ciari (a Castelleone ad esempio, la Sorini), di panetteria, di

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ciari (a Castelleone ad esempio, la Sorini), di panetteria, di
ciari (a Castelleone ad esempio, la Sorini), di panetteria, di biscotteria.
Il distretto della meccanica fine a Castelleone presenta peculiarità significative. Innanzitutto il comune costituisce il quarto polo industriale della provincia
(dopo Cremona, Crema e Casalmaggiore) con 276 imprese industriali attive. Se a
questo si aggiunge il numero delle imprese attive dei comuni limitrofi (Madignano,
Montodine, San Bassano, Fiesco, Formigara, Moscazzano, Ripalta Arpina e
Gombito) si hanno un totale di 603 realtà imprenditoriali attive nel settore industriale. Ciò che rende questʼarea differente rispetto agli altri insediamenti industriali della provincia è la presenza del tessuto di piccole imprese meccaniche,
per lo più conto-terziste specializzate in lavorazioni particolari, e di pochissime
medie imprese che invece realizzano un prodotto finito (soprattutto attrezzaggi
per macchine utensili, macchine per la lavorazione marmi, macchine bobinatrici e
altri impianti industriali).
Tutti i principali comuni dellʼarea castelleonese presentano una concentrazione di
addetti nei settori della metalmeccanica ben al di sopra della media provinciale
(34%) e regionale (38%). A Castelleone il 41% delle imprese industriali operano
nel settore metalmeccanico, contro una media regionale del 23%. Nel polo castelleonese gli addetti nel settore metalmeccanico superano le 1.400 unità.
Il polo industriale sovracomunale di Castelleone-Madignano è individuato
dal Ptcp come polo di valenza intercomunale; i comuni che hanno sottoscritto il
Protocollo dʼIntesa per la realizzazione del polo sono: Castelleone, Formigara,
Fiesco, Gombito, Madignano, Montodine, Moscazzano, Ripalta Arpina
Non si tratta di un PIP rivolto alla piccola utenza locale ma lʼobiettivo generale è di creare le condizioni perchè imprese di una certa dimensione in cerca di
aree attrezzate pronte trovino in questo territorio la loro sede, generando nuove
occasioni di lavoro.
sistema agricolo
Lʼagricoltura a Castelleone ha vissuto le medesime trasformazioni dei territori cremaschi, del lodigiani, del bresciani. Vi è stato, intorno alla fine degli anni ʼ70, un
consistente passaggio dallʼallevamento di bovini allʼallevamento di suini e alla
coltivazione del mais.
In particolare lʼallevamento suinicolo, che nasce a conduzione familiare, ha preso
il sopravvento a Castelleone su quello delle mucche da latte nellʼultimo decennio:
sul territorio comunale ci sono attualmente circa 50 mila maiali. Dieci anni fa se
ne registravano circa duemila.
Di conseguenza anche il fabbisogno di mais per la produzione di mangimi per
suini è cresciuto notevolmente. Nella maggior parte delle aziende, il mais prodotto
non viene utilizzato direttamente come alimento per il proprio allevamento, ma
viene venduto non trattato a una ditta mangimicola in cambio di un forte sconto
sul mangime trattato, arricchito di sali minerali.
Il produttore ha veri e propri contratti con le ditte, e al produttore vengono forniti
maiali, assistenza veterinaria, assicurazione in cambio di manodopera e spazio.
Nei pressi di Castelleone spicca la presenza della latteria di Soresina.
Il territorio di cui fa parte la zona di raccolta di Latteria Soresina rappresenta il
cuore della zootecnia da latte in Italia. Castelleone è uno dei comuni presso i
quali il latte viene prelevato per una successiva distribuzione sul territorio.
Castelleone è uno dei comuni con il maggior numero di allevamenti (36) e maggiore SAU superficie agricola utilizzata (3571,8 ha).
Occupati per classe di età ed attività economica (Cremona, dettaglio comunale - Censimento 2001)
agricoltura
Classe di età da 15 anni in poi
15-19
20-29
30-54
55 e più
Totale
Castelleone
3
19
133
38
193
Crema
2
43
164
57
266
Soresina
2
23
147
28
200
Totale
105
1242
5793
2208
9348
17
Uno sguardo portato alla scala provinciale fa cogliere lʼespansione delle realtà imprenditoriali più rilevanti e produttive, con aziende agricole di maggiori dimensioni che marginalizzano le minori. La proprietà dei terreni è quasi sempre
dellʼazienda stessa.
Le imprese sono in maggioranza di dimensione medio grande (29,5% tra i 20 e
50 ettari, 18,81% da 50 a 100). Si riscontra una differenza rispetto ai dati provinciali che registrano un maggior numero di imprese più piccole.
Dal confronto tra i dati dei censimenti 1982-1990-2000 si nota una progressiva diminuzione del numero delle aziende (nellʼordine del 30-50% in dieci anni ) a
fronte di una sostanziale parità di superficie aziendale globale (-10%).
Dal confronto con le aziende censite dai vari registri amministrativi (camera di
commercio) si ha maggiore riscontro rispetto ai censimenti passati, e questo dovrebbe essere il dato che denuncia la forte riduzione delle cosiddette microaziende, piccoli appezzamenti condotti per uso interno alle famiglie.
Gli aspetti più qualificanti del panorama colturale possono essere così sin-

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