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Edizione speciale de “Il Gettone” nº 87 di venerdì 13/04/2012
Spedizione in A.P. -D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - Art. 1 Comma 1 DCB/CN - Reg. Tribunale di Cuneo nº425 del 9/6/1989 - Aut. 696/DC/DCI/CN del 31/10/00
Dir. Resp. Alberto Casella, Edizioni Agami via F.lli Ceirano 13 - 12100 Mad. dell’Olmo - Cuneo Tel. 0171412458 - E-mail [email protected]
Marketing e vendite
alla ricerca di
nuovi appuntamenti
pag. 4
PNL
la comunicazione
e le sue componenti
pag. 9
Fotografia
Il
portfolio
pag. 18
Veterinaria
La
pag. 20
displasia
dell’anca
Turismo
Da Lhasa, Tibet
a Katmandu in Nepal
pag. 26
sul tetto del mondo
Psicologia:
Rapporto tra psiche e corpo
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speciale:
pag. 23
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MARKETING & VENDITE – COMUNICAZIONE & FORMAZIONE – SCIENZA & TECNOLOGIA
L’ANGOLO DELLE NORMATIVE – FOTOGRAFIA – VETERINARIA – PSICOLOGIA – TURISMO
SOMMARIO
Marketing & Vendite
Alla ricerca di nuovi appuntamenti
Un numero sempre nuovo di idee…
Cari Lettori nel numero di fine anno apriamo le
pagine del GNEWS con una rubrica di marketing e
vendite: il tema di questo numero affronta un importante argomento per molti commerciali e cioè
il metodo per creare nuovi appuntamenti e quali
tecniche comunicative utilizzare per coinvolgere
il potenziale cliente.
Programmazione Neuro Linguistica
Una scienza che studia l’interpretazione
della comunicazione e delle sue componenti
Scienza & Tecnologia
Soluzioni scientifiche ed innovative di
illuminazione stradale con tecnologia italiana
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telecontrollo
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normative professionali
Informazioni e normative
per il settore Estetico
Ringraziamo l’Ing. Desiderato e l’Ing. Cortinovis
per l’intervista divulgativa che ci hanno rilasciato, riguardante la soluzioni per il risparmio enerMA pubbliche amministraziogetico nel settore
SISTEdelle
9
ni e non solo. EB 3
Fotografia
Il portfolio fotografico,
il nuovo modo di comunicare
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te dedicare uno spazio alla formazione professionale inerente alcune aree normative.
Ringraziamo il maestro Luigi Angelica, fotografo
professionista, che in questo numero spiega come
la fotografia riesca attraverso il portfolio dell’autore a comunicare attraverso le immagini.
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La rubrica Veterinaria in questo numero affronta l’importanza della diagnosi precoce, in fase di
accrescimento, della displasia dell’anca nel cane.
La rubrica di Psicologia aiuta a decifrare noi stessi e gli altri nella vita quotidiana.
GNEWS
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Un ringraziamento all’amico Mario Conigliaro
per il dettagliato reportage del suo viaggio dal Tibet al Nepal.
Buona lettura.
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DIREttorE: Rag. Mario Golè
resp. marketing: Eugenio Violante
[email protected]
DIRETTORE editoriale: Pietro Giunta
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GRAFICA PUBBLICITARIA: Luca Cimbari
[email protected]
Hanno collaborato per la parte redazionale:
dott.ssa Diletta Francesca Rossi, dott. Stefano Mori,
Elena Cozzi (Psicologa), Mario Conigliaro, Luigi Angelica,
Ing. Giuseppe Cortinovis, Fabrizio Giacalone, Pietro Giunta
Hanno collaborato per la parte fotografica:
Eugenio Violante, Mario Conigliaro, Luigi Angelica,
Luca Cimbari, Pietro Giunta
Ringraziamo per la gentile collaborazione:
la EBP solutions di Milano nelle persone dell’Ing. Luigi
Desiderato e l’Ing. Giuseppe Cortinovis
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Psicologia
Rapporto tra psiche e corpo
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PilotI
Piloti: una grande speranza
per la Formula 1 del futuro
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Edizione speciale de “Il Gettone” nº 87 di venerdì 13 aprile 2012
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Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - Art.Que
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Reg. Tribunale di Cuneo nº 425 del 9/6/1989
di fantasia,
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Direttore responsabile: Alberto Casella
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Redazione: Piero Borello, Alberto Casella, Piermario Turina
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grafica e impaginazione: Edizioni Agami, Cuneo
STAMPA: Agam, Cuneo.
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Veterinaria
La displasia dell’anca
Garden & Musica
Un giardino per tutte le stagioni
Pietro Giunta
Direttore Editoriale
4
sommario
EDITORIALE
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Buon viaggio!
Turismo
Da Lhasa, Tibet a Katmandu
in Nepal… sul tetto del mondo
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4
MARKETING & VENDITE
MARKETING & VENDITE
Tutto per il suo sorriso
Ovvero la difficile arte di conquistare il cliente.
possa far qualcosa di nuovo per rendere il lavoro del venditore un’attività piacevole e gratificante come in
fondo lo è sempre stata?
Le aziende qualcosa hanno dovuto
fare. Hanno cercato dei modi per aiutare i propri venditori. Hanno rispolverato il vecchio telemarketing, che
una volta riusciva anche a vendere
direttamente, ma che ora a malapena riesce ad ottenere appuntamenti...
«Pronto. Buongiorno, sono Luisa della...» Sbam!... il telefono spesso viene
A cura della Dr.ssa riagganciato dal cliente appena queDiletta Francesca Rossi sto si accorge che lo sta chiamando
Consulente, Formatore e Coach un call center... e oggi il tipico rumore di fondo, permette al cliente di riuongiorno! sono Lella Car- conoscere che si tratta di una chiamaloni della Tizio e Caio Spa! ta commerciale ancor prima di aver
Vorrei proporle uno stru- sentito la voce della povera Luisa...
mento fantastico e utilissimo per la Accade che alla fine siamo tutti arcisua attività!»
stufi di queste proposte telefoniche...
«No grazie, non mi interessa. Sono già sia quando siamo a casa, e stiamo faa posto! Arrivederci!»
cendo acrobazie per sbrigare tre fac«Ma come, non sa nemmeno di cosa si cende insieme e siamo costretti ad
tratta! Posso passare nel pomeriggio a interromperne almeno due per libemostrarLe il nostro splendido turbopu- rare la mano che risponderà al telerificatore-sanificatore d’aria???»
fono... sia quando stiamo lavorando,
«No, grazie, le ho detto che non mi in- perché i tempi sono sempre più difteressa! e ora sono molto occupato. Per ficili e bisogna darsi da fare, e non ci
favore, La ringrazio, ma ho da fare».
sono proprio né il tempo né la voglia
«Ma almeno lo veda! è un esempio sen- di stare ad ascoltare chi arriva all’imsazionale di nanotecnologia!»
provviso a proporti qualsiasi cosa. E
«No, non mi interessa! Grazie!»
anche per quel che riguarda le tipi«Va beh, non sa cosa si perde, sarà per che forniture professionali, ormai voun’altra volta...»
gliamo velocità ed autonomia, ci piaQuante e quanti “Lella Carloni” ci ce fare da soli e quindi internet semsono oggi in Italia?! Sempre di più... pre di più ci dà la sensazione di fare
gente che fa una vita dura, che si im- più in fretta e meglio...
batte quotidianamente in un muro Dunque il nostro secolo è destinato
di porte in faccia, che resiste e va a vedere la morte della vendita porta
avanti, ma che tante volte si scorag- a porta ed in generale degli appuntagia e cede...
menti di vendita non richiesti?
C’è crisi si dice... certo anche quello Pensiamo all’ultima volta che abbiaè vero... ma perché non fermarsi un mo ricevuto un bravo venditore e che
attimo e provare a chiedersi se non si abbiamo comperato un buon prodot-
«B
to che forse inizialmente non avremmo immaginato di poter acquistare... Non ne siamo forse rimasti soddisfatti? Forse avremo fatto qualche
resistenza nel momento in cui qualcuno ci ha chiesto un appuntamento, ma poi abbiamo gradito il tempo
trascorso con il venditore ed anche
il suo prodotto, al punto che siamo
giunti ad acquistarlo.
Pare quindi che lo scoglio che sta
diventando sempre più difficile da
superare sia quello di farsi ricevere, quello di entrare a casa di qualcuno, di ottenere la sua attenzione, la
sua curiosità, il suo interesse... poi la
gente più o meno acquista come sempre, con gli stessi meccanismi psicologici, solo con qualche adeguamento agli andamenti di mercato.
Come superare quindi questo scoglio
che per vari motivi ambientali diventa sempre più grande? Con la differenziazione? Sembra facile a dirsi,
ma è necessario differenziarsi davvero e nella direzione giusta.
Dobbiamo innanzitutto chiederci:
perché le tecniche e gli strumenti attuali oggi non funzionano più?
Il primo motivo è il sovrautilizzo della modalità. Al telefono, via posta,
via mail, al citofono, tutti si presen-
tano e vogliono presentarti la loro
azienda e il loro prodotto... come potremmo sopravvivere se dessimo retta a tutti? Se dessimo spazio ad ogni
richiesta, la nostra vita diventerebbe un inferno! Così abbiamo creato
dei filtri di difesa e semplicemente
ignoriamo, sfuggiamo, scappiamo! Il
prima possibile e il meglio possibile.
Il secondo motivo è la modalità in
sé. Gli esseri umani amano se stessi, amano parlare di sé, pensare a sé,
amano tutti i loro interessi, la loro
storia, il loro mondo... Che effetto
potrà mai far loro chi arriva all’improvviso e cerca di distoglierli dalle
loro amate e personali occupazioni
per portarli con la mente ad altro? Di
certo un gran fastidio, soprattutto se
questo ha poco tatto, ovvero se ci interrompe bruscamente e nei momenti più inopportuni.
E allora cosa potrà mai fare il povero venditore per guadagnarsi gli agognati appuntamenti presso i suoi potenziali clienti?
Noi per cosa interromperemmo le
nostre amate occupazioni? Per qualcosa che ci faccia stupire, incuriosire,
sorprendere, divertire, gioire!
Perché in fondo di cosa abbiamo bisogno, in questo “duro tempo di crisi”?!
Di un po’ di svago, di distrarci dalla
dura realtà, di un po’ di leggerezza
dove tutto intorno a noi è pesantezza! Tutto questo allora non trova la solita resistenza, ma provoca curiosità
e disponibilità.
“Sei un nuovo cliente? Hai vinto uno
dei 3 seguenti premi (foto di caffettiera, asciugacapelli, frullatore), se vieni
a trovarci in negozio entro il...”
“Gratta qui e scopri se hai vinto...”
“Gioca al gioco delle 4 carte sul sito tal
dei tali e avrai una piacevole sorpresa...”
“Rispondi a queste 3 domande e ricevi
via mail il tuo profilo di personalità...”
“Sul nostro sito valuta il tuo livello di intelligenza emotiva...”
“Riceverà gratis la nostra speedyclean
se riceve a casa un nostro incaricato...”
“Ha vinto un servizio di pulizia gratis
a casa sua... basta che lo prenoti entro 30 giorni”
“Lei fa parte di un campione di persone
alle quali regaliamo il nostro depuratore! Un incaricato verrà ad illustrarle
come riceverlo...”
“Ha vinto una settimana di vacanza gratuita! Noi ci facciamo pubblicità in questo modo... invece di pagare dell’inutile
pubblicità... la miglior pubblicità sono
i nostri clienti soddisfatti. Venga a ricevere l’omaggio nella nostra agenzia!”
Dove la strategia commerciale è studiata, la pubblicità aziendale e le
campagne promozionali sono già arrivate da tempo a queste formule. La
maggior parte dei venditori è invece
ancora molto lontana da questo tipo
di approccio.
Ma proprio i venditori hanno bisogno ora più che mai di adattare a queste logiche il loro approccio al cliente! Solo in questo modo potranno riuscire ad aumentare la loro capacità
di ottenere appuntamenti, debbano
5
essi fissarli per un tempo successivo
o immediato.
Chiediamoci ora: di quali strumenti dispone un venditore per riuscire
ad ottenere curiosità e disponibilità? Come può riuscire ad andare incontro al cliente e al suo bisogno di
svago, distrazione, leggerezza, divertimento, sorpresa? Il tempo di richiesta di un appuntamento è un tempo
molto breve! A maggior ragione bisogna che il venditore utilizzi strumenti emotivi che colpiscano velocemente l’interlocutore, prima che
questo attivi la sua parte razionale e
riesca a trovare tutta una serie di argomenti per mandar via il venditore
a bocca asciutta. E cosa potrebbe mai
incuriosire e stupire in una proposta
di appuntamento?
Andiamo con ordine: cosa bisogna
evitare? Che io arrivi e parli di me,
venditore, del mio prodotto fantastico e della mia azienda di successo, e
ne abbiamo visto i motivi. Attenzione, questa cosa che pare una banalità, e che in qualsiasi discorso teorico
viene accettata da qualsiasi venditore, nella pratica riscontra dei livelli
di resistenza inimmaginabili da parte di chi vende. Nella mia attività professionale di coach e docente di tecniche di vendita, in ogni simulazione
di vendita che si provi a fare in aula
e in ogni richiesta di appuntamento sul campo si provi ad osservare,
immancabilmente il venditore inizia in questo modo: «Salve! Sono Mario Perlina della Pinco Pallino s.r.l...
Seguo questa zona e sto servendo le
aziende del suo settore... sono passato per proporle una presentazione
del mio prodotto X, studiato apposta
per le aziende come la sua, che abbiamo venduto moltissimo ai suoi
concorrenti... è un prodotto che fa
questo, questo e quello... ultima tecnologia... vedrà, risolverà i suoi problemi tal dei tali etc...». E il cliente,
nel frattempo, ha già fatto 2 o 3 tentativi per buttar fuori il venditore, o
comunque ha il cervello concentra-
6
MARKETING & VENDITE
to su come poter riuscire a liberarsi
dell’intruso nel minor tempo possibile. Così per lo più il venditore esce
di scena senza aver ottenuto ciò che
desidera, demotivato e con la coda
fra le gambe... e dà la colpa alla crisi.
A questo punto, di solito faccio riflettere i venditori che addestro interpellandoli con questa storiella:
“Ti ricordi quando eri piccolo (10-11
anni ) e ti piaceva quella ragazzina
carina con i boccoli? Per ottenere
da lei un bacio (beh, a quell’età spero tu non pensassi ad altro!!!) mica
sei andato lì e le hai detto: Mi dai un
bacio? Sai, le mie labbra sono morbidissime e la mia bocca profumatissima! E quando ti bacerò toccherai il cielo con un dito! 99 volte su cento non
solo ti avrebbe detto che quello non
era il momento giusto o che ci voleva pensare (proprio come il tuo amato cliente), ma probabilmente avresti preso un bello schiaffo (che è un
po’ come la porta che ti chiude oggi
in faccia il tuo cliente se ti compor-
ti così). Magari la tua tattica era diversa... andavi lì e cercavi di parlare
(magari di lei) delle cose che le piacciono e poi saltava fuori che amava
la tal musica e l’indomani mattina
tu ti presentavi a scuola con una bella cassettina della musica corrispondente con la dedica... poi magari la
invitavi a prendere un gelato... e il
bacio arrivava!”.
Perché mai dovremmo pensare che
sia diverso con il cliente? Dobbiamo
ottenere il nostro sospirato appuntamento con il cliente e dobbiamo far
sì che lui dedichi del tempo a noi invece che ad altro o ad altri! Un po’ di
creatività e di personalizzazione è il
minimo che si possa pretendere da
chi desideri davvero un appuntamento!!! Di base, quindi, ci dobbiamo preparare! Chi è questo cliente che vado
a visitare? Cosa so di lui per riuscire
a trovare un argomento che lo colpisca o un modo per farlo sentire coccolato e speciale? Se voglio portare un
dono a qualcuno che voglio conqui-
MARKETING & VENDITE
stare, devo sapere se preferisce i fiori, i cioccolatini o i CD...
Mettiamo il caso che io riesca a sapere molto poco prima dell’incontro e
che quindi debba riuscire ad improvvisare con qualcosa che vada velocemente a segno... come potrei fare?
Ricordiamo il bisogno di giocare, di
essere stupito, di leggerezza, di sorpresa del nostro interlocutore.
Cosa potremmo dire alla nostra agognata fanciulla per conquistarla? ...
magari non a 11 anni ma a 18, dopo
aver sviluppato un po’ di competenza in merito...
«Ciao... cosa stai facendo di bello?»
«Ciao... ma tu chi sei???»
«Uno che spera di vederti sorridere!»
«Ma dai! dimmi cosa vuoi e chi sei!»
«Dimmi cosa vuoi che io faccia per farti felice e lo farò! E il mio nome... sceglilo tu... basta che ti piaccia!»
«Sei un po’ matto sai?... io comunque
sono Sara. Stavo studiando storia e,
se non voglio prendere un brutto voto
domani, devo continuare a studiare,
quindi dimmi un po’ che cosa vuoi e
in fretta!»
«Vorrei continuare a parlare con te...
anche di storia se vuoi, ma meglio di
altro... all’uscita dalla scuola ti offro
un gelato... domani o dopo? cosa preferisci? Sono Marco e sono contento di
averti finalmente parlato e di aver visto
il tuo primo sorriso da vicino...»
«Va beh, forse posso domani, ma non
so...»
«Ottimo! a domani allora! e buono studio!!! ma non esagerare, sono certo che
sai già tutto! Ciao! Ci vediamo!»
Il tutto dovrebbe essere condito da
un aspetto curato e alla moda, da un
profumo gradevole ma leggero, e soprattutto da un modo di muoversi e
di parlare sicuro, e propositivo, coronato da uno sguardo deciso ma non
invadente... Otterrei di certo il mio
appuntamento e a quel punto dovrei
giocarmi il tutto e per tutto in quella sede.
Pensiamo ora ad un potenziale cliente: cosa di tutto ciò potrebbe valere
anche per lui?
Cosa potremmo dirgli per ottenere
un appuntamento?
«Buongiorno, sono fatti da voi tutti questi tipi di ravioli?»
«Si, certo produzione propria, fatti a
mano questa mattina!»
«Caspita! non si trovano più artisti del
genere in giro... senta ma questi che si
chiamano “Casanova” ve li siete inventati voi???»
«Ah si, provare per credere! sono testati
personalmente... una garanzia!»
«Senta allora non solo li devo provare,
ma lei mi deve anche dare dei consigli!
Avrei giusto bisogno di qualche dritta
con una situazione disperata...
Senta ma lei oltre ad essere un esperto di queste cose è anche il titolare
dell’impresa?!»
«Sì sono io il titolare, con mia madre e
mia sorella che mi danno una mano
nella preparazione delle paste... sa, se
si vuol fare tutto fresco servono almeno 6 mani...»
«Però, una tradizione di famiglia!... e
leggo qui: “tutto prodotto in giornata!”
ma come fate a garantire che sia tutto
freschissimo? è una bella garanzia per
il cliente!!!»
«Alle 5 di mattina iniziamo qui dietro
in laboratorio a preparare tutte le nostre paste fresche e i ravioli... li vendiamo in giornata con la garanzia di un
prodotto freschissimo. Surgeliamo in
serata quel che avanza così il cliente
può acquistare quando vuole un prodotto comunque freschissimo da conservare per lungo tempo, ma a prezzi
inferiori.»
«Però che idea!!! Forte! Senta ora vedo
che è impegnato ma in un momento di
pausa o a fine lavoro vorrei farle un
omaggio in cambio del segreto dei suoi
ravioli “Casanova”... Le preparo davanti agli occhi e in un tempo velocissimo
dei frullati e sorbetti squisiti che potrà
sorseggiare e assaporare stando seduto
a guardarmi! Si divertirà un sacco, garantisco! Lo dica anche a sua madre e
a sua sorella, poverine, una volta tanto facciamo vedere loro che sono gli altri a lavorare e sono loro a riposarsi
e ad essere servite... e poi a gente che
si alza alle 4 di mattina serve proprio
una pausa di piacere!»
«Ah!... ma lei non vorrà mica vendermi
qualcosa!? Noi siamo una realtà piccola... e non abbiamo bisogno di nulla!»
«Io vorrei solo renderla un po’ più felice di come è adesso e vorrei iniziare facendo una cosa gustosa e simpatica per lei... poi si vedrà... diamine, anche con le donne, come lei mi insegna,
noi facciamo di tutto per farle contente, ma poi sono loro che decidono! Allora vengo oggi alle 14.00 o alle 18.30?
Quando troviamo anche la mamma e
la sorella?»
«Lei è proprio un dritto... dai, venga
alle 14.30! proprio perché sono curioso...»
«Ottimo! A dopo allora! E buon lavoro!
Preparatevi per lo spettacolo e tenete
uno spazio nello stomaco!»
Anche qui, poi, ci dovremmo giocare in dimostrazione tutte le nostre carte, ma la vita è fatta così, di
7
successive conquiste, l’una successiva all’altra...
Il nostro prodotto può essere stupefacente oltre ogni misura, la nostra
azienda fra le più affidabili, ma se
non conquistiamo il cliente e non
riusciamo ad arrivare a lui, a nulla
varrà tutto questo. Il venditore deve
tenerlo presente sempre di più. Non
guasterebbe quindi che ogni buon
venditore iniziasse la giornata con
lo spirito di chi va a conquistare donne, piuttosto che a piazzar prodotti. E
più che corsi di vendita, si dovrebbero fare corsi di seduzione, perché in
fondo di questo si tratta... Di ottenere l’attenzione di qualcuno che fino
a quel momento non si era accorto
della nostra esistenza.
Qualche venditore si ostina ad obiettare che così non può funzionare e
che non si può assolutamente fare
perché non si sta creando interesse per il prodotto, e quindi poi la dimostrazione di vendita dello stesso
non troverà terreno fertile. Ad essi
rispondo che non posso farci niente
se l’animo umano decide per lo più
per motivi irrazionali e se una ragazza finisce per uscire con un ragazzo
solo perché è riuscito a dirle qualcosa di carino ed originale correndo
anche il rischio di risultare ridicolo
pur di riuscire a strapparle un sorriso. Se poi finirà per baciarlo, non so, dipende da come
si comporterà
durante la serata, ma certo,
essere usciti
insieme è una
premessa migliore alla cosa
rispetto al non
essere usciti
affatto!
COMUNICAZIONE & FORMAZIONE
9
PNL: una scienza che
studia la comunicazione
e le sue componenti
A cura di
FABRIZIO GIACALONE
S
ono molteplici le attività commerciali che oggi chiudono o
sono in procinto di farlo. Molti
incolpano soltanto la crisi, le tasse, le
banche, la troppa concorrenza; spesso questi motivi sono parte della causa, ma non ne rappresentano la piena
totalità. Solitamente le nostre forze
per risolvere il problema sono spesso
rivolte a ridurre i costi, a trovare un
modo per pagare meno tasse, o per
aumentare la marginalità. Un’attività commerciale si fonda, nella maggior parte dei casi, con l’obbiettivo
di vendere beni e o servizi per i quali
in cambio, riceviamo denaro. Ma se
i beni sono gli stessi, perché un’attività vende più di un’altra? Ho provato a rivolgere questa domanda a diversi clienti e le risposte che ho ricevuto, mi hanno fatto capire come si
cerchi sempre la causa della nostra
insoddisfazione all’esterno, come se
non fossimo artefici del nostro destino. Cito alcuni esempi: la posizione
dell’attività commerciale, la tipologia
di clientela, i ritardi nei pagamenti,
l’apertura di una nuova attività vicina, i prezzi troppo bassi della grande
distribuzione. In riferimento all’ultimo motivo, uno studio di settore afferma che, il prezzo non è mai il primo motivo per il quale il consumatore sceglie un prodotto piuttosto che
un altro, è tra i primi dieci, ma mai
tra i primi tre.
Abbiamo ottimi prodotti, ad un buon
prezzo, ma non riusciamo ad arrivare
al successo, come possiamo allora in-
durre un possibile compratore ad acquistare? Dobbiamo forse lavorare su
un fattore chiave: noi stessi; il modo
di porsi con gli altri, ovvero la nostra
comunicazione, nel nostro caso, con
i nostri clienti. Se vi chiedessi una definizione di comunicazione cosa rispondereste? A molti vien facile pensare all’interscambio di parole tra due
o più individui. Ma non è così, la comunicazione ha una definizione molto più profonda, si può comunicare
con le parole, ma non solo, con uno
sguardo, a gesti, con il corpo, con un
espressione del volto; tutti noi sappiamo comunicare ma non tutti sanno farsi capire.
Esiste una “tecnica” nota con il nome
di PNL, ovvero, Programmazione
Neuro Linguistica, che studia l’interpretazione della comunicazione e delle sue componenti. Secondo la PNL la
comunicazione si divide in tre componenti distinte e concatenante: lin-
guaggio verbale, non verbale e paraverbale.
La comunicazione verbale, è composta dalle parole che diciamo; quella
paraverbale dal tono della voce, le
pause, la cadenza, la velocità; mentre quella non verbale dal linguaggio del corpo: gambe, braccia, busto,
e dal linguaggio del volto: occhi, bocca, naso, fronte.
Quando qualcuno si espone invia un
messaggio, il cui contenuto è composto da una serie di linguaggi.
Se vi chiedessi quanto incide il linguaggio verbale sul contenuto, quanto
incidono le nostre parole, nella comprensione del nostro interlocutore,
verrebbe automatico a molti rispondere la maggior parte.
Paradossale ma vero, le parole, quindi il linguaggio verbale che utilizziamo costituiscono il 7% della comunicazione, il linguaggio paraverbale il
38% e il linguaggio non verbale il 55%.
10
DISINFETTANTE AEROSOL PER AMBIENTI CONFINATI
COMUNICAZIONE & FORMAZIONE
Quando comunichiamo con un altro
individuo prestiamo attenzione alle
parole consciamente, e inconsciamente captiamo tutti gli altri linguaggi. Ma
se dovessimo prestare attenzione anche agli altri linguaggi? Potremmo poter meglio comprendere il nostro interlocutore, possiamo captarne meglio
lo stato emotivo, e con un po’ di esercizio potremmo anche svelare una possibile menzogna.
La comunicazione non è quindi solo
composta di parole, anzi queste ne occupano solo una piccola frazione, ma
di emozioni, atteggiamenti, movimenti, sguardi. Analizziamo il riscontro
con la quotidianità; il fulcro di ogni
transazione è il cliente, il rapporto
con lui, la fiducia che ha nei nostri
confronti.
Alcune persone sono più carismatiche di altre, più persuasive, queste riescono a creare con il loro interlocutore un buon “rapport”, che può esser definito, come l’empatia, considerata la
base necessaria per creare buoni rapporti tra individui.
Vi sarà sicuramente capitato di conoscere qualcuno che vi abbia ispirato fiducia fin da subito e di avere per esempio un vicino di casa o un conoscente
che ormai incrociate da anni, ma che
non vi ispira fiducia.
Quando due esseri umani s’incontrano, entrano in gioco dei meccanismi
di confronto e d’identificazione, l’uno
nell’altro, sia a livello conscio che inconscio, che porteranno i due a creare
un rapport positivo o meno. Spesso si
crea un buon rapport quando due sconosciuti hanno linguaggio non verbale e paraverbale simile, assomigliandosi per esempio nella postura e nell’uso
dell’esposizione orale: velocità, pause, melodia, volume, tono. Esiste una
tecnica per poter creare un buon rapport anche con chi è molto diverso da
noi: il ricalco; consiste molto semplicemente nell’emulazione degli atteggiamenti quali postura, respirazione,
linguaggio paraverbale. Facendo ciò
possiamo entrare meglio in sintonia
con gli altri, che vedranno in noi uno
specchio di loro stessi in quel preciso
momento, e sarà più semplice fidarsi,
vedendo in noi un buon interlocutore. Il ricalco non è interessato al contenuto ma alla forma, per esempio sbaglia chi pensa che, per creare rapport
con una persona triste, è fondamentale saper tutto sui suoi problemi, facendogli domande, commentando poi
le informazioni; è molto più utile rispecchiarlo, entrare nel suo stesso stato emotivo, finchè non sarà lui a confidarsi con noi.
Immaginate un individuo (che chiameremo A) con postura chiusa, spalle basse, braccia incrociate, che parla
con voce lenta, bassa, utilizzando molte pause; ora immaginiamo un venditore (che chiameremo B) che gesticola molto, ha una postura quasi aggressiva, rivolta a chi gli sta di fronte,
parla a voce alta, molto velocemente, utilizzando pochissime pause. Difficilmente si creerà un buon rapport
tra i due; questo non esclude tassativamente l’esito positivo di una possibile transazione, ma evidenzia come i
due siano differenti; il soggetto A identificherà in B, un individuo invadente,
frenetico, forse ansioso, estroverso; al
contrario B identificherà in A un individuo calmo, chiuso, introverso, forse
timido. I due soggetti hanno due schemi paraverbali e non verbali molto differenti tra loro, per entrare in empatia l’individuo A dovrebbe emulare B,
o viceversa.
Un altro elemento di sicuro interes-
se nei rapporti umani è lo sguardo;
uno sguardo può convincere, sedurre,
esprimere fiducia, intimidire, mettere in imbarazzo, indisporre. Se ci pensiamo, ognuno di noi conosce almeno
due tipologie di persone, quella che,
quando parla ci guarda fissa negli occhi, e quella che, passa il 90% della conversazione a guardare altrove. Di solito
chi non ci guarda negli occhi durante
una conversazione, prova disagio, davanti ad un individuo che al contrario
tende a fissare le persone con cui sta
comunicando. Ognuno di noi, conosce anche persone che mentre parlano, toccano l’altro individuo, hanno bisogno di instaurare un rapporto fisico
con l’altro, spesso queste persone tendono a guardare fisso il loro interlocutore, e se si trovano davanti qualcuno
che non fa lo stesso, tenderanno ad aumentare la frequenza con cui toccano
l’altra persona, quasi a volerne richiamare l’attenzione. Tutte queste sono
espressioni del corpo, che compiamo
a livello inconscio, senza rendercene
conto, ma il risultato, il nostro giudizio dell’altro, viene trasmesso al nostro
conscio. Spesso ci capita di conoscere
qualcuno che non c’ispira fiducia, non
ci piace, c’infastidisce, senza riuscire
a darci una spiegazione plausibile, è
una valutazione totalmente inconscia.
Uno studio afferma che il 90% dei litigi deriva dall’incomprensione tra
gli individui; capita che due persone
che dialogano stanno dicendo la stessa cosa, non riescono a capirsi, e l’incomprensione diventa fonte di discussione. Credo che se ognuno di noi, nei
momenti d’incomprensione con altri
individui, al posto di pensare che l’altro non abbia capito, incolpasse se stesso del fatto che non si è spiegato bene,
ci sarebbero meno litigi e più comprensioni. La vita in sé è una vendita,
nella quale ognuno di noi cerca di vendersi agli altri nel migliore dei modi,
non sprechiamola incolpando gli altri, ma sfruttiamola chiedendoci invece, cosa possiamo fare per migliorarla
partendo proprio da noi stessi.
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INDUSTRIA E TRASPORTI
12
SCIENZA & TECNOLOGIA
SCIENZA & TECNOLOGIA
13
Soluzioni scientifiche e innovative
di illuminazione stradale con tecnologia italiana
Abbiamo intervistato l’ing.
Luigi Desiderato ideatore del
progetto EB 93 SMART DIMMY
ed il resp. ing. Giuseppe
Cortinovis che ci spiegano
i vantaggi economici della
loro soluzione alla riduzione
dei costi per l’illuminazione
stradale, ma non solo.
Il loro obbiettivo era di
realizzare soluzioni innovative
rivolte al risparmio energetico
ed alle energie rinnovabili.
Sono riusciti dopo anni
di studio a introdurre e
brevettare un sistema
denominato
EB93 Smart Dimmy
I
l sistema EB93 Smart Dimmy rappresenta una soluzione innovativa
per l’illuminazione stradale, modificando l’abituale visione del punto
illuminante rendendolo altamente
efficiente e capace di erogare servizi
fino ad oggi non previsti. EB93 Smart
Dimmy è particolarmente facile da
installare e affidabile; è un prodotto
italiano brevettato che propone con
efficacia una serie di operazioni mirate al risparmio energetico.
È un sistema integrato per il risparmio energetico, la telegestione ed i
servizi a valore aggiunto negli impianti di illuminazione stradale e industriale. Il sistema accomuna: un
risparmio energetico dal 20% ad oltre il 30% a parità di flusso luminoso
con efficienza energetica del 93% e oltre; un aumento della durata media
delle lampade; neutralizzazione delle sovratensioni di rete; gestione re-
mota dei punti luce; regolazione del
flusso luminoso su tutta la rete punto a punto; semplicità di installazione; abbattimento dei costi di manutenzione dell’impianto; impatto ambientale ridotto.
Risparmio energetico
dal 20% ad oltre
il 30% a parità
di flusso luminoso
Consente di ottenere un risparmio
energetico dal 20% ad oltre il 30%
con lampade Sodio ad Alta Pressione (S.A.P.) fino a potenze nominali
di 400 watt, ottimizzando l’utilizzo di
energia attiva e abbattendo del tutto
l’energia reattiva.
Efficienza energetica
del 93%
Con questa soluzione, l’efficienza
energetica complessiva raggiunge
e supera il 93%, migliorando notevolmente quanto disponibile oggi in
commercio. Il sistema inoltre riduce
lo stress della lampada prolungandone così il ciclo vita. Inoltre, sfrutta la
tecnologia di trasmissione dati attraverso “Power Line” completamente basata su analisi di segnale digitale, riducendo significativamente l’impatto
di disturbi e attenuazioni, garantendo il controllo dell’impianto in tempo reale.
Gestione remota
e regolazione
del flusso luminoso
Consente di gestire l’impianto da remoto e personalizzare in modo capil-
lare lo scenario luminoso: ogni punto
luce può essere gestito singolarmente.
Il sistema consente inoltre di monitorare e tracciare i parametri di funzionamento dell’impianto e di tenerne sotto controllo lo stato di efficienza
e sicurezza per una corretta pianificazione degli interventi di manutenzione, eliminando costosi controlli
sul campo.
Consente inoltre di impostare giorno per giorno molteplici scenari luminosi, modificando gli orari di accensione e spegnimento delle singole lampade e regolandone il flusso
luminoso dal 30% al 100% con granularità dell’1%.
Semplicità
di installazione
È una soluzione completa e di facile installazione, si inserisce all’interno delle armature con lampade S.A.P.
(Sodio Alta Pressione) senza alcuna
modifica strutturale, sia in impianti monofase che trifase (il dispositivo EB93 Smart Dimmy è compatibile
con tutte le armature attualmente in
commercio e non necessita di modifiche strutturali agli impianti esistenti).
INNOVATIVE LIGHTING SYSTEM
Un'eccellenza tecnologica italiana: la soluzione innovativa, affidabile, semplice, sicura, brevettata.
SISTEMA
EB 93
smart dimmy
Servizi a valore
aggiunto
Impatto ambientale
ridotto
Gli impianti dotati del sistema EB93
Smart Dimmy permettono di integrare servizi a valore aggiunto quali: controllo del traffico e dell’inquinamento, rilevamento di temperatura, gestione delle emergenze, informazione di
pubblica utilità e connettività WiFi
in perfetta integrazione con i progetti Smart City.
EB 93 Smart Dimmy è in grado di eliminare completamente gli “assorbimenti” di energia reattiva, rappresentando questa un costo economico per
il produttore/distributore di energia
ed un costo ambientale per la società in termini di inquinamento e di
riscaldamento globale che si ripercuotono in una riduzione delle TEP
(Tonnellate Equivalenti di Petrolio)
e di immissioni inquinanti (CO2)
nell’ambiente. All’interno del quadro
di controllo verrà installato un concentratore che permetterà di interagire con ogni punto luce attraverso
il sistema di telecontrollo il che rappresenta il cuore della struttura operativa sviluppato in partnership con
iWELL, con il chiaro intento di unire caratteristiche come sicurezza, velocità e flessibilità.
L’ing. Luigi Desiderato e
l’ing. Giuseppe Cortinovis
ci spiegano inoltre la
PARTNERSHIP IWELL Advanced
Business Partner IBM
“EB Max IBM” software di
sistema IBM Maximo
IBM MAXIMO Asset Management è
la piattaforma per la gestione degli
asset che consente analisi dettaglia-
14
SCIENZA & TECNOLOGIA
te degli stessi, delle relative condizioni e dei processi di lavoro connessi al
fine di migliorarne la pianificazione
ed il controllo.
Asset è ogni risorsa aziendale: impianti, macchinari, mezzi, strumenti, ma
anche persone.
Maximo li considera e li gestisce nella
loro collocazione logistico-funzionale
all’interno dell’azienda.
La piattaforma software IBM Maximo
Asset Management (oltre 20.000 clienti nel mondo) è il cuore tecnologico di
EB93 Smart Dimmy.
Appositamente personalizzata da
iWELL, come sistema di gestione al
centro della soluzione EB Max, per
garantire potenzialità applicative
che vanno oltre il semplice risparmio
energetico sull’illuminazione.
Alcuni dati. IBM MAXIMO ottiene nella gestione delle attività di manutenzione: incremento efficienza della forza lavoro; 10-20%, incremento uso asset; 3-5%, riduzione fermi macchina;
5%, riduzione tipica spese per la manutenzione; 20% (valori medi sui primi 100 clienti utilizzatori di Maximo
nella classifica Fortune 500).
Raccolta dati
Ogni concentratore invia al sistema
centrale le informazioni riguardanti ogni punto
luce ad esso collegato.
Il sistema centrale IBM
MAXIMO colleziona ed
elabora queste informazioni e le restituisce in tempo reale in un pannello di
controllo.
Controllo
Attraverso diagrammi e
tabelle, visualizzazione
in un’unica piattaforma
dello stato dell’intero l’impianto fino al dettaglio del
singolo punto luce:
Potenza – verifica della
potenza di ogni punto luce
Funzionamento – segnalazione tramite il sistema delle lampade non funzionanti
Manutenzione – controllo e monitoraggio del ciclo di vita delle lampade
(conteggio delle ore di accensione e
misura dell’effettiva energia luminosa irradiata ).
sue funzionalità
Tra cui: generazione di report, storico attività, gestione manutenzioni e
ordini di lavoro, pianificazione della turnistica del personale di manutenzione tramite interfaccia grafica:
Gestione
Pianificazione e gestione dell’intero impianto da pannello di controllo
centralizzato attraverso una mappatura fino al dettaglio del singolo punto luce:
Potenza – controllo della potenza dei
singoli pali per aree e zone e/o fasce
orarie
Funzionamento – organizzazione
delle manutenzioni ordinarie e/o straordinarie basate su informazioni certe
(es.: numero di lampade spente e loro
geolocalizzazione)
Manutenzione – programmazione
delle manutenzioni ordinarie basate
su dati rilevati che permettono di ottimizzare gli interventi, eliminando i
costi di controlli sul campo.
Il software IBM Maximo
può inoltre essere
sviluppato nelle
Benefici tangibili
Incremento utilizzazione risorse, diminuzione costi di manutenzione, riduzione del valore del magazzino, riduzione costi d’acquisto dei materiali, riduzione costi di gestione acquisti.
Benefici “intangibili”
Qualità, riduzione rischi, aderenza sicurezza & ambiente, normalizzazione
metodi & practices, allineamento ruoli, processi ed organizzazione.
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La nuova generazione di disinfettanti
a difesa della salute.
Il nostro guerriero armato di lancia e scudo,
simboleggia il quotidiano impegno nella tutela della
persona e degli ambienti. Oltre mezzo secolo di
esperienza nel mondo della disinfezione.
Una vasta gamma di prodotti capaci di
garantire una disinfezione appropriata e una difesa
dalle malattie. Il sistema dei principi attivi sinergici
permette di combattere i germi resistenti ai
disinfettanti tradizionali. I preparati vengono
lungamente sperimentati contro i germi più aggressivi,
sottoposti successivamente all’analisi dei più
autorevoli Enti di controllo che rilasciano
i brevetti opportuni a garantire la qualità.
Il nostro Sistema Produttivo è ulteriormente garantito
dalle Certificazioni ISO 9001: 2000 e ISO 13485.
17
LE AUTOCLAVI SONO TUTTE UGUALI?
Informazioni normative per il Settore Estetico
Molte estetiste ci hanno contattato per
chiederci chiarimenti in merito alla normativa
delle autoclavi, in questa newsletter vogliamo
chiarire alcuni semplici concetti. L’Italia ha
recepito una normativa europea (EN 13060)
che ha definito in modo chiaro e preciso la
classificazione dei carichi e le caratteristiche
che deve avere un autoclave per poterli
sterilizzare. In base ai carichi da sterilizzare la
normativa ha di conseguenza definito le
caratteristiche di ciascuna.
Esistono tre differenti tipologie di autoclavi:
AutoclAve di clAsse B
Germo®
GD e GDO
In grado di sterilizzare materiali porosi (tessuti in
genere), corpi cavi di tipo A (manipoli, turbine etc.)
ed ovviamente da materiali termoplastici resistenti,
materiali ferrosi, imbustati o liberi.
Questa autoclave è praticamente obbligatoria
per alcune categorie di operatori fra le quali
podologi e tatuatori.
AutoclAve di clAsse s
Germo
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PRODUZIONI
CONTO
TERZI
PMC
Presidi Medici Chirurgici
Dispositivi Medici
In grado di sterilizzare corpi cavi di tipo B (cannule o
strumenti con cavità grosse) oltre che termoplastici
resistenti, materiali ferrosi liberi ed imbustati.
Questa autoclave è indicata per quei centri
estetici che intendono imbustare gli strumenti e
mostrare alle proprie clienti professionalità e
sensibilità verso il tema della sicurezza.
AutoclAve di clAsse N
In grado di sterilizzare strumenti ferrosi piani non
imbustati.
Questa autoclave è indicata per quei centri
estetici che non intendono imbustare gli
strumenti prima della sterilizzazione.
Gli strumenti non imbustati sono destinati all’uso immediato.
È opportuno affermare che
ogni istituto estetico deve
preventivamente fare una
valutazione del tipo di
autoclave di cui necessita,
per poi procedere ad una
corretta sterilizzazione
degli strumenti.
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18
fotografia
fotografia
IL PORTFOLIO FOTOGRAFICO
A cura di
LUIGI ANGELICA
Fotografo Professionista
N
ella mia lunga attività fotografica, sono oltre quaranta anni
che faccio fotografia, posso
dire di aver percorso questa avventura su due binari. L’amatore carico di
passione e il professionista attento
alle esigenze del cliente.
Come amatore mi ricordo benissimo
quando negli anni settanta e in quelli
successivi con altri appassionati della fotografia mi dedicavo alla “caccia
fotografica”.
Cacciare fotografie voleva dire scegliere le giornate adatte per godere della
luce migliore e andare alla ricerca di
personaggi, paesaggi, emozioni, che
potevano capitare nel girovagare per
feste, paesi e campagne.
Si cercava lo scatto che potesse essere
all’altezza di un concorso, di una mostra, che esprimesse quelle sensazioni provate nel “vedere” quel momento di quotidianità fugace o di essere
discusso e accettato nelle serate di incontro al circolo fotografico . Non era
facile e a volte la “caccia” non portava a nessuno scatto significativo. Le
foto singole erano e lo sono ancora
oggi, foto che nella loro singolarità
devono esprimere, comunicare, ave-
re una completezza di elementi che le
rendono degne di essere godute. Sono
passati molti anni e la fotografia si è
evoluta non solo nella tecnologia ma
anche nella conunicazione e rappresentazione. Si parla ancora di singole
foto, ma la tendenza, nel mondo fotoamatoriale e non solo, è quella di impegnarsi a raccontare con una serie
di immagini.
Si parla spesso di portfolio fotografico che è diventato l’impegno e un
punto d’arrivo per molti fotografi che
mostrano la loro capacità espressiva-comunicativa con questo nuovo e
più divulgato modo di comunicare. Alcuni termini
come serie, sequenza, viaggio, reportage, racconto,
stanno a significare un insieme di immagini su un
certo argomento ma il termine portfolio è considerato un complesso coerente di immagini che funziona nel produrre nel lettore
la consapevolezza di aver
acquisito una conoscenza,
non importa quale tipo di
conoscenza se documentaria, concettuale, se estetica,
se emozionale, se una certezza o se un enigma. Importante che funzioni.
Quindi, un insieme omogeneo di immagini che dovrebbe nascere attorno ad
un’idea centrale al punto
che se scattiamo e poi mettiamo insieme un certo numero di foto, “legate” in qualche modo tra loro, abbiamo realizzato un “racconto fotografico” (una frase fatta con le fotografie,
o portfolio per alcuni).
In questa pratica espressiva, ciò che
maggiormente attrae un fotografo, è
la possibilità di mostrare la propria
abilità in un particolare settore di ricerca e di approfondimento. Pur riconoscendo l’assoluta efficacia di idee
tendenti ad esaltare l’espressione artistica e/o informativa nella singola
immagine, è necessario spostare il
nostro interesse sul fatto che più immagini fotografiche – collegate tra
loro – possono meglio descrivere ed
approfondire fatti, idee e sentimenti
e così dar vita, nella forma di “sequenza”, ad una “stesura scritta”, ad una
“letteratura” per immagini fotografiche. Forse perché un’immagine singola assomiglia ad una parola che ha
un suo preciso significato, ma se collochiamo la parola in una frase adeguata, il suo significato si arricchisce
e si completa. La frase fatta con le fotografie è l’opera che appunto chiamiamo “PORTFOLIO FOTOGRAFICO”
come una frase costruita con parole
ha un suo significato, altrettanto possiamo dire per il portfolio fotografico. Dedicarsi alla realizzazione di un
portfolio potrebbe essere considerata
una limitazione alla capacità espressiva ma se si considerano gli infiniti temi che si possono svolgere direi
anzi che il “TEMA” libera il fotoamatore dall’inedia, dalla mancanza d’idee,
dal fare il cacciatore d’immagini. Il
tema ha bisogno di meno fortuna e
più intenzionalità tecnica e artistica
per essere svolto con risultati positivi. Dunque, per essere impegnati con
la fotografia oggi, dovremo sì stare attenti al momento singolo, allo scatto
fortunato, ma dedicarci maggiormente ad un’idea e raccontarla con le immagini, con un portfolio.
Le immagini che seguono sono tratte
da un portfolio dal titolo “Shock metropolitano”.
L’autrice, Caterina Angelica, durante
una sua permanenza a Mosca è rimasta affascinata dall’ambiente metropolitano e con queste immagini racconta non solo la vita pulsante nelle sta-
zioni della metropolitana, ma riesce
ad andare oltre e accattivare l’attenzione del fruitore di queste immagini trasportandolo al di là della
realtà presente, facendolo interprete degli sguardi dei personaggi e lo immedesima nella cultura
di un paese ancora in evoluzione. Le immagini sono state valorizzate in post produzione con
la tecnica HDR per dare più
forza e dinamicità al contenuto e andare oltre la rappresentazione del presente dell’attimo congelato.
19
20
VETERINARIA
La Displasia dell’anca
(HD) nel cane
L’importanza della diagnosi precoce
in fase di accrescimento
A cura del dott.
STEFANO MORI
Veterinario
L
a displasia dell’anca
(HD) è la patologia
ortopedica non traumatica del periodo dell’accrescimento di più frequente riscontro nel cane; è caratterizzata da una mancanza di
congruenza fra le superfici articolari della testa del femore e della cavità acetabolare che inevitabilmente conduce ad una degenerazione artrosica. La malattia può essere diagnosticata al suo esordio, quando si rende evidente
la sola incongruenza articolare e la lassità capsulare, oppure quando i meccanismi patogenetici hanno già instaurato lesioni secondarie e degenerazione artrosica. Questa
degenerazione non necessariamente si verifica nel cane
adulto o anziano. Infatti si possono verificare situazioni
gravi ed alterazioni invalidanti anche nel cucciolo. Questo denuncia come l’età non sia un fattore discriminante
a priori e quindi come sia sbagliato pensare di poter far
diagnosi di HD solo al raggiungimento della maturazione scheletrica. Ci sono soggetti che tollerano il dolore cronico e che non manifestano una sintomatologia marcata
proprio perché, essendo un processo lento, il cane impara a convivere con il suo fastidio, modulando il livello di
attività, spostando i carichi sulle zampe anteriori e riposando spesso.
Al contrario, quando l’HD si manifesta monolaterale o
in forma acuta con grave sublussazione, sebbene non
accompagnata da processi osteoartrosici, la sintomatologia è ben evidente. È però un errore considerare un
soggetto non sintomatico come esente dalla patologia.
Le alterazioni biomeccaniche dovute a lassità articolare
e/o a malformazione dell’acetabolo si instaurano precocemente già dal secondo mese d’età provocando incongruenza tra la testa del femore e l’acetabolo.
La sublussazione della testa femorale determina quindi
i
i
un attrito eccessivo dei capi articolari con erosione della cartilagine di rivestimento ed attivazione dei mediatori dell’infiammazione, sinovite ed osteoartrite sfocianti in dolore cronico e disturbi della deambulazione nel
soggetto colpito. Poiché la displasia dell’anca è una malattia progressiva che si
sviluppa durante la crescita scheletrica del cucciolo, la valutazione del1
2
8
la condizione articolare
delle anche durante l’ac4
crescimento permette di
3
9 7
intercettare la malattia
5
nel suo sviluppo iniziale
e di conoscere quindi in
6
anticipo se il cane sarà o
meno displasico.
Articolazione coxo-femorale:
1) Bordo craniolaterale dell’acetabolo; 2)Bordo craniale dell’acetabolo;
3) Testa del femore; 4) Fovea capitis; 5) Fossa acetabolare; 6) Bordo caudale
dell’acetabolo; 7) Bordo dorsale dell’acetabolo; 8) Giunzione della testa e
del collo delfemore; 9) Fossa trocanterica
È quindi opportuno effettuare una diagnosi “preventiva” o precoce della displasia dell’anca nei cani
in accrescimento, in età variabili in funzione dei metodi utilizzati e della gravità delle alterazioni articolari
presenti. L’età alla quale effettuare la diagnosi precoce di
HD non è stabilita, come per la valutazione ufficiale, ma
è in relazione alla validità delle metodologie diagnostiche applicate, all’esperienza clinica, alla razza del cane
ed al grado di displasia presente. Per quanto la diagnosi
precoce possa essere effettuata in ogni momento dell’accrescimento, per sfruttare al massimo la sua potenzialità
preventiva essa deve essere eseguita non appena i mezzi d’indagine e la maturazione scheletrica permettono
una diagnosi attendibile. Sulla base dei dati disponibili in letteratura e della nostra esperienza personale l’età
di 14 settimane nei cani di taglia media e grande e l’età
di 18 settimane nei cani di taglia gigante sono risultate
essere le età minime per una diagnosi precoce altamen-
i
i
te attendibile. La valutazione precoce della HD, per essere attendibile, deve comprendere una scrupolosa visita ortopedica e uno studio radiografico statico e dinamico finalizzati ad individuare i segni prodromici della
malattia raccogliendo più dati possibili e mettendoli in
confronto tra di loro. La diagnosi precoce richiede una
sedazione profonda del paziente o l’ausilio dell’anestesia generale al fine di poter valutare correttamente la lassità articolare e la sublussazione dell’anca senza le interferenze causate dalla reazione del paziente e dalla contrazione muscolare. Nell’esame ortopedico del paziente
in anestesia, attraverso la palpazione delle anche, si valuta la lassità articolare, la sublussazione, l’integrità della cartilagine articolare e l’integrità del margine acetabolare dorsale; vengono valutati in particolare l’angolo
di sublussazione (Segno di Barlow) e l’angolo di riduzione (Segno di Ortolani).
Lo studio radiografico statico comprende diverse proiezioni ed è finalizzato a valutare oggettivamente la conformazione e la congruenza dei capi articolari, mentre lo studio radiografico dinamico è finalizzato ad evidenziare la
lassità articolare:
n proiezione ventro dorsale standard
n proiezione a “rana”
n proiezione DAR (DAR ovvero margine acetabolare dorsale)
n proiezione ventro dorsale con distrazione per la valutazione della lassità articolare.
La valutazione oggettiva della lassità articolare, indicativa
dello sviluppo di degenerazione osteoartrosica, viene effettuata mediante la misurazione dell’indice di distrazione
In cuccioli con ètà compresa tra i 3,5 e i 5 mesi in cui
evidenziamo segno di Barlow e segno di Ortolani, una lieve inclinazione del DAR con margine conservato e una
minima lassità articolare compresa tra 0,4 e 0,8 è indicato il trattamento di sinfisiodesi pubica giovanile (JPS).
L’età è un dato importante che influenza l’esito della chirurgia. La finestra temporale indicata per il trattamento
rimane tra le 12 e le 20 settimane d’età.
VETERINARIA
21
Quando il cucciolo di età compresa tra i 5 e gli 8 mesi
di vita presenta segno di Barlow e segno di Ortolani decisamente positivi con lieve risentimento della cartilagine
articolare percepibile come un crepitio finemente granulare (fibrillazione della cartilagine articolare), un’inclinazione decisa del DAR con arrotondamento del margine, sublussazione delle teste femorali in assenza o con
minimi segni di artrosi, è indicata la triplice osteotomia del bacino (TPO) o duplice osteotomia del bacino (DPO).
Il principio fondamentale su cui si basano i trattamenti
chirurgici profilattici della displasia dell’anca di tipo acetabolare è rappresentato dalla neutralizzazione delle forze tendenti a far lussare l’anca modificando l’inclinazione
del bordo acetabolare dorsale. Questo effetto biomeccanico viene ottenuto dalla triplice/duplice osteotomia pelvica (TPO/DPO) e dalla sinfisiodesi pubica giovanile (JPS) .
Le TPO/DPO consistono in osteotomie del bacino in grado di isolare il segmento acetabolare e di consentirne la
rotazione assiale in modo da ridurre l’inclinazione del
bordo acetabolare dorsale ed aumentare quindi la copertura della testa del femore da parte del tetto acetabolare.
Numerosi studi dimostrano come questo tipo di intervento possa migliorare la condizione clinica e radiografica
del paziente trattato rispetto a quella del paziente gestito non chirurgicamente. Dopo TPO/DPO i cani presentano un aumento della stabilità biomeccanica dell’articolazione coxofemorale e sviluppano meno artrosi rispetto
ai cani trattati in maniera conservativa. Quando effettuata fuori indicazione non è però in grado di evitare la
progressione dell’artrosi. Le TPO/DPO, sebbene produca ottimi risultati quando comparata al trattamento conservativo e quando utilizzata nei limiti delle indicazioni
corrette, è una tecnica invasiva e non priva di potenziali
complicazioni, che la rendono limitata a strutture veterinarie specialistiche.
A sinistra:
Le linee blu indicano le
osteotomie per eseguire la
TPO, quelle verdi le osteotomie
necessarie per la DPO
A destra:
la linea blu indica dove viene
bloccata la crescita del pube
Le frecce indicano come ruota
il bacino dopo gli interventi
22
VETERINARIA
La JPS è una tecnica recente, assai meno invasiva della TPO/DPO, che nei tempi e nelle indicazioni adatte
è in grado di migliorare la congruenza articolare attraverso una ventroflessione degli acetaboli, determinando quindi una maggior copertura acetabolare delle teste femorali. Valutata recentemente come trattamento
in età precoce nei cuccioli displasici, si è dimostrata
come un’opzione chirurgica in grado di correggere o
limitare lo sviluppo della displasia dell’anca e quindi
di prevenire i cambiamenti artrosici secondari. La riduzione dell’inclinazione del tetto acetabolare viene ottenuta attraverso un’ inibizione della crescita dei rami
del pube che, associata alla normale crescita dei rami
dell’ileo e quindi della parte dorsale degli acetaboli, determina una rotazione ventro-laterale di entrambi gli
acetaboli. Pertanto, similmente alla TPO/DPO, la JPS
produce una ventrorotazione acetabolare che determina una diminuzione delle forze di sublussazione all’interno dell’articolazione e quindi mira a ristabilire la
congruenza articolare oltre che a diminuire o arrestare l’evoluzione artrosica.
Nei soggetti in accrescimento che manifestano già degenerazione articolare e osteoartrosi invalidante l’unica
opzione terapeutica in grado di ripristinare un’ottima
funzionalità rimane la protesi totale d’anca. La protesi d’anca cementata è possibile applicarla nei soggetti
che hanno più di 10 mesi d’età mentre la protesi d’anca
non cementata è possibile applicarla anche nei soggetti in accrescimento non alterando il normale sviluppo scheletrico. Nella nostra casistica abbiamo soggetti
che hanno applicato questo impianto già a 5 mesi d’età.
Esistono inoltre interventi chirurgici palliativi, mirati
a diminuire e togliere il dolore nelle articolazioni coxofemerali in cui l’instaurarsi di un processo degenerativo ha determinato manifestazioni algiche. Questi interventi sono: dartoplastica, miectomia del pettineo, osteotomia della
testa femorale.
La dartroplastica è una tecnica che
si basa sull’innesto di tessuto osseo a
livello di capsula articolare in prossimità del margine acetabolare dorsale.
Lo scopo è quello di creare un robusto
ponte di tessuto osseo in grado di stabilizzare dorsalmente la testa femorale sublussata e impedire che le continue sollecitazioni meccaniche sulla
capsula articolare determinino dolore e progressiva erosione del margine
i
i
i
i
acetabolare dorsale. Questa tecnica, applicabile entro
i 12-13 mesi di età (meglio 8-10), è indicata nei soggetti che presentano un lieve riempimento acetabolare
e lieve artrosi e quindi non più trattabili con TPO/DPO.
La miectomia del pettineo. Il dolore cronico associato alla displasia generalmente è accompagnato da contrattura e dolorabilità dei muscoli prossimali dell’arto
posteriore: la palpazione del muscolo pettineo evoca
pressoché costantemente reazione algica. La contrattura del pettineo causa sublussazione della testa del femore con conseguente stiramento della capsula articolare coxofemorale e stimolazione dei ricettori nervosi
ivi ubicati. La recisione (miotonia) o la asportazione
(miectomia) di tale muscolo è stata proposta come intervento per ridurre il dolore indotto dalla sublussazione della testa del femore in soggetti con coxartrosi. Tale
procedura chirurgica è stata successivamente ampliata
introducendo la tenotomia del muscolo ileopsoas e la
neurectomia della porzione ventrale della capsula articolare (PIN tecnique). Queste tecniche si possono
eseguire a qualsiasi età.
L’osteotomia della testa femorale (FHO) è un intervento che si propone di eliminare il contatto diretto tra
le superfici ossee della testa femorale e dell’acetabolo.
L’osteotomia della testa del femore è un opzione chirurgica valida in pazienti affetti da grave coxartrosi, ovvero soggetti non più idonei all’esecuzione di interventi
ricostruttivi.. L’intervento di FHO determina generalmente una notevole riduzione della sintomatologia algica e la maggior parte dei pazienti ritorna ad una attività fisica soddisfacente. La prognosi è più favorevole nei
soggetti magri e attivi che non presentano altre patologie ortopediche. Il vantaggio della FHO è rappresentato
dal risparmio in termini economici e dal fatto che può
essere eseguita a qualsiasi età.
PSICOLOGIA
23
Rapporto tra
psiche e corpo
A cura di
Elena Cozzi
Psicologa
[email protected]
D: Dottoressa le scrivo
perché ormai da qualche
mese soffro di dolori allo
stomaco e dopo diversi
accertamenti da più
specialisti sembra che non
ci siano cause organiche,
ma che si tratti di un
sintomo psicosomatico.
Lei cosa ne pensa?
Luisella ’77
R: Cara Luisella, quando inizio un
percorso psicoterapeutico con un paziente che porta un sintomo fisico,
anch’io richiedo sempre prima qualsiasi accertamento di tipo organico.
Esclusa la causa organica possiamo
parlare di sintomo psicosomatico.
Quest’ultimo non è altro che la manifestazione fisica di un disagio di origine psicologica. Questi sintomi possono presentarsi sia nei bambini che
negli adulti, ma per ciascuno hanno
significati differenti. Quando si vuole
sfuggire ad una particolare situazione
che comporta una lezione importante
per la nostra evoluzione, la malattia
può obbligarci ad affrontarla. Per pri-
ma cosa è utile ricostruire la storia del re il cambiamento e provare ad atdisturbo, risalendo per quanto possi- traversarlo. Perciò servono: flessibibile, alla comparsa dei primi sintomi. lità, tenacia, virtù fondamentale per
Dopodiché possiamo vedere la sim- correre la maratona della vita e avebologia del corpo e, in particolare, di re passioni e perseguirle. La tenacia
ciascun organo. Lo stomaco è l’orga- non è ostinazione, ma capacità di gono deputato alla digestione, perciò vernarsi nel cambiamento, di manterappresenta la nostra capacità di ac- nere la rotta pur nel mutare delle dicettazione. Il dolore allo stomaco po- rezioni. E’ una virtù che ci permette
trebbe risultare da un senso di ingiu- di reggere persino i contraccolpi del
stizia o di ribellione per una situazio- dolore. E, Filippo, dare un senso al
ne che per te è inaccettabile. Questa dolore, attraversare i momenti bui
emozione resta come un peso sullo e guardare con lucidità e tenerezza
stomaco, perché non ti senti ricono- le nostre ferite è la sfida più grande:
sciuta. È importante, dopo aver preso non impossibile, ma difficile. Ognucoscienza dell’atteggiamento menta- no ha ferite interiori e limiti e con
le responsabile, liberare l’emozione questi bisogna venire a patti. Ma in
legata a quell’atteggiamento e, tro- ciascuno vi sono altrettante risorse
vata la chiave di lettura dell’origine e potenzialità da scovare e coltivare
del malessere prendere una decisio- per raggiungere la meta dell’autoreane concreta che porterà al ristabilir- lizzazione e della pace con se stessi e
si dell’armonia e del benessere. Spes- andare oltre carenze e ferite. Siamo
so per fare questi passaggi è richiesto “in parte” artefici del nostro percorl’aiuto di un esperto, ma se riesci av- so, siamo esseri proattivi, capaci, se
valendoti solo delle tue risorse, tanto lo desideriamo, di
meglio per te!
influire sul nostro
ambiente e non esD: Dottoressa sono
sere spettatori passidistrutto, non ho più
vi dei giorni che ci
voglia di vivere, sono
scorrono tra le dita.
stato lasciato e tradito
Perciò, forza Filipe ora mi sento solo.
po! Fai appello alle
Cosa posso fare?
tue risorse e trova
Filippo ’67 anche solo un mo
R: Caro Filippo, la vita è una ma- tivo per non sprecaratona, che non è necessario fare in re la tua vita. Contitempi da record, né lottando contro nua a correre e non
altri o contro il tempo. L’importan- fermarti!
te è arrivare fino alla fine, attraversare alti e bassi, mantenere il ritmo
La Psicologa
e dare un senso al proprio percorso. risponde alle
Dare senso vuol dire vivere in pro- domande
fondità con mente e cuore, insieme. dei lettori
Per vivere in pienezza è utile dare di Gnews
spazio e dignità al flusso interiore ed mediante il sito:
essere aperti al suo mutare: accoglie- www.elenacozzi.it
24
P I L OT I
GARDEN & MUSICA
25
PILOTI: una grande
speranza per la F1 del futuro
I
A cura del dr.
Livio Cavalloni
n tutto il mondo i piloti italiani si
sono fatti conoscere con le loro mirabolanti imprese motoristiche. Chi
non ricorda il mitico Nuvolari, re del
volante, capace delle prime derapate
in curva, con le quattro ruote! Oltre
ad Alberto Ascari, Enzo Ferrari, Riccardo Patrese, Alex Zanardi e a tanti altri, non possiamo dimenticare la fertile terra Brianzola, vero vivaio di talenti
indimenticati come Vittorio Brambilla vero uomo della pioggia perché nessuno lo batteva sul bagnato. Oggi finalmente un ragazzino Brianzolo fenomenale si sta mettendo in mostra nel
campionato Italiano Kart, si chiama
Riccardino Massa è giovanissimo (solo
10 anni) ma ha già vinto tanto!!! Certo
non sottovalutiamo che i cromosomi
di famiglia hanno trasmesso caratteri
di assoluto prestigio, non passa inosservato che gli zii Pierluigi e Giuseppe rivaleggiavano nel 1979-1984 in Formula 3 con Michele Alboreto, Piercarlo Ghinzani Alessandro Nannini o che
un altro zio di Riccardo è stato meccanico personale del super Arturo Merzario anch’esso brianzolo di nascita. L’eccellente Riccardino Massa che ha, anche nel nome e nel cognome, un vero
programma, inizia a correre a 5 anni
riportando vittorie su vittorie, in giro
per l’Italia, passando a categorie e teams sempre più prestigiosi ( è passato
dalla categoria Easy Kart alla categoria
Rotax con il concessionario Lewis Hamilton, blasonata squadra del panorama cadetto Kart). La categoria con cui
primeggia in questo momento Riccardino, utilizza Go-Kart che raggiungono
con estrema accelerazione i 130 Km/h
e che sono equipaggiati con motori Austriaci ”Rotax” a due tempi estremamen-
UN GIARDINO PER TUTTE LE STAGIONI
te performanti. A mio modesto avviso
ci sono tutti gli ingredienti per colmare un vuoto italiano nel mondo delle
corse Internazionali automobilistiche.
Non possiamo adesso immaginare gli
sviluppi, ma Riccardino ha tutte le carte in regola per sfondare nel mondo a
quattro ruote. Certo quasi tutti i piloti
professionisti hanno iniziato nell’era
moderna con i Kart, ma pochi sono
cresciuti alla velocità di Riccardino che
ormai non sa dove conservare le coppe e i vari premi acquisiti in questi pochi anni di carriera. Naturalmente un
ringraziamento particolare va al padre
Gianclaudio che ha compreso dai primi
momenti questo talento, sembra infatti che i primi riflessi di tale stella si siano manifestati al mare quando il piccolo Riccardino aveva tre anni, contento
di guidare una auto elettrica su pista, le
auto in questione erano dotate di doppio pedale, un pedale vicino per i bambini e uno più lontano per la guida degli adulti, straordinariamente, in modo
naturale, Riccardino arrivando con fatica al pedale lontano per adulti, si è impadronito della pista doppiando gli altri compagni.
Quest’anno Riccardino ha debuttato
Questo pagina è dedicata agli appassionati
della Natura e della Musica.
Non è necessario avere spazi immensi o
grandi risorse per crearsi angoli gioiosi e
spettacolari da vivere in tutte le stagioni,
basta un po’ di fantasia, passione e voglia
di vivere in armonia con la Natura
amalgamandosi con essa e assaporando i
doni che, se ben trattata, ci offre
generosamente in tutte le stagioni. Piccole
emozioni, come fermarsi a sentire i
profumi dei fiori e vedere gradualmente la
nascita di una nuova pianta che tu stesso
nella categoria 60 mini Kart campionato regionale di cinque regioni facendo
sempre piazzamenti nei primi tre posti riuscendo ad arrivare al terzo posto
assoluto nel campionato. Poi è riuscito ad essere selezionato e partecipare
con il Team Energy per la corsa di categoria più importante dell’anno nel
settore Kart, il Trofeo delle Industrie
piazzandosi ai primi posti su ventotto
partecipanti. Per il 2013 Riccardino è
stato chiamato dalla “FDK Racing Team”
del gruppo Praga come pilota ufficiale.
Certo questa piccola star brugherese ha
ancora tanto cammino da fare, non dimentichiamo che ogni carriera di grande spessore presenta tante spine e tanti sacrifici, ma se il percorso è bagnato
da tanta passione, come appare, buon
sangue non mente!!!
www.eugenioviolante.it
...e nel sogno vidi un giardino,
colmo di luci e colori
avvolto da innumerevoli
inebrianti profumi
mi risvegliai felice ed aperte
le persiane della finestra,
mi accorsi che quel sogno
è la mia stupefacente realtà.
hai piantato con cura.
Per coloro che desiderassero approfondire
l’argomento, segnaliamo un nuovo blog
dove, oltre a poter ascoltare musiche
inedite, si possono osservare nella sezione
Garden circa 500 immagini di piante e fiori
per tutte le stagioni, catalogate in famiglie
‘Fiori’, ‘Tulipani’, ‘Alberi’ e spunti
emozionali come ‘I colori dell’autunno’
‘Angoli del giardino’ ‘Notturni’, e altro.
Nella sezione Musica si possono trovare ed
ascoltare brani inediti, liberi attualmente da
legami editoriali-discografici.
I brani hanno spesso nel testo e nella Musica,
una stretta correlazione con le piante ed i
fiori, alcuni con scenari quasi poetici di luoghi
che si trasformano come nel brano Il Mercato
dei Fiori. Altri precludono a scenari molto
attuali di luoghi e abitudini da proteggere
come il brano: La strada che sale, “Sulla
strada di sole c’è un uomo che sale, fino a
toccare l’azzurro del cielo. Sulla strada che
sale l’uomo di sole muore, il paese tra poco,
e noi… li stiamo a guardare”. Ma ci sono
anche brani per viaggiare con la fantasia in
paesi lontani come in ‘Viaggiando sul Pianeta
Terra’ e ‘Cuba’.
Buon viaggio!
Vivi un emozione in musica!
VIAGGIANDO
SUL PIANETA TERRA
DOVE SEI
NELLA FORESTA
26
TURISMO
TURISMO
Da lhasa, tibet,
a Katmandu In nepal
Sul tetto del mondo
L’INVASIONE CINESE
A cura di
MARIO CONIGLIARO
IL
TIBET, il tetto del mondo o in cinese Xizang, la
casa del tesoro occidentale, ha da sempre esercitato un fascino unico e misterioso sul viaggiatore occidentale.
Sino a metà degli anni 80, da quando il Tibet si è aperto
al turismo, solo pochi fortunati avevano potuto ammirare da vicino tutte le segrete meraviglie di questa terra incastonata in mezzo alle montagne e regno incontrastato del buddhismo che proprio qui si è sviluppato
a suoi massimi livelli.
Sicuramente questa parte isolata del mondo, da sempre
terra di conquista, non smette mai di stupire, seppur in
forme sempre diverse, chi vi soggiorni anche per breve
tempo e per i motivi più diversi e a lui più congeniali.
Chi per la religione, il buddhismo, chi per sport, le vette piu alte del mondo sono qui, o chi come adesso stanno facendo decine di migliaia di cinesi e occidentali,
solo per turismo…
Adesso che le maglie della repressione cinese si sono
allargate, nuovi fenomeni aspettano questa regione,
che mantiene comunque una forte attrazione per ogni
viaggiatore che desideri visitare un luogo davvero indimenticabile.
Con una superficie che è pari a due volte quella della
Francia, il TIBET, conta ancora oggi una popolazione in-
Con l’avvento del comunismo la CINA decide,
il 7 ottobre 1950, di invadere il TIBET, e invia
30.000 soldati che muovono verso LHASA.
La resistenza di 4000 soldati tibetani male
equipaggiati, non riesce a frenare l’avanzata
cinese, e il paese, malgrado le pressioni
internazionali che condannano l’invasione,
cade nelle mani dell’ingombrante vicino che,
nella prima fase dell’occupazione, annette
a sé tutta l’area. La tensione sale fino al 20
marzo 1959 quando la rivolta prende campo
fra i tibetani, che in tre giorni vengono
però massacrati in più di 15.000. I cinesi si
impossessano quindi di tutti i valichi e il paese
cade in una forte repressione marxista, con
rastrellamenti, incarcerazioni di massa di
tutte le fasce sociali tibetane e con il divieto
di fornire cibo ai monaci degli oltre 6000
monasteri del paese, che vengono dati alle
fiamme insieme a quasi tutto il patrimonio
culturale e religioso tibetano.
Nel 1966 la rivoluzione culturale cinese portata
avanti da MAO, completa l’opera e, alla sua
morte avvenuta nel 1976, il bilancio è pesante:
6500 monasteri distrutti, 1.200.000 morti e
100.000 tibetani nei campi di lavoro, quasi
tutto il Tibet annesso alla Cina.
Dopo i primi anni ‘80, il nuovo presidente
DENG, decide di dare alcune concessioni alla
libertà religiosa, al divieto di pellegrinaggio e
alle restrizioni al turismo.
Nel 1986 i primi viaggiatori entrano nel paese,
dando vita a quello che ormai è un consolidato
flusso turistico destinato ad aumentare in
maniera vertiginosa, complici le Olimpiadi di
PECHINO 2008.
feriore ai 3 milioni. Sono infatti i tibetani che vivono nelle provincie vicine come il Sichuan, il Gansù e lo Yuannan ad essere più numerosi di quelli rimasti in patria.
Il TIBET è situato su un altopiano desertico ad oltre
4000 metri di quota con numerosi valichi che superano i 5000 metri
In estate da giugno a settembre le giornate sono calde
e soleggiate con un clima secco e le notti possono essere anche molto fredde.
Per entrare nella regione gli stranieri ufficialmente
hanno a disposizione due itinerari che sono:
dal NEPAL via KATMANDU o dallo stato dello QINGHAI
VIA GOLDMUD O XINING il capoluogo.
La strada che collega Lhasa a Katmandu, lunga 920 km è
denominata FRIENDSHIP HIGHWAY, la strada dell’amicizia, e si snoda sulle pendici dell’altopiano toccando
passi anche di 5200 metri nei dintorni della cittadina
di Gyantse.
C’è inoltre la possibilità di fare tappa al campo base del
monte EVEREST a 5350 mt, punto più alto da raggiungere senza adeguata attrezzatura.
La soluzione migliore è quella di noleggiare un fuoristrada con autista da KATMANDU a LHASA o viceversa,
ed in cinque giorni si potrà intraprendere un viaggio
che risulterà davvero indimenticabile.
Si può decidere di affrontare invece il tragitto verso il
27
TIBET da Xining capitale dello XINGHAI e volare quindi a PECHINO con AEROFLOT RUSSIAN AIRLINES che
ha su BEIJING voli giornalieri.
www.aeroflot.org | 700/800 euro.
Con la SOUTHERN CHINA AIRLINES si può, in coincidenza, proseguire per XINING in due ore (70/80 euro).
XINING è l’unica metropoli del QINGHAI nonché il capuologo di provincia e l’impressione che si ha appena
LA FERROVIA PIU’ ALTA DEL MONDO
Faraonico progetto voluto dalle autorità
cinesi, per collegare la città di GOLMUD, dove
terminava la ferrovia già esistente, al centro di
LHASA, la ferrovia si snoda sulle incontaminate
valli Himalayane, costituendo di fatto la ferrovia
più alta e costosa mai realizzata. Nel 2001 il
governo cinese, ha infatti svelato i progetti per
la sua ciclopica impresa: una linea ferroviaria
da 2,4 miliardi di dollari lunga 1118 km per
collegare la città di Goldmud a Lhasa, in Tibet.
Lo scopo del progetto, che tutti hanno
definito pazzesco, non è molto chiaro, se non
per i quadri cinesi che, nelle loro intenzioni,
vorrebbero cercare di eliminare il profondo
isolamento in cui è sempre stata immersa la
regione che di fatto è sempre stata quella più
remota del paese. Più dell’impatto dell’opera
stessa sull’ambiente, un’ecosistema comunque
fra i più delicati, quello culturale sarà
l’impatto piu fragoroso nei confronti di questa
popolazione e di questa parte della terra che
da sempre ha cercato di vivere una propria
indipendenza, ma che mai vi è riuscita appieno e
che con quest’opera vede, viste le forti pressioni
cinesi, sfumare le poche speranze residue.
28
TURISMO
arrivati in questo grosso centro, non è quella di una città di frontiera che uno si immagina, ma una moderna
capitale seppur semisconosciuta ai più.
L’ odierna Xining serve da tappa al turista che intende
raggiungere il Tibet, o via terra, cosa quasi impossibile
con il bus, o acquistando per via aerea o, soltanto adesso, con la ferrovia più alta del modo che è entrata in funzione nel luglio 2006, faraonico progetto voluto dalle
autorità cinesi, per collegare la città di GOLMUD, dove
terminava la ferrovia già esistente, al centro di LHASA.
Nel 2001 il governo cinese ha svelato i progetti per
la sua ciclopica impresa: una linea ferroviaria da 2,4
miliardi di dollari lunga 1118 km per collegare Goldmud a Lhasa in Tibet.
Naturalmente per accedere al TIBET, è necessario superare tre ostacoli di tipo burocratico: il rilascio di un
visto per entrare in CINA, comunemente rilasciato dalle autorità cinesi in Italia, 16 euro per 30 giorni. AMBASCIATA CINESE DI ROMA tel 06.8848186, il permesso
del TTB Tibet Tourism Bureau per entrare in Tibet, e
di un permesso speciale per visitare particolari regioni del Tibet, ALIEN TRAVEL PERMIT, di solito rilascia-
TURISMO
29
to dal PSB, che consente di visitare una delle zone ufficialmente chiuse.
Se per il primo i tempi sono 10/15 giorni, per il TTB,
che va acquistato sul posto, la cosa può risultare più
complicata. Per quello del PSB, di solito le pratiche vengono svolte dall’agenzia a cui ci si rivolge per gli spostamenti interni. Oppure l’ufficio di SHIGATSE, strana-
CUCINA TIPICA
L’alimento base della cucina tibetana è la
TSAMPA, una specie di impasto di farina
d’orzo tostato e burro di yak, da queste parti
l’alimento più diffuso, amalgamati con acqua,
tè o birra.
Altro alimento molto comune è il MOMO, uno
gnocchetto di pasta simile a un raviolo farcito
con carne e verdure, cotto al vapore o fritto,
in entrambi i casi nulla di eccezionale anche
se molto apprezzato e di gran lunga la cosa
migliore che si può assaggiare in Tibet.
Un’altra pietanza è la THUGPA, una zuppa di
tagliolini con carne o verdura che si trova in
diverse varianti.
Probabilmente il tè tibetano, non vi rimarrà
nella memoria come una prelibatezza, anche
se sono circa quaranta le tazze che i nomadi
riescono a bere in un giorno.
Questo intruglio di burro di yak, sale, latte,
bicarbonato, foglie di tè e acqua calda, è di
sicuro l’alimento più consumato in questa
zona, ma anche il più difficile da apprezzare
perfino dal turista più intraprendente e
gastronomicamente spericolato.
Provare per credere.
IL FOETOR TIBETICUS
mente rilascia ai turisti indipendenti, permessi in poco
tempo al costo di 50 yuan.
Una volta giunti a XINING, ci si può rivolgere all’ufficio locale del TTB che è situato dentro il vecchio HOTEL XINING nella stanza 2009, dove due solerti impiegati cinesi in una mattina provvederanno ad espletare le
pratiche, costringendovi pure all’acquisto del PASSAGGIO aereo 3 notti presso una struttura convenzionata di
LHASA, il BANAK SHOL, che vi sistemerà in una camerata economica, ma che non siete obbligati ad accettare.
Tutta la pratica sarà espletata al costo di circa 150 euro
a testa.
Una volta giunti a LHASA non rimane che visitare tutte le bellezze di questa città che, malgrado il forte impatto cinese, conserva meraviglie come il PALAZZO IMPERIALE-POTALA, l’antica dimora nella quale dal 1700
in poi si sono succeduti tutti i Dalai Lama, la massima
autorità del BUDDHISMO TIBETANO (apertura 9.30-15
100 yuan) oppure IL JOKHANG, l’edificio sacro più venerato del Tibet ed anche il più antico, finito di costruire nel 647 d.C. da sempre meta di pellegrinaggio da
tutto il mondo (apertura 8 -12 interno, fino alle 20 esterno, 70 yuan) che merita una visita approfondita per capire appieno il vero spirito che avvolge tutta la regione del TIBET.
Foetor tibeticus: «un composto di burro di
yak, incensi vari, puzzini umani; un insieme
metafisico-pastoriale che una volta sentito non si
dimentica più». Questo diceva FOSCO MARAINI
del tibet durante uno dei suoi viaggi fatti nella
regione a metà degli anni cinquanta.
Ed è questo che a distanza di 50 anni si sente
ancora nei bagni tibetani, localizzabili anche a
distanze di oltre trenta metri.
L’esperienza, di per sé educativa, ci fa
apprezzare ancor di più i nostri livelli igienici,
anche quelli pur bassi riscontrati in alcuni bagni
nostrani.
Nato a Firenze il 15 novembre 1912, etnologo,
antropologo, orientalista, viaggiatore, alpinista
e fotografo, Fosco Maraini è rappresentante di
quella specie rara di etnologi-narratori capaci di
immergersi incondizionatamente nei più diversi
universi culturali, sociali e umani, insegnando
ad essere cittadini del mondo.
Laureatosi in Scienze naturali, Maraini affronta
nel 1937 la sua prima spedizione in Tibet. Nel
1948, viaggiatore instancabile, tornerà nella
regione riassumendo tutte le sue esperienze nel
libro SEGRETO TIBET uscito nel 1951.
PER AFFRONTARE IL VIAGGIO FINO A KATMANDU, ci
si può rivolgere alle numerose agenzie private della città che organizzano il trasferimento in fuoristrada (500600 euro a macchina per quattro persone) e con la scelta
dell’itinerario a discrezione , ma tenete conto un minimo di 4/5 giorni per toccare KAMPALA PASS-YAMDROK
30
TURISMO
LAKE, GYANTSE, SHEKAR, CAMPO BASE EVEREST E
ZHAMGU alla frontiera del NEPAL, dove finirà il trasporto, visto che le auto CINESI hanno difficoltà ad entrare in Nepal..
Una cosa da ricordare è di arrivare prima delle 17,30
per riuscire a valicare la frontiera nepalese in tempo per non rimanere a pernottare a Zhamgu che non
offre molte sistemazioni al viaggiatore indipendente.
Da qui bisognerà cercare un trasporto che dal confine
porti a KATMANDU, 80 KM (2 ORE), passando per una
delle strade più panoramiche e dove, scendendo di quota, vengono convogliate buona parte delle nevi in scioglimento dell’Everest, si crea una vegetazione rigogliosa e una miriade di cascate piccole e grandi.
Da non perdere..
TEMPO DI ESECUZIONE 15 GIORNI
SPESA PREVISTA 3500 EURO
GLI YAK
Gli yak selvatici sono ormai ridotti a 150.000
esemplari a causa della caccia indiscriminata e
la sempre maggior richiesta della loro carne.
Mangiarne non è considerato sacrilegio nella
cultura tibetana, anche se è vietato cacciare e
uccidere capi selvatici.
Nonostante la loro imponente mole,
raggiungono infatti i mille chili, gli yak hanno
un passo sicuro e veloce anche sui ripidi pendii
tibetani, trasportando carichi anche di 100 kg.
La caratteristica più sorprendente degli yak
è la loro capacità di resistere ad altitudini
elevate, possedendo infatti il triplo di globuli
rossi di una mucca, ed essendo ammantati di
un folto pelo protettivo, riescono a superare
egregiamente temperature che scendono
anche a -40 in inverno.
Dagli yak i tibetani ricavano latte per il
formaggio, oltre al burro utilizzato per
il famoso tè tibetano e per alimentare le
lampade dei monasteri.
Il pelo inoltre è tessuto per confezionare stoffe
per tende e corde, mentre il soffice contropelo
interno viene filato per ottenere un caldo
tipo di feltro, il CHARA, utilizzato per borse e
coperte.
Nella tradizione nomade nulla viene gettato
dell’animale, persino lo sterco viene raccolto
e messo ad essiccare in barre presso quasi
tutte le case e utilizzato come combustibile
per cucinare e riscaldarsi nei lunghi inverni
himalayani.
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