Dossier Destre
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Dossier Destre
http://www.osservatoriodemocratico.org/page.asp?ID=2899&Class_ID=1001 IL RITROVAMENTO DI UN’AUTO CLONATA DI UN GIUDICE ANTIMAFIA NEL BOX DI UN EX TERRORISTA DI DESTRA ESTREMISMO NERO E MALAVITA COMUNE A MILANO TRA GLI ANNI NOVANTA E IL DUEMILA. Saverio Ferrari - Redazione Osservatorio Democratico - 04/03/2008 CHE SI STAVA PREPARANDO? Grande è stato lo stupore degli inquirenti: una Fiat Croma grigia, identica per colore e numero di targa, a quella utilizzata dal magistrato della Direzione distrettuale antimafia di Milano, Gianni Griguolo, solitamente parcheggiata all’interno del Palazzo di Giustizia. Accanto alla Fiat Croma anche due moto, a loro volta simili a quelle in uso alla sua scorta. Il tutto scoperto nei primi giorni di aprile del 1995, in un box di Segrate, in via Battisti 32, a disposizione di un ex terrorista di destra: Mauro Addis. Una storia passata sotto silenzio. IL BANDITO SARDO Mauro Addis, all’epoca quarantenne, originario di Carbonia, già nel giro della banda di Renato Vallanzasca e amico di Pierluigi Concutelli, che a capo di un commando di Ordine nuovo il 10 luglio 1976 aveva assassinato a Roma il giudice Vittorio Occorsio, si era avvicinato in carcere ai Nar (Nuclei armati rivoluzionari) di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. Addis in particolare era salito agli onori della cronaca per aver ucciso a Redecesio di Segrate, il 30 ottobre 1980, con più colpi di pistola Cosimo Todaro e la sua convivente, Maria Paxou, una giovane ballerina greca. Per questo episodio era stato condannato a 30 anni di carcere, ma già dal 1993 si trovava in regime di semilibertà: dormiva nel carcere di Opera e di giorno abitava con i genitori a Segrate. Verso sera, poco prima delle 19 di quel 30 ottobre, Mauro Addis, seduto sul sedile posteriore della A 112 di proprietà della Paxou, con Cosimo Todaro al posto di guida, appena l’auto si era fermata in una zona periferica, aveva improvvisamente freddato entrambi sparando loro alla testa. Ad attenderlo per la fuga, Gilberto Cavallini, alla guida di un’altra vettura di grossa cilindrata che si era immediatamente accostata. Cosimo Todaro gestiva una pizzeria dove si praticava sistematicamente il gioco d’azzardo ed era in rapporto con i Nar per rapine e traffico di armi. La Paxou fu eliminata solo perché presente. Motivo: probabilmente uno sgarro, forse una lite dopo una rapina in banca. Nel corso del duplice delitto Mauro Addis aveva perso una delle due pistole, un revolver Astra 357, sottratta a una guardia giurata, pochi giorni prima, nel corso di una rapina all’agenzia della Bnl di via Saccardo a Milano. Fu facilissimo risalire a lui. Per altro, lì a pochi passi, assistette alla scena un camionista intento a posteggiare il proprio mezzo, che dette una descrizione sufficientemente accurata del killer. LA BANDA DI GIUSEPPE LEONE Le indagini che avevano portato al box di Segrate erano partite da una fonte confidenziale che aveva segnalato come carica di armi una Citroen Dyane furgonata, regolarmente posteggiata in un’area adibita a libero parcheggio a Cologno Monzese. Il furgoncino, intestato a un anziano signore incensurato, era in realtà sempre stato utilizzato da Giuseppe Leone, colpito a morte il 16 giugno 1993 nel corso di un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine nel centro di Padova, durante un tentativo di rapina a un’agenzia della Banca Popolare Veneta. Giuseppe Leone era stato raggiunto da una raffica di mitraglietta, dopo il lancio di una bomba a mano, scagliata nell’intento di aprirsi una via di fuga. L’ordigno aveva ferito a un occhio un agente di polizia. Si scoprì che la banda, composta da almeno cinque elementi, tutti residenti a Milano, aveva in dotazione un intero arsenale e si era già resa protagonista di una serie di rapine tra il Veneto e la Lombardia. All’Ambroveneto di Fino Mornasco, in provincia di Como, il colpo aveva fruttato un bottino di due miliardi di lire tra contanti e preziosi. Nella circostanza erano state aperte tutte le cassette di sicurezza dell’istituto di credito, compresa quella che conteneva i gioielli della famiglia di Stefano Casiraghi, il defunto marito di Carolina di Monaco. Giuseppe Leone, 52 anni, originario di Napoli, ne era il capo. PER CONTO DI CHI? L’attenzione a questo punto venne concentrata su uno stabile attiguo al parcheggio di Cologno Monzese, dove risultava abitare Vittorio Poletti, coniugato a Teresa Magnetta, sorella del più famoso Domenico, trentasettenne di origini foggiane, trapiantato a Milano. Domenico Magnetta, detto “Mimmo”, era sempre stato una figura di secondo piano nella storia dell’eversione nera. Più volte condannato per rapina, aveva ricoperto incarichi “operativi” in Avanguardia nazionale, divenendone a Milano il “responsabile militare”, come accertato dalle indagini relative al gruppo terroristico. Il 4 aprile, nel corso di servizi di appostamento, dopo aver notato Magnetta aggirarsi attorno alla vettura per controllare l’integrità delle portiere, si decise di procedere a una perquisizione. In un doppio fondo ricavato sotto il pianale posteriore si scoprirono: un fucile semiautomatico a pompa calibro 12, un fucile calibro 12 a canne mozze, una carabina cal. 22, un mitragliatore Kalashnikov, due pistole, quattro silenziatori, circa cinquemila munizioni di diversi tipi, micce a lunga combustione, detonatori, due baionette e due coltelli a scatto, due targhe automobilistiche intestate all’Esercito italiano e diversi accessori di divise da carabiniere. Si giunse, infine, al box di Addis, ancora una volta grazie a una fonte confidenziale. Nella sua abitazione si rinvennero anche le chiavi per aprire il furgoncino Citroen. D’altro canto i rapporti fra Magnetta e Addis risalivano a diversi anni prima. Alla soluzione del mistero della Fiat Croma clonata non si giunse comunque mai. Che si stava preparando? Forse un attentato a Gianni Griguolo magistrato della Direzione distrettuale antimafia di Milano? Per conto di chi? Gli imputati si chiusero nel più assoluto silenzio. Domenico Magnetta, cui non furono mai trovate le chiavi del furgoncino Citroen, fu processato con rito abbreviato nell’aprile 1997 e condannato definitivamente dalla Corte di appello di Milano, il 2 giugno 1999, a tre anni e dieci mesi per detenzione abusiva di armi, sostanze esplodenti e ricettazione. Nel gennaio 2001 fu ammesso alla detenzione domiciliare. Nel 2005 era di nuovo in circolazione come uomo di fiducia di Lino Guaglianone, ex tesoriere dei Nar, candidato nella lista di Alleanza nazionale in Lombardia per le elezioni regionali del 2005, poi in Alternativa sociale. Mauro Addis fu invece condannato il 10 aprile 2002 a sette anni di reclusione. Il processo si aprì solo nel 2000. Un processo tormentato: durò ben due anni, anche per il parziale mutamento del collegio giudicante. La sentenza divenne definitiva il 29 aprile 2005. Ancor oggi è nel carcere speciale di Voghera, sezione Eiv (Elevato indice di vigilanza). Tornerà libero nel 2009. LEGAMI PERICOLOSI Quando i Nar di Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini scorrazzavano ancora nel milanese, il 13 novembre 1980 tentarono anche di far evadere dal carcere Giuseppe Di Girolamo, detto “Pino”, un componente della banda Vallanzasca condannato a 29 anni per omicidio a scopo di rapina. Stefano Soderini, anch’egli del gruppo, dichiarò ai magistrati: “Era idea dell’Addis e del Fioravanti che, mentre Pino assumeva il controllo della città di Milano, noi gli dovevamo coprire le spalle allorquando se ne fosse presentata la necessità. Il che, in termini di guadagno, significava introiti per centinaia di milioni”. Un legame, quello tra il neofascismo e la malavita comune, che viene da lontano e che sembrerebbe non essersi mai spezzato. http://www.osservatoriodemocratico.org/page.asp?ID=2897&Class_ID=1004 Odio, razzismo e culto della violenza Nelle intercettazioni, durate otto mesi, i progetti eversivi e le strategie di assalto dei gruppi ultrà romani di CARLO BONINI - di CARLO BONINI - 28/02/2008 ROMA - Se alla violenza togli un progetto che non hai o non hai mai avuto, resta solo l'odio. Un odio liquido. "Er Talpa" e "Fabbrizzietto", "er Nano" e "Vampiro", "Ovo" e "er Bulgaro", "er Capitano" e "Danielone", "er Ditta", "lo Sciacallo" e "er Cinese" odiavano sette giorni la settimana. Non solo la domenica, quando si ritrovavano in curva o in trasferta con qualche lama, qualche mazza o qualche ascia. Odiavano le "guardie infami", "quegli zingari dei romeni", "i napoletani", "le "zecche" dei centri sociali", "i pennivendoli che si s'azzardeno l'aspettamo sotto le redazioni", il vicino di casa che si era permesso di guardare un cane ringhioso portato a pisciare senza guinzaglio. "Fomentavano i 'pischelli'", ragazzini raccattati allo stadio per essere spinti come una mandria al pascolo davanti a un deposito dell'Atac da occupare, sul ciglio di una discarica in cui "fare a pizze" con gli sbirri tra cumuli di "monnezza" o ai lugubri anniversari di una Destra neo-nazista (Forza Nuova) di cui indossavano la maschera, replicavano le parole d'ordine, frequentavano i luoghi: piazza Vescovio, "il Presidio" (nel parco di Villa Ada), il pub "Excalibur". E, alla fine, avevano deciso di sporcare di sangue anche le domeniche di festa del rugby. Per otto mesi (dal giugno del 2007 alla scorsa settimana), tirando con pazienza e metodo il filo di un'aggressione consumata nel parco di villa Ada, il pubblico ministero Pietro Saviotti, la sezione anticrimine del Ros dei carabinieri, la Digos, sono rimasti affacciati su un abisso di collera di cui hanno registrato ogni voce, ogni smottamento, ogni esplosione. L'11 novembre, giorno in cui Gabriele Sandri, "Gabbo", veniva ucciso sull'Autosole, hanno ascoltato gli amici del dj che lo piangevano di fronte alle telecamere, gridando la propria innocenza, pianificarne la vendetta in una notte in cui "Roma brucerà". Ne hanno rubato le voci eccitate durante l'assalto alle caserme. "I romeni? Je famo strippà er culo" In principio furono i romeni. Il 30 ottobre 2007, Giovanna Reggiani viene massacrata a Tor di Quinto alle spalle di una baraccopoli. Il suo assassino è un clandestino arrivato da Bucarest. Il 2 novembre, a Torre Gaia, quattro romeni vengono bastonati a sangue nel parcheggio di un centro commerciale da una prima spedizione punitiva. "Er Vampiro" (Alessandro Petrella) ne è ammirato ed eccitato. Ne parla al telefono con Alessio Abballe - "Qualcuno comincia ad accenne le micce" - e con "Er Talpa" (Fabrizio Ferrari): "A ragà, non è che se stamo a parlà. Vedemose e annamo ad assaltà un centro sociale o annamo a pijà i napoletani sull'autostrada o pijamo dù rumeni (...) Dovemo fà na cosa da fà strippare il culo e far pensare chi ti governa dall'alto: che è successo? (...) Bisogna creà un focolaio de persone che nun c'entrano un cazzo con la politica e lo stadio. Ragà, questa è una cosa dei cittadini, una cosa sociale, d'appartenenza de una città e de un Paese. Qui, destra e sinistra e ultras da stadio nun c'entrano un cazzo". Chi lo ascolta non sa esattamente dove "er Vampiro" abbia intenzione di colpire. Forse dietro casa sua, nel campo nomadi di via Walter Procaccino, dove già una volta ha tirato una molotov. Sa soltanto che sono cominciate le ricognizioni, che l'assalto sarà in pieno giorno, che "er Vampiro" ne parla in questi termini a Matteo Nozzetti: "Se succede na cosa come a Torre Gaia, nun c'hai più un cazzo de risonanza. Perché sai il mondo come gira. Dopo due settimane te fanno un trafiletto ed è già finita. Famo quarcosa de serio. Pe na volta nella nostra vita deve uscì la perfezione. Je devi mette pepe ar culo. Che quelli pensano: cazzo, ma se questi hanno fatto una cosa del genere, me se presentano sotto al Parlamento e me danno la caccia". In macchina con "Gabbo" Dei romeni non se ne fa nulla. Domenica 11 novembre 2007, Gabriele Sandri, "Gabbo", viene ucciso da un colpo di pistola esploso sull'A1 da un agente della stradale che risucchia ogni goccia di odio disponibile, convogliandola altrove. Sulla macchina in cui viaggia Sandri ci sono "Ovo" (Marco Turchetti), "Maverick" (Francesco Giacca), "er Messicano" (Federico Negri), "Simone" (Simone Putzulu), il pantheon di "In Basso a destra" e degli "Irriducibili", le sigle che ospitano i mazzieri della curva nord laziale. Ad Arezzo, Turchetti "Ovo" un tipo che in questura hanno già fermato una volta su un furgone carico di martelli, coltelli e spranghe - piange l'amico morto e mobilita la risposta. "Er Nano" (Francesco Ceci) sale su una macchina per raggiungere Arezzo, ma intanto dà disposizioni a chi resta. "Er Nano" è un leader riconosciuto e temuto. E' pappa e ciccia con Fabrizio Ferrari, "er Talpa", romanista dei "Bisl" (basta Infami solo lame"), un tipo che l'ultima coltellata l'ha data il 18 febbraio, prima di Roma-Real Madrid. "Er Nano" dà ordini a uno come Fabrizio Toffolo (capo storico degli "Irriducibili" che alterna il suo tempo tra galera e domiciliari) e, neppure due mesi prima, se l'è promessa al telefono con un tale "Carlo", ultras napoletano, convenendo che "alla prossima, i machete dei laziali" si incroceranno con "le mannaie dei napoletani". "Er Nano" parla col "Bulgaro" (Andrea Attilia), che di Gabbo è amico fraterno, perché senta i romanisti. Perché si mobilitino "er Vampiro" e "quel matto di Pierluigi", Pierluigi Mattei, capobastone laziale di "In Basso a destra". Il "Vampiro" ha problemi. Gli è morta la nonna nella notte, ma mentre in casa si piange, lui si aggiusta per la serata: "Vojo brucià tutto. Stasera vojo brucià tutto". Pierluigi Mattei impazzisce. Alla madre che lo chiama mentre sta andando allo stadio, grida: "A Ma', lasciame perde... Che devo fa, eh? Sarebbe da sparaje in faccia alle guardie. Che te credi che non m'andrebbe de ammazzalla na guardia? C'hanno paura degli scontri sti coniji delle guardie. Devono avè paura". Alla fidanzata, racconta che ha brandito un coltello tra gli occhi a un autista dell'Atac che rompeva e come ha conciato il vicino, che ha incontrato mentre portava a pisciare il cane: "Jo detto: A brutta faccia de cazzo. Che c'hai da guardà? Lo vedi sto guinzajo? Te lo metto ar collo e t'ammazzo. Nun me devi rompe li cojoni. Quando passo abbassa lo sguardo". Con la fidanzata si vanta di aver commesso due omicidi (polizia e carabinieri non sono ancora riusciti a verificare se millanti o meno): "De rumeni n'ho mandati due al creatore e ne ho feriti gravemente altri due. Perciò, se vengono da me trovano la morte". E quando la fidanzata gli chiede cosa farebbe lui a due rumeni se li vedesse fare a lei quel che lei gli ha visto fare ad un'estranea (palpeggiarla), dice: "Io c'avevo la macchinetta che dà le scosse. Ma quelle merde della polizia me l'hanno tolta. Perciò ne ammazzerei dieci". Sporchiamo il rugby Com'è andata la notte dell'11 novembre è noto. Ma avevano deciso che all'odio non dovesse rimanere estranea la festa del rugby. Già il 13 ottobre del 2007, "Er Nano" si informa sull'arrivo dei tifosi del Livorno Rugby, impegnati in una partita con la "Futura Park". "Mò fomento un po' de gente. Famme sapè l'orario". Poi, il 10 febbraio scorso, allo stadio Flaminio, si gioca ItaliaInghilterra, partita del sei Nazioni. Fuori dallo stadio, la polizia ferma Simone De Castro, cugino di Gabriele Sandri. E' un diffidato. Non può avvicinarsi a nessun impianto sportivo del Paese. E si accompagna a un altro diffidato, Ruggero Isca. Vengono alle mani con la Polizia e il gruppo che è con loro se la squaglia. "Er Talpa" annuncia a Isca la vendetta per i conigli: "Hanno toccato mio fratello. Stavolta li ammazzo. Li faccio inginocchiare, Ruggiero". http://www.osservatoriodemocratico.org/page.asp?ID=2876&Class_ID=1004 LE AGGRESSIONI NEOFASCISTEUN FENOMENO IN CRESCITA UN LUNGO ELENCO DI PESTAGGI A MILITANTI DI SINISTRA, OMOSESSUALI E IMMIGRATI Saverio Ferrari - Redazione Osservatorio Democratico - 28/03/2007 LA LATITANZA DELLE ISTITUZIONI Solo qualche settimana fa, il primo marzo, un’esplosione ha devastato un’ala del centro sociale Ask 191 a Palermo, situato in uno stabile occupato, un tempo di proprietà della famiglia mafiosa dei Madonia, confiscato negli anni Ottanta ma mai assegnato. All’esterno, sul cancello, a siglare l’impresa, diverse croci celtiche. Un episodio grave, non ultimo di una lunga catena di aggressioni. Dall’inizio dell’anno a oggi si sono, infatti, succeduti numerosi pestaggi: a Catania, il 13 gennaio, dove sono stati presi a pugni e calci un compagno di Rifondazione comunista e un militante anarchico; a Roma, il 26 gennaio, con un sedicenne all’ospedale per proteste contro un volantinaggio fascista davanti ad un liceo; a Trento, tre giorni dopo, con due gay finiti al pronto soccorso; a Fano, in febbraio, prima nei confronti di due dirigenti locali dei Ds, poi ai danni di una coppia di giovani. La vicenda più grave è avvenuta a Lucca, il 24 febbraio, con l’accoltellamento di un ragazzo, a conclusione di una lunga serie di intimidazioni e minacce e con l’occupazione in pianta stabile da parte di un gruppo di violenti di destra di alcune piazze del centro storico. Altrettanto inquietanti l’incendio a fine gennaio della sezione di Rifondazione comunista a Galatone, in provincia di Lecce; l’assalto alla sede dell’associazione Ekidna di San Martino Secchia, vicino a Modena; le molotov a fine febbraio contro il Lab. Sociale Paz a Rimini e la devastazione, il 10 marzo, del centro sociale “Infermeria occupata” a Bari. L’anno era stato inaugurato con una bomba alla sezione del Pdci di Taranto la notte di Capodanno. Tra un fatto e l’altro anche la profanazione di un ex cimitero ebraico ad Arezzo, alla vigilia del giorno della Memoria. Protagonisti di tutti questi episodi bande di naziskin e gruppi neofascisti, spesso riconosciuti dalle stesse vittime o individuati da numerose testimonianze. L’ASSASSINIO DI RENATO BIAGETTI Nel solo 2006, stando a un seppur parziale monitoraggio, (reperibile tramite il sito www.ecn.org/antifa/), condotto soprattutto consultando quotidiani nazionali e locali, si erano registrate in totale ben 97 aggressioni, 36 in più del 2005, di cui 59 aventi come obiettivo militanti di sinistra o dei centri sociali, immigrati e omosessuali. In queste circostanze l’assassinio, il 27 agosto, a Focene, di Renato Biagetti, un giovane del centro sociale Acrobax di Roma, raggiunto da diverse coltellate all’uscita, all'alba, da una festa reggae. Ventinove invece gli attacchi, censiti nel corso dell’anno, a centri sociali e sette a sedi di partito (di cui ben sei contro Rifondazione), un assalto a una Festa dell’Unità e un’aggressione classificabile contro politici e giornalisti. Trenta gli atti vandalici, principalmente danneggiamenti a lapidi o monumenti partigiani. In questa escalation Roma si è conquistata la palma di città più colpita, con oltre 40 episodi. A ruota i territori dell’Emilia Romagna, della Lombardia, del Veneto e della Toscana. Ma in quasi tutte le regioni d’Italia, questo il dato, dall’Alto Adige alla Sicilia, continuano ad accadere fatti preoccupanti, caratterizzati dal ricorso frequente all’uso del coltello. COL MANGANELLO E LE BOMBE A MAN” Dall'aprile dello scorso anno, dopo la sconfitta elettorale del centrodestra, si è assistito a una ripresa quasi frenetica di iniziative e manifestazioni organizzate in molte città italiane da formazioni neofasciste. Alcune di queste, proprio per le caratteristiche che erano in procinto di assumere, sono state vietate per motivi di ordine pubblico, altre, per gli slogan lanciati o l'esplicita apologia di fascismo, sono state invece fermate in pieno svolgimento, come a Verona, nel maggio passato, quando è stato bloccato un corteo nazionale di Forza nuova, con cori inneggianti al “duce” intervallati dal grido nazista “Sieg Heil!”. A Milano, a seguito dell'iniziativa nazionale della Fiamma tricolore dell'11 marzo dello scorso anno, la procura della Repubblica ha appena disposto il rinvio a giudizio di una ventina di esponenti, fra dirigenti e militanti, di questa organizzazione per “manifestazioni usuali del disciolto partito fascista”. Due le condanne già erogate a cinque mesi e dieci giorni. Tra gli slogan incriminati: “Della galera ce ne freghiamo camicia nera trionferà, se non trionferà sarà un macello col manganello e le bombe a man”. Numerosi anche i convegni per esaltare figure del passato, tra gli altri Alessandro Pavolini, il comandante delle Brigate nere, o corpi militari della Rsi, in evidenza come sempre la X Mas di Junio Valerio Borghese, per finire, come è accaduto di recente a Torino, alla promozione di un’assemblea celebrativa delle Waffen-Ss da parte di un circolo di Forza nuova. TRA SIMBOLI DELLE SS, PARATE E SPEDIZIONI Ciò che allarma in questo crescendo sono però alcuni aspetti, ben oltre la semplice propaganda fascista. L'uso, da un lato, di simbologie inequivocabilmente mutuate dal Terzo Reich, con l'esposizione ormai ricorrente di stemmi (in particolare delle divisioni delle Waffen-Ss “Das Reich” e “Nederland”), dall'altro, l'allestimento di cortei in cui partecipanti, qualche centinaio nelle migliori occasioni, sfilano ormai inquadrati militarmente o si dispongono a scimmiottare le parate del ventennio, con tanto di bandiere con croci celtiche e fasci littori. Si osservino i filmati o le fotografie veicolati dagli stessi siti di appartenenza. Per il neofascismo italiano la piazza, in questo contesto, va sempre più crescendo di importanza. Un terreno di esibizione militante accompagnato da una terminologia sempre più aggressiva in cui i cortei sembrano trasformarsi in spedizioni per occupare piazze e città. “Siamo passati!”, questa l'affermazione più ricorrente quando si è riusciti a tenere un comizio o una manifestazione. Le locandine traboccano di minacce ai comunisti, si va dalle mazze per una manifestazione a Livorno, poi ritirata a fronte delle proteste delle forze democratiche, fino ai manifesti della Fiamma tricolore “Marciamo su Roma!” o “Sveglia bastardi, la Fiamma è tornata!”, per arrivare all’ultima campagna elettorale dove sui muri di Roma fu affissa una vecchia fotografia di squadristi degli anni Venti, sormontata dalla dicitura “Sostieni la squadra del cuore”. La Fiamma tricolore, in particolare, tenta di rivalutare questa epopea, con piccoli cortei di camion con a bordo gruppi di militanti a mimare e riprodurre, per il momento solo simbolicamente, l’atmosfera delle spedizioni punitive. Una specie di squadrismo mediatico. LE ISTITUZIONI Grave, in questo quadro, la latitanza delle istituzioni, delle questure e delle prefetture. Le aggressioni, nella gran parte dei casi, sono state sminuite o trasformate in “ragazzate”. Esplicite a volte le connivenze. In alcune città, come a Lucca o Pavia, si è ad esempio tollerata per anni l’occupazione di vie e piazze da parte di vere e proprie bande. I divieti a manifestare con simboli e bandiere ormai proibite nelle stesse curve degli stadi sono stati rarissimi. Spesso è addirittura accaduto il contrario, con tanto di denunce per chi promuoveva senza regolare preavviso manifestazioni di protesta. Eclatanti i casi di Piacenza, con condanna a cinque giorni di prigione per il segretario cittadino di Rifondazione, e di Massa, dove si è ritenuto colpevole il presidente dell’Anpi per aver deposto, senza autorizzazione, un mazzo di fiori ad un monumento precedentemente sfregiato da una svastica. Non è più possibile non cogliere questa emergenza. http://www.brogi.info/2012/03/crescendo-di-aggressioni-fasciste-a-roma.html Crescendo di aggressioni fasciste a Roma venerdì, marzo 9th, 2012 Terza aggressione fascista a Roma in poco tempo: stamani tre giovani di sinistra sono stati feriti (uno sarà operato al naso) davanti al liceo scientifico Righi, oggetto nel giorno della memoria di scritte naziste. Sono di poco tempo fa le aggressioni ad Ostia (tre giovani di sinistra feriti con varie fratture) e quella precedente ai Prati Fiscali per la quale è stato arrestato un militante di Casapound. Oltre alle aggressioni si segnalano attentati, come l’incendio al circolo Sel sulla Prenestina a Villa Gordiani. Stamani era competente il commissariato di Castro Pretorio. Che cosa ha fatto per questa grave aggressione? Viene usato nei resoconti il termine fuorviante e falsificatorio “rissa”. Giusto perché l’opinione pubblica fraintenda. Non sono risse. Sono aggressioni di neofascisti che stanno marcando il territorio in modo molto intensivo, producendosi come già avveniva in passato con spranghe di ferro e mazze. Dietro questo modo di procedere non c’è niente di nuovo, si intravedono regie e addestramenti che portano i segni del passato. Detto questo, è intollerabile questo crescendo di aggressioni con ferimenti in genere privo di contrasti efficaci da parte degli inquirenti. Perché il prefetto di Roma non convoca un comitato sull’ordine pubblico dedicato a questa pericolosa spirale in atto? (nella foto gli incidenti di Piazza Navona con giovani fascisti in azione) http://www.contropiano.org/it/news-politica/item/7737-il-lavoro-sporco-dei-fascisti-delterzo-millennio Il "lavoro sporco" dei fascisti del terzo millennio di Federico Rucco - Stefano Porcari Inchiesta. Le connessioni tra organizzazioni criminali e fascisti riportano a galla episodi apparentemente scollegati tra loro, ma che hanno invece come costante la presenza di ex militanti neofascisti, dei Nar o di altri gruppi, in attività legate alla malavita sia a livello “alto” che nel lavoro sporco propriamente detto, anche nel “terzo millennio”. Se negli anni della “guerra a bassa intensità” (la stagione delle stragi) i fascisti sono stati usati come manovalanza dagli apparati dello stato e dai servizi statunitensi in funzione anticomunista, i fascisti del “terzo millennio” come amano definirsi, sembrano aver assunto un ruolo di “cerniera” tra il lavoro sporco legale e il lavoro sporco illegale. Il primo – quello legale - si è materializzato con l'ingresso di moltissimi fascisti in tutti i gangli interni o collaterali al PdL sia a livello locale che nazionale. Il perchè è spiegato molto chiaramente dal fascista di Terza Posizione, Marcello De Angelis in una intervista pubblicata nel recente nel libro di Nalbone e Russo Spena “I ripuliti”. De Angelis, ex direttore della rivista della destra sociale Area e adesso direttore de Il Secolo d'Italia, così spiega l'entrismo di tanti fascisti nel PdL: “Per noi Berlusconi ha avuto un ruolo strumentale. Scherzando – ma neanche troppo – un giorno spiegai ad un ex Pci, deputato alla Camera, che per noi Berlusconi è la dittatura del proletariato, quella situazione teoricamente non auspicabile ma necessaria come passaggio, come momento di transizione, per arrivare “all'anno zero”. Sulla base di questo ragionamento, abbiamo verificato come i vari gruppi fascisti si siano ricollocati dentro i gruppi consiliari, parlamentari o i consigli di amministrazione di società municipalizzate o statali in quota PdL. Altri fascisti si sono invece ricollocati a ridosso di questi ambiti istituzionali ottenendone copertura politica e cospicui finanziamenti. Con questi soldi hanno aperto sedi e circoli in tutto il paese, ma soprattutto hanno potuto assicurare un reddito a decine di attivisti a tempo pieno con i quali riempire l'agenda politica con le loro iniziative “esemplari”. Il fenomeno più emblematico è quello dei nietzscheani di destra di Casa Pound (definiti appropriatamente Cassa Pound) che hanno teorizzato e saputo praticare con una certa efficacia questo collateralismo economico ed istituzionale affiancandolo ad una estetica del gesto molto dannunziana. Ma se i business-squadristi di Casa Pound tengono a segnare la loro discontinuità con l'attivismo neofascista dei decenni precedenti (che ci riescano è un altro conto), organizzazioni più tradizionaliste come Forza Nuova e Fiamma Tricolore, si muovono invece in piena continuità. La prima dispone di ingenti risorse economiche (sul tesoretto di Fiore & c. esiste una montagna di pubblicazioni) e questo la pone come “primus inter pares” nelle iniziative di “area” (come viene definito il milieu neofascista attivo) e nutre ambizioni politiche a livello nazionale ed europeo. La destra istituzionale “coccola” continuamente Fn come bacino elettorale e spesso gli affida il lavoro sporco nei territori. La seconda arranca, compete e invidia la prima e imbarca i settori più oltranzisti e ambisce a rappresentare la continuità con il Msi di Almirante. Una operazione analoga a quella de La Destra di Storace e Bontempo che conducono una campagna di logoramento sui fianchi degli ex An transitati nel PdL, sono sempre stati nel “cuore” di Berlusconi e non nascondono di voler diventare il perno di un movimento reazionario di massa che possa approfittare delle conseguenze sociali della crisi economica per indicare soluzioni reazionarie di fronte allo strapotere delle banche, delle istituzioni europee e dei governi tecnici. “Nella coalizione di centrodestra non saremo sudditi di nessuno, e le alleanze che eventualmente ci saranno, serviranno per fare una politica di destra, sociale, per l’Italia” ha tuonato Storace in occasione della recente manifestazione nazionale de La Destra sui temi della crisi, delle banche e del governo Monti. Il rischio di un movimento reazionario di massa I fascisti del “terzo millennio”, così si definiscono, puntano a costruire soprattutto nelle metropoli socialmente devastate e conflittuali come Roma e Napoli o nel Meridione, un insediamento stabile per la loro presenza, così come sono riusciti a fare in questi anni in numerose città italiane di piccole o medie dimensioni (in particolare a Verona e in alcuni “cuori neri” della Toscana). Nel Nord invece soffrono la competizione e la concorrenza con il blocco reazionario della Lega,dentro la quale si sono pure riciclati parecchi fascisti in “libera uscita” e che oggi frizionano non poco con la leadership leghista (vedi Tosi a Verona). La manifestazione convocata a novembre a Napoli, ad esempio, doveva servire ai fascisti di Casa Pound per occupare un edificio e stabilizzare così la loro presenza. In quel caso però la pronta e decisa reazione degli antifascisti napoletani ha complicato parecchio la tabella di marcia dei fascisti. Come si spiega questa determinazione a voler mettere le mani e i piedi nelle principali aree metropolitane? Casa Pound, in questi anni ha varato un sistema che somiglia molto ad una sorta di franchising, aprendo in molti centri urbani di grandi e piccole dimensioni proprie sedi e coordinandone le attività a livello centrale. Una diffusione capillare che rivela l'estensione della rete nera e la consistenza degli appoggi economici, istituzionali e politici di cui gode. Ma a cosa possono essere utili i fascisti “nel terzo millennio”? Non essendoci all'orizzonte rivoluzioni proletarie o l'Armata Rossa pronta ad abbeverare i cavalli nelle fontane di piazza San Pietro, come si spiega l'esistenza, il rafforzamento, il sostegno che ricevono i gruppi neofascisti da parte di settori non irrilevanti della borghesia italiana? Casa Pound è in qualche modo il braccio culturale-militare principale di una rete nera a volte conflittuale e mutevole al suo interno. Lo è, perchè ha costruito un modello efficace di radicamento e penetrazione nel territorio che si fonda sulla estetica del gesto (a metà tra l'azione dannunziana e Nietzsche), occupazioni e stabilizzazione di sedi pubbliche, rastrellamento di cospicui finanziamenti pubblici o “privati” che consentono di avere gruppi di attivisti a tempo pieno, attività culturali spregiudicate e trasversali (alle quali abboccano, a volte e come cretini, anche personaggi noti nella “sinistra”). In sostanza Casa Pound sta operando e si sta candidando – anche in competizione con altre organizzazioni fasciste - ad essere il nerbo di un eventuale movimento reazionario di massa che un pezzo di borghesia italiana - travolta e indebolita dalla crisi e dalla gerarchizzazione in corso nell'Unione Europea – potrebbe voler scatenare nel paese sia contro le forze della sinistra (ritenute nemiche per storia, dna e princìpi), sia contro un altro pezzo di borghesia (come quella aggregatasi intorno al governo Monti) che punta invece ad agganciarsi al nucleo duro franco-tedesco, sacrificando non solo i diritti sociali e dei lavoratori ma anche gli interessi “nazionali” di una parte della borghesia stessa, quella più debole e inadeguata a reggere la competizione globale. Le due facce del “lavoro sporco” Avere a disposizione una rete organizzata a e diffusa di uomini neri a tempo pieno, pronti a fare il lavoro sporco in tutti i sensi, capace di esercitare un minimo o un massimo di egemonia culturale sui settori sociali colpiti dalla crisi (ed in particolare tra i giovani e le classi medie penalizzate dalla crisi) è il ruolo che è stato affidato ai fascisti. Per questo vanno contrastati in ogni città e in ogni luogo, soprattutto tra i settori popolari oggi fortemente disgregati e privati di una identità di classe decisiva per scegliere una opzione di resistenza alla crisi piuttosto che una reazionaria. Lo abbiamo fatto – e a ragion dovuta – nei decenni scorsi. Dobbiamo continuare a farlo anche dentro questa fase politica caratterizzata da una crisi di civiltà del sistema capitalistico del quale – checchè ne dicano nei loro documenti – i fascisti si sono sempre rivelati alla fin fine uno strumento. Il mosaico neofascista appare ancora frammentato e rissoso al suo interno. I tentativi di arrivare a momenti unitari (vedi l'ultimo anniversario di Acca Larentia a gennaio) sono falliti per l'aspra competizione interna ed è volata anche qualche revolverata alla gambe tra “camerati”, tanto per non smentirsi. Ma l'arruolamento e l'entrismo nel Pdl di molti fascisti, ha in qualche modo sussunto il “lavoro sporco” dentro i livelli istituzionali legalizzandolo dentro gli interstizi del sistema stesso. Un ruolo diverso hanno invece i fascisti che devono fare da cerniera con il lavoro sporco illegale. E qui si conferma una contiguità tra fascisti e organizzazioni criminali che risale ai decenni precedenti, quando tale contiguità veniva in qualche modo sostenuta e agevolata dagli apparati dello stato impegnati nella guerra sul fronte interno contro comunisti, sindacati e intellettualità progressista. Emblematico è quanto afferma il fascista Roberto Cavallaro (cooptato dai servizi segreti militari statunitensi e da quelli italiani ad essi collegati) nella deposizione svolta in aula nel 2010 al processo per la strage di piazza della Loggia a Brescia del 1974. Cavallaro ha rivelato ad esempio che “Con l'operazione Blue moon si voleva promuovere la diffusione di droga per limitare la ribellione dei giovani” e che questa operazione (Blue Moon) era incentivata dai servizi segreti italiani in collaborazione con quelli statunitensi. Una affermazione inquietante ma non certo sorprendente. L'esplosione del mercato dell'eroina in Italia avviene proprio nella seconda metà degli anni '70 e gli effetti furono devastanti su moltissimi militanti e attivisti della sinistra extraparlamentare oltrechè tra i giovani dei quartieri popolari. Che i fascisti avessero un ruolo non secondario nello spaccio dell'eroina già all'epoca fu qualcosa di più che una intuizione. Due giovani militanti milanesi, Fausto e Iaio, sono stati uccisi nel marzo del 1978 proprio perchè avevano compreso e stavano investigando su questa connessione. Ma il lavoro sporco dei fascisti non si è certo esaurito con gli arresti, le fughe all'estero negli anni Ottanta quando come tutti gli stracci vennero sacrificati dal sistema politico che li aveva utilizzati a piene mani in funzione anticomunista. Nel terzo millennio infatti i fascisti stanno mettendo a profitto le relazioni che hanno intrecciato, le coperture di cui hanno goduto e continuano a godere negli apparati dello stato ma anche le “professionalità” che hanno accumulato nel lavoro sporco in Italia e all'estero (dal Libano alla ex Jugoslavia, dalla Bolivia all'Europa dell'Est fino all'Africa). Negli anni scorsi abbiamo definito questi network come la “rete degli uomini neri”. Adesso arrivano conferme che costoro non erano solo una suggestione ma una realtà con la quale le forze progressiste e gli antifascisti del XXI Secolo devono fare i conti. Gli avvenimenti di cronaca nera degli ultimi quindici mesi possono aiutarci a capire molte cose. Piste nere nella malavita organizzata Nella guerra di mala che ha insanguinato la capitale, a novembre 2011 ci sono stati due omicidi “mirati” a Ostia: quelli di Giovanni Galleoni – noto come “Bafficchio” - e di Francesco Antonini conosciuto come “Sorcanera”. I due sono stati uccisi a Nuova Ostia la sera del 23 novembre scorso. I due uccisi erano legati in passato alla Banda della Magliana e in particolare a Paolo Frau – detto “Paoletto” – a sua volta ucciso a Ostia nel 2002 e coinvolto anche nel processo per l’assassinio di Mino Pecorelli, il giornalista ucciso nel marzo del 1979. A fare il suo nome era stato Antonio Mancini, altro elemento di spicco della banda della Magliana ed ora “collaboratore di giustizia”. Nel 2008 invece era stato ucciso ad Acilia, un altro boss come Salomone. Per il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, responsabile della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, titolare delle indagini assieme al pm Carlo La Speranza, il duplice omicidio di Ostia “È stato uno scontro evidente tra due gruppi criminali molto forti, uno scontro di un certo livello”. “Le due vittime - prosegue Capaldo - erano due personaggi profondamente inseriti nel contesto della criminalità organizzata di un certo significato, non marginale, insediata anche a Roma nel traffico di droga e usura, già coinvolti in episodi di sangue e conflitti tra bande”. Ma proprio a Ostia, esattamente due anni prima (dicembre 2009), i carabinieri avevano condotto una vasta operazione denominata Los Moros 2008-Madara 2008 – in cui vennero effettuati 36 arresti, di cui 31 italiani, 4 spagnoli e un bulgaro, per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish e cocaina. Questa operazione e i successivi sequestri di beni, hanno assegnato un duro colpo all’organizzazione criminale del boss di Ostia Carmine Fasciani. Tra gli arrestati figuravano Silvia Bartoli, la moglie del boss di Ostia, e un certo Alberto Piccari. Quest'ultimo è noto come esponente neofascista dei Nar. Piccari viene ritenuto un “membro importante” nel gruppo originario dei Nar, alla pari di Gilberto Cavallini, Luigi Ciavardini, Massimo Carminati, Franco Anselmi, Walter Sordi ed altri. Picccari venne arrestato il 23 ottobre del 2001 e accusato di porto e detenzione illegale di armi. Le armi erano in ottimo stato di efficienza. Quando nel dicembre del 2009, i carabinieri lo fermano nel quadro dell'indagine “Los Moros”, si trovano di fronte ad una vecchia conoscenza ma più nell'ambito dei gruppi neofascisti che in quelli della criminalità. Ma non è l’unica sorpresa. C’è qualcosina di ancora più importante. La telefonata intercettata tra il boss di Ostia, Carmine Fasciani e lo spregiudicato “imprenditorefinanziere” nero Gennaro Mokbel è ormai nelle cronache. Nella telefonata con Fasciani, Mokbel si vanta di aver speso più di un milione di euro per far uscire dal carcere la coppia nera per eccellenza: Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, tra i fondatori dei Nar. Non solo. Il Ros dei Carabinieri ha accertato "i contatti del Mokbel con Carmine Fasciani, noto esponente della criminalità organizzata romana, dal quale ha ricevuto l´assicurazione di poter svolgere in modo indisturbato la campagna politica nella zona di Ostia". E’ ampiamente documentato poi il “cameratismo” tra Gennaro Mokbel (il quale, per l'importanza che gli assegnano gli inquirenti merita una parte speciale nella nostra inchiesta) e il killer fascista Antonio D’Inzillo, coinvolto nella sanguinosa resa dei conti dentro la Banda della Magliana, nel traffico di diamanti dall'Uganda e “misteriosamente” morto nel 2008 in Kenya. La fitta ragnatela di affari del faccendiere fascista Gennaro Mokbel lo porta direttamente a contatto con la Finmeccanica, il colosso dell'industria militare italiana ed a fare da tramite tra Finmeccanica e Mokbel sarà Lorenzo Cola, uomo che molte fonti ritengono legato ai servizi segreti militari italiani. Si potrebbero poi mettere in fila poi altri recenti fatti di cronaca: l’uccisione del broker Roberto Ceccarelli l’8 aprile 2011; il ferimento di Andrea Antonini consigliere municipale di Casa Pound il 14 aprile 2011; il ferimento del fascista Francesco Bianco ai primi di gennaio 2012 a Tivoli, il coinvolgimento dell’ex fascista dei Nar Pierfrancesco Vito nella vicenda del broker nero Gianfranco Lande (Il “Madoff” dei Parioli). Andrea Antonini, 40 anni, consigliere del ventesimo municipio appartenente al gruppo misto ex Destra sociale, nonché coordinatore regionale di Casa Pound, era infatti stato ferito da ignoti il 14 aprile di quest'anno. Antonini aveva da poco lasciato la sede del municipio e si era poi allontanato in sella al motorino. Sulla via Flaminia, all'altezza del Centro Euclide, due uomini in moto, con il volto coperto dal casco integrale, si sono accostati a lui: quello sul sellino posteriore lo ha colpito sulla coscia sinistra, con una pistola sparachiodi. Gli aggressori si sono poi dileguati immediatamente. La militanza tra i neofascisti di Antonini era iniziata nel Fronte della Gioventù, ricoprendo incarichi dirigenziali nella stessa organizzazione. Nel 2002 era stato chiamato dall'allora presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, a far parte della sua segreteria politica, incarico che ricoprirà fino al 2005. Nello stesso anno era entrato in CasaPound e in seguito ne assumerà il ruolo di vice-presidente. Sempre nel 2008 viene eletto consigliere con delega allo sport nel municipio Roma XX, dei quartieri tradizionalmente di destra, come Cassia, Flaminia e Collina Fleming. Collaboratore del mensile Occidentale e del periodico Fare Quadrato, è un impiegato dell'Astral e dirigente sindacale Ugl. Sempre ad aprile – ma sei giorni prima - viene invece ucciso a Roma un “broker”, Roberto Ceccarelli, anche lui con frequentazioni a cavallo tra gli ambienti della estrema destra e la criminalità. La pista investigativa su questo omicidio, vede accusati due personaggi piuttosto border line come Attilio Pascarelli e suo nipote Daniele Pezzotti, ma viene ritenuta poco credibile dagli inquirenti. Una parte dell'inchiesta conduce invece all'Egp di Gianfranco Lande, il famoso Madoff dei Parioli ormai noto per aver truffato i vip del ricco quartiere della capitale. Il cognome Ceccarelli ricorre infatti in almeno quattro conti coperti della seconda lista dei 500 clienti di Lande cui erano affidate le operazioni più scottanti. Ceccarelli è una figura molto complessa vicina anche ad ambienti di estrema destra. Nel 2003 fu infatti coinvolto nell'inchiesta “Capricorno Connection” che ha mandato in carcere una cinquantina di persone specializzate in rapine in varie città d'Italia. Di questo gruppo facevano parte ultrà laziali e romanisti ed esponenti del gruppo neofascista Movimento politico occidentale. “Le nostre indagini sono partite circa un anno fa seguendo i movimenti di tre romani, Claudio Corradetti, Fabio Giannotta e Corrado Ovidi, elementi di estrema destra gravitanti nell' orbita del disciolto Movimento Politico Occidentale e delle frange violente della tifoseria dell' Olimpico – spiegò nel 2003 l'allora capo della Digos Franco Gabrielli, oggi capo del Dipartimento della Protezione Civile. Ma anche Gianfranco Lande (il Madoff dei Parioli) è un broker con un passato in Ordine Nuovo e aveva al suo servizio un altro fascista piuttosto noto alle cronache come Pier Francesco Vito, un altro ex dei Nar. Vito avrebbe investito tra il 2007 e il 2008 nella società European Investment Management, gestita dal socio di Lande, Roberto Torreggiani. Il denaro sarebbe stato versato in contanti e in due tranche: 50 mila euro il 30 gennaio 2007 e 61 mila il 4 febbraio 2008. Secondo l' accusa, l' ex terrorista nero avrebbe aperto una posizione in Eim, società di Torreggiani, intestandola alla madre, Dina Silvagni, come prestanome. Sempre secondo l' accusa quel denaro proveniva dall' attività di spaccio di stupefacenti per la quale Vito fu arrestato a novembre 2010. Alla fine del 2011 viene trovata l'armeria all'Alessandrino di Claudio Nuccetelli, 48 anni, passato alla storia criminale per la “spaccata" a Bulgari, il fallito colpo del 2007 quando un carro attrezzi assalì la nota gioielleria del centro di Roma. Con lui, nella rapina da Bulgari, c'erano infatti anche Fabio Giannotta, con alle spalle un curriculum di rapine ma anche di partecipazione alle commemorazioni presso la sede di Acca Larentia di cui la sua famiglia sembra essere "tenutaria". Un padre segretario di sezione dell'antico Msi, un fratello Mirko, condannato con rito abbreviato a un anno e otto mesi nel 2005 per rapine a banche e gioiellerie ed infine Fabio noto per essere un altro dei capitoli inquietanti della cosiddetta Parentopoli nera a Roma. Dirige, per conto dell'Ama e il comune di Roma, il settore Decoro urbano. C'è poi il caso di un intellettuale, così lo definivano - che hanno trovato poche settimane fa con circa 160 chili di cocaina. In una grossa operazione antidroga è infatti finito in carcere Emanuele Macchi di Cellere, detto “Lele”: un passato da terrorista nero ma un presente da “intellettuale di area” e da grosso trafficante di droga. Il pariolino, ex militante di Terza posizione e del Movimento Rivoluzionario Popolare (ennesimo tentativo di mettere in piedi un gruppo armato rosso-bruno) è stato arrestato a Genova nel febbraio 2012 dai carabinieri, al termine di una grossa operazione antidroga che ha portato al sequestro di ben 165 chili di cocaina arrivati da Santo Domingo. In carcere sono finiti anche altri due romani, Nicola Spigoni (39 anni), e un imprenditore della nautica incensurato, Manuel Contena (36 anni) di Ciampino. I tre uomini, non erano armati, e, a quanto pare, sono rimasti sorpresi di essere stati scoperti e non hanno opposto resistenza. L' indagine non è chiusa. Gli investigatori vogliono ricostruire tutto il percorso della droga da Santo Domingo a Genova e dal container fino al porticciolo turistico La Marina di Sestri Ponente, soprattutto perchè una quantità così ingente di cocaina richiede una grossa organizzazione. Emanuele Macchi di Cellere non è affatto un nome sconosciuto del mosaico neofascista in Italia. E' stato in carcere parecchi anni (veniva definito l'angelo custode di Pierluigi Concutelli) e recentemente era assurto a ruolo di testa pensante dell'estrema destra con interventi ospitati su “Fascinazione” il blog più sofisticato e informato della fascisteria italiana. Non solo. Tra i dieci arrestati della squadra mobile della Questura di Roma per il giro di prostituzione all'interno del locale “Pussycat” di piazza della Crociate, ci sono anche un vice questore aggiunto della Polizia Ferroviaria e Flavio Serpieri. ex militante dell'organizzazione neofascista dei Nar che ricopriva il ruolo di vice presidente dell'associazione culturale “Le Pecore nere”. Il locale, in zona Tiburtina, ufficialmente era una associazione culturale - dal nome significativo di "Le Pecore Nere" - ma in realtà ospitava centinaia di prostitute, per lo più brasiliane e dell'Europa dell’Est, oltre a parecchie studentesse italiane che arrotondavano facendo il 'mestiere'. Flavio Serpieri è una vecchia conoscenza tra i i gruppi neofascisti romani. Il 15 gennaio 1981 alcuni fascisti dei Nuclei Armati Rivoluzionari si introducono con uno stratagemma nell'abitazione a Roma del collezionista d'armi Fabio Bucciano, immobilizzano i presenti e sottraggono 21 pistole, una carabina, denaro e gioielli. Tra gli imputati che ammetteranno la rapina c'è Flavio Serpieri, insieme a Emanuele Esposito, Claudio Di Manao e Pierluigi Iacchelli. Il giovane fascista viene anche imputato per gli scontri del 10 gennaio 1979 a Centocelle in occasione dell’anniversario della strage di Acca Larentia, scontri in cui la polizia uccise Alberto Giaquinto. Degli scontri oltre a Serpieri saranno accusati, tra gli altri i neofascisti Luigi D'Addio, Maurizio Lattarulo, Saverio Uva, Dario Pedretti, Elio Giallombardo e Massimo Morsello. Negli ambienti del neofascismo romano Serpieri viene considerato un mezzo pentito perché rivelò la dinamica degli eventi precedenti che portarono agli scontri di Centocelle. Infine tra i quattro rapinatori arrestati il 20 marzo per il colpo all’Unicredit di piazza di Spagna avvenuto il 19 dicembre scorso, c'è ancora una volta un ex militante dei Nar: Claudio Ragno. Ragno era entrato nella filiale Unicredit del centro storico con una casacca della polizia municipale. I metal detector della banca erano disattivati e così i rapinatori erano riuciti a portare all'interno una pistola. Claudio Ragno, romano (di zona nord) venne arrestato insieme a Luigi Aronica, Marco Di Vittorio e altri militanti dei Nar nell'ottobre del 1980. Scarcerato, viene più volte arrestato per rapina: nel 1988, per un colpo in banca a viale Mazzini, insieme a un altro militante dei Nar e ad uno degli arrestati per quest’ultimo colpo in banca, Silvano Panciotti. Nel 1994, Ragno viene arrestato insieme ad un altro fascista Massimino Rampelli. Al momento della cattura, i due vennero trovati in possesso di coltelli e materiale per mascherarsi. Rampelli, che e' privo del braccio sinistro, indossava un giubbotto con un arto artificiale. I due dovranno rispondere di tentata rapina aggravata, porto abusivo di armi e ricettazione. Obiettivo era la banca Popolare di Rieti. Rapine, omicidi, traffico internazionale di droga, racket della prostituzione di lusso, affari alla grande nel traffico di diamanti e di armi, commesse della Finmeccanica, attività di brokeraggio. Sembra non esserci un settore del lavoro sporco illegale che non veda spuntare qualche fascista. I fascisti insomma stanno dove stanno i soldi e i soldi, in un modo o nell’altro, vanno lì dove stanno i fascisti. Che siano soldi puliti o meno è veramente un dettaglio. Diventa dunque sempre più difficile tenere separate le piste “criminali” da quelle sugli ambienti neofascisti, lo è sicuramente nella Capitale ma non occorre mai dimenticare i tanti cuori neri e gli scheletri nell'armadio radicati in alcune città italiane come Verona o Arezzo o la contiguità con le organizzazioni criminali nel Meridione. Ad esempio in almeno un paio di inchieste romane sulla malavita che coinvolgono i fascisti, spuntano puntualmente i clan calabresi. Questo ci dicono i fatti e la cosa, francamente, non è una sorpresa. Colpisce che magistratura e “politica” non abbiano ancora colto queste connessioni. Ma anche questa non è una sorpresa. L'inchiesta non può che proseguire. Ultima modifica Sabato 24 Marzo 2012 15:16 http://www.fascinazione.info/2012/03/iannone-casapound-alle-amministrative.html #Iannone: #Casapound alle #amministrative si presenterà con vari schieramenti (umt) Alle prossime elezioni amministrative CasaPound Italia giocherà a tutto campo. Il leader nazionale, Gianluca Iannone, in visita a L'Aquila, ha così motivato, in un'intervista con Pierluigi Biondi di Abruzzo web, la scelta della comunità abruzzese di sostenere la lista civica promossa dalla Destra per le elezioni comunali del capoluogo di regione A questa tornata elettorale ci presenteremo in molte parti d'Italia e con vari schieramenti, mentre a Roma andremo da soli dopo la deludente esperienza da sindaco di Gianni Alemanno. Abbiamo deciso di lasciare libertà alle varie comunità presenti nei territori di scegliere autonomamente dove collocarsi, se il nostro responsabile regionale, Simone Laurenzi, assieme alle ragazze e i ragazzi di CasaPound ha fatto questa scelta a me va bene così. Tanto, comunque vadano le cose, dopo queste votazioni continueremo a essere movimento, non ci lasceremo ingabbiare dal modello fossilizzante del partito. E poi la lista Prospettiva 2022 è una compagine civica formata in gran parte da gente non tesserata alla Destra. Il candidato di CasaPound sarà Paolo Ardini, 35 anni, un professionista che lavora come programmatore presso aziende private ed entrerà nella formazione lanciata dal segretario regionale della Destra, Luigi D'Eramo, dopo che le primarie del centrodestra sono saltate. A Lucca, invece, e a Palermo i dirigenti di CasaPound si candidano nelle liste del Pdl: il leader toscano Fabio Barsanti per il comune, il leader palermitano Francesco Vozza al V municipio, un circondario, quello dei quartieri Noce-Uditore-Zisa-Passo di Rigano- Borgo nuovo, ben noto alle cronache. A Verona, un altro santuario della destra, sostengono un pidiellino sospeso da Alfano per aver aderito alla lista Tosi. Per l'occasione Iannone ci ha tenuto a respingere gli attacchi ricorrenti contro CasaPound sui temi del razzismo e l'omofobia (anche se negli ultimi giorni l'offensiva antifascista punta piuttosto sulle pratiche squadristiche): Noi rifiutiamo l'etichetta di movimento di estrema destra, siamo radicali e radicati, sereni e severi e vogliamo un cambiamento che ci rispetti. Quanto al fatto di essere omofobi, la nostra posizione è chiara: siamo favorevoli al registro delle unioni civili e al riconoscimento dei diritti civili delle coppie omosessuali. Di questo abbiamo parlato a lungo, durante un confronto nella nostra sede, con la deputata del Pd di origini abruzzesi Paola Concia. Se andiamo, invece, sul terreno delle adozioni siamo contrari, così come lo siamo alle pagliacciate tipo "Gay pride", ma questo è un giudizio condiviso da migliaia di gay e lesbiche. In riferimento al razzismo ricordo che durante i nostri due mesi di permanenza presso la tendopoli allestita a Poggio Picenze dopo il terremoto, per tramite del giornalista Pietrangelo Buttafuoco contattammo un imam per consentire ai seguaci dell'Islam ospitati nell'area di accoglienza di poter celebrare i propri riti. http://autonomiaspezzina.wordpress.com/2012/03/23/roma-spuntano-due-fascisti-deinar-per-rapina-a-unicredit/ ROMA.. SPUNTANO DUE FASCISTI DEI NAR PER RAPINA A UNICREDIT Pubblicato da Autonomia Spezzina il marzo 23, 2012 · Lascia un commento Roma.. Spuntano due fascisti dei Nar per rapina a Unicredit di Federico Rucco Due ex Nar tra i quattro rapinatori arrestati per il colpo all’Unicredit di piazza di Spagna. La pista nera nelle inchieste di mala si arricchisce di una nuova conferma. Tra i quattro rapinatori arrestati ieri per il colpo all’Unicredit di piazza di Spagna avvenuto il 19 dicembre scorso, c’è ancora una volta un ex militante dei Nar: Claudio Ragno. Ragno era entrato nella filiale Unicredit del centro storico con una casacca della polizia municipale. I metal detector della banca erano disattivati e così i rapinatori erano riuciti a portare all’interno una pistola. Claudio Ragno, romano (di zona nord) venne arrestato insieme a Luigi Aronica, Marco Di Vittorio e altri militanti dei Nar nell’ottobre del 1980. Scarcerato, viene più volte arrestato per rapina: nel 1988, per un colpo in banca a viale Mazzini, insieme a un altro militante dei Nar e ad uno degli arrestati per quest’ultimo colpo in banca, Silvano Panciotti. Nel 1994, Ragno viene arrestato insieme ad un altro fascista Massimino Rampelli. Al momento della cattura, i due vennero trovati in possesso di coltelli e materiale per mascherarsi. Rampelli, che e’ privo del braccio sinistro, indossava un giubbotto con un arto artificiale. I due dovranno rispondere di tentata rapina aggravata, porto abusivo di armi e ricettazione. Obiettivo era la banca Popolare di Rieti. Rapine, spaccio di cocaina, prostituzione, racket del Litorale, i traffici con Mokbel, le truffe finanziarie del Madoff dei Parioli. La vita criminale della Capitale incrocia ormai sempre più spesso i fascisti. Una coincidenza che non riesce per niente a sorprenderci http://www.contropiano.org/news-politica/item/7645-roma-rapinarono-agenziaunicredit-spuntano-di-nuovo-due-fascisti-dei-nar http://fuochidiresistenza.noblogs.org/?p=1124 FERMARE GLI SQUADRISTI Domenica mattina, a Ghedi una decina di neofascisti locali hanno aggredito e picchiato, gettandolo a terra, un antifascista del paese, operaio Fiom ed iscritto anche all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Il pretesto, per gli aderenti al gruppo fascista ‘Casa Pound’ (la stessa organizzazione celebre per l‘appartenza di Gian Luca Casseri, l’esponente razzista-xenofobo che, il 13 dicembre 2011, a Firenze, ha sparato contro alcuni lavoratori di due mercatini rionali, assassinando Diop Mor di 54 anni e Samb Modou di 40, ferendone gravemente altri tre: Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbenghe Cheike) è stata la protesta ed indignazione manifestata dal cittadino ghedese per la demagogica azione di propaganda che, i fascisti, stavano compiendo. Nonostante l’elevato numero di squadristi, come consuetudine, dopo aver chiesto l’intervento delle cosiddette forze dell’ordine, almeno tre di loro se la sono data a gambe levate. La Polizia Municipale, i carabinieri della locale stazione e il sindaco sono intervenuti per criminalizzare e attaccare chi, ancora una volta, ha tentato di difendere e fare applicare i principi antifascisti della Costituzione. Ma, a Ghedi, come Brescia, Parma, Roma, Reggio Emilia, Rovereto, Bergamo, Napoli etc., le autorità e le forze di polizia, con l’appoggio anche dei partiti della sinistra, arrestano e colpiscono i militanti antifascisti, mentre giustificano gli apologeti del ventennio fascista, responsabili di aggressioni, morti, sparatorie, in nome del razzismo e della violenza. L’amministrazione di Ghedi non ha mai preso le distanze dagli assassini di Casa Pound, presenti in Consiglio comunale e in giunta (così riportato nel sito di Casa Pound e poi eliminata la pagina), tollera che il gruppo consiliare Ghedi Tricolore, che sostiene la giunta, organizzi visite a Predappio, incontri con neofascisti e associazioni dichiaratamente fasciste come Laboratorio area 27. Oggi come allora, facciamo nostre le parole di Antonio Gramsci: “Al primo tentativo fascista deve seguire rapida, secca, spietata la risposta degli operai e deve questa risposta essere tale che il ricordo ne sia tramandato fino ai promotori dei signori capitalisti. Alla guerra come alla guerra i colpi non si danno a patti” PARTIGIANI IN OGNI QUARTIERE, ANTIFASCISTI IN OGNI PAESE E CITTA’ Rete Antifascista Brescia 26 febbraio 2012 http://bgcterni.blogspot.it/2012/03/lettere-intimidatorie-verso-il-csa.html giovedì 22 marzo 2012 Lettere intimidatorie Cimarelli di Terni verso il CSA Germinal Dopo aver imbrattato inutilmente corso vecchio con celtiche, svastiche e minaccie varie, i RATTI di fogna ternani passano ad un pesante contrattacco. Per la serie anche le pulci c'hanno la tosse, ecco a voi la lettera rinvenuta presso il CSA Germinal Cimarelli questa settimana. Da notare la stupefacente novità che vede questi soggetti, anche se rilegati nelle fogne, imaprare a scrivere. Rassicuriamo tutti dicendo che prima o poi impareranno anche il corsivo, non temete! Pubblichiamo questa lettera per testimoniare direttamente che qualsiasi fascismo, vecchio o del "terzo millennio" che sia, non è un'ideologia. Bensì una pratica: LO SQUADRISMO!FUORI I FASCISTI DA TERNI!! Ps. sempre in settimana, è stata vandalizzata la corona di fiori posta sotto la la targa in memoria di Luigi Trastulli... almeno i morti non non possono ribellarsi alle loro prepotenze.... http://bgcterni.blogspot.it/2012/04/terni-e-le-sue-istituzioni-reagiscano.html Terni e le sue Istituzioni reagiscano alle aggressioni fasciste: liberiamo gli spazi pubblici dall'odio by Csa Germinal Cimarelli on Sunday, April 1, 2012 at 7:01am · La Rete Antifascista Ternana e l'ANPI di Terni esprimono unitariamente la necessità di rilanciare la mobilitazione antifascista nel territorio, dove da tempo si manifestano con crescente aggressività i segni di una deriva neo-razzista, xenofoba e sessista, che chiamano direttamente in causa le Istituzioni locali e la cittadinanza tutta. La comparsa di minacce, svastiche e celtiche sui muri della città, il deturpamento della targa alla memoria di Luigi Trastulli (che si somma alle offese perpetrate nel recente passato alla memoria dei partigiani Filipponi e Cimarelli)la bomba carta di chiara matrice fascista esplosa nella notte del 17 giugno 2011 che svegliò l’intero quartiere lasciando tracce evidenti sull’asfalto e la lettera di minaccia inviata al Centro Sociale Germinal Cimarelli, rivendicata da deliranti sigle fasciste, sono azioni che non possono e non devono assolutamente essere sottovalutate, al pari della provocazione del corteo promosso da Forza Nuova a Perugia il 31 marzo, che qualche benpensante considera una manifestazione della “libertà di pensiero”ma che in realtà contrastano con con le leggi vigenti e la natura antifascista della nostra costituzione. Non è più tollerabile che a Terni e in Umbria le organizzazioni neofasciste e razziste facciano dell'odio e dell'intolleranza una pratica politica, come non è più tollerabile che dietro un discorso culturale si stia risdoganando un'ideologia mortale ed incompatibile con la democrazia. E' ora che le Istituzioni locali smettano di sottovalutare il pericolo sociale di queste associazioni che promuovono l'odio razziale e in genere ogni forma di esclusione sociale, essendo tutte queste pratiche opposte ai valori fondamentali dell'uguaglianza, della libertà e della tolleranza sanciti dalla nostra Costituzione. Chiediamo pertanto che sia negata loro, con una presa di posizione dei consigli comunali, la possibilità di accedere a spazi pubblici o sedi istituzionali, come già deliberato dal Consiglio Regionale nel Settembre del 2011; un atto dovuto verso la nostra memoria e verso noi stessi, che deve accompagnarsi all'apertura di un dibattito pubblico che coinvolga tutte le realtà cittadine - associazioni, partiti, movimenti e liberi cittadini - che si riconoscono nella Resistenza, nell'Antifascismo e nella Libertà. La tutela della Costituzione, delle Istituzioni e degli spazi pubblici è il primo passo per il ripristino, nel territorio come nel sentire comune della nostra città, di una presenza radicata e diffusa dei valori democratici, inseparabili dalla pratica della solidarietà, del mutualismo, del riconoscimento reciproco; oggi più che mai difendere la democrazia significa tornare a farla vivere tra la popolazione. Elezioni: Forza Nuova nella lista di Andreoli Novi. Rappresentanti di estrema destra nello schieramento dell’esponente Pdl Ci sarà anche il Movimento fondato da Scilipoti. Accordo su politica e programma di Evaristo Sparvieri NOVI. Forza Nuova scende in camo al fianco del Pdl. E lo fa candidando alcuni suoi esponenti nelle elezioni amministrative del prossimo 6-7 maggio, in una lista capitanata dall’attuale consigliere comunale Tania Andreoli. Quest’ultima correrà per la poltrona a sindaco. L’annuncio ha tutti i crismi dell’ufficialità e arriva a smentire le voci diffuse nei giorni scorsi di una probabile lista a due, composta esclusivamente dal movimento di estrema destra e da esponenti locali del Movimento di responsabilità nazionale, la corrente fondata nel dicembre 2010 dall’onorevole Domenico Scilipoti dopo la sua fuoriuscita dall’Italia dei valori. «Dopo la giornata di sabato, passata a raccoglier firme e consensi su Novi, Forza Nuova rende noto che si candiderà ufficialmente alle amministrative del paese con alcuni suoi esponenti – fa sapere il responsabile provinciale del movimento di estrema destra, Daniele Baldaccini - all'interno di una lista con a capo l'attuale consigliera comunale in carica Tania Andreoli, supportata ufficialmente anche da Pdl e dal Movimento di responsabilità nazionale». E così la corsa alle amministrative si arricchisce di un nuovo candidato, dopo la conferma della candidatura dell’attuale sindaco Luisa Turci (sostenuta da Pd e Sel) e dopo la vittoria di Roberto Guerra delle primarie della lista civica Uniti per Novi. Domani sera sarà la lista Progetto Comune a svelare il nome del proprio candidato, nel corso di un’assemblea alle 21 nella sala Ferraresi. Da Forza Nuova si dicono «felici» dell’accordo «perché stimiamo la nostra candidata, e siamo convinti che sia l'unica persona in grado di prendere in mano le redini di questo comune per poter migliorare le condizioni gravose in cui questa malgestione della sinistra lo ha condotto». Potrebbero essere cinque gli esponenti di Fn che correranno per una poltrona in consiglio. «A breve presenteremo il marchio e il programma sui cui verterà la nostra campagna elettorale – aggiunge Baldaccini – la nostra comunque non è una lista civica, ma vuole essere a tutti gli effetti una lista politica». E proprio sul fronte politico, l’appoggio di Forza Nuova apre nuovi scenari per il congresso provinciale del Pdl. Non più tardi di qualche settimana, prima dell’arrivo del commissario Denis Verdini, era stata l’ex coordinatrice Isabella Bertolini a denunciare la presenza di esponenti di altre forze politiche (fra cui Forza Nuova) tra i nuovi tesserati, chiedendone l'espulsione. Sulla vicenda Baldaccini risponde con un «no comment». 19 marzo 2012 http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/04/05/news/bentivegna_minuto_di_silenzio_in_c ampidoglio_ma_i_consiglieri_del_pdl_escono_dall_aula-32797164/ Bentivegna, minuto di silenzio in Campidoglio ma i consiglieri del Pdl escono dall'aula Accese polemiche sul ricordo del partigiano scomparso il 2 aprile scorso che fu tra i protagonisti della lotta di liberazione dal nazi-fascismo e partecipò all'attentato in via Rasella. La denuncia del Pd capitolino: "Episodio gravissimo, Alemanno aveva promesso tutti gli onori. Ora stigmatizzi la sua maggioranza e chieda scusa". L'attacco di Alzetta (Roma in Action): "Siete fascisti" Ancora polemiche sul partigiano Rosario Bentivegna, scomparso il 2 aprile all'età di 89 anni. Dopo le diatribe nei municipi romani, gli insulti della destra e i botta e risposta durante la camera ardente allestita mercoledì a Palazzo Valentini su richiesta della famiglia, l'aula Giulio Cesare del Consiglio comunale di Roma ha osservato oggi un minuto di silenzio per "Sasà", l'ex gappista che durante la lotta di liberazione dall'occupazione nazista fu anche tra i protagonisti dell'attentato di via Rasella. Durante il minuto di ricordo chiesto al presidente Marco Pomarici dai consiglieri Daniele Ozzimo (Pd) e Andrea Alzetta (Roma in Action), però, i consiglieri della maggioranza sono usciti, quasi tutti, dall'aula. "Spiace che l'aula Giulio Cesare solo dopo l'insistenza da parte dell'opposizione abbia reso omaggio con un minuto di silenzio al ricordo di Rosario Bentivegna - ha detto il consigliere capitolino del Pd, Daniele Ozzimo - Un minuto di silenzio avvenuto con i banchi della maggioranza semi-deserta visto che quasi tutti i consiglieri del Pdl prontamente hanno abbandonato l'aula. Un comportamento offensivo da parte del centrodestra nei confronti di un protagonista della nostra storia. Eppure il sindaco aveva detto due giorni fa che Roma avrebbe ricordato Bentivegna con tutti gli onori. Chiediamo al primo cittadino di stigmatizzare il comportamento della sua maggioranza". Ancora più dura la reazione di Alzetta che afferma: "Il capogruppo Gramazio e praticamente tutti i colleghi della maggioranza hanno profanato la memoria del comandante partigiano, medaglia della Resistenza, uscendo dall'aula". "Dopo i vergognosi insulti rivolti da Storace a Bentivegna- ha aggiunto il consigliere- sarebbe stato opportuno da parte di chi ha giurato sulla Costituzione al momento del suo insediamento, mandare un segnale chiaro di rispetto per un eroe della Resistenza che, insieme ad altri partigiani, ha riscattato l'onore di questo Paese, infangato dal ventennio fascista e dall'alleanza con la Germania nazista". Il riferimento, ovviamente, è al sindaco, assente ieri alla cerimonia funebre in Provincia. "Mi sarei anche aspettato Alemanno in persona, e non l'assessore Funari all'ultimo saluto a "Sasà" - ha commentato infatti Alzetta- E a Storace voglio dire che, con la sua storia che si circonda di veri e propri assassini, come Almirante e il golpista Rauti, dovrebbe solo ringraziare i partigiani che dopo solo due anni hanno permesso un'amnistia e concesso anche a lui di manifestare le sue idee". Toni caldissimi in aula Giulio Cesare, insomma, divenuti incandescenti quando Alzetta ha urlato all'indirizzo dei consiglieri del Pdl "fascisti di merda". A scatenarsi contro Alzetta è stato a quel punto Dario Rossin, capogruppo de La Destra, che ha sottolineato: "Alemanno, genero di Rauti, saprà certamente difendere Giorgio Almirante dall'infame accusa di Alzetta: nessuno può dire assassino ad Almirante. I missini hanno visto cadere uno ad uno decine e decine di ragazzi. Alzetta è un bambino cresciuto male". Ma l'indignazione per l'atteggiamento della maggioranza capitolina e il richiamo al Ventennio hanno coinvolto un po' tutti gli esponenti del centrosinistra. "Addolora assistere a questi comportamenti - hanno infatti dichiarato in una nota congiunta Massimiliano Valeriani e Monica Cirinnà (entrambi Pd) - Dopo più di un decennio dalla svolta di Fiuggi, la Destra romana ha dimostrato, anche in questa occasione, che non si è liberata dal segno del fascismo e rimane anti Repubblicana. Eppure il Sindaco di Roma era stato chiaro. Alemanno dovrebbe, dopo questo grave episodio, tenutosi per di più in un'Aula istituzionale, chiedere scusa alla città, per evitare poi ipocrisie al prossimo episodio di stampo fascista nella Capitale". "Indignato da cittadino, prima ancora che da amministratore, dell'aver visto uscire dall'aula a testa bassa quasi tutti gli esponenti del Pdl, a cominciare da Gramazio, durante il minuto di silenzio in ricordo di Rosario Bentivegna - attacca anche il consigliere Pd Dario Nanni - Il sindaco aveva garantito che ci sarebbe stato un riconoscimento mentre il presidente Pomarici ha aperto il momento di silenzio solo sulla base di una richiesta dei consiglieri"."Questa vicenda - ha concluso - getta disonore sulla nostra città, medaglia d'oro alla Resistenza". Un episodio giudicato "gravissimo" anche da Umberto Marroni, capogruppo del Pd di Roma Capitale. "Un oltraggio all'aula Giulio Cesare da parte della destra. Roma città medaglia d'oro alla Resistenza ha il dovere di ricordare con tutti gli onori, come peraltro asserito anche dal sindaco" ha detto. E se Marco Pomarici rigetta le accuse di una gestione inusuale del minuto di silenzio per "Sasà", da parte della maggioranza l'unico a parlare fino ad ora è stato Angelino Torre, consigliere della Lista civica per Alemanno: "E' inevitabile che il minuto di silenzio in ricordo di Rosario Bentivegna scatenasse delle polemiche all'interno dell'aula Giulio Cesare, perché le valutazioni su quei tragici fatti che colpirono Roma negli anni dell'occupazione nazista e che culminò con la strage delle Fosse Ardeatine, sono ancora controverse e piene di incognite. Certo, un decorato al valore militare merita sempre l'ammirazione e il riconoscimento di tutta la nazione. Escludo che oggi siano state fatte delle valutazioni di carattere ideologico - conclude Torre- ma sulla considerazione fatti". (05 aprile 2012) http://golpelione.wordpress.com/2011/07/30/trova-la-matrice-politica-nascosta/ Trova la matrice politica nascosta Pubblicato il30 luglio 2011 daAngelica Matacotta 1 Continuo a comprare Left ogni venerdì, ma sempre più delusa dalla quantità di luoghi comuni e di “senso comune” che sembra aumentare di settimana in settimana. La copertina del numero dell’8 luglio richiama la locandina di un noto capolavoro cinematografico ma con una variatio: la grande scritta è “gioventù meccanica”. Incuriosita sfoglio il periodico e rintraccio l’articolo cui la copertina fa riferimento. Si chiama “il manganello dei perdenti”. In breve, l’articolo di Rocco Vazzana tratta dell’aggressione avvenuta a Roma la notte fra il 25 e il 26 giugno ai danni del musicista Alberto Bonanni. cito testualmente: “La Capitale di Gianni Alemanno doveva essere più sicura, invece è tempestata da violenza gratuita, attacchi xenofobi e botte contro i gay. L’ultimo assalto –che ha mandato in coma un ragazzo- è stato sferrato in centro dalla Brigata Rione Monti, una gang di emarginati, che controllano il quartiere per darsi un’identità”. Più tardi Vazzana rincara la dose: “E pensare che Gianni Alemanno era salito al Campidoglio nel 2008 proprio convincendo i romani che con lui la città sarebbe diventata un fortino inviolabile”. Ora, probabilmente la questione mi sta a cuore perché si parla della mia città. Siamo continuamente bombardati da luoghi comuni simili e c’è poco da stupirsi. Tuttavia c’è da chiedersi se Vazzana, prima di scrivere l’articolo, abbia almeno mai fatto un giro per Roma dopo le dieci di sera. La Brigata Rione Monti (che i romani conoscono bene, se frequentano l’underground dei collettivi e dei movimenti politici, e che invece l’informatissimo giornalista ,e con lui tutta la stampa italiana, ha scoperto soltanto un mese fa…) viene descritta come “un mix di cultura ultrà, condita da elementi di qualunquismo neofascista”. Qualunquismo neofascista? Manganello dei perdenti? Nuova forma di aggregazione spazio-territoriale? La domanda sorge spontanea: perché la stampa italiana è così ancorata al tabù della matrice politica delle aggressioni giovanili? Il riferimento ironico all’enigmistica nel titolo si rifà proprio all’attitudine a negare o minimizzare l’intento politico anche dove è palese. La tendenza generale, che è possibile ritrovare anche nell’articolo in esame, è quella di dire che i ragazzi sono violenti perché si annoiano (da qui il richiamo a Kubrick in copertina, totalmente fuori luogo), perché non sono seguiti dai genitori, perché c’è troppo permissivismo, perché gli consentiamo di giocare a videogiochi troppo violenti (è stato dimostrato da sociologi e psichiatri che i videogiochi e la tv non c’entrano e che, anzi, in corrispondenza delle date in cui un film violento è proiettato, nelle città con sale che lo proiettano diminuiscono gli episodi di violenza). Left passa con maestria dal negare il movente politico al tentare di spiegare perché questi giovani hanno abbracciato l’estrema destra. Al di là dell’incoerenza, sarebbe ora di arginare questo flusso di stronzate: oltre a sentire il parere del giudice Cavallo del tribunale dei minori di Roma e quello dello psichiatra Fiori-Nastro, che forse potrebbero già avere un’autorità per parlare, ci tocca anche leggere l’opinione di Elio Germano sull’aggressione. Poco dopo, toh, Germano cita il film che sta girando, che casualmente ha a che fare con la violenza (la trama riguarda i fatti di Genova). Una coincidenza interessante. Quello che mi domando è perché tentare di arrivare a soluzioni di cui non potremo mai avere conferma? Non possiamo realmente sapere se i ragazzi entrino a far parte dei movimenti di estrema destra perché convinti, perché annoiati, perché alla ricerca di un’identità ecc. dunque perché continuare a rendere ciò oggetto di inchiesta giornalistica, minimizzando sulla responsabilità politica, che è invece l’unica possibile fonte d’analisi sulle tendenza politiche fra i giovani? Christian Perozzi, uno degli aggressori di Bonanni, fa il saluto romano in una foto trovata su Facebook Visto che la stampa ufficiale non vuole parlarne, probabilmente per evitare querele, allora sarà il caso di dire qui come stanno le cose. Pochi mesi dopo l’elezione di Alemanno, a Roma è stato un continuo proliferare di movimenti e centri sociali di ispirazione neofascista e neonazista e, ultimamente, va di moda il rexismo. Bisogna essere onesti: qualche critica ad Alemanno nell’articolo c’è e c’è anche un’allusione alla legittimazione che il sindaco avrebbe dato a un certo tipo di comportamenti. Tuttavia non si spiega perché Vazzana parli di capitale che “doveva essere più sicura e invece…”. Perché non dire che QUESTO è il modo in cui Alemanno voleva rendere la Capitale sicura? Perché non dire apertamente che questi movimenti sono incoraggiati in quanto mantengono Roma “pulita” gratuitamente? “Alemanno ha promesso ai Romani che Roma sarebbe diventata un fortino, mentre…”…mentre cosa? Roma E’ un fortino. Ci sono blindati della polizia ovunque, controlli e perquisizioni. Nei quartieri che costituiscono il bacino elettorale del sindaco non c’è più una prostituta né un senza tetto. La situazione è invece notevolmente peggiorata nei quartieri “rossi”. È semplice. Dove il problema non si vede, allora non c’è. Anche se Roma non è sicura rispetto agli attacchi dei neofascisti, di sicuro gli elettori di Alemanno sono più tranquilli di prima. Il sindaco ha rispettato il programma. in un manifesto elettorale il sindaco tira su le maniche minacciosamente e lo slogan è piuttosto esplicito... Ricordate quando, nel dicembre 2007, subito dopo l’elezione di Tosi a Verona, ci fu un’aggressione a tre paracadutisti perché “terroni”?…beh, anche in quell’occasione i principali organi d’informazione negarono dapprima, e minimizzarono poi, l’intento politico dell’atto di violenza. anche il sindaco Tosi indossa una t-shirt non esattamente inneggiante alla non violenza e al dialogo con l'avversario... Fra gli aggressori Gabriele Cristiano, batterista dei Gesta Bellica coinvolto nell’indagine sul Veneto Front Skinhead e poi prosciolto. Andrea Miglioranzi, membro della stessa band, era allora capogruppo della lista del sindaco Tosi in consiglio comunale. il logo dei Gesta Bellica, la band veronese i cui testi incitano alla violenza contro comunisti, ebrei ecc La stampa, però, non è mai incuriosita da queste bizzarre coincidenze. E continua a propinarci una realtà in cui pochi giovani disorganizzati si armano di qualche arnese di fortuna e vanno a combattere la noia e l’incomunicabilità. E continua a ignorare lo scenario che si prospetta davvero e a criticare col paraocchi la famiglia e la scuola, anche quando, per tutti, è evidente chi siano, se non i mandanti, almeno i responsabili. Angelica Matacotta http://milano.repubblica.it/dettaglio/milano-e-lestrema-destra-londa-neradagli-stadi-ai-palazzi-della-politica/1605816 Milano e l'estrema destra, l'onda nera dagli stadi ai palazzi della politica Un viaggio nella Milano nera. Con tanto di immagini a testimoniarlo di Paolo Berizzi C’è una Milano nera fatta di molti strati. C’è una città del fascio che prova a nascondere le sue facce, dissimula, confonde, poi riemerge. Esalta l’orgoglio di qualcuno e tradisce l’imbarazzo di altri. Mischia insieme in un unico mazzo pubblici amministratori e “ camerati” arditi, politici in doppiopetto e picchiatori ultrà. La destra istituzionale con quella di strada, estremista e intollerante. È una trama a volte oscura, a volte più decifrabile, che aggroviglia in una specie di matassa la politica di Palazzo e quella periferica delle derive pericolose, degli inni al Duce, dei brindisi all’Olocausto. C’è una foto che ritrae il sindaco Moratti in compagnia di uno dei due fondatori di Cuore nero, il circolo nazifascista sostenuto, dalla sua nascita, dai maggiorenti milanesi di Alleanza nazionale. Lui è Roberto Jonghi Lavarini, presidente del comitato Destra per Milano, sostenitore delle “destre germaniche”, del partito sudafricano pro-apartheid (il simbolo è una svastica a tre braccia sormontata da un’aquila). Di Lavarini, soprannominato il “Barone nero”, già candidato per An in Comune, esistono anche altre foto che lo ritraggono con il ministro Ronchi ma anche con esponenti di famiglie mafiose siciliane e calabresi trapiantate a Quarto Oggiaro. Famiglie operative nello spaccio di droga e nel narcotraffico, famiglie che alle ultime elezioni amministrative non hanno fatto mancare il loro appoggio elettorale allo stesso Lavarini. La cerniera tra la destra di palazzo e i militanti di Cuore nero è sempre il “Barone nero”. Sua l’idea di fondare, due anni fa, il primo centro sociale di estrema destra a Milano; sua e di Alessandro “Todo” Todisco, capo ultrà degli Irriducibili dell’Inter e già leader degli Hammerskin, una setta violenta che si batte in tutto il mondo per la supremazia della razza bianca. Già condannato a un anno e un mese per istigazione all’odio razziale e partecipazione a struttura clandestina (nell’ambito dello scioglimento di Azione skinhead), Todisco è coinvolto anche nell’i nchiesta sul corteo (con assalto a una caserma dei carabinieri) seguito alla morte dell’ultrà laziale Gabriele Sandri l’11 novembre 2007. Cuore nero, collegato al centro sociale romano Casa Pound, nella fanzine di qualche mese fa ha pubblicato l’immagine di uno skinhead che brinda con un boccale di birra: sullo sfondo una foto con l’i ngresso del campo di concentramento di Auschwitz. «I nazisti sono stati nostri alleati e li rispettiamo», dice Todisco. Concetti non estranei a Jonghi Lavarini, che nel suo sito non ha mai fatto mistero del suo appoggio al Npd tedesco e ai principali partiti estremisti europei. Le posizioni e le iniziative di Cuore nero dovrebbero, forse, mettere in un qualche imbarazzo alcuni esponenti di An a Palazzo marino. Per esempio il capogruppo Carlo Fidanza, vice presidente nazionale di Azione giovani. È lui, dopo l’a ttentato incendiario subito da Cuore nero l’11 aprile 2007, uno dei più attivi a garantire sostegno ai militanti del circolo in zona cimitero Maggiore. Cuore nero lo ringrazia in un comunicato ufficiale, ringraziamenti estesi anche alle «coraggiose parlamentari Paola Frassinetti, Alessandra Mussolini e Mariastella Gelmini» (all’epoca coordinatrice lombarda di Forza Italia). Ai legami cementati tra i nuovi “camerati” e la destra in doppiopetto si aggiungono gli intrecci, molto solidi, con i capi ultrà di Milan e Inter. Nelle gerarchie delle curve spiccano nomi di primo piano della destra radicale milanese. Luca Cassani, ex Fossa dei Leoni e oggi tra i leader dei Guerrieri milanisti; l’ex assessore aennino di Opera, Alessandro Pozzoli, detto “peso”, anche lui già attivo nella Fossa e poi confluito nei Guerrieri, indagato per le faide interne alla curva milanista e parente di Alberto Pozzoli, ex capo ultrà interista e consigliere comunale (sempre An) a Opera, accusato insieme col collega Ettore Fusco della Lega per l’ incendio delle tende destinate ai rom (dicembre 2006). A reggere gli equilibri dei gruppi ultrà di San Siro sono, da anni, su sponde opposte, il “Barone” Giancarlo Capelli (curva Sud milanista) e Franco Caravita (curva Nord interista): entrambi di dichiarate simpatie fasciste, erano soci in un negozio di abbigliamento da stadio. Milano come a Roma la rivalità nata dall’opposta fede calcistica si sotterra in nome degli affari e della comune identità politica. Capelli e Giancarlo Lombardi (detto “Sandokan”, capo dei Guerrieri ultras) sono in rapporti di stretta amicizia con i fratelli Alessandro e Franco Todisco, leader degli Irriducibili e anime di Cuore nero. Il 22 maggio 2007 Capelli è stato arrestato (ai domiciliari) assieme a altri sei capi ultrà milanisti per associazione a delinquere, estorsione, violenza e minacce. La parte lesa, stando all’inchiesta del pm Luca Poniz, è il Milan. A denunciare gli ultrà in Procura è lo stesso Adriano Galliani, al quale viene assegnata una scorta di polizia. Alla festa di Natale 2008, però, il manager rossonero si presenta sorridente al brindisi con i Guerrieri, gli stessi che lo tenevano sotto ricatto per avere biglietti e privilegi. Anche questo accade nella Milano nera. Una città dove il sindaco, figlia di un partigiano deportato a Dachau (Paolo Brichetto Arnaboldi), si fa fotografare con un nazifascista dichiarato. (17 marzo 2009) http://gazzettadimodena.gelocal.it/foto-e-video/2011/09/16/fotogalleria/forza-nuova-convegno-asassuolo-e-contestazione-fuori-1.819671?p=6 http://gazzettadimodena.gelocal.it/foto-e-video/2011/09/16/fotogalleria/forza-nuova-convegno-asassuolo-e-contestazione-fuori-1.819671?p=11 http://it.wikipedia.org/wiki/Gaetano_Badalamenti#Il_caso_Pecorelli_ed_i_contat ti_politici Il caso Pecorelli ed i contatti politici [modifica] La corte di Cassazione nell'ottobre 2004 ha decretato che l'ex presidente del consiglio Giulio Andreotti ebbe contatti "amichevoli e talvolta anche diretti" con uomini importanti del clan di Cosa Nostra, Gaetano Badalamenti e Stefano Bontade, favoriti da Salvo Lima attraverso i cugini Salvo. Secondo una ipotesi di alcuni magistrati e investigatori, Andreotti potrebbe aver commissionato l'uccisione del giornalista Mino Pecorelli, direttore del giornale Osservatorio Politico (OP). Pecorelli che sembra utilizzasse il giornale per ricattare personalità importanti, accettò di fermare la pubblicazione del giornale ma l'uccisione avvenne ugualmente il 20 marzo 1979. Sempre secondo l'ipotesi accusatoria, Andreotti aveva paura che Pecorelli pubblicasse informazioni che avrebbero potuto infangare la sua onorabilità. Queste informazioni avrebbero riguardato finanziamenti illegali al partito della Democrazia Cristiana e segreti riguardo al rapimento e l'uccisione dell'ex presidente del consiglio Aldo Moro avvenuto nel 1978 ad opera delle Brigate Rosse. Il pentito mafioso Tommaso Buscetta dichiarò che stando a quanto gli aveva raccontato Gaetano Badalamenti, a commissionare l'omicidio Pecorelli fossero stati i cugini Salvo probabilmente per conto di Giulio Andreotti. Nel 1999 la corte di Perugia dopo attenta valutazione delle carte processuali ha prosciolto Giulio Andreotti[19], il suo stretto collaboratore Claudio Vitalone, Gaetano Badalamenti, Giuseppe Calò, il presunto killer Massimo Carminati (uno dei fondatori del gruppo di estrema destra NAR - Nuclei Armati Rivoluzionari) e Michelangelo La Barbera [20]. Il 17 novembre 2002 la Corte d'appello ribaltò le condanne di Badalamenti ed Andreotti. Furono entrambi condannati a 24 anni di carcere come mandanti dell'omicidio Pecorelli [21]. Infine nel 2003, Giulio Andreotti è stato definitivamente assolto dall'accusa di associazione mafiosa [22] e successivamente fu assolto assieme a Badalamenti anche dall'accusa di essere il mandante dell'omicidio del giornalista [23]. http://www.anpipianoro.it/fascismo/nota-sui-rigurgiti-neofascisti.html associazione • HOME • Cronologia del fascismo • Ebrei e fascismo • Dichiarazione sulla razza • Il manifesto della razza • Centro di documentazione storica • Provvedimenti per la difesa della razza italiana • Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri • Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista • Integrazione ai provvedimenti per la difesa della razza • Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte di cittadini di razza ebraica • Congedi dei militari ebrei italiani • Camere di tortura a Bologna durante la Repubblica di Salò • Il piano Graziani • Panoramica sulla nuova destra • Fascismo e neofascismo • L'uso dei fascisti contro i movimenti non è un problema di oggi • • • • • • • Nuova destra, radici vecchie Una riflessione sull'antifascismo oggi Nota sui rigurgiti neofascisti Dove batte il cuore nero La forza nuova della fede antica Il laboratorio dell'estrema destra Forza Nuova la sua natura fascista sentenziata dalla Corte di Cassazione NOTA SUI RIGURGITI NEOFASCISTI a cura dell’OSSERVATORIO DEMOCRATICO SULLE NUOVE DESTRE Già nel “Rapporto sulla criminalità 2006”, curato dal Ministero dell’Interno, come nella “Relazione sulla politica informativa e della sicurezza” del 2° semestre 2006, approntato dalla Segreteria generale del Cesis (l’ex comitato di coordinamento dei servizi segreti), si erano dedicate diverse pagine alle organizzazioni neofasciste, denunciando, da un lato, “lo spiccato profilo aggressivo con il compimento di atti di intimidazione violenta” e di “deriva oltranzista”, dall’altro, “atteggiamenti razzisti sfociati in episodi ed atti di vandalismo d’impronta antislamica”, nonché “rinnovate pulsioni antisemite”. Nell’ultima “Relazione sulla politica informativa e della sicurezza”, presentata a Roma il 29 febbraio 2008, si è, infine, portata l’attenzione sulle “saldature” in corso tra estremisti di destra e ultras delle curve, all’origine, a loro volta, di gravissimi fatti di violenza. Va rilevato, in questo quadro, come in soli due anni, tra il 2006 e il 2007, si siano registrati in Italia circa duecento episodi, protagonista l’estrema destra, la metà dei quali vere e proprie aggressioni fisiche ai danni soprattutto di militanti di sinistra e di giovani dei centri sociali, a seguire di immigrati extracomunitari, omosessuali e zingari. Nel corso di una di queste circostanze, il 27 agosto 2006, rimaneva ucciso a Focene, nei pressi di Roma, Renato Biagetti di 26 anni, raggiunto da più coltellate. Altrettanto numerosi gli attentati e gli assalti alle sedi di partito e nei confronti dei centri sociali, in alcuni casi utilizzando anche ordigni esplosivi. Difficilmente quantificabili, invece, i vandalismi nei confronti delle lapidi e dei monumenti partigiani, purtroppo ormai così frequenti e diffusi su tutto il territorio nazionale da rendere quasi impossibile un puntuale monitoraggio. A partire dall’estate scorsa si sono comunque avviate o sono giunte a conclusione numerose indagini giudiziarie riguardanti l’estrema destra. Nelle pagine seguenti si allega un breve prospetto. Da esso è possibile ricavare alcune tendenze: - l’adesione in modo trasversale a posizioni esplicitamente razziste e antisemite da parte dei militanti delle organizzazioni della destra radicale italiana; - l’acquisizione di miti e modelli non più solo provenienti dalla storia della Rsi, ma direttamente dal nazismo, con l’utilizzo sempre più marcato di effigi e simboli tratti dalle Ss e dal Terzo Reich; - l’esaltazione e il ricorso sistematico alla violenza nei confronti degli avversari politici, degli immigrati e degli omosessuali; - la circolazione all’interno dell’area neofascista di oggetti atti a offendere, coltelli, asce e mazze, ma con maggior frequenza anche di armi da sparo e di materiali esplodenti; - l’accentuarsi dei rapporti con il sottobosco della criminalità comune. Assai preoccupante, in ultimo, il crescere nelle scuole medie superiori, nei licei in particolare, delle adesioni alle liste studentesche che si ispirano esplicitamente al ventennio fascista. Alcune delle sigle che si sono presentate per l’elezione delle consulte provinciali studentesche, piccoli parlamentini biennali con tanto di fondi da gestire, si rifanno direttamente a formazioni maggiori: il Blocco studentesco alla Fiamma tricolore e Lotta studentesca a Forza nuova. In diverse città, in nome dell’“anticomunismo”, si sono anche realizzati accordi con Azione studentesca, emanazione di Alleanza nazionale. Gli slogan più utilizzati “Mai più antifascismo” e “Sveglia, bastardi, la ricreazione è finita”. La sinistra ha denunciato in più occasioni come la crescita elettorale si sia accompagnata nelle scuole a intimidazioni e alla minaccia di ritorsioni nei confronti degli indecisi. Ma i successi, come a Roma, delle due sigle citate prima (Blocco studentesco e Lotta studentesca), diecimila i voti per la prima (il 23%) e seimila circa per la seconda, rappresentano un fatto su cui riflettere con molta attenzione. Per ciò che riguarda Milano e la Lombardia va, invece, denunciato: - il permanere del tentativo da parte di Cuore nero di insediare a Milano un centro sociale di destra sul modello di alcune esperienze romane. Una sorta di “casa comune” di tutte le sigle del neofascismo. Come è noto, i promotori di questa operazione sono stati più volte condannati per violenze, istigazione all’odio razziale e spaccio di stupefacenti; - i legami sempre più stretti tra esponenti neofascisti e frange della tifoseria ultras con l’intento di politicizzare le curve e utilizzarle come massa di manovra; - l’intensificarsi di episodi di attacco nei confronti di moschee, macellerie e luoghi di ritrovo islamici, in particolare a Brescia e a Milano; - il verificarsi di provocazioni antisemite, anche nel giorno della memoria (27 gennaio), con scritte a Varese e sulla sinagoga di Mantova; - l’utilizzo della giornata istituita in ricordo delle vittime delle Foibe (10 febbraio) per manifestazioni neofasciste: a Monza e a Milano; - episodi di razzismo, nei mesi scorsi, con tentativi di assalto nei confronti di insediamenti Rom: a Pavia, ma anche a Milano dove recentemente si è verificato il lancio di bottiglie molotov al campo di via Idro; - il ripetersi di episodi ai danni delle lapidi. L’Anpi e il Comitato Antifascista milanese, a fronte di questa situazione, si sono nei mesi scorsi recati ufficialmente sia dal Prefetto che dal Questore di Milano per denunciare la gravità della situazione e degli episodi avvenuti, sollevando anche l’allarme, all’origine poi nel settembre scorso dell’intervento da parte della Procura di Varese, circa la vicenda delle liste presentate in Lombardia e in Piemonte dal Movimento nazionalsocialista dei lavoratori, di chiara ispirazione nazista. CRONOLOGIA INDAGINI DELL’ESTREMA DESTRA DELLA MAGISTRATURA NEI CONFRONTI Agosto 2007 – Marzo 2008 3 agosto 2007 BOLOGNA Sette arresti e 40 perquisizioni nei confronti degli appartenenti a un gruppo di naziskin inquisito per numerose aggressioni avvenute a Bologna tra il 2003 e il 2006. Ventisette gli indagati. Tra il materiale sequestrato pubblicazioni antisemite e razziste, ma anche alcune toppe con i simboli delle Ss da utilizzare nel corso di rituali a imitazione delle cerimonie naziste. 17 settembre 2007 VARESE Quarantasette perquisizioni tra Varese, Milano, Lecco, Roma, Rieti, Vercelli e Piacenza, nei confronti di altrettanti dirigenti del Movimento azionalsocialista dei lavoratori, indagati per istigazione all’odio razziale, etnico e religioso. Tra il materiale sequestrato numerose le effigi naziste. Nel corso delle indagini si è accertato lo svolgimento di cerimonie sul lago di Varese per celebrare il compleanno di Hitler. Acclarati anche i rapporti fra questo gruppo e alcuni esponenti di Alleanza nazionale, tra gli altri con il capogruppo in consiglio comunale di Busto Arsizio. Il movimento si era presentato con proprie liste elettorali in una decina di comuni del varesotto, del comasco e del novarese, eleggendo quattro consiglieri. 19 settembre 2007 LUCCA Undici arresti fra gli appartenenti al gruppo ultrà dei Bulldog. I reati contestati: associazione a delinquere, lesioni gravi e violenza privata. Il simbolo del gruppo: un fascio littorio stilizzato. 12 ottobre 2007 IMOLA Arsenale con armi ed esplosivi ritrovato nell’abitazione di un naziskin nell’ambito delle indagini sul gruppo di Bologna. 17 ottobre 2007 LUCCA Condanna a quattro anni per tre membri del gruppo ultrà dei Bulldog per l’aggressione il 23 febbraio a un giovane di sinistra. 23 ottobre 2007 ANCONA Ritrovamento di armi da sparo e da taglio, anche di una mannaia, nel corso di sette perquisizioni ad altrettanti naziskin. Tra il materiale ritrovato giubbotti con il logo di alcune divisioni delle Waffen-Ss e t-shirt con scritte antisemite sovrastate dalla foto dell’ingresso del campo di Auschwitz. 19 novembre 2007 MILANO Condanna a quattro anni e otto mesi per il giovane naziskin, Fabio Conato, che la sera del 9 giugno ferì con due coltellate al volto un volontario a Melzo durante una manifestazione organizzata da un centro giovanile. 10 dicembre 2007 RIMINI Rinvio a giudizio per dieci esponenti di Forza Nuova, tra loro il segretario provinciale, arrestati la notte del 25 settembre mentre si accingevano a compiere un attentato a un centro sociale, progettando il sequestro del custode e l’incendio dei locali con nitrodiluente. Nel corso delle perquisizioni sono state ritrovate tre pistole a gas, baionette, pugnali e tirapugni. Il rinvio prevede l’aggravante di aver agito con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico. 20 dicembre 2007 MILANO Condannati nove esponenti della Fiamma tricolore per “manifestazioni usuali del disciolto partito fascista” in occasione del corteo tenutosi a Milano l’11 marzo 2006. Tra loro Maurizio Boccacci e Piero Puschiavo membri della segreteria nazionale. 14 febbraio 2008 SALERNO Richiesta di condanna a tre anni e dieci mesi di carcere per Massimo Natella, a un anno e sei mesi per Bruno Giannatasio, a un anno per Daniela De Vita, Bianca Cerrone, Clemente Ultimo e Lorella Parente, tutti esponenti di Forza nuova, per detenzione di ordigni incendiari nella stessa sede dell’organizzazione, costituzione di un’organizzazione con finalità antidemocratiche finalizzata alla ricostituzione del partito fascista, incitamento all’odio razziale. La sentenza è attesa per il prossimo 18 marzo. Il segretario provinciale di Forza nuova Livio Apicella e un suo collaboratore hanno già patteggiato la pena. 16 febbraio 2008 SESTO CALENDE (VARESE) Arrestati due naziskin per duplice tentato omicidio e spaccio di stupefacenti, uno dei quali già legato al gruppo Blood and Honour. 18 febbraio 2008 SIRACUSA La Corte di appello di Catania ha condannato a quattro anni e sei mesi Andrea Acquaviva, autore di una serie di attentati compiuti nel 2005 a Siracusa, tra l’altro alla sede della Cgil, alla redazione di alcune televisioni locali e all’ospedale Umberto I. La Corte ha riconosciuto all’imputato l’aggravante di aver agito a scopi terroristici. Acquaviva era stato candidato a sindaco di Siracusa per Forza nuova. Le azioni, per depistare, erano state rivendicate dai “Nuclei comunisti combattenti”, ma le indagini avevano accertato la responsabilità di Acquaviva. 19 febbraio VARESE Ventisette denunce per saluti romani e slogan razzisti nei confronti di alcuni fra i partecipanti dell’estrema destra ad un corteo non autorizzato, tenutosi il 19 gennaio, per le vie della città. 26 febbraio ROMA Arrestati venti estremisti di destra, tra loro alcuni dirigenti di Forza nuova, in gran parte ultras laziali, per spedizioni punitive nei confronti di altre tifoserie, l’irruzione con coltelli e bastoni, nel giugno 2007, a un concerto rock a Villa Ada (due i feriti), il tentato incendio a un campo nomadi, il 9 ottobre 2007, e infine l’assalto ad alcune caserme di polizia e dei carabinieri in occasione della morte di Gabriele Sandri l’11 novembre scorso. Tra i reati contestati: associazione a delinquere, devastazioni, lesioni, porto di oggetti atti ad offendere. Per coloro che presero parte agli scontri dell’11 novembre è stata fatta scattare l’aggravante del terrorismo. A uno degli arrestati è stata anche contestata la detenzione e lo spaccio di stupefacenti per il possesso di 400 grammi di hashish. 5 marzo 2008 MILANO Quattro arresti per ripetuti atti di violenza a sfondo razziale commessi ai danni di appartenenti alla comunità filippina di Milano. Nei guai sono finiti anche dodici minorenni. I fatti risalgono alla metà del 2007, quando giovani filippini, che frequentavano la zona di piazza Prealpi e il parco di via dei Frassini, erano stati fatti oggetto di vere e proprie spedizioni punitive da parte di un consistente gruppo di italiani armati di coltelli, mazze da baseball e spranghe. http://strozzatecitutti.info/2011/05/26/quando-i-fascisti-spacciavano-eroina-diemiliano-di-marco/ 19 luglio 2011: Un anno! «Strozzateci Tutti Lab, il nostro regalo di compleanno» « Il banner antiracket – di Strozzateci Agostino, imprenditore contro la ‘ndrangheta » Quando i fascisti spacciavano eroina… – di Emiliano Di Marco 26/05/2011 | 17:39 • Pubblicato da Emiliano Di Marco • MAFIE INTERPRETATE • 0 Comments di Emiliano Di Marco Quando i fascisti spacciavano eroina… Come siete arrivato al contrabbando? «Per le strade della miseria». Prima ne avete tentate altre? «No, questa è una giungla». Avete mai venduto droga? «No, perché non è capitato ancora. Ma se capita sarà solo questione di prezzo». Voi avete figli? «Sei». Poniamo che io voglia vendere la droga ad uno di loro… «Saprei cosa dirvi». Al figlio di una altro però la dareste? «Certo. Perché se non io, gliela darebbe un altro. Sarebbe la stessa cosa». Capisco. Soltanto i figli vostri sono sacri. «I figli miei devono mangiare e stare in buona salute (…) Non è colpa mia se la penso così. Prendetevela con la società». Non si può attribuire tutto alla società. «Questa non è una società. Questa è una giungla». (da “Dialogo con un contrabbandiero” di Luigi Compagnone. Pubblicato sul n. 6 della Voce della Campania, 27 Marzo 1977) Centro nevralgico nel mediterraneo, il “gran bazar” napoletano, una delle principali capitali della malavita internazionale, aveva visto già nell’immediato dopoguerra svilupparsi quell’asse dei traffici illeciti con Palermo che, a partire dagli anni ’60, portò Cosa Nostra, dopo la sua ricostituzione, a stringere rapporti d’affari con i clan camorristici della città di Napoli, prima per il contrabbando di sigarette e poi per gli stupefacenti destinati al mercato consumo “continentale”. Ancora poco conosciuto il suo sviluppo nella storiografia sulle mafie, nei turbolenti anni ’70 italiani l’interesse mafioso al traffico degli stupefacenti, per il mercato “continentale”, non fu automatico ed occorsero molti anni per creare prima di tutto la domanda di “massa” di droghe pesanti, e contestualmente il network di narcotraffico internazionale e spaccio al minuto che ha costituito, ad oggi, una delle principali voci economiche di Cosa Nostra, uno dei canali privilegiati per garantire ingenti introiti finanziari da trasferire nel sistema bancario ed industriale legato alle mafie. Nei verbali della Commissione parlamentare antimafia della XI legislatura, presieduta da Luciano Violante, Tommaso Buscetta, uno dei principali narcotrafficanti legato alla mafia palermitana di Stefano Bontate, all’epoca a capo della commissione di Cosa Nostra, riferì (nella dodicesima seduta) che il traffico di stupefacenti in Italia era iniziato solo nel 1978, benché fosse risaputa sin dalla relazione finale della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia, della VI legislatura, l’attività di narcotraffico della mafia siciliana strutturata da anni da Lucky Luciano in direzione degli gli Stati Uniti (la sola New York necessitava di 100 kg di eroina tagliata al giorno, fornita ai Gambino dai clan palermitani). La crescita del traffico di droga, rispetto al contrabbando, secondo Buscetta, costituì una vera e propria rottura epocale del sistema dei valori della mafia tradizionale, che implicò anche i principi dell’affiliazione, portando alla luce le famiglie più grosse e numerose, quelle che potevano contare su più parenti emigrati all’estero ed in Italia. In una interessante intervista del 1991, pubblicata sul quotidiano Il Manifesto, (In “Nunzio Giuliano – Diario di una coscienza”, Tullio Pironti Ed.), Nunzio Giuliano, il primo dei Fratelli Giuliano, dissociatosi dall’omonimo clan in seguito alla morte per overdose, nel 1987, di un suo figlio diciassettenne, tracciando un bilancio della sua esperienza di vita da camorrista nel quartiere popolare di Forcella “costretto, per vivere, ad inventarsi lavori illegali”, descrisse al giornalista Guido Ruotolo l’evoluzione criminale che ha coinvolto i quartieri popolari di Napoli, e la sua famiglia, come un fenomeno prodottosi dopo la scomparsa dei lavori tradizionali, non sostituiti dall’industrializzazione, in quartieri che si trasformarono criminalmente solo quando “alla fine degli anni ’60, i mafiosi dalla Sicilia arrivarono e introdussero il traffico di droga ed armi”. Prima che, nella metà degli anni ’80, i tossicodipendenti da eroina in Italia toccassero le circa 300.000 unità (dati ufficiali), un giro d’affari di pressapoco tremila miliardi di lire annui, lasciando sulla strada, nel corso degli anni, migliaia di morti e decine di migliaia di “disagiati”, per tutti gli anni ’70 l’eroina (ancora sconosciuta a Roma nel 1970) ha dovuto sconfiggere prima la concorrenza dei barbiturici e dei farmaci psicotropi che, assunti insieme ad un bicchiere di whisky, come il Revonal, avevano accompagnato i primi stati modificati di coscienza delle mode giovanili italiane nate nel periodo 1965/67; e poi le resistenze culturali dei vecchi retaggi tradizionali dei malavitosi, soprattutto dei mafiosi e dei camorristi, provenienti da ambienti sociali estranei alla cultura dello “sballo” e preoccupati dell’allarme sociale e politico causato dalla diffusione delle droghe. Ad anticipare l’allarme sociale sulle droghe, ben prima della presa d’atto delle conseguenze psichiatriche e sanitarie dell’uso di eroina su larga scala, furono infatti delle vere e proprie campagne mediatiche, orchestrate dai giornali del gruppo di Attilio Monti, in particolare da “Il Tempo”, basate principalmente sulle cronache di episodi di “costume”, i cui fondi erano firmati da Franz D’Asaro, dal 1952 redattore capo e poi direttore del Secolo d’Italia, organo del MSI, le quali riuscirono ad avere l’effetto di influenzare ampi strati dell’opinione pubblica moderata dell’epoca (alimentando ad esempio il falso mito della “Marijuana assassina”), destando allo stesso tempo interesse tra i più giovani anche sulle droghe pesanti e rappresentando un importante punto di svolta nella diffusione della cultura delle droghe e per comprendere lo sviluppo successivo della tossicomania in Italia, sia per quanto riguarda le campagne d’informazione che per quanto riguarda l’evoluzione dei consumi di droga. Le cronache davano ampio risalto alle massicce retate dell’appena costituito Nucleo Antidroga dei Carabinieri, diretto dal capitano Giancarlo Servolini del SID, i quali si avvalevano della consulenza del Narcotic Bureau dell’FBI e della collaborazione dell’ambasciata americana a Roma diretta, dal 1969 al 1973, da Graham Martin, un falco molto legato al presidente Nixon, che in seguito diventerà l’ambasciatore americano in Vietnam. Vale ricordare che il blitz che diede il via alle campagne giornalistiche ed alle retate antidroga degli inizi anni ’70, famoso come “la retata del barcone” del 21 marzo 1970, effettuata a Roma con 90 arresti, su cui il Tempo imbastì una feroce campagna di stampa abbondando sulla quantità di siringhe e sugli ingenti quantitativi di droga ed eccitanti sequestrati, titolando in prima pagina “2000 giovani si drogavano sul barcone”, si rivelerà poi, solo alcuni anni dopo, una montatura giornalistica. In realtà i Carabinieri avevano rinvenuto solo mezzo grammo di hashish. La domanda di “massa” di anfetamine, anche se i dati ufficiali del ministero della sanità – nel 1972, quando divenne illegale anche in Italia, due anni dopo il bando della Food and Drugs administration degli USA – parlano di appena 10.000 assuntori “schedati” su base nazionale, negli anni ’70 veniva soddisfatta solo in parte attraverso le farmacie, mentre cresceva esponenzialmente il mercato nero delle “pasticche”. La domanda di “droghe” cominciò a spostarsi significativamente verso l’uso della morfina/eroina, nelle grandi città italiane, solo dopo la prima metà degli anni ’70. L’anfetamina diffusa in Italia all’inizio degli anni ’70, proveniente in gran parte dalle scorte dell’esercito USA, che ne faceva largo uso tra i soldati, sin dalla guerra di Corea e fino all’intervento in Vietnam, per aumentarne la resistenza fisica e “psicologica”, venne poi soppiantata dall’eroina, seguendo una metodica strategia che sarebbe stata pianificata nel programma Blue Moon, la versione narcotica della Operazione Chaos della CIA, elaborato dal generale William Westmoreland, condotta negli USA contro i movimenti studenteschi di contestazione, testando droghe sui cittadini americani ed infiltrando agenti nelle organizzazioni politiche degli studenti come si evince dal report della U.S. President’s Commission on CIA activities within the United States, presieduta da Nelson Rockfeller durante la presidenza Gerald Ford. Vi sarebbe poi stata una seconda operazione mediante l’invio di agenti CIA all’estero, con l’obiettivo ufficiale di valutare e conoscere la sinistra, soprattutto quella dallo “spettro maoista”. A riprova dell’esistenza del programma Blue Moon, oppure di un interesse della CIA nella diffusione delle sostanze stupefacenti tra i giovani ed i militanti della sinistra extraparlamentare europea ed italiana, vi sono le dichiarazioni rese agli inquirenti da Roberto Cavallaro, un veronese che dopo essere emigrato in Francia dopo il liceo, tornato in Italia, diventò prima un sindacalista della CISL e poi della CISNAL. Cavallaro, dopo aver rotto con l’MSI, fondò poi il gruppo ALFA, una organizzazione di squadristi che negli anni “caldi” condusse diverse “azioni” e pestaggi contro militanti della sinistra alla Cattolica di Milano, entrando in seguito in contatto con il Servizio Informazioni Difesa (SID), partecipando al tentato golpe della “Rosa dei Venti”. Arrestato ed inquisito dalla magistratura nell’ambito dell’indagine sul fallito golpe, riferì agli organi inquirenti che, nel 1972, mentre si trovava in addestramento in Francia, apprese dell’esistenza di una operazione segreta della CIA in Italia, denominata Blue Moon, con l’obiettivo della diffusione delle sostanze stupefacenti a base di oppiacei tra i giovani delle principali città italiane e per sviluppare disgregazione sociale, con l’obiettivo di diffondere il consumo di droga negli ambienti sociali vicini all’area della contestazione studentesca, fiaccandone le velleità rivoluzionarie ed esaltandone gli istinti individualisti ed anarcoidi, come già era stato sperimentato con successo negli USA. L’operazione Blue Moon “era condotta in Italia dai servizi statunitensi utilizzando uomini e strutture che facevano capo alle rappresentanze ufficiali di quel paese in Italia.” “U carbuni si nun tinci, mascaria” (proverbio siciliano: “il carbone, se non tinge, sporca”) Negli anni ’70 la domanda di droghe proveniva perlopiù dalle fasce sociali giovanili istruite ed influenzate dalle nuove tendenze narrative e musicali dei movimenti nati negli USA e diffusisi anche in Europa, in un mercato ancora aperto, seppure di nicchia, e non ancora controllato interamente dalle mafie. E ipotizzabile che, per superare le resistenze culturali dei “vecchi” malavitosi, e per consentire una rapida diffusione delle “nuove droghe”nelle città del nord, si sia verificata una saldatura tra ambienti della criminalità organizzata e formazioni dell’estrema destra, avviando, o rinsaldando, uno dei più inquietanti connubi tra “agenzie del crimine” della storia repubblicana, le cui conseguenze si sono trascinate fino alla fine degli anni’ 80. Proprio lo scenario di una saldatura tra ambienti malavitosi e formazioni di estrema destra è quanto stava venendo alla luce, a Milano, in una inchiesta, effettuata con interviste audioregistrate da due militanti del Centro Sociale Leoncavallo, Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio” Iannucci, tra i tossicodipendenti del Parco Lambro. I due ragazzi furono uccisi il 18 marzo del 1978 in un agguato rivendicato a Roma dal gruppo neofascista dei NAR – brigata combattente Franco Anselmi, di cui faceva parte Massimo Carminati, componente della Banda della Magliana. I nastri registrati e gli appunti dell’inchiesta, in cui Fasto e Iaio stavano venendo a capo delle implicazioni dei gruppi neofascisti milanesi nel traffico di droga, non furono mai rinvenuti. Analogamente a quanto accadeva a Napoli. Nel 1976, la Voce della Campania, in un approfondimento sul consumo di droghe nella città partenopea, intervistò alcuni componenti di un collettivo dell’Autonomia Operaia, i quali stavano conducendo una inchiesta sullo spaccio di droga, nel tentativo di imporre il prezzo politico sul consumo di droghe leggere (valutato dai membri del collettivo in 1300 lire al grammo), che avevano effettuato una mappatura dello spaccio di droghe nella città, individuando tra gli spacciatori alcuni soggetti legati alle organizzazioni dell’estrema destra napoletana. Dall’inchiesta emergeva che, nel 1976, il consumo di droghe a Napoli era quantificabile nelle percentuali del 60%, per il consumo di droghe leggere, nel 5% in “acidi” ed in una percentuale del 30/35% in droghe pesanti. L’eroina aveva un costo molto elevato, circa 100.000/120.000 al grammo, e veniva venduta in dosi da 10.000 lire a bustina. Seppure molti spacciatori si riteneva “lavorassero” in proprio, rifornendosi ad Amsterdam, Genova e Roma, gran parte dell’eroina veniva dalla zona di Giugliano. Nell’inchiesta era emersa l’esistenza di un coordinamento tra gli spacciatori, periodicamente infatti, si verificavano degli embarghi sulle droghe leggere in tutta lacittà, durante i quali l’eroina veniva venduta a prezzi irrisori. Le principali zone di spaccio di eroina erano le scuole superiori della città, dal Vomero a Piazza Garibaldi. Il liceo Umberto era la piazza di L. Pezzone, famoso nelle cronache dell’epoca per l’accoltellamento di un giovane militante della sinistra napoletana. L’angolo di via Rossini e vico Acitillo, era la piazza di tale L. Carrano (descritto come amico di un noto neonazista, R. Cattaneo), di G.Parise e G. De Rosa (ex mazziere del MSI), proprietario di un bar dove si spacciava droga. A Piazza Dante stazionava invece un certo A. Testa, detto “il Rosso”, di A. Miele, detto “il ciuffo” e di un certo Fabio di Salerno, collegato ad una banda di spacciatori che agiva tra Napoli e Salerno, che alloggiava a Napoli con R.Cattaneo. In via Petrarca, nei pressi del bar Il Serpentone, la piazza di spaccio era tenuta ancora da G.De Rosa, dai fratelli Tassieri e da F.Ferretti. In piazza Vanvitelli operava un certo M.Rossi. Altri luoghi di spaccio erano situati nei pressi di locali, oppure al loro interno, come il Bar Moccia di Via dei Mille, il Privè, un locale notturno di piazza Amedeo frequentato dai figli della Napoli bene, l’Eletric di via Fontana ed il Camarillo Brillo della Riviera di Chiaia, in seguito chiusi, il Portobello di via Stanzione, il Bar Cilea ed il Drugstore di via Ribera. Emiliano di Marco Strozzatecitutti.info http://www.osservatoriodemocratico.org/page.asp?ID=3178&Class_ID=1001 pubblicato il 27.01.12 Forza Nuova, la sua natura fascista sentenziata dalla Corte di cassazione · La notizia, apparsa su alcuni quotidiani verso la fine del dicembre scorso, ha riportato alla mente la vicenda di Nicola Tommasoli, il 29enne massacrato di botte, perché considerato un «diverso», da cinque giovani neofascisti, nella notte fra il 30 aprile e il 1 maggio 2008, in pieno centro a Verona, morto successivamente per le lesioni subite. Stessa città, stesse modalità. A farne le spese, questa volta, per fortuna senza esiti fatali, un tredicenne di origini cingalesi, inseguito al grido di «sporco negro di merda!», colpito, anche con un manganello telescopico, da tre giovani, di cui due minorenni. Nell'abitazione di uno degli aggressori, il maggiorenne, i carabinieri hanno poi sequestrato una bandiera nazista, un «decalogo» della X Mas e alcuni adesivi di Lotta studentesca, l'organizzazione giovanile di Forza nuova, per quanto il ragazzo abbia dichiarato di non esservi iscritto. Forse un caso, ma in definitiva solo l'ultimo episodio in cui, dopo un atto di violenza, si è dovuto registrare l'accostamento di qualcuno o qualcosa a questo movimento. A maggior ragione sarebbe tempo che si dedicasse qualche attenzione in più a questa formazione di estrema destra, attiva in Italia dal 1997. Le sentenze giudiziarie accumulatesi nei suoi confronti, con l'acquisizione di punti fermi sulla sua natura, a partire da quelle emesse dalla Corte di cassazione, sono ormai numerose. «Nazifascisti» Di particolare rilevanza, in questo senso, è il pronunciamento del 10 febbraio scorso (sentenza 4938) della Quinta sezione penale della suprema corte, che dopo aver assolto dall'accusa di diffamazione il direttore e un giornalista del «Corriere della Sera», denunciati dal leader di Forza nuova, Roberto Fiore, per l'intervista a un politico che definiva l'organizzazione «chiaramente fascista» e «portatrice di valori quali la xenofobia, il razzismo, la violenza e l'antisemitismo», affermava non solo «il diritto di critica storica e politica», ma soprattutto che «alla luce dei dati storici e dell'assetto normativo vigente durante il ventennio fascista, segnatamente delle leggi razziali», la qualità di fascista «non può essere depurata dalla qualità di razzista e ritenersi incontaminata dall'accostamento al nazismo». Con ciò ribadendo il contenuto di un'altra precedente sentenza del 2010, sempre della Corte di cassazione, avversa anch'essa a un'altra denuncia di Fiore, indispettito per l'accusa di «nazifascismo». Un'interpretazione giurisprudenziale in via di consolidamento, ribadita in altre sentenze. Nel maggio 2010, a Ivrea, un esponente del Pd che aveva definito Forza nuova «un'organizzazione eversiva neonazista» è stato assolto con formula piena, il 19 aprile dello scorso anno, il Tribunale di Pisa ha ritenuto che «la qualificazione di Forza nuova come movimento fascista» non potesse «definirsi in alcun modo diffamatoria della reputazione del movimento», dato che «la natura del movimento di Forza nuova risulta incontestabilmente caratterizzata dall'adesione all'ideologia fascista, per espressa enunciazione dello stesso movimento». Movimento, a parere del tribunale, che per altro ostenta bandiere che riecheggiano «in modo evidente quelle delle SS naziste, per il loro colore e per il loro disegno grafico», a conferma della «equiparazione del fascismo al nazismo e alle sue espressioni in tema di razzismo, discriminazione sociale, violenza». Le finalità eversive Moltissimi sono stati anche in questi anni gli episodi che hanno visto militanti e dirigenti di Fn, o che vi avevano fatto parte, condannati per aggressioni violente. L'elenco sarebbe lunghissimo. Considerando solo gli ultimi in ordine di tempo e tralasciando vicende ancora più antiche, come l'attentato di Andrea Insabato (che continua a partecipare ai meeting di Forza nuova) alla redazione di questo giornale a Roma nel 2000, si va dalla condanna di Salerno del 2008 per cinque appartenenti alla cellula di Fn, secondo la legge Scelba (con il patteggiamento del responsabile provinciale), al raid di Bologna, nel settembre dello stesso anno, con due giovani aggrediti da quattro neofascisti, subito arrestati, fra loro anche il cantante dei Legittima Offesa, esponente di Forza nuova, pure immortalato con un'intervista circa le sue simpatie naziste nel film-documentario di Claudio Lazzaro Nazirock. Dal canto suo, il tribunale di Verona ha condannato 24 aderenti del partitino di Roberto Fiore per violenza privata e lesioni al presidente dell'Unione musulmani d'Italia, con tanto di irruzione negli studi di un'emittente televisiva locale, mentre la corte di Bari nel 2010 ha ritenuto dodici esponenti di Forza nuova colpevoli di pestaggi con mazze e bastoni. A Brescia, sempre tre di Fn sono stati, invece, riconsciuti responsabili del lancio di bottiglie molotov contro il centro sociale Magazzino 47. Si potrebbe continuare ricordando vicende analoghe in altre città: Palermo, Roma, Milano, Pavia, Taranto, Treviso. Ma accanto a questi fatti se ne sono registrati anche altri ben più rilevanti, con potenziali conseguenze nefaste, dove sono stati accertati reati con l'aggravante della finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico. Ne ricordiamo due. Il primo a Rimini, quando la notte del 25 settembre 2008, furono intercettati dai carabinieri praticamente tutti i componenti della cellula locale di Forza nuova, segretario in testa, mentre si accingevano, con pistole a gas, coltelli e manganelli, a una spedizione punitiva contro il centro sociale Paz, puntando al sequestro del custode e alla distruzione dei locali con taniche di nitro-diluente. La corte d'appello di Bologna, a fine 2010, ha riconosciuto le aggravanti di «finalità eversive». Ancor prima, nel 2008, lo aveva a sua volta sanzionato la Cassazione, interpellata sul punto circa la conferma delle custodie cautelari. Il secondo episodio ha invece avuto come teatro Siracusa, dove nel 2005 fu arrestato Andrea Acquaviva, di 40 anni, per cinque attentati dinamitardi firmati «Nucleo comunisti combattenti». Tra gli obiettivi la Cgil e l'ospedale cittadino. Acquaviva nelle precedenti elezioni amministrative era stato il candidato a sindaco di Forza nuova, dal quale ovviamente fu successivamente espulso. Nel 2008 la corte d'appello di Catania lo ha condannato a quattro anni e sei mesi riconoscendogli di aver agito a scopi terroristici. Un quadro preoccupante. La pericolosità di tale fenomeno squadristico sembra però sfuggire nella sua dimensione nazionale. Dobbiamo forse attendere altri eventi? La domanda è anche alle istituzioni. Fonte: OsservatorioDemocratico http://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_Sociale-Fiamma_Tricolore Movimento Sociale-Fiamma Tricolore Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Segretario Stato Fondazione Sede Ideologia Collocazione Coalizione Partito europeo Movimento Sociale-Fiamma Tricolore Luca Romagnoli Italia 3 marzo 1995 via Flaminia Vecchia, 732/i - Roma Fascismo, Destra sociale, Nazionalismo, Corporativismo, Socializzazione, Socialismo nazionale, Sansepolcrismo, Nazionalismo rivoluzionario[1] Estrema destra Alternativa Sociale (2005) Casa delle Libertà (2006) La Destra-FT (2008) Euronat (2005-2007) AENM (2009-oggi) Seggi Camera (2008)0 / 630 Seggi Senato (2008)0 / 315 Seggi Europarlamento Seggi Consiglio regionale Colori (2010)0 / 73 (2010) 0 / 1117 Nero Sito web www.fiammatricolore.com Il Movimento Sociale-Fiamma Tricolore, o più semplicemente Fiamma Tricolore, (MSFT) è un partito politico della destra radicale italiana fondato il 3 marzo 1995, sotto la guida di Pino Rauti[2][3][4], dai missini che si erano più strenuamente opposti allo scioglimento del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale, la cui maggioranza confluì definitivamente in Alleanza Nazionale in concomitanza con la cosiddetta svolta di Fiuggi. Nel 1995, con Rauti segretario, viene eletto Presidente onorario Manlio Sargenti che resterà in carica fino al 2000. A seguito di una sentenza del Tribunale civile di Roma del 2003, però, lo stesso Rauti fu espulso dal partito. L'attuale segretario nazionale della Fiamma Tricolore è Luca Romagnoli. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/13/ritratto-gianluca-casseri-killer-estremadestra-pensione-fantasy/177280/ Chi è Gianluca Casseri, killer di estrema destra con la passione per il fantasy Gianluca Casseri Le opere, le opinioni, la visione del mondo del killer di Firenze hanno trovato cittadinanza dentro e fuori la rete. Fino a quando, oggi, ha impugnato la magnum 357 scaricandola contro dei senegalesi e uccidendone due prima di rivolgerla contro se stesso (leggi). Gianluca Casseri era un simpatizzante di CasaPound Italia, afferma una nota dell’associazione di estrema destra. “Ma come altre centinaia di persone in Toscana, e altre migliaia in tutta Italia, alle quali, come del resto avviene in tutti i movimenti e le associazioni e non solo in Cpi, non siamo soliti chiedere la patente di sanità mentale”. Come a dire, era pazzo. Peccato che fino a oggi quel pazzo frequentasse con passione tutti gli snodi neri della rete in cui si annidano il culto dell’estrema destra, l’antisemitismo, il revisionismo. Tanto che sugli stessi siti gli internauti frequentatori abituali lo indicano non solo come un “eroe” ma come un “intellettuale”. Tutto per via di quella passione per il fantasy che ha coltivato fin da ragazzo e diffuso attraverso riviste, libri, cicoli, siti e forum online. E’ lui stesso a raccontarla nella presentazione sulla fanzine dei cultori di Tolkien dell’ultimo romanzo esoterico “Le chiavi del caos”: “All’età di dodici anni, folgorato dall’incontro con H.P. Lovecraft, si aliena definitivamente dal cosmo ordinato che ci circonda. I suoi molteplici interessi nel fantastico, tutti rigorosamente inattuali, spaziano da Flash Gordon al cinema di fantascienza degli anni Cinquanta, dagli autori di Weird Tales ai film di Val Newton e oltre. Nel 2001, in pieno trionfo di Internet, ha la geniale idea di fondare una rivista cartacea, La Soglia, dove sfoga le sue manie multimediali. Per distrarsi dalle cose serie pare che faccia il ragioniere”. Sulla sua collaborazione attiva con Casapound Italia, si diceva, si è scatenata una polemica tutta dentro l’estrema destra. “Con noi non c’entra nulla. Era un cane sciolto”, ripetono i luogotenenti del gruppo ma sono gli stessi frequentatori del sito a denunciare il loro tentativo di smarcarsi dalla figura dello scrittore-killer. Casseri, infatti, ha scritto più volte sull’Ideodromo, dove ci sono le linee teoriche di Cpi. Fino a qualche ora fa compariva una recensione della sua biografia su Adriano Romualdi, bandiera del neonazismo italiano, morto negli anni ’70. Ora non si trova più, come se fosse stato cancellato. “Ma come – scrive un simpatizzante – ora prendono le distanze da lui e rimuovono i suoi interventi, vergogna”. Il nome di Casseri in rete è spesso abbinato alla sua rivista che edita fino al 2004 e poi al saggio “I protocolli del Savio di Alessandria” , nel quale – facendo il verso a Umberto Eco – rilancia la teoria antisemita del complotto mondiale degli ebrei, e le tesi negazioniste sull’Olocausto. Chi lo ha frequentato lo descrive come un tipo introverso, chiuso e depresso. E in effetti la grande passione resta confinata in una sorta di sfogo personale, senza trovare né fuori né dentro il web il seguito sperato. Nel dicembre 2004 Casseri annuncia la cessazione delle pubblicazioni e lo fa con editoriale nel quale non c’è traccia di ragioni economiche, ma esprime il rammarico per la mancanza di un “pubblico”. “I nostri intendimenti – si legge ancora in rete – erano quelli di testimoniare l’esistenza di un modo di essere del fantastico, nonché promuovere una serie di dibattiti tra gli appassionati, in modo da stimolare una sana reazione nell’ambiente. Abbiamo finalmente preso atto che l’opera è assolutamente impossibile, visto che quell’ambiente (al di là di uno sparuto gruppo) non esiste più”. Così la passione è diventa solitaria e si esterna solo nei circoli dell’estrema destra che – come Casapound a Pistoia – offrono ancora uno spazio di ascolto. “Ma attenzione perché è pericolosissimo derubricare il gesto di Casseri a follia. Certi commenti di ragazzotti esaltati che parlano di lui come un eroe impressionano, certo. Ma se passa ancora in giudicato l’idea del gesto folle rischiamo di far cadere gli ultimi anticorpi alla deriva della destra xenofoba”. Parola di Saverio Ferrari, tra i massimi esperti in materia, autore di numerosi saggi sugli ambienti neonazi e i legami con la destra politica più “presentabile” oltreché animatore del sito ‘Osservatorio democratico’. “Ancora non tutta la dinamica è chiara. Ma sembra ormai chiaro che non abbiamo a che fare con una follia improvvisata, con l’irrazionale che esplode, ma qualcosa che deve preoccupare molto di più. Abbiamo a che fare con una deriva sistematica che attraversa l’Europa e a tappe alterne si manifesta anche in Italia”. Perché qualcosa, quasi impercettibilmente, sta cambiando. “E’ in corso un’accelerazione in tutta Europa e in Italia siamo ad una fase di cambiamento perché da tempo la simbologia nostrana legata al fascismo viene lentamente sostituita con quella più radicale e pericolosa del neonazismo che non appartiene al simbolismo, alla cultura e alla propaganda della destra italiana. E in questo c’è una responsabilità oggettiva in chi presta il fianco a questa evoluzione. Il sindaco di Roma Alemanno, il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà per fare due nomi di uomini delle istituzioni che hanno messo sotto la loro ala protettiva questi movimenti dell’estrema destra offrendo loro lo spazio per vivere, crescere ed evolvere verso forme ancora più radicali. Che esplodono un giorno, in un mercato di Firenze”. http://www.eurasia-rivista.org/le-conseguenze-economiche-della-crisi-libica-il-14maggio-a-modena/9303/ • Seminari e conferenze Le conseguenze economiche della crisi libica Sabato 14 maggio 2011 alle ore 19.00 si è tenuto a Modena, presso il Café Athenaeum di via Canalino 81, la conferenza “Le conseguenze economiche della crisi libica”. Sono intervenuti come relatori Mario Mirabelli (consulente aziendale e fondatore del Centro Studi Analisi e Statistiche di Modena) e Stefano Vernole (redattore di “Eurasia”) L’organizzazione è stata a cura dell’associazione culturale “Pensieri in Azione”, col patrocinio dell’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) e la collaborazione delle Edizioni Terra e Identità e di “Viaggiatori fuori Tema”. L’evento rientra nel Ciclo 2010-2011 dei Seminari di Eurasia. http://www.tuttocina.it/Mostre_conv/cina-e-italia-la-cooperazioneeconomica-e-tecnologica.htm All’incontro, aperto a tutti ed in particolare al mondo dell’imprenditoria, saranno presenti, tra gli altri, il Dott. Yin Jun, direttore dell’Ufficio Sviluppo Scientifico e tecnologico dell'Ambasciata Cinese in Italia e l'ex Generale Fabio Mini curatore della rubrica “Taccuino Strategico” sul quotidiano “La Repubblica”. Pensare alla cooperazione economica e a quella tecnologica con la Cina. Per aprire nuovi scenari non solo di collaborazione, ma anche di sviluppo aziendale e imprenditoriale sul piano dell’internazionalizzazione. Per capire le evoluzioni e le prospettive non solo finanziarie, ma anche geopolitiche che si stanno prospettando nella cosiddetta 'Era del Dragone'. Sono solo alcuni degli argomenti che verranno affrontati e approfonditi nel corso dell'incontro “Cina e Italia. La cooperazione economica e tecnologica”. Il seminario, rivolto agli imprenditori ma aperto a tutti, è organizzato dalle Associazioni culturali modenesi Pensieri in Azione e Terra e identità in collaborazione con la rivista di studi geopolitici Eurasia e ISAG - l'Istituto Alti Studi Geopolitici e Scienze Ausiliarie - e si terrà sabato 7 maggio 2011 alle ore 15,30 presso la sala convegni del Banco San Geminiano e San Prospero, palazzo Carandini, via Dei Servi 5, in centro storico a Modena. Ospiti dell'incontro saranno il Dott. Yin Jun, direttore dell'Ufficio per lo Sviluppo Scientifico e Tecnologico dell'Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia e il Gen. Fabio Mini già addetto militare presso l'Ambasciata Italiana in Cina, oggi curatore della rubrica “Taccuino Strategico” sul quotidiano “La Repubblica”. Saranno presenti inoltre, il direttore della Rivista di studi geopolitici Eurasia Tiberio Graziani, Alida Bellosi direttrice dell'ISTEC e presidente dell'istituto CNR di Faenza e il modenese Stefano Prampolini esperto di internazionalizzazione d'impresa. Per informazioni: [email protected], www.eurasia-rivista.org http://www.terraeidentita.it/teiiniziative. htm Le iniziative In questo spazio vengono segnalate le nuove iniziative dell'associazione quali: conferenze, gite, cene, novità editoriali… CELEBRAZIONI PER IL 150° DELL'ITALIA UNITA Terra e Identità, in collaborazione con l'Istituto per la Storia del Risorgimento, propone: MOSTRA "RISORGIMENO MODENESE" Inaugurazione Sabato 16 APRILE 2011, ore 11 Sala della Circoscrizione Centro Storico, p.zza Redecocca 1, Modena CICLO DI CONFERENZE "PAGINE DI RISORGIMENTO MODENESE" NOVEMBRE 2011 Sala conferenze dell'Accademia Nazionale di Lettere, Scienze e Arti di Modena, v.le Vittorio Emanuele 59, Modena 3 Novembre, ore 17 Ferdinando Taddei: Francesco Selmi, scienziato e patriota Graziella Martinelli Braglia e Luca Silingardi: I volti della Modena risorgimentale: ritratti dei protagonisti dalla Restaurazione all'Unità 10 Novembre, ore 17 Elena Bianchini Braglia: L'ambiente culturale cattolico modenese della Restaurazione Mario Bertoni: La Confraternita di San Geminiano tra Ducato e unità Paolo Bernabiti: I clericali modenesi nei primi anni dell'unità d'Italia (presentazione del libro) 17 Novembre, ore 17 Elio Tavilla: Diritto e Istituzioni a Modena tra Ducato austro-estense e Stato unitario Alberto Menziani: Rappresentanze diplomatiche in epoca austro-estense 24 Novembre, ore 17 Pier Carlo Cintori: La cartografia austro-estense Giuseppe Buffagni: La filatelia estense CONCORSO DI RICERCA STORICA Il Comitato di Modena dell'Istituto per la Storia del Risorgimento in collaborazione con la Consulta Provinciale degli Studenti e la Circoscrizione 1 Centro Storico del Comune di Modena bandisce il concorso di ricerca storica dal titolo IL RISORGIMENTO NELLE TERRE ESTENSI Chi può partecipare: gli studenti delle scuole superiori della provincia di Modena (in maniera singola, non sono ammessi lavori di gruppo) Come partecipare: i partecipanti devono produrre una ricerca su fatti o personaggi del Risorgimento nelle province già del Ducato Estense. I lavori potranno avere un taglio sia elogiativo, sia critico sul Risorgimento. Gli elaborati, di lunghezza compresa tra le 5 e le 10 cartelle, dovranno essere consegnati entro il 10 maggio all'Ufficio URP della Circoscrizione 1 in p.tta Redecocca 1 a Modena oppure ai rappresentanti della Consulta degli Studenti presso i proprio Istituto. La giuria: i lavori saranno valutati da una giuria composta da un rappresentante per ciascuna delle seguenti realtà: Provveditorato; Circoscrizione 1; Istituto per la Storia del Risorgimento; Centro Studi sul Risorgimento; Accademia Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti Premio: verranno premiati le tre ricerche giudicate più meritorie. Ai vincitori sarà assegnato un premio in libri (convertibile in denaro) del valore di Euro 500, 300 e 200 La premiazione: avverrà il 9 giugno Informazioni: Circoscrizione 1 (Maria Laura) 059 2033490, [email protected] CSR, 059 212334, [email protected] Iniziative concluse VIAGGIO NELLA STORIA DI MODENA SABATO 14 NOVEMBRE 2009 - ORE 15.00 Sala conferenze del Chiostro della Ghiara, c.so Garibaldi 44, Reggio Emilia REGGIO, IL RISORGIMENTO E LA FINE DEL DUCATO ESTENSE Relatori: Luca Tadolini: La fine del Ducato a Reggio Elena Bianchini Braglia: La Brigata Estense Natale Cuccurese: Ecco chi era Cialdini! Giuseppe Gazzadi: Il diario di un carbonaro poeta SABATO 21 NOVEMBRE 2009 - ORE 15.00 Sala conferenze del Chiostro della Ghiara, c.so Garibaldi 44, Reggio Emilia RISORGIMENTO: GLORIE DA CELEBRARE E/O FRATTURE DA RISANARE? Presentazione del libro Le radici della vergogna. Psicanalisi dell'Italia di Elena Bianchini Braglia Interverranno: Antonio Ciano, storico, Assessore del Comune di Gaeta, Presidente della Rete Sud Mauro Del Bue, storico, Assessore del Comune di Reggio Emilia DOMENICA 22 NOVEMBRE 2009 - ORE 16.00 Sala della Circoscrizione Centro Storico, p.zza Redecocca 1, Modena RISORGIMENTO: GLORIE DA CELEBRARE E/O FRATTURE DA RISANARE? Presentazione del libro Le radici della vergogna. Psicanalisi dell'Italia di Elena Bianchini Braglia Interverranno: Antonio Ciano, storico, Assessore del Comune di Gaeta, Presidente della Rete Sud On. Lorenzo Fontana, Eurodeputato della Lega Nord DOMENICA 6 DICEMBRE 2009 - ORE 16.00 Sala della Circoscrizione Centro Storico, p.zza Redecocca 1, Modena PROCESSO ALL'INQUISIZIONE Presentazione del libro L'Inquisizione a Modena nell'età moderna di Gianni Braglia A seguire un avvocato difensore e un avvocato accusatore terranno le loro arringhe pro e contro l'Inquisizione DOMENICA 20 DICEMBRE 2009 - ORE 16.00 Sala della Circoscrizione Centro Storico, p.zza Redecocca 1, Modena LODOVICO ANTONIO MURATORI TRA LEGITTIMISMO E ILLUMINISMO RelatorI: Matteo Al Kalak, Muratori e la "rete straordinaria": la vita di un erudito attraverso il suo carteggio Elena Bianchini: Muratori legittimista Introduce e modera il Prof. Fabio Marri, Presidente del Centro Studi Muratoriani Nell'occasione verranno presentati il numero speciale del Ducato dedicato al Muratori e l'ultimo volume di Carteggio muratoriano curato da Matteo Al Kalak MODENA e i PROCESSI ALLA STORIA GIOVEDI' 13 MAGGIO 2010 - ORE 21.00 Sala della Circoscrizione Centro Storico, p.zza Redecocca 1, Modena L'AFFAIRE GIUSEPPE RICCI Gabriele Sorrentino ripercorre le vicende che costarono la vita alla Guardia Nobile del Duca Giuseppe Ricci Introduzione di Elena Bianchini Braglia: I tempi di Giuseppe Ricci Modera Stefano Boni, Presidente dell'Istituto per la Storia del Risorgimento di Modena Al termine l'avv. Mario Leone terrà la relazione: Da Giuseppe Ricci a Enzo Tortora: quando la giustizia sbaglia VENERDI' 28 MAGGIO 2010 - ORE 21.00 Sala della Circoscrizione Centro Storico, p.zza Redecocca 1, Modena LA FUNZIONE DELLA STORIA SCRITTA DAI VINTI Fantozzi del Centro Studi Ferrari, Silingardi dell'Istituto per la Storia della Resistenza e Tadolini dell'Istituto Storico della Rsi dibattono partendo dal libro di Bruno Zucchini Vista dai vinti. La guerra civile nel modenese GIOVEDI' 3 GIUGNO 2010 - ORE 21.00 Sala della Circoscrizione Centro Storico, p.zza Redecocca 1, Modena VINCITORI E VINTI DEL RISORGIMENTO MODENESE Viaggio a due voci nella storia di Modena dal 1814 al 1870, con Elena Bianchini Braglia e Alberto Menziani Coordina: Luca Tadolini GIOVEDI' 11 GIUGNO 2010 - ORE 21.00 Sala della Circoscrizione Centro Storico, p.zza Redecocca 1, Modena PROCESSO A DARWIN In occasione delle celebrazioni per il 150° dell'Origine della specie, la cui prima edizione italiana fu pubblicata a Modena nel 1864 PAGINE MODENESI NEL MONDO 27 NOVEMBRE 2010 Sala della Circoscrizione Centro Storico, p.zza Redecocca 1, Modena I SEFARDITI A MODENA Presentazione del libro di Fulvio Diego papouchado: Gli ebrei a Modena dal Medioevo al secondo Dopoguerra 18 DICEMBRE 2010 Sala della Circoscrizione Centro Storico, p.zza Redecocca 1, Modena UNA ESTENSE NELLE GUERRE DI RELIGIONE IN FRANCIA Elena Bianchini ripercorre le vicende di Anna d'Este, madre di Enrico di Guisa protagonista della guerra dei tre Enrichi 16 GENNAIO 2011 Sala della Circoscrizione Centro Storico, p.zza Redecocca 1, Modena FRANCESCO V E IL PROGETTO DI CONFEDERAZIONE ITALICA Presentazione del Ducato n. 36 speciale I PROGETTI PER UN'ITALIA FEDERALE Conferenza di paolo Rodolfo Carraro Introduzione di Elena Bianchini Braglia Coordina: Luca Tadolini (precisiamo che l'elenco è incompleto) http://fondazionersi.org/mediawiki/index.php? title=Pagina_principale • 5 per mille 1 aprile 2012 Codice Fiscale FONDAZIONE DELLA RSI - ISTITUTO STORICO CF:91229450373 Sul sito dell'agenzia delle entrate è disponibile l'elenco 2010 degli enti fruitori 5 per mille. • Assemblea Soci Aderenti 15 aprile 2012 Cicogna 27/E Terranuova Bracciolini Comunicazione di Giuseppe Moschella sul Battaglione Valanga Il sito della Fondazione R.S.I. - Istituto Storico è lo strumento per la ricerca e la divulgazione di documenti e studi storici aventi per oggetto la Repubblica Sociale Italiana, il Fascismo e Seconda Guerra Mondiale. ACTA ARCHIVI Consulta e scarica tutte le edizioni del Gli archivi, i libri e i documenti storici periodico di ricerche storiche della conservati presso le biblioteche e le sedi Fondazione in stampa dal settembre 1987. della Fondazione. RICERCA Tutte le informazioni in possesso della Fondazione sulla storia dei Caduti e Dispersi Tutte le attività di ricerca storica militari e civili della Repubblica Sociale concluse o in via di realizzazione da parte della Fondazione, con particolari iniziative per i riscontri sul territorio. Italiana. QUESITI EDIZIONI Per richiedere informazioni di carattere Le produzioni editoriali della culturale, aiuto nelle ricerche accademiche Fondazione, sia in forma cartacea sia in e approfondimenti sugli studi storici della forma digitale. Fondazione. Ultima modifica per la pagina: 18:25, 23 nov 2011. Questa pagina è stata letta 43.117 volte. http://www.italia-rsi.org/istituti.htm Centro Studi Italia Reggio Emilia • Il Centro Studi Italia è un'associazione culturale senza fini di lucro e apartitica. • Promuove lo studio storico, politico e sociale della Destra politica italiana ed internazionale, del Movimento Fascista, dei concetti di Tradizione, Patria e Nazione. • Svolge l'analisi e la revisione degli eventi storici, politici e sociali, moderni e contemporanei, che hanno interessato l'Italia senza escludere rapporti e prospettive internazionali. • Cura la ricerca della storia della Repubblica Sociale Italiana in collegamento con l'Istituto Storico della R.S.I. con sede in Terranuova Bracciolini (AR). • Riconosce come suoi principi e valori di riferimento l'amore per la propria terra, per il proprio popolo, per la propria religione. Mandaci una mail: [email protected] http://www.eurasia-rivista.org/uzbekistan-e-italia-i-rapporti-economici-eculturali/12066/ • Cultura / Eventi, Europa Uzbekistan e Italia: i rapporti economici e culturali. Video e resoconto dell’evento Italia-Uzbekistan :::: Redazione :::: 11 novembre, 2011 :::: Nel pomeriggio di sabato 5 novembre scorso si è tenuto a Modena, presso la Sala Conferenze della Circoscrizione Centro Storico ed alla presenza di alcuni rappresentanti della Provincia, l’incontro “Uzbekistan e Italia: i rapporti economici e culturali”, parte del Ciclo 2011-2012 dei Seminari di Eurasia. Dopo i saluti istituzionali, sono intervenuti S.E. Jakhongir Ganiev, ambasciatore della Repubblica di Uzbekistan in Italia; Gairat Juldashev, secondo segretario dell’Ambasciata uzbeka in Italia; Tiberio Graziani, presidente dell’IsAG e direttore di “Eurasia”; Gian Paolo Caselli, docente all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia; un rappresentante di ITER Viaggi Modena, della Franco Rosso Tour Operator. L’organizzazione è stata a cura dell’IsAG e dell’associazione “Pensieri in Azione”. L’incontro ha suscitato molto interesse: la sala era gremita in ogni ordine di posti, numerosi gl’imprenditori presenti. http://andreacarancini.blogspot.it/2012/02/luca-tadolini-sullacommemorazione.html martedì 28 febbraio 2012 Luca Tadolini: Sulla Commemorazione della Battaglia di Fabbrico Da Luca Tadolini ricevo e volentieri pubblico: Sulla Commemorazione della Battaglia di Fabbrico: 27 Febbraio 1945 Anche quest’anno, Lunedì 27 Febbraio dalle ore 10 alle ore 12, nello spirito della Riconciliazione Nazionale, una delegazione del Centro Studi Italia e dell’Unione Combattenti della Repubblica Sociale Italiana si recherà presso Villa Taparelli Feretti, in via Don Antonio Pozzi, a Fabbrico, per rendere omaggio ai Caduti. Per capire cosa avviene a Fabbrico ogni 27 Febbraio, bisogna ricordare che in questo comune, caso più unico che raro, la Festa del Patrono, San Genesio, è stata sostituita con la commemorazione della Battaglia partigiana. Ecco i fatti: il 26 Febbraio 1945, uno sgangherato camioncino della Brigata Nera di Novellara, alla ricerca di vetture da requisire, cade in un agguato a Villa Ferretti. Nello scontro i fascisti hanno la peggio ed il milite Lino Luppi, 19 anni, rimane ucciso. Peggior sorte tocca ai prigionieri: Domenico Cocchi, 22 anni, viene quasi decapitato con una raffica a bruciapelo, il Capitano Ianni, 38 anni, con il ventre squarciato da una bomba a mano, inneggia al Duce mentre lo fucilano. Si infierisce con crudeltà sul giovanissimo Sanferino, 18 anni di Novellara, annegato in un pozzo nero tra urla strazianti udite dai vicini. Alla violenza partigiana, risponde una follia tutta “repubblichina”: nella notte nebbiosa il portone della caserma fascista di Reggio si spalanca e ne esce un piccolo nero esercito di ragazzini. A vendicare Sanferino i fascisti inviano la “Giovanile”, quasi soldati-bambino con il teschio sul berretto alla sciatora, senza esperienza di guerra. Una squadra di esperti reduci di Jugoslavia, della Guardia Nazionale, li accompagna a piedi e di notte verso Fabbrico. Arrivati all’alba, i giovani militi estraggono dal pozzo nero il corpo di Sanferino, lo appoggiano nudo sul selciato nel centro del paese, con una mitragliatrice di fianco, e chiamano in strada gli abitanti: esigono la restituzione del corpo del Capitano Ianni. Nessuna risposta: con 21 ostaggi partono per Novellara lasciando un termine di 14 giorni per restituire le salme di Ianni e Cocchi, pena la rappresaglia. Nel campo ribelle, gli uomini di partito preferiscono lasciare che la spirale attentato\rappresaglia faccia il suo corso, ma i partigiani chiedono di attaccare per salvare gli ostaggi. Un consigliere militare alleato traccia su un foglio il piano di battaglia. In colonna, i fascisti tornano verso Reggio, ma nello stesso posto del giorno prima, a Villa Ferretti, cadono in una nuova imboscata. Una mitraglia partigiana spazza il rettilineo, gli ostaggi sono lasciati tutti andare, solo uno cade ucciso. I militi sono in un campo allo scoperto, girano il berretto perché il teschio riflette il sole e li rende bersagli: bisogna barricarsi nella Villa Ferretti. Il veterano Dante Scolari, mostra ai ragazzi della Giovanile, come aspettare l’attimo del cambio munizioni per attraversare di corsa la strada. Non è facile: il primo, Franco Volpato, 17 anni, indeciso, viene falciato, un altro giovane si ferma ad aiutarlo e rimane ucciso, è così ancora uno, finchè sulla strada si forme un tragico mucchio: muoiono lo studente di medicina, Giancarlo Angelici, 20 anni, Ugo Fringuelli, 18 anni, Giuseppe Ghisi, 16 anni, Corinto Baliello 19 anni. Dalla disperazione il loro ufficiale, il tenente Ostilio Casotti, muore caricando i partigiani all’arma bianca. Anche i fascisti hanno una mitraglia Breda, ma il milite che porta il treppiede è colpito e cade in un canale. I partigiani si fanno avanti, accumulano sterpi per dar fuoco a Villa Ferretti, trasformata in ridotto nemico, ma il vento cambia. Da Rolo entra in scena un reparto di fanteria germanico con autoblinde: il giorno prima, due staffette tedesche catturate alla prima imboscata, erano state passate per le armi. I partigiani svaniscono, lasciando sul campo la mitragliatrice e i corpi di tre caduti: Piero Foroni, 23 anni, Leo Morellini 31 anni ed il milanese Bosatelli Luigi. Viene trovato il foglio con le istruzioni in inglese; l’unico ostaggio ucciso, Genesio Corgini, è suocero del fratello di un milite che si stava correndo per aiutarlo; il milite Luigi Spoto, eroicamente morto con il treppiede, ha in tasca anche la tessera da partigiano. Il corpo del Capitano Ianni, omerico motivo della contesa, non verrà mai trovato: forse è stato anch’esso immerso nei liquami. Negli anni ’90, in tanti aiutarono a ricostruire questa storia, ex fascisti e partigiani, parenti delle vittime e abitanti del posto, uomini di Chiesa. Poi da anni, e anche domani mattina, davanti alla Villa Ferretti gli ex combattenti dell’UCRSI, i famigliari dell’ACDRSI, insieme ai più giovani del Centro Studi Italia, sostano in ricordo dei Caduti. Arriva anche il corteo da Fabbrico diretto al cippo dei partigiani, poche decine di metri più in là. Il parroco si ferma davanti all’elenco dei caduti della Rsi e poi a quelli partigiani, e benedice entrambi. Viene suonato l’Inno Nazionale e tutti lo seguono. Qualche politico ogni anno spera nell’estremismo e nella provocazione, ma rimane sempre deluso. Il tutto si svolge con severa serenità, e con discrezione dal corteo si stacca sempre qualcuno che viene a rendere omaggio anche agli altri caduti, perché la guerra è finita e sono tutti Italiani. Luca Tadolini (Centro Studi Italia) http://modenadestra.xoom.it/modenavistadadestra/ Modena vista da destra Per una visione anticonformista della città di Modena Home Page Politica Sport Viaggi At Cultura Chi siamo Collaborate con noi Rassegna Stampa L Personaggi Storia Istituzioni L'opinione N Per vedere e leggere storie differenti dalle solite sulla città e la Provincia d Modena dal 1919 al 1943 Guerra civile nel Modenese Modena vista da destra Modena in Camicia Nera Dal 1943 al 1945 Dal 1945 al 2008 MODENA IN CAMICIA NERA VISTA MODENA VISTA DA DESTRA DAI VINTI Gli anni del Fascismo a Modena La guerra civile nel Modenese - Tra cronaca e storia Acquista il libro sulla storia del Fascismo a Modena Acquista il libro sulla storia della guerra civile nel modenese Collegati al sito: 60 anni si storia modenese dal 1942 al 2008 Acquista il libro sugli anni della destra modenese dal 1945 al 2008 Collegati al sito: http://xoomer.virgilio.it/modenatua Collegati al sito: http://xoomer.virgilio.it/modenatua http://xoomer.virgilio.it/fratricidio * Il "biennio rosso" * Introduzione * Indice dei capitoli * 26 Settembre 1921 - Eccidio di Modena * La Repubblica di Montefiorino * Da Modena a Tambow senza ritorno * Marcia su Roma - 28 Ottobre 1922 * Marzo 1944 * Rossi o Neri? * Modenesi alla Marcia su Roma * La tragica estate del 1944 * La Palestra "in centro" * 1923 - Inizio dell'Era Fascista * RSI e Classe operaia * Le "tradizionali Vacanze Invernali" * Albania 1941 - Monte Kosica * Maggio 1945 * La destra Modenese - Anni 50 Riflettore Cronaca Luglio - Le Settimane Estensi Una lettera fuori del “coro” Si sono “finalmente” concluse le grandiose, meravigliose, incredibili, fantasmagoriche, serate dedicate agli E nostri cari e amati, anche da Ciro Menotti, principi del ducato estense, riportati in gloria, da alcuni anni amministrazione comunale composta praticamente da uomini e donne di sinistra, da ex compagni, comunisti e da sempre accesi sostenitori delle glorie del nostro passato, tanto da averli interpretati, in queste serate modene comparse)... (continua) Cronaca 31 Gennaio 2009 - Orrore a Modena nel giorno di San Geminiano Alcuni rappresentanti della sinistra comunista modenese hanno scoperto, nel giorno di San Geminiano, ch bancarelle tenevano in mostra alcuni cimeli del periodo fascista: Massimo Mezzetti de la Sinistra comu dichiarato:"Quei banchi in bella mostra con quadri e oggetti inneggianti il Duce erano una presenza incres inammissibile che nella nostra città , medaglia d'oro della resistenza, sia consentita una cosa del genere. (cont Cronaca 4 Febbraio 2009 - Sassuolo - LA VIA A ROLANDO RIVI DISONORA I PARTIGIANI! Il Consiglio Comunale di Sassuolo rifiuta la titolazione di una Strada al seminarista di 14 anni, ucciso dai parti Aprile 1945 alle Piane di Monchio, ROLANDO RIVI. Personag FRANZ PAGLIANI Politico - combattente - scienziato - di Giuseppe Rocco gi Scopo di questa rubrica periodica - non sempre a regolare scadenza - è di ricordare alcuni personaggi che hann all'Italia la loro intelligenza, il loro valore, la loro integrità, tutto quanto un uomo può dare per servire coerentemente una fede. Non è giusto che i grandi esempi vengano cancellati dal trascorrere del tempo. (c Storia Al di là del fascismo dell'antifascismo di F. G. Fantauzzi La caduta dei muri, e la conseguente inefficacia dei patti di Yalta hanno aperto un'epoca diversa e peggiore, non l nuova era che avrebbe dovuto imprimere alla storia un corso più rapido e dato al mondo un volto più umano. risveglio delle nazionalità conculcate nell'Oriente europeo e in Asia e i recuperati valori etnici che, in un primo tempo far propria l'espressione più genuina dei fermenti che precedono (continua) Storia “Folgore”: come e perché fu distrutta di Nino Arena Fu una delle poche GG.UU. del R.E. ad emergere dal grigiore e dalla mediocrità generalizzata delle FF:AA nella 2° guerra mondiale; una delle poche divisioni, che unitamente all’ “Ariete” e alla “Julia” ebbe internazionale dall’avversario, per avere conquistato, meritatamente, prestigio e indiscusso valore in un battaglia come fu quella di El Alamein, combattuta e persa 50 anni or sono, con grandi sacrifici da parte d di soldati italiani e tedeschi. (continua) La collaborazione a questo sito viene offerta a titolo gratuito salvo diversi accordi. Modena vista da destra, è una Rivista Indipendente, pertanto verranno pubblicati articoli di qualsiasi orientamento - purchè rispettosi delle Leggi dello Stato - anche quando la Redazione non né condivide i contenuti. L'autore dell'articolo risponde della veridicità del proprio scritto. La Redazione si riserva comunque il diritto insindacabile di inserire o meno gli articoli inviati. http://www.locchiodelbue.it/2012/01/26/tadolini-scrive-a-delbue-ho-parlato-sempre-con-storici-di-sinistra-e-nessuno-ha-maifatto-polemiche/ Tadolini scrive a Del Bue “Ho parlato sempre con storici di sinistra e nessuno ha mai fatto polemiche” 26 gennaio 2012 A Mauro Del Bue In seguito alle polemiche seguite l’incontro a Vetto sul mio ultimo libro sulla Storia della Rsi a Reggio Emilia vorrei esprimere alcune osservazioni. Ho sempre avuto a cuore la Riconciliazione nazionale. In coerenza a questo principio, quando organizzo iniziative di studio e approfondimento del periodo 1943-45, cerco sempre che il tavolo dei relatori sia rispettoso del pluralismo: se si parla di Rsi e Resistenza al tavolo deve esserci anche chi rappresenta e studia l’antifascismo armato del periodo bellico. In questi ultimi venti anni a Reggio Emilia ho organizzato dibattiti con il Centro Studi Italia ai quali avevo al mio fianco Massimo Storchi di Istoreco, Giannetto Magnanini dell’Anpi, Vainer Burani di Rifondazione Comunista, Claudio Silingardi dell’Istituto Storico della Resistenza di Modena, ecc. Ho anche partecipato a dibattiti televisivi con Notari e Zambonelli dell’Anpi e ancora con Storchi di Istoreco. Per questo motivo mi pare strana la protesta per la presenza dell’On. Del Bue all’incontro organizzato dalla famiglia Azzolini (ricordo che Notari, Del Bue ed il sottoscritto abbiamo fatto un dibattito storico, insieme allo stesso tavolo, alla Sala del Capitano del popolo alcuni anni fa). Certamente è sempre mancata una reciprocità: Istoreco e Anpi non mi hanno mai invitato al tavolo di una loro iniziativa. Per quanto riguarda i miei studi, sono seguace del concetto della “complessità” degli eventi, per questo motivo i libri sono molto densi di documentazione e non hanno introduzioni in cui si anticipa un qualsiasi risultato. In pratica mi limito ad offrire un quadro il più completo e corretto dei fatti. Certamente una corretta cronologia e la completezza della ricostruzione storica (base elementare per uno studio storico di carattere scientifico) risulta, evidentemente, estremamente fastidiosa ed intollerabile per chi vuole una storia nazionale che deve essere anche fondamento politico e che di conseguenza non tollera elementi di complessità, ma esige retorica e certezze ideologiche. Devo dire, infatti, che sui miei studi pubblicati non ho mai letto precise contestazioni storiche, ma solo generiche accuse politiche di essere revisionista o fascista: invito Anpi ed Istoreco e seguaci a dire dove la mia ricostruzione storica non è corretta. Oppure si mette all’indice un libro solo per le idee dell’autore? Il paradosso, poi, di queste discussioni è che il sottoscritto ha fatto emergere crimini di guerra e comportamenti violenti contrari alle leggi internazionali – e non ha fatto sparire quelli già noti-, rispetto ai quali sarebbe civiltà che le istituzioni e la cultura dichiarassero la loro condanna. Al contrario, chi mi contesta e auspica (invano) il mio isolamento culturale, si trova da anni a giustificare, rivendicare e legittimare violenze e circostanze del tutto equivalenti a quelle che vengono identificate come crimini di guerra “nazifascisti”, ma i cui esecutori sono i partigiani antifascisti. In questo quadro, è mia intenzione continuare gli studi ed offrirli in pubblico e civile dibattito, nella prospettiva che la nostra amata Patria Italia non debba più essere protagonista di guerre fratricide. I miei migliori saluti. Luca Tadolini http://andreacarancini.blogspot.it/2012/02/gunter-deckert-condannato-5-mesidi.html venerdì 3 febbraio 2012 Gunter Deckert condannato a 5 mesi di prigione senza condizionale! Gunter Deckert Dalla nostra corrispondente Bocage riceviamo e traduciamo il seguente aggiornamento: Ieri ha avuto luogo, come previsto, la sesta udienza del processo intentato al revisionista tedesco Günter Deckert, perseguito per aver PARTECIPATO – solamente partecipato! – all’edizione tedesca del libro del revisionista italiano Carlo Mattogno La prima gasazione. Contiamo di ricevere il resoconto abituale della giornata e quindi la sua traduzione ma alla fine è la nausea che ha la meglio: ieri sera, dunque, alle ore 18, il giudice ha reso il verdetto: il nostro amico, che è già stato incarcerato 5 anni per il suo revisionismo, è condannato a 5 mesi di prigione senza la condizionale! Poiché non si lascia abbattere, Günter Deckert si ripromette di inviare a questo presidente un grazioso galletto in “omaggio”! A presto per il resoconto della sesta udienza [e delle cinque precedenti]. Studi revisionisti di Carlo Mattogno Scopi e Titoli Demolizione della favola olocaustica di Auschwitz...e dintorni, nonchè degli olosalariati "esperti" sterminazionisti... il blog non è proprietà del signor Carlo Mattogno. Contatta l'autore Tutti gli studi presenti Librerie con testi di Carlo Mattogno Edizioni di AR Edizioni Effepi 04/02/2012 080 - "SOBIBOR. PROPAGANDA OLOCAUSTICA E REALTA'" di Carlo Mattogno È un fatto notorio che la storiografia olocaustica ha raggiunto il suo culmine nel 2002 e da allora è cominciato il suo graduale e inesorabile declino. La storiografia revisionistica, al contrario, è fiorita proprio in quest’ultimo decennio. Per quanto mi riguarda, in questo periodo ho pubblicato una ventina di studi, il più recente dei quali è Auschwitz: assistenza sanitaria, "selezione" e "Sonderbehandlung" dei detenuti immatricolati (Effepi, Genova, 2010), nei quali ho trattato tutti gli aspetti fondamentali del campo di Auschwitz. Ma anche gli altri due presunti "campi di lavoro e di sterminio", Majdanek e Stutthof, sono stati studiati accuratamente da Jürgen Graf e da me, nei libri Concentration Camp Majdanek. A Historical and Technical Study (Theses & Dissertations Press, Chicago, 2003) e KL Stutthof. Il campo di concentramento di Stutthof e la sua funzione nella politica ebraica nazionalsocialista (Effepi Editore, Genova, 2003). Sul presunto campo di sterminio di Chełmno c’è il mio studio Il campo di Chełmno tra storia e propaganda (Effepi, Genova, 2009), mentre i pretesi campi di sterminio orientali di Bełżec e di Treblinka sono stati trattati da me nel libro Bełżec nella propaganda, nelle testimonianze, nelle indagini archeologiche e nella storia (Effepi, Genova, 2006), da J. Graf e da me nell’opera Treblinka. Extermination Camp or Transit Camp? (Theses & Dissertations Press, Chicago, 2004). Restava l’ultimo campo, quello di Sobibór, il più difficile da trattare a causa della documentazione estremamente esigua che è rimasta. Finalmente però la lacuna è stata colmata. È recente la pubblicazione del libro Sobibór. Holocaust Propaganda and Reality (Published by The Barnes Review. Washington, 2010), redatto da J. Graf, Thomas Kues e me. L’opera conta 434 pagine, con 6 documenti, 15 fotografie e una bibliografia molto ricca (pp. 414-429). Per quanto riguarda il contenuto, rimando all’indice dell’opera, che riporto sotto. Dal punto di vista argomentativo lo studio presenta novità di rilievo. Il capitolo IV (Analisi critica del materiale documentario) vaglia le "prove materiali" fondamentali, analizzando criticamente il quasi introvabile articolo polacco di A. Kola "Rapporto sulle indagine archeologiche nel sito dell’ex campo di sterminio per Ebrei di Sobibór"; esso si concentra in particolare sulle fosse comuni e sui resti di baracche individuati da A. Kola (che non ha trovato traccia alcuna delle presunte camere a gas), nonché sulla questione della cremazione all’aperto dei presunti gasati, dimostrando che il relativo racconto della storiografia ufficiale è insostenibile. (manca una parte) ----------------------------------------------------------------------------------------------------http://asseromaberlinotelaviv.wordpress.com/2011/01/28/lo-storico-lucatadolini-consiglia-la-lettura-del-libro/ Lo storico Luca Tadolini consiglia la lettura del libro 28 gennaio 2011 del resto come poteva evitare di consigliarne la lettura visto che il libro è coperto dalla protezione dei sacri cuori? Vedere: http://asseromaberlinotelaviv.wordpress.com/sotto-la-protezione-dei-sacricuori/ Sotto la protezione dei Sacri Cuori Questo libro – come “Il fez e la kippah” – è posto sotto la protezione celeste del Sacro Cuore di Gesù, del Cuore Immacolato di Maria e del Castissimo Cuore di San Giuseppe. http://it.novopress.info/13212/de-benoist-a-modena-il-5-dicembre/print/ - :: Novopress.info Italia - http://it.novopress.info De Benoist a Modena il 5 Dicembre [1]Conferenza organizzata dall’associazione culturale « Pensieri in azione» con il patrocinio della circ. centro del comune di Modena. Data: sabato 5 dicembre 2009 Ora: 15.20 – 18.00 Parlerà della caduta del muro di Berlino e delle sue conseguenze geopolitiche. L’Associazione culturale “Pensieri in azione” nasce a Modena nel settembre 2004, per volontà di alcuni soci fondatori, iscrivendosi poi all’Ufficio del registro tra le organizzazioni no profit. Dal 20 settembre 2004, l’Associazione culturale “Pensieri in azione” s’iscrive all’elenco comunale delle forme associative (Consulta della Cultura di Modena) e a quello della Circoscrizione 1 (Centro storico), dove opera abitualmente. A partire dal 2008, “Pensieri in azione” entra a far parte anche delle forme associative della Regione Emilia-Romagna, iscrivendosi al settore “turismo, cultura, scuola, formazione, lavoro, sport” e accedendo alle trasmissioni regionali del servizio radiotelevisivo pubblico. Scopo dell’Associazione è organizzare manifestazioni e conferenze di carattere culturale e ricreativo, in particolare con iniziative volte a segnalare le specifiche tradizioni di tutti i popoli del mondo, un patrimonio di diversità che è necessario tutelare. L’Associazione non ha fini di lucro Tra i fini perseguiti grande attenzione viene riservata ai contatti che possano favorire il reciproco avvicinamento tra le nazioni e i popoli del continente eurasiatico. Al fine di realizzare tali scopi, l’Associazione s’impegna a segnalare tutte le pubblicazioni monografiche o periodiche attinenti ai temi interessati, con presentazioni di libri e di riviste e con l’organizzazione di feste e di concerti. Tutte le iniziative sono gratuite e aperte al pubblico. http://www.youtube.com/watch?v=4KGasX7s4FE Caricato da RivistaEurasia in data 31/dic/2011 Incontro-dibattito "Quale futuro per la Palestina: popoli, sovranità, territorio", organizzato dalla rivista "Eurasia" e dal circolo culturale "Pensieri in Azione", tenutosi a Modena il 7 maggio 2005. Introduzione di Filippo Pederzini, relatrici: Alessandra Colla (giornalista) e Susanne Scheidt (dirigente "Al-Awda-Italia"), collaboratrici della rivista "Eurasia".Fonte originale: www.arcoiris.tv http://www.ereticamente.net/2011/01/intervista-ad-alessandra-colla.html Intervista ad ALESSANDRA COLLA Alessandra Colla è nata a Milano nel 1958; sposata, ha un figlio. Laureata (cum laude) all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, giornalista pubblicista, si occupa da sempre di scienze umane. È stata fra gli animatori delle Edizioni Barbarossa (1980, poi Società Editrice Barbarossa dal 1989) e del mensile "Orion", che ha contribuito a fondare (1984). Da qualche anno collabora con le riviste "Eurasia" e "Terra insubre"; dal 2004 ha aperto diversi blog (quello attuale è alessandracolla.net). Nella sua produzione trentennale (articoli, saggi, conferenze, traduzioni) si segnalano «Quella femmina... fatta a pezzi» (“Risguardo IV”, Ar, Brindisi 1985); L'uomo (eco)illogico (Società Editrice Barbarossa, Milano 1994); «Donne, streghe, ribelli: il caso o la necessità?», in: AA.VV., Rivolte e guerre contadine (Società Editrice Barbarossa, Milano 1994); traduzione e cura del saggio di Roger Stéphane Ritratto dell'avventuriero (Società Editrice Barbarossa, Milano 1994). Intervista a cura di Steno Lamonica 1) Una donna, colta ed affascinante, di destra. Uso tale termine solo per comodita’, lei non ama etichette. Raro una donna con noi, unici ribelli… Se, come dice Umberto Eco, «la persona colta non è quella che sa quando è nato Napoleone, ma quella che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unico momento della sua vita in cui le serve e in due minuti», allora probabilmente è vero, sono colta. Affascinante non so, lascio il giudizio a chi mi conosce. La prego con tutto il cuore di risparmiarmi il “di destra”. La dicotomia destra/sinistra ha fatto più danni e più morti dell’ira di Achille… È verissimo che non amo le etichette: la definizione è sempre un limite, e uccide la complessità. Oggi come oggi, poi, per un movimento la rarità mi sembra consistere non tanto nell’annoverare tra le proprie file delle donne, quanto piuttosto delle persone veramente libere. 2) L’impero USA, una catastrofe per l’umanita’. Chi lo vincera’? Per certi versi è intrigante attribuire agli Stati Uniti la qualifica di “impero”: è come se ci si trovasse ancora in un tempo grandioso e squassato da scontri titanici. In realtà quello americano, a mio avviso, è un brutale imperialismo aggravato da delirio paranoico. E poiché certe patologie si risolvono soltanto con la morte del paziente, suppongo che occorrerà aspettare la fine degli Usa così come li conosciamo noi adesso. Non mi sento di fare previsioni: credo sia impossibile, oltre che inutile. Poiché siamo in piena globalizzazione, e poiché tutto ciò che (almeno a livello macroscopico) accade in una parte del pianeta si ripercuote altrove, non mi sento di escludere che i molti imprevisti che si verificano giornalmente dovunque nel globo rappresentino di fatto altrettanti contraccolpi sul sistema Usa, che già mostra la corda — anche se qui da noi resiste l’immagine del sogno americano. Naturalmente, se davvero si riuscisse a costituire un fronte comune eurasiatico in grado di contrastare l’unipolarismo statunitense sia a livello economico che a livello culturale si aprirebbero nuovi scenari ancora parzialmente da descrivere: ma ho la sensazione che la fine della potenza americana potrebbe arrivare prima di quanto si pensi, e forse non nei modi che molti, poco caritatevolmente, si aspettano. 3) Nietzsche e la politica. L’ellenico “farmaco” per l’orribile presente? Credo che Nietzsche abbia a che fare col Politico più che con la politica. Così sui due piedi, di ellenico mi viene in mente soltanto un termine: e precisamente l’apolitìa di cui diceva Evola. Aggiungo, parafrasando proprio Evola, che il senso del Politico (come la religione) è un’equazione personale. 4) Sono irrispettoso se le rubo del tempo chiedendole un parere su…Gianfranco Fini? Quali forze dietro di lui? Non irrispettoso: sfortunato. Perché non ho niente da dire su Fini. Personalmente non credo che sia manovrato o agito da forze occulte: sono più propensa a credere che da tempo porti avanti un percorso personale volto al raggiungimento di un obiettivo ben preciso. Adesso come adesso, sembra che il suo progetto abbia subito una battuta d’arresto: lui stesso, se non ricordo male, ha dichiarato di aver perso una battaglia ma non la guerra. 5) Le “ministre con i tacchi a spillo”. Aspetto della cachistocrazia o ginecocrazia? Cachistocrazia con la “c” maiuscola, direi. E un pessimo servigio reso alle donne. 6) Alessandra Colla, Pierangelo Buttafuoco, Massimo Fini; silenzio televisivo su di voi. Vendetta rancorosa della plutocrazia? Troppo onore… La ringrazio del lusinghiero accostamento. Ma devo dire che non mi pesa l’indifferenza mediatica: la televisione ovvero la visibilità di cui essa è mezzo è un’arma a doppio taglio. Diciamo che preferisco poche persone che leggono quello che scrivo, meditando le mie parole e dedicando un po’ del loro tempo soltanto al mio pensiero, a una folla di spettatori che fanno altro mentre parlo, sono distratte da quello che vedono ed equivocano su quello che dico. L’ideale sarebbe una via di mezzo fra lo stile pitagorico e la radio, insomma. 7) I giovani, bevono molto, si abbronzano alquanto, fumano tanto, consumano troppo, leggono poco. “Fiamma Futura” pone la cultura in primissimo piano. Ha dei suggerimenti? Credo che spesso, quando si parla di cultura, ci si dimentichi della sua etimologia, che rimanda al coltivare. E coltivare è un’attività sicuramente capace di dare grandi soddisfazioni, ma altrettanto sicuramente faticosa e dall’esito incerto, a causa delle molte variabili in gioco. Allo stesso modo, fare cultura è un’impresa grandiosa, ma non necessariamente destinata al successo: in buona sostanza si investe sul futuro, e le gratificazioni immediate sono rare e difficili da conseguire. Così, risulta infinitamente più semplice e comodo lasciare che il germoglio cresca per suo conto, assecondandone l’inclinazione anziché cercare di orientarlo correttamente. La tendenza, negli ultimi decenni, è stata esattamente questa, e mi sembra un segno dei tempi: nel senso che non è una peculiarità di questo Stato il quale, non essendo più sovrano, non ha più autentici valori da trasmettere; bensì è un atteggiamento riscontrabile praticamente dovunque vi siano delle realtà giovanili in aggregazione — si preferisce catturare, non importa come, il consenso immediato delle giovani generazioni piuttosto che impegnarsi sul lungo periodo in un’opera di sincera educazione: nel senso stretto di e-ducere, cioè condurre la persona fuori dalla condizione di primitiva ignoranza per aiutarla a conseguire l’integralità e la pienezza della dimensione umana nella sua accezione più alta. Comprendo benissimo che invertire la tendenza è, se non impossibile, sicuramente arduo: tuttavia credo che sia un preciso dovere, per chi ancora riconosce certi valori, applicarsi a mantenerne la vitalità e a trasmetterne il messaggio alle generazioni che verranno. Evangelicamente, di tanti semi ne andrà qualcuno a buon fine… 8) Nel suo sito (www.alessandracolla.net ) tra le cose che ama cita gli animali e tra quelle che detesta lo “stato pontificio”. Ci spieghi. A voler essere pignola, dico precisamente che mi piacciono i primi e non mi piace il secondo: ma il senso, ne convengo, è lo stesso. La spiegazione potrebbe andare molto per le lunghe, ma cercherò di compendiare. Gli animali, o come preferisco dire i senzienti non umani, giocano un ruolo fondamentale nella storia dell’umanità: tutte le civiltà precristiane tributavano agli animali un riconoscimento ontologico e metafisico che i monoteismi hanno, nella migliore delle ipotesi, ignorato; per converso, nessuna civiltà precristiana ha mai investito l’essere umano di quel diritto d’arbitrio sul pianeta che costituisce, invece, la cifra del monoteismo giudaico-cristiano. Ho cominciato ad occuparmi di questioni inerenti al cosiddetto animalismo (uso il termine per pura comodità, La prego di accettare la convenzione) quando ero una ragazzina — parliamo di trentacinque anni fa — prima in modo “viscerale”, e poi spostandomi su di un piano più strettamente filosofico: il che ha comportato il necessario ripensamento della posizione dell’uomo sul pianeta e in relazione agli altri viventi. Poiché ho studiato all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ho avuto modo di approfondire il pensiero cattolico (quindi giudaico-cristiano) in relazione non solo a questo argomento, bensì anche alla costruzione dell’edificio ideologico che ha permesso alla Chiesa di Roma di colonizzare, devastandoli, terre e spiriti nel corso di duemila anni: e sono approdata alla convinzione che nel mio personalissimo orizzonte metafisico nulla di ciò che attiene al cattolicesimo può trovare posto. È una questione di etica, direi; ma soprattutto di Weltanschauungen assolutamente irriducibili. 9) Lei ha il merito di essere stata tra le prime persone in Italia ad interessarsi di Ipazia. Avremo il piacere di un suo libro su questa affascinante filosofa trucidata dall’intolleranza? La figura di Ipazia non è soltanto affascinante, come dice bene Lei, ma incute rispetto: il momento storico in cui si svolge la sua vicenda, la sua storia e la sua terribile fine meritano più di una pellicola non particolarmente riuscita e di qualche narrazione troppo romanzata. Continuo a raccogliere materiale e a studiare: può darsi che prima o poi, se e quando riterrò di esserne all’altezza, mi provi a cimentarmi nell’impresa… 10) 113 basi NATO in Italia,alcune in odore di atomica. Noi chiediamo la fine dell’occupazione militare straniera. La sua opinione? Credo che si potrebbe ripescare un vecchio slogan: “via l’Italia dalla Nato, via la Nato dall’Italia”. Di fatto, la posizione di sudditanza della nostra nazione rende al momento impossibile non dico progettare un futuro, ma anche soltanto riappropriarsi di un presente assai critico. Naturalmente, sui motivi che hanno portato l’Italia a diventare una colonia statunitense ci sarebbe da dire parecchio: mi limito a ricordare che Mussolini, profeticamente, aveva definito l’Italia “una portaerei nel Mediterraneo”: gli americani hanno capito tanto bene la lezione da metterla in pratica con estrema concretezza. Sulla fattibilità di una liberazione dall’occupazione militare sono un po’ scettica: non vedo, per il momento, un popolo italiano in grado di lottare compatto per questo obiettivo; e, come diceva l’amico e maestro Carlo Terracciano, “guai a chi non sa portare le sue armi, perché dovrà portare quelle degli altri”. 11) Lei onora l’Ellade e la Magna Grecia. In un “Manifesto Politico Nazionale” potrebbe comparire questo asse culturale per rinsanguare le radici nazionali e paneuropee mentre assistiamo allo scempio dell’invasione clandestina planetaria? In tutta sincerità, credo che l’immigrazione (clandestina o no) sia un effetto più che una causa. E temo di più l’omologazione culturale ai modelli d’oltreoceano che la perdita d’identità per colpa degli extracomunitari. Visto che in questa chiacchierata aleggiano spiriti antichi, vorrei ricordare che ogni Impero, a partire da quello romano, è per sua natura multiculturale. Ora, è chiaro che non ci troviamo per nulla al cospetto di un impero: ma la multiculturalità è un dato di fatto. L’importante, invece, è mantenere le singole specificità: e se le radici sono profonde, non c’è commistione o contiguità che possano cancellare una memoria salda e consapevole. Il problema vero, a mio avviso, è: abbiamo noi questa memoria? La possediamo al punto di poterla trasmettere, vivificata, a quelli che verranno? Solo dalla risposta a questa domanda, credo, dipenderà una scelta di destino. Ereticamente invita al severo, attento ascolto dell’altissimo insegnamento offertoci da Giorgio Freda. Una maestosa e magistrale azione di educazione di Morfologia Politica e di Religiosità Indoeuropea che suona a fragoroso schiaffo verso una “cultura” che sta disintegrando se stessa rinunciando al Miti Pagani di Roma e Sparta. Il “Comunismo delle Anime”, il Cristianesimo, si infrange contro i dorici scogli eretti dalle Edizioni di AR (www.edizionidiar.it), contro il cuore e l’anima delle medesime contenute nella Collana Paganitas, della quale raccomandiamo l’attenta lettura e nutrimento spirituale. http://www.oppostadirezione.altervista.org/links.htm Pubblicazione non periodica eurasiatista. Responsabile di redazione Paolo Bogni. Diffusione interna gratuita. www.cpeurasia.org _Sito ufficiale del Coordinamento Progetto Eurasia Myspace di Opposta Direzione (da inserire negli amici) CANALE di OPPOSTA DIREZIONE Continente Eurasia http://www.continente.altervista.org www.eurasia-rivista.org Rivista di geopolitica Eurasia Lista di Discussione Eurasia http://it.groups.yahoo.com/group/lista_eurasia http://xoomer.alice.it/patria _Patria bollettino telematico Chat Eurasia www.byebyeunclesam.wordpress.com Sito Aurora www.ripensaremarx.splinder.com www.ariannaeditrice.it http://dhboperaomnia.myblog.it/archive/2009/08/27/filippo-pederzini-gazzetta-dimodena-intervista-bellucci.html « Vicino Oriente - Giovanna Canzano intervista Dagoberto Husayn Bellucci | Homepage | Intervista a Dagoberto Bellucci sulla situazione libanese (La Gazzetta di Modena) » 27/08/2009 Filippo Pederzini (Gazzetta di Modena) - Intervista Bellucci FILIPPO PEDERZINI-Gazzetta di Modena INTERVISTA BELLUCCI L’escalation militare nel Vicino oriente, pare aggravarsi ogni giorno di più. Lo stato libanese è tornato a rivivere di colpo gli anni cupi della guerra civile e come si assiste da diversi giorni, oltre la popolazione locale, in fuga dalle zone di guerra verso nord, anche tutti i cittadini stranieri si stanno ammassando verso la frontiera siriana per lasciare il paese. Mentre un primo contingente di italiani è già giunto a Roma, Dagoberto Bellucci, livornese di origini, ma residente a Modena è in partenza per raggiungere il Libano, dove vive e lavora da oltre due anni. L’abbiamo incontrato poche ore prima della partenza per conoscere le ragioni del suo ritorno a Beirut in questo particolare momento. Bellucci, cosa la riporta in Libano proprio adesso? Direi tutto. A Beirut mi sono ricostruito una nuova vita. Ho una famiglia, una ragazza che mi aspetta, tanti amici e fratelli, che attualmente si trovano sotto i bombardamenti. Lei conosce bene il Libano. In quale occasione ha visitato per la prima volta il paese dei cedri e che cosa l’ha spinta a trasferirsi definitivamente laggiù? Il primo viaggio risale a dieci anni fa, nel 1996. In quel periodo la zona meridionale era ancora occupata e ho assistito all’aggressione dell’aprile di quell’anno; una delle molte. Sono ritornato in Libano diverse volte, fino a quando non ho deciso di trasferirmi stabilmente a Beirut nell’estate 2004, facendo occasionalmente qualche puntata in Italia. Là ho trovato gente meravigliosa che, dopo gli anni dell’occupazione stava cercando di tornare ai fasti degli anni’70, quando il paese dei cedri era considerato come la Svizzera del Vicino Oriente. Mi occupavo di corrispondenze estere per alcuni quotidiani e siti internet, seguendo l’evoluzione della politica internazionale dell’intera area. Esattamente con quali media collabora? Collaboro con i siti di Aljiazira, Italia Sociale, Il Dialogo; con il quotidiano “Rinascita” e con il trimestrale di geopolitica “Eurasia”. Sono direttore di un’agenzia di stampa denominata “Islam-Italia”, che collabora attivamente con il mensile del centro Italo-arabo e del Mediterraneo “Assadakah”, di Roma. Questa organizzazione si occupa di tessere i rapporti culturali, commerciali ed economici tra l’Italia e il Mondo Arabo, promuovendo progetti come quelli che hanno interessato la ricostruzione del sud del Libano in collaborazione con le principali istituzioni italiane. Nel 2002 ricevemmo una delegazione parlamentare libanese a Roma e a Milano. Tutti questi progetti oggi sono andati in fumo, come dimostra inequivocabilmente la distruzione di una serie di ponti tra cui quello che collegava Beirut a Damasco, nella valle della Bekaa, realizzato con il contributo delle maestranze italiane. Cosa conta di trovare una volta rientrato a Beirut? Ammesso che ci arrivi, avevo fino a una settimana fa una casa ad Haret Hreik, alla periferia meridionale della capitale nella zona dell’aeroporto. Oggi non ho idea di quello che troverò. I bombardamenti di questi giorni sono stati pesanti ed hanno proprio interessato quell’area a maggioranza sciita. Sono stato infatti privo di contatti diretti nei primi tre giorni di ostilità. Solo sabato mattina sono riuscito ad avere un contatto telefonico di pochissimi minuti con la mia donna, la sua famiglia ed alcuni amici. Stanno bene, ma anche loro sono stati costretti alla fuga e di conseguenza hanno perso tutto. Quale effetto le hanno fatto le immagini di questi giorni? Posso solo dire che vedere in tv strade, negozi, abitazioni e zone dove quotidianamente passavo sconquassati in quel modo è davvero una gran pena. Penso sia inutile descrivere lo stato emotivo in cui mi trovo da mercoledì scorso. Molti libanesi residenti in Italia coi quali mi sento, provano lo stesso dolore, rabbia e indignazione per quel che sta accadendo. Come pensa di raggiungere la capitale, vista l’impraticabilità dell’aeroporto? L’unico passaggio è rimasto quello della frontiera settentrionale, lungo la costa. Ho un volo per Damasco e da lì raggiungerò Latakia, sulla costa siriana, quindi con un automezzo si farà il possibile per attraversare la frontiera. Una volta in territorio libanese sarà una vera e propria avventura viste le condizioni delle strade Come si adopererà una volta giunto in Libano? Innanzitutto cercherò di vedere la mia donna e le persone a me care. Ma soprattutto mai come in questo momento quella popolazione ha bisogno di aiuti. Le immagini parlano chiaro. Andrò a nome del centro Italo-arabo “Assadakah”, con medicinali e altri generi di prima necessità. È un’iniziativa presa sul momento dal direttivo di Roma per dimostrare la sua solidarietà con dei gesti concreti: serve di tutto e tutto in questo momento è indispensabile. Non resta che augurarle buona fortuna. Ne avrò sicuramente bisogno. Filippo Pederzini. http://www.repubblica.it/cronaca/2011/07/21/news/blacklist_ebrei-19427421/ ANTISEMITISMO "Fuori la feccia ebraica da atenei e procure" sul web liste nere e appelli al boicottaggio Torna in rete l'elenco comparso per la prima volta nel 2008: professori universitari e magistrati da "epurare". Dagoberto Bellucci, fascista convertito all'islam ed ex della pornostar Eva Henger, va oltre e traccia la mappa delle attività controllate da "sionisti" di MARCO PASQUA Uno degli elenchi di negozi e ditte da boicottare Docenti ebrei accusati di "manipolare le menti degli studenti" e di controllare gli atenei italiani. Una lobby, formata da 162 professori, che dovrebbe essere "allontanata dalle università". Comparsa per la prima volta nel 2008 1, quando la polizia postale riuscì ad individuarne l'autore, torna in rete la blacklist dei professori ebrei. Ma non è la sola espressione dell'odio antisemita che il web propone su blog e forum dichiaratamente neonazisti e antisemiti. L'ultimo degli elenchi della vergogna, comprende, oltre ad alcuni nominativi di magistrati ebrei (o ritenuti tali), una lista aggiornata di attività commerciali, ristoranti, macellerie, pasticcerie, i cui proprietari sono ebrei. Attività da "boicottare", come scrive Dagoberto Bellucci, italiano convertito all'Islam e residente in Libano, da molti definito nazi-islamico, molto vicino agli ambienti della destra estrema. La blacklist di docenti ebrei, appartenenti a vari atenei italiani, compare (o meglio compariva perché il sito è stato oscurato nel tardo pomeriggio di oggi) su un blog denominato 'Rumors' e ospitato sulla piattaforma italiana del Cannocchiale. La stessa dove è apparsa la prima volta, nel febbraio del 2008. In quell'occasione, in seguito all'indignazione politica bipartisan e all'oscuramente del sito, le indagini della Polizia Postale permisero di arrivare a individuare il responsabile della pubblicazione di quell'elenco (Paolo Munzi, residente in provincia di Rieti, figlio di un ex sindaco). Ma il copia e incolla acritico e la diffusione virale dell'odio contro gli ebrei hanno permesso a quell'elenco di continuare a circolare. E di venire riproposto, con slogan e insulti che potrebbero essere puniti sulla base della legge Mancino. L'elenco in questione, si legge nel blog, "è stato ricavato da un appello contro il boicottaggio attuato nelle università inglesi nei confronti di Israele e dei docenti ebrei. Il 99% dei docenti firmatari la petizione proposta dalla comunità ebraica di Roma - spiega il sito 'Rumors' - appartiene alla Sapienza di Roma, ha un cognome ebraico e sostiene pubblicamente e politicamente Israele". Tra le deliranti affermazioni riportate dall'estensore dell'articolo, quella relativa al potere esercitato dalla lobby ebraica: "Gli studenti sono vittime della manipolazione mentale di professori infeudati alle caste regnanti negli atenei. Questi docenti utilizzano l'istituzione universitaria italiana per sostenere gli interessi politici di uno stato estero". Tra i 162 figurano professori non solo della Sapienza, ma di tutti i principali atenei italiani: Bologna, Torino, Palermo, Chieti, Tor Vergata, Roma Tre, Federico II, Pisa, Lecce, Politecnico di Milano, Bicocca, Perugia e Sassari. "Fuori la feccia sionista dalle Università", il titolo di un post scritto il 14 maggio scorso. Attacchi riservati anche ad alcuni magistrati (sono quattro, con nome e cognome), la cui presenza nelle Procure è un "cancro da estirpare". "Fuori la lobby ebraica dalle Procure", tuona il gestore del blog, che accusa questi pubblici ministeri di "utilizzare la legge per eliminare con il carcere coloro che non condividono queste loro idee". Magistrati che, sempre secondo quanto viene scritto sul blog, sarebbero "aderenti ad un'organizzazione politica finalizzata a proteggere gli interessi politici della lobby sionista transnazionale. Una cricca di pubblici magistrati che strumentalizzano politicamente le Istituzioni giuridiche dello Stato italiano utilizzando la persecuzione giudiziaria contro coloro che vengono ritenuti da questi o indicati loro da esponenti politici di stati esteri residenti in Italia, "nemici" dell'entità sionista comunemente definita, Israele". Accuse gravissime e infondate, risultato di una macchina del fango antisemita il cui fine è solo quello di denigrare la figura dei quattro magistrati citati nel post. Il livornese Dagoberto Bellucci, classe 1970, legato all'Msi e al gruppo neofascista di Avanguardia e noto alle cronache per aver avuto una relazione con la pornostar Eva Henger, oltre a riproporre sul suo blog un elenco di cognomi ebraici, rilancia l'idea di un boicottaggio di prodotti degli ebrei. Lo fa partendo da un documento e dalle analisi che risalgono al periodo della Repubblica sociale Italiana e delle leggi razziali. "Stiliamo una nuova lista di prodotti di aziende in mano agli ebrei - scrive in un post datato 7 luglio Seguiremo una documentazione consegnataci da Maurizio Lattanzio, l'unico fascista in Italia, per dirla con parole sue. Invitiamo i lettori a farne buon 'uso' perché le ditte ed i nomi dei responsabili delle ditte ivi riprodotte sono, con ogni probabilità, ancora presenti e operative nel tessuto commerciale ed economico nazionale". E, infatti, molte delle imprese citate sono a oggi pienamente operative. Un elenco analogo compare anche sulla sezione italiana del forum neonazista Stormfront. In un apposito thread viene riportata la lista delle comunità ebraiche italiane, delle scuole, ma anche di negozi, ristoranti, pasticcerie. In tutti i casi compare anche il numero di telefono e l'indirizzo. "I luoghi si possono ritrovare facilmente su internet con una ricerca", suggerisce l'autore di questo elenco. Liste che vengono continuamente monitorate e registrate dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea Milano (Cdec), grazie all'attività di ricerca sul web condotta dal ricercatore Stefano Gatti, volta a "stanare" i siti antisemiti e negazionisti. In un report presentato alla commissione parlamentare contro l'antisemitismo, Gatti aveva già inserito la figura di Bellucci, "collaboratore del mensile neonazista Avanguardia, autore di un virulento volumetto antisemita, oltre che di vari articoli con la medesima ispirazione". Nel suo ultimo report quadriennale (relativo agli anni 2007-2010), il Cdec aveva anche lanciato un allarme: "In Italia l'antisemitismo cresce e si diffonde online, alimentandosi delle vicende legate al conflitto israelo-palestinese e della scarsa conoscenza che gli italiani hanno degli ebrei. E attraverso internet la propaganda e la diffusione di idee intolleranti diventa più facile". (21 luglio 2011) User Name marco pasqua l'ha fatto di nuovo! User Name Remember Me? Password marco pasqua l'ha fatto di nuovo! incredibile, nonostante sia nato lo stato ebraico, marco pasqua non solo non "torna" in palestina, ma continua, ormai a cadenza trimestrale, a denunciare "liste di ebrei" in giro per il web... poraccio. "Fuori la feccia ebraica da atenei e procure" sul web liste nere e appelli al boicottaggio Quote: Docenti ebrei accusati di "manipolare le menti degli studenti" e di controllare gli atenei italiani. Una lobby, formata da 162 professori, che dovrebbe essere "allontanata dalle università". Comparsa per la prima volta nel 2008 1, quando la polizia postale riuscì ad individuarne l'autore, torna in rete la blacklist dei professori ebrei. Ma non è la sola espressione dell'odio antisemita che il web propone su blog e forum dichiaratamente neonazisti e antisemiti. L'ultimo degli elenchi della vergogna, comprende, oltre ad alcuni nominativi di magistrati ebrei (o ritenuti tali), una lista aggiornata di attività commerciali, ristoranti, macellerie, pasticcerie, i cui proprietari sono ebrei. Attività da "boicottare", come scrive Dagoberto Bellucci, italiano convertito all'Islam e residente in Libano, da molti definito nazi-islamico, molto vicino agli ambienti della destra estrema. La blacklist di docenti ebrei, appartenenti a vari atenei italiani, compare (o meglio compariva perché il sito è stato oscurato nel tardo pomeriggio di oggi) su un blog denominato 'Rumors' e ospitato sulla piattaforma italiana del Cannocchiale. La stessa dove è apparsa la prima volta, nel febbraio del 2008. In quell'occasione, in seguito all'indignazione politica bipartisan e all'oscuramente del sito, le indagini della Polizia Postale permisero di arrivare a individuare il responsabile della pubblicazione di quell'elenco (Paolo Munzi, residente in provincia di Rieti, figlio di un ex sindaco). Ma il copia e incolla acritico e la diffusione virale dell'odio contro gli ebrei hanno permesso a quell'elenco di continuare a circolare. E di venire riproposto, con slogan e insulti che potrebbero essere puniti sulla base della legge Mancino. L'elenco in questione, si legge nel blog, "è stato ricavato da un appello contro il boicottaggio attuato nelle università inglesi nei confronti di Israele e dei docenti ebrei. Il 99% dei docenti firmatari la petizione proposta dalla comunità ebraica di Roma - spiega il sito 'Rumors' - appartiene alla Sapienza di Roma, ha un cognome ebraico e sostiene pubblicamente e politicamente Israele". Tra le deliranti affermazioni riportate dall'estensore dell'articolo, quella relativa al potere esercitato dalla lobby ebraica: "Gli studenti sono vittime della manipolazione mentale di professori infeudati alle caste regnanti negli atenei. Questi docenti utilizzano l'istituzione universitaria italiana per sostenere gli interessi politici di uno stato estero". Tra i 162 figurano professori non solo della Sapienza, ma di tutti i principali atenei italiani: Bologna, Torino, Palermo, Chieti, Tor Vergata, Roma Tre, Federico II, Pisa, Lecce, Politecnico di Milano, Bicocca, Perugia e Sassari. "Fuori la feccia sionista dalle Università", il titolo di un post scritto il 14 maggio scorso. Attacchi riservati anche ad alcuni magistrati (sono quattro, con nome e cognome), la cui presenza nelle Procure è un "cancro da estirpare". "Fuori la lobby ebraica dalle Procure", tuona il gestore del blog, che accusa questi pubblici ministeri di "utilizzare la legge per eliminare con il carcere coloro che non condividono queste loro idee". Magistrati che, sempre secondo quanto viene scritto sul blog, sarebbero "aderenti ad un'organizzazione politica finalizzata a proteggere gli interessi politici della lobby sionista transnazionale. Una cricca di pubblici magistrati che strumentalizzano politicamente le Istituzioni giuridiche dello Stato italiano utilizzando la persecuzione giudiziaria contro coloro che vengono ritenuti da questi o indicati loro da esponenti politici di stati esteri residenti in Italia, "nemici" dell'entità sionista comunemente definita, Israele". Accuse gravissime e infondate, risultato di una macchina del fango antisemita il cui fine è solo quello di denigrare la figura dei quattro magistrati citati nel post. Il livornese Dagoberto Bellucci, classe 1970, legato all'Msi e al gruppo neofascista di Avanguardia e noto alle cronache per aver avuto una relazione con la pornostar Eva Henger, oltre a riproporre sul suo blog un elenco di cognomi ebraici, rilancia l'idea di un boicottaggio di prodotti degli ebrei. Lo fa partendo da un documento e dalle analisi che risalgono al periodo della Repubblica sociale Italiana e delle leggi razziali. "Stiliamo una nuova lista di prodotti di aziende in mano agli ebrei - scrive in un post datato 7 luglio Seguiremo una documentazione consegnataci da Maurizio Lattanzio, l'unico fascista in Italia, per dirla con parole sue. Invitiamo i lettori a farne buon 'uso' perché le ditte ed i nomi dei responsabili delle ditte ivi riprodotte sono, con ogni probabilità, ancora presenti e operative nel tessuto commerciale ed economico nazionale". E, infatti, molte delle imprese citate sono a oggi pienamente operative. Un elenco analogo compare anche sulla sezione italiana del forum neonazista Stormfront. In un apposito thread viene riportata la lista delle comunità ebraiche italiane, delle scuole, ma anche di negozi, ristoranti, pasticcerie. In tutti i casi compare anche il numero di telefono e l'indirizzo. "I luoghi si possono ritrovare facilmente su internet con una ricerca", suggerisce l'autore di questo elenco. Liste che vengono continuamente monitorate e registrate dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea Milano (Cdec), grazie all'attività di ricerca sul web condotta dal ricercatore Stefano Gatti, volta a "stanare" i siti antisemiti e negazionisti. In un report presentato alla commissione parlamentare contro l'antisemitismo, Gatti aveva già inserito la figura di Bellucci, "collaboratore del mensile neonazista Avanguardia, autore di un virulento volumetto antisemita, oltre che di vari articoli con la medesima ispirazione". Nel suo ultimo report quadriennale (relativo agli anni 2007-2010), il Cdec aveva anche lanciato un allarme: "In Italia l'antisemitismo cresce e si diffonde online, alimentandosi delle vicende legate al conflitto israelo-palestinese e della scarsa conoscenza che gli italiani hanno degli ebrei. E attraverso internet la propaganda e la diffusione di idee intolleranti diventa più facile". http://www.casapounditalia.org/index.php?view=details&id=82%3Aqla-casae-ancora-un-dirittoq&option=com_eventlist&Itemid=210 _________________________________________________________________ __________________________________________________________________ http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/27/modena-estrema-destra-celebrail-ventennio-forze-antifasciste-in-rivolta-presidiamoli/166706/ di Stefano Santachiara | Modena | 27 ottobre 2011 Commenti (0) Più informazioni su: antifascismo, fascismo, Fiamma Tricolore, flavio tosi, Forza Nuova, giorgio pighi, marica su roma, Modena, Predappio, presidio, razzismo, resistenza, rifondazione comunista, sassuolo, Stefano Garzya, Xenofobia Modena, estrema destra celebra la marcia su Roma. Protesta antifascista in piazza Venerdì 28 ottobre, Fiamma Tricolore e Forza Nuova apriranno il convegno dedicato al 28 ottobre del '22. Ma è solo l'ultimo episodio in ordine di tempo dell'esplosione dell'estrema destra in provincia di Modena. Da Sassuolo e Pavullo nel Frignano segnali preoccupanti di violenze razziste e frasi xenofobe. La procura di Modena ha aperto un fascicolo su un militante leghista che sul web invitava a bruciare le moschee di Stefano Santachiara | Modena | 27 ottobre 2011 Rigurgiti fascisti a viso aperto nel cuore dell’Emilia Romagna. A Modena, città medaglia d’oro della resistenza, Fiamma Tricolore-Movimento sociale organizza venerdì 28 ottobre un convegno per commemorare persino la marcia su Roma del 28 ottobre 1922. L’intento descritto da Stefano Garzya, 19enne commissario provinciale di FT, è di portare alla luce “le dimenticate opere sociali del fascismo e i crimini partigiani nascosti”. Le proteste dei partiti di sinistra, in testa Rifondazione comunista che invita in piazza tutti gli antifascisti, sono condivise dalle istituzioni locali. Il sindaco di Modena, Giorgio Pighi, sottolinea che “creare tensioni e disordini, vilipendere le istituzioni e fare apologia di fascismo sono fatti che rientrano nell’ambito della sicurezza pubblica, dunque il Questore saprà intervenire nel migliore dei modi. In Italia – prosegue Pighi – la destra si è da tempo allontanata da atteggiamenti scomposti, da improbabili celebrazioni dei fasti del ventennio e dagli insulti rivolti a coloro che combattendo il nazifascismo hanno consentito la nascita della Repubblica, ma esiste una minoranza che non ama fare i conti con la storia e vive di nostalgie che suscitano dolorose memorie. E’ dunque bene assumere atteggiamenti fermi e non accettare provocazioni che possono sfociare in fatti violenti”. La scelta di commemorare il colpo di stato fascista a Modena, e non più soltanto nella Predappio di Mussolini o nei feudi dei nostalgici, è però il sintomo di un mutamento della situazione. Secondo fonti investigative qualificate, anche in Emilia si è esteso il raggio d’azione di gruppi autonomi di estrema destra in contatto con camerati più organizzati di regioni limifrofe, in particolare del Veneto. Anche se gli episodi sotto la lente della magistratura sono scollegati, risultano in crescita le aggressioni notturne, le frasi razziste sul web, i propositi bellicosi ai danni del nemico di sempre: il diverso. L’inchiesta milanese condotta dal procuratore aggiunto Armando Spataro sulla violazione della legge Mancino ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio di Stefano Gherardi, simpatizzante leghista sassolese che online invitava a bruciare islamici e comunisti. Il Pm di Modena Enrico Stefani, ricevuto il fascicolo per competenza, ha chiesto di processarlo per propaganda razzista, reato che vanta pochissimi precedenti. Tra questi il sindaco di Verona Flavio Tosi, condannato a due mesi per frasi xenofobe contro le popolazioni rom e finito di recente – per la sua vicinanza all’estrema destra – nel mirino di un Umberto Bossi vecchio stampo, quello cioè che invitava a ‘stanare i fascisti casa per casa’. “Nello specifico Gherardi – si legge nel capo d’imputazione – inseriva o consentiva che fossero inseriti sul blog messaggi come bisognerebbe riaprirla (la moschea, n.d.r.) per un giorno e poi quando ci sono dentro tutti magari anche i loro amici di Rifondazione e dell’Italia dei Valori chiudere bene le porte e i catenacci e cominciare a fare fuoco”. La realtà descritta è quella di Sassuolo, capitale della ceramica laboriosa e inclusiva, ex roccaforte rossa passata due anni fa nelle mani di un centrodestra a forte connotazione leghista. La Procura di Modena sta cercando di far luce anche su alcune violenze avvenute nottetempo al parco Ducale, immensa area verde dietro il palazzo storico sassolese. L’unico ad aver presentato querela per lesioni è Mirco Zanni, aggredito una sera di luglio da alcuni sconosciuti che l’hanno preso a pugni. Poco tempo dopo un ragazzo pugliese ha raccontato di essere stato seguito nel parcheggio da un gruppo che indossava magliette ‘White power’, forse ultras del Sassuolo. Motivo? La spilla con la svastica sbarrata sulla giacca, subito strappata ed esibita sul berretto del capobanda come un trofeo, assieme ad altri ‘scalpi’. Enrico Sighinolfi (Pd) critica il Temple bar, locale estraneo alle violenze affidato dalla controllata comunale Sgp ad un gruppo di associazioni capitanate da Aikido e circolo Rometta 81: “E’ il ritrovo di elementi discutibili di estrema destra – spiega – in cui si svolgono iniziative di matrice culturale neofascista come quelle dell’associazione culturale Zang tumb tumb (dall’opera del futurista Tommaso Marinetti, n.d.r.)”. Per il vicesindaco leghista di Sassuolo Gian Francesco Menani invece è tutto regolare: “Non risultano presenze legate all’estrema destra e le violenze sono due casi isolati non qualificabili come rissa”. L’associazione Ztt ha assicurato di avere “come obiettivo quello di scuotere dal torpore e dall’indifferenza i cittadini”, anche se lo scorso gennaio organizzò il concerto della band padovana di ispirazione neofascista “La compagnia dell’anello”, previsto all’auditorium comunale intitolato a Pierangelo Bertoli. Solo l’indignazione della famiglia del cantautore indusse a ripiegare nella locale discoteca Area. Neppure un mese dopo, alla vigilia della Giornata della Memoria, i consiglieri provinciali della Lega Nord lanciarono una proposta choc: affiancare alla stele dell’Olocausto nel parco della Resistenza di Modena, per due volte distrutta da ignoti, una lapide in memoria di tutti i caduti della ‘guerra civile del 1943-45’, dunque repubblichini e nazisti compresi. Sviste o scientifici sdoganamenti? A Sassuolo, va sottolineato, il sindaco Luca Caselli (Pdl, area ex An) non ha stretto accordi con gli estremisti per strappare il Comune a Graziano Pattuzzi del Pd: centoquaranta voti in più di un centrosinistra in crisi d’identità, che inseguendo la destra sul refrain della sicurezza aveva inaugurato la stagione bipartisan degli sgomberi (la nuova Giunta, oltre a non concedere la moschea ai 4mila islamici residenti, ha sfrattato il centro sociale Fassbinder) chiudendo il palazzo del ‘degrado’ di via Circonvallazione. A Pavullo, invece, la candidata sconfitta del Pdl Fiorella Bernardoni non ha esitato a imbarcare Fiamma Tricolore, che vanta numerosi iscritti sull’Appennino. La scorsa primavera il segretario nazionale di Fiamma Tricolore Luca Romagnoli inaugurò la sede di Pavullo per intitolarla a Bruno Rivaroli, segretario del partito fascista nel Ventennio e poi comandante della brigata nera locale alleata dei nazisti. Anche allora l’organizzatore fu Stefano Garzya, il commissario provinciale che sta preparando il convegno del 28 ottobre per ricordare, a Modena, la marcia su Roma. Le preoccupazioni, espresse anche dalle istituzioni locali, riportano all’incontro del leader di Forza Nuova Roberto Fiore lo scorso mese all’hotel Michelangelo di Sassuolo. Gli scontri tra gruppi autonomi di sinistra e partecipanti alla serata non hanno avuto conseguenze grazie all’imponente cordone di polizia. All’interno dell’albergo, dal pulpito di una condanna per banda armata e associazione sovversiva e di una latitanza a Londra terminata con la prescrizione di 11 anni fa, Fiore ha tenuto una conferenza su legalità e anticomunismo: “La presenza dei Carc (acronimo di Comitato per l’appoggio della Resistenza per il Comunismo, ndr) – ha detto – è segno di quanto queste persone siano rimaste indietro di almeno 50 anni. La culla del comunismo, la Russia, si è prepotentemente ribellata a quelle idee e oggi è su posizioni che potremmo definire nostre: sociale, nazionale e cristiana“. Il presidio formato da partiti di sinistra, sindacati e cittadini è rimasto fuori a contestare. Tranne Alessandra Coliva del Popolo Viola, che sfuggita al controllo degli agenti è riuscita a interrompere il comizio: “La carta costituzionale parla di apologia del fascismo – ha ricordato la ragazza con tutto il fiato che aveva in gola – voi qui non potete parlare di camerati”. http://arcadianet.blogspot.it/2012/02/modena-25-febbraio-conferenza-di.html http://pdlmestrinopd.wordpress.com/2011/10/29/signoraggiobancario-cose/ Signoraggio bancario, cos’è? 29 ottobre 2011 alle 20:48 | Pubblicato in Blog ... (tutti gli articoli), Politica Nazionale | 2 commenti Etichette: denaro, interesse, Signoraggio, signoraggio bancario ----------------------------------------------------------------------------------------------------------http://www.fiammatricolore.com/news.php?id=590 Il signoraggio è il Male Assoluto....... 08 luglio 2011 Il signoraggio è il Male Assoluto, ed è uno dei massimi potere del pianeta,che causa guerre e morte,e diventa sempre più forte ogni giorno che passa,e tutti noi ne siamo subdolamente schiavi. La moneta è l'unità di misura del valore come il metro è l'unità di misura della lunghezza. Ogni unità di misura possiede in sé la proprietà della qualità che va a misurare,come il metro possiede la qualità della lunghezza,così la moneta possiede valore. Esistono quindi due tipi di ricchezza: la ricchezza reale (oggetti, manufatti, beni di consumo) e la ricchezza monetaria (la quantità di moneta necessaria per misurare la ricchezza reale). Facciamo un esempio: se oggi nel mondo esistono beni reali pari ad un miliardo di euro,nel mondo dovrà anche esistere un miliardo di euro in moneta. (NB: non un miliardo e cento milioni perché altrimenti la moneta si svaluterebbe e neanche novecento milioni altrimenti verrebbero a mancare dei soldi per comprare dei beni che inevitabilmente rimarrebbero invenduti). Per creare la ricchezza reale occorre lavorare mentre per creare la ricchezza monetaria non occorre nessuna forma di lavoro. Per creare la ricchezza monetaria occorre soltanto che ogni singolo cittadino accetti,per convenzione,di dare valore a dei pezzi di carta colorata. Da queste considerazioni si evince una paradossale ovvietà: mentre la ricchezza reale è proprietà di chi la crea lavorando,la ricchezza monetaria è proprietà di tutti che la creano accettandola. Tornando al nostro esempio,se un miliardo di beni reali è distribuito proporzionalmente tra i lavoratori,un miliardo di euro dev'essere distribuito equamente ad ogni singolo individuo. Attualmente il miliardo di euro viene distribuito ai soli proprietari delle banche centrali i quali lo prestano ai cittadini,"indebitandoli" di ciò che dovrebbe essere loro. Il signoraggio è tecnicamente il lucro che si genera dal creare moneta,ma chi stampa la moneta? la zecca di stato,la banca d'italia penserete voi,ma non è del tutto vero,ecco perchè... La moneta cartacea la stampa una socetà "privata" (e quindi "non pubblica" di proprietà dello stato) che si chiama BANKITALIA,che fà parte della B.C.E. (banca centrale europea),quasi tutte le banche centrali del mondo sono private,e influenzano e controllano intere nazioni,e negando prestiti a quelle stesse nazioni che "non accettano la privatizzazione del settore dell'acqua",e delle socetà pubbliche dello stato di rilevanza economica,come per esempio le poste,energia eletrica,gas,rifiuti urbani ecc. . La regislatura internazionale prevede che siano le banche centrali a stampare moneta cartacea,mentre le monete di metallo le stampa il ministero del tesoro,la zecca di stato. La banca privata crea il denaro dal nulla,stampa ed emette il denaro ma,"non lo dà",ma lo "presta" agli stati con un tasso d'interesse,e ciò contribuisce ad aumentare (senza che possa mai scendere) il "debito publico" dei paesi che non hanno più la sovranità monetaria,e noi italiani non c'è l'abbiamo più,a differenza di paesi come nel sud america,emirati arabi e paesi di prevalenza islamici,e orientali,che possiedono ancora vantare la sovranità monetaria. Il valore nominale,cioè quello dato alla moneta,non corrisponde al valore reale della banconota,in realtà una banconota non corrisponde neanche più al valore dei possedimenti dello stato come succedeva in passato,perchè viene creata dal nulla ed emessa a debito. Fino al 15 agosto 1971,la riserva monetaria esisteva ancora,e si poteva convertire la lira in oro,e in un passato ormai remoto,la moneta era in oro,o metalli comunque preziosi,che corrispondevano ai reali possedimenti materiali di uno stato e quindi era coniata ed emessa dallo stato,non come ora dal nulla,perciò essendo publica,era moneta proprietà. Ora la moneta si converte solo in dollari,come unità di scambio. Come funziona la truffa? La banca centrale in parole semplici cosa fà,stampa un pezzo di carta a costo tipografico,cioè di pochi centesimi(30centesimi€),e lo "presta" a debito al valore nominale creato ( 5€,10€,20€,50€,100€,200€,500€) allo stato,che ne deve poi restituire alla banca centrale, il valore nominale più gl' interessi, da un costo di partenza di pochi centesimi!!! La differenza se la mette in tasca la banca centrale,causando così il debito pubblico. Esempio: la banca crea e stampa una banconota da 100€,ad un costo di "30cent€"al pezzo singolo,e presta la banconota da 100€ con interesse del 3% allo stato. Lo stato dovrà restituire alla banca centrale 103,30€ al pezzo!!! Ora fate lo stesso ragionamento con una banconota da 500€,lo stato ne dovra restituire 515,30€ ,da un costo di partenza tipografico di 0,30€ circa. La soluzione sarebbe che la banca centrale,essendo sostanzialmente una tipografia privata,deve essere pagata al "prezzo di tipografia",non al prezzo nominale della moneta emessa. Lo stato dovrebbe stamparsi le banconote da solo,come fa con le monete metalliche,per nostra fortuna. Dobbiamo avere il coraggio, come Popolo, come Nazione, di chiedere un risarcimento alla banca centrale, pari all'ammontare dell'intero debito pubblico attuale,1'900.000.000€ di cui è la maggiore responsabile insieme ai nostri politici. E' dunque un dovere sociale combattere il Signoraggio Bancario e tutti i suoi complici, dagli USA, al Sionismo e ai banchieri. Gianluca Adduci ViceSegretario del Movimento Sociale - Fiamma Tricolore di Pavullo e del Frignano. -----------------------------------------------------------------------------------------------------http://www.forzanuova.org/appuntamenti-eventi/conferenza-la-moneta-di-satana Conferenza " la moneta di Satana" Inviato da Redazione.FN il Mar, 21/02/2012 - 21:06 Sezione di Riferimento: Puglia Data: Sabato, 3 Marzo, 2012 - 20:59 Continua l'opera di contro-informazione della federazione provinciale leccese di Forza Nuova sul tema del Signoraggio bancario, della sovranità monetaria e della moneta di popolo. Dopo il breve saluto del responsabile cittadino di Forza Nuova Roberto Olimpio, verrà presentato il libro di Cosimo Massaro "La moneta di Satana", questa volta a Taviano. Tutti gli uomini liberi sono invitati a partecipare. Per Informazioni: [email protected] Luogo: Palazzo Marchesale Taviano, Lecce Italia http://www.casapounditaliataa.it/2011/10/casapound-per-lanazionalizzazione-delle-banche-2/ CasaPound Italia Trentino CasaPound per la nazionalizzazione delle banche #2 By casapounditaliataa ⋅ 31 ottobre 2011 ⋅ Email This Post ⋅ Print This Post ⋅ Post a comment Filed Under Alessandro Marocchi, Andrea Bonazza, banche, nazionalizzazione, Trento • CasaPound per la nazionalizzazione delle banche in occasione del summit finanziario italo-tedesco Trento, 31 ottobre – Questa notte, davanti al Palazzo della Provincia e a fianco dell’edificio che ospita il fondo comune delle casse rurali trentine, i militanti dell’associazione CasaPound Italia hanno esposto uno striscione recante la scritta: ‘Islanda esempio – Nazionalizziamo le banche’. Nei giorni scorsi si è infatti svolto a Bolzano il summit economico-finanziario tra vari Ministri, politici ed industriali di Italia e Germania, ed anche in quella occasione CasaPound ha manifestato con un presidio per la nazionalizzazione delle banche. “Auspichiamo che l’Italia e tutti i Paesi d’Europa, seguano il coraggioso esempio dell’Islanda, che quest’anno, per ovviare alla crisi finanziaria che attanaglia gli Stati membri dell’UE, si è liberata dalla dittatura del sistema bancario, tornando padrona della propria moneta”. Questo è quanto affermano Andrea Bonazza e Alessandro Marocchi, rispettivamente coordinatore regionale e responsabile provinciale di CasaPound. “Già il Ministro Tremonti ha più volte espresso la propria preoccupazione riguardo il signoraggio bancario e le allarmanti conseguenze che ne derivano. Basti prendere come monito la Grecia e gli avvenimenti ad essa connessi che, a macchia d’olio, si stanno espandendo in tutto il continente – concludono i due responsabili – Nazionalizzando le banche crediamo che lo Stato riacquisti il giusto controllo della propria economia, avendo a disposizione maggior libertà nella gestione delle proprie risorse”. Ufficio Stampa CasaPound Italia Riva 342/3151297 [email protected] www.casapounditalia.org http://www.leganordabruzzo.info/articoli/prima-pagina/110-la-finanzainternazionale-il-signoraggio-e-la-rovina-dei-popoli-europei.html La finanza internazionale, il signoraggio e la rovina dei popoli europei Venerdì 11 Novembre 2011 10:15 | Share Tratto da " Il quotidiano della Calabria.it", autore Giovanni Potente (dibattito). Forse, non si è compreso bene, ed il sottoscritto cercherà di farlo comprendere con questa breve nota, che non vi saranno mai sufficienti manovre economiche (la terza in Italia in 4 mesi) degli stati nazionali europei per il famelico moderno Minotauro chiamato Europa (UE). C’è un dilettantistico approccio della politica ai temi che riguardano la vita e la dignità di milioni di lavoratori e delle loro famiglie. Nel nostro paese, invece di mettere in discussione i principi del meccanismo finanziario che ci sta portando alla rovina, si da credito alla BCE ed alle sue insensate richieste (lettera al nostro governo di Agosto). Dal Presidente Napolitano ci viene chiesto di suicidarci ed anche in fretta. Il governo Europeo e la BCE, sotto la sapiente regia delle banche e della finanza internazionale e con i suoi campioni Merkel e Sarkozy . dopo aver strangolato la Grecia, che ormai non è in grado di pagare neanche gli stipendi ai dipendenti pubblici, stanno continuando il ricatto all’Italia e costringendo alla povertà milioni di lavoratori e cittadini di tutto il vecchio continente. Non si vuol sapere ( si tace) che dall’instabilità dei mercati la finanza internazionale trae profitto. E non si vuol capire che c’è un nodo gordiano da sciogliere, cioè il Signoraggio della moneta. Il signoraggio monetario è il più determinante dei fattori, quello meno noto, meno pubblicizzato, meno studiato, meno all’attenzione degli analisti. Le maggiori banche centrali (Federal Reserve e Banca d’Italia) non sono, come molti erroneamente credono, “ Banche di Stato”, ma, cartelli di banche private. Nel corso di un processo storico iniziato con la creazione della banca di Inghilterra nel 1694, a questi consorzi privati è stata trasferita quella che era la prerogativa essenziale dei vecchi Stati Nazionali: il potere sovrano di emettere denaro (battere moneta) e prestarlo. E’ il fenomeno più importante e rivoluzionario dell’era moderna. Grazie a d esso, oggi questi cartelli privati (chiamate erroneamente banche centrali) accumulano profitti immensi, fuori controllo ed esentasse: prima tramite il signoraggio, poi con gli interessi sui prestiti agli Stati ed alle altre banche. IL SIGNORAGGIO E’ IL PROFITTO DATO DALLA DIFFERENZA TRA IL COSTO DI PRODUZIONE DEL DENARO (CARTA STAMPA ECC.) ED IL VALORE NOMINALE DELLE BANCONOTE. Una banconota da 500 euro, costata pochi centesimi, assume appunto valore di …500 euro, e lo assume per convenzione. Da quando è stata abolita la convertibilità del denaro in oro, gold echange, le Banche Centrali possono emettere denaro praticamente all’infinito, senza dover disporre di corrispondenti riserve auree. E solo il 10% dei soldi è in banconote o monete , il resto è virtuale: cifre in archivi informatici, prive di costo di produzione. Così la Banca d’Italia ( i cui soci principali sono Intesa Sanpaolo e Capitalia) presta allo Stato italiano denaro virtuale, creato dal nulla premendo un tasto su un pc. Certo, in cambio ottiene titoli di Stato (bot e cct) altrettanto virtuali (ovviamente per un valore superiore al prestito). Ma allo Stato restano poi due modi di pagare gli interessi. O richiede nuovi prestiti, il che aumenta il debito pubblico ulteriormente. Oppure privatizza il proprio patrimonio, come un qualunque cittadino insolvente che deve cedere concreti beni immobili (casa, automobile). E’ un circolo vizioso. Nemmeno la più draconiana “manovra finanziaria” ( come l’ultima presentata dal Governo) può sanarlo. Del resto, ancora prima di alienare beni demaniali, lo Stato italiano già ora in cambio di denaro virtuale cede qualcosa di ben concreto: la qualità della nostra vita. Lo fa imponendoci sacrifici reali dal costo sociale elevatissimo: blocco di stipendi ed assunzioni nella Pubblica Amministrazione, riduzione dei servizi, dissoluzione di Scuola,Università e Sanità pubblica. Gli Stati insomma sono ostaggi di cartelli privati. Per “risarcire “ le Banche Centrali” un cittadino americano od europeo è costretto a lavorare in media 4 mesi l’anno, pagando tasse che non diventeranno mai “servizi”.E’ la più ltale forma di “guerra di classe” mai predisposta dall’èlite dominante .E la più subdola, perché inavvertita, di rado trattata dai media. In Europa siamo tutti schiavi delle Banche Centrali e le manovre le pagheranno i ceti deboli. Bankitalia fa solo i propri interessi che confliggono con il “bene pubblico”. Negarlo, ometterlo ed edulcorare la realtà significa fare il gioco delle oligarchie dominanti, accodarsi alla pletora di politici, tecnici e burocrati che assicurano il funzionamento del sistema tra cui tanti scribacchini che lo nascondono all’opinione pubblica. In conclusione, si immagina un mondo in cui i governi nazionali perdono sempre più potere nei confronti dei poteri sovranazionali burocratici e finanziari, ai quali fa da contraltare la democrazia globalizzata delle piazze: vero braccio di ferro tra mercato e popolo che si autoregolamentono sulle rovine della POLITICA. ----------------------------------------------------------------------------------------------http://pdlsilvioberlusconileganord.ico.forumfree.it/?t=56441360 Cavaliereazzurro Inviato il: 27/6/2011, 00:48 Citazione Amministratore Messaggi: 5053 Provenienza: Arcore ( Milano). Ora spiegherò in maniera molto semplice il Signoraggio Bancario, che è il sistema con cui le banche nei paesi occidentali ( Europa, Nord America, Giappone e Austrialia) instaurano un credito inestinguibile per loro contro di noi. 1) Nei paesi occidentali ( Europa, Nord America, Giappone e Australia) le banconote ( 5,10, 20, 50, 100 euro) sono stampate da una Banca Centrale ( per l'Italia la Banca Centrale Italiana) che è una società privata e non pubblica. 2) La Banca Centrale per stampare una banconota da 5, 10, 20, 50, 100 euro spende un costo reale di 0,01 centesimi di euro. 3) Quando però conferisce la banconota allo Stato ( nel nostro caso l'Italia) la Banca acquista un credito verso lo stato pari al valore della banconota! Ad esempio se ha stampato una banconota da 5 euro acquista contro lo stato ( quindi i cittadini dello stato) un credito da 5 euro, avendo speso per produrla 0,01 centesimi. 4) La banconota non è scambiabile con un valore materiale ( ad esempio l'oro) quindi essa ha un potere di acquisto solo perchè noi decidiamo di attribuirglielo ma non ha alcuna copertura in beni. Un tempo invece la banconota corrispondeva ad un bene depositato e custodito nella banca, quindi la banconota ( carta straccia) aveva come contropartita un bene. 5) Il credito che la Banca Centrale contrae contro lo stato è inestinguibile, perchè lo stato dovrà restituire oltre i 5 euro gli interessi, ma non esiste la banconota per coprire gli interessi, quindi se la si richiedesse alla banca centrale, ad esempio altri 5 euro, saremmo comunque costretti a pagare gli interessi anche di questi, chiedento altri 5 euro alla banca centrale, per questo la Banca Centrale ha un credito infinito e noi, cittadini dello stato, un debito infinito. 6) Sappiate che finchè vigerà questo sistema il debito che penderà su di noi e sui nostri figli sarà infinito e questo significa ipotecare le nostre vite e lavorare per pagare debiti virtuali e inestinguibili a strozzini legalizzati. Clicca sul Banner per entrare nel Forum dedicato al PDL e alla Lega Nord! --------------------------------------------------------------------------------------------------------------- http://www.atuttadestra.net/ FIAMMA TRICOLORE, ROMAGNOLI AL CONVEGNO ‘LE ORIGINI DEL SIGNORAGGIO BANCARIO’ Si è svolto il 27 febbraio 2012 il convegno: “LE ORIGINI DEL SIGNORAGGIO BANCARIO” presso la Camera dei Deputati. L’evento è stato organizzato dall’on. Domenico Scilipoti, con la partecipazione di numerosi esperti, e seguito con particolare attenzione dai Mass Media. Luca Romagnoli ha partecipato al convegno con un ottimo intervento, ricordando che nei suoi 5 anni [...] marzo 3, 2012 | Posted in area | Leggi intero » BANCHE: SCILIPOTI, IL SIGNORAGGIO COLOSSALE TRUFFA MA I MEDIA NON NE PARLANO (AGENPARL) - “Il signoraggio bancario è la più colossale truffa che sia mai stata organizzata nella storia. È il mezzo usato da pochi uomini per ottenere un potere supremo: il potere di controllare, governare, intere nazioni. “Così Domenico Scilipoti Segretario Nazionale MRN intervistato oggi sul vero significato del signoraggio bancario “Eppure – prosegue il deputato-probabilmente non [...] marzo 1, 2012 | Posted in economia | Leggi intero » Roma: Partecipazione di Luca Romagnoli al convegno “Le origini del signoraggio bancario” Si è svolto lunedì 27 febbraio 2012 il convegno: “LE ORIGINI DEL SIGNORAGGIO BANCARIO” presso la Camera dei Deputati. L’evento è stato organizzato dall’on. Domenico Scilipoti, con la partecipazione di numerosi esperti, seguito con particolare attenzione dai Mass Media. Luca Romagnoli ha partecipato al convegno con un ottimo intervento, ricordando che nei suoi 5 anni [...] febbraio 29, 2012 | Posted in Locali | Leggi intero » Tommasi tentata da politica: “Mi candido con Scilipoti” Sara Tommasi ritorna a far parlare di sè. Questa volta non c’entrano fidanzati e sesso ma temi più “alti”. La showgirl, in un’intervista al sito Lettera43, confessa la tentazione di candidarsi al Parlamento. L’offerta gliel’ha fatta niente meno che l’onorevole Scilipoti con cui lei, insieme a Alfonso Luigi Marra, ha fondato il Popolo degli Intelligenti. [...] febbraio 28, 2012 | Posted in politica | Leggi intero » RAFFAELE BRUNO: USURA BANCARIA, SIGNORAGGIO E DEBITO PUBBLICO Il nostro Paese è sempre più povero a causa di un debito pubblico in continuo aumento che comporta un’elevata pressione fiscale. Il debito pubblico è un’invenzione costruita da politici e banchieri al fine di arricchire gli azionisti privati della Banca Centrale italiana e quella europea. In passato, le banche che emettevano denaro lo garantivano con [...] febbraio 23, 2012 | Posted in economia | Leggi intero » VERSO UNA DEMOCRAZIA SEMPRE PIU’ IMPALPABILE Se ci tieni ad essere “moderno”. Se ti senti “evoluto” a spiegare TUTTO con l’economia, se ti senti FURBISSIMO a pensare che “dietro ogni cosa c’è un movente economico” ed “il resto è orpello e retorica” DEVI ACCETTARE CHE SIA “NORMALE” CHE IL MONDO INTERO SIA GOVERNATO DAI PIU’ “BRAVI” IN QUESTO SETTORE. DAGLI ECONOMISTI, [...] febbraio 20, 2012 | Posted in attualità | Leggi intero » La Destra Trieste: riforma “Salva-Italia” o “Salva-Banche”? La Destra Trieste ritiene ingiusta e offensiva per un’ intera categoria la scelta del Governo con il decreto “Salva-Italia”, che costringe i pensionati ad accedere a conti correnti bancari o postali per poter fruire delle pensioni superiori a 980 euro. Crediamo sia l’ennesimo regalo dell’esecutivo Monti fatto alle banche, che a breve vedranno aumentare i [...] gennaio 14, 2012 | Posted in area | Leggi intero » STORACE (LA DESTRA) “BANKITALIA TORNI PUBBLICA” “La Merkel si complimenta con Monti, Monti si complimenta con la Merkel. Il risultato e’ che si va ad un accordo europeo che strangola gli stati, ne riduce la sovranità sui bilanci nazionali, costringe i popoli a duri sacrifici. In cambio di cosa? 4 febbraio a Roma, sovranità monetaria anzitutto. Bankitalia torni pubblica, altro che [...] gennaio 13, 2012 | Posted in area | Leggi intero » Popolo banchieri e moneta, i temi del convegno di Forza Nuova Sannio La Cooperativa Giornalistica “Nuove Notizie” e il movimento politico Forza NuovaSannio propongono l’appuntamento “Il Popolo è sovrano anche sulla moneta: No al signoraggio bancario, No al governo dei banchieri”. Il convegno è in programma domani, domenica 18 dicembre, alle ore 17:30 presso la Biblioteca Provinciale in corso Garibaldi. Interverranno: l’onorevole Roberto Fiore, segretario nazionale Forza [...] dicembre 18, 2011 | Posted in area | Leggi intero » A PESARO INIZIATIVA STORACE (LA DESTRA) CONTRO SIGNORAGGIO BANCARIO Si terrà domenica 4 dicembre a partire dalle 16.30 presso la Sala “W. Pierangeli”del Consiglio provinciale di Pesaro e Urbino, il primo appuntamento de La Destra contro il signoraggio bancario. Nella prima data di questa nuova campagna, su iniziativa del segretario regionale delle Marche, Walter Stafoggia, sarà presente il segretario nazionale de La Destra, Francesco [...] -----------------------------------------------------------------------------------------------------http://www.radioesmeralda.it/signoraggio-bancario-un-incontro-de-la-destra/ Signoraggio bancario: un incontro de La Destra Written by Last Updated: marzo 24, 2012 radioesmeralda No Comments Riascolta l’intervista al segretario comunale de la Destra Margherita Campanella e a quello provinciale Federico Sorcinelli, trasmessa sabato 24 ma -------------------------------------------------------------------------------------------------------- http://www.signoraggio.com/signoraggio_dossier_buontempo.html Dossier Signoraggio - Buontempo (di Sandro Pascucci - www.signoraggio.com) Seguiamo le iniziative sul signoraggio del deputato Teodoro Buontempo. 10 AGOSTO 2007 RISERVE AUREE: BUONTEMPO, MANOVRA PER ARRICCHIRE LE BANCHE (ANSA) - ROMA, 9 AGO - "Prodi non puo' vendere l'oro finche' la Banca d'Italia non sara' pubblica": lo afferma Teodoro Buontempo, presidente di La Destra, ricordando come esista una legge che prevede, entro il 2008, il ritorno della Banca d'Italia nella proprieta' pubblica. "La ventilata vendita dell'oro - comportera', se attuata in questo momento, un beneficio minimo per le casse dello Stato che incasserebbe solo la plusvalenza della vendita, il resto del ricavato finirebbe spartito tra le banche italiane che detengono la proprieta' della Banca d'Italia" ha puntualizzato il deputato. "Cio' e' inaccettabile, anche in considerazione del fatto che le banche private sono diventate proprietarie della Banca d'Italia 'contra legem', aggirando a suo tempo la normativa originaria che disponeva la proprieta' pubblica della principale istituzione monetaria del paese". "'Con questa manovra si prospettano benefici, ancora una volta, per i poteri forti e si danneggiano i sacrosanti interessi del Paese, dei cittadini e proprio con l'incredibile scusa di fare il bene di lavoratori e pensionati. A settembre interroghero' a fondo il Governo sulle politiche stravaganti, partigiane e pericolose che vengono fatte - conclude - con i soldi dei cittadini". (ANSA). PH 09-AGO-07 15:57 07 AGOSTO 2007 Dalla segreteria dell'onorevole Teodoro Buontempo: Apc-BANCHE/ BUONTEMPO: CONTINUO LOTTA CONTRO SIGNORAGGIO Impoverisce italiani, gonfia tasche banchieri Roma, 7 ago. (Apcom) - "Voglio rassicurare i cittadini che anche da presidente della 'Destra' continuerò con lo stesso impegno la lotta all'assurdo privilegio del signoraggio che impoverisce tutti gli italiani per gonfiare le tasche di qualche grasso banchiere". Lo ha dichiarato Teodoro Buontempo, presidente della 'Destra'. "Cancellare il signoraggio è un'azione urgente per il bene dell'economia intera ed è una battaglia che non si può definire 'di destra' o 'di sinistra': è una cosa da fare presto e tutti i cittadini subiscono un danno quotidiano dalla situazione vigente, della quale politica ha paura anche solo di parlare per timore di sfidare i poteri forti. Ho portato l'argomento in aula durante la discussione del cd. Bersani due e ho chiesto al governo di impegnarsi contro il signoraggio: ho ricevuto un netto rifiuto; non solo, il comportamento della presidenza Bertinotti ha riconfermato la vergogna della politica ad affrontare questo tema", ha aggiunto. "Eppure l'opinione pubblica - ha sottolineato Buontempo - sta aprendo gli occhi e molti cittadini hanno espresso la loro protesta contro il signoraggio. Il potere giudiziario si è dichiarato incompetente a intromettersi nella politica monetaria, a difendere gli italiani contro un meccanismo che li impoverisce tutti dovrebbe pensare la Banca d'Italia; peccato che la Banca d'Italia sia di proprietà delle banche stesse e quindi il controllato comanda sul controllore". "Credo quindi che sia altrettanto urgente applicare la legge approvata nel 2005 dal centrodestra e far tornare di proprietà pubblica la Banca d'Italia. Solo così la più importante istituzione finanziaria del paese potrà svolgere le sue funzioni di controllo. Sono due battaglie inseparabili - ha concluso il deputato, da poco uscito da Alleanza nazionale e attualmente iscritto al gruppo misto di Montecitorio - annullamento o disattivazione dei danni prodotti dell'assurdo privilegio del signoraggio e ritorno della Banca d'Italia nell'ambito della res publica". Red/Tom http://www.meetup.com/per-il-benecomune/messages/boards/thread/9085225 Signoraggio e complottismo: gli inquietanti legami con l'estrema destra Chiusa a nuove risposte • Pier Paolo Cecchi Postato il 10-mag-2010 19.06 • Link a questa discussione user Causa impegni vari, sono stato assente per un bel po'. 954228 Ritorno con la terza ed ultima puntata della serie inaugurata con 4 "c@zz@bubbole". Cervia, RA Questo è uno degli aspetti più inquietanti del “complottismo” e del Post n.: “signoraggismo”: 637 I legami con l'estrema destra e i vari gruppi neo-fascisti. E' evidente che se uno diffonde una bufala, o è pazzo, o è un incompetente che ha capito fischi per fiaschi, o vuole avere un qualsiasi tipo di ritorno. C'è indubbiamente un ritorno economico (di cui ho già parlato), ma ne esiste anche uno politico. Guarda a caso, molti “opinion leaders” su signoraggio e complotti, nonostante dicano sempre di non essere “nè di destra né di sinistra”, alla fine li trovi sempre candidati con partiti di estrema destra. E infatti è proprio il neo-fascismo a trarre giovamento dal diffondersi di queste panzane, che sembrano proprio cucite addosso al suo impianto ideologico. Tutti sanno che Giacinto Auriti, pioniere del signoraggio in Italia, era di estrema destra. Ma almeno lui lo diceva. Antonio Miclavez, che ha scritto i libri di maggior successo in Italia sempre sul signoraggio, alle ultime elezioni europee è stato candidato con la Fiamma Tricolore. E nonostante ciò, pochi mesi dopo le elezioni era tornato a dirsi “nè di destra né di sinistra” sul suo sito! Ma in realtà, anche questa è una caratteristica di alcuni settori neo-fascisti: Non ritenersi né di destra né di sinistra, perchè si tratta di cose create ad arte con l'intenzione di “dividere la Nazione”. Un altro collega di Miclavez, Marco Saba, è stato candidato nel 2006 sempre con la Fiamma Tricolore (a meno che non sia un caso di omonimia, ma mi sembra poco probabile). Comunque, i suoi rapporti con l'estrema destra sono ampiamente dibattuti ed argomentati in rete. Da segnalare che tra i collaboratori di Saba, presso il sedicente “Centro Studi Monetari” c'è anche Nino Galloni, altro “esperto” di signoraggio. Si segnala infine Giovanni Sandi, che gestisce alcuni siti internet sul tema, candidato con la Destra Sociale sempre alle ultime europee. Per tornare al filone più generalmente “complottista”, balza agli occhi il caso di Maurizio Blondet, giornalista di primo piano in questo filone, da sempre legato alla destra ed all'integralismo cattolico, noto anche per alcune affermazioni xenofobe e anti-semite. Sul sito www.disinformazione.it non ho prove certe, ma fa pensare la straordinaria somiglianza con le tesi ed il linguaggio della solita “famiglia” politica, e comunque non di rado vengono riportati documenti di siti internet di area integralista cattolica ed estrema destra. A ben pensarci, comunque, non ci sarebbe nulla di così strano: Il fatto di vedere ovunque “forze occulte e sataniche” che complottano per distruggere la fede e il popolo è sempre stato un elemento caratteristico dell'integralismo cattolico degli ultimi decenni. Le venature anti-americane, anti-globalizzazione ed anti-semite, d'altro canto, sono una bella strizzata d'occhio al neo-fascismo. Tra l'altro, una strategia molto in voga tra i neo-fascisti (e praticata sin dagli anni '70) è proprio quella di infiltrarsi nei gruppi di sinistra radicale o comunque di movimento, protesta e alternativa (come sono i no global o i meetup vicini a Grillo) per fare proseliti o addirittura stringere improbabili alleanze. Le patacche su signoraggio, scie chimiche, NWO e quant'altro sono solo un'altra puntata della commedia. Spero che non ci caschi altra gente. Modificato da Pier Paolo Cecchi il 11-mag-2010 15.15 http://it.wikipedia.org/wiki/Signoraggio Signoraggio Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Signoraggio (disambigua). Il signoraggio è l'insieme dei redditi derivanti dall'emissione di moneta[1][2][3]. Il premio Nobel Paul R. Krugman, nel testo di economia internazionale scritto con Maurice Obstfeld, lo definisce come il flusso di «risorse reali che un governo guadagna quando stampa moneta che spende in beni e servizi»[4][5]. Il termine deriva dal provenzale senhoratge, derivazione di senhor, che in italiano significa signore. Nel Medio Evo, infatti, i signori feudali di tutta Europa cercarono di rendersi indipendenti dai sovrani attribuendosi il diritto di battere moneta e la titolarità dei relativi redditi[6][7]. Il signoraggio nella teoria economica [modifica] In macroeconomia per signoraggio si intendono i redditi che un governo ottiene grazie alla possibilità di creare base monetaria in condizioni di monopolio[8]. Negli stati moderni, solitamente, la banca centrale stampa le banconote mentre il governo (ad esempio tramite una zecca) conia le monete metalliche, ed entrambi hanno un reddito da signoraggio. In economia il signoraggio è innanzitutto una delle fonti con cui un governo finanzia la propria spesa pubblica eccedente rispetto alla raccolta di tributi. Lo stesso termine signoraggio nella letteratura economica è quasi sempre riferito ai vantaggi del governo[9]. Nei paesi a bassa inflazione conta per circa lo 0,5% del prodotto nazionale lordo mentre nei paesi ad alta inflazione tale valore è molto maggiore[10][11]. Nei casi estremi di iperinflazione il signoraggio è virtualmente l'unica fonte di finanziamento del governo[12] [13]. Il ricorso al signoraggio da parte del governo è generalmente associato ad un'elevata instabilità politica, dovuta sovente ad un sistema politico altamente polarizzato[14][15]. Spesso avviene in concomitanza con la necessità di finanziare i costi di guerre, oppure in casi di shock esogeni che siano causa di un crollo dei prezzi di esportazione o anche solo nei casi in cui il governo non riesca a fronteggiare adeguatamente l'evasione fiscale. In tutti questi casi, i risparmiatori tenderanno a diffidare delle capacità del governo di onorare i propri debiti e si rifiuteranno di sottoscriverne le obbligazioni[16]. Nel caso in cui il potere di stampare moneta sia assegnato dal governo e questo lo usi per finanziare la spesa, il signoraggio corrisponde al rapporto tra il valore nominale della nuova base monetaria emessa in un certo intervallo temporale e l'indice generale dei prezzi (al netto dei trascurabili costi di produzione)[17]. I tentativi da parte del governo di finanziare il deficit pubblico aumentando le entrate da signoraggio possono essere causa di iperinflazione[18][19][20] e gran parte dei casi storici di elevata inflazione e di iperinflazione sono effettivamente dovuti alla necessità da parte del governo di finanziarsi attraverso il signoraggio[21][22]. Il caso storico più eclatante e più studiato dalla teoria economica in cui l'abuso di ricorso al signoraggio da parte del governo ha causato una drammatica spirale iperinflattiva è la Germania (Repubblica di Weimar) del 1922-1923[23] [24]: il conseguente collasso economico fu il preludio dell'ascesa al potere del Nazismo e di Adolf Hitler[25][26][27]. Nella prefazione al classico testo di Costantino Bresciani-Turroni sulle vicende del marco tedesco, Lionel Robbins osserva che «il deprezzamento del marco avvenuto tra il 1914 e il 1923 […] ha distrutto la ricchezza degli elementi più solidi della società tedesca: e si è lasciato dietro uno squilibrio morale ed economico, atto a preparare il terreno per i disastri che sono seguiti. Hitler è il figlioccio dell'inflazione»[28]. Krugman osserva che l'elevato ricorso al signoraggio è una caratteristica particolarmente frequente nei paesi in via di sviluppo. Nonostante i tentativi da parte di questi paesi di riformare le proprie istituzioni nella direzione dei paesi maggiormente industrializzati, tale processo rimane spesso incompiuto: alla maggiore statalizzazione di queste economie non corrisponde un'adeguata capacità di riscuotere le imposte per finanziare la spesa. Anche in questi casi il ricorso al signoraggio è associato ad elevata inflazione o iperinflazione[29]. Secondo Rudi Dornbusch (1987), le iperinflazioni sono gli esperimenti di laboratorio dell'economia monetaria: in presenza di questi tassi di inflazione, il collegamento tra moneta e prezzi è assolutamente fuori discussione e aldilà di qualsiasi controversia[30]. In virtù della stretta associazione tra signoraggio ed inflazione - per cui a maggior signoraggio corrisponde, più che proporzionalmente[31], maggiore inflazione - il signoraggio è detto anche "tassa da inflazione" (in inglese "inflation tax"): è infatti a tutti gli effetti una tassa che gli operatori economici pagano al governo nella forma di un forzato minor potere d'acquisto della moneta detenuta nei propri portafogli[32][33][34][35]. La creazione di una banca centrale indipendente dal governo - cioè tale per cui il governo non abbia il potere di imporre alcuna misura di politica monetaria - è stata spesso una decisione fondamentale per stabilizzare un'economia colpita da iperinflazione[36]. Nel caso in cui il potere di stampare moneta sia assegnato alla banca centrale, il signoraggio riscosso da questa si definisce come il prodotto tra tasso d'interesse nominale e valore nominale della base monetaria in circolazione, diviso per l'indice generale dei prezzi (al netto dei trascurabili costi di produzione). Tale somma viene normalmente percepita dal governo sotto forma di imposte. … … … … Teorie del complotto sul signoraggio [modifica] Per approfondire, vedi la voce Teorie del complotto sul signoraggio. Il signoraggio è oggetto dell'elaborazione di varie teorie del complotto, diffuse attraverso libri, blog e siti web. Esse sostengono che il signoraggio sarebbe riscosso dalle banche centrali e non dal governo e che l'emissione di moneta da parte delle banche centrali sarebbe svolta per favorire banchieri e poteri forti a discapito dei cittadini[89]. Secondo alcune di queste tesi, il governo dovrebbe abbattere il debito pubblico con l'emissione sovrana di moneta, mentre - abbiamo visto - una simile ipotesi trascinerebbe il sistema economico in una drammatica spirale iperinflazionistica, portandolo in breve al collasso. Tali tesi, propagandate da autori privi di qualsiasi autorevolezza scientifica[89], non hanno quindi alcun fondamento e trovano smentita in qualsiasi manuale divulgativo o specialistico di economia, tanto da poter definire tali teorie una bufala. 89.^ a b Diversi soggetti, sul web, si sono occupati di smentire tali teorie usando un linguaggio semplice e comprensibile. Si vedano ad esempio La bufala del signoraggio [http://giornalettismo.ilcannocchiale.it/post/1668680.html], Sito sulle frottole sul signoraggio [http://www.frottolesignoraggio.info/], Ancora sul nonsenso signoraggista [http://phastidio.net/2009/03/22/ancora-sul-nonsensosignoraggista/], Signoraggio tra mito e realtà [http://epistemes.org/2007/12/27/signoraggio-tra-mito-e-realta/] http://presenze-aliene.blogspot.it/2011/05/il-signoraggio-bancario.html Presenze Aliene Blog dedicato alla ricerca sulle presenze aliene giovedì 19 maggio 2011 IL SIGNORAGGIO BANCARIO Il signoraggio bancario, è il più potente e perverso strumento di manipolazione di massa, escogitato con l’intento di imporre alla popolazione, la più totale schiavitù mediante la dipendenza da denaro. Datemi la possibilità di emettere la moneta di un paese e, non m’importerà chi farà le sue leggi” “ Così affermò Nathan Rothschild, capostipite della nota famiglia ebrea/sionista/talmudista che monopolizza il sistema bancario mondiale e, così fu!.. La massa, si schiavizza mediante molti strumenti: la forza militare, la credulità religiosa o di altro genere, l’informazione, il denaro. Henry Ford affermo: " E' un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario perché, se accadesse, credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina." COSA E’ IL SIGNORAGGIO BANCARIO Il signoraggio bancario, è la concessione in privilegio al sistema bancario privato da parte di uno stato o più insieme di stati, del diritto di gestire il denaro pubblico a proprio TOTALE TORNACONTO. E’ insomma la privatizzazione della gestione del denaro. Il marcio, non sta nel fatto che vi sia stata privatizzazione; sta nel fatto che questa privatizzazione è stata concessa ad una mafia che, ovviamente, persegue i suoi interessi!.. e nel fatto, che questa mafia è satanista e pertanto, opera secondo logiche demenziali rispetto alla moralità della massa. Come se tutto questo non bastasse, occorre evidenziare come all’atto della concessione del privilegio, lo stato consegna oggettivamente alla banca, l’equivalente in oro del valore della moneta emessa nonché, di tutti i diritti derivanti dalla gestione. Vediamo cosa significa “TOTALE TORNACONTO”, riferendoci per semplicità, esclusivamente all’Italia: Lo stato italiano ha necessità che sul suo territorio circoli denaro quindi, decide di crearlo stampando banconote o coniando moneta. Il denaro quindi è dello stato e per conseguenza dei cittadini. Il denaro, sul territorio, deve però essere gestito e, questo compito, viene assegnato al sistema bancario presente sul territorio. Compaiono quindi il Banco di Roma , di Napoli, il S.Paolo, la Banca d’Italia ecc.. e, i comuni cittadini pensano: “Se si chiama Banca d’Italia, significa che è di proprietà dello stato..”. No, non è di proprietà dello stato. La banca d’Italia e tutte le altre banche presenti, sono private pertanto, vi è stata la privatizzazione della gestione del denaro. Nulla di male, in fondo qualcuno deve pure gestirlo; si tratta solamente di stabilire come. Qui, spunta il bubbone del marcio che dimostra quanto il governo italiano sia mafioso a danno dei cittadini onesti e a loro insaputa. Viene stabilito che la quantità di denaro presente sul territorio, deve avere una copertura equivalente in oro.. nulla di male dice il sempliciotto, l’oro è dello stato e il denaro pure. No, non è così.. qui compare il così detto “signoraggio primario” ovvero lo stato rinuncia al suo diritto, la banca diventa padrona e da ora in poi, si comporterà come titolare avente diritto, e presterà denaro allo stato!.. Lo stato ha totalmente abdicato e rinunciato alla sua autorità!.. Sconcertante!.. da ora in poi la banca creerà denaro dal nulla (numeri che oggettivamente hanno nulla di reale) e lo stato, quindi il popolo, starà prono a 90° aspettando il messia!.. http://www.ariannaeditrice.it/link.php Links I SITI di riferimento della RASSEGNA STAMPA Ci proponiamo, senza periodicità certa, di contribuire ad una informazione culturale e politica indipendente, senza pregiudiziali ideologiche e di schieramento. Uno strumento di servizio che raccoglie articoli e testi disponibili in rete senza vincolo di diritti d'autore espliciti, citando rigorosamente le fonti, con una sensibilità non conformista. Data la notorietà, non sono in elenco le testate giornalistiche cartacee presenti in rete, che sono ovviamente adoperate dalla redazione. Aiutateci, segnalandoci nuovi siti adeguati ad arricchire la vostra informazione. zerorelativo ZR, la prima community italiana di baratto e scambio gratuito (dal 2006) oppostadirezione oltrelacoltre Tutte le grandi verità iniziano sempre con un’idea blasfema (G.B.Shaw) professionalconsumer Il blog vuole assere luogo di organizzazione ed incontro per disputare sul ruolo del consumatore nel consesso civile. il paradigma CONSUMO=LAVORO definisce la cornice del dibattere. La possibiltà di intercettare un reddito da tale lavoro fonda una nuova stagione per il consumatore. La necessità di organizzarci in professional consumer per reclamare tale reddito fonda il ruolo; prendendo in carico nel contempo anche la responsabilità che questo nuovo ruolo civile ci impone. malatempora.com Siamo un collettivo,con Angelo Quattrocchi (giornali under e libri di controcultura alle spalle) alla direzione editoriale, Domenico De Simone ([email protected]) per la controeconomia, Maya al Web, Stefano Marsiglia capocollana delle: Calcinculo e FactFiction. In segreteria di redazione Marta e Chiara. Evitiamo ruoli e schemi quanto possiamo, in una dimensione artigianale (20 libri all'anno circa) che ci consente rapporti e amicizie di una cultura alternativa vissuta già qui ed ora tra noi. Non abbiamo nè padroni nè padrini, nè pratichiamo linee ideologiche: siamo movimentisti. Ed è per questo che ci troverete poco sui giornali, anche di sinistra. Chi ha interesse per noi segua il sito, il magazine e ci stia vicino. È impresa esaltante, ma difficile, la nostra andreacarancini.blogspot … (nella rassegna stampa vedrete citati sia Opposta Direzione, che Andrea Carancini) … http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php? id_articolo=42772 Banche del settore pubblico: da pecora nera a leader globali di Ellen Brown - 12/03/2012 Fonte: Come Don Chisciotte [scheda fonte] Una volta la pecora nera della finanza, le banche di proprietà del governo possono a rassicurare i risparmiatori sulla sicurezza dei loro risparmi e possono aiutare a mantenere l'attenzione sugli investimenti produttivi in un mondo in cui un'efficace regolamentazione finanziaria rimane più un'aspirazione che una realtà. Centre for Economic Policy Research, VoxEU.org (Gennaio 2010) Il settore bancario pubblico è un concetto relativamente sconosciuto negli Stati Uniti. Solo uno stato il North Dakota - ha una propria banca. Il North Dakota è anche l'unico stato che ha evitato la crisi del credito del 2008 e riesce ad avere tutti gli anni un surplus di bilancio, ma gli scettici attribuiscono questo fatto a una coincidenza o ad altri fattori. La percezione comune è che i burocrati del governo siano pessimi imprenditori. Per determinare se le banche statali siano un attivo o un passivo, dobbiamo guardare oltre. Quando rimuoviamo i nostri paraocchi miopi statunitensi, si scopre che non solo le banche di proprietà pubblica sono abbastanza comuni ma che i paesi con forti settori bancari pubblici hanno di solito economie forti e stabili. Secondo un documento dell'Inter-American Development Bank presentato nel 2005, la percentuale di proprietà statale nel settore bancario a livello globale dalla metà degli anni ’90, è stata di oltre il 40 per cento (1). I paesi BRIC - Brasile, Russia, India e Cina – annoverano quasi tre dei sette miliardi di persone che popolano il pianeta, il 40% della popolazione mondiale. Tutti i BRIC fanno un uso notevole delle banche di proprietà pubblica, che formano circa il 75% delle banche in India, il 69% o più in Cina, il 45% in Brasile e il 60% in Russia. (continua) http://www.altrainformazione.it/wp/la-fonte-delpotere-2/signoraggio-la-linfa-vitale-dei-poteriforti/hitler-imito-il-sistema-monetario-di-lincoln/ HITLER IMITO’ IL SISTEMA MONETARIO DI LINCOLN di Ellen Brown “Non siamo stati così sciocchi da creare una valuta collegata all’oro, di cui non abbiamo disponibilità, ma per ogni marco stampato abbiamo richiesto l’equivalente di un marco in lavoro o in beni prodotti. Ci viene da ridere tutte le volte che i nostri finanzieri nazionali sostengono che il valore della valuta deve essere regolato dall’oro o da beni conservati nei forzieri della banca di stato“. (Adolf Hitler, citato in Hitler’s Monetary System, www.rense.com, che riprende C.C.Veith, Citadels of Chaos, Meador, 1949). Quello di Guernsey (politico del Minnesota, ndr), non fu dunque l’unico governo a risolvere i propri problemi infrastrutturali stampando da solo la propria moneta. Un modello assai più noto si può trovarlo nella Germania uscita dalla Prima Guerra Mondiale. Quando Hitler arrivò al potere, il Paese era completamente, disperatamente, in rovina. Il Trattato di Versailles aveva imposto al popolo tedesco risarcimenti che lo avevano distrutto, con i quali si intendeva rimborsare i costi sostenuti nella partecipazione alla guerra per tutti i Paesi belligeranti. Costi che ammontavano al triplo del valore di tutte le proprietà esistenti nella Germania. La speculazione sul marco tedesco aveva provocato il suo crollo, affrettando l’evento di uno dei fenomeni d’inflazione più rovinosi della modernità. Al suo apice, una carriola piena di banconote, per l’equivalente di 100 miliardi di marchi, non bastava a comprare nemmeno un tozzo di pane. Le casse dello Stato erano vuote ed enormi quantità di case e di fattorie erano state sequestrate dalle banche e dagli speculatori. La gente viveva nelle baracche e moriva di fame. Nulla di simile era mai accaduto in precedenza: la totale distruzione di una moneta nazionale, che aveva spazzato via i risparmi della gente, le loro attività e l’economia in generale. A peggiorare le cose arrivò, alla fine del decennio, la depressione globale. La Germania non poteva far altro che soccombere alla schiavitù del debito e agli strozzini internazionali. O almeno così sembrava. Hitler e i Nazional-Socialisti, che arrivarono al potere nel 1933, si opposero al cartello delle banche internazionali iniziando a stampare la propria moneta. In questo presero esempio da Abraham Lincoln, che aveva finanziato la Guerra Civile Americana con banconote stampate dallo Stato, che venivano chiamate “Greenbacks“. Hitler iniziò il suo programma di credito nazionale elaborando un piano di lavori pubblici. I progetti destinati a essere finanziati comprendevano le infrastrutture contro gli allagamenti, la ristrutturazione di edifici pubblici e case private e la costruzione di nuovi edifici, strade, ponti, canali e strutture portuali. Il costo di tutti questi progetti fu fissato a un miliardo di di unità della valuta nazionale. Un miliardo di biglietti di cambio non inflazionati, chiamati Certificati Lavorativi del Tesoro. Questa moneta stampata dal governo non aveva come riferimento l’oro, ma tutto ciò che possedeva un valore concreto. Essenzialmente si trattava di una ricevuta rilasciata in cambio del lavoro e delle opere che venivano consegnate al governo. Hitler diceva: “Per ogni marco che viene stampato, noi abbiamo richiesto l’equivalente di un marco di lavoro svolto o di beni prodotti“. I lavoratori spendevano poi i certificati in altri beni e servizi, creando lavoro per altre persone. Nell’arco di due anni, il problema della disoccupazione era stato risolto e il Paese si era rimesso in piedi. Possedeva una valuta solida e stabile, niente debito, niente inflazione, in un momento in cui negli Stati Uniti e in altri Paesi occidentali erano ancora senza lavoro e vivevano di assistenza. La Germania riuscì anche a ripristinare i suoi commerci con l’estero, nonostante le banche estere negassero credito e dovesse fronteggiare un boicottaggio economico internazionale. Ci riuscì utilizzando il sistema del baratto: beni e servizi venivano scambiati direttamente con gli altri paesi, aggirando le banche internazionali. Questo sistema di scambio diretto avveniva senza creare debito nè deficit commerciale. L’esperimento economico della Germania lasciò alcuni durevoli monumenti al suo processo, come la famosa Autobahn, la prima rete del mondo di autostrate a larga estensione. [continua] http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php? name=News&file=print&sid=7664 CHEERLEADER DI Data: Mercoledì, Argomento: Economia UN' 17 ECONOMIA novembre @ ALLA 17:10:00 HITLER CST DI GARY NORTH lewrockwell.com Ellen Brown è un avvocato di professione, una Greenbacker per fede (n.d.t. dall'inglese “greenback” riferito alle banconote “dal dorso verde” quindi i dollari) e fan dell'economia di Hitler per coerenza. Non nasconde più di tanto il suo supporto per l'economia nazionalsocialista, come vi dimostrerò. La cosa triste è che: sta ottenendo sempre più consensi ai Tea Party. Il suo libro, The Web Of Debt (2006), è citatissimo nel Web. Ai primi di Ottobre, 2010, google dava quasi 600,000 risultati per “Ellen Brown” e “Web of Debt”. E' tanto. A questo punto si presenta un problema tattico. Per due generazioni, i conservatori sono stati messi a tacere dalla Sinistra con la seguente accusa “Fascisti!”. Adesso Ellen Brown sta rendendo tale accusa plausibile. Ironia della sorte: Ellen Brown è di Sinistra. Non c'è nulla di vagamente vicino al libero mercato o di conservatore in The Web of Debt. E' un appello allo stato assistenziale fondato sul federalismo. Loda il New Deal. Loda John Maynard Keynes. Ha soltanto un'obiezione verso questi programmi: i soldi prestati dai governi per fondarli. Vuole uno stato di assistenza fondato interamente su cartamoneta stampata dal Congresso. In pratica è una conservatrice alla Nancy Pelosi. Come è possibile che le sue idee vengano ascoltate ai Tea Party? É una storia lunga. Provo a riassumerla. I GREENBACKER La Brown è una Greenbacker. E lo dice apertamente. Molte persone non hanno mai sentito parlare dei Greenbacker. Il greenbackerismo è stato un movimento marginale della politica americana fin dagli anni sessanta del milleottocento. Nel 1870 il Greenback è stato il primo partito politico americano a favore di una economia a decreto monetario puro, un sistema cartaceo controllato dal Congresso con una valuta non convertibile in oro o argento. I Greenbacker riconoscono soltanto la cartamoneta. Sono contro ogni forma di gold standard. Sono contro il sistema di riserva frazionario. Sono contro il sistema operativo centrale, a meno che la banca centrale non sia posseduta o controllata al 100% dal Congresso. Facevano parte della Sinistra non-marxista durante il diciannovesimo secolo. Negli anni trenta del millenovecento, si sono separati. Alcuni di loro hanno tentato di entrare a far parte della Destra anti-Rooseveltiana. Gertrude Coogan ne è un esempio. Non era molto nota, ho scritto un libriccino sulla sua economia, pubblicato dal Mises Institute: Gertrude Coogan's Bluff [Il bluff di Gertrude Coogan n.d.t.] (Potete scaricarlo cliccando qui). Altri si unirono alla Sinistra anti-Rooseveltiana. L'esempio più noto fu quello del predicatore radiofonico, Padre Charles Coughlin, che successivamente abbandonò il New Deal perché non lo ritenne sufficientemente vicino allo stato assistenziale. Chiamò il New Deal un “Accordo Ebreo”. E favorì la politica economia di Hitler. In una strana combinazione, nel 1943 il membro del Congresso Jerry Voorhis convinse la Devin-Adair Books a pubblicare il suo lavoro, Out of Debt, Out of Danger. Negli anni del dopoguerra, divenne una delle tre case editrici dei conservatori, assieme alla Caxton e alla Regnery. All'inizio degli anni cinquanta del novecento, i Greenbacker girovagavano nella Destra. Un editore Greenback ottenne il controllo editoriale del The American Mercury, che ai tempi era una rivista per nulla di Destra fondata originariamente da H.L. Mencken. George Lincoln Rockwell fu uno degli scrittori, il quale fondò più tardi il Partito Nazista Americano. Alcune case editrici minori cominciarono a ristampare dei libri degli anni '30, e altri nuovi. (Per una breve bibliografia cliccate qui). Fecero dei piccoli passi verso la Destra convenzionale. Ma trovano appoggio in alcuni gruppi marginali, specialmente in quelli antisemiti che si opponevano alla “Cospirazione Internazionale dei Banchieri Ebrei”. Questa segretezza è cambiato del tutto. Dal 2008 il loro mercato è cresciuto in maniera esponenziale. Due delle ragioni sono Ellen Brown e Ron Paul, entrambi sono contro la Federal Reserve. Il loro dissenso ha funto da pubblicità negativa per la FED (n.d.t. Federal Reserve). Questo ha fatto si che le truppe del Tea Party si radunassero. Una terza ragione è stata la crisi economica dell'autunno 2008 e gli aiuti Federali per le banche. I Greenbacker stanno cavalcando la crescente onda che si oppone al sistema della Federal Reserve. Ecco il problema strategico: il movimento del Tea Party è pieno di persone che non capiscono niente di economia. Non sanno distinguere il dissenso di Ron Paul per la FED, basato sul gold standard, dal dissenso di Ellen Brown, basato sullo standard del decreto monetario. Sono intellettualmente indifesi. [continua] http://ilsignoraggio.blogspot.it/2005/02/nuovo-ordine-mondiale.html NUOVO ORDINE MONDIALE E' "EBREO" IL NUOVO ORDINE MONDIALE ? Postato il Mercoledì, 23 febbraio @ 23:00:00 CST di Truman DI HENRY MAKOW Iniziamo con dare una definizione di “Nuovo ordine mondiale.” Lo scopo del Nuovo ordine mondiale è il desiderio dei grandi banchieri del mondo di tradurre il loro ampio potere economico in istituzioni globali permanenti per il controllo politico e sociale. Il loro potere è basato sul loro monopolio sul credito. Usano l'accreditamento del governo per stampare i soldi e richiedono al contribuente di pagare miliardi per il loro interesse. Le banche centrali come la Federal Reserve fingono di essere istituzioni di governo. Non lo sono. Sono possedute privatamente da forse 300 famiglie. È significativo notare che la maggior parte di queste famiglie è ebrea, sebbene quanto significativo non sono ancora sicuro. Comunque, se fossero Luterani o Zulu, certamente le nostre obiezioni sarebbero le stesse. Sono un ebreo non-osservante che crede che questa situazione sia egualmente mortale per l’umanità e gli ebrei. Abbiamo già visto le tragiche conseguenze di essa durante la Seconda guerra mondiale. L’inventore americano Thomas Edison descrisse nel modo seguente questa frode colossale, che il Nuovo Ordine Mondiale ha intenzione di perpetuare: “È assurdo dire che il nostro paese può emettere titoli di credito e non può produrre valuta. Entrambe sono promesse di pagamento, ma una ingrassa l’usuraio e l'altra aiuta la gente.” [continua] http://www.mednat.org/finanza/signoraggio.htm come curiosità: in questo link si vede che anche Ruby Karima occuparsi di signoraggio http://digilander.libero.it/jhwhinri/ Ti prego Signore, fa che tutti gli uomini si amino come fratelli Tu che ci hai lasciato nella libertà per compiere il bene, abbi pietà di noi: mi chiamo Calvo Diodato e questa è una intervista al teologo prof. Lorenzo Scarola, ho deciso di presentarvi questa persona perché credo che inevitabilmente la storia del genere umano dovrà confrontarsi con i suoi ideali e le sue utopie, che in realtà sono un progetto politico molto concreto. Domanda professore, come brevemente ci può parlare di se? Risposta sono un ex agricoltore di colture biologiche, che ha lasciato la sua azienda poiché è stato costituito dal Signore sia ministro del Vangelo che patriota, sono giunto a un forte taglio razionale come la conseguenza di una crecita interiore, per questo quasi tutto riesco a dimostrare razionalmente. Così dimostro con semplicità la dimensione dello spirito perché sia il soprannaturale(sempre negativo) che il divino(sempre positivo) sono parte del nostro quotidiano, piuttosto il nostro problema sarebbe quello di non possedere le categorie dell'interpretazione di questi fenomeni. Consideriamo per esempio le dinamiche dell'ottimismo, del pessimismo e della superstizione e chi può dubitare di queste realtà? Esse incidono in maniera fin troppo evidente. Allora, l'atteggiamento del credere, non solo è un atto inevitabile, ma è il segreto del fallimento o del successo di una esistenza. Domanda professore, Lorenzo Scarola lei è l'unica persona al mondo, ad essere convincente quando partendo dal dato tecnico del signoraggio bancario che concentra una ricchezza incalcolabile nelle mani di pochi, poi ne sviluppa tutte le conseguenze, nessuno come lei riesce a dare significato profondo a quei dati che pur sono in nostro possesso, ma di cui noi non possiamo avere la giusta chiave di lettura poiché le nostre fonti di informazione sono fonti manipolate. Risposta come molti docenti ho il dono di essere un facilitatore dell'apprendimento, e come francescano ho il dono della semplicità, per vivere la povertà mi sono impoverito di tutti quei termini non facilmente comprensibili, in mio obiettivo di sempre è stato quello di rendere facili e accessibili a tutti le cose difficili. Come diceva, se i ¾ (tre quarti) della ricchezza del mondo sono nelle mani di pochi, allora è evidente che una ricchezza materialmente inspendile è nelle loro mali solo per tramare ai danni di tutto il genere umano. Questa è la incredibile verità, la unica conclusione logica, sono già 500 anni che abbiamo solo intrighi internazionali di banchieri ebrei marrani, opera dell'unico monopolio finanziario, dell'unica fonte di finanziamento. Domanda questo monopolio assoluto della fonte di ogni finanziamento anche un bambino capisce che è una realtà criminale e micidiale contro tutto il genere umano, come mai nessuno se ne accorge? Risposta non è stato dato a molti il diritto di poter pensare, perché a tutt'oggi questo diabolico sistema del “signoraggio” non è conosciuto neanche nella sua esistenza terminologica. Inoltre, i pochi che conoscono questa realtà non si trovano più ai tempi di Mazzini e di Garibaldi quando per la Patria, per la Fede o per l'Ideale si era disposti anche al supremo sacrificio della vita. I nostri contemporanei sono così deprivati e abbrutiti sul piano morale da essere ridotti ormai a vivere istintivamente o egoisticamente, questa demenziale insensibilità continuamente alimentata dal Net Work è ulteriormente decurtata dalla menzogna del teatrino della politica che millanta l'esercizio di un potere che non ha e della religione impantanata nella Curia Romana e allora l'uomo si allontana sempre più da Dio che in realtà è la sua unica speranza. Ora, tutti i vari mali: materialismo, modernismo, evoluzionismo, maxismo, edonismo, burocrazia, precarietà, immoralità, relativismo, anarchia, religiosità, criminalità, alienazione, evasione, corruzione, inquinamento, disoccupazione, ecc... messi insieme rappresentano un macigno invalicabile, una potenza devastante di deprivazione e depravazione, tutti aspetti che messi insieme compromettono la nostra capacità di intendere di volere e la nostra autonomia. Domanda Ma proprio questa, caro professore Lorenzo Scarola è la sua unicità! Lei è l'unico che è riuscito con precicione a comprendere ogni connessione di questo apparato del signoraggio fino alle sue estreme conseguenze del Nuovo Ordine Mondiale perseguito da costoro, lei è l'unico che è riuscito a chiudere il cerchio e con il suo discernimento ha dimostrato come il satanismo è parte fondamentale di questo sistema occulto del signoraggio. Veramente questa sua qualità è insolita quanto sorprendente, come la sua capacità di sintesi e di espressione che io le invidio. Certo, io Diodato Calvo, come del resto ogni ulizzatore della rete, abbiamo trovato frammmenti di verità nella controinformazione e nella informazione, parti di autenticità un po dappertutto, ma un sistema veramente globale e integrale di come funzioni il nostro pianeta e dei suoi dinamismi occulti non lo abbiamo trovato mai! Risposta Proprio questa lucida conclusione perché l'unica ipotesi plausibile è la nostra dolorosa consapevolezza, sappiamo ora quelli che sono i meccanismi occulti del nostro pianeta. Ora comprendiamo perché non sia impossibile anche per il miglior politico di poter risolgere i tanti problemi che ci affliggono e di come l'unica soluzione possibile è abbattere questo monopolio finanziario e massonico del sistema del signoraggio. Solo così potremo concretizzare una soluzione ai tanti mali che ci affliggono e che nessuno sa come affrontare, altresì è anche indispensabile un nuovo progetto culturale basato sulla metafisica umanistica e personalistica di Maritain e questo per una società sia etica che laica. Si tratta di una sapienza millenaria che pensatori dalla cattiva coscienza e dalla cattiva condotta hanno deliberatamete distorto ed archiviato. Domanda Bene, ci dica di più su questa logica razionale e metafisica ricomprese in quella realtà globale che certamente non hanno un precedente. Risposta sia nel metodo che nella applicazione politica, questa metafisica universale e umanistica non può trovare alcuna contestazione, perché si impone per la sua semplicità e per la sua bontà, infatti nessuno può obiettare sul principio di verità che equivale a: “non mentire” e sul principio di giustia che equivale a: “non fare ad altri il male che non si vuol ricevere”, pertanto questo sistema morale è l'unico adatto a risolvere spiritualmente, moralmente ed economicamente tutti i mali che affliggono il genere umano, e che io chiamo: “la meravigliosa famiglia del genere umano!”. Questa metafisica non interagisce negativamente con le culture, con le religioni e con le forme di governo pertanto è l'unica dimensione in cui un uomo non è costretto a temere un'altro uomo, al di fuori di questo progetto metafisico dobbiamo riconoscere che ha ragione Sartre quando dice: “l'inferno sono gli altri!” Domanda ritengo un vero privilegio poter interloquire con lei, caro Prof. Scarola Lorenzo, ma poichè il signoragio bancario non è una opinione ma un dato di matematica finanziaria, che dimostra implacabilmente come pochissimi banchieri ebrei, che lei definisce giudei marrani, dispongono delle ricchezze del mondo, io voglio sapere, questi figurano in qualche pubblico elenco, possiamo conoscere i loro nomi? Risposta Questa terribile, quanto invisibile nomenclatura di dei nel loro invisibile olimpo, hanno costruito pazientemente il loro potere da 500 anni con tutte le istituzioni e le leggi che hanno voluto, la loro rete invisibile è stata tessuta per generazioni, con molta calma e lungimiranza. Bene questi dei invisibili, i cui nomi sono di pubblico dominio, si servono di pretanome anche ai più alti livelli del mondo finanziario e politico e di fatto dimostrano di essere i veri padroni e i veri gestori del mondo, e da dietro le quinte, con un inverosimile potere finanziario, mediatico e istituzionale e militare, sono di fatto i veri registi della storia come ebbe a dire di loro Dante Alighieri nel V canto dell'Inferno: “uomini siate e non pecore matte, che di tra voi il giudeo non rida!“. L'ambizione di questi giudei marrani, si fermerà solo quanto avranno inglobato la Cina e quando avranno spento il senso di Dio e della dignità dell'uomo in modo completo, l'umanità si sta quindi preparando alla pagina più oscura ed aghiacciante della sua storia e senza neanche accorgersene. Domanda cosa intende quando parla di matematica finanziaria? Risposta Ritornando alla concretezza della matematica finaziaria, devo ricordare come il santo scienziato, il prof. dott. Giacinto Auriti dichiarava e dimostrava facilmente, come con il solo sistema del signoraggio bancario questi “illuminati“, detengono il 270% della ricchezza di tutti, ma io partendo da questi calcoli che sono matematimaticamente indiscutibili, mi spingo ad analizzare le nuove frontiere di questa criminalità usorocratica e internazionale fidando unicamente nella protezione del Sangue di Cristo, Agnello Innocente: Gesù di Betlemme. La ricchezza di questi occulti manovratori del mondo ammonta addirittura ai ¾ (tre quarti) della ricchezza complessiva del pianeta, se ai proventi del signoraggio bancario si assommano le partecipazioni ad ogni banca, ad ogni S.p.A., come pure il controllo dei grandi monopoli dell'energia, della chimica, del commercio e della colossale macchina militare e industriale americana e certamente il cinema, l'informazione e le facoltà universitarie. Si comprende allora, la proporzione del loro potere reale, che è una forza a cui nessuno è in grado di opporre resistenza essa tutto umilia e avvilisce e più nulla può il semplice sentimento religioso, perchè essi detengono e controllano lo sviluppo e l'articolazione del pensiero a livello universitario e istituzionale. Forse non è facile accettare e comprendere il fatto che essi sono l'unica fonte di finanziamento da 500 anni e nessuno patrà mai capirre quanto pericolosa e terribile sia questa affermazione. Il potere di questi illuminati giudei marrani, viene esercitato collegialmente, anche se è un potere verticistico che risiede materialmente in un loro capo che abita nelle isole Britanniche, lui il vero padrone del mondo. [continua] http://my.opera.com/jhwhinri/blog/?startidx=20 …. Icke a partire dagli anni novanta propugnò la sua teoria, secondo cui il mondo sarebbe dominato da una ristretta cerchia di "eletti", che chiama "gli illuminati", legati ai Protocolli dei Savi di Sion, un testo antisemita pubblicato in forma di opuscolo nel 1905. Icke ha pubblicato quindici libri esponendo le sue opinioni, che sono in genere considerate un insieme di New Age (malgrado le sue smentite)[3], cospirazionismo politico ed apocalittico, mescolate con quello che molti considerano una visione antisemita. Michael Barkun, nel suo studio del 2003 sulla sottocultura della cospirazione, A Culture of Conspiracy: Apocalyptic Visions in Contemporary America, scrive che Icke è "il più fluente degli autori cospirazionisti, e dà ai suoi scritti una chiarezza raramente trovata in testi del genere." - Il cuore delle idee di Icke è la credenza che il mondo sia sotto il controllo di un governo segreto. Nel 1996, nel suo libro ... and the truth will set you free (La verità vi renderà liberi), affermò che questo governo era finanziato da banchieri e affaristi come i Rothschild e Rockefeller, sebbene in seguito abbia chiarito che considera gli ebrei membri della classe dirigente non "ebrei" ma "lucertole". ...-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- http://italy.indymedia.org/n/5097/19-0312/panorama-dell-estrema-destraeuropea IL PANORAMA DELL’ESTREMA DESTRA EUROPEA Submitted by anonimo on Tue, 20/03/2012 - 00:21 • • • • • approfondimenti/analisi fascismo antifascismo italia Roma IL PANORAMA DELL’ESTREMA DESTRA EUROPEA POPULISMI E DESTRE ESTREME A EST E A OVEST di Saverio Ferrari In Europa Populismo, nazionalismo, estremismo di destra e neonazismo, per quanto continuino a rappresentare fenomeni specifici e distinti, tendono sempre più ad accavallarsi e sovrapporsi, mescolandosi l’uno nell’altro. Lo studioso francese Pierre Milza, docente di storia contemporanea all’Institut d’études politique di Parigi, in un lungo e articolato lavoro di scavo sull’estrema destra di qualche anno fa, ha sostenuto come il «pericolo principale che minaccia le nostre democrazie liberali», sia attualmente rappresentato dalle destre nazionalpopuliste. «Numerosi di loro», ha teso a puntualizzare, riferendosi in particolare ai leader, «vengono da movimenti neofascisti e neonazionalisti del secondo dopoguerra», e mirano «a far entrare nella testa delle popolazioni delle idee già veicolate più di un secolo fa», dalla «criminalizzazione dell’immigrato all’arroccamento sull’identità, declinate etnicamente o culturalmente». Un fenomeno politico - ha concluso «che per ampiezza sorpassa di gran lunga gli occasionali sfondamenti dell’ultradestra dopo il naufragio della coalizione hitleriana» 1 Il panorama, in questi ultimi anni si è ulteriormente aggravato, con un dato: l’onda è cresciuta trasversalmente da Est a Ovest. 2 DENTRO E SUI CONFINI DELL’UNIONE EUROPEA Le ultime elezioni europee, nel giugno 2009, hanno fotografato la forte crescita delle destre populiste e radicali. In Inghilterra il British national party, apertamente fascista, ha raggiunto il 6,2%, eleggendo per la prima volta nella sua storia due deputati; in Olanda, la formazione ferocemente antiislamica di Geert Wilders, il Partito per la libertà (Pvv), ha raggiunto il 17%; in Austria i due gruppi anti-immigrati, il Partito della libertà dell’Austria (Fpo) e l’Alleanza per l’avvenire dell’Austria (Bzo), hanno totalizzato complessivamente più del 17%. In Belgio il Vlaams belang (Interesse fiammingo) ha raggiunto il 10,9%, in Danimarca il Dansk folkeparti (Partito del popolo) il 14,8%, in Grecia i razzisti del Laos (acronimo di Unione popolare ortodossa) il 7,2%, mentre il Francia il Front national di Le Pen si è attestato al 6,3%, per poi schizzare al 10% nelle regionali del 2010. In Svezia, Sverigedemokraterna (Democrazia svedese) è passata dal 3,3% delle europee al 5,7% delle politiche del settembre 2010. Fuori dai confini dell’Unione europea, nella vicina Svizzera, nelle legislative del 2007 il vecchio partito agrario dell’Unione democratica di centro ha raccolto il 28,9%, flettendo solo di qualche punto nel 2011 (25,9%). Un successo analogo a quello raggiunto all’estremo nord del continente, in Norvegia, dal Partito del progresso (Fremskrittspartiet), che nelle elezioni del settembre 2009 è cresciuto di oltre sette punti, fermandosi al 22,1% dei voti. La situazione non migliora guardando a Est. L’ungherese Jobbik 3 (Movimento per un’Ungheria migliore), ultranazionalista, antirom e antisemita, prima ha conquistato il 14,8% nelle elezioni per il Parlamento europeo, poi il 16,7% in quelle politiche, dietro ai conservatori del Fidesz (Alleanza dei giovani democratici-Unione civica ungherese), che hanno eletto con il 52% Viktor Orban, il loro leader, alla guida del governo; in Romania il Partito della grande Romania (che ha in odio gli ungheresi della Transilvania e ambirebbe a inglobare la Moldova) si è fermato all’8,6%; in Bulgaria Ataka (Attacco unione nazionale), ostile alla minoranza turca e contrario all’ingresso nella Nato e nella Ue, all’11,96%; in Slovacchia il Partito nazionale (Sns), che addebita agli ungheresi la responsabilità di una dominazione durata 150 anni, al 5,56%. In un’inchiesta, apparsa nel gennaio 2011 su «Le Monde diplomatique», curata dallo storico e giornalista Dominique Vidal, si faceva rilevare come dal 2009, comprendendo anche le consultazioni elettorali successive alle europee, le formazioni della destra populista e razzista avessero totalizzato più del 10% dei consensi in ben 11 stati: Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Francia, Ungheria, Italia, Lituania, Norvegia, Olanda e Svizzera 2 . IL NEMICO ESTERNO Le situazioni, da paese a paese, sono spesso molto diverse. Diversa anche l’incidenza della crisi economica sulle realtà nazionali. Simile, invece, la scelta da parte dei partiti o movimenti qui citati di scagliarsi, in primo luogo, contro un nemico esterno, di volta in volta identificato nei rom, nei gay, negli ebrei, nei musulmani o negli stranieri in genere. Un’“invasione” contro la quale riscoprire e rilanciare presunti valori patriottici attraverso un acceso nazionalismo o velleità separatiste. Un unico fenomeno con mille sfaccettature. I processi di globalizzazione hanno accompagnato l’ascesa di queste tendenze, già presenti in nuce da alcuni decenni sotto forma di piccole o ininfluenti formazioni politiche. La comparsa in Europa dei primi partiti della destra populista data infatti fin dagli anni Settanta: il Front national di Le Pen in Francia (1972), il Partito del progresso in Norvegia (1973) o il Vlaams blok in Belgio (1978). La loro progressione, prima lenta poi accelerata, è avvenuta in un quadro che è andato rapidamente trasformandosi, segnato da nuovi rapporti economici e finanziari come da profondi cambiamenti tecnologici, con l’introduzione di un’instabilità generale, di insicurezza e paura. Ampi sono stati i settori che si sono ritrovati scoperti di fronte alla nuova realtà sociale. Alcuni mutamenti epocali, come il crollo dell’Unione sovietica, le migrazioni dall’Africa, dall’Asia e dall’Europa orientale, l’11 settembre 2001, le catastrofi ecologiche, hanno a loro volta consentito di far incrociare e legare fra loro sentimenti nazionalistici e razzisti, in un quadro politico europeo segnato dalla crisi dei tradizionali partiti e il manifestarsi di una forte mobilità elettorale calamitata in maniera significativa da chi garantiva, di fronte al caos, soluzioni come la chiusura delle frontiere e la riappropriazione del territorio. In molti paesi a far da collante anche il senso di rabbia per una grandezza venuta meno. Tanti e diversi, in conclusione, i populismi, ma sempre tutti nati in contrapposizione ai governi e alle autorità esistenti. LO SPOSTAMENTO A DESTRA DEI PARTITI CONSERVATORI In questo contesto, a partire dalla metà degli anni Ottanta, si è anche prodotto il progressivo spostamento a destra dei partiti aderenti al Ppe, ovvero al Partito popolare europeo-Federazione dei partiti cristiano democratici, formazione transnazionale nata nel 1976 sulla base del Gruppo democratico cristiano al Parlamento europeo. L’originaria matrice cristiano democratica fu messa in discussione, prima con l’ingresso nel 1983 di Nuova democrazia (Nea demokratia), partito greco ultraconservatore, e qualche anno dopo, nell’aprile 1991, con l’apertura formale del Ppe ai conservatori britannici (Conservative party) e danesi (Konservative folkeparti). Seguì, tra il 1992 e il 1993, l’ingresso dei conservatori svedesi del Moderata samling e dei finlandesi del Kansallinen kokoomus. Già intorno al 1993, il processo di trasformazione del Ppe, poteva dirsi avviato. Nel 1994 avrebbe dovuto entrarvi il partito italiano vincitore delle elezioni politiche in quello stesso anno, cioé Forza Italia. Dopo un iniziale rifiuto da parte del Ppe, a causa degli accordi politici ed elettorali con Alleanza nazionale, dati i trascorsi neofascisti di questo partito, i suoi deputati vennero accolti nel giugno 1998 all’interno del gruppo parlamentare europeo. L’ammissione ufficiale al Ppe si concretizzerà definitivamente nel dicembre 1999, nonostante l’opposizione del Partito popolare italiano e di altre formazioni democristiane (belghe, olandesi, lussemburghesi, irlandesi, greche, catalane e basche), costituitesi in un raggruppamento interno allo stesso Ppe denominato “Gruppo di azione Atene”. Grazie infine alla nascita del Popolo della libertà nel 2009 (partito subito ammesso nel Ppe), a seguito della fusione di Forza Italia e Alleanza nazionale, anche alcune vecchie figure della storia del neofascismo italiano, un tempo appartenute all’Msi e poi ad An, entrarono a far parte della famiglia popolare europea. Il Ppe, il maggior partito rappresentato in ciascuna delle istituzione dell’Unione europea (Commissione, Consiglio e Parlamento), a conclusione di questo percorso si presenta oggi con un assetto fortemente sbilanciato a destra. Si pensi alla presenza al suo interno del Fidesz ungherese, guidato dal premier Viktor Orban, nominato nel 2009 alla vicepresidenza dello stesso Ppe. TRE MODELLI: IL FRONT NATIONAL, LA LEGA NORD E IL PARTITO PER LA LIBERTÀ Il Front national in Francia, La Lega nord in Italia e il Partito per la libertà in Olanda rappresentano oggi tre diverse facce del variegato universo delle destre populiste e radicali europee. Il Front national, una delle maggiori e più longeve formazioni presenti sul continente, si costituì nel 1972 prendendo a proprio esempio il Movimento sociale italiano, adottando addirittura in suo onore lo stesso simbolo (una fiamma tricolore con i colori della bandiera francese al posto di quella italiana). Il suo nucleo fondante, costituito dal gruppo filonazista di Ordre nouveau, si identificò nell’immediato con il primo gruppo dirigente. Ben quattro membri della segreteria su cinque, non a caso, provenivano dal governo collaborazionista di Vichy. Punto di raccolta di tutte le anime più estreme della destra francese, dai tradizionalisti agli integralisti cattolici, dai nostalgici agli antisemiti, il Fn si è sempre caratterizzato per il suo forte nazionalismo. Sfruttando il malcontento indotto dalle profonde trasformazioni della società transalpina, ha costruito le sue fortune elettorali accusando l’immigrazione di tutti i mali, dall’aumento della disoccupazione e della precarietà lavorativa alla crescita della criminalità. Sua la parola d’ordine “Prima i francesi” per l’accesso al lavoro e ai servizi. Da qui anche la difesa dell’identità e dell’indipendenza in campo internazionale, con il rifiuto dell’Unione europea. Il suo massimo risultato fu raggiunto nelle presidenziali del 2002, con il 17,79% dei voti. Nell’occasione, il suo presidente Jean-Marie Le Pen, scavalcando il candidato dei socialisti, arrivò al ballottaggio con Chirac. I toni, con il recente passaggio della leadership del Fronte da JeanMarie Le Pen alla figlia Marine, si sono fatti più moderati, continuando comunque a esprimere posizioni assai nette riguardo l’uscita della Francia dalla Nato e dall’euro. La strategia sembra ora essere rivolta, anche in vista delle presidenziali di aprile, alla conquista di maggiori quote di consenso presso i giovani (dove già nel 2002 il Fn era il primo partito), gli impiegati e gli operai delle periferie. L’iniziativa del Fn si concentra soprattutto nelle zone urbane e nei grandi agglomerati, un tempo terreno delle sinistre, presso le classi medie e il proletariato, attaccando i politicanti, la mondializzazione e gli immigrati, accaparratori di lavoro e responsabili dell’insicurezza e del degrado. Differente in Italia il caso della Lega, il più vecchio partito della cosiddetta seconda Repubblica (oltre venticinque anni di vita a partire dalle origini, quando si chiamava Lega lombarda), da collocare, invece, nel solco di coloro che si sono costituti ex novo, non derivando da precedenti esperienze. Due i passaggi cruciali nel suo percorso evolutivo. Il primo, alla fine degli anni Ottanta, con la decisione di puntare più che sulle iniziali ipotesi di federalismo etnocentrico sul federalismo socioeconomico, relegando anche i dialetti in secondo piano come possibili elementi di divisione politica e non di forza. Da questa stessa impostazione la nascita, nel 1991, della Lega nord come federazione di più soggetti (dalla Lega lombarda alla Liga veneta, da Piemont autonomista all’Union ligure e ad altri movimenti). Su queste basi anche lo sviluppo successivo, pur con diverse oscillazioni, tra improbabili parlamenti del nord e spinte secessioniste (come nel 1996), sempre comunque nell’orizzonte di un progetto di tipo indipendentista. Il secondo passaggio si consumò nel marzo 2002, ad Assago, al quarto congresso, quando la Lega virò decisamente nella direzione di una nuova identità, schierandosi a difesa della «razza padana» e, in nome dell’«opposizione alla società multirazziale», contro «l’invasione extracomunitaria», individuata come causa della «corruzione dei costumi e delle tradizioni», nonché veicolo di «criminalità» e «malattie». Nel suo intervento conclusivo Umberto Bossi parlò apertamente dell’immigrazione come di una «invasione programmata per scardinare la società» paragonandola a «un’orda» in grado di «sommergere l’occidente decadente». Si assunsero nuovi riferimenti, pescando nelle teorie di Alain de Benoist sul “differenzialismo etnico”, e si abbandonarono, unitamente a un certo rozzo anticlericalismo, alcune originarie ritualità neopagane. La Lega in questa fase assunse tutti i tratti (analisi, contenuti, linguaggi) tipici delle destre radicali, arrivando a condividere con esse anche una certa visione cospirativa della storia, intesa sempre come il risultato di manovre e intrighi oscuri. Si scagliò contro l’Illuminismo, il Risorgimento (addebitato alle logge massoniche) e la Rivoluzione francese con il suo portato di diritti formali di uguaglianza. Tutto ciò senza il corredo di riferimenti al passato regime fascista, anche se con alcune evidenti concessioni, in particolare sul piano delle simbologie. Negli anni successivi, tra il giugno 2002 e il dicembre 2003, la Lega sviluppò rapporti intensi con le realtà dell’estrema destra, in particolare con Forza nuova. Numerose le iniziative, con convegni e comizi in comune. Il 2 aprile 2004 l’Osservatorio europeo dei fenomeni razzisti e xenofobi (Eumc), un organismo costituitosi nel 1997 nell’ambito del Parlamento europeo, non a caso la incluse nello stesso gruppo ideologico delle forze di estrema destra. Ciò che va certamente colto nella Lega è il senso di marcia di destra, xenofobo e razzista, incentrato sul falso mito della Padania. Un mito totalmente inventato, basato su nessuna vera nazionalità, che si allarga o si restringe a seconda dei successi elettorali della stessa Lega. Un mito in cui Partito e Nazione tendono a coincidere. In questo modo si sono artatamente posti i confini di una comunità che si vorrebbe mossa da comuni interessi, a prescindere da ogni divisione sociale e di classe, in lotta contro l’oppressione centralista. Nello stesso ambito l’esaltazione delle presunte virtù della sua popolazione autoctona, in particolare la laboriosità e l’onestà, spesso incarnata dai piccoli produttori. Da questa costruzione mitica sono poi discesi atti concreti, in una spirale tesa a salvaguardare i “padani” da ogni tipo di contaminazione, razziale e sociale, ovvero: la politica di allontanamento degli immigrati, anche comunitari; le impronte da prendere ai bimbi rom; i respingimenti in mare, la sistematica persecuzione dei poveri (le proposte di rimpatrio per chi non ha reddito e dimore adeguate, ma anche misure odiose contro l’accattonaggio). Nelle zone amministrate dalla Lega il tentativo è stato ed è quello di instaurare un vero e proprio regime d’apartheid: dall’obbligo per i non residenti di esibire il certificato penale, alle borse di studio e ai bonus bebè per i soli cittadini italiani, all’esclusione in generale degli stranieri dai contributi sociali. Una sorta di welfare differenzialista. Di segno diverso l’esperienza in Olanda del Partito per la libertà (Pvv), guidato da Geert Wilders, ex membro del Partito liberale, che ha animato una destra populista e nazionalista, che concentra il suo sforzo massimo contro l’Islam e l’incapacità – a 11 suo dire – dei musulmani di integrarsi, ma con accenti progressisti sul piano sociale. Geert Wilders rivendica apertamente l’eredità di Pim Fortuyn, balzato nel 2001 alle cronache come leader politico xenofobo e islamofobico, omosessuale dichiarato, assassinato nel maggio 2002 alla vigilia delle elezioni politiche, che nel proprio programma si pronunciava a favore dell’eutanasia, dei matrimoni omosessuali e per la liberalizzazione delle droghe. Salito agli onori delle cronache per aver realizzato nel 2008 un film anti-Corano, Wilders è anche finito sotto processo per incitamento all’odio razziale. Una realtà per molti versi non assimilabile a molti altri movimenti dell’estrema destra europea. NAZIONALISTI, ETNOREGIONALISTI E ISLAMOFOBICI Se il nazionalismo rappresenta un tratto distintivo della gran parte delle formazioni di estrema destra, da Ovest a Est, si pensi alle compagini bulgare, ungheresi, rumene, russe o a quelle della ex Jugoslavia, tutte tese alla realizzazione di un “grande Stato” senza la presenza al suo interno di minoranze etniche (e perché no degli ebrei), diverso il modello leghista che potremmo includere nell’area degli etnoregionalisti. All’interno di questa stessa famiglia, insieme alla Lega, vanno certamente annoverati sia i belgi del Vlaams belang sia gli svizzeri dell’Unione democratica di centro. Il Vlaams belang fu fondato nel 2004 come diretta continuazione del Vlaams blok (Blocco fiammingo), costituitosi nel 1978, dopo il suo autoscioglimento a causa di una condanna per 12 razzismo e xenofobia emessa dalla Corte di cassazione belga. Suo lo slogan “Belgie barst” (Belgio crepa). Nel 2007 il Vlaams belang ha ottenuto il 21% dei voti nelle Fiandre (pari al 12% su scala nazionale), divenendo il primo partito operaio fiammingo. Nel suo programma, marcatamente regionalista e assai critico verso l’Unione europea, l’obiettivo principale è rappresentato dall’indipendenza delle Fiandre. L’Unione democratica di centro, fondata in Svizzera nel 1971, sotto la guida di Christoph Blocher, ha invece assunto posizioni sempre più radicali a partire dalla fine degli anni Settanta, collocandosi su un versante apertamente xenofobo, prendendo di mira immigrati e rifugiati. L’Udc è oggi il primo partito svizzero, con il 25,9% dei voti conquistati nel 2011, nell’elezione del Consiglio nazionale (la Camera bassa del parlamento). Dopo essere riuscito a far approvare, tramite referendum, nel 2006 (con quasi il 70% dei suffragi), due nuove leggi che restringono fortemente il diritto d’asilo e d’immigrazione, e nel 2009 il divieto alla costruzione di nuovi minareti (con il 58% dei consensi), continua a schierarsi contro l’ingresso della Svizzera nell’Onu e l’adesione all’Unione europea. Affine, invece, per molti versi all’esperienza del Partito per la libertà olandese, va considerata la galassia dei partiti del Nord Europa che non punta ad attaccare i diritti individuali ma la politica di gestione del welfare, ponendo al primo posto la tutela degli autoctoni. In Danimarca, questa famiglia del populismo europeo è senza dubbio rappresentata dal Partito del popolo (12,3% alle 13 politiche del 2011), in Norvegia dal Partito del progresso, nato come movimento di protesta antitasse, in Svezia da Democrazia svedese (le cui radici affondavano però nel neofascismo prima della svolta moderata attuata verso la fine degli anni Novanta) e in Finlandia dal Partito dei veri finlandesi (al 19% nel 2011). Comune a tutte queste formazioni il rifiuto della società multiculturale, una forte islamofobia e un accentuato odio nei confronti degli immigrati, la difesa dell’identità nazionale e l’opposizione all’Ue. Un populismo che potremmo definire più di “prosperità” che di crisi. LA DERIVA UNGHERESE Per l’Ungheria non è azzardato parlare oggi di pericolosa deriva autoritaria, se non di incipiente processo di fascistizzazione. Da quando, nell’aprile 2010, il premier nazionalconservatore Viktor Orban e il suo partito il Fidesz sono arrivati al governo del Paese, in una progressiva escalation è stata prima varata una nuova costituzione che ha cancellato ogni riferimento alla repubblica, sostituita da espliciti richiami religiosi, poi approvate leggi liberticide con l’intento di sottomettere la magistratura, la produzione artistica, l’insegnamento universitario e la stampa al controllo del governo (con relativa epurazione dei dipendenti della radio e della televisione di Stato e chiusura delle emittenti di opposizione). Nella stessa carta costituzionale si sono etichettati i partiti comunisti e I loro successori come «organizzazioni criminali». Si è anche stabilito, sempre per legge, che l’embrione è un essere umano sin dall’inizio della gravidanza. Non solo, che i matrimoni possono aver luogo solo tra un uomo e una donna. È stato anche introdotto «il lavoro utile obbligatorio» (koezmunka) per i disoccupati, in stragrande maggioranza di etnia rom, costretti per non perdere i minimi sussidi di povertà a prestare lavoro manuale, otto ore al giorno, con indosso magliette di riconoscimento, a favore dello Stato. Un progetto che potrebbe arrivare a coinvolgere fino a 300mila persone in tutta l’Ungheria. Da rilevare, in questo contesto, la forte crescita, anche elettorale (il 16,7% alle ultime politiche) del Movimento per un’Ungheria migliore (Jobbik), proveniente da circoli radicali preesistenti, divenuto partito nel 2003, che ha dato vita a veri e propri gruppi paramilitari (come la Guardia Magiara, Magyar Gàrda), protagonisti di marce di intimidazione nonché di diversi episodi di pogrom contro i rom. Di impronta antisemita, come tutta l’estrema destra ungherese, dal Partito della giustizia e della vita, fondato nel 1993 (conquistò nel 1998 il 5,5% alle elezioni politiche, entrando nella coalizione di governo), al Movimento degli ungaristi, il cui leader, Albert Szabo fu condannato nel 1997 per aver definito l’olocausto «un bluff ebreo», Jobbik, formalmente all’opposizione, dichiara di battersi contro le «congiure massoniche e sioniste», ispirandosi alle Croci frecciate, ossia alle milizie di Ferenc Szalasi, salito al potere nel 1944 sotto l’egida degli occupanti nazisti. Emblematica della situazione ungherese i funerali, nel settembre scorso, di Sandor Kepiro, ex ufficiale della Csendorség (la Gendarmeria al tempo della dittatura di Horthy), accusato dal Centro Simon Wiesenthal della strage di Novi Sad, nell’allora Jugoslavia occupata dall’Asse, dell’uccisione di almeno 1200 tra ebrei e sospetti partigiani. A dargli l’ultimo saluto 500 persone. Tra loro veterani della Gendarmeria, giovani con l’uniforme nera della Magyar Gàrda, ma anche alcuni deputati. Il tutto con grandi onori, in forma pubblica. L’EX BLOCCO SOVIETICO All’Est la svolta si ebbe negli anni Novanta, a seguito della caduta del Muro di Berlino. Ciò che va sottolineato in quest’area geografica è il fatto che le destre radicali e populiste traggano alcuni dei loro caratteri peculiari dal passato pre-sovietico. Nel ventre dei recenti nazionalismi si sono sviluppate reazioni covate per decenni contro l’imperialismo russo o nei confronti di precedenti dominazioni (tartare e islamiche) come è avvenuto in Polonia, Slovacchia e Romania. Diverso il caso russo, dove nel recupero, spesso mitologico, di un antico passato, ci si è dati riferimenti provenienti non solo dalla lontana epoca di Pietro il Grande, ma più recentemente anche da quella staliniana, valutata positivamente in termini di grandezza imperiale e militare 3 . Si pensi all’identità del principale partito populista russo, il Partito liberal democtratico (Pld), fondato nel 1990 da Vladimir Zhirinovskij, caratterizzatosi, a onta del nome, per il suo profilo ultranazionalista e razzista. Pur avendo più volte elogiato Adolf Hitler, il Pld auspica, infatti, un ritorno all’Urss, con tanto di riannessione delle repubbliche sovietiche e abolizione del sistema federale. Nelle politiche del 2003 il Partito liberal democratico conquistò l’11,7% dei consensi, con sette milioni di voti e 37 seggi. Nel 2007 confermò la sua presenza alla Duma, raggiungendo i 40 seggi e risultando l’unica formazione di destra con una presenza parlamentare. Nelle recenti elezioni del dicembre 2011, con l’11,68% ha ancora guadagnato consensi, aumentando di 16 unità la propria rappresentanza. Tra gli alleati di Zhirinovskij anche il Partito nazional bolscevico, fondato nel 1993 dallo scrittore Eduard Limonov, le cui bandiere, in un mix incomprensibile a noi occidentali, riproducono in un cerchio bianco su sfondo rosso una falce e martello. Una realtà ambigua e confusa, tra misticismo, fascismo e nostalgia per l’Unione sovietica. Una tendenza con cui, non a caso, nei primi anni Novanta, cercarono di interfacciarsi alcuni settori del neofascismo europeo. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Fronte nazional bolscevico e il cosiddetto Partito Eurasia, fautore di un’alleanza strategica tra russi, europei e stati mediorientali (in primo luogo l’Iran), in chiave antiamericana, formatosi nel 2002 per iniziativa di Aleksandr Dugin, il traduttore in Russia delle opere del principale teorico neonazista italiano, Julius Evola. NEOFASCISTI E NEONAZISTI Il quadro delle organizzazioni apertamente neonazifasciste in Europa si presenta oggi frammentato in una miriade di sigle, gruppi e associazioni. Un lungo elenco quasi impossibile da dettagliare, con una vita politica all’insegna di un alto tasso di litigiosità, rapidi declini e continue scomposizioni. Ciò che va rilevato in questo agglomerato è il fatto che il suo potenziale spazio politico ed elettorale sia stato occupato, quasi in ogni paese europeo, dalla maggior capacità di attrazione delle formazioni della destra populista, anche di quelle che, tra mille ambiguità, inizialmente costituitesi come raggruppamenti nostalgici del passato, hanno in seguito attenuato questa loro caratteristica. Si pensi al Front national in Francia, al partito di Haider in Austria o a Democrazia svedese. Fanno eccezione, esibendo un proprio autonomo insediamento elettorale, il British national party in Gran Bretagna, l’Npd (Nationaldemokratische Partei Deutschlands) in Germania (dopo la riunificazione è entrato in alcuni parlamenti regionali) e lo Jobbik ungherese, quest’ultimo diventato una sorta di modello da seguire con il suo mix di radicalismo populista e ideologia nazifascista. I tentativi, nel corso degli anni, di unire o coordinare quest’area sono tutti rapidamente falliti. Ci provò nel 1998 Le Pen, promotore di Euronat, nelle intenzioni il riferimento per chi voleva battersi per una “Europa delle nazioni”, ma senza successo. Già l’anno successivo il progetto naufragò miseramente, dopo l’iniziale adesione di Forza nuova, del Partito nazionalista slovacco (Slovenská národná strana), del Vlaams blok belga, del Fronte ellenico e della spagnola Democracia nacional. L’esperimento fu ritentato nel 2005, sempre da Le Pen. Nell’occasione vi aderirono la Fiamma tricolore, la Nuova destra olandese, il British national party, ancora Democracia nacional e un piccolo gruppo svedese. Con l’ingresso nella Ue di Bulgaria e Romania, con i rispettivi parlamentari di Ataka e Romania mare (Partito della grande Romania), nel gennaio 2007 Euronat riuscì anche a dar vita a Strasburgo a un gruppo parlamentare autonomo denominato Identità, Tradizione e Sovranità (Its). Anche in questo caso il tutto si arenò, già nel novembre successivo, a causa delle dichiarazioni offensive di Alessandra Mussolini (eletta con Alternativa sociale) nei confronti del popolo rumeno a seguito dell’omicidio a Roma di una donna italiana da parte di un rom con passaporto rumeno. I cinque deputati di Romania mare abbandonarono l’Its privando il gruppo parlamentare del numero necessario per continuare a esistere. Non miglior fortuna ha incontrato il Fronte nazionale europeo (European national front), costituitosi nel 2002 su iniziativa di Blas Pinar e della Falange spagnola. A questa coordinamento, oltre alla Falange, aderirono Forza nuova, l’Npd tedesco, la rumena Noua Dreapata e la greca Alleanza patriottica. Da qualche anno ha praticamente cessato di esistere. Va inoltre segnalato l’ormai pluridecennale fenomeno delle bande naziskin, non legate necessariamente a partiti o a organizzazioni politiche, protagoniste, da Est a Ovest, di una innumerevole catena di aggressioni e omicidi contro immigrati, gay, rom e militanti politici della sinistra, con picchi elevati di violenza in Germania (solo poche settimane fa il tabloid «Bild», citando fonti delle forze di sicurezza, ha parlato di 607 feriti nel 2011), ma soprattutto in Russia, dove in questi anni si sono registrati centinaia di attacchi, spesso mortali, ai danni di immigrati asiatici e caucasici. Alcune reti, da Blood and honour ad Hammerskin, un network di origine statunitense formatosi verso la metà degli anni Ottanta, presente con diverse sezioni sul territorio europeo, hanno svolto un lavoro spesso sotterraneo di raccordo e moltiplicazione di queste esperienze, favorendo la penetrazione di neonazisti in misura massiccia all’interno delle tifoserie ultras negli stadi di mezza Europa. IL CASO ITALIANO Da sottolineare in questo ampio e variegato quadro europeo la specificità del caso italiano, in cui le destre istituzionali, nella loro gran parte, non sono assimilabili alle formazioni conservatrici di stampo europeo, prive come sono di una effettiva cultura democratica. Prova ne sono gli accordi elettorali e politici stretti con formazioni dichiaratamente neofasciste o la riabilitazione, anche con l’intestazione di piazze o vie, di caduti fascisti parificati a quelli partigiani. Scelte attuate prima da Forza Italia e Alleanza nazionale, ora dal Pdl con l’apporto sempre decisivo della Lega nord. La recente scissione di Futuro e libertà non solo non ha mutato questa realtà, ma l’ha ribadita evidenziando il fallimento sostanziale dei tentativi di evoluzione democratica della destra italiana, a partire dalla trasformazione dell’Msi in Alleanza nazionale. Tanto più grave se si considerano le direttrici di sviluppo di ampi settori dell’estrema destra, intenzionate, da un lato, a rinverdire le gesta del primo movimento fascista (si veda Casa Pound), dall’altro, 20 a evolversi verso il neonazismo. La tendenza, in questo secondo caso, è all’assunzione in forme sempre più esplicite di riferimenti storici, mitologie e simbologie tratte dalla storia del Terzo Reich. Non un fatto astratto, ma una nuova identità destinata inevitabilmente a produrre conseguenze, riversandosi in una società a composizione sempre più multietnica e socialmente complessa. Ci riferiamo alla rivalutazione operata da Forza nuova di alcune formazioni collaborazioniste dei nazisti negli anni Quaranta: parliamo della Guardia di ferro rumena e delle Croci frecciate ungheresi. Tramite il sito web di Forza nuova è anche possibile acquistare gadget e magliette con l’effige di Cornelius Codreanu, il fondatore della Guardia di ferro, rintracciare le spille della divisione delle Waffen-SS belghe o visionare le bandiere dell’organizzazione con il segno runico del «gancio» o «dente del lupo», utilizzato nel secondo conflitto mondiale dalla Das Reich e dalla Nederland, due tra le principali divisioni di combattenti SS. Ci riferiamo anche all’esaltazione di criminali di guerra come Leon Degrelle, ex generale delle Waffen-SS, ma soprattutto al rilancio di alcune teorie circa la cospirazione dei circoli finanziari e massonici all’origine dell’attuale crisi economica. Tornano a comparire in Italia sui blog del radicalismo di destra termini come «plutocrazia», accompagnati dalla pubblicazione delle vignette nazionalsocialiste degli anni Trenta, con i banchieri e i mercanti con il naso adunco in procinto di spartirsi il mondo. LUPI SOLITARI La strage dello scorso 22 luglio a Oslo e sull’isola di Utoya, in Norvegia, 77 vittime, perpetrata da Anders Behring Breivik, ha profondamente scosso l’opinione pubblica democratica in ogni parte d’Europa. Il giornalista e scrittore Stieg Larsson, scomparso nel 2004, autore di Uomini che odiano le donne e fondatore della rivista «Expo», osservatore attento del fenomeno neonazista in Scandinavia, già nel luglio 1999, in un’intervista al quotidiano francese «Liberation», sottolineava come l’evolversi dell’estrema destra nel Nord Europa si stesse allineando al modello statunitense, con l’azione di individui isolati e di piccoli gruppi non centralizzati, avendo come obiettivo principale la società multiculturale e la democrazia con i suoi rappresentanti. Tornano alla mente i trascorsi sanguinosi degli ultimi due decenni negli Usa: dall’autobomba di Oklahoma City del 1996 (168 morti e 680 feriti) all’attentato ai giochi olimpici di Atlanta (sempre nel 1996), all’assassinio nel 2009 del ginecologo abortista George Tiller (a Wichita nel Kansas). Ma anche l’incendio nel 2010 della moschea di Murfreesboro (Tennessee). In Italia, a Firenze, il 13 dicembre scorso, un militante di Casa Pound, Giancarlo Casseri, sparando “nel mucchio” ha assassinato due ambulanti senegalesi, ferendone gravemente un terzo. Come per Breivk si è sbrigativamente derubricato l’avvenimento come il frutto della pura follia. Ma queste due figure non sono cresciute isolate, lontane dal radicalismo di destra. Hanno solo portato alle estreme conseguenze la cultura xenofoba e fascista a cui avevano aderito, ritenendo fosse giunto il momento dello scontro. Due “lupi solitari”. Anche la scoperta in Germania, mesi fa, di una cellula terroristica denominata «Clandestinità nazionalsocialista», in rapporti con l’Npd, responsabile tra il 2000 e il 2007 di ben dieci delitti, di cui nove a sfondo razziale, in maggior parte piccoli commercianti di origine turca, ci dice di queste tendenze. Una vicenda inquietante, stante le notizie emerse dalle indagini circa le protezioni godute dalla cellula da parte di alcuni ambienti delle forze di sicurezza. UN PERICOLO PER LA DEMOCRAZIA In uno studio della fondazione Friedrich Ebert sul razzismo e l’intolleranza in Europa, pubblicato nel marzo scorso, alla domanda posta sull’influenza degli ebrei nei rispettivi paesi, emergeva l’assenso del 19,7% dei tedeschi, del 21,2% degli italiani, del 27,7% dei francesi, del 49,9% dei polacchi e del 69,2% degli ungheresi. Dati su cui riflettere. Nel passaggio epocale verso società sempre più multiculturali, dentro agli sviluppi dell’attuale crisi capitalistica, va colto sia l’inquietante riemergere dei miti complottisti e delle antiche ossessioni sulla purezza della razza e del sangue che pensavamo esserci lasciati alle spalle, sia il pericolo per la convivenza civile e democratica rappresentato dalle attuali destre populiste e radicali, da Est a Ovest. Nel loro insieme, per quanto multiformi e differenti, veicolo di oscurantismo, violenza e razzismo. 23 Note 1) Milza, Pierre, Europa estrema. Il radicalismo di destra dal 1945 ad oggi, Roma, Carocci Editore, 2003. 2) Vidal, Dominique, Le estreme destre alla riscossa, in «Le Monde diplomatique», gennaio 2011. 3) Scaliati Giuseppe, La destra radicale in Europa. Tra svolte ideologiche e nuovi sviluppi, Acireale LINK http://www.osservatoriodemocratico.org/public/Relazione%20S.%20Ferrari.pdf