le iniziative dei musei associati ad amaci per la sesta

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le iniziative dei musei associati ad amaci per la sesta
LE INIZIATIVE DEI MUSEI ASSOCIATI AD AMACI
PER LA SESTA GIORNATA DEL CONTEMPORANEO
CASTELLO DI RIVOLI MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA
Piazza Mafalda di Savoia – Rivoli (TO), Tel. 011 9565222; Fax 011 9565230
[email protected]; www.castellodirivoli.org
TUTTO È CONNESSO
8 giugno 2010 – 9 gennaio 2011
tutto è connesso, la rassegna che si tiene al primo e secondo piano del Castello di Rivoli, è stata ideata in modo da
costituire un percorso espositivo ragionato basato sulle opere della collezione permanente e divenirne il nuovo
allestimento. A questo scopo, nel progetto curatoriale sono stati coinvolti direttamente artisti che, partendo dai lavori
in collezione, hanno riallestito le loro opere integrandole e suggerendone accostamenti inediti.
Il Castello di Rivoli è conosciuto a livello internazionale sia per la propria attività espositiva, sia per la collezione
permanente allestita in sale storiche e di alta valenza architettonica. In questo singolare contesto, uno dei pochi al
mondo, la creatività contemporanea viene ancor più esaltata attraverso il dialogo e il contrapporsi tra le opere e gli
spazi storici.
Nel corso degli anni la collezione si è arricchita di opere e grandi installazioni: alcune sale che hanno segnato la
storia del museo come quelle di Richard Long e di Sol LeWitt, in occasione della mostra, diventeranno protagoniste
di ulteriori sviluppi. A distanza di una trentina d’anni, verrà presentata in un nuovo allestimento l’installazione di
Nicola De Maria realizzata nel 1985 in occasione della personale curata da Rudi Fuchs.
tutto è connesso presenta altresì recenti acquisizioni, molte delle quali esposte per la prima volta, sia di affermati
maestri sia di artisti appartenenti alle nuove generazioni, offrendo al visitatore un percorso attraverso le più
significative ricerche artistiche dell’ultimo decennio. Tra gli artisti segnaliamo Giovanni Anselmo, Tacita Dean,
Hamish Fulton, Mona Hatoum, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Simon Starling. Il pubblico
avrà modo di vedere per la prima volta al Museo i lavori ENTRY DENIED (A Concert in Jerusalem), 2003 di Emily
Jacir, The Nature of The Beast, 2009 di Goshka Macuga e The Internationale, 1999 di Susan Philipsz, acquisiti
recentemente grazie al contributo della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.
EXHIBITION, EXHIBITION / MOSTRA, MOSTRA
21 settembre 2010 – 9 gennaio 2011
Attraverso l’uso di un formato espositivo inedito, la mostra Exhibition, Exhibition (Mostra, mostra), specificatamente
concepita per gli spazi della Manica Lunga, intende esaminare e riflettere sulla percezione e sull’esperienza del
guardare l’arte e le mostre. Il percorso espositivo presenta lavori, dagli anni Sessanta ai giorni nostri, di circa
cinquanta artisti internazionali emergenti ed affermati, tra i quali Ryan Gander, Nina Beier, Tris Vonna-Michell, Dan
Rees, Mario Garcia Torres, Jason Dodge, Andreas Slominski, Francis Alÿs, Roni Horn e Michael Elmgreen & Ingar
Dragset.
Le opere, caratterizzate dal concetto del “doppio” e della simmetria, prodotte in coppia o in serie, o realizzate in
diverse versioni, guideranno lo spettatore nell’elaborazione di un nuovo modo di interpretare l’arte e visitare le
mostre.
Saranno esposti dipinti, video, opere sonore, sculture, installazioni e lavori basati sull’azione performativa. Verranno
inoltre presentate opere appositamente realizzate per l’occasione.
Nell’ambito della mostra saranno organizzati una serie di incontri finalizzati ad investigare ed approfondire i concetti
base della rassegna quali il doppio e la simmetria, la copia e l’originale, la percezione e l’interpretazione nell’arte
contemporanea.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
CENTRO ARTI VISIVE PESCHERIA
Corso XI Settembre,184 - Pesaro, Tel. 0721 387651; Fax 0721 387652
[email protected]; www.centroartivisivepescheria.it
INCIDENTI ONIRICI CLAUDIO CINTOLI - MOSTRA PERSONALE
9 ottobre – 21 novembre 2010
Il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro inaugura il 9 ottobre 2010, in occasione della Giornata del Contemporaneo,
Incidenti Onirici, la prima retrospettiva dedicata all’artista di origine marchigiana Claudio Cintoli (Imola 1935-Roma
1977) da un’istituzione museale italiana, dopo 75 anni dalla nascita, per documentare i differenti aspetti dell’eclettica
personalità dell’artista, dalla pittura alla scultura, dalle installazioni alle performance. Curata da Ludovico Pratesi e
Daniela Ferraria, la rassegna riunisce una trentina di opere rappresentative della ricerca di Cintoli, provenienti dagli
eredi dell’artista Giancarlo e Vittorio Cintoli, Eleonora Manzolini Cintoli e da alcuni importanti collezionisti privati come
Luciano Lanfranchi e Adolfo Guzzini.
Si comincia dai dipinti informali dei primi anni Sessanta per arrivare agli affreschi di matrice pop fino alle tele
iperrealiste degli ultimi anni, che raffigurano soggetti legati ai temi ricorrenti nell’arte di una personalità ossessionata
dall’ambiguità tra vita e morte, libertà e costrizione, corpo ed anima. Si passa poi alle sculture, come i Nodi e i Pesi
Morti, realizzate con materiali poveri e legate alle azioni performative di Cintoli, come Annodare (Roma, Galleria
L’Attico, 1969) o Crisalide (Roma, Incontri Internazionali d’Arte, 1972), documentate da video accompagnate da una
serie di immagini d’epoca, scattate dal fotografo Pino Abbrescia. La mostra si conclude con alcune opere
particolarmente rappresentative degli ultimi anni di lavoro dell’artista, tra le quali spicca Aceldama/Campo di Sangue
(1975), una sorta di Via Crucis pagana esposta in pubblico l’ultima volta nel 1977, pochi mesi prima dell’improvvisa
scomparsa dell’artista. “Si tratta di una sorta di discesa agli inferi di un artista complesso, che oggi possiamo
analizzare grazie ad un punto di vista libero ed aperto a cogliere le novità di un pensiero frammentato ma
incandescente, nella sua dimensione onirica ed estrema” scrive Ludovico Pratesi.
La mostra è accompagnata da un catalogo, pubblicato da Silvana Editoriale, con i testi dei curatori Ludovico Pratesi
e Daniela Ferraria, accompagnate da alcune testimonianze di personalità vicine all’artista, come Pino Abbrescia,
Rosanna Barbiellini Amidei, Alberto Boatto, Luciano Lanfranchi, Graziella Lonardi e Lorenza Trucchi, e da una
biografia dell’artista di Giulia Polizzotti.
Claudio Cintoli - Note biografiche
Originario di Recanati, Claudio Cintoli nasce ad Imola nel 1935. Nipote del pittore di soggetti religiosi Biagio Biagetti,
fin da giovanissimo si rivela portato per il disegno. Dopo un primo periodo figurativo ed informale, Cintoli realizza
collage ed affreschi di matrice pop,prima di trasferirsi negli Stati Uniti, dove rimane dal 1965 al ’68. Tornato in Italia,
realizza alcune sculture con materiali poveri, legate ad alcune performance, come Annodare (Galleria l’Attico, 1969)
e Crisalide (Incontri Internazionali d’Arte, 1972) in accordo con le ricerche di importanti body artisti internazionali
come Vito Acconci e Marina Abramovic. Negli ultimi anni Cintoli torna ad una pittura di matrice iperrealista, e
realizza Aceldama/Campo di Sangue (1975). Cintoli muore nel 1978 a Roma. Nel 1978 La Biennale di Venezia lo
ricorda con un omaggio, seguita da una antologica curata da Giorgio Cortenova alla Galleria Comunale d’Arte
Moderna di Verona nel 1984 e da una retrospettiva curata da Mariano Apa a Loreto nel 1988.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI
Viale della Repubblica, 277 - Prato, Tel. 0574 5317; Fax 0574 531901
[email protected]; www.centropecci.it
THOM PUCKEY | JAN VAN DER PLOEG
THE PRATO PROJECT
30 MAGGIO 2010 – 9 GENNAIO 2011
Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato ha inaugurato sabato 29 maggio 2010 la mostra THE PRATO
PROJECT, una doppia personale congiunta degli artisti Thom Puckey e Jan van der Ploeg.
L’esposizione, promossa da Regione Toscana e Comune di Prato in collaborazione con l’Ambasciata del Regno dei
Paesi Bassi in Italia, con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e il sostegno di ASM spa,
CariPrato, Gruppo Consiag, Unione Industriale Pratese, resterà aperta nello Spazio progetti al piano terra del museo
pratese fino al 9 gennaio 2011.
I due artisti, entrambi attivi ad Amsterdam, sono stati invitati a realizzare un progetto comune negli spazi espositivi al
piano terra del Centro Pecci, che va a riallacciarsi idealmente a quello già sperimentato presso l'Aschenbach and
Hofland Galleries di Amsterdam nel maggio-giugno 2008.
THE PRATO PROJECT combina una serie di nuove sculture in marmo di Puckey e i monumentali wall-painting di
Van der Ploeg, che si sviluppano su una superficie murale di oltre 50 metri di lunghezza. La sfida insita in questa
collaborazione è quella di mettere in dialogo l'astrazione cromatica dei motivi pittorici bidimensionali con il realismo
dai contenuti anticonvenzionali delle figure scolpite, la monumentalità della pittura ambientale con l'eleganza
sensuale della statuaria in marmo.
In occasione della mostra al Centro Pecci, i due artisti hanno voluto compiere un ulteriore passo avanti nel tentativo
di colmare il divario spaziale che caratterizza le loro opere: i piedistalli che sorreggono le sculture di Puckey sono
stati disegnati da Jan van der Ploeg e rappresentano, nelle forme e nei colori, un prolungamento naturale dei wallpainting. Estendendo le forme geometriche dipinte ai piedistalli, il progetto coniuga la forte tensione trattenuta nelle
sculture alla fluttuante dinamicità spaziale suggerita dalla pittura.
In occasione della mostra THE PRATO PROJECT è stato pubblicato un catalogo edito dal Centro per l'arte
contemporanea Luigi Pecci di Prato con contributo critico originale di Marco Senaldi.
Gli artisti
Thom Puckey (Bexley Heath, GB 1948; vive ad Amsterdam dal 1978) vanta una lunga frequentazione dell'Italia e in
particolare della Toscana, dove lavora tuttora alla realizzazione delle sue sculture. Nel 2005 ha esposto le sue opere
in Val di Bisenzio (Prato) in occasione della prima edizione della rassegna Territoria, di cui è stato anche il curatore.
Una sua nuova opera è stata recentemente acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato e sarà
presentata nella mostra al Centro Pecci.
Jan van der Ploeg (Amsterdam, 1959) ha al suo attivo numerose mostre personali in Europa, Stati Uniti, Australia e
Nuova Zelanda. È invece alla sua prima mostra personale in Italia, dove ha partecipato a rassegne collettive nel
2006 a Trento e nel 2008 a Topolò (Udine). La presentazione dei suoi wall-painting al Centro Pecci fa idealmente
seguito agli interventi nello stesso museo di Prato di due maestri della pittura murale come Sol LeWitt e David
Tremlett.
MICHAEL LIN. THE COLOUR IS BRIGHT THE BEAUTY IS GENEROUS
A CURA DI MARCO BAZZINI E FELIX SCHÖBER
16 ottobre 2010 – 13 febbraio 2011
9 ottobre 2010, ore 18.00 – L’artista incontra il pubblico
In occasione della prima retrospettiva europea che sarà inaugurata al Centro Pecci il 16 ottobre, l’artista taiwanese
incontra il pubblico per parlare della sua pittura, che ha trovato uno sviluppo nell’ornamento e nella relazione con
l’architettura, dei suoi motivi floreali che si declinano sui muri, sul pavimento e su alcuni arredi per creare installazioni
in cui il visitatore è chiamato a partecipare attivamente e inoltre sul progetto speciale con i tessuti di Prato che sarà in
mostra al Museo Pecci.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
Michael Lin (1964) ha lasciato Taiwan molto giovane per recarsi negli Stati Uniti dove ha studiato design in
California. Al suo ritorno nell’isola nel 1993 comincia a utilizzare i tessuti stampati di tradizione giapponese e
taiwanese facendone la base del suo lavoro con i motivi floreali. È la risposta spiega alla crisi di identità che ha
attraversato al suo ritorno: “Giusto al mio rientro a Taiwan ho provato a definire la mia identità in una cultura che mi
sembrava allo stesso tempo straniera e familiare.”
Il lavoro di Michael Lin riflette alla stesso tempo il clima socio-culturale degli anni Ottanta e Novanta in un paese alla
ricerca del propria identità: “La situazione politica era in piena evoluzione e la questione generale della storia
dell’isola al centro dei dibattiti con una punta di nostalgia.
I tessuti stampati rappresentano una tradizione che va scomparendo. Ho voluto preservare, attraverso questi, certi
valori estetici che mi sembra degni del nostro essere.”
L’inserimento di elementi ornamentali nella sua pittura sono, sul piano artistico, una reazione alla vena americana del
neo-concettualismo e del neo-minimalismo.
La pittura di Michael Lin ha trovato il suo sviluppo nell’ornamento e nella relazione all’architettura. I suoi motivi giganti
utilizzano lo spazio del luogo per declinarsi sui muri, il pavimento, e i mobili (nel 2006 ha collaborato con Moroso) per
creare delle installazioni funzionali che invitano il visitatore a partecipare attivamente.
Qualificando il suo lavoro come “banale”, Michael Lin spiega che induce il visitatore a una partecipazione: si tratta
alla stesso tempo di una pittura da contemplare e da utilizzare: “Quando si guarda un quadro si è concentrati
attraverso la vista ma in seguito si stabilisce una relazione più fisica con le mie opere. Questa è maggiore tra voi e
un mobile che tra voi e la pittura”.
In occasione della mostra al Centro Pecci sarà chiesto all’artista di produrre alcune opere con i tessuti della
tradizione della città tessile toscana.
Michael Lin ha esposto, tra le altre, nelle biennali di Taipei (2000), Istanbul (2001), Venezia (2001), Liverpool (2002),
al PS1 di New York e al Palais de Tokyo di Parigi.
Orario della mostra: 10-19, feriali e festivi, chiusa il martedì
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
CeSAC – CENTRO SPERIMENTALE PER LE ARTI CONTEMPORANEE
Il Filatoio di Caraglio – Via Matteotti, 40 – Caraglio (CN), Tel. 0171 618260; Fax 0171 610735
[email protected]; www.marcovaldo.it
FARE MUSEO - LA NUOVA PROGRAMMAZIONE DEL CESAC A CURA DI A.TITOLO
9 ottobre – 12 dicembre 2010
Solo ciò che accade / Cesare Viel
Sans gravité / Olivier Grossetête
project room di Andras Calamandrei, Irina Novarese, Alessandro Quaranta
Poetic Justice / Tania Bruguera - installazione (fino al 10 ottobre)
Perruques Architecture / Meshac Gaba - installazione (fino al 10 ottobre)
Sabato 9 ottobre 2010, il CeSAC, Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee dell’Associazione Culturale
Marcovaldo presenta al Filatoio di Caraglio gli indirizzi progettuali della nuova programmazione sotto la direzione
artistica del collettivo di curatrici a.titolo. In occasione della sesta Giornata del Contemporaneo, il grande evento
dedicato all’arte e al suo pubblico da AMACI, l’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani cui il CeSAC
appartiene e che riunisce 26 tra le più importanti istituzioni museali del nostro paese (www.amaci.org), Fare Museo
propone opere, progetti, installazioni, ideate o riconcepite per i suoi spazi o realizzate a partire da workshop che
affrontano, secondo prospettive e declinazioni diverse, temi come il lavoro, l’identità, la memoria, il paesaggio,
espressioni del genius loci del Filatoio, la più antica “fabbrica da seta” d’Europa, e del territorio in cui sorge.
Fare Museo, piuttosto che “essere nel museo”, allude alla messa a punto di strumenti di intervento dentro e fuori lo
spazio espositivo, in grado di fare dialogare gli attori locali e le questioni che maggiormente li riguardano con i
linguaggi e i temi della cultura e della ricerca artistica contemporanea, anche sulla base di un’accezione estensiva di
patrimonio quale portato, materiale e immateriale, di un luogo e di un territorio intorno al quale pensare e costruire un
prodotto culturale.
Fare Museo comprende due mostre, di Cesare Viel e di Olivier Grossetête, e tre project room, di Andras
Calamandrei (You don’t have to be sure), Irina Novarese (Il terzo soggetto), Alessandro Quaranta (Con la coda
dell’occhio), che indagano le relazioni tra identità, memoria e “località, individuale e collettivo, il sé e l’altro,
introducendo una serie di progetti che a.titolo svilupperà nel tempo, attraverso la creazione di un archivio in progress
e di un tavolo per la committenza di una mostra, il dialogo con il Museo della Seta che ha sede nel Filatoio e la
produzione di opere e interventi nel territorio circostante. Intorno a quest’ultimo indirizzo nasce ad esempio il progetto
video di Alessandro Quaranta, realizzato in Valle Stura durante l’estate 2010 in una porzione di paesaggio “messa in
visione” tramite un’azione collettiva.
L’architettura del Filatoio è nata come luogo di lavoro intorno alla presenza, ora invisibile, di circa duecento donne e
dell’acqua che azionava le macchine. Il progetto context-specific commissionato a Cesare Viel, artista italiano tra i
più noti e rilevanti della sua generazione, nasce da queste premesse e si sviluppa a partire dall’intervento sonoro
Echi di rumori scomparsi, installato nella Sala delle Colonne, dove al suolo e sulle volte sono rinvenibili i segni delle
caldaie e degli sfiatatoi per l’acqua calda usata per la lavorazione dei bachi da seta.
La ricerca di Cesare Viel parte dal lavoro sul proprio corpo e sulla propria voce per interrogare la nozione di
soggettività e di relazione con l’altro: “Fin dai miei primi lavori” scrive l’artista, “mi sono accorto che ero trascinato
dalla parola. (…) Dalla parola scritta alla parola detta – la grana della voce – il gioco di rimandi è infinito. Quando
faccio un lavoro di parola non so mai che cosa nasca prima, se l’oralità o la traccia scritta del pensiero”. Nel lavoro di
Viel la parola “si manifesta in molte forme: scritta, vista, pronunciata, cantata, pensata, rimossa, ascoltata, letta,
agìta. È subito presa in un’interminabile relazione plurale, singolare, privata e pubblica.”
Nello spazio vuoto cadenzato dalle colonne, le parole scritte e pronunciate dall’artista tessono una trama corale dove
i gesti del passato, ripetuti, quotidiani, pubblici, danno forma e ritmo al pensiero di chi parla e di chi ascolta. Ancora
parole e pensiero, sostanziati nella trama di un tappeto e di un disegno di grandi dimensioni realizzati per
l’occasione, completano la mostra Solo ciò che accade, aprendo a ulteriori e differenti letture la questione
dell’identità e del lavoro già affrontata, in un’ottica postcoloniale, con le installazioni Poetic Justice di Tania Bruguera
e Perruques-architecture di Meschac Gaba, allestite al Filatoio dal 27 giugno in collaborazione con la Collezione La
Gaia di Busca e la Galleria Continua, San Gimignano / Bejing / Le Moulin (nell’ambito dell’iniziativa Giorno per
Giorno) e ancora visibili nel corso della Giornata del Contemporaneo.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
Sans gravité è la prima mostra in Italia di Olivier Grossetête, un artista emergente nel panorama della ricerca
francese che ha già operato nel territorio piemontese come vincitore di una borsa di ricerca e produzione artistica
sostenuta dalle regioni Piemonte e Rhône-Alpes. Noto in particolare per le sue architetture monumentali di scatole di
cartone realizzate in luoghi pubblici con la collaborazione di gruppi di cittadini, lavora prevalentemente con la scultura
e il video nell’ambito di un’indagine intorno allo spazio dell’architettura e alla nozione di mobilità. Grossetête gioca
con i materiali, cambia le cornici di riferimento e la fisica delle cose, al punto che diviene possibile tenere tra le mani
la luna, navigare in una barchetta di carta o far volare ponti in cielo.
La mostra, realizzata in collaborazione con il FRAC PACA di Marsiglia, presenta installazioni e videoinstallazioni,
alcune delle quali inedite. In occasione della Giornata del Contemporaneo, nella mattinata l’artista erigerà nel cortile
del Filatoio un’architettura in cartone con l’aiuto dei presenti e di gruppi di persone - ragazzi e adulti coinvolti in
ambito locale - con i quali l’artista avrà effettuato, nella settimana precedente, uno specifico atelier. La costruzione
collettiva di un edificio è intesa simbolicamente quale momento “fondativo” del nuovo corso del CeSAC, in virtù della
sua capacità di condensare, intorno a un gesto artistico e a un gioco collettivo, l’immagine di una comunità che
coopera all’edificazione, per quanto fragile e temporanea, di uno spazio culturale condiviso.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
FONDAZIONE GALLERIA CIVICA –
CENTRO DI RICERCA SULLA CONTEMPORANEITÀ DI TRENTO
Galleria Civica – Via Cavour, 19 – Trento, Tel. 0461 985511; Fax 0461 237033
[email protected]; www.fondazionegalleriacivica.tn.it
Gustav Metzger: Decenni 1959-2009
Ottobre 2010 – Gennaio 2011
Presso la Fondazione Galleria Civica di Trento, in collaborazione con la Serpentine Gallery di Londra e il Musée
Departemental d’Art Contemporain de Rochechouart, viene ospitata la più grande mostra personale mai realizzata (e
la prima in un’istituzione pubblica italiana) dedicata ai cinquant’anni di attività di Gustav Metzger (Norimberga,
Germania, 1926, vive e lavora a Londra). I temi della globalizzazione, dell’ecologia, associata al progresso
tecnologico e scientifico e alle dinamiche dei flussi economici, del rapporto fra dimensione individuale e dimensione
sociale nella definizione della storia contemporanea, hanno reso Gustav Metzger uno degli artisti più importanti e
premonitori del secolo appena trascorso, che ha influenzato numerose generazioni di artisti successivi,
dall’Azionismo Viennese, l’Arte Cinetica, Fluxus fino a molti artisti delle ultime generazioni, interessati all’ambiente e
alle sue mutazioni, in un dialogo serrato e coerente fra arte e società contemporanea. Nato da genitori polacchi
ebrei, durante gli anni ’40 Metzger si dedica alla pittura e altre discipline artistiche e, dalla fine degli anni ’50, realizza
opere in cui utilizza materiali d’uso quotidiano come cartone, pagine di quotidiani, sacchi in polietilene e ritagli di
tessuto. E’ intorno alla fine degli anni ’50 che Metzger inizia del resto a tematizzare il potenziale (auto)distruttivo del
Novecento: nel 1959 scrive il primo, storico Manifesto dell’Arte Distruttiva, che teorizzava l’arte autodistruttiva come
forma d’arte per le società industriali. Nelle opere auto-distruttive e auto-creative, che inizia a realizzare subito dopo,
il tempo stesso diventa un mezzo che concorre alla realizzazione/distruzione dell’opera, come in South Bank
Demonstration del 1961, dove l’artista distrugge, lentamente, tre larghe “tele” in nylon spruzzandovi sopra dell’acido.
Un nucleo di opere, selezionate dall’artista per gli spazi della Fondazione, ripercorrerà le tappe salienti della ricerca
dell’artista. La mostra includerà le opere principali dell’artista, dagli anni ’60 ai lavori più recenti (Liquid Crystal
Environment, 1998-99 e la famosa serie Historic Photographs), attraverso i quali l’artista ha approfondito la sua
analisi sui meccanismi che presiedono il funzionamento della memoria e della comunicazione dei grandi eventi
collettivi e massmediali del nostro tempo. In occasione della mostra sarà disponibile un esaustivo catalogo
monografico bilingue (Italiano/Inglese), corredato da testi critici e immagini a colori di tutte le principali opere esposte.
In occasione della mostra verranno organizzate visite guidate, laboratori e attività di mediazione didattica per tutte le
fasce di pubblico, dall’utenza scolare a quella aziendale e turistica. Le attività proposte si sviluppano a partire dal
rapporto tra la memoria, le immagini e gli oggetti: argomenti che vengono coinvolti costantemente nelle opere di
un’artista come Gustav Metzger. La memoria può essere pubblica (“storia”), oppure avere una dimensione privata
(“ricordo”). Questi due aspetti entrano in contatto e si mescolano tra loro dando origine a identità collettive e
individuali che alimentano consapevolezza e meraviglia, immaginari e aspettative. Il passato è anche il flusso che si
stratifica e decompone nel racconto presente dei media, congelati in istantanee o dispersi nel transito veloce e
indistinto sugli schermi televisivi. Un immaginario articolato che si apre sulla storia per tradurla in riflessione privata e
paesaggio interiore, per poi rivolgersi nuovamente all’esterno per offrirci la possibilità di fare esperienza delle cose,
stabilire relazioni, articolare quei processi cognitivi che vengono attivati dalla percezione, entrare in contatto con
alcuni tra i più raffinati fenomeni artistici contemporanei, i loro saperi, i loro valori, le loro rappresentazioni. Sguardi e
riguardi (a) e Personaggi in cerca d’autore (b) sono le attività didattiche principali proposta per la mostra dai Servizi
Educativi della Fondazione:
“Sguardi catturati dallo scatto fotografico, messi nel circolo della comunicazione di massa e destinati a sparire sotto
cumuli di giornali. Volti ed espressioni che dicono, o nascondono, emozioni che da sole a volte possono raccontare
passaggi che segnano la storia e le dinamiche sociali, economiche e politiche di un’epoca. Documenti d’archivio che
raccontano la storia locale saranno il materiale di lavoro per un’attività che si snoda da una riflessione
sull’informazione mediatica e i suoi meccanismi per portarci alla riappropriazione della nostra storia attraverso le
immagini che saranno messe in dialogo tra di loro e con oggetti reali” (a).
“Laboratorio video su tecnica audiovisiva e sviluppo narrativo incentrato sulla funzione e caratterizzazione dei
personaggi. Obiettivo del laboratorio è quello di lavorare sul confine che separa l’io narrante interpretato
dall’individuo reale, e la finzione narrativa dalla realtà in cui viviamo”. (b).
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
GC.AC. GALLERIA COMUNALE D’ARTE CONTEMPORANEA
Piazza Cavour, 44 – Monfalcone (GO), Tel.0481 494360; Fax 0481 494352
[email protected]; www.galleriamonfalcone.it
VIDEOREPORT ITALIA 2008_09
9 ottobre - 1 novembre 2010
La Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, negli ultimi 5 anni, ha realizzato diverse rassegne
riguardanti l’arte in movimento, in una logica di specializzazione che contraddistingue la Galleria nel circuito
espositivo italiano. Nel corso del tempo, infatti, la Galleria si è accreditata nel settore della videoarte a livello
europeo, detenendo inoltre i diritti di archivio di centinaia di opere video realizzate da giovani autori italiani.
Progetto pilota di questa intensa programmazione è stato, nel 2004, On air: video in onda dall’Italia, rassegna che ha
coinvolto 180 persone fra critici, artisti, videomaker, storici dell’arte e curatori operanti nel paese.
A questa rassegna ha fatto seguito la prima edizione, nel 2006, di VIDEOREPORT ITALIA 2004_05, e nel 2008 la
seconda edizione VIDEOREPORT ITALIA 2006_2007, un format questo che ha avuto notevole fortuna espositiva in
quanto ospitato, secondo varie modalità, presso istituzioni museali, spazi pubblici, enti esteri ed argomentato
nell’ambito di alcuni corsi universitari.
Con questa nuova edizione di VIDEOREPORT ITALIA la rassegna si conferma come appuntamento biennale dove
la Galleria monfalconese presenta al pubblico un’ampia selezione dei lavori video che hanno contraddistinto gli ultimi
due anni, 2008 e 2009.
Ad integrare la ricognizione effettuata dalla GC.AC di Monfalcone, sono stati interpellati 5 curatori italiani, Ilaria
Gianni, Antonio Grulli, Guia Cortassa, Barbara Meneghel, Simone Menegoi, che hanno effettuato un’analisi
dell’intero territorio nazionale segnalando i lavori ritenuti più significativi, motivando il parametro di valutazione in un
intervento critico che sarà pubblicato nel catalogo della mostra.
A corredo della rassegna viene realizzato un ricco catalogo bilingue (con interventi e saggi critici dei curatori, una
dettagliata sezione iconografica, una ricca appendice di apparati, comprensiva delle tecniche relative ai lavori in
mostra e dei curricula dettagliati di ciascun artista) e organizzata una serie di appuntamenti didattici.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
GALLERIA CIVICA DI MODENA
Corso Canalgrande, 103 – Modena, Tel. 059 2032911; Fax 059 2032932
[email protected]; www.galleriacivicadimodena.it
DA CENNINI A WARHOL, READING SUL CONTEMPORANEO
9 ottobre 2010, ore 18.00
Una sorta di anomala tavola rotonda animerà sabato 9 ottobre 2010 a partire dalle ore 18.00, l’incontro pubblico dal
titolo Da Cennini a Warhol, reading sul contemporaneo, che la Galleria Civica di Modena ha organizzato in
occasione della sesta Giornata del Contemporaneo indetta dall’AMACI, Associazione dei Musei d’Arte
Contemporanea Italiani.
L’iniziativa, che si terrà in Sala Grande, a Palazzo Santa Margherita in corso Canalgrande 103, consiste in un
reading di brani selezionati dal ricco catalogo della letteratura e della critica d’arte di ogni tempo attorno al concetto
di contemporaneità.
Autori e opere rivivranno grazie all’interpretazione di lettori professionisti e di personaggi di formazione ed estrazione
diversa invitati a partecipare leggendo estratti letterari da loro stessi scelti. Da Cennino Cennini a Paolo Veronese,
da Mark Rothko ad Andy Warhol, da David Hume a Cesare Brandi: una carrellata di testi all’insegna della ricerca di
una definizione dell’arte contemporanea.
L’evento, a ingresso gratuito, conferma l’impegno della Galleria Civica di Modena nella promozione dell’arte
contemporanea.
Due i principali obiettivi che come nelle precedenti edizioni la Giornata del Contemporaneo persegue: sensibilizzare il
pubblico, incoraggiando il suo interesse e promuovendo occasioni di incontro con l’arte contemporanea, e stimolare
le istituzioni, sottolineando il ruolo che essa gioca nello sviluppo dell’identità culturale e nell’innovazione sociale ed
economica nel nostro Paese.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
Via San Tomaso, 53 - Bergamo, Tel.035 270272; Fax 035 236962
[email protected]; www.gamec.it
IL MUSEO PRIVATO. LA PASSIONE PER L’ARTE CONTEMPORANEA NELLE COLLEZIONI BERGAMASCHE
6 ottobre 2010 – 9 gennaio 2011
Dedicare una mostra al collezionismo d’arte contemporanea della città di Bergamo e del suo territorio, a vent’anni
dall’apertura della GAMeC, significa esplorarne le ‘potenzialità nascoste’ e scoprirne l’inaspettata ricchezza.
La mostra – curata da Giacinto Di Pietrantonio e M. Cristina Rodeschini - intende presentare quanto e in che modo il
quadro culturale della città si sia sviluppato dal 1991, anno di apertura della GAMeC, attraverso una selezione delle
opere d’arte contemporanea acquisite dai collezionisti di Bergamo e del suo territorio tra il 1980 e il 2010; si propone
inoltre di aggiornare la ricerca su quell’arte che ha dato il meglio di sé, a partire dalla fine anni Sessanta con le
correnti dell’Arte Povera e Concettuale prima e della Transavanguardia poi, per passare alla fine della modernità e al
successivo postmodernismo.
In tal modo si intende evidenziare le ragioni di fondo che ispirano le scelte e la visione del collezionista, figura
illuminata che si dedica all’arte con passione, dedizione e generosità.
Le collezioni d’arte contemporanea del territorio bergamasco riuniscono numerose opere di grande qualità, in
moltissimi casi veri e propri ‘pezzi’ da museo che non sono mai stati esposti in pubblico.
Un’occasione unica per ammirare un patrimonio di oltre 150 opere altrimenti inaccessibili.
Saranno presenti, tra molti altri, artisti quali A12, Marina Abramovic, Getulio Alviani, Francis Alys, John Armleder,
Matthew Barney, Gabriele Basilico, Vanessa Beecroft, Joseph Beuys, Alighiero Boetti, Sophie Calle, Maurizio
Cattelan, Mario Cresci, Enzo Cucchi, Roberto Cuoghi, Elmgreen & Dragset, Regina Galindo, Gilbert & George,
Damien Hirst, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Barbara Kruger, Margherita Manzelli, Thomas Mapplethorpe, Paul
McCarthy, Mario Merz, Bruce Nauman, Shirin Neshat, Adrian Paci, Gina Pane, Giulio Paolini, Pino Pascali, Yan Pei
Ming, Michelangelo Pistoletto, Ettore Spalletti, Giuseppe Uncini, Sislej Xhafa, Jang Zhi, Gilberto Zorio.
Bergamo è un importante punto di riferimento nel campo del collezionismo, anche per la relazione che le pubbliche
istituzioni hanno saputo tessere con esso e di cui l’Accademia Carrara e la GAMeC sono i simboli per eccellenza.
LATIFA ECHAKHCH
LE RAPPEL DES OISEAUX
6 ottobre 2010 – 9 gennaio 2011
La GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo presenta la prima personale in un’istituzione
italiana dell’artista marocchina Latifa Echakhch (1974, El Khnansa, Marocco. Vive e lavora a Martigny, Svizzera).
La mostra ‘Le rappel des oiseaux’ è parte del programma espositivo Eldorado, che la GAMeC dedica agli artisti
emergenti più interessanti sulla scena internazionale, invitati a concepire un progetto inedito per gli spazi del museo.
La mostra è realizzata in collaborazione con il FRAC Champagne-Ardenne di Reims, dove è stata presentata lo
scorso aprile; tuttavia, il progetto complessivo dell’esposizione – come accade sempre nel lavoro di Echakhch – è
stato ripensato in stretta relazione con lo spazio espositivo della GAMeC.
Attraverso un’estrema varietà di mezzi espressivi che spaziano dall’installazione al video, dalla pittura alla fotografia,
Latifa Echakhch esplora le dimensioni dell’identità individuale e collettiva, il concetto di cultura e i sentimenti di
appartenenza e sradicamento. Le sue opere sono realizzate a partire da oggetti comuni, che l’artista presenta come
tali o dopo averli modificati attraverso azioni semplici: aste per bandiere esposte senza bandiere, tappeti per
preghiera il cui interno è stato ritagliato e di cui resta solo il bordo, cartine geografiche accartocciate come fossero
piccoli emisferi, microfoni privati del meccanismo di amplificazione.
Ma all’economia dei mezzi che caratterizza il linguaggio artistico di Latifa Echakhch corrisponde un’altrettanto
radicale potenza espressiva: le sue, infatti, sono metafore sobrie ma estremamente intense, in grado di evocare una
condizione umana universale, ossia la posizione del singolo di fronte alla storia, alla memoria, alla politica e alla
religione. Tutto il lavoro di quest’artista riconduce alla dimensione della soggettività e dell’esperienza individuale i
grandi temi del mondo contemporaneo: la violenza dei fondamentalismi nazionalisti e religiosi, le ricadute nel
presente del passato colonialista, le implicazioni nella quotidianità dell’ideologia modernista.
Nelle opere di Echakhch ciò che un tempo era grandioso e monumentale si presenta oggi come un residuo o una
rovina, mentre i simboli ancora in grado di muovere le coscienze collettive sono decostruiti e presentati nella loro
fallibilità.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
La matrice concettuale che sta alla base della pratica artistica di Latifa Echakhch si accompagna a una spiccata
sensibilità poetica. Se sul piano formale l’artista fa spesso riferimento all’Arte Minimalista, Concettuale, Processuale
e all’Arte Povera, questi stessi rimandi sono trasformati attraverso un utilizzo insieme lirico e critico di tutta una serie
di simboli e oggetti che rimandano a specifici contesti culturali, sia orientali che occidentali.
Al cuore del lavoro di Echakhch c’è un’azione di sottile corrosione di tutto ciò che è percepito come immutabile e al di
fuori dello scorrere del tempo e della dialettica storica e che, inevitabilmente, riposa al cuore dei conflitti: i concetti di
integrità nazionale e di identità culturale come mitologie della purezza, le contrapposizioni ideologiche e le
convinzioni assolute sul destino politico e religioso dell’uomo.
In occasione di questa sua prima presentazione istituzionale in Italia, Latifa Echakhch incontrerà il pubblico il 6
ottobre 2010 alle ore 19.00 presso la sede dell’Istituto Svizzero a Milano, in Via Vecchio Politecnico 3.
L’artista introdurrà le tematiche principali del suo lavoro in conversazione con Salvatore Lacagnina, Responsabile
Artistico dell’Istituto Svizzero, e con Alessandro Rabottini, Capo Curatore della GAMeC.
La mostra sarà documentata da un catalogo monografico edito da JRP I Ringier e che uscirà nella seconda metà del
2011. Il libro costituirà la prima monografia completa dedicata all’artista, e sarà realizzato in collaborazione con la
Kunsthalle Fridericianum di Kassel, il Kunstverein di Bielefeld e il FRAC Campagne-Ardenne di Reims, tutte
istituzioni internazionali che hanno ospitato recentemente mostre personali dell’artista.
La mostra è realizzata con il sostegno di Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura.
Si ringrazia l’Istituto Svizzero di Roma per la preziosa collaborazione.
La mostra è parte di una serie in onore di Arturo Toffetti.
Latifa Echakhch è nata nel 1974 a El Khnansa in Marocco, vive e lavora a Martigny in Svizzera. Sue mostre
personali sono state ospitate dal MACBA di Barcelona e dal FRAC Champagne-Ardenne di Reims nel 2010; dallo
Swiss Institute di New York, dal Bielefelder Kunstverein e dalla Kunsthalle Fridericianum di Kassel nel 2009; dalla
Tate Modern di Londra nel 2008 e da Le Magasin di Grenoble nel 2007. Ha inoltre esposto in istituzioni e
manifestazioni internazionali come la Kunsthalle Basel, la Biennale di Lione, la Kunsthaus Zürich, MANIFESTA 7, la
Mucsarnok-Kunsthalle di Budapest, il San Francisco Institute of Art e lo Sculpture Center di New York.
IGOR E SVETLANA KOPYSTIANSKY
6 ottobre 2010 – 9 gennaio 2011
La GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, in collaborazione con il Musée national d'art
moderne - Centre Georges Pompidou di Parigi, è lieta di presentare una selezione di opere video di Igor e Svetlana
Kopystiansky.
Igor e Svetlana Kopystiansky sono una coppia di artisti concettuali che, dal 1988, vive e lavora a New York,
realizzando opere sia individualmente che in collaborazione.
Concentrandosi soprattutto su mezzi come la fotografia, il video e la dia-proiezione, Igor e Svetlana Kopystiansky
hanno sviluppato negli anni un corpus di lavori che unisce poesia del quotidiano e rigore concettuale. La loro
indagine sulla natura dei linguaggi e dei media che si basano sulla registrazione dello scorrere del tempo – come,
appunto, il video, il cinema e la fotografia – oltrepassa i limiti di una ricerca puramente formale e riesce a toccare
temi come la memoria, la fragilità dell’esistenza umana e l’inconscio.
Per la prima volta in Italia sarà possibile ammirare una selezione di opere video dei due autori, legate tra loro dal
tema dell’immagine cinematografica e raccolte in un programma concepito appositamente per l’occasione.
Le opere in mostra sono il frutto di un metodo di lavoro che riesce a coniugare una profonda conoscenza teorica –
nel caso specifico della storia del cinema – con una spiccata attitudine poetica. Immagini e sequenze tratte da
capolavori di Alfred Hitchcock, Michelangelo Antonioni, Ingmar Bergman e Jean-Luc Godard sono estrapolate e
modificate, con lievi accorgimenti tecnici, con il risultato di svelarne una dimensione nascosta. Come in tutto il loro
lavoro, ciò che a un primo sguardo appare già conosciuto e familiare è visto sotto una luce nuova e inattesa.
Il video dal titolo Black and White (2008) è realizzato a partire da un breve frammento del film Persona che Ingmar
Bergman realizzò nel 1966. Alcuni minuti del girato di Bergman sono dapprima mostrati nella forma originale del film
ma, quando la sequenza termina, le stesse immagini scorrono secondo una direzione temporale opposta. Se il film di
Bergman è un’indagine profondamente psicologica resa attraverso il confronto serrato tra le due protagoniste della
pellicola (Liv Ullmann e Bibi Andersson), l’opera dei Kopystiansky riprende la tematica del “doppio” e la traspone
sull’immagine stessa, che viene sdoppiata nella sua linearità temporale.
La seconda opera in mostra I Knew Edwards only Slightly (2009) prende invece in prestito una scena del film di
Alfred Hitchcock Io ti salverò (in originale Spellbound, del 1945). Vediamo la stessa sequenza – di cui è protagonista
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Ingrid Bergman – più volte, alternativamente in positivo e in negativo, mentre nei momenti di passaggio tra uno stato
e l’altro lo schermo diventa gradualmente grigio fino a cancellare l’immagine stessa. Anche in questo caso si tratta
del film più psicologico e onirico di Hitchcock, in cui il regista indaga non soltanto l’ambiente della psicanalisi ma
anche i meccanismi del sogno, del trauma, dell’amnesia e del ricordo. Nel lavoro di Igor e Svetlana Kopystiansky le
immagini del film emergono e scompaiono in modo ciclico, evocando in questo modo i confini incerti della memoria.
Fiction Double (2008) consiste nella versione ridotta a 20 minuti di un lavoro più lungo, in cui gli artisti hanno
utilizzato per intero il film Breathless che Jean-Luc Godard realizzò nel 1960, co-protagonisti Jean-Paul Belmondo e
Jean Seberg (nella versione italiana Fino all’ultimo respiro). La pellicola di Godard viene riproposta integralmente,
sovrapponendone però due versioni che scorrono in modo opposto: una dall’inizio alla fine del film e l’altra al
contrario, dalla fine all’inizio. In questo modo l’intera pellicola appare come sdoppiata e, solo alla metà del film,
accade che un singolo fotogramma sia perfettamente visibile, perché coincide con l’unico momento in cui i due flussi
di immagini si sovrappongono.
L’ultima opera in mostra è Speak when I have nothing to say (2009), in cui il film L’eclisse di Michelangelo Antonioni
(1962) è fatto oggetto di appropriazione e ri-editato. L’opera consiste in un montaggio di alcune scene del film, scelte
tra quelle in cui i protagonisti Monica Vitti e Alain Delon recitano senza scambiarsi una parola. Alcune scene
appaiono più di una volta, in differenti lunghezze. Speak when I have nothing to say è una sorta di versione
accorciata e silenziosa del film originale, un tributo alla capacità di Antonioni di scavare nella psicologia dei
personaggi indagando il silenzio come dimensione dell’incomunicabilità e della solitudine esistenziali.
Il lavoro di Igor e Svetlana Kopystiansky è stato oggetto di mostre personali presso importanti istituzioni
internazionali come il Musée d’Art Moderne di Saint-Etienne (2010), il Musée national d'art moderne - Centre
Georges Pompidou di Parigi (2009), la Kunsthalle Fridericianum di Kassel (2005), lo Sprengel Museum di Hannover
(2002), il Kunstmuseum di Düsseldorf (2000), l’Akademie der Kunst di Berlino (2000), l’Art Institute of Chicago
(1996). Tra le molte manifestazioni internazionali alle quail gli artisti sono stati invitati a partecipare ricordiamo
Documenta 11 (Kassel, 2002), Skulptur Projekte (Münster, 1997), le Biennali di Johannesburg e di Lione (entrambe
nel 2007) e la Biennale di São Paulo (1994). Inoltre, il loro lavoro è stato esposto in mostre collettive presso il
Metropolitan Museum of Art di New York (2001), il Folkwang Museum di Essen (2000), il Museum für Moderne Kunst
di Francoforte (1999), lo Stedelijk Museum di Amsterdam (1997) e il Museo National Centro de Arte Reina Sofia di
Madrid (1994).
La mostra è realizzata in collaborazione con il Musée National d’Art Moderne - Centre Georges Pompidou di Parigi.
In occasione della mostra, giovedì 21 ottobre (orario in via di definizione) gli artisti incontreranno il pubblico in una
conversazione con Philippe Alain Michaud, Film Curator al Centre Pompidou per illustrare, a partire dalle opere in
mostra, le tematiche principali della loro opera. La conversazione sarà moderata da Giacinto Di Pietrantonio,
Direttore della GAMeC.
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GALLERIA D’ARTE MODENA PALAZZO FORTI
Via A. Forti, 1 - Verona, Tel.045 8001903; Fax 045 8003524
[email protected]; www.palazzoforti.it
LA TERRA VIVENTE. IL PAESAGGIO NELLE COLLEZIONI VERONESI A PALAZZO FORTI
La terra vivente. Il paesaggio nelle collezioni veronesi a Palazzo Forti è il titolo della nuova proposta espositiva
della Galleria d’Arte Moderna collegata alla valorizzazione del proprio patrimonio artistico.
Si tratta di un’ampia e articolata rassegna in cui saranno presentati più di 100 lavori pittorici sul tema del
paesaggio, la maggiorparte provenienti dalla collezione civica - in molti casi opere inedite - a cui si aggiungono
preziosi dipinti di proprietà della Fondazione Cariverona, della Fondazione Pio Semeghini e di altre raccolte
private veronesi.
Il percorso è articolato in sezioni storico-tematiche, a iniziare dalla prima metà dell’800 - con i preannunci del
naturalismo espresso con i significativi lavori di Giuseppe Cannella, dei fratelli Palizzi, Induno, e G.Valentini – per
proseguire con i dipinti di Mosè Bianchi, Emilio Praga, E. Sorio in cui il paesaggio, da luogo-sfondo delle vicende
storiche ed umane, si avvia a diventare soggetto degno “di per sé” di essere rappresentato in pittura.
Le opere di Dall’Oca Bianca, Zoccatelli, Cabianca, Signorini, Michetti, Vittorio Avanzi introducono la sezione in
cui la Natura si offre come scenario simbolico, sia per restituire dignità ai temi tratti dalla realtà quotidiana sia per
riversare le inquietudini e gli smarrimenti dell’anima.
La sezione della Modernità – qui intesa come il periodo in cui gli artisti si avviano a esplorare nuovi territori
formali e linguistici per una pittura che non può che “raccontare” se stessa: la magia del colore, le tensioni della
forma, l’incanto della luce, la ricchezza della materia - è rappresentata da autentici capolavori di artisti quali
Casorati, Balla, Baldassare Longoni, de Pisis Gino Rossi e molti altri.
Ma una tappa significativa del percorso è quella riservata all’interessante produzione pittorica veronese, con due
sale dedicate ai protagonisti della prima metà del ‘900, da Trentini a Semeghini, da Zamboni a Stringa, da
Beraldini a Nardi, e poi ancora Farina, Pigato, Vitturi, Morando.
La mostra si conclude alla fine degli anni ‘60 del secolo scorso, con le visioni di maestri quali Arturo Tosi, Birolli,
Morlotti, Morandi, Vedova, Tancredi, Afro, Santomaso, Licini, Schifano, Ceroli nelle quali la natura diventa
sempre più espressione della partecipazione dell’artista all’esistenza umana, viva manifestazione delle
problematiche e delle pulsioni della cultura moderna.
Nel cuore della mostra, infine, a suggerire e testimoniare anche il senso della ricerca contemporanea, impegnata
da tempo nel dialogo con i linguaggi del passato, l’opera del giovane Giovanni Frangi, realizzata per l’occasione.
E’ un’installazione che ben si adatta alla misura ambientale del suggestivo spazio storico di Palazzo Forti e, allo
stesso tempo - realizzata con grandi immagini di cieli nuvolosi, che risentono di una tradizione figurativa che va
da Mantegna a Constable, e colorati elementi a simulare la terra sul pavimento - ricorda la semplicità e la
pregnanza proprie dell’arte che si confronta con la Natura, così come è illustrata lungo tutto il percorso
espositivo.
Un lavoro prezioso ed emozionante, dunque, di ricognizione e recupero per un’esposizione che funge anche da
naturale completamento della grande rassegna Corot e l’arte moderna. Souvenirs et impressions – terminata a
marzo 2010 al Palazzo della Gran Guardia – permettendo al pubblico di conoscere espressioni storiche del
tessuto artistico locale, nonché di confrontarsi con coeve opere di respiro nazionale.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
GNAM – GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA
Viale delle Belle Arti, 131 - Roma, Tel.06 32298221; Fax 06 3221579
[email protected]; www.gnam.arti.beniculturali.it
- GNAM – Galleria Nazionale d’Arte Moderna
ODI ET AMO. CANEVARI
9 ottobre – 7 novembre 2010
Paolo Canevari ha sviluppato sin dagli esordi negli anni novanta un linguaggio personale teso alla rivisitazione del
quotidiano e all’indagine degli aspetti piu' intimi della memoria, nel quale si sovrappongono simboli, icone, cultura
pop, rappresentazione storica e coscienza politica.
L'artista ha scelto di intervenire in uno spazio fortemente connotato della Galleria nazionale d’arte moderna, come le
sale del secondo Ottocento, proprio per questa sua reinterpretazione in chiave contemporanea del passato, del
quale sottolinea risvolti concettuali, critici, religiosi o politici che assumono nuovi significati anche tramite forme
estremamente semplificate.
Il percorso comincia e trova il suo fulcro nella sala del Giordano Bruno - modello originale in gesso di Ettore Ferrari
per la scultura sita in Campo dei Fiori a Roma - attorniato da una serie di grandi quadri rappresentanti battaglie
storiche, sculture e ritratti; opere con le quali Canevari dialoga e interagisce inserendo i suoi lavori.
Little Boy (2009) la riproduzione in grande scala di una bomba della seconda guerra mondiale ricoperta di specchi
come le sfere da discoteca degli anni settanta sara' installata di fronte a Giordano Bruno mentre alle sue spalle la
serie dei ThANKS (2009), sculture che riproducono in dimensione ludica dei carri armati, verrà sistemata a terra.
Nella "Veranda Sartorio" sarà appoggiato sulle spalle del Caino di Domenico Trentacoste, Mantello (1991), un
grande panneggio di camere d'aria vulcanizzate, mentre un video del 2010 prenderà il posto di uno dei dipinto della
"Sala dei Veneti".
Nella “Sala Previati” sarà collocata la scultura Achille (1993) una delle piu' ironiche e poetiche opere dell'artista
romano.
Canevari realizzera' inoltre per la mostra, che inaugura in occasione della Sesta Giornata del Contemporaneo, un
disegno inedito a grafite direttamente sul pannello all’entrata delle sale.
La mostra Odi et Amo è curata da Angelandreina Rorro.
PROIEZIONI E VISIONI COSMICHE 1965/1969 DI LUCA MARIA PATELLA
9 ottobre – 7 novembre 2010
La Galleria nazionale ripropone una delle storiche installazioni di Luca Maria Patella, artista tra i primi a sperimentare
ambienti interattivi, sia multimediali che virtuali. L’ambiente proiettivo animato, presentato alla galleria L’Attico di
Sargentini nel 1969, consisteva di due Sfere naturali sonore, emisferi traslucidi su cui erano proiettate varie tipologie
di immagini, nonché parole e frasi, con un procedimento atto a evitare la naturale deformazione delle stesse in
conseguenza della curvatura della superficie. Lo spettatore era totalmente immerso nell’ambiente grazie alla
proiezione sul soffitto di un “cielo in movimento” e della presenza di una “luna” sospesa.
In occasione della Sesta Giornata del Contemporaneo l’installazione sarà allestita e reinterpretata dall’artista.
Accompagna l’ambiente, la proiezione dei film: Terra animata, 1967 – SKMP2, 1968 – Vedo, Vado!, 1969. Legati alle
sue ricerche sulle “proiezioni animate”, i film realizzati da Patella a partire dal 1964, costituiscono un nucleo
significativo all’interno del fecondo panorama sperimentale dell’Italia di quegli anni. Alcuni di questi (realizzati tra il
’65 e il ’67) rientrano in un filone definito, dallo stesso artista, “figurativo” poiché si proponevano “di studiare nuovi
modi di visione, in funzione però di nuovi comportamenti nella vita”.
TAGLI D’ARTISTA: UNA STORIA LUNGA UN SECOLO
15 maggio 2010 – 7 gennaio 2011
In occasione della presentazione del grande soffitto Ambiente spaziale con tagli (gesso, sei tagli su fondo bianco, cm
400 x 814,3) che Lucio Fontana realizzò nel lontano 1960 per la casa di Milano dell’ing. Antonio Melandri, grande
estimatore e amico dell’artista, la Galleria nazionale d’arte moderna ha voluto allestire, nei due saloni centrali, una
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
scelta di capolavori appartenenti alle collezioni che, partendo dagli inizi del ‘900, sviluppano in un percorso
esemplificativo della cultura del secolo i germi di una sfida che continua nel tempo.
L’intento non è solo di esaltare l’alto impegno creativo di Fontana, nel retro del soffitto lasciato a giorno si può vedere
come l’artista lavorava, ma di correlare la sua arte che, unita a un mecenatismo illuminato, ha portato prodotti
riconosciuti nel mondo e ha spinto l’evoluzione di tutta l’arte del secolo.
Si parte dalla cultura secessionista di Klimt, ripresa dal divisionismo e poi dal futurismo di Balla, i cui tagli compositivi
già preludono alle deflagranti aperture del secondo dopoguerra, per passare attraverso l’unicità delle preveggenze di
Schwitters, alle certezze assolute di Mondrian, all’introspezione luminosa di Giacometti, allo sfondamento della
materia di Moore, mantenendo costante una linea che in Italia parte da Boccioni, con i vuoti dell’Antigrazioso del
1912, e prosegue nelle masse bianche di Arturo Martini, fino ai vuoti del marmo di Adolfo Wildt, che di tutti fu
maestro a Brera.
Nel secondo salone il soffitto è affiancato dal mobile di Calder, che già negli anni ’30 mise in movimento gli scacchi
colorati di Mondrian per azzardare volatili equilibri di forme aperte, mentre dall’altra parte la Ricostruzione del
Dinosauro bianco di Pascali conferma l’assunzione dei tagli come valore acquisito, tanto da farne strumento di
costruzione di un imprevedibile “ready made”.
Nell’ala destra si sviluppa il momento culturale milanese ispirato da Fontana, riconoscibile negli aderenti al gruppo
“Azimuth”, in cui il bianco diviene un dovere assoluto con Castellani e Manzoni, fino al comportamentalismo in bianco
di Christo, al blu totale di Klein, alla creatività materica del veneto Turcato, al rigore intellettuale di Paolini. Nell’ala
sinistra del salone si contrappone il “negativo” di Burri, che crea capolavori ugualmente dirompenti, con i “Gobbi”, i
“Catrami”, i “Sacchi”, i “Ferri” e i “Cretti”, artista che per l’arte giovane romana rappresentò il vate di una nuova
cultura di “nigredo”. Pascali, Tano Festa, Lo Savio, Accardi, Mochetti lo affiancano dando esempi di alta qualità e
aprendo alla storia dell’arte italiana degli anni ’60 e ’70.
ARTE ITALIANA 1950 – 2000. UN PERCORSO NELLE COLLEZIONI
28 maggio – 17 ottobre 2010
A partire dal 28 maggio 2010 la Galleria nazionale d’arte moderna offre ai propri visitatori la possibilità di nuovi
percorsi all’interno della collezione permanente del museo.
Le sale storicamente dedicate all’arte del secondo Novecento sono state infatti riallestite, con la cura di Massimo
Mininni, per proporre un nuovo punto di vista, aperto e trasversale, sui fenomeni culturali e artistici che hanno
attraversato l’Italia dalla metà del XX secolo all’inizio del XXI.
Dalle esperienze del secondo dopoguerra (Burri, Fontana, i protagonisti di Forma 1, Capogrossi e Vedova) si passa
alle tendenze concettuali dei due decenni successivi, con una particolare attenzione all’esperienza tutta italiana
dell’arte povera.
L’esposizione prosegue con l’interpretazione pop nelle opere di Angeli, Festa, Schifano, alcune delle quali donate da
Luigi De Conciliis tra il 1998 e il 1999 alla Galleria, in memoria della moglie Pupa.
Nelle ultime sale si torna alla figurazione della Transavanguardia, alla pittura di Clemente, Cucchi, Chia.
Una sezione è infine dedicata alle opere di artisti americani che hanno intrattenuto stretti rapporti con l’Italia. Sono
per la prima volta esposti in questa occasione Hammer and Sickle di Andy Warhol (1977), creato durante il
soggiorno italiano dell’artista nel clima di tensione degli anni di piombo e 'Passagen-Werk (Documenta Flânerie)',
rielaborazione di Joseph Kosuth intorno ad una sua stessa opera presentata a Documenta 9, Kassel, nel 1992.
- MUSEO HENDRIK CHRISTIAN ANDERSEN
Via Pasquale Stanislao Mancini, 20 – Roma
LUCIA ROMUALDI: VARIAZIONE OP. K10°_ N NEWPORT
9 ottobre 2010
Le opere di Lucia Romualdi sono una combinazione armonica di luce, poesia, musica e matematica che coinvolgono
e immergono lo spettatore in ambienti suggestivi, accompagnandolo al ritmo delle maree.
Variazione op. K10°_ n Newport è l’installazione site specific che l’artista ha voluto realizzare per il Museo Hendrik
Christian Andersen, affascinata dagli spazi dello studio e dalla vita stessa dello scultore di origine norvegese,
migrato a Newport, negli Stati Uniti, e poi a Roma.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
La scrittura luminosa dell’artista investe i monumentali gessi di Hendrik, coperti da teli bianchi, e disegna storie di
antichi rematori negli spazi bui dell’atelier, mentre il movimento delle maree viene scandito dall’alfabeto morse
diffuso nella sala in cui il visitatore sembra invitato a perdersi.
La versione dialoga con il brano musicale di Ivan fedele “Due notturni con figura per pianoforte e elettronica”. (A cura
di Matilde Amaturo)
- MUSEO MARIO PRAZ PALAZZO PRIMOLI
Via G. Zanardelli, 1 - Roma
CONVERSATION PIECES N° 2 : DIALOGO TRA DUE COLLEZIONI
16 settembre-7 novembre 2010
A partire dal primo video di Francesco Vezzoli ,Ok !The Praz is Right , realizzato nel Museo Praz nel 1997,
passando attraverso l’installazione di Olaf Nicolai, Conversation Pieces, del 2006, fino al’esposizione nel 2007
dell’opera di Andrea Aquilanti, Casa Praz , nello stesso luogo che l’artista aveva scelto di rappresentare, l’arte
contemporanea è stata ospitata più volte e con esiti assai felici negli ambienti della Casa Museo. Lo stesso Praz per
altro era ai suoi tempi lui stesso collezionista delle opere dei suoi amici artisti, come Clerici o Leonor Fini.
Ora grazie alla disponibilità di Bianca Attolico, che del contemporaneo è a Roma una delle collezioniste più
interessanti, è possibile proporre ai visitatori della Casa Museo un vero e proprio confronto tra le due collezioni, pur
così diverse tra loro, avviando una sorta di conversation pieces appunto, tra i materiali delle due raccolte. L’ambiente
scelto è, per la prima volta, non una o più sale del museo ma l’unica saletta espositiva dedicata alle mostre
temporanee, ricavata dal guardaroba di Praz e dalla stireria che vi era annessa, non avendo arredi o decori che ne
consigliassero il mantenimento all’atto della trasformazione nel 1995 della Casa di Mario Praz nell’attuale Museo.
In questo piccolo ambiente si incontrano dunque uno dei Vasi Fisiognomici di Luca Maria Patella, sul suo piedistallo
ornato di lauri, abbinato ad uno snello guéridon con vaso in bronzo, le cui forme tornite curiosamente si ritrovano in
quelle ideate da Patella; la grande scultura polimaterica di Nicholas Hlobo con la sua commistione di materiali diversi
fittamente cuciti tra loro trova il suo pendant nell’immagine di Luigi XVI minuziosamente ricreata con una
sovrapposizione di tessuti preziosi, altrettanto fittamente lavorati, da un nobile palermitano che nell’anno della
decapitazione del re di Francia volle ricrearne l’aspetto trionfale dei tempi migliori. Infine la”conversazione” più
impegnativa e pregnante: quella instaurata dai tre grandi pannelli di Vik Muniz, appesi sull’unica lunga parete in
grado di accoglierli, con il fitto pubblico disposto su tre file, come nella convenzionale immagine di una scolaresca in
posa, che pare assistere agli straordinari fuochi d’artificio incassati nelle parete di fronte ed offerti da quattro scatole
ottiche settecentesche che celebrano nozze ed eventi delle dinastie europee. Com’è evidente è stato scelto il
basilare e più semplice registro – quello della materia e della forma – per avviare questo primo confronto , per
suscitare questo muto colloquio, questa conversazione, silenziosa appunto, tra le cose, perché di cose predilette si
tratta. Opere ed oggetti cercati, scelti ed in qualche modo eletti, origini di straordinarie sintonie nell’animo dei
collezionisti, e proprio in virtù di queste, testimoni del loro tempo.
- RACCOLTA MANZÙ
Via Laurentina Vecchia km 32 – Ardea (Roma)
“LA TORRE DANTESCA DI LORENZO INDRIMI A SABAUDIA”
9 ottobre 2010, ore 18.30
A cura di M. Cossu (Dir. Raccolta Manzù) e A. Favaro (docente Università Tor Vergata).
Nell’ambito del programma culturale della Raccolta Manzù dal titolo Manzù: l’arte e il territorio,e in particolare del
ciclo di incontri Musei di Territorio,Territorio di Musei, si terrà una conferenza sul museo permanente della torre
comunale di Sabaudia (aperta nel 2008) che ospita permanentemente un ciclo di incisioni di Lorenzo Indrimi sulla
Divina Commedia (è previsto l’intervento dell’artista e la proiezione del suo video “Splash. Omaggio a Berio”, 2005,
8’).
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
“ARTE IN POESIA, POESIA PER L’ARTE” DEL POETA E SAGGISTA PLINIO PERILLI
9 ottobre 2010
Presentazione del laboratorio di poesia contemporanea di Plinio Perilli: ore 15.30.
Conferenza - indagine del poeta Plinio Perilli sulle sinestesie tra poesia contemporanea e arti visive (“ad ogni poesia,
fare il quadro”; così Perilli introduce l’argomento citando Dino Campana): ore 16.30.
IMPRESSIONI DI RACCOLTA 1969-2009. SELEZIONE FOTOGRAFICA DAL FONDO DELLA RACCOLTA
MANZÙ
Maggio – dicembre 2010-08-31
In occasione del quarantunesimo anniversario di apertura al pubblico, e nell'ambito del programma culturale 20092010 Manzù. L'Arte e il Territorio, la Raccolta Manzù propone una selezione di fotografie, per la maggior parte dal
Fondo dell'Archivio della stessa Raccolta, a ripercorrere alcuni dei suoi momenti più significativi, dal cantiere di
costruzione dei primi anni sessanta, alla inaugurazione ufficiale del 22 maggio 1969, agli arredi coloratissimi e
vagamente "pop" degli anni settanta, per giungere ad eventi e installazioni dell'ultimo quinquennio. La
manifestazione intende proporsi come ulteriore occasione per il museo di rinsaldare il vincolo con il territorio di
appartenenza, con particolare attenzione all’approfondimento delle implicazioni di comunanza tra Ardea e lo stesso
Giacomo Manzù, attraverso l’esercizio, di stretta competenza autobiografica, riguardante la rilettura à rebours dei
primi quarant’anni di vita della Raccolta. A cura di: M.Cossu, A. Liguori, M.Poma, C.Incardona, V.Urbinati,
R.Possenti, G.Auletta, M.Zuccarello. (Foto S. Scafoletti).
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
MACRO – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI ROMA
Via Reggio Emilia, 54 – Roma, Tel. 06 671070400; Fax 06 8554090
[email protected]; www.macro.roma.museum
AARON YOUNG. SLIPPERY WHEN WET
Dal 1 giugno 2010
All'interno di una delle sale del MACRO Aaron Young ricrea con le proprie opere un ambiente inedito e affascinante,
in cui convivono dimensioni, linguaggi e luoghi diversi. Un viaggio attraverso video, scultura e installazione
nell'universo espressivo del giovane artista statunitense.
In occasione dell'apertura delle nuove mostre estive del 2010, MACRO dedica una delle proprie sale all'opera del
giovane artista americano Aaron Young (San Francisco, California, 1972) con una mostra personale a cura di
Costanza Paissan. Chiamato a realizzare un intervento appositamente per il Museo, Young dà vita nello spazio
espositivo a un ambiente dal sapore urbano, in cui convivono liberamente diversi luoghi e linguaggi espressivi.
L'installazione a stencil sul pavimento stimola non solo il senso della vista, con le eleganti scie disegnate con
pneumatici e olio per motori, ma anche l'olfatto, facendo subito immergere l'osservatore all'interno di un'atmosfera
familiare, quella di una grande città attraversata dal traffico dei veicoli che ne segnano come cicatrici la superficie.
L'artista unisce così il mondo formale dell'Espressionismo astratto, riecheggiando il dripping tipico dell'action
painting, con quello attuale, vitale e dinamico della strada.
I quattro video in mostra, realizzati in diversi luoghi, dalla reggia di Versailles a un lago ghiacciato nello Stato di New
York, convivono mescolando immagini e suoni e rovesciando a sorpresa le prospettive e i punti di riferimento
spaziali, grazie al continuo capovolgersi dell'obiettivo della telecamera, presa a calci dall'artista fino alla completa
distruzione. Uno dei video, realizzato appositamente per la mostra, presenta al pubblico una nuova visione, libera e
disincantata, del volto classico della città di Roma e di un suo monumento simbolico: il Colosseo.
Completano la mostra una serie di sculture che richiamano il mondo della strada (marciapiedi, transenne della
polizia, graffiti) e lo slang delle metropoli della West Coast (Go back to the valley). L'apparente identità di readymade viene negata dalla tecnica delle sculture, in realtà raffinate fusioni in bronzo, ridipinte dall'artista per tornare
all'aspetto degli oggetti originali. Un gioco ironico, spontaneo e disinvolto, basato sul dialogo tra la cultura della
strada e la creazione di manufatti artistici, capaci di presentarsi come forme autonome di espressione estetica, come
immagini di inaspettata bellezza.
Aaron Young (San Francisco, California, 1972), vive e lavora tra New York e Los Angeles. Diplomatosi al San
Francisco Art Institute nel 2001, ha ottenuto un Master of Fine Arts presso l'Università di Yale nel 2004. L'artista si
esprime attraverso la scultura, il video, l'installazione e la pittura. La sua opera è stata esposta in importanti contesti
come il P.S.1 Contemporary Art Center di Long Island City, New York, l'Astrup Fearnley Museet for Moderne Kunst
di Oslo (2005), il Kunstwerke di Berlino (2008) e all'interno di rassegne internazionali come la Whitney Biennial
(2006) e la Moscow Biennale (2007).
La mostra di AARON YOUNG “Slippery when wet” è un evento promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle
Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali Per il generoso supporto alla
realizzazione della mostra, si ringraziano: Bortolami Gallery, Gagosian Gallery, Galerie Almine Rech.
JACOB HASHIMOTO. SILENCE STILL GOVERNS OUR CONSCIUOSNESS
Dal 1 giugno 2010
Con un’installazione site specific di Jacob Hashimoto, MACRO inaugura il nuovo spazio di congiunzione tra la nuova
ala del Museo e l’area di Via Reggio Emilia. L’opera “Silence Still Governs Our Consciousness” è un fluttuante
mondo contemporaneo, un’opera fantastica che anticipa il passaggio tra il presente e il futuro del MACRO.
L’artista americano Jacob Hashimoto (Greeley, Colorado, 1973) ha concepito una grande installazione
appositamente per una nuova sala espositiva del MACRO di Via Reggio Emilia. Come una “nuvola composta da
circa 7000 aquiloni”, l’opera Silence Still Governs Our Consciousness occuperà la sala quasi fosse una “tettoia o un
baldacchino”, un elemento sospeso da cui si svilupperanno delle grandi masse che creeranno nello spettatore la
sensazione di essere “circondato da una foresta di fili e aquiloni – un ambiente silenzioso, meditativo e scultoreo”.
Sintesi tra natura e progettazione tecnologica, l’installazione rappresenta un paesaggio fluido e organico, un luogo
meditativo che evoca nuove possibili letture dello spazio, del vuoto, della forma e del tempo.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
La ricerca estetica di Hashimoto si sviluppa proprio in questa dialettica complementare tra vuoto e pieno, forma e
contenuto, artificio e natura. La sua indagine è frutto del sodalizio tra attenzione tecno-scientifica ed “esplorazione”
naturale, un’indagine volta alla comprensione degli elementi “che fanno percepire la natura come tale”. Ciò che
interessa l’artista tuttavia, non è tanto rappresentare letteralmente la natura, ma mostrare le sue dinamiche
intrinseche pur mantenendo visibile l’intervento artistico.
La profonda sintonia tra tecnologia e natura si concretizza in Silence Still Governs Our Consciousness – un’opera di
grande impatto che rende una sala del MACRO un fluttuante mondo.
Jacob Hashimoto è nato a Greeley, Colorado, nel 1973. B.F.A alla School of the Art Institute di Chicago nel 1996,
vive e lavora tra New York e Verona. Numerevoli le sue mostre personali in gallerie di livello internazionale, come la
Mary Boone Gallery di New York nel 2004, 2006 e 2009, la Rhona Hoffman Gallery di Chicago nel 2005, la Galleria
Studio la Città di Verona nel 2002, 2003 2006 e 2009. Hashimoto ha inoltre preso parte a importanti mostre collettive
in tutto il mondo; tra le più recenti ricordiamo la XIV Quadriennale di Roma nel 2005, Abstract America: New Painting
and Sculpture, alla Saatchi Gallery di Londra e In-Finitum presso il Palazzo Fortuny di Venezia, entrambe nel 2009.
La mostra di JACOB HASHIMOTO “Silence Still Governs Our Consciousness” è un evento promosso dal Comune di
Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali In
collaborazione con la Galleria Studio La Città, Verona.
JORGE PERIS. MICRO, AUREO, ADELA
Dal 1 giugno 2010
Micro, Aureo, Adela è il titolo del progetto commissionato dal MACRO all’artista spagnolo Jorge Peris (Alzira,
Valencia, 1969). L’opera, realizzata appositamente per gli spazi del Museo è frutto della presenza in loco dell’artista
che ha sviluppato un ecosistema estremo che richiama l’ambiente di una salina.
L’artista spagnolo genera un’opera viva, in cui una leggera coltre di sale fa da sfondo alla formazione di una
stalattite, nutrita secondo uno schema a sezione aurea e generata da un processo biologico accelerato. Il sale,
minerale fondamentale per la vita, materiale chimico e bene comune per il consumo umano, muove tutta l'attività
organica trasformandosi in un veicolo per un viaggio nel passato. All’ingresso della sala, due acquari accolgono
microrganismi che riportano nel presente una realtà primitiva. La sala espositiva diviene così un laboratorio
immaginario il cui processo evolutivo viene messo a nudo inglobando lo spettatore che ne diviene parte attiva.
Interessato a dialogare con discipline diverse per favorire una visione cosmologica dell’espressione artistica, per
Micro, Aureo, Adela Jorge Peris si è consultato con chimici e biologi marini, al fine di studiare le dinamiche con cui la
vita ha avuto origine. L’ecosistema artificiale, frutto di tale ricerca, si basa sulla memoria del sale e accompagna il
visitatore attraverso un viaggio nel passato il cui ritmo è dettato dallo schema della sezione aurea. L’andatura
spiraliforme, governata dalla legge fisica di Coriolis sulla forza rotatoria dei corpi, crea un corridoio spazio-temporale,
una finestra su un passato ancestrale. All’interno degli acquari, le artemie, forme di vita primordiale che conservano
da millenni le loro caratteristiche organiche, riportano la memoria e l’immaginazione agli albori della vita terrestre, nei
luoghi e nel tempo dove tutto ha avuto inizio.
Jorge Peris è nato ad Alzira (Valencia) in Spagna nel 1969, vive e lavora a Madrid. Ha partecipato a numerose
mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero, tra cui quelle presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
(2002 e 2008), l’ICA di Londra (2004), T1-Triennale di Torino (2005), il MARCO, Museo de Arte Contemporanea de
Vigo, il MAN di Nuoro (2007) e il Tang Contemporary Art di Beijing (2008).
La mostra di JORGE PERIS “Micro, Aureo, Adela” è un evento promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle
Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali.
JOÃO LOURO. MY DARK PLACES
Dal 1 giugno 2010-09-01
Al secondo piano dell'edificio di via Reggio Emilia, recentemente rinnovato e pronto a collegarsi in modo armonico
con la nuova ala del Museo, è presente la sala personale dedicata all'artista portoghese João Louro. Un mondo in
cui nulla è come sembra, un universo in cui visione e linguaggio entrano in cortocircuito e creano originali percorsi
espressivi.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
In occasione della programmazione estiva del 2010, il MACRO ha voluto che ogni sua sala espositiva ospitasse un
artista diverso, unendo così una moltitudine di linguaggi espressivi e universi formali, capaci di stimolare in modo
vario le curiosità del pubblico.
Una delle sale del Museo ospita My Dark Places, mostra personale dell'artista portoghese João Louro (Lisbona,
1963), a cura di Luca Massimo Barbero. Nello spazio espositivo sono stati riuniti lavori inediti, prodotti dal Museo
appositamente per la mostra, parte della serie Blind Images. Un nucleo di opere strettamente collegate tra loro,
basate sui concetti apparentemente antitetici di “paura” e “piacere” e sulle suggestioni letterarie di Dalia nera di
James Ellroy e delle opere del Marchese de Sade. Il minimalismo formale e la purezza cromatica dei grandi
monocromi hanno il proprio contrappunto, ironico e sottile, nelle frasi riportate nella parte inferiore dell'opera, simili a
didascalie o sottotitoli. In questi testi l'osservatore non trova una semplice spiegazione o descrizione, ma suggestioni
nuove, che aprono la mente e lo sguardo a mondi lontani e diversi, densi di citazioni filosofiche e letterarie.
Nell'elementarità formale del colore puro sembrano così condensarsi significati e contenuti inattesi.
Il lavoro dell'artista parte dall’interpretazione critica del reale, l’incertezza, il dubbio e la molteplicità divengono
un’esperienza visiva, poetica e lieve. L'arte concettuale incontra nell'opera di Louro nuovi orizzonti, raggiunti
attraverso percorsi inediti e originali; così accade anche in un'altra serie di opere dell'artista, denominata Dead End:
pannelli con indicazioni stradali, invasi però dai misteri della poesia, della filosofia e del linguaggio. Strumenti per
orientarsi in un mondo a più dimensioni, in cui le strade si intrecciano e si moltiplicano, come nella mente e
nell'immaginazione umana.
In occasione della mostra romana di Louro, una delle sue opere contenente una poesia di Mário de Sá Carneiro
scomposta dall’artista, farà parte del programma espositivo Território Neutro dell’Ambasciata del Portogallo. Con
questa iniziativa l’Ambasciata intende ospitare i lavori di una serie di artisti portoghesi studiati appositamente per il
piccolo giardino sito in viale Liegi, non distante dal MACRO.
João Louro (Lisbona, Portogallo 1963), vive e lavora a Lisbona. Dopo gli studi universitari d'architettura, si dedica
alla pittura, diplomandosi all'Insituto de Arte Visuais Ar.co. La sua opera comprende la pittura, la scultura, la
fotografia e il video e si basa sulla rielaborazione dell'espressione visiva attraverso il linguaggio e il coinvolgimento
diretto dell'osservatore. Louro ha esposto il proprio lavoro in importanti musei internazionali, come il Museu de Arte
Contemporanea de Elvas, il Museu de Serralves, Porto (2009) e il Centro de Arte Contemporânea Graça Morais,
Bragança (2010). Ha inoltre partecipato a rassegne come Manifesta (1996), Biennale di Venezia e Insite (2005). Le
sue opere fanno parte di importanti collezioni, come quella della Fundación Miró di Barcellona, della Margulies
Collection di Miami, della Aberdeen Art Gallery in Scozia e del Museu Serralves di Porto.
La mostra di JOÃO LOURO “My Dark Places” è un evento promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle
Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali.
GILBERTO ZORIO. X Y ZORIO
Dal 1 giugno 2010
Un grande maestro del contemporaneo ripensa uno spazio del MACRO: lo trasforma in un luogo di energia pulsante
e coinvolge il pubblico in una esperienza totale, fisica e psichica insieme.
Grazie a un progetto concepito da Gilberto Zorio appositamente per gli spazi del MACRO, una delle sale del Museo
si trasforma in una sua grande opera dedicata al coinvolgimento del pubblico. Come spesso accade nel suo lavoro,
l’artista ha pensato a una installazione che, attraverso segni e tracce di materiali differenti, inconsueti, mutevoli e
instabili, coinvolge l’identità dello spazio in una continua modificazione. Il risultato è un luogo carico di simboli atavici
e mistero, elementi che da sempre fanno parte della sua ricerca: come la stella a cinque punte, immagine cosmica
realizzata in passato nei materiali più vari (terracotta, rame, cuoio, filo incandescente, raggio laser, cristallo,
pergamena, bruciatura di fiamma ossidrica) e in questa occasione proposta dall’artista come grande segno
orizzontale, che nell’alternarsi continuo e repentino di luce e buio trasforma totalmente la percezione visiva dello
spazio e dei simboli, a partire dall’esperienza dello spettatore.
L’indagine di Zorio si concentra proprio su queste continue modificazioni della materia: egli fa riferimento da un lato
ai processi chimici e alchemici della sua trasformazione, dall’altro alle componenti e ai dispositivi di natura
tecnologica che la rendono possibile. Il confluire di queste sollecitazioni rende l’opera non un oggetto statico, ma un
processo in divenire, una esperienza da vivere nel tempo reale della sua percezione: dando vita in questo caso a un
luogo pulsante di energia, che permette al visitatore un’immersione completa, fisica e psichica insieme. Gli spazi del
MACRO si attivano così di una relazione diversa e inconsueta con il proprio pubblico, chiamato ad esperire questa
dinamica di ciclico rigenerarsi della materia che si trasforma e torna su se stessa, in un microcosmo che è traccia
fisica, allusione e indice del divenire universale.
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Gilberto Zorio (Andorno Micca, Biella, 1944) è dal 1967 uno dei principali esponenti dell’Arte Povera. Del 1976 è la
sua personale al Kunstmuseum di Lucerna, seguita da numerose esposizioni in prestigiose istituzioni come lo
Stedelijk Museum di Amsterdam (1979), la Galleria Civica di Modena e il Kunstverein di Stoccarda (1985), il Centre
d’Art Contemporain di Ginevra e il Centre Georges Pompidou di Parigi (1986), la Philadelphia Tyler School of Art
(1988), la Fundaçao de Serralves di Oporto (1990), l’Istituto Valenciano de Arte Moderna di Valencia (1991), il
Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, Documenta di Kassel e il Musée d’Art Moderne et d’Art
Contemporain di Nizza (1992), la Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento (1996), la Biennale di Venezia (per
la prima volta nel 1978, poi nel 1980, 1986, e nel 1997 con una sala personale), il Dia Center for the Arts di New
York (2001), il MAMbo di Bologna (2009). Vive e lavora a Torino.
La mostra di GILBERTO ZORIO “X Y Zorio” è un evento promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche
Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali
LUCA TREVISANI - LO SPAZIO È UN GIARDINO DA COLTIVARE
Dal 1 giugno
Lo spazio è un giardino da coltivare.
L’identità è una nuvola, una nebulosa, una variabile.
Le maree sono l'effetto più tangibile dell'influenza esercitata dal Sole e dalla Luna sul nostro pianeta, dei
cambiamenti e dei flussi che ne derivano.
La gravitazione universale vede due corpi attrarsi in maniera reciproca, modificarsi, quella in cui siamo immersi è una
coreografia celeste.
La Luna esercita una forza di attrazione sulla Terra che si ripercuote sulla massa liquida, che è più soggetta alle
deformazioni.
L’acqua ci mostra la natura delle cose.
Lo spazio è un giardino da coltivare.
Luca Trevisani
Il ciclo MACRO PROGETTI SPECIALI, iniziato nell’estate del 2009, dà la possibilità a giovani artisti della scena
artistica italiana e internazionale di invadere spazi alternativi del MACRO, per interagire con l’architettura del Museo
e le sue potenzialità. Artisti come il duo Cuoghi Corsello e Francesco Simeti si sono appropriati delle pareti degli
ascensori e delle pareti curve degli atri, conferendo agli ambienti nuova vita e nuovi significati.
Con Luca Trevisani procede la metamorfosi delle pareti degli ingressi alle ali espositive del Museo: tali aree
divengono così non solo uno spazio di passaggio, ma luoghi di nuove esperienze estetiche.
L’opera di Trevisani dal titolo Lo spazio è un giardino da coltivare, rappresenta nelle sue forme insieme organiche e
artificiali, le fasi lunari nello spazio cosmico. Le immagini rievocano i ritmi delle maree, i movimenti astrali e le
geometrie celesti, forze ed entità che governano la vita umana, determinandone i tempi e le stagioni. Interessato
all’influenza esercitata dall’immensamente grande sui singoli individui, l’artista rappresenta, sulle superfici industriali
in pvc che ricoprono le pareti speculari degli ingressi, forme che rievocano le forze gravitazionali dei corpi. In un
gioco di attrazione-repulsione, due immagini complementari si fronteggiano e dialogano, generando una coreografia
celeste basata sulla complementarietà, sulla reciprocità e sulla moltiplicazione dei punti di vista.
Luca Trevisani è nato nel 1979 a Verona, vive a Berlino. Il suo lavoro si articola tra scultura, video, fotografia e
installazioni. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero, tra cui si segnalano
Manifesta 7 e T2 (Seconda Triennale di Torino) nel 2008; Clinamen, Pinksummer, Genova 2006; William Paxton’s
cluster, Palestra, GAMeC, Bergamo 2005; Il vento dal Settecento all’arte contemporanea, Fondazione Torino
Tremusei, Castagneto Po, 2006. L’ultima mostra personale dell’artista si è tenuta quest’anno presso il NIMK /
Montevideo di Amsterdam. Vincitore nel 2007 del premio Furla e nel 2009 del Premio New York, ha recentemente
terminato la residenza ISCP a New York.
Il progetto speciale di LUCA TREVISANI “Lo spazio è un giardino da coltivare” è un evento promosso dal Comune di
Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
MACROwall: EIGHTIES ARE BACK! LUIGI CARBONI
Dal 1 giugno
Torna il ciclo espositivo MACROWall con il progetto Eighties are Back!, un’indagine in più appuntamenti sull’arte
italiana che metterà a confronto un’opera degli anni Ottanta e un lavoro recente dello stesso artista. Il primo
appuntamento vedrà come protagonista Alfredo Pirri.
In visione saranno inoltre nuovi importanti prestiti, comodati e donazioni, opere che nell’ultimo anno hanno arricchito
il patrimonio del MACRO.
MACRORADICI DEL CONTEMPORANEO. A ROMA LA NOSTRA ERA AVANGUARDIA
Dal 1 giugno
Alla scoperta di una Roma d’avanguardia, tra laboratorio critico e underground: un racconto per immagini dedicato
all’attività di Graziella Lonardi Buontempo, per scoprire come una grande passione per l’arte contemporanea ha dato
vita a una nuova visione della cultura.
Dopo lo straordinario consenso di visitatori rimarrà visibile per tutta l’estate A Roma, la nostra era avanguardia, una
mostra radicata e radicale che ha attraversato e conquistato tutte le generazioni, dialogando con ogni tipo di
pubblico. MACRO sceglie di prorogare questa mostra, in un’estate densa di avvenimenti culturali, perché racconta
l’avanguardia di Roma con immediatezza e attualità, assumendo un’importanza autentica per il territorio in chiave
internazionale.
È dedicato a Graziella Lonardi Buontempo il secondo allestimento del progetto MACROradici del contemporaneo,
costruito attorno a figure cruciali per le vicende artistiche della città di Roma che hanno avuto esiti nella
contemporaneità internazionale, nell’intenzione di mostrarne la straordinaria attualità come sorgenti del presente.
Fervente animatrice culturale della scena artistica romana dai primi anni Settanta, Graziella Lonardi Buontempo è da
sempre promotrice instancabile delle ricerche artistiche più avanzate, attraverso l’organizzazione di grandi mostre in
spazi pubblici e la promozione di un nuovo modo di fare cultura, nell’incontro diretto con gli artisti e le opere nel
momento stesso della loro creazione ed elaborazione.
Questa mostra è la prima completamente dedicata alla rilettura di due momenti centrali nella storia dell’arte
contemporanea, legati alla città di Roma, che si devono all’entusiasmo della sua catalizzante figura: le due mostre
Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960/70 - che trasformò nel 1970 il Palazzo delle Esposizioni in un gigantesco
contenitore multimediale - e Contemporanea - la rassegna interdisciplinare internazionale che, con una scelta tra
l’incredibile e il meraviglioso, inaugurò nel 1973 il grande parcheggio sotterraneo di Villa Borghese. Entrambe curate
da Achille Bonito Oliva, hanno costituito per l’epoca due rivoluzionari modelli espostivi, nell’idea di una modalità
nuova di fruizione dell’arte: attraverso un laboratorio critico aperto e la vitale mescolanza di generazioni e ricerche,
restituita nella mostra al MACRO dalla straordinaria galleria continua di oltre cento grandi foto originali di Ugo Mulas
a Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960/1970.
Nei due grandi monoliti delle cassettiere centrali, così come nel touchscreen interattivo, sarà possibile aprire gli spazi
del tempo e trovare fotografie, tra cui quelle di Massimo Piersanti a Contemporanea, opere, documenti, lettere e
testimonianze, attraverso i quali la mostra intende restituire ai visitatori la straordinaria attualità di questo modo di
intendere e promuovere l’arte, secondo nuove modalità di relazione con il pubblico e nuove strategie culturali. Negli
spazi del MACRO, sarà così possibile rivivere questi due momenti fortemente significativi per la storia artistica del
XX secolo in relazione al presente, facendo esperienza in prima persona della loro attualità, in una sorta di viaggio
tra le immagini: guidati dagli artisti, dalle loro opere, dalle loro parole, senza alcuna celebrazione retorica, ma
ritrovando il senso di quest’avventura in progress, che arriva sino ad oggi.
La mostra, a cura di Luca Massimo Barbero e Francesca Pola, è realizzata in collaborazione con gli Incontri
Internazionali d’Arte. Sarà accompagnata da un catalogo bilingue che intende costituire una sorta di biografia
immaginifica, articolata tra parole e visioni, tra contributi di studio e testimonianze originali, attraverso cui mettere in
luce gli aspetti così fortemente attuali delle scelte di Graziella Lonardi Buontempo.
Il rapporto diretto tra Graziella Lonardi Buontempo e gli artisti è stato un elemento centrale nella elaborazione di
nuove modalità creative e performative nell’arte dei primi anni Settanta. Nella sua idea di promuovere e documentare
l’arte del presente in un’ottica attiva, contestualmente alla realizzazione di Vitalità nel negativo nell’arte italiana
1960/1970, Graziella Lonardi Buontempo fonda infatti a Roma gli Incontri Internazionali d’Arte: luogo di
sperimentazioni, in cui artisti e critici potessero interagire con il pubblico in performances, dibattiti e discussioni, nel
farsi stesso del loro lavoro creativo, secondo un nuovo modo di fare arte che ancora oggi continua ad animare la
scena artistica romana. Tra le numerose presenze internazionali che hanno condiviso con lei la sua straordinaria
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
avventura vi sono stati Joseph Beuys, Alighiero Boetti, Daniel Buren, Christo, Enzo Cucchi, Mario Merz, Giulio
Paolini, Michelangelo Pistoletto, Robert Rauschenberg, Gerhard Richter, Andy Warhol.
La mostra “A Roma, la nostra era avanguardia” è un evento promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle
Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali
FotoGrafia, FESTIVAL INTERNAZIONALE DI ROMA (MACRO Testaccio)
Parte con tante novità questa nuova edizione di FotoGrafia: nuova location al MACRO Testaccio, nuove date (23
settembre – 24 ottobre) e tre curatori, Marc Prust (fotografia ed editoria), Valentina Tanni (fotografia e new media) e
Paul Wombell (fotografia e arte contemporanea) a sostegno del lavoro di Marco Delogu, direttore del festival e
curatore del VIII Commissione Roma, affidata a Tod Papageorge, tra i grandi fotografi americani e capostipite della
Scuola di Yale, da cui provengono tra gli altri Gregory Crewdson e Lorca di Corcia.
In questo modo il Festival diventa il primo appuntamento della stagione internazionale, ospitando tra l'altro in
anteprima assoluta la nuova produzione del Mese Europeo della Fotografia: Mutations 3 – Public Image, Private
Views, curata da Emiliano Paoletti, co-direttore del Festival che presenta tra l’altro The Sochi Project di Rob Hornstra
e Arnold Van Bruggen, un progetto di slowjournalism, finanziato via web, per documentare i cambiamenti nella
regione russa che nel 2014 ospiterà le Olimpiadi invernali.
A partire da quest'anno il Festival si arricchisce della collaborazione con il MACRO, che conferma anche in questo
caso la propria vocazione ad aprirsi alla città di Roma, proponendosi come casa delle immagini per il pubblico
nazionale e internazionale. Proprio in questa direzione va la scelta di coinvolgere completamente i due padiglioni del
MACRO Future, la sede del Museo al Testaccio votata alle grandi manifestazioni collettive.
Tra i tanti cambiamenti, alcune importanti conferme: è previsto anche quest'anno un circuito di gallerie per
promuovere e valorizzare artisti ed operatori locali; ancora una volta saranno coinvolti gli Istituti e le Accademie
internazionali. Viene inoltre confermato il Premio IILA FotoGrafia per la giovane fotografia sudamericana, di cui verrà
presentato: “Impero del sole”, il lavoro su Roma del vincitore della passata edizione José Manuel Castrellón (a cura
di Emiliano Paoletti); è infine prevista l'attesa mostra “Ecclesia” (a cura di Marco Delogu) di Giuliano Matteucci,
vincitore del Premio Baume & Mercier.
La parola chiave che raccoglie tutte le proposte sarà FUTURSPECTIVES, ovvero “Può la fotografia interpretare il
futuro?”
Questo paradosso è subito evidente nel lavoro di Paul Wombell per la sua mostra “Bumpy ride”. D’abitudine si
discute di fotografia al passato. Una volta che una foto è stata scattata, rimanda indietro nel tempo e non in avanti ed
in qualche modo diventa storia. Ma alcuni fotografi stanno mettendo in dubbio questa premessa, realizzando
immagini che guardano in avanti e non indietro. Sono fotografi che lavorano più come degli scrittori del genere
“science fiction”, usando il processo fotografico per immaginare come il futuro potrebbe apparire. “Bumpy ride”
raccoglie il lavoro di fotografi contemporanei che usano sia il digitale che l’analogico e che stanno sfidando le nostre
aspettative ci ciò che si vede in un’immagine.
Fotografi confermati sono: Peter Bialobrzeski, Sonja Brass, Cedric Delsaux, Jill Greenberg, lkka Halso, Mirko Martin
and O Zhang.
L’interrogativo avrà un altro tentativo di risposta ed interpretazione nella ricerca compiuta da Valentina Tanni per la
sezione fotografia e new media.
L’incontro tra la fotografia e i nuovi media vive un eterno presente. È già avvenuto, ma continua a succedere. Per
questo, la sezione del Festival dedicata a questo tema debutta con una mostra intitolata “Maps and legends”, un
progetto che si pone come obiettivo la mappatura di un territorio in continua evoluzione. Una cartografia in progress
sulle relazioni che la pratica fotografica sta intessendo con il mondo della Rete, con la sua cultura, il suo linguaggio, il
suo immaginario. Accanto alle mappe, anche le legende, indispensabili per decifrarle. Ma soprattutto le leggende, i
miti, le narrazioni. Tutto quello che fa del web un vero e proprio luogo, dotato di storia e di cultura. Dalle .gif animate
alle fotografie nei mondi virtuali; dalle immagini di Google Street Views agli scatti che cambiano in tempo reale con il
flusso dei dati. Fino alla macchina fotografica che cattura il tempo, invece dello spazio. Dieci artisti, italiani e
internazionali, per una mostra che prova a scrutare nel futuro – o forse dovremmo dire nel presente continuo - della
fotografia.
Artisti confermati: Marco Cadioli (Italia), Martijn Hendriks (Paesi Bassi), Justin Kemp (USA), Jaime Martinez
(Messico), Filippo Minelli (Italia), Sascha Pohflepp (Germania), John Rafman (Canada), Phillip Toledano (USA),
Harm Van den Dorpel (Paesi Bassi) e Carlo Zanni (Italia).
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
A conclusione, la sezione su Fotografia ed Editoria curata da Marc Prust. La mostra, come lascia intuire il titolo:
“unpublished – unknown”, presenta una selezione di lavori ancora non pubblicati. La domanda che è dietro l’indagine
del curatore è: si può affermare che una fotografia che non è stata vista da nessun altro al di fuori del fotografo
esiste? Possiamo parlare di un secondo “istante decisivo” dopo quello dello scatto di Henri Cartier Bresson, ovvero
quello in cui la foto stessa viene pubblicata? Quindi, più che una mostra di lavori non pubblicati, si tratta di una
mostra di lavori non ancora completati, perché dovrebbero ma non hanno ancora superato il passaggio di questo
secondo decisivo momento: la pubblicazione.
FotoGrafia è promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle politiche culturali e della comunicazione.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
MAGa – MUSEO D’ARTE DI GALLARATE
Via De Magri, 1 – Gallarate (VA), Tel. 0331 706011;
[email protected]; www.museomaga.it
COLLEZIONE PERMANENTE DEL MAGA
Esposizione permanente
Fondato nel 1966, il MAGA-Museo Arte Gallarate è, per la ricchezza della sua collezione permanente, una delle più
importanti realtà espositive sul territorio nazionale. Concepito dal suo fondatore, Silvio Zanella, come “Museo delle
correnti e dei movimenti dell’arte italiana della seconda metà del XX secolo” offre ai visitatori un ricco e articolato
panorama degli orientamenti che hanno animato la scena artistica nazionale dalla metà del Novecento ai nostri
giorni.
Il percorso espositivo inizia dagli ultimi esiti del “Novecento Italiano” e si snoda lungo le esperienze concretiste,
astrattiste, figurative, informali e spazialiste degli anni Cinquanta.
Gli anni Sessanta e Settanta sono ben rappresentati dalle sezioni dell’arte cinetica, verbo-visuale, concettuale,
ambientale, surreale e politico-sociale. Transavanguardia, anacronismi, pittura colta, nuovo-futurismo, astrattismo
povero, arte digitale, conducono il visitatore tra le ricerche degli anni Ottanta e Novanta.
Particolare attenzione viene rivolta alla produzione artistica più attuale attraverso le esposizioni temporanee e le
acquisizioni per il museo.
Tra i principali artisti presenti in collezione; Carrà, Sironi, Fontana, Vedova, Morlotti, Veronesi, Soldati, Colombo,
Melotti, Ontani, Gilardi, Studio Azzurro, Canali, Cecchini, Borghi, Calignano e molti altri…
CARSTEN NICOLAI. SOLO SHOW
A cura di Vittoria Broggini
1 ottobre – 31 ottobre 2010
In collaborazione con AIEP – TEC ART ECO arte e tecnologia per l’ambiente
Con il sostegno di P.O di Cooperazione Transfrontaliera Italia/Svizzera
Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
La collaborazione con Aiep ha visto negli anni la GAM, ora MAGA, accogliere co-produrre e potenziare alcune
mostre di artisti contemporanei internazionali.
La consolidata partnership Aiep-MAGA, specificatamente rivolta alla richiesta di finanziamenti in ordine al
programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Svizzera/Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, per il 2010
organizza e promuove la mostra dell’artista tedesco Carsten Nicolai. “Carsten Nicolai. Solo Show” mette in mostra
alcune delle opere chiave della poetica di Nicolai, la cui ricerca di grande interesse non è ancora stata oggetto di una
mostra personale in un Museo in Italia. Primato esclusivo quello del MAGA con progetto espositivo compatto che
racconta il complesso fascino di un artista il cui lavoro fluttua tra arte e musica.
Il MAGA con questa mostra prosegue il suo percorso d’indagine nei confronti dell’arte elettronica e della
sperimentazione acustica e visiva già specificato nelle varie edizioni di Innet (Symbiosis Orchestra, Stelarc, BiancoValente, Marcelì Antunez Roca), di Plaid (AGF, Hugo Race, Xabier Iriondo, Societas Raffaello Sanzio) e nella scorsa
rassegna Linguaggi estranei (Thomas Koner, Christian Fennesz). La mostra di Carsten Nicolai al MAGA ribadisce
come sia sempre più opportuno e necessario per un Museo accogliere quelle espressioni artistiche nelle quali
confluiscono diverse discipline, impegnandosi affinchè il Museo testimoni e riunisca nel proprio ambito operativo
teorie, pratiche, produzioni e ricerche dal fondamento strutturale multidisciplinare.
Carsten Nicolai (aka noto, alva noto, Germania,1965) fa parte di una generazione di artisti che lavora intensamente
in una zona di transizione tra arte e scienza.
Nicolai utilizza il suono elettronico e l'arte visiva come una sorta di strumento ibrido per creare la propria visione
microscopica dei processi creativi.
L’artista mira a superare la separazione delle forme d'arte e dei generi, egli si pone con il suo lavoro e la sua ricerca
in un’area estetica dove la divisione tra le percezioni sensoriali è dissolta. L’opera, la cui natura ambigua, musicale e
visiva, rispecchia la doppia identità dell’artista, insiste sulla sensibilizzazione dello spettatore per indurlo alla
connessione dei diversi livelli sensoriali.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
Il carattere duale dell'opera di Carsten Nicolai si esprime nella compresenza tra le caratteristiche fisiche dell'impatto
sonoro, espresso nell'utilizzo di bassissime e altissime frequenze usate in modo potente e allo stesso tempo
tagliente e il carattere chirurgico e microscopico delle strutture in cui questo impianto sonico si realizza. Tutto cio'
anche nelle opere visive nelle quali Nicolai utilizza strutture rigorose e delicate allo stesso tempo, ancora in un'ottica
di forte polarità. La sintesi dei suoi lavori la troviamo nelle installazioni, spazi immersivi dove si fondono la ricerca
visiva e quelle acustica.
L’interesse per l'integrazione nei procedimenti artistici dell’errore e del caso, nonché l'indagine matematica e fisica
dei fenomeni naturali, si esplicita nell’attenzione dell’artista ai processi di auto-organizzazione, come per esempio la
coltivazione di cristalli di neve. La sua ricerca prende spunto da fenomeni naturali come il suono (di cui studia il
rapporto con lo spazio, il tempo e il movimento), la luce, i campi elettromagnetici (e in particolare gli effetti delle
polarità) ed elementi naturali come il latte o la neve. E proprio come i fiocchi di neve rendono possibile il generarsi di
forme uniche e irripetibili, le opere di Nicolai partono da un minimum percettivo, nucleo attorno al quale si crea un
sistema di eventi a cui aggiunge l'elemento errore che a sua volta provoca cambiamenti di frequenza, di suoni e di
visioni generando cosi' infiniti altri nuclei e infinite via di fuga per la percezione.
Nel 1999 con la nascita dell’etichetta Raster Noton (fondata assieme a Frank Bretschneider e Olaf Bender) si apre
una nuova e affascinante sfida per alva noto, miscelare la ricerca del suono più colto e radicale con i nuovi linguaggi
del pop elettronico, tracciando una via in grado di arrivare ad un pubblico sempre più eterogeneo.
Dopo la sua partecipazione a importanti mostre internazionali come Documenta X e la 49a e 50a Biennale di Arti
Visive di Venezia, le opere di Nicolai sono state mostrate in due mostre personali alla Francoforte Kunsthalle e alla
Neue Nationalgalerie di Berlino nel 2005. Con lo pseudonimo alva noto è uno degli artisti di riferimento anche nel
contesto della musica digitale, le sue performance sono giunte nei centri d’arte più importanti del mondo, dal
Solomon R. Guggenheim Museum di New York, al Moma di San Francisco, al Centre Pompidou di Parigi, la
Kunsthaus di Graz e la Tate Modern di Londra. Inoltre egli collabora a progetti con artisti diversi, come Ryuichi
Sakamoto, Ryoji Ikeda, Blixa Bargeld, Michael Nyman, Mika Vainio e Thomas Knak.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
MAMbo – MUSEO D’ARTE MODERNA DI BOLOGNA
Via Don Minzoni, 14 - Bologna, Tel.051 649611; Fax 051 6496600
[email protected]; www.mambo-bologna.org
LA COLLEZIONE. Per una storia del Museo d’Arte Moderna di Bologna
I visitatori avranno la possibilità di vedere l'allestimento completamente rinnovato de LA COLLEZIONE. Per una
storia del Museo d'Arte Moderna di Bologna, la raccolta permanente del museo riorganizzata con la Direzione
scientifica di Gianfranco Maraniello, nell'intento di dare una lettura della storia dell'arte italiana, dalla metà degli anni
Cinquanta a oggi, attraverso l'attività dell'ex Galleria d'Arte Moderna di Bologna. Focus on Contemporary Italian Art,
la sezione finora visibile dedicata alla promozione dell'arte italiana emergente, viene riconfigurata e affiancata da
nuove aree tematiche che ripercorrono i momenti e i movimenti salienti della produzione artistica del nostro Paese:
Arte e ideologia, Arte astratta e informale, Per una storia della GAM (Arte Povera e Concettuale, Corpo e Azione,
Scultura e Pittura negli anni '80).
Uno spazio apposito è dedicato a video e film, con documenti e opere che datano dal Futurismo ai giorni nostri. Per
far conoscere al pubblico il nuovo assetto, che costituisce la traccia per futuri sviluppi e perfezionamenti del progetto
espositivo del MAMbo, in occasione della Giornata del Contemporaneo viene organizzata una visita guidata gratuita
a cura del Dipartimento educativo, alle ore 11.30.
DINO GAVINA. LAMPI DI DESIGN
23 settembre – 12 dicembre
Il MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, in occasione della Giornata del Contemporaneo 2010, ripensa la sua
storia attraverso una ricostruzione delle attività passate e future (dal 2006 al 2012), riflette sulla sua identità con
l'ampliamento della ricerca sulla collezione permanente e prosegue il programma annuale rivolto alla Manifattura
delle Arti con la mostra Dino Gavina. Lampi di design. L'annuale appuntamento dedicato al contemporaneo fornisce
dunque lo spunto per un percorso di rilettura della propria ricerca, analizzando le azioni in corso, spiegando le scelte
passate e delineando traiettorie per il futuro.
La mostra Dino Gavina. Lampi di design, che i visitatori potranno vedere il 9 ottobre, si inserisce nella
programmazione del 2010 in un contesto di apertura alle aree parallele all'arte visiva (cinema, musica, teatro design).
Un panorama sperimentale che rileva la caduta dello "specifico" artistico a favore di un intreccio multimediale già
testimoniata con la mostra inaugurale Vertigo. Il secolo di arte off-media dal Futurismo al web.
L'attenzione alla storia e agli sviluppi dell'arte italiana è espressa dall'arricchito impianto scientifico della Collezione
Permanente: nel tentativo di unire la funzione didattica di un percorso storico e filologico ad una narrazione che
ricostruisca l'identità del museo a partire dalla sua genesi. L'analisi e il sostegno dell'attualità è garantita dal progetto
Focus on Contemporary Italian Art in collaborazione con UniCredit Group.
Programma degli eventi della giornata
Ore 15.00
Visita guidata alla mostra Dino Gavina. Lampi di design.
Il progetto espositivo, a cura di Elena Brigi e Daniele Vincenzi, ripercorre l'avventura intellettuale e imprenditoriale di
Gavina, facendo riferimento ad artisti, designer e architetti che con lui hanno condiviso il cammino nel mondo
dell'arte e del design.
Ore 15.00 – Dipartimento educativo
Dentro un sasso
Laboratorio gratuito per bambini e ragazzi dai 5 agli 11 anni.
In occasione della mostra “900 IN SASSI”, libro di Mauro Bellei edito dalla casa editrice Les Trois Ourses, ospitata
dal Dipartimento educativo MAMbo, lo spazio dell'esposizione diventa anche un luogo attivo dove i bambini possono
vivere un'esperienza creativa costruendo piccole installazioni naturali. Segni, macchie e forme presenti in sassi e
pietre attraverso personali interpretazioni si trasformano in simboli e metafore di
opere di illustri artisti del 900.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
Ore 16.00 – Sala Conferenze
MAMbo 2010: il Museo delle Arti Moderne (di Bologna)
Il MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna rilegge la sua attività alla luce di tre filoni di ricerca: Visual Culture and
after, Criticism, Interferenze nella gravitazione universale.
Dall'attenzione alla trasversalità dei linguaggi artistici contemporanei, al percorso di indagine sull'evoluzione
dell'Institutional Critique come modello di riflessione sul ruolo del museo, fino ad una ricognizione della stagione
“etica” dell'arte italiana, con le grandi mostre personali di Giovanni Anselmo, Luigi Ontani, Giuseppe Penone e
Gilberto Zorio.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
MAN – MUSEO D’ARTE DELLA RPOVINCIA DI NUORO
Via Sebastiano Satta, 27 – Nuoro, Tel. 0784 252110; Fax 0784 252110
[email protected]; www.museoman.it
LA DIMENSIONE DELLA PROSPETTIVA
9 ottobre 2010, ore 10.00
Il 9 ottobre, per la sesta edizione della Giornata del Contemporaneo, il MAN apre le porte gratuitamente per
presentare una serie di iniziative che coinvolgeranno sia il pubblico adulto che i bambini.
A inaugurare l’evento, alle ore 10:00, sarà una conversazione, a cura di Gianvincenzo Monni, che tratterà il tema
della formazione e destrutturazione dello spazio prospettico nella storia dell’arte italiana dal ‘400 fino ai giorni nostri.
Sarà analizzata nel particolare, sulla scia del costruttivismo di Cezanne, la ricerca di Giorgio Morandi.
I BAMBINI ESPONGONO AL MUSEO
9 ottobre, ore 16.30
Per la sesta edizione della Giornata del Contemporaneo, il Dipartimento Educativo del MAN presenta un’esposizione
di disegni e installazioni dei più giovani contemporanei per eccellenza: i bambini. La vita ma anche l'arte
contemporanea rivisitata e rielaborata dai piccoli. Un allestimento che propone non solo il frutto del lavoro svolto dai
bambini durante i laboratori estivi del museo ma anche una visione fantasiosa e spensierata di ciò che l'arte propone,
a volte emulando ciò che si vede in mostra e più spesso prendendone spunto per l'elaborazione di nuovi linguaggi.
Nel pomeriggio, dalle 16:30, i bambini potranno partecipare attivamente ai laboratori che si terranno nelle sale del
MAN allestite per l’occasione.
Per la Giornata del Contemporaneo, il MAN rimarrà aperto sino alle ore 22:00 e l’ingresso dei visitatori sarà gratuito.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
Mart, MUSEO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI TRENTO E ROVERETO
Corso Bettini, 43, - Rovereto (TN), Tel.0464 438887; Fax 0464 430827
[email protected]; www.mart.tn.it
LA SCELTA DEL MUSEO. GIOVANNI FRANGI
5 giugno – 10 ottobre 2010
Il Mart espone, dal 5 Giugno al 10 Ottobre 2010 l’opera i “Giardini pubblici” (2009) di Giovanni Frangi.
A cura di Giovanni Agosti, l’esposizione porta al Foyer del primo piano del museo una tela di Frangi alta due metri e
larga tre e mezzo. L’opera sarà accompagnata da un corredo di immagini che ne documentano il processo di
creazione. Un gesto che, secondo il curatore “Intende rimettere lo stile al centro delle discussioni sull'arte
contemporanea. Si tratta di un quadro nuovo e vecchio insieme, dietro cui si agitano fantasmi e idee. E che potrebbe
– come succedeva un tempo con certe grandi opere di Guttuso – aprire un discorso serio sul senso del lavoro
dell'artista oggi.”
Giovanni Frangi (Milano, 1959)
Dal 1978 al 1982 studia all’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 1983 esordisce in una mostra alla Rotonda della
Besana, a Milano, “Giovani pittori e scultori italiani”, cui segue nello stesso anno, alla Bussola di Torino, la prima
personale.
Del 1997 è la mostra a Palazzo Sarcinelli, a Conegliano, “Frangi. Paesaggi 1986-1996”. Nel 1998, alla XII
Quadriennale di Roma, vince il premio della Camera dei Deputati, che consiste in una mostra allestita l’anno
successivo nella Sala del Cenacolo a Montecitorio: “La fuga di Renzo”.
È del 1999 “Il richiamo della foresta” presso la Galleria delle Stelline a Milano. Nel 2000 realizza la personale
“Viaggio in Italia” alla Galleria dello Scudo di Verona e successivamente, da Lawrence Rubin a Milano, inaugura
“Giovanni Frangi – Sculture, una mostra per l’estate”.
Nel 2004 a Villa Panza, a Varese, presenta “Nobu at Elba” e sempre nel 2004 la personale “Take-off” alla Galleria
dello Scudo di Verona. Nel 2006 allestisce “View – Master” da Poggiali e Forconi, a Firenze. Nel 2007 è presente alla
collettiva Italia 1980-2007, organizzata dal Mart di Rovereto nel Museo Nazionale di
Hanoi, in Vietnam. Nel 2008 allestisce “SassiSassi” alla Galerie Raphael di Francoforte ed espone la
suite “Pasadena” alla Galleria d'Arte Moderna di Udine.
Tra il 2008 e il 2009 realizza “MT2425” all’Ex Oratorio di San Lupo di Bergamo. Vive e lavora a Milano.
MART UP! VIVI IL MUSEO
8 – 10 ottobre 2010
Il Mart, in occasione della Giornata del Contemporaneo 2010 promossa da AMACI, in programma per il 9 ottobre, ha
ideato “Mart up! Vivi il museo”, un programma di iniziative che animerà gli spazi del Polo museale di Rovereto nel
corso di un intero fine settimana, dal pomeriggio di venerdì 8 ottobre alla sera di domenica 10 ottobre.
“Mart up!” si rivolge ai bambini e alle loro famiglie, ma anche a giovani e adulti attraverso un programma
multidisciplinare che comprende laboratori creativi, come le cacce al tesoro e i laboratori di serigrafia, e incontri
pubblici con storici e curatori d’arte come Lea Vergine e Giovanni Agosti. E inoltre sono previsti speciali itinerari di
visita alle mostre e all’architettura del museo, concerti nella piazza del Mart e nelle sale espositive, letture all’aperto,
performance di danza, e un workshop di stencil .
Il progetto offre al pubblico l’occasione di diventare protagonista della vita del museo e di impadronirsi dei suoi spazi,
facendo esperienze diverse, osservandolo da nuove prospettive. Infine, mette in relazione museo e territorio,
attraverso connessioni con altre realtà e istituzioni della regione.
Le attività in programma:
Venerdì 8 ottobre
Ore 17.00-18.00, Sale espositive: “La bellezza del gusto: il cioccolato”, laboratorio di introduzione alla degustazione
a cura di Walter Tomio di Exquisita.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
Ore 18.00-19.30, Sale espositive: “Un’opera uno sguardo”, itinerario di approfondimento sui linguaggi dell’arte
contemporanea a cura di Valerio Dehò (KunstMerano Arte), Giovanna Nicoletti (Galleria Civica di Arco), Letizia
Ragaglia (Museion, Bolzano), Andrea Viliani (Fondazione Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento).
Ore 20.30-21.30, Sale espositive: “Suoni per occhi”, percorso sonoro in tre tappe, con Aldo Campagnari (violino),
Lorenzo Frizzera (chitarra), Fiorenzo Zeni (sax tenore).
Sabato 9 ottobre:
Ore 10.30, Mart, sale del museo, Appuntamento con l’architettura contemporanea: Incontro con Francesco Dal Co
Ore 15.00-18.00, Mart Sezione didattica: “Gioielli di feltro”, laboratorio per il pubblico adulto a cura di Sandra Borea.
Ore 15.00-16.30, Piazza del Mart: “Tiratura limitata”, laboratorio per ragazzi di serigrafia su t-shirt, a cura di
Alessandro Allera.
Ore 15.00-16.30: “Cercando Botta”, caccia al tesoro per bambini e ragazzi alla scoperta dell’architettura del polo
museale, a cura di Nicoletta Barbieri, Elena Chinellato e Valeria Marchi.
Ore 15.00-16.30: “Il lavoro di un archistar”, itinerario di approfondimento sulla mostra dedicata a Mario Botta e
l’architettura del polo museale, a cura di Amina Pedrinolla.
Ore 17.00-18.00, Mart Sezione didattica: “Percepire l’arte”, incontro sul tema della percezione a cura di Francesca
Bacci, nell’ambito della collaborazione Mart-Cimec.
Ore 18.30-19.30, Giardino delle Sculture: “Departures”, reading con aperitivo a cura di Paolo Malvinni.
Ore 20.00-21.30, Piazza del Mart: “69 strings 12 guitars”, concerto a cura di Enrico Merlin.
Domenica 10 ottobre:
Ore 10.00-12.00, Parco delle Sculture: “Fai fiorire il giardino del Mart”, laboratorio creativo per grandi e piccini.
Ore 11.30-12.00, Parco delle Sculture: concerto dell’Orchestra Novak di Villa Lagarina.
Ore 10.00-11.00, Mart Sezione didattica, “Invisible stencils. Una deriva nella cultura visuale dal graffito alla street
art”, introduzione al tema della street art a cura di Andrea Mubi Brighenti.
Ore 11.00-18.00, Mart Sezione didattica e Piazza del Mart: “Stencil Revolution”, workshop a cura degli street artists
Lucamaleonte (Roma) e Orticanoodles (Milano)
Ore 16.00-18.00, Piazza del Mart: performance di danza e dj set a cura del CDM, Rovereto.
Ore 16.00 Sala conferenze: “Tema di discussione”, incontro con Giovanni Agosti e Lea Vergine, sul tema del ruolo
della pittura nell’arte contemporanea.
MARIO BOTTA. ARCHITETTURE 1960-2010
25 settembre 2010 – 23 gennaio 2011
A quasi otto anni dall’inaugurazione della grande sede del Mart a Rovereto, la cui nuova e accogliente architettura ha
ospitato un’intensa serie di stagioni espositive, il museo rende omaggio al suo ideatore, l’architetto Mario Botta,
autore del progetto, realizzato con la collaborazione dell’ingegnere Giulio Andreolli.
“Mario Botta. Architetture 1960-2010” è un progetto espositivo curato dallo stesso architetto, con la direzione
scientifica di Gabriella Belli. Sarà in mostra al Mart di Rovereto dal 25 settembre 2010 al 23 gennaio 2011.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
La mostra documenta le opere più significative realizzate da Mario Botta, nato a Mendrisio nel 1943 e laureato a
Venezia, in tanti anni di fortunata attività professionale: dalle prime case unifamiliari, originali espressioni della scuola
ticinese, fino ai grandi edifici pubblici, biblioteche, teatri, musei, chiese e sinagoghe, realizzati in tutto il mondo.
Sono presentati oltre 50 progetti, tutti realizzati, documentati con schizzi e modelli originali, fotografie e documenti
inediti.
L’esposizione si articola in 12 sezioni: La prima di esse intitolata “Incontri” è una sorta di spazio introduttivo costituito
da suggestioni e memorie di artisti e opere, di personaggi della cultura e della musica che hanno lasciato un segno
profondo nella formazione dell’uomo e dell’architetto.
Le altre sezioni, intitolate Abitare, Luoghi di lavoro, Scuole, biblioteche e tempo libero, Ricuciture urbane, Musei,
Teatri, Spazi del Sacro, Interni, ripercorrono invece il personale percorso progettuale che ha portato Mario Botta a
cimentarsi con tutte le tipologie edilizie. Da segnalare in particolare le emozionanti documentazioni dei progetti per il
Museo Tinguely di Basilea, per il MoMA di San Francisco, per il Centro Dürrenmatt di Neuchâtel, per il restauro della
Scala di Milano e, naturalmente, per lo stesso Mart di Rovereto.
Le ultime sezioni sono dedicate alle creazioni di Mario Botta nell’ambito di Allestimenti, Scenografie e Design: dalle
fortunate sedie realizzate all’inizio degli anni Ottanta per Alias, alle lampade tra cui la “Shogun” commercializzata da
Artemide a partire dal 1985, al recente “Tavolo per Cleto Munari”.
L’itinerario architettonico di Mario Botta, che trova le proprie origini nell’interpretazione della tradizione del Movimento
Moderno e prosegue negli anni senza cedimenti su questa linea, si configura oggi come “ragione critica” rispetto alla
fragilità dei modelli e delle mode offerte dalla globalizzazione. Nel suo studio di Lugano, l’architetto ticinese progetta
edifici che trovano la propria ragione d’essere nella consapevolezza di interpretare la sensibilità della cultura
contemporanea e nel contempo evocare quel territorio di storia e di memoria che costituisce il vero patrimonio
dell’identità dell’architettura europea. “Il tessuto della memoria – scrive Botta nel testo del catalogo che accompagna
la mostra – è una realtà viva che ci coinvolge come la filosofia o la storia dell’arte”. Un atteggiamento, quello
dell’architetto ticinese, che non va confuso con un cedimento alla nostalgia: presente e passato convivono dentro il
suo linguaggio figurativo, fatto di geometrie e materiali. Mario Botta è perfettamente consapevole della necessità di
doversi confrontare con la complessità e la frenesia del contemporaneo: “[il mio] obiettivo è quello di offrire uno
spazio dove l’uomo possa sentirsi protagonista nel silenzio della propria solitudine e, nel contempo, partecipe di un
rito collettivo. È proprio dentro la complessità e la rapidità delle attuali trasformazioni che l’architetto è chiamato a
elaborare queste nuove risposte progettuali.”
L’architettura di Botta ritrova una vocazione primitiva di forma essenziale che modella lo spazio di vita dell’uomo e
che, rispettando le funzioni alle quali deve rispondere, aspira ad offrire inedite emozioni.
La mostra sarà esposta poi, dal 1 aprile al 28 agosto 2011, nelle due prestigiose sedi svizzere, partners del Mart nel
progetto, Centre Dürrenmatt di Neuchâtel.
CONCEPTUAL ART. THE PANZA COLLECTION
25 settembre 2010 – 27 febbraio 2011
Giuseppe Panza di Biumo, uno dei più importanti collezionisti dell’arte americana del secondo dopoguerra, ha
nuovamente scelto il Mart come vetrina per presentare in Italia una parte del tutto inedita della sua collezione, quella
dedicata all’arte concettuale.
Si tratta di una ricca raccolta che può ormai contare su una lunga tradizione di acquisizioni. La presentazione della
conceptual art della collezione Panza, che è stata esposta per la prima volta nel 2008 presso lo Hirshhorn Museum
di Washington, rappresenta un evento di grande interesse e novità, sia perché in Italia sono piuttosto rare le
esposizioni dedicate all’argomento, sia perché affronta un tema storico per il percorso di ricerca del Mart, quello della
relazione
tra
arte
e
parola.
Si potranno ammirare circa sessanta opere di artisti di fama internazionale, tra quali Joseph Kosuth, Robert Barry,
Hanne Darboven, Lawrence Weiner, Sol LeWitt, Jan Dibbets, Hamish Fulton, Franco Vimercati, Jan Wilson, Peter
Wegner.
TENDENZE E CONTROTENDENZE. OPERE DALLA COLLEZIONE PERMANENTE DEL MART
Dal 20 Aprile 2010
L’astrazione in tutte le sue declinazioni è al centro di “Tendenze e controtendenze. Opere dalla Collezione
Permanente del Mart”, il nuovo allestimento della Collezione Permanente del Mart, curato da Gabriella Belli e visibile
a partire dal 20 aprile 2010.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
Dopo gli allestimenti dedicati nei mesi scorsi alle avanguardie del novecento, il Mart propone ora un percorso che a
partire dal rinnovamento operato negli anni Cinquanta da Lucio Fontana, Alberto Burri e Piero Manzoni, conduce ad
esiti di grande originalità sul finire del secolo, con opere di giovani artisti internazionali acquisiti di recente dal museo.
***
“Tendenze e controtendenze” apre con tre opere di Lucio Fontana, “Concetto spaziale” (1960), “La fine di Dio” (1963)
e “Concetto spaziale” (1955), che introducono il visitatore ad un excursus nelle diverse correnti artistiche
internazionali che si sono confrontate con un'astrazione priva di alcun riferimento iconografico. L’azzeramento della
figurazione è al centro dell’opera di Alberto Burri e di Piero Manzoni, ma anche della pittura informale, qui
documentata anche nella declinazioni segnica rappresentata da Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi, Hans Hartung
e Antonio Sanfilippo. Le opere di questi ultimi artisti possono anche essere lette come una risposta italiana al
Minimal e al New Dada di Robert Morris e Robert Rauschenberg. Ne emerge in ogni caso un panorama
caratterizzato da un totale azzeramento della figura, che per contrasto si riaffaccia invece già nelle sale successive.
Nelle opere di Gastone Novelli appare il tema della scrittura, con elementi grafici riconoscibili inseriti in tele
dall’impianto che resta complessivamente astratto.
Dalla negazione assoluta del figurativo si passa quindi alla possibilità di una “lettura” all’interno dell’opera. Un
segnale di cambiamento – destinato ad avere interessanti sviluppi in futuro – che documenta la voglia della pittura di
ridefinire un proprio spazio autonomo.
Il lirismo onirico e surreale di Osvaldo Licini e soprattutto di Fausto Melotti, di cui sono presenti in mostra ben
quattordici opere, è al centro di una sala che propone il tema dell’introspezione come snodo verso un’arte
radicalmente esistenziale.
Le sculture di Melotti si offrono allo sguardo come non-sculture, e addirittura come non-forme. Sottili, precarie e
diafane, opere come Trasparenze (1975), rinunciano alla forma ma in compenso rimettono in gioco nella scultura il
colore e la carica simbolica.
Nel teatrino, sempre di Melotti, intitolato Sonno di Wotan (1958), il tema non è tanto il sogno quanto appunto il sonno
generatore di mostri. Si tratta di un’opera che comunica un senso di angoscia, di intrappolamento e di introspezione,
temi strettamente legati al pensiero esistenzialista. Il Sonno di Wotan è quindi proposto come una soglia che collega
il percorso dell’arte italiana al dibattito intellettuale europeo: nella sala successiva è infatti presentato l’azionismo
viennese di Hermann Nitsch e di Arnulf Rainer. La pittura-performance di Nitsch, fatta di ritualità e sangue, spinge
l’introspezione fino a sperimentare sul proprio corpo il desiderio di redenzione e rigenerazione rispetto all’eredità di
dolore della guerra nazista.
La presenza in questa sala di Kojotenfalle (1999), una gabbia per coyote di Andreas Slominski, richiama la
fascinazione per lo sciamanesimo di Joseph Beuys e suggerisce la possibilità di una continuità, negli artisti tedeschi
delle generazioni successive, dei temi dell’introspezione esistenziale.
In questo senso un elemento di continuità è evidente anche nelle opere, presenti nelle sale successive, di Anselm
Kiefer e Christian Boltanski. Con la fondamentale differenza che la presenza dell’Olocausto, in opere come Am
anfang (2003) di Kiefer e Autel Lycée Chases (1989) di Boltanski, è non soltanto presente, ma anche esibita a livello
formale, attraverso l’uso della scrittura e della fotografia. Il tema della rigenerazione non è venuto meno, ma
l’elaborazione operata nel frattempo rende possibile affrontare anche quello della memoria che evidentemente era
escluso, per questioni di urgenza espressiva, dall’orizzonte degli artisti attivi negli anni Sessanta e Settanta.
La sezione finale del percorso presenta alcuni inediti per il pubblico del Mart. Si tratta di venti opere recentemente
acquisite grazie a un deposito della AGI Verona Collection. Gli artisti selezionati – il già ricordato Slominski oltre a
Stefano Arienti, Mario Airò, Maurizio Cattelan, Berlinde De Bruyckere, Roni Horn, Gabriel Orozco, Rob Pruitt, Julius
Rolf, Luca Vitone, Chen Zhen – sono espressione di un mondo globalizzato che tende a sfuggire all’inquadramento
in categorie circoscritte. Tuttavia, il percorso espositivo chiarisce che anche la produzione artistica di fine secolo non
può prescindere da un confronto con il tema della guerra, o meglio dei conflitti.
Islam (1994), di Luca Vitone si interroga sull’attualità dei conflitti religiosi; Untitled (Arctic Fox) (2000), di Roni Horn è
un’opera ispirata al tema dell’ecologia, mentre AC Forniture Sud (1991), di Maurizio Cattelan mette in scena con
un’immagine di grande impatto la violenza di un razzismo che nelle società contemporanee si esprime con i modi
della normalità e della banalità.
PRESENTAZIONE DELLA RIVISTA BAU
9 ottobre 2010, ore 17.30
Il Mart, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, durante la sesta edizione della Giornata del
Contemporaneo 2010, promossa da AMACI il prossimo 9 ottobre, presenterà il settimo numero della rivista BAU.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
Si tratta di una rivista-contenitore d'artista, di cui il Mart conserva i primi sei numeri, molto attiva su temi approfonditi
anche dal museo, come la poesia visiva e le ricerche verbo visuali. Il numero presentato al Mart contiene decine di
multipli di altrettanti artisti, da Gianni Emilio Simonetti a Stelio Maria Martini, da Arrigo Lora-Totino a Maurizio
Spatola.
Ospite d’eccezione sarà Paolo Della Grazia, uno dei più importanti collezionisti italiani, che ha depositato al Mart le
opere dedicate alle ricerche verbovisuali.
Ospiti del Mart anche alcuni degli artisti presenti sul numero 7 di BAU, tra i quali l’artista trentina Veronica Bellei, che
saranno a disposizione del pubblico per una libera discussione.
BAU è un’associazione culturale senza fine di lucro fondata a Viareggio nel gennaio 2004. In ambito locale e
mediante collaborazioni nazionali e internazionali, il progetto si propone come centro di incontro e aggregazione che
coinvolge le più diverse discipline: pittura, scultura, fotografia, video, installazione, performance, teatro, narrativa,
poesia, critica d’arte, fumetto, musica, ma anche ricerca scientifica, gastronomia ed altre attività non umanistiche.
BAU produce a cadenza annuale l’omonimo Contenitore di Cultura Contemporanea, un cofanetto in tiratura limitata
che racchiude opere originali di autori locali e di diversa provenienza geografica. La pubblicazione raccoglie l’eredità
delle riviste d’artista e ad assemblaggio degli anni Sessanta-Ottanta, aggiungendo una originale dimensione di
lavoro di gruppo e di condivisione progettuale e di idee, che si esplica anche nell’organizzazione di mostre, letture,
convegni, rassegne ed eventi performativi.
BAU intende intensificare le relazioni interdisciplinari e ampliare sempre più il numero di partecipanti sia italiani che
stranieri, stimolando cooperazioni e sinergie. Il progetto promuove la sperimentazione e la ricerca di nuovi linguaggi
ed elabora tesi sui rapporti tra arte, scienza, politica, ambiente e uomo
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
MAXXI – MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI DEL XXI SECOLO
Via Guido Reni, 4A – Roma, Tel. 06 3225178;
[email protected]; www.fondazionemaxxi.it
SPAZIO. DALLE COLLEZIONI DI ARTE E DI ARCHITETTURA DEL MAXXI
30 maggio 2010 – 23 gennaio 2011
SPAZIO è il primo allestimento tematico delle collezioni di arte e architettura del MAXXI. L’idea prende avvio dagli
stimoli suggeriti dalle forme fluide create da Zaha Hadid e interpreta appieno il carattere di interdisciplinarità del
MAXXI. In un unico percorso che si snoda all’interno e all’esterno del museo, sono esposte circa 70 opere della
collezione Arte (tra cui Alighiero Boetti, Anish Kapoor, William Kentridge, Sol LeWitt, Giuseppe Penone, Grazia
Toderi, Francesco Vezzoli) ed alcuni prestiti dalle principali istituzioni museali italiane, dialogano con le installazioni
site specific di dieci studi di architettura internazionali (tra cui Diller Scofidio + Renfro, Lacaton&Vassal Architetcs,
R&Sie(n), West 8).
Nel percorso di mostra, un’opera di Studio Azzurro, Geografie italiane, occupa una parete di 40 metri: un racconto
interattivo sull’architettura italiana degli ultimi 60 anni, composto di spezzoni cinematografici, interviste, fotografie,
disegni liberamente rielaborati e assemblati in modo spettacolare. Questa opera e le installazioni arricchiranno la
collezione permanente del MAXXI Architettura. Una sezione ad hoc è dedicata al progetto NETinSPACE, a cura di
Elena Giulia Rossi: un viaggio che esplora le contaminazioni tra il mondo virtuale e quello fisico attraverso le opere di
Miltos Manetas, Bianco-Valente, Katja Loher e altri. SPAZIO include anche un omaggio a Fabio Mauri e le due opere
realizzate da Maurizio Mochetti e Massimo Grimaldi per il concorso MAXXI 2per100.
GINO DE DOMINICIS: L’IMMORTALE
30 maggio – 7 novembre 2010
La prima e più esaustiva retrospettiva dedicata a questo artista, figura chiave per l’arte italiana contemporanea e
punto di riferimento per le giovani generazioni, ancora da scoprire per il pubblico internazionale. La mostra ripercorre
attraverso l’esposizione di oltre 130 opere l’intero iter della sua ricerca, del tutto originale e difficilmente inquadrabile
in una precisa corrente o movimento. Tra le opere esposte, anche la gigantesca Calamita Cosmica, lunga oltre 24
metri.
LUIGI MORETTI ARCHITETTO. Dal razionalismo all’informale.
30 maggio – 28 novembre 2010
Architetto, editore, gallerista, regista e studioso, Moretti è stato uno dei protagonisti di quella cultura architettonica del
'900 che rappresenta – insieme allo sguardo sul futuro – uno dei cardini della missione del MAXXI Architettura. In
mostra disegni, plastici, fotografie delle sue opere, ma anche un focus sul suo rapporto con l’arte, sulla sua attività
per la rivista Spazio e su quella di regista. La mostra è realizzata con l'Accademia di Architettura e l'Archivio del
Moderno dell'Università della Svizzera Italiana e con l'Archivio Centrale dello Stato.
MAXXI 2per100: due nuove opere per la collezione del MAXXI
L’inaugurazione del MAXXI coincide anche con quella delle due opere realizzate per il concorso MAXXI 2per100.
Rette di luce nell’Iperspazio curvilineo, nell’atrio del museo, è l’installazione di luce ed elementi scultorei di Maurizio
Mochetti, definita dall’artista un “barometro dello spazio”. Per l’esterno, invece, il video di Massimo Grimaldi
Emergency’s Paediatric Centre in Port Sudan Supported by MAXXI, documenta le fasi di costruzione del nuovo
ospedale di Emergency in Sudan, finanziato proprio con i fondi del 2per100 che l’artista ha devoluto a questo
progetto.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
MAXXI: VEDO, SENTO PARLO - Il Dipartimento educazione incontra i visitatori
9 ottobre 2010-09-01
Il MAXXI è pensato come luogo pluridisciplinare destinato all’innovazione nelle arti e nell’architettura, un vero e
proprio campus per la cultura. Le attività educative rispecchiano la vocazione del museo ad essere non solo luogo di
conservazione ed esposizione del patrimonio, ma anche e soprattutto un luogo in cui sperimentare strategie di
coinvolgimento attivo.
In occasione della VI Giornata del Contemporaneo, il Dipartimento educazione del MAXXI che, in anticipo
sull’apertura del museo, ha avviato progetti pilota rivolti a diversi pubblici, si propone come spazio di incontro
informale con i suoi visitatori.
Nella giornata di sabato 9 ottobre, il Dipartimento educazione offre un articolato programma di attività:
Il MAXXI tende l’orecchio
punto d’ascolto
A partire dal progetto di ricerca MAXXI – Focus Group, lo staff del Dipartimento educazione sarà a disposizione del
pubblico per ascoltare i suggerimenti, presentare le attività e condividere riflessioni ed esperienze di visita. Un modo
informale per incontrare il museo e scambiare opinioni.
INFO: postazione allestita nella piazza del museo (a seconda delle condizioni meteo)
ABC del contemporaneo
volontari dell’accoglienza
Ancor prima dell’apertura ufficiale dello scorso maggio, il progetto pilota ABC del contemporaneo è stato dedicato
alla formazione di un gruppo di pensionati del quartiere Flaminio sulle tematiche dell’architettura del MAXXI e delle
sue collezioni. In questa Giornata i destinatari del progetto diventeranno volontari dell’accoglienza, orientando il
pubblico nello spazio del museo e lungo i percorsi delle mostre.
INFO: nella hall e nelle gallerie espositive
Se navigando uso la bussola…
mediatori culturali
Il progetto Se navigando uso la bussola…, avviato in anticipo sull’apertura del museo in collaborazione con il Centro
di Salute Mentale ASL Rm A e l’artista Cesare Pietroiusti, ha formato sui contenuti dell’arte contemporanea, e in
particolare della collezione MAXXI, un gruppo di mediatori culturali. I partecipanti del progetto aiuteranno i visitatori di
comprendere meglio alcune delle opere e l’edificio di Zaha Hadid, anche attraverso il dono di messaggi e disegni.
INFO: nella hall e nelle gallerie espositive
Naturalmente fatto ad arte
laboratori per famiglie
Visitatori grandi e piccoli sono invitati ad osservare alcune opere della collezione MAXXI e riflettere sul rapporto tra
natura ed artificio in un percorso multisensoriale attraverso la mostra Spazio. Le opere saranno punti di partenza per
l’elaborazione di prodotti creativi nel “laboratorio del fare”.
INFO: laboratorio ore 11.30 e 16.30, per bambini dai 4 agli 8 anni, durata 1 ora e 30 minuti circa. Ogni laboratorio
sarà rivolto a un massimo di 6 bambini più 1 o 2 accompagnatori ciascuno. Prenotazione obbligatoria.
MAXXI percorsi
visite guidate
Il Dipartimento educazione propone visite guidate non tradizionali, caratterizzate dalla partecipazione attiva del
visitatore. Anche in questa Giornata il pubblico potrà prendervi parte, vivendo così un’esperienza visiva e sensoriale
di comprensione dello spazio architettonico e delle mostre.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
MERANO ARTE
Edificio Cassa di Risparmio, Portici 163 – Merano (BZ), Tel. 0473 212643; Fax 0473 276147
[email protected]; www.kunstmeranoarte.org
FROM & TO
25 settembre 2010 – 9 gennaio 2011
Per la Giornata del Contemporaneo, dalle 10.00 alle 23.00 Merano arte apre le sue porte agli interessati d’arte,
consentendo la visita gratuita alla mostra From&To 2010. La mostra basa su un concetto elaborato in occasione
della prima edizione di From&To nel 2007, con l’intento di creare una piattaforma di scambio in favore di quegli artisti
della regione, già protagonisti di esposizioni, ai quali fornire un sostegno continuativo.
Le peculiarità territoriali del Trentino-Alto Adige condizionano anche lo scambio e la crescita in ambito artistico. La
regione manca di grandi poli d’aggregazione, le metropoli sono lontane ed il territorio frazionato per conformazione
geografica in molte piccole realtà. Mancano quindi le condizioni che possano unificare, convogliare e selezionare il
lavoro di molti giovani artisti. L’assenza di Accademie di Belle Arti spinge inoltre molti talenti a muoversi verso altre
regioni d’Italia ed Europa.
Nonostante gli evidenti limiti, negli ultimi anni si è assistito ad una crescita incessante di giovani emergenti, forti
anche di soggiorni all’estero e di contatti con realtà esterne a quella locale, che rappresentano un sostrato creativo di
eccezionale valore per la regione ed il territorio.
E’ stato per dare un sostegno effettivo a questo sostrato e puntellarne la crescita che nel 2007 ha visto la luce la
prima edizione di “From&To”: si voleva creare una piattaforma duratura che agevolasse lo scambio ed il confronto fra
le diverse realtà artistiche e con lo scenario internazionale. L’interesse del progetto si rivolgeva soprattutto al
processo di realizzazione delle opere, prima ancora che alla loro successiva esposizione, ponendo in dialogo la
scena locale con rappresentanti di maggior esperienza della scena internazionale. A due a due, un artista locale ed
un artista esterno avrebbero lavorato sulla stessa idea, dialogando sulle possibilità di realizzazione, consultando
continuativamente un punto di vista diverso e arricchendosi di conseguenza di nuove istanze e nuovi spunti.
L’edizione 2010 vede protagonisti Elisabeth Hölzl Armin Linke, Hubert Kostner con Michael Sailtorfer, Max Rohr con
Stefan Balkenhol e Carla Cardinaletti con Silvia Levenson. Al loro lavoro si aggiunge un progetto musicale realizzato
dal violinista Marcello Fera sul tema dell’acqua, che sarà presentato al Teatro Puccini di Merano il 29 ottobre. Il
fotografo Ivo Corrà documenterà la realizzazione e l’allestimento. Il progetto “From&To” e la mostra sono curati da
Valerio Dehò, e saranno esposti a Merano arte dal 25 settembre 2010 al 09 gennaio 2011.
ITINERARIO ARTISTICO A MAIA ALTA
9 ottobre 2010, ore 14.00-18.00
Merano arte invita gli appassionati d’arte ed artigianato artistico ad una passeggiata all’esterno del proprio spazio. Il
quartiere di Maia Alta si estende nella zona nord-est della città di Merano, leggermente arrampicato sulla collina, ed
è il quartiere residenziale per eccellenza: antiche ville nascoste in parchi lussureggianti, silenziosi viali e vecchi
castelli ne definiscono l’aspetto. Il quartiere vanta un’alta concentrazione di creativi, che in occasione della Giornata
del Contemporaneo, su progetto dell’artista Elisabeth Oberrauch, apriranno le porte dei loro atelier secondo un
itinerario studiato per coinvolgere il maggior numero di artisti possibile. Merano arte, insieme alla giornalista e
scrittrice meranese Sonja Steger, coordina il progetto e contribuisce con la realizzazione di piantine ed altri supporti
grafici, che aiuteranno i visitatori nella localizzazione degli atelier. Lo scopo dell’iniziativa è quello di portare visibilità
al potenziale creativo del sottobosco meranese e di innescare un confronto produttivo fra artisti e visitatori, ma anche
fra artisti ed artisti, stimolando la collaborazione in un progetto condiviso e la presa di coscienza delle numerose
realtà “della porta accanto” che nel quartiere di Maia Alta trovano così straordinaria concentrazione.
BENNO SIMMA IN CONCERTO
9 ottobre 2010, ore 20.30-23.00
La Giornata del 9 ottobre si conclude infine in musica con un concerto del poliedrico Benno Simma, una delle più
ricche personalità altoatesine, capace di spaziare con disinvoltura dall’architettura alla grafica, dal design alla poesia,
dall’allestimento di interni alla musica jazz. Nato a Brunico nel 1948, già docente di architettura e design presso
prestigiose istituzioni in Italia e in Europa, Benno Simma è un girovago del mondo e delle arti, che sa mettere uguale
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
passione nella realizzazione di nuovi spazi ed oggetti come di nuove linee melodiche. Per la Giornata del
Contemporaneo offre a Merano arte la sua personalità musicale, con un concerto di musica che si muove fra jazz e
chanson, fra suono e poesia.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
MUSEION – MUSEO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI BOLZANO
Via Dante, 6 – Bolzano, Tel. 0471 223411; Fax 0471 223412
[email protected]; www.museion.it
ISA GENZKEN
10 settembre 2010 – 9 gennaio 2011
Più di cinquanta opere provenienti da importanti collezioni private europee e dalla collezione di Museion saranno in
mostra a Bolzano per la prima antologica dell’artista in un museo italiano. Isa Genzken (Bad Oldesloe, 1948), una
delle più interessanti artiste del secondo dopoguerra, è stata consacrata a livello internazionale dalla partecipazione
alla Biennale di Venezia 2007, in cui ha rappresentato la Germania. Fin dagli anni Ottanta del secolo scorso si è
affermata come un indubbio punto di riferimento per gli sviluppi e le ricerche sull’arte plastica – tema a cui Museion
ha dedicato quest’anno diversi appuntamenti del programma espositivo.
La mostra a Museion intende offrire un approccio all’eterogenea opera dell’artista con un percorso sganciato da
griglie cronologiche, che si snoda attraverso i diversi nuclei fondamentali della sua produzione. La straordinaria
capacità di rinnovare il proprio linguaggio e modo di operare, un approccio fisico e diretto con la realtà che ci
circonda nella quotidianità, così come il confronto con l’architettura sono alcune delle cifre del percorso artistico della
Genzken. Particolare attenzione viene dedicata alle ricerche materiche bidimensionali della fine degli anni Ottanta
con le opere Basic Research, così come alle ultimissime produzioni del 2009, compresi i nuovi lavori a parete, in
parte dedicati a Michael Jackson.
MARINA FULGERI
7 ottobre 2010 – 7 gennaio 2011
L’artista bolognese Marina Fulgeri (Bologna, 1978) realizzerà un progetto specifico presso il Piccolo Museion - Cubo
Garutti.
Marina Fulgeri lavora da sempre nello spazio pubblico concentrandosi sul tema della percezione della cose che
costituiscono il nostro quotidiano attraverso una sottile ironia.
Partendo dalla percezione del Cubo Garutti e dagli intenti originali del suo autore, Alberto Garutti, Marina Fulgeri ha
elaborato un progetto articolato in due momenti: un primo caratterizzato da un intervento sullo spazio fisico ed
esterno del Cubo, il secondo nello spazio istituzionale ed interno di un luogo specifico. Gli abitanti sono chiamati ad
intervenire con manifestazioni spontanee su delle pareti apposte al Cubo che verranno poi in un secondo momento
esposte all'interno di un’istituzione museale cittadina. Gli abitanti diverranno quindi non solo fruitori ma anche autori
di una parte dell'opera.
Il processo di riavvicinamento al Cubo per chi vi vive attorno, passa anche attraverso la luce, elemento suggestivo ed
emozionale che coinvolge al primo sguardo e che caratterizza un altro momento dell’intervento, quello legato alla
parte notturna del giorno.
Di notte, l'interno del cubo assumerà colorazioni diverse, che variano nel tempo, attraverso giochi di luce che
alludono ad una vita intima del cubo, con un richiamo, lieve e tacito, alle finestre illuminate di notte dei palazzi che
circondano il Cubo.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea
Via Palestro, 14 – Milano, Tel. 02 88465931; Fax 02 88446351
www.comune.milano.it/pac
FRANCO B. I STILL LOVE
9 ottobre – 28 novembre 2010
In esclusiva per il PAC di Milano in occasione della Giornata del Contemporaneo 2010 le nuove opere di Franko B,
per la prima volta in uno spazio pubblico italiano. In mostra corpo, installazioni, emozioni, performance e visioni
dell’artista malato d’amore.
Il 9 ottobre 2010 il PAC aderisce alla Giornata del Contemporaneo, proposta da AMACI – Associazione dei Musei
d’Arte Contemporanea Italiani e giunta quest’anno alla sesta edizione con il sostegno della Direzione Generale il
Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte contemporanee del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, accanto
alle più importanti istituzioni italiane.
Per il grande evento, dedicato ogni anno all’arte contemporanea, il PAC di Milano – socio fondatore di AMACI propone al pubblico milanese in esclusiva FRANKO B. I STILL LOVE, curata da Francesca Alfano Miglietti,
promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e prodotta dal PAC e da 24 Ore Cultura-Gruppo 24
Ore.
Artista coraggioso ed eclettico, da anni protagonista della scena live internazionale, Franko B ha espresso nell’arte il
tormento dell’esistenza con intensità e genialità inventiva, rendendo nelle sue performance sopportabile
l’insopportabile.
Le azioni spettacolari con cui Franko B incontra il pubblico londinese negli anni ‘90 usando il proprio corpo come
strumento, supporto e ipertesto, realizzate alla Tate Modern, all’ ICA e alla South London Gallery, diventano
famosissime. Oggetto del desiderio, usato come una tela, malato o senza difese, tagliato, bucato, steso o ripiegato
dalla sofferenza, violato, umiliato o a sua volta minaccioso, denudato o coperto, il corpo dell’artista diventa corpo
sociale che azzera ogni separazione tra opera e artista, soggetto e oggetto, arte e vita.
“Ciò che mi tocca profondamente delle performance dal vivo di Franko B – ha dichiarato Marina Abramović nel 2006
- è la sua totale apertura, vulnerabilità e, allo stesso tempo, l’incondizionato amore dato al suo pubblico”
Al PAC, il primo spazio pubblico italiano ad ospitare una personale dell’artista, Franko B presenterà l’inedita live
performance Love in times of pain, strettamente collegata con la sua ultima e più recente produzione, l’installazione
che ha lo stesso titolo (2009). In mostra per la prima volta in Italia, l’opera rievoca temi centrali del lavoro di Franko
B come la morte, l’erotismo, il dolore e la compassione, proposti in chiave inedita attraverso l’utilizzo esclusivo del
colore nero: una dimensione monocromatica e a tratti impenetrabile, elegante oblio che ricopre animali imbalsamati e
tele di un denso strato di acrilico.
L’uso del nero crea una tensione dialettica con i precedenti lavori, in cui Franko B utilizzava piuttosto il bianco per
coprire i tatuaggi che campeggiano su tutto il suo corpo e farne una sorta di tela, di pagina incontaminata. Con l’uso
dell’acrilico nero l’artista ricrea invece la tensione tra vita e morte, tra luce e ombra, tra presenza e assenza che
ritorna anche nella recente serie di dipinti in mostra dal titolo Black Painting (2007).
Dall’uso dell’acrilico nero alla nuova serie di “cuciti”, ricami inediti che raffigurano animali, corpi, volti e ragazzi che si
amano, la cui fragile bellezza è delineata sulla tela bianca da un tratteggio di cotone rosso.
Completano l’esposizione i video e le fotografie delle performance più famose, i vestiti esclusivi realizzati con le tele
dell’artista e l’installazione Golden Age (2009), nove inginocchiatoi prelevati dalle chiese e totalmente ricoperti d’oro.
Il progetto di allestimento, che stravolgerà la consueta percezione visiva all’interno del padiglione milanese
restituendo ai visitatori un PAC inedito, è affidato a Fabio Novembre, architetto e designer di fama internazionale che
curerà con il suo studio per la prima volta l’allestimento di una mostra d’arte.
Nato a Milano nel 1960 e trasferitosi a Londra giovanissimo, Franko B si diploma al Chelsea College of Art and
Design e inizia a produrre le proprie opere fin dai primi anni Novanta, spaziando dal video alla fotografia, dalle
performance alla pittura fino alla scultura. Protagonista indiscusso dell’ICA, epicentro londinese dei progetti artistici
più radicali e d’avanguardia, il suo background è il romantic punk della capitale inglese degli anni ’90. Docente di
scultura all’Accademia di Belle Arti di Macerata dal 2009, ha tenuto corsi e lezioni in alcune delle più importanti
scuole d’arte internazionali.
Ha eseguito le sue performance in prestigiose sedi internazionali per l’arte contemporanea: Tate Modern, Londra,
2003; ICA, Londra, 2008; South London Gallery, Londra, 2004; Palais des Beaux- Arts /Palais voor Schone Kunsten,
Bruxelles, 2005; Beaconsfield, Londra 2001; Galleria Luciano Inga-Pin, Milano, 1998, e ancora a Città Del Messico,
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
Berlino, Copenhagen, Madrid e Vienna. La sua performance più recente si è tenuta al Royal College of Art di Londra
nel 2010. Ha esposto inoltre a: RuArts, Mosca, 2007; Victoria And Albert Museum, Londra, 2006; Tate Liverpool,
2003; Contemporary Art Center, Copenhagen, 2002. Le sue opere sono presenti nelle collezioni della Tate, del
Victoria and Albert Museum, della South London Gallery e del Modern Art Museum di Tel Aviv.
Il catalogo bilingue è realizzato da 24 Ore Cultura– Gruppo 24 Ore con testi di Francesca Alfano Miglietti,
Lois Keidan, Michele Robecchi e Fabio Novembre. Il volume contiene anche dichiarazioni di Marina Abramović,
Tehching Hsieh, Zhang Huan, Lois Keidan e Thomas Qualmann.
La mostra è realizzata in collaborazione con la Galleria Pack di Milano.
L’attività espositiva annuale del PAC è realizzata grazie al sostegno di TOD’S e le attività didattiche per il pubblico,
ideate e organizzate da MARTE, sono realizzate con il contributo del Gruppo COOP Lombardia.
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PALAZZO FABRONI – Arti Visive Contemporanee
Via Santa, 5 – Pistoia, Tel. 0573 371817; Fax 0573 371382
[email protected]; www.comune.pistoia.it/palazzofabroni
VISITE GUIDATE ALLA CASA-STUDIO DI FERNANDO MELANI
Sabato 9 ottobre 2010, ore 10.00 – 11.30 - 15.30 – 17.00
Modesta abitazione nel centro della città, acquistata nel 1987 dal Comune di Pistoia e aperta al pubblico nel 1998
dopo un lungo restauro, la casa-studio costituisce un esempio straordinario di “opera totale”, dove in perfetta unità si
riflettono l’intera esperienza artistica di Fernando Melani e il suo itinerario di ricerca e di studio, attraverso i principali
movimenti dell’arte contemporanea, dal secondo dopoguerra alla morte, avvenuta nel 1985.
La sua attività, iniziata con la presa di coscienza dell’astrazione, si è evoluta, secondo una visione scientifica del
fenomeno artistico, fino ad una elaborazione del tutto personale, dove l’attenzione ai materiali, la speculazione
concettuale, la ricerca della dimensione minima, lo avvicinano all’Arte Povera, all’arte Concettuale, alla Arte Minimal.
Fernando Melani ha vissuto e operato nella casa a partire dal 1945, occupando in un primo momento la soffitta al
secondo piano dove tutt’ora si ubicano gli spazi che mantengono il senso delle varie attività che vi si svolgevano: lo
studio dove era la macchina da scrivere per la parte teorica della prassi artistica; il laboratorio dove si dedicava allo
studio dei materiali e realizzava le esperienze. In questi ambienti si trovano le opere databili agli inizi degli anni
Sessanta: sperimentazioni sui metalli, lamiere e fili di ferro che pendono dai travicelli del soffitto. Verso la fine degli
anni Settanta Melani si allarga fino al primo piano dove si trova il soggiorno con il divano, mentre l’attigua biblioteca
ospita opere eseguite nei primi anni Ottanta che testimoniano il movimento di progressiva occupazione degli
ambienti della casa da parte dell’artista, in un’azione di totale interazione con lo spazio e le opere.
La visita fra cumuli di materiali e di opere sedimentati nel tempo è un percorso intenso e ricco di suggestione, lungo
la traccia del pensiero di questo straordinario protagonista dell’arte del secondo dopoguerra.
La partecipazione alle visite guidate è gratuita, ma è richiesta la prenotazione. A ciascuna visita guidata può
partecipare un massimo di 12 persone.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
PAN – Palazzo delle Arti Napoli
Palazzo Roccella – Via dei Mille, 60 – Napoli, Tel. 081 7958649; Fax 081 7958660
[email protected]; www.palazzoartinapoli.net
PAN STUDIOS. PROGRAMMA DI RESIDENZA D’ARTISTA
Giugno - dicembre 2010
Da giugno 2010, il PAN | Palazzo delle Arti Napoli realizza un programma pubblico di residenze d’artista, che si
propone fondamentalmente di favorire la mobilità di giovani artisti: il PAN è lo spazio di residenza artistica e Napoli è
il possibile luogo di progetto e di cura, secondo una visione di arte pubblica.
Il programma di residenza è stato infatti concepito per realizzare esperienze e progetti innovativi di arte pubblica, con
riferimento ad alcuni luoghi della città.
Un advisory board, diretto da Daniel Buren con Graziella Buontempo, Maria Gloria Conti Bicocchi, Giuseppe Merlino,
Marina Vergiani – ha selezionato quattro artisti italiani e stranieri per una residenza della durata di sei mesi:
Salvatore Elefante -Italia, 1980
Michael Just- Germania, 1979
Leo Marz - Messico, 1979
Luana Perilli - Italia, 1981.
Sono artisti giovani, esordienti e non, invitati a lavorare su temi di arte pubblica nelle zone periferiche o industriali
della Città, che svolgeranno un programma di attività e di scambi formativi e propositivi, in cui far convergere la
creatività artistica, l’esperienza dei visiting professors, quella dell’istituzione proponente e la memoria dello spazio in
trasformazione.
Sono fotografi, artisti della memoria, new media e land artists, avranno spazi e materiali a loro disposizione,
vivranno intimamente la città, quella mitica, quella storica, quella derelitta… Conosceranno Musei, Gallerie, studiosi e
artisti attivi in città.
I progetti da loro elaborati saranno mostrati al PAN e proposti come suggerimenti per gli spazi protagonisti del Forum
delle Culture 2013.
Il mix proposto dal PAN ha tre elementi di forza (e di fascino): giovinezza degli artisti, orientamento sull’arte
pubblica, e prospettiva di cooperare con un avvenimento globale!
Tra le proposte, site specific, presentate al termine di ciascuna residenza di PAN Studios ed elaborate in relazione
all’ambiente e allo studio dei luoghi prescelti, saranno selezionati i progetti da realizzare - prodotti e installati in situ,
rendendo così permanente e segnante la manifestazione artistica collegata al tema della memoria dello spazio in
trasformazione.
WORLD PRESS PHOTO 2010
22 settembre – 14 ottobre 2010
Il World Press Photo è una mostra internazionale di fotografia che raccoglie i migliori fotoreporter e foto giornalisti a
livello mondiale. La mostra prende origine da un concorso annuale di foto-giornalismo, a cui partecipano migliaia di
concorrenti. Il risultato è una selezione di circa 200 foto vincitrici (raccolte in dieci categorie) che vengono esposte in
100 diverse città del mondo. La foto vincitrice dell’anno 2010 è di un italiano, il giovane fotografo napoletano Pietro
Masturzo.
FABIO DONATO VIANDANTE TRA LE ARTI
Napoli, un fotoreportage lungo quarant'anni
15 settembre – 15 ottobre
Lo stimolante fervore artistico che, dagli anni Sessanta in poi, ha reso Napoli un crocevia di fecondi scambi culturali
è stato accompagnato dall'obiettivo di Fabio Donato che, viandante tra le arti, da quarant'anni interpreta gli eventi
che costituiscono la storia della cultura napoletana ed internazionale in città.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
Lo straordinario fotografo, che ricopre anche il ruolo di docente della cattedra di fotografia all'Accademia di Belle Arti
di Napoli, ha infatti dedicato la vita all'ambizioso "viaggio di artista attraverso le arti", incontrando sul suo cammino
tutti i protagonisti della scena culturale napoletana ed internazionale.
L'esposizione Fabio Donato viandante tra le arti, curata da Maria Savarese e ospitata dalle sale del PAN|Palazzo
delle Arti Napoli dal 15 settembre al 15 ottobre, ne ricostruisce il percorso.
La mostra è organizzata dall'Ente Provinciale Turismo e finanziata con i fondi POR-FESR 2007/2013 Ob. Op. 1-12, è
patrocinata dal Forum Universale delle Culture Napoli 2013, dal Comune di Napoli Assessorato alla Cultura e
dall'Accademia di Belle Arti di Napoli.
Nel suo cammino attraverso le arti Fabio Donato ha scattato circa trecentomila fotografie, seguendo da un lato la
produzione dei protagonisti partenopei e dall'altro quella dei personaggi internazionali, di passaggio in città, che
hanno contribuito ad allargare l'orizzonte culturale delle ultime generazioni.
In mostra saranno esposte circa trecento immagini che costituiscono una selezione del suo archivio,un patrimonio
che appartiene idealmente a Napoli e che potrebbe costituire – dopo essere stato debitamente catalogato e
riordinato – una memoria della vita culturale cittadina nonché un'occasione di rilancio della sua immagine nel più
ampio contesto culturale del Mediterraneo.
L'obiettivo di Fabio Donato ha catturato tutte le sfaccettature della scena culturale: dal teatro alle arti figurative, dalla
musica alla fotografia, insieme ad una galleria di ritratti dei principali protagonisti che hanno reso, e che continuano a
rendere, Napoli una città di respiro culturale internazionale.
Le immagini spaziano dal Teatro Instabile, al Living Theatre, dal Play Studio allo Spazio Libero passando per
rassegne come il Festival di Villa Campolieto ed Estate a Napoli; dalle mostre in gallerie come Lia Rumma, Trisorio,
Studio Morra e Il Centro, fino a quelle della Modern Art Agency di Lucio Amelio; dalla sperimentazione musicale degli
anni Settanta, ai napoletani come Eduardo Bennato, Daniele Sepe, Enzo Avitabile, la Compagnia di Canto Popolare;
dal jazz, napoletano e internazionale, con Marco Zurzolo accanto a Dizzy Gillespie, Gil Evans e Chet Baker, alle
fotografie dedicate a tasselli della storia dell’arte cittadina come Renato Barisani, Nino Longobardi, Ernesto Tatafiore,
Mario Persico, Gianni Pisani, Elio Waschimps, Paolo Ricci, Augusto Perez, Rosaria Matarese, Sergio Fermariello,
passando per giovani conferme come Federico Del Vecchio, Christian Leperino.
In occasione del vernissage è prevista una performance di Girolamo De Simone Piano per Fabio.
La musica e il pianoforte di Girolamo De Simone per le foto di Fabio Donato
Le immaginazioni di Fabio Donato diventano suoni che accarezzano l’avorio; suoni ricercati nelle pieghe del noto. E
una ruvida e implacabile voglia di creare si scontra con la malinconia, la dolcezza del ricordo, il vizio inconciliato del
far musica e arte in paesaggi d’estenuante immobilità.
Gillo Dorfles diceva che gli oggetti ibridi offrono mescolanza e confluenza di mezzi espressivi. Ma qui mostrano una
piccola ghirlanda di senso tra uomini che non sopportano l’oblio di altri uomini.
Girolamo De Simone, nato a Napoli nel 1964, vive e lavora alla periferia della metropoli partenopea, alle pendici del
Monte Somma, a ridosso del Vesuvio.
Musicista e agitatore culturale, è considerato come uno dei principali esponenti delle avanguardie italiane legate alla
musica di frontiera. I suoi ultimi dischi hanno ricevuto consensi nazionali e internazionali, come “Shama”, recensito
dalla londinese “Wire”, o il recentissimo “Ai piedi del monte”, definito dal “Giornale della Musica” come instancabile
ricerca del “genius loci partenopeo”. www.girolamodesimone.com
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
SMS CONTEMPORANEA
Santa Maria della Scala, Piazza Duomo, 1, Tel. 0577 534571;
www.santamariadellascala.com
9 OTTOBRE 2010: GIORNATA DEL CONTEMPORANEO
Il 9 ottobre 2010, in occasione della sesta edizione della Giornata del Contemporaneo, il Complesso Museale Santa
Maria della Scala presenterà Collezioni Contemporanee, selezioni di opere da artisti inclusi nella collezione del
museo d’arte per bambini e dalla raccolta di sms contemporanea.
Verranno proposte, inoltre, iniziative che si avvicenderanno nell’arco dell’intera giornata rivolgendosi ad un pubblico
di tutte le età.
Le opere rimarranno in mostra rispettivamente fino al 31 ottobre e fino al 30 gennaio 2011.
Il Museo d'arte per bambini alle ore 12 darà l'avvio alla giornata allestendo temporaneamente più opere di tre artisti
della sua collezione: Schilpa Gupta, Luca Pancrazzi e Pascale Marthine Tayou. La collezione è stata aperta nel 2008
e da allora si è arricchita di nuove acquisizioni. Dalle ore 12 fino alle 18, gli operatori del museo condurranno i
bambini alla scoperta delle opere.
SMS Contemporanea esporrà alcuni pezzi della propria raccolta costituitasi durante l’attività svolta nel corso degli
anni e fino ad oggi rimasta in deposito.
La selezione si compone di otto opere fotografiche realizzate da vari artisti - Olivo Barbieri, Daniel Blaufuks, Elger
Esser, Elisa Sighicelli - intervenuti per mostre temporanee, collettive o personali, che hanno avuto luogo nella sede
di Palazzo delle Papesse.
Prodotte dal Centro di Arte Contemporanea o donate dagli artisti al termine delle mostre tali opere sono legate da un
tema comune, Siena e il suo territorio, e vengono presentate al pubblico per la prima volta in veste di corpus
tematico.
L'apertura e la chiusura della giornata saranno affidate a dei momenti di ristoro pensati artisticamente da Luca
Pancrazzi destinando ai bambini il Milky Bar e ai "grandi" il Bar-Arak.
Tutte le iniziative si terranno nel Passeggio, il luogo che conduce alla Sala San Leopoldo dove ha sede la collezione
del Museo d'arte per bambini.
Coordinamento dott.ssa Michelina Eremita
Programma del 9 ottobre 2010
Ore 12,00
SMS Museo d'arte per bambini. Milky Bar e altre opere
Siena e il suo territorio nella raccolta di SMS Contemporanea
Ore 18,30
SMS Museo d'arte per bambini e SMS Contemporanea. Bar-Arak.
Aperitivo d’artista.
Il 9 ottobre tutte le iniziative sono ad ingresso gratuito.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
SOPRINTENDENZA SPECIALE PER IL PATRIMONIO STORICO, ARTISTICO, ETNOANTROPOLOGICO E PER
IL POLO MUSEALE DELLA CITTÀ DI NAPOLI
CASTEL SANT’ELMO
Via Tito Angelini, 22 - Napoli, Tel. 081 2294401; Fax 081 2294498
[email protected]; http://santelmo.napolibeniculturali.it
MUSEO DEL NOVECENTO A NAPOLI
Dal 5 marzo 2010
Il Museo nasce da un progetto di Nicola Spinosa e realizzato con la cura di Nicola Spinosa stesso e di Angela
Tecce dalla Soprintendenza Speciale per il PSAE e per la città di Napoli e con il coinvolgimento della Regione
Campania – Assessorati al turismo e ai Beni Culturali e grazie al co-finanziamento dell’Unione Europea POR-Fesr
Campania 2007-2013. La nuova struttura, aperta al pubblico da venerdì 5 marzo 2010 negli ambienti del Carcere
alto di Castel Sant’Elmo, si propone di delineare, attraverso un nucleo significativo di opere, la produzione figurativa
napoletana nel corso del Novecento. Sono state selezionate oltre centosettanta opere realizzate da novanta artisti
napoletani con l’aggiunta di alcune presenze non napoletane che con ruoli diversi furono attivi in città.
Il nucleo di dipinti, sculture, disegni e incisioni è costituito oltre che da opere provenienti dalle stesse raccolte museali
della Soprintendenza, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, dal Mart di Trento e Rovereto, e soprattutto
da donazioni o da comodati secondo una formula oggi sempre più diffusa in Italia e all’estero, da parte di generosi
artisti e collezionisti privati.
Il programma o l’auspicio è che si tratti solo di un primo nucleo, che, con gli anni a venire, possa ulteriormente
accrescersi, così da documentare diversi e successivi aspetti della produzione artistica napoletana, ma non solo, del
secolo scorso.
‘Novecento a Napoli’ si articola attraverso un percorso cronologico suddiviso per sezioni: dalla Secessione dei
ventitré (1909) e del primo Futurismo a Napoli (1910-1914) al movimento dei Circumvisionisti e del secondo
Futurismo (anni Venti-Trenta); dalle varie testimonianze su quanto si produsse tra le due guerre alle esperienze
succedutesi nel secondo dopoguerra (1948-1958), dal Gruppo ‘Sud’ al cosiddetto Neorealismo, dal gruppo del
M.A.C. all’Informale e al Gruppo ’58. Seguono le sezioni riservate agli anni Settanta, con particolare riferimento alle
sperimentazioni poetico-visive e all’attività dei gruppi legati alle esperienze nel campo del sociale. Fino all’ultima
sezione, dove è documentata l’attività di quanti, pur continuando a operare dopo gli anni Ottanta sperimentando
linguaggi diversi, si erano già affermati in città nel decennio, prima che il terribile sisma del 23 novembre colpisse e
segnasse nel profondo realtà e prospettive di Napoli e di altre aree meridionali.
MOSTRA PERSONALE MARCO FANTINI
9 ottobre – 8 novembre 2010
La personale intende delineare il percorso dell’artista vicentino che, già dagli esordi legati alla fotografia, si orienta
sui temi della diversità e dell’alienazione. Nel 1989 trascorre due anni a Città del Messico dove studia la pittura
murale di Siqueiros e Rufino Tamayo e approfondisce la conoscenza delle fotografie di Tina Modotti. In questi anni
si orienta anche sulla pittura. Con l’ironia che lo contraddistingue, Fantini contamina la grande tradizione del
Novecento artistico con temi tratti dalla fotografia, dal cinema e dall’illustrazione. Sovrapponendo linguaggi e
tecniche diverse, realizza un ciclo di lavori dal fascino enigmatico. Con un gusto ludico, di ascendenza dada,
l’artista ama mettere in scena simultaneamente il gioco insieme a segni ‘tragici’ ricorrenti, come teschi,
anamorfosi,spazi claustrofobici che sembrano suggerire la presenza costante di un elemento ‘altro’, situabile tra
l'opera e il suo artefice.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org
VILLA GIULIA – CRAA, CENTRO RICERCA ARTE ATTUALE
C.so Zanitello, 8 – Verbania, Tel. 0323 557691; Fax 0323 507722
[email protected]; www.craavillagiulia.com
LUIGI SERRALUNGA – TRA SIMBOLISMO E LIBERTY
30 maggio – 17 ottobre 2010
Con una selezione di oltre ottanta importanti opere provenienti da collezioni pubbliche e private, il Centro di Ricerca
Arte Attuale (CRAA) di Villa Giulia a Verbania ospita una mostra antologica su Luigi Serralunga, valente pittore e
interprete della cultura artistica italiana a cavallo fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.
Luigi Serralunga nasce a Torino il 26 ottobre 1880, da una famiglia benestante, appartenente alla borghesia torinese
e legata all’amministrazione regia.
Trascorre la sua infanzia a Torino e nel 1896, dopo aver compiuto gli studi tecnici, si iscrive alla Reale Accademia
Albertina di Belle Arti, dove frequenta i corsi triennali di architettura, geometria, figura, storia e ornato, partecipando
ai concorsi interni indetti dall’Accademia con apprezzabili esiti. Terminati gli studi preparatori, nell’autunno del 1900
si iscrive con profitto al corso superiore di pittura, ottenendo la medaglia di rame nel corso di disegno di figura. Tra gli
insegnanti dell’Accademia, tra cui compaiono anche Piercelestino Gilardi e Odoardo Tabacchi, rispettivamente titolari
delle cattedre di pittura e scultura, Giacomo Grosso, pittore affermato giunto al successo con la prima Biennale di
Venezia, è sicuramente il principale riferimento nella formazione artistica di Serralunga. Quest’ultimo ottiene poi la
possibilità di soggiornare a Roma, dove si reca nel 1902 per effettuare studi e rilievi dell’antico. La sua educazione
artistica prosegue con profitto: al termine del secondo anno, vince la medaglia d’argento e l’acquisto di un’opera fuori
concorso per il valore di £ 25, così come l’anno successivo, quando gli viene nuovamente attribuita la medaglia
d’argento. Ormai ventritreenne, Serralunga conclude positivamente gli studi nel giugno del 1904, aggiudicandosi un
assegno di £ 100 per la prova finale di nudo dal vero. Nel medesimo anno il pittore inizia a esporre presso la Società
Promotrice di Belle Arti di Torino, partecipando all’annuale rassegna espositiva per i soci in maniera pressoché
ininterrotta fino al 1939, anno precedente la sua morte.
Serralunga si afferma gradualmente nella florida scena artistica torinese in cui operano personalità del calibro di
Lorenzo Delleani, Cesare Saccaggi, Leonardo Bistolfi e Giovanni Guarlotti.
Lo stile pittorico di Serralunga, inizialmente legato al gusto fin de siècle della pittura grossiana e ranzoniana, nel
corso degli anni assume un’autonomia espressiva che trova i migliori esiti nella ritrattistica, nel nudo, nelle scene di
caccia e in alcune nature morte, soggetti resi con una grafia leggera, al limite del non finito (particolarmente
evidente sui bordi). La sua poetica incarna i dettami della radizione tardo-simbolista, contaminata dalle suggestioni
provenienti dalla grande stagione della pittura figurativa ottocentesca. Nei ritratti delle dame e degli esponenti della
borghesia cittadina, la luce tersa sottolinea il pallore dell’incarnato mentre la pennellata, dapprima più controllata e
suadente e poi più sfrangiata e opaca, regala all’osservatore intensi brani di armonia cromatica e compositiva.
Serralunga partecipa alle esposizioni torinesi della società Promotrice e alle mostre nazionali della corrispettiva
milanese; particolarmente degne di nota risultano essere le partecipazioni alla mostra Tre pittori piemontesi, tenutasi
a Milano presso la galleria La Vinciana nel 1921, e alle Quadriennali torinesi del 1923 e del 1928. Nello stesso anno
la Società Promotrice ospita una personale dell’artista in cui sono presentate una quindicina di opere tra nature
morte e ritratti. Serralunga è altrettanto presente nelle esposizioni organizzate dalla Società d’Incoraggiamento alle
Belle Arti, in seno al Circolo degli Artisti, e dalla Società Amici dell’Arte, entrambe attive in Torino, come testimoniano
le cronache artistiche firmate dalla penna di Emilio Zanzi, critico d’arte della «Gazzetta del Popolo» e corrispondente
da Torino per la rivista «Emporium». Accanto alla produzione artistica, Serralunga apre il proprio studio ai giovani
artisti torinesi, che trovano in lui un maestro severo e capace: tra essi, Mattia Moreni ed Ettore Fico.
Nel 1939, ormai malato, Serralunga partecipa alle selezioni per i Premi Sanremo di pittura, prima di abbandonare
l’attività artistica e trascorrere gli ultimi mesi nella casa di Castiglione torinese. Aggravatosi e trasferito in ospedale, il
pittore muore a Torino il 3 febbraio 1940. Due anni dopo, il circolo degli Artisti organizza un’esposizione postuma con
oltre ottanta dipinti selezionati dagli amici tra le opere presenti nello studio e nelle collezioni private, accompagnata
da una commossa presentazione del pittore Guarlotti. Successivamente alla morte dell’artista, le sue opere sono
esposte nelle rassegne annuali “900 piemontese” curate dalla galleria Fogliato, tra le quali occorre segnalare
l’Omaggio a Serralunga del 1977, e nelle mostre La pittura a Torino all’inizio del secolo (Torino, Teatro Regio, 1978)
e Flower Power (Verbania, Villa Giulia, 2009). Oltre alle numerose collezioni private, opere di Serralunga sono
presenti presso la GAM - Galleria d’Arte Moderna di Torino, il Museo Civico Palazzo Traversa di Bra e la
Soprintendenza ai Beni Culturali di Pisa.
AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org