DIREZIONE DIDATTICA “FRANCO RASETTI”

Transcript

DIREZIONE DIDATTICA “FRANCO RASETTI”
DIREZIONE DIDATTICA “FRANCO RASETTI”
CASTIGLIONE DEL LAGO
PIANO DI MIGLIORAMENTO
SOMMARIO
PRIMA SEZIONE ................................................................................................................................................................................................................. 3
Scenario di rifermento informazioni ritenute necessarie per la spiegazione delle scelte di miglioramento............................................................... 3
Il contesto socio-culturale in cui la scuola è inserita ................................................................................................................................................ 3
L’organizzazione scolastica ....................................................................................................................................................................................... 4
Il lavoro in aula .......................................................................................................................................................................................................... 6
SECONDA SEZIONE ............................................................................................................................................................................................................ 9
Idee guida del piano di miglioramento ......................................................................................................................................................................... 9
Linea strategica del piano ........................................................................................................................................................................................... 11
Elenco dei progetti di miglioramento ......................................................................................................................................................................... 15
Formare i docenti sulla costruzione di una progettazione per competenze .......................................................................................................... 16
Costruire, sperimentare, verificare e valutare UdA, innovando l’aspetto metodologico e potenziando l’apprendimento cooperativo. ............ 26
Individuare strumenti per la valutazione di sistema al fine di identificare gli aspetti da mantenere consolidare e promuovere interventi
migliorativi per quelli meno soddisfacenti. ...................................................................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
2
PRIMA SEZIONE
Scenario di rifermento informazioni ritenute necessarie per la spiegazione delle scelte di miglioramento
Il contesto socio-culturale in cui la scuola è inserita
Il territorio in cui si colloca la scuola è caratterizzato dalla presenza del Lago Trasimeno, un’area geografica ad alto interesse naturalistico e
paesaggistico, a confine con la regione Toscana e crocevia di importanti nodi di comunicazione stradale che permettono il raggiungimento di molti
centri di interesse storico- artistico.
Questo facilita forme di turismo che, benché non stanziali, incrementano le piccole e numerose attività di ricezione dei molteplici agriturismi
presenti.
- Le caratteristiche economiche si basano su una realtà costituita da piccole e medie attività artigianali e commerciali a conduzione familiare,
legate prevalentemente alle realtà agricola.
- La mancanza di piccole-medie industrie orienta il lavoro delle famiglie nel settore terziario ed in particolare in quello dei servizi con forme di
pendolarismo verso i centri maggiori, umbri e toscani.
- Gli stranieri residenti a Castiglione del Lago rappresentano il 13,4% della popolazione residente. Negli ultimi anni si è assistito anche ad una
notevole forma di immigrazione interna di famiglie provenienti da alcune regioni del sud, dediti soprattutto nella commercializzazione e
nell’impresa edile, ad oggi comunque ferma.
Il tasso di disoccupazione è sui livelli standard regionali, tuttavia si registrano sempre più richieste di erogazioni di servizi da parte dell'Ente. La
struttura del tessuto sociale è ancora salda, abbastanza attenta e sensibile all’accoglienza e a forme di inclusione sociale; numerose le forme di
associazionismo e di volontariato in ogni ambito. La scuola lavora e collabora con esse integrando i propri percorsi progettuali e arricchendo la
propria offerta formativa. L’Ente mette a disposizione risorse in termini di servizi, (mense, trasporti) risorse culturali e competenze professionali.
L’attuale precarietà lavorativa delle famiglie ormai presente anche nel nostro territorio, richiede alla scuola attenzione in termini di sensibilità e
3
nell’effettuare richieste nella partecipazione economica ad iniziative varie. Sempre più numerosa anche nelle classi la presenza di svariati modelli
di famiglia; ciò richiede da parte della scuola una crescente sensibilità, nuove forme di interrelazione e di dialogo per evitare situazioni di disagio
agli alunni: attraverso numerosi momenti di informazione, azioni condivise, collaborazioni ai percorsi progettuali, si intende chiamare sempre più i
genitori a vivere esperienze coinvolgenti di cittadinanza attiva e a rafforzare una cultura di scuola partecipata, al fine di instaurare un clima
sereno all’interno delle classi e una significativa sinergia tra scuola e famiglia.
L’organizzazione scolastica
La popolazione scolastica, ad oggi ammonta a 648 alunni scuola primaria e 381 alunni scuola dell’infanzia. Gli alunni stranieri (complessivamente
220) sono essenzialmente figli di immigrati, oppure nuovi cittadini italiani in adozione o in affido. In risposta alla forte presenza di alunni con
cittadinanza non italiana e alle problematiche che ne conseguono, il Dirigente Scolastico mette in atto azioni di sistema che riguarda la nomina di
un Responsabile di istituto e la costituzione del GLI (Gruppo di lavoro per l’inclusività) per il monitoraggio e la valutazione dei percorsi
personalizzati e individualizzati.
Inoltre, si attua Il Progetto interculturale di Circolo, “Accoglimi…un bisogno un diritto” sostenuto dalla legge regionale n.18 del 10/4/90 e dal
C.C.N.L. comparto scuola - art 9. Questo si sviluppa in micro-percorsi interculturali personalizzati, all’interno dei quali si realizzano diverse attività
ed iniziative che gestiscono l’accoglienza e rispondono al meglio ai bisogni educativi speciali degli alunni stranieri.
Prioritariamente si punta alla conquista degli obiettivi legati all’acquisizione di una buona competenza nell’italiano parlato e scritto nelle forme
ricettive e produttive, per assicurare a tutti l’inclusione e il successo formativo.
Le linee generali che ispirano la progettazione sono:
- un miglioramento della propria capacità di esprimersi in italiano, di dialogare e collaborare nel lavoro tra pari – peer tutoring
- una più chiara conoscenza della propria e dell’altrui identità,
- il rispetto e l’accoglienza delle altre culture.
Proprio per la dislocazione territoriale delle scuole, sono presenti in tutti i plessi fenomeni costanti e sensibili di immigrazione sia di stranieri sia di
italiani provenienti da altre regioni. La popolazione scolastica è composita, con un alto numero di situazioni di disagio socio-culturale e numerosi
alunni con bisogni educativi speciali. I bambini che, per i più diversi motivi, rientrano in questa categoria richiedono alla scuola una duplice
4
attenzione. Infatti, da un lato, c’è la normalità del loro bisogno di educazione e di formazione, che li accomuna ai bisogni di crescita di ogni altro
alunno; dall’altro lato, resta forte la specialità, la differenza e la peculiarità non trascurabile: nella struttura e nelle funzioni corporee, oppure
nell’apprendimento, nelle relazioni, in alcuni aspetti psicologici, a livello familiare o comunicativo. Questi alunni richiedono una progettazione
didattica ordinaria più attenta ai loro bisogni, alle loro potenzialità a ciò che possono fare e dare; insomma, una didattica che sia quotidianamente,
ordinariamente inclusiva, grazie a una migliore organizzazione interna (utilizzo delle risorse, possibilità di strutturare percorsi di formazione
specifica e incentivare momenti di confronto fra docenti sulle tematiche relative ai BES, adozione di strategie di valutazione coerenti con le
pratiche inclusive messe in atto) e di quelle esterne (coinvolgimento delle famiglie e delle agenzie del territorio, strutturazione di un’offerta
formativa ricca e connessa al contesto di vita). In questo senso, tutte le componenti scolastiche, Dirigente, Docenti e Collaboratori, sono
impegnate nella realizzazione del processo di inclusione, “il cui obiettivo fondamentale è lo sviluppo delle competenze personali e sociali
dell’alunno. Si tratta di “obiettivi raggiungibili soltanto attraverso la fattiva collaborazione e mediante la puntuale pianificazione organizzativa
degli interventi educativi, formativi e, ove necessario, riabilitativi” (Linee Guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, 2009) come
previsto dal P.E.I., dal PDP e dai percorsi personalizzati per gli alunni in situazione di svantaggio.
L’Istituto si caratterizza per la sua predisposizione all’accoglienza dei minori e delle famiglie, per l’attenzione posta ai processi di apprendimento e
alle potenzialità degli alunni, sostenuta dalla spinta all’innovazione e alla ricerca-azione, per una costante ricerca del miglioramento dei servizi e
delle relazioni. A questo proposito, la scuola concretizza i suoi interventi in una serie di azioni esplicitate nel POF e che afferiscono ai diversi ambiti
di intervento:
1. al momento dell’individuazione e organizzazione delle risorse (assegnazione dei docenti alle classi, strutturazione degli spazi e dei tempi),
2. al momento della progettazione (osservanza della normativa, collaborazione fra le figure coinvolte, ideazione e progettazione di percorsi
significativi),
3. al momento della valutazione (valutazione formativa, gruppi di lavoro per l’inclusività).
Vengono, inoltre, facilitate la diffusione e l’implementazione di strategie e azioni volte a sostenere e compensare le difficoltà degli alunni:
strumenti compensativi e misure dispensative, attivazione di risorse presenti nel gruppo classe, modalità di lavoro cooperativo e di varie forme di
tutoraggio tra pari.
La scuola riesce a sfruttare le risorse accordate ai fini del raggiungimento degli obiettivi esplicitati nel POF.
Il Dirigente Scolastico ha dimostrato di avere un quadro chiaro dei traguardi da raggiungere e delle azioni da intraprendere sia dal punto di vista
didattico che amministrativo/organizzativo; ha adottato uno stile di leadership partecipativo che incoraggia il personale all’assunzione e alla
condivisione delle responsabilità. La creazione di un management diffuso rappresenta una delle priorità della scuola, così come la crescita
5
professionale del corpo docente ed il miglioramento del clima di lavoro. L'attenzione ai temi trasversali si esplicita anche con l'attivazione di
progetti e/o interventi specifici.
Inoltre la stabilità decennale dell'attuale Dirigente ha permesso l'instaurarsi di ottimi rapporti con gli insegnanti (la maggior parte di ruolo), e ad
attivare numerosi progetti interni alla scuola.
La Dirigenza contribuisce in modo decisivo a trasmettere un forte senso di appartenenza alla comunità e coordina efficacemente sia gli aspetti
amministrativi che quelli didattici definendo con le diverse componenti scolastiche chiare responsabilità e compiti. Di fondamentale importanza il
rapporto con le famiglie: per questo motivo vengono organizzati numerosi momenti di incontro, vengono richiesti il parere e la collaborazione,
anche progettuale, dei genitori rispetto alle iniziative organizzate, vengono valorizzati gli interventi delle famiglie stesse ed è stato predisposto un
“Patto di corresponsabilità Educativo” che viene condiviso ogni anno, durante le assemblee di ottobre.
La partecipazione è uno dei valori condivisi e, pertanto, viene sostenuta ed incentivata.
Le comunicazioni vengono diffuse attraverso avvisi individuali, mail e sito web: l’utilizzo della posta elettronica è particolarmente incentivato. Il
sito della scuola è aggiornato costantemente con news e informazioni per le famiglie.
Il corpo docente è composto da 105 unità. La percentuale di insegnanti a tempo indeterminato è superiore al 90%, il tasso di assenteismo è basso,
se rapportato ai valori di riferimento provinciali, regionali e nazionali.
Il personale ATA è composto da 25 unità oltre al Direttore dei Servizi Generali Amministrativi.
Il lavoro in aula
Ambiente di apprendimento
Per ambiente di apprendimento intendiamo un sistema aperto, dinamico in cui bambini ed alunni che apprendono abbiano la possibilità di vivere
una vera e propria “esperienza di apprendimento”. Questo stesso termine assume l’accezione di un vero e proprio “ambiente fisico, una più
efficace organizzazione degli spazi scolastici, ovvero l’insieme delle risorse logistiche, tecniche e didattiche che caratterizzano l’ambiente scuola”.
Un ambiente arricchito da momenti di riflessione individuale e collettiva, da domande euristiche e da consegne che l’alunno può affrontare
autodeterminando modi e percorsi, sulla base del proprio stile, degli interessi e delle strategie personali. Un insieme complesso di elementi
caratterizzati da una relazione di reciproca influenza, che vede, in una logica sistemica, il mutamento di ogni variabile non in modo indipendente,
ma nella sua stretta interazione con le altre. Una dimensione dell’apprendere che solo per comodità espositiva distinguiamo in:
6
1. Relazionale
La qualità della relazione educativa docente-alunni riveste un ruolo di primaria importanza ed è caratterizzata da:
- analisi dei bisogni formativi degli alunni, tramite l’osservazione, l’ascolto, la somministrazione di test;
- progettazione e realizzazione di percorsi rispondenti ai loro bisogni formativi ed al contesto socio-culturale di appartenenza:
- centralità dell’alunno nei processi di insegnamento-apprendimento;
- ambienti che promuovono esperienze “significative” di apprendimento;
- utilizzo di metodologie e strategie didattiche atte a perseguire gli obiettivi.
La qualità della relazione educativa tra pari assume una rilevanza fondamentale al fine di garantire un’organizzazione delle attività che valorizzino
al meglio le risorse presenti nel contesto classe e che permettano a tutti di trovare le condizioni facilitanti per realizzare apprendimenti
significativi.
2. Organizzativa
La scuola è dotata di spazi laboratoriali specifici come quelli multimediali con lavagne LIM e computer collegati in rete, di aule laboratori, di spazi
polifunzionali, di aule magne e/o palestre per occasioni assembleari e/o spettacolazioni. Gli alunni possono accedere ai laboratori informatici a
seconda di un calendario prefissato ad inizio anno dai responsabili, che provvedono al controllo del funzionamento. Lo stesso avviene per gli spazi
destinati all’educazione motoria. Gli altri spazi comuni vengono utilizzati a seconda delle necessità rilevate dai vari percorsi didattici (musica,
inglese, immagine, scienze…) e dai tempi a disposizione, in un rapporto di collaborazione tra docenti.
Tuttavia, si registra ancora la mancanza di laboratori a carattere scientifico dovuta essenzialmente alla scarsità di risorse materiali da destinare
all’acquisto di strumentazioni.
3. Metodologica
I docenti del Circolo fanno riferimento a compiti e strategie metodologiche delineate nel POF, dove viene definita e privilegiata una didattica di
tipo laboratoriale improntata all'operatività e ad una migliore interattività tra docente e allievi, la creazione di situazioni variegate e motivanti per
gli allievi, in cui i vari tipi di linguaggi possano integrarsi. Tale scelta metodologica-didattica è finalizzata a promuovere l'apprendimento degli
alunni come processo attivo, che implichi una loro attività di elaborazione e di costruzione delle conoscenze, la sollecitazione di momenti di
esplorazione e di scoperta, l’incoraggiamento di forme di apprendimento cooperativo, la messa in atto di interventi adeguati nei riguardi delle
diversità, per fare in modo che non diventino disuguaglianze, l’attenzione alle strategie metacognitive e alle condizioni dell’apprendere, come
contributo decisivo al successo formativo e all’autonomia. L'ampliamento dell'offerta formativa è finalizzato, soprattutto, al recupero e
7
potenziamento delle competenze chiave in italiano, matematica e alla realizzazione di interventi per gli alunni in situazione di disagio e/o
svantaggio.
Per quanto riguarda l’individuazione degli obiettivi, della linea strategica del piano e nella stesura dei progetti di miglioramento, il GAV è partito da
un esame attento e minuzioso del Rapporto di autovalutazione, da cui sono emersi alcuni punti di criticità̀ in relazione alle modalità di affrontare i
bisogni educativi speciali in termini educativi e didattici. In particolare, è risultato che, seppure siano state prodotte molte esperienze positive, il
nostro Circolo non riesce a mettere a sistema tali pratiche educative e didattiche. Appare, quindi, necessario continuare a lavorare per
raggiungere un modus operandi sempre più di qualità e generalizzabile, coinvolgendo tutti i docenti e puntando al potenziamento e alla diffusione
delle strategie di inclusione. Per questo motivo, i progetti presenti nel piano, prendono avvio da percorsi generali che favoriranno lo sviluppo
professionale dei docenti e riusciranno, da un lato, ad implementare la loro capacità di individuare, di progettare e di mettere in campo strategie
inclusive e, dall’altro lato, porteranno alla realizzazione di azioni significative per tutti gli studenti.
8
SECONDA SEZIONE
Idee guida del piano di miglioramento
PROCESSI CHE HANNO PORTATO ALLA
SCELTA DEGLI OBIETTIVI DI
MIGLIORAMENTO
Il GAV ha continuato il lavoro di riflessione
e analisi già avviato nei mesi precedenti, in
relazione al Rapporto di autovalutazione. In
questa seconda fase, relativa
all’elaborazione e all’attuazione del piano
di miglioramento, il gruppo, coordinato dal
Dirigente Scolastico, è partito dall’analisi e
dall’aggregazione dei risultati presenti nel
RAV e ha individuato, a partire dai punti di
debolezza, i fattori critici di successo per
arrivare all’individuazione delle strategie e
al conseguimento dei risultati attesi.
L’analisi trasversale dei dati è stata
finalizzata alla ricerca dei collegamenti e
delle coerenze interne al RAV e ha
permesso di riflettere sui nessi presenti tra
obiettivi di processo e traguardi di
miglioramento, al fine di esplicitare e
comprendere le relazioni fra questi fattori.
Per procedere alla scelta delle azioni è stata
valutata anche la fattibilità in termini di
CRITICITÀ INDIVIDUATE/
PISTE DI MIGLIORAMENTO
PUNTI DI FORZA DELLA SCUOLA/RISORSE
Le criticità e i punti di debolezza strategici e
ricorrenti riguardano essenzialmente due ambiti:
1. la carenza di risorse finalizzate alla formazione
e alla costituzione delle Commissioni del
Collegio e dei gruppi di lavoro, che influisce sia
sulle risorse materiali sia sulle risorse umane,
in termini di mancanza di opportunità
formative e gruppi di lavoro;
2. la frammentazione degli orari e la mancanza
di tempi di contemporaneità, che ostacolano
possibili forme di flessibilità organizzativa, la
creazione di gruppi di lavoro e di
recupero/potenziamento all’interno delle
classi.
I percorsi disciplinari, pur tenendo conto delle
Indicazioni Nazionali e presentando una struttura
flessibile, sono ancora legati alla programmazione
per obiettivi e gli itinerari didattici, sia di carattere
disciplinare che trasversale, non mettono a fuoco
in maniera significativa lo sviluppo delle
competenze degli alunni e, di conseguenza,
La scuola può contare sulla disponibilità, in
termini di collaborazione e condivisione dei
percorsi, sulle associazioni culturali e di
volontariato, sull’Ente Locale e sulle realtà
industriali presenti nel territorio.
La Scuola ha una stabilità di organico, con
docenti che presentano mature competenze
disciplinari e relazionali.
I docenti cercano di utilizzare al meglio, con
creatività e inventiva, le risorse materiali.
Rispetto all’ampliamento dell’offerta
formativa, vi è una progettazione unitaria sulle
tematiche fondanti la progettualità
dell’Istituto.
Sono curati gli aspetti trasversali del curricolo,
in particolare per ciò che riguarda l’educazione
alla cittadinanza e all’affettività, l’educazione
interculturale e il potenziamento del metodo
di studio.
Esiste una regolare attività di programmazione
per classi parallele e ambiti disciplinari, che si
9
economicità di risorse sia umane sia
finanziarie, di autonomia di
realizzazione da parte della scuola e di
tempi di realizzazione.
Il gruppo RAV ha individuato una priorità,
alla quale fanno seguito tre obiettivi di
processo, in base ai quali vengono definite
le relative azioni di miglioramento elencate
in ordine di rilevanza.
Per ciascuna azione vengono pianificati gli
obiettivi generali, gli indicatori, le
responsabilità, i risultati attesi e le modalità
di attuazione, di monitoraggio e di verifica.
La stesura di ogni azione segue il ciclo PDCA
(PLAN, DO, CHECK, ACT).
rendono difficile la valutazione.
La valutazione interna è essenzialmente legata a
prove di verifica costruite sulla programmazione
per obiettivi e mancano le rubriche valutative.
L’attuale formazione dei docenti su tali tematiche
non risulta adeguata, per superare le modalità di
programmazione per obiettivi (e, quindi, per
contenuti/conoscenze) e arrivare a definire un
curricolo per competenze.
Le pratiche inclusive messe in atto, il nostro
Circolo non riesce a metterle a sistema. Va
rinforzata la condivisione progettuale fra
insegnanti di sostegno e insegnanti curricolari.
Non sempre risulta fattiva la collaborazione con il
Servizio di riabilitazione dell’età evolutiva. È da
molto tempo che non si avviano percorsi
formativi specifici comuni.
occupa di:
- concordare i contenuti e le metodologie
rispetto agli obiettivi individuati nel
curricolo;
- individuare/rivedere le prove di
accertamento in ingresso e in uscita;
- analizzare i risultati INVALSI;
- strutturare prove comuni.
La scuola realizza azioni di orientamento per la
comprensione di sé e delle proprie inclinazioni
individuali e azioni di continuità, attraverso
incontri formali e progetti di
accompagnamento.
L’organico di sostegno è stabile nel Circolo e
c’è, quindi, una buona continuità negli anni
scolastici. Le insegnanti condividono la
contitolarità e la corresponsabilità delle classi
in cui operano e dimostrano disponibilità alla
formazione e al confronto. L’unico gruppo di
lavoro esistente è quello degli insegnanti di
sostegno, che si riunisce con cadenza periodica
utilizzando le ore di programmazione previste
dal Contratto.
10
Linea strategica del piano
LINEA STRATEGICA DEL
PIANO
Il Piano si muove sostanzialmente nell’ottica di migliorare l’efficacia dell’attività didattica, indirizzando
l’organizzazione di risorse e strategie verso un allineamento con gli obiettivi dell’Istituto espressi nel POF.
Problema da risolvere è un cambiamento radicale delle modalità di progettazione e di attuazione dell’intervento
didattico da parte dei docenti. Finora, pur avendo lavorato per gruppi di classi parallele e, quindi, nell’ottica della
condivisione di percorsi comuni, l’attenzione è stata focalizzata sul raggiungimento di obiettivi disciplinari da parte
degli alunni.
Non è quello che ci viene richiesto dalla società (anche considerando gli accordi europei sugli obiettivi
dell’istruzione/formazione) né, soprattutto, è quello di cui hanno bisogno i nostri alunni. Occorre agire, invece, in
termini di sviluppo delle competenze, soprattutto di quelle chiave. Le Indicazioni del 2012 ci spingono a pensare a
una scuola inclusiva, che diffonda le competenze irrinunciabili di cittadinanza, che si attivi verso tutte le diversità
(che non devono diventare disuguaglianze), che fornisca ai ragazzi strumenti per imparare a vivere nella
complessità. Le discipline, quindi, devono essere considerate “chiavi di lettura interpretative”, con particolare
attenzione alle loro interconnessioni, piuttosto che alle loro “divisioni”.
Il cambiamento richiesto è significativo e i docenti vanno accompagnati a gestire le difficoltà e le ansie, ma anche
le opportunità connesse a tale innovazione.
Poiché possiamo contare su alcuni docenti preparati dal punto di vista metodologico, l’azione di miglioramento
riguarda l’utilizzo degli stessi in gruppi di lavoro per la costruzione di un curricolo di Istituto basato sulle
competenze.
Si tratta di un’azione di miglioramento che afferisce al Processo chiave dell’istituzione, quello delle “Didattiche”,
ma si collega con tutti gli altri processi chiave, in quanto:
1. intende utilizzare i risultati della ricerca educativa nella didattica, incrementando la diffusione
dell’innovazione metodologica dell’Istituto;
2. può ragionevolmente migliorare i risultati degli apprendimenti degli alunni (obiettivi dell’Istituto e di
ciascuna scuola), con un passaggio dalle conoscenze alle competenze necessarie per tutto l’arco della vita;
3. diffonde la pratica del lavoro cooperativo anche fra i docenti, stimolandone la creatività (obiettivo
11
dell’Istituto: condivisione della mission, vision e valori) e incrementandone il senso di appartenenza alla
scuola.
Poiché il processo sotteso a questo importante cambiamento necessita di azioni che si sviluppano in un lungo
periodo, abbiamo pensato di limitare questa azione di miglioramento all’attivazione di tre gruppi di lavoro, per un
avvio della revisione delle programmazioni di italiano, matematica, scienze, geografia e storia/educazione alla
cittadinanza. Tale attivazione è stata preceduta, negli anni scolastici passati, da incontri di formazione sulla
didattica per competenze cui hanno partecipato alcuni insegnanti dell’Istituto.
Gli insegnanti di sostegno partecipano ai gruppi di classi parallele apportando contributi professionali specifici,
collegati all’integrazione e all’inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali. Saranno tuttavia previsti
incontri tra soli insegnanti di sostegno per condividere e socializzare specifiche scelte organizzative.
Criticità individuate
Il Rapporto di valutazione ha rilevato alcune criticità che nel complesso afferiscono alle seguenti aree:
Area Esiti:



Equità degli esiti
Successo scolastico
Competenze acquisite
Area dei Processi:

Progettazione della didattica e valutazione degli
studenti
Relativamente all’area degli esiti la scuola non riesce ad
assicurare equità e omogeneità tra le varie classi.
Relativamente all' area dei processi il rapporto di
autovalutazione evidenzia la difficoltà da parte dei
docenti, in particolare della Scuola Primaria, di utilizzare
attività e strategie didattiche di differenziazione e
valorizzazione delle singole potenzialità.
12
PISTE DI MIGLIORAMENTO
OBIETTIVI STRATEGICI
La riflessione sulle criticità e sui punti di forza emersi ha fornito l’idea guida, che rappresenta il filo conduttore del
piano:
Migliorare con opportune strategie didattiche gli esiti formativi di quegli alunni che evidenzino scarsa
motivazione e difficoltà in particolare negli apprendimenti di Italiano e Matematica.
A tale scopo il piano prevede prioritariamente un modulo di formazione, destinato ai docenti di scuola dell’Infanzia
e di scuola primaria, finalizzato a favorire la conoscenza e la sperimentazione di nuove metodologie, di strategie di
insegnamento e di valutazione utili ad attivare “apprendimenti significativi” in continuità e a sviluppare positivi
atteggiamenti motivazionali e nuove prospettive cognitive con particolare attenzione agli alunni con bisogni
educativi speciali.
Le riflessioni del team hanno portato, inoltre, ad una conclusione condivisa: il miglioramento degli esiti degli alunni
può essere favorito dalla condivisione di processi, percorsi e metodologie innovative tra i docenti di scuola
dell’infanzia e di scuola primaria.
OBIETTIVI
Costruire il Curricolo di Istituto per competenze
INDICATORI
Numero di Curricoli predisposti.
Numero di docenti che partecipano ai gruppi di lavoro.
Percorsi formativi messi in atto.
13
OBIETTIVI DI PROCESSO
FATTORI CRITICI DI SUCCESSO
-Condivisione della progettazione educativa e didattica.
Migliorare i livelli di
conoscenza e competenza
degli alunni
-Riduzione all'interno del sistema scolastico della
varianza nelle classi e tra le classi, attraverso interventi
compensativi nei contesti scolastici maggiormente
svantaggiati per favorire l'equità degli esiti formativi.
-Condivisione di processi, percorsi e metodologie
innovative.
INIZIATIVE DI MIGLIORAMENTO
-Coinvolgimento di tutti i docenti, attraverso
l’incentivazione di gruppi di lavoro e dipartimenti
disciplinari.
-Individuazione di nuclei fondanti degli apprendimenti e
di percorsi, che consentano di finalizzare l’azione
educativa allo sviluppo integrale dell’alunno.
-Sperimentare metodologie
innovative e strategie
didattiche finalizzate alla
personalizzazione dei
percorsi formativi nella
scuola dell’Infanzia e nella
scuola primaria
-Individuazione di un’organizzazione interna più
funzionale alla didattica.
-Ripartizione oraria dei docenti nelle classi in base a
“criteri funzionali”.
- Conseguimento di relazioni efficaci, empatiche e
sinergiche nella condivisione della vision e della mission
del circolo.
-Potenziamento delle modalità di lavoro per classi
aperte e attività di gruppo collaborativo.
Sviluppare la
professionalità dei docenti.
-Miglioramento delle competenze metodologiche dei
docenti
-Potenziamento del piano di formazione dei docenti sul
Curricolo per competenze
-Accertare l’efficacia di
metodi e strategie
funzionali al
conseguimento delle
-Creazione di strumenti di osservazione, per verificare e
valutare le competenze in entrata e in uscita
-Ricerca, studio, sperimentazione di un modello da
parte dei gruppi di lavoro.
-Miglioramento degli strumenti di valutazione e dei
14
competenze relative agli
obiettivi di apprendimento
dei diversi ambiti
disciplinari e campi di
esperienza
descrittori di livello per assegnare i voti e per motivare
con maggiore chiarezza i livelli di attribuzione della
competenza.
-Definizione di criteri comuni di valutazione e strumenti
di verifica idonei a realizzare una valutazione autentica.
Elenco dei progetti di miglioramento
Alla luce di quanto fin qui esposto, le aree da migliorare e le relative azioni di miglioramento risultano essere:
AREA DA MIGLIORARE
PROGETTO DI MIGLIORAMENTO
La scuola ha rilevato la necessità di formare i
docenti per sostenere i processi da mettere in
campo.
Formare i docenti sulla costruzione di una
progettazione per competenze.
I curricoli disciplinari non sono costruiti
nell’ottica dell’insegnamento-apprendimento
per competenze.
Costruire, sperimentare, verificare e valutare
unità di apprendimento innovando l’aspetto
metodologico e potenziando l’apprendimento
cooperativo.
GRADO DI PRIORITÀ
1
2
Adeguare i curricoli disciplinari di Istituto alle
Indicazioni Nazionali 2012 e ai traguardi delle
competenze per rivedere le metodologie e i
15
contenuti di insegnamento e renderli in linea
con le “Competenze chiave”.
La scuola necessita di qualificare la propria
attività di valutazione dei processi messi in
campo attraverso strumenti di rilevazione.
Individuare strumenti per la valutazione di
sistema, al fine di identificare gli aspetti da
mantenere e consolidare e promuovere
interventi migliorativi per quelli meno
soddisfacenti.
3
PROGETTO 1
Formare i docenti sulla costruzione di una progettazione per competenze
16
L’apprendimento per competenze ha da tempo fatto il suo ingresso nei curricoli scolastici a livello internazionale. Sotto la spinta delle
Raccomandazioni europee anche l’Italia ha impostato le proprie riforme in termini di acquisizione di competenze. Questo passaggio è, però,
tutt’altro che semplice e scontato e richiede un’approfondita formazione degli insegnanti sia per comprenderne appieno gli aspetti teorici sia per
acquisire metodologie e pratiche didattiche per sviluppare apprendimenti per competenze. Il corso di formazione per docenti vuole rispondere a
queste finalità. La professionalità dei docenti in questo nuovo scenario richiede nuovi standard professionali e lo sviluppo del proprio capitale
professionale in relazione all’intera comunità educante. La complessità del Sistema Scuola e l'eterogeneità delle classi con le quali ci troviamo a
lavorare pongono, in modo sempre più urgente, la necessità di promuovere metodologie che favoriscano non soltanto gli apprendimenti, ma
anche la motivazione ad apprendere e le abilità sociali necessarie per stabilire relazioni costruttive tra i pari e con gli adulti. L'apprendimento
cooperativo può essere una valida metodologia per perseguire questi scopi educativi, sviluppando quella competenza che il "nuovo obbligo"
definisce come "partecipare e collaborare", all'interno delle otto competenze di cittadinanza. La scuola si confronta quotidianamente con alunni
che hanno difficoltà e disturbi di apprendimento, perciò riteniamo questo corso di formazione assolutamente importante ed esprimiamo la
convinzione che dovrebbe coinvolgere tutti gli insegnanti.
Questi i contenuti da affrontare:
- le parole chiave delle indicazioni nazionali per il curricolo in un'ottica di continuità e integrazione;
- lo sviluppo del curricolo: l'intensificazione e l'estensione dei saperi, con particolare riferimento a italiano e matematica;
- i traguardi di competenza proposti e l'autonomia didattica e organizzativa;
- continuità nei contenuti e nelle scelte metodologiche;
- gli anni ponte: continuità e discontinuità nel raccordo tra ordini di scuole, con le famiglie e il territorio;
- i traguardi di competenza in termini di prestazione, anche in riferimento alle competenze chiave di cittadinanza;
- rubriche olistiche per definire profili in uscita e in ingresso.
La pianificazione (PLAN)
17
Relazione tra la linea
strategica del
Piano e il Progetto
Nonostante siano presenti, nell’Istituto, docenti con una media-alta formazione, che riguarda tematiche circoscritte
(Didattica della matematica e delle scienze, dell’educazione al Paesaggio e allo Sviluppo sostenibile, Sistema Qualità,
Didattica multiculturale, Didattica multimediale, Didattica speciale e problemi dell’apprendimento scolastico,
Progettazione e continuità educativa), l’obiettivo è quello di sviluppare e diffondere le competenze professionali di tutti
i docenti, creando momenti di partecipazione ad esperienze significative, sul modello dei gruppi di lavoro cooperativo.
Saranno programmate iniziative di formazione che abbiano un’immediata spendibilità nel proprio contesto di lavoro,
pur mantenendo un alto livello nella proposta, in modo tale da motivare quanti più docenti possibile a partecipare alla
formazione stessa. L’attuazione di questa azione di miglioramento si collega con le altre strategie di miglioramento
dell’Istituto e con i processi chiave in quanto:
a. l’incremento delle competenze dei docenti incoraggia alla partecipazione, al miglioramento e alla ricerca della
maggiore efficacia nel lavoro quotidiano (obiettivi del P.T.O.F.);
b. l’utilizzo dei risultati della ricerca educativa nella didattica, può ragionevolmente migliorare i risultati degli
apprendimenti degli alunni (obiettivi dell’Istituto e di ciascuna scuola);
c. una formazione comune può favorire l’allineamento degli obiettivi individuali di ciascun docente con quelli della
scuola (obiettivo dell’Istituto: condivisione di mission, vision e valori ed incremento del senso di appartenenza).
La realizzazione di un prodotto spendibile nell’azione didattica quotidiana, attraverso gruppi di
apprendimento cooperativo caratterizzati da docenti con competenze diverse, offre numerosi vantaggi:
1) risponde alla necessità di incrementare e diversificare le pratiche di docenza;
2) rende più proficua e significativa la formazione, poiché è formazione “sul campo”;
3) abbatte i costi, perché non vengono dati incarichi solo a formatori esterni;
4) incrementa il numero di docenti dell’Istituto formati nell’ambito dei processi chiave, stimolando quella
partecipazione che, con modalità tradizionali, potrebbe risultare ridotta;
5) realizza materiali ad uso di tutti i docenti dell’Istituto nei campi più vari, a seconda delle necessità: didattica,
metodologia, orientamento, inclusione, intercultura;
6) diffonde una pratica di lavoro esportabile ad ogni ambito del processo di insegnamento/apprendimento;
7) realizza prodotti di cui possono beneficiare tutti i portatori di interesse: docenti, alunni, famiglie, territorio, agenzie
educative esterne alla scuola.
18
Obiettivi del corso
- Riflettere sul concetto di competenza e su cosa significa insegnare per competenze, in relazione ai curricoli di italiano.
- Riflettere sul concetto di competenza e su cosa significa insegnare per competenze, in relazione ai curricoli di
matematica.
- Costruire ambienti di apprendimento cooperativo che promuovano azioni prosociali in grado di favorire lo scambio e il
rapporto positivo tra pari.
- Progettare UdA finalizzate a far acquisire agli alunni le competenze previste dalla normativa, che i docenti sono
chiamati a certificare al termine del ciclo.
- Analizzare i risultati delle prove INVALSI e riflettere sulle competenze richieste da queste prove e nell’ottica di un
miglioramento delle pratiche didattiche.
- Riflettere sulle attività di valutazione utili a identificare l’acquisizione di competenze, allo scopo di pervenire a una
certificazione consapevole delle stesse.
- Imparare a promuovere strategie di autovalutazione negli alunni.
- Mettere in atto un percorso continuo di produzione di UdA centrate sullo sviluppo di competenze in modo da creare
un archivio di materiale didattico da condividere e potenziare nel corso del tempo.
In quest’ottica il corso dovrebbe avere una scansione pluriennale, o meglio avviare la pratica di messa in comune di
buone pratiche e di ottimizzazione delle risorse dell’Istituto
Pianificazione Obiettivi operativi
Indicatori di valutazione
Avviare un percorso formativo per i docenti, finalizzato allo sviluppo della
competenza linguistica degli alunni nella scuola primaria.
Nr dei docenti partecipanti al corso.
Avviare un percorso formativo per i docenti, finalizzato alla conoscenza e
all’approfondimento delle tematiche relative alle teorie e tecniche
dell’educazione prosociale.
Nr dei docenti partecipanti al corso.
19
Individuare i docenti che fungano da coordinatori dei gruppi di
apprendimento nell’ambito dei docenti incaricati di Funzione Strumentale al
POF e/o con particolari competenze nella conduzione di gruppi.
Nr di docenti disponibili a svolgere attività di coordinatori/tutor
Condividere protocolli metodologici e materiali finalizzati alla formazione
dei docenti in situazione.
Nr. protocolli condivisi utilizzabili dai docenti non esperti
Diffondere l’utilizzo dei protocolli e dei materiali prodotti tra i docenti,
attraverso modalità di formazione/autoformazione dei docenti in gruppi
cooperativi, gestiti dal docente Formatore in qualità di esperto (v. risorse
umane)
Realizzazione di esperienze di formazione in gruppi cooperativi
Elaborare la raccolta della documentazione delle esperienze realizzate e
riflessione sulle diverse tipologie di materiali prodotti e raccolti.
Raccolta della documentazione delle esperienze
Risorse umane necessarie
Destinatari del progetto
(diretti e
indiretti)
Formatori in relazione ai Processi Chiave:
- Orientamento
- Didattiche e Continuità
- Metodo di Studio
- Valutazione Alunni
Docenti dell’Istituto, Scuola dell’Infanzia e Primaria
Alunni delle scuole dell’Istituto
La realizzazione (DO)
Descrizione delle principali
fasi di attuazione
Metodologicamente si procederà seguendo questi criteri:
- attenzione costante alla interdisciplinarità e al curricolo verticale, all’alternanza fra: formazione sulla didattica per
competenze - incontri di progettazione condivisa - sperimentazione in classe - documentazione in itinere dei percorsi da
parte di studenti e docenti - riflessione nel/sul percorso – feedback, a partire dalle buone prassi come studi di caso per
20
Descrizione delle attività
per la diffusione del
progetto
trasformarle in modelli didattici e organizzativi trasferibili.
In altri termini, il focus della ricerca-azione è rivolto a sperimentare nei processi di insegnamento/apprendimento azioni
e strumenti efficaci, utili all’individuazione e alla promozione di competenze.
Le fasi:
1. individuazione dei coordinatori, acquisizione delle disponibilità degli stessi;
2. individuazione degli obiettivi e delle metodologie di lavoro da seguire;
3. individuazione e condivisione dei protocolli e dei prodotti da realizzare, per la successiva diffusione nei gruppi
“allargati” agli altri docenti da “formare” (prove di verifica graduate e rubriche di valutazione, griglie di
rilevazione BES) e delle competenze da potenziare;
4. predisposizione dei materiali;
5. presentazione dei materiali e conduzione delle attività nei diversi gruppi e commissioni di riferimento, secondo
le modalità di lavoro apprese, coinvolgendo i docenti partecipanti in attività di “formazione in situazione”;
6. sperimentazione della metodologia acquisita e dei materiali elaborati in classi “pilota”;
7. raccolta delle osservazioni e delle proposte dei partecipanti per la prosecuzione delle attività e la diffusione
nell’Istituto.
- Presentazione del Progetto, da parte del Dirigente Scolastico in Collegio Docenti in relazione ai percorsi di
formazione/autoformazione progettati dal gruppo di Formazione.
- Una volta definite le modalità di lavoro, presentazione delle stesse a tutti i docenti tramite mail personali.
- Diffusione periodica dei risultati delle attività del gruppo di lavoro, a tutti i docenti dell’Istituto, attraverso mail
personali spedite dalla Dirigenza;
- Invio dei prodotti finali a tutti i docenti e presentazione, a cura dei docenti esperti (FS), in sede di Collegio dei Docenti,
delle attività svolte con la pianificazione delle attività future.
Il monitoraggio e i risultati (Check)
La pianificazione delle modalità e degli strumenti di monitoraggio e di valutazione è un processo centrale per raggiungere l’obiettivo di trasformare le
buone prassi in modelli metodologici trasferibili. Questo processo vedrà coinvolti, a diversi livelli, il Gruppo di progetto, i singoli docenti e gli alunni
coinvolti (che sono i principali attori delle attività sperimentate e della riflessione metacognitiva sulle stesse), infine le agenzie scientifiche di supporto
(esperti metodologici, Università). Nello specifico verranno attuate le seguenti azioni:
21
a) condivisione dei Criteri di qualità e degli standard di qualità da raggiungere;
b) condivisione dei format e degli strumenti per il monitoraggio;
c) condivisione delle modalità e degli strumenti per la documentazione.
Descrizione delle azioni di
monitoraggio
Nello specifico verranno attuate le seguenti azioni:
1. compilazione di report per la verifica dei risultati dei singoli incontri tra insegnanti formatori e i rispettivi gruppi di
lavoro/formazione;
2. verifica sullo stato di avanzamento per gradi (step) nella realizzazione degli strumenti, con eventuali richieste di
informazioni/integrazioni ai docenti formatori;
3. raccolta finale della documentazione e del materiale prodotto per un riesame complessivo del progetto;
4. somministrazione di un questionario ai docenti partecipanti alla formazione, per rilevare il gradimento e il livello di
ricaduta nella pratica didattica;
5. tabulazione dei dati.
Il riesame e il miglioramento (Act)
Modalità di revisione delle
azioni
Il Team di Miglioramento, a conclusione del Progetto, entro la fine di giugno, effettuerà le seguenti azioni per la
revisione dello stesso:
1. valutazione dei risultati ottenuti rispetto al target, indicando le possibili cause dell’eventuale mancato o parziale non
raggiungimento degli obiettivi;
2. valutazione delle modalità di lavoro dei gruppi e delle commissioni, in rapporto ad efficienza ed efficacia (rispetto dei
tempi, presenza costante dei docenti, esame accurato del materiale proposto, partecipazione attiva dei docenti alla
formazione e alla sperimentazione attraverso interventi e proposte);
3. valutazione delle modalità di lavoro dei docenti incaricati alla formazione dei colleghi (coerenza della metodologia
adottata con le scelte operate; utilizzo adeguato e pertinente dei materiali; adozione di un linguaggio chiaro e
comprensibile; coinvolgimento attivo degli altri docenti, con richieste di feedback utilizzati poi nella formazione; ascolto
delle istanze e delle proposte; supporto nella sperimentazione delle metodologie e dei materiali);
4. valutazione delle azioni di monitoraggio (strumenti utilizzati, tempi di attuazione e di restituzione delle osservazioni ai
docenti formatori, efficacia delle comunicazioni);
22
Criteri di miglioramento
Descrizione delle attività di
diffusione dei risultati
5. valutazione delle modalità utilizzate per comunicare le varie fasi del Progetto e dell’efficacia della comunicazione
(conoscenza del progetto da parte dei docenti coinvolti, n. di osservazioni/proposte inviate in itinere e nelle riunioni
finali);
6. valutazione della ricaduta delle attività di formazione nella didattica (n. sperimentazioni attivate).
Tutte le valutazioni operate saranno riportate in un verbale diffuso tra tutti i docenti e discusso in sede di Collegio
Docenti.
Nel caso in cui il monitoraggio mettesse in luce degli scostamenti sensibili rispetto a quanto pianificato, si procederà con
azioni correttive o di modifica del Piano stesso.
In particolare, se gli scostamenti riguarderanno:
- mancato rispetto dei tempi: saranno previste riunioni aggiuntive
- difficoltà di ordine finanziario: il DS e il DSGA cercheranno di apportare le opportune modifiche allo stanziamento
iniziale previsto, attraverso finanziamenti aggiuntivi discussi e approvati in Consiglio di Istituto.
Il Miglioramento sarà attuato secondo il seguente criterio:
- scelta delle azioni anche in relazione alla fattibilità delle stesse, in termini di economicità di risorse sia umane sia
finanziarie, di autonomia di realizzazione da parte della scuola e di tempi di realizzazione.
La diffusione dei risultati verrà realizzata secondo due modalità, una diretta, con la presentazione e la promozione degli
strumenti realizzati nei gruppi di lavoro (commissioni) e non (interclasse), e una indiretta, attraverso la modifica della
modalità di conduzione dei gruppi, con l’introduzione di momenti di lavoro cooperativo.
23
ATTIVITÀ
PERIODO DI SVOLGIMENTO
N.ORE
1^ fase
(a.s. 2015/16)
Sede: Direzione Didattica Castiglione del Lago
Avviare un percorso formativo per
i docenti, finalizzato allo sviluppo
della competenza linguistica degli
alunni nella scuola primaria.
Settembre 2015- Maggio 2016
h 10.00
Corso di formazione “Sviluppare le competenze linguistiche, in relazione alla comprensione e
produzione del testo narrativo ed espositivo” a cura del Prof, Gilberto Ferraro – Università
degli Studi di Padova
Aprile-maggio 2016
h 12.00
Avviare un percorso formativo per
i docenti, finalizzato alla
conoscenza e all’approfondimento
delle tematiche relative alle teorie
e tecniche dell’educazione
prosociale.
Co-progettazione (tutti i docenti
coinvolti)
Corso di formazione “A scuola di educazione socio-emotiva” a cura Prof. Annalisa MorgantiUniversità degli Studi di Perugia.
Ottobre 2016
h 2,30
SEMINARI “Ambienti di apprendimento e metodologie per una didattica delle competenze”
Formazione teorica
(seminario aperto)
Novembre 2016
h 3,00
Individuazione dei docenti “coordinatori” e altri docenti dell’Istituto esperti in metodologia e
ricerca educativa, acquisizione delle disponibilità degli stessi;
1° incontro di patto formativo di tutti i docenti coinvolti
condivisione dei bisogni formativi e dei riferimenti comuni per la ricerca-azione (curricolo
verticale, approccio metodologico, competenze in uscita degli alunni previste dalla normativa,
strumenti e metodi per il monitoraggio) co-progettazione di metodologie, tempi e fasi del
percorso
24
Sperimentazione:
· progettazione di metodologie
e percorsi funzionali alla
promozione, valutazione e
certificazione delle competenze;
· applicazione e
sperimentazione in classe.
Verifica, valutazione e
documentazione;
ricaduta e sviluppi del corso
(tutor e Gruppo di progetto)
Dicembre - Maggio 2017:
6 incontri in presenza a cadenza mensile alternati alla sperimentazione pratica del Gruppo di
lavoro.
-Raccolta degli esiti degli alunni delle classi II e IV
-Si prevede consulenza, supervisione e confronto on line tra docenti, formatore e gruppo di
coordinamento
Maggio - Giugno 2017:
Esame della documentazione in sede di Collegio dei docenti anche con l’utilizzo di una
presentazione in Powerpoint.
Incontro di verifica con il formatore in relazione al percorso svolto.
Pubblicazione della documentazione sul sito web dell’istituto.
Individuazione dei punti di criticità e di forza e delle azioni di miglioramento.
Il report intermedio sarà comunicato ai corsisti e al collegio dei docenti.
25
PROGETTO 2
Costruire, sperimentare, verificare e valutare UdA, innovando l’aspetto metodologico e potenziando l’apprendimento cooperativo.
Responsabile del progetto
Dirigente Scolastico Antonietta Mannucci
Data di inizio e fine
Anno scolastico 2017-2018
La pianificazione (PLAN)
Relazione tra la linea
strategica del Piano e
il Progetto
Da quanto emerso nel lavoro di autovalutazione, esiste nella nostra Direzione Didattica la necessità di adeguare la
programmazione per obiettivi, conoscenze e abilità alla progettazione per competenze. Quest’obiettivo non è soltanto
funzionale all’innovazione metodologica e didattica, ma permette di raggiungere l’unitarietà del Circolo, prima priorità
espressa nel RAV. La condivisione di una metodologia progettuale e di strumenti di lavoro all’interno della comunità
professionale consentirà di superare le aree di criticità, valorizzare e diffondere le esperienze significative già
sperimentate nelle singole scuole. Come espresso a livello internazionale e nazionale, la progettazione per competenze
si caratterizza come il significato più profondo dell’istruzione, in grado di dare motivazione alle abilità, alle conoscenze e
ai contenuti disciplinari. Attraverso la didattica per competenze gli alunni possono attribuire senso al proprio
apprendimento e al proprio lavoro e la scuola può ancorare le buone idee alle situazioni, rendersi conto delle
opportunità offerte dal contesto, prevedere le condizioni di fattibilità delle scelte educative, valutando l’apporto
specifico delle risorse e del sistema. In breve, organizzare il curricolo equivale a trasformare la complessità in cui la
scuola si trova quotidianamente in una forma di conoscenza utile per i processi di progettazione e azione didattica.
“Il curricolo, quindi, è il cuore della progettualità scolastica: definisce le finalità, i risultati di apprendimento attesi per gli
allievi, le strategie, i mezzi, i tempi, gli strumenti e i criteri di valutazione, le risorse interne ed esterne e la rete di
relazioni che permetteranno agli allievi di conseguire le competenze.
Compito delle istituzioni scolastiche è formulare curricoli nel rispetto delle Indicazioni Nazionali, mettendo al centro del
processo di apprendimento gli allievi, le loro esigenze e le loro peculiarità, in collaborazione e sinergia con le famiglie e il
26
territorio, in un’ottica di apprendimento permanente lungo tutto l’arco della vita.
In questo senso, è necessario superare la logica della programmazione disciplinare a favore di una progettazione
organica e integrata che si struttura a più livelli, con la collaborazione e l’interazione di diversi attori, di ambienti e
risorse dentro e fuori l’istituzione scolastica”1.
Le Indicazioni Nazionali per il curricolo del 2012 ci sollecitano a pensare ad una scuola inclusiva, che diffonda le
competenze irrinunciabili di cittadinanza, che si attivi verso tutte le diversità, che fornisca agli alunni gli strumenti per
imparare a vivere nella complessità. In quest’ottica, le discipline devono essere considerate come chiavi di lettura
interpretative, che richiedono particolare attenzione alle loro interconnessioni piuttosto che alle loro differenziazioni. In
stretta correlazione con il progetto di formazione dei docenti sulle competenze, questo percorso si realizzerà
essenzialmente attraverso gruppi di studio e di ricerca composti dagli insegnanti del Collegio e finalizzati alla costruzione
di un curricolo di istituto basato sulle competenze (dapprima solo per gli ambiti di lingua italiana e matematica e,
successivamente e gradualmente, per tutti gli altri ambiti disciplinari). Il processo sotteso a questo importante
cambiamento necessita di azioni che si sviluppano in un periodo lungo e si è perciò pensato di creare due macro gruppi
di lavoro, all’interno dei quali i docenti possano costituire sottogruppi funzionali allo svolgimento del lavoro.
Pianificazione Obiettivi operativi
Indicatori di valutazione
Diffondere la conoscenza da parte di tutti i docenti del Circolo delle competenze chiave e delle
Invio di materiali: SI / No
competenze in uscita dalla scuola Primaria, attraverso lo studio delle indicazioni nazionali 2012 e
delle Competenze trasversali
Individuare di gruppi suddivisi per classi parallele e per ambiti ( italiano, matematica, storia
geografia, scienze…)
Individuare traguardi di competenza chiave e di competenze in uscita in base alla disciplina e agli
obiettivi di apprendimento relativi alla classe di appartenenza
Predisporre un Curricolo verticale di Istituto per Italiano e Matematica che raccolga i materiali
definitivi e sottoporlo all’approvazione Collegiale
1
Nr di gruppi costituiti
Nr di traguardi individuati
Curricolo di Italiano e matematica prodotto
Delibere di approvazione degli Organi
Collegiali
Franca Da Re, La didattica per competenze, Milano, Pearson Italia, 2013
27
Elaborare curricoli disciplinari per competenze in italiano e matematica
Nr di curricoli prodotti
Elaborare UdA, prove di verifica autentiche e rubriche valutative
Predisporre strumenti per monitorare l’ adozione dei curricoli da parte
dei docenti
Elaborare percorsi di ricerca-azione in alcune classi sperimentali
Nr. di UdA prodotte
Nr. di schede di monitoraggio compilate;
Risorse umane necessarie
Destinatari del progetto (diretti e indiretti)
nr di curricoli sperimentati dai docenti
nell’a.s. successivo alla stesura;
Tutti i docenti
Tutti i docenti, alunni, Dirigente Scolastico, i genitori o famiglie degli
studenti
La realizzazione (DO)
Descrizione delle principali
fasi di
attuazione
Descrizione delle attività
per la
diffusione del progetto
-
Identificazione dei docenti che costituiranno le classi parallele;
Individuazione delle modalità di comunicazione tra gruppi e tra gruppi e Dirigente Scolastico;
Esame dei documenti messi a disposizione dall’Istituto (testo delle Indicazioni, programmazioni disciplinari
precedenti, documenti ministeriali e relativi alle competenze trasversali);
Formazione con esperti a livello collegiale;
Studio dei documenti ed individuazione dei percorsi da attuare nel gruppo;
Prima stesura delle “bozze” dei curricoli;
Stesura definitiva dei curricoli;
Approvazione dei Curricoli in sede di Collegio Docenti.
Diffusione periodica dei risultati delle attività dei gruppi di lavoro, a tutti i docenti dell’Istituto, attraverso
comunicazioni del Dirigente;
Invio delle “bozze” dei curricoli, sempre attraverso comunicazioni individuali a tutti i docenti con la richiesta di
restituzione di osservazioni/integrazioni/modifiche da parte dei docenti stessi sotto forma di verbali;
Invio dei prodotti finali a tutti i docenti e presentazione, a cura dei gruppi di lavoro, in sede di Collegio dei
Docenti.
28
Il monitoraggio e i risultati (Check)
Descrizione delle
azioni di
monitoraggio
-
Predisposizione di verbali in ciascuna delle riunioni dei gruppi, che prevedono le seguenti voci: presenti, o.d.g.,
azioni intraprese, argomenti trattati; sviluppo degli argomenti; valutazione e riesame.
Esame periodico dei verbali da parte del Gruppo di progetto;
Restituzione ai gruppi delle rilevazioni effettuate;
Raccolta finale del materiale prodotto (verbali, rilevazioni effettuate, risposte ricevute) per un riesame complessivo
del Progetto;
Progetto, con eventuale richiesta di informazioni/integrazioni ai coordinatori dei gruppi;
Il riesame e il miglioramento (Act)
Modalità di revisione
delle azioni
Il Gruppo di Lavoro, a conclusione del Progetto ed entro la fine di giugno effettuerà le seguenti azioni per la revisione
del Progetto stesso, ai fini del miglioramento:
1. Valutazione della coerenza e integrazione tra tutti gli interventi messi in campo in un'ottica multidimensionale
dei problemi organizzativi e gestionali;
2. Valutazione dei risultati ottenuti rispetto al target, indicando le possibili cause dell’eventuale non
raggiungimento degli obiettivi;
3. Valutazione delle modalità di lavoro dei gruppi, in rapporto ad efficienza ed efficacia (rispetto dei tempi,
presenza costante dei docenti, suddivisione equa e condivisa del lavoro, rispetto delle scelte operate in
partenza; rapporti tra gruppi e con il Dirigente Scolastico; utilizzo delle osservazioni e delle proposte inviate dai
docenti);
4. Valutazione delle azioni di monitoraggio (strumenti utilizzati, tempi di attuazione e di restituzione delle
osservazioni ai gruppi, efficacia delle comunicazioni );
5. Valutazione delle modalità utilizzate per comunicare le varie fasi del Progetto e dell’efficacia di tali modalità
(conoscenza da parte di tutti i docenti del Progetto, nr. di contributi inviati durante la stesura dei materiali, nr. di
osservazioni effettuate in itinere e nelle riunioni finali).
29
Criteri di
miglioramento
Descrizione delle
attività di diffusione
dei risultati
6. Valutazione del grado di soddisfazione di tutti i docenti coinvolti nella realizzazione del Progetto
7. Verifica delle disponibilità dichiarate a sperimentare, nell’a.s. successivo, i curricoli proposti.
Quanto emerso dalle valutazioni sopra indicate verrà riportato in un verbale, che verrà spedito a tutti i docenti e
discusso in sede di Collegio dei Docenti.
Le proposte di miglioramento che verranno indicate, sia dal Gruppo di lavoro che dal Collegio dei Docenti, verranno
riesaminate all’inizio del prossimo anno scolastico, per essere attuate, se fattibili, già nel corso delle prossime azioni.
D’altra parte, il Piano previsto non si conclude a giugno, ma prevede azioni successive (attuazione dei Curricoli,
sperimentazione di Unità di apprendimento, ecc) che dovranno essere nuovamente indicate in un ulteriore Piano di
Miglioramento.
Il Miglioramento sarà attuato seguendo gli stessi criteri già stabiliti in precedenza:
- Aggregazione di tutte le proposte raccolte in base alla rilevanza per l’Istituto, calcolata in rapporto al contributo che
ogni iniziativa dà agli obiettivi strategici.
- Scelta delle azioni anche in relazione alla fattibilità delle stesse, in termini di economicità di risorse sia umane sia
finanziarie, di autonomia di realizzazione da parte della scuola e di tempi di realizzazione.
I risultati verranno diffusi internamente, tra tutto il personale docente, con le modalità sopra già riportate.
Saranno inoltre diffusi:
1) in sede di Consiglio di Istituto
2) in sede di Assemblea dei genitori degli alunni, ad ottobre prossimo, a cura dei docenti di ciascuna classe;
3) sul sito web dell’Istituto.
Schema di andamento delle attività del progetto
Attività
Individuazione dei gruppi di Lavoro
per classi parallele;
Responsabile Periodo di svolgimento
DS
Settembre - progettazione iniziale
- Suddivisione dei docenti in gruppi secondo la materia disciplinare svolta
- Gli insegnanti di sostegno si inseriscono nel gruppo dove l’alunno mostra
particolari difficoltà
N. ore
2 ore
30
-
Individuazione, in sede di riunione
congiunta dei quattro gruppi, degli
obiettivi e delle metodologie di
lavoro da
seguire, nonché delle modalità di
comunicazione tra gruppi e tra
gruppi e
Dirigente Scolastico;
Esame dei documenti messi a
disposizione dall’Istituto (testo
delle
Indicazioni, programmazioni
disciplinari
precedenti, articoli di riviste
specializzate, sito del MIUR);
Individuazione dei
percorsi da attuare nel lavoro di
gruppo;
Incontro di formazione Collegiale e
attività di ricerca azione con la
presenza di esperti
DS
Nomina di un docente responsabile della stesura dei verbali e di
coordinamento del gruppo stesso
Settembre - progettazione iniziale
- Intergruppo : condivisione delle metodologie e delle azioni da mettere in
campo e delle modalità di comunicazione tra gruppi
1 ora
Coordinatore
gruppo classi
parallele
Settembre - progettazione iniziale
- Gruppo classi parallele: Studio del materiale e rielaborazione
9 ore
DS
Settembre-ottobre
incontri in presenza alternati alla sperimentazione pratica
- progettazione di una unità di apprendimento
- Sperimentazione delle attività presentate nelle classi dei partecipanti
- Consulenza, supervisione e confronto on line tra docenti, formatore e gruppo di
coordinamento
- Restituzione dei lavori svolti dai singoli docenti
9 ore
31
Prima stesura delle “bozze” dei
curricoli;
Coordinatore
gruppo classi
parallele
Ottobre/ Novembre:
- Gruppo di lavoro classi parallele: realizzazione della programmazione
assegnata a ciascun gruppo secondo uno schema condiviso
3 ore
Valutazione delle bozze con
integrazioni e/o modifiche da
parte di tutti i docenti
DS
3 ore
Realizzazione di una UDA da
realizzarsi attraverso la
metodologia dell’apprendimento
cooperativo
Coordinatore
gruppo classi
parallele
Dicembre:
- Gruppo Gav: Lettura del materiale prodotto
- Intergruppo- gruppi classi parallele- :
- Referenti illustrano il lavoro svolto
- discussione a livello collegiale per apportare modifiche
Dicembre- maggio
- Gruppo di lavoro classi parallele: condivisione delle modalità di lavoro
- Progettazione di percorsi comuni: una unità di apprendimento comune
- Realizzazione di alcune prove di verifica comuni
- Realizzazione di rubriche valutative relative alle prove progettare
Incontro di formazione Collegiale e
attività di ricerca azione con la
presenza di esperti
DS
Febbraio- maggio
incontri in presenza alternati alla sperimentazione pratica
-progettazione di unità di apprendimento
- Sperimentazione delle attività presentate nelle classi dei partecipanti
- Consulenza, supervisione e confronto on line tra docenti, formatore e gruppo di
coordinamento
- Restituzione dei lavori svolti dai singoli docenti
9 ore
Approvazione delle modifiche da
apportare alle “ bozze” Curricoli in
sede di
Collegio Docenti
DS
Giugno - verifica finale
Intergruppo- gruppi classi parallele
- - Referenti illustrano il lavoro svolto
- discussione a livello collegiale per apportare eventuali modifiche
3 ore
1 incontro al
mese di 2
ore
32
Individuazione dei gruppi di Lavoro
per classi parallele;
DS
Predisporre strumenti per
DS
monitorare l’ adozione dei curricoli
da parte dei docenti
approvazione del Collegio dei docenti
Settembre a.s. successivo- progettazione iniziale
- Suddivisione dei docenti in gruppi secondo la materia disciplinare svolta
- Gli insegnanti di sostegno si inseriscono nel gruppo dove l’alunno mostra
particolari difficoltà
- Nomina di un docente responsabile della stesura dei verbali e di
coordinamento del gruppo stesso
Settembre a.s. successivo
Gruppo GAV
- predisposizione di schede di monitoraggio curricoli adottati
- Schede di monitoraggio unità di apprendimento prodotte
Stesura dei curricoli dopo le
modifiche adottate in sede di
collegio docenti con integrazioni
Pervenute.
livelli di padronanza, rubriche
di valutazione ed esempi di UDA)
Stesura di unità di apprendimento,
Coordinatore
gruppo classi
parallele
Settembre a.s. successivo - progettazione iniziale
- progettazione/ stesura di curricoli verticali ( Italiano-matematica)
- progettazione di prove di ingresso basate sulle competenze in entrata
Coordinatore
gruppo classi
parallele
Ottobre a.s. successivo
- Progettazione di unità di apprendimento da realizzare nel corso dell’anno
scolastico
Definizione dei livelli di
padronanza e di rubriche
di valutazione
Coordinatore
gruppo classi
parallele
Novembre-maggio a.s. successivo
- Realizzazione di UDA condivise attraverso la metodologia
dell’apprendimento cooperativo e dell’apprendimento tra pari
- Definizione dei livelli di padronanza da raggiungere
2 ore
33
-
Progettazione di prove di verifica basate su compiti autentici
Definizione di rubriche valutative condivise
PROGETTO 3 - Individuare strumenti per la valutazione di sistema al fine di identificare gli aspetti da mantenere consolidare e promuovere interventi
migliorativi per quelli meno soddisfacenti
LA VALUTAZIONE COME PROCESSO INTERPRETATIVO
Responsabile del
Progetto
Data di inizio e fine
Dirigente Scolastico Antonietta Mannucci
Anno scolastico 2017-2018
La pianificazione (PLAN)
Relazione tra la linea
strategica del Piano e il
Progetto
Dopo aver raggiunto una maggiore consapevolezza attraverso la formazione dei docenti sulla progettazione per competenze
(Progetto 1) e dopo aver messo in campo unità di lavoro nell’ottica dell’apprendimento per competenze (Progetto 2), occorre definire
una scala di valutazione che permetta di discriminare i differenti gradi di raggiungimento di ogni competenza e le sue dimensioni.
La sfida che ci vede già coinvolti è quella di ri-pensare e ri-organizzare gli ambienti formativi per promuovere apprendimenti in
contesti e situazioni concrete. La scuola delle competenze prevede un nuovo modello di insegnamento/apprendimento, la
centratura si sposta dalla trasmissione dei contenuti disciplinari ad una nuova progettazione che chiama in causa, oltre gli
elementi fondanti propri di ogni disciplina, anche le capacità/abilità e comportamenti necessari per la conquista delle
competenze.
Le rubriche valutative si propongono come strumento di sintesi per una descrizione delle competenze stesse e per la
definizione di criteri e scale di livello, della loro valutazione.
Esse, inoltre, rappresentano il primo passo verso la conoscenza e l’utilizzo di strumenti adatti, non solo alla valutazione delle
competenze, ma in una visione più ampia, all’autovalutazione di sistema.
Si tratta di un’azione di miglioramento che afferisce alle criticità individuate nel RAV ed espresse nei processi di miglioramento
della nostra scuola, attraverso cui si intende:
1. ricercare e sperimentare azioni e processi funzionali a gestire il momento della valutazione, in termini di condivisione
dei criteri e trasparenza, per rendere più omogenea l’ottica utilizzata dai docenti in fase di valutazione dell’alunno;
2. utilizzare tali risultati per incrementare la diffusione di questa pratica valutativa, più oggettiva e condivisa, legandola
all’innovazione metodologica già avviata, e creando un patrimonio culturale comune con la sperimentazione di
34
percorsi, modelli e pratiche di ricerca-azione ;
3. costruire in modo condiviso veri e propri strumenti, quali le rubriche valutative e i protocolli di osservazione dei processi
e degli esiti
4. individuare e adattare i criteri e le modalità di valutazione già esistenti alle competenze;
5. promuovere strategie di autovalutazione negli alunni;
6. diffondere la pratica del lavoro cooperativo anche tra i docenti, stimolando consapevolezza, riflessione, capacità di
rielaborare e ri-adattare il proprio percorso di lavoro;
7. individuare nel processo valutativo la funzione di attivatore delle azioni da intraprendere, regolatore di quelle avviate,
strumento d’analisi per quelle condotte a termine, intendendo l’attività valutativa come parte costitutiva ed
imprescindibile del processo d’insegnamento/apprendimento
Pianificazione degli obiettivi operativi
Indicatori di valutazione
Incrementare/potenziare le conoscenze dei docenti per modificare i comportamenti professionali
Nr di docenti che realizzano nuove pratiche valutative
Rendere congruo il curricolo agito con quello prefigurato nei documenti ministeriali
Adottare procedure e strumenti per la valutazione (diagnostica, formativa e sommativa)
Nr di curricoli e relativi strumenti di valutazione
realizzati
Nr e tipo di strumenti adottati
Costruire rubriche valutative
Nr rubriche valutative costruite
Documentare le esperienze realizzate
Raccolta della documentazione dei materiali
Riflettere sui materiali prodotti e raccolti
Nr di verbali prodotti
Risorse umane necessarie
Formatori in relazione al progetto
Destinatari del progetto
(diretti e indiretti)
Docenti della Scuola dell’Infanzia e Primaria
Alunni
La realizzazione (DO)
Descrizione delle
principali fasi di
attuazione
La metodologia educativa e didattica che si intende incoraggiare è quella del problem solving e del cooperative learning. In tale
prospettiva la scuola si configura come ambiente educativo di apprendimento e di formazione, un vero e proprio laboratorio
didattico, in cui la valutazione assume valenza formativa finalizzata ad individuare le strategie più adeguate ad assicurare
l’inclusione e il successo di tutti gli alunni.
Gli insegnanti saranno suddivisi per classi parallele.
35
Descrizione delle attività
per la diffusione del
progetto
Le fasi:
1. In presenza dei formatori – Plenaria –
- Progettazione di compiti complessi: individuare gli aspetti delle competenze, le conoscenze e le abilità messe in gioco nel
compito in situazione e le competenze trasversali; descrivere la procedura valutativa
- Le rubriche valutative
2. Laboratori e attività di ricerca-azione – Per classi parallele –
- Sperimentazione sul campo e documentazione
- Criteri per la costruzione di una prova finale con rubrica valutativa
- Costruzione di rubriche valutative riferite ai diversi aspetti della competenza
- Produzione di strumenti metacognitivi
- Produzione di strumenti di valutazione e auto-valutazione di processo
3. Conclusione e verifica – Plenaria –
- Presentazione dei lavori dei gruppi di classi parallele
- Raccolta dei materiali, delle osservazioni e delle proposte
- Presentazione da parte del Dirigente Scolastico in Collegio Docenti per sensibilizzare e creare consenso intorno al Progetto.
- Coordinamento, curato dallo staff dirigenziale, di tutte le iniziative previste con finalità comunicative e/o informative,
attraverso le forme ed i mezzi più adeguati.
- Trasmissione periodica e conclusiva dei materiali da parte del Dirigente Scolastico nel sito della scuola.
- Diffusione a tutti i docenti della scuola primaria e dell’infanzia, ai docenti della scuola secondaria di primo grado, ai genitori
delle attività, le azioni e i risultati relativi al Progetto.
Il monitoraggio e i risultati (CHECK)
La fase di monitoraggio metterà in evidenza:
→ Le difficoltà incontrate dai docenti coinvolti riguardo la realizzazione delle fasi del progetto e i possibili miglioramenti.
→ Una prima riflessione sulle ricadute didattiche.
Descrizione delle azioni di Verranno attuate le seguenti azioni:
1. compilazione di report per la verifica sullo stato di avanzamento nella realizzazione degli strumenti, con eventuali richieste di
monitoraggio
integrazioni ai docenti formatori;
2. compilazione di report per la verifica dei risultati dei singoli incontri tra insegnanti formatori e i rispettivi gruppi di lavoro;
3. raccolta finale della documentazione e del materiale prodotto per un riesame complessivo del progetto;
4. somministrazione di un questionario di gradimento ai docenti partecipanti alla formazione.
36
Il riesame e il miglioramento (ACT)
Modalità di revisione
delle azioni
Criteri di miglioramento
Descrizione delle attività
di diffusione dei risultati
Organizzazione di incontri per la revisione del progetto, tra il Dirigente Scolastico, i formatori, lo staff dirigenziale e i
coordinatori di gruppo per discutere problemi comuni alle articolazioni dello stesso, attraverso un colloquio strutturato per:
→ confermare congruenza delle varie parti del progetto
→ individuare possibili problemi e relative soluzioni
→ sviluppare valutazioni attraverso analisi critiche e verifiche
Si intende misurare il contributo del progetto rispetto alla performance dell’organizzazione e alla sua realizzazione.
Concretamente significherà misurare “a caldo” la realizzazione dei singoli risultati attesi e misurare a lungo termine, “a freddo”,
l’impatto che il progetto avrà sull’uso delle nuove tecniche valutative.
La diffusione dei risultati verrà realizzata attraverso diverse modalità:
diretta con la presentazione e la promozione degli strumenti realizzati nei gruppi di lavoro,
indiretta relativa alla modifica della modalità di valutazione e introduzione di rubriche valutative,
on-line, nel sito web della scuola, con la pubblicazione dei criteri relativi - alla costruzione delle rubriche
- alla nuova valutazione in decimi
Attività
TEMPIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ
Sett
Ott
Nov
Dic
Gen
Feb
Mar
Apr
3 giornate intensive da 4 ore ciascuna (totale 12 ore) con formatore
Attività di ricerca-azione dei gruppi (3 ore per incontro, totale 18 ore)
3 incontri di monitoraggio della ricerca-azione, con formatore (totale 9 ore)
Giornata intensiva conclusiva con formatore (4 ore)
37