le iniziative dei musei associati ad amaci per la sesta
Transcript
le iniziative dei musei associati ad amaci per la sesta
LE INIZIATIVE DEI MUSEI ASSOCIATI AD AMACI PER LA SESTA GIORNATA DEL CONTEMPORANEO CASTELLO DI RIVOLI MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA Piazza Mafalda di Savoia – Rivoli (TO), Tel. 011 9565222; Fax 011 9565230 [email protected]; www.castellodirivoli.org TUTTO È CONNESSO 8 giugno 2010 – 9 gennaio 2011 tutto è connesso, la rassegna che si tiene al primo e secondo piano del Castello di Rivoli, è stata ideata in modo da costituire un percorso espositivo ragionato basato sulle opere della collezione permanente e divenirne il nuovo allestimento. A questo scopo, nel progetto curatoriale sono stati coinvolti direttamente artisti che, partendo dai lavori in collezione, hanno riallestito le loro opere integrandole e suggerendone accostamenti inediti. Il Castello di Rivoli è conosciuto a livello internazionale sia per la propria attività espositiva, sia per la collezione permanente allestita in sale storiche e di alta valenza architettonica. In questo singolare contesto, uno dei pochi al mondo, la creatività contemporanea viene ancor più esaltata attraverso il dialogo e il contrapporsi tra le opere e gli spazi storici. Nel corso degli anni la collezione si è arricchita di opere e grandi installazioni: alcune sale che hanno segnato la storia del museo come quelle di Richard Long e di Sol LeWitt, in occasione della mostra, diventeranno protagoniste di ulteriori sviluppi. A distanza di una trentina d’anni, verrà presentata in un nuovo allestimento l’installazione di Nicola De Maria realizzata nel 1985 in occasione della personale curata da Rudi Fuchs. tutto è connesso presenta altresì recenti acquisizioni, molte delle quali esposte per la prima volta, sia di affermati maestri sia di artisti appartenenti alle nuove generazioni, offrendo al visitatore un percorso attraverso le più significative ricerche artistiche dell’ultimo decennio. Tra gli artisti segnaliamo Giovanni Anselmo, Tacita Dean, Hamish Fulton, Mona Hatoum, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Simon Starling. Il pubblico avrà modo di vedere per la prima volta al Museo i lavori ENTRY DENIED (A Concert in Jerusalem), 2003 di Emily Jacir, The Nature of The Beast, 2009 di Goshka Macuga e The Internationale, 1999 di Susan Philipsz, acquisiti recentemente grazie al contributo della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT. EXHIBITION, EXHIBITION / MOSTRA, MOSTRA 21 settembre 2010 – 9 gennaio 2011 Attraverso l’uso di un formato espositivo inedito, la mostra Exhibition, Exhibition (Mostra, mostra), specificatamente concepita per gli spazi della Manica Lunga, intende esaminare e riflettere sulla percezione e sull’esperienza del guardare l’arte e le mostre. Il percorso espositivo presenta lavori, dagli anni Sessanta ai giorni nostri, di circa cinquanta artisti internazionali emergenti ed affermati, tra i quali Ryan Gander, Nina Beier, Tris Vonna-Michell, Dan Rees, Mario Garcia Torres, Jason Dodge, Andreas Slominski, Francis Alÿs, Roni Horn e Michael Elmgreen & Ingar Dragset. Le opere, caratterizzate dal concetto del “doppio” e della simmetria, prodotte in coppia o in serie, o realizzate in diverse versioni, guideranno lo spettatore nell’elaborazione di un nuovo modo di interpretare l’arte e visitare le mostre. Saranno esposti dipinti, video, opere sonore, sculture, installazioni e lavori basati sull’azione performativa. Verranno inoltre presentate opere appositamente realizzate per l’occasione. Nell’ambito della mostra saranno organizzati una serie di incontri finalizzati ad investigare ed approfondire i concetti base della rassegna quali il doppio e la simmetria, la copia e l’originale, la percezione e l’interpretazione nell’arte contemporanea. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org CENTRO ARTI VISIVE PESCHERIA Corso XI Settembre,184 - Pesaro, Tel. 0721 387651; Fax 0721 387652 [email protected]; www.centroartivisivepescheria.it INCIDENTI ONIRICI CLAUDIO CINTOLI - MOSTRA PERSONALE 9 ottobre – 21 novembre 2010 Il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro inaugura il 9 ottobre 2010, in occasione della Giornata del Contemporaneo, Incidenti Onirici, la prima retrospettiva dedicata all’artista di origine marchigiana Claudio Cintoli (Imola 1935-Roma 1977) da un’istituzione museale italiana, dopo 75 anni dalla nascita, per documentare i differenti aspetti dell’eclettica personalità dell’artista, dalla pittura alla scultura, dalle installazioni alle performance. Curata da Ludovico Pratesi e Daniela Ferraria, la rassegna riunisce una trentina di opere rappresentative della ricerca di Cintoli, provenienti dagli eredi dell’artista Giancarlo e Vittorio Cintoli, Eleonora Manzolini Cintoli e da alcuni importanti collezionisti privati come Luciano Lanfranchi e Adolfo Guzzini. Si comincia dai dipinti informali dei primi anni Sessanta per arrivare agli affreschi di matrice pop fino alle tele iperrealiste degli ultimi anni, che raffigurano soggetti legati ai temi ricorrenti nell’arte di una personalità ossessionata dall’ambiguità tra vita e morte, libertà e costrizione, corpo ed anima. Si passa poi alle sculture, come i Nodi e i Pesi Morti, realizzate con materiali poveri e legate alle azioni performative di Cintoli, come Annodare (Roma, Galleria L’Attico, 1969) o Crisalide (Roma, Incontri Internazionali d’Arte, 1972), documentate da video accompagnate da una serie di immagini d’epoca, scattate dal fotografo Pino Abbrescia. La mostra si conclude con alcune opere particolarmente rappresentative degli ultimi anni di lavoro dell’artista, tra le quali spicca Aceldama/Campo di Sangue (1975), una sorta di Via Crucis pagana esposta in pubblico l’ultima volta nel 1977, pochi mesi prima dell’improvvisa scomparsa dell’artista. “Si tratta di una sorta di discesa agli inferi di un artista complesso, che oggi possiamo analizzare grazie ad un punto di vista libero ed aperto a cogliere le novità di un pensiero frammentato ma incandescente, nella sua dimensione onirica ed estrema” scrive Ludovico Pratesi. La mostra è accompagnata da un catalogo, pubblicato da Silvana Editoriale, con i testi dei curatori Ludovico Pratesi e Daniela Ferraria, accompagnate da alcune testimonianze di personalità vicine all’artista, come Pino Abbrescia, Rosanna Barbiellini Amidei, Alberto Boatto, Luciano Lanfranchi, Graziella Lonardi e Lorenza Trucchi, e da una biografia dell’artista di Giulia Polizzotti. Claudio Cintoli - Note biografiche Originario di Recanati, Claudio Cintoli nasce ad Imola nel 1935. Nipote del pittore di soggetti religiosi Biagio Biagetti, fin da giovanissimo si rivela portato per il disegno. Dopo un primo periodo figurativo ed informale, Cintoli realizza collage ed affreschi di matrice pop,prima di trasferirsi negli Stati Uniti, dove rimane dal 1965 al ’68. Tornato in Italia, realizza alcune sculture con materiali poveri, legate ad alcune performance, come Annodare (Galleria l’Attico, 1969) e Crisalide (Incontri Internazionali d’Arte, 1972) in accordo con le ricerche di importanti body artisti internazionali come Vito Acconci e Marina Abramovic. Negli ultimi anni Cintoli torna ad una pittura di matrice iperrealista, e realizza Aceldama/Campo di Sangue (1975). Cintoli muore nel 1978 a Roma. Nel 1978 La Biennale di Venezia lo ricorda con un omaggio, seguita da una antologica curata da Giorgio Cortenova alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Verona nel 1984 e da una retrospettiva curata da Mariano Apa a Loreto nel 1988. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI Viale della Repubblica, 277 - Prato, Tel. 0574 5317; Fax 0574 531901 [email protected]; www.centropecci.it THOM PUCKEY | JAN VAN DER PLOEG THE PRATO PROJECT 30 MAGGIO 2010 – 9 GENNAIO 2011 Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato ha inaugurato sabato 29 maggio 2010 la mostra THE PRATO PROJECT, una doppia personale congiunta degli artisti Thom Puckey e Jan van der Ploeg. L’esposizione, promossa da Regione Toscana e Comune di Prato in collaborazione con l’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi in Italia, con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e il sostegno di ASM spa, CariPrato, Gruppo Consiag, Unione Industriale Pratese, resterà aperta nello Spazio progetti al piano terra del museo pratese fino al 9 gennaio 2011. I due artisti, entrambi attivi ad Amsterdam, sono stati invitati a realizzare un progetto comune negli spazi espositivi al piano terra del Centro Pecci, che va a riallacciarsi idealmente a quello già sperimentato presso l'Aschenbach and Hofland Galleries di Amsterdam nel maggio-giugno 2008. THE PRATO PROJECT combina una serie di nuove sculture in marmo di Puckey e i monumentali wall-painting di Van der Ploeg, che si sviluppano su una superficie murale di oltre 50 metri di lunghezza. La sfida insita in questa collaborazione è quella di mettere in dialogo l'astrazione cromatica dei motivi pittorici bidimensionali con il realismo dai contenuti anticonvenzionali delle figure scolpite, la monumentalità della pittura ambientale con l'eleganza sensuale della statuaria in marmo. In occasione della mostra al Centro Pecci, i due artisti hanno voluto compiere un ulteriore passo avanti nel tentativo di colmare il divario spaziale che caratterizza le loro opere: i piedistalli che sorreggono le sculture di Puckey sono stati disegnati da Jan van der Ploeg e rappresentano, nelle forme e nei colori, un prolungamento naturale dei wallpainting. Estendendo le forme geometriche dipinte ai piedistalli, il progetto coniuga la forte tensione trattenuta nelle sculture alla fluttuante dinamicità spaziale suggerita dalla pittura. In occasione della mostra THE PRATO PROJECT è stato pubblicato un catalogo edito dal Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato con contributo critico originale di Marco Senaldi. Gli artisti Thom Puckey (Bexley Heath, GB 1948; vive ad Amsterdam dal 1978) vanta una lunga frequentazione dell'Italia e in particolare della Toscana, dove lavora tuttora alla realizzazione delle sue sculture. Nel 2005 ha esposto le sue opere in Val di Bisenzio (Prato) in occasione della prima edizione della rassegna Territoria, di cui è stato anche il curatore. Una sua nuova opera è stata recentemente acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato e sarà presentata nella mostra al Centro Pecci. Jan van der Ploeg (Amsterdam, 1959) ha al suo attivo numerose mostre personali in Europa, Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda. È invece alla sua prima mostra personale in Italia, dove ha partecipato a rassegne collettive nel 2006 a Trento e nel 2008 a Topolò (Udine). La presentazione dei suoi wall-painting al Centro Pecci fa idealmente seguito agli interventi nello stesso museo di Prato di due maestri della pittura murale come Sol LeWitt e David Tremlett. MICHAEL LIN. THE COLOUR IS BRIGHT THE BEAUTY IS GENEROUS A CURA DI MARCO BAZZINI E FELIX SCHÖBER 16 ottobre 2010 – 13 febbraio 2011 9 ottobre 2010, ore 18.00 – L’artista incontra il pubblico In occasione della prima retrospettiva europea che sarà inaugurata al Centro Pecci il 16 ottobre, l’artista taiwanese incontra il pubblico per parlare della sua pittura, che ha trovato uno sviluppo nell’ornamento e nella relazione con l’architettura, dei suoi motivi floreali che si declinano sui muri, sul pavimento e su alcuni arredi per creare installazioni in cui il visitatore è chiamato a partecipare attivamente e inoltre sul progetto speciale con i tessuti di Prato che sarà in mostra al Museo Pecci. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org Michael Lin (1964) ha lasciato Taiwan molto giovane per recarsi negli Stati Uniti dove ha studiato design in California. Al suo ritorno nell’isola nel 1993 comincia a utilizzare i tessuti stampati di tradizione giapponese e taiwanese facendone la base del suo lavoro con i motivi floreali. È la risposta spiega alla crisi di identità che ha attraversato al suo ritorno: “Giusto al mio rientro a Taiwan ho provato a definire la mia identità in una cultura che mi sembrava allo stesso tempo straniera e familiare.” Il lavoro di Michael Lin riflette alla stesso tempo il clima socio-culturale degli anni Ottanta e Novanta in un paese alla ricerca del propria identità: “La situazione politica era in piena evoluzione e la questione generale della storia dell’isola al centro dei dibattiti con una punta di nostalgia. I tessuti stampati rappresentano una tradizione che va scomparendo. Ho voluto preservare, attraverso questi, certi valori estetici che mi sembra degni del nostro essere.” L’inserimento di elementi ornamentali nella sua pittura sono, sul piano artistico, una reazione alla vena americana del neo-concettualismo e del neo-minimalismo. La pittura di Michael Lin ha trovato il suo sviluppo nell’ornamento e nella relazione all’architettura. I suoi motivi giganti utilizzano lo spazio del luogo per declinarsi sui muri, il pavimento, e i mobili (nel 2006 ha collaborato con Moroso) per creare delle installazioni funzionali che invitano il visitatore a partecipare attivamente. Qualificando il suo lavoro come “banale”, Michael Lin spiega che induce il visitatore a una partecipazione: si tratta alla stesso tempo di una pittura da contemplare e da utilizzare: “Quando si guarda un quadro si è concentrati attraverso la vista ma in seguito si stabilisce una relazione più fisica con le mie opere. Questa è maggiore tra voi e un mobile che tra voi e la pittura”. In occasione della mostra al Centro Pecci sarà chiesto all’artista di produrre alcune opere con i tessuti della tradizione della città tessile toscana. Michael Lin ha esposto, tra le altre, nelle biennali di Taipei (2000), Istanbul (2001), Venezia (2001), Liverpool (2002), al PS1 di New York e al Palais de Tokyo di Parigi. Orario della mostra: 10-19, feriali e festivi, chiusa il martedì AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org CeSAC – CENTRO SPERIMENTALE PER LE ARTI CONTEMPORANEE Il Filatoio di Caraglio – Via Matteotti, 40 – Caraglio (CN), Tel. 0171 618260; Fax 0171 610735 [email protected]; www.marcovaldo.it FARE MUSEO - LA NUOVA PROGRAMMAZIONE DEL CESAC A CURA DI A.TITOLO 9 ottobre – 12 dicembre 2010 Solo ciò che accade / Cesare Viel Sans gravité / Olivier Grossetête project room di Andras Calamandrei, Irina Novarese, Alessandro Quaranta Poetic Justice / Tania Bruguera - installazione (fino al 10 ottobre) Perruques Architecture / Meshac Gaba - installazione (fino al 10 ottobre) Sabato 9 ottobre 2010, il CeSAC, Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee dell’Associazione Culturale Marcovaldo presenta al Filatoio di Caraglio gli indirizzi progettuali della nuova programmazione sotto la direzione artistica del collettivo di curatrici a.titolo. In occasione della sesta Giornata del Contemporaneo, il grande evento dedicato all’arte e al suo pubblico da AMACI, l’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani cui il CeSAC appartiene e che riunisce 26 tra le più importanti istituzioni museali del nostro paese (www.amaci.org), Fare Museo propone opere, progetti, installazioni, ideate o riconcepite per i suoi spazi o realizzate a partire da workshop che affrontano, secondo prospettive e declinazioni diverse, temi come il lavoro, l’identità, la memoria, il paesaggio, espressioni del genius loci del Filatoio, la più antica “fabbrica da seta” d’Europa, e del territorio in cui sorge. Fare Museo, piuttosto che “essere nel museo”, allude alla messa a punto di strumenti di intervento dentro e fuori lo spazio espositivo, in grado di fare dialogare gli attori locali e le questioni che maggiormente li riguardano con i linguaggi e i temi della cultura e della ricerca artistica contemporanea, anche sulla base di un’accezione estensiva di patrimonio quale portato, materiale e immateriale, di un luogo e di un territorio intorno al quale pensare e costruire un prodotto culturale. Fare Museo comprende due mostre, di Cesare Viel e di Olivier Grossetête, e tre project room, di Andras Calamandrei (You don’t have to be sure), Irina Novarese (Il terzo soggetto), Alessandro Quaranta (Con la coda dell’occhio), che indagano le relazioni tra identità, memoria e “località, individuale e collettivo, il sé e l’altro, introducendo una serie di progetti che a.titolo svilupperà nel tempo, attraverso la creazione di un archivio in progress e di un tavolo per la committenza di una mostra, il dialogo con il Museo della Seta che ha sede nel Filatoio e la produzione di opere e interventi nel territorio circostante. Intorno a quest’ultimo indirizzo nasce ad esempio il progetto video di Alessandro Quaranta, realizzato in Valle Stura durante l’estate 2010 in una porzione di paesaggio “messa in visione” tramite un’azione collettiva. L’architettura del Filatoio è nata come luogo di lavoro intorno alla presenza, ora invisibile, di circa duecento donne e dell’acqua che azionava le macchine. Il progetto context-specific commissionato a Cesare Viel, artista italiano tra i più noti e rilevanti della sua generazione, nasce da queste premesse e si sviluppa a partire dall’intervento sonoro Echi di rumori scomparsi, installato nella Sala delle Colonne, dove al suolo e sulle volte sono rinvenibili i segni delle caldaie e degli sfiatatoi per l’acqua calda usata per la lavorazione dei bachi da seta. La ricerca di Cesare Viel parte dal lavoro sul proprio corpo e sulla propria voce per interrogare la nozione di soggettività e di relazione con l’altro: “Fin dai miei primi lavori” scrive l’artista, “mi sono accorto che ero trascinato dalla parola. (…) Dalla parola scritta alla parola detta – la grana della voce – il gioco di rimandi è infinito. Quando faccio un lavoro di parola non so mai che cosa nasca prima, se l’oralità o la traccia scritta del pensiero”. Nel lavoro di Viel la parola “si manifesta in molte forme: scritta, vista, pronunciata, cantata, pensata, rimossa, ascoltata, letta, agìta. È subito presa in un’interminabile relazione plurale, singolare, privata e pubblica.” Nello spazio vuoto cadenzato dalle colonne, le parole scritte e pronunciate dall’artista tessono una trama corale dove i gesti del passato, ripetuti, quotidiani, pubblici, danno forma e ritmo al pensiero di chi parla e di chi ascolta. Ancora parole e pensiero, sostanziati nella trama di un tappeto e di un disegno di grandi dimensioni realizzati per l’occasione, completano la mostra Solo ciò che accade, aprendo a ulteriori e differenti letture la questione dell’identità e del lavoro già affrontata, in un’ottica postcoloniale, con le installazioni Poetic Justice di Tania Bruguera e Perruques-architecture di Meschac Gaba, allestite al Filatoio dal 27 giugno in collaborazione con la Collezione La Gaia di Busca e la Galleria Continua, San Gimignano / Bejing / Le Moulin (nell’ambito dell’iniziativa Giorno per Giorno) e ancora visibili nel corso della Giornata del Contemporaneo. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org Sans gravité è la prima mostra in Italia di Olivier Grossetête, un artista emergente nel panorama della ricerca francese che ha già operato nel territorio piemontese come vincitore di una borsa di ricerca e produzione artistica sostenuta dalle regioni Piemonte e Rhône-Alpes. Noto in particolare per le sue architetture monumentali di scatole di cartone realizzate in luoghi pubblici con la collaborazione di gruppi di cittadini, lavora prevalentemente con la scultura e il video nell’ambito di un’indagine intorno allo spazio dell’architettura e alla nozione di mobilità. Grossetête gioca con i materiali, cambia le cornici di riferimento e la fisica delle cose, al punto che diviene possibile tenere tra le mani la luna, navigare in una barchetta di carta o far volare ponti in cielo. La mostra, realizzata in collaborazione con il FRAC PACA di Marsiglia, presenta installazioni e videoinstallazioni, alcune delle quali inedite. In occasione della Giornata del Contemporaneo, nella mattinata l’artista erigerà nel cortile del Filatoio un’architettura in cartone con l’aiuto dei presenti e di gruppi di persone - ragazzi e adulti coinvolti in ambito locale - con i quali l’artista avrà effettuato, nella settimana precedente, uno specifico atelier. La costruzione collettiva di un edificio è intesa simbolicamente quale momento “fondativo” del nuovo corso del CeSAC, in virtù della sua capacità di condensare, intorno a un gesto artistico e a un gioco collettivo, l’immagine di una comunità che coopera all’edificazione, per quanto fragile e temporanea, di uno spazio culturale condiviso. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org FONDAZIONE GALLERIA CIVICA – CENTRO DI RICERCA SULLA CONTEMPORANEITÀ DI TRENTO Galleria Civica – Via Cavour, 19 – Trento, Tel. 0461 985511; Fax 0461 237033 [email protected]; www.fondazionegalleriacivica.tn.it Gustav Metzger: Decenni 1959-2009 Ottobre 2010 – Gennaio 2011 Presso la Fondazione Galleria Civica di Trento, in collaborazione con la Serpentine Gallery di Londra e il Musée Departemental d’Art Contemporain de Rochechouart, viene ospitata la più grande mostra personale mai realizzata (e la prima in un’istituzione pubblica italiana) dedicata ai cinquant’anni di attività di Gustav Metzger (Norimberga, Germania, 1926, vive e lavora a Londra). I temi della globalizzazione, dell’ecologia, associata al progresso tecnologico e scientifico e alle dinamiche dei flussi economici, del rapporto fra dimensione individuale e dimensione sociale nella definizione della storia contemporanea, hanno reso Gustav Metzger uno degli artisti più importanti e premonitori del secolo appena trascorso, che ha influenzato numerose generazioni di artisti successivi, dall’Azionismo Viennese, l’Arte Cinetica, Fluxus fino a molti artisti delle ultime generazioni, interessati all’ambiente e alle sue mutazioni, in un dialogo serrato e coerente fra arte e società contemporanea. Nato da genitori polacchi ebrei, durante gli anni ’40 Metzger si dedica alla pittura e altre discipline artistiche e, dalla fine degli anni ’50, realizza opere in cui utilizza materiali d’uso quotidiano come cartone, pagine di quotidiani, sacchi in polietilene e ritagli di tessuto. E’ intorno alla fine degli anni ’50 che Metzger inizia del resto a tematizzare il potenziale (auto)distruttivo del Novecento: nel 1959 scrive il primo, storico Manifesto dell’Arte Distruttiva, che teorizzava l’arte autodistruttiva come forma d’arte per le società industriali. Nelle opere auto-distruttive e auto-creative, che inizia a realizzare subito dopo, il tempo stesso diventa un mezzo che concorre alla realizzazione/distruzione dell’opera, come in South Bank Demonstration del 1961, dove l’artista distrugge, lentamente, tre larghe “tele” in nylon spruzzandovi sopra dell’acido. Un nucleo di opere, selezionate dall’artista per gli spazi della Fondazione, ripercorrerà le tappe salienti della ricerca dell’artista. La mostra includerà le opere principali dell’artista, dagli anni ’60 ai lavori più recenti (Liquid Crystal Environment, 1998-99 e la famosa serie Historic Photographs), attraverso i quali l’artista ha approfondito la sua analisi sui meccanismi che presiedono il funzionamento della memoria e della comunicazione dei grandi eventi collettivi e massmediali del nostro tempo. In occasione della mostra sarà disponibile un esaustivo catalogo monografico bilingue (Italiano/Inglese), corredato da testi critici e immagini a colori di tutte le principali opere esposte. In occasione della mostra verranno organizzate visite guidate, laboratori e attività di mediazione didattica per tutte le fasce di pubblico, dall’utenza scolare a quella aziendale e turistica. Le attività proposte si sviluppano a partire dal rapporto tra la memoria, le immagini e gli oggetti: argomenti che vengono coinvolti costantemente nelle opere di un’artista come Gustav Metzger. La memoria può essere pubblica (“storia”), oppure avere una dimensione privata (“ricordo”). Questi due aspetti entrano in contatto e si mescolano tra loro dando origine a identità collettive e individuali che alimentano consapevolezza e meraviglia, immaginari e aspettative. Il passato è anche il flusso che si stratifica e decompone nel racconto presente dei media, congelati in istantanee o dispersi nel transito veloce e indistinto sugli schermi televisivi. Un immaginario articolato che si apre sulla storia per tradurla in riflessione privata e paesaggio interiore, per poi rivolgersi nuovamente all’esterno per offrirci la possibilità di fare esperienza delle cose, stabilire relazioni, articolare quei processi cognitivi che vengono attivati dalla percezione, entrare in contatto con alcuni tra i più raffinati fenomeni artistici contemporanei, i loro saperi, i loro valori, le loro rappresentazioni. Sguardi e riguardi (a) e Personaggi in cerca d’autore (b) sono le attività didattiche principali proposta per la mostra dai Servizi Educativi della Fondazione: “Sguardi catturati dallo scatto fotografico, messi nel circolo della comunicazione di massa e destinati a sparire sotto cumuli di giornali. Volti ed espressioni che dicono, o nascondono, emozioni che da sole a volte possono raccontare passaggi che segnano la storia e le dinamiche sociali, economiche e politiche di un’epoca. Documenti d’archivio che raccontano la storia locale saranno il materiale di lavoro per un’attività che si snoda da una riflessione sull’informazione mediatica e i suoi meccanismi per portarci alla riappropriazione della nostra storia attraverso le immagini che saranno messe in dialogo tra di loro e con oggetti reali” (a). “Laboratorio video su tecnica audiovisiva e sviluppo narrativo incentrato sulla funzione e caratterizzazione dei personaggi. Obiettivo del laboratorio è quello di lavorare sul confine che separa l’io narrante interpretato dall’individuo reale, e la finzione narrativa dalla realtà in cui viviamo”. (b). AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org GC.AC. GALLERIA COMUNALE D’ARTE CONTEMPORANEA Piazza Cavour, 44 – Monfalcone (GO), Tel.0481 494360; Fax 0481 494352 [email protected]; www.galleriamonfalcone.it VIDEOREPORT ITALIA 2008_09 9 ottobre - 1 novembre 2010 La Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, negli ultimi 5 anni, ha realizzato diverse rassegne riguardanti l’arte in movimento, in una logica di specializzazione che contraddistingue la Galleria nel circuito espositivo italiano. Nel corso del tempo, infatti, la Galleria si è accreditata nel settore della videoarte a livello europeo, detenendo inoltre i diritti di archivio di centinaia di opere video realizzate da giovani autori italiani. Progetto pilota di questa intensa programmazione è stato, nel 2004, On air: video in onda dall’Italia, rassegna che ha coinvolto 180 persone fra critici, artisti, videomaker, storici dell’arte e curatori operanti nel paese. A questa rassegna ha fatto seguito la prima edizione, nel 2006, di VIDEOREPORT ITALIA 2004_05, e nel 2008 la seconda edizione VIDEOREPORT ITALIA 2006_2007, un format questo che ha avuto notevole fortuna espositiva in quanto ospitato, secondo varie modalità, presso istituzioni museali, spazi pubblici, enti esteri ed argomentato nell’ambito di alcuni corsi universitari. Con questa nuova edizione di VIDEOREPORT ITALIA la rassegna si conferma come appuntamento biennale dove la Galleria monfalconese presenta al pubblico un’ampia selezione dei lavori video che hanno contraddistinto gli ultimi due anni, 2008 e 2009. Ad integrare la ricognizione effettuata dalla GC.AC di Monfalcone, sono stati interpellati 5 curatori italiani, Ilaria Gianni, Antonio Grulli, Guia Cortassa, Barbara Meneghel, Simone Menegoi, che hanno effettuato un’analisi dell’intero territorio nazionale segnalando i lavori ritenuti più significativi, motivando il parametro di valutazione in un intervento critico che sarà pubblicato nel catalogo della mostra. A corredo della rassegna viene realizzato un ricco catalogo bilingue (con interventi e saggi critici dei curatori, una dettagliata sezione iconografica, una ricca appendice di apparati, comprensiva delle tecniche relative ai lavori in mostra e dei curricula dettagliati di ciascun artista) e organizzata una serie di appuntamenti didattici. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org GALLERIA CIVICA DI MODENA Corso Canalgrande, 103 – Modena, Tel. 059 2032911; Fax 059 2032932 [email protected]; www.galleriacivicadimodena.it DA CENNINI A WARHOL, READING SUL CONTEMPORANEO 9 ottobre 2010, ore 18.00 Una sorta di anomala tavola rotonda animerà sabato 9 ottobre 2010 a partire dalle ore 18.00, l’incontro pubblico dal titolo Da Cennini a Warhol, reading sul contemporaneo, che la Galleria Civica di Modena ha organizzato in occasione della sesta Giornata del Contemporaneo indetta dall’AMACI, Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani. L’iniziativa, che si terrà in Sala Grande, a Palazzo Santa Margherita in corso Canalgrande 103, consiste in un reading di brani selezionati dal ricco catalogo della letteratura e della critica d’arte di ogni tempo attorno al concetto di contemporaneità. Autori e opere rivivranno grazie all’interpretazione di lettori professionisti e di personaggi di formazione ed estrazione diversa invitati a partecipare leggendo estratti letterari da loro stessi scelti. Da Cennino Cennini a Paolo Veronese, da Mark Rothko ad Andy Warhol, da David Hume a Cesare Brandi: una carrellata di testi all’insegna della ricerca di una definizione dell’arte contemporanea. L’evento, a ingresso gratuito, conferma l’impegno della Galleria Civica di Modena nella promozione dell’arte contemporanea. Due i principali obiettivi che come nelle precedenti edizioni la Giornata del Contemporaneo persegue: sensibilizzare il pubblico, incoraggiando il suo interesse e promuovendo occasioni di incontro con l’arte contemporanea, e stimolare le istituzioni, sottolineando il ruolo che essa gioca nello sviluppo dell’identità culturale e nell’innovazione sociale ed economica nel nostro Paese. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo Via San Tomaso, 53 - Bergamo, Tel.035 270272; Fax 035 236962 [email protected]; www.gamec.it IL MUSEO PRIVATO. LA PASSIONE PER L’ARTE CONTEMPORANEA NELLE COLLEZIONI BERGAMASCHE 6 ottobre 2010 – 9 gennaio 2011 Dedicare una mostra al collezionismo d’arte contemporanea della città di Bergamo e del suo territorio, a vent’anni dall’apertura della GAMeC, significa esplorarne le ‘potenzialità nascoste’ e scoprirne l’inaspettata ricchezza. La mostra – curata da Giacinto Di Pietrantonio e M. Cristina Rodeschini - intende presentare quanto e in che modo il quadro culturale della città si sia sviluppato dal 1991, anno di apertura della GAMeC, attraverso una selezione delle opere d’arte contemporanea acquisite dai collezionisti di Bergamo e del suo territorio tra il 1980 e il 2010; si propone inoltre di aggiornare la ricerca su quell’arte che ha dato il meglio di sé, a partire dalla fine anni Sessanta con le correnti dell’Arte Povera e Concettuale prima e della Transavanguardia poi, per passare alla fine della modernità e al successivo postmodernismo. In tal modo si intende evidenziare le ragioni di fondo che ispirano le scelte e la visione del collezionista, figura illuminata che si dedica all’arte con passione, dedizione e generosità. Le collezioni d’arte contemporanea del territorio bergamasco riuniscono numerose opere di grande qualità, in moltissimi casi veri e propri ‘pezzi’ da museo che non sono mai stati esposti in pubblico. Un’occasione unica per ammirare un patrimonio di oltre 150 opere altrimenti inaccessibili. Saranno presenti, tra molti altri, artisti quali A12, Marina Abramovic, Getulio Alviani, Francis Alys, John Armleder, Matthew Barney, Gabriele Basilico, Vanessa Beecroft, Joseph Beuys, Alighiero Boetti, Sophie Calle, Maurizio Cattelan, Mario Cresci, Enzo Cucchi, Roberto Cuoghi, Elmgreen & Dragset, Regina Galindo, Gilbert & George, Damien Hirst, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Barbara Kruger, Margherita Manzelli, Thomas Mapplethorpe, Paul McCarthy, Mario Merz, Bruce Nauman, Shirin Neshat, Adrian Paci, Gina Pane, Giulio Paolini, Pino Pascali, Yan Pei Ming, Michelangelo Pistoletto, Ettore Spalletti, Giuseppe Uncini, Sislej Xhafa, Jang Zhi, Gilberto Zorio. Bergamo è un importante punto di riferimento nel campo del collezionismo, anche per la relazione che le pubbliche istituzioni hanno saputo tessere con esso e di cui l’Accademia Carrara e la GAMeC sono i simboli per eccellenza. LATIFA ECHAKHCH LE RAPPEL DES OISEAUX 6 ottobre 2010 – 9 gennaio 2011 La GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo presenta la prima personale in un’istituzione italiana dell’artista marocchina Latifa Echakhch (1974, El Khnansa, Marocco. Vive e lavora a Martigny, Svizzera). La mostra ‘Le rappel des oiseaux’ è parte del programma espositivo Eldorado, che la GAMeC dedica agli artisti emergenti più interessanti sulla scena internazionale, invitati a concepire un progetto inedito per gli spazi del museo. La mostra è realizzata in collaborazione con il FRAC Champagne-Ardenne di Reims, dove è stata presentata lo scorso aprile; tuttavia, il progetto complessivo dell’esposizione – come accade sempre nel lavoro di Echakhch – è stato ripensato in stretta relazione con lo spazio espositivo della GAMeC. Attraverso un’estrema varietà di mezzi espressivi che spaziano dall’installazione al video, dalla pittura alla fotografia, Latifa Echakhch esplora le dimensioni dell’identità individuale e collettiva, il concetto di cultura e i sentimenti di appartenenza e sradicamento. Le sue opere sono realizzate a partire da oggetti comuni, che l’artista presenta come tali o dopo averli modificati attraverso azioni semplici: aste per bandiere esposte senza bandiere, tappeti per preghiera il cui interno è stato ritagliato e di cui resta solo il bordo, cartine geografiche accartocciate come fossero piccoli emisferi, microfoni privati del meccanismo di amplificazione. Ma all’economia dei mezzi che caratterizza il linguaggio artistico di Latifa Echakhch corrisponde un’altrettanto radicale potenza espressiva: le sue, infatti, sono metafore sobrie ma estremamente intense, in grado di evocare una condizione umana universale, ossia la posizione del singolo di fronte alla storia, alla memoria, alla politica e alla religione. Tutto il lavoro di quest’artista riconduce alla dimensione della soggettività e dell’esperienza individuale i grandi temi del mondo contemporaneo: la violenza dei fondamentalismi nazionalisti e religiosi, le ricadute nel presente del passato colonialista, le implicazioni nella quotidianità dell’ideologia modernista. Nelle opere di Echakhch ciò che un tempo era grandioso e monumentale si presenta oggi come un residuo o una rovina, mentre i simboli ancora in grado di muovere le coscienze collettive sono decostruiti e presentati nella loro fallibilità. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org La matrice concettuale che sta alla base della pratica artistica di Latifa Echakhch si accompagna a una spiccata sensibilità poetica. Se sul piano formale l’artista fa spesso riferimento all’Arte Minimalista, Concettuale, Processuale e all’Arte Povera, questi stessi rimandi sono trasformati attraverso un utilizzo insieme lirico e critico di tutta una serie di simboli e oggetti che rimandano a specifici contesti culturali, sia orientali che occidentali. Al cuore del lavoro di Echakhch c’è un’azione di sottile corrosione di tutto ciò che è percepito come immutabile e al di fuori dello scorrere del tempo e della dialettica storica e che, inevitabilmente, riposa al cuore dei conflitti: i concetti di integrità nazionale e di identità culturale come mitologie della purezza, le contrapposizioni ideologiche e le convinzioni assolute sul destino politico e religioso dell’uomo. In occasione di questa sua prima presentazione istituzionale in Italia, Latifa Echakhch incontrerà il pubblico il 6 ottobre 2010 alle ore 19.00 presso la sede dell’Istituto Svizzero a Milano, in Via Vecchio Politecnico 3. L’artista introdurrà le tematiche principali del suo lavoro in conversazione con Salvatore Lacagnina, Responsabile Artistico dell’Istituto Svizzero, e con Alessandro Rabottini, Capo Curatore della GAMeC. La mostra sarà documentata da un catalogo monografico edito da JRP I Ringier e che uscirà nella seconda metà del 2011. Il libro costituirà la prima monografia completa dedicata all’artista, e sarà realizzato in collaborazione con la Kunsthalle Fridericianum di Kassel, il Kunstverein di Bielefeld e il FRAC Campagne-Ardenne di Reims, tutte istituzioni internazionali che hanno ospitato recentemente mostre personali dell’artista. La mostra è realizzata con il sostegno di Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura. Si ringrazia l’Istituto Svizzero di Roma per la preziosa collaborazione. La mostra è parte di una serie in onore di Arturo Toffetti. Latifa Echakhch è nata nel 1974 a El Khnansa in Marocco, vive e lavora a Martigny in Svizzera. Sue mostre personali sono state ospitate dal MACBA di Barcelona e dal FRAC Champagne-Ardenne di Reims nel 2010; dallo Swiss Institute di New York, dal Bielefelder Kunstverein e dalla Kunsthalle Fridericianum di Kassel nel 2009; dalla Tate Modern di Londra nel 2008 e da Le Magasin di Grenoble nel 2007. Ha inoltre esposto in istituzioni e manifestazioni internazionali come la Kunsthalle Basel, la Biennale di Lione, la Kunsthaus Zürich, MANIFESTA 7, la Mucsarnok-Kunsthalle di Budapest, il San Francisco Institute of Art e lo Sculpture Center di New York. IGOR E SVETLANA KOPYSTIANSKY 6 ottobre 2010 – 9 gennaio 2011 La GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, in collaborazione con il Musée national d'art moderne - Centre Georges Pompidou di Parigi, è lieta di presentare una selezione di opere video di Igor e Svetlana Kopystiansky. Igor e Svetlana Kopystiansky sono una coppia di artisti concettuali che, dal 1988, vive e lavora a New York, realizzando opere sia individualmente che in collaborazione. Concentrandosi soprattutto su mezzi come la fotografia, il video e la dia-proiezione, Igor e Svetlana Kopystiansky hanno sviluppato negli anni un corpus di lavori che unisce poesia del quotidiano e rigore concettuale. La loro indagine sulla natura dei linguaggi e dei media che si basano sulla registrazione dello scorrere del tempo – come, appunto, il video, il cinema e la fotografia – oltrepassa i limiti di una ricerca puramente formale e riesce a toccare temi come la memoria, la fragilità dell’esistenza umana e l’inconscio. Per la prima volta in Italia sarà possibile ammirare una selezione di opere video dei due autori, legate tra loro dal tema dell’immagine cinematografica e raccolte in un programma concepito appositamente per l’occasione. Le opere in mostra sono il frutto di un metodo di lavoro che riesce a coniugare una profonda conoscenza teorica – nel caso specifico della storia del cinema – con una spiccata attitudine poetica. Immagini e sequenze tratte da capolavori di Alfred Hitchcock, Michelangelo Antonioni, Ingmar Bergman e Jean-Luc Godard sono estrapolate e modificate, con lievi accorgimenti tecnici, con il risultato di svelarne una dimensione nascosta. Come in tutto il loro lavoro, ciò che a un primo sguardo appare già conosciuto e familiare è visto sotto una luce nuova e inattesa. Il video dal titolo Black and White (2008) è realizzato a partire da un breve frammento del film Persona che Ingmar Bergman realizzò nel 1966. Alcuni minuti del girato di Bergman sono dapprima mostrati nella forma originale del film ma, quando la sequenza termina, le stesse immagini scorrono secondo una direzione temporale opposta. Se il film di Bergman è un’indagine profondamente psicologica resa attraverso il confronto serrato tra le due protagoniste della pellicola (Liv Ullmann e Bibi Andersson), l’opera dei Kopystiansky riprende la tematica del “doppio” e la traspone sull’immagine stessa, che viene sdoppiata nella sua linearità temporale. La seconda opera in mostra I Knew Edwards only Slightly (2009) prende invece in prestito una scena del film di Alfred Hitchcock Io ti salverò (in originale Spellbound, del 1945). Vediamo la stessa sequenza – di cui è protagonista AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org Ingrid Bergman – più volte, alternativamente in positivo e in negativo, mentre nei momenti di passaggio tra uno stato e l’altro lo schermo diventa gradualmente grigio fino a cancellare l’immagine stessa. Anche in questo caso si tratta del film più psicologico e onirico di Hitchcock, in cui il regista indaga non soltanto l’ambiente della psicanalisi ma anche i meccanismi del sogno, del trauma, dell’amnesia e del ricordo. Nel lavoro di Igor e Svetlana Kopystiansky le immagini del film emergono e scompaiono in modo ciclico, evocando in questo modo i confini incerti della memoria. Fiction Double (2008) consiste nella versione ridotta a 20 minuti di un lavoro più lungo, in cui gli artisti hanno utilizzato per intero il film Breathless che Jean-Luc Godard realizzò nel 1960, co-protagonisti Jean-Paul Belmondo e Jean Seberg (nella versione italiana Fino all’ultimo respiro). La pellicola di Godard viene riproposta integralmente, sovrapponendone però due versioni che scorrono in modo opposto: una dall’inizio alla fine del film e l’altra al contrario, dalla fine all’inizio. In questo modo l’intera pellicola appare come sdoppiata e, solo alla metà del film, accade che un singolo fotogramma sia perfettamente visibile, perché coincide con l’unico momento in cui i due flussi di immagini si sovrappongono. L’ultima opera in mostra è Speak when I have nothing to say (2009), in cui il film L’eclisse di Michelangelo Antonioni (1962) è fatto oggetto di appropriazione e ri-editato. L’opera consiste in un montaggio di alcune scene del film, scelte tra quelle in cui i protagonisti Monica Vitti e Alain Delon recitano senza scambiarsi una parola. Alcune scene appaiono più di una volta, in differenti lunghezze. Speak when I have nothing to say è una sorta di versione accorciata e silenziosa del film originale, un tributo alla capacità di Antonioni di scavare nella psicologia dei personaggi indagando il silenzio come dimensione dell’incomunicabilità e della solitudine esistenziali. Il lavoro di Igor e Svetlana Kopystiansky è stato oggetto di mostre personali presso importanti istituzioni internazionali come il Musée d’Art Moderne di Saint-Etienne (2010), il Musée national d'art moderne - Centre Georges Pompidou di Parigi (2009), la Kunsthalle Fridericianum di Kassel (2005), lo Sprengel Museum di Hannover (2002), il Kunstmuseum di Düsseldorf (2000), l’Akademie der Kunst di Berlino (2000), l’Art Institute of Chicago (1996). Tra le molte manifestazioni internazionali alle quail gli artisti sono stati invitati a partecipare ricordiamo Documenta 11 (Kassel, 2002), Skulptur Projekte (Münster, 1997), le Biennali di Johannesburg e di Lione (entrambe nel 2007) e la Biennale di São Paulo (1994). Inoltre, il loro lavoro è stato esposto in mostre collettive presso il Metropolitan Museum of Art di New York (2001), il Folkwang Museum di Essen (2000), il Museum für Moderne Kunst di Francoforte (1999), lo Stedelijk Museum di Amsterdam (1997) e il Museo National Centro de Arte Reina Sofia di Madrid (1994). La mostra è realizzata in collaborazione con il Musée National d’Art Moderne - Centre Georges Pompidou di Parigi. In occasione della mostra, giovedì 21 ottobre (orario in via di definizione) gli artisti incontreranno il pubblico in una conversazione con Philippe Alain Michaud, Film Curator al Centre Pompidou per illustrare, a partire dalle opere in mostra, le tematiche principali della loro opera. La conversazione sarà moderata da Giacinto Di Pietrantonio, Direttore della GAMeC. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org GALLERIA D’ARTE MODENA PALAZZO FORTI Via A. Forti, 1 - Verona, Tel.045 8001903; Fax 045 8003524 [email protected]; www.palazzoforti.it LA TERRA VIVENTE. IL PAESAGGIO NELLE COLLEZIONI VERONESI A PALAZZO FORTI La terra vivente. Il paesaggio nelle collezioni veronesi a Palazzo Forti è il titolo della nuova proposta espositiva della Galleria d’Arte Moderna collegata alla valorizzazione del proprio patrimonio artistico. Si tratta di un’ampia e articolata rassegna in cui saranno presentati più di 100 lavori pittorici sul tema del paesaggio, la maggiorparte provenienti dalla collezione civica - in molti casi opere inedite - a cui si aggiungono preziosi dipinti di proprietà della Fondazione Cariverona, della Fondazione Pio Semeghini e di altre raccolte private veronesi. Il percorso è articolato in sezioni storico-tematiche, a iniziare dalla prima metà dell’800 - con i preannunci del naturalismo espresso con i significativi lavori di Giuseppe Cannella, dei fratelli Palizzi, Induno, e G.Valentini – per proseguire con i dipinti di Mosè Bianchi, Emilio Praga, E. Sorio in cui il paesaggio, da luogo-sfondo delle vicende storiche ed umane, si avvia a diventare soggetto degno “di per sé” di essere rappresentato in pittura. Le opere di Dall’Oca Bianca, Zoccatelli, Cabianca, Signorini, Michetti, Vittorio Avanzi introducono la sezione in cui la Natura si offre come scenario simbolico, sia per restituire dignità ai temi tratti dalla realtà quotidiana sia per riversare le inquietudini e gli smarrimenti dell’anima. La sezione della Modernità – qui intesa come il periodo in cui gli artisti si avviano a esplorare nuovi territori formali e linguistici per una pittura che non può che “raccontare” se stessa: la magia del colore, le tensioni della forma, l’incanto della luce, la ricchezza della materia - è rappresentata da autentici capolavori di artisti quali Casorati, Balla, Baldassare Longoni, de Pisis Gino Rossi e molti altri. Ma una tappa significativa del percorso è quella riservata all’interessante produzione pittorica veronese, con due sale dedicate ai protagonisti della prima metà del ‘900, da Trentini a Semeghini, da Zamboni a Stringa, da Beraldini a Nardi, e poi ancora Farina, Pigato, Vitturi, Morando. La mostra si conclude alla fine degli anni ‘60 del secolo scorso, con le visioni di maestri quali Arturo Tosi, Birolli, Morlotti, Morandi, Vedova, Tancredi, Afro, Santomaso, Licini, Schifano, Ceroli nelle quali la natura diventa sempre più espressione della partecipazione dell’artista all’esistenza umana, viva manifestazione delle problematiche e delle pulsioni della cultura moderna. Nel cuore della mostra, infine, a suggerire e testimoniare anche il senso della ricerca contemporanea, impegnata da tempo nel dialogo con i linguaggi del passato, l’opera del giovane Giovanni Frangi, realizzata per l’occasione. E’ un’installazione che ben si adatta alla misura ambientale del suggestivo spazio storico di Palazzo Forti e, allo stesso tempo - realizzata con grandi immagini di cieli nuvolosi, che risentono di una tradizione figurativa che va da Mantegna a Constable, e colorati elementi a simulare la terra sul pavimento - ricorda la semplicità e la pregnanza proprie dell’arte che si confronta con la Natura, così come è illustrata lungo tutto il percorso espositivo. Un lavoro prezioso ed emozionante, dunque, di ricognizione e recupero per un’esposizione che funge anche da naturale completamento della grande rassegna Corot e l’arte moderna. Souvenirs et impressions – terminata a marzo 2010 al Palazzo della Gran Guardia – permettendo al pubblico di conoscere espressioni storiche del tessuto artistico locale, nonché di confrontarsi con coeve opere di respiro nazionale. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org GNAM – GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA Viale delle Belle Arti, 131 - Roma, Tel.06 32298221; Fax 06 3221579 [email protected]; www.gnam.arti.beniculturali.it - GNAM – Galleria Nazionale d’Arte Moderna ODI ET AMO. CANEVARI 9 ottobre – 7 novembre 2010 Paolo Canevari ha sviluppato sin dagli esordi negli anni novanta un linguaggio personale teso alla rivisitazione del quotidiano e all’indagine degli aspetti piu' intimi della memoria, nel quale si sovrappongono simboli, icone, cultura pop, rappresentazione storica e coscienza politica. L'artista ha scelto di intervenire in uno spazio fortemente connotato della Galleria nazionale d’arte moderna, come le sale del secondo Ottocento, proprio per questa sua reinterpretazione in chiave contemporanea del passato, del quale sottolinea risvolti concettuali, critici, religiosi o politici che assumono nuovi significati anche tramite forme estremamente semplificate. Il percorso comincia e trova il suo fulcro nella sala del Giordano Bruno - modello originale in gesso di Ettore Ferrari per la scultura sita in Campo dei Fiori a Roma - attorniato da una serie di grandi quadri rappresentanti battaglie storiche, sculture e ritratti; opere con le quali Canevari dialoga e interagisce inserendo i suoi lavori. Little Boy (2009) la riproduzione in grande scala di una bomba della seconda guerra mondiale ricoperta di specchi come le sfere da discoteca degli anni settanta sara' installata di fronte a Giordano Bruno mentre alle sue spalle la serie dei ThANKS (2009), sculture che riproducono in dimensione ludica dei carri armati, verrà sistemata a terra. Nella "Veranda Sartorio" sarà appoggiato sulle spalle del Caino di Domenico Trentacoste, Mantello (1991), un grande panneggio di camere d'aria vulcanizzate, mentre un video del 2010 prenderà il posto di uno dei dipinto della "Sala dei Veneti". Nella “Sala Previati” sarà collocata la scultura Achille (1993) una delle piu' ironiche e poetiche opere dell'artista romano. Canevari realizzera' inoltre per la mostra, che inaugura in occasione della Sesta Giornata del Contemporaneo, un disegno inedito a grafite direttamente sul pannello all’entrata delle sale. La mostra Odi et Amo è curata da Angelandreina Rorro. PROIEZIONI E VISIONI COSMICHE 1965/1969 DI LUCA MARIA PATELLA 9 ottobre – 7 novembre 2010 La Galleria nazionale ripropone una delle storiche installazioni di Luca Maria Patella, artista tra i primi a sperimentare ambienti interattivi, sia multimediali che virtuali. L’ambiente proiettivo animato, presentato alla galleria L’Attico di Sargentini nel 1969, consisteva di due Sfere naturali sonore, emisferi traslucidi su cui erano proiettate varie tipologie di immagini, nonché parole e frasi, con un procedimento atto a evitare la naturale deformazione delle stesse in conseguenza della curvatura della superficie. Lo spettatore era totalmente immerso nell’ambiente grazie alla proiezione sul soffitto di un “cielo in movimento” e della presenza di una “luna” sospesa. In occasione della Sesta Giornata del Contemporaneo l’installazione sarà allestita e reinterpretata dall’artista. Accompagna l’ambiente, la proiezione dei film: Terra animata, 1967 – SKMP2, 1968 – Vedo, Vado!, 1969. Legati alle sue ricerche sulle “proiezioni animate”, i film realizzati da Patella a partire dal 1964, costituiscono un nucleo significativo all’interno del fecondo panorama sperimentale dell’Italia di quegli anni. Alcuni di questi (realizzati tra il ’65 e il ’67) rientrano in un filone definito, dallo stesso artista, “figurativo” poiché si proponevano “di studiare nuovi modi di visione, in funzione però di nuovi comportamenti nella vita”. TAGLI D’ARTISTA: UNA STORIA LUNGA UN SECOLO 15 maggio 2010 – 7 gennaio 2011 In occasione della presentazione del grande soffitto Ambiente spaziale con tagli (gesso, sei tagli su fondo bianco, cm 400 x 814,3) che Lucio Fontana realizzò nel lontano 1960 per la casa di Milano dell’ing. Antonio Melandri, grande estimatore e amico dell’artista, la Galleria nazionale d’arte moderna ha voluto allestire, nei due saloni centrali, una AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org scelta di capolavori appartenenti alle collezioni che, partendo dagli inizi del ‘900, sviluppano in un percorso esemplificativo della cultura del secolo i germi di una sfida che continua nel tempo. L’intento non è solo di esaltare l’alto impegno creativo di Fontana, nel retro del soffitto lasciato a giorno si può vedere come l’artista lavorava, ma di correlare la sua arte che, unita a un mecenatismo illuminato, ha portato prodotti riconosciuti nel mondo e ha spinto l’evoluzione di tutta l’arte del secolo. Si parte dalla cultura secessionista di Klimt, ripresa dal divisionismo e poi dal futurismo di Balla, i cui tagli compositivi già preludono alle deflagranti aperture del secondo dopoguerra, per passare attraverso l’unicità delle preveggenze di Schwitters, alle certezze assolute di Mondrian, all’introspezione luminosa di Giacometti, allo sfondamento della materia di Moore, mantenendo costante una linea che in Italia parte da Boccioni, con i vuoti dell’Antigrazioso del 1912, e prosegue nelle masse bianche di Arturo Martini, fino ai vuoti del marmo di Adolfo Wildt, che di tutti fu maestro a Brera. Nel secondo salone il soffitto è affiancato dal mobile di Calder, che già negli anni ’30 mise in movimento gli scacchi colorati di Mondrian per azzardare volatili equilibri di forme aperte, mentre dall’altra parte la Ricostruzione del Dinosauro bianco di Pascali conferma l’assunzione dei tagli come valore acquisito, tanto da farne strumento di costruzione di un imprevedibile “ready made”. Nell’ala destra si sviluppa il momento culturale milanese ispirato da Fontana, riconoscibile negli aderenti al gruppo “Azimuth”, in cui il bianco diviene un dovere assoluto con Castellani e Manzoni, fino al comportamentalismo in bianco di Christo, al blu totale di Klein, alla creatività materica del veneto Turcato, al rigore intellettuale di Paolini. Nell’ala sinistra del salone si contrappone il “negativo” di Burri, che crea capolavori ugualmente dirompenti, con i “Gobbi”, i “Catrami”, i “Sacchi”, i “Ferri” e i “Cretti”, artista che per l’arte giovane romana rappresentò il vate di una nuova cultura di “nigredo”. Pascali, Tano Festa, Lo Savio, Accardi, Mochetti lo affiancano dando esempi di alta qualità e aprendo alla storia dell’arte italiana degli anni ’60 e ’70. ARTE ITALIANA 1950 – 2000. UN PERCORSO NELLE COLLEZIONI 28 maggio – 17 ottobre 2010 A partire dal 28 maggio 2010 la Galleria nazionale d’arte moderna offre ai propri visitatori la possibilità di nuovi percorsi all’interno della collezione permanente del museo. Le sale storicamente dedicate all’arte del secondo Novecento sono state infatti riallestite, con la cura di Massimo Mininni, per proporre un nuovo punto di vista, aperto e trasversale, sui fenomeni culturali e artistici che hanno attraversato l’Italia dalla metà del XX secolo all’inizio del XXI. Dalle esperienze del secondo dopoguerra (Burri, Fontana, i protagonisti di Forma 1, Capogrossi e Vedova) si passa alle tendenze concettuali dei due decenni successivi, con una particolare attenzione all’esperienza tutta italiana dell’arte povera. L’esposizione prosegue con l’interpretazione pop nelle opere di Angeli, Festa, Schifano, alcune delle quali donate da Luigi De Conciliis tra il 1998 e il 1999 alla Galleria, in memoria della moglie Pupa. Nelle ultime sale si torna alla figurazione della Transavanguardia, alla pittura di Clemente, Cucchi, Chia. Una sezione è infine dedicata alle opere di artisti americani che hanno intrattenuto stretti rapporti con l’Italia. Sono per la prima volta esposti in questa occasione Hammer and Sickle di Andy Warhol (1977), creato durante il soggiorno italiano dell’artista nel clima di tensione degli anni di piombo e 'Passagen-Werk (Documenta Flânerie)', rielaborazione di Joseph Kosuth intorno ad una sua stessa opera presentata a Documenta 9, Kassel, nel 1992. - MUSEO HENDRIK CHRISTIAN ANDERSEN Via Pasquale Stanislao Mancini, 20 – Roma LUCIA ROMUALDI: VARIAZIONE OP. K10°_ N NEWPORT 9 ottobre 2010 Le opere di Lucia Romualdi sono una combinazione armonica di luce, poesia, musica e matematica che coinvolgono e immergono lo spettatore in ambienti suggestivi, accompagnandolo al ritmo delle maree. Variazione op. K10°_ n Newport è l’installazione site specific che l’artista ha voluto realizzare per il Museo Hendrik Christian Andersen, affascinata dagli spazi dello studio e dalla vita stessa dello scultore di origine norvegese, migrato a Newport, negli Stati Uniti, e poi a Roma. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org La scrittura luminosa dell’artista investe i monumentali gessi di Hendrik, coperti da teli bianchi, e disegna storie di antichi rematori negli spazi bui dell’atelier, mentre il movimento delle maree viene scandito dall’alfabeto morse diffuso nella sala in cui il visitatore sembra invitato a perdersi. La versione dialoga con il brano musicale di Ivan fedele “Due notturni con figura per pianoforte e elettronica”. (A cura di Matilde Amaturo) - MUSEO MARIO PRAZ PALAZZO PRIMOLI Via G. Zanardelli, 1 - Roma CONVERSATION PIECES N° 2 : DIALOGO TRA DUE COLLEZIONI 16 settembre-7 novembre 2010 A partire dal primo video di Francesco Vezzoli ,Ok !The Praz is Right , realizzato nel Museo Praz nel 1997, passando attraverso l’installazione di Olaf Nicolai, Conversation Pieces, del 2006, fino al’esposizione nel 2007 dell’opera di Andrea Aquilanti, Casa Praz , nello stesso luogo che l’artista aveva scelto di rappresentare, l’arte contemporanea è stata ospitata più volte e con esiti assai felici negli ambienti della Casa Museo. Lo stesso Praz per altro era ai suoi tempi lui stesso collezionista delle opere dei suoi amici artisti, come Clerici o Leonor Fini. Ora grazie alla disponibilità di Bianca Attolico, che del contemporaneo è a Roma una delle collezioniste più interessanti, è possibile proporre ai visitatori della Casa Museo un vero e proprio confronto tra le due collezioni, pur così diverse tra loro, avviando una sorta di conversation pieces appunto, tra i materiali delle due raccolte. L’ambiente scelto è, per la prima volta, non una o più sale del museo ma l’unica saletta espositiva dedicata alle mostre temporanee, ricavata dal guardaroba di Praz e dalla stireria che vi era annessa, non avendo arredi o decori che ne consigliassero il mantenimento all’atto della trasformazione nel 1995 della Casa di Mario Praz nell’attuale Museo. In questo piccolo ambiente si incontrano dunque uno dei Vasi Fisiognomici di Luca Maria Patella, sul suo piedistallo ornato di lauri, abbinato ad uno snello guéridon con vaso in bronzo, le cui forme tornite curiosamente si ritrovano in quelle ideate da Patella; la grande scultura polimaterica di Nicholas Hlobo con la sua commistione di materiali diversi fittamente cuciti tra loro trova il suo pendant nell’immagine di Luigi XVI minuziosamente ricreata con una sovrapposizione di tessuti preziosi, altrettanto fittamente lavorati, da un nobile palermitano che nell’anno della decapitazione del re di Francia volle ricrearne l’aspetto trionfale dei tempi migliori. Infine la”conversazione” più impegnativa e pregnante: quella instaurata dai tre grandi pannelli di Vik Muniz, appesi sull’unica lunga parete in grado di accoglierli, con il fitto pubblico disposto su tre file, come nella convenzionale immagine di una scolaresca in posa, che pare assistere agli straordinari fuochi d’artificio incassati nelle parete di fronte ed offerti da quattro scatole ottiche settecentesche che celebrano nozze ed eventi delle dinastie europee. Com’è evidente è stato scelto il basilare e più semplice registro – quello della materia e della forma – per avviare questo primo confronto , per suscitare questo muto colloquio, questa conversazione, silenziosa appunto, tra le cose, perché di cose predilette si tratta. Opere ed oggetti cercati, scelti ed in qualche modo eletti, origini di straordinarie sintonie nell’animo dei collezionisti, e proprio in virtù di queste, testimoni del loro tempo. - RACCOLTA MANZÙ Via Laurentina Vecchia km 32 – Ardea (Roma) “LA TORRE DANTESCA DI LORENZO INDRIMI A SABAUDIA” 9 ottobre 2010, ore 18.30 A cura di M. Cossu (Dir. Raccolta Manzù) e A. Favaro (docente Università Tor Vergata). Nell’ambito del programma culturale della Raccolta Manzù dal titolo Manzù: l’arte e il territorio,e in particolare del ciclo di incontri Musei di Territorio,Territorio di Musei, si terrà una conferenza sul museo permanente della torre comunale di Sabaudia (aperta nel 2008) che ospita permanentemente un ciclo di incisioni di Lorenzo Indrimi sulla Divina Commedia (è previsto l’intervento dell’artista e la proiezione del suo video “Splash. Omaggio a Berio”, 2005, 8’). AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org “ARTE IN POESIA, POESIA PER L’ARTE” DEL POETA E SAGGISTA PLINIO PERILLI 9 ottobre 2010 Presentazione del laboratorio di poesia contemporanea di Plinio Perilli: ore 15.30. Conferenza - indagine del poeta Plinio Perilli sulle sinestesie tra poesia contemporanea e arti visive (“ad ogni poesia, fare il quadro”; così Perilli introduce l’argomento citando Dino Campana): ore 16.30. IMPRESSIONI DI RACCOLTA 1969-2009. SELEZIONE FOTOGRAFICA DAL FONDO DELLA RACCOLTA MANZÙ Maggio – dicembre 2010-08-31 In occasione del quarantunesimo anniversario di apertura al pubblico, e nell'ambito del programma culturale 20092010 Manzù. L'Arte e il Territorio, la Raccolta Manzù propone una selezione di fotografie, per la maggior parte dal Fondo dell'Archivio della stessa Raccolta, a ripercorrere alcuni dei suoi momenti più significativi, dal cantiere di costruzione dei primi anni sessanta, alla inaugurazione ufficiale del 22 maggio 1969, agli arredi coloratissimi e vagamente "pop" degli anni settanta, per giungere ad eventi e installazioni dell'ultimo quinquennio. La manifestazione intende proporsi come ulteriore occasione per il museo di rinsaldare il vincolo con il territorio di appartenenza, con particolare attenzione all’approfondimento delle implicazioni di comunanza tra Ardea e lo stesso Giacomo Manzù, attraverso l’esercizio, di stretta competenza autobiografica, riguardante la rilettura à rebours dei primi quarant’anni di vita della Raccolta. A cura di: M.Cossu, A. Liguori, M.Poma, C.Incardona, V.Urbinati, R.Possenti, G.Auletta, M.Zuccarello. (Foto S. Scafoletti). AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org MACRO – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI ROMA Via Reggio Emilia, 54 – Roma, Tel. 06 671070400; Fax 06 8554090 [email protected]; www.macro.roma.museum AARON YOUNG. SLIPPERY WHEN WET Dal 1 giugno 2010 All'interno di una delle sale del MACRO Aaron Young ricrea con le proprie opere un ambiente inedito e affascinante, in cui convivono dimensioni, linguaggi e luoghi diversi. Un viaggio attraverso video, scultura e installazione nell'universo espressivo del giovane artista statunitense. In occasione dell'apertura delle nuove mostre estive del 2010, MACRO dedica una delle proprie sale all'opera del giovane artista americano Aaron Young (San Francisco, California, 1972) con una mostra personale a cura di Costanza Paissan. Chiamato a realizzare un intervento appositamente per il Museo, Young dà vita nello spazio espositivo a un ambiente dal sapore urbano, in cui convivono liberamente diversi luoghi e linguaggi espressivi. L'installazione a stencil sul pavimento stimola non solo il senso della vista, con le eleganti scie disegnate con pneumatici e olio per motori, ma anche l'olfatto, facendo subito immergere l'osservatore all'interno di un'atmosfera familiare, quella di una grande città attraversata dal traffico dei veicoli che ne segnano come cicatrici la superficie. L'artista unisce così il mondo formale dell'Espressionismo astratto, riecheggiando il dripping tipico dell'action painting, con quello attuale, vitale e dinamico della strada. I quattro video in mostra, realizzati in diversi luoghi, dalla reggia di Versailles a un lago ghiacciato nello Stato di New York, convivono mescolando immagini e suoni e rovesciando a sorpresa le prospettive e i punti di riferimento spaziali, grazie al continuo capovolgersi dell'obiettivo della telecamera, presa a calci dall'artista fino alla completa distruzione. Uno dei video, realizzato appositamente per la mostra, presenta al pubblico una nuova visione, libera e disincantata, del volto classico della città di Roma e di un suo monumento simbolico: il Colosseo. Completano la mostra una serie di sculture che richiamano il mondo della strada (marciapiedi, transenne della polizia, graffiti) e lo slang delle metropoli della West Coast (Go back to the valley). L'apparente identità di readymade viene negata dalla tecnica delle sculture, in realtà raffinate fusioni in bronzo, ridipinte dall'artista per tornare all'aspetto degli oggetti originali. Un gioco ironico, spontaneo e disinvolto, basato sul dialogo tra la cultura della strada e la creazione di manufatti artistici, capaci di presentarsi come forme autonome di espressione estetica, come immagini di inaspettata bellezza. Aaron Young (San Francisco, California, 1972), vive e lavora tra New York e Los Angeles. Diplomatosi al San Francisco Art Institute nel 2001, ha ottenuto un Master of Fine Arts presso l'Università di Yale nel 2004. L'artista si esprime attraverso la scultura, il video, l'installazione e la pittura. La sua opera è stata esposta in importanti contesti come il P.S.1 Contemporary Art Center di Long Island City, New York, l'Astrup Fearnley Museet for Moderne Kunst di Oslo (2005), il Kunstwerke di Berlino (2008) e all'interno di rassegne internazionali come la Whitney Biennial (2006) e la Moscow Biennale (2007). La mostra di AARON YOUNG “Slippery when wet” è un evento promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali Per il generoso supporto alla realizzazione della mostra, si ringraziano: Bortolami Gallery, Gagosian Gallery, Galerie Almine Rech. JACOB HASHIMOTO. SILENCE STILL GOVERNS OUR CONSCIUOSNESS Dal 1 giugno 2010 Con un’installazione site specific di Jacob Hashimoto, MACRO inaugura il nuovo spazio di congiunzione tra la nuova ala del Museo e l’area di Via Reggio Emilia. L’opera “Silence Still Governs Our Consciousness” è un fluttuante mondo contemporaneo, un’opera fantastica che anticipa il passaggio tra il presente e il futuro del MACRO. L’artista americano Jacob Hashimoto (Greeley, Colorado, 1973) ha concepito una grande installazione appositamente per una nuova sala espositiva del MACRO di Via Reggio Emilia. Come una “nuvola composta da circa 7000 aquiloni”, l’opera Silence Still Governs Our Consciousness occuperà la sala quasi fosse una “tettoia o un baldacchino”, un elemento sospeso da cui si svilupperanno delle grandi masse che creeranno nello spettatore la sensazione di essere “circondato da una foresta di fili e aquiloni – un ambiente silenzioso, meditativo e scultoreo”. Sintesi tra natura e progettazione tecnologica, l’installazione rappresenta un paesaggio fluido e organico, un luogo meditativo che evoca nuove possibili letture dello spazio, del vuoto, della forma e del tempo. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org La ricerca estetica di Hashimoto si sviluppa proprio in questa dialettica complementare tra vuoto e pieno, forma e contenuto, artificio e natura. La sua indagine è frutto del sodalizio tra attenzione tecno-scientifica ed “esplorazione” naturale, un’indagine volta alla comprensione degli elementi “che fanno percepire la natura come tale”. Ciò che interessa l’artista tuttavia, non è tanto rappresentare letteralmente la natura, ma mostrare le sue dinamiche intrinseche pur mantenendo visibile l’intervento artistico. La profonda sintonia tra tecnologia e natura si concretizza in Silence Still Governs Our Consciousness – un’opera di grande impatto che rende una sala del MACRO un fluttuante mondo. Jacob Hashimoto è nato a Greeley, Colorado, nel 1973. B.F.A alla School of the Art Institute di Chicago nel 1996, vive e lavora tra New York e Verona. Numerevoli le sue mostre personali in gallerie di livello internazionale, come la Mary Boone Gallery di New York nel 2004, 2006 e 2009, la Rhona Hoffman Gallery di Chicago nel 2005, la Galleria Studio la Città di Verona nel 2002, 2003 2006 e 2009. Hashimoto ha inoltre preso parte a importanti mostre collettive in tutto il mondo; tra le più recenti ricordiamo la XIV Quadriennale di Roma nel 2005, Abstract America: New Painting and Sculpture, alla Saatchi Gallery di Londra e In-Finitum presso il Palazzo Fortuny di Venezia, entrambe nel 2009. La mostra di JACOB HASHIMOTO “Silence Still Governs Our Consciousness” è un evento promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali In collaborazione con la Galleria Studio La Città, Verona. JORGE PERIS. MICRO, AUREO, ADELA Dal 1 giugno 2010 Micro, Aureo, Adela è il titolo del progetto commissionato dal MACRO all’artista spagnolo Jorge Peris (Alzira, Valencia, 1969). L’opera, realizzata appositamente per gli spazi del Museo è frutto della presenza in loco dell’artista che ha sviluppato un ecosistema estremo che richiama l’ambiente di una salina. L’artista spagnolo genera un’opera viva, in cui una leggera coltre di sale fa da sfondo alla formazione di una stalattite, nutrita secondo uno schema a sezione aurea e generata da un processo biologico accelerato. Il sale, minerale fondamentale per la vita, materiale chimico e bene comune per il consumo umano, muove tutta l'attività organica trasformandosi in un veicolo per un viaggio nel passato. All’ingresso della sala, due acquari accolgono microrganismi che riportano nel presente una realtà primitiva. La sala espositiva diviene così un laboratorio immaginario il cui processo evolutivo viene messo a nudo inglobando lo spettatore che ne diviene parte attiva. Interessato a dialogare con discipline diverse per favorire una visione cosmologica dell’espressione artistica, per Micro, Aureo, Adela Jorge Peris si è consultato con chimici e biologi marini, al fine di studiare le dinamiche con cui la vita ha avuto origine. L’ecosistema artificiale, frutto di tale ricerca, si basa sulla memoria del sale e accompagna il visitatore attraverso un viaggio nel passato il cui ritmo è dettato dallo schema della sezione aurea. L’andatura spiraliforme, governata dalla legge fisica di Coriolis sulla forza rotatoria dei corpi, crea un corridoio spazio-temporale, una finestra su un passato ancestrale. All’interno degli acquari, le artemie, forme di vita primordiale che conservano da millenni le loro caratteristiche organiche, riportano la memoria e l’immaginazione agli albori della vita terrestre, nei luoghi e nel tempo dove tutto ha avuto inizio. Jorge Peris è nato ad Alzira (Valencia) in Spagna nel 1969, vive e lavora a Madrid. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero, tra cui quelle presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (2002 e 2008), l’ICA di Londra (2004), T1-Triennale di Torino (2005), il MARCO, Museo de Arte Contemporanea de Vigo, il MAN di Nuoro (2007) e il Tang Contemporary Art di Beijing (2008). La mostra di JORGE PERIS “Micro, Aureo, Adela” è un evento promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali. JOÃO LOURO. MY DARK PLACES Dal 1 giugno 2010-09-01 Al secondo piano dell'edificio di via Reggio Emilia, recentemente rinnovato e pronto a collegarsi in modo armonico con la nuova ala del Museo, è presente la sala personale dedicata all'artista portoghese João Louro. Un mondo in cui nulla è come sembra, un universo in cui visione e linguaggio entrano in cortocircuito e creano originali percorsi espressivi. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org In occasione della programmazione estiva del 2010, il MACRO ha voluto che ogni sua sala espositiva ospitasse un artista diverso, unendo così una moltitudine di linguaggi espressivi e universi formali, capaci di stimolare in modo vario le curiosità del pubblico. Una delle sale del Museo ospita My Dark Places, mostra personale dell'artista portoghese João Louro (Lisbona, 1963), a cura di Luca Massimo Barbero. Nello spazio espositivo sono stati riuniti lavori inediti, prodotti dal Museo appositamente per la mostra, parte della serie Blind Images. Un nucleo di opere strettamente collegate tra loro, basate sui concetti apparentemente antitetici di “paura” e “piacere” e sulle suggestioni letterarie di Dalia nera di James Ellroy e delle opere del Marchese de Sade. Il minimalismo formale e la purezza cromatica dei grandi monocromi hanno il proprio contrappunto, ironico e sottile, nelle frasi riportate nella parte inferiore dell'opera, simili a didascalie o sottotitoli. In questi testi l'osservatore non trova una semplice spiegazione o descrizione, ma suggestioni nuove, che aprono la mente e lo sguardo a mondi lontani e diversi, densi di citazioni filosofiche e letterarie. Nell'elementarità formale del colore puro sembrano così condensarsi significati e contenuti inattesi. Il lavoro dell'artista parte dall’interpretazione critica del reale, l’incertezza, il dubbio e la molteplicità divengono un’esperienza visiva, poetica e lieve. L'arte concettuale incontra nell'opera di Louro nuovi orizzonti, raggiunti attraverso percorsi inediti e originali; così accade anche in un'altra serie di opere dell'artista, denominata Dead End: pannelli con indicazioni stradali, invasi però dai misteri della poesia, della filosofia e del linguaggio. Strumenti per orientarsi in un mondo a più dimensioni, in cui le strade si intrecciano e si moltiplicano, come nella mente e nell'immaginazione umana. In occasione della mostra romana di Louro, una delle sue opere contenente una poesia di Mário de Sá Carneiro scomposta dall’artista, farà parte del programma espositivo Território Neutro dell’Ambasciata del Portogallo. Con questa iniziativa l’Ambasciata intende ospitare i lavori di una serie di artisti portoghesi studiati appositamente per il piccolo giardino sito in viale Liegi, non distante dal MACRO. João Louro (Lisbona, Portogallo 1963), vive e lavora a Lisbona. Dopo gli studi universitari d'architettura, si dedica alla pittura, diplomandosi all'Insituto de Arte Visuais Ar.co. La sua opera comprende la pittura, la scultura, la fotografia e il video e si basa sulla rielaborazione dell'espressione visiva attraverso il linguaggio e il coinvolgimento diretto dell'osservatore. Louro ha esposto il proprio lavoro in importanti musei internazionali, come il Museu de Arte Contemporanea de Elvas, il Museu de Serralves, Porto (2009) e il Centro de Arte Contemporânea Graça Morais, Bragança (2010). Ha inoltre partecipato a rassegne come Manifesta (1996), Biennale di Venezia e Insite (2005). Le sue opere fanno parte di importanti collezioni, come quella della Fundación Miró di Barcellona, della Margulies Collection di Miami, della Aberdeen Art Gallery in Scozia e del Museu Serralves di Porto. La mostra di JOÃO LOURO “My Dark Places” è un evento promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali. GILBERTO ZORIO. X Y ZORIO Dal 1 giugno 2010 Un grande maestro del contemporaneo ripensa uno spazio del MACRO: lo trasforma in un luogo di energia pulsante e coinvolge il pubblico in una esperienza totale, fisica e psichica insieme. Grazie a un progetto concepito da Gilberto Zorio appositamente per gli spazi del MACRO, una delle sale del Museo si trasforma in una sua grande opera dedicata al coinvolgimento del pubblico. Come spesso accade nel suo lavoro, l’artista ha pensato a una installazione che, attraverso segni e tracce di materiali differenti, inconsueti, mutevoli e instabili, coinvolge l’identità dello spazio in una continua modificazione. Il risultato è un luogo carico di simboli atavici e mistero, elementi che da sempre fanno parte della sua ricerca: come la stella a cinque punte, immagine cosmica realizzata in passato nei materiali più vari (terracotta, rame, cuoio, filo incandescente, raggio laser, cristallo, pergamena, bruciatura di fiamma ossidrica) e in questa occasione proposta dall’artista come grande segno orizzontale, che nell’alternarsi continuo e repentino di luce e buio trasforma totalmente la percezione visiva dello spazio e dei simboli, a partire dall’esperienza dello spettatore. L’indagine di Zorio si concentra proprio su queste continue modificazioni della materia: egli fa riferimento da un lato ai processi chimici e alchemici della sua trasformazione, dall’altro alle componenti e ai dispositivi di natura tecnologica che la rendono possibile. Il confluire di queste sollecitazioni rende l’opera non un oggetto statico, ma un processo in divenire, una esperienza da vivere nel tempo reale della sua percezione: dando vita in questo caso a un luogo pulsante di energia, che permette al visitatore un’immersione completa, fisica e psichica insieme. Gli spazi del MACRO si attivano così di una relazione diversa e inconsueta con il proprio pubblico, chiamato ad esperire questa dinamica di ciclico rigenerarsi della materia che si trasforma e torna su se stessa, in un microcosmo che è traccia fisica, allusione e indice del divenire universale. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org Gilberto Zorio (Andorno Micca, Biella, 1944) è dal 1967 uno dei principali esponenti dell’Arte Povera. Del 1976 è la sua personale al Kunstmuseum di Lucerna, seguita da numerose esposizioni in prestigiose istituzioni come lo Stedelijk Museum di Amsterdam (1979), la Galleria Civica di Modena e il Kunstverein di Stoccarda (1985), il Centre d’Art Contemporain di Ginevra e il Centre Georges Pompidou di Parigi (1986), la Philadelphia Tyler School of Art (1988), la Fundaçao de Serralves di Oporto (1990), l’Istituto Valenciano de Arte Moderna di Valencia (1991), il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, Documenta di Kassel e il Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Nizza (1992), la Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento (1996), la Biennale di Venezia (per la prima volta nel 1978, poi nel 1980, 1986, e nel 1997 con una sala personale), il Dia Center for the Arts di New York (2001), il MAMbo di Bologna (2009). Vive e lavora a Torino. La mostra di GILBERTO ZORIO “X Y Zorio” è un evento promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali LUCA TREVISANI - LO SPAZIO È UN GIARDINO DA COLTIVARE Dal 1 giugno Lo spazio è un giardino da coltivare. L’identità è una nuvola, una nebulosa, una variabile. Le maree sono l'effetto più tangibile dell'influenza esercitata dal Sole e dalla Luna sul nostro pianeta, dei cambiamenti e dei flussi che ne derivano. La gravitazione universale vede due corpi attrarsi in maniera reciproca, modificarsi, quella in cui siamo immersi è una coreografia celeste. La Luna esercita una forza di attrazione sulla Terra che si ripercuote sulla massa liquida, che è più soggetta alle deformazioni. L’acqua ci mostra la natura delle cose. Lo spazio è un giardino da coltivare. Luca Trevisani Il ciclo MACRO PROGETTI SPECIALI, iniziato nell’estate del 2009, dà la possibilità a giovani artisti della scena artistica italiana e internazionale di invadere spazi alternativi del MACRO, per interagire con l’architettura del Museo e le sue potenzialità. Artisti come il duo Cuoghi Corsello e Francesco Simeti si sono appropriati delle pareti degli ascensori e delle pareti curve degli atri, conferendo agli ambienti nuova vita e nuovi significati. Con Luca Trevisani procede la metamorfosi delle pareti degli ingressi alle ali espositive del Museo: tali aree divengono così non solo uno spazio di passaggio, ma luoghi di nuove esperienze estetiche. L’opera di Trevisani dal titolo Lo spazio è un giardino da coltivare, rappresenta nelle sue forme insieme organiche e artificiali, le fasi lunari nello spazio cosmico. Le immagini rievocano i ritmi delle maree, i movimenti astrali e le geometrie celesti, forze ed entità che governano la vita umana, determinandone i tempi e le stagioni. Interessato all’influenza esercitata dall’immensamente grande sui singoli individui, l’artista rappresenta, sulle superfici industriali in pvc che ricoprono le pareti speculari degli ingressi, forme che rievocano le forze gravitazionali dei corpi. In un gioco di attrazione-repulsione, due immagini complementari si fronteggiano e dialogano, generando una coreografia celeste basata sulla complementarietà, sulla reciprocità e sulla moltiplicazione dei punti di vista. Luca Trevisani è nato nel 1979 a Verona, vive a Berlino. Il suo lavoro si articola tra scultura, video, fotografia e installazioni. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero, tra cui si segnalano Manifesta 7 e T2 (Seconda Triennale di Torino) nel 2008; Clinamen, Pinksummer, Genova 2006; William Paxton’s cluster, Palestra, GAMeC, Bergamo 2005; Il vento dal Settecento all’arte contemporanea, Fondazione Torino Tremusei, Castagneto Po, 2006. L’ultima mostra personale dell’artista si è tenuta quest’anno presso il NIMK / Montevideo di Amsterdam. Vincitore nel 2007 del premio Furla e nel 2009 del Premio New York, ha recentemente terminato la residenza ISCP a New York. Il progetto speciale di LUCA TREVISANI “Lo spazio è un giardino da coltivare” è un evento promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org MACROwall: EIGHTIES ARE BACK! LUIGI CARBONI Dal 1 giugno Torna il ciclo espositivo MACROWall con il progetto Eighties are Back!, un’indagine in più appuntamenti sull’arte italiana che metterà a confronto un’opera degli anni Ottanta e un lavoro recente dello stesso artista. Il primo appuntamento vedrà come protagonista Alfredo Pirri. In visione saranno inoltre nuovi importanti prestiti, comodati e donazioni, opere che nell’ultimo anno hanno arricchito il patrimonio del MACRO. MACRORADICI DEL CONTEMPORANEO. A ROMA LA NOSTRA ERA AVANGUARDIA Dal 1 giugno Alla scoperta di una Roma d’avanguardia, tra laboratorio critico e underground: un racconto per immagini dedicato all’attività di Graziella Lonardi Buontempo, per scoprire come una grande passione per l’arte contemporanea ha dato vita a una nuova visione della cultura. Dopo lo straordinario consenso di visitatori rimarrà visibile per tutta l’estate A Roma, la nostra era avanguardia, una mostra radicata e radicale che ha attraversato e conquistato tutte le generazioni, dialogando con ogni tipo di pubblico. MACRO sceglie di prorogare questa mostra, in un’estate densa di avvenimenti culturali, perché racconta l’avanguardia di Roma con immediatezza e attualità, assumendo un’importanza autentica per il territorio in chiave internazionale. È dedicato a Graziella Lonardi Buontempo il secondo allestimento del progetto MACROradici del contemporaneo, costruito attorno a figure cruciali per le vicende artistiche della città di Roma che hanno avuto esiti nella contemporaneità internazionale, nell’intenzione di mostrarne la straordinaria attualità come sorgenti del presente. Fervente animatrice culturale della scena artistica romana dai primi anni Settanta, Graziella Lonardi Buontempo è da sempre promotrice instancabile delle ricerche artistiche più avanzate, attraverso l’organizzazione di grandi mostre in spazi pubblici e la promozione di un nuovo modo di fare cultura, nell’incontro diretto con gli artisti e le opere nel momento stesso della loro creazione ed elaborazione. Questa mostra è la prima completamente dedicata alla rilettura di due momenti centrali nella storia dell’arte contemporanea, legati alla città di Roma, che si devono all’entusiasmo della sua catalizzante figura: le due mostre Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960/70 - che trasformò nel 1970 il Palazzo delle Esposizioni in un gigantesco contenitore multimediale - e Contemporanea - la rassegna interdisciplinare internazionale che, con una scelta tra l’incredibile e il meraviglioso, inaugurò nel 1973 il grande parcheggio sotterraneo di Villa Borghese. Entrambe curate da Achille Bonito Oliva, hanno costituito per l’epoca due rivoluzionari modelli espostivi, nell’idea di una modalità nuova di fruizione dell’arte: attraverso un laboratorio critico aperto e la vitale mescolanza di generazioni e ricerche, restituita nella mostra al MACRO dalla straordinaria galleria continua di oltre cento grandi foto originali di Ugo Mulas a Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960/1970. Nei due grandi monoliti delle cassettiere centrali, così come nel touchscreen interattivo, sarà possibile aprire gli spazi del tempo e trovare fotografie, tra cui quelle di Massimo Piersanti a Contemporanea, opere, documenti, lettere e testimonianze, attraverso i quali la mostra intende restituire ai visitatori la straordinaria attualità di questo modo di intendere e promuovere l’arte, secondo nuove modalità di relazione con il pubblico e nuove strategie culturali. Negli spazi del MACRO, sarà così possibile rivivere questi due momenti fortemente significativi per la storia artistica del XX secolo in relazione al presente, facendo esperienza in prima persona della loro attualità, in una sorta di viaggio tra le immagini: guidati dagli artisti, dalle loro opere, dalle loro parole, senza alcuna celebrazione retorica, ma ritrovando il senso di quest’avventura in progress, che arriva sino ad oggi. La mostra, a cura di Luca Massimo Barbero e Francesca Pola, è realizzata in collaborazione con gli Incontri Internazionali d’Arte. Sarà accompagnata da un catalogo bilingue che intende costituire una sorta di biografia immaginifica, articolata tra parole e visioni, tra contributi di studio e testimonianze originali, attraverso cui mettere in luce gli aspetti così fortemente attuali delle scelte di Graziella Lonardi Buontempo. Il rapporto diretto tra Graziella Lonardi Buontempo e gli artisti è stato un elemento centrale nella elaborazione di nuove modalità creative e performative nell’arte dei primi anni Settanta. Nella sua idea di promuovere e documentare l’arte del presente in un’ottica attiva, contestualmente alla realizzazione di Vitalità nel negativo nell’arte italiana 1960/1970, Graziella Lonardi Buontempo fonda infatti a Roma gli Incontri Internazionali d’Arte: luogo di sperimentazioni, in cui artisti e critici potessero interagire con il pubblico in performances, dibattiti e discussioni, nel farsi stesso del loro lavoro creativo, secondo un nuovo modo di fare arte che ancora oggi continua ad animare la scena artistica romana. Tra le numerose presenze internazionali che hanno condiviso con lei la sua straordinaria AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org avventura vi sono stati Joseph Beuys, Alighiero Boetti, Daniel Buren, Christo, Enzo Cucchi, Mario Merz, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Robert Rauschenberg, Gerhard Richter, Andy Warhol. La mostra “A Roma, la nostra era avanguardia” è un evento promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali FotoGrafia, FESTIVAL INTERNAZIONALE DI ROMA (MACRO Testaccio) Parte con tante novità questa nuova edizione di FotoGrafia: nuova location al MACRO Testaccio, nuove date (23 settembre – 24 ottobre) e tre curatori, Marc Prust (fotografia ed editoria), Valentina Tanni (fotografia e new media) e Paul Wombell (fotografia e arte contemporanea) a sostegno del lavoro di Marco Delogu, direttore del festival e curatore del VIII Commissione Roma, affidata a Tod Papageorge, tra i grandi fotografi americani e capostipite della Scuola di Yale, da cui provengono tra gli altri Gregory Crewdson e Lorca di Corcia. In questo modo il Festival diventa il primo appuntamento della stagione internazionale, ospitando tra l'altro in anteprima assoluta la nuova produzione del Mese Europeo della Fotografia: Mutations 3 – Public Image, Private Views, curata da Emiliano Paoletti, co-direttore del Festival che presenta tra l’altro The Sochi Project di Rob Hornstra e Arnold Van Bruggen, un progetto di slowjournalism, finanziato via web, per documentare i cambiamenti nella regione russa che nel 2014 ospiterà le Olimpiadi invernali. A partire da quest'anno il Festival si arricchisce della collaborazione con il MACRO, che conferma anche in questo caso la propria vocazione ad aprirsi alla città di Roma, proponendosi come casa delle immagini per il pubblico nazionale e internazionale. Proprio in questa direzione va la scelta di coinvolgere completamente i due padiglioni del MACRO Future, la sede del Museo al Testaccio votata alle grandi manifestazioni collettive. Tra i tanti cambiamenti, alcune importanti conferme: è previsto anche quest'anno un circuito di gallerie per promuovere e valorizzare artisti ed operatori locali; ancora una volta saranno coinvolti gli Istituti e le Accademie internazionali. Viene inoltre confermato il Premio IILA FotoGrafia per la giovane fotografia sudamericana, di cui verrà presentato: “Impero del sole”, il lavoro su Roma del vincitore della passata edizione José Manuel Castrellón (a cura di Emiliano Paoletti); è infine prevista l'attesa mostra “Ecclesia” (a cura di Marco Delogu) di Giuliano Matteucci, vincitore del Premio Baume & Mercier. La parola chiave che raccoglie tutte le proposte sarà FUTURSPECTIVES, ovvero “Può la fotografia interpretare il futuro?” Questo paradosso è subito evidente nel lavoro di Paul Wombell per la sua mostra “Bumpy ride”. D’abitudine si discute di fotografia al passato. Una volta che una foto è stata scattata, rimanda indietro nel tempo e non in avanti ed in qualche modo diventa storia. Ma alcuni fotografi stanno mettendo in dubbio questa premessa, realizzando immagini che guardano in avanti e non indietro. Sono fotografi che lavorano più come degli scrittori del genere “science fiction”, usando il processo fotografico per immaginare come il futuro potrebbe apparire. “Bumpy ride” raccoglie il lavoro di fotografi contemporanei che usano sia il digitale che l’analogico e che stanno sfidando le nostre aspettative ci ciò che si vede in un’immagine. Fotografi confermati sono: Peter Bialobrzeski, Sonja Brass, Cedric Delsaux, Jill Greenberg, lkka Halso, Mirko Martin and O Zhang. L’interrogativo avrà un altro tentativo di risposta ed interpretazione nella ricerca compiuta da Valentina Tanni per la sezione fotografia e new media. L’incontro tra la fotografia e i nuovi media vive un eterno presente. È già avvenuto, ma continua a succedere. Per questo, la sezione del Festival dedicata a questo tema debutta con una mostra intitolata “Maps and legends”, un progetto che si pone come obiettivo la mappatura di un territorio in continua evoluzione. Una cartografia in progress sulle relazioni che la pratica fotografica sta intessendo con il mondo della Rete, con la sua cultura, il suo linguaggio, il suo immaginario. Accanto alle mappe, anche le legende, indispensabili per decifrarle. Ma soprattutto le leggende, i miti, le narrazioni. Tutto quello che fa del web un vero e proprio luogo, dotato di storia e di cultura. Dalle .gif animate alle fotografie nei mondi virtuali; dalle immagini di Google Street Views agli scatti che cambiano in tempo reale con il flusso dei dati. Fino alla macchina fotografica che cattura il tempo, invece dello spazio. Dieci artisti, italiani e internazionali, per una mostra che prova a scrutare nel futuro – o forse dovremmo dire nel presente continuo - della fotografia. Artisti confermati: Marco Cadioli (Italia), Martijn Hendriks (Paesi Bassi), Justin Kemp (USA), Jaime Martinez (Messico), Filippo Minelli (Italia), Sascha Pohflepp (Germania), John Rafman (Canada), Phillip Toledano (USA), Harm Van den Dorpel (Paesi Bassi) e Carlo Zanni (Italia). AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org A conclusione, la sezione su Fotografia ed Editoria curata da Marc Prust. La mostra, come lascia intuire il titolo: “unpublished – unknown”, presenta una selezione di lavori ancora non pubblicati. La domanda che è dietro l’indagine del curatore è: si può affermare che una fotografia che non è stata vista da nessun altro al di fuori del fotografo esiste? Possiamo parlare di un secondo “istante decisivo” dopo quello dello scatto di Henri Cartier Bresson, ovvero quello in cui la foto stessa viene pubblicata? Quindi, più che una mostra di lavori non pubblicati, si tratta di una mostra di lavori non ancora completati, perché dovrebbero ma non hanno ancora superato il passaggio di questo secondo decisivo momento: la pubblicazione. FotoGrafia è promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle politiche culturali e della comunicazione. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org MAGa – MUSEO D’ARTE DI GALLARATE Via De Magri, 1 – Gallarate (VA), Tel. 0331 706011; [email protected]; www.museomaga.it COLLEZIONE PERMANENTE DEL MAGA Esposizione permanente Fondato nel 1966, il MAGA-Museo Arte Gallarate è, per la ricchezza della sua collezione permanente, una delle più importanti realtà espositive sul territorio nazionale. Concepito dal suo fondatore, Silvio Zanella, come “Museo delle correnti e dei movimenti dell’arte italiana della seconda metà del XX secolo” offre ai visitatori un ricco e articolato panorama degli orientamenti che hanno animato la scena artistica nazionale dalla metà del Novecento ai nostri giorni. Il percorso espositivo inizia dagli ultimi esiti del “Novecento Italiano” e si snoda lungo le esperienze concretiste, astrattiste, figurative, informali e spazialiste degli anni Cinquanta. Gli anni Sessanta e Settanta sono ben rappresentati dalle sezioni dell’arte cinetica, verbo-visuale, concettuale, ambientale, surreale e politico-sociale. Transavanguardia, anacronismi, pittura colta, nuovo-futurismo, astrattismo povero, arte digitale, conducono il visitatore tra le ricerche degli anni Ottanta e Novanta. Particolare attenzione viene rivolta alla produzione artistica più attuale attraverso le esposizioni temporanee e le acquisizioni per il museo. Tra i principali artisti presenti in collezione; Carrà, Sironi, Fontana, Vedova, Morlotti, Veronesi, Soldati, Colombo, Melotti, Ontani, Gilardi, Studio Azzurro, Canali, Cecchini, Borghi, Calignano e molti altri… CARSTEN NICOLAI. SOLO SHOW A cura di Vittoria Broggini 1 ottobre – 31 ottobre 2010 In collaborazione con AIEP – TEC ART ECO arte e tecnologia per l’ambiente Con il sostegno di P.O di Cooperazione Transfrontaliera Italia/Svizzera Fondo Europeo di Sviluppo Regionale La collaborazione con Aiep ha visto negli anni la GAM, ora MAGA, accogliere co-produrre e potenziare alcune mostre di artisti contemporanei internazionali. La consolidata partnership Aiep-MAGA, specificatamente rivolta alla richiesta di finanziamenti in ordine al programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Svizzera/Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, per il 2010 organizza e promuove la mostra dell’artista tedesco Carsten Nicolai. “Carsten Nicolai. Solo Show” mette in mostra alcune delle opere chiave della poetica di Nicolai, la cui ricerca di grande interesse non è ancora stata oggetto di una mostra personale in un Museo in Italia. Primato esclusivo quello del MAGA con progetto espositivo compatto che racconta il complesso fascino di un artista il cui lavoro fluttua tra arte e musica. Il MAGA con questa mostra prosegue il suo percorso d’indagine nei confronti dell’arte elettronica e della sperimentazione acustica e visiva già specificato nelle varie edizioni di Innet (Symbiosis Orchestra, Stelarc, BiancoValente, Marcelì Antunez Roca), di Plaid (AGF, Hugo Race, Xabier Iriondo, Societas Raffaello Sanzio) e nella scorsa rassegna Linguaggi estranei (Thomas Koner, Christian Fennesz). La mostra di Carsten Nicolai al MAGA ribadisce come sia sempre più opportuno e necessario per un Museo accogliere quelle espressioni artistiche nelle quali confluiscono diverse discipline, impegnandosi affinchè il Museo testimoni e riunisca nel proprio ambito operativo teorie, pratiche, produzioni e ricerche dal fondamento strutturale multidisciplinare. Carsten Nicolai (aka noto, alva noto, Germania,1965) fa parte di una generazione di artisti che lavora intensamente in una zona di transizione tra arte e scienza. Nicolai utilizza il suono elettronico e l'arte visiva come una sorta di strumento ibrido per creare la propria visione microscopica dei processi creativi. L’artista mira a superare la separazione delle forme d'arte e dei generi, egli si pone con il suo lavoro e la sua ricerca in un’area estetica dove la divisione tra le percezioni sensoriali è dissolta. L’opera, la cui natura ambigua, musicale e visiva, rispecchia la doppia identità dell’artista, insiste sulla sensibilizzazione dello spettatore per indurlo alla connessione dei diversi livelli sensoriali. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org Il carattere duale dell'opera di Carsten Nicolai si esprime nella compresenza tra le caratteristiche fisiche dell'impatto sonoro, espresso nell'utilizzo di bassissime e altissime frequenze usate in modo potente e allo stesso tempo tagliente e il carattere chirurgico e microscopico delle strutture in cui questo impianto sonico si realizza. Tutto cio' anche nelle opere visive nelle quali Nicolai utilizza strutture rigorose e delicate allo stesso tempo, ancora in un'ottica di forte polarità. La sintesi dei suoi lavori la troviamo nelle installazioni, spazi immersivi dove si fondono la ricerca visiva e quelle acustica. L’interesse per l'integrazione nei procedimenti artistici dell’errore e del caso, nonché l'indagine matematica e fisica dei fenomeni naturali, si esplicita nell’attenzione dell’artista ai processi di auto-organizzazione, come per esempio la coltivazione di cristalli di neve. La sua ricerca prende spunto da fenomeni naturali come il suono (di cui studia il rapporto con lo spazio, il tempo e il movimento), la luce, i campi elettromagnetici (e in particolare gli effetti delle polarità) ed elementi naturali come il latte o la neve. E proprio come i fiocchi di neve rendono possibile il generarsi di forme uniche e irripetibili, le opere di Nicolai partono da un minimum percettivo, nucleo attorno al quale si crea un sistema di eventi a cui aggiunge l'elemento errore che a sua volta provoca cambiamenti di frequenza, di suoni e di visioni generando cosi' infiniti altri nuclei e infinite via di fuga per la percezione. Nel 1999 con la nascita dell’etichetta Raster Noton (fondata assieme a Frank Bretschneider e Olaf Bender) si apre una nuova e affascinante sfida per alva noto, miscelare la ricerca del suono più colto e radicale con i nuovi linguaggi del pop elettronico, tracciando una via in grado di arrivare ad un pubblico sempre più eterogeneo. Dopo la sua partecipazione a importanti mostre internazionali come Documenta X e la 49a e 50a Biennale di Arti Visive di Venezia, le opere di Nicolai sono state mostrate in due mostre personali alla Francoforte Kunsthalle e alla Neue Nationalgalerie di Berlino nel 2005. Con lo pseudonimo alva noto è uno degli artisti di riferimento anche nel contesto della musica digitale, le sue performance sono giunte nei centri d’arte più importanti del mondo, dal Solomon R. Guggenheim Museum di New York, al Moma di San Francisco, al Centre Pompidou di Parigi, la Kunsthaus di Graz e la Tate Modern di Londra. Inoltre egli collabora a progetti con artisti diversi, come Ryuichi Sakamoto, Ryoji Ikeda, Blixa Bargeld, Michael Nyman, Mika Vainio e Thomas Knak. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org MAMbo – MUSEO D’ARTE MODERNA DI BOLOGNA Via Don Minzoni, 14 - Bologna, Tel.051 649611; Fax 051 6496600 [email protected]; www.mambo-bologna.org LA COLLEZIONE. Per una storia del Museo d’Arte Moderna di Bologna I visitatori avranno la possibilità di vedere l'allestimento completamente rinnovato de LA COLLEZIONE. Per una storia del Museo d'Arte Moderna di Bologna, la raccolta permanente del museo riorganizzata con la Direzione scientifica di Gianfranco Maraniello, nell'intento di dare una lettura della storia dell'arte italiana, dalla metà degli anni Cinquanta a oggi, attraverso l'attività dell'ex Galleria d'Arte Moderna di Bologna. Focus on Contemporary Italian Art, la sezione finora visibile dedicata alla promozione dell'arte italiana emergente, viene riconfigurata e affiancata da nuove aree tematiche che ripercorrono i momenti e i movimenti salienti della produzione artistica del nostro Paese: Arte e ideologia, Arte astratta e informale, Per una storia della GAM (Arte Povera e Concettuale, Corpo e Azione, Scultura e Pittura negli anni '80). Uno spazio apposito è dedicato a video e film, con documenti e opere che datano dal Futurismo ai giorni nostri. Per far conoscere al pubblico il nuovo assetto, che costituisce la traccia per futuri sviluppi e perfezionamenti del progetto espositivo del MAMbo, in occasione della Giornata del Contemporaneo viene organizzata una visita guidata gratuita a cura del Dipartimento educativo, alle ore 11.30. DINO GAVINA. LAMPI DI DESIGN 23 settembre – 12 dicembre Il MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, in occasione della Giornata del Contemporaneo 2010, ripensa la sua storia attraverso una ricostruzione delle attività passate e future (dal 2006 al 2012), riflette sulla sua identità con l'ampliamento della ricerca sulla collezione permanente e prosegue il programma annuale rivolto alla Manifattura delle Arti con la mostra Dino Gavina. Lampi di design. L'annuale appuntamento dedicato al contemporaneo fornisce dunque lo spunto per un percorso di rilettura della propria ricerca, analizzando le azioni in corso, spiegando le scelte passate e delineando traiettorie per il futuro. La mostra Dino Gavina. Lampi di design, che i visitatori potranno vedere il 9 ottobre, si inserisce nella programmazione del 2010 in un contesto di apertura alle aree parallele all'arte visiva (cinema, musica, teatro design). Un panorama sperimentale che rileva la caduta dello "specifico" artistico a favore di un intreccio multimediale già testimoniata con la mostra inaugurale Vertigo. Il secolo di arte off-media dal Futurismo al web. L'attenzione alla storia e agli sviluppi dell'arte italiana è espressa dall'arricchito impianto scientifico della Collezione Permanente: nel tentativo di unire la funzione didattica di un percorso storico e filologico ad una narrazione che ricostruisca l'identità del museo a partire dalla sua genesi. L'analisi e il sostegno dell'attualità è garantita dal progetto Focus on Contemporary Italian Art in collaborazione con UniCredit Group. Programma degli eventi della giornata Ore 15.00 Visita guidata alla mostra Dino Gavina. Lampi di design. Il progetto espositivo, a cura di Elena Brigi e Daniele Vincenzi, ripercorre l'avventura intellettuale e imprenditoriale di Gavina, facendo riferimento ad artisti, designer e architetti che con lui hanno condiviso il cammino nel mondo dell'arte e del design. Ore 15.00 – Dipartimento educativo Dentro un sasso Laboratorio gratuito per bambini e ragazzi dai 5 agli 11 anni. In occasione della mostra “900 IN SASSI”, libro di Mauro Bellei edito dalla casa editrice Les Trois Ourses, ospitata dal Dipartimento educativo MAMbo, lo spazio dell'esposizione diventa anche un luogo attivo dove i bambini possono vivere un'esperienza creativa costruendo piccole installazioni naturali. Segni, macchie e forme presenti in sassi e pietre attraverso personali interpretazioni si trasformano in simboli e metafore di opere di illustri artisti del 900. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org Ore 16.00 – Sala Conferenze MAMbo 2010: il Museo delle Arti Moderne (di Bologna) Il MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna rilegge la sua attività alla luce di tre filoni di ricerca: Visual Culture and after, Criticism, Interferenze nella gravitazione universale. Dall'attenzione alla trasversalità dei linguaggi artistici contemporanei, al percorso di indagine sull'evoluzione dell'Institutional Critique come modello di riflessione sul ruolo del museo, fino ad una ricognizione della stagione “etica” dell'arte italiana, con le grandi mostre personali di Giovanni Anselmo, Luigi Ontani, Giuseppe Penone e Gilberto Zorio. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org MAN – MUSEO D’ARTE DELLA RPOVINCIA DI NUORO Via Sebastiano Satta, 27 – Nuoro, Tel. 0784 252110; Fax 0784 252110 [email protected]; www.museoman.it LA DIMENSIONE DELLA PROSPETTIVA 9 ottobre 2010, ore 10.00 Il 9 ottobre, per la sesta edizione della Giornata del Contemporaneo, il MAN apre le porte gratuitamente per presentare una serie di iniziative che coinvolgeranno sia il pubblico adulto che i bambini. A inaugurare l’evento, alle ore 10:00, sarà una conversazione, a cura di Gianvincenzo Monni, che tratterà il tema della formazione e destrutturazione dello spazio prospettico nella storia dell’arte italiana dal ‘400 fino ai giorni nostri. Sarà analizzata nel particolare, sulla scia del costruttivismo di Cezanne, la ricerca di Giorgio Morandi. I BAMBINI ESPONGONO AL MUSEO 9 ottobre, ore 16.30 Per la sesta edizione della Giornata del Contemporaneo, il Dipartimento Educativo del MAN presenta un’esposizione di disegni e installazioni dei più giovani contemporanei per eccellenza: i bambini. La vita ma anche l'arte contemporanea rivisitata e rielaborata dai piccoli. Un allestimento che propone non solo il frutto del lavoro svolto dai bambini durante i laboratori estivi del museo ma anche una visione fantasiosa e spensierata di ciò che l'arte propone, a volte emulando ciò che si vede in mostra e più spesso prendendone spunto per l'elaborazione di nuovi linguaggi. Nel pomeriggio, dalle 16:30, i bambini potranno partecipare attivamente ai laboratori che si terranno nelle sale del MAN allestite per l’occasione. Per la Giornata del Contemporaneo, il MAN rimarrà aperto sino alle ore 22:00 e l’ingresso dei visitatori sarà gratuito. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org Mart, MUSEO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI TRENTO E ROVERETO Corso Bettini, 43, - Rovereto (TN), Tel.0464 438887; Fax 0464 430827 [email protected]; www.mart.tn.it LA SCELTA DEL MUSEO. GIOVANNI FRANGI 5 giugno – 10 ottobre 2010 Il Mart espone, dal 5 Giugno al 10 Ottobre 2010 l’opera i “Giardini pubblici” (2009) di Giovanni Frangi. A cura di Giovanni Agosti, l’esposizione porta al Foyer del primo piano del museo una tela di Frangi alta due metri e larga tre e mezzo. L’opera sarà accompagnata da un corredo di immagini che ne documentano il processo di creazione. Un gesto che, secondo il curatore “Intende rimettere lo stile al centro delle discussioni sull'arte contemporanea. Si tratta di un quadro nuovo e vecchio insieme, dietro cui si agitano fantasmi e idee. E che potrebbe – come succedeva un tempo con certe grandi opere di Guttuso – aprire un discorso serio sul senso del lavoro dell'artista oggi.” Giovanni Frangi (Milano, 1959) Dal 1978 al 1982 studia all’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 1983 esordisce in una mostra alla Rotonda della Besana, a Milano, “Giovani pittori e scultori italiani”, cui segue nello stesso anno, alla Bussola di Torino, la prima personale. Del 1997 è la mostra a Palazzo Sarcinelli, a Conegliano, “Frangi. Paesaggi 1986-1996”. Nel 1998, alla XII Quadriennale di Roma, vince il premio della Camera dei Deputati, che consiste in una mostra allestita l’anno successivo nella Sala del Cenacolo a Montecitorio: “La fuga di Renzo”. È del 1999 “Il richiamo della foresta” presso la Galleria delle Stelline a Milano. Nel 2000 realizza la personale “Viaggio in Italia” alla Galleria dello Scudo di Verona e successivamente, da Lawrence Rubin a Milano, inaugura “Giovanni Frangi – Sculture, una mostra per l’estate”. Nel 2004 a Villa Panza, a Varese, presenta “Nobu at Elba” e sempre nel 2004 la personale “Take-off” alla Galleria dello Scudo di Verona. Nel 2006 allestisce “View – Master” da Poggiali e Forconi, a Firenze. Nel 2007 è presente alla collettiva Italia 1980-2007, organizzata dal Mart di Rovereto nel Museo Nazionale di Hanoi, in Vietnam. Nel 2008 allestisce “SassiSassi” alla Galerie Raphael di Francoforte ed espone la suite “Pasadena” alla Galleria d'Arte Moderna di Udine. Tra il 2008 e il 2009 realizza “MT2425” all’Ex Oratorio di San Lupo di Bergamo. Vive e lavora a Milano. MART UP! VIVI IL MUSEO 8 – 10 ottobre 2010 Il Mart, in occasione della Giornata del Contemporaneo 2010 promossa da AMACI, in programma per il 9 ottobre, ha ideato “Mart up! Vivi il museo”, un programma di iniziative che animerà gli spazi del Polo museale di Rovereto nel corso di un intero fine settimana, dal pomeriggio di venerdì 8 ottobre alla sera di domenica 10 ottobre. “Mart up!” si rivolge ai bambini e alle loro famiglie, ma anche a giovani e adulti attraverso un programma multidisciplinare che comprende laboratori creativi, come le cacce al tesoro e i laboratori di serigrafia, e incontri pubblici con storici e curatori d’arte come Lea Vergine e Giovanni Agosti. E inoltre sono previsti speciali itinerari di visita alle mostre e all’architettura del museo, concerti nella piazza del Mart e nelle sale espositive, letture all’aperto, performance di danza, e un workshop di stencil . Il progetto offre al pubblico l’occasione di diventare protagonista della vita del museo e di impadronirsi dei suoi spazi, facendo esperienze diverse, osservandolo da nuove prospettive. Infine, mette in relazione museo e territorio, attraverso connessioni con altre realtà e istituzioni della regione. Le attività in programma: Venerdì 8 ottobre Ore 17.00-18.00, Sale espositive: “La bellezza del gusto: il cioccolato”, laboratorio di introduzione alla degustazione a cura di Walter Tomio di Exquisita. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org Ore 18.00-19.30, Sale espositive: “Un’opera uno sguardo”, itinerario di approfondimento sui linguaggi dell’arte contemporanea a cura di Valerio Dehò (KunstMerano Arte), Giovanna Nicoletti (Galleria Civica di Arco), Letizia Ragaglia (Museion, Bolzano), Andrea Viliani (Fondazione Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento). Ore 20.30-21.30, Sale espositive: “Suoni per occhi”, percorso sonoro in tre tappe, con Aldo Campagnari (violino), Lorenzo Frizzera (chitarra), Fiorenzo Zeni (sax tenore). Sabato 9 ottobre: Ore 10.30, Mart, sale del museo, Appuntamento con l’architettura contemporanea: Incontro con Francesco Dal Co Ore 15.00-18.00, Mart Sezione didattica: “Gioielli di feltro”, laboratorio per il pubblico adulto a cura di Sandra Borea. Ore 15.00-16.30, Piazza del Mart: “Tiratura limitata”, laboratorio per ragazzi di serigrafia su t-shirt, a cura di Alessandro Allera. Ore 15.00-16.30: “Cercando Botta”, caccia al tesoro per bambini e ragazzi alla scoperta dell’architettura del polo museale, a cura di Nicoletta Barbieri, Elena Chinellato e Valeria Marchi. Ore 15.00-16.30: “Il lavoro di un archistar”, itinerario di approfondimento sulla mostra dedicata a Mario Botta e l’architettura del polo museale, a cura di Amina Pedrinolla. Ore 17.00-18.00, Mart Sezione didattica: “Percepire l’arte”, incontro sul tema della percezione a cura di Francesca Bacci, nell’ambito della collaborazione Mart-Cimec. Ore 18.30-19.30, Giardino delle Sculture: “Departures”, reading con aperitivo a cura di Paolo Malvinni. Ore 20.00-21.30, Piazza del Mart: “69 strings 12 guitars”, concerto a cura di Enrico Merlin. Domenica 10 ottobre: Ore 10.00-12.00, Parco delle Sculture: “Fai fiorire il giardino del Mart”, laboratorio creativo per grandi e piccini. Ore 11.30-12.00, Parco delle Sculture: concerto dell’Orchestra Novak di Villa Lagarina. Ore 10.00-11.00, Mart Sezione didattica, “Invisible stencils. Una deriva nella cultura visuale dal graffito alla street art”, introduzione al tema della street art a cura di Andrea Mubi Brighenti. Ore 11.00-18.00, Mart Sezione didattica e Piazza del Mart: “Stencil Revolution”, workshop a cura degli street artists Lucamaleonte (Roma) e Orticanoodles (Milano) Ore 16.00-18.00, Piazza del Mart: performance di danza e dj set a cura del CDM, Rovereto. Ore 16.00 Sala conferenze: “Tema di discussione”, incontro con Giovanni Agosti e Lea Vergine, sul tema del ruolo della pittura nell’arte contemporanea. MARIO BOTTA. ARCHITETTURE 1960-2010 25 settembre 2010 – 23 gennaio 2011 A quasi otto anni dall’inaugurazione della grande sede del Mart a Rovereto, la cui nuova e accogliente architettura ha ospitato un’intensa serie di stagioni espositive, il museo rende omaggio al suo ideatore, l’architetto Mario Botta, autore del progetto, realizzato con la collaborazione dell’ingegnere Giulio Andreolli. “Mario Botta. Architetture 1960-2010” è un progetto espositivo curato dallo stesso architetto, con la direzione scientifica di Gabriella Belli. Sarà in mostra al Mart di Rovereto dal 25 settembre 2010 al 23 gennaio 2011. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org La mostra documenta le opere più significative realizzate da Mario Botta, nato a Mendrisio nel 1943 e laureato a Venezia, in tanti anni di fortunata attività professionale: dalle prime case unifamiliari, originali espressioni della scuola ticinese, fino ai grandi edifici pubblici, biblioteche, teatri, musei, chiese e sinagoghe, realizzati in tutto il mondo. Sono presentati oltre 50 progetti, tutti realizzati, documentati con schizzi e modelli originali, fotografie e documenti inediti. L’esposizione si articola in 12 sezioni: La prima di esse intitolata “Incontri” è una sorta di spazio introduttivo costituito da suggestioni e memorie di artisti e opere, di personaggi della cultura e della musica che hanno lasciato un segno profondo nella formazione dell’uomo e dell’architetto. Le altre sezioni, intitolate Abitare, Luoghi di lavoro, Scuole, biblioteche e tempo libero, Ricuciture urbane, Musei, Teatri, Spazi del Sacro, Interni, ripercorrono invece il personale percorso progettuale che ha portato Mario Botta a cimentarsi con tutte le tipologie edilizie. Da segnalare in particolare le emozionanti documentazioni dei progetti per il Museo Tinguely di Basilea, per il MoMA di San Francisco, per il Centro Dürrenmatt di Neuchâtel, per il restauro della Scala di Milano e, naturalmente, per lo stesso Mart di Rovereto. Le ultime sezioni sono dedicate alle creazioni di Mario Botta nell’ambito di Allestimenti, Scenografie e Design: dalle fortunate sedie realizzate all’inizio degli anni Ottanta per Alias, alle lampade tra cui la “Shogun” commercializzata da Artemide a partire dal 1985, al recente “Tavolo per Cleto Munari”. L’itinerario architettonico di Mario Botta, che trova le proprie origini nell’interpretazione della tradizione del Movimento Moderno e prosegue negli anni senza cedimenti su questa linea, si configura oggi come “ragione critica” rispetto alla fragilità dei modelli e delle mode offerte dalla globalizzazione. Nel suo studio di Lugano, l’architetto ticinese progetta edifici che trovano la propria ragione d’essere nella consapevolezza di interpretare la sensibilità della cultura contemporanea e nel contempo evocare quel territorio di storia e di memoria che costituisce il vero patrimonio dell’identità dell’architettura europea. “Il tessuto della memoria – scrive Botta nel testo del catalogo che accompagna la mostra – è una realtà viva che ci coinvolge come la filosofia o la storia dell’arte”. Un atteggiamento, quello dell’architetto ticinese, che non va confuso con un cedimento alla nostalgia: presente e passato convivono dentro il suo linguaggio figurativo, fatto di geometrie e materiali. Mario Botta è perfettamente consapevole della necessità di doversi confrontare con la complessità e la frenesia del contemporaneo: “[il mio] obiettivo è quello di offrire uno spazio dove l’uomo possa sentirsi protagonista nel silenzio della propria solitudine e, nel contempo, partecipe di un rito collettivo. È proprio dentro la complessità e la rapidità delle attuali trasformazioni che l’architetto è chiamato a elaborare queste nuove risposte progettuali.” L’architettura di Botta ritrova una vocazione primitiva di forma essenziale che modella lo spazio di vita dell’uomo e che, rispettando le funzioni alle quali deve rispondere, aspira ad offrire inedite emozioni. La mostra sarà esposta poi, dal 1 aprile al 28 agosto 2011, nelle due prestigiose sedi svizzere, partners del Mart nel progetto, Centre Dürrenmatt di Neuchâtel. CONCEPTUAL ART. THE PANZA COLLECTION 25 settembre 2010 – 27 febbraio 2011 Giuseppe Panza di Biumo, uno dei più importanti collezionisti dell’arte americana del secondo dopoguerra, ha nuovamente scelto il Mart come vetrina per presentare in Italia una parte del tutto inedita della sua collezione, quella dedicata all’arte concettuale. Si tratta di una ricca raccolta che può ormai contare su una lunga tradizione di acquisizioni. La presentazione della conceptual art della collezione Panza, che è stata esposta per la prima volta nel 2008 presso lo Hirshhorn Museum di Washington, rappresenta un evento di grande interesse e novità, sia perché in Italia sono piuttosto rare le esposizioni dedicate all’argomento, sia perché affronta un tema storico per il percorso di ricerca del Mart, quello della relazione tra arte e parola. Si potranno ammirare circa sessanta opere di artisti di fama internazionale, tra quali Joseph Kosuth, Robert Barry, Hanne Darboven, Lawrence Weiner, Sol LeWitt, Jan Dibbets, Hamish Fulton, Franco Vimercati, Jan Wilson, Peter Wegner. TENDENZE E CONTROTENDENZE. OPERE DALLA COLLEZIONE PERMANENTE DEL MART Dal 20 Aprile 2010 L’astrazione in tutte le sue declinazioni è al centro di “Tendenze e controtendenze. Opere dalla Collezione Permanente del Mart”, il nuovo allestimento della Collezione Permanente del Mart, curato da Gabriella Belli e visibile a partire dal 20 aprile 2010. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org Dopo gli allestimenti dedicati nei mesi scorsi alle avanguardie del novecento, il Mart propone ora un percorso che a partire dal rinnovamento operato negli anni Cinquanta da Lucio Fontana, Alberto Burri e Piero Manzoni, conduce ad esiti di grande originalità sul finire del secolo, con opere di giovani artisti internazionali acquisiti di recente dal museo. *** “Tendenze e controtendenze” apre con tre opere di Lucio Fontana, “Concetto spaziale” (1960), “La fine di Dio” (1963) e “Concetto spaziale” (1955), che introducono il visitatore ad un excursus nelle diverse correnti artistiche internazionali che si sono confrontate con un'astrazione priva di alcun riferimento iconografico. L’azzeramento della figurazione è al centro dell’opera di Alberto Burri e di Piero Manzoni, ma anche della pittura informale, qui documentata anche nella declinazioni segnica rappresentata da Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi, Hans Hartung e Antonio Sanfilippo. Le opere di questi ultimi artisti possono anche essere lette come una risposta italiana al Minimal e al New Dada di Robert Morris e Robert Rauschenberg. Ne emerge in ogni caso un panorama caratterizzato da un totale azzeramento della figura, che per contrasto si riaffaccia invece già nelle sale successive. Nelle opere di Gastone Novelli appare il tema della scrittura, con elementi grafici riconoscibili inseriti in tele dall’impianto che resta complessivamente astratto. Dalla negazione assoluta del figurativo si passa quindi alla possibilità di una “lettura” all’interno dell’opera. Un segnale di cambiamento – destinato ad avere interessanti sviluppi in futuro – che documenta la voglia della pittura di ridefinire un proprio spazio autonomo. Il lirismo onirico e surreale di Osvaldo Licini e soprattutto di Fausto Melotti, di cui sono presenti in mostra ben quattordici opere, è al centro di una sala che propone il tema dell’introspezione come snodo verso un’arte radicalmente esistenziale. Le sculture di Melotti si offrono allo sguardo come non-sculture, e addirittura come non-forme. Sottili, precarie e diafane, opere come Trasparenze (1975), rinunciano alla forma ma in compenso rimettono in gioco nella scultura il colore e la carica simbolica. Nel teatrino, sempre di Melotti, intitolato Sonno di Wotan (1958), il tema non è tanto il sogno quanto appunto il sonno generatore di mostri. Si tratta di un’opera che comunica un senso di angoscia, di intrappolamento e di introspezione, temi strettamente legati al pensiero esistenzialista. Il Sonno di Wotan è quindi proposto come una soglia che collega il percorso dell’arte italiana al dibattito intellettuale europeo: nella sala successiva è infatti presentato l’azionismo viennese di Hermann Nitsch e di Arnulf Rainer. La pittura-performance di Nitsch, fatta di ritualità e sangue, spinge l’introspezione fino a sperimentare sul proprio corpo il desiderio di redenzione e rigenerazione rispetto all’eredità di dolore della guerra nazista. La presenza in questa sala di Kojotenfalle (1999), una gabbia per coyote di Andreas Slominski, richiama la fascinazione per lo sciamanesimo di Joseph Beuys e suggerisce la possibilità di una continuità, negli artisti tedeschi delle generazioni successive, dei temi dell’introspezione esistenziale. In questo senso un elemento di continuità è evidente anche nelle opere, presenti nelle sale successive, di Anselm Kiefer e Christian Boltanski. Con la fondamentale differenza che la presenza dell’Olocausto, in opere come Am anfang (2003) di Kiefer e Autel Lycée Chases (1989) di Boltanski, è non soltanto presente, ma anche esibita a livello formale, attraverso l’uso della scrittura e della fotografia. Il tema della rigenerazione non è venuto meno, ma l’elaborazione operata nel frattempo rende possibile affrontare anche quello della memoria che evidentemente era escluso, per questioni di urgenza espressiva, dall’orizzonte degli artisti attivi negli anni Sessanta e Settanta. La sezione finale del percorso presenta alcuni inediti per il pubblico del Mart. Si tratta di venti opere recentemente acquisite grazie a un deposito della AGI Verona Collection. Gli artisti selezionati – il già ricordato Slominski oltre a Stefano Arienti, Mario Airò, Maurizio Cattelan, Berlinde De Bruyckere, Roni Horn, Gabriel Orozco, Rob Pruitt, Julius Rolf, Luca Vitone, Chen Zhen – sono espressione di un mondo globalizzato che tende a sfuggire all’inquadramento in categorie circoscritte. Tuttavia, il percorso espositivo chiarisce che anche la produzione artistica di fine secolo non può prescindere da un confronto con il tema della guerra, o meglio dei conflitti. Islam (1994), di Luca Vitone si interroga sull’attualità dei conflitti religiosi; Untitled (Arctic Fox) (2000), di Roni Horn è un’opera ispirata al tema dell’ecologia, mentre AC Forniture Sud (1991), di Maurizio Cattelan mette in scena con un’immagine di grande impatto la violenza di un razzismo che nelle società contemporanee si esprime con i modi della normalità e della banalità. PRESENTAZIONE DELLA RIVISTA BAU 9 ottobre 2010, ore 17.30 Il Mart, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, durante la sesta edizione della Giornata del Contemporaneo 2010, promossa da AMACI il prossimo 9 ottobre, presenterà il settimo numero della rivista BAU. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org Si tratta di una rivista-contenitore d'artista, di cui il Mart conserva i primi sei numeri, molto attiva su temi approfonditi anche dal museo, come la poesia visiva e le ricerche verbo visuali. Il numero presentato al Mart contiene decine di multipli di altrettanti artisti, da Gianni Emilio Simonetti a Stelio Maria Martini, da Arrigo Lora-Totino a Maurizio Spatola. Ospite d’eccezione sarà Paolo Della Grazia, uno dei più importanti collezionisti italiani, che ha depositato al Mart le opere dedicate alle ricerche verbovisuali. Ospiti del Mart anche alcuni degli artisti presenti sul numero 7 di BAU, tra i quali l’artista trentina Veronica Bellei, che saranno a disposizione del pubblico per una libera discussione. BAU è un’associazione culturale senza fine di lucro fondata a Viareggio nel gennaio 2004. In ambito locale e mediante collaborazioni nazionali e internazionali, il progetto si propone come centro di incontro e aggregazione che coinvolge le più diverse discipline: pittura, scultura, fotografia, video, installazione, performance, teatro, narrativa, poesia, critica d’arte, fumetto, musica, ma anche ricerca scientifica, gastronomia ed altre attività non umanistiche. BAU produce a cadenza annuale l’omonimo Contenitore di Cultura Contemporanea, un cofanetto in tiratura limitata che racchiude opere originali di autori locali e di diversa provenienza geografica. La pubblicazione raccoglie l’eredità delle riviste d’artista e ad assemblaggio degli anni Sessanta-Ottanta, aggiungendo una originale dimensione di lavoro di gruppo e di condivisione progettuale e di idee, che si esplica anche nell’organizzazione di mostre, letture, convegni, rassegne ed eventi performativi. BAU intende intensificare le relazioni interdisciplinari e ampliare sempre più il numero di partecipanti sia italiani che stranieri, stimolando cooperazioni e sinergie. Il progetto promuove la sperimentazione e la ricerca di nuovi linguaggi ed elabora tesi sui rapporti tra arte, scienza, politica, ambiente e uomo AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org MAXXI – MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI DEL XXI SECOLO Via Guido Reni, 4A – Roma, Tel. 06 3225178; [email protected]; www.fondazionemaxxi.it SPAZIO. DALLE COLLEZIONI DI ARTE E DI ARCHITETTURA DEL MAXXI 30 maggio 2010 – 23 gennaio 2011 SPAZIO è il primo allestimento tematico delle collezioni di arte e architettura del MAXXI. L’idea prende avvio dagli stimoli suggeriti dalle forme fluide create da Zaha Hadid e interpreta appieno il carattere di interdisciplinarità del MAXXI. In un unico percorso che si snoda all’interno e all’esterno del museo, sono esposte circa 70 opere della collezione Arte (tra cui Alighiero Boetti, Anish Kapoor, William Kentridge, Sol LeWitt, Giuseppe Penone, Grazia Toderi, Francesco Vezzoli) ed alcuni prestiti dalle principali istituzioni museali italiane, dialogano con le installazioni site specific di dieci studi di architettura internazionali (tra cui Diller Scofidio + Renfro, Lacaton&Vassal Architetcs, R&Sie(n), West 8). Nel percorso di mostra, un’opera di Studio Azzurro, Geografie italiane, occupa una parete di 40 metri: un racconto interattivo sull’architettura italiana degli ultimi 60 anni, composto di spezzoni cinematografici, interviste, fotografie, disegni liberamente rielaborati e assemblati in modo spettacolare. Questa opera e le installazioni arricchiranno la collezione permanente del MAXXI Architettura. Una sezione ad hoc è dedicata al progetto NETinSPACE, a cura di Elena Giulia Rossi: un viaggio che esplora le contaminazioni tra il mondo virtuale e quello fisico attraverso le opere di Miltos Manetas, Bianco-Valente, Katja Loher e altri. SPAZIO include anche un omaggio a Fabio Mauri e le due opere realizzate da Maurizio Mochetti e Massimo Grimaldi per il concorso MAXXI 2per100. GINO DE DOMINICIS: L’IMMORTALE 30 maggio – 7 novembre 2010 La prima e più esaustiva retrospettiva dedicata a questo artista, figura chiave per l’arte italiana contemporanea e punto di riferimento per le giovani generazioni, ancora da scoprire per il pubblico internazionale. La mostra ripercorre attraverso l’esposizione di oltre 130 opere l’intero iter della sua ricerca, del tutto originale e difficilmente inquadrabile in una precisa corrente o movimento. Tra le opere esposte, anche la gigantesca Calamita Cosmica, lunga oltre 24 metri. LUIGI MORETTI ARCHITETTO. Dal razionalismo all’informale. 30 maggio – 28 novembre 2010 Architetto, editore, gallerista, regista e studioso, Moretti è stato uno dei protagonisti di quella cultura architettonica del '900 che rappresenta – insieme allo sguardo sul futuro – uno dei cardini della missione del MAXXI Architettura. In mostra disegni, plastici, fotografie delle sue opere, ma anche un focus sul suo rapporto con l’arte, sulla sua attività per la rivista Spazio e su quella di regista. La mostra è realizzata con l'Accademia di Architettura e l'Archivio del Moderno dell'Università della Svizzera Italiana e con l'Archivio Centrale dello Stato. MAXXI 2per100: due nuove opere per la collezione del MAXXI L’inaugurazione del MAXXI coincide anche con quella delle due opere realizzate per il concorso MAXXI 2per100. Rette di luce nell’Iperspazio curvilineo, nell’atrio del museo, è l’installazione di luce ed elementi scultorei di Maurizio Mochetti, definita dall’artista un “barometro dello spazio”. Per l’esterno, invece, il video di Massimo Grimaldi Emergency’s Paediatric Centre in Port Sudan Supported by MAXXI, documenta le fasi di costruzione del nuovo ospedale di Emergency in Sudan, finanziato proprio con i fondi del 2per100 che l’artista ha devoluto a questo progetto. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org MAXXI: VEDO, SENTO PARLO - Il Dipartimento educazione incontra i visitatori 9 ottobre 2010-09-01 Il MAXXI è pensato come luogo pluridisciplinare destinato all’innovazione nelle arti e nell’architettura, un vero e proprio campus per la cultura. Le attività educative rispecchiano la vocazione del museo ad essere non solo luogo di conservazione ed esposizione del patrimonio, ma anche e soprattutto un luogo in cui sperimentare strategie di coinvolgimento attivo. In occasione della VI Giornata del Contemporaneo, il Dipartimento educazione del MAXXI che, in anticipo sull’apertura del museo, ha avviato progetti pilota rivolti a diversi pubblici, si propone come spazio di incontro informale con i suoi visitatori. Nella giornata di sabato 9 ottobre, il Dipartimento educazione offre un articolato programma di attività: Il MAXXI tende l’orecchio punto d’ascolto A partire dal progetto di ricerca MAXXI – Focus Group, lo staff del Dipartimento educazione sarà a disposizione del pubblico per ascoltare i suggerimenti, presentare le attività e condividere riflessioni ed esperienze di visita. Un modo informale per incontrare il museo e scambiare opinioni. INFO: postazione allestita nella piazza del museo (a seconda delle condizioni meteo) ABC del contemporaneo volontari dell’accoglienza Ancor prima dell’apertura ufficiale dello scorso maggio, il progetto pilota ABC del contemporaneo è stato dedicato alla formazione di un gruppo di pensionati del quartiere Flaminio sulle tematiche dell’architettura del MAXXI e delle sue collezioni. In questa Giornata i destinatari del progetto diventeranno volontari dell’accoglienza, orientando il pubblico nello spazio del museo e lungo i percorsi delle mostre. INFO: nella hall e nelle gallerie espositive Se navigando uso la bussola… mediatori culturali Il progetto Se navigando uso la bussola…, avviato in anticipo sull’apertura del museo in collaborazione con il Centro di Salute Mentale ASL Rm A e l’artista Cesare Pietroiusti, ha formato sui contenuti dell’arte contemporanea, e in particolare della collezione MAXXI, un gruppo di mediatori culturali. I partecipanti del progetto aiuteranno i visitatori di comprendere meglio alcune delle opere e l’edificio di Zaha Hadid, anche attraverso il dono di messaggi e disegni. INFO: nella hall e nelle gallerie espositive Naturalmente fatto ad arte laboratori per famiglie Visitatori grandi e piccoli sono invitati ad osservare alcune opere della collezione MAXXI e riflettere sul rapporto tra natura ed artificio in un percorso multisensoriale attraverso la mostra Spazio. Le opere saranno punti di partenza per l’elaborazione di prodotti creativi nel “laboratorio del fare”. INFO: laboratorio ore 11.30 e 16.30, per bambini dai 4 agli 8 anni, durata 1 ora e 30 minuti circa. Ogni laboratorio sarà rivolto a un massimo di 6 bambini più 1 o 2 accompagnatori ciascuno. Prenotazione obbligatoria. MAXXI percorsi visite guidate Il Dipartimento educazione propone visite guidate non tradizionali, caratterizzate dalla partecipazione attiva del visitatore. Anche in questa Giornata il pubblico potrà prendervi parte, vivendo così un’esperienza visiva e sensoriale di comprensione dello spazio architettonico e delle mostre. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org MERANO ARTE Edificio Cassa di Risparmio, Portici 163 – Merano (BZ), Tel. 0473 212643; Fax 0473 276147 [email protected]; www.kunstmeranoarte.org FROM & TO 25 settembre 2010 – 9 gennaio 2011 Per la Giornata del Contemporaneo, dalle 10.00 alle 23.00 Merano arte apre le sue porte agli interessati d’arte, consentendo la visita gratuita alla mostra From&To 2010. La mostra basa su un concetto elaborato in occasione della prima edizione di From&To nel 2007, con l’intento di creare una piattaforma di scambio in favore di quegli artisti della regione, già protagonisti di esposizioni, ai quali fornire un sostegno continuativo. Le peculiarità territoriali del Trentino-Alto Adige condizionano anche lo scambio e la crescita in ambito artistico. La regione manca di grandi poli d’aggregazione, le metropoli sono lontane ed il territorio frazionato per conformazione geografica in molte piccole realtà. Mancano quindi le condizioni che possano unificare, convogliare e selezionare il lavoro di molti giovani artisti. L’assenza di Accademie di Belle Arti spinge inoltre molti talenti a muoversi verso altre regioni d’Italia ed Europa. Nonostante gli evidenti limiti, negli ultimi anni si è assistito ad una crescita incessante di giovani emergenti, forti anche di soggiorni all’estero e di contatti con realtà esterne a quella locale, che rappresentano un sostrato creativo di eccezionale valore per la regione ed il territorio. E’ stato per dare un sostegno effettivo a questo sostrato e puntellarne la crescita che nel 2007 ha visto la luce la prima edizione di “From&To”: si voleva creare una piattaforma duratura che agevolasse lo scambio ed il confronto fra le diverse realtà artistiche e con lo scenario internazionale. L’interesse del progetto si rivolgeva soprattutto al processo di realizzazione delle opere, prima ancora che alla loro successiva esposizione, ponendo in dialogo la scena locale con rappresentanti di maggior esperienza della scena internazionale. A due a due, un artista locale ed un artista esterno avrebbero lavorato sulla stessa idea, dialogando sulle possibilità di realizzazione, consultando continuativamente un punto di vista diverso e arricchendosi di conseguenza di nuove istanze e nuovi spunti. L’edizione 2010 vede protagonisti Elisabeth Hölzl Armin Linke, Hubert Kostner con Michael Sailtorfer, Max Rohr con Stefan Balkenhol e Carla Cardinaletti con Silvia Levenson. Al loro lavoro si aggiunge un progetto musicale realizzato dal violinista Marcello Fera sul tema dell’acqua, che sarà presentato al Teatro Puccini di Merano il 29 ottobre. Il fotografo Ivo Corrà documenterà la realizzazione e l’allestimento. Il progetto “From&To” e la mostra sono curati da Valerio Dehò, e saranno esposti a Merano arte dal 25 settembre 2010 al 09 gennaio 2011. ITINERARIO ARTISTICO A MAIA ALTA 9 ottobre 2010, ore 14.00-18.00 Merano arte invita gli appassionati d’arte ed artigianato artistico ad una passeggiata all’esterno del proprio spazio. Il quartiere di Maia Alta si estende nella zona nord-est della città di Merano, leggermente arrampicato sulla collina, ed è il quartiere residenziale per eccellenza: antiche ville nascoste in parchi lussureggianti, silenziosi viali e vecchi castelli ne definiscono l’aspetto. Il quartiere vanta un’alta concentrazione di creativi, che in occasione della Giornata del Contemporaneo, su progetto dell’artista Elisabeth Oberrauch, apriranno le porte dei loro atelier secondo un itinerario studiato per coinvolgere il maggior numero di artisti possibile. Merano arte, insieme alla giornalista e scrittrice meranese Sonja Steger, coordina il progetto e contribuisce con la realizzazione di piantine ed altri supporti grafici, che aiuteranno i visitatori nella localizzazione degli atelier. Lo scopo dell’iniziativa è quello di portare visibilità al potenziale creativo del sottobosco meranese e di innescare un confronto produttivo fra artisti e visitatori, ma anche fra artisti ed artisti, stimolando la collaborazione in un progetto condiviso e la presa di coscienza delle numerose realtà “della porta accanto” che nel quartiere di Maia Alta trovano così straordinaria concentrazione. BENNO SIMMA IN CONCERTO 9 ottobre 2010, ore 20.30-23.00 La Giornata del 9 ottobre si conclude infine in musica con un concerto del poliedrico Benno Simma, una delle più ricche personalità altoatesine, capace di spaziare con disinvoltura dall’architettura alla grafica, dal design alla poesia, dall’allestimento di interni alla musica jazz. Nato a Brunico nel 1948, già docente di architettura e design presso prestigiose istituzioni in Italia e in Europa, Benno Simma è un girovago del mondo e delle arti, che sa mettere uguale AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org passione nella realizzazione di nuovi spazi ed oggetti come di nuove linee melodiche. Per la Giornata del Contemporaneo offre a Merano arte la sua personalità musicale, con un concerto di musica che si muove fra jazz e chanson, fra suono e poesia. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org MUSEION – MUSEO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI BOLZANO Via Dante, 6 – Bolzano, Tel. 0471 223411; Fax 0471 223412 [email protected]; www.museion.it ISA GENZKEN 10 settembre 2010 – 9 gennaio 2011 Più di cinquanta opere provenienti da importanti collezioni private europee e dalla collezione di Museion saranno in mostra a Bolzano per la prima antologica dell’artista in un museo italiano. Isa Genzken (Bad Oldesloe, 1948), una delle più interessanti artiste del secondo dopoguerra, è stata consacrata a livello internazionale dalla partecipazione alla Biennale di Venezia 2007, in cui ha rappresentato la Germania. Fin dagli anni Ottanta del secolo scorso si è affermata come un indubbio punto di riferimento per gli sviluppi e le ricerche sull’arte plastica – tema a cui Museion ha dedicato quest’anno diversi appuntamenti del programma espositivo. La mostra a Museion intende offrire un approccio all’eterogenea opera dell’artista con un percorso sganciato da griglie cronologiche, che si snoda attraverso i diversi nuclei fondamentali della sua produzione. La straordinaria capacità di rinnovare il proprio linguaggio e modo di operare, un approccio fisico e diretto con la realtà che ci circonda nella quotidianità, così come il confronto con l’architettura sono alcune delle cifre del percorso artistico della Genzken. Particolare attenzione viene dedicata alle ricerche materiche bidimensionali della fine degli anni Ottanta con le opere Basic Research, così come alle ultimissime produzioni del 2009, compresi i nuovi lavori a parete, in parte dedicati a Michael Jackson. MARINA FULGERI 7 ottobre 2010 – 7 gennaio 2011 L’artista bolognese Marina Fulgeri (Bologna, 1978) realizzerà un progetto specifico presso il Piccolo Museion - Cubo Garutti. Marina Fulgeri lavora da sempre nello spazio pubblico concentrandosi sul tema della percezione della cose che costituiscono il nostro quotidiano attraverso una sottile ironia. Partendo dalla percezione del Cubo Garutti e dagli intenti originali del suo autore, Alberto Garutti, Marina Fulgeri ha elaborato un progetto articolato in due momenti: un primo caratterizzato da un intervento sullo spazio fisico ed esterno del Cubo, il secondo nello spazio istituzionale ed interno di un luogo specifico. Gli abitanti sono chiamati ad intervenire con manifestazioni spontanee su delle pareti apposte al Cubo che verranno poi in un secondo momento esposte all'interno di un’istituzione museale cittadina. Gli abitanti diverranno quindi non solo fruitori ma anche autori di una parte dell'opera. Il processo di riavvicinamento al Cubo per chi vi vive attorno, passa anche attraverso la luce, elemento suggestivo ed emozionale che coinvolge al primo sguardo e che caratterizza un altro momento dell’intervento, quello legato alla parte notturna del giorno. Di notte, l'interno del cubo assumerà colorazioni diverse, che variano nel tempo, attraverso giochi di luce che alludono ad una vita intima del cubo, con un richiamo, lieve e tacito, alle finestre illuminate di notte dei palazzi che circondano il Cubo. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea Via Palestro, 14 – Milano, Tel. 02 88465931; Fax 02 88446351 www.comune.milano.it/pac FRANCO B. I STILL LOVE 9 ottobre – 28 novembre 2010 In esclusiva per il PAC di Milano in occasione della Giornata del Contemporaneo 2010 le nuove opere di Franko B, per la prima volta in uno spazio pubblico italiano. In mostra corpo, installazioni, emozioni, performance e visioni dell’artista malato d’amore. Il 9 ottobre 2010 il PAC aderisce alla Giornata del Contemporaneo, proposta da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani e giunta quest’anno alla sesta edizione con il sostegno della Direzione Generale il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte contemporanee del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, accanto alle più importanti istituzioni italiane. Per il grande evento, dedicato ogni anno all’arte contemporanea, il PAC di Milano – socio fondatore di AMACI propone al pubblico milanese in esclusiva FRANKO B. I STILL LOVE, curata da Francesca Alfano Miglietti, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e prodotta dal PAC e da 24 Ore Cultura-Gruppo 24 Ore. Artista coraggioso ed eclettico, da anni protagonista della scena live internazionale, Franko B ha espresso nell’arte il tormento dell’esistenza con intensità e genialità inventiva, rendendo nelle sue performance sopportabile l’insopportabile. Le azioni spettacolari con cui Franko B incontra il pubblico londinese negli anni ‘90 usando il proprio corpo come strumento, supporto e ipertesto, realizzate alla Tate Modern, all’ ICA e alla South London Gallery, diventano famosissime. Oggetto del desiderio, usato come una tela, malato o senza difese, tagliato, bucato, steso o ripiegato dalla sofferenza, violato, umiliato o a sua volta minaccioso, denudato o coperto, il corpo dell’artista diventa corpo sociale che azzera ogni separazione tra opera e artista, soggetto e oggetto, arte e vita. “Ciò che mi tocca profondamente delle performance dal vivo di Franko B – ha dichiarato Marina Abramović nel 2006 - è la sua totale apertura, vulnerabilità e, allo stesso tempo, l’incondizionato amore dato al suo pubblico” Al PAC, il primo spazio pubblico italiano ad ospitare una personale dell’artista, Franko B presenterà l’inedita live performance Love in times of pain, strettamente collegata con la sua ultima e più recente produzione, l’installazione che ha lo stesso titolo (2009). In mostra per la prima volta in Italia, l’opera rievoca temi centrali del lavoro di Franko B come la morte, l’erotismo, il dolore e la compassione, proposti in chiave inedita attraverso l’utilizzo esclusivo del colore nero: una dimensione monocromatica e a tratti impenetrabile, elegante oblio che ricopre animali imbalsamati e tele di un denso strato di acrilico. L’uso del nero crea una tensione dialettica con i precedenti lavori, in cui Franko B utilizzava piuttosto il bianco per coprire i tatuaggi che campeggiano su tutto il suo corpo e farne una sorta di tela, di pagina incontaminata. Con l’uso dell’acrilico nero l’artista ricrea invece la tensione tra vita e morte, tra luce e ombra, tra presenza e assenza che ritorna anche nella recente serie di dipinti in mostra dal titolo Black Painting (2007). Dall’uso dell’acrilico nero alla nuova serie di “cuciti”, ricami inediti che raffigurano animali, corpi, volti e ragazzi che si amano, la cui fragile bellezza è delineata sulla tela bianca da un tratteggio di cotone rosso. Completano l’esposizione i video e le fotografie delle performance più famose, i vestiti esclusivi realizzati con le tele dell’artista e l’installazione Golden Age (2009), nove inginocchiatoi prelevati dalle chiese e totalmente ricoperti d’oro. Il progetto di allestimento, che stravolgerà la consueta percezione visiva all’interno del padiglione milanese restituendo ai visitatori un PAC inedito, è affidato a Fabio Novembre, architetto e designer di fama internazionale che curerà con il suo studio per la prima volta l’allestimento di una mostra d’arte. Nato a Milano nel 1960 e trasferitosi a Londra giovanissimo, Franko B si diploma al Chelsea College of Art and Design e inizia a produrre le proprie opere fin dai primi anni Novanta, spaziando dal video alla fotografia, dalle performance alla pittura fino alla scultura. Protagonista indiscusso dell’ICA, epicentro londinese dei progetti artistici più radicali e d’avanguardia, il suo background è il romantic punk della capitale inglese degli anni ’90. Docente di scultura all’Accademia di Belle Arti di Macerata dal 2009, ha tenuto corsi e lezioni in alcune delle più importanti scuole d’arte internazionali. Ha eseguito le sue performance in prestigiose sedi internazionali per l’arte contemporanea: Tate Modern, Londra, 2003; ICA, Londra, 2008; South London Gallery, Londra, 2004; Palais des Beaux- Arts /Palais voor Schone Kunsten, Bruxelles, 2005; Beaconsfield, Londra 2001; Galleria Luciano Inga-Pin, Milano, 1998, e ancora a Città Del Messico, AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org Berlino, Copenhagen, Madrid e Vienna. La sua performance più recente si è tenuta al Royal College of Art di Londra nel 2010. Ha esposto inoltre a: RuArts, Mosca, 2007; Victoria And Albert Museum, Londra, 2006; Tate Liverpool, 2003; Contemporary Art Center, Copenhagen, 2002. Le sue opere sono presenti nelle collezioni della Tate, del Victoria and Albert Museum, della South London Gallery e del Modern Art Museum di Tel Aviv. Il catalogo bilingue è realizzato da 24 Ore Cultura– Gruppo 24 Ore con testi di Francesca Alfano Miglietti, Lois Keidan, Michele Robecchi e Fabio Novembre. Il volume contiene anche dichiarazioni di Marina Abramović, Tehching Hsieh, Zhang Huan, Lois Keidan e Thomas Qualmann. La mostra è realizzata in collaborazione con la Galleria Pack di Milano. L’attività espositiva annuale del PAC è realizzata grazie al sostegno di TOD’S e le attività didattiche per il pubblico, ideate e organizzate da MARTE, sono realizzate con il contributo del Gruppo COOP Lombardia. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org PALAZZO FABRONI – Arti Visive Contemporanee Via Santa, 5 – Pistoia, Tel. 0573 371817; Fax 0573 371382 [email protected]; www.comune.pistoia.it/palazzofabroni VISITE GUIDATE ALLA CASA-STUDIO DI FERNANDO MELANI Sabato 9 ottobre 2010, ore 10.00 – 11.30 - 15.30 – 17.00 Modesta abitazione nel centro della città, acquistata nel 1987 dal Comune di Pistoia e aperta al pubblico nel 1998 dopo un lungo restauro, la casa-studio costituisce un esempio straordinario di “opera totale”, dove in perfetta unità si riflettono l’intera esperienza artistica di Fernando Melani e il suo itinerario di ricerca e di studio, attraverso i principali movimenti dell’arte contemporanea, dal secondo dopoguerra alla morte, avvenuta nel 1985. La sua attività, iniziata con la presa di coscienza dell’astrazione, si è evoluta, secondo una visione scientifica del fenomeno artistico, fino ad una elaborazione del tutto personale, dove l’attenzione ai materiali, la speculazione concettuale, la ricerca della dimensione minima, lo avvicinano all’Arte Povera, all’arte Concettuale, alla Arte Minimal. Fernando Melani ha vissuto e operato nella casa a partire dal 1945, occupando in un primo momento la soffitta al secondo piano dove tutt’ora si ubicano gli spazi che mantengono il senso delle varie attività che vi si svolgevano: lo studio dove era la macchina da scrivere per la parte teorica della prassi artistica; il laboratorio dove si dedicava allo studio dei materiali e realizzava le esperienze. In questi ambienti si trovano le opere databili agli inizi degli anni Sessanta: sperimentazioni sui metalli, lamiere e fili di ferro che pendono dai travicelli del soffitto. Verso la fine degli anni Settanta Melani si allarga fino al primo piano dove si trova il soggiorno con il divano, mentre l’attigua biblioteca ospita opere eseguite nei primi anni Ottanta che testimoniano il movimento di progressiva occupazione degli ambienti della casa da parte dell’artista, in un’azione di totale interazione con lo spazio e le opere. La visita fra cumuli di materiali e di opere sedimentati nel tempo è un percorso intenso e ricco di suggestione, lungo la traccia del pensiero di questo straordinario protagonista dell’arte del secondo dopoguerra. La partecipazione alle visite guidate è gratuita, ma è richiesta la prenotazione. A ciascuna visita guidata può partecipare un massimo di 12 persone. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org PAN – Palazzo delle Arti Napoli Palazzo Roccella – Via dei Mille, 60 – Napoli, Tel. 081 7958649; Fax 081 7958660 [email protected]; www.palazzoartinapoli.net PAN STUDIOS. PROGRAMMA DI RESIDENZA D’ARTISTA Giugno - dicembre 2010 Da giugno 2010, il PAN | Palazzo delle Arti Napoli realizza un programma pubblico di residenze d’artista, che si propone fondamentalmente di favorire la mobilità di giovani artisti: il PAN è lo spazio di residenza artistica e Napoli è il possibile luogo di progetto e di cura, secondo una visione di arte pubblica. Il programma di residenza è stato infatti concepito per realizzare esperienze e progetti innovativi di arte pubblica, con riferimento ad alcuni luoghi della città. Un advisory board, diretto da Daniel Buren con Graziella Buontempo, Maria Gloria Conti Bicocchi, Giuseppe Merlino, Marina Vergiani – ha selezionato quattro artisti italiani e stranieri per una residenza della durata di sei mesi: Salvatore Elefante -Italia, 1980 Michael Just- Germania, 1979 Leo Marz - Messico, 1979 Luana Perilli - Italia, 1981. Sono artisti giovani, esordienti e non, invitati a lavorare su temi di arte pubblica nelle zone periferiche o industriali della Città, che svolgeranno un programma di attività e di scambi formativi e propositivi, in cui far convergere la creatività artistica, l’esperienza dei visiting professors, quella dell’istituzione proponente e la memoria dello spazio in trasformazione. Sono fotografi, artisti della memoria, new media e land artists, avranno spazi e materiali a loro disposizione, vivranno intimamente la città, quella mitica, quella storica, quella derelitta… Conosceranno Musei, Gallerie, studiosi e artisti attivi in città. I progetti da loro elaborati saranno mostrati al PAN e proposti come suggerimenti per gli spazi protagonisti del Forum delle Culture 2013. Il mix proposto dal PAN ha tre elementi di forza (e di fascino): giovinezza degli artisti, orientamento sull’arte pubblica, e prospettiva di cooperare con un avvenimento globale! Tra le proposte, site specific, presentate al termine di ciascuna residenza di PAN Studios ed elaborate in relazione all’ambiente e allo studio dei luoghi prescelti, saranno selezionati i progetti da realizzare - prodotti e installati in situ, rendendo così permanente e segnante la manifestazione artistica collegata al tema della memoria dello spazio in trasformazione. WORLD PRESS PHOTO 2010 22 settembre – 14 ottobre 2010 Il World Press Photo è una mostra internazionale di fotografia che raccoglie i migliori fotoreporter e foto giornalisti a livello mondiale. La mostra prende origine da un concorso annuale di foto-giornalismo, a cui partecipano migliaia di concorrenti. Il risultato è una selezione di circa 200 foto vincitrici (raccolte in dieci categorie) che vengono esposte in 100 diverse città del mondo. La foto vincitrice dell’anno 2010 è di un italiano, il giovane fotografo napoletano Pietro Masturzo. FABIO DONATO VIANDANTE TRA LE ARTI Napoli, un fotoreportage lungo quarant'anni 15 settembre – 15 ottobre Lo stimolante fervore artistico che, dagli anni Sessanta in poi, ha reso Napoli un crocevia di fecondi scambi culturali è stato accompagnato dall'obiettivo di Fabio Donato che, viandante tra le arti, da quarant'anni interpreta gli eventi che costituiscono la storia della cultura napoletana ed internazionale in città. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org Lo straordinario fotografo, che ricopre anche il ruolo di docente della cattedra di fotografia all'Accademia di Belle Arti di Napoli, ha infatti dedicato la vita all'ambizioso "viaggio di artista attraverso le arti", incontrando sul suo cammino tutti i protagonisti della scena culturale napoletana ed internazionale. L'esposizione Fabio Donato viandante tra le arti, curata da Maria Savarese e ospitata dalle sale del PAN|Palazzo delle Arti Napoli dal 15 settembre al 15 ottobre, ne ricostruisce il percorso. La mostra è organizzata dall'Ente Provinciale Turismo e finanziata con i fondi POR-FESR 2007/2013 Ob. Op. 1-12, è patrocinata dal Forum Universale delle Culture Napoli 2013, dal Comune di Napoli Assessorato alla Cultura e dall'Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel suo cammino attraverso le arti Fabio Donato ha scattato circa trecentomila fotografie, seguendo da un lato la produzione dei protagonisti partenopei e dall'altro quella dei personaggi internazionali, di passaggio in città, che hanno contribuito ad allargare l'orizzonte culturale delle ultime generazioni. In mostra saranno esposte circa trecento immagini che costituiscono una selezione del suo archivio,un patrimonio che appartiene idealmente a Napoli e che potrebbe costituire – dopo essere stato debitamente catalogato e riordinato – una memoria della vita culturale cittadina nonché un'occasione di rilancio della sua immagine nel più ampio contesto culturale del Mediterraneo. L'obiettivo di Fabio Donato ha catturato tutte le sfaccettature della scena culturale: dal teatro alle arti figurative, dalla musica alla fotografia, insieme ad una galleria di ritratti dei principali protagonisti che hanno reso, e che continuano a rendere, Napoli una città di respiro culturale internazionale. Le immagini spaziano dal Teatro Instabile, al Living Theatre, dal Play Studio allo Spazio Libero passando per rassegne come il Festival di Villa Campolieto ed Estate a Napoli; dalle mostre in gallerie come Lia Rumma, Trisorio, Studio Morra e Il Centro, fino a quelle della Modern Art Agency di Lucio Amelio; dalla sperimentazione musicale degli anni Settanta, ai napoletani come Eduardo Bennato, Daniele Sepe, Enzo Avitabile, la Compagnia di Canto Popolare; dal jazz, napoletano e internazionale, con Marco Zurzolo accanto a Dizzy Gillespie, Gil Evans e Chet Baker, alle fotografie dedicate a tasselli della storia dell’arte cittadina come Renato Barisani, Nino Longobardi, Ernesto Tatafiore, Mario Persico, Gianni Pisani, Elio Waschimps, Paolo Ricci, Augusto Perez, Rosaria Matarese, Sergio Fermariello, passando per giovani conferme come Federico Del Vecchio, Christian Leperino. In occasione del vernissage è prevista una performance di Girolamo De Simone Piano per Fabio. La musica e il pianoforte di Girolamo De Simone per le foto di Fabio Donato Le immaginazioni di Fabio Donato diventano suoni che accarezzano l’avorio; suoni ricercati nelle pieghe del noto. E una ruvida e implacabile voglia di creare si scontra con la malinconia, la dolcezza del ricordo, il vizio inconciliato del far musica e arte in paesaggi d’estenuante immobilità. Gillo Dorfles diceva che gli oggetti ibridi offrono mescolanza e confluenza di mezzi espressivi. Ma qui mostrano una piccola ghirlanda di senso tra uomini che non sopportano l’oblio di altri uomini. Girolamo De Simone, nato a Napoli nel 1964, vive e lavora alla periferia della metropoli partenopea, alle pendici del Monte Somma, a ridosso del Vesuvio. Musicista e agitatore culturale, è considerato come uno dei principali esponenti delle avanguardie italiane legate alla musica di frontiera. I suoi ultimi dischi hanno ricevuto consensi nazionali e internazionali, come “Shama”, recensito dalla londinese “Wire”, o il recentissimo “Ai piedi del monte”, definito dal “Giornale della Musica” come instancabile ricerca del “genius loci partenopeo”. www.girolamodesimone.com AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org SMS CONTEMPORANEA Santa Maria della Scala, Piazza Duomo, 1, Tel. 0577 534571; www.santamariadellascala.com 9 OTTOBRE 2010: GIORNATA DEL CONTEMPORANEO Il 9 ottobre 2010, in occasione della sesta edizione della Giornata del Contemporaneo, il Complesso Museale Santa Maria della Scala presenterà Collezioni Contemporanee, selezioni di opere da artisti inclusi nella collezione del museo d’arte per bambini e dalla raccolta di sms contemporanea. Verranno proposte, inoltre, iniziative che si avvicenderanno nell’arco dell’intera giornata rivolgendosi ad un pubblico di tutte le età. Le opere rimarranno in mostra rispettivamente fino al 31 ottobre e fino al 30 gennaio 2011. Il Museo d'arte per bambini alle ore 12 darà l'avvio alla giornata allestendo temporaneamente più opere di tre artisti della sua collezione: Schilpa Gupta, Luca Pancrazzi e Pascale Marthine Tayou. La collezione è stata aperta nel 2008 e da allora si è arricchita di nuove acquisizioni. Dalle ore 12 fino alle 18, gli operatori del museo condurranno i bambini alla scoperta delle opere. SMS Contemporanea esporrà alcuni pezzi della propria raccolta costituitasi durante l’attività svolta nel corso degli anni e fino ad oggi rimasta in deposito. La selezione si compone di otto opere fotografiche realizzate da vari artisti - Olivo Barbieri, Daniel Blaufuks, Elger Esser, Elisa Sighicelli - intervenuti per mostre temporanee, collettive o personali, che hanno avuto luogo nella sede di Palazzo delle Papesse. Prodotte dal Centro di Arte Contemporanea o donate dagli artisti al termine delle mostre tali opere sono legate da un tema comune, Siena e il suo territorio, e vengono presentate al pubblico per la prima volta in veste di corpus tematico. L'apertura e la chiusura della giornata saranno affidate a dei momenti di ristoro pensati artisticamente da Luca Pancrazzi destinando ai bambini il Milky Bar e ai "grandi" il Bar-Arak. Tutte le iniziative si terranno nel Passeggio, il luogo che conduce alla Sala San Leopoldo dove ha sede la collezione del Museo d'arte per bambini. Coordinamento dott.ssa Michelina Eremita Programma del 9 ottobre 2010 Ore 12,00 SMS Museo d'arte per bambini. Milky Bar e altre opere Siena e il suo territorio nella raccolta di SMS Contemporanea Ore 18,30 SMS Museo d'arte per bambini e SMS Contemporanea. Bar-Arak. Aperitivo d’artista. Il 9 ottobre tutte le iniziative sono ad ingresso gratuito. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org SOPRINTENDENZA SPECIALE PER IL PATRIMONIO STORICO, ARTISTICO, ETNOANTROPOLOGICO E PER IL POLO MUSEALE DELLA CITTÀ DI NAPOLI CASTEL SANT’ELMO Via Tito Angelini, 22 - Napoli, Tel. 081 2294401; Fax 081 2294498 [email protected]; http://santelmo.napolibeniculturali.it MUSEO DEL NOVECENTO A NAPOLI Dal 5 marzo 2010 Il Museo nasce da un progetto di Nicola Spinosa e realizzato con la cura di Nicola Spinosa stesso e di Angela Tecce dalla Soprintendenza Speciale per il PSAE e per la città di Napoli e con il coinvolgimento della Regione Campania – Assessorati al turismo e ai Beni Culturali e grazie al co-finanziamento dell’Unione Europea POR-Fesr Campania 2007-2013. La nuova struttura, aperta al pubblico da venerdì 5 marzo 2010 negli ambienti del Carcere alto di Castel Sant’Elmo, si propone di delineare, attraverso un nucleo significativo di opere, la produzione figurativa napoletana nel corso del Novecento. Sono state selezionate oltre centosettanta opere realizzate da novanta artisti napoletani con l’aggiunta di alcune presenze non napoletane che con ruoli diversi furono attivi in città. Il nucleo di dipinti, sculture, disegni e incisioni è costituito oltre che da opere provenienti dalle stesse raccolte museali della Soprintendenza, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, dal Mart di Trento e Rovereto, e soprattutto da donazioni o da comodati secondo una formula oggi sempre più diffusa in Italia e all’estero, da parte di generosi artisti e collezionisti privati. Il programma o l’auspicio è che si tratti solo di un primo nucleo, che, con gli anni a venire, possa ulteriormente accrescersi, così da documentare diversi e successivi aspetti della produzione artistica napoletana, ma non solo, del secolo scorso. ‘Novecento a Napoli’ si articola attraverso un percorso cronologico suddiviso per sezioni: dalla Secessione dei ventitré (1909) e del primo Futurismo a Napoli (1910-1914) al movimento dei Circumvisionisti e del secondo Futurismo (anni Venti-Trenta); dalle varie testimonianze su quanto si produsse tra le due guerre alle esperienze succedutesi nel secondo dopoguerra (1948-1958), dal Gruppo ‘Sud’ al cosiddetto Neorealismo, dal gruppo del M.A.C. all’Informale e al Gruppo ’58. Seguono le sezioni riservate agli anni Settanta, con particolare riferimento alle sperimentazioni poetico-visive e all’attività dei gruppi legati alle esperienze nel campo del sociale. Fino all’ultima sezione, dove è documentata l’attività di quanti, pur continuando a operare dopo gli anni Ottanta sperimentando linguaggi diversi, si erano già affermati in città nel decennio, prima che il terribile sisma del 23 novembre colpisse e segnasse nel profondo realtà e prospettive di Napoli e di altre aree meridionali. MOSTRA PERSONALE MARCO FANTINI 9 ottobre – 8 novembre 2010 La personale intende delineare il percorso dell’artista vicentino che, già dagli esordi legati alla fotografia, si orienta sui temi della diversità e dell’alienazione. Nel 1989 trascorre due anni a Città del Messico dove studia la pittura murale di Siqueiros e Rufino Tamayo e approfondisce la conoscenza delle fotografie di Tina Modotti. In questi anni si orienta anche sulla pittura. Con l’ironia che lo contraddistingue, Fantini contamina la grande tradizione del Novecento artistico con temi tratti dalla fotografia, dal cinema e dall’illustrazione. Sovrapponendo linguaggi e tecniche diverse, realizza un ciclo di lavori dal fascino enigmatico. Con un gusto ludico, di ascendenza dada, l’artista ama mettere in scena simultaneamente il gioco insieme a segni ‘tragici’ ricorrenti, come teschi, anamorfosi,spazi claustrofobici che sembrano suggerire la presenza costante di un elemento ‘altro’, situabile tra l'opera e il suo artefice. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org VILLA GIULIA – CRAA, CENTRO RICERCA ARTE ATTUALE C.so Zanitello, 8 – Verbania, Tel. 0323 557691; Fax 0323 507722 [email protected]; www.craavillagiulia.com LUIGI SERRALUNGA – TRA SIMBOLISMO E LIBERTY 30 maggio – 17 ottobre 2010 Con una selezione di oltre ottanta importanti opere provenienti da collezioni pubbliche e private, il Centro di Ricerca Arte Attuale (CRAA) di Villa Giulia a Verbania ospita una mostra antologica su Luigi Serralunga, valente pittore e interprete della cultura artistica italiana a cavallo fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Luigi Serralunga nasce a Torino il 26 ottobre 1880, da una famiglia benestante, appartenente alla borghesia torinese e legata all’amministrazione regia. Trascorre la sua infanzia a Torino e nel 1896, dopo aver compiuto gli studi tecnici, si iscrive alla Reale Accademia Albertina di Belle Arti, dove frequenta i corsi triennali di architettura, geometria, figura, storia e ornato, partecipando ai concorsi interni indetti dall’Accademia con apprezzabili esiti. Terminati gli studi preparatori, nell’autunno del 1900 si iscrive con profitto al corso superiore di pittura, ottenendo la medaglia di rame nel corso di disegno di figura. Tra gli insegnanti dell’Accademia, tra cui compaiono anche Piercelestino Gilardi e Odoardo Tabacchi, rispettivamente titolari delle cattedre di pittura e scultura, Giacomo Grosso, pittore affermato giunto al successo con la prima Biennale di Venezia, è sicuramente il principale riferimento nella formazione artistica di Serralunga. Quest’ultimo ottiene poi la possibilità di soggiornare a Roma, dove si reca nel 1902 per effettuare studi e rilievi dell’antico. La sua educazione artistica prosegue con profitto: al termine del secondo anno, vince la medaglia d’argento e l’acquisto di un’opera fuori concorso per il valore di £ 25, così come l’anno successivo, quando gli viene nuovamente attribuita la medaglia d’argento. Ormai ventritreenne, Serralunga conclude positivamente gli studi nel giugno del 1904, aggiudicandosi un assegno di £ 100 per la prova finale di nudo dal vero. Nel medesimo anno il pittore inizia a esporre presso la Società Promotrice di Belle Arti di Torino, partecipando all’annuale rassegna espositiva per i soci in maniera pressoché ininterrotta fino al 1939, anno precedente la sua morte. Serralunga si afferma gradualmente nella florida scena artistica torinese in cui operano personalità del calibro di Lorenzo Delleani, Cesare Saccaggi, Leonardo Bistolfi e Giovanni Guarlotti. Lo stile pittorico di Serralunga, inizialmente legato al gusto fin de siècle della pittura grossiana e ranzoniana, nel corso degli anni assume un’autonomia espressiva che trova i migliori esiti nella ritrattistica, nel nudo, nelle scene di caccia e in alcune nature morte, soggetti resi con una grafia leggera, al limite del non finito (particolarmente evidente sui bordi). La sua poetica incarna i dettami della radizione tardo-simbolista, contaminata dalle suggestioni provenienti dalla grande stagione della pittura figurativa ottocentesca. Nei ritratti delle dame e degli esponenti della borghesia cittadina, la luce tersa sottolinea il pallore dell’incarnato mentre la pennellata, dapprima più controllata e suadente e poi più sfrangiata e opaca, regala all’osservatore intensi brani di armonia cromatica e compositiva. Serralunga partecipa alle esposizioni torinesi della società Promotrice e alle mostre nazionali della corrispettiva milanese; particolarmente degne di nota risultano essere le partecipazioni alla mostra Tre pittori piemontesi, tenutasi a Milano presso la galleria La Vinciana nel 1921, e alle Quadriennali torinesi del 1923 e del 1928. Nello stesso anno la Società Promotrice ospita una personale dell’artista in cui sono presentate una quindicina di opere tra nature morte e ritratti. Serralunga è altrettanto presente nelle esposizioni organizzate dalla Società d’Incoraggiamento alle Belle Arti, in seno al Circolo degli Artisti, e dalla Società Amici dell’Arte, entrambe attive in Torino, come testimoniano le cronache artistiche firmate dalla penna di Emilio Zanzi, critico d’arte della «Gazzetta del Popolo» e corrispondente da Torino per la rivista «Emporium». Accanto alla produzione artistica, Serralunga apre il proprio studio ai giovani artisti torinesi, che trovano in lui un maestro severo e capace: tra essi, Mattia Moreni ed Ettore Fico. Nel 1939, ormai malato, Serralunga partecipa alle selezioni per i Premi Sanremo di pittura, prima di abbandonare l’attività artistica e trascorrere gli ultimi mesi nella casa di Castiglione torinese. Aggravatosi e trasferito in ospedale, il pittore muore a Torino il 3 febbraio 1940. Due anni dopo, il circolo degli Artisti organizza un’esposizione postuma con oltre ottanta dipinti selezionati dagli amici tra le opere presenti nello studio e nelle collezioni private, accompagnata da una commossa presentazione del pittore Guarlotti. Successivamente alla morte dell’artista, le sue opere sono esposte nelle rassegne annuali “900 piemontese” curate dalla galleria Fogliato, tra le quali occorre segnalare l’Omaggio a Serralunga del 1977, e nelle mostre La pittura a Torino all’inizio del secolo (Torino, Teatro Regio, 1978) e Flower Power (Verbania, Villa Giulia, 2009). Oltre alle numerose collezioni private, opere di Serralunga sono presenti presso la GAM - Galleria d’Arte Moderna di Torino, il Museo Civico Palazzo Traversa di Bra e la Soprintendenza ai Beni Culturali di Pisa. AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org