Indagine campionaria su conoscenze e pratiche di sicurezza
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Indagine campionaria su conoscenze e pratiche di sicurezza
Indagine campionaria su conoscenze e pratiche di sicurezza alimentare tra gli operatori delle microimprese dei settori alimentari lattiero-caseario e delle carni trasformate in Piemonte. 1 Hanno collaborato alla stesura del presente documento: Paola Barzanti I.Z.S. Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta Davide Enrico Borsista ASL TO 4 Paola Gherardi Borsista ASL TO 5 Luca Nicolandi ASL TO 4 Maria Cristina Osella Borsista ASL TO 4 Giuseppe Ru I.Z.S. Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta 2 Indice Introduzione Materiali e metodi Risultati Filiera lattiero casearia Informazioni descrittive sulla microimpresa lattiero-casearia Impatto, benefici e problemi nell'applicazione del piano di autocontrollo L'applicazione in azienda delle procedure prerequisito Modalità di conduzione e bersagli dei piani di analisi Percezione dei rischi e contromisure identificate Filiera carni Informazioni descrittive sulla microimpresa lattiero-casearia Impatto, benefici e problemi nell'applicazione del piano di autocontrollo L'applicazione in azienda delle procedure prerequisito Modalità di conduzione e bersagli dei piani di analisi Percezione dei rischi e contromisure identificate Conclusioni Riferimenti legislativi Linee guida consultate Bibliografia Appendice 1 Questionario filiera latte Appendice 2 Questionario filiera carne 4 6 8 8 8 8 11 12 13 15 15 15 18 19 20 22 25 25 26 29 42 3 Introduzione Nell'ambito delle premesse e nel corso della valutazione attuativa dei Regolamenti per la sicurezza alimentare, l'Unione europea ha fatto ripetutamente riferimento alle maggiori difficoltà di applicazione nel contesto delle attività di piccola dimensione. In Italia le imprese alimentari definibili come medie e piccole (Reg. 800/08/CE) rappresentano una parte importante dell'industria alimentare e il loro contributo è sia economico-produttivo sia sociale, con riflessi importanti in tema di conservazione ambientale, di valorizzazione locale e di preservazione delle tradizioni alimentari. In questo ambito, storicamente sovrarappresentato in Italia rispetto alla maggior parte dei Paesi dell'Unione, le difficoltà di adeguamento alla nuova legislazione alimentare discendono dalla mancata economia di scala, dalla difficoltà ad accedere alle informazioni e alla formazione, dal costo proporzionalmente più alto del controllo di piccole forniture e processi limitati. Inoltre, a latere della identificazione e definizione delle produzioni tipiche e locali, assai ricche in Italia, si sente la necessità di approfondire le conoscenze sulle caratteristiche degli alimenti e sulle dinamiche microbiologiche, che variano secondo le zone produttive e le tecnologie utilizzate, apparendo assai meno standardizzate e standardizzabili rispetto alle grandi produzioni industriali. Favorire lo sviluppo di un metodo adeguato e condiviso perché le piccole produzioni abbiano con facilità la garanzia di situarsi sugli standard generali di risultato della sicurezza alimentare è quindi un obiettivo qualificante, con carattere di priorità per concorrere a tutelare la salute del consumatore e a salvaguardare la continuità del comparto e del suo contributo al patrimonio locale. Nella Regione Piemonte il Manuale delle procedure e delle istruzioni operative (allegato al Piano Regionale Integrato 2009-2010 dei Controlli di Sicurezza Alimentare - DGR 106-10424 del 22/12/2008), aveva già recepito i fondamenti di questo processo, secondo le indicazioni generali contenute nelle “Linee guida sull’applicazione delle procedure basate sui principi dell’HACCP e sulla semplificazione di attuazione in talune imprese alimentari” (pubblicate dalla DG SANCO il 16 novembre 2005), identificando le tipologie di attività interessate da questa semplificazione. Alla luce di queste considerazioni é stato avviato un progetto regionale, assegnato con determinazione n. 491 del 2/9/09 dal Settore Prevenzione Veterinaria ai Servizi Veterinari delle ASL TO4, TO5 e CN1 che hanno al riguardo usufruito di uno specifico finanziamento. Il progetto ha lo scopo di caratterizzare e definire linee guida semplificate per l'avvio, la conduzione e la gestione delle piccole produzioni alimentari a base di latte e a base di carne, delineando anche schemi di controllo ufficiale specificatamente adattati a quel contesto. Poiché le linee guida FAO/WHO (2001) per l’applicazione dell’HACCP nelle piccole imprese del settore alimentare individuano come corretta strategia la raccolta di informazioni tramite questionari strutturati e statisticamente validati, il progetto ha previsto uno studio preliminare di valutazione campionaria delle microimprese piemontesi dei settori della trasformazione del latte e della carne, volto a identificare gli eventuali spazi di applicazione semplificata dell’autocontrollo. E' stata quindi condotta un'indagine campionaria con l'obiettivo di ottenere informazioni direttamente sui produttori presenti nel territorio regionale; in questo modo sarebbe stato possibile identificare le peculiarità locali e valutare se le indicazioni di semplificazione reperibili nella letteratura scientifica fossero immediatamente applicabili. D'altra parte l'identificazione di criticità 4 specifiche locali avrebbe invece consentito di orientare le pratiche e di modulare il sistema di controllo in maniera appropriata e quindi con maggiori possibilità di efficacia. In particolare si è inteso descrivere il grado di reale diffusione dei piani di autocontrollo, l'impegno richiesto e percepito (in termini di risorse umane ed economiche) da parte delle microimprese per la loro applicazione dei piani, la consapevolezza dei pericoli e la percezione dei rischi, ed infine la diffusione di pratiche non efficaci o superflue. I risultati qui presentati sono serviti per la predisposizione di linee guida regionali che meglio si adattino al contesto piemontese, per ciascuna delle filiere considerate. 5 Materiali e metodi Indagine campionaria L'indagine è stata svolta tramite interviste a produttori della filiera produttiva lattiero-casearia e di quella delle carni trasformate, selezionati attraverso un piano di campionamento dedicato. Le interviste, condotte da tre veterinari borsisti appositamente addestrati, sono state svolte durante la visita ai produttori ai quali veniva somministrato un questionario. Sono stati prodotti due differenti questionari, specifici per ciascuna filiera (qui allegati in appendice) e contenenti prevalentemente domande chiuse. L'intervista aveva una durata media di circa un'ora. Il questionario è stato realizzato sulla base delle informazioni ottenute con ricerche bibliografiche e grazie all'esperienza di campo dei veterinari partecipanti a un tavolo interdisciplinare. Nel questionario erano presenti le seguenti sezioni: (1) dati anagrafici e tipologia del microproduttore; (2) tipologia di prodotti e di azienda; (3) descrizione delle modalità di applicazione dell'HACCP e valutazioni sui costi e sull'efficacia che di esso danno i produttori; (4) percezione dei rischi di filiera; (5) procedure prerequisito o di controllo delocalizzate (selezione delle materie prime, pulizia e disinfezione, igiene e formazione del personale, controlli microbiologici, chimici e delle temperature). Prima di procedere alla campagna di interviste, che si è protratta lungo la stagione estiva dell'anno 2010, i questionari sono stati testati attraverso la conduzione di interviste pilota su 6 produttori e conseguente revisione del testo. Descrizione del piano di campionamento Sulla base dei dati a disposizione della Regione Piemonte (base dati elettronica VETALIMENTI) sono state identificate come popolazione bersaglio dell'indagine tutte le aziende “riconosciute” presenti sul territorio regionale e che potevano essere definite “microimprese” sulla base dei criteri previsti dalla definizione fornita dal Regolamento (CE) 800/2008 ovvero in base al numero di persone occupate e al fatturato: meno di 10 persone e un fatturato e/o un totale di bilancio annui non superiori a 2 milioni di euro. Per l'estrazione sono stati utilizzati i seguenti codici, rispettivamente per le filiere latte e carne: D 1002: trasformazione latte e prodotti a base di latte A 0210: laboratorio produzione prodotti a base di latte/Caseificio annesso ad azienda agricola A 0209: laboratorio produzione prodotti a base di latte/Caseificio artigianale D 0202: sezionamento ungulati domestici D 0302: sezionamento pollame e lagomorfi D 0601: carni macinate D 0602: preparazioni di carne D 0701: prodotti a base di carne Nell'insieme l'estrazione dalla base dati (riferita all'anno 2009), eseguita utilizzando i criteri sopra indicati, ha consentito di individuare nella nostra Regione 345 microimprese operanti nella filiera latte (delle 618 riconosciute complessivamente) e 233 nella filiera carne (delle 353 riconosciute complessivamente). 6 Il piano di campionamento è stato realizzato calcolando numerosità campionarie tali che i risultati ottenuti per ciascuna filiera fossero soggetti alla stessa quota prestabilita di errore statistico: le numerosità campionarie calcolate a priori avrebbero dovuto garantire che, con un livello di confidenza del 95%, l'errore massimo delle stime percentuali di ciascuna risposta del questionario venisse mantenuto per ciascuna filiera in un range compreso tra il 4.5% e il 10.5% (rispettivamente corrispondenti a proporzioni attese nelle risposte comprese tra il 5 e il 50%). Dal calcolo condotto utilizzando il programma WinEpiscope sono state ottenute le seguenti numerosità campionarie: 70 interviste da condurre nel caso della filiera latte e 66 interviste da condurre nella filiera carne. Per avere la garanzia di ottenere effettivamente il numero prefissato di interviste, le numerosità campionarie sono state ulteriormente innalzate, assumendo che il tasso di partecipazione tra i produttori contattati per la conduzione delle interviste raggiungesse solo l'80%. Sulla base delle numerosità finali, utilizzando gli elenchi delle aziende riconosciute si è proceduto all'estrazione casuale senza rimpiazzo e stratificata per provincia e alla produzione dei due elenchi di aziende da sottoporre ad intervista. Alla fine dell'indagine complessivamente sono state completate 78 interviste tra i microproduttori della filiera latte e 57 tra quelli della filiera carne. I dati raccolti nei questionari sono stati informatizzati nell'autunno 2010 (su fogli di calcolo appositamente predisposti in modo da ridurre gli errori in fase di inserimento dei dati) e l'elaborazione statistica è stata condotta nell'inverno 2011 utilizzando il software Stata 10. Per ciascuna filiera è stata eseguita in prima battuta un'analisi sull'insieme complessivo delle aziende coinvolte nelle interviste, successivamente identificando al suo interno due sottogruppi di aziende, in base al numero di addetti impiegati, da sottoporre a confronto. Per l'individuazione dei sottoinsiemi di aziende è stata utilizzata una soglia pari a fino a 3 addetti per la filiera latte (59 aziende, ovvero il 75.6% con 3 o meno addetti contro 19 aziende con più di 3) e a fino a 4 addetti per quella carne (31 aziende, 54.4% con 4 o meno addetti contro 26 aziende con più di 4). Struttura della base dati Aziende filiera lattiero-casearia Popolazione bersaglio (fonte: Vetalimenti, Regione Piemonte) Campione analizzato (nr interviste realizzate) Di cui: da 1 a 3 addetti da 4 a 10 addetti Aziende filiera carni trasformate Popolazione bersaglio 345 78 59 (75,6%) 19 (24,4%) (fonte: Vetalimenti, Regione Piemonte) Campione analizzato (nr interviste realizzate) Di cui: da 1 a 4 addetti da 5 a 10 addetti 233 57 31 (54,4%) 26 (45,6%) Le soglie sono state definite sulla base dell'esperienza dei colleghi operanti sul territorio, che sottolineavano la particolare specificità delle imprese di minori dimensioni. I gruppi sono serviti a verificare, utilizzando il test del chi quadro, la presenza di eventuali differenze significative. 7 Risultati. Filiera lattiero-casearia. Informazioni descrittive sulla microimpresa lattiero-casearia. Secondo il risultato dell’indagine effettuata la maggioranza delle microimprese piemontesi della filiera latte è a conduzione famigliare (97%, che diventa il 100% se i dipendenti sono al massimo 3), con un numero medio di 2.9 dipendenti (in particolare il 91% ha meno di 5 dipendenti e il 76% meno di 3), produce prevalentemente prodotti stagionati (86%) e a base di latte crudo (76%) utilizzando o materie prime proprie (65%) o acquistate a livello locale (90%) e vendendoli soprattutto direttamente (77%) e sul territorio provinciale o regionale (81%). Le tipologie di formaggi più rappresentate sono gli stagionati oltre 60 giorni (67%), seguiti da semistagionati, definiti come stagionati per 10-60 giorni (55%), presamici freschi (43%), erborinati (17%) e freschi lattici (15%). Fra gli altri prodotti a base di latte troviamo ricotta (23%), burro (21%) latte fresco pastorizzato (12%) e yogurt (8%). Più di un quarto delle aziende (28%) prepara prodotti con spezie utilizzando soprattutto peperoncino (17%) e pepe (14%). Come ci si attende per le aziende particolarmente piccole (“micro”), le percentuali di produzione si confermano e diventano più estreme all'interno del sottogruppo di aziende con 3 o meno dipendenti rispetto alle aziende complessivamente considerate (più alte percentuali di utilizzo di materie prime di produzione propria e di formaggi a base di latte crudo, invece minori produzioni di ricotta, latte pastorizzato o crudo da vendere come tale, formaggi con spezie o vegetali). La maggioranza (74%) dei proprietari è anche responsabile dello stabilimento ma solo nel 59% dei casi dichiara di avere completa responsabilità sui requisiti igienici nello stabilimento (è tanto più responsabile quanto più l'impresa è piccola). L’età media dei titolari è di 45.6 anni e, mentre il 62% ha conseguito soltanto la licenza media, il 34% ha un diploma di istruzione superiore (solo nel 4% dei casi specifico per il settore agroalimentare), e il 4% ha un diploma di laurea. Il gruppo delle aziende più piccole è caratterizzato da proprietari più anziani e meno scolarizzati. Poco meno della metà (45%) dei titolari fa questo lavoro da meno di 20 anni ma solo il 35% dal 1997, data di entrata in vigore della prima normativa nazionale che dava indicazioni specifiche per gli stabilimenti produttori della filiera lattiero casearia (DPR 54/97). In generale si tratta soprattutto di aziende a conduzione famigliare, con pochi dipendenti coinvolti nella preparazione diretta degli alimenti: nel 99% dei casi sono coinvolti meno di 5 dipendenti e nel 92% meno di 3. Pochissime aziende (10%) utilizzano personale temporaneo. Poco più della metà (52%) degli stabilimenti è di recente costruzione (cioè risale a dopo il 01/01/2000). Solo il 21% (14% nelle imprese più piccole) ha effettuato ristrutturazioni recenti (successive al 1997) e mai negli stabilimenti costruiti dopo il 01/01/2000. Le sostituzioni di attrezzature recenti riguardano circa un quarto delle aziende (23%) mentre non sono quasi mai state applicate modifiche significative al ciclo produttivo (6%). Impatto, benefici e problemi nell'applicazione del piano di autocontrollo La maggioranza degli intervistati (60%) è a conoscenza del sistema di categorizzazione del rischio utilizzato in Regione Piemonte e considera la propria attività a basso rischio (87%). La maggioranza dichiara di sapere cos’è un piano di autocontrollo (96%), cosa sono le buone pratiche igieniche (91%), di utilizzare il piano (93%) . Esiste ancora una quota relativamente rilevante di 8 microimprese che non utilizza appieno il piano di autocontrollo (Fig. 1) e tra le aziende più piccole tale quota sale ulteriormente (21%). Il 90% degli intervistati è stato aiutato per la predisposizione del piano da un consulente esterno. Si tratta prevalentemente di personale del laboratorio analisi nel 30% dei casi, di agronomi per il 27%, di personale tecnico delle associazioni di categoria per il 31% e di altri professionisti (veterinario, biologo, commercialista) nel rimanente 12% dei casi. La predisposizione del piano di autocontrollo ha richiesto nell’86% dei casi meno di un mese (n. medio settimane necessarie = 3.5) e le attività di registrazione, secondo gli intervistati non necessitano quotidianamente di molto tempo: nel 45% dei casi 10 minuti o meno, nell’83% 30 minuti o meno (n. medio minuti/die necessari = 23). Alla domanda “Come considera il tempo impiegato per quest’attività?” più della metà degli addetti lo considera comunque eccessivo (Fig. 2). Fig. 1. Il suo piano di autocontrollo è completamente applicato? Fig. 2. Il tempo speso al giorno per il Piano di Autocontrollo é... 2% 15% NO 46% 52% SI 85% eccessivo adeguato insufficiente L'applicazione del piano di autocontrollo non sembra aver modificato in maniera rilevante le attività che possono influenzare la sicurezza degli alimenti; le tre attività maggiormente modificate, anche se solo in una piccola parte dei produttori, sono: la formazione (modificata nel 23% dei casi, ma solo nel 7% delle imprese più piccole), le pratiche di stoccaggio (14% e 6% nelle più piccole) e l'igiene del personale (13% ma solo 2% nelle più piccole). In generale il 78% dei produttori di minori dimensioni ha dichiarato di non aver modificato alcuna attività a seguito dell'applicazione del piano di autocontrollo. Solo un terzo (che si riduce al 24% nel caso delle imprese più piccole) dei rispondenti ritiene che con il piano di autocontrollo si garantisca meglio la sicurezza alimentare (Fig. 3) mentre la maggioranza giudica il piano di autocontrollo utile per le ispezioni ufficiali, per la gestione della documentazione, e per garantire la conformità alla normativa. Soltanto la metà degli intervistati ritiene il piano di autocontrollo in grado di fornire maggiori garanzie al consumatore (45% per i produttori più piccoli) e di aumentare il livello di fiducia sui propri alimenti da parte del produttore (solo 35% per i più piccoli). 9 Fig. 3. Benefici. Il piano di autocontrollo è utile per: 0 valori %, possibili risposte multiple 20 40 60 80 100 93 89 76 prepararsi a ispezioni ufficiali la gestione della documentazione garantire la conformità alla normativa fornire maggiori garanzie al consumatore 52 42 aumentare la fiducia del produttore nei propri prodotti garantire meglio la sicurezza alimentare 35 Le principali difficoltà incontrate per la predisposizione e la gestione del piano di autocontrollo sono state: la scarsa conoscenza della normativa, la mancanza di tempo e la scarsa disponibilità economica (Fig.4). Fig. 4. Le principali difficoltà ad applicare il piano di autocontrollo sono: valori %, possibili risposte multiple 0 20 40 60 55 80 100 60 la scarsa conoscenza della normativa 60 la mancanza di tempo la scarsa disponibilità economica Nel 53% dei casi la difficoltà per la predisposizione del piano è identificata nella incapacità di interpretare i requisiti previsti dalla normativa mentre in generale viene scarsamente lamentata (20%) la mancanza d’informazione fornita da parte degli enti di controllo. Il fattore economico rappresenta uno degli ostacoli all'applicazione dei piani di autocontrollo come chiaramente emerge dalle figure 5 e 6. In generale i produttori con al massimo 3 dipendenti spendono cifre assolute significativamente più basse, anche se non è chiaro quanto esse incidano sul fatturato. 10 Fig. 5. costi annui (euro) per l'applicazione del piano Fig. 6. costi di analisi (euro) sostenuti nel 2009 da 5000 in su da 1000 in su oltre 1000 - meno di 5000 fino a 250 4% 16% 16% 32% 23% oltre 500 - meno di 1000 57% 20% fino a 500 oltre 500 - meno di 1000 32% oltre 250 - meno di 500 Incluso il personale, quanto spende annualmente per il piano di autocontrollo? Quanto ha speso nel 2009 per le analisi del suo piano di autocontrollo? L'applicazione in azienda delle procedure prerequisito. Oltre i 2/3 delle aziende effettuano controlli sulla materia prima latte, anche se in maniera difforme perché privilegiano la carica batterica totale (CBT) sull'indice citologico (IC). Non sempre (50% nel caso della CBT e 39% nel caso dell'IC) i controlli vengono effettuati con le frequenze previste dalla normativa vigente (Sezione IX, Allegato II, Regolamento 853/04/CE). Le percentuali di controllo per i rischi chimici sono le seguenti: il 18% (e solo il 12% nelle aziende più piccole) esegue controlli relativi agli inibenti con una frequenza prevalentemente quindicinale o semestrale/annuale, e il 22% (14% tra i più piccoli) controlli relativi alle aflatossine, con una frequenza prevalentemente semestrale/annuale. Oltre a latte, caglio e sale le altre materie prime utilizzate nel processo produttivo sono spezie (28%), fermenti lattici (18%) e cagliata (8%). Per tutte queste materie prime i produttori dichiarano di essere in grado di stabilire i lotti utilizzati in produzione. Nella maggioranza (96%) dei piani di autocontrollo è presente la procedura di pulizia e disinfezione cui, non essendo ritenuta esagerata rispetto alla realtà produttiva (97%), corrisponde un buon livello di applicazione sulle strutture. Tuttavia il 13% considera questa procedura inutile e il 4% di difficile applicazione. La maggioranza dichiara di sottoporre almeno quotidianamente a pulizia e a disinfezione sia le strutture (in entrambi i casi 89%) che le attrezzature (rispettivamente 99% per la pulizia e 89% per la disinfezione) e di avere un elevato livello di conoscenza di come si utilizzino detergenti e disinfettanti (91%). Sia per le attività di pulizia (90%) che per quelle di disinfezione (92%) nella stragrande maggioranza dei casi vengono utilizzati da uno a tre prodotti, sebbene la metà degli intervistati dichiari di utilizzare un solo prodotto. Il tema dell'igiene del personale è stato affrontato nell'intervista valutando mansioni e gestione dell'abbigliamento. Spesso (55-58%) il personale che opera nelle microimprese del settore lattiero caseario interviene in tutte le fasi di produzione, dalla mungitura alla trasformazione, dalla commercializzazione alla vendita al pubblico. Questo richiede sicuramente una maggior attenzione per le tipologie di abbigliamento utilizzate (abbigliamento dedicato all’attività che si sta eseguendo). Nella maggioranza dei casi (97%) l’abbigliamento utilizzato in produzione viene lavato a casa ma solo nel 40% con frequenza giornaliera. 11 La formazione viene percepita più come un obbligo di legge che come un momento di crescita dell’azienda. La metà degli intervistati la ritiene importante per assicurare l’igiene degli alimenti che produce ma il 15% la ritiene inutile all'interno del piano di autocontrollo. Comunque a fronte del contributo dei consulenti, delle associazioni di categoria e delle riviste di settore, la formazione è considerata la principale fonte di informazione. Il 66% delle persone addette alla manipolazione degli alimenti ha ricevuto formazione igienico-sanitaria negli ultimi 5 anni mentre il 17% (che diventa 22% nelle piccole) non ha mai partecipato ad un corso di formazione. Il 37% degli intervistati dichiara di partecipare ad un evento formativo almeno ogni due anni (mentre la percentuale è pari a 24 nelle aziende più piccole). Chi ha partecipato ad eventi formativi li ritiene non solo utili (66% che scende al 56% nelle aziende più piccole) ma anche importanti (70%, che è 61% nelle più piccole) per lo svolgimento della propria attività. Il 21% degli intervistati dichiara di fare prodotti a latte pastorizzato (solo il 12% delle aziende più piccole) utilizzando una temperatura fra i 62°C e i 78°C. I parametri tempo/temperatura della pastorizzazione sono registrati manualmente su apposita scheda (54%) o mediante un registratore automatico (40%) che il 75% degli intervistati dichiara di sottoporre a taratura almeno una volta all’anno (il 19% dichiara però di non averlo mai sottoposto a taratura). Il 37% (ma solo il 23% nel sottogruppo delle piccole aziende) degli intervistati dichiara di stoccare i propri prodotti (o parte di essi) in cella frigorifera. La maggioranza controlla periodicamente (89%) la temperatura della cella mediante registrazione manuale su apposita scheda (85%) o registratore automatico e soltanto il 58% dichiara di sottoporre il termometro della cella a taratura almeno una volta all’anno (il 31% dichiara però di non averlo mai tarato). Modalità di conduzione e bersagli dei piani di analisi Soltanto l’85% delle aziende dichiarano di avere un piano di campionamenti sebbene sia previsto dalla normativa, mentre il 99% delle aziende che fanno eseguire analisi in regime di autocontrollo utilizzano laboratori accreditati. I campioni vengono prelevati da personale competente, cioè da personale del laboratorio analisi, solo nel 58% dei casi mentre nel 23% dei casi il prelievo viene effettuato da personale stesso dell’azienda e nel 15% dei casi da un tecnico dell’associazione di categoria. La frequenza di campionamento è almeno semestrale nel 65% dei casi (53% nelle aziende più piccole). Negli ultimi 3 anni (Fig.7) sono state effettuate ricerche in autocontrollo soprattutto in ambito microbiologico (L. monocytogenes, E. coli, enterotossina, S. aureus), anche se con una scarsa attenzione a patogeni emergenti come B. cereus e Campylobacter. 12 Fig. 7. Le analisi eseguite almeno una volta negli ultimi 3 anni: 0 valori %, possibili risposte multiple 40 60 20 80 100 95 78 71 56 7 Listeria monocytogenes E. coli enterotossina stafilococcica S. aureus Bacillus cereus Campylobacter 2 21 11 diossine coloranti Le ricerche per rischio chimico effettuate negli ultimi 3 anni sono quantitativamente di gran lunga inferiori (17% e solo 8% nelle aziende più piccole) a quelle per rischio microbiologico e riguardano diossina (21%, solo 12.5% in quelle più piccole) e coloranti. In particolare si evidenzia come il 56% degli intervistati che dichiara di pastorizzare il latte per la trasformazione non effettui poi alcun controllo sull’efficacia della pastorizzazione stessa mediante la ricerca della fosfatasi. Percezione dei rischi e contromisure identificate I dati sulla percezione del rischio microbiologico nella filiera latte evidenziano come vengono orientate le attività di campionamento sopra descritte. Infatti mentre buona parte degli intervistati ha ben chiara la pericolosità di Salmonella, Listeria monocytogenes, enterotossina staffilococcica e Clostridium botulinum, per altri microrganismi patogeni come Campylobacter la consapevolezza dei rischi è ancora poco diffusa (Fig.8 ). In particolare, il 44% dei produttori considera pericolosa la carica batterica totale che per i prodotti lattiero caseari, in realtà, non è un indicatore di scarsa igiene, vista la normale e opportuna presenza di batteri lattici, evidenziando, anche in questo caso, la necessità di indicazioni precise e un bisogno di formazione in merito. La percezione del rischio chimico è pressoché sovrapponibile a quella del rischio microbiologico, mentre è sempre superiore alla percezione del rischio relativa agli agenti fisici (pezzi di metallo, plastica o vetro). Le risposte alle due domande generali sull’igiene degli alimenti [“Cosa fa per assicurare l’igiene degli alimenti che produce?” e “Quanto sono importanti queste attività per la sicurezza della sua produzione?”] evidenziano (Fig. 9) una buona disponibilità all’applicazione dei piani di pulizia e al controllo delle temperature delle celle frigorifere (disponibilità inferiore nelle aziende più piccole, 66%), una disponibilità inferiore alla registrazione delle temperature (44% in quelle più piccole) e alla formazione del personale per indurlo a lavorare in modo igienico (42% in quelle più piccole), confermando i dati rilevati nelle domande specifiche. 13 Fig. 9. Cosa fa per assicurare l'igiene degli alimenti che produce? valori %, possibili risposte multiple 0 20 40 60 80 100 79 applicazione dei piani di pulizia controllo della temperatura delle celle frigorigere 74 registrazione delle temperature 56 51 formazione del personale Per la sicurezza alimentare delle proprie produzioni viene data molta importanza (Fig. 10) alla materia prima latte, all’igiene del personale, al controllo degli animali infestanti e alle temperature di refrigerazione utilizzate nello stoccaggio dei prodotti. Generalmente i produttori giudicano tutte le procedure prerequisito utili per la propria attività (87%) e di facile applicazione (94%). Fig.10. 8. Nei propri prodotti giudica pericolosi per laprodotti? salute: Fig. Cosa è importante per lamolto sicurezza dei suoi % 0 0 valori %, possibili risposte multiple 20 40 60 80 20 40 60 80 100 69 61 59 56 100 14 99 65 64 64 50 96 78 77 73 93 100 Salmonella Listeria monocytogenes il rifornimento delle materie prime enterotossina stafilococcica Clostridium botulinum Campylobacter l'igiene del personale contaminanti ambientali fitofarmaci residui/inibenti micotossinedi refrigerazione le temperature pezzi di vetro pezzi di metallo pezzi di plastica la lotta agli animali infestanti Le procedure ritenute invece maggiormente inutili sono: la manutenzione delle strutture (25%), la gestione della potabilità delle acque (21%), la gestione dei sottoprodotti (17%) e la formazione del personale (15%). Infine le procedure ritenute più difficoltose da applicare sono risultate essere la gestione delle temperature (15%), la rintracciabilità (13%) e la formazione del personale (11%). 14 Filiera delle carni trasformate Informazioni descrittive sulla microimpresa delle carni trasformate. La microimpresa piemontese della filiera delle carni trasformate produce sia prodotti freschi (56%) sia stagionati (61%). Le tipologie di prodotti più rappresentate sono salsiccia e insaccati stagionati (in entrambi i casi: 61% dei rispondenti), insaccati freschi (56%), carni salate stagionate (53%), insaccati cotti (44%) carni salate cotte (35%), hamburger e spiedini (30%), prodotti di gastronomia e paste alimentari (18%) e conserve di carne (7%) (queste ultime non sono prodotte nelle aziende più piccole). Rispetto al settore lattiero-caseario la microimpresa delle carni trasformate, sia per l'approvvigionamento delle materie prime sia per la distribuzione dei propri prodotti, si caratterizza per una maggior apertura verso l'esterno. Vengono utilizzate prevalentemente materie prime acquistate al di fuori della propria azienda (93%) anche se soprattutto di origine locale (57%). Oltre alle carni, nel processo produttivo sono utilizzate spezie (68%), nitriti e nitrati (67%) e starter microbici (20%). La commercializzazione dei prodotti per le aziende considerate è prevalentemente diretta (68%) e rivolta al territorio provinciale o regionale (68%). Nel dettaglio, mentre le imprese più piccole hanno un bacino commerciale prevalentemente locale (nell'87% dei casi la vendita avviene in ambito provinciale e regionale) quelle con più di 4 dipendenti vendono molto in ambito extraregionale (42% della loro produzione) e anche verso l'Unione europea o i paesi terzi (12%). La stragrande maggioranza delle microimprese piemontesi della filiera carne è a conduzione famigliare (84%), con un numero medio di 5 dipendenti: in particolare l'89% ha fino a 9 dipendenti e il 75% fino a 6. Pochissime aziende (5%) utilizzano personale temporaneo e quelle che vi ricorrono hanno più di 4 dipendenti. I tre quarti (74%) dei titolari fanno questo lavoro almeno dal 1980. La maggioranza (66%) di essi è anche responsabile dello stabilimento e nel 72 % dei casi il titolare dichiara di avere completa responsabilità sui requisiti igienici nello stabilimento. La metà dei rispondenti (51%) ha conseguito solo la licenza media mentre il 37% ha un diploma di istruzione superiore, conseguito nel 13% dei casi nel settore agroalimentare, e l'11% un diploma di laurea. I microimprenditori operano in stabilimenti che solo in un quarto dei casi (25%) sono stati costruiti dopo l'anno 2000 ma che hanno subito via via (62%) ristrutturazioni. Le sostituzioni di attrezzature recenti riguardano i due terzi delle aziende (66%) e nella metà dei casi (46%) sono state applicate modifiche significative al ciclo produttivo. Impatto, benefici e problemi nell'applicazione del piano di autocontrollo La maggioranza degli intervistati (82%) è a conoscenza del sistema di categorizzazione del rischio utilizzato in Regione Piemonte e considera la propria attività a basso rischio (77%). La maggioranza dichiara di sapere cos’è un piano di autocontrollo (98%), cosa sono le buone pratiche igieniche (89%), di utilizzare il piano (84%) e (Fig. 11) di utilizzarlo in maniera completa (in questo caso però si arriva solo al 77%). 15 Fig. 11. Il suo piano di autocontrollo è completamente applicato? Fig. 12. Il tempo speso al giorno per il Piano di Autocontrollo é... 23% NO 36% 64% SI 77% eccessivo adeguato Il 98% degli intervistati è stato aiutato per la predisposizione del piano da un consulente esterno (si tratta prevalentemente di personale del laboratorio analisi, 47%, di veterinari liberi professionisti, 25%, o di biologi, 21%). La predisposizione del piano di autocontrollo ha richiesto nell’88% dei casi meno di due mesi (n. medio settimane necessarie = 5.7) e, nonostante l'opinione negativa dei rispondenti (Fig. 12), le attività di registrazione non sembrano richiedere quotidianamente molto tempo: alla domanda specifica il 25% dei rispondenti dichiara di dedicarvi 20 minuti o meno, il 58% al massimo 30 minuti, il 91% al massimo 60 minuti (numero medio minuti/die necessari = 45). Il 40% delle aziende non ha modificato in qualche modo le proprie attività a seguito dell'applicazione del piano di autocontrollo (il 54% delle imprese piccolissime ha modificato alcune attività contro il 25% per le imprese più grandi) ed in ordine di importanza si ha: l'igiene delle lavorazioni (18%), la formazione (16%), l’organizzazione delle fasi produttive (16%), le pratiche di stoccaggio (16%) e l'igiene del personale (11%). Inoltre, il 9% dichiara che a seguito dell'applicazione del piano ha modificato l'attività di verifica dei fornitori ma con una differenza significativa tra imprese piccolissime e più grandi perché in realtà solo queste ultime (nel 19% dei casi) hanno modificato i propri comportamenti. Infine, per quanto riguarda l'effetto dell'applicazione del piano sulle operazioni di raffreddamento/congelamento, esiste una differenza al limite della significatività (Pr=0.049) tra imprese piccolissime e più grandi: il 7% dei rispondenti complessivamente considerati ha modificato tali attività a seguito dell'applicazione del piano, ma si tratta esclusivamente delle imprese più piccole (14% della loro totalità), mentre nessuna di quelle più grandi vi ha apportato modifiche. Relativamente ai benefici derivanti dal piano di autocontrollo (Fig 13), circa la metà (45%) dei rispondenti ritiene che con il piano di autocontrollo si garantisca meglio la sicurezza alimentare mentre la stragrande maggioranza giudica il piano di autocontrollo utile per prepararsi alle ispezioni ufficiali, per garantire la conformità alla normativa e per la gestione della documentazione. Oltre i due terzi degli intervistati ritengono il piano di autocontrollo in grado di fornire maggiori garanzie 16 al consumatore mentre più della metà lo ritiene in grado di aumentare il proprio livello di fiducia sugli alimenti prodotti. Fig. 13. Benefici. Il piano di autocontrollo è utile per: valori %, possibili risposte multiple 0 20 40 60 80 100 89 87 prepararsi a ispezioni ufficiali garantire la conformità alla normativa 84 la gestione della documentazione fornire maggiori garanzie al consumatore 71 61 aumentare la fiducia del produttore nei propri prodotti garantire meglio la sicurezza alimentare 45 Le principali difficoltà (Fig. 14) incontrate per la predisposizione e la gestione del piano di autocontrollo sono state (in maniera più marcata rispetto alla filiera latte): la mancanza di tempo e la scarsa conoscenza della normativa che sottolinea un bisogno di formazione in merito. Spesso un ostacolo alla predisposizione del piano è identificato nella difficoltà di interpretazione dei requisiti previsti dalla normativa mentre in generale viene scarsamente lamentata (29%) la mancanza d’informazione da parte degli enti di controllo. Fig. 14. Le principali difficoltà ad applicare il piano di autocontrollo sono: 0 20 valori %, possibili risposte multiple 40 60 80 77 67 65 62 100 la mancanza di tempo la scarsa conoscenza della normativa l'interpretazione dei requisiti la scarsa disponibilità economica Infine l'aspetto economico rappresenta una difficoltà importante (lo è nel 62% dei casi). Quasi l'80% degli intervistati dichiara di spendere oltre 1000€/anno per applicare il piano di autocontrollo (Fig. 15) e la maggioranza (57%) ha speso nel 2009 più di 1000€ per i costi dei campionamenti previsti per il piano di analisi (Fig. 16). 17 Fig. 15. costi annui (euro) per l'applicazione del piano Fig. 16. costi di analisi (euro) sostenuti nel 2009 meno di 250 da 250 - meno di 500 fino a 500 da 5000 in su da 500 - meno di 1000 4% 22% 2%13% 19% 57% da 1000 in su 28% da 500 - meno di 1000 56% da 1000 - meno di 5000 Incluso il personale, quanto spende annualmente per il piano di autocontrollo? Quanto ha speso nel 2009 per le analisi del suo piano di autocontrollo? Si rilevano differenze molto significative tra imprese piccolissime e più grandi, rispettivamente concentrate nelle fasce estreme di spesa: nessuna delle imprese di dimensioni maggiori per l'applicazione del piano spende meno di 1000€/anno, contro il 41% delle piccolissime; inoltre il 44% delle microimprese più grandi spende in media oltre 5000€/anno (3% delle piccolissime). Ha speso mediamente oltre 1000€ nel 2009 per i campionamenti il 38% delle imprese più piccole e l'80% di quelle più grandi. L'applicazione in azienda delle procedure prerequisito. Per quanto riguarda le materie prime utilizzate nella produzione, le garanzie di qualità della filiera carne si basano soprattutto sulle attestazioni che le accompagnano (75%), sulla conoscenza diretta del fornitore (52%) e secondariamente su controlli analitici (38% complessivo, che nello specifico delle imprese sotto i 4 dipendenti è del 23%, contro il 54% - più del doppio - delle imprese più grandi). Generalmente i produttori sono in grado di stabilire i lotti di produzione delle materie prime utilizzate fatto salvo per le spezie, per le quali il 10% dei rispondenti dichiara di non potervi risalire. Tutte le aziende nel loro piano di autocontrollo presentano la procedura di pulizia e disinfezione: queste attività raramente (7%) vengono considerate un'incombenza esagerata rispetto alla propria realtà produttiva e quindi ne consegue un buon livello di applicazione sulle strutture. Tuttavia il 23 % dei rispondenti considera inutile tale procedura e l'11% la ritiene di difficile applicazione. La maggioranza dichiara di sottoporre almeno quotidianamente a pulizia e disinfezione sia le strutture (87% per pulizia e per disinfezione 75%) sia le attrezzature (100% - 75%) e di avere un elevato livello di conoscenza di come si utilizzano detergenti (95%) e disinfettanti (91%). Sia per le attività di pulizia (96%) che per quelle di disinfezione (96%) nella stragrande maggioranza dei casi vengono utilizzati fino a tre prodotti anche se più della metà degli intervistati dichiara di utilizzare un solo prodotto (59%). Ciò è vero particolarmente per le microimprese più piccole, in cui la percentuale sale al 70% (contro il 46% di quelle più grandi). Una differenza molto significativa tra imprese piccolissime e imprese più grandi riguarda la frequenza del lavaggio dell'abbigliamento utilizzato in produzione. Il 40% del totale degli 18 intervistati dichiara di lavare l'abbigliamento almeno più volte al dì, percentuale che sale al 58% se si considerano le imprese più piccole, contro il 19% di quelle più grandi. La stragrande maggioranza degli intervistati (89%) dichiara di occuparsi della formazione del proprio personale in funzione di garantire l’igiene degli alimenti che produce, anche se il 23% la ritiene inutile all'interno del piano di autocontrollo. Solo poco meno di un quarto delle aziende (23%) utilizza i corsi di formazione come principale fonte di informazione, mentre nei due terzi dei casi (65%) le informazioni sono ottenute prevalentemente attraverso il contributo dei consulenti esterni. L'88% delle persone addette alla manipolazione degli alimenti ha ricevuto formazione igienico-sanitaria negli ultimi 5 anni e il 62% di esse partecipa ad un evento formativo almeno ogni due anni. Chi ha partecipato ad eventi formativi li ritiene non solo utili (65%) ma anche importanti (70%) per lo svolgimento della propria attività. Per quanto riguarda la verifica delle temperature, il 51% degli intervistati dichiara di produrre alimenti cotti ad una temperatura compresa fra i 68°C e i 120°C e, nell'89% dei casi, di utilizzare una specifica procedura (tale procedura è utilizzata nel 100% delle imprese più grandi e solo nel 76% di quelle più piccole). La temperatura di cottura viene registrata manualmente su apposita scheda (64%) o mediante un registratore automatico (30%). Per quanto riguarda il controllo periodico delle temperature di pastorizzazione e cottura, si registra una differenza al limite della significatività (Pr=0.056) tra imprese piccolissime e imprese più grandi: laddove pastorizzazione o cottura sono applicate nella lavorazione, oltre la metà degli intervistati (57%) esegue il controllo e ciò avviene maggiormente (73%) nelle imprese più grandi (contro il 43% di quelle più piccole); inoltre, il 7% delle imprese più piccole non esegue mai il controllo. Tutti gli intervistati dichiarano di stoccare i propri prodotti (o parte di essi) in cella frigorifera e di controllare periodicamente la temperatura della cella mediante registrazione manuale su apposita scheda (75%) o registratore automatico (21%) e soltanto il 59% dichiara di sottoporre il termometro della cella a taratura almeno una volta all’anno (il 27% dichiara però di non averlo mai tarato). Modalità di conduzione e bersagli dei piani di analisi Tutte le aziende dichiarano di avere un piano di campionamenti e analisi e di utilizzare laboratori accreditati per le analisi effettuate in regime di autocontrollo. Nella maggioranza dei casi i campioni vengono prelevati da personale competente, cioè da personale del laboratorio analisi (89%), e con Fig. 17. Le analisi eseguite almeno una volta negli ultimi 3 anni: 0 20 valori %, possibili risposte multiple 40 60 80 100 97 salmonella 97 Listeria monocytogenes 81 42 39 11 S. aureus enterotossina stafilococcica Bacillus cereus 5 Campylobacter 28 2 E. coli nitriti/nitrati diossine 19 frequenza almeno semestrale (96%). Negli ultimi 3 anni (Fig. 17) gli intervistati dichiarano di aver effettuato ricerche in autocontrollo soprattutto in ambito microbiologico: Salmonella, L. monocytogenes, E. coli, S. aureus, enterotossina, sottostimando i rischi relativi al B. cereus e a Campylobacter. Invece i campioni per rischio chimico effettuati negli ultimi 3 anni sono ridotti e riguardano esclusivamente nitriti/nitrati. Percezione dei rischi e contromisure identificate I dati sulla percezione del rischio (Fig. 18) microbiologico nella filiera trasformazione carni evidenziano, in parte, una identificazione errata dei rischi principali che si riflette nei piani di campionamento descritti in precedenza. Infatti, mentre buona parte degli intervistati ha ben chiara la pericolosità di Salmonella, Listeria monocytogenes e Clostridium botulinum, per altri rischi microbiologici come Campylobacter e soprattutto enterotossina stafilococcica la pericolosità è fortemente sottovalutata. La percezione del rischio chimico è di gran lunga inferiore a quella del rischio microbiologico e a quello legato agli agenti fisici (pezzi di metallo, plastica o vetro). Fig. 18. Nei propri prodotti giudica molto pericolosi per la salute: 0 20 valori %, possibili risposte multiple 40 60 71 59 57 36 5 31 26 24 17 53 53 53 80 100 Salmonella Listeria monocytogenes Clostridium botulinum enterotossina stafilococcica Campylobacter contaminanti ambientali fitofarmaci residui/inibenti micotossine pezzi di vetro pezzi di metallo pezzi di plastica In generale emerge una netta convinzione nei produttori dell'utilità delle procedure prerequisito per la propria attività (78%) e della loro facile applicazione (92%). Le risposte alle due domande generali sull’igiene degli alimenti [“Cosa fa per assicurare l’igiene degli alimenti che produce?” e “Quanto sono importanti queste attività per la sicurezza della sua produzione?”] evidenziano (Fig. 19) una ottima predisposizione all’applicazione dei piani di pulizia, al controllo delle temperature delle celle frigorifere e alla registrazione delle temperature mentre sono un po' inferiori gli sforzi atti a garantire la formazione del personale sull'igiene delle lavorazioni. 20 Fig. 19. Cosa fa per assicurare l'igiene degli alimenti che produce? 0 valori %, possibili risposte multiple 20 40 60 80 100 100 applicazione dei piani di pulizia 100 controllo della temperatura delle celle frigorigere 100 registrazione delle temperature 89 formazione del personale Per la sicurezza alimentare delle proprie produzioni viene data molta importanza (Fig. 20) al rifornimento delle materie prime, alle temperature di refrigerazione e di stoccaggio dei prodotti, all’igiene del personale, al controllo degli infestanti e alla separazione delle lavorazioni. Quindi i produttori della filiera carni trasformate considerano essenziali le buone pratiche igieniche. Fig. 20. Cosa è importante per la sicurezza dei suoi prodotti? valori %, possibili risposte multiple 0 20 40 60 80 100 98 il rifornimento delle materie prime 98 le temperature di refrigerazione 96 95 87 l'igiene del personale la lotta agli animali infestanti separazione delle lavorazioni Infine per capire quali siano le procedure a cui si dà meno credito, è stata sondata anche l'opinione rispetto al grado di inutilità delle procedure. Le procedure “più inutili” sono risultate: manutenzione delle strutture (55%), gestione dei sottoprodotti (37%), gestione delle temperature (23%) e formazione del personale (23%). Le procedure invece ritenute più difficoltose da applicare sono rintracciabilità (29%) e piano di campionamenti (16%). 21 Conclusioni L’indagine conferma come le microimprese dei settori lattiero- caseario e delle carni trasformate del Piemonte presentino caratteristiche peculiari che rendono necessaria un’identificazione più precisa e puntuale della categoria “microimpresa” rispetto a quanto previsto dalla normativa comunitaria. All’interno della categoria “microimpresa” così come viene identificata dal Regolamento 800/08/CE si evidenzia un sottogruppo di aziende particolarmente piccole, che rappresentano però la maggioranza delle microimprese piemontesi. Come ci si poteva attendere per le aziende particolarmente piccole, le percentuali di produzione si confermano e diventano più estreme all'interno del sottogruppo di aziende della filiera latte con 3 o meno dipendenti (alte percentuali di utilizzo di materie prime di produzione propria, alte percentuali di formaggi a base di latte crudo e minori produzioni di ricotta, latte pastorizzato o crudo da vendere come tale, formaggi con spezie o vegetali) mentre per le aziende della filiera carne le differenze sono meno marcate. L’indagine in generale evidenzia una buona consapevolezza da parte dei produttori della necessità di dotarsi del piano di autocontrollo e dell’utilità della corretta applicazione dei “prerequisiti igienici di base”, (cosi come individuati dalla Guida all’applicazione delle procedure basate sui principi del sistema HACCP e alla semplificazione dell’attuazione dei principi del sistema HACCP in talune imprese alimentari della DG SANCO – 2005) per garantire il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza alimentare in maniera efficace e semplice. Nonostante ciò permangono alcune difficoltà che non consentono un utilizzo del piano di autocontrollo adeguato e proporzionale all’impegno dedicatogli. Le principali difficoltà riguardano la scarsa conoscenza della normativa, intesa come difficoltà interpretativa, i costi elevati e la scarsa disponibilità di tempo da parte dei produttori. I risultati quindi confermano la necessità di indicazioni più dettagliate che permettano al produttore di applicare in maniera corretta le norme comunitarie anche laddove sia necessaria una valutazione dell’OSA collegata alla tipologia aziendale e produttiva, cosi come suggerito dalle Linee guida sull’applicazione di alcune disposizioni del Regolamento (CE) n. 852/2004 relativo all’igiene dei prodotti alimentari della DG SANCO – 2005: “ove gli Allegati al Regolamento utilizzano i termini “ove necessario, “ove appropriato”, “adeguato” e “sufficiente” è in prima istanza in capo all’operatore decidere se un requisito è necessario, appropriato, adeguato o sufficiente a raggiungere gli obbiettivi del Regolamento (CE) n. 852/2004.” Al tempo stesso è opportuno che tali indicazioni individuino modalità semplificate per la gestione della documentazione delle registrazioni: di procedure snelle e di facile utilizzazione, di cui il titolare deve avere piena consapevolezza. D’altra parte l’indagine identifica, nell’applicazione dei prerequisiti igienici di base, aree di debolezza comuni alle due filiere in cui esiste un margine di intervento: in particolare non sono sfruttate completamente le opportunità offerte da una corretta procedura di manutenzione e da 22 un’adeguata formazione del personale, che spesso viene vissuta più come un obbligo di legge che come un momento di crescita dell’azienda, e sono evidenti carenze di controlli sulla materia prima e piani di campionamento non sempre adeguati. L'identificazione di debolezze specifiche nelle microimprese piemontesi delle due filiere considerate è servita a ridefinire in modo più mirato gli standard minimi delle linee guida per la predisposizione dei piani di autocontrollo; in questo modo è possibile prospettare ai microproduttori piemontesi un insieme semplificato di interventi la cui efficacia sia più facilmente perseguibile e riconoscibile. Tutto ciò nell'ottica di contribuire a contrastare la scarsa convinzione da parte dei produttori rispetto ai benefici dei piani di autocontrollo, dato che emerge prepotentemente dall'indagine svolta. 23 Survey of food safety knowledge and practices among small dairy and meat food enterprises from Piedmont region. Seventy-eight small dairies and fifty-seven small meat food enterprises were recruited in a survey, with the aim to describe the main factors potentially affecting the hygiene standards of food processing. The survey was based on the administration of an ad hoc questionnaire during a face to face interview. Costs, time needed and biased opinions represent clear barriers to the full implementation of hazard analysis-based quality assurance systems. The ability of the respondents to correctly define a hazard or risk or identify different types of hazard is still poor. However they show a good awareness of the relevance of prerequisites leading to a general field application. Our findings may help in identifying gaps in the official control activities and in suggesting simple and easily adaptable practices to be implemented in this category of food micro-business. 24 RIFERIMENTI LEGISLATIVI 1. Regolamento (CE) n. 178/2002 del 28 gennaio 2002 “che stabilisce i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità europea per la Sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare”. (GU L 31 del 01/02/2002) 2. Regolamento (CE) n. 852/2004 del 29 aprile 2004 “sull’igiene dei prodotti alimentari”. (GU L 226 del 25/06/2004) 3. Regolamento (CE) n. 853/2004 del 29 aprile 2004 “che stabilisce norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale”. (GU L 226 del 25/06/2004) 4. Linee guida sull’applicazione di alcune disposizioni del Regolamento (CE) n. 852/2004 relativo all’igiene dei prodotti alimentari emesse il 21 dicembre 2005 dalla Commissione Europea – Direzione Generale Salute e Tutela dei Consumatori. 5. Accordo del 9 febbraio 2006, ai sensi dell’art. 4 del D.lgs. 28 agosto 1997 n. 281, tra il Ministero della Salute, le Regioni e le Province autonome relativo a “Linee guida applicative del Reg. (CE) 852/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio sull’igiene dei prodotti alimentari”. 6. Accordo del 29 aprile 2010, tra il Governo, le regioni e le province autonome relativo a “Linee guida applicative del regolamento n. 852/2004/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio sull’igiene dei prodotti alimentari”. (GU n. 121 del 26-5-2010 ) LINEE GUIDA CONSULTATE 1. Codex Alimentarius Committee (CAC) 2007 “Principles and guidelines for the conduct of microbiological risk management (MRM)” CAC/GL-63. FAO, Roma. 2. Codex Alimentarius Committee (CAC) 2007 “Joint FAO/WHO food standards programme. Procedural manual (17th ed.)” ISSN 1020-8070. 3. Codex Alimentarius Committee (CAC) 1993 “Codex Committee on Food Hygiene Guidelines for the application of the hazard analysis and critical control point (HACCP) system. In training considerations for the application of the HACCP system to food processing and manufacturing” WHO/FNU/FOS/93. Geneve Rev February 1, 2003 4. Codex Alimentarius Committee (CAC) 1997 “Principles for the establishment and application of microbiological criteria for foods” CAC/GL 21 – 1997. 5. CAC/RCP 1-1969, Rev. 3 1997, Amended 1999 “Recommended International Code Of Practice General Principles Of Food Hygiene” 6. “Manuale esplicativo per l’adeguamento alle normative igienico sanitarie dei produttori di latte di formaggi ovicaprini” C.R.A. 2007 25 7. “Manuale per la trasformazione del latte sulle alpi ticinesi” Stazione federale di ricerche per la produzione animale e lattiera (ALP) Agroscope Liebefeld-Posieux 2006 8. “HACCP/Food Safety Workbook for Farmhouse Cheesemakers” FSAI 2010 9. “Linee guida per l’applicazione dell’autocontrollo igienico-sanitario nella produzione di latte crudo e prodotti lattiero-caseari” - ARSIA Regione Toscana 2008 10. “Bonnes Pratiques d’Hygiène pour les produits laitiers et fromages fermiers » FNEC & FNPL 2007 11. FAO & WHO, 2003 “Recommended international codex of practice. General principles of food hygiene, including Annex on Hazard Analysis Critical Control Point (HACCP) System and Guidelines for its Application”. CAC/RCP 1 - 1969, Rev. 4-2003. 12. FAO & WHO, 2006 “FAO/WHO guidance to governments on the application of HACCP in small and/or less-developed food businesses” - FAO Food and Nutrition Paper, 86. 13. “Survey of the implementation of HACCP and food hygiene training in Irish food businesses” FSAI 2001 14. “Guidance Note 11: Assessment of compliance with the HACCP based element (regulation 4.2) of the European Communities (Hygiene of foodstuffs) Regulations (S.I. No. 165 of 2000) (Rev. 1) – FSAI - 2004, 15. Relazione della commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sull'esperienza acquisita nell'applicare i regolamenti in tema di igiene (CE) n. 852/2004, (CE) n. 853/2004 e (CE) n. 854/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 BIBLIOGRAFIA CONSULTATA 1. Azanza M.P.V. & Zamora-Luna M.B.V. ―Barriers of HACCP team members to guideline adherence , Food Control, 16(2005), 15–22. 2. 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Walker E., Pritchard C., Forsythe S. ―Hazard analysis critical control point and prerequisite programme implementation in small and medium size food businesses, Food Control 14 (2003) 169-174. 28 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA LATTE Nome intervistatore: …………………………………………………..................................................................... Questionario n°............................................................................... Data …....................................................... Dichiarazione dell’intervistatore Dichiaro che questa intervista è stata condotta in accordo con le specificazioni concordate e con una persona a me sconosciuta fino alla data dell’incontro. Firma leggibile e per esteso………………………….………………………………… Data……………………………. Ora di inizio dell'intervista ______________ Presentazione dell’intervistatore Buongiorno il mio nome è ……………………………………………………………….. e sono stato/a inviato/a da lei perché stiamo conducendo un progetto di studio dell’Assessorato alla tutela della salute e sanità della Regione Piemonte sui piani di autocontrollo. Vogliamo raccogliere informazioni sulla sicurezza alimentare in microimprese sorteggiate a caso, cosi come le è già stato preannunciato telefonicamente dal dr./dr.ssa ……………............................................ Le sue risposte saranno trattate in modo confidenziale ai sensi e per gli effetti di cui all’art.10 della Legge 675/96 e elaborate unitamente a quelle degli altri produttori intervistati esclusivamente nell’ambito del progetto esposto. 29 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA LATTE SCHEDA ANAGRAFICA DITTA____________________________________________________________________________________ N° riconoscimento___________________________________________________________________________ Sede legale: Via ___________________ __________________________________________n° ____________ Comune _________________________________________________________________________________ Sede stabilimento: Via _________________ _______________________________________n° ___ ________ Comune __________________________________________________________________________________ Rappresentante legale Sig. ___________________________________________________________________ Residente in _______________________________________________________________________________ TIPOLOGIA PRODOTTI Cosa nella sua azienda? freschi stagionati formaggi freschi presamici (caglio) a latte crudo a latte pastorizzato formaggi freschi lattici (acidificazione) a latte crudo a latte pastorizzato formaggi a pasta filata a latte crudo a latte pastorizzato formaggi semi stagionati (10-60 gg) a latte crudo a latte pastorizzato formaggi stagionati (oltre 60 gg) a latte crudo a latte pastorizzato formaggi erborinati a latte crudo a latte pastorizzato yogurt a latte crudo a latte pastorizzato burro a latte crudo a latte pastorizzato ricotta latte fresco pastorizzato latte crudo senza distributore automatico con distributore altri prodotti che prevedono l'aggiunta di : spezie (descrivere il prodotto ………………………………………………………………………………………) vegetali (descrivere il prodotto ………………………………………………………………………………………) insaccati (descrivere il prodotto ………………………………………………………………………………………) MATERIE PRIME Le materie prime che lei utilizza sono di produzione propria SI % __________ NO provenienza esterna SI % __________ NO se di provenienza esterna, l'origine è: locale nazionale comunitaria al di fuori della Comunità Europea MERCATO Dei suoi prodotti, lei fa anche vendita diretta al pubblico? fa anche vendita on line su internet? Il suo prodotto viene venduto prevalentemente nel territorio provinciale nel territorio regionale nel territorio nazionale in Europa o al di fuori della Comunità Europea 30 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA LATTE TIPOLOGIA PRODUTTORE/TITOLARE E’ il proprietario dello stabilimento? SI NO E’ il responsabile dello stabilimento? SI NO Per la vostra produzione alimentare, del rispetto dei requisiti igienici lei ha: responsabilità completa responsabilità condivisa con qualcun altro (specificare di quale altra figura si tratta ….................................) nessuna responsabilità: chiedere di parlare con il proprietario o responsabile Qual è la sua qualifica? Proprietario Responsabile produzione Qual è la sua data di nascita _______________________________(indicare giorno/mese/anno) Qual è il suo titolo studio? licenza elementare licenza media diploma indicare il tipo di diploma __________________________________________ laurea indicare il titolo di laurea __________________________________________ Quando ha iniziato a svolgere questa professione? _________________________(indicare mese/anno) TIPOLOGIA AZIENDA E' un'azienda famigliare SI Quante persone ci lavorano incluso Lei? NO N°__________ Quante di queste persone sono coinvolte nella preparazione di alimenti? N°__________ Utilizza personale temporaneo SI NO Di quante persone stiamo parlando? N°__________ Per quanti giorni durante l’anno N°__________ In quali mesi dell’anno ____________________________________________________________________ Da quanto tempo esiste lo stabilimento/impianto? ____________________ (indicare mese/anno) Ultimamente ha ristrutturato? Quando?_____________ (indicare mese/anno) SI NO Ultimamente ha cambiato ciclo produttivo SI NO Ultimamente ha sostituito qualche vecchia attrezzatura Quando?_____________ (indicare mese/anno) SI NO Quando? _______(indicare mese/anno) SICUREZZA ALIMENTARE Sa che le aziende in Piemonte sono classificate in base al rischio? Secondo lei la sua azienda potrebbe essere inserita nel gruppo basso rischio SI NO medio rischio alto rischio Cosa fa per assicurare l’igiene degli alimenti che produce? mantiene la separazione fra alimenti crudi e cotti SI NO non applicabile utilizza utensili diversi per alimenti crudi e cotti SI NO non applicabile predispone e applica del piano di pulizia SI NO non applicabile controlla periodicamente le temperature di refrigerazione SI NO non applicabile 31 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA LATTE controllo periodicamente le temperature di pastorizzazione/cottura SI NO non applicabile garantisce la formazione del personale su come lavorare in modo igienico SI NO non applicabile registra delle temperature SI NO non applicabile altro _________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ Sa che cos’è un piano di autocontrollo? SI NO Sa che cos’è un manuale di buone prassi igieniche? SI NO Mi dica quanto è importante per la sicurezza della sua produzione ciascuna delle seguenti cose (1 molto importante e 4 per niente importante) il rifornimento delle materie prime 1 2 3 4 l’igiene del personale 1 2 3 4 la lotta agli animali infestanti 1 2 3 4 le temperature di refrigerazione 1 2 3 4 le temperature di cottura/pastorizzazione 1 2 3 4 le contaminazioni tra prodotti diversi 1 2 3 4 la separazione delle lavorazioni 1 2 3 4 mantenere un calendario scritto delle pulizie 1 2 3 4 Utilizzate un piano di autocontrollo? SI NO Da quanto tempo utilizza il suo piano di autocontrollo? Mese/anno__________________ Quando è stato sottoposto a revisione l’ultima volta Mese/anno__________________ Direbbe che il suo piano di autocontrollo è completamente applicato? SI NO Quali parti del suo piano di autocontrollo ritiene inutili manutenzione delle strutture e delle attrezzature selezione dei fornitori igiene delle lavorazioni igiene del trasporto degli alimenti gestione degli scarti e dei sottoprodotti controllo degli animali infestanti procedure di pulizia e disinfezione potabilità delle acque mantenimento della catena del freddo procedure di gestione delle temperature igiene del personale formazione del personale rintracciabilità, ritiro e richiamo dei prodotti piano di campionamento sui prodotti pronti per la vendita Quali parti del suo piano di autocontrollo ritiene difficili da applicare manutenzione delle strutture e delle attrezzature 32 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA LATTE selezione dei fornitori igiene delle lavorazioni igiene del trasporto degli alimenti gestione degli scarti e dei sottoprodotti controllo degli animali infestanti procedure di pulizia e disinfezione potabilità delle acque mantenimento della catena del freddo procedure di gestione delle temperature igiene del personale formazione del personale rintracciabilità, ritiro e richiamo dei prodotti piano di campionamento sui prodotti pronti per la vendita Per fare il piano di autocontrollo è stato aiutato da un consulente? SI NO In quale delle seguenti categorie rientra il suo consulente? veterinario libero professionista tecnico consulente del laboratorio analisi biologo agronomo commercialista altro (specificare …………………………… ……………………………………………………………………………………………………………………………) Il consulente garantisce un aggiornamento periodico del piano di autocontrollo? SI NO n° visite/anno ______ Quante volte all’anno il consulente visita l’azienda Quanto tempo le ha richiesto in totale la predisposizione del suo piano di autocontrollo? n° settimane ______ [Considerare il tempo per seguire seminari, corsi, per leggere materiale informativo e per l’applicazione effettiva. Rassicurare sul fatto che va bene una stima generica del tempo impiegato] Quanto tempo impiegate in azienda ogni giorno per compilare i moduli di registrazione? n° ore _______ [Rassicurare sul fatto che va bene una stima generica del tempo impiegato.] Pensa che il tempo impiegato per quest’attività sia Troppo lungo Il tempo necessario Non abbastanza rispetto a quanto servirebbe Applicando il piano di autocontrollo, quali delle seguenti attività ha cambiato nella sua azienda? Igiene del personale Manipolazione degli alimenti Operazioni di raffreddamento Pratiche di stoccaggio Gestione degli animali infestanti Formazione Organizzazione delle fasi di produzione (esempio flussi di produzione, diversa organizzazione delle fasi di lavorazione) Altro (specificare ….....................................................................................................................................) Nessuno di questi aspetti 33 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA LATTE Secondo lei con il piano di autocontrollo come garantisce la sicurezza degli alimenti? Meglio Lo stesso Peggio Quali sono secondo lei i benefici dell’utilizzo del piano di autocontrollo? • Aiuta a raccogliere tutta la documentazione in un unico posto molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • È di aiuto nella preparazione a ispezioni/audit da parte di ispettori ufficiali molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • Aiuta nella formazione del personale molto d’accordo d’accordo • Aiuta me e il personale a sentirsi più sicuri durante un controllo esterno molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • Mi consente di fornire maggiori garanzie al consumatore molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • Mi fa sentire più fiducioso sul fatto che gli alimenti che produco siano sicuri molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • Assicura di essere in conformità con la normativa molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • Aiuta nella gestione dell’attività molto d’accordo d’accordo • Aiuta nella gestione del personale molto d’accordo d’accordo • Contribuisce a identificare con chiarezza le responsabilità molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • È di supporto in caso di non conformità di tipo igienico sanitario molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo Quali sono le principali difficoltà che ha incontrato nella preparazione e la gestione del piano di autocontrollo? • scarsa conoscenza della normativa molto d’accordo • d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo mancanza di tempo molto d’accordo • per niente d’accordo mancanza d’informazione da parte degli enti di controllo molto d’accordo • poco d’accordo difficoltà a interpretare i requisiti previsti dalla normativa molto d’accordo • d’accordo scarsa disponibilità economica molto d’accordo d’accordo 34 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA LATTE Ora le leggerò lista e le chiederò di dirmi cosa considera pericoloso per la salute del consumatore: Listeria monocytogenes molto pericoloso mediamente pericoloso Enterotossina staffilococcica molto pericoloso mediamente pericoloso Salmonella molto pericoloso mediamente pericoloso Campylobacter molto pericoloso mediamente pericoloso Clostridium botulinum molto pericoloso mediamente pericoloso Carica batterica totale molto pericoloso mediamente pericoloso Micotossine molto pericoloso mediamente pericoloso Fitofarmaci molto pericoloso mediamente pericoloso Additivi alimentari molto pericoloso mediamente pericoloso Residui di farmaci/inibenti molto pericoloso mediamente pericoloso Contaminanti ambientali (diossine, metalli pesanti, ….) molto pericoloso mediamente pericoloso Pezzi di metallo molto pericoloso mediamente pericoloso Pezzi di plastica molto pericoloso mediamente pericoloso Pezzi di vetro molto pericoloso mediamente pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso Ora le leggerò alcune frasi a proposito del piano di autocontrollo e vorrei che mi dicesse quanto è d’accordo . Gestire la sicurezza degli alimenti richiede più tempo a causa del piano di autocontrollo molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo Un piano di autocontrollo è facile da predisporre e da utilizzare molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo Il piano di autocontrollo mi aiuta nel gestire la mia attività molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo Il piano di autocontrollo è di aiuto per essere conformi alla normativa vigente molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo Le analisi microbiologiche aiutano a garantire la sicurezza degli alimenti molto d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo d’accordo 35 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA LATTE L'applicazione di un sistema di autocontrollo ha influito sul suo lavoro in termini di [è possibile indicare più di una risposta possibile] adozione di procedure adozione di nuove tecnologie cambiamenti sulla linea produttiva aumento di documentazione e registrazioni maggiori costi per nulla non saprei Considerando anche il costo del personale impegnato in attività collegate al piano di autocontrollo, quanto spende all’incirca ogni anno per applicare il piano di autocontrollo? fino a 500€ oltre 500€ ma meno di 1000€ oltre 1000€ ma meno di 5000€ da 5000€ in su Quanto ha speso nel 2009 per fare i campionamenti previsti dal suo piano di autocontrollo? fino a 250€ oltre 250€ ma meno di 500€ oltre 500€ ma meno di 1000€ da 1000€ in su A chi si è rivolto per saperne di più sulla sicurezza alimentare e sulle varie procedure? corso di formazione consulente esterno associazione di categoria rivista/web Da quanto tempo non si aggiorna in tema di autocontrollo? Dal ………………..(indicare mese e anno). La sua impresa durante l’anno viene sottoposta ad ispezioni? Quante volte nel corso del 2009 Chi fa le ispezioni? SI NO N°_________ ASL Grande distribuzione organizzata altri enti (specificare quali_______________) Note ____________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________ PROCEDURE PREREQUISITO – LIVELLI APPLICATIVI REQUISITI MATERIA PRIMA Da dove proviene il latte che utilizza? dalla propria azienda mediante mungitura manuale dalla propria azienda mediante mungitura meccanica da altre aziende mediante raccolta latte effettuata direttamente da cisterne di latte acquistato da centri di raccolta o da altri stabilimenti Nelle aziende agricole da cui proviene il latte controllano la carica batterica totale? SI NO NON SO Se la risposta è SI con che frequenza quindicinale mensile trimestrale semestrale annuale non so Se la risposta è SI a carico di chi sono i costi dei controlli? dell’azienda vostri di altri enti/istituzioni Nelle aziende agricole da cui proviene il latte che voi utilizzate viene verificata l’ indice citologico? SI NO NON SO Se la risposta è SI con che frequenza? quindicinale mensile trimestrale semestrale annuale non so Se la risposta è SI a carico di chi sono i costi dei controlli dell’azienda vostri di altri enti/istituzioni Nelle aziende agricole da cui proviene il latte controllano la presenza di contaminati chimici? SI NO NON SO Se la risposta è SI quali dei seguenti contaminanti chimici inibenti SI NO NON SO Se la risposta è SI con che frequenza 36 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa quindicinale mensile trimestrale semestrale annuale Se la risposta è SI a carico di chi sono i costi dei controlli aflatossine SI NO NON SO FILIERA LATTE non so dell’azienda vostri di altri enti/istituzioni Se la risposta è SI con che frequenza quindicinale mensile trimestrale semestrale annuale non so Se la risposta è SI a carico di chi sono i costi dei controlli dell’azienda vostri di altri enti/istituzioni altri contaminanti chimici (elencare …………………………………………………..) SI NO NON SO Se la risposta è SI con che frequenza quindicinale mensile Se la risposta è SI a carico di chi sono i costi dei controlli trimestrale dell’azienda vostri semestrale annuale di altri enti/istituzioni Oltre a latte, caglio e sale utilizza altre materie prime nella lavorazione? additivi sa il lotto di produzione? fermenti lattici sa il lotto di produzione? cagliata sa il lotto di produzione? spezie sa il lotto di produzione? (indicare quali _______________________________) SI NO NON SO (indicare quali _______________________________) SI NO NON SO (indicare la provenienza _______________________) SI NO NON SO (indicare quali_______________________________) SI NO NON SO PULIZIA E DISINFEZIONE Nel suo piano di autocontrollo è presente una procedura di pulizia e disinfezione SI NO NON SO Quando le strutture di produzione vengono sottoposte a pulizia? ad ogni ciclo produttivo ogni 7 giorni più volte al giorno ogni mese 1 volta al giorno non so ogni 2 giorni ogni 3-6 giorni ogni 2 giorni ogni 3-6 giorni Quando attrezzature di produzione vengono sottoposte a pulizia? ad ogni ciclo produttivo ogni 7 giorni più volte al giorno ogni mese 1 volta al giorno non so Per le operazioni di pulizia quanti prodotti vengono utilizzati? N°_________ Può indicarmi i nomi dei prodotti utilizzati ________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ Sa come usarli? (livello di conoscenza: 1 molto elevato e 4 molto scarso) 1 2 3 4 Quando strutture e attrezzature di produzione vengono sottoposte a disinfezione ad ogni ciclo produttivo ogni 7 giorni più volte al giorno ogni mese 1 volta al giorno non so ogni 2 giorni ogni 3-6 giorni Per le operazioni di disinfezione quanti prodotti vengono utilizzati? N°_________ Può indicarmi i nomi dei prodotti utilizzati? _______________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ Sa come usarli? (livello di conoscenza: 1 molto elevato e 4 molto scarso) 1 2 Ritiene che pulizia e disinfezione siano esagerate? SI NO 3 4 NON SO 37 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA LATTE Perché? ……………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………….. IGIENE DEL PERSONALE Il personale della sua azienda: • è lo stesso che si occupa dell’allevamento SI NO NON SO NON APPLICABILE • è lo stesso che si occupa della vendita al pubblico SI NO NON SO NON APPLICABILE Ogni quanti giorni l’abbigliamento utilizzato in produzione viene lavato? ad ogni ciclo produttivo ogni 7 giorni più volte al giorno ogni mese L’abbigliamento utilizzato in produzione viene lavato 1 volta al giorno non so a casa ogni 2 giorni ogni 3-6 giorni in una lavanderia interna da una ditta esterna FORMAZIONE PERSONALE Le persone che sono a contatto con gli alimenti hanno ricevuto un addestramento e/o una formazione in relazione al tipo di attività che svolgono negli ultimi 5 anni SI NO NON SO Con quale frequenza queste persone partecipano ad interventi di formazione? annuale o più frequente biennale triennale più raramente mai Quali sono stati i tre principali argomenti trattati in questi interventi di formazione? …………………………….. …………………………….. …………………………….. Come considera questi interventi di formazione? molto utili utili poco utili per niente utili E' importante la formazione per lo svolgimento della sua attività? molto importante importante poco importante per niente importante Mi dica tre principali argomenti che vorrebbe fossero trattati in futuri interventi di formazione …………………………….. …………………………….. …………………………….. CONTROLLO MICROBIOLOGICO E CHIMICO Nel vostro piano di autocontrollo è presente un piano di campionamenti Le analisi vengono effettuate in un laboratorio accreditato o iscritto negli elenchi regionali SI SI NO NO NON SO NON SO Chi preleva i campioni per le analisi su prodotti finiti? voi personale del laboratorio altro personale (specificare di chi si tratta ______________________) Ogni quanto vengono effettuati i campionamenti? mensilmente ogni 2-3 mesi ogni 4-6 mesi ogni 7-12 mesi mai Si ricorda se negli ultimi 3 anni sono state effettuate analisi microbiologiche sui suoi prodotti? SI NO NON SO Se SI mi può dire cosa è stato ricercato almeno una volta negli ultimi 3 anni? Listeria monocytogenes SI NO NON SO enterotossina stafilococcica SI NO NON SO Escherichia coli SI NO NON SO Staphylococcus aureus SI NO NON SO Bacillus cereus SI NO NON SO 38 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA LATTE Campylobacter SI NO NON SO Negli ultimi 3 anni si ricorda se sono state fatte analisi chimiche sui suoi prodotti? SI NO NON SO Se SI mi può indicare quale delle seguenti ricerche è stata fatta almeno una volta negli ultimi 3 anni? fostasi SI NO NON SO diossina SI NO NON SO coloranti (Sudan III o Parared) SI NO NON SO polifosfati SI NO NON SO benzopirene SI NO NON SO Note_____________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ CONTROLLO TEMPERATURE [Poiché differenti tipologie produttive comportano controlli di temperatura diversi compilare solo le parti interessate] PASTORIZZAZIONE Pastorizza il latte SI SI NO NO A che temperatura? ______ °C NON SO Per quanto tempo il latte rimane alla temperatura di pastorizzazione? ________(secondi o minuti) NON SO Come registra la pastorizzazione? scrivendo su una scheda automaticamente sui dischi di pastorizzazione non li registro Quando viene sottoposto a taratura il termometro del suo pastorizzatore? più volte all’anno 1 volta all’anno ogni 2 anni mai non so Quando fa un’analisi della fosfatasi sul latte pastorizzato? più volte al mese ogni 3 mesi 1 volta al mese ogni 4-6 mesi ogni 7-12 mesi ogni 2 mesi mai non so CELLE/ARMADI FRIGORIFERI STOCCAGGIO FORMAGGI FRESCHI SI Controlla periodicamente la temperatura della/e sua/e cella/e frigorifera di stoccaggio? SI NO NO NON SO Come registra i parametri di temperatura della/e sua/e cella/e frigorifera di stoccaggio? scrivendo su una scheda automaticamente con un data logger non li registro Quando viene sottoposto a taratura il termometro della/e sua/e cella/e frigorifera di stoccaggio? più volte all’anno 1 volta all’anno ogni 2 anni mai non so Quale temperatura massima ha/hanno raggiunto la/e sua/e cella/e nel corso della settimana?_____°C NON SO 39 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA LATTE Durante la nostra intervista quale temperatura massima ha/hanno raggiunto la/e sua/e cella/e ? _______°C [Indicare il risultato del rilievo effettuato mediante data logger disposto nel frigorifero o nella cella all’inizio dell’intervista) ANNOTAZIONI E COMMENTI _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ Ora di fine dell'intervista ______________ 40 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA LATTE Consenso informato dell’intervistato Io sottoscritto ………………………………………………………………………………………………………………….. Nato a ……………………………………………………………………………………..................... il ………………….. dichiaro di aver compreso le finalità del progetto sopra citato e di rispondere ai quesiti posti. Data ……………………… Firma leggibile e per esteso .……………………………………………………………….. 41 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA CARNE Nome intervistatore: ………………………………………………… Data ………….. Questionario n°………… Dichiarazione dell’intervistatore Dichiaro che questa intervista è stata condotta in accordo con le specificazioni concordate e con una persona a me sconosciuta fino alla data dell’incontro. Firma ………………………….………………………………… Data……………………………. Ora di inizio dell'intervista ______________ Presentazione dell’intervistatore Buongiorno il mio nome è ……………………………………………………………….. e sono stato/a inviato/a da lei perché stiamo conducendo un progetto di studio dell’Assessorato alla tutela della salute e sanità della Regione Piemonte sui piani di autocontrollo. Vogliamo raccogliere informazioni sulla sicurezza alimentare in microimprese sorteggiate a caso, cosi come le è già stato preannunciato telefonicamente dal dr./dr.ssa ……………............................................ Le sue risposte saranno trattate in modo confidenziale ai sensi e per gli effetti di cui all’art.10 della Legge 675/96 e elaborate unitamente a quelle degli altri produttori intervistati esclusivamente nell’ambito del progetto esposto. 42 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA CARNE SCHEDA ANAGRAFICA DITTA_______________________________ N° riconoscimento _____________________________________ Sede legale: Via ___________________ n° ____________ Comune __________________________________ Sede stabilimento: Via _________________ n° ___ ________ Comune _______________________________ Rappresentante legale Sig. ______________________Residente in __________________________________ TIPOLOGIA PRODOTTI Quali alimenti produce nella sua azienda? insaccati freschi (es. cacciatori) insaccati stagionati (es. salame crudo) insaccati cotti (es. mortadella, wurstel, salame cotto) carni salate stagionate (es. prosciutto crudo, lardo, pancetta, mocetta, bresaola, manzo affumicato) carni salate cotte (es, prosciutto cotto, lingua cotta, arrosti di tacchino, muscolo cotto per tonnata) conserve di carne (es. sughi di carne e misti) prodotti di gastronomia e paste alimentari (es. prodotti gastronomici a base di carne, paste farcite con carne) estratti e farine di carne (es. ciccioli, dadi) salsiccia hamburger spiedini altro (descrivere il prodotto)………………………………………………………………………………………… ………….………………………………………………………………………………………………………………… ………….………………………………………………………………………………………………………………… MATERIE PRIME Le materie prime che usa sono di produzione propria SI in che % _________________ NO provenienza esterna SI in che % _________________ NO locale nazionale comunitaria provenienti da paesi terzi MERCATO fa vendita diretta al pubblico? fa vendita on line? Il suo prodotto viene venduto prevalentemente nel territorio provinciale nel territorio regionale nel territorio nazionale in Europa o in paesi extracomunitari 43 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA CARNE TIPOLOGIA PRODUTTORE/TITOLARE E’ lei il proprietario dello stabilimento? SI NO E’ lei il responsabile dello stabilimento? SI NO Qual è la sua responsabilità nell’assicurare il rispetto dell’igiene della produzione? responsabilità completa responsabilità condivisa con qualcun altro nessuna responsabilità: chiedere di parlare con il proprietario o responsabile Qual è il suo titolo studio? licenza elementare licenza media diploma indicare il tipo di diploma __________________________________________ laurea indicare il titolo di laurea __________________________________________ Quando ha iniziato a svolgere questa attività? _________________________(indicare mese/anno) TIPOLOGIA AZIENDA Si tratta di un azienda famigliare SI NO Quanti dipendenti lavorano incluso Lei? N°__________ E quanti di questi dipendenti sono coinvolti nella preparazione di alimenti? N°__________ Utilizza personale temporaneo SI Per quanti giorni all’anno NO N°__________ In quali mesi dell’anno?____________________________________________________________________ Da quanto tempo esiste lo stabilimento/impianto? __________________ (indicare mese/anno) Ultimamente ha ristrutturato? SI NO Quando? _______ (indicare mese/anno) Ultimamente ha cambiato il ciclo produttivo? SI NO Quando? _______ (indicare mese/anno) Ultimamente ha sostituito qualche vecchia attrezzatura? SI NO Quando? _______ (indicare mese/anno) SICUREZZA ALIMENTARE Sa che tutte le aziende sono classificate in base al rischio? Secondo lei la sua azienda è a basso rischio SI NO alto rischio medio rischio Cosa fa per assicurare l’igiene dei suoi prodotti? mantiene la separazione tra alimenti crudi e cotti SI NO non applicabile usa strumenti diversi per alimenti crudi e cotti SI NO non applicabile ha preparato e applica un piano di pulizia SI NO non applicabile controlla le temperature delle celle frigorifere SI NO non applicabile controlla le temperature di pastorizzazione e cottura SI NO non applicabile registra le temperature misurate SI NO non applicabile si occupa della formazione del personale SI NO non applicabile altro ______________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________ 44 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA CARNE Sa che cos’è un piano di autocontrollo? SI NO Sa che cos’è un manuale di buone prassi igieniche? SI NO Quanto sono importanti queste attività per la sicurezza della sua produzione (1 molto importante e 4 per niente importante) il rifornimento delle materie prime 1 2 3 4 il rispetto dell’igiene delle lavorazioni (personale, infestanti) 1 2 3 4 le contaminazioni crociate 1 2 3 4 le temperature di refrigerazione 1 2 3 4 le temperature di cottura/pastorizzazione 1 2 3 4 le contaminazioni tra prodotti diversi, separazione delle lavorazioni 1 2 3 4 Da quanto tempo utilizza il suo piano di autocontrollo? Mese/anno__________________ Quando è stato sottoposto a revisione l’ultima volta?* Mese/anno__________________ Direbbe che nella sua attività lavorativa è completamente applicato? SI NO Quali parti del suo piano di autocontrollo ritiene inutili manutenzione delle strutture e delle attrezzature selezione dei fornitori igiene delle lavorazioni igiene del trasporto degli alimenti gestione degli scarti e dei sottoprodotti controllo degli animali infestanti procedure di pulizia e disinfezione potabilità delle acque mantenimento della catena del freddo procedure di gestione delle temperature igiene del personale formazione del personale rintracciabilità, ritiro e richiamo dei prodotti piano di campionamento sui prodotti pronti per la vendita Quali parti del suo piano di autocontrollo ritiene difficili da applicare manutenzione delle strutture e delle attrezzature selezione dei fornitori igiene delle lavorazioni igiene del trasporto degli alimenti gestione degli scarti e dei sottoprodotti controllo degli animali infestanti procedure di pulizia e disinfezione potabilità delle acque mantenimento della catena del freddo 45 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA CARNE procedure di gestione delle temperature igiene del personale formazione del personale rintracciabilità, ritiro e richiamo dei prodotti piano di campionamento sui prodotti pronti per la vendita Per preparare il piano di autocontrollo ha avuto l’aiuto di un consulente? SI NO In quale delle seguenti categorie rientra il suo consulente? veterinario libero professionista tecnico consulente del laboratorio analisi biologo agronomo commercialista altro ……………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………… Il consulente garantisce un aggiornamento periodico? SI NO Quante volte all’anno visita l’azienda N° visite _____________ Quanto tempo le ha richiesto la preparazione del piano di autocontrollo? N° settimane ______ [Considerare il tempo per seguire seminari, corsi, per leggere materiale informativo e per l’implementazione effettiva. Rassicurare sul fatto che va bene una stima generica del tempo impiegato.] Quanto tempo impiegate ogni giorno per compilare i moduli di registrazione? N° ore ___________ [Rassicurare sul fatto che va bene una stima generica del tempo impiegato.] Pensa che questo tempo sia Troppo lungo Il tempo necessario Non abbastanza rispetto a quanto servirebbe Quali attività sono cambiate con l’applicazione del piano di autocontrollo? Verifica dei fornitori Igiene del personale Igiene delle lavorazioni Separazione e manipolazione degli alimenti Operazioni di cottura Operazioni di raffreddamento e congelamento Pratiche di stoccaggio Gestione degli animali infestanti Formazione Organizzazione delle fasi di produzione (esempio flussi di produzione, diversa organizzazione delle lavorazioni) Altro (specificare ….....................................................................................................................................) Nessuno di questi aspetti Secondo lei con il piano di autocontrollo come garantisce la sicurezza degli alimenti? Meglio Lo stesso Peggio 46 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA CARNE Quali sono secondo lei i benefici dell’utilizzo del piano di autocontrollo? • Aiuta a raccogliere tutta la documentazione in un posto unico molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • Aiuta nella preparazione a ispezioni/audit da parte di ispettori ufficiali molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • Aiuta nella formazione del personale molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • Aiuta me e il personale a sentirsi più sicuri durante un controllo esterno molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • Mi consente di fornire maggior garanzie al consumatore molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • Mi fa sentire più fiducioso sul fatto che gli alimenti che produco sono sicuri molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • Assicura di essere in conformità con la normativa molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • Aiuta nella gestione dell’attività molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • Aiuta nella gestione del personale molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • Contribuisce a identificare con chiarezza le responsabilità molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • Aiuta in caso di non conformità igienico sanitarie molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • Gestire la sicurezza degli alimenti richiede più tempo a causa del piano di autocontrollo molto d’accordo • poco d’accordo per niente d’accordo Un piano di autocontrollo è facile da preparare e da utilizzare molto d’accordo • d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo Le analisi microbiologiche aiutano a garantire la sicurezza degli alimenti prodotti molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo Quali sono le difficoltà che ha avuto nella preparazione e nella gestione del piano di autocontrollo? • scarsa conoscenza della normativa molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • difficoltà ad interpretare quanto previsto dalla normativa molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • mancanza d’informazione da parte degli enti di controllo molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo • mancanza di tempo molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo 47 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa • FILIERA CARNE scarsa disponibilità economica molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo Ora le leggerò una lista e le chiederò di dirmi cosa considera pericoloso per la salute del consumatore. Listeria monocytogenes molto pericoloso mediamente pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso Enterotossina staffilococcica molto pericoloso mediamente pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso Salmonella molto pericoloso mediamente pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso Campylobacter molto pericoloso mediamente pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso Clostridium botulinum molto pericoloso mediamente pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso Carica batterica totale molto pericoloso mediamente pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso Micotossine molto pericoloso mediamente pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso Fitofarmaci molto pericoloso mediamente pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso Additivi alimentari molto pericoloso mediamente pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso Residui di farmaci/inibenti molto pericoloso mediamente pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso Contaminanti ambientali (diossine, metalli pesanti, ….) molto pericoloso mediamente pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso Pezzi di metallo molto pericoloso mediamente pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso Pezzi di plastica molto pericoloso mediamente pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso Pezzi di vetro molto pericoloso mediamente pericoloso poco pericoloso per nulla pericoloso Ora le leggerò alcune frasi a proposito del piano di autocontrollo e vorrei che mi dicesse quanto è d’accordo . Gestire la sicurezza degli alimenti richiede più tempo a causa del piano di autocontrollo molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo Un piano di autocontrollo è facile da predisporre e da utilizzare molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo Il piano di autocontrollo mi aiuta nel gestire la mia attività molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo Il piano di autocontrollo è di aiuto per essere conformi alla normativa vigente molto d’accordo d’accordo poco d’accordo per niente d’accordo 48 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa Le analisi microbiologiche aiutano a garantire la sicurezza degli alimenti poco d’accordo per niente d’accordo FILIERA CARNE molto d’accordo d’accordo L'applicazione dell’autocontrollo ha influito sul suo lavoro in che termini [è possibile indicare più di una risposta possibile] adozione di procedure adozione nuove tecnologie cambiamenti sulla linea produttiva aumento documentazione e registrazioni maggiori costi nulla non saprei Considerando anche il costo del personale impegnato in attività collegate al piano di autocontrollo, quanto spende all’incirca ogni anno per applicare il piano di autocontrollo? fino a 500€ fra 500€ e 1000€ fra 1000€ e 5000€ oltre 5000€ Quanto ha speso nel 2009 per i campionamenti previsti dal piano analisi? meno di 250€ fra 250€ e 500€ fra 500€ e 1000€ oltre 1000€ A chi si è rivolto per aumentare le sue conoscenze sulla sicurezza alimentare e sulla sua gestione? corso di formazione consulente esterno associazione di categoria rivista/web Quando ha fatto l’ultimo corso o aggiornamento sull’autocontrollo? ………………..(indicare mese e anno). La sua impresa durante l’anno viene sottoposta ad ispezioni? Quante volte nel corso del 2009 Chi fa le ispezioni? SI NO N°_________ ASL Grande distribuzione organizzata altri enti (specificare quali_______________) Note ____________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________ PROCEDURE PREREQUISITO – LIVELLI APPLICATIVI REQUISITI MATERIA PRIMA Da dove proviene la carne che lavorate? dalla sua azienda da altre aziende da macello annesso da macello/laboratorio esterno Come vengono fornite le garanzie di qualità dei fornitori? conoscenza diretta attestazioni del produttore controlli analitici Oltre al sale utilizza altre materie prime starter sa dirmi il lotto di produzione? additivi NO NON SO (indicare quali ______________________________) sa dirmi il lotto di produzione? spezie SI NO NON SO (indicare quali_______________________________) sa dirmi il lotto di produzione? altro SI SI NO NON SO (indicare cosa_______________________________) sa dirmi il lotto di produzione? SI NO NON SO 49 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA CARNE PULIZIA E DISINFEZIONE Nel suo piano di autocontrollo c’è una procedura di pulizia e disinfezione SI NO NON SO Quando le strutture di produzione vengono sottoposte a pulizia? ad ogni ciclo produttivo ogni 7 giorni più volte al giorno ogni mese 1 volta al giorno non so ogni 2 giorni ogni 3-6 giorni ogni 2 giorni ogni 3-6 giorni Quando attrezzature di produzione vengono sottoposte a pulizia? ad ogni ciclo produttivo ogni 7 giorni più volte al giorno ogni mese 1 volta al giorno non so Per le operazioni di pulizia quanti prodotti vengono utilizzati? N°_________ Può indicarmi i nomi dei prodotti utilizzati ________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ Sa come usarli? (livello di conoscenza: 1 molto elevato e 4 molto scarso) 1 2 3 4 Quando strutture e attrezzature di produzione vengono sottoposte a disinfezione ad ogni ciclo produttivo ogni 7 giorni più volte al giorno ogni mese 1 volta al giorno non so ogni 2 giorni ogni 3-6 giorni Per le operazioni di disinfezione quanti prodotti vengono utilizzati? N°_________ Può indicarmi i nomi dei prodotti utilizzati? _______________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ Sa come usarli? (livello di conoscenza: 1 molto elevato e 4 molto scarso) 1 2 Ritiene che pulizia e disinfezione siano esagerate? SI NO 3 4 NON SO Perché? ……………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………….. IGIENE DEL PERSONALE Il personale che si occupa della lavorazione e della trasformazione • è lo stesso che si occupa dell’allevamento SI NO NON SO NON APPLICABILE • è lo stesso che si occupa della vendita al pubblico SI NO NON SO NON APPLICABILE Ogni quanti giorni l’abbigliamento utilizzato in produzione viene lavato? ad ogni ciclo produttivo ogni 7 giorni più volte al giorno ogni mese 1 volta al giorno non so ogni 2 giorni ogni 3-6 giorni L’abbigliamento utilizzato in produzione viene lavato a casa in una lavanderia interna da una ditta esterna 50 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA CARNE FORMAZIONE PERSONALE Le persone che sono a contatto con gli alimenti hanno ricevuto un addestramento e/o una formazione in relazione al tipo di attività che svolgono negli ultimi 5 anni SI NO NON SO Con quale frequenza queste persone partecipano ad interventi di formazione? annuale o più frequente biennale triennale più raramente mai Quali sono stati i tre principali argomenti trattati in questi interventi di formazione? …………………………….. …………………………….. …………………………….. Come considera questi interventi di formazione? molto utili utili poco utili per niente utili E' importante la formazione per lo svolgimento della sua attività? molto importante importante poco importante per niente importante Mi dica tre principali argomenti che vorrebbe fossero trattati in futuri interventi di formazione …………………………….. …………………………….. …………………………….. CONTROLLO MICROBIOLOGICO E CHIMICO Nel suo autocontrollo c’è un piano di analisi? SI NO NON SO Le analisi vengono effettuate in un laboratorio accreditato? SI NO NON SO Da chi vengono prelevati i campioni sui prodotti da voi da personale del laboratorio da altro personale (specificare di chi si tratta ___________________ _________________________________________________________________________________________) I campionamenti vengono fatti in modo igienico SI NO NON SO Ogni quanto vengono effettuati? mensilmente ogni 2-3 mesi ogni 4-6 mesi annualmente mai Negli ultimi 3 anni quale dei seguenti microrganismi è stato ricercato almeno una volta? Salmonella SI NO NON SO Listeria monocytogenes SI NO NON SO enterotossina stafilococcica SI NO NON SO Escherichia coli SI NO NON SO Staphylococcus aureus SI NO NON SO Bacillus cereus SI NO NON SO Campylobacter SI NO NON SO Note_____________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ Negli ultimi 3 anni sono state effettuate analisi chimiche sui suoi prodotti? Quale delle seguenti ricerche è stata effettuata almeno una volta? SI NO NON SO Nitriti/nitrati SI NO NON SO diossina SI NO NON SO Note_____________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ 51 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA CARNE CONTROLLO TEMPERATURE [Poiché differenti tipologie produttive comportano controlli di temperatura diversi compilare solo le parti interessate] COTTURA SI NO A che temperatura avviene la cottura? _____________°C Esiste una procedura che specifica questo punto? Come misura la temperatura di cottura? SI termometro manuale nel prodotto NO NON SO sistema automatico NON SO Con che frequenza viene misurata? ogni giorno ogni 2 giorni ogni 3-6 giorni ogni 7 giorni non so CELLE/ARMADI FRIGORIFERI STOCCAGGIO Controlla periodicamente la temperatura della/e sua/e cella/e frigorifera? SI SI NO NO NON SO Come registra i parametri di temperatura della/e sua/e cella/e frigorifera? scrivendo su una scheda automaticamente con un data logger non li registro Il termometro della/e sua/e cella/e frigorifera viene sottoposto a taratura? con quale frequenza? più volte all’anno 1 volta all’anno ogni 2 anni mai non so Qual’é la temperatura massima cui è/sono andata/e la/e sua/e cella/e nel corso della settimana?_____°C NON SO La/e sua/e cella/e durante il periodo dell’intervista che temperatura massima hanno raggiunto? _______°C [Indicare il risultato del rilievo effettuato mediante data logger disposto nel frigorifero o nella cella all’inizio dell’intervista) ANNOTAZIONI E COMMENTI _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ Ora di fine dell'intervista ______________ 52 Progetto regionale di adeguamento del controllo ufficiale di sicurezza alimentare allo standard produttivo della microimpresa FILIERA CARNE Consenso informato dell’intervistato Io sottoscritto ………………………………………………………………………………………………………………….. Nato a ……………………………………………………………………………………..................... il ………………….. dichiaro di aver compreso le finalità del progetto sopra citato e di rispondere ai quesiti posti. Data ……………………… Firma leggibile e per esteso .……………………………………………………………….. 53 Si ringraziano • l’unità di Biostatistica, Epidemiologia e Analisi del Rischio (BEAR) dell’I.Z.S. del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta per la predisposizione dei questionari, l’analisi dei dati, le valutazioni statistiche e l’elaborazione dei risultati • la S.C. “Igiene allevamenti e produzioni animali” dell’ASL TO 4 per la predisposizione dei questionari, la programmazione e il coordinamento delle attività e l’aggregazione dei dati • il Ce.I.R.S.A. dell’ASL TO 5 per le ricerche bibliografiche • l’Agenform di Moretta per la validazione in campo dei questionari 54