Televisione digitale - Ordine dei Giornalisti Lombardia
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Televisione digitale - Ordine dei Giornalisti Lombardia
Tabloid Anno XXXIX N.4 Luglio-Agosto 2009 Direzione e redazione Via A. da Recanate 1 20124 Milano tel. 026771371 fax 0266716194 http:/www.odg.mi.it e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. DIn: 353/2003 (conv.in L27/2/2004 n.46) art.1 (comma 2). Filiale di Milano New Ordine dei Giornalisti della Lombardia A s s o c ia zio ne “ Walter Tobagi”- I stitu to pe r la f orm a z ion e a l G ior n a lis m o “ Ca rlo De M ar t i n o ” Televisione digitale l’incognita delle locali in Lombardia Convegno 1° ottobre 2009 “Il futuro del giornalismo” seconda edizione Ordine Master/Ifg iscrizioni aperte per la scuola di giornalismo Nuove frontiere Il personaggio Il new york times sperimenta i journo-developers in redazione grazia neri racconta L’italian style in uno scatto Sommario New Tabloid n. 4 Luglio-Agosto 2009 4 editoriale L’informazione che cambia di Letizia Gonzales 32 primo piano Tra cronaca e privacy troppi giornalisti aggrediti di Carlotta Quadri 34 Malmenata per qualche foto di Saba Viscardi 35 Rischi e sacrifici a 2 euro ecco il mondo dei precari di Massimiliano Saggese 6 inchiesta Incognita digitale per le Tv locali di Ottavio Marangoni 16 le iniziative dell’ordine Giornali, lettori e post-giornalismo 18 Fare inchieste per la televisione 19 Master/Ifg: iscrizioni aperte 20 Under 35 da incorniciare 36 la voce dei pubblicisti Corsi e “mini esami” per iscriversi all’Elenco di Stefano Gallizzi 38 l’angolo della legge Blogger anonimo? Vietato per legge 21 la voce dei lettori La trappola di Internet e i sogni dei giovani giornalisti 24 gli altri enti di categoria Inpgi, emerge a sorpresa un esercito di Co.co.co. 25 Casagit, Cerrato nuovo presidente 26 Il personaggio Grazia Neri si racconta. L’italian style in uno scatto di Sandro Mangiaterra 30 le nuove frontiere Giornalisti a tutto campo E il web è senza segreti di Roberto Dadda New Tabloid - Periodico ufficiale del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia Poste Italiane Spa. Sped. Abb. Post. Dl n. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1 (comma 2). Filiale di Milano - Anno XXXIX N. 4 / Luglio-Agosto 2009 Direttore responsabile: Letizia Gonzales Redazione: Paolo Pozzi (coordinamento) Antonio Andreini Hanno collaborato: Roberto Dadda, Stefano Gallizzi, Sandro Mangiaterra, Ottavio Maragoni, Gianfranco Pierucci, Carlotta Quadri, Pino Rea, Massimiliano Saggese, Francesco Siliato, Maddalena Tufarulo, Saba Viscardi Tabloid 4 / 2009 40 OSSERVATORIO SULL’ESTERO Una tassa sul web. La Francia ci sta a cura di Pino Rea 42 Colleghi in libreria Trent’anni di Storia, ma sembra un altro film di Antonio Andreini 44 colleghi alla ribalta Vado, video e torno. Un caso da manuale di Maddalena Tufarulo 45 Cronisti in Iran fra emozioni e reportage di Gianfranco Pierucci 46 i numeri Progetto grafico e realizzazione: Maria Luisa Celotti Studio Grafica & Immagine Crediti fotografici: Photos, NewPress, Uliano Lucas, Paolo Pedrizzeti, Gianni Giansanti, James Nachtwey, Oded Bality/AP, Morris, Galai Foto di copertina: Elaborazione R. Minoia Direzione, redazione e amministrazione: Via Antonio da Recanate 1 20124 Milano Tel: 02/67.71.371 - Fax 02/66.71.61.94 Collegio dei revisori dei conti: Ezio Chiodini (presidente) Marco Ventimiglia, Angela Battaglia Direttore OgL: Elisabetta Graziani Registrazione n. 213 del 26-05-1970 presso il Tribunale di Milano. Testata iscritta al n. 6197 del Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia: Letizia Gonzales: presidente Stefano Gallizzi: vicepresidente Mario Molinari: consigliere segretario Alberto Comuzzi: consigliere tesoriere Consiglieri: Amelia Beltramini, Mario Consani, Laura Hoesch, Laura Mulassano, Paolo Pirovano Stampa: Italgrafica srl Via Verbano 146 - 28100 Novara Veveri La tiratura di questo numero è di 27.500 copie Chiuso in redazione il 15 luglio 2009 Concessionaria di pubblicità: IMAGINA di Gabriella Cantù Corso di Porta Romana 128 20122 Milano E.mail: [email protected] Tel: 02/58320509 - Fax: 02/58319824 3 Editoriale L’informazione che cambia “Grazie al popolo della rete l’inferno di Viareggio è subito finito nel web ed ha fatto il giro del mondo”. Così Aldo Grasso critico Tv del “Corriere della Sera” racconta come utilizzando macchine fotografiche, cellulari e telecamere sia stata documentata con un tempismo finora sconosciuto la tragedia di Viareggio. La partecipazione in diretta dei cittadini è oramai un modo sempre più diffuso di fare informazione. Quali i limiti, quale il futuro, quali i pericoli del citizen journalism privato della mediazione del professionista, saranno alcuni dei temi che affronteremo nel corso di un convegno il 1° ottobre nell’Aula Magna dell’Università Statale dei Milano. Anche quest’anno infatti l’Ordine della Lombardia si è fatto promotore di un’iniziativa che ha per protagonista il futuro dei giornali, il ruolo del giornalista e di un’istituzione come l’Ordine in un contesto rivoluzionato dalle nuove tecnologie e attraversato da una crisi economica che obbliga ad un ripensamento, non solo in Italia, delle strategie editoriali. Già nel dicembre 2006 “Time” dedicava al cittadino, Tu, ignoto futuro protagonista dell’informazione, una famosa copertina a specchio, a forma di video Tv, dove campeggiava proprio la scritta You. Sono passati appena tre anni ed eccoci qui a parlare della trasformazione del modo di fare giornalismo, degli strumenti digitali che hanno invaso la nostra società, della necessità di maggior interattività nel linguaggio, del bisogno sempre crescente di contenuti di qualità riconoscibili. La tecnologia che avanza sta mettendo in discussione abitudini e certezze consolidate di questi ultimi anni e crea scompiglio nei piani editoriali e nel modo di fare informazione. E’ però di grande stimolo nella 4 Tabloid 4 / 2009 Editoriale ricerca di nuove fonti di ricavi e di nuovi format per visualizzare le notizie che possono aprire strade professionali del tutto inedite anche per i giornalisti. Ne parlano i così detti ribelli del “N.Y.Times”, un gruppo di dieci reporter che raccontano le notizie in tutt’altro modo. Dal mondo del web alla Tv digitale. L’inchiesta di apertura di questo numero prende in esame la condizione delle emittenti locali ed in particolare di quelle lombarde dove il passaggio al digitale rappresenta un salto nel buio. C’è grande preoccupazione fra le Tv locali per prepararsi ad una svolta epocale che richiede sostanziosi investimenti –il momento non è dei migliori- per non rischiare l’estinzione. Occorrono risorse adeguate per sostenere la raccolta pubblicitaria ed interventi pubblici a difesa delle Tv locali. Dopo tanto futuro, una testimone d’eccezione di mezzo secolo di storia e dei cambiamenti che hanno sconvolto il sistema dei mass media. Grazia Neri ripercorre in un’intervista la strada del successo della sua agenzia, punto di riferimento del fotogiornalismo del mondo intero. Anche per la signora della fotografia la rete è una grande opportunità, dove è indispensabile non solo la qualità ma la salvaguardia del copyright. “Se tutto diventa gratis è realmente la fine. Non rimane che sperare nell’idea di Murdoch di far pagare l’accesso alle notizie. E tanto più alle immagini. Questo salverà il nostro mestiere. E forse l’intera informazione”. Per concludere segnalo un corso per aspiranti giornalisti televisivi sostenuto dal nostro Ordine e organizzato su misura dall’Associazione Premio Ilaria Alpi in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano per gli iscritti della Lombardia. Quattro giorni di full immersion, dal 7 al 10 settembre, a 30 euro (gratis per i disoccupati) nella sede della nostra scuola di giornalismo Ifg, in via Fabio Filzi 17 in compagnia di Sabrina Giannini e Bernardo Iovine (Report),Sandro Provvisionato (Terra!), Maurizio Torrealta (Rainews24) per conoscere e imparare dal vivo i segreti del giornalismo d’inchiesta televisivo. Il presidente Letizia Gonzales Tabloid 4 / 2009 5 L’inchiesta alla vigilia di un cambio epocale sul piccolo schermo Incognita digitale per le Tv locali La Lombardia, nel secondo semestre 2010, abbandona l’analogico. Ma nella nostra regione non tutto è pronto: le frequenze disponibili sono poche e le tv tante, più che in ogni altra zona d’Italia. Sarà vincente diventare operatori di rete. Un cambio tecnico per gli utenti. Ma la pubblicità non ricambia gli investimenti tecnologici delle emittenti. La vera risorsa sarà nelle news legate al territorio Il Digitale terrestre (Dtt) per le emittenti locali sarà un vero banco di prova. Per le “piccole” tv la transizione al digitale rappresenta sicuramente un grande “salto nel buio”, i cui effetti potrebbero mettere in forse la loro stessa esistenza. Per non rischiare l’estinzione, le tv areali devono preparasi ad affrontare una svolta epocale, poiché il processo di digitalizzazione, una volta iniziato, può solo subire accelerazioni nell’interesse di tutti i protagonisti: alcune hanno iniziato da tempo a investire nella tecnologia digitale, altre hanno 6 deciso di operare tale “dolorosa” scelta in extremis, per via di una carente capacità finanziaria, acuita dalla crisi economica generale. La loro presenza sul territorio è capillare. Sono 550 le imprese televisive locali operanti nel nostro Paese, di cui 440 a carattere commerciale e 110 comunitarie, che producono ricavi complessivi per 650mln di euro (500mln da pubblicità, 150mln da contributi) e impiegano 4.800 dipendenti (di cui 1.500 giornalisti). In questi anni di transizione al Dtt hanno investito complessivamente in tecnologie e frequenze 530mln di euro e hanno scelto, nella quasi totalità dei casi, di essere attive sia come operatori di rete che come editori. Il loro ruolo nell’ambito dell’informazione locale viene reso da un dato: 100 emittenti locali producono mediamente in un anno 219mila ore di programmi giornalistici. Non a caso, le news dal territorio sono il loro vero punto di forza. In Lombardia, invece, sono 40 le emittenti televisive che hanno fatto richiesta di passaggio al digitale (tante almeno risultavano alla data del 25 Tabloid 4 / 2009 Le aree dello switch off (spegnimento della tv analogica) • Sardegna Valle d’Aosta: 31 ottobre 2008 e 14/23 settembre 2009 • Piemonte occidentale: 24 settembre • Lombardia (tranne Mantova, inclusa Piacenza) e Piemonte orientale: I° semestre 2010 • Trento: 15/30 ottobre 2009 • Bolzano: 26 ottobre /13 novembre 2009 • Emilia Romagna, Veneto, Fruili, Liguria (e provincia di Mantova): II° semestre 2010 • Marche, Abruzzo e Molise, Basilicata e Puglia: I° semestre 2011 • Toscana e Umbria: I° semestre 2012 • Lazio: 16/30 novembre • Campania: 1/16 dicembre 2009 • Sicilia e Calabria: fine 2012 Lo switch over (passaggio al Dtt di RaiDue e Rete 4) Già avvenuto in Valle d’Aosta, Trento (15 febbraio), Piemonte occidentale (20 maggio), Lazio (16 giugno). luglio 2005 indicata come scadenza dal Ministero). Un nutrito gruppo di aziende che dà lavoro a un migliaio di dipendenti e a quasi 150 giornalisti. Le sfide che attendono queste tv in vista del digitale sono diverse, dalle interferenze tra frequenze di regioni confinanti alla collocazione che dovrà essere loro attribuita singolarmente sui telecomandi. Oltre agli aspetti tecnici, c’è il fatto che la transizione avviene in un momento drammatico per l’economia nazionale. Mentre diversi comparti produttivi tagliano, Tabloid 4 / 2009 ristrutturano o addirittura chiudono, nel mondo televisivo, per legge, si dovrà investire. Le frequenze e le risorse rappresentano, dunque, i veri punti interrogativi. Per evitare la procedura di infrazione sulla concentrazione delle frequenze minacciata dall’Unione europea, era stato proposto di creare cinque multiplex in ogni regione (in Sardegna solo due), ognuno con una capacità trasmissiva di 5-6 canali, da mettere a disposizione dei nuovi editori attraverso gare, le cui modalità dovevano essere definite dall’Agcom d’intesa col ministero. Nel frattempo però l’Ue ha risposto dichiarando inadeguate tali disposizioni e ribadendo la prosecuzione 7 L’inchiesta • Gli impianti di Teleradiodiffusioni Bergamasche, sede di Bergamo Tv, Radio Alta e Bergamo Sat. Sopra: la conduzione di un telegiornale locale e, nella pagina a destra, uno degli studi di Bergamo Tv. della procedura d’infrazione. Quanto alle risorse, per il sostegno alla diffusione del Dtt, sono stati stanziati 9mln di euro nel 2008, altri 41mln nel 2009 da destinare all’acquisto dei decoder per le fasce più disagiate della popolazione, oltre che per le campagne di comunicazione. Mancherebbero all’appello, tuttavia, altri 30mln. Altri finanziamenti dovrebbero essere reperiti localmente dagli enti regionali delle aree che progressivamente diventeranno all digital. Ma la pubblicità rimane al palo Se il passaggio al digitale terrestre giova più alle televisioni nazionali piuttosto che a quelle locali, gli investimenti pubblicitari, da parte loro, non fanno privilegi né per gli uni né per gli altri. In un periodo di vacche magre, la vera preoccupazione arriva da qui, dalla pubblicità. Che non sembra proprio ripagare gli investimenti che i piccoli editori di emittenti teleisive hanno fatto e stanno facendo per assicurare il passaggio al digitale. L’analisi della distribuzione delle risorse sulle diverse piattaforme evidenzia che il tradizionale sistema televisivo analogico assorbe ancora il 64,1% dei 8 ricavi complessivi (canone, pubblicità e pay tv, vedi tabella nella pagina a fianco) anche se sta vistosamente arretrando rispetto al digitale che avanza. Per quanto riguarda i ricavi pubblicitari nel 2008, invece, il 93% del mercato di vendita degli spazi su mezzo televisivo è ancora sull’analogico (vedi tabella a pag. 10). La vera prova del nove sarà nel 2010, quando cioè Lazio e Lombardia saranno digitali e buona parte del territorio nazionale sarà digitalizzato. Nel frattempo, per seguire e promuovere lo sviluppo della tv digitale terrestre gratuita, è nata la piattaforma Tivù, che vede schierati insieme i tre big della tv analogica: Rai, Mediaset e TiMedia, soci fondatori e azionisti (i primi due al 48%, il terzo al 4%) dell’omonima società costituita ad hoc, sul modello della britannica Freeview (2003) e della francese TntChaines Gratuites (2005). A Tivù si sono già aggregate le due maggiori associazioni dell’emittenza locale, Frt e Aeranti-Corallo. il 10 settembre scorso prevede una transizione al digitale progressiva delle varie regioni italiane, divise in 16 aree, a partire dal II semestre 2009 fino al II semestre 2012, fermi restando i passaggi già previsti nelle aree all digital: Sardegna e Valle d’Aosta, rispettivamente, 31 ottobre 2008 e 14-23 settembre 2009, per adeguare l’iter dello switch off a quello del Piemonte occidentale, dove partirà il 24 settembre, per evitare interferenze (l’area orientale invece passerà nel II semestre 2010). A Trento la tv analogi- Tante regioni tanti “switch off” Il decreto firmato dal ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola Tabloid 4 / 2009 L’inchiesta ca si spegnerà tra il 15 e il 30 ottobre 2009, a Bolzano tra il 26 ottobre e il 13 novembre. Nel Lazio lo switch off è fissato tra il 16 e il 30 novembre, in Campania tra il 1° e il 16 dicembre. Nel I° semestre 2010 si fermerà la tv tradizionale in Lombardia, mentre nel II° semestre sarà la volta di Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Liguria. Marche, Abruzzo e Molise, Basilicata e Puglia diranno addio alla “vecchia” tv nel I° semestre 2011, e un anno dopo Toscana e Umbria. Le ultime due regioni saranno la Sicilia e la Calabria, dove la transizione avverrà a fine 2012. Diverso dallo switch off (spegnimento della tv analogica) è lo switch over, passaggio al digitale terrestre di RaiDue e Rete 4, che ha già interessato Valle d’Aosta, Trento (15 febbraio), Piemonte occidentale (20 maggio), Lazio (16 giugno), e avverrà in Campania il 10 settembre prossimo. Un programma che, nei prossimi due anni, riguarderà oltre il 70% della popolazione italiana (saranno circa 14mln i cittadini coinvolti nel 2009 e 23 nel 2010, per un totale di circa 35mln). Le preoccupazioni delle tv locali “Occorre distinguere tra attività che verranno portate avanti nella nuova dimensione di operatore di rete, per cedere capacità trasmissiva a terzi, oppure utilizzando in proprio la maggiore capacità trasmissiva”, dichiara Raimondo Lagostena, presidente Gruppo Profit (syndication di emit- tenti locali Odeon Tv), che a giugno ha preferito lanciare NiteGate, nuovo bouquet a luci rosse sul Dtt pay, per poter fare cassa in vista del lancio a inizio 2010 di una decina di canali tematici pay, TvOon, complementari all’offerta di Mediaset Premium. “Non è ancora stato definito il modello di business per le tv locali. In Sardegna per esempio Videolina, grazie alla maggiore capacità trasmissiva, ha aumentato le ore di programmazione. Ma i risultati dei primi mesi non sono stati incoraggianti, poiché i maggiori costi affrontati dall’editore non sono stati sostenuti da un’eguale espansione del mercato della pubblicità e della comunicazione. Per le tv locali è vincente, dunque, diventare operatori di rete. Chi resta semplice fornitore di contenuti si trova in difficoltà a garantire la continuità del servizio. Solo chi dispone, inoltre, dell’intero multiplex può passare all’alta definizione. Una buona rete, tuttavia, deve investire per digitalizzarsi circa 4-5mln di euro. Ma, per il momento, non è stato previsto alcun sostegno per le tv locali”. “La sfida”, commenta Giacomo Pellegrinelli, direttore di TeleBoario (tv della Valcamonica), “si presenta difficile soprattutto dal punto di vista economico-finanziario in quanto, ad oggi, per le emittenti, è certa la sola necessità di sostituire a proprie spese gli apparati analogici di trasmissione, con la promessa di una contropartita pubblicitaria che verrà messa a disposizione per compensare i costi di divulgazione delle informazioni tecniche ai telespettatori. La data dello switch over è poco verosimile, anche se si è affermata una “linea dura” che continua a confermarla. È assolutamente irreale dover effettuare scelte Ricavi complessivi per piattaforma 2007 2008 Analogica terrestre 5.294 5.225 - 0,7 Satellitare 2.403 2.645 10,1 146 222 52,4 75 80 7,3 7.918 8.203 3,6 Digitale terrestre Reti di telecomunicazioni Totale Reti telecomunicaz. 2,7 Var% ‘08/’07 Digit. Terrestre 2,7 Analogica terrestre Satellitare 64,1 32,2 Fonte: AgCom su dati aziendali (in milioni di euro) Tabloid 4 / 2009 9 L’inchiesta senza informazioni e senza il piano di assegnazione delle frequenze”. TeleBoario ha ottemperato agli obblighi di legge convertendo una sola frequenza al Dtt 24 ore su 24. Per questo ha investito poche decine di migliaia di euro, ma ha ben chiari gli investimenti necessari alla totale conversione degli apparati, che comporteranno spese per oltre 250mila euro. Dal punto di vista tecnologico, il bacino d’utenza di TeleBoario è particolarmente “difficile”, in quanto, per coprire un bacino di circa 220mila abitanti, sono necessari 18 impianti di diffusione. “Il nostro territorio, ad oggi, non è ancora coperto dal Dtt (nemmeno pay)”, continua Pellegrinelli, “per cui dovremo rassegnarci alla perdita di almeno il 25% dei potenziali telespettatori, a meno che la scomparsa dal satellite delle reti nazionali Rai e Mediaset non provochi una reale necessità per i telespettatori di approcciarsi alla nuova tecnologia”. “Il Dtt è un sistema che nasce per il comparto nazionale, mentre per le tv locali, anche per quelle organizzate, rappresenta un salto nel buio”, esordisce Giorgio Galante, editore di 7 Gold. “Le problematiche irrisolte sono in primo luogo di carattere tecnico. A causa della limitazione delle risorse frequenziali, ogni emittente coprirà la propria area in Sfn e non in Mfn, ovvero servirà l’area interessata con un solo canale, mentre qualche tempo fa si pensava che ogni network potesse traghettare al digitale tutti i suoi canali, mantenendo la possibilità di coprire in “splittaggio”, sia per l’informazione che per la pubblicità, aree diversamente interessanti, con ottimizzazione dei costi per l’utente. Adesso la pubblicità non potrà più essere splittata per sottobacino, il segnale sarà unico per tutta la copertura, con un taglio netto agli introiti pubblicitari locali”. Inoltre, al momento dello switch off, la storicità di un’emittente rischia di essere resettata, poiché incomincerà una nuova fase, fortemente impegnativa, per riposizionare nei telecomandi ciò che nel tempo si era consolidato e che rappresentava il maggior valore di una azienda tv, con evidenti contraccolpi sugli ascolti. Per quanto riguarda le singole regioni, quelle ad oggi digitalizzate avevano una grande disponibilità di risorse frequenziali, tali da soddisfare ampiamente le necessità dei soggetti operanti. Ma ora, con Lazio e Campania, si apre una nuova fase, certamente più problematica, che riguarderà anche il Nord del Paese. Il rischio è che la scarsità di frequenze non garantisca la presenza di ricavi pubblicitari per piattaforma 2007 2008 Analogica terrestre 3.727 3.652 -2 208 239 14,9 Satellitare Digitale terrestre Reti di telecomunicazioni Totale Var% ‘08/’07 8,8 11,6 31,6 23,4 26,5 13,3 7.918 8.203 -1 tutti i soggetti attualmente operanti. “I soli fondi previsti”, prosegue Galante, “sono quelli relativi agli incentivi per la diffusione dei decoder e quelli per la promozione pubblicitaria dell’avvio del nuovo sistema. Parte di questi, regione per regione, andranno alle emittenti, ma per il pagamento di un servizio pubblicitario, non per la modifica di un sistema di tlc. Per quanto riguarda 7Gold, una parte degli investimenti è stata effettuata prima del 2006 dalle singole emittenti che fanno parte del network, usufruendo anche degli incentivi statali allora previsti. Oggi, però, alla luce dello sviluppo tecnologico, molti di quegli apparati digitali non sono più affidabili e andranno aggiornati”. Quella del Dtt, per Matteo Inzaghi, direttore responsabile della testata giornalistica Rete 55 Varese, è una rivoluzione epocale, che può essere affrontata solo da aziende sane, con un certo radicamento e una certa solidità, perché ha costi non indifferenti. “Dirigo un tg che è storico”, spiega Inzaghi, “ma lo zoccolo duro della mia utenza è rappresentato da persone anziane o con un non elevato livello culturale, che stentano a capire la nuova tecnologia. Il nostro compito essenziale è spiegare questa novità, legata all’inevitabile evoluzione del sistema mediatico globale. La generazione di cui stiamo parlando è abituata alla concezione della tv generalista, di cui la tv Dtt è l’antitesi, nonché la pietra tombale. Un canale analogico si può trasformare in 5-6 canali digitali. Ci saranno pertanto sempre più emittenti tematiche, territoriali e di nicchia”. Rete 55 ha superato tutte le difficoltà tecniche, per cui le scadenze fissate sono realistiche: “Non ho avuto Digit. Terrestre 0,3 Satellitare 6,1 Reti telecomunicaz. 0,7 Analogica terrestre 93 Fonte: AgCom su dati aziendali (in milioni di euro) 10 Tabloid 4 / 2009 L’inchiesta • A sinistra un momento della conduzione di Linea d’ombra a Telenova,a destra l’antenna in via Guglielmo Silva, a Milano, sotto la sala regia con Ermanno Colombo e, a sinistra, il direttore dell’emittente televisiva della San Paolo, Vincenzo Marras. alcuna riduzione di personale né alcuna flessione nella copertura mediatica del territorio, che attualmente comprende la provincia di Varese, gran parte della provincia di Como, parte di Milano e di Pavia. Grazie al Dtt, siamo passati da una diffusione provinciale a una interregionale. In prospettiva ci potrà essere un ampliamento ad altre regioni d’Italia, grazie a partnership e accordi con emittenti di altre regioni. Ampliandosi il mercato di riferimento, ci potrà essere un’estensione delle risorse giornalistiche, prevedendo redazioni distaccate o corrispondenti, o invece appoggiandoci a redazioni di altre tv. Per ora abbiamo firmato un accordo con la piemontese Quadrifoglio Tv e siamo in trattativa con un’altra tv della regione”. “Le tv nazionali hanno mantenuto l’analogico e hanno creato canali digitali e satellitari, di fatto triplicando l’offerta per non perdere spettatori”, afferma Sergio Villa, direttore Bergamo Tv. “Noi, in Tabloid 4 / 2009 attesa dello switch off, abbiamo realizzato due canali - visibili in alcune zone della pianura - che trasmettono 24 ore al giorno in tecnica digitale e si sovrappongono ai canali analogici. Ma, per illuminare tutto il territorio provinciale di Bergamo, per via delle sue caratteristiche geografiche, occorrerebbero 20 canali. Tutte le tv lombarde dovranno essere convocate al tavolo regionale per decidere quali canali verranno assegnati. Ma invece dei 20 necessari ce ne daranno solo due o tre. Dovremo, dunque, acquistare delle frequenze per accenderne altri in digitale”. Poi c’è il problema dei contenuti, poiché in ogni canale analogico staranno 5/6 canali digitali. Ampliandosi la gamma dei canali, si potrà rafforzare l’informazione locale, il vero punto di forza delle tv areali, che vengono talvolta preferite alle nazionali proprio in virtù del loro radicamento sul territorio. “Daremo priorità ai contenuti”, conclude Villa, “tutelando però anche la rete. In futuro potrebbero nascere operatori forti, che rendano non più conveniente gestire il sistema trasmissivo. Nel qual caso le piccole tv resteranno semplici operatori di contenuti”. Anche secondo Vincenzo Marras, direttore responsabile di Telenova, la sfida più importante riguarda i contenuti: “Dove con il sistema analogico vi era una sola Tv e un solo palinsesto, con il sistema digitale se ne potranno avere 6-7. È evidente che con queste possibilità alla televisione “generalista” si dovranno affiancare canali (o palinsesti) tematici. Per questo (o anche per questa ragione) ci stiamo “allenando”, in particolare con Telenova 2, con un palinsesto originale rispetto alla programmazione normale che va sull’analogico e sugli altri canali pur già presenti (a Milano e provincia) sul digitale terrestre (Telenova e Telenova +1)”. Telenova sta affrontando il piano degli investimenti per il passaggio 11 L’inchiesta al Dtt: si tratta di una somma che si aggira sui 3mln di euro. “Installate le nuove attrezzature, non dovrebbero esserci altri ostacoli alla trasmissione in digitale. La copertura del nostro segnale in Lombardia è intorno al 95%. Di fatto non vedranno il digitale terrestre quelle famiglie che già oggi non vedono Telenova in analogico. Le risorse dovrebbero essere recuperate dalla pubblicità, nonostante 12 la crisi, e dagli aiuti previsti al settore da parte del Governo”. I cambiamenti riguarderanno sia gli utenti che le redazioni giornalistiche. I primi - una volta installato il decoder o cambiato il proprio apparecchio televisivo con decoder integrato - avranno più programmi a loro disposizione; per le redazioni - magari all’interno di una più agile organizzazione del lavoro - ci saranno certamente nuove op- portunità di mettere in atto la propria professionalità. E le associazioni non stanno a guardare Le emittenti nazionali traggono vantaggio dalla digitalizzazione grazie all’apertura di un nuovo mercato, quello della tv a pagamento. Grazie alla loro capacità economica e alla copertura territoriale, sono in grado Tabloid Tabloid 64// 2009 2007 L’inchiesta Il parere dell’esperto Un tavolo tecnico per negoziare di offrire prodotti ad alto valore, quali il calcio e il cinema, per la cui visione l’utente è disposto a pagare un abbonamento. Le tv locali no, sono chiamate a effettuare investimenti consistenti sapendo già per certo che questi non genereranno alcun ulteriore introito economico. Le locali in quanto tali soffriranno disagi sul 100% della loro copertura. Questo in sintesi il pensiero di Maurizio Giunco, presidente della Federazione radio e televisioni (a cui è iscritto il 90% circa delle emittenti lombarde), che dichiara: “Sul fronte della programmazione le tv locali dovranno ancorarsi ancora di più al territorio per offrire un’informazione quasi di tipo monotematico, che le valorizzi nei confronti della vasta offerta televisiva globalizzata generata dall’ambiente digitale, sempre più • Nelle foto in alto, la sala regia e lo Studio Uno di TeleBoario. Nella pagina a sinistra, Rolando e Giacomo Pellegrinelli (direttore di rete) e lo studio di conduzione del Tg. Tabloid 4/ 2009 lontana dalla cultura e dagli interessi del territorio. Nella grande varietà di prodotti, dove il localismo non troverà più spazio, la televisione locale potrà giocare un ruolo importante, se ne sarà all’altezza. Quanto alle frequenze, le esperienze delle Sardegna, della Valle d’Aosta e del Piemonte occidentale ci hanno rassicurato. L’obiettivo di riconoscere agli operatori presenti sul mercato una propria frequenza è stato raggiunto. Ora si tratterà di verificare le risorse disponibili nelle aree più rischio a causa dei confini con gli Stati esteri, ma crediamo che, attraverso una rigida selezione dei soggetti attualmente presenti sul mercato, si riusciranno a soddisfare le esigenze delle televisioni che hanno una reale dimensione imprenditoriale. L’impressione di Giunco però è che la Lombardia, a differenza di quanto avvenuto in altre regioni, non abbia ancora iniziato a valutare l’intera questione, forse per un’errata percezione del rispetto dei tempi di conversione. Il Governo, anziché sostenere le televisioni locali al fine di agevolarne Entro il primo semestre del 2010 l’Area Tre, ovvero Piemonte orientale, Lombardia e provincia di Piacenza inizieranno il loro Change Over verso il digitale terrestre. Lo stabilisce il calendario stilato dal Ministero per lo Sviluppo Economico, che prevede una prima fase nella quale Rai Due e Rete 4 saranno trasmesse soltanto in digitale. Per seguire le due reti occorrerà avere un decoder o un televisore che lo includa. Perché la Lombardia possa effettuare il proprio passaggio al digitale senza traumi, sarà necessario un tavolo tecnico che comprenda le istituzioni, i broadcaster nazionali e gli editori delle emittenti locali, che avranno molto da dire e negoziare. Il numero delle tv locali in Lombardia è molto alto e non sarà facile progettare una ripartizione delle frequenze che accontenti tutti. Gli accordi nazionali prevedono che ciascuna tv locale possa disporre di un multiplex, ovvero possa trasformare la propria frequenza analogica in digitale, ed essere, al pari delle nazionali ma in ambito locale, sia operatore di rete, con un potenziale di sei canali (tanto vale un mux), che fornitore di contenuto. Perché questo avvenga in Lombardia sarà necessario che gli editori nazionali rinuncino a delle frequenze che sono nella loro disponibilità. A oggi solo la Sardegna vive la propria esperienza di regione tutta digitale, Val d’Aosta, Trentino, Piemonte occidentale e Lazio sono invece alla fase uno, e non senza problemi. Francesco Siliato (ricercatore Politecnico Milano) 13 L’inchiesta la transizione al Dtt, è intervenuto tagliando drasticamente i contributi della legge 448 e le provvidenze per l’editoria. Il comparto dovrà investire una somma complessiva di 550mln di euro, a fronte di un fatturato annuale di 500mln. La stessa Frt ha infatti chiesto al governo che fossero previsti appositi finanziamenti alle imprese per coprire almeno parzialmente gli investimenti tecnologici, anche attraverso la creazione di fondi di garanzia pubblici e forme di defiscalizzazione mirate al settore. La Lombardia presenta una serie di criticità dovute soprattutto al confine con lo stato Elvetico e alla sua orografia. L’attuale segnale analogico delle reti nazionali ha una copertura, a seconda delle reti, variabile dal 90% al 98 % del territorio. Quella delle migliori televisioni locali si assesta intorno all’8590% del proprio territorio. Non vi sarà alcuna modifica o impatto negativo sulla ricezione dei segnali, anzi tutti i segnali ricevuti saranno finalmente di ottima qualità. “Il passaggio al digitale terrestre crea grande preoccupazione nel comparto televisivo areale”, anche secondo Marco Rossignoli, coordinatore dell’associazione di tv e radio locali. “Vi è infatti forte incertezza – in relazione alle frequenze disponibili – sull’effettiva possibilità per tutte le tv locali di diventare operatori di rete nei rispettivi ambiti territoriali, utilizzando l’intera capacità 14 trasmissiva delle frequenze ricevute in assegnazione. Solo così potranno svolgere, oltre alla tradizionale attività di diffusione dei propri contenuti audio-video, compresa l’alta definizione, anche la trasmissione di dati e di servizi, nonché l’attività di trasporto del segnale per conto di terzi. Tale risultato è stato raggiunto nella regione Sardegna, prima area all digital del paese, dove tutte le 16 tv locali operanti nella regione in tecnica analogica sono divenute operatori di rete locali e oggi diffondono, attraverso i rispettivi multiplex, circa 70 programmi locali, contribuendo in modo sostanziale all’arricchimento dell’offerta televisiva. Lo stesso processo è ora in corso in Valle D’Aosta, Piemonte occidentale e Trentino Alto Adige dove non sono emerse particolari difficoltà tecniche per la pianificazione di risorse frequenziali quantitativamente sufficienti per garantire la transizione a tutte le tv locali attualmente operanti. Frequenze e telecomandi Ma desta preoccupazione anche, denuncia Rossignoli, “la circostanza che i canali dal 61 al 68, a decorrere dal 2015, potrebbero essere utilizzati per servizi di banda larga in mobilità. È evidente, in relazione al numero degli operatori, che tali frequenze sono assolutamente indispensabili per la televisione digitale terrestre. È inoltre fondamentale trovare una soluzione per definire un ordinamento automatico dei canali che non sia penalizzante nei confronti delle imprese televisive locali. Nell’analogico, dove le tv locali sono posizionate nel telecomando dal numero sette in avanti, la presintonizzazione è una delle principali componenti dell’avviamento commerciale dell’impresa. È dunque necessario che, nel contesto digitale, venga garantita all’emittenza locale un’analoga visibilità. Aeranti-Corallo propone di superare il problema realizzando, in modo condiviso, una guida elettronica (Epg) che permetta l’accesso ai programmi attraverso un menu suddiviso in base alle tipologie dei programmi stessi. La sfida digitale avrà successo solo se le emittenti disporranno di risorse adeguate per sostenere i relativi investimenti, sia sul fronte della raccolta pubblicitaria, sia sul fronte degli interventi pubblici. In particolare, Aeranti-Corallo suggerisce l’istituzione di un credito di imposta per le piccole e medie imprese che realizzano campagne pubblicitarie attraverso le emittenti locali e la creazione di un fondo di garanzia per i finanziamenti bancari, finalizzati al passaggio alla nuova tecnologia digitale. Quanto ai contributi statali annuali, occorre individuare soluzioni regolamentari che rendano gli stessi applicabili anche nel contesto digitale”. La Lombadia, insomma, ha sei mesi di tempo, prima del 2010, per affrontare al meglio il semestre digitale. Tabloid 4 / 2009 L’inchiesta Glossario Le parole più usate in televisione Analogico Attuale sistema di trasmissione del segnale televisivo. Viene trasmesso via etere sotto forma elettromagnetica. Decoder Detto anche Stb (Set top box) è il dispositivo per ricevere il digitale terrestre. E’ collegato alla vecchia tv e all’antenna tramite la presa scart. Bouquet Sinonimo di Multiplex o MUX e indica un gruppo di canali (tv, radio e servizi interattivi) trasmessi in formato digitale sulla stessa frequenza. Digitale Segnale (tv o radio) trasmesso in forma numerica (Digit in inglese vuol dire cifra) decifrato da un decoder che lo riproduce in contenuti multimediali. Il nuovo televisore Dal 3 aprile i nuovi apparecchi in vendita devono avere il sintonizzatore digitale integrato (non è più necessario il decodificatore esterno collegato tramite presa scart) Hd Ready o Full Hd Indicano il livello qualitativo dell’immagine televisiva. La tecnologia HDTV comprende quattro formati video che differiscono sia per risoluzione effettiva che per modalità di scansione dell’immagine. Hd Ready è “pronto per l’alta definizione” (almeno 921.600 pixel) mentre il Full Hd (2.073.600 pixel) è qualitativamente superiore al primo. Tabloid 4 / 2009 TV Digitale (DTT) Terrestre migliore, per prestazioni e qualità, alla tv analogica terrestre. Non richiede l’installazione di un’antenna parabolica. Satellitare l’emittente invia i dati video a un satellite il quale ritrasmette il segnale a un’area molto vasta comprendente diverse Nazioni Via Cavo trasmette su cavo coassiale o su fibra ottica anziché tramite antenna. Mobile viene diffusa grazie ad apposite frequenze oppure attraverso reti mobili IPTV sfrutta la banda larga di Internet per consentire all’utente di ricevere contenuti multimediali direttamente sulla tv di casa Web TV servizi informativi in grado di offrire tramite Internet programmi video P2P TV evoluzione della web Tv, è basata sulla condivisione Switch over Indica il periodo in cui le trasmissioni televisive analogiche convivono con quelle digitali Switch off Spegnimento completo del segnale analogico di tutti i canali con il passaggio al digitale. Pay per view Servizio che consente all’utente di usufruire a pagamento di singoli eventi (partite di calcio, film) trasmessi a orari prestabiliti e visibili esclusivamente dall’utente che ha pagato. 15 Le iniziative dell’Ordine Primo piano convegno “il futuro del giornalismo”/ II° edizione Giornali, lettori e post-giornalismo Ormai un appuntamento fisso quello del 1 ottobre con l’Ordine dei giornalisti di Milano. Questa volta si parlerà di nuovi media e di Rete in particolare, blog, communities, cellulari e di come i nuovi strumenti di comunicazione cambieranno i mezzi classici. Torniamo a ragionare sul “futuro del Giornalismo”. L’abbiamo fatto l’anno scorso (il 1 ottobre 2008) all’Università Statale di Milano organizzando un grande convegno che aveva per sottotitolo: “Le notizie, le idee, gli italiani, la pubblicità”. Quest’anno l’Ordine dei giornalisti della Lombardia organizza la seconda edizione del convegno “Il futuro del giornalismo” con un sottotolo che è la naturale conseguenza del precedente. Questa volta si parlerà di “giornali e lettori nell’era del postgiornalismo”. Oltre 500 persone, tra studenti, giornalisti, professionisti della comunicazione hanno assistito per oltre quattro ore, lo scorso anno, al dibattito che una dozzina di relatori hanno intrecciato sui temi indicati dal titolo del convegno. Un’attenzione che, al di là della bravura dei relatori, dimostra quanto interesse ci sia per i problemi dell’informazione. Da qui l’opportunità di dare un seguito all’iniziativa, svolgendo quell’azione di stimolo culturale della professione che è nella missione dell’Ordine. Per sottolineare la continuità e la voglia di dar vita a un appuntamento fisso abbiamo mantenuto inalterate la data e il luogo dell’iniziativa. Quindi l’appuntamento sarà di nuovo il primo ottobre, nell’Aula Magna della Università Statale di Milano. La scelta di questo luogo trova ora una forte ragione in più nella neonata collaborazione tra Università e Ordine per la gestione della Scuola di Giornalismo. 16 La seconda edizione Il nuovo tema sarà “Giornalisti, giornali e lettori nell’era del post-giornalismo”. Quindi si parlerà di nuovi media, la rete in primo luogo ma anche di telefonini e della possibilità di effettuare filmati, foto, testi e inviarli a tutto il mondo in tempo reale da qualunque luogo e in qualunque momento, strumenti che hanno ormai fatto irruzione nel mondo dell’informazione. E se non cancelleranno l’esistenza dei giornali di carta, sicuramente hanno già modificato il mercato dell’informazione, cambiando le abitudini dei lettori o abbattendo alcune regole fin qui considerate fondamentali a garanzia dei lettori e della professione. Inutile, quindi, lanciare anatemi contro il giornalismo diffuso e la scarsa credibilità della rete. Molto più opportuno riflet- La scheda del convegno Data 1 ottobre 2009 Sede Aula Magna Università Statale via Festa del Perdono 3 Titolo Il futuro del giornalismo Giornalismo e post-giornalismo. News e credibilità dell’informazione tra nuovi e vecchi media Orario dalle 9,30 alle 14 Accrediti www.odg.mi.it/ilfuturodelgiornalismo Tabloid 4 6 / 2009 2007 Le iniziative dell’Ordine tere sui fatti, capire quali tendenze sono destinate a durare nel tempo e ad affermarsi come nuovi modelli informativi, ragionare su quale ruolo deve avere un’istituzione come l’Ordine dei giornalisti nell’interpretare il panorama che si sta delineando al di là di una difesa probabilmente inutile e controproducente dello status quo. Immaginare soluzioni possibili per offrire ai lettori della rete le stesse garanzie di professionalità, credibilità, autorevolezza, qualità delle fonti di cui godono i lettori di testate tradizionali cartacee. Durante il convegno verranno presentati i risultati della nuova ricerca realizzata da Astraricerche di Enrico Finzi (vedi box a fianco). In questi giorni stanno arrivando le conferme dei relatori (sul prossimo numero di New Tabloid segnaleremo l’elenco completo). Moderatore del dibattito sarà Venanzio Postiglione, direttore del Master in giornalismo dell’Università Statale di Milano. Il rettore dell’Università degli Studi, Enrico Decleva, porterà i suoi saluti mentre l’introduzione al dibattito sarà di Letizia Gonzales, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia. Il meccanismo per l’accredito al convegno è lo stesso dello scorso anno. Per qualsiasi informazione e per confermare la propria presenza al convegno è necessario compilare il form che si troverà all’indirizzo www. odg.mi.it/ilfuturodelgiornalismo. Tabloid 4 / 2009 La web research di Enrico Finzi Internauti nella rete dei giornalisti Anche quest’anno, per la seconda volta consecutiva, il convegno che l’Ordine dei giornalsti della Lombardia organizza per il 1 ottobre all’Università Statale di Milano si caratterizza per una particolarità: una ricerca scientifica sul futuro del giornalismo. Una ricerca via Internet (web research) su 1.000 individui residenti in Italia rappresentativi dell’universo degli internauti, ossia degli accedenti personalmente alla Rete. L’indagine demoscopica, commissionata a Enrico Finzi, presidente di Astraricerche, ha come obiettivo di verificare: • il consumo dei diversi ‘media’ classici: quotidiani, settimanali, mensili, radio, televisione, ecc. (opportunamente segmentati, per es. i quotidiani in: locali, sportivi, pluriregionali e nazionali) • la frequenza di lettura/ascolto per ciascuno di essi • l’utilizzo personale di Internet e – separatamente – del mobile (telefono cellulare) e il suo tempo medio giornaliero • le fonti delle informazioni/news e degli approfondimenti/commenti, con la stessa articolazione (‘media’ classici e non: per Internet e mobile con distinzione tra testate tradizionali on line, testate solo on line, blog, communities, siti specifici/specializzati) e la frequenza di consumo per ognuna delle fonti, oltre al tempo medio di consumo delle informazioni/ commenti, sempre per ciascuna delle fonti in questione • la valutazione di ciascuna delle fonti suddette (classiche e non) per 6-7 caratteristiche pre-definite (tempestività, velocità di consumo, autorevolezza/credibilità, chiarezza/comprensibilità, completezza, valenza emozionale) prima con riferimento alla categoria del mezzo in generale e poi – nello specifico – con riferimento alla o alle proprie testate/fonti preferite • per i soli accedenti a informazioni/commenti/approfondimenti via Internet o via mobile, i ‘media’ tradizionali penalizzati dai nuovi mezzi • l’evoluzione prevista a cinque anni riferita ai propri consumi di news/ approfondimenti/commenti dalle diverse fonti • il ruolo attuale e – separatamente – quello auspicato dei giornalisti nel nuovo contesto evolutivo • il rapporto personale e la valutazione delle forme di ‘giornalismo diffuso’ • la valutazione di 5-6 alternative di evoluzione auspicata dell’Ordine dei Giornalisti nel contesto italiano. Astraricerche, come è noto, è uno dei primi istituti di ricerca negli studi delle strategie aziendali, posizinamento del mercato e previsioni a medio termine dei settori più dinamici dell’economia. Lo scenario evidenziato dalla web research di Enrico Finzi farà da motore e introduzione al convegno. 17 Le iniziative dell’Ordine full immersion di 4 giorni a 30 euro (gratis per i disoccupati) Fare inchieste per la televisione Come fare uno speech audio, montare un video e un servizio radiofonico. Con un occhio particolare alla crossmedialità. Il corso è organizzato dall’Ordine della Lombardia in collaborazione con il Premio Ilaria Alpi e l’Università Cattolica di Milano Quattro giorni di full immersion, 30 posti, 30 euro per partecipare (gratis invece per i disoccupati). Dal 7 al 10 settembre l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia organizza un “Corso di giornalismo televisivo d’inchiesta” presso l’Ifg De Martino (ingresso da via Filzi), in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano e il Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi. Come si ricorderà l’inviata della Rai, Ilaria Alpi, fu uccisa in Somalia il 20 marzo 1994 insieme all’operatore Miran Hrovatin. Il Premio a lei dedicato fu istituito nel 1995 e rappresenta, a livello nazionale, uno dei più importanti momenti di riflessione e dibattito sul giornalismo d’inchiesta. Lo scopo del corso è quello di fornire strumenti metodologici e conoscitivi per un’accurata analisi dei fatti sociali e politici a coloro vogliano specializzarsi nel campo del giornalismo investigativo, d’approfondimento e nel reportage d’inchiesta. Si rivolge a una selezione di giornalisti freelance interessati a specializzarsi nel settore d’inchiesta, con particolare riferimento all’area televisiva. Al corso interverranno Sandro Provvisionato (Terra!), Bernardo Iovene (Report), Sabrina Corso di giornalismo televisivo d’inchiesta Sede: Ifg, via Filzi 17 Periodo: dal 7 al 10 settembre Costo: € 30 (gratis per i disoccupati) Docenti: Sabrina Giannini (Report), Bernardo Iovene (Report), Sandro Provvisionato (Terra!), Maurizio Torrealta (Rainews24). Iscrizioni entro il 31 agosto: [email protected] 18 Giannini (Report), Maurizio Torrealta (Rainews24). Provvisionato si occuperà dell’analisi delle fonti; Iovene del testo scritto e dell’intervista; Giannini delle tecniche video inchiesta, Torrealta della produzione. Quattro interventi da una giornata ciascuno con testimonianze effettuate sul campo. Una forte interazione con il pubblico attraverso la proiezione continua di passaggi fondamentali di lavori realizzati nella carriera dei giornalisti, cui seguiranno interventi, approfondimenti, domande e discussioni. Il corso offrirà vari spunti di riflessione tra i quali il costante divenire della professione, sottolineando l’assoluta necessità della tecnica giornalistica in un genere, quello dell’inchiesta video, ancora poco frequentato in Italia. Cercando di evidenziare l’importanza della crossmedialità: l’arte del saper essere trasversali, il saper fare uno speech audio, un servizio radiofonico, montare un video, scrivere un pezzo e così via. Le iscrizioni al corso sono effettuabili via mail presso la segreteria di presidenza all’indirizzo [email protected] o al telefono 02/677.13.702 e saranno aperte sino al 31 agosto. Per ulteriori informazioni dettagliate sul corso invece ci si può rivolgere a Matteo Scanni (tel. 328/47.81.695). Ricordiamo, tra l’altro, che gli uffici dell’Ordine dei giornalisti di Milano/Lombardia rimarranno chiusi per le ferie estive nel periodo che va dal 10 al 21 agosto. Nelle richieste dovranno essere indicati i dati anagrafici e il recapito telefonico. Tabloid 4 / 2009 Le iniziative dell’Ordine apre il 21 settembre la “nuova” scuola di giornalismo Master/Ifg iscrizioni aperte La scadenza per l’ammissione è il 7 agosto. I posti disponibili sono 30. E’ il primo biennio dopo la convenzione tra Ordine della Lombardia e Università Statale di Milano Sono aperte le iscrizioni al Master biennale in giornalismo per l’anno accademico 2009/2011 dell’Università degli Studi di Milano/Ifg Walter Tobagi riconosciuto dall’Ordine dei giornalisti. Il termine d’iscrizione è il 7 agosto. Il numero massimo di posti disponibili è di 30 persone e gli allievi verranno iscritti al Registro praticanti. L’ammissione è per titoli ed esami. Il corso si svolgerà dal 21 settembre 2009 al 10 settembre 2011 presso il Polo di Comunicazione a Sesto San Giovanni. L’iscrizione costa € 6.500 per ciascuno dei due anni di corso. Possono presentare domanda di ammissione i cittadini italiani o stranieri che siano in possesso di un diploma di laurea (in qualunque classe di laurea) o di un diploma di laurea del vecchio ordinamento, conseguito con una votazione non inferiore a 99/110, ovvero di titoli equipollenti conseguiti presso Università straniere. La graduatoria degli ammessi alla prova scritta sarà pubblicata sul sito internet dell’Ate- Tabloid 4 / 2009 neo e sul sito del Master www.giornalismo.unimi.it il giorno 2 settembre 2009. Gli esami di ammissione, volti ad accertare in particolare l’attitudine all’attività giornalistica, si articoleranno in prove scritte e orali. Per quanto riguarda le prime, il computer sarà fornito dall’Università degli Studi di Milano. La graduatoria degli ammessi alla prova orale sarà pubblicata il giorno 8 settembre 2009. La prova orale consiste in un colloquio tendente ad accertare le attitudini complessive alla professione giornalistica, il grado di cultura generale del candidato e la sua attenzione per i problemi dell’attualità politica, economica, sociale e culturale, nonché il grado di conoscenza della lingua inglese. Per qualsiasi ulteriore informazione è possibile consultare il sito internet dell’Ateneo e il sito del Master www.giornalismo.unimi.it. Sul portale dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia www.odg.mi.it il Bando completo e tutte le informazione utili. Da settembre a Milano Corso praticanti Esame il 6 ottobre Si svolgerà i primi di settembre il corso (obbligatorio) per i praticanti che devono sostenere l’esame di Stato. L’Ordine della Lombardia promuove un corso di 50 ore che si terrà nei giorni 3, 4 e 5 settembre e 10, 11, 12 ottobre a Milano presso il Pime (con ingresso in Via Mosè Bianchi, staz.Lotto, Metro Linea Rossa). Il costo del corso è di 150 euro da versare, entro il 18 agosto, sul c/c bancario N.ro 18767 ABI 5584 CAB 1626 CIN “C” aperto presso la Banca popolare di Milano - Agenzia 26 di Piazza Duca D’Aosta 8/2 in Milano - specificando nella causale, oltre al nome e cognome ben leggibile, “75° Corso praticanti giornalisti Lombardia”. La prova scritta avrà luogo a Roma il 6 ottobre 2009 alle ore 8.30 presso l’Ergife Palace Hotel Via Aurelia 617. Sono ammessi i candidati che, alla data del 6 ottobre 2009, abbiano compiuto il prescritto periodo di praticantato giornalistico e abbiano partecipato a corsi di formazione o di preparazione teorica anche “a distanza”, della durata minima di 45 ore, promossi dal Consiglio nazionale, dai Consigli regionali o effettuati in sede aziendale purchè riconosciuti dall’Ordine dei giornalisti. Il Comitato esecutivo dell’Ordine dei giornalisti promuoverà poi una nuova sessione straordinaria il prossimo 1 dicembre 2009. Chi s’iscrive per quella data deve aver frequentato il presente corso oppure quello di Fiuggi (in alternativa c’è il corso telematico): il prossimo dell’Ordine della Lombardia sarà a marzo 2010. 19 Le iniziative dell’Ordine premio gavinelli: la cerimonia a legnano Under 35 da incorniciare Abiuso (Diario), Ratti (Club 3) e Schinaia (Sole 24 Ore) i vincitori del Premio (patrocinato dall’Odg Lombardia) che ricorda il caporedattore della Prealpina scomparso nel 2000 Accade sempre più spesso che i vincitori del Premio Gavinelli trovino un posto di lavoro fisso in breve tempo. Un premio che porta bene, insomma. Francesco Abiuso, Marco Ratti e Gianluca Schinaia sono i tre vincitori del Premio Gavinelli riservato a giovani giornalisti under 35 per l’edizione 2009. La cerimonia di consegna dei premi si è svolta domenica 14 giugno a Palazzo Leone da Perego, a Legnano. Il primo premio (2.500 euro) è stato consegnato a Francesco Abiuso, 29 anni, autore di un articolo pubblicato sul mensile Diario (ora lavora alla Gazzetta di Mantova) dal titolo “Scene di lotta di classe al Supermarket”. Un articolo sul tema della sicurezza visto da una prospettiva inedita. Il racconto dei piccoli furti in un supermercato di •Da sinistra Antonio Duva (direttore Industriali Legnano), i tre premiati Marco Ratti, Gianluca Schinaia e Francesco Abiuso con Letizia Gonzales (presidente OdG Lombardia), Francesco Chiavarini (presidente Gag) e Lorenzo Vitali (sindaco di Legnano). 20 provincia e delle azioni messe in campo dai titolari per contrastarli diventa la storia emblematica di uno scontro tra poveri. Il premio “Reportage di viaggio” è andato a Marco Ratti, 33 anni, per l’articolo “AAA Affittasi a malati”, uscito sul periodico Club 3 che documenta il mercato degli affitti in nero intorno agli ospedali milanesi. Il premio “Imprese e territorio”, introdotto per la prima volta con questa edizione e dedicato al giornalismo economico, è stato invece assegnato a Gianluca Schinaia, 28 anni, che ha concorso con l’articolo “Nei negozi torna la spesa a credito”, pubblicato sul quotidiano Il Sole 24 Ore che parla del ritorno del “quadernetto” tra i dettaglianti che segnano il conto dei clienti per l’incasso di fine mese. Sono stati inoltre segnalati Stefano Brambilla, 31 anni, con “A volte ritornano” (Qui Touring) sui programmi di ripopolamento della fauna selvatica nei parchi Lombardi, e Fabio di Todaro, 23 anni, con “Messimpiega all’orientale” (Scarp de’ tenis), sul boom esploso a Milano dei parrucchieri cinesi. Hanno partecipato a questa edizione 60 concorrenti, 32 donne e 28 uomini, di età compresa tra i 23 e i 35 anni. 57 gli articoli in concorso, pubblicati su 35 testate di cui 9 siti internet. Il premio è organizzato dal Gruppo Altomilanese Giornalisti (Gag), in memoria di Mauro Gavinelli, vice-caporedattore de La Prealpina, scomparso il 7 agosto 2000. L’iniziativa è stata patrocinata dal Comune di Legnano, dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia e dalla Confindustria Alto Milanese. Il Premio scade il 31 luglio Sulle orme di Guido Vergani Sono aperte le iscrizioni per il “Premio Guido Vergani 2009: cronista dell’anno” bandito dal Gruppo Cronisti Lombardi. Il Premio è diviso in due sezioni: una per la carta stampata e una per l’emittenza radiotelevisiva e web. Possono partecipare i giornalisti che lavorano a tempo pieno nelle redazioni di cronaca della Lombardia. L’attività da prendere in considerazione per l’iscrizione è quella che comprende articoli pubblicati tra il 1 luglio 2008 e il 30 giugno 2009. Direttori, Cdr e singoli colleghi devono quindi segnalare i lavori alla segreteria del Premio. Gli articoli (frutto sia di lavoro individuale che di gruppo) devono riguardare fatti di cronaca regionale. I lavori relativi all’informazione stampata e web dovranno essere inviati in formato pdf, via mail, oppure in tre copie su carta; per quanto riguarda invece l’informazione radiotelevisiva, le registrazioni dei servizi di durata massima di venti minuti, dovranno essere accompagnate obbligatoriamente da una scheda riassuntiva ed essere presentate esclusivamente in formato dvd. Il termine per presentare i lavori è il 31 Luglio 2009. Manoscritti e cd rom possono essere inviati tramite posta prioritaria al Gruppo Cronisti Lombardi, Viale Montesanto 7, 20124 Milano (tel 02/6375209; fax 02/6551899) o tramite e-mail agli indirizzi: [email protected] ; [email protected]. Tabloid 4 / 2009 Gli altri enti di categoria Primo piano dopo l’entrata in vigore del nuovo regime contributivo Inpgi, emerge a sorpresa un esercito di Co.co.co. Fra i dati che si ricavano da quando è stata avviata l’iscrizione all’Istituto ce n’è uno impressionante: il numero dei parasubordinati regolarizzati ammonta a ben 8.700. Ed è destinato a crescere. Intanto, i Ministeri vigilanti hanno dato il via libera all’eliminazione degli abbattimenti per i prepensionati in forza della legge 416 Da gennaio 2009, a seguito del via libera dei Ministeri vigilanti, è entrato in vigore il nuovo regime contributivo per i giornalisti titolari di un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa (i cosiddetti parasubordinati). La prima novità riguarda il versamento dei contributi, non più a carico del giornalista ma effettuato all’Inpgi direttamente dall’azienda. Variata anche l’entità della contribuzione che sarà elevata progressivamente (fino a raggiungere quella applicata dall’Inps nel 2011) e che passa dal precedente 12% (10% a carico del giornalista e 2% a carico dell’azienda) all’attuale 18,75%, di cui due terzi sono posti a carico dell’azienda e un terzo è a carico del giornalista. L’Istituto ha fissato un termine, scaduto il 16 giugno scorso, per effettuare la regolarizzazione - senza aggravio di sanzioni e interessi - del periodo gennaio-giugno 2009, con l’iscrizione all’Inpgi dei co.co.co. Ovviamente, per i periodi successivi la possibilità di iscrizione resta aperta. Ad oggi si sono iscritte 1.109 aziende, di cui 670 hanno attivato ex novo il rapporto assicurativo con l’Istituto e 439 che invece avevano già attiva una posizione presso la Gestione principale dell’Inpgi. I giornalisti co.co.co. per i quali è stata attivata l’iscrizione so- Accordo con il Ministero delle Finanze Mutuo sospeso per i disoccupati Il Consiglio di amministrazione dell’Istituto, in linea con l’accordo intercorso tra Abi e Ministero delle Finanze nell’ambito dei provvedimenti per favorire le famiglie che si trovano in difficoltà, ha adottato una delibera per venire incontro ai giornalisti che hanno in corso la restituzione di un mutuo Inpgi e che vengano a trovarsi in cassa integrazione o in stato di disoccupazione. Essi possono chiedere la sospensione delle rate per un periodo di 12 mesi. Per tutto il periodo di sospensione non saranno addebitati interessi ed altre penalità. Le rate, infatti, saranno posticipate al termine del periodo di ammortamento originariamente previsto. La sospensione cesserà nel caso in cui il giornalista venga reintegrato nel posto di lavoro o trovi una nuova occupazione. “La decisione assunta all’unanimità dal Cda – afferma il presidente Andrea Camporese – rappresenta un segno importante di attenzione e solidarietà ai colleghi che si trovano in difficoltà nell’ambito di una crisi rilevante”. Per ulteriori chiarimenti ci si può rivolgere agli uffici Inpgi scrivendo a: finanziamenti@ inpgi.it oppure contattando i seguenti numeri: 06 8578274-277-287. 24 no 8.700. Giornalmente, comunque, continuano a pervenire ulteriori iscrizioni. Ecco alcune delle molte novità previste dal nuovo regime: riscatto dei corsi universitari e dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa precedenti all’entrata in vigore della legge 335/95; possibilità di versare la contribuzione volontaria; introduzione dell’indennità di degenza ospedaliera e di malattia; modifica dell’indennità di maternità. La delibera sui prepensionamenti Un’altra novità riguarda il fronte dei prepensionamenti. I Ministeri vigilanti hanno approvato la delibera assunta nell’ultimo Cda dell’Inpgi sull’eliminazione degli abbattimenti dei trattamenti pensionistici per i giornalisti prepensionati in forza della legge 416. Così si conclude un iter che aveva visto il Ministero del Welfare e quello dell’Economia sollevare eccezioni sulla prima formulazione della norma. Tali eccezioni sono state superate attraverso una nuova delibera (25 giugno 2009) che attribuisce il maggior costo previdenziale derivante dai mancati abbattimenti al Fondo alimentato dagli editori, attraverso il versamento del 30% del costo complessivo di ogni prepensionamento. Eliminati gli abbattimenti degli assegni pensionistici, i giornalisti prepensionati si vedranno riconosciuto immediatamente l’intero importo della pensione, adeguato agli eventuali anni di scivolo accreditati. Tabloid 4 6 / 2009 2007 Gli altri enti di categoria sono stati rinnovati i vertici dell’ente Casagit, Cerrato nuovo presidente Il giornalista torinese, scelto dall’Assemblea dei delegati, subentra ad Andrea Leone. La Consulta di Milano (7.250 aventi diritto al voto) manda a Roma 19 colleghi. Costantino Muscau è il fiduciario della Lombardia Dalle votazioni dell’Assemblea dei delegati Casagit, che si sono svolte lo scorso 2 luglio, il vertice dell’ente è uscito rinnovato. Infatti, Daniele Cerrato, vicepresidente uscente, ha conquistato la poltrona più importante dellaa Casagit: è stato eletto, infatti, presidente. Il giornalista torinese subentra ad Andrea Leone, presidente dell’ente fin dal 2001, e resterà in carica per il quadriennio 2009-2013. I delegati Casagit erano stati eletti durante la consultazione del 6-10 giugno, che stavolta verrà ricordata per lo “scontro” elettorale particolarmente acceso registrato fra le varie correnti. I delegati si sono riuniti nella sede romana dell’ente, in via Marocco, e hanno provveduto anche alle altre nomine. Come vicepresidenti sono stati scelti Giampiero Spirito e Carlo Ercole Gariboldi (quest’ultimo è anche il nuovo presidente della Commissione permantente). I colleghi hanno votato anche per l’elezione al Consiglio d’Amministrazione della Cassa e al Collegio dei Sindaci. Sono risultati eletti al Consiglio d’Amministrazione: Daniele Cerrato, Gabriele Cescutti, Corrado Chiominto, Carlo Ercole Gariboldi, Gianfranco Guliani, Giovanni Perrotti, Mario Petrina, Alfonso Pirozzi, Giampiero Spirito, Gianfranco Summo, Carola Vai. Al Collegio Sindacale sono stati eletti, in ruolo effettivo, Luciano Azzolini, Pierpaolo Dobrilla, Umberto Nardacchione. Il ruolo di Sindaci Tabloid 4 / 2009 supplenti va a Gaetano Assanti e Donatella Speranza. Il Collegio dei Sindaci eleggerà il proprio Presidente nel corso della Sua prima riunione. Erano presenti 75 delegati su 80 (cinque assenti giustificati). Particolarmente massiccio, come rivelano le cifre, è stato il ruolo giocato dai giornalisti lombardi durante la consultazione elettorale. A giugno, infatti, gli aventi diritto al voto in tutta Italia erano stati 24.053, ma fra questi ben 7.250 riguardavano la sola Consulta di Milano, che aveva da eleggere 19 delegati. Tuttavia, l’affluenza alle urne “telematiche” è stata a Milano piuttosto bassina: 1659 votanti, cioè il 22,96 per cento (peggio di così è andata soltanto a Bolzano, Roma e Bologna, quest’ultima fanalino di coda con una percentuale di appena il 15,81. Al contrario, la città dove si è registrata la più alta affluenza è risultata essere Pescara, con il 50,88 %. Quest’anno le elezioni dell’Assemblea Casagit si sono tenute online (e chi non aveva a disposizione un computer ha potuto votare nella giornata del 6 giugno presso le consulte regionali, utilizzando le postazioni assistite per il voto telematico). La Consulta della Casagit della Lombardia vede invece Costantino Muscau nuovo fiduciario, vice sono Domenico Affinito e Paolo Costa mentre gli altri due membri sono Giovanni Negri (Sole 24 Ore) e Renzo Magosso. il nuovo vertice Il nuovo presidente Daniele Cerrato è torinese, lavora in Rai e ha 51 anni. Vicepresidente vicario è Giampiero Spirito, 49 anni, romano. Il milanese Carlo Ercole Gariboldi, 45 anni, capo servizio cronaca della Provincia Pavese, è stato eletto vicepresidente oltre che presidente della Commissione permanente. Fiduciario della Consulta della Casagit Lombardia è invece Costantino Muscau, caporedattore del Corriere della Sera. I lombardi a roma Eletti Voti Edmondo Rho 614 Paolo Chiarelli 569 Giovanni II° Negri 566 Costantino Muscau 545 Elena Golino 543 Gianfranco Giuliani 538 Paolo II° Costa 526 Cesare Angelo Giuzzi 521 Maria Antonietta Filippini 513 Domenico Affinito 513 Aldo Bolognini Cobianchi 513 Carlo Ercole Gariboldi 504 Renzo Magosso 502 Andrea Leone 349 Maurizio Calzolari 320 Paola D’Amico 312 Valentina Strada 305 Giovanna Tettamanzi 305 Andrea Alfonso Montanari 283 Fonte:Casagit 25 IlPrimo personaggio piano incontro con la fondatrice dell’ agenzia italiana piu’ famosa al mondo Grazia Neri si racconta L’italian style in uno scatto Sotto gli occhi della Signora della fotografia è passato un pezzo di storia della comunicazione. «Oggi il fotogiornalismo ha vita dura, ma un giovane può farcela: con la tenacia e lo studio». La rivoluzione tecnologica del figlio Michele, giornalista, da gennaio al timone dell’azienda di Sandro Mangiaterra Sorride e lascia cadere lì una battuta: «Vorrà dire che frequenterò un corso di fotografia». Bello immaginare Grazia Neri, la signora dell’immagine, alle prese con un «professore» che le insegni l’uso di obiettivi e diaframmi. Magari uno dei cento, mille fotografi con cui ha lavorato tutta la vita. Per giunta con i giovani reporter ai quali ha valutato gli scatti decine di volte 26 come compagni di classe. Eppure lei assicura che un po’ è così: «Quando sono in viaggio - spiega - mi capita regolarmente di “vedere l’inquadratura”: ecco, questa sarebbe una foto meravigliosa. Ma non porto mai la macchina con me. Al massimo la uso per le ricorrenze di famiglia, per qualche ritratto di parenti e amici. Dovrei senz’altro migliorare la mia tecnica. E chissà che adesso non ne abbia il tempo». Grazia Neri, 74 anni portati con la nonchalance di una ragazzina, sta sbrigando le ultime questioni in sospeso. La decisione l’ha già presa: lascerà la guida della sua agenzia, punto di riferimento per i fotogiornalisti del mondo intero, al figlio Michele, che l’affianca dal 1991. Sotto ai suoi occhi Tabloid 4 6 / 2009 2007 Il personaggio La scheda L’azienda di famiglia •Molti fotografi hanno lavorato per Grazia Neri agli esordi della loro carriera per poi migrare in agenzie internazionali di rilievo o per diventare fotografi indipendenti. “Eravamo tutti entusiasti del nostro lavoro e impegnati a cambiare il mondo con la nostra professionalità”, dice Grazia Neri. A sinistra una foto di Uliano Lucas, sopra una storica istantanea di Paolo Pedrizzetti. In alto la straordinaria immagine di Gianni Giansanti del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro. è letteralmente passato mezzo secolo di storia: guerre, sconvolgimenti politici, calamità naturali, o per restare in Italia, il boom economico, l’epoca del terrorismo e di Tangentopoli, la fine della Prima Repubblica e l’avvento di Silvio Berlusconi. Basti pensare che l’archivio della sua agenzia è composto da oltre un milione di immagini. Verranno donate al Museo della fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo: «Noi non abbiamo spazio per conservarle e non possiamo permetterci economicamente un sistema di archiviazione moderno. In questo modo non andranno perdute. Anzi, rimarranno a disposizione di tutti». Ma Grazia Neri è anche e soprattutto un testimone privilegiato dei cambiamenti che hanno sconvolto il sistema dei mass media. Da quando ha iniziato, nel 1966, ha attraversato almeno tre rivoluzioni: l’arrivo della televisione in ogni famiglia, il passag- Tabloid 4 / 2009 gio al digitale, che ha «globalizzato» gli scatti rendendoli rapidamente disponibili in qualunque angolo del pianeta, infine il boom di internet. E ogni volta per la fotografia si cantava il de profundis. «Invece, grazie al cielo, è ancora qui». La fotografia sarà viva, ma non se la passa tanto bene. Il fotogiornalismo, poi, sta peggio. Proprio vero. Fotografi, agenzie, fotoeditor, con i tempi che corrono, fanno autentiche acrobazie. Nel mondo dell’editoria c’è una crisi fortissima. E come al solito la prima a venire penalizzata è l’immagine. I prezzi sono fermi agli anni Novanta. Colpa della concentrazione del mercato in poche mani, della nascita di autentici colossi come Corbis e Getty: il risultato è stato il drastico abbassamento delle quotazioni. Non Le Agenzie fotografiche sono nate all’inizio del secolo scorso, quella di Grazia Neri nasce nel 1967 in Via Manzoni a Milano. Dopo aver collaborato con News Blitz come corrispondente dall’Italia di quotidiani inglesi, Grazia Neri intraprende quello che, ai tempi, era un mestiere totalmente nuovo: l’agente di fotografi. Tra il ‘68 e il ‘69, da Via Manzoni si trasferisce in Via Senato. Oggi il quartier generale è in via Maroncelli dove, dal 1997 è aperta la Galleria. Nel 1991 il figlio, Michele Neri (nella foto a pag 26 sopra il titolo, al telefono, mentre Grazia Neri viene intervistata dal collega Sandro Mangiaterra), giornalista alla Stampa, inizia a lavorare con la madre nell’azienda di famiglia. A lui si devono le rivoluzioni tecnologiche e il passaggio della struttura da analogica a digitale. Tanti sono stati i cambiamenti e le evoluzioni intraprese da Grazia Neri e dal figlio Michele, al quale la Neri ha passato il comando nel gennaio 2009. Una realtà importante, quella dell’agenzia Grazia Neri, che oggi vanta un organico con 30 dipendenti e rappresenta qualche centinaio di fotografi. L’agenzia, tra l’altro, devolverà al Museo di fotografia contemporanea di Villa Ghirlanda di Cinisello Balsamo la propria parte di lavori analogici. Quarant’anni di lavoro tra guerre, personaggi illustri, povera gente, angoli di mondo sconosciuti, metropoli. Un archivio imponente con nomi altisonanti della fotografia per il primo Museo pubblico italiano della fotografia. 27 Il personaggio • Tante fotografie sono state scattare alle Torri gemelle l’11 settembre 2001, ma solo Nachtwey ha concettualizzato l’evento. La foto della croce contro il fuoco islamico è la foto simbolo che solo James Nachtwey ha saputo trasmetterci. basta: a parte il gossip, non si producono più scoop, che erano il vero motore del settore. La conclusione è che i giornali, oggi, sono tornati a occuparsi quasi esclusivamente dei testi scritti. Per il resto, pubblicano prevalentemente testine. Dura la vita per le agenzie indipendenti come Grazia Neri. Durissima. Reuters e France Press, per esempio,possono contare su aiuti pubblici, quanto meno per la conservazione degli archivi, per evi- tare che si sfilacci la memoria storica. Noi niente. Solo un problema di costi? Beh, quello dei costi è il nodo principale. Come si fa a corredare un articolo, e tanto più una rubrica, con un artista di grande valore, che so, con un ritratto di Richard Avedon? Impossibile. Meglio andare sul web e scaricare un clic qualsiasi. Gratis. In ogni caso, stiamo assistendo a un ritorno indietro anche dal punto di vista della cultura dell’immagine. La soluzione? Nessuno ce l’ha in tasca. Per cominciare occorrerebbe tornare alla qualità. Poche fotografie, ma buone, come fa il magazine del New York Times. Devo riconoscere, comunque, che pure gli allegati dei grandi quotidiani italiani stanno imboccando questa strada. Nostalgia per i bei tempi andati? Nostalgia non credo. Semmai orgoglio per avere lavorato con una generazione di fotografi che ha fatto scuola: •Questa foto Oded Balilty (A.P.) è stata vincitrice di un Premio Pulitzer: una colonna ebrea si oppone ai soldati delle forze di sicurezza israeliane durante gli scontri scoppiati quando le autorità anno sgomberato l’insediamento di Amona nella West Bank, a est della città palestinese di Ramallah, dopo che la Corte Suprema ha deciso la demolizione di nove insediamenti nella zona. Una foto di grande qualità che si distingue per la sua ricchezza di lettura: la gente che assiste impotente al dolore della donna e a destra la vita che continua. La composizione della foto la rende simile a un affresco. Una curiosità: la giovane donna ha protestato contro la foto sostenendo che non era sola. Il fotografo ha ripreso solo un istante. 28 Tabloid 4 / 2009 Il personaggio •La Seconda guerra mondiale ha cancellato le poche agenzie esistenti e solo gli Stati Uniti negli anni della guerra con la mitica Black Star e la favolosa Magnum hanno indicato la strada che hanno percorso le grandi agenzie di reportage. In alto due istantanee di Morris della Black Star. Qui a fianco uno scatto di Galai in Israele: la foto induce a prendere posizione per i soldati morenti, indipendentemente dall’appartenenza israeliana o palestinese. gente come Uliano Lucas, Carla Cerati, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin. Altri li ho visti crescere e approdare alle maggiori agenzie internazionali: un nome per tutti, che mi piace ricordare, Gianni Giansanti. Tra gli anni Sessanta e Ottanta il mercato era in crescita. Ora si restringe e aumenta il numero di fotografi. Certo, con il digitale la concorrenza è aumentata a dismisura. È facile considerarsi bravi professionisti. Peccato che pochi ce la facciano. La maggioranza vivacchia. Tutti vorrebbero diventare James Nachtwey. Sì, ma lui è unico. Il migliore. Quanti reporter c’erano l’11 settembre 2001, a riprendere il crollo delle Torri Gemelle? Cento? Duecento? Bene, pur nella concitazione del momento, Nachtwey è riuscito a scattare un’immagine concettuale, altamente simbolica. Ripren- Tabloid 4 / 2009 de la croce sul tetto di una chiesa, mentre dietro sta scoppiando l’inferno: la guerra degli integralisti islamici contro l’Occidente in uno scatto. A questo punto torna fuori la domanda chiave: fotografi si nasce o si diventa? Si diventa, non ho dubbi. Con la passione, la tenacia e lo studio. In concreto, che cosa è necessario per sfondare? Qualche consiglio ai giovani? Primo, acquisire l’eccellenza tecnica e prepararsi culturalmente. Poi frequentare una vera scuola a New York o a Londra, perché la fotografia parla inglese. Non solo: oggi il mercato bisogna conoscerlo davvero. Ed è indispensabile sapere dialogare con tutti i soggetti che lo compongono: galleristi e collezionisti, direttori di giornali e semplici giornalisti, agenzie e fotoeditor. Ma il punto di partenza è persino banale. Io lo suggerisco sempre, quando i ragazzi I consigli di Grazia Neri • Evitare i clichè • Essere onesti • Vedere la realtà senza pregiudizio • Studiare • Non essere permalosi • Creare un proprio stile • Cercare di vivere la fotografia in tutte le sue manifestazioni • Essere amico degli altri fotografi vengono a presentarmi i loro portfoli: ok, ma adesso passate qualche giornata su internet e guardate con cura i grandi fotografi. Studiateli con la massima attenzione. Guai, però, a copiarli. A proposito, internet... Una cosa fantastica per gli utenti. Un altro problema per le agenzie e i fotografi. Con internet sta sparendo il copyright, la proprietà fisica e intellettuale delle immagini. Per la conservazione del copyright mi batterò finché avrò fiato. Se tutto diventa gratis, è realmente la fine. Non rimane che sperare nell’idea di Rupert Murdoch: fare pagare l’accesso alle notizie. E tanto più alle immagini. Sarà l’ennesima rivoluzione. Ma questa salverà il nostro mestiere. E forse l’intera informazione. Nella sequenza di queste pagine le didascalie alle foto sono tratte da una lezione di Grazia Neri in occasione del 41 anni di fondazione della sua agenzia. 29 La voce dei lettori La trappola di Internet e i sogni dei giovani giornalisti Che c’azzecca il giornalismo con il coordinamento dei forum? Buongiorno, sono una vostra tesserata, iscritta all’Ordine di Milano dal 1999, prima come pubblicista, dal 2005 come professionista. Vi scrivo per segnalare un fenomeno, la proliferazione di annunci di lavoro dove per la gestione di blog e spazi Internet analoghi si richiede che il candidato sia un giornalista (anche se, io penso, forse nemmeno chi pubblica questi annunci conosce bene la differenza tra chi svolge legalmente ed onestamente questo lavoro e gli “improvvisati”). Io stessa, qualche tempo fa, dopo aver risposto ad un annuncio per un “giornalista esperto del settore automobilismo sportivo”, mi sono sentita dire che il mio lavoro sarebbe consistito nel moderare il blog di una nota scuderia e nel controllare che sui forum di settore non uscisse nulla di offensivo ed inopportuno contro la detta squadra. Ho subito fatto presente che non capivo come mai avessero ricercato proprio una figura come la mia e che volevo mansioni più attinenti al mio profilo. Così si sono talmente scocciati che alla fine la cosa non è andata in porto. Vi chiedo, ove possibile, di intervenire e stroncare sul nascere questo tipo di iniziative. Non è possibile che un collega, per di più professionista, si debba mettere a togliere le parolacce da un portale, quando non a scrivere sotto mentite spoglie per ravvivare il clima (con il lancio di nuovi “thread” e “post”). Vi ringrazio Ottavia E. Molteni Corsi di formazione, anche brevi Un efficace antidoto alla crisi Gentile Presidente, mi prendo la libertà di darti del tu, come è uso tra colleghi, poiché anche io sono iscritto all’Ordine, pur se da poco tempo e nell’elenco dei pubblicisti. Lo scorso 26 marzo ho partecipato all’assemblea che ha approvato il bilancio di chiusura del 2008 ed il bilancio di previsione per il 2009, ed ho ascoltato con notevole interesse la tua relazione; in particolar modo ho accolto con favore la notizia dello stanziamento di un fondo di 120mila euro per corsi di formazione ed aggiornamento su varie tematiche professionali e specialistiche. Nell’anno 2008 ho partecipato ai corsi di deontologia professionale, e li ho trovati interessanti ed utili. Ti scrivo per ribadire come simili attività siano fondamentali per quei pubblicisti che, per ragioni di lavoro o per studi Tabloid 4 / 2009 universitari già in corso, non possono o non vogliono frequentare una scuola di giornalismo. Se l’Ordine vuole combattere quella nomea di superficialità che, a torto o a ragione, una parte dell’opinione pubblica attribuisce alla professione giornalistica, è essenziale che si occupi del perfezionamento e dell’affinamento professionali dei suoi iscritti, specialmente i più giovani e meno sperimentati. Certamente da marzo ad oggi molte vicende hanno tenuto occupato il consiglio, dal terremoto d’Abruzzo al decreto sulle intercettazioni, e non dimentico certo le borse di studio offerte per il master in giornalismo investigativo. Quel che voglio ricordare, è semplicemente come anche corsi più brevi e seminari intensivi siano estremamente utili, poiché il tempo segue purtroppo l’impietosa legge del mercato: meno ce n’è, e più richiede sacrificio per disporne. Salutandoti, ed augurandoti buon lavoro Flavio Freda Tanti dicevano: “lascia perdere” Sono professionista e me ne vanto Cara Presidente Gonzales, il motivo del “cara”, pur forse Lei non ricordando il mio nome, sta tra le righe di questa mia lettera che cerca di essere una testimonianza informale di un percorso (obbligato per molti di noi) e della mia gratitudine nei Suoi confronti e nei confronti di un Ordine ai quali io devo, oggi, il mio titolo di Professionista. Dopo essermi informata sulle pratiche e i documenti necessari per iscrivermi nel Registro praticanti, mi fu consigliato di prendere appuntamento con Lei in quanto persona predisposta a seguire me e colleghi sulla strada che ci proiettava nel mondo dei professionisti. Sono sinceramente rimasta colpita dalla Sua disponibilità e dal modo gentile con il quale mi spiegava le procedure, cercando di non scoraggiarmi. Mi sono, al contrario, sentita più volte ripetere da colleghi più anziani di quanto fare il giornalista oggi, fosse difficile e poco soddisfacente, sino ad arrivare a chi mi ha benevolmente dato il consiglio di lasciar perdere una professione che comporta lo scontro, oggi più che mai, con una precarietà che spaventa e che non lascia spazio a spensierati ottimismi. Difficile buttarsi in un lavoro che non dà sicurezza alcuna ma trovo che ancor di più lo sia il rinunciarvi quando questo è uno di quei pochi “eletti” tra lavori comuni e non, che viene e deve essere intrapreso 21 La voce dei lettori per passione; la stessa che sento mia da che ho tenuto per la prima volta una penna in mano e la medesima che ho trovato nei suoi occhi, quel pomeriggio di due anni fa. Non è stato semplice, a trent’anni, scontrarsi con una scelta di vita impegnativa e che, nel mio caso, non è da ricondurre ad una spensieratezza economica tale da poter essere svolta saltuariamente, ma la qualità della vita non ha prezzo e bisogna provare per poter dire di non essere riusciti in qualcosa. Pur essendo stata realista, informandomi delle difficoltà innegabili, Lei è riuscita a trasmettermi il coraggio di fare ciò che da sempre mi appartiene. Rimettersi sui libri poi, è stato davvero impegnativo e a questo proposito vorrei fare i complimenti a questo Ordine per l’efficienza e l’efficacia dei corsi promossi dall’Ordine stesso e sviluppati sapientemente da Alberto Comuzzi. Un aiuto indispensabile per prepararsi, capire i requisiti da sviluppare e combattere l’ansia che solo un esame di Stato, percepito come quello della vita, può infondere. Se poi mi permette un filo di vanità, volevo esprimerLe anche la soddisfazione di donna, nell’entrare in un Ordine prevalentemente femminile dove disponibilità e cortesia sono alla portata di tutti. Grazie. Giulia Landini Grazie a Serra e a Severgnini continuo a “non mollare” Ho letto con attenzione i consigli di Serra e Severgnini agli aspiranti giornalisti su New Tabloid n.3 di quest’anno. Quello che immediatamente si percepisce è l’amore sconfinato di questi due affermati utilizzatori di penna per la professione che praticano. E’ questa, ancor prima dei consigli pur buoni, la sensazione più bella che ne ricavo leggendo i suggerimenti ai due diciottenni. Anche io sono un’aspirante giornalista (collaboro col quotidiano locale di Como, la mia città) ma di anni ne ho 39 perchè, intanto che “aspiravo”, ho anche incidentalmente costruito una famiglia con tanto di figli (due bambine) e come un funambolo, ogni giorno, cerco di stare in equilibrio fra casa, scuola, compiti, catechismi e piscine varie. Qualcuno mi ha detto “non mollare” e infatti non ci penso nemmeno. Quando poi sento la passione per questo mestiere trasudare dalle parole di chi è già arrivato come i due citati sopra, sono ancora più incoraggiata e proseguo su una strada che tutti dicono difficile e piena di ostacoli ma che si sa essere percorsa da un esercito di gente tenace. Cordiali saluti. Eleonora Ballista 22 Giusto condonare le quote ai precari Gentile Presidente, sono una giornalista freelance professionista, iscritta all’Ordine della Lombardia con tessera numero 68257 Le testate con cui collaboro più frequentemente sono Il Sole 24 ore e La provincia di Como, ma saltuariamente scrivo anche per molte altre testate, come A, Il Mondo, Marie Claire, Il Foglio e altri. Mi occupo di Cina da 5 anni (di cui 3 e mezzo direttamente da Pechino) e sono iscritta all’OdG come pubblicista dal 2000. Ho 30 anni. Dalla fine del 2008, la mia attività lavorativa ha subito un violento arresto. Sappiamo la situazione in cui si trova il mercato editoriale. E forse anche lei sa già molto bene che negli ultimi mesi i compensi per i “collaboratori” sono calati notevolmente (del 25-30 per cento, come minimo: nel caso del Sole, il mio compenso netto è passato da 170 a 120 euro ad articolo; nel caso della Provincia di Como, da 90 a 45 euro, anche a causa delle nuove regole per le ritenute d’acconto). Inoltre, le redazioni hanno ridotto sensibilmente il numero di articoli che commissionano all’esterno (sono passata da una media di 3 a una media di 1 al mese per il Sole; da 6 a 2 al mese per la Provincia). Senza contare che negli ultimi 9 mesi ben 8 articoli commissionatimi dal Sole e dalla Provincia di Como, articoli che perciò ho poi scritto e regolarmente inviato alle redazioni, non sono infine mai stati pubblicati. Nessuno mi ha spiegato le ragioni di quanto avvenuto (in passato quasi tutti gli articoli che mi commissionavano venivano poi effettivamente pubblicati, e quindi retribuiti) e nessuno mi ha rimborsata per il lavoro svolto e per il mancato guadagno. A questa situazione già deprimente si è unita l’impossibilità di ottenere dei contratti estivi di sostituzione ferie, impresa più difficile che mai perché nelle testate dichiarate in crisi non sono ammesse le sostituzioni ferie. Preso atto del quadro generale e della mia situazione in particolare, vorrei chiedere all’Ordine di venire incontro a me (e a eventuali altri freelance che lo richiedano) e di condonare ex post (vale a dire, di rimborsarmi) il versamento della quota annuale 2009 che ho già versato puntualmente all’inizio dell’anno. Si tratterebbe più di un gesto simbolico che sostanziale, visto che non sarà la quota annuale dell’OdG a rendermi improvvisamente benestante. Ma credo sarebbe un gesto importante visto anche come gli organismi di rappresentanza dei giornalisti sembrino ignorare le problematiche dei freelance - gli unici senza diritti, senza paracadute, senza possibilità di ottenere un sussidi di disoccupazione. Emma Lupano Tabloid 4 / 2009 La voce dei lettori Solo contratti a termine e niente sostituzioni Gentile presidente, ho 31 anni e sono giornalista professionista, iscritta all’Ordine della Lombardia dal febbraio 2006 come praticante della scuola di giornalismo dell’Università Cattolica di Milano. Dopo alcuni contratti a termine, mi trovo al momento senza un impiego, in attesa di eventuali sostituzioni estive. Ho letto su New Tabloid dell’iniziativa dell’Ordine per il rimborso della tassa d’iscrizione e vorrei sapere come è possibile ottenerlo. Si tratterebbe di una bella boccata d’ossigeno per chi non percepisce neanche il sussidio di disoccupazione o per chi in passato si è visto negare il rimborso dall’azienda in quanto “precario” e non stabilmente assunto (è quello che mi è successo l’anno scorso). Ringraziando anticipatamente per l’attenzione Alessandra Farina In questo anno straordinario di crisi economica e trasformazione tecnologica del giornalismo cerchiamo, tutti noi dell’Ordine, di venire incontro, come possiamo, ai nostri iscritti. Dunque accogliamo le domande di condono e le valutiamo. Sono molto pessimista per un futuro migliore ma conto sul grande talento tutto italiano delle imprese, aziende editoriali incluse, per trovare nuove strade anche nel giornalismo. (L.G.) Ho recuperato dall’editore pagamenti arretrati. Grazie all’Ordine Gentile Presidente, solo per informare che dopo un appuntramento con l’avvocato Luisella Nicosia, presso la sede dell’Ordine dei Giornalisti di Milano lo scorso 21 maggio, per avere aiuto relativamente a un mancato pagamento di diritti d’autore per un mio libro, la questione si è risolta ed il pagamento è stato effettuato da parte dell’Editore. Quindi mille grazie all’avvocato Nicosia per il suo prezioso lavoro e all’Ordine per il servizio offerto. Ancora molti ringraziamenti. Cordiali saluti Adolivio Capece Sportello legale gratuito: se 50 euro vi sembran poche! Gentile Presidente, le scrivo per esprimerle tutto il mio rammarico e la mia insoddisfazione per avere appreso allo sportello dell’ODG, nel momento in cui stavo depositando la pratica, di dover pagare 50 euro di diritti di segreteria (più bolli) per avere un parere dall’Ordine stesso circa la congruità della richiesta di crediti avanzati nei confronti di un Tabloid 4/ 2009 editore insolvente. Oltre a denotare una mancanza di rispetto nei miei confronti da parte delle persone che lavorano presso l’Ordine, per non avermi correttamente informato circa le spese da affrontare, le faccio notare come tale richiesta suoni a mio giudizio piuttosto insensata in un panorama di editori che fanno il bello e cattivo tempo, con società a responsabilità limitata che, una volta fallite o chiuse, non riconosceranno più un centesimo ai loro creditori. A fronte della quota associativa regolarmente pagata per anni e di fronte alla promessa di gratuito patrocinio per il recupero crediti (che molto spesso non va a buon fine), mi pare per lo meno indelicato chiedere un esborso ulteriore al giornalista creditore. Che oltre al credito non risarcito alla fine si troverà a dover affrontare delle spese aggiuntive. Cornuto e mazziato, dicono con espressione colorita ma appropriata nel Sud Italia. Se mi viene offerto un gratuito patrocinio mi aspetto che sia gratuito, e non che ci siano da pagare spese di segreteria a parte: non si tratta di 50 euro, è il principio che conta e non la quantità dell’esborso. Considerato il tipo di informazioni (inesatte) che mi sono state date fino a questo punto devo attendermi l’esborso di altre spese occulte, che forse alla fine occulteranno la gratuità stessa del servizio? In molti anni di iscrizione all’Ordine le confesso di avere avuto la percezione di un generale disinteresse dello stesso nei confronti dei propri associati, tranne quando si arriva in periodo di riscossione delle quote. E’ proprio questa sciatteria nella comunicazione agli associati, questa noncuranza nel trattare questioni sempre più serie come la sopravvivenza della professione, che parte proprio dalla possibilità di essere retribuiti in maniera congrua, che conferma sempre più la mia impressione dell’inutilità dell’Ordine. La prego di convincermi del contrario. Cordialità Lettera firmata Dieci numeri di giornale (New Tabloid), 17 news letter, il portale aggiornato, almeno 4 convegni promossi direttamente e patrocinati sui grandi temi dell’informazione, più l’assemblea generale sul bilancio. Tutto questo per tenere informati i colleghi. Per quanto riguarda la cifra dei 50 euro da pagare per le spese di segreteria, mi dispiace che allo sportello non l’abbiano avvertita prima di iniziare le procedure di recupero. La cifra d’altronde è stata stabilita dal Consiglio e più di mille colleghi, quest’anno, hanno recuperato più di 57.000 euro. (L.G.) 23 Le nuove frontiere Primo piano il new york times fa da pioniere e sperimenta nuove figure professionali Giornalisti a tutto campo E il web è senza segreti Non basta mettere in Rete le notizie di un giornale cartaceo. In Usa nasce il ruolo dei journo-developers. Il quotidiano online più letto al mondo ha creato, in redazione, una unità che si dedica alle nuove tecnologie. I redattori, oltre alle usuali competenze giornalistiche, hanno buona conoscenza di programmazione informatica e di grafica. di Roberto Dadda Trentun milioni di visitatori unici ogni mese, duecentocinquanta milioni di accessi, un miliardo e cento milioni di pagine visualizzate, quasi quattro milioni le pagine visualizzate dal nostro paese: questi sono i numeri del sito del New York Times, il quotidiano che esce a Manhattan dal 1851. Un sito completo che integra sulla stessa piattaforma tecnologica New York Times e International Herald Tribune e che si legge bene in ogni browser e anche su iPhone con un programma appositamente realizzato che ha vinto quest’anno il premio “Mobile Award” per la migliore applicazione per la lettura di notizie. Artefice di questo successo un manipolo di dieci prodi con una figura professionale nuova: sono “journodevelopers”, giornalisti-sviluppatori che aggiungono alle usuali competenze del giornalista un buona conoscenza della rete, della programmazione delle pagine e della grafica. Il prepotente affacciarsi della rete nel mondo della carta stampata sta, come è noto, provocando non pochi problemi ai giornali che troppo spesso hanno affrontato la cosa considerando la pagina web semplicemente come un nuovo strumento di diffusione. La rete è un contenitore del tutto nuovo che porta un cambiamento sostanziale del contesto e del format: una semplice operazione di “riscrittura” non basta, è indispen- 30 •La prima pagina della versione web del New York Times sabile capire e implementare un vero cambio di paradigma. McLuhan ci ha insegnato che nella comunicazione i rapporti tra contenitore e contenuto sono strettissimi tanto che il medium influenza in modo determinante il messaggio: un cambiamento radicale come il passaggio dalla carta alla rete richiede una revisione radicale nelle modalità del comunicare. Al New York Times hanno capito la cosa da tempo ed hanno per questo creato una nuova unità organizza- tiva: si chiama News Technologies Unit ed è formata da dieci J-developers: missione del gruppo è gestire la complessa intersezione tra giornalismo, tecnologie e il nuovo approccio che la rete esige alla grafica e alla impaginazione. Per qualche verso la cosa ricorda la figura di Aldo Manuzio, l’erudito che, a cavallo tra 1400 e 1500, insoddisfatto del risultato della stampa, scese in tipografia e si sporcò le dita di inchiostro rivoluzionando per sempre l’arte della stampa. Tabloid 4 6 / 2009 2007 Le nuove frontiere Il caso editoriale Ecco un team che fa notizia • La pagina personale di Aron Pilhofer, capo della News Technologies Unit, responsabile della presenza in Rete del New York Times. Per capire la mentalità di questi nuovi giornalisti vale la pena dare una occhiata al sito personale di Aron Pilhofer, capo del team che si occupa della presenza in rete del giornale: sulla spalla destra della pagina si presenta vantandosi di avere fatto il sito tutto da solo utilizzando tecnologie innovative, poche righe più avanti afferma di lavorare «anche per il New York Times». Interessante visitare la sua pagina su Linkedin, il sito dove il popolo della rete mette curriculum e storia professionale: entrato nel 2005 come redattore si occupava di analizzare dati statistici economici e politici utili per la preparazione di inchieste. Il rapporto con i sistemi di calcolo è diventato sempre più stretto, la sua cultura di programmazione è cresciuta ed ora si trova a gestire la parte della redazione che ha i maggiori tassi di crescita! I risultati sono certamente degni di nota e vale la pena cercare di capire perché gli editori che hanno mantenuto la tradizionale organizzazione, quella che vede la redazione preparare i contenuti per poi consegnarli a chi si occupa di confe- Tabloid 4 / 2009 zionarli, hanno incontrato maggiori difficoltà nell’approccio alla rete. Va detto innanzitutto che la cosa è normale quando ci si trovi a dover affrontare un cambio di paradigma: le organizzazioni aziendali tendono ad essere immagine del paradigma applicato fino a quel momento, per aderire ad un altro è indispensabile rimescolare le carte per trovare la nuova organizzazione. Con la rete il problema è acuito dalla caratteristica delle nuove tecnologie informatiche in generale e delle tecnologie della rete: i cambiamenti sono costanti, straordinariamente veloci, continui e, per la natura stessa di Internet, si propagano con una velocità fino a ieri impensabile. Ci sono buoni motivi per credere che la figura del J-developer sia entrata nelle redazioni per starci a lungo. Il giornale si legge molto bene anche da iPhone grazie a un pacchetto che permette di scaricare le pagine per leggerle quando il telefono non è collegato alla rete. La struttura del giornale, qui come in rete, è stata completamente ridisegnata per aderire al format dello strumento usato dal lettore. Sono informatici, grafici e giornalisti insieme. Sono in dieci i redattori che fanno parte della News Technologies Unit del New York Times ideata e fondata da Aron Pilhofer (in foto) e sono un team che fa notizia. Di questa nuova squadra, destinata a far parlare di sé, fanno parte uno sviluppatore di progetti interattivi, un direttore di dipartimento multimediale, un responsabile del servizio grafico, un sovrintendente per le attività di giornalisti, grafici e programmatori. Il maggiore impegno che affronta ogni giorno questo team è di mettere a disposizione dei lettori un gran numero di informazioni nel modo più accessibile e accattivante. Il fatto che gli uomini della News Technologies Unit siano giornalisti competenti anche nella comunicazione grafica e nella programmazione ha già prodotto idee notevoli. Come quando, il giorno in cui Obama fu eletto presidente, fu chiesto ai lettori di descrivere con una parola i loro stati d’animo. I risultati sono stati la fotografia della nazione realizzata con un sondaggio in continuo movimento sulla pagina. Questo nuovo concetto del lavoro giornalistico potrebbe avere interessanti sviluppi per superare la grave crisi che ovunque affligge il settore dell’informazione (lo stesso New York Times). Il mercato del lavoro, infatti, potrebbe aprire le porte a questi giornalisti “riconvertiti”. La Medill, scuola della Northwestern University dove si studia giornalismo, offre addirittura borse di studio agli hacker interessati a lavorare nel mondo dell’informazione. 31 Primo piano Si moltiplicano gli episodi di colleghi fatti oggetto di intimidazioni Tra cronaca e privacy troppi cronisti aggrediti Basta un incidente stradale o un fattaccio di nera e il luogo del delitto si trasforma, sempre più spesso, in un assalto a giornalisti e fotoreporter. In nome della privacy? È un escalation preoccupante, un clima d’intolleranza nei confronti della nostra professione. I casi di Bergamo, Sondrio, Milano, Buccinasco, Pieve Emanuele e Imbersago di Carlotta Quadri “L’O.d.G della Lombardia esprime piena solidarietà ai colleghi vittime di...”: queste le parole con le quali l’Ordine, sempre più spesso, è costretto a intervenire con appositi comunicati in favore di colleghi che lavorano in prima linea. Dardo Rigamonti, Stefano Barbusca, Roberto Galullo, Saba Viscardi, Massimiliano Maggese, Mara Del Fante: sono solo alcuni dei nomi di giornalisti e fotoreporter che, nell’arco di un solo anno, sono stati aggrediti verbalmente, fatti oggetto di intimidazioni o addirittura malmenati. Privacy e diritto di cronaca confondono, sempre più spesso, idee e linee di confine entro le quali si svolge il lavoro di cronisti. Basta un incidente stradale, un episodio di cronacaccia nera o anche un qualsiasi articolo o inchiesta che tocca qualche nervo scoperto e voilà, si scatena il risentimento di qualche parente, amico o, peggio, di qualche pericolosa frangia della malavita organizzata. E in men che non si dica scatta una vera e propria caccia al cronista. L’ultimo episodio, in ordine cronologico, è accaduto poco meno di un mese fa a Davide Bortone, corrispondente del Giorno dalla zona di Buccinasco, Gaggiano, Cusago nonché direttore del sito www. giornalelibero.com. Per aver scritto alcuni pezzi sulla malavita locale e 32 per aver dato fastidio a qualcuno, Bortone s’è ritrovato il parabrezza dell’automobile spaccato da un’anonima spranga. Insomma, il collega s’è alzato una mattina e ha trovato la sua auto sfondata. Dardo Rigamonti e Stefano Barbusca, invece, sono stati vittime di una malintesa interpretazione delle norme che regolano la privacy da parte della Guardia di Finanza: lo scorso gennaio a Castasegna, al valico di frontiera fra Italia e Svizzera, il foto- grafo Dardo Rigamonti stava realizzando un servizio foto-giornalistico sul fermo di un furgone da parte della Guardia di Finanza sul quale viaggiavano una ventina di profughi curdi diretti in Svizzera. Il giorno successivo, l’edizione di Sondrio della Provincia ha pubblicato un servizio sulla vicenda, corredato da alcune fotografie, provocando l’irritazione della Guardia di Finanza locale. Al punto che, il venerdì seguente, per tutta risposta, una squadra di sette E la politica non sta a guardare In Valchiavenna elezioni al vetriolo Ecco la lettera che un gruppo di colleghi ha inoltrato all’Ordine dei giornalisti della Lombardia, al presidente della Comunità montana e ai sindaci dei Comuni della Valchiavenna poco dopo le scorse elezioni amministrative: “Nei giorni scorsi si sono verificati gravi episodi di intimidazione in diversi Comuni - i più rilevanti a Gordona e Chiavenna - ai danni di alcuni di noi, da parte di persone candidate alle elezioni amministrative. A seguito di queste vicende, noi giornalisti della Valchiavenna esprimiamo la nostra solidarietà ai colleghi vittime di questi comportamenti. Ribadiamo che continueremo a svolgere il nostro lavoro liberi da ogni condizionamento, nel pieno rispetto della deontologia, senza accettare condizionamenti esterni sugli argomenti da trattare. Ricordiamo che siamo sempre stati disponibili al dialogo e al confronto, purché avvengano nei consusti termini civili e che in caso di ulteriori problemi chiunque può rivolgersi alle sedi opportune, senza mettere in campo comportamenti inappropriati”. Stefano Barbusca, Roberto Carena, Nicola Falcinella, Daniele Prati, Dardo Rigamonti, Danilo Rocca, Marco Zanghieri Tabloid 4 6 / 2009 2007 Primo piano finanzieri in divisa si è presentata nel negozio di fotografia di Rigamonti per eseguire controlli sulla contabilità. Al collega Stefano Barbusca, munito di macchina fotografica e mandato dal giornale sul posto per rendersi conto di quanto stava avvenendo, si sono avvicinati i finanzieri che, in nome della privacy, hanno sequestrato l’apparecchio fotografico e il tesserino dell’Ordine. A Bergamo, il 28 febbraio 2008, un giovane collega di Canale Italia è stato vittima di un’aggressione da parte delle forze di Polizia durante gli scontri di piazza avvenuti dopo l’apertura della sede provinciale di Forza Nuova. Il giornalista, dopo essersi qualificato, stava svolgendo regolarmente il suo lavoro effettuando una normale ripresa video quando la telecamera è stata colpita da alcune manganellate. Roberto Galullo della redazione milanese del Sole 24 Ore (con il collega Amadore di Palermo) è stato oggetto di intimidazioni da parte di organizzazioni criminali per alcune inchieste di denuncia degli affari di mafia e ‘ndrangheta (vedi NewTabloid n. 1 - 2009). Saba Viscardi, invece, giornalista della testata telematica Merateonline è stata insultata e aggredita mentre stava seguendo la cronaca di un (banale?) incidente stradale a Imbersago, in provincia di Lecco. Tabloid 4 / 2009 Il figlio della vittima, una volta accortosi della presenza di una giornalista, l’ha inseguita, spintonata e schiaffeggiata (vedi testimonianza a pag.26). Solo l’intervento di alcuni vigili del fuoco che erano sul posto, ha evitato il peggio. Sette e cinque giorni di prognosi sono andati a Massimiliano Saggese e alla fotografa Mara Del Fante, collaboratori de il Giorno, dopo essere stati presi a calci e pugni per aver raccolto, sabato 10 maggio a Pieve Emanuele, notizie e informazioni riguardanti un altro incidente nel quale ha perso la vita una bimba di 17 mesi. In questo caso una quindicina di esagitati ha aggredito i due colleghi sfoderando un’inaudita violenza. Fondamentale l’intervento del comandante dei vigili urbani di Pieve Emanuele, Tiziano Borselli, che ha tentato di calmare gli animi. Massimiliano Saggese (consigliere nazionale dell’Ordine) tra l’altro, è anche promotore di un gruppo di lavoro sul precariato giornalistico (vedi pag 27). E forse non è neanche un caso che i cronisti che finiscono nel mirino o vengono malmenati sulla pubblica strada mentre stanno seguendo un episodio di cronaca nera o un incidente stradale, sono spesso colleghi che consumano scarpe per seguire e raccontare notizie, con meno tutela di altri colleghi più garantiti. Resta da domandarsi cosa possa giustificare tali comportamenti nei confronti di persone (lavoratori a dirla tutta) che svolgono un mestiere che spesso comporta non pochi rischi, in nome della buona informazione, della libertà di stampa e del diritto di cronaca. Lo stesso sancito dall’articolo 21 della nostra Costituzione (e da altre leggi dello Stato, vedi box a fianco) che non può che essere principio cardine di una democrazia. Che dire? Non resta che rinnovare il costante impegno professionale e fare affidamento su quella parte di opinione pubblica che ancora sa di poter contare su tanti giornalisti onesti e sui princìpi cardine di una convivenza civile. Cosa dice la legge Diritto di cronaca? Non si scorda mai Il diritto di cronaca e di critica da parte dei giornalisti nonché il diritto all’informazione da parte del cittadino sono sanciti e tutelati da leggi e codici. Prima tra tutte, la legge professionale n.69 del 3 febbraio 1963 che, all’art 2, recita testualmente: “E’ diritto isopprimibile del giornalista la libertà di informazione e critica ed è obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti...”. Concorre all’applicazione della legge professionale, la Carta dei doveri del giornalista dell’8 luglio 1993 che sancisce il diritto all’informazione: “Il giornalista deve rispettare, coltivare e difendere il diritto all’informazione di tutti i cittadini; per questo ricerca e diffonde ogni notizia o informazione che ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verità e con la maggiore accuratezza possibile”. Norme queste, sancite nel rispetto della legge 675 del 31 dicembre 1996, detta Legge sulla Privacy. Vi sono inoltre sentenze che ribadiscono questi princìpi fondamentali, come la sentenza della Corte Costituzionale 105/1972, della Cassazione Penale F.It. 1982, II313; G.It.1982, II, 346 e G.Pen. 1994, II, 496. Da ultimo, non di certo per importanza, l’art 21 della Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad 33 Primo piano LA testimonianza di una collega di merateonline Malmenata per qualche foto La giornalista aggredita dai parenti della vittima sul luogo di un incidente stradale. Nel suo racconto l’amarezza di chi viene “punito” per aver fatto il proprio dovere di Saba Viscardi* All’irritazione della gente ormai ci si fa l’abitudine: quando sei sul luogo di un incidente, vedi venirti incontro parenti e amici del ferito che ti chiedono aggressivamente «Ma che c... fai?», come se stessi riprendendo la scena del sinistro per poi farne un cortometraggio. Ma quando alla frase scostante, scocciata e magari anche un po’ cafona si aggiungono le “mani” allora è tutta un’altra cosa. Mi è successo mentre mi recavo sul luogo di un incidente, dopo aver incrociato in via Turati, a Imbersago, un mezzo dei vigili del fuoco. Giornata già convulsa e pesante, dopo una nottata passata davanti al video per “coprire” la diretta delle elezioni europee. Arrivata in auto a Imbersago imbocco via Adda, strada che porta al traghetto, e vedo subito che è bloccata da una serie di macchine ferme e dal mezzo dei pompieri. Accosto in un punto dove non sarei stata di intralcio alle manovre dei soccorsi e, a piedi, percorro la cinquantina di metri che mi separa dall’incidente. «Sai, gli animi sono parecchio agitati. Madre e figlio si sono già azzuffati e sono dovuti intervenire i vigili del fuoco a separarli», mi dice un ragazzo con fare protettivo. E mi consiglia di scattare le foto da lontano. Non me lo faccio ripetere due volte e mi posiziono sulla riva del ristorante «Terrazzo». Da posizione elevata scatto qualche fotografia alla scena dell’incidente: un uomo è incastrato all’interno di un mezzo, piegato su un lato, vigili del fuoco e 118 stanno 34 lavorando con fatica per estrarlo e prestargli le cure del caso. Finito di fotografare e scambiare due parole con i passanti, non faccio in tempo a comporre il numero della redazione. Dal basso sento il figlio del ferito che urla: «Che c... fai? Che c... fai?». Un uomo sui 35 supera con un balzo il muretto e la siepe e si arrampica su per il pendio, per raggiungermi. «Non mi hai chiesto la liberatoria, dammi la macchina fotografica!», intima. E mi afferra per il bavero del giubbetto mentre con l’altra mano mi cinge il bacino tentando di strapparmi la fotocamera che ho dietro alla schiena. Le urla proseguono e prima che intervengano i vigili del fuoco passa una manciata di secondi per me interminabile. All’aggressore cerco di spiegare che non è il caso di agitarsi e che forse sarebbe meglio si preoccupasse del padre moribondo, più che di una fotografia scattata in luogo pubblico durante un fatto di cronaca. Purtroppo l’uomo, a spintoni e urla, fa seguire due ceffoni in pieno viso che fanno finire per terra i miei occhiali. La situazione degenera. I vigili del fuoco tentano di fermare l’uomo, scivolano e finiscono con lui in un’ammucchiata dalla quale, l’aggressore, riesce a liberarsi avventandosi nuovamente su di me, che sono ormai a terra. Mi urlano: «Vai via, scappa! Non riusciamo a tenerlo, vai via!». Ma da un angolo spunta la madre, nonché moglie della vittima. La donna, urlando parole irripetibili, mi scaraventa dritto in volto la sua borsa. Come se non bastasse, mi afferra subito dopo per i capelli strattonandomi verso terra. Fortunatamente ci sono, vicine, due persone che riescono a fermare e allontanare la donna, e che mi permettono, finalmente, di raggiungere l’automobile. Questa è la semplice cronaca dell’accaduto. L’increscioso episodio proseguirà ora nelle opportune sedi. Resta l’amarezza di essere stata aggredita mentre stavo esercitando il mio diritto di cronista. È comprensibile che in certe circostanze gli animi possano essere agitati e che un giornalista magari non è ben visto. Ma non è tollerabile che ciò finisca in violenza. *giornalista di Merateonline Tabloid 4 / 2009 Primo piano i rusultati di una ricerca del GRUPPO DI LAVORO dell’ordine nazionale Rischi e sacrifici a 2 euro Ecco il mondo dei precari In prima linea ci sono troppo spesso colleghi senza contratti e senza tutele, con compensi irrisori e orari impossibili. Ecco qualche idea per affrontare quella che è una vera e propria piaga: ad esempio l’istituzione di un “foglio rosa” e di una Borsa di studio di Massimiliano Saggese* Un blog, un video, un report: il Gruppo di lavoro sul precariato del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha concluso il suo lavoro. Per la precisione, un anno di lavoro che ha portato alla luce una realtà ancor più amara di quella immaginata, tanto che il precariato nel mondo del giornalismo oggi rappresenta una vera e propria piaga. Per cercare di realizzare un lavoro il più vicino possibile alla realtà dei giornalisti precari, il gruppo ha operato con mezzi, appunto, precari. Scegliendo come sede di lavoro Milano (grazie alla disponibilità dell’Ordine della Lombardia) perché capitale della comunicazione. Durante le trasferte spesso i componenti il gruppo di lavoro hanno dormito in auto, hanno fatto levatacce e passato notti al volante, per poter seguire il lavoro di quei colleghi che si alzano alle 5 del mattino per essere in radio o in tv alle 5.30 per il primo notiziario. Non parliamo di colleghi precari che lavorano per grandi network nazionali, peraltro costretti anche loro ad una vita precaria. Parliamo, invece, di coloro che lavorano per la piccola televisione di periferia oppure per la radio locale. Questa indagine si è sviluppata su vari fronti anche per ottenere un ampio panorama del giornalista precario, evitando di fornire un report “freddo”, fatto di sole cifre (pochi numeri ma essenziali). Queste cifre Tabloid 4 / 2009 •Le cover del video e del libro sul pecariato realizzati dal gruppo di lavoro coordinato da Saggese (in foto) sono da brivido: 9 mila testate giornalistiche non iscritte al Tribunale; 20 mila giovani che lavorano nel mondo dell’informazione senza essere disciplinati e tutelati, e che in qualche modo cercheranno di iscriversi all’Ordine; 5 mila precari rilevati in parte dagli accertamenti dell’Inpgi (un plauso va al lavoro svolto dagli ispettori); 2 euro il pagamento minimo per servizio. E sono molti coloro che lavorano gratis pur di ottenere l’iscrizione all’Ordine. Il gruppo di lavoro ha voluto dedicare questo viaggio nel mondo del precariato ad un collega del quotidiano abruzzese Il Centro, Paolo Antonilli, scomparso dopo aver vissuto una vita da giornalista precario, senza mai raggiungere il sogno del contratto. Per fare sì che storie come quelle di Paolo e di tanti altri colleghi non siano più la regola, il Gruppo di lavoro ha concluso formulando queste richieste: 1 Gli Ordini regionali devono applicare le stesse regole per l’accesso e accogliere i nuovi colleghi con un vademecum che spieghi il mestiere. 2 Istituire una specie di “foglio rosa” da consegnare a chi comincia una collaborazione per una testata. In questo modo l’Ordine regionale conoscerà in tempo reale la situazione dei collaboratori che - entro due anni - si iscriveranno e andranno a rimpinguare le fila dei precari; gli editori saranno tenuti sotto controllo e invogliati a chiedere collaborazioni a giornalisti già iscritti e disoccupati. 3 Introdurre l’accertamento ISEE per ottenere benefici economici e lo status di giornalista “precario”. 4 Istituire una borsa di studio per i precari intitolata a Paolo Antonilli. In autunno il lavoro sarà presentato pubblicamente a Milano, città scelta come sede del Gruppo. *Coordinatore del Gruppo di lavoro sul precariato 35 La voce dei pubblicisti l’ordine nazionale getta le basi per nuove regole Corsi e “mini esami” per iscriversi all’Elenco Chi vorrà entrare nella categoria dovrà dimostrare di avere la giusta preparazione nei temi etici e giuridici: perché sui doveri non c’è differenza rispetto ai giornalisti professionisti. di Stefano Gallizzi* Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha approvato, nella seduta del 17.06.2009, dopo un intenso dibattito, un documento di indirizzo per l’iscrizione all’Albo dei giornalisti, elenco Pubblicisti. Il documento è frutto di un efficace lavoro, coordinato dal consigliere nazionale Marco Volpati, che ha visto impegnate le commissioni Culturale e Giuridica del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e si è avvalso del contributo degli Ordini regionali. La professione giornalistica d’altronde è profondamente mutata negli anni che sono trascorsi dall’approvazione della legge 69/1963. I princìpi sui quali essa si fonda sono validi oggi come allora, ma la struttura delle redazioni e l’articolazione delle mansioni hanno subito sostanziali modifiche. Per l’accesso all’elenco dei professionisti – in attesa di una radicale riforma da tempo sollecitata da parte dell’Ordine e di altri organismi di categoria – si è provveduto con interpretazioni dell’art. 34 che hanno consentito un più esteso riconoscimento della pratica giornalistica e, contemporaneamente, l’obbligatorietà della frequenza a corsi di prepa- razione che precedono l’esame. Procedure nuove risultano necessarie anche per l’accesso all’elenco dei pubblicisti. In particolare perché nel frattempo è stato riconosciuto il loro diritto ad assumere la direzione responsabile di una testata, e a far parte integrante del lavoro redazionale. Pur nella distinzione tra i due elenchi, si è realizzata cioè una convergenza progressiva tra pubblicismo e professionismo; per le responsabilità, il rispetto delle leggi e delle norme deontologiche - compreso il divieto di fare pubblicità - i doveri dei giornalisti sono totalmente identici, senza distinzione tra un elenco e l’altro. Una risposta piena alle nuove esigenze potrà derivare soltanto da una riforma legislativa; tuttavia alcuni adeguamenti risultano possibili anche nel quadro normativo ancora vigente. I corsi regionali “certificati” Che cosa prevede in concreto il documento? Per iniziativa del Consiglio regionale, o eventualmente a dimensione interregionale, saranno tenuti periodicamente corsi di formazione per i futuri giornalisti dedicati in particolare al complesso delle norme Il documento prevede una formazione online destinata a quanti non possono frequentare le lezioni di persona 36 deontologiche che la categoria si è data, oltre che al quadro legislativo che concerne la professione (Costituzione della Repubblica; diritto all’informazione e libertà di stampa; legge istitutiva dell’Ordine e distinzione tra informazione e comunicazione, con particolare riferimento al divieto di fare pubblicità; legge sulla stampa; legge sulla privacy, Carta dei doveri più tutte le specifiche settoriali come quelle per l’informazione economica e lo sport, Carta di Treviso, Carta di Roma). Complessivamente si tratta di gran parte delle materie delineate nei moduli 1 e 2 del Progetto elaborato dal Comitato Tecnico Scientifico per la preparazione dell’esame dei professionisti. Una formulazione “di base” di tali corsi dovrà essere elaborata a cura del Consiglio Nazionale e fornita ai Consigli Regionali, che potranno adattarla alle proprie esigenze o anche ampliarla, in un quadro di riferimento nazionale. Tali corsi dovranno essere rivolti a chi richiede l’iscrizione all’elenco dei pubblicisti, avranno carattere obbligatorio, e si concluderanno con la certificazione che sono stati seguiti con diligenza e con profitto. Per non ritardare l’iter di valutazione delle domande di iscrizione si dovrà prevedere che ai corsi si possa accedere prima del compimento dei due anni di attività giornalistica di collaborazione. E’ opportuno prevedere che i corsi possano essere seguiti onli- Tabloid 4 / 2009 La voce dei pubblicisti ne da chi non abbia la possibilità di intervenire di presenza per ragioni di distanza o di orario. I corsi online potranno essere curati direttamente dall’Ordine regionale, o elaborati a livello nazionale per essere messi a disposizione sul web; dovranno contenere sistemi di certificazione della frequenza e un accesso, in forma riservata, a funzioni di test per la verifica e la auto-verifica dell’apprendimento. A parte l’istruttoria della pratica per l’iscrizione, che dovrà verificare l’adeguatezza e la continuità del lavoro svolto, in coerenza con l’ultimo comma dell’art. 34 del Regolamento (“il Consiglio regionale può richiedere gli ulteriori elementi che riterrà opportuni in merito all’esercizio dell’attività giornalistica da parte degli interessati”), il Consiglio provvederà a convocare il richiedente per una illustrazione dell’attività e del materiale giornalistico prodotto; tale colloquio, che il Consiglio regionale potrà eventualmente delegare ad una apposita commissione, farà riferimento al materiale allegato alla domanda di iscrizione, e potrà concernere anche le conoscenze sulle materie legislative e deontologiche trattate nei corsi. La deliberazione del Consiglio regionale relativa all’iscrizione sarà in ogni caso adottata in camera di consiglio. Le materie di studio Ecco le note esplicative e le linee di attuazione della procedura di accesso all’elenco dei pubblicisti. Lo schema dei corsi sarà fornito dal Consiglio nazionale e gli argomenti principali saranno: • Cenni storici sul giornalismo e sulla conquista della libertà di stampa • Diritto all’informazione, Costituzione, leggi che regolano il giornalismo, responsabilità penali e civili • Separazione tra informazione e comunicazione (divieto di pubblicità) • Deontologia (Carta dei Doveri, Carta di Treviso, Carta di Roma, norme settoriali per giornalismo economico, sportivo, ecc) e leggi sulla privacy • Diritto d’autore, rapporti economici Tabloid 4 / 2009 che ne derivano • Rapporti con le fonti, ruolo e funzione degli uffici stampa (a questi si possono aggiungere eventuali argomenti ulteriori da individuare). I corsi potranno svolgersi in modo “concentrato” (una o due giornate a tempo pieno). La frequenza dovrà essere certificata. Nel caso dei corsi online, da attivare come sostitutivi dei corsi di presenza per coloro che non siano in grado per impedimenti oggettivi di frequentarli, il Consiglio Nazionale fornirà uno schema base agli Ordini regionali, i quali potranno poi integrarlo. L’online dovrà prevedere che si accerti l’uso effettivo del corso di formazione, e si testi l’apprendimento (indicativamente con il metodo dei quiz). In quei casi particolari in cui risulti palese che le conoscenze siano già in possesso del soggetto richiedente (es. un esperto di diritto per la parte che riguarda Costituzione e leggi sulla stampa) il Consiglio Regionale potrà decidere di esentarlo dai moduli del corso che sarebbero superflui. Il colloquio rientra perfettamente nell’ambito di ciò che indica l’ultimo comma dell’art. 34 del Regolamento (citato più sopra). Proprio attraverso il colloquio questi elementi potranno essere ottenuti, e si eviterà anche che la pratica di ammissione all’albo sia affidata a una procedura esclusivamente burocratica. Resta inteso che le modalità concrete del colloquio con il candidato potranno essere definite da ciascun Consiglio regionale, anche se si ritiene opportuno che ciò avvenga in termini di collegialità. Poiché non sarà possibile rendere le materie dei corsi oggetto di un vero e proprio esame, è indispensabile che la frequenza, in una forma o nell’altra, risulti certificata, e che i tutor attestino che il corso è stato seguito con profitto. Anche nel caso di corsi online occorrerà dunque che si prevedano la verifica dell’effettiva utilizzazione, e la constatazione di un proficuo apprendimento. *Vice presidente Ordine giornalisti Lombardia Dal 1995 al 2006 La verifica degli iscritti Come abbiamo già anticipato lo scorso mese, il Consiglio dell’Ordine della Lombardia ha deciso, nella seduta del 7 marzo scorso, di avviare la revisione dell’elenco dei pubblicisti. La precedente verifica risale al 1997, mentre da regolamento dovrebbe essere effettuata ogni anno. Nessun intento sanzionatorio, dunque, nella decisione, ma il semplice rispetto di un atto dovuto per legge. L’iniziativa avviene, tra l’altro, su sollecitazione dell’Ordine nazionale dei giornalisti. Nessun iscritto, quindi, sarà cancellato d’ufficio, e tutti i casi controversi saranno portati al Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia che ascolterà le ragioni del collega per valutarne poi la posizione. La revisione riguarda tutti coloro che si sono iscritti nel periodo compreso dal gennaio 1995 al dicembre 2006, mentre sono esclusi tutti i colleghi iscritti all’elenco da più di 15 anni e i neo iscritti. Il controllo riguarderà circa 6.000 pubblicisti che riceveranno una comunicazione con la richiesta della documentazione necessaria: nessun iscritto deve dunque provvedere sua sponte all’invio di materiali se non dopo aver ricevuto l’apposita sollecitazione da parte dell’Ordine. La documentazione richiesta riguarderà il materiale giornalistico dell’ultimo biennio: tutto il lavoro deve essere pubblicato su testate registrate in Tribunale con un direttore responsabile iscritto nell’elenco dei giornalisti professionisti o dei pubblicisti. 37 L’angolo Primo piano della legge in inghilterra una sentenza che sta facendo molto discutere Blogger anonimo? Vietato per legge Caso NightJack: l’Alta Corte di Londra ha giudicato “attività pubblica” quella dei blog: chi la fa non ha diritto a vedere protetta la propria identità. L’autore, un poliziotto, è stato smascherato dalla redazione di Times. La decisione rischia ora di creare un precedente Non esiste in Italia, né nel resto d’Europa, una normativa riguardante l’anonimato dei blogger. Si tratta di un argomento molto spinoso perché sembra mostrare una inconciliabilità tra la correttezza dell’informazione e la tutela della privacy, che sono oggi due capisaldi della vita sociale. Ed è “spinoso” anche perché va ad aggiungersi ad una materia che per i motivi più disparati continua a essere in grande ebollizione: la comunicazione attraverso Internet. Sta facendo molto discutere, quindi, una recente sentenza dell’Alta Corte di Londra, secondo la quale quella del blogger è un’attività pubblica e chi la svolge non può ripararsi dietro l’anonimato; né ha diritto a chiedere che tale anonimato sia posto “sotto protezione”. Tale pronunciamento, naturalmente, ha messo in subbuglio il mondo dei blogger e scatenato polemiche. Anche perché è destinato a “fare giurisprudenza” e a traformarsi in un precedente al quale altri Paesi potrebbero fare riferimento. Ma andiamo per ordine. Informazioni riservate La decisione dell’Alta Corte è, almeno per ora, il capitolo conclusivo del caso relativo ad un certo Richard Horton. L’uomo è un quarantacinquenne agente della polizia investigativa, in attività nel Lancashire, che nel febbraio dello scorso anno avvia un suo blog intitolato NightJack, tenendo nascosta la propria identità. 38 Da quel momento Horton conduce, per così dire, una doppia vita. Di mestiere fa il poliziotto ma nel tempo libero dice la sua su argomenti politici e sociali, oltre a raccontare sotto pseudonimo le proprie esperienze professionali, e senza trascurarne i dettagli. Pian piano il blog acquista una certa popolarità, fino a raggiungere la considerevole quota di 500 mila contatti la settimana. Nell’aprile di quest’anno, poi, la giuria dell’Orwell Prize, un importante premio britanni- co riservato al giornalismo politico, gli assegna un riconoscimento. Ad interessare il pubblico è soprattutto la “vita vissuta” poliziesca che NightJack racconta. Si tratta spesso di casi le cui indagini sono in corso. Horton prende la precauzione di cambiare i nomi dei luoghi e delle persone coinvolte. Ma è tale la dovizia di particolari che non risulta poi così impossibile localizzarli e identificarli. Per esempio, per un caso di violenza a una Tabloid Tabloid 64// 2009 2007 L’angolo della legge • Non si vuole negare al blogger la possibilità di agire nell’anonimato; ma non si può nemmeno impedire che qualcuno smascheri prima o poi la sua identità. Così ha stabilito l’Alta Corte di Londra sul caso del blog NightJack di Richard Horton (nella foto), poliziotto inglese che, firmandosi con uno pseudonimo, raccontava le sue esperienze professionali senza trascurare alcun dettaglio. quattordicenne egli scrive che il colpevole ha un nome asiatico, soffre di epatite e che ha aggredito la ragazza in un hotel di mare. In un’altra occasione, Horton fa cadere dei sospetti sul testimone chiave di un caso (rischiando, quindi, di infuenzare il corso delle indagini). Alla fine, la precisione dei suoi “dietro le quinte” incuriosisce i cronisti del Times, che dopo una serrata indagine riescono a scoprire l’identità del signor NightJack. Il quale, appreso che il quotidiano intende smascherarlo pubblicamente, si rivolge alla Legge, chiedendo al tribunale di proteggere il suo anonimato. C’è da aggiungere che il blog è popolare anche per un altro motivo: in NightJack Horton fa commenti su uomini politici e sui suoi stessi colleghi e superiori, a volte mettendoli in ridicolo. E dà consigli alquanto speciali che, proveniendo da un poliziotto, si possono quantomeno definire “bizzarri” (per esempio: «Se arriva la polizia per fermarti non dire nulla. Tu sei una persona rispettabile e ritieni che cercare di fare ragionare la polizia può esserti d’aiuto. Errato»). Incaricato di esaminare la questione portata davanti all’Alta Corte di Londra è David Eady, un giudice che conosce bene la legislazione sui media. Eady è una figura piuttosto conosciuta in Gran Bretagna, anche perché certe sue decisioni sono risultate controverse. E lo è, sicuramente, anche questa sull’“anonimato dei blogger”, presa lo scorso 16 giugno. Tabloid 4/ 2009 Il giudice ha respinto la richiesta di Horton, considerandola «una pretesa irragionevole sulla privacy». In sostanza, la legge dovrebbe tutelare le informazioni confidenziali in circostanze nelle quali è evidente appunto la confidenzialità nella quale vengono “passate” (dalle nostre parti potremmo prendere come un esempio i pentiti di mafia). Ma il blog è qualcosa di diverso: è da considerarsi un’attività pubblica più che privata. Non si vuole negare al blogger la possibilità di agire nell’anonimato; ma non si può nemmeno impedire che qualcuno smascheri prima o poi la sua identità. Eady ha anche respinto che «faccia parte delle funzioni della Corte proteggere i funzionari di polizia che si comportano, o pensano di poterlo fare, in contrasto con i regolamenti disciplinari». Le reazioni non hanno tardato ad arrivare, anche perché NightJack era considerato uno dei blog più interessanti in circolazione. L’avvocato di Horton, Hugh Tomlinson, ha dichiarato: «Le migliaia di blogger regolari che oggidì comunicano su Internet sotto il mantello dell’anonimato sarebbero sconvolte a un pensiero: che la legge non farebbe nulla per proteggere il loro anonimato se qualcuno, indagando, cercasse di smascherarli». Si tratta, in ultima analisi, dell’ennesimo caso nel quale si manifesta il problema di trovare un percorso che accomuni correttezza dell’informazione e riservatezza. Il glossario di internet Banner: forma tradizionale di inserzione pubblicitaria sul web. Blog: da Weblog (web=registro, log=diario) diario digitale arricchito dai commenti dei lettori. Blogger: persona che gestisce o scrive su un blog. Browser: interfaccia grafica che permette a una persona di leggere le informazioni sul web. Community: insieme delle persone che frequentano un sito o un servizio. Database: qualsiasi raccolta di dati immagazzinati e memorizzati insieme. File sharing: traffico di file (brani audio e video o di software) che gli utenti scambiano attraverso tecnologie peer to peer. Hacker: esperto di computer in grado di accedere a codici sorgente di un programma o a dati nascosti. HTML: Hyper Text Markup Language, linguaggio informatico per rappresentare i contenuti di una pagina ipertestuale. HTTP: Hyper Text Transfer Protocol, protocollo informatico per trasferire l’informazione sulla Rete in modo che soddisfi le esigenze di un sistema ipertestuale globale. Mailing list: lista di nominativi generalmente usata per invii di messaggi circolari a mezzo di posta elettronica. On demand: modalità nella quale vengono prodotti e diffusi soltanto i servizi espressamente richiesti dagli utenti. Peer to peer (P2P): da pari a pari. Modalità di scambio all’interno di un network basata sul presupposto che ognuno metta a disposizione i propri materiali (file) ed abbia pieno accesso a quelli altrui. Pop-up: finestra del browser che si apre automaticamente entrando in un sito o cliccando su un link. Post: ogni intervento inserito all’interno di un weblog dai suoi utenti. WWW: World Widw Web applicazione internet creata nel 1990 39 L’osservatorio sull’estero liberation segue le orme del wall street journal e fa da apripista in europa Una tassa sul web La Francia ci sta Pagare qualche euro per le informazioni su Internet che prima erano gratuite serve anche a finanziare le redazioni. Con il vantaggio di poter garantire news di alta qualità a cura di Pino Rea per Lsdi* Una “tassa’’ generalizzata sulla fornitura di accessi alla rete per finanziare le redazioni. La proposta sta girando nelle stanze di Libération, come segnala Emmanuel Parody sul suo blog, ecosphere, e ipotizza una tassazione sull’informazione (gratuita) che la rete offre e i cui ricavi andrebbero distribuiti alle varie testate a seconda del numero di accessi ai rispettivi siti. Obbiettivo? Fornire risorse per contribuire a mantenere redazioni in grado di produrre giornalismo di buona qualità. Sotto la guida di Laurent Joffrin, amministratore delegato, Libé (che fa capo a Edouard de Rothschild) vorrebbe riunire gli editori della stampa e dei siti Internet “per chiedere ai fornitori di accesso (per la Francia Orange, Free, e altre aziende di comunicazione, ndr) di aggiungere sulle bollette per i loro abbonati al web una somma forfettaria di qualche euro: il costo dell’ informazione gratuita’’, racconta Parody, che cita una dichiarazione di Joffrin: “Si tratta di rettificare gli attuali flussi di danaro a favore delle redazioni, che sono gli ausiliari del buon funzionamento della democrazia’’. I fondi così raccolti verrebbero ripartiti fra le te- state in funzione della loro audience e dell’ampiezza della redazione. “Sulla base dello stesso principio, il sistema di finanziamento del cinema in Francia ha salvato il settore e permesso il suo sviluppo’’, rileva Joffrin. “Questa idea, che non è stata evocata nel corso degli Stati generali della stampa e che resta ancora a livello confidenziale nei corridoi di Libération, si basa – spiega Parody - su un meccanismo analogo a quello della famosa “licenza globale”, proposta invano dal Partito socialista in contrasto con la legge Hadopi sul diritto d’autore. Se non si vede niente Come cambiare pelle per vincere la crisi Settimanali verso la “mensilizzazione’’ Se i quotidiani si “settimanalizzano’’ i magazine potrebbero scegliere la via della “mensilizzazione’’. Così Franco Della Bella interpreta su Fotografia&informazione la rivoluzione vissuta da Newsweek. “Curato dallo studio grafico Number 17- spiega Della Bella - il nuovo design ha profondamente cambiato aspetto e organizzazione dei contenuti di uno dei news magazine per eccellenza”. Per sfuggire all’emorragia di lettori e al calo della pubblicità, il rivale di Time ha ridotto anzitutto i costi: tagliando lo staff e il numero di pagine ma soprattutto scommettendo su un nuovo posizionamento di mercato e ridisegnando 40 completamente il giornale. L’idea degli editor John Meacham (dell’edizione americana) e Fareed Zakaria (di quella internazionale) è di puntare più sulla qualità del dibattito politico-culturale che sulla varietà tipica di un magazine omnicomprensivo (politica, news, spettacolo, viaggi e così via). “L’obiettivo - prosegue Della Bella - è intercettare un pubblico di fascia alta, ricalcando il modello di successo dell’Economist: che, pur portando a un’ulteriore riduzione delle copie vendute sarebbe più interessante per gli inserzionisti pubblicitari. In un momento di grave difficoltà Newsweek reagisce “mensilizzandosi”, cioè rinuncia a inseguire tutte le notizie e si focalizza su pochi temi, approfonditi con reportage, opinioni, analisi, servizi fotografici. Se la formula avrà successo offrirà una via d’uscita ai news magazine in crisi di identità”. Tabloid 4 6 / 2009 2007 L’osservatorio sull’estero che possa frenare l’ entusiasmo degli editori della stampa, i fornitori di accessi a internet e le potenti associazioni degli internauti non dovrebbero vedere di buon occhio l’arrivo di una nuova tassa’’. Dietro questo progetto, comunque, una realtà: la stampa fatica a mantenere redazioni di qualità, che nel caso dei grandi quotidiani raggiungono anche alcune centinaia di persone. “Sebbene da tempo radicati sul web – aggiunge Parody – i quotidiani non riescono a rendere redditizie le loro attività online (salvo le Monde) e, a parte qualce eccezione (Le Parisien, L’Equipe, La Croix), le grandi testate sono in deficit. A lungo termine, l’obbiettivo, per Laurent Joffrin, né più né meno, è consentire una informazione di qualità, basata su delle inchieste approfondite, delle redazioni solide e dei mezzi finanziari adeguati’’. Lo sostiene anche il professor Stephan Russ-Mohl, direttore dell’European Journalism Observatory: “Nessuno penserebbe di andare dal macellaio o dal fornaio e avere del cibo gratis. Visibilità e diffusione sono fattori importanti, ma gli editori e i giornalisti professionisti devono anche guadagnare se vogliamo che sopravvivano. La sfida non è ottenere visibilità, ma convincere gli utenti a pagare per avere in cambio un’informazione di alta qualità. Nessuno ti regala da mangiare, e il cibo per la mente non fa eccezione”. “Personalmente credo nei micro-pagamenti” afferma Russ-Mohl “ma è tutto da vedere. Murdoch ha annunciato di voler far pagare le proprie news online: aspettiamo i mesi a venire per valutarne le strategie, e magari qualcun altro lo seguirà. Spero soltanto che gli utenti siano abbastanza svegli da imparare la lezione prima che il New York Times o qualche altra testata di alto livello chiuda per bancarotta. È quanto rischiano al Los Angeles Times, al Chicago Tribune, al Philadelphia Inquirer e ad altri quotidiani americani. Non siamo a cinque minuti dal giorno del giudizio, ma siamo già entrati nei cinque minuti successivi, ed è sorprendente la lentezza con cui in Europa ce ne stiamo rendendo conto”. L’idea di veder fallire altre testate non può allettare nessuno tra coloro a cui stanno a cuore il pluralismo e la libertà dell’informazione – sia essa digitale, catodica o cartacea – e di fronte a questa cupa prospettiva verrebbe da mettere una mano in tasca e tirare fuori qualche centesimo di euro per acquistare un’inchiesta del New York Times o un’analisi del Wall Street Journal. “Mettere gratuitamente online ciò che si voleva ancora vendere nella versione cartacea” commenta Russ-Mohl “è stato un grave errore da parte degli editori. E vi erano anche molti giornalisti a sostenere che, in una democrazia, l’informazione sarebbe dovuta essere gratuita. A questo punto, non dovrebbero essere troppo sorpresi se la gente gli ha creduto – e se, di conseguenza, stanno perdendo il proprio lavoro, visto che la pubblicità non è più sufficiente a pagare i conti”. Ma se per alcuni Internet è la radice di tutti i mali che hanno colpito l’informazione tradizionale, per molti, invece, la Rete rappresenta la cura per tenere in vita un sistema dell’informazione altrimenti già avviato autonomamente verso l’estinzione. In ogni caso, le due realtà sono inscindibili, e resta solo da stabilire se il futuro dell’informazione risiederà nella cross-medialità o se Internet cannibalizzerà completamente gli altri media, da molti già considerati ‘info-sauri’. La NewsCorp. di Murdoch conferma intanto che sta lavorando a una nuova applicazione tecnologica per facilitare i pagamenti per la consultazione di materiali del Wall Street Journal, della stessa Dow Jones o di altri soggetti. *Libertà di stampa diritto all’informazione Usa, ogni mattina si stampa in casa il quotidiano “su misura” Il primo giornale personalizzato in 300 abitazioni Il sistema per la stampa verrà installato sperimentalmente a fine estate da MediaNews Group (che pubblica il Los Angeles Daily News) nelle abitazioni di 300 cittadini di Los Angeles. Al momento della registrazione, ciascuno di loro selezionerà gli argomenti preferiti, ricevendo ogni mattina a casa il quotidiano personalizzato. I lettori pagheranno una sorta di abbonamento (che coprirà il costo del sistema per la stampa), mentre i ricavi dovebbero venire da inserzionisti attirati da una accentuata individualizzazione del target. MediaNews Group offrirà ai suoi lettori, dunque, una newsletter personalizzata Tabloid 4 / 2009 da stampare in casa. E’ un altro passo avanti nel processo verso la distribuzione di una informazione iper-personalizzata, che secondo alcuni analisti può essere una delle vie per uscire dalla crisi dei giornali. Il vicepresidente di MediaNews, Peter Vandevanter, ha illustrato i dettagli del progetto – racconta Sfnblog. com - spiegando che gli inserzionisti sarebbero attirati dalla possibilità di poter mettere la pubblicità “nelle mani di clienti che vivono in un raggio di appena tre miglia da loro’’. Gli inserzionisti dovrebbero pagare 5 centesimi di dollaro per sottoscrittore, tariffa che secondo lui sarebbe molto più alta di quelle che i giornali online potrebbero mai sognarsi di chiedere. “Un accordo con l’ Associated Press – conclude Sfnblog – consentirà a MediaNews Group di produrre i contenuti direttamente dai servizi delle agenzie”. 41 Colleghi in libreria un giornalista-narratore civile “rISCRIVE” la nostra storia piu’ recente Trent’anni di Storia vera ma sembra un altro film In “Patria 1978-2008” Enrico Deaglio traccia il diario degli anni più difficili della nostra Italia - dall’omicidio Moro alla fine della Prima Repubblica per svelare che, spesso, le cose non sono andate come ci hanno fatto credere. a cura di Antonio Andreini Tempo di vacanze, tempo di buone letture! Per quest’anno, possiamo leggere “Patria 1978-2008”, il ponderoso diario (939 pagine!) che Enrico Deaglio –fondatore e direttore del settimanale “Diario”- ha dedicato agli ultimi trent’anni della nostra storia. “Leggere ‘Patria’ –avverte l’autoreè come andare al cinema e rivedere trent’anni della nostra vita. Con i buoni e i cattivi, la musica, le bandiere, un po’ di kiss kiss, molto bang bang, e tutti noi protagonisti sullo schermo”. Vero. Verissimo. E che film! Uno di quelli non proprio allegri, ma da non perdere. Perché necessari. Non per la storia del cinema, ma perché gettano squarci di verità sulla “storia” di tutti e di ciascuno di noi. “La nostra storia –scrive ancora Deaglio nell’introduzione- in questi ultimi trent’anni è stata molto feroce, senza paragoni con quello che è successo nel resto d’Europa.” Molte sono, infatti, le realtà di questo periodo che fanno veramente paura: giornalisti e magistrati morti ammazzati, poteri forti e deviati: contro i tre mila morti in trent’anni dell’Irlanda irridentista, i nostri sono stati quasi diecimila solo negli anni 80/90, esclusivamente per interessi economici: appalti e traffici illeciti, soprattutto. Per la Storia, con la S maiuscola, basti pensare agli eventi conseguenti al Sessantotto, che ha sottoposto a “Contestazione” la vita culturale e politica, scuotendo le società dalle fondamenta. In Italia, poi, gli anni Settanta ci hanno portato il terrorismo, culminato con l’assassinio di Aldo Moro; gli anni Ottanta, Craxi e il craxismo, di cui subiamo ancora le conseguenze non solo nel debito pubblico che ci affossa; gli anni Novanta, la tempesta di Mani Pulite, la fine della Prima Repubblica e l’ingresso in politica di Silvio Berlusconi, un “proprietario –scrive Deaglio- che è diventato l’uomo politico più popolare proprio in quanto proprietario” e che a molti italiani, oggi, sembra voler piegare al proprio disegno politico le istituzioni democratiche così come le ha garantite la Costituzione. Il saggio di Deaglio è diviso in trenta L’autoriE Enrico Deaglio è da trent’anni nel mondo dei giornali, della televisione e dell’editoria. Nel 1996 ha dato vita al settimanale “Diario”. Tra i suoi numerosi saggi, “Storia di Giorgio Perlasca” (1991). Con il compianto Beppe Cremagnani ha realizzato diversi film-inchiesta, tra cui “Fare un golpe e farla franca” (2008). 42 capitoli, uno per ogni anno solare. “Ogni capitolo –spiega l’autore, quasi a sottolineare il taglio giornalistico dell’opera- riporta gli avvenimenti piccoli o grandi come fossero la notizia di un telegiornale, la scena di un film mai fatto o il risultato di uno scavo archeologocio. Alla fine di ogni anno ci sono brevi stralci dei libri e della musica che ci hanno accompagnato nel periodo. Ogni tanto, ci sono dei brevissimi racconti minimalisti che sono i miei ricordi e che non volevo buttar via”. I libri, scelti con Andrea Gentili, giovane collaboratore del “Manifesto” e del mensile “Il bene comune”, appartengono a tre categorie: 1) libri di successo, “casi” letterari (come “Il nome della rosa”, di Umberto Eco); 2) libri “anticipatori” (“Bellas Mariposas” di Sergio Atzeni o “Altri libertini” di Pier VittorioTondelli; 3) libri di identità (“Va’ dove ti porta il cuore”, di Susanna Tamaro). Di suo, Enrico Deaglio è un grande narratore civile. Qui ha tracciato la nostra storia degli ultimi trent’anni in cinquecento ministorie con prosa molto efficace e scarna, senza un aggettivo di troppo. Ma fortemente evocativa. La nostra storia, in definitiva, come non l’abbiamo mai letta. Alla fine, s’affaccia alla nostra coscienza sbigottita una domanda: “Ma davvero è successo tutto questo?”. Enrico Deaglio: “Patria 1978-2008”, Il Saggiatore, Milano, 2009, pagg. 939. € 22 € Tabloid 4 / 2009 Colleghi in libreria Luisa Carrada: Il mestiere di scrivere, Apogeo, Milano, 2009, pagg. 216, 24 € Il “mestiere” tra carta e web Qual è il ruolo della scrittura professionale oggi, dopo le piccole e grandi rivoluzioni che Internet ha portato nella quotidianità del nostro lavoro? Perché, in realtà, la civiltà dell’immagine e della multimedialità è sempre più civiltà della scrittura: dalle email agli sms, dai siti ai blog, stiamo assistendo a una grande espansione della scrittura e il testo vive un momento trionfale. Si scrive sempre di più, ovunque. Ma si scrive in modo diverso da alcuni anni fa, perché il web ha cambiato il nostro modo di comunicare, di scrivere appunto, e anche di leggere e ”guardare i testi”. Facciamo ormai parte di una text generation che lavora, impara e comunica soprattutto leggendo e scrivendo. E in particolare chi scrive per professione deve riorientarsi, trovare nuovi punti di riferimento, conoscere nuovi strumenti, scoprire nuove fonti di ispirazione. Per tutti coloro che vogliono saper scrivere oggi, Luisa Carrada, esperta di comunicazione scritta, ha dato alle stampe “Il mestiere di scrivere-Le parole al lavoro, tra carta e web”, trasferendovi innumerevoli suggerimenti frutto della propria esperienza concreta di scrittrice professionale. Di capitolo in capitolo -da “La rivincita della scrittura” a “Le parole si guardano”, da “Dove la scrittura si contrae o si espande” a “Le conversazioni si scrivono”, da “La lingua dei brand” a “Cose nuove da imparare”-, l’autrice condivide con il lettore i suoi “attrezzi del Tabloid 4 / 2009 mestiere”, nello spirito del migliore artigianato. Perchè, come scrive lei stessa “gli attrezzi sono meglio delle regole”. Vocabolario laico di fatti e persone In teoria, la nostra è una Repubblica laica, come ha chiaramente ribadito la Corte costituzionale con la sentenza n. 203 del 1989. In pratica, però, “siamo sempre di più il ‘giardino del papa’, il Paese della perenne questione cattolica, mai tanto avvertita come in questi ultimi anni”. Lo sostiene Vladimiro Polchi -giornalista che scrive di cronaca e politica su “la Repubblica”- nel suo interessantissimo saggio intitolato “da Aborto a ZapateroUn vocabolario laico”. L’intento di Polchi è quello di “fotografare” con lo sguardo del cronista le tante diatribe tra laici e cattolici. In una lista di ben 63 voci sono tracciati i tanti terreni di scontro, le armi usate dai contendenti, le strategie, i “caduti” (quasi sempre laici) e i “vincenti” (quasi sempre le gerarchie vaticane). Il “vocabolario” di Polchi ci ripropone polemiche, personaggi e sentenze che hanno segnato il nostro più lontano passato (si vedano le voci Galilei e Bruno) e quelli che hanno segnato la nostra storia recente (eutanasia, omosessualità, mass media cattolici, ora di religione, ecc.). E, siccome quella per la laicità è una battaglia infinita, converrà, come invita a fare Miriam Mafai nella prefazione, “tenere questo vocabolario laico sempre a portata di mano”. Vladimiro Polchi: da Aborto a Zapatero, Laterza, Roma-Bari, 2009, pagg. 215, 15 € Arrivati in redazione: Corrado Stajano: Maestri e Infedeli, Garzanti, Milano, pagg. 376, 15 € Ritratti “dal vivo” di sessanta protagonisti della vita civile e culturale del nostro Paese, infedeli rispetto al tempo storico in cui hanno vissuto. Angelo Del Boca: Il mio Novecento, Neri Pozza, Vicenza, 2009, pagg. 571, 19 € Una visione del Novecento e dintorni intrecciando la vita dell’autore con i personaggi -da Mussolini a Gheddafi- e con gli avvenimenti di cui è stato testimone. Guido Lopez: I signori di Milano, Newton Compton, Roma, 2009, pagg. 206, 9,90 € Storia e segreti, fatti e misfatti, dai Visconti agli Sforza. Le radici della Milano attuale in una storia affollata di cavalieri, prelati, donne, mercanti, papi e imperatori. Giulio Sensi: Informazione: istruzioni per l’uso, Terredimezzo, Milano, 2009, pagg. 62, 3 € Un minuscolo ma prezioso vademecum per un consumo responsabile di giornali, radio e televisioni. Maria Rita Stiglich: Come volevano le stelle, Seneca Edizioni, Torino, 2008, pagg. 221, 16 € Per non dimenticare la drammatica sorte di Enzo Tortora, vittima sacrificale di un deprecabile caso di giustizia “persecutoria”. 43 Colleghi alla ribalta una piccola ma significativa storia scacciacrisi Vado, video e torno Un caso da manuale Come una freelance è diventata imprenditrice di se stessa: da Milano a Shanghai (con sponsor) per raccontare “Un ponte in rosa”, come le nostre imprese lavorano in Cina di Maddalena Tufarulo Cristiana e Selena lavorano a Shangai, capitale economica della Cina: una, laureata in lingue orientali, nel settore della consulenza strategica, l’altra, avvocato, per una società di consulenza italiana. Queste sono solo due delle protagoniste di “Un ponte in rosa”, il reportage televisivo ambientato a Shanghai e dedicato al rapporto tra internazionalizzazione e crescita professionale femminile. Non è un caso che l’autrice sia una donna, Francesca Romana Di Biagio, giornalista professionista freelance che scrive di cultura e costume per Il Giornale, Libero, Panorama Economy. Ha curato e condotto vari programmi per Class Cnbc, Mediaset e Mediolanum Channel ed è stata capo redattore della rivista femminile GOO. Il documentario, patrocinato dal Senato della Repubblica, Fondazione Italia Cina, Camera di Commercio italiana in Cina e Associazione dei giovani italiani nel mondo, nonché sponsorizzato da due società di brokeraggio assicurativo, SPIB e BC & I Insurance Brokers srl, è un “viaggio” attraverso l’esperienza, umana e lavorativa, sia di donne italiane, che hanno trovato in Cina la propria realizzazione personale, sia di cinesi, a cui le aziende italiane hanno offerto opportunità di carriera ed emancipazione. Obiettivo di “Un ponte in rosa”: valorizzare le donne, il loro lavoro e il dinamismo economico delle imprese italiane all’estero, comprendere come l’internazionalizzazione possa anche 44 •Francesca Di Biagio (nel titolo e a destra) durante il suo viaggio a Shangai (in alto una veduta della città) con l’operatore cinese al lavoro. contribuire all’emancipazione del lavoro femminile e, infine, analizzare la realtà cinese per quanto riguarda il ruolo della donna. Ma come nasce l’idea di questo reportage? In primis, dalla curiosità di studiare il tema delle donne sotto un’altra angolazione, dimostrando come si possano ottenere grandi cose con la buona volontà, anche nei periodi di crisi. «Sono andata per la prima volta in Cina lo scorso anno», racconta la collega. «Da lì ho iniziato a scrivere alcuni reportage per le testate con cui collaboro, a cui ho proposto, anche se con scarso successo, una corrispondenza da Shanghai. Tuttavia, dato che reputavo interessante, da un punto di vista giornalistico, restare in Cina, ho voluto ideare un progetto più duraturo, chiedendomi cosa potesse offrire questo Paese alle donne. Così è nato “Un ponte in rosa”». Tabloid 4 / 2009 Colleghi alla ribalta viaggio di gruppo in terra persiana: non per turismo, ma per lavoro Cronisti in Iran fra emozioni e reportage imprevedibili Il 26 settembre si riparte per Teheran, dove a maggio il tour aveva ispirato servizi poi pubblicati su diverse testate. I partecipanti partono senza l’obbligo di scrivere, con la possibilità di trasformarsi in veri inviati di Gianfranco Pierucci Maggio 2008, Dubai e Abu Dabi; maggio 2009: Iran. Settembre 2009: Iran-bis. Qualcuno forse si sta già chiedendo se il Gruppo Cronisti Lombardi si stia trasformando in tour operator. Tranquilli. Resta sempre e soprattutto un Gruppo di specializzazione dell’Associazione Lombarda, pronto a scendere in campo a fianco dei suoi iscritti per supportarli nel lavoro, aiutarli a migliorare i rapporti con le fonti istituzionali, se necessario a difenderli dagli attacchi più o meno diretti che tendono a minarne la credibilità o a ridurre gli spazi del diritto di cronaca. Ma tra gli scopi del Gruppo c’è sempre stato anche quello di cercare di fornire opportunità agli iscritti per aggiornarsi dal punto di vista professionale e culturale. In questa direzione va l’idea di promuovere viaggi mirati in aree più difficilmente raggiungibili o di particolare attualità, cercando di aggiungere all’itinerario quel “di più” che possa in qualche modo rendere l’offerta maggiormente appetibile per gente curiosa come noi. Così è stato in particolare per il primo viaggio in Iran, sette giorni in maggio, per scoprirne “l’essenza”, essendo l’area persiana un Paese vastissimo territorialmente e dalle mille sfaccettature storiche, sociali, culturali, religiose. Diciotto i colleghi partecipanti (da Milano, Brescia, Bergamo), tutti quanti spinti da interessi e curiosità personali, pressoché tutti rigorosamente in ferie (qualcuno ha Tabloid 4 / 2009 •Due istantanee scattate dai colleghi lombardi durante il viaggio dello scorso anno in Iran: un gruppo di donne a Yadz e, in alto, il Mausoleo di Isfahan ottenuto dalla propria direzione che il viaggio potesse rientrare nell’ambito dell’aggiornamento contrattuale) e tutti senza obbligo di scrivere alcunché. Ma poi è accaduto che, dato anche il momento particolare attraversato dall’Iran, sono usciti su diverse testate articoli scritti proprio dai partecipanti al viaggio. Questo ha confermato agli organizzatori del Gruppo Cronisti la bontà e l’attualità dell’iniziativa. Molti i momenti emozionanti del tour, soprattutto nell’incontro con la gente iraniana, quella che per la strada ci fermava anche soltanto per chiederci da dove venivamo o ci invitava a sederci sui prati di Teheran o Isfahan per bere qualcosa in famiglia. E, casualmente, l’incontro con uno dei quattro candidati alle elezioni del 12 giugno, il riformista Mehdi Karroubi, nel cortile della basilica armena di Isfahan, incontro da cui è nata una collettiva e cordialissima intervista volante. L’esperienza iraniana si ripeterà a settembre, con partenza il 26. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.piazzettavergani.org (e-mail: [email protected]). 45 I numeri in quest’ultima pagina la nostra realtà “fotografata” in cifre 187 professionisti 348 pubblicisti 112 elenco 3 miliardi 794 milioni speciale 61 praticanti Sono le nuove iscrizioni all’Ordine dei giornalisti della Lombardia dal 1/1/2009 al 30/6/2009 È il totale degli investimenti pubblicitari netti gennaio-maggio 2009 (-16,5%), suddivisi tra: Televisione 2 miliardi e 14 milioni (-14,8%) rispetto al periodo omogeneo dell’anno precedente) Stampa 1 miliardo e 15 milioni (-25,1%) di cui 588,136 milioni (-21,8%) sui quotidiani (senza free/pay press) e 384,177 milioni (-29,5%) sui periodici Radio 173,303 milioni (-18,6%) Internet 243,462 milioni (+7,8%) Affissioni 70,381 milioni (-30,5%) Cinema 18,141 milioni (-16,0%) Fonte: Nielsen Media Research Glamour 289,557 +0,4% Cucina Moderna 287,780 +2,7% StarBene 287,456 -14,4% AM Automese 283,355 -7,5% Ventiquattro 269,289 -18,0% IL (Maschile del Sole) 266,220 +++++ diffusioni: TRE SEGNI PIù per i primi 20 MENSILI Testata I sei giornali di provincia della Lombardia certificati Ads Testata Diffusione Variazione* Diffusione Variazione Automobile Club 723.915 -5,9% Focus 563,916 -8,4% Mess. di S. Antonio 530,715 -8,2% Volante (Al) 457.175 -11,8% Quattroruote 390,871 -7,2% Cose di casa 381.101 -11,6% Silhouette Donna 306,233 -17,3% Qui Touring 300,016 -4,4% -1,4% Specchio+ 245,705 -7,2% 47.567 -3,1% Hachette Home 224,692 +++++ La Provincia di Como (Lc-So-Va) 43.507 -2,2% Io e il Mio Bambino 224,262 -2,7% 216,959 +15,1% L’Eco di Bergamo Il Giornale di Brescia 54.495 La Gazzetta di Mantova 33.364 -1,8% Brava Casa La Provincia di Cremona 22.565 -2,7% Casa Viva 211,769 -11,3% -2,3% Casa Facile 204,915 -22,0% La Provincia Pavese 22.088 Fonte: Ads (Accertamento diffusione stampa) media mobile aprile 2008marzo 2009. *Variazione percentuale rispetto alla media mobile dei 12 mesi dell’anno precedente. 46 Fonte: Ads, media mobile aprile 2008-marzo 2009. Certificazione Ads per IL e Hachette Home nuova e pertanto non raffrontabile con l’anno precedente. Tabloid 4 / 2009