made in italy
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TRASPORTO INTERNAZIONALE & MADE IN ITALY www.fortuneitaly.it • MADE IN ITALY: l’italianità va promossa nel mondo …! • Ma va promossa anche in Italia! • Il produttore ITALIANO … è sicuramente dispiaciuto quando vede che il mercato “italiano” preferisce prodotti simili al suo, ma prodotti altrove. • Ma anche il TRASPORTATORE italiano … non può essere contento quando vede che gli italiani preferiscono affidarsi ad aziende estere perché gestiscano i trasporti internazionali • Soprattutto se le aziende estere (per lo più multinazionali con sede in qualche paradiso fiscale!) fanno in modo di non pagare tasse in Italia • Il GIORNALE DELLA LOGISTICA ha pubblicato l’elenco dei primi MILLE operatori del settore www.fortuneitaly.it In sintesi (dati 2005) - le grosse multinazionali del trasporto internazionale dichiarano perdite colossali (in Italia): DHL DANZAS (fatturato oltre 810 milioni di euro) ha dichiarato una perdita di "25.058.209" euro GEODIS ZUST AMBROSETTI ha perso 17.735.505 euro TNT ha perso 13.154.542 euro PANALPINA (persi 108.510 euro) KUHNE NAGEL (persi 114.000 euro) FRANSMAAS (persi 3.481.590 euro) GEOLOGISTICS (persi 1.812.701 euro) ECU LINE (persi 51.239 euro) 140 120 100 80 dalla prima alla 50 60 dalla 51 alla 1000 40 20 0 fatturato utile Abbiamo esaminato i primi MILLE (in ordine di fatturato): I primi 50 dell’elenco (quindi, per così dire, le grosse aziende, per lo più multinazionali estere) fatturano circa 10 miliardi di euro, praticamente una somma analoga a quella fatturata dagli altri 950. Solo che i 10 miliardi fatturati dai primi 50 danno utili per 45 milioni (quindi un ROE dello 0,45 per cento). Mentre i 10 miliardi fatturati dagli altri 950 danno utili per 135 milioni (quindi il ROE triplica e diventa l’1,35 per cento). Insomma, a fronte di analogo “fatturato” la piccola azienda (100 % italiana!) produce TRE VOLTE di più di utile Ma (incredibile ma vero!) se prendiamo le prime dieci aziende che operano in Italia (tutte multinazionali estere!), a fronte di un fatturato globale di oltre 4 miliardi e mezzo di euro (quindi quasi un quarto dei 20 miliardi totali), producono una PERDITA totale di 7 milioni di euro. 250 200 150 dalla 11 alla 1000 100 le prime10 50 0 -50 fatturato utile 250 200 150 gli altri 999 100 DHL DANZAS 50 0 -50 fatturato utile Insomma, cominciando dalla prima azienda in assoluto (DHL DANZAS) che è quella che fattura di più (810 milioni di euro) ed è anche quella che perde di più (25 milioni di euro), l’assioma è LAVORARE TANTO per PERDERE TANTO! Comparando fatturato ed utile, DHL-DANZAS fattura 810 milioni (il 4,1 per cento del totale di 20 miliardi) e ne perde 25 milioni (il 13,8 per cento – in negativo - dell’utile di 181 milioni prodotto da tutte le altre 999 aziende) Qualche azienda con risultati positivi? Ecco: SNATT (fatturato 38 milioni – utile 295.000 euro) DOMETRANS (fatturato 6,5 milioni – utile 250.000 euro) NEW TRANSPORT (fatturato 3,4 milioni – utile 111.000 euro) MERCI & MERCI (fatturato 3,8 milioni – utile 110.000 euro) GETCO (fatturato 11,8 milioni – utile 316.000 euro) Che cosa hanno in comune? Che sono aziende al 100 % … italiane! Gli italiani però preferiscono, normalmente, “disinteressarsi” del trasporto. Per lo più VENDONO a condizioni “EX WORKS” … e COMPRANO su base “CIF”, lasciando quindi alla controparte la gestione del trasporto Siamo sicuri che questa sia la scelta giusta? trasporto via mare dalla CINA all’ITALIA 15 maggio 2008: da oggi siamo a "meno quaranta" brrrrr che freddo, verrebbe da dire! Solo che "meno quaranta" non è la temperatura siberiana che ci aspetta nei prossimi giorni (anche se è previsto un "calo", dovuto ad una qualche depressione temporalesca che porterà un po' di pioggia). Non sono nemmeno i giorni che mancano alla fine dell'anno scolastico. E neanche il numero dei sottosegretari "in meno" rispetto al precedente governo. I punti che dividono Milan e Inter sono solo la metà ...! E allora? Cosa è questo "meno quaranta"? Il nuovo nolo mare per ogni metro cubo di merce groupage da spedire dalla Cina all'Italia (tassativamente applicabile solo sulla merce venduta a condizioni CIF) proposto sulla piazza di Shenzhen. Ma, visto che gli italiani continuano a comprare "CIF" anziché "FOB", vuol dire che "tutto va bene, signora la marchesa!". CIF, per chi non lo sapesse, significa che chi vende PAGA (sic!) lui per il trasporto. Qui invece è chi trasporta ... che PAGA per avere il privilegio di trasportare quella merce. D'altronde la fortuna della Wanna Marchi è stata trovare i fessacchiotti che "pagavano" per avere il suo sale da sciogliere. E se agli italiani piace farsi fare fessi dai cinesi, perché toglierli questo piacere? Quando si trasporta una merce da un luogo di produzione ad un luogo di consumo, intervengono varie fasi "intermedie". Dettagliamo qui le tre principali: trasporto dal luogo di produzione al luogo di carico trasporto dal luogo di carico al luogo di scarico trasporto dal luogo di scarico al luogo di consumo Possiamo identificare le "rese" chiamandole in questo modo: resa da franco fabbrica a FOB resa da FOB a CIF resa da CIF a DOOR La somma delle tre ”tranche” sarà sempre: 40 70 50 160 Spese in CINA NOLO mare Spese in ITALIA 40 70 50 160 Se però l’esportatore cinese anziché pagare il nolo di 70… incassa 40 dollari al metro cubo dal TRASPORTATORE CINESE (quindi recupera anche le spese in CINA), cosa succede? 160 Spese in CINA NOLO mare Spese in ITALIA 160 Quindi chi compra a condizioni FOB (affidandosi ad un trasportatore italiano) … paga NOLO + SPESE IN ITALIA = 120 Spese in CINA 40 NOLO mare 70 Spese in ITALIA 50 160 Invece chi compra a condizioni CIF (affidandosi ad un trasportatore cinese) … paga “SOLO” le SPESE IN ITALIA = 160 Spese in CINA 00 160 NOLO mare 00 Spese in ITALIA 160 Per concludere: vedo molte aziende italiane che si lamentano per la concorrenza “estera” … ma non si fanno scrupolo di affidarsi, per i loro trasporti, ad aziende di trasporto anch’esse “estere”. Insomma, mi sembra una denuncia a senso unico. Soprattutto considerando che le aziende estere … li maltrattano alla grande! Grazie per l’attenzione Paolo Federici www.fortuneitaly.it