di - Lungarno

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di - Lungarno
Novembre 2013
12
RIVER TO RIVER • HANNO TUTTI RAGIONE • TERRITORI INSTABILI • LOW • INDUSTRIA AD ARTE
AMBLÉ • UN SEX SYMBOL AL MESE • THE HARSH TRUTH OF THE CAMERA EYE • LA SCENA • THE ITALIAN GAME
STOP-DOWN • I PROVINCIALI • PALESTRA ROBUR • BASTA STARE TRANQUILLI • PAROLE • SUONI • L’AGENDA DI NOVEMBRE
5/15 novembre
Gabriele Lavia
I PILASTRI
DELLA SOCIETà
di Henrik Ibsen
regia Gabriele Lavia
19/24 novembre
Stefano Accorsi e Marco Baliani
GIOCANDO
CON L’ORLANDO
adattamento e regia
Marco Baliani
26 novembre / 1 dicembre
Pierfrancesco Favino
SERVO PER DUE
di Richard Bean
da Carlo Goldoni
regia Pierfrancesco Favino
e Paolo Sassanelli
www.teatrodellapergola.com
Sommario
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N° 12 • NOVEMBRE 2013
sipario
Editoriale
hanno tutti ragione
di tommaso chimenti
pellicole
river to river
di caterina liverani
arte
territori instabili
di elena magini
domande
amblé
di eleonora ceccarelli
perle
low
di lespertone
cose nuove
industria ad arte
di riccardo sgamato
agenda
novembre
piccole incursioni nel
sottobosco locale
i provinciali
niente è più come prima
la scena
di pratosfera
un sex symbol al mese
the harsh truth of the camera eye
di il moderatore
di antonio viscido
adam ant
jazz
stop-down
basta stare tranquilli
di sandro bini
di simona santelli
il mestiere della scelta mah, viaggiare
palestra robur
targhe di divieto
di leandro ferretti
the italian game
di ivan carozzi
parole
di sara loddo
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suoni
di lespertone
N. 12 - Anno II - NOVEMBRE 2013 - Rivista Mensile - www.lungarnofirenze.it
Direttore Responsabile
Marco Mannucci
Direttore Editoriale
Matilde Sereni
Responsabile di redazione
Leonardo Cianfanelli
È domenica, sono le 18, secondo un recente
studio inglese ora perfetta per raggiungere il
picco massimo di depressione.
Ed io penso bene di tessere il vestito autunnale che indosserà Lungarno nel prossimo
mese.
Non perché sia una rivoluzionaria, semplicemente non credo ai “recenti studi di Oxford”
- o forse non voglio credere che un prestigioso
college inglese sfrutti i nostri cervelli in fuga e
fior fior di quattrini per arrivare alla conclusione che la domenica è triste.
Ma comunque. Dicevo.
Mia nonna è una sarta, di quelle che non esistono più, di quelle che “l’ultima prova, giuro”
non è mai l’ultima, perché la balza, la filza, la
fodera, la piega, il collo, devono essere perfetti. Non perfetti, scusate, PERFETTI.
Da piccola mi incantavo a guardala cucire, mi
estasiava aiutarla disegnare con il gesso le
linee sulla stoffa che poi lei avrebbe seguito
con ago e filo. Mi terrorizzava misurare gli abiti
in prova perché potevi starne certo, c’era sempre - sempre - un ago dimenticato che sbucava
a pizzicarti il fianco. Adesso, la cosa che più
mi intenerisce è ricevere tramite corrieri selezionatissimi e fidati, un piccolo kit per cucire,
con lo stretto necessario per fare un orlo o
fermare un bottone penzolante, perché di una
cosa si è sempre raccomandata; non imparare mai a cucire davvero. Il minimo indispensabile per non dover spendere dieci euro in una
scucitura, quello sì, e poi perché alla fine sei
sempre una ragazza, suvvia.
In aggiunta al kit un breve messaggio: “quando prendi una cosa (di qui) devi rimetterla qui,
così ce la ritrovi, CAPITO?!”.
È la mia nonna e mi conosce bene.
Quindi, ora che ci penso non credo che tesserò alcun abito per Lungarno. Aprite il giornale
e capirete da soli perché non c’è proprio nulla
di cui deprimersi.
Nemmeno se è il mese dei morti. Nemmeno
se è domenica sera.
Nemmeno se ne avete voglia.
Sforzatevi di trovare il bello, e - credetemi - a
Firenze non ci vuole poi molto. Giusto la fatica
di sfogliare ventiquattro pagine.
scenari anni 70-80
Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012
Editore
Associazione Culturale Lungarno
Via dell’Orto, 20 - 50124 Firenze
P.I. 06286260481
di Matilde Sereni
Stampa
Grafiche Martinelli - Firenze
Distribuzione
Ecopony Express - Firenze
Hanno collaborato
Tommaso Chimenti, Sandro Bini, Caterina Liverani,
il moderatore, Lespertone, Ivan Carozzi, Sara
Loddo, Riccardo Sgamato, Antonio Viscido, Leandro
Ferretti, Noumeda Carbone, Eleonora Ceccarelli,
Simona Santelli, Riccardo Morandi, Pratosfera.
Nessuna parte di questo periodico può
essere riprodotta senza l’autorizzazione
scritta dei proprietari. La direzione non si
assume alcuna responsabilità per marchi,
foto e slogan usati dagli inserzionisti, né
per cambiamenti di date, luoghi e orari
degli eventi segnalati.
Per sapere dove trovare Lungarno, cerca la
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in copertina:
disease#1
(Merit Awards Self promotion 3x3
professional Show N°7 - The magazine of Contemporary illustration, NY)
di Noumeda Carbone
Artista mixed media e illustratrice freelance nata in Francia
e cresciuta a Firenze. I suoi lavori assumono un tono onirico,
dark, surreale. Le piace l’errore, la piccola sorpresa
tra le linee, la luce. È stata valutata tra i migliori 200
illustratori al mondo e suoi lavori sono stati pubblicati su 200 Best Illustrators worldwide Luerzer’s Archive Specials, Communication Arts - 50° Anniversary
Issue, Rolling Stone Magazine, Penthouse-online
magazine, Glamour, Trenland.net, Kult magazine. Ha
collaborato con Vogue Italia/Trends, Pitti Immagine,
Breil, Leo Burnett, London Liryc Opera, The Guardian,
Sony/ATV, Alta Roma Ethical Fashion, 1861 United.
http://www.noumeda.com
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sipario
di tommaso chimenti
Hanno tutti
ragione
V
iva la parola, viva la drammaturgia.
Soprattutto se italiana. Quattro teatri su tutti: Cantiere Florida, Teatro
di Rifredi, Teatro Studio di Scandicci
e Teatro Niccolini di San Casciano. Che non
siano parole, parole, parole. Ma racconto sì,
ed attori. Insomma la pasta del teatro, la materia prima.
Partendo dal teatro di via Pisana, il Florida, da
un paio di stagioni di nome e di fatto con la
nuova doppia direzione di Gianluca Balestra,
e di Laura Croce per quanto riguarda l’ampia
sezione di novità emergenti, presenta prima
“Hanno tutti ragione” (22 e 23) tratto dal romanzo omonimo del regista cult Paolo Sorrentino (“Il divo” e “La grande bellezza” gli ultimi
capolavori). In scena una delle “sue” attrici,
Iaia Forte, che da sempre si divide tra cinema,
Pappi Corsicato, e teatro, ultimamente con Federico Tiezzi, che interpreterà il protagonista,
quel Tony Pagoda, musicista trash partenopeo
sfatto di vita notturna, sigarette e locali di
terz’ordine.
Sempre al Florida una tre giorni retrospettiva
sul lavoro degli ultimi anni di Saverio La Ruina
(che gli ha fruttato tre Premi Ubu); prima “Dis-
sonorata”, il 28, a seguire “La Borto”, il 29, ed
infine “Italianesi”, il 30. Tre storie diverse, un
solo modo d’intendere il teatro: sedia, parole,
calabrese onomatopeico. Storie drammatiche,
le prime due di donne nel profondo Sud, la terza sugli italiani nati in Albania e quindi apolidi,
naufraghi tra carte bollate e burocrazia.
Per le generazioni più giovani “Zoom Festival”
(dal 13 al 23) è lo sfogo più felice: un teatro
come lo Studio di Scandicci da sempre aperto
alla contaminazione, biglietti bassi, uno spettacolo dietro l’altro, fermento e discussioni
sotto la pensilina del foyer all’esterno fanno
della struttura dei Krypton una fucina di idee,
di ragazzi che amano il teatro non tanto per i
costumi o la forma quanto per i temi espressi,
la sostanza, la ciccia da spolpare. Quest’anno
a Zoom ci saranno, tra gli altri, i Biancofango,
Carullo-Minasi, Civilleri-Lo Sicco, Codice Ivan,
Fibre Parallele, Iacopo Braca, Inquanto teatro,
Kanterstrasse, ed altri.
Debutto d’ordinanza al Teatro Niccolini di San
Casciano per il “Pinocchio” di Ugo Chiti (14 e
15), tappa che era scandita ed obbligata nelle
pieghe della scrittura dell’autore toscano (tra i
viventi uno dei più grandi con Stefano Massini,
anche se li dividono oltre vent’anni). Un Pinocchio rimasto fedele a Collodi ma, come dice
l’attore storico dell’Arca Azzurra, Massimo Salvianti, “Chiti è qui più collodiano di Collodi”. E
per chi conosce il suo percorso drammaturgico ed autoriale non è difficile credergli. Pinocchio che poi corre in città, al Teatro di Rifredi,
dal 19 al 24.
Rifredi dove a novembre avviene una vera e
propria esplosione goduriosa per chi ama la
scena: prima “Beniamino”, il 4, con Ennio Fantastichini (al cinema “Ferie d’agosto”, “Mine
vaganti”), poi Alessandro Benvenuti che rispolvera il suo “Benvenuti in casa Gori” (dal 6 al
10), del quale non ci annoieremo mai, infine
“La lettera” (dal 28 novembre all’1 dicembre)
di Paolo Nani, italianissimo ma danese d’adozione da trent’anni, che ci mostra gli infiniti,
impossibili, innumerevoli modi di scrivere la
stessa lettera. Spasso allo stato puro. Viva la
parola, anche se “La lettera” è muta.
in alto: Iaia Forte in “Hanno tutti ragione”
al Cantiere Florida il 22 e il 23 novembre
pellicole
di caterina liverani
A
pochi giorni dall’inizio della 50 Giorni
di Cinema Internazionale abbiamo incontrato Selvaggia Velo fondatrice e
direttrice di River to River, il Festival
che ogni anno porta a Firenze il meglio della
cinematografia e della cultura indiane.
Da dove nasce la passione per il cinema indiano?
È successo per caso nel 1998 organizzando
una mostra di locandine nella Ex-Chiesa delle
Leopoldine e nel ’99 durante l’Estate Fiorentina diretta da Sergio Staino, quando invitammo
alle Murate gli stessi artisti per un live show
durante il quale dipinsero con la loro tecnica
le locandine di pellicole italiane. L’anno successivo scoprimmo che nel mondo non esisteva un solo festival del cinema interamente
dedicato all’India, così giungemmo alla prima
edizione nell’autunno del 2001 presso il Teatrino del Rondò di Bacco. Dal 2002 al 2006
siamo stati allo Spazio Uno fino a quando la
50 Giorni ci propose di passare al Gambrinus
e successivamente all’Odeon.
Tra i miti da sfatare sul cinema indiano c’è
senz’altro quello che si tratti solo di Bollywood.
Certo, non solo! Ogni anno presentiamo una
retrospettiva dedicata ad autori del passato
che sono molto distanti da Bollywood a cui abbiamo comunque reso omaggio con pellicole
divertenti e piacevoli.
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River
to river
Dallo scorso anno River to River è anche a
Roma.
Volevamo allargarci anche per venire incontro
alle richieste che ci venivano fatte. Lo scorso
anno siamo stati al Trevi, una saletta della Cineteca Nazionale, mentre quest’anno saremo
ospitati dal Nuovo Cinema Aquila al Pigneto.
Cosa significa per un giovane cineasta indiano
il passaggio della propria pellicola al Festival?
È un’opportunità di grande importanza poiché
River to River è il primo Festival al mondo interamente dedicato al cinema indiano. A tutt’oggi sono pochi gli autori indiani ad essere arrivati in sala da noi, penso a Gruinder Chada
(Sognando Beckam), Deepa Mehta (I figli della
mezzanotte) e ovviamente a Mira Nair.
Come è vissuta in India la cultura italiana, in
particolare il cinema?
I nostri paesi condividono valori come l’importanza della famiglia, l’amore per il cibo, la
vitalità, la musica. Abbiamo un forte legame
culturale consolidato da intellettuali che come
Pasolini, Moravia, Morante e Rossellini in India hanno trovato accoglienza ed ispirazione.
Per ciò che riguarda il cinema gli autori indiani individuano nel neorealismo una delle correnti che li ha maggiormente influenzati. Nel
corso di questi anni ho osservato da vicino
l’amore manifestato verso la nostra cultura e
il nostro stile di vita, anche negli aspetti più
semplici. Siamo felici che chi ci viene a trovare possa vivere anche dei momenti di svago.
Nel 2011 proponemmo Gandu, un film tanto
brillante quanto audace che riscosse grande
successo. Il regista Q. (Qaushq Mukherjee) un
giovane autore molto interessante ed eclettico, benché arrivato in serata a Firenze dopo
uno sfiancante tour de force promozionale si
dichiarò pronto per un po’ di nightlife, perciò lo
accompagnammo al Volume.
Anticipazioni sull’edizione che sta per partire?
Il 25 novembre, giornata internazionale per
l’eliminazione della violenza contro le donne,
dedicheremo tutta la nostra programmazione
all’universo femminile in particolare con il
documentario Fearless Nadia, su una donna
australiana che agli inizi del 900 si trasferì in
India divenendo la prima stunt woman bianca
a lavorare nel cinema indiano e con il film Lessons in Forgetting tratto dal romanzo di Anita
Nair alla presenza del regista.
Cosa c’è dietro all’organizzazione di un evento
come il River to River?
C’è molto lavoro di ricerca e selezione. Si tratta di capire quali sono le pellicole che possono contribuire a creare un programma il più
interessante e variegato possibile. Abbiamo
dei collaboratori volontari che mettono a disposizione il loro tempo concentrando il lavoro
maggiore dall’estate in poi ed io ogni anno più
o meno a marzo trascorro un mese in India cominciando con una serie di incontri preliminari
per l’edizione che verrà.
http://www.rivertoriver.it
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arte
di elena magini
Territori instabili
Confini ed identità
nell’arte contemporanea
Centro di Cultura
Contemporanea Strozzina
Palazzo Strozzi, Firenze
dall’11 ottobre 2013
al 19 gennaio 2014
T
erritorio di per sé è un termine ambivalente, sottintende una dimensione
sia fisica che simbolica, una realtà
agita che si fa contemporaneamente fattore di costruzione dell’identità di un
individuo. L’instabilità evocata dal titolo della
mostra allude alla sempre più crescente globalizzazione economica e culturale, al cosmopolitismo, ma anche ad un senso diffuso di
precarietà e assenza di definizione - collettiva
e personale -, alla dicotomia persistente tra
inclusione e alterità.
L’idea di confine e limite, considerata da un
punto di vista prettamente geopolitico e nazionale, porta con sé una riflessione prioritaria sui conflitti armati, che costituisce una
parte preponderante della mostra. Il duo italiano , ad esempio, propone una ricostruzione
semi archivistica della presenza cosacca nel
territorio della Cernia in Friuli Venezia Giulia
durante il biennio 1944-45: alternando materiali d’archivio, immagini e racconti, vanno a
ricostruire una narrazione frammentaria di un
evento poco noto ai più, rendendo manifesti
avvenimenti storici perlopiù rimossi dalla popolazione locale.
In The Enclave costruisce un ambiente immersivo e visivamente straniante mediante la
proiezione congiunta di video rappresentanti
episodi della guerra civile in Congo. Attraverso
la manipolazione coloristica delle immagini e
la creazione di prospettive multiple all’interno
delle quali lo spettatore si inserisce, Mosse
da corpo ad un’esperienza che diviene traduzione visiva del paradosso e dell’instabilità
del territorio, tra violenza e bellezza, realtà e
simbolismo.
Una riflessione sullo spazio liminale come
elemento metaforico e stratificazione di memoria è portata avanti dall’opera di : per gli
spazi della Strozzina l’artista giapponese ha
proposto Apnea, un’installazione a soffitto
costituita dall’accumulo di porte e finestre in
disuso prelevate dai depositi di Palazzo Strozzi. L’impiego di oggetti dimenticati e portati a
nuova esistenza conduce ad una ridefinizione
del valore che attribuiamo a ciò che è effimero
e obsoleto, la loro collocazione a ribaltare la
consueta prospettiva di visione implica una
mutata esperienza dello spazio che sottopone
lo spettatore a disorientamento e precarietà.
Il recupero di oggetti quotidiani a cui viene
data nuova evidenza simbolica è un atteggiamento presente anche nell’opera di , Repair
Analysis, dove la giustapposizione di tavole
mediche illustrate a specchi infranti e ricuciti
con fil di ferro crea un cortocircuito tra il corpo e la sua visione, tra analiticità e soggettività della rappresentazione. I tagli e le ferite
vengono “rimarginate”, tuttavia il processo di
riparazione fortemente esibito non consente
un rispecchiamento unitario ma una raffigurazione dell’individuo plurale, frammentaria e
instabile.
Dal corpo alla guerra, dal tema della cittadinanza a quello del viaggio come scoperta di
sé, i dieci artisti presenti in Territori Instabili, propongono interpretazioni eterogenee sui
concetti di territorialità e identità, attraverso
astrazioni e documentazioni, rappresentazioni
simboliche o estetiche. Il risultato è un percorso discontinuo e singolare in cui si alternano
punti di vista, ricostruzioni, racconti, memorie
e paradossi, un percorso che risponde alla necessità di interrogarsi sulla natura mobile e
incerta dei processi umani, sull’idea di confine
come luogo della differenza, sul limite come
soggetto politico, fisico ma anche psicologico
e culturale, e più in generale, sui mutamenti in
atto nella nostra epoca.
Kader Attia, Zanny Begg & Oliver Ressler,
Adam Broomberg & Oliver Chanarin, Paolo
Cirio, Tadashi Kawamata, Sigalit Landau, Richard Mosse, Paulo Nazareth, Jo Ractliffe, The
Cool Couple.
in alto: Richard Mosse, “The Enclave”, 2013
Installazione video a 6 canali - Still da video
Courtesy the artist and Jack Shainman Gallery, New York
http://www.strozzina.org/
domande
di eleonora ceccarelli
Amblé
A
Firenze, in Piazzetta dei Del Bene,
sfido chiunque a sapere dove sia, si
trova Amblé. In pieno centro all’interno della Firenze più turistica esiste
questo posto unico. Non solo pausa pranzo o
aperitivo, ma anche take away.
Ma andiamo per ordine, partiamo dal nome.
Amblé è una parola nuova che si ispira al passo del dressage in cui il cavallo rallenta. Ed
è qui che troviamo l’essenza del locale. Dal
veloce al lento, dal caos alla tranquillità, dalla
città turistica ad un oasi unica di relax.
Da chi è composto il vostro team.
Siamo tre soci complementari, ognuno completa l’altro dando vita a questo mix di competenze e passioni. Io, Barbara, provengo
dal vintage, e mi occupo della ricerca e della
comunicazione. Fabrizio, mio marito, è il più
eclettico di tutti, con un passato commerciale
e da chef. Lorenzo, chef.
Cosa è Amblé?
Amblé è un progetto che nasce per essere ripetuto. Tutto il formato, il packaging, il cibo
e la nostra filosofia. Il nostro obiettivo è portarlo in altre città, in Italia come all’estero.
Rappresenta il nostro stile di vita, in cui tutto
si può riciclare, risparmiando senza rinunciare
alla qualità. Tutte le materie prime sono bio
a km 0, con una particolare attenzione all’
ambiente. È un posto accogliente dove poter
mangiare qualcosa di qualità ad un buon prezzo, immersi in pezzi unici di arredamento stile
anni ‘50 post-industriale. Tutto è in vendita,
dal cucchiaino con cui giri il caffè, al tavolo
7
alla sedia. Ed il tramezzino è il nostro piatto
di punta.
resto abbiamo solo cercato di renderlo semplice e di far sentire le persone come a casa.
Si nota subito che la qualità è al primo posto.
Facciamo una ricerca accurata sia riguardo
l’arredamento sia per il cibo. Ciò che scegliamo deve avere un buon prezzo, essere di qualità, essere funzionale, riscontrare il nostro gusto e essere in accordo con la nostra filosofia.
Gioie e dolori.
Il feedback più importante ce lo sta dando il
nostro pubblico ed il fatto che le persone ci
trovino nonostante la location sia incantevole,
ma nascosta. Anche questa è stata una bella
sfida. Ciò che invece mi lascia più sconvolta
sono i vincoli continui che i locali devono rispettare soprattutto in fatto di orario e rumore. Basta pensare a ciò che sta succedendo a
“La Cité”. A Firenze non ci sono alternative, le
persone non hanno più un luogo dove passare
la serata e stare a parlare.
Ho visto che siete nella mappa di “Unusual Florence”
È un mio progetto nato in collaborazione con
Boutique Nadine, volevamo sponsorizzarci a
vicenda in un modo totalmente autofinanziato. È una mappa che racchiude sedici attività
di diverso genere che si trovano nel centro di
Firenze, tutte uniche originali e aperte da giovani.
Perché Firenze?
Firenze è la città dove viviamo. All’inizio cercavamo un posto di passaggio, poi abbiamo
capito che volevamo qualcosa di diverso. Abbiamo deciso di cominciare da qui per poi ripetere l’esperienza in altre città, in Italia e all’estero. Firenze è una città fantastica, con un
grande potenziale. L’idea è venuta scoprendo
un ristorante storico di Cremona, specializzato
in tramezzini. Ed abbiamo pensato che portarlo a Firenze sarebbe fantastico.
Ho notato che questo locale è molto “family
friendly”, ci sono molte famiglie con bambini.
La posizione sicuramente aiuta, con questa
piazzetta dove i bambini possono giocare indisturbati senza paura delle macchine, per il
Non è veramente possibile tornare a casa senza voler comprare almeno un pezzo di questo
locale, un pezzo di modernariato da portare
con sé. È veramente tutto prezzato e superaccessibile, per non parlare del cibo, ottimo
ed economico. La filosofia di questi ragazzi si
respira e se ci lasciamo trasportare potremmo
benissimo credere di essere in un altro posto,
in un’altra città ed anche un po’ fuori dal tempo. Un caffè al volo preso in questa piazzetta
diventa molto di più.
Non so quante volte ho sentito dire, “Bello! Perché non lo facciamo anche a Firenze?”, beh
questa volta qualcuno lo ha fatto davvero. Per
nostra fortuna.
Grazie a questi ragazzi che vanno veloce ma
sanno quando è il momento di rallentare. E
fermarsi. Almeno un po’. In questa splendida
cornice fiorentina.
http://unusualflorence.blogspot.it/
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musica
di Lespertone
Low
L
a prima volta che conobbi i Low fu in
occasione di ‘Sunflower’. Era il 2001,
all’epoca si vendevano e si leggevano
ancora le riviste specializzate ed ogni
scoperta aveva un sapore diverso. Era anche
difficile reperire le cose, cioè non potevi farti un’idea di come suonava una band perché
l’internet non era come adesso. I mensili che
parlavano di musica, quindi, avevano il loro
peso. E dovevi fidarti. Mi fidai. Una volta tanto mi disse culo. ‘Sunflower’ è il primo brano
di un disco che si chiama “Things We Lost In
Fire”. Mi andò di culo doppiamente perché alla
fine dei giochi, in venti anni di carriera, non
è certo una bestemmia definire quel disco
come uno dei migliori della band. ‘Sunflower’
è un brano meraviglioso. È perfetto. E fu amore al primo ascolto. Parte con un giro di chitarra morbidissimo e avvolgente. Poi entra la
batteria. È tutto incredibilmente banale. Fino
alle doppie voci, quella di Alan e di sua moglie Mimi. Se esiste il paradiso, questa ne è la
colonna sonora in filodiffusione quando tocca
andare a fare la spesa. Per fortuna o per sfortuna, un po’ per motivi professionali, un po’
(molto) per passione, ascolto molta musica.
E raramente ho ritrovato cose così belle. Da lì
ovviamente cercai tutto dei Low e come spesso accade, andai a ritroso. Scoprii che sono
un trio di Duluth, nel Minnesota. Non ho idea
di come sia Duluth. Non riesco neanche ad immaginarmela. So solo che ci è nato Bob Dylan
ma, così, a pelle, non mi dà la sensazione di
essere una città troppo vivace. Sicuramente
sbaglio e sarà la Berlino del Minnesota. Oltre
Teatro Puccini, Firenze
5 novembre 2013
alla coppia Alan Sparhawk, voce e chitarra,
e Mimi Parker, voce e batteria, attualmente
il gruppo è completato dal bassista Steve
Garrington (ma ‘sti bassisti vanno e vengono
con una velocità inversamente proporzionale
al ritmo della band). In quell’andare contro
corrente per scoprire cosa avessero fatto prima i Low, scoprii che debuttarono nel ’94 e,
pazzesco, ero in ritardo di quasi una decade.
Mi sono sentito in colpa e cercai tutto il rintracciabile con fare compulsivo. Il debutto si
chiama “I Could Live in Hope” ed il suono della
band dell’epoca - sì epoca, son passati quasi
vent’anni, un’altra era in pratica - si inseriva in
quello che comunemente si chiama slowcore
(quello di Codeine e Black Heart Procession,
per avere un’idea). Si tratta di qualcosa estremamente rallentato e minimale nell’utilizzo
della strumentazione. Ma l’ho sempre trovato caldo e rassicurante. Fra “I Could Live in
Hope” e “Things We Lost In Fire”, ci sono un
bel po’ di dischi, tra cui un live ed un album
metà cover e metà rarità, “Christmas”. Non
ebbi dubbi, “Things We Lost In Fire” era il
meglio del meglio sin qui prodotto. Una volta
messo in pari, ho potuto seguirli passo dopo
passo. Tra cui anche svariate volte dal vivo.
Ne ricordo un paio meglio di altre. Non necessariamente particolarmente interessanti. Una,
in occasione di concerto bolognese all’Estragon, con Alan nervosissimo. Presentavano
“C’mon”, uno dei dischi post “Things We Lost
In Fire”. L’altra, se la memoria non fa cilecca, sempre nel medesimo tour, al Primavera
Sound. Era un’ora indecorosa. Vidi un milione
di gruppi nella solita giornata e non stavo in
piedi. Trovai posto a sedere e non so come
feci a non addormentarmi. Cioè lo so, i Low
fecero un concerto incredibile e non volò una
mosca. Fra l’altro mi arresi definitivamente
all’idea di proseguire la mia esperienza al Primavera. Forse fu la mia ultima partecipazione.
O la penultima. Con l’ultima vissuta grazie ad
una programmazione adatta e selezionata con
cura come se dovessi entrare in geriatria per
il tagliando di mezza età. Così come mi capita
per gli Yo La Tengo con ‘I Heard You Looking’
- cioè l’attesa spasmodica di un brano in particolare, che più di altri ha da raccontare e ha
con sé un’infinità di ricordi - col mio compare
e accompagnatore ufficiale di concerti, quando tocca ai Low, aspetto sempre con un certa
ansia, spesso nemica del resto del concerto,
‘Sunflower’, e non potrebbe essere altrimenti, ed una canzone che si chiama ‘California’,
inclusa in “The Great Destroyer”, altro lavoro
egregio di quei Low che ho seguito in contemporanea. Qui solitamente partono sguardi
complici e commossi. Un po’ come accadrà al
Puccini, quando presenteranno “The Invisible
Way” (rece sul numero di marzo di Lungarno
NDR). Perché lo so, mi commuoverò a vederli
nuovamente sul palco. Però questa volta sarò
bello comodo, non uscirò da una prova tipo
Ironman per gli atleti del Primavera, ed al massimo mi sarò fatto dieci minuti di viaggio.
http://www.lenozzedifigaro.it/
ANGELO BARONE
AROLDO MARINAI
MARIATERESA SARTORI
PASSEGGERI
A cura di: Rosanna Tempestini Frizzi e Carolina Orlandini
Testi di: Mauro Panzera, Laura Vecere, Stephen Jay Gould
OPENING
venerdì 29 novembre 2013 6pm
29 novembre - 20 dicembre 2013
martedì - sabato 4 - 7 pm e per appuntamento
10 cose nuove
di riccardo sgamato
D
a che mondo è mondo, o meglio,
dalla prima rivoluzione industriale
ad oggi, il connubio industria/cultura non è mai stato troppo fortunato.
Vuoi per necessità, vuoi per interesse, raramente spuntano personaggi dediti ad arricchire
il territorio di beni materiali e cultura in egual
misura. Ma esistono le eccezioni (che eccezioni forse non sono e allora, fatevi avanti!), una
di queste è l’azienda LIRA S.R.L., che da anni
si occupa di recupero e affinazione di metalli
preziosi e parallelamente investe nel territorio
che la circonda, abbellisce l’ambiente con opere artistiche e dà spazio a giovani artisti.
Come? Ce lo facciamo spiegare da Angela Fattori, figlia “d’arte” a 360°.
Ciao Angela, quindi, ricapitolando, è davvero
inusuale che una ditta prettamente industriale
si dedichi con così tanta passione al mondo
dell’arte. Perché? Cosa ci guadagnate? Com’è
nato il tutto?
Mio padre, da sempre cultore di ogni forma
d’arte, passione di famiglia ereditata dal mio
nonno, è anche collezionista di arte antica,
moderna e contemporanea. Parte delle sue
collezioni sono state disposte dapprima nel
suo ufficio, poi si sono progressivamente estese agli spazi comuni della ditta, abbellendoli
e rendendoli decisamente più godibili per le
persone che lavorano con noi. I nostri uffici
e lo stabilimento industriale sono stati così
ingentiliti dalla presenza di quadri di pittori
moderni e contemporanei che dialogano con
alcuni pezzi più antichi delle cosiddette “arti
minori”, di cui era appassionato il nonno. In
alcuni casi, nella sala d’aspetto del reparto
fonderia per esempio, sono stati realizzati dei
dipinti ad hoc, con soggetto su commissione,
da un artista diventato molto famoso a Firenze, Clet, grande amico del babbo da sempre.
In questo modo, anche i nostri clienti possono
attendere il risultato di una lavorazione, rallegrati da un ambiente sicuramente più vivace
e stimolante, rispetto al panorama offerto dai
capannoni industriali della zona.
Per gli interni quindi è stata questione di buon
gusto. Ma per quanto riguarda il territorio
circostante? Dubito sia semplice rivalutare
un’area industriale tra scarichi, lamiere e tutto
quello che un’industria metallurgica comporta.
Recentemente la ditta ha acquistato un terreno nella zona industriale dove opera - tra
Industria
ad arte
Scandicci e Lastra a Signa - che era completamente incolto e degradato, una vera e propria
discarica a cielo aperto. Noi lo abbiamo bonificato, ripulito, riseminato, dandogli già così una
parvenza di giardino; inoltre ci abbiamo sistemato alcune opere d’arte, creando un piccolo
parco d’arte privato, ma comunque visibile a
tutti coloro che transitano nella zona o lavorano qui intorno. Nel nostro giardino hanno trovato spazio, tra l’altro, alcuni pezzi realizzati
da Clet per la città di Firenze, come la prima
versione dell’Omino del Ponte alle Grazie e il
Nasone allestito per un’esposizione temporanea sulla Torre di San Niccolò. Molte persone
che vedono il nostro giardino si soffermano
interessate e ci chiedono spiegazioni. Nel
nostro piccolo, siamo riusciti quindi a compiere un’azione culturale, cercando di rivolgerci
ad un pubblico più vasto e generico rispetto a
quello degli addetti ai lavori. Alcuni hanno apprezzato le nostre iniziative, si sono incuriositi,
non hanno avuto bisogno di capire per amare;
altri invece, più semplicemente, hanno rilevato
la piacevolezza dell’arte in un posto di lavoro,
che diventa così attuale, dinamico, seducente.
La vostra opera ha portato conseguenze
nell’immediato? Qualcuno vi ha seguito?
L’operazione che ha portato alla creazione
del nostro parco d’arte è senz’altro servita
come buon esempio per il vicinato. D’altra
parte l’ordine chiama l’ordine, il bello chiama
il bello. Alcuni terreni vicini sono stati puliti e
risistemati; magari alcuni sono diventati semplici parcheggi per i dipendenti, ma comunque,
danno un’immagine di maggiore ordine rispetto al degrado che c’era prima. Inoltre non essendoci più erbacce e vegetazione incolta che
serviva a nascondere i rifiuti, sono diminuiti
drasticamente gli sversamenti da parte dei
camion che venivano di notte e abbandonavano ogni tipo di rifiuto. Inoltre noi siamo stati
i primi in zona a bonificare i tetti dei nostri
capannoni, che erano coperti dall’amianto, e a
sostituirli con pannelli fotovoltaici e solare termico. Qualche azienda vicina anche su questo
fronte ha seguito il nostro esempio, puntando
non solo su interventi di miglioramento energetico, ma ristrutturando anche i propri stabilimenti con soluzioni architettoniche innovative,
rispettose dell’ambiente e decisamente attraenti; come dire che perfino le aree industriali possono avere un loro fascino.
Un lieto fine davvero sperato. Proseguirete con
la vostra opera? Avete idee in “cantiere”?
Cercheremo sempre di seguire questa filosofia, permettendo ai due mondi apparentemente antitetici dell’arte e dell’impresa di
costruire un dialogo costante, indissolubile
e in continua evoluzione. Vorremmo investire
maggiormente in progetti culturali finalizzati a
rilanciare l’immagine di una Firenze sempre
più proiettata verso il contemporaneo. Per
il momento, proseguiremo sulla strada del
nostro personale mecenatismo culturale, sostenendo l’attività di giovani artisti, di scuole
d’arte e di oreficeria, di brillanti gallerie fiorentine.
Bene. Questo era solo un piccolo, grande esempio, di come industria e arte possano convivere
una pacifica esistenza. D’altronde, il bello chiama il bello. Se non risponde, forse non avete
chiamato abbastanza forte.
http://www.lampafirenze.it/
MUSICA
7 novembre, h. 23.00
EVENTI
9 novembre, h. 16.30 in collaborazione con BRAC
TITTA NESTI E LIRON MEYUHAS
ASCANIO CELESTINI presenta il libro “Pro Patria”
In collaborazione con Aria Network Culturale
Ingresso libero
14 novembre, h. 21.30
23 novembre, h. 19.30
METAROCK presenta “Un Mare di Voce”
BETTA BLUES SOCIETY + MARINA MILOPULOS
C
M
17 novembre, h. 21.30 NIHAR MEHTA
In collaborazione con Aria Network Culturale
e River to River film festival
in collaborazione con BRAC
PAOLO NORI presenta il libro “La banda del formaggio”
novembre
Y
CM
MY
21 novembre, h. 21.30
DENNIS AND THE JETS
Proiezione documentario “I matti del rock and roll”
+ Live set con Dennis and the Jets in acoustic version
CY
CMY
K
SPAZIO
22 novembre, h. 21.30 ANNA GRANATA
PASOLINI frammenti in forma di rosa
teatro canzone
23 novembre, h. 21.30 Alfieri storytellers presenta
VISION OF DYLAN: UN NOBEL PER IL ROCK
Ospiti Massimo Bubola e Robyn Hitchcock
27 novembre, h. 21.30 AVANT@Spazio Alfieri presenta: WOLAND
www.spazioalfieri.it
spazioalfierifirenze
prevendite on line www.boxol.it
Novembre
venerdì 01
CANZONIERE GRECANICO SALENTINO
Auditorium Flog (FI) ing. 12/15 euro
VIRGINIANA MILLER
Tender Club (FI) ing. 10 euro
CI CREDO! NON CI CREDO!
Teatro Puccini (FI) ing. 15 euro
REAL ILLUSION
Teatro Verdi (FI) ing. 25/37 euro
TONY ROMANO PSYCO EXPLOSION
NOF Club (FI) ing. Libero
STOKER
Glue (FI) ing. Libero con tessera
SEARCHING FOR SUGAR MAN
Spazio Alfieri (FI) ing. 5/6 euro
NEDO DJ
Lost & Found (FI) ing. Libero
FINCOSTASSU’
Teatro del Cestello (FI) ing. NP
sabato 02
RESTYLING FACCIO TUTTO
Teatro Verdi (FI) ing. 25/37 euro
LA GRAMMATICA DI DIO
Teatro di Rifredi (FI) ing. 12/14 euro
PARTY
Glue (FI) ing. Libero con tessera
LA NOTTE DELLO SCORPIONE
Lost & Found (FI) ing. Libero
BOBO RONDELLI & L’ORCHESTRINO
Sonar (Colle Val d’Elsa) ing. 12 euro
PETER PIEK
NOF Club (FI) ing. Libero
ARROWS OF LOVE
Tender Club (FI) ing. NP
PUNKREAS
Auditorium FLOG (FI) ing. 10/12 euro
AUTENTICA W/LINKWOOD (GB)
Tabasco Club (FI) ing. NP
domenica 03
FINCOSTASSU’
Teatro del Cestello (FI) ing. NP
DAVID ZOLLO
NOF Club (FI) ing. Libero
lunedì 04
MONDIEUX JAZZ-MEETING SOUNDS
NOF Club (FI) ing. Libero
BENIAMINO
Teatro di Rifredi (FI) ing. 12/14 euro
CHI HA VINTO LE GUERRE DI BOSNIA?
Circolo Vie Nuove (FI) ing. libero
martedì 05
LOW
Teatro Puccini (FI) ing. 20 euro
mercoledì 06
NORGE/LED ZEPPELIN TRIBUTE BAND
Obihall (FI) ing. 10/17 euro
KAKI KING
Tender Club (FI) ing. 15 euro
BIG BLACK MAMA
NOF Club (FI) ing. Libero
FLORENCE QUEER FESTIVAL
Varie locations (FI) ing. NP
BENVENUTI IN CASA GORI
Teatro di Rifredi (FI) ing. 12/14 euro
L’AMORE CON ERODE
Glue (FI) ing. Libero con tessera
FEDELE ALLA LINEA/GIOVANNI LINDO
FERRETTI
Spazio Alfieri (FI) ing. 4/5 euro
giovedì 07
THE REGAL + RINASCERE SATIVA
Officina Giovani (Prato) ing. libero
TRIO DI PARMA
Teatro Verdi (FI) ing. 13/16 euro
ROCK CONTEST
Glue (FI) ing. Libero con tessera
HOT SPOT SWING
NOF Club (FI) ing. Libero
QUESTA SERA GRANDE SPETTACOLO!
Spazio Alfieri (FI) ing. 5/6 euro
TITTA NESTI E LIRON MEYUHAS
Spazio Alfieri (FI) ing. 5/6 euro
PASSOGIGANTE
Tender Club (FI) ing. NP
venerdì 08
BOBO RONDELLI
Keller Platz (Prato) ing. 15 euro
SALMO
Viper Theatre (FI) ing. 16 euro
SCENA MADRE
Teatro Cantiere Florida (FI) ing. NP
DISCORSI ALLA NAZIONE
UNO SPETTACOLO PRESIDENZIALE
Teatro Puccini (FI) ing. 18/22 euro
DUST N BONES
NOF Club (FI) ing. Libero
FLORENCE TATTOO CONVENTION
Fortezza da Basso (FI) ing. 15 €
UNA SERATA UNICA DEBUTTO
NAZIONALE
Teatro Verdi (FI) ing. 19/31 euro
LE AMICHE DELLA SPOSA
Glue (FI) ing. Libero con tessera
MARZIO PINZAUTI E FABIO PROSPERI
Lost & Found (FI) ing. Libero
VIRGINIANA MILLER
Sonar (Colle Val d’Elsa) ing. Libero
ADAM GRENN & FRANCESCO MANDELLI
Tender Club (FI) ing. NP
JOHNNY CLARKE & ROOTS DEFENDER
BAND
Auditorium FLOG (FI) ing. 10/12 euro
NOVECENTO
Teatro Lumiere (FI) ing. NP
sabato 09
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Teatro Dante (FI) ing. 20/35 euro
ETEREA POST BONG BAND
Glue (FI) ing. Libero con tessera
ASCANIO CELESTINI
Spazio Alfieri (FI) ing. Libero
BLUES BOY BARONTINI BAND
NOF Club (FI) ing. Libero
FLORENCE TATTOO CONVENTION
Fortezza da Basso (FI) ing. 15 €
999 + GIUDA + DEAD END STREET
Sonar (Colle Val d’Elsa) ing. 10 euro
DIXIE PARTY
Pinocchio Jazz (FI) ing. 8 euro
HANG ON NIGHT
Tender Club (FI) ing. NP
NOVECENTO
Teatro Lumiere (FI) ing. NP
3 ALLEGRI RAGAZZI MORTI
Auditorium FLOG (FI) ing. 10/12 euro
MUTE W/ DEVELOPER (USA)
Tabasco Club (FI) ing. NP
KODE9
Tenax (FI) ing. 8 euro
domenica 10
FLORENCE TATTOO CONVENTION
Fortezza da Basso (FI) ing. 15 €
NOVECENTO
Teatro Lumiere (FI) ing. NP
FINCOSTASSU’
Teatro del Cestello (FI) ing. NP
lunedì 11
TAVOLA ROTONDA
Circolo Vie Nuove (FI) ing. libero
MONDIEUX JAZZ-MEETING SOUNDS
NOF Club (FI) ing. Libero
martedì 12
LOCAL NATIVES
Viper Theatre (FI) ing. 18 euro
mercoledì 13
JAM SESSION BLUES
NOF Club (FI) ing. Libero
LO SCHERMO DELL’ARTE
Varie Locations (FI) ing. NP
PRISCILLA LA REGINA DEL DESERTO
Teatro Verdi (FI) ing. 28/59 euro
LES MISERABLES
Spazio Alfieri (FI) ing. 4/5 euro
giovedì 14
RIO MEZZANINO
NOF Club (FI) ing. Libero
SIR RICK BOWMAN + SANGUE DI RAPA
Officina Giovani (Prato) ing. libero
ROCK CONTEST
Glue (FI) ing. Libero con tessera
BETTA BLUES SOCIETY + MARINA
MILOPULOS
Spazio Alfieri (FI) ing. 5/6 euro
AMARINS & LE GATTE NERE
Tender Club (FI) ing. NP
venerdì 15
OPERA NOTTURNA
Teatro Cantiere Florida (FI) ing. NP
CINQUANTA SFUMATURE DI FRANCESCA
Teatro Puccini (FI) ing. 18/22 euro
SPRING BREAKERS
Glue (FI) ing. Libero con tessera
MANOVIVA
Spazio Alfieri (FI) ing. 5/6 euro
MEEZ PHEET
NOF Club (FI) ing. Libero
LAST MINUTE DIRTY BAND
Lost & Found (FI) ing. libero
PRETTY AND NICE
Tender Club (FI) ing. NP
NECESSARIAMENTE
Auditorium FLOG (FI) ing. 8/10 euro
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Perché a Firenze non c’è mai niente da fare...
LATTEX PLUS W/ BEN UFO (GB)
Tabasco Club (FI) ing. NP
sabato 16
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE
Teatro Dante (FI) ing. 11/24 euro
LA BELLA ROSASPINA ADDORMENTATA
Teatro di Rifredi (FI) ing. 12/14 euro
NEDO & THE BELLO’S
NOF Club (FI) ing. Libero
PARTY
Glue (FI) ing. Libero con tessera
NEXTECH SPECIAL
Fortezza da Basso (FI) ing. 27 euro
DIAFRAMMA
Sonar (Colle val d’Elsa) ing. 10 euro
SACRI CUORI
Pinocchio Jazz (FI) ing. 10 euro
UNDERGROUND YOUTH
Tender Club (FI) ing. NP
MASSIMO VOLUME
Auditorium FLOG (FI) ing. 10 euro
ARTIGIANARTE 2013
Obihall (FI) ing. 2/3 euro
domenica 17
lunedì 18
BITTOLO BON TRIO & CONTEMPORARY
DANCE NIGHT
NOF Club (FI) ing. Libero
martedì 19
PINOCCHIO
Teatro di Rifredi (FI) ing. 12/14 euro
mercoledì 20
FREDDY MAGUIRE / NEAR THE JAIL
NOF Club (FI) ing. Libero
CHIARA GALIAZZO
Teatro Puccini (FI) ing. 20/30 euro
AREA MISTA IMPROVISTI
Glue (FI) ing. Libero con tessera
LENNONYC
Spazio Alfieri (FI) ing. 4/5 euro
giovedì 21
DRUNKEN ROLLERS + HEADBANGERS
Officina Giovani (Prato) ing. libero
NON VORREI PARLAR D’AMORE
Teatro Puccini (FI) ing. 15 euro
SBANEBIO
NOF Club (FI) ing. Libero
ORT per OXFAM ITALIA
Teatro Verdi (FI) ing. 15/30 euro
DENNIS AND THE JETS
Spazio Alfieri (FI) ing. 5/6 euro
ERIN K
Tender Club (FI) ing. NP
BEENIE MAN & ZAGGA ZAW BAND
Auditorium FLOG (FI) ing. 13/15 euro
LE...SUE PRIGIONI
Obihall (FI) ing. 22 euro
KLUBB LOTTAROX W/ N-AI-V-E-S (GB/
FR/IT)
Tabasco Club (FI) ing. NP
venerdì 22
MARY HALVORSON & STEPHAN CRUMP
Sala Vanni (FI) ing. 15 euro
FRANÇOIS SCIORTINO
Six Bars Jail (FI) ing. 10 euro
PASOLINI “FRAMMENTI IN FORMA DI
ROSA”
Spazio Alfieri (FI) ing. Libero
HANNO TUTTI RAGIONE
Teatro Cantiere Florida (FI) ing. NP
THE GRACE TRIBUTO JEFF BUCKLEY
NOF Club (FI) ing. Libero
LA BELLA E LA BESTIA ON ICE
Mandela Forum (FI) ing. 20/36 euro
RIVER TO RIVER
Cinema Odeon (FI) ing. NP
PICCOLI OMICIDI
Glue (FI) ing. Libero con tessera
DEPECHE MODE vs DAVID BOWIE
Lost & Found (FI) ing. Libero
ROCK CONTEST
Tender Club (FI) ing. NP
CALAFOSCOPA PARTY
Auditorium FLOG (FI) ing. 5 euro
ACUSTICO
Teatro Lumiere ing. NP
sabato 23
RICORDA CON RABBIA
Teatro Puccini (FI) ing. 18/22 euro
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS +
ELECTRIC SUPERFUZZ
Glue (FI) ing. Libero con tesser
CUT & BLADE / JACOPO MEILLE
NOF Club (FI) ing. Libero
PAOLO NORI
Spazio Alfieri (FI) ing. Libero
ZIBBA & RAPHAEL “DOUBLE TROUBLE”
feat. BUNNA
Sonar (Colle Val d’Elsa) ing. 10 euro
CRISTIANO ARCELLI 5tet
Pinocchio Jazz (FI) ing. 10 euro
THE KAAMS
Tender Club (FI) ing. NP
I MINISTRI + THE DEATH OF ANNA
KARINA
Auditorium FLOG (FI) ing. 10 euro
domenica 24
PETER PAN ON ICE
Mandela Forum (FI) ing. 20/36 euro
MAPPAMITO
Spazio Alfieri (FI) ing. 5/6 euro
lunedì 25
MONDIEUX JAZZ / NO SENSE
NOF Club (FI) ing. Libero
martedì 26
NEGRAMARO
Mandela Forum (FI) ing. 34/42 euro
SASÀ SALVAGGIO SHOW
Teatro Puccini (FI) ing. 15/18 euro
LA LETTERA
Teatro di Rifredi (FI) ing. 12/14 euro
UN OTELLO ALTRO
Spazio Alfieri (FI) ing. 5/6 euro
SPECTRAL PARK
Tender Club (FI) ing. NP
venerdì 29
JASON 5
NOF Club (FI) ing. Libero
LA BORTO
Teatro Cantiere Florida (FI) ing. NP
IL MURO
Teatro Puccini (FI) ing. 18/22 euro
NELLA CASA
Glue (FI) ing. Libero con tessera
TENERISSIMO
CANGO (FI) ing. 5 euro
ROCK CONTEST
Tender Club (FI) ing. NP
SWINGROVERS + GATTI ROVENTI
Auditorium FLOG (FI) ing. 5/8 euro
MERCATO DI NATALE
Obihall (FI) ing. 5 euro
NON C’E’ DUE SENZA TE
Teatro Lumiere (FI) ing. NP
BRING THE NOISE W/ SPIDER (USA)
Tabasco Club (FI) ing. NP
sabato 30
mercoledì 27
JAM SESSION BLUES
NOF Club (FI) ing. Libero
BRIT FLOYD
Obihall (FI) ing. 25/38 euro
EMMA
Mandela Forum (FI) ing. 28/37 euro
THE ANSWER
Viper Theatre (FI) ing. 16 euro
ACROSS THE UNIVERSE
Spazio Alfieri (FI) ing. 4/5 euro
giovedì 28
TUTTE LE COSE INUTILI + VANAMUSAE
Officina Giovani (Prato) ing. libero
DISSONORATA
Teatro Cantiere Florida (FI) ing. NP
IT ONLY HAPPENS ONCE
NOF Club (FI) ing. Libero
ASTROPHONIX
NOF Club (FI) ing. Libero
MAX PEZZALI
Mandela Forum (FI) Ing. 30/38 euro
ITALIANE SI
Teatro Cantiere Florida (FI) ing. NP
WATER, PAPER, EARTH CONCERTO
Teatro Verdi (FI) ing. 16/20 euro
PARTY
Glue (FI) ing. Libero con tessera
JOY WELLBOY & BABYG
Sonar (Colle Val d’Elsa) ing. 10 euro
SIMONE GRAZIANO 5tet
Pinocchio Jazz (FI) ing. 10 euro
DIMARTINO
Tender Club (FI) ing. NP
CALIBRO 35
Auditorium FLOG (FI) ing. 10/12 euro
ww w.teatrodellapergola.com
Domenica 10 novembre _ ore 10.15/11.15/12.15
IN SUA MOVENZA è FERMO _ Visita spettacolo al Teatro della Pergola
Domenica 24 novembre _ ore 10.30
CREA IL TUO STEMMA _ Breve storia dell’araldica per bambini
Domenica 1 dicembre _ ore 10.15/11.15/12.15
VISITA STORICA al Teatro della Pergola
Novembre
da non perdere
Punkreas
Benvenuti in casa Gori
Non si fa affatto un torto a definire i Punkreas una band “storica” nel genere punk italiano anche se i puri e secchioni diranno la frase “le
loro sonorità sono spesso contaminate dallo ska” in una rima non voluta. Quando s’aveva 20 si andava in Emilia a ballare lo ska. Si partiva
con l’utilitaria della mamma, si attraversava la nebbia e si arrivava in questi posti come il Tempo Rock o il Fuoriorario. Lì, a 35 gradi e un
livello di umidità che avrebbe fatto arricciare anche un parrucchino, ci si scatenava sulle note di Canapa o di Toda la noche. Il 2 novembre
non fate i morti, venite alla Flog.
6 novembre
Teatro di Rifredi (FI) ing. 12/14 euro
ORT per OXFAM ITALIA
2 novembre - Auditorium FLOG - ing. 10/12 euro
Fedele alla linea
Era il 1986 quando Alessandro Benvenuti proprio al Teatro di Rifredi proponeva questo brillante monologo sui 10
membri della famiglia Gori. Lo spettacolo, scritto insieme a
Ugo Chiti, torna in qualche modo a casa da 6 al 10 novembre, in quel Teatro di Rifredi che si conferma incubatore di
esperienze di successo e comunità teatrale di rilievo nel
panorama regionale (e non solo).
Eterea Post Bong Band
Proprio qualche sera fa ero seduto a un tavolo di un locale fiorentino e accanto a me 2 donne sui 35 anni si scontravano animatamente sull’argomento aureo “Il cambiamento di Giovanni
Lindo Ferretti”. La discussione partiva per entrambe (come per
altre migliaia di discussione sullo stesso tema) con la doveroso
premessa “i CCCP per me hanno rappresentato una tappa fondamentale della mia crescita” e ingredienti scontati a seguire.
Ecco cosa penso: al di là delle esternazioni filo-vaticaniste, degli
articoli sulla fecondazione assistita, sugli endorsement alla destra cattolica, Giovanni Lindo Ferretti resta una mente eccelsa
che vale SEMPRE la pena ascoltare, soprattutto quando si è in
disaccordo. Perché ha il dono della profondità di spirito.
A giugno del 2008 finisco in una festa a Roma, quartiere portuense. Praticamente su un terrazzo di una casa c’era un impianto
e, in mezzo a circa 50 persone, 4 scalmanati che bevevano, parlavano, bevevano, ridevano, bevevano, mangiavano pistacchi. E
poi hanno preso gli strumenti e hanno iniziato a suonare fino alle
6 di mattina. Li seguo più o meno da lì. C’è poco da aggiugere,
sono proprio ganzi, nell’essenza del termine.
9 novembre
Glue - Alternative Concept Space (FI)
ing. libero con tessera
Importante appuntamento con la solidarietà in programma
al Teatro Verdi il 21 novembre. L’ORT appoggia e sostiene
le attività di Oxfam Italia ospitando un concerto diretto da
Massimiliano Stefanelli con le soprano Laura Giordano e
Alessandra Rezza, le mezzosoprano Valeria Sepe e Annalisa Stroppa, il tenore Cataldo Caputo, i baritono Vittorio
Vitelli e Mario Cassi, il tenore Antonio Poli e il basso Paolo
Pecchioli e con la straordinaria partecipazione di Luciana
D’Intino. I fondi raccolti saranno devoluti ad Oxfam Italia,
da anni impegnata a combattere l’ingiustizia della povertà
(www.oxfamitalia.org).
21 novembre
Teatro Verdi (FI) ing. 15/30 euro
Max Pezzali
6 novembre - Spazio Alfieri (FI) ing. 4/5 euro
FIRENZE OGGI • CO
SA
A
C’È
FIRENZE OGGI • CO
A
SA
C’È
A
C’È
FIRENZE OGGI • CO
A
SA
C’È
Grande Max Pezzali, grandi gli 883, grandi. E non lo dico in fase celebrativa come le compilation riarrangiate. E Grazie, grazie per
aver parlato degli sfigati della provincia, delle marche di jeans, di cose in una lingua banale, con i modi di dire, una retorica da sfigati.
Grazie perché non è che c’è sempre da citare Wenders, ascoltare Jannacci o pensare a Nick Cave (che va tutto bene, sia chiaro).
C’è anche da accettare che tutti noi, tutti, siamo stati almeno una volta in una delle situazione che descrive Max e tutti noi abbiamo
canticchiato una canzone sentita alla radio o abbiamo fatto gli idioti in macchina. Mi piace Max Pezzali.
30 novembre - Mandela Forum (FI) ing. 30/38 euro
FIRENZE OGGI • CO
SA
piccole incursioni nel sottobosco locale
La Scena
Io sostituirei volentieri il concetto di “condivisone” con quello di “esportazione”. La cultura
ha l’obbligo morale di esportare i suoi prodotti
al di fuori della propria realtà territoriale, altrimenti possiamo benissimo parlare di folklore, non di cultura. Riflettendo sull’ambito
a me più vicino, quello musicale, possiamo
facilmente constatare che i più grandi gruppi
italiani cantano in italiano, mentre i rappresentanti di molti paesi d’Europa in inglese. Non è
giusto additare il pubblico, bensì i suoi educatori, ovvero gli operatori, gli amministratori.
Il provincialismo (anche delle grandi città, si
badi bene) è una marca tutta italiana, che intorpidisce le menti e uccide la cultura.
Identificati, in qualche modo
David Matteini, 25 anni, nato e cresciuto a
Firenze. Sto finendo - era l’ora - i miei studi
in letterature e culture europee all’Università
degli Studi di Firenze e parallelamente dedico
anima e corpo al progetto musicale Bad Apple
Sons, di cui sono chitarrista. Da quest’anno
mi diletto anche nel nobile esercizio della disoccupazione, ma di questo preferisco non
parlare. Amo frequentare e discutere la scena
fiorentina da sempre, in tutte le sue felici (ed
infelici) manifestazioni musicali, teatrali, artistiche, culinarie.
Cos’è per te LA SCENA?
Credo che il fermento culturale di una città
debba guadagnarsi e meritarsi il titolo di Scena. Altrimenti il rischio che diventi un semplice Salotto è sempre in agguato. Mi spiego: è
troppo facile chiosare affermando che la scena sia un “luogo di condivisione, di scambio”
e così via. Ora, è essenziale concentrarsi meglio su queste facili categorie. Si parla spesso
e volentieri delle scene di Bristol, di Berlino,
di Manchester e di mitiche età dell’oro. Ma, al
di fuori di Firenze (ma anche dell’Italia più in
generale), si parla della scena di Firenze, di che ne so - Milano o Bologna? La risposta ce
l’avete su un qualsiasi flyer a portata di mano.
A
Perché credere ne LA SCENA?
Perché far crescere la scena significa anche
uscire dal proprio salotto e impegnarsi con
ogni mezzo (e, certamente con qualche sacrificio) nel farla conoscere al di fuori delle propria
mura casalinghe. Una scena è tale se messa
al confronto con le altre. Serve il coraggio del
confronto e Firenze, in questo senso, si sta
lentamente risvegliando. L’Italia, ahimé, no.
i provinciali
Niente
è più
come
prima
Prato nell’ultimo mese è stato inaugurato un bel bocciodromo ed ha
chiuso uno dei più apprezzati spazi culturali della città, il Compost.
Un’immagine simbolo per una grigia città autunnale? Non crediamo. Sicuramente, però,
un’immagine italiana. Come detto nel numero
scorso il fermento è tanto (e vivo) in questa
città. Ecco alcuni appuntamenti, infatti, per i
quali vale la pena spostarsi dal Lungarno al
15
di Pratosfera
Lungobisenzio per una sera o due: Videominuto, 21esima edizione, quest’anno a metà
novembre a Prato. L’edizione, dal titolo “Share
it! l’economia della condivisione”, vuol essere
una riflessione sulla Sharing economy generatrice, oggi, di nuovi rapporti tra le persone,
che utilizzano il baratto, il prestito e lo scambio: dal software libero, al crowd funding, dal
carpooling a portali di condivisione di conoscenza. Da non perdere sicuramente la “Notte
del Minuto” al Teatro Politeama di Prato il 16
novembre 2013, dove oltre ad essere proiettati i video vincitori del concorso, sarà ospite
il testimonial di questa edizione, il fumettista/
regista Gipi (avete visto l’ultimo video dei Massimo Volume fatto da lui? ecco, guardatelo, validissimo). Altri due eventi da segnalare, questa volta di carattere musicale: Bobo Rondelli
e l’Orchestrino, 8 novembre al Keller Platz (lo
sappiamo che conoscete questo locale solo
per i suoi concerti di cover band, anche noi
siamo rimasti sbalorditi da questa location,
ma apprezziamo lo sforzo) e il 23 novembre
The Cyborgs al Capanno Blackout (tenete
sott’occhio la loro programmazione, che ci
sono alcuni nomi validi). Il primo, il cantautore livornese, noi lo preferiamo in versione più
“intimista”, ma ci hanno detto che sul palco
con l’orchestrino lo spettacolo è garantito.
I secondi hanno aperto Bruce Springsteen
quest’estate in Italia, l’anno scorso Iggy Pop:
sono in due e sembrano sette, ascoltateli. Posto dove cenare prima di questi eventi? Cibino
Take Away, in via Magnolfi, in pieno centro: ottimi piatti (anche da asporto) a prezzi modici
per gli amanti del Km0, con due proprietarie
molto buffe e pittoresche.
foto: Augusto Biagini - www.pratosfera.com
16
un sex symbol al mese di il moderatore
una non precisata (ma di certo illuminata) mente alle prese con la vera essenza della bellezza
Adam Ant
N
on sono di certo il primo a riconoscere che il periodo immediatamente successivo allo scoppio del punk è stato un incredibile fermento di suoni a dir poco
eccitanti, e a quell’epoca Adam Ant era un tipo avanti anni luce.
Era il 1979 quando il disco di debutto “Dirk Wears White Sox”, sfasciò le classifiche inglesi, con una inedita line-up a due batterie, che dopo le chitarre dei Pistols e dei
Clash, puntava l’assalto sul fattore ritmo, caratteristica che costò il frettoloso bollino di
“Burundi Rock”, appioppato dalla stampa agli Adam and the Ants, contorno bandistico al
pittoresco, egocentrico e fascinoso leader.
Certo è che non fu soltanto il suono a far schizzare il gruppo al primo posto, quanto
soprattutto lo strabordante look elaborato da Adam, una pazzesca miscela di BarrylindonNapoleonico-Piratesco che fece piazza pulita delle creste colorate e aprì la strada ai new
romantic, che dopo pochi anni cannibalizzarono il mercato popular-musicale. La vecchia
volpe Malcom McLaren, orfano dei Sex Pistols, fiutò da subito il potenziale del gruppo e
con la scusa di fargli da manager si inculò (in senso figurato, si intende) l’intera backing
band di Adam, estasiato dall’esuberanza ritmica di quei musicisti, alchimia perfetta per
realizzare il suo progetto di gruppo etno-pedofilo denominato Bow Wow Wow, ennesimo
tentativo di conquista delle classifiche che non portò a granché, mentre Adam, trovata una
nuova spalla in un chitarrista mezzo italiano (Marco Pirroni), sparò altri due best-seller, uno
dei quali - “Prince Charming” - dal titolo giustamente autoincensatorio, per poi scomparire
in una trascurabile carriera solista.
Meteora sì, meteora no, non mi venite a dire che Johnny Depp non abbia mai guardato
al look di Adam Ant per il suo Jack Sparrow, o che l’edulcorato Chris Martin abbia preso
ispirazione per le sue giacche militari soltanto dai Beatles di Sgt. Pepper, perché c’è qualcosa che non mi torna...
http://unsexsymbolallasettimana.blogspot.it/
the harsh truth of the camera eye di antonio viscido
“Buoni propositi per il nuovo anno: iniziare a studiare il jazz.”
www.dkgrafica.com
SAbATO 9 E dOmENIcA 10 NOVEmbrE
SAbATO 16 NOVEmbrE
aCCademia dei perSeveranTi S.p.a.
dOmENIcA
10 NOVEmbrE
aSSoCiazione
Campi liriCa
aCCademia dei perSeveranTi S.p.a.
aSSoCiazione Campi liriCa
WalTerS produzioni
SAbATO 16 NOVEmbrE
SAbATO 9 E
IL bArbIErE dI
SIVIGLIA
IL bArbIErE
dI
libretto di Cesare Sterbini
SIVIGLIA
musica di Gioacchino Rossini
libretto
CesareMagnatta
Sterbini
direzione
AlandiFreiles
musica
di Gioacchino
Orchestra
Nuova Rossini
Europa
direzione
AlaneFreiles
regia
Guglielmo
NicolaMagnatta
Visibelli
Nuova Europa
interpreti principaliOrchestra
Juan Possidente,
Elena
regia Guglielmo
e Nicola Visibelli
Belfiore, Alejandro
Escobar, Francesco
Facini,
interpreti principali
Juan Possidente,
Elena
Paolo Pecchioli,
Maria Tomassi
Belfiore, Alejandro Escobar, Francesco Facini,
Paolo
Pecchioli,6Maria
Tomassi
VENErdì
dIcEmbrE
TeaTro delle Celebrazioni
VENErdì
dIcEmbrE
oniin d6
anCe Company.iT
TeaTro delle Celebrazioni
oniin danCe Company.iT
cOrrUPTION
cOrrUPTION
coreografie Daniela Rapisarda
e Alessandro Vacca
coreografie
Rapisarda
con Gianluca
Battaglia,Daniela
Francesco
Ciani,
e Alessandro
Alessio Marchini, Sara
Pennella,Vacca
Elisa
con Gianluca Battaglia,
Francesco Vacca
Ciani,
Solieri, Alessandro
Alessio Marchini,
Pennella,
Elisa
regiaSara
Daniela
Rapisarda
Solieri, Alessandro Vacca
regia Daniela Rapisarda
VENErdì 24 GENNAIO
mariano anagni per la QuanTum S.r.l.
produzioni
WalTerS
IL
cAPPELLO
dI
PAGLIA
dI
fIrENZE
IL cAPPELLO dI
WalTerS produzioni
PAGLIA
dI fIrENZE
di Eugene Labiche
WalTerS produzioni
adattamento di Sandro Querci coreografie
di
EugeneBorsini
Labiche
Riccardo
con Claudia Cecchini,
adattamento
di Sandro
Querci
coreografie
Fabrizio Checcacci,
Piero
di Blasio,
Stefania
Riccardo
Borsini
con Claudia
Cecchini,
Fratepietro,
Emiliano
Geppetti,
Camillo
Fabrizio
Checcacci,
Piero
di Blasio,
Grassi, Sandro
Querci,
Elena
Talenti,Stefania
Fratepietro,
Emiliano
Geppetti,
Francesca Taverni
regia
Sandro Camillo
Querci
Grassi, Sandro Querci, Elena Talenti,
Francesca Taverni regia Sandro Querci
VENErdì 20 dIcEmbrE
SoCieTà muSiCale
VENErdì
20 dIcEmbrE
miChelangiolo paoli
SoCieTà muSiCale
miChelangiolo paoli
duke ellington
sacred
concert
duke
ellington
S
J
o concert
sacred
unriSe
azz
rCheSTra
coro Sesto in Canto
S
unriSe
Jazz Voces
orCheSTra
coro
Animae
coro
Canto
voce Sesto
solistain
Maria
Loscerbo
coro
Animae
Voces
pianoforte
Massimiliano
Calderai
voce
solista
Loscerbo
maestro
dei Maria
cori Edoardo
Materassi
pianoforte
Massimiliano
Calderai
direttore Stefano Rapicavoli
maestro dei cori Edoardo Materassi
direttore Stefano Rapicavoli
SAbATO 8 fEbbrAIO
VENErdì 24 GENNAIO
geza & The bohemian virTuoSi
mariano anagni per la QuanTum S.r.l.
geza & The bohemian virTuoSi
UScIrÓ dALLA TUA
IN TAXI
UScIrÓVITA
dALLA
TUA
di K. Waterhouse e W. Hall
VITA
TAXI
con Franco Castellano,
MariaIN
Letizia
Gorga,
di K. Waterhouse
e W.
Hall
Maximilian
Nisi, Ketti
Roselli
con Franco
Castellano,
Maria
Gorga,
adattamento
e regia
PinoLetizia
Ammendola
Maximilian Nisi, Ketti Roselli
adattamento e regia Pino Ammendola
VENErdì 28 fEbbrAIO
Compagnia gli ipoCriTi
VENErdì 28 fEbbrAIO
PrETTY
UN mOTIVO
PEr
PrETTY
ESSErE
cArINI
UN mOTIVO PEr
di Neil LaBute
ESSErE
cArINI
traduzione Lorenzo Amato
Compagnia gli ipoCriTi
di Neil LaBute
con Filippo Nigro, Fabrizia Sacchi,
traduzione Lorenzo Amato
Dajana Roncione
con Filippo Nigro, Fabrizia Sacchi,
Regia Fabrizio Arcuri
Dajana Roncione
Regia Fabrizio Arcuri
ultimi
ultimi
giorni...
giorni...
abbonati!
abbonati!
il
il dante
dante
partecipato
partecipato
un
genio
di
un genio di
teatro
teatro
TEATRO DANTE
TEATRO
DANTE
CAMPAGNA ABBONAMENTI
CAMPAGNA
2013-2014 ABBONAMENTI
ABBONDANTE:
2013-2014 130 €
abbonamento
a tutta
la stagione
ABBONDANTE: 130
€
ACCOMODANTE:
91
€
abbonamento a tutta la stagione
abbonamento a91
5 spettacoli
ACCOMODANTE:
€
abbonamento a 5 spettacoli
Piazza Dante, 23 Campi Bisenzio– tel. 055 8940864
Apertura
biglietteria
martedì,
giovedì,
e sabato
Piazza Dante,
23 Campi
Bisenzio–
tel. venerdì
055 8940864
dalle 15.30
alle 19.30martedì,
(i giorni giovedì,
di spettacolo
daeun’ora
Apertura
biglietteria
venerdì
sabato
prima15.30
dell’inizio)
dalle
alle 19.30 (i giorni di spettacolo da un’ora
prima dell’inizio)
il dante2013-2014
partecipato
STAGIONE
il
dante
partecipato
STAGIONE
2013-2014
un genio
di teatro
un genio di teatro
SAbATO 8 fEbbrAIO
GEZA & THE
bOHEmIAN
GEZA
& THEVIrTUOSI
Concerto di archi e pianoforte ideato da
bOHEmIAN
Geza
Hosszu-Legocky VIrTUOSI
Concerto di archi e pianoforte ideato da
Geza Hosszu-Legocky
SAbATO 29 mArZO
e20inSCena di STefano maSCagni
SAbATO 29 mArZO
c cOmE cHANEL
di Valeria Moretti
c
cOmE cHANEL
costumi Alessandro Lai
e20inSCena di STefano maSCagni
di Valeria Moretti
scenografia Guido Caodaglio
costumi Alessandro Lai
con Milena Vukotic e David Sebasti
scenografia Guido Caodaglio
regia Roberto Piana
con Milena Vukotic e David Sebasti
regia Roberto Piana
18
stop-down di sandro bini
pillole di fotografia
Il mestiere
della scelta
D
opo tredici anni di onesta carriera
come fotografo e docente di fotografia, mi sono convinto che il lavoro del fotografo non sia semplicemente quello di fare fotografie ma soprattutto
quello di scegliere e di sceglierle: “il mestiere
della scelta”. Già provare a diventare fotografi
è una strana decisione per la sua problematica collocazione sociale, economica, culturale
nel panorama contemporaneo. Ma tutto nel
lavoro di un fotografo è esercizio e facoltà di
discernimento. Si sceglie perché, cosa, quando e dove fotografare (ovvero le motivazioni, i
temi, i soggetti, i tempi e il luoghi del proprio
catturare o costruire immagini), e l’atto fotografico in se stesso, per citare Dubois, è sempre una drastica selezione e trasposizione
dal continuum spaziale e temporale del reale.
Dallo spazio (potenzialmente infinito) si sele-
ziona un rettangolo,
un quadrato, una
porzione di campo e
la si ritaglia con il
mirino; dal flusso
temporale continuo
congeliamo un preciso istante, “un momento
decisivo” e depositiamo il tutto su una superficie, bidimensionale (muta e immobile) di carta
o luminosa (schermo). Ma anche dal punto di
vista tecnico tutto in fotografia come avvertiva
Vilem Flusser è un esercizio di selezione e di
scelta fra opzioni già programmate. Tanto che
la libertà fotografica non è l’immaginazione al
potere, ma una sorta di libertà controllata, di
opzioni fra possibilità date e reali, e questo,
attenzione, anche per quanto riguarda la postproduzione: scelta del programma e scelta fra
una gamma di strumenti preconfezionati per
ottenere un determinato “effetto”. E che dire
poi del cosiddetto editing? Che cos’è l’editing
se non la scelta, la selezione per l’impaginazione e la presentazione delle fotografie
realizzate? Bene tutto questo solo per dire
che fotografando esercitiamo e alleniamo le
nostre “capacità politiche”, che sono sempre
capacità di selezione e di scelta fra opzioni
date, possibili e reali.
www.deaphoto.it
credit photo: © Sandro Bini, “White Screen” (2010)
basta stare tranquilli di simona santelli
Mah, viaggiare.
V
iaggiare per lavoro stanca. Ma ha i suoi
punti positivi. Uno: se viaggi per lavoro
hai un lavoro. Due: a volte c’è tempo
per fare colazione doppia. La prima, cartonatissima, la fai di corsa alla stazione, vuole
il menùcolazione? Il menùcolazione comprende
caffè o cappuccino, brioche e spremuta o succo.
Latte e arancia, tutto giù. Partiamo alla grandissima, vai. Tempo di salire sul treno. La seconda
colazione la fai quando scendi. E in genere sai
dove andare, perché questo tipo di trasferte si
riducono a uno barra due destinazioni. Ergo, le
affermazioni - Ah che bello sei sempre in giro,
perlomeno vedi “posti nuovi”- Così spezzi la
monotonia dell’ufficio! - sono parzialmente inesatte. È vero, se stai girando come una trottola
non puoi contemporaneamente vestire i panni
del paramecio intento ad effettuare il countdown
dei minuti che passano davanti a uno schermo
a tubo catodico, che la Megaditta ha pure bloccato l’accesso ai social network, quindi manco
mezzo video su Youtube. Manco una sbirciatina
ai menù di Benedetta, remembering Wilmona De
Angelis. Non hai le cornee in fiamme davanti a
un file di excel e una fila di anatemi musicati dal
flauto di un satiro come colonna sonora. Non subisci pause caffè con i colleghi che non bevono
caffè e non fumano. Pausamerda, che pausate
a fare, se non vi avvelenate come potete nei 10
minuti di stacco dal lavoro che rende liberi. Se
stai viaggiando non respiri l’anidride carbonica
di un open space sovraffollato dove altri 20 più
o meno nerd come te fermentano eau de ribollita
per 10 ore al giorno. Se stai viaggiando non ti
sfiora l’idea- lo so, lo so, è terrificante- di googlare quante calorie al dì si consumano muovendo il
mouse (che peggiore di questa ricerca c’è forse
solo auto-googlarsi). Pensi che forse c’è una vita
oltre lo schermo. Fatto sta che accadono tanti
incontri sgradevoli, soprattutto se dopo il menùcolazione ti accomodi in un vagone economy
dell’alta velocità e intorno a te la gente seppur
intimata da una voce elettronica in filodiffusione
non ha nessunissima intenzione di abbassare la
suoneria del cellulari ed il tono della voce. C’è
un hare krishna che sgranocchia un gambo di sedano da Firenze a Milano, ore 7 della magnana.
C’è una bambina cinese che finisce di mangiare
un McMorte Breakfast Edition, comincia a intrecciarsi ben bene su se stessa strusciandosi ai sedili carichi di mondo e la mamma le dice mettiti
seduta per bene, mettiti seduta per bene, mettiti
seduta per bene, mettiti seduta per bene, mettiti
seduta. Per. Bene. E alla fine lei vomita. Mai una
t-shirt di Hello Kitty fu più splatter. Cambi vagone, di corsa, ti infili in prima, pronto a tirare fuori
la storia della piccola bambina cinese vomitante
in caso di borbottìi del controllo del personale
di bordo. Ma nessuno viene a offrirti, che ne so,
dei tarallini. Un succhino alla pera. Anzi, la solita voce in filodiffusione ti avverte che su questo
treno non è disponibile il servizio di ristorazione.
E nel frattempo passa l’inserviente con il carrellino sfigato, un addetto grasso, ma grasso tanto,
è felliniano, respira rumorosamente. Il sedere si
fa strada a fatica nell’angusto pertugio centrale
costellato di bagagli, il corridoio è un’intercapedine micidiale e sbatte contro tutto e ci vorrebbe
un segnale acustico e luminoso a indirizzargli la
via. Il mio vicino chiede un’asfittica merendina
Bauli e una bottiglietta d’acqua, -sono QUATTRO
EURO E QUARANTA- Sputacchia il ciccione asciugandosi la fronte madida. Il guaio è che deve cercare l’acqua smanettando in fondo al frighetto
bar e per farlo si piega un po’ e vedo le cuciture
dei pantaloni sul retro che soffrono molto e mi
viene in mente una scena di “7 chili in 7 giorni”,
quando il cardinale fa dei ridicoli esercizi di allungamento e gli si apre la tuta sulle chiappe.
Ridacchio ma non c’è nulla da ridere. Quattro
euro e quaranta, Quando si dice soldi spesi
bene. Il cibo in mobilità ha dei costi allucinanti.
Peggior posto gli aeroporti. Ho visto sandwich
che voi umani, ragazzi, OTTO EURO per due fette
di pane con del formaggio fuso sopra. Prende
una fame cane, una volta atterrati. C’è il rilascio
della tensione. Perché quando si è in partenza il
pensiero va sempre a come sarebbe schiattarsi.
Voi le guardate le istruzioni di sicurezza per salvarsi nel caso di avaria? Cioé, al grido di BRACE!
BRACE! Sareste in grado di replicare la demo
che avete più volte fallimentarmente tentato di
staccare dal retro di quegli anti ergonomici sedili
blu cobalto? Le istruzioni in caso di avaria sono
come quando chiedo le informazioni stradali. Il
cervello si spegne. Puf. Scusi, per la stazione?
Si allora deve girare laggiù in fondo poi prende la
rotonda e lì il cervello si autoimpanica e comincia a farmi gnegne gne gne gne gne gen gnegne
non ti sento non ti sento non ti sento la la la la la
la non ti sento non ti sento... gira a destra ed è
arrivato. Ah, ok. Molto, molto bene. Caffè.
palestra robur di leandro ferretti
lezioni di ginnastica culturale per fiorentini
19
Targhe di divieto
A
ppaiono in molti punti della città: via
dei Magazzini, via del Fico, Borgo Tegolaio, la chiesa di Ognissanti. Sono
piccole targhe che spuntano dai muri
degli edifici, o meglio emergono perché sono
come inghiottite, in alcuni casi. Risultano di
difficile lettura in molti casi, perché i fitti caratteri sono stati spesso confusi dai secoli,
cinque o anche sei, che sono passati dal momento della loro apposizione. Sono targhe di
divieto, in maggior
parte collocate dagli Otto di Guardia
e Balia, istituzione
di magistratura che
si occupava di casi
di polizia e pubblico
ordine ai tempi della Repubblica Fiorentina, mantenuta
poi anche in epoca
Granducale finché
Pietro Leopoldo riformatore non se
ne stancò e la abolì
nel 1777.
Tra i loro doveri,
figurava quello di
occuparsi di un fe-
nomeno oggi assai di moda, i’dddegrado. Con
le loro targhe, piene di curiose scelte linguistiche, gli Otto vietavano la musica e le attività
rumorose, comprendendo in queste ultime anche certi giochi “strepitosi” (ovvero cagione di
strepito) come le pallottole e la ruzzola; di far
pipì per strada (in San Lorenzo), altra piaga
tramandatasi fino a oggi; di lavarsi e lavare
nella fontana del Nettuno; di vendere cocomeri in piazza Strozzi, e di recarsi per questa
attività in Santa Maria Novella.
Oltre al misto tra solennità e singolare sintassi, le targhe incutevano timore per il rigore
delle punizioni applicate: non era infrequente
che banali infrazioni si risolvessero nei terribili
“tratti di corda”, che vedevano il condannato
strattonato per i piedi. Altri tempi, stessi problemi. Le targhe rimangono lì e si offrono ai
nostri occhi curiosi, simbolo di continuità tra
la città di oggi e quella che fu, vivente testimonianza che non abbiamo inventato nulla: prova
ne sia che in San Pier Maggiore, dove una targa vieta di vendere ortaggi, oggi stazioni uno
degli ultimi verdurai ambulanti di Firenze.
dal 5 al 15 novembre
I PILASTRI DELLA SOCIETÀ
di Henrik Ibsen - diretto e interpretato da Gabriele Lavia
Presentando alla cassa del teatro Lungarno di novembre si avrà
diritto a due biglietti ridotti Under26.
La promozione è valida per gli spettacoli
dal 12 al 15 novembre fino ad esaurimento dei posti disponibili.
20
the italian game di ivan carozzi
Scenari anni 70-80
in una prospettiva retromaniaca
20 Maggio 1990. Baggio firma per la Juventus e lascia Firenze. In città scoppia la
rivolta. “Cassonetti bruciati, semafori divelti, auto distrutte, cinquanta feriti e contusi. Quindici arresti e 54 fermati, vasi gettati dalle finestre contro i poliziotti. Coverciano assediata per alcune ore, il centro stampa del Comunale assaltato, qualche
danno e lampi di fiamme. Sfilano i pullman, con i turisti allibiti. Sabato comincia
cosi: l’odore dei lacrimogeni, le ambulanze che si rincorrono, le luci offuscate dai
bollori della rivolta, le pattuglie dei carabinieri sparse nelle piazze e nelle vie”.
Un’immagine degli scontri seguiti alla notizia della
cessione di Baggio alla Juventus. Notizia tanto più
bruciante perché arrivata pochi giorni dopo la vittoria
dei bianconeri sui viola in finale di Coppa Uefa.
Nell’aprile 1956, una copia del celebre rapporto sullo stalinismo divulgato per volontà di Kruscev ai soli membri del PCUS (esclusi gli altri partiti comunisti invitati)
durante il XX congresso di partito, venne fatta pervenire all’ex sindaco di Firenze
Giorgio La Pira. La copia gli venne consegnata in gran segretezza, e in forma non
ufficiale, dall’ambasciatore russo Bogomolov.
Sul quotidiano La Stampa, da cui sono prese le notizie di Italian
Game, il 17/1/2005 compare per la prima volta il nome di un altro
sindaco: Matteo Renzi. Il contesto è quello di un convegno della
Margherita, a Fiesole. Rutelli arriva in ritardo, mentre “Romano Prodi
è lì da un’ora e un quarto, ma finalmente gli indefessi duellanti possono mimare la scena della stretta di mano; cameramen e fotografi
accendono i motori”. In fondo al pezzo, ecco così citato Renzi.
Un concerto a Torino del cantante aretino
Pupo, nel 1980, cioè all’epoca di “Su di
noi”, la canzone che lo portò al successo.
“Sono felicissimo della vostra presenza,
qui in questo locale e in questa città, che
amo in modo particolare. Ora tutti seduti,
poi distribuirò le cartoline, gli autografi,
sarò in mezzo a voi. Questa canzone l’ho
scritta un giorno alla stazione di Torino,
mentre ero in attesa che il mio treno ripartisse per Parigi”.
La classifica dei 33 e dei 45 giri l’11
aprile del 1980. “Su di noi” di Pupo è al
settimo posto tra i 45 giri.
http://theitaliangame.tumblr.com
parole 21
di sara loddo
ROLF LAPPERT
Pampa Blues
ERRI DE LUCA
Sotto la pressa del sole
VANESSA ROGGERI
Il cuore selvatico del ginepro
Con uno stile cinematografico, derivante dagli
anni spesi come sceneggiatore dall’autore,
Pampa Blues racconta la storia di un piccolo
paese della provincia più remota d’Europa, abitato da un gruppo di strambi personaggi amanti delle bevute serali. Fra questi c’è Maslow,
elemento di spicco e proprietario dell’intero
paese e Ben, il protagonista, un sedicenne
con la passione per la meccanica e il sogno
dell’Africa, costretto ad una routine paralizzante e a vegliare sul nonno. Con lo scopo di rilanciare l’economia del paese e farlo diventare
una nuova Roswell, Maslow metterà in piedi un
progetto bizzarro, che avrà delle conseguenze
inaspettate. Pubblicato nella collana per ragazzi Feltrinelli Kids, è un romanzo adatto anche a
un pubblico adulto.
“Ci sono libri che si incontrano in tempi difficili. Si
acquistano su una bancarella con il pretesto di
riscattare dall’abbandono una vecchia edizione.
Poi li si espone alle proprie intemperie e vengono fatti a pezzi dall’intensità con cui si leggono le
righe, si sfogliano le pagine”. Così Erri De Luca
fa proprio “Viaggio al termine della notte” di
Cèline, assimilandolo al suo viaggio personale:
quello quotidiano attraverso la metropolitana di
Napoli e quello esistenziale, che lo riporta nella sua città natale al seguito di un amore. Un
amore che mostrerà la sua fugacità e si rivelerà sfuggente come l’appartenenza dell’autore a
una città che non perdona chi se ne va.
Ambientato alla fine dell’Ottocento in un paese
dell’entroterra sardo dominato dalle superstizioni, il romanzo della scrittrice esordiente narra le vicende della ricca e numerosa famiglia
Zara. La storia ha inizio con la nascita della settima figlia, Ianetta, colpevole di essere arrivata
la notte dei morti e di essere portatrice di malformazioni interpretate come un chiaro segnale
demoniaco. La bambina, rifiutata e accusata di
essere “coga”, ovvero strega, vive ai margini
della famiglia e vive in sintonia con bestie e
piante, i soli esseri viventi a non temere il suo
contatto. L’eccezione è rappresentata da Lucia,
primogenita di casa Zara, la più bella e buona
della famiglia, l’unica in grado di vedere oltre le
superstizioni.
224 pp. - Feltrinelli - 2013
Ebook 24 pp. - Feltrinelli Zoom - 2013
216 pp. - Garzanti - 2013
Can’t explain
VANESSA DIFFENBAUGH
Il linguaggio segreto dei fiori
359 pp. - Garzanti - 2011
I fiori possono voler dire molte cose. Al di là del loro aspetto esteriore, nell’epoca vittoriana ad ogni pianta è
stato attribuito un significato. Così il cactus indica l’amore appassionato, mentre la calendula è sinonimo di
dolore. Vittoria, la protagonista del romanzo, conosce questi e molti altri significati dei fiori, per i quali ha una
vera e propria dote, che si accompagna alla capacità di comprendere e dare alle persone quello che vogliono.
E saranno proprio i fiori che le permetteranno di superare i traumi di un’infanzia passata in solitudine, senza
famiglia e che, infine, gliene regaleranno una.
22 suoni
di Lespertone
PEARL JAM
Lightning Bolt
Monkeywrench
A scanso di equivoci, qui nessuno vuol
salire sul carro dei perdenti. Nel senso
che non è che stessimo aspettando la
stecca del nostro gruppo (non) preferito
- non è la prima, fra l’altro - per buttar
giù litri di bile sui social network o per
fare i ganzini superiori con gli amici. Tipo,
i Pearl Jam? Mai ascoltati. Anche perché
coi Pearl Jam ci siam cresciuti. Ma il nuovo “Lightning Bolt” è un disco bruttino.
Abbiamo anche nome e cognome del colpevole, con la complicità della band. Si
chiama Brendan O’Brien. E tra qualche
riga vi spieghiamo perché è colpa sua. È
disco bruttino almeno quanto l’Avocado
e più di “Backspacer”, che tre o quattro brani più che dignitosi li aveva. Ma che è successo? Manca il
sangue, ecco. Nessuno ovviamente si era illuso di avere indietro il sudore e la passione degli esordi.
Anzi. Gli anni passano e nessuno te li rende. È giusto che una crescita ci sia e che qualcosa cambi, ma
non così. Via via che passano i dischi il suono è diventato sempre più piatto, gli assoli sempre più banali
ed i ritornelli sempre più piacioni aka stracciamutande. Plastica. Rimane la voce di Vedder, lì andiamo
sul sicuro. Ma il problema è che - e qui ci riallacciamo al colpevole - non ci potete spacciare ‘Mind Your
Manners’ come la nuova ‘Spin the Black Circle’. Che non ci potete dare in pasto un secondo singolo
diabetico come ‘Sirens’. No, non si può. Ed il fatto è che questi non sono neanche i brani peggiori del
disco. Ora, possibile che dopo “No Code”, O’Brien (che ha prodotto quasi l’intera discografia della band)
non si sia confrontato con la band e non gli abbia detto: ehi ragazzi, questa è la strada giusta per crescere, percorriamola. Possibile che comunque non si riesca ad assottigliare le differenze che ci sono fra la
stessa band, dal vivo e in studio? Perché se ci riascoltiamo su disco brani tipo ‘Corduroy’, ‘Dissident’,
‘Rearviewmirror’ - ma potremmo citarne molti altri – non ci parlano quasi più, mentre se ce li sentiamo
dal vivo ci emozioniamo ancora come se avessimo vent’anni? Il punto è questo, non ci si emoziona più.
E per un gruppo che ha costruito la sua carriera sulle emozioni, è un po’ complicato trovare il filo. Oltre
al disco che non funziona, ci sono un altro paio di cose che fanno girare le palle. I detrattori di cui sopra,
che buttan merda così a caso e che forse rendono “Lighning Bolt” migliore (no, non è vero). E i fan, quelli
che dicono, eh però non sono più quelli dell’inizio. Oppure, io dopo ‘No Code’ (qualcuno anche ‘Yield’),
nulla. Tutta una serie di circostanze che ci hanno sciupato il rito dell’attesa del nuovo disco dei Pearl Jam.
Però no, non ci sciuperanno l’attesa di vederli ancora una volta dal vivo. Perché tanto lo sappiamo tutti
che renderanno belle anche ‘Sirens’, ‘Mind Your Manners’, ‘Infallible’, ‘My Father’s Son’ e ‘Getaway’. Oh
poi magari chissà, un domani ci sta che cambino anche produttore. Tanto mica ci si dimentica come si
fa a scrivere canzoni belle.
CHELSEA WOLFE
Pain Is Beauty (Sargent House)
Non siam così sicuri del
fatto che Pain is Beauty,
ma siamo più che sicuri
che, “Pain is Beauty”, il
disco, sia meraviglioso. La Wolfe ha trovato
l’equilibrio perfetto tra i suoni lugubri degli
esordi ed un barlume di luce in fondo al tunnel. Non che all’improvviso sia pop e che
questa luce sia così accecante. Epic, rocknoir può andare?
WILLIAM ONYEABOR
World Psychedelic
Classics Vol.5 – Who
is William Onyeabor?
(Luaka Bop)
Gli stessi compilatori
del quinto capitolo di
World Psychedelic Classics, via Luaka Bop
di David Byrne, non sono così sicuri di chi
sia William Onyeabor. Forse neanche lui lo
sa. Sappiamo solo che era il capo di un misconosciuto villaggio della Nigeria. E che il
suo funk di fine ’70 non teme confronti con
Parliament e Funkadelic. Vi sono piaciuti i
Goat? Bene, partite da qui.
SPINDRIFT
Ghost of the West –
Original Soundtrack
(Tee Pee)
Datisi appuntamento
per riformarsi definitivamente nel 2009 nella stanza del Joshua Tree Inn dove è stato
trovato morto Gram Parsons, gli Spindrift
omaggiano il mondo cinematografico e musicale western dopo un tour di cinque settimane speso fra oltre venti città fantasma
dell’America più nascosta. La Golden Era
dei cowboy e i fuorilegge più pericolosi sono
qui.
La discoteca Bigiotteria di musica italiana
SERGIO CAPUTO Un sabato italiano (1983)
“Parla piu’ forte, ti telefono da un night” - Siete astemi? Avete poca dimestichezza con le bevande alcoliche e
non sapete come fare? Niente di piu’ semplice: acquistate “Un sabato italiano” di Sergio Caputo, mettetelo
in riproduzione, ascoltate e leggete i testi. Ogni canzone è abbinata ad un cocktail, con tanto di minuziosa preparazione. Un professionista dell’abbinamento swing-club-drink il talentuoso cantautore romano, ultimo uscito
del mitico Folk Studio, esordisce in pratica con questo disco nel 1983. Un disco jazz-swing che racconta di
locali fumosi, storie tormentate e solitarie ed ironiche riflessioni. Un disco da bar newyorkese con un lessico
talmente elevato da essere utilizzato nell’ambito accademico negli Stati Uniti nei successivi anni come esempio di poesia contemporanea italiana. Probabilmente uno dei piu’ grandi cantautori che la storia della nostra
musica abbia avuto: autore ironico, nazionalpopolare al punto giusto e talmente amante del jazz da scappare
proprio negli U.S.A. per cimentarsi da chitarrista, con ottimi risultanti negli anni successivi al questo esordio.
Da mettere subito in ascolto : “Cimici e bromuro” e “E le bionde sono tinte” e “Night”. Ovviamente con un
drink. Cin cin!
Riccardo Morandi
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