Traumi distorsivi del ginocchio

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Traumi distorsivi del ginocchio
Traumi distorsivi del ginocchio
Le distorsioni dei ginocchio sono un’evenienza piuttosto frequente in ambito sportivo (circa il 70%), nonostante tali lesioni possano incorrere frequentemente anche in seguito ad incidenti stradali, durante l’attività
lavorativa o lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Tra le conseguenze più frequenti di un trauma
distorsivo del ginocchio vi sono le lesioni meniscali. Ad esse possono associarsi lesioni delle strutture capsulo-legamentose, possibile causa di instabilità articolari, che sfociano in un’incapacità dei legamenti del ginocchio a mantenere i normali rapporti strutturali anatomici. E’ importante sottolineare come l’interessamento di
una solo struttura articolare sia poco frequente.
Semplificando un po’ l’anatomia, possiamo dire che la stabilità del ginocchio è dovuta principalmente a 4
robusti legamenti :
1. il legamento collaterale interno (LCM);
2. il legamento collaterale esterno (LCL);
3. il legamento crociato anteriore (LCA);
4. il legamento crociato posteriore (LCP).
Contribuiscono inoltre alla funzione stabilizzatrice, l’integrità dei menischi e una buona efficienza muscolare. Spesso associate alle lesioni capsulo-legamentose o dei menischi può associarsi un versamento articolare.
Si viene così a formare o l’emartro (raccolta di sangue nel ginocchio) che solitamente avviene rapidamente,
o l’idrarto (raccolta di liquido sinoviale), quando la tumefazione si ha a distanza di tempo per una sinovite
reattiva. La presenza di un emartro deve sempre far sospettare la presenza di una lesione legamentosa ma
la sua assenza non autorizza ad escluderla. I versamenti cospicui vanno evacuati, mediante aspirazione con
siringa (artrocentesi evacuativa).
In base al tipo di movimento e al punto di applicazione della forza, la distorsione interesserà con maggiore
probabilità un legamento rispetto ad un altro.
Il legamento crociato anteriore viene generalmente interessato in seguito ad un arresto improvviso, ad una
torsione (sia interna che esterna), ad un iperestensione (calcio a vuoto) o ad un violento trauma applicato
all’esterno del ginocchio o sul lato interno del piede. Spesso a tale lesione si associa quella del legamento
collaterale interno. Infatti anch’esso si può lesionare in seguito ad una rotazione esterna del ginocchio.
Prof. Dario Perugia
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
L’interessamento del legamento crociato posteriore, invece, consegue solitamente ad un trauma diretto alla
parte anteriore del ginocchio. La forza dell’impatto dev’essere piuttosto violenta come quando durante un
incidente automobilistico il ginocchio viene sbattuto violentemente contro il cruscotto. Altre situazioni a rischio
includono atterraggi violenti su ginocchio piegato.
La sintomatologia tipica dei traumi distorsivi del ginocchio è caratterizzata dalla comparsa immediata di dolore, limitazione funzionale, tumefazione ed in caso di lesione del LCA, cedimenti articolari. Nelle fasi successive è tipico assistere a una progressiva riduzione del trofismo del quadricipite dovuto ad un minor utilizzo
dell’arto leso a causa del dolore.
Solitamente in seguito alla lesione del LCA si avverte un crack nel momento della rottura e clinicamente il
paziente presenterà dolore, gonfiore, emartro (sangue nel ginocchio che deve essere aspirato) ed impotenza
funzionale. Nella fase acuta della lesione non è sempre possibile valutarne l’entità, quindi spesso si preferisce rivedere il paziente dopo qualche giorno, durante i quali il sarà stato con la gamba in scarico, a riposo e
con ginocchio eventualmente immobilizzato in estensione.
Se avete subito una distorsione al ginocchio, dovete immediatamente applicare il protocollo RICE:
. Riposare il ginocchio ed immobilizzarlo
. Ice: applicare del ghiaccio sull’articolazione per non più di 20-30 minuti
. Comprimere il ginocchio con una fasciatura elastica
. Elevare l’articolazione mettendola in scarico
In questo modo riuscirete a fermare il sanguinamento responsabile del gonfiore e del dolore
locale.
Ciascuna applicazione di giaccio
durerà approssimativamente 1520 minuti (non oltre) avendo cura
di porre un tessuto sottile a protezione della cute.
Ripetere l’applicazione ogni tre o
quattro ore per due o tre giorni
fino a quando il dolore non si riduce significativamente.
Dopo la visita il medico potrà prescrivere i classici farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) per alleviare
ulteriormente il gonfiore e diminuire il dolore.
Per quanto riguarda la diagnosi, di fondamentale importanza è la valutazione clinica, che prevede l’esecuzione di specifiche manovre atte all’individuazione di rotture meniscali ed eventuali lesioni capsulo-legamentose
ad esse associate.
E’ necessaria inoltre, una valutazione strumentale: una radiografia standard del ginocchio per escludere
lesioni ossee ed una risonanza magnetica in grado di rilevare danni alle strutture meniscali e legamentose.
Prof. Dario Perugia
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
A differenza dei legamenti collaterali e del crociato posteriore, il LCA non è vascolarizzato e quindi una volta
lesionato non si rigenera, ma al contrario degenera, dunque per la sua riparazione sarà necessario un trattamento chirurgico.
Il trattamento delle lesione traumatiche del ginocchio può essere di tipo conservativo e, più spesso, chirurgico.
Il trattamento conservativo si basa, inizialmente, sull’utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei e crioterapia e – successivamente – sugli esercizi isometrici per il rinforzo del muscolo quadricipitale, praticato sia
nelle lesioni meniscali, sia nelle rare lesioni isolate del LCA, specie in pazienti sedentari o con scarse richieste funzionali. Il trattamento conservativo è correlato ad un maggior rischio di sviluppare, nel tempo, lesioni
di altre strutture articolari del ginocchio, con la possibile comparsa di un’artrosi secondaria precoce a carico
del ginocchio.
ll trattamento chirurgico viene generalmente riservato a tutti quei pazienti che abbiano maggiori richieste
funzionali (come, ad esempio, gli sportivi), e a quelli che presentino lesioni coinvolgenti più di una struttura
anatomica del ginocchio. Con l’avvento della chirurgia artroscopica, introdotta per la prima volta negli anni
’70 in Giappone e già largamente adottata negli anni ’80 nel resto del mondo, la riparazione o asportazione
delle strutture meniscali e la ricostruzione dei legamenti crociati si è velocemente diffusa soprattutto per
l’elevata minore invasività dell’intervento stesso. Infatti, la procedura chirurgica prevede l’esecuzione di soli
due piccoli fori della grandezza di circa 1 cm per l’introduzione degli strumenti artroscopici e, nel caso della
ricostruzione del legamento crociato mediante l’utilizzo di tendini prelevati dal paziente stesso (gracile e semitendinoso, rotuleo, quadricipitale), l’esecuzione di un’ulteriore piccola incisione di circa 2-3 cm praticata in
corrispondenza della sede del prelievo.
Anche la riabilitazione post-operatoria è
cambiata molto. Attualmente, infatti, dopo una
semplice meniscectomia per via artroscopica, il paziente è in
grado di deambulare e
tornare a casa il giorno
stesso
dell’intervento
e di riprendere l’attività
sportiva nel giro di due
settimane, dopo uno
specifico programma fisioterapico volto in particolar modo al recupero di un buon trofismo muscolare. Nei pazienti operati di ricostruzione dei legamenti crociati la ripresa di una completa autosufficienza e delle normali attività quotidiane
(per esempio guidare), prevede un programma riabilitativo di circa 4-6 settimane, mentre il ritorno alla pratica
sportiva è mediamente stimato in 4-6 mesi.
Prof. Dario Perugia
Specialista in Ortopedia e Traumatologia