L`amore è donazione totale di sé Si potrebbe definire sinteticamente

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L`amore è donazione totale di sé Si potrebbe definire sinteticamente
“Ognuno cerca nel volto dell’amata
l’effige del proprio Dio”
(Platone)
“È Dio l’oggetto adeguato del desiderio
di felicità che spinge l’amato verso l’amata”
Si potrebbe definire sinteticamente questo convegno un percorso pedagogico che dal “biologico” ci porta all’“antropologico”: solo l’educazione all’amore coniugale come donazione totale di sè porta a vivere il rapporto di
coppia con una gioia piena e una libertà grande peraltro ai più sconosciuta.
La dominante secolarizzazione e la costante banalizzazione della sfera
sessuale umana - ridotta al mero livello del piacere e dell’autosoddisfazione
- priva la sfera degli affetti del necessario fondamento antropologico e, come
esito finale, deresponsabilizza nei confronti dell’atto procreativo.
L’atto del generare un figlio viene così decontestualizzato dall’atto d’amore e diventa perciò una scelta di difficile ponderazione.
In questo frangente, l’accompagnamento pedagogico diventa decisivo.
Il sapiente e ricco insegnamento a riguardo ci viene dal magistero della
Chiesa, da ultimo quello di Benedetto XVI, che richiama il nesso tra “eros”
e “agape”, mentre esperienze numerose e autorevoli riguardo alla soddisfazione ed efficacia d’uso dei metodi di regolazione naturale della fertilità provengono dalle coppie che il Camen di Milano (Centro ambrosiano metodi
naturali) ha istruito e seguito con una precisa metodologia di accompagnamento in questi anni tramite i suoi insegnanti.
Testimone autorevole e concreto di questo cammino scientifico ed educativo nel contempo, maestro sapiente quanto modesto, è stato un ginecologo,
il dott. Giancarlo Bertolotti di Pavia, prematuramente perito in un tragico
incidente stradale, cui dedichiamo questo Convegno.
Uomo apprezzato dai colleghi e venerato dai pazienti, ha dedicato tutta la
sua vita professionale come servizio di amore, specie alla vita nascente e alla
vita di coppia: particolarmente efficace è stata la sua opera nella fondazione
di consultori familiari e di Centri di aiuto alla vita.
A chi desiderasse conoscerlo in modo più approfondito, segnaliamo la
sua splendida biografia dal titolo Una vita per la vita di Angelo Comini,
Ed. Paoline 2008, e con una prefazione del cardinale Dionigi Tettamanzi di
Milano.
A nome del Centro culturale diocesano “Gabriele Lucchi” ringrazio la
stampa e gli operatori radiotelevisivi presenti, tutti gli sponsor e in particolare l’Arcivescovo di Crema, che ha concesso un aiuto particolarmente
prezioso per realizzare questo incontro.
Dott. Paolo Basso
Crema, 5 febbraio 2011
L’amore è donazione totale di sé
(Giovanni Paolo II)
La Dottrina sociale della Chiesa
e la cultura della vita
Sua Ecc.za Mons. Luigi Negri (vescovo di San Marino - Montefeltro)
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Cercherò di dare un contributo al vostro lavoro indicando in maniera
sintetica l’itinerario che si apre di fronte a noi all’inizio di questo terzo
millennio, in un momento fra i più tragici della storia della società e
della Chiesa. Credo di poter contribuire, così, a una ripresa matura della
vostra storia e, ancora prima, della vostra memoria, dal momento che
l’uomo è memoria di ciò che ha vissuto, di ciò che ha incontrato, di ciò
che ha fatto e al tempo stesso del suo limite. Senza dimenticare inoltre
che questa - secondo l’insegnamento di sant’Agostino - è in funzione di
Consentitemi dunque una prima osservazione: Giovanni Paolo II, in
quello straordinario documento magisteriale che è l’Evangelium Vitae,
ha definitivamente fissato i termini del confronto che attraversa ogni
brano dell’esistenza, ogni momento, da quello più ordinario della vita
quotidiana fino ad arrivare alle grandi vicende nazionali e internazionali. Dico della lotta tra la cultura della vita e la cultura della morte, che
ha origini non troppo antiche e che, certamente, è al principio di quella
modernità che ha eretto l’uomo a padrone del mondo e della realtà,
chiamandolo a esercitare il suo potere sulla storia, sull’umanità e sulla
natura. L’assunto è che l’uomo ha un valore nella misura in cui possiede. Questa idea ha determinato un cammino inesorabile: la volontà di
potenza che ha generato le grandi ideologie filosofiche e scientifiche
della seconda metà del XIX secolo, sfociate nei tremendi sistemi totalitari. Il risultato è stato la distruzione fisica e morale di milioni di
L’amore è donazione totale di sé
un presente gravido e proteso verso il futuro.
uomini, della loro intelligenza, del loro cuore, della loro capacità di
amare, della loro volontà di sacrificarsi e della loro dignità. I totalitarismi, infatti, non solo hanno fatto pagare un immenso tributo di sangue,
tradendo le promesse, ma - ripeteva spesso Giovanni Paolo II - hanno
avvilito l’uomo fino quasi a farlo scomparire.
Ebbene, definirei la cultura della morte come l’uomo e la società che
muoiono perché la vita perde di senso, di significato, divenendo pura
reazione a impulsi, specialmente massmediatici. L’uomo in definitiva
non conosce più se stesso, smette di amarsi e di amare la realtà. Al
limite da essa trae qualche simultaneo spunto per il proprio benessere,
cosicché l’altro viene considerato alla stessa stregua di una cosa. In
effetti, la cultura della morte è manipolatrice, l’uomo della morte è il
manipolatore per eccellenza, colui che manipola tutto nel tentativo di
incrementare la propria identità attraverso il possesso.
Quante volte accendendo la televisione o scorrendo un giornale as-
sistiamo a esperienze orrende di violenza! Oltretutto all’interno della
famiglia e nei rapporti primari, che per secoli hanno rappresentato il
sostegno fondamentale della nostra civiltà. Si vive senza dignità alla
rincorsa di un possesso materiale. Si muore senza dignità quasi per affermare che nulla si è potuto ottenere, giustificando per amore, per soldi, per lavoro o per il sopraggiungere della malattia perfino il suicidio.
Ecco cos’è la cultura della morte.
Potremmo scomodare i filosofi, ripercorrere il cammino storico da-
gli albori dell’età moderna fino a oggi; tuttavia è sufficiente dire che
stanno morendo l’uomo e la società.
La cultura della vita è invece - per riprendere Giovanni Paolo II - il
vangelo della misericordia di Dio verso l’uomo, il vangelo della dignità
della persona umana, l’annunzio del valore dell’esistenza. Più d’uno
sono i fattori di questa novità: l’uomo non viene al mondo per morire
ma per vivere e realizzare pienamente la propria umanità; a tale scopo è
imprescindibile l’incontro con il mistero di Cristo presente nella Chie-
sa, quel cammino di educazione della persona alla dimensione della
morte e resurrezione del Signore.
L’opposizione non si verifica, quindi, tra due ideologie. Piuttosto,
tra un popolo che muore e uno che, per quanto circondato dal nulla,
sa tenere alta l’esperienza della verità e della positività della vita. Noi
non combattiamo la nostra battaglia servendoci delle ideologie, neppure delle ideologie di valori religiosi o naturali. La vera alternativa è tra
un’esperienza di morte e un’esperienza di vita. Pertanto il soggetto che
resiste al nulla non sono gli intellettuali e nemmeno i vescovi, bensì il
popolo cristiano; quel popolo che mangia e beve, veglia e dorme, vive
lui. La resistenza alle ideologie totalitarie l’hanno fatta certamente la
dottrina sociale della Chiesa (il grande magistero che attraversa tutto il
XIX e il XX secolo) e le iniziative dei singoli gruppi. Ma prima e più
profondamente la resistenza l’ha fatta la vita del popolo.
A mio avviso, dunque, il nesso prezioso che non dovrete mai di-
menticare, è il nesso tra il popolo cristiano che le alimenta e le vostre
iniziative, in cui esso esprime la propria vitalità. Affinché ciò acca-
da è necessario, però, tenere aperto il canale della vita della Chiesa
e della comunità locale con il lavoro che fate, con le vostre strutture.
Non dimenticate, tuttavia, che non siete specialisti dell’iniziativa, ma
l’avanguardia cosciente di un popolo a cui date energia, obiettivi, cui
chiedete aiuto. C’è una circolarità: la vita del popolo cristiano alimenta
di freschezza le vostre iniziative che, dal canto loro, lo ripagano con la
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e muore, non più per se stesso ma per Colui che è morto e risorto per
possibilità di espressione e di eroismo. Nel mio cuore ho profonda gra
titudine per un gruppo di giovani della mia diocesi e precisamente della
città di Novafeltria. Dopo aver creato un Movimento per la vita, stanno
facendo rinascere la parrocchia. Viceversa, la parrocchia trova in loro
le provocazioni che possono venire soltanto da un popolo cristiano. Ciò
vuol dire che voi fornite gli strumenti per vivere l’alternativa al nulla.
Una direttiva che mi sento di darvi è allora questa: mantenete vivo il
nesso con la Chiesa locale e cercate di pungolarla perché sia presente di
fronte ai gravi problemi della difesa della vita nascente, contro le manipolazioni genetiche di qualsiasi tipo, contro il tentativo di eliminare le
forme di handicap che - come ho scritto sulle pagine di un giornale laico
senza ricevere neanche una querela! - equivale alla riformulazione della
raccapricciante teoria dell’eugenetica di matrice massonica e anglosas-
sone accolta e sviluppata dal nazismo. Pungolate la Chiesa affinché sia
presente contro la concezione della vita come di qualcosa che si può
scegliere, nella pretesa di stabilire in maniera arbitraria, e a discapito
dei più deboli, le procedure, la normalità e i termini oltre i quali si ritiene che non ci sia più vita.
Non stancatevi di ripetere che la vita è un valore assoluto, disponi-
bile soltanto al mistero di Dio, che gratuitamente la riprende, non per
capriccio, ma perché possa accadere l’entrata definitiva nel mistero del-
la vita eterna, dono di Cristo a tutti coloro che Lo incontrano e credono
in Lui. Difendete l’indisponibilità della vita dal suo concepimento fino
al ritorno alla casa del Padre e siate impermeabili a qualsiasi riduzione.
Sarebbe inaccettabile che la vita umana, in tutto o solo in parte, venisse
considerata materiale biologico alla mercé degli scienziati.
Purtroppo, però, analogamente alle generazioni precedenti che era-
no consegnate alle ideologie sociali e politiche, noi siamo consegnati
all’ideologia della tecno-scienza, cioè alla cattiva scienza, ahimè considerata un fine e non uno strumento. La verità è che l’aspetto corporeo
non è tutto l’uomo, ma è connesso alla personalità umana; questa sì di
valore assoluto malgrado tutte le circostanze, tutti i condizionamenti
e disponibile soltanto al mistero di Dio di cui è fatta a immagine e
somiglianza. La difesa del valore della persona e della vita in tutte le
sue fasi, in tutte le sue stagioni, in tutte le condizioni, assicurato dallo
sguardo di misericordia per cui Dio crea e per cui Cristo ha redento il
mondo, deve essere intransigente. «L’uomo, in verità, - sostenevano i
padri del Concilio ecumenico Vaticano II nella Gaudium et Spes - non
sbaglia a riconoscersi superiore alle cose corporali e a considerarsi più
che soltanto una particella della natura o un elemento anonimo della
città umana».
Dentro questa certezza di fondo indicherò brevemente tre impegni
l’ecclesialità; il secondo impegno che vi chiedo è di incrementare le
opere caritative, di accoglienza e di promozione della vita che costituiscono il contrappunto della polemica. Indubbiamente c’è un confronto
dottrinale che talvolta può farsi anche duro. Accanto, però, c’è questa
capacità di squadernare davanti al mondo un nuovo modo di concepire
la vita, la malattia, di farsi carico delle trepidazioni e della disperazione:
in questi anni tante donne sono state sottratte alla vulnerabilità della so-
litudine per essere inserite in contesti nei quali hanno ritrovato (magari
faticosamente) la loro dignità di madri, imparando ad assumersi fatiche
che da sole non avrebbero potuto sopportare; l’ultima richiesta che vi
rivolgo, dal momento che lo vedo fare nella società ma non nelle istituzioni e men che meno nelle formazioni politiche, è di non trascurare
la presenza di una sana laicità. Non parlo della minoranza laicista o
dell’emergente e deleteria conformazione dei cattolaicisti. Ma di quelli
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che, credo, dobbiate onorare: il primo, lo ripeto, è il nesso vitale con
che un tempo il magistero chiamava gli uomini di buona volontà,
vale a dire quegli uomini che, educati dai disastri del secolo che ci ha
preceduto (definito dal filosofo Robert Conquest “delle idee assassine”), ricominciano a pensare alla propria e altrui vita non più come
oggetto di possesso o di manipolazione, ma con quello stupore da
cui - aristotelicamente - nasce la sapienza. Ebbene, sappiate incon-
trarli e coinvolgerli, da buon prete ambrosiano sarei tentato di dire
sappiate tirarveli dietro e camminare con loro.
Molti laici condividono valori e idee di evidente matrice cattoli-
ca, ancorché trasmissibili a un’autentica laicità. Anche se si dovesse
trattare di un piccolo segmento di strada, sappiate quindi camminare
con loro nella difesa della vita e nella promozione delle opere. Non
scoraggiatevi, se non faranno l’intero cammino, se non partiranno
dalla medesima esperienza di fede, se non avranno il vostro passo.
Guai a noi, se nell’ambito del nostro lavoro per gli uomini e per
la vita non trovassimo posto per chi, anche solo implicitamente, ha
il senso del mistero! Sappiate dunque essere kantiani, di quel Kant
che, pur essendo lontanissimo dalla nostra fede e dalla nostra cultu-
ra, seppe dare una formulazione straordinaria del rispetto laico della
vita: «Agisci in modo da trattare l’umanità nella propria e nell’altrui
persona sempre come fine e mai semplicemente come mezzo».
Ai tre impegni che ho elencato (il rapporto con l’ecclesialità, l’in-
cremento delle opere caritative e la capacità di coinvolgimento della
laicità) se ne aggiunge un altro: la consapevolezza culturale sulle
questioni che sono sul tappeto, senza la quale non si affrontano neppure i problemi del quotidiano. Occorre coniugare in effetti l’oriz-
zonte del quotidiano con uno più impegnativo e più vasto; Giovanni
Paolo II, rievocando nel lontano 1981 san Benedetto da Norcia, fon-
datore della civiltà occidentale, disse che era necessario che l’eroico
diventasse quotidiano perché il quotidiano diventasse eroico.
La chiarezza vi è assicurata, oltreché dall’insegnamento dei papi
e dei vescovi, dalla coerente esperienza di Giovanni Paolo II che, sui
temi dell’amore e della vita, ha scritto pagine assolutamente radicali
(ma non sempre apprezzate), negando che si possa chiamare democrazia una società in cui vengono affermati il diritto all’aborto, il diritto alla manipolazione, il diritto alla soppressione di vite inermi e il
potere dello Stato di decidere sulle grandi questioni della coscienza.
L’uomo - è questo oggi il senso di tale negazione - è indisponibile
alle strutture istituzionali, meno che mai della Magistratura.
Sappiate quindi ricorrere, se necessario, alla suprema autorità
della Chiesa affinché, come è accaduto con la Congregazione per
riproduca e riproponga il magistero. Può essere utile, nel confronto
con la società, rileggere il numero 73 dell’Evangelium Vitae. In essa
si trovano fissati criteri inequivocabili di comportamento utili a illuminare e valutare il presente. D’altronde credo che questa rinnovata
assimilazione del magistero, l’immutabile volontà di farsi ancora insegnare - dato che, dice san Paolo, saremo tutti bambini dinnanzi al
Signore - vada attesa direttamente dalla Santa Sede.
Vorrei fare tre ultime osservazioni: la prima: stiamo attenti, so-
prattutto noi cattolici, a non sottoporre il magistero al giudizio delle
ricerche scientifiche. La scienza evidentemente è in evoluzione: ciò
che nel 1998 sembrava acclarato oggi è discusso. Sia dunque il ma-
gistero a giudicarla e mai il contrario. Lo scienziato invece, come
ognuno che è impegnato nel particolare, a un certo punto, quasi sen-
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la Dottrina della Fede su alcune vicende inerenti l’aborto, chiarisca,
za accorgersene o senza averne volontà, è tentato ad assolutizzare.
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Viene meno, così, la carità di richiamarsi all’orizzonte più vasto di
cui parlavo prima, ovvero la capacità di leggere in senso positivo la
dialettica tra il magistero e le questioni scientifiche. Quanti hanno
incarichi nella politica poi si impegnino a mediare, anche a costo
di sacrifici e di faticose collaborazioni. In nessun caso, comunque,
rimanga implicito il punto di partenza, cioè la dottrina sociale della
Chiesa, formulata con precisione in uno degli ultimi documenti della
Congregazione per la Dottrina della Fede guidata dall’allora cardinal
Ratzinger.
La battaglia che si delinea è sulla totalità e la radicalità della
nostra visione e dei nostri obiettivi. Non possiamo non partire dal-
l’ampiezza della nostra concezione della vita e delle cose. Quando
il dialogo esigerà una riduzione della portata della nostra proposta,
allora potremo accettarne una inferiore. Diversamente, partire da una
proposta già mediata significherebbe rendere equivoca la nostra posizione.
La seconda osservazione riguarda, invece, l’opportunità di favo-
rire l’unità del popolo cristiano nelle sue forme e nelle sue articolazioni. È innegabile che ci siano delle differenze, persino di un certo
valore. Eppure l’unità condivisa non presuppone un’opinione prevalente, bensì il radicamento nel mistero di Cristo che ci fa essere una
cosa sola con Lui e rende positive, laddove non tendono a infrangere
questa unità, anche le differenze. Coloro che, in forza di una coe-
rente appartenenza alla dottrina sociale della Chiesa, hanno spinto
la loro battaglia ottenendo talora risultati positivi a livello sociale.
D’altra parte, l’unità premia sempre di più della divisione. A maggior ragione se si regge sui fondamenti della fede, della speranza e
della carità. Poco importa se in una fase successiva si articolerà nella
forma e nei modi; non esiste, infatti, un’unità che sia uniforme e, per
converso, non esiste nemmeno pluralismo che non faccia riferimento
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a una unità.
Infine, ed è questa la terza e ultima osservazione, siate acuti nel giu-
dicare le situazioni, perché i figli delle tenebre sono più furbi dei figli
della luce. Verificate in prima battuta che quel che viene detto a vantaggio del valore della vita, della famiglia, etc. trovi un’adeguata applicazione nelle attuazioni politiche. Che non si senta qualcuno dire che lo
Stato ha il diritto di risolvere i temi eticamente rilevanti o che - stando
alle dichiarazioni di un’altissima autorità della Repubblica - debba farlo in maniera non confessionale, perciò anti-cristiana! (Un concetto di
laicità questo, come ho mandato a dire in risposta a simili affermazioni,
Ci sarebbero molte altre cose da ricordare. Per ora ho soltanto cerca-
to di aprirvi un sentiero da percorrere per recuperare il passato glorioso
e spalancare il vostro impegno verso il futuro e le nuove generazio-
ni. Diceva santa Caterina da Siena: «Non accontentatevi delle piccole
cose». Siccome la più italiana delle sante lo diceva rivolgendosi al pontefice, mi pare che io possa ripeterlo a voi, oggi e qui.
L’amore è donazione totale di sé
che non è diverso da quello dei giacobini della rivoluzione francese).
Studio prospettico osservazionale
“Serenità”
Studio osservazionale multicentrico comparativo dell’efficacia
dei metodi di Regolazione naturale della fertilità versus le tecniche
di Riproduzione assistita per la procreazione in coppie sub-fertili
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Ente capofila del progetto: Ospedali Riuniti di Bergamo
Dott. Prof. Luigi Frigerio (direttore clinica ostetrico ginecologica
Ospedali Riuniti di Bergamo) e Dott. Giuseppe Banfi
Promotore e direttore del progetto: Dott. Michele Barbato
Premessa
Il comportamento riproduttivo nella moderna società occidentale è cam-
e la paternità sono oggi accuratamente pianificate, tendenzialmente tardive
rispetto all’inizio dell’età fertile e frequentemente sono successive a lunghi
periodi di contraccezione.
I metodi per facilitare la ricerca della gravidanza cui ricorrono le coppie,
in particolare quelle sub-fertili, sono generalmente due: il primo è il ricorso a
tecniche di Procreazione medicalmente assistita (Pma) e il secondo è quello
di ricorrere ai metodi di Regolazione naturale della fertilità (Rnf). L’efficacia
delle varie tecniche di Pma è ben nota ed accuratamente monitorata, mentre
in letteratura sono rintracciabili solo pochi studi e dati sull’efficacia dei metodi di Regolazione naturale della fertilità applicati a coppie sub-fertili.
Lo scopo dello studio è quello di determinare il valore dell’efficacia
del sistema Rnf, sia dal punto di vista dell’obiettivo primario (“bambini in
braccio”), sia dal punto di vista della valutazione degli effetti collaterali,
nonché dal punto di vista economico-organizzativo.
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biato drammaticamente negli ultimi due decenni, in particolare la maternità
In particolare, il progetto si propone di studiare il concepimento nelle
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coppie sub-fertili attraverso il monitoraggio del ciclo ovarico femminile,
effettuato con i metodi di Regolazione naturale della fertilità, intrinsecamente non invasivi e a costo complessivo trascurabile. Si tratta di metodi
che permettono, attraverso il riconoscimento di segni e sintomi ordinariamente presenti nel corpo femminile, di individuare le fasi fertili e sterili
del ciclo ovarico e, conseguentemente, orientare il comportamento sessuale
della coppia in modo da favorire il desiderato concepimento.
Parallelamente verranno raccolti i dati del gruppo di controllo di coppie
sub-fertili alla ricerca della gravidanza che adotta tecniche di Pma, in modo
da poter procedere al confronto dei risultati.
Il progetto, presentato dagli Ospedali Riuniti di Bergamo, con la par-
tecipazione del Centro di Procreazione medico assistica dell’Unità oper-
tica di Ostetricia e Ginecologia (direttore: prof. Luigi Frigerio) vede il
coinvolgimento della Facoltà di Statistica dell’Università degli Studi di
Milano, Associazioni scientifiche specializzate nello studio dei metodi di
Regolazione naturale della fertilità (Associazione sintotermico Camen) e
infine operatori capillarmente presenti sul territorio (Fondazione Camen,
Consultori familiari della Felceaf e gli insegnanti di Regolazione naturale
della fertilità raggruppati dall’associazione “La Bottega dell’Orefice”). Lo
studio Serenità, dopo essere stato analizzato e approvato dal Comitato di
Bioetica degli Ospedali Riuniti di Bergamo, è stato sottoposto alla Direzione sanità della Regione Lombardia, che ha deciso di finanziarlo, essendo di
interesse regionale sia per i risultati attesi che per le prospettive di ricerca
nel trattamento della infertilità di coppia.
Razionale dello studio
La maggior parte delle coppie concepisce spontaneamente entro sei ci-
cli di rapporti mirati. Le rimanenti coppie (10-15%) sono da considerare
subfertili o infertili. È necessario evidenziare che il tasso di nati vivi in
coppie subfertili non trattate raggiunge quasi il 55% in 36 mesi1.
Uno studio retrospettivo di coorte2 ha dimostrato che la maggior pro-
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babilità di una gravidanza clinica si ha per rapporti nel giorno di picco del
muco vulvare (38% per le coppie con fertilità normale, 14% per le coppie
sub-fertili). L’osservazione standardizzata del muco vaginale può identificare i giorni in cui un rapporto presenta una maggiore probabilità di esitare
in un concepimento.3 Il rapporto mirato nei giorni con secrezioni vulvari
ottimali dovrebbe ridurre il declino della fecondabilità associato all’invec-
chiamento maschile. In letteratura non sono disponibili studi che confrontino i risultati dei metodi Rnf e delle tecniche di Pma in coppie sub-fertili che
cercano gravidanze. Da ciò l’esigenza di effettuare questo studio.
Obiettivi dello studio
• Confrontare l’efficacia dei metodi per facilitare la ricerca della gravidanza basati sulla capacità osservazionale della donna (Rnf) con
quella delle tecniche di Procreazione medicalmente assistita, nelle
coppie sub-fertili.
Gli obiettivi secondari sono:
• valutare le conoscenze comportamentali acquisite dalle Coppie;
• informare la collettività dell’esistenza di centri che forniscono la
possibilità di conoscere ed imparare ad utilizzare i metodi per la
Regolazione naturale della fertilità non solo per ritardare le nascite
ma anche per favorire il concepimento;
• ipotizzare un protocollo di proposta operativa alle coppie sub-fertili
in base ai risultati raggiunti, da applicare prima di accedere alle tecniche di procreazione assistita, nel pieno rispetto dei dettami della
Legge 40/04.
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Gli obiettivi primari sono:
Risultati attesi
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Dallo studio si attende la rilevazione dei risultati dell’efficacia
dell’uso dei metodi di Rnf per la ricerca di gravidanza in coppie subfertili “sine causa”.
Ci si attende inoltre di poter confrontare tali risultati sia con dati
della letteratura, seppur lacunosi, sia con i dati di efficacia delle tecniche di Pma.
In particolare si attende di poter individuare i valori di gravidanze
e parti ottenuti.
Dall’analisi preliminare degli studi pubblicati in letteratura, è ve-
rosimile attendersi il concepimento e la nascita (“bimbo in braccio”)
nel 30% circa delle coppie sub-fertili con il solo impiego della Rnf
per l’identificazione del periodo fertile entro un anno.
Si pensa poi che il confronto con il gruppo controllo possa far
emergere delle indicazioni più accurate e appropriate per l’inizio delle tecniche di fecondazione assistita nelle coppie sub-fertili.
Si pensa infine che lo sfruttamento delle capacità osservazionali
della donna possa favorire anche un impiego più razionale delle procedure diagnostiche della fertilità femminile.
Descrizione dello studio
Il disegno sperimentale si articola come uno studio prospettico
osservazionale e prevede l’osservazione e il controllo di due gruppi
di coppie sub-fertili alla ricerca di una gravidanza:
1.Coppie che utilizzano i metodi per la Regolazione naturale della fertilità (gruppo in studio).
2.Coppie che accedono alle tecniche di Pma (gruppo di controllo).
Le coppie arruolabili devono avere i seguenti requisiti:
• coppie sub-fertili. In particolare coppie che, avendo avuto rapporti non protetti da un anno o più, non abbiano concepito4;
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• coppie sposate o con un legame stabile.
• donne tra i 18 e i 45 anni di età al momento dell’ammissione;
• uomini maggiorenni;
• entrambi i membri della coppia non devono essere temporaneamente o permanentemente infertili.
Le regole che verranno insegnate e che le coppie seguiranno per la
ricerca della gravidanza sono quelle previste dal metodo sintotermico
Camen5 :
• individuare la finestra fertile attraverso l’evidenza dei segni
della fertilità: dall’inizio del muco cervicale trasparente o filante o elastico e/o sensazione di bagnato o scivoloso o lubrificato
fino al primo giorno di rialzo termico;
fertile, più alta è la probabilità di concepimento;
• prediligere per i rapporti sessuali i giorni della finestra fertile
con muco con caratteristiche di massima fertilità;
• è auspicabile astenersi dai rapporti sessuali per i 4 o 5 giorni
precedenti l’inizio della finestra fertile.
La durata dello studio è di 5 anni, di cui 3 di arruolamento seguiti
da 2 di follow-up.
Conclusioni
Nel periodo dello studio riteniamo che una quota rilevante delle
coppie potrà conseguire il concepimento spontaneamente attraverso
l’apprendimento e l’impiego dei metodi naturali.
L’amore è donazione totale di sé
• maggiore è il numero di rapporti sessuali durante la finestra
Bibliografia
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1 H.K.A.Snick, T.S.Snick, J.L.H.Evers and J.A.Collins: The spontaneous
pregnancy prognosis in untreated subfertile couples: the Walcheren primary care study. Human Reproduction vol.12 no.7 pp.1582–1588, 1997.
2 Hilgers TW, Bailey AJ. NFP II Basal body temperature and estimated time
of ovulation. Obst Gynecol 1989; 55: 333-339.
3 Wilcox AJ, Weinberg CR, Baird DD. Timing of sexual intercourse in relation to ovulation. Effects on probability of conception, survival of the
pregnancy, and sex of baby. N Engl J Med 1995;333:1517-21.
4 Consiglio Superiore di Sanità - Comitato di Presidenza Linee guida contenenti le indicazioni delle procedure e delle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Sessione XLVI 9 aprile 2008.
5 M. Barbato La regolazione naturale della fertilità Edit. CODIT,1993,
pag 125-132.
I metodi naturali
per la regolazione della fertilità
Michele Barbato (medico ostetrico ginecologo ospedale di Vimercate - MI
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e Direttore del Camen - Centro Ambrosiano Metodi Naturali - di Milano)
e Maria Barbato
Introduzione
I Metodi naturali “sono metodi che si basano sulla conoscenza dei
processi biologici per cui una gravidanza può essere ricercata o evitata
grazie all’osservazione dei segni e dei sintomi della fase fertile del ciclo
mestruale. Quando si vuole evitare una gravidanza ci si deve astenere
dai rapporti sessuali durante la fase fertile del ciclo, quando la si ricerca
Ogni donna può imparare i Metodi naturali poiché sono metodi sem-
plici che non hanno controindicazioni. Possono essere usati da donne con
cicli brevi, lunghi o irregolari o in situazioni particolari, come durante
l’allattamento al seno o durante il periodo che precede la menopausa.
Il grande beneficio dei Metodi naturali è quello di non interferire
con le funzioni naturali del proprio corpo e di non provocare danni alla
salute, come invece i normali mezzi contraccettivi possono fare.
L’invito a conoscere i propri ritmi biologici è rivolto alle coppie che
desiderano regolare la propria fertilità per ricercare, distanziare o evita-
re la gravidanza, agli adolescenti e giovani per maturare una adeguata
conoscenza della propria corporeità, nell’ambito di una educazione inte-
grale della persona alla sessualità e all’amore, alle donne che desiderano
conoscere l’andamento del proprio ciclo mestruale ed evidenziare eventuali patologie disfunzionali, individuabili attraverso il Metodo naturale.
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si possono utilizzare con precisione i giorni fecondi’” (Oms).
Per un corretto insegnamento tuttavia devono essere rispettate delle
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condizioni, in particolare è necessario che i Mn siano bene insegnati e
bene imparati e che vengano rispettate le regole, date da ciascun metodo,
per favorire o rimandare un concepimento. È pertanto necessario che
l’insegnante segua un percorso metodologico con la coppia partendo
dalle conoscenze biologiche e spostandosi poi sull’auto-osservazione, la
registrazione e l’analisi dei dati, l’interpretazione, fornendo una regola
di lettura dei tempi fertili/sterili. Il percorso di apprendimento dei Mn
si svolge in tempi precisi che hanno come obbiettivo l’autonomia della
coppia nella conoscenza della propria fertilità. Per imparare bene a utilizzare i Mn occorrono condizioni di insegnamento precise:
• un luogo preciso;
• un tempo stabilito;
• un soggetto professionalmente qualificato.
“Sempre più donne si avvicinano alla regolazione naturale della fer-
tilità perché trovano affascinante conoscere il proprio corpo. Conoscere
i processi della fertilità della coppia e scoprirne i segni nel proprio corpo
stupisce e nello stesso tempo dà sicurezza in se stessi. L’essere fertili o ste-
rili non viene più percepito come una incognita e non viene più vissuto in
modo negativo o con paura. La fertilità non è, dunque, una condizione che
deve essere controllata e ostacolata, ma appare come una parte costitutiva
della propria quotidianità e della propria persona.
Questo non vale solo per le donne, ma anche per l’uomo, che partecipa
e diviene consapevole della fertilità sua e della sua donna. Molte donne
riferiscono di aver sperimentato una grande e piacevole sorpresa quando
si sono rese conto di poter diagnosticare con chiarezza la propria fertilità,
osservando tutto ciò che accade nel proprio corpo, senza dover ricorrere a
medici o a qualche strumento tecnologico. Quanto le osservazioni sogget-
tive resistano a criteri oggettivi è un fenomeno che sorprende perfino certi
rappresentanti scettici del mondo medico.” (P. Frank).
La storia dei metodi naturali
La storia dei Metodi naturali si perde nella notte dei tempi, tuttavia
21
il primo nome da ricordare è quello del giapponese Kyusaku Ogino, il
quale nel 1924 scoprì che l’ovulazione si colloca sempre tra il 12° e
il 16° giorno prima della mestruazione successiva. Questa scoperta di
Ogino fu poi elaborata, attraverso un calcolo statistico, da un medico
Olandese, Jan Smulders, ed è stata alla base del metodo del calendario
o del ritmo o metodo di Ogino. Anche Knaus, un austriaco, nel 1929,
arrivò a conclusioni simili e asserì che in una donna sana l’ovulazione
avviene sempre il 15° giorno prima della mestruazione successiva, ma
nessuno poi sviluppò questa scoperta.
Un passaggio importante verso i moderni metodi naturali si deve al
diffondersi di quei metodi che non partono dal calcolo statistico, come
il metodo di Ogino, sebbene basato su un presupposto biologico vero,
fertile del ciclo femminile, quali la temperatura basale e il muco cervicale.
In particolare nel 1876 si scoprì che la temperatura a riposo (basale)
della donna non fosse sempre uguale ma avesse un andamento bifasico:
una prima fase in cui la temperatura si mantiene bassa e una seconda in
cui si alza di 1 o più decimi di grado. Wilhelm Hillebrand nel 1933 fu
il primo insegnante di quei metodi che si basavano sulle modificazioni
della curva termica. Vari studiosi e ricercatori si susseguirono poi per
suggerire una modalità pratica per individuare il rialzo termico e quindi
la fase infeconda del ciclo.
Si deve a Jacques Ferin, nel 1947, la prima enunciazione di un meto-
do per individuare la fase sterile dopo il terzo giorno di rialzo termico.
Dopo Ferin anche Jan Holt sarà sempre ricordato nella storia dei metodi
naturali perché, oltre ad aver elaborato un metodo combinato che asso-
L’amore è donazione totale di sé
bensì si fondano sull’osservazione dei segni e dei sintomi della fase
ciava al calcolo la temperatura basale, enunciò la regola per individuare
22
in modo semplice la fase sterile del ciclo: “Evidenzia tre valori di tem-
peratura elevata superiori di almeno 0,1 °C ai sei giorni precedenti”.
Negli anni ’50 molti singoli ricercatori diedero il loro contributo per
sviluppare e interpretare in modo sempre più adeguato il metodo della
temperatura basale: Doering (Germania), Vollman (Svizzera), Ferin
(Belgio), Rendu (Francia), Marshal (Gran Bretagna), Bartzen e Durkan
(USA), Dunn (Olanda), Paganuzzi e Bonomi (Italia).
Per ora si è parlato solo di metodi che si fondano sulla rilevazione
della temperatura basale, ma già nel 1946 Pommernke scopri l’associazione tra il muco cervicale e la fase estrogenica del ciclo mestruale.
Tra gli sudiosi del metodi del muco cervicale si sono distinti E. Keefe,
Roetzer e Gabriele Bonomi, con il metodo della chiara d’uovo o del-
la capacitazione spermatica. Particolare menzione meritano i coniugi
Billings, che hanno sviluppato e diffuso un metodo che si basa solo sul
sintomo del muco o metodo Billings.
Nel 1950 si è iniziato a parlare di metodo sintotermico, successi-
vamente si sono diffusi diversi metodi sintotermici i cui sostenitori
Roetzer, Marshal, Flynn, Lancthod, Keefe, Bonomi, Thyma, basandosi
sull’osservazione di più segni e sintomi, hanno associato, con diverse
regole, la registrazione della temperatura basale al muco o al calcolo o
alla palpazione del collo dell’utero.
Nel 1967 l’Oms si impegnò nella ricerca sulla Rnf, nel 1974 si è
costituita la “International Federation for Family Life Promotion”, che
ha creato un movimento culturale e scientifico attualmente diffuso in
più di novanta Paesi del mondo.
La diffusione in Europa è associata ai nomi del Dott. Rendu e Guy
in Francia, Roetzer in Austria, Marshal e Flynn in Inghilterra, Doering
in Germania.
Nel nostro paese la storia dei metodi naturali è legata ai nomi del
dott. Gabriele Bonomi, che ha svolto un grande lavoro di diffusione
e di aiuto alle coppie tra il 1960 -1980 e del dott. Paganuzzi. Si deve
inoltre al dott. Giancarlo Bertolotti l’aver collegato la realtà dei metodi
23
naturali italiana alla realtà internazionale. La fine della fase pionieri-
stica si è conclusa alla fine degli anni ’70 quando si sono costituiti il
Camen (Centro Ambrosiani Metodi Naturale ) di Milano e il Centro
studi e ricerche sulla regolazione naturale della fertilità della Universi-
tà Cattolica di Roma. Questi Centri hanno promosso la formazione di
insegnanti di metodi naturali, rispettivamente Sintotermico il Camen e
Billings il Centro studi della Cattolica.
Questi poi hanno contribuito alla costituzione della Confederazio-
ne Italiana Centri Regolazione Naturale della fertilità, che raggruppa i
Centri nazionali che preparano insegnati di Rnf.
L’ovulazione si manifesta in ogni donna con dei segni e sintomi
precisi ed esattamente identificabili:
• temperatura basale
• muco cervicale
• modificazioni della cervice uterina
• La temperatura basale
Durante il ciclo ovarico la temperatura della donna dopo il riposo
notturno presenta un andamento caratteristico con due fasi distinte: una
di temperatura più bassa prima dell’ovulazione ed una di temperatura
più alta dopo l’ovulazione. Il responsabile dell’aumento della temperatura è il progesterone, l’ormone prodotto dal corpo luteo, quella struttura che si forma nell’ovaio quando scoppia il follicolo. Dopo che scoppia il follicolo, quindi dal momento dell’ovulazione in poi, agisce sui
L’amore è donazione totale di sé
I segni e sintomi della fertilità
centri termoregolatori ipotalamici e fa aumentare la temperatura basale
24
di qualche decimo di grado. L’aumento della temperatura è segno, dunque, di una ovulazione imminente o già avvenuta. Registrando i valori
della temperatura misurata quotidianamente su un apposito grafico è
possibile individuare una curva termica (con una prima fase bassa e una
seconda più alta) e attraverso tale curva è quindi possibile identificare
la fine del periodo fertile.
• Il muco cervicale
È possibile individuare l’inizio della fertilità femminile attraverso
l’osservazione del muco cervicale. Esso ha la funzione di nutrire gli
spermatozoi e di facilitare la loro sopravvivenza e la loro risalita verso
l’utero. La sua secrezione è controllata dagli ormoni estrogeni che aumentano parallelamente alla maturazione del follicolo, fino a raggiunge-
re il picco nei giorni intorno all’ovulazione. All’inizio, quando compare
a livello dei genitali esterni, il muco è opaco appiccicoso e particolarmente denso, nei giorni successivi invece si fa sempre più fluido, limpi-
do e abbondante. Quando il muco presenta queste ultime caratteristiche
l’ovulazione è imminente, ma non appena è avvenuta l’ovulazione la
produzione del muco cervicale cessa rapidamente. È quindi possibile
identificare l’inizio e l’evolversi della fertilità attraverso l’osservazione
della comparsa e dei cambiamenti del muco cervicale.
L’osservazione e anche l’attenzione alla percezione del muco va
eseguita dalla donna almeno per tre volte al giorno (nella fase di ap-
prendimento) e va registrata la sera. La sensazione e la visualizzazione
del muco che viene registrata è quella che ha massime caratteristiche di
fertilità. È buona cosa prestare prima attenzione alla sensazione e, solo
dopo, osservare ciò che si trova sui genitali esterni (passando la carta
igienica o due dita ben lavate tra le piccole labbra). Una volta trovato il
muco bisogna descriverlo (opaco o trasparente, appiccicoso o elastico,
denso o filante) e bisogna descriverne anche la sensazione (asciutto,
umido, bagnato o lubrificato). Alle volte può risultare difficoltoso riconoscere il muco soprattutto nelle situazioni in cui è spesso presente
25
leucorrea o secrezioni vaginali. In questo caso si può fare la prova del
“bicchier d’acqua”: si prende tra le dita la secrezione osservata e si
mette nel bicchiere trasparente contenente acqua. Se la secrezione si
scioglie non è muco, se rimane intatto nell’acqua è muco.
In situazioni in cui c’è poco muco o comunque si fa fatica a vederlo
e/o a percepirlo si consiglia di:
1. dormire senza mutande
2. non usare salvaslip
3. utilizzare le gonne
4. utilizzare indumenti in cotone, larghi, che facciano respirare
5. bere molto (aumenta la componente acquosa del muco)
6. fare delle contrazione di circa 10 secondi della muscolatura pubo
muco verso i genitali esterni
7. provare a cercare il muco direttamente nel collo dell’utero
• La cervice uterina
Si tratta di un segno correlato alle modificazioni che subisce la cer-
vice uterina durante le fasi del ciclo: sotto lo stimolo degli estrogeni
subisce delle modificazioni di consistenza (diventa più morbido), posizione (più alto) e apertura (più aperto), adatte a favorire il passaggio
degli spermatozoi.
L’amore è donazione totale di sé
coccigea (come per trattenere la pipì) che favorisce la discesa del
I metodi naturali
26
per la regolazione naturale della fertilità
Oggi i metodi naturali per la Regolazione naturale della fertilità
sono molteplici, i più diffusi in Italia sono:
• metodo di Ogino;
• metodo della temperatura basale;
• metodi ciclotermici;
• metodo Billings;
• metodi sintotermici (Roetzer, Camen);
• Lam (Lactation Amenorrea Method)
• Metodo di Ogino o metodo del calendario
Il presupposto scoperto da Ogino nel 1924 è che la fase post ovula-
toria ha una durata costante e l’ovulazione accade sempre tra il 12° e il
16° giorno prima della mestruazione successiva. Tenendo conto anche
del tempo di sopravvivenza della cellula uovo (24 ore) e degli spermatozoi (3 giorni), vengono fatti dei calcoli matematici per cui si può
individuare sempre una prima fase del ciclo sterile, una centrale fertile
e una successiva ancora sterile.
Il primo giorno di ciclo coincide con l’inizio del flusso mestruale.
◊ La prima fase sterile si calcola sul ciclo più corto dell’ultimo
anno sottraendo 19; il giorno stabilito con questo calcolo è l’ultimo della fase sterile.
◊ La seconda fase sterile post ovulatoria si calcola sul ciclo più
lungo dell’anno e si sottrae 9; il giorno così individuato è il
primo della seconda fase sterile.
◊ Il periodo intermedio è considerato fertile.
Questo metodo si affida a un calcolo statistico; infatti è possibile
utilizzarlo solo se la differenza tra il ciclo più corto e quello più lungo
dell’anno è inferiore ai 5/6 giorni.
Questo metodo è abbastanza efficace nella prima parte, perché mol-
27
to restrittivo (per maggior sicurezza è molto largo il periodo di astinenza), mentre gli errori maggiori si riscontrano nella seconda parte.
• Metodo della temperatura basale
Differentemente dal metodo di Ogino con la temperatura basale non
ci si affida alla regolarità del ciclo, ma alla rilevazione del segno “temperatura basale”. La temperatura va rilevata al momento del risveglio
al mattino e possibilmente alla stessa ora, con mezz’ora di tolleranza.
È importante che la temperatura sia misurata sempre nella stessa sede
(rettale o vaginale o orale), che va segnalata sull’apposita scheda, e il
valore misurato va annotato subito. Si inizia a misurare la temperatura
dal quarto giorno del ciclo e si costruisce il grafico giorno per giorno.
rialzo termico e annotarli sulla scheda. Per interpretare la scheda che
ho di fronte devo decidere se si tratta di una curva monofasica (senza il
rialzo della temperatura) o bifasica (dove si è riscontrato un rialzo della
temperatura). Con la regola di Holt o della linea di copertura individuo
il rialzo termico. Con la regola di Holt per rialzo termico si intende
quello in cui almeno tre temperature sono più alte di 2 decimi di grado
dalle 6 temperature precedenti. Con la linea di copertura posso individuare il rialzo se traccio una linea sopra le temperature alte della fase
bassa e tutte quelle che sono sopra di due decimi di grado dalla linea di
copertura sono nella fase alta. Dopo il terzo giorno di rialzo sono certo
dell’avvenuta ovulazione. Dal mattino del quarto giorno di rialzo fino
alla successiva mestruazione sono in periodo sterile.
Lo svantaggio del metodo della temperatura basale consiste nel fat-
to che dà informazioni solo relative alla seconda fase del ciclo, dopo
L’amore è donazione totale di sé
Devo fare attenzione ad eventi che possano erroneamente provocare un
l’ovulazione, per cui non sapendo quando finisce la sterilità del primo
28
periodo dopo l’ovulazione non è possibile avere rapporti nella prima
fase del ciclo fino a quando non si è verificato il rialzo termico. Se poi
non si verifica il rialzo, perché in alcuni cicli è possibile, in quel mese
non è possibile avere rapporti neanche un giorno. Sulla seconda fase
del ciclo invece è molto efficace; infatti una volta avvenuta l’ovula-
zione, si possono riprendere i rapporti secondo le regole dettate dal
metodo.
• Metodi ciclo termici
Per ovviare al fatto che con il metodo della temperatura basale si
utilizza solo la seconda parte del ciclo, ed è possibile aver rapporti solo
nella seconda parte del ciclo (qualora si volesse evitare un concepimento), molti autori tra gli anni ’50 - ’70 hanno proposto di abbinare
alla temperatura basale il calcolo di Ogino o la regola di Doring per
individuare il periodo sterile nella prima fase del ciclo, subito dopo
la mestruazione (periodo sterile pre ovulatorio). Il calcolo di Ogino si
ottiene individuando il ciclo più corto tra i cicli di almeno un anno e si
sottrae 19 dal numero di giorni di quel ciclo: con tale calcolo si evidenzia l’ultimo giorno di sterilità. È possibile aver rapporti fino al giorno
stabilito dal calcolo di Ogino, poi, se si deve evitare un concepimento,
ci si deve astenere dai rapporti. La regola di Doring invece si basa sulla
curva termica e sottrae 7 dal più precoce rialzo termico di almeno 12
cicli, in questo modo si individua sempre l’ultimo giorno della fase ste-
rile. È possibile, perciò, aver rapporti solo fino al giorno stabilito dalla
regola di Doring e, se si deve evitare un concepimento, inizia il periodo
di astensione.
Nella seconda fase del ciclo si individua il periodo sterile post ovu-
latorio con il rialzo della temperatura (proprio come è stato spiegato nel
metodo della temperatura basale). Il periodo in cui ci si deve astenere
dai rapporti sessuali è tutto quello che va dal giorno dopo il giorno
stabilito con Ogino o Doring, fino al mattino del quarto giorno di rialzo
termico. Questa combinazione ha avuto una grande diffusione per gli
29
ottimi risultati sul piano dell’efficacia e sulla migliore compliance per
aver diminuito il periodo di astinenza rispetto al metodo della temperatura basale.
• Metodo Billings
Questo metodo si basa esclusivamente sulla rilevazione quotidiana
di uno dei sintomi fondamentali della fertilità femminile: il muco cervicale prodotto dal collo dell’utero.
La donna può riconoscere la presenza e i cambiamenti del muco
cervicale non solo mediante una semplice rilevazione visiva sui genitali
esterni, ma anche attraverso le sensazioni prodotte dal muco stesso a li-
vello vulvare. L’osservazione della donna deve tenere conto dell’intera
Nella prima parte del ciclo siamo in condizioni sterile fino a quando
non comincia a sentirsi o comparire il muco, ossia quando cambia il
“quadro non fertile di base”, situazione che ciascuna donna può imparare a riconoscere su se stessa, che può manifestarsi con giorni asciutti o
con una secrezione sempre uguale, giorno dopo giorno, che non subisce
modificazioni né qualitative, né quantitative. Dal cambiamento del quadro non fertile di base inizia la fase fertile, che si protrae fino al terzo
giorno completo dopo il picco del sintomo del muco (per “picco” si in-
tende l’ultimo giorno in cui il sintomo del muco si manifesta anche con
una sola caratteristica di alta fertilità: sensazione di bagnato/lubrificato,
trasparenza, filanza preceduto da una crescita e da sviluppo regolare del
sintomo stesso).
Dal quarto giorno dopo il picco inizia la sterilità post-ovulatoria che
si protrae fino alla mestruazione successiva. I giorni di mestruazione
L’amore è donazione totale di sé
giornata.
vengono considerati sempre fertili in quanto se ci fosse un’ovulazione
30
precoce la donna non potrebbe accorgersi dell’inizio della fase fertile a
causa del flusso sanguigno.
Questo metodo si avvale di diversi simboli che usano gli insegnanti
(che per il metodo Billings sono solo donne in età fertile) per evidenziare la fase del ciclo in cui ciascuna donna si trova.
Uno svantaggio di questo metodo può consistere nel fatto che non
tutte le donne, soprattutto in una società moderna, riescano a sentire o
identificare bene visivamente il sintomo del muco, per cui fanno molta
fatica a distinguere le diverse fasi del ciclo. Questo può essere dovuto
al tipo di abbigliamento stretto, non traspirante, all’uso di salvaslip e al
nostro tipo di cultura che non ci permette di paragonare semplicemente
con altri le nostre esperienze.
• I metodi sintotermici
Questi Metodi si basano sulla combinazione dei vari segni di fer-
tilità: il muco cervicale, la temperatura basale e le modificazioni della
cervice uterina, che vengono registrati su un’apposita scheda. Essendo
diversi i segni che il metodo prende in esame, l’uno aiuta l’interpretazione dell’altro così che la donna può avere a disposizione almeno due
segni per identificare l’inizio della fertilità e almeno due per individuarne la fine.
Diversi sono i metodi sintotermici a livello internazionale, ognuno
si differenzia dagli altri per le regole di interpretazione dei vari segni
e sintomi. Il metodo sintotermico proposto in Italia è quello nato dal
Camen (Centro Ambrosiano Metodi Naturali): Metodo Sintotermico
secondo Camen.
Il metodo sintotermico Camen ha due modalità: una più restrittiva
e più sicura, l’altra meno restrittiva, ma con qualche possibilità in più
di concepimento. Entrambe le modalità hanno due parametri sia per
identificare il primo periodo sterile, sia per identificare la fine della fase
fertile dopo l’ovulazione.
1a modalità: il periodo sterile pre-ovulatorio si individua con il
31
calcolo di Ogino (ciclo più corto degli ultimi dodici cicli meno
19) e con i segni di fertilità (il muco visto o sentito o il collo dell’utero). È possibile avere rapporti entro il periodo stabilito con il
calcolo di Ogino solo se contemporaneamente c’è assenza di muco
e sensazione di secco-asciutto o assenza di qualsiasi altro segno di
fertilità (solo la sera e a giorni alterni). Questa modalità può essere
definita “il metodo di Ogino secco”. Il periodo sterile post-ovulatorio si identifica evidenziando tre temperature che superino di alme-
no un decimo di grado la linea di copertura, ma il primo rialzo deve
avvenire dopo il picco del muco. I rapporti sessuali sono possibili
a partire dalla mattina del quarto giorno. Questa modalità è sicura-
mente più restrittiva ma a tutt’oggi nell’esperienza del Camen non
2a modalità: il periodo sterile pre-ovulatorio dura fino a quando non si evidenziano i segni della fertilità: muco, sensazione e
modificazioni del collo dell’ utero. La donna per utilizzare questi sintomi, deve essere capace di percepire il cambiamento della
sensazione prima della visualizzazione del muco a livello vulvare (“prima sentire il muco poi vederlo”) oppure deve imparare a
valutare in modo adeguato i cambiamenti del collo dell’utero. I
rapporti in questa prima fase sono consentiti a giorni alterni e solo
la sera. Questa modalità viene definita: “prima sento, poi vedo”. Il
periodo sterile post-ovulatorio si individua evidenziando tre temperature che superino di almeno un decimo di grado la linea di
copertura e il primo rialzo deve avvenire dopo il picco del muco.
I rapporti sono possibili a partire dalla sera del terzo giorno di
rialzo termico.
L’amore è donazione totale di sé
è stata registrata alcuna gravidanza non programmata.
Per quanto riguarda la modalità di misurazione della temperatura e
32
l’interpretazione del rialzo termico va seguito tutto ciò che stato detto
a proposito del metodo della temperatura basale. L’unica differenza con
il metodo della temperatura basale è che il rialzo si considera tale anche
se si supera di solo un decimo di grado la linea di copertura, non servono due decimi di grado perché viene abbinato il picco del muco.
Per quanto riguarda l’osservazione, l’analisi e la registrazione del
muco, va seguito tutto ciò che è stato scritto riguardo al muco nella sezione segni e sintomi della fertilità.
Individuato l’inizio e la fine del periodo fertile attraverso l’interpre-
tazione combinata dei segni e sintomi di fertilità, la coppia che desidera
una gravidanza sa che deve privilegiare i giorni di massima fertilità per
facilitare il concepimento. La coppia invece che desidera evitare o rin-
viare una gravidanza sa che in tale periodo deve astenersi dai rapporti
sessuali.
• Il Lam (Lactation Amenorrea Method)
La pianificazione familiare si ottiene anche attraverso l’allattamento al
seno. Questo è il sistema che soprattutto nei Paesi poveri evita il maggior
numero di gravidanze. Alla Consensus Conference di Bellagio, promossa
dall’Oms, si è proposto di utilizzare il Lam come sistema per regolare le
nascite. Questo sistema richiede 3 criteri:
1. allattamento totale o quasi totale al seno (con un intervallo massimo tra le poppate di 4 ore di giorno e 6 di notte);
2. assenza di flussi mestruali;
3. primi sei mesi di vita del bambino.
Se tutti e tre i requisiti sono rispettati, si è in un periodo non fertile
con un’efficacia dimostrata del 98%. Se la coppia non rientra nelle regole
del Lam, può tuttavia adottare un Mn che le consenta l’individuazione dei
segni e dei sintomi della fertilità per riconoscere i periodi fertili e sterili del
ciclo. I risultati in termini di prevenzione delle nascite sono molto buoni
e migliori delle tecniche contraccettive abitualmente suggerite in questo
periodo di allattamento.
33
Se non sono presenti i requisiti per utilizzare il Lam è possibile utiliz-
zare il metodo sintotermico per l’allattamento. Ha delle regole precise che
vanno imparate con un insegnante qualificato.
Vantaggi dei metodi naturali
• NO CONTROINDICAZIONI
Non hanno e non possono avere controindicazioni medico-sanitarie,
anzi non pongono alcuna interferenza nei ritmi biologici e non alterano
l’integrità psico-fisica: tutti i metodi artificiali di controllo delle nascite
sono gravati da effetti indesiderati ed effetti collaterali, a volte anche
molto gravi. Ad esempio la “pillola” determina frequentemente aumento
più rischiosi, sono gli effetti collaterali legati al rischio di formazione
di trombi. È noto l’effetto dei dispositivi intrauterini (Iud, la “spirale”)
sui rischi legati alle infezioni pelviche e alla successiva sterilità legata
a queste, nonché all’aumentata probabilità di gravidanza extrauterina;
tali dispositivi possono inoltre aumentare il flusso mestruale ed esistono
pericoli connessi alla loro applicazione.
• INNOCUI
Sono innocui per l’eventuale concepito.
Le coppie che usano la Rnf conoscono il giorno di concepimento
del loro bambino e possono così evitare errori nell’identificare la data
del parto; inoltre la consapevolezza della fertilità e del tempo del con-
cepimento riduce il rischio di esposizione del feto ad agenti o a noxae
patogene che possono danneggiarlo.
L’amore è donazione totale di sé
ponderale e cambiamenti dell’umore e della libido; meno frequenti, ma
• REVERSIBILI
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Sono immediatamente reversibili: la stessa scheda può essere utiliz-
zata sia per evitare che per favorire il concepimento. Esistono in com-
mercio metodi contraccettivi più o meno reversibili, ma, anche quelli a
reversibilità più rapida, come gli estroprogestinici, possono, in alcune
condizioni, richiedere più tempo per il recupero della fertilità: non sono
infrequenti i casi di “amenorrea post-pillola” ad esempio.
• AIUTO PER FERTILITÀ
Sono un valido aiuto per le coppie con problemi di fertilità. Il com-
portamento riproduttivo nella moderna società occidentale è cambiato ra-
dicalmente nelle ultime due decadi: la maternità e la paternità sono oggi
ben pianificate, spesso dopo lunghi periodi di contraccezione. Se la gravidanza pianificata non avviene come atteso, viene spesso richiesta anche
molto precocemente, a pochi mesi dall’inizio della ricerca di gravidanza,
un’assistenza per l’infertilità, con il rischio di un eccesso di trattamento e
di esporsi ai rischi associati alle tecniche di riproduzione assistita (Art),
tra i quali l’iperstimolazione ovarica e gravidanze multiple. Spontaneamente la maggior parte delle coppie concepisce entro sei cicli di rapporti
mirati. Le rimanenti coppie sono da considerare sub-fertili o infertili, ma
il tasso di nati vivi in coppie sub-fertili non trattate raggiunge quasi il 55%
in 36 mesi. Questo tasso è superiore di quello di qualsiasi altra strategia
di trattamento, specialmente di quello delle Art, che sono correntemente
proposte alle coppie subfertili. Durante questo periodo di ulteriore atte-
sa un automonitoraggio con metodi di regolazione naturale della fertilità
(Nfp) potrebbe essere l’unica cosa necessaria, specialmente in coppie con
infertilità inspiegata. Inoltre, i Nfp sono un valido metodo per una autodiagnosi di anomalie del ciclo ovarico. Questo dato è importante da considerare, perché i costi delle tecniche di fecondazione assistita hanno un
impatto importante sia dal punto di vista economico che della salute.
• ACCETTABILI
Hanno un’elevata accettabilità: in coppie motivate il tasso di ab-
bandono è basso. La motivazione può essere di ordine antropologi-
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co, ecologico, psicologico o religioso e ne influenza anche l’efficacia.
Nella nostra esperienza il tasso di abbandono si assesta sul 6%; questo
dato, a nostro avviso, è dovuto al grande lavoro che si fa per motivare le coppie all’uso e al periodico follow-up. L’accettabilità del condom, metodo contraccettivo ritenuto “moderno”, è molto più bassa, in
quanto esso interferisce con la spontaneità del rapporto.
La pillola contraccettiva ha trovato ampia diffusione proprio per-
ché evita il questi tipo di disagio, ma, come accennato in precedenza,
è associata a numerosi effetti collaterali e può determinare un calo
della libido, una riduzione della lubrificazione vaginale, cambiamenti
dell’umore.
Sono semplici da imparare e da usare: dopo una prima fase di ap-
prendimento la coppia diviene autonoma nelle registrazione ed in-
terpretazione dei segni e sintomi di fertilità. I metodi naturali sono
utilizzabili da coppie di qualsiasi cultura e di differenti livelli socio-
culturali. Ci sono persone che vivono in aree urbane e persone che
vivono in aree cittadine. Anche studi dell’Oms hanno evidenziato che
il livello di scolarità non influenza la capacità di riconoscere e descrivere i segnali di fertilità.
Le motivazioni religiose all’uso del metodo non sono un pre-re-
quisito, infatti la maggioranza degli utenti della Rnf non è cattolica,
ma appartiene a diverse confessioni religiose e non. Se ne evince che
anche in un contesto multirazziale come quello delle città italiane, e
di Milano in particolare, i metodi naturali possono essere proposti a
chiunque richieda una consulenza contraccettiva.
L’amore è donazione totale di sé
• SEMPLICI
• ECONOMICI
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Non sono costosi: tutti i contraccettivi hanno un costo che si ripete
mensilmente o a periodi, o sulla singola persona o sulla collettività. I
Metodi naturali, dopo un’iniziale fase di apprendimento, non comportano alcun impegno economico.
• SEMPRE UTILIZZABILI
Possono essere utilizzati nelle varie fasi della vita riproduttiva del-
la donna, compresa la premenopausa, i cicli irregolari, l’allattamento:
per i metodi contraccettivi non vale lo stesso discorso i quanto alcuni
metodi sono più adatti in alcune fasi rispetto ad altri, così che la donna
si trova costretta a passare dagli estroprogestinici alla minipillola o al
condom durante l’allattamento, allo Iud in fase premenopausale.
• RESPONSABLITÀ UMANA
Presuppongono e favoriscono la responsabilità umana nelle com-
ponenti fondamentali della conoscenza (autocoscienza) e della volontà
(autocontrollo).
• RISALTANO LA COPPIA
Rispettano e promuovono la coppia, perché domandano e favorisco-
no l’intesa tra l’uomo e la donna.
Favoriscono il dialogo di coppia, soprattutto sulle questioni inerenti
il corpo e la sessualità, incentivano la cooperazione tra l’uomo e la donna e la corresponsabilità reciproca.
Non riducono la sessualità alla sola genialità fisica ma la integrano
nelle altre componenti della persona (sentimento, affettività, spirito) e
contribuiscono a valorizzare l’affettività, la delicatezza e la tenerezza;
risvegliano il desiderio sessuale reciproco, che ha bisogno di attese per
potersi ciclicamente rinnovare.
Condizioni per l’uso
• Intesa e dialogo tra i partners senza una buona disponibilità da
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parte di entrambi i partners non sono facili da gestire.
• Apprendimento sotto la guida di insegnanti competenti, qualificati presso le apposite Scuole di Formazione e inseriti in un itinerario di formazione permanente. Purtroppo molti li apprendono
leggendo qualche opuscolo.
• Fase di studio e di osservazione di durata variabile da parte della
donna per capire i propri ritmi di fertilità, attraverso la rilevazione quotidiana di segni e sintomi specifici.
• Motivazioni salde e profonde nella coppia che condizionano proporzionalmente la stessa efficacia del metodo e la sua continuazione d’uso.
L’efficacia del metodo dipende dal corretto insegnamento e appren-
dimento, dall’osservazione e registrazione scrupolose dei segni e sintomi di fertilità, nonché dalla volontà della coppia di educare le proprie
abitudini sessuali. L’appartenenza dell’utente a un livello culturale più
o meno alto non influenza in modo statisticamente significativo l’efficacia del metodo.
È importante distinguere le gravidanze indesiderate che insorgono
in seguito a errore del metodo, da quelle dovute ad errore della coppia o
dell’insegnante; ciò non sempre è possibile e può creare dei bias.
Sono stati proposti vari strumenti per valutare l’efficacia dei metodi
contraccettivi ma il più diffuso e utilizzato è: l’indice di Pearl.
L’indice di Pearl viene calcolato dividendo il numero di gravidanze
indesiderate per il numero di mesi di esposizione al metodo e moltipli-
L’amore è donazione totale di sé
Efficacia dei metodi naturali
cando tale rapporto per 1200, cioè 100 anni (calcolando una media di
38
12 cicli l’anno). L’indice di Pearl non tiene conto del periodo di utilizzo
del metodo per ogni coppia, non rendendo ragione del miglioramento
in termini di efficacia in coppie che hanno maturato più esperienza (8);
PI = n° gravidanze indesiderate / mesi di utilizzo del metodo x 1200
Indispensabile, trattando dei metodi naturali di regolazione della
fertilità, distinguere l’efficacia pratica da quella teorica. L’efficacia teorica è rapportata a situazioni ideali, in cui non viene commesso nessun
tipo di errore, ma l’eventuale gravidanza non desiderata è da imputare
ad errore del metodo. L’efficacia pratica riflette l’efficacia del metodo
calato nella realtà quotidiana di utilizzo.
Confronto dell’efficacia dei metodi contraccentivi
◊ CONDOM
⁄
◊ PILLOLA
⁄
◊ IUD (spirale)
10,6 Indice Pearl
⁄ 4,8 Indice Pearl
2 Indice Pearl
◊ COITO INTERROTTO
⁄ 15 Indice Pearl
◊ CREME SPERMICIDE
⁄ 17,7 Indice Pearl
◊ DIAFRAMMA
⁄ 14,4 Indice Pearl
◊ METODO SINTOTERMICO ⁄ 3,6 Indice Pearl (1988)
◊ NESSUN METODO ⁄ 85 Indice Pearl
Storia dell’efficacia
Tra il 1976 e il 1978 l’U.S. Department of Health, Education, and
Welfare ha condotto uno studio prospettico, il “Los Angeles study”, per
determinare l’efficacia di due diversi sistemi di Rnf: i partecipanti sono
stati assegnati in modo casuale al metodo sintotermico o al metodo dell’ovulazione. Si sono così osservate 1.257 coppie con un’età media di
28 anni e un solo figlio per famiglia. Le coppie che hanno seguito le
regole del metodo sintotermico hanno raggiunto un tasso di efficacia
del 100%, vale a dire zero gravidanze impreviste. Le coppie che hanno
39
utilizzato le regole del metodo dell’ovulazione hanno avuto 5,67 gravidanze non programmate per 100 anni donna di esposizione, cioè un’efficacia del 94% circa. Migliori risultati per il metodo dell’ovulazione
sono stati raggiunti in uno studio dell’Oms: indice di Pearl di 2,6, cioè
97,4% di efficacia.
Da uno storico lavoro pubblicato dal Camen nel 1988 è emerso un
indice di Pearl di 3,6 e da allora da tutti gli studi condotti sul metodo
sintotermico non si è mai ottenuto un indice di Pearl>5.
Dal 1989 al 1992 uno studio prospettico multicentrico ha valutato
l’efficacia e l’accettabilità della Rnf analizzando 10.045 cicli di 900
donne dai 19 ai 54 anni; alle donne è stata data libertà di scelta sull’uti-
lizzo degli indicatori di fertilità. Le donne dai 19 ai 45 anni (9.284 cicli
todo utilizzato. Fra le utilizzatrici del metodo sintotermico con doppio
controllo si sono registrate 15 gravidanze non programmate su 7.404
cicli, dando un indice di Pearl di 2,4.
Un recente studio prospettico osservazionale di coorte condotto da
Frank-Herrmann dimostra l’efficacia del metodo sintotermico e la sua
accettabilità (percentuale di abbandono del 9,2% dopo 13 cicli). FrankHerrmann ha inoltre separato le gravidanze insorte per cattivo uso del
metodo da quelle insorte per errore del metodo stesso, ottenendo un
indice di Pearl pratico a 13 mesi dell’1,79, contro un indice di Pearl
teorico dello 0,43: in 16 dei 22 cicli in cui si è verificata la gravidan-
za indesiderata, risulta un rapporto non protetto nella finestra fertile.
Quando nel periodo fertile, al posto dell’astinenza, vengono usati me-
todi di barriera, la percentuale di gravidanze indesiderate non viene
modificata.
L’amore è donazione totale di sé
del totale) sono state successivamente divise in gruppi in base al me-
I tempi di apprendimento dei metodi naturali
40
Il percorso di apprendimento dei Mn è un percorso educativo che,
attraverso la conoscenza, porta la coppia all’autocoscienza. Vediamo
come nei dettagli.
Per l’apprendimento dei Mn occorrono condizioni di insegnamento
precise:
• un luogo preciso: si accede a un Centro di consulenza della
regolazione della fertilità, preferibilmente per appuntamento.
• Un tempo stabilito: il percorso di apprendimento dei Mn si
svolge in tempi precisi, che hanno come obbiettivo l’autonomia
della coppia nella conoscenza della propria fertilità.
• Un soggetto professionalmente qualificato: ogni insegnante
deve essere competente per un determinato Metodo naturale e
tale competenza, come già illustrato, viene acquisita attraverso un corso di formazione e mantenuta attraverso un rapporto
permanente fra gli insegnanti, ottenuto anche grazie a corsi di
aggiornamento. È necessaria anche una competenza sul dato
motivazionale proprio e dell’utente, con la consapevolezza di
una dinamica evolutiva personale e socio-culturale.
Sono inoltre necessarie alcune condizioni; occorre che:
• i Mn siano bene insegnati;
• i Mn siano bene imparati;
• vengano rispettate le regole, date da ciascun metodo, per favorire o rimandare un concepimento.
Il percorso metodologico di apprendimento inizia con le conoscenze
biologiche, che stanno alla base dell’anatomia e della fisiologia del-
l’apparto riproduttore maschile e femminile, nonché delle dinamiche
del concepimento. Una volta impartite all’utente tali conoscenze gli si