Contributi e sintesi di analisi

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Contributi e sintesi di analisi
OSSERVATORIO REGIONALE SULLE DIPENDENZE
AREA PREVISIONALE
PREVO.LAB
“Previsione dell’evoluzione dei fenomeni
di abuso”
Contributi e sintesi di Analisi
Laboratorio Previsionale
31 marzo - 1 aprile 2012
Indice
COS’È PREVO.LAB .......................................................................................................................................................... 3
LA STRUTTURA................................................................................................................................................................... 4
1. Sintesi Previsionale Matematica ................................................................................... 4
2. Sintesi Previsionale Logica .............................................................................................. 4
3. Sintesi Previsionale Interpretativa ................................................................................. 6
ANALISI DELLO SCENARIO IN UNA PROSPETTIVA DI SOCIOLOGIA DEI CONSUMI ......................................... 7
ANDAMENTO DEI CONSUMI E DINAMICA DELL’OFFERTA ................................................................................... 11
NUOVE E VECCHIE DROGHE. UN APPROFONDIMENTO QUALITATIVO ............................................................ 14
INDIZI DAL PRESENTE, STRATEGIE PER IL FUTURO ................................................................................................... 18
PREVO.MAT – PREVISIONI QUANTITATIVE ............................................................................................................... 24
HBSC ITALIA 2010 - HEALTH BEHAVIOUR IN SCHOOL-AGED CHILDREN ......................................................... 30
HBSC LOMBARDIA 2010 - HEALTH BEHAVIOUR IN SCHOOL-AGED CHILDREN .............................................. 32
L’ABUSO DI FARMACI PRESCRITTI ............................................................................................................................. 36
2
Questo documento costituisce un Allegato al “Bollettino Previsionale 2012” dell’Area Previsionale
sull’evoluzione dei fenomeni di abuso di droghe - Prevo.Lab, realizzato dall’Osservatorio Regionale
sulle Dipendenze - OReD.
Cos’è Prevo.Lab
Prevo.Lab rappresenta la traduzione teorico-operativa di un Osservatorio Previsionale (così
denominato per segnalarne, al contempo, la radice previsionale e l’impostazione laboratoriale), in
grado di ipotizzare scenari evolutivi del fenomeno relativo alla diffusione di sostanze illegali nella
popolazione nazionale e regionale, e di permettere, di conseguenza, una tempestiva
programmazione delle azioni di contrasto, con particolare riferimento ai settori dell’intervento
socio-sanitario.
L’impianto metodologico di Prevo.Lab è così strutturato:
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•
•
la RICERCA condotta dai Ricercatori, che hanno il compito di reperire il maggior numero
possibile delle informazioni oggetto dello studio; ad essa sono associate l’elaborazione e
l’applicazione di SPECIFICI STRUMENTI di indagine
Questa fase di lavoro si è svolta nel periodo ottobre 2011 – marzo 2012
il CONFRONTO RICERCATORI – ANALISTI, quale occasione di individuazione di nuovi input per la
ricerca, durante un incontro denominato LABORATORIO PRE-PREVISIONALE
Questo momento di lavoro è stato realizzato lunedì 13 febbraio 2012
l’ANALISI, attraverso cui le informazioni e i dati raccolti, così come il più complessivo impianto di
ricerca, sono studiati ed elaborati da Analisti, individuate fra esperti di spiccata competenza
nei settori della Ricerca, dell’Economia, dell’Organizzazione, del Marketing, della
Comunicazione, dell’Analisi dei dati e della costruzione di Modelli matematici, del contrasto al
narcotraffico, dell’organizzazione dei servizi socio-sanitari e dell’Analisi dei sistemi complessi
Questa fase di lavoro si è svolta nel periodo 13 febbraio – 30 marzo 2012
il LABORATORIO PREVISIONALE, in cui è formulata la previsione, alla luce degli elementi raccolti
attraverso tutte le altri fasi di ricerca e studio.
Questo momento di lavoro è stato realizzato sabato 31 marzo e domenica 1 aprile 2012
Le indicazioni qualitative e quantitative fornite dai Ricercatori sono state oggetto di
approfondimento e studio comparato da parte degli Analisti che, durante il Laboratorio
Previsionale, hanno presentato una sintesi, considerando il relativo campo di competenza,
propedeutica alle stesura della Previsione 2015.
RICERCA
ANALISI
con elaborazione e
applicazione di
con studio comparato e
SINTESI
STRUMENTI
LABORATORIO PRE-PREVISIONALE
Confronto Ricercatori - Analisti
LABORATORIO
PREVISIONALE
3
La struttura
La struttura di Prevo.Lab è organizzata attorno a tre momenti di sintesi: la Sintesi Previsionale
Matematica (S.P.M.), la Sintesi Previsionale Logica (S.P.L.) e la Sintesi Previsionale Interpretativa
(S.P.I.).
Sintesi Previsionale Matematica
(S.P.M.)
Sintesi Previsionale Logica
(S.P.L.)
Sintesi Previsionale Interpretativa
(S.P.I.)
1. Sintesi Previsionale Matematica
La Sintesi Previsionale Matematica (S.P.M.) permette di prevedere – mediante l’applicazione di
opportuni modelli matematici (Prevo.Mat) – l’evoluzione dei fenomeni d’abuso a partire dalle
correlazioni fra i dati storici raccolti nelle Aree di Ricerca:
•
“REPERIMENTO E RACCOLTA DATI”, nell’ambito della quale è sviluppata l’analisi dinamica
dell’evoluzione dei dati epidemiologici, della diffusione del consumo, delle rotte di diffusione,
dei dati relativi a sequestri, produzione e transito di droghe, del costo delle sostanze
- Dati sul numero di consumatori: Indagine IPSAD1 e Indagine ESPAD2
- Dati sulla sostanza: Dipartimento Centrale Servizi Antidroga, Sequestri e Prezzi
•
“QUADRO STORICO” che cura lo studio del fenomeno a partire dai dati relativi ai consumi di
sostanze psicotrope, mettendo in evidenza possibili temi emergenti anche in relazione
all’andamento del potere d’acquisto della popolazione italiana
- Crisi economica
- Abuso di farmaci in USA e consumo di farmaci in Italia
Area
Reperimento e raccolta dati
Area
Quadro storico
Prevo.Mat
Sintesi Previsionale Matematica
2. Sintesi Previsionale Logica
La Sintesi Previsionale Logica (S.P.L.) permette di formulare ipotesi circa la tendenza dei fenomeni a
partire dall’analisi dei quadri disponibili nelle Aree di Ricerca:
•
“INTERVISTE A TESTIMONI PRIVILEGIATI”, Operatori di Servizi per le Tossicodipendenze e di Pronto
Soccorso di tutto il territorio nazionale che collaborano con Prevo.Lab già da qualche anno e
sono periodicamente intervistati attraverso lo strumento di indagine Prevo.Meter (raccolta
periodica di opinioni previsionali circa l’evoluzione dei fenomeni di abuso di droghe, mediante
interviste effettuate a un panel qualificato di Testimoni Privilegiati esperti del settore che, in virtù
1
IPSAD® Italian Population Survey on Alcohol and Drugs.
2
ESPAD® Italian School Survey Project on Alcohol and Other Drugs.
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dello specifico patrimonio di conoscenze e dei loro “punti di vista privilegiati” – percezione
individuale e conoscenza del territorio – forniscono elementi utili in merito alla dimensione e alle
caratteristiche del fenomeno dell’abuso di sostanze, alla sua evoluzione, alle tendenze di
sviluppo ipotizzate ecc.)
- All’ultima rilevazione di novembre 2011, propedeutica al Laboratorio Previsionale, hanno
risposto al questionario di ricerca 120 operatori, di cui 65 per i SerT e 55 per i PS
•
“RICERCHE SUL MERCATO”, in merito alle sostanze psicoattive e ai prodotti contigui, indagando
la propensione individuale nei confronti del consumo:
- Italiani, crisi, consumi: analisi sui mercati, focus giovani e marketing
- Rilevazione di marzo 2012 con l’utilizzo dello strumento di indagine Prevo.Net (ricerca
campionaria
online,
prodotta
con
questionari
anonimi
auto-compilati,
sull’atteggiamento personale e sociale verso l’uso delle sostanze additive, nonché la
possibile recettività da parte degli utilizzatori di Internet)
- Approfondimenti alcol: i consumi in Italia
•
“APPROFONDIMENTI QUALITATIVI”, attraverso interviste e focus group a interlocutori in grado di
descrivere, dal proprio punto di vista, uno spaccato del fenomeno dell’utilizzo di sostanze, oltre
che offrire suggestioni per meglio conoscere e interpretare i mutamenti in atto rispetto ad
atteggiamenti, convinzioni e comportamenti di consumo, abuso o dipendenza.
Le rilevazioni si sono svolte tra gennaio e marzo 2012, intervistando:
- studenti “Educatori tra Pari” di scuole secondarie di II grado di Milano,
- operatori socio-sanitari che collaborano con la Prefettura di Milano,
- operatori dell’area Prossimità che intervengono nei luoghi del consumo (Lombardia,
Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio,
- la redazione del sito www.sostanze.info,
- esperti di nuovi media e blogger.
Un ulteriore approfondimento qualitativo è fornito dal Rapporto Prevo.Trend, che raccoglie
indicazioni provenienti da fonti aperte (pagine di cronaca dei quotidiani locali, agenzie, servizi
di news-on-line), siti web di settore, gruppi di discussione on-line, blog, social network
adolescenziali, fonti dirette (consumatori, importatori), esperienza sul campo (verifica dei
mercati, prova dei sistemi e dei luoghi di compravendita).
Infine, i Rapporti HBSC - Health Behaviour in School-aged Children – Lombardia 2007-2010, Italia
2007.
Area
Interviste testimoni
privilegiati
Prevo.Meter
Area
Ricerche sul
mercato
Prevo.Net
Approfondimenti
qualitativi
Focus group e interviste
Prevo.Trend
Rapporti HBSC
Sintesi Previsionale Logica
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3. Sintesi Previsionale Interpretativa
Tutti i dati raccolti ed elaborati nelle diverse Aree di Ricerca e attraverso l’utilizzo di tutti gli
Strumenti di Indagine, il confronto tra Ricercatori e Analisti durante l’incontro del Pre-Previsionale,
nonché la Sintesi Previsionale Matematica e la Sintesi Previsionale Logica, sono oggetto di studio,
discussione e rielaborazione da parte degli Analisti di Prevo.Lab in occasione del Laboratorio
Previsionale.
Durante questo momento di lavoro, gli Analisti hanno presentato alcune sintesi, a partire dal loro
ambito di competenza, propedeutiche alla stesura della Previsione 2015, ed in particolare:
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•
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•
•
Analisi dello scenario in una prospettiva di sociologia dei consumi
Andamento dei consumi e dinamica dell’offerta
Nuove e vecchie droghe. Un approfondimento qualitativo
Indizi dal presente, strategie per il futuro
Prevo.Mat – Previsioni quantitative
Mercati di vendita degli stupefacenti al dettaglio e all’ingrosso in Italia: tendenze e criticità
Rapporti HBSC - Health Behaviour in School-aged Children
L’abuso di farmaci prescritti
Attuali tendenze del traffico e dei sequestri delle sostanze illegali
Questo lavoro ha dato, poi, origine alla Sintesi Previsionale Interpretativa (S.P.I.) con la formulazione
del Bollettino Previsionale 2015.
Laboratorio Previsionale
con Sintesi degli Analisti
Sintesi Previsionale Interpretativa
Di seguito, sono riportate le Sintesi di carattere qualitativo e quantitativo formulate dagli Analisti e
presentate durante il Laboratorio Previsionale di sabato 31 marzo e domenica 1 aprile 2012.
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Analisi dello scenario in una prospettiva di sociologia dei consumi
A cura di Mauro Ussardi
Gli ultimi dati resi disponibili riconducono gli andamenti previsionali su linee più coerenti con quelle
delineate prima della sbandata del 2010, quando le nuove informazioni disponibili ci avevano
indotto a rimettere in discussione addirittura il nostro modello di analisi, a fronte di un’eclatante
riduzione dei consumi registrata dai dati ufficiali.
Il quadro generale, sulla base delle più recenti informazioni raccolte sia con gli strumenti Prevo.Lab
abituali che con analisi qualitative di nuovo taglio, identifica alcuni fatti intorno ai quali si può
focalizzare la nostra attenzione:
il rallentamento del fenomeno “cocaina”;
lo sviluppo della produzione chimica;
il multiforme ruolo del web.
Proprio da quest’ultimo vorremmo iniziare la nostra valutazione.
L’esplosione del fenomeno dei social network era già stato indicato nell’ultimo Bollettino
Previsionale come un facilitatore di scambi di opinioni ed esperienze sulle proprie abitudini di
consumo di sostanze. Era stato evidenziato come lo strumento agevolasse l’apertura al confronto e
come questo stimolasse un interscambio di esperienze che avrebbe potuto accrescere la
percezione di normalità del consumo oltre a far girare suggerimenti su modalità di consumo. Un
ulteriore approfondimento del tema presenta la socializzazione come una forma di dipendenza
essa stessa, ingenerando sospetti sul fatto che non fosse illogico pensare agli scambi di contenuti
su Facebook o Twitter come delle vere e proprie alternative all’assunzione di sostanze, con il
vantaggio di essere gratuiti, adempiere comunque alle funzioni di condivisione e di accettazione
da parte del gruppo dei pari che sono esse stesse, almeno in certa misura, parte del rituale di
assunzione di alcune sostanze.
Sensazioni diffuse suggeriscono invece che il web non abbia ancora un ruolo importante (se non
tra una nicchia di consumatori particolarmente esperti) come strumento di vendita.
Al contrario, il ruolo del web come fonte di approvvigionamento di informazioni per
approfondimento (peraltro tipico del mezzo a tutti i livelli ed in ogni ambito) viene assolutamente
confermato. Ma oltre a questo, risulta sempre più evidente il ruolo di aggiornamento sulle novità di
prodotto, che sono tante e continue. La crescente corsa a produrre sostanze e modalità di
consumo innovative, legata all’intenzione di fare business attraverso l’elusione delle tabelle ufficiali,
presenta un quadro di offerta, soprattutto europeo, crescentemente competitiva nei confronti
delle sostanze tabellate e quindi tradizionali. La capacità di queste forme di comunicazione di
spingere alla sperimentazione non è facile da stimare in termini quantitativi, sebbene
complessivamente le segnalazioni di operatori a vario titolo suggeriscono che qualcosa si stia
muovendo. L’ormai acclarata espansione delle amfetamine e metamfetamine, la sostituzione di
quella che anni fa si chiamava ecstasy e che ora con questo nome rappresenta più una tipologia
di sostanza e di esperienza di consumo che non la molecola primigenia, sempre meno richiesta, ne
è un segnale forte e chiaro.
Che i reparti “ricerca e sviluppo” di questa industry stiano lavorando alacremente, non
necessariamente di concerto ma un po’ tutti nella direzione di un’offerta sempre più diversificata è
testimoniato anche dai segnali di un intervento sui cannabinoidi mirante ad accentuarne la
prestazione, come testimoniano fasce di consumatori giovani, stupiti essi stessi dall’esperienza di
consumo di quella che avevano acquistato come la sostanza abituale e che al consumo ha reso
ben sopra le aspettative. Probabilmente, la storica “normalità” di cui il consumo di cannabinoidi è
ammantato non favorisce il suo ruolo di incoraggiamento ad allargare le esperienze di consumo
ad altri ambiti, per cui l’industria mira ad intervenire sul prodotto per de-ideologizzarlo e renderlo
sempre più esperienziale.
A proposito di esperienze, appare interessante come il fenomeno di diffusione della cocaina stia
risentendo di una targettizzazione sempre più precisa verso fasce di età intorno ai 30-35 anni che si
spiega non soltanto con la coincidenza con i bisogni e le disponibilità economiche tipiche della
fascia sociodemografica in questione, ma anche, apparentemente, della sua mancata
coincidenza con gli stili di consumo delle fasce più giovani. Si tratta di segnali sottili di tipo
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qualitativo, provenienti dalla piazza che ha probabilmente originato la diffusione dei consumi di
coca e la sua trasformazione da prodotto d’elìte, aspirazionale a prodotto accessibile. Questa sua
accessibilità risulta ora venire accentuata da riduzioni di prezzo che in altri settori di consumo
sarebbero interpretati come una prima, normale reazione tattica al calo della domanda o al
crescente successo di prodotti in concorrenza. E abbiamo già visto come, sui target più giovani e
nel segmento delle sostanze di matrice chimica e prestazione euforizzante l’offerta sia diventata
sempre più dinamica.
Ma al di là degli approfondimenti sulle singole sostanze, il quadro socioeconomico più allargato
suggerisce una lettura della situazione nella quale l’incidenza delle sostanze illecite esce, nel bene
e nel male, pesantemente RIDISEGNATA. Vediamo in che senso.
La prima pennellata al quadro vogliamo darla precisa e colorata con una tinta forte: VIVIAMO
NELL’ERA DELLA TENTAZIONE INDIFFERENZIATA. Cerchiamo di capire in che senso.
La prospettiva dei mercati dell’offerta
La crisi di disponibilità economica ha mutato l’approccio dei privati alle scelte di consumo così
profondamente che nessun atto d’acquisto sarà mai più come prima. L’invito all’acquisto ha
sempre utilizzato forme di attrazione non meramente razionali. La strumentalizzazione dei simboli
del sesso, portata avanti con tenacia dagli anni ’80 (oggi crescentemente anche quella del corpo
maschile) è un contenuto ormai generalizzato al punto da essere diventato banale tappezzeria.
Coerentemente con la crescita di un consapevole bisogno di prudenza, il consumatore si fa i conti
in tasca di fronte ad ogni minima prospettiva di spesa. Il vero e proprio muro della renitenza
all’acquisto viene attaccato con un ricorso alla logica della TENTAZIONE ormai sistematico. La
Tentazione, una volta strumento tipico di alcune categorie di prodotto voluttuarie o di merci che
avevano poco da dire in termini prestazionali, diventa l’ultima spiaggia di un’offerta che
raramente sa essere convincente e distintiva per sé. Diventa quindi una regola a cui nessun
mercato sfugge, diventa Sistema di Offerta.
Parliamo qui di meccanismi sistematici e sottili. Alcuni esempi:
• Il concetto anglosassone di shopping, che implica non solo l’acquisto e il possesso, ma anche
la loro prospettiva, il cosiddetto window shopping, come fonti di gratificazione. Il window
shopping è un comportamento abituale di gratificazione gratuita che nel medio termine
diluisce il senso di colpa e conduce alla resa, all’acquisto del bene desiderato.
• Gli Outlet, meta di una gita fuori porta, in realtà sono la riconferma dell’attualità di appeal
della Grande Marca. Ne sfruttano la desiderabilità inserendola in un contesto che legittima una
riduzione di prezzo senza svilire il mito. L’Outlet è la terra del bengodi in cui la Marca diventa
magicamente accessibile a chi sa cogliere l’opportunità. In questo fornendo anche una
ragione di autostima all’acquirente.
• I punti vendita fisici resi speciali da modalità di accesso apparentemente ristrette attraverso
tessere, nella gran parte dei casi ottenibili senza grandi sforzi. Oppure siti web che se non vai a
visitare tu vengono loro da te, a cui accedere tramite password a protezione del nulla, se non
della percezione di un vantaggio ristretto a pochi eletti. Ciò che accomuna queste due forme
di vendita, quella fisica e quella elettronica, è che le merci disponibili cambiano
continuamente e che l’acquisto di un particolare bene non avviene perché ne abbiamo un
preciso bisogno ma perché il prezzo basso lo rende un’occasione appetibile e quindi
moralmente legittimata. Siccome in realtà non acquistiamo beni ma ASPETTATIVE DI
GRATIFICAZIONE, basta spostare la gratificazione dal bene alla occasione di “convenienza”
dell’acquisto e la Convenienza in quanto tale si trasforma in oggetto del desiderio.
• La diversificazione parcellizzata del prodotto, fino alla personalizzazione, per offrire come
nuove e diverse delle esperienze di consumo sostanzialmente omogenee.
• La vertiginosa accelerazione del rinnovamento di offerta, alimentato dallo sviluppo della
tecnologia è un tentativo di comprimere i tempi della sostituzione dei beni.
• Il taglio degli investimenti sugli strumenti culturali, avviato da tempo, dagli anni ’90 in poi ha
reso il consumo la modalità di espressione culturale più comprensibile e spontanea. Questo ha
prodotto ora (lungo termine, rispetto a quando è stata pianificata) un abbassamento delle
difese dalla pressione dell’offerta.
8
•
•
L’introduzione nel prodotto culturale di strutture ideative fatte per aumentare le probabilità di
successo nel pubblico (esempio cinematografico: sequel, prequel, che promettono la
ripetizione di un’esperienza gratificante già provata, con una componente di novità).
La mostruosa pressione di offerta nell’ambito del gaming, spesso proposta in unità di spesa così
basse da configurarlo come una innocua digressione. Il gaming da tabaccheria fa leva sulla
fittizia speranza di tornare ad avere un futuro o più semplicemente di poter (tornare a) godere
di importanti gratificazioni d’acquisto. Il Poker traveste l’azzardo da gioco d’abilità. Un’offerta
moralizzata dall’ampia presenza sui grandi media di accesso familiare, che centra un bisogno
primario diffuso e conta su un’elevata capacità di fidelizzazione basata sull’ossessivocompulsività dei comportamenti.
Già in alcune di queste logiche si riconoscono meccanismi che abbiamo segnalato in passato
all’interno del mercato delle sostanze illegali e che dal punto di vista dell’aggiornamento e
dell’innovazione appaiono chiaramente indicati da sempre nuove evidenze.
Tuttavia, quando la Tentazione come modalità di offerta non è più esclusiva delle auto o dei
gioielli, o simbolicamente dei profumi (e di altre categorie in cui la metafora valoriale è l’unica
strada percorribile) ma approda anche nella diffusione dei Tre-per-Due della pasta fresca
confezionata o delle promozioni e dei concorsi nelle scatole di tonno, quando cioè ogni scelta
d’acquisto è incoraggiata da “fantastici premi” siamo nella terra della TENTAZIONE
INDIFFERENZIATA, una terra in cui tutto è occasione fantastica e quindi NULLA lo è più davvero.
Una riflessione filosofica generata dal MERCATO DELLA TENTAZIONE INDIFFERENZIATA è che se tutto
è tentazione, il sillogismo cattolico “tentazione = male” si liquefa come neve al sole. Ciò implica
una perdita di consistenza del concetto di “Male”, che acquisisce un profilo così sfumato da
trasformarsi facilmente in gratificazione accettabile: basta gestirlo con prudenza. Ed è ovvio che la
maggior gestibilità consentita dall’abbassamento della quota di principio attivo, dall’accessibilità
dei prezzi, dalla disponibilità dell’offerta, aiuta a normalizzare l’accesso. Era ciò che all’inizio si
voleva, ma ora presenta delle controindicazioni in termini di business.
L’implicazione-chiave per quanto ci riguarda è che il vocabolo “droga“, alla distanza è un
significante che tende a perdere significato (i segnali ci sono già) ma prima ancora tende a
perdere ruolo e peso.
Due conseguenze:
• le sostanze illegali sono sempre meno tali, (una volta giocare alla morra nei locali pubblici era
reato!);
• le cosiddette droghe hanno ormai una sterminata quantità e qualità di concorrenti, diretti e,
soprattutto, indiretti.
L’operazione di “democratizzazione” del consumo fotografata da Prevo.Lab sin dai suoi inizi
portava con sé inevitabilmente la scelta da parte dei Mercanti della Droga di guadagni sulle
quantità anziché sui margini. Ancora oggi l’economicità delle sostanze da taglio accompagnata
dalla riduzione della percentuale di principio attivo, potendo contare su una popolazione di
consumatori cresciuta esponenzialmente, continua teoricamente a legittimare la redditività di
questa strategia.
Ciò non toglie che la maggior gestibilità del consumo da parte del consumatore, nel momento in
cui si rende ipotizzabile persino Facebook come un concorrente potenziale, toglie identità e ruolo
alle sostanze, soprattutto le più note.
Interessanti a questo proposito le recenti evidenze sulle fasce di età più giovani, presso le quali si
assiste ad una riduzione della diffusione delle sostanze più classiche e per converso ad una
parcellizzazione delle scelte di consumo, in un quadro di accresciuta disponibilità al confronto sul
tema, sia con i pari che con gli operatori sanitari.
In prospettiva di Marketing le sostanze illecite in quanto tali avrebbero bisogno di un significativo
rilancio, di un riposizionamento valoriale. Altrimenti sembrerebbero condannate (come suggerisce
lo sviluppo dell’innovazione di prodotto, della diversificazione dei canali, di offerte promozionali, di
tagli… prezzo) a competere in maniera sempre più tattica, cioè affannosa, con qualsiasi elemento
tangibile o intangibile che offra esperienze ed impiego del tempo. Per di più con margini di profitto
destinati a ridursi, fino al punto che anche questo mercato finirebbe col doversi confrontare con la
stessa sovrabbondanza di offerta rispetto alla domanda che ha messo in crisi tutti i mercati
tradizionali, a eccezione del Lusso.
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La TENTAZIONE INDIFFERENZIATA come modalità sistematica di offerta si confronta con la nuova
visione del mondo sviluppata dalla collettività degli individui.
Da un lato l’assenza di valori solidi e la scomparsa del concetto di futuro. Dall’altro la frustrante
limitazione delle autogratificazioni ad ogni livello: profondo (professionale, sociale: l’abbassamento
dell’autostima insieme a quello, da sempre basso, della stima verso le istituzioni, che continuano ad
essere altro-da-sé) e superficiale (“me lo posso permettere?”). Restando oggi la gratificazione un
bisogno forse più misurato, ma pur sempre connaturato all’uomo.
L’accentuazione dell’istinto di sopravvivenza e la condanna al precariato suggeriscono
complessivamente prudenza a ognuno di noi. Una prudenza che non si manifesta solo nei
comportamenti di consumo, ma anche nella valutazione degli argomenti offerti a sostegno delle
scelte di consumo.
In costante calo, la già traballante fiducia nelle fonti ufficiali, non solo istituzionali ma anche
commerciali, viene sostituita dalla ricerca in proprio della verità, in larga parte col ricorso al web
ma non solo. Una sorta di diffusione dell’autogestione informativa. Questa cresce
esponenzialmente in tutti i mercati i cui contenuti siano degni di approfondimento. Abbiamo visto
come ciò avvenga anche nel nostro mercato di competenza. In quelli legali le aziende tentano di
intervenire nei forum spontanei con modalità intrusive e mascherate, per correggere, mitigandoli,
eventuali giudizi sfavorevoli. Nella gran parte dei casi vengono presto “sgamati” dai frequentatori
per via di un linguaggio non sufficientemente spontaneo, spesso chiaramente artefatto. Nel nostro
mercato di competenza, eventuali operatori non hanno di questi problemi. Anzi, possono
tranquillamente agire da trendsetter. Ma per quanto abili possano già essere nel manovrare questi
strumenti, competono ormai in un mercato così ampio, quello della TENTAZIONE INDIFFERENZIATA,
che difficilmente riusciranno a uscire dalla dispendiosa, time-consuming, dimensione tattica della
competizione universale di mercato.
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Andamento dei consumi e dinamica dell’offerta
A cura di Luigi Inverni
Premesse
Il presente documento si compone di due parti:
•
una prima parte, nella quale si riportano alcuni elementi, rilevati dal materiale elaborato dai
Ricercatori e ad oggi disponibile, che si ritiene possano essere oggetto di discussione nel corso
del Laboratorio e che paiono poter rappresentare spunti di discussione particolarmente
interessanti ai fini della formulazione della Previsione;
•
una seconda parte, nella quale si formulano alcune prime ipotesi sintetiche relative
all’andamento dei consumi per tipologia di sostanze.
In proposito, si ricorda come la metodologia che ha guidato i lavori del Laboratorio, sin dall’avvio
delle attività, si fondi sulla dialettica che si instaura nel corso del Laboratorio stesso tra i differenti
punti di vista, culture ed approcci scientifici di cui gli Analisti sono portatori, e come la Previsione sia
il risultato di questa dialettica.
1. Il rilevato
Si riportano di seguito, in estrema sintesi, gli elementi di maggior interesse rilevati a partire dalle
ricerche effettuate.
Testimoni Privilegiati: previsioni
In crescita cannabinoidi e amfetamine, stabili le altre sostanze.
Per le sostanze in aumento, abbassamento dell’età dei consumatori, tra 15 e 18 anni (amfetamine
e cannabis) senza particolari differenze di genere.
Crescita lieve per cocaina dai 25 ai 54 anni.
Crescita lieve per eroina tra i 25 e i 54 anni.
Peer Educator Milano, Operatori Prefettura, Operatori bassa soglia
Popolazione presa in esame: 11 – 19 anni senza sostanziali differenze di genere.
Forte controllo sociale.
L’abuso di Alcol (birra e superalcolici) e l’uso di Cannabinoidi e Amfetamine (solo se occasionale
per MDMA) è sostanzialmente accettato.
Ketamina, meno diffusa ma nel complesso accettata (seppure con qualche riserva).
L’uso di cocaina è fortemente criticato “poveretti… non fighi…” molte remore da parte di chi
consuma a parlarne (i consumi… sembrano marginali).
La altre sostanze sono considerate marginali.
I prezzi sono accessibili e analoghi per MDMA, Cannabinoidi e Ketamina (circa 5 € per dose) ed
assimilabili agli alcolici.
Gli operatori di bassa soglia segnalano:
• per eroina: si conferma la diffusione della White (con pessimo livello di qualità) a scapito della
brown, e incremento dell’eroina fumata tra i più giovani (riduzione prezzi: anche 5€, con
incremento del consumo giovanile);
• per cocaina: sempre maggiore accessibilità (riduzione prezzi: quartino a 20€);
• per amfetamine: grande facilità di reperimento e prezzi bassi, previsto incremento consumatori
in giovane età;
• aumenta in generale il consumo “nascosto”.
Ricerca campionaria
La percezione relativa al consumo, in generale, rispetto a due/tre anni fa, è caratterizzata da
stabilità (27%) verso l’incremento (25%), solo il 16% percepisce un minor consumo.
Cocaina: conferma della percezione di stabilità, in generale, centrata sulla popolazione che
conosce consumatori. I più giovani, risultano più ottimisti.
Farmaci: conferma della percezione di stabilità.
Sostanze prestazionali: conferma della percezione di stabilità.
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Consumo in passato e ora: in generale, il consumo nel passato è sempre assai superiore al
consumo nel presente…
Profilo dei consumatori: nessuna relazione tra consumo e genere, elevata concentrazione tra
giovanissimi e i 45/54enni, elevata correlazione tra consumo di sostanze e gioco.
Crisi economica e consumi
La minor disponibilità di danaro è compensata da riduzione dei prezzi/qualità/purezza, maggior
disponibilità di sostanze, minor controllo sociale/maggior accettazione sociale del consumo: la
recessione non pare determinare un decremento dei consumi, al contrario, in particolare in alcuni
gruppi sociali/fasce d’età, potrebbe determinare incrementi.
“Portale della Percezione”
Popolazione interessata: 2/3 30/40enni – ultimamente forte affluenza di giovani 16/17enni.
Domande: essenzialmente centrate sugli aspetti sanzionatori (ritiro patente ecc.) e sulla
composizione delle sostanze, finalizzata a cogliere i rischi per la salute sul lungo periodo.
NB. Cannabis: presenza sul mercato di fumo con alta percentuale di principio attivo, diffusa a tutte
le età, senza differenza di genere.
Cocaina: il consumo maggiormente concentrato sulle fasce di età matura.
Sequestri
EROINA: a giugno 2011 raggiunto 70/80% dei sequestri del 2010 (anno intero).
COCAINA: a giugno 2011 incremento del 50% sui sequestri 2010 (anno intero).
CANNABINOIDI: a giugno 2011 incremento di circa il 10% sui sequestri 2010 (anno intero); da notare
un sensibile incremento dei sequestri di Marijuana ed un decremento dei sequestri di Hashish e di
piante.
CHIMICI: Andamento dei sequestri poco significativo per effetto della “tabellazione”.
NB. Il materiale relativo ai sequestri è parziale e sarà completato con ulteriori informazioni nel corso
del laboratorio.
Note: l’andamento dei sequestri, in particolare per Eroina e Cocaina ha sempre rivestito una
particolare importanza nella definizione dello stato dell’arte relativo ai consumi. Infatti sentiti i
referenti delle Forze dell’Ordine, i sequestri rappresentano all’incirca il 10% delle sostanze
consumate.
Prime ipotesi sintetiche relative all’andamento dei consumi
Alcol, Amfetamine e Cannabinoidi
Da quanto rilevato nelle ricerche ad oggi disponibili, Alcol, Amfetamine e Cannabinoidi sembrano
godere di una sempre maggior accettazione sociale, anche dalle popolazioni giovanili di non
consumatori.
Ciò potrebbe determinare un incremento nei consumi in particolare in queste popolazioni.
Occorre inoltre sottolineare come il basso prezzo di vendita alla strada e la sostanziale equivalenza
delle sostanze sul piano del prezzo al consumo le rendono, di fatto, interscambiabili facilitando la
diffusione, in particolare, di quelle sostanze sino ad oggi usate meno frequentemente e/o in
contesti molto particolari (Amfetamine e Metamfetamine).
La rilevazione effettuata di un abbassamento dell’età di primo consumo, senza differenze di
genere, pare rappresentare un ulteriore elemento di conferma di un possibile incremento dei
consumi.
Da osservare con particolare attenzione la sempre maggior diffusione di Amfetamine e
Metamfetamine:
•
per la tipologia e la pericolosità delle sostanze;
•
per la accettazione sociale crescente di queste tra i più giovani;
•
per la loro diffusione al di fuori dei circuiti di consumo tradizionali.
Eroina e Cocaina
Tutte le fonti sottolineano un incremento del controllo sociale e una diffusa percezione negativa
nei confronti del consumo di eroina e cocaina che, anche a causa dell’inasprimento delle
sanzioni, potrebbe generare il fenomeno del consumo “nascosto” (…non è più “figo” consumare e
non lo dico più…).
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I prezzi si sono notevolmente ridotti, a scapito della qualità (% di principio attivo e tagli) e non pare
che la crisi economica influenzi più di tanto l’andamento degli acquisti.
L’andamento dei sequestri (dati parziali e da verificare) paiono indicare una maggior circolazione
di queste sostanze in Italia, meno visibile rispetto al passato a causa di quanto già detto, che
potrebbe significare, in prospettiva, un incremento dei consumi/consumatori anche di Cocaina ed
Eroina (interessante a proposito dell’eroina la sempre maggior presenza sul mercato di White).
Occorre notare come il mercato di queste sostanze sia fortemente influenzato dalla qualità
dell’offerta per tipologia di prodotto, per modello e strategia di commercializzazione e per
andamento della produzione.
Pertanto, ai fini squisitamente previsionali, occorre poter disporre, come di consueto, di ulteriori
informazioni relative alla tipologia ed alla dinamica dell’offerta con riferimento a:
• andamento della produzione dei principi attivi e dei principali Paesi di trasformazione;
• strategie, modalità e processi di offerta da parte delle organizzazioni criminali nel mercato
nazionale.
13
Nuove e vecchie droghe. Un approfondimento qualitativo
A cura di Giampietro Gobo
Inroduzione
I materiali di questo report si basano sull’indagine condotta mediante colloqui con 44 testimoni
privilegiati. In particolare:
Focus group con:
• 2 assistenti sociali, che incontrano in un colloquio le persone segnalate al Prefetto di Milano ex
artt. 75 e 121 del DPR 309/90 (possesso di droghe);
• 3 educatori professionali, che conducono programmi educativo-trattamentali (in media 5
colloqui/ incontri di gruppo) rivolti a consumatori di droghe di età inferiore ai 28 anni.
4 focus group con 31 peer educator (studenti delle superiori di IV e V anno, di cui 20 Femmine e 11
Maschi).
8 interviste a operatori della prossimità (4 Lombardia, 1 Piemonte, 1 Veneto, 1 Emilia-Romagna, 1
Lazio) relative a 13 servizi di bassa soglia: 7 per la limitazione dei rischi e 6 per la riduzione del
danno.
La popolazione di riferimento
I 44 testimoni privilegiati hanno riferito su 2 segmenti di popolazione, i quali hanno rapporti
differenziati con le sostanze:
•
•
•
•
Stima (per difetto): circa 21.000 soggetti (nel 2011)
Un primo segmento è fatto prevalentemente di giovani dai 17 ai 25 anni, socialmente integrati,
con una leggera prevalenza di maschi. Per quanto riguarda il tipo di sostanze consumate c’è
una differenza fra i giovani del:
- circuito mainstream (discoteche, club, luoghi autorizzati, gabber-raves), che fanno
soprattutto abuso di alcol (specie in provincia), uso di hashish, tabacco e, in misura minore,
ketamina e cocaina;
- circuito autogestione e illegale (centri sociali, street parade, raves, free parties, goa party,
teknival…), che, invece, consumano tabacco, Ketamina (tra le prime tre consumate con
mdma e speed), Ketamina cinese K-fen, Ecstasy–mdma, Speed–amfetamina, Mefedrone,
Lsd (trance e goa party), 2-cb (allucinogeno), Eroina (eroina fumata), Cocaina-crack, Alcool
(quantità moderate), Cannabinoidi, Oppio, Smart drugs (poco diffuse), Metadone- Subutex,
Antidepressivi – calmanti – ansiolitici – antidolorifici.
In questo segmento di popolazione vi è una maggiore disponibilità a parlare delle proprie
esperienze di consumo e sono maggiormente consapevoli dell’illegalità dei propri atti (sono
quindi, per certi versi, più responsabili).
Anche i genitori (es. dei fermati) sono più collaborativi, più responsabili e consapevoli; e
quindi tendono meno a nascondere o ritenere irrilevanti i comportamenti dei figli (fermati).
Diminuisce l’età dei pusher e lo spaccio diventa un mezzo di sostentamento (specie per i
più giovani); il pusher non è più specializzato, ma è una sorta di “supermarket”.
La “piazza”, sostituita dall’uso dei cellulari, è mobile e si sposta ai margini delle città.
Per questo segmento, internet rimane un luogo per lo scambio d’informazioni ed
esperienze, e solo marginalmente di acquisto di sostanze (ad eccezione per le smart drugs)
Stima (per difetto): circa 1.700 soggetti (per il 2011).
Un secondo segmento (che ricade nel target ‘la riduzione del danno’) è fatto
prevalentemente di adulti dai 35 ai 45 anni (ma l’età si sta abbassando verso i 20-30):
consumatori problematici, basso livello di integrazione sociale, con forte prevalenza di maschi.
Fanno uso di tabacco, Eroina white (la più diffusa), Eroina brown, Eroina siriana, Cocaina,
Alcool, Cannabinoidi, Metadone/Subutex, Psicofarmaci.
14
Le sostanze
Alcol
• Il consumo di alcol ha subito uno “svecchiamento” e una “de-genderation”, articolandosi in
tipologie di consumatori: non solo uomini, ma anche donne (la percentuale di ragazze tra 14 e
17 anni che consumano bevande alcoliche è raddoppiata in 15 anni, toccando il 15% - Ottava
relazione al Parlamento su alcol e problemi correlati, 16/12/2011); non solo adulti, ma anche
giovani; non solo a pasto ma, spesso, fuori pasto e in situazioni di socializzazione.
• Tuttavia occorre notare, negli ultimi trent’anni, una vistosa diminuzione nel consumo medio
annuo pro-capite di alcol puro (-33,3%). Anche se esso è nettamente superiore a quanto
raccomandato dall’O.M.S. per il 2015.
Preconizzazione: anche per l’alcol si segnala, in alcuni casi, l’inizio a bere verso gli 11 anni.
Nel decennio 2000-2010 sono aumentati i ragazzi che consumano vino e birra, ma anche
superalcolici, aperitivi e amari. I giovanissimi tra i 14 e i 17 anni sono passati dal 14,5% al
17%.(Ottava relazione al Parlamento su alcol e problemi correlati).
• Si segnalano comportamenti a rischio (consumo giornaliero non moderato), binge drinking
(bere per sballarsi) con 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un'unica occasione). Infatti fra
i giovanissimi è una sostanza consumata prevalentemente in gruppo (discoteca, locali, happyhour) come strumento di socializzazione e rendere più disinibiti.
• Gli alcoldipendenti, in trattamento nei servizi pubblici nazionali, sono in costante crescita dal
1996.
• Si nota una maggiore consapevolezza dei rischi correlati all’uso di alcool, anche se per una
parte dei consumatori giovani, non è considerato una droga.
• Stanno aumentando i fermi per guida con valori alcolemici superiori alla norma.
• Tra i 35-45 anni, si nota una diffusione di alcol anche fra gli extracomunitari.
• Infine, secondo l’Ottava relazione al Parlamento su alcol e problemi correlati, molto più bassa
la percentuale dei ragazzi che fanno uso di droga.
Anfetamine-speed
• Ripiego verso le amfetamine per ampia disponibilità ed economicità.
Cannabis
• Esiste un consumo diffuso, percepito in forte crescita.
• Fra i giovanissimi 14-17 anni, il 9% ha provato marijuana e hashish (Eurispes 2012)
• Precocizzazione: si sta abbassando sempre più l’età del primo contatto con la cannabis, che
ora avviene attorno agli 11-12 anni.
• Continua a essere considerata una sostanza non pericolosa (“di canne non è mai morto
nessuno…”)
• Generalmente esiste una contiguità tra cannabis e tabacco, nel senso che il suo consumo è
associato a quello di tabacco; per questa ragione la cannabis è consumata indistintamente
da maschi e femmine (perché tutti indistintamente consumano tabacco); tuttavia ci sono
anche giovani che consumano solo cannabis.
• Junior: i giovanissimi prediligono il consumo di gruppo. La sostanza diviene un mezzo di
socializzazione. Iniziano a 15-16 anni e raggiungono il massimo dei consumi verso i 18. Dopo i
vent’anni il consumo diminuisce: da uso quotidiano a saltuario.
• Senior: quelli che invece continuano anche dopo i vent’anni, trasformano il loro consumo da
collettivo a individuale, e inoltre routinario (come prendere un caffè). L’assunzione avviene da
una parte per ottenere relax, distensione e favorire il sonno (come ipno-induttore); dall’altra (e
sempre più spesso) come “terapia” per sedare sia l’ansia prima di una prestazione (ad es. una
verifica o un esame) che il disagio. Questo avviene soprattutto per studenti, laureati, persone
con master, nonché stranieri di 1° o 2° generazione, precari, giovani dalla bassa scolarizzazione
con progetti e sogni modesti.
Il fermo da parte delle Forze dell’ordine rende pubblica (agli amici e alla famiglia) la situazione del
consumatore e lo rende consapevole del fatto che il suo è un comportamento illegale (mentre
prima non lo percepiva così). La compagna del consumatore rappresenta un ulteriore incentivo
per la cessazione del consumo (è lei che spesso lo accompagna ai colloqui con gli operatori ASL
che collaborano con la Prefettura).
Per gli junior il ritiro della patente è un duro colpo. Mentre per i senior è solo un warning.
15
Cocaina
• Fra i giovanissimi 14-17 anni, il 2% ha fatto provato la cocaina (Eurispes 2012).
• I giovanissimi ne hanno paura e la considerano pericolosa. Per questo con essa compiono solo
sperimentazioni sporadiche.
• I primi contatti avvengono tra 16-17 anni (in discoteca o luoghi del divertimento); consumo
regolare solo in età più adulta.
• Fra i giovani il suo consumo è più nascosto e meno dichiarato, poiché lo stigma sociale è
ancora forte. Per i giovani il consumatore di cocaina “è un poveretto!”
• Viene sniffata, fumata o sciolta nelle bevande, con alcol (es. superalcolici). Il luogo principale è
l’auto, prima di entrare in discoteca.
• Il consumo regolare coinvolge una fetta più ristretta della popolazione, solitamente in gruppi
ristretti di 2/3 individui: persone ai margini o “Milano bene" o categorie particolari (come i
buttafuori dei locali), poiché richiede una certa disponibilità economica.
• Con questa sostanza consumatore e spacciatore possono essere la stessa persona, che ne
ricava così un fonte di guadagno.
• Tra i 35-45 anni (segmento ‘riduzione del danno’) viene assunta via endovena.
Eroina
• Viene segnalato un ritorno all’eroina tra i giovani.
• Tuttavia è una sostanza di cui si rileva una scarsa diffusione, anche perché è una droga che fa
paura, viene considerata pericolosa, specie se consumata per endovena.
• Inoltre su di essa c’è un forte stigma da parte dei giovani, che la considerano una droga per
emarginati o vecchi tossicodipendenti
• Fra quelli di 35-45 anni (segmento ‘riduzione del danno’) è in aumento il consumo per via
iniettiva
• Luoghi di consumo: discoteca e carcere.
Farmaci
• Il consumo di farmaci a fini stupefacenti è un fenomeno abbastanza contenuto (mentre il
consumo di farmaci come terapia è molto diffuso); ci sono casi singoli, generalmente associati
a situazioni estreme (es. tentato suicidio).
• I farmaci più utilizzati, a scopo stupefacente, sono gli antidolorifici (“Oki della mamma perché
mi piace”), antidepressivi e psicofarmaci assunti in associazione ad alcol, per ottenere gli stessi
effetti delle sostanze psicoattive ma riducendo i costi.
• Ossicodone
Ketamina e metamfetamine
• In aumento
• Il consumo per via iniettiva della ketamina
• Il pubblico dei consumatori va dai 14 ai 30 anni
• A Milano meno conosciute dell’MDMA; tuttavia sembrano sostanze in maggiore diffusione.
• Il contesto d’uso è quello pubblico (dei rave o delle discoteche); raro è l’utilizzo in feste private.
• Si usano per curiosità e pubblicamente, e in modo anche tattico, perché la ketamina non viene
rilevata dai test e controlli: “Stasera devo guidare, non bevo ma prendo ketamina”.
• I consumatori ritengono la ketamina pericolosa; una sostanza per i cavalli (più che per gli
umani).
LSD
• E’ una sostanza che sta tornando, anche se rimane nell’alveo della sperimentazione.
• E’ legata a consumi giovanili, in gruppo, in situazioni organizzate e “protette”, come i Centri
sociali.
MDMA (in gergo MD o beveroni)
• Sostanza che ha come target giovani dai 16-17 anni fino ai 30, indistintamente maschi e
femmine.
• E’ molto conosciuta e diffusa a Milano; noti sono anche i luoghi dove la si può trovare;
• Il suo consumo è occasionale (spesso in discoteca), perché il consumo prolungato è impossibile.
• Inoltre è un consumo di gruppo.
• La dimensione del suo consumo è simile alla cocaina; tuttavia si rivolge a un target più giovane.
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• Assunzione: in cristalli, inodore e insapore, sciolti in acqua.
• Provoca benessere totale, aumento del divertimento.
• Ecstasy
- Fra i giovanissimi 14-17 anni, il 2% ha fatto uso di ecstasy o altre droghe sintetiche (Eurispes
2012).
- Sostanza consumata da giovani in discoteca, appare in forte declino: le pastiglie sono ormai
poco diffuse, scarsamente ricercate e consumate.
- L’MDMA è ecstasy, ma non lo si chiama più così…
Mefedrone
• Timida comparsa.
Oppio
• Segnalato un ritorno di questa
prevalentemente di nicchia.
sostanza,
anche
se
ancora
uno scarso consumo,
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Indizi dal presente, strategie per il futuro
A cura di Alessandro Calderoni
Sinossi ricerche
La lettura intercorrelata delle slides e dei report relativi ai vari quadri di ricerca forniti agli Analisti,
evidenzia alcuni tratti importanti, su cui basare l’identikit, prospettico e aggiornato, del nuovo
consumo e del prossimo consumatore di sostanze.
Ecco schematicamente gli highlights:
a) La normalizzazione delle droghe lette come integratori alimentar-sociali sta modificando le
categorie concettuali di riferimento.
a. Sostanze lette come effetto più che come motivo
b. Forte difesa di facciata (disprezzo/disgusto)
c. L’illegalità non è un fattore di rilievo
d. La dipendenza è un raro incidente di percorso
e. L’alcol è a tutti gli effetti il clou di questa contemporanea considerazione delle sostanze
come droghe e non-droghe
b) Si vede, oggi, la concretizzazione dei fenomeni ipotizzati in questi ultimi cinque anni:
a. La cocaina è diventata una categoria mentale paragonabile alla Red Bull. O forse è la
Red Bull a essere diventata paragonabile alla cocaina. Il risultato non cambia.
b. Il viagra non è più un medicinale e, soprattutto, non è più per la terza età. I farmacisti
minacciano di non venderlo più, per ottenere risultati politici. Il cloni si moltiplicano.
c. Un discorso simile vale per le amfetamine
d. Le sostanze entrano nel paniere della spesa personale e cambiano in relazione al
cambiamento del potere di spesa
c) Il fattore disponibilità è critico:
a. Trovare droga è facile come trovare farmaci
b. Molti conoscono altri che sanno come/dove procurarsela
d) Esiste un imponente problema terminologico. Chi studia le sostanze è di solito un “vecchio”
competente e parla da vecchio competente:
a. Chi capisce ecstasy non capisce MDMA. Eppure sono la stessa cosa.
b. Chi chiede “uso regolare” e parla a chi non fa uso regolare, non si fa capire
c. Chi parla di “farmaci per le disfunzioni sessuali” a chi vuole sostanze per aumentare la
potenza sessuale, non si fa capire.
e) I testimoni privilegiati sono soprattutto testimoni della loro ormai conclamata incapacità di
leggere la realtà. In un panorama di poliassunzione smart, i loro numeri ci dicono soltanto: “Non
conosco più le regole”.
La lettura del presente
Annusare l’aria e stare consapevolmente nel momento in cui si vive è un metodo utile per non farsi
trasportare dalla stessa corrente che si cerca di individuare. Esistono storicamente alcuni fattori di
vita (pratici, tecnici, psicologici) che, semplicemente, prima non c’erano e, tra un po’, non ci
saranno più o saranno diversi. Questi fattori costituiscono il presente. Un presente che per
definizione non può essere già noto da tempo, perché prima non era presente. La matrice di
questi fattori, valida soltanto in questo momento, e in continuo cambiamento, è la chiave di
decodifica della direzione dell’uso delle sostanze. In questo momento.
Fattore crisi
Maggiore crisi, minore potere di spesa, maggiore propensione all’illecito, minori fattori protettivi,
maggiori fattori di rischio, maggiore tolleranza sociale, minore contrasto per mancanza di budget
pubblico.
Non ci sono soldi per i sogni (o forse non ci sono più sogni da comprare) ma ci sono ancora
quattrini per “diventare”, “spostarsi”, “andare via da”. Ognuno ha la sua modica quantità
specifica. La sua dose personale di soldi spendibili. Questo polarizza fortemente il consumo: gli
adolescenti fumano e al massimo sperimentano sostanze a basso costo, come ketamina o speed.
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Gli universitari pure, al massimo considerano la cocaina come un appartamento in condivisione.
Chi lavora si riscatta alzando il tiro. I più adulti hanno ormai le loro sostanze di riferimento.
La crisi orienta i consumi di sostanze esattamente come li orienta al supermercato. Posto che
emozioni e sensazioni alterate sono forse meno necessarie del cibo ma ugualmente difficilmente
rinunciabili, avviene tra consumatore e fornitore una normale relazione di mercato: il primo
cercherà ciò che gli conviene di più a quasi-parità di soddisfazione, il secondo farà delle offerte
parallele.
Fattore gratuità
Se sono abituato a mandare sms gratis con una particolare app telefonica, a condividere stanze
d’albergo con cinque sconosciuti, a farmi ospitare in mezzo mondo da persone incontrate on-line,
ad acquistare biglietti aerei a dieci euro con sei mesi di anticipo, a ricevere regali da chi vuole farsi
pubblicità, a scaricare film e software senza pagare, perché mai dovrei comprare droga con le
regole di una volta? Se le sostanze vecchie costano sempre uguale, non le compro, passo ad
altro. O le compro con modalità diverse. È ok soltanto quello che costa di meno, pur rimanendo in
linea con il mio desiderio di “altrove”.
Fattore carenza
L’abitudine all’integrazione alimentare è un’assuefazione alla mancanza. Se mi integro, vuol dire
che non ho qualcosa. Se prendo un agente esterno per ottenere un risultato, imparo che quel
risultato non potrei ottenerlo senza l’agente esterno. Nessuno può più fare a meno dell’aloe vera,
delle vitamine, degli energizzanti, dei dimagranti… Tutte cose che ci mancano per essere come
dobbiamo essere. Cosa che ci fa perdere grip su una questione fondamentale: cosa siamo,
autenticamente? Rispondere richiederebbe fatica, tempo, sofferenza. Perciò tendiamo a riempire
i vuoti. Ed ecco la cultura binge: abbuffate di alcol, ma anche di stimoli, di sesso, di relazioni.
L’importante è fagocitare un mondo che si teme e riempire un buco che ci affligge.
In adolescenza questo ragionamento si innesta sul fisiologico “chi sono?” tipico di quell’età. Da
adulti si incolla sull’altrettanto spontaneo “chi sono diventato?”. Entrambi, giovani e grandi,
traducono la cultura dell’integrazione in un’unica, poderosa domanda: “Cosa mi manca?”
All’incrocio tra crisi e carenza risiede un possibile cambiamento di accento, legato alla variazione
di orizzonte. Ieri la domanda poteva essere: cosa prendo per stare meglio? Oggi è: cosa prendo
per stare bene? Il che apre anche la strada al farmaco-per-ogni-stagione. Che è un po’ Red Bull e
un po’ cocaina.
È come se depressione epocale e ottimismo generazionale si unissero in un cocktail dolceamaro
nei giovani del 2012: stiamo male ma staremo bene. E questa speranza è il motore dell’assunzione.
Che non fa più accedere a un mondo iperbolico o migliore, ma a una sorta di universo del
benessere medio, sindacale.
Fattore locus of control esterno
Le risposte alle domande carenziali arrivano sempre dall’esterno. A volte arrivano prima della
domanda. “Ti carico di vitamine perché certamente sei un po’ giù”. “Ti offro trenta viagra diversi,
non vorrai dirmi che sei soddisfatto della tua vita sessuale?” Il metodo di mind reading una volta
usato da abili cartomanti e oroscopisti è oggi il sistema più diffuso per vendere a ciascuno la
soluzione universale per i suoi moltissimi e inediti punti deboli.
Le sostanze stupefacenti si aggregano con naturalezza a questo movimento persuasivo generale
che offre risposte esterne a dilemmi interni magari nemmeno conclamati. E scatta il fattore delega,
quello del tifo allo stadio: lascio che i campioni siano loro, io sono un fallito ma provo emozioni per
conto terzi. Perché devo fare fatica nel trovare una soluzione interna a un eventuale problema
che non mi ero nemmeno posto, se dall’esterno mi danno già tutto pronto?
Fattore immediatezza
Il gioco della soluzione esterna funziona se è tutto rapido, se non c’è spazio per la consapevolezza.
Questo, nel mondo delle sostanze, si traduce anche in una probabile preferenza per i metodi di
assunzione che regalano effetti immediati senza troppo “sbattimento” per la preparazione. Il
consumo migliore è dunque pronto, confezionato, deritualizzato e subito efficace. La stessa
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velocità di feedback che restituisce la rete. La medesima rapidità che ha creato un’ansia
generazionale basata sull’incapacità di attendere risposte: basti pensare alla differenza tra le
telefonate di vent’anni fa (“Ci sentiamo questa sera”) e gli sms di adesso (“Perché non ha ancora
risposto? Gli riscrivo…”).
Fattore gioco
L’alta correlazione tra consumo e gioco è un precipitato dei fattori precedentemente esposti.
Mancano soldi, mi sento un fallito, spero in una soluzione esterna e la voglio con rapidità.
È interessante osservare il percorso effettuato dalle istituzioni per quel che concerne il gioco. 1)
vedo che la gente gioca 2) creo le condizioni perché giochi di più facendo incassare soldi allo
Stato 3) lancio un contraddittorio allarme ludopatia 4)la discrasia tra fatti e comunicazione genera
la normalizzazione del fenomeno e l’abbattimento di credibilità del portatore del messaggio.
Esattamente quello che è successo per tabacco e alcol.
La desensibilizzazione ottenuta attraverso messaggi di segno opposto è un buon viatico per
l’aumento della penetrazione del fenomeno stesso.
Fattore relazionale
La rete rende possibili contatti che prima non erano possibili. Ciascuno di noi ha centinaia e
centinaia di amici “virtuali” e ne può ottenere di nuovi in pochi clic. Ciascuno di noi negozia la
propria identità ogni volta che si esprime on-line. Ciascuno di noi attraverso internet sperimenta
parti diverse di sé, in relazione con altri, come mai gli sarebbe successo in un locale, in ufficio o in
palestra.
L’elemento principale da capire è che in rete le relazioni sono reali, è soltanto l’ambiente a essere
virtuale. Le ricerche dimostrano che davanti al pc aumenta il livello di ossitocina in circolo;
riusciamo a resistere maggiormente al sesso, al sonno, alla fame, al fumo, rispetto allo stimolo di
rispondere a una conversazione on-line; essere in contatto con tantissime persone stimola zone
cerebrali che utilizzano un oppioide endogeno come neurotrasmettitore.
La rete facilita scambio, elicita emozioni, mette in gioco.
Non sappiamo quale relazione ci sia con il consumo di sostanze ma è ipotizzabile che da un lato il
web costituisca un buon modo per scambiarsi informazioni e contatti d’acquisto, dall’altro aumenti
la gratificazione personale e rappresenti un “altrove” a volte già bastevole.
Chi dice giurassicamente che la rete è una droga, anche senza riferirsi alle net addiction, forse
esprime un parere visionariamente interessante. La rete potrebbe neurochimicamente ed
emotivamente avere un ruolo importante nella progressiva sostituzione di additivi chimici con
additivi relazionali. Trovare un amico, un amore, una community non ha forse molti tra gli effetti
che vorrebbero essere ottenuti con la mediazione di una sostanza? Certo, poi i rapporti gestiti online devono piovere nella realtà fisica. Ma per la mente non è necessaria questa trasformazione. Le
emozioni sono le stesse. E il cloud computing ci sta abituando a pensare che presto saremo noi i
terminali di una vita da configurare online e downloadare secondo le nostre esigenze.
Fattore gestione delle emozioni
Immediatezza e ipersperimentazione derivanti dalla rete forniscono un modello che proviamo a
copiare sulle nostre emozioni quotidiane. Con risultati evidentemente fallimentari. Proviamo ciò
che proviamo senza accorgercene, mentre pensiamo a ciò che vorremmo provare o a quello che
non proviamo più. “Non ho tempo per essere triste. Non ho tempo nemmeno per essere allegro.
Ora sto così ma devo essere cosà”.
In rete le emozioni costituiscono un flusso veloce. Hanno effetti rapidi e forti, mediate come sono
dall’ambiente iperstimolante dell’interfaccia informatica. Esiste una sorta di assolutizzazione
istantanea delle emozioni, on-line. L’interesse diventa amore eterno in quattro righe di chat. Il
malessere diventa autodistruzione nel corso di una sola email.
Poi, nella vita fisica e off-line, smettiamo di esprimere emozioni o di trovare
modo/tempo/consapevolezza per farlo e diventiamo schermi bianchi alterabili a seconda degli
emoticon che ci incolliamo sul viso neutro.
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Le sostanze sono ottimi complementi di emoticon: assolutizzano le emozioni come la rete, sono
rapide e tendenzialmente ricreano off-line il fattore “palestra emozionale” che i social network
incarnano perfettamente on-line.
Fattore narcisismo
Contro la mancanza di senso e di valore che molti sperimentano su se stessi nei (rari) momenti di
solitudine consapevole e scollegamento dalla rete-mondo, l’automedicazione più diffusa è
l’ostentazione di un cubitale e fasullo “Io valgo”.
Kernberg sottolinea, a questo proposito, che gli ultimi anni di tv hanno evidenziato la
contemporaneità di due stili narcisistici: si idealizzano i divi per avere un modello di riferimento e si
disprezzano i protagonisti dei reality, nei confronti dei quali il pubblico si sente superiore. In questo
gioco di continua autoaffermazione senza struttura, l’importante è semplicemente manifestarsi
(non “esserci”, non più “apparire”): i social media hanno insegnato la lezione secondo cui tutti
sono uguali, tutti hanno pari mezzi e quindi (sillogismo insensato) tutti devono avere qualcosa di
interessante da dire. Fino al paradosso che ormai è interessante semplicemente “dire”. Parlo quindi
sono.
Fattore Legal Highs e nuove molecole
L’Italia non è un Paese extragalattico. Giace come propaggine meridionale di un continente che
funziona, drogasticamente parlando, in modo abbastanza chiaro e diverso da ciò che al
momento si evidenzia nel nostro Paese. Alcuni fattori continentali riconoscibili:
a) Forte attenzione al sintetico
b) Cospicuo mercato di designer drugs, cioè nuove molecole non tabellate
c) Succedanei molecolari: cannabis sintetica e cocaina sintetica sono indubbiamente i due trend
più evidenti degli ultimi quattro anni
d) Richiesta di eccitanti a basso costo
e) Sperimentazione di sostanze che risiedano in prodotti commerciali come fertilizzanti (mefedrone)
o solventi (GBL)
f) Creazione di micromercati leciti e illeciti legati al mondo di cui sopra, con evidente convenienza
economica (vedi figure nella pagina seguente).
La questione perciò torna alla capacità analitica di attenersi al presente. Che non sia però un
presente eccessivamente geolocalizzato. Se tutto il resto dell’Europa (con l’eccezione di Spagna e
Grecia) va in questa direzione, la domanda corretta da porsi è almeno “se” o “quando” arriverà
anche in Italia questo pensiero che rincorre la manipolabilità delle emozioni ad hoc, la furbizia di
chi sa rileggere il mondo e le sue regole su misura, la flessibilità di un flusso informativo sempre più
avanti e sempre più veloce dei pachidermici impianti normativi.
Una buona strategia di analisi e di intervento non può prescindere da questo presente
mutifattoriale. Altrimenti è semplicemente inutile.
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Strategie
Il contesto suggerisce una rilettura delle strategie di lettura, intervento, previsione.
Strategie di lettura
Lo schema qui sotto sintetizza il possibile nuovo rapporto tra consumatore e atto di consumo in
relazione al suo movente interno, al contesto della legalità e a quello dell’illegalità, con un
potenziale nuovo ruolo della macrocriminalità ma anche un’ipotesi di autonomizzazione della
produzione e dello spaccio. In una frase: il consumatore cerca di stare bene con sé e con altri,
eventualmente fuggendo da ciò che lo fa stare male, rischiando e spendendo il meno possibile e
desiderando dalla chimica la realizzazione personale di frontiere off-line che la tecnologia già gli
consente on-line.
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Strategie di previsione
E se si cambiasse semplicemente rotta? Invece di chiederci qual è il senso di numeri che
probabilmente stanno perdendo senso, per quale ragione non implementiamo una valutazione
qualitativa multifattoriale che comunque è suggerita (ma non esaurita) dalle ricerche di tipo
quantitativo?
Propongo l’introduzione delle seguenti categorie di analisi per ogni sostanza:
- Valutazione del costo in relazione ai vantaggi
- Valutazione della difficoltà di accesso e fruizione
- Vantaggio d’immagine
- Vantaggio carenziale
Insomma credo che a forza di chiederci cosa faremmo se fossimo la criminalità organizzata, ci
siamo dimenticati di chiederci cosa faremmo se fossimo il consumatore.
Strategie di intervento
Considerando che la psicoeducazione e l’informazione sono temi basici già portati avanti da
chiunque, sottolineo due necessità epocali.
1) Sistemi di interazione (e non solo di informazione) on-line anche in tempo reale.
2) Addestramento alla consapevolezza, con programmi strutturati, per esempio di mindfulness
(protocollo MBSR) già dai primi anni delle superiori. Sono percorsi che impegnano in genere 4-8
settimane, possono essere gestiti gruppalmente con sessioni settimanali da due ore (di persona o
on-line). Si tratta di interventi strutturati tesi a fornire strumenti personali di gestione del famoso
“vuoto”. Che poi si traducono in migliore accesso alle emozioni, riduzione di negazione, minore
ricerca di stampelle esterne.
23
Prevo.Mat – Previsioni quantitative
A cura di Fabio Previdi e Sergio Savaresi
Premessa metodologica
L’analisi numerica dei dati quantitativi ha riguardato le seguenti basi dati:
1. Numero consumatori nella popolazione generale 15-64 anni (dati IPSAD; Italia)
2. Numero consumatori nella popolazione studentesca 15-19 anni (dati ESPAD; Italia)
3. Quantità di sostanze sequestrate (dati DCSA; Italia e Lombardia)
4. Prezzo al dettaglio delle sostanze (dati DCSA; Italia)
Le previsioni sono relative all’anno 2015.
Le variazioni percentuali sono tutte relative al periodo 2012-2015, usando come base la predizione
per il 2012, dal momento che non sono disponibili dati per l'anno corrente.
I risultati sono organizzati e presentati in base alla sostanza, coerentemente con la modalità
normalmente usata per redigere il report.
Non essendo disponibili dati relativi alla regione Lombardia in numero sufficiente, tutte le
considerazioni del presente report sono di portata nazionale, salvo diversamente specificato.
1. Considerazioni generali
I dati relativi ai consumatori nella popolazione generale sono in calo, anche notevole, nel bienno
2008-2010 per tutte le sostanze tranne che per l'eroina (stabile nella popolazione generale ed in
crescita nella popolazione studentesca). Questo ha un evidente impatto sulle predizioni per il 20122015.
E' da notare che, per l'eroina, la prevalenza di consumatori nella popolazione studentesca è circa
doppia di quella nella popolazione generale, molto superiore ai rapporti per la cocaina (1.38) e
per i cannabinoidi (1.37). Per le droghe sintetiche, già note però per essere sostanze in uso
principalmente nella popolazione giovanile, tale rapporto è 3.03.
I dati relativi ai sequestri mostrano un cambiamento di tendenza nei sequestri di eroina, oggi
previsti in calo marginale. Inoltre, la quantità di cocaina sequestrata in Lombardia, un tempo parte
rilevante del sequestrato nazionale, è stata nel 2011 solo il 12% del totale (22% per i cannabinoidi,
25% per l'eroina, 75% per le droghe sintetiche).
Tranne che per la cocaina gli andamenti dei prezzi segnano delle discontinuità, in alcuni casi
significative, nel triennio 2009-2011. In particolare:
• il prezzo dell'eroina ha interrotto il trend decrescente (ed in particolare per l'eroina bianca è
previsto un aumento dei prezzi);
• il prezzo dei cannabinoidi, comunque previsto in crescita, ha smesso di crescere ai ritmi
degli anni precedenti;
• il prezzo di amfetamine ed ecstasy dopo anni di calo è cresciuto nell'ultimo triennio, pur
restando previsto in calo marginale per il 2015.
In generale, sugli stimolanti giungono segnali contrastanti (tra i dati "ufficiali" e il
percepito/raccontato). E' l'unico tipo di sostanze con elasticità al prezzo "anomala": consumatori in
calo e prezzi in aumento (anche se previsti comunque in calo per il 2015).
2. Cocaina
Previsione
La previsione relativa al numero dei consumatori di cocaina, nel 2015, vede delinearsi una
diminuzione del numero di consumatori coerentemente con quanto riportato nei Bollettini
Previsionali precedenti. Ciò è evidente sia nella popolazione generale che nella popolazione
studentesca.
Il numero di consumatori di cocaina è quindi previsto in calo marginale (-9% dal 2012 al 2015).
24
Sulla base dei dati a disposizione, Prevo.Lab stima che il numero dei consumatori, nel 2015, sarà di
circa 700.000 individui, ossia il 1,75% della popolazione italiana fra i 15 e i 64 anni3).
L'andamento dei prezzi allo spaccio è previsto in calo, coerentemente con l'andamento degli
ultimi dieci anni.
3. Eroina
Previsione
Si conferma e si rafforza la tendenza ad un sensibile incremento del numero dei consumatori, già
segnalata nei Bollettini Previsionali precedenti. Ciò è evidente sia nella popolazione generale che
nella popolazione studentesca.
Il numero di consumatori di eroina è quindi previsto in forte crescita (+37% dal 2012 al 2015).
3 Sulla base delle proiezioni ISTAT, la popolazione italiana fra i 15 e i 64 anni, nel 2015, corrisponderà complessivamente a
39.795.212 individui.
25
Sulla base dei dati a disposizione, Prevo.Lab stima che il numero dei consumatori, nel 2015, sarà di
circa 300.000 individui, ossia circa lo 0.75% della popolazione italiana fra i 15 e i 64 anni4).
Si osservi che la prevalenza nella popolazione studentesca e circa doppia di quella nella
popolazione generale, molto superiore ai rapporti per le altre sostanze (1.38 per la cocaina, 1.37
per i cannabinoidi, 3.03 per le droghe sintetiche, già note però per essere sostanze in uso
principalmente nella popolazione giovanile.
Il prezzo dell'eroina "brown sugar", dopo anni di calo continuo, ha subito una battuta d'arresto nel
triennio 2009-2011, anche se rimane comunque previsto in calo per il 2015. Diverso il discorso per
l'eroina "bianca" il cui prezzo, dopo anni di calo continuo, è aumentato significativamente negli
anni 2008-2011, segnando quella che è una vera e propria inversione di tendenza, che fa quindi
prevedere il suo prezzo in crescita per il 2015.
4 Sulla base delle proiezioni ISTAT, la popolazione italiana fra i 15 e i 64 anni, nel 2015, corrisponderà complessivamente a
39.795.212 individui.
26
4. Cannabinoidi
Previsione
Gli elementi in nostro possesso mostrano che è in atto un rallentamento del trend di crescita dei
consumatori di cannabinoidi che, nel 2015, dovrebbero aumentare del 5% circa rispetto al 2012,
mentre in passato erano stati previsti incrementi ben maggiori.
Prevo.Lab stima che il loro numero, nel 2015, sarà di 5,8 milioni di individui (circa il 15% della
popolazione italiana fra i 15 e i 64 anni5).
Tale rallentamento previsto nella crescita dei consumatori è coerente con quanto già evidenziato
nei precedenti Bollettini Previsionali (cfr. Bollettino Previsionale 2009-2012) e con quanto evidente
già da alcuni anni nella popolazione studentesca.
5 Sulla base delle proiezioni ISTAT, la popolazione italiana fra i 15 e i 64 anni, nel 2015, corrisponderà complessivamente a
39.795.212 individui.
27
Il prezzo dei cannabinoidi, in forte crescita dal 2006, ha subito negli ultimi anni una forte battuta
d'arresto nel 2009-2011, pur restando previsto in crescita per il 2015.
5. Droghe sintetiche
Previsione
I dati in nostro possesso indicano un forte rallentamento nella crescita del numero dei consumatori
di amfetaminici e derivati, previsto sostanzialmente stabile tra il 2012 ed il 2015 (-1%). Questa
previsione è in contrasto con quanto previsto nei precedenti Bollettini Previsionali ed è da imputare
principalmente al forte calo di consumatori (circa -30%) registrato tra il 2008 ed il 2010.
Prevo.Lab stima che il numero dei consumatori di amfetaminici e derivati, nel 2015, sarà di circa
250.000 individui (lo 0,65% circa della popolazione italiana fra i 15 e i 64 anni6).
6 Sulla base delle proiezioni ISTAT, la popolazione italiana fra i 15 e i 64 anni, nel 2015, corrisponderà complessivamente a
39.795.212 individui.
28
I prezzi di ecstasy ed amfetamine, dopo anni di calo continuo, sono aumentati significativamente
nel triennio 2009-2011, nonostante il calo dei consumatori (elasticità al prezzo anomala), sebbene
restino previsti in calo marginale per il 2015.
6. Osservazioni sui report dei Ricercatori
Alcune evidenziazioni sulle informazioni contenute nei report dei ricercatori, focalizzate sugli
elementi concordanti o evidentemente discordanti con i dati quantitativi elaborati.
6.1 Ricerca campionaria on-line
•
•
•
•
La cocaina rimane la droga per eccellenza nella percezione comune
Il consumo di droghe è percepito in aumento dal 37% degli intervistati, stabile dal 39%, in
diminuzione dal 24%
In particolare il consumo di cocaina è percepito in aumento dal 53% degli intervistati
Nella ricerca è presentata una sorta di LifeTime Prevalence, confrontabile con quella fornita
da IPSAD.
cannabis
Eroina
allucinogeni
stimolanti
cocaina
IPSAD 2010
32,5
1,6
3,3
3,8
6,8
FUSINA
22
2,1
2,6
2,5
6
6.2 Peer educator
•
•
L'ecstasy non si consuma più in pastiglie (possibile spiegazione del crollo dei sequestri?)
Prezzi abbastanza coerenti con le rilevazioni DCSA
6.3 Operatori prefettura
•
Cocaina sporadica, sia per consumo sia per fermo detentivo
6.4 Operatori prossimità
•
•
•
Segnalato consumo in aumento di eroina e oppiacei (coerentemente con i dati)
Cocaina sempre più a buon mercato
Ampio uso di amfetamine per ampia disponibilità ed economicità (in contrasto con i dati)
6.5 Sostanze.Info
•
•
Consumi di cocaina elevati e diffusi
In generale, consumo (e consumatori) in aumento
6.6 Area quadro storico-economico
•
•
Forte aumento consumo di eroina negli USA (Newsletter nov 2011 e gen 2012)
I sequestri di cocaina crescono in UK (come in Italia)
6.7 Prevo.Meter
• Cocaina: si prevede che aumenteranno i consumatori, ma diminuisce la percezione
dell'intensità di aumento rispetto al passato.
• Eroina: si prevede che il numero di consumatori resterà stabile
• Stimolanti: previsti in forte aumento
29
HBSC ITALIA 2010 - Health Behaviour in School-aged Children
A cura di Corrado Celata
La preadolescenza è una fase di sviluppo critica rispetto all’adozione di comportamenti a rischio.
In tale periodo ragazzi e ragazze affrontano infatti numerosi cambiamenti legati, ad esempio, alla
maturazione affettiva e sessuale, all’acquisizione di nuove modalità di pensiero ed alla costruzione
della propria identità (Bosma e Jackson, 1990; Hurrelman e Losel, 1990; Palmonari, 1997); le
strategie adottate per far fronte a tutti questi cambiamenti possono essere sia adattive e funzionali
ad un armonico sviluppo di potenzialità e capacità, sia disfunzionali e legate all’adozione di
comportamenti a rischio per la salute fisica ed il benessere psicologico e sociale. Per tale motivo la
ricerca HBSC ha dedicato ampio spazio all’analisi dei comportamenti a rischio in questa fascia
d’età, focalizzandosi su diverse tipologie di tali comportamenti: consumo di sostanze legali ed
illegali, comportamenti sessuali a rischio, infortuni.
In primo luogo, è stato analizzato il consumo di sostanze quali tabacco, alcol, cannabis.
Relativamente al consumo di tabacco, a conferma di numerosi altri studi, è stato evidenziato
come nel periodo preadolescenziale tale comportamento a rischio sia sperimentato per la prima
volta ed aumenti in modo considerevole con l’età. La percentuale dei giovani che fumano è pari
a circa 1% tra gli 11enni, 8% tra i 13enni, 31% tra i 15enni. La percentuale di giovani che fumano
ogni giorno passa da 0.15% ad 11 anni, a circa 2% a 13 anni, a 15% a 15 anni.
Considerando il consumo di tabacco nell’ultimo mese è emerso che la percentuale di coloro che
non hanno fumato nell’ultimo mese decresce da circa 99% per gli 11enni, a 91% per i 13enni, a 67%
per i 15enni.
Anche il consumo di alcol mostra un notevole incremento proprio nella transizione dell’età
preadolescenziale. La percentuale di ragazzi/e che riportano di bere alcolici saltuariamente
(raramente oppure ogni mese) è pari a circa: 25% per gli 11enni, 45% per i 13enni, 45% per i 15enni.
La percentuale di giovani che consumano invece alcolici frequentemente (ogni settimana oppure
ogni giorno) è pari a circa: 4% per gli 11enni, 10% per i 13enni, 36% per i 15enni.
Un dato che richiede attenzione è quello inerente il consumo giornaliero di alcolici: la percentuale
di giovani che riportano di bere alcol ogni giorno passa da circa 2% per gli 11enni ed i 13enni, a
circa 6% per i 15enni.
Il consumo di alcolici in questa fascia d’età si concentra soprattutto nel weekend, e questa
abitudine si accentua al crescere dell’età. La maggior parte dei giovani che consumano alcolici lo
fanno infatti durante il weekend. La percentuale di giovani che riportano di consumare alcol solo il
sabato e la domenica è pari a circa: 6% per gli 11enni, 11% per i 13enni, 37% per i 15enni. La
percentuale di giovani che dichiarano di bere alcolici sia nel weekend sia in settimana è pari a
circa: 1% per gli 11enni, 3% per i 13enni, 8% per i 15enni.
Particolarmente pericolosi nel periodo dello sviluppo sono infine gli episodi di ubriachezza ed il
cosiddetto fenomeno del binge drinking. Dalla presente ricerca è emerso come la percentuale di
giovani lombardi che riportano di essersi ubriacati 2 volte o più nella propria vita aumenta da circa
1% per gli 11enni a circa 16% per i 15enni. Rispetto al binge drinking è stato inoltre rilevato come a
15 anni circa il 40% dei maschi e più del 20% delle femmine affermi di aver consumato 6 bicchieri o
più di bevande alcoliche in un’unica occasione, come una festa, una serata ecc.
E’ stato anche indagato, solo per i 15enni, il consumo di cannabis: la percentuale di giovani che
dichiarano di aver provato almeno una volta nella vita è pari a circa 28% dei maschi e 14% delle
femmine, mentre la percentuale di coloro che ne hanno fatto uso 10 volte o più è pari a circa 11%
dei maschi e 5% delle femmine.
Altra tipologia di comportamenti a rischio che può avere conseguenze particolarmente dannose
in questa fascia d’età è quella dei comportamenti sessuali a rischio. Dalla presente ricerca è
emerso che a 15 anni circa il 25% dei maschi e il 21% delle femmine dichiara di aver avuto rapporti
sessuali completi; tuttavia tra questi, circa il 26% dei maschi ed il 32% delle femmine afferma di non
aver usato il preservativo durante l’ultimo rapporto.
Infine è stata indagata la frequenza con cui i giovani dichiarano di aver subito infortuni tali da
dover ricorrere a cure mediche. Quasi la metà dei giovani del campione lombardo riporta di aver
subito nell’ultimo anno almeno un infortunio di questo tipo. La percentuale di coloro che riportano
30
di aver subito infortuni più frequentemente, in particolare di aver subito nell’ultimo anno almeno 3
infortuni, è compresa tra circa 7% e 9% in base alla fascia d’età.
Complessivamente, questi dati mostrano come a soli 15 anni i giovani, rispetto ai comportamenti a
rischio, abbiano già raggiunto gli stili e le abitudini del mondo adulto o addirittura li abbiano
superati, mostrando nuove tendenze, “mutamenti” o “mutazioni” (Celata, 2009) come, ad
esempio, rispetto al consumo di alcolici ed al cosiddetto fenomeno del binge drinking. Anche in
Italia si sta infatti accentuando, soprattutto tra i giovani, la tendenza a bere alcolici fuori dai pasti
spesso al fine di ubriacarsi, diffusa soprattutto nell’Europa Settentrionale. Questa tendenza
distingue fortemente il consumo di alcolici dell’attuale generazione di giovani dal consumo legato
ai pasti, tipico delle generazioni precedenti. Essendo l’abuso di alcol associato a numerose
problematiche di salute, quali incidenti, tentativi di suicidio, gravidanze indesiderate, malattie
sessualmente trasmissibili e violenza (es. Hingson et al., 2006; Perkins, 2002; Room et al., 2005; WHO,
2007) è auspicabile porre particolare attenzione al fenomeno del binge drinking, ai significati che
assume ed alle strategie più efficaci per prevenirlo.
Allo stesso modo, anche rispetto al consumo di tabacco, cannabis, altre droghe ed ai
comportamenti sessuali a rischio sarà necessario analizzare le connotazioni che tali comportamenti
assumono nello specifico contesto storico culturale e nei diversi sottogruppi di giovani in cui si
realizzano, al fine di individuare efficaci strategie di prevenzione. Sarebbe opportuno infatti
implementare e rafforzare strategie di prevenzione mirate sulle sostanze specifiche maggiormente
diffuse e pericolose al momento attuale e che considerino le motivazioni sottostanti a questi ed altri
comportamenti a rischio.
Inoltre, è necessario guardare a tali problematiche ed alle strategie per prevenirle alla luce dei
numerosi contributi di ricerca che hanno messo in luce la relazione tra differenti aspetti della vita
dei giovani e dei contesti in cui essi vivono e l’adozione di specifici comportamenti a rischio. Tali
comportamenti possono quindi essere compresi ed affrontati solo in relazione ad altre variabili
inerenti atteggiamenti, motivazioni, adattamento psicosociale, caratteristiche dei contesti di vita e
delle relazioni significative che costituiscono lo sfondo in cui i comportamenti a rischio prendono
forma. Per tale motivo sono auspicabili ulteriori analisi ed approfondimenti sui presenti dati HBSC,
per porre in relazione i comportamenti a rischio con le caratteristiche individuali dei giovani e dei
contesti di vita di micro e macro-livello in cui essi vivono. Ciò consentirà di affrontare i
comportamenti a rischio non come un aspetto circoscritto e isolato della vita dei giovani, bensì
come un fenomeno complesso derivante dall’interazione di numerose variabili e che richiede
quindi di essere collocato nel più ampio panorama di promozione della salute.
Recenti contributi allo studio dell’adolescenza e dei comportamenti a rischio hanno, infatti,
evidenziato come essi derivino da un complesso sistema di relazioni interdipendenti tra individui ed
ambiente sociale e culturale (es. Ennett et al., 2008; Howard et al., 2010; Kuntsche et al., 2004;
Lopez et al., 2009; Meunier et al., 2010; Schwartz et al., 2007; Smetana et al., 2006). Come
sottolineato dalla prospettiva ecologico-sociale sarà quindi necessario considerare sia le
caratteristiche dell’individuo, sia l’influenza dei molteplici contesti di vita e la loro interdipendenza,
per comprendere e prevenire i comportamenti a rischio (Ennet et al., 2008).
Relativamente ai fattori individuali, numerosi studi hanno messo in evidenza il ruolo delle
motivazioni, delle aspettative, degli stati affettivi, della percezione di autoefficacia e delle life skills
connesse all’assunzione di comportamenti a rischio in adolescenza (es. Bandura, 1977; Chaiton et
al., 2010; Kuntsche et al., 2005; Kuntsche et al., 2006; Oei e Morawska, 2004; Okoli et al., 2011).
Tra le variabili contestuali di micro-livello assumono particolare rilievo quelle relative a: famiglia,
gruppo di pari e scuola. In relazione al contesto familiare assumono una notevole influenza rispetto
allo sviluppo di comportamenti a rischio in adolescenza: le strategie di monitoring e controllo
genitoriale (Bingham e Shope, 2004; Flechter et al., 2004; Kakihara et al., 2010; Li et al., 2000); le
conoscenze dei genitori circa la vita dei figli ed i racconti spontanei dei figli ai genitori (Keijsers, et
al., 2010; Kerr e Stattin, 2000; Kerr et al., 2010; Soenens et al., 2006); l’autorità e la legittimità del
parere dei genitori rispetto a questioni inerenti la sicurezza personale, le regole e le norme
veicolate dai genitori (Koutakis et al., 2008; Smetana et al., 2004).
Un secondo contesto di micro-livello che ha una notevole influenza rispetto allo sviluppo di
comportamenti a rischio è rappresentato dalla scuola, in particolare attraverso fattori che
svolgono un ruolo protettivo, quali: coinvolgimento nelle attività scolastiche, qualità della relazione
con compagni ed insegnanti, sistema di regole e norme a scuola rispetto ai comportamenti
31
rischiosi, strategie di prevenzione (Bond et al., 2007; Catalano et al., 2004; Fletcher et al., 2008;
Loukas et al., 2010; Vieno et al., 2007; Wang et al., 2010).
Un’ulteriore notevole influenza di micro-livello sull’adozione di comportamenti a rischio, deriva dal
gruppo dei pari, il quale assume una crescente importanza proprio nel periodo di transizione
preadolescenziale ed adolescenziale (Schulenberg et al., 1996). Le relazioni di amicizia e
sentimentali si costruiscono in luoghi, quali pub, discoteche e feste, dove usualmente si consumano
alcol ed altre droghe e dove l’assunzione di tali sostanze rappresenta un aspetto facilitante per
essere integrati nel gruppo (Engels, 2003; Maggs et al., 1997). Ad esempio, alcune ricerche hanno
evidenziato come ragazzi/e che non bevono vengano considerati meno socievoli (Engels et al.,
2006) e passino minor tempo con gli amici (Pape, 1997).
Infine, i comportamenti a rischio in preadolescenza ed adolescenza sono influenzati anche da
fattori che si collocano a macro-livello, come ad esempio: l’influenza dei mass media e delle
pubblicità rispetto alle rappresentazioni ed agli atteggiamenti dei giovani verso tali comportamenti
(Perkins et al., 2010; Moscovici, 1961; Hornik, 2002; EUCAM, 2010); le politiche e le strategie di
prevenzione (Buettner et al., 2010; Bellis et al., 2009; Goodman et al., 2009); le norme sociali, i valori
e le tradizioni culturali di un determinato contesto sociale (Beccaria, 2010; Perkins et al., 2010).
Nonostante queste evidenze di ricerca, gran parte degli interventi di prevenzione spesso si
focalizza principalmente o esclusivamente sul livello individuale (Santinello e Cenedese, 2002;
Santinello e Vieno, 2006). Gran parte dei programmi utilizzano inoltre approcci basati sull’astinenza
(Neighbors et al., 2006), seppure tale strategia abbia mostrato di ottenere risultati ridotti (Percy,
2008).
Per essere efficaci, le strategie di prevenzione dei comportamenti a rischio dovranno quindi essere
in grado di agire in modo congiunto a diversi livelli ecologici e di indirizzarsi sui fenomeni
attualmente più importanti per i giovani. A tal fine la ricerca HBSC ed i presenti dati rappresentano
un prezioso strumento per avere informazioni contestualizzate e specifiche rispetto alla realtà dei
giovani e dei comportamenti a rischio da essi adottati in un determinato contesto socioculturale
quale quello della Regione Lombardia. Sarà quindi auspicabile analizzare i dati relativi ai
comportamenti a rischio in interazione con le diverse caratteristiche individuali e contestuali
sopracitate ed in gran parte indagate anche nella ricerca HBSC. Ciò permetterà non solo di
comprendere più approfonditamente il fenomeno ma anche di scegliere il modo più efficace e
contestualizzato di intervenire in termini preventivi e di promozione della salute.
HBSC LOMBARDIA 2010 - Health Behaviour in School-aged Children
Nel contesto lombardo e italiano in generale, il cambiamento dell’epidemiologia della diffusione
di sostanze psicoattive si accompagna, nell’ultimo decennio, con la progressiva (e spesso
impercettibile) modificazione degli atteggiamenti e dei “valori d’uso” associati alle sostanze stesse,
trasformate negli ultimi anni – come un normale prodotto di massa – in qualcosa di “banalmente
normale”. Si tratta della cosiddetta “normalizzazione culturale” dell’uso: tutti i dati disponibili
segnalano, infatti, che il consumo di sostanze psicotrope (legali e illegali) è ormai “sdoganato”
all’interno di una più generale “cultura dell’additività” diffusa e radicata in strati sempre più ampi
della popolazione. Sulla scena sociale e mediatica, accanto ai tradizionali e integrati consumi di
tabacco e alcol, le sostanze psicotrope illegali fanno progressivamente parte della vita di un
numero crescente di individui, che – pur attestandosi su percentuali ancora minoritarie della
popolazione – assume un rilevo mediatico e sociale di amplissimo peso, determinando l’affermarsi
– specie tra i giovani - di un immaginario collettivo per il quale l’assunzione di sostanze non
rappresenta più un comportamento deviante, ma una condotta tollerabile, specie se non
provoca disturbo e/o danni agli altri (Prevo.Lab 2007).
Dal punto di vista dei valori d’uso che lo caratterizzano, il consumo di droghe – fino a pochi anni fa
declinato nell’ottica di doping della vita quotidiana – oggi sembra assumere una funzione di
veicolo per momenti di alterazione, piacere, gratificazione e benessere declinati, secondo le
occasioni, in modo individuale o collettivo. Dal momento che tutte le sostanze d’abuso sono in
grado di produrre alterazioni dello stato mentale ogni sostanza diventa per il consumatore
potenzialmente alternativa a qualunque altra. Anche l’alcol, sostanza lecita e grandemente
32
diffusa, sembra iniziare a perdere le caratteristiche di “lubrificante sociale” tipiche dell’uso
aggregativo/relazionale, per assumere quelle di sostanza “alterante in sé”, alternativa a
qualunque “stupefacente” (come nel caso del “binge drinking”).
Anche il ruolo dei social network e dei nuovi media, sta accelerando ulteriormente il processo di
sdoganamento, di normalizzazione e diffusione delle droghe fra i cd. “nati nell’era digitale” (meno
influenzati/bili su questi argomenti dai processi educativi classici della famiglia, della scuola e dei
media tradizionali), facilitandone l’accesso (in termini di acquisto e consumo) (Prevo.Lab 2010).
L’intero campione degli studenti intervistati da HBSC è composto da individui che sono nati e
cresciuti in questa scena . Studiarne atteggiamenti e comportamenti permette, quindi, di misurare
l’impatto dei cambiamenti socio-culturali sui loro comportamenti attuali, ma anche di scorgere
precocemente le linee di tendenza evolutive del consumo di sostanze e dei valori d’uso ad esse
attribuite che caratterizzeranno le prossime generazioni di giovani-adulti.
Da tutto questo emerge chiaramente l’interconnessione tra il consumo di sostanze e tutti gli altri
ambiti e contesti di vita. Lungi dall’essere un fenomeno astorico e decontestualizzato, strettamente
e unicamente legato a fattori individuali, il consumo di sostanze si connota come fortemente
legato alle caratteristiche di diversi contesti di vita: famiglia, pari, scuola e comunità.
E’ questo il motivo per cui HBSC Lombardia – nell’ambito dello specifico mandato di ricerca
dell’Osservatorio Regionale Dipendenze – presta particolare attenzione al tema, tentando sia di
analizzarlo in modo integrato con i dati relativi alle altre aree di salute indagate: quelle individuate
come “contigue” all’uso e abuso di alcol e droghe (ad es. l’uso di farmaci) ma anche quelle
relative a fenomeni emergenti considerati di impatto sulle caratteristiche stesse dell’approccio e
del consumo di sostanze (es. l’avvento delle nuove tecnologie, la fruizione dei media digitali e la
penetrazione dei social network).
HBSC Lombardia ha analizzato con grande attenzione questi temi, in particolare per quanto
riguarda le abitudini di consumo dei giovani intervistati e la diffusione di tali comportamenti sia
legali (uso di alcol e tabacco, esperienze di ubriacatura) sia illegali (cannabis e altre droghe) nella
popolazione scolastica lombarda. Per la delicatezza delle tematiche trattate, tali aree sono state
esplorate differentemente nelle tre fasce di età coinvolte. Agli undicenni sono state poste
esclusivamente domande sulle sostanze legali, ai tredicenni è stato chiesto anche l’eventuale
consumo di cannabis, mentre l’assunzione di altre droghe è stata riservata ai soli quindicenni.
Per alcuni degli item ritenuti maggiormente salienti, sono inoltre stati effettuati dei confronti a livello
descrittivo tra la rilevazione del 2007/2008 e quella del 2009/2010, al fine di cogliere eventuali
variazioni nelle frequenze di consumo dei ragazzi.
Dai dati raccolti tramite HBSC Lombardia è emerso come oltre la metà degli studenti di 11, 13 e 15
anni sia coinvolto nel consumo di sostanze, anche a fronte di numerose indicazioni internazionali
circa gli effetti negativi del loro uso. Se si esclude l’uso esclusivo dell’alcol, legato nel nostro Paese
ad una particolare cultura e tradizione alimentare, emerge che circa il 25% degli studenti ha fatto
uso almeno una volta di una delle altre sostanze indagate: tabacco e/o cannabis e/o altre
droghe illegale e/o sostanze dopanti.
Come ci si poteva aspettare, emerge un trend di crescita del consumo al crescere dell’età. Per le
sostanze legali (alcol e tabacco) l’uso di sostanze cresce gradualmente tra gli 11 e i 15 anni mentre
per la cannabis si rileva una crescita molto consistente tra i 13 e i 15 anni7. In tutti i casi è evidente
come a 15 anni il consumo coinvolge già una quota consistente di studenti (più della metà dei
15enni ha consumato almeno una volta tabacco e/o cannabis e/o altre droghe illegali e/o
sostanze dopanti) mentre nelle due fasce di età più basse il coinvolgimento è ancora minoritario.
Le differenze tra maschi e femmine, tradizionalmente molto consistenti in questo ambito, sono
ancora evidenti ma assumono connotazioni diverse a seconda delle sostanze. Per quanto riguarda
l’uso delle sostanze legali le differenze sono molto basse o inesistenti mentre risultano marcate per il
consumo eccessivo di alcol e per il consumo di cannabis, mostrando un maggior coinvolgimento
dei maschi.
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Per le altre sostanze non è stato possibile verificare tali trend in quanto il loro consumo è stato indagato
soltanto fra i 15enni.
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In questo capitolo sono state approfondite le diverse sostanze indagate da HBSC Lombardia
cercando di mettere in evidenza le peculiarità di ciascuno. Ciascuna sostanza infatti si differenzia
sia per il livello di consumo dichiarato sia per le caratteristiche nelle modalità di consumo.
La sostanza maggiormente utilizzata è sicuramente l’alcol: oltre la metà degli studenti ha
dichiarato di aver bevuto un alcolico almeno una volta nella propria vita ma tale percentuale
cresce fino all’80% per i 15enni. Tali dati sono completamente in linea con le ricerche passate e
con una cultura, tipica del nostro Paese, in cui l’alcol fa parte dell’alimentazione e della vita
sociale delle persone. Tuttavia, dai dati è possibile intravedere un cambiamento della cultura
alcolica dei più giovani. Innanzitutto emerge la forte presenza, tra i diversi alcolici, degli alcolpop,
bibite a bassa gradazione alcolica promosse da importanti azioni di marketing rivolte a questa
fascia di età. Tali bibite hanno sostituito nelle scelte dei più giovani il vino e la birra, bevande
appartenenti alla nostra tradizione, soprattutto tra i 15enni e tra le femmine. Questo cambiamento
rende evidente l’efficacia delle azioni di marketing e mostra l’impatto di una bibita raramente
percepita come alcolico e associato per lo più ai succhi di frutta o alle bibite gasate. Un secondo
cambiamento riguarda la modalità di uso degli alcolici. Accanto alle ubriacature è presente un
secondo fenomeno di uso eccessivo di alcol: il binge drinking, un’abbuffata di alcol che prevede il
consumo di 6 bicchieri o più di bevande alcoliche in un’unica serata. Entrambe queste modalità
coinvolgono circa il 15-17% degli studenti (raggiungendo percentuali introno al 32% fra i 15enni) ma
mentre per le ubriacature, fenomeno più moderato e “tradizionale” di consumo eccessivo di alcol,
le differenze fra maschi e femmine sono poco marcate, il binge drinking coinvolge maggiormente i
maschi riflettendo uno stile di consumo differente.
Per quanto riguarda il tabacco, il coinvolgimento è più basso: il 24% degli studenti dichiara di aver
provato almeno una volta nella vita a fumare e tale percentuale raggiunge il 55% fra i 15enni.
Relativamente a questa sostanze emergono due importanti dinamiche. Soltanto la metà di chi
prova a fumare diventa un fumatore. Questo significa, da una parte, che sebbene la
sperimentazione del tabacco sia ancora piuttosto diffusa il consumo vero e proprio coinvolge una
minoranza di persone (il 12% dell’intero campione e il 31% dei 15enni); dall’altra, che molti
adolescenti sono incuriositi, come è tipico della loro età, dalla sperimentazione di questa sostanza
ma percepiscono i rischi e i pericoli del diventare un fumatore.
Allo stesso tempo, però, circa la metà dei fumatori attuali fuma quotidianamente. Questo significa
che il consumo, anche fra pre-adolescenti, non si mantiene ad un livello moderato ma assume una
connotazione abitudinaria e di forte impatto. Inoltre, è peculiare il fatto che tra i fumatori non
emergano differenze nella frequenza di consumo tra maschi e femmine.
Il consumo di cannabis è meno frequente rispetto al tabacco e mostra trend di uso differenti.
Innanzitutto la cannabis evidenzia un andamento di maggior impatto al crescere dell’età. I dati
sembrano infatti suggerire che la fascia di età tra i 13 e i 15 anni rappresenti un momento cruciale
per l’iniziazione all’uso di cannabis: le percentuali dei consumatori aumentano dal 2.9% per i 13enni
al 20.9% per i 15enni. Tale crescita è particolarmente consistente tra i maschi. L’importanza di
questa fascia di età è confermata dal fatto che il consumo nella vita coincide nella maggior parte
dei casi con quello nell’ultimo anno; questo significa che si tratta di un’esperienza recente.
Diversamente da quanto visto col tabacco, una quota consistente di coloro che hanno
consumato cannabis almeno una volta nella vita ne hanno fatto un uso ripetuto nell’ultimo anno;
allo stesso tempo soltanto un quarto di coloro che l’hanno sperimentata almeno una volta ne ha
fatto un uso assiduo nell’ultimo mese. Questo significa che la sperimentazione della cannabis
tende a ripetersi nel tempo ma non in maniera assidua. Il consumo frequente nell’ultimo mese
riguarda circa il 6% del campione dei 15enni.
Per quanto riguarda le altre droghe illegali, il fenomeno è stato indagato unicamente tra i
quindicenni. Il 6.7% (pari a 66 ragazzi) dichiara di averne provata una o più tra quelle proposte. Le
più frequenti risultano essere il doping, i funghi allucinogeni e la “colla”. Il maggior uso di tali
sostanze è legato probabilmente ad una minor percezione di gravità.
E’ stato inoltre realizzato un confronto tra i dati della rilevazione del 2009/2010 e quelli del
2007/2008. Non si sono riscontrate differenze mostrando un andamento costante del fenomeno
negli ultimi anni.
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Infine, è importante sottolineare che i dati presentati sull’età del primo consumo indicano una
criticità costante, generalizzabile a tutte le sostanze considerate (legali e illegali): una percentuale
consistente di studenti tende a datare il primo consumo l’anno precedente l’età posseduta al
momento della compilazione del questionario. In altre parole, i tredicenni riportano di aver iniziato
a 12 anni e i quindicenni a 14. Questa modalità di risposta potrebbe dipendere dal fatto che non
ricordano con esattezza l’età del primo consumo e ciò comporta una ridotta affidabilità del dato.
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Sintesi dei dati HBSC Lombardia sul consumo di sostanze
Alcolici: i ragazzi dimostrano di fare abbondante uso di alcolici, soprattutto al crescere dell’età:
a 11 anni ha bevuto il 29.5%, a 13 il 55.4%, e a 15 l’81.0%. Particolarmente interessanti risultano le
preferenze di consumo fra gli studenti: al primo posto si posizionano gli alcolpop (33.1%), di cui si
fa un uso anche frequente. Seguono la birra (32.0%), gli “altri alcolici” (29.2%) e il vino (28.3%).
Per quanto riguarda l’uso eccessivo di alcol, il 15.4% del campione riporta episodi di
ubriacatura e il 17.4% di binge drinking. I 15enni coinvolti in tali episodi si aggirano intorno al
32%.
Tabacco: il 24.1% dichiara di aver fumato almeno una sigaretta nella vita e tale consumo
aumenta con l’età: 3.1% a 11 anni, 21.9% a 13 e 54.7% a 15 anni. Molti di questi “sperimentatori”
non si trasformano però in consumatori: il consumo attuale riguarda l’11.8% del campione (1.0%
degli 11enni, 8.2% dei 13enni e 30.8% dei 15enni).
Cannabis: il consumo di cannabis riguarda il 10.8% dei 13 e 15enni. Emerge tuttavia una
notevole differenza fra le due fasce di età: a 13 anni hanno fatto uso di cannabis almeno una
volta nella vita il 2.9% degli studenti e a 15 anni il 20.9%.
Altre sostanze illegali: i ragazzi che dichiarano di aver fatto uso di almeno una droga differente
dalla cannabis rappresentano il 6.7% dei quindicenni (66 ragazzi). Le sostanze più diffuse sono i
funghi allucinogeni e la colla.
Doping: l’uso di sostanze dopanti coinvolge il 2.0% dei 15enni.
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L’abuso di farmaci prescritti
A cura di Matteo Frossi
In questa sezione è presentata la sintesi di un lavoro di analisi delle notizie, delle ricerche e delle
indagini, più o meno direttamente collegate al tema dell’offerta e della domanda di sostanze
psicotrope, pubblicate in Italia e all’estero, soprattutto UK e USA, nel periodo Ottobre 2011 - Marzo
2012.
La costante raccolta e selezione di queste pubblicazioni permette un monitoraggio puntuale dei
fenomeni emergenti e degli argomenti di maggiore attualità, con una tempistica migliore rispetto
a quella garantita dalla reportistica ufficiale delle principali organizzazioni, nazionali e
internazionali, di settore. Rispetto a quest’ultima, però, i temi trattati dai media rischiano spesso di
essere meno attendibili e meno approfonditi, oltre a essere più esposti alle “mode” del momento.
Si pensi, per esempio, al fenomeno cocaina che, nonostante molti dati confermino la persistente
diffusione dei consumi di questa sostanza, è quasi completamente scomparso, dopo anni di
ribalta, dall’orizzonte dei media. O al tema del gioco d’azzardo, noto agli operatori già da alcuni
anni, ma improvvisamente e apparentemente diventato, almeno per i media del nostro Paese,
l’unica dipendenza patologica attualmente da fronteggiare. Questi esempi servono per spiegare
come l’analisi dei media, e in qualche modo anche quella delle riviste scientifiche, rappresenti un
radar importante per osservare il presente e le possibili evoluzioni future del fenomeno indagato,
ma che un raffronto con dati più solidi e tendenze storicizzate sia fondamentale per formulare
ipotesi previsionali coerenti con la complessità di un fenomeno le cui evoluzioni più visibili ne
rappresentano solo le manifestazioni più superficiali.
Proprio alla luce di queste considerazioni, a una prima selezione delle fonti da parte del
ricercatore, è seguito un confronto con gli analisti e con la Direzione Scientifica che ha portato a
isolare alcune tematiche ritenute preminenti in quanto sostanziabili con dati e fonti attendibili. Il
Report si compone, quindi, di due sezioni principali dedicate agli approfondimenti scelti e di una
terza sezione dove sono presentate, riorganizzate per tematiche, le notizie raccolte e selezionate
nel periodo. Vi è infine un’appendice dove è disponibile l’aggiornamento dei dati sullo storico dei
sequestri effettuati in Italia e in Lombardia.
Il primo tema affrontato è quello dell’impatto della crisi economica sui consumi di sostanze
psicotrope. Le possibili influenze della recessione su questi consumi, rispetto alle quali credo si
debba riconoscere a PrevoLab il merito di averle inserite già da alcuni anni tra le variabili prese in
considerazione a fini previsionali, sono nel frattempo diventate oggetto di studio da parte di molti
ricercatori e Istituzioni internazionali. Viene quindi qui presentata una sintesi dei risultati delle
indagini e degli studi pubblicati nell’ultimo anno, che considerano sia le influenze dirette che quelle
indirette. Tutte le evidenze sembrano convergere verso la considerazione che la minore
disponibilità economica delle persone, e quindi la probabilità di minori consumi, sia ampiamente
compensata da altre variabili, come la diminuzione dei fattori protettivi (reddito, lavoro,
benessere), la maggiore propensione individuale ad attività illecite e quindi la maggiore
disponibilità di sostanze sul mercato, la riduzione dei prezzi e della qualità/purezza, la minore
capacità di contrasto da parte delle forze dell’ordine e dei servizi preventivi e di cura dovuta alla
riduzione dei budget pubblici, la maggiore propensione, culturale e politica, verso atteggiamenti
meno repressivi, anche in ragione dei possibili introiti e della riduzione dei costi garantiti da politiche
più permissive. Sembrerebbe quindi che l’attuale recessione, purtroppo non destinata a risolversi in
tempi brevi, possa in prospettiva determinare un aumento, oltre che una diversificazione, dei
consumi di sostanze psicotrope, specialmente in alcuni gruppi sociali e in alcune fasce d’età.
Rispetto a questo ambito, sono stati forniti agli analisti dei dati relativi all’evoluzione di alcuni
indicatori macroeconomici registrata in Italia negli ultimi quindici anni, con l’obiettivo di vedere se
le correlazioni documentate all’estero tra situazione economica e consumi di sostanze abbiano
riscontri anche nel nostro Paese.
Il secondo tema discusso è quello dell’uso improprio di alcuni gruppi di farmaci che agiscono sul
sistema nervoso centrale. Questa tipologia di abuso sta determinando negli USA una vera e
propria emergenza sociale e sanitaria e alcuni elementi fanno temere che qualcosa di analogo
possa accadere anche in Europa. Se per certi versi questo fenomeno è collegato al precedente,
poiché la crisi economica può facilitare la scelta di prodotti che, a parità di principio attivo,
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costano meno, per altri presenta una complessità maggiore, poiché la crescita esponenziale di
questi consumi, pur essendo iniziata già diversi anni fa, è stata finora ignorata per motivi la cui
analisi può essere utile a fini previsionali. Mi riferisco agli enormi interessi, e ai conseguenti conflitti,
che si celano dietro la gestione del mercato di quelle sostanze, legali e non, che possono essere
utilizzate per la cura, o l’autocura, dell’ansia, della depressione e del dolore. I gruppi farmacologici
analizzati sono appunto quelli delle benzodiazepine, degli antidepressivi e degli antidolorifici.
Questi ultimi, e soprattutto quelli oppiacei, sono i farmaci che destano il maggiore allarme negli
Stati Uniti per la crescita dei consumi, dei trattamenti e delle conseguenze per la salute. Ed è un
fenomeno difficilmente contrastabile perché al problema delle iper-prescrizioni da parte dei
medici, al quale le autorità stanno attualmente provando a porre rimedio, si aggiunge il
meccanismo della diversione e l’interesse dei mercati illeciti. In Europa e nel nostro Paese esistono
norme che regolamentano la prescrizione di questi farmaci molto più rigide rispetto a quelle
statunitensi, ma alcuni fattori discussi nel report rischiano di rendere questa diversità non sufficiente
a tutelarci dalla diffusione dell’uso improprio di farmaci. I più recenti Rapporti dell’OsMed
testimoniano, infatti, una forte e costante crescita dei consumi di alcuni farmaci, in primo luogo
oppiacei maggiori e antidepressivi, e per quanto tali dinamiche vadano indagate anche alla luce
delle possibili evoluzioni di alcuni specifici trattamenti, non credo sia possibile ignorare l’allerta.
D’altronde, nell’ambito delle prime edizioni di Prevo.Lab, era già stata analizzata un’articolata
ricerca, commissionata dal Governo Inglese, nella quale si evidenziava come le case
farmaceutiche stessero investendo molto su queste tipologie di farmaci e come un possibile
scenario futuro contemplasse la disponibilità di principi attivi sempre più specifici per il cervello e
per la regolazione delle emozioni.
Come detto, questi due temi sono solo alcuni degli approfondimenti che sarebbero potuti scaturire
dall’analisi delle notizie pubblicate negli ultimi mesi, motivo per cui nel report è presentata una
selezione di notizie da cui trarre ulteriori possibili spunti riflessione. Solo per segnalarne alcune, si va
delle evoluzioni mondiali del narcotraffico, esse stesse in parte determinate da una crisi economica
che favorisce chi ha grande disponibilità di liquidità, all’aumento dei consumi di sostanze
psicotrope nei paesi del BRIC (Brasile, Russia, India, Cina); dal progressivo abbandono
dell’Afghanistan da parte della Nato, al contagio della criminalità messicana a molti paesi del
centro-sud America; dalle produzioni cinesi di precursori chimici, alla trasformazione di molti paesi,
soprattutto africani e asiatici, da paesi di transito a paesi di consumo delle sostanze illecite;
dall’allerta europea per la diffusione di sostanze chimiche, tra cui le cosiddette legal highs, a
quella inglese per la crescita dei consumi di mefedrone; dai “nuovi” gruppi di consumatori di
sostanze psicotrope, come i professionisti e gli anziani, ai possibili effetti della diffusione dei social
network; dalle recenti indagini sui comportamenti dei giovani italiani compiute dal Censis e dalla
Fondazione Agnelli (confrontabili con altre indagini come HBSC), a quella dell’Ipsos
sull’atteggiamento degli italiani verso le droghe (confrontabile con quella da noi realizzata in
collaborazione con Human Highway); dall’aumento dei sequestri nelle grandi città italiane di
droghe etniche (come lo shaboo), all’allargamento delle comunità straniere nel nostro Paese e al
relativo fenomeno delle gang giovanili.
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