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Suzuki Intruder 800C, la custom comoda
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In occasione della recente presentazione del Tom Tom Rider (il navigatore per motociclisti), abbiamo avuto
modo di percorrere un po' di km in sella alla Intruder 800C, una delle custom della gamma Suzuki.
La linea è quanto di più classico ci si possa aspettare da una custom che si rifà, è innegabile, alle icone del
genere "made in USA", coniugandole, però, con alcuni elementi tecnici tipici delle moto giapponesi,
specialmente in termini di comodità e fruibilità.
La linea tradizionale di questa custom si evidenzia subito nel grosso faro tondo e cromato e nell'assenza
completa di cupolino. La strumentazione trova alloggio nel serbatoio, lasciando il grande e largo manubrio
completamente libero. La "goccia" degli strumenti comprende un grosso tachimetro analogico a sfondo nero
con cifre "old style" e il contachilometri a cristalli liquidi (con doppio conteggio parziale). Nota forse un po'
stridente l'indicatore del livello del carburante, sempre a cristalli liquidi; una bella lancetta sarebbe stata
sicuramente più "a tono". Lo stesso display, comunque, visualizza anche la marcia inserita, un'indicazione
sempre utile e non sempre presente. Completano la strumentazione le spie del folle, degli indicatori di
direzione, della pressione dell'olio e della temperatura dell'acqua.
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Le linee arrotondate e armoniose sono assecondate dai parafanghi avvolgenti (che finiscono con un "codino"
all'estremità posteriore) e dalle numerose e abbondanti cromature, distribuite veramente ovunque, ma
fortunatamente, posizionate con gusto e mai eccessive. L'armonia generale si evidenzia ancora di più
nell'estetica del motore, un classicissimo bicilindrico a V longitudinale con doppio scarico a destra. In questo
caso le cromature coinvolgono, oltre agli scarichi, i carter e le testate, in tinta con le alette di raffreddamento
dei cilindri color alluminio.
Cavi, tubi e passaggi olio sono praticamente invisibili e anche il radiatore è perfettamente "mimetizzato" nella
parte anteriore, tanto che, a uno sguardo non troppo tecnico, il motore potrebbe benissimo apparire come
raffreddato ad aria.
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Sempre in tema di tradizione troviamo le grandi e avanzate pedane poggiapiedi e l'abbondante e morbidissima
sella del guidatore. Il passeggero ha a disposizione il tipico strapuntino di dimensioni medie, ma, purtroppo,
senza nessun appiglio a cui tenersi. Sarà quindi indispensabile, per chi viaggi spesso in compagnia, adottare
qualche soluzione aftermarket, come una sella differente, un poggiaschiena o qualcosa di simile. I cerchi (da
15'' al posteriore da 16'' all'anteriore) riassumono il concetto di "tradizione modernizzata" con le loro molteplici
razze a rappresentare, quasi, dei moderni raggi.
Ridotte (se non praticamente nulle), le possibilità di carico di serie: non esiste sottosella e l'unico vano
portaoggetti, laterale, è molto piccolo e occupato quasi interamente dalla trousse di attrezzi e dal manuale
d'uso.
La colorazione bianca e argento da noi provata (la moto è disponibile anche nera), è particolarmente
appariscente, ma proprio grazie alla cura riposta nello studio delle linee, risulta comunque gradevole e
piuttosto elegante.
Certo, rispetto a molte concorrenti dall'impostazione custom più rigorosa, la Intruder risulta decisamente più
"moderna", specialmente nelle scelte tecniche e dei materiali. Molte delle cromature, infatti, sono in plastica
invece che in metallo, ma la qualità generale è di alto livello e, in questo modo, si è riusciti a contenere
notevolmente il peso e il costo. Questo non significa che la Intruder sia una moto "economica" inteso come
indicatore di scarsa qualità; ne sono prova, ad esempio, la bella e robustissima piastra della forcella, il cardano
e tutte le finiture, in generale.
A proposito di "stazza" la C800 supera abbondantemente i 230kg di peso. Può sembrare la solita frase trita e
ritrita, ma la sella bassa e il manubrio largo, unitamente a quello che ci è sembrato un riuscitissimo progetto
del telaio, rendono l'Intruder una vera piuma, anche da ferma. Nessun problema neanche per le manovre in
parcheggio per chi, come noi, non va oltre il metro e settancinque di statura.
La stessa agilità la si riscontra anche in movimento, sia nel traffico, sia nel misto stretto, dove la C800 non si
spaventa neanche davanti ai tornanti più chiusi. L'anteriore non tende mai a chiudere, come talvolta avviene
con moto del genere, e fila dritto e sicuro dove lo si direziona.
Buono anche il comportamento nel misto più largo, anzi, quasi sorprendente, considerando la tipologia di
moto. Le sospensioni hanno una taratura che permette una guida divertente (per una custom) e molto
sicura; i cambi di direzione sono sempre rapidi e precisi. Nei curvoni veloci si apprezza molto la stabilità della
ciclistica, unitamente all'elasticità del motore.
Il bicilindrico da 53CV e 805cc, spinge deciso e lineare; le vibrazioni ci sono, ma il tanto giusto per poter dire di
essere su una custom, niente di più, e niente hanno a che vedere con quelle di certe concorrenti più
tradizionali, in grado di anestetizzare braccia e gambe nel giro di qualche km. La 800C, in questo senso, può
essere considerata un'ottima "macina chilometri". Oltre i 100km/h l'assenza assoluta di riparo dall'aria si fa
sentire, ma chi sceglie una custom, in genere, ama passeggiare e, inoltre, sa benissimo a cosa va incontro,
quindi questo non può essere affatto considerato come un difetto.
La trasmissione cardanica richiede qualche attenzione nei continui stacchi di frizione tipici del traffico, per
evitare troppi scossoni, ma ci si fa subito la mano. Una volta in movimento l'erogazione è molto fluida e la
spinta decisa, ma sempre piacevole. La C800 da il meglio di se nei percorsi misti da 60-90km/h dove, oltre alle
già citate doti di agilità, si apprezza il rendimento del motore con il suo rombo deciso, ma contenuto.
Buoni i consumi, dichiarati intorno ai 20km/l e, dalla nostra prova, decisamente attendibili. Insomma, un
motore dall'aspetto classico, ma dai contenuti modernissimi che, anche grazie alla buona mappatura della
centralina, riesce ad essere comodo, deciso, divertente e poco assetato.
Il cambio a cinque marce è ben spaziato e, grazie, appunto, all'agilità del motore, non è necessario usarlo in
continuazione; in città o sul misto, si può fare quasi tutto con una marcia sola. A tal proposito citiamo la
presenza del cambio a bilanciere, che permette di scalare usando il tacco della scarpa, senza dover infilare la
punta sotto alla levetta. Un sistema molto comodo, ma che, per chi non è abituato, richiede un po' di
attenzione, perché spesso si rischia di scalare erroneamente cercando l'appoggio della pedana.
La frenata non è certo quella di una sportiva, ma il disco anteriore svolge perfettamente il suo ruolo ed è
difficile metterlo in difficoltà anche ad andature "allegre" (sempre per una custom); il tamburo posteriore
risulta, tutto sommato, modulabile.
Concludendo possiamo dire che la Intruder C800 rappresenti un'ottima scelta per chi voglia una moto dal
forte impatto estetico (magari per fare una bella figura al parcheggio del bar), ma anche da usare e godere su
strada; in sostanza una custom dal sapore classico, giustamente vistosa, ma elegante, e dotata di quel tanto
di comodità e piacere di guida che le moto più "tradizionaliste e integraliste" spesso sacrificano. Il costo, di
8700 euro, è sicuramente proporzionato alle dotazioni e alla qualità riposte nel progetto e nella realizzazione
della C800.
I già citati limiti di carico e di "abitabilità" del passeggero sono da mettere in conto praticamente su qualsiasi
moto del genere e siamo sicuro che per rimediare non ci sarà che l'imbarazzo della scelta fra le miriadi di
prodotti after-market dedicati alle custom. Custom, d'altronde, significa principalmente "personalizzare".
01 ottobre 2013
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