protegge serbatoio bandito

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protegge serbatoio bandito
DETERGENZA e DISINFEZIONE
principi, tecniche e modalità operative
Source:EXPO
A FINE LAVORO
OCCORRE PULIRE E DISINFETTARE
(SANIFICARE)
SANIFICARE CHE COSA?
PROTEINE
Ognuno ha una sua
reattività chimica
e resistenza o difficoltà
alla rimozione
CARBOIDRATI
GRASSO
MINERALI
Ognuno richiede adatti
sanificanti e procedure
per essere più facilmente
rimosso o controllato
COLORE
ODORE
MICROBI
PRIMA, DURANTE e DOPO
ACQUA
 prelava
 forma le soluzioni detergenti e disinfettanti
 risciacqua (ultima sostanza chimica a contatto con la superficie)
L’ACQUA
sconosciuta o trascurata?
L’acqua
che cosa ha
per dare fastidio?
Responsabile della
crescita microbiologia
•
•
•
•
•
durezza
salinità
alcalinità
conducibilità
pH
Incrostazione
e
corrosione
• permanente
• temporanea
• totale
GRADI DI DUREZZA
10 mg/l CaCO3
= 1 grado francese (dF)
= 0.56 gradi tedeschi (dD)
Sommare quella che deriva dallo sporco
calcio
magnesio
rame
ferro
tartrati
citrati
ossalati
silicati
solfati
fosfati
Tutto questo che cosa significa in pratica ?
LA DUREZZA PRECIPITA CALCARE
CALCARE = rifugio protetto per i microbi
LA DUREZZA CONSUMA PRODOTTO
CONSUMO = costo più elevato per la sanificazione
Ad ogni lavaggio
Il calcare cresce di 1/10 di mm
per ogni 10 dF (250 µS)
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Se non si usano buoni detergenti
JohnsonDiversey 5/14/2015
Usare soda/cloro o scaldare un’acqua dura
PRECIPITA CALCARE
a meno che
il detergente non sia adeguato
(sequestranti)
Anche l’acqua consuma detersivo
Si perdono circa 3-5 grammi di detersivo
ogni 10 dF di durezza ( 250 µS)
(pulizia a schiuma)
Es: se usiamo 20g/l con acqua a 10dF
•la durezza consuma 5g
•rimangono 15g per lavare
14
Es: se usiamo 20g/l con acqua a 40dF
•la durezza consuma 20g
•non rimane niente per lavare
JohnsonDiversey 5/14/2015
QUINDI: attenzione all’acqua!ACQUA
è l’elemento che pulisce ma
può diventare causa di grossi problemi
sia di pulizia che di microbiologia
15
JohnsonDiversey 5/14/2015
Oltre alla durezza totale,
come interferiscono sulla sanificazione
i singoli sali disciolti nell’acqua?
 Cloruri
 Solfati
 Silicati
 Colloidi
cloruri
•corrosione (pitting)
•uso dei perossidi
Si deve risciacquare bene Cloro e i detergenti clorinati
Se i cloruri nell’acqua superano le 25 ppm
non si deve lasciare invasato con perossidi
Non si riesce più a sanificare nei fori
solfati
bioattività
(batteri solfato riduttori)
ac. solfidrico e solfuri
• depositi
• interferenza con la
lubrificazione amminica
(insolubilizzazione)
• interferenza con i disinfettanti
amminici (inertizzazione)
silicati
corrosione
Asciugatura , cristallizzazione,
asportazione dalla superficie
di ioni Na, K, Ca…
(lisciviazione)
Depositi
Colloidi
(ossidabilità dell’acqua)
- Responsabili della “domanda di cloro” dell’acqua
- Responsabili di deposi in autoclave e tubature
(distacco di scaglie)
- Interferenza con la lubrificazione amminica (insolubilizzazione)
- Favoriscono la crescita di biofilm in zone
stagnanti
- Interferiscono con la disinfezione amminica.
Con ossidabilità >3mg/litro di ossigeno è non è opportuno usare
disinfettanti poliamminici (polibiguanide, clorexidina, anfoteri pol.)
Microbiologia
dove c’è acqua
ci sono microbi
Ci sono già abbastanza microbi nell’ambiente
senza allevarli appositamente lasciando acqua in giro
MENO ACQUA C’E’ IN GIRO
Meno microbi ci sono
Meno possibilità di inquinamento casuale
Sia microbico
Sia di odori trasferibili (derivati metabolici)
Meno problemi da risolvere
Aumento della qualità produttiva
Aumento dello standard qualitativo dell’alimento
TENERE GLI AMBIENTI
IL PIU’ ASCIUTTO POSSIBILE
Pavimenti omogenei senza buche, crepe e avvallamenti
Canaline di scolo pulite e disinfettate tutti i giorni lavorativi
Tombini drenati e tenuti disinfettati sempre
Attenzione alla superficie al di sotto di impianti-macchinari
Tubazioni mobili asportate dal pavimento (barriere alla pulizia)
Se c’è un problema
va fatto risolvere subito e definitivamente
SELEZIONE MICROBICA
L’AMBIENTE PORTA TUTTI I TIPI DI MICROBI
OGNI AZIENDA SELEZIONA I PROPRI
C’E’ RIPETITIVITA’ NEI SETTORI ALIMENTARI
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CONOSCERE L’ACQUA CHE SI USA
PER CAPIRE LA SITUAZIONE DEL SITO
ED I POTENZIALI PROBLEMI PRESENTI
almeno
1- conoscere la DUREZZA
 precipitazione di calcare
consumo di detersivo
2- conoscere i CLORURI
 corrosione
attenzione uso disinfettanti
3- conoscere i SOLFATI
 puzza, corrosione, + inquinamento
microbiologia selettiva
4- conoscere i SILICATI
 opacità e corrosione
5- conoscere l’OSSIDABILITA’
 colloidi, depositi, intasamento filtri
CONTAMINAZIONE
CONTAMINAZIONE
 non è tutta uguale
 non si comporta allo stesso modo con i detergenti
 richiede scelta e applicazione corretta di detergenti e additivi
Cortesia Italcarni
CONTAMINAZIONE
 Fresca
60 °C
 Modificata termicamente
Residuo da
latte pastorizzato
60°C
Residuo da
latte fresco
Residuo da cottura
60°C
Mosto fresco
Residuo di prosciutto cotto
(microscopio)
Miscelazione
salume fresco
CONTAMINAZIONE
 Idratata
tempo
 Asciugata (seccata)
Residuo di prosciutto cotto
lasciato asciugare
fresco
CONTAMINAZIONE
 Rimozione difficile
(incompleta)
resistenza
chimica
 Residuo accumulo
(non più rimovibile automaticamente)
Rimozione incompleta di grasso
(si devono usare detergenti energici
rinforzati con acqua ossigenata.
Spesso si riesce a pulire solo
manualmente)
Grasso fresco
(si pulisce con un
buon detergente)
CONTAMINAZIONE
 Rimozione difficile
(incompleta)
resistenza
fisica
 Residuo che diventa biofilm
Rimozione incompleta
contaminazione residua
nelle rugosità che diventa
biofilm
Fresco superficiale
PERCHE’
CALORE, ASCIUGATURA, ACCUMULO
RENDONO PIU’ DIFFICILE SANIFICARE ?
Proteine perdono la loro struttura
>60°C
tempo
Minerali precipitano
e incrostano
Grasso idrolizza  acidi grassi
Polimerizzazione crociata
Compattazione
Cementificazione
FRESCO
 Non va forzata la temperatura (<60°C)
( quella sufficiente a fluidificare il grasso)
e anche si risparmia
 Scegliere buoni detergenti
DENATURATO (termico o asciugato)
 La temperatura non ha limiti
 Vanno scelti detergenti specifici
 Si fa uso anche di additivi specifici
 EDTA
 acqua ossigenata
 Si cambia anche metodo di lavaggio (es. stampi)
I DETERGENTI
Primo detergente sintetico: SAPONE
(documentato già a Babilonia nel 2800 a.C.)
Per la detergenza nel settore alimentare:
il riferimento è la scoperta del fuoco
con produzione di cenere
da cui deriva soda caustica e carbonato di sodio
I detergenti abituali per i processi industriali
si strutturano con tre componenti:
1. FORZA BRUTA
(es. soda e/o potassa - acido)
2. MODELLATORI della forza bruta
(sequestranti )
3. RIFINITORI del detergente
(es. tensioattivi)
Detergenti neutri e enzimatici
si basano su concetti di detergenza differenti
2. L’energia meccanica è manuale (neutri)
3. L’energia chimica è da catalisi (enzimi)
IL RISULTATO DELLA SANIFICAZIONE
DIPENDE DALLA CAPACITA’ DI SAPER APPLICARE
IL GIUSTO DETERGENTE E DISINFETTANTE
In accordo con il principio che
L’UNIONE FA LA FORZA
i detergenti:
SONO COMBINAZIONI
DI TANTE MATERIE PRIME
OGNUNA DI ESSE SVOLGE
UNA PROPRIA FUNZIONE IN SINERGIA
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PER EVITARE I PROBLEMI
CHE LA SINGOLA MATERIA PRIMA LASCIA
INDIETRO
JohnsonDiversey 5/14/2015
QUINDI
I DETERGENTI SONO COMBINAZIONI DI :
•
•
•
•
•
•
•
•
donatori di alcalinità (soda)
donatori di acidità
(acido)
sequestranti
tensioattivi
enzimi
idrotopi
modificatori fisici di formula
attivi disinfettanti
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JohnsonDiversey 5/14/2015
DONATORI DI ALCALINITA’
Soda Caustica
Potassa Caustica
Silicati
Carbonati
Fosfati
Alcanolammine
Bicarbonati
Solfati
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( NaOH )
( KOH )
[(SiO2)x/(Na2O)y]
( CO3-- )
( PO43- )
( NR3 )
( HCO3- )
( SO4-- )
JohnsonDiversey 5/14/2015
DONATORI DI ACIDITA’
Acido Fosforico
( H3PO4 )
Acido Nitrico
( HNO3 )
Acido Cloridrico
( HCl )
Acido solforico
( H2SO4 )
Acido Sulfammico
( H3NSO3 )
Acido metansolfonico( CH3SO3H )
Acidi Organici
[R(COOH)x(OH)y]
Acido Fluoridrico ( HF )
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JohnsonDiversey 5/14/2015
SEQUESTRANTI
Controllano i cationi polivalenti
(durezza dell’acqua e della contaminazione)
• Polifosfati
• Fosfonati
• Poliacrilati
• EDTA
( -P-O-P-)n
[R(PO3H2)n]
[R(COOH)n]
( =N-C-C-N= )
NTA, MGDA, GLDA, PASP, IDS…..
• Idrossicarbossilati [R(COOH)x(OH)y]
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JohnsonDiversey 5/14/2015
es. Gluconato
TENSIOATTIVI
Anionici
( R-X- )
-Energici detergenti e fanno schiuma
-Entrano nella detergenza a schiuma
-Sono gli MBAS nell’analisi alla depurazione
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JohnsonDiversey 5/14/2015
TENSIOATTIVI
Nonionici
[R(EO)/(PO)/(BO)]
-Possono fare tutto: > detersione in ogni
condizione
> fare schiuma
> fare antischiuma
-Compatibili con tutto: > tensioattivi anionici
> tensioattivi cationici
-Analizzati col metodo ‘BiAS’
Sono i più problematici alla depurazione
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JohnsonDiversey 5/14/2015
TENSIOATTIVI
Anfoteri
( +RNR2R’- )
-Poco detergenti e fanno molta schiuma
-Sono i più delicati (> lavamani, shampo…)
-Non usati nella detergenza industriale
-Alcuni hanno azione disinfettante
(es. poliammine anfotere, betaine)
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JohnsonDiversey 5/14/2015
TENSIOATTIVI
Cationici
( R4N+ )
(mono e poli QAC, poliguanidi, di/triammine)
-Non detergono e quasi tutti fanno schiuma
-Sviluppano attività disinfettante
-Usati come disinfettanti per esterno
-Interferiscono nell’analitica dei nonionici
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JohnsonDiversey 5/14/2015
UN PO’ DI CHIAREZZA
SUGLI ENZIMI
PROTEASI  rompono il legame peptidico
AMILASI  rompono il legame  dei carboidrati
(alfa-glucosidi)
LIPASI
 rompono il legame estereo
CELLULASI  rompono il legame  delle fibre di
cellulosa (beta-glucosidi)
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JohnsonDiversey 5/14/2015
Gli enzimi funzionano bene se sono
utilizzati in modo corretto
 bersaglio
(tipo di enzima)
 tempo
(reazione di fase stazionaria)
 procedura
(azione-rimozione-disinfezione)
 rischio
(aggressività e allergenicità)
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JohnsonDiversey 5/14/2015
BERSAGLIO
(tipo di enzima)
1- Temperatura: attività simile (<60°C)
2- pH: ogni enzima ha un suo pH ottimale
proteasi
 10-11
lipasi

9-10
amilasi

7-8.5
cellulasi
 4.5-5-5
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le miscele non sono mai l’optimum
JohnsonDiversey 5/14/2015
TEMPO
(reazione di fase stazionaria)
Enzima + Substrato

Enzima-Substrato

Enzima-Prodotto di catalisi

Enzima + Prodotto
1- La velocità della reazione dipende dalla
- dalla quantità di enzima presente
- dalla quantità di contaminazione
- dalla mobilità della soluzione (es. CIP)
2- Anche migliori prodotti enzimatici
- hanno enzima < 10% (costo dell’enzima)
- sono diluiti all’1-3%
In pratica gli enzimi richiedono tempo
60
JohnsonDiversey 5/14/2015
PROCEDURA
(azione-rimozione-disinfezione)
1- agiscono sulla contaminazione chimica
e solo sulla parte chimica del biofilm
2- il risciacquo non è sufficiente per la sanificazione
3- occorre disinfettare
4- occorre poi risciacquare il disinfettante
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JohnsonDiversey 5/14/2015
Tempo (ore)
0
2
4
6
12
Numero di
microbi
1
64
4096
262144
68719476740
RISCHIO
(aggressività e allergenicità se si forma aerosol)
1- Sono ‘ecologici e naturali’ per le superfici
non per l’operatore
1- non distinguono tra contaminazione
e pelle o mucose del corpo
2- sono proteine complesse e come tali anche
ad azione potenzialmente allergenica
(costipazione, sinusite, asma)
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JohnsonDiversey 5/14/2015
Ne deriva che, quando usati a fine sanificazione per
rimuovere il biofilm:
staccano la parte chimica del biofilm
(detergenza) ma lasciano intatti i microbi
che lo formano.
Perciò prima di iniziare il lavoro
vanno rimossi enzima e i suoi derivati di catalisi
(risciacquo) ma si deve anche disinfettare per
distruggere i microbi smobilizzati dal biofilm
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JohnsonDiversey 5/14/2015
HANNO COME ALTERNATIVA
L’ACQUA OSSIGENATA
- RIMUOVE IL BIOFILM
- DISINFETTA
- NON SI DEVE NEMMENO RISCIACQUARE
- OPERAZIONE FATTIBILE PERIODICAMENTE
MA ANCHE QUOTIDIANAMENTE
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JohnsonDiversey 5/14/2015
Perciò è necessario:
SAPERE COME USARE GLI ENZIMI
SAPERE DOVE USARE GLI ENZIMI
1- come attivi per la rimozione del biofilm da
superfici rugose e rovinate sono efficaci
seguendo una adeguata procedura (periodica)
2- anche se efficaci sono economicamente perdenti
rispetto alla sanificazione tradizionale conclusa
con H2O2
3- sono ottimi nel CIP (es. filtrazione tangenziale) e
nelle aree al contorno della produzione:
area cassonetti, compattatore, canaline, pozzetti
4- con
le dovute precauzioni (procedure
che non producono aerosol)
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JohnsonDiversey 5/14/2015
e quando si RISCIACQUA?
I PROBLEMI POSSONO DERIVARE DA:
SODA
SILICATI
SOLFATI
CLORURI
SODA
Residui di soda
dopo l’asciugatura
fanno diventare
la superficie
biancastra
o
con striature biancastre
SILICATI
Si legano alle superfici in
ACCIAIO
CERAMICA
VETRO
quando asciugano sopra
Con acque ricche di silicato
avremo opacità di superficie
Con prodotti contenenti silicato
attenzione a risciacquare bene
SOLFATI
hanno
bioattività
(batteri solfato riduttori)
ac. solfidrico e solfuri
Si vede CORROSIONE
Si sente PUZZA di uova marce
CLORURI
- da uso di cloro
- da uso di prodotti clorinati
- da uso di acido muriatico(HCl)
- da un risciacquo fatto male
- da uso stesso di acqua
 corrosione (pitting)
Il cloro e i detergenti clorinati
devono essere assolutamente risciacquati
bene e subito
DISINFETTANTI
DISINFETTANTI
IL CONCETTO DI PULIZIA E DI IGIENE
NON E’ UN’OPINIONE PERSONALE
I microbi non si vedono ma sono misurabili
IL RISULTATO DI DISINFEZIONE
NON PUO’ PRESCINDERE
DAL CONCETTO DI UNA BUONA DETERGENZA
Non si può chiedere ai disinfettanti di fare miracoli
La scelta non dipende solo
dal pensare che si hanno microbi da eliminare
La scelta deve tenere conto anche
 dove li devo eliminare (superfici chiuse, superfici aperte)
 su che tipo di superficie si applicano (acciaio, plastica, ottone, legno)
 se devo eliminare qualcos’altro (odore, colore)
 che tecnologia uso (CIP, manuale, schiuma, asciutto, bagnato)
 che disinfettante uso (pronto all’uso, da diluire, concentrato)
 sicurezza degli operatori
 esperienza e capacità degli operatori
 tempo a disposizione (monofase)
DOVE DEVO ELIMINARE I MICROBI
Questo determina
la fondamentale differenza tra i disinfettanti:
 Red-Ox (riducenti e ossidanti)
 Azotati
(cationici)
Red-Ox
AZIONE RAPIDA SENZA ATTIVITA’ RESIDUA
- CLORO, IODIO
- PERACIDI
- ACQUA OSSIGENATA
- GLUTARADEIDE
- ANID. SOLFOROSA
- BIOSSIDO di CLORO
- OZONO
attività residua
dopo risciacquo
minuti
ore
giorni
Senza attività residua:
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non hanno la proprietà di mantenere le superfici sanificate
CATIONICI
DISINFEZIONE CON ATTIVITA’ RESIDUA
attività residua dopo risciacquo
- QUATERNARI d’AMMONIO
- ALCHILAMMINE ANFOTERE
- TRIAMMINE
- IMIDAZOLINE
- POLIBIGUANIDI
- CLOREXIDINA
minuti
ore
giorni
Attività residua:
l’inquinamento microbico ambientale che cade sulla superficie
continua ad essere disinfettato
anche dopo che la superficie è stata risciacquata
OSSIDANTI (Red-Ox)
NON RESIDUALI
Target
impianti chiusi e aree protette
CATIONICI
AZIONE RESIDUALE
Target
disinfezione finale su superfici aperte
UN ESEMPIO PRATICO
SANIFICAZIONE CON ALCOOL
L’alcool non ha il tempo per disinfettare
• occorre darglielo
(sistemi chiusi)
• occorre aiutarlo
(traccia di residuale QAC)
UN ALTRO ESEMPIO PRATICO
CONTROLLO DELLE MUFFE SUI MURI
Non con cloro ma con QAC o poliammine anfotere
UN ALTRO ESEMPIO PRATICO
CONTROLLO AMBIENTALE
O
PREVENZIONE
DA SVILUPPO DI FOCOLAI
DI INQUINAMENTO
Listeria monocytogenes
bacillo Gram +
ubiquitario
< 4°C
Cortesia di P.Berche
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JohnsonDiversey 5/14/2015
Riassumendo
DISINFEZIONE PREVENTIVA
concetto diverso da
DISINFEZIONE FRONTALE
 previene il rischio di esplosione di focolai di inquinamento
 in ambiente: dosaggio minimo di disinfettante QAC
 dosaggio minimo (≤0.1%) = residualità non rimovibile
 residualità non rimovibile = inutile il risciacquo
DISINFEZIONE PREVENTIVA
IMPEDIRE CHE SI INSTAURI IL
BIOFILM
BIOFILM NON SIGNIFICA
‘MICRORGANISMI SU UNA SUPERFICE’
MA
DEPOSITO COMPLESSO SU UNA SUPERFICE
COSTRUITO DAI MICRORGANISMI
NEL QUALE SI PROTEGGONO E DIFENDONO
87
JohnsonDiversey 5/14/2015
LA SINGOLA CELLULA MICROBICA SU UNA SUPERFICE
MANDA SEGNALI DI CONTATTO (speciali proteine)
PER RILEVARE LA PRESENZA DI ALTRE CELLULE
88 JohnsonDiversey 5/14/2015
QUANDO I SEGNALI SI INCONTRANO
I MICROBI SINCRONIZZANO IL LORO
METABOLISMO
E INSIEME SI COSTRUISCONO UN ABITAT PROTETTIVO
FATTO DI MUCO GLICO-PROTEICO-ALGINICO
89 JohnsonDiversey 5/14/2015
QUESTO E’ IL ‘BIOFILM’ CHE CRESCE
E SI STACCA PER COLONIZZARE ALTRE SUPERFICI
90
JohnsonDiversey 5/14/2015
BIOFILM
All’interno i microrganismi
comunicano e si proteggono
91
JohnsonDiversey 5/14/2015
Possibilità di scelta nell’Industria alimentare
•Alogeni
(cloro, bromo, iodio)
• Derivati azotati
(QAC monomeri, polimeri, poliamine, anfoteri)
• Donatori di ossigeno (acqua ossigenata, acido peracetico, percitrico, ozono)
• Aldeidi
(glutaraldeide)
• Alcoli
(etilico, isopropilico, benzilico)
• Anidridi
(solforosa)
• Ossidi
(biossido di cloro)
• Metalli
(Rame, zinco, argento)
• Altro
(isotiazolone, permanganato)
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CLORO
validissimo detergente e disinfettante
• Spettro completo
-battericida (batteri gram + -)
-funghicida (lieviti e muffe)
-sporicida (spore)
-virucida (virus)
• Rapidissimo
• Attivo a temperatura ambiente
• Detergente
• Detergente e disinfettante
• Basso costo
MA
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JohnsonDiversey 5/14/2015
ODORI e REAZIONI ANOMALE
CREA BENEFICI E GUAI
ALL’ALIMENTO e ALL’AMBIENTE
RETROGUSTI e INQUINAMENTO
94
JohnsonDiversey 5/14/2015
reazione con i polifenoli
clorurazione
clorofenoli
RETROGUSTO MEDICINALE
9
JohnsonDiversey
reazione con anisolo
clorurazione
di/tricloroanisolo
RETROGUSTO DI MUFFA
(di tappo nel vino)
9
JohnsonDiversey
reazione con il colore
ossidazione
decolorazione
PERDITA DI
BRILLANTEZZA e FRESCHEZZA
9
JohnsonDiversey
reazione col gruppo amminico
(proteine)
clorurazione
clorammine
9
retro-odore di cloro retro-gusto amaro
alimento spento (giallo-marrone)
JohnsonDiversey
reazione col gruppo amminico
clorurazione
clorammine
DISTRUZIONE o RALLENTAMENTO
DEI FANGHI ATTIVI
9
JohnsonDiversey
reazione col gruppo amminico
clorurazione
Clorammine
ALCUNE MOLECOLE
A SOSPETTA ATTIVITA’ CANCEROGENA
1
JohnsonDiversey
reazione con gruppi attivati (polari-insaturi)
clorurazione
AOX – NPOX - THM
Molecole responsabili
di inquinamento ambientale e buco nell’ozono
1
JohnsonDiversey
C’è un’alternativa al cloro
TECNOLOGIA CHE SFRUTTA
additivi
che liberano acqua ossigenata
1
JohnsonDiversey
Nulla di negativo succede
con additivi che liberano
ACQUA OSSIGENATA
QUESTA E’ LA TECNOLOGIA
CHE STA SEMPRE PIU’ DIFFONDENDOSI
SOPRATTUTTO DOVE
TECNOLOGIA E CULTURA AZIENDALE
HANNO PARI VALORE
(= SOSTENIBILITA’)
1
JohnsonDiversey
DISINFEZIONE
CON UV-C
La radiazione UV è divisa in tre bande di frequenza:
 UV-A
 UV-B
 UV-C
315 >  < 400 nm  proprietà abbronzanti
280 >  < 315 nm  proprietà terapeutiche (vitamina D)
100 >  < 280 nm  proprietà biocide
Cortesia ADP
Cortesia di Light Progress e Prominent
Cortesia Prominent
Disinfezione dell’aria con AOP
(advanced oxidation process)
Sfrutta non solo gli UV ma anche sostanze che si
sviluppano dalla catalisi (TiO2, Cu, Ag….)
UVC (es. 185nm) + H2O  OH. + O. + H2O2 + O3
Neutralizzazione dell’ozono:
UVC (253.7nm) + OH. + O. + H2O2 + O3  O2 + H2O
Cortesia I.S.P.A.
Cortesia di I.S.P.A
METODI
PER PULIRE
Metodi di sanificazione
- Sanificazione CIP e SIP
- Sanificazione a spruzzo
- Sanificazione a pressione (schiuma, gel, strato sottile o filmante)
- Sanificazione COP o semimanuale (cleaning out of place)
- Sanificazione manuale in area produttiva
- Sanificazione manuale generica
- Sanificazione in immersione o ammollo
- Sanificazione con Ultrasuoni
- Sanificazione ambientale (filtrazione, radiazione, aerosolizzazione)
LA SANIFICAZIONE: processo completo
-Eliminazione dei residui grossolani di sporco
-Risciacquo
Il processo può essere semplificato:
-Detersione
PULIZIA
-Risciacquo
RISCIACQUO
DISINFEZIONE
-Disincrostazione RISCIACQUO
-Risciacquo
-Disinfezione
-Risciacquo
PULIZIA CON DISINFEZIONE
RISCIACQUO
PULIZIA
RISCIACQUO
CIP
COP
automatici
A spruzzo
A schiuma/gel
manuali
110
A spazzola
A pressione
COS’HANNO IN COMUNE TUTTI QUESTI METODI ?
Concentration
pH
Temperature
Processo
Di
pulizia
Mechanical
Force
111
Time
CIP
(Cleaning in Place)
CIP = pulizia senza lavoro manuale
113 JohnsonDiversey 5/14/2015
Concetti operativi del CIP
4 PARAMETRI
VELOCITA’ del liquido  turbolenza  pulizia delle tubazioni
PORTATA
(quantità)
del liquido  pressione d’impatto  pulizia tank
TEMPERATURA
 moltiplicazione dell’azione chimica
CONDUCIBILITA’
 controllo dell’operazione di pulizia
e di recupero della soluzione
114 JohnsonDiversey 5/14/2015
Velocità  Turbolenza
volume per second
1 second
inside diameter
Essere sicuri di avere almeno 1.5 m/sec (ottimale 2m/sec)
per ridurre al minimo il film laminare
= per riuscire a pulire e disinfettare
115 JohnsonDiversey 5/14/2015
116 JohnsonDiversey 5/14/2015
PORTATA
PORTATA = quantità di soluzione che arriva su superficie
-connessa con il volume che ricircola / tempo
-connessa con la pulizia dei tanks
117 JohnsonDiversey 5/14/2015
Portata = Volume
La forma dipende dal posizionamento
-copre l’area di non percolamento
-dà un minimo di forza meccanica
118 JohnsonDiversey 5/14/2015
ATTENZIONE ALLE ZONE MORTE
Errata costruzione
119 JohnsonDiversey 5/14/2015
dell’interno del CIP
- o si raddoppiano le sprayballs
- o si fa ruotare la pala durante il lavaggio
120 JohnsonDiversey 5/14/2015
TEMPERATURA
Temperatura
 moltiplicazione dell’azione chimica
OGNI AUMENTO DI 10 GRADI
RADDOPPIA LA VELOCITA’
DELLE REAZIONI CHIMICHE DI PULIZIA
SCIOGLIE LO SPORCO
FA FUNZIONARE GLI ANTISCHIUMA
121 JohnsonDiversey 5/14/2015
termometro
CONDUCIBILITA’
Conducibilità  controllo operativo per pulizia, recupero, scarto
VERIFICA CHE I PRODOTTI DETERGENTI
SIANO STATI USATI CORRETTAMENTE
PER IL TEMPO STABILITO DEL LAVAGGIO
VERIFICA CHE SCARTO E RECUPERO
SIANO FATTI IN MODO DA AVERE
SOLUZIONE RECUPERATA E SCARTO
OTTIMIZZATI
122 JohnsonDiversey 5/14/2015
PER IL TEMPO STABILITO
CONDUCTIVITY
RISC.
LAVAGGIO
RISC.
DISINF.
RISC.
regime
0
TIME mins.
IL TEMPO SI CALCOLA
DAL MOMENTO CHE SI E’ A REGIME
123 JohnsonDiversey 5/14/2015
60
Sanificazione
a schiuma
“la schiuma”
è uno dei principali
processi
schiuma
SCHIUMA
gel
schiuma a strato sottile
schiuma filmante
Il metodo più efficace per pulire dappertutto
senza fatica e senza sprecare detergente
Differenza tra schiuma - gel - filmante
127
JohnsonDiversey 5/14/2015
GEL - FILMANTE
senza
con
ARIA
128
JohnsonDiversey 5/14/2015
NON SI GUARDA LA BELLEZZA DELLA SCHIUMA
MA
QUANTO TEMPO LA SUPERFICIE RIMANE BAGNATA
129
JohnsonDiversey 5/14/2015
IMPIANTI MOBILI
Idropulitrici
IMPIANTI FISSI
Bassa pressione : < 40 bar
Media pressione: < 80 bar
Alta pressione
: > 80 bar
Multipressione : pressione “dedicata” in ogni punto
Impianti fissi
CENTRALIZZATI
(i più sicuri)
DECENTRALIZZATI
(i più usati)
PROBLEMI PIU’ COMUNI DI DETERGENZA
CON LA PROCEDURA
SCHIUMA/GEL/FILMANTE
1) Idrofobia dell’acciaio
E’ un residuo anche in tracce di grasso-unto
Se la concentrazione del detergente
è corretta (2.5-5%)
E’ LA FORMULA DEL DETERGENTE
NON OTTIMALE
(sequestrazione e tensioattivi non adatti)
Soluzione: è meglio cambiare detergente
2) Macchiatura blu-violacea
Residuo accentuato grasso-proteico (principalmente grasso)
•ancorato come acido grasso
•assorbito come trigliceride
(reazione chimica  bluastro)
(assorbimento
 unto)
In questo caso normalmente
è sbagliata la concentrazione
(rimetterla a posto verificando le cause)
3) Residuo bianco giallastro che aumenta
Residuo grasso proteico e saponi di Na-Ca
•cosidetto ‘grasso cotto’ che si raschia con le unghie
• durezza non controllata, eccesso di soda caustica
Se la concentrazione del detergente è corretta
normalmente è il detergente non ottimale
(sequestrazione , alcali e tensioattivi non adatti)
Soluzione: è meglio cambiare detergente
 Ripristinare con energico detergente
 Rifare la scelta di un detergente più idoneo
3) Residuo evidente asportato a chiazze
CONTAMINAZIONE
DIFFICILE DA RIMUOVERE
 Impianto con Temperatura o Pressione
non idonee
 Negligenza dell’operatore
TRATTARE ANCHE DOVE NON SI VEDE !!
Superfici a
differente difficoltà
Cortesia Italcarni
Resistenza
dell’acciaio
Rugosità del teflon
e del polietilene
La scelta dell’alcalino ossidante
(cloro o acqua ossigenata)
Acido 1
Alcalino
Acido 2
Alcalino
+H2O2
Alcalino
clorinato
I pavimenti
I pavimenti e le loro contaminazioni sono talmente varie
che ogni azienda vorrebbe un detergente personalizzato
Pavimentazione ruota intorno a tre composizioni:
 ceramica  piastrelle (klinker, gres porcellanato)
E’ una pavimentazione resistente, antisdruciolo e refrattaria
Il klinker è normalmente posato in aree produttive
Il gres porcellanato è posato in locali ausiliari (corridoi, servizi,
mense, laboratori, area di vendita).
-più difficile da pulire (fughe), più semplice da sostituire (manutenzione)
 resine
 epossidiche, acriliche, vetroresina
Resistente a colpi e abrasioni, sono antisdruciolo e senza fughe
sono considerate di facile sanificabilità, ma di difficile sostituzione
 cemento
 trattato (comportamento intermedio tra klinker e resine)
Può essere additivato con composti antisdruciolo, impermeabili
E’ normalmente posato in magazzini e aree di stoccaggio
Si hanno sostanzialmente tre condizioni:
1) Aree non produttive, di transito e di uffici
2) Aree produttive
3) Magazzini
 CON CONTAMINAZIONE DIFFERENTE
 CON APPLICAZIONI DIFFERENTI
 CON ATTREZZATURE DIFFERENTI
Pulizia - Igiene - Sicurezza
 non si riesce a pulire se la pavimentazione
non è in buone condizioni
 se non si riesce a pulire, l’igiene non è raggiunta
 se l’igiene è scarsa, il rischio microbico diventa reale
 le conseguenze ricadono sulla qualità produttiva
RISOLVERE IMMEDIATAMENTE PROBLEMI
ALLA PAVIMENTAZIONE
Regola N° 1:
In aree produttive, il detergente migliore
per sanificare i macchinari è anche
il detergente migliore per i pavimenti
(es. la schiuma è applicata ai macchinari ed ai pavimenti)
Regola N° 2:
Adattare il detergente al processo (manuale o con
macchine) tenendo presente che nella aree non produttive
spesso è il profumo che determina la scelta
Regola N° 3:
Scegliere macchina o processo
più adatto in efficienza, semplicità
e minor fatica per l’operatore
LA MACCHINA PIU’ ADATTA
Resa
teorica
(m2/h)
Resa
pratica
(m2/h)
Fronte
lavoro
(cm)
Autonomia
batterie
(h)
Resa/
carica
(m2)
Pressione
spazzole
(g/cm2)
Velocità
(km/h)
Serbatoio
(litri)
Macchina 1
1050
300
35
(1 spazzola)
a cavo
senza limiti
20
3.0
10
Macchina 2
1290
450
43
(1 spazzola)
1.5
675
30
3.0
20
Macchina 3
1290
750
43
(1 spazzola)
2.0
1500
30
3.0
35
Macchina 4
1935
900
43
(1 spazzola)
2.0
1800
30
4.5
35
Macchina 5
2475
1250
55
(2 spazzole)
3.0
3750
35
4.5
48
Macchina 6
5250
2500
70
(1 spazzola)
4.5
11250
38-54
7.5
95
Macchina 7
5950
3500
86
(1 spazzola)
4.5
15750
38-54
7.5
95
Macchina
1) Eseguire con regolarità e correttamente la medesima procedura
2) Non tenere materiale di lavoro all’interno di aree sensibili
3) Tenere in ordine e igienicamente protette le apparecchiature
4) Tenere in ordine e differenziare le applicazioni
SANIFICAZIONE
E
CORROSIONE
NON TUTTO VA BENE DAPPERTUTTO
Le superfici non si comportano tutte allo stesso modo
 ACCIAIO
 pitting (corrosione puntiforme - cloro)
 ALLUMINIO
 corrosione, annerimento (soda-cloro)
 VETRO
 opacizzazione, striature (silicati)
 CERAMICA
 macchiatura, sbiadimento (silicati)
 RAME e sue leghe macchiatura, annerimento (gruppo azoto)
 PLASTICA
 infragilimento, indurimento, rottura
(tensioattivi-disinfettanti)
 non si può usare cloro indiscriminatamente
(eccesso, ammollo prolungato, senza risciacquare…)
 non si può disincrostare con acido cloridrico
(muriatico) senza inibitori di corrosione
Rispettare concentrazione e procedura (tempo di contatto)
Se detergenti con silicati non sono risciacquati bene
microscopio
il silicato asporta ioni metallici, corrode e sbianca
Sensori e riflettori di apparecchiature
integro
corroso
Detergenti a schiuma equilibrati – non strofinare
CERAMICA (piastrelle)
E’ una variante del vetro e reagisce come il vetro
Attenzione ai silicati nei detergenti:
- non far asciugare il detergente
- risciacquare bene
Altrimenti:
 Opacizzazione
 Perdita di brillantezza
 Macchiatura a chiazze
ALLUMINIO
E’ corroso da soda, cloro e alcalini
I buoni detergenti contengono
inibitori di corrosione (silicati)
PLASTICA
Teflon
Plexiglass
Policarbonato
Polietilene
PET, POM, PBT
Polipropilene
Guarnizioni
Induriscono
Diventano rugose
Diventano fragili
Depolimerizzano
Schiuma acida su POM
Diventa
sempre più difficile
disinfettare
Disinfettanti perossidi e ozono
Abuso di:
LA CORROSIONE DI UNA GUARNIZIONE
E’ MOLTO PIU’ LEGATA ALLE CARICHE DROGANTI
CHE AL POLIMERO DI RIFERIMENTO
LA VITA DELLE GUARNIZIONI
NON E’ UGUALE ALLA VITA DELL’IMPIANTO
criccatura
blisterizzazione
dissoluzione
Maggior attenzione:
 dove si fa fatica a pulire
 dove non si pensa a pulire
 dove spesso si rimanda
Attenzione alla pulizia degli operatori e del loro vestiario
Microbi presenti sull’operatore sano
Saliva: 1-100 milioni/ml
Testa: 1.5 milioni/cm2
Ascella: 2.5 milioni/cm2
Starnuto: 0.1-1 milione
Secrezioni nasali e gola
alcuni milioni/ml
Mani: alcune migliaia/cm2
Punta delle dita: 20-100/cm2
L’operatore in movimento e in condizioni normali di decenza
libera tre milioni e ottocento mila particelle al minuto
BPD – REACh
CLP
DUE PROCESSI IN EUROPA
PER REGOLAMENTARE
SOSTANZE e PRODOTTI FORMULATI
(detergenti e disinfettanti)
• BPD

BPR (1 settembre 2012)
(Biocidal Products Directive  Biocidal Products Regulation)
• REACh
(Registration, Evaluation and Authorization of Chemicals)
168
JohnsonDiversey 5/14/2015
Scopo: armonizzare
• Efficacia delle materie prime e disinfettanti
• Salute del lavoratore
• Salvaguardia dell’ambiente
• Sicurezza del consumatore
169
JohnsonDiversey 5/14/2015
Processo che ne sta alla base:
CLP  classificazione, etichettatura e imballaggio
delle materie prime e dei prodotti
170
JohnsonDiversey 5/14/2015
CLP come base di valutazione
Il regolamento CE n° 1272/2008
CLP (classificazione, etichettatura e imballaggio)
che adegua la normativa UE al
GHS (Global Harmonized System)
classificazione ed etichettatura delle sostanze chimiche mondiale delle Nazioni
Unite volto a individuare le sostanze chimiche pericolose e a informare gli
utenti di questi pericoli.
171
CLP come base di valutazione
I pericoli che le sostanze chimiche
comportano vengono comunicati
attraverso frasi e pittogrammi
standard riportati sulle etichette e
nelle schede di dati di sicurezza.
172
CLP come base di valutazione
I produttori attuano una procedura di
autoclassificazione
tranne per le sostanze più pericolose:
cancerogene, mutagene, tossiche per la
riproduzione o sensibilizzanti delle vie
respiratorie, biocidi e prodotti fitosanitari
per le quali la UE si attribuisce la diretta
classificazione per garantire un'adeguata
gestione dei rischi
173
Il regolamento CLP è stato recepito il
20 gennaio 2009 e sostituisce
 la direttiva sulle sostanze pericolose
(67/548/CEE)
 la direttiva sui preparati pericolosi
(1999/45/CE).
Dal 1° giugno 2015 il Regolamento CLP
è l’unico riferimento
174
CLP : DATE DA RICORDARE
 1° dicembre 2010: termine riclassificazione delle
sostanze (due anni di proroga per quelle già esistenti al
1° dicembre 2010)
 1° giugno 2015: termine riclassificazione delle miscele
(due anni di proroga per quelle già esistenti al
1° dicembre 2010)
Il CLP è sostanzialmente concluso
La BPR e il REACh hanno un termine
175
che continua ad essere spostato in avanti
BPD – REACh : obiettivi
 VERIFICARE CHE LE MATERIE PRIME
FUNZIONINO PER QUELLO CHE E’ STATO
DICHIARATO
 ASSICURARE UN ELEVATO LIVELLO DI
PROTEZIONE PER LA SALUTE UMANA E PER
L’AMBIENTE
 MIGLIORARE LA GESTIONE DEL RISCHIO
 CONDIVIDERE, O MEGLIO TRASFERIRE LE
RESPONSABILITA’ DALLE AUTORITA’
ALL’INDUSTRIA
176
BPD
177

BPR
JohnsonDiversey 5/14/2015
BPD
(Biocidal Products Directive)
DIRETTIVA 1998/8/CE
In Italia viene recepita il 14 maggio 2000
Si riferisce all’immissione sul mercato
dei biocidi o disinfettanti
Diventa REGOLAMENTO UE 528/2012
dal 1 settembre 2012
178
JohnsonDiversey 5/14/2015
La normativa (1998) stabiliva:
• un programma decennale per la
valutazione e registrazione dei
principi attivi biocidi (ECHA)
• successiva registrazione,
autorizzazione ed eventuale mutuo
riconoscimento nei vari paesi europei
dei formulati biocidi
179
JohnsonDiversey 5/14/2015
BPD – processo iniziale
SOSTANZE ATTIVE BIOCIDA
• attivi solo “identificati”: banditi dal 1°
settembre 2006
• attivi “notificati”: inclusi nell’ Allegato I
• attivi “approvati”: inclusi nell’Allegato II
180
JohnsonDiversey 5/14/2015
 946 principi attivi identificati
 416 principi attivi notificati
Inizio del programma di revisione
 367 principi attivi
 1500 combinazioni di attivi / prodotti
Termine del programma di revisione
 273 principi attivi
 700
attivi / prodotti
181 combinazioni di JohnsonDiversey
5/14/2015
La BPD prevede 23 differenti
tipi di prodotti (PT)
per le diverse aree applicative
GRUPPI
-
PT01
PT02
PT03
PT04
182
PT DI INTERESSE NELLA DETERGENZA
(human hygiene)
(institutional, aree private e pubbliche)
(veterinary hygiene)
(Food & Beverage-food contact surfaces)
JohnsonDiversey 5/14/2015
 Iniziale termine lavoro previsto per il 2010
 Primo slittamento del termine previsto per il 2014
 Secondo slittamento del termine previsto per il 2024
 Ipotesi dell’Industria: termine previsto per il 2030
Nel 2012 passaggio da Direttiva a Regolamento
BPD  BPR
(Regolamento UE n°528 del 22 maggio 2012)
183
JohnsonDiversey 5/14/2015
INCROCI tra BPR–REACh-CLP
BPR
= Biocide Products Regulation
REACh = Registration, Evaluation and Authorization of Chemicals
CLP
= Classificazione, etichettatura e imballaggio delle materie prime e prodotti
-
Possono essere immessi sul mercato solo sostanze
attive approvate
-
Si può presentare domanda per una sostanza attiva
fino al 1 settenbre 2015
-
Tutte le sostanze non attive presenti in una miscela
ad uso biocida ricadono nelle autorizzazioni del REACh
-
L’autorizzazione è successiva alla CLP armonizzata
-
La CLP di un biocida prevede il nome di tutte le sostanze
biocide presenti e degli ingredienti non biocidi in ordine
di concentrazione (praticamente la formula)
-
Principio del REACH: no data, no market valido anche per
la BPR (sostanza attribuita
solo alla società notificante)
184
JohnsonDiversey 5/14/2015
Lo stato attuale
-
Dal 1 settenbre 2015 l’immissione dei biocidi
sul mercato può avvenire solo se il principio
attivo è di una partecipante inclusa nella lista
pubblicata dall’ECHA
-
I biocidi approvati si trovano nell’Allegato II e
possono essere impiegati in prodotti la cui
immissione in commercio viene disciplinata
dalle legislazioni nazionali
-
Vi è tempo due anni per regolarizzare a livello
nazionale l’approvazione all’immissione sul
mercato
-
Il tempo parte al
momento
JohnsonDiversey
5/14/2015 dell’approvazione
con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale EU
185
Biocidi di prossima approvazione
-
Acqua ossigenata  febbraio 2015
-
Acido peracetico
 aprile 2015
-
Alcool etilico
 giugno 2015
-
Polibiguanide
 giugno 2015
-
Iodio
 settenbre 2015 
-
Benzilisotiazolone  novembre 2015
-
Sodio ipoclorito
-
Metil e clorometil isotiazolone  febbraio 2016
-
186

PT3
 novembre? 2015
JohnsonDiversey 5/14/2015
Alcool isopropilico  luglio 2016
Responsabilità nella BPR
 del produttore di molecole biocide
 del formulatore di prodotti
L’utilizzatore
non è coinvolto nel processo
se non nell’attenzione a scegliere
un fornitore serio
che osservi i regolamenti UE e nazionali
187
JohnsonDiversey 5/14/2015
REACh
188
JohnsonDiversey 5/14/2015
REACh
(Registration, Evaluation and Authorization of Chemicals)
REGOLAMENTO 1907/2006/CE
-
Rappresenta la legislazione europea in materia
di Registrazione, (E)Valutazione,
Autorizzazione e restrizione delle sostanze
Chimiche
- In pratica un processo simile alla BPR per
tutte le altre sostanze chimiche
- Processo
da compiere
nell’arco di 11 anni
189
JohnsonDiversey 5/14/2015
(2017)
Obiettivo del Regolamento: ARMONIZZAZIONE
Direttiva 76/769/CE.
Restrizione alla commercializzazione
e uso di Sostanze e Preparati
Pericolosi + Adeguamenti
Direttiva 1999/45/CE
sui Preparati Pericolosi
Direttiva 67/548/CEE.
Sostanze Pericolose +
Adeguamenti
REACh
1
Regolamento 793/93/CE
sugli existing chemicals
190
CLASSIFICAZIONE DELLE SOSTANZE E
PREPARATI IN BASE ALLE:
• PROPRIETA’ FISICO - CHIMICHE
• PROPRIETA’ TOSSICOLOGICHE
• EFFETTI SPECIFICI SULLA SALUTE
• EFFETTI SULL’AMBIENTE
191
JohnsonDiversey 5/14/2015
Tempi di attuazione
numero di
sostanze
Proposta
20000
1 - 10 t
Adozione
Preregistrazione
Consortia
Testing,
Valutazione del rischio,
Registrazione
2600
>1000 t
e le CMR e R50 e R53
192
2000
1
2003
2007
2900
100 - 1000 t
2010
R50= Altamente tossico per gli organismi acquatici
R53 = Può provocare a lungo termine effettivi negativi per l'ambiente acquatico.
4600
10 - 100 t
2013
2018
REACh
(Registration, Evaluation and Authorization of Chemicals)
E’ un processo in continua evoluzione.
Lo si osserva dall’evoluzione dell’SDS
(scheda di sicurezza)
Le sostanze in totale sono circa 30000
L’agenzia di valutazione ECHA sembra riesca
ad analizzare circa 30-40 all’anno di materie
prime con rischio chimico
193
JohnsonDiversey 5/14/2015
RISCHIO CHIMICO: SCHEMA DI INTERRELAZIONI
INQUINAMENTO
ATTIVITA’
ESTERNE
PRODUZIONE
SICUREZZA
- incidenti
- disastri
ARIA ACQUA
SUOLO
COMPARTIMENTAZIONE
BIO
RIFIUTI
VALUTAZIONE
AMBIENTALE
RICADUTA
SULL’AMBIENTE
ECOTOSSICITA'
RICADUTA SUL
LAVORATORE
ATTIVITA’
PRODUTTIVE
INTERNE
VALUTAZIONE
ESPOSIZIONE
VALUTAZIONE
TOSSICOLOGICA
VALUTAZIONE
SANITARIA
SICUREZZA
194
JohnsonDiversey 5/14/2015
RICADUTA SUGLI
UTILIZZATORI
CONSUMATORI
ESEMPI DI RESTRIZIONI
- Cloro (Cl2): >2.5%
- Poliammine grasse lubrificanti >2.5%
- Poliammine anfotere disinfettanti >2.5%
- Polibiguanide >2%
195
Modifica dei pittogrammi di pericolo
196
JohnsonDiversey 5/14/2015
Sono moltiplicate le frasi di:
-RISCHIO (R)
-RACCOMANDAZIONI (S)
-REAZIONI
 H
 P
 EUH
Esempio:
H300 – Letale se ingerito.
H301 – Tossico se ingerito.
H302 – Nocivo se ingerito.
H311 – Tossico per contatto con la pelle.
H312 – Nocivo per contatto con la pelle.
H314 – Provoca gravi ustioni cutanee e gravi lesioni oculari.
JohnsonDiversey
H315197
– Provoca irritazione
cutanea.5/14/2015
P301 – IN CASO DI INGESTIONE:
P302 – IN CASO DI CONTATTO CON LA PELLE:
P304 – IN CASO DI INALAZIONE:
P305 – IN CASO DI CONTATTO CON GLI OCCHI:
P306 – IN CASO DI CONTATTO CON GLI INDUMENTI:
EUH 001 – Esplosivo allo stato secco.
EUH 006 – Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria.
EUH 014 – Reagisce violentemente con l'acqua.
EUH 019 – Può formare perossidi esplosivi.
EUH 029 – A contatto con l'acqua libera un gas tossico.
EUH 031 – A contatto con acidi libera gas tossici.
EUH 032 – A contatto con acidi libera gas molto tossici.
198
JohnsonDiversey 5/14/2015
L’evoluzione del processo REACh
si vede nelle variazioni della SDS
(Safety Data Sheet o scheda di sicurezza)
Esempio:
Al punto 3, 8, 11, 12
sono state aggiunte caselle
da riempire
man mano arrivano dati dal REACh
199
JohnsonDiversey 5/14/2015
SCHEDA DI SICUREZZA
UTILIZZATORI A VALLE
1) Informare il proprio fornitore su un uso quando la sostanza
non è ancora registrata o su un uso non contemplato nella SDS
registrata
2) Intraprendere azioni appropriate quando si riceve una SDS
(individuare e mettere in atto misure adeguate per controllare i
rischi derivanti dall'uso della particolare sostanza)
3) Comunicare informazioni riguardanti l'uso sicuro ai propri
clienti mediante fornitura della propria SDS
4) Preparare una relazione sulla sicurezza se il proprio uso non è
coperto dalla SDS fornita
5) Rispettare l’uso e le restrizioni
6) Verificare o controllare l’uso di sostanze autorizzate dai propri
201
fornitori
1