PRESENTAZIONE DELL`ANNUARIO PONTIFICIO 2006

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PRESENTAZIONE DELL`ANNUARIO PONTIFICIO 2006
DIACONI
Foglio Notizie del Diaconato della Diocesi di Roma
FORMAZIONE - INFORMAZIONE - CORRESPONSABILITÀ
Aprile 2006
www.vicariatusurbis.org/diaconatus
numero 34
UDIENZA AI DIACONI PERMANENTI DELLA DIOCESI DI ROMA
A fine mattinata, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre
Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza i Diaconi Permanenti della Diocesi di Roma ed ha loro
rivolto il discorso che riportiamo di seguito:
Cari diaconi romani,
sono particolarmente lieto dell'incontro odierno, che avviene nel 25° anniversario del ripristino del diaconato permanente nella Diocesi di Roma. Saluto con affetto il Cardinale
Vicario, che ringrazio per le parole che a
nome di tutti mi ha indirizzato. Saluto pure il
Vescovo Monsignor Vincenzo Apicella, finora
incaricato del Centro Diocesano per il diaconato permanente, e Mons. Francesco
Peracchi, Delegato del Cardinale Vicario,
che da anni segue la vostra formazione.
Porgo a ciascuno di voi e alle vostre famiglie
il mio più cordiale benvenuto.
L'apostolo Paolo in un passo famoso della
Lettera ai Filippesi afferma che Cristo "spogliò se stesso, assumendo la condizione di
servo" (Fil 2,7). E' Lui, Cristo, l'esempio a cui
guardare. Nel Vangelo Egli ha detto ai suoi discepoli di
essere venuto "non per essere servito ma per servire" (cfr Mt
20,28). In particolare, durante l'Ultima Cena, dopo aver
nuovamente spiegato agli Apostoli di essere in mezzo a loro
"come colui che serve" (Lc 22,27), ha compiuto l'umile
gesto, riservato agli schiavi, di lavare i piedi ai Dodici,
dando così l'esempio perché i suoi discepoli potessero imitarlo nel servizio e nell'amore vicendevole. L'unione con
Cristo, da coltivare attraverso la preghiera, la vita sacramentale e in particolare l'adorazione eucaristica, è di massima importanza per il vostro
ministero affinché esso possa realmente testimoniare l'amore di Dio. Infatti, come ho scritto nell'Enciclica Deus caritas est, da Dio "l'amore può essere 'comandato' perché prima è
donato" (n. 14). Cari diaconi, accogliete con
gioia e gratitudine l'amore che il Signore
nutre per voi e che riversa nella vostra vita, e
con generosità donate agli uomini quello che
gratuitamente avete ricevuto. La Chiesa di
Roma ha una lunga tradizione nel servizio ai
poveri della città. In questi anni sono emerse
nuove forme di povertà: molte persone, infatti, hanno smarrito il senso della vita e non posseggono una verità su cui
costruire la propria esistenza; tanti giovani chiedono di
incontrare uomini che li sappiano ascoltare e consigliare
nelle difficoltà della vita. A fianco della povertà materiale,
segue in ultima pagina
PRESENTAZIONE DELL’ANNUARIO PONTIFICIO 2006
L'Annuario Pontificio 2006 è
stato presentato al Santo Padre
questa mattina, 18 febbraio, da
Sua Em.za Rev.ma il Signor
Cardinale Angelo Sodano,
Segretario di Stato e da S.E.R.
Mons.
Leonardo
Sandri,
Sostituto alla Segreteria di Stato
per gli Affari Generali. La redazione del nuovo Annuario è stata
curata da Mons. Vittorio
Formenti, incaricato dell'Ufficio
Centrale di Statistica della
Chiesa, dal Prof. Enrico Nenna e
da altri collaboratori.
Il complesso lavoro di stampa è
stato invece curato dal Rev. don
Elio Torrigiani S.D.B., dal
Comm. Antonio Maggiotto e dal
Comm. Giuseppe Canesso,
rispettivamente
Direttore
Generale,
Direttore
Commerciale
e
Direttore
Tecnico
della
Tipografia
Vaticana. Il volume sarà prossimamente in vendita nelle librerie.
Il Santo Padre ha ringraziato per
l'omaggio esprimendo interesse
per i dati illustrati, e pregando di
portare l'attestazione della Sua
viva gratitudine a tutti coloro
che hanno collaborato alla
nuova edizione dell'Annuario, il
primo del Pontificato di
Benedetto XVI.
Dalla lettura del volume si possono desumere alcune novità
relative all'andamento della
Chiesa cattolica nel mondo, a
partire dal 2005.
Durante tale anno sono state
erette dal Santo Padre 15 nuove
Sedi Vescovili; è stata costituita
1 Sede Metropolitana e 1
Amministrazione Apostolica. In
tutto, sono stati nominati 170
nuovi Vescovi.
Nel periodo che va dal 2003 al
2004 i cattolici nel mondo sono
passati da 1.086 a 1.098 milioni,
segue in ultima pagina-
SENSIBILIZZAZIONE
VOCAZIONALE
NEL SETTORE SUD
L'assenza di aspiranti (ormai da diversi anni) provenienti dal settore sud, ha spinto i diaconi Colona
Giuseppe e Ramberti Roberto ad iniziare un'azione di sensibilizzazione vocazionale al diaconato mediante colloqui con i parroci delle parrocchie che daranno la loro disponibilità ad un incontro informativo.
Il colloquio verterà sui seguenti punti:
- breve memoria sui requisiti vocazionali
- disponibilità a parlarne in Consiglio Pastorale
- disponibilità a fare da diacono alla messa domenicale
- invitare le persone individuate alla giornata vocazionale per il diaconato permanente a settembre
- disponibilità a incontrare le persone che il parroco vorrà segnalare
- rimandare per eventuali approfondimenti a S.E. Mons. Vincenzo Apicella o al delegato don Franco
Peracchi.
In programma la richiesta di colloquio con i parroci delle seguenti parrocchie:
Prefettura XXVI (R):
- N. S. di Bonaria
- Sant'Aurea a Ostia Antica
Prefettura XXII (G):
- S. Francesca Romana
- S. Josemaria Escrivà
- San Vigilio
Prefettura XXVII (R):
- tutte le parrocchie
Prefettura XXIV (G):
- tutte le parrocchie
Prefettura XXVIII (R):
- Santi Cirillo e Metodio
- S. Francesco d'Assisi ad Acilia
- S. Maurizio
- San Pier Damiani
Prefettura XXV:
- S. Carlo Borromeo (G)
- S. Giovanni Evangelista a Spinaceto (G)
- S. Maria della Consolazione (G)
- S. Maria del Divino Amore (R)
LA “PASTORALE FAMILIARE DIOCESANA”
AMBITO PRIVILEGIATO DEL DIACONO
S.E. Mons. Moretti, dopo l'incontro con la comunità diaconale, ha affidato ai diaconi coordinatori dei
settori della diocesi l'incarico di costituire, in ogni settore, un nucleo operativo di 5/6 diaconi, che si
faccia carico di pensare, progettare, e attuare iniziative a favore della famiglia.
I diaconi che hanno aderito al progetto e che quindi faranno parte del nucleo del proprio settore, dovranno operare, secondo le disposizioni di Mons. Moretti, nelle linee della pastorale familiare diocesana,
non come collaboratori ma come corresponsabili, anche attraverso la realizzazione di una rete formata
da famiglie operanti nelle parrocchie del proprio settore.
I nuclei operativi, appresso indicati, che si sono formati nei settori sono stati convocati dal Vescovo,
lunedì 30 gennaio alle ore 17,30 presso il Vicariato, per le prime disposizioni operative.
Settore est:
VITTORI
FODDAI
PLEIMES
RIZZO
SEGHETTI
SPERANZA
Cataldo
Luigi
Francesco
Ennio
Armando
Raffaele
Settore ovest:
FILIPPI
Armando
ALESSIO
Daniele
DI TORO
Rinaldo
PEPE
Eugenio
SELLITTO Generoso
TROIANO Carlo
VALLETTI
Claudio
Settore nord:
BLASI
Peo
BOLLA
Salvatore
CASCIOTTI Massimo
GRIMALDI Antonio
LO PRESTO Felice
PALMIERI Claudio
PROIETTI Roberto
Settore sud:
RAMBERTI Roberto
BERTOLINO Pietro
OLIVIERI
Massimo
SORACI
Massimo
VESPIGNANI Giulio
Settore centro:
Cinguino
Paolo
I diaconi e gli aspiranti che volessero operare nell'ambito
della pastorale familiare diocesana, possono rivolgersi al diacono coordinatore del proprio settore.
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LA CARITAS DI ROMA
L
a Caritas è veramente un mondo complesso; a
Roma è poi una realtà strutturalmente composita e
oggi ancora in continua evoluzione.
tirocinanti professionali ( educatori, assistenti
sociali, psicologi), stageures,
provenienti da
masters o dal
Comune
di
Roma.
Ognuna di queste persone entra
in contatto con
la Caritas e agisce in nome e
per conto di questa.
Le cooperative che gestiscono questo universo fatto di
personale e servizi, contemplano al loro interno più elementi che potrebbero essere considerati conflittuali e
divergenti tra loro: lo spontaneismo del volontariato e la
professionalità degli operatori; la forte spinta filantropica, laicamente intesa e la motivazione religiosa di appartenere ad una struttura pastorale; la gratuità e lo stipendio; la strutturazione piramidale di funzioni compiti e
ruoli e la complementarietà del lavoro di rete tra specifici diversi; la settorializzazione del lavoro e la comunione negli obiettivi. Tutto questo avviene all'interno di un
singolo servizio, nei rapporti tra servizi di una medesima
area e tra i servizi di tutte le aree di intervento.
Da qui tutti gli sforzi di coniugare tutte queste realtà e
coordinarle per giungere ad una modalità di intervento
che sia unicamente riferita alle finalità statutarie della
Caritas stessa. Questo tema dell'unità con la realtà madre
è sempre oggetto di riflessione interna ai servizi per
quello che riguarda il delicato rapporto con il centro: per
la formazione; per la condivisione di obiettivi e strategie;
per far vivere un'appartenenza.
A questo punto sembra chiaro che ci sono tre mondi in
gioco che hanno la stessa Madre: la Chiesa. Il Vicariato
e i suoi uffici; le Caritas locali con i loro centri d'ascolto
e le parrocchie a cui appartengono, e i servizi, costituiti
da strutture autonome di gestione amministrativa del
personale impiegato.
Ma se unica è la madre, ne consegue che unica è l'appartenenza e unico deve essere il riferimento formativo.
E in questo caso, forse, potrebbe risultare anche inopportuna una differenziazione tra formazione pastorale e
formazione professionale, essendo le due in un certo
senso inscindibili. Infatti, per quanto sia possibile, e
forse auspicabile, il verificarsi della situazione che in
una famiglia non tutti i figli siano fatti allo stesso modo
o facciano scelte uguali, in ognuno però si dovrebbe
vedere e sentire un'immagine e una parola che richiami
la storia a cui appartengono; questo perché quando l'a-
"La Caritas - scrive don Guerino di Tora nell’annuario
2004-2005 - nata da subito come esperienza ecclesiale
per animare la carità nelle parrocchie e nel territorio diocesano, formare le coscienze e le volontà dei cristiani
all'attenzione ai poveri e ai disagiati, assunse da subito
una funzione di monitoraggio e di osservatorio sulle
reali povertà nel più ampio contesto cittadino. Nuove
problematiche si affacciavano come il disagio di strada,
l'immigrazione, il diritto alla sanità, l'esclusione". Da qui
ne discese una reale partecipazione critica e di sussidio
con le istituzioni pubbliche, con cui nel tempo si è creato un rapporto intenso, che ha portato ad un accreditamento della Caritas stessa, oggi spesso partner nella
gestione di servizi territoriali ai cittadini. Oggi la Caritas
diocesana partecipa alla costruzione e alla gestione di
servizi il cui committente è a seconda delle competenze
ora il Comune, ora la Regione, ora organi ministeriali
legati direttamente al Governo centrale.
Esiste oggi un mondo caritas interno alle parrocchie,
inserito nella loro pastorale, che ha avuto un suo sviluppo e una sua storia, con le conseguenti necessità e a volte
problematicità legate alla vita di una comunità; alla
messa in rete con le altre realtà pastorali interne, al
necessario coordinamento con le altre caritas parrocchiali tramite gli organismi preposti nei settori della diocesi.
Ma c'è tutto un altro mondo caritas, forse meno conosciuto, di cui sembra si parli meno, che è inserito a pieno
titolo nel progetto pastorale della diocesi: questo progetto è uguale per ogni operatore: farsi prossimo con il
prossimo, mettendo al centro l'uomo, ogni uomo, povero e concreto, "per sviluppare il servizio come strumento per imparare ad essere cittadini solidali" (Annuario
2004-2005, introduzione di don Guerino di Tora).
In particolare parliamo dei servizi diocesani, che vengono gestiti attraverso lo strumento giuridico ed amministrativo delle cooperative sociali consorziate con il
C.R.S. - Consorzio Roma Solidarietà Società consortile
Sociale", di cui è presidente il direttore don Guerino di
Tora (in alto a destra nella foto) e per questo legati strettamente alla pastorale diocesana della carità. Le cooperative sociali sono tre, suddivise in aree di intervento
sociale (Mense, Minori, immigrati, Aids, sanità….),
gestite da organi amministrativi e giuridici interni, facenti riferimento alla legislazione odierna in merito ai contratti di lavoro posti in essere. In questa realtà lavorano
centinaia di persone come soci dipendenti o collaboratori assunti con vari titoli professionali; questi a loro volta
sono coadiuvati da volontari formati dalla diocesi dal
settore volontariato e da altre figure di supporto come i
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more è forte sempre si moltiplica come lievito nella faricon 6 realtà abbiamo cominciato. Il centro d'ascolto
na: ciò non toglie che dall'impasto non si possano tirar
immigrati in questa fase e fino ad oggi non ha mai assunfuori prodotti molto diversi.
to una posizione di voce più autorevole delle altre. I
"Occorre che la Caritas riaffermi con forza la sua funprimi due incontri, calendarizzati circa ogni 40 giorni,
zione pedagogica, che costituisce ancora oggi un'intuisono serviti per una conoscenza ed un approfondimento
zione fondamentale…Al di sopra dell'aspetto pratico
delle aspettative. Alla fine di questa fase tutti hanno deciche si svolge deve emergere tale compito pedagogico,
so di focalizzare la formazione e la condivisione sul
l'aspetto spirituale che non si misura con cifre e bilanci,
tema del lavoro e del lavoro immigrato. Il successivo
ma con la capacità che ha la Caritas di sensibilizzare le
incontro ha affrontato il tema legale della persona immichiese locali e i singoli fedeli al senso e al dovere della
grata e la legge di riferimento per il lavoro, con la procarità in forme consone ai tempi….che si curi la formaduzione di materiale informativo, destinato a rimanere
zione sistematica degli animatori della carità".
patrimonio comune. Il tema legale ha portato ad una disQueste parole scritte nella lettera pastorale dal Cardinale
cussione sui confini tra legge e morale; successivamenVicario Camillo Ruini al 25° anniversario dalla fondate abbiamo sentito la necessità di condividere come ogni
zione della Caritas erano rivolte a tutti i presenti animarealtà presente si è strutturata nel tempo per intervenire
tori: dirigenti pastorali e amministrativi, capi area, opesul problema: ogni centro d'ascolto ha portato e conseratori dipendenti, volontari, religiosi e laici: chiunque.
gnato in copia a chi era presente il materiale utilizzato,
Ma come creare un collegamento tra questi mondi?
spiegandone la filosofia che lo ha prodotto. Alla fine il
Come creare la rete che li costituisca risorsa l'uno per
gruppo ha chiesto di affrontare il tema urgente e per tutti
l'altro? Soprattutto se ne sente l'urgenza, la necessità? Lo
scottante del lavoro agli irregolari e ai clandestini.
si considera forse impossibile o ancor peggio utopistico?
Contemporaneamente agli incontri formativi e di condiOppure ancora è una cosa considerata talmente utopistivisione, mi sono recato, in accordo con l'animatore parca che la realtà di anni di tentativi ce l'ha dimostrata
rocchiale che ha aderito alla proposta, a visitare il suo
irrealizzabile? Talmente irrealizzabile che, pur di fare
centro d'ascolto per approfondire la reciproca conoscenqualcosa mi organizzo come posso, rinuncio alla colleza. Nell'occasione ho potuto interagire anche con il pargialità pur di dare risposte?.
roco, che in particolare in quella realtà aveva agito fino
Una cosa è certa: c'è uno spazio di lavoro da utilizzare.
ad allora con modalità fiduciaria e delegante. Dal dialoPer rispondere a queste
go si è evidenziata subito una
domande potrebbe essere
necessità di un ulteriore
utile ragionare, prendendo
incontro di formazione e conspunto da un tentativo in
divisione con tutti gli operacampo da quest'anno.
tori del centro di ascolto, da
Da settembre, il Centro d'acui a sua volta è emersa la
scolto stranieri della diocesi
necessità di rivedere i criteri
ha dato vita ad un progetto
di intervento. Quel giorno il
pilota che ha voluto coinvolparroco ha manifestato l'ingere alcuni centri d'ascolto
tenzione di partecipare fattiparrocchiali, che nel corso
vamente a questa fase di
degli anni, in maniera del
nuova impostazione.
tutto spontanea e non struttuL'esempio citato, allora, semDon Guerino di Tora al Casilino 900 con alcuni rom
rata, avevano avviato un
bra utile per constatare nella
confronto sulle tematiche legate all'immigrazione.
concretezza che il coraggio del dialogo conferisce forza
L'idea era ed è ancora quella di accorciare le distanze,
e sostanza ad un incontro, all'interno del quale, per
evidenziare i problemi concreti che tutti ci troviamo ad
amore del fratello e della Chiesa, si buttano giù ostacoli,
affrontare, farne un'attenta analisi complessiva, condivici si avvicina o riavvicina e ricomincia la creatività, così
dere quanto già fatto e provare a dare risposte nuove con
da permettere allo Spirito di fare nuove tutte le cose.
consapevolezze nuove. Tutto questo è nato senza necessariamente la presenza iniziale dei responsabili sacerdoNon siamo forse ancora giunti con questo progetto a
ti. Nei colloqui di preparazione e di motivazione al pronulla di definitivo o concreto, ma credo che concretagetto, però è sempre stato chiesto di esprimere il livello
mente invece stiamo facendo quello per cui esistiamo:
di integrazione e coinvolgimento del centro d'ascolto
leggere il territorio e i bisogni delle persone; individuare
nella pastorale e in particolare con il parroco; inoltre
le priorità; approfondire i contenuti; condividere i vissuabbiamo chiesto ai referenti animatori di informare il
ti e le connessioni morali e pastorali; verificare che non
parroco stesso della loro partecipazione al progetto. Noi,
si è soli e che ci sono tante risorse in campo da utilizzacentro d'ascolto della diocesi, a nostra volta abbiamo
re; fare delle scelte consapevoli per la costruzione del
informato il settore territorio della volontà di intraprenregno e di una città più solidale.
dere questa idea, comunicando anche le parrocchie interessate. Non tutti i centri contattati hanno aderito. Ma poi
Massimo Pasquo
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NELLA CHIESA ORTODOSSA DI GRECIA
P
romossa dal Pontificio Consiglio per la
ad alcuni momenti della preghiera liturgica delle
Promozione dell'Unità dei Cristiani si è svolta,
Ore che gli ortodossi celebrano sempre con molta
nell'ultima settimana di settembre, una visita alla
solennità anche se limitata agli officianti, in quanto
Chiesa ortodossa di Grecia, nell'ambito di un proil popolo di Dio era per lo più assente.
getto di collaborazione promosso dalla Chiesa ortoLa visita non aveva certo l'intento di risolvere le
dossa di Grecia e per ricambiare la visita che espoproblematiche secolari che dividono la Chiesa ortonenti di quella Chiesa hanno fatto a Roma un anno
dossa dalla Chiesa cattolica e che sono sempre
fa.
rimaste sullo sfondo a ricordarci quanto cammino
La delegazione, guidata dal nostro
bisogna ancora fare per entrare
vescovo Mons. Apicella, era componella piena comunione.
sta da venti partecipanti tra preti
Conoscere la Chiesa di Grecia
della diocesi di Roma, in maggiopermette di capire che le differanza, alcuni delle diocesi di Torino,
renze tra le due chiese non sono
Milano e Bergamo, oltre ad un
solo di ordine teologico: la
monaco dell'Abbazia di San Nilo ed
Chiesa di Grecia ha proclamato
al sottoscritto, unico diacono permala propria autonomia ed è stata
nente.
riconosciuta come chiesa nazioIl programma della visita è stato parnale indipendente dal patriarcato
ticolarmente intenso e ricco.
di Costantinopoli e, dalla seconAccanto a luoghi e realtà spirituali e
da metà dell'Ottocento, è divenpastorali della Chiesa ortodossa di
tata Chiesa di Stato; il legame
Grecia, che ha rappresentato la parte
con lo Stato greco è quindi molto
Sua
Beatitudine
Chistodoulos
più consistente del programma,
forte e ne è un segno, seppur parArcivescovo di Atene
abbiamo anche potuto visitare ed
ziale, l'erogazione dello stipenapprezzare alcune delle più significative bellezze
dio da parte dello Stato ai preti ortodossi. Quanto ai
archeologiche e culturali di Atene.
cattolici ellenici, che rappresentano uno 0,5% della
Una costante della nostra permanenza in terra greca
popolazione, vivono una emarginazione anche di
è stata la grande accoglienza e disponibilità dei
carattere sociale che la gerarchia cattolica greca sta
nostri ospiti ortodossi. Accolti ed accompagnati dal
cercando di contrastare.
Rev.mo P. Thomas Synodinos, Cancelliere
Il sacerdote greco, con la sua veste nera e la barba
dell'Arcidiocesi di Atene, e sotto la guida premurolunga tradizionale, fa parte della vita di tutti i giorni
sa ed attenta di P. Gabriel Papanicolaou, un giovane
della popolazione e del paesaggio greco. I sacerdoe brillante Archimandrita del Santo Sinodo della
ti che decidono di sposarsi ed avere una famiglia
Chiesa di Gracia, abbiamo potuto incontrare le più
non possono aspirare a ricoprire grosse cariche
alte gerarchie della chiesa ortodossa, in particolare
ecclesiastiche, nè a entrare in monastero.
Sua Beatitudine Christodoulos, arcivescovo di
Il diacono è una realtà viva e ben conosciuta nella
Atene e di tutta la Grecia.
chiesa ortodossa, anche per il suo ministero forteFraterna e generosa è sempre stata l'accoglienza che
mente caratterizzato in ambito liturgico. Vive nella
i fratelli ortodossi ci hanno riservato incontrandoli
chiesa e della chiesa: è solo transeunte, può sposarnelle loro comunità: nei monasteri sia maschili che
si ma solo prima dell'ordinazione, rimane nel grado
femminili, nelle parrocchie, nel grande santuario
del diaconato per un tempo non prefissato, secondo
mariano dell'isola di Tinos, come nelle altre realtà
il discernimento del Vescovo; la formazione, come
quali il monastero Petraki del Santo Sinodo - che
per i presbiteri, è personalizzata ed individuale.
rappresenta la struttura collegiale dell'autorità deciGli incontri avuti anche con una significativa partesionale della Chiesa di Grecia - il Seminario
cipazione di preti e diaconi coniugati, nei diversi
Teologico Missionario "Apostoliki Diakonia", il
momenti e luoghi di condivisioni, non hanno purCentro della Solidarietà (omologo alla nostra
troppo mai visto la presenza delle spose che, a
'Caritas') ed il Centro di Bioetica.
quanto si è potuto capire, vivono una marginalità in
La comunione vissuta ha toccato momenti di intenambito ecclesiale.
sa spiritualità quando abbiamo potuto partecipare
diac. Angelo Schiavetti
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segue dalla prima pagina
troviamo anche una povertà spirituale e culturale. La nostra
Diocesi, consapevole che l'incontro con Cristo "dà alla vita
un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva" (Deus
caritas est, 1), sta dedicando particolare attenzione al tema
della trasmissione della fede.
Cari diaconi, vi ringrazio per i servizi che con grande generosità svolgete in numerose comunità parrocchiali di Roma,
dedicandovi in particolare alla pastorale battesimale e a
quella familiare. Insegnando il Vangelo di Cristo, che vi è
stato consegnato dal Vescovo il giorno della vostra ordinazione, voi aiutate i genitori che chiedono il battesimo per i
loro figli ad approfondire il mistero della vita divina che ci
è stata donata e quello della Chiesa, la grande famiglia di
Dio, mentre ai fidanzati che desiderano celebrare il sacramento del matrimonio annunciate la verità sull'amore
umano, spiegando così che "il matrimonio basato su un
amore esclusivo e definitivo diventa l'icona del rapporto di
Dio con il suo popolo e viceversa" (Deus caritas est, 11).
Molti di voi svolgono un'attività lavorativa negli uffici, negli
ospedali e nelle scuole: in questi ambienti siete chiamati ad
essere servitori della Verità. Annunciando il Vangelo, potrete donare la Parola capace di illuminare e dare significato
al lavoro dell'uomo, alla sofferenza degli ammalati, e aiuterete le nuove generazioni a scoprire la bellezza della fede
cristiana. Sarete, in tal modo, diaconi della Verità che rende
liberi, e condurrete gli abitanti di questa città ad incontrare
Gesù Cristo. Accogliere il Redentore nella propria vita è per
l'uomo fonte di una gioia profonda, una gioia che può donare la pace anche nei momenti di prova. Siate, dunque, i servitori della Verità per essere portatori della gioia che Dio
vuole donare ad ogni uomo.
Non è sufficiente però annunciare la fede solo con le parole
perché, come ricorda l'Apostolo Giacomo, la fede "se non
ha le opere, è morta in se stessa" (Gc 2,17). È dunque necessario affiancare all'annuncio del Vangelo la testimonianza
concreta della carità, che "non è per la Chiesa una specie di
attività di assistenza sociale… ma appartiene alla sua natu-
ra, è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza"
(Deus caritas est, 25). L'esercizio della carità appartiene fin
dall'inizio al ministero diaconale: i sette, di cui parlano gli
Atti degli Apostoli, furono eletti per servire alle mense. Voi,
che appartenete alla Chiesa di Roma, siete gli eredi di una
lunga tradizione, che ha nel diacono Lorenzo una figura singolarmente bella e luminosa. Molti sono i poveri, spesso
provenienti da paesi molto lontani dall'Italia, che bussano
alle porte delle comunità parrocchiali per chiedere un aiuto
necessario a superare momenti di grave difficoltà.
Accogliete questi fratelli con grande cordialità e disponibilità, e cercate, per quanto possibile, di aiutarli nelle loro
necessità, ricordando sempre le parole del Signore: "Ogni
volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei
fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25,40). Esprimo
la mia gratitudine a quanti fra voi sono impegnati in questa
silenziosa e quotidiana testimonianza della carità.
Attraverso il vostro servizio, infatti, anche i poveri percepiscono di far parte di quella grande famiglia dei figli di Dio,
che è la Chiesa.
Cari diaconi romani, vivendo e testimoniando l'infinita carità
di Dio, il vostro ministero possa essere sempre al servizio dell'edificazione della Chiesa come comunione. Nel vostro lavoro siete sostenuti dall'affetto e dalla preghiera delle vostre
famiglie. La vostra vocazione è una grazia particolare per la
vostra vita familiare, che in questo modo è chiamata ad aprirsi sempre più all'accoglienza della volontà del Signore e delle
necessità della Chiesa. Il Signore ricompensi la disponibilità
con la quale le vostre mogli e i vostri figli vi accompagnano
nel vostro servizio all'intera comunità ecclesiale.
Maria, l'umile serva del Signore che ha donato al mondo il
Salvatore, e il diacono Lorenzo, che ha amato il Signore fino
a donare la vita per lui, vi accompagnino sempre con la loro
intercessione. Con questi sentimenti, imparto di cuore a ciascuno di voi la Benedizione Apostolica, che volentieri estendo a quanti vi sono cari e a quanti incontrate nel vostro
ministero.
segue dalla prima pagina
con un incremento assoluto di
12 milioni di fedeli e percentuale pari all'1,1 %. Confrontando
questi dati con l'evoluzione della
popolazione mondiale, nello
stesso periodo passata da 6.301
a 6.388 milioni, si osserva che la
presenza relativa dei fedeli cattolici battezzati diminuisce di un
millesimo: si passa da 17,2 cattolici per 100 abitanti nel 2003 a
17,1 nell'anno successivo.
La tendenza alla crescita della consistenza del numero dei sacerdoti
nel mondo è proseguita anche nel
2004. In tale anno il numero complessivo dei sacerdoti si attesta
sulle 405.891 unità, un terzo fra i
sacerdoti religiosi e il restante due
terzi fra i diocesani. Nel comples-
so i sacerdoti sono aumentati dal
2003 al 2004 di 441 unità. Questo
vale a livello planetario, perché per
i singoli continenti le dinamiche
sono differenziate. A fronte di consistenti incrementi per l'Asia e per
l'Africa, dove si registra nello stesso periodo + 1.422 e + 840, rispettivamente, e ad una quasi stazionarietà per l'America e l'Oceania, si
pone l'Europa con una diminuzione di 1.876 unità.
I diaconi permanenti, in crescita dal 1978, nel 2004 erano
32.324. Essi sono presenti
soprattutto in America del
Nord e in Europa, con una
quota rispettiva di 47,3% e di
32,3% con riferimento al valore mondiale e si sono accresciu-
ti del 2,5% rispetto al 2003 e, se
si prende come base il 1978
(quando erano appena 5.562)
bisogna concludere che il loro
tasso di sviluppo medio annuo
è marcatamente elevato.
I candidati al sacerdozio, diocesani e religiosi, presentano globalmente una evoluzione positiva,
essendo passati da 112.373 nel
2003 a 113.044 nel 2004. Tuttavia
in questo caso alcuni motivi di
preoccupazione
provengono
dall'Europa, dove negli ultimi anni
il declino è apparso evidente.
Viceversa, l'Africa e l'Asia dimostrano una incoraggiante vitalità di
vocazioni.
A cura del diac. Valerio Cimagalli