La cornice sinfonica

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La cornice sinfonica
18 — la cornice sinfonica
Il pianismo
di Trifonov,
Wang e Sokolov
Prosegue il calendario
cameristico della Società
Veneziana di Concerti
L
di Letizia Michielon
la cornice sinfonica
a Stagione musicale organizzata dalla Società Veneziana di
no TV, la radio (Radio Russia, WFMT Radio (Chicago,
USA), KUHF Radio (Houston, USA) ed etichette discografiche quali Classical Records (Russia) e Zvuk Agency (Russia).
Per il suo debutto a Venezia propone un esordio chopiniano che passerà dall’atmosfera viennese del Grande Valzer Brillante op. 18, al virtuosismo giocoso dell’op.10 n.8 e
del Rondò op.5, per giungere alle raffinate architetture melodiche dell’Andante spianato e Polacca brillante op.22 e del
Notturno op. 62 n. 1, gioiello dell’ultimo stile chopiniano;
nella seconda parte della serata verranno invece riproposti gioielli skrjabiniani come i Sei Preludi op. 13 e la struggente Sonata op.23, lavori della prima fase creativa, così in-
Concerti si conclude in maggio
con tre appuntamenti di sicuro richiamo, nei quali giovani talenti che già si
sono imposti all’attenzione del pubblico e della critica internazionale, come
Daniil Trifonov e Yuja Wang, si alterneranno sul palcoscenico della Fenice
con quello che ormai viene considerato il massimo pianista vivente, il russo
Grigory Sokolov, amatissimo dal pubblico veneziano.
Il diciannovenne Trifonov, pupillo
di Tatiana Zelikman e attualmente allievo di Sergei Babayan al Cleveland
Institute of Music, suonerà al teatro
veneziano il 3 maggio dopo la recente
vittoria al Concorso Pianistico Internazionale della Repubblica di San Marino e le trionfali tournèe che sono seguite alla sua affermazione. Si tratta in
realtà solo dell’ultimo successo conseguito dal giovane russo. Il suo palma
res comprende infatti numerose vittorie (IV International Scriabin Competition, Moscow Open Artobolevskaya
Competition for Young Pianists, International Competition Memory of
Mendelssohn, International Television Competition for Young Musicians, Chamber Ensembles Festival
«The Return», Romantic Music Festival for Young Musicians, 5th Intertensamente suggestionati dal linguaggio armonico e dalnational Chopin Competition for Young Pianists). Si è
le forme chopiniane.
esibito in Russia, Europa, Cina, Canada, USA e IsraeSokolov, che si esibirà il 17 maggio, opta invece per un
le, suonando con numerose orchestre (tra cui Moscow
programma meditativo che spazia dalla maestria conChamber Orchestra, Nizhniy Novgorod Philharmotrappuntistica della Partita in do minore BWV 826 di Bach
nic Orchestra, Yaroslavl Philharmonic Orchestra, Sibeall’intimismo delle Fantasie op. 116 di Brahms, permearian Symphony Orchestra, Republic of San Marino Symte di fiamminghismi e consumata sapienza
phony Orchestra, «Musica Viva» Chamber
compositiva; completa il concerto l’esubeOrchestra, «Gnessin’s Virtuosi» Chamber
rante Sonata in fa minore op. 14 di Schumann,
Orchestra) e partecipando a diversi festival
Venezia – Teatro La Fenice
Daniil Trifonov
autore di cui ricorre nel 2010 il duecentesimusicali internazionali (Rheingau, Cre3 maggio, ore 20.00
mo della nascita.
scendo, New Names, Arpeggione, Santo
Emerge con chiarezza da questa impoStefano, Dame Myra Hess Series, InterGrigory Sokolov
stazione
come il fulcro indagato da Sokonational Festival Institute at Round Top).
17 maggio, ore 20.00
lov sia costituito dalle radici storiche che
Ha inciso per la televisione (Channel One,
nutrono il linguaggio romantico di SchuRussia), Kultura TV Channel (Russia),
Yuja Wang
mann, trait d’union tra le ardite costruzioNizhny Novgorod TV (Russia), San Mari24 maggio, ore 20.00
ni del pensiero bachiano e i sofisticati polittici brahmsiani, miniature tardive dalle infinite nuances, tanto più rivelatorie quanto più abilmente sommesse, sussurrate. Posta come bastione conclusivo, l’op. 14 appare come originale ipotesi per reinventare la grande forma, facendo tesoro
della tecnica rielaborativa bachiana e delle recenti soluzioni architettoniche realizzate nei polittici giovanili, che parecchi anni dopo suggestioneranno, con i loro nuovi spunti, le riflessioni
brahmsiane.
La stagione si concluderà con il recital
della Wang, previsto
il 24 maggio. La ventunenne pianista cinese è ormai una star famosa in tutto il mondo. Dal 2005, anno
del suo debutto con
la National Arts Center Orchestra sotto la
direzione di Pinchas
Zukerman, si è esibita con le più prestigiose orchestre internazionali, tra le quali le
Orchestre Sinfoniche
di Baltimora, Boston,
Chicago e Houston, la
Sinfonica del Nuovo
Mondo, l’Orchestra
di Filadelfia e la Sinfonica di San Francisco, la Tonhalle, la Filarmonica Cinese, la
Filarmonica di Nagoya e la Sinfonica NHK
di Tokyo. Nel 2006 ha
debuttato con l’Orchestra Filarmonica di
New York, nel 2007 si
è esibita a Leeds (Regno Unito) e ha compiuto un tour dei Paesi
Bassi con l’Orchestra
Filarmonica di San
Pietroburgo, diretta
da Yuri Temirkanov;
nel 2008 ha suonato
negli Stati Uniti con
l’Academy of St. Martin in the Fields diretta da Neville Marriner. In questa stagione apparirà per la prima volta con quattro
orchestre statuniten-
si, tutte dirette da Charles Dutoit. Debutterà inoltre con
l’Orchestra Sinfonica di Londra sotto la direzione di Michael Tilson-Thomas e con l’Orchestra del Festival di Lucerna diretta da Claudio Abbado. Terrà un recital presso l’Elizabeth Hall a
Londra e come camerista suonerà presso il
92nd Street Y a New
York, in collaborazione con gli «Zukerman
Chamber Players».
Il programma veneziano spazia dal pianismo rigoglioso degli schumanniani Études Symphoniques op. 13,
sublime esempio di invenzione strumentale
e di tecnica della variazione, alle trascrizioni
lisztiane di Schubert,
autore che proprio
Schumann contribuì
in modo determinante ad avvalorare quale genio da affiancare,
per pregnanza e spessore musicale, al grande Beethoven. L’effettismo della scrittura
lisztiana rende ancora
più fulgidi alcuni celebri Lieder di Schubert,
da Gretchen am Spinnrade a Auf dem Wasser zu
singen fino a Der Erlkönig e rende consequenziale l’accostamento con Prokof’ev, di
cui la Wang presenterà alcune delle più avvincenti Visions Fugitives op. 22 – audace rilettura del polittico di
tradizione romantica – e la Sonata per pianoforte n. 6 op. 82, composizione irruenta e
strumentalmente impervia che con la Settima e l’Ottava appartiene alle cosiddette
«Sonate di guerra». ◼
Sopra: Yuja Wang;
a fianco: Daniil Trifonov.
Nella pagina a fronte:
Grigory Sokolov.
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la cornice sinfonica — 19
20 — la cornice sinfonica
Alla Fenice
la bacchetta di
Kitajenko e Inkinen
L
di Mirko Schipilliti
Russia di K itajenko, i duecento anni dalla nascita di Robert Schumann, i centocinquanta anni dalla nascita di Mahler, sono alcuni leitmotiv
della stagione sinfonica della Fenice, che toccano i con-
la cornice sinfonica
a
menti indiretti a Schumann e alla sua Sheherazade dell’Album per la gioventù. L’evocazione delle tradizioni coinvolge anche Debussy in Images (Immagini), ispirandosi a
Inghilterra, Spagna e Francia, dove Rondes de printemps riprende una canto popolare francese.
Proprio nel concerto del giovane finlandese Pietari Inkinen, si rinnova invece l’appuntamento col ciclo sinfonico dedicato a Schumann, nella revisione di Mahler. Il
trentenne finlandese è frutto della scuola direttoriale di
Jorma Panula e Leif Segerstam all’Accademia Sibelius di
Helsinki, che nell’ultimo decennio ha sfornato e affermato giovani bacchette. Un bel banco di prova sono quindi la Seconda sinfonia di Schumann e la Prima di Brahms.
Contrariamente alla grandezza di Schumann come artista, compositore e intellettuale romantico,
la sua produzione sinfonica è ancora ingiustamente svalutata, erroneamente sradicata dai suoi detrattori da quella cameristica e liederistica. Al di là delle
avvertite debolezze nell’orchestrazione, che hanno
suggerito a Mahler alcuni ritocchi nella strumentazione, il tematismo ricorrente alla base dell’unità strutturale della Sinfonia n.2, l’ispirazione lirica
dell’Adagio, il contrappunto, il coinvolgimento interiore, riflettendo «la resistenza dello spirito contro le mie condizioni fisiche» di quel periodo, sono
principi essenziali che definiscono anche il particolare colore strumentale di tutta l’opera schumanniana. Amico stretto, con la Sinfonia n.1 Brahms debutta nel mondo della sinfonia dopo gli esordi col
Concerto per pianoforte n.1 e le due serenate. Rigoroso e attento elaboratore, tanto esigente nella forma quanto ispirato nelle idee, Brahms sfida la sto-
certi diretti da Dmitrij Kitajenko e da Pietari Inkinen. Kitajenko è ormai una vecchia conoscenza alla Fenice, esperto nel repertorio russo, ma soprattutto in Shostakovich, di cui ha registrato l’integrale sinfonica, e del quale propone ora la Sinfonia n.9. L’immagine comune del sinfonismo di Shostakovich non è certo di spensieratezza né di libertà di contenuti, specchio della repressione dittatoriale sovietica, della sofferenza e della solitudine
dell’artista, dell’impegno socio-politico più o meno
evidente, del rapporto diretto e infelice con la storia contemporanea. Ma tinte grevi e schive, severità, oscurantismo non sono i tratti della Nona sinfonia, umoristica, inaspettata luce nel mondo creativo di Shostakovich, che la ritraeva come «una cosetta allegra. I musicisti si divertiranno a suonarla
e i critici a stroncarla», visto che «un clima luminoso e solare prevale nella Nona», facendo l’occhiolino al neoclassicismo. Favola e tradizione popolaria con un genere a cui solo Schumann aveva osato ritorre sono invece protagonisti in Rimskij-Korsakov e Denare nel 1841 (con quella che diventerà la sua Quarta), a
bussy, che si affiancano nel programma. Tutta la passio17 anni dalla Nona di Beethoven, e in cui Brahms mette
ne di Rimskij-Korsakov – grande maestro nell’orchestrapiede solo nel 1862. Proprio quella Nozione e nel colorismo sinfonico – per la
na riecheggia nell’ultimo movimento:
fiaba e il folklore si estrinseca nei suoi
«anche un asino se ne sarebbe accorpoemi sinfonici e nelle sue opere come
Venezia – Teatro La Fenice
to», commentava Brahms con ironia. ◼
nella celeberrima suite sinfonica Shehe5, 6 giugno, ore 20.00
razade, ispirata ai racconti delle «Mille e
concerto diretto da Dmitrij Kitajenko
una notte», col mare e le sue trasfigurazioni nel timbro strumentale che fanno
In alto a sinistra: Dmitrij Kitajenko;
11, 12 giugno, ore 20.00
da padroni. Un programma con riferisopra: Pietari Inkinen.
concerto diretto da Pietari Inkinen
la cornice sinfonica — 21
I
di Letizia Michielon
A lessandro Tortato è
stato da poco nominato direttore artistico dell’Accademia di San Giorgio. Già direttore principale del
gruppo, Tortato è subentrato alla direzione artistica dopo l’elezione di Massimo Contiero alla guida del Conservatorio «Benedetto Marcello». Allievo per la direzione
di Kuhn, Maag, Karabtchevsky, Jarvi e Panula, la svolta
nella sua carriera avviene nel 2003, con la vittoria al concorso internazionale di Maikop (Russia), successo grazie
al quale è stato invitato a dirigere alcune tra
le più prestigiose orchestre europee quali la
Berliner Kammerphilharmonie nella celebre Philharmonie di Berlino.
Durante la sua intensa attività concertistica ha guidato prestigiose orchestre italiane (I Pomeriggi Musicali, Sinfonica di Pescara, Sinfonica Abruzzese, Orchestra Filarmonica Romana, Orchestra dell’Accademia della Scala, Orchestra da Camera del
Friuli-Venezia Giulia, Filarmonia Veneta,
I Cameristi della Fenice, Filarmonica Marchigiana) e straniere (Kajaani Chamber Orchestra, Parnu City Orchestra, Edinburgh
Youth Orchestra, Moscow Chamber Orchestra, Adygeya Republic National Symphony, Berliner Kammerphilharmonie,
Ensemble Orquestra de Cadaques, Kharkov Philarmonic, Filharmonia Sudecka,
Orchestra Filarmonica di Sibiu). Alla formazione musicale ha affiancato gli studi
universitari, laureandosi in Scienze storicopolitiche presso l’Università di Padova e in Storia presso
l’Università di Venezia. Ha pubblicato per Rossato Ortigara, la verità negata (oggi in settima ristampa) e per Mursia
La prigionia di guerra in Italia 1915-1919.
Maestro, come è nato il feeling con l’Accademia di San Giorgio?
Nel 2003, in occasione dello Stipendium conferitomi
dall’Associazione Richard Wagner di Venezia, ho diretto l’orchestra nell’ Idillio di Sig frido. Ci siamo trovati subito
l quarantenne veneziano
bene e da lì sono nate ulteriori occasioni di collaborazione. Quest’anno ad esempio abbiamo concluso la Stagione Sinfonica del festival di Ravello.
Quali saranno le linee guida del suo progetto artistico?
Mi impegnerò affinchè l’Accademia di San Giorgio diventi anche nominalmente l’Orchestra da Camera di Venezia. Vorrei che il complesso, grazie a un auspicato supporto pubblico e privato, si collocasse artisticamente
tra la Fenice e le realtà barocche cittadine, proponendo
programmi essenzialmente classici. L’Isola di San Giorgio Maggiore potrebbe così diventare una sorta di meta musicale obbligata per chiunque giungesse a Venezia, sull’esempio di quanto realizzato a Londra dall’Academy of St. Martin in the Field. L’idea, ispirata da Rilke,
è quella di creare un festival dal tema «Le pietre di Venezia» comprendente opere di autori che sono passati nel
corso della loro vita per la città lagunare, lasciandosene
suggestionare.
la cornice sinfonica
Alessandro Tortato e
l’ Accademia Musicale
di San Giorgio
Quali sono i vostri prossimi impegni?
Riprenderemo l’attività concertistica in primavera. Alcuni degli appuntamenti saranno diretti da me, altri verranno affidati ad artisti ospiti di chiara fama. In giugno suoneremo repertorio mozartiano ad Amalfi, nell’ambito del Festival delle Repubbliche Marinare, manifestazione prestigiosa che sarebbe bello potere importare anche a Venezia. ◼
Sopra: Alessandro Tortato.
Sotto: Joseph Mallord William Turner,
San Giorgio Maggiore – Mattino presto,
1819 (acquerello, 22,3 x 28,7).
22 — la cornice sinfonica
È «Tempo di sonate»
Cinque concerti illustrati
dell’Archivio Fano
alla Fenice
di Vitale Fano
D
15 maggio al 28 giugno avrà luogo la terza
edizione del ciclo di concerti dell’Archivio Musicale Guido Alberto Fano alle Sale Apollinee
del Teatro La Fenice. L’iniziativa, che inquadra come di
consueto la musica da camera del compositore padovano in contesti tematici di respiro europeo, s’intitola Tempo di sonate, e presenta vari esempi dell’impiego delle forme classiche nella musica di Fano e di alcuni importanti autori fra Otto e Novecento. La composizione di sonate, quartetti, sinfonie, è uno degli aspetti attraverso cui si
può osservare il tentativo dei compositori italiani di innestare nella tradizione nazionale l’acquisto della nuova cultura europea ottocentesca. Sulle orme del maestro Martucci, negli ultimi anni dell’Ottocento, Fano scrive una
Sonata per pianoforte e violoncello e una per pianoforte solo, che costituiscono, assieme al Quartetto, il nucleo
la cornice sinfonica
al
sicologia all’Università di Padova, testimonia l’interesse degli autori italiani verso il quartetto, considerato il genere più
rappresentativo della musica strumentale.
Il secondo concerto vedrà il 22 maggio il pianista Bruno
Canino eseguire con il violoncellista Vittorio Ceccanti la Sonata per pianoforte e violoncello di Fano, la seconda Sonata di Fauré e la Suite italiana di Stravinskij. Presenterà il concerto il musicologo Pier Paolo De Martino dell’Università
di Napoli.
Il 13 giugno, nel programma intitolato Il pianoforte dell’Italia
unita, il pianista veneziano Pietro De Maria suonerà in prima esecuzione in tempi moderni, e in prima assoluta a Venezia, la Sonata in Mi maggiore di Fano (elogiata da Busoni nel 1913) assieme alla Sonata op. 58 di Chopin, autore fra
i più amati dai pianisti italiani del secondo Ottocento e veicolo della diffusione del repertorio europeo nella penisola.
La presentazione del concerto sarà a cura di Antonio Rostagno, professore di musicologia all’Università La Sapienza di Roma.
Gli ultimi due appuntamenti, a margine del tema principale, presentano aspetti diversi della produzione cameristica e vocale di Fano.
Nel concerto del 20 giugno (Incipit vita nova), accanto ai Wesendonk Lieder di Wagner vi sarà l’anteprima di un cd di liriche di Fano eseguite dal contralto Sara Mingardo e dal pia-
attorno a cui si articola il ciclo, che trova collegamenti interessanti con brani
analoghi di musicisti come Cherubini,
Bazzini, Chopin, Fauré. Tempo di sonate guarda dunque a quel momento della storia della musica italiana ed europea in cui si è ritenuto che i tempi fossero maturi per il recupero delle forme strumentali classiche, ma al tempo
stesso sancisce che è giunto il momento di presentare al pubblico le sonate di
Fano eseguite da grandi interpreti.
Il primo appuntamento, Quartetti italiani, si terrà il 15 maggio e vedrà il Quartetto d’archi di Venezia presentare un cd
di quartetti di Cherubini, assieme a un
Quartetto di Bazzini e a quello di Fano. Il
programma, che sarà presentato da Sergio Durante, professore ordinario di mu-
Venezia
Sale Apollinee del Teatro La Fenice
15 maggio, ore 20.00
Quartetto d’archi di Venezia
22 maggio, ore 20.00
Bruno Canino, pianoforte
Vittorio Ceccanti, violoncello
13 giugno, ore 20.00
Pietro De Maria, pianoforte
20 giugno, ore 20.00
Sara Mingardo, contralto
Aldo Orvieto, pianoforte
28 giugno, ore 20.00
Stefano Zanchetta, violino
Massimo Somenzi, pianoforte
nista Aldo Orvieto. Il concerto sarà presentato da Massimo Contiero, direttore
del Conservatorio di Venezia.
L’ultimo appuntamento avrà luogo
il 28 giugno e sarà la replica di un concerto-narrazione dal titolo Un italiano a Berlino, effettuato nella capitale tedesca da Stefano Zanchetta (violino), e
Massimo Somenzi (pianoforte). Il percorso narrativo, letto da Vitale Fano, ripercorrerà i due mesi trascorsi a Berlino da Guido Alberto nel 1905, e ricostruirà la sua tournée di concerti attraverso le lettere e i giornali dell’epoca. ◼
A sinistra: Bruno Canino;
a destra: Guido Alberto Fano.
la cornice sinfonica — 23
Philippe Graffin,
un francese
per Elgar
grandi classici come il Poème di Chausson (riportato alla ribalta nella prima versione, per quartetto d’archi, pianoforte e violino, dal manoscritto fortunosamente ritrovato a Parigi in una bancarella lungo la Senna) e la Tzigane di Ravel, e a riproporre pagine dimenticate come la Sonata di Bruno Walter e i Concerti per violino di Gabriel Fauré, Camille Saint-Saens e del compositore inglese Samuel
Coleridge-Taylor.
In tal senso va interpretato il recupero del Concerto per
violino di Elgar, frutto di una puntuale quanto appassionata ricognizione sulle fonti autografe, che ha permesso
a Graffin di risalire alla stesura originale del compositore,
di Alberto Castelli
isolando i contributi dovuti all’intervento di Fritz Kreisler, che per primo eseguì il concerto (con
romosso dalla rivista «C lassi Elgar sul podio) l’11 novembre 1910.
cFM» nella top ten del violinismo
A parlarcene è lo stesso violinista: «Ho
mondiale, Philippe Graffin debut- Padova – Auditorium Pollini
avuto notizia per la prima volta del consita in Italia con l’Orchestra di Padova e del
6, 7 maggio, ore 20.15
derevole ruolo giocato da Kreisler nel ConVeneto con il Concerto op. 61 di Edward Elcerto da Lorand Fenyves (il violinista ungherese con il quale Graffin studiò in Canada,
ndr). Ho potuto poi verificare
di persona che il manoscritto,
conservato alla British Library di Londra, si discosta in oltre quaranta punti dall’edizione a stampa, rivelando quanto
diversa fosse l’esperienza strumentale di Elgar – egli stesso
fu violinista – da quella del virtuoso Kreisler».
Nella stesura della parte solistica il compositore non fu infatti affiancato da Kreisler, ma
si avvalse delle indicazioni tecniche dell’amico William Reed, leader della London Symphony Orchestra. A cosa furono dovuti quindi i cambiamenti di Kreisler? «Credo che Elgar fosse preoccupato, e a ragione, della realizzabilità di
gar, nella versione originale dell’autore, a quasi cento anni
certi passaggi – prosegue Graffin – e Kreisler, un solista
esatti dalla premiére londinese. Sul podio dell’Auditorium
dalle risorse e dall’esperienza molto maggiori rispetto a
Pollini di Padova, la giovane Keiko Mitsuhashi, vincitriReed, trovò soluzioni eccellenti».
ce del X Concorso per direttori d’orchestra «Antonio PeA proposito dell’incisione (con la Royal Liverpool
drotti» di Trento, che dirigerà l’Orchestra anche nella
Philharmonic Orchestra diretta da Vernon HanSinfonia n. 3 di Jean Sibelius.
dley, per l’etichetta AVIE) «The Indipendent» ha
Lo stile personalissimo e gli eccezionali traparlato di un «Elgar come non lo abbiamo mai
guardi artistici hanno sempre posto Philippe
ascoltato prima».
Graffin tra i più raffinati violinisti francesi.
Qual è per Philippe Graffin il risultato di
Tra gli ultimi studenti di Joseph Gingold e poi
una simile operazione di recupero?
di Philipp Hirschhorn, grazie alle sue inter«In alcuni piccoli dettagli il Conpretazioni del repertorio francese ha spincerto così come fu consegnato alto il mensile «Gramophone» a dichiarale stampe è davvero “puro Kreire che «la sua comprensione del linguagsler”! Questa versione lo rengio musicale non è seconda a nessuno»,
de più compiutamente di Elmentre le sue carismatiche interpretagar. Alla fine appartiene al
zioni del repertorio tradizionale e concompositore, non al solista». ◼
temporaneo sono state elogiate in tutto il mondo tanto dal pubblico
che dalla critica.
La sua attitudine a una
Philippe Graffin (sopra: foto di Arto
continua ricerca lo ha
Tulima da kuhmofestival.fi;
condotto a ricostruire
a sinistra: foto di Ben Ealovega
le partiture originali di
da onixclassics.com)
Il violinista in concerto
con l’Orchestra di Padova
e del Veneto
la cornice sinfonica
P
la cornice sinfonica — 25
Andras Schiff
da Bach
al Romanticismo
All’Olimpico di Vicenza
i concerti
del maestro ungherese
A
di Mirko Schipilliti
la cornice sinfonica
ndras Schiff è uno dei rari fenomeni della musica di questi ultimi decenni. Non si tratta solo di
un pianista dallo stile inconfondibile, che sempre
di più si è affermato fra i migliori, fin dalla finale al concorso di Leeds nel 1975. Quell’incredibile capacità che gli
permette di eseguire a memoria in due serate ravvicinate
tutto il Clavicembalo ben temperato, di conservare nella men-
ispirato dalle sue suggestioni prospettiche, Schiff ha fatto
e fa di tutto: ha diretto Così fan tutte di Mozart, ha suonato
in recital solistici, in formazioni cameristiche, ha suonato e diretto concerti per pianoforte da Bach a Schumann,
ha suonato persino i timpani. In un week-end scopriamo
tutte le facce di Schiff, e il suo viaggio da Bach al romanticismo, la capacità di essere solista come quella di rimanere «inter parem», dialogando con altri strumenti o con
l’orchestra. Complici affiatatissimi di questa operazione
davvero unica sono solisti d’eccezione e musicisti autorevoli che si incontrano appositamente per suonare nell’orchestra «Cappella Andrea Barca». Strumentisti a fiato già
prime parti di orchestre prestigiose, gruppi da camera come il Quartetto Panocha, tutti insieme per riunirsi con
Schiff. Situazione ideale, che pone la musica al di sopra di
tutto. È anche un gioco di assonanze, così come Andrea
Barca, fantomatico voltapagine di Mozart vissuto a Firenze, è di fatto la traduzione italiana di «Andras Schiff»,
che vive nella capitale toscana.
Mozart e il classicismo fanno da padroni, ma le escursioni nel romanticismo e nel Novecento non mancano.
Quest’anno l’appuntamento è dal 30 aprile al 2 maggio
te tutta l’opera di Bach per tastiera, le sonate di Schubert,
alle 20.30, un fine settimana vorticoso, viaggio musicaMozart o Beethoven, è in realtà la punta di un iceberg,
le imperdibile, che pone questa rassegna fra le più attenel quale l’animo viaggia senza limiti fra repertori e stise in Italia. Manca ancora un concerto tutto solistico per
li in modo assolutamente trasversale. Schiff non si ferma
Schiff, e la prima serata è esclusivamente da camera, con
più alla sola tastiera, ma spazia continuamente dalla mul’Ottetto di Schubert, il Sestetto per archi di Dvorak op.48
sica da camera al concerto con orchestra (solista e direte i Contrasti di Bartok per violino, clarinetto e pianofortore), alla sinfonia o addirittura all’opera, sempre in quate. Schiff si fa quindi anche direttore per la serata suclità di direttore. E non si tratta di esperienze episodiche,
cessiva, nell’Ouverture dal Flauto magico, nel Concerto per
anche se ricorrenti, bensì contemporanee, che accadono
pianoforte K595 di Mozart e nella Sinfonia «La Grande» di
nell’arco di pochi giorni. I minifestival centrati sulla sua
Schubert. L’idea è quindi di proporre anche pagine sinpoliedrica dimensione artistica proseguono ormai da anfoniche di riferimento in programmi corposi. La concluni all’estero (si pensi a Weimar) come in Italia, in esclusisione è dedicata a Brahms, accanto alla Sinfonia n.102 di
va al Teatro Olimpico di Vicenza, dove dal 1998 Schiff
Haydn: le variazioni su un tema di Haydn
ha intrapreso una solida collaborazione
e il Concerto n.1 per pianoforte, quest’ulcon gli Amici della musica per la rassegna
timo una vera sfida nella doppia ve«Omaggio a Palladio». Affascinato dalVicenza – Teatro Olimpico
le strutture e dall’acustica dell’Olimpico, dal 30 aprile al 2 maggio, ore 20.30 ste di direttore e solista. Buon ascolto. ◼