Integrazione della nutrizione nella pratica clinica by S.J. Delaney e

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Integrazione della nutrizione nella pratica clinica by S.J. Delaney e
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Enciclopedia della
Nutrizione
clinica del c a n e
Pascale Pibot
Medico Veterinario,
Scientific Publishing
Manager, Royal Canin
Communication
Group
Vincent Biourge
Medico Veterinario,
Capo del Nutritional
Research Program,
Royal Canin Research
Center
Denise Elliott
Medico Veterinario,
Direttore del Scientific
Communications,
Royal Canin USA
This book is reproduced in the IVIS website with the permission of Royal Canin. IVIS thanks Royal Canin for their support.
Sean J. DELANEY
BS, MS, DVM,
Dipl DACVN
Andrea FASCETTI
DVM, PhD, Dipl
ACVIM, ACVN
1
2
3
4
-
Integrazione
della nutrizione
nella pratica clinica
Sfruttare al massimo lo spazio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 495
L’alimentazione dei pazienti ospedalizzati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 498
Consigli sulle diete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 499
Formazione dietetica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 503
493
Sfruttare lo spazio
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 505
Informazioni Nutrizionali Royal Canin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 506
Tabella della composizione dei principali ingredienti
utilizzati per la preparazione delle diete fatte in casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 508
Integrazione della nutrizione
nella pratica clinica
Sean J. DELANEY
BS, MS, DVM, Dipl ACVN
Il Dr. Delaney ha conseguito un Bachelor degree in Zoology presso la University of California, Santa Barbara, un Master degree
in Nutrition ed un Doctorate degree in Veterinary Medicine presso la University of California, Davis. Ha ottenuto il titolo di Diplomate
of the American College of Veterinary Nutrition dopo aver portato a termine un periodo di residenza in nutrizione clinica presso
la UC Davis. Attualmente è Assistant Clinical Professor presso il Veterinary Medical Teaching Hospital della UC Davis. È anche
il fondatore della Davis Veterinary Medical Consulting, Prof. Corp., specializzata in consulenze nutrizionali per l’industria
degli alimenti per animali da compagnia.
Andrea J. FASCETTI
DVM, PhD, Dipl ACVIM, Dipl ACVN
La Dottoressa Andrea Fascetti si è laureata presso la University of Pennsylvania School of Veterinary Medicine. Dopo la laurea
ha portato a termine un periodo di internato e di residenza in medicina presso l’Animal Medical Center di New York City.
Ha conseguito un dottorato in nutrizione presso la University of California, Davis. È Diplomate of the American College of Veterinary
Internal Medicine e dell’ American College of Veterinary Nutrition. Attualmente è Associate Professor of Nutrition presso la University
of California, Davis. È anche caposervizio del Nutrition Support Service del Veterinary Medical Teaching Hospital della University
of California, Davis. I suoi attuali interessi di ricerca sono il metabolismo degli oligoelementi nel cane e nel gatto, il miglioramento
degli alimenti per animali da compagnia e la biodisponibilità ed il metabolismo della taurina nel cane.
I
Sfruttare lo spazio
n passato, quando le conoscenze mediche veterinarie erano
limitate, la cura del paziente era incentrata principalmente
sulle modalità con cui gli animali venivano allevati, compresa
la dieta. Man mano che venivano descritte nuove malattie
i problemi nutrizionali non diventavano meno vitali
per il successo della cura del paziente, ma la loro importanza
era lentamente diluita dal mare di nuovi mezzi diagnostici
e terapeutici che si rendevano disponibili in medicina veterinaria.
Fortunatamente, la nostra conoscenza sulla nutrizione
non è rimasta stabile mentre il resto della medicina veterinaria
avanzava e, quindi, la validità dell’integrazione della dieta nello
schema di trattamento terapeutico di un paziente è stata
dimostrata in un numero sempre crescente di stati patologici.
Data l’importanza della nutrizione in medicina veterinaria,
lo scopo di questo capitolo è quello di illustrare come sia possibile
integrarla con successo in qualsiasi pratica clinica.
494
1 - Sfruttare al massimo lo spazio
Le dimensioni non sono necessariamente correlate al tipo di attività; alcune delle raccomandazioni fornite in questo capitolo per
una struttura specialistica possono essere più appropriate per una
di tipo primario in cui eserciti un gran numero di veterinari. Tuttavia, non è detto che questo presupposto sia sempre applicabile
e quindi si raccomanda al lettore di passare in rassegna e prendere in considerazione tutte le raccomandazioni che seguono.
© A. Fliek
La medicina veterinaria si trova in una fase di transizione verso un
sistema di prestazioni di cure mediche articolato su due livelli. Il
primo è rappresentato dalle strutture primarie (PCP, primary care
provider). Il secondo corrisponde alle strutture specialistiche di riferimento (RP, referral practice). Inoltre, si presume che nella casistica
di una struttura di secondo livello sia intrinsecamente presente
una percentuale più elevata di casi più complessi e refrattari.
Caduceo veterinario dei Paesi Bassi.
Caduceo veterinario in Francia
Sotto, dall’alto in basso:
- Caduceo veterinario degli Stati Uniti
- Caduceo veterinario del Sud Africa
- Caduceo veterinario della Germania.
Indipendentemente dal tipo e dalle dimensioni della struttura, si ha un’intrinseca necessità di dedicare
spazio alla nutrizione. La capacità di immagazzinare e fornire più opzioni dietetiche dipende in una certa
misura dalla quantità di spazio che una struttura dedica a questo scopo. Dal momento che una percentuale
significativa dei guadagni di una struttura deriva frequentemente dalle vendite del cibo, questa assegnazione di spazio è con tutta probabilità giustificata dal punto di vista economico. Dato che ci sono sempre
delle limitazioni alla quantità di spazio disponibile, la sezione che segue illustra le strategie per aumentarlo
al massimo e suggerisce come stabilire le scorte minime necessarie a trattare la maggior parte dei casi.
1 - Sfruttare al massimo lo spazio
Se lo spazio è limitato, dovrà essere intrinsecamente necessario limitare anche le scorte disponibili. Se
queste devono essere ridotte, si rende necessario adottare una delle seguenti due strategie: rifornimenti
frequenti o vendite limitate.
Chiaramente, limitare le vendite, sia intenzionalmente che non intenzionalmente, è meno auspicabile.
Optare per questa scelta può spesso significare che al trattamento nutrizionale nella cura dei pazienti
viene riconosciuta un’importanza minore di quella che meriterebbe. Ciò può avere un effetto deleterio
sulla salute del paziente e su quella della struttura.
Gli ordini non possono essere effettuati una volta alla settimana o al mese, ma dovranno piuttosto essere
giornalieri in modo da prevenire dei ritardi proibitivi nel procurare ai pazienti o ai clienti la dieta necessaria. Inevitabilmente, il fatto di avere delle scorte limitate è associato ad un costo. Può darsi che
questo non venga correttamente percepito se l’unico onere riconosciuto è la spesa associata ai metri quadri aggiuntivi e non si tiene conto delle mancate vendite o dell’
aumento in costi di lavoro.
Ogni struttura veterinaria risulta
differente dal punto di vista geografico,
socioeconomico o di stile di conduzione.
Qualsiasi linea guida che venga
tracciata non può prevedere tutte
le specifiche esigenze che una particolare
struttura può avere. Tuttavia,
è probabile che alcune differenze
significative siano universali,
sulla base delle dimensioni e del tipo
della strutture stesse.
La disponibilità di scorte maggiori permette ad una struttura il lusso di avere forniture
poco frequenti e/o di far fronte ad una elevata domanda di diete. Questo sistema permette
una riduzione del carico di lavoro derivante dalla necessità di effettuare ordini frequenti.
L’inconveniente di questa soluzione è lo spazio aggiuntivo richiesto da simili scorte.
Una struttura che tratta molti pazienti obesi può aver
bisogno di tenere una percentuale più alta di diete
studiate per la perdita di peso rispetto ad una che
focalizza la propria attività sull’oncologia.
495
Sfruttare lo spazio
Parecchie compagnie hanno sviluppato dei sistemi di controllo che permettono di tracciare le vendite del prodotto oltre a favorire la gestione del magazzino. Questo tipo di
dati di vendita permette al gestore della struttura di valutare meglio le esigenze della stessa
e di tenere un magazzino delle scorte di diete specifico per le proprie esigenze. Indipendentemente dal mezzo di gestione utilizzato, è necessario decidere:
- il livello di qualità offerto ai clienti,
- il volume minimo da tenere di scorta per ciascuna voce.
© Renner
Gestione delle scorte in entrata
1 - Sfruttare al massimo lo spazio
> Scegliere i prodotti disponibili
Per cercare di superare le limitazioni imposte dallo spazio, si deve dare una priorità allo stoccaggio delle
diete che vengono utilizzate frequentemente. La scelta della dieta va basata sulla prevalenza della malattia
e sulla dimostrata importanza della nutrizione nella prevenzione e nel trattamento della condizione
patologica in causa (Tabella 1).
TABELLA 1 - ELENCO DEI PRINCIPALI ALIMENTI TERAPEUTICI DISPONIBILI PER USO VETERINARIO
TIPO DI DIETA
INDICAZIONE
Dieta a basso tenore energetico
Propensione all’obesità/obesità
Diete ad elevato tenore di umidità/diete che inducono
la sete con concentrazioni corrette di precursori cristallogeni
Urolitiasi
Diete con idrolisati proteici o con antigeni
mai assunti prima (nuovi)
Reazioni avverse al cibo
Diete povere di fosforo/povere di proteine
Insufficienza renale acuta/subacuta/cronica; encefalopatia epatica
Diete ad elevata densità energetica
Intolleranza volumetrica, perdita di peso indesiderata, inappetenza
Diete povere di grassi
Pancreatite, riduzione del ritardato svuotamento gastrico, intolleranza ai grassi
Diete altamente digeribili
Gastroenterite acuta aspecifica, costipazione/diarrea che non rispondono alla fibra
Dieta liquida
Alimentazione enterale mediante sonda
Dieta secca finalizzata all’igiene orale
Contribuire a ridurre lo sviluppo della placca e del tartaro
Dieta povera di carboidrati OPPURE ad elevato tenore di fibra*
Diabete mellito
Dieta ad elevata densità energetica
con concomitante restrizione del sodio*
Accumulo di fluidi nel terzo spazio secondario ad insufficienza cardiaca
o diminuita pressione osmotica
Soluzioni da nutrizione paraenterale*
Vomito o diarrea incoercibili, pancreatite nei casi in cui è impossibile inserire una sonda
da digiunostomia, fase di guarigione dopo gastrotomia o enterotomia.
Il soprastante elenco di diete terapeutiche dovrebbe garantire la copertura delle esigenze dietetiche dei cani della maggior parte delle strutture veterinarie.
L’elenco delle diete terapeutiche dovrebbe coprire le esigenze dei cani della maggior parte delle strutture veterinarie.
Sono poi disponibili altre formulazioni (per la crescita ed il mantenimento, il sostegno dell’artropatia
degenerativa, il contributo al trattamento della epato- e cardiopatia) che non sono elencate nella tabella,
ma possono essere utili a seconda delle preferenze della struttura e dei fattori demografici.
Benché per la maggior parte dei pazienti possa andar bene disporre di un singolo prodotto commerciale
per ciascuna delle categorie soprariportate, esistono occasioni in cui l’appetibilità, le avversioni apprese
o altre qualità impongono l’uso di una dieta che non rientra fra le scorte. Per facilitare l’identificazione
delle diete che possono servire da surrogati adeguati, le strutture devono tenere un catalogo aggiornato
dei prodotti di tutte le aziende disponibili. Queste guide ai prodotti possono anche servire da riferimento
per i dati nutrizionali da utilizzare negli animali con anamnesi dietetiche particolari.
Quasi tutti i pazienti possono venire trattati con l’impiego di diete commerciali; tuttavia, un piccolo
sottogruppo di soggetti può aver bisogno di diete specificamente formulate e fatte in casa. In questi casi,
si raccomanda una preparazione specifica in nutrizione veterinaria per garantire che tutte le situazioni
possano essere trattate in modo corretto.
> Mantenere le scorte al minimo
Sfruttare lo spazio
Le scorte minime sono pari alla quantità che teoricamente sarà venduta fra la data dell’ordine e quella
della consegna. Se gli ordini vengono effettuati con cadenza giornaliera ed il tempo di consegna è di
496
L’ordine va spedito quando la scorta raggiunge una soglia
minima. La quantità da ordinare dipende dalla quota di
prodotto che può venire posta sugli scaffali. Per varie
fonti, è anche importante tenere conto della potenziale
crescita delle vendite.
Stoccaggio
> Spazio di vendita al dettaglio
1 - Sfruttare al massimo lo spazio
© M. Lechardoy. Con la gentile concessione di T. Hazan.
24 ore, il magazzino minimo deve corrispondere ad 1/6
delle vendite settimanali. Queste scorte possono naturalmente venire integrate da un margine di sicurezza per evitare problemi derivanti da un ritardo nella consegna o un
aumento del consumo per un periodo di tempo limitato.
L’uso costante di un dato prodotto ha il vantaggio di permettere di determinarne
il rendimento per un particolare stato patologico ed effettuare delle correzioni
Le scorte devono essere disposte in modo ordinato, sepanei casi in cui sono indicate. Un impiego troppo incostante può limitare
rate dalla zona di stoccaggio (Figura 1) ed essere il più
la capacità del veterinario di riconoscere l’efficacia di un prodotto.
chiare possibile per il cliente. Devono essere suddivise per
specie (con una visuale che consenta una rapida identificazione), poi per marca ed infine per famiglia di prodotto, per aiutare i clienti a trovare quello che
desiderano. Disporle con le etichette in avanti rende più facile la lettura.
L’uso di sacchi grandi comporta la necessità di avere molto spazio fra gli scaffali. Dal momento che
il numero delle diete che una struttura desidera stoccare è spesso superiore alla quantità di spazio
disponibile, lo stoccaggio di sacchi più piccoli può permettere un aumento delle scorte. Utilizzare
FIGURA 1 - ESEMPIO DELLA PLANIMETRIA DI UNA CLINICA VETERINARIA
Magazzino
1,3 m
3,3 m
Visita 1
Bagno
2,0 m
Igiene/cura
Peso
4,0 m
Ricerca su salute
ed igiene
Infermeria
Banco della
reception
Spazio destinato alla
vendita al dettaglio
Cibo
Spazio per l’attesa
per i cani ed i gatti
di piccola taglia
Gli spazi destinati allo stoccaggio
ed alla vendita al dettaglio devono
essere separati. Lo spazio destinato
al dettaglio deve essere visibile durante
tutto il colloquio con il veterinario che
effettua le prescrizioni. Deve facilitare
gli acquisti da parte dei proprietari
che hanno bisogno di ripianare le proprie
scorte ed attirare l’attenzione di quelli
che solitamente acquistano il cibo
attraverso altri canali.
4,0 m
Punto
informazioni
Farmacia
Spazio per l’attesa dei
cani di grossa taglia
Punto di
registrazione
Entrata
Uscita
497
Sfruttare lo spazio
sacchi piccoli per le diete di prova permette all’ospedale di ridurre lo spazio necessario per lo stoccaggio
del cibo; una volta che siano state dimostrate l’appetibilità ed il rendimento della dieta si potrà in seguito
effettuare un ordine speciale per un sacco più grande. Inoltre, dato che i sacchi più piccoli hanno una
Anche avviare una politica che incoraggi i clienti a portare la dieta normale dei loro animali da casa
quando il cane deve essere ospedalizzato può limitare la quantità e la varietà di prodotti di mantenimento che è necessario immagazzinare e prevenire il rischio di avversione.
© Davis Nutrition Center
2 - L’alimentazione dei pazienti ospedalizzati
massa minore, si possono utilizzare scaffali più alti (e più comodi) aumentando la capacità di stoccaggio.
Essendo spesso difficile esporre tutti gli alimenti in vendita, è meglio posizionare i prodotti che si vendono di più al miglior livello di visibilità.
> Zona di stoccaggio
Rifornimenti frequenti facilitano
una rapida risposta alle richieste
dei proprietari, ma aumentano
il carico di lavoro per lo staff.
Esistono 4 regole fondamentali da impiegare per utilizzare in modo ottimale la zona di stoccaggio:
- Ottimizzazione dello spazio: ridurre la distanza fra i piani degli scaffali disponendo i sacchi grandi in
orizzontale.
- Accessibilità del prodotto: etichettare gli scaffali in modo da rendere più facile trovare i prodotti. I
sacchi di grandi dimensioni devono essere più vicini al suolo.
- Rispettare le condizioni di stoccaggio: i prodotti devono essere tenuti asciutti e non essere sottoposti
a gradi estremi di temperatura ed umidità.
- Rispetto delle date di scadenza: le scorte più recenti devono essere disposte dietro a quelle più vecchie sugli scaffali.
Gestione della scorta in uscita
La scorta in uscita di norma deve determinare tre azioni:
- fatturazione e pagamento o addebito,
- aggiornamento automatico delle scorte attraverso il sistema computerizzato,
- emissione di un nuovo ordine per riportare le scorte ai livelli necessari.
2 - L’alimentazione dei pazienti ospedalizzati
Preparazione dei pasti
TABELLA 2
ATTREZZATURE DI BASE
PER LA PREPARAZIONE DEI PASTI
DEI CANI OSPEDALIZZATI
- Frigorifero dedicato alla conservazione
della dieta
- Frullatore
- Microonde
- Apriscatole
- Tazze graduate
- Coltelli
- Ciotole
- Coperchi di plastica per coprire
le lattine aperte
- Bilancia graduata al grammo
- Cuociriso
Sfruttare lo spazio
Ulteriori attrezzature da prendere
in considerazione
- Cappa sterile o miscelatore
per la nutrizione paraenterale
- Lavastoviglie commerciale
498
Uno spazio dedicato unicamente alla preparazione dei pasti è di importanza vitale per facilitare
l’applicazione della nutrizione nella pratica clinica. Quest’area può essere semplice, come un piccolo
bancone per consentire l’apertura delle lattine ed il riempimento delle ciotole, insieme ad un lavandino
adiacente dotato di un dispositivo di raccolta dei rifiuti. Qualche elemento aggiuntivo può aumentare
l’efficienza di un’area di preparazione del cibo/cucina. Nella Tabella 2 viene fornita una breve lista degli
oggetti che tutte le strutture dovrebbero prendere in considerazione.
Scelta della dieta
Una domanda fondamentale nel trattamento di qualsiasi paziente ospedalizzato è se debba essere
alimentato oppure no. Se la risposta è sì, la decisione successiva riguarda la via di somministrazione ed
il tipo di cibo. Questo argomento viene trattato più a fondo nel Capitolo 14; tuttavia, verrà discusso
dato che è correlato agli aspetti logistici dell’offerta di servizi nutrizionali al cliente ed al paziente.
Come politica della struttura, i clienti devono essere incoraggiati ed istruiti a portare la dieta abituale
del paziente perché venga utilizzata per alimentarlo durante l’ospedalizzazione. Chiaramente, esistono
delle eccezioni che devono essere prese in considerazione sulla base della malattia sottostante e della
ragione del ricovero. Tuttavia, quando risulta una soluzione pratica e non controindicata, alimentare
il paziente con la sua dieta dovrebbe servire a ridurre al minimo ogni possibile disturbo gastroenterico
che dovesse insorgere a causa di un’improvvisa modificazione del cibo utilizzato.
Quando la dieta abituale del paziente non è disponibile, bisogna sceglierne un’altra. Di solito quelle
altamente digeribili sono ben accettate e tollerate; tuttavia, bisogna stare attenti ad assicurarsi che la
formulazione impiegata non sia contemporaneamente troppo ricca di grassi. Benché questi possano
aumentare l’appetibilità e le probabilità che il nuovo alimento sia accettato, secondo l’esperienza degli
autori gli improvvisi aumenti del grasso della dieta sembrano essere una delle cause più costanti e meno
2 - L’alimentazione dei pazienti ospedalizzati
riconosciute di disturbi gastroenterici. Inoltre, è vero che le diete più ricche di umidità risultano
spesso più appetibili, ma non è sempre così ed il paziente può avere una preferenza di consistenza per
gli alimenti secchi e rifiutare quelli più umidi. Quindi, una dieta altamente digeribile e povera di
grassi può essere la soluzione migliore da utilizzare come standard per i pazienti ospedalizzati e deve essere
tenuta in magazzino in quantità tali da soddisfare queste esigenze.
> Coprire le esigenze energetiche di un paziente ospedalizzato
Per molti pazienti ospedalizzati, il consumo volontario del cibo è in grado di coprire adeguatamente le
esigenze energetiche. Tuttavia, può rendersi necessario un supporto nutrizionale e, quindi, in tutte le strutture deve esistere una procedura adeguata. È possibile inserire una gran varietà di sonde da alimentazione
enterali capace di soddisfare le diverse necessità dei pazienti senza utilizzare apparecchiature speciali oltre
ai tubi appropriati ed alle diete adatte (sonde rinoesofagee da esofagostomia o da digiunostomia).
Il ricorso alle sonde da gastrostomia endoscopica percutanea (PEG) richiede l’impiego di apparecchiature più costose ed avanzate, ma tutte le strutture dovrebbero essere in grado di garantire un supporto
nutrizionale adeguato ai loro pazienti senza utilizzare un endoscopio.
L’uso della nutrizione paraenterale può non risultare pratico in molte cliniche e, quindi, può essere limitato alle strutture specialistiche di riferimento. Tuttavia, dato che la somministrazione per via periferica
di soluzioni da nutrizione paraenterale con osmolalità più bassa e densità energetica più alta sta diventando sempre più comune e di dimostrata validità, può darsi che in futuro la nutrizione paraenterale
venga utilizzata più diffusamente. Per un’ulteriore trattazione del supporto nutrizionale dei pazienti in
condizioni critiche si rimanda al Capitolo 14.
COME GARANTIRE L’OSSERVANZA DEL PROPRIETARIO DOPO LA PRESCRIZIONE DI UNA DIETA NEL CANE
Esistono numerosi fattori che possono contribuire a ridurre l’osservanza
circa l’impiego delle diete terapeutiche nei nostri pazienti:
- L’errata concezione da parte del veterinario della disponibilità
dei clienti ad agire,
- Il costo della dieta,
- La comodità,
- La disponibilità da parte degli animali a mangiare il cibo,
- Le filosofie nutrizionali del proprietario,
- La mancanza di fiducia del veterinario nelle sue stesse
raccomandazioni,
- La possibilità che i clienti non abbiano chiaramente compreso
i benefici della raccomandazione.
Esistono dei passi che possiamo compiere per aumentare l’osservanza quando
è necessario assicurarsi che i nostri clienti seguano una raccomandazione circa
l’uso di una dieta terapeutica:
1. Assicurarsi che voi ed il vostro staff abbiate fiducia nelle vostre
raccomandazioni,
2. Generare comprensione ed aspettative condivise attraverso
la comunicazione con il cliente e la sua educazione,
3. Rendere facile la soluzione,
4. Garantire una comunicazione continua.
L’osservanza circa il rispetto di una prescription diet inizia dal veterinario
e dal suo staff. Quando la necessità di garantire la collaborazione da parte
del cliente è universalmente riconosciuta e costantemente applicata,
ne traggono vantaggio il paziente, il cliente e la vostra struttura veterinaria.
Bibliografia :
- AAHA Compliance Study. Available at: www.aahanet.org.
- Client Compliance. DVM Best Practices, July 1, 2003. Available at:
www.dvmnewsmagazine.com/dvm
499
Sfruttare lo spazio
Un recente studio commissionato dall’American Animal Hospital
Association (AAHA) ha preso in esame l’osservanza del cliente
in una varietà di ambiti clinici, compreso l’uso delle diete terapeutiche
veterinarie. Più di 350 strutture veterinarie distribuite in tutti gli Stati Uniti
hanno partecipato alla ricerca, condotta attraverso interviste e valutazioni
delle cartelle cliniche. Gli scopi erano quelli di determinare i livelli
di osservanza, identificare le opportunità per prestare migliori cure
sanitarie agli animali da compagnia attraverso il rispetto delle prescrizioni,
comprendere le barriere che rendono difficile questo tipo di collaborazione
ed infine capire come promuoverlo.
Il rapporto ha stabilito che nel 27% degli animali da compagnia colpiti
da una condizione di natura medica per la quale sarebbe risultata utile
una dieta terapeutica non erano state impartite raccomandazioni
di questo tipo da parte del veterinario, oppure non erano state seguite.
Ciò corrisponde ad 11,6 milioni di cani e ad 1 su 6 diagnosi di affezioni
per le quali sarebbe potuto essere utile l’impiego di una dieta
su prescrizione veterinaria (prescription diet) che non è stata
affatto proposta come dieta terapeutica, o non è stata somministrata
per un periodo di tempo appropriato.
3 - Consigli sulle diete
3 - Consigli sulle diete
Suggerimenti nutrizionali ad ogni appuntamento
Come minimo, ad ogni appuntamento è necessario raccogliere un’anamnesi dietetica e discutere brevemente con il cliente a proposito del modo in cui il paziente risponde alla dieta che consuma attualmente.
L’anamnesi dietetica deve essere abbastanza dettagliata da far sì che il paziente possa essere alimentato
con la dieta e nella misura corretta basandosi solo sulle informazioni registrate.
Il veterinario deve sforzarsi di ottenere un’anamnesi dietetica che consenta di rintracciare tutte le calorie
assunte dall’animale (dieta principale, diete secondarie, bocconcini per animali, bocconcini per l’uomo,
ecc..), ma spesso questo livello di dettaglio viene riservato ai pazienti che sono andati incontro ad un
calo o un aumento di peso non desiderati. L’uso di una scheda standard (Tabella 3) può risultare utile
per raccogliere informazioni dettagliate ed accurate sulla dieta del paziente. Lasciare a disposizione dei
clienti una scheda da portare con sé permette loro di completare l’anamnesi dietetica a casa, dove è
possibile stabilire più facilmente lo specifico nome della dieta e la quantità utilizzata. La scheda può
TABELLA 3 - SCHEDA PER LA RACCOLTA DELL’ANAMNESI DIETETICA
Nome del paziente: …
Nome del cliente: …
Data: …
Caratteristiche: …
La parte sottostante deve essere compilata dal cliente
Il vostro animale viene alimentato in presenza di altri?
Se sì, si prega di fornire una descrizione: …
Sì
No
Il vostro animale ha accesso ad altre fonti di cibo non monitorate
(ad es., cibo offerto da un vicino, alimenti per gatti ecc.)?
Sì
No
Se sì, si prega di fornire una descrizione: …
Chi si occupa tipicamente di dare da mangiare all’animale? …
Come conservate il cibo dell’animale? …
Si prega di elencare qui sotto la marca o il nome dei prodotti utilizzati (se applicabile)
e le quantità di TUTTI i cibi, gli snack ed i bocconcini che il vostro animale mangia: …
Quantità offerta
Marca/Prodotto/Cibo:
Forma:
Per Pasto:
Numero di Pasti:
Da quanto tempo viene offerta questa alimentazione:
Si prega di elencare le altre diete con cui il vostro animale è stato alimentato in passato,
indicando approssimativamente il periodo di tempo in cui sono state utilizzate:
- Marca/Prodotto/Cibo
- Forma:
- Quantità offerta per pasto:
- Numero di pasti al giorno:
- Perché ha smesso di usare questa alimentazione:
Sfruttare lo spazio
Si prega di elencare il nome di ogni integratore aggiuntivo che il vostro animale riceve,
indicare la quantità e la frequenza con cui gli viene offerto (prodotti da erboristeria,
acidi grassi, integratori vitaminici o minerali): …
500
3 - Consigli sulle diete
È possibile fornire numerosi servizi
ai clienti ed ai pazienti senza bisogno
di ricoverare gli animali. Tali servizi
variano per quanto riguarda
la complessità e l’entità
dello sforzo che richiedono.
anche essere facilmente archiviata nella cartella clinica del paziente per successive valutazioni e
confronti. Secondo l’esperienza degli autori, queste schede spingono a fornire risposte più veritiere e
complete rispetto al semplice colloquio col cliente.
Raccomandazioni sulle diete commerciali
Ciascun veterinario deve sentirsi a suo agio nel fornire ai clienti raccomandazioni relative alle diete
commerciali per i pazienti sani. Man mano che i veterinari diventeranno più attenti alla medicina
preventiva, le raccomandazioni sulla dieta avranno un ruolo più importante in tutti i piani finalizzati
al benessere complessivo del paziente. Quando si raccomanda una dieta, due aspetti importanti da
prendere in considerazione sono l’adeguatezza nutrizionale e la capacità della dieta stessa di mantenere
il paziente in una condizione corporea appropriata.
L’adeguatezza nutrizionale è in costante evoluzione, dato che i fabbisogni dei diversi principi nutritivi
vengono continuamente definiti e ridefiniti. Negli USA, un’organizzazione non-profit, l’Association of
American Feed Control Officials (AAFCO), ha sviluppato dei protocolli di valutazione e dei profili
nutrizionali nel tentativo di garantire l’adeguatezza nutrizionale degli alimenti per animali, compresi
quelli commerciali per animali da compagnia. Spesso è bene preferire le diete che sono state sottoposte
a prove di alimentazione, dato che possono fornire migliori dimostrazioni del fatto che dispongono dei
principi nutritivi necessari. Invece, nel caso delle diete che si limitano a soddisfare i profili nutrizionali
i principi nutritivi disponibili non sono stati stabiliti e, quindi, può darsi che non abbiano una resa
come quella che ci si potrebbe aspettare basandosi unicamente sulle raccomandazioni.
La gamma di prodotti veterinari
deve essere suddivisa in tre gruppi
distinti:
Health Nutrition (per animali sani),
Feed & Secure Nutrition (destinata
a specifici rischi) e Clinical Nutrition,
a sostegno del trattamento
di alcune patologie.
L’ideale è che tutti i produttori di alimenti siano in grado di fornire i risultati dei test di alimentazione
per i cibi che commercializzano. Inoltre, la qualità del prodotto dipende dalla vigilanza esercitata dal
produttore sugli ingredienti utilizzati e sui prodotti finiti venduti.
501
Sfruttare lo spazio
Un approccio per contribuire a garantire la probabilità che un particolare prodotto sia adeguato dal
punto di vista nutrizionale è quello di raccomandare l’uso di diete commerciali che possono vantare una
lunga storia di impiego. Le compagnie più piccole spesso mancano dello stesso livello di esperienza e
competenza nella formulazione delle diete, utilizzano pochi esperti di nutrizione a tempo pieno o non
ne utilizzano affatto e solo raramente conducono programmi di ricerca e sviluppo. Grazie al maggior
numero di cani che consumano i loro prodotti, le compagnie più grandi dispongono di molte più
“sentinelle” per rilevare i potenziali problemi di una dieta. Quindi, se dovessero insorgere dei problemi,
questi avrebbero meno probabilità di passare inosservati o venire sottovalutati come un incidente isolato.
L’unico intervento di dimostrata efficacia per ritardare l’insorgenza di una malattia e prolungare la durata
della vita è il mantenimento di una condizione corporea ottimale (Kealy & al, 2002). Quindi, è importante indicare ad ogni cliente quanto sia importante e quali vantaggi sanitari derivino dal manteni-
3 - Consigli sulle diete
mento di una condizione corporea magra per il suo animale. È anche importante ricordare che in qualsiasi equazione nutrizionale esistono almeno tre fattori principali che influiscono sull’esito finale:
l’animale, la dieta e le condizioni di allevamento/ambientali in cui il soggetto viene tenuto. Quindi, la
capacità del cliente di utilizzare una dieta per mantenere una condizione corporea magra nel proprio
animale è un indicatore importante dei risultati che quella dieta consente di ottenere in ogni data situazione. In molti casi, si possono utilizzare con successo le diete studiate per il mantenimento di tutti gli
stadi della vita. Tuttavia, talvolta può essere necessaria una formulazione con una minore densità
energetica. Allo stesso tempo, una dieta più povera di energia deve poter contare su un aumento delle
concentrazioni di tutti i principi nutritivi per unità energetica, dato che l’apporto di tali principi può
essere artificialmente limitato quando l’animale viene alimentato per mantenere una condizione
corporea magra.
Integratori nutrizionali
L’atto di scegliere una dieta che sia adeguata dal punto di vista nutrizionale deve escludere la necessità
di integrazioni aggiuntive. La medicina veterinaria soffre di antropomorfismo in molte aree ed una di
quelle più estese in cui ciò avviene è l’integrazione nutrizionale. I clienti sono inondati, dai media e
dalla comunità medica umana, di affermazioni relative ai benefici effetti dell’aumento dell’assunzione da
parte loro di determinati principi nutritivi. Molti di questi benefici effetti verrebbero attenuati o
andrebbero perduti se la dieta quotidiana dei clienti fosse bilanciata come il cibo commerciale dei loro
animali. Sfortunatamente, questo punto sfugge spesso ai clienti e la percezione che il ricorso agli
integratori aggiuntivi sia la cosa migliore per i loro compagni persiste. Questa percezione è difficile
da contrastare, specialmente quando l’integrazione viene considerata innocua ed unicamente utile.
Chiaramente non è così e può essere necessario educare il cliente informandolo dei potenziali rischi
dell’aggiunta di principi nutritivi ad una dieta già completa e bilanciata.
Oltre all’educazione, il veterinario deve offrire una guida circa la dimostrata efficacia del prodotto. Gli
studi di efficacia sono rari in letteratura veterinaria. Tutte le ricerche condotte spesso non sono basate
su studi in vivo, ma piuttosto su lavori in vitro in cui le concentrazioni utilizzate superavano la
quantità fisiologicamente possibile. In alternativa, la quota di principio nutritivo da offrire attraverso
l’integratore è con tutta probabilità una frazione di quella già presente nella dieta e, quindi, ha uno
scarso valore aggiuntivo. Le energie e l’impegno economico dei clienti possono essere spesi meglio nella
scelta e nell’acquisto di una dieta di mantenimento completa e bilanciata che garantisca una condizione corporea ottimale. L’integrazione con qualsiasi principio nutritivo deve essere consigliata esclusivamente nelle condizioni in cui sia stato dimostrato un aumento del fabbisogno e quando la quota
fornita con la dieta sia nota, al fine di evitare eccessi alimentari. Se una dieta risulta povera di un
particolare principio nutritivo, è più prudente sceglierne una alternativa che contenga livelli appropriati del principio in questione, piuttosto che ricorrere all’integrazione.
Diete fatte in casa
Sfruttare lo spazio
Una dieta completamente a base
di carne è squilibrata e, in particolare,
porta ad una carenza di calcio.
502
Alcuni clienti scelgono di preparare a casa il cibo dei loro animali, perché temono che i prodotti del
commercio non siano sani o nutrienti come la dieta che preparano loro stessi. Altri hanno permesso ai
loro cani di sviluppare una preferenza fissa per un dato alimento, di solito basato su ingredienti cotti a
casa. Alcuni clienti hanno bisogno di preparare i pasti dei loro cani per necessità
mediche. Certi cani sono colpiti da molteplici stati patologici concomitanti, che
non possono essere trattati utilizzando uno degli alimenti per animali da compagnia
disponibili in commercio. Indipendentemente dalla causa sottostante, tutti questi
clienti sono ugualmente esposti al rischio di alimentare i propri animali con una dieta
inappropriata, incompleta o sbilanciata. Benché sia improbabile che queste diete
provochino un problema a breve termine (2-3 mesi) esiste il rischio di sviluppo
di segni clinici a lungo termine negli adulti sani e, con tutta probabilità, anche più
rapidamente nei soggetti in crescita o non sani. Si deve offrire e raccomandare un
servizio di valutazione delle diete fatte in casa dai clienti.
Per avviare un’efficace attività di consulenza con un nutrizionista specializzato di
solito è necessario fornirgli una dieta ed un’anamnesi medica estremamente dettagliate
ed accurate, unitamente al peso ed al punteggio di condizione corporea attuali del
In tutte le diete fatte in casa deve essere possibile identificare le seguenti voci:
• Fonte di proteine – solitamente di origine animale oppure vegetali concentrate (tofu);
3 - Consigli sulle diete
paziente, nonché agli scopi ed alle preoccupazioni del cliente circa la dieta dell’animale. Per i cuccioli, il
proprietario deve essere incoraggiato ad aggiornare regolarmente la curva di incremento ponderale.
Se il cliente utilizza ingredienti specifici, ma poco comuni (per i quali si hanno scarsi dati nutrizionali),
può essere molto utile determinare la sua disponibilità a cambiare l’ingrediente in questione, oppure
stabilire le ragioni per cui lo usa. Può essere molto difficile determinare la distribuzione calorica complessiva, per non parlare delle concentrazioni degli specifici principi nutritivi, semplicemente esaminando l’elenco degli ingredienti. Tuttavia, il veterinario deve sentirsi in grado di identificare le carenze
nutrizionali semplici ed evidenti presenti nelle diete fatte in casa.
Le proteine sono costituite
da circa 20 aminoacidi,
solo la metà dei quali è
indispensabile al cane
e deve essere apportata
con il cibo.
• Acidi grassi essenziali – in particolare l’acido linoleico – è raro che le proteine di origine animale forniscano livelli adeguati di questo acido grasso, quindi bisogna includere nella dieta un olio vegetale;
• Calcio e fosforo – questi minerali sono necessari in elevate concentrazioni e quindi vengono spesso
forniti sotto forma di farina di ossa o di un integratore calcico;
• Altri minerali e vitamine – a meno che non vengano forniti fegato o uova intere in quantità relativamente elevate, è necessaria una fonte di altri minerali e vitamine;
La presenza di ognuno di questi componenti non garantisce che la dieta sia completa o bilanciata,
ma la loro assenza può rappresentare per il veterinario e per il cliente un facile indicatore della necessità di valutare l’alimentazione.
4 - Formazione dietetica
I lipidi essenziali sono
acidi grassi polinsaturi.
Sono più sensibili
all’ossidazione e quindi
devono essere stoccati con cura.
Il fabbisogno di calcio e fosforo
è particolarmente importante
nella crescita e nell’allattamento.
Questi due minerali devono essere
opportunamente bilanciati.
Formazione per veterinari
Non si sottolineerà mai abbastanza l’importanza dell’esperienza in questo campo. La competenza
richiede un’approfondita formazione nel campo della nutrizione e, nei casi in cui la dieta dovrà essere
utilizzata a fini terapeutici, è indispensabile una preparazione in medicina veterinaria. Bisogna fare
attenzione a consultare individui che non dispongono della preparazione e delle credenziali appropriate
per formulare delle diete. I diplomati dell’ACVN o dell’ECVCN che forniscono questo servizio
dispongono delle capacità e delle competenze necessarie ed è a loro che ci si deve rivolgere.
La maggior parte degli esperti di nutrizione veterinaria riserva l’uso delle diete fatte in casa a:
- clienti che non è possibile dissuadere dal preparare personalmente il cibo per i propri animali.
- pazienti colpiti da molteplici processi patologici concomitanti che non possono venire trattati in
modo appropriato utilizzando le diete disponibili in commercio.
503
Sfruttare lo spazio
Le diete fatte in casa hanno lo svantaggio di essere più costose di quelle preparate commercialmente,
richiedono un maggior carico di lavoro e sono esposte alla “Deriva della dieta”. Con questo termine
si indica la tendenza di alcuni clienti a correggere lentamente le diete nel tempo senza realizzare o
considerare le conseguenze di una aggiunta di una maggior quantità di un particolare ingrediente o dell’
eliminazione di un integratore necessario. A parte questi motivi di preoccupazione, le diete fatte in casa
sono spesso l’unica opzione nei casi in cui un prodotto commerciale risulta inaccettabile per il paziente,
o quando non esiste un prodotto che possa soddisfare le esigenze dell’animale. Inoltre, le diete fatte in
casa permettono anche di utilizzare ingredienti nuovi e possono essere formulate in modo da sfruttare
i risultati di recenti ricerche che non hanno ancora trovato spazio nelle formulazioni commerciali o
che possono non essere economicamente pratiche per una produzione di massa.
Conclusione
Valutare il contenuto calorico totale può essere abbastanza difficile, ma non si deve mai pensare di
condurre un’analisi nutrizionale di una dieta basandosi soltanto su un elenco di ingredienti. Tuttavia,
il veterinario deve riuscire ad identificare i difetti nutrizionali delle diete fatte in casa in modo da
riconoscere la necessità di richiedere l’assistenza di un esperto qualificato in nutrizione veterinaria.
Formazione dello staff clinico
L’integrazione della nutrizione nella pratica clinica dipende dal completo utilizzo di uno staff di
supporto all’interno della struttura. Tale staff può fare ben di più che immagazzinare le diete, alimentare i
pazienti ospedalizzati e vendere il cibo. I tecnici e il personale infermieristico devono essere
formati in modo da monitorare l’assunzione giornaliera di cibo in tutti i pazienti. Ciò richiede che per
ciascun animale vengano chiaramente fornite le prescrizioni nutrizionali. Uno studio americano ha
dimostrato che nel 22% dei cani ospedalizzati e portati alla visita in condizioni di sottonutrizione,
il problema è semplicemente dovuto ad una cattiva comprensione delle raccomandazioni scritte
(Remillard et al, 2001).
Anche tecnici ed infermieri
possono essere formati in modo
da offrire ai clienti un’educazione
sulle specifiche differenze nutrizionali
fra le diete terapeutiche e quelle
di mantenimento.
Il monitoraggio di follow-up del rendimento della dieta può essere assegnato allo staff tecnico. Molti dei
suoi componenti accolgono volentieri la responsabilità aggiuntiva di pesare gli animali sottoposti a
programmi di dimagramento o monitorare il pH urinario o il peso specifico nei pazienti con un’anamnesi
di urolitiasi. Gli addetti alla reception devono essere preparati a riconoscere l’uso appropriato delle diete
terapeutiche, in modo da riuscire ad identificare e correggere rapidamente i casi in cui il cliente non
effettua gli acquisti in modo costante.
Conclusione
Senza dubbio, la nutrizione è una componente vitale per offrire cure ottimali al paziente. I clinici che
non hanno già un sistema integrato di gestione, monitoraggio e consulenza nutrizionale per la cura di
ogni singolo animale devono iniziare a farlo in modo da raggiungere uno standard di assistenza ai
massimi livelli. Nella Tabella 4 sono elencate le fonti bibliografiche dove è possibile trovare le risorse
aggiuntive e le competenze che possono aiutare qualsiasi struttura a raggiungere questi scopi.
Sfruttare lo spazio
TABELLA 4 - POTENZIALI FONTI DI INFORMAZIONI SULLA NUTRIZIONE DEL CANE
504
American Academy of Veterinary Nutrition
www.aavn.org
American College of Veterinary Nutrition
www.acvn. org
Association of American Feed Control Officials
www.aafco. org
Center for Veterinary Medicine at the FIA
www.fda.gov/cvm/default.html
Comparative Nutrition Society
www.cnsweb.org
European College of Veterinary and Comparative Nutrition
http://datamartcomputing.hopto.org/EBVS/colleges/ecvcn.htm
European Society of Veterinary and Comparative Nutrition
www.vet-alfort.fr/esvcn/esvcn.html
National Research Council
www.nas.edu/nrc
Pet Food Association of Canada
www.pfac.com
Pet Food Manufacturer’s Association
www.pfma.com
Pet Food lnstitute
www.petfoodinstitute.org
Bibliografia
Bibliografia
Remillard RL, Darden DE, Michel KE et al. An investigation of the relationship between caloric
intake and outcome in hospitalized Dogs. Vet Ther
2001; 2(4): 301-10
505
Sfruttare lo spazio
Kealy RD, Lawler DF, Ballam JM et al. - Effects of
diet restriction on life span and age-related changes in
dogs. J Am Vet Med Assoc 2002; 220-1315-20.
© Royal Canin
Informazioni Nutrizionali Royal Canin
In una clinica veterinaria, l’organizzazione degli scaffali del magazzino del cibo
deve aiutare i clienti a comprendere gli scopi della nutrizione, evidenziare tutte le diete
di esclusivo uso veterinario e facilitare la gestione da parte dello staff clinico.
Punti chiave
Alcuni concetti di base
di merchandising in clinica veterinaria
Lo scopo del merchandising è quello
di far crescere le vendite ai clienti. In
termini qualitativi, il merchandising
deve anche:
• Migliorare l’impressione
che la clinica fa ai clienti
Sfruttare lo spazio
Una presentazione sobria, discreta e
razionale dei prodotti è un significativo punto di riferimento per i proprietari che si aspettano un’assistenza personalizzata.
• Attirare nuovi clienti
Qualunque sia la ragione della visita,
i suggerimenti nutrizionali sono
sempre ben accetti. Questi vengono
apprezzati in particolar modo:
- quando il paziente è un cucciolo
giovanissimo o alla fine della crescita,
oppure un cane che inizia a mostrare
segni di invecchiamento,
• Sottolineare la differenza fra una
clinica ed un negozio al dettaglio
- quando la ragione della visita comporta necessariamente una prescrizione nutrizionale, come l’obesità o
la sterilizzazione,
I proprietari si aspettano che la clinica
veterinaria si distingua dagli altri
esercizi che vendono alimenti per cani
offrendo prodotti specialistici di livello
più elevato.
- durante le visite di routine i suggerimenti di nutrizione clinica contribuiscono ad accentuare il ruolo preventivo del cibo ed aumentano le
visite alla clinica.
506
• Rassicurare i proprietari
e svilupparne la fedeltà
Tutti i mezzi di comunicazione devono
essere focalizzati sugli argomenti
principali: un animale ben nutrito è
sano e una buona dieta hanno un
effetto positivo sulla sua longevità.
L’offerta di campioni o di piccole
confezioni di prova incoraggia i
proprietari a provare un nuovo cibo
senza rischi.
Informazioni Nutrizionali Royal Canin
Scopi dello spazio
di vendita al dettaglio ed
organizzazione degli scaffali
© M. Lechardoy. Con la gentile concessione di T. Hazan.
Se lo staff della clinica ha un ruolo
chiave nell’offrire suggerimenti
nutrizionali, il posizionamento dei
prodotti negli scaffali deve aiutare i
proprietari a comprendere le indicazioni. I quattro punti chiave sono:
- le specie
- lo scopo: mantenere la salute del
cane, prevenire alcuni specifici
rischi o adattarsi ad uno specifico
stato patologico
- le marche
- i criteri di suddivisione per marca:
età, taglia, razza, tipo di vita, ecc…
È preferibile che i proprietari possano accedere facilmente a brochure che trasmettano
loro le istruzioni del veterinario.
RIASSUMENDO, IL MERCHANDISING RIGUARDA:
Il posto giusto
Al momento giusto
Al giusto prezzo
Nella giusta quantità
Con la giusta informazione
avere una vasta scelta
di prodotti nutrizionali
organizzare il vostro spazio in modo
da presentare i prodotti in maniera ottimale
tenere conto della natura stagionale
delle vendite
essere costanti nella vostra politica dei prezzi
evitare i vuoti nelle scorte
tenere sempre a disposizione
del materiale informativo
507
Sfruttare lo spazio
Il prodotto giusto
L’ideale è organizzare lo spazio in
modo tale che i proprietari siano portati ad acquistare nuove scorte di cibo
per il loro cane ed anche ad acquistare nuovi prodotti che non avevano
mai visto prima (ad es, barre masticabili per l’igiene dei denti).
TABELLA DELLA COMPOSIZIONE
UTILIZZATI PER LA PREPARAZIONE
)
0g
10
)
g/
(m 0g
io g/10
ss
ta (m )
g
Po sio
00
ne g/1 )
g
ag
M o (m 100
di g/
So (m g)
ro 00 %)
sfo g/1 e (
Fo (m tal
o
to %)
(
lci re
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(% )
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ot ca
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a
ca
nz ne- )
sta tei cal
So pro 0 k ile
0
b
to 0
or g/1 zza
pp ( boli g)
Ra
a
et 00
m /1
a al
gi kc
er (
En
Una dieta fatta
in casa è soggetta
a variazioni della
composizione degli
ingredienti. A seconda
della loro origine,
l’analisi nutrizionale
di questi ultimi può
risultare differente
e il bilanciamento
finale della dieta
può variare.
Carne
Pesce
Uova
Oli e grassi
508
Carne bovina macinata, 5% grasso
115
191
26,2 22,0 3,0
7
197
74
27
439
Carne bovina macinata, 10% grasso
172
114
33,4 19,5 10,4
7
186
64
21
342
Carne bovina macinata, 15% grasso
208
99
34,8 20,5 14,0
9
186
62
19
300
Carne bovina macinata, 20% grasso
252
68
39,1 17,0 20,4
7
140
68
18
270
Montone, spalla
194
97
33,3 18,7 13,2
9
140
75
94
Vitello, muscolo
92
230
23,6 21,3 0,8
13
198
Vitello, punta di petto
131
142
26,3 18,6 6,3
11
237 105
Vitello, spalla
107
195
25,1 20,9 2,6
12
204
87
Suino, spalla
219
80
35,0 17,5 16,5
9
149
74
Pollo, petto con la pelle
145
154
29,6 22,2 6,2
14
212
66
Pollo, bollito
257
72
40,0 18,5 20,3
11
180
Tacchino, petto senza pelle
105
229
26,3 24,1 1,0
26
238
Anatra
132
148
26,7 19,6 6,0
11
202
Bue, fegato
128
152
29,7 19,5 3,4
Lepre
113
190
26,7 21,6 3,0
Cervo, coscia
97
221
24,3 21,4 1,3
5,3
295
16
358
329
15
395
291
264
17
180
46
20
333
90
19
262
6
352 116
21
330
14
210
44
24
276
5
220
60
309
Cervo, carrè
309
184
27,8 22,4 3,6
25
220
84
Cinghiale selvatico, carne
162
121
29,8 19,5 9,3
10
167
94
22
359
Nasello dell’Alaska
74
226
188 16,7 0,8
8
376 100
57
338
Merluzzo
77
231
19,5 17,7 0,6
26
194
72
24
352
342
Sardina
118
164
25,5 19,4 4,5
85
258 100
24
Muggine
120
170
25,9 20,4 4,3
53
217
69
29
404
Halibut
96
210
23,9 20,1 1,7
14
202
67
28
446
Aringa dell’Atlantico
233
78
37,6 18,2 17,8
34
250 117
31
360
Sgombro
182
103
32,0 18,7 11,9
12
244
84
30
386
Eglefino
77
232
19,8 17,9 0,6
18
176 116
24
301
Tonno
226
95
38,5 21,5 15,5
40
200
43
50
363
54
214 144
12
147
2
13
Uovo sodo
156
82
25,7 12,8 11,3 0,7
Olio di girasole
900
0
100
100,0
Olio di semi di colza
900
0
100
100,0
Olio di semi di lino
900
0
100
100,0
87
4,1 82,5
Pancetta
759
5
Margarina
722
0
80,8 0,2 80,0 0,4
Burro
751
1
84,7 0,7 83,2
Lardo
900
0
100 0,0 100,0
21
14
101
13
21
5
3
16
DEI PRINCIPALI INGREDIENTI
DELLE DIETE FATTE IN CASA
)
0g
10
)
g/
(m 00g
1
io
/
g
ss
ta (m )
Po io
0g
s
0
ne g/1 )
g
ag
M o (m 100
di g/
So (m g)
ro 00 %)
sfo g/1 e (
Fo (m tal
o
to %)
(
lci re
Ca nta ibili
e
r
e
m
ali i dig
ra
t
)
Fib idra i (%
o
rb ass )
(% )
Ca Gr
e
ein (%
ot ca
Pr sec lorie
a
ca
nz ne- )
sta tei cal
So pro 0 k ile
0
b
to 0
or g/1 zza
pp ( boli g)
Ra
a
et 00
m /1
a al
gi kc
er (
En
Prodotti
lattierocaseari
Fonti di
carboidrati
Vegetali
e fonti
di fibra
Fonti di
proteine
vegatli
Varie
Quark, formaggio fresco, 0% di grasso
71
190
18,7 13,5 0,3 4,0
92
160
40
12
95
Quark, formaggio fresco, 20% di grasso
109
115
22,0 12,5 5,1 3,4
85
165
35
11
87
Quark, formaggio fresco, 40% di grasso
159
70
26,5 11,1 11,4 3,3
95
187
34
10
82
Cagliata acida
124
237
36,0 29,4 0,7
125 266 787
13
106
Cheddar, formaggio
398
64
63,7 25,4 32,2 1,7
752 489 675
30 102
Cottage, formaggio
100
123
21,5 12,3 4,3
3,3
95
150 230
88
Latte bovino, UHT
66
51
12,8 3,3
3,8
4,9
120
92
48
12 157
Latte bovino scremato, UHT
47
72
10,7 3,4
1,6
5,0
118
91
47
12
Yogurt, magro
36
95
10,2 3,5
0,1
5,8
143 109
57
14 187
155
Riso
344
21
87,1 7,4
0,6 77,7 1,4
6
114
4
32 109
Riso cotto
119
19
29,6 2,3
0,2 26,3 0,5
4
37
1
8
34
Pasta all’uovo
336
37
89,3 12,3 2,8 69,9 3,4
23
153
17
42
219
Pasta all’uovo cotta
91
47
23,2 4,3
9
62
7
14
53
Pasta, con farina integrale
318
46
90 14,5 2,3 63,7 6,7
46
300
3
87
460
Patate cotte con la buccia
67
30
22,2 2,0
0,1 15,5 1,7
12
50
3
21
416
Tapioca
357
1
87,0 0,5
0,2 85,7 0,4
11
20
4
3
20
Carote (bollite, scolate)
18
45
8,8
0,8
0,2
3,4 2,5
30
29
42
10 180
Fagiolini
32
76
10,5 2,4
0,2
5,3 1,9
60
37
2
24
238
Porri
24
93
12,1 2,2
0,3
3,3 2,3
63
48
4
16
267
Pomodoro
15
62
5,8
0,2
2,6 1,0
9
22
3
12
242
Lenticchie secche
260
90
88,5 23,4 1,5 40,6 17,0 65
411
7
129 837
1,0
0,9 17,5
0,4 10,7 4,5
Lenticchie cotte
73
101
23,4 7,4
130
1
255
Crusca di frumento
172
93
88,5 16,0 4,7 17,7 45,1 67 1143
2
490 1352
Fiocchi d’avena
337
40
90,0 13,5 7,0 58,7 10,0 48
415
7
134 374
Germe di grano
312
92
88,3 28,7 9,2 30,6 17,7 49 1022
5
285 993
4
99
Pectina
100
100
Cellulosa
100
100
Tofu
82
98
15,4 8,1
Lievito di birra
229
209
94,0 47,9 4,2
Miele
302
1
81,4 0,4
4,8
1,9
23
87
97
In rosso:
ingredienti usati
in differenti esempi
di diete fatte in casa
presentati in questo
libro
97
50 1900 77 230 1410
75,1
6
5
2
2
45
Fonti:
Food Composition and Nutrition Tabellas. 6th rev. ed. Boca Raton: CRC Press, 2000.
Répertoire général des aliments - Tableau de composition. J.-C. Favier, J. Ireland-Ripert, C. Toque, M. Feinberg,
Ciqual-Regal. Tec & Doc Lavoisier, 1995.
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