Alexander Rodchenko The Museum Series

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Alexander Rodchenko The Museum Series
ALEXANDER RODCHENKO IN ITALIA
“Alexander Rodchenko - The Museum Series Portfolios”
Shenker Culture Club – via Indipendenza 67/2 Bologna
27 gennaio – 17 marzo 2007
Inaugurazione sabato 27 gennaio ore 19.00
“Alexander Rodchenko - Limited Edition Prints”
Galleria Photology - via della Moscova 25 Milano
31 gennaio – 24 marzo 2007
Inaugurazione mercoledì 31 gennaio ore 19.00
Due mostre per Rodchenko. La Galleria Photology di Milano in collaborazione con lo
Shenker Culture Club di Bologna rende omaggio al grande costruttivista russo Alexander
Rodchenko con una doppia mostra a Milano e a Bologna: un’ottantina di foto - scattate tra
il 1924 e il 1947 - per riportare in primo piano la figura di uno dei fondatori del
Costruttivismo e della grafica russa.
Alexander Rodchenko, ovvero uno dei più celebri artisti costruttivisti e produttivisti ad emergere
dopo la Rivoluzione Russa, nonché fra i più apprezzati nomi “dell’intellighenzia” del periodo
bolscevico.
Prima di indirizzarsi verso la fotografia e il fotomontaggio lavorò come pittore; poi, preso
dall’entusiasmo futurista e dalla sperimentazione, passò alla grafica, al fotocollage e infine alla
fotografia, riunendo talvolta le tre espressioni in un unico concetto artistico.
Sostenitore dell’idea dell’arte come espressione della vita quotidiana, avverso all’arte ‘borghese’,
nel “Programma del gruppo Produttivista” che aveva firmato insieme alla moglie Varvara
Stepanova nel 1920, scrisse: “Abbasso il mantenimento delle tradizioni artistiche, viva il tecnico
costruttivista”.
Le fotografie in mostra alla galleria Photology sono state stampate dal nipote Alexander
Larientiew nello studio di Rodchenko a Mosca dalla lastra originale e stampate in un’edizione
limitata di 50 copie. Ciascuna stampa è stata numerata e titolata a matita e timbrata Rodchenko
Atelier.
A Bologna, sono in mostra le 30 fotografie del Portfolio Classic Images, pubblicato nel 1994 e
parte della serie Portraits, Rodchenko and his Circle, pubblicato nel 1998.
Ogni fotografia dei due portfolio è prodotta dal negativo originale, stampata dal nipote di
Rodchenko nella camera oscura originale dell’atelier Rodchenko a Mosca. Le fotografie sono
stampate su lightfast paper, identica all’apparenza alla carta usata da Rodchenko negli anni Venti.
Le fotografie di Rodchenko sono contraddistinte da un’estetica assolutamente moderna e
dalla sperimentazione. Sono visioni metafisiche che vogliono stupire lo spettatore: i tagli dei
ritratti sono inconsueti e le angolature - spesso dal basso verso l’altissimo o dall’alto fino a
schiacciare al suolo la figura - volutamente fuori fuoco o oblique.
Ritratti in studio di personaggi del mondo culturale che frequentava, quali il poeta Vladimir
Majakovksj al fianco del quale lavorò in diversi progetti; dei parenti - famoso quello della madre
- e degli amici costruttivisti; immagini–documentario dell’architettura di Mosca del primo
ventennio del Novecento, nonché il fotogiornalismo volto a supportare la politica sociale
staliniana, sono le tematiche più ricorrenti nei suoi lavori. Accusato tuttavia di avvicinarsi troppo
al fotografo occidentale Man Ray e di tralasciare la funzione sociale della fotografia in nome di
una ricerca puramente estetica, fu lentamente messo da parte dal regime e boicottato nel suo
lavoro. I suoi ultimi lavori segnano un ritorno alla fotografia di Stato: parate militari ed eventi
sportivi illuminano la grande madre URSS.
Nato nel 1891 a San Pietroburgo da una famiglia della classe operaia Alexander Rodchenko
iniziò molto presto a dedicarsi all’arte studiando all’Istituto d’Arte di Kazan, con Nikolai Feshin e
Georgii Medvedev, e poi all’Istituto d’Arte Stroganov a Mosca. Nel 1915 fece i suoi primi
disegni astratti, influenzati dal Suprematismo di Kazimir Malevich e dopo soli cinque anni fu
nominato Direttore del Museum Bureau and Purchasing Fund dal governo bolscevico. Un anno
dopo divenne membro del gruppo Produttivista, sostenitore del concetto di arte come espressione
della vita quotidiana. Abbandonò la pittura per concentrarsi sulla grafica di manifesti, libri e film.
Nel 1924 cominciò a praticare la fotografia, scattando ritratti di amici e parenti.
Le sue fotografie furono esposte per la prima volta nel 1927: fu l’inizio di una lunga serie di
esposizioni, sia in Unione Sovietica che all’estero, tra cui da ricordare c’è la mostra “Dieci Anni
di Fotografia Sovietica” a Mosca, nel 1928.
Dal 1923 al 1928 Rodchenko collaborò da vicino con Majakovksj. Rodchenko si unì al gruppo
d'Ottobre, Oktiabr, come titolare della sezione fotografica ma venne espulso dopo tre anni con
l'accusa di eccessivo formalismo. Nel 1933, gli venne imposto dalle autorità l’obbligo di ritrarre
esclusivamente eventi di Stato. Tornò alla pittura nei tardi anni Trenta, smettendo di fotografare
nel 1942, e producendo lavori astratti espressionisti negli anni Quaranta. In questi anni continuò
ad organizzare esposizioni fotografiche per il governo.
Morì a Mosca nel 1956.
Informazioni al pubblico
Milano | Galleria Photology | 02 6595285 | www.photology.com
Da martedì a sabato 11.00 - 19.00 | Chiuso domenica e lunedì
Ingresso gratuito
Bologna | Shenker Culture Club | 051 4211737 | www.shenker.com
Da lunedì a venerdì 11.00 - 19.00 | sabato 10.00 – 12.00 | Chiuso domenica
Ingresso gratuito
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