Scarica Storia della banda musicale di Civitella del Tronto

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Storia della banda musicale di Civitella del Tronto
di Gianni Tribotti*
L’anno di fondazione effettivo della banda
musicale di Civitella del Tronto deve farsi coincidere con il 29 maggio 1827, data del primo
atto costitutivo formale, pur considerando che
nel 1735 «li musici, o per dir meglio puri dilettanti, vi sono in Civitella, ma non salariati per
non esservi fondo per mantenimento de’ medesimi, et in occasione di solennità di Chiesa inurbati et vengono molte volte per carità, e loro
devotione, e molte volte gli si fa qualche ricognitione1» e « che nel 1812 venne in questa Città per
la prima volta stabilita la Banda musicale2».
Con l’intento di dar vita alla banda musicale
un gruppo di artigiani e nobiluomini del piccolo
borgo rappresentano il primo e significativo sodalizio musicale nella storia di Civitella del Tronto. Quindi, nella casa di D. Giuseppe Graziani,
sita nella Strada detta delle Grazie, viene compilato lo statuto dove il Regio Notaio Vincenzo
Ortiz dichiara costituiti il sig. D. Giovanni Battista Salvatori, Maestro di Musica domiciliato
nella Città di Campli; D. Giuseppe Graziani, Direttore; D. Francesco Marcilli, Cassiere; e dai
finanziatori e musicisti D. Filippo Cornacchia, D.
Gaetano Graziani, D. Diomede Graziani, D. Bernardo Scesi, D. Benedetto Ciranni, D. Domenico
Garzia, D. Giuseppe Cimiconi, D. Luigi Cimiconi, D. Vincenzo Iannetti, D. Giacomo Sebastiani,
D. Giuseppe Scesi, D. Luigi Paci, Achille Di Aldobrando, Berardino Talucci, Emidio Fiorentini,
Errigo Michilli, Fedele Generilli, Domenico Vad* Gianni Tribotti, (Teramo, 1976) residente a Civitella del
Tronto, ha conseguito la laurea in Conservazione dei
Beni Culturali – indirizzo Beni musicali, con una tesi dal
titolo “Storia della banda Musicale di Civitella del Tronto”. Attualmente collabora come restauratore di Organi
con la Ditta Inzoli Cav. Pacifico dei F.lli Ionizzi di Crema, oltre a dedicarsi al restauro di altri strumenti musicali. Il presente studio costituisce parziale rielaborazione
della tesi di laurea.
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doni, Antonio Adriani, Severino Brugioli, Gaetano De Gregoriis, Gaetano De Ioannis, Giovanni
Mancini, Gaetano Di Ubaldo, Francesco Fortis e
Clemente Paolini, domiciliati tutti in Civitella del
Tronto3.
Espresso in ben 19 clausole, lo statuto del
1827 può essere illuminante circa i ruoli e gli
obblighi a cui le parti costituite sono sottoposte.
Alcuni passi, inoltre, risultano significativi per
comprendere l’importanza delle reali origini
della Banda di Civitella: «Pel buon andamento, e
per una regolarità necessaria nel rincontro, concordemente i ridetti costituiti Signori componenti la banda in discorso hanno nominato direttore
di essa l’anche costituito D. Giuseppe Graziani
[…]. Cassiere quindi D. Francesco Marcilli, qui
presente, ed accettante ancora.»( Art. 6 ).
I due termini “rincontro” ed “ancora”, premettendo che quest’ultimo può significare anche “attualmente”, fanno presumere che l’assemblea dei costituenti la banda fosse già avvenuta in passato. Effettivamente, in un ufficio del
31 maggio 1841, il Giudice Regio di Civitella
del Tronto, sotto insistente premura dell’Intendente della Provincia di Teramo, inizia un accurato sfoglio di carteggio riguardante la banda
musicale in questione e i membri ad essa associati4. Apparentemente non vi è alcuna anomalia, fino a quando il Giudice Regio riporta per
iscritto:« Il direttore D. Giuseppe Graziani mi
ha oralmente manifestato che nel 1812 venne in
questa Città per la prima volta stabilita la Banda
musicale, e che riorganizzata venne nel 18275».
Quasi sicuramente il lucente astro napoleonico avrà contribuito a scaturire nei cuori dei
giovani civitellesi il desiderio di costituire una
banda musicale, al fine di accrescere il prestigio
della tanto amata Patria e probabilmente molti
membri dell’attuale ne facevano parte. Ma gli
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sforzi del Giudice Regio di recuperare un’adeguata documentazione al riguardo non produssero risultati. La vicenda resta oscura ed un carteggio che dimostri l’esistenza della precedente
banda non è stato trovato.
Comunque nonostante ciò bisogna considerare che nella consuetudine ottocentesca, l’impiego dell’appellativo filarmonico, spesso utilizzato anche per indicare le compagnie bandistiche, suggerisce un generico atteggiamento amatoriale nei confronti della musica ed elude il concetto di struttura complessa statutariamente nei
suoi organi e nelle sue funzioni, la quale può
svolgere un’attività del tutto occasionale a scopo
dilettantistico6. Il tutto pertanto presuppone che
anche la compagnia antecedente al 1827 venga a
pieno titolo riconosciuta come realtà di fatto.
Le vicissitudini dei tempi, con molta probabilità, hanno influito molto sull’oscuramento
della banda del 1812. Tra le tante ipotesi che si
potrebbero avanzare per comprenderne gli esiti,
una può coincidere con il cambio di governo,
mentre l’altra può avere a che fare con la drammatica carestia da tifo petecchiale, che colpì
Civitella nel 18177.
Ma tornando ora allo statuto, un’altra clausola evidenzia che, non avendosi la disponibilità economica per acquistare ben tre «corni da
caccia», si è convenuto che sui due che si acquisteranno dovranno esercitarsi e prendere lezione
tre individui (art. 14).
La mancanza di danaro per l’acquisto dello
strumento mancante lascia sicuramente perplesso qualche individuo. Bisogna presumere però
che non tutti gli strumenti siano stati acquistati
successivamente l’assemblea. Anzi, con molta
probabilità, in virtù del fatto che il sistema di
credito non permette di fornire un’adeguata
strumentazione all’organico, alcuni strumenti
fanno riferimento proprio a quelli che ha utilizzato la banda del 1812, i quali sono stati gelosamente conservati dai musicisti della precedente
associazione.
Ora, il fatto che individui appartenenti a
classi sociali diverse, semplici artigiani e gentiluomini, si costituiscano a livello giuridico in
un’associazione, come testimonia lo statuto del
1827, è il chiaro segno che gli ideali della
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Rivoluzione Francese, introdotti da Napoleone
in Italia, hanno fatto presa nonostante gli sforzi
della Restaurazione dell’ancien régime. La composizione della banda, in effetti, sembra riprodurre, in piccola scala, la stratificazione della
società del tempo, imbevuta ancora, nonostante
tutto, di quella tensione egualitaria che aveva
ispirato i moti della fine del secolo precedente.
Calzolai, fornai, fabbri, falegnami, sarti e bettolieri, dotati bandisti, dopo il lavoro in bottega,
insieme con altri lavoratori di ogni ceto, si dedicano con sacrificio ed amore allo studio della
musica e del proprio strumento, per un magro
compenso percepito dalle sortite della banda, che
integra il modico guadagno quotidiano nella pratica del proprio mestiere. Quindi, gestiti e finanziati per iniziativa di singoli privati, appassionati sostenitori di quei cittadini musicalmente dotati, i bandisti istruiti e guidati dal maestro
Giovanni Battista Salvatori, non cessano mai di
esprimere nelle solenni occasioni di festa la propria gioviale partecipazione, realizzando ad un
tempo anche la propria vocazione artistica.
E dopo aver accolto l’amato Ferdinando II la
sera del 21 luglio del 1832 entro le mura della
stessa Civitella8, quando un «gran numero di
torce di cera accese, a suon di banda municipale di dilettanti del luogo» onora il nuovo monarca in viaggio nell’Abruzzo per visitare i confini
lungo il fiume Tronto9, ecco che nel 1834, in
occasione del passaggio di Sua Maestà la Regina
Madre presso Martinsicuro, la compagnia è nuovamente impegnata. Per l’occasione ritorna alla
guida della banda musicale di Civitella il vecchio Maestro Salvatori, ottimo suonatore di
quartino, per desiderio dello stesso Intendente
della Provincia, il quale dispone che gli venga
fornito un alloggio, più «una competente indennità di viaggio ed una gratificazione proporzionata all’importanza dei meriti dell’esercizio di
sua professione»; l’Intendente esorta dunque il
Sindaco di Civitella, affinché per tale urgenza
venga estratta dal fondo delle «imprevedute» la
somma necessaria al pagamento del suddetto
maestro, dopo il passaggio della Regina
Madre10.
Chiarite le modalità di pagamento dovute al
maestro, resta da organizzare il trasporto dei
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bagagli, contenenti le divise e gli strumenti musicali, che accompagnano i bandisti durante le
lunghe trasferte, spesso affrontate a piedi o su
fatiscenti carri da trasporto. E per l’occasione
dalla vicina Colonnella una lettera del Sindaco
informa il Primo Cittadino di Civitella circa
l’organizzazione della trasferta. Il Sindaco di
Colonnella comunica che, avendo ricevuto presso il proprio Comune quattro vetture da sella ed
una da basto onde portare in Colonnella stessa
la banda musicale, gli è doveroso informare che
tali vetture saranno spedite direttamente a
Civitella, sperando che, come d’altronde ha
sicuramente predisposto già l’Intendente stesso,
si sia pari tempo organizzata una stalla ai latori
per ricoverare i cavalli e tutto ciò potrà loro
bisognare11. Quindi in marcia, dopo un probabile viaggio a piedi, spossati dal lungo cammino,
i bandisti nelle soste riposano accomodati in
qualche giaciglio di fortuna; nell’attesa di esibirsi marciando e suonando per le vie della città
in gran parata, fino a notte tarda, quando, prima
di coricarsi, un buon bicchiere di vino concilia
al meglio il meritato riposo.
Nonostante le malagevoli e disagiate trasferte e la fatica delle prestazioni, i bandisti, privi di
un maestro che li guidi, continuano caparbiamente a partecipare alle ricorrenze, per pochi
spiccioli (anche per meno di quanto spetterebbe), come dimostra nel 1837 la petizione del
Sindaco di S. Egidio alla Vibrata che, in occasione delle celebrazioni in onore del Santo
Patrono, delibera di impiegare la somma di 10
Ducati per il suono della Banda musicale, specificando che «con si tenue somma non può
aversi altra, che quella di Civitella12». A questa
drammatica condizione della banda musicale
di Civitella del Tronto, fa riferimento il
Comandante del Forte, Vincenzo Sforza, che in
una lettera indirizzata all’Intendente di Teramo,
Cavaliere De Sangro, annuncia che per quanto
l’argomento possa essere poco serio, esso concerne l’organizzazione di una banda paesana in
Civitella del Tronto, la quale necessita di essere
risistemata, poiché da diversi anni disorganizzata e senza un maestro «tira avanti le sue cerimonie sfasciatamente e come si puote».
Per rianimarla dunque è necessario ingaggia-
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re un nuovo maestro. Un candidato ottimo sarebbe già individuato «in un paese detto Spoltore», nel distretto di Penne, circondario di Pianella. Si tratta del sig. Raffaele De Benedictis,
nativo di Caramanico. Il Comandante Sforza
riporta anche che la banda di Spoltore, per effetto del morbo asiatico, ha perduto tre o quattro
dei suoi migliori bandisti, perciò ora si trova
disorganizzata e pressoché sciolta. L’unica remora di fronte alle vantaggiose offerte d’alcuni
gentiluomini civitellesi e al desiderio dello stesso giovane maestro di accettare l’invito consiste
nelle disposizioni lasciate dal precedente
Intendente Palamolla. Difatti il Direttore della
banda di Spoltore sig. Malagrida e il maestro De
Benedictis sono stati nominati in quella banda
proprio dall’Intendente Palamolla. Ora il giovane maestro teme che, tornando al suo impiego
d’Intendente, il Palamolla possa dispiacersi di
non ritrovarlo alla carica che egli stesso, in
prima persona, gli aveva affidato13. Ma i timori
del giovane maestro verranno presto scongiurati, poiché la supplica dello Sforza ha l’effetto
desiderato; tanto che, di contro, nella risposta
dell’Intendente della Provincia, è confermato
che presto il nuovo maestro De Benedictis sarà
alla guida della compagnia civitellese.
Dunque, per quasi tutto il 1838 la stagione
della banda prosegue piena di affanni, fino a
quando il 3 ottobre dello stesso anno, presso l’abitazione di D. Giuseppe Cornacchia in via del
Corso, giunge finalmente a Civitella del Tronto
il tanto sospirato maestro De Benedictis.
Alla presenza del Regio Notaio Giuseppe
De Cesaris, un’assemblea, costituita da D. Raffaele De Benedictis, Maestro di Musica; D.
Giuseppe Graziani e D. Giuseppe Cornacchia,
Direttori; D. Diomede Graziani, Cassiere; e dai
musicanti Giuseppe Di Serafino, Achille Curzi,
Gaetano Di Ubaldo, Luigi Adriani, Ubaldo di
Giuseppe, Errico Michilli, Francesco de Gragoriis, Ubaldo di Pietro, Luigi Adriani, Gaetano
Olivieri, Emidio Olivieri, Gaetano de Ioannis,
Emidio Zunica, Luigi Pizii, Antonio Ortensi,
Domenico Pazzella, Domenico Moruzzi, Severino Brugioli, Vincenzo de Angelis, Giuseppe
Zunica, Marcelliano Michilli, Girolamo Franchi, Giuseppe Lepore, Michele Michilli e Mi-
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chele Tasi, dichiara di voler che la banda già esistente riacquisti un sistema regale, onde possa
essere più stabile. Inoltre i costituiti decidono
formalmente di mantenere validi anche gli statuti precedenti, a partire da quello del Regio
Notaio Vincenzo Ortiz del 29 maggio 1827, poi
quello del 11 dicembre 1833 ed infine quello
del 2 novembre 1834, ai quali però il nuovo
contratto può anche essere in opposizione14.
Infatti, non molto dissimile appare il seguente
statuto del 1838 da quello del 1827, se si considerano aspetti relativi alle lezioni di musica, il
numero massimo di trenta di individui che può
contenere l'organico della banda e il sistema di
credito stabilito per remunerare le prestazioni e
auto-finanziare la stessa compagnia. Ma alcune
clausole apportano delle vere e proprie innovazioni, come la nomina di due direttori, prevista
dall’articolo terzo dove i suddetti costituiti
nominano direttori della compagnia musicale
Giuseppe Cornacchia e Giuseppe Graziani.
La nomina di due direttori, che costituisce un
punto di rottura rispetto alla prassi, consolidata
intorno alla direzione monocratica, deriva dal
fatto che la compagnia è finanziata da un consorzio misto nel quale sono interessate sia l’istituzione pubblica, rappresentata dal Comune, che
gli organi privati espressi dalle Confraternite
religiose del Santissimo Suffragio e Santissimo
Rosario di Civitella. La transizione in consorzio
misto, pubblico e privato, è probabilmente già
avvenuta in uno dei due statuti antecedenti alla
compilazione di quello del 1838: infatti, in una
lettera del 10 dicembre 1837 i due direttori della
banda, Giuseppe Graziani e Giuseppe Cornacchia, avanzano una richiesta di gratificazione in
un premio di 20 Ducati, per gli sforzi della compagnia, che, pur priva di maestro, avrebbe solennizzato ogni festa civile ricorsa nell’ambito del
comune di Civitella del Tronto15. Ma considerando l’ottavo articolo dell’attuale statuto, tale richiesta, di cui sopra, non avrebbe motivo di essere avanzata; poiché, diversamente dallo statuto
del 1827, la novità sta negli obblighi che la compagnia ora ha nei confronti dei suoi nuovi finanziatori, come quello, tra gli altri, dell’esibizione
gratuita in tutte le feste civili e religiose ricorrenti a Civitella.
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Con la riorganizzazione del 1838, nel dicembre dello stesso anno, il Marchese Spaccaforno, Intendente della Provincia di Teramo,
dona dei «cangiarri», sciabole militari dell’epoca, alla neo ricostituita banda di Civitella del
Tronto, onde possa con maggior fasto presenziare alle cerimonie16. E dopo un arduo lavoro di
preparazione durato tutto l’inverno tra le lezioni
individuali nella casa di abitazione del maestro
e le verifiche nella sala adibita alle prove della
banda, i musicisti più istruiti esordiscono a Villa
Ripa, frazione di Civitella del Tronto, in occasione della prima Santa Messa celebrata da D.
Domenico Quintangeli17.
Guidata quindi dal Maestro De Benedictis,
la banda di Civitella del Tronto, ben istruita e
musicalmente preparata, partecipa costantemente a tutte le occasioni celebrative, e non poche sono le richieste di comuni o deputati delle
feste che ne desiderano la partecipazione.
E nelle feste, momenti ludici che da sempre
esprimono gioia ed allegrezza, la banda trae
ispirazione per eseguire i suoi brani musicali
sulle piazze e per le vie affollate delle ospitali
cittadine della Provincia.
Nel periodo analizzato le solenni funzioni
ecclesiastiche ed ogni ricorrenza civile sono
caratterizzate da una serie di intrattenimenti che
ne esaltano il clima gioioso e stupefacente.
Considerando che l’intervanto di una o più
bande musicali sia tra le principali attrattive
della cerimonia, non da meno sono le richieste
di poter inaugurare la solenne giornata con lo
strepito di tamburi, spesso accompagnati da pifferi, che con fragorosi rulli annunciano per le
vie e per le piazze della città la giornata di
festa18. Dopo i fuochi d’artificio e l’intervento
musicale della banda, a seguito della Santa
Messa, l’attenzione si sposta sulla corsa dei
cavalli, altra immancabile attrattiva, che in questo periodo è permessa ancora all’interno dell’abitato, in seguito solo al di fuori di esso e in
alcune circostanze si giungerà perfino alla proibizione più assoluta. Inoltre, i giochi del fantoccio e del tino, il cui svolgimento a noi è poco
conosciuto come anche quello denominato
“della secchia19” o “del gallo”, che troviamo
nella festa in onore di S. Giovanni Battista il 24
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giugno 1857 a Valle Castellana20, rappresentano
altri immancabili momenti di esaltazione ludica.
Ancora , nella pubblica piazza è possibile assistere all’ innalzamento di un globo aerostatico, il
cui volo suscita sempre grande meraviglia,
come anche l’accensione di una variopinta
girandola21, intensamente coreografica. Le
danze, invece, sono accompagnate dalle allegre
melodie suonate da violini e chitarre fino a tarda
sera22, grazie all’illuminazione “serotina” che
permette il clima festoso fin dopo il tramonto,
concludendo così una lieta giornata di festa23.
Solitamente, nelle occasioni più solenni, le
bande musicali giungono anche dalle altre
Provincie dell’Abruzzo; non è un caso che per la
Processione per il Morto Redentore, organizzata a Teramo nel 1855, i confratelli della Santissima Annunziata, del S. Suffragio e del Santissimo Sacramento ottengono il permesso dall’Intendente per far suonare per l’occasione la
banda musicale di Chieti24. Di contro molti permessi concedono lo spostamento di bande musicali dal territorio teramano verso le Province del
Secondo Abruzzo Ultra e Abruzzo Citeriore.
Restando alle Bande, il 15 febbraio 1841,
una ministeriale inviata da Napoli dal Ministro
e Segretario di Stato della polizia Generale, Del
Carretto, informa l’Intendente della Provincia
dell’Abruzzo Ulteriore Primo, Marchese
Spaccaforno, che da molto tempo ormai è
«divietato a le bande musicali nelle Province di
vestir un abito militare», se non quelle che
hanno avuto il privilegio di accogliere «il nostro
adorato Sovrano» entro le mura della propria
Città, e che ora quindi godono della concessione rilasciata dallo stesso Sovrano di poterne
indossare una. Ma, ritenuto che le uniformi ormai siano malconce, ed in seguito alle differenti domande avanzate dalle diverse compagnie di
poterne indossare una, «Sua Maestà solendo esaudire tali richieste, ma in modo regolare, e
convenevole, tenendo altresì presenti i motivi
degli antecedenti divieti, ha degnato assicurare
un modello da indossarsi indistintamente da
tutte le bande musicali dei paesi».
Di tale modello è assolutamente proibito che
ne venga tradita la fedeltà, e di ciò ne sono direttamente responsabili gli Intendenti e le auto-
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rità locali, che incaricando persone di loro fiducia devono constatarne la stretta similitudine
entro il termine di sei mesi dalla comunicazione
della ministeriale, alla quale è allegata la copia
del figurino della nuova divisa25.
Nella copia del figurino è riportata una scritta a pie’ di pagina dove è espressamente riferito
che ogni compagnia deve indicare il comune di
appartenenza, mediante una scritta incisa sulla
banda di cuoio che cinge il cappello26.
In più, sempre da Napoli, il 22 aprile 1841
giunge una ministeriale la quale riporta che le
bande musicali già costituite, o che dovranno
formarsi nei diversi comuni del Regno, ricevano
un ordinamento uniforme e in armonia col decreto del 24 novembre 1827, riguardante le Guardie
Urbane, risolvendo gli inconvenienti sorti talvolta riguardo il diritto di precedenza, laddove più
bande vengano chiamate a suonare nel medesimo luogo27. Quindi il 10 maggio del 1841,
l’Intendente pubblica a stampa il regolamento
delle bande musicali, composto in 11 articoli. In
essi sono espressi l’obbligo per tutti i bandisti di
far parte della Guardia Urbana del proprio
Comune e di munirsi di patentino, del quale, per
mezzo di un numero progressivo si può risalire
alla data di costituzione della propria compagnia.
Inoltre nel regolamento si definiscono le modalità di comportamento in caso più bande si trovino
a suonare alla medesima festa: in tal caso, la
banda più anziana gode del diritto di suonare per
prima, come anche quella che appartiene al
Comune in cui viene celebrata la festa28.
Ma nonostante la pubblicazione del regolamento suddetto, a causa delle numerose diatribe
che si accendono in questo periodo tra le varie
compagnie per il diritto di precedenza goduto
dalle bande più anziane, il “Giornale dell’Intendenza della Provincia di Teramo” nel 1842 si
vede costretto a pubblicare ufficialmente le date
di nascita delle bande della provincia. Infatti,
uno dei motivi di maggior passione si evidenzia
nelle molteplici discussioni riguardanti la scelta
della città che avrebbero dovuto dare il nome
alla più antica banda d’Abruzzo. Quindi per
quasi tutto l’ ’800 le polemiche generate nell’affermazione di questo primato degenerano in
episodi spesso anche cruenti29.
21
Tornando alla banda di Civitella del Tronto,
va sottolineato che il comportamento indisciplinato di qualche bandista pone non poche difficoltà alla compagnia: il 2 maggio del 1841 il
Direttore Giuseppe Graziani scrive all’Intendente della Provincia di Teramo specificando
che «chiunque manca ai propri doveri, coll’allontanarsi dalle obbligazioni, cui volontariamente trovasi impegnato, è meritevole di punizione; e l’indifferenza nella non curanza di essa
[…], produce l’esemplificazione al male agire e
nella società corrompe l’educazione, ed i principi dell’amor proprio». In qualità di direttore
della banda filarmonica, Graziani sottolinea il
suo sacrificio nel tenere occupata la gioventù,
allontanandola dal pericoloso ozio, ed il suo
impegno per arrecare ornamento alla patria.
Ora, negli anni nei quali aveva esercitato la carica di sindaco (1831-1836), aveva dall’Intendente ottenuto il permesso di far punire i trasgressori alle obbligazioni contratte con atto pubblico, «licenziandoli dietro acri rimproveri». Ma
qualche anno dopo, privo ora di tale qualifica,
Graziani implora l’Intendente, affinché tali individui non si inclinino alla «depravazione dei
costumi». E nella sua preghiera Graziani richiede una punizione esemplare per il bandista
Antonio Ortensi, «il quale per effetto di deboscia massima nell’ebriarsi di vino manca continuamente ai suoi doveri» e ricusando «con contumeliose risposte ad uscire nella chiamata che
ha detta Compagnia Filarmonica», persuade i
suoi compagni a seguirne le orme, producendo
un disordine sommo nella compagnia. Inoltre,
con meno vigore, è chiesto anche «di mortificare l’altro Bandista Girolamo Franchi che incomincia a seguire il primo30».
Alla supplica del Direttore Graziani fa
seguito un’altra lettera, questa volta del Giudice
Regio di Civitella del Tronto, il quale, nel ricordare che «sotto diversi pretesti taluni si rifiutano di suonare nelle prove, e di portarsi nelle
feste» che la banda ha anticipatamente concordato, chiede che Antonio Ortensi «sia arrestato
per misura di polizia ordinaria, e condotto» al
cospetto dell’Intendente stesso «per una maggiore mortificazione». Inoltre il Giudice Regio
chiede l’autorizzazione di poter arrestare per un
22
giorno o due chiunque dei componenti della
banda musicale che nei recidivi atteggiamenti,
senza legittimo motivo, «ma per semplici
capricci e pretesti si rifiutassero di partecipare a
qualsiasi operazione» che riguarda la detta compagnia «e tutto al fine di veder prosperare questa Banda, che giornalmente sta progredendo31».
In risposta, l’Intendente comunica al Giudice
Regio che, poiché i componenti della banda
musicale hanno formato una «scrittura in cui si
esprimono i patti e gli obblighi, invece di stabilirsi senza necessità un sistema straordinario, le
parti interessate si rivolgano al Potere Giudiziario per far valere le loro ragioni». Inoltre precisa di «non ammettere dal principio in quel
corpo se non persone di specchiata costumatezza, e di venir secondo i casi disfacendo di quelli che col fatto si sperimentassero indegni di
rimanervi32». L’ordine di arresto del Giudice
Regio si spiegava con il rifiuto da parte di
Ortensi di partecipare, in qualità di bandista,
alla festa della Santa Croce in Bellante. La sua
diserzione, costituendo inadempimento di un
obbligo contrattuale, avrebbe rappresentato a
detta del Giudice Regio «un esempio di scandalo e nocivo alla massa della banda».
Si chiude così la vicenda Ortensi che, tenuta
in considerazione per quanto riguarda le vicende giuridiche cui sono soggetti i bandisti, non
manca di testimoniare quegli aspetti più folcloristici di cui la stessa compagnia si nutre; significativo è il caso del maestro Don Raffaele De
Benedictis che nel gennaio del 1842 non solo si
trova catturato per conto del potere giudiziario,
ma è inoltre sottoposto a procedimento penale
per la rissa commessa in Chiesa, comunicata
all’Intendente il 26 dicembre del 1841, con i
suoi subalterni Antonio e Giuseppe Olivieri,
padre e figlio. Nel resoconto della Polizia ci si
riserva di definire la condotta del sig. De
Benedictis e dei suoi subalterni e di esprimere
parere se il medesimo meriti o no di essere alla
testa della banda musicale di Civitella del
Tronto, attendendo quindi che venga pronunciato il giudizio in ordine al sacrilegio commesso33.
Della sorte del maestro Don Raffaele De
Benedictis non vi è notizia, mentre per quanto
riguarda la banda musicale, essa continua a pre-
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stare i propri servizi nelle pubbliche piazze e
nelle solenni occasioni, in un’epoca dove l’audace fervore patriottico rappresenta l’espressione più diretta del desiderio di cambiare in nome
della libertà. L’anno 1849 s’inaugura con una
serie di processi e d’interrogatori, volti a scoprire i sostenitori di quei moti liberali che nel ’48
crearono disordini ovunque, e avevano pervaso
l’intera penisola italiana34. Il 5 gennaio 1849 a
Civitella del Tronto, innanzi al Giudice Regio,
Alberico Massa, il calzolaio civitellese Giuseppe Zunica, del fu Paolo, di anni 28, rilascia la
seguente deposizione:
«essendo stata invitata la Banda di questa
città, di cui fò parte, ad uscire nel giorno trenta
maggio [1848] per solennizzare la gala in occasione del giorno nomastico di S. M. (D. G.),
così presi l’incarico di andare svegliando i miei
compagni verso le ore sei e mezzo di quel mattino. Giunto al largo di S. Francesco, mentre
incontratomi col suonatore di tamburo Achille
Curzii, vidi talune stampe affisse nei muri della
Chiesa, e delle convicine case. Spinto da curiosità il suddetto Curzii accese una lume di cera
per leggerne il contenuto. Sopraggiunse allora
Domenico Pezzella [fabbricatore], e questi da
noi premurato, come più abile, lesse un articolo
ingiuriosissimo e pieno di calunnie contro
l’Augusto Monarca dell’attuale Governo, e tra
le altre parole scritte, ricordo quelle che mi
fecero impressione maggiore, cioè di proclamarsi Ferdinando Borbone traditore d’Italia e
pieno d’ignominia, scacciarsi dal trono, macchiato di vergogna, e di sangue. Inorridito da
siffatta lettura, tolsi tutte le copie che vi erano,
[…], ed in compagnia dei mentovati Curzii,
Pezzella, Ubaldo di Pietro, ci dirigemmo verso
la Piazza. Quivi ci avvidimo di altre stampe
simili affisse vicino al corpo di guardia
Nazionale. Dimandai a Pasquale Felix come era
tanto permesso, specialmente in quel luogo, ed
egli rispose di nulla saperne, perché momenti
prima era tornato dal posto dei Cappuccini,
dove fatto aveva il suo turno di sentinella.
Proposi di lacerarsi subito tali stampe, ma
Antonio Olivieri, ed i di costui figli Giuseppe e
Gaetano che stavano di servizio per appartenere
alla forza Nazionale, si opposero sulle prime,
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sostenendo che le cennate stampe contenevano
delle cose favorevoli alla Nazione. Ciò non
ostante prevalse l’avviso dei più, e quindi furono staccate anch’esse dal muro. Delle molte
copie da me riunite, parte si lacerarono, e parte
vennero portate al Signor Colonnello di questa
Piazza, da cui ricevei i suoi elogi35».
A Giuseppe Zunica non è possibile precisare con esattezza chi, oltre ai nominati Olivieri,
era di guardia in quel 30 maggio 1848, ma nell’osservare il passaggio del «corteggio delle
Autorità per andare in chiesa», Zunica nota che
«sotto le armi erano schierati avanti al corpo di
guardia gli altri due figli del suaccennato Antonio Olivieri, a nome Ubaldo ed Antoniuccio,
di modo che fece meraviglia il vedere in una
guardia cinque individui della stessa famiglia36». Non conoscendo chi abbia potuto affiggere le stampe ingiuriose, i sospetti di Giuseppe
Zunica cadono proprio su Antonio Olivieri e
figli, per la ragione del dispiacere che provavano nel veder distruggere le dette stampe37.
Alla deposizione di Giuseppe Zunica segue
quella di Girolamo Franchi, figlio di Antonio, di
anni 28, anch’esso calzolaio e bandista. Franchi, oltre a ricordare quanto era avvenuto la
mattina del 30 maggio, aggiunge:
«È vero che nello stesso giorno trenta maggio, stando io nella bottega del sarto, dove lavora un tale Achille Curzii, venne colà D. Luigi
Sperandj, ed essendosi uscito a discorso della
lacerazione fatta delle indicate stampe, quell’attimo manifestò il suo risentimento e dispiacere
per esser tanto avvenuto, […]. Certo è che alla
manifesta dispiacenza, univa pure dei modi
piuttosto minacciosi. Per pubblica voce poi ho
perinteso che nel Convento di S. Francesco tenevasi delle riunioni sospette, presso i monaci
Sperandj e Montelli, e che ordinariamente v’intervenivano i signori Ortiz, i fratelli Sperandj,
Olivieri, D. Corradino de Pacificis, e qualche
altro che non è a mia conoscenza38».
Un’altra deposizione è quella del fabbro
Pasquale Felix, appartenente al corpo di Guardia Nazionale, che si trovava di sentinella la
notte del 29 maggio 1848:
«Due giorni prima qui vennero D. Antonio
Tripodi, Matteo Costantini, alias Sciabolone di
23
Ascoli, ed Odoardo Onorj di Colle Virtù, i quali
si trattennero anche nel Convento di S. Francesco presso i Monaci Bonaventura Sperandj, e
Giuseppe Montelli. Conosco del pari che nel
Convento stesso tenevasi ordinariamente coi
detti monaci delle riunioni di persone, tra cui
notavasi D. Ottavio, e D. Luigi Sperandj, D. Ermando Ortiz, D. Giuseppe de Angelis, ed i mentovati Olivieri. Ignoro il preciso scopo di siffatte riunioni, ma […] il Signor Comandante di
questa Real Piazza per inibirle fu necessitato di
mettere alla porta dell’indicato convento un
posto di guardia dalle ore ventiquattro fino ad
un’ora e mezza, quando la cennata porta chiudevasi, e le chiavi restavano affidate al guardiano
il quale non fidandosi poscia di soffrire siffatte
cose, credè prudenza di allontanarsi dal cennato
convento, senza che si sia più ritornato39».
Ma tornando alla deposizione di Giuseppe
Zunica:
«Conosco altresì che due giorni prima del
trenta maggio detto vennero in Civitella uniti
Antonio Tripodi di Teramo, e Odoardo Onorj di
Colle Virtù, e Matteo Costantini alias Sciabolone di Ascoli, ma sono inconsapevole dello scopo, e quali discorsi in pubblico avessero tenuto.
Intesi dire che tanto Sciabolone che Tripodi si
trovarono in Napoli nel famoso giorno quindici
maggio40».
In verità, spalleggiato dallo Sciabolone,
Tripoti giunge a Civitella il 27 maggio 1848 e,
calunniando la persona del sovrano nella pubblica piazza e tacciandolo di tirannia, racconta,
vantandosi, di aver preso parte alla difesa delle
barricate a Napoli il 15 maggio 1848 e, nel
marasma della rivolta popolare, per sfuggire ai
controlli della Polizia, il Tripoti, radendosi la
barba e camuffandosi da facchino, riesce a defilarsi avendo salva la vita41. Ma a seguito delle
sue dichiarazioni, scattano subito le misure di
polizia volte a indagare quali fossero a Civitella
i sostenitori dell’ideale tanto scomodo allo
stato.
Per la professione di fede nella libertà e nell’unità della Patria, ben ventidue patrioti civitellesi subiscono perquisizioni ed arresti. Nel
Foglio di sottoscrizione del Circolo Nazionale
del Comune di Civitella del Tronto, del 18 mar-
24
zo 1848, sequestrato dalla polizia, compaiono i
nomi di Ermando Ortiz, Corradino De Pacificis,
Giandomenico Mandati, Gaetano Filippi Pepe,
Luigi Sperandj, Emidio Ferretti, Vincenzo Iannetti, Bonaventura Sperandj, Antonio can.co
Sperandj, Giuseppe Ciranni, Ubaldo Vinciguerra, Bernardo Scesi, Ottavio Sperandj, Cintio
Cornacchia, Giuseppe De Angelis, Francesco
Mazzitti, Errico Ferretti, Giuseppe Montelli,
Giovanni Iannetti, Raffaele Errilo, Francesco
Salerni Fiorani e Vincenzo Ortiz. Non vengono
risparmiati dalla denuncia neppure i frati francescani, patrioti anch’essi, Padre Bonaventura
Sperandj e Padre Giuseppe Montelli, per aver
concesso ai patrioti un vano del Convento di S.
Francesco. Infine anche l’autore del poema “Ad
Regem Italiae”, Luigi Vinciguerra, è coinvolto
nei processi del 184942.
Questa breve parentesi patriottica che investe Civitella e con essa la banda, offre uno spaccato di vita di questi giovani artigiani. Al corrente o no che qualcosa stesse cambiando, essi
vivono in prima persona quegli avvenimenti che
in maniera irreversibile avrebbero modificato il
corso della storia d’Italia.
A distanza di un anno, la mattina del 14 settembre 1849, presso l’ufficio dell’Intendente
della Provincia di Teramo, giunge il maestro di
musica sig. Pietro Mastrangelo, il quale lamentando di non aver ricevuto la somma di 5 Ducati
per aver solennizzato la ricorrenza della festa
del protettore S. Ubaldo, in qualità di capo-banda della compagnia musicale civitellese reclama
il pagamento di detta somma al Comune di Civitella del Tronto43. Nonostante l’intervento dell’Intendente, il maestro Mastrangelo, incaricato
anche organista da maggio 1849, continua a
lamentare i mancati stipendi, corrispondenti
questa volta a 60 Ducati mensili, che l’incurante Comune di Civitella trascura di pagare al
maestro. L’Intendente, dall’alto della sua autorevole posizione, chiede che il Comune adempia i
suoi doveri, considerando però che, trattandosi
di semplice organista, siano tenute in esame
anche le ristrette risorse comunali, le quali nelle
uscite devono essere in ogni modo contenute,
per scopi di primaria importanza44. Alle lamentele del maestro Pietro Mastrangelo si aggiungo-
NOTIZIE DALLA DELFICO - 2-3/2007
no anche le suppliche della compagnia bandistica affinché venga stanziato un finanziamento
per poter rinnovare le uniformi divenute ormai
lacere45. L’Appello dei bandisti viene sistematicamente respinto46. Inoltre, proibito che si faccia
uso della vecchia divisa, i filarmonici civitellesi,
nonostante sia loro concessa una breve proroga,
sono costretti ad investire i loro miseri guadagni
per soddisfare alle necessità della banda, che nel
frattempo continua a prestare i propri servizi
nelle solenni occasioni47.
Nel 1854 una nuova rimostranza, giunta
presso l’ufficio dell’Intendente e quasi certamente legata a questioni finanziarie, viene avanzata dal maestro di banda Giuseppe Mastrangelo48. Con molta probabilità si tratta di un
parente del già ricordato Pietro Mastrangelo.
Quest’ultimo, succeduto al maestro De Benedictis, gli lascia la conduzione della compagnia
civitellese.
Tre anni dopo il reclamo del maestro Giuseppe Mastrangelo, la banda musicale di Civitella del Tronto è coinvolta in una diatriba con un
certo Giacomo De Vecchis di Ancarano, il quale
lamenta il mancato pagamento di un Corno,
acquistato al prezzo di 16 Ducati e rivenduto al
Prezzo di 12 alla Società Filarmonica di Civitella del Tronto. Nell’Esposto del De Vecchis
emerge che, nonostante siano trascorsi tre anni
NOTIZIE DALLA DELFICO - 2-3/2007
dalla consegna dello strumento musicale in questione, ogni tentativo amichevole di giungere a
conclusione dell’affare risulta vano e solo l’intervento dell’Intendente può porre fine alla contesa49.
Saldati quindi i debiti e munita di nuovo
strumentale, la banda musicale di Civitella del
Tronto riprende a partecipare alle cerimonie in
onore dei Santi e degli amatissimi sovrani,
instancabilmente e appassionatamente, fino a
quando, il 17 luglio 1859, in quella che sarà la
sua ultima apparizione, il sindaco di Colonnella
ne richiede la partecipazione alle celebrazioni in
onore di S. Antonio…fino a quando il 3 ottobre
del 1859 molte migliaia di truppe borboniche,
comparse nella Provincia e stanziate sugli
avamposti più settentrionali del regno, in attesa
della imminente resa del Regno delle Due
Sicilie alle ragioni della storia, segnano l’inesorabile fine di un epoca50.
***
A soli tre anni dall’unità d’Italia, il 2 maggio
1864, il consiglio comunale di Civitella del Tronto, stabilisce all’unanimità la riorganizzazione
della banda musicale, nominando il sig. Raffaele
De Benedictis organista del Comune «con l’obbligo di istruire i bandisti e gli allievi»51.
25
Appendice
Statuto del 1827
Innanzi di Noi Regio Notaio, e dei sottoscritti testimoni forniti delle qualità richieste
dalla legge sono personalmente comparsi: da
una parte il Signor D. Giovanni Battista Salvatori: dall’altra poi i Signori D. Filippo Cornacchia, i Fratelli germani D. Giuseppe, D.
Gaetano, D. Diomede Graziani, D. Bernardo
Scesi col consenzo, garanzia, e presenza del di
lui Padre D. Antonio Scesi, D. Francesco Ciranni pel di lui Figlio D. Benedetto, D. Domenico
Garzia, D. Giuseppe Cimiconi, D. Antonio Cimiconi pel di lui Figlio D. Luigi, D. Girolamo
Iannetti pel di lui Figlio D. Vincenzo, D. Giacomo Sebastiani col consenzo, presenza, ed assistenza del di lui Padre, D. Francesco, D. Giuseppe Scesi, D. Luigi Paci, Diadoro di Aldebrando pel di lui Figlio Achille, Barardino Talucci, Emidio Fiorentini colla garanzia di D. Ignazio Federi qui presente ed accettante, Enrigo
Michilli colla garanzia del sunnominato D. Antonio Scesi, Fedele Generilli, e Domenico Vaddoni, come pure Antonio Adriani, e Severino
Brugioli tutti e quattro colla garanzia del sudetto D. Filippo Cornacchia, Gaetano de Gregoriis,
Gaetano de Ioannis, di cui è garante l’altro costituito D. Giuseppe Graziani, Giovanni Mancini,
Gaetano di Ubaldo, Francesco Fortis garantito
pure dal ridetto Signor Federi, Clemente Paolini
col consenso e garanzia del di lui Padre Angelo
presente. Questi ultimi hanno formalmente
dichiarato di avere presa già risoluzione di creare, e comporre una Banda musicale in questa
Città di Civitella del Tronto loro comune Patria,
scegliendo perciò per Maestro l’anche costituito
D. Giovanni Battista Salvatori presente ed accettante; e tutti insieme ne hanno stabiliti e conchiusi i patti e le condizioni come segue.
(obbligo del Maestro per gli anni di servizio 1°)
Per un Anno intero da incominciare dal
primo Settembre prossimo, e terminare a tutto
Agosto del venturo Anno milleottocentoventot26
to, il nominato Signor Salvatori, qual perito
nella scienza musicale promette, e formalmente
si obbliga d’insegnarsi sulle musicali note tutti
gl’individui destinati a comporre la Banda in
parola; con ispecialità i ventisette sunnominati,
i quali per altro possono essere aumentati fino a
numero di trenta.
(orario per l’istruzione 2°)
Si obbliga ben anche lo stesso Signor
Salvatori di dar lezioni periodicamente in tutti i
dì della settimana, eccettuati i Giovedì, e le
Domeniche tutte, con istabilire l’ore della
Scuola, e promette, siccome formalmente si
obbliga di trattare indistintamente i suoi allievi
da buon Padre di Famiglia.
(assicurazione del salario del maestro 3°)
Per convenuto salario poi dovuto alle casse
di esso Signor Salvatori, i nominati Signori D.
Filippo Cornacchia, D. Giuseppe Graziani, e D.
Ignazio Federi qui presenti ed accettanti promettono e si obbligano pagare allo stesso Signor
Salvatori in ogni fine di Mese la somma di
ducati dieci, e provvederlo ancora di una decente casa di abitazione; rimanendo ad essi Signori
obbligati in diritto di rivalersi di tale spesa sulle
mensili prestazioni di tutti gl’individui di detta
Banda, che in proseguo saranno indicate.
(obbligo dei Bandisti pel pagamento d’un carlino al mese 4°)
Tutti i mentovati Soggetti componenti la
Banda suddetta, come pure i ripetuti loro garanti promettono e si obbligano nelle più solenni
forme di Legge di pagare mensilmente nelle
mani del Cassiere, che sarà appresso nominato,
la somma di carlini dodici per ciascheduni, la
quale servir deve, tanto pel salario del Maestro,
che pel pagamento dei diversi strumenti musicaNOTIZIE DALLA DELFICO - 2-3/2007
li, che vi occorreranno, non che per altre necessarie spese. In caso di inadempimento sopra si è
detto, tanto i detti individui, che i nominati
Garanti saranno tenuti a tutt’i danni ed interessi, conforme solennemente vi si obbligano; contentandosi ben anche[d’essersi astratti] col
mezzo delle competenti vie giudiziarie dal
Direttore della Banda medesima, che appresso
sarà nominato. All’effetto essi tutti si costituiscono in mora per la semplice scadenza del termine ciascun Mese senza necessità di altro atto;
ma solo in forza del presente.
(obbligo dei bandisti pel pagamento dell’abbigliamento e cauzione da darsi al fornitore 5°)
I ripetuti Signori D. Antonio Scesi, D.
Giuseppe Graziani, e D. Filippo Cornacchia, ed
anche D. Ignazio Federi Garanti rispettivamente come sopra si dichiarano formalmente garanti solidali dè loro garantiti, rinunciando perciò
fin da questo momento ad ogni beneficio di
Legge, che dettar potesse in loro favore, e specialmente rinunciano al beneficio d’ordine di
escussione, e di divisione.
(nomina dei deputati ed Impiegati 6°)
Pel buon andamento, e per una regolarità
necessaria nel rincontro, concordemente i ridetti costituiti Signori componenti la banda in
discorso hanno nominato direttore di essa l’anche costituito D. Giuseppe Graziani, da cui
incarico è stato nell’atto accettato. Cassiere
quindi il Signor D. Francesco Marcilli, qui presente, ed accettante ancora.
(subordinazione ai direttori 7°)
Ambo le sudette parti promettono e si obbligano di dipendere totalmente per tutto ciò, che
potrà riguardare la Banda sudetta dalle disposizioni del suddetto D. Giuseppe Graziani nominato direttore, e ciò per effetto della fiducia, che
le costituite parti hanno riposto nella di lui persona. Egli però in controcambio promette e
s’obbliga impegnarsi pel bene di essa Banda, e
di procurarne tutti i vantaggi possibili.
NOTIZIE DALLA DELFICO - 2-3/2007
(multa pecuniaria da pagare nelle mancanze 8°)
Lo stesso Direttore avrà la piene facoltà di
concerto col Maestro Signor Salvatori di stabilire le ore, ed il locale della Scuola, dove niun
individuo dè sunnominati può ricusarsi d’andare, ne di starci oltre la lezione, senza una causa
più che legittima, che dovrà essere formalmente
documentata; e mancando a quanto qui si è promesso, ciascuno di essi si assoggetta volontariamente ad una multa di grane cinque per ogni
mancanza. Per altro il Direttore sudetto indipendentemente avrà sempre la facoltà di concedere
permessi a tutti coloro che documenteranno
doversi assentare per giusti motivi, ed in tal caso
ed in questo modo non avrà luogo il pagamento
della penale convenuta.
(divisione degli emolumenti provenienti dalle
sortite 9°)
Quante volte la sudetta Banda sarà richiesta
suonare in qualunque modo con una mercede,
che sempre dal Direttore sudetto sarà convenuta, e non mai da chicchessia potrà essere contraddetta; in tal caso il prodotto sarà diviso in
eguali rate fra tutti gli individui, che la compongono, ad eccezione poi del Maestro Signor
Salvatori, che percepirà una doppia porzione.
Le rate spettanti ai soli individui della Banda
saranno incassate, tenute, e spese per bisogni di
essa per l’intero corso dell’Anno convenuto
come sopra. Verificandosi d’altronde, che qualunque degli individui di essa Banda si rifiutasse senza giusta causa a seguire il voto del sunnominato Direttore pel recarsi a suonare in
qualsiasi parte, da dove può detta Banda esser
richiesta, allora a titolo dè danni, ed interessi il
contravventore pagherà una multa di carlini sei
per ogni rifiuto.
(obbligo del rilascio giornaliero dei bandisti 10°)
Tutti i citati individui componenti la Banda
sudetta, come pure il di loro rispettivo garante
promettono, e si obbligano d’incominciare il
mensile pagamento di carlini dodici il giorno
trenta Giugno di questo corrente anno, e non
27
mancare per qualsivoglia causa, o pretesto, e
continuarlo anche perpetuamente allo spirare di
ciascun Mese sino al termine stabilito del trentuno Luglio del venturo Anno milleottocentoventotto.
tal caso non avrà diritto ad alcun rinfranco, e ciò
in forza pure di convenzione.
(autorità del maestro nel destino degli strumenti 11°)
Non potendosi però soffrire la spesa di tre
corni da caccia, perciò si è concordemente convenuto, che sui due, che si compreranno dovranno prendere lezione tre individui alternativamente. Il terzo rimanendo inoperoso avrà però
un diritto eguale agli altri sui vantaggi, che ne
potranno risultare.
La facoltà di destinare, distribuire gli strumenti musicali è totalmente riserbata alle cognizioni del Maestro Signor Salvatori, di concerto
col detto Direttore; niun individuo perciò può
rifiutarsi di suonare lo strumento destinatogli,
conforme tutti vi si obbligano pure formalmente.
(stabilimento del compenso da darsi a coloro
che per dette ragioni sufficienti debbono abbandonare la Banda 12°)
Stante l’indistinta prestazione mensile di
ciascuno dè detti obbligati, non vi sarà perciò
differenza di prezzo tra l’istrumento di maggiore, e quello di minor valore, ed ognuno quindi vi
avrà un diritto eguale, sebbene il possessore ne
resterà liberamente padrone per tutt’il tempo
dell’anno come sopra convenuto, come pure
tratto successivo, che potrà indi convenirsi.
(stabilimento per coloro quali per capriccio, o
perchè espulsi debbono sorbire 13°)
Or siccome la base del presente contratto è
quella appunto di vedere stabilmente istituita in
questa Città una durevole Banda musicale, così
se qualcuno degli obbligati, o per morte, o per
infermità, o per abbandono di domicilio, per qualunque fosse il caso, che ve l’obbligasse fosse
costretto a non farvi parte, avrà questi allora il
semplice diritto alla rivaluta della metà della
spesa fatta per l’acquisto della strumento, il quale
resterà in beneficio della Banda. Un tal diritto
avrà luogo però allorché colle ripetute prestazioni mensili sarà stato pienamente coperto il prezzo dell’istromento sudetto, fatte le deduzioni del
Maestro, e delle altre spese necessarie. Inoltre
poi, se qualcuno per semplice capriccio volesse
ritrattarsi dall’oggetto del presente contratto, in
28
(stabilimento del numero d’individui dovrà
comporre la grande e piccola Banda 14°)
(prescrizioni della manutenzione e conservazione degli strumenti 15°)
Ciascun individuo si obbliga della manutenzione dello strumento, che gli verrà assegnato.
Ciascun individuo si obbliga della manutenzione dello strumento, che gli verrà assegnato, ed
in maniera, che tutti gli accomodi necessari, che
potrà lo strumento meritare per l’uso ceder debbono a proprie particolari spese, ed inutilizzandosi affatto dovrà dall’untraente riacquistato. //
(prescrizioni quando si sarà espulso dalla
banda 16°)
È parimenti forza della presente convenzione, che qualunque degl’individui sunnominati
commettesse mancanza tali da esser costretto
per vizio della propria condotta a pagare le
multe come sopra replicate volte, ci aggiungesse inoltre qualche altro tratto d’ineducazione;
sarà in tal caso in facoltà del Direttore e del
Maestro espellerlo dalla Compagnia senza poter
prendere alcun rinfranco per le spese rogate,
tanto per lo strumento, che per qualunque altra
occorsa per la produzione della Banda.
(multa per la mancanza del Maestro 17°)
Il nominato Signor Salvatori nella qualità
come sopra promette, e solennemente si obbliga
di prestarsi a tutte le occorrenze della Banda
sudetta, d’istruire gl’individui, che la compongono in tutti gl’istrumenti necessari a formare
NOTIZIE DALLA DELFICO - 2-3/2007
armonia, e di non mancare finalmente per qualsivoglia causa di dare le lezioni nelle ore dè
giorni stabiliti senza motivi più giusti, che per
l’altro si circoscrivono nell’indisposizioni di
salute, e ciò sotto pena di tutt’i danni, ed interessi, che per compensarli si assoggetta
anch’Egli ad una multa di carlini sei per ogni
mancanza. Egli però potrà profittare delle chiamate, che potrà avere da qualche convicino
luogo pel disimpegno della sua professione, ma
non potrà la di lui lontananza durare più di sei
giorni nel corso di ciascun mese. Di tali assenze
se ne terrà un registro dal Direttore il più esatto,
e dettagliato, onde lo stesso Signor Salvatori in
fine dell’Anno di sopra espresso, o nei giorni di
vacanza possa con altrettante lezioni rinfrancare
quelle perdute per propria lontananza, a cui
solennemente si obbliga.
(prescrizione di quando dovrà cominciare
l’istruzione a servizio della Banda 18°)
Ambo le pari sudette hanno concordemente
stabilito improrogabile termine quello del primo
Settembre prossimo pel principio delle ripetute
lezioni; perciò dunque questo termine stesso
resta a ciascuno accordato per prepararsi
all’opera, e non potrà, perché tutti sono convenuti e concordati niuna delle parti contraenti
mancare per tal epoca agli obblighi di sopra
contratti per qualunque siasi causa sotto pena di
ducati quindici, che dovrà considerarsi ancora
in compenso dè danni, ed interessi a cui si può
andare incontro.
(obblighi dell’esattore e del cassiere 19°)
Finalmente l’anche costituito D. Francesco
Marcilli nella qualità di cassiere come sopra
promette, e si obbliga d’incassare le somme,
che dal Direttore gli saranno inviate; avendo
questi l’incarico di costringere i morosi, come
pure l’ammontare delle mensili prestazioni, ed
il risultato delle multe con qualunque altro provento, che potrà verificarsi in vantaggio della
Banda sudetta. S’obbliga in oltre egli Signor
Marcilli di tenere un registro di tutt’i contribuenti, indicante col nome e cognome di ciascu-
NOTIZIE DALLA DELFICO - 2-3/2007
no di essi, anche le somme dovute per qualunque titolo, ed il tempo ancora del maturo al
pagamento, il quale trascorso, si obbliga pure
informarne il Direttore, il quale agirà per l’incasso delle somme dovute, e non pagate. Gli
esiti saranno fatti dal Cassiere in forza d’ordinativi del Direttore esclusivamente, i quali formeranno il di lui discarico. Quindi per l’effetto di
quanto di sopra ciascuno dè costituiti particolarmente si obbliga per quella parte, che lo concerne a tutto ciò, che ci si trova espresso, e ne promette la più stretta osservanza sotto pena di tutti
i danni, spese, ed interessi, che per l’inadempimento dell’uno possono derivare dall’altro.
Di tutto ciò ne abbiamo formato il presente
atto. Fatto e pubblicato in Civitella del Tronto
Capoluogo di Circondario nel primo Distretto
della Provincia d’Abruzzo Ultra Primo, […].
Mediante lettura chiara ed intelligibile datane alle parti a testimoni tutti a Noi Notaio
cogniti nella casa di abitazione di D. Giuseppe
Graziani sita nella strada detta delle Grazie, ora
si è passato a sottoscrivere dai Signori D. Giovanni Battista Salvatori del fu Vincenzo
Maestro di Musica domiciliato nella Città di
Campli, dal D. Filippo Cornacchia del fu Alessandro, dai fratelli germani D. Giuseppe , D.
Gaetano, e D. Diomede Graziani, figli del fu
Remigio, da D. Antonio Scesi del fu Serafino,
da D. Bernardo Scesi del vivente Antonio, da D.
Francesco Ciranni del fu Benedetto, da D.
Domenico Garzia del vivente D. Raffaele, da D.
Giuseppe Cimiconi del fu Mariano, da D.
Girolamo Iannetti del fu Gregorio, dal D.
Giacomo Sebastiani del vivente D. Francesco,
da D. Francesco Sebastiani del fu Ottavio, da D.
Giuseppe Scesi del fu Serafino, da D. Luigi
Pace del fu Policarpo, tutti proprietari, domiciliati in questa Città di Civitella del Tronto; come
pure da Bernardino Talucci del fu Domenico
fornaio, da Emidio Fiorentini del fu Pietro calzolaio, da Enrico Michilli del vivente Giuseppe
calzolaio, da Fedele Tenerilli del vivente Antonio ferraio, da Antonio Adriani del vivente
Francesco calzolaio, da Severino Brugioli del fu
Giuseppe fornaio, da Gaetano de Gregoriis del
29
fu Francesco sarto, da Gaetano de Ioannes del
fu Pancrazio calzolaio, da Gaetano di Ubaldo
del fu Emidio calzolaio, da Francesco Fortis del
fu Filippo calzolaio, da Clemente Paolini del
vivente Angelo falegname, da D. Ignazio Federi
del vivente Pancrazio proprietario, dal D.
Francesco Marcilli del fu Odoardo proprietario,
dai testimoni Signori Camillo Fantaconi del
vivente Luigi usciere di questo Giudicato Regio
da Andrea Giordani del fu Pasquale sarto, domi-
ciliati tutti quanti in questa stessa Città di
Civitella del Tronto, e da Noi Notaio non già
però dagli altri costituiti Diadoro di Altobrando
bettoliere, e da Domenico Vaddoni di Padre
incerto calzolaio, domiciliati pure essi in questa
stessa Città.
Registrato in Civitella il tre ottobre 1827.
libro primo Vol: 6. Fol: 98. v°: cas:a 5°: per
grana 20. // 91 Ricevitore Giuseppe Graziani.
Statuto del 1838
Regno della Due Sicilie
Oggi, che abbiamo il di tre del mese di
Ottobre, anno milleottocentotrentotto, Regnando Ferdinando II° per la grazia di Dio, Re del
Regno delle Due Sicilie.
Innanzi di Noi Regio Notaio Giuseppe de
Cesaris del vivente Serafino, residente in Civitella del Tronto, e dè Testimoni sotto scritti,
sono comparsi.
D. Raffaele de Benedictis, da una parte. E
dell’altra D. Giuseppe Cornacchia, nella qualifica, che andrà in seguito a spiegarsi, il quale si
obbliga per Giuseppe di Serafino, e per Achille
Curzi, Gaetano di Ubaldo tanto per se; che per
Luigi Adriani, ed Ubaldo di Giuseppe, Errico
Michilli, Gaetano de Gregoriis pel di lui figlio
Francesco, la vedova Carmela Lori pel di lei
figlio Ubaldo di Pietro, Antonio Adriani pel di
lui figlio Gaetano, ed Emidio, Gaetano de
Ioannis, Massimo Zunica pel di lui Figlio
Emidio, e per Luigi [Pizii], Antonio Ortenzi,
Domenico [Pazzella], Domenico [Moruzzi], Severino Bragioli, Vincenzo dè Angelis per se, e
per Giuseppe Zunica, [Marcelliano] Michilli,
Antonio Franchi pel di lui figlio Girolamo, Antonio Lepore pel di lui figlio Giuseppe, Giuseppe Michilli pel di lui figlio Michele Michilli,
Pasquale Tasi pel di lui figlio Michele.
che la Banda Musicale già esistente riacquisti
un sistema regale, onde possa sempreppiù figurare, ed essere in modo più stabile, hanno formalmente risoluto di rimettersi agl’istromenti
formati all’uopo del Notaro Don Vincenzo Ortiz
di questa Città il dì Ventinove Maggio Milleottocentoventisette il primo, e debitamente registrato in questo ufficio il dì trentuno detto mese,
ed anno, al numero progressivo centotrentadue,
l’altro il di Undici Dicembre Milleottocentotrentatre, anche quivi registrato il dì sedici detto,
al numero progressivo cinquecentotrentanove; e
l’ultimo finalmente il dì Due Novembre Milleottocentotrentaquattro, egualmente registrato
in questo sudetto Ufficio tre detto mese, ed
anno, al numero progressivo quattrocentoventuno, ai quali abbiasi piena relazione, meno in ciò,
che è nel presente stato convenuto, che possa
essere in opposizione ai tre di sopra citati.
Primo.
Tutte le sudette Parti sonosi convenute, che
la durata del presente contratto debba avere il
periodo di anni quattro, da incominciare dal
primo Novembre corrente anno, e terminare a
tutto il di trentuno Ottobre milleottocentoquarantadue da intendersi continuato da anno in
anno quando da una delle dette Parti non si
enunci formalmente di volersi terminare il
Contratto medesimo due mesi prima dello spirare di esso.
Esse Parti hanno dichiarato, che volendo,
30
NOTIZIE DALLA DELFICO - 2-3/2007
Secondo.
Quarto.
Essendosi eletto per Maestro della detta
Banda Musicale il nominato Don Raffaele de
Benedictis, questi si obbliga per detti anni quattro d’insegnare la musica a tutti gl’Individui di
sopra descritti, con dar loro le lezioni corrispondenti a norma di progressi di ciascuno di essi in
ogni giorno, eccetto qui di Giovedì, e Domenica,
e di altri giorni festivi di doppio precetto; nonché
di far loro imparare due o tre sonate nuove ogni
mese, delle quali sonate, come anche per le
lezioni di ciascuno strumento deve servirne le
parti dell’enunciata musica; obbligandosi dippiù
il detto Maestro d’istruire, oltre i nominati,
anche altre altri che possano far parte della detta
compagnia musicale fino al numero di trenta.
Al sunnominato Maestro gli verrà costituito
come gli si costituisce con quest’Atto ducati
cinque mensili, che percipirà dal Comune di
questo luogo, previo mandato del signor Sindaco; ducati venti annui in tre rate dalle Confraternite del Santissimo Suffragio, e Santissimo
Rosario di questo stesso luogo per mezzo di loro
rispettivi Cassieri; ed infine grani dodici e
mezzo mensili da ciascuno degli individui
apprendisti, questa quanto nell’Artico precedente si è enunciato; beninteso però essersi rimasto
convenuto, che quante le volte l’enunciato
Maestro Signor De Benedictis non potesse
essere pagato dal Comune del detto saldo mensile, nonché di quello dovuto dalle nominate
Confraternite, gli rimane il diritto di rescindere
il presente contratto, potendosene liberamente
andare dopo due mesi, in cui gli venisse contrastato detto pagamento, non potendosi addurre a
di lui carico, che per la paga fatta, la quale gli si
potesse fare dagli apprendisti, fosse obbligato a
rimanervi, mentre verificandosi questo caso né
gli apprendisti sudetti, né i Direttori medesimi
possono obbligarlo a rimanervi oltre i detti due
mesi, pei quali oltre a ciò i Direttori summenzionati si obbligano tenerlo indenne del proprio
con una multa non più di ducati venti, obbligandosi del pari di fargli pagare mensilmente dagli
enunciati apprendisti, e loro garanti, i grani
dodici e mezzo mensili ai quali sono tenuti.
Terzo.
Pel buon andamento, e regolarità necessaria
nel rincontro i sudetti Costituiti anno concordemente nominati Direttori di detta Banda
Musicale i Signori di sopra enunciati Don
Giuseppe Cornacchia, e Don Giuseppe Graziani, e Cassiere della stessa Don Diomede
Graziani e quali tale incarico hanno accettato.
Sarà cura dei primi di ben regolare gli affari
tutti, che riguardano detta Musica, di sorvegliare il Maestro, onde si occupi con diligenza nel
fare apprendere la principale musica a tutti gli
allievi, d’imporre a questi di non mancare a
conferirsi nelle ore loro stabilite per dette lezioni in Casa del Maestro, di stabilire la mercede
nelle uscite con coloro che richiederanno detta
Musica ed infine di far battere la Cassa nelle
occorrenze, in cui tutti debbono riunirsi sotto
pena di grani dieci a danno di chi sarà manchevole. Sarà incarico pel Cassiere ritirare il denaro delle uscite, e quantunque altra somma potrà
appartenere alla detta Compagnia Musicale,
introitare le somministrazioni mensili, che in
grani dodici e mezzo per ciascuno debbonsi corrispondere dai sunnominati Allievi, riferire ai
Direttori stessi [quali] tra essi che al finale del
mese non adempiranno a tale obbligo, ed infine
pagare delle somme dietro mandati, che i detti
Direttori gli rilasceranno.
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Quinto.
Il Maestro poi per corrispondere in egual
modo alle vantaggiose condizioni in di lui favore di sopra espresse, si obbliga sottostare alle
condizioni esposte nel Capitolo Secondo del
presente Atto, sulle quali però abbenchè in ogni
giorno di qui descritto esso intende dar lezione,
pure per l’esteso numero degli Apprendisti
resta stabilito di dover dare lezioni a ciascuno di
essi per tre giorni nella settimana, il cui onorario verrà da lui medesimo stabilito, e di non
mancare né a questa, né altre condizioni a di lui
carico per qualunque sia principio, meno per
quello di salute.
31
Sesto.
Gli obblighi degli apprendisti ai quali essi si
rimettono pienamente, sono qui di non mancare
d’intervenire alle lezioni perciò di che da darsi
loro giusto l’orario da stabilirsi, sotto pena di
grani cinque per ogni mancanza, e moltomeno di
non mancare alle prove generali, che saranno stabilite subitocchè la Banda sarà a portata di poter
eseguire delle sonate, e che dal Maestro coll’inerenza dei Direttori verranno fissate in due giorni
della settimana, sotto pena di grani dieci per ciascuna mancanza dietro l’ordine dè Direttori che
faranno al Cassiere per tale esigenza; di fatto
porsi ancora alle prescrizioni dè detti Signori
Direttori […], e che riguarda il bene andamento della Banda Musicale, sotto pena di essere
espulsi come immeritevoli di far parte di essa,
massime nell’ubbidirli allorché saranno richiesti
a dovere uscire per le chiamate, che potranno
esservi, mentre per mancanza di simil fatto non
solo si obbligano, al pagamento di grani cinquanta per ogni volta, ma benanche al risarcimento
dei danni, che potranno derivarne; di sottomettersi alle prescrizioni egualmente dell’enunciato
Signor Maestro tanto nel ricevere le lezioni che
nelle prove generali, ed uscite, nelle quali principalmente dovranno essere esemplari nella condotta, e non dar motivo chicchessia di dispiacersi della loro condotta, sotto una pena da infliggersi loro dai Direttori dietro relazione del Maestro;
di pagare esattamente il loro mensile di grani
dodici e mezzo nelle mani dell’enunciato
Maestro, dico Cassiere, da incominciare da quello del prossimo Novembre e così continuare in
ogni mese fino alla durata di sopra prefissa, considerato essi di esservi obbligati per mezzo del
Conciliatore quanto a ciò mancassero; di non
potersi ritirare dal presente contratto, per qualsisiasi motivo, meno quello di salute ben provata,
sotto la pena di ducati dieci; di riconoscere il
debito contratto da detti Direttori per occorrenza
della Banda nella somma di ducati cento, uno
cogl’interessi maturati, e da maturarsi a favore di
Don Massimo Dè Angelis, nonché altro debito da
contrarsi di altri ducati novanta per l’acquisto di
nuovi Strumenti, pel riatto di quelli esistenti, e
per tutt’altro potrà occorrere di cui si terrà un det-
32
tagliato conto, obbligandosi di scomputare detti
debiti col rilascio del terzo nella loro rata sulle
uscite che si eseguiranno, finchè non saranno
estinti, mentre dopo tale estinzione il rilascio sarà
di un solo terzo da impiegarsi pei bisogni della
Banda medesima, e precisamente pel vestiario.
Quando però detti debiti non potessero estinguersi, e la Banda Musicale per [qualsiasi] circostanza andasse a sciogliersi, si obbligano detti
apprendisti, e garanti far rimanere gli strumenti
tutti a disposizione dei signori Direttori in garanzia dè debiti enunciati senzachè niuno possa
opporsi consegnar loro per tale oggetto il proprio
strumento; più si obbligano tenerli indenni, ed
illesi per qualunque pagamento possono essere
assoggettati in forza del presente Atto.
Settimo.
Nelle uscite il Maestro percepirà due parti
sull’intero numero dè componenti la Banda
Musicale. Quindi del restante della somma si
toglierà un terzo che verrà fatto incassare dal
Cassiere, il quale ne terrà un conto particolare,
che darà in ogni Anno. Di ciò che rimarrà sarà
divisi a parti eguali tra tutti qui che hanno fatto
parte dell’uscita. Niuno avrà diritto alla cavalcatura, menoché il Maestro, quel quale si ripeterà
dai Deputati della Festa, insieme con quelli pel
trasporto dell’equipaggio, ed oggetti della
Banda medesima.
Ottavo.
Tanto il Maestro che tutti i detti apprendisti si
obbligano di sonare con niuno emolumento in
tutte le feste del Governo, che ricorrano in questo
capoluogo, purché non si trovassero già usciti per
impegni contratti; nelle feste delle nominate
Confraternite, ed infine in quella del Protettore S.
Ubaldo, che ricorre nel dì sedici Maggio, per la
mercede della quale in ducati dieci si investe il
ritratto col pagamento del pigione della casa, che
gratuita si da al Maestro stesso.
Nono.
Siccome il Maestro ha già ricevuto la
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somma di ducati venti di anticipazione, ed altri
venti andrà a riceverne al primo Novembre corrente Anno, in cui qui verrà a stabilirsi in esenzione del presente contratto, così l’enunciata
somma di ducati quaranta gli verrà difalcata
in un terzo su ciascuna mesata, finchè non avrà
pienamente scomputata. Il detto Maestro stante
tutto ciò, promette, e si obbliga sotto qualunque
pretesto, o valore, di non mancare a qualunque
obbligazione da esso contratta, ed espressata
nel presente Atto, e molto meno di qui trovarsi pel dì trentuno andante mese, sotto la penale
di ducati cento, nonché a quella del di lui arresto personale.
Di tuttociò ne abbiamo formato il presente
atto, fatto, e pubblicato in Civitella del Tronto,
Comune del Primo Distretto della Provincia di
Abruzzo Ultra primo, mediante lettura chiara,
ed intelligibile datane alle parti, e testimoni,
tutti a noi Notaio Cogniti nella casa di abitazione di Don Giuseppe Cornacchia, sita in questa
città nella strada del Corso, ov’è stato sotto
scritto dai Costituiti don Raffaele dè Benedictis,
Maestro di Musica domiciliato a Spoltore, Don
Giuseppe Cornacchia del vivente Francesco,
Don Giuseppe, e Don Diomede Graziani del fu
Remigio, Errico Michilli del vivente Giuseppe,
Antonio Adriani del vivente Francesco, Gaetano
de Ioannis, del fu Pancrazio, Antonio Franchi
del fu Girolamo, Giuseppe Michilli del fu Michelangelo Calzolai, Antonio Ortensi del vivente [Loreto], Domenico [Pazzella] del vivente
Giuseppe Fabbricatori, Severino Brugioli del fu
Giuseppe Fornaio, Gaetano dè Gragoriis del fu
Francesco [Pastaiolo], Antonio Olivieri del fu
Emidio Barbiere, Marcelliano Michilli del
vivente Francesco Falegname domiciliati tutti in
Civitella del Tronto; dai testimoni Don Antonio
Cimiconi del fu Mariano, Don Ernesto Ortiz
del vivente Vincenzo proprietari ambi domiciliati in Civitella sudetta, e da Noi Notaio, non
dai Costituiti Carmela Lori del fu Domenico
Filatrice, Massimo Zunica del fu [Emidio] Falegname, Domenico Moruzzi del fu Giovanni,
Vincenzo de Angelis del fu [Sinplicio], Antonio
Lepore del vivente Giuseppe, Sarti, e Pasquale
Tasi, del fu Michele Vaticale domiciliati tutti in
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Civitella predetta, per non saper scrivere come
hanno dichiarato.
Raffaele Benedictis. Giuseppe Cornacchia.
Giuseppe Graziani. Gaetano di Ubaldo. Errico
Michilli. Antonio Adriani. Gaetano de Ioannis.
Antonio Franchi. Giuseppe Michilli. Antonio
Ortenzi. Domenico [Gazzella]. Severino Bragioli. Gaetano de Gregoriis. Antonio Olivieri.
Marcelliano Michilli.
Antonio Cimiconi Testimonio presente, e
conosco le parti
Ermando Ortiz testimone presente, e conosco le parti
Notai Giuseppe de [Cesaris] del vivente
Serafino, residente in Civitella del Tronto
***
Ringrazio: Prof. Marco Capra; Dott. Andrea del
Castello; Dott. Emanuele Galiffa; Avv. Gaetano
Ronchi; Dott. Italia Calabrese; Maestro Leo
Zunica; Giuliano Di Donato; Bruno Martelli.
NOTE
1
C. GAMBACORTA, Storia di Civitella del Tronto, S. Atto
/ Teramo, Edizioni Grafiche Italiane, 1992, vol. 2, p. 86.
2
Teramo, Archivio di Stato, fondo Polizia Borbonica, busta
294, fasc. 1,Ufficio del 31 maggio 1841.
3
Ivi, busta 294, fasc. 1, Statuto del 29 maggio 1827.
4
Ivi, busta 294, fasc. 1, Ufficio del 31 maggio 1841, pp. 1-3.
5
Ivi, busta 294, fasc. 1, Ufficio del 31 maggio 1841, p. 3.
6
MARCO CAPRA, Società Filarmoniche nell’800: Tipologia e Repertorio, in Accademie e Società Filarmoniche.
Organizzazione, cultura e attività dei filarmonici nell’Italia
dell’Ottocento, Atti del Convegno di Studi nel Bicentenario
di Fondazione della Società Filarmonica di Trento, Trento
1-3 Dicembre 1995, a cura di Antonio Carlini, 1998
(Quaderni dell’Archivio delle Società Filarmoniche
Italiane, 1), p. 73.
7
C. GAMBACORTA, Storia di Civitella del Tronto, cit., pp.
71-75.
8
Anonimo, Visita di Ferdinando II a Civitella del Tronto,
olio su tela, collezione famiglia Franchi, Ascoli Piceno.
9
C. GAMBACORTA, Storia di Civitella del Tronto, cit.,
vol. 2, pp. 84-87.
10
Teramo, Archivio di Stato, fondo Polizia Borbonica, busta
294, fasc. 1, lettera del 29 settembre 1834.
11
Ivi, busta 294, fasc. 1, lettera del 30 settembre 1834.
12
Ivi, busta 422, fasc. 3, petizione del 21 agosto 1837.
13
Ivi, busta 547, fasc. 5, lettera del 12 ottobre 1837, pp. 1-4.
14
Ivi, busta 294, fasc. 1, statuto del 1838, p. 1.
15
Ivi, busta 547, fasc. 5, lettera del 10 dicembre 1837.
16
Civitella del Tronto, Archivio Comunale, banda musicale,
33
busta 92, categoria IX, classe 4, fasc. 1, lettera del 31
dicembre 1838.
17
Teramo, Archivio di Stato, fondo Polizia Borbonica, busta
294, fasc. 1, lettera del 24 marzo 1838.
18
Ivi, busta 480, fasc. 9, petizione del 27 giugno 1840.
19
Ivi, busta 506, fasc. 3, petizione del 6 settembre 1851.
20
Ivi, busta 632, fasc. 3, petizione del 22 giugno 1857.
21
Ivi, busta 281, fasc. 10, petizione del 2 maggio 1853.
22
Ivi, busta 96, fasc. 8, petizione del 2 giugno 1853.
23
Ivi, busta 686, fasc. 3, petizione dell’8 agosto 1851.
24
Ivi, busta 641, fasc. 5, lettera del 1855.
25
Ivi, busta 294, fasc. 1, ministeriale del 15 febbraio 1841.
26
Ivi, busta 294, fasc. 1, copia del figurino allegata alla
ministeriale del 15 febbraio 1841.
27
Ivi, busta 294, fasc. 1, ministeriale del 22 aprile 1841.
28
Ivi, busta 294, fasc. 1, regolamento a stampa per le bande
musicali del Regno delle Due Sicilie, Teramo 10 maggio
1841, pp. 1-3.
29
FRANCO FARIAS – FRANCESCO SANVITALE, le
Bande Musicali in Abruzzo (1783 – 1984), Roma, Ediz.
Ismez, 1984, p. 32.
30
Teramo, Archivio di Stato, fondo Polizia Borbonica, busta
294, fasc. 1, lettera del direttore Giuseppe Graziani, 2 maggio 1841.
31
Ivi, busta 294, fasc. 1, lettera del Giudice Regio, 2 maggio
1841.
32
Ivi, busta 294, fasc. 1, lettera del 7 maggio 1841.
33
Ivi, busta 294, fasc. 1, lettera del 26 [gennaio] 1842.
34
Civitella del Tronto, Archivio Privato Avv. Gaetano Ronchi, Incartamento che riguarda discorsi in luoghi pubblici
tendenti a spargere il mal contento contro il Governo ed eccitare i sudditi del Regno ad armarsi contro l’Autorità
Reale, 1849, riproduzione per contatto, fonti tratte dall’Archivio di Stato Teramo, pp. 1-67.
34
35
Ivi, fonti tratte dall’Archivio di Stato Teramo, frammento,
pp. 34-36.
36
Ivi, fonti tratte dall’Archivio di Stato Teramo, pp. 36-37.
37
Ivi, fonti tratte dall’Archivio di Stato Teramo, p. 37.
38
Ivi, fonti tratte dall’Archivio di Stato Teramo, frammento,
pp. 32-33.
39
Ivi, fonti tratte dall’Archivio di Stato Teramo, frammento,
pp. 30-31.
40
Ivi, fonti tratte dall’Archivio di Stato Teramo, frammento,
pp. 37-38.
41
Ivi, fonti tratte dall’Archivio di Stato Teramo, p. 2.
42
C. GAMBACORTA, Storia di Civitella del Tronto, cit.,
pp. 99-100.
43
Civitella del Tronto, Archivio Comunale, banda musicale,
busta 92, categoria IX, classe 4, fasc. 1, lettera del 14 settembre 1849.
44
Ivi, busta 92, categoria IX, classe 4, fasc. 1, lettera del 12
novembre 1849.
45
Ivi, busta 92, categoria IX, classe 4, fasc. 1, lettera del 14
settembre 1849.
46
Ivi, busta 92, categoria IX, classe 4, fasc. 1, lettera del 21
settembre 1849.
47
Teramo, Archivio di Stato, fondo Polizia Borbonica, busta
294, fasc. 1, lettera del 18 aprile 1851.
48
Ivi, busta 547, fasc. 5, lettera del 6 ottobre 1854.
49
Ivi, busta 632, fasc. 1, lettera del 12 agosto 1857.
50
C. GAMBACORTA, Storia di Civitella del Tronto, cit., p.
159.
51
Teramo, Archivio di Stato, fondo Prefettura Teramo,
inventario II 7, serie II, Civitella del Tronto, busta 1, fasc. 3,
delibera comunale sulla riorganizzazione della banda musicale del 2 maggio 1864.
52
Civitella del Tronto, archivio privato del sig. Giuliano Di
Donato.
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