documento - San Siro di Nervi

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Parrocchia San Siro di Nervi
Via dei Vassalli, 1 – 16167 Ge-Nervi
GRUPPO CATECHESI E FORMAZIONE
LE SFIDE PASTORALI SULLA FAMIGLIA NEL CONTESTO DELL’EVANGELIZZAZIONE
QUESTIONARIO
La Comunità Parrocchiale di San Siro di Nervi è stata convocata il giorno 15/12/2013 Per una
convivenza allo scopo di dibattere gli argomenti proposti dal Questionario e ricavarne una
comune sintesi. I materiali sono stati proposti in anticipo alla intera Comunità. Le coppie
presenti, insieme al Parroco Don Amos Romano, hanno affrontato in maniera complessiva gli
argomenti proposti ai punti 1, 2 e 3 del questionario stesso. Anziché attenersi in modo
scrupoloso e puntuale alle specifiche domande, i partecipanti hanno in qualche caso preferito
fornire una risposta complessiva. Quanto segue è una sintesi di quanto emerso nell’incontro.
Nella ricorrenza del Battesimo di Gesù si è svolto un secondo incontro nel corso del quale sono
state trattate le tematiche legate all’apertura alla vita. Il confronto è stato molto animato e, per
motivi di tempo, non è stato purtroppo possibile trattare il tema del rapporto fra famiglia e
persona. Di esso la comunità parrocchiale farà comunque tema per un prossimo incontro.
In colore rosso le sintesi delle risposte.
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1 - Sulla diffusione della Sacra Scrittura e del Magistero della Chiesa riguardante la famiglia
a) Qual è la reale conoscenza degli insegnamenti della Bibbia, della “Gaudium et Spes”,
della “Familiaris Consortio” e di altri documenti del Magistero postconcilare sul valore
della famiglia secondo la Chiesa Cattolica? Come i nostri fedeli vengono formati alla vita
familiare secondo l’insegnamento della Chiesa?
La conoscenza della Bibbia è scarsa, dei documenti della Chiesa nulla. Il gruppo dei
partecipanti aveva al più sentito menzionare alcuni documenti del Magistero (Familiaris
Consortio, Humanae Vitae, Lettera alle Famiglie di Giovanni Paolo II°, Direttorio di Pastorale
Familiare ….). Ciò pur avendo tutti frequentato i Corsi di preparazione al Matrimonio.
b) Dove l’insegnamento della Chiesa è conosciuto, è integralmente accettato? Si verificano
difficoltà nel metterlo in pratica? Quali?
nn
c) Come l’insegnamento della Chiesa viene diffuso nel contesto dei programmi pastorali a
livello nazionale, diocesano e parrocchiale? Quale catechesi si fa sulla famiglia?
I Corsi di preparazione al matrimonio sono l’ultima occasione d'incontro e catechesi. Ma si
osserva che, su 10 famiglie che vengono a chiedere il Battesimo per i loro figli, 8 non sono
sposate e quindi non hanno neppure avuto la pur insufficiente opportunità dei Corsi di
preparazione al Matrimonio che molto spesso avviene dopo un “vuoto” di partecipazione che
è iniziato dopo la Cresima.
Si è quindi discusso su come, a giudizio dei presenti, la Chiesa debba comportarsi. Secondo
alcuni la Chiesa potrebbe chiudere di più i confini (condizionando l’inclusione a persone
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preparate) e svolgere una formazione di crescita per chi si riconosce e si impegna a restare
nell’ambito ecclesiale.
Secondo altri occorre lasciare aperto il recinto e cercare di arrivare a tutti.
Certamente è importante saper proporre più acculturamento per poi esigerlo, ad es. tramite il
catechismo. Sicuramente qualcosa manca da parte della Chiesa nella proposta, però
qualcosina si può migliorare per recuperare in termini di comunicazione e coinvolgimento.
I giovani considerano in generale la coppia cristiana come limitata dalle regole (e perciò più
“sfigata”).
Si è concluso che dal momento che oggi viviamo in un ambiente che di cristiano non ha più
niente, bisogna ripartire da una ri-evangelizzazione per riscoprire la gioia e la sostanza del
messaggio evangelico. Tutti hanno convenuto che più si conosce il Vangelo e più ci si sente
coinvolti e partecipi. Prima di tutto impegnarci noi in un cammino per riscoprire il messaggio
cristiano, poi tutto il resto viene di conseguenza. Forse è per questo – per la nostra carenza –
che la famiglia non trasmette più niente. Occorre anche aggiungere che i genitori trasmettono
ai figli valori e convinzioni attraverso una comunicazione non verbale (La Carne che si fa Parola)
che presuppone una convinzione e partecipazione profonda.
d) In quale misura – e in particolari su quali aspetti – tale insegnamento è realmente
conosciuto, accettato, rifiutato e/o criticato in ambienti extra ecclesiali? Quali sono i
fattori culturali che ostacolano la piena ricezione dell’insegnamento della Chiesa sulla
famiglia?
I fattori culturali che ostacolano la comprensione e la accettazione del Matrimonio è l’impegno
al “per sempre”, perché la cultura prevalente favorisce la provvisorietà. Fra le altre cause si
conviene quindi che la pregiudiziale condizionata o forse più spesso la inconsapevolezza e la
leggerezza con le quali ci si avvicina al Matrimonio ne sono causa di sostanziale nullità.
In qualche modo si avverte come anche nelle coppie impegnate il Matrimonio vada maturando
con il tempo e con l’affrontare insieme gioie e difficoltà scontrandosi frequentemente con un
insegnamento improprio se non addirittura sbagliato anche da parte di sacerdoti che non
sembrano in grado di guidare una pastorale matrimoniale alla luce del Vangelo.
2 - La pastorale della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione
a) Quali sono le esperienze nate negli ultimi decenni in ordine alla preparazione al
matrimonio? Come si è cercato di stimolare il compito di evangelizzazione degli sposi e
della famiglia? Come promuovere la coscienza della famiglia come “Chiesa domestica”?
b) Si è riusciti a proporre stili di preghiera in famiglia che riescano a resistere alla
complessità della vita e della cultura attuale?
c) Nell’attuale situazione di crisi tra le generazioni, come le famiglie cristiane hanno saputo
realizzare la propria vocazione di trasmissione della fede?
d) In che modo le Chiese locali e i movimenti di spiritualità familiare hanno saputo creare
percorsi esemplari?
e) Qual è l’apporto specifico che coppie e famiglie sono riuscite a dare in ordine alla
diffusione di una visione integrale della coppia e della famiglia cristiana credibile oggi?
f) Quale attenzione pastorale la Chiesa ha mostrato per sostenere il cammino delle coppie
in formazione e delle coppie in crisi?
Troppo spesso gli sposi cristiani dimenticano che il Sacramento del Matrimonio attraverso la
sua Grazia inserisce, in modo speciale e proprio in quanto tali, gli sposi nel ministero
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sacerdotale, profetico e regale di Gesù. Si aggiunge così una dimensione relazionale
all’impegno di testimoniare ed annunziare il Vangelo: anche il bacino della buona notte dei
genitori ai figli è una benedizione, è un gesto sacramentale.
Spesso ci sentiamo dire dai sacerdoti che la Chiesa è famiglia di famiglie, ed è vero, però si è
persa la consapevolezza e convinzione che la famiglia è una piccola Chiesa, che la cena della
famiglia assume una dimensione eucaristica, che “dove due o tre sono riuniti nel mio nome
….”, se in famiglia non si è abituati ad essere piccola Chiesa viene a mancare la base per una
trasmissione transverbale della Fede. Su di essa si può inserire la preghiera comune e l’ascolto
della Parola; entrambe le cose possono esserci solo se inserite nella logica di Famiglia Chiesa
domestica.
Tanto più facciamo fatica a trasmettere ai figli questi valori perché non abbiamo più intorno
molte altre famiglie che condividono impegno e gioia.
Siamo meno, e, anche se forse siamo più consapevoli della “separatezza” delle nostre famiglie
dal modello familiare corrente, dovremmo interrogarci di più su questa specie di “scrematura”
progressiva che in qualche modo riduce il nostro numero usando come vaglio criteri che non
sono cristiani. Nella trasmissione della Fede è fondamentale l'incontro con l’altro che è
persona e siamo tutti responsabili della trasmissione del Vangelo per poter essere strumenti
dell’incontro con Gesù (cfr. Zaccheo) consapevoli che non siamo noi ma è Lui che è il motore
dell’incontro.
Ci sono movimenti di spiritualità personale e familiare (Cursillos, Incontri Biblici, Centri di
Preparazione al Matrimonio, Equipe Notre Dame, Incontri Coniugali/Matrimoniali, Focolari …)
ma non sono né valorizzati né inseriti in modo organico nel cammino della Chiesa e forse, se
non apertamente osteggiati, sono vissuti un po’ troppo come “centrifughi” da molti pastori
delle Chiese particolari che vorrebbero che “tutto” del cammino di Fede personale e
comunitario avvenisse nel seno della comunità parrocchiale.
Forse dovremmo ricordare di più che la strada della Chiesa è larga, l'importante è la direzione:
camminare insieme verso il Suo Regno.
Nella diversità dei Carismi essere quindi Comunità in Comunione.
C’è posto per tutti, ciascuno di noi con il bagaglio delle capacità, dei limiti, delle gioie, delle
sofferenze, dei dolori. Non dovremmo poter essere mai allontanati dalla Comunione con Gesù.
Il non poter fare la Comunione da separato è un dolore: come ci ha ricordato il Papa
l’Eucarestia è cibo e forza per chi soffre. Ma tanto più il non poter dare l'esempio di tale
frequentazione ai propri figli non va bene: si rischia di dare un messaggio di un Dio che rifiuta e
allontana. Ciò anche se talvolta i figli avvertono la sofferenza dei genitori e sanno che la fanno
anche un po' per la mamma e papà che non la “possono” fare.
Ma molto della pratica ecclesiale risente di questa difficoltà. Agli sposi che vengono da
precedenti esperienze fallite viene negata la assoluzione in confessione. La Chiesa è molto
meno misericordiosa di quanto dovrebbe per essere testimone di Cristo.
Il messaggio vincente è l'integralità di una scelta che apparentemente è da “perdente” che poi
nella Resurrezione di Gesù risulterà la vincente. La gioia del Vangelo è già un programma e la
gioia non la si trasmette a parole.
Troppo spesso invece sembra che la Chiesa ci tratti da bambini piccoli e la conseguenza è che ci
se ne allontani proprio come il bambino. Infatti gli aspetti della morale cattolica che sono
trasmessi con maggiore enfasi sono i divieti e i peccati sessuali. Riteniamo che ci debbano
essere linee guida ma che cosa deve essere la regola? (La legge per l’uomo o l’uomo per la
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legge?). Si conviene infatti che ultima istanza della morale è la retta coscienza, spazio del
misterioso incontro fra ciascuno di noi e il Signore. Occorre formare di più i cristiani ad
ascoltare il Signore che ci parla nella nostra coscienza assumendo anche con coraggio posizioni
che da essa ci derivano.
Il rapporto fra Regola e Coscienza è questione di equilibrio, la coscienza è a livello soggettivo e
poi c'è un piano oggettivo che forse dovrebbe diventare sempre di più sintesi delle istanze
particolari.
3 - Sulla pastorale per far fronte ad alcune situazioni matrimoniali difficili e per l’educazione
dei figli in tali situazioni
a) La convivenza ad experimentum è una realtà pastorale rilevante nella Chiesa
particolare? In quale percentuale si potrebbe stimare numericamente?
b) Esistono unioni libere di fatto, senza riconoscimento né religioso né civile? Vi sono dati
statistici affidabili?
c) I separati e i divorziati risposati sono una realtà pastorale rilevante nella Chiesa
particolare? In quale percentuale si potrebbe stimare numericamente? Come si fa
fronte a questa realtà attraverso programmi pastorali adatti?
d) In tutti questi casi: come vivono i battezzati la loro irregolarità? Ne sono consapevoli?
Manifestano semplicemente indifferenza? Si sentono emarginati e vivono con
sofferenza l’impossibilità di ricevere i sacramenti?
e) Quali sono le richieste che le persone divorziate e risposate rivolgono alla Chiesa a
proposito dei sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione? Tra le persone che si
trovano in queste situazioni, quante chiedono questi sacramenti?
f) Lo snellimento della prassi canonica in ordine al riconoscimento della dichiarazione di
nullità del vincolo matrimoniale potrebbe offrire un reale contributo positivo alla
soluzione delle problematiche delle persone coinvolte? Se sì, in quali forme?
g) Esiste una pastorale per venire incontro a questi casi? Come si svolge tale attività
pastorale? Esistono programmi al riguardo a livello nazionale e diocesano? Come viene
annunciata a separati e divorziati risposati la misericordia di Dio e come viene messo in
atto il sostegno della Chiesa al loro cammino di fede?
h) Qual è in questi casi la proporzione stimata di bambini e adolescenti in relazione ai
bambini nati e cresciuti in famiglie regolarmente costituite?
i) Con quale atteggiamento i genitori si rivolgono alla Chiesa? Che cosa chiedono? Solo i
sacramenti o anche la catechesi e l’insegnamento in generale della religione?
j) Come le Chiese particolari vanno incontro alla necessità dei genitori di questi bambini di
offrire un’educazione cristiana ai propri figli?
k) Come si svolge la pratica sacramentale in questi casi: la preparazione, l’amministrazione
del sacramento e l’accompagnamento?
La convivenza prematrimoniale è ormai un dato reale, probabilmente intorno all'80%. La
convivenza è un fatto reale, bisogna prenderne atto. Forse, dal momento che i ministri del
sacramento sono gli sposi, una volta che i due si donano reciprocamente all’altro nel retto
impegno a costituirsi come coppia feconda, c’è vivo ed efficace fra loro il dono dello Spirito
Santo: è la Chiesa che deve cercare di non restare al di fuori di questo patto fra i due e il
Signore. Ma è forse la Chiesa che dovrebbe riuscire a riconoscere nell’amore fra i coniugi la
sua vocazione al mistero della unione matrimoniale con il Cristo.
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Quando gli sposi decidono di unirsi in Matrimonio nel vincolo sacramentale davanti alla
Chiesa, arrivano spesso famiglie già formate.
Il programma dei CPM è quindi da rivedere, si tratta quasi sempre di un accompagnamento
spirituale verso una crescita umana e cristiana consapevole. E ciò, pur dovendo basarsi sul
dono incondizionato e irreversibile, anche se occorre prevedere che la debolezza umana non
possa garantire il “per sempre” per tutti.
Sono un cammino nuovo di preparazione al matrimonio, anche se poi non serve ai fini del
garantire il per sempre.
Prendete la mano di Gesù e non lasciatela mai, però non potete più fare la comunione?
Sarebbe importante dare un messaggio di accoglienza – la Giustizia di Dio è la Sua Misericordia
– e ciò viene spesso smentito da una Chiesa – non solo la gerarchia e la istituzione – che
giudica e mette “paletti”. E si perde il messaggio della accoglienza nella comunione dell’amore
di Dio.
Il primo contatto che si ha nei corsi del catechismo dovrebbe essere esprimibile come un
invito: “Vieni perché il Signore ti vuole bene e anch’io te ne voglio!” Ciò va al di là
dell’insegnamento della “dottrina”.
Un “Ascolta Israele” basato sulla accoglienza, sull’amore e sulla comprensione: questa è fra
l’altro la rivoluzionaria Verità di Gesù. A questa dovrebbe essere informata ogni nostra
pastorale: dalla catechesi ordinaria, alla formazione ad accogliere i doni sacramentali,
all’impegno a vivere nella pienezza, nella gioia e nella gratitudine il Vangelo di Gesù. Solo
Cristiani che vivono in pienezza questa convinzione sono testimoni credibili del Vangelo
E non quali sono i 10 comandamenti. Diamo tanti messaggi, ma ci perdiamo il cuore, la base.
“Lasciatevi riconciliare con Cristo” è sempre Lui che ci viene incontro.
Sicuramente ci vuole una coscienza personale, però il creare le regole e mettere i paletti fa
perdere a volte noi stessi.
4 - Sull’apertura degli sposi alla vita
a) Qual è la reale conoscenza che i cristiani hanno della dottrina della Humanae vitae sulla
paternità responsabile? Quale coscienza si ha della valutazione morale dei differenti
metodi di regolazione delle nascite? Quali approfondimenti potrebbero essere suggeriti
in materia dal punto di vista pastorale?
b) È accettata tale dottrina morale? Quali sono gli aspetti più problematici che rendono
difficoltosa l’accettazione nella grande maggioranza delle coppie?
c) Quali metodi naturali vengono promossi da parte delle Chiese particolari per aiutare i
coniugi a mettere in pratica la dottrina dell’Humanae vitae?
d) Qual è l’esperienza riguardo a questo tema nella prassi del sacramento della penitenza
e nella partecipazione all’eucaristia?
e) Quali contrasti si evidenziano tra la dottrina della Chiesa e l’educazione civile al
riguardo?
f) Come promuovere una mentalità maggiormente aperta alla natalità? Come favorire la
crescita delle nascite?
4.a) Si concorda che la conoscenza delle Encicliche in generale e dell' Humanae Vitae in
particolare è quasi nulla anche da parte di coppie di sposi abbastanza vicini alla vita della
Chiesa. I convenuti lamentano il tecnicismo delle domande di questo questionario che appare
un po’ troppo orientato agli “addetti ai lavori” ma dopo un po’ di discussione si conviene che
tale tono faccia parte del modo per comprendere lo stato della situazione.
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Entrando nel merito si mette in evidenza come la Humanae Vitae proponga un sacco di spunti
importanti sul senso e sulla dignità della vita umana mentre in effetti essa è ricordata come
“l’Enciclica della pillola”.
Ci si interroga sul significato della Enciclica in sé. Essa viene a far parte formale del Magistero e
può essere ripresa e modificata con altra Enciclica. Si tratta di un formalismo che viene sentito
come un diktat che però viene proposto a persone che mancano delle basi, di una
consapevole e coerente scelta di fede. Si aggiunge anche che spesso la regola nasconde la
paura (è il caso della Chiesa, che si può “nascondere” dietro un impianto normativo; è il caso
del singolo che, come il “giovane ricco” si può “nascondere” dietro una ottusa osservanza dei
precetti). L’approccio pastorale è quello della accoglienza: la legge morale e la coscienza –
vista come lo spazio dell’incontro individuale con Dio – sono dentro di noi e ad essi si sfugge
difficilmente (il “ci siamo nascosti perché siamo nudi” di Genesi). L’amore dei fratelli deve
essere immagine di quello di Gesù che accoglie senza giudicare.
In quest’ottica anche parlare di “metodi naturali” sembra improprio: paternità responsabile ed
accoglienza della vita sono espressione di un atteggiamento complessivo della coppia a
prescindere dai “tecnicismi” messi in atto. Si sottolinea fra l’altro come il periodo fecondo
della donna sia in genere anche quello nel quale è più profondo e vivo lo stimolo fisiologico e
l’unione fisica degli sposi, che meglio che in altri periodi condividono il piacere e
l’appagamento, ne è arricchita.
La fisicità e fra l’altro un valore e dovrebbe essere riscoperta anche nel rapporto
interpersonale. Viene peraltro messo in evidenza come la fisicità del modello occidentale,
forse ancor più quella del mondo latino, risulta inaccettabile per i modelli orientali. Il “vestire”
la sostanza dell’essere figli di Dio, fratelli di Gesù Cristo che è Signore e che ci ha salvato è
strettamente legato alla “incarnazione” in ogni specifica cultura.
Si torna a parlare delle regole. Qualcuno le vede come stimolo e spunto per la crescita
personale: possono aiutare a camminare verso la “regola” dell’Amore (“Alla fine della vita
saremo giudicati sull’amore” e “Ama e poi fa ciò che vuoi”) che supera ogni tentazione di
relativismo alla quale forse potremmo essere soggetti nella negazione della norma.
Tornando alla vita matrimoniale occorre forse tornare indietro a cercare di comprendere il
“Mistero grande” di Dio e della Chiesa legati da un rapporto matrimoniale del quale gli sposi
sono chiamati ad essere testimoni. Forse abbiamo scritto troppo ….
4.b) In quest’ottica la nostra piccola comunità dichiara con franchezza di non condividere né
applicare le norme proposte dal Magistero in tema di regolazione delle nascite.
4.c) L’argomento non è trattato nella pastorale familiare
4.d) Si ritiene che permangano ancora sacche culturali secondo le quali, ad esempio, dopo
aver avuto un rapporto con il coniuge, è meglio astenersi dall’Eucarestia. La pratica della
direzione spirituale non pare avere diffusione, almeno su queste tematiche. Nel sentire
comune inoltre appare che per la Chiesa i peccati di sesso siano peccati doppi ….
4.e) La posizione della Chiesa appare condizionata dalla cultura corrente in tema di rapporti
interpersonali: si è preoccupati ed impegnati a vietare ma molto poco a cercare un cammino
di educazione delle coscienze. Tale pare essere il principale motivo per cui l’allentamento dei
principi ha fatto “franare” gli argini. Occorrerebbe riscoprire la profondità delle nostre radici
verso una formazione all’amore attraverso la lettura condivisa e pregata dei testi
fondamentali con particolare riferimento alla Bibbia, Vecchio e Nuovo Testamento, nei quali
sono contenuti tutti gli elementi del progetto che Dio propone a ciascuno di noi e a noi
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insieme. Noi dovremmo imparare a lasciarci “mettere in crisi” dalla Parola letta, pregata e
meditata.
(4.f) Fra le modalità concrete potrebbe esserci quello di ritardare l’età per la Confermazione
ad almeno 17 anni. Ciò potrebbe consentire un cammino più progressivo e completo alla
assunzione di un impegno davvero consapevole. Fra le altre proposte vi è anche quella di
coinvolgere le famiglie nel cammino del catechismo dell’infanzia ma anche lo sforzo di rendere
un po’ più selettivo il Corso di Preparazione al Matrimonio: è prima di tutto un cammino di
fede.
Occorre poi favorire percorsi di crescita delle coppie attraverso momenti di condivisione e
formazione in modo che cresca la consapevolezza degli sposi e, a ricaduta, nelle famiglie.
NOTA: Si è convenuto che sia troppo poco considerata la presenza di Satana, nelle famiglie,
nella comunità, nella società civile ma anche nella Chiesa. Occorre vigilare e pregare per
lottare insieme contro i semi di divisione e contro le spinte all’egoismo che ci vengono
continuamente proposte dal Demonio attraverso tutti i canali di relazione.
5 - Sul rapporto tra la famiglia e persona
a) Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione dell’uomo: la famiglia è un luogo privilegiato
perché questo avvenga?
b) Quali situazioni critiche della famiglia nel mondo odierno possono diventare un ostacolo
all’incontro della persona con Cristo?
c) In quale misura le crisi di fede che le persone possono attraversare incidono nella vita
familiare?
Argomento non trattato per mancanza di tempo
----------Si desidera mettere in evidenza come il confronto proposto dal Questionario sia stato una
preziosa fonte di confronto costruttivo fra le coppie che hanno partecipato e che hanno
manifestato apertamente il desiderio di proseguire un cammino di confronto, condivisione,
approfondimento e collaborazione a costruire la comunità parrocchiale. In questo senso si
riterranno opportunità preziose ulteriori proposte di tematiche specifiche da affrontare
insieme.
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