Progetto fratellanza
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Progetto fratellanza
fare l’Ac L’Ac di Pescara ha realizzato nella diocesi di Sapa un campo di evangelizzazione con 45 ragazzi: il primo mattone di un gemellaggio avviato lo scorso anno dalle due Chiese locali di Davide De Amicis n campo scuola di evangelizzazione rivolto a 45 ragazzi albanesi di 11 e 12 anni realizzato dal 12 al 19 Luglio scorso a Bogë, località albanese nella diocesi di Sapa situata al confine con il Kosovo, grazie alla spedizione organizzata dall’Azione cattolica dell’arcidiocesi di Pescara-Penne, che ha inviato sul posto una squadra di 8 educatori Acr (Luca Cirone, Serena Di Censo, Cristiano Acciavatti, Valeria Blasioli, Andrea Falone, Zimira De Serio, Luca Di Domizio e Nadia Scurti), coordinati dagli assistenti diocesani unitario e Acr (don Marco Pagniello e don Paolo Sabatini). Questa missione ha di fatto inaugurato il Progetto “Vllaznia”: «Si tratta — ha spiegato don Marco Pagniello — di realizzare un gemellaggio sancito lo scorso anno fra le Chiese locali di Pescara e Sapa per crescere entrambe in uno spirito di dialogo, comunione, ma soprattutto di “vllaznia”, un termine albanese che tradotto significa “fratellanza”». Quest’ambizioso progetto prevede cinque grandi obiettivi da conseguire nel tempo, come la costruzione di un centro per disabili, la “Casa della U 46 SegnoPer 05/2009 - Sommario Progetto fratellanza Carità”, la presenza costante di animatori pastorali, la lotta alle povertà estreme, la formazione degli artigiani albanesi, lo sviluppo del commercio equosolidale e la costruzione di un centro diurno per minori e donne da erigere a Sapa. Insomma, un progetto imponente che, per essere completato, in una delle aree più povere ed arretrate del territorio albanese, necessita e necessiterà dell’intervento di tutte gli uffici, movimenti ed associazioni di cui si compone la diocesi adriatica. Nasce da qui la partecipazione degli educatori Acr al campo scuola di Bogë nel luglio scorso, affiancati a 12 educatori albanesi facenti parte dell’associazione “Ambasciatori di Pace”, tra i quali è nata un’intesa costruita in tempo reale durante lo svolgersi del campo: «La traccia utilizzata — racconta Luca Cirone, consigliere diocesano Acr — si intitolava E tu da che parte stai? e proponeva ai ragazzi un percorso che li invitava a riflettere sui loro comportamenti e a fare delle scelte forti». Scelte forti come quelle dello stesso Luca, sposato dallo scorso 13 aprile con Serena, anche lei educatrice, con la quale ha deciso di convertire il SegnoPer n.5/2009 Un’immagine dell’esperienza realizzata inAlbania classico viaggio di nozze in un’esperienza di servizio concreto: «È stato bello – continua Luca – vedere negli occhi di quei bambini la voglia di essere educati, la voglia di essere amati, la voglia di conquistare la pace, di vivere in pace, la voglia di essere aiutati. E proprio in Albania ho visto il volto più bello della nostra Chiesa piccola, povera, umile, ma pronta ad aiutare i bisognosi». È stata una dura settimana quella vissuta dagli educatori pescaresi, partiti alla volta dell’Albania quasi all’oscuro di ciò che li avrebbe attesi. Poi l’arrivo a Bogë e l’incontro con i ragazzi albanesi che li ha rimessi in discussione: «L’uscire da un ambiente – riflette Cristiano Acciavatti, educatore Acr – come la propria comunità parrocchiale per lavorare su qualcos’altro va a rompere molti schemi, ruoli, atteggiamenti e azioni. Così non puoi dare nulla per scontato, devi osservare, capire, adattarti e reinventarti». SegnoPer n.5/2009 fare l’Ac Reinventarsi per scoprire un lato nuovo del proprio essere educatore: «Quest’esperienza – osserva Valeria Blasioli, membro dell’equipe Acr – mi ha insegnato che essere utili a volte significa farsi da parte, non pretendere di agire per forza, ma porsi come compagni di un viaggio da compiere insieme. Ai miei ragazzi e agli altri educatori consiglierò di fare quest’esperienza perchè le nuove generazioni albanesi stanno lavorando per crescere e migliorarsi e hanno bisogno di qualcuno che li incoraggi in questo cammino». Fondamentale tanto per i ragazzi albanesi, quanto per i giovani educatori abruzzesi è stato quindi l’apporto degli assistenti spirituali: «Ogni mattina – ha ricordato don Paolo Sabatini, assistente diocesano Acr – l’appuntamento nella tenda della preghiera davanti all’Eucarestia mi ha dato l’occasione di lanciare riflessioni tratte dalla scrittura e dalle testimonianze di don Tonino Bello e Madre Teresa di Calcutta. Ho imparato che il nostro essere Chiesa è davvero universale, che il Signore si serve di ciascuno di noi per far arrivare il suo messaggio d’amore e di salvezza, che la Chiesa non ha confini né barriere e che soprattutto invochiamo tutti nella preghiera lo stesso Padre nostro che continua a donarci meraviglie e occasioni per comprendere quanto è grande il suo amore per l’uomo, sua nobile creatura». 47