approccio territoriale

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approccio territoriale
APPROCCIO TERRITORIALE
Approccio territoriale dei
prodotti di montagna
Gli effetti incrociati della promozione dei prodotti e della promozione dei luoghi favoriscono un
aumento dell’attrattività dei territori di montagna. Capita talvolta
che la reputazione di un territorio
impatti positivamente sulle relative produzioni, mentre in altri casi
un prodotto di montagna molto
conosciuto può essere in grado di
aumentare il livello di attrattività
di una determinata area. La nuova
indicazione facoltativa di qualità
“prodotto di montagna” ha definito uno specifico ambito geografico
quale condizione necessaria affinché i produttori possano utilizzare
tale marchio: questo aspetto è in
grado di mostrare l’importanza
della dimensione territoriale delle
filiere di montagna.
Il territorio e i relativi prodotti
possono essere combinati con
diversi tipi di marchi territoriali:
ad esempio le indicazioni geografiche (DOP, IGP), i marchi regionali, i
marchi parco, i marchi implementati attraverso i gruppi LEADER,
ecc. Questa grande varietà di marchi è in grado di apportare un notevole valore aggiunto ma allo
stesso tempo può generare confusione nel consumatore. A questo
scopo è necessario analizzare e
adottare la migliore strategia e il
marchio più adatto per ciascuna
specifica filiera al fine di utilizzare
queste indicazioni di qualità nel
modo più utile e opportuno.
Strumenti di policy
Gli approcci territoriali legati ai prodotti di montagna sono supportati da diverse opportunità
di finanziamento, tra cui:

L’indicazione facoltativa di qualità “prodotto di montagna” (Regolamento UE n°
1151/2012) garantisce che i prodotti di montagna provengano da una specifica e
definita area geografica.

Nell’ambito della PAC (Politica Agricola Comune), le misure del FEASR (Fondo Europeo
Agricolo per lo Sviluppo Rurale) - Regolamento UE n°1307/2013, possono contribuire
a supportare gli approcci territoriali; si può citare ad esempio l’Articolo 16 “Regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari“, l’Articolo 27 - “Costituzione di
associazioni di produttori” o l’Articolo 36 - “Misure di cooperazione.

Cofinanziato dalla Direzione Generale
dell'Agricoltura e dello Sviluppo
Rurale della Commissione Europea
Anche le misure settoriali della OCM (Organizzazione Comune dei Mercati)
(Regolamento UE n°1308/2013) possono essere utilizzate per diversi comparti:

Olive e olio d’oliva: Articolo 29

Vino, Sezione 2 - Denominazioni di origine protette, indicazioni geografiche protette e menzioni tradizionali nel settore vinicolo: Articoli dal 92 al 116.

Sezione 3 - Latte e prodotti lattiero-caseari: in particolar modo l’Articolo 150 Regolazione dell’offerta di formaggio a denominazione di origine protetta
o indicazione geografica protetta.
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GREEN MOUNTAIN - Un modello di sviluppo e gestione
sostenibile
Il contesto
Il progetto
L’area dell’Europa sud-orientale, e in
particolare i territori coinvolti nel progetto Green Mountain, è luogo di
importanti e fragili aree di montagna. Questi territori ad elevata sensibilità, già di per sé situati in aree remote e geograficamente isolate, sono
esposti a una serie di rischi e minacce
in termini ambientali, politici, economici e legati ai cambiamenti sociali
(spopolamento, modifica nell’utilizzo
del suolo, cambiamento climatico,
abbandono delle attività di sussistenza tradizionali, negligenze politiche,
sfruttamento dovuto al turismo di
massa e più in generale a causa di un
eccessivo utilizzo delle risorse naturali
per il profitto economico, ecc.) con
conseguenze negative sulla tutela del
patrimonio naturale e su uno sviluppo economico e sociale sostenibile.
L’obiettivo del progetto è stato lo
sviluppo e il trasferimento di un modello di sviluppo e gestione sostenibile in grado di offrire una strategia
integrata per favorire la valorizzazione e la tutela delle aree montane
naturali e protette.
Una delle sfide maggiori per garantire
un’adeguata protezione di queste aree
naturali e per valorizzare le risorse naturali disponibili consiste nella definizione di
un modello di sviluppo e gestione sostenibile che sia in grado di: a) generare
attività economiche sostenibili; b) identificare priorità e strategie comuni per un
approccio territoriale integrato che possa
essere tradotto in piani di gestione coordinati ed efficienti.
I risultati
Questo obiettivo è stato conseguito
attraverso tre fasi consecutive:
a) lo scambio di informazioni ed esperienze e lo sviluppo di metodologie, strategie e buone pratiche;
b) la predisposizione di piani di gestione;
c) la sperimentazione pratica e
l’applicazione di azioni pilota selezionate all’interno delle aree test coinvolte.
Creazione di un focus group
sull’Europa sud-orientale
Nel Febbraio 2014, Green Mountain ed
Euromontana hanno sottoscritto un
Protocollo d’Intesa finalizzato a favorire
il trasferimento di conoscenze, lo scambio di esperienze e la cooperazione
permanente tra le organizzazioni montane situate nell’Europa sud-orientale.
Aspetti innovativi
Con un focus specifico sull’Europa sud
-orientale, il progetto ha sviluppato
un approccio territoriale basato su
tre dimensioni: un approccio di tipo
integrato, la tutela delle risorse naturali e uno sviluppo socio-economico
bilanciato, il tutto gestito in maniera
olistica.
1. Un modello di sviluppo e gestione
sostenibile: è stato descritto un processo
che, a partire da un’indagine dell’area
coinvolta, ha portato a un percorso di
sviluppo che ha dato origine a diverse
attività che hanno impattato positivamente sulla situazione della popolazione locale.
In particolare, lo sviluppo di politiche
e piani di gestione integrati e coordinati, dibattuti e condivisi in maniera
ampia con tutti i principali attori territoriali, risulta di fondamentale importanza per un corretto approccio territoriale.
2. Otto piani di gestione: otto partner
hanno predisposto dei piani di gestione
integrati e coordinati per i relativi territori
con l’ausilio di metodologie, indicazioni e
strategie sviluppate nell’ambito di gruppi
di lavoro, oltre che sulla base di un modello comune.
Il modello comune di sviluppo e gestione sostenibile si propone quale
utile strumento per supportare e guidare le regioni e i territori nella costruzione e implementazione di efficaci strategie di sviluppo e gestione
sostenibile.
3. Una piattaforma online: si tratta di uno
strumento volto a favorire il trasferimento
di conoscenze e attuare un’attività di promozione e marketing su scala europea dei
territori montani coinvolti.
I prodotti del Parco Naturale
Regionale dei Pirenei di Ariége
Il contesto
Il lavoro è stato avviato nel 2006,
nell’ambito del processo di costituzione del Parco Naturale Regionale
dei Pirenei di Ariège in Francia
(istituito nel 2009), con l’obiettivo di
contribuire alla promozione dei prodotti locali e supportare le filiere
corte nei diversi tipi di produzioni:
agricoltura e comparto agroalimentare, artigianato e prodotti forestali.
Il progetto
Il progetto è stato suddiviso in tre
fasi:
1. Fase preparatoria, definizione del
partenariato, impostazione di un
quadro d’insieme e di una valutazione generale e redazione di studi
di fattibilità, oltre all’esecuzione di
una serie di operazioni di “test” iniziali con eventi.
2. Fase applicativa, con un piano
d’azione destinato ai consumatori
target (pubblico generale e comunità) attraverso i mercati agricoli e le
comunità di fornitori e con la definizione della gamma di prodotti e
servizi del marchio “Parco”.
3. Fase di sviluppo di approcci sinergici tra reti con gli altri stakeholder
(Maisons du Parc: siti per la scoperta
del patrimonio del parco) ed esecuzione di attività promozionali e di
marketing al di fuori del territorio.
Gli agricoltori lavorano in maniera
congiunta per la commercializzazione dei propri prodotti.
Il marchio parco: un insieme di
rigide specifiche
Tutti i prodotti e i servizi devono soddisfare i seguenti tre criteri:
1. Legame territoriale: l’attività di
impresa in questione deve operare
entro il perimetro del Parco, le materie prime utilizzate devono essere
locali, il beneficiario deve impegnarsi
a promuovere la regione e il suo patrimonio con la propria clientela di riferimento ed è tenuto a lavorare con le
imprese locali.
2. Dimensione umana: Gli agricoltori
e i fornitori di servizi devono utilizzare
tecniche
autentiche,
nonstandardizzate, favorendo il contatto
umano, il dialogo e lo scambio di opinioni.
3. Rispetto per l’ambiente: Gli agricoltori e i fornitori di servizi devono lavorare quotidianamente al fine di considerare gli aspetti ambientali
nell’ambito delle proprie attività: integrazione paesaggistica, tutela degli
habitat naturali, gestione dei rifiuti,
riduzione del consumo di energia e
utilizzo di prodotti biologici.
I risultati
Attualmente, circa un centinaio di agricoltori e fornitori di servizi possono vantare il diritto di utilizzo del “Marchio
Parco” su una varietà di prodotti: succhi
di frutta, confetture, sorbetti, miele,
verdure, carne suina, pollame, prodotti
da panificazione, vini di Ariège, oggettistica di legno, manufatti in vimini e
strutture ricettive.
Sono stati creati degli strumenti promozionali e di marketing, tra cui un sito
web: www.produits-parc-pyreneesariegeoises.fr
È inoltre in fase di allestimento una rete
di distribuzione.
A partire dall’introduzione nel 2011 del
“Marchio Parco” gli agricoltori hanno già
riscontrato diversi buoni risultati
(identificazione e riconoscimento da
parte dei consumatori, sviluppo di reti di
distribuzione ecc.).
Aspetti innovativi
Il progetto ha sviluppato azioni per diversi settori (formaggio e prodotti lattiero-caseari, carni bovine ed ovine) in
modo coordinato e adeguato, favorendo
un approccio reciproco di autoformazione.
Sono stati coinvolti numerosi stakeholder grazie all’implementazione di una
metodologia di governance territoriale
partecipativa di tipo pubblico-privata
basata su reti multi-stakeholder.
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Know-how, prodotti e territorio:
l’esempio dell’industria del latte di
pecora nei Pirenei Atlantici
Il contesto
I risultati
La regione dei Pirenei Atlantici è un’area
tradizionalmente importante per la produzione di formaggi. Per promuovere e
supportare l’industria locale, gli agricoltori hanno cercato fin dal 1975 di mettere in
luce e valorizzare il know-how e le caratteristiche distintive locali con un’azione di
promozione del formaggio e degli agnelli
da loro prodotti.
Per la DOP Ossau Iraty:
- Promozione di razze locali resistenti: Manech
testa rossa, Manech testa nera e BascoBearnese;
- 1.384 agricoltori fornitori e 128 agricoltori a
vendita diretta, che rappresentano oltre l’80%
degli agricoltori totali della regione;
- 3.478 tonnellate di formaggio DOP vendute.
Tra il 2000 e il 2010, la produzione di Ossau
Iraty è cresciuta del 33% e nel 2011 ha raggiunto il 34% del dato nazionale relativo al
formaggio a pasta pressata (latte di pura pecora).
Per la IGP/Etichetta Rossa “Milk-fed lamb
from the Pyrenees”
- 818 agricoltori coinvolti nel processo, su circa
1.000 membri delle quattro associazioni di
agricoltori della regione;
- Circa 25.000 agnelli etichettati ogni anno (su
160.000 eleggibili per l’etichettatura).
La combinazione dei due marchi di qualità per
la promozione di entrambi i principali prodotti
del settore ha consentito di incrementare
l’allevamento di pecore per la produzione di
latte.
La regione, che conta circa il 25% delle pecore
(allevate per la carne e il latte) di tutta la Francia, è riuscita a promuovere il proprio knowhow di stampo tradizionale al fine di trasformarne le caratteristiche specifiche
(conoscenze tecniche, prodotti e territorio) in
una solida realtà economica.
Il progetto
Attraverso la creazione di un’organizzazione
per la promozione del proprio lavoro, gli agricoltori dei Paesi Baschi e dell’area di Béarn
avviarono il processo per l’acquisizione del
marchio DOC (Denominazione di Origine Controllata) per il formaggio da essi prodotto Ossau Iraty - riuscendo così ad ottenere il riconoscimento nel 1980.
Inoltre, al fine di ottenere pagamenti più elevati per gli agricoltori, la promozione degli agnelli e del latte è diventata di fondamentale
importanza. La “Label Rouge” (Etichetta Rossa) “Milk-fed lamb from the Pyrenees” (Agnelli
da latte dei Pirenei), utilizzata dalla Regional
Association of Sheepmeat and Sheep's Milk
Farmers della Regione Aquitania, è stata introdotta nel 1992 e riconosciuta come IGP
(Indicazione Geografica Protetta) nel 2012. Il
marchio consente una maggiore promozione
delle razze resistenti di pecora locali (Manech
testa rossa, Manech testa nera e BascoBearnese), dalle quali si produce il formaggio
Ossau Iraty.
Sono tre gli obiettivi principali del progetto:
Economico: potenziare il valore aggiunto generato per mezzo delle pratiche di produzione e
posizionare i prodotti sui mercati.
Sociale: lavorare per tutelare gli impieghi diretti e indiretti.
Ambientale: supportare le produzioni di alta
qualità promuovendo al contempo il territorio
e contribuendo al suo sviluppo.
Aspetti innovativi
Innovazioni a carattere organizzativo:
A partire dagli anni ‘90, grazie a
un’iniziativa della Chamber of Agriculture, il settore può godere della presenza di
un ente di governo specifico, la Commission for Sheep of the Regional Chamber
of Agriculture of the Pyrénées Atlantiques Region, che riunisce tutti gli stakeholder del settore. Questo ente-guida
consente all’industria dell’allevamento
ovino (per la produzione di latte e carne)
di assumere decisioni in merito a strategie di sviluppo diversificate e complementari per i settori caratterizzati da
filiere di produzione lunghe e corte, per i
comparti industriale e agricolo e per quegli ambiti produttivi che si concentrano
sul mercato locale, oltre che per quelli
che si dedicano principalmente
all’esportazione.
Innovazioni a carattere tecnologico:
Questi programmi SIQO (Quality and
Origin Identification Labelling) rappresentano anche vettori di innovazione tecnologica nel corso dei mesi estivi in cui le
greggi pascolano nei prati montani e ha
luogo la produzione. Il 27% degli allevatori si occupa della trasformazione dei
prodotti durante il periodo di pascolo
montano estivo e il 15% utilizza questo
periodo per la stagionatura dei prodotti.
Queste pratiche tradizionali, tramandate
de generazioni, sono state promosse e
supportate attraverso un processo di
crescita per il raggiungimento di standard
produttivi (9 milioni di euro di lavoro
effettuato) e tramite il finanziamento di
150 aziende lattiero-casearie. Queste
aziende impiegano il 30% dei pascoli estivi in montagna della regione e sono considerate estremamente significative dal
punto di vista dell’innovazione tecnologica.
Fotografia: GIS Id64 (Jean Marc Arranz )
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