Ccineforum - Cinema Teatro Astra
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Ccineforum - Cinema Teatro Astra
via Roma 3/B San Giovanni Lupatoto (VR) tel/fax 045 925 08 25 www.cinemateatroastra.it Seguici su Facebook l’altro inema C presenta cineforum A N NO 20 mo stagione 2011/2012 I FILM VISTI: 1 Nessuno mi può giudicare • 2 The Conspirator • 3 Habemus Papam • 4 C’è chi dice no • 5 Carnage • 6 Terraferma • 7 Niente da dichiarare? • 8 Il debito • 9 Le donne del 6° piano • 10 Io sono Li • 11 La donna che canta • 12 Il cuore grande delle ragazze • 13 This must be the place • 14 Warrior • 15 Midnight in Paris • 16 Il principe del deserto • 17 Scialla! (Stai sereno) • 18 Le Idi di marzo • 19 The Iron Lady • 20 Benvenuti al Nord • 21 The Artist • 22 The Help War horse regia: interpreti: 23 Emily Watson, David Thewlis, Peter Mullan, Niels Arestrup, Tom Hiddleston, Jeremy Irvine, Benedict Cumberbatch, Toby Kebbell, Celine Buckens, Rainier Bock, Patrick Kennedy, Geoff Bell, Robert Emms, David Kross, Stephen Graham, Rainer Bock, Pauline Stone, Irfan Hussein, Nicolas Bro, Leonard Carow anno: USA 2011 genere: Guerra durata: 146' premi: Oscar 2012: Nominations Miglior film, Miglior fotografia, Miglior colonna sonora originale, Miglior scenografia, Miglior montaggio del suono, Miglior missaggio sonoro Golden Globes 2012: Nomination Miglior colonna sonora e Miglior film drammatico. BAFTA: Nomination Miglior fotografia, Miglior colonna sonora, Miglior scenografia, Miglior suono, Migliori effetti speciali visivi Steven Spielberg Aprile 2012 lun 2 ore20.45 mar 3 ore21.00 merc 4 ore 21.15 E pico, universalmente eroico, inevitabilmente più classico, si diceva, anche nel suo costante attacstraziante. La classicità spielberghiana forma- co a ogni forma di guerra armata, al punto che i perto kolossal per famiglie giunge alla sua essenza, sonaggi positivi di War horse non riescono neppure tanto per il grande cinema dei generi hollywoodia- a nominare il campo di battaglia, sostituendolo con un vago “quel posto”. Troppo ni, quanto per la filmografia di dolore, troppo nonsense che quest’uomo da sempre devoto il regista di Salvate il soldaalla Settima Arte e per la quale Al cinema Spielberg to Ryan e Schindler’s list (i ha inventato un genere tutto anche un cavallo suo, lo Steven Spielberg movie. Il diventa un grande divo. suoi lavori evidentemente più comparabili a questo, dramma si fa dunque equino e rialmeno come contesto) non calca il filone del cinema di guerra con il leitmotiv dell’amicizia sovrana sugli eventi. esita ad evidenziare in ogni inquadratura utile allo War horse tuttavia nasce da lontano, appartenendo scopo, rendendola ancor più incisiva per il punto di a quella tradizione dei grandi racconti anglosassoni vista equino. Insomma, la distanza dalla guerra non sul primo conflitto mondiale (il bestseller omonimo è mai abbastanza, e i cinetotali vincono. Cavalli che è di Michael Morpurgo, uscito in Inghilterra nel agiscono da umani e umani che si comportano da bestie, verrebbe da stigmatizzare, in una ricostru1982), diventati poi spettacoli teatrali di successo. L’originalità di War horse – romanzo, pièce e film – zione impeccabilmente e intelligibilmente mainrisiede nel punto di vista del cavallo Joey, che os- stream di questo devastante momento della storia serviamo dai primi vagiti fino al rientro a casa nel europea e poi mondiale. D’altra parte la metafora 1918. Ad acquistarlo e crescerlo, con addestramento spielberghiana della vita è lineare quanto universasimilcanino, è l’adolescente Albert (il convincente le, poco importa si tratti di extraterrestri, animali quasi esordiente Jeremy Irvine), rampollo di umile o semplicemente bimbi e adolescenti, immancabili ma impavida mamma (Emily Watson) e papà (Pe- nel magico mondo dell’inventore Steven. Anna Maria Pasetti - Vivilcinema ter Mullan) nel cuore del Devon. Lo scoppio della guerra farà sì che i due inseparabili amici vengano tragicamente allontanati giacché Joey viene “arruona casa isolata nella natura, sferzata dal vento lato” presso la cavalleria britannica. La povera bee dal sole, una famiglia che lotta contro il ciclo stia, sempre più forte, bella e spavalda, attraverserà dei propri campi per conquistarsi un raccolto che trincee e ancorché affettuosi padroni di varie nazio- possa permettere di pagare l'affitto. Un padre semnalità (un paio di soldati tedeschi, una ragazzina pre con la bottiglia in mano, un cavallo e un figlio che francese) finché il caso la riporterà proprio nella po- lo doma e diventa il suo migliore amico. Ma arriva la stazione dei militari di Sua Maestà in terra francese, guerra che reclamerà il suo prezzo. Non siamo nel durante uno scontro frontale con l’esercito tedesco, west americano, ma in quello britannico e la guerdove si trova anche Albert, a sua volta arruolatosi. ra non è quella di Secessione ma la Prima Guerra Inutile descrivere l’incontro (quasi erotico per la Mondiale. In War Horse Spielberg mette tutto l'amosua intimità) tra i due amici quasi fratelli, come inu- re possibile per il cinema western, per John Ford, tile è trattenere le lacrime durante almeno due terzi ma realizza piuttosto una grande epica di avventura di questo drammone lungo 146 minuti. Lo Spielberg e puri sentimenti. Un racconto di amicizia assoluta U fra un cavallo e il ragazzo che lo ha domato. Domare il cavallo è un rito che crea un legame fortissimo. Anche in uno sperduto crinale del Devonshire può fare capolino la bellezza, o meglio il suo culto, con un uomo che invece di comprare un robusto cavallo da lavoro utile nei campi si fa sedurre dalla bellezza di un puro sangue che diventerà il sodale del figlio adolescente. Quando il cavallo andrà (letteralmente) in guerra il ragazzo sarà distrutto dalla perdita e prima farà di tutto per assicurarsi che venga trattato bene e poi, raggiunta l'età giusta, sarà lui in prima persona a cercarlo per tutto il fronte occidentale. Salvate il cavallo Joey, verrebbe da dire, ma in fondo qui è il ragazzo a dover essere salvato, il protagonista assoluto è il puro sangue pronto ad affezionarsi ai compagni di galoppata che il destino gli riserverà. In fondo nel libro da cui è tratto il film è il cavallo in prima persona a raccontare la sua storia. War Horse è un film che assomiglia a quei libri che sfogliandoli si animano.[...] Spielberg nel film cerca semplicemente di raccontare un grande affresco di avventura, di buoni sentimenti in cui la guerra, la lotta di una famiglia per la sopravvivenza, sono solo ostacoli per il ricongiungimento dell’eroe con il suo perseverante amico. Siamo sempre in attesa di qualcosa, di un rimo che decolli, forse di una sagoma che si stagli lì in fondo all'orizzonte, come in un bel western struggente, ma siamo dalle parti piuttosto di Zanna bianca e l'identificazione emotiva dipende molto dalla passione per i veri protagonisti, i cavalli. La bellezza di un fiero cavallo e di un sentimento puro contro la bruttura assoluta della guerra. Poteva essere uno spunto interessante, così come un accenno sui ragazzi giovanissimi in trincea e sulla loro codardia, ma rimane appunto solo un contrappunto sullo sfondo, in primo piano rimane lui, Joey, che si allontana verso l'orizzonte insieme al suo fido Albert. Mauro Donzelli - comingsoon.it Paradiso amaro regia: Alexander Payne Aprile 2012 lun 9 ore20.45 mar 10 ore21.00 merc11 ore 21.15 L e Hawaii non sono esattamente il paradiso in terra che tutti crediamo: almeno non lo sono più per uno dei suoi abitanti, Matt King. Sua moglie Elizabeth ha appena avuto un grave incidente. [...] Da anni troppo concentrato sul suo lavoro, l'uomo si ritrova con due figlie che ormai non conosce più, la più grande delle quali, Alexandra, è sulla via della ribellione più spinta. Il dolore di Matt si trasforma in frustrazione quando scopre che sua moglie stava per chiedere il divorzio. [...] Prima di Sideways consideravamo Alexander Payne un regista interessante ma tutto sommato sopravvalutato. [...] Adesso a sette anni di distanza viene presentato Paradiso amaro al Toronto Film Festival, opera che si pone come ulteriore e prezioso tassello nella filmografia di Payne in quanto capace di equilibrare le due facce del suo cinema che sopra abbiamo evidenziato. Spesso l'ironia, il sarcasmo e le situazioni più assurde arrivano proprio nei momenti in cui l'animo umano è maggiormente esposto al dolore. Questo ci mostra con perizia e sensibilità il suo nuovo lungometraggio, costruito su persone as- via Padova 11 San Giovanni Lupatoto (VR) tel/fax 045 9251852 e-mail [email protected] web site www.alma-it.net interpreti: 24 George Clooney, Shailene Woodley, Beau Bridges, Robert Forster, Judy Greer, Matthew Lillard, Nick Krause, Amara Miller, Mary Birdsong anno: USA 2011 genere: Drammatico durata: 110' premi: Oscar 2012: Vincitore Miglior sceneggiatura non originale. Golden Globes 2012: Vincitore Miglior film drammatico e Miglior attore in un film drammatico a George Clooney. BAFTA: Nominations Miglior film, Miglior attore a George Clooney, Miglior sceneggiatura non originale solutamente comuni che nella difficoltà perdo- tato, che inquadra volti e ambienti lasciando no le loro certezze ma si sforzano di ritrovare che siano loro e i dialoghi di una sceneggiatuun nuovo equilibrio, simile nella sostanza ma ra umanissima a creare la sostanza del film. Il costruito su basi molto più risultato è una commedia solide di quello trovato in molto toccante, vagamenpassato. Una commedia toccante, te stonata, abile nello George Clooney si dimostra, abile nello scavare scavare dentro figure che fin dalle primissime scene, nel profondo. si differenziano pochisperfetto nelle vesti comode simo da noi. L'acquisita ma sottilmente complicate di forza del cinema di Aleun uomo confuso come potrebbe essere chiun- xander Payne come Paradiso amaro conferma que in tali circostanze. pienamente sta proprio in questo, nel rendere Una prova d'attore tanto matura la sua quanto interessante e coinvolgente la vita interiore di convincente proprio perché lavora in sottrazio- personaggi con cui ci si può identificare nel ne, e non sfrutta l'appeal e il carisma ormai loro essere ordinari, o meglio esseri umani. consolidati che la star di solito propone sul Adriano Ercolani - mymovies.it grande schermo. Accanto a lui appaiono in varie scene un gruppo di caratteristi di finissima bravura, tra i l film, basato sul un romanzo di Kaui Hart quali spiccano Robert Forster e la troppo sotHemmings, è un dramma familiare che vede tovalutata Judy Greer. George Clooney nei panni, insoliti per l’attoMerita poi una segnalazione la giovane Shai- re, di un padre di famiglia, grigio e assente, lene Woodley, bravissima nella parte della costretto da un grave incidente che ha colpito primogenita scombinata che nel momento del la moglie a ripensare alla sua vita e a ristabibisogno ritrova se stessa. [...] lire un rapporto con le due figlie. Alexander Payne costruisce Paradiso amaro Clooney è incredibilmente bravo nello smetsecondo il suo stile di regia lineare, mai osten- tere i panni del seduttore piacione e indossare quelli di Matt, un uomo apatico, senza ambizioni, senza passioni e indifferente alla famiglia. Anche se molto ricco lavora come avvocato, mantenendo in tutto un basso profilo, non tanto per scelta o vocazione personale, ma per seguire le orme già tracciate dal padre. Pensa che la sua vita sia perfetta, solo perché non vuole vedere quello che succede intorno a lui, è indifferente ai segnali di insofferenza GRAFICA GRAFICA GRAFICA TRADIZIONALE WEB DI SUPPORTO della moglie Elizabeth, donna forte e risoluta, o ai disastri che combinano le due figlie: l’adolescente Alexandra e Scottie di 10 anni. [...] Fortunatamente non abbiamo flash back che ci mostrano un prima e un dopo, Alexander Payne, che è un maestro nel mostrare la natura umana con tutte le sue debolezze e sfaccettature, non ha bisogno di digressioni, gli bastano i rapporti tra i personaggi, i primi piani insistiti, i dialoghi perfetti, per restituirci tutta l’umanità e la normalità di una famiglia straziata dal dolore, in cui non ci sono né buoni, né cattivi, ognuno con le proprie mancanze Produzione propria, e le proprie colpe, dove la tragedia imporrà a Specialità dolci e salate, tutti di fare un percorso di dolorosa conoscenTorte nuziali e rinfreschi. za di sé e dell’altro. La regia di Payne è sobria, ma che riesce a Viale Olimpia, 6 - tel. 045 545771 restituirci momenti di incredibile e profonSan Giovanni Lupatoto (VR) dissima commozione. [...] Elisa Giulidori - filmup.com I Posti in piedi in paradiso regia: Carlo Verdone interpreti: 25 Carlo Verdone, Pierfrancesco Favino, Marco Giallini, Micaela Ramazzotti, Diane Fleri, Nicoletta Romanoff, Nadir Caselli, Valentina D'Agostino, Maria Luisa De Crescenzo, Giulia Greco, Gabriella Germani, Roberta Mengozzi anno: Italia 2012 genere: Commedia durata: 119' Aprile 2012 lun 16 ore20.45 mar 17 ore21.00 merc18 ore 21.15 T re uomini divorziati ed estremamente diversi Due sono i blocchi fondamentali che la caratterizper carattere e abitudini decidono di condivi- zano. La prima parte lavora sui meccanismi comici dere un fatiscente appartamento romano per veni- classici dettati dall'interazione fra uno “strano trio” re incontro alle difficoltà economiche dettate dalla di divorziati, in cui fra l'Ulisse pignolo e stressato di crisi e dalle personali debolezze. Ulisse gestisce un un Verdone che rifà se stesso e il Domenico tronfio negozio di vinili e di memorabilia del suo glorioso e cialtrone di un Marco Giallini a metà fra Vittorio passato di produttore discografico; Fulvio è stato Gassman e Christian De Sica, si immette la figura un importante critico cinematografico prima di fi- mediana del Fulvio di Pierfrancesco Favino (forse nire a scrivere di gossip e starlette a causa di una quella più rappresentativa dell'uomo medio moderrelazione epistolare intrattenuta con la moglie del no, grazie al suo carattere al contempo imbranato suo caporedattore; Domenico, invece, è un agente e meschino, educato e cattivo). In questa fase, gli immobiliare scapestrato che il vizio del gioco e del- attori funzionano, mentre le gag fanno la spola fra il recupero della commedia le donne ha ridotto a vivere all'italiana e la faciloneria del dove capita e a dover pagare Verdone manda nazional-popolare. La seconda gli alimenti a un numero di parte smembra progressivafigli e di famiglie impreci- in Paradiso i padri mente il trio per concentrarsi sato. I tre vitelloni si ritro- separati ed affamati. sui sentimenti attraverso il rapvano a fare i conti con una difficile convivenza, finché una sera Domenico, che porto fra il personaggio di Verdone e quello di Micaarrotonda le entrate come escort, viene colto da un ela Ramazzotti e le relazioni fra padri e figli.[...] malore dopo aver preso troppo viagra e fa chiamare Né comico, né malinconico, il paradiso amaro di a casa Gloria, una stramba cardiologa con seri pro- Verdone lascia posto solo a un messaggio consolatorio in cui la realizzazione delle generazioni dei figli blemi sentimentali. In tempi di recessione economica e artistica, Carlo scagiona i fallimenti di quelle dei padri. Speranza Verdone decide di non risparmiare nulla della sua legittima e lodevole, ma che dimentica che se per i personalità di attore e regista nel misurarsi con genitori ci sono solo posti in piedi, per i loro figli, al la “nuova” commedia italiana ai tempi della crisi. momento, non c'è neanche una lista d'attesa. Edoardo Becattini - mymovies.it Posti in piedi in paradiso concentra ogni momento della commedia verdoniana: c'è il Verdone comico dei personaggi coatti, pignoli e ingenui (in questo erdone, in una commedia dalla struttura più caso condivisi con Pierfrancesco Favino e Marco corale delle precedenti, racconta l'Italia della Giallini); c'è il Verdone intimista dei conflitti fami- crisi da una prospettiva inedita, quella di tre padri liari e delle nevrosi affettive; e c'è in parte anche il separati; narrandoci così quella che è di fatto una Verdone del racconto corale che cerca di tracciare storia di miserabili moderni. Miserabili in paradiso un profilo sociale a partire da un insieme di caratte- Ulisse, Fulvio e Domenico sono tre individui molto ri molto diversi. Ne esce una “commedia di situazio- diversi tra loro, che però hanno qualcosa in comune”, ricca di personaggi e di relazioni, di microsto- ne: tutti e tre padri, tutti e tre separati e tutti e tre rie e di umori, dall'impostazione quasi teatrale. vittime di una crisi economica che non risparmia V Argenti Oggettistica Complementi d’Arredo Confetteria Bigiotteria Confezioni personalizzate Piazza Umberto I, 127 - San Giovanni Lupatoto (VR) tel. 0458753610 - fax 0458775142 www.nelmiocielo.it - [email protected] Matrimonio Battesimo Comunione Cresima Laurea Anniversario Presentando la tessera del Cineforum sconto del 10% Piazza Umberto I, 27 S. Giovanni Lupatoto - Verona Telefono 045 545724 nessuno. [...] La convivenza, in un vecchio appartamento romano non sarà esattamente semplice. Eppure, l'arrivo improvviso e in circostanze tragicomiche di Gloria, cardiologa stramba quanto attraente, sembra offrire almeno allo scoraggiato Ulisse una possibile via d'uscita... Con questo Posti in piedi in paradiso, Carlo Verdone prova ad affrontare il tema della crisi che attanaglia il nostro paese da un punto di vista inedito. Non più le giovani generazioni sotto i riflettori, quindi, ma piuttosto adulti delusi, confusi e inaffidabili, attaccati a un passato che non esiste più o incapaci di gestire la propria vita nel presente. Incapaci, soprattutto, di recuperare, o anche semplicemente stabilire, un rapporto con dei figli che ci vengono programmaticamente presentati come più equilibrati di loro. Il dramma dei padri separati, della lontananza dai figli, della forzata separazione da quegli affetti che, a differenza dei disastrosi matrimoni che accomunano i tre protagonisti, restano scolpiti nella pietra e nel sangue, va a innestarsi sul tessuto di una crisi economica che crea con esso un mix terribile. [...] Posti in piedi in paradiso è comunque, dichiaratamente e inevitabilmente, una commedia. Una commedia più corale delle precedenti dell'attore/regista romano, in cui quest'ultimo accetta di buon grado di farsi spesso da parte e lasciare la scena a due ottimi comprimari. [...] Si ride a vedere le tragicomiche disavventure dei tre, e si ride anche quando fa il suo rocambolesco ingresso nella casa la Gloria interpretata da Micaela Ramazzotti. E' arguta, la sceneggiatura, quando delinea i tre personaggi, le loro idiosincrasie e (in parte) il loro background, compreso quello di un Fulvio attraverso il quale il regista getta un ironico sguardo sul mondo della critica cinematografica. Paradossalmente, però, Verdone appare meno convinto nel momento in cui alza il tiro e prova davvero a raccontare i miserabili moderni, con tutto il portato del loro vissuto, e le loro esistenze già segnate: un po' viziati da stereotipi i rapporti dei tre personaggi con le rispettive famiglie, un po' risaputa la stessa relazione tra il protagonista e la solare e svampita Gloria, un po' nell'ombra il passato da imprenditore di un Domenico che appare, piuttosto, come un personaggio che la cialtroneria (pur simpatica) ce l'ha nel sangue. [...] Troviamo, in questo Posti in piedi in paradiso, un'ottima alchimia tra i tre interpreti principali, l'apprezzabile tentativo di Verdone, dopo tanti anni di istrionismo, di offrire una prova più misurata (se non proprio intimista) e il tentativo di ritorno, da rivedere e verificare, a una commedia dai toni più malinconici e dai temi ancorati alla realtà. Il bel finale, intelligentemente ottimista senza per questo risultare poco credibile, lascia comunque un buon sapore in bocca all'uscita della sala, e offre buone indicazioni, in questo senso, per il futuro. Marco Minniti - movieplayer.it Ci scusiamo, causa problemi con la casa distributrice il film "Quasi amici" in programma 16-17-18 aprile 2012 non verrà proiettato. Il film verrà sostituito con "The Lady" in altra data. La programmazione di aprile definitiva sarà la seguente: The Lady L’amore per la libertà regia: Luc Besson Aprile 2012 lun 23 ore20.45 mar 24 ore21.00 merc25 ore 21.15 C War horse___________________ 2-3-4 aprile 2012 Paradiso amaro_____________9-10-11 aprile 2012 Posti in piedi in paradiso___ 16-17-18 aprile 2012 The Lady_________________ 23-24-25 aprile 2012 interpreti: 26 Michelle Yeoh, David Thewlis, William Hope, Martin John King, Susan Wooldridge, Sahajak Boonthanakit, Nay Myo Thant, Marian Yu, Guy Barwell anno: Francia, Gran Bretagna 2011 genere: Drammatico durata: 145' premi: Satellite Awards 2011 Nomination Migliore attrice protagonista Michelle Yeoh sfida i plotoni di esecuzione e il ricatto degli affetti, diale su Facebook, “send a message”, per ristabilire la fame e la solitudine, che non ha paura, che an- lo stato di diritto in Birmania. Per parlare a Suu cora oggi è qui, è lì, fra un mese si vota in Birmania Kyi: ci siamo, eccoci, lo stiamo facendo. Michelle e ancora una volta questa donna silenziosa, timida, Yeoh (La tigre e il dragone, Memorie di una geisha) è protagonista di una interpreeducatissima, gentile sarà lì a sfidatazione misuratissima, mai rere l’arroganza e l’orrore, l’arbitrio e Signora Libertà, torica, fisicamente simbiotica. la morte. Il 1° aprile, sarà lì. Certamente la sua migliore. DaI birmani hanno talmente paura a la storia di vid Thewlis (L’assedio, Il grande pronunciare il suo nome che la chia- Aung San Suu Kyi Lebowski, Harry Potter) è il mamano The Lady, Besson si emoziona rito inglese, il docente di Oxford quando lo racconta e per una volta non c’è critica né commento da cinefilo che possa protagonista della campagna per il Nobel, padre irritarlo: troppo melò, troppo didascalico, troppo dei due figli, l’amore, il consigliere, il compagno di virato sulla storia d’amore, troppo agiografico, il lotta. Coprotagonista del film, la storia essendo narfilm. Sorride, Besson, e risponde solo: «È una storia rata dal suo punto di vista e da quello di Alex e Kim, vera, e la storia è questa. Non abbiamo citato mol- i due ragazzi: una storia familiare che si intreccia te fonti perché sarebbe stato pericoloso per loro, alla lotta per l’indipendenza di un Paese, l’amore ringrazio di cuore tutti quelli che mi hanno aiutato coniugale e l’assenza, le vite parallele, la distanza, nell’impresa. Sono felice, orgoglioso, umanamente la rabbia dei figli adolescenti verso la madre che fiero di aver fatto questo film». Ecco: felice, orgo- sceglie di non tornare, la madre che non torna. Lei glioso di aver portato sullo schermo una donna che impara a fare campagna elettorale sulle montagne, abita questo mondo adesso, che è lì, lontanissima lui impara a stirare, lei mangia una ciotola di riso e ora più vicina, a dire “usate la vostra libertà per in auto, lui cucina una colla di riso per il pranzo. promuovere la nostra”. Fatelo, provateci. La Good Lui va a ritirare il premio Nobel, la sedia vuota, il films, che esordisce nella distribuzione con The discorso del figlio, la sala che applaude in piedi, lei Lady, per esempio prova così: una campagna mon- ascolta da una piccola radio sola nella grande casa, reclusa. La scena in cui Suu attraversa il plotone di esecuzione pronto a spararle guardando in viso — giaguaro con occhi di cerbiatto — il militare che le punta la pistola è quella di cui anche Besson vuole parlare ancora, a proiezione finita. «È semplicemente andata così», continua a ripetere, bisognava solo raccontarlo. Suu Kyi non è mai tornata in Inghilterra, non l’avrebbero lasciata rientrare in Birmania. Non ha visto morire il marito, non ha visto crescere i figli. È nel suo Paese, continua a lottare nel nome del padre: il generale Aung San, protagonista della lotta per la liberazione del Paese negli anni ‘40, assassinato quando lei aveva due anni. Con sei orchidee bianche nei capelli proprio come quella che lui le metteva dietro l’orecchio da bambina continua a ripetere le parole del padre: «Aspettiamoci il meglio mentre ci prepariamo al peggio». Aspettiamoci il meglio e stiamo in guardia. Andate succursale di S.Giovanni Lupatoto a vedere questo film. Via Ugo Foscolo, 32 - tel. 045 9250432 Concita De Gregorio - La Repubblica he meraviglia, che piacere e che sollievo andare al cinema, sedersi al buio e per due ore entrare a far parte del mondo, capire domandarsi emozionarsi, sentirsi parte del tempo in cui viviamo e della storia, uscirne più ricchi, più consapevoli, grati. Lo so: non è una recensione convenzionale quella che inizia dicendo vi prego, andate a vedere questo film. È senz’altro anche questo un effetto della condizione in cui lascia The Lady, il film che Luc Besson ha girato dopo quattro anni di lavoro sulla biografia di Aung San Suu Kyi. Ed è anche il suo valore principale, mi pare. «Stavo lavorando a un altro progetto, ho letto questa sceneggiatura e ho lasciato tutto. Volevo fare subito questo film, dovevo farlo. Oggi, proprio nel tempo che oggi viviamo, c’è bisogno di un film che racconta dei veri eroi». E così niente più Nikita né Leon per un momento, niente più meravigliose favole di gnomi adorati dai bambini, spettacolari immersioni nei fondali marini, sparatorie e killer seriali da fare invidia a Hollywood. No, ora sedetevi e ascoltate una storia che va in scena proprio qui proprio ora, la storia di una donna che per 25 anni ha tenuto testa da sola a una dittatura militare folle e sanguinaria come sempre le dittature militari sono, che ha sfidato e