Camillo Cavour e la chimica dei fertilizzanti

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Camillo Cavour e la chimica dei fertilizzanti
Camillo Cavour
e la chimica dei fertilizzanti
Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
Biblioteca Centralizzata 'G. Goidanich'
della Facoltà di Agraria
Camillo Cavour
e la chimica dei fertilizzanti
a cura della Biblioteca Centralizzata “Gabriele Goidanich”
Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
Biblioteca Centralizzata 'G. Goidanich'
della Facoltà di Agraria
Ideazione mostra:
Organizzazione mostra:
Grafica mostra e catalogo:
Amministrazione:
Francesco Casadei
Roberta Giannotti
Giusi Minervino
Lisetta Castaldini
Consulenza scientifica:
Andrea Simoni
Ufficio Stampa:
Federica Rota e Carla Trigilia
MSL Group
Si ringrazia
Catalogo della mostra, 14-29 aprile 2011. Biblioteca Centralizzata “Gabriele Goidanich”:
http://www.agrsci.unibo.it/agr/biblioteca/Cavour.htm
Il barolo della vigna di Cavour presente in mostra è stato gentilmente fornito dalla
Cantina Gigi Rosso. Le foto d’epoca esposte provengono dall’archivio Puccioni.
Stampato a Bologna nel marzo 2011 da TipoLito Tamari.
Le illustrazioni a corredo del testo sono tratte da: C. Forti, I concimi e le concimazioni.
Il ritratto di Cavour proviene da O. Mattirolo, Il conte Camillo di Cavour e la Reale
Accademia di Agricoltura di Torino.
Presentazione
Quante le opere – articoli, monografie, opuscoli – intitolate senza troppa fantasia ma
con inequivocabile pregnanza “Cavour agricoltore”? Innanzi tutto il fondamentale
epistolario di Giacinto Corio, poi il saggio di Claudio Marani su L’Italia agricola del 1960
e quello di Carlo Barrilis su La Mercanzia del 1961, ma anche una rara pagina di Alfredo
Vinardi, comparsa sulla Gazzetta del Popolo di Torino nel 1908, per tacere poi
dell’articolo di Gaetano Jerna “Cavour, mercante e produttore di concimi artificiali”, che
abbiamo scelto di riprodurre integralmente in chiusura di catalogo.
Da una ricerca iniziale nelle raccolte della Biblioteca “Goidanich” sono emerse alcune di
tali pubblicazioni, cui se ne sono aggiunte altre che ricordano l’attività, invero assai
sfaccettata, di Cavour in ambito agronomico. L’esito dell’indagine è stato incoraggiante,
al fine di dar vita a una mostra, ma ancor più ci ha convinto la presenza in Biblioteca di
una notevole collezione di volumi, editi tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del
Novecento, che approfondiscono il tema della chimica dei fertilizzanti.
Si tratta infatti sia di opere monografiche sull’argomento, sia di parti di volumi di più
ampio respiro, giacché la fertilizzazione del suolo è basilare per ogni trattato di
agricoltura. Sebbene l’iconografia si sia rivelata in genere di modesta attrattiva, vuoi per
la secchezza editoriale dei volumi, vuoi per l’intrinseca scarsa disposizione della chimica
dei concimi alle illustrazioni, pure è parso di estremo interesse il corredo di immagini
della Nuova Enciclopedia Agraria Italiana, pubblicata dall’Unione Tipografico-Editrice nel
1903. Il volume su I concimi e le concimazioni presenta infatti una serie di disegni, taluni
di piante ma soprattutto di macchinari per mescolare, impastare, essiccare, frantumare
le masse di fertilizzante chimico, che sono stati riprodotti in varie parti del catalogo.
Non possono invece figurare nel catalogo – ed è un peccato – le capsule Petri esposte in
mostra con campioni delle sostanze menzionate nei libri presentati: guano, fosfato
d’ossa, cornunghia. Alla stessa stregua, compare nel catalogo solo l’etichetta del barolo
del conte, ma non la bottiglia che era stata collocata in bacheca accanto al terzo volume
de La storia della vite e del vino in Italia di A. Marescalchi e G. Dalmasso.
Lo scopo della mostra ci pare raggiunto: si è voluto dar conto di un’attività non
abbastanza conosciuta dello statista che fu tra i padri dell’Unità d’Italia, di cui ricorre
l’anniversario. Si è presentato un aspetto storico della chimica dei fertilizzanti in Italia, in
questo 2011 che è stato proclamato International Year of Chemistry. Si è infine esposto,
grazie alla ricchezza delle raccolte della Biblioteca di Facoltà, un percorso cronologico che
mostra come molte delle idee di Cavour in agricoltura siano state riprese e abbiano
proseguito il loro cammino nel tempo.
Marina Zuccoli
Direttrice della Biblioteca Centralizzata “Gabriele Goidanich”
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Cavour e i fertilizzanti
Parrebbe un accostamento bizzarro: un grande protagonista del Risorgimento, il conte
Camillo Benso di Cavour, e la chimica dei fertilizzanti. Invece è quanto mai appropriata
la riflessione, che l’anniversario dell’Unità d’Italia e la celebrazione del 2011 come
International year of Chemistry consentono sul ruolo rivestito dallo statista piemontese
nel dare impulso alla chimica dei fertilizzanti.
È noto che, fino alla metà dell’800, la fertilizzazione dei terreni si basava
fondamentalmente sullo spandimento di letame e di altre sostanze organiche, pratiche
millenarie che, tuttavia, ben presto si rivelarono insufficienti rispetto alle esigenze di
un’agricoltura che, grazie all’impulso dato dalla genetica, richiedeva sempre maggiori
quantità di elementi nutritivi. A questo tendeva Cavour, attento agli sviluppi delle
tecniche agricole in Europa e desideroso di promuoverne il progresso. Il conte, infatti,
aveva viaggiato, anche da Ministro dell’Agricoltura e del commercio nel periodo 1850-52,
in Francia, in Belgio e in Inghilterra, maturando una conoscenza approfondita e diretta
delle pratiche agricole di paesi diversi per morfologia, clima e pratiche agricole, ma che
costituivano comunque fonte di confronto e di innovazione. Prendono forma in questo
clima culturale, oltre che tecnico, le due maggiori impronte che Cavour lascia nella storia
della chimica dei fertilizzanti: l’introduzione del guano in Italia e soprattutto l’avvio della
produzione di concimi con impiego nel processo della chimica.
La fonte più interessante in materia è costituita dalle lettere a Giacinto Corio, suo
collaboratore nella gestione della tenuta di Leri, che non solo contengono molte
informazioni sullo svolgimento delle attività, ma sono anche rivelatrici della mentalità di
“Cavour agricoltore”. Nella missiva del 28 novembre 1854, ad esempio, il conte trae le
somme delle proprie esperienze in agricoltura e commenta la propria disponibilità a
tentare nuove strade: “Forse io sono troppo proclive alle novità, ed il desiderio di far
progredire la nostra agricoltura mi spinge soperchiamente. Ma, cosa vuole, tale è la mia
natura”. Nella stessa missiva prosegue poi dichiarando: “Ho la consolazione di avere
introdotto l’uso del guano nel Vercellese. Se potessi ancora farvi penetrare il drainaggio, in
allora crederei avere bene impiegato la mia vita”.
Dai viaggi in Inghilterra Cavour aveva appreso le potenzialità del guano e il modo migliore
di utilizzarlo, mescolandolo ad altri concimi per una resa ottimale. Al Corio scrive poi
un’ulteriore affermazione della propria apertura al nuovo: “Se non temessi di confondere
gli agenti con troppe esperienze, manderei, oltre il guano, varii concimi come ad esempio il
nitrato di soda di cui si fa gran uso in Inghilterra”.
Attento agli studi di Liebig, Cavour scrisse al coetaneo chimico tedesco: “Io vi lascio per
andare a Leri a fare nei campi quello che voi fate nel Laboratorio di Agricoltura. Io vorrei
che un giorno mi fosse possibile associare la mia vecchia pratica alla vostra giovane
scienza”. E forse è proprio al desiderio di dare applicazione pratica ai moderni ritrovati
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della chimica che è riconducibile l’impresa di dar vita, nel 1847, a una delle prime
fabbriche di concimi artificiali in Italia. La ditta deriva dalla fusione delle preesistenti
fabbriche di Domenico Schiapparelli e di Bernardo Alessio Rossi, che già producevano
acido solforico e fosforico. Ancora una volta l’entusiasmo innovatore di Cavour trascina
nella società “Schiapparelli e Rossi” due esperti del settore che, alla ricerca di soluzioni
innovative nel fornire fosfati all’agricoltura, si danno alla produzione del cosiddetto
“guano artificiale”, in un’esperienza che tuttavia non otterrà molto successo e avrà
termine nel 1858.
Nel lungo cammino della chimica, si staglia tra le pietre miliari che lo scandiscono l’avvio
della chimica dei fertilizzanti, risalente a qualche decennio prima dell’Unità d’Italia e che
troverà l’apice ai primi del ‘900 con la sintesi dell’ammoniaca ad opera di Fritz Haber e
Carl Bosch. Piace a chi scrive, legato professionalmente alla ricerca e alla docenza nel
campo dei fertilizzanti e della nutrizione delle piante, che una mostra riveli ed illustri
l’attività dell’artefice dell’Unità d’Italia anche in questo settore. Ricordare il ruolo di
Cavour nella chimica agraria italiana sottolinea le radici nobili della disciplina e, al
tempo stesso, mantiene attuale e indimenticata l’attività di uno statista che ha lasciato
un’impronta ancor viva nell’agricoltura.
Claudio Ciavatta
Ordinario di Chimica agraria, Docente di Fertilità del suolo e nutrizione delle piante,
Direttore della Scuola di Dottorato in Scienze agrarie della Facoltà di Agraria
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Saluto di Assofertilizzanti
La mostra “Camillo Cavour e la chimica dei fertilizzanti” nasce in un anno per noi
davvero molto speciale: non solo si celebra il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ma il
2011 è anche l'Anno Internazionale della Chimica, proclamato dall’ONU per celebrare le
conquiste della chimica e il suo contributo al benessere dell’umanità.
È quindi con grande entusiasmo che Assofertilizzanti - Associazione nazionale produttori
di fertilizzanti che fa parte di Federchimica - ha deciso di sostenere un’iniziativa così
preziosa per spiegare, attraverso la figura storica di Cavour, come il progresso della
scienza sia strettamente legato alla storia del nostro Paese e al suo sviluppo economico e
politico.
Questa mostra, infatti, mette in luce un aspetto inedito del grande statista e racconta il
suo impegno concreto per avviare in Italia una moderna produzione di fertilizzanti. Si
tratta di un momento particolarmente importante per lo sviluppo dell’agricoltura italiana,
che da qui in poi ha saputo percorrere un lungo cammino che l’ha portata a diventare un
simbolo dell’eccellenza del Made in Italy in tutto il mondo. Chi come noi guarda al futuro
di una categoria ha il dovere, in quest’anno così speciale, di rafforzare ancora di più il
legame con le origini della propria attività, soprattutto quando esse risalgano a una
personalità del calibro di Cavour. Desideriamo quindi ringraziare sentitamente la
Biblioteca "G. Goidanich" per l’ottimo lavoro svolto e ci auguriamo che la mostra possa
essere un’esperienza ricca di sorprese e di spunti di riflessione per tutti.
Bartolomeo Pescio
Presidente di Assofertilizzanti-Federchimica
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Cavour, l’agricoltura e la chimica dei fertilizzanti.
Appunti e riflessioni tra storia e bibliografia
Perché Cavour
Non occorre soffermarsi sull’importanza e sul ruolo svolto dal conte di Cavour nel
determinare le vicende risorgimentali culminate, nel 1861, nell’Unità d’Italia, della quale
ricordiamo – nell’anno in corso – il centocinquantesimo anniversario. E non è questa la
sede per una rievocazione puntuale e sistematica della carriera politica cavouriana, per
la quale rimandiamo volentieri all’ampia e assai valida bibliografia, recente e meno
recente.1
Maggiore attenzione, nel presente scritto, sarà dedicata ad un aspetto specifico
dell’attività e della stessa personalità dello statista piemontese: vale a dire il suo interesse
(anche e soprattutto di natura tecnica) per numerosi temi e argomenti riguardanti
l’agricoltura. Anche su questo aspetto – già sottolineato da un biografo attento come
Rosario Romeo – non mancano riferimenti bibliografici specifici, pur se ormai datati e, in
alcuni casi, significativamente legati al centesimo anniversario dell’unificazione
nazionale 2, celebrato nel 1961.
Un altro studioso, richiamandosi in modo esplicito alla lezione storiografica di Rosario
Romeo, è recentemente tornato sul tema del rapporto tra Cavour e l’agricoltura.
«Trattandosi del massimo artefice del Risorgimento – scrive Guido Pescosolido - e del più
grande statista della storia d'Italia, si potrebbe pensare che la sua attività di agricoltore e
i suoi interessi di cose agrarie abbiano significato poco nell'insieme della sua opera. In
realtà, come emerge dalla biografia di Romeo, il suo essere imprenditore e cultore di cose
Da ricordare soprattutto l’imponente opera di Rosario Romeo articolata nei seguenti volumi:
Cavour e il suo tempo (1810-1842), Laterza, Bari 1969; Cavour e il suo tempo (1842-1854), Laterza,
Roma-Bari 1977; Cavour e il suo tempo (1854-1861), Laterza, Roma-Bari 1984. Dello stesso
studioso si veda anche la Vita di Cavour, uscita in prima edizione – sempre presso Laterza – nel
1984 e più volte ristampata fino al 2004. Vedere anche: Denis Mack Smith, Cavour. Il grande
tessitore dell'unità d'Italia, Bompiani, Milano 1996; Luciano Cafagna, Cavour, Il Mulino, Bologna
1999 (nuova edizione 2010); Adriano Viarengo, Cavour, Salerno Editrice, Roma 2010.
2 Appartengono a questo filone alcuni scritti dal prevalente taglio divulgativo come: Claudio
Marani, Cavour agricoltore, «L'Italia agricola», a. 97, n. 8, agosto 1960, pp. 777-787; Carlo Barrilis,
Un grande agricoltore: il conte Camillo Benso di Cavour, «La Mercanzia», nov.-dic. 1961. Ma vanno
visti, su temi più specifici, anche Mario Loria, Il cavouriano molino da riso del Regio Parco in
Torino, «Atti della Accademia delle Scienze di Torino», parte I, tomo 2, Classe di scienze morali,
XCV, n. 2, 1960, pp. 563-607; id., Il trebbiatoio da riso di Cavour (Leri-1844), «Physis», vol. 3,
1961, pp. 95-100; Paul Guichonnet, Cavour agronomo e uomo d'affari, Feltrinelli, Milano 1961.
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agricole fu tutt'altro che un aspetto minore della sua opera e tutt'altro che cosa
secondaria nella storia dell'agricoltura e dell'intera economia italiana». 3
Peraltro, l’ampia attività svolta da Cavour in campo agricolo era già stata ricordata in
studi usciti nella prima metà del XX secolo ed anche in articoli di giornale 4, anche se è
un indubbio merito della recente storiografia aver sottolineato con maggiore risalto questi
aspetti accanto a quelli legati alla storia politica.
Cavour e l’agricoltura
Dunque la figura di Cavour rivela più di un legame con il mondo agricolo, a cominciare
dal suo rilevante ruolo di imprenditore del settore. Da questa sua attività, che si esplica
soprattutto nella tenuta di Leri, nella quale subentra al padre Michele 5, prendono le
mosse anche i suoi interessi in campo agronomico, a cominciare dalla sperimentazione di
tecniche e macchinari agricoli: si ricordi, ad esempio, il trebbiatoio da riso 6 utilizzato e
sperimentato nella medesima tenuta, forse seguendo il temperamento pratico paterno.
Si ricordi anche come Cavour, nel corso degli anni ‘30, abbia modo di documentarsi sugli
sviluppi della meccanizzazione agricola nel panorama europeo, con particolare interesse
alle aree di lingua tedesca. 7
Guido Pescosolido, Camillo Benso Conte di Cavour, in Autori vari, I solchi. Colloqui in biblioteca su
alcuni protagonisti nella storia dell'agricoltura italiana, Ministero delle Politiche agricole alimentari
e forestali, Roma 2007, p. 11. Interessante anche la distinzione tra attività privata e attività
pubblica - in campo agricolo - dell’uomo politico piemontese: «La sua attività agricola privata
consistette quasi esclusivamente nella gestione della tenuta di Leri, che egli ereditò dal padre, che
a sua volta l'aveva acquistata dal principe Borghese nel 1818. L'attività pubblica fu quella svolta
come membro dell'Associazione Agraria, come Ministro di Agricoltura e delle Finanze nel governo
D'Azeglio e poi come Presidente del Consiglio del Regno di Sardegna e del Regno d'Italia»: ivi, p.12.
4 Vedere ad esempio: Ezio Visconti (a cura), Cavour agricoltore. Lettere inedite di Camillo Cavour a
Giacinto Corio, Barbera, Firenze 1913; Oreste Mattirolo, Il Conte Camillo di Cavour e la Reale
Accademia di Agricoltura di Torino, Tipografia Schioppo, Torino 1931. In quest’ultimo testo si cita
anche un articolo di F. Ruffini, Cavour agricoltore, «Corriere della Sera», 23 luglio 1913.
5 Michele Benso marchese di Cavour (Torino 1781-1850), in gioventù funzionario napoleonico,
lascia al figlio Camillo la gestione della tenuta agricola di Leri quando, nel 1835, assume a Torino
una importante carica nel campo della pubblica sicurezza.
6 «Il Marchese di Cavour crede di far cosa utile ai proprietarii ed affittavoli delle risaie del paese,
rendendoli avvertiti che il trebbiatoio a riso, il cui modello fu esposto nelle regie sale del Valentino
venne posto in attività nella sua tenuta di Leri. Questa macchina stata ideata [sic] e diretta dal
chiarissimo sig. Ingegnere Rocco Colli di Novara, corrispose così pienamente a quanto se ne
aspettava, che malgrado lo stato poco avanzato del raccolto, si sono già riconosciuti tanti e tali
vantaggi da non lasciare più il menomo dubbio sulla singolare utilità sua, per i coltivatori del
riso»: Macchina per battere il riso, «Gazzetta della Associazione Agraria», Torino, 20 settembre 1844
Anno II, n. 38, p. 285.
7 «Per rendersi edotto del conveniente impiego delle macchine agricole, visitò la Baviera e la
Prussia, interessandosi particolarmente delle istituzioni agrarie»: Gaetano Jerna, Cavour mercante
e produttore di concimi artificiali, «L’Italia agricola», a. 85, n. 12, dicembre 1948. L’autore di questo
articolo era stato, tra il 1936 e il 1943, segretario del Comitato Nazionale per l'Incremento delle
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Oltre – o meglio, accanto – al Cavour agricoltore vi è anche un Cavour enologo e
viticultore; una attività, quest’ultima, che l’uomo politico piemontese svolge nei propri
vigneti di Grinzane, in provincia di Cuneo, coinvolgendo tra l’altro un enologo francese di
notevole prestigio, Louis Oudart (a sua volta già attivo in Piemonte), il quale contribuisce
a perfezionare il vitigno del Barolo. 8 Questa attività, vivace soprattutto negli anni ’40, si
svolge nel periodo della adesione di Cavour alla Associazione agraria piemontese.
A quest’ultimo proposito, si ricordi come nel 1842 Cavour sia tra gli artefici
dell’Associazione e come già dal 1843 egli collabori, sia pure saltuariamente, con il
periodico 9 pubblicato da questo importante organismo associativo degli imprenditori
agricoli piemontesi. Va anche aggiunto come il rapporto tra il conte e l’associazione non
si riveli, nel corso del tempo, del tutto idilliaco. 10
Di grande importanza, proprio per le conseguenze che ne deriveranno sull’assetto del
territorio piemontese (e sulla fascia occidentale di quello lombardo), è l'interesse dedicato
da Cavour ai temi dell'irrigazione del territorio agricolo. Importante, in proposito, è il
progetto di una rete irrigua per le esigenze di un’ampia zona del Piemonte e della vicina
Lomellina, già allora possedimento sabaudo. 11
A questo progetto è dedicato un discorso parlamentare – noto anche in storiografia 12 –
tenuto il 14 giugno 1853 dallo statista piemontese, nel frattempo divenuto presidente del
Consiglio del Regno di Sardegna (in precedenza era stato ministro delle Finanze nonché
ministro di Agricoltura e commercio). Il progetto, realizzato successivamente (tra il 1866
e il 1869 entra in funzione il canale principale, in seguito saranno tracciate le
diramazioni secondarie), prenderà proprio il nome di «Canale Cavour», sul quale esiste
ampia documentazione tecnico-bibliografica 13.
Concimazioni e, nel medesimo periodo, redattore responsabile della rivista «Concimi e
concimazioni» (si vedano anche le note 20 e 21).
8 Cfr. A. Marescalchi e G. Dalmasso in Storia della vite e del vino in Italia. III, Unione italiana viniTipografia S.A.M.E., Milano 1979, pp. 585-589 e p. 683. Gli stessi autori ricordano (p. 585) come
Oudart abbia collaborato con l’agronomo torinese Matteo Bonafous ed abbia prestato la sua opera
anche presso i terreni della marchesa di Barolo.
9 Si tratta della «Gazzetta dell’Associazione Agraria», pubblicata a Torino dal 1843, anno di
fondazione dell'omonima Associazione. Inizialmente edita dalla Tipografia Chirio e Mina di Torino,
nel 1846 risulta stampata dalla Tipografia Ferrero, Vertamy e Comp., mentre dal 1847 è
pubblicata da Paravia, marchio torinese destinato a notevole importanza nella storia editoriale
italiana. La Biblioteca della Facoltà di Agraria ne possiede le annate dal 1843 al 1848.
10 Cfr. Pescosolido, Camillo Benso Conte di Cavour, cit., pp. 18-19.
11 La Lomellina infatti – come l’Oltrepò pavese – appartiene al Regno di Sardegna fin dal 1743,
oltre un secolo prima delle vicende risorgimentali. I due territori saranno aggregati alla lombarda
provincia di Pavia solo dopo la seconda guerra d’Indipendenza.
12 Un grande canale per l’irrigazione, ripreso in Piero Bevilacqua, Manlio Rossi-Doria (a cura), Le
bonifiche in Italia dal '700 a oggi, Laterza, Roma-Bari 1984, pp. 92-96. Il discorso cavouriano
prelude all’approvazione della legge 3 luglio 1853, n.157, riguardante l’irrigazione dell’Agro
all’Ovest del Sesia, primo passo del più ampio progetto di canalizzazione.
13 Derivazione dal Po. Canale Cavour, in Ministero dei Lavori pubblici. Servizio idrografico, Le
irrigazioni in Italia. Notizie preliminari sulla estensione delle irrigazioni, sulla modalità di esse e
sui prezzi praticati nelle diverse regioni italiane, Provveditorato generale dello Stato, Roma 1926,
pp. 107-108; Ministero delle Finanze. Direzione generale del Demanio e delle tasse, Il Gran Canale
Cavour ed i minori canali di irrigazione dall'avvento del Governo fascista 29 ottobre 1922 a tutto
l'anno 1927, Provveditorato generale dello Stato, Roma 1928. Vedere anche: Romeo Piacco, Il
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Cavour è dunque impegnato su tematiche agricole come politico (si è già ricordato come
nei primi anni ’50 abbia retto il ministero di Agricoltura e commercio), come imprenditore
(nella tenuta di Leri), come viticultore (nei terreni di Grinzane) nonché come tecnico
(basti pensare alla sensibilità dimostrata nei confronti della meccanizzazione agricola). A
tutti questi aspetti – principalmente a quelli di ordine pratico – fa riferimento anche
l’interesse di Cavour verso lo studio e la sperimentazione di alcune tecniche di
fertilizzazione del terreno. A quest’ultimo aspetto è dedicata l’iniziativa espositiva
organizzata dalla Biblioteca della Facoltà di Agraria: un approfondimento suggerito tra
l’altro dalla celebrazione, in questo 2011, dell’ anno internazionale della chimica.
Cavour e la chimica dei fertilizzanti
Entrando ulteriormente nel merito delle attività e degli interessi del Cavour agricoltore, ci
si imbatte quindi nei suoi studi ed affari legati al tema della fertilizzazione. Per prima
cosa va ricordato l’interesse di Cavour verso l’utilizzo del guano come fertilizzante, cosa
che suscita – quando nel 1842 ne inizia l’importazione dal Perù – curiosità e sorpresa
negli osservatori contemporanei; inoltre, di fronte alla rapida crescita del prezzo di questo
fertilizzante naturale, Cavour stesso si dedica al progetto di produrre guano artificiale 14,
coinvolgendo in questa impresa (a partire dal 1847) l’industriale torinese Schiapparelli. 15
Il conte si era tra l’altro adoperato per la fusione della stessa Schiapparelli con la ditta
Rossi al fine di formare un’unica azienda, nella quale – tra le varie attività – si sarebbe
prodotto acido solforico «per ottenere concimi». 16
Tutto ciò, apparentemente, contrasta con quella sorta di scetticismo, nei confronti della
scienza chimica coeva, che Cavour stesso sembra mostrare nel passo di una lettera
inviata a Liebig; 17 ma nella realtà dei fatti lo statista piemontese si rivela invece attento
sia agli sviluppi della nascente chimica agraria sia alle sue potenziali applicazioni.
Note di bibliografia storica
La mostra organizzata dalla Biblioteca (per la descrizione dettagliata dei materiali si
rimanda alle schede del catalogo) presenta, inevitabilmente, documentazione di diverso
spessore e di diversa caratura scientifica: si passa infatti da autori classici, come Justus
von Liebig, a più anonimi redattori di manualistica tecnica. È comunque rilevante, in
termini di ricerca storico-bibliografica, l’occasione di operare una «riscoperta» di materiali
Canale Cavour, «Risicoltura», 1950, pp. 94-101; pp. 126-128; pp. 174-175 e Eusebio Buffa, Il
Canale Cavour e il progresso economico e sociale del Novarese e della Lomellina, Fusi, Pavia 1968.
14 Sull’importanza dell’uso alternato di guano naturale e artificiale si sofferma anche Pescosolido,
op. cit., p. 15.
15 Jerna, Cavour mercante e produttore di concimi artificiali, cit.
16 Giuseppe Trincheri, Industrie chimiche in Italia dalle origini al 2000, Arvan, Mira 2001, p. 21.
17 Scrive Cavour al chimico tedesco: «io vi lascio per andare a Leri a fare sui campi quello che voi
fate nel laboratorio di agricoltura. Io vorrei che un giorno mi fosse possibile associare la mia
vecchia pratica alla vostra giovane scienza»: citato in Jerna, Cavour mercante e produttore di
concimi artificiali, cit.
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d’epoca, sia che appartengano alla grande letteratura scientifica sia che facciano
riferimento ad una produzione minore (ma, appunto, non trascurabile quale
testimonianza di un interesse specifico dell’editoria e della pubblicistica su determinati
temi).
Abbiamo già avuto modo di verificare recentemente come la nostra Biblioteca possieda
diversi materiali di interesse storico. Infatti, durante il lavoro di preparazione di un
percorso ipertestuale, destinato al sito della Biblioteca, su «Cavour e l’agricoltura» 18, in
occasione del bicentenario (2010) della nascita dello statista piemontese, si sono
riscoperti importanti testi d’epoca, nonché una significativa collezione della già citata
«Gazzetta della Associazione Agraria» di Torino, periodico edito a partire dal 1843 e che
ospita anche interessanti scritti di Cavour19, nonché articoli di altri studiosi occasionati
da interventi dell’uomo politico piemontese.
Accenniamo qui – per riprendere altrove il
discorso – come la Biblioteca abbia colto
l’occasione di un primo approfondimento su
questi temi anche per rendere disponibili
(tramite digitalizzazione) alcuni articoli di
argomento cavouriano usciti sulla «Gazzetta»:
cosa che consente una più agevole
consultazione agli studiosi e ad altri lettori
eventualmente interessati: una iniziativa,
dunque, che si ritiene utile all’attività di
ricerca ma che nel contempo evidenzia anche
interessanti potenzialità per attività didattiche
o divulgative. È risultato dunque naturale,
prevedendo l’allestimento di una mostra su
«Cavour e la chimica dei fertilizzanti»,
riprendere spunti e idee di lavoro
dell’ipertesto recentemente realizzato,
sottolineando l’importanza specifica di alcuni
scritti di Cavour e su Cavour già visionati e
focalizzando stavolta il nostro interesse su
altri materiali bibliografici d’epoca,
direttamente o indirettamente legati al
rapporto tra chimica, fertilizzazione e agricoltura. È stato così possibile verificare come la
Biblioteca possieda letteratura scientifica, manualistica tecnico-divulgativa, pubblicazioni
periodiche di notevole interesse anche in rapporto a questo specifico ambito delle scienze
e delle tecnologie agrarie. A proposito di periodici, si ricorda l’interessante vicenda della
rivista «Concimi e concimazioni», promossa nel 1936 dal Comitato Nazionale per
La mostra è tuttora visitabile all’indirizzo http://www.agrsci.unibo.it/agr/biblioteca/Cavour.htm;
per una recensione di questo lavoro si veda Pierluigi Fazzini, Cavour e l’agricoltura,
http://www.magazine.unibo.it/Magazine/UniBoIniziative/2010/07/12/Cavour_e_agricoltura_.htm
19 Si ricordi ad esempio il dibattito sui poderi-modello, sul quale Cavour interviene in due
occasioni: Considerazioni sulla poca convenienza di stabilire poderi-modelli in Piemonte, «Gazzetta
della Associazione Agraria», Torino, 31 agosto 1843 Anno I, n. 22, pp. 186-194; Sui poderi-modelli,
ivi, 4 gennaio 1844 Anno II, n. 1, pp. 12-14.
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l'Incremento delle Concimazioni e uscita fino al 1943, in un contesto storico-politico
quindi particolarmente attento – anche in chiave propagandistica 20 – allo sviluppo
dell’agricoltura e delle tecniche agricole; da non trascurare, peraltro, la ripresa delle
pubblicazioni negli anni del «miracolo economico» 21, quando la chimica si pone tra i
settori trainanti della ricostruzione post-bellica e della ripresa economica e industriale
del Paese.
La disponibilità di questi materiali va messa anche in relazione alla storia e alle vicende
istituzionali e organizzative delle biblioteche antecedenti l’attuale Biblioteca di Facoltà:
difatti, la natura frastagliata e felicemente multidisciplinare dei nostri materiali
bibliografici deriva dalle vicende delle numerose biblioteche di area agronomica
preesistenti – nell’ateneo bolognese – come espressione sia dei diversi istituti scientifici a
lungo funzionanti nell’era pre-dipartimentale sia della più vicina esperienza delle
biblioteche di Dipartimento, recentemente confluite nella nuova Biblioteca centralizzata
di Facoltà.
Conclusioni
Molte delle cose alle quali si è fatto riferimento si inseriscono in un già collaudato filone
di iniziative volte a valorizzare il patrimonio storico della Biblioteca. Un percorso avviato
nel 2005 con la collaborazione alla mostra «Pagine d’Africa» 22 e sperimentato in modo più
sistematico l’anno successivo con la riscoperta di testi didattici e di ricerca legati a figure
accademiche della facoltà bolognese di Agraria 23. Successivamente, nel 2009, in
occasione del bicentenario della nascita di Darwin, si è realizzato un ipertesto dedicato
allo scienziato inglese, con l’obiettivo di valorizzare la tipologia di materiali librari –
spesso edizioni ottocentesche di notevole interesse – disponibili presso la nostra
struttura. 24 In un siffatto contesto si inserisce anche il già citato percorso bibliografico,
sempre di tipo ipertestuale, dedicato a «Cavour e l’agricoltura» 25; un’esperienza che per
certi aspetti trova il proprio naturale complemento nella iniziativa espositiva qui
presentata e commentata. Si aggiunga inoltre come questo tipo di iniziative comportino
l’occasione di operare delle vere e proprie «riscoperte» storico-bibliografiche, rivedendo
Significativa, in questo senso, la frase mussoliniana («Bisogna dare la massima fecondità ad
ogni zolla di terra») che illustra ogni copertina della rivista fino al fascicolo di maggio-giugno 1943.
Elementi di politicizzazione sono presenti anche all’interno della rivista, soprattutto in occasioni
quali la conquista etiopica o l’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale.
21 La rivista torna infatti ad uscire nel 1957, come organo del «Comitato Nazionale dei Fertilizzanti
e delle Concimazioni».
22 La mostra si è svolta dal 9 al 23 aprile 2005 presso la sala della Fondazione Federico Zeri
(Università di Bologna, complesso di S. Cristina): per informazioni vedere
http://www.economia.unibo.it/Economia+Bologna/paginedafrica.htm.
23 Il percorso, riferito ai presidi del periodo 1935-1987 e ai direttori del preesistente Istituto
superiore (inizialmente Scuola) di Agraria per il periodo 1903-1935, è consultabile all’indirizzo;
http://www.agrsci.unibo.it/agr/biblioteca/PresidiStorici.htm
24 Floreat entomologia! Opere darwiniane alla Biblioteca Centralizzata “Goidanich”. Facoltà di
Agraria – Università di Bologna: http://www.agrsci.unibo.it/agr/biblioteca/Darwin/Darwin.htm.
25 Cavour e l’agricoltura nel patrimonio bibliografico della Biblioteca Goidanich:
http://www.agrsci.unibo.it/agr/biblioteca/Cavour.htm (vedere anche la nota 18).
20
- 14 -
letteratura scientifica nota (o meno nota, talvolta anche al pubblico degli specialisti) e di
esaminare e comparare letteratura scientifica «alta» accanto a una produzione tecnicoscientifica (o manualistica) considerata «minore» in termini scientifici assoluti; tutto
quanto, però, assume notevole interesse sia in termini di storia generale dell’editoria sia
in termini di storia interna alle istituzioni scientifiche e bibliotecarie che nel tempo hanno
promosso l’acquisizione di queste variegate tipologie di testi.
Il discorso riguarda altresì gli autori dei testi e gli eventuali curatori di edizioni italiane di
testi scientifici stranieri: in occasione del già ricordato ipertesto su Darwin vi è stata ad
esempio la possibilità di ristudiare le figure e la produzione scientifica dei primi
traduttori italiani dello scienziato inglese: Michele Lessona (mineralogista e zoologo) e
Giovanni Canestrini (zoologo e naturalista). Un discorso analogo – e per certi aspetti
ancora più incisivo – ha riguardato il lavoro già svolto su Cavour agricoltore e quello in
corso su Cavour e la chimica dei fertilizzanti, che hanno consentito di «scoprire» nel
patrimonio storico della Biblioteca edizioni ottocentesche (italiane) di testi di Liebig, testi
di divulgazione scientifica, saggi, articoli ed interventi di varie figure di tecnici e di esperti
nonché, dal punto di vista della storia editoriale tra ‘800 e ‘900, periodici di notevole
importanza ed interesse.
Francesco Casadei
Laureato in Storia, Dottore di ricerca in Storia e informatica
Bibliotecario
- 15 -
Il catalogo dei libri in mostra
- 17 -
Sezione 1: Cavour agricoltore
Si presentano in questa sezione volumi che illustrano e commentano la poliedrica
attività di Cavour in campo agricolo. Com’è noto, lo statista – non digiuno di letture
agronomiche - maturò una vasta conoscenza delle più avanzate tecniche di coltivazione
durante i viaggi in Francia e, soprattutto, in Inghilterra. La gestione della tenuta di
famiglia a Leri, nel vercellese, gli porse l’occasione per porre in pratica quanto aveva letto
e visto, con risultati sovente assai lusinghieri. Cavour diede contributi significativi non
solo alla chimica dei concimi, ma anche all’enologia, alla meccanica e all’irrigazione. Se è
ben conosciuto il suo ruolo nella messa a punto del barolo e nella progettazione
dell’opera di irrigazione che, realizzata dopo la sua morte, prese il nome di Canale
Cavour, meritano un cenno anche altre sue prove in agricoltura. Si ricordano infatti lo
studio del drenaggio, mutuato dall’Inghilterra, che condusse Cavour alla fondazione di
una fabbrica di tubi in argilla utilizzati nelle risaie; i provvedimenti messi in campo per
arginare la diffusione dell’epidemia di “Crittogama” in Piemonte; la realizzazione del
trebbiatoio da riso, commissionato all’ingegner Colli di Novara; l’analisi dei poderi
modello, strutture originarie della cultura agronomica inglese alla cui introduzione in
Italia fu contrario.
Camillo CAVOUR (1810-1861)
Cavour agricoltore. Lettere inedite di
Camillo Cavour a Giacinto Corio precedute
da un saggio di Ezio Visconti.
Firenze, Barbera, 1913.
anche l’esperienza del barone Crud nel
podere modello presso Bologna, che fu causa
di una ingente perdita finanziaria.
Questo epistolario costituisce la fonte
principale per una ricostruzione storica del
profilo di Cavour in veste di imprenditore
agricolo. Giacinto Corio (1796-1870) fu suo
collaboratore e socio nella gestione della
tenuta agricola di Leri, nel vercellese. Le
lettere testimoniano l’apertura di entrambi
nei confronti dell’innovazione in campo
agricolo, accennando alle prove di sementi,
macchinari, rotazioni e concimi.
Camillo CAVOUR (1810-1861)
Sui poderi-modelli.
“Gazzetta della Associazione Agraria”,
Torino, 4 gennaio 1844 Anno II, n. 1, pp.
12-14.
Cavour, che scrisse frequenti contributi sulla
“Gazzetta dell’Associazione Agraria” riguardo
temi di attualità, riprende qui il parere
negativo espresso alcuni mesi prima sui
poderi-modello. A suo giudizio, sono poco
utili stabilimenti fondati astrattamente allo
scopo di funger da modello. Cavour cita
- 18 -
Oreste MATTIROLO (1856-1947)
Il conte Camillo di Cavour e la Reale
Accademia di Agricoltura di Torino.
Torino, E. Schioppo, 1931.
Milano, Unione italiana vini-Tipografia
S.A.M.E., 1979.
Il barolo, prodotto dal vitigno Nebbiolo, deve
la sua qualità all’intervento, attorno al 1840,
dell’enologo francese Louis Oudart, invitato
da Cavour presso le proprie cantine di
Grinzane. La vigna di Cavour esiste ancora
ed è coltivata oggi dall’Istituto Tecnico
Agrario “Umberto I” di Alba. In mostra una
bottiglia del barolo del conte prodotto dalla
cantina Gigi Rosso col nome di “barolo
letterario”, in occasione del Premio Grinzane
Cavour.
L’opera riporta documenti e lettere del Conte,
tra i quali la nomina a socio dell’Accademia
torinese. Ne riassume inoltre l’attività nei
diversi
ambiti
dell’agricoltura,
dalla
introduzione
del
drenaggio
“a
effetto
intermittente” nelle risaie di Leri alla lotta
contro l’invasione parassitaria dei vigneti,
fino alla curiosità nei confronti del Citrus
decumana, un esotico frutto di pompelmo
che aveva ricevuto in dono.
Carlo BARRILIS
Un grande agricoltore: il conte Camillo
Benso di Cavour.
«La Mercanzia», nov-dic. 1961, pp. 10301040.
L’articolo
del
generale
Carlo
Barrilis
comparve sulla rivista edita dalla Camera di
Commercio di Bologna dal 1950 al 1998 e
intitolata in onore del Palazzo della
Mercanzia, edificato tra il 1382 e il 1390,
rimaneggiato negli anni 1888-1890 da
Alfonso Rubbiani.
Il saggio, uscito in
occasione del centenario dell’Unità d’Italia,
ricorda come Cavour sia stato nominato
socio corrispondente estero della Società
agraria di Bologna nel 1858; la nomina fu
però revocata dal Governo centrale.
Giovanni SILENGO
Le lettere del fattore di Cavour da
Grinzane 1847-1852.
Alba, Ordine dei Cavalieri del Tartufo e
dei vini di Alba, 1979.
Giovanni Bosco, agente della tenuta di
Grinzane d’Alba, scrive con stile semplice di
argomenti relativi all’amministrazione e alla
coltivazione dell’azienda agricola di Cavour.
In particolare, sono di notevole interesse i
dati sull’introduzione del guano e del
concime Liebig, esposti nelle lettere in cui
richiede istruzioni per l’utilizzo di tali nuovi
fertilizzanti.
Claudio MARANI
Cavour agricoltore.
«L’Italia agricola», a. 97, n. 8, agosto
1960, pp. 777-787.
Ancora una volta si riepilogano le attività di
Cavour in agricoltura, riconoscendogli il
merito di aver saputo individuare il ruolo che
le tecniche agricole più moderne avrebbero
giocato nell’economia di una nazione.
Dunque non più soltanto l’agronomia e le sue
risorse al servizio degli agricoltori, bensì un
respiro più ampio che guarda al bilancio
Arturo MARESCALCHI (1869-1955)
Giovanni DALMASSO (1886-1976)
Storia della vite e del vino in Italia. Vol.
III.
- 19 -
Ministero
delle
Finanze.
Direzione
generale del Demanio e delle tasse
Il Gran Canale Cavour ed i minori canali
di irrigazione dall'avvento del Governo
fascista 29 ottobre 1922 a tutto l'anno
1927.
Roma, Provveditorato generale dello
Stato, 1928.
intero di uno Stato e all’agricoltura come
produttrice di valore di mercato.
Mario LORIA
Il cavourriano molino da riso del Regio
Parco in Torino.
«Atti della Accademia delle Scienze di
Torino», p. II, Classe di scienze fisiche,
XVC, n. 6, 1961, pp. 928-969.
Fin dal 1852 Cavour si era applicato al
problema di creare una efficace rete di canali
di irrigazioni nel Novarese e in Lomellina. La
soluzione migliore gli parve quella di
riprendere un progetto, rimasto irrealizzato,
di un grande canale che convogliasse le
acque del Po oltre Sesia. Il conte intraprese le
trattative per la concessione dell’opera, che
vide la luce grazie al Ministro Sella. Al canale
e all’intera rete di canali minori venne
attribuito il nome di Cavour. Se ne vede nella
fotografia l’imbocco con il posto di guardia.
Cavour aveva costituito una società con i
francesi Fourrat e Blondel per la lavorazione
del riso prodotto nelle sue tenute di Leri e
Torrone. Lo stabilimento, di cui si conserva il
disegno, era ubicato nel Regio Parco di
Torino e provvedeva alle fasi di: 1)
dissabbiatura, 2) rottura resche, 3) pulitura
dal loglio, 4) scorticatura, 5) sbianchimento,
6) separazione di farina, 7) brillatura.
- 20 -
Sezione 2: La chimica dei fertilizzanti nell’Ottocento.
È Justus Liebig a dominare il panorama della chimica agraria al suo nascere, a metà
Ottocento. Lo scienziato tedesco infatti seppe spiegare i motivi dell’efficacia fertilizzante di
alcune pratiche antichissime, quali lo spargimento sul terreno di letame e altre deiezioni,
riconducendole alla presenza di fosforo, potassio e azoto. Si aprì così la strada alla
produzione del perfosfato d’ossa, ottenuto dalle ossa animali per reazione con l’acido
solforico, poi di altri concimi chimici.
La prima fabbrica di fertilizzanti chimici in Europa sorse in Inghilterra, a Deptford, nel
1843, seguita in Italia nel 1847 dalla Schiapparelli e Rossi, impiantata per iniziativa di
Camillo Cavour. In questa sezione della mostra si espongono volumi di Liebig e di altri
autori che pongono le basi della chimica agraria, accanto a capsule contenenti campioni
dei materiali descritti nei libri.
Justus von LIEBIG (1803-1873)
I principii fondamentali della chimica
agraria in relazione alle ricerche istituite
in Inghilterra. Prima traduzione italiana
eseguita sulla seconda ed. tedesca per
cura di Alfonso Cossa.
Milano, Vallardi, 1856.
basandosi sulle esperienze condotte
Inghilterra applicando i Principii stessi.
in
Emil Theodor von WOLFF (1818-1889)
Manuale pratico per l'uso dei concimi e
degli ingrassi secondo i risultati delle
teorie moderne. Traduzione del prof.
Antonio Selmi.
Milano, Tip. Domenico Salvi, 1872.
Viene qui ribadita la cosiddetta “teoria
minerale” di Liebig della nutrizione vegetale,
che afferma la necessità di restituire ai
terreni le sostanze minerali sottratte dal
raccolto. Corollario di tale teoria sono
cinquanta
proposizioni,
riassumibili
nell’affermazione che la vegetazione delle
piante è in funzione dell’assimilazione di
determinate sostanze, in proporzione alla
massa.
Wolff, docente di chimica agraria a
Hohenheim, espresse riserve sulle teorie di
Liebig riguardanti l’esaurimento dei terreni in
proporzione alle sostanze minerali asportate
con il raccolto, adduncendo esempi dalla
pratica agricola. Antonio Selmi, chimico, è il
fratello del più noto Francesco, docente
all’ateneo bolognese.
Justus von LIEBIG (1803-1873)
La teoria e la pratica della agricoltura.
Prima edizione italiana con note eseguita
sull'originale tedesco per cura di Alfonso
Cossa.
Milano, Vallardi, 1857.
Ermanno CHIAVES
Guida alle concimazioni.
Torino, F. Casanova, 1893.
L’autore, laureato in ingegneria civile,
dichiara un intento divulgativo nell’opera,
che attinge “ugualmente ai risultati delle
osservazioni scientifiche ed a quelli della
pratica diretta di eminenti coltivatori”. Ampio
spazio è riservato ai concimi azotati, che
comprendono i nitrati, i sali ammoniacali, i
resti animali e vegetali e i guani azotati.
Il volume tratta inoltre delle esigenze delle
colture rispetto agli agenti della fertilità.
Nella prefazione l’autore dichiara che
l’operetta è destinata a fornire indicazioni sui
“mezzi
più
opportuni
per
ricavare
ininterrottamente da una data superficie di
terreno la maggior rendita possibile in grano
e in carne”. Intende inoltre ribattere alle
obiezioni di Emil Wolff su quanto asserito nei
Principii fondamentali della chimica agraria,
- 21 -
NUOVO
fertilizzante
antifilossero
e
distruggitore di bruchi. Ricchissimo di
potassa, azoto, acido fosforico.
Vigevano,
Tipografia
nazionale
di
Domenico Morone, [1881].
Il concime ligure-marino è composto da
residui di pesce (tonno) ed è ricco di azoto e
fosfati. Si noti nella prima pagina il motto
“Putrescat ut resurgat”, di origine alchemica,
che ricorre nella
cultura
massonica.
Curiosamente, connotò anche il giornale
satirico
socialista
“Il
cadavere”,
cui
collaborava Filippo Turati.
Contro il diffondersi della filossera, si
propone un fertilizzante che scoraggi l’insetto
fin dalle radici, impedendogli di sbucare dal
terreno. Cospargere il suolo e il ceppo della
vite con un prodotto a base di zolfo
carbonato di potassio è il metodo suggerito in
questo opuscolo, pubblicato in occasione
dell’Esposizione industriale di Milano del
1881.
Angiolo FUNARO
Chimica dei concimi.
Milano, U. Hoepli, 1884.
In questo volume Angiolo Funaro sunteggia
le proprie lezioni presso l’Istituto Agrario
Superiore di Pisa. Nella trattazione del
guano, si sottolinea il ruolo del clima secco e
caldissimo del versante orientale delle Ande:
l’assenza
di
piogge
infatti
favorisce
l’accumulo di enormi ammassi di escrementi
di uccelli che, all’epoca della loro scoperta da
parte di Alexander von Humboldt nel 1804,
raggiungevano i 30 metri di altezza.
Arturo BRUTTINI
I concimi.
Casale Monferrato, Tip. Lit. C. Cassone,
1900.
Autore di altri testi divulgativi, quali il “Libro
dell’agricoltore”
(Hoepli
1923),
Bruttini
dichiara
un intento pratico: si rivolge
all’agricoltore con un libro “di piccola mole e
limitato svolgimento scientifico”. L’opera
passa in rassegna i vari tipi di concimi:
vegetali, animali, misti, minerali e chimici.
Giovanni Antonio GIOBERT (1761-1834)
Del sovescio e nuovo sistema di cultura
fertilizzante senza dispendio di concio.
Seconda edizione.
Milano, presso Giovanni Silvestri agli
Scalini del Duomo, 1819.
SOCIETÀ PEL CONCIME LIGUREMARINO
La Società pel concime ligure-marino
premiata con diplomi di primo grado
all'Esposizione campionaria in Torino nel
1871 […] agli agricoltori ed olivo-cultori.
Genova, Tipografia di Gaetano Schenone,
1872.
L’opera rientra in una querelle tra Giobert,
docente di chimica e socio dell'Accademia
reale di Torino, e Carlo Verri, senatore del
Regno d’Italia.
Il sovescio consiste nell’interramento di una
coltura erbacea, con funzione fertilizzante;
nonostante le obiezioni del Verri, la pratica
riscosse all’epoca grande diffusione.
- 22 -
Antonio SELMI
Dei concimi di stalla. Loro produzione, loro
conservazione e metodi per amministrarli
ai campi. Lezioni di chimica agronomica,
Torino, Unione tipografico-editrice, 1863.
Paul WAGNER (1843-1930)
Risposte ad alcune importanti questioni
riguardanti la concimazione in base alle
recenti indagini sperimentali; versione dal
tedesco del dott. Jacopo Ravà.
Casale, Tipografia e
litografia C.
Cassone, 1896-1905.
Il libretto è rivolto agli agricoltori e focalizza
l’attenzione sui modi di conservazione dei
concimi, al riparo dal calore esterno e dalle
acque piovane. Si noti che, nel capitolo sulla
somministrazione dei concimi ai terreni,
l’autore consiglia il carretto a due ruote “alla
lombarda”, per i cerchi di ferro assai larghi
che non incidono solchi nei terreni (si veda
l’illustrazione in apertura delle schede del
presente catalogo).
Si tratta di una serie di opuscoli che
espongono i più recenti risultati della
chimica dei fertilizzanti in forma “concisa e
popolare”, come promette l’autore. Il primo
riguarda la concimazione fosfatica, con una
descrizione dell’impiego delle scorie Thomas.
Queste ultime sono il prodotto di scarto ad
alto contenuto fosforico del processo
Thomas, messo a punto in Belgio nel 1879
per la produzione di acciaio. L’illustrazione a
pagina intera confronta i risultati di diverse
concimazioni della barbabietola da foraggio.
Georges VILLE (1824-1897)
Letame, bestiame e concimi chimici. Nuovi
trattenimenti agrari pronunziati al campo
sperimentale di Vincennes 1874-75,
Torino, Unione tipografico-editrice, 1876.
In questo libro Ville sostiene l’opportunità di
utilizzare concimi artificiali, senza per questo
contrastare l’impiego tradizionale dei letami.
L’autore sottolinea poi come la scelta del
prodotto fertilizzante debba basarsi su
un’attenta analisi del costo e della resa che
ne deriva.
Paul WAGNER (1843-1930)
Friedrich HOLDEFLEISS (1846-1919)
L'impiego
appropriato
dei
concimi
artificiali. Traduzione del dott. Angelo
Monti.
Reggio Emilia, Primo Borghi - Torino, F.
Casanova, 1896 [il volume contiene
anche Il trattamento dello stallatico di
Holdefleiss]
I testi dei due autori tedeschi sono stati
tradotti in italiano per la lettura da parte di
un pubblico di agricoltori.
Entrambe le
memorie
intendono
rendere
edotti
i
coltivatori sull’utilizzo dei concimi artificiali
mescolati allo stallatico, al fine di conservare
l’azoto altrimenti destinato a disperdersi
nell’atmosfera.
- 23 -
- 24 -
Sezione 3: Il Novecento
Nel Novecento continuano ad affermarsi le Scuole Superiori di Agraria, convertite ben
presto in Facoltà. La richiesta di pubblicazioni sia di tenore divulgativo che di ambito
universitario porta alla fioritura dell’editoria del settore, presso case specializzate a livello
nazionale quali il REDA (Ramo editoriale degli agricoltori), o comunque ben note a Bologna
per la loro attività, quali le tipografie Garagnani, Cuppini e Compositori.
I volumi sono rivolti a un pubblico di agricoltori o di studenti, scritti in un linguaggio piano e
contenuti nel prezzo; tuttavia si nota un investimento nell’apparato illustrativo per meglio
spiegare le tecniche e le macchine descritte nel testo.
Riccardo DE POLO
Le concimazioni potassiche in terreni
ricchi di potassa.
Bologna,
Società
Tipografica
già
Compositori, 1904.
Cesare FORTI
I concimi e le concimazioni, in Nuova
Enciclopedia Agraria Italiana. Vol. 3. Il
Terreno. Torino, Utet, 1903.
Forti, che diresse la Cattedra ambulante di
agricoltura di Como, è autore di questa
ampia trattazione sui concimi organici e
inorganici, nonché sulle relative tecniche di
utilizzo. Il volume è riccamente illustrato da
disegni, che raffigurano macchinari per la
lavorazione delle materie prime atte alla
produzione e al trasporto dei concimi
industriali.
Il volume sottolinea l’importanza dei concimi
potassici, sia al fine di aumentare il raccolto
che di incrementare le sostanze zuccherine
nella frutta. Un ulteriore beneficio derivante
dall’utilizzo di sostanze potassiche è la
maggior resistenza delle coltivazioni al gelo.
Ottavio SCRITTORE
L' impiego dei concimi chimici in
selvicoltura, Bologna, Tip. Garagnani,
1910 [estratto dalla Rivista forestale
italiana «L'Alpe», nn. 3-4-5, anno 1910,
(a cura dell'Ufficio di incoraggiamento
per esperienze di concimazione).
L’opuscolo
sottolinea
l’importanza
in
selvicoltura delle qualità fisiche del suolo e
afferma che, nei primi anni del ‘900, non è
molto diffusa la pratica della concimazione,
ritenuta economicamente non vantaggiosa.
Invece, continua l’autore, anche il bosco, se
non avesse altre fonti di sostanze nutritive,
in breve tempo vedrebbe esaurirsi la fertilità
del terreno, come accade anche per i campi.
Luigi ZERBINI
L'unghia e corna torrefatte e la rizza nella
concimazione dei terreni.
Bologna, Tip. A. Garagnani, 1910.
L’autore,
Bologna,
- 25 -
socio della
sottolinea
Società agraria di
l’importanza
nel
bolognese dei concimi organici azotati, detti
“letami da stadera” perché venduti a peso.
Tra questi la rizza, raschiatura di corna e
unghie ottenuta con apposite macchine. Nel
1910 c’erano nel comune di Bologna tre
fabbriche di corna e unghie torrefatte.
Ritorna il nome del tedesco Paul Wagner in
questo opuscolo dal taglio estremamente
divulgativo. Gli argomenti sono presentati
sotto forma di quesiti, cui segue la relativa
risposta.
Ad esempio l’autore
chiede
“Potrebbe in certi casi attribuirsi l’azione
meno efficace dell’azoto ammoniacale alla
nitrificazione troppo lenta dell’azoto stesso?”.
La risposta consiste nei risultati di alcune
esperienze condotte da Wagner, pronto però
ad ammettere di aver forse preso in
considerazione un numero troppo ristretto di
casi per poterne trarre una conclusione
definitiva.
Venanzio MANVILLI
L’azoto in agricoltura.
Roma, Ramo editoriale degli agricoltori,
1936.
Manvilli, nato a Reggio Emilia e autore di
numerosi trattati di agronomia – dalle
tematiche estimative alla concimazione - si
occupa in questo volume dei concimi azotati.
Ritenuti fondamentali soprattutto per la
cerealicoltura, i più noti all’epoca erano la
calciocianamide, il fosfato biammonico e il
nitrophoska. L’illustrazione presenta, in
ordine di importanza, gli elementi necessari
alla crescita delle colture.
CONCORSO a premi per la concimazione
igienica e razionale degli ortaggi bandito
dalla Società agraria di Bologna
nel
Luglio 1910. Relazione letta alla Società
Agraria della Provincia di Bologna da
Luigi Zerbini.
Bologna, Tip. Paolo Cuppini, 1912.
Il concorso si prefisse lo scopo di premiare le
aziende orticole che avessero bandito l’uso
del pozzo nero, preferendo i concimi chimici.
L’impiego del “cessino” infatti predispone le
piante alle malattie crittogamiche, oltre a
rendere più difficile la conservazione degli
ortaggi. Si noti l’affermazione, nel caso della
fragola, che la concimazione chimica
preserva
la
pianta
dalla
Phyllosticta
fragaricola, detta volgarmente brusone.
Paul WAGNER (1843-1930)
Azoto ammoniacale e azoto nitrico nella
concimazione. Versione dal tedesco del
prof. Jacopo Ravà.
Piacenza, Stab. Tip. Piacentino, 1913.
- 26 -
“CONCIMI E CONCIMAZIONI”
Rivista mensile del Comitato Nazionale
per l'Incremento delle Concimazioni,
anno V, fascicolo 6, giugno 1940.
La rivista reca in copertina il motto
mussoliniano “Bisogna dare la massima
fecondità
ad
ogni
zolla
di
terra”,
espressamente previsto per le case rurali.
Fondata nel 1936, cessò nel 1943 per gli
eventi bellici, per poi riprendere la
pubblicazione nel 1957 a cura del Comitato
Nazionale
dei
Fertilizzanti
e
delle
Concimazioni.
Ferruccio RAGAZZONI
I concimi nel commercio e nella pratica
agricola.
Piacenza,
Federazione
italiana
dei
Consorzi agrari, 1931.
Un agile volumetto di Ragazzoni, direttore del
Consorzio agrario di Bologna, funge da
prontuario per gli agricoltori. L’illustrazione
sintetizza il capitolo sull’acquisto dei concimi,
in cui l’autore raccomanda l’attenzione al
titolo, che indica il valore concimante di un
fertilizzante e ne determina il prezzo.
Mario ZUCCHINI (1896-1976)
La concimazione nell’Emilia.
Roma, Grafiche IFAP, 1941
L’opuscolo fa parte delle Pubblicazioni di
Propaganda della collana “I quaderni della
calciocianamide”. Destinato agli agricoltori
emiliani, definiti “fra i più progrediti d’Italia”,
passa in rassegna le principali colture
dell’Emilia
e
indica
le
formule
di
- 27 -
concimazione più adatte. La calciocianamide,
scoperta agli inizi del ‘900, permette l’utilizzo
dell’azoto libero nell’atmosfera, fissandolo in
un fertilizzante che immetteva nel terreno
anche calcio in forma attiva.
Henri VIGNERON
L’industrie chimique des engrais.
Paris, Masson, 1940
Il volume raccoglie le conferenze tenute al
Conservatoire Nationale des Arts et Metiers
nel 1939. Vi si afferma, tra l’altro, che
l’industria chimica dei fertilizzanti risulta
assai utile, in caso di guerra, perché la
produzione di acido solforico e nitrico può
essere facilmente convertita ad uso della
fabbricazione di ordigni.
Andrea FERRARESE (a cura di)
Agricoltori per l’Agricoltura. La Fabbrica
Cooperativa Perfosfati Cerea (1908-2008).
Bonavicina, Grafiche Stella, 2008.
Il percorso bibliografico nella storia dei
fertilizzanti si chiude con il volume del
centenario di una tra le prime fabbriche di
concimi chimici in Italia. Sorta nel veronese e
rivolta, quindi, a un territorio di recente
bonifica e di spiccata vocazione agricola, la
Cerea produceva fertilizzanti fosfatici in uno
stabilimento all’avanguardia, per i tempi. La
struttura dell’edificio, infatti, scandiva e
razionalizzava le varie fasi del processo
produttivo mediante strutture separate e
contigue. L’immagine documenta l’interno
dell’impianto per la produzione dell’acido
solforico a fine anni ’30.
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Gaetano JERNA, Cavour, mercante e produttore di concimi artificiali.
«L'Italia agricola», a. 85, n. 12, dicembre 1948.
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