167 METRO METROPOLITA METROPOLITANA METRO
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167 METRO METROPOLITA METROPOLITANA METRO
METRO METROPOLITA METROPOLITANA METRO Mètro è dal lat METRUM, già gr METRON misura, con i derivati Metràggio attraverso il franc METRAGE, Metratùra, il poetico Mètrica e Mètrico (nel significato rad di “misura”) cui Polimetrìa con Polimètrico e Polìmetro (pref POLI molti) eppoi con il composto Prosìmetro (con Prosa sta per “elaborato che alterna prosa e poesia”), i composti col pref-suff METRO quali Metrologìa, Metrònomo, il popolare-giornalistico Riccòmetro questo introdotto dal 1998 che sta pere ISE questo acronimo di Indicatore Situazione Economica, Vùmetro “strumento per Alta fedeltà” e il suff METRIA per una numerosa serie di composizioni da Acidimetrìa a Micrometrìa. Per la fisiologica scomparsa della metrica quantitativa (successione di sillabe brevi e lunghe), portante ritmica della poesia classica, la poesia moderna si è ripiegata sul ritmo accentuativo, in altre parole sul numero degli accenti - principali (ictus) e secondari - da porre o liberamente o su predeterminate caselle sillabiche. Da questo, oggi, per Metrica dovrà intendersi esclusivamente il numero delle sillabe per ogni verso (...senario, settenario...endecasillabo...). Dalla locuzione gr METRIKE-TEKHNE tecnica della misura, per accezione relativa al RYTHMOS ritmosuccessione poetico, si ha Mètrica, con Metricìsta (suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Metricismo non linguistico), Mètrico, Metricologìa e Metricòlogo, il prefissato Dimètrico (con DI dal gr DIS due volte) “che ammette due diverse unità di misura”. Eppoi gli strumenti Baròmetro con Baromètrico (Ved Isobara in Tela…), Galvanòmetro (in onore di L. Luigi Galvani), Termòmetro 1 con Termomètrico. \ L’autrice del noto romanzo gotico “Frankenstein”, Mary Wollstone Shelley (1797/1851), cui alcune versioni cinematografiche horror di successo s’è ispirata agli esperimenti sull’elettricità compiuti da Luigi Galvani per scenografarne la storia. \ 1 Un prototipo di termometro “ad acqua” era già nato con Galileo e successivamente con S. Santorio che lo fornì di scala numerica. Lo strumento era allora chiamato Termòscopo. Il Termometro già in via moderna è un’invezione di D. G. Fahrenheit del 1714. Le scale termometriche adottate sono Scala Reaumur (0° fusione del ghiaccio – 80° ebollizione dell’acqua) in onore dello scienziato franc R. A. Rèaumur (1683/1757), Scala Fahrenheit dal 1892 nei paesi anglosassoni (32° fusione del ghiaccio e 212° ebollizione dell’acqua) in onore del ted G. D. Fahrenheit (1686/1736), Scala Celsius già adottata nel 1987 e destinata ad essere l’unica (0° fusione del ghiaccio – 100° ebbollizione dell’acqua) in onore dello svedese A. Celsius (1701/1744). METROPOLITA Dal lat immutato, Metropolìta discende dal gr METRO-POLITES cittadino della città madre e risulta composto con METRA utero-madre e POLITES cittadino questo da POLIS POLEOS città, cui Metropolìtico. Metròpoli, infatti, è città madre di suburbi e frazioni. Nella chiesa orientale, il Metropolita è (arci)vescovo di più diocesi. Esplicito dal gr METRA utero-madre di rad UT l’ital conta Metralgìa o Metrodinìa (il primo col gr ALGOS dolore e il secondo con il snm gr ODYNE dolore), Metrìdidi (famiglia di Malacoattinie ), Metrìte (suff ITE per “infiammazione”), Metropatìa, Metroptòsi (patologia, col gr PTOSIS caduta), Metrorragìa (col suff dalla rad REIK rompere cui il gr RHAGIA rottura, come in Emorragia), Metròssìlo questo col gr METRA madre e KSYLON legno e vale “midollo” quindi “madre del legno”, Metrotomìa. Da POLIS POLEOS città viene Polìade (omn di Poliade da POLI molti) l’attributo divino che oggi sta per per santo patrono della città, Polìste questo la vespa che costruisce il nido dal gr POLISTES costruttore di città, eppoi Polizìa dal lat POLITIA già gr POLITEIA, cui Poliziòtto, Polizièsco, la locuzione Polizia giudiziaria, gli ellittici Criminalpòl dalla locuzione Polizia criminale e Interpòl da Polizia internazionale attraverso l’ingl INTERNATIONAL POLICE; eppoi il prefissato Pròpoli “benefico per l’uomo”(pref PRO a favore e POLI fig per gli uomini) la composizione Poleografìa con Poleògrafo il cui pref è derivato dal genitivo POLEOS. Fuori percorso il termine Poliziàno, questo relativo a Castellum Politianum, toponimo medv di Montepulciano; vieppiù, pseudonimo del poeta Agnolo Ambrogini (1454\1494). In Inghilterra e in Irlanda il magistrato storico di una contea, con funzioni di polizia, è chiamato SHERIFF già SCIR GEREFA ovvero il magistrato (GEREFA) della contea (SCIR); divenuto oggi una qualifica onorifica, sopravvive a pieno titolo negli S.U. (di Western memoria). L’ital, pur non avendolo adottato ufficialmente, ne ha fatto l’omologismo Scerìffo. Discendenti dal gr METRA utero, che è metaf la madre per eccellenza, e riadattati per esigenze linguistiche, ritroviamo il lat MATER cui l’ital lenito in Màdre dall’accusativo MATREM, l’ingl MOTHER, il franc MERE, il ted MUTTER. Nel percorso di MATER, derivati e composti, l’ital conta Matèrno, Màtre (una variante di Madre), Matriàrca, Matriarcàle, Matriarcàto, Matrìce con Matriciàle da MATRIX MATRICIS (anche con valore di Utero) col dim Matrìcola cui Matricolàre, Matricolàto e Matricolaziòne con il botanico Matricàle snm di Partenio dalla locuzione MATRICALIS HERBA “erba terapeutica per l’utero” cui ancora Matricària, Matricària, il fig Matricìna (botanica) con Matricinàto e Matricìno, Matrìgna con Matrignàre e Matrignèsco, Matrilìneo con Matrilineàre e Matrilinearità, Matrilocalità (dove vige la consuetudine matriarcale), Matrimònio con Matrimoniàbile, Matrimoniàle, Matrimonialìsta suff ISTA di collegamento ad un mestiere, in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) e Matrimonialmènte, il fig Matriòsca o Matriòska attraverso il russo MATRESKA, Matrizzàre, Matròna dal lat MATRONAM su calco di PATRONUS patrono con Matronàle da MATRONALEM, Matronàlia 1, Matronèo, Matronimìa con Matronìmico, il fig medico Matronìsmo (sorta di obesità delle bambine); fuori percorso Matràccio (sorta di recipiente di vetro usato in chimica) omologismo dal franc MATRAS, fatta salva una ant connessione fig nel senso di “recipiente-madre” il cui contenuto viene versato in tanti contenitori-figli, altrimenti detto Beuta. Dal termine italianizzato Madre, sovente in complanare, 167 l’ital conta invece i composti Madrecicàla (spoglia della metamorfosi), Madrefòrma (da getto), Madreggiàre, ancora i composti Madrelìngua, Madrepàtria, Madrepèrla con Madreperlàceo e Madreperlàto.\ Le vecchie fiches dei casino erano in madreperla \. Il percorso prosegue in Madrepòra (celenterato, col gr POROS poro) con Madreporàri (il Sottordine), Madrepòrico (geologia e biologia) e Madreporìte (suff ITE per minerale), Madresèlva, Madrevìte, Madricìno, il poetico Madrigàle (lenizione della c in g, da Matricale “appartenente alla matrice” ossia un “derivato”) o Madriàle con Madrigaleggiàre, Madrigalèsco, l’ironico Madrigalèssa coniato da A. F. Grazzini (1503\1584), Madrigalìsmo, Madrigalìsta e Madrigalìstico, Madrìgna, Madrìna svoltosi da Matrina con Madrinàggio e Madrinàto; la coincidenza vuole che nel percorso degli alieni di MATER si conta l’omologismo Matràccio dal franc MATRAS, qui invece si conta Madràs o Màdras “sorta di tessuto di cotone” relativo al toponimo ind MADRAS. Altro alieno è Màdrasa “sorta di convitto” omologismo dall’ar DARASA studiare. METRA utero-madre è dal rad indoeur UT cui Utero-ùtero e Uterìno e il prefissato Endomètrio (pref ENDO dentro) cui Endometriòsi (suff medico OSI), Endometrìte (suff medico ITE); il lat conta UTER otre col genitivo UTRIS, cui il dim Utèllo piccola otre e il percorso Otre-òtre, Otricèllo, Otricolàre, Otrìcolo (dal dim lat UTRICULUS), vrs connessi alla rad UT di Utero; la mutazione della u in o è relativo al fenomeno linguistico del normale passaggio. Dall’ar QIRBA otre, l’ital conta l’omologismo Ghìrba. \ Demetra Ctonia, la dea sotterranea, era per i greci la dea materna della Terra, figlia di Crono e di Rea, il cui tempio fu fondato a Ermione da Ctonia insieme al fratello Climeneo, figli di Foraneo. Il nome di Ctonia riappare nella mitologia ancora come discendente di Efesto (Vulcano) e Gaia (Gea) o figlia di Colontade con storie diverse. Demetra era talvolta identificata con Damia, altra divinità greca, cui DAMIANOS discendente, figlio di Damia con l’onomastico Damiano.\ Il gr, distanziandosi dalla misticità di METRO utero-madre, conta l’anatomico snm HISTERA utero cui il pref ISTERO in Isterografìa, Isterologìa, Isteroscopìa, Isterotomìa; il termine composto Isterosalpingografia è con il lat SALPINGEM tromba cui l’ital Salpìnge “tromba quale struttura anatomica” e i derivati composti Salpingectomìa, Salpingìte, Salpingografìa, Salpingoplàstica. Isterologia, ancora, è l’omn in riferimento al gr HYSTERON posteriore. Dall’aggettivo HYSTERIKOS uterino, nella credenza che l’utero fosse la causa delle crisi della donna, l’ital conta Isterìa con Istèrica, Istèrico con Antistèrico ed Isterìsmo; addirittura, in relazione ai movimenti scenici, che ricorderebbero quelli isterici, il lat, quale eredità etrusca, chiama HISTRIO l’attore, cui Istriòne, Istrionèsco, Istriònico, Istrionìsmo e fig Istèridi (famiglia d’insetti). Dal volg Fregna che sta per “Utero” o “Vulva”, cui Fregnaccia e Fregnone, un certo pudore popolare ha mutato Fregnone in Frescone, questo dunque alieno nel percorso di Fresco. \ Con le parole, si sa, i comici intrecciano dei divertenti giochi: resta esilerante un segmento di Aldo Fabrizi recitato in una riuscita macchietta: perché soffre ognòr viene equivocato con il romanesco perché so’ fregnon(e) \ Il gr conta DELPHYS utero-matrice, cui DELPHIS DELPHINOS con il lat DELPHINUS ed il percorso ital Delfìno (la cui vita media è di 65 anni) con Delfinàrio, Delfìnidi (la Famiglia), Delfinièra, il composto Delfinàttero “sorta di Cetacei” (col gr APTEROS privo d’ali), i fig Delfinàre e Delfinamènto, Delfìnio (Genere botanico), l’onomastico Delfino, Delfinìsta, eppoi Didèlfidi (Famiglia di mammiferi) col pref DI di DIS doppio che vale “dal doppio utero”. Delfìno è anche fig “macchina da urto e sfondamento” adottata nelle battaglie navali, omologata dall’Ariete in terraferma. In percorso ADELPHOS (Pref A copulativo e DELPHYS utero) cui Adèlfo “nato dallo stesso utero” snm di Fratello, un termine storico vrs coniato in una struttura sociale matriarcale, cui Eteradèlfia “patologia gemellare” con Eteradèlfo (pref ETERO altro), eppoi il botanico Adèlfia “concrescenza”. Delfino era anche un’ant macchina da guerra e, successivamente, una parte meccanica delle artiglierie. Pseudoetim il termine Dèlfico, relativo alla città di Delfi. Il franc, a sua volta, conta DAUPHIN principe, titolo nobiliare per i signori della regione DAUPHINE, e l’ital ne ha tratto il calco Delfìno con Delfìna e Delfinàto, omologismi, quindi; il termine Delfinèsco, pertanto, nasce dalla locuzione AD USUM DELPHINI, ovvero “Per uso del Delfino”. L’uso franc del Delfino “principe” era rimasto in auge sino agli inizi dell’800. 1 Le Matronàlia, termine sostantivato dal plur lat neutro MATRONALIA di MATRONALIS, erano le ant feste romane celebrate dalle matrone; nella ricorrenza erano loro, in onore della dea Giunone, a servire (simbolicamente) le ancelle. Non si può non pensare ad una omologazione nella Giornata della Donna dei nostri giorni, anche perché coincide il mese, marzo. \ AD USUM DELPHINI La locuzione in lat moderno AD USUM DELPHINI Per uso del Delfino era sorta per indicare una pubblicazione destinata alla lettura del Delfino di Francia, ma ripulita con criteri indicati dai regnanti o da chi per essi. Fu durante il regno di Luigi XIV (1638/1715) che prese forma. Storicamente, fu infatti Luigi XIV a dettare ai segretari Perigny e Pellisson le MEMORIES POUR L’INSTRUCTION DU DAUPHIN, tra il 1666 ed il 1671, per il figlio Luigi il Gran Delfino.Oggi, la locuzione Ad usum delphini ha un senso spregiativo ed è estesa per qualsiasi prodotto aggiustato per interessi di parte, dal sapore di una vera e propria censura. \ Prefissi MEGA MEGALO Suffisso MEGALIA Oltre alla “città-madre” coesiste il termine Megalòpoli, composto dal pref gr MEGALO derivato da MEGAS grande. In definizione moderna, fu introdotta nel 1954 da L. Mumford e, nel 1957, da J. Gottmann, per delineare l’area urbanizzata da Boston a Washington. La parola di classicismo gr-lat è piaciuta anche ai giapponesi, che l’utilizzano per le loro immense “regioni urbane”. Il derivato pref MEGA grande, con il risvolto in “un milione d’unità” nelle misure della Fisica, appare in composizione quali Megabyte 1, Megacardìa, Megacariocìto (col gr KARYON nucleo e KYTOS cellula), Megàcero “cervide fossile” Megachìla “ape selvatica”, Megacìclo, Megacòlon, Megaconcàrto, Megacòsmo, Megadèrma con Megadermàtidi o Megadèrmidi (famiglia di mammiferi), Megadirettòre e Megadirigènte (in odore d’ironia), Megaesòfago, Megafonìsta e Megàfono, Megagalàttico, Megalìto o Megalìte “insieme di pietre”, con Megalìtico, quale monumento dell’età del rame diversamente dal Monòlito innalzato con “unico blocco pietroso” (dal gr MONOS unico-solitario) cui Monolìte, Monolìtico e 168 Monolitìsmo; eppoi Megalòto (col gr US OTOS orecchio), Meganictìfane (col gr NYKS NYKTOS notte e PHANES visibile), Megaòhm con Megaòhmmetro, Megapàrsec, Megàpodi (col gr POUS PODOS piede) o Megapòdidi (famiglia d’uccelli galliformi), Megaspòra snm di Macrospora, l’esot Megastòre (con l’ingl STORE magazzino), Megatèrio (col gr THERIO animale selvatico, Megatèrmo, il glb Mègaton italianizzato Megatòne (col suff Ton quale ellittico di Tonnellata), Megàttera ( col gr PTERON ala ma nel risvolto pinna). Pseudoetim Megàrico relativo all’antico toponimo gr Megara. Il pref MEGALO lo si ritrova nelle composizioni quali Megaloblàsto (col gr BLASTOS germe), Megalocardìa, Megalocefalìa da Megalocèfalo snm di Macrocefalia e Macrocefalo, Megalòcero (col gr KERAS corno) snm di Megacero, Megalocìta o Megalocìto (col gr KYTOS cellula), Megalografìa, Megalomanìa e Megalòmane “manìa di grandezza” per esagerata presunzione o patologia, Megalopsìa (col gr OPSIS vista) snm di Macropsia, Megalopsichìa, infine Megalòtteri “ordine d’insetti” (col gr PTERON ala),... Derivato dal pref MEGALO il suff MEGALIA (ingrossamento patologico) per composizioni quali Acromegalìa (col gr AKROS alto) snm di Gigantismo, Cardiomegalìa, Cecomegalìa (pref che vale Cecità), Chiromegalìa (col gr KHEIR KHEIROS mano), Citomegalìa, Dattilomegalìa, Epatomegalìa (col gr HEPAR HEPATOS fegato) con Epatosplenomegalìa, Splenoepatomegalìa, Splenomegalìa (col gr SPLEN SPLENOS milza). \ ... Si innescava un processo a catena e, senza che alcun operatore potesse avere la minima possibilità di intervenire, nel giro di tre secondi tutta la parte orientale degli Stati Uniti - abitata da 87 milioni di persone - era senza energia \...\ da La Morte di Megalopoli di Roberto Vacca, Mondadori 1974. Ebbene, .agli inizi del millennio, oltre a Roma, tutta la penisola italiana subì un prolungato black out.\ 1 L’ingl BYTE, termine glb Byte, unità di misura informatica, relativo al numero di otto Bit in successione, è l’ellittico della locuzione BINARY OCTETTE ottetto binario. Il glb Bit è invece la cifra del sistema numerico binario, ellittico della locuzione ingl BINARY DIGIT. Da non equivocare con Bìte che in Odontotecnica indica una òrtesi dentaria, per esempio una placca di resina tra due arcate. \ Ape Vespa Sciame Ape-àpe è dal lat APIS APEM d’origine non accertata cui Apiàio, Apiàrio, Apiatùra con Apiàto (riferito ai frutti di pessima qualità poiché si riteneva volg che la pianta era stata male impollinata), Apìstico e i composti Apicoltùra o Apicultùra con Apicoltòre o Apicultòre, Apidi-àpidi (con suff IDI 1 indica “Famiglia di Imenotteri”), Apiterapìa, Apìvoro, la locuzione Ape regina, eppoi Fugàpi snm di Apiscàmpo (il primo con Fuga e il secondo con Scampo da Scampare). Il maschio dell’ape domestica è il Fùco dal lat FUCUS (omn di Fuco “alga” questo già in uso nel 1508) adottato dal XIV sec e snm-omn di Pecchiòne (dal XVI sec); infatti questo è l’accr di Pècchia dal lat APICULA dim di APIS, cui Pecchiaiòlo “sorta di falco che pare preferisca le api per il nutrimento”. Le api di un alveare sono tutte sorelle, procreate dall’ape regina. Associato ad Ape l’ital conta Arnia-àrnia da tema med ARNA letto (già di fiume). Nell’arnia le api costruiscono il Fàvo, questo dal lat FAVUS, cui Favòso. Inv dal brasiliano FAVELA, il termine glb Favèla (da non equivocare con Favella), sta fig per “alveare” quale “agglomerato” umano, baraccopoli”. Vèspa, invece, è dal tema med WOPSA, cui Vespàio, Vèspidi (la famiglia), l’uccello Vespière snm di Gruccione, Vespìgno, Vespòne; termini alieni (o pseudoetim) Vespasiàno “orinatoio pubblico”, questo dal nome dell’imperatore romano Vespasiano (9\79 dC), che impose una tassa su di essi e non per esserne stato l’inventore, come vuole una credenza comune, eppoi Vespillòne dal lat VESPILLO VESPILLONIS becchino-beccamorti, passato a indicare il conducente del carro funebre, vrs connesso con Beccare nel senso di “prendere (i morti)”. Il gr conta SPHEKS SPHEKOS vespa cui Sfècidi “Famiglia di Imenotteri”. Vèspa è anche il marchio registrato per il motoscuter italiano fabbricato dalla Piaggio nel 1950, ispirato fig all’insetto, cui Vespìna o Vespìno, Vespìsta con Vespìstico, ancora un Vespòne. Tra i Vespidi c’è il Calabròne dal lat CRABRO CRABRONIS con la variante Scarabòne o il volg Scarafone riattestatisi però in Scarafaggio, cui Crabronìni “la Sottofamiglia” di Imenotteri Sfecidi; il gr conta lo specifico ANTHRENA calabrone connesso con ATHER punta di spiga e con THERIX resta della spiga, cui l’ital Andrèna “Genere di Imenotteri”. Sciàme, con un obsoleto Sciàmo, è dal lat EXAMEN ago della bilancia, da un arcaico EXAGSMEN di rad AG condurre da AGERE guidare,spingere con pref EX svoltosi in SCI, cui Sciamàre, Sciamatùra; ed ancora Esàme, che mantiene il pref originale EX all’identico lessema AMEN, cui Esàmina, Esaminàre, Esaminàndo, Esaminànte, Esaminatòre e Disàmina con Disaminàre e Disaminatòre col doppio prefisso DE intensivo italianizzato DI. Il gr conta lo specifico MELITTA ape cui la composizione botanica Melittòfilo . Termini alieni nel percorso, Sciàmito dalla composizione gr EKS AMITOS tessuto a sei licci e l’omologismo Sciàmma o Sciùma dall’amarico 2 SAMMA toga bisex, Sciàmmico “erba delle graminacee” d’etimo sconosciuto; AMITOS è il prefissato con A privativo del gr MITOS filo adottato in termini biologici quali Mitòsi (snm di Cariocinesi) con Mitòtico e il prefissato Amitòsi con Amitòtico relativi alle cellule, i composti Mitogenètico, Mitògeno,. 1 Dal gr IS IDOS, il suff plur IDI (sing IDE), in origine patronimico (Atridi erano i mitici fratelli Agamennone e Menelao, ovvero figli di Atreo), indica in Tassonomia l’appartenenza alla Famiglia, quali Felidi, Canidi… 2 Amàrico è la lingua dell’Amhara, regione etiopica; lingua semitica con penetrazioni cuscìtiche. Il Cuscìtico è la lingua camitica dei Cusciti, diffusa tra il Mar Rosso ed il Nilo. Lingue non indoeuropee, quindi. METROPOLITANA Metropolitàno “appartenente alla città madre” e nel suo genere fem sostantivato Metropolitàna s’intenda esclusivamente “ferrovia metropolitana”, per aver ricopiato pari pari la dizione franc CHEMIN DE FER METROPOLITANI cui l’ipocoristico Metrò (pron alla franc) o Mètro in ital. Metronòtte è l’ipocotistico della locuzione Metropolitano di notte, Indiano metropolitano è invece il sessantottesco affiliato al movimento che s’ispira ai pellerossa, che, trasferitosi in città, smarrisce ogni legame d’origine, integrandosi socialmente e politicamente; oggi, il termine è estensibile a tutti gli extracomunitari che aspirano a stabilirsi nelle nostre contrade. Altro composto moderno Metrotràm. \ Suffissi etnici, per toponimi e demotici ITANO ANO ESE Il suff ITANO di Metropolitano vale “di etnico” dal lat ITANUS in termini quali Amalfitàno, Anconetàno già Anconitàno, Cagliaritàno, Ebolitàno, Ischitàno, Melfitàno, Menfitàno, Monopolitàno, Palermitàno, Napoletàno già Napolitàno, Salernitàno… sovrapposto al suff aggettivante-sostantivante ANO (IANO) dal lat ANUS (ANUM), come in Sottano e Pantano, che appare comunemente attestatosi nei toponimi quali Conegliano, Corigliano, Fabriano, Rossano... ma anche nei demotici quale Romàno in complanare con il suff ESE dal lat ENSIS (come in FORENSIS) quale Recanatèse demotico di Recanati, e, in estensione internazionale, quali Albanèse, Danèse, Irlandèse, Lussenburghèse, Svedèse. Altri suff per demotici 169 sono rintracciabili in Ravennàte, Fiorentìno… Dal toponimo Monaco di Baviera si conta il demotico Monacènse o Monachèse, diversamente dal Principato di Monaco cui Monegàsco attraverso il prvz Monegue Monaco. In ambito indoeur, area romanza, esiste il suff demotico EGNO connesso con il lat ANO rintracciabile in Equadorègno da Ecuador, in Hondurègno o nell’italianizzato Ondurègno da Honduras, Salvadorègno da El Salvador, in complanare, in versione ital, col suff originale quali Equdoriàno, Paraguaiàno o Paraguayàno da Paraguay, Salvadoriàno, Uruguaiàno o Uruguayàno da Uruguay. \ *Materia Rimane stabilire la connessione tra METRON misura e METRA utero, madre. Tentiamone una: il lemma MATER madre, che avrebbe dato l’abbrivo ai percorsi semantici “materni”, si traduce anche in Matèria inv dal lat MATERIA con la variante Matèra, che in senso fig vale ancora “faccenda (ingl MATTER), entità, prodotto, sostanza organica, massa astrofisica, sostanza” con riferimento base alla sostanza materna dei tronchi, cui Materialàccio o Materialòne metaf “volgare”, Materiàle, Materialìsmo (in opposizione allo Spiritualismo) con Materialìsta e Materialìstico, Materialità, Materializzàre con Materializzaziòne, Materialmènte, l’accr fig Materialòne, Materiàre “dare materia” con Materiàto, Matèrico, meglio Matèrica per accezione riferito all’arte, con Materìsmo. Nulla vieta di immaginare che, oltre alla sostanza madre, fossero state le dimensioni dell’albero ad interessare gli agricoltori (più robusto uguale a più frutti), quindi, l’inc lemmatico METRA MATER METRON s’articolerebbe nel percorso madre-materia-misura. Madornàle, infatti, che sta per Maternàle con lenizione sett della t in d, è riferito ai rami principali del tronco; quindi, la locuzione Errore madornale vale fig “grosso quanto un ramo principale”. In connessione, il termine Madière dal lat MATERIUM trave, attraverso il prvz MADIER. Un’Opera Polimatèrica appartiene all’espressionismo artistico, modellata con diversi materiali. In percoso, il termine Maràme “ammasso d’immondizie” attraverso il prvz MAIRAM già lat volg MATERIAMEN. Fuori percorso sembrerebbe il lemma Màtero “pollone di castagno” o “palo per viti” ma tutto lascia supporre una connessione fig o in estensione con MATERIA; così anche per Materòzza dal lat MATEREM di genesi celt che sta per “giavellotto”, cui Materòzzolo. \ Ventre Pancia Il rad indoeur UT di Utero pare si sia integrato con il tema di WEN desiderio ampliandosi così in WET-WENT, donde il lat VENTREM e l’ital Vèntre (già dal XII sec), cui Ventràia, Ventraiuòla, Ventràle con Ventralìsta, Ventràta Ventrèsca, Ventrìcchio e Ventrìcolo questo dal dim lat VENTRICULUM cui Ventricolàre e Ventrìglio, questo detto fig Cipolla, tramite il prvz VENTRIHL, Ventricòso, Ventrièra, il composto Ventriloquìa con Ventrilòquio e Ventrìloquo (con il lat LOQUI parlare), gli alterati Ventrìno e Ventròne, l’aggettivo Ventròso, il prefissato Sventràre (S sottrattivo) con Sventramènto, Sventràta e Sventràto, col smn Sventràta (S intensivo) nel senso di “abbuffata”; esistono connessioni in aree ind, gr, bal, a prova di un percorso lemmatico in relazione al principio ed al proseguo dell’umanità e dei suoi alberi genealogici. Il gr conta KOILIA ventre fig da KOILOS cavo cui Celiachìa “intolleranza al glutine” e Celìaco. Pància, o il volg Pànza o ancora un ant Pèccia (questo omn di Peccia “abete rosso”), adottato nel XIV sec quale snm di Ventre, è straordinariamente un termine arrangiato al sing già nato plur Pànce dal lat PANTICES plur di PANTEX, cui Pancètta; nulla vieta di immaginare il termine connesso con il gr PAN tutto, considerando la pancia quale contenitore generale del cibo. Il percorso prosegue con lo spregiativo composto Panciafichìsmo, con Panciafichìsta, che vale il “salvare la pancia” indirizzato ai neutralisti-pacifisti (Grande Guerra), Panciàta, Pancièra o Pancèra o Panzèra, l’accr Panciòne anche fig “gravidanza”, Panciòtto, Panciùto, il gastonomico Panzaròtto o Panzeròtto (grosso raviolo, perché gonfio come la panza) spesso usato quale snm di Calzone (gastronomia), il glb ted Panzer “corazza” che vale “panciera”. La Pancetta quale taglio di carne dal macellaio è indicato con Sòrra, omologismo inv dal catalano SORRA. Panciòlle è nella locuzione In panciolle col suff toscano OLLE rintracciabile nei toponimi e che dona alla voce il significato di un paese immaginario. \ da Nonna a Nipote In ascendenza a Madre, troviamo Nònna, termine in origine esclusivamente fem, che deriva dal lat tardo NONNA balia (che porta avanti la crescita) ma anche appellativo infantile di Monaca, vrs dagli orfani in ospizio; vrs rad onomatopeico come in Mamma. Nel diffondersi il ruolo di balia tra le madri delle mamme, il marito della nonna non potè che essere il Nònno. Troviamo ancora Ava-àva, fem di Avo-àvo, dal lat AVUS, connesso col sabino ATTUS, col dim in Avolo-àvolo - cui addirittura Abavo-àbavo (pref AB) e Arcàvo o Arcàvolo (pref ARCHI) - attestatosi, anche con significato di più largo respiro, in aree itt, arm, ger, bal, slava, celt. Alla memoria del sabino ATTUS rimane forse l’onomastico Attilio. Bàlia è dal lat class BAIULA, dal lat volg BAILA, con il significato di portatrice, cui il risvolto mas Bàlio e i derivati Baliàtico e Baliàto quale Pp di un Baliàre. Nel Regno di Sicilia (oggi toponimo regionale, dalla popolazione dei Siculi qui insediatisi), il Bàiulo era il giudice quale “portatore d’insegna” ovvero rappresentante del re, con la variante Balìvo attraverso il franc BAILLIF; il termine s’è svolto nel generico “portatore”, cui Baiulàre “trasportare sulle spalle”, e snm di Aio o Balio “che porta avanti la crescita”. Nel volg pugliese esiste ancora il termine Baiulo che vale “cassa da morto”, ovvero la “cassa portatrice”. Dal mas BAIULUS portatore, troviamo nello stesso percorso Baggiòlo “sostegno” e Baggiolàre, Bàglio (elemento di scafo), Bàia dal franc BAILLE tinozza, connesso o inc con BAIE modesta insenatura marina, dal lat BAIULA AQUAE portatrice d’acqua, eppoi Balì o Baglì “alto funzionario” degli ordini di cavallereschi, con Baliàggio e Baliàto questo omn di Baliato da Balia. Baliòso transitato dallo sp VALIOSO vigoroso vrs nell’associazione “chi porta è vigoroso”, l’esplicito Baùle – e non Bàule - già sp BAUL dall’ant franc BAHUR cui il romanesco Baulàro. Il lat BAIULUS ha generato una teoria lemmatica scarrocciatasi dal percorso principale, quali l’emiliano Basla “catino” (il recipiente per portare l’acqua) diventato Bazza “mento” in toscano. Il lemma Bagàglio, dal franc BAGAGE già BAGA borsa è vrs connesso col percorso, cui Bagagliàio, Bagaglièra, Bagagliùme, rintracciabile nell’ingl BAG bagaglio-sacco cui il glb Bagpipe cornamusa scozzese dove PIPE (pron paip) vale fig “piva” dal lat PIPA di PIPIRE, il marinaresco Bàglio. Il termine, omn del toscano, Bàzza (guadagno) ed i suoi diminutivi Bazzècola e Bàzzica, cui Bazzicàre, sono omologismi dallo sp BAZA, vrs connessi al persiano BAZAR mercato. Il termine alieno Bazzàna “pelle del montone” è l’omologismo dal prvz BAZANA, a sua volta dall’ar BITANA fodera. Occorre un impegno di credibilità per dedurne che il percorso BAZZABAZA abbia mantenuto il significato originale del portare, legato all’ant rad indoeur BA(K) sostegno, bastone. L’eteronimo di Madre è Pàdre, dal lat PATER autorità patriarcale, di rad indoeur PA(S) cui il prefissato Impetràre (snm di Impetrare da Pietra) “compiere in qualità di padre” attestatosi in “ottenere a buoin fine”, con Impetràbile, Impetratòre, Impetratòrio e Impetraziòne. La preghiera cristiana Padre Nostro, che appare nel Vangeli di Matteo e Luca, solo nel primo 170 riporta il capoverso “Sia fatta la tua volontà” Il termine avrebbe articolato i vari Pàbbio “sorta di piante” svoltosi dal lat PABULUM “foraggio” cui ancora Pàbulo (pascolo) e Pabulòso, Pàne da PANEM (omn di Pane della vite), la forma incoativa Pàscere dal rad PA inv dal lat PASCERE nutrire con Pascimènto e il fig Ripascimènto “riaccumulazione (di sabbia per accezione)”, Pasciòna, Pasciùto e il composto fig Pascigrèppi “stupido” (con Greppo), Pàsco da PASCUUM pascolo cui Pàscolo col poetico Pascolàre eppoi Pascolàtico “diritto medv per pascolare”, Pascolatìvo o Pascolìvo, Pàsto da PASTUS inizialmente “pascolo” quale Pp di PASCERE con Pastùra e Pasturàre, Pàsto quale sostantivo con Pastòcchia (col suff peggiorativo ACCHIO, in senso fig “ingannevole”) questo con la variante Pastròcchio dal veneto Pastrocio, snm di Inguàcchio dal napoletano ‘Nguacchià sporcare. Il percorso prosegue con Pastòia dal lat tardo PASTORIA di PASTUS cui il prefissato Impastoiàre (IN illativo, dal XIV sec) snm di Impedicare (già dal XIII sec), Pastòne con Pastonìsta in senso fig (anche in gergo giornalistico), Pastòre da PASTOREM con Pastoràle questo aggettivo relativo al pastore, al vescovo quale pastore d’anime cui anche Pasturàle, sostantivo quale brano musicale e un osso del cavallo detto anche Pasturàle; eppoi Pastorèlla (dim fem di pastore e brano musicale), Pastorellerìa (poesia dell’Arcadia1), Pastorìzio e Pastorìzia dalla locuzione lat PASTORICIAM ARTEM arte dell’allevamento, i prefissati Impanàre (IN illativo) con Impanàto e Impanatùra quali termini da cucina, Appannàggio “distribuzione del pane” questo da un Panàggio attinto al franc PANAGE, fatto inc con Panno (vrs dall’accogliere il pane nei panni); termini tutti ad ostentare l’enorme importanza organizzativa del termine in una società retta dai padri, come si vedrà ancora di seguito. I verbi prefissati Impanare (IN illativo) e Spanare (S sottrattivo) da Pane quale alimento, hano i loro omn in Impanàre snm di Filettare esteso in Avvitare (le viti meccaniche) da Pàne dal lat PANUM “filo avvolto sul rocchetto” cui Impanatrìce snm di Filettatrice e Impanatùra snm di Filettatura, e in Spanàre (S sottrattivo, togliere le viti meccaniche) adottato anche in agricoltura. In ebraico, Betlemme sta per “città del pane”. Attraverso l’ungherese GULYAS pastore, l’ital conta il gastronomico glb Gùlasch “carne cotta alla maniera dei pastori”, una sorta di Spezzatino. Dal long WAIDA pascolo, questo fonte di profitto, cui WAIDANJAN pascolare, l’ital conta l’omologismo Guadagnàre, Guadàgno. Il pascolo montano ha lo specifico termine Màlga, cui Malgàro, la variante Margàro e Malghèse, derivati direttamente dal tema med prelatino MALGA; pseudoetim l’omologismo Malgàscio, con Malgàscia, che vale “del Madagascar” dalla lingua locale MALAGAS transitato dal franc MALGACHE. Pastorizzàre con Pastorizzàto, Pastorizzatòre e Pastorizzaziòne sono termini pseudoetim perché non hanno nulla del percorso di Pastorizia; è una coincidenza lemmatica, poiché derivano dal nome dello scienziato L. Pasteur (1822-1895) che studiò il processo della fermentazione, così come è accaduto per il termine Dolomiti ispirato a D. de Dolomieu, non appartenente quindi al percorso DO-Dolina; infatti, in complanare si ha Pasteurizzàre, Pasteurizzàto, Pasteurizzatòre e Pasteurizzaziòne, Il termine gr NOMAS che pascola, il lat lo ha traslato inv NOMAS nel valore di Nòmade cui il termine socio-politico, in odore di xenofobia, Denomadizzàre con Denomadizaziòne “allontanare i nomadi dalle città”. In arabo il termine Nomade si traduce in ARAB cui Arabo-àrabo con Aràbico, ArabìsmoArabìsta, Arabizzàre eppoi Arabèsco o Rabèsco con Arabescàre o Rabescàre, Arabescàto e il glb franc Arabesque. Il coronimo Bessarabia, invece, è una regione tra la Moldavia e l’Ucraina, che prende il nome dall’ant famiglia feudataria Bessarab. Il snm Zìngaro, con Zingaràta, Zingarèsco, e la variante Zìngherlo o Zìnghero, invece, è tratto dal nome di una tribù dell’Asia Minore, Atsinganoi, cui anche Zigàno o Zìngano, dopo essere transitato dal franc TSIGANE. L’altro snm Gitàno, invece, è dallo sp inv GITANO e questo dal lat AEGYPTANUS già AEGYPTIANUS egiziano vrs sovrapposto o connesso con Zigano, cui Gitanìsmo e il prefissato in opposizione Antigitanìsmo. Gli zingari contano un nome nazionale in Ròm che sta per “uomo - marito” L’onomastico Gaetano farebbe pensare ad una sua connessione con Gitano, in realtà è dall’etnonimo lat CAIETANUS che vale “abitante di CAIETA” oggi Gaeta. Il termine Pane, dal lat PANIS da rad PA ha il suo omn in Pàne “filo della vite”, dal lat PANUS fig dal gr PANOS filo del tessitore-gomitolo, cui il botanico Pannòcchia con Pannocchìna dal dim PANUCOLA di PANUS (in origine riferito al miglio, poichè il granturco non era conosciuto) e un volg Spannòcchia o Spannocchìna (pref S intensivo) snm di Fienarola, eppoi Spannocchiàre (pref S sottrattivo) con Spannocchiatùra; Spannòcchia è anche snm di Gambero barbuto. I prefissati Dipanàre da DEPANARE (DE di distacco, anche in senso fig “risolvere una complicazione) con Dipanamènto, Dipanatòio, Dipanatùra e il sostantivo Dipanìno (dove s’avvolge il filo), eppoi Addipanàre col doppio pref allativo AD e Sdipanàre col doppio pref S intensivo, Spanàre (pref S sottrattivo) sia “danneggiare la vite” sia “separare la pianta dal terreno”. In percorso, il termine piano Panìco “spiga del miglio” cui Panicàto e Panicolàto, fig “tumoretto”: da non includere lo psudoetim sdrucciolo Pànico “timore improvviso”, rimpatriato dal franc PANIQUE, relativo al dio Pan, che incuteva terrore ai viandanti, cui Panicità. Pània, invece, anche questo pseudoetim, è dal lat PANGERE ficcare (Ved Sciti in Picca…) e vale “sostanza appiccicosa”, cui Impaniàrsi “mettersi in condizioni difficili”, erroneamente mutato nel volg Impannare omn del linguistico Impannàre cui Impannàta che vale invece Appannàre “mettere i panni (carta, tela) alla finestra” con l’opposto Disappannàre e Disappannamènto (pref DIS sottrattivo) o Spannàre (pref S sottrattivo) dal lat PANNUS panno, cui il fig Pànna “come un velo” (del latte) con Pannàre, Pannaròla o Spannaròla, Pannaròne “sorta di formaggio” o Panneròne o ancora Paneròne attraverso il milanese Panera, e ancora il prefissato Spannàre queso “togliere la panna del latte” con Spannatòia e Spannaròla (S sottrattivo), Spannatàra. Ancora Pànno con Panneggiàre e Pannàggio, il dim Pannicèllo, il fig anatomico Pannìcolo con Pannicolìte (suff medico ITE). Eppoi Pannèllo, dal volg PANNELLUM, questo attestatosi semant in qualosa di più consistente tramite l’inc col franc PANNEAU e il ricalco dell’ingl PANEL cui Pannellàre, Pannellàbile, Pannellatùra e la locuzione energetica Pannello solare; eppoi il dim Pannolìno con l’ipocoristico Lìno, con l’accr Pannolòne e il composto Pannolàno questo con Lana, Pannolènci questo con Lenci, la ditta torinese costruttrice di bambole con un tipo di panno, e l’omn Pannolìno questo con Lino. Soppànno con Soppannàre è il prefissato con SO di SOB e sta per “panno pesante”: il Lùcco è una veste di panno, omologismo dal franc LUQUE. Termine alieno Pannònico, relativo ai Pannoni, l’ant popolo dell’attuale Ungheria. L’espressione volg Impannarsi, snm di Impaniarsi, nascerebbe dal francesismo Pànne o Pànna “blocco” da PANNE, cui la locuzione Essere in panne o Mettere in panna ed erroneamente sintetizzato Impannàre; ancora attraverso il franc PANNE, l’omn Pànna già lat PATINA e gr PATHNE “ostruzione idrica” contro l’inquinamento. 171 Tornando alla rad PA, che avrebbe fatto assumere ai termini valore di protettore-nutritore, questa si ritrova nei vari percorsi dal lat PATER PATRIS, lenito nell’ital Pàdre cui Padreggiàre, i cristiani Padrenòstro e Padretèrno, la locuzione Padre padrone storicamente utilizzata da G. Ledda nel suo omn romanzo tradotto in film, Padrìgno, Padrìno con Padrinàggio, Padrinàto, Padrinèsco, Padròne da PATRONUM protettore con un Compadròne snm di Comproprietario, eppoi Padronàggio e Padroneggiàre, Padronàle, Padronànza, Padronàto e il dim Padroncìno, Padronèsco, eppoi, in complanare, negli espliciti dal lat quali Pàtre con Paternità, Patèrno con Paternàle, Paternalìsmo e Paterenalìsta, i cristiani Paternòster e Paternòstro dalla locuzione lat PATER NOSTER, Patriàrca, Patriarcàle e Patriarcàto, Patrìgno e Compàre questo dal lat COMPATER che fa da padre cui Compariello con il mer Cumparièllo “collaboratore in senso poco lecito”, in eteronimia con Comàre o i desueti Commàre e Commàdre da COMMATER che fa da madre cui Comaràggio, ancora in Pàtria dalla locuzione lat TERRA PATRIA terra dei padri, con Pàtrio dal lat PATRIUS eppoi Patriòta o Patriòtto, con Patriotàrdo o Patriottàrdo, Patriòttico, Patriottìsmo tutti attraverso il franc PATRIOTE (tuttavia già lat PATRIOTA dal gr PATRIOTES), PATRIOTARD, PATRIOTIQUE (anche qui già lat PATRIOTICUS dal gr PATRIOTIKOS), PATRIOTISME, i prefissati Espatriàre col devb Espàtrio che con EX “fuori” vale “andar via dalla patria” eppoi Repatriaziòne che con RI iterativo vale “ritorno in patria” da un presumibile Repatriàre ma scalzato dal corrente Rimpatriàre con Rimpatriàta, Rimpàtrio (doppio pref RI iterativo e IN illativo), e Spatriàre con S sottrattivo che vale “cacciare dalla patria” in complanare con Esiliare. Patrilineàre o Patrilìneo con Patrilinearità indicano la gestione del potere in linea maschile, eppoi Patrilocàle con Patrilocalità snm di Virilocale e Virilocalità , il luogo dove vige il patriarcato. Il percorso prosegue con Patrimònio, Patrimoniàle, Patrimonialìsmo e Patrimonializzàre, Patrìno, Patrìstica e Patrìstico (in riferimemto allo studio dei Padri della chiesa), Patrizzàre da PATRIZARE somigliare al padre con Patrìzio o Patrìcio dal lat PATRICIUS “di famiglia patrizia” cui Patriziàle, Patriziàto e l’onomastico Patrizio, ancora, da PATRONUS patrono-protettore, Patròno con Patronàle e Patronàto, Patròna con Patronèssa, Patrocìnio da PATROCINIUM con Patrocinàre cui Patrocinànte, Patrocinàre, Patrocinàto e Patrocinatòre, eppoi Patrologìa con Patròlogo, il glb franc Patron con Patronage, eppoi l’omologismo Padiscià dal persiano PAD-SHAH sovrano protettore. La rad si ritrova ancora nel termine Perpetràre, dal lat inv PERPETRARE, questo composto da PER e PATRARE e vale “compiere un atto nelle vesti di padre” cui Perpetratòre e Perpetraziòne. Il termine Paterìno è fuori percorso, risalente al toponomastico milanese Via dei Pattari e vale “rigattiere”, cui la variante Patarìno. Nel contesto linguistico della rad indoeur PA, il persiano conta PADISAH sovrano (il padre di tutti) transitato nel turco PASA cui l’omologismo italianizzato Pascià o Bascià o Bassà con Pascialàto Madre e Padre lo sono poiché hanno generato figli; Fìglio, dal lat FILIUS - di rad DHE(I) nutrire, creare - semant in origine lattonzolo, cui, talvolta in complanare con il gruppo letterale gl, i dim Figliòlo o Figliuòlo, da FILIOLUM con Figliolànza, e Figliòccio (suff vezzeggiativo OCCIO 2), il brutto Figliolàme (suff AME per collettivi), Filiàle, questo anche “sede dipendente” (fig dalla sede-madre), Filiaziòne ed Affiliaziòne o Affigliaziòne, con Affiliàndo, Affiliànte, Affiliàre o Affigliàre, Affiliàta, Affiliàto, ed è la rad che avrebbe articolato, tramite il verbo lat FERE nutrire; dall’ebraico BAR figlio in composizione con TALMAY coraggioso ha origine l’onomastico Bartolomeo. Il percorso della rad DHE(I) nutrire cui il gr OPHELEO giovo-sono utile e OPHELLEIN accrescere, prosegue con Fecòndo o Fecùndo dal Pf passivo FECUNDUS (di costruzione come Facondo, Giocondo, Iracondo) con Fecondàre o Fecundàre cui Fecondàbile con Fecondabilità, Fecondatìvo, Fecondàto, Fecondatòre, Fecondaziòne o Fecundaziòne, Fecondità o Fecundità ma anche Feconditàde o Feconditàte direttamente dal lat FECUNDITATEM, in locuzione, Fecondazione in vitro (uso della locuzione lat IN VITRO che vale In provetta), Fecondazione artificiale questa scissa in Fecondazione omologa (seme del compagno e in Fecondazione eterologa (da donatore anonimo); eppoi Felìce (in origine valeva “nutriente”) da FELIX con Felicità o Felicitàde dal lat FELICITAS, Felicitàre, Felicitaziòne, la locuzione romana Campania felix per la sua terra fertile e solare, l’onomastico Felice con Felicemènte, Felicia, Feliciano e Felicita, ed ancora Fèmmina da FEMINA che è feconda con i dim Femminèlla, cui il fig Femminèllo con volg napoletano Femminièllo, e Femminùccia, l’aggettivo Femmìneo o il poetico Femìneo, Femminèsco, Femminètta, il brutto Femminière, Femminìle con Femminilità e Femminilìsmo, Femminilizzàre con Femminilizzaziòne, Femminìno, Femminìsmo con Femminìsta, Femminizzaziòne. Il primo vagito del Movimento femminista è stato emesso durante la rivoluzione francese, quando le donne presentarono le loro rivendicazioni, influenzando così la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.L’ital conta ancora, più fedele al gr-lat Ofèlimo da OPHELOS utilità cui Ofelimità Il percorso prosegue con Fèto da FETUS (astratto dalla rad e che vale “creato”) con Fetàle, Fetaziòne e i composti Feticìdio e Fetologìa, Fièno da FENUM cui Fienàbile, Fienagiòne, Fienàio, Fienaiòlo, Fienaròla snm di Spannocchina “sorta di pianta delle Graminacee”, Fienìle, Fienòso, i composti Fiengrèco, Fienicoltùra e Sèccia questo l’ipocoristico di FENISICIAM fienagione, composto da FENUM e SECARE tagliare, pertanto snm di Stoppia. Eppoi il prefissato Affienàre, Affienatùra, Affienìre… tutti in campo nutrizionale; nel senso fig di “sovvenzione” è sorto Feneratìzio, questo svoltosi in “prestito, usura”. D’identica rad è il lemma Feziàle o Feciàle, che sta per ciascuno dei venti sacerdoti romani incaricati di dichiarare la guerra o concordare la pace, dal lat FETIALIS di un FETI, questo nome d’azione della rad DHE(I) creare-nutrire svoltasi in stabilire. Da Fieno, in lat FENUM, col suo dim FENUCULUM, l’ital conta il termine Finòcchio, cui il peggiorativo Finocchiàccio snm di Fèrola questo dal lat FERULA canna, Finocchièlla snm di Mirride, il selvatico Finocchiètto, Finocchiòna “sorta di salume” aromatizzato con semi di finocchio. Il metaf Infinocchiàre, che sta per “imbrogliare”, nasce dal furbesco trucco adottato dai bettolieri medievali d’offrire bocconcini di finocchio prima di servire vino di cattiva qualità; il gusto del vegetale confondeva così il palato dell’avventore, che restava pertanto infinocchiato. Tra le ombrellifere, associato al Finocchio, negli orti si trova il Sèdano, questo dal gr SELINON svoltosi nel lat SELINUM poi mutato in SEDINUM, cui un volg Sèllero ancora nostalgico del lat; nel volg mer si conta l’esot franc Accia-àccia per “sedano”, vrs connesso con il lat ACIA “collettivo di ACUM ago” in senso fig cui l’ital Accia-àccia “stoppa-matassa di canapa”, da non equivocare con l’omn Accia-àccia e la sua variante Azza-àzza omologismo dal franc HACHE “sorta di arma bianca”. Il lat conta lo specifico APIUM sedano cui Appio-àppio e un Appiàstro da APIASTRUM questo svoltosi nel snm di Melìssa dal lat MELISSA ellittico del gr MELISSOPHYLLUM (con PHYLLON foglia); il lat MELISSA già gr inv MELISSA vale ape cui il composto Melissòfago (in zoologia, che si nutre d’api) e l’onomastico Melissa. Fratèllo, di rad BHRATER (da ricordare che il gruppo BH vale pron f) cui l’ingl BROTHER, è dal lat volg FRATELLUS, attestatosi dal dim di FRATER già gr PHRATER, cui Fratàglia con il volg veneto medv Fratàlia con valore di “corporazione” dal medv FRATALEA fratellanza e la variante Fràglia, Fràte, ed è anche un appellativo metaf fuori delle sfere famigliari, in 172 ambito religioso, rivoluzionario… cui Fraterìa, Fratèsco, il dim Fraticèllo con il fig Fraticèllo “sorta di uccello ”altrimenti detto Stèrna, cui la Famiglia Stèrnidi, omologismo dall’ingl STEARN attraverso il franc STERNE, dei Laridi questi detti anche Rondine di mare, Fraticèlla “sorta di uccello” altrimenti detto Pulcinella di mare e Fratìna “taglio di capelli”, la locuzione Alla fratina “foggia nel vestire”, il dim Fratìno questo anche in adozione polemica e un Fratìno “sorta di uccello dei Caradridi” altrimenti detto Fischione; eppoi Fratellàme (suff AME per collettivi), Fratellànza, Fratellàstro (suff ASTRO), Fratellèvole, Fratèrna con Fratèrno, Fraternamènte, Fraternità e Fratèrnita quale ellissi del prefissato Confraternita entrambi da FRATERNITAS FRATERNITATIS, Fraternizzàre con Fraternizzaziòne, Fràtria dal gr PHRATRIA “insieme di famiglie (fratelli) con un solo capostipite” in concorrenza con Patria da Padri. Infine, i prefissati Confratèllo, Confratèrnita. La locuzione Fratelli siamesi nasce dal fatto che nel XIX sec in Siam nacquero due gemelli con le testoline unite. Sorèlla, sul calco di Fratello, è il dim volg lat di SOROR, termine parimenti metaforizzato, cui Siròcchia dal dim SORORCULA, Suòra “sorella” in convento da un ant SUORO. Il primo membro della parola Sorella, di tema SWESO(E)R viene da una rad indoeur SWE, diffusissima in diverse aree linguistiche, che vale per pronome riflessivo Sé e per Suo. Alla rad SWE di Sorella è legato il suff SO(E)R, in percorso con il lat UXOR moglie; quindi Sorella è traducibile in “è sua, di chi l’ha partorita”, in sintesi “è di competenza della moglie”, dato che al marito non potrà essere d’aiuto come lo sarebbe stato un figlio maschio. In percorso, Sorellàstra (suff ASTRO) col prefissato Consorèlla e Sorellànza. La locuzione Sorella latina indica la Francia vista dall’Italia in complanare con Cugini francesi. Il termine, ampliandosi, ha prodotto Suòcero, e il prefissato Consuòcero, dal lat class SOCER, che varrebbe suo padre, svoltosi nel fem SOCRUS. La lingua ha indicato spontaneamente il mas Nonno servendosi dell’originale femmimile; in questo caso è partita dall’originale mas per configurare Suòcera. Dall’inc di SOROR con il lat class NURUS, è nato il termine NORA cui Nuòra. NURUS è connesso col tema indoeur SNUSO, diffusissimo in diverse aree. Non è azzardato interpretare il termine nel significato di “ non è sua” ovvero “non è stata partorita dalla moglie”, ma è accettata come una figlia, rifacendosi al termine Sorella. Nel contesto famigliare, troviamo il termine Zìo, dal gr THEIOS, che ci perviene con la consonante già affricata (da Fricativa). L’allitterazione greca con il lemma THEOS dio, continua anche nel peggiore ital, dove Zio è utilizzato sovente nelle imprecazioni in sostituzione del dio. Comunque, non dovrebbe essere stata solamente una coincidenza, l’allitterazione, ove pensiamo che, in caso di morte del padre, era lo Zio, per volontà di sedicenti leggi divine, designato a prenderne il posto, finanche nel letto materno, infatti in lat PATRUUS è lo zio. Nel volg mer esiste la forma Zizìo, vrs reiterativa con valore superlativo d’affetto (Ved Babbo…) e che si ritrova in Nononno e al fem Nanonna, ma che s’ìspira alle articolazioni infantili ricalcando Ma ma (mamma) e Pa pa (papà); da includere ancora un Papanònno che starebbe per bisnonno “il papà del nonno”, più in estensiome al plur Papanònni per “avi”. La zia paterna era indicata in lat con AMITA, vrs dello stessa rad AM di Amore e Amicizia, lemma estesosi successivamente anche per zia materna e cognata; il veneto manitiene il termine lat nella locuzione esclamativa To àmia! “tua zia!” nel senso “nente affatto!” come nel romanesco Tu’ nonno! La famiglia continua ancora con Nipòte o Nepòte, che vale “discendente famigliare indiretto” ed è parola antichissima e diffusissima, dal lat NEPOS, cui Nepotìsmo o Nipotìsmo e Nepotìsta, simile a NEPOT in aree indoiran, bal, celt, ger (ted NEFFE), aggettivata nelle aree greca e slava. Il significato del termine si chiarisce posto in connessione rad col gr NEPIOS che sta per infante, pertanto Nipote, quale il piccolo della famiglia, varrebbe etim “nato dopo” (POS). Dalla voce gr, l’ital ha coniato Nipiologìa. Sul calco di Proàvo (antenato), dal lat PROAVUS anteriore all’avo, con pref PRO anteriore, si sono coniati Pronipòte “figlio di nipote” rispetto al nonno o prozio, Prozìo “zio d’uno dei genitori” rispetto al pronipote. Il plur Pronipòti s’è metaforizzato “discendenti-posteri”, termine d’immaginazione infinita rispetto a Proàvi o Avi. 1 Arcadia è una regione della Grecia, passata nel mito quale patria della poesia pastorale, cui Arcade-àrcade e Arcàdico, Arcàdia “componimento”; da non equivocare con Arcadòre o Arcatòre che vale Arciere, derivato di Arco. Così come Arcadia, si ha Accadèmia o Acadèmia, dal lat ACADEMIA già gr AKADEMEIA questo l’eponimo di un bosco sacro al mitico eroe Academo e dove insegnava Platone, cui Accadèmico o Acadèmico, Accademìsmo e Accademìsta; da non equivocare con Accàdico o Accàdo, relativo alla località Accad in Mesopotamia. Tra le Accademie letterarie sorte dall’Illuminismo, ricordiamo a Lecce l’Accademia degli Spioni, a Bergamo l’Accademia degli Eccitati e a Firenze l’Accademia degli Umidi poi passata a Accademia fioreentina. 2 Il suff OCCIO dal lat OCEUS, con valore diminutivo-vezzeggiativo e scherzoso è rintracciabile ancora i termini quali Bambòccio da Bambo con Bambocciàio, Bambocciànte, Bambocciàta e Bambocciòne, Bellòccio da Bello, Fantòccio da Fante cui Fantòccia, Fantoccerìa , Fantocciàio e Fantocciàta, infine Grassòccio da Grasso, Scalòccio da Scala. \ Pane Pasta Riso Il Pane, quale alimento indispensabile per i popoli indoeur, non poteva che essere assunto a simbolo di sacralità, omologato nel cristianesimo, il quale, piuttosto che tagliarlo, ha adottato il rituale di spezzettarlo, dalla tradizione orientale. Nel Sud d’Italia, sopravviveva o sopravvive il rito mistico di lanciare all’aria pane spezzettato, fig a croce, durante i forti temporali. Pane dal lat PANIS, di rad indoeur PA, la stessa di Padre, cui i derivati e composti Panàta, Panàtica, Panàto, Panbiscòtto, Pancarrè (col franc CARRÉ quadrato), Pancòtto, la locuzione Pan di cuculo (botanica), Pandiramerìno dalla locuzione Pan di ramerino, Pandispàgna dalla locuzione Pan di Spagna la cui torta è snm del glb franc Charlotte poiché realizzata in onore della regina Charlotte d’Inghilterra (1744/1818), Pandòlce, il dim Panètto utilizzato anche in senso fig nel gergo teatrale “applausi a scena aperta” (che pare connesso col pref PAN “tutto”) con Panetterìa e Panettière, Panfòrte da non equivocare con Panifòrte “pannelli forti”, Pangiàllo, Pangrattàto, Panìccia questo con mutazione dal volg in Panicciàna, il fig Panzàna (vrs per la semplicità del cibo) con Panzanèlla “pane raffermo idratato e condito alla romana” sovrapposti al percorso di Panza, Panzarotto…. Panettòne, che pare l’accr del dim Panètto un po’ come lo scherzoso Paninone da Panino, pare invece l’ellittico di Pane di Toni, il panettiere che lo concepì. Eppoi, Panièra con il corente Panière con Panierìno che vale “contenitore per il pane” cui Panieràio, Panieràta; in gr v’è lo specifico KALATOS per paniere, donde il lat volg CALASSIUM e l’ital Colasciòne o Calasciòne o ancora Culassòne con Colascionàre e Calascionàre, attestatosi semant in uno strumento musicale. Ancora, Panificàre con Panificàbile, Panificatòre, Panificaziòne, Panifìcio; infine Pagnòtta questo transitando dal prvz PANHOTA, il dim Panìno con Paninerìa, Paninotèca, il composto Parròzzo dalla locuzione Pane rozzo (rustico). Termine alieno nel percorso PA PANIS è Panerèccio, con la variante Paterèccio, dal lat tardo PANARICIUM in metatesi da PARONYCHIUM dal gr PARONYKHIA composto dal pref PARA e ONYKS unghia; altro alieno è Panìzza “risotto” dal lat medv PANICIA attraverso il piemontese Panisa. Il Pane è fatto di farina e lievito, se non il cosiddetto “pane azzimo” ovvero non lievitato; Azzimo-àzzimo è dal gr AZYMOS 173 senza lievito da ZYME lievito col pref A privativo, cui Azzima-àzzima o Azima-àzima, eppoi Enzìma col pref gr EN dentro. Da un risvolto metaf, sarebbe pervenuto Azzimàre con Azzimàto, transitato dal prvz AZESMAR ornare, acconciare cui il prefissato Razzimàto (pref RI iterativo e AD allativo); pseudoetim, invece, sarebbe l’omologismo Azzimìna dall’ar AGIAM forestiero, transitato dal veneziano, cui l’omologismo italianizzato Agemìna, per accezione riferito al persiano. Farìna, termine col suff INO aggettivante, è dal lat FAR svoltosi nel volg FARRUM, cui Farinàceo, Farinàta, Farinòso, il prefissato Infarinare (IN illativo) con Infarinàto e Infarinatùra questo anche fig, Sfarinàre con Sfarinàbile, Sfarinamènto, Sfarinàto e un volg Sfarnescia, tutti con S sottrattivo. \ Il personaggio dantesco Farinata pare che fosse così chiamato per il colore della chioma che ricordava la focaccia di ceci \ Farina è connesso con l’ant rad BHARS cui il lat FARREM e l’tal Fàrro, frumento che conterebbe millenni di conoscenza da parte dell’uomo coltivatore, prima ancora della civiltà egizia, oggi rivalutato dopo anni di dimenticanza. Insomma, il Farro è l’arcaico cereale, il grano primordiale che dopo secoli e secoli di rimaneggiamento agricolo è coltivato nella qualità che oggi conosciamo, grano duro e tenero. Farro ha il suo snm in Spèlta, nel volg Spelda, dal lat SPELTAM d’origine germ. \ L’antica sacralità del Farro, cibo insostituibile per il nutrimento, è comprovata dal rito romano della CONFARREATIO, durante le cerimonie nuziali, quando erano offerte alle divinità le focacce propiziatrici, in cui l’ingrediente indispensabile era appunto il Farro. I chicchi di farro erano tostati, per la loro conservazione, durante le festività dei Fornacalia, a febbraio; pertanto, non può essere una coincidenza che a Manfredonia, nel periodo di Carnevale, in omologismo con i Fornacalia romani, quindi in febbraio, a testimonianza di una tenace tradizione, si continua a produrre la Farràta, specie di torta rustica impastata appunto con ricotta e farro.\ In connessione a Farro si conta Farràgine o Farràggine dal lat FARRAGO cui Farraginosità, Farraginòso che da “miscuglio di biade per il bestiame” s’è svolto fig nel significato di “congerie, confusione” donde Farraginàre o Farragginàre e Farraginatòre. Dal tema med SIMILA, il lat ha tratto l’inv SIMILA cui l’ital Sèmola con Semolàto, Semolìno, Semolòso. Oltre al Pane, alimenti essenziali per l’alimentazione sono Pasta e Riso. Pàsta è inv dal tardo lat, dal gr PASTE, identica rad di Pane, dal significato di “farina amalgamata con salsa”; il termine ha assunto anche un significato generico di “impasto” (non essenzialmente farina) cui Pastafìllo dalla loc Pasta fillo (con il gr PHYLLON foglia), Pastafròlla dalla locuzione Pasta frolla, Pastàio, Pastasciùtta con Pastasciuttàio, Pasteggiàre con Pasteggiàbile, Pastèlla e Pastètta (questi dim di Pasta), Pastèllo (questo più vicino a un dim di Impasto) con Pastellìsta, Pastìcca (snm di Pastiglia, più assonante a Pasticcio), Pastòso, Pastosità, Pastùme, Pastèllo (colore impastato), Pastìccio, (questo anche fig “confusione-intreccio” col denm Pasticciàre e il dim Paticcino “dolcetto”, dal volg lat PASTICJUM di PASTA il cui suff deriva da ICEO in riferimento alla materia, in questo caso “di pasta”, con Pasticcère e Pasticcerìa, Pasticciàccio (fig da Pasticcio quale “confusione-intreccio”) cui Pasticciòne, il glb franc Pastiche “opera letteraria di imitazione stilistica”, Pastièra cui la locuzione gastronomica Pastiera napoletana, Pastifìcio con Pastificàre, Pastificatòre e Pastificaziòne, Pastìglia (snm di Pasticca) dal dim lat volg PASTICULA transitato dallo sp PASTILLA cui Pastigliàre, Pastigliatrìce e Pastiglièra, Pastìna,; con i pref, Impastàre e Impàsto 1, Impasticciàre, Rimpastàre e Rimpàsto, Rimpasticciàre. Dal franc PATE pasta l’ital conta l’esot Patè che vale “pasticcio”. Termine alieno Pastènula “sorta di pesce” dei Gadiformi, con suff dim lat, d’etim non accertato ma vrs assimilata fig alla bontà della pasta. \ L’uso della pasta s’attestò in mappa nazionale italiana dopo l’unità, con l’adozione da parte del Trentino.1 Il turco conta YOGUR impastare cui YOGURT latte fermentato omologato inv in ital Yògurt (adottato dal 1918), cui un tentativo non attestatosi di italianizzazione in Iogùrt, con Yogurterìa e Yogurtièra in complanare con Iugurterìa e Iugurtièra, in concorrenza con l’omologismo Chèfir “bevanda da latte fermentato” (già dal 1905) dal turco KEFIR inv in russo e in franc. Un tipo di pasta molto apprezzato è la Lasàgna, questo dal lat volg LASANIA recipiente già LASANUM, che, come è accaduto con Timballo, il termine s’è svolto dal contenitore all’indicarne la pietanza; in percorso Lasagnòlo snm di Matterello e Lasagnòne. Pasticciare inc con Impiastrare ha dato Impiastricciàre con Impiastricciamènto e Impistricciatòre. Impiastràre, cui Impiastratòre, è il denm da Impiàstro, dal lat EMPLASTRUM col pref illativo EM-IN cui Piàstra, questo un termine inc con Lastra, donde i prefissati Appiastràre e Appiastricciàre (incr con Pasticciare), eppoi Piastrellàre, Piastrèlla, Piastrìccio, Piastrìna questo anche elemento biologico nel sangue cui il composto Piastrinoafèresi “ intervento medico-biologico (con il gr APHAIRES sottrazione), l’aggettivo Piastrìnico, Piastrìno, Piàstro, Piastròne questo anche termine medico; eppoi l’iterativo Riappiastràre o Rappiastràre. Rìso è dal lat tardo ORYZA inv dal gr, ma di genesi orientale, cui Risàia, Riserìa, Risière e Risièro, Risicoltura con Risìcolo e Risicoltòre in complanare con Risicultùra e Risicultòre, Risifìcio, Risottàre e Risòtto, la locuzione veneta Risi e bisi “riso e piselli”. Sorta di bevanda tipica del Giappone, ottenuta con la fermentazione del riso, è indicata glb con Sakè o Sàke, italianizzata Sachè, di voce giapponese SAKE. Fuori coro Rizzòtto, varietà di riso, d’etimo non accertato, ma vrs il risultato d’attestazione volg da un “risotto” e non si dimentichi l’etimo ORYZA. Il Riso, alimento base parimenti al Pane “occidentale” meglio “indoeuropeo-mediterraneo”, è stato assunto in Cina a simbolo sacro, così il Mais nelle Americhe precolombiane e la carne di Foca tra gli Eschimesi. Puddica e Puccia “sorta di focacce” nel volg mer, sono i relativi di un’ant rad osca, espatriati nell’ingl PUDDING impasto. Termine alieno, Pucciniàcee (Famiglia di funghi basidiomiceti) relativo all’anatomista T. Puccini (XVII sec). PUDDING è da TO PUDDLE mescolare cui l’omologismo Puddellàre o Pudellàre con Puddellàggio o Pudellàggio, Puddellatùra o Pudellatùra, Puddellaziòne o Pudellaziòne, Puddìnga dalla locuzione PUDDING STONE pietra (STONE) a forma di budino; infatti, il franc ha tradotto PUDDING in BOUDIN “impasto” cui l’omologismo Budìno. 1 \ Dai Paninari ai Punk Negli anni ’80 nacque un movimento giovanile, i Paninàri, dal nome del bar milanese Panino da questi frequentato, i quali utilizzavano alcuni termini gergali quali Sapiens per “genitore” e Cuccare col valore di “prendere”, svoltosi anche sessualmente, questo denm dall’onomatopeico Cucco “prediletto”. Nelle generazioni precedenti, ci furono i Beat o Beatnik degli anni ’50, dall’ingl BEAT battuta-colpo da TO BEAT colpire cui il termine musicale glb Beat, vrs la connessione rad con BEACH spiaggia (laddove battono le onde); termine che nel grande serbatoio indoeur è connesso con l’ital Battere e, in riferimento ai movimentisti, sta per “abbattuto, avvilito (dalla cultura ufficiale)”. La forma Beatnik nasce sul modello del russo SPUTNIK (versione pronunciata) compagno di viaggio; il suff russo NIK è vrs connesso nel serbatoio linguistico indoeur con il ted NICKEL piccolo genio, l’americano NICK che si 174 ritrova nel glb Nickname soprannome. Eppoi, ci furono gli Hippy degli anni ’60, originari dell’America, dall’ingl HIP alla moda, cui l’omologismo Ippieggiànte e gli omologhi ital Figli dei fiori, Capellòni, il franc Bohemien “zingaro” cui Bohemienne “danza zingaresca” svoltisi in “giovane artista squattrinato” e nel suo “modo di vivere”, l’ingl italianizzato Fricchettòni da FREAK strambo; e i Punk degli anni a cavallo tra i ’70 e gli ’80, cui i Punkabbèstia del nuovo millennio, termine dall’ingl PUNK (pron panc) di etim ignoto, che ostentavano il loro anticonvenzionalismo con abbigliamento e trucco esagerati. Oggi, che i punk hanno smarrito la loro attualità, s’ode un ironico epiteto impensabile ieri, ossia panchìna indirizzato ad una ragazza che s’atteggia a punk, quindi fuori tempo.\ \ Prefisso MACRO MICRO-NANO Prefisso DOLICO Lungo Corto Oltre al pref MEGA, esiste MACRO, dal gr MAKROS lungo, esteso, connesso con la rad MAK, cui Macroanàlisi, Macrobiòtica con Macrobiòtico e Macrobiòto, Macrocardìa, Macrocefalìa e Macrocèfalo (col gr KEPHALE testa), Macrochèira o Macrochirìa (col gr CHEIR mano) con Macrochìri (Ordine di uccelli), Macrochilìa (col gr KHEILOS labbro), Macrocìta o Macrocìto (col gr KYTOS cavità vale “cellula”) col patologico Macrocitòsi, Macroclìma, Macrocontèsto, Macrocòsmo, Macrocristallìno, Macrodàttilo con Macrodattilìa, Macrodistribuziòne, Macrodònte con Macrodontìsmo (col gr ODONTOS dente), Macroeconomìa con Macroeconòmico, Macroestesìa (col gr AISTHESIS sensibilità), Macroevoluziòne, Macròfago (un snm di Globulo bianco), Macrofotografìa con Macrofotogràfico, Macrogamète, Macrogènesi con Macrogenitosomìa, Macroglòssa “sorta di farfalla”, i patologici Macroglossìa e Macroglòsso (col gr GLOSSA lingua), Macroistruziòne, Macrolepidòtteri, Macrolìde con Macrolìdico (con doppio suff il chimico OLO e IDE), Microlinguàggio con Macrolinguìstica, Macromelìa (col gr MELOS membro), Macrometeorologìa, Macromicète (gr MYKETES fungo) con l’opposto Micromicète, Macromolècola con Macromolecolàre, Io coronimo Macronesia o Macaronesia (arcipelago), Macronùcleo, Macronutriènte, Macropètalo, Macroplasìa (col gr PLASIS formazione), Macròpodo con Macropodìa (col gr PODOS piede) e Macropòdidi (Famiglia di Marsupiali), Macroprogrammaziòne, Macroprosopìa (col gr PROSOPON faccia), Macropsìa (col gr OPSIS vista), Macrorrinìa con Macrorrìno (col gr RHINOS naso), Macroscelìa o Macroschelìa (col gr SKELOS gamba) cui Macroscèlidi (Famiglia di Mammiferi), Macrosìsma o Macrosìsmo (entrambi con Sisma), Macrosistèma, Macrosmàtico (col gr OSMAN odorare), Macrosociologìa con Macrosociològico, Macrosomìa (col gr SOMA corpo) snm di Gigantismo cui Macrosòmico, Macrospòra con Macrosporàngio e Macrosporofìllo, Macrostruttùra, Macrotèsto, Macrotìa o Macrozìa (col gr OUS OTOS orecchio), Macròttero (col gr PTERON ala), Macrùro (Ordine di crostacei, col gr URA coda) cui Macrùridi (la Famiglia ittica) e Macrurifòrmi (Ordine ittica abissale), eppoi Macroscòpio con Macroscòpico in composizione col gr SKOPEO osservo-vedo, cui i suff SCOPIA-Scopìa, SCOPIO, SCOPO e SCOPICO come in Caleidoscòpio con Caleidoscòpico (col gr KALLOS bellezza e EIDOS aspetto, forma), Ebullioscopìa (termine chimico-fisico, con il lat EBULLIRE bollire) con Ebullioscòpico e Ebullioscòpio, Endoscopìa con Endoscòpico, i desueti ottocenteschi Fenachistiscòpio (questo vrs connesso col gr PHAINOMAI risplendo e col tema di KISTE quale contenitore) e Prassinoscòpio (questo col gr PRAKSIS azione) quali strumenti d’illusione ottica, Laringoscopìa con Laringoscòpio e Laringoscòpico, Periscòpio col pref dal gr PERI intorno (da non equivocare con Piroscopio), Meatoscopìa con il lat MEATUS passaggio, sbocco da MEARE passare, Necrosòpico. In connessione con SKOPEO il gr conta SKOPOS bersaglio svoltosi nel lat SCOPUS cui l’italiano fig Scòpo “fine-obiettivo” cui Scopofilìa che è il piacere nel guardare, per accezione i rapporti sessuali altrui, con Scopòfilo snm di Guardòne, Scopofobìa “paura d’essere osservato”; fuori percorso Scopolamìna o Scopolammìna “sorta di alcaloide” composto con Scopolia “sorta di pianta delle Solanacee” e Amina. Dall’idea di una lunghezza estesa, quindi sottile, sono stati coniati Màcie “grande magrezza” dal lat MACER magro cui ancora Macilènza con Macilènte o Macilènto, un desueto Macrèdine “magrezza” e dunque questo relativo a MACER e il prefissato Emaciàre (EX fuori, nel senso di “ben visibile esteticamante”) con Emaciamènto, Emaciaziòne ed Emaciàto, eppoi Màgra fem di Màgro o Màghero con la lenizione di c in g, o ancora il più fedele al lat Màcro, (da non equivocare con Macro “esteso”, pur connessi) dal lat MACRUM già gr MAKROS con un Dimacràre. Il percorso lenito conta Magramènte, il friulano (ladino) Magrèdo “terreno permeabile-sterile”, Magrèzza, Magròne “maiale giovane”, e i prefissati Dimagràre o Dimagrìre cui Dimagramènto e Dimagrimènto, Dimagrànte e Dimagrìto, Smagràre o Smagrìre con Smagrimènto e Smagrìto Un contrario di Macro è Mìcro dal gr MIKRON piccolo cui il pref MICRO in composizioni da Microbattèrio a Microzòlla passando da Mìcrobo questo col gr BIOS vita, Microcrèdito, Microcriminalità, Microlìto (in archeologia piccola pietra), Micromelìa (col gr MELOS membro-arto), Micròmetro, Micròne (in fisica, col suff ONE entità elementare), il coronimo Micronesia (arcipelago), Microònde cui la locuzione Forno a microonde, apparecchio divenuto domestico dal 1953, Microscòpio, Microscopìa e Microscòpico, Microsfigmìa (col gr SPHYGMOS pulsazione-polso), Micròttero (col suff TTERO ali), Microzìa o Microtìa questo con un derivato del pref OTO orecchio), Microtùbulo, Microvìllo. Una cosa è certa: Galileo avrebbe effettuato esperimenti per la costruzione di un Microscopio, a seguire il suo Telescopio, ma il primo esemplare sarebbe da attribuire a Z. Jansen nel 1595. Esiste il termine Mucròne dal lat MUCRO MUCRONIS con valore di punta acuminata cui Mucràto, adottato anche in botanica e in anatomia quale Punta del cuore; pur considerato d’etim non trovato, si può supporre attestatosi da una corruzione o da una apofonia da MIKRON. \ Microcriminalità, con Macrocriminalità, è un abuso linguistico, utlizzato anche dalle istituzioni, poiché la criminalità ha un unico risvolto in azioni delittuose; ciò che può cambiare è il contesto, il luogo e il tempo, l’età e l’equilibrio mentale dell’attore, questi fattori d’inasprimento o d’attenuanti sulla sentenza ; insomma, in partenza, lo scippatore meriterebbe l’identica misura punitiva per il rapinatore a mano armata.\ Il gr conta il corrispondente NANOS o NANNOS per MICRO, cui l’ital Nàno con Naneròttolo, Nanìsmo con Nanìstico, Nanizzànte “sostanza chimica in botanica” e il suff NANO in complanare dunque con i prefissati MICRO, cui Nanocefalìa con Nanocèfalo, il glb Nanocurie da Curie “unità di misura di radioattività”, Nanoelettrònica, il patologico fetale Nanomelìa (col gr MELOS arto), Nanòmetro, Nanosecòndo, Nanostruttùra, Nanotecnologìa (pref NANO che vale MICRO). Esiste in gr un DOLIKHOS da rad DELEGH lungo, cui il sct DIRGHA, il pref ital DOLICO, utilizzato in termini quali Dolicoencefalìa, Dolicomòrfo… Il rad lo ritroviamo nel ger LANG, nel celt DLONG e nel lat LONGUS, a comprovare, ove ce ne fosse bisogno, l’origine comune indoeuropea. L’ital ha mantenuto il lat in Lòngo con Longobàrdo e Longobàrdico, Longànime, Longevità e Longèvo questi ben combacianti con la signora Louise Calmeut morta il 4 agosto del 1997 all’età di 122 anni e 165 giorni. Eppoi Longilìneo (contrario di Brevilineo), Longìnquo “a grande distanza” su modello di Propìnquo, Longitìpo, Longitùdine da LONGITUDO LONGITUDINIS cui Longitudinàle e Longitudinalmènte. Longarìna con le varianti Longherìna e 175 Lungarìna, giunge attraverso il franc LONGRINE, cui ancora Longaròne, con le varianti Longheròne e Lungheròne, e il toponimo Longarone, tristemente famoso per la Diga del Vajont. L’ital, ancora, conta i glb quali l’ingl Longline “lungolinea” (pron longlain), il franc Longuette, le locuzione glb ingl Long drink “bibita allungata” dove DRINK è bevanda, Long play o Long playing “esecuzione lunga”, in termini editoriali si ha Long seller “(libro) a lunga vendita” con TO SELL vendere cui l’orribile omologismo Longsellerìsta, diversificato da Best seller con BEST quale superlativo per il migliore e che sta per “il più venduto” cui gli altrettanti orribili Bestsellerìsta con Bestsellerìstico. \ Da una recente ricerca (2008), le donne più longeve in ambito UE sarebbero le francesi. L’uomo più longevo al mondo s’è spento nel dicembre del 2007 a 116 anni; alla domanda qual era il suo segreto di lunga vita, ha risposto candidamente che non avevca mai contratto matrimonio. A settembre del 2009 s’è spenta all’età di 115 anni e 158 giorni Gertrude Baines, nata il 6 aprile 1894 in Georgia (USA) da una coppia di schiavi liberati; dal 2 gennaio 2009 era la decana dell’umanità\ Il percorso continua con Lontàno, cui Lontanamènte, Lontanànza e Lontanàre meglio il prefissato Allontanàre (AD), è il derivato dal volg lat LONGITANUS dall’avverbio LONGE lontano, questo ipocoristico di un più ant LONGINQUUS, donde il sopravvissuto Longìnquo. L’ital ha privilegiato il fiorentino Lùngo, in rapporto con un precedente Ungo e col senese Ongo, cui Allungàre, Bislùngo (col pref BIS peggioratrivo – vedi pref DIS - vale “lungo oltre il consueto”), Dilungàre, Slungàre; il percorso conta Lungàggine, Lùnge e la variante Lùngi, questo utilizzato anche come pref LUNGI nelle rare composizioni Lungimirànza con Lungimirànte e Lungisaettànte; ancora, la preposizione Lunghèsso “rasente” dalla locuzione Lungo esso, Lunghìno, Lunghìsta ed il pref LUNGO adattato in composizioni quali Lungagnàta (con Lagnata da Lagnare) con Lungagnòne, l’avverbio Lungamènte, Lungodegènza, Lungolìnea, Lungometràggio ed i vari Lungomàre, Lungofiùme e gli specifici Lungàdige, Lungopò, Lungotèvere, Lungosènna… La rad avrebbe condotto al lat IN-DULG eppoi INDULGERE cui Indùlgere, Indulgènte, Indulgènza, Indultàto e il Pp INDULTUS cui Indùlto, che dal significato originale di allungarsi ovvero “cedere, abbandonarsi al vizio, al peccato” s’è attestato semant in “perdonare i vizi, i peccati altrui”; altre fonti presuppongono la composizione INDULGERE da un più ant IND ALG raffreddare cui il lat ALGERE aver freddo, nel senso di “raffreddare i vizi, i peccati altrui”, pertanto Indulto è un parasnm di Condono e, in termini di diritto, il primo non estigue le pene accessorie e gli effetti penali, il secondo vale “cancellazione” parziale o totale. Còrto, con il volg Curto, dal lat CURTUS o CORTUS, sarebbe derivato dalla rad KER tagliare vrs dall’azione di tagliare per ridurne la lunghezza. L’obsoleto aggettivo Cortonèse per “corto” è da evitare poiché oggi vale per “abitante di Cortona”. Dal comparativo CURTIOR di CURTUS, il lat conta il prefissato ADCURTIARE cui Accorciàre e la variante Accorcìre, con Accorciàta, Accorciatìvo, Accorciàto, Accorciatòia questo snm di Scorciatoia; mutandone il pref il lat conta DECURTARE cui Decurtàre con Decurtaziòne, EXCURTIARE cui Scorciàre o Scorcìre, Scorciamènto, Scorciatòia questo snm di Accorciatoia, Scorciatùra, Scòrcio questo sia aggettivo sia sostantivo. L’ital conta inoltre le composizioni Cortocircùito con Cortocircuitàre, Cortometràggio, Cortoràggio. Scortàre, omn di Scortare “accompagnare” vale “accorciare-rendere corto” prefissando con S intensivo il lat CURTARE. Il giapponese conta un KIRI tagliare, e non può essere una coincidenza rad, cui KARAKIRI composto con HARA ventre, cui l’omologismo Carachìri. Un snm di Corto è Brève, o un desueto Briève, dall’aggettivo lat BREVIS già gr BRAKKYS breve cui il prefissato Abbreviàre (AD allativo) con Abbreviamènto, Abbreviatìvo, Abbreviàto, Abbreviatòre, Abbreviatùra e Abbreviaziòne. Il Breve, appunto perché basso (o fratello minore), fu l’epiteto assegnato al franco Pipino III (714/768). Nel percorso lat l’ital conta Brevità e, dalla variante lat sostantivata BREVE, anche Brevètto questo transitato dal franc BREVET cui Brevettuàle. Il percorso conta ancora il liturgico Breviàrio, Breviatòre, Brèvio e un pref BREVI in composizioni quali Brevicàude (con il lat CAUDA coda), Brevicàule (con CAULIS gambo), Brevichiomàto, Brevilìneo (contrario di Longilineo), Brevilòquio. Fuori percorso Brèva, questo di etimo celtico e vale un vento di valle che soffia sui laghi di Como e di Lugano. Dall’ingl BRIEF memoria riassuntiva, e quindi è vrs la connessione etim con il lat BREVIS, si conta il glb Brief e Briefing. Dal prvz ABRIVAR slanciarsi, l’ital conta Abbrivàre cui il denm Abbrìvio o Abbrìvo, vrs connesso con il lat BREVIS. Direttamente dal gr BRAKKYS breve, l’ital ha ancora ottenuto il suff BRACHI per composizioni quali Brachicefalìa con Brachicèfalo, Brachiblàsto (col gr BLASTOS germe), Brachicardìa, Brachicatalèssi con Brachicatalèttico (col gr KATALEKSIS cessazione), Brachìceri (sottordine d’insetti, col gr KERAS corno), Brachidànio (specie di pesce, col suff ignoto), Brachidattilìa (col gr DAKTYLOS dito), Brachigrafìa snm di Stenografia, Brachìlago (specie di lepre, col gr LAGOS lepre), Brachilogìa con Brachilògico, Brachimòrfo, Brachipnèa (col gr PNOE respiro), Brachistòcrona (superlativo BRAKHISTOS col gr KHRONOS tempo), Brachitìpo con Brachitipìa. Tornando alla rad KER, anche nel valore di levare le superfici o le parti dure, questa avrebbe condotto a Càrne da CARO parte tagliata e Carògna quale parte rimasta, cui, col genitivo CARNIS, in vrs connessione con Caràcidi o Caracìnidi (Famiglia di pesci); eppoi i derivati e composti Carnagiòne, Carnàio, Carnàle e Carnalità, Carnàme (suff AME collettivo) vale “putrefazione”, Carnèfice con Carneficìna o Carnificìna (ridurre gli uomini a semplice carne), Càrneo, il fig Carnèra “gigante” con l’omn pugile Primo Carnera (1906/1967), Carnesècca “pancetta seccata”, Carnìccio, Carnicìno “colore roseo”, Carnièra, Carnière, Carnificaziòne, Carnitìna (suff chimico INA), Carnìvoro e Carnìvori (Ordine di mammiferi), Carnòso con Carnosità, Carnùme, Carnùta sovrapposta a Cornuta, Carnùto “carnoso”, i prefissati Incarnàre con Incarnàto, Incarnìre con Incarnìto sovente nella locuzione patologica Unghia incarnita, Scarnamènto, Scarnàre con la variante Scarnìre e Scarnìto, Scarnatòio, Scarnificàre e Scàrno. Termini alieni il glb franc Carnet “taccuino” da CAHIER già lat QUADERNUS, i sostantivi Carniòla con Carniòlo e il relativo Càrnico relativi al coronimo alpino Carnia in Friuli cui l’oronimo Alpi Carniche, eppoi Carnotìte “minerale” relativo allo studioso M. A. Carnot (1839/1920). \ Carneade, chi era costui? è il manzoniano dilemma espresso per bocca di Don Abbondio; Carneade era un filosofo greco del II sec aC, pertanto si è trasfigurato nello stereotipo dello sconosciuto. \ Il termine Carnevàle o Carnovàle è composto da Carne e Levare, in riferimento alla vigilia della Quaresima, infatti può essere sostituito da Carnasciàle, nel significato di Carne e Lasciare; si hanno quindi due aggettivi snm e coevi, Carnevalèsco e Carnascialèsco. \ Una delle primitive e popolari feste romane era la Festa degli Sciocchi, la quale era fatta coincidere con il 17 febbraio, l’ultimo giorno delle celebrazioni in devozione di Quirino; non è difficile pensare ad una certa estensione nel carnevale d’oggi. Quirino, dal lat QUIRIS lancia era il dio che rappresentava la divinizzazione del fondatore Romolo, cui l’onomastico ancora ricorrente Quirino “armato (fornito) di lancia”, Quirìte questo il romano nella sua qualità di cittadino con l’aggettivo Quiritàrio; oggi sopravvive nel Colle Quirinale, sede del Presidente 176 della Repubblica Italiana, con i correlativi Quirinalìsta e Quirinalìzio. Da non equivocare con Quirìtta o Quirìtto, questo un obsoleto avverbio composto con Qui ed il lat RECTA direttamente e vale Proprio qui. Romolo, dunque, figlio del dio Marte e di una mortale donna, Rea Silvia, fondatore di Roma e della sua religione (non si dimentichi che i re erano anche i “capi delle religioni”), secondo la tradizione salì sull’Olimpo per raggiungere il padre suo. In omologismo, dopo 743 anni, un certo Gesù, figlio di Dio e di una mortale fanciulla, Maria, avrebbe rifondato Roma e la sua religione, eppoi sarebbe salito al cielo per raggiungere il Padre Suo. C’è da dire, ancora, che l’uccisione di Remo da parte di Romolo, avrebbe indotto nei latini una sorta di psicologico peccato originale, omologato nel criastianesimo dalla disubbidienza di Adamo ed Eva e dall’uccisione di Abele da parte di Caino. C’è di più; i gemelli Romolo e Remo furono allevati da Acca Larenzia, detta fig o metaf “la lupa” per la sua ant professione femminile; nel Vangelo, Gesù è assistito da Maddalena..\ Il gr ha il proprio KREAS carne, cui il fig Creosòlo “composto chimico estratto dal faggio” (suff chimico OLO) ellittico di Creosòto, questo composto col tema SOZO salvo, transitato dalla composizione lemmatica franc CREOSOTE; l’ital conta ancora un Creodònte (Sottordine di mammiferi carnivori) col gr ODUS ODONTOS dente. Un taglio di carne di vitello è volg indicata nel milanese con Scamòne, che non sembra in percorso con Scamonèa o Scammonèa “pianta delle Convolvulacee” questo inv dal lat SCAMMONEA già gr SKAMMONIA connesso con l’ebraico KAMMON cui il gr KYMINON, il lat CUMINUM, svoltosi nel tardo COMINUM e CIMINUM, e l’ital Comìno o Cumìno o ancora Cimìno (omn di Cimino da Cima) “pianta delle Ombrellifere” cui Cumìnico, Cominèlla o Cuminèlla; ntermine alieno Cominiàno questo relativo al tipografo G. Comino vissuto nel ‘700. Il percorso del rad KER conta ancora i vari Coràzza (parte coriacea) con Corazzàre, Corazzàta, Corazzàto, Corazzatùra, Corazzière e Corazzìno, Coriàceo (suff ACEO), Còrilo “nocciolo”, Cortèccia cui Cortecciòla, Corticàle, Corticàto, Còrtice e Corticìcolo, eppoi Cuòio dal lat CORIUM con le varianti in Còio, Quòglio, Quòio in percorso con Cuoiàio questo con le varianti Coiàio, Coiàro e Quoiàio, Cuoiàme da CORIAMEN con le varianti Coiàme e Coràme con Coramèlla, questo lo strumento del barbiere per affilatvi il rasoio, eppoi Cuoiàttolo o Coiàttolo, Cuoierìa o Coierìa, Cuoietterìa, infine il fig Cuòra “strato erboso galleggiante-fondo paludoso” questo attraverso il lat CORIA crosta snm di Aggallato, cui i prefissati Escoriàre ed Escoriaziòne dal lat EXCOIARE, Scòrza dal lat volg SCORTJA da SCORTUM pelle, questo con pref S rafforzativo, cui Scorzàre, Scorzatùra, il dim Scorzètta, Scòrzo “sacco di pelle”’aggettivo Scorzòso, ’accr fig Scorzòne e ancora Scorzòne “sorta di serpente o di pesce degli Sparidi” con il volg mer Scurzone, vrs in connessione con Scorzonèra “sorta di pianta erbacea” attraverso lo sp ESCORZONERA. L’area med aveva il proprio tema SOKA fune, cui l’ital Sòga dal lat SOCA con lenizione c in g, termine reso snm di Cuoio vrs in riferimento alle corde di cuoio. Nel volg sett, il tema med sopravvive snm di Fune. Il lat conta LORICA leggera corazza militare da LORUM striscia di cuoio cui Lòrica, Loricària, Loricàti (tassonomia animale) e Loricàto; da non equivocare con Lorichetto “pappagallo”. Dalla stessa rad KER ampliata in KERT ci arriva infine Cèna, inv dal lat volg CENA già class COENA, ellittico di un’ant composizione indoeur KERT SNA ripartizione (di cibo) a notte, cui Cenàcolo dal nome di strumento CENACULUM, Cenàre e Cenàta. La primitiva composizione KERT SNA si ritroverebbe in LEUK SNA riferito a Luna quale rifrazione (di luce) a notte. Rispetto al PRANDIUM pranzo, il pasto frugale diurno, la COENA era il pasto principale, un rito. Dall’ant locuzione d’origine gr-lat Cena pura, con alimenti cioè considerati puri, nel sardo s’è attestata la voce Chenàbura che vale Venerdì, insomma il giorno in cvui si consumava a mo’ di rito una cena pura. \ Torace Addome Lapara Toràce è dal lat THORAX THORACIS già gr THORAKS THORAKOS corazza cui Toràcico e i composti Toracèntesi o Toracentèsi o ancora Toracocèntesi e Toracocentèsi (col gr KENTESIS puntura), Toracoplàstica, Torascopìa, Toracoscòpio, Toracotomìa. Addòme, invece, è dal lat ADDOMEN cui Addominàle, vrs connesso con OMEN presagio per quella sensazione addominale che si ha nell’ansia, nel timore che accada qualcosa. Dallo specifico gr LAPARA addome, l’ital ha tratto il pref LAPARA LAPARO per composizioni quali Laparocèle (col gr KELE tumefazione, tumore, ernia), Laparoscopìa con Laparoscòpio, Laparatomìa o Laparotomìa con Laparotòmico o Laparatòmico. \ Buccia Crosta Snm di Scorza (adottato dal XIV sec), Buccia (già dal XIII sec) e Crosta. Bùccia è dal lat medv BUCEA quale scorza medicinale in percorso con Bùccio, Bùcciolo questo sovrapposto a Bozzolo, Bucciòso, il prefissato Sbucciàre con Sbucciatùra (S sottrattivo). Cròsta è dal CRUSTA, donde il sopravvissuto archeologico Crùsta “sorta di roccia”, in riferimento fig al gr KRYSOS crosta di ghiaccio da KRYOS gelo, in vrs connessione con PSYCHROS freddo, con Incrostàre, Incrostànte e Incrostaziòne, eppoi le composizioni. In percorso dal lat, Crostàcei (Classe di Artropodi) dal lat CRUSTACEA già gr KOSTRAKOS, Crostàle, Crostàre, Crostàta, Crostìno, Cròstolo 1, Crostòne, Crostòso e, con i pref, Disincrostàre con Disincrostànte e Disincrostàto, Incrostàre con Incrostàto, Incrostaziòne, Scrostàre e Scrostàto. Dall’inc di Crosta con Rosolare, l’ital ha coniato Crogiolàre e Crogiòlo o Crogiuòlo; il passaggio del gruppo letterale so di Rosolare in gio è avvenuto per attestazione toscana. Dal gr ESKHARA scorza svoltosi nel lat ESCHARA, l’ital ha coniato, anche nel senso di “ribrezzo”, Escara-èscara con Escarificaziòne, Escariòso o Scariòso e Escaròtico, Scarèggio, Scàridi “Famiglia di pesci”, eppoi Ascàride (con A privativo vale “privo di scorza”) “larva di zanzara”, Ascaro-àscaro, e vrs Scarcella “tipico dolce mer (ciambellone) crostoso” . In una ant classificazione, tra gli ascaridi si conta il Lombrìco, questo dal lat LUMBRICUS di connessione celt, cui Lombricàio, Lombricàle, il composto Lombricoltùra con Lombricoltòre. L’omn Ascaro-àscaro, questo un soldato coloniale, è l’omologismo dall’ar ASKARI. Nel significato di scorza, nel contesto rad indoeur, si contano i franc ESCARGOT lumaca e ESCARBOT scarafaggio, nell’ital Scarabeo, Scarafaggio… in relazione al loro involucro naturale, Dal long STUHHI scorza l’ital conta l’omologismo Stuccàre con Stùcco anche in senso metaf quale “saziare, averne abbastanza-nauseato, sazio, secco” cui Stuccàto, Stuccatòre, Stuccatùra, Stucchevolèzza da Stucchèvole questo col suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, eppoi Stuccòso e la locuzione Restare di stucco. Si sta facendo strada nel percorso, grazie alla TV, una voce volg Stuccàre nel senso di “staccare con decisione”. Lo Stucco, quale miscela di gesso, acqua e limo risale alle decorazioni del II millennio aC nelle piramidi con tracce addirittura nella Turchia di oggi (Anatolia) risalenti al VI sec millennio. 1 Crostoli (Veneto), i caratteristici dolcetti fritti di Carnevale, hanno i snm territoriali in Cènci (Toscana) dalla locuzione fig Cenci fritti, 177 Chiàcchiere, Fràppe (dal XV sec) plur di Fràppa omologismo attraverso il franc FRAPE lembo d’abito-smerlatura (quindi semant vicino a Cenci), cui Frappàre e Frappàto, da non equivocare con Frappé inv dal franc FRAPPÉ colpito, e Galàni ( Venezia) plur fig di Galàno (dal XVI sec) omologismo dallo sp GALA già franc ant GALE ornamento. \ Radicale KER Cardo Corno Oltre a KER tagliare, esistono ancora altre due rad indoeur omonime KER, l’una vale pettinare, cui il lat CARERE e l’ital Cardàre, Cardatùra. Il Càrdo “pianta erbacea” (i cui capolini essiccati sono utilizzati nella cardatura) è dal lat volg CARDUM cardo, questo già gr KAKTOS riattestatosi nel lat CACTUS e nell’ital Càctus o Càcto cui Cactàcee (Famiglia di piante Classe Dicotilèdoni) tra le quali il Saguàro omologismo di genesi indigena californiana attraverso lo sp, il composto Cactifòrme; i botanici definiscono il Cactus “Succulento”. Da CARDUM il percorso conta Cardamòmo snm di Crescione dal lat CARDAMOMUM già gr KARDAMOMON composto con AMOMON cui Amòmo l’ant nome del lemma, l’esot Carlìna attraverso lo sp CARLINA quale dim di Cardo. Quali prefissati (S intensivo) l’ital conta Scardacciòne, Scardàre (EX sottrattivo) che vale “togliere le castagne dal cardo o riccio” ovvero “sdiricciare”, il sett Scardàsso (per accezione, lo strumento a pettine per la lana dei materassi), cui Scardassàre, Scardassatòre, il desueto Scardassàreo e con Scardassière, Scardassatùra: Scardassare ha l’omn in Scardassàre dal lat CARMEN cui Carminàre, inv dal lat CARMINARE sanare con incantesimi (Scardassare) e fig malmenare, esaminare con cura, eliminare i gas intestinali. Pseudoetim Scàrda o Scàrdola o ancora Scàrdova “sorta di pesce” dei Ciprinidi. Il percorso prosegue con Gàrza, questo dal lat class CARDUUS cardo, cui Cardòne, Cardonètto ma anche Garzàre, Garzàto, Garzatòre, Garzatùra, Garzèlla, Garzerìa, Gàrzo e Garzuòlo (omn del “grumolo”), transitati dal volg veneto Garzo, cui il prefissato Sgarzàre (S sottrattivo), Sgarzìno “sorta di utensile”; pseudoetim in questo percorso è l’esot Gàrza “sorta di airone” inv dallo spagnolo GARZA, cui il dim Garzètta da GARCETA e Sgàrza (S intensivo) per il suo colore cenerino” cui Sgarza ciuffino. In connessione con Cardo “pianta erbacea” (del quale pare ghiotto) è il termine Cardèllo con Cardellìno e un volg Cardillo, uccello dei Fringillidi, dal lat volg CARDELLUM già CARDUELIS, il cui snm è Lucherìno o Lucarìno, in volg lenito Lugarino o Lugaro, d’etim sconosciuto. Cardellino ha subito ancora una deformazione volg in Calderìno cui l’attestazione toscana Calderùgio con Calderùgia (erba preferita dai cardellini e da alcuni uccelli in genere, snm di Sollecciola o di Senecione). Fringìllidi, dal lat FRINGILLIDAE, è la famiglia dei Passeriformi, cui Fringuèllo da FRINGUILLA e Fròsone o Frusòne dal lat FRISIONEM demotico della Frisia. Càrdine-Cardinàle e Cernièra questi dal lat volg CARDINARIA ma attraverso il franc CHERNIERE cui Incernieràre e Incernieràto, entrambi con diverse attestazioni, derivano da Càrdo (fig connesso con KARDIA, omn del Cardo vegetale) inv dal lat CARDO CARDINIS cardine, svoltosi nella via principale da Nord a Sud in un accampamento militare, cui anche Càrdine, fig punto fondamentale, che incrociava la Decumàna dal lat inv DECUMANA la via che andava da est ad ovest terminante alla PORTA DECUMANA, la Porta Decumana; questo il termine che intendeva DECUMA COORTE, ossia della decima coorte accampata. Il gr conta KANKHALOS cardine cui l’ital Gànghero con Gangheratùra da un obsoleto Gangheràre, Gangherèlla e i prefissati Ingangheràre e Sgangheràre con Sgangheramènto, Sgangheratàggine e Sgangheràto. Tornando a Cardinale, questo, riassumendo, dal lat CARDINALEM vale principale cui Cardinalità, dalla locuzione lat eccl EPYSCOPUS CARDINALIS vale prelato principale cui Cardinalàto, Cardinalèsco, Cardinalìzio e il fig Cardinàle “uccello dei Fringillidi” per il colore. Da Cardine, l’ital conta i prefissati Escardinàre con Escardinaziòne (pref ES, adottato dal 1965) con Scardinàre con Scardinamènto (pref S sottrattivo, già dal XVIII sec), Incardinàre con Incardinaiòne (pref IN illativo); termine alieno Scardòla o Scardòva dal lat SCARDA “sorta di pesce”. L’altra rad KER sta per sporgere, cui il gr KERAS testa-corna e il percorso ital Ceràmbice “sorta di coleottero” con Cerambìcidi (la Famiglia) dal gr KERAMBYKS, Ceraospònge o Ceraospòngie (con il lat SPONGIA spugna), Cerargirìte o Cherargirìte (minerale, con il gr ARGYROS argento), Ceràsta o Ceràste dal lat CERASTA già gr KERASTES cornuto riferito ad un serpente, Ceràzio “Genere di alghe” con Ceràzidi o Ceràtidi (Famiglia ittica di Lofiformi), eppoi Cheratìna, Cheratinizzàre, Cheratinizzaziòne, Cheratìte, Cheratòsi, il pref CERATO o CHERATO con il valore di “corneo” per composizioni quali Ceratodifòrmi “Ordine ittico dei Dipneusti” (col gr ODUS ODONTOS dente), Ceratopogònidi “Famiglia d’insetti Ditteri” questo col gr POGON barba cui Pogonòfori (gr PHERO io porto) una Classe d’Invertebrati, Ceratopsìde (col gr OPSIS aspetto-visione), Ceratosàuro, Cheratocòno (col gr KONOS cono), Cheratodermìa, Cheratògeno, Cheratolìtico, Cheratòma (suff medico OMA infiammazione), Cheratoplàstica, Cheratomìa e, in connessione, il termine composto Acheratòbio (suff BIO) dal gr AKERATOS terso (pref A privativo, fig “privo di protuberanze”), in opposizione a Sapròbio (suff BIO) questo dal gr SAPROS putrido cui Sapròfago, Sapròfilo, Sapròfita o Sapròfito con Saprofitìsmo, Sapropelìte (col gr PELOS fango) o Sapropèl con Sapropèlico. Il percorso prosegue con Cèrebro dal lat CEREBRUM, cui Cerebèllo dim di CEREBRUM con il relativo Cerebellàre e il patologico Cerebellìte (suff medico ITE), Cerebràle con Cerebralìsmo e Cerebralìsta, Cerebralità, Cerebraziòne, Cerebrìte e Cerebròso, il pref CEREBRO per composizioni quali Cerebrifòrme, Cerebrolèso, Cerebropatìa con Cerebropàtico, Cerebroplegìa, Cerebrospinàle, i prefissati Decerebellàre con Decerebellaziòne da un Decerebèllo “cervello”, Decerebràre con Decerebraziòne; eppoi Cervèlla e Cervèllo dal lat CEREBELLUM dim di CEREBRUM cui, derivati e fig, Cervellàccio, Cervellàggine, Cervellàta, Cervellatìna “sorta di salsiccia fresca con carne di maiale frammista a cervello”, Cervellètto, Cervellièra, Cervellìno e Cervellòne, Cervellòtico (suff aggettivante TICO), Cervellùto; il Cervello, anatomicamente, è costituito nel suo complesso dal Diencefalo (Epitalamo, Talamo ottico e Ipotalamo), Mesencèfalo e Telencèfalo. Eppoi Cèrvo o Cèrvio da CERVUM, col fem Cèrvia da CERVIA, cui il fig Cervàto “sorta di cavallo da manto che ricorda il cervo”, l’anatomico Cèrvice con Cervicàle, Cervicìte (suff medico ITE) e il composto Cervicalgìa, Cèrvide meglio Cèrvidi (la Famiglia), Cervière o Cervièro riferito al lupo che caccia i cervi - ma anche la lince è indicata con “il felino cerviero” o “lupocervièro” per la sua qualità di sguardo acuto - l’aggettivo e sostantivo Cervìno cui il noto oronimo, Cervòna, Cervène, Cervòne “sorta di serpente mediterraneo, il composto Cervicàpra, la locuzione Cervo volante “sorta di coleottero” e fig snm di Aquilone. Termine pseudoetim è Cervògia, un omologismo dal celt CERVOISE, adottato nel lat CERVISIAM tipo di birra. Il gr conta lo specifico ALAPHOS cervo cui Elafùro “sorta di bufalo” con il lat URUS grosso bovino e Ielàfo col gr HYS porco. Il percorso conta ancora Còrno da CORNUM (accusativo di CORNU) con il plur al fem Còrna, Cornàta, Cornàto, Cornatùra, il sostantivo anatomico Còrnea tratto dall’aggettivo Còrneo cui Corneàle con Corneificàrsi e Corneificaziòne, eppoi Corneggiàre “colpire con le corna” o poeticamente in riferimeno alla luna che presenta la falce, Còrno e Cornètta “strumenti 178 musicali” cui Cornìcine, Cornìsta e Cornettìsta, il fig Cornètta “sorta di copricapo” attraverso il franc CORNETTE, il gastronomico Cornètto (a forma del corno o falce di luna) altrimenti detto nel glb franc Croissant “ (luna) crescente” già ted HORNCHEN, Cornicolàto o Corniculàto dal dim lat CORNICULUM, Cornòcchio “tutolo della pannocchia del granturco” poiché all’arrivo del granturco si è immediatamente associata la forma della pannocchia ad un corno, Cornùto, eppoi i composti Cornificàre, Cornìgero (con il lat GERERE portare), Cornìpede “dal piede corneo”, Cornucòpia (il mitico corno dell’abbondanza, dal lat COPIA abbondanza). Il glb franc quale termine medico Cornage vale “respiro con fischio bronchiale”, con un omologismo Cornèggio, fig da CORNER 1 soffiare nel corno in connessione col composto Cornamùsa, snm di Piva, cui Cornamusàro omologismo dal franc ant CORNEMUSE (dal celt MUSER suonare). Ancora un omologsmo dal ted FLUGELSHORN con FLUGEL aria e HORN corno cui l’ital Flicòrno o Fliscòrno “famiglia di strumento a fiato” con Flicornìsta o Fliscornìsta; donde un concorso bandistico denominato Flicorno d’oro. \ Nell’800, il Flicorno era lo strumento utilizzato dai postiglioni per annunciare l’arrivo della diligenza \ Dal lat CORUSCARE cozzare con le corna e quindi far scintille, (simile allo strofinio delle pietre focaie) l’ital ha introdotto Corruscàre o Coruscàre, con l’aggettivo Corrùsco o Corùsco, che stanno per splendere, balenare, lampeggiare… Dal tema med KIMRA-GIMRA pianta, è derivato in forma implicita il dim fem lat volg CORNJOLA dell’aggettivo CORNEUS di CORNUM corno cui, fig o meno, l’ital Còrniola (frutto) del Corniòlo o Còrniolo o Corgnòlo (arbusto) con Cornàcee (Famiglia botanica). Cornalìna attraverso il franc CORNALINE vale Corniòla “sorta di minerale del calcedonio-cammeo” questo omn del frutto del Corniolo Il percorso prosegue infine con Ceràulo o Ciràulo “suonatore di corno (anche flauto)” dal gr KERAULES; infatti, tutti o sono o contengono sporgenze della massa corporea. Il fenomeno del rafforzamento della v in b ha prodotto Cèrbia e Cerbiàtto da Cerviàtto, sempre dal lat CERVIA, con il toponimo Cerbolo nel delta padano; dallo specifico gr NEBRIS NEBRIDOS pelle di cerbiatto da NEBROS cerbiatto, l’ital conta Nèbride. Termine pseudoetim è Cerbottàna questo omologismo dall’ar ZARBATANA attraverso lo sp CERBOTANA, cui il dim Cerbotanòtta e il soldato Cerbottanière. Servàlo è un esot dal franc SERVAL tratto dallo sp GATO CERVAL gattopardo per il suo istinto di attaccare il cervo, questo in sp CIERVO dal lat CERVUM. Nel percorso anche il mitico mostro a tre teste Cèrbero dal lat CERBERUS già gr KERBEROS da KERAS nel senso di testa, e il sostantivo Sincèro (sorta di mammifero, omn di Sincero “schietto”) questo prefissato SYN insieme con valore di “con le corna ravvicinate”. Cèrbero è passato a indicare fig un guardiano o un sorvegliante particolarmente severo. 1 Da non equivocare con l’ingl CORNER angolo cui il glb termine sportivo Corner; comunque, esisterebbe un’associazione indoeur angolocorno. In questo segmento esotico si conta il glb ingl Cornflakes composto con CORN granturco ( associazione fig pannocchia-corno) e FLAKES fiocchi \ Cognome Longo Il nostro paese è ricco di cognomi che sono stati attinti alle caratteristiche fisionomiche di un individuo, quale, appunto Lungo, cui i vari Longo, Longhi … si riporta di seguito una ricerca esemplare, effettuata dall’autore in via empirica sul cognome Longo. VARIANTI: Longhi, Luongo, Lungo e Lunghi, Slongo; Dei Lungo e Della Lunga, Del Luongo. ALTERATI E DERIVATI: Longhini e Longhin, Lunghini e Lungherini, Longhetti e Lunghetti, Longoni e Longon; Longato. // Diffuso con alta frequenza nelle forme base Longo e Longhi in tutta l’Italia: Luongo e Del Luongo sono propri dei Napoletano, Lungo e Del Lungo o Della Lunga della Toscana, Slongo è della zona di Feltre, Longhini o Longhin e Longato sono veneti, Longoni e Longon lombardi. Alla base è il nome e originario soprannome (alto e piuttosto magro) formato da Lungo e dalle varianti Longo sett e mer, Luongo napoletana, Slong feltrina. Alcuni cognomi, tuttavia, possono essere formati o derivati da toponimi, così Longhini o Longhin nel Veneto da Longhi (Vi), Longoni e Longon in Lombardia da Longone al Segrìno (Co). [tratto dalla ricerca di Emidio De Felice nel 1996]. Ne consegue che il cognome ha attinto o ad un soprannome caratterizzante la fisionomica o al toponimo, in altre parole al paese di provenienza della famiglia. La ricerca di De Felice non cita il toponimo siciliano Longi (Me), il quale avrebbe prodotto un Longo locale. Al sud, infatti, sono da citare Bartolo Longo (1840-1926), fondatore del Santuario di Valle di Pompei, convertitosi al cattolicesimo dopo essere stato seguace dello Spiritismo, del pianista Alessandro Longo (1864-1945) e del botanico calabrese Biagio Longo (1872-1950). A Napoli, nella prima metà del XVI sec, una Maria Lorenza Longo, venerabile (1463-1542), di nobile famiglia catalana, aveva fondato l’Ospedale degli Incurabili; rimasta vedova, istituì Le Cappuccine, ovvero le Fanciulle della Passione, che aprirono i primi conventi anche in Abruzzo. Verso il nord, troviamo Luca Longhi pittore ravennate (1507-1580), Longhi Pietro detto Falca un pittore veneziano (1702-1785) nelle cui opere ricorrono personaggi intabarrati, Giuseppe Longhi (1766-1831) lombardo di Monza maestro incisore, e Roberto Longhi storico e critico del primo novecento. Di lignaggio nobile, è ricordato a Roma il marchese Longhi, autore di una marcia trionfale pontificia andata perduta. Attiva in Roma, è esistita una famiglia d’architetti, oriundi lombardi, vissuti tra il XVI ed il XVII sec, che indifferentemente erano citati o Longhi o Longo o Lunghi. Un Antonio Longo è scrittore veneziano del settecento, mediocre ma acuto osservatore dell’epoca. Roberto Longo (1890-1970) nativo d’Alba, scrittore e critico, professore universitario e premio Lincei, era marito della fiorentina Anna Banti (18951985), anche lei scrittrice col nome d’arte di Lucia Longo. Si hanno tuttavia notizie di Longo in Sicilia, al sud più in generale - vedi la diatriba tra il cattedratico catanese Agatino Longo e gli scienziati Gemmellaro - e di Longo al nord. C’è da sottolineare, inoltre, che un’eventuale modificazione dell’originario Longo in Longhi sarebbe avvenuta, come in tantissimi esempi di cognomi italiani, ricorrendo al genitivo lat che vale Longhi = Di Longo ovvero della famiglia Longo. Recentemente, c’è stata una diffusione di certificati araldici computerizzati, stampati a pagamento su banchetti ospitati solitamente nei siti delle sagre e dei grandi magazzini. Ricerche personali successive, intraprese da alcuni entusiasti, in base alle notizie ivi riportate, sembrano diano risultati di insoddisfacente conferma e d’inesattezza. Un esempio ci viene da un certificato araldico Longo che riporta testualmente \…\ Annamaria, fondatrice nel 1521 dell’Ospedale degli Incurabili a Napoli \...\ mentre la più affidabile enciclopedia Rizzoli Larousse 2001 cita Longo Maria Lorenza \…\ istituì a Napoli l’Ospedale degli Incurabili e, rimasta vedova, sotto la direzione di San Gaetano da Thiene fondò un monastero di religione clarisse che ispirandosi alla riforma dei cappuccini ne assunsero il nome (Approvate da Paolo III nel 1538). Nella stessa pergamena si fa risalire l’origine onomastica ad \…\ un’antichissima stirpe feudataria dai tempi della denominazione normanna \…\ una frase sibillina che può illudere un portatore del cognome d’essere discendente di nobile casata normanna.\ 179 \ Fisionomica Fisiognomica Termini composti, questi, entrambi dal gr PHYSIS natura e da GNOMON astratto di GIGNOSCO conosco. Dovrebbero essere dei snm, ma la semant li ha diversificati in Fisionòmica “studio della fisionomia” (già ricorrente nel 1617) cui Fisionomìa con Fisionòmico, Fisionomìsta, Fisiònomo, oppure Fisonomìa con Fisonòmico, Fisonomìsta e Fisònomo, un prefissato Sfisionomàre con S sottrattivo, il composto Fisionomanzìa con Fisionomànte e Fisionomàntico; e in Fisiognòmica “studio dei caratteri di un individuo attraverso il suo aspetto esterno” o Fisiognomìa o Fisiognomonìa (dal 1956), con Fisiognòmico o Fisiognomònico, Fisiògnomo. \ Consonanti Fricative La nostra lingua contiene cinque consonanti cosiddette Fricative (soffiate, sfregate): F - V - S sorda - S sonora – SC cui il prefissato (AD allativo) Affricàto con Affricaziòne e la locuzione Consonante affricata. La z di Pazzo é indicata con Affricata alveolare sorda. Il termine Fricatìvo è dal lat class FRICARE fregare cui Fregàre, con un prefissato Soffregàre donde Soffregamènto (Pref SUB-SO sotto), con Frèga “massaggio” ed anche fig “smania” oppure Frègola, Fregàccio, Fregagiòne, Fregamènto, Fregaròla o Fregaròlo “di pesce che deposita le uova” con Frègolo “l’insieme delle uova emesse” e Fregolatòio “luogo di deposizione”, Fregàta, Fregàto, Fregatùra, Frègo, Fregolòtta “sorta di torta che si sbriciola” diffuso nel Veneto da un Fregola “briciola”; termine alieno Fregolìsmo relativo a L. Fregoli un attore di varietà famoso per la velocità dei trasvestimenti, donde la metaf politica snm di Voltafaccia, Voltagabbana. Eppoi Frettàre dall’intensivo FRICTARE cui Frettàzza o Frettàzzo o ancora Frattàzzo e Fratàzzo “sorta di spazzola”, il fig Frìccico da un volg Friccicàre dal lat FRICICARE iterativo di FRICARE, Frìggere, con l’intensivo Sfrìggere snm di Sfrigolare, da FRIGERE sovrapposto all’onomatopeico BHE G cui il gr PHRYGO già sct BHRJYATI arrostire donde Friggimènto, Friggìo, Friggitòre, Friggitorìa, Friggitrìce, il Pp Frìtto con Frittàta, Frittèlla, Frittùra e Friarèllo attraverso il napoletano Friariello dalla variante FRIERE friggere con afonia della g, eppoi il fig Frignàre con Frignòne. In connessione anche fig si ha Frigànea “Genere di insetti dei Tricotteri” attraverso il gr PHRYGANON legno secco dal verbo PHRYGEIN disseccare. In russo BLINY è una “sorta di frittella”, cui l’omologismo Blìnis. Snm volg di Vulva è Fregna o il desueto Frigna cui Fregnàccia “stupidità” con Fregnacciàro “che vende fandonie”, Frègno con gli alterati Fregnètto e Fregnòne “stupido”, tutti in vers connessione fig con Frignare. Il percorso continua con Frisàre e Frìso (omn di Friso “fregio”) attraverso il franc FRISER, vrs l’esot franc Frisè fig “ricciuto”, eppoi Frìzzo da FRICTUS Pp di FRICARE cui Frizzàre dall’intensivo FRICTIARE con Frizzànte, Friziòne con Frizionàle e Frizionàre. In Friuli una vaietà di pane impastato con ciccioli di maiale è detta Pan de Frizze. Nel percorso si contano i i prefissati Affricàto, Affricaziòne, Sfregàre con Sfregàto, Sfrigolàre snm di Sfriggere, e Sfrigolìo, Sfrisàre con Sfrisìno e Sfrìso. In connessione il termine Friàbile con Friabilità da FRIABILIS di FRIARE quale variante fig di FRIERE cui ancora Frìvolo da FRIVOLUS con Frivoleggiàre e Frivolèzza. Vrs in connessione rad indoeur gli omologismi franc Fricandò da FRICANDEAU “un taglio di vitello” e Fricassèa da da FRICASSEE “spezzatino”, entrambi fig “guazzabuglio”. Attraverso il franc FRAISE l’ital conta Frèsa e Fresàre da FRAISER, cui Fresatòre, Fresatrìce e Fresatùra. Una sorta di ciambella rosolata, tagliata orizzontalmente a metà tale da ottenerne due, friabili, è il volg Frisedda ricomposto nell’ital Frisèlla, dal già Fresèlla dal volg Fresa o Frìsa dal Pp lat FRESUS di una variante FRENDERE sminuzzare-tritare cui anche Fresìna “sorta di tagliatette”. Le Frise o Friselle, d’origine mer, sono dei panetti tagliati in senso longitudinale e disidratati, biscottati, quindi friabili, di diverse forme, più comunemente “a ciambella”. Confregaziòne è un termine leonardesco, snm di Attrito (questo dal XVIII sec). Una zuppa di friselle spezzettate in acqua fredda con pomodori freschi, cetrioli, cipolle rosse, olio naturalmente d’oliva, sale e pepe, un piatto freddo mediterraneo, è detta Ciallèdde; tale piatto è anche indicato localmente con Acquasàle, pertanto è vrs la connessione di Cialedde con un secondo termine mer Sciale dal gr SIALON associato con Acqua salsa (salata), e aferesi della S. Decisamente pseudoetim Frisòne dal lat FRISIONEM, appartenente alla Frisia, la regione costiera sul Mar del Nord, esteso anche quale snm di Olandese. Da non equivocare con i composti di AFRO “africano” adattato e con i derivaiti da Africa-àfrica, quali Affrico-àffrico e Affricàno questi una variante obsoleta di Africo-àfrico “vento del sud, dall’Africa”, Africàno, l’esot glb Africander o Afrikànder “sudafricano”, Afrikaans “boeri”; Boèro è l’omologismo dall’ol BOER contadino (pron bur) di origine olandese nato nelle terre sudafricane del Transvaal e dell’Orange; Boèro è anche l’omologismo che indica il cioccolatino con liquore e ciliegina. In origine, Africa delineava l’attuale Libia e il territorio di Cartagine, oggi tunisino. Da non equivocare con Boèmo Questo relativo alla Boemia regione della Repubblica Ceca compresa tra il bacino superiore dell’Elba e quello del suo affluente Moldava. In alcune contrade della penisola il verbo Fregàre vale volg l’azione del coito e, nel risvolto di verbo intransitivo, Fregarsene sta per “infischiarsene”, cui Menefreghìsmo dalla locuzione Me ne frego. Verbo intensivo di FRICARE è FRICTARE, cui Frètta, Frettàre cui Frettàzza o Frettàzzo “strumento”, Frettolòso, il prefissato Affrettàre (AD allativo) con l’avverbio Affrettatamente snm di Trascuratamente, Affrettàto. Con l’inc di Fretta col franc ant FLECHE, cui il glb franc Flèche frecciata (termine schermistico) è stato coniato l’ital Frèccia che sta per ciò che vola cui Frecciàre, Frecciàta, il prefissato Sfrecciàre. L’invenzione dell’arco e della freccia è storicamente datata antecedente ai 30.000 anni da oggi, poiché appare in un graffito rupestre in Europa occidentale. \ Saetta Sagitta Snm di Freccia è Saètta è dal lat SAGITTA con afonia della lettera g e normale passaggio della vocale i in e, cui Saettamènto, Saettàre, Saettàto, Saettatòre, Saettatrice, il fig Saettìa “nave veloce” da SAGITTEA, Saettièra, Saettière, il fig Saettòne (un serpente e un elemento architettonico), i fedeli al lat Sagìtta, Sagittàle, Sagittària, Sagittàrio (questo anche segno zodiacale, sorta di uccello dei Falconiformi snm di Serpentario), Sagittàto, il toponimo veneto Concordia Sagittaria; l’omn fig Saettìa che sta per “candelabro” (a quindici candele) fatto derivare da Saetta. Saetta da SAGITTA è vrs connesso con il percorso lat IACTARE (class) e IECTARE (volg) scagliare, comprovato dalla voce volg mer Saitta per Saetta e Scittare per Gettare dal prefissato EIECTARE (EX IECTARE) con la variante del pref in SCI. Dal long BULTJO freccia, il lat ha ricalcato BULTIO BULTIONIS cui Bolzòne “freccia della balestra” il quale sì è svolto fig in “punzone” con Bolzonàre, Bolzonàto e Bolzonàglia “insieme di monete bolzonate ovvero fuori uso. 180 \ Prefissi *PRE *ANTE *ANTI *POS *POST *PALEO PRE Il pref PRE lo ritroviamo in moltissimi lemmi della lingua italiana, spesso quasi inosservato, innannzi a sostantivi, aggettivi e verbi. Dal più ant PRAI o PREI, in sct PRA, il lat PRAE (dittongo, pron pre) prima-innanzi, talvolta con accezione di superiorità, rimane semant immutato, per cui Preàmbolo con il lat AMBULARE, Prebèllico con il lat BELLUM guerra, Preminènza, con il lat EMINERE sovrastare, Prèvio composto lat di PRAE e VIA e sta per “chi ha la precedenza in strada”. Il pref è dunque antichissimo cui il sct PRAKRTA donde Pràcrito “naturale” con Pracràtico, per accezione i dialetti articolati accanto al sct, composto con PRA prima e KRTA preparato. Eppoi, l’ital conta Pretèsto con Pretèsta dal lat PRAETEXTUS ornamento svoltosi in argomento ornamentato metaf scusa quale Pp di PRAE TESSERE tessere davanti, fare il bordo, ornamento, fregiare, conta ancora Pretòre da PRAETOR PRAETORIS di PRAE IRE andare innanzi e Propretòre (pref PRO, il suo vice) cui Pretòrio da PRAETORIUS “relativo al pretore” con Pretòrio da PRAETORIUM “area di residenza del pretore o del comandante militare” cui Pretoriàno da PRAETORIANUS “relativo al pretore e guardia dal servizio del pretore”, con un omn Pretoriàno relativo al matematico J. Richter alias Praetorius (1537/1616), Pretorìle, Pretùra dal lat PRAETURA termine indicato quale risultante di Pretore sovrapposto a Censura, e la locuzione Porta pretroriana relativa al PRAETORIUM, opposta alla Porta decumana negli accampamenti e città. Dal tema di PRAI-PREI-PRAE è derivato Prìvo dal lat PRIVUS che è posto davanti, isolato, cui Privàre con l’opposto Deprivàre (DE privativo) cui Deprivaziòne, l’esot ingl Privacy, Privatìsta, Privatìva, Privàto, Privaziòne, l’esot franc Privè, Privìgno “figliastro” (col suff IGNO di natura come Benigno, vale “figlio isolato” rispetto ai legittimi). Privilègio, composto da PRIVUS e LEX legge, vale “ legge per un singolo” cui Privilegiàre e Privilegiàto. Il percorso conta ancora Prìsco da PRISCUS con valore di “molto antico, cui l’onomastico Prisca con Prisco, eppoi Pròprio dal composto lat PRO PRIVO con Proprietà e Comproprietà, Proprietàrio e Comproprietàrio snm di Compadrone, e i prefissati denm Appropriàre con Appropriaziòne (pref AD), Espropriàre con Espropriaziòne ed Espròprio, (EX sottrattivo), Impropriàre con Improprietà ed Impròprio (IN negativo). Il gr conta lo specifico AKYROS improprio cui il termine linguistico Acirologìa da AKYROLOGIA snm di Catacresi. ANTE Il pref ANTE, dal lat inv ANTE-ANTEA prima, avanti e dalla composizione IN ANTE l’ital conta Innànte-Innànti o InànteInànti, Innànzi o Innànzi con, in locuzione, Innanzi tutto, Innanzi tempo; Innànzi diviene un sostantivo nel calcio storico fiorentino con valore di Corridore. Da ANTEA, l’avverbio Anzi-ànzi con le composizioni Anziché (corretta accentazione anziché), Anzidètto, Anzitèmpo, Anzitùtto, eppoi ANTIANUM “che viene prima” cui Anziàno con Anzianàto e Anzianità, con un glb Stàrosta attraverso il russo con valore di “anziano del villaggio”. In verità, ANTE, anche usato nell’adattamento fonetico ANTI, appare in snm con PRE, ma con una sfumatura della precedenza temporale e spaziale. Antefàtto che precede il fatto sostanziale spesso quale evento scatenante. Anticàmera è il locale che precede una stanza di ricevimento e, in senso lato, il resto dell’appartamento, Antinière è “chi precede, il battistrada”. Nel termine Antiquàrio, derivato dal lat ANTIQUUS, cui Antìco con Anticàto, Anticheggiàre, Antichìsta con Antichìstica, Antichizzàto, Antichità da ANTIQUITAS, Antiquària dalla locuzione lat ANTIQUARIA ARS arte antica, il pref ANTE vale per passato storico cui Antenato (nato prima) e Antichitòsi termine coniato da Jack Folla, il noto conduttore radiofonico della trasmissione Alcatraz, che vale “sindrome o mania di ricercare a tutti i costi propri illustri antenati”. Da Antiquaria, l’ital conta Antiquariàle, Antiquariàto, Antiquàrio, la forma neutra lat inv Antiquàrium, Antiquàto quale Ppass di ANTIQUARE “disusare”, gli espliciti Antìquo con Antiquìtà snm di Antico e Antichità. Apponendo ad Ante la preposizione lat AB (AB-ANTE) lo si è esonerato dalle funzioni di puro pref per conformare Avànti o Avànte cui le locuzioni Avanti a, Avanti di, Avanti che, eppoi Avanzàre con Avanzamènto, Avanzàta, Avanzatìccio, Avanzàto, Avanzatòre e Avànzo, eppoi Vantàggio, con Vantaggiòso, omologismo dal franc AVANTAGE ed è l’inc di Avanti con Vantare dal lat VANUS, cui il prefissati Avvantaggiàre o Avantaggiàre con Avvantaggiamènto, Avvantaggiàto e Avvantàggio con un Avantàggio, Avvantaggiòso, e Avvantaggiosam’nte,Svantaggiàto con Svantaggiòso e Svantàggio; infine i vari composti con il complanare AVAN cui Avancàrica, il glb franc Avance, Avancòrpo, Avanguàrdia con l’aferetico Vanguàrdia e Avanguardìsmo, Avanguardìsta, Avanscèna, Avanscopèrta, Avanscòrta, Avanspettàcolo questo una spettacolino di varietà che precedeva la proiezione cinematografica, Avantèsto, Avantielènco, le locuzioni Avanti’ieri questa accorpatsi in Avantièri, Avanti lettera in Avantilèttera in complanare con Antilèttera, Avantrèno, Avanvòmere, eppoi, mutandosi in AVAM innanzi alle bilabiali b p, si ha Avambàgno, Avambècco, Avambràccio, Avampiède, Avampòrto, Avampòsto. Complanare di Avanti è Davànti o Davànte (col doppio pref DI (lat DE) cui un Davantìno e le locuzione Davanti a con le obsolete Davanti da e Davanti di; esiste l’eccezione per la locuzione Davanti casa o Avanti casa e nel titolo carducciano “Davanti S. Guido”. Altro snm è Innànzi con il composto Innanzitùtto, dal lat ANTE-ANTEA prefissato IN cui i desueti snm Innànte o Innànti, Inànte, Inànti e ancora Enànte. Da contare in questo percorso Innanzàre, esot dal prvz ENANSAR da ENANS innazi, ma che ha assunto il valore di aumentàre-innalzare. ANTI Il pref puro ANTI, viene invece dal gr ANTI e sta per contro, di fronte, al cospetto e compone una nutrita serie, da Antiabbagliànte (dal lat BALJUS lampeggiante), Antiabortìsta con Antiabortìvo, Antiabrogazionìsta, Antiaccadèmico, Antiàcidio, Antiàcne, Antiacùstico, Antiaderènte, Antipàrte (prelievo anticipato da una comunione di beni) sino Antiviviseziòne con Antivivisezionìsta, inclusi Antifemminìsmo con Antifemminìsta, la locuzione glb franc Anti-age “contro l’età” (l’invecchiamento), Antìfrasi con Antifràstico e Antifrasticamènte dal gr-lat ANTIPHRASIS al contrario di ciò che è espresso (una figura retorica praticamente ironica, come definire maledetta la primavera in una nota canzone, oppure la locuzione Ora viene il bello! nel senso che sta per accadere qualcosa di spiacevole), Antimàfia, Antistànte (dal Ppres del lat STARE), Antìstite dal lat ANTISTES che sta davanti (nel senso di “capo”), Antìfona (anche discorso allusivo, dal gr PHONE voce, suono), Antinomìa (due principi contraddittori ma dimostrabili, dal lat NOMOS norma) cui Antinòmico... Talvolta i due pref ANTE ANTI appaiono assimilabili, talmente da far supporre che s’era già semant appurato che il venire prima può provocare una contrapposizione: l’Antifùrto è uno strumento che s’oppone al Furto, appunto perché preordinato. 181 POS Il pref POS ha valore di dopo, e riappare in Pòscia (lat volg POSTJA già POSTEA) e sintetizzato nell’avverbio Pòi; ancora rintracciabile in termini composti quali *Poichè (corretta accentazione poiché, con Che congiunzione), Poscrìtto, Pospòrre (dal lat POSTPONERE) con Posponimènto, Pospositìvo, Posposiziène e Pospòsto, Posdomàni o Posdomàni con valore di Dopodomàni, Postìccio e Appostìccio (lat AP-POS-ITICJUS aggiunto, in connessione al suff ital ICCIO dal lat ICIUM di approssimazione ), Postùtto composto con Tutto... In assonanza con l’ital Poscia, si contano il glb franc Poche “tasca” (pron posc) con Pochette (pron poscet), Pochade (pron posciad) “commedia” fig da POCHER dipingere cui l’omologismo Posciadèsco. Il termine Posciàndra “sorta di pietanza” è di genesi lombarda, snm di Cassòla. POST Il pref POST è il pref direttamente discendente dal lat POST-POSTEA dopo, cui la preposizione Appo-àppo “presso, in confronto a, dopo” dal lat AD POST. Dòpo da DE POST. Postergàre da POST TERGUM dietro le spalle. Pòstero, meglio Pòsteri, da POSTERUS che viene dopo. In composizione con CAPERE prendere, si ha Posticipàre “prendere dopo” da POST CAPERE con Posticipàto, Posticipaziòne e Postìcipo, contrario di ANTE CAPERE cui Anticipàre “prendere prima” con Anticipatamènte, Anticipàto, Anticipatòre, Anticipaziòne e Antìcipo. Pòstico da POSTICUS contrario di Antico. Ancora, Posteriòre con la locuzione A posteriori (opposta a A priori), Posterità, Postèrla (porticina posteriore dal dim lat POSTERULA), Postìlla (POST- ILLA dopo quelle parole), Postiòne (deretano), Pòstumo, Pòsola “cinghia posteriore per i cavalli” col dim Posolìno, ed i vari composti più espliciti quali Postbèllico, Postdentàle, Postmodèrno. La locuzione lat ancora in uso Ex post vale “in un momento posterione (a decisione presa o fatto maturato)” Equivoci potrebbero sorgere per i termini quali Posteggiare, Postiglione, Postulatore, Postura, che nulla hanno di questo pref (Ved Ponente…). In area glb, si contano il termine Aftershave corrispondente all’ital Dopobàrba e la locuzione After hours all’ital Fuori orario, dove AFTER vale dopo. PALEO Il pref PALEO, dal gr PALAIOS antico, ha un’origine rad non provata (è però straordinaria l’associazione di pensiero con il tema med PALA di Palafitta questa la Paleodimora dell’uomo, tale da credere ad una connessione rad). Il significato corretto è “primo elemento” e come pref indica la fase antica di ciò che è distinto nel lemma cui è legato. Paleantropi, Paleocristiani, Paleoveneti... è errato intenderli “prima dei - precedenti ai”; il Paleovèneto non s’era stanziato prima dei veneti, ma tra i primissimi della loro stirpe; il Paleocristiàno non esisteva prima di Cristo, ma è identificato tra gli immediati fedeli; il Paleàntropo o Paleoàntropo (col gr ANTHROPOS uomo” vale fossile di uomo preistorico, con Paleoantropologìa. Purtroppo, un abbaglio simile è stato preso da un cronista televisivo, che parlava di documenti paleocristiani di tot anni aC. Il percorso conta una nutrita composizione col pref sovente adattato quali Paleoambiènte, Paleàrtico o Paleoàrtico, Paleoasiàtico, Paleobiogeografìa, Paleobiologìa con Paleobiòlogo, Paleobotànica con Paleobotànico, Paleocapitalìsmo con Paleocapitalìsta e Paleocapitalìstico, Paleocène e Paleocènico (col gr Kainos nuovo, identifica il più antico periodo dell’età cenozoica, di circa 10milioni d’anni), Paleoclìma e Paleoclimatologìa, Paleocortèccia, Paleocristiàno, Paleoecologìa, Paleoetnologìa o l’ellittico Paletnologìa con Paletnològico e Paletnòlogo in complanare con Paleontologìa, Paleontològico e Paleontòlogo, Paleoflòra, Paleòfono (antesignano dei riproduttori fonici, inventato da Charles Cross nel 1887 – Garibaldi era appena scomparso), Paleogeografìa con Paleogeogràfico, Paòleografìa con Paleogràfico e Paleògrafo, Paleoindustriàle, Paleolìtico (con LITHOS pietra, periodo suddiviso in Inferiore, Medio e Superiore), Paleomagnetìsmo, Paleontogràfico con Paleontologìa, Paleontològico e Paleontòlogo, (composti col gr ONTOS “esistenza”, l’anatomico Paleopàllio, Paleopatologìa, Paleopitèco (col gr PITHEKOS scimmia) snm di Sivapitèco questo col pref relativo all’oronimo ind Siwalik, Paleosàrdo, Paleoslàvo, Paleotettònica, L’origine etim non è provata, ma il pensiero corre alla rad indoeur PA di Padri. Coesistono i sostantivi omn Pàleo “sorta di graminacee” dal lat PALERIUM di PALEA paglia-pula sovrapposto al gr PHALERIS “sorta di pianta” cui un Falàride e un Paleìno, eppoi Pàleo “trottola” snm di Disco d’etim non trovata ma anche qui si potrebbe pensare ad una associazione fig con il roteare della pula e della paglia ai vortici di vento. \ Concedere Cedere Dal lat CEDERE andare-camminare, accoppiato con vari pref, si è articolato un affollato percorso semantico: Accèdere (AD allativo) con Accèsso e Accessòrio che vale “da aggiungere, va insieme, ad altro”, Antecèdere (ANTE prima) “che va innanzi” cui Antecedènte, Antecedènza e Antecessòre questo dal lat ANTECESSOR tradotto in franc ANCESTRE poi ANCESTRAL donde l’ital Ancestràle, Concèdere con Concessiòne da CONCESSIO, Concessìvo e Concèsso (CUM associativo), Decèdere con Decèsso (DE distacco) e il doppio prefissato Predecessòre (pref PRAE prima) “chi è andato via (prima)”, Eccèdere o l’obsoleto Escèdere (con pref ES intensivo poi attestatosi in E raddoppiando la vocale iniziale del lemma) con Eccedentàrio attraverso il franc EXCEDENTAIRE, Eccedènte e Eccedènza, Eccèsso con Eccessività ed Eccessìvo con Eccessivamènte (EX fuori), Incèdere con Incèsso (IN illativo), Intercèdere da INTERCEDERE intervenire (INTER mediante) con Interceditòre e Intercessiòne, Precèdere (PRAE prima) con Precedènte e Precedènza, Precessiòne con Precessòre, Procèdere (PRO davanti) con Procedùra, Procèsso con Processàre, Processàbile, Processuàle e Processualìsta, eppoi Processiòne o Procissiòne con Processionàle, Processionalmènte e il fig Processionària “sorta d’insetti”; attraverso l’ingl PROCESSOR dal verbo TO PROCESS elaborare, l’ital conta l’omn-snm Processàre “elaborare” con Processòre e Microprocessòre quale termine informatico. Dal termine specifico ingl CHIP frammento (pron cip), l’ital conta il glb Chip “microprocessore” con l’omologismo Chippàto (pron cippato) nella locuzione Legname chippato “impasto con pezzettini di sottobosco” e fig al plur Chips “patatine fritte”. Recèdere da RECEDERE con Recedènte, Recedimènto, Recessiòne, Recessìvo con Recessività e Recèsso (RE per direzione opposta, indietro) eppoi Recenziòre da RECENTIOR comparativo di RECENS (di tempo addietro) cui Recènte con Recentemènte e Recentìssime (termine giornalistico), Retrocèdere con Retrocessiòne e Retrocèsso, Succèdere con Successiòne, Successìvo, Succèsso e Successòrio (SUB sotto in senso fig). \ Il successo rende simpatiici (C. Chaplin).\ Eppoi il termine Succedàneo che, dal lat SUCCEDANEUS sostituto da SUB CEDERE, vale che va in successione; infine, Secèsso questo anche snm di Cesso “latrina”, dal Pp SECESSUS di SECEDERE (Pref SE a parte) cui Secessiòne con Secessionìsmo, Secessionìsta e Secessionìstico. \ Il Kosovo il 17 febbraio 2008 autoproclama la secessione, ossia l’indipendenza dall Serbia, con l’adesione degli Stati Uniti ma con il veto della Russia e con la certezza che la patria storica, la Serbia, non potrà essere a favore. Il governo italiano, presieduto dal dimisionario Prodi, 182 riconosce il nuovo stato il 21 successivo.\ Necessàrio o Necèsse dall’inv lat NECESSE con Necessità, Necessitàre, Necessitarìsmo, Necessitàto, dal lat NE CESSE composto dal negativo NON e dal Pp CESSUS di CEDERE, che vale per negazione della possibilità di andare, ovvero quale estrema utilità di restare immobile; il termine ci riporta alle paure dei nostri avi in balìa delle fiere e dei loro simili più agguerriti, ma anche all’utile pratica del cacciatore di aspettare immobile la preda. L’ital Cèdere, invece, cui Cedènte, Cedènza, Cedèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, Cedevolèzza, Cedìbile e Cedibilità cui i prefissati Incedìbile e Incedibilià (IN negativo), Cedimènto, Ceditòre, un Ceditùra diffuso nel napoletano che vale “cessione” di un’attività, verrebbe direttamente dal rad indoeur KED-KED cedere. Il Cedere da KED potrebbe essere considerato una restaurazione grafica dal lat CADERE (Ved Inciso…) verbo causativo che si era svolto dall’originale CEDERE, questo per meglio comprendere la diversificazione tra il CEDERE andare ed il CEDERE cedere, che poi, in un certo contesto, risulterebbero snm, vedi “è andato” con “è caduto”. L’intensivo CESSARE di CEDERE con valore di ritirarsi, ha dato l’avvio a termini quali Cessàre, Cessiòne da CESSIO CESSIONIS, il derivato fig Cèsso “latrina”, col prefissato Incessànte e Incèsso con IN negativo. \ Autorizzare Concedere vale Autorizzàre, questo dal franc AUTORISER attinto al lat medv AUCTORIZZARE da AUCTOR autore (che concede), cui Autorizzàto e Autorizzaziòne. Il lat volg aveva AUCTORIDIARE accordare, passato nel franc OTROIER e quindi nell’esot Ottriàre “concedere da parte giuridica, sovrana” cui il Pp aggettivato Ottriàto. 183 COSMO MICROCOSMO COSMESI COSMO Còsmo, dal gr KOSMOS ordine e in seguito universo con i suoi derivati e composti: Còsmico, Cosmogonìa (generazione, nascita del cosmo), Cosmòdromo snm di Astroporto, Cosmografìa con Cosmogràfico e Cosmògrafo, Cosmologìa con Cosmològico e Cosmòlogo, Cosmonàuta, Cosmoràma (sul calco di panorama, cinerama, diaporama)... Il derivato Cosmopolìta ricalca Metropolìta (cittadino della città madre); poiché la parte del cosmo da sempre frequentata dall’uomo comune permane la terra, Cosmopolìta - Cosmò in gergo mondano è ancora traducibile in cittadino del mondo. La Cosmòpoli è la città con caratteristiche universali. Acosmìsmo, col pref A privativo, indica filosoficamente la negazione del mondo quale realtà indipendente da un’unica sostanza divina (Dio). MICROCOSMO Il Microcòsmo è essenzialmente l’Uomo, con il suo tutto che riflette l’universo; scientificamente è il sistema cellulare della materia, ridotto agli atomi, con i loro nuclei centrali e le particelle - elettroni - che vi ruotano. Fig, il Microcosmo è quel piccolo mondo presente o nostalgico del passato, che ruota intorno ad un individuo: l’ambiente in cui si è cresciuti, l’ambito dell’artista, il contesto in cui si vive e si opera... \ Infinito Snm di Cosmo è Infinìto che, col pref IN negativo, sta per che non finisce, cui Infinità, Infinitamènte, Infinitàrio, Infinitàrsi, Infinitèzza, Infinitìstico, Infinitìvo con Infinitivàle, eppoi Infinitèsimo, cui Infinitesimàle, col suff ESIMO dal lat ESIMUS per numeri ordinali da 11 (undicesimo) in poi. Infinito è da Finìre, questo dal lat FINIRE quale denm da FINIS limite, pertanto, il suo percorso appare sovente in complanare con i derivati da Limite, cui Fìne da FINIS limite-confine con Finàle e la locuzione glb ingl Final cut “taglio finale” con lo sportivo ingl FINISH, eppoi Finalìna, l’omn Finalìsta, Finalmènte, Finàre, Finìbile, l’inv lat Finis con la locuzione FINIS MUNDI cui Finimòndo, il sostanivo fem Finìta da Finìto (dal Pp FINITUS), Finità, Finìtimo questo col suff IMUS di superlativo (FINITIMUS) che ritroviamo in termini come Ottimo (OPTIMUS); ancora, il termine filosofico Finitùdine eppoi Finitèzza che vale etim “incompiutezza” ed è però anche tradotto in enantiosemia “compiutezza-perfezione” cui Finissàggio dal franc FINISSAGE, Finitòre con Finitrìce e Finitùra con un glb franc Finisseur. Il verbo Finire regge l’infinito mediante le particelle Con o Di, quali “Finirò col dirlo, Finisco di scrivere…”. Dalla locuzione lat FINIS TERRAE Fine della terra relativa agli estremi limiti delle terre conosciute, sopravvive il toponimo franc Finistère, all’estremità occidentale della Bretagna, e lo sp Cabo de Finisterre, promontorio della costa atlantica; nello stivale italiano, i romani l’assegnavano all’estrema costa del “tacco”. Col pref COM si ha Confinàre, Confinàrio, Confinànte, Confinàto, Confìne, Confìno “isolamento giudiziario” con ancora Confinàre e Confinamènto, specie per dissidenti politici; durante il fascismo, i confinati erano mandati a Ventotene, un isola delle Pontine. Eppoi l’iterativo Rifinìre con Rifinitèzza “completare del tutto”, Rifinìto, Rifinitòre e Rifinitrìce, Rifinitùra, Rifiniziòne, e col pref S durativo si ha Sfinìre, Sfinimènto, Sfinitèzza, Sfinìto. Eppoi le composizioni quali Finecòrsa e Finimòndo (FINIS MUNDI), la locuzione Fine settimana, e quella fanc Fin de siecle “scorcio di fine secolo”. Finànza condurre a fine ossia pagare attraverso il franc FINANCE cui Finanziamènto, Finanziàre, Finanziària con Finanziariamènte, Finanziàrio, Finanziarizzaziòne, Finanziatòre, Finanzièra (giubba in origine indossata da finanzieri e politici), Finanzière (esperto di finanza e agente della Guardia di Finanza), la locuzione glb ingl Financial trust “Società finanziaria di fiducia” da TO TRUST aver fiducia cui il glb Trust “coalizione di imprese o di sindacati” con Antitrust “provvedimento istituzionle contro illeciti accordi e monopoli”, Blind trust “fiduciaria cieca” con BLIND cieco che vale “amministrazione affidata a persone diverse dai titolari”, Brain trust fig “coalizione di cervelli” con BRAIN cervello cui Brainstorming “dibattito d’idee” fig con STORMING tempesta, eppoi Investiment trust”coalizione per investimenti (commerciali). Fìno, questo come aggettivo da Fine (metaplasmo) vale “sottile” nel senso di ridotto al limite” e fig è il snm di Furbo, poi la locuzione glb franc Fines herbes che vale “erba sminuzzata”; Fìno o Sìno (a scanso di cacofonia) come preposizione sta per “Fìno a” (al limite) cui la locuzione avverbiale Fin allora o Fino allora o ancora Finallòra, Finànche o Finànco (avverbio dalla locuzione avverbiale Fino anche), la congiunzione Finattantochè o Fintantochè o ancora Sinattantochè (accento corretto ché), dagli assemblaggi in locuzione Fino a tanto che o Finattanto che, Sino a tanto che la congiunzione Finchè o Sinché (accento corretto ché) snm di Fintànto dalla locuzione Fino a tanto, la locuzione Finòra dalla locuzione Fino a ora. da AD FINIS confine (pref AD allativo) Fìne nel significato di “punto ultimo-scopo” cui ancora un omn Finàle, Finalìsmo con l’omn Finalìsta, Finalìstico, Finalità, Finalizzàre, Finalizzaziòne, Affinchè (accento corretto ché ) e l’omn Affìne (omn da “termine”) dalla locuzione Al fine di… nel senso di scopo, la locuzione glb franc Fin de non-recevoir “il fine di non ricevere” ossia “procedura irricevibile. Il termine Paraffìna è dal lat PARAFFINA composto da PARUM poco e AFFINIS affine, cui Paraffinàre, Paraffinatùra, Paraffìnico e la locuzione Guanto di paraffina, strumento per rilevare tracce di Polvere da sparo, utile agli investigatori. Il termine s’è svolto fig in Fìne e Finèzzza nel senso di “elegante” cui anche Finimènto, il composto Finebiànco, eppoi i prefissati Affinàre nel senso di “portare a spessore ridotto”, l’omn Affìne con Affinità fig dal prefissato lat ADFINIS confinante (AD allativo) nel senso di “vicinanza-similitudine”, Raffinàre nel senso di “togliere le impurità” anche in senso metaf cui Raffinamènto, Raffinatèzza, Raffinàto, Raffinatòre, Raffinatùra, Raffinaziòne e Raffinerìa. Fuori percorso, Finastèride, d’etimo sconosciuto (farmaco che cura l’ipertrofia prostatica e l’alopecia). Una curiosità lemmatica, il lat TANDEM vale finalmente, ma è tornato dall’ingl nel significato di “bicicletta a due posti”, sintetizzando la locuzione Una bicicletta finalmente (tandem) a due posti. Termine alieno è Finlandèse, che è relativo alla Finlandia, il paese (Landia) dei Finni cui Finlandizzaziòne e Finlandizzàre. \ Stella Pianeta Satellite Cometa Meteora Il Cosmo pullula di Stelle e di Pianeti con i loro Satelliti e intersecato da Comete. Stèlla, dal lat STELLA, arcaico STELNA, che con la consonante l ha una corrispondenza nell’area arm e in quella indoeur, 184 dove si alterna ambiguamente con r. In ital si contano i derivati espliciti quali il verbo Stellàre (omn di Stellare in architettura navale, da Asta) dal lat STELLARIS col Pp STELLANS cui Stellànte, Stellària (botanica), Stellàto (omn di Stellato da Asta), Stelleggiàre, Stellètta, Stellìna, il fig Stelliòne da STELLIO STELLIONIS (rettile degli Agamidi ma anche snm di Geco e fig di Tarantola e), Stelloncìno, l’accr Stellòne, i composti Stellìfero, Stellectomìa (termine medico relativo al ganglio cosiddetto stellato) Stellògrafo; l’omologismo Stellàggio e il suo adattamento dal franc Stellage “contratto di Borsa” appaiono fuori percorso, ma sono tratti dal ted STELLEN essere fermo, alto giusto come una stella, pertanto è ipotizzabile una connessione. Fig si indica un fiore montano con Stella alpina che non traduce il ted EDELWEISS nobile e bianca. Curiosità astrologica è che la nota Stella polare non è unica ma l’effetto ottico-luminoso della sovrapposizione di ben quattro corpi. Il ted e l’ingl hanno rispettivamente la versione in R(STERN e STAR corrispondenti al gr (A)STER-ASTRON stella svoltosi nel lat ASTRUM, cui Asteràcee “Famiglia botanica” snm di Composite, il fig Astèria “minerale” o “stella di mare”, Asterìsco dal dim lat ASTERISCUS già gr ASTERISKOS, Asteròide con Asteroidàle (suff OIDE simile), Asteròidi “ stelle di mare” (Classe di Echinodermi), Astro-àstro con Astràle e Astralità, l’omn Astro-àstro dal gr ASTER (fiore) a stella cui ancora Aster-àster, snm di Amèllo dal lat AMELLUS, e Asteràcee (la Famiglia) snm di Composite, Astranzìa “sorta di pianta delle Ombrellifere”, il pref ASTRO per composizioni quali Astrobiologìa, Astrobùssola, Astrochìmica, Astrocìta o Atrocìto (col gr KYTOS cavità vale “cellula”) con Astrocitòma (suff medico OMA tumore), Astrodinàmica, Astrofilìa con Astròfilo, Astrofìsica con Astrofìsico, Astrofotografìa, Astrofotometrìa con Astrofotòmetro, Astrografìa con Astrògràfo, Astrolàbio (col gr LAMBANO prendo), Astrolatrìa, Astrologìa con Astrològico, Astròlogo, cui le varianti Stròlago e Stròlogo, e il suo denm Astrologàre, Astrometrìa, Astronomìa, con un desueto aferetico Stronomìa, cui Astronòmico e Astrònomo, Astropòrto snm di Cosmodromo, Astroscòpio e inaspettatamente Disàstro dal lat DISASTRUM prefissato lat DIS peggiorativo nel senso “volontà degli astri (del cielo)”, d’altronde una locuzione di rassegnazione che sopravvive ancora oggi, con un sottinteso divino o naturale a seconda della filosofia dell’individuo. Il termine Astràgalo “osso del tarso-modanatura architettonica-Genere di piante”, pare alieno nel percorso, così come Stellionàto dal lat STELLIONATUM imbroglio dal lat STELLIO STELLIONIS imbroglione. \ In Sicilia, negli anni novanta si fece spazio un’ennesima cosca malavitosa, Stìdda, con i suoi adepti Stiddàri; valgono Stella e Stellari, con attestazione dialettale.\ Stella è allitterato con Stìlla, anche fig simili, dal lat STILLA goccia, di genesi med, in connessione col gr STILE, pertanto è vrs una connessione rad con STELLA dal fatto che le stelle agli occhi dell’uomo appaiono come gocce sospese. In percorso, Stillàre inv dal lat STILLARE, Stillamènto dal lat STILLAMENTUM da STILLARE, il Pp Stillànte, Stillàto dal lat STILLATUS cui Stillatìzio dal lat STILLATICIUM da STILLATUS e Stillaziòne dal lat STILLATIONEM da STIILATIUS, il sostantivo Stìllo, il composto Stillicìdio col suff CIDIUM da CADERE cadere, i prefissati Distillàre o Destillàre (pref DIS che vale “del tutto”), con Distillàbile, Distillamènto, Distillàto o Destillàto, Distillatòio, Distillatòre, Distillatòrio o Destillatòrio, Distillaziòne o Destillaziòne, Distillerìa; infine, Instillàre o Istillàre con Instillamènto o Istillamènto, Instillaziòne o Istillaziòne. Termine alieno Stilliberìsta, una brutta composizione che sta per “nuotatore di stile libero”. \ L’Asteroide 2007-Tu24, di 220 mt di diametro, è transitato il 29 gennaio 2008 a circa mezzo milione di km dalla Terra, ovvero ad una distanza quasi uguale tra il nostro pianeta e il suo satellite la Luna. \ Pianèta, dal lat PLANETA, fig dal gr PLANETES vagante, associato al capo di vestiario originariamente da viaggio ed oggi il paramento sacerdotale. Dal lat derivano direttamente Planetàrio, Planetòide (suff OIDE somiglianza), Planetologìa con Planetològico. Satèllite, dal lat SATELLES; vrs d’origine etrusca, stava ad indicare la guardia del corpo. La semant lo ha trasformato nel ruolo di un indissolubile sottoposto, per questo sono stati coniati i vari Satellìsmo, Satellitàrio, Satellitìsmo, Satellizzàre, Satellizzaziòne, Satellòide. La locuzione Cadono i satelliti appartiene al gergo giornalistico e vale “ s’interrompono i collegamenti tramite i satelliti sia in video sia in audio”. Comèta, dal lat immutato COMETA, dal gr KOME chioma cui KOMETES chiomato. Nel lat volg era arrivato CLOMA chioma dal class COMULA dim di COMA, per cui Cometa ha rad comuni con Chioma; gli astronomo chiamano “palla di neve sporca” la Cometa, per il suo composto d’acqua, ghiaccio e Polvere cosmica.. \ La misteriosa esplosione che distrusse il 30 giugno del 1908 il territorio di Tunguska (Siberia), cancellando ogni sorta di vita, è accertato, stando alla Cornell University di New York, essere stata prodotta dall’impatto con il nucleo centrale di una cometa. La nube di fuoco giunse ad illuminare il cielo notturno sino a Londra.\ Metèora con Meteorìte (sia mas che fem, suff ITE per minerali), Meteorìtica e Meteorìtico (suff aggettivante TICO), Meteoròide (suff OIDE “somiglianza”, utilizzabile quale snm di Meteorite) è dal gr METEORA quale plur dell’aggettivo METEOROS che sta alto in aria, cui Meteòrico (col suff aggettivale ICO, vale relativo ai fenomeni, omn di Meteorico da Meteorismo); l’ipocoristico Mèteo di Meteorologico lo si ritrova in composizioni quali Meteoecologìa. Quale pref puro METEORO si conta invece in termini quali Meteoroastronomìa, Meteorobiologìa, Meteorodinàmica, Meteorografìa con Meteorògrafo, Meteorogràmma, Meteorologìa “studio dei fenomeni atmosferici” con Meteorològico, Meteoròlogo e, in locuzione, Osservazioni meteorologiche e Previsioni meteorologiche, il neologismo Meteosàt che vale “satellite per l’osservazione meteorologica”. \ Il colonnello dell’A.M. Edmondo Bernacca è stato lo storico previsore delle condizioni meteo attraverso la TV italiana, cui la locuzione L’ha detto Bernacca, con valore esteso per “tutto ciò che è da credere”.\ Il percorso continua con Meteoropatìa con Meteropàtico (che risente dei cambiamenti meteorologici), Meteoroscopìa, Meteoroteodolìte. I composti Idrometèora (unità di nebbia e foschia, neve, nuvola, pioggia, rugiada e brina) con IDRO acqua in associazione atmosferica con Litometèora (unità di pulviscolo) con LITO pietra. Eppoi, Meteorìsmo “eccessivo gas intestinale” che è dal gr METEORISMOS da METEORIZO sollevo, in connessione fig con METEOROS, cui Meteòrico (omn di Meteorico da Meteora) ed ancora Meteorizzàre. \ È del 24 novembre 1998 la notizia della scoperta di un nuovo pianeta, dalle dimensioni simili a Giove, che ruota intorno al suo sole GLIESE 86, una di due stelle della costellazione ERIDANO, in emisfero australe. È lontano dal nostro sistema solare 33 anni-luce. Annoluce è l’unità di misura delle distanze cosmiche e si quantifica in lo spazio che si copre viaggiando alla velocità della luce (299.799 Km\s). Fino a Galileo Galilei, s’era scientificamente certi che la luce non avesse velocità, che pertanto s’irradiasse istantaneamente. Il nostro scienziato n’aveva intuito una velocità, ma non vi riuscì a dimostrarla. Fu l’astronomo danese Ole Christensen Rommer il primo a determinarla. Una notizia pubblicata nel marzo 1999 cita che, nel 23 gennaio precedente, il satellite artificiale ital Beppo Sax aveva fotografato una delle più immani esplosioni nel cosmo a 10 miliardi di anni-luce dalla Terra. E aggiunge che se il fenomeno fosse accaduto più vicino al nostro mondo, non ci sarebbero stati più esseri viventi, colpa delle radiazioni sprigionatesi. A parte che occorrerebbe definire il valore semantico sia di immane sia di vicino nell’universo, il mondo animale sul nostro pianeta rischia veramente di scomparire, colpa delle 185 più semant corrette immani deflagrazioni nucleari, frutto delle invenzioni degli uomini. Negli anni concludenti il Secondo Millennio, sono transitati, visibili dalla Terra, le comete Shoema Ker Levy e Hale Bopp, che con le loro suggestive apparizioni hanno riportato scenograficamente i Cristiani alla notte dell’Avvento. Eppure, non fu la cometa Halley, o altra, ad indicare ai Magi il cammino per l’Epifania, ma una straordinaria congiunzione di Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci. Ma duemila anni di credenza cometaria hanno oramai inciso l’inconscio, tacca irreversibile per generazioni e generazioni. All’inizio del Terzo Millennio, la Cometa C\2004 Q2 MACHHOLZ, in transito ogni sessantamila anni, ha attraversato il nostro cielo dall’agosto del 2004 all’8 gennaio del 2005. \ COSMESI Cosmèsi, dal gr KOSMESIS azione di adornare, da KOSMION ornamento. L’associazione rad KOSMOS KOSMESIS Cosmo-Cosmesi sgorgherebbe, come nei casi di mondo-mondato e di terra-tersa, fig dal pianeta rivestito di manifestazioni naturali, svoltasi per significare semplicemente ripulito e\o rivestito, dall’idea del cosmo (parte d’esso conosciuto, la terra) adornato con i tre regni, animale, vegetale e minerale. Dal termine, si articolano Cosmètica (snm), Cosmeticìsta, Cosmetìsta, Cosmetologìa, Cosmetòlogo, l’onomastico Cosimo o Cosma. \ Nei soli Stati Uniti d’America, il consumismo ha portato a far spendere circa sette miliardi annui di dollari (stima fine millennio) per i cosmetici. L’identica cifra che occorrerebbe distribuire sino al 2010 per risolvere il problema dell’analfabetismo al mondo. Sono superiori ad un miliardo gli individui che non sanno ancora leggere e scrivere (uno su sei), oggi anche con la complicità di coloro, maschi, e sono sempre di più, che hanno scoperto la cosmesi, nel passato prerogativa esclusiva delle femmine. \ \ Suffisso GONIA Prefisso GONO Gonìa vale generazione-seme-creazione ed è inv dal gr GONIA, utilizzato in suff GONIA e GONO, quali Anfigonìa (opposto di Partenogenesi) e Anfigònico (col gr AMPHI da entrambe le parti), Antropogonìa (col gr ANTHROPOS uomo, vale “origine dell’uomo”), Autogonìa (snm di Autogènesi, vale “generazione spontanea”), Cosmogonia (col gr KOSMOS mondo, vale in senso esteso “nascita dell’universo”), Epìgono (col pref EPI vale “nato dopo”), Eterogonìa (col gr HETEROS altro, vale alternanza di Anfigonia e Partenogenesi), Geogonìa (dal gr GE Terra, vale “nascita della Terra”), Monogonìa (col gr MONOS unico, vale “nascita per divisione dal corpo o per partenogenesi”), Pecilogonìa (zoologia, col gr POIKILOS variegato) snm di Pecilogenìa (questo col gr GENEA stirpe), Poligonàcee (Famiglia di piante, col pref POLYS molteplici, vale “con fiori unisessuali e bisessuali”) alla quale appartiene il Lapàzio dal lat LAPATHIUM già gr LAPHATION, Schizogonìa (col gr SKHIZO fendo-separo) snm di Schizogenesi, Sporogonìa con Sporagònio (col gr SPORA seme), Teogonìa (col gr THEOS dio, vale “origine degli dei”); fuori percorso i termini quali Begònia, genere di piante il cui nome è stato fatto derivare da M. Bégon, governatore di Santo Domingo nel XVIII sec, Tettigònia con Tettigònidi (la famiglia) relativi agli insetti come la cavalletta verde, fatto derivare dal gr TETTIKS cicala. Utilizzato in pref col corrispondente GONO dal gr GONOS, cui Gònade con Gonàdico dal gr GONE generazione, Gonìdio (cellula sessuale), i composti Gonadectomìa, Gonadotropìna (col gr TREPOMAI volgo verso…) con Gonadòtropo, Gonocìta (col gr KYTOS cavità con valore di cellula), Gonocòcco (dove “cocco” vale “cellula ovoidale di batterio”) e Gonocòccico, Gonocorìsmo (col gr KHORISMOS separazione), Gonodòtto (il suff vale “il condotto”), Gonopòdio (col gr POUS PODOS piede, vale “organo copulatore”), Gonorrèa (dal gr RHEO scorro, snm di Blenorrea o Blenoraggia) con Gonorròico, i prefissati Ipogonadìsmo e Ecgonìna (composto chimico) da EKGONOS derivato (pref Ek fuori). Fonte di equivoci, esiste un ulteriore suff GONIA col pref-suff GONO da GONON angolo-articolazione cui Corègono (genere di pesci, col gr KORE pupilla), Dodecàgono (col gr DODEKA dodici), Ennàgono o Enneàgono (col gr ENNEA nove), Ectàgono o Ettàgono( col gr HEPTA sette), Esàgono (col gr ESA sei), Goniometrìa con Goniomètrico e Goniòmetro con ancora Goniògrafo, Isogonìa (col gr ISOS uguale) con Isigonàle e Isògono, Pentàgono e Pentadecàgono (col gr PENTA cinque 1 e DEKA dieci valgono rispettivamente “con cinque e quindici angoli), Pentagonododecaèdro (Dodecaedro a facce pentagoni regolari), Polìgono (col gr POLYS molteplici), Tetràgono (col gr TETRA quattro), Trìgono “tre angoli” con Trigonàle e Trigonometrìa con Trigonomètrico (col gr METRON misura), in connessione etim fig con Trìgone snm di Pastinaca e Trigonèlla snm di Fiengreco; la rad è GENU mascella cui il gr GONY ginocchio donde i composti ital Gonalgìa, Gonartrìte, Gonartròsi. Nel persorso più esplicito della rad GENU ginocchio l’ital conta Genìcolo dal dim lat GENICULUM con Genicolàto “inginocchiato” eppoi Ginòcchio dal tardo lat GENUCULUM cui l’avverbio Ginocchiòni o Ginocchiòne, il prefissato Inginocchiàre (IN illativo) cui Inginocchiamènto, Inginocchiàto, il sostantivo architettonico Inginocchiàta “finestra al pianterreno”, Inginocchiatòio, Ingionocchiatùra, l’avv Inginocchiòni dalla locuzione In ginocchioni snm forzato di Ginocchioni, e i composti Genuflessiòne, Genuflessòrio e Genuflèttere questi però con la variante GONU. Particolare è il lemma Genuìno dal lat GENUINUM, dal che il padre arcaico esprimeva il riconoscimento del neonato quale proprio figlio, posandoselo sulle ginocchia. La connessione semant di “generazione” con “articolazione” tramite il termine GONIA è dovuta all’interpretazione unificatoria di “animazione” pur in senso fig, cui il movimento reale del ginocchio e della mascella, eppoi un’angolazionre rispetto alla retta. Da non equivocare con i termini in percorso da Agòne gara (gr AGON campo di lotta) quali Agognàre dal lat AGONIARE combattere con se stesso per un desiderio, Agonìa lotta contro la morte, Agonìsta con Antagonìsta (pref ANTI contro) e Protagonìsta (pref PROTO primo); i greci avevano anche il DEUTERAGONISTA ed il TRITAGONISTA, ovvero attori di secondo e terzo ruolo dopo il protagonista di primo ruolo. Il termine gr AGORA, che stava per folla poi esteso in piazza, spazio aperto, cui l’inv Agorà e Agorafobìa (il panico d’attraversare gli spazi vuoti) era, nello specifico, il luogo dove si riunivano i religiosi, i politici e i finanziari; vrs il termine nasce da un rad comune ad AGON, quindi varrebbe come luogo ove si scontrano le idee. Snm del gr AGON è il got HAIFSTS, cui l’ital Astio-àstio, Astiosità, Astiòso svoltosi in senso fig (il rancore dei contendenti). PENTA appare vrs connesso con il sct PANCA cinque questo l’ispirazione per il termine ingl ormai glb Punch, cui l’omologismo Pònce, una bevanda calda che in in origine era infatti una miscela di cinque elementi: acqua, arak,succo di limone, tè e zucchero. L’ingl conta ancora il snm PUNCH che vale pugno cui il glb Punching bag, questo il sacchetto penzolante da prendere a pugni per l’allenamento del pugile (con BAG sacco), con la variante a forma rotonda Punching ball (BALL palla). Da non equivocare Ponce con Pòncio, questo, con la variante Pùncio, è l’omologismo dallo sp PONCHOS “indumento o coperta in uso nell’America latina”; sovente è scritto Poncho per essere fedele alla lingua originale, ma si legge e si pronuncia Pòncio o Póncio ovvero sia con l’accento grave, sia acuto. 1 POMO POMICE POMERIGGIO 186 POMO Il lemma, dal lat POMUM frutto e da POMUS albero da frutto, pare non abbia ragionevoli connessioni altrove. Pòmo, col desueto Pòme, è quindi il frutto o l’albero da frutto in generale, con i derivati espliciti, impliciti e figurativi, Pomàrio dal lat POMARIUM (snm di Pomèto, frutteto molto curato, adottato dal XIV sec), Pomàta (unguento, ant profumato con essenza di mela, adottato dal 1500), il dim Pomèllo (piccolo pomo, fig piccola maniglia) con Pomellàto e Pomellatùra, Pomèto dal lat POMETUS (frutteto, snm di Pomario, adottato dal 1564), Pòmolo dal dim lat POMULUS, Pomòso, la locuzione Pomo punico snm di Melagrana... e la dea Pomona; i composti Pomarància, Pomicoltòre con Pomicoltùra, Pomicultòre con Pomicultùra, Pomìfero, Pomodòro con Pomodoràta e i volg Pomidòro con Pommaròla o Pummaròla, è dalla locuzione ital Pomo d’oro poiché non era conosciuto dai latini (così come la patata ed il mais), eppoi Pomogranàta snm di Melograna, Pomologìa e l’esot Pomander dal franc POMME D’EMBRE pomo d’ambra “piccolo contenitore”. Il Pomo si è attestato nel significato di Mela più che altro in volg, pertanto la Mela è indicata in ligure Pumu 1, lombardo Pomm, siciliano Pumu 1 o Pumna, veneto Pomo o Pom, mentre Mela in marchigiano e Meledda in pugliese. Il Pomo d’Adamo, locuzione anatomica maschile, secondo la tradizione sarebbe stato prodotto da un boccone del biblico frutto del peccato, la mela. Fuori percorso Pompèlmo o Pomèlo, omologismo dall’ol POMPELMOS e questo dal tamil PAMPALIMASU composto da POMPEL grosso e LIMOES limone, cui il composto Màpo (adottato intorno al 1980, frutto d’incrocio Mandarino e Pompelmo). Ancora pseudoetim, Pòmero omologismo dal ted POMMER “razza canina”, Pomacèntridi composto col gr POMA coperchio e KENTRON punta-spina con Pomadàsidi col gr DASYS ricco di peli fig aspro (Famiglie di pesci). \ La corrispondenza delle due voci volg Pumu comprova una antico legame tra questi popoli che nel Tirreno avevano trovato una terra comune./ \ Imbalsamare Mummificare Snm di Pomata (adottato dal 1518) è Bàlsamo (dal XIII sec), dal lat BALSAMUM già gr BALSAMON di genesi semitica, donde Balsàmico e Balsamèlla questo incrociato col franc BECHAMELLE (pron besciamèl) cui il glb Bèchamel (corretta accentazione béchamel), l’omologismo Besciamèlla che una tradizione vuole ideata dal maggiordomo di Luigi XIV, Bechamel 1; eppoi Balsamìna (erba), Balsaminàcee (famiglia di piante), Balsamìte (erba). In percorso i prefissati Imbalsamàre, Imbalsamatòre, Imbalsamatùra, Imbalsamaziòne. Bàlsa, poi, “albero delle Bombacacee” (adottato dal 1913) è l’esot dello sp BALSA di genesi iberica prelatatina. Mummificàre, con Mummificatòre e Mummificaziòne questo attraverso il franc MOMIFICATION, invece, è il composto derivato dal lat tardo MUMMIA cui Mùmmia, dall’ar MUMIYYA ispirato al persiano MUM cera; il termine ar, però, racchiude le sostanze utilizzate per l’imbalsamazione cui bitume, mirra, zafferano, balsamo questo il più consistente. A dar credito ad una voce, il maggiordomo pare abbia usurpato la novità attingendo ad un’antica ricetta toscana indicata con Salsa colla vrs fatta conoscere a corte dalla fiorentina regina di Francia Maria de’ Medici. 1 POMICE Pòmice, dal tardo lat POMEX, derivante dal class PUMEX; dall’azione del suo utilizzo sono sbocciati i volgari Pomiciàre, Pomiciòne, Pomiciàccio. PUMEX sarebbe connesso a Spùma, cui Spumànte, Spumàre, Spumeggiàre, Spùmeo, Spumòso, da approsimati temi indoiran, bal, slavo, ger, a loro volta connessi con remote onomatopeiche SP M gorgogliare. L’inc del franc SKUM con Spuma ha prodotto Schiùma (entrambi snm del minerale Sepiolite nella locuzione fig Schiuma-Spuma di mare), Schiumàre, Schiumaiòla, Schiumàre, Schiumaròla, Schiumògeno, Schiumosità, Schiumòso e vrs il volg mer (S)Ciamaruca meglio al plur Ciamaruche col dim Ciamaruchella-Ciamaruchelle “lumache e lumachine”, fig per la particolare schiuma che emettono, così come l’altrettanto volg laziale (S)Ciumachella diffuso dalla canzone “Ciumachella de Trastevere”. Zibètto è dal lat ZIBETHUM ma già omologismo attraverso l’ar ZABAD questo del valore di schiuma (odorosa di muschio), pertanto sta per “animale che da la schiuma” dall’ar QATT AZZABAD; pertanto, Zibettàto sta fig per “profumato” di muschio; tale animale appartiene alla Famiglia dei Viverridi. POMERIGGIO Pomerìggio, inc tra Pomeridiano e Meriggio, quest’ultimo determina la metà del giorno, estesa alle primissime ore dopo mezzodì. È il composto dalla locuzione lat POST MERIDIEM dopo mezzodì. Dal termine lat MERIDIEM sono derivati esplicitamente Merìdie, Meridiòne, Meridiàna. DIEM è l’accusativo di DIES dì, giorno. \ Volgare Per italiano volgare s’intenda “linguaggio popolare”, sul modello del latino volgare. Il volgare, o dialetto o vernacolo, tuttavia, come accade per il Ligure, può essere considerato una lingua e non sta qui ricercarne le ragioni. Suffissi MERIA MERO Prefisso MERO Dal gr MERES da MEROS parte, cui Merìggio “mezzogiorno e parte delle ore immediatamente seguenti” già Merìgge con Meriggiàno e Meriggiàre, eppoi in complanare Meriàre “meriggiare” donde Merìa, l’ital conta i suff MERIA e MERO che valgono formazione di parti, Ciclomerìa (col gr KYKLOS giro), Diastereoisomerìa questo col pref DIA e Stereoisomerìa cui Stereoisòmero col gr STEREOS fermo-solido e Isomerìa cuicon Isòmero col gr ISOS uguale e Isomeràsi (suff chimico ASI), Enantiomerìa (col gr ANANTIOS opposto), Epimerìa (col gr EPI sopra) con Epìmero, Lipomerìa (con LIPOS grasso), Metàmero con Metamerìa e Metamèrico “serie d’uguali segmenti nel corpo animale” (col gr META con-dopo) eppoi Mesomerìa con Mesomèrico e Mesòmero, Polimerìa e Polìmero (col gr POLYS molti), questi col gr MESOS medio con Isopolìmero (doppio pref dal gr ISOS uguale). Quale pref, lo si ritrova in composizioni quali Meroblàstico (col gr BLASTOS germe), Merocèle con il gr MEROS svoltosi 187 quale parte coscia del corpo e KELE ernia (anche tumore o tumefazione), Meronimìa e Merònimo (col gr ONYMA nome), Meropìa (col gr OPS aspetto-vista), Merostòmi (classe di Acquatici) con MEROS svoltosi quale membro e STOMA bocca, Merozoìte (col gr ZOO e suff biologico ITE) snm di Schizozoite. Pseudoetim Meroìtico questo relativo all’ant città di Meroe sul Nilo, Meròpidi “famiglia d’uccelli” coraciformi dal gr MEROPS “nome d’uccello”, Merovìngico o Merovìngio relativo ai Merovingi la dinastia storica dei Franchi. \ Nella stagione calda, nel meridione, più che altrove, Meriggio è assimilato a notte, per un’acquisita abitudine del riposo pomeridiano Meriggiàre, indotta dal sole cocente, ma anche da disoccupazione e inattività. Nel Meriggio, quindi, non è educato l’andare in visita, il ricevere, presentarsi per lavoretti o commissioni anche se richiesti. L’aumento delle temperature terrestri pare stia favorendo la diffusione del riposo pomeridiano anche in zone che n’erano esenti; la scienza avrebbe riscoperto questa salutare pratica, suggerendola (via mass-media) in estate ad anziani, bimbi e malati; ma anche a chiunque sia libero da impegni. Occorre però ricordarsi che normalmente, la pennichella pomeridiana, dovrebbe concludersi entro mezz’ora per non subire problemi metabolici. \ LUME ALLUME ALLUMINIO LUME Lùme, con un desueto Lòme, dalla rad LEU-K riflettere la luce, copiosa di derivazioni, sarebbe venuto LEUKSMEN, quale strumento per riflettere la luce e i latini indicavano con LUMEN ciò che dà la luce. Lumenchrìsti dalla locuzione lat LUMEN CHRISTI, è il cero benedetto del Sabato Santo. Il Lùme o i Lùmi della ragione stanno fig per il dono intellettivo. La rad ha peraltro generato Lùce, dal lat LUX già gr LEUKEOS, con percorso proprio. Ci ritroviamo, quindi, con due sequenze di derivazione lat; l’una da LUMEN, cui Lumàio, Lumàre e Lumàta “guardare” e “sguardo”, Lumeggiàre con Lumeggiamènto, Lumeggiàto e Lumeggiatùra, l’inv Lùmen (unità di misura della luminosità), Lumenòmetro e Illuminòmetro, (unità di misura tecnica della quantità di luce), Lumenòra con Lumensecòndo (unità di misura), Lumèra e Lumièra, il dim Lumicìno, Luminàio, il sostantivo Luminàre dal lat LUMINARE fiaccola e l’aggettivo Luminàre dal lat LUMEN, Luminànza, Luminària, Luminèllo, Luminescènte con Luminescènza e il composto Bioluminescènza (emessa da organismi in vita come le Lucciole), Luminìo, Luminìsmo (arte pittorica ed il suo artista) con Luminìsta, Luminìstica (tecnica per illuminare i palcoscenici), lo scientifico poliziesco Luminòl, Lumìno, Luminòso con Luminosamènte e Luminosità, Illuminàre, Illumineaziòne, Illuminìsmo, Illuminotècnica, il composto Fillumenìstica (col gr PHILO, LUMEN e il suff aggettivale ISTICO). Lumiera o Lumassa è il fantastico spiritello delle campagne venete, vrs manifestazione dei Fuochi fatui. Termine alieno nel percoso è il glb ted Lumpenproletariat proletariato cenciòso coniato da K. Marx. \ VILLE LUMIERE è il poetico nome dato a Parigi illuminata più d’ogni altra città dai lampioni a gas. Illuminati erano i membri di una setta massonica bavarese fondata nel 1776 da A. Weishaupt, che intendevano sostituire il Cristianesimo con un’ideologia ispirata esclusivamente alla ragione. Ne furono membri Goethe ed Herder.Fu sciolta otto anni dopo per decreto di Carlo Teodoro di Baviera, ma scomparve del tutto durante la Rivoluzione Francese. Altri Illuminati (Alumbrados) furono i membri di una setta mistica spagnola, che pretendevano essere i diretti illuminati dallo Spirito Santo; furono perseguitati dall’Inquisizione, la quale accusò anche Ignazio da Loyola di esserne un affiliato. L’Iluminismo è stato quel fin troppo noto movimento culturale europeo, volto ad indagare e a risolvere i problemi dell’uomo senza l’aiuto delle tradizioni e delle religioni, con il solo tramite dei “lumi” della ragione. Sono quindi storicamente esisti Illuminati (o Illuministi) d’estrazione laica e gli Illuminati di fede religiosa.\ Barlùme è termine composto da Barbaglio e Lume. Barbàglio, con Barbagliàre (omn di Barbagliare “balbettare”), Barbaglìo (accentazione piana) e Sbarbagliàre (S intensivo), è una forma raddoppiata (intensiva) dal lat volg BALJUS lampeggiante, cui Bàglio, Bagliòre e, con i pref, anche fig, Abbagliàre, Abbagliamènto, Abbagliànte con Abbàglio questo con un deformato Barbàglio (accentazione sdrucciola) dove il pref allativo AD è sostituito da BAR (BIS) intensivo, eppoi Sbagliàre (non coniugabile al riflessivo, S sottrattivo da Abbagliare) con Sbagliàto e Sbàglio questo con un protetico Isbàglio; termine alieno Barbagliàta o Barbaiàda “bevanda calda con latte e cioccolato” in onore di D. Barbaja (1778/1841) che la compose storicamente. Il termine, Sbagliare ha il suo snm in Erràre dal verbo lat ERRARE vagare senza una meta da rad ERS vagare attestatosi fig in “sbagliare” donde Erramènto, Errànte attraverso il franc ERRANT, Errànza da ERRANTIA con i prefissati in opposizione Inerrànte “infallibile” ed Inerrànza “immune da errori”, Erràto, Erròneo con Erroneità da ERRONEUS in origine vagante, Erròre da ERROR in origine vagare per ogni dove, la locuzione inv dal lat ERRATA CORRIGE dall’imperativo lat che in ital vale “correggi gli errori!”; il glb Gaffe “sbaglio, figuraccia”, inv graficamente dal franc, anche per pron gaf, s’è svolto fig dal franc GAFFER afferrare con un gancio da GAFFE gancio cui l’omologismo Gàffa (specifico da pescatore), snm di Alighièro questo d’etimo disperso. Da Gaffe, l’ital conta l’inv Gaffeur e l’omologismo Gaffìsta. Una vera e propria gaffe si rivelò uno degli slogan diffuso durante l’autarchia fascista: “La lana dei conigli è la lana degli italiani”. Nel percorso originale di vagare, l’tal conta gli omn-snm Erramènto con Errànte ed Errànza, eppoi Errànti (sottoclasse di fauna marina), Erraticità, Erràtico, i prefissati Aberràre che con AB da sta per “allontanarsi dal corretto vagare” cui Aberrànte ed Aberraziòne, Sciarràre “sbaragliare” da EX ERRARE con la variante del pref in SCI; infine, dal lat ERRANDATICUM con aferesi del gruppo Er, l’ital conta Randàgio con Randagìsmo. Il gr conta lo specifico PLAZO vedo errando, cui PLANKTON svoltosi nel franc PLANCTON e nell’ital Plàncton con Planctònico il cui snm è Nèuston inv dal gr NEUSTOS natante, in connessione con Plèuston “vegetazione galleggiante” dal gr PLEO navigo cui PLUSTES navigatore. L’altra sequenza, da LUX, cui il denm LUCERE splendere, troviamo Luccicàre, dall’intensivo lat LUCICARE, Luccicamènto, Luccicànte, Luccichìo, Luccicòne, Luccicòre, Luccicòso, Lùcciola dal lat volg LUCJOLA con il fig Lùcciola meglio Lùcciole per identificare le prostitute di strada che per riscaldarsi, o per farsi notare, accendono dei falò, Lucciolàio, Lucciolàre, Lucciolìo, Lùcciolo, Lucciolòne, il composto Lucìvago (con Vago 188 nel senso di “desideroso”), il poetico Lucòre, i prefissati Allucciolàre con Allucciolìo e Sberluccicàre (doppio pref S intensivo e BER svoltosi da BIS-BAR), vrs il raro Alluzzàre con valore fig di “allettare” (come le lucciole umane), eppoi Lùcere con Lucènte e Lucentèzza, il prefissato Rilùcere con Rilucènte e Rilucènza, ancora Lucèrna questo “lampada-sorgente di luce anche in senso spirituale” cui Lucernàrio eppoi “sorta di pesce” snm di Uranoscopo, “torchio a vite” e fig il cappello del carabiniere; altro prefissato è Tralùcere dal lat class TRANSLUCERE svoltosi in TRALUCERE splendere attraverso o fig trasparire-trapelare. Nel percorso, gli onomastici Lucia, Luciano e Lucio; non inclusi Licia e Licio poiché derivano dal lat LYCIUS, etnonimo dell’ant regione Licia (in Asia Minore), Lucrezia questo da LUCRETIUS dall’oronimo LUCRETILIS nella Sabina; così come Lida da Lidia il toponimo di una parte territoriale dell’attuale Turchia. Lucerna inc col gr LAMPTER da LAMPO splendo ha dato Lantèrna con Lanternàio, Lanternàre, il fig Lanternùto, la locuzione del XVII sec Lanterna magica, lo strumento che con i suoi vetrini è l’antesignano del Cinema con le sue pellicole. \ Il faro genovese è indicato con Lanterna, inoltre, La Lanterna è un’ala del palazzo parlamentare di8 Berlino, fig per un gioco di luci e specchi. \ La sequenza LUX prosegue con Luchèra e Lucheràre dal collettivo volg LUCARIA tante luci attestatosi nello stralunamento degli occhi cui Solluccheràre o Sollucheràre con Sollùcchero o Sollùchero, Lucidàre (denm da LUCIDUS), Lucidaziòne, Lùcido (lat LUCIDUS) con i prefissati Delucidàre “togliere il lucido” (pref DE sottrattivo) cui Delucidaziòne, il fig snm-omn Delucidàre o Dilucidàre (pref DIS) “rendere chiaro”, con ancora Delucidaziòne, o Elucidàre da un tardo lat ELUCIDARE “chiarire” (pref EX fuori), Pellùcido “trasparente” (pref PER attraverso), Translùcido o Traslùcido con Traslucidità (col pref TRANS vale “splendente attraverso”); eppoi i composti Lucìfero (portatore di luce), Lucìfugo (che sfugge alla luce) come l’insetto Cìmice dall’accusativo CIMICEM del lat CIMEX cui Cimiciàio, Cimìcidi (la Famiglia), Cimiciòso, il fig Cimiciòtto “sorta di pianta delle Labiate” a causa del suo odore, il composto Cimicìfuga “sorta di erba” che terrebbe lontano questi insetti. i dim Lucìgnola (questo sovrapposto al fem di LUSCUS losco) e Lucìgnolo (da LUCINIUM lampada), Lùna “la luminosa”, l’inv Lux (unità d’illuminamento). L’aggettivo Antelucàno “prima della luce (diurna)” è di composizione con il pref lat ANTE prima e LUCANUS derivato da LUX luce. LUCANUS, cui Lucàno, è il topos della Lucania 1, l’attuale Basilicata, cui l’onomastico Luca quale ipocoristico di Lucano e un De Luca della cognomastica; Lucania era dunque il toponimo al tempo della Roma repubblicana dal popolo che v’era insediato, i Lucani. Il volg veneto recita Luganega, che sta per Salciccia lucana, con Luganeghino e le varianti Luganica o Luganiga, con lenizione della c in g. \ A Treviso si svolge ancora oggi, la storica Fiere di S. Luca, sebbene ridotta a bancarelle e Luna park; nel Settecento, a Manfredonia, una Fiera di S. Luca era in esclusiva per venditori dalmati che proponevano pelli, seta, cavalli e altro. Vrs una connessione dalmata, ossia della Schiavonia. \ Dalla particolare luce cromatica irradiata nelle sale cinematografiche, durante le proiezioni pornografiche, sono nate le composizioni Luci-rosse e Luci-rosa (meno spinte): i termini si sarebbero estesi anche in riferimento a teatri, riviste, messaggi telefonici, Internet... se non fosse pervasa l’occupazione linguistica ingl, cui la locuzione glb Hard Core “nocciolo duro” (della pornografia) da assimilare alla locuzione ital Zoccolo duro, adottata dalla politica, nel senso di “forti sostenitori”. Baluginàre, infine, con Baluginamènto e Baluginìo, sarebbe stato coniato dal lat BALUX, che è la sabbia (Balùce) che irradia luccichii per la presenza di tracce d’oro, attinto al tema med BALUCA sabbia aurifera; altra ricerca lo vorrebbe derivato dal volg lat BISLUCINARE dove BIS si muta in BA attraverso l’intensivo BAR (BER). La rad LEUK ha ancora prodotto il lat ant LUK e, ampliatasi in LUK-S, il class LUSTRUM luce ccon il devb LUSTRARE cui Lustràre “illuminare” e fig “purificare”, eppoi Lustramènto, Lustrànte, Lustràta, Lustratòre, Lustratrìce, Lustratùra, Lustraziòne, Lustreggiàre con Lustreggiànte, Lustrèzza, Lustrìno che sta anche per “sorta di ciliegia” per la sua lucentezza, Lùstro questo Pp breve di Lustrare, Lùstra (omn di Lustra “tana”) che vale “ostentazione” fig “mettersi in luce”, Lustròre o Lostròre; eppoi, con il pref IN illativo, assume valore metaf e genuinamente fig quale Illustràre cui Illustràbile, Illustratìvo, Illustràto, Illustratòre, Illustraziòne, Illùstre e Illustrìssimo o l’aferetico Lustrìssimo… e, col pref PER assume un termine dal sapore militaresco, Perlustràre “far luce passando-passare in rassegna”, cui Perlustraziòne. Eppoi i composti Lustrascàrpe e Lustrastivàli. Il termine omn Lùstro, cui Lustràle, che vale quinquennio - e che pare sia stato archiviato - si riferisce in origine a cinque anni di purificazione, nella terminologia cristiana, pertanto derivato da LUSTRARE nel senso di purificare. Dal volg milanese, l’ital ha adottato Gibigiàna o Gibigiànna che vale “balenio di luce su vetro” e metaf “donna elegantona, tutta fronzoli” 1 Si potrebbe però addurre che la regione Lucania sia una derivazione connessa con la forma primitiva LUKWOS passata al gr LYKOS lupo, pertanto varrebbe “paese dei lupi”, questo un ideale comprensorio territoriale con le confinanti Irpinia e Daunia di eguale identificazione ma d’etim differenti. \ Berto Nel got-ted, BERHTA è illustre, connesso con il lat ROBUS, quindi splendente e fig famoso; lo si rintraccia nell’onomastica italianizzato BERTO, vedi Bertoldo (con WALDAZ capo), Bertrando (con HRABHAN corvo), Adalberto associato con ATHAD (versione sassone) nobiltà di stirpe vale “famoso per la sua stirpe nobile”, Gilberto (con GISIL freccia, dardo varrebbe “famoso per la bravura nell’usare quest’arma”), Roberto (con HROTH gloria vale “splendente di gloria”), Norberto (con NORTHA fig forza, riferita agli uomini del NORTH nord, vale “illustre” per la sua discendenza di “forte uomo del nord”) Umberto (con HUN unno e generalmente uomo, sta per “uomo-unno illustre”)… e l’ipocoristico Bèrto, che si sarebbe 189 ancora attestato nel nome fem Berta, il quale, in senso fig e o dispregiativo, ha condotto a Bèrta “sorta di uccello” a Bèrta “beffa” cui Berteggiàre, Bèrta “scialle-pettorina” dall’onomastico della madre di Carlomagno cui vrs la locuzione Quando Berta filava, Bertòne “un cavallo con orecchie mozze e individuo dissoluto”), Bertùccia “una scimmia” presente anche in Europa, a Gibilterra, in una unica comunità, cui fig Sbertucciàre e Sbertucciàto. Pseudoetim appare il lemma Bertèsca cui un Bèrta “sorta di macchina battente” vrs in connessione con la famosa arma ted BERTHA donde il nomignolo ital Bèrta dato anche ad un tipo di rivoltella, dal lat medv BRITTISCA che sta per “torre alla maniera dei Bretoni” sul calco di Saracinèsca “ad uso dei Saraceni”; Saracèno o Saracìno (variante itacista), adottato dal XIII sec, è dal lat SARACENUS già gr SARAKENOS dall’ar SARKI orientale. \ Itacismo Etacismo Solecismo Iotacismo Rotacismo Itacèse o Itacènse vale “ di Itaca” la patria di Ulisse, distante ben 500 chilometri in linea d’aria da Troia. Itacìsmo, però, con Itacìsta ed Itacìstico, è in relazione alla pron (poco corretta) bizantina del greco, in riferimento alla settima lettera dell’alfabeto greco ETA “e lunga” svoltasi in ITA. In opposizione si ha pertanto il termine Etacìsmo, con Etacìsta ed Etacìstico, ad indicare una corretta pron del greco, così stabilito da Erasmo da Rotterdam. Pare che il tutto sia partito ricalcando il suff CISMO del termine Solecìsmo “errore di sintassi o di costruzione”, dall’isola greca di SOLOI, in Cilicia, dove pare parlassero male il greco, cui Solecizzàre, dal gr SOLOIKOS abitante di Soloi con SOLOIKISMOS sgrammaticatura; da qui il calco per il termine Cappacìsmo “cattiva pronuncia della velare sorda” riferitò alla “cappa” ovvero la lettera K. Dalla lettera IOTA l’ital conta Iotacìsmo, su calco di Solecismo, che vale l’assimilazione del fonema gr ETA alla IOTA come KRETE a KRITI in ital Creta, oppure identifica l’errore nel greco inquinato dalla pronuncia itacistica. In connessione fig con Ruota, l’ital conta l’omn Rotàto che, oltre ad essere il Pp di Rotare, è anche “suono della consonante R (erre)” per una sovrapposizione fig con la corrispondente gr RHO, cui Rotacìsmo, su calco di Iotacismo e Solecismo, e che vale “sostituzione di una consonante con il fonema R”, cui Rotacizzàre attraverso il gr RHOTAKIZO; il volg romano, infatti, si rotacizza ove trasforma l’articolo determinativo El in Er, cui la locuzione Er più “Il più” ossia “Il migliore”. \ Candela Splendore Luogo Brillìo Altro tema lat è il verbo CANDERE splendere (di bianco), già sct CANDRAMA (che identificava anche la luna), cui CANDELARE denm da CANDELA condizione di splendere. È la sequenza nel cui percorso semantico si contano Candeggiàre, Candeggiànte, Candeggiatòre, Candèggio e Candeggìna, questo snm di Varecchìna, o Varechìna o Varichìna, questo perché estratta dal VARECH italianizzato Varècchi, termine franc che dall’originale significato di relitto da naufragio è passato ad indicare l’insieme delle alghe o le loro ceneri. Il percorso lat CANDERE splendere continua con Candèla inv da CANDELA, Candelàbra e Candelàbro dal lat CANDELABRUM, Candelàggio, Candelàio, il sardo Candelàus (dolce bianco di mandorle), Candelètta, Candelièra, Candelière o Candellière, il dim Candelìlla (sorta di arbusto) attraverso la lingua sp, Candelìna, Candelìzza “termine nautico” attraverso lo sp CANDELIZA, Candèlo, Candelòra, Candelètto, Candènte (bruciante a bianco), Candidàto (vestito di toga bianca), Càndido, l’onomastico Candido, Candòre e il prefissato Incandìre da IN CANDERE; poi ancora i prefissati Accèndere da AD CANDERE con Accendimènto, Accenditòio, Accenditòre, Accensiòne da ACCENSIO ACCENSIONIS con Accensìbile e Accènso, Incandescènte Ppres di IN CANDESCERE (verbo incoativo) diventar bianco con Incandescènza, Raccèndere (pref RI intensivo), Escandescènte con Escandescènza da EXCABDESCERE cui l’aferetico Scandescènza, i composti quali Accendigàs e Accendisìgari; Accendino contiene il suff INO (o di mestiere o d’agente o di strumento), come in Arrotino, Imbianchino, Lavandino, Spazzino. Nella nostra penisola, ritroviamo toponimi di località legati al significato di CANDERE splendere, quali Candela, Candelo, Candia, Candida, l’agiotoponimo S. Candido attraverso l’onomastico Candido “bianco splendente”, Interessante il toponimo della greca Candia, sulla costa sett dell’isola di Creta: entrambi derivano da un significato rad di brillare, poiché Creta è snm di Argilla. Fuori percorso il termine Candi dall’ar QAND zucchero di canna. Splèndere, ancora, è dal lat immutato SPLENDERE, con i propri derivati espliciti Splendènte, Splendidèzza, Splèndido, Splendòre... anche in senso metaforico relativo a “bellezza fisica”. Una particolarità è per LOCUS radura del bosco illuminata dai riflessi del falò per i riti, che pare sia ancora un derivato di LEUK poiché connesso con LUCULUS boschetto; semant, oggi è un luogo generico, con i derivati Locàle, Localìsmo con Localìsta e Localìstico, Località, Localizzàre con Localizzatòre e Localizzaziòne, Locànda con Locandière e Locandièra, Locàre con il foglio pubblicitario Locandìna questo dalla locuzione lat EX LOCANDA (Camera) da affittare (locare) passato poi a pubblicizzare qualsiasi cosa, eppoi i prefissati Allocàre (AD allativo) con Allocatìvo, Allocaziòne attraverso il franc ALLOCATION, Collocàre da COLLOCARE (COM, vale “stare con il luogo” ossia “esserci”) con Collocatòre e Collocaziòne; da COLLOCARE, attraverso un processo di metaplasmo volg, l’ital conta Coricàre, con un desueto Colcàre e un volg Corcare, e Coricamènto nel senso di “collocarsi nel letto”. I prefissati proseguono con Delocalizzàre (DIS per distacco) con Delocalizzaziòne per accezione relativo alle imprese che si trasferiscono parzialmente o del tutto all’estero per i minosi costi di produzione, eppoi Dislocàre (DIS dispersivo) con Dislocaziòne e Traslocàre, con Traslocaziòne e Traslòco, attestatosi, con una leggera sfumatura rispetto a Trasferire, nel significato di “cambiare luogo-cambiamento di luogo, di sede” mutando il pref CUM di Collocare, invece di un più corretto “attraversare il luogo, il suo attraversamento” o “di là del luogo” dato il pref TRANS Il percorso conta ancora Locatàrio, Locatìvo e il prefissato Allocativo (da non equivocare con Locutivo e Allocutivo), Locatìzio, Locàto, Locatòre e il prefissato Allocatòre (da non equivocare con Locutore e Allocutore), Locatòrio, Locaziòne con un obsoleto snm Logàggio, Locupletaziòne “ricchezza di terra” e Luògo (con lenizione sett di c in g) cui Logaiòlo “mezzadro” e i complanari Allogàre (AD allativo) con Allogamènto e Allogaziòne, Dislogàre o Slogàre (S sottrattivo) questo per accezione “avere un osso fuori luogo abituale” con Slogamènto e Slogatùra, la locuzione Luogo comune. In vrs connessione indoeur l’ingl GLOW splendore cui il glb Airglow “lumonosità (splendore) notturna ” dove AIR aria qui vale cielo, col snm Nightglow “splendore notturno”. Altri derivati sono rimasti fedeli alle origini rad, per cui, assimilando luce al colore bianco, si ha il percorso con Leucemìa (col gr HAIMA sangue) cui Leucèmico e Leucemògeno, gli amminoacidi Leucìna (suff chimico INA) e Isoleucìna (pref ISO dal gr ISOS uguale), Leucìsco dal gr LEUKISKOS “sorta di pesce”, Leucìte (suff medico ITE per infiammazioni), Leucòma (suff medico OMA), Leucòsi (suff medico OSI), Lìcnide “pianta ornamentale” dal lat LYCHNIDEM già gr LIKHNIS da LYCHNOS lampada. le composizioni col pref LEUCO dal gr LEUKOS bianco cui Leucoafèresi, Leucoanemìa, Leucobàsto, Leucocìta con Leucocìto, Leucocitàrio, Leucocitolìsi, Leucocitopoièsi e Leucocitòsi, Leuconichìa (col gr ONYKS unghia), 190 Leucopenìa (col gr PENIA povertà), Leucopoièsi, Leucorrèa con Leucorròico, Leucotriène (doppio suff TRI tre e ENE in chimica, vale “composto organico a tre legami”). Elucubraziòne è un termine in progressiva alienazione dal comune parlare, forse per l’assonanza della sua rad LEUK con LEUG di lugubre, col quale non avrebbe alcun grado di parentela. Una ricerca, tuttavia, forse ci riporterebbe all’archetipo degli antenati portatori di luce LEUG-LEUK. Elucubrazione, dal significato originario di “lavoro a lume di lucerna” è fig approdato al “prodotto del lavoro intellettuale artificioso e minuzioso” sovente con sottintesi ironici; in percorso si ha ancora Lùcubro, Lucubràto, eppoi Luculènto da LUCULENTUS che dal significato etim di “lucido-luminoso” s’è svolto fig in “appariscente, bello, dovizioso…” Per il verbo Brillàre (omn di Brillare “ruotare”), il cui percorso conta una nutrita serie qualo Brillamènto, Brillantàre con Brillantànte, Brillantàto e Brillantatùra, Brillànza, Brillatòio, Brillatòre, Brillatùra (quella del riso), Brillìo, Brìllo fig “alticcio” e Briluccichìo questo una sovrapposizione di Brillare con Luccichio, si è preferito richiamarsi fig ad un Brìllo, dal lat BERYLLUS, che sta per cristallo lavorato ossia il Brillànte questo Ppres sostantivato ed usato anche quale Pp aggettivato cui Brillantèzza, Brillantìna, Brillantìno; l’oromino Kilimangiaro vale in lingua locale “montagna brillante”, fig per il ghiaccio e neve splendente al sole. Il verbo Brillare, forse in considerazione delle improvvise e rumorose frantumazioni del cristallo durante la lavorazione e non, ha assunto fig il significato di “esplodere”, in relazione alle mine, cui ancora Brillatòre. Fuori percorso un verbo Brillàre “il librarsi degli uccelli” di genesi onomatopeica, cui ancora Brìllo. Di fede latina sono sopravvissuti Berìllio (chimica, snm di Glucinio) e Berìllo, questo cristallo anche di varietà preziosa come lo smeraldo e l’acquamarina. Per informazione, il Brillante gioiello è convenzionalmente composto di Tavola, Corona e Padiglione. Dall’ingl TO BLAZE brillare, l’ital conta gli esot Blazar e Blazer. \ Luoghi comuni Quanta gente parla e scrive adottando frasi fatte; scorriamone qualcuna: A monte di, A valle di, bere a garganella, nella misura in cui, piove a catinelle, scappare alla chetichella, tagliare la corda… Nell’affidarsi poi al pleonasmo, per meglio descrivere l’immagine, talvolta si rischia la comicità: Indossare il cappello in testa, i guanti alle mani, la sciarpa al collo, calze e scarpe ai piedi… (dove sennò); pertanto, nel dire o scrivere Indossare il cappello, o altro, è già esuriente, il dove è bene implicato; diversamente occorrerebbe utilizzare il verbo “portare-tenere” o simili: L’ho visto uscire portando il cappello (i guanti, la sciarpa…) in mano. Luoghi comuni o frasi fatte sono in pratica le locuzioni, gli aforismi, oltremodo ove si abusa del loro utilizzo, ad esempio “Suo marito non fa che lavorare da mane a sera” oppure “Non voglio intromettermi nella loro discussione, perché è meglio che tra moglie e marito non mettere il dito. Premesso ciò, il neologismo Locicìda coniato da SA starebbe per “chi recide i luoghi comuni” sia nel parlare che nello scrivere, in contrapposizione a Locìfilo “chi adotta (preferisce) i luoghi comuni”, questo nella convinzione che essi siano a beneficio di una comune comprensione degli enunciati. I luoghi comuni, tuttavia, rappresentano una buona soluzione popolare da chi non ha la conoscenza linguistica necessaria per esprimersi altrimenti; i dialetti, infatti, sono nutriti di luoghi comuni, di frasi fatte. \ Argento Argilla Dal tema ARG brillare, l’ital conta Argènto (simbolo Ag) dal gr ARGYROS, cui Argentàna, Argentàre, Argentàrio (cui l’oronimo), Argentàto, Argentatòre, Argentatùra, il glb franc Argent denaro (pron argian) con la locuzione Argent de poche “denaro di tasca” ovvero “spiccioli”, Argènteo, Argenterìa, Argentière, Argentìna (botanica), Argentìno (suono), Argentìte (mineralogia, col competente suff ITE), Argentòne, il toponimo Argentìna attraverso l’aggettivo sp ARGENTINO con Argentìno (il poopolo) poiché si credeva che quelle terre fossero ricche di argento; eppoi i composti Argentìfero, Filargirìa “avido di denari” (col gr PHILOS amico). Simile all’argento è l’elemento chimico Niòbio (simbolo Nb) dal lat NIOBIUM in richiamo a Niobe, figlia di Tantalo, personaggi mitologici, questo condannato ad un eterno supplizio per desideri inappagati, cui Tantalizzàre attraverso l’ingl TO TANTALIZE eppoi l’elemento chimico Tantàlio (simbolo Ta) dal lat TANTALUM fig dal mitico nome di Tantalo condannato alla sete eterna cui il letterario Tantalìsmo “inappagamento”; l’elemento chimico, infatti, non si scioglie in acido comune (non beve). Eppoi Tàntalo “sorta di uccelllo” simile all’airone dal lat TANTALUS airone. L’ital conta ancora Argìlla (terra bianca) dal lat ARGILLA già gr ARGILOS ARGILLOS cui Argillàceo, Argillòso, i composti Argilloschìsto o Argilloscìsto col suff dal gr SKHISIS fenditura. Nel percorso, Argìria o Argiròsi (pref medico OSI) o Argiriàsi (suff patologico IASI dal gr IASIS) con Argirìsmo e Argirìte (suff scientifico ITE). Ancora, il fig Arguìre dal lat ARGUERE dimostrare chiaramente con Argùto, Argutèzza, Argùzia, Redarguìre (questo col pref RED di movimento inverso) e Argomènto da ARGUMENTUM dimostrazione con Argomentàre e Argomentaziòne, Arginìna dal gr ARGINOEIS col suff chimico INA, Argiòpe (sorta di ragno) col suff OPE dal gr OPS OPOS vista, sguardo nel senso di “aspetto” cui Argiòpidi (la Famiglia), eppoi il pref ARGIRO cui Argironèta (col gr NETES filatore); pseudoetim Argìvo relativo all’ant città gr di Argo nell’Argolide cui Argòlico relativo alla regione. Il ted conta KOBALT che vale bianco argento, un elemento chimico, cui l’omologismo Cobàlto (simbolo Co) con la tristemente nota Cobaltoterapìa. Lo sp conta PLATA argento, cui l’omologismo Plàtino (simbolo Pt) ed il percorso Platinàggio o Platinatùra, Platinàre con Platinàto, Platinìte (lega di ferro e nichel), il composto Platinìfero. Di tradizione med, una parete fatta d’argilla (e fango) è chiamata in lat BARRA, dal quale Bàrra, Barràre, Barrièra, e il prefissato Sbàrra cui Sbarràre (chiudere con barra), Sbarramènto o Sbàrro, Sbarràto, Sbarratùra e il ginnasta Sbarrìsta; dal lat IMBARRICO sbarrare, lo sp conta EMBARGAR cui ill termine glb Embargo “impedimento” per accezione lo strategico “blocco commerciale e di forniture”.Il termine Bar, locale pubblico, deriva dall’ingl BAR sbarra, cui gli omologismi Barman (con MAN uomo) e Barmaid (con MAID ragazza). BARRA è snm di Dìga omologismo da rad indoeur DIJK attraverso il franc DIGUE, già ol DIJA, cui anche Dìcco attraverso l’ingl DIKE. Il percorso prosegue con Barìle “relativo all’argilla” in origine “vaso d'argilla” con suff aggettivante ILE, cui Barricàre “allineare i barili” poi attestatosi nel significato corrente di “allineare qualsiasi cosa” come barriera difensiva in un contesto da combattimento, con Barricàta, Barricamènto, Barricàto e Barricadière o Barricadiàro attraverso il franc BARRICADIER rivoluzionario, eppoi il glb franc Barrique “barile (botte) di rovere” cui la locuzione enologica Vino barricato; Barile ha assunto variegate attestazioni quali “contenitore d’esplosivi da lancio” (antesignano di bomba), ant moneta fiorentina snm di Gabellòtto, ant misura di capacità oggi sopravvissuta relatva al petrolio (1, 5898 hl). Barìle è ancora la vela quadra (nautica) , 191 la più bassa tra due previste, omologismo dal franc BAS RIS, snm di Terzarolo o Gabbia. Ancora, Bàrca o Bàrco dal lat BARGA mucchio-costruzione-cumulo (omn-snm di Barca-Barco natanti) con Barcòne “cumulo di covoni” (omn-snm di Barcone “grosso galleggiante”), l’omologismo Barcàna dal russo BARCHAN duna mobile a confernare la connessiuone indoeur di “cumulo”, eppoi il prefissato Abbarcàre “ammucchiare” omn di Abbarcare “incurvare ”. Barchèssa (tettoia) è vrs in connessione col tema rad BARKA cui Baracca e l’omn Barca “natante” (Ved Pelago…), Barcàccia, invece, accomuna i due significati in “palco di proscenio” e “sorta di natante”. \ Radicale LEU La più ant rad LEU sta per fango, cui il lat LUTUM ed il percorso ital Lòto o Lùto, con Lutàre, Lutatùra, Lutaziòne, l’aggettivo Lùteo fig “di color giallo” cui i chimici Luteìna snm di Progesterone, Luteìnico, Lutèola snm di Guaderella con Luteolìna, un obsoleto composto Lutifìgolo (con Figolo, questo una più unica che rara variante di Figulo ”vasaio”), Lutulènto o Lutolènto o ancora Lotolènto (relativo al fango), il composto Lutoterapìa; la sua estensione fig ha condotto a purificarelavare cui Lutère o Lutèro “bacino”. In alcune contrade mer permane nel volg il termine al fem Lota per indicare il fango. Ancora, un fem Lùstra “tana” cosi svoltosi fig da LUSTRUM “luogo fangoso” questo estesosi da LUTUM sovrapposto a Lustro “lucido” per i riflessi luminosi dell’acqua, cui Lustròfora o Lustròforo “sorta d’anfora” per versare l’acqua (con Foro “orifizio” di tema lat FORARE). Termine alieno Luteràno con Luteranèsimo e Luteranèsimo, derivato da M. Lutero (1483/1545) lo storico riformatore. Snm o vicini di Loto, sono convenuti Brago, Fango, Melma, Mota, Palta, Palude, Poltiglia e Limo. Bràgo, già Bràco, è dal lat BRACUM palude da BRAKO d’origine celt, cui Bràca-Bràga “rete o staffa” e Bracòzzo-Bragòzzo (suff alterativo OZZO), termine, quest’ultimo, esteso da rete a barca da pesca, entrambi d’etimo considerato ignoto, anche se la connessione con BRACUM di Braco-Brago dovrebbe essere implicita; in percorso troviamo Bracòtto “pezzo di cavo”, Imbràca (snm di Soccodagnolo) e Imbracàre, Imbracàta, Imbracatòre e Imbracatùra. In estensione, l’omologismo Bràca o Bràga che vale “sorta di calzone” cui i fig Bracalòne con la locuzione A bracaloni e Bracàre “curiosare”; eppoi Bracàto, Brachèssa, i dim Bragòtto e Bracètta o Braghètta con Brachettatrice, l’accr Bracòne, il sardo Ràgas variante di Bragas braghe e i prefissati, fig o meno, l’omologismo Debraiàre con Debraiàta “sbracamento” dal franc DEBRAYER (DE sottrattivo), Imbrachettàre o Imbraghettàre con Imbrachettatùra o Imbraghettatùra, Imbràgo (IN illativo), Sbragàre o Sbracàre con Sbracamènto, Sbracàto o Sbragàto e Sbracatùra, la variante Sbracalàto (S privativo). Il Brachètto, vino piemontese, è d’etimo non accertato ma è vrs che, in origine, per la sua consistenza e colore si siano ispirati a Brago dal lat BRACUM nel senso di belletta. Fàngo dal got FANIGS melmoso da FANI melma, cui la variante Fànga, Fangàia, Fangatùra, Fanghìccio, Fanghìglia, Fanghìno, Fangòso con Fangosità, il composto Fangoterapìa con Fangoteràpico. Dal tema med BRATTA fango, è pervenuto Imbrattàre, Imbràtto e l’ironica composizione Imbrattatèle. Mèlma dal long MELM sabbia, cui Melmòso e Melmosità col prefissato Immelmàrsi (IN illativo). Silea, il grazioso paesino trevigiano sulle rive del Sile (idronimo questo vrs dal lat SILENS silente), aveva nome Melma, appunto per la sua nascita in pianura e su terreno sabbioso e o fangoso; ancora oggi l’ant toponimo è ricordato tramite l’idronimo Melma dell’affluente che lo attraversa. Esiste il lemma Mellètta con valore di “fango”, una sovrapposizione fig di Miele con Melma cui il prefissato Immellettàre “imbrattare di melletta” con il riflessivo Immellettàrsi (IN illativo) che sta per “infangarsi vistosamente”. Mòta è dal lat MALTHA impasto (di pece e cera) inv dal gr, dopo aver attraversato il sett Mauta, attestatosi in snm di Fango cui Motòso, Motrìglia e Motrìglio in sovrapposizione a Fanghiglia, e vrs in connessione fig Motacìllidi questo Famiglia di uccelli, poiché vivono prevalentemente a terra dal lat MOTACILLA, e Motellìna “sorta d’erba montana perenne”. Il gr-lat MALTHA s’è poi esplicitamente semant in Màlta, attestatosi in “impasto di calce e cemento” per l’edilizia, cui Ammaltàre. Mota, insomma, è il prodotto della variazione labiale della serie ALT in AU, successivamente toscanizzata in OT, quindi Malta-Mouta-Mota. Il termine Màlta non avrebbe derivati, infatti, il percorso Maltàggio, Maltàsi, Malterìa, Maltìna, Maltòsio è da Màlto “prodotto di cereale”, dall’ingl MALT. Maltatòre, poi, vale nome d’agente sia da Malta sia da Malto. Pàlta dal tema med prelatino PANTA-PALTA fango, cui Pantàno e Pantanòso; vrs in connessione indoeur con Bàlta “pianura-palude” di attestazione rumena, che ritroviamo in Bàltico (regione e lingua comprendente il lituano ed il lettone), cui la composizione etnica Baltoslàvo e il limnonimo Mar Baltico. Palùde o Padùle in metatesi, addirittura, dal remoto sct PALVALAM, cui Paludìcolo (botanica), Palùstre, Poltìglia, dal franc POLTILLE a sua volta dal lat PULS polta. Il gr conta lo specifico ATHERA poltìglia cui Ateròma (suff patologico OMA) “placca da aterosclerosi o cisti” ( snm di Natta) cui Ateromasìa con Ateromàsico o Ateroscleròsi (col gr SKLEROS duro) e Aterosclèrosi (accento alla greca) con Ateroscleròtico. Infine, da un’ant rad SLEI-MO il gr conta LIMNE acqua stagnante, cui Limnèa, Limnètico, Limnìte, il limnonimo Laghi Alimini nel Salento, i pref LIMNI o LIMNO per termini composti quali Limnimetrìa, Limnòbio (col gr BIOS vita), Limnòfilo, Limnologìa, Limnometrìa, Limnònimo (su calco di Idronimo, nello specifico relativo al nome di mari e laghi ), Limnoplancton, eppoi Lèmna inv dal gr LEMNA “sorta di pianta palustre” cui Lemnàcee (la Famiglia), in connessione fig con LEMNISKOS nastro e il lat LEMNISCUS cui Lemnìsco, Lemniscàto e Lemniscàta questo adottato in matematica. Dalla rad, oltre a Lìmo, questo un dono della provvidenza per i nilotici, l’ital conta Limàccia, Limàccio, Limacciòso, Limàn attraverso il turco LIMAN già gr LIMEN “aspetto lagunare”, Limìcola con Limìcolo, il composto Limìvoro, Limòso e Limonìte (attraverso il franc LIMON melma e suff ITE); eppoi Lumàca (viene dal limo) dal gr LEIMAKS LEIMAKOS cui Lumachèlla, Lumacòne e Lumacòso, eppoi Limàcidi, Limacìna, Limacografìa, Limacologìa, Allumacàre, eppoi il volg romano dim Sciumachella sovrapposto alla proprietà della lumaca d’emettere schiuma, resa famosa da una nota canzone romanesca. Lumaca in voce volg è snm di Chiocciola. Il termine Limòne sembrerebbe fuori percorso, dall’ar LAYMUN, cui Limonàia, Limonàio, Limonàta, Limonàto, i dim Limoncèllo, Limonèlla, Lumìa “sorta d’arbusto” i composti Limonìcolo, Limocoltòre con Limocoltùra e Limocultòre con Limocultùra, il volg Limonare fig dal lombardo “spremere con le mani il limone”, ma proviamo a pensare ad una spremuta di limone, appunto di consistenza limacciosa, oppure alla bontà della pianta grazie alle sostanze del limo; attraverso l’ingl si conta il glb Lemongrass “sorta d’erba delle graminacee” composto con LEMON limone e GRASS erba, in connessione con il snm GREEN che dal valore di “verde (colore)” s’è svolto fig in Erba, cui Green “prato (del Golf)” con Greenkeeper “l’operaio per la sua manutenzione” con KEEPER custode, eppoi Evergreen “attuale, intramontabile” con EVER sempre, snm dell’ital più poetico Semprevèrde questo da preferire, Green Gym “ginnastica verde” usando cioè zappa e rastrello, insomma Giardinaggio. 192 Connesso con l’ingl GREEN verde l’ital conta l’omologismo Grindèlia sorta di pianta delle Composite (o Asteracee). Il gr conta lo specifico CITRON limone cui Citronèlla attraverso il franc CITRONNELLE. Dal corrispondente franc LIMON melma, l’ital conta Limonìte “terra alluvionale” e, tanto per confermare la comune eredità indoeur, in russo LIMAN sta per laguna. Da LIMOGES, in Francia, vrs un’ant ragione limosa, deriva l’aggettivo Limosìno cui Limosìna (relativo a razza animale), Limosìno “sorta di mantello” e il glb Limousine “tipo d’auto”. Esistono, ancora, lemmi quali Lìmine e Liminòide con Liminàle e Liminàre, dal lat LIMEN LIMINIS soglia attestatisi nel linguaggio dei devoti, Lìmite dal lat LIMES linea di confine naturale con Limitàre (anche sostantivo) cui Limitàbile, Limitamènto, Limitànte, Limitatamènte, Limitatèzza, Limitatìvo, Limitàto, Limitatòre, Limitaziòne con Limitazionàle, lo straordinario composto Limìtrofo (col gr TREPHEIN nutrire) che sta sinteticamente per “terra di confine, adiacente alle guarnigioni, dove queste si procuravano il cibo (magari con le razzie)”, i prefissati Eliminàre con Eliminatòria e Eliminaziòne (pref EX vale “fuori della soglia”); da sottolineare il verbo Eliminare, il quale, dal valore originale di “mettere fuori di casa” ovvero “dal suo mondo famigliare”, s’è attestato nel significato corrente di “togliere di mezzo”, anche del senso di “togliere dal mondo” ovvero “ammazzare”, a seguito di passaggi metaf. Il percorso prefissato riprende con Illimitàbile e Illimitabilità Illimitàto con Illimitatamènte e Illimitatèzza (IN negativo), Preliminàre “davanti alla soglia” (pref lat PRAE). Dal lat LIMEN soglia (limite), l’ital conta ancora Sublìme da SUBLIMIS col pref SUB “dal basso in alto” nel senso “che s’eleva sino al limite più alto” cui il denm Sublimàre con Sublimàbile, Sublimàto, Sublimità, Sublimaziòne, eppoi Subliminàle o Subliminàre attraverso l’ingl SUBLIMINAL. Curiosità linguistica, il termine Lìma, dal lat LIMAM, da tema med LIMA cosa ruvida, lo strumento atto a levigare, cui Limànda (fig un pesce sogliola), Limàre, Limatòre, Limatrìce, Limatùra, Limìo, i composti Limòla (con Mola) cui Limolatrìce e Limògrafo, ha un corrispondente idronimo nel fiume toscano Lima, che per le sue acque vivaci, è un ottimo sistema naturale per appianare il terreno, rendendolo Limoso, sovrapposto quindi al rad di Limo. Per il lemma Limàntria, un tipo di farfalla nociva, dal gr LYMANTER dannoso, cui Limàntridi famiglia d’insetti Lepidotteri, si potrebbe pensare ad una connessione fig associando l’azione del limare al danno. La rad LEU aveva portato al lat LUERE scorrere e poi ELUERE lavare cui il lat LAVARE, durativo di LAVERE, inv in ital Lavàre con Lavàbile, Lavàggio attraverso il franc LAVAGE cui Lavaggiatòre, Lavaggìno e Lavaggìsta, il fig Lavarèllo sia termine navale sia “sorta di pesce attraverso il franc LAVARET cui il snm Lavarèto, Lavàta, Lavatìvo transitato dal franc LAVATIF sia metaf “scansafatiche”“ sia “clistere” o termine medico, Lavàto, Lavatòio, Lavatòre, Lavatrìce il cui modello storico fu brevettato nel 1846, seguito dal modello “a cestello” di J. King e “a rotativa” di J. Smith; la Lavatrice elettrica fu costruita nel 1908 da A. A. Fisher. Il percorso prosegue con Lavatùra, Lavèllo da LABELLUM catino, Laverìa, il pref LAVA per composti quali Lavaàuto, Lavabiancherìa, Lavabicchièri, Lavabottìglie, il fig Lavacàpo. Lavacassonètti, il fig Lavacèci snm di Stupido, Lavacristàllo, Lavadìta, Lavafàri o Lavafàri o ancora Lavatergifàri o Lavatergifàro con Lavatergilunòtto, Lavamàcchine, Lavamàni o Lavamàno, Lavamoquette, Lavapavimènti, Lavapiàtti, Lavapièdi, Labascàle, Lavasciùga con Lavasciugatrìce, Lavascodèlle, Lavasècco, Lavastovìglie, Lavatèsta, Lavavètri. Eppoi, il percorso conta Lavàbo questo direttamente dal futuro lat LAVABO laverò, Lavàcro dal nome di strumento LAVACRUM con un volg Lavàcchio, Loziòne questo da LOTUS una forma rustica del Pp di LAVARE, i prefissati Dilavàre con Dilavàto (pref DE durativo) e l’iterativo Rilavàre con Rilavatùra. La forma urbana, invece, LAUTUS ha condotto all’ital Làuto e ad un Lomènto dal lat LOMENTUM “sorta di sapone”; l’omn Lomènto in botanica vale “sorta di frutto secco”. Dal gerundivo neutro lat LAVANDA, l’ital conta ancora Lavànda, Lavandàia, Lavandàio e Lavandìno; Lavànda è l’omn suffrutice, col quale si profumava l’acqua per l’igiene personale, questo snm di Nàrdo dal lat NARDUS già gr NARDOS o NARDON di genesi orientale, donde fig Lavendulàna o Lavendulanìte (dal XX sec) “sorta di minerale” attraverso il ted LAVENDEL. L’ital conta ancora il percorso fedele alla rad LEU con Eluìre con Eluènte, Eluìto (suff chimico ITO) cui Eluàto (suff chimico ATO), Eluiziòne o Eluziòne, Elùvio da ELUVIES scolo per accezione “di acque sporche” con Eluviàle ed Eluviaziòne, Polluziòne (fig Eiaculazione) dal prefissato PER LUERE scorrere attraverso; la stessa rad, correlata alla purificazione, avrebbe condotto al prefissato Abluziòne da ABLUTIO di AB LUERE cui il patologico Ablutofobìa. Con la rad LEU, esiste vrs una connessione del gr HELODES paludoso, cui Elòdea o Elòdia (sorta di pianta fluviale). L’ingl conta l’onomatopeico TO WASH lavare cui il glb jazzistico Washboard fig dall’originale significato di “tavola per lavare”, il meteorologico Washout “lavare via (dagli inquinanti)”. Riprendendo il percorso, con i prefissi, si ha Alluviòne con Alluvionàle, Alluvionàre, Alluvionamènto e Alluvionàto, Dilùvio con Diluviàle, Diluviàre, Diluviàno cui il prefissato Antidiluviàno relativo ai tempi precedenti al Diluvio universale, Diluviatòre o Diluviòne, Diluviòso, Diluvium “parte dell’Era neozoica” snm di Pleistocène, Illùvie “illuvione” ma anche fig “sudiciume”, Illùvio con Illuviàle, Illuviàre, Illuviòne, eppoi Delùbro, dal lat DELUBRUM - questo nome di strumento da DE LUERE - che vale per accezione semant “l’acqua purificatrice che scorre di fronte al tempio”. \ 7mila anni fa ci fu un immane diluvio in Palestina (Galilea), una sorta di “tsunami” (onda gigantesca) il cui ricordo nella memoria collettiva pare abbia offuscato quello dell’ipotetico diluvio universale, unificandone l’evento.\ Latrìna, dal lat immutato, è la forma contratta di LA(VA)TRINA dove ci si lava. Il verbo Sciògliere, cui Scioglièvole con Scioglievolèzza, Scioglimènto, Scioglitòre, Sciòlto-Sciòlta, il composto Scioglilìngua, il fig Scioltèzza, nasce dal lat EX SOLVERE, il cui pref si adatta foneticamente in SCI; SOLVERE, poi, è ancora il composto SO LAVERE separare bagnando, cui, fig e non, Sòlvere, Solùbile, Solutìvo, il Pp Solùto da SOLUTUS sciolto, Solutòre, Soluziòne, Solvènte; con i pref, l’ital conta un Asciòlvere sia verbo che sostantivo dalla locuzione lat ABSOLVERE IEIUNIA sciogliere il digiuno, eppoi con varie attestazioni, semant e fig, Assòlvere (AB SOLVERE) con Assòlto, Assolutòre, Assolutòrio, Assoluziòne, Assolvènza e Assolvimènto, Assolùto (Pp AB SOLUTUS) con Assolutamènte, Assolutèzza, Assolutìsmo, Assolutìsta, Assolutìstico, Assolutìvo, Assolutizzàre e Assolutizzaziòne, Dissòlvere (DIS SOLVERE) con Dissolvènte, Dissolvènza, Dissolvimènto, Dissolvitòre e Dissolùbile con Dissolubilità, il Pp Dissolùto (DIS SOLUTUS) con Dissolutèzza, Dissolutìvo, Dissolutòre, Dissoluziòne, Dissoluzionìsmo e il doppio prefissato Indissolùbile (pref IN negativo) con Indissolubilità; dal gr ALYTOS “indissolubile”, l’ital conta Alite-àlite “sorta di anfibio” detto anche “rospo ostetrico”. Il percorso continua con Insolùbile con Insolubilità, Insolubilizzàre, il Pp Insolùto, Insolvènte con Insolvènza, Insolvìbile con Insolvibilità, infine Risòlvere (RE SOLVERE) con i Pp Risòlto e Risolùto questo “disciolto”, Risolvènte, Risolvìbile, Risolvibilità e Risolvimènto e il doppio prefissato Irrisolvìbilità Irrisolùbile (doppio pref IN illativo) con Irresolubilità, l’aggettivo Irresolùto con Irresolutèzza e Irresoluziòne. Il lemma Soluzione vale “interruzione” esclusivamente in locuzione quali Soluzione di continuità (interruzione di tempo o di 193 spazo), Senza soluzione di continuità (privo di interruzione), Soluzione di continuo (in medicina, ferita o incisione). Associato all’azione del Lavare, si ha il termine Sapòne, con Insaponàre, dal lat SAPO ad indicare una sostanza (sego e cenere) che i Galli usavano per tingersi i capelli di rosso, cui Sapìndo, questo ellissi di SAPO INDICUS sapone indiano altrimenti detto Albero del sapone con Sapindàcee, Saponàceo, Saponàia o Saponària, Saponàio o Saponàro (anche nella cognomastica), Saponàta, Saponerìa, il dim Saponètta o il lenito Savonètta calcando il franc SAVONETTE, termine questo fig utilizzato nell’ottocento per indicare l’orologio da taschino. Il percorso prosegue con Saponièra, Saponière, Saponièro, Saponìna, Saponìte, Saponòso ed il composto Saponificàre con Saponificàbile, Saponificatòre e Saponificaziòne, Saponifìcio, Saponìna “glicoside”, col suff chimico INA, estratto dall’Albero del sapone, Saponòso. Attraverso l’ingl SOAP sapone è nata la locuzione glb Soap opera ispirata al fatto che tali programmi radio e televisivi erano inizialmente sponsorizzati dai produttori di sapone. \ Palla Paludamento Decisamemnte fuori percorso nel tema di Palude, anche se straordinariamente paraomonimi, ove cioè si configuri la Palude quale “manto della natura”, sono Paludamènto, Paludàto, derivati da Pàlla, dal lat PALLA inv dal tema med PALLA sopravveste, da Pallade epiteto della dea gr Atena omologata nella lat Minerva 1, cui il sostantivo e aggettivo Pallàdio con l’elemento chimico Pallàdio (simbolo Pd) e il relativo Pallàdico, Pàllio “mantello”, adottato nella liturgia cristiana per pontefici e arcivescovi metropoliti, e Paliòtto “paramento cristiano”, l’omn-snm Pàllio quale “ripiegatura cutanea dei molluschi” e “parete dorsale di vertebrati; eppoi Palliàta (l’indossare il Pallio) e Palliàto (vestito col Pallio) dal lat PALLIUM e il suo dim PALLIOLUM cui ancora Pàlla, questo il lino bianco per coprire il calice sull’altare, d’incerta connessione con l’ar FERYUL mantello, con le varianti Pàlio “drappo” (noto quello di Siena) cui Paliènse con Palièsco,. Nel senso fig di “coprire per dissimulare” è stato coniato il termine Palliàre con Palliatìvo e Palliàto. Questo termine Palla (sopravveste o lino sacro) dal lat PALLA è solamente l’omn di Palla (da gioco) dal long PALLA. I romani usavano un asorta di mantello indicato con ABOLLA, cui l’ital Abòlla, vrs in connessione con il lat BULLA del percorso indoeur BALL-BALLA-BALLE. Il termine Pallàdiàno, invece, è relativo all’architetto Andrea di Pietro della Gondola detto il Palladio (1508/1580) 1 Da Minerva, fig l’ital conta Minèrva quale struttura ortopedica per il capo, che ricorda la parte superiore della statua dedicata alla dea dallo scultore Fidia, e un Minèrva quale marchio registrato per sorta di fiammiferi. \ Arancia Cicoria e frutti esotici Associato al Limone si cita spesso un secondo agrume, Arància, questo omologismo dal persiano NARANG già dal sct, cui l’albero Aràncio e il colore Aràncione; più esplicita rispetto all’origine etim pare la variante sett Narància con Naràncio. Nel volg mer Portogallo sta per Arancia, dal paese di primitiva importazione, così come è avvenuto per Catalògna, specie di cicoria, il cui termine si riferisce all’omonima regione spagnola di provenienza; Cicòria, cui Cicoriàceo, la selvatica Cicorèlla meglio Cocorèlle, è dal lat CICHORIA già gr KIKHORION, vrs connesso etim alla sovrapposizione gr di KIKKOS piccola con KOKKINOS rosso scarlatto, poiché la mediterranea “cicorietta di campagna” tende al colore rosso. \ Il superstizioso considera la Cicoria portafortuna d’amore. \ In ar Cicoria è TARAHSAQUIN cui l’omologismo lat TARAXACUM svoltosi nell’ital Taràssaco, Genere di piante delle Composite che include il Dente di leone. Il Portogallo, con i suoi scambi commerciali, aveva fatto conoscere alla nostra penisola, tramite la dinastia ispano-aragonese e borbonica, alcuni prodotti esotici. Ananas-ànanas o Ananàs con i cattivi omologismi Ananàsse con Ananàsso, è dal ptg ANANAZ - sp ANANA - già guarinì (brasiliano). Fig il Pesce Ananas è così indicato per le sue scaglie, altrimenti detto Pesce fanale per la propria luminescenza. Avocàdo è dal ptg ABACADO, già messicano AGUACATE e dall’azteco AHUACATI (da voce originale nahuati). Banàna è inv dal ptg BANANA, d’origine della Guinea, cui la locuzione glb ingl Banana split con SPLIT spezzato-scisso donde l’esot Splitting e l’omologismo Splittàre. Altro frutto esotico, ma non d’importazione iberica, la cui grande produzione ital lo ha ormai reso frutto mediterraneo, è il Kiwi o Kivi, omologismo inv dall’ingl, già dal maori, il cui popolo l’aveva fig coniato da un onomatopeico ad emulazione dell’omn uccello della Nuova Zelanda. ALLUME Allùme, dal lat ALUMEN sostanza chimica naturale, termine presumibilmente composto di pref AD allativo e LUMEN. Il suo derivato, infatti, Allumàre, può procurare equivoci perché è traducibile sia come “illuminare” sia “conciare con l’allume”; infatti, Allùda(e) “acconciatura di pelli con allume”, omn di tempi verbali di Allùdere, è dal prvz ALUDA già lat ALUTA. Derivati: Alunìte transitato dal franc ALUNITE da ALUN allume, Allumatùra (snm di Allùda), Allumièra (la miniera), Allùmina (ossido). Pseudoetim, l’esot dal franc Allumeuse “accenditrice”, la femmina che eccita senza concedersi, fig relativo a Lume, e Allumacàre con Allumacatùra (pref AD) relativo a Lumaca. \ L’Allume, alla base dell’economia rinascimentale, provocò una guerra, come oggi il petrolio. Utilizzato in medicina, ma in più vasto consumo per la conciatura delle pelli, lo s’importava dall’Inghilterra, dalle Fiandre e dalla Castiglia, benché, in quantità elevata, era importato dall’Asia con monopolio genovese. L’irruenza musulmana ne ostacolò irrimediabilmente il traffico, quando, “per miracolo”, se ne scoprirono giacimenti tra i monti della Tolfa, nello stato pontificio. La Chiesa avvertì immediatamente il dovere cristiano di vietare l’importazione di allume dai paesi infedeli. Firenze, governata da commerciati per accezione, quali erano i Medici, non si lasciò sfuggire l’affare e s'inserì tra più grandi azionisti (1466). Non bastò ai Medici, i quali tentarono di accaparrarsi finanche il secondo giacimento scoperto a Volterra, la quale non ci volle stare alle loro arroganze e preferì scendere in campo di combattimento. Il sedicente poeta Lorenzo il Magnifico, il cui desiderio di potere economico era superiore ad ogni altro, tramite il tranello del “paternalismo” riuscì ad entrare in Volterra, ma non fu in grado di frenare gli eccessi della truppaglia, i quali, com’era nella logica di allora, si ripagarono così del servizio reso ai potenti. Un metodo, che sebbene non appartenga più alle logiche militari, permane nell’inconscio delle soldatesche, come narrano i tragici fatti del secondo conflitto mondiale e quelli dei Balcani nell’ultimo anno del millennio, con proseguo meno eclatante nelle guerre successive, ma non per questo esenti da episodi di feroce sadismo.\ ALLUMINIO Allumìnio, dal lat scientifico ALUMINIUM, termine coniato in richiamo ad ALUMEN, cui i derivati Alluminàre, Alluminierìa... Semant, nel lessico familiare, il termine Allumìnio indica la batteria da cucina, in elenco a ... acciaio, porcellana, cristallo (batteria, servizio di). 194 \ Prefisso Suffisso PLES Suffisso AT PLES vale pieno, ricco, cui Manìpolo “una manciata di…” dal lat MANIPULS (con MANUS mano) e la variante Mannòcchia o Mannòcchio; Manìpolo è anche il trapano del dentista. Il percorso continua con Plètora “pienezza” cui Pletòrico… il tema è dal gr PLERES pieno, che si ritrova nel lat PLENUS pieno Pp di PLERE cui Plenàrio, Plenitùdine, l’inv Plenum dal lat PLENUM, Pleròma, un Pèvera (omn di Pevera di Pepe) attraverso il sett Pidria dal lat PLETRIA riempitrice sovrapposto a Bevere; i composti Plenicòrni (tassonomia animale, snm di Caducicorni), Plenilùnio con Plenilunàre, Plenipotenziàrio; ma anche connesso col rad PLE di Plèbe cui Plebàglia, Plebèo, Plebiscìto. In connessione il lemma Plèiade dal gr-lat PLEIAS cui il nome delle Pleiadi altrimenti detta Gallinelle, nella costellazione del Toro, attraverso l’onomastico mitologico Pleia figlia di Pleione. Il franc, in connessione indoeur conta PLEIN con valore di tutto-pieno. Con i diversi pref si ottengono entrambe le versioni in snm, tale da far sorgere seri dubbi sulla correttezza del lemma: Adèmpiere e Adempìre (AD-IN-PLERE), Còmpiere e Compìre o Complìre (COM-PLERE) con i Pp Compìto e Compiùto con Compitèzza e Compiutèzza, eppoi Complemènto 1 da COMPLEMENTUM, adottato anche in matematica, cui Complementàre dal lat COMPLEMENTUM con Complementarità e Complementaziòne, il composto Compleànno attraverso lo sp CUMPLEANOS (corretta accentazione cumpleaños) da CUMPLIR compiere e ANO anno (corretta accentazione año). \ La prima Festa di compleanno spetta storicamente alla Germania nel XIV sec; sulla torta c’erano candeline di cera, una tradizione ormai glb.\ Il percorso prosegue con l’omn Complìre “rivolgere complimenti” attraverso lo sp CUMPLIR con Complimènto e l’espressione affettiva plur Complimenti, attraverso lo sp CUMPLIMIENTO cui ancora Complimentàre, Complimentòso, Complimentosità, l geometrico Replementàre (calco di Complementare), Replèto “ripieno” da REPLERE e Repleziòne, Supplemènto o Supplimènto da SUPPLERE (SUB PLERE) completare cui Supplementàre e Supplìre con Supplènte, Supplentàto e Supplènza. Con la mutazione del gruppo ple in pie, il percorso conta Pièna, questo sostantivo che indica il volume d’acque di in fiume, superiore ai limiti normali, eppoi Pièno, Pienàre, Pienèzza, Pienòne, il prefissato Empìre con Empiere-èmpiere (volg IMPLIRE dal class IMPLERE con pref adattato IN illativo), Rièmpiere e Riempìre (RI-IN-PLERE) con Riempìto. Dall’ntensivo PLETARE di PLERE, col pref EX, l’ital ottiene Espletamènto con Espletàre e Espletìvo; ancora, il composto Locupletàre, inv dal lat LOCUPLETARE, da LOCUPLES ricco di LOCUS terra. Empio-èmpio, omn di Empio “chi è contrario alla sacralità”, sta ironicamente per “mangiato a sazietà”, ma correttamente sta per il Pp di Empire o Empiere (IMPLERE), corradicale di PLENUS. Incrociando PLENUS con PRAEGNAS è sorto il lemma Prègno con Pregànte cui Pregnànza, Pregnèzza, con i prefissati Impregnàre, cui Impregnànte e Impregnàto, e Spregnàre (pref S sottrattivo); il lat PRAEGNAS con genitivo PRAEGNATIS è composto dal pref PRAE prima e da un suff AT fornito di… con lessema GNO che vale generato, pertanto il termine Impregnàta sta per “fornita di un essere prima che sia nato”. Da Complèto, lat COMPLETUS, della struttura di COM PLERE, si ha Compièta dalla locuzione eccl COMPLETA HORA, Completàre con Completamènto, Completìvo, Completèzza, un Complìre “compiere” e il doppio prefissato Incomplèto con Incompletèzza. Nella sintassi ital, i Complementi concorrono a determinare valore e rapporto nella frase, suddivisi in Complememto diretto o Complemento oggetto che risponde alla domanda Chi? Che cosa? esempio Il poeta declama i propri versi (che cosa? i propri versi); Complementi indiretti che spaziano accompagnati dalle preposizioni e rispondono a diverse domande, esempio Me ne vado a casa (dove? In che luogo? a casa), Mi interesso di storia medievale (di quale argomento? di storia medievale) ed essi assumono quindi le definizioni di Complemento di luogo, di argomento, di tempo, di modo… 1 \ Luogo Allativo Elativo Illativo In parallelo ai termini Illativo (verso il dentro del luogo) ed Allativo (in avvicinamento ad un luogo), legati ad alcuni pref quali IN AD, esiste Elatìvo che, ancora riferibile a pref, EX in questo caso, sta per “estrarre, elevare da un luogo”, quindi vale “estrattivo”. \ Mina Monte Montare Mina è un lemma polisemico, cui l’omologismo Mìna dal franc MINE svoltosi fig in cavità per l’esplosivo eppoi per il fenomeno linguistico della metonimia, nello stesso esplosivo, già celt MEINA metallo naturale, cui il denm Minàre con Minàto, il prefissato Sminàre con Sminamènto, Sminatòre e Sminatùra, il composto Cercamìne snm della locuzione glb ingl Mine detector, eppoi Minièra con la variante Minèra cui Mineràrio, Minatòre, Mineràle (che appartiene alle cavità terrestri) cui Mineralìsta, Mineralizzàre, Mineralizzatòre, Mineralizzaziòne, i composti Mineralogìa con Mineralògico, Mineralogìsta e Mineràlogo, Mineralometrìa, Mineralurgìa (col suff URGIA dal gr ERGON lavoro), la locuzione Acqua minerale, un suff MINERO per composizioni quali Minerogènesi, Minerosìntesi. Dalla locuzione franc MINE DE PIOMB minerale di piombo l’ital conta fig Mìna “anima di grafite della matita”. L’unità di misura della viscosità dei minerali è Engler, in onore dello studioso C. Engler (1842/1925). Minàccia con Minaccèvole, Minacciàre, Minacciatòre, Minacciòso o Minàce, Minatòrio, dal lat MINACIAE (plurale), cui l’aggettivo MINAX derivato dal verbo MINARI minacciare. Vrs connesso fig con MINARI, il lat MINERE sporgere denm da MINAE, questo inizialmente sporgenze che incombono, da rad MEN pietra, quindi Mònte dal lat MONS MONTIS (grado più forte rispetto alla rad) cui il denm Montàre “sovrastare” ma anche con valore di “accumulare (denaro)”, con i prefissati Ammontàre, Sormontàre e Soprammontàre (pref SOR sopra) e i derivati, semant e fig, Mònta, Montàgna con Montagnòlo, Montagnàrdo (chi si sedeva sullo scanno più elevatoRivoluzione francese) e la locuzione sportiva glb ingl Mountain bike “bicicletta da montagna”, Montanàro e Montàno con Montanèllo (sorta di uccello, altrimenti detto Peppola), Montanèsco, Montanìsmo, Montanìsta e Montanìstico, l’indiretto Montàsio (sorta di formaggio) dall’oronimo Monte Jof di Montasio nella Carnia, Montàta, Montatòio, il fig Montàto “esaltato”, Montatùra (anche fig), Monticàre con Monticaziòne (snm di Alpeggiare e Alpeggio), Montòne 1 dal lat volg MULTONEM da MULTO d’origine celtica, sovrapposto al Montare dell’accoppiamento, cui Montonàta, Montonàto (fig “roccia”) con Montanatùra e Montonìno (aggettivo), Montuòso con Montuosità, Montùra “cavalcatura” attraverso il franc MONTER e l’omn Montùra “livrea-uniforme” sempre attraverso il franc MONTURE messa in opera; i composti Montacàrichi, Montacarrozzèlle, Montalbàno “vino” relativo all’omn toponimo toscano, Montalettìghe, Montambànco o Montimbànco (snm di Saltimbanco). Montascàle, Montavivànde, Montecitoriàno dall’oronimo romano Montecitòrio già Monte Citorio (sede della Camera) utilizzato in senso sfavorevole, Montecrèditi, Monteprèmi, la locuzione Monte di Pietà questa fondata nel 1462, Montepulciàno “vino-vitigno” dall’omn toponimo toscano con la variante Montepulciano 195 d’Abruzzo, Montesànto “vino” relativo all’omn toponimo marchigiano oggi Potenza Picena; eppoi Pedemontàno “ai piedi del monte” con Pedemònte cui il toponimo regionale Piemonte. Ridotto a semplice sporgenza come Mènto cui il relativo Mentonièro e Mentonièra “parte del violino dove s’appoggia il mento attraverso il franc MONTENNIER”, il volg fig Minchia “pene” e fig Minchiòne con Minchinàggine, Minchinatùra, Minchinerìa e Sminchinàto. Ancora, i prefissati e composti con MINERE sporgere quali AD-MINICULUM sostegno cui Ammenìcolo, E-MINERE sovrastare cui Eminènza, Eminènte o l’aferetico Minènte, la locuzione Eminenza grigia sorta ai tempi del cardinale Richelieu, che dall’indicare il frate segretario, dal colore del saio, si è svolta nel significato di Potere occulto; eppoi IN MINERE prossimo a rivelarsi (a sporgere) cui Imminènte con Imminènza. PRO-MINERE più che sporgere (accentuato) cui Prominènza con Prominènte e Promontòrio questo composto da MONS monte e un raro suffisso sostantivante URIUM. Il termine Mina, allora, che inizialmente vale “la cavità per l’esplosivo”, è finito per identificare unicamente l’esplosivo, come dire “piatto” per il suo contenuto; è il fenomeno linguistico della Metonimia-Sinèddoche. Fuori percorso, Minarèto, questo dal franc MINARET, dal turco MINARE risalente all’ar MANARA faro. Il lat MINARI minacciare appare conneso col gr MAINOMAI infurio cui MAINAS baccante e l’ital Mènade. Da MINARI è derivato Menàre, sovrapposto a Mani, che da “spingere con minacce-con forza” (usando le mani) è finito per semantizzarsi in “picchiare” (con le mani) cui fig Mèna “manovra pericolosa”, i composti Malmenàre, e il prefissato Dimenàre con Dimenamènto (DI dispersivo). Dal percorso-tema MINARI minacciare - MINERE sporgere, il lat tardo ha aggiunto MENARE spingere, cui gli omn Menàre e il devb Mèna (per accezione, “il condurre il gregge”), eppoi Mèna cui la locuzione Mena delle pecore snm di Transumanza, Menàta, Menatòio, Menatòre, i composti Menabrìda (utensile, con Brida), Menadìto unicamente nella locuzione A menadito “menare il dito, gesto per indicare la perfezione”, Menarròsto snm di Girarrosto e un fig Menatorròne attraverso il milanese Menatoron che vale “impiccione”(che spinge per intromettersi). La sovrapposizione di MINARI minacciare-MENARE spingere ha prodotto Menagràmo composto con GRAM affannosofferenza, snm di Iettatura, che sta per “chi minaccia cose tristi”, termine però attraverso il volg lombardo Menagram porta male. Il lat conta gli omonimi MINA unità di peso cui Mìna - che equivale a mezzo chilo - termine ridotto (aferesi) dal gr HEMINA (HEMI mezzo), sopravvissuto in Liguria quale unità di misura di capacità (circa 116 lt) - e MINA moneta, cui Mìna, dal gr MNA di rad semitico. In Atene, la MINA valeva 100 Dracme e il Talento era pari a 60 Mine, ovvero 6000 Dracme. Gli spiccioli della Dracma erano gli Oboli, la sesta parte, ed esistevano monete da due oboli, il DIOBOLO, e da tre, il TRIOBOLO. Ogni Obolo, ancora, erano frazionato in TRITEMORION (tre quarti), TETARTEMORION (il quarto) e EMITETARTEMORION (l’ottavo). Mìna è anche una lingua parlata da una etnia del Togo in Africa occidentale. Un volg Mìna è snm di Prostituta. L’omn Montàre (meccanica) è dal franc MONTER i cui derivati appaiono talvolta assimilati al Montare “sollevare”, quali Montàggio o Montamènto, Montaggìsta, Montànte (anche termine pugilistico quale snm del glb Uppercut), Montatòre, e Montùra sempre dal franc MONTAGE e MONTURE, ma in vrs connessione fig con Montare “sovrastare” dall’azione di “aggiungervi (sopra) un pezzo”, con i prefissati Dismontàre e Smontàre che valgono “scendere” e l’iterativo Rimontàre. 1 In franc ROBIN vale volg Montone (semant BELIER), pertanto, in risvolto fig, si ha l’omologismo Robinètto con Robinetterìa meglio Rubinètto e Rubinetterìa, attraverso il franc RUBINET poiché i rubinetti storici erano a forma di testa di montone. \ Radicale ME *MED MEN MON Prefisso SESQUI Memoria Ricordo Misura Il rad MEN si è diramato lungo variegati percorsi semantici; oltre a quello della sporgenza, esiste il percorso del pensiero, cui Mènte dal lat MENS MENTIS cui il verbo del lat class MENTIRI donde Mentìre e Menzògna con Menzognèro dal lat volg MENTIONIA. \ Se la menzogna è considerata un meccanismo di difesa, gli avvocati difensori sarebbero tutti menzogneri \ Il percorso prosegue con Menziòne “l’azione del ricordare” dal gr MNESTIS, Mònito dal lat MONITUS astratto di MONERE far ricordare questo causativo di MEN, Monumènto dal lat MONUMENTUM ricordo con Monumentàle e Monumentàre, eppoi i prefissati Amènza con Amenziàle (pref A privativo), Ammonìre dal lat AD MONERE con Ammonimènto, Ammonìto, Ammonitòrio, Ammoniziòne, Premonìre da PRAE MONERE con Premonitòre, Premonitòrio, Premoniziòne (da non equivocare con Premunizione) ; Monito è assimilato a Minatòrio del percorso MINARI minacciare. Con i pref, l’ital conta ancora Amènte (dissennato) con Amènzia e Amenziàle. Fuori percorso Amènto con Amentàto dal lat AMEMTUM correggia e “ sorta d’infiorescenza”. Commentàre o ant Comentàre, dal lat COMMENTARI riflettere che col pref CUM vale agire con la mente cui, in complanare, Commentàrio o Comentàrio, Commentàto, Commentatòre o Comentatòre, Commènto o Comènto, i metaf Dimenticàre con Dimenticanza derivato dal lat DEMENS che col pref DE vale fuori di mente privo di mente, metaf ... di ricordi e Dimèntico dal lat DEMENTICUS, il denm Rammentàre (dal XIII sec) da Mente col doppio pref RI-AD che vale a ripetizione, Reminiscènza col pref RE di azione inversa e astratto di REMINISCI. Dal gr MNESIS memoria sono pervenuti Mnemonica e Mnemònico, Menmonìsmo, indirettamente Mnemòsine (sorta di farfalla) in onore di Mnemosyne la madre delle Muse (padre il solito Zeus), eppoi il composto Menmotècnica, Mnèsico o Mnèstico, Amnesìa dal gr inv AMNESIA perdita della memoria composto con MNESIA e pref A privativo, e il parasnm Amnistìa composto dal pref A privativo e da MNESTIS menzione, questo con un’attestazione semantica dal sapore di dimenticare per perdonare; ancora, il termine Ecmnesìa con Ecmenèstico è dal prefissato gr EK fuori e MNESIA con valore di alterazione della memoria. Dal gr ANAMNESIS (pref ANA), che vale ricordo, memoria, passato nel lat ANAMNESIM, oggi l’ital utlizza Anàmnesi o Anamnèsi con Anamnèstico per indicare, ricordare, la storia patologica di un individuo; Dismnesìa col pref DIS vale “deficit della memoria”. In associazione a MNESIS memoria, il gr conta NOESIS intelletto dal verbo NOEO io penso cui l’aristotelico Noèma “concetto” cui Noemàtico, Noèsi “conoscenza intellettiva” cui Noètico, questo equivocabile con l’omn Noètico relativo al patriarca biblico Noè, infine Noachiàno questo indicante un periodo del pianeta Marte compreso tra 4,6 e 3,8 miliardi di anni fa, e il prefissato Disnoesìa che col pref DIS sta per “perdita dell’intelletto”. Pseudoetim nel percorso AMNESIA, il termine Amnio-àmnio dal gr AMNION vaso per raccogliere il sangue (delle vittime) in connessione con HAIMA sangue, cui Amnios-àmnios (termine in anatomia) cui Amniòti (sorta di vertebrati dotati di amnios, uccelli, rettili, mammiferi) e Anàmni (sorta di vertebrati sprovvisti, pref A privativo, anfibi, pesci) Amniòtico, le 196 composizioni quali Amniocèntesi o Amniocentèsi (col gr KENTESIS puntura), Amniografìa, Amniorèssi o Amniorrèssi, Amniorrèa (con il gr RHEO scorro), Amnioscopìa con Amnioscòpio, Amniòtico. Il termine Sgomentàre, cui Sgomènto, è la composizione lat del pref EX sottrattivo con COMMENTARI riflettere, questo con lenizione della c in g. Dal rad MEN di MNESTIS azione del ricordare, nel suo grado forte MON, è derivato il lat MONSTRUM (nome di strumento) attestatosi in segno-prodigio-indicazione, cui Mòstra, Mòstro e Mostruòso. Il gr ha il suo termine specifico in TERAS TERATOS portento, mostro cui Teratogènesi con Teratògeno, Teratologìa con Teratològico, Teratòma fig “tumore” (suff medico OMA infiammazione); vrs in remota connesione con THERION animale selvatico-belva cui Teriàca o Triàca “sorta di contravveleno”), Teràpsidi “ordine di rettili fossili” (con il gr HAPSIS HAPSIDOS cavità), Tèri (Classe di mammiferi), Terìdidi (Famiglia di Aracnidi), il pref-suff TERIO donde Teriomorfìsmo con Teriomòrfo eppoi Brontotèrio “mammifero dei Perissodattili”, Dinotèrio col gr DEINOS terribile sta per “sorta di mammiferi fossili Proboscidei”, Ippotèrio (col gr HIPPOS cavallo, sta per ”sorta di Equidi fossili”, Megatèrio col pref MEGA vale “sorta di mammiferi fossili degli Sdentati. In connessione, esiste ancora il pref TERA da anteporre ad una unità di misura, fig “portentosa, mostruosa”, e che in metrologia, equivale al moltiplicatore di mille miliardi (1012). Il percorso della rad MON continua ancora con Mostràre e Mostràbile, Dimostràre o Demostràre con Dimostraziòne cui il glb per l’informatica Dèmo (omn di Demo “territorio”) qualle ellittico dell’ingl DEMONSTRATION. La locuzione Come volevasi dimostrare è nata in ambito matematico prima di estendersi in ogni campo. Il gr conta ELENKHOS per dimostrazione, cui il lat ELENCHUS e il percorso ital Elencàre, Elencatòrio, Elencaziòne, Elènco. L’ingl conta TO SHOW mostrare cui i glb Show “spettacolo di varietà” con Showgirl “attrice o ballerina” da GIRL ragazza e Showman “attore o cantante” da MAN uomo, Showbiz quale ellittico della locuziuone Show business ”l’affare tramite gli spettacoli”, ShowWiew (sistema di registrazione di un programma televisivo, marchio registrato), Showdown “mostrare giù le carte da gioco” fig “resa dei conti”; eppoi Game show “gioco televisivo a premi”, No-show “prenotazione di volo non cancellata”, Peep show “spettacolo particolare” col verbo TO PEEP sbirciare, eppoi Reality show con Reality TV e Real TV “spettacolo dal vero”, infine Talk show “conversazione radiofonica o televisiva” col verbo TO TALK parlare. Soffermandoci sul percorso del pensiero, sul lemma Memòria, scopriamo che è inv dal lat MEMORIA, discendente della rad MER chiaro, donde Memènto che è l’imperativo di un verbo indoeur MEMINISSE ricordare, Memoràbile, Memoràndo o, direttamente dal lat, Memorandum (gerundio del più moderno MEMORARE ricordare), Memoràre inv dal lat, Mèmore, Memoriàle, Memorizzàre, i prefissati Commemorare (CUM associativo), Dismemoràre (DIS con valore di perdere), Immèmore (IN negativo) con Immemoràbile attraverso il franc IMMEMORIAL già tardo lat IMMEMORIALIS, Rammemoràre (RI-AD), Smemoràre (EX) col frequente Smemoràto; da non equivocare con il lemma Mesmerìsmo, inserendolo in questo percorso, poiché questo è relativo a F. A. Mesmere (1734-1815) ideatore del metodo terapeutico che utilizza il magnetismo animale, cui Mesmèrico e Mesmerizzàre. Il persorso prosegue con il glb acronimo ROM in informatica dalla locuzione ingl READ ONLY MEMORY memoria di sola lettura; la memoria, infatti, ricollegandola alla rad MER chiaro è quindi chiarezza della mente, pertanto ancora il termine Mèro “puro, schietto” dal lat MERUS che sta anche per lucente. Il vocabolo ingl READ è dal verbo TO READ leggere cui i glb Reading “lettura” attestatosi in declamazione poetica, lettura di brani scelti, generalmente dallo stesso autore in pubblico, e Readme con valore di “Leggimi”, da non equivocare con il termine sportivo ancora glb ingl Ready che sta per “Pronto”. Ancora dal lat REMEMORARI questo da MEMOR memore, attraverso il pref franc REMEMBRER, l’ital conta Rimembràre “riportare alla memoria-far ricordare” con Rimembrànza, questo sempre dal franc REMEMBRANCE; l’ingl conta REMEMBER. \ Pare, da alcuni recenti studi (2008), chi dorme poco o male esprime una memoria errata, insomma ha dei ricordi distorti. I latini lo sapevano già cui la locuzione ognora corrente MENS SANA IN CORPORE SANO mente sana in corpo sano da un verso di Giovenale (60/140). \ Infine, dallo specifico gr NOUS mente, l’ital conta la composizione Paranòia (quindi da non includere nel percorso di Noia) con l’ipocoristico popolare Pàra, Paranòico, Paranòide e lo straordinario termine Noùmeno, cui Noumènico, esplicito dal gr NOUMENON che è pensato, introdotto da Platone e seguito da E. Kant in contrapposizione a Fenomeno “suscettibile di osservazione”. Nella tradizionale credenza che fosse il cuore sede della memoria, si conta l’attestazione Ricordàre (snm del successivo trecentesco Rammentare) dal lat RE-CORDARI, che vale rimettere nel cuore, cui Ricordàbile, Ricordànza, Ricordatìvo, Ricordaziòne meglio Ricòrdo, Ricordèvole e Ricordìno, eppoi i vari Cordiàle cui Cordialià e Cordialmènte, il composto Cordòglio dal lat CORDOLIUM (con DOLIUM tratto da DOLERE aver dolore). Cuòre o Còre in volg è dal lat COR CORDIS cuore già gr KARDIA, donde Cordàto (termine botanico “a forma di cuore”, omn di Cordato da Corda) con il prefissato Obcordàto, pertanto si hanno i prefissati Accoràre (AD allativo) con Accoramènto, Accoratèzza e Accoràto, eppoi l’omn Accoràre “uccidere trafiggendo il cuore” (per accezione nella pratica oggi vietata di ammazzare i maiali) cui Accoratòio “lo strumento per farlo”, eppoi Incuoràre o Incoràre (IN illativo), Rincuoràre o Rincoràre (doppio pref RI IN iterativo-illativo), Scordàre da Ricordare con cambio di pref (pref S sottrattivo, omn di Scordare da Corda) con Scordèvole, Scuoràre (S sottrattivo) o Scoràre con Scoramènto e Scoràto, i composti Cuorcontènto, Cuorifòrme. In percorso, Coràta col dim Coratèlla che vale “interiora” ossia fig “il cuore” di animale macellato, un significato di “cuore-entroterra” che vrs è nel toponimo Corato. In percorso, Coràggio (vocabolo difettivo di plurale) attraverso il prvz CORATGE dal lat volg CORATICUM già CORATUMcon Coraggiòso e i prefissati Incoraggiàre con Incoraggiànte, Scoraggiàre con Scaraggiàte; vrs in connessione indoeur rad col ger KWONI coraggioso cui l’onomastico Corrado composto con RAD consiglio e che sta per “consigliere coraggioso” e Tancredi “che medita i consigli” (con THANK pensare connesso, in area comune indoeur, con l’ingl THINK pensare). Nel percorso, l’ital conta ancora il prefissato Concòrde dal lat CONCORS CONCORDIS unito col cuore (pref CUM associativo) cui Concordàre, Concordànza “dai cuori uniti”, Concordànte, Concordatàrio, Concordàto, e Concòrdia, da questo il nome della dea lat Concordia alla quale fu dedicata la località lombarda CORCONDIOLAM, toponimo che il dialetto ha trasformato in Gorgonzola dal quale prende il nome il noto formaggio Gorgonzòla. Eppoi, Discòrde dal lat DISCORS DISCORDIS (pref DIS) cui Discordàre, Discordànza “dai cuori divisi” con Discordànte, Discòrdia e un Discòrdo “componimento poetico di turbamento dell’anima”, tutti diretti discendenti dal gr KARDIA cui Càrdio snm di Cuore con l’aggettivo Cardìaco, il patologico Cardìte e fig il sostantivo Càrdio “mollusco”, il lemma Garzuòlo “grumolo” dal dim lat 197 CARDIOLUM, e il pref-suff CARDIA-Cardìa o CARDIO per una nutrita serie composta, adattato per termini quale Anacàrdio o Anacàrdo, una sorta di albero simile al Ricino di genesi brasiliana, donde Anacardiàcee “la Famiglia botanica”, dell’Ordine delle Terebintali, fig dai frutti “simili al cuore” (il pref ANA varrebbe infatti da appaiare fig al cuore) chiamati Noci d’Agagiù dai grossi peduncoli a loro volta chiamati Pomi d’Agagiù; alla Famiglia appartengono il Mango, il Pistacchio, l’Albero del pepe, lo Scòtano questo dalla locuzione lat RHUS COTANUM altrimenti detto Cotìno ma pure genericamente Sommàco o Sommàcco “arbusto” e Tossicodèndro (col gr DENDRON albero). Il percorso composto prosegue con Cardialgìa, Cardiocèntesi o Cardiocentèsi (col gr KENTESIS puntura), Cardiologìa; Tachicardìa “cuore accelerato”, opposto a Bradicardia, è col gr TAKHYS veloce cui anche Tacheòmetro, Tachifagìa “patologica velocità nel mangiare”, Tachigrafìa con Tachigràfico e Tachìgrafo, Tachimetrìa con Tachimètrico e Tachìmetro, Tachiòne (sovrapposto a Elettrone), Tachipessìa (con il gr PEXIS unione-congiunzione vrs connesso col rad di PIX pece), Tachipnèa (col gr PNEIN respirare-soffiare), Tachitoscòpio. Tachiglòsso “sorta di Mammifero”, snm di Echidna, è col gr GLOSSA lingua. Pseudoetim nel percorso TAKHYS, l’ital conta Tachìsme, Tachìsmo e Tachìsta dal franc TACHE macchia, cui anche Tàccia e Tacciàre. Nel percorso prefissato si ha Precòrdi con Precordiàle e Precòrdio “diaframma cardiaco”. \ Secondo gli ultimi studi nel 2008, il cuore in un individuo sano, nelle condizioni di riposo, dovrebbe essere mediamente di 60 battti al minuto, non superiore ai 70: Gli antichi medici egizi lo avevano già intuito, dal momento che giudicavano il destino dell’individuo dipendente dal peso corporeo e dalla frequenza cardiaca / Alieno nel percorso COR cuore è il termine Còra o l’omografo Còre, adattamento dal gr KORE KOUROS ragazza, cui l’onomastico Corinna connesso con le KORAI, le statue che rappresentavano la figlia della dea Demetra eppoi generalmente figure dedicate alla donna, in eteronimia con KOUROI figure maschili da KUROS giovinetto; è difficile accertare una qualche relazione con il cuore, ma non è un gioco di parole dichiarare aver fede in Core. Il termine Cuore, e la sua primitiva attestazione in Core, è ancora utilizzato metaf per indicare il nocciolo, ad esempio, della questione, del Reattore nucleare. Il percorso dal lat MINUS piccolo dovrebbe risalire alla rad ME misurare, antecedente a MEN, cui Mèno, questo utilizzato in opposizione a Più, Mènno “minorato”. Eppoi, l’avverbio Almèno dalla locuzione Al meno snm di Almanco e Soltanto, l’avverbio e congiunzione Nemmèno con la particella Né negativa, la locuzione Meno male saldatasi in Menomàle, il termine Menosdìre “fare maldicenza” attraverso il prvz, composto dal lat MINUS, l’affisso MES già franc MISS con valore peggiorativo, il verbo Dire dal lat DICERE. Il percorso ME conta ancora Mèdio da MEDIUS (vale “che sta nel mezzo”, anche il dito) cui Mediòcre “mezzano” con Mediocricità, Medium (fedele al lat, attraverso l’attestazione ingl MEDIUM, nelle sedute spiritiche vale “tramite per l’aldilà”), la locuzione sportiva Peso medio, eppoi Mèdia, dal plur lat MEDIA 1, che da “per mezzo di…” sta per “mezzi di comunicazione” cui Mediàtica e Mediàtico, il composto Mediatèca. Ancora, Mèda (palo per segnalazione a Venezia) corrispondente a Mèta da METAM connesso con *Metà da MEDIETATEM, omn di un Mèta (termine agricolo) che sta per “mucchio di forma conica” dal lat META, eppoi Mediàle, Mediàno con Mediàna e Mediànico, Medianìsmo e Medianità, Mediàre dl lat MEDIARE interporre con Mediànte sia sostantivo sia preposizione impropria, Mediàto, Mediatòre e Mediaziòne, Mediastìno o Mediàstino (servo o assistente ed anche termine anatomico “parte mediana del torace”) con Mediastìneo, Mediastìnico e Mediastinìte (medicina), i prefissati Intermediàle, Intermediàrio, Intermediàto, Intermediaziòne e Intermèdio, Immediàto e Immediatèzza (con IN negativo sta per “senza intermediari”), eppoi Dimidiàto dal lat DIMIDIATUS diviso in due connesso con il gr DIDYMOS doppio-gemello cui Dìdimo (botanica) ma anche con valore umano di testicolo con i prefissati Epidìdimo (EPI sopra) e il relativo Epididimàrio e Epididimìte (suff ITE per patologia), Peridìdimo “involucro del testicolo” (PERI intorno). Dall’ar SIMSAR mediatore, l’ital conta l’omologismo Sensàle con Sensalerìa, Senserìa attraverso il sett Sensero “sensale”. Il toponimo Milano dal lat MEDIOLANUM vale in mezzo (alla pianura padana) in celt MIDLAND questo con LAND territorio termine esteso in “paese, località”, dove si sarebbero insediati i celti su un precedente emporio etrusco, e vrs il toponimo Meolo, attraversata dalla consolare Annia, nel veneziano, da un MEDIULUM che varrebbe “a metà strada” dalla terraferma alla laguna, cosicché il primo avrebbe perso il gruppo dio cui Me(dio)lanum e il secondo il grupp di cui Me(di)ulum. Il lemma Medàglia appartiene al percorso di MEDJUS, poiché è dal lat MEDIALIA plur neutro di MEDIALIS mezzo valore del denaro, ovvero “valore simbolico”, cui il fig botanico Medàglia snm di Lunaria, Medagliàio o Medagliàro, Medagliàre, Medagliàto, Medaglière, Medaglìsta e Medaglìstica. Dal lat volg MEDJUS già MEDIUS nel mezzo si conta Mèzzo “metà” questo anche sostantivo “da trasporto” e genericamente “elemento importante” oppure con valore di “quasi” e di “tramite” (omn di Mezzo da METIUS) cui il dim Mezzùccio, Mezzùle “doga mediana”, i prefissati Frammèzzo o Framèzzo con Frammezzàre o Framezzàre ed ancora Inframezzàre o Inframmezzàre, Intermèzzo con Intermezzàre e Tramèzzo (snm di Frammezzo, preposizione, avverbio e sostantivo) cui Tramèzza, Tramezzàre, Tramezzatùra e il gastronomico Tramezzìno.Il percorso conta ancora Mezzàdro dal lat MEDIATOR cui Mezzadrìa e l’aggettivo Mezzadrìle, Mezzaiòlo, Mezzàna questo sia “attrezzo” sia “operaia” detta anche Mezzànte sia “intermediaria” d’incontri amorosi segreti, Mezzanèlla (snm di Cavalletta in terminologia navale), Mezzàno con Mezzanìno e Mezzanità, il volg mer Minzana (dal fem Mezzana) “tipico recipiente in terracotta” (a capacità media) con Minzuddu “unità di misura” corrispondente all’ital Mezzìna con Mezzinèlla, Mezzèna “porzione di carne macellata), Mezzerìa o Mezzanìa (termine navale), i composti con MEZZA cui lo sportivo Mezzàla, i fig Mezzacalzètta e Mezzacartùccia, Mezzacòsta, Mezzagalèra “sorta d’imbarcazione”, Mezzalàna, Mezzamaiòlica, Mezzamànica, Mezzanàve (termine marinaresco), Mezzapàsta “pasta semilavorata” dalla locuzione Mezza pasta, Mezzapìcca snm di Partigiana, lo sportivo Mezzapùnta, Mezzaquarèsima dalla locuzione Mezza quaresima, Mezzària, il fig Mezzasèga, Mezzatèla, Mezzatìnta, Mezzavèla, Mezzèdima “metà settimana”; com MEZZO cui il fotografico Mezzobùsto dalla locuzione Mezzo busto snm di Primo piano, il marinaresco Mezzocàssero, Mezzocerchio, l’astronomico Mezzocièlo, lo sportivo Mezzofòndo con Mezzofondìsta dove Fondo vale “percorso”, Mezzomarinàro da Mezzo marinaio “mozzo”, Mezzòmbra, Mezzorilièvo, Mezzosàngue per incrocio di cavalli svoltosi nell’uomo quale snm di Sanguemìsto o Metìccio, Mezzoservìzio, Mezzotòndo “sorta di scultura” da Mezzo tondo, il marinaresco Mezzovèntola, la locuzione Mezzo punto (ricamo) eppoi Mezzo vuoto e Mezzo pieno espresse rispettivamente dal pessimista e dall’ottimista. Termine alieno l’omologismo Mezzàro “sorta di stoffa disegnata” o Mèzzero, varianti di Mèsero o Mèsere dall’ar MI ZAR velo In lat SESQUI sta per “metà (mezzo) in più” cui l’inv pref ital SESQUI per composizioni quali Sesquiàltero (composto con 198 ALTER altro) adottato in metrica e musica, il matematico Sesquilineàre, Sesquipedàle “un piede e mezzo” cui la locuzione Laterizi sesquipedali in uso nell’ant Roma, e metaf “esageratamente lungo” (come un discorso), Sesquiquadratùra nella terminologia astrologica, eppoi adottato dalla nomenclatura chimica per “composto binario” quali Sesquicarbonàto, Sesquiòssido e Sesquiterpène con Sesquiterpènico. Il pref è in via d’archiviazione, come nel caso della locuzione Sesquiossido di ferro sostituita con Triossido di Diferro. Dal lat MIGNO piccolo connesso con MINUS, l’ital conta ancora Mìgnolo con Mignàtta “sanguisùga” (suff dim ATTO 2) col composto Malmignàtta, eppoi Mignattàio e Mignattìno (sorta di uccelli) snm di Animina, Mìgnola (inflorescenza dell’ulivo), il glb franc Mignon da un ant MIGNOT da MINET micio, Mignòne, Mignonètto o la variante Miglionètto, il glb Mignonette (pron mignonet) “piccola bottiglia”, Mignòtta quale omologismo dal franc connesso al fem MIGNON nel senso di “favorita”; eppoi Mìnimo da MINIMUS (che vale “piccolissimo” quale superlativo di Piccolo) con Minimizzàre e Minimizzaziòne, Mìnima, Minimànte, il glb composto ingl Minimarket, meglio Minimercàto, il termine matematico Minimàssimo o Mìnimo-màssimo o ancora Mìnimax, i composti Minìmetro e Minimòsca questo termine pugililistico, l’inv lat neutro Minimum (termine amm.vo) cui, in locuzione glb lat-ingl, Minimum age (con AGE età) e Minimum tax (con TAX tassa ma attraverso il lat TAXA), i composti Mininvasìvo e Minisèrie; ancora, Minorànza, Minoràre, Minoràsco (esot sp su calco di Maggiorasco), Minoratìvo, Minoràto, Minoraziòne, Minòre e Minorìle, Minorènne (col suff ENNE per “anni”), Minorita con Minorìtico, Minorità con Minoritàrio, Minuètto attraverso il franc MENUET da MENU piccolo (pron menù) da questo il glb franc Menu italinizzato Menù, Minùgia o Minùgio o ancora Minùgie e Minùge, svoltosi in “budella” dal lat MINUTIA con l’esplicito Minùzia, Minuìre dal lat inv MINUIRE, la loc inv dal lat MINUS HABENS che vale meno dotato, Minùscolo dal dim lat MINUSCULUS di MINUS in opposizione a Maiuscolo, il composto Minusvalènza, Minùta con Minutàre e Minutàrio, Minutàglia o Minutàme, Minuterìa con Minutière, Minùto (di dimensioni) con l’omn Minutàre “minuzzare”, Minutènza, Minuterìa e Minutèzza, Minùto (tempo) con Minutàggio e Minutànte, Minùzia da MINUTIA particella con Minuziosàggine, Minuziosità, Minuzzàglia, Minuzzàme, Minuziòso, Minuzzàglia, Minuzzàre con il corrente prefissato Sminuzzàre (prefisso S da EX intensivo) cui Sminuzzamènto, Sminuzzatòio, Sminuzzatòre, Sminuzzatrìce e Sminuzzatùra, Minùzzolo con Sminuzzolàre e Sminuzzolamènto, il prefissato Diminuìre con Diminutìvo e Diminuziòne cui Sminuìre (cambio di pref, S da EX intensivo), il pref MINI per composizioni quali Mininvasìvo, Minirifòrma, Minigòlf e Minigònna, Minisèrie; in percorso il toponimo Minorca, la minore delle Baleari rispetto a Majorca. Dal gr MEIOSIS diminuzione l’ital conta il termine biologico Meiòsi. Da MINIMUS l’ital conta ancora l‘aggettivo Mènomo utlizzato in un percorso patologico cui Menomàre con Menomàbile, Menomamènto, Menomànte, Menomànza, Menomàto, Menomaziòne. \ La Minigonna, in chiave moderna, è nata ufficialmente il 13 marzo del 1965 su ispirazione della stilista Mary Quant; le minigonne, infatti, sono sempre riapparse storicamente nel tempo e nelle civiltà.\ L’ital, infine, conta nel percorso il glb Minimal Art, una corrente artistica nata negli anni Sessanta in USA, cui Minimal Music, esot dall’ingl MINIMALISM, offuscando i nostrani Minimàle, Minimalìsmo, Minimalìstica, Arte minimalistica, Musica minimalistica. Il lat conta il lemma Mìnio, l’ossido salino di piombo di colore rosso vivo, praticamente un inchiostro, da tema med MINIO cui il lat MINIUM cinabrio e l’ital Miniàre colorare col minio con Miniàto ed infine Miniatùra, questo vrs sovrapposto o connesso con MINUIRE. \ Nel Museo delle Miniature di Praga, è in mostra un capello umano sul quale è stata scritta una preghiera.\ Mìte è dal lat MITIS, cui Mèzzo (omn di Mezzo da MEDIUM) dal lat volg METIUS già MITIUS, cui Mitèzza, Mitigàre già Miticàre. Snm di Mite è Blàndo, dal lat BLANDUS, cui Blandimènto, Blandìre, Blanditìvo, Blandìzia, d’etimo non accertato, forse connesso fig alla rad BHLANG di Flamine, ma è un azzardo crederci. In gr, METIS vale prudenza-controllo, dal quale il lat ha coniato, da un risvolto fig, METIRI misurare svoltosi in MENSURARE da MENSURA cui Misùra con Misuràre, Misuratòre, Misuraziòne, i più espliciti Mensuràle e Mensuralìsmo, i prefissati Commisuràre con Commisuràto, Commensuràre (pref COM associativo) con Commensuràbile e Commensurabilità, Dimensiòne da DIMENTIRI con Dimensionàle e Adimensionàle (pref A privativo), Bidimensionàle, Equidimensionàle, Pluridimensionàle, Quadrimensionàle, Tetradimensionàle (gr TETRA quattro), Tridimensionàle e Unidimensionàle, eppoi Ridimensionàre (doppio pref RI), Dismisùra con Dismisuràto (col pref DIS vale “fuori misura”), Immensità e Immènso (pref IN negativo vale “non misurabile”), ed infine un Telemisùra cui Telemisuràre, Telemisuratòre e Telemisuraziòne. Il gr, in connessione, conta MEKOS lunghezza cui i composti Mecòmetro e Mecòtteri “Ordine d’insetti” col gr PTERON ala. 1 Per il motivo che è abbinato, quale ipocoristico, alla locuzione glb ingl Mass media “mezzi di comunicazione per le masse (o di massa)”, per la sua pron corrente all’ingl midia, è talvolta equivocato quale esot; in realtà è un termine ital puro. Corretta pertanto la pron all’italiana “i Media”, in percorso con Massmediàle, Massmediàtico, Massmediològico, Massmediòlogo. 2 L’ital conta un pref ATTO omologismo dal danese ATTEN diciotto, da anteporre ad una unità di misura per indicare l’iperbolica divisione per “un milardo di miliardi”. \ Radicale *MA MAN MAT MET Il termine primitivo MANUS, sarebbe divenuto MANIS buono, cui Ammansìre, Mànso, Mansuefàre (con il lat FACERE), un Mansuèscere dal lat volg MANSUESCERE abituare alla mano, Mansuèto, dal lat MANSUETUS composto col pref MAN e SUETUS abituato, con Mansuetùdine, Mastìno dalla locuzione lat CANIS MANSUETINUS questo dim di MANSUETUS, e l’associazione fig con il lat MANE mattino che sta per Buona ora. L’omn Mànso “parte di terreno” è dal lat medv MANSUM dimora da MANSUS rimasto. Mànso vale anche un appezzamento di terreno da poter essere arato con un solo paio di buoi o un solo aratro, una corruzione dal lat MANIER-MANEO podere da MANERE restare. Il lemma MANE lo ritroviamo in Domàni, dal lat DE MANE di mattino, con le varianti Dimàne, Domàne e inv in Màne comunemente nella locuzione Da mane a sera. Il termine Mànzo “bovino giovane” dal lat MANDJUS è il derivato dal tema med (alpino e preromano) MANDIO, ma è vrs una connessionre con Manso da MANIS, cui Manzolàio o Manzolàro; fuori percorso Manzoniàno, Manzonìsmo e Manzonìsta relativi allo scrittore A. Manzoni (1785/1873). \ La religiosità di A. Manzoni espressa tra le pagine “I Promessi Sposi” è autentica o un calcolato riscatto della sua conversione cattolica? \ Il termine MANIS buono, inoltre, va a consolidarsi semant in “frutto maturo”, confermando un contesto di civiltà agricola, infatti, partendo dalla rad MA di Matùro con Maturàre e Maturaziòne, va successivamente ad ampliarsi in MAT di Mattìno questo dalla locuzione MATUTINUM TEMPO di mattino (tempo mattutino) cui Mattìna con Mattinàle attraverso il franc MATINAL, Mattinàre, Mattinàta, Mattinièro e Mattutìno … e ad attestarsi in MET di METERE cui Miètere con Mietitòre, 199 Mietitùra e Mietitrìce questa brevettata da McCormick nel 1834, eppoi i composti Mietilegatrìce o l’ellissi Mietilèga, Mietitrebbiatrìce: eppoi Mèsse “raccolto e depositato” dal lat MESSIS dal Pp MESSUS di METERE cui il più usato plur Mèssi, Messòrio, Messidòro dal franc MESSIDOR (col gr DORON dono) che stava per il decimo mese del calendario rivoluzionario francese, corrispondente al primo mese dell’estate, dal 19/20 giugno al 18/19 luglio. \ In connessione con la rad MAT di Mattino, MATUTA era la dea etrusca del mattino ed esiste un poetico connubio madre-mattino in una raffigurazione etrusca della maternità MATER MATUTA, la metaf della madre mattino dell’uomo (che lo dà alla luce); in vrs connessione con il toponimo Mattinata nel Gargano. Nell’entroterra tarentino, a Grottaglie, si venera la Madonna della Mutata - coincidenza o ant fede pagana cristianizzata e svoltasi in metatesi Matuta-Mutata - la cui tradizione vuole che il suo simulacro sia stato ritrovato alle prime luci dell’alba voltato verso questo paese, a testimonianza che intendeva essere qui adorata; comunque, il termine Mutata starebbe anche per “voltata, girata” o almeno in sovrappposizione. \ Il tema MANUS MANIS va ancora a consolidarsi in MAN (ebraico) di Mànna “cibo biblico” omn di Manna “fastello d’erba”, Mannèto, Mannìte, Mannìtolo, Mannòsio o Mannòso, dilagando nel lat MANUS cui Màno (del contadino) già Màna (omn dell’omologismo Mana polinesiano) con Manàta e nei suoi numerosi derivati, prefissati e composti, quali Manàle omn di Manàle relativo alle divinità lat Mani, Manatèllo, smarrendo lungo il percorso l’origine contadina, quali il peggiorativo Manàccia con Smanacciàre, Smanacciàta e Smanacciòne, le locuzioni Di mano in mano, Farsi prendere la mano, Passare la mano, Venire alle mani, la traduzione Mano vuota dal giapponese KARATE, cui l’esot Karatè, dove KARA vuota e TE mano. Eppoi Magnàno snm di Stagnino e Calderaio che usa le mani dal lat volg MANIANU cui il Magnanìna “sorta Passeriforme così indicato fig per il colore scuro , Mància attraverso il franc MANCHE manica con Manciàta \ Pare che l’origine della Mancia è da ricercare nella tradizione delle dame medievali di donare al cavaliere la manica manche del proprio abito \ Màncipe e Mancìpio (con il lat CAPERE vale “ciò che preso” con mano, ad indicarne la proprietà, in origine riferito ad uno schiavo), Mànco dal lat MANCUS difettoso di mano con l’avv Almànco dalla locuzione Al manco svoltosi nel snm di Almeno o Soltanto, l’avverbio Nemmànco dalla saldatura di Né e Manco, Mancìno attestatosi nel senso di difettoso di mano destra cui un Mancini nella cognomastica, Mànca “parte sinistra”, Maneggiàre con Maneggèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE e Manèggio, Rimaneggiàre con Rimaneggiamènto e Rimaneggiàto; eppoi Manètta, meglio Manètte, con Smanettàre e Smanettòne, Mànica con Manicàio dal lat MANICA e vale dalla forma di manica, Manìccia con la variante Manìzza, Manièra con Manieràre, Manieràto, Manierìsmo, Manierìsta e Manierìstico, Manieròso. Maniera ha il suo snm in Guìsa, omologismo dal franc ant GUISE già WISA, utilizzato in locuzione A guisa di… o In guisa di… Il percorso MANUS prosegue con Manifèsto “posto in mano” il cui suff non è chiaro (forse in connessione con il lat FASNOM tempio nel senso fig di “aperto a tutti”) cui Manifestatamènte, Manifestamènto, Manifestànte, Manifestatòre, Manifestaziòne, Manifestìno, col prefissato Contromanifestàre cui Contromanifestànte e Contromanifestaziòne; in questo percorso si conta il prefissato Infèsto dal lat INFESTUS volto contro (il tempio-l’apertura per tutti) cui Infestàre (IN illativo) con Infestamènto, Infestànte, Infestàtore, Infestaziòne, Infestiòne questo ellittico di Infestare e Infezione, con gli opposti Disinfestàre cui Disinfestànte, Disinfestatòre, Disinfestaiòne e Disinfestiòne. Il termine glb Manager cin Managemeno, in percorso, è dall’ingl TO MANAGE dirigere cui gli omologismi Manageriàle, Managerialìsmo, Managerialità, le locuzioni glb Management buy-out dove (TO)BY vale “acquisire” e nel complesso “acquisizione dell’impresa da parte della maggioranza”, Lead manager dove LEAD vale “fila” cui Lead bank “banca capofila”. Dalla locuzione ingl HAND IN THE CAP mano nel cappello quale metafora di estrarne il denaro, in area glb si conta il risvolto “gioco d’azzardo” specie in gergo sportivo e ippico cui Handicapper “periziatore” da Handicap che con gli omologismi Handicappàre ed Handicappàto s’è risolto fig nel significato di “svantaggio-pregiudizio”, infatti Handicap è una tipica corsa ingl dove i concorrenti più quotati concedono un vantaggio agli altri; dal termine HAND mano, in connessione indoeur con il tema MAN, l’ital conta o glb Handing “maneggiamento”, Handout “ipocoristico di un argomento” col suff OUT fuori e dal verbo TO HAND OUT distribuire, quindi “fuori della mano”, il termine d’informatica Handshake”stretta di mano” con TO SHAKE scuotere, cui il ballo Shake, Shaker “sbattitore” e gli adattamenti Shakeràre o Scekeràre con Shakeràto e l’omologismo Scecheràre. Termini alieni nel percorso di MANUS, gli omologismi Màna “forza soprannaturale” (omn del desueto Mana per Mano, ma che potrebbe essere reinterpretato come “la mano soprannaturale”) di genesi polinesiana cui Manaìsmo, eppoi Manachìno “sorta di uccello Passerifirme della Famiglia dei Pipridi” dal ptg MANAQUIN, infine Manàide o Menàide “sorta di barca mediterranea”, ma che potrebbe intendere “facilmente da menare, manovrabile”. \ L’umanità sarà migliore quando in ogni famiglia ci sarà un figlio o un fratello portatore di handicap o negro (SA).\ Dal gr DELOS manifesto l’ital conta Delomòrfo e dal prefissato ADELOS non manifesto (pref A privativo) conta Adelomòrfo; e da una voce cinese, l’ital ha adottato l’omologismo Dazibào “manifesto a caratteri grandi” cui le varianti Dazebào, Tazebào e Tatzebào. Da MANUS l’ital continua ancora con Manìglia dal dim lat MANICULA piccola mano cui la locuzione fig Maniglie dell’amore “rotolini grassi ai fianchi”, il volg MANUBELLA svoltosi nell’ital Manovèlla con Manovellìsmo; il prefissato Smanìglia o Smanìglio sta per “braccialetto-monile” e fig “piccola mano femminile” dallo sp MANILLE col pref S intensivo cui Smanigliàre. Eppoi, Manèsco (con suff aggettivante ESCO), Manìsta, Manòso, Mànna (omn di Manna “cibo biblico”) dal lat MANUA piccolo fascio d’erba-manciata col dim Mannèllo, Mannàia o Mannàra con Mannarìno che vale “maneggevole” dal lat MANUARIA, Manòpola dal lat MANUPULA attraverso lo sp MANOPOLA, Manòvra con Manovràbile e Manovrabilità, Manovràre, Manovratòre e Manovrière o Manovrièro e Manovrìna, dal lat MANUOPERA attraverso il franc MANUVRE, eppoi l’aggettivo Manuàle cui Manualità e Manualizzàre, il sostantivo Manuàle cui il dim Manualìno, con Manualiìsta, Manualìstica e Manualìstico, Manualità e ancora Manualizzàre dal lat MANUALIS da MANUARIUS. Il percorso conta ancora Manùbrio dal lat MANUBRIUM, Mònco (inc Manco con Tronco) con Moncòne (snm di Troncone) e i fig Mancàre, Mancànza e Ammànco; infine utilizzato in pref MANO o MAN (tronco) o MANU per composizioni quali Mancorrènte, Mandrìtta e Mandrìtto o Manrìtta e Manrìtto, Manfòrte, Manodòpera, Manolèsta, Manlèva da Manlevàre, Manomissiòne e Manomèsso con Manumissiòne, Manomòrta, Manonèra, Manopèsca (al tatto pare buccia di pesca), Mansàlva, Manoscrìtto, Manovalènza con Manovàle (lat MANUALEM), Manovìa, Manrovèscio o la variante Marrovèscio “schiaffo o sberla”, Manufàtto dalla locuzione lat MANU FACERE fare a mano questo vicino al glb ingl Manufacturing” produzione” da TO MANUFACTURE fabbricare in percorso con Manifattòre, Manifattùra, Manifatturière e Manifatturièro col pref adattato; eppoi Manutenère e Manutenziòne, Manutèngolo, più corrente Manutèngola, (dalla 1° persona di 200 Manutenere “io manutengo”), Manutèrgio (col lat TERGERE asciugare). \ La legge della manomorta d’epoca medv consisteva nella confisca delle proprietà terrene del vassallo deceduto. \ Il percorso MANUS conta ancora i vari Mantenère dal lat MANU TENERE tenere con mano cui Mantenimènto. Mantìle “asciugamano”. Mantrugiàre “spiegare con la mano” dalla locuzione lat MANU TRUDERE spingere. Dal tema MAN, insomma, si articola una moltitudine di lemmi derivati e composti, cui Mandàre (composto con il lat DARE, quindi “porre in mano”, “affidare”) e Mandamènto, che con i pref diventa Comandàre (pref COM associativo) dal volg COMMANDARE cui il devb Comàndo, svoltosi in un fem Comànda “ordinazione”, con un glb ingl Commàndo questo omn di un secondo glb Commàndo o Comàndo “cordicella” dal franc COMMANDE; eppoi Comandamènto (dal XII sec), il Pp sostantivato Comandànte, Comandàta, Comandatàrio col risvolto religioso Comandatària, Comandàto, Comandatòre, Commendàre dal class COMMENDARE cui Commènda e Commendatòre. Il prefissato Comandare conta ancora le elaborazioni di Accomandàre (doppio pref AD allativo e COM) attraverso il prvz ACOMANDAR affidare in garanzia cui Accomandànte, Accomandatàrio, Accomandàto, Accomandaziàne, Accomandìgia, Accomandìta con Raccomandàre (triplo pref RI iterativo AD allativo e COM) cui Raccomandàbile, Raccomandàta, Raccomandatàrio, Raccomandatìzio, Raccomandàto, Raccomandatòre, Raccomandatòrio e Raccomandaziòne. Il percorso prefissato continua con Demandàre da DEMANDARE (pref DE di separazione) e le attestazioni Dimandàre con Dimànda e Dimàndo quale variante toscana di Domandàre e Domànda questo ancora attestazione variante di Demandare con Ridomandàre o Ridimandàre (RI iterativo), Rimandàre con Rimandàbile, lo scolastico Rimandàto e il devb Rimàndo (RI iterativo), infine Tramandàre (pref TRA di là, vale “mandare attraverso la discendenza”) con Tramandamènto e Tramandatòre. In percorso Comàndolo “attrezzo tessile” con il verbo prefissato Accomandolàre. Emancipàre è inv dal lat EMANCIPARE (col suff dal lat CAPERE prendere) con valore di “liberare (prendere) dalla PATRIA POTESTAS patria potestà” ossia dalle “mani” del padre, cui Emancipàto con un corrotto Emancippàto, Emancipatòre, Emancipatòrio, Enancipaziòne. Il termine Smancerìa con Smanceròso è d’etimo non accertato, tuttavia si può supporre che sia connesso con Mancia (col pref S intensivo) raffigurando le sdolcinature di chi tende la mano. Il termine Manièro, omn di Maniero”castello” è dal prvz MANIER maneggevole dal lat MANUARIUS manuale e nella terminologia della falconeria sta per “falco docile”, infatti il falco si fa condurre docilmente sulle mani, sul polso. Amanuènse 1 , col pref A, dal lat AMANUENSIS vale “con la mano, a mano”, snm di Menànte questo da Menare “usare le mani”. Termini alieni nel percorso, Amanìta “un fungo”inv dal lat AMANITA già gr AMANITES relativo all’oronimo turco Amano. Emendàre dal devb da MENDUM difetto con pref EX, vale “togliere il difetto”, quindi non in percorso con MAN DARE. Mandarìno “persona” discendente del sct MANTRIN consigliere e l’omn Mandarìno “frutto”, che pare sia stato coniato alludendo al colore della pelle del primo… ma la bontà di questi agrumi maturi al punto giusto è indiscutibile e, ripiegando nella nostra storia etim, è impressa nel loro nome in italiano “piccolo frutto buono, maturo posto in mano”, cioè il Mandarino cui Mandarino cinese o Fortunèlla quali versione ital del KUMQUAT un piccolo agrume orientale, Mandaràncio snm di Clementina, inoltre, è l’ibrido con Arancio. Màndorla, con Màndorlo, Mandorlàto, e Mandorlèto, è dal lat AMANDULA, già gr AMYGDALE, cui anche, esplicito dal lat, Amàndola e vrs il toponimo mer Amendola sede di un importante aeroporto nel Tavoliere. Manfàno”strumento di legno” con Manfanìle è dal lat MANPHAR attestatosi MAMPHUR d’origine osca. Manometrìa con Manòmetro è cn il gr MANOS poco denso. Nel percorso gr, l’ital conta Amìgdala (anatomia, mineralogia, paleoetnologia), Amigdaliàno (cultura preistorica), Amigdalìna (glicoside), Amigdalìte snm di Tonsillite, Amigdalòide “di forma a mandorla”. L’ar conta QUBBAYTA mandorlato cui l’omologismo Cubàita o Copàta e Copèta “dolci di mandorle” con un volg Cupeta, diffusi in Puglia. 1 Il termine Amanuense è corretto sotto il profilo etim poiché è l’ipocoristico del lat SERVUS A MANU che sta per Scrivano. L’autore di queste pagine, tuttavia, ritiene parimenti corretto il termine Emanuènse, tale da utilizzarlo nelle pagine del suo libro “Racconti cisfantastici”, poiché il pref E è una variante del pref S dal lat EX e indica un’azione estrattiva e durativa (Ved Pref E in Macchia…), giusto come la scrittura, questa estratta dall’uso della mano e durevole nel tempo. Oggi, con il sempre più diffuso strumento del computer, chi insiste a pubblicare ricorrendo alla stampa cartacea, può essere tranquillamente definito Gutenberghiàno, come l’Amanuense così discriminato subito dopo l’avvento della stampa (1450). \ Suffisso CO Il lat MANCUS difettoso di mano rispecchia la serie con suff CUS in ital CO proprio di difetto fisico, quali CAECUS cui Cièco con Ciecàle, Ciecamènte, Ciecàre e Cièco in parziale complanare con Cèca “sorta di anguilla”, ancora Cèca “sbavatura di un foro”, Cecàggine o Cecità, Cecàle, Cecàre con Accecàre e Acciecàre cui Accecamènto e Acciecamènto, Accecànte, Accecatòio, Accecatòre e Accecatùra, o ancora Eccecàre o l’obsoleto Escecàre (con pref ES intensivo poi attestatosi in E raddoppiando la vocale iniziale del lemma) con Eccecaziòne; eppoi Cecarèlla (malattia per bovini), la variante Cèco o Cecàto Cicìgna o Cicìglia dal lat CAECILIA snm di Luscengola, i composti Cecogràmma (messaggio scritto particolare per ciechi), Cecomegalìa (intestino cieco) e l’onomastico Cecilia. Da non equivocare con l’omn Cèco relativo alla Repubblica Ceca che con la Slovacchia costituivano la Cecoslovacchia cui Cecoslovàcco, indipendenti dal 1993). Il gr conta lo specifico TYPHLOS cieco cui i composti Tiflografìa con Tiflògrafo, Tiflologìa, Tiflòpidi (Famiglia di rettili, col gr OPS OPOS vista). Il suff CUS-CO riappare in CLAUDIUS zoppo cui Claudicàre, Claudicànte, Claudicaziòne con l’onomastico Claudio con il ricorrente dim Dino, cui Clàudia o Clàudio “sorta di susino” così chiamato in onore della regina Claudia consorte di Francesco I di Francia (1515\1547; riappare in LUSCUS guercio-orbo cui Lùsco usato unicamente nella locuzione Tra lusco e brusco e Lòsco in attestazione corrente eppoi Luscèngola snm di Cicigna “sorta di rettile (lucertola) creduto orbo” dal fem lat LUSCA, e riappare in FLACCUS cui l’aggettivo Fiàcco con Fiacchèzza, Fiaccàre con Fiaccàbile e Fiaccatùra, il sostantivo Fiàcca, Fiacchìte trattato come malattia col suff medico ITE, eppoi Flàccido questo in lat FLACCIDUS dal verbo FLACCERE denm di FLACCUS che, inc con RAUCUS rauco, ha dato Fiocàggine, Fiòco. Da includere il sostantivo Fiàcco che sovrapponendosi a Fracco sta per “grande legnata (percosse)” o “rovina-strage”. Io gr conta AMBLYS fiacco cui Ambliopìa con Amblìope e Ambliòpico, composti con OPS occhio. Da LUSCUS guercio si vorrebbe far derivare il lat volg LUSCINJOLUS dim di un class LUSCINIA, cui l’ital aferetico Usignòlo, il poetico Rosignòlo, o Rusignòlo o ancora Rusignuòlo, questo transitando dal franc ROSINHOL e i desueti Lusignòlo o Lusignuòlo (fedeli all’origine), la varietà Usignolo di fiume. Un termine, Usignolo, ricco di perplessità: la 201 connessione con LUSCUS guercio pare assurda, a meno che non ci sia un’associazione fig col suo canto notturno, al buio (famoso l’episodio dell’allodola e dell’usignolo in Giulietta e Romeo), e la scomparsa della L iniziale è dovuta alla credenza di averla considerata un articolo apostrofato, ossia L’uscinia e l’Uscinjolus, come è accaduto con il lemma Lampone erroneamente attestatosi da l’Ampon. Dagli anni trenta e per tutta la metà del secolo ed oltre, gli intervalli radiofonici erano melodiosamente scanditi dal cinguettìo di un usignolo meccanico, ovvero da un carillon, detto “l’uccellino della radio”. Il termine Carillon pare omologismo dal franc, in realtà è l’adattamento franc dal lat QUATERNIONEM gruppo di quattro cose, nello specifico “quattro campane”. \ Mascalco Lazzaro Mascalcìa e Mascàlco sono i discendenti dal franc MARECHAL già MARHSKALK questo composto con SKALK servo addetto al MARH cavallo, cui il lat volg MARISCALCUS, donde Maresciàllo con Maresciallàto e Maresciallerìa, eppoi Maniscàlco o Marescàlco, cui Marescalchìa o Marescalcìa, con l’obsoleto Manescàlco poiché s’è sovrapposto il lat MANUS. Mascalzòne, infine, è l’inc di Mascalco con Scalzo, corredato di suff peggiorativo ONE, cui Mascalzonàta. Un snm di Mascalzone è Lazzaròne o Lazzèrone da Làzzaro o Làzzero questo dal noto personaggio Lazzaro, il lebbroso citato nel Vangelo, ma anche da Làzzaro “povero-plebeo” attraverso lo sp LAZARO cencioso in ogni modo ricopiato dal primo (Ved Onomastica ebraica in Vano…); il termine ultimo si sarebbe sovrapposto al fatto che si legava le brache con un misero laccio, LAZO in sp cui l’esot ital Làzo o Làsso attraverso l’ingl LASSO. Tutta la sequenza dei derivati, incluso Lazzaronàta-Lazzeronàta, si svolge in complanare con Lazzaro-Lazzero, Lazzarone-Lazzerone cui Lazzaronìsmo. Sovrapponendo San Lazzaro con Santa Maria di Nazareth è stato coniato a Venezia Lazzarètto o Lazzerètto, un luogo di quarantena, così diffusosi dappertutto. Pseudoetim, Lazzeruòlo o Lazzeròlo, Lazzaruòlo o Lazzaròlo “albero delle rosacee”, coniato integrando l’articolo di Azzeruòlo o Azzaruòlo, Azeruòlo e Azzeruòlo che ne sono le varianti fedeli all’originale; il termine è omologismo dall’ar AZ ZUR RUR attraverso lo sp ACEROLO, cui la locuzione botanica Mele lazzeruole. \ Toga Doga Doge Tòga è il sostantivo astratto del lat TEGERE coprire da rad S-TEG svoltosi nel gr STEGO copro, cui Tètto, col dim Tettùccio, quale Pp TECTUM e Tègola dal dim TEGULA questo anche nel senso di coperchio, connesso rad con Tegumènto “rivestimento organico del corpo animale (pelle) e vegetale” da TEGUMENTUM e con TEGMINA plur di TEGMEN copertura cui Tègmine (termine anatomico della zoologia al fem plur) snm di Elitra-èlitra dal gr ELYTRON involucro; eppoi Tettìte o Tectìte, il composto Tettogènesi “origine delle strutture tettoniche”, Tettòia da TECTORIA, Tettònica dal gr TEKTONIKOS connesso con TEKTON di Tecnica (Ved Tela…), Tettònico, Tettonìte, Tettòre e Tettrìce; eppoi il prefissato Architètto (lat ARCHITECTUS) capo costruttore, in percorso con Architettàre, Architettònica e Archetettònico, Architettonicamènte, Architettòre snm di Architètto, Architettùra. Attraverso l’ingl, in area glb si conta dal 1960 il termine Shed “tettoia” cui la locuzione adottata in edilizia Copertura a shed. Col pref DE sottrattivo il verbo TEGERE diventa scoprire, cui il nome d’agente DETECTOR inv nel glb ingl Detèctor “rivelatore” e Detective questo transitato dall’ingl DETECTIV investigatore da TO DETECT scoprire cui ancora il glb Detection investigazione; col pref PRO a favore diventa PROTEGERE, cui Protèggere, il glb franc Protege “beniamino”, Protèggere, Proteggitòre, Protettìvo, Protètto, Protettòre con Protettoràle, Protettoràto (attestatosi in ambito politico), Proteziòne, Protezionìsmo (attestatosi in ambito economico) con Protezionìsta e Protezionìstico, il prefissato Sprotèggere (S sottrattivo) con Sproteziòne, il composto semiesot ital-ingl Proteggislìp con SLIP mutandine, i composti Gastroproteziòne, Radioproteziòne. Altra rad indoeur per coprire è SKU, cui il long SKUR copertura e, per associazione, Scùro, che assimila il termine long SKUR al pref lat OBSCURUS (pref OB), questo anche snm di Imposta (della finestra), con Scuràre, Scurèzza, Scurìre, Scurità o Scuritàte, il percorso di tecnica pittorica Scurìsmo cui Scurìsta e Scurìstico, in antitesi a Chiarismo con Chiarista e Chiaristico; il percorso fedele al lat conta il denm Oscuràre con Oscuràbile, Oscuramènte, Oscuramènto (termine diffuso durante i bombardamenti), l’ideologia Oscurantìsmo con Oscutatìsta e Oscurantìstico, Oscuràto, Oscuratòre, Oscurità, Oscùro, il cui snm, in senso altamente fig, è Fòsco, con l’onomastico Fosco svoltosi “dalla capigliatura scura”, e con i prefissati Infoscàrsi, Offuscàre, Offuscaziòne, Rinfoscàrsi e Rinfoschìrsi, dal lat FUSCUS derivato dalla rad DHUSKO rintracciabile nell’ingl DUSK (ricordarsi della pron lat-ital f relativa al gruppo rad indoeur DH). Con la rad DHUSKO è vrs connesso il gr PHAIOS scuro cui il pref FEO per composizioni quali Feocròmo snm di Cromaffìne, Feocromocitòma questo con CITO “cellula” e suff medico OMA. Il lat medv conta un PERSUS scuro, che si potrebbe intendere in qualche modo una corruzione connessa col gr PHAIOS, cui Pèrso dal XIII sec (omn di Perso “perduto”) che per accezione vale “di colore cupo con deboli riflessi rossi o viola” cui la locuzione Stoffa persa. Il lat conta pertanto COOPERIRE “rendere scuro”, in connessione col gr PHAIOS, in ital Coprìre con Coprènte, Coprimènto (omn del composto Coprimento), Copritòre, cui il nome di strumento Copèrchio con Coperchiàre e il prefissato Scoperchiàre con Scoperchiatùra, dal lat OPERCULUM donde il termine tecnico Opèrcolo e il biologico Opercolàto, eppoi Copèrta o il lenito Covèrta e Copèrto o Covèrto in risonanza col franc COUVERT, Copertamènte, il dim Copertìna con Copertinàto e Copertùra o Copritùra, composto da CUM e OPERIRE, questo a sua volta composto dal pref OP e la rad TWERE aprire, eppoi i prefissati Discoprìre con Discropimènto, Ricoprìre con Ricopèrta, Ricopèrto, Ricopertùra, Ricoprènte, Ricoprìbile e Ricropimènto, Scoprìre cui Scopèrta o il volg Scoverta, Scopertamènte, Scopertìsta Scopèrto o Scoverto sia sostantivo che aggettivo, Scoprimènto, Scopritòre e il doppio prefissato Riscoprìre con Riscopèrta, i composti Copricalcàgno, Copricalorìfero, Copricapànna, Copricàpo, Copricatène, Copricèrchio, Copricostùme, Coprifàsce, Coprifèrro, Coprifiàmma, Coprifòco o Coprifuòco, Coprigiùnto, Coprilètto, Coprimateràsso, Coprimènto (che copre il mento) omn del sostantivo Coprimento, Coprimisèrie, Coprimòzzo, Copriorècchi, Copripiàtti, Copripièdi, Copripiumòne, Copripudènde snm di Perizoma (con Pudendo), Copipùnto, Copriradiatòre, Coprirète, Copririsvòlto, Copriruòta, Coprisedìle, Coprisèlla, Coprisèmi, Coprisèsso “indumento”, Copritastièra, Copritàvolo, Copriteièra, Copritovàglia, Coprivettùra e Coprivivànde. Dalla rad TWERE aprire, il percorso ital conta Aperitìvo (che apre la via al pasto), Apèrto, Apertùra, Aprìbile, Aprìre, Apritòio, Apritòre, Apritùra, i composti Apribàlle, Apribòcca, Apribottìglie, Apribùste, Apricàsse, Apripìsta, Apripòrta, Apriscàtole; termini alieni nel percorso, il prefissato Aprochèilo “suono senza sporgere le labbra” con A privativo dal gr PROCHEILOS labbra fuori (pref PRO) cui i suoni vocalici italiani U e O questa sia aperta che chiusa, il termine poetico Aprosdòketon inv dal gr APROSDOKETON inaspettato che vale “chiusa poetica inaspettata”, il patologico Aprosessìa 202 “disattenzione” dal gr PROXESIS attenzione con A privativo. Eppoi, ancora nel percorso di Aprire, Parète con Paratìa (collettivo di Parete), da un ant Paratìo, Paratòia, e l’aggettivo Parietàle, questi nel senso di “aprire come un abbraccio”, ossia abbracciare tutto l’interno, ad esempio, di una casa, di una nave…; il termine Paietàle è utilizzato anche in anatomia, il sostantivo Parietàrio snbm di Muraiola. Da non equivocare Parietale con l’aggettivo Parètico, questo da Paresi sul calco semantico di Ascetico-Ascesi o Cosmo-Cosmesi. Dallo scozzese PLAIDE coperta, è diffuso il termine glb Plaid e non è inverosimile una sua connessione con il rad indoeur PLT di piatto nel senso superficie ampia. Dòga non appartiene allo stesso percorso, è invece derivato dall’inc lat di DOCUS trave con con DOGA botte già gr DOKHE recipiente cui Dogàme, Dogàre, Doghettàto connesso con il lat medv DUGARIA fosso cui Dogàia,, il prefissato Sdogàre (S sottrattivo). Dòge, infine, con Dogàdo o Dogàto, Dogàle, Dogalìna e un fem Dogatèssa, è l’adattamento fonetico veneziano lenito (in origine DOZE) dal lat DUX DUCIS duce cui Dùca con Ducàle, Ducàto e Duchèssa, Dùce dal verbo DUCERE guidare di rad DEUK tirare; eppoi Dòtta (omn di Dotta “tempo” e Dotta “timore”) dal lat DUCTAM fem del Pp DUCTUM cui Dòtto o Dùtto (omn di Dotto da DOCERE) adottato in anatomia cui Duttàle, con un prefissato Sdòtto o Sdùtto, Pp di EXDUCERE. Dal lat DUCTIONEM (acque)dotto l’ital conta Docciòne “canalone” dal quale, letto erroneamente come accr, è derivato Dòccio e il fem Dòccia con Docciàre e Docciatùra. In percorso, i prefissati Addùrre con Addòtto, Adducìbile (fedele al lat DICERE), Adduttànza, Adduttìvo, Adduttòre e Adduziòne, eppoi il doppio prefissato Raddùrre (RI AD). Il desueto Condùcere (CUM associativo) con i correnti Conducìbile, Conducibilità e Conducènte, eppoi Condùrre con Condòtta, Condottièro, Condòtto o Condùtto, Conduttòre, l’inv dal lal Condùctus, Conduttànza, Conduttìvo (suff durativo IVO) 1 Conduttùra, Conduziòne e il composto Conduttometrìa con Conduttomètrico; attraverso lo slavo VOJEVODA condottiero composto da VOI esercito e un suff da VODITO guidare, l’ital conta l’omologismo Voivòda o Voivàda. Dedùrre da DEDUCERE (DE di valore risolutivo) con Dedòtto, Deducìbile con Deducibilità, Deduttìvo con Deduttivìsmo, Deduttòre e Deduziòne. Educàre con Educàbile e Educabilità, Educamènto e Educànda con Educandàto (termini spirituali), il glb ingl Educational, Educatìvo, Educàto, Educatòre, Educatòrio ed Educaziòne con Educazionàle da EDUCARE intensivo di EDUCERE (pref EX fuori con valore di tirar fuori “dall’ignoranza”) cui Edùcere o Edùrre con Edòtto. Indùrre da INDUCERE (IN illativo) con Indòtto, Induttànza (con un suff ANZA omologato dal franc INDUCTANCE rintracciabile in altri lemmi ital), Induttivìsmo, Induttività, Induttìvo, Induttòre, Induttòrio, Induziòne e il composto Induttòmetro. Perdùrre o Perdùcere da PERDUCERE (pref PER “attraverso”). Obduziòne da OBDUCTIO OBDUCTIONIS (OB verso). Prodùrre o Prodùcere da PRODUCERE (pref PRO “a favore”) col Ppres Producènte, Producìbile con Producibilità, Producimènto (meglio Produzione), eppoi il Pp sostantivato Prodòtto o Prodùtto da PRODUCTUS cui Produttìbiule, Produttìstico, Produttìvo con Prodittivìstico, Produttività, Produttòre, Produziòne, in locuzione glb ingl Product manager “Direttore di promozione e vendita del prodotto”, (Impresa) Product oriented “Impresa orientata a migliorare il prodotto”, Product test “Prova del prodotto”, eppoi il doppio prefissato Riprodùrre (RI iterativo) con Riproduttìvo, Riproduttività, Riproduttòre e Riproduziòne, la composizione Riprografìa o Reprografìa (Riproduzione e Grafia) attraverso il ted REPROGRAPHIE con Riprogràfico o Reprogràfico. Ridùrre da REDUCERE (RE d’inversione) o i desueti Redùrre con Redùcere, Ridùcere, Riducènte, i correnti Riducìbile con Riducibilità, Riducimènto, Reducìsmo e Reducìstico, eppoi Ridòtto o Ridùtto, Riduttìvo, Riduttòre, Riduziòne o Reduziòne con Riduzionàle, eppoi Reduttàsi “enzima” attraverso l’ingl REDUCTION e suff chimico ASI. Tradùrre (TRANS attraverso) con Tradòtto, Tradòtta, Traduttòre, Traduttìvo, Traduziòne, Trasdùrre con Trasduttòre e Trasduziòne (termine fisico, da Condurre, cambiando il prefisso da CUM a TRANS), il composto Traduttologìa; ed infine Sedùrre da SEDUCERE (prefissato SE con valore di condurre via con sé) o Sedùcere con Sedòtto, Seducènte, Seducìbile, Seduttìvo con Seduttività, Seduttòre, Seduziòne. 1 Il suff IVO, aggettivante per sostantivi e deverbali, è di forma elementare, vrs connesso con il celt IWE attivo, da questo l’onomastico Ivo con Ivonne. \ Metonimia Sineddoche Metonimìa o Metonomìa, con Metonìmico, dal gr META cambiamento e ONYMA nome, donde “guadagnare con sudore” sta per “lavorare con fatica, sacrifici” e Sudore è la metonimia di “lavoro faticoso”; eppoi con Metonomàsia dal gr METONOMAZO chiamo con un nome diverso cui Metònimo questo il nuovo cognome assunto a seguito di una metonomasia. Sinèddoche dal gr SYN insieme e DECHESTHAI accogliere, donde “costruirsi un tetto” sta per “costruirsi una casa”; Tetto è la sineddoche di Casa. Metonimia si è attestato correntemente includendo anche (unificandosi con) la Sineddoche. Gli esempi possono continuare con “leggere Manzoni” (quello che ha scritto) o “mangiare un piatto” (ciò che contiene), figure che si differenziano dalle Metafore, dove il rapporto è virtuale, come “ascoltare un dolore” (un lamento). In estensione, dire Pneumatico, (gr PNEUMA soffio) in relazione al contenuto, invece di Gomma (gr KOMMA) questo in relazione al materiale dell’oggetto. \ I mesi Mèse, dal lat MENSIS, stando al suo etimo ME misurare, è la dodicesima parte dell’anno, vale a dire una unità di misura e ogni mese, tradizionalmente, ha un proprio nome; in percorso Mesàta e i più latini Mensìle con Mensilità, Mensilmènte e il prefissato Inframensìle, Mensuàle con Mensualità e Mèstruo o Mènstruo dal lat MENSTRUUS, che vale appunto mensile con Mestruàle. Dal gr MENOS mese l’ital ha coniato, oltre a Mestruo (altrove analizzato) il termine Menopàusa, che vale “interruzione dei mesi” (delle mestruazioni), composto con Pàusa, cui Posàre, dal lat PAUSARE fermarsi eppoi Menàrca composto col suff ARCA che vale inizio, quindi “prima mestruazione”, Menorragìa (col gr RHAGIA rottura) o Menorrèa “aumento anomalo del flusso mestruale” con Menorròco (col gr RHEO scorro) e Menòstasi (con Stasi, vale “cessazione patologica”). Da MENOS, ancora, con suff LOGOS, ci è pervenuto Menològio “libro dei mesi, calendario”. Per Febbraio, Marzo, Aprile, Maggio, Settembre, Ottobre, Novembre e Dicembre Ved terzine attinenti. Gennàio, dal lat IANUARIUS, è dedicato al dio Giano, cui l’ant onomastico Gianuario e il ricorrente Gennaro. Partendo da Gianuario - dal lat IANUARIUM pertinente a Giano e successivamente relativo a Gennaio, il mese di Giano - per congiungersi con il termine lat GULA gola, fu coniato il volg garganico Giangulatorie, che sta a sintetizzare le ghiottonerie per la ricorrenza della festa del dio Giano, qui venerato, più recentemente per ogni ricorrenza festiva, oggi esteso semant a qualsiasi cosa buona, quali dolcetti, taralli e simili. Curioso, ma non tanto coincidentale, l’assonanza con Giaculatòria 203 “preghiera che si getta (invia) al Dio” dalla locuzione lat PREX IACULATORIA cui prece e giaculatoria questo dal verbo volg IECTARE già class IACTARE scagliare, vrs durante la festività, quando, assolto il dovere religioso della Giaculatoria, tutti ricorrono alle Gianculatorie. Dalla locuzione lat IN GULA l’ital ha coniato Ingòlla ed Ingollàre, poi, ispirandosi al volg INGLUVIARE, il lemma Ingoiàre; il percorso di GULA continua con Strangolàre, dal lat STRANGULARE già gr STRANGALOO, Strangolamènto, Strangolatòre, Strangolaziòne, Stràngoli e Strangugliòne “singhiozzo soffocante”, con il composto Strangolaprèti o il snm Strozzaprèti poiché il long aveva il proprio termine STROZZA per gola, cui l’ital Stròzza, Strozzàre con Strozzamènto, Strozzàto, Strozzatòio, Strozzatòre, Strozzatùra, Stròzzo nel senso di “usura” cui Strozzinàggio, Strozzinèsco e Strozzìno, ancora il composto Strozzascòtte (con Scotta) e la sovrapposizione Stròzzule (con Gorgozzule). Fuori percorso Strozzière “addetto alla falconeria”, questo dal franc moderno AUTOUR astore, già ant OSTORIER da OSTOR, prvz ASTOR, eppoi Strùzzo, la cui vita media è di 50 anni, questo dal lat STRUTHIO già gr STRUTHION con Struzionifòrmi (l’Ordine). \ La storiella dello struzzo che nasconde stupidamente il capo sotto la sabbia quando minacciato, cui la locuzione Fare come lo struzzo è una falsità storicamente indotta da Plinio il Vecchio; il tutto è nato dal fatto che gli struzi nidificano in una buca sotto il terreno, e nemmeno tanto profonda, dove porgono il cibo ai loro piccoli. Un uovo di struzzo conterrebbe 22 uova di gallina. \ Strùzza, infine, che sta per “balestrone”, è di un precedente Astùzza, questo dim volg di Asta, con aferesi della A ed epentesi della r (Struzza da (A)Stuzza), il cui snm è Livàrda omologismo dall’ol LIJWAARTS sotto vento attraverso il franc LIVARDE. Il termine Gola, dal lat GULA, presenta assonanza con Ugola-ùgola, la sua rad GWER inghiottire ha infatti il gruppo letterale GW in comune con la rad UGWA di Uva. Nel percorso rad di GWER, l’ital conta il sostantivo Ghiòtta “leccarda”, l’aggettivo Ghiòtto con Ghiottòne e Ghiottonerìa col prefissato Inghiottonìre, eppoi i prefissati dal lat GLUTTIRE già inghiottire cui Inghiottìre da INGLUTIRE con Inghiottimènto, Inghiottitòio “voragine”, Inghiottitòre con IN illativo e Ringhiottìre (doppo pref iterativo RI), Deglutìre con Deglutiziòne di tarda mutazione da Inghiottire col pref DE conclusivo. Ugola, allora, data la sua forma anatomica, non sarebbe che il dim lat di Uva. Il lemma ormai disperso Uvola-ùvola, allora, è oggi riadattato in Uvula-ùvula, cui Uvulàre, Uvulìte, che valgono Ugola, il relativo non corrente Ugolàre e l’infiammazione all’Ugola. Il rumore nell’inghiottire ha il suo onomatopeico in SC FL cui Scuffiàre. Il lat conta ancora BRONCHUS già gr BRONKHIA per gola o trachea cui Brònco meglio Brònchi, con Bronchìte (suff medicoITE) e Bronchìtico, Bronchiàle, Bronchiòlo con Bronchiolìte (suff medico ITE), sovente in composizione quali Bronchiettasìa o Bronchiectasìa col gr EKTASIS distensione da TEINEIN tendere prefissato EK fuori cui l’ital Ectasìa o Ettasìa con Ectàsico o Ettàsico “dilatato”, ECTASIA o ETTASIA per composizioni; eppoi Bronchiògeno, Broncocostrittòre, Broncodilatatòre, Broncografìa, Broncogràmma, Broncolìtico, Broncologìa, Broncopleurìte, Broncopolmonàre con Broncopolmonìte, Broncoraggìa col gr RHAGE eruzione, Broncoscopìa con Broncoscòpio, Broncospàsmo, Broncostenòsi col gr STHENOS forza, Broncotomìa L’anatomico Bronchi dal gr-lat BRONKHIA-BRONCHUS (la cui diramazione ricorda quella rami) è vrs connesso fig con un precedente termine cui il lat BRONCHUM stermo-ramo donde l’ital omn-snm Brònco “ramo” con Broncòne (grosso ramo) e un obsoleto avverbio Broncolòni, il franc BRONCHE cespuglio e il devb EMBRONCHIER vacillare (come un cespuglio) donde l’esot Bròncio con Imbronciàre o Imbroncìre e Imbronciàto. Giùgno dalla locuzione IUNIUS MENSIS mese di Giunone, dedicato alla dea lat omologa della gr ERA, consorte di Giove e protettrice delle donne, del matrimonio, del parto, vrs connesso col tema YEU giovare, YEUW vivere. Nell’antica Roma, infatti, IUNO è lo spirito della donna diversificato da GENIUM, lo spirito dell’uomo. Dall’agionimo Giunone dal lat JUNO JUNONIS si ha Giunònico e Giunònio. Giùgnolo vale “frutto che matura in giugno”. Lùglio, invece, è alla memoria di Giulio Cesare, il disgraziato condottiero romano nato giusto in quel mese, che da lui prenderà il nome IULIUS (morirà assassinato a marzo). IULIUS, nome storico del patriziato romano, ricorre nell’onomastica in Giulio, con Giuliano da IULIANO discendente dei Giulio e Giulietta, in concorrenza col più ant Giulio questo dal troiano IULO “relativo a Giove”, il figlio di Enea. Agòsto, dal lat AUGUSTUS, lo è dell’imperatore Augusto, dalla locuzione AUGUSTUM MENSEM mese augusto. In percorso Agostamènto attraverso il franc AOUTEMENT con AOUT agosto, Agostàno o Agostìno. L’onomastico Augusto, infatti, ha una variante in Agosto cui il relativo Agostiniàno e, in omn, il dim Agostìno e l’aggettivo Agostìno questo, snm di Sìlvio, relativo ad un tipo di carattere tipografico. \ Uva Vite Dalla rad UGWA, si ha Uva-ùva, Uvàceo, Uvàggio, l’aggettivo Uveo-ùveo e Uvìfero; termine alieno, ma fig connesso, è Uvea-ùvea con Uveàle e Uveìte (nei Vertebrati). “Uva passa” è definita con l’omologismo Zibìbbo, dall’ar ZABIB. Eppoi il dim Uvètta, il composto Uvìfero. \ L’Uva, da tempi immemorabili è il simbolo di buon auspicio. Maria Uva, d’origine franc (Duval di Lourds?) intonava canti patriottici a Suez, al passaggio delle navi con le truppe italiane, negli anni di conquista dell’Africa. Vivente al 28 maggio 01, ultranovantenne ha detto “Ho fatto quello che ho potuto per la guerra d’Africa; ho fatto il mio dovere.” \ Restando in ambito, Tràlcio, con i prefissati Intralciàre (pref IN illativo), Intralciamènto e Intràlcio, Stralciàre, Stralciatùra e Stràlcio (S sottrattivo), è dal lat TRALUCEM già TRADUX ramo di vite, il cui snm Sarmènto o Sermènto, con Sarmentòso o Sermentòso, è dal lat SARMENTUM da SARPERE potare (nello specifico, le viti). Vìte (omn di Vite meccanica) è dal lat VITEM da rad WEYE curvo (i rami della vite, ossia i tralci, sono naturalmente curvati) cui Vitàcee (la Famiglia), Vitàlba dalla locuione lat VITIS ALBA “vite bianca”, Vitàto “coltivato a viti”, Viterìa, Vitìcchio da VITICULUM, Vitìccio, snm di Vignuolo, con Viticciòso, Vitìcolo con Viticoltùra e Viticoltòre, Viticultùra con Viticultòre, Vitìfero, Vitìgno, il fig Vitìneo (termine artistico), Vitivinìcolo (con Vinicolo) cui Vitivinicoltùra con Vitivinicoltòre, Vitivinicultùra con Vitivinicultòre; Vìtice dal lat VITEX “arbusto delle Verbenacee” snm di Agnocàsto da AGNOS entrambi dalla locuzione lat scientifica VITEX AGNUS CASTUS vitice puro ispirata al lat AGNUS CASTUS agnello casto sintetizzato in “puro” cui il composto Eleàgno (con ELAIA oliva e AGNOS agnocasto) e Eleagnàcee (la Famiglia), eppoi Vitilìgine (malattia cutanea) dal lat VITILIGO ed entrambi vrs connessi in maniera fig. Dal gr KLEMA tralcio di vite, connesso con KLAO rompo, si ha Clemàtide o Clematìte sorta di pianta delle Ranuncolacee. Dalla stessa rad WEYE curvo cui il lat VIERE curvare, per una connessione fig si ha il nome d’azione lat VITIS, cui Vìte (omn di Vìte botanica), Vitìcchio, Vitàme (suff AME per collettivi), Viterìa, Vitòne, i prefissati Avvitàre (AD allativo) con Avvitamènto, Avvitàta, Avvitàto, Avvitatòre, Avvitatrìce, Avvitatùra, Avviticchiàre con Avviticchiamènto, Invitàre (IN illativo) che sta per “avvitare” (omn di Invitare “ospitare”), Svitàre (S sottrattivo) con Svitamènto, Svitàto e Svitatùra. 204 L’idea della Vite di giunzione è sorta dalla Coclea di Archimede, detta anche Vite di Archimede, un meccanismo per la sollevazione dell’acqua, diversa dalla ruota. Dopo diverse applicazioni, la vite di connessione apparve nel XV sec seguita dalla punta del trapano nel 1744 e dalla vite a croce nel 1934 altrimenti detta Vite Phillips dal suo inventore H. F. Phillips. In gr, la Vite botanica è AMPELIS AMPELIDOS cui, in complanare, Ampelidàcee (la Famiglia, snm di Vitacee) e il pref AMPELO per composizioni quali Ampelodèsma (col gr DESMOS legamento, altrimenti detto Saracchio), Ampelografìa, Ampelogìa, Ampelotecnìa, Ampeloterapìa (snm di Botrioterapia “dieta curativa con esclusivo consumo di uva”). DESMOS legamento, riappare in composizioni scientifiche con DESMO svoltosi in tendine, quali Desmologìa con Desmològico nella terminologia anatomica, eppoi Desmomiàri (Ordine di Tunicati, con il lat MYS muscolo), Desmopatìa, Desmosòma, Desmotropìa con Desmòtropo. \ Gotto Gozzo Gusto Il termine Gòtto è dal lat GUTTUS vaso (connesso con GUTTA goccia) dal gr KOTHON recipiente, cui Aggottàre con Aggottamènto e Aggottatòio, eppoi Gùtto questo semantizzatosi gola attraverso il lat fig GUTTUR gola, cui Gutturàle, Gutturalìsmo, Gutturalizzaiòne. Partendo da un rad comune, in attestazione semant diversa, attraverso macchinosi percorsi ed inc lemmatici, anche con la serie onomatopeiaca GR GR, l’ital conta Gòrga (canna della gola) o Gorgòzza (lat volg GURGUTIA) o Gorgòzzo cui il dim Gorgozzùle connesso con il lat GURGULIS e Gòzzo questo con Gozzùto e i prefissati Ingozzàre con Ingozzamènto, Ingozzàta, Ingozzatrìce, il tragico Sgozzàre con Sgozzamènto, Sgozzatòre e Sgozzatùra; dal lat INGLUVIES gozzo l’ital conta Ingubbiàre attraverso il passaggio da un GUBBIO del XIII sec, vrs in connessaione fig con il toponimo umbro Gubbio. Il percorso conta Gozzovìglia, già Godovìglia, cui Gozzovigliàre dal lat GAUDIBILIA cose godibili e Gozzovigliòso, dove Gozzo e Godimento si sovrappongono. Dal tema med GABA gozzo, l’ital ha ottenuto il denm Gavazzàre “ingrossare il gozzo”, Gavìgne dal lat GABINIUS appartenente al gozzo, Gavòcciolo “bubbone”, l’esot Gavòtta transitato dal franc GAVOTTE, dal prvz GAVOTO, nome della danza dei GAVOTS, ovvero “dei gozzuti”così chiamati i montanari alpini (forse da una comunità geneticamente affetta di tiroidissmo?). Termine alieno nel percorso appare Ghiòzzo dal lat GOBIUM, “sorta di pesce” e fig “zoticone”. Il percorso prosegue con Gòrgia, Gorgièra (snm di Golètta da “capo d’abbigliamento” ), Gorgheggiàre cui Gorgheggiamènto e Gorgheggiatòre, Gòrgo dal lat volg GORGUS vortice già GURGES GURGITIS cui un poetico Gorgàre, Gorgàta e Gùrgite con i prefissati Ingorgamènto con Ingorgàre e Ingòrgo, Ingurgitàre e Rigurgitàre con Rigurgitamènto e Rigùrgito, Sgorgàre on Sgòrgo. Ancora, Gorgogliàre (adottato già nel 1300), con Gorgogliamènto, Gorgogliatòre e Gorgoglìo, snm di Gorglottàre questo di genesi onomatopeica già adottato dal 1926. Il termine Gorgogliòne “insetto parassita” dal lat GURGULIO GURGULIONIS variante di CORCULIO CORCULIONIS, di genesi onomatopeica, non pare in connessione, bensì una corruzione, cui Curculiònidi (Famiglia di Coleotteri). Da un inc tra il franc ENCOMBRER e Gorgo, l’ital ha coniato Ingombràre con Ingombrànte e Ingòmbro, Sgombràre o Sgomberàre, Sgombràto e il suo ipocoristico Sgòmbro, il composto Sgombranève. L’omn Sgòmbro “pesce dei Tunnidi” è pseudoetim, ovvero una variante attestatasi dal corretto Scòmbro dal gr SKOMBROS, in lat SCOMBER. Dalla Liguria si è esteso il termine Gòzzo nel significato di “piccola imbarcazione”, vrs nel senso fig di GUTTUS vaso e in veneto Gotto è un bicchiere di vino, fig da un’ant misura veneziana per i liquidi, che valeva 1,9 lt. Dal rad GEUS del valore di assaporare, il gr conta GEUOMAI riversatosi nel lat GURERE il cui intensivo GUSTARE è transitato inv in ital con l’astratto Gùsto dal gr GEUSIS e il verbo Gustàre donde i prefissati Ageusìa (A privativo) “ che non si ha gusto”, Degustàre con Degustatòre e Degustaziòne (pref DE durativo), Disgustàre con Disgustàto, Disgustèvole, Disgùsto e Disgustòso (pref DIS di opposizione), Sgustàre. \ Il nome del mitologico mostro femminile Gòrgone, la cui chioma era un insieme di serpi, tradotto inv dal gr GORGONE già GORGON da GORGOS spaventoso è vrs connesso fig col percorso di Gorgo poiché si sarebbe assimilato il lat GORGUS gorgo al gr GORGOS spaventoso. Diversamente da Omero, la Gorgone sarebbe stata più tardi identificata in una trinità, Medusa questa inv dal lat MEDUSA già gr MEDOUSA che sta per moderatrice da rad ME-D riflettere svoltosi in signora dominatrice, Steno che stringe (mortalmente) dal gr STENOS stretto connesso con STHENOS forza, ed Euriale la più grande (di mole) dal gr EURYS ampio. Derivati, da Gorgone l’aggettivo Gorgòneo e Gorgònia questo una specie di suggestivi coralli che con le loro ramificazioni ricordano la capigliatura del mostro; da Medusa, Medùsa, la creatura marina dei Celenterati cui il composto Discomedùse (l’Ordine, che col gr DISKOS vale “a forma di disco) e Idromedùsa (con IDRO) e Medusèo relativo alla Gorgone. Una sorta di Medusa potrebbe vivere in eterno, pochè ha la proprietà della metamorfosi in Polipo e viceversa, in ciclo perpetuo. \ 205