Libero 23 giugno 2015

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Libero 23 giugno 2015
Nascono i BBooks, i libri-sfera (Dante tra i primi titoli)
Il Quirinale apre al pubblico per cinque giorni alla settimana
Si chiamano BBooks e mostrano una nuova idea di libro: una sfera di legno che diventa libro. Si
tratta un’idea-progetto culturale tra editoria, design e arte. Tra gli invitati alla anteprima del prossimo 3 dicembre, al Circolo Filologico di Milano Sveva Casati Modignani, Nicola Crocetti, Giorgio
Galli, Giovanni Gastel e Salvatore Veca. Il libro-oggetto era proprio degli antichi codex miniati.
L’autore del progetto è Alessandro Curioni. I primi titoli: Flatlands di Abbott e l’Inferno di Dante.
Lo studio alla Vetrata dove il presidente della Repubblica svolge le consultazioni per formare i
governi, gli scenografici giardini, le sale napoleoniche e i musei della Vasella e delle Carrozze. Da
domani il Quirinale apre al pubblico per cinque giorni alla settimana e con un percorso raddoppiato rispetto al passato. Il Quirinale diventa ancora di più «il Palazzo degli italiani» aveva annunciato
il 2 giugno Sergio Mattarella e da domani, su prenotazione, chiunque potrà visitarlo.
Incontro con lo scrittore-sceneggiatore
Una bambina zombie è la speranza dell’umanità
Arriva in Italia «La ragazza che sapeva troppo», best seller sulla Terra asserragliata dai revenant
L’autore Mike R. Carey: «La protagonista Melanie è il metronomo del mondo. Già pronto il film»
«Amo troppo la vita...»
Raffaini,l’ex tossico
che trovò redenzione
nella letteratura
■■■ Una storia di redenzione.Anche gra-
::: MICHELA RAVALICO
■■■ Un libro che prima di na-
scere era già anche un film. Un
thriller zombie, con una cattivissima dottoressa che seziona cervelli di bambini senza anestesia
e che nel film sarà interpretata
da Glenn Close.
Una science fiction dai toni
apocalittici, che descrive un pianeta terrà devastato da un batterio che ha trasformato gli uomini in mostri affamati di carne
umana. I pochi «normali» vivono asserragliati in città fortezze.
E poi c'è una bambina, Melanie,
che rappresenta la salvezza, la
speranza di redenzione dell'
umanità. La ragazza che sapeva troppo (Newton Compton,
384 pagine, 9,90 euro) è il primo libro dello scrittore inglese
Mike R. Carey ad arrivare in Italia. L’autore, che è alla sua prima
esperienza come romanziere
ma da sempre scrive graphic novel e lavora nel mondo del cinema come sceneggiatore delle storie dei Fantastici quattro e degli
X-Men, ne ha parlato con noi.
Com'è nato questo libro?
Come mai ha deciso di scrivere una storia di zombie?
«Mi hanno proposto di scrivere un racconto per un’antologia
horror. Il filo conduttore doveva
essere “i giorni di scuola”. Non
riuscivo a farmi venire un’idea
buona.Una mattina mi sono svegliato con in testa Melanie: una
bambina seduta nella sua classe, che sta scrivendo un tema su
cosa avrebbe fatto da grande.
Peccato che lei non sarebbe mai
cresciuta, visto che era già morta, uno zombie. Una volta trovato lo spunto, tutto il romanzo è
PICCOLI ORRORI
Sopra, da sinistra, la
copertina del libro e lo
scrittore Mike R. Carey.
In alto, illustrazione
con zombie-bambine
da «Walking Dead»
sgorgato fuori naturalmente e
molto velocemente. Prima ho
scritto il racconto breve per l'antologia, intitolato Efigenia in Aulide. Ci ho impiegato solo 4 giorni. Poi il romanzo»
Chi sono i suoi maestri? I
tuoi autori preferiti?
«Oh my god. Ce ne sono così
tanti. Il primo che ho imitato, coscientemente, è stato Michael
Moorcock. Ho letto tutti i suoi libri degli Eternal Champion, avevo 13-14 anni. Poi sono passato
a Roger Zelazny, Mervyn Peakee, allargando i miei orizzonti.
Ursula LeGuin, la prima scrittrice di science fiction che ho letto;
mi ha influenzato parecchio. Altri maestri sono alcuni fumettisti
inglesi degli anni 80 come Alan
Moore,Neil Gaiman,Grant Morrison. Un altro è Lord Dunsany,
scrittore di fantasy irlandese»
Il suo romanzo, La ragazza
che sapeva troppo, è stato scritto per il cinema, o è nato come
romanzo?
«In due versioni contemporaneamente. Entrambe basate sul
racconto breve iniziale, Efigenia
in Aulide; scrivevo sceneggiatura e romanzo assieme. Grazie al
lavoro sulla sceneggiatura per il
cinema, il romanzo ha guadagnato in immagini. Molto utile è
stato il lavoro di gruppo con il regista Colm McCarthy. Del resto
già in passato avevo scritto due
romanzi a sei mani con mia moglie Linda e mia figlia Louise».
Lei è anche uno scrittore di
graphic novel. La ragazza che
sapeva troppo potrebbe essere una graphic novel?
«Se succederà, sarà almeno
tra un anno. Non mettiamo troppa carne al fuoco».
Cosa rappresentano gli hungries? Forse una metafora del
declino della società?
«Gli hungries, gli zombi del
mio romanzo, sono il simbolo
della nostra natura più perversa
e cattiva, uno specchio in cui ri-
fletterci e osservarci. La ragazza
è un romanzo di fantascienza,
ma anche di scienza e coscienza. Ci fa scoprire i limiti della nostra empatia verso altri essere
umani che appaiono e si comportano diversamente da noi. Il
lettore è messo nelle condizioni
di giudicare tutti i personaggi del
romanzo attraverso il modo in
cui si rapportano con Melanie,
la bambina zombie. Si scopre
quanto riescano a superare le loro paure, i loro pregiudizi, la loro
repulsione, e intolleranza e restituirle quell’amore e rispetto che
lei, una zombie, dà a tutti. Melanie è un mostro, ma è il metro di
paragone dell’umanità»
Quanto le ci è voluto per scrivere il romanzo? Quante copie ha già venduto?
«Ê stato molto rapido.Sei o sette mesi per scrivere, ma perché
avevo già impostato tutto il lavoro di base. La trama e i personaggi. Ed è sicuramente il libro più
popolare che ho mai scritto, nei
paesi di lingua inglese siamo a
250mila copie vendute».
Quali altri romanzi di fantascienza o film zombie suggerirebbe ai lettori italiani?
«Mi è piaciuto molto Warm
Bodies, che riprende la storia di
Romeo and Juliet con zombie e
esseri umani che recitano nella
saga dei Montecchi e Capuleti.
The Death House diSarah Pinborough's è un altro romanzo eccezionale. E poi Zombieland, la
commedia horror con Jesse Eisenberg. Per finire, Land Of the
Dead, l'ultimo film di Romero,
meraviglioso,sulle follie del capitalismo»
Il tuo film preferito?
«Blade Runner».
zie alla televisione. Della serie: anche un
tossicodipendente accanito e apparentemente destinato a una lenta autodistruzione, può cambiare il suo destino. E conoscere, persino, celebrità e riconoscenza.
Non è una favola della Disney, ma la
storia di vita vissuta di Lorenzo Raffaini.
Ex tossico, ex carcerato, entrato e uscito
da comunità e carcere tante volte da perderne il conto, ha deciso di raccontare per
iscritto la sua storia. Per farlo ha scelto la
strada più semplice, quella a portata di
tutti, anche dei reietti della società: la tv.
Ha partecipato al talent show Masterpiece. Non ha vinto, ma la sua storia è piaciuta. In primis ad Andrea de Carlo, uno dei
giudici, che infatti ha scritto la prefazione
al suo libro. Ha sedotto anche Elisabetta
Sgarbi, che infatti lo ha voluto per la sua
casa editrice Bompiani. Ora Raffaini sta
già pensando di andare avanti. Un nuovo
libro. Un nuovo mestiere. Una nuova vita.
Nato in un paesino della Valcamonica,
dove tutti si conoscono e non ci sono segreti, il romanzo Amo troppo la vita per
riuscire a viverla, 15 euro, Bompiani,
355 pagine, è la storia della sua vita dall'
infanzia. Il primo ricordo è il trauma dell'
asilo, dove odiava andare preferendo di
gran lunga le cure di nonna e la libertà dei
giochi a casa. Poi ci sono gli anni sereni
delle elementari, fino alla scoperta choc
per tutta la famiglia. Il padre ha una storia
con la zia acquisita, la moglie del fratello
della mamma. Tensioni, urla, litigate. Raffaini smette di studiare, lavora con il padre (che vende uova di gallina e guadagna un mucchio di soldi), inizia a uscire, a
bere, a farsi qualche canna finché l'autista
delpadre gli fa conoscere l'eroina. Da sniffare: tiene sveglio, assicura l'uomo che
nemmeno sa che si tratta di eroina (è una
specie di anfetamina, gli dice la prima volta che gliela offre). Sono i primi anni 80,
quando l'Italia viene contagiata per la prima volta in modo massiccio dalle droghe
pesanti. Sarà una spirale. Patetica, dolorosa, imbarazzate e violenta. Raffaini manderà in rovina la famiglia per la droga, rubando i soldi persino al padre e alla madre.Una volta spolpata la sua famiglia, inizierà a rubare, e da lì il via vai dal carcere.
Bugie e false promesse saranno il suo pane quotidiano per quasi vent'anni. Ogni
volta tenterà di disintossicarsi, e ogni volta fallirà. Fino alla nascita del primo figlio
e del secondo, da quella che è ancora oggi
sua moglie e madre di altri due bambini.
Dall’amore, e dalle fatiche della famiglia,
la redenzione. Una storia happy end.
M.RAV.