10. Il Caffè Pedrocchi.

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10. Il Caffè Pedrocchi.
10. Il Caffè Pedrocchi. Nel nostro itinerario alla scoperta della Padova ottocentesca non può mancare il Caffè Pedrocchi, vera e propria icona della nostra città che ha anche un suo importante spazio nel romanzo "La giostra dei fiori spezzati". Il Caffè Pedrocchi, caffè storico di fama internazionale, noto anche come "Caffè senza porte" perchè fino ai bombardamenti della prima guerra mondiale che spinsero a spegnere le luci e a chiudere le attività notturne per non dare riferimenti agli aerei nemici, era aperto giorno e notte. Se la Bottega del Caffè di Francesco Pedrocchi aprì nel 1772 in pieno centro cittadino vista la diffusione di questa nuova bevanda alla moda, lo stabilimento, progettato da Giuseppe Jappelli fu realizzato in vari stralci dalla seconda metà degli anni '20 al 1842 quando fu inaugurato il Piano Nobile. L'illustre veneziano volle trasferire in architettura la sua visione laica e illuminista della società, creando quello che poi diverrà uno degli edifici­simbolo della città di Padova ma senza tralasciare la simbologia massonica presente in vari ambienti e come elemento di decoro e l'atmosfera "esotica" delle stanze dedicate alle esploratore Giovanni Belzoni (sala Moresca ed egizia). Il Pedrocchi era frequentato dalla borghesia di Padova e dagli studenti che potevano sostare liberamente nella Sala Verde, leggere i quotidiani e magari tramare contro l'ordine costituito fino all'apice della rivolta contro l'Impero Austriaco dell'8 febbraio 1848. Nella Sala bianca è ancora visibile il foro del proiettile esploso in quella sanguinoso giornata, ricordata ogni anno dalla goliardia universitaria con la Commemorazione delle Vittime. Era frequentato da artisti, scrittori, tra tutti Stendhal, intellettuali ed esponenti del Risorgimento. Al piano nobile dello Stabilimento consigliamo la visita de "Il museo del Risorgimento e dell'Età Moderna" (Per info:​
http://ow.ly/HCI9n​
) Ma torniamo alla nostra storia e chiudiamo il nostro itinerario nel migliore dei modi, degustando la specialità della casa, “Il Pedrocchino”. "Mi lasciai alle spalle la sala verde con il suo caminetto acceso sormontato da una scintillante specchiera in stile Impero dove alcuni studenti leggevano i quotidiani. ...Guardai i grandi lampadari che pendevano dal soffitto, la tappezzeria rosso acceso sulle sedie, le doppie colonne ioniche a separare la sala dalle altre due contigue: la sala verde e la bianca. Il chiacchiericcio pungente di due signore eleganti ronzava sullo sfondo. Gli occhi guizzanti sotto le velette e i cappellini alla moda, i fili di perle a certificarne lo stato sociale".... "Weisz rimase in silenzio per qualche istante. Nel frattempo il cameriere ci portò il caffè e le lingue di gatto. Cercai rifugio nel dolce sapori dei biscotti. Ne inzuppai uno nel caffè, reso irresistibile dalla crema alla menta verde. Era un'autentica delizia e il sapore intenso mi fece dimenticare per un istante il tema della nostra discussione. Ma fu un istante". ("La giostra dei fiori spezzati. Il caso dell'angelo sterminatore", Matteo Strukul ­ pag.40) Alberto Botton http://www.blogdipadova.it/ 

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