A. Meyer, avendo già superato il limite di età per il pensionamento dei Primari, che
a quell’epoca, tranne alcune eccezioni, era stabilito a 65 anni.
Erano trascorsi 43 anni dall’inizio della sua attività come Radiologo,
all’Ospedale Meyer, di cui 26 con funzioni primariali.
Nella primavera del 1970 si verifica il trasferimento della Radiologia dalla
vecchia sede dell’Ospedale (lato Buonvicini) al seminterrato del Padiglione Cesare
Cocchi, che consente l’acquisizione di nuovi spazi e la creazione di
diagnostiche A e B.
Nella diagnostica A sono collocati due apparecchi:
141
due
1) il Triselenix 1000 Gorla-Siama composto dal tavolo di comando, dal generatore
di alta tensione con i gruppi raddrizzatori, “Siregraph” 90/90 con seriografo,
dotato di intensificatore di immagini “Sirecon” e catena TV, spot camera a rullo
(70 mm.) e di stativo, su rotaia;
2) lo stratigrafo “Multix”, con angolo di pendolazione variabile (30-40°) e
possibilità di eseguire la zono grafia e stratigrafie multiple simultanee. Il tavolo
dello stesso può essere usato per esami radiologici tradizionali (scheletro,
urografie, ecc.).
Accessorio fondamentale è il “Thoracomat” il teleradiografo apposito per lo
studio del torace dei soggetti delle diverse età infantili. Dotato di una sospensione
per fissare i contenitori di diversa misura per neonati e lattanti, di un portacassette
adattabile ai diversi formati e di una parete protettiva con due aperture, che
consentono al personale di mantenere fermi i bambini non collaboranti ed al
tempo stesso di proteggerli e proteggersi dalle radiazioni ionizzanti.
Durante il 1991 nella diagnostica A vengono sostituite le apparecchiature
esistenti con un apparecchio “Prestilix 1600 DRS” della General Electric CGR,
sistema di radiodiagnostica telecomandato con possibilità di acquisizione delle
immagini, tradizionale e digitale, dotato di tavolo ribaltabile 90/90, Monitor TV di 23
pollici-1024, intensificatore di immagini (hyperlux), generatore Phasix 65 ad alta
frequenza, tubo radiogeno capace di sostenere elevati carichi (KV 150), consolle
DRS e Processor DRS.
Viene ancora utilizzato il Thoracomat per gli esami radiologici del torace.
Diagnostica B: all’inizio degli anni Settanta esiste solo un tavolo
trocoradiografico ove vengono eseguiti alcuni esami radiografici tradizionali
(segmenti scheletrici, torace, urografie ed altri) con un apparecchio portatile
“Pleodor” della Gorla Siama.
Nella seconda metà degli anni Settanta viene realizzata una ristrutturazione
del locale adibito a diagnostica, che viene diviso in due settori mediante un
cristallo anti-X, consentendo una duplice utilizzazione a scopi diagnostici.
Nel I settore viene installato un apparecchio dedicato alla Radiopediatria
l’“Infantoskop” Siemens, che verrà largamente impiegato negli anni SettantaOttanta ed in parte anche negli anni Novanta del secolo scorso nei servizi
142
radiopediatrici italiani ed esteri: in alcuni reparti radiologici l’Infantoskop è stato
digitalizzato ed è usato anche oggi.
L’Infantoskop è costituito da un tavolo telecomandato cui è connesso uno
stativo solidale nei vari movimenti del tavolo dotato di un tubo Röntgen di elevata
potenza (30Kw) che consente l’esecuzione di esami radiografici standard. Nella
parte opposta del tavolo è situato l’amplificatore di immagini per l’amplifotografia,
la scopia TV. L’amplifotografia è realizzata mediante la camera Sircam che
permette di eseguire fotogrammi 10x10 cm. con la cadenza rapida fino a 6
fotogrammi al secondo.
Accessori essenziali dell’apparecchio sono i contenitori di varie dimensioni
e di diversa forma secondo l’età dei soggetti da esaminare e la tipologia degli
esami: esami del tubo digerente per os, colon per clisma, esami dell’apparato
urinario (urografie, cistouretrografie minzionali), defecografie, broncografie,
angiografie. Un dispositivo sistemato all’estremità del tavolo consente di fissare i
diversi contenitori, che vengono ruotati di 180° a seconda del tipo di esame.
Nel secondo settore sono collocati:
1) un generatore ad alta tensione, Triselenix 1000 Super Gorla Siama capace di
notevoli prestazioni con
tempi di esposizione brevissimi (fino a 3 millesimi di
secondo);
2) uno stativo pensile;
3) un tavolo trocoradiografico, sostanzialmente usato per l’esecuzione di esami
dell’apparato scheletrico, del torace (per soggetti non collaboranti), di urografie
in lattanti, ecc.;
4) un teleradiografo munito di potter.
Nel 1992 viene acquisita una unità mobile “Stenoscop D6 General Electric”
per gli esamini sala operatoria e in sala gessi, acquistata grazie al contributo dal
Comitato “Insieme per la vita, Città di Firenze” e della “Nazionale Cantanti”.
Come è già stato scritto, finalmente, nel 1987 viene acquistato un ecografo
“real time” Sonolayer SSA Toshiba dotato di 3 sonde: lineare 7,5 MHz,
microconvex 3,75 MHz e convex 5 MHz, che era stato richiesto dal Prof. Vichi
all’Amministrazione di S. Maria Nuova fino dal 1978. Tuttavia con la Riforma
Sanitaria entrata in vigore poco dopo, la nuova gestione della USL 10/E non fu
143
così sollecita, come era stato in passato la precedente, nell’evadere la richiesta di
nuove apparecchiature nonostante le ripetute sollecitazioni e la necessità
crescente del ricorso alla metodica ecografica nella diagnostica, particolarmente
utile per le sue caratteristiche in Pediatria.
Un ecografo portatile (SSD 500 Aloka) munito di due sonde settoriali
elettriche, per esami da eseguire ai piccoli pazienti, non trasportabili, fu acquistato
nel 1992 con il contributo delle due Associazioni sopra menzionate.
Nel 1994 viene acquistato un iniettore angiografico “Plus standard 111
Edras” della Ditta Medrad.
Nel 1995 viene acquistato un ecotomografo (Esaote SPA – AUL IDEA)
dotato di sonda lineare 7,5 MHz–13MHz e di sonda convex 3,5 MHz-5MHz.
Nel periodo 1960-1995 vengono acquisiti vari apparecchi radiologici
portatili, necessari per l’esecuzione di esami al letto dei piccoli pazienti, soprattutto
prematuri e degenti nel reparto di ”Malattie Infettive”, all’inizio degli anni Sessanta
un “Monoblocco Gilardoni” ed un Philips (Pratix 90/20); durante gli anni Settanta,
un “Pleodor” della Gorla-Siama ed un “Nanomobil Siemens” (1974); nel 1982 un
Kondiamobil 125, a scarica di condensatore (Siemens) ed ultimamente (1989) un
Mobilette 2 Siemens ad alta frequenza e con tubo ad anodo rotante, tutt’ora in
funzione (2002).
All’inizio degli anni Settanta si passa dal trattamento manuale delle pellicole
radiografiche al trattamento automatico con l’acquisto di una sviluppatrice Agfa
Gevaert e successivamente di una Kodak.
Alla metà degli anni Settanta vengono adottati schermi di rinforzo a terre
rare; in un primo tempo viene acquisito il sistema Trimax della 3M e
successivamente (1981) vengono usate le cassette Kodak X-Omatic C-1 con
schermi di rinforzo “Lanex Regular”.
Nel 1993 viene acquisita una stampante “Laser Printer Ektascan 1120
Kodak”: sistema di registrazione – riproduzione delle immagini acquistite con
apparecchi digitali e TC.
Durante la direzione del Prof. Vichi si verifica un sensibile incremento
dell’attività assistenziale in rapporto con lo sviuppo dell’Ospedale (creazione di
144
nuove Divisioni di degenza e soprattutto con aumento del numero dei Servizi)
come è stato descritto nelle pagine precedenti.
Gli esami radiologici che, come abbiamo visto erano circa 7500 all’anno
all’anno all’inizio degli anni Sessanta sono saliti intorno a 14900 all’inizio degli anni
Novanta (con un aumento del 50 %); se a questi aggiungiamo 7800 esami
ecografici il numero totale degli esami ammonta a circa 22000 (aumento del 75
%). Tra le indagini della radiologia tradizionale gli esami dell’apparato scheletrico
(compresi il cranio e il rachide in toto e in parte) nel 1993 sono al I posto (7285),
seguiti dagli esami del torace (5734) e dagli esami diretti dell’addome (936), dalle
cistouretrografie minzionali (375) e dagli esami delle vie aeree superiori (117).
Notevole il calo degli esami del tubo digerente compreso il colon con clisma scesi
da circa 250 alla metà degli anni Sessanta a 219 nel 1993; ma il calo maggiore,
un vero e proprio crollo, si verifica a carico delle urografie divenute 42 da una
media annuale di 200 durante gli anni Settanta. Analoghe variazioni,
verosimilmente da attribuire all’impiego sempre più diffuso e perfezionato della
ecografia e per certe indagini (v. urografie) anche al diffondersi della Medicina
Nucleare si verificano, pur con alcune varianti, durante gli anni Novanta nei Servizi
radiologici di altri ospedali pediatrici.
Infine da notare una prevalenza (all’incirca del 30%) delle indagini eseguite
a pazienti ricoverati su quelle praticate a pazienti ambulatoriali.
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 Le notizie sono state fornite gentilmente dal Dott. A Ruggero
145
Attività scientifica attinente alla Radiologia Pediatrica negli anni Quaranta
del Novecento (periodo post bellico) e nella seconda metà degli anni
novanta svolta all’Ospedale “A. Meyer”.
Viene trattata l’attività scientifica svolta dai Dirigenti del Servizio Radiologico
dell’Ospedale “A. Meyer” in un cinquantennio: Giulio De Giuli (1947-1953), Carlo
Bompiani (1953-1956) Gian Franco Vichi e coll. (1956-1995). 1
Il Prof Giulio De Giuli (G DG), pur svolgendo un’attività scientifica intensa
nel campo della Radiologia tradizionale (basti citare il suo contributo con la scuola
di Turano alla tecnica della angiocardiografia e alle sue applicazioni) si dedica
anche alla Radiologia Pediatrica con una decina di lavori (pubblicazioni e
relazioni). Fin dal 1946, prima del suo incarico al Meyer, presenta la
comunicazione su “Ricerche stratigrafiche sul mediastino nell’età infantile” al XIV
Congresso della Società Italiana di Radiologia Medica Montecatini, (sett. 1946).
Negli anni successivi G DG dimostra un particolare interesse per la patologia
respiratoria del bambino apportando notevoli contributi tra i quali vengono citati le
manifestazioni dell’ostruzione bronchiale sia come complicanze di processi
polmonari acuti 2 sia in corso di tubercolosi primaria. 3
G DG si dedica anche allo studio della patologia neoplastica in età infantile,
quasi ignorata in Italia negli anni Cinquanta con una interessante pubblicazione:
“Considerazioni radiobiologiche in forme leucemiche iniziate clinicamente con un
tumore mediastinico e trattate con röentgenterapia” e una monografia sulla
radioterapia delle neoplasie maligne nell’infanzia. 4
Dopo la sua nomina a Direttore dell’Istituto di Radiologia dell’Università di
Firenze (1955) continua ad occuparsi di Radiologia Pediatrica con una relazione
su invito della Società Tosco–Emiliana di Pneumologia sul tema “Quadri
radiologici polmonari a tipo di cisti gassose nell’infanzia”, in cui l’A elabora una
classificazione su base semeiotica radiologica di questa complessa patologia. 5
Il Dott. Carlo Bompiani (C B), rimase per poco tempo (dall’autunno del 1953
all’inizio del 1956) alla direzione del Reparto Radiologico dell’Ospedale “A.
146
Meyer”, essendo stato nominato aiuto dell’Istituto di Radiologia dell’Università di
Roma, diretto dal Prof. Luigi Turano.
Durante il periodo suddetto è contemporaneamente aiuto dell’Istituto di
Radiologia dell’Università di Firenze, ove è incaricato dei trattamenti con
radioterapia e svolge un’intensa attività scientifica inerente alla radiologia
tradizionale con pubblicazioni da solo o con allievi della Scuola del Turano,
soprattutto con studi angiocardiografici e di radioterapia in campo oncologico.
Soltanto tre dei suoi lavori riguardano la Radiopediatria; una comunicazione su un
caso di osteosclerosi diffusa in un lattante, la pubblicazione su “Reperti radiografici
in un caso di meningo-encefalite da toxoplasmosi congenita”, ma la pubblicazione
di maggior importanza è attinente a uno studio delle neoplasie renali in età
pediatrica, in cui l’A esegue una disamina completa su questa patologia sia dal
punto di vista diagnostico che da quello terapeutico (pre-operatorio, se eseguito e
post-operatorio), con contributo personale su una rilevante casistica. 6
Il Dott. Gian Franco Vichi (GF V) nella sua lunga attività radiologica si è
interessato
quasi esclusivamente di Radiologia
Pediatrica, sia
dal lato
professionale che sotto gli aspetti scientifico e didattico. Le sue pubblicazioni a
stampa (172)nota comprendono sia i lavori pubblicati su riviste scientifiche italiane:
“La Radiologia Medica”, il “Nuntius Radiologicus”, gli “Annali di Radiologia
Diagnostica”, la “Rivista di Clinica Pediatrica”, la “Minerva Pediatrica”, la “Rivista
Italiana di Pediatria”, sia estere: “Pediatric Radiology”, “Annales de Radiologie”,
“Journal d’Urologie” ecc., i riassunti delle comunicazioni presentate ai Convegni di
Radiologia regionali e della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRM(N) ai
Congressi Nazionali della SIRM(N), e di altre Società scientifiche Nazionali (di
Radiobiologia, di Pediatria, di Chirurgia Pediatrica, di Chirurgia toracica, di
Urologia) ed estere (European Society of Pediatric Radiology, Groupe Jacques
Lefebvre, International Congress in Pediatric Urology), e a numerosi altri
Congressi attinenti alla Pediatria e alla Urologia Pediatrica.
A questi lavori vanno aggiunti i contributi apportati in 5 libri di cui sarà detto
alla fine di questo paragrafo. I 172 lavori, adottando la classificazione secondo gli
apparati interessati possono essere così distinti: per frequenza al primo posto si
147
trovano le pubblicazioni sull’apparato urinario (39) seguite a ruota da quelle
sull’apparato muscolo-scheletrico (38); seguono le pubblicazioni sull’apparato
digerente (33), sull’apparato respiratorio (29), di oncologia (11). Chiudono la serie
le
pubblicazioni
sull’apparato
cardiovasale,
il
SNC
e
le
sindromi
(complessivamente 14). A parte le varie (8) di cui sarà detto più avanti.
Fin dall’inizio dell’attività scientifica GF V dimostra notevole interesse per lo
studio radiologico delle malattie dell’apparato respiratorio nel neonato e nella
prima infanzia. Tra gli argomenti trattati più significativi vanno segnalati: “Aspetti
radiologici dei versamenti pleurici atipici nelle nefropatie mediche dell’infanzia”, 7 “I
reperti radiologici di iperdiafania del torace in corso di sindromi asfittiche
dell’infanzia”,
8
“I quadri radiologici delle complicanze a carico dell’apparato
respiratorio nelle malattie esantematiche dell’età infantile”,
pneumatoceli
considerazioni
polmonari
su
50
dell’infanzia
osservazioni
con
revisione
personali”,
10
9
“L’evoluzione dei
della
letteratura
e
“Pneumotorace
e
pneumomediastino spontanei del neonato”. Lo stesso argomento sarà oggetto alla
fine degli anni Settanta di studio approfondito dal punto di vista etiopatogenetico,
clinico e radiologico, basato su 59 casi personali di pneumotorace e/o
pneumomediastino nel neonato (in collaborazione coi Pediatri dell’Ospedale
Meyer ).
11,12
Da segnalare anche le comunicazioni su “Il quadro radiologico del
torace dell’immaturo nelle prime 48 ore di vita” (coll. S Borgheresi, C Belisario et
al.) tenuta al Simposio sui problemi ostetrico-pediatrici della sofferenza fetale
(Siena 1966).
Alla fine degli anni Cinquanta e durante gli anni Sessanta e Settanta GF V
si occupa con passione anche dello studio radiologico del tubo digerente in
diverse condizioni nel neonato e nel lattante. Risalgono a questo periodo le
ricerche sull’apparato digerente dell’immaturo (in collaborazione con R De
Dominicis e G Caprino) comunicazione presentata al XX Congresso Nazionale
della SIRM (Cagliari, 1958); seguono le pubblicazioni: “Il volvolo gastrico
intermittente del lattante. Aspetti clinico-radiologici” (in collaborazione con C La
Cauza) e “I quadri radiologici dell’ernia iatale da scivolamento e le sue
complicazioni”; “La relaxatio cardio-esofagea o calasia della I infanzia” (in
collaborazione con i Pediatri G Bartolozzi e C Calzolari); “L’occlusione da
148
anomalie di rotazione dell’intestino primitivo associato a volvolo nell’età neonatale;
studio statistico–radiologico delle cause funzionali di vomito nella I infanzia, con
particolare riguardo alla calasia esofagea” (in collaborazione con L Marianelli).
Questi studi si concretano con un’importante pubblicazione: “Il vomito abituale
nella I infanzia. Aspetti clinico-radiologici in 842 casi”. 13
Un altro contributo viene apportato in quegli anni (1968-1972) da GF V (coll.
A Pampaloni) nello studio delle ghiandole salivari con la scialografia, sia dal punto
di vista tecnologico sia nelle applicazioni (affezioni infiammatorie e neoplastiche
ghiandolari).
Gli aspetti clinici, radiologici, anatomo-patologici della “pneumatosi
intestinale”, una patologia emergente in Pediatria all’inizio degli anni Settanta,
sono illustrati da Vichi in una comunicazione presentata al X Convegno della
ESPR (Parigi 1972) e in una pubblicazione successiva. 14
GF V partecipa attivamente al I e al II Corso di aggiornamento postuniversitario in Radiologia “P Perona” organizzati dal Prof. G F Pistolesi, con la
presentazione di vari rapporti su problematiche inerenti ai temi dei corsi: ”La
radiologia del tenue e del colon” e “La radiologia dell’esofago, dello stomaco e del
duodeno”.
Nel periodo, comprendente la fine degli anni Cinquanta, gli anni Sessanta e
Settanta, GF V si dedica intensamente allo studio delle malformazioni delle vie
urinarie con l’apporto di contributi originali, in particolare sulle forme ostruttive
dell’uretra (valvole, diverticoli, stenosi), che alla fine degli anni Cinquanta – inizio
degli anni Sessanta erano ignorate dai radiologi italiani, sia generali che pediatri.
15 , 16
Pubblicazioni successive si riferiscono alle anomalie del giunto vescicoureterale nell’infanzia (1967) ed a una ricerca basata sulle osservazioni della
letteratura e sui casi personali inerente ad alcune rare malformazioni uretrali
(canali uretrali accessori ed uretre doppie), associate o meno a duplicità peniena
(1968). 17
Una puntualizzazione su questa patologia è oggetto della Conferenza: “Le
malformazioni delle vie urinarie inferiori”, tenuta al I Corso di Aggiornamento in
Radiologia, voluto dal Prof. P Cignolini e per la Radiologia Pediatrica organizzato
149
dal Prof. G S Marchese in occasione del XXIV Congresso Nazionale della SIRMN
(Palermo 1970).
Altri due argomenti di Radiourologia Pediatrica vengono presentati ai
Congressi congiunti, IX Congresso di Radiologia di Cultura Latina e XXVI
Congresso Nazionale della SIRM (Venezia ott. 1974), con la relazione:
“L’urographie dans l’insuffisance renale chronique en cours de malformations
congénitales de l’appareil urinaire dans l’enfance (coll. con G Grechi e G C
Masini), alla “table ronde” su “L’insuffisance renale cronique” e una comunicazione
su “Tumeurs et pseudo-tumeurs de la vessie chez les enfants”.
Sul finire degli anni Settanta GF V continua ad interessarsi di Radiourologia
collaborando con la Clinica Urologica di Firenze, diretta dal Prof. A Costantini.
Sono da segnalare, tra l’altro, in questo periodo, una pubblicazione e una
comunicazione sull’infezione delle vie urinarie dell’infanzia (coll. A Costantini e G
Grechi); la relazione su “L’incontinenza urinaria del bambino. Inquadramento
clinico-radiologico” in coll. con G Grechi, tenuta al LI Congresso della Società
Italiana di Urologia (Trieste, 1978) e una pubblicazione su “L’ureterocele ectopico.
Quadri clinico-radiologici” (coll. G Grechi, A Rinnovati e M Angeli). 18
I risultati sull’impiego della xeroradiografia nello studio delle miopatie
nell’infanzia, seguito in collaborazione con A Aulisi (radiologo), C Adami-Lami
Conti e C Calandi et al. (pediatre), sono oggetto di alcune pubblicazioni su “La
Radiologia Medica”
19, 20
di una comunicazione al 29° Congresso Nazionale della
SIRMN (Napoli 1980) e di un lavoro conclusivo sullo “Studio comparativo tra la
xeroradiografia e la TC nella distrofia muscolare progressiva”. 21
Verso la fine degli anni Sessanta GF V comincia ad interessarsi della fibrosi
cistica (FC), disponendo della ricca casistica dell’Ospedale “A. Meyer”, presenta
una comunicazione al XXIII Congresso Nazionale della SIRMN (Padova 1968)
sulle alterazioni toraciche in questa malattia e quasi contemporaneamente
pubblica un lavoro sullo stesso argomento.
22
Durante gli anni Settanta GF V
approfondisce lo studio radiologico delle diverse manifestazioni della FC
soprattutto
a
carico
dell’apparato
respiratorio
(alterazioni
bronchiali,
bronchiectasie) ma anche di altri apparati (vie biliari), intervenendo a Convegni
dedicati alla FC e a Congressi di Pediatria e con pubblicazioni. Come risultato
150
delle sue ricerche sul quadro complesso delle alterazioni broncopolmonari nella
FC propone un nuovo metodo di punteggio basato sulla loro valutazione che viene
perfezionato successivamente alla luce dell’esperienza acquisita. 23
Inoltre partecipa ad uno studio multidisciplinare sulla valutazione dello stato
nutrizionale nella FC
24
in collaborazione con Pediatri e Radiologi Pediatri e con
questi ultimi sulle indagini radiologiche nella FC. 25
Nel frattempo si interessa ancora, di problematiche inerenti alla Urologia
Pediatrica sia con l’impiego di nuove tecniche: cistouretrografia minzionale con
radionuclidi, a confronto con lo stesso esame eseguito, sia con tecnica
convenzionale sia con la urodinamica associata allo studio radiologico.
Le cistiti ricorrenti nell’infanzia e le infezioni delle vie urinarie sono oggetto
di comunicazioni (coll. G Grechi, A Tosto et al.) ai Meeting annuali della American
Academy of Pediatrics.
In questo periodo il reflusso vescico-ureterale, continua ad essere oggetto
di studio da parte dei Radiopediatri. GF V se ne interessa sia sotto l’aspetto
clinico-radiologico con la relazione “Crescita renale nel reflusso vescico-ureterale
trattato con terapia medica; valutazione radiologica”
26
sia dal punto di vista
metodologico con la comunicazione: “Il bambino con sospetto reflusso vescicorenale primitivo; primo approccio alla diagnosi con la cistografia con radionuclidi”.
27
Da uno studio eseguito da GF V (coll. A Masi, R Jenuso, F Nardi , C
Bartolozzi e T Pellegrini) è risultato che per la dimostrazione del reflusso vescicoureterale l’indagine di elezione rimane la cistouretrografia minzionale e che
l’ecografia va riservata al follow-up periodico dei pazienti trattati con terapia
medica.28
Altra problematica è costituita dal reflusso gastro-esofageo, per la cui
valutazione l’indagine radiologica svolge ancora un ruolo importante sia nel
neonato che nelle età successive. In due relazioni, una svolta ad un corso di
aggiornamento per Pediatri e l’altra presentata al Convegno svoltosi al Meyer in
occasione del Centenario della fondazione dell’Ospedale (1984), GF V illustra i
caratteri differenziali tra il reflusso fisiologico del neonato, il reflusso patologico
isolato, il reflusso associato alle ernie iatali “da scivolamento” e ad altre affezioni.
151
Le turbe funzionali gastro-enteriche, tra cui il reflusso gastro-esofageo in
età pediatrica, sono oggetto di una relazione presentata alla tavola rotonda
sull’argomento svoltasi in occasione del XXXII Congresso Nazionale della SIRMN
(Milano, giugno 1986).
Il “vomito abituale” del lattante viene trattato da GF V dal punto di vista
diagnostico alla luce dei notevoli cambiamenti metodologici verificatisi nello studio
delle sue diverse cause, con l’introduzione dell’ecografia. 29
Un altro compito dei Radiopediatri è la determinazione dell’età ossea (e.o.)
che ha acquistato importanza rilevante nel corso degli anni, dato lo sviluppo
dell’Auxologia, dell’Endocrinologia, della genetica e ultimamente, è richiesta
perfino per problemi di ordine medico-legale. Si discute sul metodo da adottare,
degli atlanti o dei punteggi, in sostanza la scelta è tra il metodo di Greulich e Pyle
e il metodo di Tanner (TW2).
Per i soggetti della prima infanzia GF Vichi propone un nuovo metodo, da
lui definito “dell’arto superiore sinistro” valido per i primi 15 mesi di vita, escluso il
periodo neonatale, basato sui nuclei di ossificazione presenti all’età del soggetto in
esame, statisticamente significativi. Vantaggi del metodo sono la facilità di
esecuzione e la bassa dose di radiazioni somministrata. 30
Per le età successive, secondo l’esperienza di GF V, sono validi sia il
metodo Greulich e Pyle (G & P), se correttamente applicato, sia il metodo TW2
con le correzioni proposte da Nicoletti et al.. 31 per la popolazione infantile italiana.
Tale preferenza è stata condivisa dai responsabili di Reparti Radiologici di
importanti Ospedali, Istituti e Cliniche Pediatriche Universitari: A Pelizza all’Istituto
Gaslini di Genova, ove sul finire degli anni Ottanta erano eseguite 7- 8.000
determinazioni dell’e.o., F Bellini alla Clinica Pediatrica “De Marchi” dell’Università
di Milano (G & P in prima istanza e il TW2 nei casi più complessi), R Perale alla
Clinica Pediatrica dell’Università di Padova, F Cerasuolo all’Ospedale Pediatrico
Santobono di Napoli (con alcune varianti), G Beluffi alla Clinica Pediatrica
dell’Università di Pavia et al. 32
GF V esegue una puntualizzazione sulla determinazione dell’età ossea in
due lezioni successive presentate a Corsi di aggiornamento svolti nell’ambito della
SIRMN; una “Orientamenti attuali sulla valutazione dell’età scheletrica“ al XXXIII
152
Congresso Nazionale della SIRMN (Roma 1988) e l’altra: “Cosa ogni radiologo
deve sapere nella valutazione dell’età scheletrica” al Corso di aggiornamento della
Sezione di Radiologia Pediatrica (Copanello (CZ), 27-28 settembre 1989).
Nel gruppo varie sono comprese otto pubblicazioni dedicate ad argomenti
diversi: a “I traumi addominali nell’infanzia”, oggetto di comunicazione al VI
Convegno della sezione di Radiologia Pediatrica (Bologna 1979) e ad alcune
affezioni a carico del SNC tra cui da notare “L’idrocefalo congenito da atresia dei
forami di Luschka e Magendie”. 33
Se si esclude la determinazione dell’e.o. finora non è stata menzionata la
produzione scientifica inerente all’apparato scheletrico, che è stata considerata
notevole tanto da occupare il II posto per frequenza tra le pubblicazioni scientifiche
di
GF
Vichi.
Gli
osteocondrodisplasie
argomenti
comprendenti
trattati
forme
riguardano
casistica
metafisarie
(tipo
varia
di
Schwachman),
spondilo- metafisarie (di Kozlowski) e forme atipiche (pseudocondroplasia e
displasia spondilo-epifiso-metafisaria congenita), casi di disostosi molteplice
(mucopolisaccaridosi I-H), 3 casi di mucolipidosi III, e forme più rare (displasia di
Verma-Naumoff). Ultimamente ha descritto due casi di “nanismo osteodisplasico
primordiale del II tipo”, noto anche come sindrome di Taybi-Linder) in coll. con G
Currarino.
34
Le altre pubblicazioni inerenti all’apparato scheletrico riguardano
sindromi rare quali l’acrocefalosindattilia di Apert, sindromi con prevalenti
alterazioni scheletriche (S di Klippel-Feil e S di Schwartz-Jampel); la “protusio
acetabuli” nella sindrome di Marfan. Oggetto di studio sono state anche
l’osteopatia rubeolica connatale (3 casi descritti in coll. con i Pediatri del Meyer) ed
i processi infiammatori (osteomielite subacuta simmetrica e ostiomielite da
micobatteri atipici) in collaborazione con i Pediatri dello stesso Ospedale.
Infine sono state studiate sia con la radiologia tradizionale sia con la RM le
alterazioni scheletriche in corso di insufficienza renale (osteodistrofia renale) e in
malattie metaboliche (iperoxaluria) e i risultati oggetto di relazioni e pubblicazioni.
Delle più importanti viene riportata la bibliografia. 35, 36,
37
Nel marzo del 1991 GF V organizza a Firenze un Convegno
multidisciplinare sul tema “Problematica attuale nella Diagnosi e Terapia della
idronefrosi in epoca pre e post-natale”. Alla riunione partecipa un folto gruppo di
153
esperti del settore che intervengono con relazioni attinenti agli argomenti sulla
materia.
In sintesi F Franchini e coll. della III Cinica Pediatrica dell’Università di
Firenze insieme con S Santoro della UO di Chirurgia Pediatrica trattano della
fisiopatologia del giunto pieloureterale. E Cariati e coll. dell’Istituto di Ginecologia e
Ostetricia della stessa Università illustrano il ruolo della ecografia prenatale nella
diagnosi della idronefrosi fetale.
Sulla diagnosi della stenosi del giunto pielo-ureterale intervengono A
Chiara, chirurgo pediatra delI’IRCCS Policlinico S Matteo di Pavia e R Jenuso
dell’UO di Radiopediatria dell’Ospedale “A. Meyer” di Firenze. In ambedue le
relazioni vengono proposti i protocolli da seguire nelle diverse situazioni
riscontrate.
Il ruolo della scintigrafia renale sequenziale con diuretico nei neonati e nei
lattanti dei primi 6 mesi viene discusso dai Medici Nucleari C Aprile e R Saponaro,
dell’IRCCS Fondazione Clinica del Lavoro di Pavia.
La metodica attuata con la radiologia tradizionale diversa da quella
impiegata in passato ma sempre valida viene prospettata dai Radiopediatri G
Beluffi del Policlinico S Matteo IRCCS di Pavia e T Pellegrini, U Bongini e G Natoli
dell’Ospedale “A. Meyer” di Firenze.
Vichi puntualizza l’iter diagnostico da seguire nell’idronefrosi del neonato e
del lattante e sottolinea la correlazione tra i vari esami diagnostici strumentali.
I diversi tipi di trattamento chirurgico della idronefrosi vengono trattati da A
Pampaloni dell’UO di Chirurgia Pediatrica e dai suoi coll. S Santoro, A Elia, D A
Danti e da G Chiari della Clinica Chirurgica Pediatrica dell’Università di Pavia.
La problematica della coesistenza di stenosi del giunto pielo-ureterale e di
reflusso vescico-ureterale evenienza rara ma complessa viene discussa da G
Grechi della Clinica Urologica dell’Università di Firenze e dalla Dott.ssa R Jenuso
già citata.
Conclude il Convegno la relazione sul “follow-up” dell’idronefrosi che viene
svolta dai nefrologi dell’Ospedale “A. Meyer” M Materassi, G C Lavoratti, D
Seracini et al. e da AD Danti dell’UO di Chirurgia Pediatrica dello stesso
Ospedale.
154
Intensa la partecipazione attiva di Vichi con la presentazione di
comunicazioni relazioni e posters a Convegni, Congressi regionali, nazionali ed
internazionali, che in parte sono già stati citati a proposito della sua attività
scientifica e nei capitoli inerenti alla Storia della Radiologia Pediatrica italiana
(Convegni della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRM(N) ed ai Congressi
Nazionali della stessa Società). Pertanto mi limiterò alla citazione degli altri
contributi di maggior rilievo apportati da GF V in occasione delle suddette
manifestazioni scientifiche che finora non sono stati menzionati. Tra queste
segnalo in ordine cronologico: “L’urografia” (coll. G De Giuli),
relazione al
Convegno di Radiologia e Chirurgia Pediatrica, (S.Pellegrino Terme, settembre
1964); “Difficoltà ed errori di interpretazione in Radiologia Odontostomatologica”,
(Firenze, giugno 1968). “Aspetti radiologici della patologia neonatale” relazione
alle Giornate pneumoradiologiche bresciane (Brescia, marzo 1977); “Le masse
mediastiniche in Pediatria. Stato attuale della Chirurgia del mediastino”(coll. A E
Gallinaro et al.), relazione al XVI Congresso Nazionale di Chirurgia toracica
(Taormina, 1978); “Aspetti radiologici dei processi espansivi del mediastino nella I
infanzia” (coll. E Schiavetti), comunicazione al XXXIX Congresso Nazionale della
SIRMN (Napoli, settembre 1980); “Le raccolte gassose endotoraciche nel
neonato”, relazione tenuta al IV Congresso Nazionale della Sezione di Radiologia
toracica” della SIRMN, (Modena marzo 1980); “Le alterazioni ossee nella leucemia
acuta linfoblastica alla diagnosi. Incidenza e significato prognostico” (coll. C
Guazzelli et a.l) comunicazione al IX Congresso Nazionale AIEOP (Firenze, marzo
1982); “Radiodiagnostica delle ostruzioni delle vie urinarie superiori”, relazione alla
II giornata radiologica umbra (Terni, gennaio 1984); “L’indagine radiologica
tradizionale: schemi interpretativi” al convegno su “L’approccio diagnostico e
terapeutico delle cardiopatie in epoca perinatale” (Lucca, aprile 1987).
GF Vichi sul finire degli anni 80 e l’inizio degli anni 90 partecipa alle
seguenti manifestazioni congressuali: alle III Giornate Pediatriche Toscane
(Firenze, novembre 1988), con la relazione (in collaborazione con R Jenuso) “Il
ruolo attuale delle indagini ECO in pediatria”; al XIII Incontro di Urologia Pediatrica
(Perugia, gennaio 1989) con le relazioni: 1) “Il ruolo attuale della diagnostica per
immagini nella ostruzione delle vie urinarie alte. Confronto tra radiologia
155
tradizionale ed ecografia” (coll. R Jenuso, T Pellegrini, C Dini), 2) “Possibilità e
limiti della ecografia nella diagnosi del reflusso vescico-ureterale primitivo”;
all’incontro multidisciplinare con i Pediatri e i Medici di Base (Firenze, 3 febbraio
1990, Nuovo Ospedale S Giovanni di Dio), con la relazione: “Ruolo attuale
dell’esame radiografico nella diagnosi e nel follow-up della lussazione congenita
dell’anca”; al XVI Incontro di Urologia Pediatrica della Sezione di Urologia
Pediatrica (SIU), con la relazione (coll. T Pellegrini e R Jenuso) “Problematica
attuale della diagnostica per immagini nelle calcolosi dell’apparato urinario in età
pediatrica”; al Convegno “Tumori dell’apparato urinario genitale nell’infanzia”
(Firenze, giugno 1994) con la relazione (coll. R Jenuso e T Pellegrini) “Diagnostica
per immagini nei tumori della vescica e della prostata in età pediatrica”.
Altri argomenti non riportati tra le pubblicazioni inerenti all’attività scientifica
già descritta sono stati presentati da GF V a Congressi internazionali. Mi limito a
citare: “L’indagine radiologica nello studio funzionale delle vie urinarie in età
infantile” (Congresso internazionale di Urologia Pediatrica, Firenze, settembre
1983) e “Lesioni ossee in bambini con iperoxaluria primaria tipo I: valutazione e
follow-up con la radiologia tradizionale e la risonanza magnetica” (coll. U Bongini,
D Seracini et al.) nel Terzo “workshop” su l’iperoxaluria primaria, (Lione, Francia,
ottobre 1994).
I 5 libri a carattere monografico sono costituiti da due pubblicazioni in cui
GFV è coautore:
1) G Nori Bufalini, GF Vichi “Il neuroblastoma”, Ed. Minerva Medica, Torino 1965;
2) M Tramonti Rocchi, GF Vichi, B Giganti et al.: “Displasia e lussazione congenite
dell’anca”, Ed Liviana Medicina, Napoli 1991,
e da 3 pubblicazioni in cui GF Vichi ha collaborato alla stesura di un capitolo:
1) Problems in Pediatrics Endocrinology edited by La Cauza and A W Root. Ibidem n.
30
,
2) Fibrosi cistica. Aspetti metodologici e tecnici di diagnosi di follow-up. Ibidem n. 25,
3) Crescita e maturazione scheletrica. Età ossea e predizione della statura adulta,
a cura di I Nicoletti. Ed Centro Studi auxologici, Firenze 1990.
Infine va ricordata la partecipazione di GF V a molti Congressi della ESPR.
Nominato membro attivo della Società fin dal 1965 ha presentato 4 comunicazioni
156
e 8 posters ad alcuni Congressi di questa Società: “Occlusione da anomalia di
rotazione dell’intestino primitivo associata a volvolo intestinale” (II Congresso,
Stoccolma, 1965);
“ La scialografia nelle flogosi e neoplasie delle ghiandole
salivali nell’infanzia” (VII Congresso, Roma, 1970); “Aspetti clinici, radiologici ed
anatomo-patologici in 18 neonati affetti da pneumatosi intestinale” (IX congresso,
Parigi, 1972, coll. M Maggini, P Moggi, F Gori et al.); “ Studio clinico-radiologico su
otto casi di teratomi sacro-coccigei intrapelvici in età pediatrica” (XX Congresso,
Parigi, 1983, coll. R Jenuso e M Ruggeri).
Al XXI congresso svoltosi a Firenze nel 1984 GF V espone 4 posters di cui
3 in collaborazione coi Radiopediatri ed i Pediatri dell’Osp. “A. Meyer” di Firenze,
riguardanti casi rari: un caso di fibroangiolipomatosi ossea diffusa, un altro una
nuova displasia spondilo-metafisaria ed il terzo una forma di S di Ehlers Danlos,
con deficit funzionale delle piastrine. Di particolare interesse il IV poster (coll. M L
Giovannucci ed altri genetisti dell’Osp. “A. Meyer” ) in cui sono illustrate forme
“letali” di displasie genetiche dell’apparato scheletrico. Alcuni anni più tardi (1990)
presenta al XXVII Congresso svoltosi a Monaco di Baviera un nuovo caso di
displasia cefalo-scheletrica (S. di Taybi-Linder) con storia naturale atipica (coll.
Pediatri e Genetisti dell’Osp “A. Meyer”). Altri poster vengono esposti
successivamente al XXX Congresso (Londra, 1993): “Progressione delle lesioni
scheletriche dell’oxalosi primaria in un bambino con insufficienza renale allo stadio
finale” (coll. G C Lavoratti, D Seracini et al.); al XXXI Congresso (Bruxelles, 1994):
“Calcinosi massiva tumorale in un bambino sottoposto a emodialisi di
mantenimento - Contributo della diagnostica per immagini alla corretta diagnosi”
(coll. gli stessi AA di cui sopra e U Bongini) ed al XXXII Congresso (Utrecht, 1995)
“Studio mediante RM dell’osteodistrofia renale” (coll. M Olmastroni, D Seracini, U
Bongini et al).
GF V ha svolto anche intensa attività didattica in particolare per alcune
Scuole di Specializzazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di
Firenze.
Dall’anno accademico 1960-61 del Novecento fino al pensionamento (1995)
ha tenuto ininterrottamente il corso di insegnamento di “Radiologia Pediatrica” per
la Scuola di Specializzazione in Pediatria e Puericultura della stessa Università.
157
Negli anni Settanta gli è stato affidato il corso di Radiologia presso la Scuola di
Specializzazione in Odontoiatria della Università di Firenze. Nella seconda metà
degli anni Ottanta è stato nominato professore a contratto delle seguenti scuole di
specializzazione: 1) Malattie infettive; 2) Pediatria; 3) Pediatria Preventiva e
Perinatale; 4) Radiologia dell’Università di Firenze. Durante gli anni Settanta ha
tenuto un corso di lezioni di tecnica radiologica presso la scuola per TSRM della
CRI
Dopo il pensionamento (1995) in qualità di Professore a contratto
ha
continuato a svolgere un corso di Radiologia Pediatrica e Diagnostica per
immagini nell’anno accademico 1995-96 per le Scuole di Specializzazione:
Pediatria (ad indirizzo neonatologico); Malattie infettive; Radiologia. Lo stesso
corso è proseguito per gli anni accademici successivi fino all’anno 2000-2001
compreso, limitatamente alla Scuola di Specializzazione in Pediatria (ad indirizzo
neonatologico).
Inoltre GF V ha svolto diverse lezioni a Corsi di aggiornamento promossi
dalla SIRMN, dalla Sezione di Radiologia Pediatrica e da altre Istituzioni. Sono
stati già menzionati tra,le pubblicazioni alcuni Corsi di aggiornamento; oltre a
questi sono da notare una lezione su “Recenti progressi di tecnica e diagnostica
radiologiche” che è stata tenuta in occasione del XXXVIII Congresso Nazionale
(Rimini, 1978); ai Venerdì radiologici veronesi su “L’idronefrosi nell’infanzia”
(marzo 1975); una lezione al I Corso di aggiornamento della Sezione di Radiologia
Pediatrica (Ancona, 1983) su “La Radiologia dell’esofago e dello stomaco nel
neonato”; altri interventi sono avvenuti negli anni Settanta ed Ottanta a corsi di
aggiornamento in tema di radiourologia pediatrica, organizzati dall’Ordine dei
Medici di Firenze, dalla Clinica Urologica di Firenze (1976) e dall’Istituto di
Radiologia dell’Università di Perugia (1988) e sugli aspetti radiologici della
neurofibromatosi e della sclerosi tuberosa trattati al Corso di aggiornamento su
“prevenzione e diagnosi di queste affezioni” (Siena 1988). Infine è intervenuto al
Corso
Seminariale
IGR
(Villejuif)
organizzato
dall’Istituto
di
Radiologia
dell’Università di Firenze su “Tumori pediatrici” con la relazione “Diagnosi
radiologica”.
158
GF V ha conseguito il diploma di specialista in Radiologia ed Elettroterapia
nell’anno Accademico 1953-54 con voti 70 e lode su 70 e nell’anno accademico
1961-62 il diploma di specialista in Pediatria e Puericultura con la stessa
votazione. Ambedue i diplomi sono stati ottenuti presso l’Università di Firenze.
E’ socio della SIRMN dal 1958. Membro attivo della European Society of
Pediatric Radiology (ESPR) dal 1965.
Nella sessione di esami del 1965 ha conseguito l’abilitazione alla libera
docenza in Radiologia. E’ stato consigliere del Comitato direttivo della Sezione di
Radiologia Pediatrica nel quadriennio 1976-79. Nel 1983 è stato Vicepresidente
della ESPR e nel 1984 Presidente della stessa Società, di cui ha organizzato a
Firenze il XXI Congresso e il IX Post Graduate Course. E’ stato Presidente del
Collegio dei Primari della USL 10/E nel biennio 1988-89.
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 In effetti GF Vichi ha continuato la produzione scientifica anche dopo il pensionamento (1995)
presentando alcune comunicazioni ai Congressi annuali della ESPR e con alcune pubblicazioni di
cui sarà detto più avanti.
2 G De Giuli: Le manifestazioni dell’ostruzione a valvola delle vie bronchiali quali complicanze dei
processi polmonari acuti. Riv Clinica Med 48: 271, 1948
3 G De Giuli: Le manifestazioni radiologiche di ostruzione bronchiale in corso di tubercolosi
primaria. Radiol Med 40: 625,1954
4 G De Giuli: La nostra esperienza nella radioterapia delle neoplasie maligne dell’infanzia. Ed
scientifiche Salpietra, Firenze, 1955
5 G De Giuli (coll.. C Cavina e GF Vichi): Relazione presentata al Convegno della Società ToscoEmiliana di Pneumologia (Ravenna Luglio 1959). Giornate di Pneumologia 4: 19, 1960
nota:( In questo numero non rientrano 4 pubblicazioni attinenti all’impiego della Radiologia
tradizionale negli adulti o di ricerche laboratoristiche in soggetti adulti irradiati.
6 C Bompiani: I tumori renali in età pediatrica. Nuntius Radiol 23: 529,1957
7 GF Vichi (coll.. C Cavina): Ann Rad Diagnostica 31: 153, 1958
8 GF Vichi (coll.. C Cavina): Radiol Med 45: 609-633, 1959
9 GF Vichi (coll.. G Nori Bufalini, A Crinelli): La Settimana Medica, Suppl n.1, 1960
10 GF Vichi (coll.. C Cavina): La Settimana Medica 49: 203, 1961
11 GF Vichi (coll.. G Bartolozzi, C Poggiolesi, F Ridi): Su 59 casi di pneumotorace e/o
pneumomediastino del neonato – I parte: etiopatogenesi e sintomatologia. Min Ped 31: 283-292,
1979
12 GF Vichi (coll.. G Bartolozzi, C Poggiolesi, F Ridi): Su 59 casi di pneumotorace e/o
pneumomediastino del neonato - II parte: quadro radiologico, diagnosi, prognosi e terapia. Min
Ped. 31: 345-362, 1979
13 GF Vichi (coll.. G Bartolozzi, L Marianelli, F Galluzzi): Min Ped 20: 169-200, 1968
14 GF Vichi: M Maggini, P Moggi, F Gori, et al: Pneumatosis intestinalis in infants. Clinical,
radiological and anatomo patothological study on eighteen patients. Ann Radiol 16: 153-161, 1973
15 GF Vichi: Contributo radiologico alla conoscenza delle ostruzioni uretrali intrinseche di origine
congenita nell’infanzia. Nuntius Radiol 26: 570, 1960
159
16 GF Vichi: I diverticoli uretrali congeniti come cause di ostruzione urinaria. Riv Clin Ped 70: 424,
1962
17 GF Vichi (coll.. G Marini): Anomalie uretrali rare. I così detti canali uretrali accessori e le uretre
doppie associate o meno a duplicità peniena. Radiol Med 54: 625-652, 1968
18 Bollettino e Atti Soc.Urologia Centro Meridionale e delle Isole 15: 47, 1979-80
19 Radiol Med 65: 365, 1979
20 Radiol Med 65: 409-415, 1979
21 GF Vichi (coll.. N Villari e A Aulisi): Studio comparativo tra la xeroradiografia e TC nella distrofia
muscolare progressiva. Radiol Med 68:425-426, 1982
22 La nostra esperienza in tema di fibrosi cistica. Studio radiologico del torace su 33 casi
nell’infanzia (coll.. G Marini e G F Brunelli). Nuntius Radiol 34: 503, 1968
23 Esperienza acquisita in un quadriennio con il metodo di Vichi nello studio delle alterazioni
broncopolmonari della fibrosi cistica (coll.. R Jenuso, T Pellegrini, L Marianelli e T Repetto). Radiol
Med 73: 277-282, 1987
24 Valutazione sullo stato nutrizionale nella FC (coll. N Levi, M Ciampolini, R Perale, M Randaccio
et al Riv Ital Ped 8: 695, 1982
25 Indagini radiologiche in fibrosi cistica (coll. GF Gargani, P Barbaccia, G Iannaccone, A Pelizza e
P Tomà). Studio cooperativo del gruppo di lavoro per la fibrosi cistica della S.I.P. . Ed. G Mastella,
Verona, 1984
26 Relazione (coll. R Jenuso, F Franchini, A Pampaloni et al) presentata al XX Congresso
Nazionale della Società di Chirurgia Pediatrica. Cefalù, ottobre 1984
27 Comunicazione (coll. F Franchini, G La Cava, T Pellegrini et al) in Atti del Convegno:
“Aggiornamenti in Pediatria”. S.Miniato, giugno 1988
28 GF Vichi e coll.: La diagnostica per immagini nelle malformazioni renali e delle vie urinarie.
Confronto tra l’ecografia e le indagini radiografiche tradizionali. Radiol Med 75: 345-351, 1988
29 GF Vichi (coll. T Pellegrini, R Jenuso): Il ruolo attuale della diagnostica per immagini nel vomito
abituale del lattante. Atti del Convegno “Aggiornamenti in Pediatria”. S.Miniato, giugno 1988
30 The assessment of skeletal maturity in infancy (coll S De Giuli, F Galluzzi F, F Milano), in
“Problems in Pediatric Endocrinology”, edited by C La Cauza and A W Root, Academic Press,
London, New York, Toronto, 1980
31 I Nicoletti, D Cheli, E Cocco et al: Contributo allo studio della maturazione ossea nella
popolazione italiana. Acta Med Auxol 8: 5, 1976
32 Comunicazioni personali
33 GF Vichi: (coll G Nori Bufalini) Radiol Med 48: 1174-1203, 1962
34 GF Vichi (coll G Currarino, RL Wasserman et al): Cephaloskeletal dysplasia (Taybi-Linder
syndrome: osteodysplastic dwarfism type III): report of two cases and review of the literature.
Pediatr Radiol 30: 644-652, 2000
35 La osteodistrofia renale (coll. R Jenuso, GC Lavoratti) Relazione presentata al XIII Convegno di
Radiologia Pediatrica, Torino, 18-19 ottobre 1991
36 Progression of bone lesions in a child with primary hyperoxaluria type 1: evaluation by
roentgenology and MRI (in coll. con U Borgini, D Seracini et al). Pediatr Radiol 25: S102-104, 1995
37 Magnetic resonance imaging of renal osteodystrophy in children (coll. M Olmastroni , D Seracini
,G Lavoratti e7 al). Pediatr Radiol 27: 865-868, 1997
160
Ad ANCONA dopo le distruzioni della II Guerra Mondiale si ha
un’importante e progressiva ripresa dell’ “Ospedaletto dei Bambini” come in quel
tempo viene denominato dagli anconetani l’Ospedale “G. Salesi”.
All’inizio degli anni Cinquanta vengono effettuate la sopraelevazione del
padiglione principale con l’aggiunta di due piani e la costruzione di una nuova
struttura resasi necessaria per i vari servizi: Direzione sanitaria, Neonatologia,
Laboratorio di Analisi centralizzato, e Reparto di Radiologia, Biblioteca.
Nel contempo la Divisione di Pediatria, diretta dal Prof V Migliori viene
strutturata in tre sezioni: 1) Patologia neonatale-nido; 2) Medicina e Cardiologia; 3)
Isolamento. Ulteriori lavori di ammodernamento e ristrutturazione del vecchio
padiglione e la costruzione di un nuovo padiglione si realizzano negli anni
Sessanta.
Durante gli anni ’50 e ’60 si ha un notevole potenziamento dell’attività di
Divisioni già esistenti (Ortopedia e Traumatologia, Chirurgia Pediatrica, Anestesia
e Rianimazione) cui si aggiunge la Terapia intensiva.
Tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 durante il Primariato di
Manlio Caucci, illustre Chirurgo Pediatra, i posti letto da 20 a 70 sono istituite le
sezioni di Urologia, di Chirurgia neonatale, gli ustionati, la Sezione di
Rianimazione e Terapia intensiva, addetta alla Chirurgia.
Nel 1959 viene riconosciuta dall’INAM un Centro Nazionale di Alta Chirurgia
Pediatrica presso la Divisione diretta dal Prof. Caucci. A seguito del lungo
terremoto iniziato negli anni ’70 viene deciso il trasferimento della Divisione
Chirurgica nel nuovo padigione, dotato delle più moderne attrezzature
diagnostiche e chirurgiche.
Nel 1976 nasce la Clinica Pediatrica Universitaria. La presenza universitaria
nell’Ospedale “G. Salesi” viene sancita dalla convensione tra Università e
Ospedale, per cui sono assegnati alla Clinica Pediatrica 30 posti letto, un aiuto e
un assistente ospedalieri. Contemporanemente viene istituito l’insegnamento di
Clinica Pediatrica dall’AA 1975-76, afferente all’Istituto di Clinica Pediatrica, cui
afferisce anche l’insegnamento di Clinica Chirurgica, istituito dall’AA 1973-74.
Durante gli anni Settanta sorgono nuovi servizi e sezioni di diverse
specialità vengono trasformate Divisioni.
161
Tra gli altri il Servizio autonomo di Pronto Soccorso, medico e chirurgico, le
sezioni di neuropsichiatria Infantile e di Otorinolaringoiatra divengono Divisioni:
l’ambulatorio di Oculistica e di Ortottica viene trasformato in Divisione. Inoltre
vengono istituiti il Primariato di Laboratorio di analisi e il servizio di Farmacia.
Inoltre vengono istituiti il Primariato di Laboratorio di analisi ed il Servizio di
Farmacia.
Pertanto l’Ospedale “G Salesi” si avvia a divenire un vero e proprio
Policlinico Infantile. Già prima che avvengano queste importanti trasformazioni per
la moderna concezione di un complesso altamente specializzato l’Ospedale “G
Salesi” viene classificato “Ospedale Specializzato Regionale”. 1
Il Servizio di Radiologia nel 1947 viene affidato al Dott. Luigi De Santis
(LDS), allievo di Aristide Busi, uno dei Padri della Radiologia Italiana.
Durante la sua direzione si è verificato un ammodernamento delle
apparecchiature all’inizio degli anni Settanta: l’acquisto di un amplificatore di
brillanza, di uno spot camera, con i ben noti vantaggi che questi apparecchi
consentono nel campo diagnostico e protezionistico.
Fin dagli anni Cinquanta il Servizio radiologico ha espletato pressoché tutti
gli esami radiologici, anche complessi e di alta specializzazione quali quelli per lo
studio del SNC (mielografie ed encefalografie)
LDS serio cultore della Radiologi in ambito pediatrico, mette a punto varie
tecniche personali in diagnostica e terapia. Alcuni suoi contributi scientifici sono
stati dedicati ai problemi che all’epoca 2 interessavano maggiormente la radiologia
Pediatrica: la lussazione congenita dell’anca, le malformazioni dell’apparato
urinario, 3 la terapia degli angiomi cutanei. 4
LDS che per quasi un trentennio ha svolto con grande competenza
professionale e signorilità le funzioni dirigenziali in un settore quale la Radiologia
Pediatrica ancora in via di sviluppo con pochissime fonti di informazione può
essere considerato tra i Pionieri di questa branca della radiologia.
Al Dott De Santis è subentrato come Primario il Dott. Stefano Riggio che è
rimasto in carica fino al 1991. Stefano Riggio (SR), formatosi all’Istituto di
Radiologia dell’Università di Verona, diretto dal Prof GF Pistolesi, di cui è stato
prima assistente e successivamente aiuto, è dotato di ottima preparazione
162
professionale e di notevoli capacità organizzative. Egli ha introdotto l’ecografia
nella
pratica
diagnostica
interventistica,
neurologica
ed
osteoarticolare
permettendo al Servizio di divenire punto di riferimento regionale per la patologia
pediatrica. Durante la sua direzione il Reparto dispone di tre sale di
radiodiagnostica, ognuna delle quali ha orientamento mono-plurispecialistico.
Esistono inoltre alcuni apparecchi portatili, di cui uno con amplificatore di brillanza
per le sale operatorie.
Complessivamente all’inizio degli anni ’80 vengono eseguiti in media circa
14.000 esami radiologici all’anno. 5
Notevole l’attività scientifica di Stefano Riggio (SR) documentata da un
centinaio di pubblicazioni
6
dalla partecipazione a congressi e convegni, nazionali
e internazionali. Molte pubblicazioni sono dedicate all’impiego della tomografia
computerizzata e della ecografia in Pediatria, da sole o integrate con la radiologia
tradizionale.
7
Gli argomenti trattati riguardano il “distress” respiratorio in età
neonatale, la patologia del collo, 8 l’apparato urinario nel neonato e nel primo anno
di vita le infezioni urinarie, le masse addominali.
SR ha contribuito anche alla stesura di un capitolo in alcune monografie:
1. Ruolo della radiologia nella patologia epatobiliare. Nel volume:”Attualità
in diagnostica e terapia delle malattie del fegato e delle vie biliari. Ed Il Pensiero
Scientifico, Roma 1980.
2. Ecografia e TAC in pediatria su: “Ematologia ed oncologia Pediatrica,
Piccin Editore, Padova, 1983.
3. L’apparato urinario nel primo anno di vita sul volume, ne “La Radiologia
nel primo anno di vita” Kodak, 1984.
SR ha fatto parte del Gruppo di studio di Radiologia pediatrica che ha
promosso la I Riunione Nazionale dei Radiopediatri Italiani, presentando una
comunicazione sulla trisomia 8 (Napoli 1974). Quale membro della Sezione di
Studio di Radiologia Pediatrica della SIRMN , fondata l’anno successivo , ne ha
organizzato il IX Convegno nazionale ed Ancona ed è stato il promotore del I
Corso di aggiornamento di Radiologia
Pediatrica della Sezione svoltosi nella
stessa città (settembre 1983).
163
Quale membro della European society of Pediatric Radiology (ESPR) ha
partecipato attivamente con una comunicazione e un poster ad alcuni Convegni
della Società (Praga, 1982 e Firenze, 1984).
Inoltre è intervenuto al alcuni Congressi Nazionali della SIRMN: Al
Simposio sulla radiologia neonatale svoltosi in occasione del XXIX Convegno
Nazionale della SIRMN (Napoli 1980) con due interventi preordinati, uno su
“Aspetti chirurgici del distress respiratorio di origine toracica (coll. L Livosatti) e
l’altro su “Il faringe-laringe come causa di insufficienza respiratoria del neonato”
(coll. MT Muzzarelli). Al XXXII Congresso Nazionale della SIRMN abbinato ad
Incontri Mediterranei di Radiologia (Milano, 1986) ha presentato la comunicazione
“Controlli di qualità e valutazioni dosimetriche nella displasia congenita dell’anca”
(in collaborazione con M Pupillo ed il Servizio di Fisica Sanitaria dell’Ospedale “G
Salesi”).
SR ha svolto attività didattica in qualità di Professore a contratto delle
scuole di Specializzazione della Università di Ancona e Verona.
Attualmente è delegato regionale del Collegio dei Dirigenti Radiologi
Ospedalieri.
Dal 1° luglio 1991 il Servizio di Radiologia è diretto dal Dott Giancarlo
Fabrizzi con il quale collaborano i Dottori Valeria Bolli, Manuela De Vivo, Miriam
Pasqualini, Giovanni Pieroni, Maria Clementina Pupillo e Marco Russo.
Nel 1993 l’Ospedale Salesi è divenuto per decreto ministeriale Azienda
Ospedaliera ed il Servizio di Radiologia partecipa con l’Unità Operativa
Laboratorio Analisi, la UO Citogenetica e la UO Servizi di Farmacia al
Dipartimento dei Servizi di cui Capo Dipartimento è stato eletto il Dott Giancarlo
Fabrizzi.
Come
è
già
stato
detto
GF
ha
dato
un
notevole
impulso
all’ammodernamento del Servizio Radiologico dell’Ospedale G Salesi, con
l’acquisizione di moderne apparecchiature (macchine pesanti). Particolare
attenzione è stata da lui rivolta all’ecografia.
L’attività scientifica di GF in campo radiopediatrico durante il periodo 19912003, nel complesso rilevante, è documentata dalle pubblicazioni (una quindicina)
e soprattutto dalla sua partecipazione ai Convegni delle Sezioni regionali e
164
nazionali della SIRM e di altre Società Nazionali di Urologia e di Neuroradiologia
Pediatrica ed Internazionali (della Fibrosi cistica, ESPR - IPR).
Gli argomenti trattati riguardano alcune delle principali problematiche della
Radiopediatria durante l’ultimo decennio del Novecento e l’inizio degli anni
Duemila. Impiego della TC ad alta risoluzione nella fibrosi cistica è stata oggetto di
relazioni al Congresso Europeo della fibrosi cistica (Dublino 1992) ed al 35°
Congresso Nazionale della SIRM (Genova 1992).
La Radiologia interventistica nella uropatie ostruttiva pediatrica è un altro
argomento, che è stato trattato al XXXVIII Congresso Nazionale della SIRM
(Milano 1996) ed in alcuni Convegni regionali e della Sezione di Radiologia
Pediatrica della stessa società.
Contributi interessanti sono stati apportati in campo urologico pediatrico con
le moderne metodiche.
Al XVI Congresso Nazionale della Società Italiana di Urologia Pediatrica
svoltosi a Palermo nel maggio 2000, ha presentato la relazione: “La RM nella
valutazione delle uropatie malformative” ed al Congresso Internazionale IPR
tenutosi a Parigi nel maggio-giugno 2001 è intervenuto con la comunicazione
“Cystosonography
associated
with
urodynamic
investigation:
preliminary
experience on 20 patients” e recentemente al XL Congresso della ESPR (Genova
2003) con il poster: “Magnetic resonance pyelography”.
Nella
diagnostica
per
immagini
GF
ha
sostenuto
l’opportunità
dell’integrazione tra le diverse metodiche: EG, TC e/o RM, ponendo come
indagine di prima istanza l’ecografia. Questo iter diagnostico ha permesso la
risoluzione di casi rari e complessi casi con difficoltà diagnostiche che sono stati
oggetto di pubblicazioni 9 , 10 e di comunicazioni. 11
Importante il contributo didattico di GF non solo come docente alla Scuola
di Specializzazione in Radiologia dell’Università di Ancona, ma anche a vari corsi
di aggiornamento, tra questi i corsi di formazione e aggiornamento in
Radioprotezione tenuti nel 1999 ad Ancona ed in altre città delle Marche e la
relazione al corso monotematico: “Urgenze pediatriche del torace, vie aeree
superiori e torace del bambino”, svoltosi a Rimini in occasione del 40° Congresso
Nazionale SIRM (Maggio 2002).
165
Attualmente lo spazio dedicato al Servizio di Radiologia è di circa 650 mq;
delle diagnostiche presenti nel 1991 rimane solo la diagnostica “lenta” di radiologia
convenzionale e l’ortopantomografia. Nel tempo sono state acquisite una
diagnostica di pronto soccorso (1992), una diagnostica digitale telecomandata
(1999), un mammografo (2000), il sistema ADC digitale di registrazione delle
immagini (2001), tre nuove apparecchiature ecografiche (1996, 1998, 2000), un
apparecchiatura di risonanza magnetica (2001)
L’aggiornamento delle apparecchiature ecografiche si è reso indispensabile
sia per l’obsolescienza del macchinario presente nel 1991 (Siemens SonolineSL2)
che forniva immagini in B–mode per il notevole incremento della richiesta
diagnostica con la possibilità di applicare nella diagnostica pediatrica la
metodologia color e power doppler questo scopo sono state acquistate l’IDEA AU4
Esaote nel 1996, il Versa Siemens nel 1998 e Sienna Siemens nel 2000.
Con queste apparecchiature si sono ampliati i campi di applicazione della
tecnica ecografica nella patologia pediatrica fornendo prestazioni non solo
internistiche parenchimali (ecografia degli organi della cavità addominale e del
piccolo bacino) ma anche del tubo digerente con lo studio del reflusso gastroesofageo, dell’ipertrofia pilorica, della flogosi appendicolare, della morfologia
dell’ultima ansa ileale.
L’acquisizione
della
diagnostica
telecomandata
digitale
si
è
resa
indispensabile sia per un migliore controllo della dose radiante somministrata al
paziente soprattutto negli esami contrastografici più indaginosi come gli esami a
doppio contrasto dello stomaco, del tenue e del colon, le scialografie , la
cistografia minzionale, le isterosalpingografie sia per l’attività di Radiologia
interventistica
istituita dal 1991 che ha portato all’esecuzione di nefrostomie
percutanee nelle patologie ostruttive delle alte vie urinarie, cistostomie percutanee
nella patologia ostruttiva uretrale dilatazioni uretrali negli esiti cicatriziali, drenaggi
biliari, disostruzione tubarica nella infertilità femminile da stenosi delle tube.
Particolare riferimento alla cistouretrografia minzionale, che viene eseguita
in collaborazione con la sezione di urologia della chirurgia pediatrica applicando
alla metodica contrastografica radiologica le metodiche della urodinamica,
ottenendo risultati lusinghieri presentati anche in Congressi internazionali: negli
166
ultimi anni la cistografia è stata in parte sostituita dalla cistosonografia. Ulteriore
aggiornamento della radiologia convenzionale è stata l’acquisizione del sistema
GFA ADC o radiologia computerizzata che, con l’utilizzo di piastre ai fosfori
sostitutive delle pellicole radiografiche, ha permesso la digitalizzazione delle
immagini ottenibili dalle apparecchiature analogiche comprese le portatili. Data la
valenza materno-infantile dell’Ospedale per la presenza della Divisione di
Ostetricia e Ginecologia e della Clinica Ostetrico Ginecologica nel 2000 si è
costituita una sezione di senologia con l’acquisizione di un mammografo GE
Senograf DMR V2 con sistema per stereotassi ed un ecografo Esaote 530; la
sezione si avvale della professionalità di due medici radiologi ai quali si associa, in
una seduta settimanale, la presenza di un medico citologo per la lettura dei
campioni citologici ottenuti con ago-aspirato sotto controllo ecografico o in
stereotassi. La sezione è consulente per la ASL n.7 di Ancona per il 2° livello dello
screening mammario.
Nel 2001 il Servizio è stato dotato dell’apparecchiatura di Risonanza
Magnetica, Magnetom Concerto Siemens a configurazione “aperta” con la quale si
sono ulteriormente ampliate le possibilità diagnostiche soprattutto in campo
neurologico.
Negli anni che vanno dal 1991 al 2002 si è passati da circa 14.000 a circa
30.000 prestazioni con rapporto Rx/US 1:1,2 interni/esterni 1:2,2; fuori regione
3,5%.
Questo si è reso possibile per la maggiore disponibilità di personale
dedicato e per l’ampliamento ed ammodernamento del “parco macchine”.
L’Az. Ospedaliera Salesi svolge l’attività DEA pediatrica di terzo livello per
la
Regione
Marche;
per
questo
nel
corso
del
2003
verrà
acquisita
un’apparecchiatura TC multislice con la quale completare l’iter diagnostico nel
paziente urgente ed approfondire ulteriormente la nostra esperienza diagnostica
sul torace.
Il Servizio di Radiologia collabora con l’Università degli Studi di Ancona
nelle Scuole di Specializzazione in Radiologia con la docenza del corso integrativo
di Radiologia Pediatrica dall’anno accademico 1994/1995, e nella scuola di
167
Specializzazione in Pediatria con i corsi di Diagnostica Pediatrica e di Anatomia
Radiologica dall’anno accademico 1996/1997.
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 Le notizie riportate attinenti all’Ospedale “G Salesi”, nel periodo compreso tra l’inizio degli anni
Cinquanta e la prima parte degli anni Settanta sono state attinte dal fascicolo “Celebrazione 85°
Anno di Fondazione dell’Ospedale dei Bambini “G Salesi”, che debbo alla cortesia del Dott.
Stefano Riggio
2 L De Santis, M Belgrano: La pneumoartografia nella lussazione congenita dell’anca. La Chir Gen
3: 161, 1954
3 L De Santis, M Caucci, B Gioacchini: Contributo casistico alla idronefrosi congenita del bimbo. La
Chir Gen 6: 6, 1957
4 L De Santis : Associazione della roentgenterapia alla plesioterapia nella cura degli angiomi
cutanei. Rivista di Chirurgia Pediatrica 8: 465, 1966
5 Le notizie fin qui riportate, attinenti al Dott Riggio, sono tratte dalla sua relazione sul Servizio di
radiologia dell’Ospedale “G Salesi” pubblicata in occasione dell’85° anniversario della fondazione
dell’Ospedale “G Salesi”
6 Da: Il radiologo XXXVIII: 347, 1993
7 Di Girolamo F, S Riggio, Muzzarelli MT et al: Integrazione eco-scialografica nello studio della
patologia parotidea in età pediatrica. Radiol Med 70: 625-626, 1984
8 Relazione presentata da S Riggio alla tavola Rotonda “L’imaging diagnostico del collo” svolta in
occasione del IX Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN, Modena 1987.
9 V Bolli, M Cerioni. A Martino, M Miserciordia, M Pasqualini, G Pieronii, MC Pupilollo, G Fabrizzi:
Neoformazioni benigne rare della vescica nel bambino: descrizione di due casi. Radiol. Med. 92:
154-156,1996
10 G Fabrizzi, M Misericordia, M Pasqualini et al: Diagnostica integrata in un caso di tumori di
Wilms bilaterale. Radiol. Med. 97:440-442, 1999
11 G Fabrizzi: Timo ectopico, ruolo dell’imaging. Esperienza personale su due lati. Comunicazione
al 40° Congresso Naz. della SIRM. Rimini Maggio 2002
168
La radiologia all’Istituto di Clinica Pediatrica dell’Università di
ROMA “La Sapienza” nella seconda metà del Novecento.
Tra il 1952 ed il 1954 venne eseguita una ristrutturazione dei locali adibiti
alla “Fisioterapia”, ove venivano praticate le terapie con i raggi UV, la termoterapia
etc. Furono così ottenuti due nuovi ambienti, uno, ove fu sistemato un apparecchio
per radiodiagnostica (Barazzetti), costituito da un clinografo, un potter manuale e
da uno stratigrafo e l’altro, destinato alla roentgenterapia, ove venivano irradiati gli
idrocefali e l’ipertrofia timica secondo l’indirizzo dell’epoca. Fu creata anche una
camera oscura. Esisteva, inoltre una paratia mobile “piombata” con una finestrella
di ampiezza variabile per l’esecuzione degli esami radiologici del torace, con
adeguata protezione.
Durante i lavori di ristrutturazione i piccoli pazienti che necessitavano di
esami radiografici venivano inviati all’Istituto di Radiologia dell’Università, allora
diretto dal Prof. Eugenio Milani.
Dato che le leggi universitarie vigenti non prevedevano in Clinica Pediatrica
alcun servizio radiologico non erano previsti né un radiologo né tecnici di
radiologia. Le funzioni dei Radiologi spesso venivano esercitate dai Pediatri stessi
o si ricorreva a qualche volontario, che ovviamente, non avendo la pazienza o
l’interesse a sacrificarsi con pazienti particolari come i bambini ben presto
desisteva.
B Passariello Sr, persona molto seria e preparata, prestò la sua opera
come consulente dell’Università per un certo periodo, di cui non è stato possibile
stabilire la durata, nella seconda metà degli anni Cinquanta, ma essendo aiuto
ospedaliero del Prof. Umberto Nuvoli, Primario Radiologo degli Ospedali Riuniti di
Roma, aveva da svolgere una notevole mole di lavoro per i numerosi padiglioni
del Policlinico Umberto I e pertanto dovette rinunciare all’incarico. Tra gli ultimi
volontari alla fine degli anni Cinquanta ci furono l’anziana Dott.ssa Carrara e la
Dott.ssa Paola Marino ancora giovane, attiva e scrupolosa. Come “tecniche”
prestavano servizio tre ex portantine, che non avendo adottato adeguate misure di
protezione durante la terapia radiante praticata ai piccoli pazienti, presentavano
169
gravi radiodermiti.
Nel 1961 il Prof. A Colarizi, succeduto alla Direzione della Clinica Pediatrica
di Roma, al Prof. Gino Frontali, su suggerimento di uno dei suoi aiuti Giovanni
Bucci, da poco rientrato dagli Stati Uniti ove aveva trascorso due anni al Children’s
Hospital di Boston, propose a Guido Iannaccone, anch’egli reduce da Boston di
programmare un nuovo servizio radiologico.
Guido Iannaccone (GI), che era assistente straordinario convenzionato
all’Istituto di Radiologia dell’Università diretto dal Prof. Luigi Turano, era in attesa
di concorso per il posto di ordinario “ad personam”, che gli spettava in base alla
recente legge per gli assistenti straordinari con minimo di sei anni universitari, ma
ottenuta da Colarizi “carta bianca” per la realizzazione del nuovo Reparto di
Clinica Pediatrica, nonostante il parere fortemente contrario di Turano, dette le
dimissioni da assistente straordinario dell’Ist. di Radiologia e riuscì per vie legali a
partecipare al concorso ottenendo il posto di ordinario in Clinica Pediatrica con
decorrenza ufficiale 1 dicembre 1964. In tale data divenne assistente ordinario
anche la Dott.ssa Paola Marino che prestava servizio in Clinica Pediatrica. Dopo
5-6 mesi fu assunto anche il Dott. Paolo Durio già assistente ordinario della II
Clinica Pediatrica diretta dal Prof. Caronia. 1
Marino e Durio andarono in pensione nel 1978. GI, tramite il Ministero della
Pubblica Istruzione riuscì a trasformare i loro due posti di assistente ordinario in
posti “riservati a Radiologi” presso la 1° Cattedra di Clinica Pediatrica del
Policlinico Umberto I e a fare bandire rapidamente il concorso ai 2 posti, prima che
con le nuove leggi di riforma, venissero entrambi cancellati. A seguito di concorsi
svolti nel 1980 entrarono in servizio, come assistenti ordinari in posto riservato a
Radiologo, Mario Roggini e Paolo Capocaccia. Con decorrenza dall’anno 1987 fu
loro attribuita la qualifica superiore di aiuto nel servizio autonomo di Radiologia
Pediatrica, dell’Istituto (policattedra) di Clinica Pediatrica dell’Universitàdi Roma.
Professori associati nel 1990 conseguirono la carica di Primario “a turno”;
tuttavia non sono previsti né un assistente né un collaboratore.
Dell’attività scientifica e didattica svolta da GI e dai suoi allievi Paolo
Capocaccia e Mario Roggini sarà detto più avanti. 2
Importantissima l’opera di ammodernamento attuata da GI fin dall’inizio del
170
suo incarico, che si dimostrò subito un sagace organizzatore del nuovo Reparto.
Nei mesi di novembre e dicembre 1961 furono acquistati: 4 grandi
diafanoscopi, un tavolo di metri 5 x 0,60 con poggiapiedi all’americana, una
macchina da scrivere, un dittafono/registratore, un classificatore a schede Olivetti
per creare un archivio pazienti. Inoltre fu istituito un “foglio giallo” misure “cartella
clinica”, per trascrivervi tutti i referti di radiologia. Furono acquisiti l’atlante per la
determinazione dell’età ossea e altri accessori. Fu instaurato l’obbligo di un
modulo per la richiesta di esami con minimo di note cliniche, l’impegno della
consegna dei referti
entro 24 ore, prima dell’orario della visita. Cominciarono
rapidamente i continui e proficui rapporti tra clinici e radiologi.
Fu acquistato, qualche mese dopo, un ortoclino Philips moderno per
l’epoca, munito di anodo rotante e seriografo automatico. Furono subito aboliti
l’apparecchio di Radioterapia e le relative indicazioni terapeutiche (timo e
idrocefalo).
Nel 1977-80 GI riuscì ad ottenere dall’Assessorato Sanità della Regione
Lazio un forte finanziamento per attrezzare 3 sale di diagnostica e dal Ministero
LL.PP. (Provveditorato Roma Capitale) un finanziamento per rifare totalmente il
Reparto, con ampliamento notevole (sopraelevazione interna sfruttando i 5,75
metri di altezza delle vecchie stanze) e passare così da 3 a 10 locali, con
laboratorio fotografico, vasta opera di protezione radiologica, nuova camera
oscura con sviluppatrice automatica, locale per ecografie, rinnovo di pareti e
pavimenti, ecc. I lavori si prostrassero per un anno e mezzo durante il quale i
bambini venivano inviati in Clinica Urologica con il personale della Clinica.
Si ebbe anche una rivoluzione nelle attrezzature, ora tutte Siemens,
compresi un Infantoskop, 2 amplificatori di brillanza e inoltre un tavolo piccolo, ma
molto speciale in fibre di carbonio con un accessorio costruito da una Ditta locale
per apparecchiature radiologiche, fornito di tubo Röentgen speciale con fuoco da
1/10 mm per ingrandimenti radiografici diretti (due soli in Italia).
Tutte le apparecchiature furono acquistate grazie a sostanziosi contributi
finanziari extrauniversitari.
Verso il 1983 dopo il pensionamento delle tre cosiddette “tecniche”, GI,
riuscì ad ottenere per il rinnovato Servizio ben 7 Tecnici di nuova nomina.
171
Fin dall’inizio della sua attività all’Istituto di Radiologia dell’Università di
Roma, diretto dal Prof. E Milani, GI, che ebbe come Maestro l’aiuto Prof A Grilli,
dimostrò un particolare interesse per la Radiologia in ambito pediatrico; pertanto
cominciò a frequentare, “per pura passione”, la domenica mattina, il Brefotrofio di
Roma che ospitava ben 500 bambini, (insieme a PE Panzironi Sr., assistente
ordinario dell’Istituto). Da questa frequenza, del tutto gratuita, ricavò la tesi di
specializzazione in Radiologia e alcune pubblicazioni di carattere pediatrico tra cui
una inerente a un caso di agenesia del perone.
Inoltre, nello stesso periodo (1954-55) pubblicò alcuni lavori di rilievo
inerenti a problematiche dell’apparato urinario nell’età pediatrica, di cui sarà
trattato più avanti, divenendo così uno degli esponenti di spicco della generazione
dei giovani radiologi italiani, preconizzatori del futuro della Radiologia Pediatrica.
Nel frattempo, alla fine del 1955, il Prof. Luigi Turano, a seguito della
scomparsa di E Milani, era divenuto, per chiamata, Direttore dell’Istituto di
Radiologia romano.
GI che ambiva ad un’altra sistemazione, partecipò e vinse il duro concorso
“Fullbrigth” del Dipartimento di Stato Americano e, ottenuta un’adeguata somma di
denaro con due borse di studio dell’INAIL, potè recarsi a Boston presso il
Dipartimento di Radiologia del “Children’s Hospital Medical Center” diretto da
Edward BD Neuhauser coadiuvato da M Wittemborg, due pionieri della Radiologia
Pediatrica, di fama mondiale. 3
Trascorso il 1958 a Boston, GI rientrò a Roma per prepararsi alla libera
docenza in Radiologia, che conseguì l’anno successivo. Grazie ad un’altra borsa
“integrativa” INAIL, ritornò anche a Boston per completare un lavoro con D’Angiò
e, rientrato a Roma, frequentava l’Istituto saltuariamente, in attesa del concorso di
cui si è detto precedentemente.
Rimandiamo a quanto scritto sulle successive vicende universitarie di GI e
come divenne assistente ordinario della Clinica Pediatrica e quindi dirigente del
Servizio Radiologico della Clinica stessa.
Si è già accennato all’attività scientifica di GI che fu intensa e qualificata.
In una pubblicazione (in collaborazione con PE Panzironi) GI dimostrò che
in lattanti di pochi mesi, in corso di cistografia retrograda, può verificarsi un lieve e
172
fugace reflusso vescico-ureterale che va considerato privo di significato patologico
semprechè sia molto modesto e di brevissima durata.
4
Il controllo di alcuni di
questi soggetti a distanza di anni che è stato riferito successivamente al II
Congresso della ESPR (European Society of Pediatric Radiology) svoltosi a
Stoccolma nel 1965 ha confermato l’assenza del reflusso. Questi studi hanno
costituito un punto di riferimento per l’interpretazione del reflusso vescico-ureterale
in età infantile, problema di estremo interesse e tutt’ora attuale nella patologia
delle vie urinarie del bambino. Contemporanea a questa pubblicazione sul reflusso
fu una serie di pubblicazioni sulle dilatazioni ureterali e sul problema del
megagauretere. 5
Inoltre GI è stato uno dei primi Radiologi in Italia ad occuparsi del “distress”
respiratorio in età neonatale particolarmente in soggetti “prematuri” per i quali la
Clinica Pediatrica di Roma era all’avanguardia in Italia e si avvaleva della
particolare esperienza acquisita negli USA dal gruppo del Prof. G Bucci.
L’argomento fu oggetto di contributi originali presentati a Congressi Internazionali
(I Congresso della ESPR, (Parigi 1964) e IV Congresso della Stessa Società,
(Basilea 1967) ed al XXXI Congresso della Società Italiana di Pediatria (Genova
1966).
GI si occupò di importanti problemi radiologici tipici dell’età pediatrica quali il
valore e la determinazione dell’età ossea, le alterazioni scheletriche nella
sindrome adreno-genitale congenita, la candidosi ossea nei prematuri nutriti per
via parenterale, la microlitiasi diffusa del pancreas nella fibrosi cistica,
l’ipofosfatasia congenita e la sua diagnosi differenziale con il rachitismo, i quadri
radiologici nelle sindromi di “immunodeficienza congenita” delle quali la Clinica
Pediatrica di Roma aveva una delle più ricche casistiche europee in pazienti
provenienti da tutta l’Italia centro-meridionale per essere studiati dal gruppo dei
Professori Businco e Aiuti.
Fin dagli anni Sessanta e Settanta GI si interessò di patologia scheletrica
con contributi originali ed articoli di aggiornamento concernenti il vasto e, a
quell’epoca, ancora mal definito, capitolo delle osteocondrodisplasie. In altre
pubblicazioni trattò quadri malformativi complessi quali l’agenesia sacro-coccigea
totale e parziale e patologie poco note, come la malattia di Blount, causa di genu
173
varum nell’infanzia.
Oltreché su riviste italiane (di Radiologia e Pediatria) GI fu collaboratore di
prestigiose riviste internazionali, tra cui “Pediatric Radiology” nata nel 1973. Di
questa rivista fece parte fin dalla fondazione e per molti anni, unico italiano, dell’
“Editorial Board”. Ricordo tra gli altri lavori in collaborazione con medici della
Clinica Pediatrica e altri Radiologi Pediatri: “The so called cloverleaf skull
syindrome”,
6
sulla sindrome di Seckel,
7
in collaborazione col noto radiopediatra
americano AK Poznanski; sui quadri atipici di alcune displasie ossee
(“discondrosteosi” e “bowing bones”). 8,
9
Infine da segnalare la collaborazione di GI alla stesura di capitoli per trattati
e monografie, tra gli altri: 1) I capitoli specifici del volume: “Skeletal Dysplasias”
pubblicato da AR Liss, New York, 1982; 2) Il capitolo “Patologia delle basse vie
respiratorie”, per il trattato “Diagnosi differenziale in Pediatria “ della CG Editrice,
1993; 3) “Syndromes of the head and neck” in Gorlin et al.; 4) All’ “Atlante di
Anatomia radiografica” di Grashey e Birkner.
GI, quale Presidente della ESPR per il 1970 organizzò ottimamente a Roma
il VII Congresso di questa Società. La manifestazione fu coronata da notevole
successo con la partecipazione dei più autorevoli esponenti europei e
nordamericani della Radiologia Pediatrica.
In questa rassegna dell’attività scientifica di GI, necessariamente sintetica
ed incompleta, va ricordato il suo intervento ad alcuni Convegni della Sezione di
Radiologia Pediatrica della SIRMN, nata nel 1975. Tra gli altri va citato il IX
Convegno svoltosi ad Ancona nel 1983, abbinato al 1° Corso di Aggiornamento. In
questa occasione presentò un’interessante comunicazione sulla “polmonite da
Legionella nel bambino; aspetti radiologici”, in una sessione di cui era anche
coordinatore. La malattia, individuata di recente negli USA, era stata osservata
molto raramente in età infantile e la descrizione clinico-radiologica dei due casi in
bambini fu seguita con particolare attenzione.
Purtroppo per la seria malattia che l’ha colpito in età ancor giovane, GI ha
dovuto ridurre progressivamente l’attività scientifica e didattica: anche quest’ultima
è stata molto intensa durante gli anni ‘70 e nel primo quinquennio degli anni ‘80.
Qui viene ricordata sinteticamente: al primo posto è stato l’insegnamento di
174
Radiologia Pediatrica nelle scuole specializzate di Pediatria e di Neonatologia;
lezioni sono state svolte anche all’Università Cattolica, alla II Università di Roma
ed all’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”.
GI inoltre ha tenuto conferenze a moltissimi convegni e corsi di
aggiornamento nelle più varie parti d’Italia: per anni i corsi organizzati dai Pediatri
Prof.
Imperato e Gaburro a
Bressanone
in autunno, ai Convegni di
Broncopneumologia pediatrica, di Chirurgia Pediatrica, di Urologia, ecc. 10
In ultima analisi GI è riuscito a creare per proprie capacità culturali,
professionali ed organizzative uno dei pochissimi Reparti Radiologici Universitari
pediatrici, a carattere autonomo, di alto livello, gettando le basi di una vera a
propria Scuola di Radiologia Pediatrica.
L’attività scientifica dei Prof. Paolo Capocaccia e Mario Roggini. 11
Paolo Capocaccia, nato a Roma nel 1951, si è laureato in Medicina e
Chirurgia presso l’Università degli Studi “La Sapienza” nell’AA 1976-1977.
Successivamente ha conseguito la specializzazione in Radiologia Diagnostica
presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
Come è già stato riferito nel 1980 a seguito di concorso ha conseguito il
posto di assistente ordinario (riservato radiologo) presso la I Cattedra di Clinica
Pediatrica del Policlinico Umberto I e dall’anno 1987 gli è stata attribuita la
qualifica superiore di Aiuto nel Servizio Autonomo di Radiologia Pediatrica.
Nel 1990 ha ottenuto l’idoneità a professore associato in Diagnostica delle
Immagini.
Paolo Capocaccia (PC) nel periodo 1982-2002 ha scritto una ventina di
pubblicazioni recensite. Tra queste alcune in collaborazione con il suo maestro G
Iannaccone: il doppio bronco-tracheale; la polmonite da Legionella, eventualità
rara nei bambini,
12
la stratigrafia multipla simultanea e numerose altre con il
collega M Roggini: il megauretere primario; lo studio del tubo digerente nella
malattia celiaca dei bambini, l’apparato respiratorio degli infanti con atresia
all’esofago,
13
l’impiego della TC ad alta risoluzione nella fibrosi cistica,
14
limitandomi alla citazione dei più importanti, e tralasciando altri di cui sarà riferito
più avanti trattando l’attività scientifica di M Roggini.
175
Interessante la ricerca di PC (in collaborazione con Pediatri) sulle
componenti cellulari e non cellulari nel liquido di lavaggio broncoalveolare in
bambini con infezione HIV–1 e con alterazioni polmonari di tipo interstiziale. 15
Altre sue pubblicazioni riguardano l’oncologia pediatrica: un caso di
localizzazione mascellare del sarcoma di Ewing, i tumori primitivi della parete
toracica 16 ed il rabdomiosarcoma polmonare primitivo. 17
Mario Roggini l’altro allievo di Iannaccone è nato A Roma e si è laureato in
Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi “La Sapienza” della stessa
città nel 1977, ove ha conseguito la specializzazione in Radiologia Generale.
Come è stato già notato precedentemente, nel 1980 a seguito di concorso
ha ottenuto il posto di assistente ordinario (riservato radiologo) presso la I
Cattedra di Clinica Pediatrica del Policlinico Umberto I e dall’anno 1987 gli è stata
attribuita la qualifica superiore di Aiuto nel Servizio Autonomo di Radiologia
Pediatrica. Nel 1990 ha ottenuto l’idoneità a professore associato in Diagnostica
per Immagini.
Rilevante l’attività scientifica del Prof. Mario Roggini (MR) nel periodo 1978
– 2002, comprendente circa 76 lavori. Tra questi, 20 pubblicati e recensiti negli
anni tra il 1989 e il 2002, consistono in pubblicazioni su riviste scientifiche in parte
italiane (Minerva Pediatrica, Rivista Italiana di Pediatria ecc.) ma in grande
maggioranza su riviste straniere, per lo più prestigiose, tra cui Radiology,
Pediatrics, Acta Pediatrica, Journal
of Pediatric Surgery, Prenatal Diagnosis,
Pediatric Radiology, limitando la citazione alle più note.
I restanti lavori comprendono per la maggior parte pubblicazioni a stampa,
quasi tutti su riviste mediche italiane, su Atti di Congressi Nazionali di importanti
società scientifiche: Società Italiana di Chirurgia Pediatrica, Società Italiana di
Pediatria, Società Italiana di Radiologia Medica, Società Italiana di Cardiologia
Pediatrica. Inoltre vanno menzionate le lezioni ai Corsi di Aggiornamento in
Neonatologia, in Chirurgia Generale e in Pediatria.
Gli argomenti trattati riguardano i più diversi capitoli della Radiologia
Pediatrica: per l’apparato scheletrico mi limito a ricordare alcune pubblicazioni in
cui sono considerate forme più o meno rare di osteodisplasie con particolari
aspetti clinico radiologici: (“Displasia cifomelica. Follow-up clinico radiologico a
176
lungo termine di un caso e rassegna della letteratura”) e istopatogenetici
(“Sindrome coste corte e polidattilia III tipo. Istopatogenesi del fenotipo
scheletrico”).
Altri contributi sono stati apportati da MR nella patologia polmonare infettiva
neonatale osservata nella Unità di terapia intensiva, tra cui casi di polmonite da
Ureaplasma Urealyticum e da Chlamydia Trachomatis. Di particolare interesse il
lavoro su due casi di polmonite da “Pneumocystis Carinii” in prematuri
diagnosticata da lavaggio broncoalveolare non broncoscopio. 18
Altra problematica importante, oggetto di pubblicazioni e comunicazioni,
nell’età infantile è costituita dallo studio delle alterazioni polmonari sulla fibrosi
cistica con le moderne metodiche (TC ad alta risoluzione e digitalizzazione delle
immagini, 19 e manifestazioni della stessa malattia (calcificazioni pericardiche).
Altri contributi sono stati apportati sulle malformazioni tracheobronchiali
(con Iannaccone e Capocaccia) e sulle malformazioni associate della trachea e
dell’esofago (esofago-trachea) (coll. Capocaccia).
Oltreché con i Neonatologi MR ha svolto una stretta collaborazione coi
Chirurghi della Clinica Pediatrica (F Cozzi et al.) sull’atresia dell’esofago “longgap”, sugli itteri colestatici, ed altre problematiche specifiche dell’età pediatrica: il
megauretere primario, la m. di Hirschsprung, la poliposi intestinale. Inoltre ha
collaborato con F Cozzi et al. alla realizzazione del capitolo “Prenatal diagnosis
and surgical treatment of congenital malformations”, Ed. Piccin-Butterworths,
1984.
MR dall’inizio della sua attività, (1978) si è interessato della emergente
Ecografia. Risalgono a quel periodo alcuni lavori sull’impiego della nuova
metodica nello studio della patologia renale 20 e del rene trapiantato. 21
L’Ecografia è stata impiegata molti anni dopo nella diagnosi prenatale di
gravi malformazioni del feto (ciclopia) mediante ultrasonografia trans vaginale,
22
e
diastematomelia in una donna diabetica. 23
Sia Roggini che Capocaccia hanno svolto e svolgono tuttora attività
didattica di rilievo. Il primo oltre che con lezioni nei corsi di aggiornamento, di cui
ho già detto, è docente di Radiologia Pediatrica nei corsi di Specializzazione in
Diagnostica per Immagini e in Pediatria. Inoltre dal 2001 ricopre la carica di
177
vicedirettore della I Scuola di Specializzazione in Pediatria.
Capocaccia è docente di Diagnostica per Immagini nel Corso di Laurea in
Medicina e Chirurgia e di Radiologia Pediatrica nelle Scuole di Specializzazione in
Pediatria ed in Chirurgia Pediatrica.
All’inizio del XXI secolo sono in funzione nel Servizio Speciale di Radiologia
Pediatrica dell’Istituto di Clinica Pediatrica dell’Università di Roma “La Sapienza“,
tre Sezioni di radiodiagnostica, e una di ecografia.
Le tre sezioni di Radiodiagnostica comprendono: 1) un trocostratigrafo e un
ingranditore di immagini; 2) tubo 18.000 giri fuoco 0.1 x 0.1 con tavolo in fibra di
carbonio; 3) un ribaltabile con teleradiografo (che presto sarà sostituito con
telecomandato digitale); 4) un Infantoskop, telecomandato con amplificatore di
immagini. Tutti gli apparecchi sono della ditta Siemens.
La Sezione di Ecografia è dotata di un ecografo Aloka.
Il Servizio di Radiologia Pediatrica conta 3 medici radiologi (2 strutturati e 1
contrattista) e 6 tecnici di radiologia.
Nel quinquennio 1997 – 2001 risulta una media annuale approssimativa di
7930 esami di radiologia tradizionale e di 10380 esami ecografici. Nello stesso
periodo si verifica un progressivo aumento del numero totale delle indagini che
passano da circa 17000 a 22000 nel 2001 (con un aumento del 29%).
Nell’ultimo anno considerato (2001) si osserva una lieve diminuzione delle
ecografie (10094) ed un incremento degli esami radiografici (11968).
Per quanto riguarda la tipologia degli esami, l’anno di riferimento disponibile
è il 2000: gli esami radiologici del torace risutano 3484, gli esami diretti e dello
scheletro sono 3915; le contrastografie (app. digerente, cistografie, clismi opachi,
ecc. ) ammontano a 220 (per un totale di 7619) e le ecografie a 11160; queste
ultime indagini superano gli esami tradizionali del 46%.
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 Nell’immediato dopoguerra Caronia, uomo politico di spicco all’epoca (fu deputato all’Assemblea
Costituente) ottenne il ripristino della Cattedra di Clinica Pediatrica per l’anno accademico 1945-46.
Si ebbero così una I e una II Clinica Pediatrica e due Scuole di Perfezionamento in Pediatria fino
178
all’anno accademico 1953-54. (G Maggioni: La Pediatria Italiana tra Cronaca e Storia – Roma. Riv
Ital Pediatr (IJP) 17 (Suppl al n.3): 24-26, 1991
2 Le notizie fin qui riportate attinenti alla Radiologia nell’Istituto di Clinica Pediatrica sono dovute
alla cortesia del Prof Guido Iannaccone dell’Università “La Sapienza di Roma”che ringrazio
sentitamente
3 In questo Ospedale operavano personalità di fama internazionale, quali Gross per la Chirurgia
pediatrica, Green per l’Ortopedia, Farber per la Anatomia Patologia, D’Angiò per la Radioterapia,
Schwachman per la fibrosi cistica
4 PE Panzironi: Ureteral reflux in normal infants. Acta Radiol (Stockh.) 44: 451-456,1955
5A Marsella: Le dilatazioni dell’uretere. Contributo casistico e rassegna critica con particolare
riguardo al problema del megauretere. Radiol Med 41: 759-775, 1955
6 The so called “cloverleaf skull syndrome”. A report of three cases with a discussion of its
relationship with the thanatophoric dwarfism and craniostenoses. Pediatr Radiol 2: 175-184; 1974
7 Radiological findings in the hand in Seckel syndrome (bird-headed dwarfism). Pediatr Radiol 13:
19-24, 1983
8 A possibly new form of familial bone dysplasia resembling dyschondrosteosis. Pediatr Radiol 13:
25-31. 1983
9 Familial congenital bowing with short thick bones and metaphiseal changes, a distinct entity.
Report of the clinical and radiological findings in two siblings. Pediatr Radiol 14: 323-327; 1984
10 La maggior parte delle notizie riportate è stata fornita gentilmente dal Prof. Iannaccone che
sentitamente ringrazio. Altre sono state tratte dalla letteratura, dagli Atti di Convegni e Congressi e
da ricordi personali.
11 Le notizie riferite attinenti al curriculum ed all’attività svolta dai Prof. Paolo Capocaccia e Mario
Roggini sono state fornite dagli interessati
12 G Iannaccone, P Capocaccia, G Nigro et al: Legionella pneumonia in children: radiological
findings in a 3- year-old child. RÖFO Förtschr Geb Rontgenstr Nuklearmed 143: 230-232; 1985
13 DA Cozzi, P Capocaccia, M Roggini et al: Respiratory status of infants with esophageal atresia.
Pediatr Surg Int 17: 92-96; 2001
14 M Matrunola, E Polettini, M Roggini, P Capocaccia et al: High resolution computerized
tomography in cystic fibrosis. Clinico-radiologic correlations in 25 patiens. Clin Ter 146: 133-140,
1995
15 F Midulla, P Strappini, T Sandstrom, L Bjermer, C Falasca, P Capocaccia et al: Cellular and
noncellular components of broncho alveolar lavage fluid in HIV–1–infected children with
radiological evidence of interstitial lung damage. Pediatr Pulmonol 31: 205-213,2001
16 MA Castello, G Jr Benedetti-Valentini, E Properzi, M Roggini, P Capocaccia et al: Tumori
primitivi della parete toracica nei bambini. Descrizione di 8 casi. Minerva Pediatr 36: 1075-1082,
1984
17 A Schiavetti, C Dominici, M Matrunola, P Capocaccia et al: Rabdomiosarcoma polmonare
primitivo; reperti clinico-biologici in due casi con rassegna della letteratura. Med Pediatr Oncol 26:
201-207, 1996
18 A Panero, M Roggini, P Papoff, C Moretti et al.: Pneumocystis carinii pneumonia in preterm
infants: report of two cases successfully diagnosed by non bronchoscopic broncohalveolar lavage.
Acta Paediatr 84: 1309-1311,1995
19 M Roggini, M Matrunola, F Giovagnorio, D Messineo, et al: Fibrosi cistica: studio delle
alterazioni polmonari con HRCT e digitalizzazione di immagini. Comunicazione al XXXVI
Congresso Nazionale SIRM Milano (21-25 maggio 1994)
20 M Roggini, GF Gualdi et al: L’ecotomografia nello studio della patologia renale. Acta Medica
Latina III (n.2), 1978
21 M Roggini: Indicazioni e limiti dell’ecotomografia nello studio dei reni trapiantati. Atti del IV
Congresso della Società di Ricerche in Chirurgia. Firenze,1978
22 F Torcia, A Giancotti, I Lanari, M Roggini, P Capocaccia et al: Prenatal diagnosis of cyclopy by
transvaginal ultrasonography at the 16th week of gestation. A case report. Italian J of Gynaecology
and Obstetrics 3: 105, 1992
23 A Pachi, E Maggi, A Giancotti, S Forleo, M Roggini, et al: Prenatal sonographic diagnosis of
diastematomyelia in a diabetic woman. Prenatal Diagnosis 12: 535-539, 1992
179
La Radiologia all’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma
A ROMA nel periodo compreso tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta
l’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” (OPBG) ebbe una notevole trasformazione,
sia dal punto di vista edilizio che organizzativo.
Per chi volesse approfondirne la conoscenza, rimando al bellissimo libro di
Vincenzo Martinelli “Dal Tevere al Gianicolo”. Qui mi limiterò alla descrizione degli
eventi più salienti.
All’inizio degli anni cinquanta fu decisa l’assunzione per concorso del
personale medico, che fino allora veniva reclutato per chiamata o per conoscenze.
La retribuzione era del tutto irrisoria, a titolo di rimborso spese. I primi concorsi
furono espletati nel settembre 1954, dopo che venne istituito il regolamento per la
nomina dei sanitari.
L’ammodernamento dell’Ospedale fu programmato in tre tempi, seguendo il
criterio di assicurare la continuità dell’assistenza. In un primo tempo si decise di
riparare gli edifici più cadenti. Pertanto furono ristrutturati i reparti che avevano
sede nell’antico Convento di Sant’Onofrio, che come si è già visto era stato
trasformato in Ospedale; tra questi reparti era compresa la Radiologia.
Successivamente si procedette ad una vera e propria ricostruzione
dell’Ospedale, che fu programmata in due fasi. Per
realizzare il programma
furono demoliti dei vecchi fabbricati situati nella parte Nord dell’Ospedale ed al
loro posto furono costruiti due edifici: l’uno adibito ad alloggio delle mamme e delle
infermiere e a laboratorio centrale e l’altro per la malattie infettive (con sette
sezioni autonome ed indipendenti per le malattie contagiose, che entrarono in
funzione nel 1963).
Nella terza fase, grazie alla demolizione di vecchie strutture, fu realizzata la
costruzione di un terzo edificio più grande, tipo monoblocco, intitolato a Pio XII,
che era costituito da un seminterrato ove vi furono collocati i servizi: cucina,
lactarium, magazzini, centrale di disinfezione, etc. e da 5 piani sovrastanti.
180
Nel piano terreno furono sistemati le accettazioni e nei 4 piani superiori i
vari reparti: osservazione-filtro, rianimazione, neonatologia, reperto immaturi, i
reparti di medicina.
Queste importanti opere di ristrutturazione e di ampliamento dell’Ospedale
vennero realizzate nel decennio 1957-1967.
Negli anni Settanta, durante la direzione dell’avv. Urbano Cioccetti, già
sindaco di Roma, che era succeduto, come commissario unico, dopo un lungo
interregno seguito alla Presidenza di Don Giulio Pacelli, nipote del Pontefice Pio
XII, l’Ospedale ebbe un grande sviluppo e praticamente “cambiò volto” divenendo
uno degli ospedali meglio organizzati d’Italia. Basterà ricordare che furono creati, il
Centro trasfusionale, la Sezione Radio-Isotopi ed il Servizio di Cardiologia; nel ’73
fu istituita la Divisione di Neuro-psichiatria infantile, nel ’74 i centri di
Oncoematologia e di Nefrologia; nel ’75 vennero ristrutturate e rese autonome le
Divisioni Immaturi e di Otoiatria (con le sezioni di Audiometria e Fonologia). Nel
’76 l’Oculistica veniva dotata di una nuova sala operatoria e creato un reparto per
l’Odontoiatria. In questo stesso anno veniva istituito il “Day Hospital” a S.
Marinella.
Nel 1978 a seguito di questa imponente trasformazione l’Ospedale venne
riconosciuto come Ospedale Regionale Specializzato per la Pediatria.
Dopo l’improvvisa scomparsa dell’Avv.to
Cioccetti venne nominato
presidente il Dott. Marcello Sacchetti, che continuò a sviluppare il programma del
suo predecessore, grazie anche all’opera del nuovo Soprintendente Prof.
Guzzanti. Questi, proveniente dagli Ospedali Riuniti di Roma, dove ha dato ottima
prova delle sue capacità organizzative, dimostrò ben presto il suo senso
pragmatico, promovendo un ulteriore rapido progresso dell’Ospedale. Negli anni
1981-82 riesce a realizzare un reparto di Cardiochirurgia pediatrica, una branca
della Chirurgia, che fino allora aveva avuto scarso sviluppo in Italia.
Nello stesso periodo nel padiglione dedicato alla duchessa Maria Salviati
benefattrice dell’Ospedale, sorto nel ’32, oltre al reparto divezzi già esistente,
furono sistemati i reparti di endocrinologia, di ematologia, di nefrologia con il
centro dialisi e l’urologia dotata di sala operatoria.
181
Negli stessi anni, in seguito all’evoluzione socioeconomica verificatasi nel
Paese e specialmente per la spinta ideale del Presidente Sacchetti si è verificata
una “umanizzazione” dell’ambiente ospedaliero, analogamente a quanto
è
accaduto negli altri ospedali pediatrici in cui si è tenuto conto soprattutto di quanto
sia importante la vicinanza assidua della madre al proprio bambino.
L’alto livello di specializzazione raggiunto dall’OPBG ha portato al suo
riconoscimento come Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico (IRCCS)
nel 1986.
Se da un lato questa ambita qualifica ha accresciuto il prestigio
dell’Ospedale, dall’altra ha creato non pochi problemi per la direzione ospedaliera.
Tra l’altro Guzzanti ha dovuto lasciare il posto di soprintendente, per dedicarsi alla
direzione scientifica dell’Ospedale; il suo posto è stato occupato da Salvatore
Rubino, degno successore e già Direttore Sanitario del Presidio distaccato di
Palidoro.
Intanto vengono attuate delle Convenzioni con gli Istituti Universitari, prima
fra tutte con la II Clinica Pediatrica sollecitata dal Direttore Prof. Imperato, che ha
portato nonostante i contrasti e lo scetticismo manifestati inizialmente, alla
collaborazione tra gli Ospedalieri e gli Universitari con la gestione congiunta della
Scuola di Pediatria. Successivamente sono state attuate altre convenzioni: con
l’Università di Tor Vergata per la Scuola di Specializzazione in Chirurgia
Pediatrica; con l’Università della Sapienza per la Scuola Speciale per la terapia
della riabilitazione e con l’Università Cattolica per la specializzazione in Ortopedia.
Una sezione distaccata dell’OPBG è “Palidoro”. Il complesso di “Palidoro”
che prende il nome da una località del litorale laziale, comprende alcuni edifici
sorti tra il 1959 ed il 1968, per iniziativa di alcune istituzioni religiose, destinati a
diverse attività assistenziali; centro per il recupero dei poliomielitici, centro per
scoliotici, assistenza ai giovani diabetici. Inizialmente è stato adibito anche a
colonia marina e successivamente all’inizio degli anni Settanta, vi sono stati svolti
anche corsi professionali riconosciuti dal Ministero del Lavoro dapprima per
ricoverati e poi anche per allievi esterni.
Nel 1978 “Palidoro” viene affidato all’OPBG perché va utilizzato nel
“migliore dei modi”. Allora è stato attrezzato per il trattamento dei ragazzi scoliotici,
182
vi è stato istituito un reparto di Chirurgia con annesse sale operatorie un reparto
per il controllo dei giovani diabetici con la prospettiva di altre attività assistenziali
future.
Farò solo un cenno ai medici che si sono succeduti nella seconda metà del
secolo scorso, la cui figura umana e professionale è stata ben delineata nel libro
del Martinelli.
Tra i pediatri i Professori Cortesi-Mancini, Benedettelli, Scapaticci
prematuramente scomparso, V Martinelli, che è stato anche lo
storico
del
Bambino Gesù, emerge la personalità di Camillo Ungari, primario e direttore
sanitario dell’Ospedale eminente figura della Pediatria italiana. Tra gli specialisti
sono ricordati gli infettivologi, Professori Drago e Fasella, l’otoiatra Prof. Mario
Silvagni. Un altro personaggio di rilievo è stato il Chirurgo Prof. Pasquale
Romualdi, uno dei maggiori pionieri della Chirurgia Pediatrica italiana. A lui è
succeduto Claudio Bergami.
Nella seconda metà del Novecento anche il Servizio Radiologico ha avuto
una profonda trasformazione al passo coi tempi della rivoluzione tecnologica della
Radiologia.
Fin dal 1958, durante la Direzione del nuovo Primario, Prof. Michele
Cesarini il Servizio risulta costituito da due sezioni, situate nel padiglione S.Onofrio
di cui la prima, “sezione A” è fornita di un tavolo trocoradiografico della CGR, con
amplificatore di brillanza (AB), l’altra “sezione B” non contrastografica, è dotata di
un trocostratigrafo teleradiografo Philips. Successivamente viene creata una terza
“sezione C”, non contrastografica per esami urgenti e di routine, situata nel
padiglione Pio XII ove sono montati un trocostratigrafo CGR e dal 1978 un
ortopantomografo Siemens.
Durante gli anni 1979 - 81 sotto la direzione del Prof. Pietro Gugliantini,
succeduto, nel 1975, al Prof. Cesarini in seguito a concorso rimane la stessa
ubicazione delle sezioni radiologiche “A” e “B”, ma con rinnovamento delle
apparecchiature. In “A” vengono installati un telecomandato Siemens con AB, spot
da camera e registratore a nastro magnetico, in “B” vengono sistemati un
trocostratigrafo CGR con AB un angiografo monoplanare ed un teleradiografo
CGR. La III sezione “C” non presenta modifiche delle attrezzature.
183
Nel 1981, durante la direzione del Prof. Gugliantini viene istituita nel
padiglione “Salviati” una quarta sezione “D” di contrastografia, fornita di un
telecomandato ribaltabile Siemens, dotato di un AB, spot da camera e registratore
a nastro magnetico.
Nel 1999 (Primario il Dott. G Fariello) è dismessa la sezione “C” e sostituita
dalla Radiologia del DEA (Dipartimento dell’Emergenza ed Accettazione, di cui è
primario il Prof. Fasanelli), che è fornito di un telecomandato ribaltabile, con AB,
con pensile (Metaltronica) e da un ecografo Toshiba.
All’inizio del 2000 tutta la Radiologia con le stesse apparecchiature
radiografiche si trasferisce in blocco nel padiglione Salviati, dove attualmente sono
presenti cinque sezioni: “A” Contrastografica dotata di un telecomandato con AB,
spot
camera
Siemens.
“B”:
non
contrastografica
con
trocostratigrafo e
teleradiografo Metaltronica, “C” con Ortopantomografo “Sirona”, “D”: non
contrastografica o contrastografica secondo necessità, con Telecomandato
ribaltabile con AB e pensile Siemens, “E”: non contrastografica con trocostratigrafo
“KEV ONE” Metaltronica.
Nel 1979, durante la direzione del Prof. Gugliantini, inizia l’attività
ecografica. L’OPBG è uno dei primissimi Ospedali pediatrici in Italia ad adottare
questa nuova, promettente metodica. Una sezione ecografica, creata nel
padiglione S. Onofrio, viene dotata di un ecografo manuale settoriale meccanico
PhoSonic.
Dal 1979 in poi vengono cambiati vari ecografi per aggiornamenti tecnici
che vanno da un Hitachi lineare al Sonotron settoriale; due Siemens sonoline; due
Toshiba con eco-colordoppler; un Toshiba portatile da utilizzare per esami nei
reparti. Tutti, meno i primi due, sono corredati da più sonde lineari e settoriali a
varie frequenze.
Attualmente (2003) l’ecografia dispone di 4 sezioni di cui tre situate nel
padiglione “Salviati” e dotate rispettivamente: “A” di un ecografo “Acuson
Sequoia”, “B” di un ecografo “Siemens sonoline omnia”, “C” di un ecografo
“AcusonXP/10”.
La IV sezione ad uso del DEA, collocata nel padiglione Pio XII dispone di
un ecografo “Toshiba”.
184
Per esami a letto del paziente è disponibile un ecografo portatile Siemens.
Tutti gli attuali ecografi hanno il color-doppler e sono corredati con più
sonde lineari, convex e microconvex, di diversa frequenza con caratteristica
multifrequenza per ogni sonda.
Durante la Direzione di Gugliantini nel 1986 viene inaugurata la TC con un
apparecchio Somaton DRH della Siemens, che viene sostituito nel 1997 con un
“Somaton Plus 4 spirale” della stessa ditta.
Nel 1998 viene inaugurata la RM con un apparecchio Magnetom plus da
1.5 Tesla della Siemens.
Nel 1976 le sezioni di radiologia sono dotate di sviluppatrice automatica.
All’inizio del 2002 tutta la Radiologia viene digitalizzata “Agfa” e messa in
rete.
Attualmente (2003) lo stato della Radiologia compresa l’Ecografia, la TC e
la RM in sintesi è il seguente:
Nel complesso “Salviati”: al piano terra sono situate la sezione TC e tre
sezioni ecografiche; al primo piano la sezione RM; al secondo piano cinque
sezioni radiologiche.
Nel complesso “Pio XII”: al piano terra si trova il DEA con una sezione di
Radiologia e la quarta sezione di ecografia.
Nell’ambito della diagnostica per immagini svolge la sua attività la Medicina
Nucleare, nata come Sezione Radio-isotopi nel 1972. Ultimamente è stata
costituita una struttura semplice, secondo la nuova organizzazione ospedaliera,
dedicata specificamente alla Pediatria, unica nel suo genere in Italia. Ne è
responsabile il Dott. Claudio Cioffetta. Dispone delle seguenti apparecchiature:
Gamma-camera computerizzata, Siemens, E.CAM, SPECT e WHOLE LE
BODY
Dosimetro
computerizzato
ACN-ISODOSE,
3.
Generatore
di
TECHNEGAS, 4. Nebulizzatore ultrasonico VENTISOL.
La struttura può eseguire qualunque tipo di esame scintigrafico; tra i più
importanti: la scintigrafia renale dinamica; la scintigrafia renale corticale; la cistoscintigrafia diretta ed indiretta; la scintigrafia scheletrica, studi scintigrafici
gastrointestinali; cardio-vascolari, polmonari; scintigrafia della tiroide e delle
185
paratiroidi, cerebrale (SPECT); scintigrafia con radio-Gallio o con radio-Tallio o
con 123 – I – MIBG
Come si è visto precedentemente durante gli ultimi ottanta anni del secolo
scorso ed all’inizio di questo secolo anche la Radiologia dell’OPBG ha goduto di
un arricchimento ed un ammodernamento progressivo delle apparecchiature al
passo con gli straordinari progressi tecnologici verificatisi nel campo radiologico.
Notevole l’impulso dato dal Prof. Gugliantini nel periodo della sua direzione del
Servizio (1975 -1991) con l’acquisto, tra l’altro di un angiografo multiplanare alla
fine degli anni Settanta, l’introduzione dell’ecografia nel 1979 e della tomografia
computerizzata nel 1986, per cui l’OPBG si è collocato all’avanguardia degli
Ospedali Pediatrici italiani. Pertanto si è reso necessario anche un aumento degli
organici medico e tecnico, oltrechè del personale infermieristico e di segreteria.
Durante gli anni Ottanta sono in servizio 13 medici: oltre il Primario, Pietro
Gugliantini, gli aiuti G Fariello, S Fasanelli; gli assistenti: D Barbuti, GL Bergami, E
Carnevale, O Cacchioni, R Fruhwirth, M Graziani, S Malena, C Parri, C Orazi, PM
Schingo. I tecnici di Radiologia sono dieci.
In seguito al pensionamento di PG (1991) si assiste a un periodo di
instabilità nella direzione del Reparto Radiologico con avvicendamento di diversi
personaggi: dopo sei mesi di interinato di Salvatore Urso, trasferito dal Presidio
Palidoro, viene nominato Primario il Prof. Amorino Vecchioli Scaldazza,
proveniente dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, che rimane in carica dal
Dicembre 1992 al novembre del 1996. Seguono nella Direzione del Reparto
radiologico da questa data fino al novembre del 1998 il Prof. Sergio Fasanelli ed il
Dott. Giuseppe Fariello, alternati per tre mesi ciascuno.
Nei successivi anni Novanta il numero dei Medici sale a 18 compresi il
Primario che come è già stato detto dal novembre 1992 è Amorino Vecchioli, gli
aiuti G Fariello e S Fasanelli, venuti successivamente con la nuova
organizzazione ospedaliera dirigenti di II livello egli stessi assistenti in servizio in
precedenza ora dirigenti di I livello, a questi si aggiungono L Monti, GL Natali ed
inoltre C Back, R Chiusano e M Matrunola, addetti alla Radiologia del DEA.
I tecnici di Radiologia sono diventati 14.
186
Dal dicembre 1998 Fasanelli diviene Primario Radiologo del DEA e
coordinatore del Dipartimento fino alle sue dimissioni nel novembre del Duemila.
Fariello rimane nella carica di Primario Radiologo per tutto il 2003 e resta come
consulente per la Neuroradiologia. A lui succede come Primario il Dott. Sergio
Malena, a decorrere dal gennaio 2004. Contemporaneamente il Dott. Giuseppe
Falappa è consulente per la Radiologia interventistica.
Attualmente sono in servizo 14 medici oltre al Primario.
I Tecnici addetti alle sezioni di Radiologia sono 15 ed 1 Capotecnico. A
questi vanno aggiunti 4 tecnici ed 1 Capotecnico, addetti alla TC e alla RM. Inoltre
sono in servizio: 6 Vigilatrici d’infanzia e 1 Caposala, 2 Infermiere generiche, 2
Ausiliarie. Il personale di segreteria
è costituito da 8 unità.
L’incremento progressivo del numero dei Medici e dei Tecnici verificatosi tra
gli anni Ottanta ed i primi anni del Duemila è avvenuto in relazione all’aumento
delle Sezioni di Radiologia, alla introduzione e all’espansione dell’attività
ecografica, alla acquisizione prima della TC e dopo della RM, ultimamente in
seguito alla istituzione del DEA, che ha determinato anche la trasformazione del
servizio di Pronta Disponibilità in Servizio di Guardia.
Contemporaneamente si è verificato un aumento del carico di lavoro, che
però non è stato possibile documentare in modo tangibile per la mancanza di dati
statistici inerenti gli anni Ottanta e Novanta.
L’unica statistica che è stato possibile ottenere riguarda l’anno 2003. Risulta
un totale di 93.625 così distribuiti: RX: 58681; ECO: 27180, RM: 3779; TC: 3434.
Durante gli anni Ottanta l’organico della Radiologia del Presidio Palidoro S.
Marinella è così composto: Medici: sette, compreso il Primario che dal Settembre
1983 è Salvatore Urso; aiuto L Donetti; assitenti: M Colajacomo FM Fassari, A
Migliorini, E Pacciani. Nel decennio successivo non si hanno variazioni
dell’organico, se si eccettua la sostituzione, dopo un periodo di interregno del
Primario Salvatore Urso, con Luciano Donetti nel 1998.
Le sezioni di radiologia agli inizi del Duemila sono tre: la prima è dotata di
un apparecchio telecomandato Siemens, fornito di AB e spot camera; gli altri due
“Metaltronica”, tutti digitalizzati.
187
E’ prevista per il 2003 l’acquisizione di una RM mobile. Gli ecografi in
funzione sono due, eco-color doppler Toshiba ed Acuson 128.
Attività scientifica, didattica svolta dagli esponenti della diagnostica
radiologica dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, nella II
metà del
Novecento fino agli inizi del Duemila.
La produzione scientifica dei Radiologi che hanno operato all’Ospedale
Pediatrico “Bambino Gesù” (OPBG) di Roma durante la seconda metà del secolo
scorso è stata notevole sia per il numero di pubblicazioni sia per il loro livello. Il
Prof. Michele Cesarini, che fu il Primario Radiologo dell’ OPBG dal 1958 al 1975,
lasciò come segno della sua attività scientifica la monografia “Diagnostica
Radiologica delle malformazioni congenite dell’apparato digerente” pubblicata nel
1963 elaborata con Pietro Gugliantini, in quel periodo giovane assistente presso lo
stesso Ospedale. La monografia è stata fondamentale per la formazione di molti
giovani radiologi alle prime armi, che in mancanza di testi italiani sull’argomento
trovarono nell’opera una fonte preziosa di notizie sia da punto di vista della tecnica
sia sotto l’aspetto diagnostico per la ricca casistica riportata. Infatti, fino a pochi
anni prima molte malformazioni del tubo digerente (ad es. le atresie del tubo
digerente, “in primis” l’atresia dell’esofago, erano state ritenute in operabili, ma che
ultimamente grazie alla classe emergente anche in Italia di Chirurghi Pediatri
(Solerio a Torino, Soave a Genova, Romualdi a Roma, Montagnani a Firenze, e
pochi altri, sono state sottoposte ad interventi correttivi con risultati brillanti.
Nella prima metà degli anni Sessanta G Garibaldi, aiuto radiologo
dell’OPBG pubblica alcuni lavori, da solo o in collaborazione con altri, attinenti ad
affezioni del tubo digerente, congenite o acquisite (invaginazione ileo-cieco-colica)
e a malformazioni delle vie urinarie.
Pietro Gugliantini è stato uno dei protagonisti della Radiopediatria Italiana
nella seconda metà del secolo scorso. Assistente radiologo dell’OPBG in seguito a
188
concorso fin dal 1958, si dedica con impegno e passione non comuni al lavoro
assistenziale quotidiano, ma al tempo stesso non trascura l’attività di ricerca.1
Spezzino di nascita, romano di adozione, ha vissuto a Roma fin dall’età di
10 anni; in questa Città consegue la laurea in Medicina e Chirurgia presso
l’Università “La Sapienza” nel novembre del 1950. Trasferitosi a Genova, si iscrive
alla scuola di specializzazione in Radiologia dell’Università di Genova, di cui è
Direttore il Prof. A Vallebona, uno dei più illustri Maestri della Radiologia Italiana.
In questa sede consegue il diploma in Radiologia nel luglio del 1953 e rimane per
l’apprendistato fino alla fine dello stesso anno. Ritornato a Roma frequenta il
Reparto Radiologico dell’Ospedale di S. Spirito diretto dal Prof. Umberto Nuvoli e
contemporaneamente lavora con il Prof. C Colosimo, personaggio di spicco della
Radiologia romana, particolarmente competente nella radiodiagnostica del tubo
digerente, tanto che ne curerà la trattazione nel noto trattato di Radiodiagnostica
del Prof. Luigi Turano.
Nel 1958 Gugliantini risulta vincitore del concorso per un posto di assistente
radiologo dell’OPBG. In questo Ospedale rimarrà trentatre anni, compiendo la
carriera ospedaliera fino a raggiungere il Primariato, dopo aver superato il
concorso, nel 1975 a seguito del pensionamento del Prof. Cesarini.
Risalgono al primo periodo dell’attività ospedaliera molti dei suoi lavori
dedicati allo studio dell’apparato digerente, uno dei temi da lui preferiti,
probabilmente per le prime esperienze nel campo della radiodiagnostica.
Tra questi alcuni trattano le malformazioni e la patologia acquisita
soprattutto nel neonato e nel lattante studiate, sia con l’esame diretto sia con i
mezzi di contrasto.
Una delle pubblicazioni più interessanti per il contributo originale, clinico e
radiologico (sia dal punto di vista metodologico sia sotto il profilo diagnostico),
apportato a un tema fino ad allora poco noto, riguarda “La diagnosi radiologica del
megacolon congenito nel periodo neonatale”. 2
L’applicazione dell’indagine radiologica alla patologia otoiatrica del bambino
costituisce un’altra ricerca cara a Pietro Gugliantini fin dai primi anni della sua
attività all’OPBG, ove ha opportunità di incontrare un personaggio di spicco della
otoiatria italiana, M Silvagni. Ne è testimonianza il suo studio radiostratigrafico del
189
temporale normale, eseguito in cadaveri di neonati ed in soggetti della I° infanzia,
fin dal 1961.
3
Negli anni successivi sono studiati con la stessa metodica bambini
affetti da otodisplasia branchiale, interessante in grado diverso l’orecchio esterno
e medio. La pubblicazione, quasi monografica sull’argomento uscita nel 1965,
costituisce il giusto coronamento della sua ricerca, con la conferma della diagnosi
radiologica dei casi sottoposti ad intervento chirurgico. 4
Successivamente, PG (in collaborazione con A Fiumicelli dell’Università di
Perugia) ha esteso, grazie ai progressi tecnologici ottenuti con la stratigrafia
ipocicloidale, lo studio radiologico delle displasie del labirinto, oggetto di una
comunicazione al III convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica, svoltosi a
Firenze nel 1976. Quasi un trentennio dopo la prima pubblicazione PG riprende lo
studio delle otodisplasie impiegando la tomografia computerizzata ad alta
risoluzione installata nel 1986 all’OPBG, uno dei pochi Ospedali Pediatrici italiani
che è dotato di questa apparecchiatura in quel periodo. 5
Nella sua intensa attività PG non tralascia il suo impegno in altri campi della
Radiopediatria. In un suo lavoro del 1961 sulla problematica inerente alla
roentgenterapia della iperplasia timica, che secondo l’opinione di molti pediatri
dell’epoca veniva considerata l’unica terapia efficace in questa affezione, ne
sostiene la validità nel trattamento della iperplasia timica, purché sia impiegata
con oculatezza e tecnica adeguata. 6
Nello stesso periodo si interessa di patologia respiratoria: è uno dei primi
radiopediatri italiani, che si occupa delle manifestazioni radiologiche della
mucoviscidosi, termine col quale in quel tempo veniva indicata la fibrosi cistica.
Come riconoscimento per la notevole e qualificata attività scientifica svolta
nel quinquennio 1858 – 1962 PG consegue l’abilitazione alla libera docenza nella
sessione 1963.
Le broncopneumopatie croniche dell’infanzia sono oggetto di un suo
intervento alla tavola rotonda svoltasi in occasione del Simposio nazionale su “Le
broncopneumopatie croniche e ricorrenti nell’età pediatrica” (Genova, maggio
1973).
Altri temi importanti di attualità sono trattati da PG nel periodo a cavallo tra
la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta. Nelle due relazioni tenute ai
190
convegni della Sezione di Radiologia Pediatrica: V a Milano (1987) e VII a Roma
(1989) PG puntualizza le possibilità e i limiti della Radiologia nella diagnosi della
malattia celiaca, confrontandola con le indagini di laboratorio.
Nel simposio sulla Radiologia neonatale, svoltosi a Napoli nel 1980 in
occasione del XXIX Congresso nazionale della SIRMN PG illustra in un’accurata
disamina il ruolo diagnostico della Radiologia nelle occlusioni acute del neonato,
richiamando l’attenzione sulle limitazioni dell’indagine radiologica e sulle cause di
errore in questa patologia.
Due anni dopo gli viene affidato il compito non facile di trattare, al Simposio
di Gastroenterologia Pediatrica svoltosi a Roma all’OPBG nel novembre 1982 le
indicazioni rispettive della Radiologia e della Endoscopia e di ambedue in
opportuna successione, nella diagnostica dell’apparato digerente del bambino
nelle diverse età, che PG analizza esaurientemente, in base alla sua notevole
esperienza e conoscenza dell’argomento. 7
Nel corso della sua lunga attività PG ebbe modo di occuparsi anche di
patologia dello scheletro. Da segnalare, tra l’altro, alcune pubblicazioni su
casistica inerente le displasie ossee.
Ultimamente
è
ritornato
osteocondrodisplasie in età neonatale.
sull’argomento
interessandosi
delle
8
Le malattie metaboliche sono state oggetto di una relazione, in
collaborazione con S Fasanelli, presentata ad una tavola rotonda dal tema: “Le
malattie metaboliche dell’osso”, svoltasi al XXXII Congresso Nazionale della
SIRMN (Milano, Giugno 1986).
Originale lo studio con la TC su “La fisiologica variabilità delle dimensioni
dei forami giugulari. Riflessioni e critiche sui problemi di diagnostica differenziale
clinico-radiologica. 9
Negli anni ottanta si sta diffondendo anche in Italia la tendenza alla
collaborazione scientifica tra Istituti ed Ospedali diversi. Espressione di questo
indirizzo è stata la partecipazione di PG insieme a F Bellini (ICP, Milano) e di R
Canini (Università di Bologna), alla tavola rotonda, avente per tema “La
diagnostica per immagini nello studio del paziente immunodepresso. La sindrome
191
di immunodeficienza acquisita”, tenutosi al XXXIII Congresso Nazionale della
SIRMN (Roma, 1988).
PG ha partecipato attivamente intervenendo, come abbiamo già visto, ai
Convegni e Congressi Nazionali ed Internazionali. Membro della sezione di Studio
di Radiologia Pediatrica della SIRMN, di cui è stato uno dei principali esponenti fin
dalla sua costituzione. Ha presentato spesso ai Convegni una o più
comunicazioni, come si è già detto.
Ne è stato presidente nel quadriennio 1980-83. Durante questo periodo ha
organizzato a Roma il VII Congresso della Sezione, di cui sarà scritto nel capitolo
inerente alla Cronistoria della Sezione.
Convinto
assertore
dell’autonomia
scientifica
e
professionale
della
Radiologia pediatrica, nel 1980 propone al Consiglio Direttivo della SIRMN, tramite
il Presidente Prof. GF Pistolesi, di fare i passi opportuni presso le autorità
competenti per ottenere gli esami di idoneità a Primario di Radiologia Pediatrica.
Purtroppo la sua iniziativa cade nel vuoto, a mio avviso anche perché non
sostenuta efficacemente dai radiologi pediatri stessi e soprattutto dai Presidenti
della Sezione che a lui sono succeduti negli anni Ottanta e Novanta.
E’ stato più volte relatore ai Congressi Nazionali della SIRMN di cui si è
accennato prima ed ai Corsi di aggiornamento. Nel 1970 partecipa al I corso di
Aggiornamento organizzato a Palermo dal Prof. Pietro Cignolini in occasione del
XXIV Congresso Nazionale della SIRMN, che al momento costituisce il più
importante banco di prova, a livello nazionale dei giovani Radiopediatri Italiani;
naturalmente il tema svolto da PG è a lui congeniale: “Semeiotica e diagnostica
contrastografica dell’addome acuto nel neonato; II Parte: Ileo da meconio, atresie
e stenosi del tenue mesenteriale, megacolon congenito”.
PG ha partecipato attivamente anche alla vita della European Society of
Pediatric Radiology (ESPR) come è già stato ricordato fin dalla fondazione
avvenuta al Castello di Longchamp (Parigi) nel 1963. Infatti, faceva parte del
gruppetto dei giovani radiologi italiani interessati alla Radiopediatria, formato da
GS Marchese, G Garibaldi, G Iannaccone, N Macarini, A Pelizza, R Pinto, E
Schiavetti, presenti alla riunione, che per la loro partecipazione a quell’evento
sono stati considerati tra i membri fondatori della Società. E’ stato presente a molti
192
dei Congressi che si sono succeduti ogni anno in varie Città Europee,
presentando spesso delle comunicazioni, ben documentate, su casistica rara o
con particolari caratteristiche (da solo o in collaborazione coi colleghi dell’OPBG):
al VI Congresso di Varsavia (1969), all’XI Congresso (Helsinki, 1974), al XII
(Madrid, 1975), al XVII svoltosi all’Aia (1980), al XIX (Praga, 1982), al XX a Parigi
(1983), al XXV Montreux (1988).
Né va dimenticata l’attività didattica svolta da PG con le lezioni di
Radiologia Pediatrica tenute come docente all’Università Cattolica di Roma e de L’
Aquila.
Nel 1991 all’età di 65 anni, dopo 33 anni di servizio all’OPBG durante i quali
egli aveva profuso le sue migliori energie, sia nell’attività assistenziale sia nelle
produzione scientifica, deve accettare, se pure a malincuore, il pensionamento.
L’OPBG, viene così a perdere un personaggio eminente, capace ancora di un
apporto notevole per intelligenza ed esperienza. E’ una perdita difficilmente
colmabile sia dal lato umano e assistenziale per i piccoli pazienti sia dal lato
scientifico per i numerosi allievi, che durante gli anni di comune lavoro lo hanno
apprezzato ed amato;
tra questi i più “anziani”, D Barbuti,
E Carnevale, S
Fasanelli e G Fariello, che più tardi prenderanno il suo posto.
Nonostante le dolorose vicende familiari, da cui è stato colpito negli ultimi
anni PG continua la sua attività ospedaliera come consulente esterno per la
Radiologia neonatale presso l’AO S.Giovanni in Laterano a Roma, rinunciando ad
esercitare la professione privata più redditizia a cui avrebbe potuto aspirare per le
sue elevate doti professionali e dedicare il suo tempo libero ad alcuni suoi hobby,
la letteratura, il teatro ed in particolare la musica jazz.
Nell’ultimo decennio della sua vita la produzione scientifica di PG riguarda
quasi esclusivamente la Radiologia neonatale in collaborazione con Medici della
Divisione di Neonatologia e del Centro di Terapia Intensiva Neonatale dell’AOS
Giovanni di Roma; tra le altre particolarmente interessante la pubblicazione su
“L’enterocolite necrotizzante neonatale”, in cui PG puntualizza magistralmente il
quadro clinico-radiologico di questa affezione e indica l’iter diagnostico radiologico
ed ecografico nelle varie fasi, dall’inizio alle complicazioni precoci e tardive. 10
193
Il costante interesse di PG per la Radiopediatria è documentato da alcune
sue lettere, pubblicate tra la fine del Novecento e l’inizio del nuovo secolo, su “La
Radiologia Medica” nella rubrica “Lettere al Direttore”. Prof. Lucio Di Guglielmo
che le ha accettate di buon grado ringraziandolo per la sua intelligente e fattiva
collaborazione. Tra queste, due in particolare riguardano le problematiche della
Radiopediatria. In una delle lettere viene riportato per intero un articolo tradotto in
Italiano dallo stesso PG pubblicato sulla prestigiosa rivista: “Pediatric Radiology”
riguardante la Radiologia perinatale in cui sono riferite le considerazioni emerse
da un Convegno promosso dalla Società Nordamericana “Society for Pediatric
Radiology” (SPR).
Considerazioni
sulle
difficoltà
presenti
negli
Ospedali
Pediatrici
Nordamericani per la trasmissione delle informazioni della diagnostica per
immagini e di dati clinici e di laboratorio acquisiti nella vita prenatale, ai
neonatologi, ai chirurghi pediatri ed agli stessi radiopediatri, con le conseguenze
negative per l’assistenza postanatale. Tale situazione
è analoga, anche per
l’esperienza personale di PG, a quella italiana.
Nell’altra lettera, che riporta “un abstract” di un articolo comparso sulla
stessa rivista, sono riferiti i risultati di un’inchiesta eseguita tra i soci della SPR,
riguardanti
molteplici
aspetti
soprattutto
professionali
dei
Radiopediatri
Nordamericani. PG auspica che queste informazioni sullo stato professionale dei
Colleghi
statunitensi
e
canadesi
possano
essere
utilizzate
dai
giovani
Radiopediatri italiani per programmare “Il XXI secolo della Radiologia Pediatrica in
Italia” a titolo sia personale che collettivo.
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 Non essendo stato possibile avere un “curriculum” completo del Prof. Pietro Gugliantini, la rassegna sulla
sua attività professionale scientifica è stata oggetto di una mia ricerca ed altre notizie sono state attinte da
ricordi e documenti personali o da medici che hanno operato ed operano tutt’ora all’OPBG.
2 Radiol Med 51: 715-740, 1965
3 Il quadro stratigrafico normale del temporale nel neonato e nel lattante. Riv Radiol 1: 27, 1961
4 Diagnostica radiologica delle otodisplasie nell’età infantile con particolare riguardo alla esplorazione
stratigrafica. Riv Rad 5: 70, 1965
5 G Gugliantini, C Orazi, C Parri et al. :La tomografia computerizzata ad alta risoluzione nella diagnostica
della otodisplasia branchiale. Rapporto su 10 casi (15 orecchi). Radiol Med 78 : 593-602, 1989
6 G Garibaldi e P Gugliantini: Il problema del trattamento della iperplasia timica in rapporto ai supposti pericoli
della roentgenterapia ed ai risultati delle cure mediche. Radiol Med 46:1159-1182, 1960
194
7 P Gugliantini, D Barbuti, GL Bergami: Radiologia vs. endoscopia nella diagostica dell’apparato digerente. Il
punto di vista del Radiologo. Rass It Chir Ped XXIV 4 (Suppl. 11), 1982
8 P Gugliantini, C Maragliano et al.: Le osteocondrodisplasie costituzionali riconoscibili alla nascita. Una breve
rassegna sullo stato dell’arte radiodiagnostica sul finire del XX Secolo. Radiol Med 97: 116-120, 1999
9 P Gugliantini, R De Santis, M di Capua: Fisiologica variabilità delle dimensioni dei forami giugulari.
Riflessioni critiche sui problemi di diagnostica differenziale clinico-radiologiche. Radiol Med 86: 904-907, 1993
10 P Gugliantini, M Ricci, G Maragliano. Le immagini della diagnostica dell’enterocolite necrotizzante
neonatale e delle sue complicanze. Radiol Med 98: 441-446, 1999
195
Un’altra personalità di spicco della Radiologia Pediatrica Italiana negli
ultimi quattro decenni del secolo scorso è stato Sergio Fasanelli. Nato a Roma
nel 1935 compie gli studi universitari presso l’Università degli Studi della stessa
città, laureandosi nel febbraio 1960. Consegue il diploma di specializzazione in
Radiologia nel 1962, presso la stesa Università. Convinto dell’importanza
dell’acquisizione di conoscenze cliniche in Pediatria, dato il suo interesse per la
Radiologia Pediatrica, acquisisce successivamente nel 1973 anche il diploma di
specializzazione in Pediatria presso l’Università di Perugia.
Inizia la carriera ospedaliera come assistente radiologo dell’OPBG,
giovanissimo, nel luglio del 1960. Sotto la sagace guida di Pietro Gugliantini
acquista
le
cognizioni
fondamentali
della
Radiologia
Pediatrica
che
approfondisce negli anni della sua permanenza all’OPBG durata fino al 1972.
Contemporaneamente, secondo il regolamento vigente in quel tempo, è
assistente prima e aiuto radiologo dopo del “Pio Istituto di S. Spirito ed Ospedali
Riuniti di Roma” dal giugno 1963 fino al primo gennaio 1982, ove svolge sempre
attività pediatrica presso il Servizio di Radiologia Pediatrica di quell’Ospedale.
Le pubblicazioni di Sergio Fasanelli (SF) ammontano a 147, di cui 61 sono
recensite su Index, non recensite 67, comunicazioni pubblicate (sotto forma di
abstract negli atti dei convegni, dei congressi nazionali ed internazionali) 17,
poster 2. Gli argomenti trattati sono quasi tutti in ambito pediatrico (7 soltanto
sono pubblicazioni inerenti a problematiche dell’adulto).
Si è interessato di patologie prevalentemente a carico dell’apparato
scheletrico (una trentina), respiratorio (circa 24) e gastrointestinale (una ventina).
Non mancano pubblicazioni su altri organi e/o apparati, come il neurologico e
l’endocrinologico, sul sistema immunitario e su sindromi malformative. Interesse
particolare ha rivolto ad argomenti oncologici, all’applicazione e alle indicazioni di
metodiche di “imaging” più recenti .
Tra le affezioni dell’apparato scheletrico di cui Fasanelli si è interessato fin
dai primi anni della sua attività prevalgono le diverse displasie ossee, oggetto di
una quindicina di pubblicazioni nell’arco della sua carriera ospedaliera. In una di
queste sono descritti due casi presentati come una possibile nuova forma di
displasia ossea familiare simile alla discondrosteosi, che nella “classificazione
196
delle Skeletal dysplasias” viene etichettata come “displasia acromesomelica tipo
Fasanelli” (Pediatr Radiol 13: 25-31, 1983).
Nel campo dell’apparato scheletrico da segnalare la sua partecipazione
alla tavola rotonda sulle malattie metaboliche dell’osso in occasione del XXII
congresso Nazionale della SIRMN, (Milano, giugno 1986), dove ha presentato
una relazione in collaborazione con P Gugliantini, dal titolo “Le malattie
metaboliche dell’osso in età infantile”.
Nell’ambito delle patologie del polmone le displasie broncopolmonari sono
state considerate nel loro insieme 1 oppure separatamente (Congenital cystic
adenomatoid malformation 2; il sequestro polmonare 3). Si è inoltre occupato
delle “Pneumopatie acute nell’infanzia e della loro evoluzione”, “Della
classificazione e dei quadri radiologici delle pneumopatie collagenopatiche”, della
“TBC linfonodale ilo-mediastinica e delle sue complicazioni”.
Il “Torace nelle urgenze pediatriche” è stato uno degli argomenti trattati più
volte nei corsi di aggiornamento di Radiologia toracica, a decorrere dal 1988, da
solo o in collaborazione con i radiologi pediatri.
Di particolare rilievo è stata la sua relazione
sullo stesso argomento,
presentata a Torino nel giugno del 1992 al Convegno di Radiologia Pediatrica dal
tema: “Dalla parete toracica al polmone: il cammino dell’imaging in età
pediatrica”. SF (con la collaborazione dei Radiologi degli Istituti di Radiologia
dell’Università di Bologna e di Ancona) ha passato in una rassegna esauriente le
molteplici cause di urgenza toracica nell’età pediatrica, sottolineando i progressi
diagnostici ottenuti negli ultimi anni grazie alle nuove metodiche (EG, TC, RM) ed
al tempo stesso il ruolo che ancora svolge la Radiologia Tradizionale, come
indagine di prima istanza e di guida per la scelta delle altre metodiche. In una
recente pubblicazione SF ritorna sul tema, con particolare riguardo alle urgenze
pediatriche neonatali (chirurgiche, non chirurgiche e iatrogene) di cui descrive con
stile sintetico ed esauriente di tipo anglosassone, i quadri clinico-radiologici. 4
Una parte consistente della patologia prevalentemente analizzate da SF
riguarda l’apparato urogenitale. Tra queste l’interesse di SF si concentra sulle
malformazioni renali e delle vie urinarie: le displasie renali tra le quali le displasie
di tipo cistico, le duplicità pieloureterali e i tumori renali dell’età infantile. 5
197
Anche la pielonefrite cronica non ostruttiva, 6 le infezioni delle vie urinarie, i
loro rapporti con le malformazioni dell’apparato urinario e il ruolo dello spasmo
dello sfintere striato nelle infezioni ricorrenti delle vie urinarie delle bambine sono
oggetto di interessanti pubblicazioni.
Nel campo del tubo digerente, SF è intervenuto con argomenti di interesse
generale quali le malformazioni a carico dei diversi tratti (l’esofago, stomaco,
tenue e colon) e le patologie che nel corso degli anni hanno avuto modificazioni
dal punto di vista concettuale e metodologico (invaginazioni e sindromi di
malassorbimento, atresie).
Il ruolo moderno della Radiologia in Gastroenterologia pediatrica e
dell’Ecografia è stato trattato in pubblicazioni 7 e relazioni. 8
Oltreché dagli apparati ricordati SF ha rivolto l’attenzione ad altri sistemi,
quali il SNC e l’endocrinologia.
Durante gli anni Settanta e successivi si stava sviluppando l’Immunologia
clinica, che ha avuto importanti riflessi anche sulla Radiopediatria, ne sono
espressione alcune pubblicazioni di SF “Il polmone in alcune immunopatie
infantili”, 9 “Deficit della immunità cellulare e della immunità umorale” 10 e più
recentemente: ”L’imaging impiegato nelle alterazioni parotidee in bambini
sieropositivi per il virus dell’immunodeficienza umana”. 11
Le neoplasie in età infantile hanno costituito un tema di particolare
interesse per il Nostro, oggetto della produzione scientifica fin dall’inizio della sua
attività: nel 1968 ha presentato al XXIII Congresso Nazionale della SIRMN,
svoltosi a Padova, una Comunicazione (in collaborazione con G Garibaldi e S
Liberatore) dal titolo “Considerazioni clinico - radiologiche su 474 casi di
neoplasie maligne dell’infanzia” analisi di una casistica osservata in un ventennio
all’OPBG.
Molti anni dopo SF riprende lo studio dei tumori renali e pararenali già
eseguito negli anni Sessanta con l’impiego della TC. Viene invitato a partecipare
alla tavola rotonda sulla “Diagnostica per Immagini nei tumori renali e pararenali”
ove presenta la relazione insieme a D Barbuti sul ruolo della Tomografia
computerizzata nella diagnosi di queste neoplasie (XII Convegno Nazionale della
Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN, Copanello, settembre 1989).
198
In una recente pubblicazione in lingua inglese di carattere clinicoradiologico dal titolo “Semeiotics of bone tumors in children” il Nostro, analizza
criticamente il valore attribuito ai dati statistici per la diagnosi dei tumori ossei
nell’infanzia (incidenza dei vari tipi di tumore, benigni e maligni in rapporto all’età,
all’osso colpito ed ai vari segmenti ossei, epifisi, metafisi, diafisi interessati),
sostiene il ruolo fondamentale che ancora svolge la Radiologia convenzionale
nella diagnosi dei tumori ossei e discute le possibilità ed i limiti della TC e della
RM per l’identificazione di alcuni tipi di neoplasie. 12
Con l’acquisizione della tomografia computerizzata all’OPBG,
SF si è
interessato delle indicazioni di questa metodica con le relazioni: “Indicazioni e
limiti della tomografia computerizzata nella diagnostica dei tumori in Pediatria”,
13 la già ricordata “La tomografia computerizzata nella diagnostica dei tumori
renali e pararenali “ e “La TC in ortopedia pediatrica”. 14
Nell’attività di scientifica di SF va considerata anche la sua partecipazione
spesso attiva ai Convegni della Sezione di Radiologia Pediatrica, di cui è stato
membro fin dalla fondazione e segretario del I Comitato direttivo (1975-1979); ai
Congressi Nazionali della SIRM(N) più volte ricordati nel corso di questa
esposizione.
Di particolare interesse la sua relazione (in collaborazione con Aldo
Pelizza) alla tavola rotonda su ”La radiologia dello spazio retro-peritoneale”,
svoltasi in occasione del XXVIII Congresso Nazionale della SIRMN (Rimini 1978),
in cui è stata presa in considerazione “la problematica pediatrica”, i relatori hanno
puntualizzato il ruolo e le indicazioni delle varie metodiche tradizionali (esame
diretto dell’addome, urografia, pneumoretroperitoneo, angiografia, linfografia ecc.,
ecc.) e delle nuove metodiche (ecografia, tomografia computerizzata) nello studio
della patologia retro-peritoneale, prevalentemente neoplastica, dell’infanzia.
Mentre l’ecografia ha già acquisito a quell’epoca un ruolo ben definito ed
importante per le sue caratteristiche non altrettanto si può affermare per la TC,
che è stata poco impiegata fino ad allora per la scarsissima disponibilità delle
apparecchiature.
199
Infine va ricordata la partecipazione di SF ai Congressi internazionali di
Radiopediatria, della ESPR di cui è membro attivo dal 1970 ed è stato Consigliere
nel quadriennio 1976-1980 e del “Gruppo Jacques Lefebvre”.
Non indifferente anche il contributo apportato da SF alla trattatistica
radiopediatrica, con lo svolgimento dei seguenti capitoli:
1) “Hypochondroplasia: radiological diagnosis and differential diagnosis” in
Human Achondroplasia” Editors Nicoletti et al. Plenium Publishing Corporation,
1988.
2)“Il bambino che zoppica” in “Radiologia di tutti i giorni ” di G Cittadini e I
Sardanelli, pag.267 Ed. ECIG, 1989.
3) “L’imaging nella sindrome del bambino battuto” pag. 195, in “Gli abusi
nell’infanzia” NIS Ed.,1994
4) “La Radiologia Pediatrica” (cap.38) in “Compendio di Radiologia per
studenti e medici di medicina generale” di R Passariello e G Simonetti Ed. Idelson
– Gnocchi, Napoli, 2000.
5-6) Due volumi su temi diversi di Radiopediatria: “Argomenti di
diagnostica radiologica” Ed. Verduci, Roma, 1988 e 1992.
Inoltre:
7) Traduzione dall’inglese dei capitoli 53 (Malattie del torace in Pediatria),
61,62 e 63 (Il fegato e la milza, il sistema biliare duttale, la colecisti) in “Trattato di
diagnostica per immagini” di CE Putman, CE Ravin Edizione Italiana Verduci,
Roma 1991.
Attività didattica: SF ha esercitato una intensa attività didattica:
esercitazioni di Radiologia agli studenti del V anno del Corso di Laurea di
Medicina e Chirurgia dell’Università di Roma negli anni accademici dal 1971/72 al
1977/78. Incarichi di insegnamento di Radiologia Pediatrica alle Scuole di
Specializzazione delle Università di Sassari dall’ AA 1982/83 all’AA 1996/77
dell’Università di “Tor Vegata” (Scuola di specializzazione in Chirurgia Pediatrica)
dall’AA 1987/88 all’AA 1996/97, dell’Università Cattolica del S. Cuore, Facoltà di
Medicina e Chirurgia, Policlinico Gemelli, Roma dall’AA 1989/90 al 1996/97 e
Università degli Studi “Tor Vergata” dall’AA 1991/92 al 1994/95.
200
Dopo questa rassegna dell’attività scientifica di Sergio Fasanelli, mi sia
consentito di accennare ai lati umano ed etico della sua personalità. Rispettoso
dei principi di colleganza e sostenitore dell’ideale di amicizia, doti che ho avuto
modo di sperimentare in alcune occasioni, fin dall’epoca della sua conoscenza in
occasione della sua attività di segretario del I Comitato Direttivo della Sezione di
Studio di Radiologia Pediatrica e successivamente per il contributo fattivo al
successo del XXI Congresso della ESPR (Firenze, 1984) quale componente del
Comitato Organizzativo. Recentemente ha dato una ulteriore prova della sua
amicizia organizzando un incontro tra me ed alcuni personaggi esponenti della
Pediatria Italiana del secolo scorso, in età avanzata, ma ancora lucidi, che mi
hanno fornito molte notizie d’interesse storico del periodo della loro attività; infine
va a lui la mia affettuosa riconoscenza per le preziose informazioni che mi ha
dato sulla Radiologia dell’OPBG nel secolo scorso.
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1
S Fasanelli: Le displasie broncopolmonari in: “Diagnostica Radiologica”. Verduci Editore, Roma,
1987
2
S Fasanelli: Congenital cystic adenomatoid malformation. Unusual presentation. Rays 5:43, 1980
3
D Barbuti, G Segantini, S Fasanelli: Contributo della diagnostica per immagini alla diagnosi di
sequestro polmonare. Radiol Med 89: 340-343, 1995
4
S Fasanelli: Le urgenze toraciche in pediatria. Radiol Med 99 (Suppl.2 al n.5): 141, 2000
5
S Fasanelli: Radiodiagnostica dei tumori renali nell’età infantile. I Corso di Conferenze di
aggiornamento in Radiologia. XXIV Congresso della SIRMN, Palermo, 1970
6
S Fasanelli V Pansadoro: La pielonefrite cronica non ostruttiva nell’infanzia. Radiol Med 59: 785799, 1973
7
Agg Ped 35: 46, 1984
8
L’ecografia digestiva. Atti del I Congresso Nazionale di Pediatria Ospedaliera, 1993.
9
Min Ped 29: 1285, 1977
10
Aggiornamenti di Radiologia Toracica, Vol.I, Pag.111 Monduzzi Ed. Bologna, 1986
11
Comunicazione al XXXVI Congresso Nazionale della SIRM, Milano, 1994
12
S Fasanelli: Semeiotics of bone tumors in children. Eur J Radiol 27 Suppl 1: S110-115, 1998
13
Atti del Convegno Regionale a cura di P Gugliantini e S Fasanelli Ospedale Bambino Gesù, Roma
1988
14
S Fasanelli. Riv Ist Ort Traum Ped VII:2, 1991
201
L’attività scientifica di Giuseppe Fariello.
Giuseppe Fariello si colloca tra i Radiopediatri della III generazione seguita
a quella dei Pionieri ed alla generazione dei continuatori dei Pionieri.
Non avendo ottenuto informazioni dirette dalla fonte per quanto si riferisce
alla sua carriera professionale ed alla sua attività scientifica ho dovuto ricorrere a
notizie in merito di seconda mano, a ricordi personali e alla consultazione della
letteratura, che per quanto approfondita risulterà senz’altro incompleta. Me ne
scuso con i lettori.
A quanto mi consta Giuseppe Fariello (GF) nel 1973 è stato assunto in
servizio come assistente radiologo dell’OPBG ed in questo Ospedale ha compiuto
tutta la carriera divenendo prima aiuto e successivamente Primario radiologo nel
novembre 1996 alternato ogni tre mesi con Sergio Fasanelli a seguito della
nomina di quest’ultimo a Primario Radiologo del DEA e coordinatore del
Dipartimento. Nel novembre del 1998 diviene Primario ed in tale carica rimane per
tutto il 2003. Da allora è consulente per la Neuroradiologia.
Le sue prime pubblicazioni risalgono alla prima metà degli anni Settanta, in
collaborazione
con Pietro Gugliantini e con i giovani radiologi dell’OPBG:
S
Malena, D Barbuti, E Carnevale, M D’Onofrio sono i nomi che più frequentemente
ricorrono.
Complessivamente quarantanove sono i lavori reperibili su l’Index Medicus
nel periodo 1974-2003 pubblicati su prestigiose riviste italiane ed internazionali. A
queste vanno aggiunti gli abstracts di comunicazioni e di relazioni presentate ai
Congressi Nazionali della Sezione di Radiologia Pediatrica e della SIRM(N), ai
Congressi internazionali della ESPR e di altre Società e pubblicazioni in numero
imprecisato non citate nell’Index Medicus.
Sotto l’aspetto cronologico e metodologico nell’attività scientifica di GF si
possono considerare due periodi: in un primo periodo compreso tra il 1974 ed il
1981 in cui sostanzialmente viene impiegata nei suoi studi la radiologia
convenzionale, se si eccettuano due pubblicazioni in cui le indagini radiologiche
convenzionali sono integrate in alcuni casi con tomografia computerizzata.
202
Le pubblicazioni riguardano casistica esclusivamente pediatrica, esaminata
spesso in collaborazione con altri radiologi, analogamente a quanto sta ormai
avvenendo nella produzione scientifica nazionale ed internazionale: mi limito a
ricordare alcuni degli argomenti trattati: “Aspetti pseudoneoplastici dell’idronefrosi
infantile”; 1 “Igroma cistico del collo. Esplorazione con mezzo di contrasto iodato ”,
oggetto di una comunicazione (coll. P Gugliantini), presentata all’XI Congresso
Annuale della ESPR (Helsinki); “Perforazione intestinale nel neonato, complicanza
di peritonite meconiale ed intrauterina”
2
e “Cisti leptomeningee post traumatiche
nell’infanzia”. 3
Di maggior rilievo le due pubblicazioni inerenti allo studio radiologico della
sella turcica nel microadenoma in età pediatrica; in una di queste basata sullo
studio di 13 casi, venuti al tavolo operatorio viene sottolineato il ruolo svolto per la
diagnosi dalla TC prima e dopo l’iniezione di m.d.c., ad integrazione dei dati clinici
e della tomografia convenzionale della sella turcica limitata alla proiezione
laterale.4
Nel II periodo (1981-2003) GF svolge la parte più importante e qualificata
della sua attività scientifica, applicando le nuove tecnologie, “in primis” l’ecografia
e la tomografia computerizzata e successivamente anche la risonanza magnetica.
L’apparato più studiato è il SNC con contributi originali in diverse patologie,
seguono l’apparato genito-urinario, gli apparati digerente e scheletrico ed
argomenti vari attinenti alla Radiologia Pediatrica.
Le patologie inerenti al SNC sono documentate da 23 pubblicazioni citate
nell’index medicus, a cui si aggiungono altre pubblicazioni, relazioni e
comunicazioni riportate negli abstracts dei Congressi.
Non ritengo opportuno anche per il carattere di questa monografia eseguire
una rassegna completa delle pubblicazioni che riguardano la patologia del SNC e
gli altri apparati. Pertanto, dopo un excursus su pubblicazioni inerenti a patologie
rare e spesso complesse o con aspetti particolari, mi intratterrò successivamente
su quelle affezioni più frequenti ed interessanti non solo dal punto di vista
speculativo, ma anche pratico.
Aspetti particolari delle leucodistrofie genetiche infantili sono stati
considerati in due pubblicazioni: “La leucodistrofia fatale infantile: una variante
203
severa della sindrome CACH/VWM, allelica al cromosoma 3q27” e “il trapianto di
midollo osseo allogenico per la leucodistrofia infantile a cellule globoidi (malattia di
Krabbe)”.
Da notare anche le pubblicazioni su alcune malattie metaboliche gravi quali
“Reperti clinici e molecolari nella sindrome di iperornitinemia – iperammonemia –
omocitrillinuria (sindrome HHH)” e “La malattia delle urine con odore di sciroppo
di acero”.
A
queste
vanno
aggiunte
le
pubblicazioni
su
le
“Encefalopatie
mitocondriali”, di cui viene presentata una nuova encefalopatia mitocondriale
familiare con macrocefalia, cardiomiopatia e deficit del complesso I.
In alcune pubblicazioni sono considerate varie forme di epilessia: “Una
forma di epilessia benigna dell’infanzia con punte centrotemporali” e una
“Displasia di sviluppo operculare unilaterale”; una “Sindrome di West dovuta a
danni perinatali” ed altre.
In questi studi che comportano profonde conoscenze di genetica, di
neurologia, di pediatria hanno collaborato con G Fariello esperti qualificati
settoriali.
Venendo ora a trattare l’attività scientifica di GF e collaboratori rivolta a
patologie più frequenti e/o di maggiore interesse pratico prenderò in esame i
contributi su la patologia cerebrale infettiva in Pediatria, le anomalie di migrazione
neuronale, i disrafismi spinali, con particolare riguardo alla loro associazione alle
malformazioni ano-rettali. In tutte queste affezioni l’impiego dell’ecografia, spesso
come indagine di prima istanza, della TC e della RM sono state di valido aiuto e
spesso determinanti per la diagnosi.
La patologia cerebrale infettiva in Pediatria è stata oggetto di una
importante ricerca eseguita da G Fariello e S Malena dell’OPBG di Roma e da P
Tomà, A Pelizza et al. dell’Ospedale “G. Gaslini” di Genova. Questi AA hanno
impiegato l’ecografia in 127 bambini di età compresa tra i 10 giorni e tre anni,
affetti da infezione encefalica. In circa la metà di questi soggetti l’ecografia è
risultata positiva per un aumento della ecogenicità
parenchimale che è stata
confrontata coi reperti acquisiti con la TC e con il riscontro anatomo-patologico. A
conclusione della loro ricerca gli AA affermano che in presenza di un quadro
204
clinico di encefalite l’ecografia mancando di specificità, deve essere integrata dalla
TC allo scopo di definire i diversi tipi di lesione, edematose, flogistiche o infartuali
e la loro estensione. 5
Tra le anomalie di migrazione neuronale ed all’emimegalencefalia è stata
rivolta una particolare attenzione da GF e S Malena in collaborazione con G
Lucigrai e P Tomà dell’Istituto “G. Gaslini”. Questi AA hanno potuto dimostrare il
ruolo determinante per la diagnosi di questa malformazione dell’ecografia fin
dall’età neonatale evidenziando alterazioni della sostanza bianca non riconosciute
dalla TC e dalla RM in epoca così precoce. 6
Altre due pubblicazioni trattano rispettivamente “L’emimegalencefalia e
sviluppo intellettuale normale” 7e
“L’emimegalencefalia, emiipertrofia e lesioni
vascolari”. 8
In un’altra pubblicazione è stato ipotizzato che la duplicazione corticale, che
fa parte delle anomalie di migrazione neuronale, sia una possibile causa della
sindrome di Lennox-Gastaut. 9
Un argomento a cui GF ha portato un notevole contributo sotto l’aspetto
clinico e diagnostico riguarda il disrafismo spinale associato alle malformazioni
ano-rettali.
L’impiego della RM ha consentito all’A di evidenziare le varie anomalie
midollari, componenti del disrafismo spinale10. Sullo stesso argomento ha svolto
una relazione in collaborazione con D Schingo, S Malena e G Bizzarri nella
sessione dedicata alle “Anomalie della regione ano-rettale; il midollo spinale”,
tenuta in occasione del XIV Convegno Nazionale di Radiologia Pediatrica (Milano,
Novembre 1993). In altre due pubblicazioni dello stesso periodo il Nostro ha
sottolineato la correlazione tra il disrafismo spinale e le disfunzioni neurovescicali.
L’impiego della diagnostica per immagini nella patologia dell’apparato
urogenitale costituisce un altro capitolo a cui GF ha dedicato una serie di
pubblicazioni (otto riportate nell’Index).
La diagnosi precoce con l’ecografia renale nelle emolinfopatie maligne
nell’età pediatrica è stata oggetto di due pubblicazioni (in collaborazione con
Radiologi e Nefrologi dell’OPBG), di cui una su la Radiologia Medica. 11
205
GF e collaboratori (Radiologi e Nefrologi dell’OPBG) basandosi sulla vasta
casistica di malattie scrotali acute nell’età pediatrica osservate all’OPBG ed
esaminate con l’ecografia hanno potuto confermare il ruolo svolto da questa
metodica nel modo B nella diagnosi della torsione del funicolo spermatico senza
dover ricorrere al color-doppler ed al power-doppler. 12
Nello stesso tipo di patologia rientra la torsione del paradidimo o organo di
Giraldes, causa non comune di scroto acuto in età pediatrica.
Una pubblicazione interessante per la rarità dell’argomento nella letteratura
pediatrica riguarda lo studio mediante la diagnostica per immagini di 4 casi in età
infantile con pielonefrite xantogranulomatosa. GF con la collaborazione di una
radiologa (C Orazi), di un’anatomo patologa (R Boldrini) e di due chirurghi pediatri
(A Inserra e C Ciprandi) dell’OPBG. in base alla casistica della letteratura e alle
osservazioni personali, studiata con la radiologia tradizionale, la ecografia e la TC,
sottolinea le difficoltà incontrate per una corretta diagnosi preoperatoria soprattutto
nelle forme focali, che sarebbe auspicabile per un corretto trattamento terapeutico.
13
L’associazione di trombosi renale e di emorragia surrenalica osservata in 4
neonati esaminati con l’ecografia è stata oggetto di una pubblicazione sul Journal
of Clinical Ultrasound. 14
Altre pubblicazioni si riferiscono a casistica rara, esaminata con ecografia:
microlitiasi testicolare ed alla diagnosi prenatale di cisti ovariche complicate.
Un contributo rilevante alla conoscenza della patologia surrenalica nel
neonato è stato apportato da GF e collaboratori dell’OPBG con lo studio
ecografico in 14 neonati con emorragia surrenalica monolaterale eseguito con
controllo prestabilito a 1 settimana, 2 e 3 settimane e al 3° mese. Le modificazioni
ecostrutturali e volumetriche dell’ematoma osservate in prosieguo di tempo
costituiscono secondo gli AA un criterio affidabile di estrema utilità per risolvere
vari problemi diagnostici differenziali con altre affezioni surrenaliche e renali,
“evitando il ricorso ad altre metodiche diagnostiche invasive ed infine a una
esplorazione chirurgica superflua”. 15
Nell’ambito della patologia dell’apparato digerente, GF si è interessato in
epoca relativamente recente (1995), con alcuni colleghi dell’UO di Radiologia
206
dell’OPBG, di un problema annoso nell’età pediatrica, il reflusso gastro-esofageo
(RGE). A tale scopo sono stati sottoposti a esame ecografico e a pasto baritato in
uno studio a doppio cieco, 178 soggetti di età compresa tra la neonatale e i 15
anni, che presentavano una sintomatologia compatibile con la diagnosi di reflusso.
Per la dimostrazione di questa affezione sono stati confrontati, sulla base di alcuni
parametri (entità dei reflussi, loro numero, volume del liquido refluito, i tempi di
svuotamento, l’eventuale presenza di esofagite e di ernia iatale), i dati ottenuti,
con le due metodiche, che sono risultate concordanti nel 93% dei casi. Pertanto
l’ecografia per i ben noti vantaggi presentati, risulta l’indagine di prima istanza per
la dimostrazione del reflusso gastro-esofageo
Nello stesso periodo GF in collaborazione con G Bergami effettua una
ricerca su argomento analogo: il confronto tra l’ecografia e la pH-metria nella
diagnosi di reflusso gastro-esofageo (RGE), i cui risultati vengono presentati al
workshop “Imaging del RGE; la problematica dell’infanzia” svoltosi nel corso del
XXXVII Congresso Nazionale della SIRM (Milano, Maggio 1996). Questo studio
eseguito su più ampia casistica (596 pazienti), ma in una fascia di età più limitata
(compresa tra 5 giorni e 7 anni) rispetto alla ricerca precedente, ha dimostrato
una concordanza tra US e pH-metria minore (63% dei casi) che tra US e pasto
baritato ed ha messo in evidenza una elevata sensibilità dell’ecografia (al 95%).
Viene pertanto confermata questa metodica come indagine di “screening” per la
diagnosi di RGE.
Anche nel settore dell’apparato scheletrico GF ha apportato il suo
contributo basato sulla ricca casistica dell’OPBG Presidio di Palidoro costituita da
40 pazienti di età compresa tra i 12 e i 16 anni, affetti da osteomieliti aspecifiche in
forma acuta, subacuta, cronica, multifocale. Dallo studio eseguito, avente lo scopo
di determinare il ruolo svolto dalle varie metodiche maggiormente utilizzate
(Radiologia Tradizionale, TC, RM, Medicina Nucleare) è emerso che la RM
costituisce l’indagine di elezione nelle forme acute, permettendo una diagnosi
precoce e che la scintigrafia ossea con leucociti marcati presenta una elevata
specificità diagnostica nello studio dei processi osteomielitici e nell’individuare
possibili localizzazioni infiammatorie multiple alcune delle quali asintomatiche. 16
207
Nella seconda metà degli anni Novanta del secolo scorso ed all’inizio del
Duemila si nota un aumento dell’interesse dei Radiopediatri per la determinazione
delle dosi somministrate con la TC, specialmente in rapporto con l’acquisizione
negli ultimi anni dalla maggior parte dei nostri Ospedali Pediatrici di
apparecchiature dedicate a questa metodica e della introduzione di nuove
tecnologie (TC ad alta risoluzione e TC a spirale). Anche GF si occupa di questa
problematica nello stesso periodo. 17
GF insieme a S Malena ed altri giovani radiologi dell’OPBG è stato uno dei
primi Radiopediatri italiani ad occuparsi di ecotomografia, la nuova metodica, di
cui l’OPBG ebbe la disponibilità, com’è già stato notato, fin dal 1979, e che fu
applicata in varie patologie pediatriche, oggetto di comunicazioni presentate ai
Convegni della Sezione di Radiologia Pediatrica fin dal 1980; tra queste “Il ruolo
della ecotomografia nello studio della patologia urinaria in età pediatrica” (coll. S
Malena e L Borghese, VII Conv., Roma, 1980); “Masse renali e pararenali in età
pediatrica; diagnosi ecografica” (coll. S Malena, O Cacchione et al., VIII Conv.,
Trieste, 1981) e nello stesso Convegno: “L’esame ecotomografico in età
neonatale” (coll. E Malena, D Barbuti et al.). Le due ultime comunicazioni furono
oggetto di successive pubblicazioni.
Tra il 1983 e l’inizio degli anni Novanta uscirono varie pubblicazioni di GF (
in coll. con S Malena, G Bergami, E Carnevale, O Cacchione), per non citare che
i nomi più spesso ricorrenti riguardanti l’impiego dell’ecografia in età pediatrica, su
riviste
italiane
Neuroradiologia,
(Rassegna
Ultrasuoni
Italiana
in
di
Chirurgia
Medicina,
Rivista
Pediatrica,
Italiana
di
Rivista
di
Pediatria,
Aggiornamento Pediatrico). In sintesi gli argomenti trattati, in ordine cronologico:
“Studio del tubo digerente”; “La displasia congenita dell’anca. Studio preliminare
su 300 pazienti”; “Patologia anossico-ischemica nel neonato”; “Patologia infettiva
encefalica”; “Patologia urgente della regione inguino-scrotale nel bambino.
Considerazioni clinico-ecografiche”; “Stenosi ipertrofica del piloro”.
GF continuò a partecipare assiduamente ai Convegni Nazionali della
Sezione di Radiologia Pediatrica e alle sessioni dei Congressi Nazionali della
SIRM(N), di cui sarà riferito nella IV parte dedicata alla Cronistoria della
Radiopediatria in Italia. Per ora mi limiterò a ricordare gli interventi più rilevanti; tra
208
questi la relazione su: “La patologia intestinale” (coll. G Bergami e S Malena),
presentate alla tavola rotonda, avente per tema “Le urgenze addominali” (XI
Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica). Al XIII Convegno della Sezione
svoltosi a Torino nell’ottobre 1991, GF (coll. S Malena e C Orazi) partecipò alla
tavola rotonda su “Mielomeningocele e disrafismi spinali; attualità diagnostiche”,
dimostrando l’importanza del ruolo svolto dall’ecografia e soprattutto dalla RM
nella diagnosi della spina bifida e della spina bifida occulta e dei relativi complessi
gruppi di alterazioni. Al Convegno di aggiornamento in Radiopediatria tenuto a
Torino nel giugno 1992 dal tema: “Dalla parete toracica al polmone: il cammino
dell’imaging in età pediatrica” GF e collaboratori (S Malena, C Orazi, e P Schingo)
svolsero la relazione “Patologia del mediastino posteriore in età pediatrica”.
Il Nostro seguendo la tradizione dei continuatori dei Pionieri (GS Marchese,
F Bellini, S Fasanelli, P Gugliantini, G Iannaccone, A Pelizza, E Schiavetti, GF
Vichi), che presero parte all’attività della European Society of Pediatric Radiology
(ESPR) fin dai primi anni della sua istituzione, partecipò ben presto ai Convegni
della Società presentando la sua prima comunicazione all’XI Convegno svoltosi ad
Helsinki nel 1974 (coll. P Gugliantini e M D’Onofrio): “Igroma cistico del collo.
Esplorazione con mezzo di contrasto iodato” (come è già stato notato).
L’anno successivo intervenne al XII Congresso (Madrid, 1975) con la
comunicazione (coll. P Gugliantini, S Malena, e GM D’Onofrio) “Patogenesi e
diffusione insolita di un ascesso pelvico”.
Divenuto membro della Società, prima associato e successivamente attivo,
partecipò ad altri Convegni della ESPR, XVII Congresso de l’Aia, maggio 1980
(coll. S Malena e P Tomà et al. di Genova); con argomenti quali i microadenomi
dell’ipofisi, studiati con la Radiologia convenzionale e l’indagine ecografica della
patologia cerebrale infettiva e che furono oggetto di pubblicazioni successive.
GF e coll. dell’OPBG e l’équipe dell’Istituto “G. Gaslini” presentarono l’unica
comunicazione di AA Italiani al Convegno congiunto della Società Americana di
Radiologia Pediatrica (SPR) e della ESPR, svoltosi a Toronto nel giugno 1987 dal
tema “La malattia policistica renale autosomica dominante nel feto e in età
pediatrica: caratteristiche eco-radiografiche”. Un’altra comunicazione sullo studio
integrato per immagini sulla schizencefalia (8 casi) fu presentato dalla stessa
209
équipe
al XXVI Congresso della ESPR (Dublino, maggio 1989). Notevole la
comunicazione su “Pancreatografia dinamica con RM nei bambini: valore
diagnostico delle iniezioni di secretina (in collaborazione con Chirurghi Pediatri
dell’OPBG) e con il Dipartimento di Radiologia dell’Università Cattolica di Roma.
Nel complesso le comunicazioni presentate da GF ai Convegni della ESPR
nel periodo 1974 – 2003 furono una dozzina.
I sette poster esposti ad alcuni Convegni della ESPR riguardarono
principalmente una casistica rara; tra i più interessanti il poster in cui furono prese
in considerazione le diverse tecnologie (Radiologia tradizionale US, 3DTC, MR,
con m.d.c.) impiegate nella diagnosi del torcicollo in età pediatrica. Gli US
risultarono fondamentali per la diagnosi delle forme muscolari congenite; la 3DTC
si dimostrò più attendibile della radiologia convenzionale per la dimostrazione
delle
alterazioni
ossee
nell’identificazione
delle
e
la
RM
varie
con
cause
m.d.c.
della
costituì un valido aiuto
sindrome
di
Grisel.
G Fariello è stato uno dei radiopediatri italiani che ha contribuito di più al brillante
sviluppo dell’ecografia nel nostro paese. Insieme a R Perale, G Perri e P Tomà è
stato coordinatore del gruppo degli ecografisti pediatrici, che ha reso possibile la
realizzazione dell’importante e completo trattato di Ecografia Pediatrica pubblicato
nel 1992. 18
GF è stato nominato Membro onorario della European Society of Paeditric
Radiology nel 2005 (nota del curatore)
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 P Gugliantini, M D’Onofrio, G Fariello: Aspetti pseudoneoplastici dell’idronefrosi infantile. Min Ped
26: 1544-1550, 1974
2 P Gugliantini, P Caione, M Rivosecchi, G Fariello: Intestinal perforation in newborn following
intrauterine meconium peritonitis. Pediatr Radiol 8: 113-115, 1979
3 P Gugliantini, P Caione, G Fariello, M Rivosecchi: Posttraumatic leptomengeal cysts in infancy.
Pediatr Radiol 9: 11-14, 1980
4 S Malena, D Barbuti, D Borrelli, E Carnevale, G Fariello, E Parri et al: Present value of
conventional X ray examination in pituitary microadenomas in childhood: relation with CT. Ann
Radiol 24: 109-115, 1981
5 P Tomà, S Malena, A Pelizza, F Ticca, G Crespi, G Fariello: Infectious pathology of the brain in
pediatric age: ultrasound evaluation. Ann Radiol 29: 363-368, 1986
6 G Fariello, S Malena, G Lucigrai, P Tomà: Hemimegalencephaly: early sonographic pattern.
Pediatr Radiol 23: 151-152, 1993
210
7 L Fusco, S Ferracuti, G Fariello, et al: Hemimegalencephaly and normal intellectual development.
J Neurol Neurosurg Psychiatry 55: 720-722, 1992
8 A Cristaldi, F Vigevano, G Antoniazzi, M Di Capua, A Andreuzzi, G Morselli, F Iorio, G Fariello:
Hemimegalencephaly, hemihypertrophy and vascular lesions. Eur I Pediatr 154: 134-137, 1995
9 S Ricci, R Cusmai, G Fariello, et al: Double cortex. A neuronal migration anomaly as a possible
cause of Lennox-Gastaud syndrome. Arch Neurol 49: 61-64,1992
10 M Rivosecchi, MC Lucchetti A Zaccara, M De Gennaro, G Fariello, et al: Spinal dysraphism
detected by magnetic resonance imaging in patients with anorectal anomalies: incidence and
clinical significance. J Pediatr Surg 30: 488-490, 1995
11 S Malena, A Gianviti, C Orazi, G Fariello: L’ecografia renale nella diagnosi precoce di
emolinfopatie maligne nell’età pediatrica. A proposito di 4 casi. Radiol Med 80: 564-567, 1990
12 C Orazi, P Schingo, F Ferro, P Vacca, A Spagnoli, G Fariello: L’ecografia nel modo B ha ancora
un ruolo nella diagnostica della torsione del funicolo spermatico? Reperti nell’età pediatrica. Radiol
Med 94: 646-651, 1997
13 C Orazi, R Boldrini, G Fariello et al: Pielonefrite xantogranulomatosa: possibilità della
diagnostica per immagini. Revisione di 4 casi pediatrici e della letteratura. Radiol Med 94: 404-408,
1997
14 C Orazi, G Fariello, S Malena et al: Renal vein thrombosis and adrenal hemorrhage in the
newborn: ultrasound evaluation of 4 cases. J Clin Ultrasound 21: 163-169, 1993
15 G Bergami, S Malena, M Di Mario, G Fariello: L’ecografia nel follow–up dell’emorragia
surrenalica in età neonatale. Presentazione di 14 casi. Radiol Med 79: 474-478, 1990
16 G Fariello, S Urso, E Pacciani et al: Osteomieliti aspecifiche dell’infanzia e dell’adolescenza.
Contributo della diagnostica per immagini. Radiol Med 90: 212-218,1995
17 G Giacco, V Cannata, C Furetta, F Santopitero, G Fariello : On the use of pediatric phantoms in
the dose evaluation during computed tomography (CT) thorax examinations. Med Phys 28: 199204, 2001
18 G Fariello, R Perale, G Perri, P Tomà: Ecografia Pediatrica. C.E.A., Casa editrice Ambrosiana,
Milano 1992.
211
L’attività scientifica di Saverio Malena.
Saverio Malena rappresenta un altro personaggio di spicco della
Radiopediatria italiana, la cui attività professionale e scientifica si svolge
esclusivamente nel Reparto Radiologico dell’Ospedale Pediatrico del Bambino
Gesù (OPBG), quasi contemporaneamente a Giuseppe Fariello, con cui collabora
attivamente nella produzione scientifica, soprattutto ecografica.
Nato a Roma nel 1949 e vissuto in questa città, consegue la laurea in
Medicina e Chirurgia alla Università “La Sapienza” nel luglio del 1974 con il
massimo dei voti e la lode, discutendo la tesi di laurea sulla “Radiodiagnostica
della Patologia Respiratoria neonatale” elaborata presso l’OPBG; pertanto
dimostra molto presto la sua predilezione per l’indirizzo radiopediatrico. Consegue
la specializzazione in Radiologia presso l’Università degli Studi di Siena quattro
anni più tardi con la tesi sulla “Radiodiagnostica delle mucopolisaccaridosi e
mucolipidosi” elaborata presso l’OPBG in collaborazione con il Servizio di
Radiologia dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova.
Nella sessione 1986 Saverio Malena (SM) ottiene l’idoneità a Primario di
Radiologia Diagnostica.
SM compie tutta la carriera presso l’OPBG, ove diviene assistente radiologo
in seguito ad espletamento di concorso nel luglio 1978. Qui approfondisce la sua
preparazione radiopediatrica, sotto la guida magistrale del Primario Pietro
Gugliantini con cui collabora ad alcune delle sue prime pubblicazioni attinenti alla
radiopediatria tradizionale.
Nel 1985 diviene aiuto radiologo a seguito di espletamento di concorso
interno.
Dal 1°ottobre 2000 al 31 dicembre 2003 è responsabile di struttura
semplice di Radiologia del DEA ed è responsabile di struttura complessa, Unità
Operativa di Radiologia (OPBG - Roma) dal 1° Gennaio 2004.
Dal 1978, anno della sua assunzione in servizio all’OPBG al 1996, è stato
autore di 40 pubblicazioni di cui 17 su riviste italiane e 23 riportate su Index
Medicus. Inoltre ha svolto 25 relazioni su invito e 40 comunicazioni a Convegni e
212
Congressi. A questa cospicua produzione scientifica vanno aggiunti 14 contributi
ad importanti trattati e monografie attinenti alla Radiopediatria.
Le pubblicazioni considerate nel loro insieme risultano così distribuite per
argomento: SNC (otto); apparato uro-genitale (otto); apparato digerente (sette);
oncologia (sette); apparato scheletrico (tre); apparato cardiovascolare (una); su
argomenti vari (sei).
Le prime pubblicazioni nel periodo 1978 – 81 sono state elaborate insieme
a Pietro Gugliantini ed ad altri giovani radiologi, assistenti del Servizio Radiologico
dell’OPBG, continuatori dell’indirizzo della Scuola che si andava formando attorno
al Primario. Tra le altre meritano di essere segnalate: 1) “La posizione attuale della
Radiologia nella diagnostica della malattia celiaca”,
Gugliantini, D Barbuti, E Carnevale et al.;
1
in collaborazione con P
2) “Valore e limiti della indagine
radiologica nella patologia immunitaria infantile”,
2
in collaborazione con P
Gugliantini e D Barbuti; 3) “Tumori e pseudotumori del torace in età pediatrica”
(coll. con P Gugliantini ed E Carnevale). 3
Allo stesso periodo risale la pubblicazione “Processi neoplastici e
pseudoneoplastici delle ghiandole salivari in età pediatrica” (coll. P Gugliantini, E
Carnevale et al.).
4
Due pubblicazioni che risultano dalla collaborazione di Malena
con P Gugliantini e giovani assistenti radiologi dell’OPBG, già citata a proposito
dell’attività di G Fariello, riguardano lo studio radiologico tradizionale nei
microadenomi ipofisari correlato con la TC.
Un altro importante contributo di SM successivo al periodo considerato, ma
che segue il filo di un argomento caro a Gugliantini fin dalla sua attività giovanile, è
costituito da uno studio preoperatorio con la tomografia convenzionale di una
vasta casistica di malformazioni dell’orecchio (47 casi). 5
Nella maggior parte delle pubblicazioni di SM durante gi anni Ottanta, è
stata l’applicata l’ecografia e con lui hanno collaborato alternativamente giovani
radiologi.
Nella trattazione dell’attività di G Fariello è stata citata la sua collaborazione
con S Malena in campo ecografico, rivolta all’impiego della metodica, applicata
nelle diverse fasce d’età pediatriche, alla patologia del SNC, alle affezioni
dell’apparato digerente e genito–urinario, alla displasia congenita dell’anca.
213
Altre pubblicazioni da segnalare nello stesso settore ecografico in cui SM
ha collaborato con Fariello riguardano i seguenti argomenti:
I) L’ecografia nel follow-up dell’emorragia surrenalica (v. commento nell’attività
scientifica di Fariello), 6,
II) Due pubblicazioni sul ruolo dell’ecografia renale nella diagnosi precoce delle
emolinfopatie
maligne,
emimegalencefalia,
8
7
III)
La
diagnosi
precoce
con
gli
US
della
IV) L’associazione della trombosi della v. renale e della
emorragia surrenalica nel neonato, osservata in 4 casi. 9
Più recentemente SM ha partecipato a due importanti ricerche; uno studio
ecografico retrospettivo su 10 anni, multicentrico, eseguito in collaborazione con
l’Università di Padova (E Talenti, G Glazer) l’Istituto “G. Gaslini” di Genova (P
Tomà et al.) e l’OPBG che ha preso in considerazione la prevalenza e la
distribuzione per età di differenti condizioni patologiche in soggetti pediatrici
portatori di “masse” scrotali non dolorose 10 l’altro, ecografico [in collaborazione tra
il Servizio Radiologico (G Bergami, S Malena e A Vecchioli Scaldazza) e il
Dipartimento di Chirurgia Pediatrica dell’OPBG (L Rossi, M Patricolo, A
Alessandri)] sui reperti diagnostici dubbi di stenosi ipertrofica del piloro, basato
sulle misurazioni del volume pilorico e dell’indice muscolo-pilorico che ha
consentito di ridurre sensibilmente la percentuale di casi dubbi sottoposti a terapia
medica e a controllo ecografico dopo 15 gg. 11
Notevoli per numero (14) e pregevoli per qualità i contributi pubblicati su
libri e monografie, in collaborazione pressoché costante con Fariello e,
saltuariamente, con altri colleghi dell’OPBG (G Bergami, C Orazi, P Schingo). In
sostanza si può affermare che su tutti gli argomenti attinenti alla ecografie
pediatrica è stata rivolta l’attenzione di S Malena. Di particolare rilievo la sua
collaborazione per la realizzazione del trattato di Ecografia Pediatrica,
12
il primo
pubblicato in Italia, con lo svolgimento di importanti capitoli:
1) Patologia emorragica ed anossico-ischemica (coll. con G Fariello e P Schingo)
(pag. 81-101);
2) Patologia infettiva (nel neonato e nel lattante) in collaborazione con gli stessi
AA sopra citati (pag. 67-78);
214
3) Apparato gastro-enterico (coll. G Bergami, R Canini e G Fariello) (pag.177222);
4) Apparato genitale maschile (coll. G Fariello, C Ferro, C Orazi) (pag. 517-518).
L’ecografia encefalica e patologica, nel neonato (e nel lattante), è stata
trattata in monografie: “Patologia” in: “Ecotomografia encefalica del neonato”, di E
Biggi e L Capaccioli; nei due trattati di Ecografia di M Ziviello (1986) di M Ziviello e
M Bazzocchi (1994) (coll. G Bergami, G Fariello et al.) Inoltre Malena ha
collaborato con G Fariello nell’elaborazione della monografia “La diagnostica
ecografica nella patologia malformativa dell’apparato urinario” Ed. CIC Roma,
1982.
S Malena ha contribuito con lo svolgimento di alcuni capitoli alla realizzazione
di altri trattati e monografie:
1. “Diagnostica radiologica del mediastino infantile” (coll. G Fariello); 13
2. “Ginecologia pediatrica” (coll. C Orazi e G Fariello); 14
3. “Urgenze in pediatria” (coll. G Fariello, C Orazi, P Schingo). 15
Come è già stato segnalato SM ha partecipato attivamente con
comunicazioni e relazioni a Congressi Nazionali della SIRMN e della Sezione di
Radiologia Pediatrica della stessa Società.
Risalgono ai primi anni dell’attività della Sezione di Studio di Radiologia
Pediatrica, per citarne alcune, la comunicazione su “Processi neoplastici e
pseudoneoplastici delle ghiandole salivari in Pediatria” (coll. P Gugliantini, G
Fariello et al.) presentato al IV Convegno Nazionale della Sezione (Torino,
novembre 1977) e la Comunicazione svolta a Roma (1980, al VII Convegno
Nazionale della Sezione, in coll. con i Chirurghi e i Radiologi dell’OPBG) su
“Diagnostica radiologica e strumentale nello studio del tratto superiore del tubo
digerente”. Seguirono subito dopo (VIII Convegno della Sezione, Trieste 1981),
alcune comunicazioni, tra le prime presentate in Italia su argomenti di ecografia
pediatrica, riguardanti lo studio con la nuova metodica delle masse renali e
pararenali in Pediatria e dell’encefalo in età neonatale.
Di questi contributi e di altri successivi si riferirà nella cronistoria della
Radiologia Pediatrica. E’ da segnalare la partecipazione attiva di Malena ad
alcuni Convegni della ESPR con la presentazione di rapporti a Helsinki (XI
215
Meeting 1974) in collaborazione con P Gugliantini e G Fariello, a Madrid (XI
Meeting 1975) in collaborazione con G Fariello e M D’Onofrio, a l’Aia (XVII
Meeting, 1980), in collaborazione con G Barbuti e G Fariello.
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 Aggiornamento Pediatrico, XXIX dic. 1978
2 Aggiornamento Pediatrico, XXXII : 33, 1981
3 Radiol Med 67: 574-577, 1981
4 Radiol Med 65: 333-335, 1979
5 J Laringol Otol 99: 433-438, 1985
6 Di questi lavori si è già dato notizia nel paragrafo inerente all’attività scientifica di G Fariello
(ibidem 14,15,11,12)
7 ibidem
8 ibidem
9 Ibidem
10 J Urol 155: 1424-1426, 1996
11 Radiol Med 92: 78-81, 1996
12 G Fariello, R Perale, G Perri, P Tomà: Ecografia pediatrica. C.E.A. Casa Editrice Ambrosiana,
Milano, 1992
13 Chirurgia toracica in età pediatrica di P Bazan e F Bruni. Ed. Seros Abruzzini, Roma, 1982
14 Ginecologia di P Mirk. Ed. Idelson-Gnocchi, Napoli, 1995
15 Urgenze ed emergenze toracico-addominali. Imaging integrato. Serie monografica di
aggiornamenti in ecografia diretti da P Busilacchi. Ed. Idelson-Gnocchi, Napoli, 1995
216
A NAPOLI, negli anni ’50, non esisteva in detti presidi un vero e proprio
reparto di radiologia.
Gli esami radiografici erano eseguiti da un tecnico di radiologia e venivano
relazionati da un consulente esterno, il Prof. Aldo Piergrossi.
Come è già stato affermato nella parte dell’opera riguardante gli Ospedali
Pediatrici e l’attività radiologica, nei Presidi ospedalieri di Napoli non esisteva un
Servizio radiologico, che si decise di istituire nel 1954. Pertanto furono banditi due
concorsi pubblici, uno per un posto di primario radiologo e l’altro per un posto di
assistente radiologo, che furono assegnati rispettivamente al Prof Filippo Soricelli e
al Dott. Francesco Cerasuolo.
In questa data nacque, quindi, la Radiologia degli Ospedali Riuniti per
Bambini. Le principali apparecchiature esistenti erano costituite da un apparecchio
Gorla-Siama e da un vecchio apparecchio militare americano da campo, donato
dall’UNRRA al Santobono, sostituito successivamente con apparecchiature Siemens.
Nel 1956, con nuovi concorsi pubblici, si istituirono altri tre posti di assistente
radiologo, assegnati al Dr. Ciro Sandomenico (al Pausilipon), Vitaliano Morace (al
Ravaschieri), Luigi Tarallo (al Curcio), e aggiunti al posto già esistente del Dr.
Cerasuolo (al Santobono), in modo da fornire a tutti i Presidi una copertura
radiologica. Furono anche assunti altri tre tecnici di radiologia e tutti i Presidi furono
dotati di apparecchiature radiologiche prevalentemente della Siemens.
Dopo qualche anno il Dr. Tarallo lasciò il servizio e fu sostituito dal Dr.
Maurizio Tortora.
Successivamente al “Santobono”, fu impiantato anche un “Infantoskop”,
apparecchio, com’è noto, dedicato alla Pediatria e più tardi (1979) la prima TAC
pubblica della città di Napoli.
Col miglioramento delle attrezzature fu potenziato anche il personale medico,
tecnico e infermieristico.
Con la riforma sanitaria del 1978 fu sciolto l’Ente Ospedaliero “Ospedali Riuniti
per Bambini”, pertanto l’Ospedale “Pausilipon” passò alla USL 37, mentre il
Santobono aggregato all’Ospedale Cardarelli entrò a far parte della USL 40, per cui
si ebbe la separazione amministrativa dei due ospedali. Questi successivamente alla
217
fine degli anni ’90 sono stati nuovamente riuniti nella attuale AORN (Azienda
Ospedaliera di Rilievo Nazionale) Santobono-Pausilipon.
Negli anni ’60 le Divisioni di Ortopedia e Chirurgia vennero trasferite
all’Ospedale Santobono (unite alle divisioni pediatriche già esistenti), per cui
quest’ultimo diventò un grande complesso nell’assistenza pediatrica di tutto il
Meridione e scomparvero come Ospedali la “Teresa” e “Lina Ravaschieri” e
l’Ospedale “Curcio” .
A seguito del pensionamento del Prof. Soricelli (1975) l’attività pediatrica fu
accentrata nei due Presidi del “Santobono” (con primario radiologo il Dr. Francesco
Cerasuolo) e del “Pausilipon” (con Primario radiologo il Prof. Ciro Sandomenico).
Nel 1990 si ebbe il pensionamento sia del Dr. Cerasuolo (1954-1990) che del
Prof. Sandomenico (1956-1990).
Dopo un periodo di due anni in cui la direzione della Radiologia “Santobono”
venne affidata, in via provvisoria, al Dr. Maurizio Tortora e quella del “Pausilipon”,
sempre in via provvisoria, al Dr. Virginio Molese, fu nominato Primario (per concorso)
il Dr. Vincenzo De Ritis, proveniente dall’Ospedale Cardarelli (1992-1999), che
assunse la Direzione di entrambe le Radiologie “Santobono” e “Pausilipon”.
Dal pensionamento del Dr. De Ritis (1999) a tutt’oggi la direzione della
Radiologia è affidata, per circa un anno, in via provvisoria, e successivamente in via
definitiva (per concorso), alla Dr.ssa Maria Luisa Valentino.
Attualmente, nella Radiologia dell’Ospedale Santobono prestano servizio, oltre
al Primario, nove dirigenti radiologi, di I livello, diciotto TSRM e sette infermieri
professionali.
Le apparecchiature sono costituite da due trocostratigrafi e da un
telecomandato con intensificatore di brillanza, oltre tredici apparecchi portatili
decentrati nei reparti e nelle sale operatorie.
Nel 1997, alla Radiologia “Santobono” è stata impiantata un’attrezzatura per la
digitalizzazione delle immagini radiografiche che ha determinato un sensibile
miglioramento quali/quantitativo delle prestazioni, oltre a produrre una notevole
riduzione della dose di radiazioni e ad evitare la ripetizione dei radiogrammi, specie
di quelli eseguiti in corsia.
218
Per il momento, un solo ecografo di medie prestazioni, di marca Aloka, ed un
archivio per immagini elettronico completano il parco macchine in dotazione della
Struttura Complessa Radiologia Santobono, ma è in corso una gara per l’acquisto di
un telecomandato con intensificatore di brillanza, un ecografo di prestazioni medioalte ed un altro digitalizzatore di immagini, da utilizzare in un’altra sezione radiologica
distaccata che è stata appena ultimata accanto ai reparti di Pronto Soccorso e di
Rianimazione.
Sono state invece già acquistate e sono in fase di installazione una Risonanza
Magnetica da 1, 5 tesla (marca Philips) e due TC spirali, di cui una multislice (marca
Toshiba)
All’Ospedale Santobono è attiva una Sezione di Neuroradiologia, trasformata,
alla fine degli anni ’90 in Struttura Complessa.
La recente organizzazione in Dipartimenti dell’AORN Santobono-Pausilipon ha
modificato l’assetto Aziendale e ha determinato la costituzione di sette Dipartimenti
tra cui il “Dipartimento dei Servizi” di cui fanno parte le due Radiologie (Radiologia
Santobono. Radiologia Pausilipon), il Laboratorio Analisi Santobono, il Laboratorio
Analisi Pausilipon, l’Anatomia Patologica, la Medicina Legale, la Farmacia
Ospedaliera, mentre la Sezione di Neuroradiologia, di cui è responsabile il Dr. Emilio
Cianciulli, è stata aggregata al Dipartimento di Neuroscienze. 1
Tra i diversi esponenti della Radiologia Pediatrica ospedaliera napoletana
nella seconda metà del Novecento F Soricelli, F Cerasuolo, C Sandomenico e M L
Valentino, soltanto C Sandomenico ha svolto l’attività scientifica di maggior rilievo, di
cui purtroppo non è stato possibile ottenere notizie alla fonte. Pertanto i dati riferiti,
senz’altro incompleti, provengono dalla letteratura radiologica e pediatrica, in
particolare dalla “Radiologia Medica”, dagli atti dei Convegni e dei Congressi e da
documenti personali.
Al suo “curriculum ospedaliero” si è già accennato nella storia della
Radiopediatria Napoletana. Sandomenico (CS), fin dall’inizio degli anni Settanta del
secolo scorso, fu uno dei principali assertori della creazione di una Associazione di
Radiologia Pediatrica con scopi scientifici e promozionali della Radiopediatria in Italia
nel solco tracciato dal compianto GS Marchese.
219
Perciò organizzò a Napoli nel 1974 la 1° Riunione Nazionale del Gruppo di
Studio di Radiologia Pediatrica in Italia.
L’anno successivo, a Genova, si svolse il II Convegno di Radiologia
Pediatrica, in cui fu istituita, finalmente, sotto l’egida della SIRMN, la Sezione di
Studio di Radiologia Pediatrica.
Nel corso del Convegno l’Assemblea dei soci procedette alla elezione del I
Comitato Direttivo della Sezione, di cui fu proclamato Presidente il Prof. Aldo Pelizza;
uno dei tre Consiglieri eletti risultò Ciro Sandomenico (CS). Pochi anni dopo (1979)
CS fu chiamato a far parte come Consigliere del Comitato Direttivo della Sezione di
Studio dell’Osso e delle Articolazioni, non essendovi incompatibilità con la carica
analoga che ricopriva nella sezione di Studio di Radiologia Pediatrica.
Nel settembre del 1983 in occasione del IX Convegno della Sezione di
Radiologia Pediatrica CS fu eletto Presidente del III Comitato Direttivo della Sezione
per il periodo 1984 -1987.
CS durante la sua attività
organizzò alcuni corsi di aggiornamento di
Radiopediatria, tra i quali viene ricordato il Corso di particolare interesse cui furono
chiamati a svolgere una lezione di aggiornamento alcuni tra i più noti Radiopediatri
italiani sul tema: “La Radiologia nel primo anno di vita”.
Nel 1985 fu promotore del Convegno svoltosi in Anacapri “Primo incontro
Caprese di Radiologia Pediatrica” “Diagnostica per immagini in Endocrinologia
Pediatrica”, cui intervennero numerosi Radiopediatri Italiani.
CS partecipò attivamente ai Congressi della Sezione di Radiologia Pediatrica
fin dalla sua istituzione ed ai Congressi Nazionali della SIRMN, di cui è stato riferito
nella cronistoria della Sezione di Radiologia Pediatrica e su cui si ritornerà più avanti.
Nel trentennio della sua attività radiopediatrica 2 compreso tra la fine degli
anni Cinquanta e la fine degli anni Ottanta il suo contributo scientifico è stato
dedicato principalmente all’apparato scheletrico; sotto questo aspetto nel decennio
1960 - 1970 è stato particolarmente fecondo il suo apporto alla conoscenza nella
letteratura radiologica italiana di alcune displasie ossee che venivano via via
classificate grazie ai notevoli progressi della Genetica, della Biochimica ed ai
contributi della Radiologia. A questo proposito vanno menzionate le pubblicazioni su
l’osteopetrosi maligna neonatale, 3 su l’epifisi “a cono”4 su la picnodisostosi. 5
220
Tra le epifisi “a cono” il Nostro distinse due forme: una forma isolata, disostosi
periferica di Brailsford, ed una forma associata, riscontrata nel complesso gruppo
delle osteodiplasie (acondroplasia, displasia condro-ectodermica, disostosi cleidocranica ecc.) La picnodisostosi da lui e da Del Vecchio fu considerata una
osteodisplasia genotipica “di convergenza” per la presenza in essa della componente
osteosclerotica con fragilità ossea, di quella disostosica cranio-mandibolare e di
quella acro-osteolitica.
In un’altra pubblicazione in quel periodo Sandomenico e Del Vecchio,
ipotizzarono, sulla base dei dati clinici e radiologici, che la discondrosteosi (o m. di
Léri – Weil) e la deformità di Madelung costituissero un’unica entità patologica, con
diversa
espressività,
da
inquadrarsi
tra
le
osteodisplasie
genotipiche.
Contemporanea la pubblicazione (in coll. con E Del Vecchio e F Verrengia) su la
“Disostosi metafisaria parziale di tipo acrale o acromicrica”.
Fin dal 1960 CS si interessò della displasia condro-ectodermica (DCE) o
sindrome di Ellis–Van Creveld di cui è tornato ad occuparsi nel 1967 in uno studio
comparativo dei reperti radiologici rilevati a carico del bacino in questa displasia,
della distrofia toraco-asfissiante di Jeune (DTA) e dell’acondroplasia (AC) 6 Da
un’analisi minuziosa della propria casistica l’A. rilevò le analogie e le discordanze
morfologiche presenti nel bacino delle tre forme, con prevalenza delle analogie tra la
DCE e la DTA, sottolineandone peraltro la scarsa importanza ai fini della diagnostica
differenziale, che deve tener conto piuttosto dei dati clinici e dei reperti forniti
dall’esame
sistematico
dello
scheletro.
E’
da
notare
in
proposito
che,
successivamente al lavoro di CS negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, fu
identificato sulla base dei caratteri clinici, radiologici ed ereditari un gruppo di
displasie ossee, definito gruppo delle coste corte (con o senza polidattilia)
comprendente oltre alle già note DCE e DTA i seguenti tipi: tipo I di Saldino-Noonan,
tipo III di Majeswski, tipo III di Verma-Naumoff, tipo IV di Beemer-Langer. Per tanto
diversi casi interpretati in passato erroneamente come varianti della AC dovrebbero
essere considerati, alla luce delle nuove acquisizioni come appartenenti ai diversi tipi
del gruppo delle displasie delle coste corte. 7
Un altro tema cui si dedicò CS concerne le alterazioni scheletriche
nell’ipotiroidismo a carico di vari segmenti cranio-facciali, vertebrali, pelvici, in una
221
serie di lavori pubblicati negli anni Sessanta, che culminò con l’indagine sulla
“Disgenesia metafisaria nell’ambito dell’osteocondropatia ipotiroidea” basata su una
ricca casistica (33 osservazioni personali, in cui furono riscontrate alterazioni
metafisarie caratteristiche in circa il 48% dei casi). 8
Seguirono negli anni Settanta ed Ottanta pubblicazioni ed interventi a
Convegni Nazionali della Sezione Pediatrica ed ai Raduni dei Gruppi Regionali della
SIRMN di cui vengono ricordati alcuni dei più significativi: tra le pubblicazioni:
“L’ipofosfatasia neonatale” in coll. con S Vaccaro, F Caruso et al. e la “Displasia
spondilo-epifisaria
congenita
letale
o
ipocondrogenesi”
in
coll.
con
G
Bandieramonte, A Majoli et al. ambedue stampate su “La Radiologia Medica”,
rispettivamente nel 1978 e nel 1982. Da ricordare due contributi pubblicati nelle
prestigiosa rivista “Pediatric Radiology”, il primo attinente ad un caso di forma di
displasia mesomelica molto rara 9 e l’altro su un’anomalia di ossificazione della
sindrondosi ischiopubica di estrema rarità. 10
Nello stesso periodo CS fece alcuni interessanti interventi a Congressi
Nazionali della SIRMN di cui si è già accennato nel capitolo inerente alla cronistoria
della Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica. Nel 1974 partecipò alla tavola
rotonda su le osteosclerosi con la relazione “Le osteosclerosi metaboliche nel
bambino” in coll. con M Cammisa ed E Salomoni, svoltasi in occasione del XXVI
Congresso Nazionale della SIRMN abbinato al IX Congresso dei Radiologi di Cultura
Latina (Venezia, 1974). Al simposio su “La radiologia neonatale”, svoltosi in
occasione del XXIX Congresso Nazionale della SIRMN (Napoli, 1980) tenne la
relazione “Validità ed attualità dello studio radiologico dello scheletro neonatale”, ed
infine nel simposio su “Reperti dubbi o ingannevoli in Radiologia Pediatrica”, in
programma al XXX Congresso Nazionale della SIRMN (Milano, 1982) presentò la
relazione “Pseudopatologia dell’osso in accrescimento”.
La vasta esperienza acquisita nel campo delle osteosclerosi venne raccolta
con la coll. di E Del Vecchio, nella monografia: “La Radiologia delle osteosclerosi in
età pediatrica”.
Un cenno alla produzione scientifica di CS negli altri settori della
Radiopediatria, che secondo quanto si è potuto constatare, è stata piuttosto scarsa e
consistente in prevalenza in comunicazioni ai Convegni della Sezione di Studio di
222
Radiologia Pediatrica e ai Raduni dei Gruppi Regionali della SIRMN. In una
pubblicazione del 1963 l’A. ha preso in considerazione la disfagia crico-faringea in un
adulto di 38 anni 11 che viene qui ricordata perché una forma analoga, l’acalasia
crico-faringea del neonato, è stata oggetto di una sua comunicazione (in coll. con Di
Luigi, Ciaramella et al.) al VI Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica
(Bologna, 1979).
Allo stesso Convegno e con gli stessi coll. è intervenuto sulla “Patologia
cardio-tuberositaria nella stenosi ipertrofica del piloro”. Altre due comunicazioni
inerenti all’apparato digerente sono state presentate in coll. con F Cerasuolo et al. :
una su “Le calcificazioni nella peritonite meconiale” al LX Raduno del Gruppo
Centro-Meridionale ed insulare della SIRMN (Caserta, 1970) e l’altra sui
“Quadri radiologici di “Enterite necrotizzante”
al IV Convegno della Sezione di
Radiologia Pediatrica (Torino, 1977).
Nel 1970 partecipò al I Corso di Conferenze di aggiornamento, organizzato dal
Prof. P Cignolini, in occasione del XXIV Congresso Nazionale della SIRMN
(Palermo) svolgendo la Conferenza (in coll. con B. Caetani) su “Semeiologia e
diagnostica radiologica contrastografica dell’addome acuto nel lattante”.
Sull’apparato
respiratorio
uno
dei
suoi
primi
lavori
risulta:
“La
broncopneumopatia cronica a focolai disseminati da Klebsiella pneumoniae. 12 Sullo
stesso apparato presentò una comunicazione in coll. con M Tortora al LIV Raduno
del Gruppo Centro-Meridionale ed Insulare della SIRMN, dal titolo: “Il bronco
tracheale”.
Su altri argomenti CS è intervenuto con una pubblicazione (in coll. con M
Tortora). “La lipoidosi di Wolman” 13 e con la comunicazione (in coll. con F
Cerasuolo e C Capozzi) su: “Aspetti pseudoneoplastici dell’emorragia e dell’ascesso
surrenalico del neonato e del lattante”, presentata al IV Convegno della Sezione di
Radiologia Pediatrica (Torino, 1977).
Ciro Sandomenico è stato nominato Socio Emerito della SIRM nel 2006 (Nota
del curatore).
223
Del Prof. Filippo Soricelli, Primario Radiologo degli Ospedali Riuniti per
Bambini (OORRB) di Napoli dal 1954 al 1975 sono riportati nei volumi della
“Letteratura Radiologica Italiana”, pubblicati dal 1951 al 1970, i titoli di alcune
pubblicazioni, con argomenti che riguardano la Radiodiagnostica generale e la
Radiobiologia. Poche le pubblicazioni attinenti alla Radiologia Pediatrica, tra queste
una sulla osteopsatirosi, 14 e un’altra su un’anomalia ureterale15 ed infine è citata
una comunicazione in coll. con V Morace (Napoli) tenuta al XLIII Raduno del Gruppo
Centro-Meridionale ed Insulare della SIRMN (Lecce giugno 1961) sulla “Importanza
del gas intestinale nella diagnostica radiologica del neonato”.
Il “curriculum” ospedaliero di Francesco Cerasuolo (FC) è analogo e coevo a
quello di Ciro Sandomenico, com’è già stato notato nella storia degli Ospedali Riuniti
per Bambini (OORRB) di Napoli: Assistente Radiologo dal 1954, a seguito di
concorso pubblico, con la creazione di un reparto radiologico, poi Aiuto radiologo
degli stessi OORRB e infine dal 1975 Primario radiologo dell’Ospedale “Santobono”
facente parte dell’ OORRB di Napoli.
L’attività scientifica di FC consiste in alcune pubblicazioni attinenti all’apparato
digerente su La Radiologia Medica 16, 17, 18 e varie comunicazioni; di una (in coll.
con C Sandomenico) “Le calcificazioni nella peritonite meconiale” è già stato riferito.
In coll. con lo stesso A e C Capozzi presentò due comunicazioni al IV Convegno
della Sezione di Radilogia Pediatrica (Torino 1977): l’una su gli “Aspetti
pseudoneoplastici dell’emorragia e dell’ascesso surrenali del neonato” e l’altra su
“Quadri radiologici di enterite necrotizzante”
Su un altro argomento attinente alle indagini radiologiche nei bambini
intervenne in coll. con V Morace al XL Raduno del Gruppo Centro-Meridionale ed
Insulare della SIRMN trattando il tema: “L’urografia potenziata in pediatria”.
A quanto ci consta le ultime comunicazioni di FC furono presentate ai
Convegni della Sezione di Radiologia Pediatrica, tra la fine degli anni Settanta e
l’inizio degli anni Ottanta; tra le altre da segnalare: “Trauma renale in rene
malformato (“rene a ferro di cavallo”), in coll. con M Tortora e G C Zannini
dell’Ospedale Pediatrico “Santobono” di Napoli, di cui è stato riferito nella Cronistoria
della Sezione di Radiologia Pediatrica ed una serie di comunicazioni inerenti
224
all’impiego della TC (in coll. M Tortora, M L Valentino et al. dell’Ospedale
“Santobono”) di cui è stata data notizia nella stessa cronistoria.
Non è stato possibile ottenere informazioni dirette dalla Dr.ssa Maria Luisa
Valentino (MLV) sul suo “Curriculum” ospedaliero fin dall’inizio della sua attività, se
non per quel che riguarda gli anni recenti. Nel capitolo della Storia della Radiologia
Pediatrica Ospedaliera di Napoli si è già visto che dal pensionamento del Dr De Ritis
la Direzione della Radiologia Pediatrica era stata affidata per circa un anno e
successivamente in via definitiva (per concorso) alla Dr.ssa ML Valentino.
Anche per la sua attività scientifica dobbiamo limitarci a quanto ci è stato
possibile acquisire dalla letteratura radiologica e dagli atti dei Convegni Nazionali
della Sezione di Radiologia Pediatrica.
Sono già stati riferiti nella cronistoria dei Convegni VI (Bologna), VII (Roma) e
VIII (Trieste) le comunicazioni presentate da MLV (in coll. coi radiologi dell’Ospedale
Santobono);
ci limiteremo a ricordare il suo contributo all’impiego della TC in
Pediatria, di cui l’Ospedale Santobono, com’è già stato ricordato nella parte
generale, primo Ospedale Pediatrico in Italia, aveva avuto la disponibilità fin dal
1979, consistente nello studio della “patologia invasiva addominale”, nella “patologia
renale e surrenale” in età pediatrica ed in ricerche dosimetriche con confronto tra
dose assorbita in esami tradizionali e urografici in età pediatrica.
Dopo una lunga pausa, MLV agli inizi del Duemila, riprese l’attività scientifica
con una pubblicazione su :”La Radiologia Medica” 19 e con un’impresa sensazionale,
la fondazione di una rivista di Radiopediatria: “Il Giornale di Radiologia Pediatrica”,
allo scopo di creare una rivista italiana dedicata alla diagnostica per immagini in
Pediatria. L’iniziativa della Valentino, di per sé lodevole e coraggiosa, ma un po’
troppo ambiziosa, non era esente da molti ostacoli e incontrò subito delle critiche, se
pure associate a apprezzamenti ed incoraggiamenti. La rivista vedeva la luce in
un’epoca di globalizzazione anche delle diverse attività scientifiche e interessava
una materia in cui già da tempo esistevano importanti riviste internazionali
esclusivamente a carattere radiopediatrico quali il “Pediatric Radiology” ed altre quali
l’ “American Journal of
Roentgenology” e “Radiology” per non citare che le più
diffuse e di maggior prestigio in ambito internazionale e che avevano rubriche
dedicate ad argomenti di interesse pediatrico.
225
Anche la nostra “La Radiologia Medica”, che da sempre accoglieva lavori
attinenti alla Radiopediatria avrebbe
presto assunto definitivamente un carattere
internazionale con la pubblicazione di tutti i lavori in testo bilingue, italo-inglese.
Il “Giornale di Radiologia Pediatrica” esordì all’inizio del 2002, con la direzione
della stessa Valentino e periodicità quadrimestrale.
Le prime pubblicazioni, riportate negli anni 2002 e 2003 di MLV e dei suoi coll.
(F Esposito, D Noviello, M Giugliano, M Guerriero et al.)
riguardano temi di
Radiopediatria di notevole interesse per i loro risvolti pratici: “Valutazione ecografica
del recesso anteriore dell’anca in età pediatrica. Anatomia normale”; “L’impiego della
TC nelle emergenze addominali pediatriche”; “La stenosi ipertrofica del piloro e
l’invaginazione
intestinale,
studiate
con
l’ecografia”;
“Lesioni
traumatiche
tracheobronchiali” e “Falling lung sign”.
Un altro argomento classico “Semeiotica radiologica nella patologia toracica
pediatrica d’urgenza” viene trattato dai coll. di MLV (D Noviello, F Esposito, A Strino
et al.).
Alcune pubblicazioni attinenti alla Neuroradiologia pediatrica completavano i
primi numeri della rivista. Ne erano autori Emilio Cianciulli, responsabile della
struttura complessa di Neuroradiologia (AORN) ed i suoi coll. M Consiglio Buonocore
e G Carannanti.
Tra gli argomenti principali trattati vengono citati: “Considerazioni sulla validità
dello studio RM nelle anomalie della migrazione neuronale” e “Traumi cranioencefalici e vertebro-midollari”.
In sostanza le pubblicazioni della rivista vertevano su temi di Radiopediatria di
notevole interesse, puntualizzandone, con aggiornamenti gli aspetti clinici e
diagnostici, utili per i giovani radiologi alle prime armi e per i radiologi, che operavano
in Ospedali generali con Reparti di Pediatria.
Nonostante questo lato positivo, la rivista che, come abbiamo già rilevato, era
stata oggetto di critiche e osservazioni, dovette ben presto cessare le pubblicazioni.
A mio avviso le cause determinanti la breve vita della rivista, furono molteplici, tra
l’altro la scarsa opera promozionale esercitata a livello degli ambienti radiologici e
pediatrici, i costi elevati, la scarsità di materiale da pubblicare, la concorrenza delle
altre riviste ben affermate.
226
Nello stesso periodo MLV svolse attività scientifica partecipando al XL
Congresso della ESPR, svoltosi a Genova nel 2003 in cui presentò una
comunicazione (in coll. con F Esposito, D Novello): “Anterior Joint capsule of the hip
in children: ecocolor-doppler evaluation in healthy and painful hips” e due poster di
cui uno più interessante: “Acute enteritis as atypical onset of infectious
mononucleosis: diagnosis by color–doppler–US”.
Storia della Radiologia Pediatrica Universitaria
Trattando della Storia della Radiologia Pediatrica a NAPOLI è doveroso
ricordare il ruolo svolto in questo campo dall’analoga branca universitaria, nata,
come vedremo, nel 1978.
A questo punto ci sembra opportuno riportare alcune notizie sulla nascita della
Pediatria e della Radiologia napoletane, cui la Radiopediatria è strettamente legata.
La prima scuola di Pediatria sorse a Napoli nel 1887 allorché il Prof.
Francesco Fede, considerato uno dei fondatori della Pediatria Italiana, ottenne dalla
Facoltà l’incarico di tenere un corso libero di Medicina Infantile e tre piccoli ambienti
nell’Ospedale “Gesù e Maria”. Tre anni dopo nel 1890 fu data alla Clinica Pediatrica
una sede più ampia, divisa su due piani, nello stesso Ospedale “Gesù e Maria”, dove
rimase per circa 15 anni.
Nel 1904 la Clinica fu trasferita in alcuni locali dell’ex chiostro di S.Andrea
delle Dame, nell’ammezzato sottostante alla Clinica Ostetrica. Così la trovò il Prof.
Rocco Jemma nel 1913 (1913-1936), che prese il posto del Direttore Prof. Fede,
giubilato.
Durante la direzione del Prof. Jemma la Pediatria napoletana fece grandi
progressi ed acquistò notevole prestigio, culminando con la costruzione della nuova
Clinica Pediatrica (1972), che attualmente fa parte del “vecchio” Policlinico situato in
Piazza Miraglia. In questa sede si sono avvicendati illustri Pediatri quali il Prof. Luigi
Auricchio, in carica dal 1936 al 1964 e il Prof. Luigi Murano dal 1964 al 1980, rimasti
fedeli alla vecchia sede anche dopo la costruzione, nell’anno 1970-71 del
modernissimo “nuovo” Policlinico di Cappella dei Cangiani, situato alle spalle
dell’Ospedale “Cardarelli”.
Nel 1972 venne istituita la Seconda cattedra di Pediatria con Direttore il Prof.
Salvatore Auricchio.
227
L’attività assistenziale iniziò nell’anno 1973 con reparti di degenza di Pediatria
Generale e specialistica e di Chirurgia Pediatrica. Presso la Clinica Ostetrica rimase
ubicato solo il Nido.
Nel 1975 venne aperto il reparto di Terapia Intensiva per Immaturi.
In seguito alla legge 382 / 80 fu istituito il Dipartimento di Pediatria come I
Dipartimento nell’ambito clinico dell’Università di Napoli, progettato e diretto dal Prof.
Armido Rubino.
Nel 1994 gli successe per la durata di 3 anni, il Prof. Filippo Ciccimarra, ed in
seguito, dall’anno 1997 fino ad oggi il Prof. Generoso Andria.
Durante questi anni il Dipartimento ha sviluppato una notevole attività
scientifica sostenuta dall’alta professionalità clinico – specialistica del personale
medico e infermieristico.
Attualmente il Dipartimento Pediatrico è articolato, dal punto di vista
assistenziale, in due dipartimenti clinici, a loro volta comprendenti varie aree
funzionali suddivise in diversi settori e unità specialistiche. Tra questi i più importanti
a livello sia Regionale che Nazionale sono: Oncologia; Gastroenterologia con
endoscopia; Malattie respiratorie e Unità di Fibrosi Cistica; Endocrinologia;
Epatologia generale e dei trapianti; Immunologia; Malattie infettive e AIDS Pediatrico;
Reumatologia; Malattie metaboliche e genetiche; Area funzionale di Neonatologia e
Terapia Intensiva e Sub-Intensiva Neonatale.
Al Dipartimento è associata anche un’area funzionale di Chirurgia Pediatrica
con i settori di:
Chirurgia Neonatale, Toracica, Oncologica, Urologica e Microchirurgia.
Nella Clinica Pediatrica, oltre alla Sezione di Radiologia fanno capo alcune
Cliniche del II Ateneo tra cui: Chirurgia Pediatrica; Neuropsichiatria Infantile;
Nefrologia Pediatrica.
In totale il Dipartimento Pediatrico conta circa 220 posti letto oltre il “Day
Hospital”.
Nel secolo scorso alla guida della Radiologia Napoletana si sono avvicendati
eminenti personalità: il Prof. Mario Bertolotti, uno dei Padri della Radiologia Italiana; il
suo allievo, Prof. Giuseppe Muscettola, cui spetta, tra l’altro, il merito della
228
realizzazione nell’anno 1971-72 della Facoltà di Medicina dell’Università Federico II
di Napoli (attuale I Ateneo) nell’ambito del “nuovo” Policlinico. Il Prof. Ernesto Porta,
successore del Prof. Muscettola e suo allievo, durante la sua direzione (1976 -1994)
incrementò notevolmente l'attività scientifica e didattica dell’Istituto di Radiologia,
collaborando attivamente con le principali Cliniche Universitarie napoletane e
promosse la diffusione delle nuove tecnologie, TC e RM, nella Campania. Con la
fondazione della Rivista “Italian Current Radiology” di cui fu direttore fino al 1993,
intese richiamare l’attenzione alle notevoli possibilità diagnostiche acquisite dalla
Radiologia con le nuove tecnologie ed al tempo stesso dare più spazio all’attività
scientifica della Scuola Radiologica napoletana.
Dopo la scomparsa del Prof. Porta, avvenuta nel 1994, il Prof. Angelo Fanucci
subentrò per un anno alla direzione dell’Istituto di Scienze Radiologiche di Napoli,
che nel frattempo era divenuto “Dipartimento assistenziale di Diagnostica per
immagini e Radioterapia”, cui successe il Prof. Franco Smaltino rimasto in carica fino
al 1999.
Dal 2000 il Dipartimento è diviso in due aree funzionali di Diagnostica per
immagini: la prima, diretta dal Prof. Marco Salvatore, comprende la radiologia
generale, la sezione TC, due sezioni di RM, la PET e l’ecografia; l’altra diretta dal
Prof. Antonio Sodano comprende un reparto di radiologia generale, l’ecografia, una
TC e le sezioni cosiddette esterne presso varie Cliniche: pediatrica, ortopedica,
odontostomatologica e la senologia.
La Sezione di Radiologia Pediatrica, nata nel 1978, fu fortemente voluta dal
Prof. Ernesto Porta, che negli anni Sessanta, aveva approfondito, in Svezia, nel
prestigioso Ospedale “Karolinska”, le sue conoscenze di Radiodiagnostica cardiovascolare, sovratutto nel settore delle cardiopatie congenite, oggetto di numerose
monografie, pubblicazioni e relazioni. 20
Ernesto Porta, durante l’esperienza acquisita nell’Ospedale svedese si rese
conto dell’importanza dell’istituzione di una “Radiologia Pediatrica” come branca
autonoma della Radiologia generale.
La Sezione che fu collocata al piano terra della Clinica Pediatrica
comprendeva una sala di diagnostica ed una stanza adiacente. Fu assegnato in
dotazione un ortoclinoscopio (Triselenix) della ditta Siemens, con intensificatore di
229
brillanza ed una sviluppatrice manuale che nel
1992 fu sostituita da una
sviluppatrice automatica.
Soltanto dal 1990 la Sezione ha acquisito un moderno apparecchio digitaletelecomandato Siregraph CF 33-4 completo di accessori (Fluorospot T.O.P.
Polidoros SX, teleradiografo 40 x 90 della ditta Siemens) affiancato da una
stampante “Laser Scopix LR 5200” della ditta Agfa, che permettono di eseguire
esami radiografici sia funzionali che morfologici di altissima qualità con minor dose di
radiazioni.
Nel 2003 è stato acquistato anche un apparecchio per la registrazione su
nastro magnetico utile per lo studio delle patologie dell’apparato digerente.
La sezione dispone di tre apparecchi portatili della Siemens collocati, uno nel
reparto di terapia intensiva neonatale, il secondo nella sala operatoria ed il terzo per
l’esecuzione degli esami urgenti “a letto” a pazienti non trasportabili.
Dal 1993 la Sezione è dotata di una sala ecografica e di un apparecchio
“Logic 400 MD” della ditta “GE Medical System Italia” che ha possibilità di studio ecodoppler.
La Sezione, essendo distaccata, deve appoggiarsi (con qualche difficoltà
organizzativa) per gli esami TC, RM e scintigrafici al Dipartimento assistenziale di
Diagnostica per immagini e Radioterapia
e per gli esami neuroradiologici alla
Neuroradiologia Universitaria diretta dal Prof. R Elefante.
Dal 1996
la sezione è dotata di un archivio ove sono riposti gli esami
radiografici ed ecografici.
Attualmente la Sezione di Radiologia Pediatrica è composta da: una sala di
diagnostica con apparecchio digitale telecomandato; una camera oscura; una piccola
stanza contigua di preparazione; una sala ecografica; uno studio medico dove si
effettua la refertazione e si svolge l’attività didattica; una stanza per l’accettazione dei
pazienti; una stanza archivio. L’archiviazione degli esami avviene al momento della
registrazione degli stessi al computer. Esiste il Servizio di “Pronta disponibilità”,
coperto 24 ore su 24, la mattina dalle 8 alle 14, dalla Dott.ssa Dolezalova Porta e nel
restante orario dai radiologi del Dipartimento
Come punto di riferimento per l’attività assistenziale è stato considerato l’anno
2004 che, secondo la fonte della statistica, è analogo sotto questo aspetto agli anni
230
più vicini e ammonta a circa 4800 esami complessivi all’anno, così distribuiti: circa
3400 per la radiologia tradizionale e 1400 per l’ecografia. A questi vanno sommati
circa 250 indagini eseguite con la TC, in prevalenza del torace cui seguono quelle
dell’addome (approssimativamente il 30%) e altre cinquecento, eseguite con la RM di
cui all’incirca il 90% dell’encefalo e le restanti comprendenti il torace e l’addome.
Il primo responsabile della Sezione, dal marzo 1978, è stato il Prof. Oscar
Tamburrini, sotto la guida del Prof. Ernesto Porta, affiancato da uno specializzando il
Dott. Gianluca Di Guglielmo, un tecnico sanitario di radiologia medica (TSRM) e tre
infermiere pediatriche.
Nel 1980 sono stati assegnati alla Sezione altri due medici specializzandi:
Dott. Angelo De Iuri e il Dott. Piero Palescandolo; due TSRM e tre infermiere
pediatriche.
Nel 1982 è subentrata al Prof. Tamburrini la Dott.ssa Hana Dolezalova Porta
(HDP) che dall’anno 1990 ad oggi (2003) è l’unica responsabile sia per l’assistenza
che per la didattica, sotto la direzione del Prof. Antonio Sodano, Direttore di una delle
due aree funzionali del Dipartimento.
Attualmente la Dott.ssa Hana Dolezalova Porta è affiancata da due tecnici
strutturati e due infermiere professionali pediatriche che svolgono anche alcune
funzioni amministrative, non essendo la sezione dotata di una segreteria.
Nel contesto della Scuola di Specializzazione in Radiologia e del Diploma
Universitario per TSRM, attualmente trasformato in corso di laurea triennale, la
Sezione è frequentata periodicamente per due-tre mesi da giovani specializzandi in
Radiologia e da allievi Tecnici del corso triennale sia gli uni che gli altri in gruppi di 3
unità.
L’attività ecografica della Sezione è stata guidata dal Dott. Angelo De Iuri, che
ha fornito ottimi ecografisti pediatrici, tra gli altri il Dott. Francesco Esposito, (attuale
ecografista dell’Ospedale Pediatrico “Santobono”). Attualmente i responsabili della
sezione ecografica sono i dottori Gianfranco Vallone e Michele Amitrano, contrattisti
presso l’Istituto di Radiologia, che svolgono l’attività ecografica con la collaborazione
degli specializzandi21.
231
La Dott.ssa Hana Dolezalova Porta (HDP), nata a Policenad Metuji
(Cecoslovacchia) nel 1944, si laureò in Medicina e Chirurgia
all’Università Jan
Evangelista Purkyne di Brno nel giugno 1968.
Trasferitasi a Napoli, dopo aver acquisito la cittadinanza italiana, sostenne gli
esami prescritti per la convalida della laurea in Italia, che venne confermata presso
l’Università degli Studi di Napoli nel dicembre
del 1972. Presso la Scuola di
Specializzazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia della stessa Università
conseguì nel giugno 1978 il diploma di specializzazione in Radiologia e Radioterapia.
Dopo aver frequentato, durante l’anno 1975, come medico interno l’Istituto di
Radiologia dell’Università, prestò servizio presso l’Istituto di Radiologia della I Facoltà
diretto dal Prof. Enrico del Vecchio, in qualità di Medico Interno Universitario con
compiti assistenziali.
Dal giugno 1980 fu inquadrata nel ruolo di ricercatore per la disciplina
Radiologia. Dal 1983 fu trasferita con la stessa qualifica presso la Facoltà di
Medicina e Chirurgia dell’Università di Napoli (oggi Università Federico II) ove presta
tutt’ora servizio presso l’Istituto di Scienze Radiologiche diretto fino al 1994 dal Prof.
Ernesto Porta, successivamente divenuto Dipartimento Assistenziale di Diagnostica
per Immagini e Radioterapia.
Dall’anno accademico 1986-87 le furono conferite le mansioni di “Aiuto con
compiti assistenziali”. Dal 1987, come abbiamo già detto, è responsabile della
Sezione di Radiologia Pediatrica Universitaria di Napoli.
Dal 1978 la Dott.ssa HDP ha svolto una intensa e qualificata attività didattica.
Negli anni accademici 1978-79, 1979-80, 1981-82 e 1982-83 le è stato conferito
l’incarico
di
insegnamento
in
Radiologia
pediatrica
presso
la
Scuola
di
Specializzazione in Radiologia diagnostica dell’Università di Napoli e nell’anno
accademico 1981-82 presso la Scuola di Specializzazione in Radiologia oncologica.
22
Dall’anno 1984 fino ad oggi la Dott.ssa HDP svolge lezioni di Radiologia
Pediatrica per le seguenti Scuole di Specializzazione: Radiologia, Chirurgia
pediatrica, Pediatria e per il corso di Laurea in Medicina e Chirurgia.
232
Dall’anno accademico 2001-2002 presta servizio della stessa materia per il
Corso di Laurea di I Livello di “Tecniche radiologiche per immagini e per radioterapia”
al Policlinico e all’Ospedale “Cardarelli”.
In sostanza l’attività scientifica della Sezione fin dalla sua istituzione è stata
svolta
dalla Dott.ssa HDP in collaborazione a radiologi dell’Istituto di Scienze
radiologiche dell’Università di Napoli e di O Tamburrini, che come abbiamo visto, l’ha
preceduta come responsabile del Servizio nel decennio 1978-1987.
Le pubblicazioni scientifiche della Dott.ssa HDP attinenti alla Radiopediatria
ammontano a una trentina senza considerare le sue collaborazioni a due trattati di
cui sarà detto più avanti. La parte maggiore e più interessante dai lavori (circa il 43%)
riguarda l’apparato uro-genitale; segue il 27% sull’apparato digerente. Il restante
30% comprende pubblicazioni sull’apparato respiratorio, di oncologia e su argomenti
diversi di radiopediatria. L’interesse della Dott.ssa HDP si è concentrato sull’apparato
urinario sia dal punto di vista della metodica di indagine che della patologia. Tra
l’altro si è occupata di un aspetto poco studiato del reflusso vescico-ureterale: la
correlazione di questo fenomeno con le disfunzioni vescico-sfinteriche 23 e del
reflusso uretro–vaginale (R.U.V) un argomento all’epoca studiato da urologi e
radiologi pediatri. Su questa problematica HDP, O Tamburrini ed alcuni giovani
radiologi dell’Istituto di Scienze Radiologiche dell’Università di Napoli sulla base di
una consistente casistica esaminata con cisto-uretrografia minzionale, hanno fatto
una messa a punto della problematica del R.U.V. nelle bambine con una disamina
delle varie ipotesi patogenetiche prospettate nella letteratura anche sulla base della
esperienza personale. 24
La HDP insieme ai colleghi dell’Istituto di Scienze Radiologiche dell’Università
di Napoli CC Cirillo e A Maurano ed ai colleghi della Cattedra di Radiologia
dell’Università di Reggio Calabria (O Tamburrini ,F Giardinetti e C Zanobini) ha
apportato un notevole contributo al ruolo ancora svolto alla fine degli anni ‘80 alla
radiologia tradizionale nella diagnostica, nella stadiazione e nel follow-up dei tumori
renali e pararenali in età infantile con una relazione presentata alla tavola rotonda,
avente per tema questa patologia, in occasione del XII Convegno Nazionale della
Sezione di Radiologia Pediatrica (Copanello, Settembre 1989)
233
Nel campo della patologia dell’apparato digerente apprezzabile il lavoro sulla
“Radiologia nella stipsi cronica”
in collaborazione con O Tamburrini ed il noto
gastroenterologo S Cucchiara. 25
Inoltre HDP ha contribuito all’elaborazione di due importanti trattati:
I) ”Cardiologia clinica” coautori: E Porta, O Tamburini, A Sodano. Ed. Idelson
Napoli, 1986.
II) ”Radiologia oggi”, in cui ha collaborato con F Smaltino, E Porta, O
Tamburini al capitolo di Radiologia Pediatrica. Ed. Idelson Napoli, 1990.
Infine a partecipato alla ricerca con carattere interdisciplinare nell’ambito
universitario. Da segnalare anche la sua partecipazione negli ultimo anni al 101°
incontro della American Roentgen Ray Society” (29.04-4.05 2001) con lo studio
ecografico della giunzione gastro-esofagea nei bambini, e a due seminari tenuti
durante il Congresso organizzato dalla Clinica Pediatrica sul tema: “Nuove frontiere
nella diagnosi e nel trattamento delle malattie polmonari del bambino”.
Dopo questa rassegna sul “curriculum” HPD ritengo opportuno accennare alla
sua umanità che ho potuto apprezzare nei colloqui e nello scambio epistolare con lei
avuti nel corso della realizzazione di questo libro. Essa ha tenuto sempre viva la
Memoria del Prof. Ernesto Porta, suo marito e maestro.
Durante gli ultimi anni si è impegnata in un’attività caritatevole recandosi per
sei volte e trattenendosi per tre settimane in Benin (Africa Nord occidentale) nella
Missione dei Frati Camilliani, ove ha prestato la sua opera sia professionale che
assistenziale.
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 E’ stato riportato pressoché integralmente il testo puntuale elaborato dalla Dott.ssa M L Valentino,
cui va il mio sentito ringraziamento
2 Non vengono considerati i lavori di radiodiagnostica generale pubblicati in precedenza
3 C Sandomenico, M Tallarino: L’osteopetrosi acuta maligna del neonato. Contributo casistico clinico
radiologico. Nuntius Rad. 30: 732, 1964
4 C Sandomenico: La disostosi periferica e l’epifisi “a cono”. Radiol Med 50: 736-749, 1964
5 C Sandomenico, E Del Vecchio: La picnodisostosi. Inquadramento classificativo e patogenetico.
Radiol Med 53: 160-181, 1967
6 C Sandomenico, E Del Vecchio, F Verrengia: Aspetti radiologici del bacino nell’acrondroplasia,
nella displasia condro-ectodermica di Ellis-Van Creveld e nella distrofia toracica asfissiante di Jeune.
Nuntius Rad. 33: 271-288, 1967
234
7 International classification of osteochondrodysplasias. The International Working Group on
Costitutional Diseases of Bone / Communicated by J Spranger. Eur J Pediatr 151:407-415, 1992
8 C Sandomenico, E Del Vecchio, F Verrengia: La “disgenesia metafisaria” nell’ambito
dell’osteocondropatia ipotiroidea. Nuntius Rad 33: 485-498, 1967
9 C Sandomenico, ML Sandomenico: Mesomelic displasia with “normal or relatively long fibula”, slight
micrognatia and brachymetatarsal (IV-V) in a six-year-old girl. Pediatr Radiol 13: 47-50, 1983
10 C Sandomenico, O Tamburrini: Bilateral accessory ossification center of the ischio-pubic
synchondrosis in a female infant. Follow-up for over a three year period. Pediatr Radiol 10: 233-236,
1981
11 C Sandomenico: La disfagia crico-faringea. Radiol Med 49: 360-366, 1963
12 L Valoroso, C Sandomenico: Broncopneumatia cronica a focolai disseminati da Klebsiella
pneumoniae. Contributo clinico. La Riforma Medica LXXIII : 934
13 C Sandomenico, M Tortora, B Caetani: La lipoidosi di Wolman. Radiol Med 58: 144-148, 1972
14 F Soricelli, C Lippi: Contributo clinico-radiologico nell’osteopsatirosi. Il Progresso Med VIII: 16, 1952
15 F Soricelli e C Sandomenico: La triplicazione pelvi-ureterale. Nuntius Radiol XX: 670, 1954
16 F Cerasuolo: Eccezionale caso di diverticolo esofageo. Radiol Med 59: 781-784, 1973
17 F Coucourde, F Cerasuolo, G Zannini: Le atresie dell’esofago. Radiol Med 60: 1064-1074 1974
18 F Coucourde, F Cerasuolo: “Le ernie diaframmatiche da lacune congenite nell’età pediatrica.
Radiol Med 60: 640- 651, 1974
19 F Amodio, F Esposito, D Noviello, M Giugliano, ML Valentino: Uretere a doppio fondo cieco non
comunicante. Presentazione di un inusuale caso. Radiol Med 103: 543-546, 2002
20 Tra le relazioni segnalate quella svolta al XXV Congresso Nazionale della SIRMN (Montecatini
Terme, Giugno 1972) sulla “Radiodiagnostica angiocardiografica anatomo-funzionale delle cardiopatie
congenite”.
21 Le notizie fin qui riportate sono state fornite dalla Dott.ssa Dolezalova Porta, che ringrazio
sentitamente.
22 I dati riferiti inerenti al curriculum della Dott.ssa Dolezalova Porta sono stati tratti dal suo curriculum
pubblicato su “Il Radiologo” XXXIII:141. 1999
23 A Savanelli, C Pecoraro, H Dolezalova: Il reflusso vescico-ureterale e disfunzioni vescicosfinteriche in età pediatrica. Ped Med Chir (Med Surg Ped) 11: 333-336, 1989
24 O Tamburrini, P Palescandolo, A Bartolomeo-De-Iuri, H Dolezalova, E Porta: Il reflusso uretrovaginale. Radiol Med 70:11-15, 1984
25 O Tamburrini, A Bartoloneo-De-Iuri, S Cucchiara, H Dolezalova et al: Radiol Med 71: 657-664,
1985
235
La storia della Radiologia del Policlinico di BARI è legata al trasferimento
della Clinica Pediatrica Universitaria di quella città dai vecchi locali situati presso
l’”Ospedaletto dei Bambini” nei nuovi e spaziosi ambienti costruiti nell’ambito del
Policlinico, avvenuto secondo fonte ufficiale nel marzo del 1967. 1 Tra i vari reparti
costituenti la Clinica Pediatrica, di degenza, dei servizi, dei laboratori è compresa
anche la radiologia.
In questo periodo è direttore della Clinica Pediatrica il Prof Federico
Vecchio, allievo del Prof. Auricchio di Napoli, succeduto al Prof. Bruno Trambusti,
proveniente dalla Scuola Fiorentina di Comba, cattedratico a Bari dal 1937 al
1964, anno in cui è stato giubilato. Durante la sua direzione durata fino al 1981, il
Prof. Vecchio attua un potenziamento delle discipline pediatriche, costituendo
l’Istituto di Puericultura, attivando gli insegnamenti di Auxologia normale e
patologica e di Neonatologia. A lui succede il Prof. Francesco Schettini, già
direttore dell’Istituto di Puericultura.
Non starò qui a descrivere la diverse trasformazioni cui va incontro la
Clinica Pediatrica di Bari tra gli anni Ottanta e i Novanta del secolo scorso ma solo
le più importanti. Il Prof. Schettini cambia la denominazione dell’Istituto di Clinica
Pediatrica in Istituto di Pediatria Clinica e Preventiva e nel 1990 promuove la
costituzione del Dipartimento di Biomedicina dell’età evolutiva comprendente la
Clinica Pediatrica, la Chirurgia Pediatrica, la Neuropsichiatria Infantile, la Fisiologia
e la Patologia Cardio-vasale.
Piuttosto scarne le notizie raccolte alla fonte sulla Radiologia Pediatrica del
Policlinico di BARI. Nata, secondo quanto abbiamo visto, come sezione distaccata
del Reparto Ospedaliero di Radiologia, è ubicata nell’edificio della Clinica
Pediatrica Universitaria. Viene chiamato a dirigerla il Dott. Luigi Arciuli assistente
dell’Istituto di Radiologia dell’Università diretto dal Prof Pietro Del Buono.
Nel 1969 il Dott. Arciuli lascia la direzione della Radiopediatria di Bari
essendo diventato Primario Radiologo dell’Ospedale di Gioia del Colle. Segue un
periodo di circa tre anni, durante il quale la responsabilità del Servizio Radiologico
viene affidata all’Istituto di Radiologia dell’Università diretto dal Prof Neopolo
Macarini, successore del Prof. Del Buono. Successivamente la gestione della
236
Radiologia Pediatrica del Policlinico passa al Settore Ospedaliero e viene affidata
al Dott. Giovanni Falcone, Aiuto radiologo del Dott. Leonardo Martinelli, Primario
del Reparto Ospedaliero di Radiologia.
Dal 1996 all’avvenuto pensionamento del Dott. Falcone, subentra la Dr.ssa
Amelia Martinelli, in qualità di responsabile dell’UO semplice di Radiologia
Pediatrica, afferente all’UO Radiodiagnostica diretta dal Prof. Giuseppe Angelelli,
Direttore dell’Istituto di Radiologia, Radiodiagnostica e Radioterapia del Policlinico
di Bari.
La sezione di Radiologia Pediatrica svolge l’intero arco di attività
diagnostica di interesse specifico (RX, Eco, TC e RM). 2
La Dott.ssa Amelia Martinelli (AM) attuale (2003) responsabile dell’UO
semplice di Radiologia Pediatrica del Policlinico di Bari, ha conseguito la laurea in
Medicina e Chirurgia nel novembre del 1978 e la specializzazione in
Radiodiagnostica presso l’Università di Bari nel luglio del 1982, ottenuta con il
massimo dei voti e la lode
Diviene assistente di ruolo presso il Settore Ospedaliero di Radiologia del
Policlinico di Bari nell’aprile del 1981. In questo periodo partecipa a corsi di
aggiornamento post-universitario in Radiodiagnostica. Fin dall’inizio della sua
attività AM si dedica prevalentemente alla radiodiagnostica pediatrica. Perfeziona
la sua preparazione in questa branca della Radiologia frequentando i Reparti
Radiologici dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova (1982) e dell’Ospedale “Des
Enfants-Malades” di Parigi (1982); inoltre approfondisce la sua preparazione in
Ecografia presso il Servizio di Radiologia dell’Ospedale Pediatrico “Bambino
Gesù” di Roma. Successivamente frequenta le Sezioni di RM dell’Istituto IRCCS
San Raffaele di Milano.
AM è iscritta dall’inizio degli anni Ottanta alla Sezione di Studio di
Radiologia Pediatrica della stessa Associazione, di cui diviene Consigliere nel
Comitato Direttivo nel quadriennio 2000-2003. Dal 1984 è membro attivo della
Società Europea di Radiologia Pediatrica (ESPR). 3
Ha partecipato assiduamente ai Convegni e Convegni della SIRM (N) e
negli ultimi anni ha presentato alcune comunicazioni e posters ai Congressi della
ESPR, come sarà detto più avanti.
237
L’attività scientifica nell’UO di Radiologia Pediatrica è stata svolta dai
Dottori L Arciuli (LA) e G Falcone (GF) e principalmente dalla Dott.ssa A Martinelli
(AM). Il Dott. GF fino dalla fine degli anni Sessanta, quand’era assistente
dell’Istituto di Radiologia dell’Università, si è occupato anche di radiologia
Pediatrica, collaborando con il Prof. N Serio a due comunicazioni attinenti alla
Radiopediatria, presentate al LIV Raduno Centro-Meridionale e Insulare della
SIRMN, come è già stato notato precedentemente.
Durante l’incarico di Dirigente del Serv. Radiologico del Policlinico il Dott.
LA ha continuato l’attività scientifica in campo pediatrico, pubblicando tra l’altro
due lavori, l’uno su la sindrome di Ellis Van Creveld
4
e l’altro (in coll. con il Prof.
Vecchio) attinente a uno studio sulla sindrome celiaca. 5
GF risulta autore di una pubblicazione su un caso di sindrome di Larsen in
un bambino di 18 mesi
6
e di una comunicazione (con la coll. di A Leggio e V
Venchi) “Nostra esperienza nella diagnostica radiologica dei processi espansivi
retroperitoneali”, presentata al IV Congresso Nazionale della Sezione di
Radiologia Pediatrica della SIRMN (Torino 1977).
Non essendo stato possibile ottenere da AM un elenco delle sue
pubblicazioni per l’analisi della sua attività scientifica mi riferirò a quanto ho potuto
rintracciare dalla letteratura radiologica italiana ed estera.
Fin dagli inizi degli anni Novanta AM ha presentato ai congressi Nazionali
della
SIRMN
insieme
a
comunicazioni
attinenti
ad
affezioni
dell’adulto
comunicazioni e posters riguardanti patologie proprie dell’età pedaitrica. Così è
avvenuto nel XXXIV Congresso (Torino, 1990) con la comunicazione (in coll. con
G Martinelli, C Florio et al.) su “L’imaging integrato delle anomalie vascolari del
polmone (studio su 9 casi)” e con il poster (in coll. con G Martinelli, S Schettini, D
De Matteis et al.) su “RM ed emocromatosi nella β thalassemia maior”, in cui sono
stati studiati soggetti in età pediatrica e giovani adulti.
Altri due posters (in collaborazione con radiologi e pediatri del Policlinico di
Bari) attinenti a casistica pediatrica sono stati esposti al XXXVIII Congresso
Nazionale della SIRMN (Milano 1998) ed al XL Congresso della stessa
Associazione (Rimini, 2002)
238
Nel giugno 2000 in occasione di un Convegno organizzato a Bari dalle tre
Sezioni di Radiologia della SIRMN, Muscolo-Scheletrica, Pediatrica e Diagnostica
per Immagini in Medicina dello Sport, avente per tema “Clinica e Diagnostica per
immagini nella patologia muscolo-scheletrica in età pediatrica” AM
tiene una
relazione “Diagnostica per immagini delle lesioni scheletriche da patologia
disendocrinopatica”.
Verso la fine del secolo scorso ed all’inizio del nuovo secolo la Martinelli
partecipa attivamente ai Congressi della ESPR, che si svolgono in quel periodo:
XXXIV Congresso (Lugano 1997); XXXV (Rodi, 1998); XL (Genova, 2003) in cui
presenta 6 posters. Di questi, quattro riguardano casi pediatrici con affezioni
interessanti per la loro rarità o per aspetti particolari.
Di notevole interesse per la patologia considerata e la metodica impiegata
sono i due posters attinenti allo studio delle bronchiectasie nella fibrosi cistica,
basato sull’esperienza personale di AM
e dei suoi collaboratori. Il primo,
presentato al XXXV Congresso (Rodi, maggio 1998), riguarda la revisione di
queste alterazioni mediante la TC ad alta risoluzione e l’altro, esposto al XL
Congresso (Genova, maggio 2003),con la collaborazione dei colleghi dell’Istituto
di Radiologia dell’Università, ove viene eseguita la ricostruzione 3-D Multiplanare
dell’albero bronchiale nei pazienti affetti da fibrosi cistica mediante “multidetector
virtuale”, che consente una valutazione effettiva dello stato bronchiale di questi
pazienti, in cui la broncografia è controindicata, con una indagine non invasiva.
AM ha svolto e svolge tuttora attività didattica, che le è stata conferita dalla
Clinica Pediatrica Universitaria di Bari, presso l’UO di Radiologia in cui presta
servizio.
E’ con dolore da parte del curatore rendere noto al lettore che la Dott.ssa Martinelli
è mancata tragicamente dopo breve malattia alla fine di ottobre del 2005.
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 F Schiettini: La Pediatria italiana tra cronaca e storia. Bari. Riv Ital Pediatr (IJP) 1 (Suppl al N 3):
21-23, 1991. Secondo altra fonte (Dott V Genchi) il trasferimento sarebbe avvenuto nel 1966
2 Non sono pervenute le notizie richieste sull’attività assistenziale, svolta attualmente e in passato
dal Policlinico di Bari.
239
3 Le notizie riferite sono state tratte dalla biografia pubblicata su “Il Radiologo”, XXXIII: 142-143,
1999 in occasione della presentazione delle candidature per l’elezione del Comitato direttivo della
Sezione di Radiologia Pediatrica.
4 L Arciuli: La sindrome di Ellis van Creveld. La Pediatria 539; 1969
5 F Vecchio, L Arciuli, N Rigillo: Influenza della Metoclopramide nelle discinesie del tenue nella
sindrome celiaca dell’infanzia. Documentazoine roentgencinematografica. La Riforma Medica
(Suppl al n. 52) 92: 1645, 1968
6 F Carnevale, F Papadia, V Genchi, G Falcone et al: Sindrome di Larsen: aspetti clinicoradiologici in un bambino di 18 mesi. Radiol Med 69: 155-158, 1983
240
A BARI nel 1952 l’ “Ospedaletto” contava 120 posti letto: nel 1956 passò
dalla III alla II categoria ed alla I categoria nel 1960; nello stesso anno venne
istituito il Servizio di Anestesia e le affinate tecniche anestesiologiche
contribuirono a dare ulteriore impulso all’attività delle branche Chirurgiche. Nel
1964 venne inaugurato il Reparto di Chirurgia d’urgenza.
Un’ulteriore espansione dell’Ospedaletto si realizzò nel 1970 con
l’annessione di un ambulatorio per l’assistenza ai bambini affetti da tubercolosi
(sino a quel momento di competenza dell’Istituto di prevenzione per tubercolotici).
Il gabinetto radiologico annesso ne garantiva i controlli periodici.
Nell’aprile del 1977 fu inaugurata l’attuale sede ospedaliera, costituita da
una struttura di moderna concezione, monoblocco, dotata di un padiglione
distaccato per il reparto infettivi, che in breve raggiunse oltre 400 posti letto. Ai
reparti specialistici già esistenti furono aggiunti: Endocrinologia, Neurologia,
Cardiologia, Pronto soccorso (con letti di astanteria). L’ “Ospedaletto” assunse la
nuova denominazione di Ospedale Pediatrico Regionale “Giovanni XXIII”
L’attività scientifica e congressuale dell’Ospedale già vivace ebbe un nuovo
impulso negli anni seguenti. Nel 1978 venne organizzato il Congresso nazionale di
Chirurgia Pediatrica, ma non furono promosse iniziative scientifiche in ambito di
Radiologia Pediatrica.
Col crescere d’importanza dell’ ”Ospedaletto dei Bambini” si accrebbe il
ruolo del Servizio di Radiologia, alla cui direzione, come abbiamo visto
precedentemente, fin dal 1945 era preposto il Prof. A Viterbo, al quale successero
il Dott. M Azzariti e il Dott. Francesco Barbanente (FB).
FB (1911-1971), laureatosi in Medicina e Chirurgia nel novembre del 1936
all’Università di Bari, dopo la parentesi in Etiopia, prima come impiegato civile del
Governo italiano e successivamente, come militare durante la II guerra mondiale,
rientra in Italia dopo il conflitto e si specializza in Radiologia all’Università di Napoli
nel 1947.
Dopo un breve periodo di servizio come assistente volontario all’Università
di Bari, inizia la sua attività all’ “Ospedaletto dei Bambini” della stessa città come
Primario incaricato nel 1948 e Primario di ruolo nel 1968 in seguito a pubblico
concorso. Muore prematuramente nel 1971 a causa di una grave malattia.
241
Durante il periodo ultraventennale del servizio in qualità di Primario dimostra “il
suo amore” per l’Ospedale, amore fatto di generosa dedizione e rettitudine e da
“particolare incremento all’apporto della Radiologia alla medicina sociale”. Pur
essendo medico ospedaliero conserva “i rapporti con gli ambienti universitari per
allargare le proprie conoscenze nel campo della patologia chirurgica e della clinica
pediatrica”. 1
A Barbanente succede nel 1971 il Prof. Nicola De Serio (NDS), già aiuto
dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bari diretto dal Prof. Del Buono. Nel
1977 al momento dell’inizio dell’attività del nuovo Ospedale il Prof. N De Serio, è
coadiuvato da 2 aiuti, 2 assistenti e 7 tecnici.
La dotazione strumentale è costituita da un apparecchio radiologico
semitelecomandato, dotato di catena televisiva, un teletrocoradiografo “dedicato”
per il paziente pediatrico e uno stratigrafo polidirezionale (Polytome).
Lo sviluppo manuale dei films è stato sostituito da due sviluppatrici
automatiche. Inoltre sono di pertinenza del Servizio di Radiologia 2 gabinetti
radiologici, dotati di un teletrocostratigrafo e una camera oscura ciascuno,
distaccati, uno presso il Reparto Infettivi e, l’altro, presso il Reparto di
Pneumologia.
Due apparecchi radiologici portatili sono dedicati all’esecuzione degli esami
radiografici al letto del paziente, mentre un’unità mobile con AB è disponibile per
sale operatorie e sala gessi.
NDS ha svolto una vasta e varia attività scientifica con pubblicazioni sui
diversi aspetti della Radiologia; radiodiagnostica tradizionale, radioterapia,
radiobiologia, protezionistica ed anche su problemi di ordine medico-legale.
Tuttavia sono stati pochi gli argomenti attinenti alla Radiologia pediatrica da lui
trattati; da una ricerca della Letteratura radiologica italiana risultano alcuni lavori,
in coll. con E Fonzone, sullo studio istologico delle cartilagini “coniugali” trattate
con piccole dosi di raggi Roentgen e con diversa modalità di irradiazione,
pubblicati sull’Archivio di Radiologia, nuova serie (1954). Altre pubblicazioni
inerenti all’apparato scheletrico riguardano “Dismorfismo dell’ala iliaca da
agenesia dell’apofisi della cresta” e la “tbc diafisaria monostotica infantile ad
esclusiva localizzazione periostale” (Atti e Relazioni, Accademia Pugliese delle
242
Scienze. Nuova serie, 1957). Negli anni sessanta risultano due comunicazioni di
NDS in coll. con L Arciuli e G Grimaldi, di cui una tratta il “Contributo
nell’eziopatogenesi delle malformazioni congenite dell’apparato digerente” e l’altra
il ruolo svolto dalla “malformazioni reno-ureterali nella patogenesi di alcune
sindromi nefrosiche”, presentate al LIV Raduno del Gruppo Centro-Meridionale ed
Insulare della SIRMN (San Giovanni Rotondo, ottobre 1964).
Nel 1980, al Prof De Serio succede la Dott.ssa Anna Fatone, quale Primario
del Servizio di Radiologia.
Nel
1981
il
Sistema
Sanitario
Nazionale
subisce
una
profonda
trasformazione con l’avvento delle USL e introduce due innovazioni che mutano
l’organizzazione del lavoro in Radiologia e la sua connotazione pediatrica: la forte
spinta verso l’attività ambulatoriale del territorio e l’apertura
verso il paziente
ambulatoriale adulto. Il Servizio di Radiologia deve adeguarsi oltreché alle mutate
esigenze gestionali anche agli aggiornamenti tecnologici e alle nuove richieste dei
reparti di degenza. Nel 1988, infatti, l’Ospedale si ingrandisce con l’apertura della
Divisione di Malattie del Metabolismo e nel 1989, del Reparto di Urologia (con il
conseguente incremento della domanda di esami contrastografici delle vie
urinarie).
L’aumento delle richieste di esami radiologici determina un incremento delle
apparecchiature:
pertanto
vengono
acquisiti
due
apparecchi
radiologici
telecomandati (con catena televisiva) uno dei quali sostituisce l’apparecchio
semitelecomandato. Viene inoltre acquisito un ortopantomografo, in seguito
completato con il braccio cefalostato nel 1989, anno in cui è attivato nell’Ospedale
un Ambulatorio odontoiatrico.
Gli anni ’80 sono segnati dall’avvento della metodica ecografica e il Servizio
di Radiologia del “Giovanni XXIII” procede all’acquisto di 3 apparecchi ecografici,
due dei quali dotati del software per la determinazione elettronica della
goniometria dell’anca neonatale; si utilizzano sonde, settoriale (3.5 MHz), lineare
(5 MHz), lineare small-part (7.5 MHz) e microconvex (5 MHz), quest’ultima
impiegata per l’ecoencefalografia transfontanellare.
Nel 1992 sono attivate la Divisione di Cardiochirurgia pediatrica e il Servizio
di Terapia intensiva post-chirurgica. Inizialmente le procedure di emodinamica
243
sono effettuate presso una struttura convenzionata e nel 1994 è acquisito un
angiografo biplano analogico, alla cui funzione provvedono i tecnici della
Radiologia
dell’Ospedale,
mentre
l’emodinamista
opera
in
convenzione,
proveniente da Ospedali del centro-nord d’Italia.
Nel 1996, l’avvento delle Aziende ospedaliere, determina profondi
cambiamenti in ambito sanitario. Viene costituita infatti, l’Azienda ospedaliera “Di
Venere-Giovanni XXIII” che risulta dall’accorpamento dell’Ospedale Di Venere
all’Ospedale “Giovanni XXIII”. L’Organizzazione del lavoro subisce assestamenti:
maggiore attenzione al paziente ricoverato (per abbreviarne il tempo di degenza),
istituzione del day-hospital e del day-surgery.
Tra le conseguenze del sopravvento degli aspetti prettamente economici
della gestione sanitaria vi è la contrazione del numero dei posti letto
dell’Ospedale, che nel 1997 è ridotto a 227.
Nel 1997 alla Dott.ssa Anna Fatone subentra, “ad interim” il Dirigente di 2°
livello della radiologia dell’Ospedale Di Venere, la Dott.ssa Patrizia Garibba. La
dotazione strumentale della Radiologia dell’Ospedale Di Venere è messa al
servizio dei piccoli pazienti dell’Ospedale Giovanni XXIII, che possono essere
sottoposti
agli
esami
di
Tomografia
computerizzata
costituita
da
un
apparecchiatura di 3° generazione, a mezzo di un’ambulanza-navetta da un
Presidio ospedaliero all’altro.
Nel 1999 assume l’incarico di Dirigente medico di 2° livello della Radiologia
dell’Ospedale Giovanni XXIII, il Dott. Fabio Martino, proveniente dall’Istituto di
Radiologia dell’Università di Bari.
Nel 2000 il Servizio di Radiologia viene informatizzato con terminali
collegati da una rete locale (LAN): scompare il referto scritto a mano; vengono
istituiti una segreteria- accettazione del Servizio e un archivio. Viene attivato il
rinnovo delle apparecchiature obsolete con sostituzione di uno dei due
telecomandati e dell’ortopantomografo con cefalostato.
I tre ecografi vengono rimpiazzati da un apparecchio ecografico con colordoppler, dotato anche di una sonda lineare a elevata frequenza e le sale
operatorie dotate di un apparecchio radiologico ad arco con catena televisiva
244
doppio monitor e gli
apparecchi portatili sostituiti con apparecchi di recente
introduzione.
La camera oscura del corpo centrale della Radiologia è ridimensionata in
seguito alla installazione di una sviluppatrice a giorno.
Nel 2001 è installata una stazione sperimentale di Radiologia digitale. Nello
stesso anno la Radiologia dell’Ospedale Di Venere viene dotata di un apparecchio
di Risonanza Magnetica ad alto campo, (impiegato anche per i piccoli pazienti
dell’Ospedale “Giovanni XXIII” con la medesima modalità degli esami TC.
Viene incrementata l’attività scientifica del Servizio per l’impulso dato dal
Dott. Fabio Martino, di cui sarà data notizia successivamente.
Nulla si è potuto sapere sull’attività assistenziale svolta dal Servizio di
radiologia in passato sia recentemente. Al momento in cui questo capitolo viene
scritto (2003) nuovi obiettivi stanno per essere conseguiti dall’Ospedale “Giovanni
XXIII” tra cui i più importanti sono l’attivazione di un Reparto di Rianimazione e
l’acquisizione da parte dell’UO di Radiologia di un apparecchio TC “multislice”.
Attualmente l’organico dell’ UO è costituito da 5 dirigenti medici di I livello
oltre al Direttore, da 11 tecnici di radiologia con un capo tecnico da 3 infermieri e
da 2 ausiliari; organico per altro non adeguato per le esigenze del Servizio, per cui
è auspicabile un ampliamento
Nel corso del 2002 nella Regione Puglia è stato intrapreso un piano di
riordino ospedaliero in base al quale all’inizio del 2003 è stata sciolta l’Azienda
Ospedaliera “Di Venere-Giovanni XXIII” e l’Ospedale pediatrico è attualmente
(2003) in attesa della futura definizione. 2
Non mi sono pervenute notizie dirette sull’attività scientifica svolta dal Dott.
Fabio Martino (FM) in passato. Per quanto mi risulta dalla consultazione di riviste
italiane, in particolare la Radiologia Medica, e straniere, durante gli anni Novanta
del secolo scorso FM si è dedicato all’impiego dell’ecografia nella patologia
dell’apparato muscolo-scheletrico in età adulta. Tuttavia in un articolo su la
Radiologia Medica “La valutazione ecografica dell’angolo del solco della troclea
femorale” 3 sono stati esaminati soggetti compresi tra i 15 e i 35 anni con un’età
media di 24 anni Dal confronto con la TC (Gold standard) risulta che la ecografia
ha una sensibilità diagnostica sovrapponibile a quella dell’altra metodica.
245
Fin dalla sua nomina a Dirigente medico di 2° livello dell’UO Radiologica
dell’Ospedale “Giovanni XXIII(1999) FM si interessa con passione della
Diagnostica per immagini nell’età pediatrica; partecipa al Convegno “Clinica e
Diagnostica per Immagini nella patologia muscolo–scheletrica in età pediatrica,
svoltosi a Bari nel giugno del 2000, di cui è coordinatore e presenta la relazione
“Diagnostica per immagini” alla IV sessione che ha per tema le “Poliartriti croniche
giovanili”. Nel frattempo FM diviene coordinatore di un Gruppo di lavoro costituito
a livello nazionale, dedicato alla patologia Muscolo-Scheletrica, sotto l’egida della
Sezioni di Studio della SIRM, Radiologia Pediatrica, Radiologia Muscolo–
Scheletrica e Radiologia in Medicina dello Sport, che organizza il I Convegno di
Radiologia Muscolo-Scheletrica in Età Pediatrica (Varese, ottobre 2002). FB B
interviene nella III Sessione “Il ginocchio e non solo” con al relazione: “Le artriti
idiopatiche giovanili”. Nell’anno seguente FM M continua a dedicarsi attivamente
alla Radiologia Muscolo-Scheletrica partecipando a due importanti manifestazioni
attinenti a questa materia: il Congresso Nazionale della Sezione di Radiologia
Muscolo-Scheletrica della SIRM dal tema “Linee guida diagnostiche nella
patologia muscolo-scheletrica” e il “Il Simposio di Radiologia Muscolo-Scheletrica
in età pediatrica” organizzato dalle tre Sezioni di Studio della SIRM: la Radiologia
Pediatrica, la Radiologia Muscolo-Scheletrica e la Radiologia di Medicina dello
Sport, dedicato a un aggiornamento sulla patologia del rachide e del bacino in età
pediatrica. Al Congresso, svoltosi a Genova nel maggio del 2003 presenta la
relazione “L’imaging nelle malattie reumatiche infanto-giovanili” e al II Simposio
che ha luogo a Fermo nel settembre 2003 (circa un anno dopo il I Convegno di
Varese) interviene alla II Sessione “Patologia non traumatica del rachide” trattando
un tema poco conosciuto “Le spondiloartriti giovanili”.
Nello stesso periodo il Dott Martino e i suoi collaboratori, in particolare i
Dott.ri P Rossiello e F Macina sono chiamati a svolgere attività didattica presso
l’Università di Bari, oltrechè a partecipare in qualità di relatori a vari convegni locali
e nazionali.4
246
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 Dal necrologio a firma del Prof Nicola Di Serio. Radiol Med 57: 970,1971
2 Le notizie riportate, in gran parte sono state fornite dal Dott. Fabio Martino
3 F Martino. A Di Serio, L Macarini et al: Angolo del solco della troclea femorale. Valutazione
ecografica. Radiol Med 89: 215-21, 1995
4 I dati sull’attività didattica del Dott Martino e dei suoi collaboratori e in parte sull’attività scientifica
svolta dal Dott Martino negli ultimi anni sono stati da lui gentilmente comunicati.
247
All’Ospedale dei Bambini “G. Di Cristina” di PALERMO nella seconda metà
degli anni Cinquanta viene installato un apparecchio radiologico (Rangoni
Puricelli) ad anodo fisso. La responsabilità dell’attività radiologica continua ad
essere affidata ad un consulente esterno, radiologo generale, che una volta alla
settimana esegue le indagini radiologiche, i cui referti vengono stilati dal radiologo
congiuntamente con i pediatri o addirittura esclusivamente da questi.
Nel 1966 viene istituito un vero e proprio Servizio di Radiologia, la cui
responsabilità viene affidata per concorso a Cristofaro Emmola, che riceve
l’incarico di aiuto.
Emmola, che è nato a Marsala nel 1932, ha compiuto la sua formazione
scientifica e professionale all’Istituto di Radiologia dell’Università di Palermo,
diretto dal Prof. Pietro Cignolini. All’inizio (anno 1960) come medico interno,
successivamente dal I novembre 1961 come assistente straordinario e con tale
ruolo rimane per 6 anni; dopo, per pochi mesi è assistente ordinario.
Contemporaneamente dal I ottobre 1966 è incaricato come aiuto, secondo quanto
è già stato detto sopra, del Servizio Radiologico dell’Ospedale per Bambini “G. Di
Cristina”, dal I aprile 1968 diviene aiuto radiologo di ruolo presso lo stesso
Ospedale, di cui è direttore il Prof. Michele Gerbasi, successore del Prof.
Salvatore Maggiore, dal 1949.
Dal gennaio 1974 Cristofaro Emmola (CE) ottiene per concorso il posto di
Primario Radiologo dell’Ospedale dei Bambini “G. Di Cristina” ed in tale carica
rimane fino al pensionamento avvenuto nel dicembre 1994. Questo in sintesi il
“curriculum” di CE, acquisito in base alle notizie da lui stesso fornite.
Durante la sua direzione, sul finire degli anni Ottanta viene introdotta, la
ecografia, purtroppo in ritardo, come era avvenuto in altri Servizi di Radiopediatria
italiana; l’acquisizione di questa metodica costituisce un altro importante
progresso per l’Ospedale “G. Di Cristina” che così diviene un centro di riferimento
nel campo della patologia pediatrica per la città di Palermo e per la Sicilia
occidentale.
Emmola può considerarsi il pioniere della Radiologia palermitana; infatti ha
apportato un contributo determinante allo sviluppo di questa disciplina a Palermo,
con la sua attività scientifica e didattica, di cui tratterò in seguito e con la
248
formazione di un gruppo di giovani e valorosi allievi. Tra i suoi collaboratori
emerge Vincenzo Novara che dal 1994, dopo il pensionamento del Prof. Emmola,
assume la responsabilità primariale, dando un ulteriore e significativo impulso alla
branca specialistica radiologica pediatrica.
Vincenzo Novara
(VN) si iscrive alla Facoltà di Medicina e Chirurgia
dell’Università di Palermo nell’anno accademico 1965-66. Dimostra subito
notevole impegno negli studi frequentando come allievo interno gli Istituti di
Anatomia Umana e di Patologia Medica
e al IV anno diviene allievo interno
dell’Istituto di Radiologia, manifestando fin da allora un interesse particolare per la
Radiologia e la Medicina Nucleare consegue con pieni voti e la lode la laurea in
Medicina e Chirurgia discutendo la tesi su “I radioisotopi nello studio morfologico e
funzionale della tiroide”.
Conseguita la laurea, presta servizio come medico interno all’Istituto di
Radiologia dell’Università dal novembre 1971 e gli anni seguenti. 1972, 1973 e
1974. Ottiene la specializzazione in Radiologia Medica con il massimo dei voti e la
lode nel dicembre 1974 con la tesi: “I dosimetri a radiotermoluminescenza”,
durante la Direzione del Prof. A Laconi.
Dal 1° gennaio 1975 è Assistente radiologo presso l’Ospedale V. Cervello
(USL 60) fino alla metà di marzo 1982. Da questa data diviene aiuto radiologo
presso l’Ospedale dei Bambini “G. Di Cristina” (USL 58). E’ nominato Primario di
Radiologia diagnostica nello stesso Ospedale con decorrenza dal 19 dicembre
1994.
Durante la sua direzione viene ammodernato il servizio di ecografia, con
l’acquisizione di apparecchiature eco-doppler ed eco-color-doppler. Finalmente nel
2002 viene acquisita un’apparecchiatura TC volumetrica dedicata alla Pediatria.
Attualmente (2003) il Servizio di Radiologia oltre agli apparecchi ecografici,
descritti sopra ed alla TC è dotato di due apparecchi di radiologia tradizionale, uno
telecomandato, con AB e l’altro con tavolo trocoradiografico e catena TV per gli
esami di pronto soccorso.
Nonostante le ripetute richieste non è stato fornito un apparecchio di
radiologia digitale.
249
L’organico medico risulta composto da 6 radiologi, compreso il Primario (di
II livello) e gli altri di I livello. Sono in servizio 6 TSRM e 4 infermiere, di cui una
esplica le funzioni amministrative.
Da vari anni è attivo un servizio di pronta disponibilità. Attualmente (2003),
l’attività annuale del Servizio di Radiologia del Di Cristina è la seguente:
Radiologia tradizionale n. 14.000 esami circa, Ecografia n. 9.000 esami circa, TC
n. 1300 esami circa. Complessivamente gli esami eseguiti sono 24.300 circa
all’annonota. Per le indagini di RM il Servizio si appoggia all’Ospedale Civico1.
L’attività scientifica e didattica della Radiopediatria palermitana è stata
svolta dal Prof. Cristofaro Emmola e dal Dott. Vincenzo Novara e viene tutt’ora
effettuata da quest’ultimo. Il primo è stato autore di varie pubblicazioni e
comunicazioni a Convegni della SIRMN in Radiopediatria e Radiologia generale.
Non è stato possibile ottenere dalla fonte diretta notizie su questa attività, per cui
ho dovuto consultare i volumi della Letteratura Radiologica italiana pubblicati negli
anni Cinquanta e Sessanta e riviste degli stessi periodi dedicate alla Radiologia
ed alla Pediatria, ma l’elenco delle pubblicazioni sarà senz’altro incompleto.
La patologia di cui si è interessato Cristofaro Emmola (CE) riguarda
soprattutto
l’apparato
scheletrico;
l’osteoartropatia emofilica,
nell’infanzia,
3
2
una
delle
prime
pubblicazioni
tratta
seguono la calcificazione dei dischi intervertebrali
alcune pubblicazioni attinenti alle affezioni vertebrali e la
craniolacunia.
Nel 1967 CE presenta due comunicazioni al I Simposio italiano di
Radiologia Pediatrica, svoltosi a Torino: “ La Picnodisostosi” e “La distrofia
toracica asfissiante; quadro radiologico”.
Altre due pubblicazioni in coll. con U Guajana, sono attinenti a patologia
dell’apparato digerente: “Ernia congenita paraesofagea dell’antro gastrico in
lattante” e “Stenosi ipertrofica del piloro”.
CE si distingue nell’attività didattica svolta all’Istituto di Radiologia
all’Università di Palermo dopo la sua nomina ad assistente straordinario
dell’Istituto stesso. Nell’anno accademico 1961-62 e negli anni successivi durante
la Direzione del Prof. Pietro Cignolini, effettua le esercitazioni agli studenti del V
250
Corso di Medicina e agli specializzandi in Radiologia. Inoltre impartisce lezioni
nella Scuola di Specializzazione in Radiologia negli anni accademici 1962-63 e
1963-64. L’incarico per le esercitazioni agli studenti di Medicina e agli
specializzandi viene confermato dal successore del Prof. Cignolini, Prof. Antonino
Laconi, fino al 31 marzo 1968, data in cui CE, come è già stato segnalato, diviene
aiuto radiologo dell’Ospedale dei Bambini “G. Di Cristina”.
A CE succede il Dott. Vincenzo Novara nel 1994, che esplica una notevole
attività scientifica e didattica, anche negli anni precedenti la sua nomina a Primario
radiologo del Di Cristina. VN vanta nel suo “curriculum” diversi titoli accademici, tra
gli altri: è inscritto alla SIRM dal 1975; è membro attivo della European Society of
Pediatric Radiology (ESPR) dal 1992; e Professore a contratto presso la Scuola di
Specializzazione in Radiodiagnostica dal 1996. E’ stato Consigliere della Sezione
di Studio di Radiologia Pediatrica della SIRM nel quadriennio 1996-2000.
Notevole e qualificata l’attività scientifica e didattica di VN. Ammontano a 44
le sue pubblicazioni dal 1975 al 2001, tra cui una monografia e il capitolo di un
trattato, e così distribuite secondo la tipologia degli argomenti: dodici sono attinenti
all’apparato digerente, otto all’apparato respiratorio, sei all’endocrinologia, cinque
all’apparato scheletrico, ed altrettante all’oncologia e ad argomenti vari; infine tre
all’apparato urinario.
Tra i temi trattati riguardanti l’apparato digerente il maggior interesse è
costituito dallo studio del RGE in età pediatrica, in cui vengono messi a confronto il
ruolo della ecografia e della pHmetria.4
Altre problematiche di ordine clinico-radiologico, di frequente riscontro, sono
discusse dal Nostro: la stipsi, il bambino itterico
5
e l’ileo meconiale nella fibrosi
cistica.
In campo endocrinologico VN si dedica alla patologia tiroidea, inizialmente
studiata con i radioisotopi
6
e più recentemente impiegando l’eco-color-doppler in
soggetti in cui non viene precisata l’età ma verosimilmente in prevalenza adulti,
come si deduce dalla patologia considerata in alcuni lavori 7, 8
Nell’oncologia va segnalato lo studio “Integrated Wilm’s tumor of Childhood”
251
Interessanti le pubblicazioni inerenti all’apparato scheletrico, che riguardano
casi rari di osteodisplasie (Forma maligna infantile di I-cell disease: forma
recessiva; forma maggiore o tipo I di ipofosfatasia).
Rilevante anche l’attività didattica di VN, espletata sia in ambito
universitario come docente di Radiologia Pediatrica presso la Scuola di
specializzazione in Radiologia dall’anno accademico 1990-91 e seguenti fino ad
oggi (2003 compreso), sia come docente presso la scuola per Tecnici sanitari di
Radiologia medica nell’anno 1972-73 e dall’anno 1989-90 e seguenti fino ad oggi
(2003). 9
Dal 1990 ha tenuto numerose lezioni di aggiornamento (a corsi, convegni e
congressi) organizzati dalla SIUMB, dalla Sezione di Radiologia Pediatrica della
SIRM, dalla SIRM stessa, che sono stati dedicati alla Ecografia internistica.
Altri corsi di aggiornamento hanno avuto per oggetto la formazione del
personale medico in Radioprotezione, la diagnosi della fibrosi cistica ed altri temi
quali la Nefrologia pediatrica e la Medicina perinatale.
Da segnalare anche la partecipazione attiva di VN con la presentazione a
Convegni e Congressi nazionali ed internazionali di comunicazioni che sono state
inserite nell’elenco delle pubblicazioni; tra le altre vanno citate: “L’urolitiasi in età
pediatrica” presentata al IX congresso regionale della Società italiana di
Nefrologia.
Ottobre
1990;
“Colordoppler
ultrasonography
in
pediatric
intussusception” al VII congresso europeo di Radiologia (AER), Vienna 1993. Un
altro rapporto sul “Dolore addominale acuto del bambino” viene tenuto al
congresso annuale del MUP (1995). Al XXXVII Congresso annuale della ESPR
VN presenta una comunicazione dal titolo: “A very rare case: a pleural cystic
lymphangioma”.
NOTE E BIBLIOGRAFIA
nota Le notizie riportate sono state fornite dall’attuale Primario radiologo Dott. V Novara che sentitamente
ringrazio
1 Attualmente l’Ospedale dei Bambini “G. Di Cristina” fa parte dell’Azienda di Rilievo Nazionale e di Alta
Specializzazione Ospedale Civico e Benefratelli, G. di Cristina e M Ascoli.
2 C Emmola: L’osteoartropatia emofilica. Radiologia Pratica XII; 469, 1962
3 C Emmola, P Emmola: Le calcificazioni dei dischi intervertebrali nell’infanzia. Radiologia Pratica 14: 47,
1964
252
4 V Novara: Il reflusso gastro-esofageo in età pediatrica: confronto tra ecografia e pHmetria. Acta pediatrica
mediterranea 10:71, 1994
5 V Novara: Il bambino itterico. Radiol Med 99, Suppl 3: 126, 2000
6 V Novara: I radioisotopi nella diagnostica delle tireopatie. Piccin Ed., Padova, 1975
7 V Novara: Analisi flussimetrica nelle malattie tiroidee, ipotesi di integrazione con lo studio qualitativo con
color-doppler. Radiol Med 85: 606- 610, 1993
8 V Novara, R Lagalla, G Caruso, M Romano et al.: L’eco colordoppler nella patologia tiroidea. Radiol Med 85:
(5 Suppl. 1): 109-113, 1993
9 Come si è già detto il periodo considerato nell’opera va dall’inizio del Novecento fino all’anno 2003
compreso e pertanto non viene esaminata l’attività svolta nel periodo successivo a tale data.
253
La nascita delle sezioni di studio della SIRMN. La sezione di
studio di Radiologia Pediatrica.
L’esordio. I successi iniziali. I tentativi del comitato direttivo della
sezione per ottenere un riconoscimento ufficiale della Radiologia
Pediatrica Italiana.
Dopo lunga pausa seguita alla prematura e dolorosa scomparsa di Gian
Stefano Marchese, si ebbe la ripresa dell’attività radiopediatrica, da parte del
manipolo di giovani formatosi durante gli anni Sessanta attorno alla figura
carismatica dello Scomparso, che costituirono il Gruppo di Studio di Radiologia
Pediatrica della SIRMN, rappresentato nel 1974 da 39 membri, per la maggior
parte operanti in strutture pediatriche. 1
Il Prof. Ciro Sandomenico, Segretario del Gruppo di studio dei Radiologi
Pediatri e organizzatore della I riunione del Gruppo pronunciò un discorso di
circostanza.2 Dopo di lui presero la parola il Prof. Luigi Oliva, Presidente della
SIRMN che sottolineò l’importanza della costituzione dei gruppi di studio (le future
Sezioni di Studio) nell’ambito delle nuova organizzazione associativa della
Radiologia Italiana, e il Prof. Giuseppe Muscettola, che portò il suo saluto ai
congressisti.
Seguì la presentazione delle comunicazioni, ben ventidue, attinenti ad
argomenti diversi di Radiopediatria. Circa un terzo verterono sull’apparato
scheletrico inerenti a rari casi di displasie ossee illustrati da F Bellini, G Fariello, G
Iannaccone, A Pelizza, R Pinto et al., C Sandomenico e E Del Vecchio fecero
alcune considerazioni sull’osteosclerosi dell’età pediatrica.
Mi limiterò a citare alcune delle altre comunicazioni tra le più interessanti. G
de Filippi in coll. con E Grassi e M Randaccio ne presentò una inerente al’
”angiopneumografia in alcune displasie polmonari”; S Fasanelli, V Pansadoro e M
Pulone portarono un contributo su “Lo spasmo dello sfintere striato nella infezione
delle vie urinarie delle bambine”; G Iannaccone descrisse ”Quadri radiologici non
comuni di sindromi respiratorie in neonati” in base all’esperienza acquisita su
254
seimila soggetti, prematuri e a termine; E Porta e O Tamburrini analizzarono ”Gli
aspetti differenziali anatomo-embriologici e angiocardiografici della tetralogia di
Fallot e dello pseudo Fallot”. Infine E Schiavetti e A Bombarda intervennero con
una comunicazione sulle “Neoplasie polmonari nell’infanzia” e GF Vichi su “Le
ostruzioni cervico-uretrali estrinseche”.
Nel 1974 furono istituite nell’ambito della SIRMN le Sezioni di Studio, intese
come “articolazioni culturali dell’Associazione SIRMN aventi le finalità di
promuovere e sviluppare la ricerca e l’aggiornamento nei diversi campi dell’area
radiologica”. Ne furono promotore il Prof. Luigi Oliva e realizzatori tre componenti
del Consiglio Direttivo della SIRMN: Dario Gandini, Giacomo Nori-Bufalini e Ivo
Orlandini. 3
Negli
anni
74-75
furono
create
le
prime
Sezioni
di
studio:
la
Cardiovascolare, la Fisica Sanitaria, la Medicina Nucleare, la Radioterapia e la
Radiologia Pediatrica (SSRP). Questa ultima fu tenuta a battesimo a Genova nel
settembre del 1975 dal Prof. F Fugazzola, vicepresidente della SIRMN, in
rappresentanza del Prof. Luigi Oliva, impossibilitato ad essere presente per
impegni precedenti.
Veniva pertanto realizzata l’aspirazione del compianto GS Marchese e del
gruppo dei giovani radiologi italiani, da lui aggregato negli anni Sessanta del
secolo scorso.
Contemporaneamente si svolse il Convegno di radiologia Pediatrica,
secondo il regolamento delle Sezioni, durante il quale furono eletti come primo
Presidente della Sezione il Prof. Aldo Pelizza, Primario radiologo dell’Istituto “G.
Gaslini” di Genova ed il Comitato direttivo, così rappresentato: consiglieri, Marcello
Randaccio (Torino), Ciro Sandomenico (Napoli), Gian Franco Vichi (Firenze);
segretario: Sergio Fasanelli (Roma). Ne sarà dato ampio resoconto nel Capitolo
“Cronistoria della Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica” (v. pag….).
I primi 8 Convegni della Sezione si svolsero annualmente con sede, come
già detto a Napoli e Genova ed in seguito a Firenze, Torino, Milano, Bologna,
Roma e Trieste in concomitanza con l’assemblea dei Soci della Sezione.
In seguito i Convegni ebbero cadenza biennale, essendo stato deciso di
non formalizzare il Convegno negli anni in cui aveva luogo il Congresso Nazionale
255
della SIRMN, pur continuando a svolgersi l’assemblea generale dei soci della
Sezione durante questa manifestazione.
In occasione del IX Convegno della Sezione, svoltosi ad Ancona nel
settembre del 1983 fu presa la lodevole iniziativa di associare al Convegno un
corso di aggiornamento, che fu mantenuto nel corso di Convegni successivi.
Inizialmente il regolamento delle Sezioni prevedeva come requisito per
l’iscrizione ad una Sezione che l’aspirante a divenire socio esercitasse
esclusivamente o almeno prevalentemente la sua attività nella branca radiologica
attinente alla Sezione e che non potesse aderire
a più di una Sezione. Era
prevista anche la possibilità che il Presidente o un Consigliere del Comitato
Direttivo di ogni sezione potesse partecipare alle sedute del Consiglio Direttivo
della SIRMN. Successivamente coi regolamenti del 1993 e del 1998 tali norme
furono disattese e fu ammessa l’iscrizione a più Sezioni.
Nel contempo si è verificato un aumento progressivo del numero delle
Sezioni, arrivato alla 18° alla fine del secolo scorso, “dimostrazione delle
potenzialità scientifiche ed organizzative dei soci”, ma non esente dalle critiche di
chi ha interpretato la gestione delle Sezioni come centri di potere e un mezzo per
acquisire titoli di carriera.
A mio avviso anche l’appartenenza di un socio a più sezioni è dispersivo in
quanto costituisce un impegno notevole di tempo e dispendio di energie, tenuto
conto delle molteplici attività connesse con l’appartenenza ad ogni singola sezione
(convegno nazionale, assemblea annuale, vari corsi ecc.) senza considerare le
altre attività dei soci (professionali, didattiche, partecipazione a importanti
Congressi Nazionali, Internazionali ecc.), cui si è cercato di ovviare con la
proposta di riunioni congiunte con altre Sezioni in occasione del Convegno
Nazionale e per la Sezione di tecnica, di tenere il Convegno insieme alla Sezione
di organo.
Opportuna la disposizione del regolamento del 1998 che, in merito alla
elezione del Comitato Direttivo oltre a ribadire la richiesta di presentazione della
candidatura insieme a un breve curriculum almeno tre mesi prima delle elezioni,
dispone che siano ammessi alle votazioni Soci ordinari in regola con l’iscrizione da
256
almeno 3 mesi presenti all’Assemblea degli iscritti, ciò per ovviare alle irregolarità
verificatesi in precedenti elezioni.
Espressione dell’attività della Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica
(SSRP) sono stati i Convegni Nazionali svolti nella seconda metà degli anni
Settanta e durante gli anni Ottanta e Novanta che hanno visto la partecipazione
attiva dei Soci e dei simpatizzanti della Radiopediatria con comunicazioni e
relazioni di buon livello su argomenti di interesse pediatrico, prestabiliti, o a tema
libero, animate da discussioni proficue, di cui verrà trattato più avanti in modo
sintetico.
Seguirono i corsi di aggiornamento, i corsi itineranti, ed altre iniziative
importanti.
Rimandiamo al I Capitolo della seconda parte per quanto riguarda la ricerca
scientifica e le applicazioni pratiche della TC, della RM e della RD in
Radiopediatria, che purtroppo, salvo alcune eccezioni, non furono acquisite dagli
ospedali pediatrici; infatti mentre fin dalla seconda metà degli anni Settanta molti
ospedali generali, più o meno importanti, si dotavano di apparecchiature di
tomografia computerizzata, soltanto due grandi ospedali pediatrici acquisirono la
TC, l’Ospedale “Santobono” di Napoli nel 1979 e l’Ospedale “Burlo Garofalo” di
Trieste all’inizio degli anni Ottanta. Altri due centri ospedalieri rilevanti, l’Istituto “G
Gaslini” di Genova e l’Ospedale pediatrico “Bambino Gesù” di Roma poterono
usufruire di apparecchi TC, verso la metà degli anni Ottanta apportando notevoli
contributi sia dal lato scientifico che assistenziale, apprezzati non solo in Italia ma
anche in ambienti internazionali. D’altra parte i Servizi Radiologici delle Cliniche
Universitarie, quasi sempre non autonomi, poterono appoggiarsi sia per la TC che
per la RM agli Istituti di Radiologia universitari.
Come vedremo successivamente la maggior parte degli Ospedali Pediatrici,
che non avevano chiuso i battenti durante la crisi degli anni Novanta dovette
attendere la fine del secolo scorso o l’inizio del terzo millennio per ottenere dei
moderni apparecchi di TC e di RM
Dopo il brillante l’esordio della SSRP furono fatti dei passi, all’inizio degli
anni Ottanta, per ottenere un riconoscimento ufficiale della Radiologia Pediatrica,
con la richiesta di prendere in esame la possibilità di ottenere dal Ministero della
257
Sanità la istituzione di un esame di idoneità a Primario di Radiologia Pediatrica.
Ne fu promotore Pietro Gugliantini, Presidente della SSRP che presentò
un’istanza in tal senso al Prof. Gian Franco Pistolesi, Presidente in quel periodo
della SIRMN, ma il tentativo non ebbe alcun seguito. 4
Da notare che nello stesso periodo fu concessa un’autonomia alle Sezioni
di Fisica Sanitaria, di Medicina Nucleare (SAMN) e di Radioterapia oncologica
(SARO); queste ultime all’inizio degli anni Novanta si costituirono in Associazioni:
AIMN e AIRO.
Anche la Radiologia Pediatrica avrebbe dovuto avere un analogo
riconoscimento, data l’enorme importanza di questa branca della Radiologia che
ha per oggetto lo studio del bambino nelle varie fasi dello sviluppo, dalla nascita
alla adolescenza, con un processo evolutivo continuo sotto l’aspetto anatomofisiologico e una patologia multiforme e complessa, malformativa e acquisita, ben
diversa da quella dell’adulto, che richiede al Radiopediatra, come ha fatto rilevare
Giorgio de Filippi il possesso di un “bagaglio culturale scientifico ed una
metodologia adeguata”. 5
Significativa in proposito l’affermazione di GF Pistolesi, presidente della
SIRMN nella prima metà degli anni Ottanta, che a Firenze in occasione
dell’inaugurazione del XXI Convegno della ESPR, svoltasi nell’austero Salone dei
Cinquecento di Palazzo Vecchio, tra l’altro affermò che “I Radiopediatri
costituiscono un gruppo elitario” della Radiologia dotato di una particolare carica di
umanità, richiesta a chi si avvicina al più indifeso dei malati, “il bambino malato” ed
infine soggiunse come la SIRMN “guardi ai Radiopediatri con un occhio
particolarmente attento”. 6
Nonostante che la Radiologia Pediatrica abbia caratteristiche particolari
riconosciute anche da personalità di spicco della Radiologia Italiana, non ha mai
avuto riconoscimenti accademici quali un insegnamento universitario della
Radiologia Pediatrica nel corso di Laurea e nelle Scuole di Specializzazione, l’
istituzione
di
una
Scuola
di
Specializzazione
in
Radiologia
Pediatrica
analogamente a quanto concesso alla Medicina Nucleare e alla Radioterapia
oncologica, che, a norma di statuto, avrebbero avuto anche una rappresentanza
della Sezione nel Consiglio Direttivo della SIRMN.
258
La mancanza di questi requisiti accademici, ben analizzata da G Beluffi nel
capitolo: ”Pediatric Radiology in Italy: its status before and after the foundation of
the European Society of Pediatric Radiology”, 7 che avrebbero aperto la possibilità
di una carriera universitaria a molti giovani dotati, attratti dalla Radiologia
Pediatrica, ha costituito una delle diverse cause, determinante lo stallo di questa
disciplina e la crisi della maggior parte degli Ospedali Pediatrici, verificatisi tra la
fine degli anni Settanta e gli anni Novanta. Tra queste vanno considerati i problemi
di ordine politico,8 economico e costituiti dai notevoli costi di acquisto e di
installazione delle macchine pesanti e della sostituzione delle apparecchiature di
radiologia tradizionale, spesso divenute obsolete che non vengono ammortizzati
per il numero di richieste di esami, relativamente scarso in relazione alla riduzione
progressiva delle nascite.
D’altra parte la peculiarità di alcune malattie del bambino (del SNC,
malformazioni complesse, anche se rare singolarmente considerate, ma che
complessivamente risultano più o meno frequenti, ed altre) richiedono sempre più
la disponibilità di macchine di elevata tecnologia, per la cui gestione è necessario
personale di notevole competenza, specialmente quando si tratta della RM.
BIBLIOGRAFIA
1 Dal fascicolo: I Riunione Nazionale del Gruppo di studio di Radiologia Pediatrica, Napoli 1974
2 Per la verità storica, la prima riunione di Radiologia Pediatrica ebbe luogo a Torino nel 1968,
organizzata da GS Marchese (I Simposio Italiano di Radiologia Pediatrica che riscosse un
notevole successo
3 Lettere al Direttore Gigi Oliva “promotore” delle Sezioni di Studio. Il Radiologo XL: 154, 2001
4 V. Cronistoria della Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica
5 La Radiologia Pediatrica tra l’incudine e il martello. Radiol Med 82: 10-12, 1991
6 IX Corso di aggiornamento post universitario e XXI Congresso dell’ “European Society of
Pediatric Radiology” (ESPR), Firenze, 10-14 Aprile 1984. Radiol Med 70: 661-662, 1984.
7 G Beluffi in: HJ Kaufamnn, H Ringertz, E Sweet (a cura di): The first 30 years of the ESPR. The
History of Pediatric Radiology in Europe. Pag 79-91. Springer Verlag, Berlin, Heidelberg, New
York, 1993
8 Tra i punti programmatici della Riforma Sanitaria in gestazione, viene proposta l’abolizione degli
Ospedali specializzati e pertanto anche degli Ospedali pediatrici, che incontra notevole perplessità
e opposizione negli ambienti medici interessati. Alla fine prevale il buon senso e viene accantonata
la proposta con vantaggio dei pazienti e nella fattispecie dei bambini malati
259
Breve cronistoria della sezione di Studio di Radiologia Pediatrica
della SIRMN (Convegni, corsi di Aggiornamento, Comitati
direttivi, altro).
Si è già trattato della cronistoria del I Convegno del Gruppo di Studio di
Radiologia Pediatrica.
Nel II Convegno, svoltosi a Genova nel settembre del 1975, si è proceduto
alla elezione del I Comitato Direttivo, che risultò così composto: Presidente: Aldo
Pelizza (Genova). Consiglieri: Marcello Randaccio (Torino), Ciro Sandomenico
(Napoli), Gian Franco Vichi (Firenze). Segretario: Sergio Fasanelli (Roma).
Organizzatore del Convegno fu il Prof. Polizza primario radiologo dell’Istituto “G.
Gaslini”.
La conferenza di apertura dal titolo: “Limiti attuali di interpretazione
radiografica del torace nelle sofferenze respiratorie del neonato” fu tenuta dal Prof.
J Sauvegrain del Servizio di Radiologia dell’Hôpital des Enfants Malades di Parigi.
Seguirono 11 comunicazioni, di cui sette attinenti al tema di relazione “La
radiologia nell’insufficienza respiratoria del neonato” e le restanti a tema libero.
Il III Convegno fu organizzato fu organizzato a Firenze nel novembre del
1976 dal Prof. Gian Franco Vichi, Primario del locale Ospedale Pediatrico “A.
Meyer”.
La conferenza di apertura su “Le osteocondrodisplasie presenti alla nascita”
fu svolta dal Prof. P Maroteaux “Maitre de Recherches” al “Centre Nazionale de la
Recherche Scientifique” a Parigi in Francia.
Erano presenti il Prof. GR Burgio, Presidente della Società Italiana di
Pediatria, numerosi radiologi della Sezione di Radiologia Pediatrica ed un folto
gruppo di radiologi, pediatri e genetisti.
La I sessione fu dedicata al tema di relazione “L’indagine radiologica nelle
sindromi da aberrazione cromosomica” e si concluse con due importanti argomenti
di neuropatologia pediatrica: l’una, le displasie congenite ed ereditarie del S.N.C. e
l’altra, i quadri radiologici di alcune cerebropatie infantili.
260
Nella II sessione furono svolte una serie di comunicazioni riguardanti alcune
affezioni dell’apparato respiratorio nell’infanzia, varie comunicazioni su argomenti
diversi di Radiologia Pediatrica, attinenti gli apparati scheletrico, digerente e uro–
genitale, ed indagini angiografiche.
Il IV Convegno annuale della Sezione, organizzato dal Prof. Marcello
Randaccio, Primario dell’Ospedale Pediatrico “Regina Margherita”, ebbe luogo a
Torino nel novembre 1977.
Come tema di relazione fu scelto un argomento di estremo interesse e di
vasta portata “Diagnostica e terapie radiologiche dei processi espansivi in
Pediatria”.
La I sessione fu imperniata su numerose comunicazioni aventi per oggetto il
tema di relazione:
- la terapia oncologica,
- la diagnostica neuroradiologia dei processi espansivi endovenosi
- la diagnostica tradizionale angiografica dei processi espansivi addominali,
retroperitoneali (tumore di Wilms e neuroblastomi) ed il ruolo delle nuove
metodiche nella diagnostica: ecografia, medicina nucleare, xeroradiografia, ma
soprattutto la TAC, metodica emergente.
Seguirono interessanti comunicazioni a tema libero, tra cui da segnalare:
l’indagine defecografica nelle malformazioni anorettali operate, il quadro
radiologico nell’enterocolite necrotica, il reflusso vescico-ureterale primitivo e la
nefropatia da reflusso, l’indagine xeroradiografica nelle miopatie.
Il V Convegno della Sezione fu organizzato dalla Prof.ssa Fiorenza Bellini,
Primario
del
Reparto
di
Radiologia
Pediatrica
degli
Istituti
Clinici
di
Perfezionamento (ICP) di Milano, nel novembre 1978.
Due furono i temi del Convegno: l’uno dedicato al ruolo svolto dalla
radiologia nelle sindromi da malassorbimento; l’altro inerente la terapia radiologica
e medica nell’angioma cutaneo.
La prima sessione fu introdotta da due letture di aggiornamento, l’una
clinica svolta da Prof. A Rubino e l’altra radiologica dal Prof. P Gugliantini; fu poi
presentato un protocollo radiologico da E Schiavetti e F Barbaccia.
261
Seguirono alcune comunicazioni inerenti al tema. Il secondo tema si svolse
come tavola rotonda, a cui parteciparono specialisti di diverse discipline (pediatria,
dermatologia, radioterapia, chirurgia plastica). Gli intervenuti discussero le
indicazioni e i trattamenti terapeutici delle manifestazioni cutanee degli angiomi.
In un’altra sessione furono svolte comunicazioni su alcuni argomenti di
attualità di radiologia pediatrica: le indicazioni dell’esame radiografico del cranio
nei traumatismi; la TAC nello studio dell’idrocefalia, l’impiego degli schermi di
rinforzo alle terre rare, per non citare che quelle di maggior rilievo.
Un breve commento sui convegni IV e V della Sezione, che furono gli ultimi
con una sessione dedicata alla terapia radiologica delle neoplasie infantili. Ormai
la Radioterapia aveva acquisito un alto grado di specializzazione tale da richiedere
agli operatori del settore una mole di conoscenze di oncologia, di radiobiologia, di
fisica, delle alte energie, che non potevano essere alla portata dei radiopediatri,
anch’essi impegnati in una branca da considerarsi esclusiva o quasi.
Il VI Convegno Nazionale della Sezione, di cui fu organizzatore il Dr.
Cesare Montanelli, responsabile del Reparto di Radiologia Pediatrica, dipendente
dall’Istituto di Radiologia dell’Università, si svolse a Bologna alla fine di ottobre del
1979. Alla riunione, dato il suo carattere interdisciplinare parteciparono oltre ai
radiologi, chirurghi pediatrici e neurochirurghi.
Il Convegno, preceduto dall’introduzione del Prof. Remigio Domini, direttore
dell’Istituto di Chirurgia Pediatrica dell’Università di Bologna, su “Le indicazioni
clinico-chirurgiche per lo studio radiologico del traumatizzato” e del Prof. Aldo
Pelizza su “La metodologia di studio radiologico nel traumatizzato” fu suddiviso in
due sessioni. Nella prima furono trattati i traumi addominali, sia dal punto di vista
clinico, che radiologico evidenziando il ruolo della radiologia tradizionale,
dell’angiografia e delle nuove metodologie (ecografia e TAC). Successivamente si
presero in considerazione i traumi cranio-cerebrali e i traumi cranio-facciali,
sottolineando il ruolo diagnostico svolto dall’angiografia, delle altre metodiche
neuroradiologiche tradizionali ed in particolare il recente apporto diagnostico della
TAC.
Nel giorno seguente si svolse la seconda sessione, che ebbe per oggetto la
trattazione dei traumi toracici e i traumi vascolari viscerali e periferici.
262
Concluse il convegno la presentazione di oltre 20 comunicazioni a tema
libero di maggior interesse tra cui “Descrizione di casi di rare displasie ossee” e
argomenti di attualità quali: “Il bilancio angiografico dei risultati della radiochemioterapia nelle neoplasie addominali dell’infanzia”, altri inerenti il ruolo delle
nuove metodiche in età pediatrica: ”Gli aspetti ecotomografici dei processi
espansivi addominali”, “La TAC associata a pneumomediastino nella patologia del
timo”; “Il confronto tra la cistouretrografia minzionale con tecnica radiografica
convenzionale e con radionuclidi”.
Nel corso dell’assemblea dei Soci si procedette alla elezione del Comitato
Direttivo della Sezione per il quadriennio 1980-83, che risultò così composto:
Presidente: P Gugliantini (Roma). Consiglieri: F Bellini (Milano), R Perale
(Padova), G Tamburini (Napoli). Segretario: G Fariello (Roma). Past-President: A
Pelizza (Genova).
Il VII Convegno della Sezione fu tenuta a Roma, nel novembre del 1980
sotto la Presidenza del Prof. Pietro Gugliantini e con la partecipazione di quasi
tutti gli iscritti alla Sezione (al momento 75) ed anche di numerosi radiologi
generali e pediatri. Era presente anche il neo presidente della SIRMN, Prof. GF
Pistolesi, che ebbe “espressioni di viva simpatia e di particolare considerazione sia
dal punto di vista professionale che da quello didattico-scientifico per i radiologi
pediatri italiani”. 1
Il convegno si svolse in due sessioni separate: la prima dedicata al
“Significato attuale dell’esame radiologico in gastroenterologia pediatrica.
Correlazioni e confronti con le altre tecniche di indagine” e la seconda sul tema di
attualità “Tecniche non tradizionali in radiologia pediatrica”.
La prima sessione fu introdotta dalla Dott.ssa Noemi Perlmutter-Cremer,
radiopediatra dell’Hôpital Universitarie Saint Pierre di Bruxelles, che tenne una
brillante conferenza dal titolo “Indicazioni attuali delle diverse tecniche di indagine
radiologica, endoscopica e isotopica in gastroenterologia pediatrica”.
Seguirono varie comunicazioni, in cui fu riferita l’esperienza acquisita da
alcuni importanti centri ospedalieri e universitari sul ruolo attuale dell’indagine
radiologica tradizionale confrontata con le indagini endoscopiche, manometriche,
isotopiche e bioptiche, ove richieste dalla Clinica, in varie affezioni
263
digestive
dell’infanzia (il reflusso gastro-esofageo, sindromi da malassorbimento, malattia di
Hirschsprung e le varie forme di megacolon).
Nella seconda sessione furono apportati contributi importanti sulle
metodiche non tradizionali introdotte in radiodiagnostica negli ultimi anni:
ecotomografia, da sola in prima istanza o associata alla angiografia, la tomografia
computerizzata, la xeroradiografia, applicata alla patologia pediatrica.
Purtroppo la maggior parte delle comunicazioni furono presentate dai
Reparti radiologici degli Istituti Universitari e dagli Ospedali generali; infatti proprio
in quel tempo solo alcuni Servizi radiologici Ospedalieri stavano acquisendo
apparecchiature ecografiche e, a quanto mi consta, unico tra gli Ospedali
pediatrici l’Ospedale Santobono degli Ospedali Riuniti per Bambini di Napoli aveva
la disponibilità di una TAC.
Ultima annotazione inerente il Convegno: per la I volta nella storia della
sezione fu predisposta una sessione di Poster.
L’VIII Convegno Nazionale della Sezione ebbe luogo a Trieste nel
settembre del 1981. Ne fu l’organizzatore il Prof. Mario Pini, Primario radiologo
dell’Istituto per l’infanzia “Burlo Garofolo” di Trieste.
La Conferenza inaugurale dal tema “Patologia malformativa cardiovascolare
e polmonare critica in età neonatale e del lattante. Metodiche
diagnostiche attuali valide per le indicazioni alla terapia chirurgica ed il controllo
dei risultati”, fu tenuta dal Prof. A Bertolini, Primario chirurgo della Divisione di
Cardiochirurgia e Chirurgia vascolare dell’Istituto “G. Gaslini”.
Furono presentate una dozzina di comunicazioni attinenti al tema del
Convegno: ”Nuovi orientamenti, nuove metodiche e tecniche dell’esame
radiologico dell’apparato digerente in Pediatria”.
Dopo un intervento del Prof. F Panizon della Clinica Pediatrica dell’
Università di Trieste sulle indicazioni agli esami radiologici e strumentali nelle
infezioni urinarie del bambino, i contributi di maggior interesse riguardarono lo
studio della masse renali e pararenali mediante l’ecografia e la TAC confrontate
con le indagini tradizionali; le correlazioni tra la cistouretrografie minzionale e
urodinamica nella patologia urinaria del bambino e l’approccio sperimentale alla
264
nefropatia da reflusso trattato da R Perale dell’Istituto di radiologia dell’Università
di Padova.
La II sessione fu dedicata alle comunicazioni a tema libero (circa una
dozzina).Tra gli argomenti trattati di maggior interesse: due comunicazioni sulla
fibrosi cistica: “Ruolo delle indagini radiologiche tradizionali”, ed ”Esame
radiologico del torace nello screening in età neonatale e classificazione radiologica
delle alterazioni broncopolmonari con proposta di un nuovo metodo di punteggio”
(GF Vichi e coll., Firenze). Seguirono alcune comunicazioni sull’impiego della TAC
e della Ecografia nelle patologia encefalica del neonato (G Fariello e coll., Roma);
della TAC nello studio dell’apparato muscolo-scheletrico, nella patologia renale e
surrenalica (M Tortora e ML Valentino et al., Napoli); determinazioni dosimetriche
della dose assorbita negli esami addomino-pelvici eseguiti con TAC, confrontate
con le dosi assorbite in indagini urografiche (M Tortora e ML Valentino et al.,
Napoli); infine fu presentato uno studio sull’ecografia addominale in età pediatrica
(E Martelanc e PP Guastalla, Trieste)
Nel 1982 l’attività scientifica e l’assemblea dei Soci della Sezione, secondo
il nuovo regolamento, anziché essere oggetto di un convegno, si svolsero durante
il XXX Congresso della SIRMN, tenutosi a Milano nel mese di Giugno, abbinato
agli “Incontri Mediterranei di Radiologia”. La lezione di aggiornamento su “La
Radiodiagnostica dell’artrite reumatoide” fu tenuta dalla Prof.ssa Fiorenza Bellini
(Milano).
Seguirono due simposi, l’uno su “Le angiodisplasie arteriose, venose e
linfatiche” con una introduzione del Prof. Marcello Randaccio e l’altro, introdotto
dal Prof. A Corinaldesi, Direttore dell’Istituto di Radiologia dell’Università di
Bologna, su “L’urografia nella urgenza addominale”.
Le comunicazioni a tema libero furono una ventina, di cui sette dedicate ad
anomalie dell’arco aortico e a displasie vascolari; la maggior parte delle restanti
costituirono un ulteriore contributo alla conoscenza del ruolo svolto dalla Ecografia
e dalla TAC, metodiche emergenti, nello studio dei processi espansivi addominali
in genere ed in particolare nello studio del tumore di Wilms e nel neuroblastoma.
Gli ultimi due simposi di notevole interesse ebbero come tema,
rispettivamente “Reperti dubbi o ingannevoli” introdotto dalla Prof.ssa Elisabetta
265
Schiavetti e “Indagini inutili o di utilità opinabile” in Radiologia Pediatrica, introdotto
dal Prof. Riccardo Perale.
Per la 1° volta nei Congressi Nazionali della SIRMN venne allestita una
sezione di poster alla quale parteciparono anche alcuni radiopediatri della
Sezione. GF Vichi e coll. con la presentazione di 2 poster: “Un nuovo metodo per
la valutazione della maturazione scheletrica nel 1° anno di vita” e “Le distrofie
muscolari giovanili, studiate con la xeroradiografia”; P Toma, A Pelizza et al., con
2 poster su “Le malattie respiratorie croniche in età pediatrica: epidemilogia e
valutazione radiologica” e un altro su “Diagnostica radiografica precoce nella I cell
disease”.
Nell’esposizione
scientifica
–
negativoscopi vennero
poi presentati
“Teratoma ovarico in età pediatrica” e “Casuale dimostrazione del dotto di Cowper
in età pediatrica” da G.Beluffi e coll. (Pavia).
Il I Corso Nazionale di aggiornamento in Radiologia Pediatrica ed il IX
Convegno nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica, organizzati dal Dott.
Stefano Riggio, Primario radiologo dell’Ospedale Pediatrico “G Salesi” di Ancona
e dei suoi collaboratori, si svolsero in questa Città nel settembre 1983. 2
Il Corso di aggiornamento fu preceduto da un’allocuzione dei Cattedratici di
Pediatria e Radiologia della locale Università, rispettivamente Prof. PL Giorgi e
Prof. F Amici. Ne fu coordinatore il Prof. A Pelizza (Genova).
Quattro furono i temi del Corso: Il primo sull’indagine radiologica
dell’apparato digerente del neonato, fu suddiviso in due parti: l’una dedicata
all’esofago e allo stomaco, fu trattata dal Prof. GF Vichi di Firenze e l’altra,
riguardante il duodeno, il tenue e il colon, fu esposta dal Dott. E Gallo di Modena.
La seconda lezione su “La radiologia dell’apparato respiratorio del neonato”
fu tenuta dalla Prof.ssa E Schiavetti di Milano dopo un’introduzione clinica del
Prof. C Caramia di Ancona su “L’insufficienza respiratoria nel neonato”.
Il terzo tema su “Lo scheletro infantile” fu articolato in due lezioni: l’una
svolta dal Prof. M Ravaglia, ortopedico di Ancona, su “La displasia congenita delle
anche” e l’altra su “La pseudopatologia dell’osso in accrescimento” venne trattata
dal Prof. C Sandomenico di Napoli.
266
“L’attualità in craniologia infantile” costituì l’ultimo tema, di estremo
interesse, del corso. Gli interventi di maggior importanza verterono su “L’impiego
delle nuove metodiche in radiodiagnostica craniologica; l’ecografia e la TC
applicate da sole o associate, nella patologia encefalica del neonato e del
lattante”. G de Filippi (Ospedale “C. Arrigo”,
Alessandria) intervenne su
“L’ecografia cerebrale nel neonato e nel lattante”, illustrandone dettagliatamente la
tecnica di esecuzione e l’anatomia dell’encefalo. L Garel (“Hôpital des Enfants
Malades”, Parigi), descrisse le indicazioni dell’ecografia transfontanellare nel
lattante. G Beluffi (Servizio di Radiodiagnostica, “Policlinico S.Matteo”, Pavia) A
Ometto e G Rondini (Divisione di Patologia Neonatale dello stesso Policlinico),
riferirono della loro esperienza diagnostica di patologia cerebrale nei neonati in
terapia intensiva, con ecografia transfontanellare.
U Pasquini (Servizio di Neuroradiologia, “Ospedale Regionale”, Ancona)
presentò i risultati ottenuti con la TC ad alta risoluzione nello studio cranioencefalico. La correlazione ed il confronto Eco-TC nello studio dell’encefalo del
lattante furono presi in considerazione da PP Guastalla, E Martelanc, S D’Ottavio
et al. (Istituto per l’infanzia “Burlo Garofolo”, Trieste) e da M di Egidio (Teramo).
La diagnostica radiografica delle malformazioni della cerniera atlo-occipitale
fu trattata da A Carella, CF
Andreula, MA Gentile et al. del Servizio di
Neuroradiologia, Università di Bari. A Fileni, C Colosimo Jr., M Moschini et al.
(Istituto di Radiologia, UCSC, Roma) illustrarono il ruolo della radiologia
tradizionale, della xeroradiografia e della tomografia computerizzata nelle
craniostenosi. Chiuse il corso una relazione con la proposta di un protocollo di
indagine neuroradiologica per le varie patologie cranio-encefaliche nell’infanzia di
U Salvolini (Servizio di Neuroradiologia, USL 12, Ancona).
Nella stessa sessione L Lovisatti (Istituto di Radiologia dell’Università,
Verona)
svolse
un’interessante
lettura
su
“L’approccio
radiologico
alle
endocrinopatie chirurgiche in età pediatrica”.
Il Convegno ebbe luogo il giorno seguente dopo un’allocuzione del Prof. D
Gaburro, Presidente della Società Italiana di Pediatria e l’altra del Prof. GF
Pistolesi, presidente della SIRMN, che ribadirono il concetto già espresso dal Prof.
PL Giorgi, Direttore della Clinica Pediatrica dell’Università di Ancona, sulla
267
necessità della correlazione tra Clinica e Radiologia senza la quale le immagini
rimangono inutili espressioni della tecnologia radiologica. 2
Il Convegno fu preceduto da una brillante conferenza su “L’ecografia
pediatrica oggi: il punto”, tenuta da L Garel del Servizio di Radiologia de “L’Hôpital
des Enfants Malades” di Parigi.
I temi del Convegno furono due: “Attualità in Ecografia pediatrica” di cui fu
coordinatore il Prof. GF Pistolesi (Verona), e “Attualità in Radiourologia pediatrica”
e compresero una quindicina di comunicazioni. Tra le comunicazioni attinenti al
primo tema sono da segnalare: “L’Ecografia delle vie urinarie in età perinatale” (P
Tomà, Istituto “G. Gaslini”); “L’integrazione eco-scialografica nella patologia
parotidea” (F di Girolamo, G Brozzi, MT Muzzarelli, PL Giorni et al., Ancona)
argomenti
fino
allora
poco
trattati
nella
letteratura
radiopediatrica,
e
“L’ecotomografia nella patologia espansiva delle logge renosurrenaliche” (G Ghigi,
F Boriani, A Lucchi et al., Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna).
Tra le comunicazioni sul secondo tema, tutte interessanti, citerò le più
significative.
Contributi radiologici e medico-nucleari nella diagnostica della patologia
dell’apparato urinario in età pediatrica furono apportati da operatori di diversi
Istituti dell’UCSC (Roma): G D’Errico (Medicina Nucleare), C Fundarò (Pediatra), L
Perrelli (Chirurgia Pediatrica), C Del Grosso (Radiologia) et al., che intervennero
sulla patologia ostruttiva e da AL Valentini (Radiologia), G D’Errico, (Medicina
Nucleare), E Salvaggio (Pediatria), L Perrelli (Chirurgia Pediatrica), che
illustrarono le malformazioni. S Ricci, R De Castro, E Casolari et al. (Clinica
Chirurgica Pediatrica, Bologna), discussero le correlazioni tra cistomanometria e
cistografia minzionale nelle sindromi cisto-uretrali. Una messa a punto sulle
stenosi funzionali dell’uretra fu esposta da D Cuzzocrea, S Dalla Rovere, M Orrei
et al. (Ospedale Malpighi, Bologna). Di attualità la comunicazione “Criteri di
valutazione radiologica della crescita renale dopo terapia chirurgica antireflusso”,
presentati da G La Vecchia, AL Valentini (Istituto di Radiologia) e A Calisti et al.
(Chirurgia Pediatrica, UCSC, Roma).
Nella sessione comunicazioni a tema libero, di cui fu coordinatore G
Iannaccone (Roma), furono presentate 15 comunicazioni; tre attinenti a casistica
268
dell’apparato digerente, tra cui: “Un insolito caso di ernia inguinale a contenuto
intestinale ed ureterale” (E Canevale, O Cacchione, G Graziani et al., OPBG
Roma). Tre furono le comunicazioni sull’apparato scheletrico: tra queste di un
certo interesse per la casistica presentata “Aspetti radiologici delle osteomieliti
settiche del neonato” (NW Camassa, MP Cazzola, V Vitacco, Ospedale “SS
Annunziata”, Taranto) e per la sua rarità e gli scarsi contributi nella letteratura
radiopediatrica italiana “Reperti radiologici in un caso di sindrome di Maroteaux–
Lamy” (GV Coppa, L Felici, R Freddare, A Soro, PL Giorgi e M Pupillo, Clin.
Pediatrica dell’Università e Servizio di Radiologia, Ospedale “G. Salesi”, Ancona).
Inoltre va segnalata per l’impiego di una nuova tecnologia, che si andava
affermando in quegli anni in Pediatria la comunicazione su “L’angiografia digitale
venosa nella valutazione delle malformazioni dell’arco aortico in età pediatrica”,
presentata da R Roversi, A Lucchi, C Rossi et al. dell’Istituto di Radiologia
dell’Università di Bologna.
Altrettanto interessanti le quattro comunicazioni sull’apparato respiratorio, in
particolare le due attinenti alle affezioni polmonari infettive: l’una su “L’indagine
radiologica nella patologia polmonare da mycoplasma” di A Lucchi, L De Florio, G
Tani et al. dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna e l’altra su “La
polmonite da legionella nel bambino: aspetti radiologici” proveniente dalla Clinica
Pediatrica dell’Università di Roma presentata da G Iannaccone (Servizio
Autonomo di Radiologia),
M Midulla (IV Cattedra Clinica Pediatrica) e M
Castellani Pastoris (Istituto Superiore di Sanità).
Una analisi accurata sul polmone del grande prematuro fu svolta da L
Livosatti et al. (Istituto di Radiologia) e da E M Padovani et al. (Clinica Pediatrica)
tutti appartenenti all’Università di Verona.
La manifestazione di Ancona, che ebbe notevole successo sia per il
numero dei partecipanti sia per il livello della parte scientifica, si concluse con la
brillante lettura clinico-radiologica svolta da G Passerini e R Perale (Università di
Padova), dal titolo: “Assonanze e dissonanze in radiourologia pediatrica”. Durante
il Convegno l’assemblea generale dei soci, procedette al rinnovo delle cariche del
Comitato Direttivo per il quadriennio 1984-87, che risultò così composto:
Presidente: Ciro Sandomenico (Napoli). Segretario Ennio Gallo (Modena).
269
Consiglieri: Mario Pini (Trieste); Stefano Riggio (Ancona), Elisabetta Schiavetti
(Milano). Past-President: Pietro Gugliantini.
Il X Convegno Nazionale della Sezione si svolse a Pisa nell’Ottobre del 1985,
organizzato da G Perri dell’Istituto di Radiologia dell’Università della stessa Città.
Presidenti onorari furono il Prof. G Toniolo ed il Prof. A Gentili, Presidenti il Prof.
M Franchi ed il Prof. E Bottone, Direttori, rispettivamente dell’Istituto di Radiologia
e della Clinica Pediatrica, dell’Università di Pisa.
Il programma venne articolato in sei sessioni, distribuite in due giornate.
Nella prima ebbero luogo quattro delle sessioni programmate: sull’apparato
urogenitale; sull’apparato
osteoarticolare; sulle
tecnologie
attuali e
sulle
prospettive future in Radiologia pediatrica e sulla miscellanea.
Nella prima sessione furono trattati “La possibilità di identificazione
radiologica del reflusso intrarenale” (R Perale, Padova); “Il confronto tra cistografia
con
radionuclidi
e
cistografia
tradizionale”
(P
Bertelli
et
al.,
Pisa);
“L’iperecogenicità delle piramidi renali” (P Tomà, Genova); “L’ecografia nel rene
chirurgico” (C Chiapparra, Aosta). Seguirono due comunicazioni su casistica
dell’apparato urinario. Interessante l’ultima comunicazione su “Valutazione
ecografica delle dimensioni dell’utero e delle ovaie in età pediatrica” (P Ghirri, P
Capriello, E Barale et al. Pisa).
Nella seconda sessione dedicata all’apparato osteoarticolare, quattro
comunicazioni riguardarono casistica di displasie ossee (G Beluffi, U Pazzaglia, P
Fiori et al. Pavia) e di patologia acquisita (M Pifferi, V Giordano, A Celotti et al.,
Pisa). L’analisi statistica di misure angolari e lineari nello studio di pazienti affetti
da m. di Cooley fu oggetto di una comunicazione degli Istituti Universitari
di
Napoli e di Catanzaro.
G Tani e A Lucchi dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna
presentarono una comunicazione sulle correlazioni tra i reperti radiologici e
scintigrafici nelle metastasi ossee del neuroblastoma. L’ultima comunicazione
sullo studio con la TC nei sarcomi dei tessuti molli fu presentata da A Taccone
(Istituto “G. Gaslini”, Genova).
270
La III sessione sulle “Tecnologie attuali e prospettive future in Radiologia
Pediatrica” fu preceduta da una conferenza attinente al tema di relazione, che
fu svolto da J-Ph Montagne de “L’Hôpital Trousseau” di Parigi.
Furono presentate due comunicazioni sulla radiologia interventistica in
età pediatrica (U Scalabrin et al., Vicenza, e C Defilippi, Torino). Seguirono due
comunicazioni, l’una sull’angiografia digitale (S Damiani, Genova) e l’altra sui
vantaggi dell’ADS (G Roversi et al., Bologna).
La novità fu costituita da due comunicazioni inerenti all’impiego della RM
nello studio del SNC. dell’età pediatrica, certamente tra le prime presentate ai
Convegni
della
Sezione,
l’una
proveniente
dall’Istituto
di
Radiologia
dell’Università di Firenze (C Bartolozzi, G Del Pozzo, C Fonda et al.) e l’altra da
Grottaferrata (G Tanfani).
Nella IV sessione (miscellanea) da segnalare tra le altre comunicazioni:
”L’ecografia nelle displasie delle vie biliari in età pediatrica” (C Bartolozzi et al.
dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Firenze) e la “Diagnostica per
immagini nel neuroblastoma pararenale” (O Tamburrini, E Porta, et al.,
Università di Catanzaro e Napoli).
Nella II giornata, dopo l’assemblea generale dei soci della Sezione,
ebbero luogo le ultime due sessioni con la presentazione di varie
comunicazioni. Nella V sessione dedicata alla Neuroradiologia, furono
presentate solo 4 comunicazioni delle otto in programma. Tra le altre da
segnalare le comunicazioni: “Rilievi TC del danno cerebrale da profilassi
chemioterapica della meningite leucemica in bambini affetti da LLA” (G
Cecchinelli, F Ducci, G Silvano); “Prolattinomi nell’esame TC della sella turcica”
(M Pini e G Tonini, Trieste) ed infine “Epidermoidi e dermoidi in età pediatrica;
loro evoluzione” (M Coppi e A Forroni, Alessandria).
L’ultima sessione fu dedicata all’apparato respiratorio. Alcuni radiologi
(GF Vichi, R Jenuso, T Pellegrini) e pediatri (L Marianelli e T Repetto)
dell’Ospedale “A. Meyer” di Firenze, riferirono su “L’esperienza acquisita in un
quinquennio col metodo di Vichi nello studio delle alterazioni broncopolmonari
nella fibrosi cistica”. A Lucchi, G Tani et al. di Bologna, F Falaschi e G Baldini et
al. di Pisa presentarono comunicazioni analoghe su l’impiego della TC nella
271
patologia toracica. Seguì la descrizione di due casi di granulomatosi polmonare
(M Pini, G Tommasini, Trieste) (Ceccarelli, L Lupetti, C Ughi et al., Pisa).
Conclusero la sessione radiologi e pediatri di Pisa (G Cesaretti, G Perri,
E Margenti et al.), con un’interessante comunicazione su “Intossicazione da
idrocarburi, reperti radiografici in età pediatrica”.
L’XI Convegno nazionale della Sezione ebbe luogo a Modena nel maggio
1987, organizzato da Ennio Gallo, dell’Istituto di Radiologia dell’Università di
Modena, Presidenti i Proff. GC Canossi e R Romagnoli dell’Università di Modena.
Il programma del Convegno comprendeva due tavole rotonde, un intervento
preordinato e una sessione con comunicazioni a tema libero.
La prima tavola rotonda su “L’imaging diagnostico del collo”, fu introdotta da
Fiorenza Bellini.
La patologia del collo, in cui è richiesto l’imaging diagnostico, venne trattata
in collaborazione da GF Rondanini, G Weber, MA Cazzuffi e G Chiumello degli
Istituti S Raffaele, di Clinica Pediatrica III, del Centro di Endocrinologia Infantile e
dell’Adolescenza dell’Università di Milano, che presero in considerazione le
frequenti affezioni tiroidee e quelle più rare paratiroidee. Il ruolo della radiologia
tradizionale e della TC fu illustrato da S Riggio, radiologo dell’Ospedale Pediatrico
“G Salesi” di Ancona.
P Tomà e coll. dell’Istituto “G. Gaslini” riferirono sul ruolo della
ecotomografia nelle varie patologie, tiroidee ed extratiroidee. R Canini, G Tani
dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna e R Franchi del Servizio di
Medicina Nucleare dell’Ospedale S. Orsola - Malpighi di Bologna puntualizzarono
il ruolo della scintigrafia nello studio della patologia della tiroide e delle paratiroidi,
impiegata come indagine di seconda istanza ad integrazione dell’ecografia.
G Perri di Pisa introdusse la II tavola rotonda su “Le urgenze addominali”,
che fu articolato in quattro parti:
1.
“Lo studio radiologico dello stomaco e del duodeno”, che fu trattato da G
Beluffi, responsabile della sezione di Radiologia della Clinica Pediatrica
dell’Università (“IRCCS Policlinico S. Matteo”, Pavia),
272
“La patologia intestinale”, che fu esposta da G Fariello e coll. (OPBG,
2.
Roma),
R Perale (Istituto di Radiologia dell’Università di Padova) riferì sul “Ruolo
3.
della ecotomografia nelle urgenze da patologia dell’apparato urinario”,
Nella IV parte M. Pini, dell’Istituto Pediatrico “Burlo Garofolo” di Trieste,
4.
discusse le indicazioni della TC nelle urgenze addominali dell’età infantile, in
genere eseguita come complemento delle altre indagini radiologiche.
Un intervento preordinato, svolto da R Canini, G Tani dell’Istituto di Radiologia
dell’Università di Bologna su “Le occlusioni intestinali neonatali” precedette la
sessione sulle comunicazioni libere. In questa sessione furono presentate ben 18
comunicazioni, in parte costituite da casistica rara, esaminata con la radiologia
tradizionale;
la
maggior
parte
attinenti
a
importanti
problematiche
di
Radiopediatria, studiate con le nuove metodiche che con ritardo, per i motivi già
accennati nella parte generale, furono acquisite dagli Ospedali Pediatrici. Tra le
altre da segnalare: il “ruolo dell’ecotomografia nella diagnosi e follow-up
dell’idrocefalo” (MC Bossi, Saronno, VA); “Il doppler pulsato nello studio del circolo
cerebrale del neonato” (P Tomà e coll., Istituto “G. Gaslini”).“Il contributo della TC
nelle complicanze delle sinusiti in età pediatrica” (M Pini e coll., Istituto “Burlo
Garofolo”, Trieste); “L’ecotomografia nello studio dell’atresia delle vie biliari extraepatiche” (P Tomà, Istituto “G. Gaslini”); “Anatomia ecografica normale e
patologica dell’anca del lattante” (Studio combinato dei Servizi Radiologici
dell’Ospedale Maggiore di Lodi e di Crema); “Ruolo della TC nella diagnosi e nel
follow-up del sarcoma di Ewing (A Taccone, Istituto “G. Gaslini”).
Il
convegno
partecipazione
fu
allietato,
ricevendone
ancora
maggio
lustro,
dalla
del Prof. LE Swischuk del Children’s Hospital di Galveston,
(Texas, USA) che tenne due applaudite relazioni su “ Current imaging in pediatic
radiology: trends and state of the art” e “Viral vs bacterial infections in children:
roentgenographic differentiation”.
273
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 Dalla cronaca del VII Convegno della Sessione di Radiologia Pediatrica della SIRMN. Radiol
Med 69: 249-259, 1983
2 Dalla rubrica “Sezioni e Gruppi regionali della SIRMN”. I Corso Nazionale di aggiornamento in
Radiologia Pediatrica. IX Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN. Radiol
Med 70: 643, 1984
274
Il XII Convegno Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica della
SIRMN organizzato dal Prof. Oscar Tamburrini, Direttore della Cattedra
di
Radiologia del Policlinico “Mater Domini” (Catanzaro) e sotto la Presidenza del
Prof. Ernesto Porta, Direttore dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Napoli, si
svolse a Copanello (Catanzaro) nei giorni 29-30 settembre 1989.
Il Convegno fu preceduto dal Corso di aggiornamento che ebbe luogo nei
due giorni precedenti. Oscar Tamburrini, scelse come filo conduttore del Corso
“Cosa ogni radiologo deve sapere……….”. La scelta dei temi fu determinata dalla
considerazione di voler fornire ai Colleghi Radiologi Generali, attraverso la vasta
esperienza clinico-radiologica dei Docenti, elementi di diagnostica utili, se non
indispensabili, in alcune tra le più frequenti patologie dell’età pediatrica. 1
Il Corso fu articolato in due sessioni: la prima con il tema “Cosa ogni
radiologo deve sapere” delle problematiche medico-legali nella urgenza in
Radiologia, che fu svolto dal Prof. Bruno Pannain (titolare della Cattedra di
Medicina Legale, Facoltà di Medicina e Chirurgia di Catanzaro, Università degli
Studi di Reggio Calabria) e coll.; l’altra sessione in cui vennero trattati “gli elementi
semeiologici di base necessari per poter rispondere a quesiti clinici ben definiti, di
estrema importanza ed attualità” fu suddivisa tra otto relatori, con tema comune
“Cosa ogni radiologo deve sapere …….”:
……..“nell’urgenza toracica” (M Marchetti, E Gallo, Istituto di Radiologia, Univ. di
Modena); …....“nell’urgenza addominale” (G Beluffi, Sezione di Radiologia
Pediatrica, “IRRCS Policlinico S.Matteo”, Pavia);
……“nell’urgenza scheletrica” ;
(G de Filippi, Ospedale infantile “Cesare Arrigo”, Alessandria); …… “nell’urgenza
neurotraumatologica” (K. Pardatscher, Cattedra di neuroradiologia, Catanzaro, C
Carollo, DL Fiore, Servizio di Neuroradiologia, Padova, GL Rigobello, Dip.to di
Pediatria, Padova);
……“nella valutazione della scoliosi idiopatica” (S Riggio,
Servizio di Radiologia “Ospedale Civile”, Fano); ….…“nella displasia congenita
dell’anca” (P Tomà, A Costa, A
Dell’Acqua, Istituto “G.Gaslini”, Genova);
.……“nella valutazione dell’età scheletrica” (GF Vichi, UO di Radiologia, Ospedale
Pediatrico, “A. Meyer”, Firenze); ……“nell’ipertensione endocranica neonatale”
(G Fariello, S Malena, Servizio di Radiologia “OPBG”, Roma).
275
Il Corso prevedeva la partecipazione “a numero chiuso” con lezioni teoriche
ed esercitazioni pratiche al negativoscopio al termine di ogni lezione.
Il Convegno fu preceduto dalla presentazione del Prof. O Tamburrini e da
una Conferenza dal titolo: “Il Bambino: diritto alla salute”, tenuta da AD Bilotta,
Presidente del Comitato regionale Calabria dell’Unicef.
Il programma fu articolato in due tavole rotonde seguite da comunicazioni
sul tema di relazione, in quattro letture e in una lezione di aggiornamento.
Tema della I tavola rotonda, di cui fu moderatore il Prof. Marano, Direttore
dell’Istituto di Radiologia dell’Università Cattolica di Roma, fu “L’imaging
diagnostico nelle cardiopatie congenite (C.C.)”, che venne suddiviso in sette parti
e si concluse con un’intervento preordinato.
Dopo un’inquadramento anatomo-clinico delle CC che fu svolto da FS Iorio
e C Marcelletti (Dipartimento medico-chirurgico dell’OPBG di Roma), O Tamburrini
e P Palescandolo ed i loro collaboratori (Cattedra di Radiologia di Catanzaro),
presentarono
“La
Radiologia
tradizionale
nelle
C.C.”;
seguirono:
“L’ecocardiografia pediatrica” illustrata da M Papa, B Marino e G De Simone
(Dip.to Medico-Chirurgico di Cardiologia dell’OPBG), “La cineangiocardiografia
nelle C.C.” di R Piva, A Pancrazi e coll.(Servizio di Radiologia Cardiovascolare
dell’Ospedale “Lancisi” di Ancona); “Lo stato attuale della Medicina Nucleare” di M
Milella e coll. (Servizio di Medicina Nucleare e Dip.to Cardiologico “A. De Gasperi”,
Ospedale “Niguarda”, Milano); la RM nella diagnostica delle C.C. di G Belfiore, O
Tamburrini e E
Porta (Istituto di Scienze Radiologiche, Napoli e Cattedra di
Radiologia, Catanzaro).
In un intervento preordinato O Tamburrini, G Belfiore, F De Lucia et al.
(Fondazione Centro Praxis, CE) in collaborazione con G Mottola et al. (“Clinica
Montevergine”, Montegliano (AV) trattarono “La valutazione color-doppler e la RM
nella patologia dell’arteria polmonare”.
Nelle comunicazioni che seguirono furono trattati argomenti attinenti al
tema di relazione: tra le altre, due provenienti dall’OPBG (Roma), ebbero come
tema “La malattia delle membrane ialine e persistenza del dotto di Botallo” (E
Carnevale, O Cacchione, M Graziani et al.) ed “I sieromi come complicanza postchirurgica nelle C.C.” (E Carnevale, M Graziani, S Fasanelli).
276
La tavola rotonda ebbe come tema la: “Diagnostica per immagini nei tumori
renali e pararenali (neuroblastomi)” di cui fu moderatore A Corinaldesi, Direttore
dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna. Gli argomenti trattati furono i
seguenti:
“L’inquadramento anatomo-clinico” (G. Esposito, P. Vecchio, Napoli); “La
radiologia tradizionale” (LC Cirillo, H Dolezalova e A Maurano, Istituto di Scienze
Radiologiche Napoli ed O Tamburrini et al., Cattedra di Radiologia, Catanzaro);
“L’ecografia”
(G
Fariello,
S.
Malena,
computerizzata” (S Fasanelli, D Barbuti,
OPBG,
Roma);
“La
tomografia
OPBG Roma) ; “L’angiografia” (C
Defilippi, R Dosio, Ospedale Infantile “Regina Margherita”, Torino) ; “Il contributo
diagnostico dell’esame scintigrafico con MIGB radioiodata nella valutazione pre- e
post-operatoria dei neuroblastomi (L Troncone, V Rufini, Istituto di Medicina
Nucleare, UCSC , Roma) ; “La risonanza magnetica nei tumori renali e pararenali
(P Tomà, A Costa, A Dell’Acqua, Istituto “G. Gaslini”, Genova).
L’intervento preordinato su “Le nefroblastomatosi” fu svolto da P Pisi, GA
Turci, R Canini et al. (Bologna).
Le quattro letture, che furono presentate nel corso del Convegno, ebbero
come tema argomenti di attualità: ”Integrazione funzionale delle immagini digitali:
significato diagnostico e gestionale (Cattedra di Radiologia,
Università de
L’Aquila); “Radiologia odontostomatologica; crescita delle strutture dentarie e
cefalometria”. (Cattedra di Radiologia, Università di Napoli); “Imaging diagnostico
dei tumori cerebrali in età pediatrica” (Istituto di Scienze Radiologiche, Università
di Napoli, II Facoltà di Medicina e Chirurgia) e “Radiologia interventistica in età
pediatrica, oggi” (Istituto di Radiologia, Università di Padova).
La lezione di aggiornamento verté su due argomenti diversi. Il primo: “I
radioisotopi nello studio funzionale dell’apparato digerente in età pediatrica” fu
trattato da L. Mansi, S Piccolo et al. della Medicina Nucleare e Istituto Nazionale
Tumori (Napoli). L’altro ebbe come tema “La stipsi cronica nell’infanzia”, di cui
furono relatori per gli aspetti clinici, diagnostici e terapeutici S Cucchiara, A
Staiano, A Boccieri et al. del Dipartimento di Pediatria dell’Università di Napoli.
Il ruolo della Radiologia fu svolto da O Tamburrini e da LC Cirillo, A Bartolomeo
De Iuri e collaboratori dell’Istituto di Scienze Radiologiche Università di Napoli; il
277
ruolo del Chirurgo fu illustrato da P Parmeggiani e G Amici del Dip.to di Pediatria,
Clinica Chirurgica Pediatrica, Università di Napoli.
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1 Dalla prefazione al Corso di Aggiornamento “Cosa ogni radiologo deve sapere……….”. di O
Tamburrini, Pag.5, Volume degli Atti, Grafiche Abramo S.r.l., Catanzaro, 1989
278
Il XIII Convegno Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica
svoltosi a Torino tra il 16 e 19 Ottobre 1991, fu organizzato da F Potenzoni,
Primario Radiologo dell’Ospedale Pediatrico “Regina Margherita” della stessa
città.
Il Convegno fu articolato in 4 relazioni, 2 tavole rotonde e una sessione
dedicata alle comunicazioni. Le relazioni verterono su argomenti di Pediatria di
estremo interesse e di attualità. P Tomà, A Pelizza et al. dell’Istituto “G. Gaslini”,
riferirono esaurientemente su “Le alterazioni scheletriche nelle emolinfopatie”
studiate con diverse metodiche (Radiologia tradizionale, TC e RM). Analogamente
F Priolo e A Cerasi dell’Istituto di Radiologia, dell’Università Cattolica del S.Cuore
(Roma), trattarono dello “Stato attuale della diagnostica per immagini nello studio
dei tumori ossei in età pediatrica” evidenziando il ruolo svolto dalla radiologia
tradizionale e dalle metodiche di II Istanza (TC, RM e scintigrafia).
GF Vichi, R Jenuso del Servizio Radiologico dell’Ospedale “A. Meyer”, in
collaborazione con GL Lavoratti, nefrologo dello stesso Ospedale, fecero una
messa a punto in base alla letteratura e alla casistica personale su
“L’osteodistrofia renale”; A De Marchi e collaboratori di Torino ebbero il compito di
illustrare il “Ruolo della densitometria ossea” studiata con le varie metodiche
mineralometriche nella patologia scheletrica infantile, fino allora poco considerata
nella letteratura.
La prima tavola rotonda inerente al tema: ”Il mielomeningocele e i disrafismi
spinali. Attualità diagnostiche e terapeutiche”, fu preceduta dall’intervento di C Di
Rocco, della Sezione di Neurochirurgia Pediatrica dell’UCSC (Roma) su “Lesioni
di interesse neurochirurgico associate alla spina bifida occulta”. L’argomento vero
e proprio (mielomeningocele e disrafismi spinali) fu trattato nei suoi diversi aspetti
da altrettanti relatori: M. Caldarelli della stessa Sezione dell’UCSC descrisse:
”L’inquadramento etiopatogenetico”; La “Diagnostica cografica prenatale” fu svolta
da M Lituania e V Esposito del Laboratorio Sperimentale per le tecniche prenatali
dell’ Istituto “G. Gaslini”; la diagnostica neuroradiologica fu illustrata da G Fariello,
S Malena e collaboratori del Servizio radiologico dell’OPBG di Roma.
E Carnevale et al. dello stesso Servizio ne trattarono la “Diagnostica radiourologica”, soffermandosi sulle complicazioni a carico dell’apparato urinario,
279
dovute all’alterata dinamica vescicale (vescica neurologica). Altri AA del Servizio
radiologico distaccato (Palidoro) dell’OPBG, si occuparono della diagnostica radioortopedica.
“Il bambino battuto” costituì il tema della seconda tavola rotonda, divenuto
di attualità per la diffusione verificatasi negli ultimi decenni del Novecento di
questa grave piaga della Società. Dopo l’introduzione all’argomento di P Nicola,
Direttore della I Cattedra di Discipline pediatriche dell’Università di Torino, D
Pavesio e MG Proveglio dell’Osp. Infantile “Regina Margherita” (OIRM) trattarono
gli “aspetti clinici”; G Perri dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Pisa ne
descrisse sia i quadri radiologici a carico dell’apparato scheletrico, sia a carico del
SNC evidenziati dalla TC, ma soprattutto dalla RM, sia le lesioni viscerali
addominali, meno frequenti, ma sempre importanti. Di estremo interesse furono le
ultime due relazioni, che affrontarono la problematica medico-legale: la prima “Il
bambino battuto tra amnesia e ambiguità” di U Oddone e l’altra “La sindrome del
bambino maltrattato: aspetti medico-legali” di F De Ferrari, Professore di Medicina
Legale all’Università di Brescia.
Particolarmente rilevante fu la sessione delle comunicazioni (una ventina),
tra cui mi limiterò a ricordarne alcune per la loro importanza del punto di vista
diagnostico: due sulle alterazioni dell’articolazione temporo-mandibolare nell’artrite
reumatoide del bambino i cui AA. appartenevano agli ICP di Milano e all’Istituto
Ortopedico “G.Pini” della stessa città; una sulla “Semeiotica strumentale nella
malattia di Calvé-Legg-Perthes”, presentata da L Pelilli e F Cuomo, Ortopedici
pediatri dell’OIRM di Torino. Altre comunicazioni riguardarono l’una, la messa a
punto sul ruolo delle varie metodiche a disposizione all’inizio degli anni Novanta
del secolo scorso nella “Diagnostica dei tumori delle ossa in età pediatrica”,
risultato della collaborazione degli Ospedali “S. Camillo” e “S. Spirito” di Roma, e
l’altra “La chemioterapia endo-arteriosa dell’osteosarcoma”, basata su una ricca
casistica studiata da C Defilippi e collaboratori del Servizio Radiologico dell’OIRM
di Torino, da A Brach del Prever e L Besenzon della III Clinica Pediatrica
dell’Università di Torino e G Bracci e collaboratori dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di
Bologna. Infine da segnalare la comunicazione “Place de l’imagerie dans les
280
infections osteo-articulaires de l’enfant” presentata da alcuni AA francesi (Ph
Baudain e collaboratori, della Radiopédiatrie, CHU di Grenoble).
Nel 1992 (12-13 giugno) fu organizzato a Torino da Francesco Potenzoni,
Primario radiologo dell’Ospedale infantile “Regina Margherita” (OIRM) un corso di
aggiornamento dal tema: “Dalla parete toracica al polmone: il cammino
dell’imaging in età pediatrica” che risultò uno dei migliori nella storia della
Radiologia Pediatrica italiana sia per il livello delle numerose relazioni, sia per
l’importanza degli argomenti trattati. In pratica venne considerata tutta la patologia
toracica dell’età evolutiva dalla nascita all’adolescenza, comprendente la parete
toracica, i polmoni, il mediastino (con una accenno anche all’apparato
cardiovasale).
Trattando dell’attività scientifica dei radiologi che hanno operato e che
tutt’ora operano negli Ospedali Pediatrici e negli Istituti Universitari è stato
accennato al contributo da loro dato allo svolgimento del Corso. Val la pena di
ricordare qui in modo più tangibile gli argomenti da loro trattati riferiti negli Atti del
Corso, che costituiscono un vero e proprio testo di Radiologia diagnostica del
torace in età pediatrica non solo per il valore delle relazioni, ma anche per
l’impostazione che è stata data alla materia ed alla iconografia ineccepibile, che di
solito non è riportata negli atti dei congressi e dei corsi o comunque è trascurabile.
Elisabetta Schiavetti dell’Ospedale Pediatrico “Vittore Buzzi” di Milano
descrisse esaurientemente il “distress” respiratorio del neonato. “Il torace nelle
urgenze pediatriche” fu il risultato della collaborazione tra l’Istituto di Radiologia
dell’Università di Bologna (R Canini, M Zompatori, G Tani et al.) della Cattedra di
Radiologia dell’Università di Ancona (L Di Florio) e del Serv. Radiologico
dell’OPBG di Roma (S Fasanelli).
G Beluffi della Sez. di Radiologia Pediatrica del Policlinico S.Matteo di
Pavia svolse la interessante relazione “Dal radiogramma del torace alla diagnosi di
patologia scheletrica”.
AA Francesi (Ch Duran, Ph Baudain et al.) discussero i problemi
diagnostici e della condotta da seguire in presenza di “tosse cronica” nel bambino
281
ed illustrarono le applicazioni della emergente Radiologia digitale nell’apparato
respiratorio.
GF Vichi, Primario del Servizio Radiologico dell’Ospedale Pediatrico “A.
Meyer”
di
Firenze
svolse
una
relazione
dettagliata
sulle
alterazioni
broncopolmonari della fibrosi cistica, documentate da una ricca iconografia.
G de Filippi (in collaboratori con A Castriota - Scandenberg del Serv.
Radiologico dell’Ospedale Infantile “C Arrigo” di Alessandria) trattò brillantemente i
quadri radiologici delle flogosi polmonari acute, mentre lo stesso argomento per le
broncopneumopatie croniche fu discusso da F Bellini e P Barbaccia e collaboratori
del Servizio Radiologico delle Cliniche Pediatriche I e II degli ICP di Milano. La
diagnosi prenatale con US fu trattata dettagliatamente da M Lituania e V Esposito
del Laboratorio sperimentale per le tecniche prenatali dell’Istituto “G. Gaslini”.
Un breve capitolo, svolto da C Defilippi e collaboratori dell’OIRM di Torino
fu dedicato alla Radiologia interventistica in età pediatrica.
L’impiego della TC e della RM nella patologia toracica dell’infanzia venne
trattato dall’infaticabile équipe del Servizio Radiologico dell’Istituto “G. Gaslini” (P
Tomà, A Taccone e M Oddone) illustrarono il ruolo della TC e della RM nello
studio del mediastino anteriore e medio in due distinti capitoli “TC e RM della
parete toracica”, “TC e RM del polmone”.
Toccò ad altri esponenti della Radiologia pediatrica italiana (G Fariello, S
Malena et al. del Servizio Radiologico dell’OPBG il compito di descrivere la
patologia del mediastino posteriore in età pediatrica.
Per una trattazione completa della patologia toracica nell’infanzia debbo
accennare alle altre relazioni: una sulla scintigrafia polmonare presentata da GC
Mussa e L Silvestro dell’OIRM di Torino; l’altra una messa a punto sul ruolo della
“Radioterapia
nel
trattamento
multidisciplinare
dei
tumori
pediatrici
e
localizzazione toracica” di A Urgesi della Divisione di Radioterapia dell’Osp. “S.
Giovanni Battista” di Torino.
Un altro argomento con coinvolgimento del Radiopediatra, l’”Iter diagnostico
e terapeutico delle pneumopatie nei pazienti sottoposti a trapianto di midollo
osseo” fu svolto da M Gioacchino, A Busca et al. della Divisione di Pediatria
oncologica, III Clinica Pediatrica, Università di Torino.
282
Il XIV Convegno Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica della
SIRM si
svolse a Milano nel 1993 (5-6 Novembre). Ne fu organizzatore PL
Paesano dell’Istituto Scientifico “H. S. Raffaele” della stessa città. Il Programma
del Congresso comprendeva sei relazioni ed una sessione dedicata alle
comunicazioni a tema libero.
Le prime tre relazioni ebbero come tema la patologia intestinale,
comprendente i tre argomenti seguenti di estremo interesse, che furono sviscerati
dai relatori sotto i vari aspetti eziopatogenetici, clinici e diagnostici: le anomalie
dell’innervazione intestinale; le anomalie della regione ano-rettale; le malattie
infiammatorie dell’intestino.
Le anomalie dell’innervazione intestinale ebbero come relatori per la parte
clinica V Jasonni e G Martucciello della Cattedra e Divisione di Chirurgia
Pediatrica dell’Università di Genova (Istituto “G. Gaslini” di Genova). La
diagnostica per immagini
fu trattata da P Tomà, del Servizio Radiologico
dell’Istituto “G. Gaslini”. L’inquadramento eziopatogenetico e clinico delle anomalie
della regione ano-rettale fu trattato da M Rivosecchi della Divisione di Chirurgia e
da G Fariello del Servizio Radiologico dell’OPBG di Roma; la diagnostica per
immagini del perineo fu illustrata da A Taccone e M Occhi del Servizio Radiologico
dell’Istituto “G. Gaslini”.
L’eziopatogenesi,
la clinica e la terapia delle malattie infiammatorie
dell’intestino furono descritte da C Bianchi e coll. dell’Istituto Scientifico “H. S.
Raffaele”.
Il ruolo della diagnostica per immagini venne trattato dai Radiopediatri
dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Padova (E Talenti, T Toffolutti, A
Tregnaghi, R Perale).
Alcuni di essi, (R Perale, E Talenti, A Tregnaghi e L
Miserocchi) trattarono poi la diagnostica per immagini dell’appendicite acuta.
La quarta relazione fu svolta da C Defilippi, del Servizio Radiologico
dell’Ospedale Infantile “Regina Margherita” di Torino, che fece una messa a punto
sulla interventistica nella patologia gastro-intestinale.
Le altre relazioni verterono sui trapianti di rene e fegato, un tema poco
trattato nella letteratura radiopediatrica italiana. Per il trapianto renale G Rizzoni
(Servizio di Nefrologia e Dialisi dell’OPBG) si occupò delle “problematiche
283
cliniche”, mentre F Brunelle dell’ “Hôpital des Enfants Malades” di Parigi
intervenne sulla diagnostica per immagini delle complicanze mediche, vascolari ed
urologiche del trapianto dello stesso organo. R Gridelli e D Galmarini del Centro
trapianti di fegato dell’Ospedale Maggiore di Milano illustrarono le problematiche
cliniche del trapianto di fegato.
Toccò a D Pariente e E Urovas del Servizio di Radiopediatria dell’“Hôpital
Bicêtre” (Parigi) intervenire sulla diagnostica per immagini del trapianto epatico
(bilancio pre-trapianto e post-trapianto).
Una sessione fu dedicata alle comunicazioni libere in totale 16, provenienti
da diversi Ospedali pediatrici, da Ospedali generali con divisioni di Chirurgia
Pediatrica, da Istituti di Radiologia Universitari con Sezioni di Radiologia
Pediatrica; in ordine geografico: Ospedale Infantile “Regina Margherita” (Torino),
Istituto “G. Gaslini” (Genova), Ospedale dei Bambini “V Buzzi” (Milano), Clinica
Pediatrica ICP (Milano), Divisione di Chirurgica Pediatrica (Bergamo), Ospedale
“S Chiara” con Sezione Pediatrica (Trento), “OPBG” (Roma), Ospedale Pediatrico
“G Salesi” (Ancona).
Tra le comunicazioni di maggior rilievo sono da citare: “Il reflusso gastroesofageo; diagnostica per immagini” (P Tomà et al.); “La misura del tempo di
transito intestinale con tecnica radioisotopica applicata a bambini affetti da stipsi
cronica” (A Vattimo et al., Cattedra di Medicina Nucleare, Siena); “Emoperitoneo
neonatale”, esperienza su 4 casi (G Fabrizzi et al., Ospedale “G Salesi” di
Ancona); “La Radiologia interventistica nelle uropatie ostruttive pediatriche”, degli
stessi AA.; “Il ruolo dell’ecografia bidimensionale e dell’eco-doppler nel
monitoraggio del trapianto renale in età pediatrica”; “Stenosi infiammatorie del
colon secondarie ed enterocolite necrotizzante trattate conservativamente” (V
Miele, EA Adami et al., Ospedale “San Camillo”, Roma).
In sostanza si stava consolidando un fenomeno che si era già presentato in
occasione degli ultimi Convegni della Sezione e dei Congressi Nazionali della
SIRM(N): la scarsa rappresentanza dei Radiologi pediatri, la prevalenza di
partecipazione dei Radiologi generali, in parte compensata dall’attività scientifica
costante e di alto livello dei Servizi Radiologici dell’Istituto “G. Gaslini” e dell’OPBG
284
e di alcuni Ospedali pediatrici e delle Sezioni di Radiologia Pediatrica di pochi
Istituti Universitari.
Non tornerò ad illustrare qui le motivazioni a giustificazione di quanto scritto
che in gran parte sono state descritte nella parte sulla crisi della Radiologia
pediatrica italiana.
285
Il Convegno annuale della Sezione di Radiologia Pediatrica congiunto
ai Convegni analoghi delle Sezioni di Ecografia e Tessuti molli si svolse a
Pavia il 26-30 ottobre 1995 sotto forma di Corso-Convegno. Presidenti furono i
Professori L. Di Guglielmo e R. Campani dell’Istituto di Radiologia dell’Università
di Pavia. Coordinatori scientifici; M. Bazzocchi (Istituto di Radiologia dell’Università
di Udine); F Calliade (Ospedale Maggiore, Lodi), O Bottinelli (Istituto di Radiologia
dell’Università di Pavia).
La formula (Corso-Convegno) era già stata sperimentata con successo a
Pavia. Infatti, alle caratteristiche proprie del Convegno congiunto delle Sezioni,
che consente lo scambio culturale e scientifico tra le esperienze acquisite negli
Istituti Universitari e negli Ospedali specializzati, si aggiunge il valido contributo dei
docenti del Corso, esperti autorevoli, di fama nazionale ed internazionale.
Al tema del Convegno: “Color-doppler, ecografia e pediatria” furono
dedicate due sessioni, in cui vennero trattati argomenti di interesse generale quali
prospettive future ed evoluzione tecnologica, correlazione tra ecografia ed altre
metodiche di immagine e argomenti interessanti sia il bambino sia l’adulto:
l’emodinamica del rene e l’ipertensione portale, le applicazioni gastro-intestinali,
l’Imaging dell’encefalo neonatale e dell’adulto.
Un intervento ebbe come oggetto “L’anca pediatrica 1995; non solo
lussazione”. La patologia dei linfonodi e della tiroide dell’adulto e del bambino fu
trattata in una sessione successiva insieme a patologia preminente dell’adulto
(mammella, organi genitali maschili e femminili, ecc.).
L’ultima sessione fu dedicata ai tumori dei tessuti molli perischeletrici.
Il Convegno congiunto fu preceduto da un corso di color doppler, che fu
svolto da esperti del settore, italiani e stranieri. Tra gli altri argomenti di interesse
generale, F Burns (Toronto) illustrò i principi dell’effetto doppler e le prospettive
future del color-doppler. Docenti italiani e stranieri trattarono i trapianti di organo
(fegato, pancreas, rene) o svolsero lezioni pratiche sui vasi addominali, il rene, le
pelvi, i vasi del collo.
Temi di ordine generale, ma alcuni con aspetti analoghi al campo ristretto
dell’età infantile, quali la tiroide, le paratiroidi, i muscoli ed i tendini, i mezzi di
contrasto, furono oggetto di altrettante lezioni.
286
Alcune applicazioni pediatriche furono trattate da due radiopediatri, di fama
internazionale HB Patriquin (Montreal) e PN Burns (Toronto) descrissero l’impiego
del color doppler nel rene e la caratterizzazione delle lesioni nell’encefalo e
nell’ipertensione portale dei bambini.
Durante il Corso-Convegno si svolse l’Assemblea dei Soci della Sezione
che provvide alla elezione del Comitato Direttivo in scadenza, per il
quadriennio1995-1999. Risultarono eletti: Presidente: Paolo Tomà (Genova).
Consiglieri: A Castriota-Scanderberg (S.Giovanni Rotondo), R Jenuso (Firenze), R
Pozzi-Mucelli (Trieste). Segretario: V Novara (Palermo). Past-President: G Fariello
(Roma).
Il Convegno annuale congiunto delle Sezioni di Studio di Radiologia
pediatrica e di Risonanza Magnetica si svolsero a Roma nel 1999 (6-9 ottobre)
con la Presidenza del Prof. Giuseppe Fariello, Primario dell’Ospedale Pediatrico
“Bambino Gesù” (OPBG).
“La Risonanza magnetica in Pediatria” costituì il tema del Convegno, che fu
articolato in 5 sessioni attinenti al sistema nervoso centrale, all’apparato cardiovascolare, all’addome (III e IV Sessione) e all’apparato muscolare scheletrico.
La I sessione ebbe come moderatori C Colosimo e F Vigevano (Roma).
Dopo un intervento di carattere tecnologico di E
Brusoni del Reparto
Elettromedicale della Siemens, seguirono le due relazioni di A Bizzi del Servizio di
Radiologia dell’Istituto Neurologico “C. Besta” su le immagini funzionali con RM e i
principi e le applicazioni della spettroscopia protonica e di C Fonda dell’Ospedale
Pediatrico “A. Meyer” di Firenze trattò le immagini della RM nelle displasie
corticali.
Nella sessione attinente all’apparato cardiovascolare, intervennero P Di
Renzi (del Servizio Radiologico dell’Ospedale “Fatebenefratelli” di Roma) sulle
cardiopatie congenite e M Oddone (Servizio Radiologico dell’Istituto “G. Gaslini” di
Genova). A Vanzulli (Istituto di Radiologia dell’Ospedale “S. Raffaele”, Milano)
riferì sui principi e le applicazioni della Angio-RM.
287
Tra le prime due sessioni e le sessioni successive furono interposte due
sessioni di comunicazioni;
La prima, tranne una
comunicazione che ebbe come oggetto “La RM
ultraveloce nello studio della patologia fetale”, fu dedicata all’applicazione della
RM in affezioni congenite ed acquisite del sistema nervoso centrale i cui relatori
provenivano dai Servizi di Radiologia Universitari, “La Sapienza” di Roma, l’Istituto
“Pietro Cignolini” di Palermo e degli ospedali: OPBG di Roma e Ospedale
Pediatrico “A. Meyer” di Firenze.
Nella seconda sessione delle comunicazioni furono trattati argomenti vari:
1)
I contributi apportati con l’impiego della RM nello studio di patologia osteo-
articolare provenienti dall’Ospedale “S Pietro – Fatebenefratelli”, Roma;
2)
Nuove applicazioni di RM in Chirurgia pediatrica. Colangio-RMN e nuove
sequenze, presentato da A Vanzulli et al. dell’Ospedale “S. Raffaele” di Milano;
3)
Ipertensione portale da trombosi della vena porta: bilancio con ecografia e
angio-RM, su cui riferì l’équipe dell’Istituto “G. Gaslini”. Altre due comunicazioni
verterono su casistica:
1)
Ossigenoterapia iperbarica in un caso
di m. di Calvé-Legg-Perthes
bilaterale illustrato da radiologi dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Palermo;
2)
L’apporto della diagnostica per immagini non invasiva nella sindrome di
Klippel-Trenaunay.
La III e IV sessione furono dedicate all’addome: di particolare interesse
furono le due letture magistrali tenute da due esperti di fama internazionale, la
prima su: “Les anomalies et malformazions du foie et des voies biliares, apport de
la RM” da D Pariente, del Service de Radiopediatrie, “Hôpital de Bicètre”, Parigi.
L’altra su:
“L’uro-RM en Pediatrie svolta da F Avni del Service d’imagerie
médicale, “Hôpital Universitaire des Enfants, Reine Fabiola”, Bruxelles.
E Busoni già citato per la I sessione illustrò le caratteristiche delle
apparecchiature e le sequenze, A Laghi P Pavone dell’Istituto di Radiologia
dell’Università “La Sapienza” di Roma descrissero i mezzi di contrasto in RM.
Nell’ultima sessione avente per oggetto l’apparato muscolo-scheletrico con
moderatori, G Fariello e A Montanari, di Roma, intervennero A Barile
dell’Università
de
l’Aquila
su
“Avanzamenti tecnici dell’Imaging muscolo
288
scheletrica” e GM Magnano, dell’Istituto ”G. Gaslini”. “Le scoliosi” furono trattate
da E Pacciani e FM Fassari dell’Istituto di Radiologia dell’Ospedale Pediatrico
“Bambino Gesù” di Roma e C Defilippi dell’Istituto di Radiologia dell’Ospedale
“Regina Margherita” di Torino descrisse la m. di Calvé-Legg-Perthes.
S Fasanelli del Servizio Radiologico dell’Ospedale “Bambino Gesù”
descrisse l’impiego delle diverse metodiche di Imaging nella patologia traumatica.
Concluse la sessione una lettura magistrale di “Pitfalls in RM” tenuta da P
Tomà dell’Istituto “G. Gaslini”, noto esperto in materia.
Durante il Convegno si svolse l’elezione per il rinnovo del Consiglio
Direttivo, che risultò così composto: Presidente: Enrico Talenti (Padova).
Consiglieri: GM Magnano (Genova), E Marsilli (Trento), A Martinelli (Bari), PS
Schingo (Roma). Past-President: P Tomà (Genova).
Il Convegno congiunto Nazionale delle Sezioni di Studio di Risonanza
Magnetica e di Radiologia Pediatrica ebbe luogo a Milano nei giorni 9 e 10
Novembre 2001. Ne fu Organizzatore Alessandro Del Maschio, Radiologo
dell’IRCCS “H. S. Raffaele”.
Indirizzi di saluto di A Del Maschio, di C Del Favero, Presidente della SIRM
e di R Pozzi Mucelli Presidente della Sezione di RM della SIRM e di E Talenti
Presidente della Sezione di Radiologia Pediatrica dettero inizio ai lavori del
Convegno.
La I Sessione fu dedicata all’ “Imaging fetale”; ne furono moderatori P Tomà
e R Pozzi Mucelli. La prima relazione sui limiti delle ecografia fetale venne svolta
da U Nicolini e P Gementi di Milano. Il tema “Risonanza Magnetica fetale” fu
articolato in tre relazioni: “RM fetale neuro” (C Boldoli e F Triulzi, ICP ed Università
Statale, Milano), “RM fetale body” (M Resta, Taranto), “RM fetale: riscontro postnatale” (F Rizzo, Genova).
Seguì un lettura su “Gli effetti biologici in RM” tenuta da M De Maria,
(Istituto di Radiologia
dell’Università
di Palermo),
ed
una sessione di
comunicazioni libere: moderatori A Vanzulli (Milano) e GM Magnano (Genova).
La sessione sulla “Spettroscopia RM” (moderatori G Scotti e PL Paesano,
IRCCS, H.S. Raffaele Milano) fu articolata in tre interventi: “Stato dell’arte” di A
289
Bizzi (Milano),
“Nuove tecniche nella patologia neuro-vegetative” di A Falini
(Milano) e “Patologia ipossico-ischemica pediatrica” di G Fariello (Roma).
La seconda giornata fu dedicata alle comunicazioni libere. Seguirono due
sessioni , la prima ebbe come tema “L’imaging funzionale”, (moderatori C Del
Bavero, Como e A Martinelli, Bari) che fu suddiviso in quattro relazioni. La prima
sullo “Stato dell’arte” ebbe come relatore E Di Salle (Napoli); la seconda sullo
studio di perfusione e diffusione nell’adulto venne trattata da R Paris di Roma,
mentre lo studio di perfusione e diffusione in età pediatrica ebbero come relatori
rispettivamente F Triulzi di Milano (coll. A Righini) e C Fonda di Firenze.
Conclusero la II Giornata gli ”Avanzamenti RM in Pediatria”, moderatori: E
Talenti (Padova) e A Del Maschio (Milano) che riguardarono la Cardio-RM, trattata
da M Oddone di Genova e la Epatocolangio-RM, illustrata da JP Pacros di Lione.
L’otto novembre, giorno precedente il Convegno, si svolse il Corso “RM
dell’addome e della pelvi”, che fu preceduto dal”l’introduzione di R Campani
dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Pavia. Il programma aveva come tema
l’impiego della RM (Tecnica ed anatomia, Semeiotica RM) nello studio dei vari
organi addominali e pelvici, con l’intervento di altrettanti relatori. Per il fegato
intervenne S Colagrande (del Dipartimento di Fisiopatologia Clinica, sezione di
Radiodiagnostica dell’Università di Firenze); per le vie biliari fu relatore R Pozzi
Mucelli dell’Unità Clinica Operativa di Radiologia dell’Università di Trieste. A
Vanzulli dell’AO “Niguarda, Ca’ Granda” di Milano fu relatore per il pancreas e la
milza. A Blandino del Dipartimento di Scienze Radiologiche dell’Università di
Messina descrisse il ruolo della RM nello studio dei reni, surreni e vie urinarie, ad
esclusione della vescica che fu trattata da A Del Maschio dell’IRCCS “H.
S.Raffaele”. La prostata fu oggetto di relazione di L Lencioni della Divisione di
Radiologia Diagnostica ed Interventistica dell’Università di Pisa. M Cova dell’Unità
Clinica Operativa dell’Università di Trieste illustrò l’impiego della RM nello studio
dell’utero.
Con la discussione ed il riepilogo tenuti da R Pozzi Mucelli si chiuse il
Corso.
290
Congressi nazionali della SIRMN/SIRM con partecipazione della
sezione di Radiologia Pediatrica.
Al XXXI Congresso Nazionale della SIRMN, svoltosi a Firenze nel
Novembre del 1984, furono trattati diversi argomenti di Radiologia Pediatrica, da
parte di Radiologi pediatri e generali in alcune Tavole Rotonde. Nella Tavola
rotonda avente per oggetto “La patologia della giunzione esofago-gastrica”, O
Tamburrini dell’Istituto di Scienze Radiologiche dell’Università degli Studi di
Napoli, fece un intervento dal titolo “Problematica radiologica del giunto cardioesofageo in età pediatrica”. Nella tavola rotonda su “Acquisizioni recenti sui mezzi
di contrasto iodati non ionici” G Perri di Pisa trattò della “Tollerabilità di alcuni
mezzi di contrasto non ionici (iopamidolo e ioexolo) in età pediatrica”.
Nella Tavola Rotonda sulla “Base cranica” TM Gajno, del Servizio
Neuroradiologico dell’Ospedale Infantile “Regina Margherita” di Torino, intervenne
(in coll. con ES Finizio) su “La Radiologia Pediatrica della base cranica”.
La Tavola Rotonda di maggior importanza ebbe come tema la “Patologia
espansiva addominale non neoplastica e neoplastica in età pediatrica”. La
patologia non neoplastica fu presa in considerazione da R. Perale, M Del Maschio,
F Candiani, et al. (Padova) che trattarono le “malattie del fegato e del pancreas”;
da P Tomà che dissertò sul “rene medico”; infine “la pelvi”, fu esaminata da G
Fariello e S Malena (OPBG, Roma) che sottolinearono il ruolo svolto nella
diagnosi
dalle
metodiche
tradizionali
(es.
diretto
dell’addome,
urografia,
angiografia, cistouretrografia minzionale) e dagli US, mentre da G Cioffetta et al.
(Università di Roma), furono trattate le “applicazioni della Medicina Nucleare”.
La Patologia neoplastica addominale fu suddivisa in quattro parti:
1) “Lo scavo pelvico”, trattato da C Maresca e A Calisti (UCSC, Roma);
2) “L’inquadramento diagnostico e follow-up della patologia neoplastica renale”
svolto da PC Murzio, L Pescarin, R
Perale e coll. (Padova), C Ruffato
(Calstelfranco Veneto) e F Frasson (Ospedale Civile di Treviso);
3) “Le masse epatiche in età pediatrica” (E Biggi, P Tomà, Genova);
291
4) “L’ecografia nello studio delle localizzazioni dei linfomi in età pediatrica” fu
trattata da C Bartolozzi e coll. dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Firenze
in collaborazione con A Lippi della Sezione di Ematologia ed Oncologia della
Clinica Pediatrica della stessa Università.
Gli stessi relatori di Padova, già citati (R Perale e coll.) dissertarono su
“L’apporto della ecografia nell’iter diagnostico delle masse surrenaliche dell’ età
pediatrica”.
Gli interventi nella Tavola rotonda su la patologia neoplastica addominale
furono preceduti da una messa a punto sull’argomento di M Ziviello, dal titolo
“Ottimizzazione della scelta delle metodiche nelle neoplasie addominali”.
Due furono le lezioni di aggiornamento programmate. La prima su “Il
ruolo della TC nel monitoraggio dell’accumulo di Fe in pazienti affetti da Beta
Thalassemia” fu esposta da R Pinto del Servizio radiologico dell’Ospedale
“Cardarelli” di Napoli. L’altra, svolta da G Fariello (OPBG, Roma) in coll. con G
Scotti del Servizio Neuroradiologico dell´AO “Niguarda Cà Granda” di Milano,
fu rivolta al confronto US –TC nello studio della patologia encefalica neonatale.
In una sessione dedicata alla Radiologia pediatrica furono svolte 14
comunicazioni di cui 5 sull’apparato scheletrico e parti molli, 2 sull’apparato
digerente, 2 sull’apparato respiratorio e 2 sull’apparato urinario; le altre 2 su
argomenti diversi. Alcune comunicazioni attinenti alla Radiologia pediatrica
furono presentate in altre Sessioni (di Radiourologia e di Gastroenterologia).
Sei poster presentati nella sessione ad essi dedicata, furono riservati alla
Radiologia pediatrica; alcuni di questi di particolare interesse: clisma del colon a
doppio contrasto e complementarietà tra US, urografia e scintigrafia dinamica
nella diagnostica nefro-urologica in età pediatrica.
Durante il XXXII Congresso Nazionale della SIRMN congiunto agli
“Incontri Mediterranei di Radiologia” (Milano - giugno 1986), si svolse il
Convegno Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN.
Il Convegno comprendeva una tavola rotonda, lezioni di aggiornamento
ed una sessione di comunicazioni.
292
“La patologia malformativa del rene nell’età neonatale”, tema della
tavola rotonda, introdotto dalla Prof.ssa F Bellini, Primario del Servizio di
Radiologia Pediatrica degli Istituti Clinici di Perfezionamento (ICP) venne
articolata in cinque relazioni: la prima su “Le displasie cistiche renali” venne
trattata da P Tomà (Genova), S Riggio (Ancona) e dalla stessa Bellini. Seguì la
relazione su la “Idronefrosi”, che fu presentata da R Canini et al. dell’Istituto di
Radiologia dell’Università di Bologna, GP Grumieri degli ICP di Milano e da E
Gallo dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Modena. La terza relazione
“Indicazioni all’intervento chirurgico” fu svolta da CA Dell’Agnola della Chirurgia
Pediatrica degli ICP di Milano. La IV relazione su “Aspetti nefrologici” fu tenuta
da A Edefonti e da D Cattarelli del Servizio di Dialisi della II Clinica Pediatrica
dell’Università di Milano. AF Braendli e BB Assael degli ICP di Milano fecero
l’ultimo intervento su “Follow-up radiologico e clinico delle uropatie congenite
operate in età neonatale”.
Le comunicazioni presentate al Convegno furono una quindicina e
verterono su vari argomenti di Radiopediatria. Tra le altre, da segnalare, le
presentazioni: “Ecoencefalografia neonatale” (G Sperandeo et al. Servizi di
Radiologia e Medicina Nucleare, S. Giovanni Rotondo, Foggia); “L’ecografia
nella patologia del collo, nel neonato-lattante” (P.Tomà e coll., Istituto “G.
Gaslini”, Genova); “Diagnosi radiologica-endoscopica nelle gastroduodeniti
ulcerative e non” (GL De Angelis, F Ferrozzi, F Bini et al., Clinica Pediatrica ed
Istituto di Radiologia dell’ Università di Parma); “Malformazioni rare dello
stomaco” (MC Pupillo, R Lucchi et al., “Ospedale Salesi”, Ancona);
“Applicazioni della Medicina Nucleare in età pediatrica” (GC Magri, GA Manzoni
et al., Ospedale “Niguarda Cà Granda”, Milano); “La TC nella valutazione del
tumore di Wilms e del neuroblastoma” (M Marchetti et al.,
Servizio di
Radiodiagnostica, Policlinico di Modena).
Altri argomenti attinenti alla Radiologia pediatrica furono inseriti in
simposi e tavole rotonde, aventi come tema principale un argomento di
Radiologia generale. Pertanto al Simposio sulle infezioni polmonari R Canini di
Bologna e F Bellini di Milano riferirono sugli “Aspetti radiologici delle infezioni
polmonari in età pediatrica”. Alla tavola rotonda sulle malattie metaboliche
293
dell’osso P Gugliantini e S Fasanelli dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”
(OPBG) di Roma ne illustrarono: “I quadri radiologici nell’età infantile”; C
Uslenghi, B Brancaccio dell’Ospedale S Paolo di Milano e F Bellini degli ICP
della stessa città, descrissero i “Segni radiologici dell’osteodistrofia renale”; GF
Vichi dell’Ospedale Pediatrico “A. Meyer” di Firenze, partecipò alla tavola
rotonda sulle “Turbe funzionali gastro-enteriche”, illustrandone i quadri
radiologici nell’infanzia.
Le lezioni di Aggiornamento ebbero come argomento: “I linfomi in età
pediatrica” (E Gallo e coll., Servizio di Radiodiagnostica, Policlinico di Modena);
“Le lesioni fibrose dello scheletro” (C Faurè, Hopital Trousseau, Parigi) e
“Diagnostica radiologica dell’apparato respiratorio nel primo anno di vita” (G
Beluffi, Servizio di Radiodiagnostica, Policlinico “S.Matteo”, Pavia).
A parte vennero presentate sei comunicazioni, di cui cinque meritano
una menzione: due dedicate all’impiego della ecografia, che cominciava ad
essere introdotta nella diagnostica, nello studio della displasia dell’anca,
rispettivamente di C Passamonti e coll. del Servizio Radiologico dell’Ospedale
Maggiore, USL 56 (Lodi) e di P Guastalla dell’Istituto per l’Infanzia di Trieste
(coll. RD Schultz dell’Istituto di Radiologia dell’ ”Olga–Hospital” di Stoccarda).
Altre due comunicazioni sulle mucopolisaccaridosi, una di Colavita e
collaboratori su “Due casi di mucopolisaccaridosi I-H” (Radiologia Pediatrica
dell’UCSC di Roma) e l’altra di HA Gharbi e coll. de ”L’Hôpital d’Enfants” di
Tunisi che riportarono ben 26 casi, provenienti da 18 famiglie, dei diversi tipi di
mucopolisaccaridosi.
Infine da segnalare la comunicazione su “Controlli di qualità e valutazioni
dosimetriche nella displasia dell’anca”, risultato dalla collaborazione dei Servizi
Radiologico, di Fisica sanitaria e della Divisione di Ortopedia dell’Ospedale
Pediatrico “G. Salesi” di Ancona.
La presenza della Sezione di Radiologia Pediatrica al XXXIII
Congresso Nazionale della SIRMN svoltosi a Roma dal 16 al 20 ottobre del
1988, consistette in una tavola rotonda, una sessione di comunicazioni attinenti
alla materia, due lezioni di aggiornamento e poche altre manifestazioni.
294
La tavola rotonda dedicata alla “Neuroradiologia neonatale: acquisizioni
e prospettive” fu articolata in 5 interventi; cui parteciparono i seguenti relatori:
GM Magnano e P Tomà del Servizio Radiologico dell’Istituto “G. Gaslini” di
Genova,
che
riferirono
su
“Anatomia
encefalica
neonatale
(quadri
ecotomografici)”; P Tomà trattò della “Patologia malformativa (diagnosi
ecotomografica)”; S Malena e G Fariello, Radiologi dell’OPBG (Roma),
intervennero su “La patologia infettiva”. Gli stessi AA (in collaborazione con P
Schingo) illustrarono la “Patologia anossico-ischemica”. Infine S Cirillo, L
Simonetti, R Elefante e F Smaltino della II Cattedra e Istituto di Scienze
Radiologiche dell’Università di Napoli discettarono su “Possibilità e limiti della
Risonanza Magnetica in Neuroradiologia Neonatale”.
G de Filippi, radiologo dell’Ospedale Pediatrico “Cesare Arrigo” di
Alessandria, riferì su “L’esame radiografico diretto del cranio nel bambino
traumatizzato” nel corso della tavola rotonda: “Diagnostica radiologica dei
traumi cranio encefalici”.
Diciassette furono le comunicazioni presentate. Nella maggior parte delle
casistiche riportate è stata impiegata l’Ecografia; tra le altre applicazioni, nello
studio delle affezioni congenite ed acquisite del SNC da sola (MC Bossi et al.
dell’Ospedale S.Paolo di Milano) o associata alla TC ed alla RM nelle anomalie
di migrazione neuronale (G Fariello, S Malena et al. dell’OPBG). L’impiego
dell’ecografia nella displasia congenita dell’anca neonatale con l’uso del m. di
Graf si sta diffondendo negli Ospedali Pediatrici (OPBG) ma è praticata anche
dai Radiologi generali (S Garbocci, A Stiatti, C Bartolozzi e coll. della Radiologia
Centralizzata del Policlinico e dell’Istituto di Radiologia dell’Università di
Firenze).
Nuovi campi di applicazione dell’Ecografia in età pediatrica sono costituiti
dall’impiego extracardiaco del Doppler a colori e del doppler pulsato
nell’addome (P Tomà, AM Dell’Acqua et al. dell’Istituto G. Gaslini). Un’altra
comunicazione merita di essere menzionata: ”Neuroblastoma infantile:
integrazioni dell’ “Imaging” nella diagnosi e nel follow-up. Studio su 33 pazienti”,
eseguita con la collaborazione degli Istituti di Radiologia e di Medicina Nucleare
dell’Università Cattolica (UCSC) di Roma.
295
Infine furono tenute due lezioni di aggiornamento: una svolta da Stefano
Riggio, dell’Ospedale Pediatrico “G. Salesi” di Ancona, su: “Diagnostica per
immagini del piede infantile” e l’altra riguardante “Orientamenti attuali sulla
determinazione dell’età scheletrica” fu presentata da Gian Franco Vichi
dell’Ospedale Pediatrico “A. Meyer” di Firenze.
Durante il Congresso si svolse l’assemblea dei Soci della Sezione che
procedette all’elezione del nuovo Comitato Direttivo. Risultarono eletti:
Presidente: G Perri (Pisa). Consiglieri: G Beluffi (Pavia), C Defilippi (Torino), GL
Di Guglielmo (Napoli). Segretario: P Tomà (Genova). Past-President: C
Sandomenico (Napoli).
Il XXXIV Congresso della SIRMN congiunto al 3° Incontro
Mediterraneo di Radiologia si svolse a Torino nel 1990, dal 30 maggio al 3
giugno, sotto la Presidenza del Prof. G Juliani
direttore dell’Istituto di
Radiologia di quella città.
Vari furono gli argomenti di Radiologia Pediatrica, trattati con gli
interventi sia di Radiopediatri che di Radiologi generali.
In sintesi: due sessioni furono dedicate all’ ”Imaging integrato in
Pediatria”; una sessione all’ ”Anca pediatrica”, tre le lezioni di aggiornamento.
Inoltre alcune comunicazioni e poster inerenti alla disciplina furono presentati in
sessioni attinenti ad argomenti diversi di Radiologia.
Nella prima sessione dedicata alla “Radiodiagnostica Integrata in
Pediatria” fu preso in considerazione il contributo delle varie metodiche nello
“studio dei tumori renali e pararenali”. C Defilippi dell’Ospedale Pediatrico
“Regina Margherita” (OPRM) di Torino si occupò del ruolo della angiografia.
Seguirono R Perale, E Talenti e E Toffolutti dell’Istituto di Radiologia
dell’Università di Padova che trattarono il contributo dell’Ecografia; G Fariello, S
Malena et al. dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma quello della TC;
P Tomà, G Lucigrai, GM Magnano et al. dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova
riferirono dell’apporto della RM nell’indagine degli stessi tumori. M Cerioni, I
Carotti, A Manca e coll. di Ancona riferirono della “RM nello studio di lesioni
espansive addominali” in età pediatrica.
296
Nella II sessione, avente per oggetto la stessa tematica della prima fu
esaminato l’impiego degli US, della TC e della RM in diverse affezioni dell’età
pediatrica, tra le altre in malattie sistemiche quali la “Neurofibromatosi” (A
Pelizza, A Taccone et al. dell’Istituto “G. Gaslini”) e nella “Patologia focale
epatica dell’età pediatrica” (A Taccone, nella P Tomà et al. dello stesso Istituto).
I “Reflussi vescico-ureterali” furono oggetto della relazione di E Sassani, A
Casillo et al. dell’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, S.Giovanni
Rotondo (FG) e “Le localizzazioni secondarie neuro-spinali dei tumori cerebrali”
di quella di C Colosimo Jr, M Moschini, GM Di Lella et al., dell’UCSC di Roma.
Nella sessione dedicata all’anca infantile intervennero sia radiologi
generali sia radiologi pediatri. Tra i primi mi limiterò a ricordare: D Di
Giandomenico, C Delle Monache, C Bonomo et al. dell’Università di Chieti che
trattarono: “Le correlazioni tra esame clinico ed esame ecografico nella
lussazione congenita dell’anca. (L.C.A.)”; M Tramonti Rocchi, B Giganti et al.
dell’Ospedale Nuovo S.Giovanni di Dio a Firenze “Lo screening neonatale per
la displasia congenita dell’anca”; A Portuense, C Fugazzola et al. dell’Istituto di
Radiologia dell’Università di Verona, “Il confronto tra differenti criteri di
valutazione ecografica dell’anca infantile”.
I Radiopediatri intervenuti sul tema “anca infantile”, pochi per la verità,
furono P Tomà, A Costa et al dell’Istituto “G. Gaslini” e G Riboni, S Serantoni et
al. del Servizio di Radiologia dell’Istituto Ospedaliero Provinciale per la
Maternità di Milano.
Furono presentate solo due comunicazioni, una di O Tamburrini
(Direttore della Cattedra Universitaria di Catanzaro) su “Problemi ed errori nella
diagnostica per immagini delle masse renali e pararenali”; l’altra, dei soliti
Radiopediatri dell’Istituto “G. Gaslini” su: “Diagnostica per immagini dei tumori
nel I anno di vita”.
Delle
tre
lezioni
di
aggiornamento,
due
riguardarono
il
ruolo
dell’ecografia, rispettivamente “Nell’anca dell’infanzia” (A Psenner, P Ortore e
coll. dell’Ospedale Generale Regionale di Bolzano) e nello “Studio delle
malformazioni fetali” (R Lagalla dell’Istituto di Radiologia dell’Università di
Palermo). La terza lezione “Vantaggi della radiologia digitale nella valutazione
297
di alcune varietà di patologia pediatrica” fu tenuta da G Perri, Radiopediatra
dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Pisa.
Infine P Tomà, partecipò attivamente al Corso monotematico di RM
trattando delle “Indagini in Pediatria”.
Il XXXV Congresso Nazionale della SIRM ebbe luogo a Genova nel
1992 (8-12 Novembre) insieme al IV Incontro Mediterraneo di Radiologia. Il
Presidente designato del Congresso, Prof. Luigi Oliva, Direttore dell’Istituto di
Radiologia dell’Università di Genova, che venne a mancare improvvisamente
durante la fase preliminare dell’organizzazione della manifestazione, lasciò ai
membri da lui scelti come collaboratori il gravoso compito di portare a termine
l’opera organizzatrice già iniziata.
La parte inerente alla Radiopediatria fu articolata in una tavola rotonda,
in una sessione di comunicazioni dal tema: “Oncologia pediatrica”, in alcune
comunicazioni distribuite in due sessioni dedicate a diversi argomenti e infine in
due lezioni di aggiornamento.
Alla tavola rotonda, avente per oggetto “La diagnostica per immagini
delle infezioni nei soggetti con immunodepressione”, la parte attinente alla
Radiopediatria fu affidata a Fiorenza Bellini, Primario del Servizio radiologico
della Clinica Pediatrica, ICP di Milano, esperta del settore.
Nella sessione dedicata alla “Oncologia pediatrica” furono presentate 10
comunicazioni di cui sette provenivano dai servizi radiologici rispettivamente,
quattro dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova e tre dell’OPBG di Roma. Le
comunicazioni presentate dall’equipe radiologica del Gaslini (A Dell’Acqua, M
Occhi, M Oddone, A Pelizza, A Taccone, P Tomà et al.) verterono sulla
“Diagnostica per immagini dei tumori epatici e del neuroblastoma nel primo
anno di vita”; “Il ruolo svolto dalla RM nella diagnostica e nella stadiazione del
linfangioma” ed “ Un caso insolito con metastasi all’esordio di tumore di Wilms”.
Le tre comunicazioni presentate dai radiologi dell’OPBG di Roma (E Carnevale,
G Fariello, S Fasanelli, S Malena, C Parri et al. ) riguardarono: “Il ruolo
dell’ecografia nella diagnostica dei tumori cerebrali nel primo anno di vita”; “La
diagnostica per immagini nel linfoma di Burkitt e nel neuroblastoma nei primi
due anni di vita”. Le altre tre comunicazioni, furono prodotte da strutture non
298
pediatriche, di cui una dall’Istituto di Radiologia dell’Università “La Sapienza” di
Roma ebbe per tema: “Il ruolo dell’ecografia nelle tumefazioni del collo”. Altre
comunicazioni su argomenti pediatrici furono presentate in sessioni dedicate a
temi diversi. Nella sessione sulle malattie infettive e patologia varia, G Fariello,
S Malena, D Claps, R Cusmai et al. del Servizio Radiologico dell’OPBG, più
volte ricordato, illustrarono “Il quadro RM di encefalite perivenosa con
localizzazione talamica bilaterale: una nuova sindrome”.
Nella sessione sulla Radiologia Toracica G Fabrizzi, Primario radiologo
dell’Ospedale infantile “G Salesi” di Ancona e coll. presentarono la
comunicazione: “TC ad alta risoluzione, a basso milliamperaggio nello studio
delle lesioni polmonari da fibrosi cistica”.
Le due lezioni di aggiornamento su importanti argomenti di attualità
furono tenute da esperti della materia. P Tomà (Istituto “G. Gaslini”) trattò “Le
alterazioni scheletriche nelle emolinfopatie del bambino” e R Perale dell’Istituto
di Radiologia dell’Università di Padova tenne una lezione di Radiourologia:
“Diagnostica integrata nelle infezioni urinarie del bambino”.
Nel corso del Congresso si svolse l’Assemblea annuale dei membri della
Sezione, che procedette al rinnovo del Comitato Direttivo per il quadriennio
1993-96. Questo risultò così composto: Presidente G Fariello. Consiglieri: PL
Paesano (Milano),
F Potenzoni (Torino), E Talenti (Padova). Segretario: S
Malena (Roma). Past - President: G Perri (Pisa).
Il XXXVI Congresso Nazionale della SIRM fu tenuto a Milano nel 1994
(21-25 maggio) con la Presidenza del Prof. A Chiesa, Direttore della Cattedra di
Radiologia Medica dell’Università di Brescia.
La partecipazione della Radiologia Pediatrica si concretò in una tavola
rotonda, tre sessioni di comunicazioni, un workshop e due lezioni di
aggiornamento.
Alla tavola rotonda dal tema: “I linfomi intratoracici”, P Tomà, del Servizio
Radiologico dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova intervenne trattando i linfomi per
la parte di competenza pediatrica.
Le tre sessioni di comunicazioni si svolsero in giorni diversi.
299
Nella I sessione l’équipe dell’Istituto “G. Gaslini” (G Lucigrai, G Magnano,
A Mazzoli e P Tomà) riferì sulle malformazioni vascolari neonatali dell’encefalo
e dell’addome studiate con le nuove tecnologie dell’ecografia; doppler pulsato e
color-doppler.
Le
alterazioni
midollari
e
i
disrafismi
vertebrali
associati
alle
malformazioni ano-rettali, documentate con le RM furono oggetto di due
comunicazioni rispettivamente di P Schingo, S Malena et al., dell’Ospedale
Pediatrico “Bambino Gesù” (Roma) e di G Tani, D Magnani, R Rossi et al.
dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna.
L’importanza acquisita dalla TC ad alta risoluzione nella patologia
polmonare infantile fu documentata da alcune comunicazioni: a) nella
malformazione adenomatoide cistica polmonare (GA Turci, P Pisi, R Canini et
al. dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna); b) nelle alterazioni
broncopolmonari della fibrosi cistica che furono trattate da M Maffesanti, F
Brizzi et al., dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Trieste in collaborazione
con il Servizio di Radiologia dell’Istituto per l’Infanzia della stessa città e da M
Matronola
e
M
Roggini
della
Radiologia
Pediatrica
Universitaria
in
collaborazione con F Giovagnorio, D Messineo et al. della I Cattedra di
Radiologia e M Antonelli e S Diamanti della Clinica Pediatrica, dell’Università
“La Sapienza” di Roma.
Nella II Sessione furono presentate otto comunicazioni; mi limiterò a
ricordarne alcune di maggior interesse, una avente per oggetto “L’imaging
integrato delle alterazioni parotidee in bambini sieropositivi per HIV”, presentato
dall’equipe più volte citata dell’OPBG; mentre G Fariello dello stesso ospedale e
coll. del presidio distaccato di Palidoro dell’OPBG, trattarono del ruolo della
diagnostica per immagini nella diagnosi delle osteomieliti aspecifiche dello
scheletro extrassiale in Pediatria. Altre due verterono su problemi diagnostici
inerenti a malattie della testa femorale: una sulla diagnosi differenziale tra la
malattia di Perthes e la displasia di Meyer, trattata dai radiologi e ortopedici
dell’Istituto Scientifico “HS Raffaele” di Milano, risolta brillantemente dalla RM;
l’altra sulla diagnosi ecografica di pre-epifisiolisi della testa femorale dovuta alla
collaborazione pluricentrica degli Ospedali, “Casa Sollievo della Sofferenza”,
300
(S. Giovanni Rotondo), Ospedale “C Arrigo” (Alessandria), e Ortopedia
Pediatrica
dell’Istituto
“G.
Gaslini”.
Altre
comunicazioni
presero
in
considerazione l’impiego della RM con sequenze veloci (L Manfrè, S
Pappalardo et al., Istituto di Radiologia Università di Palermo) e della TC spirale
(A Tartaro, R Zito et al. e C Colosimo et al. , Istituto di Scienze Radiologiche,
Università di Chieti e Istituto di Radiologia, Università Cattolica, Roma).
Nell’ultima sessione tra le sette comunicazioni presentate, tutte di un
certo interesse, meritano di essere segnalate: 1) “L’ecografia pelvica nel
sospetto di pubertà precoce” (PL Paesano, R Carpanelli et al. della Radiologia
diagnostica dell’ “H.S. Raffaele” e V Fasolato della Clinica Pediatrica III
dell’Università di Milano; 2) “L’analisi su 4004 anche esaminate con ecografia in
età neonatale e la proposta di una semplificazione della classificazione di Graf”
(M Scialpi, F Zottele et al. tra cui F Dalla Palma, già Primario Radiologo negli
anni Settanta-Ottanta dell’Ospedale Pediatrico “Angeli Custodi” di Trento,
successivamente
assorbito
dall’Ospedale
“S
Chiara”;
3)
“Lo
studio
ecotomografico della tiroide di 88 bambini esposti in precedenza all’incidente
nucleare di Chernobyl” (F Arci, DM Ciorra et al. dell’Istituto di Radiologia,
Università “Tor Vergata”, Roma) e
G Marinuzzi e M Terlini (Divisione. di
Endocrinologia, Ospedale “S Eugenio”, Roma); 4) “Una ricerca sull’evoluzione
clinico-radiologico della malattia delle membrane ialine, trattata con surfattante
esogeno” (per la collaborazione del Servizio Radiologico e del Reparto di
Rianimazione e Terapia Intensiva dell’OPBG).
Il workshop verté su un tema attuale, “L’AIDS in Pediatria”. L’introduzione
di F Potenzoni Primario dell’Ospedale Infantile “Regina Margherita” di Torino fu
seguita da vari interventi: PA Tovo e C Gabiano dell’Istituto di Discipline
Pediatriche dell’Università di Torino, trattarono: “Le manifestazioni cliniche
associate alla infezione da HIV-1”, G Fariello e P Schingo del Servizio di
Radiologia dell’OPBG, intervennero sul coinvolgimento del SNC; “La patologia
polmonare e cardiaca” fu trattata da C Defilippi dell’OIRM di Torino e P Tomà
illustrò le patologie associate all’AIDS.
Due furono le lezioni di aggiornamento: la prima su “Lo stato dell’arte in
endocrinologia pediatrica” fu tenuta da PL Paesano del Servizio di Radiologia
301
Diagnostica, Istituto Scientifico “H.S. Raffaele” (Milano). L’altra lezione su “La
diagnostica per immagini nelle collagenopatie” fu svolta da E Talenti, A
Tregnaghi e F Zulian dell’Istituto di Radiologia e Dipartimento di Pediatria
dell’Università di Padova e da A Barbuti e G Fariello del Servizio Radiologico
dell’OPBG.
Al XXXVII Congresso Nazionale della SIRM, svoltosi a Milano nel
1996, sotto la presidenza del Prof. Francesco Amici (Cattedra di Radiologia
dell’Università di Ancona) la partecipazione della Radiopediatria Italiana si
realizzò con tre workshops inerenti a temi radiopediatrici, una sessione di
comunicazioni libere, una sessione “Sfida agli esperti” con la presenza di un
radiologo pediatra ed un settore scientifico dei poster, dedicato ad argomenti di
pediatria.
I workshops verterono sui seguenti temi: 1) “l’Imaging del reflusso gastroesofageo”; 2) “Diagnostica per immagini del neonato prematuro”, 3)
“Diagnostica per immagini del bambino con vescica neurogena”.
Il primo workshop, di cui fu coordinatore A Vecchioli Scaldazza, Primario
radiologo dell’Ospedale Bambino Gesù (OPBG) ebbe come relatori G Fariello e
G Bergami dello stesso Ospedale, che trattarono “Le problematiche
dell’infanzia”. Da un loro studio sul confronto tra US e pHmetria basato su una
ricca casistica (596 casi), l’ecografia risultò essere la metodica di screening.
Tema del II workshop fu la “Diagnostica per immagini del neonato
prematuro”, con coordinatore P Tomà di Genova. Relatori furono: per l’encefalo
G Fariello che enfatizzò il ruolo svolto dall’ecografia e dall’eco-color doppler
nella patologia encefalica del prematuro. Per il torace intervennero: E Talenti e
coll. del Servizio di Radiologia Pediatrica dell’Università di Padova, che
trattarono la patologia dell’apparato respiratorio, congenita ed acquisita,
peculiare di questa età della vita.
L’addome fu trattato da P Tomà che sottolineò il ruolo diagnostico ancora
fondamentale della radiologia convenzionale nella patologia gastro-intestinale
del prematuro; invece l’ecografia al momento costituiva la metodica di scelta
nello studio delle vie urinarie e biliari.
302
Il ruolo della diagnostica per immagini nella patologia osteo-articolare del
prematuro, limitatamente ai deficit metabolici ed alle malattie a carattere
flogistico, venne illustrato da C Defilippi e coll. dell’AO Infantile “Regina
Margherita e S. Anna” di Torino.
Infine il tema, di notevole interesse, “Diagnostica per immagini del
bambino con vescica neurogena” fu coordinato da G Fariello. I relatori furono
quattro, che trattarono i diversi aspetti della vescica neurologica. M De Gennaro
e coll. della Divisione di Chirurgia Pediatrica dell’OPBG, Presidio distaccato
Palidoro, introdussero l’argomento da punto di vista clinico. S Malena del
Servizio Radiologico dell’OPGB riferì sul ruolo svolto dalla diagnostica per
immagini nella valutazione dell’apparato urinario. L’ecografia costituì l’indagine
di elezione per lo studio delle vie urinarie superiori, integrata, se ritenuto
opportuno, dalla scintigrafia renale per una correlazione morfofunzionale. La
cistouretrografia minzionale svolse un ruolo di primaria importanza nella
valutazione morfofunzionale vescicale e cervicouretrale per la documentazione
di eventuali reflussi vescico-ureterali.
P Tortorì Donati, del Servizio di Neuroradiologia dell’Istituto “G. Gaslini”
espose la diagnosi neuroradiologica delle lesioni vertebro-midollari nel
complesso ed eterogeneo gruppo degli stati disrafici distinti in aperti e chiusi (o
occulti) possibili cause di vescica neurologica. Lo studio con RM basato su una
vasta casistica esaminata fin dal 1988 ha permesso all’A un preciso
inquadramento di complessi stati disrafici, che sono stati sottoposti ad
intervento chirurgico migliorando la prognosi.
Le alterazioni scheletriche nei soggetti con vescica neurologica furono
oggetto della relazione di E Pacciani
del Servizio Radiologico del Presidio
Palidoro dell’OPBG, che mise in evidenza l’importanza della radiologia
tradizionale nelle lesioni osteoarticolari, per lo più di origine paralitica ma a volte
congenite o iatrogene, integrate, ove necessario, dalla ecografia, dalla TC e
dalla RM, e sottolineò il ruolo del radiologo nella valutazione delle deformità
scheletriche e della osteoporosi nel determinismo delle fratture e dei distacchi
epifisari.
303
Originale la sessione “Sfida agli esperti”, rappresentati da radiologi di
spicco della Radiologia italiana tra i quali da segnalare per la Radiopediatria,
Sergio Fasanelli dell’OPBG.
Una sessione di comunicazioni libere fu dedicata alla Radiologia
Pediatrica, di cui furono moderatori M Del Maschio (IRCCS, “H.S. Raffaele”,
Milano) e P Tomà (IRCCS, “G. Gaslini”, Genova).
Tra le nove comunicazioni presentate, da segnalarne tre: una che
puntualizzò i notevoli vantaggi in Radiopediatria, della TC spirale, (N Miele, A
Bellussi e coll. dell’Ospedale “S. Camillo”, di Roma); la seconda l’utilizzazione
pratica in Pediatria della fluorografia digitale indicandone i molti vantaggi e le
limitazioni (M Oddone, P Tomà e coll. dell’IRCCS “G. Gaslini”); la terza la
spettroscopia RM e RM-I nello studio della fisiologia e patologia encefalica in
età pediatrica (work in progress), studio policentrico (T Popolizio e coll.
dell’IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza”, S.Giovanni Rotondo, G Calabrese
dell’IRCCS “H.S. Raffaele”, Milano e U Salvolini, Cattedra di Neuroradiologia,
Università di Ancona) con la dimostrazione delle inferenze di ordine
patogenetico e diagnostico, fornite dalle analisi qualitativa e quantitativa dello
spettro, che associate alla riduzione del tempo di esame consigliano l’impiego
della H-MRS in Pediatria.
Da segnalare altre tre comunicazioni interessanti dal punto di vista
pratico per avere sostenuto il ruolo svolto dall’ecografia in alcune patologie: una
con la proposta di screening ecografico del m. di Crohn in età pediatrica
dimostrandone l’utilità nelle forme a presentazione atipica (F Brizzi, P Guastalla
e coll. del Servizio Radiologico dell’ IRRCS Istituto per l’Infanzia “Burlo
Garofalo” di Trieste), un’altra con l’analisi dell’ecografia, dell’eco-doppler nello
studio dei disrafismi spinali (G Lucigrai e coll. dell’ IRCCS “G. Gaslini”) e la
terza con la valutazione ecografica della superficie epifisaria del nucleo di
ossificazione epifisario distale del femore nell’ipotiroidismo congenito e la sua
correlazione diagnostico-laboratoristica (Equipe del Servizio di Radiologia
dell’”AO Salesi” di Ancona in collaborazione con l’Istituto di Clinica Pediatrica
dell’Università di Ancona). Infine un’altra comunicazione ebbe per oggetto la
valutazione dell’osteodistrofia renale in età pediatrica mediante risonanza
304
magnetica, che mostrò i quadri di coinvolgimento osseo in 14 bambini con IRC
in trattamento conservativo ed in emodialisi. Come risultato della ricerca venne
proposto l’impiego della RM nel protocollo di studio di questi soggetti per il
“follow up” nella valutazione del segmento scheletrico sintomatico e laddove si
supponesse una compromissione del midollo osseo. La ricerca fu frutto della
collaborazione di due UO di Radiologia di Firenze: l’Ospedale “S. Maria Nuova”
(M Olmastroni e coll.), l’Ospedale Pediatrico “A. Meyer” (GF Vichi) e l’Unità
Pediatrica di Nefrologia dell’ Università (D Seracini).
Intanto si andava affermando sempre più la presentazione di poster nei
Congressi,
in
alternativa
alle
comunicazioni,
con
il
vantaggio
della
immediatezza e contemporaneità delle immagini.
Un settore di poster fu dedicato alla Pediatria: 12 furono le presentazioni,
per la maggior parte attinenti a casi singoli di raro riscontro. Tra questi tre
poster provenienti dal Servizio Radiologico “AO Salesi” di Ancona (M
Misericordia, V Bolli, G Pieroni, G Fabrizzi et al.); due provenienti dal Servizio
Radiologico dell’Ospedale “S. Camillo” di Roma (V Miele, M Galluzzo et al.);
uno presentato dalle UO di Radiologia degli Ospedali
“S. Maria Nuova” e
Pediatrico “A. Meyer” di Firenze.
Altri poster riguardarono l’impiego di metodiche in patologie diverse, “La
scintigrafia
renale
sequenziale
con
TC-99m
MAG3
nella
definizione
dell’operabilità delle uropatie ostruttive del bambino” (l Rambaldi, L Marino, ML
Valentino et al. dell’UO di Scienze Radiologiche Dipartimento di Pediatria II
Università, Napoli) “L’ecodoppler del varicocele: diagnosi, correlazione con la
venografia e verifica dopo scleroterapia (M Oddone, GM
Magnano et al.,
Servizio di Radiologia, IRCCS “G. Gaslini”).
Durante il XXXVIII Congresso Nazionale della SIRM, svoltosi a Milano
nei giorni 23-27 maggio 1998, con la Presidenza del Prof. Francesco Smaltino,
Direttore dell’Istituto di Scienze Radiologiche Federico II dell’Università di
Napoli, la Radiopediatria Italiana godette di un largo spazio.
La partecipazione dei cultori della materia si articolò in due tavole
rotonde,
in
sette
lezioni di aggiornamento,
305
un
workshop, un
corso
monotematico, alcune comunicazioni a tema libero, una sessione di “poster”
dedicata alla radiologia pediatrica ed altri poster distribuiti in settori scientifici
diversi.
La I tavola rotonda ebbe come tema “L’approccio radiologico nel dolore
addominale del bambino” .
All’introduzione di V Alessi (Dipartimento di Scienze Radiologiche
ARNAL “Civico e Benefratelli”, Palermo) seguì lo svolgimento del tema
prescelto suddiviso in tre parti: “Il dolore delle vie digestive” (E Talenti et
al.,Istituto di Radiologia dell’Università di Padova), “del fegato e vie biliari” (P
Schingo et al. Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”, Roma) “dell’apparato urogenitale” (S Malena et al. dello stesso Ospedale).
Un altro tema importante di Radiopediatria fu trattato nella II tavola
rotonda: “Le emergenze addominali in età pediatrica”. Ne fu moderatore S
Fasanelli del più volte menzionato OPBG. Ci furono interventi di GL Bergami
(OPBG) inerenti all’apparato gastrointestinale; di V Miele (Servizio di Radiologia
Ospedale “S. Camillo”, Roma) sull’apparato uro-genitale; di R Frutwirth
(OPBG), sui traumatismi.
Al corso monotematico con tema “La diagnostica per immagini
nella patologia neoplastica scheletrica”, di cui erano coordinatori M Cammisa
(S. Giovanni Rotondo) e C Faletti (Torino), S Fasanelli (OPBG) fu relatore su
“La semeiotica delle neoplasie ossee in età pediatrica”.
Ben sette furono le lezioni di aggiornamento in Radiopediatria che
verranno citate nell’ordine cronologico in cui furono svolte:
1) “TC spirale in Pediatria: tecnica e metodologia” da C Fariello
(Servizio di Radiologia, OPBG);
2)
“Lo studio ecografico morfo-funzionale della deglutizione fetale” da
R Farina (II Servizio Radiologico Azienda Ospedaliera “A Cardarelli”, Napoli);
3) “La diagnosi per immagini nelle coxalgie del bambino” da C Defilippi,
C Masi et al. (Servizio di Radiologia, Ospedale Infantile “Regina Margherita”,
Torino);
4) “La patologia vascolare periferica nel bambino. Diagnosi e
trattamento” da P Tomà (Servizio di Radiologia, Istituto “G. Gaslini”); .
306
5) “TC-HRTC del torace in Pediatria” da R Canini, G Battista et al.
(Dipartimento Clinico di Scienze Radiologiche e Istotopatologiche, Sezione di
Diagnostica per Immagini “V Bollini”, Università di Bologna);
6) “RM cardiovascolare in Pediatrica” da M Oddone (Servizio di
Radiologia, Istituto “G. Gaslini”, Genova);
7) “US nella patologia gastroenterologica in Pediatria” da GF Vallone et
al. Istituto di Scienze Radiologiche, Università Federico II, Napoli).
Il workshop sul tema “RM: sequenze veloci in Pediatria” ebbe
come moderatore P Tomà (Genova).
Intervennero radiologi dell’Istituto “G. Gaslini”: MP Fondelli, P Tortorì
Donati et al. sul sistema nervoso centrale e CM Magnano su torace, addome e
sistema muscolo scheletrico, che sottolinearono i vantaggi delle sequenze
veloci in Pediatria: riduzione del tempo di esame e minor ricorso all’anestesia
generale.
Furono svolte anche alcune comunicazioni a tema libero: tra le altre di
particolare interesse “La radioprotezione in Radiologia pediatrica. Le linee
europee” svolta da alcuni Radiologi dell’Istituto “G. Gaslini”.
Numerose furono le presentazioni attinenti alla Pediatria nelle diverse
sessioni dei poster di cui una (comprendente 13 poster) fu dedicata alla
Radiologia pediatrica. Per la maggior parte furono poster su casistica rara
provenienti sia da Ospedali generali sia da Istituti Universitari. Non mancò
tuttavia la presenza di Centri di radiologia pediatrica. Tra gli altri da menzionale:
“Studio ecografico delle masse scrotali non dolenti” (Istituto di Radiologia,
Università di Padova), “Il follow-up ecografico nella identificazione di microlitiasi
renale” (Istituto di Scienze Radiologiche, II Università di Napoli); “Patologia
polmonare pediatrica. Ruolo della HRCT” ( Istituto di Scienze Radiologiche,
Università Federico II, Napoli); “Torsione del funicolo spermatico in età
peripuberale,
reperti
ecografici
in
B-Mode”
e
“La
compromissione
dell’articolazione temporo-mandibolare nell’artrite reumatoide dell’infanzia”
(Servizio di Radiologia, ICP, Milano).
307
La partecipazione della Radiopediatria italiana al XXXIX Congresso
Nazionale della SIRMN, svoltosi a Milano, dal 10 al 14 giugno 2000 si
estrinsecò in diverse manifestazioni. Ne fu presidente e organizzatore il Prof.
Carlo Matteo Uslenghi, Direttore della Cattedra di Radiologia dell’Università di
Milano, presso l’Ospedale “S.Paolo”.
Alla tavola rotonda su “Le patologie emergenti da flussi migratori”
argomento di notevole interesse data la sua attualità , intervenne Paolo Tomà ,
del servizio di Radiologia dell’Istituto “G. Gaslini”, con la relazione “I nuovi
problemi radiologici dell’età pediatrica”.
Quattro furono i corsi di aggiornamento attinenti alla Radiologia
pediatrica:
Il 1° Corso di aggiornamento ebbe come coordinatori e moderatore
Paolo Tomà. Relatori furono E Talenti (Padova) in coll. con T Toffoluti e A
Trenaghi, che riferì sul “Distress respiratorio nel bambino” ; M Oddone del
Servizio di Radiologia dell’Istituto “G. Gaslini” che relazionò su “Il bambino
cardiopatico” mentre la terza relazione su “Le Endocrinopatie” fu svolta, PL
Paesano, P Brambilla e A Del Maschio, Radiologi dell’IRCCS “H.S. Raffaele”, in
collaborazione con C Weber della Clinica Pediatrica III dello stesso Ospedale.
Il 2° Corso di Aggiornamento (moderatore S Fasanelli di Roma) ebbe
come relatori: G Fariello, dell’Ospedale del “Bambino Gesù” (OSBG) , su
“L’epilessia”; F Pacciani et al. dello stesso Ospedale su “Le scoliosi” e C
Defilippi et al. dell’Istituto di radiologia dell’Ospedale Infantile “Regina
Margherita” di Torino, che riferirono su “Il bambino che zoppica”.
Al 3° Corso di aggiornamento dedicato a “La Radiologia e oncologia:
argomenti di attualità” fu relatore per la parte pediatrica P Tomà che trattò “Le
masse renali e retroperitoneali in Pediatria” e puntualizzò il ruolo attuale della
diagnostica per immagini di questa importante patologia.
Al 4° Corso di aggiornamento (coordinatore P Tomà e moderatore G
Fabrizzi di Ancona) furono relatori: S Malena del Servizio di Radiologia
dell’OSBG che dissertò sui “Distress funzionali della minzione”, M Occhi che
trattò “Le ostruzioni da alterata motilità intestinale” e toccò a V Novara
dell’Ospedale dei Bambini “G Di Cristina” di Palermo la trattazione di un tema
308
complesso, “Il bambino itterico”. Novara discusse il ruolo svolto dalle varie
metodiche (US,TC,RM) nella diagnostica differenziale delle affezioni, congenite
ed acquisite del fegato e delle vie biliari e richiamò l’attenzione sull’importanza
che riveste la colangio-RM anche in Pediatria per la dimostrazione dell’albero
biliare.
Una sessione di comunicazioni libere fu dedicata ad argomenti attinenti
alla Radiopediatria: su sette comunicazioni presentate, solo due provenivano da
Servizi di Radiologia pediatrica, le altre furono presentate da Radiologi generali.
Le più interessanti per il tipo di casistica presentata o per l’attualità degli
argomenti trattati furono le seguenti:
“Il polmone nell’istiocitosi a cellule di
Langherans in età pediatrica” (P Potefan et al. UO di Radiodiagnostica A ed
UO di Radiodiagnostica B, Ist. Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori,
Milano), la “Sindrome da interruzione del peduncolo ipofisario. Aspetti consueti
ed inconsueti con RM” (G Zuccoli et al., 1° Servizio di Radiologia, “Arcispedale
S. Maria Nuova”, Reggio Emilia), “A proposito di due casi di fistola porto-cavale
congenita:Imaging inegrato” (G Zuccoli et al., Servizio di Radiologia Istituto ”G.
Gaslini”) “Ecocistostografia vs cistouretrografia retrograda nello studio del
reflusso vescicolo-uretrale in età pediatrica” (V Miele et al. in collaborazione con
alcuni Servizi radiologici ospedalieri romani: Ospedale “S.Camillo” AO
“S.Camillo-Forlanini” e IRCCS “Spallanzani ).
Nella sessione “Laboratorio di radiologia”, verosimilmente sostituito dal
termine Workshop fu usata una nuova formula “Guida ragionata alla
refertazione” che fu impiegata in due interessanti interventi: l’uno riferita al
torace dell’immaturo tenuto da Fiorenza Bellini (ICP di Milano) e l’altra per l’età
ossea, svolta da Rita Jenuso (Ospedale “A. Meyer” di Firenze).
Nella tavola Rotonda “I problemi della crescita del bambino” incontro con
la Società Francese di radiologia, coordinato dal Prof. F Smaltino (Napoli),
furono presentate le seguenti relazioni: “Imagig of neurodevelopmental
disorders in children” (G Sebag, “Hôpital Robert Debré”, Parigi) e “Imaging of
growth disorders in children” (G Kalifa e V Merzoug, “Hôpital Sant Vincent de
Paul”, Parigi).
309
Da segnalare, infine, la sessione dei Poster, in cui furono presentati 8
lavori attinenti alla Radiologia pediatrica, provenienti dai Servizi radiologici di
Ospedali generali e Ospedali Pediatrici, tutti con descrizione di casistiche più o
meno rare. Questi Poster furono presentati da medici dell’Ospedale Infantile
“Regina Margherita” di Torino e uno dalla Sezione di Radiologia pediatrica,
Istituto di Scienze Radiologiche dell’Università di Napoli.
Il XL Congresso Nazionale della SIRM si svolse a Rimini nei giorni 2428 maggio 2002. Ne fu presidente Pietro Pavlica, Direttore dell’U.O. di
Radiologia “Malpighi” del
Policlinico “S.Orsola – Malpigli”, Bologna.
Il
programma formativo e di aggiornamento, di alto livello, prevedeva una larga
partecipazione di studiosi, attinente anche alla Radiopediatria, cui vennero
assegnate una tavola rotonda, un corso di aggiornamento, 3 corsi
monotematici, due sessioni di comunicazioni dedicate ad argomenti pediatrici
ed infine un settore di poster della mostra scientifica dedicato alla Radiologia
Pediatrica.
Alla tavola rotonda avente per tema “Il reflusso vescico-ureterale (RVU):
importanza clinica e diagnostica negli anni 2000”, che ebbe come coordinatore
e moderatore E Talenti, intervennero come relatori T Montini (Istituto di
Radiologia dell’Università di Padova),C Defilippi [Azienda Ospedaliera MaternoInfantile, Ospedale Infantile “Regina Margherita (OIRM) S. Anna”, Torino], P
Zacchetta (Servizio di Medicina Nucleare, Università di Padova), E Talenti
(Istituto di Radiologia, Università di Padova) che trattarono aspetti importanti del
RVU. Montini discusse il “Valore clinico e la genetica del reflusso”; C Defilippi
intervenne su “La radiologia convenzionale e la cisto-sonografia”, sottolineando
i vantaggi e gli svantaggi dell’una e dell’altra metodica ed indicandone il periodo
di esecuzione nell’iter diagnostico del reflusso. Talenti e coll. confrontarono il
ruolo svolto dalle tre metodiche nella scoperta del RVU: cistouretrografie
tradizionale (cum), cistografia isotopica e cisto-sonografia, segnalarono le
preferenze dei Clinici (Pediatri ed Urologi pediatri) per l’una o l’altra delle prime
due metodiche e indicarono le notevoli limitazioni della cisto-sonografia.
310
Al corso di aggiornamento, (moderatori PP Guastalla, Trieste e V
Novara, Palermo) parteciparono, trattando argomenti diversi: E Pacciani
(Presidio distaccato di Palidoro dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”
(OPBG) che intervenne su ”La diagnostica per immagini nella patologia da sport
dell’età evolutiva”; C Defilippi (Istituto di Radiologia, dell’”OIRM S. Anna”) che
riferì su la “Diagnostica clinica delle affezioni testicolari in età pediatrica”; P
Tortorì-Donati del Servizio di Neuroradiologia Pediatrica dell’Istituto “G. Gaslini”
discusse i tumori cerebrali dei bambini.
Il I Corso monotematico di Radiopediatria (moderatori L Baron, Napoli e
G Fariello, Roma) fu dedicato alle “urgenze pediatriche”. Ne furono relatori: per
le urgenze del torace nel neonato: A Martinelli (UO Semplice di Radiologia
Pediatrica, Policlinico Bari); per le urgenze delle vie aeree superiori e del torace
nel bambino (G Fabrizzi, AO “Salesi”, Ancona); per le urgenze addominali nel
neonato, E Talenti (Sezione di Radiologia Pediatrica Istituto di Radiologia,
Università di Padova); per le urgenze addominali nel bambino, P Tomà (Istituto
G. Gaslini).
All’altro corso monotematico dedicato alla Neuroradiologia (coordinatore
F Smaltino, Napoli e moderatori: A Palmieri, Napoli e M Ulmar, Trieste)
intervenne R Ruggiero (Napoli) su “Le urgenze neuroradiologiche in Pediatria”.
Nell’ultimo corso monotematico avente per tema “La Radiologia
addominale gastroenterologica” (coordinatori C Bartolozzi, Pisa e R Grassi,
Napoli) P Tomà trattò la “Patologia epatica diffusa in età pediatrica”.
Durante la sessione di cardioradiologia (moderatori M Oddone, Genova e
A Villa, Pavia) alla lettura introduttiva tenuta da M Oddone dell’Istituto “G.
Gaslini” di Genova, su “AngioRM in età pediatrica: studio dei vasi mediastinici”
seguì una comunicazione libera sul “Follow-up RM dei pazienti pediatrici con
coartazione dell’aorta toracica trattata con angioplastica” che fu svolta da T
Piva, L Salvolini et al. del Dipartimento di Radiologia, AO “Umberto I”,
Università di Ancona.
Alla sessione di radiologia uro-genitale, con moderatori P Innocenti di
Firenze e MG Orrei di Bologna, fu presentata una comunicazione su:
“L’approccio transbrachiale per la scleroterapia del varicocele pediatrico” da P
311
Agresti, S Pieri et al. della struttura di Radiologia vascolare ed Interventistica e
da C Fiocca della Chirurgia Pediatrica dell’AO “S. Camillo Forlanini” di Roma.
La prima sessione dedicata alla Radiologia pediatrica fu preceduta da
una interessante lettura introduttiva su “RM della regione ipotalamo-ipofisaria in
età pediatrica: correlazione tra la morfologia e funzione” di cui fu relatore G Tani
(coll. R Sciutti, F Teglia et al. del Dipartimento Clinico di Scienze Radiologiche
ed Istopatologiche; Sezione di Diagnostica per Immagini “V Bollini”, Università
di Bologna).
Seguì la presentazione di sette comunicazioni libere di cui quattro
provenienti da Ospedali Pediatrici: due dall’Ospedale “A. Meyer” di Firenze e
una dall’Ospedale “G Salesi” di Ancona, la quarta dall’Ospedale “V. Buzzi” di
Milano. Tra queste da segnalare la comunicazione su “La malattia intestinale
cronica in età pediatrica: la risonanza magnetica con sequenze veloci nel
protocollo
diagnostico”
(SF
Carbone,
G
Natoli,
C
Fonda,
UO
di
radiodiagnostica, Ospedale “A. Meyer” e P Lionetti, Dipartimento di Pediatria
dell’Università di Firenze, e “Ruolo dell’eco color-doppler nello scroto acuto nel
primo anno di vita” di C Pieroni, V Bolli et al. del Servizio radiologico e G
Cobellis della Chirurgia pediatrica dell’AO “Salesi” di Ancona; infine “L’utilità
della RM fetale nel planning terapeutico mediante “Exit (ex utero intrapartum
treatment) del teratoma cistico del collo” di C Bonifacio, L Maestri, F Triulzi et al.
degli “Istituti Clinici di Perfezionamento” (ICP) dell’Università Statale di Milano e
della Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale dei Bambini “V. Buzzi” di Milano.
Le altre comunicazioni provenienti da Ospedali generali riguardarono
aspetti diagnostici in particolare ecografici nei trapianti epatici in età pediatrica
(due comunicazioni) e l’esperienza di follow-up nefrologico mediante scintigrafia
renale ed ecografia in bambini affetti da glicogenosi tipo I in dietoterapia.
Anche la II sessione di Radiopediatria fu suddivisa in 2 parti: la prima
comprendente una lettura introduttiva e la seconda una serie di comunicazioni
libere.
Di particolare interesse la lettura introduttiva sul tema: “La diagnostica
per immagini delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) in età
pediatrica: lo stato dell’arte” di cui fu relatore GM Magnano, in collaborazione
312
con C Granata e P Tomà del Servizio radiologico e A Barabino della
Gastroenterologia dell’Istituto “G. Gaslini”. Nella relazione fu puntualizzato il
ruolo delle diverse metodiche: l’eco-color-doppler, il clisma del tenue e più
recentemente il clisma TC e la idro-RM, particolarmente indicata in quanto non
utilizza radiazioni ionizzanti, nel follow-up dei pazienti in età pediatrica.
Sette le comunicazioni libere che verterono su diversi argomenti di
Radiopediatria. Tra le quattro, provenienti da Ospedali pediatrici (Ancona,
Trieste, Genova, Roma) risultarono di maggiore interesse per la importante
casistica riportata in ordine di presentazione: “La malattia infiammatoria cronica
intestinale in età pediatrica; vantaggi dell’associazione tra ecografia e test al
lattulosio-mannitolo” che fu illustrata da F Zennaro – Rosai, E Fonda, PP
Guastalla et al. dell’UO di Radiologia dell’Ospedale Infantile “Burlo Garofalo” di
Trieste; “L’ecografia delle lesioni del plesso branchiale del neonato” risultato
della collaborazione tra l’Istituto ”G. Gaslini” e le sedi Universitarie: Cattedra di
Radiologia
dell’Università
di
Genova
e
Divisione
di
Radiodiagnostica
dell’Università di Ginevra ed una terza comunicazione su torcicollo in età
pediatrica proveniente dall’OPBG di Roma.
Le altre tre provenivano da Centri non radiopediatrici ma che per
tradizione si occupavano da tempo di argomenti pediatrici: due dell’Istituto di
Radiologia di Parma presentata da G Molinari e P Mastellari, F Cademartiri et
al. e la terza di notevole importanza sulle immunodeficienze congenite:
“Agamma - globulinemia e immunodeficienza comune variabile con un’analisi
longitudinale e trasversale delle modificazioni infiammatorie broncopolmonari e
sinusali”, di cui furono relatori MP Bondiani et al. del servizio di Radiologia degli
Spedali Civili di Brescia, continuatori dell’attività radiopediatrica risalente agli
anni Trenta del secolo scorso, in collaborazione con A Chiesa, Direttore della
Cattedra di Radiologia dell’Università di Brescia.
Alcune comunicazioni su argomenti radiopediatrici furono svolte in
sessioni attinenti ad altre branche della Radiologia.
Notevole il successo ottenuto dalla esposizione scientifica del XL
Congresso Nazionale delle SIRM, dove vennero esposti ben 433 poster
distribuiti in 23 settori scientifici. Un settore scientifico (il 14°) fu dedicato alla
313
Radiologia pediatrica, in cui furono presentati 9 poster, di cui quattro provenienti
da Ospedali pediatrici; di questi due dalla struttura complessa di Radiologia, AO
Pediatria “Santobono-Pausillipon” (ML Valentino e coll.), uno dall’UO Semplice
di Radiologia Pediatrica Ospedaliera, Policlinico di Bari (A Martinelli e coll.) il
quarto dal Servizio Radiologico dell’OPBG, Roma (A Fariello et al. in
collaborazione con la Radiologia dell’Ospedale “G. Eastman”, Roma). Dei
restanti cinque, quattro provenivano da Istituti Universitari di cui uno: dalla
Sezione Pediatrica dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna (G Tani)
in collaborazione con il Servizio di Radiologia dell’Ospedale “Bufalini” di
Cesena, due dall’Istituto di Radiologia dell’Università di Parma (P Mastellari, A
Patti et al.) e il quarto dal Servizio Universitario di Radiologia “San Luigi
Gonzaga” di Orbassano (TO).
L’ultimo poster fu realizzato dalla collaborazione tra il Servizio di
Radiologia Pediatrica degli Ospedali Civili di Brescia (MP Bondioni et al.) con la
Cattedra di Radiologia dell’Università della stessa città (L Grazioli et al.)
Infine alcuni poster attinenti alla Radiopediatria furono esposti in altri
settori: neuroradiologico, muscolo scheletrico; radiologico di urgenze e di
emergenze, di tomografia computerizzata.
314
Congressi della European Society of Paediatric Radiology (ESPR)
organizzati in Italia.
Il VII Congresso della ESPR si svolse a Roma dal 16 al 18 Aprile 1970.
Presidenti onorari furono il Prof. Enrico Colarizi, Direttore della I Clinica Pediatrica
dell’Università di Roma ed il Prof. Giuseppe Muscettola, Presidente della SIRMN.
Organizzatore del Congresso fu il Prof. Guido Iannaccone, dirigente del servizio
radiologico della Clinica Pediatrica dell’Università di Roma e Presidente della ESPR,
coadiuvato attivamente dal Segretario Dott. Sergio Fasanelli, radiologo pediatra,
assistente degli Ospedali Riuniti di Roma.
I Congressisti furono oltre duecento, tra i quali figuravano i più bei nomi della
Radiologia Pediatrica internazionale: J Caffey, HJ Kaufmann, A Lassrich, J Lefebvre,
EBD Newhauser, U Rudhe, K Rowinski, FN Silverman. Numerosa e qualificata la
partecipazione dei radiologi pediatrici italiani, provenienti dai più importanti centri
universitari e ospedalieri ed un folto stuolo di pediatri.
Come sede del Congresso fu scelta l’aula dei Convegni, moderna e funzionale,
del Consiglio Nazionale delle Ricerche. I lavori congressuali furono preceduti da un
indirizzo di benvenuto del Prof. Colarizi e da un’allocuzione del Prof. Guido
Iannaccone che accennò alla situazione deficitaria della radiologia pediatrica in Italia,
auspicando che questa importante manifestazione potesse risvegliare nel nostro
paese un maggior interesse per la radiologia dell’età pediatrica.
La prima giornata fu dedicata interamente alla radiologia del neonato.
Nella sessione del mattino tra gli altri intervennero AS Tucker (Cleveland) e D
Nusslè (Losanna), che presentarono relazioni sulle gravi sindromi respiratorie del
neonato e del prematuro e sulle complicazioni della terapia (ossigenoterapia e
intubazione).
Particolarmente interessante l’intervento di GB Harris (“Children’s Hospital
Medical Center” di Boston) che prospettò una nuova interpretazione delle opacità
polmonari del neonato, ritenute fino ad allora di natura atelectasica e determinate
315
invece dalla ritenzione del liquido polmonare fetale. Oratori di varia provenienza
trattarono la sindrome da aspirazione meconiale, le emorragie massive del polmone,
il chilotorace. Sauvegrain e Fauré (“Hôpital des Enfants Malades”, Parigi)
dimostrarono un caso di ernia diaframmatica ad insorgenza tardiva.
Sandomenico e Cerasuolo (“Ospedali Riuniti per Bambini” di Napoli)
illustrarono il quadro radiologico della ipofosfatasemia congenita neonatale.
Gajno e Raimondi (Reparto Neurochirurgico del “Childrens’s Memorial
Hospital” di Chicago) dimostrarono il ruolo dell’angiografia nella diagnosi della
malformazione di Arnold-Chiari nel neonato documentata in ben 71 casi, con
riscontro operatorio.
La possibilità di praticare il cateterismo cardiaco e l’angiocardiografia già nei
primi giorni di vita in neonati con cardiopatie congenite scompensate fu sostenuta da
vari AA, tra cui Azzolina e Pensa di Bergamo e Perlmutter-Cremer di Bruxelles.
Per la diagnosi di trombosi della vena renale nel neonato e nel lattante, K
Knapp di Madrid propose l’angiografia della vena cava inferiore (cavografia inferiore).
G Lillie di Londra intervenne sull’importanza delle correlazioni tra i reperti
radiologici con i dati manometrici per la diagnosi del m. di Hirschsprung.
La seconda giornata fu aperta da una Tavola Rotonda con tema “Gli aspetti
radiologici della pielonefrite nel bambino", con l’intervento di 4 studiosi noti in campo
internazionale per i loro contributi su questa affezione: K Ekengren (Stoccolma), H
Fendel (Monaco di Baviera), J Hodson (Londra) e H Ludin (Basilea). Moderatore fu
HJ Kaufmann (Basilea).
Dalla discussione emerse la conclusione dell’importanza della diagnosi
precoce, per la quale è determinante l’indagine radiologica (urografia, cistografia
minzionale).
Nella stessa giornata furono presentate comunicazioni a tema libero in
Radiologia pediatrica.
D Catalano (Napoli) trattò l’angiografia nei traumi vascolari periferici
nell’infanzia, di solito conseguenti a caduta contro il vetro di una porta o di una
finestra o i cristalli di una vetrina. GJ D’Angio (“Memorial Hospital for Cancer
316
Research” di New York) presentò i primi risultati favorevoli dell’impiego della
metionina marcata con Se75 per scoprire molto precocemente le metastasi da
neuroblastoma.
Fortier Beaulieu, Bounin e Lefèbvre (Parigi) sottolinearono l’importanza di un
accurato studio radiologico dell’intestino tenue in tutti i casi di anemia ipocromica del
bambino sulla base della loro casistica comprendenti una varia patologia (S di PeutzJeghers, poli-adenomatosi diffusa, angioma ileale, ecc).
Vichi e Pampaloni (Ospedale “A. Meyer” Firenze) riferirono sull’impiego della
scialografia nelle malattie delle ghiandole salivari dell’infanzia, infiammatorie e
neoplastiche.
P Franceschini (Torino), presentò il primo caso italiano di S. di Wolf, studiato
insieme al compianto Prof. GS Marchese. K Kozlowski et al (Cracovia) illustrarono le
alterazioni scheletriche in bambine con anomalia cromosomica tetra X. AS Tucker
(Università di Cleveland) e G Iannaccone (Università di Roma) presentarono una
comunicazione sul nanismo metatropico, soffermandosi su alcune forme fruste di
questa rara displasia scheletrica.
Nella seduta pomeridiana dello stesso giorno FN Silverman di Cincinnati
presentò la nuova e prima classificazione delle osteodisplasie elaborata in via
provvisoria da un ristretto Comitato di esperti internazionali, tra i quali noti studiosi
degli aspetti biochimici e genetici di queste malattie.
L’ultima giornata congressuale ebbe inizio con l’Assemblea generale dei
membri della Società e proseguì con le relazioni su temi liberi di Radiologia
pediatrica. U Rudhe (Stoccolma) trattò l’enfisema del lobo medio destro che si
accompagna talora a cardiopatie congenite con shunt sinistro-destro, in particolare a
difetti del setto interventricolare e che è di natura ostruttiva da compressione del
bronco lobare da parte di vasi dilatati che lo incrociano.
R Astley di Birmingham sottolineò il ruolo limitato nella diagnosi di
trasposizione dei grossi vasi svolto dall’esame diretto del torace, che nei casi dubbi
deve essere sempre stabilita dall’angiografia. G Debrun (Parigi) sottolineò
l’importanza dell’angiografia selettiva del tronco celiaco nei tumori epatici infantili sia
317
per definire l’estensione della neoplasia sia per escluderne eventualmente la natura
neoplastica.
Chiuse il Congresso la relazione di estremo interesse di GJ D’Angio del
“Memorial Hospital for Cancer Research” di New York sul trattamento del tumore di
Wilms da lui attuato, consistente in terapie già note, chirurgica, radiologica e
chemioterapica che però dovevano essere impiegate contemporaneamente, in modo
corretto e radicale, in strettissima collaborazione tra gli specialisti delle tre branche.
Seguendo questo nuovo concetto le percentuali di sopravvivenza dei bambini affetti
da questa neoplasia furono portate in un decennio dal 20% all’80% anche in forme
con metastasi polmonari.
Le inevitabili conseguenze di una terapia così radicale potevano essere
controllate con una corretta terapia medica come pure gli esiti post-radioterapici da
opportuni accorgimenti
Nelle ore serali durante il Congresso si svolsero le manifestazioni sociali
comprendenti un sontuoso ricevimento nei saloni del Palazzo Braschi, un concerto di
musica vivaldiana nella Basilica di S Francesco al Foro romano ed il tradizionale
banchetto con ballo all’Hotel Cavalieri Hilton. 1
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1La maggior parte delle notizie riportate ? stata tratta dalla Cronaca di G Iannaccone: VII Congresso
della Societ? Europea di Radiologia Pediatrica. Radiol Med 57: 63, 1971
318
Il XXI Congresso della ESPR ebbe luogo a Firenze dall'11 al 14 aprile
1984. Presidenti onorari furono il Prof. D Gaburro, presidente della Società Italiana
di Pediatria ed il Prof. GF Pistolesi, presidente della Società Italiana di Radiologia
medica e Medicina nucleare. Organizzatore del Congresso fu il Prof. Gian Franco
Vichi, Primario del Servizio radiologico dell'ospedale Pediatrico “A. Meyer”di
Firenze e presidente della ESPR, coadiuvato dal segretario Dott. Massimo Mori,
dal comitato scientifico nota 1 e dal Comitato organizzatore.
nota2
Il Congresso fu preceduto dal IX Corso post-universitario di aggiornamento,
che si svolse nell'aula del Centro Traumatologico-Ortopedico di Careggi, cui
parteciparono 240 iscritti (136 italiani e 104 stranieri).
Le 11 lezioni tenute da eminenti personalità della Radiologia Pediatrica
internazionale, verterono sia su argomenti attinenti alla radiologia tradizionale ma
aggiornati grazie alla ben nota esperienza e competenza dei docenti, sia alle
nuove metodiche introdotte nelle diagnostica per immagini.
Gli argomenti trattati furono i seguenti: “L'anca rivisitata”(Cl Fauré, Parigi),
“Nanismi neonatali letali” (K Kozlowski, Sydney); “La radiologia pediatrica di
interesse ortopedico” (AE Oestreich, Cincinnati); “Affezioni polmonari pediatriche
nell'adolescenza e nel giovane adulto” (JA Kirkpatrick Jr, Boston); “Malattia di
Hirschsprung e pseudo-Hirschsprung” (J Sauvegrain, Parigi); “Radiologia
pediatrica di ogni giorno” (A Giedion, Zurigo); “Lo spettro delle calcificazioni
neonatali patologiche” (HJ Kaufmann, Berlino) “L'urografia nei lattanti, nei bambini:
mezzi di contrasto, preparazione, tecniche e dosi di radiazione” (M Meradij,
Rotterdam); “La Risonanza Magnetica in età pediatrica” (RC Brasch e Ch
Gooding, S Francisco); “L'ecografia dei grossi vasi addominali (lesioni intrinseche
ed estrinseche dell'aorta e del sistema venoso portale” (C Metreweli, Rjad);
“Radiografia per sottrazione d'immagine nel bambino” (N Perlmutter-Cremer,
Bruxelles). nota 3
Il Congresso di radiologia pediatrica si è aperto la sera dell'11 Aprile, con
una solenne cerimonia nella splendida cornice del salone dei Cinquecento in
Palazzo Vecchio, alla presenza delle autorità cittadine e del Presidente della
SIRMN Prof. GF Pistolesi che nel suo discorso ha voluto sottolineare come
«...nell'ambito della grande radiologia, coloro che si dedicano al bambino malato (i
319
radio-pediatri) sono indubbiamente anch'essi, come questo Palazzo austero, un
gruppo elitario...», come «...il quid distintivo che nei miei confronti hanno i radiopediatri sia rappresentato dalla particolare carica di umanità che (richiesta pure a
tutti i medici) lo è in misura enormemente superiore a chi si avvicina al più indifeso
dei malati, il bambino malato» ed infine come «La Società italiana di Radiologia
medica e Medicina nucleare guarda ai radio-pediatri con occhio particolarmente
attento: è un'attenzione in gran parte utilitaristica, non solo affettiva...». Parole
queste quanto mai significative e che rappresentano un'inversione di tendenza
dopo tanti anni di emarginazione da parte della grande radiologia nei confronti di
coloro che in Italia esercitano tale tipo di attività. nota 4
Il giorno successivo hanno avuto inizio i lavori del Congresso cui hanno
partecipato 351 Congressisti (284 stranieri e 67 italiani); sono state svolte 85
comunicazioni selezionate tra le 140 inviate al Comitato scientifico, distribuite in 13
sessioni.
La I sessione fu dedicata alle vie biliari. Nelle due prime comunicazioni,
svolte rispettivamente da A Daneman e coll. (Toronto) e da F Brunelle e coll.
(Parigi) fu sottolineato il ruolo dell'ecografia nella diagnosi dell'atresia delle vie
biliari.
Sulla diagnosi delle cisti del coledoco intervennero D Rabbit (Milwaukee) e
N Papanicolau e coll. (New York e Boston). L'utilità della scintigrafia potenziata
con prostglandina E-2 fu illustrata da UW Willi et al. (Zurigo). P Tomà et al.
(Genova) descrissero i reperti ecografici nei soggetti affetti da fibrosi cistica.
Nella sessione sul fegato suscitò estremo interesse la comunicazione di LW
Young e collaboratori di Pittsburg sulla diagnostica per immagini: ecografica,
colangiografica, arteriografica, TC e scintigrafica impiegata in oltre 50 pazienti
sottoposti a trapianto epatico (casistica fino allora unica al mondo). Tra i contributi
sui tumori epatici da segnalare la comunicazione sui reperti emodinamici osservati
prima e dopo embolizzazione degli emangioendoteliomi del fegato (F Brunelle et
al., Le Kremlin Bicêtre, Parigi). Notevole lo studio su una casistica di 24 soggetti in
età pediatrica, affetti da tumori epatocellulari maligni, eseguito con US, TC e
angiografia per valutarne l’operabilità in 2 importanti centri oncologici: la
Fondazione Curie (Parigi) e l’Istituto Gustave Roussy (Villlejuif), con la
320
partecipazione di S Neuenschander, D Couanet, J-Ph Montagne e Ch Kalifa.
Nella III sessione sull’apparato muscolo-scheletrico RG Appell et al.
dell’Università di Heidelberg prospettarono la inutilità prognostica dello studio dello
scheletro, in funzione della sopravvivenza e dell’intervallo di tempo libero da
ricadute, nei casi di leucemia linfatica acuta, leucemia mieloide acuta e linfoma
non Hodgkin. AA finlandesi (Sirpa Jappinen et al., Helsinki) dimostrarono l’utilità
pratica dell’uso degli US nel rilievo dei versamenti sinoviali dell’anca causati da
sinoviti transitorie, da m di Legg-Calvé-Perthes, artrite settica ed altre forme di
artrite e la superiorità di questa metodica all’esame radiologico convenzionale. O
Eklof e L Billing (Stoccolma) proposero un nuovo metodo per rilevare lo
scivolamento della testa del femore e l’impiego di semplici dispositivi per facilitare
la posizione dell’anca in esame.
Alcuni AA svedesi dell’Università di Lund (H Petterson et al) con uno studio
radiografico e scintigrafico poterono dimostrare che nel m. di Perthes si verifica
precocemente una crescita accelerata dell’acetabolo con una percentuale del
100% dei casi entro 1 anno dalla diagnosi osservata con l’esame radiologico. Tale
crescita eccessiva può essere utilizzata con curve di regressione per la
valutazione della data di inizio della malattia.
La IV e V sessione furono dedicate all’apparato urinario. Complessivamente
furono presentate 14 comunicazioni, mi limiterò a citare quelle di maggior
interesse. I radiologi (L Garel et al.) e un nefrologo, M Broyer dell’”Hôpital des
Enfants Malades”, Parigi, in base ad un’analisi della letteratura ed all’esperienza
personale conclusero che tra i vari segni ecografici di rigetto del trapianto renale la
scomparsa o la diminuzione degli echi nel seno renale è il più significativo,
essendo presente nel 100% dei casi. AA canadesi di due importanti Centri,
l’”Hôpital Ste-Justine” e l’Università di Montreal, hanno proposto un protocollo
diagnostico, dedotto da 80 casi con l’impiego della urografia e degli US nei traumi
renali dell’infanzia. Il ruolo degli US come prima indagine nella infezione delle vie
urinarie dei bambini venne valutato da due gruppi di ricercatori: M Panuel et al.
dell’”Hôpital d’Enfants” di Marsiglia e JC Leonidas del “Mount Sinai Medical
Center! di New York in collaborazione con KG McCauley et al. (Tufts University
School of Medicine e New England Medical Center, Boston) che giunsero a
321
conclusioni analoghe: l’ecografia associata alla cistografia minzionale dovrebbe
essere il primo screening; quando uno di questi esami è dubbioso o anormale (e in
caso di reperti clinici e di laboratorio o alterati, secondo l’altro gruppo) dovrebbe
essere eseguita l’urografia.
M Majid et al. del “Children’s Hospital National Medical Center”,
Washington, D.C., eseguirono un confronto tra la cistografia radioisotopica diretta
(retrograda) e la cistografia indiretta (ottenuta dopo iniezione e.v. del radioisotopo) con uno studio sui reflussi vescico-ureterali. La prima, come del resto era
già noto da ricerche precedenti, risultò una tecnica affidabile e non invasiva per la
bassa dose di radiazioni somministrata nella dimostrazione dei reflussi, l’altra
presentò una bassa sensibilità e pertanto conclusero per l’esclusione di questa
indagine come screening iniziale riservandola a quei casi in cui fosse necessario
uno “scanning” renale per la valutazione del decorso del danno pielonefritico già
esistente.
Il concetto che l’infezione delle vie urinarie non è causa del reflusso
vescico-ureterale, già espresso da GW Gross e RL Lebowitz, fu riaffermato da UV
Willi (“Kinderspital”, Università di Zurigo), secondo cui invece l’edema del tratto
intramurale dell’uretere nella fase acuta dell’infezione previene il reflusso in una
giunzione vescico-ureterale insufficiente, che può manifestarsi di nuovo dopo il
trattamento antibiotico.
Pertanto è opportuno eseguire la cistografia di controllo qualche settimana
dopo la remissione del processo infiammatorio vescicale.
Interessante uno studio sperimentale di CJ Hodson e S Twohill, eseguito
nei maiali, in cui poterono dimostrare che un’elevata e prolungata pressione
vescicale può determinare modificazioni uretrali persistenti causando un reflusso
vescico-ureterale sterile, con conseguente danno renale, consistente in lesioni
focali analoghe alle “scars” che si producono in corso di reflusso intrarenale.
Questi reperti secondo gli AA sottolineano il significato di quelle situazioni cliniche
in cui la pressione vescicale non ritorna alla norma, tra una minzione e l’altra.
La tavola rotonda dedicata ai mezzi di contrasto a bassa osmolarità (m.d.c.
b.o), fu presieduta da HJ Kaufmann. I partecipanti illustrarono successivamente il
loro impiego nello studio dei vari apparati con le diverse tecniche in età infantile. G
322
Stake e B Smevik (Oslo) con l’urografia, M Kunnen et al. (Ghent, Belgio) con la
cardioangiografia; M Meradji (Rotterdam) con l’angiografia periferica. Due italiani,
L Andreussi di Genova e TM Gajno di Torino, intervennero sui m.d.c.b.o. nella
neuroradiologia pediatrica. Sullo studio con tali mezzi del tubo digerente riferirono
MD Cohen (Indianapolis), HS Kaufmann (Berlino) e G Perri (Pisa). Seguì una
discussione sul costo elevato dei m.d.c.b.o. peraltro compensato dai notevoli
vantaggi (maggior tolleranza ed ottimi risultati diagnostici).
Nelle sessioni (VI e VII) “Cranio e neuroradiologia “ furono svolte 9
comunicazioni su temi importanti di neuroradiologia pediatrica, di cui tre di
estremo interesse presentate da neuroradiologi di fama internazionale, furono
dedicate a nuove tecniche: DC Harwood–Nash (Toronto) parlò dello studio
sagittale diretto del rachide con la TC; S Jequier et al. (Montreal) trattarono
l’impiego degli US nel midollo spinale nei neonati e nei lattanti ; EA Amstrong et al.
(Dallas) la ricostruzione tridimensionale TC delle testa e del collo. Chiuse la
sessione il gruppo pluridisciplinare di Bologna presentando l’uso dell’ecografia in
tempo reale e doppler nella sorveglianza degli stati di idrocefalia.
Nella sessione sull’apparato respiratorio A Daneman e P Liu (Toronto)
evidenziarono con una ricerca originale eseguita in 37 soggetti con età media di 8
mesi (23 M e 14 F) la validità della TC nel rilievo delle lesioni intrinseche della
laringe e della trachea.
Di particolare rilievo la dimostrazione della nuova interpretazione dei
radiogrammi negli asmatici alla luce di recenti acquisizioni di fisiologia secondo le
quali nell’asma sono presenti elevate pressioni pleuriche negative. Ciò determina
l’iper-espansione dei polmoni con possibile formazione di edema interstiziale
apprezzabile nei diagrammi come un ispessimento peribronchiale conseguente ad
aumentato gradiente tra le pressioni normali delle arterie e dei capillari e le basse
pressioni del parenchima. Per l’aumentata secrezione bronchiale durante gli
attacchi asmatici si ha la formazione di tappi mucosi che possono ostruire porzioni
delle vie aeree per cui le pressioni parenchimali e pleuriche divengono basse
soprattutto nell’area
dipendente dal bronco bloccato. Si determina pertanto edema alveolare che può
essere interpretato come polmonite o atelectasia (JP Dorts, Baltimora).
323
Tra la sessione VIII e la sessione IX e X si svolse l’assemblea generale dei
soci della Società.
Nelle sessioni IX e X, dedicato alle miscellanee vi furono alcuni interventi su
l’agobiopsia percutanea, che già largamente usata negli adulti, si stava
diffondendo anche in età pediatrica. Alcuni interventi dimostrarono la validità di
questa tecnica anche nei bambini in diverse situazioni patologiche (in prevalenza
neoplasie toraciche, cisti e tumori renali, ecc.), usando come guida dell’agobiopsia
l’EG, (HK Rosemberg, “Children’s Hospital” di Philedelphia), la TC (R Rossi,
Università di Roma ed E Carnevale et al. Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”,
Roma), l’ EG, la TC e la radiologia convenzionale (J-Ph Montagne et al., “Institut
Gustave Roussy”, Villejuif).
Altre comunicazioni riguardarono studi dosimetrici: “Dose di radiazioni
somministrata ai pazienti ed al personale in corso di cistouretrografia minzionale”
(M Gustafsson et al. Università di Lund, Svezia) e la “Dosimetria con
termoluminescenza negli esami radiografici del torace con e senza un nuovo
dispositivo antiscanner (tecnica slot)” (R Schumacher et al., Università “JustusLiebig”, Giessen RFT).
Notevole la comunicazione di V Donoghue et al. dell’”Hospital for Sick
Children” (Toronto), riguardante una casistica di ben 127 soggetti portatori di
“masse” del collo, in cui venne analizzato il ruolo della EG e della TC nella
valutazione di questa patologia frequente in età pediatrica.
Nella XI sessione sulle nuove modalità di immagine dominò il gruppo di
studio dell’Università di California (San Francisco) coordinato da CA Gooding che
presentò due brillanti relazioni sull’impiego della RM nella radiodiagnostica in
pediatria adottando una tecnologia diversa secondo l’età dei pazienti.
Il primo intervento fu dedicato allo studio della vasta gamma di patologie del
torace: masse mediastiniche, malformazioni polmonari, versamenti pleurici, fibrosi
cistica. Nell’altra relazione fu esposto l’impiego della nuova metodica nella
thalassemia con emosiderosi, nelle manifestazioni emorragiche delle lesioni
articolari della emofilia e in oncologia pediatrica ove sottolineò i numerosi vantaggi
della RM rispetto alle altre metodiche.
Analoghe considerazioni furono oggetto della comunicazione “La risonanza
324
magnetica nucleare nella valutazione di 50 ragazzi con cancro” presentata da MD
Cohen et al., (“Hospital for Children” Indiana University, Indianapolis).
M Perlmutter-Cremer (滴
ital Universitaire St Pierre・ Bruxelles) descrisse
i reperti ottenuti con la radiologia digitale di sottrazione nelle strutture contenenti o
circondate da aria quali la laringe, la trachea, i vasi polmonari, il mediastino e la
pleura, meglio delineati che nei radiogrammi convenzionali per l’alta risoluzione di
contrasto della metodica.
La validit・ dello studio della ventilazione polmonare mediante la
sottrazione digitale delle immagini radioscopiche, confrontata con le altre
metodiche note fu sostenuta da P Schmit et al. dell’禰
ital Trousseau・ (Parigi).
Chiuse la sessione il gruppo dell’Universit・ di California (San Francisco)
con 鏑o studio delle malattie congenite di cuore mediante la TC・ con riprese al
millesimo di secondo, corredata da bellissime immagini.
Nella XII sessione, dedicata all’apparato gastrointestinale furono presentate
3 comunicazioni riguardanti l’impiego della ecografia negli spasmi antropilorici (H
Gomes e B Menanteau, “American Memorial Hospital”, Reims); nella diagnosi
della invaginazione intestinale in 40 casi (M Meradji, “Erasmus University”,
“Sophia Children’s Hospital”, Rotterdam), nell’ano imperforato, studiato con
l’ecografia in tempo reale (JP Pacros et al. “Hôpital Debrousse”, Lione)
Interessante la comunicazione di DA Stringer e MA Witzel (“Hospital for
Sick Children”, Toronto) sull’utilità della proiezione di Towne con la videoscopia
nello studio dell’insufficienza velofaringea da varie cause.
Tra le comunicazioni dell’ultima sessione (la tredicesima) inerente al
sistema cardiovascolare –mediastino da notare le seguenti: “Lo studio del dotto di
Bottallo bilaterale (o dei suoi residui) in 27 pazienti” (RM Freedom e CAF Moes,
Toronto); “Le masse mediastiniche residue nel linfoma non – Hodgkin nei bambini
dopo chemioterapia” (D Couanet et al. “Institut Gustave Roussy”, Villejuif), studio
su 29 casi.
P Rossi et al. (Istituto di Radiologia, II Cattedra Università di Roma)
riferirono del trattamento trans-catetere delle malformazioni vascolari del distretto
della carotide esterna.
325
Notevole il successo ottenuto dalla esposizione scientifica, alla quale furono
presentati 49 poster, a dimostrazione del favore incontrato da questa nuova
modalità di presentazione dell’attività scientifica ai Congressi .
Gli argomenti trattati nei poster secondo gli apparati interessati risultarono
così distribuiti: l’apparato muscoloscheletrico fece la parte del leone con 23 poster,
seguirono i 6 poster dell’apparato gastrointestinale, 5 dell’apparato respiratorio e
del mediastino; 4 dell’apparato urinario. A parte furono considerati gli argomenti
diversi, indicati come miscellanea (11). Da un’analisi degli abstract delle
comunicazioni risulta che la casistica studiata riguardava spesso singoli casi, rari e
di difficile interpretazione tanto da far suggerire agli AA la possibilità che si
trattasse di nuove sindromi, altre volte invece erano state analizzate osservazioni,
che rientravano in affezioni o sindromi già note, alle quali peraltro gli AA
apportavano un ulteriore contributo di conoscenze.
La cerimonia di chiusura del Congresso, svoltasi nella tarda mattinata del
14 aprile “ha suggellato con un lunghissimo applauso il successo (scrivo
immodestamente) strepitoso di questo Congresso che verrà ricordato come il più
scientificamente valido ed importante della ESPR negli ultimi anni e come quello in
cui tutto si è svolto alla perfezione e con grande efficienza, dando a tutti
un’’immagine ben diversa da quella abitualmente attribuita in altri paesi alle cose
all’italiana”. nota 5
Non mancarono nel corso del Congresso le manifestazioni sociali. Il
ricevimento nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio offerto in occasione
dell’inaugurazione; un bellissimo concerto d’organo nella basilica di S. Croce ed
infine la tradizionale cena sociale con ballo negli eleganti saloni del “Circolo
Borghese”.
Molti i partecipanti (circa130) al “Post Congress Tour” che si svolse in due
giorni e mezzo nella parte centro meridionale della Toscana attraverso gli ubertosi
paesaggi della Val di Chiana, della Val d’Orcia e quelli variati del senese con soste
a Cortona, a Pienza, a Siena, a Volterra e San Gimignano, cioè tra le più belle
città toscane ricche di storia e d’arte. Ultima tappa prima del ritorno a Firenze, fu
Pisa, da cui molti congressisti per via aerea ritornarono ai loro paesi.
326
NOTE E BIBLIOGRAFIA
・
nota 1 Il comitato scientifico era cos sostituito: Fiorenza Bellini, Giorgio de Filippi, Pietro
Gugliantini, Guido Iannaccone, Aldo Pelizza, Elisabetta Schiavetti
nota 2 Del comitato organizzatore facevano parte: Giampiero Beluffi, Sergio Fasanelli, Anna
Gazzeri, Rita Jenuso, Roberto Parenti, Tiziana Pellegrini, Paolo Tom .
nota 3 Il Corso acquis una particolare importanza essendo stato incluso nel programma di
Aggiornamento Professionale Continuativo (APC) per l'interessamento del Prof. GF Pistolesi,
presidente della SIRMN. Il Prof. A Chiesa, segretario dei Corsi di APC propose la pubblicazione
delle lezioni tenute a queste manifestazioni. Con tale iniziativa il Prof. Chiesa consent
l'utilizzazione di un prezioso materiale che altrimenti sarebbe andato disperso e la diffusione anche
tra i non partecipanti ai Corsi. Pertanto il testo integrale delle lezioni svolte al IX Corso postuniversitario della ESPR fu pubblicato in un elegante volumetto, il IV della serie, a cura delle
dizioni libreria Cortina , Verona, 1984.
nota 4 Dalla cronaca del Congresso riferita da Giampiero Beluffi e pubblicata su Radiol Med 70:
661-662, 1984
nota 5 vedi ibidem nota 4
・
・
・
E
・
327
Il XL Congresso della ESPR svoltosi a Genova nel 2003 fu il III della
Società dopo i precedenti del 1970 (Roma) e del 1984 (Firenze), celebrati in Italia
e coincise con il 40° Anniversario della fondazione della ESPR. Toccarono a Paolo
Tomà, Presidente della Società e Primario radiologo dell’Istituto “G. Gaslini” di
Genova, l’onore e l’onere di organizzare questa manifestazione.
Gli organizzatori si trovarono di fronte a un periodo difficile per la situazione
politica ed economica internazionale, seguita all’attentato dell’11 settembre 2001
alle torri gemelle di New York, complicata da altri problemi sorti nel frattempo: la
guerra in Iraq, che sconsigliò a molti Colleghi nord-americani un viaggio in Europa,
e l’epidemia della SARS che impedì ai relatori provenienti da Hong Kong e da altri
paesi dell’Estremo Oriente di partecipare e di presentare le loro comunicazioni e
poster. A queste difficoltà se ne aggiunsero altre per contrattempi sorti in Italia: i
tagli ministeriali alle sponsorizzazioni delle manifestazioni scientifiche ed
ultimamente lo sciopero improvviso del personale “Alitalia” proprio nei giorni di
apertura del Congresso che ha costretto molti iscritti a viaggi estenuanti e disagiati
con ritardi prima di raggiungere Genova.
Nonostante tutti questi problemi il Congresso procedette regolarmente
secondo il programma previsto grazie all’impegno degli organizzatori. Genova
dimostrò le sue migliori caratteristiche di città moderna e dotata di un patrimonio
artistico e culturale coi suoi numerosi e splendidi palazzi, sedi di importanti
gallerie, sconosciute per molti congressisti anche italiani. Impressione suscitarono
anche gli aspetti turistici messi in evidenza dalle gite organizzate nelle località
vicine e gastronomici per i piatti tipici genovesi innaffiati dai pregiati vini liguri.
Le manifestazioni congressuali si svolsero nelle belle sale del palazzo dei
Congressi. Due giorni dei lavori furono dedicati al 26° Corso di aggiornamento
post-universitario e tre al Congresso vero e proprio, con la partecipazione globale
di 388 iscritti.
Il Corso fu considerato uno dei migliori se non il migliore di tutti i corsi svolti
precedentemente. Le 22 lezioni tenute in 8 sessioni (2 per le vie aeree e il torace,
1 ciascuna per la Neuroradiologia, l’Apparato Muscolo scheletrico, La Radiologia
Vascolare ed Interventistica, l’Apparato Genito-urinario, l’Addome e l’apparato
digerente; miscellanea) sono state raccolte in un bel volume “syllabus” (a cura di P
328
Tomà e sponsor la Bracco), corredato da un’ottima riproduzione delle numerose
immagini.
Quattro lezioni furono tenute da colleghi italiani: “Progressi nella RM cerebrale del
neonato”, da F Triulzi e collaboratori, (Milano) “Neuroradiologia delle malattie
emolinfoproliferative” da A Rossi, (Genova); “Malformazioni vascolari del
mediastino e dei polmoni” da M Oddone (Genova) e “Malattie infiammatorie
croniche dell'intestino” da GM Magnano (Genova).
Tra le altre 18 lezioni svolte da relatori stranieri particolare interesse hanno
suscitato le seguenti: “La radiologia (sostanzialmente la videofluoroscopia) dei
disturbi della deglutizione nei lattanti e nei bambini”, (C Buonomo et al.., Boston);
“La valutazione con CineRM dei bambini con apnea ostruttiva del sonno” (LF
Donnelly, Cincinnati); “Malattie dei tessuti connettivi” (C Owens, Londra); “I
progressi della RM mediante incremento del contrasto nello studio dello scheletro
in accrescimento” (G Sebag et al., Parigi); “Tumori delle parti molli (e lesioni similtumorali) con enfasi sullo studio con le immagini RM” (T Laor, Cincinnati);
“Imaging dei tumori maligni delle ossa lunghe nei bambini: monitoraggio della
risposta alla neochemioterapia di supporto e valutazione preoperatoria” (H Brissec
et al., Parigi); “RM cerebrale fetale: quale tecnica e per quale scopo?” (C Garel,
Parigi); “Progressi nella angio-RM in Pediatria” (T Chung, Houston); “Progressi
nella angio-TC pediatrica” (LF Donnelly, Cincinnati); “Aggiornamenti in tema di
radiologia interventistica pediatrica” (PF Burrows, Boston), “Ecografia anatomofunzionale dell'apparato urinario infantile” (I Gassner, Innsbruck), “Alterazioni
funzionali delle basse vie urinarie” (R Fotter, Graz); “Approccio pratico alle
condizioni di intersessualità: embriologia, classificazione, studio per immagini” (F
Rypens, Montreal); “Parete addominale: prima e dopo la nascita” (F Avni,
Bruxelles); “TC ad alta risoluzione” (J Lucaya, Barcellona).
Al termine dell'ultima relazione si è poi svolto il primo raduno dei giovani radiologi
pediatrici, che hanno dibattuto su come portare avanti le istanze di apprendimento
e le opportunità di lavoro in questo campo.
La lezione annuale della ESPR fu tenuta dal Prof. Tortori Donati sul tema: “Nuove
teorie sulle malformazioni del SNC”
Il giorno successivo dopo la cerimonia di apertura del Congresso si svolse una
329
tavola rotonda sul “Management in Pediatric Radiology” della durata di una intera
mattinata in cui furono discussi in sedute successive i seri problemi che
interessano più o meno in tutti i paesi europei questa branca della Radiologia:
l'organizzazione di un Reparto di Radiologia Pediatrica (indipendente? Parte
integrante oppure indipendente
da un servizio di radiologia generale ma
affiancata ad esso con possibilità di scambio di personale e di uso delle
apparecchiature? La formazione in Radiologia Pediatrica dei giovani e la ricerca
sulla stessa materia e come richiamare l'attenzione dei politici sulle problematiche
della Radiologia Pediatrica e in quale modo la ESPR potrebbe essere di qualche
aiuto nella attuazione di carriera (è giusto chiedere in sede legislativa europea un
diploma di Specializzazione?) e aggiungere qualche valore alla vita professionale
dei membri).
Alle sessioni della tavola rotonda, di cui era moderatore U Willi, (Svizzera)
parteciparono noti esponenti della Radiopediatria europea (unico extraeuropeo fu
GA Taylor, USA); FE Avni (Belgio), F Brunelle (Francia), E Carty (Regno Unito), V
Donghue (Irlanda), R Fotter (Austria), E Talenti (Italia) che fece una relazione
dettagliata sulle condizioni “disastrose” della Radiologia Pediatrica in Italia. 1
Dai quasi 300 abstract sottoposti al vaglio del comitato scientifico furono scelte le
79 comunicazioni presentate nelle 9 sessioni dedicate a: Neuroradiologia; Studio
per
immagini
Cardiovascolare,
del
feto;
Urogenitale
Apparati
e
Muscolo-scheletrico,
Respiratorio,
Radiologia
Gastroenterico,
interventistica,
Miscellanea, Torace e i 65 poster selezionati per l'esposizione. Purtroppo tutte le
comunicazioni e i poster provenienti da Cina, Hong Kong e Singapore non ebbero
riscontro effettivo a causa delle ben note vicende sanitarie di quei Paesi.
Per la prima volta il numero delle comunicazioni italiane, 10 per l'esattezza (cui
vanno aggiunte due in collaborazione italo-francese), tutte di buon livello, superò il
numero delle comunicazioni francesi (8) e di quelle canadesi ed inglesi
(rispettivamente 7 e 6) e risultò secondo solo dopo quello delle comunicazioni
provenienti dagli USA (15). Gli argomenti trattati furono vari come dimostra
l'elenco: “L'utilità delle RM 1H RMS, angio e diffusione RM nella valutazione della
morte cerebrale” (M Cappellini e coll., Firenze).”Ruolo della RM nello studio delle
delle anomalie oculari fetali” (P Sonigo e coll., Trieste/Parigi); US e RM nello
330
studio per immagini delle masse profonde dei tessuti molli: efficacia nella
distinzione tra lesioni benigne e maligne” (UG Rossi e coll., Genova); “La capsula
articolare anteriore dell’anca nei bambini; valutazione eco color-doppler nelle
anche normali e dolorose” (F Esposito e coll., Napoli); “Iniezione percutanea
diretta di Ethibloc nel trattamento delle cisti aneurismatiche dell’osso: controlli a
lungo termine” (FM Fassari e coll., Roma); “Possibile impiego della RM a
diffusione dell’addome pediatrico: dati preliminari” (SF Carbone e coll., Firenze);
“Pancreatografia RM dinamica (MRP) in pediatria: valore diagnostico dell’iniezione
di secretina” (L Monti e coll., Roma); “Valutazione mediante RM della malattia
infiammatoria cronica dell’intestino in soggetti in età pediatrica: cosa è meglio
dopo l’iniezione di Gadolinio?” (SF Carbone e coll., Firenze), “Studio RM dell’ileo
terminale nei bambini con sospetta malattia di Crohn mediante l’impiego di una
soluzione di PEG come contrasto per os nella popolazione pediatrica con malattia
celiaca” (P Paolantonio e coll., Roma); “Eco color-doppler nel varicocele: tecnica,
reperti e classificazione” (M Oddone e coll., Genova).
Dall'analisi delle comunicazioni presentate al Congresso risulta prevalente
l'impiego della RM con le varie metodologie (spettroscopia funzionale, diffusione,
angioRM, ecc.). In alcuni settori della patologia è stato studiato il ruolo
dell'associazione della RM con l'EG.
Nella I sessione dedicata alla Neuroradiologia con lo svolgimento di 7
comunicazioni; tra l'altro è stato presentato uno studio avente per oggetto il
confronto dei reperti nell'encefalo dei neonati pre-termine di peso molto basso,
rilevati con le due metodiche (RM ed EG), da cui è risultata una concordanza
nell'85% dei casi (MF Given et al, “The Children's University Hospital”, Dublino).
Viceversa in altre comunicazione svolte nella II sessione dedicata all'imaging del
feto (complessivamente 8) è stata dimostrata la superiorità della RM per la precisa
caratterizzazione di lesioni sospettate e rilevate con lo screening ecografico; sotto
questo aspetto dimostrative alcune comunicazioni: “Lo studio comparativo MR ed
EG nelle alterazioni fetali del SNC” da cui è risultato l'apporto alla conoscenza
delle malformazioni e delle lesioni encefaliche acquisite non rilevate dalla EG nel
34% dei casi (A Castellote et al, Barcellona); “L'impatto della RM fetale sul
trattamento neurochirurgico post-natale”, che ha dimostrato l'importanza di questa
331
metodica nel delineare e caratterizzare le alterazioni cerebrali e spinali necessarie
per la diagnosi e la programmazione del trattamento post-natale non
sufficientemente evidenziate dall'EG (E Miller et al, Tel-Aviv).
A questo proposito va segnalata anche la comunicazione italo-francese sulla
diagnosi prenatale delle alterazioni encefaliche dovute alla malformazione della
vena di Galeno, che non possono
essere valutate completamente con l'EG
(Ospedale “Necker-Enfants Malades”, Parigi e Ospedale Infantile “Burlo
Garofolo”, Trieste).
Tra le otto comunicazioni presentate nella sessione sull'apparato muscoloscheletrico due erano di interesse interventistico, di cui una svolta da AA italiani
(Ospedale Pediatrico del “Bambino Gesù”) sul trattamento con iniezione
percutanea di Ethibloc delle cisti aneurismatiche è stata citata prima, e l'altra su la
resezione TC guidata dell'osteoma osteoide, che costituisce la tecnica elettiva
secondo la ricerca eseguita da un gruppo pluridisciplinare del “Children's Hospital”
di Pittsburgh. Da segnalare altre due comunicazioni di cui i presentatori hanno
sottolineato i vantaggi dell'impiego della RM sulla radiologia convenzionale: una
riguardante lo studio della scoliosi negli adolescenti (“Prince of Wales Hospital”,
Hong Kong SAR) e l'altra sulle misurazioni delle deformità della spalla secondarie
a lesioni ostetriche del plesso brachiale (“Universiteit Medisch Centrum”,
Amsterdam). Nella IV sessione “miscellanea” AE Oestreich (“Children's Hospital”,
Cincinnati) ha presentato una delle pochissime comunicazioni aventi come tema la
radiologia convenzionale: lo “Sharp sign” in questa metodica come un importante
aiuto alla percezione. Nella stessa sessione sono intervenuti alcuni operatori di
due centri importanti su un problema interessante nella routine quotidiana dei
servizi radiologici, la sedazione-anestesia in età pediatrica: KP Mason et al.. del
“Children's Hospital” di Boston sulla base di una ricca casistica hanno dimostrato
per la prima volta che il pentobarbital somministrato per via orale nei lattanti da
sottoporre ad alcune indagini (TC e RM) ha la stessa efficacia del cloralio idrato,
ma rispetto a quest'ultimo presenta il vantaggio di una riduzione significativa delle
reazioni indesiderate. Da una ricerca eseguita da C Titcombe et al. del “Great
Ormond Street Hospital” di Londra è risultata l'utilità dell'impiego di una miscela di
ossido nitrico e ossigeno (Entomox) nella sedazione-anestesia dei bambini che
332
dovevano essere sottoposti a una terapia interventistica dolorosa.
12 le comunicazioni presentate alla V sessione dedicata all'apparato
gastro-intestinale; tra le altre da segnalarne alcune attinenti al ruolo della TC e
della RM nelle patologie gastrointestinali dell'età pediatrica: E Marson et al.
(“Hôpital des Enfants Malades” Tolosa) hanno affermato, in base alla loro
esperienza, che la TC costituisce il “gold standard” per il completo accertamento in
caso di trauma addominale chiuso e pertanto è indicativa dell'opportuno
trattamento chirurgico, in grado di ridurre la morbilità e la mortalità dovute alla
perforazione o all'infarto gastrointestinale; H Schulman e collaboratori (“Soroka
University Medical Center”, Beer-Sheva, Israel) hanno dimostrato che la TC può
evidenziare le alterazioni del colon e dell'ileo analogamente a quanto riscontrato
negli adulti. D'altra parte anche la RM costituisce una tecnica accurata nella
valutazione dei processi infiammatori dell'intestino come hanno potuto dimostrare
SF Carboni et al. dell'Ospedale Pediatrico “A. Meyer” di Firenze. Ad analoghe
conclusioni sono giunti F Polantonio e collaboratori, (Università “La Sapienza” di
Roma) che hanno ottenuto un'ottima rappresentazione dell'ileo terminale in
bambini con sospetta malattia di Crohn mediante la RM, previa somministrazione
per via orale come mezzo di contrasto di una soluzione di PEG. La RM è stata
utilizzata anche nello studio dei trapianti epatici (Winnie CW Chu et al., “Prince of
Wales Hospital”, Hong Kong SAR) e nella fistola congenita portocavale: una serie
di 12 bambini (D Pariente et al., “Hôpital de Bicêtre”, Parigi).
Un altro argomento preso in esame è stato l'iperinsulinismo focale in età
pediatrica, oggetto di tre comunicazioni: “Valutazione di bambini affetti da
iperinsulinismo congenito con stimolazione arteriosa e prelievi di sangue venoso
epatico” (RD Kaye et al., “Children's Hospital”, Filadelfia); “Testi preoperatori
invasivi di 54 pazienti operati con forme focali di iperinsulinismo persistente del
lattante” (V Chigot et al., “Hôpital Necker-Enfants Malades”, Parigi); “PET SCAN
18F-Fluoro-L-DOPA in forme focali di iperinsulinismo del lattante” (N Boddaert et
al., “Service Hospitalier F Joliot”, Orsay) .
E' seguita la sessione sull'apparato cardiovascolare. Due comunicazioni
hanno preso in considerazione affezioni rare in età pediatrica: “Ischemia acuta
degli arti nei lattanti e nei bambini” (P John et al., “Children's Hospital”,
333
Birmingham) e “Angiografia viscerale nei bambini con sospetta vasculite” (CA
McLaren et al., “Great Ormond Street Hospital”, Londra), un 'altra ha trattato “le
anomalie vascolari: impiego della 3DRM Angiografia con gadolinio (SJ Westra et
al., “Massachusset, General Hospital”, Boston).
Interessante lo studio condotto da S Ferey e collaboratori degli Ospedali
“Saint Vincent de Paul” e “Cochin” di Parigi, che hanno potuto dimostrare un
aumento persistente del contenuto idrico del miocardio dei bambini sottoposti a
terapia con GH e al tempo stesso acquisire la correttezza della terapia. JM
Racadio e collaboratori del “Children's Hospital” di Cincinnati hanno proposto una
nuova tecnica la “Angiografia rotazionale 3D” per ridurre il numero delle proiezioni
oblique necessarie per la diagnosi e di conseguenza la dose di radiazioni e la
quantità di mezzo di contrasto ottenendo immagini più che soddisfacenti in tempo
reale, ideali per la programmazione interventistica. Infine nella stessa sessione è
da segnalare la comunicazione di CB Higgins et al., (San Francisco), sull'impiego
della RM a scopo interventistico come guida del cateterismo cardiaco e delle
relative procedure.
Nella sessione “urogenitale” è stato evidenziato il ruolo svolto dalla RM
urografia nello studio del rene e delle vie urinarie in tre comunicazioni: “ UroRM :
tutto in un esame” (RC Domingues et al., “CDPI”, Rio de Janeiro); “UroRM:
quando è necessaria l'iniezione di Gadolinio usato come contrasto?” (SJ Westra
et al., “Massachussets General Hospital”, Boston); “ UroRM e valutazione della
idronefrosi nei bambini” (JD Gratton-Smith et al., Atlanta).
Interessanti
nella
stessa
sessione
altre
quattro
comunicazioni:
“L'importanza del follow-up post-natale di reni fetali iperecoici” (M Cassart et al.,
“Hôspital Erasme”, Bruxelles); “L'alta incidenza di nefrocalcinosi in una
popolazione pre-termine neonatale, trattata con steroidi” (DJ Cranefield et al.,
“National Women 's Hospital” & “Auckland School of Medicine”, Auckland); “Eco
color-doppler del varicocele: studio su tecnica, reperti e classificazione”, (M
Oddone et al., Istituto “G. Gaslini”). “Iniezione subureterica transuretrale di
condrociti autologhi per il trattamento del reflusso vescicoureterale: reperti
ecografici” (HJ Paltiel et al., “Children's Hospital”, Boston).
Nell'ultima sessione dedicata al torace, sono state svolte 8 comunicazioni,
334
tra cui meritano di essere citate almeno quattro: “Volume delle adenoidi e
russamento nei bambini: un approccio con RM” (A Havat et al, “McCGill
University”, Montreal); “Cause di persistente apnea ostruttiva durante il sonno
nonostante la tonsillectomia e l'adenoidectomia in bambini con trisomia 21, rilevate
con studi Cine RM” (LF Donnelly et al., “Children's Hospital Medical Center,
Cincinnati); “Imaging postnatali e follow-up di lesioni polmonari scoperte in epoca
prenatale” (E Goya et al., “Hospital Vall d'Ebron”, Barcellona); “Spessore di strato
ottimale nella tomografia computerizzata multistrato del torace nei bambini” (S
Puig et al., Università di Vienna).
E' stata lasciata per ultima la sessione 7 “Interventistica e miscellanea” in
cui le comunicazioni con soggetto interventistico sono state cinque ed a queste
sarà fatto riferimento, dato che delle altre (sette distribuite in varie sessioni) è già
stato trattato. Attualmente la radiologia interventistica occupa un posto importante
nella radiologia pediatrica, come dimostrano gli argomenti trattati, che fanno il
punto sulla situazione di questa attività: “Documentazione della morbilità e
mortalità da un programma di radiologia interventistica pediatrica (IGT): rassegna
di 4 anni” (C Pehora et al., “Hospital for Sick Children”, Toronto); “Dilatazione con
un palloncino di stenosi laringee in bambini, senza tracheostomia” (J Lisy et al.,
Praga); “Biopsia percutanea di masse mediatiniche in bambini: tecniche e risultati”
(AM Cuhill et al., “Children's Hospitals”, Pittsburg e Filadelfia); “Biopsia percutanea
dei tumori solidi pediatrici” (FA Hoffer et al., “St. Jude Children’s Research
Hospital”, Memphis) ed “Una revisione del trattamento dell'invaginazione in un
ospedale pediatrico terziario: esperienza di 3,5 anni” (O Navarro et al., “Hospital
for Sick Children”, Toronto).
L'esposizione scientifica ha completato il grande successo ottenuto dalla
manifestazione genovese della ESPR, e ha dimostrato, se ancora ce ne fosse
bisogno, che i poster costituiscono una valida alternativa alle comunicazioni orali.
Gli argomenti trattati nelle varie sessioni secondo gli apparati interessati risultano
così distribuiti in ordine decrescente: la neuroradiologia è stata testata con 15
poster seguita dall'apparato muscolo scheletrico con 9 poster, dall'apparato
gastro-intestinale con 8, dal torace, dagli apparati uro-genitale e cardio-vasale con
7 ciascuno. A parte sono stati considerati i poster con temi diversi, raccolti nella
335
sessione “miscellanea” (12).
In molti poster, analogamente a quanto avvenuto per le comunicazioni orali
è stata presa in considerazione la RM, impiegata nelle patologie di diversi
apparati, ma in prevalenza del SNC e dell'apparato urinario, sia nel feto sia in età
post-natale. Inoltre la RM è stata usata in seconda istanza con altre metodiche
(radiologia convenzionale, TC, EG) nei traumatismi dello scheletro, nelle osteiti e
nelle osteoartriti in fase acuta e nei loro postumi. In alcuni poster è stato illustrato il
ruolo che ancora oggi svolge l'EG in alcuni settori della Pediatria sia in età
prenatale sia dopo la nascita con studi anatomici, quali le misure dello spazio subaracnoideo dei lattanti, la morfologia e le misure degli organi, il complesso
sfinteriale anale ed il muscolo elevatore dell'ano nei neonati e nei lattanti,
l'interventistica, il reflusso vescico-ureterale ed altri.
Interessanti alcuni poster riguardanti la TC in diverse applicazioni: “Imaging
diagnostico e revisione critica della malformazione adenomatoide cistica
congenita”; “valutazione dell'intrappolamento di aria della TC ad alta risoluzione in
fase espiratoria di bambini affetti da asma in remissione: confronto coi test di
funzionalità polmonare”; “Ricostruzione multiplanare 3D dell'albero bronchiale in
pazienti affetti da fibrosi cistica con TC multidettore a bassa dose (broncografia
virtuale)”.
Notevole l'affermazione degli italiani che balzarono al I posto della
graduatoria con 16 poster (si giocava in casa ! come ha rilevato G Beluffi nella sua
recensione sul XL Congresso della ESPR),
2
seguiti dai francesi con 9 poster,
dagli statunitensi con 5, dai greci e dai turchi con 8 (rispettivamente 4 e 4) e dai
canadesi e dai giapponesi con 6 (rispettivamente 3 e 3), dai tedeschi, dagli
israeliani e olandesi, dai polacchi, dagli inglesi e ungheresi con 2 poster per ogni
nazionalità (complessivamente 12 poster); infine da rappresentanti di altre nazioni
europee ed extraeuropee, ognuna con un poster cui ne va aggiunto 1 (da
collaborazione israeliana-canadese) per un totale di 9.
Il premio Jacques Lefèbvre perla miglior presentazione è stato attribuito alla
comunicazione “18F-fluoro-L-DOPA PET scan nelle forme di iperinsulinismo
focale dell'infanzia” (N Boddaert e coll., Parigi); il premio Guerbet per il miglior
poster ad “Anatomia ecografica del complesso dello sfintere anale e del muscolo
336
elevatore dell'ano nei neonati e nei lattanti” (R Schumacher e R Brezinska, Mainz)
e quello del Giovane Ricercatore alla comunicazione ”Decodificazione fonologica
nei bambini dislessici:quadri dell'attivazione con RM funzionale” (M Brun e coll.,
Bordeaux).
Ai Congressisti è stato consegnato un CD dal titolo “Forty years not gone
with the wind” raccolta di immagini della storia dei 40 anni della ESPR (frontespizi
dei fascicoli degli abstract; foto dei presidenti; immagini di partecipanti alle varie
manifestazioni, riproduzioni di inviti a varie cerimonie e di volumi pubblicati dai soci
della ESPR, oggetti regalati nel corso dei congressi ecc.) che è stato molto
apprezzato.
Quest'anno sono stati nominati soci onorari la Prof. H Carty (Liverpool), il
Dott. B Parker (Houston) e, per la prima volta nella storia della Società, due italiani
il Prof. Aldo Pelizza (alla memoria) e il Dott. Giampiero Beluffi.
Durante le pause del Congresso non mancarono le manifestazioni sociali
offerte con signorilità ai congressisti tra cui il bel Concerto svoltosi in un’atmosfera
di pace e serenità nello splendido chiostro di San Lorenzo.
Nella sera precedente l’inizio del Congresso ebbe luogo nella elegante Villa
Gaslini il “President dinner” offerto dal Presidente del Congresso a personalità
della Radiologia Pediatrica italiana ed estera, che dette l’opportunità a molti degli
invitati di incontrare “vecchi” colleghi ed amici, ma al tempo stesso di ricordare con
tristezza persone care scomparse.
Due furono i “post-congress tours” programmati, ambedue di notevole
interesse turistico. Il primo si svolse attraverso le colline rivestite di ordinati vigneti
del Monferrato, una delle regioni vinicole italiane più celebri. Il primo giorno fu fatta
sosta a Gavi, borgo medioevale noto per la produzione del pregiato vino
“Cortese”. Il giorno seguente furono visitate Acqui Terme, località termale famosa
fin dall’antichità e Canelli altro paese dedito all’attività vinicola, produttore del
notissimo “Asti spumante”. Molto interessante l’itinerario del terzo giorno
attraverso la bella campagna intorno ad Ovada, ricca di monumenti storici e
culturali, tra i quali i Castelli di Lerma, Casaleggio Bovio, Castelletto d’Orba e con
meta finale Ovada.
L’altro “post-congress tour” ripercorse parte dell’itinerario del “post-congress
337
tour” del memorabile congresso della ESPR svoltosi a Firenze nell’oramai lontano
1984. Furono , infatti, scelte come tappe del tour Volterra e San Gimignano, città
tra le più significative per storia ed arte della Toscana e d’Italia: Volterra, città
antichissima, etrusca, romana, medievale, che ha conservato molti monumenti del
passato, tra cui il duecentesco Palazzo dei Priori che domina la bellissima piazza
omonima circondata da antichi palazzi; San Gimignano, la “città dalle belle torri”
che ha mantenuto intatto il suo aspetto medievale, con i suoi numerosi palazzi e le
chiese d’epoca. Nel programma erano previste una visita al Colle di Val d’Elsa
che nella parte alta presenta assetto urbanistico originale per i numerosi edifici e
palazzi ben conservati, risalenti ai secoli XIV, XV, e XVI, e l’attraversamento del
Chianti, famoso per la sua produzione vinicola, con soste in due paesi
caratteristici, Greve e Castellina in Chianti, prima del rientro a Genova.
Concludendo il XL Congresso della ESPR ha ottenuto un grande successo,
organizzativo e scientifico. Il merito di questo risultato va al suo Presidente, Paolo
Tomà che ha lottato per superare le varie difficoltà finanziarie, logistiche, sanitarie
già ricordate; a tutto il personale del Reparto di Radiologia dell’Istituto G. Gaslini;
ai membri del comitato scientifico
3
e della sua segreteria, e per finire alla
segreteria congressuale Skyline che si è occupata delle iscrizioni, prenotazioni
alberghiere, ecc.
NOTE E BIBLIOGRAFIA
2 G Beluffi, Cronaca del Congresso di Genvoa della ESPR, Radiol Med 105: 539-540, 2003
3 ll comitato scientifico era così costituto: Paolo Tomà Giorgio Cittadini, Lorenzo Derchi, Giuseppe
Fariello, Enrico Talenti, Paolo Tortorì Donati
338
Organizzazione in Italia di altre riunioni internazionali di
Radiopediatria.
Oltre ai 3 congressi della ESPR svolti in Italia di cui è stato ampiamente
riferito, furono organizzate altre riunioni che videro una larga partecipazione di
Radiopediatri italiani e stranieri.
Due furono le riunioni del gruppo “Groupe de Radiologie Pediatrique
Jacques Lefèbvre” che si svolsero rispettivamente a Venezia nel settembre del
1982 e a Rapallo nello stesso mese del 1987. La prima fu organizzata da Riccardo
Perale dell’Istituto dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Padova.
Dopo la brillante prolusione in francese del Prof. GF Pistolesi, Presidente
della SIRM, si svolsero le 25 Comunicazioni programmate, distribuite in 2 sessioni
moderate da C Fauré e J Sauvegrain. Cinque furono presentate da Italiani: A
Taccone e collaboratori (Genova), P Tomà (Genova), GF Vichi e R Jenuso
(Firenze), E Schiavetti (Milano). Le altre furono svolte da AA Francofoni, in
prevalenza francesi. Tra gli altri intervennero i più eminenti rappresentanti della
Scuola radiopediatrica francese J Sauvegrain, J Padovani e collaboratori, P
Deffrenne, Fortier-Beaulieu ed altri. I Belgi furono rappresentati da Noemi
Perlmutter-Cremer e collaboratori. Di solito le comunicazioni verterono su
casistiche clinico-radiologiche.
Al convegno organizzato a Rapallo da P Tomà dell’Istituto “G. Gaslini”
erano in programma
ben 32 comunicazioni, di cui sette presentate da
Radiopediatri italiani nell’ordine: R Canini, G Tani e collaboratori (Bologna); S
Riggio e collaboratori (Ancona); E Talenti, R Perale e collaboratori (Padova); C
Carini e collaboratori (Trieste ); A Taccone e A Pelizza (Genova); P Gugliantini, G
Iannaccone e collaboratori (Roma); P Tomà, A Pelizza e collaboratori (Genova).
Tra i partecipanti stranieri oltre i soliti esponenti della Radiopediatria
francese, già citati, presentarono comunicazioni P Chaumont e D Pariente
dell’Ospedale “Bicêtre” di Parigi, J Bennet e G Kalifa dell’Ospedale “Saint Vincent
de Paul” (Parigi), altri francesi di Ospedali della Provincia (Tolosa, Lione); alcune
339
Belgi di Bruxelles e Liegi e infine alcuni AA extraeuropei (di Tunisi e di Rio de
Janeiro).
Gli argomenti trattati furono attinenti per lo più a casistica clinico-radiologica
rara e di difficile interpretazione.
Tra le altre manifestazioni internazionali svoltesi in Italia ricorderò le:
“Journées Italo-Francophones de Radiologie Pediatrique” organizzate nel 1986 ad
Anacapri dai Professori F Smaltino, E Porta e O Tamburrini; il secondo “European
Course of Pediatric Radiology” organizzato a Camogli nell’ottobre 1993 dalla
ESPR in collaborazione con l’Istituto scientifico “G. Gaslini” di Genova (G Kalifa e
P Tomà) in cui fu trattato il tema “La radiologia osteo-articolare”.
Anche l’ottavo “European Corse of Pediatric Radiology” si svolse in Italia a
Genova, nel 1999, organizzato da P Tortori Donati, avente come oggetto
argomenti di neuroradiologia pediatrica.
340
La complessa problematica della Radiologia Pediatrica nei primi
anni novanta del secolo scorso accentuata dalle difficoltà
economiche della maggior parte degli ospedali pediatrici e dalla
carenza di personale medico e tecnico.
L’evoluzione successiva della situazione dei servizi radiologici
pediatrici e le prospettive future della Radiologia Pediatrica
italiana all’inizio del III millennio.
In un articolo pubblicato su “La Radiologia Medica” nel 1991,
1
Giorgio De
Filippi fa una lucida analisi della complessa problematica della Radiologia
Pediatrica in Generale ed in particolare della situazione critica della Radiologia
Pediatrica italiana all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso.
I requisiti essenziali a chi si dedica a questa branca della Radiologia sono
costituiti da una solida preparazione in Radiologia generale e da una conoscenza
approfondita dell’anatomo-fisiologia peculiare dell’organismo in via di sviluppo e
della patologia pediatrica congenita e acquisita. Inoltre le caratteristiche
comportamentali proprie del bambino richiedono in questa età della vita l’adozione
di tecniche particolari e di conseguenza la preparazione di personale specializzato
e l’impiego di accessori e di apparecchiature dedicate. Infine è da notare il
carattere essenziale della Radiologia Pediatrica, distintivo dalle altre branche della
Radiologia, neurologica, gastroenterologica e dell’apparato osteoarticolare in cui
predominano gli aspetti di ordine anatomico (di organo e di apparato) e
cronologico (inerente all’età).
Queste caratteristiche peculiari della Radiologia Pediatrica avrebbero
dovuto classificarla come branca autonoma della Radiologia analogamente a
quanto si è verificato per altre specialità radiologiche (Neuroradiologia, Medicina
Nucleare) secondo quanto è già stato rilevato in altre parti della monografia.
Negli anni Settanta ed Ottanta del Novecento la rivoluzione prodotta nella
radiodiagnostica dalla introduzione delle nuove tecnologie, dapprima l’ecografia e
la tomografia computerizzata e successivamente la risonanza magnetica, che
341
comportano l’impiego di apparecchiature sempre più sofisticate e costose e il
reclutamento di personale specializzato creano seri problemi negli Ospedali
pediatrici, esclusi alcuni centri più importanti dotati di larghe possibilità
economiche. Si aggrava pertanto la crisi economica degli ospedali pediatrici. Le
amministrazioni
ospedaliere
non
ritengono
giustificato
l’acquisto
di
tali
apparecchiature per i costi elevati, difficilmente ammortizzabili dato il basso
numero di esami richiesto, in rapporto alla riduzione di ricoveri, a sua volta dovuto
alla scarsa natalità. Anche la sostituzione delle vecchie apparecchiature di
radiologia tradizionale viene rimandata e non viene assunto nuovo personale
medico o tecnico
Alcuni importanti Ospedali Pediatrici sono costretti a chiudere i battenti e ad
accorparsi agli Ospedali generali locali. Di conseguenza i rispettivi servizi
radiologici subiscono un ridimensionamento.
A Trento l’Ospedale degli “Angeli Custodi” viene accorpato all’Ospedale “S
Chiara” nel 1991; ad Alessandria nel 1995 viene creata l’Azienda Sanitaria a livello
nazionale “SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo” risultante dalla fusione in un
unico ente dell’ “Ospedaletto” con l’Ospedale Civile.
A Brescia l’Ospedale dei Bambini “Umberto I” viene accorpato agli “Spedali
Civili” nel 1998 con risultati da “situazioni provvisorie”, che perdura a tutt’oggi
(2003), con i molti risvolti negativi che tale provvisorietà può avere sul buon
funzionamento delle Unità Operative. 2
Frattanto giovani e meno giovani radiologi senza alcuna prospettiva di
carriera abbandonano la Radiologia Pediatrica e passano o tornano alla
Radiologia generale ospedaliera o universitaria, che consentono di effettuare la
ricerca e comunque sono più gratificanti e con maggiori possibilità di carriera.
Durante gli anni Novanta del secolo scorso e l’inizio di questo secolo ci
sono stati autorevoli interventi sia a livello nazionale sia internazionale, che hanno
segnalato i gravi problemi della Radiologia Pediatrica non solo in Italia, ma anche
all’estero.
Nel febbraio del 1995 il Prof. Ludovico Dalla Palma in qualità di Professore
Universitario e di Presidente della SIRM nel convegno svoltosi a Genova dal tema
“Radiologia Pediatrica verso il domani” 3 focalizzò la situazione di questa disciplina
342
in Italia sottolineando, tra l’altro le carenze della legislazione universitaria italiana,
ormai ben note, in particolare la mancanza di una Scuola di specializzazione in
Radiologia Pediatrica. Oltre a ricordare l’iniziativa dell’Associazione di Radiologia
Europea (AER) presso l’Unione Europea (UEMN) per acquisire una certificazione
nelle cosiddette sub-specialità, tra cui la Radiologia Pediatrica, suggerì l’istituzione
di moduli funzionali autonomi previsti dal SSN anche nell’ambito dei servizi di
radiologia degli Ospedali di alta specializzazione che sono “referenti e nei quali
esistono divisioni di Pediatria medica, chirurgica, e di altre specialità”. A mio
avviso la iniziativa di per sé suggestiva, avrebbe incontrato non poche difficoltà
soprattutto per il reclutamento del personale medico e tecnico, sia adottando la
proposta del Dalla Palma, che richiedeva l’assunzione in qualità di aiuti i giovani
radiologi in formazione presso i grandi “Centri Universitari-Ospedalieri”, sede di
Servizi autonomi di Radiologia Pediatrica (in effetti ben pochi e carenti di
personale) sia ricorrendo a Medici dei Servizi Radiologici degli stessi Ospedali di
alta specializzazione, privi di preparazione in Radiopediatria e pertanto bisognosi
di corsi integrativi di Radiologia Pediatrica.
Pochi anni dopo (1998) il Dott. Paolo Tomà, Primario radiologico dell’Istituto
“G. Gaslini” e Presidente della Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica della
SIRM richiama di nuovo l’attenzione sui problemi della Radiologia Pediatrica in
Italia. In un articolo comparso su “Il Radiologo” dal titolo: “I Problemi della
Radiologia Pediatrica in Italia”,
4
prospettò i requisiti che dovrebbero essere alla
base dell’organizzazione ospedaliera di un servizio di Radiopediatria, di cui riporto
in sintesi:
1) La fase di accoglienza, fondamentale per i bambini, richiede al personale
(tecnici e medici), la capacità di creare un’atmosfera familiare e serena che
favorisca la collaborazione coi piccoli pazienti e quindi la riuscita dell’esame.
2) Attrezzature adeguate.
3) Conoscenza delle patologie pediatriche mediche e chirurgiche per poter
programmare l’iter diagnostico più appropriato al caso in esame.
Per raggiungere questi obiettivi bisogna superare anzitutto gli ostacoli
economici che si frappongono alla dotazione degli ospedali adeguata agli standard
343
europei. Altro requisito fondamentale è la formazione completa di radiopediatri
all’altezza dei loro compiti.
A questo scopo, per quanto stabilito dall’AER, occorrono corsi di
specializzazione per radiologi, differenziati, secondo il loro impiego nei servizi
radiologici, della durata di 3-4 mesi per tutti i radiologi; di 12 -18 mesi per quegli
specialisti che intendono lavorare in ospedali pediatrici. 4
A differenza di 10 Paesi Europei in cui sono stati istituiti da tempo questi
corsi di specializzazione in Italia ci si è limitati alla possibilità di frequentare un
corso teorico.
Infine durante il 40° Convegno della ESPR, svoltosi a Genova (2-6 giugno
2003) è stata svolta una tavola rotonda, durata un’intera mattinata, avente per
tema il “Management in Pediatric Radiology”, in cui sono stati dibattuti i problemi
che affliggono più o meno in tutta l’Europa questo settore della Radiologia, ma
particolarmente in Italia.
E’ intervenuto tra gli altri il Presidente della Sezione di Radiologia Pediatrica
della SIRM E Talenti, che ha illustrato in una relazione a fosche tinte la situazione
della Radiopediatria italiana, presentandola come disastrosa.
I problemi sul tappeto sono stati discussi sostanzialmente sotto due aspetti:
I) il tipo di organizzazione di un reparto di radiologia pediatrica,
indipendente? parte integrante di un servizio di radiologia generale? oppure
indipendente ma affiancato ad un reparto di radiologia generale con possibilità di
scambio di personale ed utilizzo delle apparecchiature?
II) La scarsità dei giovani radiologi che si vogliono dedicare alla
Radiopediatria e alla ricerca. A mio avviso è questo un problema politico che
presenta aspetti economici. Viene richiesto da parte dei partecipanti alla tavola
rotonda un intervento da parte della ESPR che potrebbe essere efficace nella
attuazione di carriera richiedendo in sede legislativa europea un diploma di
specialità. 5
A mio modesto parere la situazione della Radiopediatria italiana è
complessa e diversificata secondo le diverse realtà ospedaliere ed universitarie: i
grandi Ospedali pediatrici, gli Ospedali di medio livello, ma efficienti; i servizi
radiologici delle Cliniche pediatriche universitarie di cui solo alcuni sono autonomi,
344
altri lo sono scarsamente o non godono di alcuna autonomia, dipendendo dagli
Istituti di Radiologia universitari. Vedremo più avanti le diverse situazioni presenti
all’inizio del Duemila.
Nello
stesso
periodo
si
verifica
un
notevole
cambiamento
nell’organizzazione ospedaliera nazionale, che interessa anche gli Ospedali
pediatrici. Mi limiterò a citare in sintesi dati più significativi. Divengono Aziende
Ospedaliere con autonomia di bilancio grazie ad un decreto legge del 1992 alcuni
importanti Ospedali Pediatrici: l’OIRM di Torino a seguito della fusione prima con
il CTO e successivamente con l’Ospedale Sant’Anna (1996), diviene Azienda
Ospedaliera OIRM Sant’Anna; l’Ospedale “A. Meyer” di Firenze costituisce
l’Azienda Ospedaliera-Universitaria “A. Meyer” (1994); gli Ospedali Riuniti per
Bambini di Napoli divengono “l’AORN-Pausillipon -Santobono”.
Ho già riferito degli altri Ospedali Pediatrici che vengono accorpati con i
locali ospedali civili, perdendo la loro identità. Altri invece vengono a fare parte di
Aziende Ospedaliere. Così l’Ospedale Pediatrico di Alessandria, “C. Arrigo” che
costituisce “l’Azienda Ospedaliera di livello nazionale SS Antonio e Biagio e
Cesare Arrigo”. Analogamente a Palermo nasce l’Azienda Ospedaliera di Alta
Specializzazione, Ospedale Civico “Fatebenefratelli G. Di Cristina ed Ascoli”. A
Bari, invece, viene sciolta l’Azienda
Ospedaliera di Venere Giovanni XXIII e
l’Ospedale Pediatrico è in attesa di una futura sistemazione.
A Milano nel 2000 l’Ospedale Pediatrico “V. Buzzi” entra a far parte degli
ICP.
I Servizi radiologici di alcuni grandi Ospedali Pediatrici qualificati come
istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS): Istituto “G. Gaslini”,
l’OPBG di Roma e Burlo (Istituto Pediatrico “Burlo Garofolo”) di Trieste,
conservano la loro autonomia ed il loro elevato livello assistenziale e scientifico.
A Pavia, ove esiste un servizio ospedaliero di Radiologia pediatrica, al
Policlinico S Matteo, nel 1995 viene creato un modulo operativo di radiologia
pediatrica. Anche a Padova il Servizio di Radiologia pediatrica dipendente
dall’Istituto di Radiologia dell’Università viene trasformato in modulo; tuttavia, in
ambedue i casi non si verifica un sostanziale miglioramento della situazione
preesistente. Anche i Servizi di Radiologia di importanti sedi universitarie, come
345
Bologna, Parma non sono autonomi dipendendo dagli Istituti Universitari sia per il
personale medico dedicato, sia per l’esecuzione degli esami con TAC e RM per
cui sono richiesti turni con giorni ed orari prestabiliti.
Un’altra importante trasformazione avviene nella organizzazione gerarchica
del personale medico: scompare la figura del Primario, sostituito dal Dirigente di II
livello; gli aiuti e gli assistenti vengono compresi in un'unica categoria, costituita
dai dirigenti di I livello.
A una analisi complessiva della situazione della Radiodiagnostica negli
Ospedali Pediatrici e nelle Sezioni analoghe degli Istituti Universitari, risulta che le
UU.OO di Diagnostica per Immagini (così continuerò a chiamarle nonostante che
le denominazioni in alcuni centri siano cambiate e stiano per essere sostituite)
sono dotate di apparecchiature di radiologia tradizionale telecomandate con AB e
spot-camera, di moderni ecografi (con le tecnologie collaterali doppler e colordoppler), degli apparecchi per TAC però, non in tutti i casi, dell’ultima generazione
ed hanno acquisito o sono per acquisire apparecchiature di RM ad alto campo nel
prossimo futuro. La Radiologia digitale è ormai entrata in funzione nella maggior
parte dei Centri radiopediatrici con nuove apparecchiature e/o digitalizzazione
delle preesistenti. E’ pur vero che esistono spesso ritardi nella sostituzione di
vecchie apparecchiature ormai obsolete e carenza di personale medico e tecnico
ma in sostanza la situazione non è così catastrofica come prospettato da qualcuno
ed è senz’altro migliore di quella che si presentava all’inizio degli anni Novanta.
Contribuisce a dare una nota di ottimismo il risveglio che si è verificato
nell’attività scientifica in molti Centri Pediatrici. A parte l’alto livello raggiunto già da
tempo, sia dal lato assistenziale che scientifico, dai Reparti radiologici dell’Istituto
“G. Gaslini” e dell’OPBG, negli ultimi anni giovani e meno giovani radiologi
dell’ultima generazione operano in varie città italiane in ordine alfabetico: Ancona,
Bari, Firenze, Milano, Napoli, Pavia, Trento e Trieste con pubblicazioni e
partecipazione attiva a Convegni e Congressi Nazionali e Internazionali (European
Society of Pediatric Radiology, RSNA, ECR).
Il riconoscimento del buon livello raggiunto dalla Radiopediatria italiana non
solo in sede nazionale, ma anche all’estero, costituisce motivo di soddisfazione e
di buone previsioni per il futuro.
346
Alcuni esperti della Radiologia Pediatrica Italiana: Giampiero Beluffi, Paolo
Tomà, Paolo Tortori Donati sono stati invitati a tenere lezioni negli ultimi “postgraduate courses” organizzati alla ESPR ed altri sono stati chiamati a far parte dei
comitati editoriali della prestigiosa rivista “Pediatric Radiology”: G Beluffi per il
settore “uroradiologia” e M Oddone per il settore cardiovascolare.
Recentemente (2003) sono stati nominati membri onorari della ESPR, G
Beluffi e A Pelizza (alla memoria), riconoscimento dato per la prima volta nella
storia quarantennale della Società a Radiopediatri italiani, per il loro contributo al
progresso e alla diffusione della “Imaging” pediatrica in Europa o fuori Europa, che
costituisce uno degli obiettivi primari della ESPR
BIBLIOGRAFIA
1 G de Filippi: Radiologia pediatrica: tra l’incudine e il martello. Radiol Med 82: 10-12, 1991
2 HJ Kaufamnn, H Ringertz, E Sweet (a cura di): The first 30 years of the ESPR. The History of
Pediatric Radiology in Europe. pag 79-91, Springer Verlag, Berlin, Heidelberg, New York, 1993
3 Il Radiologo XXXIV:4-5, 1995
4 P Tomà: I problemi della Radiologia Pediatrica in Italia. Il Radiologo XXXVIII : 11, 1998
5 European Society of Paediatric Radiology. 40th Annual Meeting and 26th Annual Course
(Genova, 2-6 giugno 2003). Radiol Med 105: 539-540, 2003
347
Ad maiora…
Semper!
348
ADDENDUM
A causa di problemi nella raccolta dei dati storici la parte riguardante la
Professoressa Elisabetta Schiavetti è pervenuta con ritardo rendendo necessario
quanto allegato in modo da rendere completa l’opera.
I
A MILANO nella seconda metà del Novecento l’Ospedale dei Bambini va incontro
a importanti trasformazioni, di cui vengono citate le più salienti.
Dopo il rientro nella sede di Via Castelvetro, avvenuta nel 1949 , l’Ospedale che
contava 2 divisioni una di Medicina e l’altra di Chirurgia (complessivamente di 220 posti
letto) viene dotato dei servizi di Otorinolaringoiatria, Neurologia e Oculistica e in un
secondo tempo sono istituiti i servizi di Anestesia e di Anatomia patologica. Viene
anche potenziato il servizio di Radiologia.
In questo periodo è importante per lo sviluppo dell’Ospedale la direzione
autorevole del Prof. Gerolamo Taccone, Primario Medico dal 1932 e Direttore dal 1935
fino al 1966.
Nel 1967, grazie alla cospicua elargizione dell’industriale Vittore Buzzi, viene
costruito un nuovo monoblocco e l’Ospedale assume la denominazione di “Ospedale
dei Bambini Vittore Buzzi”. L’anno successivo l’Ospedale viene dichiarato “Ente
Ospedaliero” con la classifica di Ospedale Provinciale Specializzato.
Dal 1969 al 1973 sono potenziate le attività specialistiche già esistenti, sono
istituite due divisioni, una di Pediatria, l’altra di Chirurgia Pediatrica ed una nuova
divisione di Chirurgia Toracica e Cardiovascolare a coronamento dell’attività iniziata nei
primi anni ‘50.
L’istituzione di questa divisione ha consentito l’acquisizione di una vasta casistica
che per un certo periodo è stata tra le più numerose in ambito toracico, in confronto
agli altri Ospedali Pediatrici Italiani. Nello stesso periodo nascono un reparto di
Patologia neonatale, le Divisioni di Ostetricia e Ginecologia e di Otorinolaringoiatra e il
servizio di Cardiologia.
Tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ’80 In base a disposizione regionale
iniziano ad operare anche, per poco meno di 20 anni, due divisioni una medica, l’altra
chirurgica per adulti. Contemporaneamente vengono chiuse le divisioni di Chirurgia
toracica e Cardio-vascolare pediatriche.
Dopo vari passaggi di pertinenza, attualmente, l’Ospedale fa parte degli Istituti
Clinici di Perfezionamento (ICP) di Milano.
Al momento oltre le divisioni e i servizi già citati sono presenti le divisioni di
Ortopedia, di Chirurgica vascolare periferica, Day Hospital pediatrico, Pronto Soccorso
pediatrico, Odontoiatria e Ortodonzia.
II
Dopo la scomparsa di Maria Pellini (1957) è nominato Primario di Radiologia il
Prof. Aldo Perussia, dell’Università di Milano che nel 1963 viene chiamato a ricoprire
come professore di ruolo la cattedra di Medicina Nucleare della stessa Università, la
prima istituita in Italia.
Durante la sua Direzione viene attuato un potenziamento del servizio con
l’acquisizione di un ortoclinoscopio cui in un secondo tempo è applicato un A.B.
Nel 1966 la Dott.ssa Elisabetta Schiavetti, che aveva iniziato la sua carriera
all’Ospedale dei Bambini di Milano nel 1954 come assistente, ove apprendeva i
rudimenti della Radiologia Pediatrica da Maria Pellini, diviene Primario incaricato e nel
’68 in seguito a concorso, Primario di ruolo. Nel 1969 consegue l’abilitazione alla libera
docenza in Radiologia.
Nel 1973 si procede alla ristrutturazione del servizio con notevole ampliamento ed
acquisizione di due nuovi apparecchi radiologici telecomandati, dotati di A.B. e spot
camera, di cui uno dedicato alla Pediatria (Infantoskop), uno dei primi acquistati in
Italia.
Viene anche allestita una sala di angiocardiografia ed emodinamica con
seriografo biplanare. Negli anni ’80 viene acquistato un ortopantomografo, negli anni
’90 un mammografo e sono sostituite alcune vecchie apparecchiature portatili con
nuovi apparecchi di cui uno digitalizzato ed anche l’ Infantoskop viene digitalizzato.
L’attività ecografica inizia nel 1981, con apparecchiature a scansione manuale;
successivamente sono acquisiti alcuni ecografi “real-time” ed ultimamente colorDoppler.
Negli anni ’80 e ’90, in mancanza della relativa apparecchiature, per le attività TC
e RM si fa ricorso alla consulenza esterna e solo nel 2002 si procede all’acquisto una
unità mobile di RM
In un prossimo futuro (2004-05) si procederà all’acquisizione di un apparecchio
fisso di RM, di una TC a spirale e di un telecomandato digitale.
Dall'inizio del 2000 l’Ospedale “Vittore Buzzi” è entrato a far parte degli Istituti
Clinici di Perfezionamento insieme ai presidi ospedalieri di via Commenda e Regina
Elena (di cui fanno parte le due Cliniche Pediatriche ed altre strutture Ospedaliere che
costituiscono una struttura dipartimentale complessa e le relative diagnostiche per
immagini, comprendenti una diagnostica radiologica generale, la diagnostica per
immagini pediatrica (responsabile la Dott.ssa P. Barbaccia) e la diagnostica per
III
immagini dell’Ospedale “V.Buzzi”, ove a seguito del pensionamento della Dott.ssa
Schiavetti, è subentrata nel 1995, come responsabile dell’attività radiologica e
pediatrica la Dott.ssa Mariella Cerri, già aiuto di ruolo fin dal 1988, coadiuvata da tre
radiologi: Bruno Capitani, Francesca Braendli e Anna Venegoni e tre neuroradiologi:
Andrea Righini, Elena Bianchini e Cecilia Parazzini. Capo del Dipartimento radiologico
è il Dott. Fabrizio Trivulzi, valente neuro radiologo.
Il carico di lavoro attuale all’ospedale “V.Buzzi” (anno 2002) è di circa 120 esami
al giorno, ripartiti tra indagini tradizionali (scheletro, torace, apparati digerente ed
urinario, compresa urodinamica), mammografia ed ecografia (circa 40).
Tra gli anni Ottanta del secolo scorso e l’inizio del Duemila si è avuto un notevole
incremento del numero di esami con modifiche della loro tipologia.
In sintesi si è avuto un modesto incremento degli esami radiologici tradizionali
passati da 10.300 ad 11.792 mentre gli esami ecografici sono saliti da 4.500 a 8.228,
quindi quasi raddoppiati. Gli esami con RM (per cui ovviamente non è possibile fare un
confronto col periodo precedente) ammontano a 2710.
Fin dall’inizio degli anni sessanta Elisabetta Schiavetti (ES) degna continuatrice
dell’opera di Maria Pellini, si è interessata della patologia pediatrica a carico dei diversi
apparati, in particolare delle problematiche che interessano il bambino nelle diverse
età. Per l’apparato scheletrico ha eseguito uno “studio statistico nel rachitismo degli
infanti ospedalizzati”,1 ha considerato alcuni aspetti delle fratture del gomito e del
femore in età neonatale e il quadro radiologico delle metastasi ossee da
neuroblastoma. Uno studio approfondito, concretatosi in alcune pubblicazioni, riguarda
lo scheletro dei mongoloidi: il tronco e gli arti, rilievi biometrici sul bacino, 2 ed
osservazioni statistiche sul comportamento dell’età ossea. 3
Per l’apparato digerente sono da segnalare le pubblicazioni su argomenti di
interesse pratico in un reparto di Radiologia Pediatrica, quali le invaginazioni intestinali
e le occlusioni duodenali neonatali, argomento meno noto, al quale apporta un
aggiornamento critico della letteratura, con un contributo personale di 11 casi. 4
Le affezioni polmonari malformative ed acquisite sono state oggetto di
pubblicazioni: tra le prime le disembrioplasie cistiche polmonari, 5 tra le altre gli esiti
delle forme infiammatorie stafilococciche non rare negli anni Sessanta, tra cui le fistole
broncopleuriche;
per
la
loro
dimostrazione
IV
ES
suggerisce
il
ricorso
alla
pleurobroncografia, realizzata mediante l’introduzione del m.d.c. attraverso il drenaggio
toracico. 6
Contemporaneamente ES si occupa di argomenti inerenti alla radioterapia, a
quell’epoca praticata anche in molti servizi radiologici di Cliniche Universitarie e di
Ospedali Pediatrici, apportando un contributo statistico al problema di una possibile
leucemogenesi a seguito di roentgenterapia per iperplasia timica, 7 problema molto
dibattuto negli anni Sessanta con interventi come vedremo, di altri radiopediatri
(Garibaldi e Gugliantini). Nello stesso periodo è autrice (in coll. con C Baraldi) di un
lavoro sperimentale sull’ ”Azione leucopenizzante della panirradiazione e di due
farmaci alchilanti per somministrazione frazionata”.
I tumori endotoracici costituiscono una altro argomento trattato di ES negli anni
Sessanta e ripreso negli anni Settanta con una pubblicazione sulle “Neoplasie
polmonari maligne nell’infanzia” 8 e con due comunicazioni: una su “Processi espansivi
del torace nel bambino” presentata al IV Convegno Nazionale della Sezione di
Radiologia Pediatrica della SIRMN (Torino, 1977) in cui viene presentato in dettaglio
l’iter diagnostico da seguire con la radiologia tradizionale in presenza di queste forme
morbose; l’altra (in coll. con G.F.Vichi) su “Aspetti radiologici dei processi espansivi del
mediastino nella I infanzia” presentata al Simposio “Studio radiologico del Mediastino”
svoltosi in occasione del XXIX Congresso Nazionale della SIRMN (Napoli, settembre
1980) che prende in considerazione anche il ruolo delle nuove metodiche (Ecografia e
TC) nello studio di queste alterazioni.
Nella seconda metà degli anni Settanta, l’interesse di ES si focalizza sull’apparato
respiratorio del neonato e del lattante, che si concreta con la presentazione di alcune
comunicazioni ai primi Congressi della neonata Sezione di Radiologia Pediatrica della
SIRMN, svoltisi a Genova (1975) e a Firenze (1976). L’argomento trattato riguarda il
ruolo svolto dall’indagine radiologica nei disturbi respiratori di diversa gravità riscontrati
in lattanti dei primi mesi di vita, causati da alterazioni tracheali intrinseche o
estrinseche (da compressione).
In occasione del I Corso di aggiornamento di Radiologia Pediatrica tenuto ad
Ancona nel settembre 1983 contemporaneamente al IX Convegno della Sezione,
svolge una lezione su “La radiologia dell’apparato respiratorio del neonato” che viene
trattata in modo sintetico ma al tempo stesso esauriente. Dieci anni dopo ES svolgerà
una relazione magistrale sullo stesso argomento, riveduto ed aggiornato al Convegno
V
di Radiopediatria svoltosi a Torino nel giugno 1992, dal tema: “Dalla parete toracica al
polmone: il cammino dell’imaging in età pediatrica”.
La competenza acquisita sulla patologia del tubo digerente del neonato e del
lattante fin dai primi anni della sua attività viene apprezzata tanto da essere chiamata a
tenere due conferenze 9, 10 sull’argomento alla Sessione di Radiologia Pediatrica del I
Corso di aggiornamento di Radiologia, voluto dal Prof. Cignolini, Presidente del XXIV
Congresso Nazionale della SIRMN svoltosi a Palermo nel 1970.
La Radiodiagnostica gastroenterologia costituì uno dei temi di relazione in cui fu
incentrato il Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica, svoltosi a Milano nel
novembre del 1978. ES (in coll. con Paola Barbaccia del Servizio radiologico delle
Cliniche Pediatriche Universitarie – ICP, Milano) presentò in questa riunione una
“proposta di protocollo radiologico per lo studio delle sindromi da malassorbimento in
età infantile”, che in quel periodo era oggetto di dibattito interdisciplinare tra pediatri e
radio pediatri. 11
Nel 1984 la Schiavetti contribuì con la descrizione di tre casi, pubblicata su
“Pediatric Radiology”, alla conoscenza dei reperti radiologici della sindrome “apple
peel”, i primi, a quanto mi consta, pubblicati da AA. Italiani su questo argomento. La
sindrome in questione, relativamente rara e poco nota, consiste in un quadro
malformativo complesso di atresia intestinale caratterizzata da occlusione del digiuno
prossimale o più raramente del duodeno distale, da agenesia del mesentere e di una
gran parte del tenue (micro-ileo avvolto in una spirale attorno all’a. ileo-colica),
malrotazione intestinale e micro colon. 12
Nel 1983 ES venne nominata Consigliere nel III Comitato direttivo della Sezione
di Radiologia Pediatrica per il quadriennio 1984-87.
Dal 1964 è membro attivo della European Society of Pediatric Radiology (ESPR)
e tale è rimasta a tutt’oggi. Ha partecipato assiduamente a tutti i Congressi della stessa
Società, svoltisi annualmente anche dopo il pensionamento, fino al 40° Convegno
svoltosi a Genova nel 2003
Al XXXI Congresso della ESPR (Bruxelles 1994) ha presentato un poster con la
descrizione del caso di un bambino di 6 anni portatore di una malformazione
complessa alle vie urinarie studiato in collaborazione con i colleghi Radiologi e
Chirurghi pediatri dell’Ospedale “V. Buzzi” di Milano.
VI
ES ha partecipato anche ad alcuni congressi del “Groupe Jacques Lefebvre” di
Radiologia Pediatrica. Ad uno di questi, svoltosi in Italia, a Venezia nel settembre 1982,
ha presentato la comunicazione (in coll. con M.Torricelli et al.) su “Observations radiocliniques athypique d’abcès appendiculaire”.
Nel prosieguo degli anni Ottanta e fino al pensionamento (1995) si è interessata
prevalentemente
di
ecografia
partecipando,
anche
attivamente,
ai
corsi
di
aggiornamento e a riunioni, focalizzando le applicazioni della metodica sullo studio
dell’encefalo nel neonato e nel lattante, sull’apparato digerente (reflusso gastroesofageo, stenosi ipertrofica del piloro, invaginazione e duplicazione intestinali)
sull’apparato urinario (malformazioni renali delle vie urinarie) e sui tumori addominali.
Ultimamente, nel 1993, ha partecipato al XIV Convegno della Sezione di
Radiologia Pediatrica, come moderatrice di una sessione e come coautrice di due
comunicazioni inerenti a casistica rara e di difficile interpretazione, studiata con
diagnostica integrata, in collaborazione con alcuni radiologi, M. Cerri, A. Venegoni et
al. dell’Ospedale dei Bambini “V. Buzzi” e con PL Paesano, radiologo dell’Ospedale S.
Raffaele di Milano ed alcuni Chirurghi Pediatri, L. Maestri, M.Torricelli et al.
dell’Ospedale dei Bambini di Milano.
ES ha esercitato una notevole attività didattica per molti anni, tenendo un corso di
Radiologia Pediatrica alla Scuola di Specializzazione in Radiologia dell’Università di
Milano dal 1965 al 1995 e lezioni ai corsi itineranti delle sezioni di Radiologia Pediatrica
e Toracica della SIRM (N) ed alla Scuola per Vigilatrici d’Infanzia.
Dopo il pensionamento avvenuto nel 1995 Elisabetta Schiavetti ha realizzato i
suoi autentici principi di Fede cristiana recandosi in Uganda, paese africano, colpito da
una cruenta guerriglia e da gravi malattie, tra le quali predominano la TBC, la malaria e
l’AIDS. Là ha espletato la sua opera umanitaria come radiologa, ma soprattutto come
ecografista, all’Ospedale Pediatrico di Luçor a Gulu, dotato di 400 letti, il più importante
di quel Paese. In questo Ospedale è stata tre volte, nei mesi di gennaio 1996, aprile
1998 ed ultimamente nel dicembre 1999 ove ha concluso la sua lunga e valida attività
professionale, dando il suo ultimo generoso contributo.
VII
NOTE E BIBLIOGRAFIA
1
E Schiavetti: Aspetti radiologici e comportamento statistico della rachitide in infanti ospedalizzati. Radiol
Med 49: 953-979, 1963
2
E Schiavetti: Rilievi biometrici nel bacino di soggetti mongoloidi. Annali di Radiologia Diagnostica 39: 457491, 1966
3
E Schiavetti: Osservazioni statistiche sul comportamento dell’età ossea nei mongoloidi. Ibidem 39: 247266, 1966
4
E Schiavetti, A Fiocchi: L’occlusione duodenale nel neonato. Nuntius Radiol 32: 593-637, 1966
5
E Schiavetti : Diagnosi radiologica delle disembrioplasie cistiche del polmone. Nuntius Radiol 32: 93-122,
1966
6
E Schiavetti, A Bonelli : La pleurobroncografia con introduzione del m.d.c. attraverso il drenaggio toracico.
Riv Chirur Pediatri 8: 201, 1966
7
E Schiavetti, L Capelli: Med. Nucl. Radiobiol. Latina 10: 405. 1967
8
E Schiavetti, A Bombarda: Neoplasie polmonari maligne dell’infanzia. Radiol Med 60: 817-826, 1974
9
La radiodiagnostica del vomito abituale del lattante (in coll. con G Marchese)
10
Le malformazioni rare del tubo digerente
11
Il protocollo radiologico (Radiol Med 66:623-624, 1980) fu elaborato e revisionato da E Schiavetti, C
Bianchi, M Randaccio, F Bellini, G F Vichi, S Fasanelli, A Pelizza, P Barbaccia
12
E Schiavetti, G Massotti, M Torricelli, L Perfetti: “Apple peel” syndrome. A radiological Study. Pediatr
Radiol 14: 380-383, 1984
VIII