Sound Design Lezione 02 2015-16

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Sound Design Lezione 02 2015-16
Come producono e si modificano i suoni con gli attuali
dispositivi tecnologici?
Breve storia della riproducibilità delle fonti sonore
Fino al 1877, anno della prima registrazione e riproduzione tramite
fonografo, l'unica maniera per ascoltare musica era quella di assistere ad
un concerto dal vivo.
Quindi diventa così possibile ascoltare musica in maniera indipendente
rispetto alla performance, ascoltando a casa propria, fermando o ripetendo
la riproduzione a proprio piacere. Il disco, come supporto sonoro, risulta
comunque di difficile manipolazione, anche se nel 1948 Pierre Shaeffer,
chiudendo il solco del vinile e riproducendo il suono in “loop” effettua una
delle prime operazioni creative con questo mezzo, dissociando e isolando
una parte della composizione che perde così il suo significato originale.
Breve storia della riproducibilità delle fonti sonore
Fonografo (1877)
Grammofono Vicktor (1906)
Breve storia della riproducibilità delle fonti sonore
Nel primo dopoguerra il mezzo ideale per le manipolazioni consapevoli dei
suoni è il nastro magnetico, derivato da un'invenzione del 1928 (che
introduce l'uso del materiale plastico al posto del filo metallico).
Che si accompagna al mezzo principale per trasformare il suono in un
segnale elettrico che è il microfono, i primi esemplari compaiono attorno
al 1915.
Iniziano così i primi esperimenti di “musica concreta” ovvero registrazioni di
suoni ambientali che vengono ritagliati, riprodotti ciclicamente o al contrario
oppure rallentati o velocizzati. Questo tipo di espressione musicale non
prevedeva partitura.
Breve storia della riproducibilità delle fonti sonore: i sintetizzatori
I sintetizzatori sono strumenti che possono generare imitazioni di
strumenti musicali reali o creare suoni non esistenti in natura.
Nei “Sinth” il segnale prodotto da un oscillatore, genera forme d'onda che
vengono successivamente amplificate e filtrate per produrre suoni che
all'inizio cercavano di simulare gli strumenti reali.
Il primo esempio di suono sintetico generato da un sistema
elettromeccanico risale al 1896, quando l’inventore americano Thaddeus
Cahill propone un apparato chiamato Telharmonium (Dinamofono).
Lo strumento gargantuesco era azionato da dodici motori a vapore, ed era
già polifonico, poteva emettere più di una singola nota allo stesso tempo,
ed era dotato di tasti sensibili alla dinamica come il pianoforte.
Breve storia della riproducibilità delle fonti sonore: i sintetizzatori
Due decadi più tardi (ca. 1919) l’inventore russo Leon Theremin inventa
l'omonimo sintetizzatore che irradia attorno a sé un piccolo campo
elettrico: due antenne poste ai lati del circuito elettrico percepiscono la
vicinanza delle mani dello strumentista, che muovendole in aria modifica
l’intonazione dell’onda emessa dal Theremin ed il suo volume.
In Europa si ricordano esperimenti analoghi come l’Ondes Martenot, del
francese Maurice Martenot (1928) ed il Trautonium dei tedeschi Sala e
Trautwien (1930).
Il vero padre del sintetizzatore come lo si intende oggi è Robert A. Moog,
che nel 1964 inventa lo storico sintetizzatore modulare (Moog Modular): la
grande intuizione di “Bob” Moog sta nell’unire i circuiti oscillatori ad una
vera e propria tastiera da organo.
Theremin (1919)
Ondes Martenot (1928).
Telharmonium (1896)
Trautonium (1930).
Sintetizzatore all’istituto di fonologia di Milano (dal 1955)
studi di musica elettronica di Colonia, Parigi e Milano
RCA Mk II (1957)
Moog (1964)
Synclavier, (1976) New England Digital Corporation (NED)
Primo sinth dell’era digitale http://www.vintagesynth.com/
Breve storia della riproducibilità delle fonti sonore: i sintetizzatori
Gli anni ’80 vedono l’esplosione del mercato dei sintetizzatori: si diffondono
i primi modelli davvero economici con il diminuire dei costi della tecnologia;
è diffuso lo standard MIDI, un protocollo di comunicazione per collegare
sintetizzatori fra loro; la rivoluzione tecnologica dei calcolatori elettronici e
dei circuiti integrati fa sì che la generazione dei suoni non avvenga più
tramite circuiti oscillatori elettrici, ma per riproduzione ed elaborazione di
frammenti sonori memorizzati all’interno del sintetizzatore, sempre più
simile nelle sue componenti ad un computer specializzato per la musica.
Apple Macintosh 128k (1984)
AtariST (1985)
Roland 707 (1985)
Korg M1 (1988)
DAW software: Protools Digidesign e Avid (dal 1984)
Breve storia della riproducibilità delle fonti sonore: i sintetizzatori
Il sintetizzatore è uno strumento musicale che appartiene alla famiglia
degli elettrofoni. Il sintetizzatore o synth puo' generare autonomamente
segnali audio sotto il controllo di un musicista o di un sequencer.
Con un sintetizzatore si possono generare imitazioni di strumenti musicali
reali o creare suoni nuovi.
Qualunque tipo di suono (pianoforte, violino, basso, chitarra...) può essere
ricondotto ad un segnale elettrico dotato di una determinata struttura.
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Breve storia della riproducibilità delle fonti sonore: i sintetizzatori
Quindi si può pensare di imitare la struttura armonica del suono che ci
interessa: "produrre" un segnale elettrico dotato di una struttura armonica
che lo renda identico a quello che si sarebbe ricavato a partire da un
strumento musicale tradizionale.
Convertendo questo segnale elettrico in vibrazioni acustiche, come
risultato finale si dovrebbe ottenere un suono il piu' simile possibile a quello
fornito dallo strumento originale.
In effetti ciò avviene, e la riproduzione è tanto più fedele tanto più esatta è
la "ricostruzione" del segnale che si vuole imitare e quanto più raffinati
sono i mezzi impiegati per operare il passaggio inverso: da segnale
elettrico a vibrazione acustica.
Breve storia della riproducibilità delle fonti sonore: i sintetizzatori
Un semplice sintetizzatore è composto da una fonte di suono detto
oscillatore (VCO), un filtro (VCF) un generatore di inviluppo (EG) ed un
amplificatore d'uscita (VCA).
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Breve storia della riproducibilità delle fonti sonore: i sintetizzatori
Breve storia della riproducibilità delle fonti sonore: i sintetizzatori
I primi sintetizzatori prodotti negli anni 60 e 70 usavano una tecnologia
costruttiva detta Analogica, Voltage Controlled Oscillator VCO vuol dire
che l'oscillatore è controllato in tensione.
I synth prodotti negli anni 80 usavano una tecnologia detta Digitale Digital
Controlled Oscillator DCO vuol dire che l'oscillatore è controllato in digitale.
I synth prodotti dagli anni 90 in poi usano una tecnologia totalmente
digitale detta Virtual Analog vuol dire che tutto l'oscillatore è emulato
digitalmente usando potenti microprocessori chiamati DSP Digital sound
processor.
Ognuna di queste tecnologie produce una pasta sonora diversa dalla piu'
sporca e calda dell'analogico alla piu' precisa e fredda del digitale.
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Breve storia della riproducibilità delle fonti sonore: i sintetizzatori
I primi sintetizzatori prodotti negli anni 60 e 70 usavano una tecnologia
costruttiva detta Analogica, Voltage Controlled Oscillator VCO vuol dire
che l'oscillatore è controllato in tensione.
I synth prodotti negli anni 80 usavano una tecnologia detta Digitale Digital
Controlled Oscillator DCO vuol dire che l'oscillatore è controllato in digitale.
I synth prodotti dagli anni 90 in poi usano una tecnologia totalmente
digitale detta Virtual Analog vuol dire che tutto l'oscillatore è emulato
digitalmente usando potenti microprocessori chiamati DSP Digital sound
processor.
Ognuna di queste tecnologie produce una pasta sonora diversa dalla piu'
sporca e calda dell'analogico alla piu' precisa e fredda del digitale.
Breve storia della riproducibilità delle fonti sonore: i sintetizzatori
Metodi di sintesi
SINTESI SOTTRATTIVA
Al suono sorgente iniziale vengono sottratte (o modificate in ampiezza)
armoniche (onda quadra, onda triangolare, dente di sega o rettangolare
per maggiore complessità) si interviene con un sistema di filtri allo scopo di
eliminare quelle porzioni del suono che non interessano; si definiscono
pertanto filtri passa-basso, passa-banda, passa-alto e arresta-banda fino
ad arrivare al suono voluto. Non è adatta per simulare strumenti acustici.
SINTESI ADDITIVA
Il principio di questo tipo di sintesi è costruire un suono aggiungendo tutte
le armoniche che lo compongono. Teoricamente è la tecnica più potente e
permette di ricreare qualsiasi suono, in pratica però è difficilmente gestibile
perché ha bisogno di un numero molto alto di parametri indipendenti, per
ogni armonica o parziale cioè il valore di frequenza, fase e ampiezza che
variano nel tempo.
Breve storia della riproducibilità delle fonti sonore: i sintetizzatori
Metodi di sintesi
SINTESI PER MODULAZIONE DI FREQUENZA
La sintesi per modulazione di frequenza permette di ottenere sonorità
interessanti con costi ridotti di progettazione e pochi parametri
acusticamente significativi di programmazione.
La sintesi in FM è composta essenzialmente da due oscillatori, uno
modulante (modulator) e uno portante (carrier).
“Il segnale modulato modifica la propria fase in funzione del segnale
modulante, perdendo così la caratteristica di segnale puro e arricchendosi
di nuove armoniche; il risultato è estremamente variabile in funzione del
rapporto aritmetico fra le frequenze e dell'ampiezza del segnale modulante:
maggiore è l'ampiezza del segnale modulante, maggiore sarà la
distribuzione di armoniche nel segnale fondamentale. Ciò permette di
ottenere timbriche di eccezionale verosimiglianza”.
(http://it.wikipedia.org/wiki/sintetizzatore)
Breve storia della riproducibilità delle fonti sonore: i sintetizzatori
Metodi di sintesi
SINTESI PER MODELLI FISICI.
E’ una tecnica di sintesi resa possibile (in tempo reale) solo negli ultimi
anni, grazie alla elevata potenza di calcolo che i microprocessori hanno
raggiunto. Il principio su cui si base è il seguente : i suoni vengono
sintetizzati in base a dei modelli matematici (equazioni periodiche)
prendendo in considerazione il sistema fisico che li produce e cercando
quindi di rappresentarlo in base a variabili significative che influenzano il
suono stesso. Alcuni esempi li troviamo nei sintetizzatori che simulano i
synth analogici, in questo caso non abbiamo forme d’onda campionate
dagli strumenti originali.
SINTESI GRANULARE
Sistema di sintesi del suono che si basa su una concezione corpuscolare
del suono; questo viene quindi generato mediante lo sviluppo di grani
sonori che vengono poi sommati per generare suoni complessi.
MIDI (Musical Instrument Digital Interface)
Midi e' l'acronimo di Musical Instrument Digital Interface, cioe' interfaccia
digitale per strumenti musicali.
La sua nascita si deve principalmente a due fattori: il primo era l'esigenza
di collegare facilmente tra loro diversi strumenti musicali elettronici, il
secondo la crescente disponibilita' di tecnologie digitali a basso costo.
Il midi e' uno standard riconosciuto in tutto il mondo dai costruttori di
strumenti musicali, computer e apparecchiature audio/video.
Esso stabilisce come devono essere costruite le porte midi, i cavi e i circuiti
di trasmissione e ricezione dei messaggi. Le specifiche software
definiscono un linguaggio,stabilendo le modalita' con cui inviare i
messaggi,quali sono le parole che lo formano e il loro significato.
Lo scopo del codice midi e' quello di trasformare in numeri,cioe' in
messaggi numerici,ogni azione compiuta da un musicista nell'eseguire un
brano,tanto da poter eventualmente permetterne una riesecuzione
elettronica automatica.
MIDI (Musical Instrument Digital Interface)
Si e' percio' assegnato un numero ad ogni semitono, un numero a ogni
azione tipica, come l'abbassare o rilasciare un tasto, ed eventualmente la
forza con cui lo si e' fatto, il muovere una rotella o un altro controllo,il
cambiare timbro o programma, ecc.
Cio' permette di memorizzare e manipolare digitalmente un'esecuzione
musicale, svincolandola dal timbro di un particolare strumento, spesso
anche dal tempo metronomico,dalle possibilita' sia del mezzo, e dalle
imperfezioni accidentali tipiche dell'uomo(il che non sempre e' un bene).
Un concetto fondamentale e' che lungo i cavi midi non passa alcun suono.
Il campionamento digitale
Un segnale audio può essere registrato sia in modo analogico, trasferendone la
modulazione di ampiezza su un supporto magnetico, sia in modo digitale attraverso
Il processo di campionamento che consente di convertire un segnale analogico in
un segnale digitale.
Questo processo consiste nel misurare e registrare, in precisi istanti di tempo
(istanti di campionamento) il valore istantaneo del segnale analogico in esame.
La sequenza di tali valori, detti campioni, costituisce il segnale digitale.
Codec e formati audio
http://www.programmifree.com/categorie/formati_audio.htm
WAV (.wav) contrazione di WAVEform audio file format (formato audio per forma d'onda).
Il formato Wave non è altro che la registrazione in digitale di suoni reali, suoni che hanno
avuto origine da una fonte esterna al PC.
Il metodo di campionamento è il PCM pulse-code modulation (letteralmente "modulazione
codificata di impulsi"), un metodo di rappresentazione digitale di un segnale analogico.
Il metodo utilizza un campionamento dell'ascissa del segnale a intervalli regolari; i valori letti
vengono poi quantizzati in ordinata ed infine digitalizzati (in genere codificati in forma binaria).
la registrazione può essere caratterizzata da i seguenti parametri: il numero di bit di codifica
(generalmente 8, 16 o 24) e la frequenza di campionamento (11, 22, 44, 96 o 192 kHz).
Codec e formati audio
http://www.programmifree.com/categorie/formati_audio.htm
AIFF (.aif). Audio Interchange File Format - Apple Interchange File Format.
E' il formato audio Apple utilizzato dalla Apple per i Mac. E' in pratica l'equivalente del WAV
che viene utilizzato da Windows.
APE (Monkey Audio; .ape): Formato no lossy che permette di ridurre di circa il 50% lo spazio
occupato dalla nostra musica (in certi casi anche di più) senza alcuna perdita in qualità. In
questo modo, un album che in formato wav occupa circa 600 MB, viene ad occupare in media
300 MB (molto di più dei 100MB circa di un mpc a bitrate alti, e dei 60 di un mp3, tuttavia la
qualità è identica all'originale). Per ascoltare brani in questo formato, si possono usare dei
plugin per WinAmp o -meglio ancora- player che lo incorporano in modo nativo come Foobar
2000. In questo momento è probabilmente il miglior codec lossless, considerando un
equilibrio tra velocità e compressione
FLAC (.flac): Formato Open Source, di grande popolarità. Una volta era estremamente
diffuso (tra puristi della musica), ma sta perdendo piano piano terreno con l'affermarsi del
formato ape di MonkeyAudio, che a parità di qualità, permette una migliore compressione. Il
nostro album da 600Mb andrà ad occupare in FLAC circa 330-340 MB.
Codec e formati audio con perdita di dati
http://www.programmifree.com/categorie/formati_audio.htm
WMA (.wma): formato windows media audio, compresso e molto simile a un mp3. Formato di
compressione audio della Microsoft. I file compressi in questo formato sono di circa il 20 %
più piccoli degli Mp3
MP3 (.mp3) è l'abbreviazione di MPEG 1 layer III e identifica i file audio che utilizzano questo
algoritmo. E' uno standard che elimina i suoni non udibili dall'orecchio umano. In questo
modo un brano mp3 a 128 kbps occupa uno spazio pari a 1/11 rispetto allo stesso in
formato .wav o cd audio.
Alcuni stimano un bitrate a 128 kbps come 'Cd Quality'; in realtà, le frequenze che vengono
tagliate per risparmiare spazio sul disco rigido non sono tanto 'inaudibili'. A 192 i risultati
cominciano ad essere buoni, e solo a 320 kbps si può parlare di CD Quality... Fino a qualche
anno fa la qualità dell'mp3 era considerata elevata, ma ora -con l'affermarsi di schede audio
più avanzate, a 24 bit- si continua ad usare l'mp3 rispetto ad altri formati come ogg o mpc più
per la sua diffusione e compatibilità che non per la qualità del risultato. Un album di 600 MB in
formato wav, andrà ad occupare circa 50 MB in mp3 128.
AC3 (ac3). E' il formato audio usato dai DVD. In genere lo troviamo a 384 kbps (e 6 canali),
ma è possibile anche averlo in soli 2 canali e a bitrate inferiori. Uno dei programmi gratuiti che
lo supporta (e che consente per esempio di ridurre il bitrate) è BeLight (Besweet).
Codec e formati audio con perdita di dati
http://www.programmifree.com/categorie/formati_audio.htm
MusePack (.mpc): Formato di altissimi risultati, soprattutto a bitrate alti (oltre 192 kbps e
oltre). I risultati sono decisamente migliori dell'mp3: basta ascoltare una traccia codificata in
mp3 a 192 kbps e una in mpc allo stesso bitrate per sentire immediatamente la differenza (in
certi casi si resta senza parole...). Erano in molti a considerarlo il miglior formato audio lossy,
almeno fino all'uscita dell'mp4. E' supportato da WinAmp tramite plugin, e in modo nativo da
player più evoluti come Foobar 2000. Un album di 600 MB in formato WAV andrà ad occupare
circa 100 MB se codificato in mpc con bitrate intorno ai 192-256 kbps. Da notare che dà il
meglio di sé ad alti bitrate, mentre a bassi bitrate sono probabilmente preferibili ogg e acc
Nero MP4 AAC (.mp4, .aac): Il più recente, è in questo momento il miglior formato lossy,
avendo superato anche la pur elevatissima qualità dell'mpc. La qualità è estremamente
elevata, seppure i tempi di conversione sono un po' più lenti rispetto agli altri formati
AAC (di iTunes - .aac): Formato lossy che consente una qualità elevata (sempre parlando di
formati lossy...), allmeno un gradino superiore a quella dell'mp3. Caratteristica di questo
formato è la possibilità di essere protetto tramite DRM, in modo da non poter essere copiato
liberamente da una piattaforma all'altra.
Codec e formati audio nei dvd
http://www.buscemihifi.it/ht/audio_dvdvideo.htm http://it.wikipedia.org/wiki/MP3
Linear PCM
è l'audio digitale non compresso, lo stesso formato usato nei CD e su molti nastri master da
studio. Può essere campionato a 48 o a 96 kHz con 16, 20 o 24 bit/campione. (Il CD audio è
limitato a 44.1 kHz a 16 bit).
I canali utilizzabili vanno da 1 a 8. La velocità massima di trasferimento è 6.144 Mbps, che
limita la frequenza di campionamento e la dimensione dei bit quando ci sono 5 o più canali.
MPEG audio
è l'audio digitale multi-canale, che utilizza la compressione dell'originario formato PCM con
frequenza di campionamento di 48 kHz a 16 o a 20 bit. Sono supportati i formati MPEG-1 che
MPEG-2. La velocità varia da 32 kbps a 912 kbps, mentre la velocità media normalmente è di
384 kbps. MPEG-1 è limitato a 384 kbps. Le combinazioni di canali possibili sono (anteriore/
surround): 1/0, 2/0, 2/1, 2/2, 3/0, 3/1, 3/2, e 5/2. Il canale LFE è opzionale con tutte le
combinazioni. Il formato 7.1 canali aggiunge i canali sinistra-centro e destra-centro, ma
probabilmente il suo uso sarà molto raro per gli impianti domestici. I canali MPEG-2 surround
sono convogliati in un flusso aggiuntivo sui canali stereo MPEG-1, che rende l'audio MPEG-2
compatibile all'indietro con gli apparecchi MPEG-1 (un sistema MPEG-1 riprodurrà soltanto i
due canali stereo). MPEG Layer 3 (MP3) e MPEG-2 AAC (aka NBC o unmatrix) non sono
supportati dallo standard DVD-Video.
Le trasformazioni del suono
Le operazioni di editing e di metamorfosi
La manipolazione del suono
Nel linguaggio dei compositori o sound designer la trasformazione del
suono è un processo che viene applicato per generare un suono da
un altro.
Per convenzione, parleremo di trasformazione quando le modifiche
applicate al suono permettono di riconoscere ancora la fonte sonora.
Per metamorfosi intenderemo parlare di quei processi in cui, invece, non
esiste più alcun tipo di relazione con il suono di partenza.
Tecniche di editing e trasformazione del suono
Le tecniche utilizzate per modificare il suono sono moltissime.
Si può affermare che ogni modifica che viene fatta ad un suono
rappresentato digitalmente è di fatto una metamorfosi.
In realtà, è più appropriato distinguere fra operazioni di editing che sono
in generale interventi di trasformazione per adattamento e
miglioramento del suono e, operazioni di metamorfosi.
È ovvio che un editing distruttivo, una modifica molto forte dei tratti
spettromorfologici del suono che viene trattato, dà luogo ad una
metamorfosi.
Tecniche di editing e trasformazione del suono
Le principali funzioni di editing audio adattivo o migllorativo sono:
-  Operazioni di taglia, incolla, estrazione, fade in/out
-  Normalizzazione – compressione
-  Equalizzazione
-  Riverberazione
-  Riduzione di rumore ed eliminazione di difetti
Tecniche di editing e trasformazione del suono
Operazioni di taglia, incolla, estrazione, fade in/out
L'editing di un suono è adattivo quando gli interventi servono a integrare il
suono nel contesto sonoro o multimediale in cui lo si vuole inserire;
per esempio, un suono o un file audio di cui viene tagliata una parte in
modo che la sua lunghezza sia appropriata al contesto nel quale deve
essere posto.
Un altro tipo di editing è quello che, una volta tagliata la parte del file audio
che si vuole utilizzare, permette di fare un crescendo iniziale e un
diminuendo finale di volume (fade in/ fade/out).
Un tipo di editing migliorativo è la procedura di normalizzazione.
Mediante tale processo l'ampiezza massima di un file audio, il picco di
ampiezza, viene aumentato o diminuito e tutti gli altri valori vengono
riscalati di conseguenza. Si avrà quindi un file audio con la dinamica
appropriata all'impiego che se ne vuole fare.
Tecniche di editing e trasformazione del suono
Equalizzazione
Un altro tipo di editing migliorativo può essere l'equalizzazione, che è un
processo utile per correggere alcuni difetti dello spettro del suono; per
esempio, un suono cupo, con le frequenze acute dello spettro che hanno
ampiezze molto basse, può essere reso più brillante aumentandone le
ampiezze.
Evidentemente è possibile utilizzare questo tipo di intervento in maniera
creativa modificando alcune frequenze per evidenziare passaggi di
differenti ambienti in un contesto audiovisivo.
Tecniche di editing e trasformazione del suono
Riverbero
Il riverbero è un fenomeno acustico naturale che deriva da un'estinzione
ritardata del suono causata dalle riflessioni delle onde sonore sulle pareti di
un ambiente.
Il riverbero permette di simulare un ambiente acustico, una stanza o
un luogo di varia grandezza, in cui il suono viene propagato,
caratteristica che il suono non ha sia per il tipo di registrazione che per il
modo con cui è stato realizzato.
La registrazione della voce, per uri commento parlato a immagini o a un
brano sonoro, è un classico esempio di questo tipo. Essa viene effettuata
in uno studio di registrazione con una presa microfonica così vicina e
direzionale che annulla gli effetti dell'ambiente.
Questo tipo di registrazione rende la voce innaturale e quindi l'aggiunta del
riverbero permette di simulare che il parlato avvenga in un ambiente,
restituendogli una caratteristica di naturalezza.
Tecniche di editing e trasformazione del suono
Riduzione del rumore – noise gate
Un altro tipo di editing migliorativo riguarda la riduzione del rumore o di
imperfezioni che il campione audio può presentare, difetti dovuti, spesso, a
una cattiva qualità della registrazione.
La riduzione del rumore permette di eliminare il rumore di fondo e il fruscio
che possono derivare da una registrazione effettuata con una
strumentazione inadeguata, con tecnolo-gia del recente passato oppure
derivanti da ulteriori modifiche effettuate sul file audio.
Metamorfosi del suono
le tecniche di trasformazione radicale del suono più utilizzate sono:
-  Dilatazione/compressione temporale
-  Trasposizione
-  Granulazione
-  Filtraggio
-  Delay (ritardo)
-  Saturazione - Distorsione
-  Missaggio e montaggio
Metamorfosi del suono
Dilatazione / compressione temporale
La dilatazione / compressione temporale può avere impieghi di vario tipo.
Può essere utilizzata come metamorfosi per ottenere nuove identità sonore
e costruire strutture sonore autonome o funzionali agli altri linguaggi
multimediali.
Un'applicazione molto più semplice è, per esempio, quella di operare una
piccola estensione o compressione della durata di un file audio per far sì
che si adatti a quella di un video a cui deve fungere da commento sonoro.
Metamorfosi del suono
Trasposizione
Un altro tipo di modifica di un suono è la trasposizione, il cambiamento
della frequenza di un suono o di un'intera sequenza di suoni.
Negli anni '50 la trasposízione, tranne in alcuni casi, era legata a doppio
filo con l'espansione o compressione della durata di un suono. Con le
attuali tecniche un suono può essere modificato nella sua frequenza
fondamentale senza modificarne la durata.
Le applicazioni della trasposizione possono essere molto semplici, per
esempio modificare di poco l'altezza di un suono o di una sequenza di
suoni per poterla meglio collegare a un'altra.
Metamorfosi del suono
Granulazione
Tramite questa operazione di moltiplicazione e sovrapposizione di una
singola fonte sonora, abbiamo la possibilità di creare un insieme di voci da
una singola, un effetto folla da un bisbilio, un effetto orchestra a un singolo
suono strumentale, o una nassa i suoni simili ma di diversa frequenza e
durata da un singolo suono.
Metamorfosi del suono
Filtraggio
Il fitraggio che è un procedimento derivato dall’equalizzazione, può essere
un'operazione che invece di attenuare o aumentare alcune componenti
dello spettro di un suono le elimina.
In alcuni casi, può modificare in modo rilevante l'identità del suono.
Oltre ai filtri equalizzatori esistono i filtri passa alto, passa basso, rigetta
banda e passa banda.
I filtri passa e passa alto eliminano, rispettivamente, le frequenza acute e
quelle gravi partendo da una frequenza stabilita, chiamata frequenza di
taglio.
I filtri rigetta banda e passa banda, invece, operano all'interno della
struttura spettrale di un suono in modo da eliminare una parte ben precisa
dello spettro di un suono oppure estrarre solamente una parte di esso.
Metamorfosi del suono
Filtraggio
In questo caso vanno definiti i limiti inferiori e superiori di frequenza della
banda che si vuole eliminare o estrarre.
Utilizzando il filtro passa banda per estrarre la banda medio-acuta di un
brano musicale si può produrre ”effetto radio", come se la musica
provenisse da un apparecchio radiofonico che normalmente taglia le
frequenze basse.
Metamorfosi del suono
Distorsione - saturazione
Di derivazione prettamente analogica, soprattutto di ambito rock-elettrico
chitarristico, questo effetto si basa sulla modifica della forma d’onda
sonora, che viene troncata alla cima della sinusoide, imponendo al segnale
delle transizioni non contenute nel segnale originario.
Questo genera nuove frequenze non presenti nel segnale originario e
origina la distorsione.
Che viene detta anche “Overdrive” cioè è un processo che portare oltre i
limiti il segnale originale causando suoni aspri, “elettrici” o “sporchi”.
Un suo possibile utilizzo risiede nel dare corpo a suoni spenti, oppure a
dare una grana volutamente difettosa e sporca a fonti sonore pulite.
Metamorfosi del suono
Missaggio - Montaggio
Nella fase di montaggio vengono sovrapposti eventi sonori mediante un
programma specifico così come un tempo si faceva attraverso un
registratore multitraccia. I vari eventi sonori vengono montati in tracce
sonore sovrapposte e ogni traccia su una linea temporale.
In ciascun evento sonoro può essere modificato il volume, la sua
disposizione spaziale, oltre a interventi più complessi quali riverberazione e
equalizzazione. L'insieme di queste operazioni costituisce la fase del
missaggio, nella quale si compone lo spazio sonoro in cui i suoni si
fondono, si separano e formano un oggetto musicale.
E’ un'operazione molto delicata che può dare un'impronta sonora
particolare alla struttura musi-cale che si vuole usare nella comunicazione
sonora.
Bibliografia:
Lelio Camilleri, Il peso del suono, 2005 Apogeo.
Link riferimento lezione 02
Synthesizer (wiki)
A Brief History of the Synthesizer
Synthmania.com (famous sounds)
Vintage synth
Synthtopia
Synthpop(wiki)
Audio riferimento lezione 02
Pierre Shaeffer - etude aux chemins de fer - 1948
Karlheinz Stockhausen – Hymnen – 1966
Pink Floyd - On the run - 1973
Tangerine Dream – Stratosfear – 1976
Kraftwerk - The Robots – 1977
I Feel Love - Donna Summer (Moroder) – 1977
Brian Eno - Ambient #1 / Music for Airports - 1978
Depeche Mode – Photographic -1981
Aphex twin - Come to Daddy - 1997 (
1997)