Adorno e Schönberg
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Adorno e Schönberg
TEMPIETTO 30 ANNI:TEMPIETTO 30 ANNI 22-04-2008 16:53 Pagina 97 Il Tempietto 97 Adorno e Schönberg La dodecafonia come espressione radicale dell’alienazione moderna Paola Ruminelli già Segretaria Ass. Filosofica Ligure 1. Adorno e la Scuola di Francoforte Theodor Wiesengrund Adorno è uno dei principali esponenti della Scuola di Francoforte, nata negli anni trenta del ‘900 intorno al pensatore Max Horkeimer e migrata successivamente negli Stati Uniti in seguito all’ascesa al potere di Hitler. Dopo la seconda guerra mondiale Adorno con Horkeimer e Pollock ritornò a Francoforte, ricostituendo l’Istituto per la ricerca sociale, in cui si formò anche il noto filosofo Jurgen Habermas. Il gruppo dei francofortesi elaborò un programma ispirato alla teoria critica della società sulla linea di un marxismo eterodosso e libertario. Nell’analisi critica della società borghese capitalista e comunista, Adorno ( il nome Adorno gli deriva dalla madre) attribuiva all’arte un ruolo particolarmente importante, quello cioè di denunciare la crisi di un sistema, in cui vigeva il potere dell’industria culturale, che impone bisogni fittizi e comportamenti innaturali. L’arte manifesta il disagio dell’individuo soffocato nelle sue potenzialità espressive dai massmedia, che ne impediscono la libertà e ne reprimono la creatività. 2. Adorno filosofo e musicista Adorno era notoriamente un esperto del fenomeno musicale tanto che Thomas Mann lo volle come consigliere per il suo romanzo Dottor Faustus, il cui protagonista Leverkuhn ha stretto un patto con il diavolo per avere il dono della creatività musicale. Le pagine di Mann dedicate all’abilità di Leverkuhn, che simboleggia l’avventura della Germania finita in tragedia, si richiamano alle analisi profonde di Adorno sulla dodecafonia di Schönberg, che ritroviamo nel saggio Filosofia della musica moderna. In tale saggio, ritenuto dall’autore una “digressione” alla Dialettica dell’illuminismo scritta in collaborazione con Horkeimer, la musica si presenta come strumento di indagine della realtà. Musica e filosofia si integrano per evidenziare la condizione di solitudine e di alienazione dell’uomo del suo, ma anche del nostro tempo. Come Adorno stesso sostiene nella TEMPIETTO 30 ANNI:TEMPIETTO 30 ANNI 98 22-04-2008 16:53 Pagina 98 Il Tempietto Prefazione del saggio, egli si propone di rappresentare il cambiamento della funzione della musica nell’età moderna, inquadrandolo nella produzione commerciale di massa. Il libro comprende due studi Schönberg e il progresso e Strawinsky e la restaurazione, due testi di non facile lettura perché, come dice Luigi Rognoni nell’Introduzione alla prima traduzione italiana di Filosofia della musica moderna, l’opera “parla al filosofo in termini musicali e al musicista in termini filosofici”1. A Schönberg Adorno attribuisce il merito di essersi aperto al progresso, aiutandoci a diventare consapevoli della crisi profonda, che attraversa l’età moderna sino ai giorni nostri. 3. L’arte e l’organizzazione della società La musica è molto mutata negli ultimi 30 anni, sostiene Adorno. Ha dissolto l’idea dell’opera “ rotonda” e compiuta. Già con il Wozzek di Berg la musica moderna si affermava per l’arditezza dei nuovi mezzi, per la ricchezza e varietà dei caratteri musicali e la grandiosità della disposizione architettonica, ma, sempre per Adorno, non era ancora in discussione quello che il processo della musica moderna implica cioè il mettere in discussione immagini compiute, immagini che possono essere ammirate nei musei musicali, vale a dire nei teatri e nelle sale da concerto. Le forme dell’arte registrano a detta di Adorno la storia dell’umanità meglio dei documenti, non c’è mutamento delle forme , che non corrisponda a diverse visioni del mondo quale portato delle nuove organizzazioni di vita. Il materiale sonoro scorre nello stesso senso della realtà reale : “Gli avvertimenti che il materiale trasmette al compositore e che questi trasforma mentre obbedisce loro, si costituiscono in una interazione immanente”2. Il compositore riceve dalla società in cui è immesso stimolazioni con le quali entra in rapporto dialettico nell’elaborazione della sua opera. 4. Le forme attuali della musica Le forme attuali dell’arte sono molto diverse da quelle del passato “Oggi al compositore non stanno affatto a disposizione indifferenziatamente tutte le combinazioni, che sono state usate finora. La meschinità e lo stato di logorio dell’accordo di settima diminuita o di certe note di passaggio cromatico della musica da salotto del secolo XIX, vengono avvertiti anche dall’orecchio più ottuso”3. Mentre la consonanza, la prospettiva armonica, la concezione dinamica della tonalità costituivano un patrimonio irrinunciabile della musica del passato, oggi gli accordi tradizionali giungono obsoleti all’orecchio. La figura del compositore oggi è mutata rispetto a come era stato visto dall’estetica idealista. L’epoca in cui vive e la società di cui fa parte non lo delimitano dall’esterno, ma influiscono direttamente sulle sue immagini musicali. In ogni battuta che egli pensa lo stadio della tecnica, che caratterizza il nostro contesto, gli si TEMPIETTO 30 ANNI:TEMPIETTO 30 ANNI 22-04-2008 16:53 Pagina 99 Il Tempietto impone con la pretesa di essere recepito. Il cambiamento del linguaggio musicale è avvenuto sulla linea del tardo romanticismo wagneriano, nel quale le diverse dimensioni della musica tonale (melodia, armonia, contrappunto,forma e strumentazione) si sono evolute liberandosi l’una dall’altra. Lo schema espansivo romantico viene criticato e sono rifiutati gli ornamenti e le leggi di simmetrico-esistensive, preparando i presupposti di un nuovo sistema compositivo. La nuova musica vuole avere il privilegio di negare ogni carattere di apparenza, che le convenzioni le conferivano. Secondo una emancipazione dai vecchi moduli espressivi il compositore utilizza liberamente il tipo di sonorità di cui abbisogna in quello specifico momento, senza adattarsi all’universalità di vecchio stampo. “Non si ha più fiducia che il continuum del tempo soggettivo abbia la forza di racchiudere eventi musicali e di conferir loro un senso, ponendosi come loro unità”4: il soggetto non costituisce più un senso che conferisce forma allo scorrere del tempo musicale, come avveniva tradizionalmente, ma racchiude il tempo nella costruzione musicale negandolo. Il tempo è ancora il protagonista della musica, ma soggiogato e fermato, senza più storia. 5. Schönberg e la dodecafonia L’ideatore della dodecafonia fu Arnold Schönberg, intorno al quale si radunò la così detta Scuola di Vienna, di cui 99 facevano parte anche musicisti allievi di Schönberg quali Alban Berg e Anton Webern, scuola che ebbe grande influenza sulle generazioni del dopoguerra. L’amicizia con il pittore russo Kandiskij e con altri artisti , tra i quali Franz Marc, con cui fondò il gruppo del Cavaliere azzurro, ispirò a Schoönberg la composizione del Pierrot Lunaire del 1912, opera che sconvolse il pubblico per l’applicazione della atonalità, secondo una modalità rivoluzionaria nei confronti della musica tradizionale. In quest’opera sconcertante Schönberg denuncia la crisi della soggettività, vittima dell’alienazione di una società che stava precipitando nel baratro della guerra. Fu però dopo gli anni venti che il musicista viennese elaborò il sistema seriale, basato su un ordinamento di dodici suoni, che richiede un dominio tecnico della materia sonora di grande rigore ed esattezza. Egli usò la serie in quattro modi, che trasposti sui dodici suoni della scala cromatica, rendono disponibile una serie di 48 forme, dalle quali si possono produrre ulteriori derivazioni della serie iniziale. Le Variazioni per orchestra di Schönberg sono un esempio delle inesauribili combinazioni seriali che si possono avere con questo sistema, in cui ogni suono è determinato dalla serie in modo che non esistano più note libere. 6. Maestria e rimozione di spontaneità nella musica seriale L’azione del musicista moderno è paragonabile, dice Adorno, più che ad TEMPIETTO 30 ANNI:TEMPIETTO 30 ANNI 100 22-04-2008 16:53 Pagina 100 Il Tempietto un vero e proprio procedimento pittorico ad una disposizione dei colori sulla tavolozza perché solo quando la disposizione dei dodici suoni è pronta, l’autore procede alla composizione. Tale metodo compositivo risponde ad una esigenza di razionalità e di dominio sulla natura : “Ne risulta un sistema di dominio sulla natura in musica che risponde ad un’aspirazione, sorta già ai primordi della borghesia, di comprendere con un criterio d’ordine tutto ciò che contribuisce a formare un pezzo musicale e di risolvere l’essenza magica della musica in razionalità umana”.5 Se la dodecafonia è espressione di una maestria che vuole realizzare la razionalità eliminando ogni residuo sensibile, l’esito è però anche quello di produrre la rimozione della spontaneità e della libertà. Il soggetto, che si afferma nel dominio del suono finisce infatti con l’autonegarsi nelle regole repressive imposte da lui stesso. L ‘esigenza del protocollo esclude ogni possibilità di uscire dalla costruzione predeterminata senza concedere nulla alla spontaneità creativa: “nessun suono dovrà tornare prima che la musica abbia esaurito tutti gli altri, nessuna nota comparire che non adempia una sua funzione melodicotematica nella costruzione dell’insieme e non si userà nessuna armonia che non sia legittimata univocamente in un punto determinato” 6 Criterio fondamentale del compositore è l’esattezza allo scopo di arrivare al dominio completo sul materiale, ma l’assoggettamento del materiale alla ratio matematica si risolve nella costrizione del soggetto alle leggi da lui stesso ideate. 7. Organizzazione formale del materiale sonoro Con l’esclusione della tonalità si verifica anche la perdita di un centro a cui i diversi elementi musicali si rivolgano, con l’esito di una organizzazione di carattere formale, non prodotta da una genuina interazione tra le parti, ma dalla predeterminazione del tutto: “La razionalità totale della musica consiste nella sua organizzazione totale” 7; “L’imperioso dominio sul tutto scaccia la spontaneità dei momenti singoli”8. L’obiezione “ stolta” del profano che la musica moderna è monotona, contiene però un momento di verità. Il compositore moderno sdegna i contrasti come quelli tra acuto e grave, forte e piano, esclude le sfumature tanto valorizzate nel classicismo viennese. Le dissonanze non sono più mezzo di espressione soggettiva, la dimensione timbrica viene a mancare e la sonorità si fa semplice registrazione. Ne risulta una sonorità fulgidamente compatta,con luci ed ombre cangianti, ma statica come una macchina complicata : “la sonorità si fa distinta, tersa e lucida come la logica positivista, svelando il moderatismo che la severa tecnica dodecafonica nasconde” 9: si tratta di un puro linguaggio in cui l’opera concreta viene sacrificata all’oggettività di una ricerca, sostenuta da un’ansia di verità, che rischia però di diventare TEMPIETTO 30 ANNI:TEMPIETTO 30 ANNI 22-04-2008 16:53 Pagina 101 Il Tempietto impotente sul piano comunicativo. L’angoscia dell’uomo solitario nella società massificata diventa canone estetico e il suo dolore non trasfigurato si esprime nell’impotenza di non poter più mitigarsi nemmeno attraverso il gioco dell’arte e della bellezza. 8. La dodecafonia come espressione radicale della alienazione moderna Seguendo l’interpretazione di Adorno, la dodecafonia è il portato della configurazione attuale della società industrializzata, in cui si è imposta una razionalità livellatrice delle differenze in nome della completa manipolazione della realtà naturale. La radicalità di tale musica è la denuncia di una crisi che vuol ridurre la singolarità nell’apparato collettivo, per una società in cui ogni lacerazione sia negata ed assorbita nell’insieme. La volontà dell’uomo moderno di istituire un dominio sulla realtà naturale porta alla creazione di una realtà fittizia, nella quale prevale l’angoscia del vuoto e della solitudine. 101 A conclusione valgano ancora le parole di Adorno, che ritiene la musica nuova di Schönberg frutto di una rigorosa ricerca sulla situazione spirituale del nostro tempo : “Essa ha preso su di sè tutta la tenebra e la colpa del mondo: tutta la sua felicità sta nel riconoscere l’infelicità, tutta la sua bellezza nel sottrarsi all’apparenza del bello.”10 Con il coraggio dell’assunzione radicale della verità essa favorisce quella severa presa di coscienza, che è presupposto purificatore di ogni progresso morale. NOTE 1 Theodor W: Adorno Filosofia della musica moderna, Einaudi, Torino 2002, p. XXXI 2 Ivi, p. 39 3 Ibid. 4 Ivi p. 62 5 Ivi , p. 66 6 Ivi, p. 70. 7 Ivi p. 71 8 Ivi, p. 73. 9 Ivi p. 90 10 Ivi p. 130