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2.Q56)' PRIMA E SECONDS CENTUIIIA DI CANTI POPOLARI FRTULANJ CON PRELEZIONI MICHELE LEICFTT. P1 1^11 YEN EZIA. bAL PREM. STAflIL, 'rie. DI P. NARATOVICH 1867. ,- — / Document Il I I l il I i 1111 E IIil 0000005560486 l il onIÈQu) ri f £ 1 PRELEZIONI. L O uantuaque cotanto obbliati, cionnonpert.nnto i dialetti in sè me(lesiInI dei tesori di tradizione, dcli elementi c.onsiderevoli di storia, dei materiali ancora inesplorati e dellebellezze. le quali non attendono se non che si aizi il velo per ainmirarle. Dore finisce la storia, dore il monuinento costrutto dalle mani dell' uomo è per tal modo custodito dalla terra che indarno 1' industre ricercatore ne indaga le viscere, ne perseruta le latelire, ivi la sola fiaccola die ci pub illuminare sta nascosa fra le varianti eufonie della lingua del popolo, nelle parole appartenenti ad un ceppo diversa, nelle frasi conforninte mi un' nitra fisonomia, nel genio che predilige una espressione particolare. Ma per sceverare questi elenienti, per raccoglierli in ana sintesi, per trame una illazione concreta e giusta, di quanta copia di materiali, di quanta diligenza di indagini, tica 1)011 (IL quanta perspicacia di cri- sarà duopo ? Ed egli è appunto ad accertare la necessit.à di raccoglicre assiduamente e di sottoporre alla critica piui severa tutto ciè clic appartiene al dialetto Friulano clic si indirizzano queste mie considerazioni , le quali di vola inoltre accenneranno alcuna di quelle moIte questioni, le quali intorno al medesimo possono essere sollevate. Un materiale importante e fondamentale vienc apprestato da! Signor Abate Pirona, il quale sta per pubblicare il Dizionario del -6-ilialetto Friulano, ç n quosta opera bene augurano la intelligenza acluisita e la diligente assiduità dell' Auore, nonchè I' .euorrne vuoto rho dessa viene cos'i opportunemente n ricmpierc. Questo è il primo lavoro di una vorace itnportaua clic in proposito cia stato fatto, mentre le nitre piccolo inonografie clic furono su talc argoniento tracciate, dovevano come è lien naturale niaucare degli elernenti nLcessarii n quella complota disamina la quale puà scia portare cnn definitiva soluzione. Non à infatti il dinletto Friulano, ana copia di clocurneuti anticlii la ciJe possa servire alla storia (lei progressivi avolgimenti e delle successive modilicazioni che esso abbia suljite, e questo devesi attiifwire particolarmente alla circostanza clic tutti gli atti puliblici scrirovansi in Latino, per cui la gente di lettera, anche ache proprie corrispondenze serti vasi di questa lingua. Alcune poche annotazioni e poesie appartenenti cd un tempo abbastanza antico presenfano poi cnn spccialità clic ne limita la hoportanza, essendochè la ortografia particolarmente difficile, perchè obbuigata cd eprimere alquanti suoni diversi da quehli della bagua italiana, invece di essore fondata copra basi coucrete è abbandoiiatà aile capriccioso e arbitraric fantasie dehlo scrittore, ciô (,-ho lascia nel dubhio se verainentc alcune espressioni le quali pot rebbero avere cnn male importnnza, siano quello ne appajono, ovvero sembrino quelle rho non sono. I valori fonetici inoltre, non sono in vrun modo rappresentati in (1 uCsti srnitti e quindi anche sotto questo aspetto, si rcstri sem lire in non oscurità la quale metterà un argine insorinontahule a quelle illazioni rho da ana complota e assoluta cogmzione di tutto ciô rho niguarda questo argoiiieato, avrebbonsi potute raccogliere. Queste cose sarebbero state gh\ determinate, se il dialetto Friulano avesse cnn letteratura, nia codcsta wanca del tutto, nè ghi illustri Co. Enines Colloredo e Piero Zorutti, possono du per bru valere. se, non o fornire uno spieiidido punto di parteaza n quclia linea (lic 1' ingcgno dei Friulani si assumesse di trâcciare coi geniali oiementi dci loro armonioso dialetto. Questo difetto perù è lien presto giustificato dalle condizioni pacsane, le quali dircssero le intelligeuze sopra aitri senticni , nei -7 quali era pi'u ardue invero il cogliere un alloro. ma cru pih grande la ricompensa. Trciviarno irifatti di buon tempo segnato 1' u more avventaroso dei Friulani che li spinge lontani dalle lor case, e nel 1215, Tomniasino de' Cerchiuri, compouc dei pocuii in Tedesco, j quali prendono un poste assoluto nella storia di quelle letteratura, e il Pacire Percoto triiduce j libri dei Birmani e nel 1377 Lodovico di Porcia scrive la vite di Cesare in Francesc, e il Padre Basilio Brelle da Gemena apostolo ache Scien-si, comptine titi dizionario Chinese e Giorgin Rorario di Pordenone scrive le note inarginali alla Bibbia di Lutero. Il Friuli assai poero e assai contrastato si (livide in due parti, I' une attaccata al suolo colla pertinace costana dcii' agricoltore , e 1' altra cou' ardiunento avventuroso delle pliwavere sacre, va-ante in loutaiui paesi in cerca di fortune. Codesta schiera tiene per sue capoflia il Beato Odorico Mattiuzzi e sebbene i sussidii della scieuza ahbiaiio migliorate le condizioni agricole e scewati cotali arditi escursori, tuttavia in nuinero non indifferente percorr000 encore la Va1achia e le Croazia e 1' Unglieria e I' Austria e Reine e Venezia, ritornando periodicamente al doweStico focolare per deporvi i sudati risparuiii e ainmigliorare con essi la avita casa e allargare il piccolo podere clic I)ofl rende se non la compiaccuza di possedcrlo. Questa tendenza che conduceva le persane lontane dal loro paese, conduceva anche le icice e gli st.udii piuttosto sulla traccia Ttaliana clic su quella Provinciale, per cul vediamo di buon' ora degli individui Friulani prendere un poste ira le illustrazioni nazuonali. Le moite Fera iglie Fiorentine le quali s' accasarono di buon' ara in F'riuli portaronvi rapporti, idce, elcinenti, clic convandarono cOdesto movimento dei quale abbiarno non spregevoli saggi in Gian Mauro d' Arcane clic nieritù i vituperii dcli' Aretiiio, in frà Cira di Pers clic Lu uno dei migliori dei sua tempo, in Giulio Liliano clic ehha 1' more di un sue poernetto per lungo tempo attribuito al Tassa, in Andrea Marone clic alla carte di Leon X improvvisava versi Latini, nei due Emiliani coronati de Masimiliano imperatore. Allorchô infatti un pncse ptiù onorarsi d' aver clato alla Giuriprudenza Ricchieri e Mantica, alla Filosofia Stellini, alla Geologia -8Lazaro Moro, alla Storia Rubeis, Paolo Diacono e Liruti, alla niilizia Girolanio do Sacile martirizzato col Bragadino n Fainagosta, eJacopo da Fontanabona e i Colloredo e i Savorgoano e j Frangipane e alla chiesa Pileo di Prata e alla critica Vergerio e Giorgio e Federice Sonnai e alla medicina Curzio Mondino e Scarpa, e alla pittura Giovanni da Udine, deve pur avere unit forte ragione se non ahloa veruna illustrazione permanentemente fornita à questa vita pro' ciale clic vicne rappresentata cmi dialetto. La feudalità prepotente spingeva i Comuni a continue lotte, lieue quali la borghcsia coinhatteva per (ouquistare quci diritti clic essa sentira neli' intime dei suoi convineimnenti, per ronipere tante restriioni che allentavano quella gagliarcl'ia clic invigoriva tutte le sue fibre. I continui attentati dei conti di Gorizia, e dei signoni da Camnino, alleati ora con una parle cd ora con altra (lei nobili provinciali, traevaimo il Patriareato in guerre riisastrose, le quali fecero si che la dedizione a Venezia, fosse un reale e avventuroso beneflzio, e formuasse il vero incominciamento, della ricomposizione economica di questo ternitorio. La feudalità ad ogui modo era in qucst' epoca cotanto pOtCl)te ancora, clic nei momenti, î quali precedettero la coalizione di Cambray o per previdenza o per necessitù, avrenne tale una comrnozione popolare clic ne andarono smantellati i castelli di Vil]aita, Colluredo, Zoppola, Spilimiiergo, Moruzzo, Bmazzano, Mad risio, Cusano, 'l'orcent), Caporiaco, Arcano ed altri. In queste comnbustioni perenni, con questa divisione tanto fieramente mnarcat, la borghesia aveva abbastanza n difenclersi, n imiantenersi, sema die le fosse possiliile d? guadagnare, cos'i di leggicri, (luel virer largo e dovizioso, nel quale germogliano le lieue arti e si cifoucle la letteratura; perciô benanco i due centri di Cividale e Udine vegetarono lentamente, e furono da moite travers'Ïe fatti lieue spesso neniici e mflncarono quindi n fornire quelle ocensioni ache quali fermenta e si sviluppa I' attitucline, si avvalora 1' incoraggiamento, si premia la riusCita. Il dialetto è uns autonomia minore, clic pur mantenendo olcuiij e i maggiori caratteri generali, tuttavia conserva intatte moite dif. -9fereuziali, le quali costitiiiscono una fisononiia bastevolrncntc disegratta per t'sscre facilinente riconosciliile. Il Patriarcato, sia pella natura delle varie sue apirazioni ora Guelfe ont Gliilelline, sia per questa mutabulità intriuseca, la quale (lipcndeva dal succedersi dei diversi suoi c.api, non poteva dare cilla sua provincia quel1' impulso, il quale sostenuto perseverantemente si iticiirjzzasse tel Luta incta concreta e iritendesse ad un punto detinito. Il tentenn'io delle influenze politiclie, varianti e succedentisi, la inuliilità (lei principii politici interni, manteneva il Patriarcato in une tato di continua agitazione, la qunic montre alimentava le discordie e spingeva le genti ai partiti, sosteneva le uspirazioni politi che, le reudeva necessarie violente, ma toglieva qualsiasi possihulith a quella calma, la quale feconda le opere dell' ingegno. In questa deficieuza di docuurenti antichi ovvero di una letteratura ahbnstanza cornplessa per fornir non base aile rnoltcplici rirerclie dcllo studioso, chi intenda di gettare b sgunrdo ovvero di portare la indagine su questo difficile campo, troverà dovizia di dementi nei cariti popolari, i quali dali' Alpe al mare, portati cia lalibro n labhro, armonizzati di varie e ficissime melodie, presentano taratteri per Lai modo distiriti e forme cosi spiccate e un timbre cos'i varlo, (la poter senza dubbio fornir. soggetto di interessanti disartiine e di fcraci raffronti. Questa raccolta perè non è fritta: corne quelle tante nitre cose clic reotano net campe dcli' nvvenire, essa resta un pin desiderio. E giova il soggiungere, che quel diligente, il qunic voiesse assutuersi i 1iiesto incarico, dovrebbe clividere la sua raccolta seconde le diverse zone Provinciali aile quaui i suoi canti appartengono, pcic.hè infatti '' banna delle varietà clic non possono essere obliliate e clic dinaozi alla critica ofîrono dei siguiflcanti elementi di speculazione. Per rue, rionoscendo nci distretti alla destra de! Tagliamento v nella vrille di Gorto delle differeuze fonetiche assai sensibili, ruevando nella vrille d' Incarroo delle condizioni geografico-storiche di rirnarehevole integrità, proporrei queste tre divisioni aggruppaucbo in ocra quarta indistintarnente tutte le nitre produzioni Proviriciali. La giustificazione di qucsta mia divisione puô stare nel raffrori- - 10 tu di questo canto ticiin vl1e di Gorto con quelli ai quali co(iesti cen- iii, servono di prefazionc e chu furono raccolti il) nitre '/OflC. Oh ra ri la me pialino Oh ra rit '1 miii l'on namal Cv la primo clic jn Jisero (Joliaro un cianip e un ciaveal. Oh ra ril la me ,qialino Oh ra rit '1 miii bon namal; (n la plume clic ju j'asero Implavo un jell e un cjara::a/. Oh ra ri la me yialiio Oh ra ri '1 miii bon na-mal; Oui us clic jn fasero Mi manlif)niro di neli e di sai. Oh ra ri la me qialino Oh ra ri '1 miii bon namal; E un quart y diei al priedi J? cheil altri al ciametai. Gli aitri chu vorranno in appresso faranrio di piil e rnigli, tan quando codesto snrà per avvenire io ne sari oltremodo contento, poichè vedrii chu il dcsicicrio avrà incominciato à gerînogliare ml terreno delle opere. F'orse pài chu dialetto Friitiano, In si pofrebhe chiarnare con waggior di ragione dialetto (nrnico, poichè nebi' Alpe Cornica fu in sua, cuila e du co 1esta rocca niontann, sçesero cento volte i validi difensori clic contrastarono la pianura ai sorvegnenti e dit essa partirono le solerti farniglie che ripopolaronô le ruine e coitivarono le zolle abbundonatc. II Friuli doua pianura non cUbe un fume neila geografia Latina, 1oichè trabonc indicando ( ji.icsta rcgiofle la denota colt' appelintivo di Ocra, ciii clic in lingua Uinhra signiticherebhe moatagna (Festo). La condizinne topografica conferma assolutainente questo assuntu, cd avvalora chu la regione l'riuIana verarneute antica nia la niontana e la pedemontana. - 11 Ma in qncste due non y ' hanno traccie di alcun monuinento clic :ippnrtengn 2d una grande antichità, e se Silio Italico e Tito LiVi() ci dicoiio ehe i Carni domanclarono di abitare le regioni subalpi- ne e ci narrano clic ai Carno-Galli fu assentito di popolare le deserte regioni superir)ri ccl Aquileja, ciô conclude, ehe per quanto estesa cd atupia questa gente, tuttavia. non avesse centri popolari, né punti cumniereinli e politici i quali le facessero prediligere un sito piutto- sW dell' nItra, cd aiwi devesi ritenere clic la scelta dei dintorni d' Aquilia o doinicilio stahile, sic una eloquente prefereaza, la quale lascia induire la natura ferma di quci sit.i die da essi venivono ahhnndonati. Eppure questa gente ha dato il suo nome alla Carinzia, alla Carnio]a, al Corso, al Carnero, alla Carnia, ail' Incarroju, e se la estensione di questi terreni pub dar fede della estensione di ç1uesto populo, se la difficile natura di qucsti paesi puô dar inclizio dcliii dnergia della gente che in esso perdunava, se la rnaucnnza di alcun monurnento ci assiduna di uno stato di c.iviltà assai lirnitato, se le rade rnoncte dei Regoli Curnici si prcsentario ancona corne altrettante Isidi iiicornprese noi dorerno concludere che nessuna inda-ine sirà aidiastauza diligente, nessuna ricerca abbastanza perseveranic, ne-suna critica hastevolmente acuta per rispondere o tutta ciucila selva intricata di inc.hieste che si sollevano ad ogni passo, fine a sharrarci quella strada clic pur tanto desideriarno di eumpicre. Qeindi se un raccoglitoro si rivogliesse o quegli elerneuti, i quali valgono e stahilire il progressivo svoglirnento di questo dialet- te, rlovrchbe ache regioni alpine, e fra gli ahitatori di queste indagare, anti omirietteado certinncnte tutto ciô che di corilativ aviSsero coiiservato i pianigia iii. I greppi di Souris, lii ii n u pote tu mao teriere la I n gus (l crin anid! n quel gruppo di solitarii rifugiati ; le roccie della ilesia pote- roue (lifilalere [u antico Slave dei suot abitatori, e percliè il hacino di 1iicarrt j o nuit avrà ovula eguale efficacia sol dialctto in questa regione ir1to ? Se una incursione Teittonien nhuiia influenzat.o il dialetto della valle di Gorto, per cui le variaitti eufonie rendanu ancheoggidi una saliento uri ginalità; se le itifiltrazioni Slave abiiiano anch' esse prodotto alcutie, bcnch leggero effetto, non puù teniersi questo, pelha - 12 vatie ti' Inc.arrojo, essendochè la sua posizione geografica la protesse da consiinili jatture, e d' altro canto la fisonoinia generale e lacufonia uni dialetto, furono mantenute in essa conformi n quelle dalla universa proviticia. Arroge n codesto clic riella valle d' liicarrojo niancano quai contri, j quali l>otcssero impriinere un individuale carattere al dialetto, per causa(fi speiali attitudini, e die inoltre fluo n oggah mancano strade, lo quali facendo affluire rapporti cd interessi portassero il contatto di diverse persane e deterniinassero quelle doncessioni reciproche, le quali vengono finalmente ad incarnarsi nef liuguaggio. lvi infatti gli stessi costuini si mautenuero quasi fluo ai nostri giorni in una intatta originaliti, la quale e per forme e per tradizioni non puô n mena di non ricordare ad ogni tratto il inundo Ra. in an o. Questa elle potrelibesi chiamare indagine storico-geograflea, ne ncccnncrcidje evidcntetnente ni Korneis Gallei.r di Emilio Scauro, tua vediaino se ulteriori ricerche entiche ne portino al eguale risulfata. Roina a'eva postu) cos'i forte ra(IJee in questo suolo, clic la vita eh' essa vi aveva introdotta si sia inautenuta durante le invnsiôni dei barbari, t]urantc il couquisto l/ingohardo, e Io infiltramento Siavo, e viva oggi(lï dopo di aver vitito queste vicende e ,-,ena aver sulita nel liinuag gio la influenza di esse? ZD Io credo di s'i, e tu credo cd onta clic (laite provincic delta Loinbancha aIjl)insi Ufl fattii dcl tutto contrario, esseudochè pOSSO ritene- re, die moIta parte delta fisononiin di quel clialetto, lu si dehha alla suhitn influenza Longobarda. Spiego perô questo in un modo molto seinplicc e non faciluietite oppugual)ilc. Il Friuli della pianura era pavera d' abitanti. Le incursioni la ridusscro descto. La nuontagna la ripopolô miino n rnano di gente forte, attacenta sempre alla vicina farniglia, collegata ai propinqui fratelli e avvalorata dal diritto clic sentiva. dalla tradizione e dalla fede ehe I' iIluuiinavano, Queste genti rianiinarono le leserte ruine e fecera sopra di esse sutai Ii 11110v qiie1linua ,1n nuro suitarii toi ptevnno titi- - 13 cora aver dimeriticata e accesero î loro fuochi sotto al tetto dei parenti e intuonarono sui soichi fertilizzati 1' inr'o dell' agricoltore alla costauza. Persuadiamoci ancora ad altro modo e per nitra via. Alcuni pretesero di sostenere ehe il dialetto Friulano dovesse uni parte doue sue caratteristiche e diffirenziali alla coinmistione cogli Slavi e che quindi non debba aversi se non corne una varietiï de! Rumeno. Bisoguerehbe perô che quelli i ivali si feccro, di buona fede, sestenitori di questa tesi abbadassero daddovero clic le conformità da essi trovate, non siano quelle le quali vengono ad essore cotnuni a tutti i dia]ctti italiani pella coinunauza doue parti latine assorbite, delle forme ricevute, delle influenzc subite. Questa tesi poi storicamente deve essere repulsata, poichè non avressimo identità di condizione. Su! Danubio furono le colonie Romane le quali separate dalla madre patria, circondate dalle irruzioni Slave, pur manteneudo la sostanzialità fondamentale della liugua Latina, accettarono per delle forme clic s' accornodavano aile uuove coodizioni e accettarono frasi e parole le quali potevano alla lor volta reudere più facili i rapporti e sostituire fra le genti Slave e le Latine quella esistenza intermedia la utiIitt della quale non venne mai abbastanza studiata. Nel Friuli invece sarebbero stati gli Siavi quelli i quali avrebbero accettate le nuove condizioni di lingua e di rapporti e seguendo la via percorsa dai Latini della Rumenia, dovrcbbero aver manteauta la base Siava e accolte quelle forme e cecettate quelle parole le (Iuali rendessero possibili le comunicazioni delle idee e dei bisogni. Trovando invece net dialetto la base Latina, ed assolutarnente Latina, potrerno concludere che non vi possa essore identità di formazione dove c' è tinta differenza di effetto. Se questa transizione Slavo-Latina fosse avvenuta perctè non si estese essa su tutta la gente Siava, la quale doveva allora formare un corpo compatto, aniniato dalla cornunauza doua origine, delle abitudini, della lingua; perchè questa influenza sofîcrmossi ni baizi dell' Alpe e non fu capace che di superarne il pedernonte? Se OùSlavi subivano la necessità dei rapporti e dei coutatti, e - 14 componevansi ad una transizione, dovevano essere tanto quelli della pianura quanto quelli della montagna. III ogni modo questo inutamento non sarebbe avvenuto colla recisione assoluta ehe vediamo ancora oggid ma per gradi di teinpo e per gradi di forma. Dalla montagna alla pianura vi dovrebb' essore un legawe progressivo, uno sviluppo d' influenza clic collegasse 1' uno all'altro, una zona di transizione la quale manca de! tutto. L' abliiamo invero una influenza dalla gente Slava esercitata sut dialetto friulano, ma essa si limita a qualehe leggera modificazione delle finali nel tenere di Cividale, ciù clic viene singolarmente a diinostrare clic, quando gli Slavi scesero a popolare alcuna parte della pianura, essi abliandonarono interamente la loro lingua e assunsore il linguaggio dei Latini coine ne adottarono le costumanze, coinc ne coltivarono il suolo. In quanto limitata estensione, perù questo sia avvenuto 10 dicano i paesi che mautengono i nomi correlotivi ad una origine Siava, quali, Pasiano Sebiarouesco, Selaunicco e S. Maria di Selaunicco cd altri. E perchè non si possa duhitare clic questa invasione Siava sia stata molto estesa, dinanzi e di contro ii queste denowinazioni Slave, troviawo la maggioranza oltrapotente delle deriominaziuni territoriali latine le quali connettono ogni zolla ai nomi famigliari, ai costuLni, ai gradi dell' Inipero Latino. La testa di colonna della irruzione Siava penctrb adunque fluo a quei punti che assunsero unit denominazione difl'erenziale arialoga, cd ivi dovettero subire la efficacia dell' ambiente e perdettero il proprio carattere specifico assumendo invece quello delta nazione la quale aveva oeil' Mpe contigua, i serbatoi della tradizione delta famiglia e del perenne soccorso, e nelle conterinini provincie della Venezia un appoggio sicuro ed ana continua trasmissione di influenza e di vitalitL. Quoi pochi Siavi chu penetrarono neil' interno delta pianura, trovarono una prepotente eiviltt e l le li avvinsc e denazionatizzù, corne nella Rumenia la preponderante civilt (lei Latini poti salvarsi in mezzo alla innondazione Siava clic li teneva divisi dalla inadrepatria. - 15 Gli Siavi furono gli ultimi n comparire dietro aile seliiere Longobarde e furono perennemente combattuti quando tentavano di rompere i confini del ducato di Gisuifo, siccorne ne è lettag1iatamente narrato da Paolo Diacono, e a!lora --ii il paese avera cotninciato a riprendere un rnovimento di riparazione, ilquale fu subito dopo seguito dalle costituzioni Franche e dalla edificazione de! Patriarcato; dalla risurrezione cioè del poese a vita propria ed autonomica. Qui cominciano i nostri embrioni storici e per quanto inconcreti essi siano, non valgono n dirci una paro]a di questa piena invasione Siava, la quale avrebbe trovato quaiehe momento di contatto con Venezia, là quale avrebbe avuto on giorno di sua particolare esistenza clic avrebbe segnata una tracc.ia ne! passato. Noua di tutto questo, e la risurrezione Friulana prende un carattere decisamente Latino, il quale si concret,a nei moiti suoi statuti e si accalora iel1a vita, uci rapporti, nei comrnercii, nelle guerre, nelle aspirazioni. Intorno a Cividale che era la chiave della valle del Pulfero, occupata quasi interarnente dagli Sla'i, truviamo fortificazioni clic necelinano a tempi rernoti, e circa al mille, troviamo una costituzione militare la quale sotto al vessillo della Comune e doua città rannodava tutti, contadini e signori, feudali e preti, nella difesa arinata del paese. Se gli Slavi avessero occupato interainente il tcrritorio, non avrebbero avuto bisogno di difendersi da quel loto dal quale esistevano le loro naturali barriere. 1)' altro canto i Latini non si trovarono in tanto sgraziata condizione, da transigere cogli Slavi, montre aile spaile ed ai fiauchi erano sussidiati dai loro connazionali che andavano sempre più progredendo nella rigenerazione. La ipotesi adunque di una origine Siavo-Latina o Latino-Siava ha contro di sè troppi argomenti perchè possa a lei attribuirsi la formazione del dialetto Friulano. Mettere poi il Friulano nella inedesima linea del Romanzo della Engheddina, sarebbe commettere una delle piui sconce stonature alla quale si ribellerebbe I' orecchio più ottuso, la scnsibilit più swussata. - 16 • La launqia non ha ?SS ma fa rumper il dôss • Chi chera lafossa couda Maint • A 'non ais tuol or que chi yliiselia • clii spiida cunter il vez, as spuda infalseha • Las 'inunlagnas stann salda ma la glient s' initran • C'/ti da vainch anus non ais, de trenta non sb e de quaranta non b., quel me non sarb, me non savarb e me non avar&. Questi sono proverbi dell'Engheddina i quali valgono ad escludore la classificazione suindicata la quale ag gtn iomera forniazioni avvenute in epoche diverse e per effctto di elementi disparati, seaza tener conto di un altro sostanziale argornento che sarebbc desunto dalle riconosciute commistioni, ovvero dalle semplici influenzc dagli elementi estranei esercitate. II Rornanzo della Enghcddina ha una fisonomia evidentemento modificata da una influenza Teutonica, da quella stessa influenza cioè la quale molto probabilmente ebbe a contribuire alla formazione del dialetto Lombardo, dal quale il Friulano è cotanto diverso, I Longobardi ebbcro è vero nel Fuli il primo dei loro Ducati, affidato a Gisulfo. Da questo sortirono alcuni i quali nfl'ettarono la corona dell' Italia Longobarda, quali Rntchis e Berengario, ma quali traccie lasciarono essi, quali monurnenti, quali tradizioni, quale inpronta? Una Iotta continua cogli Avari e Siavi c lic li pressavaflo, lotta che forse li obbligô ad assumere i coltivatori corne colleghi della difesa, formando il corninciamentO di quella costituziofle militare delle JVaijte e Scliy'ri Wayte clic vediarno perdurante negli statuti di Cividale, e stendersi quindi nelia Provincia Patriarcale sotto ferma delle cernide: una latta continua col Patriareato la quale ci viene indicata da Paolo Diacono nella istoria del vescovo di Giulio Carnico. Qucsta condizione non consentiva certa Iarghezza e certa stabilità, tanto pib clic le teste di colonna Slave, e la lutta Patriarcale succedevano intorno a quel1' unico centra che corne più forte e piui importante cm stato srelto n chiave del dominio australe Longobardo. Di i nomimenti abbiamo cotale scarsezza clic poc.hi frninrneiiti son fatti preziosi testimonii di un' cpoca buta importante, ili un' êma di - 17 transizione sulla quale gli torici, i cri1ii, Ii indagatori si arrabattano per aggiungere una linea, un cenno n quel poco che di casa si Conosce. II dialetto noua ha conservato, e la tradizione ricorda appena aicuni pictosi j quali avrebhero istituiti alcuni monasteri, cd ai quali vorrel)l)esi molto male a proposito attribuire la costruzione del tain1)iettO di S. Maria in Valle (1). Dunque noua costituzione del Dialetto Friulano sono escluse le influeuze Slave e Teclesche. Esamininino ora se possa ritenersi una varictà del Veneto. Questa tci bisog'na midi' esa rifiutarla per duc sostanziali rnotivi: li primo apoggiato alla Inaggiore eiviltà della Venezia, alla maggiore sua ricchezzn cd estensione c.he avrcbbero dovuto tuantenere la fisonomia fondamentale nnzichè produrre delle cotanto sensibili variazieni. Il seconde, tratto dalla cireostanza che Iiei serhat.oj monttmi i quali eonscrvano integra la forma antica e si adattano diflicilinente a niodificazionj o carnljiamenti, noi troviatno il limite Carnico disegnato nettaweate (lai Monte Mauria, da una parte del quale si parla il dialettu Veneto comune ai territorii de! Bellunese e dcli' Agordino, tuentre dol!' nitra si parla il Friulauo senza che vi sia quella zona di transizione cl]e risulta invece noua terraferma. Finalmente quando il diletto Veneto esereitô min influenza politica soi Frinli, non cstce perù la sua azione sol dialetto Friulano, per modo che desso si conservù pienarnente senza che noi possiarno distingucre alcuna integrale differenza fra il linguaggio che iecedette questo governo e quelle successive o contewporaneo. Venczia fii per lungo volger di anni soggetta a diverse e disparate condizioni dalla sua piaura e dalla sua montagna, eppure essa mantenne sostanzialmeiite il carattere del sue dialetto: cos'i, diverse furono le condizioni Friulane alla pianura corne alla montagna, eppure anche qui si moutonne la forma identica quantunquc relativamente alla zona de! dialetto Veneto, il Friulano fosse conflnato in un territorio abbastanza ristretto. (1) AniiotazionuJF epoca alla qua te al Valle a Cividale. (Udine 1560). I ri biii te il tenipieuo di S. Maria in L) IR Y i\ diinque ne! dia!ett Friulano un elernento diverso dc tutti quelli clic sopraindicati concorse n foruirg]i quelle difïerenziali rhe Io distinguono dalla lingue comune; e qiiesto in lu riterrei Gallico, appoggiandomi elle ragioni cd elle riultanze clic irii faccio cd esporre. Quel poco clic si raccoglie dogli scrittori latini e dalla lapide riprodotta de Grutero, acecrina infatti clic gli abitatori di questo paesc, Galli fosscro ritnuti dci tore conquistatori latiui (Gallia Karneis). Alcuni appunti clic in feci su! dialetto Friulano rai avvalorarono in questo convinciniento, poichèdn essi risultani certe conformità di inodiflcazione della lingua italiana cornuni al Francese. Fra le moite eccone aicune: ItallanoFia uiceeFihilaiio artiglio riffo grife accatastare entasser iutnssà acquazzone lavasse scravazz bal bettare hegayer lieguel Ijianco blanc blanc hovi boeufs hùs caprioln chevreuil ci av ru! cervo rerf cerf (iviera (:iviere ci vicie crepare crever crev rapinera fauvette favitte civetta chouette zuite carpine charme zainer er rnacchia corneille coru ile chiodo eloud elaut chiave clef clef chiaro clair clar chose église glesic ciglione crête cret cap) chef ciaf cane chien cian I(aIIa no - F riincese caccia chasse eiazze calce chaux ciaizine cairlaja Chaudière ciaklerie campo champ cia iii p cani icia chemise ciamese donnola belette bilitte desi nare gouter gustà debole débile debil davanti (levant devant foglia feuille fuec fratello frère fra ri febhre fièvre flere flore fleur for fianco flanc flanc ghiareto grève grave ghiaccio glace g1ezvc I ucertola lézard lisiarte loglio ivraie vrae lac] ro larron la ri muore meure mur 110CC noyer noja r orecchio oreille rrrele Oglio huile neli plume plume pieno plein pieu piatto plat plat piove pleut plof pioggia pluie ploe polio poulet polez pari pareil pareli perchè parçe que parecbe razzo fusée fusete sorella soeur sur siliqua cosse cosul pi u ma - 20 ftaIIaiioFrai.ceseFriulano sorcio souris scivolare glisser sclliainazzaretapager tenteunaredoper travicello latte, unirsi frayer vuoto vide vecchio vieil voglio veux vacca vache zucca caboche suris sglizià tabajà clopà latte frac ueid vicli uei vac.ie cavocie E y' lia di pr 'u, celle spese del comune di Cividale 16 Settembre 1380 trovo plusors noua esprvssione di pi..sh..i's: ccl bando per matrirnonio 1432 pubblicato dal rnio arnico V. Joppi, trovo dil'icrà nella esprcssione di dtGrt•ei• ; il Friulano ai hacio dice bussade, ciô che non potrebbe aver migliore origine ehe da bouche Francese; conta le niigliaja, wndis cent, dodis cent, tredis cent corne in Fraccese, (lice brut corne il Frajicese alla nuora, razze cli' nnitru (pae pudiese ai cirnice (p.ii reine) ; ripete la forma Francese, abbiarno stati, vin stât, invece dcliii Italiana sii 'no stati ; dïce uè per oggi, corne il Franccse Io dice in aujomdI.ui; abbisogna di suoni e cadenze sfuggenti ccli' Italiano; pronunia 1' articolo inascliile nominativo, corne il Francese te pèi', Friulano lu pari, e traducc il pronome Italiano ne, alla francese eH avuil, Friulaiio an teve, 4vet sou,i, an son, e 1' avverljio Italirino vi, col Francesey, corne y soi, y cri, eec. inoltre forma il plurale colla aggiunta di un s, e forma il femminile colla aggiunta di un e conforme aile identiehe condizioni francesi. Maggiori elernenti potrebbero sorgere da una piui lunga e diligente disarnina praticata con piui numerosi niateriali, per cui mea- - 21 tre espongo una opinione flot) posso a mena di rimettcrmi s quelle risultarize che fossero per ernergere doua continuazione degli studii. incorninciati, esscndocliè io credo assolu tain ente necessarjo di aljbandonare tutto clic r' nbbia di preconcetto e di individuale, ove j fatti non sono hastevolmeute ancora riconosciuti dalla c.riticn, qualora si vogua intendere daddovero alla ricerca della verit. Che se abliarno potuto raccoglierc alcuna risultauza la quale ci conduca a riconoscere clic 1' (lernento Gallico aUbin forniti al nostro dialetto quel mutamenti del linguaggio italico, clic si inanifesteno cos\ couformi s certi profihi dli' odierno Frencese (1), non pertanto avremo raggiunto 1' ultimo limite delle nostre ricerehe essendochè ci resta s cercarc se. î Gulli si sieno sovrapposti ad un' nitra gente autoctona la quale in precedenzn abitava questa regione e 1' aveva fatta conosecre corne il paese dei Carni. Allorchè infatti Emilio Seauro qunlifica i Gaili de lui vinti siccorne Galli Carnici, egli probabihnente si serve di queta differenziale togliendola s un nome di uns regione, la quale se in que' tempi non aresse avuta uns gente clic la popolasse non avrebbe al ceil. avuto un appellativo cosi concreto e cos'i esteso. Di (J uesta gente ahbiaino veduto che rnancano rnonumenti, cli' inanca una storia, e ci resta a sperare clic una traccia posas fortircela quella influenza clic cils abljia esercitata sul liuguaggio li Gaili. - Ma qu mi arresta inimedintaiente, uns scrie di gravissime ricerche n sciogliere le quali sarebbc uopo di un campo assai put estean cdi una clottrina di grau luiga pi'u efficace. Un sogno abbsstanza significativo potrebbero fornircelo i distretti montani di Spilimbergo, Maniago eec.. nei qunli il dittongo si pronunzia diversaniente da quello clic nella rimanente provincia: ma, le modificazioni della lino-un Ga]lica fluo s dore si O5SOflO ritenere I) Seiilrerebhe a prima gin n ta eh,' (lu \ ressi ino specitiiore se queste ana Iogie spcttiiio alla liugna d'oc o a iinetla d' oïl, ,na giova ossei-vare elle prima di qtiste vi fu net Li Gaula u' linguaggio lappresentato dal gillrameitu di Louis le ihboni,aire e soltaito dappoi si forniijiarono HeLLanienLe i due liagnaggi sopraiiidicati clic si ralhguraiio piti aiticaniciits tiel canin di Eutalia e net frai,,niento di Valenciennes. - 22 prodotte dal linguaggio Carnico o fluo n dove si deggiono attrihoire ai Latino ? Nô questo sareljbc I' ultimo e piii difficile inciampo chu troveressimo al notro procedere, poichè la parte geografica iiel.proposito di conoscere quale ctensione abbia avuta questa gente, risulterebljc di gran lunga più ardua quantunque per moiti rispetti interessantissiina. E ancora, questa separazione di Galli al di là del Tagliamento e Galli al di là del Mincie, potreblie far indurre clic i Venti si fossera posteriormente iiwuneati, ovvcru die UHU primavera Gullica fosse passata attreverso della Venezia in cerca di nuovi pacci, ovvera clic effettivamcnte questi Galli, appartenessero ad une pi'u recente immigrazione. Ma i limiti di questa scrittura si cstenderehbero di soverchio e più die le mie forzc nol consentano e put clic la sfcra di un' uwile prelezione nol perrnetta, e d' altro canto non ritengo clic sic per aicun modo riunito tutto ciô che possa giovare ail' uopo di fornire estremi n queste ardue e diligenti indagini. Le denominazioni dci paesi, dei terre.ni, dei monti, dei fiumi, possono forse avare in sè inedesirni il segreto di un passato die fino ad ora rimase nvvolto nelia densa caligine dei tenipi. Non è certo accidentale cnn cinquantina di denominazioni di paesi collocati lungo le entiche strade Romane riproducenti dei nonii corne Terenzano, Galleriano, Firmiano, Lavariano; nô une c.inquantina d' altri clic additaao le condizioni di suoio con espressioui tolte dal diaietto, quali l3arazét, Musclét, Venciarôt, Rusclôt; nô un altro numero consiniile collocato nel pedeinonte fia le colline e 1' elpp coi norni di Fraclaco, Adelaco, corne non vedemmo accidentali quelli di Sclaunicco, Gorizza e Gorisizza, Ma Arta, Monajo, Zovello, Polizza, Gort (Gortys?) clic casa ne accennano? E co&i del pari, Colambris, Coritis, Zenodiis, eccnto aitri nomi colla medesima finale? Anche ullorquando il canto popolare non offre argomenti storici e si limita alla espressione degli affetti doniestici, ai rapporti d' a- - 23 more od altro, ci risulta sempre di un grande rilievo, a giudicare la suscettività inte]lcttuale, il grado di sensibilità e delle attitudini di .questo popolo del quale egli è la viva cd intima manifestazione. Questo bisagno di l)o(sia che accompagna 1' nomo, fluo nette più infime condizioni socali, rhe gli presta j colori n dipiugere i siiol perisieri, trattoggiare le sue sventure, è una tale emanazione (il individualità die in csso noi dolibiamo trovare scolpito il contorno morale doua gente die Io proilusse, meglio c.lie in qualsiasi ultra ciaborata sintesi. un fatto degno di nota, clic mentre la Venezia o quanto meg'lio la reg ione (let dialetto Veneto è molto pavera di canti, e di CD m1odie veramente popotari, si trovi in vece dopa di lei cd in condizione di spiccata individualit, la regione dcl dialetto Friulano coi ferace di poesia popolare, da fornirne pnrecchi ritnii e inoltre da offerire dei non spregevoli saggi di facili melodie, foggiate anch' esse ad un carattere speciale. Non è qu'i la influenza delle prossime e maggiori eivilt'i, clic aLLia potuto rcpgire su! genio, sulha idea e suifa forma popolare, particolarmente poila difficoltà di t.nadurrc la rima dei dialetti veneti od itauici, la quale impliehcrebhc UIIii totale ricomposizione di tutte le espressioni, e quindi uns grande restrizione nella riproduzione perfetta delle idee. V' hanno invero nella Caniiia dei brevi canti per nunicro di suhale e per accentuazione e per aggruppamento di rime conformi a (luelli Toscani rua il conte più generainiente poliolare i11 Friuli è la quartina di ottonarii ; siccoule(lui-Ili delle centurie che pcescnto alla pubblicitè. Tutti questi per. Couic s'inflettouo aile beggere varianti cantonali, cos'i niproducono seinpre ha stessa maniera di coglicre e rappresentare le idee, di accentuare le condizioni. per oui quantunquc net Ineccanismo diverso costituiscano una sei'ie speciale, tuttavia si connettono per una intrinseca c.onforinitè fille stesse fonti morali dalle quni I partirono ghi altri sopraindicati, clic contnporanearnen te ad essi servirono ai Lisogiii intellettunli di codesta popolazione. Chi si faccia a naceoglicre avrà piii difficoltà a scegliere, clic non a trovare, poichè non y' ha adito cosi poveramente a. bitato, nel - 24 quale non vi sic clovizia di queste brevi canzoni Ic 1uaii corne ervono a consolare le lunglie ore invernali, cos'i iiframmcttonu unit dolce distrazione fra 1' ardue fatiche del l' agri col tore, e molto so\'ente sono la corrispondenza gentile di due innaniorati, o I'avvertimeiita severo n chi sta iiel pericolo, o il lagno di un dolente, o il grido di gioja di un consolato, o la formula féconda d' una fflosofla che tro- va modo di insinuarsi per ammegliorare e sollevare. Ordinariarnente la franc è scolpita e y ' banna tatare delle parole collocate n modo clic parreblero scelle piuttosto dalla (1cicata fluezza d' una ricercata persona, anzicliè da questa facile voua clic erornPC disinvolta « Mariettina generona, clic piaci n tutti; salai d' ognuno 1' amante, nia la sposa di veruno. » « La rugiada del mattino, bagna il flore del sentirnento, la rugiada della sera Lagna il flore del pentimento. » Per une gente la quale al setteutrione confina cogli Alenianni, ail' oriente cogli Siavi, a mezzad'i col mare, e che relativamente al sua dialetto non cbbe vicini die potessero gio'vare ad ajutaria n coinpiere quelle evoluzioni clic la portassero n usufruire di tutte te proprie attitudini: per una gente alihandonata n sè medesima, qucsta vita poetica cos'l generainiente diffusa, cos'i avventurosamente forrnutata, manifesta quolla energia che alibiamo veduto fruttificar cos'i bene negli altri campi già prima specificati. II rnnneggio sagace delta parola, il formulare netto e prediso (telle idea non possono trovarsi die fra coloro i quali possedano una non coinune svegliatezza d' ingegno. E d' altro canto qucsta Yena epigrainmatica clic suggclla cos'i saporosamente parecchic di queste strofe popolari e punge senza 1mpcttiiienz;i, e fa sorridere senza trivialità e trasvola sui carupi del difficile, senza lasciarsi trascinar nello sconcio, avvertono delle (loti assai spprezzabili in codesti ignoti poeti clic sanno inantenere viva la fiaccola dell' ingegno, in mezzo s quelli stenti clic avrebberc forse sfiaccate moite superbe intelligenze. Tante grandi svcnture clic pesaieno senipre sulla vita Friulana non seppero nmmorzare questa risentita scnsbilita clic si traduce nel lampeggiar delta idca e ncllo scoppiettio deilafrase. - 25 Fra qnaiche rara poesia del 1200 e 1300 pubblicata nell'Archivio Storico Italinno o per altro modo, cdi canti popolari, v'lrn ana cosi enorme distanza do non potersene render conte, e mentre nel Ijoeta cortigiano si trova un fare bitorzoiuto e contorto, nel conte del papale la facile vena, la felice idea, la impronta ricisa C flotta, nmnifestano un buon gusta e ana gagliardia di mezzi rho non mancano mai al lot'o intento, che non faticano nel coghere la moto che si erano prefissa. La coitura rjfiutava di concorrere a coitivare il dialetto, e quan(10 al oestre tempo, il Co. Erines Colloredo e Piero Zorutti assunsero la difficile irnprcsa, allora anch' essi improntaronsi al gcnio provinclaie e Io accento epigrammatico li fcce amendue clistinti e vivac.i cos'i da pater resistere o moiti e validi confronti. Queste canzoni sono di sovento accompagnate do facili melodie, le quali parlerebbero anc.h' esse in favore di quelli che seoza il aussidie, di studji niusicali e col solo ajuto della lare fantasia sonna trovare espressioni rnebodiche adatte n colorire il concetto vcrscggiato. V' ha per esempio questa strofa: Olin qioldi ?' aleq rie Fii'z Che zovins è no sin.; ,S€narà Z' avemarie Quand clip mvarz è nb .çarin clic si accompagna (1' ana meboclia patetica la quale puù stare al confrento di moite felici ed elaborate produzioni musicali, e quella della canzone di Gorto, è di uno stile cos'i grandioso do attribuirla a Leu diversa origine cite flOfl sia un canto popolare. Questa vnrietà di nieloclie devèsi particolarmente considerare dinauzi ai fatto che la inaggior parte dci canti popûlari dell' alto Italia si cantavano Con un ritino unico e soltanto quaiche volta o per eccezione, alcuna speciale cantilena s' ndattava n c1uoleheduna di esse. I Friulani conservano la falilein, che è ana vocalizznzione del canto fra un verso e I' altro, dostinata o fornir oecasione o pib spiccati accordi armouici cd o protrarlo quando riuscirebbe forse di una soverchia Lrevità. Cos'i il genio armoniCo none ad essore in amendue Codcste sue - 2C - manifestazioni staLilito ; e conficlo elle la sensibilità al paesc nativo non in' aLLia forvinto nei giuclizii o sospinto nello valutazioni. Forse v elibero degli altii canti elle arinonizzati adatte al ballo, forriivimo argomeîito alla danza, t COI) !flelOdLe in' avvalora in 4juestà suppusizione., I' aver udito alruna di peste canzoni, cantata col rituo I,eii conosciuto in Friuli e preritO agli altri siccoine il piui adatto alla cosidetta Furlana. Una di cjueste canzoni era la seguente Mè agne .Jaeume Vève une din fie E sot( la brincie Meliè a ciuci. A t'en il mârlar Sit, pe giatarie E pb in te âne La sciafoi. Ma nà olèso Che f0 mi q/indi A vi'di vu dindi Cussi a mauià Ma no olèso Che radi in lestie Ne tal 'moieslie A sopuartà? I popolain conser'.ahio in vero assai gelosainente C tl'flSIflCtt011() tutto ciô elle appartiene specialinente alla lorQ csistenza, tradiziouii, costumauze, cauti, arnionie e il lavoro illustre della Co. Catteriiva Percoto vorressinio esteso su tutti quegli altri argoinenti i quali serVOflO a condurre la ritlessione, n valutar le proprie forze, n conoscere la propriut condiziorie, a scernere le (leficielize e a dirigersi su quoi sentieri nei quali si possa raccoglicre I' utile proprio unitamente al I' altrui. Si sono perdute quasi tutte quelle CaI)ZOfli le quali aveano correlazione coi tempi fortunosi delle epoche. Patriareali, ma le poche le quali riflettofl() avvenimenti SUCCCSSIVI che afîettarono la vita provilic.iale si pronunziano a modo da far onore alla dignità e sensibilit di codesti confinaru. - - Vi ha una grande confnrmità fra I canti ed I provcrbii Friulani nel modo di raccog'lierc la sintesi e di formularla Lari pizul no stà a robà clic il lari grand ti pieiarà (Jyni fros u la sli ombrene, ogni om 1' à il s?) dijiet. .Doi p. e (loi nenis fasin la fortune d' une famee. Une famine par ciase, une cocule par sac Un glan di ciampane pac duit Tivi trop 1' è pal? trop Si crod sinipni che si brame Se tu amis, duc son boqus; se lu odiis son dace lsists Quand cle ognun à il s?), il Diaul nol à nuje Pai predis. se nol plcf, al gole Ogni pat à la s?) buse Ogni fat à la s?) mise No si è mai tant puars, dû n?) podè prometi. Dirô flna]ment.e una parola sulla ortografia della quate mi sono servito, avendo cercato di avvicinare il lettore alla pronunzia del dialetto. fincIo 1' accettazione di una lornia deluitiva, tolga questii arhitrnrio chu tanto nuoce alla vent cognizione delle cose. Di vaghe ioccrtczze ebbimo di sovercliio particolarmente aol, chu funiino diwcnticti cosi, chu (ra gli altri un uoino illustre conie 1' Heel togliendo ad esaininaic un documentu del Friuli, diniciiticava di inetterlo in rapporto col Patriarcato e s' inclustriva di cercaro delle analogie dove le analogie mancasano e dove bisignava contorcere i futti icreliè serrissero aIl' UOj)0. L uhima parola di nulP altra puù essere chu quella di raccogliere fedelwente e asiduainciite, ricordando chu quello clic a nui oggi pub apparire inconcludeute, potrubbe domani essere importante in mano alti-iii, e quellu chu nui potressiino crudere oggidi iwperibile venir scrollatu invece in un balenoilalla niano fatale del tempo ond' t clic, il preparuro dci inateriali abbondiniti e diligenti duvrebbe entrare nello spirito e nella inteuzione di quanti desiderano di veder riempiuti questi larghi vuoti della storia Friulana e lamentano che essa non abbia preso quel posto clic le compete ache Istorie di pi'u importante estensione. 7 Novembre 1865. -28-- il. Quelle questioni e.he intorno al dialetto Friuluno, 10 mi vado proponendo, e intûrno aile quali offro alcuni studi, non io crederè di aver sciolte, ma bensi mi terrô in onore di aver formutate per modo, c.he quandanche la critica possa per avventura, additnostrarmi che 10 abbia errato neile illazioni, mi resteri sempre il vnntnggio di aver richiamata I' attenzione degli studiosi sopra una sorie di argomenti che non possono tornare disutili alla cogniziono delta verit. Per un lunghissirno tempo, si sono ripetute compiacenterndnte le conclusioni che si trovavano raccolte, le divagazioni ehe 1' ailiagia cantonale aveva affasteltate o quento mono si studiô di dure un nuovo aspetto ad une vecehia cosa, riteiiendo pur sempre incoucussa la base e girando e rigirnudo interne alla stessa idea fondamentale dalla quale era forse troppo faticoso il dipartirsi. La critica it molto distrutto, ma se casa fu eccessiva alcuna volta ci lasciô peraltro aleuni veri eue possiamo oggid'i con maggior fiducis accettare dopochè elihero n passare attraverso n quelia ardua trafic. Per qur.sto le conclusiord che uni potremo trarre saranno pi'u fondate, sia perchè uoi siarno abituati cd un sistema piui severo, sia pe.rchè le basi aile ç1uali possiamo appoggiarsi vennero già prima esse medesime discusse, e se rostarono, possiamo andar sicuri che non ci scrolleianno pili sotto ai piedi. Nella precedente nostra disamina edcuimo elle sulla formazione dol dialetto Friulano la storia ci dice la impossil)i!ith che nel mcdesinio siano avvcnute commistioni Slave o Germaniche. Se une conimistione Siava fosse avvenutn, perr.hè non doveva esserlo del pari una cmmistione Germunica ? o la inclividuaiit Latina à salvato il dialetto, o la sua suscettività doveva essere eguaie tantO pci!' uiia che peu' altra di codeste lingue. Coritro di queste ipotesi, vi sarehbe un argomento eronologico erninente, cssendochè se fra eicmenti prossimi la fusione linguistica non puô avvenire clic attruverso un lungo stadio di tempo e per ef- - - fetto di diuturne e gravissime cuodizioni, Nicinagglorniviite ]un -1) dovri essere quel tempo clic tornerà necessario alla fusione e fecondazione di elementi diseosti. Nai siamo indotti n questo assunto (talla forLa naturale delle cose, teoricainente, ma benanco dalle esperienze della Sturia la quale ci lascia vedere queste commistioni, difficilmerite e faticosainente effettuarsi per lunghi teulpi di elaborazione. Sono gli anelli di transizione fra una razza e 1' altra e gli ibridismi, snppiatno con quali cliligeuze abbiano a fecondarsi e con quale studio abbiasi a discernere la possibilità de] loro accoppiamento perché la fatica non aljbia ad essere indariio perduta. Qualora ammettessimo che la influenza Siava, o in genere, una influenza esteriore si fosse csercitata sul dialetto Friulano dovressimo riportarci al tempo in coi essa avesse ineorninciato, per risalire quindi gradualmente dalla attuale condizione, fino a quella nella quale gli originarii elewenti erano disparati e divisi ancora. Se ml 1103 questo dialetto ci si appalesa nclla lapide di Recluso di gih fornato, non possiamo credere che unit rapidità ececziounie venissc n presentarri il conuubio perfetto di due lingue diverse, distruggendo In lunga opera ehe il Latino aveva effettuato sotto alla forza della coriquista, oI' ajuto della omogeneitut, dello splondore della gloria, della assor.iazioiie al governo e della equiparazione pulitica. E che in queto paese vivesse gagliardarnente il sent.itnento pohticø al tempo Romano, Io vediamo da quelle fazioni ehe (lui s' Chl)ero n formare cd n costenere e da quelle lotte di partito die qui s' ebbero n coinbattere e che pella estensione loro. non si possono assolutamcn te attribuire n semplici rivoluzioni militari. ri. Se vorremmo ritenere che unit fusione di varie genti sin avveiiuta dovressiwo ammettere di preferenza clic sia stata favorita dalle circostanze suespresse e die sia stata cementata dol successivo confondersi di tutte le genti della pianura nelle convalli woutane al sopraggiungere delle invasioni dei Barbari. Qualora poi una fusione avesse dovuto formarsi con alcuna lin. gua straniern per occasione di invasioni, sareljbe stato di prefereuza col Lougobardo anzichè cols Siavo, mentre quello dissemiuù i suai - 30 potenti feuclali in tutte quelle ocche dalle quali aveva suidati j Ruinani riducendo il (asteilicre n casteilo, quello eresse qui il primo ed uno dei più potenti suoi Ducti, cj uello perdurè forteniente lunghi anni, difee il suo territurio (la nitre invasioni, attrasse u sè ed iiifluenzà il Patriarcato, cornbnttè (1mv1 in sua ultirna ijat.tau,lia e si confuse roi inti al sopravvenire del dorninio dei Franchi. Ma esso cra guerriero, la sua civiltà era di grau lunga infcriera a qucila clic le ricordavano, che i frammenti dell' arte Roinsiin ronstatavano, isso era combattuto per molto tempo da una Ieligicrie clic k considerava nemico, esso tiranneggiava dagli spaiti delle fortezzo, rimaneva incomprensibiic pella eterogeneith del sue aspetto, apporiva maindetto pull , trernendn malattia che seguiva le sue peste e peila anguiuosa discordia clic intorbiclava la sua poteuza. Ma gli Siavi non elihero nemineno le poche condizioni favorevoli dei Longoliardi -. non In gloria delle arini, perchè battuti Contu volte al confine, non videro In vittoria suite loro insegne, non un govcruo die irradiasse la propria influenza, non infeudarono terreni alla ior gente, lion fornirono ieggi, non segnarono un giorno nelia sto ria e sconqiarvero anzi, allora che riuscirono ad infiltrarsi nel paese e ail occupare un frarnrnento di territorio, se dalle asperità di tiiia rorcia o dai dirupi montani non furono difesi. Non trovaudo non istituzione clic possa attribuirsi agli Slavi, non trosaodo un centre interne al qunle si rinfocolasero le loro attitudini, dohbiarno coneludere che non possono essore riociti aci occupare In pianura per modo da costituirsi ed iniporjie la contrastata f,isione. Questi Forojuliensi clic non avevano se non subita la ftrza e la fortuita dei Longobardi e die appoggiarono per lungo tempo le resisteuze Patriarcali, siccoine deve credersi nel discacciamento del Vcscovo di Giulio Caruico da Cividale, costoro avrebbero invece accettata la invasione Slava e ferniata con (5511 la indissoluliile allcanza del liiiguaggio Per quale causa? per qual fatto? Qualora il linguaggio Friulano dell' epoca Romana fosse rosi favore vole alla fusione corne Io si vorreb*, corne pub essere avvenu- - :31 to che non siano accadute due fusioni diverse, due singoti ibridisrni 1' Lino colle genti Slave e I' altro colle genti Longoharde Eppure se gli Siavi occupano tutto il confine orientale, uoi troviarno clic i Tecleschi penetrarono nella valic del Tagliamento a Sauris, nella valle ciel Degan, a Sappada, noua vallo del But a Tiwau e che si trovano sui limitare della valle della Felia a Pontebba, lier uni ebbcro cd Sere tutta la opportunità di espandere anch' essi la lorij influenza di conipiere questa fusione delta quale si parla. Ma invece il dia]etto Friulano nella sua forma intrinseca è assolutamente Lll]() e le varionti SUC possono a tutt' altrà rosa accennare die it com- rjiistj oni etcrogeiiec le quali per eiù stcsso si chiariscono impossitili. E se queste fusioni fossero stato possibili, avrebtero dovuto avvenire ion solo, ma sovrapporsi benanco, poichè la commistione dell' ana non avrebbe certameute esclusa la possibiiità di un' ulteriore aggregazione cd in questo caso noi avressirno dovuto ritrovare uno di quegli incornposti o sconnessi risiiltati che o fauta varieti di coinhinazioni avrebbe a prima giunta accennatu, e nella parola e nella forma scorgeressirno ornpia la traccia delle lingue foresticre, corne rieofloscianio invece il segno e 1' ilupronta delta prevalente Latinità. L' argoinento cronologico storico è irrefutabile, e dohijiarno COnehiulei'c situri che sarebbe stato insufficiente il decorso di tempo dalle incursioni Slave e Longobarde alla riconosciuta costituzione del dialetto, percliè egli aquistasse la sua forma decisa il sun coinpleto organisnio, la sua distintiva fisononiia. Ci resta o disaminare la questione, se le varianti cutonic de! dialetfo Friulono si debbano attrihuire alla ipotesi clic questi provenendo più recentemeute dalla cuIta, abhiano conservata pib integra quella forma la quitte dagli altri Galli prima venuti era stata dinicnticata. Ma non è cro elle questa gente, sua un' ultirna venuta, corne quaiche ctnografo si ô studiato di credere, montre la sua condizione riposta cd appartata giustiflcherebhe il fatto, indipendenteinente dal .la ipotesi di unit nuova iinrnigrazione: Ma non v'è bisogno di ricorrere alla fantastica n nova immigrazione nel Friuli, poicbè questo dialetto non presenta quelle caratteristiche uniche le quali si vogliono cd esso attriburc e vedremo —c OLE '- ÇuLlQTt - 32 in appresso cl ic ad un nuovo elemento.diffûrenziale debbono essere riferite. Ma non è vero clic questa gente sia un'ultiina venuta poichè altrimenti essa avrebbe posta il suo centro a quegli sbocelii cd in (juei centri alpini pci quali sarelibo passata cd invece su queste convalli Alpine foi troveremo un'nitra gente da essi diversa. Ora se Ji sbocchi Alpini erano da sitri occupati, bisogna credoclic j Gallo-Carnici siano passati attraverso alla Venezia, e in ra questo case perchô anunetterli ultimi anzichè primi venuti? Effettivamente crederci di pater addirnostrare clic la niedesinia gente Gallica abbia popolato da un capo ail' altro la regione dell'Alta Italia, e se alcune conforiiiità di abbastanza grande rilievo si riscontreranno, io domanderù do dovc siano piovut.i codesti nuovi Galfi del Friuli. o codesta nuova irruzione sulla quale da parcc.chi si pariato. Se le denoniiria'Lioni dei puesi saranflo da inc prese in moita coiisiderazione e se aile medesime io doinaudo uua traccia clic mi schiuda il cainmino in quel passato clic resté seuza meinorie, io credo di non far atto di tvmeraria confideuza o di eccessiva sensibilit, sscndochè le nostre più vecehie atone ci ricordano territori, paesi e borgate e città le quali portano nncora la stesso noire sebbene sicno passate attras'erso a terrihili vicende, e dove i ruderi stanno scpolti nelle viscere della terra, ivi ancoro, un nome, una tradizione, ci romclic la aguardo non pub osservare e elle la pictosa inentano quello cura non pub taguera alla poteuza distruggitnice degli eleincuti. Le moite volte la denominazione di un paose nicorda una gante clic fu e clic vanne cancellata o spostata do quelli clic oggicFi Io possedono, elle se questo avvenne per opera di coloro i quali arevano certamento un interosse n cancellare l'arma precorsa e dovevano essore, dalle loro propensiorii naturali sospinti a iinporrc nuovi iiond aile nuove case, dovreino riteucre clic niaggiorinente sienc ' state causervate da quel popolo, il (1uale da tempo irninemorabile nello stesso paese compi j suai con nubi, coinbattè le sue battaglie e duvette colla stesso osscquio e colla stessa costauza difendere il nome e la cosa, tanto più, che nessuna rugione sapressimo trovare per consentire clic la 1eliftI1L: IUIIiL tliliZ1OlIL, laaxe allaee, fuiciuii iii- - 33 frante, dove la fede venue cementata col sangue e la fcrrnezza venne addinostrata da queila pertinacia la quale per quanto sia stata dimenticata dullo storico, falsata dali' etnologo, svisata dallo statista non cessa (lali' essore e dal fornire un altro e forte e valido critcrio di credibilit, Og'gicfl la contadinanza Friulana chiama ancor ciase la cucina, corne allorquando codesta sola stanza costituiva tutta la casa del povero antico abitatore, e quantunque oggi(Il sieno rnodificate le condizioni economiche e le costumauze per modo e clic difficilujeute troveressiino liii nbituro tiel cjuate potesse essor vera la accennata dizione. Cosi de l pari s' appella blachete la giubba corne allorquando si portava di lana lianca, si dice ferade ail' oriva corne allora clic riceves'a la impronta del tallone ferrato. In tutto il pedernonte Friulano troviaino più di cinquanta pae_ si, la denou-iinnzionc dei quali finisce in acco e successivarnente procedendo lungo la zona littorana Veneta e nella convalle fra il pedenionte Alpino e i colli Etiganei e Bei'ici, troviarno parecc.hi altri pacsi i quali portano (ICi nomi colla finale in age; corne lungo la Lombardia e fluo ((lia regione dei grandi Iaghi, scorgiamo numerose cittadelle, borghi e villaggi, con identica finale. Né si potrà credere clic sieno accidentali cornijinazioni di suoni consirnili, mentre il loro nuwero e la idwitità perfetta di alcuni fra di essi, viene ad cscluderc civalsivoglia fortuits possibulità cd u stabilire invece un grado di importanza, che mi conforta â trarre du (luesto fatto quelle deduzioni clic proccderè esponendo. Nella Venezia sornnrnno questo denowinazioni a circa cinquanta, nella Lombardia ad oltre una sessautina, e procedoiio (juindi nel Piernonte e nel Trentino per modo elle altre ne troviawo in parte simili cd altre perfettaniente identiche. « Giussago di Portogruaro e Jeussacco di Cividale trovano il loro otnouimo nella Provincia di Pavia. » Cazzngo di Mirano, Io si trova in Friuli, nel Padovano cd u Bri vio. • Mariiago del Friuli è identico di Ma-na-0 di Busto Arsizio. • Cargnacco del Friuli di Caruago di Varese. - - • Orseacco di Cividalc 1i ftago di Treviso. • Volpago di Portogruaro di Volpago di Montcbclluna. • Lumiago di Verona di Luuignacco di Tricesiwo. Per stabilire maggiormente cluestO rapporto, aggiungo anche le identità constatate Ira j flOItI (loi paesi della Venezia e quelli della Lombardia e Ticiitiuc,. Cavedago di Mezzolombardoe Cavesago di Belluno. Orago di Gallarate ed Oriago di Treviso. Nago di Riva e Vico-nago di Luino. Viarago di Pergine e Virago di Asolo. Borzago di l3rivio e Borzago di Tirone. Mestriago di Malè e Mestre, Mestrin di Venezia. Ne! Friuli trovereno inoifre delle altre nowenclature di paesl, le quuli indipenderiternente dalla spccialibà suiiidieata preseutano delle solicnti conforruit. Geworiio di Gevirate cou Geiuona del Friuli. Blessagno di Vallintelvicon Blessano. Faeda d Sondrio con Faedis. Brescia con Bressa. Bcrgauio con Bergum. Pavia con Pavia. Bolzano con Boizan. De tutto codi sto in riteligu di poter tranquillamcnte conclueclerc clic soltanto la identica ente abbia fondati e denowinati tanti paesi con nomenclature Cos'l conforini, e clic lion già wi epoclie diverse debbasi attrit)uire la installezione cd iiicligenizzazione di codesti Galli in questi territori nia lJens'l cd una cd unica, la quale abijia avute successivaniente delle aCCessioni e sovrapposizioni ultcriori delta niadrepatria. Che se mi si concedesse clic le denoininazioni iii ago e le confortni in acco potessero raffiiui'are une determinata ('ondizlonc ciel suolo, avressinlo la conseguente deduzionc clic allo identico tempo dovrebbonsi attrituire le fcndazioni di tutti qucsti pacsi, n quel tempo cinè ccl quale il terreno (lei!' Aita Italia presentava la configurazione accennata dalla finale preindicata ; e quel tempo iii Coi la stessa parole, o la stessa finale, servivano ad cspriiuerc la idcntica - 3:.) condizione di cose, a quel tempo iii cul le attitudini i bisogni e le propensiorii conducevano le varie faniiglie della medesirna nazione alla scelta (le! domicilia. Non si potrebbe accettare la origine Roinana di cotali denorninaioni per moite ragioni, nia fra altre per questa che se ai preacccnnati cmqncnta paeselli Friulani, aggiungessinio tutti qucili clic portano un nome assolutaLriente Romano corne Lavariauo, Galleriaho, Giuliano, Murtelliano etc. (iovressiino riconoscere una tale pro- ponleranza della parte Romane, da escludere assolutarnente la possibilità che la gente (lallica avesse potuto non solo mantenersi, ma influcnzare benanco la lingue dei conquistatori, I quali dal loro cnnto avevano la ilnmenso vantaggio della avaiizata civiltà, della potenza e della gloria e della successiva comprensione neli' identico ente politico per modo cl)e paFtccliie volte il Friuli e Aquileja troviauio avvolti nelle parti politiehe e propugnare e difendere e coinbattere la loro causa con tauta pertii)ac j ti e costauza da induire il Senato Romano n riconoscerne la eroica grandezza. Il saluto Friulano madi è un avauzo Romano, componendosi da maflus (anticamente irnono, Val. Mass.) e die, corne i Veneziani d' og--idi con tian forma pUi moclerna dicono ozd; si dice ancora puel1 (pueme, paella-mea ) alla fanciulia,j'amula alla fautesca, e Jonan al marco della staJera etc. 0m, 'al piano trovammo i Latini nurnerosi bens'i ma non tanto da occuparlo intemaniente ; trovammo al pedemonte un' nitra gente clic dobbia nio ritener Gai liea, petclè intimam ente collegata COU quelle le quali furono à qucsta nazione attribuite; nia fra j Galli J' 01tre Mincio C quelli del Friuli, doblialno avvertire la frapposizione dei Veiicti e quindi un fetto dal quale puù partire una eccezioiie aile conclusioni uesprcsse, eccezione perè alla quale io credo di pater validarnente rispondere. Posso infatti spiegare la condizione attuale delle cose senza Iiifraugere quoi supreuii e]emciiti elle furono accolti intorno aile inniigravioiii, scnza coutorcere per alcun modo la posizione reciproca di queste genfi, e Scuza doiiiandare ad ariiscluate ipotesi od n nebulosi concetti iicun ardito suggerirnento. Se i Veucti fossero giunti dal mare, avrebliero posati al mare j loro centri più attivi cd invcc la esisteuza marittirna della Venezia devesi attribuire alla irruzione dci barbari, cd uns consocnizionc di genti diverse cd alla influenza Bizantina, la quale per lunga pezza di tempo nianterine aile spiaggc italane con uns generosa cotanza quei forti centri d'nzione, dci quali sperava di poter di nuovo espandersi p' riprendcre l'ntiro spiendore, e dci quali svilupparonsi invece quelle attitudini marinaresclic e cominerciali clic furono la fortuca dell' Italia e 1' incitamento gag liardo ai suoi precoci progressi. Né i Vcneti vorreino coufuiidere cogli Euganei o Beto-Euganei montre qusta distiuzione era conosciuta dagli stessi Romani e d'aitro canto, ciè clic cc rironne di usai attesta uns vetustà anteriore ail' avveniicento doua gente Veneta in mezzo aile altre le quali si erano già naturalizzatc. Ma fra il pedemoritc Veneto e la marina, e fia il pedemonte Veneto e le colline Euganee e Beriuhe, troviamo una linea quasi continua di paesi col couic terininante in aao, di quei paesi cioè clic pella analogia e ideut.ità preaccdnnate vorruiiino ritdnere di forniazione Gallica, e se in questi oggicl'i si paria il dialetto Veneto, non potrewo ancora oscludere la induzioce promesse, esseudocbè ci resta s credote clic siano stati niano a mano assorbiti dalla influenza (1011e popolaziuiii Vericte le quali dalla montagua scendevano cd oecupare la pianura e forse cd invaderla cd s commescersi quindi con qucila ginte Roinana alla quale nei priwi tempi doua csistenza Repuhuilicana avevano foruito un soccorso di tauto rilievo, quale ci è additato dcgli storici di quel tempo. Da ciô riconosciaino inoltre clic fra t3alli e Veneti, dovette esacre longs e percune inimicizia, se ï prillii furono forzati s riconoscore in questi, il più gagliardo ostacolo clic si sis frapposto alla distruzioue di quelle fatale neinica, clic ebbe più tardi à piantere le aquile vittorioso in mezzo aile Druidiche selve dlla pairia delle zazio ni. I miei studi, su questo prtico1are, non sono invero cotapto sicuri cia poter asseverare il fatto, clic dulibiosainente per ors accenno cd è clic moite corrisponduaze le quali non posso ritenere accidentaIi, mi spinguno à credere clic aol dialutto dcliii piauura Veneta si trovino delle differeaziali col dieletto doua moutagna e del pedemon- - 27 te Veneto, formulate in guisa da potervisi scorgere min traccia Ga]lien, e qviindi forse 1' ultimo se-no di q uella gente che dai Veneti vcnne assorbita, o che con essi venue n cont'ondersi. Stabilita in collocazione dei Veneti alla montagne dobhinmo ri- cercare se essi possano essere p rveiiut.i dal settentriene lungo la valle dell' Adige, ovvcro dali' Oriente lungo la pianura de! Friuli. Mn se fossero provenuti dalla piariura Friulana e de una nuova irruzione di Galli fossero stati cornpulati n tergo, egli è certo che si sarebbcro rifuginti nelle convalli Carnic.he e dovrcssimo in quelle trovar dei punti di nvriinarnento, mentre inveCe ivi riconosciamo le condizioni pib assolute di rlisforixiitii. I)' altro canto trovando noi nul Tirolo una formazione di dialetto la quale pur si avricina al Veneto, siaino condotti alla conclusione che pella valle dell' Adige siano venute queste iinmigrazioni dei Veneti, le quali aitrimenti lion avribbero mai occupate quelle ardue cime, essendocbè per tutti i fatti fluo ad cm e.onstatati, devesi ritenere clic la coflocazione prirnitiva delle iinnigrazioni neceuni alla via da esse percorsa nell'arrivare, e che le suCcessive volontarie espansioni si dirigano di preft rcnza alla facile e fertile pianura, anzicbè ail' ardea e futicosa montagna. Perciù adunque se dalla pianura fossero sopraggiunti î Veneti non li troveressirno nelie ultime valli de! Tirolo addentrnti, e se fossero stati controspinti dalle nuove genti sopravveoute non avrebbero ancora potuto ricevere una irnpulsione cotonto profonda du far si ehe per essa andasse infranta quella lcggc generale clic pib sopra à indicata. Una mernoria del Signor Freret iiiserita nci Izivori della Acredemia delle Iscrizioni, prende per assul)to di cliinostrare che i Veneti appartenevano aile popolazioni Tiliriche n quella gente cioè che diede fume alla grande Provincia Romana la quale arrivava sino al Mar Nero. Ma n questa teoria non è difficile di contraporre ehe, se In dirnostrnzinne avesse colto nel 'cm, non trovcrcssimo e non p0tressirno trovare, fra la base della immigrazione e la sua testa di colonna clic snrcbbe rappreseritata dalla Vcnezia, una gente cosi nurnerosa corne quella dei Forojuliensi, la quale partendo forse dall'Jstria, ma certo da Muggia, occupa le vettc Alpine della Carnia e si prolunga fluo alla Livcnza. j Veneti cos\ vicini alla lor cull, alla Ior gente, non è posibile di ammettere clic si sieno lase.iati separare dal centro nati vo Uni rapporti, dagli interessi, dalle affezioni, dalle tradizioni, le qunli nai doLbiamo ritcnere 4 anto 1) jl rorti e gagliarde e preponderanti, (juan. te pib riniontiaino aile epeche primitive, e quindi n quelle età nelle quali codesti vincoli riuscivano per ogni rapporte maggiormente sensibili. Cm' se teninino cojito di ciù clic j Galli-Forojuliensii presi isolafomente erano per forza e per collocazione assai inferiori ai Veneti dovremo ricavare un ulteriore argomento di appoggin alla nostra illazione, t'sscudochè non si puô avere nù 1)FObid)ile, nè possibile. clic una gente minore venga o collocarsi presso di uns ulag'giore e nernica, mentre non discoste aveva altre e pii.i fertili pi000re dove altri suoi confratelli avevano presa stanza. Qunlora poi 8 questa già difficile situazione (lei Gafli Forojuliensi clovessimo aggiungei'e anche la ulteriore rondizione, desunta dalla propinguità delle genti Japigie Transocrine e Subocrine e dci Ijellicosi Jstri, li troveremo per tal modo ricinti da non poter cmniettere che volontorinineute aljbiano prescelta uns situazione la quale li obhligava perennemente a store coU' armi in mine coritro di codesti vicini, le nt±itu(lini guerrrsche dei quali son già constatate dalle rivolte che cletcrminarono la fondazione di Jolis Concordia e cloUe fortunose vicende dcliii guerra contre clegli Istri nella quale si videro le A.quile Romane ripiegare dinanzi agli irruenti neinici. Si potrelibe eventualmente ilumaginare clic j Golli Forojuliensi ovessero dnppriuia oceupeta lu inontagna e fossero stati (la uni imtnigi'aziofle neuiica respiuti alla pianura, na coclesto non sarebhe in veruna correlazione colle condizioni (lei suolo nella Provincua del Friuli, inentre non è supponibile clic j nuovi venuti, presciegliessero una rollocazione fra i menti, ai ridenti e fortunati altipiani del pedeinonte. Piii probabiltncnte i Galli Forojuliensi scacciarono i primitivi abitatori sicconie da alcune ulteriori risultanze sarà fatto palese e s' nrrest.arono allo shocco doua valle del Tagliamento, s questa chiusa naturale delle valli Carniche. noua quale successivamento i Ro- - 3 rriani piantarono quei castellieri e quel vallo che dieclero origine a (emouu, Portis, Venzone, cd clincoc afforzarono qusti siti. aflo stesso intento ai quale dapprirna erano stati fondat.i. Polibio ci (lice che nella seconda immigrazione. i Gafli penetrarono sino a Padova, condotti dal loro Ho Gessato, nia non ci parla che passasscro più innanzi. Né certarnente avrebliero abbanc]onatc le pinui pianure noue quali potevano agevoirnente stalo irsi per clifilare tra il monte e la marina con un no'imento clic non oecørre essere stiategici per avverti re quanto potesse osser pericol oso. Né avrebbero alibandonata la vicinanza dei loro consorti cl al]cati per mettersi in UI) nuovo paese il quale a que.11' epoca doveva in gran parte essc're bersagliato diii torrenti, lasciandosi aile spalie una nernica quai j Veneti 011(ati W venuti COI) quci Romani clic essi erano n coniliattôre. Non onimetto di aggiung'ere che il reconto diTito Livio, sui Reto Eug'anei cacciat.i dci Paflagoni e Veneti, non contraddirebbe rho apparentemente aile conciuioni suindicate, poichè, non resta in veruna maniera escluso ehe i Galli abliinno cacciati gli Euganei alla montugna dove trovammo di essi alquanti monumenti e clic j Veneti o Paflagoni li ahbiano costretti a ritirarsi in una regione Alpina ancora più lirnitata, regione codesta che le differenziaii ciel dialetto Veneto ci J)otreiiicro indirare, qualora questo argomento fosse studiato COfl cjuella diligeuza che sarebhe del casa. Clic se la immigrazione Veneta avesse originariaiiiente separati i Galli e questi si fossero ricongiwiti per effetto dcli' arriva di (}essato, restercljbc sern.pre ancor f :ina la iliuzione suespressa. Q cabra gli studiusi doua lingua Francese avessero conociuto e valutato tutto cià clic di affine ad essa si riscontra net dialetto Friulano NI avessero divisato cou severa critica j procc(limenti suoi cd il suo iviluppo, io credo cli p avcbbero trovati degli argornenti abbastanza importanti perchè questo campa non fosse rimasto, corne Io fti sino ad oggi, assolutarnente inespiorato. Un punto di con g iunzione irnportantissinio , la troviarno nel verijo andare, in Francese aller, in Friulano l. Se scorriarqo gli studii etiInologiCi fatti sulla derivazione ciel verbo Francese e consi- 40 (lerianlo alla conformit.à sua col verho Friulano verressimo c.oudofti sopra un terreno ben diverso da quello segu'ito fluo ad 0m. Ma le etiinologie del verbo Francese s' appoggiano tutte alla sua appareaza odierna conipleta, la qnale niessa in raffmoiito colla pi'u aut.ica Friulana non puù accettarsi nella sua integrità, per cui le analogie riscontrate dovrelibero dinanzi a questo nuovo fatto cadere (1). La forma pili sernJ)lice Friulana, c.ompletata dalla olumissione usuale al dialetto, delle finali dci Verbi col!' infinito in re, sarebbe Mre e accennereblie al lare e laarn e face-lare. Da ciè la supposizione die jo spero abbastnnza fondata che il portare e venisse adoperato anche in a siccoine scorgiarno in altri verbi, prendere e apprendere, senlire e assentire eec. Questa particeila a che in Francese è venuta ad unirsi stabilverbe, originario significasse modo riflessivo colla preposizione della particella mente col verbo originario, resta invece nel Friulano, separata e si cambia ache seconde e terze persane, cioè in quelle noue quali la alin, aima, per andiamo, andiamo? cd in voce e levin, e lerin, e laressiii ccc, per andavano, andarono, anderebbero. espressione riflessiva non si manifesta. Cosi si dico Da ciù risulta niaggiorinente avvalorata lu qualiflra riflessiva della particehla a preposta al rerbo e quindi le considerazioni su- espresse le quali potrebbero avere maggiori sviluppi e fornire più ztnpii risultamenti se venissero apphicate ad un puut vasto insieme che non si passa nci limiti di questa scrittura. La formazione ciel tempo presente modo condizionale delle lingue e dci clialetti neo-latini è uria delle creazioni la quaic presenta ta maggiore varïet. anàraarnarai amara amaranzos amare-is arnaran il Provcnzalearneraaauiras arnera arneraniarneralz ameran il Franreseaneroieameroie ameroil o arneroiet amer-ionsa'.'neriez ameroient Io pngnuolo (lice (1) Diez, I-ci-tait e Gr j ette non poteva no piettdee in eanie il verho In u I mu da OSSI 11011 cunosciuLo. - 41 Nel piccolo bacino settentrionale dell' Adriatico troviamo tre forme clistinte da contrapporre alla Italiaa amereiameresti amerebe ameressimo amereste amerebero. Il Veneziano 411cc amariaamaressi amaria amaressimo arnaressi anaria 1' Istriano amassiamassi amasse amassimo amassi amasse il Friulano amares:amaressis amaress amaressi'j a?flaressis amaressin. Potrerno conchiuderc quindi clic degli cleinciiti (liversi da quelli del Veneziano e dell' Istriano concorsero a deterwivare i Friulani ad acccttarc la diversa espressione. Ma siccome nella forinazione di questo tempo rimarcansi delle altre irregolarità esatnincrcmo anche queste le quali a min c.redere si presentano abbastanza importanti per trarre delle illazioni di quaiclic valore. 11 presente condizionale Italiano si forma cou' infinito e col perfetto definito drill' ausiliario avere: amare avrei, amare arei, ama-rei. Il Friulano accetta n differeuza del? Istriano questo medesimo modo di formazione, ma parccchi dei suoi infiniti sono irregolari cd attestano elle al momento in cui il presente del condizionale ebhe n forniarsi ; 1' infinito era o si pronunziava diversarnente da oggid. Formando regolarinente il presente condizionale al verbo credere, crodi, sarebbe crodires, cd invece è crodares, (luello di viodi, sarcbbe viodires, cd invece è viodares, quello di tiyn, sarebbe tiqnircs, ed invece è tqnares, çueilo di vigi, sarebbe viynires, cd invece è vignares, jue1lo di pod, surebbe poderes, ed invece è podares, eue. Qualora codeste anormalità passiamo n confrontarle cogli infi- croire, voire, pouvoir, e coi presenti Dieu, tien, CCC. non ibbiamo bisorno di formuhare quelha conclusione che ognuno puà di niti Francesi leggieri avvertire. Tenendo conto delle risultanze fino ad ora ottenute, saressirno condotti n presagire una conformità del nostro col dialetto Piemon- - 42 fese è infatti scorrenilone il dizionario troviamo clic parecc.hie troncature final j assolutamente rorrispondono. Ma (IOVC fronto piti rnarcato Si è nclla conjuga'/.iont' di avere cd essere, corne si puù seorgere dal raf- il coritatto è alcuni teropi (lei verbi clic segue Aerc. P Uni INTEST,. FIULIANO InVcatiro Presenle, Io ai lu as al, fuluro rarai tu varas al varà ro Esere Indice tivo rresenlc. ta ses al'è a son fuliiro jb sapai tu sa2a8 u saran lai li t' as al'a I avarai tu avaras u 1' arrà. ( ses (4 .ÇOi io .îa'rai li t' sures a sarau. Qiiantunque perti questi punti di avvicinarnento sieno iiportanti perchè affettano il piti vitale fondameut della lingua, tuttavia non si puti disconoscere clic 1' armonia generale è assai diversa e moite e rilevanti clivergeu7.e appalesansi in modo (la dover conc.hiuilere clic un elernento diflreniale, sia concorso n çlare al (liilletto Friulano questo aspetto specifico C questi nmtcrcdi diversi che la spoktrono da quella linen pressa alla quale, i risuitati do noi fluo ad ora ottenuti, In avrehhero dovuto trattenere. è si vorrà credere che il dialetto Piernontese passa essere stato allontanoto dalle sue naturali eoudizioni per effetto e per influenza delle speciali situazioni sociali e pulitiche le quali resseru il payse rh' egli occupa, esseudocliè per quanto sarà indicato in appresso, - 43 sarà niniilfesto clic indarno (1ueSte pOtrel)lJCrO tentarc uflo sforzo superiore alla lori) cuergia, e indarno assaggcrebbcro di costringere Uli iinguaggio supra di un sentiero diverso da quello sul quale le virtualità originarie 10 sospingono. Dunque il carattere specifico di questi dialetti è dovuto alla ii' e -en'LadiultofernaI. E pci Fiivano ci giova avvertire che essendo pieponderante la forma arnMnlca. questo clemento dovrâ avere in se stesso cotnlo enratteristica cd essa, avendo resistito aile grandi vicende dalle (1U01i lu conturlata la Patrie, deve di tanto essere stata più efficace, di quanto cuLe s dimostrare di pertmace vigoria nel superarle incontaniinata. Una delle cause delta abbundanza dei canti popolari stt indubbiamente nelta fluidità aruionica delta !ingua la quale, avvia I' orecchu silo aggruppamento dci saoul, prepara insensibilinentu Io avoglimento deble eadenze e quin(]i la forniazione doue melodie. La indagine suil' elemento differcuziale tra il Friulano cd il Pieniontese mi conclure n queste valli Alpine doue quali non abbiatuo sino ad ora tenuto parola e mi presenta in tutta la sua difficoltà una formula fluo ad ara rimasta irridueibile, chi furono j Garni ? Clic anche aol pedeuionte Friulano una gente avesse preesistito alla venuta dei Galli, e clic questa da costoro abbia potuto venir controspinta flel recessi Alpini, ebbimo in precedcnza s indicare, ion ors ci toma neeessario di riconoscere se alcuna traccia di lei sis rimastic e se l'urina eventuale valga a schiuderci I' adito n qualciic positiva illazione. Plinio e (}iustino ci dicono clic -Ii Istri erano una geute Greca e li troviawo coinbattenti presso sI Aquileja e niinacciauti replicatamente il vallo clic contmo di essi cr0 statu dai Romani eretto, per niodo clic 'J'ric,le (1er estu) riinane a inonuinento della luro prepatente gagliardia. Avviciiiandosi troviaino il tcrritorio di Muggia nel qunle si parla un dialetto sema eccezione di ori gine Friulana e finalmcnt.c s ZD Trieste si parlava un dialetto Friulano in un tempo (la fOl discosto non piii di cinqwtnt' anni e tuttod si potrehbcro ancor riconosecre neil' odierno liiigunggio non poche forme ad esso correlative. Dunc1ue la conimistione colle genti Greche non toise al Friulano in sua natura non modiflcô la sua espressione. Alla eota, Grao, Marano (rnamto, narcire) accennano ad ongini Grecile ed anche qui si parlù un diaietto Fniulano. Internandosi nella pianura niconosceremo nel colle di Medea una dermminazione alljasiamnx quolificata pereliè non faccia uopo di veruna diwostruzione per ritenenla Grecia e pit innanzi Oleis cd Ipplis colla stessa fisonomia. l)unque codesti Greçi non soltanto neil' Istria ma bensi anche sulla spomia destra dell' lsonzo li troimuno abbastauza indicati PCr accettare le conclusioni di Cluverio. Se poi siano giunti pella via di Cherso, Chersano e Carnizzn ovvero se abtiauo fatta la strada indicata da Plinio e da Giustino, n me non cale di riconoscere e (lisaminare, flou essendo influente alla dimostrazione ehe imprendo, ma eià die s" à di certo 5i è, elle il nome Greco di Piro dato ai Alpine Oientale, indica con moita probabilità che i Greci abbiano con questa denominazione constatata la idea elle quel passaggio in essi ridestava e la memoria di un avvenimento clic solevano trasmesso ai futuni. Ahitatori della Carsia , dovevano naturalmente prediligere le fertili e ridenti sponde dei laghi della Subaipe i quali non avevano ancora disertati i rispettivi bacini e forse non risalirono aile convalli Alpine se non quando dal sopraggiungere dei Galli fiL' furono Con t.rospinti. Per questo vediamo clietro alla sharra di Tricesi mn j paeselli di Treppo e Artenna e Ara i quaii senza sforzo indicano una origine Greca cd assai proiiabilwcute sono la ultiina memoria clic resti in codesta rcgione dei pervetusti suci abitatori (1). Ma alla montagna Carnica, non saranno cot incerti gli elementi cssendochù nella storia troviamo (lei fatti dai quali è facile e spontanea la illazione medesi nia sopravvcrtita. Anzitutto Emilia Scauro potè aver ragione dei Carnici solo do- (1) Fitrono Li'ovate ninnete grechn nella Caritia e parecchie di \Ie'saiidi'i, e -Filippu con tagli jetatici sulla eoinini1i di hua coUina tra F'oigaiuia c Flago- Deo alla gettileza dcl Co. Cuncina le ituuluagiui di queste ullitue. - 4:) - p0 che la guerra cogli Istri eb ad csserc compiuta e do ciè risulterebhe eh alla conformità del nome dei paesi doveva certaincute corrispondere anche qucila degli intercasi, la qua]c fece sà clic la re- sistenza degli uni potesse esser vinta soltauto allora che i socii cd alleati naturali crano caduti. Pella Guerra Mace rlonica è detto ehe i Romani si provvedessero nel]a Carnia di cento guide. Ora egli è certo che i Romani non avevano certainente hisogno di scegliere nel paese dei Carni, della gente clic ad osai apprenclesse il valore cd il coraggio; per quanta si possa caser affesionati al paose nativo non si pub arrivare ad una concessione di questo genere. Non si potrebbe credere nemmeno che la cognizione dei territorii nei quali doreva avvenirc la guerre, ahbia determinata la pro. ferenza intorim alla quale versiamo, poiehè n quel tempo non crano Commercii e le comunicazioni sviluppati per modo da consentire un simile precedente. Dunque la sala ragione che puù giustificare il fatto, deve ricercarsi nella ]ing'ua che i Camni parlavano e che noi dobbiarno pci cedenti accennati, e per la circostanza riferita ritenere che fosse la Greca. Moiti norni dei paesi e dei monti Carnici trovano una facile spie. gazione dalla lingua Greca seuza che vi si ravvisi un avvenuto passaggio attraverso In trafila Latina corne potrebbe rilevarsi in parcechie nitre parole dell' uso cornune Italiano. L' etimologia è vero, è pericolosa assai, quando si vogua risalire per casa n quelle fonti originarie che si nascondono sotto aile stravolte appareaze dei linguaggi perduti o quando casa soIn ci debba condurre in cerca dell' ignoto e ci fornisca il filo unico per guidarci nei labirinti e noue tenebre doua remota età. Ma usata con parsirnonia, esarninata con severità, accettata soltanto col rigore dell' evidcnza, essa deve essore ammessa fra gli elementi storici pi'u preziosi perchè sopra di essa il tempo e gli eventi non hanno quclia potenza distruggitrice che arriva a c.aneellare tante nItre oper' dell' uoino. Di Monajo e Coritis e Zovello e Arta e Grasia e Gracro. Ain- hroseit e Treppo e Colch e Gort ruai parieremo percliè hanno una fisonon1ia abbastauza distinta, ma invece ricorderemo Fuseada fisaosoffiare Tirnaode limasoffinre Mauriade mairos ocra Arnarda amara ranale Erto(la elûsorso ',aos:tbitazioue Andains de a,u1osflore Midisdc milosinulino. N ail le, nida ulo nsiio Alesso si g niflehereble lontano, Cassa caverna, Ligos dcl Lupo, Mont'aresto Montebiiono, la Mariana si tradurretihe per contra Mauria colin medesiwa vcriiicità di esprcssione locale, clic presiede e ceinenta tutte le etirnologie suesposte. Nel dialetto benanco si conservano sienne parole le quali degg'ionsi attrihuire n Grera origine dircttn e la loro ottineuza aile rose noua vita ordinaria renderà questa risuitanza di saliente rilieva. Il cuccliio10 in Friulano porta il nome di assedon clic divisa inelle due Greche componenti vcrrehbe a sigIii!c.are assicella (la mangiare. crivre, eccesso di freddo, (la crio. cite, si denornina la scodella ricordando la scavatura clic origivariarnente la produsse crot dal gracehiare, sdrurnà da dremo carrera, aggiuntovi la ç, privative came in credere e scredere, fare e sfare. tibià per lattere, palûfà per colpire, çidvle per rotula, derivano seaza fatica ningli analoghi greCi: Conne fala clic in Friuii significa iegno resinoso da bruciarsi per torcia nelle escursiofli notturfle, e che in Italiano è rapprescutato da faib fooco di gioia, non tuttavia ros'n unito aile condizioni dowesticic uè agli usi dcliii vite ordinaria. Appojata hi etirnologia alla storia frovererno di nuovo il sentiero della Macedonia. Erodoto ci dirit die I Cretesi diventati Japigi Messapi per diseoidie intur1w Sieilo stIit çonidLtti n innove ci krazicni u sieno - 47 sati in Macednnia do'e assunero il nome di Jupigi Bottiei o Bottirii. Cos î i Ja1iigi Italioti si ravvicinauo dalla parte orientale, e nui possia11)0 seuzafatica ideutificarii dappoi anche in qucst.i Japigi Transocrini e Subocrini i qunli mita Carnia al luaggior torreute clic seorre nella valle pib oui pia diedero il nome di But e forse analogaineute (1db- lnivarono ni! ptdetnoiite Bua e Buttrio. Indagini pib lunglie e pib aijulitiche porterebbeo SCIIZO dUbliti> una messe pii.i vasta, ma questo pneu elle ô la compiacenza di omrire, Io credo tanto rilevante da I)ersuaderlfli elle non fu una larva failace, una meuzognera illusione od uns avventata ipotesi quella clic ne à ricavata. Qualora poj dal mondo (lei fatti passassi a quelle delle idec, p0- trci fornire doue considerazioni forso aitrettanto interessanti. I Greri noininano Psiche l'anima e la farfaila, e questa conforrnità la troviawo nel dialetto Friulano poichè si dice pavee alla farfalla cd ail' anima. Sotto n (1liesta omoniinità ci puù essure tutta inticra una storia (lei l)rinciP filoofici i quali regolavano la vita, la religiono, i COncetti di questa gente delta quale andiamo scoprendo le traccie. Cosi del hlan y' ïï uns tradizione Carnica la quale ricorda una punizione inflitta a Silverio per axer giurato il fulso riproducendo la condanna di Sisifo, con una conforrnità anch' casa abbastanza do- queute. Ecce il leganie delle idee religiose e sociali formuiato dalla •tradizione e dalla i)arola, du questi due documenti sui quali indarno si affatica la struggitrice potenza del tempo. E queste considerazioni avranno quaiche maggior valore se si pensi, clic etimologicaniente il nome di Sisifo non sarebhe tanto lontano da quello di Silverjo quanto dalla matcrialc configurazione della parola sarebbe per risultare. Quaiora la raccolta (1(0 canti popolari IKitusse uni> volta riUSCire complets, si vedrelibero sorgere bon altri raffronti iiquantuchè sarebl:ir aperto il varco s ciisceudere nello spirito di queste genti, a perscrutare i ion modi di cogliere le i(icc, di esprimere le passioni, di pingere le iiniiagini, di effondere il sentimento per valersene quindi in ravicivamenti i quali non tornerebbero certamente infruttuosi. - 'IN II clesiderio di procedcre ulteriormeute è rattenuto dal difetto dei niateriali e particolarmente du quello della grammatica del dialette, la civale ci farebbe scendere più intimaniente in questo passa. to che anc]arnmo perscrutando e ci offrirebbe modo di svelare la vera fisonomia di quest.i popoli che fecoudarono prilili le zoile di questo nostro terreno. L' opera del raccoglitore non è soltanto paziente tua benanco difficile, poichè dal modo di raccogliere e di coordinare, puô essere facilitata o resa difficile la siiitesi suecesiiva. Per questo non si possono sorpassare le differeuze topografiche che ebbi già prima a indicare, nientre da esse, ne resta u cogliere non soltanto le diversità di formazione, ma benanco il processû cr0nologico di sviluppo. Hiiaiendo dal centra o dai centri piil sociali, da qucili cioè dove la vita si svolse pih ainpinmeute e quiudi gli affluamenti potevano seguire con maggiore facititit e le influciize ed i contatti sopravrennero; fluo alla montagua, fino al groppo solitario delle piii remote sinuosità, e indagando COfl diligente insitenza, non sarà difficile di rilevare delle forme precorse, delle auticlie e delle remote ed abbozzale un abbastanza interessante quadro storico dei progressivi aspetti ciel nostro dialetto, per mettere un piede fermo e sicuro in mezzo u quoi teinpi dei quali ci manca ta storia, in mezzo u quegli eventi clic finora ci rimasero nascosti, in m07zo a quelli clic pur furono i nostri padri e dei quati usufruttiainooggidi la fatica, la costanza il dolore, il talento. E qui mi cade di osservare quanta importanza etnografica ahbia queuta gruppo di gente isolata di rapporti, combattuta da mille vicende, aggrnvata du immani diflicoltà clic per avvalorarsi inmezzo aile gravi jatture, fonde le Engue diverse delle genti affini e mentre combatte colla sl)ada e colla pazienza, crige un vallo ancor piti forte dell' uomo, ancor pi'u resistente delle trincee. Questo gruppo sotitario il quale compie da sè le proprio evoluzioni, e mantiene una fisonomia di tanto spiccata iudividualit, e conserva para la linea di rapporti e il Palladio delta origini e I' mdizio dette fonti, serve a indicarci, quanto prepotente sia questo deinento il quaic formula le idee, constata i progressi, documenta le - 49 cadute e risorge dalle sconfitte cd energicamente si riproduce, accompagnando gli uomini, educandoli colla sapiensa dei progenitori1 elevandoli colla energia della forma, arnmegliorandoli colla moralità dell' armonia e facendo rivivere e germogliare il passato in mezzo aile nuove generazioni, affinchè questo dopo di averlo improntato della loro fisonomia e delle ioro vicende, Io trasniettano aile n nove genti avvenire. Non fo possibile in queste limitate indagini di muovere un so senza trovarsi irnplicati in gravissime questioui, attweoti ai phi diffleili problemi della storia cd in particolare aile piui aggrovigliate vicende dell' epoche primitive. Non fa possibile di offerire uns soluzione aile formule concretate seuza coliegarsi colle prossitue regioni, senza appoggiarsi aile vieille geuti, per oui ritengo di potere scuza diffidenza conchiudere che nemmeno le storie delle geuti contigue possano ritenersi in questi antichi rapporti, complote, fino s elle non sia definita e discussa questa correlazione perenne, la qua]e cra pur tanto indicata e visibule elle resterà sempre un mistero il perchè non sis stata divisata e perchè non se ne abbia fluora tenuto quel conto elle tornava di ragione e di giustizia. Noi procecliamo disaminaudo un linguaggio pariato, un diaietto non già uns lingua scritta, un idioma ietterario, e ne fa duopo di ricordare clic montre questi subiscono le influenze dell' armnonia e della estetica e le prepotenze del genio e della fortuna, il dialetto invece nelle suc disperse solitudini, in mezzo al perdurar della fatica, alla povertà dei rapporti, e delle influenze, si nutrisce di tradizione e pih lentamente coulpisce le sue fasi di avvicinamento al proprio centro di attrazione. Procedendo miel modo indicato potressimo forse arrivare s sciogliere une (lei pi'u difficili probhmi che intorno alla forniazione dei dialetti e delle lingue siensi posati e elle s' ciinida ai centro di tutte le indagini e clic giunge a rendere vacillanti tutte le teorie che su questo soggetto elibero ad essere proposte. Infatti resta ancora assolutamente incerto il processo pci quille la liug'ua Latina abbia potuti informare gli Iburi cd j Galli n modo clic asessero a riuscire indissolubilmente coilegati cou quella Roma elle abborrivano. - 50 Ma che questo legame !e una sovrapposizione fattizia, artificlaie, meramente politica, occasionale, io non 80 credere, allorquando considero ehe ogni lingua à in se inedesirna la potenzialità dei proprii ulteriori svoglirnenti e che, se la pressione della politica e della civiità Latina avessero imposto violentemente, ne sarebbe avveuuto che quando la politica ehbe à cessare e la civiltà degraclè net modo Che conosciamo, dovevano dei pari scomparire codesti effetti, corne le cause erano venute à mancare. Allora, alibandonata la forza primitiva alla sua singola virtualità, avressimo vecluti risorgere i vetosti linguaggi, appurarsi roano à mono dalle sovrapposizioni oceasionali e coinpiere individuarneute le connaturali eoluzioni. Non si pub assentire che le attitudini delle lingue si sieno arrestate, abbiano perduta la loro fecondità e cristailizziuo oggidi à punto per non procedere più oltre, e sotto un aspetto clic non abbia110 giamnini e Inodifi(:are o ammegliorare. Sarehbe un prineipio contraddetto dai fatti che si vauno dinaozi a rioi svoglicndo ogni giorno, sarebbe un artificiale coiiviuciinento al quale resisterebbe ognuna delle risultanze che noi stessi possianio av'isare, da raffronti non difficili, da disainine non ardue, sarebbe una eccezionalità, repulsata da quel coinplesso di moviuienti e di progresso, che non possiamo n meno di riconoscere in tutte le condizioni urnane e (-lie non pub e nieno di lasciare un' impronta .in questo mezzo necessario, fatale, clic è la parois. Dante stesso nel Con vito attestava di aver riconosciuto questo nioviinento in epoca à lui conteinpuranea, e se allora questo procedimento seguiva, flou troverei veruna ragione sufficieute e persuadermi che non segua del pari oggid't e die uno studio adeguato non debba arrivare a constat.arlo. In queste condizioni dovressimo rinvenire anche oggi, quaielle nuova combinazione che andasse via procedendo, quaiche nuovo liuguaggio che andasse forinandosi, poichè non mancano in verun modo quelle circostanze politiclie aile quali fu attribuito di avere un giorno fecondati i connubii dei linguagi cd imposte le ibridizzaZK)Ui. Né si eccepisca che la pib accentuata individualità, opponga 0g- - - gidi un argine che in preeedenza non avesse eistito, poichè se questa è la çlifficoltà conten]poranea, potressirno ri lei contrapporne autre di egoali e foi-se prevaleittemente efficaci, le quali in passato opla loro immohiljtà aile influenze. la loro inerziit aile reaaioni, la pazieuza contro alla fortuna, e noua difficolti doue comuniOSCVO cazioni, nella asseuza dei commerci, nella indifferenza dei rapporti trovarono altrettante difese, le quali conservarono ai nostri paciri ciè clic solo retava ad essi di integro, di proprio, di libero. Pcrciè non rilevandosi oggidi alcuno di codesti nioviinenti dobbinmo coucliinderi, die la pulitien di per sè non è atta a compicre un fatto di tanta rilevanzn, e che se ebbe cd av verarsi, lu si deve rittribuire cd nitre heu pi'u cfTiraci cd in1p)rtanti influenze r con pili ragione e fondamento o qoella roilflOou irieti priinitiva du ri, da Bali o. Q noiera ta ii tu gagi ird o lusse sta ta t p ite n /a della La-iniCà di imporsi anche ille lingue diverse, non troveressimo ai nostri giorni quel tanti diaktti I quali si anne.ttono a condizioni precedenti alla venuta cd al dotiiinio dei Barbari e documentano ii screzii originari quindi la vicinanza pi'u o mono prossirna di queilinguaggi i quali eonipie%ano il proprio ciclo di ravvicirianiento ai Latino. Q uesto assorbiniento Latino avrehbe presentati ai ijarbari dei eainpi unifornii identici i quaui, uniformeinente ed identicoriiente ci dovrebliero rappresentare la influenza subita. Iovece di questa ampia uniformità nui scorgiamo ta multiforme varietà (lei diatetti, epp€reiè ne è giuocoforza conchiudere die la causa pib vera non stia nelle attitudini eccezienaurnente speciali, di coloro che li parlano, ma Iicnsi in un germe ancora plia antico dei barbon e (lei Latini, nia congenere a questi ultimi per modo, che cogli stessi atibia potuti compiere I propnii connuhii. Ristretto il campo ri questo modo, non ci sarà difficile di comprendure astrattainente il processo di fusione dei linguaggi pnimige liii col Latino e di giustificar quindi 1' ussuoto della consringuinei tà bru. Quando ehbimo già prima, ad indicare un' epoca precisa e docuinentata, nella quale riconosceinino Il dialetto Friulano decisaniente forniato, credenuno già di Ii rescn tarc un argomento assai impor- - 52 tante per constatare la omogeneità degli elementi clic concorero alla sua fortnazione, essendochè risulta senza verun dubbio, che se il processo di assimilazione fosse stat.o difficile, avrebbe durato pib a dilungo die non sia dalla circostanza preaccennata indicato. Ma se la lapide di Recluso ci addita il tempo in cui questo dialetto eragià adulte, ne resta ancor di rintracciare qualiclo abbia incominciato a forn-inrsi, per definir quindi se apparteuga pib veramente ai dialetti Latini ovvero a quell'epoca successiva suila quale j barbari eseicitarono la loro influenza, irnprontando altre lingue cd altri dialetti del segno del loro fatale passaggio. clic ahbiariio esciuse già prima, Ma le influenze Ci spingerel)l)e- ro s conclndre die il diaietto Friulano dehba in quanto air iniziamente delta sua forinazione respingersi fine ail' epoca Latina, nè le CSpOnLIidO, ci ohbligano a considerazioni che verremo ulterioruiente modifleare uns tale conclusione. Prima delta conquista Rotnana, allorquando c.ioè j Galli respinti i Greci alla monta-na si attendarono neT fertilissimno pedcnionte, non possiamo credire clic sis avvenuta la fusione (lei due linguoggi cd alibis avuto origine il dialetto Friulano, perehè una formazione GalloGreca non avrebbe prcsentnto queila eminente conformità clic si appalesa s colpi d' occhio cati' elemento Latino - perché dovressimo avere dei divarii assai più salienti fra quei paesi della clestra del Tagliamento rici quali vi fu prepondcranza dcli' elemento Gallico, con queili nel quali vi sarebbe stata inveee preponderanza delta parte Grecs - perchè c1uniora la lingua Lutina avesse trovato dinanzi s se una formazione Gallo-Greca complets, le sarcbhe tornato pi'u difficile il cèrujiito di inodificarla e non sarebbe riuscita forse cou quel]a ampiezza e oinogcneitc ehe ci viene inclicata dalle forme grammeticali generahucufe identiche, dalla maggioranza delle parole e da certe similarità foneti eho ahhastanza rilcvmin ti. Io comprenderci fac.ilmcnte la furmazione del nostro dialetto se al Latino volessi attribuire la fecondità e 1' attrihuto di un riiezzu potente, nel quale si fosse con fusa tenta parte ciel Galle e dol Greco quanta poteva essore assiwilata, riwanendo tuttavia spiccata cd appariscente, quotta clic le diverse usanze, tradizioni e bisogni, petevano isolera o consacravano colla religione delta vetustà. - 53 Egli è quindi al tempo della dominazione Romana che io fisserei il cominciameuto della fcirmazione de! dialetto Friulano e mi incoraggia in questa illazione la parte fortemente accentuata clic ache vicende politiclie dell' Tmperio vcdiaino assuinersi da codcsta Provincia, poichè se fossero state crudamente disegnate le antiche divisioni e non si fosse ercato questo veicolo alla trasinissione dell' intelligenza, non si avreblie potuto se non con enoriïii difficoltà raggiungere quelia generalità di movimento, clic dagli storici di quel1' epoca ci viene precisata. La fusione cornpleta invece del dialetto Friulano non puô essere avvenuta clic qunrido i moatani abitatori dope, passata la bufera barbarica tornarono o popolare le deserte ruine e portarono in mezzo aile stesse quel linguaggio, clic negli aceumulamenti dei fuggitivi nelle valide convaili Alpine si era perfezionato cd aveva definitivawente acquistata quelia impronta caratteristica clic vediawo diffusa su tutto il suo anipio territorio. Non altriwenti potressiino giustiflcare una concessionc ebe i coloni Latini non avrebbero giammai fetta e non altriincuti potressimo divisare questa uniforinità die da tante e cosi diverse condizioni di suolo e di rapporti, non venue riinossa. Avressiuto potuto avere un grau giovamento in queste ricerche dao-Ii studii clic in ana sfra anaboga fossero stati fatti sul dialetto dcliii Venezin, niontana, pianig-iafla e ranrittima - studii clic presentcrt!jliero un ampi, mar-ine di risultati iLilportantissiini particolarweitte circa aile epoche sntistorwhe anrora sotto questo aspetto inespborate - studii ehe varrebbero forse a resuscitare un aspetto ahhastanza concreto di alcune popol:tzioui, intorno alla origine cd aile vicende delle quabi non abbiamo che contraddiccnti accenni storici cd al(-uni frawwenti di iscrizioni le qnah resistono aile coiepulsioni di quelli clic iiifruttuosarnente tentano la prova di svelarne il mis te ro. Dalle rive del logo di Çepich ai piedi del Muntewaggiore in Istria raccolsi dei franunenti di ternacotta composta (Ji uns rnateria situile a quelba dcliii qoaie risuitano i vasi trovati do Liey ache escavazioni al logo di Fimon, e la forma di un inanico di uns pignatta dcila sponda Istriana corrisponde alla forma di alquanti dei manichi clic veggonsi 54 sugli analoghi vasi tolti al lago Vicentino. Forma e materia corrispondenti in quelle pervetuste età - in quelle condizioni di suolo, in quella difficoltà di comunicazioni - in quel1' isolamento di rapporti, n tanta distanza, sono circostanze che meritano di essere necertate e ponderate perchè aprono allo sguardo un nuovo argomento di gravi e feconde meditazioni. Se piui diligenti esarni ci additassero quella colleganza che dai dialetti ci viene designata, avressimo una prova ulteriore di primevere Greche venute lungo la spiaggia orientale Adriatica neli' Italia settentrionale, collegherissimo con ulteriore documento i Japigi del mezzodi ai Japigi Transocrini e Suboerini e troveressiino un appoggio aile nostre illazioni nette clichiarazioni di Ornero il quale agli Arcadi attribuiva mesehine coguizioni di mare e quindi la necessità di trovar sulla terraferrua quegli sbocchi che net mare riuscivano difficili (Jliad. II 121). Questi campi aucora inespiorati - punti d' appoggio in mezzo aile grandi nebbie del passato - barlumi in mezzo aile tenebre di queste fortunose e1)oche dell' utnnnità, per ora sono j se-ni rudimentali della scrittura, sono le incerte vocalizzazioni delta porcin, sono gli embrioni rappreseutativi delta idea; ma noi che vidima schiudersi tanti nuovi orizzouti al carnrniuo dell' uomo, sebbeue le epoche precedenti avessero proclarnate le colonne d' Ercole, crediamo che ogni età abhia il suo Colombo, il quale reietto da'suoi, colla piccola schiera degli avventurosi, attraverso i pericoli e le incoufidenze, scolira quei nuovi niondi clic son necessari al vero e provvidenziale prOgressO. Cosi potremo credere che questi deboli segni si aunoderanno in un fila, si avvalorcranno da altre risultanze che la osservazione e la critica porterauno innauzi, e forniranno un giorno doue basi concrete n coucrete illazioni. Noua sua sperialità il dialetto delta Venezia marittitna potrebbe essere il più vero saggio della teoria suespressa - essendocliè se i primi fuggitivi son quelli ehe primi risentirono l'impulso barbarico - se furono indubbiamente codesti gli abitatori della terra Friulana - se Venezia fu da cotali fuggenti popolata - egli è certo che nella miscela del nuovo e dist.into dialetto formatosi ache lagune, - 55 dovressimo trovare una traccia del dialetto di quella regione die i Jene7iani chiarnarono col nome di Patria. I miei studii a questo riguardo se pure mi accennarono delle confortanti risuItane, non arrivarono ancora n quel grado di maturità che mi consenta di presentarli con quaiche confideaza al giudizio del pubblico. Aine di avere abbzzato un sentiero e di credere che le direzioni proposte, si indirizzino alla scopert.a di quella verità che deve essere unica base della storia. Venezia, Decembre 1866. M. LEICHT. ,. PRIMA E SECONDA CETURIA DI CANTI POPOLARI FR IULANI NI tl 141-11 fl((Y)il r t j t Lj YN '' 2 O if- ' ?? r I 1 j t 4 t - ____ _____ O r 00_ O • 0 - - '' ! f I --_ - - ____ •0 - I. 1, Uei preà la biele stele, Duce i sanz dal paradis, Che il Siguor fermi la uere E il fantatt torni al pais. G. Çe biel par di colombinis Cho vo ves tal uestri sen, In tal cil no son dos stelis Compagnadis cuss'i ben. pi. 2. Fin die soi su che ste tiere Ô uei gioldi, o uei amà, Ô uei gio)cli F alegrie, Plui passion no uei puartà. Oh amaile, oh amaile Che anc' iô la amaress J' è une biele fantazzine, E anc' io la ciolarcss. 3. Lis fantatis Udinesis Lor no àn nissun inzeu, E se uèlin inaridassi, Àn di fassi un om di leu. 8. Nô oress che il car mi dueli Clie ô vebi un grau dolor; Vè di viodi la morose, Cun d' un altri a fà 1' amor. 4. Dace amais duce anmressis Ves chel vizi truditor Ancie rue mi inetaressis A penà fra tanc di lors. 9. Se jô foss une çisile In che ciase oress svolà Oress bati tant lis alis Finchè dentri podess là, 5. Benedete la maniere Che vo s'ès di morosà, Se jô vesa il cur di piere Vo mal fais inamorà. 10. Benedete tu ses stade Benedete tu saras, Tal miô cor tu ses entrade, E mai plui tu jessaràs. - 60 11. II morôs 1' è lat in uere A combati par 1' onor, Prearai tontine e sere Par che al torni vincitor. 18. O ninine dai garofui Dai odèrs in (luantit, .Jô là dentri no ti lassi Uei sposà une raritat. 12. Dulà sonin ches belezzis Clic pretindis vo di vè; Sonin forsi sott lis drezis, Che nissun lis pù vedè? 19. Cliel garoful seuze spine Tat pais no mai viodut, In tal sen di clic lambine Lui al par clic al soi nassut. 13. Tu ses bide tu, ninine, E ogniclun a te lu d\s, Tu ses ragio dal sorcli, La colombe dal pais. 20. Su clic spizze di montagne L' è nassut un bic! sciarfoi, E seben clic no soi bide Ciati un zovin là clic voi. 14. Cun cliel front a la serene, Cmi cliei voj pietos d' amor, Semeais la Madalene Convertide da[ Signor. 15. 11 soreli al vaive E ance jo varess vajut, A \'iodè clic partive Tante biele zovintut. 21. Se lis stelis fossins bassis Cho podessin f've1à, Disaressin robis hielis Clic nissun ancmÔ al sà. 16. Domandade une rosine Je mi à dit, clic no son sôs, Doinandade par morose Mes à cladis dutis dos. 11. Une volte tu eris bide Biancie e rosse coine un for; E cuwè tu ses patide, Consumade da 1' amor. 23. Tauc di tors sun d' une siele No si puedin comedà, Disit vo bambine bide Quai di lors clic ves di awà. 22. Isal dbest il troj de braide Clic mi mene à fà 1' amor, Ss) vo, o banibinute, Clic plasès a tane di lors? 24. Maridaisi, baiuhiuute, Maridaisi al prim clic von, E saves clic ancie la jarbe Quand j' è secie e và in fen. - 61 25. 32. Fait 1' umor con me Miute Uei amati, uei amati Oh torninsi n fevelia, Se tu us, se nu tu us; Vianarai cnn graziute Dci puartuti, uei puartati Couic il predi A la gestre del miè cur. ai confcss. 26. L' è cliel arbul elle n 1' ing'iane 33. No puess niai parale ve Che al floriss ugni stagion, No puess mai parade fur, A I' è doiz couic la marie Une gran rnalincouie Ma elle] porno no i' è bon. E jè entraide tau miô cur. 21. l3andoninsi bandoninsi 34. Ai bussade la fantate Bandoninsi per il naiei, Par la strade saludinsi E y 1' ai dit al sior Plevan, E mi à dat la penitinze Ognidun par j fazz siei. Che la Ijussi ancic doman. 35. 28. Simpri il gri su la husuteChci clac forin, la imbrojarin, Quand cheni chiantcalfssg'ri gr'i, E noaltris la inibroin, Tu garas la me niunte Imbrojade la ciatarin, 0n ui d farin cuss'i. Imbrojade la lassin. 29. No I' è mai stat tinip di plue Che bon timp aol sei tomait 36. Che-te j' è une letarine Che me mande il rniè inoros, Nancic un cur di analevoe Benedete die mariinc Clic nul sevi consulat. E chel scrivi virtuos. 30. Un garoful di montagne 37. Soi di fur a la rasade L' è vignut sul miù balcon, Soi di fur simpri A 1' à s:ritt su d' une fuce E vo' in ciarnarc siarade, Clic di jè no soi paron. Clic si passis di durm'i. 31. Si pb di clic no 1' è fede ai paVa 38. Gioldit pur, fait alegrezzis Si pè di clic no P è onor; Là di vù al s'à dutt J)Ulit, Si pô d clic il moud ingiane Gioldit pur lis contcn tezzis Corne Jude traditor. Cà di nie al dutt finit. 39. 46. Jè mi à dit: ciol su ta 5T':i2•. Çe oleso mai vantassi Se tu ternis valois. Che vo me, no mi olès, Ti (lIirai une huss:ti' Spietores clic us lomandi Tu saras il rniô E in Che 'volte lu ditès. 4,7. La rosade de inatinu J3cnedcte 1' antig'ae, Bagne il for del senti mon t, Benedet il timp passat La rosade de la sere Maladete soi la vrac Bagne il flot lit uiiti iiieflt. Che il forment à consumat. 40. 41. 4. Maridaisi fantazziiiu-. Tu tu ses di ciase grande Cun speranze di E jô soi di pizzul stat: Se ehist an ses galandink Ma par ehest non m' inzenog]i Vindares ehist an cu yen. No domandi in caritat. 49. Corne stelis in corone Al yen s'u par la cohue, Van par dutt spaililliil tunr Ou la sciope al pete un ton, Lis fantatis di Gleniotu Par viodè la sè ninine Son trionfo de r Saltà fur su d'un balcon. 42. 43. 50. Ô uci là vistude ii Oh, nô nù fantazz in glesie û uei là vistude u scie. No si dait n Çà I' tuner. Ma per altri 1' arnor vi ri J' è la glesie consacrade. StarÙ simpri tel e:o lur. J' è la c.iase del Signor. 44. 01. Chel grunial di iudunu Ches ciaizutis di e t r Quand' die ô jeri a traj al gial, Dos tre mus a la lonta:iu Mi è colàt il clap par tiare, La morose è fas spleuJr. Soi restat corne un bocal. L' ài vidude in d't di fieste 45. 52. CheF grumnal seuze curdic]u Oh devant di waridassi Si pô di clic nol par ho, Nome rosis, nome fiers, E un fintat senzc pin u E pu' dopu inaridadis Si uetieutun uliUCiOli. uilor. Nome spi i i , - 63 53. 60, Biel toruand du 1' Ongiarie Vais disind che nô soi biele, La viodei su! lavador, rajS disind la veretat, O lassai la compagnie Ma il color n vô, hie! zovin Mi fermai n fà t' amor. No us al ai mai domaudat. 54. 61. Benedete la Stradalte Fra ta cisc e la murac Là Che passin j' Ongiarès, 0 1' i fate domaudà, Benedetis lis fantatis E mi à dmle une rispueste Quand che àn dusinte mes. Che i ciavei mi à faz drezà. 55. - 62. rfra I arnor e il desideri Di curt'iss o di pistole Si distruz la zovintut, Par chus inans ài di fini, Vo saves corne Che è jeri 'l'al curtil de me morose E cemut chu soi vignut. Ai di fami sepeh. 56. 63. No sta a fà la pinsirose Se ehes stradis son batudis A pensà le gnott e il d'i, O lis ài batudis jè, Tu saras la me morose, E frujaz doi par di scarpis Pur cuwô lassin cuss't, Sul plui biel mi à dit di nô. 64. 57. Duc. mi cialin di mal voliQuand che è viod la nie morose Duc mi mutin sott ai pis,E mi par di viodi il ci], No ài nissun Che mi consoljCun chel front a la Romane Nome il g'iatt e la suris. Cun chel sang cuss'i zentil. 58. La morose, une pavec 65. Oh chel zovin, vaiso a sagre Mm produs tal ciarninà, Ricuardaisi du! pardon, La coscienze mi oblee Ricuardaisi quatri noils Che la dovaress sposà. O pe' puarte o pal balcon. 59. Che vitine scarmuline 66. Dopo tant Che jù cianiini Zentilute corne un fross, Par rivà su chest puarton, Vè ses bide Mariutine E ben ore che jè y rivi ancic us mancie 'I blanc e'l ross. X Cuutà la me passion. - 04 74. 67. Se sintis a di ninine Ma pazienze clic al foss vecio Che o soi muart fur di pais, Ma che al foss altnaneu san, Mi direso un deprofundis A la vile ducc mi disin Par elle o vadi in Paradis. Che a 1' è fraid corne il ledan. '75. 68. E sihen ehe al ere pizzul Ducc mi disin clic soi bide Tant e tant lu ai ciolett, J0 no y pensi un bagatin, Y ai mitude la ciavezze [ci vistirni a la Ciargocle Par no piardilu tal jett. E uei cioli un contadin. 69. '7G. O ce ustu vè braure O Ce ustu vè ambizion, Tu tu duarmis sott la sciale, Senze fregul di pajon. Duce mi disin die lu cioli Ma jè ciolilu, no pues,;, A I' à fraidis lis medolis E lis cidulis dai nesa. 7,7. '70. Une volte mi disevis Simpri Toni tal rniè storni Clic vignisa, ch' eri paron, Simpri Bepo ta] miô cur, Mi voltais cumè lis spalis E se Toni mi sbandone Mi burlais scnze rason. O y ai Bepo di sigur. '78. 71. In ce ch sojo nassude Ancic j arbui e an broure Donc niari, diinal vô: Quand Che son ciàniaz di fors, Ve di jessi cuss'i bide E cuss'i lis fantazzinis Quand che son tai prims amors. \T è di stà simpri corn vè? '79. '72. Cor di tigre, cur di marmo O fantatis fantazzinis Cor di tigre, di leon, 1)i judizi tignit cont Tu tu as cur di bandonatni Tignit cont des siaraduris Dopo fate proinission. Che la claf e và pal mond, '73 Sott al cil je la aie ciase Sutt lis stelis je '1 ado jett, Sott la plete al è 'I rniô Bepo Velu lu ehel Ueueclett, 80. Se crodess clic vô mi amassis Dot il moud bandonaresa, La rnè vite consolade Dungic vù la gioldare.ss. I. 95. 98. Une volte vô cris bide Se chist cil no si screne Oh ce mai sarà di me, E cumô rnudais color, Vô fasès roine la siale Il rniô cor al si dispere Quand die bute j'u la for Si distruz lontaii di te. 96, 99. Se ô vess di maridawi Chi la bancic, chi la sente Un sartor no ciolarcss, Chi il balcon, chi sin viduz Con cliei quatri che al uadagne Benedete sri Che ore Nol rnanten nancie un po]es.Che no doi sin cognosuz. 97. 100. Quand clic il sorc fus il penacul O jevai uè di buinoro I fusui butin la for, I balcons crin siara: No ise ore donc mari J' disci mandi amine Che scomeuzi n fà 1' amer?E t' un Iainp i it spalancaz. II. N.B. Le strofe senate con un astCrisco proveng000 de SiIimbergo. 1. No voleit che m' inaniori 4. Jù ti ainavi benedeta, A viodevi cusst biel! Co tir siett vott ag'us; Cu Ii fiubi, su lis scarpis, E ades clic tu 'n d' as sedis, E la pluma, sul eiapiell. Io ti ami pi di mai 2. L' è tant tinp che ti oseli, e O Ninute, Ninutine, Par ciapati su! vergon Srnaluisine di colour; E ndess che ti ôi ciapada, Dal colour ' le la viola, Da tigniti nô soi bon. Quand c'à buta su la fleur. 3. L'è cinquanta setemanis, 6. Il morous u!' è n Parigi, Ch' i no viod il guo E Parigi ai' è Iontan, .1' soi dota consolada, Ducc midis ch'al' è un bic! zovin, Che ai siutuda la so vous. E ch'al puarta un flot in man. 81. 88. Curisin che tant ti adori Tu mi stas siuipri tal cur, Tantis lacrimis ai dadis Clic menarin un wulin, Ma se tu tu mi sbandonis Il rniô eur si distruzeve Sta pur ciarte chejZo mur. Corne 1' ueli dol lurnin. 82. 89. Il rniè prirn moroS clic vevi Daiwi clairni cun chel voli Lui al veve nom VitQr, Une ociade di pietat, E se 1imc nol savevi Che 'I miè cor al si consoli Mi insegnave o Çà I'amor. Clic al)astanze ai' à penat. 83, 90. Benedete 1' ontigac Oh vô daimi quatri perlis Dute çjuaute hume int, Che lis ineti ator il cueli, E (U[flà nome couac Us dorai un mac di rosis Dute plene di ruorbin. Che lis inctis sul ciapefl. 84. 91. Se il cil fuses serifenzie Clic al veami o clic ai mmdi Pal grau heu c.hc si olin, Jé lu aceti vulintir, Di dos vitis une sole Se jeri inveiegnade Di (loi ruts un Curisin. Soi mudacle di pinsir. 85. 92. Inmhiuute dai garofui Oh ce zovial di essi bielis Dai mores in quantetnt, E no vè la libertat, Vegnin duce par cuolti vie Di podcssi scielzi un zoviu E auc' jù par matetat. De sô proprie volontat. 86. 93. Oh ce zoviol di ]à o messe No oies che lui dis peri Di M finte di preà, E clic è mueri di passion, Con il' un voli cialà '1 predi 11 mià heu ai' è lut vie Cuti cheli aitri srnorosà. A servi Napoleon. 87. Son quatri Gris ZC 94. batudjs Sechest tirnp a nul fus ploc E ancimè nul' è rivat, Cheste sere èi di parti, O che ai' è piardut di strade Ô partis di nialevoc O elle ai' è sul jett nialat. Il mieeur lu lassi a ti. * '7. Saludaimi o' vo' chel zovin, E torriairïii u salulà * 14. Ah se il cil foss tenta ciarta, E lis stelis tane pitoN; Fra j rizoy.z e la bareta Oress rioti piturada, Soi tornalla n ivamcrà. Di cinquante mil colors, 8. Lait disnd e lait s'antaud, 15. E me mari un assassina, Che vô me no mi volcis; E gnà pari un traditor, Si spietait che us clowandi, È son staz la me rovina, Al yen 1' au (lai tredis mes. Su! p" biel do! fii I' ainor. ' 9. * 46. Il soreli al tramonta, E che birba dito mari, E la loua a fas splendor; Ti à lassat cussi zi mal; E lis stelis fan coroun, No si veve di inequarzi E j fanta'iz fasiu 1' amor. Su lis cuardis dal grumal. 10. Oh ce hiel puartà di vite, * 17. E ce conta zi n mes-sa, Oh ce nobil ciaminà; E ce conta tant pre, Cu la vuestra manierina, E ce conta vè la dota, Mi veit fat inamorà. No podessi maridà. Il 11. Y soi stat par ciasa vuestra, 18. Se. è ves di maridami, Y soi stat fantat prudent; Vedul no, lu ciolares; E si ài fata iusolenza, A 1' à fatt niur'i che altra, Doroandai compatiment. E di me faress l'istess. 12. Une di bel laid n messa, La vardai tal cianiinà; 19. Cnn eliel sen fornit di rose, Mi voit fat inamorà.; In che glesia benedetn. Se vo sels la me morose, Mi fin ii d' inamorà, No mi stait a bandonà. 13. l3enedcta sei to mari, Che à mitut clic fia al mond, Cnn die biela \itulifla, Cun chel pett cussi tarond. 20. Oh cinlait ce biel soreli, Ch' al rispiend in chel curtil; Chel soreli al' è Mariute Disertor, agnul dal cil. - dB « 28. Se savessis fantazzinis Mari nie, ehe ai ciolt un recio Çèch' ai' è la libertat Che n mi tocia stà di baud; No fartssis tant lis inattis No ài nissun che n clami mari Par vohisi maridi. Si no fas un contraband. 29. 22. Mari nie, chi soi maladeCun d' UI) bot, no ciad un arbul E in cliist stat chi soi cum;Né Cun doi, nol pô ciadè Ai peraule cun (1' un zovinVegnarastu baLnbinute, No puess dii nè s'i, uè nà.Vegnarastu u spass cou nie? 30. 23. No ti vessio mai vioduda Corisin, die tant ti adori Cun chei voi cuss tant biei;Jà ti uei tant di die! ben, E tant inancu cognossudaSe ti incontri par lis stradis Che par me al saress stat miet. Se a 1' è nûl mi par seren. 24. O Miuta ,1iutinn, Sotu fata rizzotà 31. No lu sastu, banibinute Che '1 uiiô cur n 1' è par te? Sutu fata scrivi in ciartaMude vite, fà judizi, Lasse cheli, e ciolmi me. Sotu fata piturà 25. 32. Curisin, tornaimi n scriviO fi prei uçcl de i'ajar Che di vo soi ]acrirnous:Pete un sait sun chel balcon, Si soi rituast Ô torni a viviFas nu ciant n nie morose Par sinf'i la vuestra vous.Che no mueri di passion. 26. 33. In cliel di ehe mi mnariliChel garoful in te tazze, E che tazze su] balcon, Dut il di nei diznoè, E me mari puarine I)amnel jù, hambine ciare, T' un cianton clic vairà. Che lu ansi, se n I' è bon. * 2. Benedeta la coloniba, E la rama di uliv 34. E ce zovial jessi bide Jessi fie d' un bon parou, Quand cli' '1 viod la me nininaE 'e' il ruzin su la botic Par cli' 1 viodi il Paradis.Corne il clostri dal puarton. - 69 35. 42. Ài man giat un grap di Se lu viNd o la lontane Ài sciaride la me vos: Corne un crott mi sbatt il cor; E curnè cIme 1' ài sciaride Se jù foss in sepolture Uei fà un ciant al mniè moros. Rivaress n saltà fur. 43. Oh tornaimal, oh tornaimal! La Rosute vit PC srade Clic 'L mniù cur mi ves ciolctt: E Tonin al vit pal troj l e soit iniezc strade E lu ves in te sachete Quand el Ingropat ta! fazzolett. Lor si ciatin duce e doi. 44. 3'i. Dait un aburt n di elle puarte Benedete sci elle bocic, Che al si aizi chel suite!! No fevele se no rid: E che jessi la morose E mi par un agnul propri Cho la bussi a brazaccueil. Vignut jù dol Paradis. 36. 45. 38. Oh tu stele, bide stele! Benedetis lis peraulis, Oh palese il mio destin: Ches clic al dïs il miè moros Và daiir di che montogne E lis disiii ancic j' altris La elle n 1 è '1 miè curisin. Ma no son corne lis sos. 39. Se Domcnie di inatine Vegnarastu cà di mè, Une fuce di caueline Mtarastu su! gilè. 40. 46. Ancie il jeur la campe n jarbe, Ancie no la campariti: Menurin ht vite sante Se par no al sar dein. 4)7. Duce i flors di prirnavere Ohei rizzoz, fazz n cindene Dutt il hiel clic al von d'avril: Lor mi puartin vie il cur, No 1' è nuje n front de ziere Se jo foss in sepolture Che vo ves cussi civil. Mi faressin vign'l fur. 41. 48. Vait n rosis in montagne E no vegnis la elle an d' è Fin clic à la plume ator: Fevelait cun muiô sior pari Ma se '1 gial nie la rovine Lui clic n 1' è paron di m. Je si mode di culer. Sirnpri bide la gialine 70 49. Oh a]egris, fantazzinis, Che fantazz r 5fl cV è ben 56. II soreli al trainonte E la lune è fas spiendor: An d' è p]ui fantazz in Ciargne E lis -telis incoronin Nanco stelis in seren. Che bambine dol Signor. 50. Une pizzule furinie 57. Soi Ciargnele, soi Ciarncle No à paure di un leon E soi fie di un tiessidor, Nancie tu bambine biele Biel butand la navesele No tu mi fils sudizion. linietrai a fà 1' atuor. :)1. E mur'i, rnur'i pnzienè 58. L' è [en ver, clic a brusà frascie In cliist moud no vin di stà Si distude dutt il flic; J è bens'i une grau scntenze A, impazzsssi CUl) canac No savè du]à rivà. Si piard dute la virtut. 52. Amà cui che no ti arne 5t). Nizulaile nizulaile, L' ô un anior, trop disperat, Che si torni e indurmid'i, Diwi a mi clic 1' ai provade; E à I' amer clic la consume L' è un infiar antiipat. No la lasse mai durai'i. 53. In ta 1' albe, in tal' albe 60. O chel zovin, voltait strade In ta I' allie devant Ci, Tomait pur la cire ves stat, La morose, è fate spose Clic fantate elle è ca dentri Soli-ta mi nuje a mi. No è plui in libertat. 54. II niiô ptic'w, no 1' è di chenti L' à la ciase insomp la mont; 61. In chist moud, non (1 è nissune Clic mi plasi plai di vô, Al y en j'u nome la Geste Se il Signor mi des fortune Blanc e roas corne un colomb. Jè 1' amor faress cnn vô. 62. Buine sere, ciase scure, 0e oc, mi y en la flore; Impiairni '1 lusor; Se mi yen mi passarà: Cheste jè la pri rue acre Y è passade ancie a me mari, Che scomenzi 8 fà 1' amor E aucie a mi mi passarà. - 71 63. 70. Jù duar simpri in cusine Duce mi ds che soi la uere Par che ciarnare non d' ai, E la ncre jù nu soi: Jù soi masse moretine Soi brusade diii soreli E cul sa, se y plasanai. Par clic in ciamare no stoi. 64. 71. Se lis fueis di ducc ju arbui Une robe mi console Si divoltin a cliist mond Clic par ciase no soi stat Ma '1 miô cur no si divolte Vos frujacle poc la scove Fin de muart a 1' ultim pont. Dai pulvins clic us, ài puartat. 72. 65. Tu tu ses, tu, la nie zoje Maniutine dai voj nenis, Tu tu ses, tu. '1 miù content; Imbrojade tai barazz; Seuze te dutquant mi anoje E pretind di cioli un vieri No ai pas nancie un moment. E è la bule dei fantazz. 66. 73. La me pueme, jè une puenie Vaut s lung pe uestre stnade, La cognoss ta! ciamin: No si stait a inciantonà, La so grazie mi oblec Se us tocie une clapade Di no vele a bandonà. No si stait a lamenta. 67. Oh benz 74. chei che no provin La passion di Çà I' anar: O clic soi insumiade O clic I' ai sintut a di, È si mur, si và sotiare, Che in te dise di iuiô pari E anciinà si sint dolor. Soi nassude e ai di muri. 68. Jô us doi la buine sore 75. O che stele tramontane Jù us dol la buine gnott: O savessic fevelà, Tornarai doman di sore Un salut al miè ciar zovin, Clic Jô par je voress tnandà. virai plui timp di usgnott. 69. Quand clic voi tau jett la sere 76. Jô uei diii un' altre prove Jù y voi par riposi: Uci tornale a dornandà; Ma '1 wià cur par tant che fasi E se cheste no mi znvc No lu pues niai quietà. li pois oc L:iudon. - 72 11, Lis ciampanis di San Pkri No si puedin mai cordà E cuss'i ancic 1' amor vieri, Nol si pù dismentcà. 78. Vite me, vite di gioldi Vite gnove di screà Uci sereaic con cl' un zovin, Ma che al sel di niaridà. 79. Jeri lat infin n Udin Par rinietimi soldat: Mi impnsai de me morose E indaor è soi tornat. 80. Oh ce dis! oh ce 7ornadis Vè il iniè ben CusS'i lontan: Se coi vuj podesa discori, E cul cor tociai la man. 84. Ça partenze dolorose Par la plzze di Milan Jè che lassi la morose Par eiapà un fusil in Man. 85. Lis inontagnis si sluntauin E lu cil si vil slargiaud: E cus›i la me morose, E si và dismenteand. 86. Vo cro(levis di hurlarm Che no foss imaginat: Ma cognoss il vin te tazze, Se al è pur, o misturat. spi. Mari me, Signor, judaimi Çc inarit mi veso dat! L' è colat in te cinise, E mai plui al si è jevat. 81. Sciopucur, passions penosiS Stan toI cur inamorat À va'i za ehe nol zove Uci rnuli da disperat. 88. Traj di bevi, traj di bevi 'fraj di bevi ta! bocal: Traj di hevi di ebel neri, Che chel blanc al mi fas mal. 82. Oh và sott. vè SOtt soreli Che abastnnze tu às scialdat L' è turnat il min ciar zovin Mi à puartat la lihertat. 89. Vite nie tant strussiade rYi e gnott a lavorà: E di di par lis campaguis E di guott n morosà. 90. Chel salut clic mi wandaris Quand clic foi sul jeit malat; Lu ciolci par nudisme, E cun ciel soi risanat. 83. Soi usat a lis planuris I pecoj mi van pesafl(l; iù us prei bambine ciare No mi fait vign'i di band. - - 91. Oheste sere jô t' invidi Sul puarton a çà 1' amor: Se la sere sarà sc.ure, No farin puartà lusor. 96. Seso vo clic biele rose La speranze dal pais: Seso vo la verginele Discenducle ju dal vil. 92. Disleait pà la ciadene Disleait 1' amor passat; No mi fait plui vivi in pene, Clic uei ve' la libertat. 97. Chei sospirs di lontananze È mi siarin di passion; E pardut in ogni stanze Jà m' impensi, del to nom. 93. 98. Struziis mes, butadis vie Donge te mi par un nie Pwsir inià mal componut Se jà stoi doi o tre dis; DuIà ise la lcgrie, E cuss'i '1 miô timp va vie, Il biel timp clic ô ai piardut? E cussi van vie j muiei dis. 94. 99. Jô a ti bambine i fors, E me mari ma '1 diseve Tu a mi, bussars divins; Me 1' à fate profesà Jà a ti la me vitine, Ches che van a marit in Ciargue Tu a mi, il to curisin. .kn la cosse di puartà. 95. Chel die vevi mi plaseve, Chel che ài mi plas assai; Chel clic vevi - lu ciolevi Chel clic ài - . . . y pensarai 100. Une volte lis belezzis Lis menavin s niant; E cumô se no an la dote, Voltin strade per San Vit. L+---^ 1.