scarica cykeln 05

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scarica cykeln 05
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PANTONE 184 U
Ogni due mesi facciamo uscire questo prodotto e ogni due mesi ci guardiamo indietro e capiamo
che il lavoro da fare è ancora tanto, perché vogliamo rendere CYKELN qualcosa di completo, di
divertente ma soprattutto interessante per molti lettori che amano la bici e non solo.
Per questo cercheremo di implementare la rivista migliorando la veste ma principalmente i contenuti,
e seguiremo la via della comunicazione, cercando di filmare e fotografare sempre di più ciò che ci
Editor:
accade e ciò che reputiamo possa essere interessante per la comunità di biker. Diamo il benvenuto
Niccolò Poppi
infatti a Massimo Bacci, che da questo numero entra di ruolo nel team di Cykeln per raccontare
Art direction:
le nostre storie attraverso la lente della macchina fotografica e che ci aiuterà nell’implementazione
Claudio di Santo
del sito internet che senza dubbio miglioreremo nei prossimi mesi.
graphic/illustration:
Ci saranno diverse migliorie nella rivista e nelle attività che seguiremo, compatibilmente con le
Simone “duman” Marinelli
risorse che abbiamo e parlo di quelle economiche ovviamente.
Ad ogni modo l’importante è pedalare e cercare sempre nuove vie per poter comunicare questa
On the cover:
nostra passione. Approfittiamo per ringraziare tutti coloro che ci scrivono, e ci scusiamo se non
Il Giardino - Simone “duman” Marinelli
riusciamo a rispondere a tutte le proposte che ci vengono fatte di collaborazione, ma credeteci
Info:
siamo davvero molto presi nel cercare ogni mese di chiudere gli articoli e oltre al lavoro non esiste
[email protected]
molto altro tempo libero.
Advertising:
Parlando di questo numero, posso dire che ci sono diversi articoli interessanti e sono sicuro vi
[email protected]
divertirete a leggere quello che ci raccontano i nostri personaggi.
PISTA:
Riccardo Volpe
Parlo senza dubbio di Serafino Tomi che di storie da raccontare ne avrebbe per un almanacco
intero…ma anche del nostro amico Pier Lofrano che si destreggia tra la bmx e il bike polo!!
RICETTE:
Siamo strafelici di avere sulle nostre pagine Chas di Mash Sf, Gus Molina e Garrett Chow art
Francesca Serani
director di specialized che aprono sempre una bella finestra oltre oceano!! Ci spiace non aver
occhio critico:
potuto finalizzare l’intervista a Liz Hatch che per via delle sue molteplici gare non ha potuto finire
Carlotta Patara
l’intervista, ma senza dubbio la troveremo sul prossimo numero…chissà magari con uno speciale
fotografico fatto proprio da noi di Cykeln!!
PHOTO CREDITS:
Insomma anche questa volta speriamo di avervi accontentato, vi auguriamo buona lettura!
Peter Piper // Monia C. Pescatori // Garrett Chow // Mike
Mash //
Ride Safe
Niccolò Poppi
www.cykelnmag.altervista.org
© 2012 by Cykeln Mag
All rights reserved. No part of this document may be reproduced or transmitted in
any form or by any means, electronic, mechanical, photocopying, recording, or
otherwise, without prior written permission of Cykeln Magazine.
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INDEX
Andrew Romashiya
Serafino Tomi
8 14 22 28
36 38 46 56
58 64 68 74
Gus Molina
Occhio Critico
Francesca’s Recipes
Pietro Pier Lofrano
Peter Piper
Chas Christiansen
4
Riccardo Volpe
Fixation
Garrett Chow
Instagrab
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INTERVISTA DI:
CLAUDIO DI SANTO
FOTO DI:
PETER PIPER
Un italiano trapiantato in Inghilterra.
Cosa fai per vivere?
Lavoro da Brick Lane Bikes, sono shop manager
abbandonare e passare ai freni.
clienti, varie fiere a cui partecipiamo e tutte le
Come vedi questa esplosione verso il
ciclismo? moda o passione verso uno
sport nobile?
quotidianità che ogni negozio di biciclette ha.
E’ incredibile, come ho detto prima, sono
In teoria avrei un lavoro d’ufficio ma non esiste
cresciuto in un paese in Emilia, quindi per me
giorno in cui non torno a casa con le mani prive
la bicicletta e’ sempre stata una cosa più che
di grasso e olio! Oltre a Brick Lane Bikes sono
naturale, mai abbandonata, anche durante i
co-fondatore del 5th floor (the5thfloor.co.uk) e
periodi in motorino o macchina, pero’ devo
del 5th store (the5thstore.co.uk) il che significa
ammettere che l’interesse verso il nostro
che oltre che alla settimana anche il weekend e’
mondo e’ cresciuto incredibilmente negli
e mi occupo principalmente della cura del sito,
FB, Twitter ecc oltre che al classico servizio
dedicato alle bici. ultimi anni. Quando mi trasferii a Londra qualche anno fa i ciclisti in bici fissa si contavano
Come ti sei avvicinato al mondo della
bici a scatto fisso?
sulle dita di una mano, ora sono centinaio di
migliaia e non solo i ciclisti fissi, i cosiddetti
La bici a scatto fisso e’ stata parte della mia vita
commuters si sono moltiplicati a vista d’oc-
sin da piccolo, sono nato e cresciuto davanti ad
chio, basti pensare che ogni mattina ci sono
un velodromo, ho passato ore e ore al balcone a
più o meno 1.2 milioni di ciclisti per le strade
guardare amatori e professionisti allenarsi e gar-
della citta!
eggiare, ma non e’ stato fino a 5 anni fa che ho
E questo non vale solo per Londra, lavorando
deciso di provarne una per girare in citta, da li
per un grande distributore europeo come
non ho più smesso! Ho avuto un brutto inciden-
Brick Lane Bikes - BLB Bigmama, sono a
te 2 anni fa che mi ha lasciato con i legamenti
conoscenza dell’aumento esponenziale che
di un ginocchio a pezzi quindi il mio gear ratio
ha avuto il ciclismo negli ultimi anni!
al momento e’ quello che potrebbe usare un
bambino (48x18), pero almeno non ho dovuto
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Sportivo olimpionico preferito e perché.
chio e puntano ad un buon piazzamento, poi ho il mio
Per le ultime olimpiadi direi che Jason Kenny e’
grande amico Marc (Tokyo Fixed) che operazione al
stato incredibile!
ginocchio permettendo, dovrebbe fare molto bene.
Sappiamo che sei una delle menti dietro
5th floor, ci vuoi parlare un pò di questo
blog?
dio, Frenk Martucci potrebbe rappresentarci bene!
Ovviamente sarrebbe bello vedere un italiano sul po-
Allora, il 5th floor nasce un po’ casualmente 3 anni
Cosa ti manca dell’Italia (sempre se ti
manca)?
fa, sul tetto di un car-park nell’est di Londra. Sul
Il sole! Per il cibo riesco a rimediare ottimi ingredienti
quinto piano appunto di questo edificio ci si trovava
e a cucinare quello che voglio anche qui, la cultura del
ogni Martedi sera per birre, impennate e gare di skid
cibo e’ sicuramente diversa ma trovare gli ingredienti
sin dal lontano 2007 e ovviamente come succede di
buoni e’ possibile e considerando che adoro cucinare
solito da un gruppo di decine e decine di persone
il tutto viene piu semplice, purtroppo per il sole non
alcune vanno più d’accordo che con altre e fu così
c’e molto che possa fare. Il fatto positivo e’ che qui
che io insieme ad altri amici decidemmo di creare
l’inverso e’ piuttosto mite e la temperatura va al di
un blog per documentare le nostre pedalate varie.
sotto dello 0 per una settimana ogni anno, ma l’estate
Il tutto si e’ evoluto in un sito, in un web-shop, in un
non supera quasi mai i 30gradi, per me l’ideale sareb-
team che partecipa alle varie Criterium in giro per il
bero 40!!
mondo, l’unica cosa che non e’ cambiata e’ la nostra
amicizia e il nostro modo di vedere il mondo del
ciclismo urbano, divertimento e allegria, mettendo il
pub e le feste prima degli allenamenti :)
Apparte gli scherzi, io sono il più festaiolo di tutti,
la maggior parte dei ragazzi del team si allenano
Se dovessi dare dei consigli ad un nuovo
arrivato all’interno del mondo della bici a
scatto fisso, quali sarebbero i consigli che gli
daresti?
Non spendere una fortuna per la prima bici e usare un
quotidianamente, pioggia neve o sole che sia.
rapporto facile. Nonostante il mio lavoro sia vendere
Tu che sei un italiano trapiantato
a Londra, quali sono le sostanziali
differenze nella scena Londinese rispetto
a quella Italiana?
po per la prima bici, trova qualcosa di usato per l’inizio
E’ difficile rispondere non avendo mai vissuto appi-
girato brakeless vuole usare un 48x13 perche vede
eno la scena italiana, pero posso dire che la scena
corridori in pista o in criterium con questi rapporti, poi
Londinese e’ paragonabile a poche altre nel mondo,
escono per il primo giro e capiscono che non possono
forse solo a New York e Portland. Tutti le persone
fermarsi! Non c’e nulla di male ad avere un rapporto
che mi sono venute a trovare da Patrick e Jason di
leggero, soprattutto in citta dove e’ piu un continuo
Pedal Consumption a Josh di Macaframa a Frenk
accelerare/frenare piuttosto che uno sfrecciare in
e Matteo di Iride sono rimaste impressionate dalla
strade aperte.
bici, raccomando sempre a tutti di non spendere trope soprattutto evitare quelle cagate delle bici cinesi che
sono piu pericolose che altro. Riguardo il rapporto,
vedo gente che arriva in negozio e non evendo mai
quantità’ enorme di bici fisse in giro per la citta, anche in questo momento, guardo fuori dalla finestra
Ultima domanda, progetti futuri?
e vedo 2 ciclisti fissi e 3 bici da pista parcheggiate
Progetti futuri ce ne sono tanti, l’anno scorso si e’ chi-
per strada! Mi ritengo fortunato a vedere tutto cio
uso con collaborazioni con Levi’s e il Design museum,
quotidianamente.
quest’anno si e’ lavorato duro per la collaborazione
BrickLaneBikes x H&M che verra’ lanciata a Marzo, il
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Redhook criterium, secondo te quest’anno
l’edizione Newyorkese da chi potrebbe
essere vinta?
5th floor ha in programma di farsi qualche viaggetto
Beh, ho parecchi amici che andranno a gareggiare i
Il 5th floor sta lavorando ad alcune nuove stampe e
ragazzi del 5th floor a New York si allenano parec-
nuovi prodotti che verranno lanciati in primavera per
in Europa e New York, poi c’e Bespoke Bristol, Eurobike la London Nocturne criterium e le Red Hook.
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non dimenticare il nuovo team kit che sara’ disponibile
tra pochissimo. Il kit e’ stato testato per mesi e mesi e
siamo pochi giorni fa arrivati al design finale che e’ in
produzione al momento, non vedo l’ora che arrivi ed
andare per la prima pedalata :)
Peter Piper
www.the5thfloor.co.uk
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INTERVISTA DI:
CLAUDIO DI SANTO
Andrew è un passionale ciclista e
bike messenger di Toronto in Canada. Uno dei più veloci corrieri delle
strade della città. E’ membro del
team “Bike on Wheel” e rider per
la YNOT una favolosa ciclofficina di
bici a scatto fisso con base a Toronto. Andrew è un veterano quando si
parla di traffico, alleycat race e più
recentemente di Criterium race.Noi
di Cykeln amiamo sinceramente il
suo modo di girare in fissa e abbiamo pensato di fargli qualche domanda. A voi Andrew Romashyna.
C
iao Andrew, prima di tutto
grazie per essere qui sulle
pagine virtuali di Cykeln. Chi è
Andrew Romashyna e perché si trova
su una rivista che parla di bici?
Sono un bike messenger di Toronto, lo faccio da
circa 5 anni ( per molti sono ancora un novizio
), e adoro gareggiare alleycats, sprints, mini
dromes e senza dubbio il CMWC. Quando non
corro, di solito cazzeggio in giro con la mia
ragazza, facendo foto o prendendo cibo indiano
take away. Credo di dover ringraziare i ragazzi
di Bikes on Wheels e di Ynot per l’esposizione
che mi danno e per i quali forse sono in questa
rivista. Adoro questi ragazzi.
In che modo hai iniziato a girare in bici
e soprattutto a fare il bike messenger?
Un amico mi prestò la sua bici da corsa un
giorno d’estate di qualche anno fà e da allora
sono stato accalappiato. Il lavoro di messenger
pensavo fosse qualcosa di temporaneo, mentre decidevo dove mettere su casa. Anni dopo
come si vede posso dire che rappresenta la mia
intera vita e sono fortunato ad amare così tanto
il lavoro che faccio.
Come è Toronto come città dal punto
di vista della bici? Descrivici il movimento dello scatto fisso dalle tue parti!
Toronto è davvero interessante e senza dubbio
molto impegnativa come città da girare.
GIRO PRIVATEER SHOES
Abbiamo strade fatte per le macchine le linee
della strada per altro possono trarre in inganno.
Ci sono alcune piste ciclabili e sentieri intorno
al lago, ma la città è così affollata che durante
la bella stagione le piste sono sovraccariche e
quindi è meglio correre sulla strada. I taxi sono
pazzi e un sacco di automobilisti hanno un’avversione per i ciclisti. Toronto è ancora molto
indietro nel riconoscere l’importanza delle bici
e quanto più sana potrebbe essere la città se
ci fossero progetti e infrastrutture dedicate al
suo utilizzo. C’è un grande seguito sulla scena
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fixed qui, ma è molto vaporosa. Le persone stanno
lentamente capendo l’importanza di organizzare
competizioni di gruppo e sprints.
Potresti descriverci il perfetto set up che
dovrebbe avere la tua bici per: La città, le
alleycat e le criterium?
Penso che la Crit sarà un bel test sulle mie rea-
Perché secondo te il lavoro del bike
messenger ha avuto questa crescente
attenzione in questi anni? Senti qualche
differenza dall’inzio?
li abilità. Anche perché non ci sono ostacoli da
Molto difficile dire perché tutta questa attenzione
solo la velocità che puoi mantenere all’interno di
su i messenger. Noi certamente non abbiamo visto
uno spazio e se riesci a tenere il ritmo. Per quanto
alcun benefit in termini di soldi dall’incremento di
riguarda il mio set up perfetto te l’ho già detto.
attenzione. Penso che le persone ci vede un po’
ribelli, liberi di guidare la nostra bici come pazzi
tutto il giorno sotto il sole forse..? La verità è che
devi essere organizzato, responsabile e auto motivato se vuoi guadagnare lavorando come bike
messenger. Davvero non so come mai alcune persone pensino che sia un lavoro così figo, ma certo
io lo adoro sinceramente più gente inizia a girare
in bici e meglio è!!!Quindi direi molto bene.
Cosa preferisci: Alleycat o Criterium?
Non ho mai partecipato ad una criterium quindi
mi è difficile rispondere a questa domanda. Adoro
le Alley e tutto il caos che c’è anche se è davvero
molto pericoloso e alle volte mi sento male anche
io ad essere così spericolati nel traffico. ( diciamo
affrontare come il gatto che spunta fuori dal vicolo.
Nessuna macchina, pedoni, strisce pedonali o
sperduti check points da affrontare. Nella Crit c’è
Ci piacerebbe davvero molto averti in
Italia per qualche bel giro insieme, hai
qualche ipotesi di venire a trovarci?
Adoro fare i viaggi in bici! Girare in bici per nuove
città e altri paesi è davvero un ottimo modo per
sentire davvero il viaggio e la città che visiti. Avevo
una bici da corsa con me in Brasile quando vivevo li. Inoltre ho fatto diversi viaggi in bici lungo
gli States, con la mia ragazza e altri messenger di
Toronto. Venire in Italia a girare in bici sarebbe un
sogno!! Davvero!!In questo momento devo trovare
un po’ di soldi per il viaggio da Toronto alla Svizzera per i prossimi CMWC di quest’estate. Senza dubbio pianifico di fare un salto da voi in un prossimo
futuro.
aspetto di poter correre la prossima RedHook di
Ci sono dei riders in America o in Canada
che ti hanno ispirato?
NY e dopo vi farò sapere cosa preferisco.
Ci sono davvero molti riders che ammiro sia qui
che mi sento malino…poco poco ). Ad ogni modo
a Toronto che nel Nord America. In Toronto, devo
Dicci qualcosa di più sulla prossima
RedHook di NY 2013, ti senti pronto?
dire che Kevin Barnhorst ( decimo ai Campionati
La RHC vuol dire guidare una bici da pista senza
un alleycat se non hai visto spingere uno come
freni facendo dei giri all’interno di un percorso
Kev! E anche Lewis Ciddor ( Ottavo ai campionati
chiuso a Brooklyn. Ci sono circa 100 riders e il
del mondo in Australia ) entrambi sono messenger
percorso è di circa 33 km. Ho mancato per poco la
di Toronto e spingono ogni giorno, sono davvero
registrazione dello scorso anno, ma mi sono premunito di iscrivermi in tempo quest’anno. Farò la
AllCity Thunderdome grazie ai ragazzi di Bike on
Wheels che mi daranno una loro bici, dopo alcune
sfortunate altre bici che ho usato. E’ una fottuta
bici da corsa!!Ancora grazie ai ragazzi di Bikes on
Wheels. Mi sento pronto fisicamente per gareggiare, mi alleno tutti i giorni per lavoro, oltre che sui
rulli e il fine settimana esco ad allenarmi. Inoltre la
mia ragazza mi ha introdotto allo Yoga di recente.
Sono davvero concentrato nel fare una bella gara,
del mondo a Chicago ). Non puoi dire di aver visto
molto molto veloci! Austin Horse è una macchina
che vince quasi tutte le competizioni! Jeff Oneil di
Philly, grande persona e dannatamente veloce!! Ad
ogni modo la cosa importante è che devi amare
pedalare e fissare i tuoi traguardi e cercare di farlo
divertendosi!!
Ultimi commenti per i lettori e riders di
Cykeln?
Davvero fighissimo essere qui con voi ragazzi.
Spero davvero di avervi fatto capire come vivo la
mia vita in bici e come la percepisco. Spero davve-
ma davvero non so cosa aspettarmi. Dai diciamo
ro di poter fare questo viaggio in Italia prima o poi.
che sono pronto per l’avventura!
Grazie ancora di tutto.
Pedalate con attenzione ragazzacci!!!
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Andre Romashyna
www.facebook.com/andrew.romashyna
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Andrew Romashiya
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INTERVISTA DI:
NICCOLO’ POPPI
Gus
Molina
Non tutti i trick master sono magri e super muscolosi.
P
rima di tutto chi è Gus Molina? Di dove sei e quanti anni
hai?
Gus Molina è un uomo che nasce nelle profondità del grande paese
dell’Honduras nell’anno 1988
Gus Molina
Come sei approdato al mondo della bici e quali sono le
cose che hanno maggiormente influenzato il tuo modo di
pedalare?
Ho iniziato con una Bmx quando avevo circa 13 anni, mio papà me ne
comprò una veramente pessima, una mongoose della quale ricordo molto
bene il manubrio sul quale battevo delle botte assurde sullo stomaco. Sono
abbastanza sicuro di avere ancora qualche cicatrice . La creatività è ciò che
realmente influenza il mio modo di girare.
Ti ho visto recentemente in DVD su “Can’t fool the youth “ e
mi sono detto: “Cazzo voglio conoscere questo ragazzo perché è davvero il primo rider “in carne” capace spararsi dei
trick assurdi !” Come giudichi il tuo modo di guidare? E cosa
rappresenta per te il concetto di FIXED GEAR?
Basso e lento ecco come considero il mio modo di girare ahhaha, John
Prolly si avvicinò a me con quel termine e dal quel giorno praticamente sono
legato ad esso ahahahaha; ad ogni modo il mio concetto di fixed gear è proprio quello di essere tutt’uno con la bici credo!
Quale tipo di trick adori fare durante le session?
Qualsiasi cosa veramente perchè adoro andare in bicicletta, ma mi piacciono
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Gus Molina
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le combo soprattutto quelle dove impenno.
Può descrivere il perfetto set up della tua bici?
Semplice, 4 peg oppure nessun peg
Come consideri la scena dello scatto fisso dopo
tutti questi anni da rider? Voglio dire, pensi
che il modo girare sia cambiato rispetto all’inizio?
Nel freestyle sono cambiate un sacco di cose come il passaggio dalle ruote skinny e dai telai in carbonio/alluminio
super stretti a quelli con geometrie più simili alla bmx,
con manubri e pedali più larghi e ruote più grosse.
Mai girato per altri paesi? Qualche idea di venire in Italia per un viaggio in bici altri piani di
viaggio futuri?
Vorrei aver avuto più opportunità di viaggiare, ma purtroppo non si è presentata l’occasione. Al momento direi
che non ho niente in programma.
Cosa ne pensi dei “Video clip” in generale?
Puoi descrivere la tua parte su “Can’t Fool The
Youth” dvd?
Penso che i video aiutino molto lo sport e fa capire alle
persone cosa accade nel mondo Fgfs. EHEHEH la mia
parte in “cfty” è stata girata in circa 2 anni e non sapevo
che Zane in realtà ne stava facendo un DVD e, quindi vederlo uscire fuori è stata una grande sorpresa per me, anzi
se sapevo che il suo progetto era quello di farne un serio
DVD, mi sarei impegnato più duramente nelle mie session
ma è comunque molto figo vedere cosa sono riuscito a
fare.
Guardando i tuoi video sul web, ho capito che
ami i party e ti piace godere dei momenti con
gli amici. Ci puoi dire tre parole per descrivere
il tuo fine settimana perfetto?
Biciclette, spiaggia, casino con gli amici
Qualche ultima parola?
Voglio solo ringraziare Nicco per avermi intervistato e
tutti i miei sponsor : Skylmt, us versus them, wrahw, burro
bags, Csk e tutti i ragazzi che ho conosciuto andando in
bici in questi anni. Lunga vita a Roma
Gus Molina
www.twitter.com/eyelurk
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SERAFINO
INTERVISTA DI:
SIMONE ”DUMAN” MARINELLI
FOTO DI:
MONIA C. PESCATORI
P
arlare di Serafino Tomi, significa parlare anche della storia di
Cinelli, al quale Tomi è molto
legato e per il quale ha lavorato più di 5
anni.
Nelle parole dell’artigiano telaista, si sente
il profondo rispetto per il grande amico Cino
Cinelli dal quale ha imparato tantissimo,
prima di andare via da Milano per sperimentare i propri telai sotto il nome di TOMI.
Oggi lo incontriamo nella sua Viterbo, città
nella quale ha imparato a costruire e saldare
i primi telai e proviamo a scoprire qualcosa
in più della sua vita e dei suoi rapporti con
la famiglia Cinelli.
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Anche lo stesso Cino costruiva telai?
Noooo, Cino li disegnava. Aveva sempre sul suo
banco fogli con disegni di congiunzioni, forcellini...
e poi al tempo, quando arrivai aveva già i suoi
buoni 70 anni. In quel periodo Cinelli era leader
nel professionismo, creava telai per molti anche se
non avevano lo stesso marchio.
Le innovazioni più originali alle quali hai
partecipato?
Ne passavano tante...ed erano tutte delle vere
opere. Quando finivo un telaio doveva piacere
a me prima di tutto, altrimenti non lo vendevo.
Spesso appena ne finivo uno, lo montavo ancora
quando era grezzo e lo provavo. Un giorno con il
pantografo disegnai il marchio Cinelli sul fronte
del telaio e la scritta nei lati, poi tornai a Viterbo e
la sera, mentre ero a cena con mia moglie, lo misi
sulla tavola e pensai: E se colorassi il simbolo la
C con ‘la coda’ tipo la bandiera italiana?, avevo a
disposizione arancio, verde e giallo... ci passai una
notte intera. Dopo poco la riportai a Milano e la
misero in produzione colorata.
Secondo te in quegli anni cosa rendeva
speciale i telai costruiti da Cinelli?
Quando si diceva Cinelli a quel tempo si diceva
tutto, era il “top”, dall’ abbigliamento ai piani di
riscontro, chiedevano tutti il parere a Cino.
Si parla di Subappalti dati negli anni ‘80
ad altre aziende, ti risulta?
Brrrrrrr...i subappalti erano nella normalità, sono
usciti tanti telai: per professionisti, per negozianti
che poi li montavano e mettevano gli adesivi del
proprio marchio...
Q
ual’ è il ricordo più vivido dei tuoi anni a contatto con Cino Cinelli e come sei
arrivato a lavorare per lui?
È stata un’esperienza magnifica: prima di andare a Milano già provavo a fare dei telai qui a Viterbo, producevo e vendevo le mie bici. Un giorno ebbi l’occasione di contattare la Cinelli perché mi avevano spedi-
to un pezzo sbagliato, ed è così che conobbi Cino.
Da lì a poco gli chiesi se avessi potuto mostrargli i miei telai per sapere se li facevo “bene o male” e magari rimanere
a Milano ad imparare questa magnifica arte; lui rispose: “ Venga quando vuole”. Tutto questo è successo nel 1975, io
avevo 35 anni. La prima cosa che mi chiese appena arrivai fu: “Ma il piano di riscontro ce l’hai?”.Io non sapevo neanche cosa fosse (ride). Iniziai quindi a fare il pendolare. Cino era una uomo con un cuore grandissimo appena arrivai
a Milano mi portò da Valsassina, che negli anni ‘30-’40 era stato capo officina della Bianchi, al tempo 76enne (quando Cino creò la sua azienda lo chiamò come suo telaista fino alla pensione negli anni ‘80). Cino gli disse “insegna a
fare i telai a questo mio amico” e da l’ iniziai a lavorare con la lima.
Ho letto che dopo il 1983, i telai sono
stati fatti da Giovanni Losa, tu sai
qualcosa a riguardo?
Fino al 1985, periodo in cui ci sono stato io, non mi
risulta. Forse dava un mano da esterno: essendo
un buon telaista tutt’ora i suoi pezzi sono molto
ricercati.
Acciaio o carbonio?
L’acciaio è migliore per me, ha il suo fascino tutto
ora. Ma oggi si cerca la leggerezza. Al tempo
riuscivo a fare delle bici molto leggere in acciaio,
usavo spesso i tubi Columbus PL (pista leggero)
per bici da strada e saldavo tutto a bassa temperatura in modo da non perdere i gradi. Mai avuto
rotture ancora, camminano molto bene! E il peso
arrivava a 9kg montata.
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Costruisci ancora?
Da poco ho creato un paio di telai per dei clienti
americani. Dovrei ri-crearmi un officina tutta per
me, ci penso spesso, ma qui a Viterbo non c’è
molta richiesta sull’acciaio. Avrei potuto organizzarmi e fare una fabbrica lavorando carbonio,
alluminio con 4 figli tutti in officina; ma non era il
luogo... forse se fossi rimasto a nord.
Dopo 60 anni non ti sei stancato di
andare in bicicletta?
Mai...starei sempre sulla bici (tanto ora ci sono i
miei 4 figli che mandano avanti i negozi (ride)
Pensi che il mestiere di telaista, nel
senso più classico del termine, sia un
mestiere in via di estinzione o che la
nuova ondata di interesse nel mondo
della bici possa risollevare quest’ arte
un po’ accantonata negli anni passati?
Il mestiere di telaista si è estinto da tempo, spero
che qualcuno ci riesca, ci vuole tanta tanta passione e notti “in panne”!
Hai per i lettori di Cykeln (che sono
tutti molto giovani), qualche notizia
particolare relativa ai campioni del
ciclismo di quegli anni e che nessuno ha
mai detto?
Adorni, Bitossi... tutti della mia età, ci ho corso
pure! Al tempo era difficile girare e fare le gare
specialmente vivendo a Viterbo, nel centro Italia,
in edicola non arriva nemmeno “TUTTO CICLISMO”. A Milano stavano molto più avanti di noi.
Ho corso che ero grande: a 28 anni, e già avevo
3 figli. Quando ero ragazzo bisognava lavorare
altrimenti il pane non lo portavo a casa!
Ti ringraziamo del tempo che ci hai dedicato e ti
lasciamo con la richiesta di un messaggio a tutti i ragazzi
che vogliono tornare a fare il mestiere di telaista. Cosa
puoi dire loro?
Prima di tutto ringrazio voi di Cykeln e vi auguro presto di arrivare
nelle edicole con la vostra rivista! Per quanto riguarda il mestiere di
telaista, è duro, bisogna avere tanta passione. Auguro ai giovani che
vogliono fare questo mestiere tutto il bene del mondo e per concludere vi racconto un breve storia: una sera vicino casa mia c’era la
campagna dei miei suoceri ed una casina, che avevo adibito per verniciare i miei telai; stavo lavorando lì, quando intorno alle 11,45 sentii
dei rumori forti, spari (boomburuboomm) continui... indovinate un pò
cosa erano quegli spari? Capodanno.
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OCCHIO CRITICO
didiCarlotta
CarlottaPatara
Patara
Sotto
Sotto la
la barba
barba Niente
Niente
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ciò condividere quello che era stato registrato
INTERVISTA DI:
CLAUDIO DI SANTO
con il resto degli amici fuori dalla nostra cerchia. In breve tempo, Benny disegnò il logo di
FOTO DI:
GARRETT CHOW
MASH e lo scudo, e io ho continuato a plasmare
l’aspetto esteriore e il design di quello che poi
è diventata la marca MASH. Il mio background
è quello della grafica e dell’illustrazione che si
semplicità, purezza del movimento, tutte cose
che mi calzavano a pennello. Al tempo vivevo in
L’uomo dietro al design di
Specialized & Mash
A
llora prima di tutto dicci un
po’ chi sei e perché sei su un
magazine di bici a scatto fisso?
Sono senza dubbio un uomo in bici e come puoi
immaginare…corro in bici. Progetto, disegno e
lavoro con le bici. Pensare, meditare su tutto
quello che la mia vita rappresenta , all’inseguimento di un sogno a due ruote. Il movimento
Olanda e anche il tempo inclemente ( soprattutto nei mesi invernali ) è stata una delle ragioni
per le quali mi sono costruito una scatto fisso. In
seguito mi sono buttato a correre nel velodromo di Sloten fuori Amsterdam. Io e il mio amico
eravamo gli unici a girare in velodromo con la
stessa bicicletta e poi ad andarcene via sopra
questa. Passavamo tantissimo tempo a pulire
la bici e gli ingranaggi ed eravamo davvero
meticolosi, specialmente a non sporcarla e non
danneggiarla.
focalizza proprio sulla brand identity. Ho lavora-
in gare come le criterium?
to per molte agenzie design in cui il focus era
I due tipo di gara sono entrambi su due ruote.
appunto il brand building, quindi ero in grado
Escluso questo, ci sono davvero pochissime
di offrire le basi per aspetto unico e compatto,
cose in comune tra le due discipline. La strate-
e per aiutare i ragazzi a dirigere MASH nella
gia di gara, le tattiche di team, gli stimoli e le
direzione giusta presentandosi al mercato nel
dinamiche con le quali si svolgono le gare sono
quale è cresciuto. Il mio coinvolgimento precoce
davvero dissimili tra loro. Sono pochissimi gli
con il progetto, sia come rider che attraverso
atleti che competono a livello professionistico
alcune delle abilità e talenti che ho potuto con-
e che riescono a bilanciare bene il fitness di
dividere con loro, non strettamente legati alla
allenamento delle due discipline durante una
bici, significa, che sono stato in grado di costru-
stagione di gare. Concentrarsi su una delle due
ire qualcosa con Mike di incredibile, un lavoro
e usare però l’altra come allenamento fisico
fatto di passione che come sempre accade si
bilanciandola con la psicologia di gara potrebbe
sviluppa nel suo corso naturale perché fatto da
risultare molto utile.
amici che condividono la stessa passione.
Ci sono secondo te delle connessioni
tra il ciclocross ( mountainbike ) e le
criterium? Pensi che allenarsi durante
l’inverno con il ciclocross possa
migliorare le tue abilità come ciclista
Recentemente sei stato protagonista di
un evento artistico chiamato “The
Bicycle art and design of Garrett
Chow”. Hai in programma altri eventi
simili?
lotte che sono state fatte, la libertà e l’indip-
Noi tutti sappiamo che sei il cofondatore di MASH, come è iniziato il
tutto?
endenza che rappresenta il ciclismo, per tutte
Ma, non posso accreditarmi come co-fonda-
queste ragioni penso di aver dedicato la mia
tore di Mash. Ero tornato a San Francisco a far
vita alla bici. La mia storia d’amore con le bici
New York, a Portland e perfino a Londra. Spero
visita ai miei da Amsterdam, quando sono stato
è arrivata in età molto precoce, ed è un sport e
che questo accada nel futuro, ma al momento
introdotto da un mio caro amico Benny Weiner
uno stile di vita farò fino alla fine dei miei giorni.
niente è stato pianificato. Ciò nonostante la
( Benny Gold ) a Mike Martin e Gabe Morford ( i
Contemporaneamente e parallelamente al mio
collezioni di bici di Michael Embacher, che figura
due reali fondatori di MASH ).
amore per la bici, sono stato preso da altri
nel libro e nell’E-book Cyclopedia, verrà esposta
Mike e Gabe, stavano iniziando a filmare un
passioni come disegnare e fare roba tipo zaini,
al Portland Art Museum in giugno e ho chiesto
gruppo di amici come semplice maniera di
magliette, volantini e anche in questo caso devo
di poter esporre in tale occasione alcune delle
dimostrare come ognuno di loro scendesse a
ammettere che sono diversi anni che ho queste
mie opere e biciclette.
capofitto giù dalle discese della città e girasse
passioni. Il mio campo di studio è il graphic de-
per la strada. Mike e Gabes no entrambi metico-
sign e illustrazione, quindi credo che sia logico
losi come documentaristi di vita sia che tu sia in
lavorare su due tempi che si sposano perfetta-
bici o no; non c’era quindi una conscia decisione
mente come bici e design.
di fare un lungo filmato e di renderlo un film.
storico che è stato, il superamento di alcune
Quando e perché hai iniziato a girare
in scatto fisso?
Mi sono costruito la prima nel 2002. Mi ero pre-
Ad ogni modo nel momento in cui iniziarono le
varie riprese e montaggi, anche la scena della
C’erano delle voci sul fatto di portare lo show
in giro al San Francisco al Rapha Cycle club, a
Molti dei nostri lettori ti conoscono
per il coinvolgimento in MASH, ma
tu sei anche e soprattutto una delle
splendide menti che sono dietro alla
direzione grafica di un brand mondiale
come quello di Specialized. Ci spieghi
fissa cominciò a crescere. Divenne naturale per-
so una pausa dalle gare in bici per concentrarmi
su un progetto di design legato alla street art
chiamato “The London Police”. Quasi in contemporanea però mi sono costruito una single
speed da città. La fissa è stato lo step successivo. Le ragioni possono essere svariate: Appeal,
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41
di una macchina. Ad ogni modo penso che la
Diciamo che coniugo entrambi e che sono
bici sia realmente il mezzo più democratico di
entrambi lavori nei quali investo tutto me
trasporto. Detto questo, nelle società dove l’au-
nostri lettori per migliorare i loro
programma di allenamento. Hai
qualche consiglio o consigli da darci?
stesso. L’uno è aiuta l’altro. Il mio lavoro
to ha un rapporto in USA, di uno ad uno, a volte,
Prendete un allenatore. Se vi state allenando
primario, ciò che mi paga la giornata, diciamo
quando i prezzi del gas aumentano US$ 4,50/
seriamente, perché non fare riferimento a qual-
è l’essere il Graphic designer per Specialized
gallone, il mercato di bici vendute maggiore
cuno davvero esperto che possa aiutarvi con al
nella linea Performance di bici da corsa, ruote
e l’uso della macchina va giù. Possiamo solo
sua professionalità. Sarebbe stupendo potersi
e componenti. Focalizzo le mie energie anche
sperare che coloro che hanno preso una bici
dedicare solo all’allenamento, a correre e gar-
sul design delle bici da corsa dei pro rider come
per necessità, a prescindere quindi dal prezzo
eggiare. Ma purtroppo molti di noi non pos-
Cavendish, Contador, Boonen ad esempio.
del Gas, decida di mantenerla a tempo pieno
sono permettersi questo lusso. Ad ogni modo
Come ti dicevo prima, lavorare con Mash è
accorgendosi di quali siano i benefici in termine
cercate di essere efficenti e di focalizzare il
un labor-love qualcosa che faccio per amore.
di salute e di rispetto ambientale. In città cme
vostro allenamento quanto più possibile durante
Penso che avere qualcosa di primario che ti
Portland, Oregon la bici è quasi la regola piutto-
il tempo che avete a disposizione. Avere un
motiva contrapposto a qualcosa di simile che
sto che l’eccezione. C’è sempre speranza!
rigido programma di allenamento e lavorare per
quale è il tuo lavoro principale?
ti ripaga dello sforzo che metti, può aiutare a
incrementare il valore intrinseco dei progetti,
che si basano solo su aspetti ecomici. Passione,
purezza nel cuore e amore sono motiatori più
forti dei soldi.
Pensi che la bici possa diventare in
un prossimo futuro qualcosa che
soppianterà la macchina in toto?
Ma perché non lo è già? Potrei argomentare
dicendo che ci sono molti paesi nei quali la bici
è già il mezzo prevalente rispetto alla macchina. Anche se questo è dovuto principlamente
ad una questione economica per la quale non
tutti possono permettersi di affrontare la spesa
Il tuo campione olimpico su pista
preferito?
migliorare i vostri singoli obbiettivi, massimizza
intelligentemente il tempo che passate in sella.
Sono un vero fan dei rider che tentano il record
Tempo per i ringraziamenti.
dell’ora ma che sono dei campionissimi anche in
Mio padre,Ivan che mi ha mostrato e insegnato
bici da corsa: Mercks, Moser, Indurain, Rominger.
il valore di lavorare duramente ed essere umili.
Bici da corsa o da pista?
Entrambe. In ugual misura e con lo stesso
amore. Mi piace il fatto che molti siano stati
introdotti all’una perché hanno iniziato con
l’altra. Alla fine il vero amore per la bellezza
estetica del ciclismo è quello che sento di più.
Di solito diamo qualche consiglio ai
Garrett Chow
www.facebook.com/garrett.chow.75
Devo molto a tutti e due, sia a lui che a mia
madre. Ho tanti di quei ringraziamenti da fare
alla mia famiglia ( ciclistica ): MASH, Specialized, Rapha, Cinelli. Mi sento onorato di essere
considerato vostro amico e di condividere la
vita con un gruppo così incredibile di persone
che mi guida e mi ispira e con i quali posso condivdere lo stesso amore che ho per la bici.
Grazie, Claudio! Respect to those respected.
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Oakley Jawbone
riding glasses
Cinelli single
speed cyclocross
frame
Giro mash gloves
Specialized Mtb road shoes
Enve 60mm Rims
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INTERVISTA DI:
NICCOLO’ POPPI
FOTO DI:
PAOLO MOTTADELLI
Pietro Pier Lofrano
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Pier è un ragazzo che ho conosciuto a Milano in una di quelle sere pre - estive in colonne di S. Lorenzo, e che
mi è subito stato simpatico, non solo perché va in bici, ma perché è uno della vecchia guardia di hardcore di cui
anche io mi sento parte, un po’ nostalgici di band come Deftones e Glassjaw tanto per intenderci. Non a caso
sulla sua pagina facebook tra le sue citazioni preferite troverete “Everything you ever wanted to know about silence”. Chiaramente Pier è un rider, ed è uno che spinge parecchio sui pedali! Dopo esserci visti più volte sempre
a Milano, e aver chiacchierato di musica, sono finalmente riuscito a beccarlo mentre si sparava dei trick assurdi
in strada e poi anche al BFF di quest’anno al park!! E’ si…Pier è un BMXer con i contro cazzi! Ma qui viene il bello,
perché essendo un tipo molto curioso, il ragazzo si è dedicato anche al Bike Polo e quindi lo vedrete girare sia
sulla sua BMX che con una convertita, mazza e lenticolari!!
A
llora chi è Pietro Pier Lofrano
e perché si trova sulle pagine di
una rivista di bici?
Sono un ragazzino di 32 anni, sono di Milano e
mi trovo su una rivista di bici perché praticando
diverse “discipline” su due ruote avevo maggiori possibilità di finirci. Ti ringrazio per la bella
introduzione e confermo la reciproca simpatia.
Come ti sei avvicinato alla BMX e che
emozioni ti ha dato in questi anni?
Era all’incirca il 2002, vidi dei ragazzi a Parigi
che facevano flat e rimasi estasiato dalle evoluzioni che riuscivano a fare. Mi sono documentato
(documentarsi al tempo non era cercare su internet ma farsi i km per andare agli eventi) e ho
scoperto che la BMX comprendeva diverse “discipline” (street-dirt-flat-vert-park). Non avendo
strutture a disposizione cominciai a girare per
strada e in maniera naturale sono diventato uno
street rider. Le emozioni che si provano girando
sono varie, tutte uniche e difficilmente descrivibili. Quella che più ricerco è l’armonia fisica tra
me, la bici e la strada! Trovarla vuol dire godere,
perderla vuol dire farsi male!
Hai avuto modo di confrontarti con
rider dall’estero? Cosa ne pensi della
scena BMX in Italia?
Non ho mai partecipato a contest internazionali
o cose del genere. In primis perché non sono
mai stato all’altezza, poi perché per quanto mi
riguarda la competizione non deve essere tra
i rider ma tra il rider e la sua BMX. Sono stato parecchie volte all’estero con la 20 pollici:
Toronto, Montreal, Barcellona, Monaco, Valencia
e ho avuto modo di girare con diversi amici
stranieri che vivono l’andare in BMX come me.
La scena italiana è cresciuta moltissimo negli
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ultimi anni su questo versante, definiamolo del
“chills not skills”: Stefan Lantschner, Simone
Barraco sono tra i rider più rispettati al mondo,
costantemente all’estero per editing video e
road trip! Le nuove generazioni invece risento
un po’ troppo del bombardamento di materiale
via internet e si concentrano di più sul diventare
forti piuttosto che divertirsi. Commercialmente
siamo invece gli ultimi della lista: ci sono un
paio di distributori a livello nazionale che fanno
il possibile per tenere viva la situazione, mentre brand “tecnici” italiani non ce ne sono. Ci
sono stati in passato ma hanno avuto vita breve
purtroppo.
…e Milano com’è? Ci sono delle rivalità
tra rider?
Milano è strana. Dal 2005 al 2008 c’è stata a
mio parere la golden age: pochi rider, super
affiatati, molta amicizia, tanto divertimento e
zero paranoie da ghetto star, zero crew, nessun territorialismo stupido! Ultimamente c’è
stata una super esplosione nei numeri, e quindi
con essa si è sia alzato il livello, sia, passami
il termine, il “poserismo”. A Milano ci saranno
quasi 100 possessori di bmx, 20 di questi girano
veramente, pochi girano per divertirsi. Gli altri
sono più interessati ai contorni inutili della cosa,
il prodotto figo e leggero (per poi non usarlo
mai), rivalità, competizione, faide, confraternite
e tutte quelle cazzate che si generano quando
ciò che era underground diventa mainstream.
Da qualche tempo ti sei avvicinato al
bike polo, perché?
E’ stata anche qui una cosa naturale. Ho conosciuto i ragazzi di Milano Bike Polo e ho apprezzato fin da subito la loro attitudine. Al milionesimo invito a provare a giocare ho accettato.
Mi sono divertito parecchio, la cosa mi riusciva
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abbastanza bene e ho continuato. Ci trovate
tutti i mercoledì al Leoncavallo ad allenarci e far
cagnara!
a skateboard doesn’t make you a skateboarder, being unable to stop riding a skateboard is
what makes you a skateboarder”.
Che tipo di competitività troviamo nel
Polo? Similitudini con la Bmx?
Ad oggi ti senti più legato alla bmx o
più al bike polo?
La scena polistica attuale ricorda quella BMX di
una decina di anni fa, o almeno questo è il mio
sentore. Il polo mi pare fortemente in crescita,
ma ancora a livelli del “ci si conosce tutti”. C’è
affiatamento nazionale e anche internazionale.
La competitività è alta, diluita sulla squadra
piuttosto che sul singolo. In comune con la bmx
c’è l’equilibrio sulla bici (anche se sulla BMX
questo aspetto è portato all’estremo), molto
diverso è invece l’approccio al gioco che è di
squadra e come tale richiede tattica e allenamento in gruppo. Un altro aspetto comune a
entrambe è quello del viaggio.
Sportivamente alla BMX, umanamente al Bike
Polo.
Dacci tre aggettivi per definire la Bmx
e tre aggettivi per definire il Bike Polo!
Ultime parole per ringraziare o
mandare a fare in culo qualcuno?
Ringrazio te per l’opportunità concessami con
questa intervista, ringrazio Paolo Mottadelli
per le foto, Carletto e tutta la vecchia guardia
bmxer di Milano, Alessandro Civera e Federico
Vezzoli di Nosoccer, Alberto Pepe di Southfresh,
Davide “Bozo” Storelli per avermi iniziato al Bike
Polo e con lui tutti i ragazzi di Milano Bike Polo,
la mia famiglia per non avermi mai comprato il
motorino obbligandomi ad inseguire con la Graziella i miei amichetti con il Booster! Vaffanculo
alla viabilità di Milano!
BMX = fedele, tagliente, irresistibile. Bike Polo=
coinvolgente, tattico, rude.
Cosa pensi di tutto questo Hype sulla
bici a scatto fisso per cui tra l’altro
Milano si è fatta davvero notare ?
Bohhh! Ahahaha! No guarda davvero non lo so.
Non ho una bici a scatto fisso e non conosco
molto la scena. Pedalo parecchio anche con la
bici da corsa, e sinceramente avere dei rapporti dietro è una bella comodità. Posso dirti due
parole generiche sul hype, che credo valgano
per scatto fisso, bmx, polo, skateboard e tutte
quelle discipline che si sviluppano da culture
underground: la prima è la netta distinzione tra
chi pratica veramente e chi possiede il mezzo ma non pratica: e già qui seghiamo un’alta
percentuale di milanesotti. La seconda, alzando
nettamente l’asticella radical, la descrive benissimo questa frase di Lance Mountain: “Riding
Pier Pietro Lofrano
www.facebook.com/pier.lofrano
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PARMIGIANA
LIGHT
Ingredienti per 2 persone
2 melanzane
1 scalogno
250 g di salsa di pomodoro
60 g di parmigiano
100 g di mozzarella
basilico
sale
olio
Preparazione:
Iniziate preparando il sugo: mettete in una padella un filo d’olio e lo
scalogno tagliato finemente su fuoco basso; una volta dorato aggiungete la salsa di pomodoro con mezzo bicchiere d’acqua e un
pizzico di sale, e fate cuocere per almeno 20 minuti a fuoco medio.
Quando il sugo si sarà addensato, spegnete il fuoco e profumate con
qualche foglia di basilico. A parte lavate le melanzane, tagliate la
parte superiore e quella inferiore e poi tagliate delle fette di circa 1cm.
Fatele cuocere poi su una piastra rovente, da entrambi i lati, per alcuni
minuti. Grattugiate poi il parmigiano finemente e fate la mozzarella a
dadini piccoli. In una teglia mettete un filo d’olio e uno strato di pomodoro, sopra di esso le melanzane e sopra ancora il parmigiano e la
mozzarella; ripetete l’operazione fino all’esaurimento degli ingredienti,
e concludete con un filo d’olio. Preriscaldate il forno a 180° ventilato,
la parmigiana deve cuocere in forno, coperta dalla stagnola per 20
minuti, poi scoperta per altri 10 minuti.
Livello di difficoltà:
Costo:
Livello di difficoltà:
56
Costo:
BASSO
ECONOMICA
MEDIO
NORMALE
ALTO
CARA
Francesca’s Recipes
www.francescasrecipes.blogspot.it
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CHAS
FOTO DI:
MIKE MASH
C H R I S T I A N S E N
L’uomo con la frequenza di pedalata impossibile
INTERVISTA DI:
CLAUDIO DI SANTO
P
rima di tutto, chi è Chas
Christiansen?
Chas Christiansen
Chas Christiansen è un vecchio tizio di
28 anni che vive a San Francisco con la sua signora e un cane chiamato Bucket e un gatto Shovel.
Parlare in terza persona è troppo strano. Corro
per la TCB courier e faccio il rider per MASH. Nel
mio tempo libero mi piace mangiare i Toast da
caffè Trouble, esplorare gli edifici abbandonati,
leggere i romanzi d’avventura e viaggiare per il
mondo in cerca di avventura.
Quando hai iniziato ad andare in bici a
scatto fisso?
Nel 2004 vivevo in una casa di punk nel profondo
sud-est di Portland Oregon, avevo solo la mia bici
CX per correre e andare a lavoro. Un amico mi ha
dato una “Suicide Wheel” (vecchio mozzo libero
da strada con un ingranaggio incollato su) e ho
convertito la mia prima bici spazzatura nella cantina della casa punk. Era una 52 cm della Peugeot
con un 50 x 15, non sapevo come skiddare abituato alla bici da corsa. Inutile dire che sono caduto
molte volte quando ho iniziato a andare fisso. Ho
convertito qualche altra bici poi finalmente ho
trovato un telaio da pista vero un anno più tardi.
Molti dei nostri lettori sono grandi fan
della squadra MASH, vuoi dirci di più,
su questo team?
Il team di MASH è un gruppo di amici che gira
insieme, siamo abbastanza fortunati da avere il
supporto di un gran numero di aziende ma anche
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di singole persone che sono entusiaste di ciò che
facciamo. MASH nasce dalle corse su strada e
si è evoluto in molte direzioni dal ciclocross alle
corse e perfino al touring. Noi tutti usiamo la bici
come un modo per raggiungere i nostri obiettivi e
divertirsi come gruppo.
Che cosa ne pensi di DVD e video-clip
sul mondo dello scatto fisso? Pensi che
siano utili a diffondere la cultura di
questo movimento?
Penso che sia grande, ma anche una lama a doppio taglio. Una clip breve, se ben fatta può farti
sballare e prenderti per un lungo periodo. D’altra
parte non tutti possono guidare come fanno nei
video di Lucas Brunelle, le persone a volte si spingono davvero oltre i propri limiti. Detto questo
personalmente mi piace guardare la gente in giro
per il mondo che ci conosce, ed è un modo figo
poter mostrare le nostre avventure.
Come è stata la collaborazione con
il progetto FIXATION the Movie?
Abbiamo visto il dvd e amato la regia!
Dicci di più su questo dvd!
Ad per essere onesti non ho avuto molto a che
fare con la creazione del DVD. Fixation ha catturato l’infanzia di TCB couriers. Penso che abbia
fatto un lavoro incredibile nel narrare TCB e lasciare che le persone potessero dare un occhio alla
nostra vita e al nostro lavoro. Ho inviato assolutamente una copia a mia mamma e lei lo ama!
Quali sono i rischi principali del tuo
lavoro?
Ribaltarsi di faccia…No davvero!! però, taxi e autobus sono i peggiori. Quando piove qui le strade
diventano super scivolose. Sono appena andato
a Minneapolis per il Super Bowl e quei ragazzi
giocano a -13, così freddo, che potrebbero congelare a morte. Io mi tengo a riparo e cerco di stare
attento, è un lavoro e una consegna non vale un
viaggio nella stanza di emergenza.
Se potessi dare un consiglio ad un
principiante che sta iniziando a lavorare
per la prima volta come bike messenger
che cosa ti piacerebbe raccomandargli ?
Quanto appena detto prima, tenere il lato gomma
verso il basso. È un lavoro e l’idea è di farlo in
modo coerente, se ti fai male, non si può andare
a lavorare e quindi non hai lavoro. Non importa
che cosa ti fa felice in quel momento, devi vivere
cosi tanti momenti casuali e strani o la strada.
Scattare foto, spingersi un po’ oltre tutti i giorni
per diventare più furbo e più veloce.
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Sappiamo tutti che sei uno dei rider più
forti di questa comunità, come ti alleni?
Io giro molto con gli amici. Veramente non ho un
programma di allenamento, provo solamente a variare quanto più possibile. Giri bello lunghi su strada,
percorsi in bicicletta CX, martedì mattina bici da
pista. È importante mangiare bene se si desidera
andare più veloci e spingersi oltre, infatti nessuno
ha mai detto che sia facile. Divertirsi è sempre importante, trovare nuove strade da percorrere, nuove
colline da salire, viaggiare e correre più spesso
possibile.
Che tipo di gara preferisci, criterium o
alleycat race?
Entrambe, ho iniziato facendo le alleycat e sarà
sempre una sensazione meravigliosa essere la cosa
più veloce sulla strada della città. La sensazione di
scivolare attraverso la città con un gruppo di altri
rider, niente ti può fermare, ognuno sta creando
un flusso attraverso il traffico, ed è quasi come tu
fossi invincibile. Le Criterium offrono ordine nel
caos, velocità pura e tattiche. È come un gioco
di scacchi a 50 km/h con 50 altre persone. Sono
entusiasta di poter vedere una formazione della
“World Cup”. Tutte le RedHook, Fijate in Puerto
Rico, la the Hunt a Londra. Giron in Spagna, fixed
Fest a Jakarta e molti altri. Questi eventi legittimano
le Criterium come eventi tosti e seri, competitivi,
questo a sua volta porta più sponsor, piloti di
calibro superiore e in definitiva altri grandi eventi.
Così io amo entrambe le competizioni, a loro modo
sono speciali, ma le mie radici sono con la strada,
chiunque può diventare un buon crit racer, non tutti
possono competere in alleycat.
Chas Christiansen
Attualmente con che rapporto giri ? E
quali sono le specifiche della tua bici?
Giro con un telaio pista è un prototipo di Cinelli, e
stò lavorando per qualcosa di nuovo nel il 2013!.
Flangia bassa Dura Ace fisso/fisso mozzi e Mavic
CXP 12 con pneumatici continental.
Pedivella Sugino 75 e BB con una corona da 44RN
47T. Attacco manubrio Thomson e reggisella PRO
ergo a goccia, San Marco Zoncolan Saddle e TIME
ATAC.
Se dovessi scegliere un rider dal dvd “
Fixation “ chi sceglieresti ?
Devo essere onesto..non ho visto tutto il film, perciò
non saprei. Se proprio dovessi scegliere tra alcuni
riders dai quali sono motivato direi Mamad “ Mr.
Mad “ da Jakarta, Francesco Martucci dall’Italia e
60
61
Dave Yoha che è di qui di SF. Questi ragazzi sono
incredibili.
Pensi che la bici possa essere considerata,
una rivoluzione rispetto alla macchina?
Non credo che la bici possa essere considerata più
importante della macchina. Girare in bici significa
avere la responsabilità del prorpio mezzo di
trasporto e fare quello sforzo in più per fare 1 km
extra. Ci sono un sacco di persone pigre la fuori che
non hanno voglia di fare quel km in più. Il chè direi
che è anche meglio, visto che secondo me la bici è
per molti ma non per tutti.
Un duro senza dubbio, chiunque vincerà il world
championship della RedHook, dovrà essere in grado di viaggiare e di fare tutte le gare al top. Correre
dopo un volo aereo di 12 ore non è mai facile e
dato che ci sono be 2 gare Europe e due gare negli
Stati Uniti, chiunque gareggi deve scrollarsi di dosso le ore di aereo dalle gambe. Martucci era molto
forte a Milano, Neil potrebbe farcela se il viaggio
non interferisce con la sua prestazione. Penso ne
vedremo delle belle comunque!
Possiamo aspettarci di vederti alla
RedHook di Milano?
Ci puoi dire qualcosa in più su TBC
courier?
TBC curiers è la mia famiglia in pratica. È diventato più che un lavoro. E’ il mio network di supporto
che mi permette di viaggiare, fare gare intorno al
mondo. TCB è un incredibile collezione di individui
motivati che si sono trovati per creare una grande
compagnia. Lavoriamo insieme, facciamo festa insieme, condividiamo la stessa mentalità e modo di
vivere, e di adattarci al cambiamento del mondo e
dell’economia cercando di fare ciò che più ci piace.
Cresciamo sempre più, siamo a quota 45 rider e
contiamo di espanderci in altri paesi entro il prossimo anno. 62
Chi è secondo te il favorito per diventare
campione alla prossima RedHook?
Spero proprio di farmi tutte le Redhook quest’anno, staremo a vedere. I biglietti aerei sono davvero
cari e ho diverse altre gare in lista per quest’anno.
Vuoi ringraziare qualcuno in particolare?
Mi piacerebbe ringraziare TCB, MASH, a la mia lady
Lindsey, tutti voi mi date la possibilità di affrontare
questa incredibile vita. Girò e Oakley perché mi
danno sempre il meglio sul mercato. Tutti coloro
con i quali ho condiviso la strada la fuori. Tutti voi
mi motivate ad andare avanti e spingermi oltre.
Chas Christiansen
www.tcbcourier.com
63
INSTAGRAB
DAYLIFE VISTO CON L’OCCHIO DEL VOSTRO CELLULARE
Invia le tue foto a:
[email protected]
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65
adv
SAUSAGE LOCKS
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P A R T Y F R A N K —— K A B A N A —— K R A N S K Y
67
C
iao Alex, prima velocissima
domanda…ti senti più ciclista o
regista?
Devo dire che prima di tutto sono un filmmaker e poi sono ciclista. Anche se ho iniziato ad
andare in bici molto prima di iniziare a fare film.
La passione che ho messo filmando e dirigendo
Fixation è perchè volevo fare qualcosa di creativo e cinematografico su un argomento che
ritenevo non fosse relamente capito.
Quando e come è nata la passione per
la bici ?
Quando ero piccolo andavo di frequente con
mio papa in mountain bike, poi nel 2003 ho
iniziato a lavorare a Livermore Cyclery, un bike
shop appunto di Livermore in California. Quello
è stato il momento in cui ho iniziato ad apprezzare realmente e a capire il ciclismo e la cultura
che si porta dietro. Lavorare in quel negozio
mi ha dato il reale stimolo per andare a documentare il movimento ciclistico dello scatto
fisso. C’era davvero una pessima considerazione dei ciclisti in fissa e non capivo perchè. Ho
visto un sacco di ragazzi in fissa, entrare nel
negozio, ma purtroppo la maggior parte delle
persone del negozio erano ciclisti nel senso più
classico e appena possibile parlavano male dei
fissati, dicendo che si trattava solo di ragazzini che seguivano una moda. Altri parlavano
della purezza della semplicità e altri solo che la
usavano per allenamento in velodromo. Perciò
c’erano opinioni contraddittorie dietro il movi68
mento dello scatto fisso.
Ho iniziato con una single speed e poi su scatto
fisso e devo dire che l’eccitazione e la semplicità da dato senso a tutto.
Cosa ti ha portato a dirigere un
docufilm sulla scena fixed ? Puoi
raccontarci le difficoltà dietro un
progetto del genere?
Diciamo che sono nuovo nel mondo della
cinematografia ma che sapevo di voler dirigere qualcosa quanto prima, qualcosa che avrei
anche potuto editare da me. Dopo aver lavorato
in un bike shop per 5 anni, sapevo che potevo
contare su una serie di amici, contatti chemi
avrebbero potuto aiutare a completare questo
progetto.Fare un film è estremamente costoso,
quindi capivo di dover usare qualsiasi risorsa
possibile. Dovevo far si che tutto ciò capitasse.
Nick Hart è uno dei ciclisti che ho filmato in
Fixation e abbiamo lavorato spalla a spalla per
2 anni. Quando gli parlai di Fixation, fu il primo
disponibile a darmi il suo punto di vista. Infatti
devo dire che sono persone come lui che mi
hanno motivato nel completare Fixation. Sai è
papa, ed è uno che rispetta la strada, è educato e adora visceralmente il ciclismo. Fixation
ha avuto diverse difficoltà durante le riprese,
prima di essere completato. Ho lavorato con un
grande regista come Justin Gamboa e abbiamo
collaborato insieme per il design delle scene da
filmare, immaginando come filmare questi riders
e inserire quante più angolature di ripresa possi-
69
Fixation
bile. Tenendo a mente che era il primo verofilm
su un movimento ciclistico. Tutto quello che
stavamo facendo era davvero nuovo per noi e
volevamo farlo al meglio. Per esempio abbiamo
avuto molte difficoltà nel seguire i riders per le
strade di S.Francisco. Originariamente, abbiamo
provato a seguirli in macchina, poi in moto e
questo ha certamente aiutato le riprese. Alcune
scene erano state previste a tavolino, mentre
altre le abbiamo filmate al momento, quando la
fortuna ci dava l’ opportunità di cogliere l’attimo. In post produzioe ho avuto una serie di
sfighe come l’har drive rotto, parti di riprese in
file corrotte, diritti musicali da prevedere, ma
alla fine siamo riusciti nell’intendo! Una volta
che il film era completato, ho dovuto affrontare
un’altra serie di problemi. Trovare un distributor
per il film e che fosse coerente nel produrre un
film sullo scatto fisso, spingere il dvd su tutti I
canali e tenere conto di tutte le problematiche
sui diritti d’autore e la parte legale, cosec he
non avevo mai realmente immaginato di fare
prima di fare un film. Quando sono partito con
Fixation non avevo idea di cosa volesse dire
promuovere qualcosa come un DVD tipo Netlix
e Itunes, Volevo far conoscere alle persone la
scena Fixed e aiutare a debellare I soliti stereotipi che l’accompagnano.
Puoi descriverci meglio il concetto
dietro un film come Fixation?
Il mio obbiettivo primario in Fixation era fare
intrattenimento, cinematico dando una sensazione positive sulla scena Fixed. Volevo riprendere I riders in ambientazioni spettacolari, su e
giù per la California. La prima cosa che ho detto
alla mia crew prima delle riprese è stat ache
volevo assolutamente dare un taglio spettacolare al film, catturando questi ciclisti nella maniera più artistica possibile, mentre raccontavano
e spiegavano le loro storie e la varietà di ciclisti
fixed.
Qualche progetto di venire in italia e
fare un film sulla storia del ciclismo?
Niente mi renderebbe più felice che poter catturare la storia e le immagini del ciclismo italiano.
La ragione principale di un film fatto in California è solo definite dal budget a disposizione.
Siamo tutti di Los Angeles e ci siamo spostati solo a San Francisco Bay, perchè avevamo
contatti che ci hanno permesso di farlo. Metà
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di Fixation mostra la nostra città. Ho provato a
cogliere la personalità delle città: ogni ciclista si
sente molto in connessione con la propria città
e volevo essere sicuro di disegnare un ritratto
onesto di come fosse la loro storia. Ogni ciclista
ha una sua visione sulla scena fixed che si basa
sul posto in cui pedala.
Qualche trucco per I filmmakers che
vogliono iniziare a dirigere un primo
video sulla scena fixed?
Filmate tutto, non saprete mai cosa vi tornerà
utile durante un montaggio. Siate creative
con le angolature e la selezione delle riprese,
provate a capire cosa hanno fatto altri prima di
voi per capire le differenze e trovare una vostra
strada per filamre. Selezionate delle location
con saggezza: inquadrare in velocità un rider
giù da una collina della periferia, oppure scalare
una collina con alle spalle un bellissimo panorama, oppure una L.A costipata dal traffico può
fare la differenza tra una scena emozionante
oppure pallosa. Il mio rammarico nelle registrazioni di Fixation è stata l’impossibilità di
visitare tutte le location che avrei volute. Con
così pochi fondi e tempo a disposizione abbiamo fatto del nostro meglio. Ma spero di poter
viaggiare di più in future. Se state per dirigere
un film come questo siate preparati ad avere un
cameraman, un produttore, un pubblicitario, un
editore e qualsiasi cosa vi serva per poter fare
delle ottime riprese.
Qualche ultimo suggerimeto per I
nostri lettori e filmmaker?
Mentre registravo Fixation, ho sentito
moltissime storie di rider che raccontavano
la loro connessione con la bici o sulla libertà
mentre pedalano: Devo dire che sono daccordo.
La bici può essere molto di più di un semplice
mezzo di trasporto. Ho provato a non essere
eccessivamente profondo nella descrizione
di questo, ma solo di uscire a godermi questa
sensazione. Da filmmaker cercate di impegnarvi
con la massima dedizione alla riuscita del film
e sarete sorpresi del risultato. Quando stavo
editando Fixation, non mi sono mai preso un
giorno libero e la mia mente non riusciva a
fermarsi dal pensare a come essere creative
e trovare la miglior soluzione per un finale
di scena e penso di esserne uscito vincente.
Ultimissimo consiglio, lavorate con persone che
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sono motivate come lo siete voi, perchè non
potrete mai fare un film da soli. Fare un film
significa collaborazione.
Alex T. Viriato
www.vimeo.com/atviriato
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Alle porte di Torino, quasi primavera
2013.
Ciao Octavio, mi racconti in breve il tragitto che dall’Argentina ti ha portato qui, vicino a
Torino?
Ancora non focalizzo bene il signore di mezza età che mi sta di fronte, in piedi, mi guarda
negli occhi con una fierezza e sfrontatezza che
a volte mi disorientano. Se fossi un appassionato di calcio avrei di fronte a me l’equivalente
di Gabriel Batistuta, ovvero magari non il più
grande di tutti, ma uno la cui carriera è costellata di gemme preziose e che forse, se la sorte
gli fosse stata meno avversa, avrebbe un posto
riservato nell’olimpo dello sport. Invece qui,
come sempre, parliamo di ciclismo, magari
su pista, e allora ecco che di fronte a me ho il
grande Octavio Dazzan. Singolare proprio ora
che un abbiamo un papa argentino di origini
italiane, oggi ho il privilegio di fare quattro
chiacchiere con un grande argentino naturalizzato italiano da tantissimi anni (per i più curiosi
aggiungo che sì, Dazzan ha conosciuto anni fa
Jorge Mario Bergoglio aka papa Francesco, mi
immagino il suo sussulto davanti alla tv questo
recente 13 marzo). Parliamo di un campione
da nove titoli italiani, tre ori europei, quattro
argenti mondiali andando solo per sommi capi,
con una carriera lunga 13 anni. Arrivo alla sua
officina-negozio-deposito in un pomeriggio che
sa già di primavera nonostante l’aria frizzante,
la prima sensazione è quella di entrare più in un
rifugio che in uno di quei asettici “atelier della
bicicletta” che oggi vanno per la maggiore, specie qui al nord. Qui no, sono in una officina prima di tutto, polverosa come deve essere, zeppa
di pezzi e pezzettini il cui ordine è noto solo al
padrone, io non posso far altro che ammirare
incantato le rastrelliere di telai appesi con sopra
il nome Dazzan, c’è ancora tanto tanto acciaio
qui a farla da padrone che sia esso strada, mtb
(poche) e qualche vera gemma da pista. Octavio inizia a parlare ed è davvero un fiume in
piena, maledico il non avere con me un registratore, ma prendo qualche appunto e focalizzo al
massimo la mia attenzione sulle sue parole e sui
gesti di quelle mani callose e intrise di grasso
che solo i veri meccanici hanno.
Questa che segue è solo la prima parte dell’intervista, continuerà al prossimo numero con, tra
le altre cose, l’incredibile storia di “come ugo
de rosa mi fece perdere l’olimpiade a Mosca nel
1980”, quindi direi che conviene seguirci!
La mia carriera inizia presto e subito alla grande, a 17 anni nel 1975 (chi scrive doveva ancora nascere n.d.t.) vinco il campionato del mondo juniores correndo per la nazionale argentina, l’anno successivo passo a correre per
la nazionale italiana e subito mi ritrovo anche campione nazionale. Le olimpiadi sono quasi alle porte (Mosca
1980) ed è subito un traguardo ambizioso, ma a cui non voglio rinunciare per nulla al mondo. Arrivo a quell’appuntamento preparatissimo e punto subito in alto, la forma è quella giusta e tutto faceva ben sperare. Andò
diversamente, e scoprii più tardi anche il perché (nella seconda parte). L’anno successivo passai professionista e iniziò la stagione delle vittorie che contano, in giro per l’europa e nel mondo, Giappone compreso.
Oc�
TAVIO
Hai corso anche nel keirin giapponese, hai voglia di raccontarci qualcosa?
Beh, lì fu una scelta oculata dettata dal bisogno i rinascita del Giappone post Hiroshima. Per legge furono istituite le gare keirin e le scommesse ad esso legate, oggi in Giappone ci sono circa settanta (sì, avete letto bene,
settanta) velodromi e tutto segue una stretta regimentazione a metà tra i monaci shaolin e l’esercito. Se un torneo di keirin dura tre giorni gli atleti stanno lì, chiusi
in velodromo per quattro giorni, senza vedere nessuno, senza parlare con nessuno. Se durante l’ingresso
Ora ti racconto di quella volta
del velodromo un corridore si permette anche solo
che De Rosa… (parte 1)
di alzare la testa è squalificato: potrebbe aver fatto
un cenno ad uno scommettitore in combutta con lui.
La scuola di keirin dura quattro anni, è durissima ed
estremamente orientata a quella precisa disciplina,
un buon corridore giapponese di keirin quasi mai è
un ciclista completo, patirà sicuramente in tutte le
altre discipline, compresa la stessa velocità.
DAZ�
ZAN
di Riccardo Volpe
Quindi sono molto considerati quei
corridori, una specie di eroi?
Al contrario, in tutta onestà sono considerati come
da noi i fantini, nulla più che un numero su cui scommettere con più o meno probabilità di vittoria. Vengono più maledetti in caso di sconfitta che osannati
quando vincono. Dalla loro hanno che i premi sono
ottimi e non è così difficile vivere bene solo con le
corse anche se non sei un campione, proprio perché
il tutto è funzionale alle scommesse.
Pensi sia una via di rilancio per il ciclismo
anche qui da noi?
Assolutamente no, non ci sono i presupposti e ormai,
nemmeno più gli spazi. Ok, raccontami un po’ di
come curavi gli aspetti tecnici della bicicletta prima
delle gare. Guarda, i miei avevano una fabbrica di bici
in argentina, son nato lì in mezzo, la bici me la sono
sempre controllata io in tutto e per tutto. Le poche
volte che ho delegato l’aspetto meccanico ho solo
beccato delle gran fregature, come quella volta in un
torneo di velocità a Berlino, dove ad inizio volata mi
si piegò indietro il manubrio perché quel fesso di ….
(n.d.r. nome rimosso, ve lo dico poi in privato) si era
dimenticato di stringere il bullone della pipa. Ma ho
fatto comunque la mia volata, perdendo di mezza
ruota.
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Sperimentavate molto negli anni 80,
qual è la tua esperienza?
(mentre parliamo ci avviciniamo ad un capolavoro di bicicletta, sviluppata da Dazzan stesso in
collaborazione con Sannino, ad oggi ne rimangono cinque esemplari).
Sì cercavamo sempre nuove soluzioni, in pochi
avevamo intuito che l’essenziale era la rigidità
unita all’aerodinamica, tutto questo in epoca
antecedente al record dell’ora di Moser e tutto
quanto ne seguì, eravamo dei pionieri. Fui tra
i primi ad adottare i cerchi araya con profilo a
“V”, tra i primi ad adottare le lenticolari quando
ancora il carbonio era sconosciuto ai più.
Questa bici fu un progetto tutto
mio con Sannino, i rinforzi che vedi
(qualcuno ha detto Cinelli Laser?)
Sono in realtà delle anime in acciaio assiali al
telaio, poi carenate con la vetroresina, ottieni
un mix di grande rigidità ed una perfetta resa
aerodinamica, senza concedere troppo al peso.
Tutti spunti ed idee dalla quale poi i grandi
marchi costruttori hanno attinto una volta
passati alla fibra di carbonio ed al concetto di
monoscocca, solo che noi eravamo nel 1981!
A proposito di costruttori, tu vendi
bici marchiate col tuo nome, come si
riesce a condurre l’attività di piccolo
marchio oggi?
Con fatica, con grande fatica. L’epoca del telaio
in acciaio bello ed efficiente è finita da un pezzo, il ciclista amatoriale non è più attratto dal
telaio in acciaio. Questi (siamo sovrastati da decine di esemplari in acciaio, alcuni telai con tubi
particolarissimi a sezioni che ricordano lo “stellare” glico, fino all’ottagonale) non li vuole più
nessuno, sono qui in svendita da anni ormai e se
non c’è sopra il grande marchio non interessano
a nessuno di quelli che si definiscono amatori, i
quali non vogliono poi nemmeno sapere che il
grande marchio a sua volta acquista anche lui
in oriente ed aggiunge le sue grafiche. Alla fine,
oggi come oggi, faccio così anche io, mi sono
unito ad un gruppo d’acquisto e mi arrivano i
telai praticamente pronti e io faccio assemblare,
sia per i miei clienti, sia per la squadra agonistica giovanile che seguo da anni.
Per questa prima parte ci fermiamo
qui, il seguito al prossimo numero!
Riccardo Volpe
76
www.riky76omnium.wordpress.com
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L’ANGOLO DELLE
RECENSIONI.
Legenda Recensioni
SUFFICIENTE
BUONO
ECCELLENTE
Met Stradivarius Hes
Oggi sono a recensirvi uno dei caschi da strada di Met Helmets. Il modello
Fixation the movie
Fixation è un Dvd nel quale sono incappato qualche tempo fa mentre ero
alla ricerca di qualcosa in alta definizione da vedere. Avevo visto solo alcuni trailer su Vimeo e sono rimasto affascinato dalla qualità della produzione
e la caratterizzazione dei rider presenti. Se leggete l’intervista fatta ad
Alex Trudeau Virato, regista e produttore del film si può capire la passione
messa nel girare questo DVD. Ad ogni modo non voglio dilungarmi sulla
descrizione del DvD perchè molto di ciò che posso dire è già stato detto
in questione è lo Stradivarius Hes Elite. Il casco ad una prima analisi (visi-
durante l’intervista: posso però dirvi che è un progetto che merita l’acquis-
va) si presenta molto bene, look total Black con congiunzioni nero lucido
to perchè è uno di quei film che senza dubbio rivedrete più e più volte. Un
ed il marchio Met su entrambi i lati in stampa UV. Al suo interno a differ-
pò come succedeva per I VHS di skateboard e snowboard degli anni 90
enza degli altri caschi che presentano dei supporti in stoffa per il comfort
ormai consumati dalle mille visioni, Fixation lascia quel sapore di esperien-
con la testa lo Stradivarius presenta dei supporti in silicone che una volta
za vissuta, che motiva chiunque va in fissa e vive questo movimento come
a contatto con la testa rendono ultra stabile il casco inoltre nella parte
qualcosa di intenso e di passionale. Le storie narrate dai Rider ( tutti noti e
frontale del classico supporto di stoffa è stato soppiantato da un’unico
di un certo livello ), fanno capire la reale connessione con la propria città e
pezzo sagomato di silicone per garantire maggior stabilità al casco. Queste
la moltitudine di situazioni che un rider in fissa può vivere. Dalla pista, alle
accortezze si notano quando si esce in bici, il casco non accenna a mu-
Alleycat passando per chi lavora come Curier nel traffico e chi si allena per
oversi rimane ben saldo sulla testa anche girandosi, le prese d’aria frontali
ci permettono di essere areati al massimo garantendo un enorme comfort. I lacci di allaccio sono molto resistenti e regolabili in
base alle fattezze della nostra testa. Casco super leggero, sembra quasi di non averlo. Faccio i miei complimenti alla Met Helmets
e vi consiglio vivamente l’acquisto.
il semplice gusto di passare qualche ora di totale libertà evadendo dalla
propria routine. Le ambientazioni sono favolose e variano dal caos di una
Los Angeles incasinata, alla più sinuosa San Francisco che ci fa intravedere anche delle aree suburbane particolarmente emozionanti come la
www.met-helmets.com
Bay Area. Insomma, Fixation è un lavoro completo come difficilmente si
trova in circolazione, infatti se date un occhio alla pagina di home del sito
Knog Sausage Lock
capirete dai premi vinti di cosa stò parlando.
I ragazzi Australiani della Knog non hanno bisogno di essere presentati; i loro prodotti sono sempre
al top e quasi tutti i rider hanno sulla propria bici almeno una luce della Knog o un computerino… Bè
www.fixationdocumentary.com
anche quest’estate hanno diverse soprese e noi intanto ve ne presentiamo un paio… Ecco in arrivo
il Knog Party Coil inviatoci appositamente per essere testato e valutato. Come recita il loro press
release, arriva lestate e con lei, la voglia di stare fuori tutta la notte a fare baldoria, quindi abbiamo
bisogno di legare le nostre bici ed essere sicuri di trovarle di nuovo li anche dopo una serata di
sbronze cosmiche. Il Party Coil è molto carino, partiamo da questo intanto. Ha diversi colori ed è
quasi un bracciale se lo arrotolate al braccio. Lungo in estensione 1.3 mt, pesa circa 330 grammi ed
ha un corpo in silicone che si adatta perfettamente alle forme della bici. I cavi di acciaio intrecciati
sono coperti da una parte spessa di silicone e finiscono sulla parte della serratura che a sua volta e
avvolta da pvc. Quello che rende piuttosto resistente questo Lock è il fatto di avere il nucleo in fibra
che si schiaccia prima di tagliarsi, rendendo un po’ più rognoso al ladro inesperto la possibilità di
portarvi via la bici. Chiaramente ci sono tutte le limitazioni del caso per questo oggetto che rimane a
parer nostro l’oggetto in più, da portare con se per legare le ruote al telaio. La stessa Knog dà come
valutazione di sicurezza un bel 30 su 100! Ad ogni modo è un oggetto davvero interessante per le
dimensioni raccolte e per le infinità di colori in cui si trova che sono ben 12… Interessante per la sicurezza restano le 1000 combinazioni di chiavi che hanno fatto per questo oggetto e che dovrebbe
rendere invece più difficile un eventuale clonazione di chiavette.
www.knog.com.au
Vulpine Harrington rain jacket
Era da molto tempo che cercavo un rain jacket per l’inverno e surfando in giro per la rete
mi sono imbattuto in Vulpine clothing, marchio inglese che vanta da anni una supremazia nell’abbigliamento di classe urbano. L’harrington jacket è la soluzione definitiva per
quando d’inverno piove e sopra la nostra giacca tecnica vogliamo metterci qualcosa che
ci ripari dall’acqua. La giacca presenta 4 tasche (2 zip frontali e due con bottoni una sul
retro e una sul pettorale sinistro). Le chiusure al collo sono magnetiche e anche la tasca
su retro è magnetica. Sulla schiena presenta una tasca che permette la traspirazione durante le uscite più intense. Se state cercando una giacca antipioggia questa è la giacca
definitiva. Costo moderato, siamo sui 130 euro. Vale decisamente l’acquisto.
www.vulpine.cc
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SUPERIOR QUALITY
UNPARALLELED STRENGTH
HAND-MADE IN YORKSHIRE, ENGLAND
TEAM RIDER Ric Bell
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PHOTO Szymon Nieborak
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PHOTO REPORT:
MASSIMO “PH” BACCI
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84
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ORGANIZZATO DA
3
1
0
2
o
giugnL E D I F O R A N O
6
1
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ZIONA
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A
1
N
R
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T
14 D R O M O I N
VELO
VEL
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ROM
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IN COLLABORAZIONE CON
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COLLABORATORI, ESTERI E ITALIANI. GRAZIE A CHI
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LA POSSIBILITA’ DI RECENSIRE I LORO PRODOTTI.
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SLAFA?
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