4 O compiti delle vacanze di italiano
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4 O compiti delle vacanze di italiano
Classe 4 O – COMPITI PER LE VACANZE E DI RECUPERO DI ITALIANO – a.s. 2014 – 2015 – prof.ssa R. D'Alfonso 1) Compiti per le vacanze 2) Letture facoltative * 1) Compiti per le vacanze (per tutti): Letture ed esercitazioni obbligatorie entro l'inizio della scuola (parzialmente opzionali): Ripassare/completare: (per una scelta consapevole sui romanzi, cercare la trama sul manuale o in wikipedia) 1. ripasso: a) neoclassicismo: Winckelmann, “Il Laocoonte” (manuale, vol. 3, p. 805); b) Schiller sul sublime (v. programma); 2. Foscolo, ripasso dei Sepolcri, con esercizi scritti p. 892, e delle Grazie: lettura pagg. 894-9, esercizi scritti p. 900 3. Manzoni, brani dei Promessi Sposi (T 10-11-12-13-14-15-16-17 del vol. IV, con esercizi orali inclusi su tutti i brani, ma scritti sull'ultimo a p. 462); anche se è fortemente consigliata la rilettura dei Promessi Sposi (va portato all’esame, e durante l’anno non ci sarà tempo, perciò fatelo bene), un lavoro ben fatto sui brani in antologia potrà bastare; Leggere: 4. E. Hemingway, Addio alle armi e/o Per chi suona la campana e/o E. M. Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale; 5. E. Vittorini, Il garofano rosso o G. Berto, Il cielo è rosso 6. P.P. Pasolini, Ragazzi di vita o Una vita violenta 7. S. Avallone, Acciaio e/o C. Comencini, La bestia nel cuore e/o M. Mazzucco, Vita o Limbo 8. M. Hamid, Il fondamentalista riluttante Scrivere: preparare una 'conferenza' da esporre in 10' sul libro preferito (v. anche sotto) * 2) Letture opzionali (possono essere rinviate dopo l'estate, ma comunque da fare entro le vacanze di Natale): 9. Leggere almeno due a scelta fra i seguenti libri: L. Tolstoj, Racconti di Sebastopoli (ripubblicati nei Racconti di guerra); F. Dostoevskij, L'idiota; T. Mann, Tonio Kröger e La morte a Venezia; F. Kafka, due racconti a scelta e Lettera al padre; R. Musil, I turbamenti del giovane Törless. A chi ha amato Remarque, consiglio Tolstoj; Lettera al padre in genere piace a tutti. Dostoevskij mostra come si poteva fare psicanalisi prima della nascita della psicanalisi: è uno dei più grandi capolavori dell’Ottocento. Musil e Mann sono mostri sacri del primo Novecento europeo: questi non sono i loro libri più impegnativi, ma hanno il vantaggio della leggibilità. 10. Leggere almeno due a scelta fra i seguenti testi: Italo Svevo, Senilità; A. Moravia, Gli indifferenti; Italo Calvino, Le città invisibili; E. Flaiano, Tempo di uccidere; C. Pavese, La luna e i falò o La casa in collina; D. Maraini, Donne in guerra; B. Fenoglio, Il partigiano Johnny o Una questione privata (romanzi). 3) Letture facoltative (se e quante volete, quando volete): 11. Fine Settecento-inizi Ottocento: W. Goethe, I dolori del giovane Werther (è il modello dell’Ortis di Foscolo) o Le affinità elettive. 12. Ottocento francese: H. de Balzac, Eugénie Grandet o Papa Goriot, G. Flaubert, Madame Bovary; Stendhal, La certosa di Parma o Il rosso e il nero. Liceo ginnasio “Luigi Galvani” di Bologna 1 Classe 4 O – COMPITI PER LE VACANZE E DI RECUPERO DI ITALIANO – a.s. 2014 – 2015 – prof.ssa R. D'Alfonso 13. I nostri anni: José Saramago, Cecità (cosa può accadere quando a poco a poco tutti sono colpitio da una strana pestilenza che fa diventare ciechi?); Don De Lillo, Rumore bianco (nel mondo di oggi, senza tempo per guardarsi veramente dentro, senza tempo per dare attenzione agli altri, cresce un’oscura inquietudine…); Christa Wolf, Il cielo diviso (storia d’amore difficilissima nella Germania est prima della caduta del muro). Sono fra gli scrittori contemporanei più significativi e sono molto ‘forti’: al primo impatto sono violenti, ma poi prendono: per i più hard di voi. Saggistica e narrativa su mafia e 'ndrangheta per chi vuole: 14. 1 libro fra i seguenti: - Giovanni Russo, Nella terra estrema. Reportage sulla Calabria, 2013 (La Calabria ha nei media un'immagine condizionata dalla mancanza di approfondimento dei motivi sociali e politici che stanno alla base della sua attuale condizione. È molto più semplice e spettacolare porre l'accento sulle organizzazioni criminali e la 'ndrangheta anziché esaminare i problemi storici, civili e sociali di una regione che possiede nella sua storia, nella sua cultura, nelle sue tradizioni qualità che meriterebbero di essere fatte conoscere e apprezzare e che per molti aspetti sono rimaste ancora ai margini del dibattito politico e intellettuale. Questi scritti di Giovanni Russo permettono di gettare luce sulle cause profonde del mancato sviluppo e di capire le ragioni di insanabili contraddizioni. ) - Nicola Gratteri -Antonio Nicaso, Dire e non dire. I dieci comandamenti della 'ndrangheta nelle parole degli affiliati, 2013 (Non sanno di essere intercettati e parlano a ruota libera. Di affari, di voti, di chi si è comportato "da stracristiano" e di chi invece non "ha abbassato la testa". Parlano, gli uomini della 'ndrangheta, ma non dicono tutto. Fanno lunghe pause, e dietro quelle frasi lasciate a metà si nasconde la ferocia della strategia criminale e il rispetto di un preciso codice di comportamento. E anche oggi che la vecchia 'ndrangheta dei capibastone è diventata una multinazionale del crimine con ramificazioni in tutto il mondo, insospettabili contiguità con la politica e l'imprenditoria, un giro di affari miliardario, per gli affiliati la 'ndrangheta è "la più bella cosa perché ha le più belle regole": ha rituali, precetti, norme, principi. "Noi dobbiamo mantenerli certi valori, dobbiamo essere, come eravamo una volta, quello che ci hanno insegnato i nostri antenati" dice un boss calabrese. Anche i comandamenti restano quelli inequivocabili che si trovano nei codici della picciotteria: "non si sgarra e non si scampana", "chi tradisce brucerà come un santino", "la famiglia è sacra e inviolabile". Persino la penetrazione nelle ricche regioni del Nord non ha mutato gli equilibri di un'organizzazione al tempo stesso globale e locale: i clan diversificano gli investimenti, riciclano montagne di denaro e aprono ristoranti in pieno centro a Milano, eppure, come dice un altro boss alludendo alla Calabria, "la forza è là, la mamma è là", le radici della 'ndrangheta sono ben salde fra i boschi e i paesi aggrappati ai dirupi dell'Aspromonte. ) - Giovanni Tizian, La nostra guerra non è mai finita, 2013 ("Un corpo irriconoscibile abbandonato come un cane nelle campagne della Locride. L'interminabile, soffocante stagione dei sequestri di persona. E poi, nella nostra carne, le fiamme che divorano il mobilificio di nonno Ciccio, l'omicidio di mio padre. E nessun colpevole. Perché continuare a vivere in una terra che ripagava il nostro amore incondizionato con tanta spietata ferocia? Andarsene via, ovunque, purché lontano da Bovalino, fuori da quei confini diventati così angusti. Approdare in una città accogliente come Modena, nel tentativo di rimuovere, di dimenticare il passato, di trovare una normalità. Nascondendo a tutti, persino a me stesso, la rabbia e la sofferenza. E così ho fatto per tanto tempo, fino a quando, ormai ventenne, ho chiesto in lacrime a mia madre di guidarmi nel doloroso esercizio della memoria. Ho voluto sapere tutto di quella sera del 23 ottobre 1989, di quei colpi di lupara sparati contro la Panda rossa di mio padre. Dopo, per me è stato l'inizio di una nuova vita. Senza più vergogna, senza più sentirmi addosso gli sguardi di commiserazione della gente. Ma ricordare e raccontare sono atti troppo rivoluzionari, troppo scomodi per chi ha costruito il proprio impero sulla menzogna e sull'omertà. Intanto la 'ndrangheta aveva viaggiato più veloce di noi ed era già lì, nell'Emilia terra della Resistenza, a conquistarsi sul campo il predominio della criminalità organizzata e pronta a zittire le mie inchieste giornalistiche." - Giovanni Tizian) - Corrado Alvaro, Gente in Aspromonte (1930), romanzo che gli valse il primo importante premio letterario italiano, bandito da La Stampa nel 1931 (http://it.wikipedia.org/wiki/Gente_in_Aspromonte) - Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta o qualsiasi altro inerente (tutte le info sull'antologia) - Antonella Cosentino, Dalla mia finestra si vedeva il mare, 2013 + Teresa Auddino, Binari di terra, 2006 (Dalla mia finestra...: splendida fotografia della Calabria tra la fine dell'800 e gli inizi della Prima Guerra Mondiale. Il libro è scritto in maniera sublime. Commovente). (Binari di terra raccoglie due romanzi brevissimi, Omphalos e Sulle tracce, quest'ultimo rimasto incompiuto a causa della prematura scomparsa dell'autrice, uniti da un'ispirazione fortemente radicata nella memoria della terra d'origine: una campagna calabrese raccontata nei suoni, nei profumi e nei sapori del passato e interiorizzata come dimensione esistenziale, ma sempre protagonista viva.) - Enzo Ciconte, 'Ndrangheta padana, 2011 (Omertà, pizzo, infiltrazioni mafiose nel mondo della politica e dell'impresa, summit mafiosi... parole e concetti che rimandano istintivamente al Sud. Eppure la mafia, e in particolar modo la 'ndrangheta, non è un problema unicamente meridionale. La 'ndrangheta è l'unica organizzazione criminale ad avere due sedi, Reggio Calabria e Milano. La "Padania" è da decenni teatro di loschi affari e di intrecci ancor più sporchi e, nonostante se ne Liceo ginnasio “Luigi Galvani” di Bologna 2 Classe 4 O – COMPITI PER LE VACANZE E DI RECUPERO DI ITALIANO – a.s. 2014 – 2015 – prof.ssa R. D'Alfonso parli ormai da tempo, politici e amministratori locali, con lodevoli eccezioni, fingono di non vedere o negano spudoratamente l'evidenza. Gli 'ndranghetisti hanno il controllo di una parte del territorio, hanno molti soldi e li prestano a usura, si sono impossessati di case, alberghi, bar, ristoranti, pizzerie, supermercati, imprese, sono presenti nei grandi appalti dell'Alta velocità e hanno lambito quelli dell'Expo. È la mafia dei colletti bianchi, degli uomini cerniera, degli insospettabili, degli uomini invisibili. L'autore getta una luce su questa realtà finora sommersa, fa nomi e cognomi di politici, imprenditori, professionisti legati a doppio filo alla 'ndrangheta e che pure continuano a occupare posti di prestigio e di potere in Lombardia e in tutto il Nord.) - Nicola Gratteri - Antonio Nicaso, La mafia fa schifo. Lettere di ragazzi da un paese che non si rassegna, 2011 (Lo conoscono, loro, quel male. Lo conoscono da dentro. E adesso di mafia, di camorra, di 'ndrangheta vogliono parlare, o meglio vogliono scrivere. Sono gli studenti e i ragazzi che alzano la mano, in classe come in famiglia. Si chiedono perché i mafiosi opprimono le persone che lavorano onestamente e come riescono a dormire tranquilli, sapendo di fare del male a tanta gente. Come hanno potuto le mafie diventare così potenti, al Sud e al Nord, tanto che oggi pochi sembrano in grado di fare a meno dei loro soldi e dei loro voti. Se c'è un pezzo di Stato dietro le morti di Falcone e Borsellino, o perché la Chiesa non insiste su questi temi con la stessa veemenza con cui si scaglia contro il divorzio e l'aborto. Il magistrato Nicola Gratteri e il giornalista Antonio Nicaso, da sempre impegnati nella lotta alla mafia, hanno raccolto le lettere di questi ragazzi e adolescenti dalle quali emergono paura, rabbia, desiderio di rivalsa e ribellione contro l'illegalità, e solo raramente sconforto e rassegnazione. Per tutti loro la mafia non è più un tabù da rispettare in silenzio per quieto vivere o vigliaccheria, ma "un letto pulcioso" che infesta il Paese, un "tanfo di stalla" che ammorba l'aria e che "si arrimina nella pancia come un animale inferocito". È un segnale confortante quello lanciato da questi ragazzi con la loro scelta di non tacere, perché, come diceva Paolo Borsellino, "se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo". ) Buona estate! Bologna, 10 giugno 2015 L’insegnante, prof.ssa Rossella D’Alfonso Liceo ginnasio “Luigi Galvani” di Bologna 3