Centonove numero 36
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Centonove numero 36
centonove L’INCHIESTA. PER CHI GIRANO LE PALE. Non si ferma la corsa all’eolico e fotovoltaico. Un nuovo progetto anche sui Peloritani. Ma l’energia prodotta non viene utilizzata ANNO XX N. 36 27 SETTEMBRE 2013 EURO 1,50 PAG. 6-7 Settimanale di Politica, Cultura, Economia SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) Croce...via REGIONE AIAS, RICATTI&TANGENTI L’inchiesta della Procura di Barcellona mette sotto accusa il presidente Lo trovato PAG. 15 Francesco Lo Trovato Rosario Crocetta Il Pd apre la crisi. Ma nessuno si dimette. Rapporto sulla solitudine del governatore. E il fallimento dei democratici SALVIAMO “LE BALATE” Campagna fondi sul web lanciata dalla biblioteca dei piccoli di Palermo PAG. 16 27 SETTEMBRE 2013 il punto centonove EDIT Da Vendola a Crocetta MURO CONTRO MURO: Crocetta e Il Pd sono al braccio di ferro. Il Pd ha deciso di “sfiduciare” il governatore, sordo ai consigli del suo partito. Crocetta ha deciso di fare di testa sua e cerca “le larghe intese” che non ci sono in aula. Il “modello Sicilia” è naufragato ancora prima di nascere. I perché sono tanti. E uno principalmente sta nel carattere da annunciatore del governatore che ha aperto il fuoco di fila, contro i suoi compagni di partito, non solo sulla formazione professionale. Uno stillicidio di denunce quotidiane, che hanno portato molti compagni di Crocetta a chiedersi: ma lui finora dovʼè stato? La criticità maggiore è la mancanza di strategia sul lungo periodo. Su 5 miliardi di bilancio, la spesa corrente in Sicilia ingoia il 90%. Il 10% restante non è bastevole a mettere le quote parte per attrarre i finanziamenti europei, che puntualmente si perdono. Due regioni del Sud sono lo specchio di due realtà contrapposte: la Puglia di Vendola spende il 100% degli aiuti e ha unʼeconomia che tira; la Sicilia di Crocetta si vanta di non essere fallita. Peccato che da mesi è in coma cronico, asfissiata da sprechi e privilegi, tutti annidati nel cuore del sistema, finora neppure sfiorato. Rosario Crocetta Il gioco dell’irresponsabilità L’esito delle elezioni tedesche fa apparire pigmei i nostri rappresentanti, narcisi di quartiere ignari dei problemi del Paese. E la vicenda siciliana fa parte del filone DI DOMENICO BARRILÀ LʼUNIFORMITA DELLA CONFUSIONE che regna nellʼintero dellʼuniverso politico italiano, oltre a gettare nello sconcerto gli osservatori internazionali, genera angoscia nei cittadini più sensati, che continuano ad essere la maggioranza, e incrementa la sensazione che, al netto di una svolta sperata e sempre possibile, le cose volgano al peggio. Per giunta lʼesito delle elezioni tedesche, con la vincitrice che invece di perdere tempo ad autocompiacersi va a cercare subito i socialdemocratici, offrendo loro una coalizione nellʼinteresse generale, fa apparire dei pigmei i nostri rappresentanti, attenti solo a recitare la commedia della politica, tutti compresi nel loro protagonismo da narcisi di quartiere, ignari degli enormi problemi del Paese. Parliamo di problemi pratici come, tanto per dire, quello dellʼorganizzazione dei servizi sociali, assolutamente impari rispetto alle nuove emergenze sociologiche, prima tra tutte quella della famiglia, oramai fragilissima, che si rovescia sulle strutture pubbliche in cerca di soccorso, trovandole spesso sature e impreparate. Parliamo di un sistema carcerario, che definire da terzo mondo rischia di offendere la pietra di paragone. Senza contare la piaga di una burocrazia miseranda, che sembra divertirsi a frenare gli slanci dei soggetti invece di facilitarne vita e progetti, una burocrazia nemica del progresso, totalmente da rifondare. Un paese, nel complesso, che non funziona ma che paga profumatamente incredibili schiere di politici dilettanti e spregiudicati perché lo governino. La politica, svuotata di saggezza e povera di personale di qualità, viaggia serafica al di sopra dellʼinferno quotidiano, satolla di stipendi surreali e di assurdi privilegi di status, che mortificano chi vive col pensiero di mettere insieme pranzo e cena. Anche la vicenda siciliana, che vede fronteggiarsi il governatore Rosario Crocetta e il suo ex partito, in una sagra di emotività, che vista dallʼesterno appare Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Editore: Kimon scrl: Via S. Camillo, 8 MESSINA tel.: 090/9430208 Fax: 090/9430210 P. Iva 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11- 92 del 4 maggio 1992 Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229 Stampa: Sts Spa - Società tipografica Siciliana spa Strada 5 n. 35 - zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti via San Camillo, 8 98122 (ME), CCP n° 90443839 Copie arretrate Euro 3,00; Internet: http://www.centonove.it e-mail [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile irresponsabile, fa parte di questo filone di politica centrata sulla politica, che ignora la realtà uccidendola con la propria indifferenza, veleno millesimato e inoculato con quotidiana ostinazione. Un duello rusticano che rischia di mettere in ginocchio un governo regionale molto meno peggiore di quelli, terribili, che lo avevano preceduto. Rosario Crocetta, che nel Megafono forse non si è circondato delle persone più sagge e disinteressate in circolazione, è animato da intendimenti in gran parte condivisibili, ma sconta tratti caratteriali che farebbe meglio a mettere sotto controllo. Si può capire quanto sia stressante governare la Sicilia, un luogo dalla cultura civile e politica ampiamente deformata, che proprio per questo richiede nervi saldi, anche ai vertici del Pd siciliano, che potevano usare strumenti di pressione meno teatrali, sebbene il Governatore non sia un cliente facile, preso comʼè dalla sua foga messianica. Alla vigilia del voto di questa primavera, lʼavevo ascoltato al comizio di chiusura a Siracusa. Una persona appassionata, istintiva e audace, capace di mettere becco in certi vespai che in realtà sono santuari di spaventose sottrazioni alle casse pubbliche. Sarebbe disonesto disconoscere tutto ciò, ma non si possono perdonare talune intemperanze. Non capire, o fare finta di non capire, che senza voti in Consiglio rischia di rimanere impantanato nella foresta scurissima delle buone intenzioni, è un segno di superficialità, e se non si tratta di questo dobbiamo immaginare un calcolo cinico, fondato sulla certezza che nessuno dei deputati regionali rinuncerebbe mai al faraonico (e immeritato) stipendio e che quindi terrà in vita anche il nemico. Un calcolo facile, visto che i nostri eroi si sono appena rifiutati di ridursi lo stipendio, confermandoci che la speranza in Sicilia è solo una categoria dello spirito. La realtà può aspettare, soprattutto quando bastano cinque anni a sistemarsi per la vita. Distribuzione Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso n. 9/11 - 98124 MESSINA telefono 090/692508 Distributore regionale Eagleservices via M.Rapisardi, 62 95021 Acicastello (Ct) Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090/9430208 Fax: 090/9430211-9430210. 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Eʼ lʼinziativa che sta mettendo a punto CittadinazAttiva, promossa da Giuseppe Pracanica. PROCURA CALTANISSETTA Inchiesta sul corvo di Palermo Spunta il nome di Lo Nigro Gaetano Armao e Patrizia Monterosso PALERMO. Due esposti per chiedere la decadenza dalla carica di vicepresidente dellʼIrfis di Patrizia Monterosso, segretario generale alla Presidenza della Regione, e il conseguente commissariamento della Regione Sicilia, sono stati inviati al ministro della Funzione Pubblica, Giampiero dʼAlia, dal professore Gaetano Armao, già assessore allʼEconomia nel governo Lombardo. Negli esposti lʼavvocato amministrativista denuncia le aperte violazioni della legge sulla trasparenza e sullʼanticorruzione, in particolare il macato rispetto dei decreti legislativi 33 e 39, quest'ultimo mirato sulla “incoferibilità” delle cariche. Una bomba a miccia lenta, quella di Armao, che rischia di deflagare molto presto, mettendo ancora una volta in crisi il sistema delle nomine adottato dal presidente Crocetta. A nulla è valso il parere rilasciato dallʼufficio legale della Regione, firmato da Romeo Palma, nel quale, si rileva con una serie di arzigogolati distinguo, la correttezza delle procedure seguite. “Siamo al paradosso, rileva Armao-perché a rilasciare questi pareri preventivamente dovrebbe essere il Civit, lʼautorità preposta dallo Stato che andava investita della materia. Ma la cosa più grave- PERSONAGGI Ingroia diventa avvocato PALERMO. Dopo la figuraccia in Guatemala, il rifiuto alla procura di Aosta, lʼabbandono della toga e il flop di Rivoluzione civile alle politiche, lʼennesimo atto di una discesa ingloriosa: lʼex magistrato simbolo della latta al crimine organizzato Antonio Ingroia si è iscritto allʼalbo degli avvocati. Si è presentato al processo per la trattativa Stato-mafia in veste di avvocato di parte civile dell'associazione Familiari delle vittime della strage dei Georgofili. Ingroia, la settimana scorsa, ha anche preso il salvagente lanciato da Crocetta. E' stato nominato commissario liquidatore della società pubblica per l'informatizzazione Sicilia eServizi, di cui la Regione siciliana controlla il 51%, col voto contrario della compagine privata. Crocetta lo aveva già nominato presidente di Riscossione Sicilia. Tra i nuovi impegni di avvocato, pare che Ingroia abbia dato disponibilità alla famiglia Manca, già assistita dallʼavvocato Repici, di rappresentarla nella opposizione allʼarchiviazione sul caso dellʼurologo di Barcellona morto per overdose. continua ancora Armao-è che tutti gli atti amministrativi sono di fatto nulli”. I riferimenti sono al recente provvedimento di acquisizione da parte dellʼIrfis della partecipazione al capitale della società che controlla lʼaeroporto Birgi di Trapani. Un problema che potrebbe poi riproporsi con la liquidazione delle Province, perché secondo i piani di Crocetta si pensa di mettere in un unico calderone tutte le partecipazioni negli aeroporti e poi di venderle sul mercato. In effetti di tutte le nomine fatte allʼIrfis, divenuta Fin-Sicilia, non cʼè alcuna traccia sul sito della Finanziaria regionale. Che per sei mesi non ha riunito il consiglio di amministrazione dopo le dimissioni di Francesco Maiolini, che dovrebbe andare a guidare un nuovo istituto di credito mirato al settore farmaceutico-sanitario promosso da Banca Nuova. Non si è ancora insediato neanche il nuovo presidente, Basile, patron della Ksm, la società che si occupa della vigilanza di molti istituti di credito in Sicilia, che si era candidato nelle file dellʼUdc e che partecipa anche al capitale di una nascente Banca a Palermo che ha chiesto lʼautorizzazione alla Banca dʼItalia per operare. Anche questo, profilo di possibile incompatibilità. Sommario sicilia 6/ ENERGIE PULITE, AFFARI SPORCHI 15/ AIAS, SISTEMA LO TROVATO I segreti dellʼinchiesta 16/ LE BALATE, BIBLIOTECA SOCIALE Campagna-fondi sul web contro la dispersione scolastica fino al 18 ottobre 18/ LʼISOLA DEI TALENTI Vincono premi internazionali, scoprono le cause del tumore al seno e volano alla Nasa 19/ REGALI SOTTO LE CIMINIERE La Ram dona una pensilina e scoppia la polemica 20/ CASA-MUSEO PER IL PITTORE ANTIMAFIA La tenda di tela del palermitano trapiantato a Parma 8/ NOVE MESI POSSON BASTARE Il Pd apre la crisi, un uomo solo al comando 10/ ADDIO ANNUNCI...ATO Dal 30 settembre va in pensione lʼAzienda dʼambito dalla storia controversa 12/ LA RINASCITA DI MONTALI Lʼex sottosegretario dialoga con Accorinti 13/ STURZANI DI SICILIA Inaugurato a SantʼAgata il Centro Studi dei Nebrodi 14/ TOTOʼ, CATENO E LA DENUNCIA Lʼassessore alle Autonomie mette in dubbio la nascita dei quartieri MESSINA Ordine ingegneri Acquisiti gli atti di spesa MESSINA. La polizia giudiziaria in visita allʼOrdine degli ingegneri. Su disposizione della Procura, sono stati acquisiti gli atti sulle spese di rappresentanza e non solo, registrate dal consiglio presieduto da Santi Trovato. GRANDE ORIENTE primo piano politica MESSINA. L'indagine della Procura di Caltanissetta sul Corvo di Palermo punta lo sguardo su Rino Lo Nigro, dirigente generale in pensione dell'Agenzia dell'Impiego. Lo Nigro incontrò un importante politico, prima della morte di Salvo Lima cui seguirono le stragi di Falcone e Borsellino. economia 21/ CHI PAGA LE IMPRESE Gli enti che aderiscono al decreto sui debiti della PA pagina 3 23/ ITALCEMENTI, SI RIPARTE DA ZERO Le operazioni di bonifica poster 26/ IL FONDACO DIMENTICATO Argimusco, i resti di una costruzione medievale rubriche 3/4/5 24 24 24 28 28 29 30/31 30 30 31 31 31 31 Settegiorni Uomini & Business Consulenti Consumatori Libri/La Classifica Lacerti di Letture Rubriche Lettere & Commenti Qui Scuola/Heritage Ecologia & Ambiente Eliodoro 150 Parole da Palermo Antibuddaci Animal House Il messinese Magno in corsa per la carica di Gran Maestro MESSINA. Un esponente messinese per la guida del Grande Oriente dʼItalia. Sarà il notaio Silverio Magno a correre per la carica di Gran Maestro. Della lista che presenterà alle consultazioni di aprile faranno parte Franco Celona, presidente dellʼordine degli avvocati, ed il professore universitario Santi Fedele. PORTO De Simone allunga il molo Norimberga MESSINA.LʼAutorità portuale ha messo a punto il progetto che prevede lʼallungamento del molo Norimberga, dove approda la nave Cartour. Previsti lavori per 15 milioni di euro. 27 SETTEMBRE 2013 L 7giorni CHI SALE APPELLI. SI TORNA IN PIAZZA CONTRO L’ANTENNA SATELLITALE USA SOCIETA’ Antonio Bertuccelli Uniti contro il Muos Ambiente, al via le “Cartoniadi” a Catania MESSINA. Stanchi di vedere il sindaco con la maglietta “Free Tibet”, il gruppo del Pdci, capeggiato da Antonio Bertuccelli, si è presentato da Renato Accorinti con in dono una maglietta di cotone con su scritto: “Free Palestina…”. Rossa naturalmente. Professionisti, docenti e operatori sociali spiegano le ragioni del no alla manifestazione del 28 settembre L Rizzo-Molonia MESSINA. Il macellaio di via Placida, di fronte al mercato SantʼOrsola, per pubblicizzare gli imbattibili prezzi di carne di cavallo e di maiale si è fatto fare unʼinsegna al passo con i tempi: “la macelleria per le famiglie in tempo di crisi…”. L centonove Enrico Castiglione TAORMINA. Ventunomila biglietti staccati per una stagione lirica da ricordare al Teatro Antico di Taormina e il cartellone di spettacoli, diretto da Enrico Castiglione. L'iniziativa, secondo operatori del settore, ha avuto anche una valenza turistica con hotel e ristoranti pieni di appassionati durante i giorni delle recite. I dati spingono a ipotizzare di una stagione di operette invernale, comeannunciato dal sindaco Giardina. L Giuseppe Pizzino PIRAINO. Dalle parole ai fatti: lʼimprenditore tessile ha coniato il prototipo de “il grano”, la moneta compensativa della Regione verso lʼeuro, e ha avviato gli incontri con i cittadini per spiegare la bontà dellʼiniziativa. Prima tappa Militello in Val di Catania, la patria di Pippo Baudo. Gabriele LNunzio Sciveres RAGUSA. Il giovane architetto vittoriese, con l'opera "A2M Social Housing" a Marina di Ragusa ha vinto il Premio internazionale di architettura "Barbara Cappochin", 2013. Secondo la giuria "il progetto indica anche una strada di assunzione di responsabilità estetica, sociale e culturale, importante per riaffermare la capacità dell'architettura nel risolvere i problemi fondamentali dell'abitare contemporaneo''. CATANIA. A Catania dall'1 al 31 ottobre è tempo di "Cartoniadi", gara fra i quartieri cittadini per sviluppare la raccolta differenziata di carta, cartone e cartoncino ideata nel 2001 dal Consorzio nazionale recupero e riciclo imballaggi a base cellulosica (Comieco). Alla squadra che si aggiudicherà il titolo di "Campione di riciclo" sarà dato un assegno in denaro che ogni circoscrizione potrà investire in beni e servizi. I quartieri sono stati divisi in tre squadre che per diventare "Campioni di Riciclo" dovranno raccogliere in 31 giorni un quantitativo di rifiuti in carta e cartone maggiore di quello dello scorso anno, quando a fronte delle quasi 9 mila tonnellate di carta e cartone raccolte, il Comune di Catania ha ricevuto da Comieco oltre 486mila euro in corrispettivi. Trapani, maxiconfisca al “re dei supermercati” PALERMO. Beni mobili e immobili per un valore di oltre 700 milioni sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia all'imprenditore di Castelvetrano Giuseppe Grigoli, 64 anni, “re dei supermercati” indicato dagli inquirenti come uomo di fiducia e prestanome del boss latitante Matteo Messina Denaro, ritenuto nuovo capo di Cosa Nostra. Il provvedimento di confisca riguarda 12 società, 220 fabbricati. NISCEMI. Operatori sociali, docenti universitari, professionisti dicono “no” al Muos di Niscemi e aderiscono alla manifestazione nazionale indetta per il prossimo 28 a Palermo. Con un appello ai parlamentari nazionali e regionali i 35 firmatari della lettera promossa da Aurelio Angelini, docente universitario, e Pino Toro, presidente di Ail Palermo, chiedono unʼassunzione di responsabilità e invocano il “principio di precauzione, stabilito in sede europea nel campo delle decisioni politiche quando le discordanze scientifiche e la carenza di dati non consentono una valutazione completa del rischio. Tale principio viene applicato nei casi di pericolo per la salute, per la sicurezza alimentare, per lʼambiente e le risorse naturali”. Per i firmatari dellʼappello, è stato finora ignorato il fatto che lʼantenna satellitale Usa ricade in unʼarea sismica e nella zona di massima tutela ambientale della riserva “Sughereta di Niscemi”; che in caso di avaria il Muos può provocare conseguenze gravi per le persone e per lʼambiente; che il Muos si aggiungerebbe alle antenne attualmente in funzione già ai limiti delle emissioni previste dalla normativa vigente; che il Muos può causare innalzamento termico dal “campo” sulla permeabilità della membrana cellulare e che numerosi studi sono convergenti sugli effetti mutageni per le cellule; può produrre effetti sugli organi biologici ed effetti indiretti sulle apparecchiature elettromedicali; e che il Muos diventerebbe un obiettivo militari di potenze avverse agli Usa in quanto strumento cruciale per la comunicazione militare. Taobuk, Veltroni e Xinran alla serata finale TAORMINA.Il festival internazionale del Libro di Taormina, Taobuk, registra un sempre più crescente numeri di visitatori e l'ideatrice dell'iniziativa, Antonella Ferrara, decide di scegliere il Teatro Antico come sede dell'ultima serata, che si terrà venerdì prossimo alle 18.30 e ospiterà Walter Veltroni e la giornalista cinese Xue Xinran. "Abbiamo pensato che il Teatro Greco fosse il luogo più adatto per concludere questa terza edizione di Taobuk che ha avuto un successo che è andato oltre le aspettative - spiega Antonella Ferrara - ringraziamo il nostro pubblico che sta apprezzando il nostro impegno ed è sempre più numeroso". MEMORIAL Windsurf nel ricordo di Claudio Pellicane MESSINA. Il tre ottobre 2010 Claudio Pellicane, dopo trentʼanni di dedizione allo sport del windsurf, a 62 anni è partito per il suo ultimo viaggio dalle acque dello Stretto di Messina, spegnendosi mentre solcava le onde di quel pezzo di mare di cui ammirava ed amava. Domenica 29, lʼassociazione culturale-sportiva StrettoInfinito ed il Windsurfclub Messina, lo ricorderanno nel terzo Trofeo Claudio Pellicane, una regata “open” in cui le tavole a vela faranno da sfondo al panorama dello Stretto solcato da quel lembo di mare tra due terre lo ama, nel ricordo di chi lo amava. Il vincitore della regata si aggiudicherà il trofeo Challenge Claudio Pellicane, istituito per incentivare la diffusione di attività sportive di tipo velico e per valorizzare i panorami dello Stretto. TRAPANI. PAPA NOMINA MONSIGNOR FRAGNELLI, FINORA ALLA DIOCESI DI CASTELLANETA, DOPO L’INCHIESTA AMMANCHI Il vescovo della pace TRAPANI. Dopo un lungo periodo di turbolenza, legato a un'intricata inchiesta su una truffa milionaria a una fondazione benefica, la diocesi di Trapani ha un nuovo vescovo. Papa Francesco ha infatti nominato mons. Pietro Maria Fragnelli, 61 anni, pugliese di Crispiano (Taranto), alla guida della diocesi siciliana. Fragnelli è stato trasferito a Trapani dalla diocesi pugliese di Castellaneta, di cui era vescovo dal 2003. La diocesi trapanese era stata investita dall'inchiesta giudiziaria che il 19 maggio 2012 portò la Santa Sede alla rimozione del vescovo Francesco Miccichè, dopo che in precedenza era stato inviato come "visitatore apostolico" il vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero, e quindi alla nomina di un amministratore apostolico nella persona di mons. Alessandro Plotti. La notizia della nomina, oltre che dal bollettino della sala stampa vaticana, è stata comunicata proprio da Plotti al clero locale, riunito in assemblea presso il Seminario Vescovile. Miccichè era stato sollevato dall'incarico dopo le polemiche legate ad alcuni presunti ammanchi che sarebbero stati causati, secondo i magistrati della Procura di Trapani, dall'ex cassiere della diocesi, monsignor Ninni Treppiedi, poi sospeso "a divinis". All'ex sacerdote vengono contestati numerosi reati compresa l'organizzazione di una campagna mediatica contro Miccichè che nell'inchiesta figura come parte lesa. Mons. Treppiedi è anche tra i pagina 4 grandi accusatori del senatore Antonio D'Alì (Pdl), imputato di concorso esterno in associazione mafiosa, il quale stando alla testimonianza dell'ex sacerdote davanti al Gip di Palermo Giovanni Francolini, avrebbe chiesto l'intervento dello stesso Treppiedi per "aggiustare" testimonianze su suoi rapporti con ambienti mafiosi. Treppiedi ha riferito che nel 2009 venne convocato da D'Alì, preoccupato del fatto che era stata aperta un'indagine sull'ex sindaco di Valderice, Camillo Iovino. Il senatore temeva che fosse stata intercettata una telefonata con la quale Iovino gli aveva "girato" una raccomandazione per il boss Masino Coppola. Al prete chiedeva di intervenire su Iovino perchè, utilizzando il segreto della confessione, lo inducesse a negare ogni contatto. centonove 7giorni MESSINA. QUATTRO ANNI DI LAVORI E TRE MILIONI DI EURO PER LA RISTRUTTURAZIONE DELLA CHIESA CONCORSI. ALESSIA BERGAMO Sant’Elena, bentornata all’Annunziata Miss Trans Italia è siciliana MESSINA. Dopo quattro anni, la chiesa di santʼElena torna a splendere. Iniziate nel 2009 e portate avanti dalla Progemir, le opere di demolizione e ricostruzione della chiesa dellʼAnnunziata sono costate tre milioni di euro, metà dei quali coperti dalla Cei, la conferenza episcopale italiana, mentre per la restante la parrocchia di santʼElena ha acceso un mutuo con la compartecipazione della La nuova chiesa di sant’Elena all’Annunziata Curia messinese che andrà ad integrare i il catastrofico terremoto del contributi dei fedeli ed i pavimentazione del sagrato, 1908. Non a caso, lʼunico proventi dellʼ8 per mille infatti, è ancora in fase di elemento vincolato dalla destinato alla chiesa cattolica. rifinitura. La nuova chiesa, soprintendenza è stato il Il nuovo istituto religioso, progettata dagli architetti Italo “paliotto”, riutilizzato nella comprese le pertinenze Strani, Francesco Ficarra e nuova costruzione, così esterne, si snoda su 1500 Franco Cardullo, presenta come un quadro anonimo metri quadrati di superficie, uno stile razionalista che risalente al settecento. Della cinquecento dei quali di chiesa prende le distanze dalla vecchia costruzione col tetto vera e propria, inaugurata in vecchia costruzione, amata a volta ed unʼunica navata, settimana dallʼArcivescovo dai fedeli ma di scarso valore sono stati riutilizzati anche Calogero La Piana, architettonico, a sua volta lʼaltare, il tabernacolo ed il nonostante i lavori non siano sorta al posto della chiesetta battistero. del tutto ultimati. La di legno realizzata subito dopo TORRE DEL LAGO (LUCCA). Si chiama Alessia Bergamo, ha 27 anni è siciliana di origine, ma abita a Bergamo la nuova "Miss Trans Italia" eletta ieri sera a Torre del Lago. La 21esima edizione del concorso è stata interamente dedicata alla memoria di Don Andrea Gallo, sacerdote schierato nella battaglia per i diritti della comunità Glbt. Alba Parietti, madrina dell'evento, ha ricordato l'amico Don Gallo paragonando la sua figura a quella di papa Francesco dopo la sua apertura ai gay. MESSINA. L’ATTRICE RICORDA VIZZINI GRAZIE AL VOLUME DI CAVALERI ROSA E NERO Sandra Milo sul set di Ballando il Silenzio Giudice Saetta e figlio commemorati ad Agrigento MESSINA. Eʼ fervido e affettuoso il ricordo che Sandra Milo ha di Michelangelo Vizzini, storico fotoreporter della Rassegna internazionale cinematografica di Messina e Taormina anni '50-'70. Così è bastato uno sguardo veloce alla copertina del volume, curato da Massimiliano Cavaleri, la figura del fotografo che la immortalò decine di volte, anche in pose intime e private. Una pagina del libro, che raccoglie le foto in bianco e nero più belle e significative del Ventennio d'Oro, è dedicata a lei con tre scatti anni '60. Lʼattrice proprio in questi giorni è stata impegnata a Montagnareale sul set del film di Salvatore Arimatea "Ballando il Silenzio" (prodotto dal Cam, presieduto da Francesca Barbera). Un lungometraggio che vanta un cast eccezionale oltre la Milo, Marina Suma Fioretta Mari e altri volti noti come Mario Opinato, Christian Gravina, Gaetano Lembo, Samuel Peron, Elisa Franco, Francesca Ferro, Turi Giuffrida, Tania Bambaci e, per la prima volta sullo schermo, la ragazza down Benedetta Lauricella dell'Aipd Milazzo-Messina. Una toccante storia di disagio sociale e solitudine ambientata nel travolgente mondo del tango, scritta da Arimatea insieme con Tosi Siragusa e che sarà interamente girata fra Messina e provincia, in particolare Montagnareale e Terme Vigliatore. Nel film appare anche il sindaco di Messina Renato Accorinti in una scena girata in Città al Mariposa, quando la protagonista Marina Suma, che interpreta due ruoli in contemporanea, “Elisabetta” e “Melissa”, cattura lʼattenzione del cantante Christian Gravina sulle note di “Mokarta”. AGRIGENTO. Venticinquesimo anniversario dall'assassinio del giudice Antonino Saetta, presidente della prima sezione della corte d'Assise d'Appello di Palermo, e del figlio Stefano, assassinati mentre stavano percorrendo la strada statale 640 Agrigento-Caltanissetta. Le iniziative hanno preso il via con la deposizione di una corona alla stele commemorativa in contrada Giulfo. Poi, al cimitero di Canicattì è stato deposto un omaggio floreale sulla tomba di Saetta. Al teatro Sociale presentato l'annullo filatelico realizzato da Poste Italiane. Catania, una piazza per Emilio Greco CATANIA. L'amministrazione comunale intitolerà ad Emilio Greco, scomparso nel 1995, la piazza Duca di Genova. Lo ha reso noto l'ente, che sta organizzando le celebrazioni per il centenario della nascita dell'artista catanese, in programma il prossimo 11 ottobre. La scelta della piazza Duca di Genova non è casuale. Lo stesso Greco raccontava di aver sviluppato una particolare sensibilità estetica, quando, durante le scuole elementari, frequentava il centro storico di Catania, ricco di vestigia dell'antichità. Centro antiviolenza dedicato a Lia Pipitone CPALERMO. Un centro antiviolenza è stato intestato a lei e altri ne nasceranno grazie allʼassociazione Millecolori Onlus. Viene ricordata così a 30 anni dalla sua morte Lia Pipitone, ragazza ribelle figlia di Antonino Pipitone, boss del quartiere Arenella di Palermo che fu uccisa a 25 anni in una rapina il 23 settembre 1983. Secondo le rivelazioni di alcuni pentiti a impartire l'ordine fu proprio il padre, infastidito dalle voci su una sua presunta relazione extraconiugale, ma il boss, vicino a Riina e Provenzano, è sempre stato assolto. Ora, nuove testimonianze e documenti raccolte nel libro scritto dal figlio della donna, Alessio Cordaro e dal giornalista Salvo Palazzolo,('Se muoio sopravvivimi', ed. Melampo) faranno luce sul caso. pagina 5 27 SETTEMBRE 2013 CHI SCENDE M Pippo Trischitta MESSINA. La verve politica del capogruppo del Pdl in consiglio comunale è tale da fargli perdere dʼocchio la galanteria. In aula, infatti, Trischitta si è scagliato ferocemente contro la collega di “Cambiamo Messina dal basso” Ivana Risitano, che dal suo canto ha preferito la “linea morbida”, evitando di rispondere alle accuse e passando sopra lʼaccaduto. MEmilia Barrile MESSINA. Il presidente del consiglio comunale è una sorpresa per i colleghi che, convinti di poter contare sulla grazia femminile, si sono trovati invece di fronte un pugno di ferro in guanto di...acciaio. Tanto che qualcuno, che fatica ad adeguarsi al “nuovo ordine” sommossamente protesta. “Speriamo di non doverla salutare con un “heil Emilia”, ha spiegato. MEnzo Sindoni CAPO DʼORLANDO. Il sindaco di Capo dʼOrlando di fronte allʼopposizione fa come le tre scimmiette: non parla, non vede, non sente. E manco scrive. I consiglieri delle liste “Librizzi Sindaco” e “Democratici per Capo dʼOrlando” di fronte alla mancata risposta delle ultime sette interrogazioni hanno deciso di disertare lʼultima seduta. MPino Galluzzo BARCELLONA. Lʼex consigliere provinciale di “Giovani della libertà” sostiene di essere un esperto di pesce. Durante una passeggiata sul lungomare di Milazzo ha tentato di acquistare “tonnacchioli”. Peccato che si trattasse di unʼaltra varietà. Appena si è accorto dellʼerrore ha svicolato: «Lassamu stari, tanto tempu pi cucinari non naiu”. M Orazio Andronaco MESSINA. Il responsabile degli impianti sportivi del Comune di Messina non è in sintonia con la storia sportiva del sindaco Accorinti. Le porte e gli spogliatoi dellʼex Gil, per la cui tutela il neo sindaco si era battuto, nel week end sono rimasti per 3 giorni aperti ed incustoditi. 27 SETTEMBRE 2013 primopiano centonove INCHIESTA. La corsa all’eldorado degli incentivi continua anche se la rete elettrica è inadeguata Energie pulite, affari sporchi In Sicilia gli impianti eolici e fotovoltaici producono 6 volte la potenza massima allacciabile. Il dato tenuto tenuto nascoto da Terna Spa e sconosciuto ufficialmente dall’asessorato. Che non impedisce gli affari dei privati. A spese di tutti i contribuenti DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. Lʼenergia pulita prodotta in Sicilia? Fa la stessa fine delle arance portate al macero, allo “scafazzo”. Per gran parte. La fa da anni. La farà ancor di più in futuro. Il motivo? La rete elettrica di distribuzione non è in grado “sopportare” lʼenergia prodotta. Tuttavia, benchè il dato fosse noto da tempo, complici le amministrazioni comunali e le Autorità regionali la corsa alla costruzione di pale eoliche (soprattutto), e allʼinstallazione di pannelli fotovoltaici non si arresta. Anzi, continua più che mai tanto che lʼassessore allʼAmbiente Nicolò Marino con decreto 12 agosto del 2013 ha dato il via libera a conferenze di servizio per esaminare 64 progetti di parchi eolici e 56 di impianti fotovoltaici benchè come attesta il rapporto di Gse Spa, la società che gestisce i servizi elettrici, la Sicilia è tra le poche regioni italiane che può vantare un surplus di energia prodotta annualmente (secondo lʼultimo dossier statistico, di quasi il 6%). Il vero business non è fornire agli italiani energia pulita e ridurre la produzione di quella sporca. Agli imprenditori, per incassare i contributi a fondo perduto erogati dalla regione e gli incentivi che in fin dei conti, ciascun contribuente si sobbarca, quota parte, ogni volta che si reca allʼufficio postale per pagare la bolletta nellʼillusione che almeno così fornisce il suo apporto a tutelare lʼambiente, basta ottenere le autorizzazioni regionali o comunali, piantare le pale e installare pannelli di silicio. Che poi lʼenergia nella rete non può entrare poco importa. I contributi, infatti, vengono incassati per lʼenergia prodotta e non per quella effettivamente entrata nel sistema. IL PARADOSSO IN NUMERI. Era lʼaprile del 2005 quando sul sito dellʼassessorato allʼIndustria, cui spetta il compito di dare il via libera finale agli impianti, comparve unʼavviso dal tenore inequivocabile: «Sono pervenute al gestore della Rete molteplici domande di connessione di impianti eolici. In attesa che si realizzi il Piano di Sviluppo della Trasmissione attualmente la potenza complessiva allacciabile alla rete è pari a 503 MW. Di questa 397 MW è già impegnata. Eʼ possibile installare senza creare problemi di sicurezza di ulteriori MW 106». Lʼavviso scomparve dopo pochi giorni, non se ne trova più traccia nel web, ma è rimasto nella disponibilità di chi lo ha stampato. Scomparve non a caso, visto che in seguito si è proceduto come se esistesse.. Basta, infatti, dare unʼocchiata allʼultimo Rapporto Energia dellʼassessorato allʼAmbiente per scoprire che in Sicilia sino a dicembre del 2012 sono in esercizio 92 parchi eolici (13 dei quali autorizzati dalla Regione, la restante parte dai Comuni) per una potenza complessiva pari a 1749 MW: tre volte tanto la potenza massima allacciabile alla rete. Non solo. A questa potenza va aggiunta quella, pari a 1125 MW, sviluppata dai 32051 impianti fotovoltaici (300 dei quali autorizzati dalla regione Sicilia): in tutto fanno quasi 2mila e 800 MW, cinque volte e mezza la potenza massima sopportabile dalla rete, secondo lʼavviso comparso nel 2005 sul sito dellʼassessorato. MISTERI. Come si conciliano dati così discordanti? Comʼè possibile, per usare una metafora, che un viticultore produce sei volte la quantità di mosto che il titolare dellʼunica cantina esistente può immettere nelle sue botti e tuttavia ottiene lo stesso il corrispettivo come se il mosto lʼavesse realmente conferito? Maurizio Pirillo, dirigente generale dellʼassessorato Territorio e Ambiente, sottolinea: «I dati di potenza prodotta dal fotovoltaico e dallʼeolico sono questi. Non sappiamo qualʼè la capacità massima di potenza che può sopportare la rete perchè Terna Spa, cui lo abbiamo richiesto, non ce lʼha comunicato. Sappiamo informalmente che ci sono problemi», ammette. Il dato non lo fornisce nemmeno Terna PRESE DI POSIZIONI «Stop all’eolico» I parlamentari del Pd presentano una mozione per chiedere una moratoria PALERMO. «Siamo di fronte alla schizofrenia fra ciò che il governo dichiara e ciò che l'amministrazione mette in atto: il governo ha più volte dichiarato il 'no' a nuovi impianti eolici, il presidente Crocetta lo aveva detto anche in campagna elettorale. Ma le parole vengono sconfessate dagli atti prodotti dalla sua amministrazione. Ci riferiamo ad un episodio preciso: venerdì scorso, il 20 settembre, nei locali dell'assessorato all'Energia si è tenuta una conferenza di servizio per esaminare la richiesta di produzione di 30 megawatt nei comuni di Castellana Sicula e Petralia Sottana, ed è stato dato parere positivo per 27 megawatt". La denuncia è del Pd all'Ars, dove si è tenuta una conferenza stampa per illustrare una mozione, che sarà presto discussa in aula, per chiedere al governo di fermare qualunque possibilità di realizzazione di nuovi impianti eolici. Alla conferenza stampa hanno partecipato il presidente del gruppo Baldo Gucciardi, il segretario Giuseppe Lupo, il promotore della mozione Antonello Cracolici e molti altri parlamentari regionali del PD. Cracolici ha poi evidenziato che "la capacità di produzione di energia eolica in Sicilia è superiore alla tenuta della rete, tanto è vero che in molti casi, girando per l'isola, si vedono impianti fermi o con solo alcune pale in movimento, e altre ferme". "Attorno all'eolico si annidano anche interessi criminali - ha aggiunto Cracolici - proprio in questi giorni abbiamo assistito al sequestro di ingenti patrimoni ad un noto produttore di pagina 6 energia eolica nel Trapanese. Dal prossimo 2 ottobre sono in programma 64 conferenze di sevizio per richieste di autorizzazione di energia eolica, pari a 3285 MW di energia a fronte degli attuali 1746 MW esistenti, quindi le istanze che giacciono, per le quali sono in corso le pronunce amministrative, riguardano una capacità di produzione di energia eolica doppia rispetto a quella esistente. A queste si aggiungono le ulteriori 66 istanze per impianti fotovoltaici che saranno esaminate nelle prossime settimane. In Sicilia c'è stato il far west in questo settore, in alcuni casi il paesaggio è stato letteralmente stravolto, non possiamo permettere che tutto questo continui". Sulla vicenda è intervenuto il presidente del gruppo PD Baldo Gucciardi: "Siamo già intervenuti nelle scorse settimane sullo scempio del parco eolico off-shore di Petrosino - ha detto - rispetto al quale c'è stato un muro di silenzio da parte dell'amministrazione. centonove primopiano 27 SETTEMBRE 2013 IL CASO Peloritani, 54 pale in agguato Riavviato il progetto di Anima Energy di Massimo Siclari. Prevede il parco più grande della Sicilia. L’ASSESSORE. Nicolò Marino Spa. Sabina Moretti, responsabile Area comunicazione della società che gestisce la rete, nonostante le insistenze glissa: «La società ha in corso in Sicilia investimenti per potenziare e ammodernare la rete per un miliardo di euro. Eʼ evidente che questo sforzo è necessitato dallʼinadeguatezza della rete». Dʼaltro canto è con questa motivazione che Terna Spa è riuscita a convincere tutte le Istituzioni della necessità di costruire il contestatissimo (da parte delle popolazioni interessate dai lavori) elettrodotto destinato a collegare Rizziconi, località vicino Gioia Tauro, in Calabria, alla Sicilia. Se il dato non ce lʼha la regione Sicilia e non lo fornisce Terna Spa, non resta che affidarsi allʼunico dato disponibile, quello del 2005, alla logica e a una semplice domanda: Dal 2005 in poi sono state fatte opere che hanno migliorato le infrastrutture elettriche? Il dirigente Maurizio Pirillo è netto: «Assolutamente no. Nessun miglioramento». Dunque, la potenza massima allacciabile è rimasta più o meno di 500 MW. Mentre quella totale prodotta dagli impianti da fonti rinnovabili che via via sono entrati in esercizio è quasi 6 volte tanto. «Se nel 2005 è stato diffuso questʼ avviso con questi dati, è evidente che lʼinghippo cʼè», ammette il dirigente Pirillo. Che esclude, sulla scorta delle informazioni fornitegli da Terna e confermate a questo giornale da Sabina Moretti di Terna Spa che “ci siano stati limitazioni al conferimento dellʼenergia nella rete”. La domanda così rimane la stessa: Come si concilia tale sproporzione? La risposta è ininfluente per gli imprenditori del settore: «Gli incentivi sono erogati sulla base dellʼenergia prodotta e non sulla base di quella conferita», ribadisce Pirillo. Anna Giordano del Wwf sottolinea: «Al di là dellʼinutile uso di denaro dei contribuenti la costruzione di pale eoliche determina un danno ambientale notevole». MESSINA. La prima pala eolica, quella più in basso, secondo il progetto, dovrebbe essere piantata a Puntal Ferraro, davanti al centro recupro del Wwf, accanto alla riserva dei Daini della Forestale. Lʼultima a Puntal Bandiera, quella più in alto, sotto il santuario di Dinnamare, il punto più alto dei monti Peloritani. Sono cinquantasette le turbine (o aereogeneratori) che invaderanno unʼampia area del crinale di montagne, di proprietà del Demanio Forestale, ricche di alberi e di macchia mediterranea, che dividono la costa ionica dalla costa Tirrenica, proprio sopra Messina e sopra il comune di Saponara. Se otterrà le autorizzazioni sarà il parco eolico per numero di pale e per potenza più grande della Sicilia: Il santuario di Dinnammare vicino al quale potrebbe sorgere il parco eolico 99 MW di potenza. Anna Giordano, esponente del Wwf Sicilia, che unitamente stato presentato nel 2005 dalla servizi precedenti (17 settembre e 22 allʼassociazione Man di Deborah società di Massimo Siclari, fratello del dicembre 2008), insieme con gli atti Ricciardi, da anni si batte contro il più noto Lino Siclari, patron di Aicon endoprocedimentali, i pareri e le progetto, commenta: «Se verrà dato il lʼazienda di Giammoro quotata in determinazioni successive. E via libera, una delle zone più belle dei Borsa nel 2007 e poi precipitata nel ordinando così alla Regione Sicilia di Peloritani verrà irrimediabilmente baratro del fallimento su cui indaga rinnovare il procedimento deturpata. Non voglio neanche ora la Procura di Barcellona. In realtà amministrativo. Questo nuovo pensare a tutti i danni che si faranno il progetto era stato sonoramente procedimento, però, non si è mai allʼambiente per portare tutte le pale bocciato da tutte le Istituzioni che a svolto. La società attraverso i sui quei monti. Senza contare suo tempo se ne sono occupati. medesimi legali si è rivolto al Consiglio lʼinquinamento acustico. Si tratta di Tuttavia la società proponente, da di Giustizia amministrativa per unʼopera che parte sua, non ha chiedere lʼottemperanza alla sentenza confligge con tutte desistito e si è del 2010. Lʼorgano di giustizia le norme a tutela rivolta, in una prima amministrativa di secondo grado il dellʼambiente, in occasione al Tar di primo luglio del 2013 ha ordinato alla genere. E, in Palermo. Che lʼ11 regione di convocare entro novanta particolare, di gennaio 2010 ha giorni la conferenza dei servizi. quella porzione di accolto il (primo Fissata per venerdì 27 settembre. montagna, dove ricorso) dei legali Per i ritardi che sono stati accumulati fanno rotta gli della "Anima nel corso degli 8 anni la a società uccelli migratori» Energy", gli avvocati Anima Energy ha avanzato la Il progetto, che Andrea Scuderi e richiesta di un maxi-risarcimento prevede un Gianluca Rossitto, (dellʼammontare stabilito tra i163 investimento annullando ti tutti i milioni e i 94 milioni in subordinata) a complessivo da 170 verbali delle tutti gli enti coinvolti in sede di milioni di euro, è conferenze dei conferenza dei servizi. (M.S.) AMBIENTALISTA. Anna Giordano NEL SACCO Premiata ditta Buglisi-Saia Arrestati in Puglia per illeciti ambientali gli imprenditori messinesi MESSINA. Una società comprava i terreni. Più società presentavano i progetti per le autorizzazioni a costruire impianti fotovoltaici. Tutti al di sotto di un Mega Watt in modo da eludere la necessità di ottenere lʼautorizzazione unica della Regione. Ma i proprietari di tutta la galassia di società erano sempre gli stessi. Lʼavventura alla ricerca del business nel campo del fotovoltaico in terra di Puglia è costata cara ad un gruppo di messinesi, coagulati attorno agli imprenditori Roberto Saija e Gaetano Buglisi, che erano riusciti ad entrare in rapporti commerciali con Ignacio Javier Romero Ledesma, uomo di fiducia di mister Zhengrong Shi, vertice del colosso cinese del fotovoltaico Suntech. E di partecipare ad un Fondo, il Global Solar Fond con sede a Lussemburgo. Con lʼaccusa di associazione per delinquere e illeciti urbanistici e truffa, sono stati arrestati Roberto Saija, 44enne, messinese di origine e residente a Roma; Domenico Catalfamo, 38enne di Furnari (Messina); Antonio Puliafico, 40enne di Barcellona Pozzo di Gotto; Francesco Coppolino, 31enne di Terme Vigliatore, Gaetano Buglisi, 40 anni, anchʼegli di Terme Vigliatore. Agli arresti anche Ettore Zanazzo, 74enne di Imperia, imgnere cui si deve lʼinvenzione del telepass; Monjas Aragones Alberto, spagnolo. Nellʼinchiesta risulta indagata anche la moglie di Roberto Saija, Maria Carmela Rita Puleio; e il padre di Gaetano Buglisi, Sebastiano Buglisi, titolare della Edil Scavi, ora Eds Infrastrutture, imprenditore molto pagina 7 noto nella provincia di Messina, anche per aver denunciato i suoi estortori, cui sono stati affidati tutti i lavori per la costruzione degli impianti. Le ordinanze sono state richieste dal procuratore aggiunto di Brindisi Nicolangelo Ghizzardi e disposte dal giudice per le indagini preliminari Paola Liaci. Le decine di impianti che era stati costruire dagli imprenditori messinesi sono stati sottoposti a sequestro preventivo, e sono stati sottoposti a sequestro per equivalente anche i patrimoni delle persone indagate e delle società coinvolte sino alla copertura dei contributi pubblici indebitamente percepiti, pari a 7 milioni di euro. Inoltre, gli inquirenti hanno informando il Gestore dei Servizi energetici (Gse) per bloccare altri 303 milioni di contribuiti pubblici che le società del gruppo erano in predicato di percepire avendo già avanzato la relativa istanza. (M.S.) Politica 27 SETTEMBRE 2013 centonove REGIONE. Il Pd apre la crisi, un uomo solo al comando Nove mesi posson bastare La rottura col governatore rischia di mandare a gambe all’aria la giunta, nonostante l’ammutinamento dei quattro assessori. Radiografia di un governo al bivio. Con troppi interessi “industriali” MESSINA. Chi aveva stimato, che “nove mesi di governo per Crocetta sarebbero stati tanti”, non si è sbagliato di molto. “Non so se il governo mangerà il panettone…” aveva mugugnato mesi fa il leader della corrente RifayPd, Antonello Cracolici. La circostanza che aveva fatto storcere il muso al dirigente Pd era la delega-spot del cantautore Franco Battiato al Turismo e dello scienziato Antonio Zichichi alla Cultura, primo caso mondiale di nomina politica per corrispondenza: lʼottantenne assessore governava per telefono da Ginevra, dove risiede. Ma a peggiorare le cose, dopo le dimissioni di Battiato, che aveva denunciato la presenza di alcune “troie” in parlamento e di Zichichi che non sapeva di avere il figlio impegnato in alcuni importanti appalti proprio con lʼassessorato da lui diretto, erano state proprio le nomine “in sostituzione”. ERRORI E RIFIUTI. Dopo il gran rifiuto di fare lʼassessore-tappabuchi alla cultura di Antonio Presti, che si era visto occupare per tutto il periodo della campagna elettorale lʼalbergo Atelier sul Mare di Castel di Tusa, giorno e notte, dagli aficionados Crocettiani, a indignare la I MAGNIFICI QUATTRO Nino Bartolotta Mariella Lo Bello Nelly Scilabra Luca Bianchi L’INTERVISTA Laccoto: «Io con Renzi perchè serve una terapia d’urto» Il deputato nazionale Pd spiega perchè è transitato nell’area del sindaco di Firenze. E al governatore manda a dire... Giuseppe Laccoto MESSINA. Onorevole Laccoto perche è passato con Renzi? «Perchè in questo momento di grande difficoltà e di grande incertezza economica per lʼItalia ritengo salutare lʼazione di una persona che ha già ben operato come sindaco e mostra di avere un approccio pragmatico per dare quella spinta che possa fare uscire lʼItalia dalla fase di recessione economica e anche morale in cui si dibatte». E per la Sicilia che ricetta prevede? pagina 8 «La Sicilia si trova in una situazione ancora più difficile. E ha bisogno di una terapia dʼurto sulle politiche serie del lavoro, che è la prima emergenza. Ecco perché non cʼè bisogno di fratture e antagonismi». Tra Crocetta e il Pd chi ha tirato troppo la corda? «Le responsabilità ci sono in entrambi i campi. Nel Pd perché non ha arginato una richiesta legittima di riflessione sulla squadra di governo, facendola quasi passare come una lotta di potere. Una responsabilità che investe certamente Crocetta, perché la politica impone in alcune circostanze di abbassare i toni e cercare la sintesi. Eʼ pura incomprensione. Un fatto che non può permettersi né il presidente, né il Pd». Se dovesse dare un consiglio di strategia a Francantonio Genovese, cosa direbbe? «Genovese non ha certo bisogno di consigli. Eʼ una persona moderata e di buon senso. Sono certo che troverà le migliori soluzioni». R.C. centonove Politica 27 SETTEMBRE 2013 direzione del partito sono state le nomine autarchiche decise da Crocetta: la sua “megafonista” MariaRita Sgarlata alla Cultura e la sua assistente personale, Michela Stancheris, al Turismo. Come dire: di voi me ne fotto, decido io. Un fatto ribadito più volte nelle “arene” televisive dove ogni domenica Crocetta ne sparava una, fino a quando, per una crisi di rigetto per eccesso di presenza, le Tv dove il suo “consulente allʼimmagine” Klaus Davì lo promozionava hanno cominciato a defilarsi. Un danno al Partito “Pd” che si vedeva cannibalizzare le presenze dal governatore in carica, un danno enorme alla Sicilia presentata sui media come un una Regione governata solo da cosche criminali: mafia e politica. A braccetto. Terreno di pascolo e battaglie, la formazione professionale e tanti altri settori. Dove come in un valzer, ad una denuncia seguiva un commissariamento, e la scelta di una persona di fiducia del presidente. SISTEMA ANTIMAFIA. “Un gioco sporco - dicono arabbiati e a denti stretti gli ex inqulini di via Calatamini - che abbiamo via via scoperto: con il pretesto della mafia in ogni dove, Crocetta ha creato un sistema di potere parallelo teso a fare fuori il Pd da tutto.” I riferimenti non sono solo alle nomine al Consorzio Autostrade, dove è stato piazzato come commissario il gelese Faraci, ma tutto il sistema, dallʼIrsap, lʼente che dovrebbe sciogliere le vecchie Asi, come le deleghe per le Province: un uomo solo al comando. Che fa e disfa tutto quello che vuole. E che con abilità da attore consumato risponde a chi lo critica con accuse di mafiosità, oppure con una concezione “vecchia della politica”. Un repertorio che il Pd ha deciso di smascherare e che ora ha aperto uno scontro senza precedenti. AMMUTINATI DEL PD. Dopo i tira e molla sugli assessori cui fare spazio in giunta, il segretario del Pd Giuseppe Lupo di fronte alle accuse di “sete di potere”, ha chiesto ai quattro assessori di riferimento, Nino Bartolotta, Mariella Lo Bello, Nelly Scilabra e Luca Bianchi, di fare un passo indietro. I quattro assessori in un primo momento hanno fatto “ammuina”. Luca Bianchi e Nino Bartolotta hanno fatto intendere di rimettersi alle decisioni di partito, mentre Mariella Lo Bello e Nelly Scilabra tengono duro. Intantonessuno ha ancora mollato lʼincarico. Un fatto di fragilità politica che preoccupa Crocetta per i suoi programmi di vasta portata: “Lascerò la Sicilia quando avrò sconfitto la mafia….”. Il sospetto invece è che dietro Crocetta ci GiuseppeLupo sia un apparato di interessi paraindustriali, strettamente collegato ai nuovi vertici di Confindustria, che non solo esprimono un loro assessore di riferimento, Linda Vancheri, ma condizionano apertamente le azioni del governo. “Se questi industriali vogliono fare gli azionisti di Crocetta - ha detto acido Antonello Cracolici, abbiano il buon gusto di candidarsi: lo prevede la democrazia….”. INCIUCI INDUSTRIALI. I riferimenti non sono solo alla nomina sofferta del commissario dellʼIrsap, Alfonso Cicero, ma anche la corsa allʼacquisizione di pacchetti societari allʼAst e negli scali aeroportuali siciliani. Una allarmante conferma ufficiale è arrivata nelle dichiarazioni “per delicatezza omissate” rilasciate dallʼex assessore allʼeconomia, Gaetano Armao, al capo dellʼopposizione, Nello Musumeci. Armao ha descritto la rete di potere che si è instaurata allʼIrsap, le poste in palio negli interessi fotovoltaici e degli appalti connessi, cari al nuovo gruppo di potere che si muove in nome delʼantimafia. Ma soprattutto ha svelato le anomalie della nomina di Patrizia Monterosso alla vicepresidenza dellʼIrfis e i passi pilotati per acquisire il pacchetto di maggioranza dellʼaeroporto di Birgi. “Una nomina fuori dalle legge, che mira a fare requisire i pacchetti di controllo degli scali siciliani, attraverso il controllo di Unioncamere che ha partecipazioni diffuse e interessi relativi ai trasporti, sempre facenti capo allo stesso gruppo di potere.” Una denuncia forte, che in altri contesti ha ZOOM Faraone: «Epifani ha evitato di incontrare Crocetta» PALERMO. "Ho letto sui giornali che Epifani non ha incontrato Crocetta perché impegnato nei lavori d'aula. Non sopporto le bugie e sfortunatamente Guglielmo sta seduto due banchi sotto al mio in Aula. Lui non ha partecipato alle votazioni e se non ha incontrato Crocetta lo ha fatto scientemente". Lo scrive nella sua pagina Facebook il deputato del Pd, Davide Faraone, renziano. "Le ragioni possono essere diverse - sostiene - Pensa abbia ragione Lupo: è infastidito per una crisi che si poteva evitare in un momento in cui lo scontro a Roma con il Pdl è durissimo; è impegnato ad organizzare il congresso. Tutte ragioni valide. Però la verità è una: nessuno può credere che in una regione dove il centrosinistra ha sempre perso, dopo appena 9 mesi, si siano smarrite le ragioni dello stare insieme. E tutti evitano sistematicamente di affrontare la questione". Per Faraone "il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, ha fatto bene a chiedere con forza un chiarimento" perché "una lenta agonia non è utile al Pd, al governo ai siciliani". "Noi siamo al governo per fare la rivoluzione - continua - Se ci limiteremo alle rappresaglie, meglio staccare la spina". portato il sostituto procuratore Agueci, responsabile per la Procura di palermo dei reati contro la Pubblica amministrazione a fare dei distinguo: è vero che sono cresciute le denunce che noi stiamo verificando. Ma non si deve trovare lʼalibi che gli enti non possono garantire i servizi perchè la Procura indaga”. Ma come uscire ora da questa crisi di rapporti da una parte di Crocetta con il Pd e dallʼaltra di Crocetta verso la Cisl e il “sistema corrotto dei partiti?”. IL MODELLO FALLITO. Quello che veniva definito il “modello Sicilia”, lʼintesa di volta in volta da trovare con i Grilli in aula è miseramente fallito. E il primo a parlare di sfiducia è stato il capogruppo dei Grillini, Giancarlo Cancellieri: “Siamo pronti a staccare la spina. Crocetta fa lʼannunciatore. Poi sulle cose serie latita…”. I riferimenti sono al voltafaccia allʼassessore al Bilancio Bianchi sullʼIrpef, le giravolte quotidiane sulla Formazione, ma soprattutto la capriola sul Muos. Dopo essersi vantato di bloccare la costruzione dei radar a Niscemi, il presidente senza dire niente a nessuno ha firmato tutte le carte che gli Usa chiedevano, mentre in pubblico faceva finta di contestare i progetti. Di più: ha accusato di mafiosità alcuni “infiltrati” nel Movimento Muos, area politica che è rimasta disgustata dal comportamento parolaio di Crocetta. E si è giustificato: lʼistituto superiore di sanità dice che per la popolazione non cʼè pericolo alcuno. Se non avessi firmato la regione rischiava il fallimento per le penali che era chiamata a pagare. Ma queste cose in mesi e mesi di chiacchiere e anatemi, nessuno gliele aveve dette, si sono chiesti tanti attivisti? Un “vulnus”, lʼattaccamento ai microfoni e ai megafoni, sui quali si interrogano il capogruppo dei Democratici riformisti, Giuseppe Picciolo, Lino Leanza, leader di Articolo 4, il movimento che conta sette deputati allʼArs, fuoriusciti da aree vicine allʼUdc e allʼMpa e gli stessi reanziani di Davide Faraone, pronti a creare una ciambella di salvataggio per tenere a galla il governo e dallʼaltra stringergli attorno lacci e lacciuli per portare il presidente a lingua sciolta a tenere un poʼ più a bada i suoi comportamenti, senza i fondamentali sedici voti in aula del Pd. SETTE GIORNI DI TREGUA. La settimana di tregua che i partiti intendono darsi ha avuto la sua prova di forza mercoledì sera allʼArs: la terza commissione alle Attività Produttive presieduta da Bruno Marziano, Pd, supportata dai Grillini, ha rivisto i criteri di pagina 9 nomina della “governance” dellʼIrsap, lʼente caro agli industriali che ora è presieduta dal geometra Alfonso Cicero, autore di tante denunce antimafia: entro sei mesi Cicero sarà fuori dalla carica. A designare il presidente saranno le aziende, i partiti indicheranno poi gli altri due consiglieri. Una guerra tutta interna al Pd, che porta la destra sfilacciata nelle sue variegate componenti, dalla sparuta Forza Italia alla Destra di Nello Musumeci, a non alzare i toni. “Le larghe intese in Sicilia non sono proponibili - ha gelato i suoi supporter Giuseppe Castiglione semplicemente perché Crocetta non è Letta…”. Ma quella che si è aperta è una lotta fratricida di interessi economici, soprattutto nel settore delle energie alternative. Crocetta ha idee diverse dai suoi compagni di partito. Era nellʼaria, prima della sfiducia del Pd, la nomina del suo consulente bergamasco Antonello Pezzini ad assessore allʼEnergia, al posto del magistrato Nico Marino, entrato in rotta di collisione con gli interessi del gruppo Catanzaro, gestore di discariche ad Agrigento, vicepresidente di Assindustria. Un fatto che solletica anche lʼambientalista Giuseppe Arnone: sta per mandare alle stampe un libro con le intercettazioni, alla vigilia delle elezioni, tra lui e Crocetta e tra lui e il senatore del Megafono Beppe Lumia, considerato il mandante di alcuni “sputtanamenti” pilotati ai danni di Wladimiro Crisafulli e del magistrato di Catania, Giuseppe Gennaro, allora in corsa per la carica di procuratore. R.C. Beppe Lumia Politica 27 SETTEMBRE 2013 Franco Barresi Antonio Ruggeri ATO BYE BYE. Dal 30 settembre gli Ato smetteranno d PARTECIPATE. Dal 30 settembre va in pensione l’Azienda d’ambito dalla storia controversa Addio annunci...Ato Dai rapporti travagliati con la “gemella” Messinambiente agli scandali che hanno coinvolto i vertici. Tra assunzioni dirette, nomine, consulenze, coop e debiti, un decennio sotto la lente DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Eʼ durata dieci anni la fallimentare avventura degli Ato, gli ambiti territoriali ottimali che la Regione Sicilia ha creato nel 2004 perchè razionalizzassero il ciclo dei rifiuti e che invece si sono rivelati, chi più chi meno, gli ennesimi carrozzoni mangiasoldi che hanno lasciato in dote alla casse di palazzo dʼOrleans un buco da oltre un miliardo di euro. Al posto delle aziende dʼambito arriveranno, dal primo ottobre, le Srr, acronimo che sta per società per la razionalizzazione dei rifiuti. Esattamente il compito che avrebbero dovuto avere i ventisette Ato. Un disastro che, a Messina, si è arricchito di un terzo protagonista. Perchè, oltre allʼAto (di cui il Comune è azionista al 90%), ad occuparsi di rifiuti dal 1999 cʼè stata anche Messinambiente. Anchʼessa spa, anchʼessa partecipata praticamente per intero da palazzo Zanca. I risultati? Zero. STORIA DI UN FALLIMENTO. Eʼ il 1999 quando palazzo Zanca, stufo del malfunzionamento della gestione del servizio dei rifiuti affidato a cooperative esterne che si sovrapponevano ai dipendenti comunali alle direttive dellʼassessorato alla Nettezza urbana, decide di creare una partecipata, Messinambiente, tenendo per sè il 51% delle azioni e lasciando il restante 49% alla Comes, consorzio tra due imprese private, LʼAltecoen di Enna e la Ttr. Un matrimonio che parte subito in salita: il comune di Messina sbaglia clamorosamente i calcoli sul fabbisogno economico della partecipata, dando il via alla lunga serie di goffi errori che hanno compromesso sin dallʼinizio il funzionamento della partecipata e della filiera dei rifiuti in città. Il primo atto è un lodo arbitrale del 2001 in cui Messinambiente contesta i calcoli su costi e redditività dellʼinvestimento eseguiti dal comune di Messina e ritoccati da palazzo Zanca dopo la scelta, da parte della partecipata, di struttura, uomini e mezzi. In pratica, prima ancora di svuotare un solo cassonetto, Messinambiente ha iniziato ad operare in passivo, accumulando crediti nei confronti del Comune, cioè il suo azionista di maggioranza. E mentre unʼinchiesta penale fa uscire di scena il socio privato di Messinambiente, trasformandola di fatto in una municipalizzata, la Regione si inventa gli Ato. Ed è un casino. Bello grosso. centonove Michele Trimboli FRATELLI COLTELLI. Lo schema, in riva allo Stretto, è questo. Il comune di Messina affida allʼAto la gestione del ciclo dei rifiuti, che si serve di Messinambiente per svolgere il servizio. Un passaggio intermedio che, negli anni, si rivelerà non solo inutile ma addirittura dannoso: dannoso per ventiquattro milioni di euro, la cifra che Messinambiente sostiene di dover percepire dallʼAto per servizi svolti che invece lʼazienda dʼambito non riconosce, e che si deciderà di fronte ai giudici. Questo, però, non è che lʼultimo passaggio di una serie di rapporti travagliatissimi tra due fratelli litigiosi, per mettere una pezza ai danni dei quali ad intervenire sarà chiamato sempre e comunque il comune di Messina, azionista praticamente unico (le partecipazioni esterne a palazzo Zanca sono dello zero virgola qualcosa) di entrambe le spa. Lo snodo temporale fatale avviene nel 2004, tra il commissariamento del comune di Messina (Giuseppe Buzzanca decade, al posto suo arriva Bruno Sbordone) e lʼavvio dellʼamministrazione giudiziaria per Messinambiente (in sella alla quale arriva Nino Dalmazio, che si dimetterà nel 2011): mentre Messinambiente denuncia 390mila euro di perdite, e debiti per 28 milioni di euro, con delibera del commissario Sbordone, lʼAto3 riceve per delega da IL FUTURO Rifiuti? Facciamo da noi Il servizio tornerà “in house” a palazzo Zanca, a svolgerlo un’azienda speciale. Ecco i piani dell’amministrazione MESSINA. Lʼassessore regionale allʼEnergia Nicolò Marino è stato chiarissimo: “Indietro non si torna”. Il passato si chiama Ato, il futuro Srr, le società interprovinciali di gestione dei rifiuti che prenderanno il posto degli ambiti territoriali ottimali che in dieci anni di vita hanno prodotto un buco di oltre un miliardo di euro alle casse regionali. Lunedi 30 settembre, ultimo giorno utile prima dellʼarrivo del commissariamento, la Provincia ha convocato lʼassemblea di costituzione della Ssr di cui farà parte, da capofila, il comune di Messina, che comprende 48 comuni. Già durante la scorsa amministrazione palazzo Zanca ha approvato lo statuto, e ad aprile è stata versata la quota obbligatoria del il 49% del capitale inizia- pagina 10 le di 120mila euro. Contemporaneamente va avanti la liquidazione degli Ato, da chiudere entro il 30 settembre. Problema è che gli stessi Ato non possono essere liquidati se hanno situazioni debitorie e creditorie aperte. Di quanto si parla? In tutto di circa sessanta milioni spiega Daniele Ialacqua, assessore allʼIgiene di palazzo Zanca: venti milioni di debito del Comune nei confronti dellʼAto3, dieci verso Tirrenoambiente, poi cʼè Messinambiente che chiede allʼAto quei famosi milioni che pare possano ridursi in sede transattiva da ventiquattro a diciotto. Una volta stabilito chi deve a chi e quanto la Regione potrebbe accollarsi il debito, e chiedere la restituzione delle somme in ventʼanni. Argomento, questo, della delibera di transazione dei debiti Ato che venerdi 27 sarà approvata dalla Giunta per poi passare al vaglio del consiglio comunale. Nelle more dellʼapprovazione del piano operativo della Srr da parte della Regione, chi toglierà la spazzatura dalle strade? Dato i tempi che non si preannunciano ristretti, è certo che del servizio, in regime di prorogatio, sarà incaricata Messinambiente. E dopo? Messina, data la sua grandezza, ha la possibilità di avva- centonove Politica 27 SETTEMBRE 2013 di essere operativi. Al loro posto le Srr palazzo Zanca “tutte le competenze relative alla gestione integrata dei rifiuti nonchè lʼesecuzione di tutti i servizi di igiene ambientale”. In pratica, lʼAto dispone ma non ha uomini e mezzi, Messinambiente viene retrocessa ma svolge materialmente i servizi. Nel frattempo, il lodo arbitrale obbliga il comune a corrispondere a Messinambiente la bella somma di ventisette milioni di euro. Finito qui? Nemmeno per sogno. CASINO DIVISO TRE. La delibera che consegna allʼAto3, presieduta allʼepoca da Piero Grasso, le chiavi dellʼigiene cittadina contiene un altro immane casino. Se infatti palazzo Zanca doveva predisporre anno dopo anno una perizia di aggiornamento economico presentato dal partner privato per il trasferimento economico a Messinambiente, lʼAto3 operava invece con un piano dʼambito da cui viene ricavato con cadenza triennale un piano industriale e finanziario. E le due perizie, ed i fabbisogni economici che ne scaturiscono, non coincidono mai. Un esempio sono le settanta unità di personale in meno che lʼAto3 riteneva servissero ai servizi di raccolta e spazzamento, rispetto a quelle quantificate in forza a Messinambiente. Settanta lavoratori che incidevano sui costi, dato che i trasferimenti di fondi dallʼAto3 a Messinambiente non li contemplavano: tre milioni allʼanno in meno del fabbisogno finanziario di Messinambiente. Ragioni, questa e molte altre, che negli anni hanno spinto la partecipata di via Dogali a proporre contro lʼazienda dʼambito un decreto ingiuntivo (opposto), un giudizio arbitrale e addirittura unʼistanza di fallimento. Una lite che è andata avanti fino al 2007 (nel frattempo il presidente dellʼAto3 è diventato Franco Barresi), quando si giunge ad una transazione in cui la partecipata di via Cavalieri della stella riconosce a Messinambiente quattro milioni e mezzo per servizi resi a tutto il 2006. Tutto ciò, senza che si ridefinissero una volta per tutte i rapporti tra Comune, Ato e Messinambiente. Perchè? Perchè molti servizi, in quel periodo, lʼAto li esternalizzava. Alle cooperative. Quanto bastava perchè Dalmazio allʼepoca potesse affermare in una relazione che “L'Ato3 ha tenuto un comportamento diretto a svilire di contenuto economico e commerciale la società Messinambiente”. GLI SCANDALI. A cavallo tra le festività natalizie di fine 2006 ed inizio 2007, allʼAto3 arrivano ventisette Lsu, lavoratori socialmente utili assunti per chiamata diretta e senza alcun tipo di evidenza pubblica con contratto a tempo determinato, che subito dopo diventa a tempo pieno ed indeterminato: sedici figure tecnico/amministrative, dieci con mansioni di sorveglianza. Sullʼargomento disse la sua il Pm Santo Melidona, negli atti dellʼinchiesta scaturita qualche tempo dopo: quelle assunzioni non servivano per le esigenze dellʼAto3, dato che, per esempio, gli Lsu erano stati assunti per svolgere un servizio che già effettuava Messinambiente. Non passa molto ed a Barresi, al successore Antonio Ruggeri e ad Enrico Spicuzza, nominato per breve tempo dal commissario straordinario di palazzo Zanca Gaspare Sinatra, vengono chiesti conto e ragione di servizi aggiuntivi “sospetti” ( tipo la scerbatura aggiudicata a cooperative esterne invece che a Messinambiente), e “spezzettati” per non raggiungere la soglia oltre la quale è necessaria la gara dʼappalto, oltre alla girandola di nomine e avvicendamenti di consulenti. Nel 2012 a Ruggeri subentra, in qualità di commissario liquidatore, Michele Trimboli. Quasi contemporaneamente, a Ruggeri cade una tegola in testa: secondo lʼaccusa di peculato sostenuta dal pm Liliana Todaro (in seguito alla quale è finito ai domiciliari per due mesi), si sarebbe accreditato 136mila euro di compenso per un ruolo, quello da liquidatore, che avrebbe dovuto svolgere a titolo gratuito. lersi di un “suborganismo”, lʼAro (ambito di raccolta ottimale). A quel punto palazzo Zanca, diventato committente e appaltante, dovrà gestire da sè il servizio sotto la “supervisione” ed il controllo da parte della Srr. Come? Le strade da percorrere sono tre: la prima è la gara per appaltare il servizio allʼesterno, ipotesi che lʼamministrazione guidata da Renato Accorinti non ha alcuna intenzione di prendere in considerazione. Poi ci sarebbe lʼopzione “Messinambiente bis”: partecipata con Comune in maggioranza e socio privato, esperienza che non ha avuto esattamente successo. Terza ipotesi, più gettonata, è la gestione “in house” del servizio, tramite una azienda speciale sulla falsariga normativa dellʼAtm. Soluzione, questa, che consentirebbe un risparmio da quattro milioni di euro allʼanno, perchè il regime aziendale speciale sarebbe esentato dal pagamento dellʼiva. E i dipendenti? Gli amministrativi dellʼAto (che a fine liquidazione “regalerà” a palazzo Zanca un patrimonio da venti milioni in beni materiali) transiteranno praticamente per intero nella Srr, gli operai saranno riassorbiti nellʼazienda speciale che si occuperà di svolgere i servizi. (A.C.) Daniele Ialacqua MESSINA. La Giunta ci riprova col condono edilizio Ricomincio da 13mila Le sanatorie esternalizzate nel 2007 tornano al Comune. Che oggi tenta di riuscire dove i professionisti hanno fallito. Ecco perchè MESSINA. Non ci sono riusciti due sindaci, Francantonio Genovese e Giuseppe Buzzanca, e due commissari, Gaspare Sinatra e Luigi Croce. Oggi ci prova Renato Accorinti, sperando di avere più fortuna con quelle tredicimila pratiche di condono edilizio che giacciono nei cassetti del dipartimento Urbanistica, che avrebbero dovuto essere sbrigate in quattro mesi e per espletare le quali ad agosto del 2007 lʼamministrazione si era rivolta a centosessanta tra ingegneri, architetti e geometri. Il risultato? Catastrofico. Perchè unʼoperazione che oggi Guido Signorino e Sergio De Cola, assessori a Bilancio e Urbanistica dellʼamministrazione Accorinti, stimano possa portare nelle casse di palazzo Zanca quasi tre milioni e mezzo di euro, non si è riusciti a portarla a compimento in sei anni. La Giunta ha deciso di riprendere in mano le domande di sanatoria permesse dai condoni del 1985, del 1994 e del 2003, ma soprattutto di riportare il servizio “in house”. Perchè lʼesternalizzazione del 2007 è stata un disastro confermato dai numeri: su diciottomila pratiche presentate allʼepoca, ad essere arrivate al termine sono state appena cinquemila. Come si sono accumulate tredicimila (sulle 18mila originarie) pratiche di sanatoria? Facile. Quelle presentate nel 1986 sono 10.276 e ad oggi, a distanza di 27 anni, sono state rilasciate molto meno di quattromila concessioni edilizie. Per i 4.480 condoni presentati nel 1994, di concessioni edilizie in sanatoria ne sono state autorizzate più o meno mille, mentre per il condono del 2003 per le 3.625 pratiche, sono state rilasciate appena un centinaio di concessioni. Ricapitolando, 18631 pratiche presentate, cinquemila circa quelle pagina 11 evase. Pratiche che Il giorno prima di ferragosto del 2007, lʼamministrazione retta da Genovese, di fronte al fatto che l’Urbanistica “affogava” in un mare di pratiche di condono edilizio mai esitate e risalenti a leggi dell’85, del ‘94 e del 2003, e, più ancora indietro nel tempo, a decisioni dell’Ars dell’80 ed all’81, decide di mettere mano al problema, nella consapevolezza che gli uffici del dipartimento di via Industriale difficilmente avrebbero smaltito le diciottomila pratiche entro il capodanno del 2007, termine ultimo stabilito dal governo del tempo per la presentazione delle sanatorie. Per ovviare, sedicimila pratiche furono appaltate all’esterno. Cento ciascuno per centosessanta Sergio De Cola professionisti (ingegneri, architetti, geometri e periti industriali), una parcella standard da diecimila euro ciascuno (cento a sanatoria espletata), tre mesi di tempo per completarle. A firmare la delibera, l’allora assessore al Territorio Antonio Catalioto. Una scelta che si è rivelata un disastro. Ad ovviare al quale ci si era messo Pippo Corvaja, assessore al Territorio della giunta Buzzanca, prima che le dimissioni di questʼultimo, un anno fa, facesse decadere la giunta. Intanto perchè il “grosso” delle pratiche è stato sbrigato dal 2009, e poi per il “pugno di ferro” mostrato verso i professionisti che dopo essersi accaparrate le pratiche le hanno chiuse in un cassetto, dimenticandosene. A lanciare lʼultimatum, a maggio del 2012, era stato Raffaele Cucinotta, funzionario con mansioni dirigenziali dellʼUrbanistica, intimando l’immediata restituzione dei fascicoli con la minaccia dellʼavvio di un procedimento amministrativo di “diffida per inadempienza”. Minaccia che ha sortito i suoi effetti, dato che pressochè tutte le pratiche sono rientrate in via Industriale. Per partorire il topolino, quindi, palazzo Zanca ha coinvolto centosessanta Raffaele Cucinotta professionisti, due delibere di giunta, nove coordinatori e un milione e 600mila euro di spesa prevista. Oggi, a svolgere il compito sarà solo personale di palazzo Zanca. Oltre ai tre milioni e mezzo in cassa, il disbrigo dei condoni edilizi servirà a definire il reale carico urbanistico della città in previsione dellʼimminente redazione del prossimo piano regolatore, e il conteggio della volumetria effettiva degli appartamenti per il conteggio delle tariffe di acqua, rifiuti e Imu. (A.C.) Politica 27 SETTEMBRE 2013 centonove Nelle immagini Sebastiano Montale, 76 anni. Nato a Messina, nel 1968 si è trasferito nel Lazio per insegnare in un istituto tecnico di Ciampino. Nel 1975 ne è diventato sindaco e ha dato il via alla sua carriera politica nel Partito Socialista. Ha ricoperto la carica di assessore regionale, presidente del consiglio regionale e sottosegretario di Stato. Nelle foto è ritratto con Giovanni Paolo II e Bettino Craxi. IL PERSONAGGIO. L’ex sottosegretario dialoga con Accorinti La Rinascita di Montali Dopo avere ricoperto incarichi istituzionali con il Psi propone un progetto turistico per rilanciare la sua città natale. Che porta in Costa Azzurra DI GIANFRANCO CUSUMANO MESSINA. Da Bettino Craxi a Renato Accorinti. La vita politica di Sebastiano Montali, 76 anni, è come il Monopoly. Eʼ partito da Messina poco più che ventenne e, casella dopo casella, ha attraversato la politica della prima repubblica con ruoli di primo piano allʼinterno del Partito socialista italiano. Oggi è ritornato al “Via” - nella sua città natale - per dialogare con Accorinti, il sindaco pacifista, forse la cosa più lontana rispetto al partito del garofano rosso e quello che ha rappresentato. Montali, però, a capo dellʼassociazione “Rinascita democratica”, non fa una piega:«Amiamo entrambi Messina e vogliamo il bene di questo territorio - ribatte - questo è il collante di tutto al di là delle ideologie. “Rinascita democratica” è stata fondata dieci anni fa con amici di diversa estrazione politica e culturale, abbiamo da subito tentato di proporre idee e soluzioni nellʼinteresse esclusivo della città, ma non siamo mai riusciti a sensibilizzare una classe dirigente impegnata sempre a salvaguardare i propri interessi. Mi facevano sentire un estraneo. Con Accorinti penso che i tempi siano maturi per una svolta». Montali ha incontrato il primo cittadino per coinvolgerlo nellʼorganizzazione di un convegno che si dovrebbe tenere tra ottobre e novembre in cui verrà presentato un progetto economico di rilancio della città basato sul turismo. Contemporaneamente ha scritto al governatore Rosario Crocetta chiedendogli un incontro per sostenerlo. «Messina ha tutte le carte in regola per diventare la Costa azzurra siciliana azzarda». Anche se da tempo residente nel Lazio, Sebastiano Montali, ex professore di inglese, non ha mai reciso i rapporti con la città dove ancora vivono i parenti e i suoi ex compagni di calcio (giocava nelle file del Messina). Ritorna periodicamente e trascorre in riva allo Stretto tutto il periodo estivo. La sua vita politica, però, si è svolta tutta a Roma fino a ricoprire lʼincarico di sottosegretario alle Partecipazioni Statali. Nella sua casa fanno bella vista le foto scattate con Papa Giovanni Paolo II, Bettino Craxi, il presidente dellʼEni Gabriele Cagliari. «Sono rimasto a Messina fino al 1968, poi avendo vinto la cattedra mi sono trasferito nel Lazio». Per lungo tempo, da precario, ha insegnato a Barcellona Pozzo di Gotto. Ogni mattina viaggiava a bordo di una 500 con altri tre colleghi: lʼingegnere Turi Rizzo, lʼex senatore Franco Cimino e Gino Ristagno. «Ho insegnato per diversi anni in un tecnico commerciale di Ciampino racconta - comune di cui sono stato il primo sindaco, nel 1975 quando diventò centro autonomo. Ho ricoperto lʼincarico fino al 1980 quando sono passato al Consiglio regionale (lʼequivalente dellʼArs siciliana). Alla Regione ha ricoperto anche per cinque anni la carica di assessore con deleghe al Turismo e allʼAgricoltura». Nella legislatura successiva, risultando il primo degli eletti nel Psi, ha presieduto la giunta regionale del Lazio. «Ho ripreso lʼimpegno politico e sociale lʼanno scorso, sulla spinta dellʼentusiamo di giovani universitari che hanno redatto uno studio sulla città dal titolo “Messina, punto e a capo”. Eʼ venuto fuori che negli ultimi 30 anni la popolazione è costantemente diminuita ma contestualmente i piani regolatori hanno sempre consentito una espansione urbanistica, condizione che hanno portato Messina allʼimpoverimento e alla disoccupazione. Finito il boom dellʼedilizia è finito il lavoro. Situazione fallimentare legata a scelte errate della classe dirigente. Lo dicevo sempre a Turi Rizzo: se invece di condomini fossero stati pagina 12 costruiti villaggi turistici o alberghi oggi ci sarebbe ricchezza con migliaia di posti di lavoro». Oggi che cosa si può fare? «Rimboccarsi le maniche - commenta evidenziare chi ha creato danno nella città dal punto di vista politico (dal Pd al Pdl) e pianificare il tipo di sviluppo futuro. Il risultato elettore è un segnale di speranza perché il “destino” politico sembrava segnato, Speriamo che il nuovo sindaco passi dalle parole ai fatti e porti avanti modello di sviluppo virtuoso basato sul turismo con la collaborazione dei centri rivieraschi del comprensorio». I passaggi (sulla carta) sono semplici: fare un unico consorzio, un unico “prodotto” con la supervisione della Regione che possa collaborare nella realizzazione con finanziamenti idonei, utilizzando anche i fondi europei. «Vedo Messina come la Costa azzurra siciliana», conclude Sebastiano Montali. centonove Politica 27 SETTEMBRE 2013 Benedetto Torrisi, Gaspare Sturzo, Agostino Di Lapi e Francesco Punzo MOVIMENTI. Inaugurato a Sant’Agata il Centro Studi dei Nebrodi Sturziani di Sicilia Unirsi per il bene comune ed agire nella politica ripartendo dai valori del grande pensatore di Caltagirone che fondò il Partito popolare. Ecco chi si “schiera” DI GIOVANNI FRAZZICA S. AGATA DI MILITELLO. Pubblico delle grandi occasioni nel salone dellʼIstituto Sacro Cuore di S. Agata di Militello, come ai tempi della Dc. Questa volta a fare da richiamo non sono i ministri in doppio petto della prima repubblica, è Gaspare Sturzo, discendente di don Luigi Sturzo fondatore del Partito Popolare Italiano che interviene per lʼinaugurazione del Centro Studi Sturzo dei Nebrodi. A dare sostegno e incoraggiamento agli amici nebroidei che hanno deciso di muoversi nel solco dellʼinsegnamento sturziano e di impegnarsi organizzando un centro studi sono intervenuti numerosi amici provenienti dallʼarea messinese, come Maurizio Morabito, Andrea Nastasi, Saro Terranova e Cocetto Trifirò e sturziani catanesi e palermitani come Benedetto Torrisi e lʼavv. Francesco Punzo, che nel capoluogo siciliano ha costituito un importante centro studi sturziano. Dopo i saluti dellʼavvocato Nino Testa, assessore alla Cultura, intervenuto in rappresentanza dellʼAmministrazione comunale, che non nasconde la sua ammirazione per il grande pensatore politico di Caltagirone cui viene dedicato il nuovo circolo, il giovane Agostino Di Lapi svolge lʼintervento introduttivo. “Il Ciss dei Nebrodi inaugura con questo incontro la sua attività'. E' un centro culturale, autonomo da qualsivoglia partito politico, aconfessionale, che si rivolge a quanti, laici e cattolici, si rivedono nei principi della dottrina sociale della Chiesa e nei valori del popolarismo sturziano. E' insito nello spirito del centro il dibattito critico L’assessore Nino Testa attorno a tematiche culturali di ampio respiro filosofiche, economico-giuridiche, storiche e sociali in riferimento al pensiero e all'opera di Don Luigi Sturzo. Il centro ritiene fondamentali le attività di formazione e divulgazione culturali, coinvolgendo anche i giovani. L'originalita del pensiero di Sturzo sta nella centralità della persona, dell'individuo nella sua visione antropocentrica per cui lo stato non può sostituirai alle società ne alle persone e si assiste quindi al rovesciamento prospettico del marxismo, l'uomo al centro e non le sovrastrutture. Se Don Sturzo fosse adeguatamente ascoltato sicuramente avremmo avuto una politica orientata al bene comune, una politica di sevizio della società e dela collettività – ed ha aggiunto Di Lapi - il cattolico deve ripartire dagli insegnamenti di Don Luigi Sturzo, deve unirsi per il bene comune ed agire nella politica ripartendo dai suoi insegnamenti, senza delegare ad altri e deve operare costituendo un'identità di centro, con la mentalità del servire e non del servirsi E ai cattolici che vogliono impegnarsi ricordo le parole di Don Luigi Sturzo: la speranza e' un dovere”. Alla relazione di Di Lapi, seguita con molto interesse da una sala stupita e attenta, segue lʼintervento di Padre Simone, titolare della parrocchia, che si sofferma sul concetto di bene comune per raggiungere la perfezione attraverso importanti passaggi che sono: la pace, la dignità e la sicurezza. Un altro saceRdote intervenuto, padre Pio, si è soffermato sullʼimportanza della formazione per raggiungere tutti gli obiettivi di tenuta e di miglioramento sociale che si intendono ottenere. Dello stesso avviso il professore Alfonso Di Giorgio che ha anche fatto delle citazioni mettendo a confronto cultura pagana e cultura cattolica e facendo risaltare la validità dei valori cristiani. Ha concluso i lavori Gaspare Sturzo ricordando lʼattualità del pensiero sturziano e la possibilità che cʼè ancora oggi di trovare, alla luce dei suoi insegnamenti, delle ricette per analizzare e risolvere alcuni mali che affliggono il nostro vivere politico quotidiano, dalla mala-gestio, alla mala-burocrazia, alla ormai insostenibile partitocrazia. Non dimenticando lʼuso corretto della cooperazione e delle banche popolari, promosse nel primo novecento dal suo antenato, strumenti ancora utili per intervenire in una società carente di posti di lavoro ed in cui il credito per i piccoli operatori economici è diventato un autentico miraggio. L’INTERVISTA «Non lasciamo sole le famiglie» La ricetta di Gaspare Sturzo per uscire dal declino. «I cittadini devono scegliere i propri rappresentanti» MESSINA. Gaspare Sturzo, che non perde mai il self control di fronte alle platee gremite di folla che lo stanno ad ascoltare, quando si trova a parlare di famiglia con quattro amici è capace di alzare i toni: “La famiglia italiana è stata lasciata sola con tutte le sue difficoltà” – dice nel momento in cui lo intercettiamo in un bar di S. Agata di Militello poco prima dellʼinizio di un convegno, e continua “La famiglia con i problemi di sempre, di coppia, di figli, di lavoro, di disabilità etc., con le Istituzioni che sembrano dissolte sotto il peso della linea che impongono i governi di tagliare e privatizzare”. Come si fa ad uscire da questo declino prolungato? “Credo che la Democrazia riacquisterebbe vigore se i cittadini potessero tornare a scegliere i propri rappresentanti, ponendo così fine al pericoloso fenomeno dellʼassenteismo elettorale. Detto questo ritengo che dopo lʼultima esperienza che abbiamo fatto alle ultime elezioni regionali, senza mezzi e senza effetti speciali, ma solo con la forza delle nostre idee, siamo riusciti a lasciare una traccia. Finito il tempo della competizione elettorale ognuno di noi è tornato nel proprio ambito di impegno a fare il suo dovere e ad assumersi le proprie responsabilità secondo lʼidea sturziana”. Cosa inaugurate a S. Agata? “Un Centro Studi Sturzo, è un'associazione culturale indipendente, senza alcun legame con partiti politici, che si propone di approfondire e divulgare la conoscenza organica della dottrina sociale cristiana, punto di riferimento per una buona gestione della società civile. Questa attività viene integrata dall'approfondimento e dalla diffusione dei principi etico-politici, filosofici, sociologici ed economici elaborati da Don Luigi Sturzo. Non è il primo che sorge in Sicilia, ma qui sento che cʼè molto entusiasmo”. G.F. pagina 13 Gaspare Sturzo Politica 27 SETTEMBRE 2013 S. TERESA DI RIVA. L’assessorato alle Autonomia mette in dubbio la nascita dei quartieri Totò, Cateno e la denuncia Il sindaco De Luca per dare visibilità alle frazioni ha indetto le elezioni per eleggere rappresentanti di circoscrizione. A “bloccare” il tutto una denuncia a firma di Antonio De Curtis DI MASSIMO FERRARO SANTA TERESA DI RIVA. Una missiva anonima firmata dal principe Antonio De Curtis rischia di cancellare le aspirazioni dei cinquantaquattro neo consiglieri eletti nei comitati di quartiere da poco insediatisi. Una lettera indirizzata alla Prefettura di Messina ed all'assessorato regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica mette in dubbio la legittimità delle operazioni di voto che si sono tenute il 30 giugno scorso con le quali sono stati istituiti sei comitati di quartiere. Chi denuncia, naturalmente celato dietro il conio del nobile Totò, chiede agli enti preposti di accertare la conformità delle deliberazioni del consiglio comunale santateresino rispetto alle normative vigenti in tema di consigli di quartiere. Nella lettera denuncia si fa riferimento al dettato normativo che prevede l'istituzione dei consigli di quartiere solo per i comuni con popolazione superiore ai centomila abitanti o di organi parificabili nei comuni tra le tenta e le cento mila unità residenti. In funzione di ciò si auspica l'intervento degli organi competenti nel ripristino della legalità. Da qui la nota pervenuta alla casa municipale nella quale si invita l'amministrazione comunale jonica a fornire le pezze di appoggio per approfondire la tematica con un termine perentorio di trenta giorni, decorso il quale sarà inviato un ispettore regionale. In attesa delle controdeduzioni che saranno inviate dal segretario Vincenzo Scarcella i politici in provetta che si erano cimentati nella nuova avventura con tanto entusiasmo rimangono col fiato sospeso e attori passivi dinanzi al ricorso alla denuncia anonima, pratica in uso ormai da qualche lustro nella cittadina rivierasca. Gli organismi territoriali, che avevano come presidente condiviso la giovane Annalisa Miano, erano già in movimento Alcuni consiglieri di circoscrizione eletti a Santa Teresa di Riva Cateno De Luca ed ha avevano dato vita a parecchie assisi. Particolarmente attivi quello di Barracca e del Centro-Torre Varata. Il primo ha organizzato in maniera esemplare la notte bianca in una porzione di paese solitamente rimasta ai margini di questa manifestazione, il secondo ha già deliberato il cambio di nome di qualche strada e si è pronunciato in maniera contraria rispetto alla vendita di Villa Ragno. Il primo cittadino non vuole entrare nel merito del contendere e si limita ad una riflessione di natura politica: «Avevamo promesso una politica amministrativa partecipata attraverso l'istituzione di enti periferici ed abbiamo mantenuto la promessa, la cultura della denuncia non ci appartiene e quindi non vogliamo nemmeno commentarla, purtroppo c'è centonove PROTESTE Crocetta dà buca ai sindaci Il governatore diserta l’incontro con gli amministratori che protestano PALERMO. Decine di piccoli comuni del messinese hanno preso parte alla sfilata palermitana da piazza Marina a Palazzo dei Normanni. Oltre 300 i sindaci provenienti da tutta la Sicilia accompagnati da circa 400 tra assessori e consiglieri comunali hanno protestato contro i continui tagli e la prospettiva di cancellare i piccoli campanili. E chiedevano risposte dal presidente Rosario Crocetta. Peccato che il governatore non si sia fatto trovare. E dire che la manifestazione era stata anticipata oltre un mese fa. «Alla manifestazione di oggi – spiegano Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente vice presidente vicario e segretario generale dellʼAssociazione dei comuni siciliani – era presente tutta la Sicilia e mancava solamente il presidente della Regione, uno sgarbo istituzionale che ha lasciato i nostri sindaci molto amareggiati e che non aiuta ai fini di una ripresa delle normali relazioni istituzionali». I sindaci si sono rifiutati di confrontarsi con gli assessori Bianchi e Valenti in quanto ritengono unico interlocutore autorevole Crocetta. Lʼincontro col Governatore è stato rinviato a martedì 1 ottobre, assieme ai capigruppo allʼArs. chi ancora ragiona con la carta bollata rinunciando al confronto politico. Lo statuto comunale - continua - prevede genericamente forme di partecipazione popolare : i comitati di quartiere sono una di queste forme. L'esposto li denomina consigli per indurre l'assessorato in errore in quanto la legge regionale che disciplina il funzionamento degli enti locali prevede che questi possano essere istituiti solo nelle città che hanno oltre 100 mila abitanti. Riteniamo che non ci troviamo di fronte ad alcuna violazione di legge e che ai tratti di un ulteriore atto intimidatorio di matrice politica per rallentare o bloccar la rivoluzione amministrativa che ogni giorno si sta concretizzando a Santa Teresa». MILAZZO Se l’aula rimane congelata Slitta l’insediamento del consiglio. Caos sul pagamento delle spese legali MILAZZO. Cʼè chi si era già comprato il vestito nuovo, chi aveva detto ai parenti di non prendersi impegni per il fine settimana per assistere allʼinsediamento e chi aveva cominciato a fare comunicati stampa di fuoco. Purtroppo lʼeuforia dei consiglieri comunali, che sentono odore di reintegro dopo il successo al Cga del 5 settembre, si è affievolita. Il Tar di Catania, infatti, che doveva trattare il ricorso dei consiglieri e, secondo le aspettative, confermare la posizione del Consiglio di giustizia amministrativa, non ha trattato lʼargomento nella seduta del 25 settembre. Secondo gli addetti ai lavori passerà almeno un altro mese, periodo in cui lʼamministrazione Pino continuerà a lavorare in pieno dissesto economico al fianco i commissari liquidatori e di quello straordinario Valerio De Joannon che fa le veci dellʼorgano consiliare. Il ricorso dei consiglieri mamertini, difesi dallʼavvocato Marcello Scurria, non è stato neanche "calendarizzato" a dispetto di quello che confermavano i consiglieri ricorrenti. Questo significa che l'udienza sarà fissata nel giro di una decina di giorni (dunque ad ottobre), e che non si terrà prima di ulteriori 15 - 20 giorni. Poi si dovrà attendere la notifica dell'ordinanza e la convocazione dell'aula da parte del presidente Saro Pergolizzi. Dunque si potrebbe arrivare pure a novembre. Tutto questo se non vi saranno intoppi. Infatti, non è solo il comune di Milazzo ad avere presentato un ricorso in materia di dissesto, ci sono anche Scaletta Zanclea o Cefalù. Ci sono giudizi pendenti non solo al Tar, ma anche al Cga e in Cassazione (dove, fra l'altro, si è rivolta la giunta Pino). Si- pagina 14 tuazione che ha innervosito non poco alcuni consiglieri. Peppe Marano, ad esempio, a nome dei Verdi accusa di “pressapochismo” il presidente del consiglio Saro Pergolizzi, lʼunico a credere sin dallʼinizio in questo ricorso: «La democrazia nella nostra città rimane ancora sospesa e questa volta non per colpa di una amministrazione comunale che ha voluto a tutti i costi un dissesto finanziario incostituzionale ma a causa di un'opposizione inesistente e del pressapochismo di un presidente del consiglio comunale che invece di coordinare e guidare una giusta rivolta, non sa dare seguito neanche all'ordinanza del Cga che permetterebbe ai consiglieri comunali di svolgere il loro ruolo politico ispettivo amministrativo» scrive. Anche se non in forma ufficiali tanti altri condividono la stessa posizione. Pergolizzi sulla questione si limita a sorridere: «Peccato che nè Marano nè gli altri che scalpitano risultino firmatari del ricorso e tantomeno, fino ad oggi, alla luce del risultato hanno contribuito alle spese legali necessari per fare il ricorso». Sicilia centonove 27 SETTEMBRE 2013 INCHIESTA. Avvisi di garanzia per concussione per i vertici nazionali dell’ente di assistenza spastici Aias, sistema Lo Trovato La Procura trova i riscontri alle dichiarazioni dell’ex presidente della sezione di Barcellona, Luigi La Rosa. Il commercialista aveva racconti di ricatti e tangenti pagati con i soldi pubblici destinati ai disabili DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. Ricatti e tangenti. Sulla pelle dei disabili. Declinati in termini di concussione, lʼestorsione dei pubblici ufficiali. La scorsa settimana ha accompagnato a Roma da Papa Francesco 500 disabili siciliani. Sabato 28 settembre a Barcellona Pozzo di Gotto alla presenza dei rappresentanti delle massime Istituzioni democratiche, secondo programma dovrà aprire i lavori del convegno dal titolo "Il monitoraggio riabilitativo con la biometria digitalizzata". Francesco Lo Trovato, 80 anni, da oltre 20 anni il padre padrone dellʼAias Nazionale, di cui da qualche mese è presidente onorario, e di quella regionale non si è fatto turbare dallʼavviso di garanzia che gli ha fatto recapitato dal pm di Barcellona Francesco Massara. Eppure lʼinchiesta della Procura diretta da Salvatore De Luca getta ombre fosche sul modo in cui Lo Trovato (e i suoi stretti collaboratori) gestiscono e hanno gestito negli anni lʼente assistenza spastici che ogni anno in convenzione con le Asp siciliane (e di tuttʼItalia) eroga in cambio di milioni di euro prestazioni di riabilitazione. A leggere lʼavviso di conclusione delle indagini, preludio in genere di una richiesta di rinvio a giudizio, si capisce che il magistrato ha trovato riscontri alle dichiarazioni di Luigi La Rosa. Il commercialista di Barcellona, 47 anni, sino al 23 aprile del 2010 è stato il presidente della sezione Aias di Barcellona. In quella data infatti Lo Trovato lo ha esautorato, ha commissariato la sezione del Longano per “per gravi irregolarità contabili ed amministrative” e ha denunciato per ammanchi di cassa La Rosa, rinviato a giudizio qualche tempo dopo. Nella stanza dei bottoni dell’ente del Longano dalla nascita (1996), La Rosa dinanzi agli inquirenti della Squadra Mobile PADRE PADRONE. Francesco Lo Trovato di Messina, a cavallo dellʼestate del 2010, aveva spiegato come i soldi pubblici venivano trasformati in fondi neri con false fatturazioni e prendevano strade che nulla hanno a che vedere con l’assistenza dei malati. Oltre a puntare l’indice contro i boss della mafia Giovanni Rao e Carmelo Dʼamico, il senatore Tatà Sanzarello e il suo stretto collaboratore Natale Dʼamico (per anni consigliere provinciale), ha formulato gravi accuse nei confronti di Lo Trovato, i suoi più stretti collaboratori (al tempo stesso stretti congiunti), il fidato commercialista dell’associazione Giuseppe Grasso di Catania, “usato da Lo Trovato come collettore delle tangenti”. SOTTO SCACCO. «Agitando lo spettro delle ispezioni e del commissariamento Lo Trovato teneva sotto scacco lʼente del Longano. Sin dal momento della nascita e negli anni seguenti», aveva raccontato La Rosa. La sezione Aias di Barcellona nasce nel 1996 sulle ceneri della sezione di Milazzo travolta negli anni novanta da un’inchiesta della magistratura che aveva scoperto un giro di mazzette incassate dai vertici dello stesso ente e da vari funzionari. I vertici dell’Aias, impersonati da Francesco Lo Trovato, nominano commissario liquidatore Giuseppe Grasso. Questʼultimo, unitamente allo stesso Lo Trovato, a Pietro Arnò a La Rosa e a Sebastiano Messina (i vertici dellʼAias locale), si prodigarono perchè tutta l’attività della sede fallita passasse alla nascente Aias di Barcellona. «Sono il commercialista di Santapaola con cui lo stesso Lo Trovato ha rapporti diretti. Non avremo alcun problema», mi disse Grasso», ha raccontato La Rosa. «Nel 1999 grazie all’interessamento dell’onorevole Sanzarello abbiamo avuto la convenzione con lʼAsp: 2 milioni di budget e 100 dipendenti: «Lʼinteressamento di ACCUSATORE. Luigi La Rosa Sanzarello costò un miliardo di lire». AFFITTO CON MAXI TANGENTE. La nascente Aias avrebbe avrebbe dovuto pagare l’affitto a quella, in liquidazione, di Milazzo, titolare dell’immobile in cui svolgere la riabilitazione. «Il primo contratto prevedeva il pagamento a favore dell’Aias in liquidazione di 30 milioni di lire annui per 9 anni. Nel 2001 Grasso volle stipulare un contratto nuovo per la somma di 156 milioni di lire annui per 9 anni. Sembrava conveniente perchè risparmiavamo 120 milioni di lire. Invece Grasso pretese ed ottenne 300 milioni di lire: 114 milioni dati in nero finirono nelle sue tasche». E’ questa la prima delle tangenti che La Rosa ha raccontato di aver dovuto pagare. La prima di una lunga serie. “Lo Trovato imponeva la partecipazione alle assemblee di approvazione del bilancio di Giovanni Di Quattro cui abbiamo corrisposto 62 milioni di vecchie lire nel 2000 e 796 euro al mese, nei 10 anni successivi. 20mila euro al mese li davamo a Grasso e Lo Trovato”. Il pm Massara, confortato anche dai documenti contabili, si è convinto della bontà delle accuse e così Francesco Lo Trovato, Grasso e Di Quattro sono indagati per concussione continuata. SOFTWARE D’ORO. «Per la gestione della contabilità l’Aias utilizzava un programma che costava 2mila euro allʼanno. Nel 2008, Lo Trovato ci impose un software di Medianet Sas, a cui siamo stati costretti a corrispondere un canone annuo di 22mila, 11 volte più di prima», ha accusato La Rosa carte alla mano. La proprietaria della società? Mirella Bongiardina, moglie di Sergio Lo Trovato. Padre figlio e nuora sono per questo accusati di concussione. RITORSIONI. «Nel 2008 decisi di non pagare pìù. Lʼeffetto? A maggio del 2009 Lo Trovato mandò 2 ispettori: uno era il genero Domenico DʼAgata. Poi commissariò lʼente. Il commissario? Il figlio, Sergio Lo Trovato. POLITICI SOTTO I RIFLETTORI Sanzarello e D’amico “riuniti nelle tangenti” SOTTO ACCUSA. Natale D’Amico BARCELLONA. A seguito delle prime accuse di Luigi La Rosa era stato rinviato a giudizio su richiesta della Procura di Messina per concussione con lʼaccusa “di aver incassato mazzette per un miliardo di lire in cambio del suo interessamento affinchè lʼAias nel 1999 ottenesse la convenzione con lʼAsp 5”. I guai per Tatà Sanzarello, ex eurodeputato e deputato nazionale e regionale, non sono finiti. Ora la Procura di Barcellona gli contesta la concussione in concorso con chi era il suo uomo a Barcellona: Natale DʼAmico. Sulla scorta delle dichiarazioni di La Rosa, la Procura contesta a questʼultimo, divenuto ora braccio destro del deputato Domenico Scilipoti, di aver costretto i vertici dellʼAias a dargli 20mila euro in concomitanza con le elezioni provinciali del 2003 e, ancora, a corrispondere tra il 1998 e il 2004, buoni benzina per un valore mensile variabile tra i 400 e gli 800 euro. Già rinviato a giudizio Oreste Casimo, funzionario dellʼAsp 5 che secondo lʼaccusa “in cambio di mazzette accellerava le liquidazioni dellʼAsp”. ( M.S) pagina 15 NELLA BUFERA. Tatà Sanzarello Sicilia 27 SETTEMBRE 2013 centonove NIZIATIVE. Campagna-fondi sul web contro la dispersione scolastica fino al 18 ottobre Le Balate, biblioteca sociale Nei rioni di Palermo, il canale del crowdfunding, sistema di autoproduzione popolare lanciato dalla Biblioteca dei bambini e dei ragazzi per un nuovo progetto. Che parte dall'esperienza sul territorio per arrivare al libro DI MARIA TIZIANA SIDOTI PALERMO. Il nome rimanda ai cortili e alle strade di Sicilia. Solo qui nella parlata di Trinacria si chiamano così le grosse pietre che chiudono i tombini o lastricano le vie. Ed è quello del vicolo, dove spalanca le sue porte, a catturar i più piccoli ad entrare ma anche ad aprirsi, sbucando dalla viuzza, a tutto il quartiere, alla città, all'isola fino agli altri continenti. È la Biblioteca dei bambini e dei ragazzi "Le Balate", nel cuore di Palermo, all'Albergheria, vicino al mercato Ballarò, a stretto giro di gomito con il degrado e la povertà. Dal 2007, 24 ore a settimana, gratuitamente, ospita i più giovani, affascinati dai colori delle copertine dei libri e dalle sedioline a semicerchio, dai piccoli scaffali a portata di mano, dall'odore delle matite colorate su foglio: non il grigio polveroso, non le alte lampade e scrivanie fredde delle altre biblioteche e soprattutto non il silenzio ma la lettura anche a voce alta, a far innamorar del libro e attraverso il libro dell'arte, la scienza e la cultura dei luoghi abitati e di quelli non conosciuti. Ed ora una nuova sfida: l'omonima associazione di promozione sociale che dal 2009 la gestisce promuove un progetto contro la dispersione scolastica, tra queste lande oltre il 25%, e la difficoltà d'apprendimento. Che punta a partire dall'esperienza sul territorio, tra tracce storico-artistiche-monumentali del centro e la natura delle campagne di periferia con l'aiuto dei contadini, a stimolare poi l'approdondimento teorico sui libri e a rimanere a scuola volentieri, per arrivare a conoscere il proprio ambiente, proteggerlo e valorizzarlo, così come in un abbraccio circolare i bambini partecipi, alunni di una scuola a rischio. E "Le Balate" sceglie un canale nuovo, il crowdfunding, metodo di autoproduzione con una sottoscrizione popolare sul web, attraverso il portale www.produzionidalbasso.com : 8.100 euro dal 10 settembre fino al 18 ottobre in 540 quote da 15 euro. Come spiega la vicepresidente dell'associazione promotrice, per 1 anno fino a giugno scorso presidente, e ancor prima responsabile della Biblioteca, Donatella Natoli, medico, una vita spesa per l'impegno sociale. La Biblioteca dei bambini e dei ragazzi "Le Balate" nasce nel progetto "Albergheria e Capo insieme per la promozione sociale", lavoro di sinergia tra laici, Arcidiocesi e Caritas con la forza del volontariato: ci racconti com'è andata. «Uno stimolo importante alla nascita della Biblioteca è stato dato dall'introduzione in Italia del progetto Nati per Leggere. A Palermo, infatti, per iniziativa di due pediatri di base, Salvo Fedele e M. Grazia Lunetta, nel '99 è stato organizzato un corso di formazione per pediatri ed operatori di base che volessero praticare la lettura ad alta voce nella prevenzione dei disagi e per la promozione dello sviluppo di numerose capacità, rivolta ai bambini in età prescolare. Questo stimolo ha accelerato lo sbocco naturale di un lungo lavoro sviluppato nel territorio, in 10 anni, all'interno di un "distretto sociosanitario sperimentale" (1990-1999), unico in Sicilia, nel quale, in un servizio di base, aperto e gratuito, dentro il quale sono stati sviluppati progetti di prevenzione e cura per bambini, ragazzi, adulti, donne, anziani, giovani coppie e neonati, avevo sviluppato l'idea che curare l'interezza della persona e non il singolo sintomo è l'impresa che ogni medico dovrebbe tentare, ma anche che gran parte dei disturbi fisici e psichici derivano da una scarsa conoscenza di sè e dalla non abitudine ad ascoltarsi e ad ascoltare ciò che ci sta attorno. Era la mancanza di stimoli, di esperienze culturali significative, le relazioni interpersonali troppo brusche ed essenziali, senza nessuna modulazione per gestire le emozioni, che rendevano particolarmente difficile la vita di famiglie che già soffrivano per una condizione socio-economica depressa e tutto ciò si riversava sulla vita dei bambini che entravano rapidamente all'interno delle stesse difficoltà. La chiave per tentare di modificare le cose, condivisa da tutto il progetto "Albergheria e Capo insieme per la promozione umana e sociale", è Donatella Natoli, presidente dell’ sembrata il libro e la lettura, come strumento di conoscenza, da usare in maniera sapiente per stimolare mente e creatività, ma anche come arma di riscatto per desiderare di uscire fuori dal vicolo e conoscere e capire il mondo». La vostra è una realtà unica nella città di Palermo? E in tutta la Sicilia? «A Palermo non ci sono altre biblioteche che hanno i nostri stessi obiettivi, anche se come operatori ed operatrici della biblioteca abbiamo chiesto all'amministrazione comunale di favorire la ripetibilità di questa esperienza, che riteniamo fondamentale nella lotta alla dispersione scolastica e per dare speranza di cambiamento positivo alla gente che vive in quartieri disagiati, ma più in generale a tutta la popolazione nella convinzione che tutti i bambini hanno bisogno delle stesse cose, accoglienza e affetto, cura e stimoli per vivere sereni e aspirare fin da piccoli alla felicità». Nel vostro sito si legge che avete due obiettivi "tessere relazioni" e " prendersi cura" con la Biblioteca come "spazio urbano pacificato", dove, attraverso il libro e non solo, è possibile instaurare relazioni, tessere speranze e crescere in autostima, nel confronto e non nella contrapposizione, in un luogo dove si può leggere "a voce alta". ZOOM Un sogno realizzato "a voce alta" PALERMO. La Biblioteca dei bambini e dei ragazzi "Le Balate", nata nel progetto "Albergheria e Capo insieme per la promozione umana", condiviso da 5 parrocchie e 10 associazioni laiche e religiose sul territorio, è nei locali della chiesetta del XVIII secolo SS. Annunziata alle Balate. È aperta dal lunedì al giovedì, di mattina dalle 9:30 alle 12:30 soprattutto per l'accoglienza di scuole materne, elementari e medie, e al pomeriggio dalle 15:30 alle 18:30 per i piccoli lettori, oltre ad aperture extra per eventi o formazioni anche di adulti. Oltre 6000 i volumi, frutto di donazioni, di cui catalogati quasi 4000, aderendo alla rete con sistema Winiride, ed operatori tutti qualificati e volontari. Oltre i libri ed i racconti di storie ad affascinare i giovani ospiti anche laboratori di musica, teatro, arte e gioco. Tra gli eventi prossimi: il 4 ottobre dalle 9:30 alle 18:30 a Palazzo Steri, organizzato dal gruppo Maternage della Biblioteca e dall'associazione In braccio alla Luna, "Paesaggi di cura: latte e lavoro"; ed il 5 ottobre "La famiglia educa alla custodia del creato", proposta di stili di vita utili alla custodia del creato e lettura a voce alta all'aperto a Parco Cassarà. (M.T.S.) pagina 16 centonove Sicilia 27 SETTEMBRE 2013 associazione che gestisce le Balate «Mi è molto piaciuta, per la Biblioteca, la definizione di "spazio urbano pacificato" che è dell'architetto Riboulet, un francese che ha costruito biblioteche, perchè riassume bene ciò che vorremmo che sia, un luogo dove si può stare bene, lasciando fuori le difficoltà, dove possono avvenire scambi, dove ci si può incontrare con altri, simili e diversi, scoprire cose, pensieri vecchi e nuovi, costruire un'idea di futuro». Il 10 settembre avete lanciato per il nuovo anno l'iniziativa "Una Biblioteca può cambiare un quartiere" contro la dispersione scolastica e la difficoltà di apprendere: in questo caso il libro è il punto di arrivo e non di partenza. «Su questa scia si inserisce il progetto. La dispersione scolastica rimane molto alta e questa cosa è una iattura, sul piano personale perchè i ragazzi che non hanno acquisito strumenti di conoscenza resteranno più facilmente alla mercè di quanti offrono attività illegali, sul piano sociale della comunità perchè ognuno di loro, potenzialmente, potrebbe dare un contributo positivo, che resta sconosciuto, per una vita sana, individuale e familiare, ma anche per lo sviluppo della comunità stessa. È uno spreco incalcolabile lasciare che per questi ragazzi si prospetti una vita a perdere. Crediamo che bisogna cambiare il metodo per attirare i ragazzi a scuola, renderla più bella e interessante e crediamo che partire dalle esperienze pratiche rivolte all'ambiente ed all'arte, e da queste fare derivare tutte le altre conoscenze, potrebbe essere una bella sfida». La Biblioteca è nel centro di Palermo, in un quartiere, Albergheria, di disagio economico e culturale con molte famiglie povere e di immigrati africani ed asiatici: quali i problemi che negli anni avete incontrato ed incontrate con i bambini, le famiglie o l'ambiente? «La rete con molte biblioteche siciliane e italiane, con il progetto Nati per leggere, e con i cultori del libro e della lettura ci ha permesso uno scambio molto proficuo anche nell'assetto e nella metodologia della Biblioteca. La nostra madrina, Antonella Agnoli, ci ha permesso di venire a contatto con tante persone in Italia, che si sono interessate ad una realtà che cerca, dal basso, di creare condizioni di Attività in strada dellʼassociazione con i bambini benessere, a partire dai bambini, per combattere l'ignoranza e creare la consapevolezza che ciascuno, con gli strumenti che possiede, ha la responsabilità di fare scelte e da queste scelte dipende gran parte della felicità. Tu mi chiedi cosa fanno le istituzioni locali, io pagina 17 ho qualche difficoltà a risponderti, perchè al di là dei buoni propositi non mi sembra che abbiano affrontato il problema della scuola e della cultura come un investimento prioritario per il futuro. Molte scuole sono brutte e disadorne se non addirittura piene di arredi rotti, l'offerta è sempre la stessa, il tran tran domina incontrastato. I progetti culturali sono spesso molto alti, non so se si realizzeranno, ma se non si investe sulla cultura di base saranno riservati soltanto a pochi, mentre, oggi, è chiaro che lo sviluppo buono di una società dipende dalla cultura diffusa. Le famiglie del quartiere hanno accettato molto bene la struttura Biblioteca e quindi non abbiamo difficoltà per incontrare i bambini che entrano anche da soli, nel pomeriggio, mentre di mattina incontriamo classi di varie scuole con una programmazione a monte. I bambini stranieri sono dentro le classi, vengono di pomeriggio, l'attenzione all'intercultura è una delle nostre priorità». Sicilia 27 SETTEMBRE 2013 centonove STORIE. Vincono premi internazionali, scoprono le cause del tumore al seno e volano alla Nasa L’isola dei talenti Il barcellonese Damiano Genovese dopo avere conquistato un dottorato ad Harvard è stato insignito dell’Eni Award. La messinese Damiana Catanoso assisterà al lancio di un modulo marziano in Florida DI PAMELA ARENA MESSINA. I talenti siciliani si Rossella Lucà e Michele Averna scoprono allʼestero. Cʼè chi vola in Belgio per scoprire le Cambridge, negli Stati Uniti ed è autore di cause del tumore al seno, chi 17 pubblicazioni in giornali internazionali conquista prima un dottorato nellʼambito della chimica, oltre che di 5 alla Harvard University e poi capitoli in volumi specialistici. Fra le altre vince LʼEni Award 2013, e chi cose ha vinto due borse di studio per riesce ad arrivare anche alla proseguire la sua ricerca presso la Harvard Nasa. Da Gela a Messina University, nonché allʼÉcole Normale passando da Barcellona sono Supérieure, in Francia. preparati e tenaci, hanno tanta Importante anche il lavoro svolto da voglia di fare ma solo fuori dai unʼaltra studentessa messinese, Damiana confini isolani riescono a Catanoso, vincitrice della competizione trovare chi è disposto ad organizzata dalla Nasa e, per questo, investire su di loro. Con invitata dal governo statunitense ad risultati eclatanti. Il caso più assistere al lancio del prossimo modulo recente è quello di Rossella marziano Maven. Studentessa di Lucà, ventinovenne originaria ingegneria aerospaziale allʼUniversità di di Gela, e Michele Averna, Roma “La Sapienza”, Damiana, insieme ad trentenne di Caltanissetta, altri componenti del gruppo “Green on the entrambi dottorandi in Belgio red Planet”, ha partecipato e vinto alla allʼUniversità di Leuven. I due competizione internazionale in ambito hanno scoperto la proteina che aerospaziale “International Space Apps agisce come interruttore e Challenge”, organizzato dalla Nasa e da controlla lʼandamento del altre importanti istituzioni. Il team con cui ha tumore al seno. «Speravo di Damiano Genovese lavorato aveva ottenuto il primo posto a raggiungere questo risultato livello nazionale con la progettazione di un da quando avevo 16 anni - dichiara autoassemblanti, sia in soluzione che a modulo contenente una serra ripiegabile Rossella - e ciò perché nella mia famiglia ci barcellonese Damiano Genovese, 30 anni, che ha vinto il premio “Eni Award 2013”, stato solido, con funzionalità e proprietà autosostenibile da inviare su Marte in sono stati diversi casi di tumore (tripli concorso sullo sviluppo di nuovi utilizzi promettenti. Ricercatore allʼateneo di previsione del futuro mantenimento di negativi) che in modo aggressivo hanno delle fonti energetiche a sostegno dei Bologna, Damiano ha quattro astronauti. Mentre si stroncato delle vite. Per aiutare tutti coloro giovani ricercatori. Fra i 1.155 concorrenti ottenuto il riconoscimento è classificato al secondo che purtroppo devono fare i conti con per i suoi studi sulla posto a livello mondiale questa dura realtà, ho lavorato sodo senza in gara, Damiano è uno dei tre italiani premiati nel Salone delle feste del possibilità di un approccio sempre sulla stessa sosta insieme a Michele». Un lavoro Quirinale, dal Presidente della Repubblica supra-molecolare per la categoria. «Dopo mesi di alimentato anche dallʼamore nato fra lei e Giorgio Napolitano. Laureato in Chimica messa a punto di attesa - dichiara Damiana – Michele, anchʼesso autore della scoperta. allʼUniversità di Bologna, Damiano si è poi nanostrutture luminescenti, è giunta questa magnifica Da Gela, Rossella si era trasferita a trasferito in Francia come ricercatore dove insiemi intelligenti con notizia. Il lancio del prossimo Catania dove si laurea in Biologia, e poi a ha realizzato uno strumento in grado di proprietà controllabili utili in modulo marziano Maven Roma allʼUniversità Tor Vergata, dove si rilasciare ioni di calcio sotto stimoli vari campi: dalla diagnostica avverrà il 18 Novembre 2013 specializza in biologia cellulare e elettrochimici. Tornato a Bologna ha medica alla conversione presso il Kennedy Space molecolare. Durante questi anni di studio ottenuto il suo PhD in Chimica nel 2011, dellʼenergia solare e alla Center in Florida. La più entra a far parte del team di ricerca italocon una tesi sui nuovi sensori fluorescenti e biologia molecolare. grande sfida è stata, tuttavia, belga che studia il tumore alla mammella. Genovese ha studiato alla quella di presentare il lavoro Finito il corso, infatti, si trasferisce in Belgio su etichette basate su nanoparticelle Damiana Catanoso silicee, e su una gamma di sistemi Harvard University di in un tempo ridotto». dove inizia il dottorato di ricerca che rappresenta lʼunico modo di continuare i suoi studi. E dopo quattro anni di ricerca i risultati finalmente sono arrivati e la dottoressa Lucà firma lo studio, appena pubblicato sulla rivista del Laboratorio Loredana Bruno e Massimiliano Cavaleri, andrà in beneficenza europeo di Biologia molecolare scientifica alle Piccole Suore e alla mensa di Sant'Antonio. Fra gli ospiti, il internazionale Embo Molecular Medicine, pianista Roberto Metro con la collega Elvira Foti; Samuele che rivela che nella proteina responsabile Galeano, violinista di spalla di Riccardo Muti, eseguirà due brani della più comune forma di ritardo mentale di Paganini e Kreisler; Christian Gravina, protagonista di "Notre ereditario, la sindrome dellʼX Fragile, Dame de Paris" e "I Promessi Sposi"; Alberto Urso, giovane tenore contribuisce anche alla progressione del del programma su RaiUno "Ti Lascio una Canzone", interpreterà tumore alla mammella. «Si tratta di una "Caruso"; il ballerino Benedetto Sanò, scoperta importante - sostiene la accompagnato da Chiara Consulo, proporrà due ricercatrice - perché può essere utilizzata pezzi di tango e un valzer; gli atleti Silvia Bosurgi, per contrastare questo tipo di tumore e MESSINA. Una serata di spettacolo per mettere in campionessa del mondo di pallanuoto, Vincenzo può permettere la realizzazione di un luce le eccellenze che hanno portato fuori il nome Nibali, stella del ciclismo e i giovanissimi Elios farmaco per diminuire la formazione di della Città: sabato 28 settembre, alle 20, al Teatro Manzi e Giovanni Pantano, campioni del mondo metastasi». Ora, sia Rossella che Michele Annibale Maria di Francia il Lions Club Messina ed europei di judo; Oreste Bramanti, direttore sognano di poter continuare la loro ricerca Host, presieduto da Olga Altadonna, premierà artisti generale del Dipartimento per le fonti rinnovabili in Italia. «Sono stati cinque anni di duro e professionisti che si sono distinti nell'arte, della Gazprom, la più grande industria energetica lavoro - dichiarano - Ci manca tanto lʼItalia nell'innovazione, nella musica e nello sport. Il russa; gli scultori Pina Inferrera e Nino Ucchino, e vogliamo continuare a fare scoperte a ricavato dell'evento, presentato dai giornalisti premiati in tutto il mondo. casa nostra». A far parlar di sè anche il MESSINA Il Lions premia artisti e sportivi eccellenze messinesi Nel corso della serata benefica interverranno Nibali, Bosurgi, il piccolo tenore Urso pagina 18 centonove Sicilia 27 SETTEMBRE 2013 Ecco la “pensilina della discordia”. A sinistra siede il direttore generale della Ram, Gaetano De Santis, alcune studentesse, la dirigente Delfina Guidaldi, il vice sindaco Stefania Scolaro e il capo delle relazioni esterne della Ram, Luca Franceschini. La pensilina è stata realizzata su progetto dei ragazzi sul marciapiede costruito anni fa dalla stessa Raffineria in via Gramsci. MILAZZO. La Ram dona una pensilina agli studenti dell’Istituto d’arte. Scoppia la polemica Regali sotto le ciminiere Secondo gli ambientalisti si tratterebbe di iniziative per tenere buone il territorio investendo pochi “spiccioli”. L’amministrazione Pino studia un protocollo da sottoporre all’azienda per disciplinare le opere compensative DI GIANFRANCO CUSUMANO MILAZZO. Altrove sono richieste a gran voce e definite “opere compensative”, a Milazzo vengono bollate come “regalie” per zittire ambientalisti e oppositori. Lʼinaugurazione di una pensilina di fronte alla sede dellʼistituto statale dʼarte “Renato Guttuso” ha alzato un polverone sugli interventi che la Raffineria di Milazzo - joint venture tra Eni e Kuwait Petroleum con un fatturato di 758,4 milioni di euro nel 2011 effettua sul territorio. Un problema legato alla mancanza di un protocollo dʼintesa tra lʼamministrazione comunale e lʼindustria principale del territorio che metta nero su bianco gli interventi economici o strutturali di cui la città realmente necessita e che lʼazienda potrebbe realizzare per mitigare la presenza sul territorio. In passato lo ha fatto il comune di San Filippo del Mela con lʼEdipower, proprietaria di una centrale termoelettrica. In città lʼunico esempio rimane la realizzazione della piscina comunale ad opera della Termica Milazzo, un accordo che nacque negli anni 90 proprio quando alla guida del comune cʼera lʼattuale sindaco Carmelo Pino. LA CONVENZIONE. Un esempio, che, alla luce delle recenti polemiche, potrebbe essere ripetuto con la Ram. «Ci stiamo pensando, ammetto che cʼè stato un primo approccio - dice il sindaco Pino - e non credo che da parte dei vertici dellʼazienda ci saranno resistenze. Non stiamo inventando nulla di nuovo, in Sicilia ne sono stati firmati altri di questi protocolli. Dobbiamo creare un gruppo di lavoro per elaborare richieste sensate e condivisibili». Fino ad oggi le richieste del territorio sono state “random”. Nel senso che hanno riguardato le singole associazioni o enti e quelle provenienti dallʼamministrazione sono state fatte senza coinvolgere lʼopinione pubblica. Ad esempio, tre anni fa quanti cittadini avrebbero avallato la costruzione dellʼimpianto di illuminazione da parte della Ram e delle ditte dellʼindotto per consentire alla Ss Milazzo di iscriversi al campionato di Lega Pro? Con mezzo milione di euro quante opere o iniziative si potevano finanziare, ad esempio nel sociale, coinvolgendo il maggior numero di cittadini? «I tifosi aspettavano da una vita lʼesordio nella vecchia serie C2 - si difende il sindaco Pino - chi poteva permettersi di non adoperarsi per fare in modo che si svolgesse il campionato? Le prescrizioni della Lega Calcio erano rigide e in quel momento storico non credo che un sindaco potesse comportarsi in modo diverso (oggi il Milazzo è naufragato e, dalle ceneri sono nate due società dilettantistiche, ndr)». I CONTRIBUTI. La Ram negli ultimi anni si è intestata principalmente due opere: lʼilluminazione del Grotta Polifemo e un parco giochi in zona Ciantro. Ha poi donato 60 mila metri quadrati di terreno (lʼex area Tribò) per consentire la realizzazione di un parco urbano e elargito piccoli contributi ad associazioni per finanziare manifestazioni e iniziative benefiche. Tra le più importanti il concerto di Capodanno al Teatro Trifiletti, lʼimpianto di climatizzazione dello stesso teatro, il Milazzo film Festival, il cartellone del teatro stabile di Pace del Mela, la gara di pesca dedicata ai ragazzi dellʼUnità Operativa Semplice di Neuropsichiatria dellʼinfanzia; la donazione a scuole e associazioni di circa 200 personal computer durante la fase di sostituzione dei pc di Raffineria. Senza contare stage e dottorati che coinvolgono gli studenti milazzesi. E ora la pensilina posizionata sullo stesso marciapiede realizzato dalla Ram negli anni scorsi. LʼAPPELLO DEGLI STUDENTI. A chiedere lʼintervento al colosso petrolifero erano stati i rappresentanti degli studenti del “Guttuso”. Così la Ram ha deciso di bandire un concorso riservato agli studenti della sezione di architettura che si sono sbizzarriti con elaborati innovativi. Al punto che sono stati assegnati vari premi. Una sinergia avviata già da tempo: dodici studenti della sezione alberghiera hanno fatto uno stage estivo nella mensa della Raffineria. Per la manifestazione “due anni senza incidenti”, organizzata alla Ram al Castello di Milazzo, invece, i ragazzi hanno sfilato con abiti realizzati per lʼoccasione. Dieci anni fa una cosa del genere sarebbe stata impensabile. Gli studenti, capeggiati dalla dirigente Delfina Guidaldi, sono scesi in piazza per contestare la Raffineria accusata di emettere gas che rendevano irrespirabile lʼarea circostante allʼistituto. In più occasioni ragazzi e docenti sono stati colpiti da malori e soccorsi dal 118. A ricordarlo gli ambientalisti dellʼAdasc con una lettera aperta. LA REPLICA DI GUIDALDI. «Ritengo lʼattacco dellʼAdasc scorretto - sostiene la preside Delfina Guidaldi - continuo ad essere critica nei confronti di chi inquina ma non posso danneggiare la scuola e rifiutare opportunità per gli studenti. Io non ce lʼho contro la Raffineria per principio, rispetto a dieci anni fa le cose sono cambiate. Sono aumentati i controlli e i cattivi odori ridotti, forse anche grazie alla mia presa di posizione. Non possiamo dimenticare che la Ram è una realtà sul territorio e, se intende contribuire a migliorare le condizioni di studio, sarebbe egoistico da parte mia rinunciare ad una collaborazione. Con i tagli ai bilanci non sappiamo a chi rivolgerci per chiedere risorse per le attività didattiche. Abbiamo chiesto nuovi locali al comune e ci hanno aperto le braccia». LA LETTERA Adasc contesta l’istituto: «Uno strano cambio di rotta» Il presidente Maimone ricorda le battaglie passate della preside. E il passo indietro» MILAZZO. Ad attaccare Delfina Guidaldi, dirigente dellʼIstituto statale dʼarte di Milazzo, è lʼAdasc. Il presidente Peppe Maimone ha scritto due lettere in cui chiede spiegazioni sul cambio di rotta dellʼistituto. «Abbiamo sempre ritenuto lʼIstituto da lei diretto lʼistituzione scolastica più ecosostenibile presente sul territorio - scrive Maimone Ho ancora presente quando ho avuto lil piacere di incontrarla e abbiamo trattato le varie problematiche ambientali che attanagliano il nostro bellissimo territorio. Dai continui odori territorio insistono diverse aziende vicine alle esigenze delle molesti che investono anche lʼIstituto dʼArte, alla mancata varie realtà, le ha contattate per chiedere lʼeventuale attuazione di una “politica verde”. Purtroppo, sto notando realizzazione a loro carico? Oppure ha contattato solo la che anche lʼistituto ha stretto rapporti con la Raffineria di Raffineria di Milazzo? Cosa è cambiato? Forse la Raffineria Milazzo, industria che quotidianamente crea impatto di Milazzo non inquina più? Emana profumo di gelsomini o ambientale e sanitario». Maimone chiede chiarimenti su di rose? Si è dimenticata che alcuni suoi alunni sono dovuti eventuali convenzioni esistenti. «Ho notato ricorrere alle cure sanitarie per odori molesti?». riprende il presidente dellʼAdasc - la bassa «Auspico - conclude - che lei riveda la posizione partecipazione dei suoi studenti allʼultimo assunta con la Società Raffineria di Milazzo per Corteo per la Difesa della Salute e la ridare fiducia oltre allʼintera Associazione, ma Salvaguardia dellʼAmbiente (mentre gli anni anche ai tanti giovani che frequentano e che precedenti centinaia di studenti hanno aderito hanno frequentato il suo istituto». Maimone invita con t-shirt, striscioni, maschere ecc.), la dirigente Guidaldi a collaborare con lʼAdasc lʼimpossibilità di incontrarla personalmente, la per organizzare manifestazioni, tavole rotonde partecipazione dellʼIstituto dʼArte ai su tematiche ambientali e tutto quello che possa “festeggiamenti della Ram” al Castello di servire per aiutare gli studenti a comprendere Milazzo, la convenzione per stage formativi ed lʼimportanza del diritto alla salute e alla tutela in ultimo la realizzazione di una pensilina. Sul Michela Stancheri dellʼambiente». pagina 19 Sicilia 27 SETTEMBRE 2013 EVENTI. La tenda di tela del palermitano trapiantato a Parma Casa-museo per il pittore antimafia Il riconoscimento a Emanuele Modica, che donerà la struttura a Libera di Don Ciotti. Il messaggio tra legalità e religione nella canonina restaurata da trent’anni DI ETTORE IACONO PARMA - La tenda di tela diventa una tenda di pietra e dal cucuzzolo di una collina che domina la Val Parma, terra di prosciutto e parmigiano reggiano, lancerà per sempre il suo forte grido di denuncia contro la mafia. Testimonianza viva – nel cuore della canonica della secentesca chiesetta di San Vincenzo, a Manzano di Langhirano (Parma) – del dolore profondo suscitato da chi vorrebbe imporre la cultura della lupara, ma anche imperituro esempio della voglia di riscatto delle genti di Sicilia. La casa di Emanuele Modica, il “pittore della tenda”, palermitano doc, 77 anni, una quarantina dei quali passati da navigatore solitario in giro per l'Italia con il suo carico d'arte, dal 1998 cavaliere della Repubblica, diventa una casa-museo. Un sogno che l'artista – insieme alla moglie, Marisa, sposata sotto la tenda nel 1978, e dalla quale ha avuto la figlia Emanuela – coltiva da anni e che domenica 29 settembre, con l'inaugurazione ufficiale, diventerà realtà. «E' il risultato di questi anni di sacrifici... – commenta con meritata soddisfazione Emanuele Modica – La tenda oggi ha partorito una tenda di pietra. Non ho più l'età per andare ancora avanti: anche se dentro mi sento giovane, ho avuto problemi di salute e mi sono dovuto ritirare. La vita ha un inizio e una fine, ma finché avrò vita darò sempre il penultimo grido contro la mafia. Non dico mai l'ultimo perché è una cosa brutta. E mi auguro sia sempre il penultimo – aggiunge con quell'accento palermitano che mezzo secolo di vita raminga non ha scalfito – finché il Padreterno non mi chiama: hai dato già abbastanza, ho bisogno di te lassù». Questa canonica, da lei restaurata così come la chiesa di San Vincenzo, ospita le sue opere già da anni. Cosa cambierà con la nascita della casa-museo? «Viene ufficializzata la sua esistenza, quindi ci sarà una maggiore divulgazione. Ci saranno più scolaresche che verranno in visita. All'inaugurazione, inoltre, farò un annuncio: questa tenda di pietra deve diventare un patrimonio socio-culturale contro la mafia e siccome don Luigi Ciotti è stato il mio perno, ho deciso di donarla a Libera. Così quando non ci sarò più io saranno i giovani di Libera a portarla avanti. Don Ciotti mi ha colpito per la sua grande umiltà. Nel 1996, quando venne a visitare la Sopra Emanuele Modica davanti all'ingresso della casa-museo, a Manzano di Langhirano (Parma). Accanto Modica parla del suo “Cristo oggi”, un corpo d'uomo straziato che riunisce in un collage i dolori dell'uomo di oggi. mostra, disse ai giornalisti che erano nella tenda: “Noi abbiamo creato Libera due anni fa, Modica l'ha creata 30 anni fa. Andare avanti da solo è dura, questo appoggio mi ha incoraggiato e aiutato». Un traguardo raggiunto malgrado la burocrazia abbia rallentato il suo iter... «Se si è convinti di quello che si fa lo si porta avanti malgrado qualche inevitabile minaccia. Sei sempre in guardia. Sono stato trent'anni con la tenda a girare una buona parte dell'Italia e ho avuto anche le mie soddisfazioni, ho incontrato tanti giovani. Perché la tenda è stata creata appunto per loro, in modo che capissero la difficoltà che c'è nell'affrontare la vita. E ci sono ragazzi veramente in gamba tra quelli che ho conosciuto». E di minacce ne avute più d'una. Croci nere disegnate sulla tenda ad Agrigento nel 1972, poi anche a Parma. A Biella, nel ʻ94, le hanno recapitato una lettera scritta con ritagli di giornale. Quale le ha fatto più impressione? «Quella di Canicattì, nel 1972. Dopo aver montato la tenda – ricorda Modica – ho ricevuto la visita del capobastone del paese. Mi ha chiesto cosa stavo facendo e io gli ho spiegato che si trattava di opere contro la mafia che aveva ucciso mio padre. Lui mi ha centonove guardato e mi ha detto: “Tutto bello, ma propriu cà dovevi venire”. Nei venti giorni che siamo stati a Canicattì, nessuno, neanche un bambino, è venuto a visitare la mostra». La sua però non è stata solo testimonianza di vita vissuta, di lotta alla mafia, ma anche di religiosità. Da dove nasce questa devozione al Cristo che campeggia in molte sue opere? «La preghiera è la cosa più importante per poter andare avanti. Se ti rivolgi con fede verso il Signore, lui ti apre le porte. Sono partito da Palermo nel 1969, allo sbaraglio, non sapevo dove andavo a finire, ma la sera, quando andavo a letto nella tenda, stanco, dicevo: “Sono sicuro che Tu, Signore, mi darai la forza perché domani possa essere ancora più vivo di prima”. Poi mi ha portato qui, in una chiesa... La tenda di pietra, la chiesa, la canonica dove abito, debbo tutto a Lui. Cristo è stato la mia salvezza”. Un pittura, quella di Emanuele Modica, iniziata con la tecnica del collage ed evoluta verso un'impronta espressionistica, in cui dominano il grigio, il viola, il nero e il bianco. Ma non manca mai un tocco d'azzurro. Quasi un lampo di speranza nel buio del presente. Modica alterna personaggi drammatici o simbolici posti tra fitte velature, a un paesaggio siciliano aspro e senza uomini. «La sua pittura è autentica e forte», diceva Leonardo Sciascia. Ad incoraggiarlo anche il poeta Ignazio Buttitta. Nella casa-museo di Manzano di Langhirano, le piccole sale sono allestite seguendo quella che è la stessa storia di Modica. All'ingresso i visitatori vengono accolti da una splendida “Pietà” dipinta con varie tonalità di azzurro su una grande corteccia d'albero. Sempre al piano terra, sulla destra, il laboratorio di Modica, mentre a sinistra trovano posto la tenda che lo ha accompagnato nel suo pellegrinaggio lungo l'Italia e le prime opere giovanili, tra le quali quegli scontrini dipinti con gocce di caffè mentre, per sbarcare il lunario, lavorava come barista a Palermo. Al primo piano, insieme agli insistenti richiami alla natura, trovano posto le opere contro la mafia. Tra le quali spiccano “l'omertà” e un “Cristo oggi”. Ma ci sono anche le tele dedicate a Falcone, Borsellino e alle altre vittime della violenza criminale. Accanto a queste, splendidi soggetti sacri. Non ci sono, invece, le tante tele custodite in collezioni private in Italia e in un museo austriaco. Nell'ultima stanza, l'opera che segna l'inizio: la ricostruzione fedele dell'omicidio del padre. Un crescendo rossiniano di emozioni e di pugni nello stomaco. Anche per il visitatore più avvezzo alle cose di mafia. LA SCHEDA Dal “podere” al contro...potere EMANUELE MODICA, 77 ANNI, è nato a Palermo, in corso Pisani, da Vincenzo, contadino, e da Rosalia. Primo di sette figli, due maschi e cinque femmine, ha iniziato da subito a lavorare nel podere di Pagliarelli al fianco del padre che, per scongiurare furti, trascorreva le sue notti facendo la guardia al podere. Fin quando, il 13 luglio 1961, complice il buio, è stato freddato con due colpi di lupara. Un delitto mai chiarito. Il probabile movente è da ricercare nel rifiuto opposto da Modica a chi voleva comprare quel terreno per dare vita all'ennesima speculazione edilizia. Ma tutti i sospettati furono prosciolti. Un choc per Emanuele. Per due anni ha vissuto in preda alla depressione, covando sentimenti di vendetta. Ma le esigenze familiari lo hanno costretto a trovarsi un lavoro. Prima come cameriere, poi come barista. E' proprio dietro il bancone del bar che la sua vita arriva alla svolta. In cambio di mance, realizza per i clienti disegni sugli scontrini, utilizzando solo pagina 20 poche gocce di caffè. «Poco prima di lasciare il lavoro – ricorda il pittore – ho fatto il conto che in un mese avevo guadagnato più di mance che di stipendio». A casa, invece, dipingeva alla ricerca di un suo stile personale. Tre sue opere esposte nel bar, però, hanno richiamato l'attenzione del professore d'arte Ciro Livigni, che ha proposto a Modica di esporre i suoi quadri nella galleria di via Libertà. Il buon successo di critica, però, ad Emanuele non bastava. Voleva il contatto con la gente. Fin quando, una notte, gli è arrivata l'intuizione della tenda: se la gente non visita le mostre d'arte, l'arte deve essere portata tra la gente. Dall'inizio degli anni Settanta, con quella tenda, Modica ha percorso in lungo e in largo l'Italia. Nel 1978, a Ranzano di Palanzano, sotto la tenda, ha sposato Marisa, dalla quale ha avuto Emanuela. In Sicilia è tornato soltanto nel 1997, su invito di Leoluca Orlando, per una mostra contro la mafia a Palermo. Nel 1998 ha ricevuto l'onorificenza di cavaliere della Repubblica. Nel 2002 ottiene il permesso di vivere nella canonica della secentesca chiesa di San Vincenzo, a Manzano di Langhirano. Economia 27 SETTEMBRE 2013 INCHIESTA. Gli enti che hanno aderito al decreto governativo per saldare i debiti della pubblica amministrazione Chi paga le imprese La Regione Sicilia tenta la strada della cassa Depositi e prestiti per saldare il buco della sanità. A Messina fanno richiesta in 77 su 108. Ma nessuno ha ancora ottenuto un euro. E il capoluogo “rinuncia” DI TIZIANA CARUSO MESSINA. Ci sono imprenditori che non vogliono più avere a che fare con le pubbliche amministrazioni. Soprattutto in Sicilia, soprattutto a Messina. Se un tempo infatti gli enti istituzionali erano garanzia di "certezze" sotto numerosi aspetti e in particolare sotto quello economico, oggi la situazione è “leggermente” cambiata. Per far fronte ai numerosi debiti contratti dalle Pubblica amministrazione il Governo nazionale ha pianificato unʼiniezione di liquidità in modo da dare alle imprese una boccata d'ossigeno. Sul piatto cʼerano 20 miliardi di euro di anticipazioni statali per ripianare i debiti contratti dai Comuni o, più in generale, dalle pubbliche amministrazioni con imprese e aziende. Lo scorso 20 settembre un “primo bilancio” del decreto 35 del 2013 è stato inserito nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza siglata dal premier Enrico Letta e dal ministro Fabrizio Saccomanni. Al 18 settembre dei 20 miliardi stanziati, 17,9 erano stati resi disponibili. Di questi, nelle casse dei creditori sarebbero già giunti 11,3 miliardi. Se a livello nazionale Confindustria sta ancora raccogliendo i dati sull'andamento complessivo dell'operazione, la prima notizia è che le richieste pervenute ammontano ad oltre 6 miliardi per l'anticipo di liquidità da parte della Cassa Depositi e Prestiti, rispetto ai 4 previsti. E anche i dati “ufficiosi” sulle richieste relative al patto di stabilità danno la quota superata. “SANARE” LA SICILIA. Se nove regioni, tra cui anche la Sicilia, hanno chiesto anticipazioni di liquidità per 2,3 miliardi per il pagamento di debiti non sanitari, solo sei (Lazio, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Toscana) hanno definito le misure di copertura, Guido Signorino centonove sottoscritto i contratti col Ministero dellʼEconomia e della Finanza e ricevuto l'erogazione delle risorse, pagando le imprese creditrici attraverso lʼutilizzo quasi integrale delle risorse. Tre regioni, invece, Calabria, Campania e Sicilia stanno ancora definendo il piano dei pagamenti e/o le misure di copertura. La Sicilia, in particolare, per quanto riguarda i debiti della sanità pubblica ha già inviato a Roma tutto lʼincartamento, ma le pratiche sono ancora sotto esame del Ministero dellʼEconomia e delle Finanze per la stipula del contratto. Oltre ai debiti sanitari, ci sono però quelli contratti dagli enti locali come Comuni e Province. Se, ad esempio il Comune di Bagheria ha già incassato lʼok dalla Cassa Depositi e Prestiti per lʼassegnazione di oltre 7 milioni e mezzo di euro in due diverse tranches, sul fronte messinese la situazione è di stallo. ZERO EURO A MESSINA. Solo settantasette dei centootto comuni peloritani hanno fatto richiesta per ottenere le anticipazioni. Ad oggi, nessuno di questi le ha ottenute. Neʼ tanto meno il Comune di Messina che, l'istanza, nella prima fase di avvio delle procedure non lʼha nemmeno inviata. Non sono servite le diverse sollecitazioni da parte di Confindustria e Cgil che, attraverso i rispettivi reggenti locali, Ivo Blandina e Lillo Oceano, avevano invitato le amministrazioni ad espletare entro il 30 aprile scorso gli adempimenti necessari a presentare le domande. Per quanto riguarda il Comune di Messina, lʼallora ex ragioniere generale Ferdinando Coglitore aveva “sconsigliato” di aggrapparsi al decreto 35 anche perché “i crediti vantati dalle imprese dovevano essere certi, liquidi ed esigibili”, la misura “non poteva essere utilizzata per il pagamento dei debiti fuori bilancio” e avrebbe inoltre comportato unʼ “improponibile rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario decennale”. Ma al decreto 35 aveva però annunciato di volersi appellare il Guido Signorino, neo assessore della giunta guidata da Renato Accorinti, nella speranza di rientrare nella riapertura dei termini promessa dal governo. Nei termini del 15 settembre è stata effettuata la ricognizione dei debiti, ma di richieste al governo di accesso ai fondi ancora non cʼè traccia. ZOOM Gli avvocati prima di tutto Palazzo dei Leoni chiede quattro milioni. La gran parte per parcelle e sentenze MESSINA. Palazzo dei Leoni, invece, lʼistanza per accedere ai fondi del decreto 35 lʼha presentata, ma senza ottenere ancora alcuna risposta. “La Provincia ha una situazione estremamente diversa rispetto a quella del Comune – spiega il commissario Filippo Romano – Noi non abbiamo quella massa debitoria, anche qua ci sono debiti fuori bilancio mai approvati da anni, una causa con lʼAsp per gli spazi dellʼAntonello che non mi fa dormire sonni tranquilli, pagina 21 Filippo Romano lʼaumento di capitale alla Sogas, la questione del porticciolo di Grotte, ma certamente le acque sono più miti rispetto a Palazzo Zanca”. E Palazzo dei Leoni ha infatti chiesto alla Cassa depositi e prestiti una cifra che si aggira attorno ai 4 milioni di euro, anche se, come spiega lo stesso Romano, gran parte della somma, non servirà a pagare imprese o aziende. “Fortunatamente i debiti contratti attraverso gare dʼappalto sono stati quasi tutti onorati. La cifra richiesta, in maggioranza, servirà infatti a ripianare i debiti legali”. Dagli uffici di Palazzo Zanca fanno infatti sapere che sono circa 5,4 milioni di euro i debiti relativi alle sole parcelle degli avvocati, mentre circa 6 milioni di euro sono i passivi per le sentenze con protagonista Palazzo dei Leoni. (T.C.) Economia 27 SETTEMBRE 2013 pagina 22 centonove centonove Economia 27 SETTEMBRE 2013 Industriale della Pirelli, quello della Italcementi è il secondo intervento di demolizione di un grande opificio industriale. Ma in questo caso, i problemi aperti sono tanti. La Pirelli ha lasciato i terreni, utilizzati poi da una società di gestione per il contratto di programma di Villafranca a costo zero, lasciandone poi la titolarità agli imprenditori che ne chiedevano il diritto dʼuso. Diversa è la posizione di Italcementi. I terreni su cui sorge il cementificio, furono allora acquistati dal gruppo di Bergamo, altri limitrofi furono affittati. Abbandonata poi lʼattività per altri lidi, per anni lʼamministrazione chiese alla Italcementi di bonificare lʼarea, provvedimento solo ora avviato. Villafranca nel frattempo ha cambiato pelle: è diventata una periferia “commerciale” di Messina: è stata sviluppata una vocazione al consumo, più di quella produttiva. Cento miliardi di lire del vecchio contratto di programma sono tornati al Ministero delle Attività produttive. Unico trend in crescita nella zona, gli ipermercati. Ne sono cresciuti una decina. Qualche anno fa Italcementi presentò un protocollo di intenti allʼamministrazione, proponendo una serie di interventi misti tra unità abitative e verde pubblico. «Faccio lʼingegnere - dice Nino Lamberti - e dico che quella è unʼarea “protetta” Zps, zona di protezione speciale. Bisogna indicare aree di ricezione civica.” “I progetti di riqualificazione dellʼarea Italcementi devono passare dal Prg». Il sindaco Matteo De Marco è ancora più tranchent: «Sulla Italcementi si riparte da zero. Dopo lʼoperazione di disinquinamento, dovuta per legge e che arriva con qualche ritardo, si riparte da zero». L’area Italcementi di Villafranca VILLAFRANCA TIRRENA. In pieno svolgimento le operazioni di bonifica Italcementi, si riparte da zero Il cantiere aperto dalla Longhi di Bergamo andrà avanti per tutto il 2014. Si dibatte sulla riqualificazione. Il sindaco De Marco: «No a speculazioni» VILLAFRANCA TIRRENA. «Sarà un intervento di demolizione complessivo che investirà tutto il 2014». Mario Europa, dirigente della Longhi di Bergamo, responsabile di cantiere per le opere di smaltimento e bonifica ambientale a Villafranca Tirrena, conferma che le attività di analisi ambientale nellʼarea estesa 360mila metri quadrati, quasi al centro di Villafranca Tirrena, sono in pieno svolgimento. «Abbiamo chiesto tutte le autorizzazioni agli enti, la Asl di Messina ha risposto con molta sollecitudine alle nostre richieste». La Longhi, che ha già operato per conto della Italcementi alla demolizione degli stabilimenti di Matera e di Colleferro, è una delle imprese leader nelle bonifiche industriali in Italia. Le operazioni nellʼarea Italcementi sono state già avviate da mesi. E anche il crono programma di tutte le demolizioni, dalle torri ai forni della cementerai. Lʼeternit presente in tutta lʼarea è già in via rimozione. Nata nel 1924, la cementeria di Villafranca fu il primo intervento industriale della Italcementi in Sicilia. A ruota seguirono poi lo stabilimento di Isola delle Femmine e poi quello di Catania. Dopo la demolizione dellʼarea L E GA L M E N T E AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI PALERMO AVVISO DI GARA Eʼ indetta procedura aperta, per la fornitura in somministrazione di pacemaker e accessori per elettrostimolazione per le divisioni di cardiologia dei PP.OO. Ingrassia di Palermo e Civico di Partinico per un periodo pari a un anno. Lʼimporto complessivo presunto dellʼappalto per la durata di un anno TRIBUNALE DI MESSINA G.D. DR. DANIELE CARLO MADIA INVITO AD OFFRIRE ED EVENTUALE INVITO A PARTECIPARE LA GARA CONCORDATO PREVENTIVO N. 1/2001 MESSINA – Via Corbino Orso – LOTTO 1: A) Locali destinati ad uso attività produttiva, p.terra, corpo A e D, sup. catastale di mq 3105. B) Lastrico solare p.secondo, tot. mq 556, ricadente nel corpo D ed E. Prezzo base Euro 2.380.000,00. Rilancio minimo Euro 5.000,00. Via Tremonti 34 - LOTTO 2: Appartamento p.primo, scala A, int. 3. Prezzo base Euro 252.873,82. Rilancio minimo Euro 1.000,00. VENDITA SENZA INCANTO 26.11.2013 ore 12.00 presso il Tribunale di Messina. Offerte d'acquisto da presentare entro le ore 12 del giorno antecedente la vendita, corredate da assegno bancario circolare N.T. intestato a "Dr. Francesco Cambria liquidatore C.P. Chemialpha Sas n. 1/2001 R.C.P.", di importo pari al 10% del prezzo proposto. Eventuale incanto 3.12.2013 ore 12.00. Informazioni presso la Cancelleria o il Liquidatore Dr. Francesco Cambria 090/2921479. Siti www.asteannunci.it, www.asteavvisi.it e www.tribunale.messina.it. ammonta ad Euro 1.557.550,00 oltre I.V.A. Gli atti di gara possono essere scaricati dal sito in- TRIBUNALE DI MESSINA ternet: www.asppalermo.org. Il termine di presentazione delle offerte è fissato per le ore 09,00 del 29.10.2013. Il bando e` stato inviato alla G.U.E. il 28.08.2013. Il Commissario Straordinario IL DIRETTORE f.f. del Dipartimento PROVVEDITORATO e tecnico Avv.to Fabio Damiani G.D. DR. UGO SCAVUZZO INVITO AD OFFRIRE ED EVENTUALE INVITO A PARTECIPARE ALLA GARA FALLIMENTO N. 26/2002 MESSINA – Viale Torrente Trapani 13 – LOTTO UNICO: Quota pari ad 1/6 indiviso di appartamento corpo unico, sup. lorda mq 92,46, sup. balconata mq 21, sup. commerciale mq 97,71, composto da 4 locali, un bagno di servizio ed un ripostiglio; NCEU di Messina al fg. 109, p.lla 1102, sub 29. Prezzo base Euro 12.200,00. Rilancio minimo Euro 500,00. VENDITA SENZA INCANTO 15.11.2013 ore 12.45 presso il Tribunale di Messina. Offerte d'acquisto da presentare presso la Cancelleria entro le ore 12 del giorno antecedente la vendita, corredate da assegno circolare N.T. intestato al Trib. di Messina - Fall. 26/02 R.G.F., di importo pari al 10% del prezzo proposto a titolo di cauzione. Eventuale incanto 15.11.2013 ore 13.05. Maggiori informazioni presso il Curatore Avv. Maria Carianni 090/675650. Siti www.asteannunci.it, www.asteavvisi.it e www.tribunale.messina.it. pagina 23 Economia 27 SETTEMBRE 2013 RICERCHE. LO STUDIO DELL’UNIVERSITA’ DI MESSINA SULLE OPPORTUNITÀ DI INGRESSO NEL MONDO DEL LAVORO UOMINI&BUSINESS Beautism, la nuova discriminazione DI MAURIZIO BALLISTRERI * UNO STUDIO COMPIUTO nell'Università di Messina ha evidenziato che i candidati a un lavoro, considerati fisicamente attraenti, sono avvantaggiati nell'ottenere un colloquio. Lo studio è particolarmente significativo quando si tratta di donne: le più belle hanno il 54% di riuscita, le "meno graziose" solamente il 7% di chances di avere un colloquio di lavoro. Per arrivare a questa triste conclusione i ricercatori hanno inviato 11.000 falsi curricula per 1452 posti a molte aziende italiane. Le foto, il genere e i nomi dei candidati erano differenti, le competenze e le qualifiche rigorosamente identiche. Si tratta di un fenomeno sociale non nuovo. "Richiesta bella presenza", "si richiede fotografia a figura intera", sono queste alcune frasi che capita di trovare negli annunci di lavoro. Chi seleziona il personale oggi (per piccole o grandi aziende) non si fa nessuno scrupolo di inserire come requisito fondamentale per l'assunzione la bellezza o la sua formula più delicata, la "bella presenza". Si tratta di una vera e propria discriminazione, che si inserisce prepotentemente nell'apprezzamento o meno di un curriculum vitae: non più un 110 e lode, un master o esperienze lavorative in azienda, poiché il “mercato” ricerca figure che rispecchino canoni ben precisi di altezza, magrezza, avvenenza e giovinezza. A tal proposito si è parlato di “vetrinizzazione sociale”, manifestazione da un lato dellʼindividualismo e dallʼaltro dellʼimportanza delle apparenze. Sul piano legale si tratta del beautism, la discriminazione estetica, ormai inserita nel catalogo delle altre discriminazioni, quelle per sesso, razza, religione, convinzioni politiche, appartenenze associative e sindacali. Il beautism è, infatti, una vera e propria discriminazione, a causa del quale il consumismo si sposta dall'oggetto al corpo. E si assiste così, a fenomeni tendenzialmente paradossali quali campagne contro i disordini alimentari, ed il bisogno da parte delle donne di modificare il proprio corpo ed il proprio aspetto per essere trendy. Quali rimedi sul terreno legale? Per quanto riguarda il mondo del lavoro il nostro ordinamento legale presenta una strumentazione giuridica assai avanzata. In primo luogo, per quanto riguarda lʼaccesso al mondo del lavoro ed alla valorizzazione delle professionalità, il riferimento è allʼampia legislazione sulle Pari Opportunità, che ha trovato la Il bonus arredi punto per punto IL DECRETO LEGGE n. 63/2013 ha introdotto una detrazione dallʼIrpef del 50% per lʼacquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), finalizzati allʼarredo di immobili oggetto di ristrutturazione. Sulle sue regole - chiarite dall'Agenzia delle Entrate con la circolare n. 29/E del 18 settembre 2013 - si sofferma questo numero "speciale" di Entrate news. Le spese devono essere state sostenute a partire dal 26 giugno 2012. Gli interventi edilizi che consentono di richiedere la detrazione sono quelli: - di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, effettuati sia sulle parti comuni di edificio residenziale sia sulle singole unità immobiliari residenziali, di manutenzione ordinaria, effettuati sulle parti comuni di edificio residenziale, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie che entro sei mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano lʼimmobile. Per la detrazione è inoltre indispensabile che la data di inizio lavori sia anteriore a quella in cui sono sostenute le spese per l'acquisto dei mobili e/o dei grandi elettrodomestici. Non è necessario, invece, che le spese di ristrutturazione siano sostenute prima di quelle per lʼarredo dellʼabitazione. La detrazione spetta per le spese sostenute dal 6 giugno al 31 dicembre 2013 per lʼacquisto di: mobili nuovi (tra questi, letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, nonché i materassi e gli apparecchi di illuminazione). Eʼ escluso lʼacquisto di porte, pavimentazioni (per esempio, il parquet), tende e tendaggi, nonché di altri complementi di arredo. Detrazione anche per i grandi elettrodomestici nuovi di classe energetica non inferiore alla A+ (A per i forni), per le apparecchiature per le quali sia prevista lʼetichetta energetica. La detrazione spettante, da ripartire tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo, deve essere calcolata sullʼimporto massimo di 10.000 euro. Come previsto per i lavori di ristrutturazione, per avere la detrazione sugli acquisti di mobili e di grandi elettrodomestici occorre effettuare i pagamenti con bonifici bancari o postali, sui quali va indicato: la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato. PICCOLA INDUSTRIA TRAPANI Adragna eletto presidente TRAPANI. Vincenzo Adragna, imprenditore del settore Alimenti zootecnici, di Alcamo, è stato eletto, con voto unanime del Direttivo, presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Trapani per il biennio 2013-2015. Con questa nomina Adragna ricoprirà, di diritto il ruolo di vicepresidente di Confindustria Trapani. Vicepresidenti del Comitato Piccola Industria, sono stati eletti Andrea Cardinale, di Trapani, Giuseppe Butera, di Alcamo, e Laura Doro, di Marsala, mentre Stefano Caruso, di Marsala, è stato nominato delegato in seno al Comitato Piccola Industria di Confindustria Sicilia. sistematizzazione nel D.lgs. 11 aprile 2006, n. 198 - "Codice delle pari opportunità tra uomo e donna" ed ai riferimenti da parte dellʼautonomia collettiva. Eʼ necessario inoltre, ricordare che lʼart. 15 della legge 20 maggio 1970, n.300, prevede il divieto degli atti discriminatori sui luoghi di lavoro per motivi di sesso, di razza, di religione, di iscrizione a partiti politici e a sindacati, con la loro conseguente nullità, invocabile attraverso ricorso alla giurisdizione del lavoro. Nel mentre si discute in Parlamento di un Codice del lavoro, si potrebbe novellare il citato articolo, inserendo anche il divieto di atti discriminatori in ragione di canoni estetici. * Docente Diritto del Lavoro Università di Messina APPUNTAMENTI. AD ACIREALE NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO centonove «Acini Divini” con i sommelier ACIREALE. “ ACIni DiVini ” è una manifestazione alla sua prima edizione, organizzata dallʼ Associazione italiana sommelier Sicilia con il patrocinio del Comune di Acireale ed inserita a chiusura di Vivaci 2013. Lʼappuntamento è per domenica 29 settembre con inizio alle ore 20. Unica nel suo genere lʼiniziativa prevede un Wine Tasting pubblico, allestito nella suggestiva cornice della Piazza Duomo di Acireale, con in degustazione 10 vini dellʼEtna, ognuno selezionato dalla cantina partecipante tra i più rappresentativi dellʼazienda. Sul palco si alterneranno i produttori o gli enologi delle aziende per raccontare il loro vino mentre il presidente Ais Sicilia, Camillo Privitera, ed il Sommelier Salvo di Bella, guideranno il pubblico nella degustazione dei 10 vini. Solo 150 i posti disponibili per i quali è richiesta la prenotazione obbligatoria. Info e prenotazioni : [email protected] 3396648951 348 7968428 pagina 24 CNA RAGUSA Presidenza a Graziana Cascone RAGUSA. Graziana Cascone, 31 anni,e la presidente territoriale di Ragusa per la Cna. Eʼ stata eletta nel corso dell' assemblea elettiva dei titolari di imprese e Pmi cittadine. La Cascone è socia in un'impresa d' installazione e manutenzione ascensori. Eletti anche i componenti della presidenza della Cna territoriale (Giorgio Biazzo, Ignazio Caloggero, Massimiliano Distefano, Cinzia Girella, Maurizio Scalone, Giorgio Vitale, e com ponenti di diritto Giuseppe Cascone, in qualità di presidente regionale Cna Sicilia, e Antonino Cavallo). CONSUMATORI Espropriazioni IMPORTANTI novità sono state introdotte nel procedimento per la riscossione dei tributi dal decreto “del fare” così come integrato e modificato dalla legge di conversione pubblicata nella Gazzetta Ufficiale ad agosto. In particolare lʼazione di espropriazione immobiliare da parte dellʼagente della riscossione non può essere più avviata se l'unico immobile di proprietà del debitore è adibito ad uso abitativo e lo stesso vi risiede anagraficamente. Rimangono esclusi soltanto gli immobili di lusso, con caratteristiche individuate dal decreto del Ministro per i lavori pubblici del 02 agosto 1969, ed i fabbricati classificati nelle categorie catastali A/8 e A/9. In ogni caso il decreto “del fare” ha stabilito che l'espropriazione immobiliare può essere avviata solo se l'importo complessivo del credito per cui si procede supera 120 mila euro. Inoltre è chiarito che può procedersi all'espropriazione se e' stata iscritta l'ipoteca sullʼimmobile e sono decorsi almeno sei mesi dall'iscrizione senza che il debito sia stato estinto. Novità anche per la procedura di iscrizione del fermo di beni mobili registrati. Secondo la nuova normativa, il procedimento prevede che l'agente della riscossione notifichi al debitore o ai coobbligati iscritti nei pubblici registri una comunicazione preventiva con l'avviso che, in mancanza del pagamento delle somme dovute entro 30 giorni, sarà eseguito il fermo, senza ulteriore comunicazione. Eʼ fatta salvo, tuttavia, la possibilità che il debitore entro il termine, dimostri che il bene sia strumentale alla professione. Francesco Suria Esperto legale Messina poster centonove 27 SETTEMBRE 2013 MURALES DI UMANITA VARIA LA JELLA DI ZIA BEATRICE Gioacchino Lanza Tomasi (a destra) e Franco Valenti posano con le statue di Giuseppe Tomasi e Lucio Piccolo INCONTRI. Il figlio di Giuseppe Tomasi di Lampedusa ritorna sui Nebrodi Gattopardo a Ficarra Ha visitato i luoghi dove il padre scrisse alcuni capitoli del suo celebre romanzo. Ad attirarlo? La scoperta di cartoline inedite a firma degli autori più importanti del 900 FRANCO TUMEO martellata dai bombardamenti. Un ritorno al passato per Lanza Tomasi, sulle orme dellʼillustre genitore adottivo FICARRA. A Ficarra cʼera già stato che in questo luogo incantato dei intorno al 1965 e di ritornarvi ci pensava Nebrodi, pur nella brevità del soggiorno, da tempo. Tanti gli inviti, in questi anni, in quegli anni di guerra trovò ispirazione ma era sempre mancato il tempo in gran per costruire alcuni episodi e parte speso tra la presidenza tratteggiare singolari personaggi del suo dellʼIstituto italiano di cultura di New immortale romanzo. A cominciare dalla York, la Sovrintendenza del teatro San figura del cacciatore e organista di Carlo di Napoli, la direzione artistica Donnafugata Ciccio Tumeo, reso dellʼOrchestra sinfonica della Rai ed celebre dagli intensi e vivaci dialoghi col unʼaltra miriade di prestigiosi incarichi. principe Fabrizio Corbera. «A Ficarra Era mancato soprattutto il giusto racconta Lanza Tomasi - ci sono stato pretesto. Finalmente, è arrivato anche soltanto una volta, nei primi anni quello: la pressante curiosità di Sessanta, per accompagnare Lucio esaminare alcuni importanti e inediti Piccolo che da Capo DʼOrlando spesso documenti riconducibili ai Piccolo di raggiungeva il paese dove possedeva Calanovella e a Giuseppe Tomasi di feudi e custodiva affetti. Da allora, Lampedusa, di recente “ritrovati” nel purtroppo, più nessuna occasione per centro collinare da chi rimetterci piede». scrive. E così, il Nemmeno le tantissime musicologo e scrittore iniziative promosse per Gioacchino Lanza richiamare lʼattenzione Tomasi è ritornato a degli studiosi sugli stretti Ficarra, alla riscoperta vincoli che legano Il dei luoghi in cui, nel Gattopardo ed il suo autore lontano1943, per un a Ficarra, incredibilmente breve periodo, visse trascurati dai biografi. Ci lʼautore de Il Gattopardo ritorna ora dopo 50 anni di con la moglie Licy Wolff oblio, ritagliandosi una e la madre Beatrice brevissima parentesi tra un Mastrogiovanni Tasca viaggio a New York, una Lanza Filangeri di Cutò, conferenza a Londra e la Giuseppe Tomasi in fuga da Palermo correzione di una biografia. DI Tomasi di Lampedusa, la moglie Licy e la madre Beatrice, dopo aver lasciato la casa dei Piccolo, da Capo DʼOrlando raggiunsero Ficarra, nel luglio del ʻ43, a dorso dʼasino, guidati dai ficarresi, Michele Gullà e Antonino Tumeo. Non è stato mai chiarito il motivo che spinse le due sorelle, Teresa e Beatrice, con i rispettivi nuclei familiari a separarsi. A svelare il mistero è ora Gioacchino Lanza Tomasi: “Dopo le bombe cadute vicino la casa di Capo DʼOrlando, i Piccolo si convinsero che la zia Beatrice portasse iella. Da qui la decisione di alloggiarla con figlio e nuora a Ficarra, da un campiere di fiducia. Qualche settimana dopo la tranquilla Ficarra fu ripetutamente centrata dallʼaviazione americana. Per i Piccolo, la conferma che la congiunta attirasse negatività”. A schiodare il professor Lanza Tomasi dalla sua splendida dimora palermitana di Palazzo Butera la notizia del ritrovamento, si diceva, di un corpus di centinaia di cartoline indirizzate ai Piccolo di Calanovella con commenti e annotazioni a firma dei nomi più in vista del panorama letterario del ʻ900: da Montale allo stesso Lampedusa. Troppo, anche per Gioacchino Lanza Tomasi, per rimandare ancora una visita a Ficarra. Interesse e curiosità alla fine ampiamente soddisfatti, non senza emozione, soprattutto quando tra quelle cartoline ne ha individuate alcune con la propria firma spedite a Lucio e Casimiro Piccolo quasi sessantʼanni fa. E dopo i carteggi, un tour “gattopardiano” per le vie paese: ad accompagnarlo, con chi scrive, anche lʼamico e scrittore orlandino Franco Valenti. La casa del campiere Pietro Gullà, dove Tomasi con moglie e madre al seguito soggiornò, è ancora lì senza alcuna manomissione, uguale a settantʼanni fa, arredi inclusi; due statue in bronzo di Tomasi e Piccolo poste davanti a quello che un tempo fu il Circolo dei nobili ricordano dove il Principe trascorreva ore e ore di noiosissima attesa degli eventi. Certi biografi accennano appena ai rapporti con Ficarra, ma tra gli anziani del paese è ancora vivo il ricordo del Lampedusa: per i ficarresi, non vi è dubbio, parte del Gattopardo è nato proprio qui, tra queste case, tra questa gente. Tomasi visse infatti proprio a Ficarra gli eventi che segnarono tragicamente la storia dʼItalia e anche la sua anima: lo sbarco americano, la caduta di Mussolini, lʼepisodio del soldato tedesco ritrovato morto e sepolto da Ciccio Tumeo, lʼ8 settembre. Eventi che, spostati indietro nel tempo, ritroviamo proprio nel Gattopardo. Inevitabile chiedere conferma al professore Lanza Tomasi delle convinzioni locali: «Il romanzo certamente racchiude parte del vissuto dellʼautore e quindi anche del soggiorno ficarrese. So che sono state fatte ricerche per rintracciare il nome Ciccio Tumeo in altre parti della Sicilia, ma ogni tentativo riconduce sempre a Ficarra. Su questi legami, dʼaltra parte, mi pare chiarisca tutto lʼamico Franco Valenti con il suo libro “I misteri del Gattopardo” incentrato proprio sui rapporti del romanzo e di Tomasi con il territorio nebroideo e con Ficarra, in particolare”: la certificazione di un Tomasi che ogni ficarrese aspettava? Lʼexcursus con il raffinato intellettuale e gentile aristocratico si conclude a tavola, al ristorante La Badia, proprio dietro la casa che ospitò il principe Lampedusa: amabile conversazione, piatti a base di funghi e un generoso rosso Angheli, cantine Donnafugata ovviamente. Franco Valenti, Gioacchino Lanza Tomasi e l’autore dell’articolo Franco Tumeo pagina 25 27 SETTEMBRE 2013 posterarcheologia Il fondaco visto dal lato est: in origine era una torre in tutto simile a quella del castello MONTALBANO. All’ingresso dell’Argimusco, i resti di una costruzione medievale tutta da scoprire Il Fondaco dimenticato Punto di sosta e di ristoro per i viandanti, conferma una tradizione radicata nella cultura del luogo. Ma il sito fu nobilitato da presenze regali. Come testimonia una lettera... DI GIUSEPPE PANTANO MONTALBANO. Negli ultimi tempi si è fatto un gran parlare o, per meglio dire, un gran scrivere sullʼArgimusco di Montalbano. Un fiorire di ricerche e pubblicazioni sia da parte di autori locali ma anche di altri. Stupisce che sul cosiddetto Fondaco, antica e unica costruzione lì presente, non si sia andati oltre qualche rapida citazione o qualche rara foto. Scopo di questa breve ricerca è di focalizzare almeno lʼattenzione sui resti di questa trascurata costruzione medievale che si erge, discreta e isolata, ad oltre mille metri di altitudine quasi allʼingresso di Argimusco. LOCANDA E DOGANA. Già il nome ci riporta indietro nel tempo: funduq è un arabismo medievale passato sia al dialetto che alla lingua italiana con il significato di ʻlocanda, osteriaʼ, ma anche di ʻstalla pubblica con possibilità di pernottamento, magazzino di merce variaʼ e, infine, di ʻdoganaʼ. Attribuzioni che il nostro Fondaco nel tempo ha ricoperto tutte. Risulta determinante in proposito la sua collocazione sul crinale spartiacque tra il versante tirrenico e quello etneo che permette di controllare tanto la vallata dellʼAlcantara quanto quella dellʼElicona (che da qui nasce). Ma la sua collocazione strategica è maggiormente avvalorata dalla sua ubicazione lungo la vecchia trazzera regia, che in definitiva ripercorreva antichi tracciati di epoca romana, i cui resti vanno riaffiorando per alcuni tratti in questo territorio e che andavano in direzione della più famosa via Valeria situata sulla costa tirrenica. Non si può neanche trascurare il riferimento ai punti di sosta e di ristoro per viandanti e cavalcature dislocati, di solito ad una giornata di cammino lʼuno dallʼaltro, lungo le antiche strade romane indicati come stationes o mansio nei vari Itineraria di epoca imperiale. Anzi è legittimo supporre una continuità dʼuso nel tempo, dallʼAntichità al Basso Medioevo (e anche oltre), per strutture come questa, dal carattere, per così dire, istituzionale. POPOLARE MA NON TROPPO. A prova di continuità dʼuso, va anche segnalata la consuetudine di approntare delle taverne nelle zone più montane e distanti dal centro abitato di Montalbano, specialmente durante il periodo estivo, durante lʼesecuzione di particolari lavori agricoli che comportavano lo spostamento temporaneo di una certa massa di lavoratori. In esse (indicativa la sopravvivenza lessicale del latino taberna), oltre che mescita di vino, venivano preparati dei pasti frugali. Anche verso la metà del secolo scorso risulta che sia stata allestita al Fondaco una di queste taverne: non si trattava certamente della prima volta, ma confermava una tradizione ben più antica, piuttosto radicata nella cultura del luogo. Ancora oggi, se si fa caso, esistono punti di ristorazione in prossimità di importanti nodi viari: si pensi, per restare in zona, a Polverello o Favoscuro. DUE FONDACI. Sullʼesistenza di due fondaci a Montalbano viene data espressa notizia nel 1817 da Isidoro Testaferrata: uno situato al Piano di San Giovanni (nel centro) e questo dellʼArgimusco. Attraverso poi i Capitoli della Catapania e Dogana di Montalbano del 1706, abbiamo anche la prova dellʼesistenza dei diritti di dogana riscossi per conto del signore feudale e la conferma che lo stesso luogo era punto obbligato di transito per accedere nella “Terra” di Montalbano per chi proveniva da quel versante. Unʼulteriore attestazione in questo senso ci viene anche dalla toponomastica, dove una contrada limitrofa è significativamente denominata Colle Barriera, con evidenti riferimenti alle citate funzioni di confine e doganali. Ma il documento di gran lunga più importante sul Fondaco lo troviamo negli Acta SiculoAragonensia, dove è registrata una lettera del re Federico III, inviata al fratello Giacomo in Aragona, compilata nel 1308 proprio dal nostro sito sullʼArgimusco. NOBILI PRESENZE. Quindi il Fondaco, oltre che luogo dai connotati fortemente popolari, frequentato prevalentemente da viandanti, mercanti , pellegrini (e anche un poʼ malfamato se è vero che per i religiosi ne era disdicevole lʼingresso), fu nobilitato, ad un certo punto della sua storia, da una concreta presenza regale. Il documento pagina 26 centonove confermerebbe pure una certa tradizione locale che vuole lʼArgimusco come luogo preferito del re Federico per battute di caccia. Unʼaltra presenza regale allʼArgimusco è riportata in una pagina della Historia Sicula del cronista Bartolomeo da Neocastro. Con riferimento agli avvenimenti del 1282, re Pietro III dʼAragona, I di Sicilia, guarda ammirato il panorama dallʼalto dellʼArgimusco (nel testo Argimusto), dal quale si scorgono la Piana di Milazzo, le Eolie e Tindari e richiama ai suoi accompagnatori il mito dellʼantica Tindari e della sacra casa della vergine Maria (già quindi esistente nel periodo del Vespro). Del Fondaco o, più esattamente, di quel complesso di strutture originarie non resta quasi più traccia. Ciò che sopravvive oggi ci appare come un grande cubo a pianta pressoché quadrata (5,55 × 5.95 m.) attualmente esteso su un solo piano e ricoperto da un tetto a falda unica rivestito a tegole. Attraverso una piccola porta architravata situata sul lato est, sulla quale si individua un profilo ad arco ogivale in conci appena sgrossati, si accede nellʼunico ambiente con pavimento in terra battuta. Quel che colpisce allʼinterno, a parte il forte degrado, è una bellissima volta a botte alta circa m. 4,5 dallʼattuale livello di calpestio, realizzata in pietra, come del resto tutta la costruzione, nonché una finestra quadrata che si apre al centro della parete sud. Un passaggio murato nella volta proverebbe infine che lʼedificio fosse in origine una torre a due o tre vani sovrapposti. COME UNA TORRE. Lʼattuale emergenza architettonica, quindi non sarebbe altro che il piano inferiore di unʼantica torre che, per essere strutturalmente e stilisticamente collegata alle altre torri del castello di Montalbano, potremmo verosimilmente attribuire al periodo svevo (sec. XIII). Alle stesse torri appare funzionalmente collegata come avamposto, punto di controllo e segnalazione (il tipo di muratura e la volta a botte la legano formalmente alla torre quadrata in particolare). Da alcune ricerche si ricava che la medesima può essere ascritta alla cosiddetta “fase della contea”, in quanto fattavi costruire nel 1263 da Bonifacio Anglona Lancia, zio materno di re Manfredi e primo conte di Montalbano. Pertanto lʼattuale struttura eredita oggi, forse un poʼ impropriamente il nome dellʼintero complesso a cui era accorpata. Senza andare oltre, diciamo che ce nʼè a sufficienza perché la Torre del Fondaco (adesso possiamo chiamarla così) meriti di essere salvata con un intervento urgente da parte degli Organi competenti, rappresentando la stessa, oltre che un importante brano della storia di Montalbano, anche una delle poche strutture medievali di ospitalità sopravvissute in Sicilia. posteriniziative centonove 27 SETTEMBRE 2013 L’INTERVISTA. A tu per tu con Alfredo Guglielmino Luna Park Cartura Anima della bottega creativa, ha dato vita ad un paese di arte e di balocchi. Mettendo insieme carta e spazzatura DI PAOLO RANDAZZO SIRACUSA. Se amate perdervi nei colori, se amate lʼarte e il teatro perché per voi arte e teatro sono ancora, sostanzialmente, un gioco, bene a Catania cʼè un posto che assolutamente non dovete perdervi: si tratta di “Cartura”, la bottega creativa dove, mettendo insieme carta e spazzatura riciclata (di qui il nome), nascono, vivono e respirano opere dʼarte, oggetti e scenografie, allestimenti di teatro di figura e pupi, spettacoli e operazioni di comunicazione visiva e didattica. Visitare la bottega di via Passo Aci è una esperienza straordinaria: un Luna Park zeppo di luci e colori, un paese dei balocchi sotto casa, un antica bottega artigiana, un atelier dʼarte naif e coltissima (regnano sovrani Chagall, Dalì, Picasso), una meravigliosa soffitta piena dʼoggetti, misteri, sorprese, voci, facce, barbe, occhi, ali, code di drago, lune e progetti. Ad animarla è Alfredo Guglielmino, trentottenne catanese diplomato allʼIstituto dʼarte di Catania diretto da Saro Leone, poi illustratore e designer di formazione milanese, ma da sempre attratto dalle marionette e dallʼopera dei pupi (suo nonno, don Pietro Milazzo, era un apprezzato puparo) e dal teatro di figura. Lo abbiamo incontrato: «Cartura nasce circa quindici anni fa, nel 1998, dallʼidea di mettere insieme a lavorare un gruppo di artisti (oltre a me, devo certo ricordare Roberta Canto e Davide Minaldi amici che adesso hanno deciso di proseguire il loro cammino per altre strade) che non avessero grandi risorse e fossero appassionati dai temi del riciclo. Dopo alcune esperienze a Milano e Bologna, volevamo creare un laboratorio che fosse una antica bottega artigiana dʼispirazione quasi rinascimentale ed insieme un ensemble capace di creare eventi teatrali. E volevamo farlo proprio qui a Catania. In ogni caso lʼidea centrale era, ed è ancora, di partire dalla storia degli oggetti, dalla loro voce, dal carico di esperienze che si nasconde in essi, dalla possibilità o dal sogno di restituire ad essi una vita propria e di creare con essi uno stile riconoscibile che poi, quasi per gioco, abbiamo preso a chiamare “carturismo”». Qual è lʼispirazione centrale dei suoi lavori? «La contaminazione e la favola, anzitutto: per capire quel che voglio dire basti pensare alla favola del calzolaio che la sera va a dormire e lʼindomani si sveglia con lo stupore per le scarpe già pronte e riparate. In questo posto, che forse è abitato da folletti, è come se gli oggetti si creassero da soli. Le storie riprendono il loro corso, gli oggetti ricominciano a parlare, le idee si contaminano e si rinnovano». Lavora da solo qui? «Assolutamente no. Come ho detto prima Cartura è una bottega creativa. Qualche hanno fa abbiamo realizzato per lʼuniversità di Catania un laboratorio interfacoltà aperto a giovani disabili e normoabili. Da quel laboratorio, e da diversi altri come questo, sono arrivati da noi molti giovani apprendisti. Oggi cʼè Elena Cantarella che è la più “vecchia” essendo qui da sette anni e ormai si è laureata e sta specializzandosi in storia dellʼarte. Poi ci sono Calogero La Bella e Carola Valente che lavorano assiduamente in bottega e sono i creatori di molti nuovi oggetti». Qual è il suo rapporto col teatro? «Il mio rapporto col teatro è da sempre profondo: da una parte esso è legato al rapporto lavorativo con scenografi e registi coi quali collaboriamo spesso nel creare materialmente gli allestimenti, dallʼaltro cʼè col mondo teatrale un rapporto quasi implicito. Da quando abbiamo iniziato a realizzare le nostre creazioni le abbiamo sempre pensate in movimento, in un ottica vitale, laddove lo spazio della loro vita e del loro movimento è appunto la scena teatrale. Oggi siamo un poʼ fermi in questo ambito ma, ripeto, Alfredo Guglielmino pagina 27 esso fa parte integrante della nostra storia. Per capire: qualche hanno fa, con Davide Minaldi, abbiamo creato un oggetto in ben 140 pezzi, tutti diversi tra loro, una lampada che abbiamo chiamato Si è fatta luna. Quando nel 2005 abbiamo deciso di interrompere questa produzione, ci siamo messi in testa di recuperare tutte le lampade che abbiamo venduto in tutto il mondo (alcuni pezzi si trovavano in Nuova Zelanda), le abbiamo riunite sulla scena del Teatro Club, qui a Catania, e abbiamo realizzato una carosello con, ad ogni apertura e chiusura di sipario, la musica di Smile di Charlie Chaplin. Questa mi pare la nostra prova teatrale più significativa, ma ci sono stati altri lavori: U beddu, unico spettacolo che presenta un contastorie (Savi Manna) con ventiquattro marionette, due manovranti e un teatrino; lʼultimo lavoro teatrale è Oppure parlo, uno spettacolo su quattro piani (marionette, marionettisti, ombre e musicisti) che coinvolge il pubblico dallʼinizio alla fine e che abbiamo realizzato al Ma di Catania in collaborazione con “Angolo Giro”, un gruppo di musicisti specializzati nel cantare favole». Avete in cantiere altri progetti teatrali? «Stiamo scrivendo un lavoro che, utilizzando le marionette di cartapesta, incrocia il Don Chisciotte e lʼOrlando Furioso raccontato da Italo Calvino. Un lavoro ambizioso che realizzeremo con certezza un poʼ per ripartire col teatro. Inoltre è in corso una bellissima collaborazione con Gaspare Balsamo che ha portato qui (trasformando direttamente la nostra bottega in sala teatrale) la poetessa messinese Maria Costa». posterlibri 27 SETTEMBRE 2013 centonove NOVITA’. L’analisi di Corrado De Rosa e Laura Galesi PRESENTAZIONI Mafiosi, matti da legare L’intrigante libro edito da Sperling & Kupfer svela un mondo intriso di paranoie con cliniche attestanti anoressie, depressioni e fobie. Da Navarra a Guttadauro DI AUGUSTO CAVADI I MAFIOSI SONO pazzi? Solitamente non si direbbe. Mostrano lucidità progettuale, autocontrollo delle emozioni. Tuttavia ci si potrebbe chiedere se questa ʻnormalitàʼ non nasconda una follia radicale: la follia di chi rinunzia a unʼesistenza sobria, ma serena, per una vita di lusso e di dominio (talora, in latitanza o in galera, solo di dominio) perennemente esposta alla vendetta di criminali concorrenti. La cronaca registra anche casi di follia al quadrato: mafiosi che, in aggravio della loro follia basica, escono davvero fuori di testa, per le ragioni più disparate (non diversamente da ciò che capita a cittadini onesti che non reggono a crisi esistenziali, disgrazie fisiche o malanni biologici). In queste evenienze, però, Cosa nostra scarica lʼadepto: come spiegano Corrado de Rosa e Laura Galesi nel loro intrigante Mafia da legare (Sperling & Kupfer, pp. 268, euro 18,00), “un uomo dʼonore non può permettersi il lusso di sembrare inaffidabile e di incarnare i luoghi comuni della pazzia”. Eppure la storia delle mafie è costellate di cartelle cliniche attestanti disturbi mentali, anoressie, fobie, depressioni gravissime…Sono al 99% casi di criminali che, restando nellʼorbita della follia-di-fondo (“un mondo intriso di paranoia”), esibiscono un altro di genere di meta-follia: la follia simulata. Ma se è vero che “non cʼè grande processo di mafia in cui qualcuno, prima o poi, non abbia tirato fuori la pazzia per se stesso o per qualcun altro come attenuante o come strumento per delegittimare dichiarazioni sconvenienti”, si impone un interrogativo: sarebbe possibile questa serie impressionante di imbrogli - talora vani talora riusciti – senza la complicità della categoria dei medici? La domanda è retorica; purtroppo evidente A CURA DI CARMELO CELONA la risposta. Franchetti, Mineo, Santino e – dopo di loro – molti altri hanno focalizzato il proprium della mafia: chi vi entra o fa parte della borghesia o vuole farne parte. Le chiacchiere sulla mafia come anti-Stato, come rifiuto della modernizzazione capitalistica in nome di nostalgiche epoche feudali, restano chiacchiere: i mafiosi vogliono entrare nello Stato, in questo Stato, e ci vogliono entrare da classe dirigente. Chi è già dentro la stanza dei bottoni è costretto a scegliere: o esce (su una bara onorata dalle autorità civili, religiose e militari, nel caso non si sia dimesso spontaneamente ritornando a vita privata) o accetta di farsi complice (la trattativa tra mafia e Stato è strutturale nella storia italiana dal 1861 a oggi; ogni tanto cogliamo le punte dellʼiceberg). Esempi del primo genere: il dottor Sebastiano Bosio, falsamente “delegittimato post mortem” , e il dottor Paolo Giaccone, trucidato sotto lʼIstituto di medicina legale del Policlinico di Palermo, reo di non aver voluto redigere “una falsa perizia dattiloscopica che scagionasse un pericolosissimo killer mafioso”. Esempi del secondo tipo: Michele Navarra (Corleone), Antonino Cinà e Giuseppe Guttadauro (Palermo). Talora sono professionisti originariamente onesti che vengono corrotti per denaro: optano fra i quattrocento euro lordi di una perizia giudiziaria e i “dieci volte tanto” offerti, per una contro-perizia, dai clan. I vantaggi degli imputati si frastagliano su tre livelli: “proscioglimento” (se un imputato è riconosciuto incapace di intendere e di volere nel momento del reato); “sospensione dei processi” (se è riconosciuto incapace di seguire ciò che accade durante il dibattimento); “uscita dal carcere” (se è riconosciuto affetto da malattie incompatibili con il regime carcerario). Una delle tante lezioni che si ricavano dal libro a quattro mani di De LACERTI DI LETTURE Viviamo la storia A VOLTE RIUSCIAMO a compiere gesti che non avremmo mai immaginato di fare. E ciò ci pare miracoloso. Quando superiamo i nostri limiti, ecco che prendiamo in considerazione lʼidea di Dio. “Si sentì minuscolo, confuso con lʼuniverso. Un uomo grasso e attempato che balla con una giovane ragazza in una piazza qualsiasi dellʼuniverso, pensò, e intanto gli astri girano, lʼuniverso è in movimento, e forse qualcuno ci guarda da un osservatorio infinito.” Formalmente vantiamo istituzioni democratiche, uguali di diritti e libertà di opinione. Praticamente, molti hanno paura di esprimere le proprie idee e i diritti sono riconosciuti solo a clienti e cortigiani; siamo certi di essere una democrazia? “Avrebbe voluto rispondere che sopra di lui cʼera il suo direttore, il quale era un personaggio del regime, e che poi cʼera il regime, Rosa e Galesi: il vero nodo della lotta alla mafia non è che i mafiosi facciano i mafiosi (questo è, in un certo senso, il loro ruolo: in ogni contesto sociale i criminali giocano a fare i criminali), bensì che troppi cittadini, pur non essendo organici a Cosa Nostra, trovano mille ragioni (interesse, paura, ignoranza, sete di potere…) per farsene complici. Per alcune di queste ragioni non cʼè rimedio (ci sono e ci saranno sempre avvocati, medici, chimici, bancari…che vorranno scalare le gerarchie sociali servendosi di ignobili scorciatoie), ma per altre va approntato: non si può pretendere che un singolo cittadino, senza la solidarietà della propria categoria professionale e delle istituzioni statali, si opponga alle minacce mafiose. Eroi per caso, martiri civili, ne abbiamo avuto abbastanza: è arrivato il tempo in cui non dovrebbe essere eccezionalmente pericoloso rifiutarsi di firmare una diagnosi falsa o una prescrizione infondata. Non è solo il sistema giudiziario a essere sotto scacco, ma la stessa conivivenza democratica del Paese. www.augustocavadi.com LA CLASSIFICA «Beato tra i mafiosi» alla Feltrinelli di Messina MESSINA. Lunedì 30 settembre alle ore 17.45 “Beato tra i mafiosi” (Di Girolamo Editore) sarà presentato dai tre autori, Francesco Palazzo, Augusto Cavadi e Rosaria Cascio. Con loro il giornalista di Centonove Michele Schinella e Nino Mantineo, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Messina. “Si può testimoniare di un prete che la Chiesa cattolica proclama ʻbeatoʼ senza cedere alla retorica, alla falsificazione storica, al buonismo interpretativo?” è la domanda della quarta di copertina. La risposta è che i tre autori di “Beato fra i mafiosi” ci provano: hanno conosciuto Don Pino Puglisi (ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993) e hanno scritto di lui in diverse occasioni. Palazzo ricostruisce i tre anni di Don Puglisi a Brancaccio, con qualche cenno a quanto accaduto dopo. Cavadi riflette sul significato teologico e filosofico di questo martirio evidenziando come esso costituisca la spia eloquente di una comunità ecclesiale spesso indifferente. Rosaria Cascio ricostruisce la metodologia pastorale di Don Pino alla luce della sua formazione teologica e psicologica e delle diverse esperienze nel corso della sua generosa esistenza. di Felice Irrera Giuseppe Palmeri, Palermo al tempo di Padre Messina, Dario Flaccovio Editore 2013, pp. 144, € 13,50 È questa la storia di padre Giovanni Messina, umile prete del quartiere Kalsa di Palermo, che, pur povero e solo, fu tenace nella carità e con il suo impegno salvò dalla miseria tanti bambini abbandonati, assicurando loro, con lʼistruzione, un avvenire. Ma non cʼè solo nel libro il racconto di una straordinaria vita personale, ma anche la descrizione di una Palermo tra fine Ottocento e inizio Novecento fuori dalle righe tradizionali: è insomma costruita con questa microstoria una visione etnografica del capoluogo siciliano di un tempo. Hosseini Khaled - E lʼeco rispose - PiemJoël Dicker - La verità sul caso Harry Quebert - Bompiani 1meAndrea 4 Camilleri - Un covo di vipeVioletta - Fashion book - Walt Disney Company Italia 2reDan- Sellerio 5 Brown - Inferno - Mondadori Violetta - Il mio diario - Walt Disney Italia 3 6Company wuz.it frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore con la sua polizia e la sua censura che tutti erano imbavagliati, che non si poteva esprimere la propria opinione. Ma non disse niente di tutto ciò.” La volontà vera, è una forza imbattibile che non conosce ostacoli. “Farò del mio meglio signora, ma non sarà facile fare del proprio meglio, di più non si può fare. Capisco replicò la signora, ma forse tutto si può fare, basta averne la volontà.” Le notizie sono finte verità funzionali al sistema di potere che finanzia i giornali. “Che notizie ci sono? Se non lo sa lei che sta nel giornalismo. Dai giornali non si sa mai niente, la cosa migliore è prendere le notizie a voce, per questo chiedo a lei.” Ciò che succede si capisce solo attraverso il grimaldello della cultura e del sapere, mai dallʼinformazione. Gli informati senza senso critico non riescono ad elaborare le informazioni. “Io sono un giornalista e mi occupo di cultura. Non faccio cronaca, è questo che ci piacerebbe che lei capisse, noi viviamo la storia.” Lʼonestà critica è pagina 28 lʼespressione più autentica dellʼanarchismo individuale. “Penso solo a me e alla cultura, è questo il mio mondo anarchico individualista.” Vi sono più uomini dentro ogni uomo e spesso non tutti sono galantuomini. “Noi non abbiamo unʼanima sola ma una confederazione di anime guidata da un io egemone, e ogni tanto questo io egemone, cambia. Se al posto dellʼanima ci mettiamo la parola personalità, io sono convinto che non abbiamo una sola personalità, abbiamo tante personalità che convivono fra loro sotto la guida di un io egemone.” Il vespro illanguidisce il cuore dei vecchi, è la lucida metafora della loro condizione esistenziale. “Indugiò a lungo su una panchina, guardando i traghetti che partivano per lʼaltra sponda. Era bello quel fine pomeriggio, e volle goderselo. Accese un sigaro e ne aspirò le boccate avidamente.” Lacerti tratti da: “Sostiene Pereira ” - 1994 Antonio Tabucchi posterrubriche centonove ANNIVERSARI. Bicentenario della nascita di due grandi compositori Verdi & Wagner Un momento della giornata a Villa Piccolo con Attardi e Romeo Verdi. Il musicologo Dario Romeo si è ancora soffermato su una capitale musicale per eccellenza, ossia Vienna in cui sia Verdi che Wagner approdarono con le loro prime opere. Verdi con il Nabucco (1875) oltre confini e Wagner con il suo Thannhauser (1857) al suo esordio. La parte centrale della relazione ha inoltre fatto riferimento alle novità emerse nel campo critico-interpretativo, ossia su aspetti relativi alle fonti letterarie, al rapporto tra compositore e librettista e infine sulle questioni attinenti la valutazione dell'opera complessiva di Verdi, spesso limitata al giudizio condizionato dal senso patriottico di alcune opere. Secondo il relatore, il giudizio sull'opera di Verdi deve essere formulato tenendo conto della sua adesione agli ideali romantici. L'opera verdiana infatti nella sua portata culturale va ben oltre gli ideali risorgimentali. Quanto a Wagner, il maestro Francesco Attardi ha tracciato un profilo per delineare i tratti caratteristici e unici del più innovativo compositore dell' Ottocento. Il relatore, oltre ad essere noto come direttore d'orchestra sia in Italia che all'estero, è anche studioso attento delle vicende e delle figure musicali tra Sette e Ottocento. Ha scritto, tra l'altro, “Viaggio intorno al Flauto magico” (Lim, 2006), lo studio più approfondito apparso in Italia sull'opera mozartiana. Recentemente gli è stato conferito il premio “Antonello da Messina” per meriti artistici. In conclusione i relatori hanno proposto l'ascolto di alcuni brani significativi di entrambi i musicisti per consentire al pubblico di accostarsi a quanto esposto a proposito delle opere di Verdi e di Wagner. Tra i brani scelti, il celebre “Va pensiero” verdiano e quelli wagneriani dal Parsifal e dal Lohengrin, esempi questi ultimi di una visione musicale in cui si mescola il tono celestiale e l'atmosfera rarefatta che mai assume il tratto dell'inno. Tuttavia, per la natura dei temi, le opere della trilogia wagneriana sono rappresentative della musica mistica e religiosa, semmai in Lohengrin è già la musica della modernità. DE GUSTIBUS di Massimo Lanza Nella cantina di Gavino Sanna SONO STATO DI RECENTE in Sardegna nella cantina di Gavino Sanna il geniale pubblicitario italiano conosciuto in tutto il mondo. La cantina è a SantʼAnna Arresi, un angolo di paradiso nel Sulcis, la parte più a sud dellʼisola. Li ho incontrato Gavino chiedendogli come fosse diventato anche un apprezzato vignaiolo: “La cantina Mesa – risponde Sanna - nasce solo dallʼamore per la mia terra, non da tradizioni familiari o come vezzo di un VIP. Ho sempre definito questʼavventura come “la mia ultima campagna pubblicitaria per la Sardegna”, la “mia” Sardegna quella che ho nel cuore, raccontata non attraverso i tradizionali o nuovi media, ma con i colori e profumi di uno dei suoi prodotti eccellenti. Insomma il mio se vogliamo è un messaggio racchiuso in bottiglia, una dichiarazione dʼamore per la mia Isola.” Molto interessante anche la produzione, il Vermentino Giunco ʼ12 Vivo, brillante e profondo MUSICA di Cesare Natoli Chi suona ha un’altra testa Serata celebrativa a Villa Piccolo per il maestro Attardi e il musicologo Romeo. Così le stagioni in tutti i teatri d’Italia. A cominciare da quello veneziano il 10 ottobre CAPO DʼORLANDO. Nell'anno in cui ricorre il bicentenario della nascita di Verdi e Wagner, la Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella di Capo d'Orlando ha voluto celebrare i due giganti della musica dell'Ottocento e ha invitato per l'occasione due esperti relatori: il Maestro Francesco Attardi, noto direttore d'orchestra e il musicologo Dario Romeo, studioso di Verdi. Ha introdotto la conferenza il presidente della Fondazione, Carmelo Romeo, che ha sottolineato il significato dell'iniziativa principalmente intesa a mantenere desta l'attenzione sia dei melomani e soprattutto dei giovani per la cultura della musica classica. Dario Romeo, giovane musicologo e autore di un libro dedicato al compositore bussetano:” Giuseppe Verdi e la cultura del Melodramma”, Edizioni. Scienze e Lettere (2012), è entrato in argomento offrendo un quadro preliminare delle opere più importanti sia di Verdi che di Wagner programmate in Italia e all'estero. Tra l'altro ha ricordato che la Scala di Milano ha previsto ben quindici opere di cui otto di Verdi e cinque di Wagner. Per quanto riguarda Verdi in alcuni casi si è trattato di nuove produzioni. Tra i maggiori teatri italiani anche La Fenice di Venezia ha inserito in cartellone due messe in scena come novità assolute per realizzare quella che è stata definita la maratona Verdi-Wagner senza precedenti in Italia. Infatti, la stagione lirica alla Fenice ha avviato l'anno celebrativo con una duplice inaugurazione mediante l'esecuzione dell'Otello di Verdi e del Tristano e Isotta di Wagner, con compagnie diverse ma con un unica direzione affidata al Maestro Myung Whun Chung. Inoltre il prestigioso teatro veneziano ha anche programmato due grandi concerti da tenersi in concomitanza con le date di nascita dei due compositori: il 22 maggio per Wagner e il 10 ottobre per 27 SETTEMBRE 2013 agli occhi mentre al naso è netta ed evidente la nota di frutta fresca esotica e quella a polpa bianca come la pesca. Ottima la freschezza che lo rende una piacevole beva. Molto buono anche lʼOpale ʼ12 Vermentino dal bel colore giallo oro, pieno e profondo. che spazia tra note erbacee ed aromatiche tra cui è riconoscibile la lavanda, di macchia mediterranea e di salinità salmastra. Lungo ed ampio in bocca con ricordi olfattivi di lavanda ma anche camomilla ed un lieve burro salato. Persistente e vibrante di ottima beva. Molto buoni anche i rossi il Buio Buio ʼ11 in particolare un rosso da uve Carignano dal color rosso rubino carico, complessi i profumi, un rincorrersi di mandorle amare, frutti rossi maturi, spezie come il pepe fresco. Piacevolissimo il rosato Rosa Grande ʼ12 piccoli frutti rossi e fiori al naso fresco e di piacevole beva. In bocca deciso e vibrante fresco e di buon allungo finale, davvero buono. Per ragioni di spazio mi fermo qui, ma tutta la gamma è particolarmente apprezzabile per lʼottimo rapporto prezzo qualità. www.cantinamesa.it pagina 29 A VOLTE SARANNO pure viziate da un eccesso di cognitivismo, ma spesso ci rivelano cose interessanti. Stiamo parlando delle ormai numerose ricerche scientifiche volte a indagare il rapporto tra talento musicale e sviluppo dellʼintelligenza. Lʼultima in ordine di tempo, condotta su un gruppo di studenti del Vanderbilt Blair School of Music nel Tennessee, ha permesso di stabilire come la pratica musicale professionale abbia un ruolo anche nella modalità di risoluzione dei problemi della vita quotidiana. La domanda che si sono posti i ricercatori mirava a indagare come la musica influenzi effettivamente il cervello. A tal fine, sono stati sottoposti ad un test cognitivo venti studenti di musica classica insieme ad altrettanti studenti di psicologia dello stesso istituto. Contemporaneamente, con una tecnica definita spettroscopia nel vicino infrarosso, è stata misurata lʼossigenazione del sangue nella corteccia cerebrale. Dal confronto è emerso che gli studenti di musica utilizzano entrambi gli emisferi del cervello, molto più di quanto non facciano gli altri. Ciò attiva il cosiddetto ʻpensiero divergenteʼ, ossia la base della creatività. Un fenomeno reso possibile dallʼabitudine del musicista nel pensare ed eseguire, sincronicamente, operazioni diverse. Queste funzioni, normalmente separate, nei musicisti sono invece integrate e rimangono attive anche nella vita di tutti i giorni. NUOVEVISIONI di Marco Olivieri Western siciliano Ė STATO Roberto Alajmo a cogliere uno dei significati più profondi del film “Via Castellana Bandiera”. Nello scontro quasi western fra le due contendenti in auto, Samira e Rosa, lo scrittore vi ha letto la metafora di una Palermo avvitata su se stessa, tendente a incastrarsi negli angoli malgrado i grandi spazi a disposizione. Così lʼarte sanguigna e disturbante di Emma Dante, nel passaggio dal teatro al grande schermo - con sceneggiatura di Giorgio Vasta, di Licia Eminenti e della stessa regista palermitana, autrice del romanzo da cui è tratto il film e anche attrice – racconta con passione una Sicilia vittima del proprio nichilismo, tra veti reciproci, e capace di sprigionare una forza distruttiva senza redenzione. Una storia coinvolgente grazie alla valorizzazione di tutti gli interpreti: da Alba Rohrwacher a Dario Casarolo e Renato Malfatti, con una menzione speciale per la grande Elena Cotta, classe 1931, premiata con la Coppi Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia. “Via Castellana Bandiera” al cinema “Lux” di Messina 27 SETTEMBRE 2013 posterlettere&... QUI SCUOLA di Andrea Smith HERITAGE di Sergio Bertolami Regole per la messa a disposizione per il sostegno Niente si cancella con un click A VOLTE LE INDICAZIONI fornite per risposte quesiti ingenerino ulteriori dubbi e abbiano bisogno di chiarimenti. Così è stato per le indicazioni fornite dal MIUR ai dirigenti scolastici per assicurare agli alunni disabili un insegnante specializzato. La nota, nel prendere atto dei numerosi quesiti ricevuti in ordine alla possibilità di poter prendere in considerazione eventuali domande di messa a disposizione di aspiranti forniti di titolo di specializzazione e titolo idoneo allʼinsegnamento su posti di sostegno, ma non inclusi nelle graduatorie di circolo e istituto di alcuna provincia - considerata la specificità dellʼinsegnamento e tenuto conto delle numerose pronunce giurisprudenziali, facendo salve le supplenze già conferite -, ha invitato i Dirigenti scolastici a dare priorità nelle nomine ai docenti in possesso del titolo di specializzazione (ma non inclusi nelle graduatorie di circolo o di istituto di alcuna provincia) rispetto ai docenti che ne erano privi. Decisamente generica, con ampia discrezionalità sulla valutazione degli aventi diritto e ad alto rischio di contenziosi. Così due giorni dopo, il 20 settembre, il MIUR opportunamente ha chiarito che lʼutilizzo del personale specializzato non presente nella graduatoria dʼistituto di alcuna provincia deve comunque avvenire dopo lo scorrimento delle graduatorie degli specializzati dellʼintera provincia, compresi quelli che hanno dichiarato il titolo di specializzazione entro il 10 settembre 2013. Inoltre, le domande di messa a disposizione devono essere presentate per una sola provincia - da dichiarare espressamente nellʼistanza - e, qualora pervengano più istanze, i dirigenti scolastici daranno precedenza ai docenti abilitati, secondo il punteggio previsto nelle tabella di valutazione della seconda fascia di istituto, rispetto ai docenti non abilitati, valutati in base alla tabella della terza fascia. Pertanto, le domande di messa disposizione, rese in autocertificazione ai sensi del DPR 445/00, eventualmente integrate se già presentate, devono contenere tutte le dichiarazioni necessarie per consentire la verifica puntuale dei requisiti da parte dei dirigenti scolastici, ivi compresa gli estremi del conseguimento del titolo di specializzazione. Fatte salve le supplenze già conferite, in attesa della pubblicazione degli elenchi secondo le suddette regole per le messe a disposizione, le nomine su posti di sostegno continuano ad essere conferite ai sensi della C.M.30 agosto 2013 e sono definitive. ECOLOGIA&AMBIENTE centonove Rada San Francesco MESSINADRASTICA di Fabio Amato La mezza città MESSINA. Continuiamo il fil rouge della mezza con panna, riferito alla nostra città. Ho letto il bell'articolo della Giordano sulle selvagge costruzioni, sulla collina di Ganzirri, e delle lamentele degli abitanti di quella zona. Questi cittadini, devono ringraziare la natura , che ha creato una sola collina , altrimenti avrebbero costruito anche sull'altra metà! Quindi, come potete ben constatare, la Nostra è sempre una città "a metà", anche se in questo caso, c'è un qualcosa di positivo. Purtroppo la stessa cosa non è successa a Torre Bianca, al Faro, dove hanno costruito a destra ed a sinistra, addirittura anche sul mare. Ma se adesso è impossibile andare al mare , sia perché non si trova parcheggio, sia perchè non ci sono gli accessi al mare, poiché è tutto privatizzato, mi spiegate, quando finiranno di costruire, dove cazzo andrò a farmi il bagno!?. Ad esempio al Faro, hanno eliminato il problema della metà, togliendo i marciapiedi, sia da un lato che dall'altro. Ma li sono tutti fighi, ed i bambini, non li portano a passeggio sulla carrozzella, ma in elicottero! Sempre per la famosa "città a metà" l'altro giorno ha piovuto mezza giornata e si è allagata mezza Città, e se pioveva tutta la giornata....? E le corsie del tram allagate a metà? In particolar modo davanti alla Caronte ed alla rada di San Francesco? Sicuramente sono state progettate dagli stessi che hanno creato le famose pensiline alle fermate. Potrebbe anche essere che ci sia un disegno, un progetto per sostituire il tram, con dei traghetti, per servire mezza città, come il tram, del resto, che infatti serve solo mezza Citta' . Ed i lampioni che hanno sistemato a Torre Faro? Sono bruttissimi ed illuminano solo meta' strada , ed il pavimento? Si è rotto e ne è rimasto solo metà! Ed in città, le macchine non sono posteggiate solo in una metà, peccato che è la metà della corsia preferenziale! Quindi a Messina è tutto a metà, ed è tutto negativo? Ma no l'unica cosa buona e positiva della metà è mia moglie, che è la mia dolce metà, anzi un quarto! ESIGERESTE CHE vostra zia sloggiasse da una stamberga di sua proprietà perché, in virtù del valore dellʼarea e della vista che si gode, pensate di edificarci un albergo elegante? Personalmente discuterei con lei lʼidea. Quindi redigerei un progetto in conformità al PRG. È vero i Piani regolatori permettono di cambiare le destinazioni dʼuso entro speciali procedure autorizzative. Ma quando lʼarea interessa unʼestensione rilevante, a nessuno sfugge che il mutamento d'uso assume notevole significato per lʼintera comunità. A me piacerebbe che, con un click, il mio CAD eliminasse dalla Zona falcata tutti i segni di quel ciarpame industriale che degrada questa parte di territorio dal valore identitario inestimabile. So tuttavia che prima dovrei chiedermi cosa fare del porto o dellʼenorme zona militare oggi sottoutilizzata. Lʼarea di San Raineri nel corso dei secoli ha integrato le necessità urbane, ma della città non ha mai fatto parte. In antichità ha svolto compiti marginali: religiosi, cimiteriali, sanitari, difensivi. DallʼOttocento in poi si è optato per attività produttive, portuali, di collegamento fra le sponde dello Stretto. Quelle che vediamo sono le strutture rimaste, i graffi dolorosi dei programmi commerciali mai decollati. Dire che deturpano lʼambiente fa parte di una sensibilità acquisita da pochi anni. Prendo ad esempio la Lanterna di Montorsoli. Spesso si dimentica che esercitava funzioni militari, quanto il Forte S. Salvatore o la Cittadella. Gli stessi vituperati serbatoi di prodotti petroliferi, che affiancano la preziosa opera cinquecentesca, ricadono in unʼarea di potenziale espansione militare. Sembra un paradosso, ma non certo per amore della cultura le fortezze volanti, che bombardavano Messina, hanno risparmiato la Lanterna. È stato per non colpire quei depositi, proprietà dellʼamericana Exxon sin dal 1918. A ben vedere, il passato è complesso e non si annulla semplicemente col click del buon senso. Serve un vero progetto condiviso, ma quel progetto è ancora lontano. [email protected] di Anna Giordano Impianto eolico sui Colli NEL QUASI SILENZIO generale risorge a nuova vita un progetto che contrastiamo ormai da 10 anni, che per le norme vigenti già allora e a seguire, è inapprovabile. Un impianto eolico da 99 MW, con la prima turbina prevista sul piazzale davanti a Forte Ferraro, sopra Colle San Rizzo, e lʼultima, occupando spazi vari in pieno demanio dellʼAzienda Foreste, su Puntale Bandiera, davanti a Dinnammare, direzione sud. Chi ha avuto modo di apprezzare, vedere, studiare, ammirare la migrazione dei rapaci e delle cicogne che trova sullo Stretto di Messina una delle rotte migratorie più importanti al mondo in primavera, sa perfettamente che su questa stessa dorsale ci passano, in volo cieco nelle nuvole e/o nella nebbia, migliaia e migliaia di uccelli, notte e giorno. Non abbiamo speso 33 anni della nostra vita per salvarli dalle doppiette dei bracconieri che allegramente e impunemente per anni, li massacravano in violazione di norme nazionali, comunitarie, regionali. No. Quindi, dal settembre del 2003, scriviamo senza sosta richiamando gli enti al rispetto delle norme vigenti (ZPS già istituito nel 1998, interdizione agli eolici nei demani forestali dal settembre del 2003, vincolo idrogeologico, paesistico ecc) e puntualmente risorge lʼavviso alla conferenza di servizi, a suon di ricorsi, contro ricorsi e altri ricorsi, come se finora non siano state già indette conferenze di servizi (sorvolo sulle modalità, troppo tedioso per i non addetti ai lavori) e non si fossero già espressi diversi enti con parere negativo. No, in questʼisola assai complicata, difficilissima da spiegare ad uno straniero abituato ad altri standard di pagina 30 logica e leggi, qui non è sufficiente che un progetto non sia autorizzabile alla luce delle norme vigenti, no. A brevissimo in Sicilia partiranno conferenze di servizi per circa 5000 MW di eolico, dove magicamente subentra il silenzio assenso in caso di mancata risposta. Dicono che sia per evitare richieste di risarcimenti milionari, di mezzo però ci andrà lʼambiente, patrimonio di tutti, difeso da pochissimi, il cui valore supera ampiamente le cifre del presunto mega risarcimento che si vuole a motivazione della nuova ondata di produzione improduttiva. Una rete satura da anni, un raddoppio elettrico contestatissimo e che comunque a regime avrà limiti oggettivi, e la regione Sicilia convoca riunioni per un ammontare che supera e di tantissimo la reale capacità della rete elettrica di supportare la produzione. Nel frattempo è spuntata la MPE, la mancata produzione eolica, anchʼessa remunerata. Poi dicono che cʼè la crisi, sicuramente non per chi avrà il progetto approvato. centonove poster...commenti 27 SETTEMBRE 2013 ELIODORO I cani e i poliziotti CATANIA - Accudire dei cani randagi non è attività compatibile con le funzioni di dirigente di un commissariato di Polizia. Se ne è accorta la responsabile del Commissariato di Librino, quartiere a rischio, ad alto indice di criminalità, che è sarebbe stata rimossa dal questore dopo un blitz di colleghi inviati per verificare se fosse vero che all'interno della struttura venivano sfamati e dissetati dei cani di quartiere, ma non...poliziotti. Provvedimento che ha innescato polemiche tra associazioni animaliste, cittadini e sindacati di polizia. Stamattina, per tenere accesi i riflettori sull'insolito caso, manifestazione dell'UGL in piazza Università, a pochi metri dalla Questura. LA LETTERA Aspiratore a risucchio, basta perdite di tempo MESSINA. Ogni qual volta la città si allaga dopo un temporale,cʼè sempre chi mi tira in ballo, proferendo nei miei confronti battute ironiche sul fantomatico “Aspiratore a Risucchio” di cui avevo pubblicizzato lʼacquisto allʼinizio del mio mandato e che purtroppo, non è stato comprato per motivi di Bilancio. Per amore della verità, vorrei mettere la parola fine al problema. Eʼ vero, ho tentato in tutti i modi di acquistare il mezzo che avrebbe permesso al Comune di gestire in modo autonomo il servizio della pulizia dei tombini. Un bel giorno parlando con un ingegnere esperto del settore, avemmo lʼidea che ci sembrò brillante e che avrebbe fatto risparmiare denaro alle casse comunali. Ho dovuto lottare sia per le difficoltà economiche in cui versava lʼamministrazione sia per il boicottaggio dei soliti ignoti, che remavano contro. Avevo avuto lʼinformazione che lʼArsenale Militare stava dismettendo dei mezzi in disuso tra cui unʼautobotte, la comprammo come Assessorato circa due anni fa, e con lʼautista Pantano che è anche bravo meccanico, la trasferimmo allʼautoparco sistemandola alla meglio e a costo zero. Dal quel giorno cominciarono i problemi per le continue difficoltà vere o presunte che si presentarono per trasferire il mezzo nel patrimonio comunale. Il dirigente dellʼAutoparco Maria Canale diede incarico allʼingegnere DʼAcquino e così cominciò un odissea, ancora non conclusa. Nella qualità di assessore allʼautoparco prima di andare via, con lʼaiuto dellʼArsenale Militare nella persona del Direttore, al tempo lʼAmmiraglio Cremonini e di un suo dipendente, sig. Criniti, riuscimmo a consegnare allʼingegnere DʼAcquino, responsabile del procedimento, le carte necessarie per il passaggio di proprietà. A tuttʼoggi, lʼautobotte ha ancora la targa della Marina Militare, lʼincarico ad un tecnico esterno per redigere il progetto di trasformazione del mezzo da autobotte ad Aspiratore, non è stato ancora conferito (costo presumibile per la progettazione al tempo era di 3000 euro oltre gli oneri di legge) il costo presuntivo per la trasformazione si aggirerebbe sui 40/50 mila euro ciò dipenderà dal tipo di allestimento che si vuole fare, (faretto per lavorare di notte, gruetta per sollevare la botola del tombino etc etc).Le somme che avremmo speso per la trasformazione delʼautobotte, si sarebbero ammortizzate in sei mesi di attività in house utilizzando il personale dellʼautoparco. Non riesco ancora a capire il perché del ritardo: non ci sono i soldi? non cʼè la volontà? troppo lavoro in altri settori?. Eʼun impresa così difficile trasformare il mezzo? E come divano i latini ”Adducere inconvenients non est solvere argumentum”. Questa mia nota, è rivolta al sindaco Accorinti e allʼassessore al ramo: Cari Amministratori, nella qualità di “Persona Informata sui fatti relativi allʼautobotte” sono disponibile come volontario ad occuparmi della questione, sempre se si trovano i soldi, e affrontare e risolvere il problema entro dicembre 2013. Le ricordo sig. Sindaco che al ballottaggio ho votato per lei e i pochi voti che le hanno permesso di battere Calabrò, sono da ascriversi al mio impegno e a quello dei miei amici. Lʼho votato e fatto votare senza che lei me lo avesse chiesto, il mio è stato al tempo un voto di libertà e nulla a che pretendere. Buon lavoro. Pippo Isgrò, ex assessore Comune di Messina ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano Delfini, il sorriso inganna L'ESPRESSIONE SEMPRE sorridente dei delfini trae inevitabilmente in inganno perchè quel sorriso è frutto della muscolatura facciale poco complessa. Costretti a sopportare le regole rigide ed i ritmi serrati di un delfinario, gli esemplari in cattività si ritrovano a vivere in uno stato che proprio nulla ha in comune con quello naturale e vanno incontro a disturbi comportamentali e fisici da cui la vita in libertà li avrebbe tenuti lontani. Al mattino sveglia presto e poi una lunga serie di allenamenti e spettacoli, sollecitazioni e stress continui, ma i delfini continuano a sorridere. Sorridono anche se vivono in un'unica vasca troppo piccola per loro, senza che ci sia alcun riparo dal sole e dalla vista del pubblico o venga garantito adeguato sistema di raffreddamento e pulizia dell'acqua. Sorridono anche se vivono in una struttura cui vengono poi sequestrati perché ritenuti vittime di maltrattamenti. È andata così al delfinario di Rimini, da tempo oggetto di aspre critiche da parte delle associazioni animaliste: a causa delle cattive condizioni quattro esemplari sono stati spostati nell'acquario di Genova e l'impianto chiuso. Gli amanti degli animali pensavano già di avere segnato un punto, ma in questi giorni un incontro tra proprietari della struttura e Comune ha portato a non escludere una riapertura. Non si può rinunciare ad uno dei simboli della riviera romagnola... Non si può però negare che le preoccupazioni degli animalisti siano fondate: la normativa vigente consente di detenere delfini solo per interesse scientifico e spesso nei parchi acquatici lo sfruttamento per fini di lucro prende il sopravvento e l'aspetto biologico finisce schiacciato dal dato commerciale. pagina 31 150 PAROLE DA PALERMO Pane Bianco, uomo nero TRA GLI ALTRI impiegati e le commesse col grembiule, lui si nota subito: pelle scura, capelli soffici che dicono più Eritrea che Nigeria, un accenno di barba curato, maglietta sbiadita, pantaloncini e le infradito ai piedi. Ti colpisce il suo sguardo: intelligente, acuto, profondo. Di uno che ha dentro tanti orizzonti. A fine giornata, quando compro i panini per la cena, lo trovo spesso appoggiato al muro esterno del panificio, chiuso nei suoi pensieri, a guardare in silenzio la gente e il buio della sera. Se non fossi una donna, avrei tentato un abbozzo di dialogo con lui. Ma so che non me lo posso permettere. E poi non è detto che parliamo la stessa lingua. Così non saprò mai a cosa pensa, da dove viene, per cosa sta lottando. Gli auguro di cuore che a Palermo trovi le condizioni minime per una vita piena, degna di essere vissuta … Maria DʼAsaro ANTIBUDDACI di Dino Calderone Mantineo e gli immigrati RISULTANO QUANTO meno infondate le accuse di “barbarie morali e giuridiche” che l'Assessore Mantineo ha lanciato, qualche giorno fa, a polizia di Stato e polizia municipale per avere effettuato un intervento in alcuni punti delle strade del centro di Messina nei confronti di immigrati che chiedevano l'elemosina. Le forze dell'ordine hanno il compito di contrastare le diverse forme di criminalità, cosa che fanno con impegno e dedizione quotidianamente, ma anche quello di fare rispettare le leggi del nostro paese a tutti i livelli, indipendentemente dal grado di pericolosità sociale che taluni comportamenti individuali possono rivestire. Controllare l'identità delle persone, verificare se l'immigrato è in possesso del permesso di soggiorno se non comunitario, allontanarlo dal territorio nazionale se comunitario, ma in condizioni di irregolarità, è certamente molto spiacevole, ma finchè le leggi italiane lo prevedono, non si può scaricare sul comportamento delle forze dell'ordine il giudizio negativo che ognuno di noi, compreso chi scrive, può esprimere sull'attuale legislazione in vigore nel nostro paese. Inoltre, l'appello all'obiezione di coscienza che l'Assessore Mantineo ha rivolto a chi è direttamente impegnato a effettuare controlli, appare decisamente sbagliato e assolutamente fuori luogo. Se un cittadino che ricopre una funzione pubblica fosse costretto ad applicare una legge che non condivide ha due possibilità: impegnarsi sul piano politico per contribuire a farla cambiare, ma nell'attesa rispettarla e farla rispettare, oppure dimettersi dall'incarico che svolge per testimoniare un livello di giustizia diverso o ritenuto più alto di quello esistente. Comunque, anziché accusare ingiustamente le forze dell'ordine, l'Assessore Mantineo potrebbe farsi promotore di interventi sociali per aiutare i più poveri e favorire l'integrazione sociale degli immigrati. [email protected]