2011.12.07 LIBERO DI LEGGERE
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2011.12.07 LIBERO DI LEGGERE
mercoledì 7 dicembre 2011 Libero di leggere laRegioneTicino 28 a cura di Orazio Dotta e Velia Chiesa L’incipit ‘Ho bisogno di soldi!’. ‘Le ho detto di no’. Dario tentava invano di mantenere la calma. Quando si alterava, la voce gli diventava stridula. Gesticolava. Aveva la tipica fisionomia levantina: l’aria smaniosa e affamata dei lupi, quei lineamenti che non sono della gente di qui e che sembrano plasmati in fretta con mano febbrile. Per i più grandi Per i più piccoli Sotto questo cielo intatto, di Shandi Mitchell, Fazi, 379 pp. – Shandi Mitchell con questa opera prima che strizza l’occhio ai romanzi di Steinbeck e Faulkner, ha vinto il Commonwealth Writers’ Prize. Il libro è ambientato in Canada alla fine degli anni Trenta. Racconta la commovente storia di Teodor Mykolayenko, un immigrato ucraino da poco tornato in libertà dopo aver scontato un periodo di detenzione per furto di grano. La moglie e i figli sono stati costretti, in sua assenza, a sopravvivere di stenti. L’uomo è ora determinato a riscattare questo brutto periodo per dare una vita migliore alla famiglia. I suoi buoni intenti si dovranno confrontare con eventi e persone, come Stefan, arrogante intrallazzatore, che concorreranno a rendere difficile e drammatica l’impresa. Il più furbo, Mario Ramos, Ed. Babalibri, dai 4 anni – Qui si parla di un lupo simpatico quanto sfortunato. L’incontro di questa volta è con Cappuccetto Rosso, ma le cose si svolgono in ben altro modo! Il lupo di questo racconto si sente davvero furbo e sghignazza come un matto pregustando il menù del giorno: una Nonna e, come dolce, ribes. Ma il letto della nonna è vuoto, non resta che infilarsi la sua camicia da notte e aspettare la grande avventura. Quale grande avventura? L’incontro con un cacciatore senza occhiali, tre spavaldi porcellini, sette nani urlanti e un marchese smarrito; ma della Nonna nessuna traccia, solo una stupida camicia da notte, quasi un travestimento di cui non riesce a liberarsi. L’arrivo provvidenziale di Cappuccetto Rosso darà fine alla sventura. Sette fiori di senape, di Conor Grennan, Piemme, 359 pp. – Quando varcai il cancello, tutti interruppero di colpo i giochi! Ben presto mi ritrovai a trascinare non solo il mio zaino, ma anche parecchi bambini che si erano aggrappati a me. Questo è ciò che accade quando il giovane Conor arriva in un orfanotrofio di Kathmandu per un paio di mesi di volontariato. Un’esperienza che stravolgerà la sua vita nel profondo. Bastano pochi giorni, infatti, perché Conor si affezioni ai piccoli ospiti dell’istituto nonostante un difficile impatto iniziale. Tornato in America Conor viene a sapere che sette bambini di cui si era preso cura sono stati rapiti. Traffico d’organi, adozioni illegali o reclutamento sono le possibili motivazioni di queste sparizioni. Il desiderio di poterli salvare è talmente forte da farlo tornare immediatamente in Nepal sulle tracce dei piccoli, mettendo in pericolo la sua stessa vita. Conor Grennan è il fondatore di Next Generation Nepal. La bara rossa, di Sam Eastland, Il Saggiatore, 339 pp. – Il finlandese Pekkala, famoso detective dello zar e già detenuto per nove anni in Siberia dopo la Rivoluzione, è ora il più fidato investigatore di Stalin (L’occhio dello zar, Il Saggiatore 2010). Nella sua nuova avventura deve lottare contro il tempo. Siamo nel 1939. L’Unione Sovietica, per affrontare il pericolo incombente rappresentato dal Terzo Reich, ha dato incarico al controverso colonnello Nagorski di creare un innovativo carro armato denominato ‘la bara rossa’. Il suo ideatore, però, muore sotto i cingoli della sua creatura lasciando incompiuta la missione. Incidente od omicidio? A poco a poco la seconda ipotesi sembra prendere forza. Per Pekkala, mentre i tecnici russi cercano di completare l’opera, inizia una frenetica ricerca per capire i piani degli assassini del colonnello prima che il conflitto con la Germania abbia effettivamente inizio. L’uomo di paglia, di Michael Connelly, Piemme, 359 pp. – Il giornalista Jack McEvoy, che i lettori di Connelly hanno conosciuto nel romanzo Il poeta, ritorna nel nuovo lavoro dello scrittore americano. McEvoy sta per lasciare il giornale in cui lavora; la carta stampata è ormai insidiata dall’informazione elettronica. La sua ultima inchiesta riguarda Alonzo Winslow, un giovane di colore incarcerato per aver strangolato una donna bianca. Il giornalista sospetta un errore giudiziario viziato da discriminazione razziale. L’indagine conduce a un omicidio avvenuto a Las Vegas anni prima. Il sospetto che nella faccenda sia coinvolto un serial killer è alto. McEvoy chiede quindi aiuto a Rachel Walling, una profiler dell’FBI. Intanto, a sua insaputa, qualcuno che sa manovrare il web con grande perizia lo sta controllando. La linea blu, di Daniel De Roulet, Mondadori, 168 pp. – Daniel De Roulet, controverso scrittore ginevrino, nel 1975 si rese famoso per un attentato a Gstaad in cui incendiò la casa dell’editore tedesco Rudolf Augstein, reo, ai suoi occhi, di rappresentare il potere mediatico della borghesia. La linea blu, romanzo in parte autobiografico, è dedicato a Giangiacomo Feltrinelli dilaniato da un’esplosione ai piedi di un traliccio nel 1972. La linea a cui fa riferimento il titolo è quella che si trova dipinta nelle strade di New York per indicare ai partecipanti della famosa maratona il tragitto più breve per arrivare alla meta. Alla gara partecipa anche Max, un architetto di mezza età che nei famigerati Anni di piombo militava nell’estrema sinistra. Attraverso questa impegnativa impresa, descritta con minuzia, Max non avrà solo modo di essere partecipe di un evento sportivo unico che mette alla prova i suoi limiti fisici, ma anche di riflettere sul suo passato tumultuoso di giovane militante antinuclearista. Per legge superiore, di Giorgio Fontana, Sellerio, 245 pp. – Roberto Doni, sostituto procuratore a Milano, è persona retta, intelligente e ineccepibile. Ha superato la sessantina, vive nel quartiere di Porta Romana e le sue visioni politiche sono tendenzialmente di destra. Nel romanzo il magistrato si trova confrontato con la fallibilità della legge e con l’inadeguatezza di quella che per lui è l’idea di giustizia. L’occasione si presenta quando viene chiamato a sostenere in appello l’accusa contro un tunisino reo di aggressione ai danni di una ragazza rimasta poi paralizzata. Un caso di grande scalpore mediatico. A incrinare le certezze di Doni è Elena Vicenzi, una giornalista free-lance che tramite una mail lo informa di aver fatto un’inchiesta personale che potrebbe scagionare l’imputato. Il magistrato si lascia convincere ad approfondire la faccenda e con la giornalista s’immergerà in una Milano a lui sconosciuta; quella multietnica di Via Padova. Il signore delle anime La casa editrice Adelphi da qualche tempo sta pubblicando tutte le opere della scrittrice Irène Némirovsky (1903-1942), autrice di Suite francese, L’affare Kurilov, Come le mosche d’autunno, per citare qualche titolo. L’ultimo romanzo, uscito da poco nelle librerie, ha per titolo Il signore delle anime. Nata a Kiev nel 1903, la Némirovsky ha avuto una vita breve ma intensa, terminata tragicamente con la deportazione ad Auschwitz nel 1942. Adelphi, nel 2009, ne ha pubblicato la biografia curata da Olivier Philipponnat e Patrick Lienhardt; gli stessi autori che in calce al libro Il signore delle anime situano le vicende del protagonista nel loro contesto storico. La Némirovsky proviene da una ricca famiglia ebraica costretta più volte a cambiare domicilio dopo la rivoluzione russa del ’17. Nel 1919 si rifugia a Parigi dove, all’età di diciotto anni, pubblica il suo primo racconto. Nel 1924 si laurea in lettere alla Sorbona e nel 1926 si sposa e pubblica il suo primo romanzo. La richiesta della nazionalità francese, inoltrata nel 1935, le viene negata malgrado la sua attività di scrittrice sia più che riconosciuta. Nel 1939 si converte al cattolicesimo, ma questo non impedirà alla guardia nazionale francese di arrestarla nel 1942 e di internarla dapprima a Pithiviers e di deportarla in seguito ad Auschwitz dove morirà. Stessa sorte la subirà il marito, mentre le due figlie riusciranno a fuggire e a portare con sé alcuni manoscritti, tra cui quelli di Suite francese poi pubblicati. Nell’interessante romanzo Il signore delle anime, si racconta la parabola della famiglia Asfar. Dario e Clara, marito e moglie, giungono in Francia nei primi anni Venti in cerca di fortuna. Dario, di professione medico, vive con la moglie in totale miseria. Il suo obiettivo principale è quello di affermarsi e di diventare ricco. Un’ossessione che piano piano si ingigantisce a dismisura permeando ogni suo gesto, ogni sua decisione. In quegli anni l’afflusso di stranieri in Francia è tale da risvegliare uno spirito xenofobo. Per Dario, stabilitosi a Nizza, reperire clienti con il suo aspetto dimesso, quell’accento e quei tratti somatici marcatamente stranieri, non è cosa facile. Far quadrare il bilancio familiare e dare un futuro certo alla moglie e al figlio Daniel appena nato è impresa a dir poco titanica. Un effimero spiraglio nella triste esistenza di Dario si apre quando la padrona della pensione in cui vive gli concede un pagamento di 4’000 franchi a patto che lui proceda a salvare l’onore del figlio che ha messo incinta una donna americana di ‘facili costumi’. È l’inizio di un difficile percorso di riscatto costellato da ostacoli e sofferenze. Le vicende della vita lo porteranno a conoscere Philippe Wardes, un ricco industriale dedito al gioco d’azzardo e a una vita dissoluta. Un personaggio sopra le righe egoista e avaro sposato ad una donna che agli occhi del dottor Asfar appare come una persona pulita e disinteressata alle ricchezze del marito, tanto da decidere di lasciarlo per trasferirsi a Parigi. Il medico proverà per lei grande ammirazione e profonda attrazione, ma il suo istinto di conservazione e il desiderio di riscatto sociale lo condurranno a frequentazioni meno virtuose. Dario decide anche lui di trasferirsi con la famiglia a Parigi. Nella capitale francese inizialmente le difficoltà sono le stesse. Grazie però alla complicità morbosa con l’amante di Wardes, anch’essa desiderosa di ricchezze e fermamente decisa a gestire il potere dell’industriale, riesce a poco a poco a insinuarsi nell’alta borghesia francese cambiando pelle alla sua professione. È un’ascesa continua, la sua, che avviene grazie a una cinica decisione: non curare più le malattie del corpo bensì quelle dell’anima fatte di fobie e insicurezze. Dario mette a punto una sua terapia ‘psicologica’ che la scienza ufficiale avversa. Diviene un ciarlatano che sa vendere fumo ai suoi pazienti incamerando i loro segreti e il loro denaro. Si impadronisce delle loro anime, e di quella di Wardes in particolare, per assecondare i suoi fini. Con il tempo l’industriale cade in una spirale d’infelicità e di disagio. Pur odiando profondamente il dottor Asfar non potrà fare a meno di entrare in un giro infernale che lo condurrà a una dipendenza assoluta. La sua anima, il suo io, cadranno nelle sgrinfie manipolatrici del medico. Il successo di Dario, supportato da coloro che si affidano alle sue cure, è veloce. In poco tempo diventa ricco, accresce il suo livello di vita, si contorna di amanti per le quali sperpera denaro. Quella che Dario coltiva, con l’idea fissa di non tornare nella miseria da cui proviene e di rifarsi delle offese subite, è una vita immorale; una vita che ha per testimone la moglie Clara. La donna, persona modesta e di salute cagionevole, dà prova di grande devozione. Supporta il marito in ogni sua decisione fino a nascondere nefandezze che invece il figlio Daniel, persona pulita e retta, non tollera. Dario, in cuor suo, spera che un giorno il ragazzo possa arrivare a capire i suoi sforzi e la sua condotta di vita: “Tu mi ferisci, mi strazi, ma io, se occorresse, rifarei tutto daccapo, imbroglierei, tradirei, ruberei, mentirei pur di assicurarti un tozzo di pane, una vita più comoda e persino questa tua probità che mi inchioda”. L’autrice è brava a scavare nella personalità dei personaggi, nello sviscerarne i sentimenti, nel penetrare nel loro intimo. Come Dario anche la Némirovsky, in un contesto di partenza diverso – come detto proviene da una famiglia ricca – ha vissuto sulla sua pelle le incomprensioni di cui sono vittime coloro che provengono da un Paese straniero e la difficoltà di essere accettati. Il signore delle anime è la descrizione di una lotta per la sopravvivenza in cui anche i colpi bassi fanno parte del gioco. Come scrivono Philipponnat e Lienhardt nel loro commento all’opera della Némirovsky: “Philippe Wardes e Dario Asfar sono due predatori che si contendono reciprocamente la sopravvivenza. Prima o poi, ricco o povero, francese o no, ogni uomo intraprende quella caccia all’altro che è lo specifico del geORAZIO DOTTA nere umano”. IRÈNE NÉMIROVSKY, IL SIGNORE DELLE ANIME, ADELPHI, 233 PP. L’orco Gianbeppe, Anna Vivarelli, Ed. Piemme, dai 5 anni – Che sulla collina abitasse un orco tutti lo sapevano. O meglio: tutti lo dicevano. Perché chi aveva visto l’orco non era tornato giù a raccontarlo, e ai bambini non era permesso avventurarsi sulla collina. Ma la testa di Tom funzionava in modo strano: più gli si diceva di non fare una cosa più gli veniva voglia di farla. L’unica cosa che non gli andava era l’idea di salirci da solo, così un giorno lo disse a Edo. Ma quale la sorpresa quando in un momento di paura tutti e tre se la diedero a gambe! Eh sì, perché sentendo le urla di Edo e Tom anche l’orco, impaurito se la dava a gambe. Ma chi poteva immaginare che per quel povero orco i bambini erano davvero un cibo schifoso; aveva ragione la sua mamma quando gli diceva: «Gianbeppe, non fidarti dei bambini, e neanche dei parenti e degli amici dei parenti!». Gianbeppe è goloso di insalata, pomodori e di marmellata di more che fa lui stesso. E poi, diciamolo, i problemi di Gianbeppe sono altri!! Dormi bene, orsacchiotto mio, Beisler Ed., dai 5 anni – Quando gli orsacchiotti non hanno sonno scivolano giù dal letto, salgono sulla scala fatta di libri, si arrampicano fino alla finestra e guardano fuori dove nel cielo c’è la luna, grande e rotonda come un lampione, pronta a coprire il mondo intero. Una vecchia scatola da scarpe che di giorno è il forziere quando orsacchiotto gioca ai pirati. La casa accanto dove riposa la vecchia signora Rosa dopo aver zappato e seminato tutto il giorno. Un amico spaventapasseri fatto dai bambini con mille cose vecchie. E un circo, dove gli artisti dopo lo spettacolo si ritirano nei carrozzoni, ma non il pagliaccio, che nella quiete suona al violino la ninnananna al piccolo elefante. E c’è anche un palloncino ancora in volo, è quasi sgonfio e sta per atterrare, c’è una lettera attaccata al filo: che cosa ci sarà scritto? Forse l’orsacchiotto lo scoprirà, ma non adesso, meglio domani mattina. Nel cielo c’è ancora la luna, dalla finestra entrano gli ultimi raggi, appena in tempo per dare all’orsacchiotto il bacetto della buonanotte. E finalmente si addormenta. Tutto comincia dalle stelle, Margherita Hack, Sperling & Kupfer, dai 12 anni – Iniziamo subito con un problema. Lo sapevate che quando guardiamo il cielo stellato la vista ci inganna? La volta celeste ci appare come una specie di tappezzeria appiccicata su quella che gli astronomi chiamano ‘sfera celeste’. Ma l’occhio umano, che per altri versi è un impareggiabile strumento ottico, non ci permette di percepire la profondità del cielo. Alcune stelle infatti sono relativamente vicine, altre molto più lontane. E ancora. Tutti i popoli della Terra hanno immaginato di vedere nel cielo strane figure: animali, oggetti, personaggi di vario genere. Le costellazioni servivano a dare delle posizioni in modo semplice: si poteva precisare dove si trovava il pianeta Marte dicendo per esempio che fosse nel Leone, così lo si individuava più facilmente. Insomma, ogni popolo del passato ha avuto delle costellazioni, e niente impedisce che se ne inventino di nuove. Salviamo il mondo, insieme, Scrittori e illustratori per il WWF, Piemme, dai 10 anni – Il WWF compie 50 anni. Festeggiamolo insieme con l’aiuto di questo libro che racconta questa grande avventura attraverso la penna e le matite colorate di scrittori e illustratori famosi. Speriamo che sfogliando queste pagine l’amore per la Natura diventi ancora più grande, perché in fondo, la storia più importante è quella che dobbiamo ancora scrivere, e che ha proprio ogni bambino e ogni ragazzo come protagonista, insieme al WWF. Dieci storie e altrettante illustrazioni che riguardano dieci tra le sfide più importanti affrontate. Esistono tanti modi per sostenere i progetti del WWF. Uno è l’adozione di una specie in pericolo. Naturalmente l’adozione è simbolica, certo, non è possibile adottare un vero delfino, o un orango, o un orso polare... Anche perché dove li mettereste? Solo con un cane, Beatrice Masini, Ed. Fanucci, dai 13 anni – In una notte scura, come se avessero spento le stelle e la luna, sopravvivono un ragazzo e il suo cane Tito. Un ragazzino di dieci anni, Tito, ne ha tre. Vivono in simbiosi, inseparabili si amano alla follia. Ma un giorno a scuola il direttore appende una comunicazione. È un nuovo editto del Sire: comanda al suo popolo che i cani di tutte le razze, taglie ed età siano banditi dal regno con ogni mezzo possibile. È un nuovo editto: nel precedente ha deciso di bandire il gelsomino, il fiore profumatissimo simile a una stella simbolo del Regno. E gli atti di violenza e sopraffazione proseguono con un ragazzo e il suo cane alla disperata ricerca del modo di salvare se stessi e il mondo, i sentimenti e la purezza. Una storia commovente che scava nell’animo dei ragazzi. Ma non solo.