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Anno IV - Numero 147 - Martedì 23 giugno 2015
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Centrodestra
Accordo vicino
Lutto nel cinema
Eppur si muove:
vertice Cav-Salvini
La Grecia propone,
l'Eurogruppo attende
Il silenzioso addio
di Laura Antonelli
a pag. 3
a pag. 7
Capasso a pag. 11
FARE DI TUTTO PER SCIOGLIERE IL CONSIGLIO COMUNALE, AMMAINARE LE BANDIERE DEI PARTITI CHE HANNO FALLITO NELLA ORMAI PROSSIMA CONTESA ELETTORALE
di Francesco Storace
hiunque, ma basta
con Marino. Il sindaco irresponsabile di Roma non
ha ancora chiesto
scusa ai cittadini. Stare a
destra non significa aver
perso il diritto ad essere rispettati. E Marino ha offeso
tantissime persone di destra
della città. Perde pezzi - l'assessore Improta, per il cui
destino non piangeremo e soprattutto i nervi. Ne' valgono a placarlo l'assenza di
solidarietà del suo partito pochissime le voci a sostegno - o la censura aperta
di pezzi importanti del centrosinistra alla regione,
come il coordinatore della
maggioranza, Bellini, o lo
stesso capogruppo della lista Zingaretti, Michele Baldi.
Il governatore non parla,
ma manda avanti i suoi. Marino è un uomo solo. Al massimo ha con se' qualche
estremista scemo.
Ma tutto questo non basta
se non viene cacciato dalla
poltrona che occupa indegnamente. Contro Marino
va messa in campo un'opposizione
fortissima nei quartieri e in tutta la
città. E deve dare segnali di coraggio anzitutto il centrodestra, che
pure deve marcare un tratto di discontinuità, perché gli errori ci
sono stati, eccome se ci sono stati.
Prepararsi a una lunga campagna
elettorale, sgombrando il campo
C
Non si riconosceva più la
destra - in quel Campidoglio
- mentre si riconosceva benissimo la vocazione affarista
della sinistra.
Chi si è impegnato solitariamente per sette lunghi
anni nel nome di una destra
pulita, coerente, appassionata, ricca solo di valori incancellabili, non può acconsentire a manovre di palazzo. Trasparenza come valore
e pratica politica; nella nostra vita non ci siamo dimessi (innocenti) persino
da ministri per ricominciare
tutto come prima. Non ci
siamo fatti prendere di petto
dal potere persino col processo Napolitano per assecondare giochi di casta perduta. Siamo rimasti estranei
al doppio scandalo regionale - prima i rimborsi dei
gruppi e poi Mafia capitale
- proprio perché formati alla
cultura di una legalità che
non conosce confini.
Si cominci a ragionare di
proposte concrete. E noi sentiremo il dovere di esserci
a sostegno di una leadership
romana finalmente pulita.
Se non si discuterà, ci saremo comunque ma contro chi vuole
imporre la logica di un continuismo
finalizzato ad uccidere definitivamente le speranze della città.
Pensateci bene, prima di sbagliare
ancora. Intanto, cacciamolo. Mettiamo una croce sul consiglio comunale prima di vergarla sulla
scheda elettorale.
UNA CROCE
Mobilitare la città e i quartieri per costruire un’alternativa
di discontinuità al sindaco irresponsabile di Roma
dai simboli di partito, ad esempio,
che non hanno dato degna prova
di se' nell'amministrazione di Roma,
da una parte e dall'altra. La politica
che vuole restare in campo, quella
che non è suscettibile di problemi
giudiziari, metta in campo liste legate alle singole personalità, semmai. Ma da Roma devono sparire
UNA MIRIADE DI IMMIGRATI DA IDENTIFICARE
le logiche di apparato. Civismo e
non cinismo.
Se si pensa a far tornare vecchie
logiche, non si è compreso nulla.
A Roma bisogna far saltare gli
schemi, unire le persone che possono dare un contributo positivo
alla città, mettendo al bando il
solito affarismo dannoso. Io sono
pronto a dare una mano, ma nel
segno della discontinuità amministrativa. In quei quattro anni al comune di Roma, sono stato solo contro tutti. Davanti a me vedevo una
maggioranza e un'opposizione consociative: con che faccia potrebbero
ripresentarsi gli stessi protagonisti
al cospetto degli elettori romani?
OGGI A PALAZZO CHIGI ANCHE LA RIFORMA DELLE RENDITE: RISCHIO STANGATA PER MOLTI PROPRIETARI
Catastrofe catasto
dietro l’angolo
“DOCUMENTI!”
a pag. 2
di Robert Vignola
cchio al consiglio dei Ministri. Di
più, occhio ai decreti. In ballo ce
ne sono tanti, con disegni di legge
che vanno a scadenza e obblighi di fare
presto. Uno, però, preoccupa più di tutti:
O
la riforma del catasto. Certamente è un
settore a cui mettere mano, laddove
troppa parte della ricchezza residua degli
italiani è affidata ad archivi polverosi e
pieni di scartoffie, dove ottenere un permesso o richiedere un certificato diventa
una scommessa. Ma quando si tratta di
lasciare la strada vecchia per quella
nuova, il singolo cittadino dovrebbe anche
sapere con che tipo di riforma ha a che
fare, se per esempio si toccano le rendite
catastali. Il che sarebbe anche lecito,
ma non in un Paese che a forza di imposte
ha reso i proprietari di immobili una categoria di sfortunati, solo un po’ meno
sfortunati degli altri. Quelle che circolano
sono stime terrificanti, con un aumento
di gettito previsto da far diventare i capelli
bianchi. Basti dire che persino dal Pd
uno come Giacomo Portas, presidente
della Commissione di Vigilanza dell’Anagrafe tributaria, avverte di non usare la
casa come “un limone da spremere”,
puntando anzi a ridurre il carico fiscale
sul ceto medio basso.
La stangata insomma è dietro l’angolo,
con l’aggravante che resterà nascosta
dietro coefficienti difficilissimi da comprendere. Però su una cosa sia i professionisti del settore che i bene informati
sono certi: gli aumenti saranno cospicui
per numerosi immobili. Le stime dicono
che in proiezione e rendite verranno raddoppiate o addirittura quadruplicate, con
disastrosi effetti a caduta sulle imposte
comunali (e non solo). Maggior indiziati?
I proprietari di case situate nei centri
storici, o di villette anche se oggi censite
in categorie economiche. Ma sono solo
due esempi. La sorpresa potrebbe essere
amara per molti.
2
Martedì 23 giugno 2015
ATTUALITA’
IL COSIDDETTO “ACCORDO” EUROPEO DI IERI NON PARLA DI QUOTE: E COMUNQUE SARÀ DISCUSSO FINO A FINE LUGLIO
Immigrati: non se ne esce più
Il piano prevede la ricollocazione di 24mila rifugiati, ma ne sono sbarcati oltre duecentomila
in soli due anni: l’identificazione e il rimpatrio dei non aventi diritto spettano al governo
di Robert Vignola
e la vendono come la soluzione, ben sapendo che
non la è. La ricollocazione
di 40mila persone da Grecia
e Italia sulla quale è stato
raggiunto l’accordo a Lussemburgo
non potrà mai bastare a svuotare
l’Italia della marea umana (oltre duecentomila in due anni) giunta sulle
sue coste. D’altronde, alla base di
tutto c’è sempre la solita distinzione:
tra rifugiati, cioè richiedenti asilo
che all’asilo hanno diritto, e “migranti
economici”, che invece sono a tutti
gli effetti clandestini e vanno perciò
respinti. E sia alla distinzione che al
rimpatrio dei non aventi diritto ci
dovrà pensare l’Italia: un obbligo
cui finora non ha adempiuto, di qui i
blocchi alla frontiera di Ventimiglia,
il giro di vite degli svizzeri sui nostri
S
confini, la tendopoli sorta al Brennero
in concomitanza col G7.
Quello raggiunto ieri in Lussem-
burgo è quindi ben altro che un accordo. Innanzitutto, è entro la fine
di luglio che si dovrà arrivare alla
stesura finale del meccanismo di
distribuzione "temporaneo ed eccezionale". Il Consiglio d’Europa si
è così limitato a redigere cinque
punti, il cui primo è appunto la ricollocazione di 40mila persone da
Italia e Grecia. Al punto B si indica
appunto la scadenza di fine luglio.
Al punto C è indicata la “impostazione di zone di frontiera strutturate
e di strutture negli Stati membri in
prima linea, con l'attivo supporto
di esperti degli stati membri e dell'Easo, di Frontex e Europol per assicurare la pronta identificazione,
registrazione e presa d'impronte
dei migranti”, vale a dire gli hot
spot comparsi all’improvviso dieci
giorni fa nel lessico del ministro
Angelino Alfano: nient’altro che l’evoluzione degli attuali Cara, Cie e
centri di accoglienza vari. Al punto
D è prevista “l'immediata fornitura
VARATA L’OPERAZIONE NAVALE PER INTERROMPERE LA TRATTA DI ESSERI UMANI
di aumentata assistenza finanziaria
agli Stati in prima linea per aiutare
ad alleviare i costi" di accoglienza
e trattamento delle domande per
la protezione temporanea. Infine al
punto E è scritto che il vertice ha
concordato sul "principio che tutti
gli Stati membri parteciperanno al
'resettlement' di 20mila persone in
chiara necessità di protezione internazionale", con riferimento ai
profughi nei campi nei paesi terzi.
Di quote, insomma, neanche a parlarne, almeno per ora, anche se
quello sarà il tema delle prossime
settimane. Vedremo invece come
Renzi e Alfano si cimenteranno nelle
imprese di identificare e rimpatriare
le decine di migliaia di persone che
le navi militari, prima italiane e ora
straniere, hanno prelevato al largo
della Libia e gentilmente recapitato
nei porti del Sud. Auguri…
AGRIGENTO – APERTA UN’INDAGINE DELLA PROCURA
Mogherini: bloccare gli scafisti Ancora spari in mare:
è anche l'operazione navale contro i
trafficanti di essere umani nel Mediterraneo. Obiettivo della missione
“Eunavfor Med” nelle decisioni prese ieri
dai ministri degli Esteri riuniti a Lussemburgo.
Allo scopo, spiega il Consiglio, di "identificare,
catturare e neutralizzare le imbarcazioni e
di rendere disponibili gli strumenti usati o
sospettati di essere usati" dagli scafisti.
"L'Ue - ha commentato l'Alto rappresentante
per la politica estera e di sicurezza comune,
Federica Mogherini - non ha mai preso così
seriamente il tema dell'immigrazione come
sta facendo adesso. Con questa operazione,
colpiamo il business model di quelli che beneficiano della miseria dei migranti. Ma questa
è solo parte di una strategia più ampia, che
C’
comprende la cooperazione con i nostri
partner in Africa, in particolare nella regione
del Sahel, ed il lavoro con l'Organizzazione
internazionale per le migrazioni e l'Unhcr".
Come Ue, ha proseguito la Mogherini, "siamo
determinati a contribuire a salvare vite, a
smantellare le reti dei trafficanti di essere
umani e ad affrontare la cause profonde
della migrazione".
Il quartier generale dell'operazione 'Eunavfor
Med', guidata dall'ammiraglio Credendino,
sarà a Roma, nella sede del Comando operativo interforze. Il presidente del Comitato
militare dell'Ue, il generale Patrick de Rousiers,
ha spiegato chela prima fase della missione
avverrà fuori dalle acque territoriali libiche.
All'operazione - il cui costo è stimato in
11,82 miliardi di euro solo per la fase iniziale
di due mesi e che per ora ha un mandato di
un anno - dovrebbero partecipare 12 Paesi
Ue e circa un migliaio di uomini. La prima
fase, il cui inizio è previsto "nei prossimi
giorni", secondo quanto annunciato dalla
Mogherini, prevede sorveglianza e raccolta
di informazioni sulle reti criminali, con l'obiettivo - e questo rientra nella seconda e terza
fase - di sequestrare e neutralizzare i barconi
usati dagli scafisti anche in acque territoriali
libiche, oltre che di arrestare i trafficanti. Ma
per questo sarà necessaria una risoluzione
del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite,
che dovrà circoscrivere i limiti del mandato
della missione, ed il consenso degli Stati interessati, quindi la Libia.
TARANTO – CONTINUANO GLI ARRIVI
Sbarca la scabbia: più di cento i contagiati
ontinuano gli sbarchi. E si continuano a
segnalare casi di malattie. Sono sbarcati
nel primo pomeriggio di ieri al molo san
Cataldo del porto di Taranto, trasportati dalla
nave militare inglese ‘Hms Bulwark’, 914 immigrati (698 uomini, 133 donne e 83 minorenni) salvati nelle ultime ore nel mar Mediterraneo.
Di questi circa 100 hanno la scabbia, come
spiegato dal direttore del 118 di Taranto, Mario
Balzanelli, presente alle visite mediche nel
presidio allestito per fra fronte all’emergenza.
Una decina le persone ospedalizzate in via
cautelativa. “Moltissime – ha osservato Balzanelli
C
– le patologie dermatologiche rilevate, ma
anche patologie tropicali, infezioni respiratorie,
traumi minori, stati di disidratazione, un paio
di polmoniti. L’obiettivo è quello di assicurare
la migliore risposta sul piano qualitativo e
anche la tutela delle gravidanze a rischio”.
C’era, ha aggiunto il responsabile del 118,
qualche “disadratazione un po’ più marcata e
abbiamo riscontrato anche tre casi di malaria.
C’è sempre una quota minima del 2-3% che
ha qualche problema più significativo. L’intendimento è di risolvere quasi tutto in questo
presidio medico e ospedalizzare solo quando
è necessaria una valutazione diagnostica più
precisa ed anche un livello di consulenza dedicato che possa fare il punto sul miglior tipo
di trattamento possibile”.
In ospedale sono finiti tre sospetti malati di
malaria, tre donne gravide, due malati di polmonite e uno di asma.
Sbrigate le formalità burocratiche, i profughi
verranno smistati con i pullman in altre località,
senza previa quarantena; solo poche decine
dovrebbero rimanere nella cittadina jonica.
Di certo oltre all’emergenza umanitaria c’è
anche quella sanitaria, che preoccupa in un
periodo in cui gli sbarchi non accennano a
B.F.
diminuire.
LA GRANA
Il Ticino chiude le porte: “Non ci fidiamo più”
ercasi piano B di Renzi sull’immigrazione.
Perché anche l’incontro con Hollande è
passato senza che qualcosa si sia risolto.
E ora anche la Svizzera minaccia di dare una
serrata alle sue frontiere con l’Italia. La notizia
arriva dal governo ticinese, il cantone elvetico
di lingua italiana che confina con Piemonte e
Svizzera.
C
"Se l'afflusso di rifugiati che giungono dall'Italia
continua, dobbiamo chiudere temporaneamente
le frontiere": le parole sono di Norman Gobbi,
presidente del Consiglio di Stato. Secondo il
quale il giro di vite sui confini "è il solo modo
per la Svizzera di esercitare pressione sui
paesi che non rispettano i loro obblighi. Noi
facciamo il lavoro per conto dell'Italia e del-
l'Unione europea, in particolare per ciò che
riguarda l'identificazione dei migranti", dice
ancora Gobbi, secondo cui in materia di asilo
il Ticino rappresenta "la frontiera sud della
Germania". Di qui la richiesta inoltrata alle autorità confederali di Berna: "Dobbiamo dare
un segnale, fermare i clandestini alla frontiera
R. V.
sud per rispedirli indietro".
un morto e un ferito
n immigrato è morto e
un altro gravemente ferito. È questo il bilancio
di una sparatoria avvenuta
a largo della Libia su un
gommone, carico di profughi, che si stava dirigendo
verso l'Italia.
Sull’episodio, accaduto di
fronte alle coste del nord
Africa, indaga la procura di
Agrigento, che ha aperto
un’indagine contro ignoti per
omicidio e tentato omicidio.
Ad aprire il fuoco contro il
natante sarebbe stato, secondo il racconto degli stranieri, il personale di una motovedetta libica. “Dei miliziani libici hanno cercato di
derubarci, quando ci siamo
ribellati hanno sparato: io
sono rimasto ferito e un altro
migrante è morto”, ha raccontato il ferito alla polizia.
Si tratta di un immigrato gambiano di 32 anni, giunto domenica a Lampedusa trasportato da un elicottero della Marina militare italiana
con un colpo d'arma da fuoco
al polpaccio sinistro.
Ma il corpo della vittima non
si trova e Tripoli dice di non
aver sparato.“La Guardia costiera libica non spara mai
contro imbarcazioni di migranti e anche la Marina libica non ha sparato” ha detto
il colonnello Reda Issa, comandante delle motovedette
del ‘Settore centrale’ libico.
Il procuratore di Agrigento,
Renato Di Natale, ha ascoltato
alcuni testimoni, ma al momento il fascicolo aperto resta contro ignoti. L'indagine
potrebbe però passare ai
colleghi magistrati di Ragusa.
“I superstiti della sparatoria
U
- spiega Di Natale - con ogni
probabilità verranno trasferiti al porto di Pozzallo. A
quel punto l'indagine passerebbe alla Procura di competenza che è Ragusa”.
Di certo non è la prima volta
che si spara sui gommoni:
quest'anno già due volte, a
febbraio e ad aprile, una motovedetta della Guardia costiera e poi un rimorchiatore
e una nave dell'Agenzia europea per la gestione della
cooperazione internazionale
alle frontiere esterne degli
Stati membri dell'Unione europea (Frontex) sono state
attaccate a colpi d'arma da
B.F.
fuoco.
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3
Martedì 23 giugno 2015
ATTUALITA’
LA VICENDA STASERA
GRECA SI ARRICCHISCE
L’ATTESO INCONTRO
DI UNA NUOVA
A DUE
PUNTATA.
SULLE
CONSORTI
ATENE DEL
CHE FA
CE UN
NT RODE
ASSISTS ALLE
T RA “COLOMBE”
ITAL IANO TEDESCHE
Salvini e il Cav ripartono da Arcore
Berlusconi: “Il Patto del Nazareno bis non esiste, pensiamo a un contenitore comune a tutti”
Il leader leghista: “Chi sarà sui nostri temi sarà nostro alleato a prescindere dalle etichette”
di Robert Vignola
arleranno di sondaggi o di programmi? La speranza di chi desidera restituire all’elettorato un centrodestra credibile non ha dubbi:
far di conto adesso serve a poco,
anche perché rischia di venire tristezza. Occorre invece costruire. Stasera quello tra
Matteo Salvini e Silvio Berlusconi ad Arcore
potrebbe essere quindi un incontro interlocutorio, oppure uno di quelli che fanno letteratura politica e sanciscono patti. Ricordate
quello del Nazareno? Ecco, scordatevelo. Perché quanto meno la scelta di campo di Forza
Italia questa volta sembra essere al ripari da
deviazioni dalla via maestra.
E lo stesso Cav, non a caso, ha voluto chiarirlo
ieri. "Per la verità non capisco come possa
essere nata l'ipotesi di un Nazareno bis. Siamo
convintamente all'opposizione e nulla è cambiato da quando abbiamo dovuto rinunciare
alla collaborazione con il Pd". Parole che Berlusconi ha dettato a Il Giornale spiegando
che "è ovvio che se il Pd presentasse in Parlamento qualche miglioramento della legge
elettorale, o della riforma costituzionale, noi
voteremmo a favore di quella norma, come
voteremmo qualsiasi provvedimento, da chiunque proposto, che giudicassimo positivo per
il Paese". Poi, appunto, il tema dei sondaggi:
"Il Pd è in forte calo. Ma certo, dopo tre
governi di seguito non scelti dagli elettori, gli
italiani non credono più che andare a votare
serva" e Renzi "sta dimostrando di essere
uno statalista e non un liberale: il suo obiettivo
è un controllo forte del governo sulle leve
economiche del nostro Paese".
Inevitabilmente tra gli argomenti caldi c’è anche Salvini. Uno, dice il leader azzurro, "abile,
dinamico, spregiudicato. È un valore aggiunto
per il centro destra", magari pure il contraente
di un patto, questa volta sì, per "un contenitore
P
più ampio, del quale FI e Lega siano parte,
che si rivolga non solo ai partiti , ma anche
alle associazioni, ai gruppi, ai movimenti di
opinione, ai cittadini non organizzati ai partiti.
Il nostro primo obiettivo è quello di ridare un
motivo serio per tornare a votare agli italiani
che hanno disertato le urne".
E ce ne vuole. Dall’altra parte del fiume, il
Nazareno per Matteo Salvini non esiste proprio: "Le idee della Lega sono chiare: chi ci
sta sui nostri temi è alleato della Lega a prescindere dalle vecchie etichette destra-sinistra". C’è anche spazio per un proclama romano: "Se ci saranno le comunali a Roma ci
presenteremo con un nostro candidato e
prenderemo una barca di voti", ha detto
infine il leader leghista, spiegando che quando si sceglierà il prossimo sindaco della capitale ci sarà un nome schierato da Noi con
Salvini. Ma forse sarebbe meglio non deciderlo ad Arcore…
IL MINISTRO GIANNINI CONFERMA: TROPPI EMENDAMENTI, SE NON VENGONO RITIRATI RICORREREMO ALLA FIDUCIA
“Buona scuola” col ricatto, tanto per cambiare
S
arà pure buona, la scuola di
Renzi. Ma di portarla in Parlamento senza apporre la fiducia non se ne parla. Dopo le forti
critiche dei giorni scorsi e le ammissioni del premier, che ha però
accusato le opposizioni e i sindacati
di aver bloccato, insieme al disegno
di legge, anche la stabilizzazione
(che sarebbe peraltro stata parziale)
dei precari, nella giornata di ieri
ulteriori tasselli sono andati a disegnare il mosaico del percorso
parlamentare della riforma. Con il
presidente del consiglio dei ministri
che non ha cambiato di troppo la
sua musica: “Se la riforma passa
ci saranno oltre 100 mila assunzione, se la riforma non passerà o non
passerà in tempo, non è che non ci
saranno assunzioni ma ci saranno
le assunzioni legittime e normali
del turn over, che sono circa
100mila. Se non passa la riforma
si continua con i sistema di oggi”.
Vi suona come ricatto? Non avete
ancora sentito tutto. Perché sulla
decisione del governo di apporre
la fiducia vi è un’altra “lezione” in
arrivo. Non da Renzi, che ha glissato
sull’argomento davanti a chi gli poneva le domande, ma direttamente
dalla ministra Stefania Giannini:
“Gli strumenti tecnici li conoscete
anche la fiducia è uno strumento
tecnico. Dipenderà dalla risposta
delle opposizioni al ritiro dei tanti
emendamenti”. La buona scuola di
Renzi e Giannini, insomma, è quella
dove non sono ammesse discussioni, né obiezione. E soprattutto correzioni…
R. V.
ARRIVATA LA MEMORIA DIFENSIVA DEL SENATORE DEL NCD, MA S I PRE VE DONO T E MPI L UNGHI
Atti in Senato: la giunta si riunisce su Azzollini
stata depositata ieri presso
la Giunta per le Immunità del
Senato la memoria difensiva
del presidente della commissione
Bilancio di Palazzo Madama Antonio
Azzollini (Area popolare-Nuovo
centro destra), nei confronti del
quale la Procura di Trani ha chiesto
l’arresto nell’ambito dell’inchiesta
sul crac della casa di Cura Divina
È
Provvidenza.
Il presidente della Giunta, Dario
Stefano (Sel), ha convocato per
oggi alle 14 l’Ufficio di presidenza
per fare il punto sul caso. Mentre
alle 20 si riunirà la Giunta. Stefano,
in qualità di relatore, potrebbe fare
la sua proposta agli altri componenti
fin da queste prime battute, ma è
probabile che per leggere le nuove
carte ci vorrà un po’ più di tempo.
Quello che sicuramente servirà
anche ai legali dei nove arrestati.
Più di 30mila pagine compongono
infatti gli atti dell'indagine della
Procura di Trani sul crac da 500
milioni della Casa della Divina
Provvidenza di Bisceglie che il 10
giugno ha portato all’operazione
per la quale sussiste anche la ri-
chiesta di arresti domiciliari per il
sen. Azzollini. I 30 faldoni sono
stati depositati al Tribunale del
Riesame di Bari e sono a disposizione degli indagati che hanno
chiesto ai giudici l'annullamento
della misura cautelare.
Per quanto riguarda invece le
udienze sui ricorsi presentati, cominceranno giovedì presso il Tri-
bunale del Riesame di Bari. Nove
delle dieci persone interessate alla
richiesta di custodia cautelare, compreso il senatore Antonio Azzollini
(per il quale non è stata eseguita
in attesa della decisione del Senato), hanno presentato istanza di riesame. Giovedì saranno discusse le
posizioni dell'ex direttore generale
Dario Rizzi, che si trova in carcere;
quella di Adrijana Vasiljevic, la
28enne serba finita ai domiciliari,
e di Antonio Damascelli, ex consulente anch'egli ai domiciliari.
4
Martedì 23 giugno 2015
ATTUALITA’
A TORINO, DOPO AVER OMAGGIATO LA SINDONE, IL PONTEFICE VISITA LA PICCOLA COMUNITÀ RELIGIOSA
Papa Bergoglio ai Valdesi: “Perdonateci”
Ma dal moderatore della Tavola, Bernardini, arrivano parole non altrettanto concilianti verso la Chiesa cattolica
di Igor Traboni
apa Francesco chiede
scusa anche ai Valdesi.
Lo ha fatto ieri, seconda
giornata della sua visita
pastorale a Torino, dedicata per l‘appunto all’incontro
con la comunità valdese, dopo che
domenica scorsa aveva fatto tappa
nel Duomo per la Sindone, prima
della Messa e dell’Angelus in piazza Vittorio e dell’incontro con una
marea di giovani.
Bergoglio ieri, come detto, ha invece fatto tappa presso la comunità
valdese Torino e in assoluto è la
prima volta che un Pontefice varca
la soglia di un tempio valdese.
"Da parte della Chiesa Cattolica
vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non
cristiani, persino non umani che,
nella storia, abbiamo avuto contro
di voi. In nome del Signore Gesù
Cristo, perdonateci!", ha detto il
Pontefice incontrando i valdesi,
prima di tornare sul tema – anche
questo particolarmente a cuore al
pontefice argentino – dell’unità
dei cristiani: "L`unità che è frutto
P
dello Spirito Santo non significa
uniformità. Purtroppo è successo
e continua ad accadere che i fratelli
non accettino la loro diversità e
finiscano per farsi la guerra l'uno
contro l'altro. Riflettendo sulla storia
delle nostre relazioni non possiamo
che rattristarci di fronte alle contese e alle violenze commesse in
nome della propria fede, e chiedo
al Signore che ci dia la grazia di
riconoscerci tutti peccatori e di
saperci perdonare gli uni gli altri.
È per iniziativa di Dio, il quale non
si rassegna mai di fronte al peccato
del'uomo, che si aprono nuove strade per vivere la nostra fraternità,
e a questo non possiamo sottrarci.
All’incontro hanno partecipato anche rappresentanti metodisti, luterani, battisti, avventisti e dell'Esercito della Salvezza.
Nel porgergli il benvenuto, il moderatore della Tavola valdese, Eugenio Bernardini, non ha usato
però espressioni altrettanto ‘’pacificatorie’, rivolgendosi così al
Papa: "Noi valdesi siamo una chiesa, dovete riconoscerci come tale.
Fratello non capiamo che cosa significhi l'espressione del Concilio
che ci definisce comunità e non
chiese. Vuol dire che noi siamo
una chiesa a metà, una chiesa non
chiesa? Capiamo le ragioni ma
sarebbe bello fosse superata nel
2017 o anche prima. Siamo una
chiesa, peccatrice, certo, ma chiesa
di Gesù Cristo, da lui giudicata e
salvata".
Il pastore Bernardini ha parlato
anche del problema dell'"ospitalità
eucaristica" cioè della possibilità
per valdesi e cattolici di comunicarsi nelle liturgie gli uni degli
altri. "Tra le cose che abbiamo in
comune ci sono le parole di Gesù
all'ultima cena, le abbiamo ascoltate ieri. Certo abbiamo interpretazioni diverse di quel che significano, ma ciò che abbiamo in comune sono le parole di Gesù e
non le nostre interpretazioni".
Bergoglio ha quindi replicato, di
fatto accogliendo questa richiesta:
"Tutti aneliamo all'unità della
mensa eucaristica. La Chiesa valdese ha offerto ai cattolici il vino
per la celebrazione della Veglia
di Pasqua e la Diocesi cattolica ha
offerto ai fratelli valdesi il pane
per la Santa Cena della Domenica
di Pasqua", ha ricordato il Pontefice
rilevando che "questo gesto va
ben oltre la semplice cortesia e
che fa pregustare, per certi versi,
l'unità della mensa eucaristica alla
quale aneliamo. Incoraggiati da
questi passi siamo chiamati a continuare a camminare insieme. Un
ambito nel quale si aprono ampie
possibilità di collaborazione tra
valdesi e cattolici è quello dell'evangelizzazione".
DA INCUBO A REALTÀ, IL DESTINO DEI DUCALI È SEGNATO: PURE MIKE PIAZZA HA ALZATO BANDIERA BIANCA
Il Parma è fallito, 102 anni di storia buttati al vento
Ora il club dovrà ripartire dalla Serie D, ma deve trovare un investitore che entro pochi giorni
sia disposto a “investire” 1 milione di euro. Altrimenti rischia di sprofondare ancora più in basso
finita come peggio non
poteva finire. Con un fallimento annunciato,
adesso decretato. Il Parma non
c’è più. E’ fallito. Il “the end” è
arrivato al termine della stagione più difficile e travagliata
della sua storia. Ben 102 anni
buttati così nel nulla, come se
niente fosse. Nessuno è riuscito
a salvarlo, ma che la missione
fosse impossibile s’era intuito
già dalla sentenza fallimentare
pronunciata lo scorso 19 marzo.
Non è bastato anni fa il crack
Parmalat a cancellare il Parma
calcio dal football che conta,
è servito un nuovo scandalo
condito da arresti, pignoramenti, millantatori e traditori a
È
scrivere la parola fine a quella
che per anni ha rappresentato
la vera Cenerentola della Serie
A. Una delle “7 sorelle” capace
di far innamorare tutta Europa
grazie a imprese incredibili
fatte registrare non solo in Italia.
Era la stagione 1990-1991
quando i gialloblù si affacciarono per la prima volta nel
massimo campionato. In 25
anni i ducali hanno conquistato
3 Coppe Italia, 1 Supercoppa
Italiana, 1 Coppa delle Coppe,
2 Coppe Uefa ed una Supercoppa Europea. Trofei meravigliosi, sepolti in un giorno.
Quello del 21 giugno 2015,
una data destinata a rimanere
nella storia dello sport. Una
pagina indelebile, da cronaca
nera, che nessuno potrà mai
cancellare.
Il destino era scritto. Ben 218
milioni di debiti, 74 solo quelli
sportivi, di cui 63 verso i calciatori, hanno allontanato definitivamente pure la cordata
capitanata da Mike Piazza, l’ex
campione di baseball italoamericano costretto ad alzare
bandiera bianca. A niente e a
nulla è servito andare a trattativa privata, dopo la “bellezza”
di 5 aste andate a vuoto. Il
nodo è rimasto legato alla zavorra del passivo, ridotto a 20
milioni dai curatori fallimentari.
Una cifra comunque altissima
per chiunque. Con l’incubo di
probabili contenziosi con club
esteri, giocatori e procuratori.
E così per il Parma e i suoi
tifosi si sono spalancate le
porte del fallimento. Con la
cancellazione della società, la
perdita del titolo sportivo. E la
ripartenza dalla Serie D. Peraltro neanche poi così tanto
certa. Perché per far sì che il
“nuovo” Parma si iscriva alla
prossima stagione della LND,
servirà trovare un investitore
che in pochi giorni sia disposto
a “investire” 1 milione di euro.
Se così non dovesse essere, i
ducali rischierebbero di sprofondare ancora più in basso.
Al peggio, non c’è mai fine.
Federico Colosimo
L’ATTRICE ALLA DOMENICA SPORTIVA?
“Capotondi vade retro”
rivolta a Rai Sport
ristiana Capotondi, 35 anni, romana, attrice
di cinema e tv, alla conduzione della Domenica sportiva assieme al giornalista
Alessandro Antinelli? Le voci in tal senso sono
sempre più ricorrenti da alcuni giorni e hanno
destato un’autentica sollevazione in casa Rai
Sport, con il centinaio di giornalisti dell’armata
sportiva della televisione di Stato pronti alle
barricate nel caso dovesse passare la piccola
Sissi dello sceneggiato di qualche anno fa,
oggi tra le star del piccolo e grande schermo,
peraltro abbastanza a suo agio tra scarpini
chiodati e fuorigioco, e con un buon pubblico
C
di appassionati tra i giovani, pronti a seguirla
dal grande e piccolo schermo alle sintesi delle
partite e alle ‘elucubrazioni’ pallonare.
I giornalisti hanno subito chiesto un’assemblea
di redazione a Saxa Rubra, il cdr vuole che
Carlo Paris, direttore di Rai Sport, chiarisca
l’arcano.
"Non c’è alcuna notizia — ha intanto dichiarato
il direttore di RaiSport — le scelte non le ho ancora fatte e sto prendendo in considerazione
più ipotesi. La Domenica Sportiva? Stiamo valutando il cambio, ma io fino a prova contraria
non ho modificato nulla. Quando lo farò il primo
a saperlo sarà il Comitato di redazione".
Di fatto, dopo il flop dell’anno scorso e vista la
concorrenza sempre più massiccia (tra l’altro
sia Sky che Mediaset stanno pensando di rafforzare l’offerta calcistica della domenica sera),
alla Domenica Sportiva hanno bisogno come
il pane di volti più frizzanti e meno ‘paludati’.
E la Capotondi – che già conduce il programma
Radio2a0 con Giorgio Lauro su Radio2 e dunque
nei corridoi di Saxa Rubra non è proprio
l’ultima arrivata – potrebbe essere la risposta
giusta. Salvo scontrarsi con il muro dei giornalisti
Rai: “Non abbiamo i soldi per gli inviati, ma si
vuole puntare sugli esterni, e a che costi?,
Come in passato…”, si lascia sfuggire uno dei
giornalisti più in vista della corazzata sportiva
della Rai.
L’impressione è che comunque la trattativa
con la Capotondi sta andando avanti e che alla
fine passerà.
5
Martedì 23 giugno 2015
ESTERI
PROSEGUE IL BRACCIO DI FERRO CON IL CREMLINO CON L’EMBARGO SULLO SFONDO DELLA CRISI UCRAINA
Sanzioni, l’Ue continua a farsi del male
Prolungate fino a gennaio le sanzioni anti-russe. Il portavoce di Putin: “Tanto peggio per i contribuenti europei”
ome ampiamente
preannunciato, i ministri degli Esteri
dei paesi membri
dell’Unione europea hanno deciso, con l’aggravante dell’unanimità, di
prolungare di altri sei mesi
le sanzioni contro la Russia.
Vorrebbe essere una risposta
al “ruolo destabilizzante” di
Mosca in Ucraina orientale:
è evidentemente la conferma
(richiesta) dell’assenso alle
posizioni della Nato. Per effetto della decisione, che era
stata preannunciata la scorsa
settimana (con malessere di
alcune nazioni: Austria, Grecia, Italia e Ungheria su tutte),
le sanzioni (in scadenza a
fine luglio) resteranno in vigore fino al 31 gennaio del
2016 e comunque “fino a
quando la Russia non terrà
fede ai propri obblighi previsti dall’accordo di Minsk”,
per citare le parole del ministro degli Esteri britannico,
Philip Hammond.
Eppure, se la tregua nel Donbass vacilla, è soprattutto per
via delle violazioni che spesso
hanno visto protagonisti
l’esercito ucraino con la sua
artiglieria, senza dimenticare
l’azione di quei battaglioni
creati arruolando in blocco i
C
AFGHANISTAN
Attacco al Parlamento:
6 morti e 21 feriti a Kabul
n attacco sanguinoso al
Parlamento afghano è stato respinto ieri mattina a
Kabul, capitale del martoriato
paese. Ad agire sono state le
milizie talebane, che sono anche
riuscite a fare il loro ingresso
nella Camera. Almeno sei forti
esplosioni, scaturite da altrettante
autobombe, sono state udite prima che una sparatoria avesse
luogo. Il conflitto a fuoco è durato
per circa 20 minuti: successivamente l’arrivo di ulteriori rinforzi
ha permesso alla polizia di respingere definitivamente l’attacco.
Il bilancio parla al momento di
sei morti e di circa 21 feriti,
alcuni di questi sarebbe parlamentari feriti da schegge.
Il Paramento è stato evacuato:
al suo interno, al momento delle
U
più estremisti e facinorosi
della rivolta di Maidan. Gioverà anche rammentare come
le sanzioni fossero state decise il 29 luglio del 2014,
dopo una riunione di emergenza convocata a Bruxelles
in seguito all’abbattimento,
il 17 luglio del 2014, dell’aereo del volo MH17 di Malaysia
Airlines, con a bordo 298 civili. Una vicenda di cui, dopo
tanto clamore iniziale, a seguito di prove evidenti di un
abbattimento avvenuto ad
opera di un caccia (i ribelli
russofoni non dispongono di
aviazione…), si sente parlare
ultimamente assai poco. Ma
tant’è.
La reazione di Mosca è stata
ferma, ma scevra da sensazionalismi, in omaggio alla
linea adottata ormai da anni
dal Cremlino. Le sanzioni
antirusse sono ingiuste e illegali e la risposta della Russia sarà speculare, ha dichiarato Dmitry Peskov, portavoce del presidente Vladimir Putin. “Non c’è nulla
di nuovo, l’abbiamo detto
più volte: per quel che riguarda le sanzioni, il nostro
approccio è speculare. La
Russia, naturalmente, consi-
IL PIBE DE ORO PRONTO A CANDIDARSI ALLA PRESIDENZA
DEL MASSIMO ORGANISMO DEL CALCIO MONDIALE
dera queste sanzioni ingiuste
e illegali, e non siamo mai
stati promotori delle restrizioni”. Non senza il rammarico di una serie di misure
che “lede gli interessi degli
esplosioni, c’era anche il primo
ministro Harif Rahmani, che ha
successivamente rilasciato alcune
dichiarazioni. Le forze di sicurezza
avevano avvertito di una possibile
escalation da parte dei talebani
contro i luoghi del potere a Kabul:
forse non a caso, l’assalto è avvenuto mentre si stava nominando il nuovo ministro della
Difesa. Evidentemente le nubi
non si sono allontanare di cieli
R.V.
dell’Afghanistan.
operatori economici non
solo nel nostro paese, ma
anche nei paesi che la portano avanti e per gli interessi
dei contribuenti dei paesi
Robert Vignola
europei”.
L’ANALISI
Maradona torna in campo, Usa e Isis hanno lo stesso nemico: Mosca
adesso Blatter ha… Fifa
D
L’annuncio del giornalista-amico Morales
fa tremare il numero uno svizzero
P
er la presidenza della Fifa, con il
numero 10, è pronto a scendere
in campo Diego Armando Mara-
dona.
La notizia ha del clamoroso ma ad annunciarla attraverso twitter è una fonte
più che autorevole: lo storico giornalista
uruguaiano Victor Hugo Morales, che
delle gesta del Pibe de Oro è stato cantore negli anni più belli della sua strepitosa carriera.
Il nemico di Sepp Blatter, tra i più polemici accusatori della corruzione e delle
presunte malefatte all’interno delle
stanze di vetro di Zurigo, sarebbe pronto
ad avanzare la sua candidatura per diventare il numero uno del calcio mondiale.
L’indiscrezione è rimbalzata in tutto il
mondo ed è destinata a far parlare di
sé a lungo. “Ho telefonato a Diego per
chiedergli come sta suo padre – il cinguettio dello scrittore – e mi ha raccontato che è pronto a correre per vincere, autorizzandomi a comunicarlo”.
Salvo poi aggiungere: “Se Platini e Figo
intendono provarci, quale sarebbe il limite per cui Maradona non potrebbe
farlo?”
Alla base del programma elettorale dell’ex fuoriclasse argentino dovrebbe esserci, per l’appunto, la lotta alla corruzione e al malaffare. Da sempre il ritornello del leggendario calciatore dell’Al-
biceleste, che avrebbe così deciso di
rompere gli indugi dopo aver ricevuto
l’assist del presidente venezuelano Nicolas Maduro.
L’annuncio dello storico telecronista
che immortalò il “gol del secolo” di
Maradona a Messico 1986 ha scatenato
una serie infinita di reazioni da parte
del web. Una “bomba” rimbalzata in
tutto il mondo, capace di creare un
tam tam universale.
Le elezioni si avvicinano (salvo clamorosi
passi indietro da parte di Blatter), ma
la “partita” per la poltrona più importante
del massimo organismo del football si
arricchisce di un altro fuoriclasse. Forse
il più grande di tutti i tempi. Che avrebbe
deciso di rivoltare la Fifa come un
calzino, per scalzare definitivamente il
suo più grande avversario. Non sarà
per niente facile spuntarla vista la caratura dei duellanti. Da Le Roi Platini
all’ex bandiera del Portogallo Figo. Passando per la classe e le giocate di Zico
fino ad arrivare alle prodezze di Romario.
Tutti vogliono prendere le redini della
Fifa, pronti a tornare in campo per
centrare l’ennesima impresa della loro
carriera. Sarà una corsa a ostacoli, un
match a colpi di dribbling e spallate al
limite del regolamento. Con Maradona
protagonista, che per vincere dovrà
sperare – ancora una volta – nella…
Mano de Dios. Federico Colosimo
omenica, a Mosul, capitale del "califfato" in Iraq, i jihadisti dell'Isis
hanno rapito 1.227 bambini. A Palmira in Siria invece, secondo quanto ha
riferito l'Osservatorio per i diritti umani, i
miliziani dell'Isis hanno piazzato mine e
ordigni esplosivi tra le rovine romane
della città. "Non sappiamo perché abbiano
minato le rovine, se per distruggerle o
per impedire l'avanzata dei governativi",
ha afferma l'Ondus. Secondo alcune fonti
i bambini rapiti dagli jihadisti sono stati
portati al campo di al-Salamiya per essere
addestrati. Alcune testimonianze avrebbero
fatto sapere che nel campo l'Isis avrebbe
creato un vero e proprio dipartimento
per addestrare i minori di 18 anni, sia al
combattimento che agli attacchi suicidi.
Non solo, l'Isis, mentre avanza nella "conquista" del Medio Oriente, "dichiara guerra"
a Mosca. Sempre in questi giorni ha accolto la richiesta di adesione di alcuni
gruppi jihadisti e ha annunciato la nascita
della Wilayat Qawqaz, la "provincia del
Caucaso". Lo ha affermato lo stesso Stato
islamico con un comunicato diffuso online.
La nuova "provincia" include la Cecenia,
il Daghestan, l'Inguscezia e altre regioni
a maggioranza musulmana del Caucaso
russo.
Ora la Russia è praticamente circondata,
dalla Nato e dall'Isis. Contro il Cremlino
il nuovo ordine mondiale ha mobilitato
uno scontro a 360 gradi. Prima Kiev, poi
l'Isis e tutte le nazioni che confinano con
l'ex Urss.
Veri venti di guerra, con Putin che ha
avvertito anche la Svezia: "se decidete
di aderire alla Nato punteremo i nostri
missili contro di voi". Infatti ora la Nato
sembra essere seriamente intenzionata
a portare i propri confini fin sotto il
naso di Mosca. Scelta che ha provocato
la reazione russa.
In un’intervista ad un quotidiano svedese,
l'ambasciatore russo Viktor Tatarinstev
ha usato toni tuttaltro che pacifici verso
Stoccolma: "Se dovesse decidere di aderire
alla Nato, dovrà essere consapevole dei
rischi cui si espone". Lo stesso presidente
Putin "ha annunciato che ci saranno conseguenze e che la Russia sarà costretta
a rispondere militarmente riorientando
le nostre truppe e (puntando) e i nostri
missili (balistici armati di testate atomiche)
verso la Svezia".
Un vero tuffo indietro negli anni, in piena
Guerra fredda. Con i toni che si accendono
e le due parti, Est e Ovest, che guardandosi
in cagnesco mostrano i muscoli. D'altronde
l'eventuale adesione svedese all'Alleanza
Atlantica viene vista non solo come una
minaccia, ma anche
come un chiaro segnale di sfida. Ricordiamo che sino ad ora
né la Svezia né la Finlandia, pur essendo
parte integrante dell'Occidente, hanno mai
aderito all'Alleanza. Negli ultimi mesi, però,
più di una volta si sono
sfiorati incidenti tra le
forze armate russe e
quelle svedesi. In diverse occasioni i caccia
di Stoccolma, come di
altri Paesi vicini, si
sono alzati in volo per
intercettare i bombardieri strategici russi.
Una guerra dei nervi
strisciante che, per fortuna, non ha prodotto gravi conseguenze.
Anche se la tensione resta altissima.
Ma gli svedesi vogliono davvero aderire
alla Nato? Dai sondaggi effettuati pare
che dal 17% del 2012 il desiderio di adesione all'Alleanza sia salito al 31% nel
2015, un aumento consistente ma non
tale da spingere il governo di Stoccolma
a muoversi per il grande passo. La "minaccia" per Mosca, dunque, non sembra
reale.
Nonostante questo la Russia preferisce
non correre rischi e sceglie di stroncare
sul nascere qualsiasi velleità bellica ostile
del vicino. Isis e Nato, ancora una volta
le due facce della stessa medaglia. Ancora
una volta "alleati".
Ieri contro Assad, oggi contro Putin. Sempre contro le nazioni antimondialiste
Tatiana Ovidi
6
Martedì 23 giugno 2015
STORIA
COME ABBIAMO GIÀ VISTO NEI SUOI COMPONIMENTI SCOLASTICI, RIGUARDO ALLA SCUOLA HA LE IDEE MOLTO CHIARE
Relazione di fine anno del maestro Mussolini
È il 1902: ecco il documento che il giovane presenta quando termina il periodo del suo insegnamento
di Emma Moriconi
iprendiamo il discorso lasciato in
sospeso nella scorsa puntata e vediamo il contenuto del
documento relativo alla relazione finale del maestro Mussolini alla sua prima esperienza d'insegnamento. Eccolo, testuale: "Anno Scolastico
1901-1902 - Relazione finale
del maestro Benito Mussolini
al Sindaco del Comune di
Gualtieri. 1) Iscrizioni - Le
iscrizioni furono fatte, come
risulta dall'apposito registro
firmato con la data 29.X.1901,
dal collega Alceste Cambi.
Mancano però nel su accennato registro le firme dei componenti la Commissione. 2)
Durata dell'anno scolastico La durata dell'anno scolastico
non potrebbe dirsi di mesi
dieci, poiché l'insegnamento
subì varie interruzioni dovute
al cambiarsi dei Maestri. Interruzioni che, senza dubbio,
pregiudicano quella graduale
continuità che occorre per
svolgere a dovere qualunque
programma. 3) Alunni obbligati alla scuola - In seconda
classe 24, in III 11. Frequentò
pure la Scuola Villani Umberto
di Vittorio, quantunque fosse
già stato promosso dalla III
nella sessione estiva d'esame
dell'anno 1901. 4) Frequenza
- La frequenza fu lodevole.
Ebbi su 35 iscritti una media
di 33 frequentanti giornalieri.
Anche questo è un segno dei
tempi. La Scuola si innalza
nel concetto delle masse e
diviene necessità sociale. Anche la parziale refezione scolastica contribuì alla frequenza
[il lettore ricorderà il tema di
pedagogia scritto dall'alunno
Mussolini a sedici anni e in
questo scritto certamente vi
troverà nessi logici e riferimenti, Ndr]. 5) Stato intellettuale e fisico degli alunni -
R
Gualtieri, la casa dove abitò Mussolini nel 1902; la sua camera è quella della finestra con la bandiera
Non posso dir nulla sullo stato
fisico ed intellettuale degli
alunni all'ingresso della scuola
per la ragione semplicissima
che non c'ero. Al termine del-
l'anno scolastico i gobbi lo
erano ancora ed idem dicasi
dei deficienti. Per i primi la
cura consigliabile è quella
dell'Istituto Ortopedico Rizzoli,
per gli altri occorre un altro
organamento della vita scolastica che dia agio all'educatore di porre in atto, almeno
in parte, la trangugiata teoria
pedagogica. 6) Disciplina La disciplina l'ho sempre ottenuta con mezzi semplicissimi: destando l'allettativa,
l'interessamento, vigilando.
Non è disciplina quella che
si ottiene con mezzi coattivi.
Comprime l'individualità infantile e genera tristi sentimenti. Il Maestro deve prevenire e rimuovere le cause
del male per non dover poi
dolorosamente reprimere. 7)
Diligenza - Finché Scuola e
Famiglia non saranno unite
nell'opera educativa la vera
diligenza resterà pio ed utopico desiderio. Come pretendere un foglietto pulito da
un bambino che fa il compito
nella stalla per dura necessità
di cose? [anche qui il lettore
ritroverà i concetti espressi
nel tema del sedicenne scolaro, Ndr] La pratica qui ebbe
la salutare virtù di farmi buttare alle ortiche molta e forse
ingombrante zavorra idealistica. 8) Risultati conseguiti Esami - Per un complesso di
cause indipendenti dalla mia
volontà i risultati non furono
troppo soddisfacenti, quantunque non abbia trascurato
nulla per migliorare le sorti
psichiche di bambini massacrati da lunghi anni di governo scolastico. Ne presentai
4 di terza su 4 [nella versione
dattiloscritta dice 11, Ndr]
iscritti e ne ho promossi 3:
ne ammisi 12 di seconda e
su 24 iscritti di cui 4 però abbandonarono la scuola a maggio, di essi 9 rimasero approvati. Noto che mal s'appone al vero chi crede con
coscienza di giudicare la valentia d'un maestro dal numero dei presentati e dei
promossi all'esame. Perché?
Perché l'esame fatto come si
fa ora acquista poco pedagogici caratteri d'un giudizio
di Dio e non son rari i Maestri
che, unitamente ai bimbi, s'affidano alla medesima dea: la
fortuna. 9) Programma e suo
svolgimento - Giornale di
classe - Il programma lo svolsi
come potei, il giornale di classe non l'ho fatto. 10) Libri di
testo - "Aurore primaverili"
di Edvige Salvi. C'è del lezioso
in queste "Aurore" ed anche
del bigottismo. Tolto qualche
raccontino ben fatto, i libretti
della Salvi non sono consigliabili e mi auguro che siano
quanto prima cambiati". Di
questo libro di testo in uso ai
piccoli alunni nel 1901-1902
torneremo a parlare.
Lo stesso Benito scriverà, in
carcere, alcune memorie del
periodo di Gualtieri: "Gualtieri
Emilia è un paese situato sulla
riva del po, tra Guastalla città di una certa importanza
- e Borghetto. Il paese dista
un chilometro circa dalle rive
del Po, dal quale è difeso da
argini possenti su cui corrono
le strade. Vi giunsi in un pomeriggio nebbioso e triste.
C'era qualcuno che mi aspettava alla stazione. Conobbi
nella stessa giornata i maggiorenti del paese - socialisti
e amministratori - e mi alloggiai a pensione, per quaranta
lire mensili. Il mio stipendio
d'insegnante era di lire italiane
56 al mese. Non c'era da stare
allegri. Alla mattina dopo mi
recai senz'altro a fare scuola.
La mia scuola distava due chilometri dal paese ed era situata nella frazione di Pieve
Saliceto. Avevo circa una quarantina di ragazzetti di indole
assai mite. Presi ad amarli.
L'orario era continuato; ma
all'una la scuola finiva ed io
ritornavo in paese, dove potevo disporre a mio piacere
delle ore pomeridiane e serali. I primi giorni furono monotoni, poi il cerchio delle
conoscenze si allargò e divenne più intimo. Tutte le domeniche si ballava. Ci andavo
anche io. I mesi intanto fuggivano".
IL SUO STIPENDIO AMMONTA A 56 LIRE MENSILI, 40 LE DEVE SPENDERE PER LA PENSIONE E PER I PASTI
Benito e Garibaldi
Un discorso improvvisato, “con la giacca gettata con
noncuranza sulle spalle”, e una folla entusiasta che lo ascolta
i questo periodo della giovinezza di
Benito si occupa anche la scrittrice Marga nel suo "il volo dell'aquila - Da Predappio a Roma", nel quale, ripercorrendo la
vita del Duce, scrive in proposito: "Mussolini
ebbe il diploma di maestro a diciotto anni
soli e fece ritorno a casa col cuore pieno di
speranze: 'Ho una professione! Posso lavorare
per il babbo, per la mamma'. La mamma!
Una tenerezza infinita gli faceva palpitare il
cuore e gli occhi gli splendevano vieppiù. Le
delusioni che lo attesero furono tante e tante
che subito ne ebbe l'anima gonfia di amarezza.
L'impiego era introvabile e sulla famigliola,
che si era tanto sacrificata per mantenere il
figlio agli studi, piombò la miseria più squallida.
Benito fremeva: ma dunque non bastava aver
e studiato, lavorato sempre, avere fatto il
proprio dovere, anzi più del proprio dovere,
D
giacché era stato sempre lo scolaro più bravo,
più attico. Chiese al Municipio di Predappio
il posto vacante di scrivano comunale per
stare vicino alla madre adorata, che era sofferente. Avrebbe desiderato tanto curarla, allietarle gli ultimi giorni di vita con la sua compagnia. Gli fu risposto: 'Diciotto anni sono
pochi, data l'importanza dell'impiego!'. In
realtà pensarono: 'è un rivoluzionario, un sovversivo; ha un carattere tutto di un pezzo che
non si piegherà mai. Il padre di Mussolini,
udendo la risposta-rifiuto, disse con orgoglio,
francamente, al sindaco e ai consiglieri: 'Siete
delle mummie. Del resto peggio per voialtri.
Verrà un giorno che vi vergognerete, come
si vergogna oggi il paese di Francesco Crispi,
a non averlo voluto segretario comunale".
Marga ci riferisce anche del primo impiego
di supplente a Gualtieri di cui abbiamo parlato,
La ricevuta dell’ultimo stipendio di Mussolini
precisando che di stipendio il giovane maestro
percepiva 56 lire mensili. "delle quali quaranta
andavano spese nella pensione ove alloggiava
e prendeva i pasti".
Ancora, aggiunge, "la scuola aveva sede a
Pieve Saliceto e tutti i giorni il giovane maestro
era obbligato a percorrere quattro chilometri
per l'andata e il ritorno. Con grande gioia
dello stomaco che si sentiva accrescere l'appetito e gran dolore delle scarpe che si consumavano". Del periodo di Gualtieri la stessa
scrittrice riferisce un episodio: "Un giorno
era atteso in paese un conferenziere che doveva parlare della vita di Garibaldi. All'ultimo
momento il conferenziere mancò di parola.
In piazza, la folla che si era riunita, attendeva
lo scoprimento del busto del nostro Grande
Guerriero. Garibaldi, per la sua forza indomita
e selvaggia, per la sincerità del suo nobile
cuore era l'eroe preferito del maestrino di
Gualtieri. All'ultimo momento, quando la venuta
dell'oratore ufficiale non lasciava più adito a
speranza alcuna, Mussolini uscì dalla porta
dell'osteria con la giacca gettata con noncuranza sulle spalle e rivolto alle autorità costernate, disse tranquillamente, guardandole
fisse in faccia: 'Volete un discorso su Garibaldi?
Ve lo farò io!'. Parlò, così senza preparazione,
per circa due ore, dinanzi ad una folla entusiasta. Mussolini è stato sempre l'uomo dalla
parola e dallo sguardo fascinatori".
[email protected]
7
Martedì 23 giugno 2015
ECoNoMIA
RAFFICA DI RIUNIONI ED INCONTRI PER USCIRE FAR USCIRE ATENE DAL VICOLO CIECO
La Grecia si dissangua, l’Eurogruppo attende
Il premier Tsipras fa proprie misure di austerità che valgono il 2% del Pil pur di trovare
l’accordo in extremis. In settimana una nuova riunione dei ministri delle finanze
IL RETROSCENA
Iva più alta, la destra si oppone
E il governo adesso è a rischio
a sinistra che alza l’Iva e la
destra che vota contro. Una
storia che si ripete in Grecia,
con un particolare però non proprio
irrilevante: laggiù la sinistra di Syriza) e la destra di Anel governano
insieme. E il leader di quest’ultima
sigla Panos Kammenos, che siede
nell’esecutivo di Alexis Tsipras da
ministro della Difesa, è stato chiaro
sui “piani” presentati all’Eurogruppo.
E in particolare su una nuova stretta
alla tassazione per chi, come gli
abitanti delle miriadi di isole greche,
aveva almeno il privilegio di una
tassazione agevolata davanti all’evidente disagio di vivere otto mesi
L
di Robert Vignola
na stretta sulle
pensioni. E poi più
Iva per tutti. E tasse sui ricchi, anche se ci sono forti
dubbi che non abbiano già
da tempo espatriato altrove.
Il governo Tsipras per “salvare” la Grecia alla fine sembra volersi piegare, adottando misure di vera e propria austerità,pari al 2% del
Pil,che nei piani dovrebbero
risollevare il Paese ma che
nei fatti sono un nuovo capestro in cambio di quella
U
boccata d’ossigeno (leggasi:
liquidità) per tirare avanti
ancora un po’. E non è neppure bastato, perché l’Eurogruppo, pur lasciando trapelare ampi spiragli, si è
preso pure il suo tempo (con
la calma di chi sa di avere il
coltello dalla parte del manico) per tastare il polso al
piano presentato da Atene
nell’incontro straordinario
di ieri. Così una nuova riunione dei ministri delle Finanze dell’area euro dovrà
essere riconvocata in settimana, magari per chiedere
al popolo greco (mica alle
banche) ancora uno sforzo
in più. Le proposte, così,
sono "benvenute, sono un
passo positivo nella giusta
direzione, ma visto lo scarso
anticipo non abbiamo avuto
tempo di effettuare una valutazione completa": e se lo
dice un falco come il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, significa
che il salasso è alle porte:
"ora parte subito il lavoro
tecnico per fare i calcoli e
raggiungere un accordo in
settimana", ha promesso
l’olandese. In particolare
Dijsselbloem ha sollecitato
il governo greco
"a lavorare con
creditori per preparare a fondo i
vari elementi" del
piano di riforme,
"concentrandosi su poche
priorità", e ancora "è importante che il governo greco dica precisamente cosa
bisogna fare e come implementare le varie misure".
Al termine dell'Eurogruppo,
è stato anche il commissario
Ue agli Affari economici,
Pierre Moscovici, a commentare salutando "finalmente una base solida e
all’anno in un marcato isolamento.
"Non voterò per un aumento dell'Iva
nelle isole, anche a costo della caduta del governo", ha detto alla televisione greca il capo dei Greci
Indipendenti, aggiungendo che “se
c'è un piano per cacciare Anel dalla
coalizione di governo, la proposta
di abolire l'Iva ridotta nelle isole
sarà una buona strategia perché
tutti i legislatori Anel voteranno
contro”. Tra il martello dell’austerità
imposta dai “creditori” e l’incudine
di una destra che non accetta di
martoriare ancora il suo popolo,
per Tsipras e Varoufakis si preannunciano tempi duri.
R. V.
globale, ma c'è ancora lavoro da fare. Siamo alla ricerca di un accordo". Dall’olandese al francese, poi
al polacco: la lingua di Donald Tusk, presidente del
Consiglio Europeo, secondo
il quale è "la prima vera
proposta delle ultime settimane" ed è "una cosa molto
positiva. I leader devono
prendersi tutta la responsa-
bilità delle decisioni in
modo da evitare un'uscita
caotica e incontrollata della
Grecia dall'euro". Per ultimo,
l’italiano… "Sono stati fatti
dei passi avanti ed è fondamentale che il governo Tsipras continui su questa direzione", dice Matteo Renzi.
Già, la lingua è un’altra ma
parla esattamente come gli
altri…
IL PRESIDENTE DELLA CONFESERCENTI MASSIMO VIVOLI SFIDA PALAZZO CHIGI SUL PIANO DELL’INNOVAZIONE DIGITALE
“Via lo scontrino, i furbetti combattiamoli così”
o scontrino non serve più. E
gli esercenti d’Italia sono pronti
a metterlo da parte, a scegliere
il digitale pur di mettere da parte
rotolini di carta e corrispettivi. Però
lanciano pure sfide ad un governo
che, in realtà, sembra davvero incapace di raccoglierne, quanto
meno sul piano di una più equa
pressione fiscale. Il presidente di
Confesercenti, Massimo Vivoli, durante l'assemblea 2015 di Genova,
lo ha detto chiaramente. "Rottamiamo
finalmente lo scontrino fiscale e debelliamo l'evasione, evitando interventi contradditori che hanno il puro
sapore della demagogia. Come il
tetto all'utilizzo dei contanti. Possiamo
L
andare all'estero con 10.000 euro
in contanti, ma in Italia non ne possiamo usare più di 1.000 per acquisti".
Parole di buon senso, improntate
ad una collaborazione reale con le
istituzioni. "Siamo favorevoli, senza
se e senza ma, alla totale trasparenza
- ha aggiunto Vivoli - perché i troppo
furbi non vanno tollerati. Per questo
abbiamo detto sì all'invio telematico
dei corrispettivi e allo scontrino digitale. Crediamo nello strumento e
metteremo in campo tutta la nostra
forza per sostenere l'intervento. Dall'altra parte, però, chiediamo al Governo provvedimenti che riducano
al minimo gli oneri, e che pongano
un freno all'aumento del numero di
adempimenti. Con la stessa forza e
con la stessa convinzione diciamo
sì ai Pos in tutte le attività e alla
tracciabilità delle transazioni commerciali. Basta però a provvedimenti
inutili, costosi ed inefficaci".
Al governo "chiediamo provvedimenti - ha proseguito il presidente
di Confesercenti - che riducano al
minimo la commissione sull'uso
della moneta elettronica. Vogliamo
un sistema che premi le imprese
che lavorano in trasparenza. Per
loro meno oneri, più certezza, tempi
di accertamento ridotti. È anche
così - ha affermato - che possiamo
debellare l'Italia dei furbetti".
PRESENTATA L’OFFERTA D’ACQUISTO PER L’AZIENDA DOLCIARIA INGL E S E T HORNT ONS
La Ferrero sbarca nel Regno Unito
a Francia gli fa lo sgarbo con la Ségolène Royal? E la Nutella sbarca in
Gran Bretagna…
Ferrero International ha presentato un'offerta di acquisto per il produttore di cioccolato Thorntons , mettendo sul piatto
circa 111,9 milioni di sterline (156,3 milioni di euro), per potenziare la presenza
in Gran Bretagna. L'offerta, pari a 145
penny per azione, proietta un premio di
circa il 42,9% rispetto al prezzo di chiusura
di venerdì scorso di Thorntons.
L
La proposta di Ferrero conta già sull'appoggio del Cda di Thorntons, il che significa che si tratta di una operazione
destinata a chiudersi.
La mossa conferma che la famiglia Ferrero, nonostante la scomparsa del patriarca Michele, non intende vendere (a
colossi come Mondelez International,
Nestle, Mars e Hershey ), bensì crescere
ulteriormente. Ferrero già controlla il
29,9% di Thorntons, quota acquisita da
Crystal Amber, dall'ex presidente John
von Spreckelsen e dalla holding Hotchkis
& Wiley.
Secondo un portavoce del gruppo dolciario di Alba, i business di Ferrero e
Thorntons sono complementari, con il
gruppo britannico che è forte nel retail,
mentre Ferrero vanta una leadership nei
beni di largo consumo. Thorntons conta
su una quota del 4,5% circa del mercato
di Gran Bretagna e Irlanda e ha un
network di 242 negozi/caffetterie e 158
outlet in franchising.
8
Martedì 23 giugno 2015
DA RoMA E DAL LAZIo
LE VOCI CHE VEDEVANO L’ASSESSORE AI TRASPORTI LASCIARE A SORPRESA SONO CONFERMATE
Ma che ce frega ma che ce… Improta
Il renziano getta la spugna e se ne va. Ora tocca alla Scozzese ma Marino, sempre più solo, non si dimette
IL CASO
di Marcello Calvo
e resterà uno solo,
Marino. Fino a quando non deciderà anche lui di arrendersi
perché circondato.
Le voci che vedevano Guido
Improta lasciare a sorpresa,
sono confermate. Finito immischiato nel calderone dell’affaire
Metro C, certamente poco abile
nel riuscire a dare una scossa
al traffico di Roma, l’assessore
ai trasporti getta la spugna e
se ne va. Dopo aver provato a sfidare
perfino la Corte dei Conti sulla sosta tariffata, rimediando soltanto una figuraccia,
annuncia le dimissioni e si appresta a
fare un passo indietro. Che arriverà, ma
non si sa ancora quando. Modi e tempi,
per sua stessa ammissione arrivata al
termine di un’audizione in commissione
Turismo, “sono da stabilire”. Tutto lascia
pensare che il passo indietro arriverà
entro – e non oltre – la fine del mese.
Tant’è, sarà solo il primo di una lunga
serie. Perché presto potrebbe essere il
turno pure di Silvia Scozzese, la “reggente” del Bilancio.
Altro che crepe, la giunta Marino è al
capolinea. Se ne vanno i 2 assessori più
importanti, che abbandonano una nave,
quella del Comune di Roma, ormai vi-
Il Pd perde le staffe
per la scorta a Orfini
N
entre Marino vive giorni
di spasmodica attesa
pure per via della relazione del prefetto di Roma Franco
Gabrielli, che potrebbe chiedere
di sciogliere il Comune per infiltrazioni mafiose, Matteo Orfini
finisce sotto scorta. Il presidente
del Pd – da quando ha assunto
il ruolo di commissario del partito
romano - sarebbe finito nel mirino dei clan della malavita organizzata della Capitale. A ognuno la sua, verrebbe da dire, visto
che pure il sindaco (che si vantava a inizio mandato di non
volerla) gode della protezione
da dicembre scorso.
Francesco Storace, vicepresidente
del Consiglio regionale del Lazio
e segretario nazionale de La Destra, non ha potuto però trattenersi
dal commentare con un tweet
che ha “taggato” con il marchio
di maniacapitale. “Orfini sotto
scorta. Evidentemente lo minacciano i circoli dannosi, cattivi e
M
cinissima alla deriva.
Si esaurisce così, con un nulla di fatto, il
lavoro di Improta all’assessorato alla
Mobilità. Tutte le sue ordinanze più importanti – nessuna esclusa – sono state
bloccate o annullate dal Tar del Lazio.
Un’esperienza praticamente disastrosa
quella del renziano, già alla ricerca di
un altro incarico. Con il diretto interessato
che si rifiuta di collegare il suo abbandono a un diktat del premier-segretario
del Pd, che considera già concluso il
ciclo amministrativo di Marino al Campidoglio. Caratterizzato anche e soprattutto da arresti, scandali, polemiche,
multe (quelle inizialmente non pagate)
e proteste. Da parte delle più disparate
categorie di lavoratori, sfiniti da un primo
cittadino che ha deluso sotto ogni punto
di vista.
Resterà soltanto Marino, appunto. Ma il
rischio concreto è quello di trovarlo sulla
scalinata del Campidoglio. A fare il
turista, però. “Mestiere” certamente più
facile. Rimarrà al suo posto al massimo
fino all’approvazione del Bilancio – si
prevede un bagno di sangue – poi o
farà un passo indietro o sarà commissariato anche lui.
Questa volta sembra essere davvero
finita per il primo cittadino, abbandonato
da tutto e da tutti. Presto pure dalla sua
Panda rossa. Tenterà fino all’ultimo secondo disponibile di salvarsi in corner,
magari con un rimpasto. Sarà solo l’ennesimo gesto della disperazione per
provare a sfangarla ancora. Ma il dado
è tratto.
pericolosi del partito democratico
di Roma”, ha scritto Storace.
Sortendo, immancabilmente, la
reazione scomposta di chi si è
sentito toccato. Fabio Bellini consigliere regionale Pd, ha subito
cercato di ergersi a censore. “Storace crede di essere spiritoso,
ma non lo è. Io non penso che di
fronte ad una decisione come
quella adottata dalla Prefettura
nei confronti della incolumità di
Matteo Orfini, cui va tutto il mio
sostegno, lo si possa essere. Si
pretende giustamente attenzione
nelle parole, ma non si può pensare che siano esenti da questa
necessità i 'cinguettii'”.
A stretto giro di posta, la replica
del leader de La Destra. “Nessuno
fa lo spiritoso, caro Bellini... Anche io nella mia vita sono stato
sotto scorta, ma non mi sono
mai sognato di far fare cento
comunicati per farlo sapere. Ci
vuole sobrietà anche in questo”,
ha concluso Storace.
DA QUESTA SERA FINO AL 28 GIUGNO L'OTTAVA EDIZIONE
DELL'EVENTO DIRETTO DA ERCOLE AMMIRAGLIA
NELLA CAPITALE GLI STRANIERI SONO AUMENTATI DEL 115%
E RAPPRESENTANO OGGI IL 12,7% DELLA POPOLAZIONE
Fiano Romano, torna il Festival del Teatro
Censis: Roma a rischio banlieue
Il Premio quest'anno va a Lando Buzzanca - Sei giorni
di laboratori e spettacoli organizzati dall'Associazione Scintilla
Caput Mundi anche per multiconfessionalità - La Capitale,
inoltre, assorbe la maggior parte di rom presenti nel Lazio,
regione in Italia che ne ospita il maggior numero
orna il Festival del teatro a Fiano Romano e
giunge così all'ottava edizione. L'evento è
promosso dall'Associazione Culturale Scintilla
con il patrocinio del Comune della cittadina laziale.
Il direttore artistico Ercole Ammiraglia per questa
edizione 2015 del Festival propone un programma
articolato e adatto a tutte le età, com'è nella tradizione della manifestazione. Si comincia questa
sera con il laboratorio teatrale dell'Accademia
d'Arte Drammatica, con Ambra Moriconi, Ivan
Bellavista, Giuseppina Micheli, Emanuele D'Agapiti
e lo stesso direttore Ammiraglia. Il laboratorio
proseguirà fino al 25 giugno, ogni giorno dalle 18
alle 20 presso la ex Chiesa "Ad Pontem". Il 26
giugno alle 21,30, nel Cortile del Castello Ducale
di Fiano Romano va in scena "Moro - la verità negata" di e con Carlo Infanti. Il programma prosegue
sabato 27 alle 21,30 con "La Fortuna con l'effe
maiuscola" di Eduardo De Filippo e Armando
Curcio. Lo spettacolo è portato in scena dalla
Compagnia "Insieme per caso", la regia è di Angelo
Grieco. Domenica 28, invece, il palcoscenico propone "Finché vita non ci separi" di Gianni Clementi,
a cura della Compagnia "Teatro dell'Alchimia", la
regia è di Massimo Palazzi.
Quest'anno il Premio del Festival va all'attore
Lando Buzzanca, storico personaggio della commedia italiana. Il festival del Teatro è "lo spettacolo
dal vivo ricorrente nel Comune di Fiano Romano",
come si legge sul sito dell'evento www.festivaldelteatro.it e favorisce "l'innalzamento di livello
artistico dell'offerta di spettacolo; la formazione
di nuovo pubblico; l'incontro, soprattutto dei giovani, con i nuovi linguaggi dello spettacolo e la
multidisciplinarietà; la promozione attraverso lo
spettacolo delle eccellenze artistiche, archeologiche,
storiche, ambientali e paesistiche del territorio".
L'ingresso agli spettacoli del Festival è libero.
Ammiraglia, noto personaggio della cultura del
territorio, ha sempre creduto nelle forze artistiche
T
l terzo numero del diario "Roma verso il Giubileo"
del Censis fotografa la situazione della Capitale e
fornisce, tra l'altro, un dato: rispetto al Giubileo
del 2000 sono raddoppiati gli stranieri che vivono a
Roma, sono a +115%, rappresentando il 12,7%
della popolazione capitolina. Il "diario"ha il fine di
riepilogare i principali temi relativi alla Capitale in
attesa dell'Anno Santo che vengono poi diffusi lungo
tutto l'arco dell'anno 2015. Le informazioni diffuse
riferiscono che sono 363.563 gli immigrati iscritti
all'anagrafe della città e 185 le comunità straniere
presenti: la più numerosa è quella rumena: parliamo
di 88.384 persone lo scorso anno (2014) che vanno
a formare il 24,3% degli stranieri presenti nella
Capitale. A seguire ci sono i filippini, che sono
40.443 corrispondenti all'11,1% , poi i bangladesi,
con 28.473 presenti rispondenti al 7,8%. 16.079
sono i cinesi, il 4,4% mentre i peruviani sono il
3,9% con 14.271 presenze. Dal 2000 ad oggi
abbiamo a Roma 138.000 italiani in meno, il 5,2%,
anche se quanto ad abitanti la città registra un incremento del 2%, 56.000 unità in più. La differenza,
insomma, la fanno gli stranieri, presenti in più alta
concentrazione nel Municipio I: lì, tra Esquilino e
Stazione Termini, ci sono 36 stranieri ogni cento
italiani, in tutto 51.296 persone. Al Municipio IV,
poi, nelle zone di Torre Maura-Torre Angela, le
presenze sono 48.517 (23 stranieri ogni cento
italiani). A Tor Di Quinto-Prima Porta, al XV Municipio,
22 stranieri ogni cento italiani, con un totale di
27.918 presenze. Diciassette stranieri ogni cento
italiani sono invece registrati al Prenestino-Casilino,
le presenze nel V Municipio sono 36.168. All'Appio
Tuscolano, VII Municipio - dice ancora il rapporto le presenze sono 26.813 e vi sono dieci stranieri
ogni cento italiani mentre in due zone urbanistiche
gli stranieri superano addirittura gli italiani: a Trastevere
sono 108 ogni cento italiani, a Martignano 105.
I
locali e, in omaggio a questa ferma convinzione,
insieme ai docenti Ambra Moriconi e Fernando
Sparnacci, tiene anche laboratori teatrali per
bambini ed adulti, laboratori di scrittura creativa
per tutte le età, con favole e copioni, workshop
per educatori, insegnanti e animatori, e un corso
dedicato al "burattino come co-educatore". Si
tratta di corsi di 36 ore da sei iscritti all'interno
dell'Università Popolare Upter Roma Nord, che
propone una serie di corsi, dalle lingue inglese,
francese, spagnola, tedesca, alla lingua e cultura
italiana, dall'archeologia alla storia dell'arte, dall'arte
culinaria alla ginnastica, meditazione e difesa personale, dalle arti visiva alla grafica, e poi ancora
atelier, informatica, psicologia, sociologia, diritto,
fumetto, giardinaggio e orto biologico. Molte sono
le proposte di Ammiraglia e della sua squadra
per il territorio di Fiano Romano: il Teatro "Aldo
Fabrizi", con le Compagnie "Aldo Fabrizi" e "Alberto
Sordi", che propone percorsi formatici, laboratori
e una stagione 2015-2016 che porterà sul palcoscenico spettacoli come "Il malato immaginario"
di Moliere, "Filumena Marturano" e "Le voci di
dentro" di Eduardo, "La Mandragola" di Machiavelli.
Per la stagione completa basta andare sul sito
www.metateatro.it.
Emma Moriconi
Stando ancora a quanto riferisce il Censis, "oltre il
70% dei 94.000 stranieri in più iscritti all'anagrafe
negli anni tra il 2007 e il 2014 si concentra in soli
cinque Municipi su 15": sono il VI (che ne ha accolti
il 29%), il I che ne ha avuti il 13,8%, il V con il
12,6% , il VII (8,8) e il X (7,2). E così il rapporto
parla di "rischio banlieue" e specifica che in soli tre
Municipi romani si è assorbito quasi il 56% dell'incremenrto di stranieri nella Capitale: a Torre MauraTorre Angela tra il 2007 e il 2014 c'è stata una variazione pari a +128,4%, a Torre Spaccata da 574 si è
a quota 8.607 stranieri con 62 di questi su cento
italiani. Ancora, a Lunghezza si è passati da 1.260 a
4.444: la crescita qui è stata del 252,7%.
Altro capitolo è quello dedicato ai rom che vivono a
Roma: molti di questi - riferisce il comunicato hanno la cittadinanza italiana. La metà di essi vivono
in campi abusivi e non attrezzati. Secondo il Censis,
Roma assorbe più della metà dei rom del Lazio, che
è la regione d'Italia che ha il maggior numero di rom:
corrispondono allo 0,3% della popolazione. Il Censis
rileva come il 90% dei fondi a loro destinati siano assegnati per riprodurre strutture e remunerare personale,
il 10% per promuovere la "fuoriuscita dalla marginalità".
Ancora, sempre stando al resoconto del Censis, dei
residenti a Roma il 30% sono ortodossi, il 27,9%
sono cattolici, il 20% musulmani e il 6,4% buddisti,
induisti o appartenenti ad altro culto orientale. Il
6,1%, ancora, è protestante mentre la religione
ebraica è allo 0,2%. In merito, 1,7 milioni di romani
dichiarano di rispettare le tradizioni culinarie determinate da altre religioni. Lo stesso numero di cittadini
della Capitale mangiano prodotti etnici di culture
lontane mentre 1,6 milioni mescolano ingredienti
italiani ad altri stranieri: i cibi stranieri più diffusi tra
gli italiani sono la soia, il tofu, il riso basmati e la
quinoa. A frequentare locali e ristoranti etnici, infine,
sono un milione e mezzo.
E.M.
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Martedì 23 giugno 2015
DALL’ITALIA
RAPINA FINITA IN TRAGEDIA NEL CUNEESE
Legata dai ladri: anziana
muore cercando di liberarsi
La vittima, Mariangela Prandi, mentre tentava di chiedere aiuto è caduta dalle scale battendo la testa
di Barbara Fruch
apina finita in tragedia. Legata e
imbavagliata, nella sua casa tra
Alba e Bra, in provincia di Cuneo,
Mariangela Prandi, 84 anni è morta
nel tentativo di liberarsi. L’anziana
sarebbe caduta dalle scale, dopo che i malviventi se n’erano andati, battendo la testa.
Il corpo dell’anziana con mani e piedi legati
è stato trovato domenica intorno alle 21 dai
carabinieri, che stanno indagando sull’accaduto.
A dare l’allarme sarebbe stata una vicina, insospettita, perché non aveva visto l’anziana
in cortile, dove solitamente si tratteneva ogni
sera, ed aveva inoltre notato il cancelletto di
ingresso alla piccola abitazione lungo la
statale 231 Alba-Bra, aperto. Insospettita, si
sarebbe affacciata lei stessa in casa notando
il corpo della donna riverso a terra.
Inutili i soccorsi, la vittima era già deceduta.
Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri di Cuneo, nel pomeriggio due individui
sono entrati nell’abitazione della vittima e,
dopo averla legata con del nastro adesivo,
hanno messo a soqquadro il piccolo appartamento, nel quale la donna viveva da sola,
alla ricerca di preziosi e denaro.
Molto probabilmente, quando i malviventi
erano già̀ andati via, la donna, nel tentativo
di liberarsi, ha perso l'equilibrio ed è caduta
R
dalle scale che separano l’ingresso dal piano
in cui si trova l’appartamento ed è deceduta
dopo avere battuto violentemente la testa
sui gradini.
Sul corpo da una prima ispezione medicolegale non ci sarebbero segni di violenza:
escluso quindi che sia stata percossa dai
malviventi. È stata comunque disposta l’autopsia.
Proseguono intanto i rilievi e gli approfondimenti del Nucleo Investigativo dei carabinieri
di Cuneo coordinati dal pm Donatella Masia
della Procura di Asti.
Un episodio tragico che inevitabilmente ri-
BARI
VERONA
Bastona un assessore
e due vigili: arrestato
a aggredito con un bastone di legno un assessore comunale e poi
ha strattonato due vigili urbani
accorsi in suo aiuto. È accaduto
ad Acquaviva delle Fonti, in
provincia di Bari.
Ad agire è stato un uomo di
48 anni – del quale non è stato
reso noto il nome –, incensurato
del luogo, che è stato arrestato
dai carabinieri con le accuse
di resistenza e violenza a pub-
H
porta agli onori delle cronache la polemica
sulla sicurezza. D’altronde nell’ultimo rapporto
del Censis viene evidenziato come sono proprio le rapine e i furti in abitazioni private
una delle maggiori piaghe della società.
I furti sono infatti più che raddoppiati, passando
dai 110.887 denunciati nel 2004 ai 251.422
del 2013: ad essere colpite sarebbero ben
689 abitazioni al giorno, cioè 29 ogni ora:
uno ogni due minuti. E la zona d'Italia è
proprio il Nord-Ovest. Impennata, anche per
le rapine, con violenza o minaccia ai proprietari.
Non è un caso il fatto che i ladri scelgano
maggiormente questo tipo di colpi. Oggi negozi, banche, uffici postali e strade commerciali
sono maggiormente dotati di sistemi di sicurezza, come le telecamere, in grado di scoraggiare chi vuole commettere il reato o di
individuarne il responsabile. E anche perché
si è certi di trovare nelle case un bottino da
portare via, soprattutto in una stagione di
crisi e di forte incertezza riguardo al futuro,
in cui gli italiani hanno ridotto i consumi e
hanno preferito tenere i propri risparmi “sotto
il materasso”.
Si svaligia sempre e comunque: di notte e di
giorno, da soli o organizzati in bande, spesso
sfidando gli ignari inquilini mentre si trovano
in casa.
E a volte il risvolto può essere tragico, proprio
come avvenuto domenica nel cuneese.
blico ufficiale nonché lesioni
personali aggravate.
L’episodio sarebbe avvenuto
venerdì scorso ma la notizia è
stata resa pubblica solamente
ieri dai Carabinieri.
A scatenare la furia del 48enne
secondo quanto ricostruito
dalle forze dell’ordine, ci sarebbero stati motivi legati ad
un’istanza presentata dall’uomo
presso il Comune.
Ad essere aggredito è stato
l’assessore all’urbanistica e all’ambiente Francesco Bruno.
La vittima è stato colpita con
un bastone in legno ad un
braccio mentre si trovava in
piazza De Martiri, nei pressi
del Municipio. In suo soccorso
sono arrivati i vigili urbani, a
loro volta strattonati dall’uomo.
Tutti hanno riportato lesioni
giudicate guaribili in una settimana.
I carabinieri immediatamente
contattati hanno bloccato e disarmato il 48enne e, dopo
averlo arrestato, su disposizione della Procura della Repubblica, lo hanno portato nella sua abitazione in regime di
B.F.
arresti domiciliari.
Truffa i clienti:
sequestrato distributore
rogava meno carburante di quello che poi
si faceva pagare dagli
ignari clienti.
A scoprire la truffa è stata la
Guardia di Finanza di Verona
che ha sequestrato il distributore stradale di carburante
della compagnia Esso nella
città veneta,denunciando il
gestore.
I Finanzieri hanno accertato
la manomissione dei sigilli
E
di taratura dell'Ufficio Metrico
a sicurezza dei sistemi di
erogazione dell'impianto e
la sostituzione delle schede
elettroniche dei conta-litri
delle colonnine di rifornimento.
Con tali alterazioni, di fatto, il
distributore erogava una
quantità di prodotto petrolifero minore rispetto a quella
visualizzata sui display dei
misuratori.
Contestualmente al sequestro
dell'impianto, dotato di 4 colonnine e 7 pistole erogatrici,
sono state sigillate 4 cisterne
contenenti circa 10.000 litri
di prodotti petroliferi. I successivi riscontri effettuati sulla
contabilità dell'azienda hanno
scoperto 95mila litri sottratti
agli automobilisti e al pagamento dei tributi.
Sono invece in corso ulteriori
approfondimenti tecnici per
la completa definizione della
truffa perpetrata a danno dei
consumatori e dell’Erario
mentre il responsabile della
stazione di servizio è stato
denunciato all’Autorità GiuB.F.
diziaria competente.
DOPO AVER DATO LEZIONI A LA SAPIENZA ADESSO PRESENTA UN SUO SCRITTO SUL DISASTRO DELLA CONCORDIA
Dalla cattedra alla scrivania:
Schettino ora scrive un libro
on gli è bastato salire in cattedra e “dare
lezioni”. Ora Francesco Schetteno, l’ex comandante della Costa Concordia, la nave
naufragata all’Isola del Giglio il 13 gennaio del
2012, è diventato anche uno scrittore.
Non si sentiva più parlare di lui dall’11 febbraio
scorso, quando i giudici del tribunale di Grosseto
lo hanno condannato a sedici anni di carcere
proprio per quel disastro navale, costato la vita
a ben trentadue persone.
Cosa abbia fatto in questo tempo è presto svelato.
Ha messo nero su bianco le sue versione.
“Le verità sommerse” (Graus Editore) è il titolo
del libro scritto a quattro mani con la giornalista
Vittoriana Abate per raccontare i fatti dal suo
N
punto di vista, che sarà presentato in anteprima
domani, mercoledì 24 giugno, a Meta di Sorrento
(Napoli), la città di Schettino.
E il testo viene addirittura dedicato “a coloro
che quella notte sono stati colpiti negli affetti più
cari” poiché “a loro è dovuta la verità più che ad
ogni altro”, scrive, come se lui fosse estraneo a
quanto accaduto.
“…Agli insulti che ho subìto in quest’aula di Tribunale – si legge nella scheda – vorrei rispondere
con una preghiera […] Una preghiera che rivolgo
tutti i giorni di questa mia non vita alle persone
che non ci sono più, le vittime di questo maledetto
incidente. Sono queste le ultime frasi di quella
dichiarazione spontanea interrotta, parole che
la commozione mi ha impedito di riferire pubblicamente in questi tre anni”.
Scuse che a molti non bastano, perché quel 13
gennaio del 2012 ha commesso un errore imperdonabile per un uomo di mare. Non restare
a bordo della nave che affonda fino all’ultimo
sospiro. Un’immagine che, all’estero, è stata utilizzata quasi come se fosse la sintesi di un
italiano codardo e povero d’animo, che pur di
mettersi in salvo se ne frega degli altri, di quei
passeggeri a cui era chiamato a dare una mano.
Una mano che lui ora ha utilizzato per scrivere.
“Il libro - spiega Schettino - ripercorre con il
mio racconto ed attraverso gli atti del processo,
minuto dopo minuto l’incidente della Concordia
dal 13 gennaio 2012 fino agli ultimi avvenimenti
dopo la sentenza dell’11 febbraio 2015”.
Alla presentazione, annuncia Schettino ci saranno
anche esperti del settore marittimo (oltre a
Schettino e Vittoriana Abate, interverranno l’Ammiraglio Vito Minaudo, il Professor Cataldo Calabretta, docente di Diritto della Comunicazione,
e Arne Sagen, ingegnere navale norvegese
esperto di ISM Code e membro della Skagerrak
Ship Safety Foundation), mentre a luglio, a Roma,
è prevista una conferenza stampa.
Nel libro di oltre 600 pagine ci sono le voci della
scatola nera, le testimonianze rese al processo
da numerosi passeggeri e membri dell’equipaggio, le intercettazioni ambientali inedite e
quelle che vengono definite nel libro le “sviste”
nelle indagini. Una pubblicazione che inevitabilmente desterà scalpore. Proprio come quella
sua lezione sulla gestione del panico a un master
in scienze criminologiche organizzato dalla cattedra di psicopatologia forense della facoltà di
Medicina dell'università La Sapienza, il 5 luglio
B.F.
scorso.
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Martedì 23 giugno 2015
DALL’ITALIA
COSENZA – ANCORA INTERROTTO IL TRATTO DI AUTOSTRADA TRA LAINO BORGO E MORMANNO
Crollo viadotto Italia:
turismo a rischio
TRENTO
Omicidio Bellucci:
ergastolo all’ex
Vittorio Ciccolini aveva ucciso
la donna il 9 agosto 2013 a Pinzolo
Se arriva il dissequestro la situazione si potrebbe risolvere per fine luglio.
Vetture e tir sono deviati su statali: e insorge la polemica di albergatori e sindacati
estate sulla Salerno Reggio
Calabra rischia di essere
un’altra odissea annunciata.
A 113 giorni dallo sbriciolamento del viadotto Italia,
tra Laino Borgo e Mormanno (Cosenza),
costato la vita a un operaio, il tratto di
strada è ancora interrotto.
La messa in sicurezza tarda ad arrivare
e la Calabria rischia di rimanere isolata
proprio durante la stagione estiva.
Inevitabili i disagi, i turisti che hanno
percorso l’autostrada in questi giorni
hanno avuto non poche difficoltà a raggiungere i luoghi di villeggiatura.
La situazione però si potrebbe sbloccare
per la fine di luglio. Giornata decisiva
proprio quella odierna, quando, come ricorda il sito ‘QuiCosenza’, il procuratore
di Catanzaro Raffaele Mazzotta e i sostituti
di Castrovillari decideranno se dissequestrare o meno il tratto di autostrada.
Se l’area verrà riconsegnata all’Anas il
nuovo presidente e amministratore delegato, Gianni Vittorio Armani, punta a riapre
al traffico in 40 giorni, liberando una carreggiata verso Nord e una verso Sud.
Era il 2 marzo scorso quando, mentre
erano in corso lavori sull'impalcato, la
quinta campata della carreggiata sud
del viadotto è crollata, trascinando con
sé un mezzo di cantiere sul quale era
presente un operaio di origine romena,
Adrian Miholca, che è morto sul colpo
precipitando per circa 80 metri.
L'autostrada viene precauzionalmente
chiusa anche in direzione nord, tra gli
svincoli di Laino Borgo e Mormanno,
perché il crollo della campata potrebbe
aver pregiudicato la stabilità del pilone
L’
T
che sostiene anche la carreggiata nord.
Da quel giorno tutto il traffico su gomma
viene deviato su suggestive, ma anguste
strade statali che attraversano paesi e
villaggi.
Con l'arrivo della bella stagione, e il
prolungarsi del blocco, la situazione è
diventata sempre più insostenibile. Da
una parte gli albergatori si sono visti
disdire le prenotazioni, poi i sindaci
della costa tirrenica non hanno più retto
l'invasione dei Tir sulla SS18 (la strada
che porta a località come Maratea, Praia
Mare, Cirella, Diamante) adesso il pre-
CATANZARO
Abusi su una suora,
assolto padre Fedele
Il segretario Gaudio condannato a tre anni
e quattro mesi di carcere per un’altra violenza
ra accusato di violenza sessuale ai danni di una suora.
Ora l'ex frate cappuccino
Fedele Bisceglie è stato assolto
dalla Corte d'appello di Catanzaro
perché il fatto non sussiste.
In precedenza era stato condannato a nove anni e tre mesi
dalla stessa Corte ma poi la
Cassazione aveva annullato la
sentenza con rinvio.
Padre Fedele Bisceglia era stato
accusato di avere violentato una
suora all'interno dell'Oasi Francescana di Cosenza, la struttura
creata dall'ex frate che ospita
persone in difficoltà. Nella sua
requisitoria, nell'udienza del 9
giugno scorso, il sostituto procuratore generale aveva chiesto
la condanna dell'ex frate a 9
anni e due mesi di reclusione.
Il segretario di padre Fedele,
Antonio Gaudio, è stato invece
condannato a tre anni e quattro
mesi di carcere per l'accusa di
violenza su un'ospite della strut-
rent’anni di carcere. È
la pena inflitta all’avvocato veronese Vittorio
Ciccolini, 47 anni, per l'omicidio di Lucia Bellucci, 31
anni, avvenuto nell’agosto
del 2013 a Pinzolo. La condanna è stata confermata ieri
dalla Corte d'appello, che ha
accolto la richiesta formulata
dall’accusa.
Originaria di Pergola (Pesaro
Urbino), Bellucci aveva accettato un incontro chiarificatore col suo ex il 9 agosto, a
Spiazzo Rendena. Era vicino
a Pinzolo, località dove la
donna avrebbe dovuto prendere servizio proprio in quei
giorni in un centro benessere.
Da allora era scomparsa, fino
al ritrovamento a Verona, tre
giorni dopo, nel garage dell’uomo che non aveva mai accettato la fine di quel rapporto
sentimentale.
Arrestato, Ciccolini era stato
portato a Trento dove aveva
ammesso l'omicidio.
Anche in primo grado, lo scorso 8 ottobre, l’uomo era stato
E
IN UN LOCALE DEL GHETTO A VENEZIA
Grana nel biberon? Ristorante
ebraico vieta la pappa a una neonata
Il celebre formaggio è derivato da latticini proibiti nella cucina kosher
Indignati i genitori se ne sono andati rifugiandosi una tavola calda
nno vietato ai genitori di dar
da mangiare alla loro piccola
di appena otto mesi, perché
quel cibo contenuto nel biberon non
era preparata secondo le loro norme
religiose. Ha del clamoroso l’episodio
avvenuto in un ristorante ebraico al
centro di Venezia, il “Gam Gam”.
In quel locale, che si trova nel Ghetto,
aveva deciso di andare a cena la
coppia, prenotando e specificando
la presenza della bimba. ovviamente
era difficile che la piccola potesse
mangiare cose dal menu e per questo
hanno portato da casa la sua cena.
Solo che quella pappa, secondo i gestori del locale non era “kosher” (si
tratta dell’insieme di regole religiose
che governano la nutrizione degli
Ebrei osservanti).
Alla vista del biberon una cameriera
si è avvicinata. “Arrivati nel locale ci
hanno portato il menù e il seggiolone
dove abbiamo fatto sedere la nostra
H
tura ma assolto anche lui dall'accusa di avere abusato della
suora. Gaudio, invece, era stato
condannato nel primo processo
d'appello a 6 anni e tre mesi e
la sentenza era stata solo parzialmente annullata dalla Cassazione.
L'ex frate cappuccino, che non
era in aula al momento della
sentenza, dopo l'arresto e i
provvedimenti dell'autorità giudiziaria era stato allontanato dai
superiori dell'ordine francescano
dalla struttura e successivamente esclaustrato e sospeso
a divinis.
fetto ha dirottato il traffico pesante sulla
statale Jonica e anche qui sono in fibrillazione i sindaci.
Quando fu costruito, nel 1969, il viadotto
Italia era il simbolo delle grandi capacità
ingegneristiche italiane: era il ponte più
alto d'Europa e lo è stato fino al 2004.
La sua campata in acciaio resta sospesa
nel vuoto a 260 metri dal fondo valle.
Oggi è tutto il contrario. È il simbolo di
un’Italia divisa in due. Una nazione in
cui le opere vengono rallentate dalla
burocrazia.
Barbara Fruch
condannato al massimo della
pena per omicidio volontario
pluriaggravato, con l’unico
“sconto” (per tale reato è previsto l’ergastolo) reso obbligatorio dal rito processuale,
quello abbreviato, che prevede
la diminuzione della pena di
un terzo e, nel caso del carcere
a vita, lo sostituisce con i
trent’anni. Assente in aula,
come nelle precedenti udienze, l'imputato Vittorio Ciccolini, che è detenuto nel penitenziario di Spini di Gardolo.
I magistrati hanno confermato
l’aggravante della premeditazione e rigettato la concessione delle attenuanti generiche. Disposti risarcimenti in
favore del padre Giuseppe e
della madre Maria Pia, dei
loro due figli Elisa e Carlo,
del marito separato della Bellucci e del suo compagno
dell’epoca dell’omicidio, costituiti parte civile insieme
all’associazione veronese antifemminicidi «Isolina e…». Le
motivazioni verranno rese note
tra 90 giorni.
B.F.
piccola Ester – racconta la mamma,
Elisabetta De Sandre a La Nuova Venezia – Nel mentre mi apprestavo ad
aprire il contenitore si è avvicinata
una cameriera chiedendoci cosa c’era
dentro”.
Ma la risposta “la pappa al pomodoro”, non è bastata. “Con insistenza la
cameriera ha continuato a chiedere:
quali alimenti contiene?”, spiega ancora la mamma.
Acqua, pane, pomodoro e una spruzzatina di formaggio grana. orrore,
c'era il grana, cosa che ha fatto scattare l'immediata proibizione agli increduli genitori di imboccare la figlia.
Il celebre formaggio è derivato da
latticini proibiti nella cucina kosher.
“Conosciamo il Gam Gam – spiega
ancora la donna – In passato, quando
non c’era Ester, abbiamo pranzato
alcune volte. A dir la verità pensavamo che i bimbi fossero esentati da
queste regole”.
Non è stato così. “La cameriera continuava a dirci di non nutrirla dentro
perché il Rabbino, che è il titolare, si
sarebbe arrabbiato molto. Ci hanno
proposto di contattarlo affinché facesse un’eccezione autorizzandoci
ad alimentare Ester in un tavolo del
plateatico. Non volevamo disturbare
ulteriormente”.
La famiglia a quel punto, ha preferito
alzarsi ed abbandonare il locale, per
‘rifugiarsi’ sulla tavola di una vicina
trattoria veneziana. Qui hanno potuto
continuare a cenare tranquillamente,
e la bambina è riuscita a fare lo
stesso, senza che nessuno cercasse
di strapparle di mano il biberon per
via del suo contenuto.
E la domanda che si pongono i genitori è una: “In un locale aperto al
pubblico si può impedire a una bimba
di otto mesi di consumare la sua pappa per motivi religiosi?”.
B.F.
11
Martedì 23 giugno 2015
SOCIETA’
L’ICONA EROTICA DEL CINEMA ANNI ’70 CI HA LASCIATI
Addio Laura Antonelli
L’attrice aveva 74 anni, a ritrovarla senza vita la badante nella sua abitazione a Ladispoli
di Chantal Capasso
na delle icone sexy
italiane degli anni ’70
ci ha lasciati. Intorno
alle 8,30 di domenica
mattina Laura Antonelli è stata trovata senza vita
nella sua casa di Ladispoli, a
dare l’allarme è stata la colf.
I sanitari del 118, una volta arrivati nell’abitazione dell’attrice, hanno constatato il suo
decesso. Aveva 74 anni.
L'attrice nasce a Pola il 28 novembre 1941, in Istria (oggi
Pula, Croazia), come Laura Antonaz, poi italianizzata in Laura
Antonelli. Inizia la sua carriera
nel cinema negli anni ’60.
Compare tra il 1964 e il 1965
in alcune pellicole importanti,
in ruoli piccolissimi, come ne
"Il magnifico cornuto" di Antonio Pietrangeli e "Le sedicenni" di Luigi Petrini.
Ma la vera popolarità arriva
tra gli anni ’70 e ’80, quando
gira molti film che iscrivono il
U
suo nome nella storia del cinema italiano, come una delle
più belle attrici di sempre. È
il 1971 quando, dopo la censura del 1969 per "Venere in
pelliccia", che uscirà sei anni
più tardi con il titolo "Le malizie
di Venere", Laura Antonelli recita ne "Il merlo maschio" di
Pasquale Festa Campanile. Il
suo collega Lando Buzzanca
in quell’occasione dichiara: "È
la più bella schiena nuda mai
apparsa sullo schermo dopo
quella di Marilyn Monroe". Il
riferimento è alla sua schiena
a forma di violoncello, come
verrà definita, sogno proibito
degli italiani.
Il suo vero successo esplode
nel 1973 grazie al ruolo della
cameriera di "Malizia", la pellicola di Salvatore Samperi.
Questo film la consacrerà
come icona erotica del cinema
italiano. Per questo ruolo porterà a casa anche il Nastro
d'Argento come “migliore attrice protagonista” e il Globo
d'oro per “miglior attrice rivelazione”.
Ma dopo gli onori della ribalta,
per l’attrice comincia declino.
Negli anni ’90 si assiste al tramonto di una stella: l’uso di
droghe e un’operazione chirurgica riuscita male segnano
il suo bel viso. Nella sua villa
di Cerveteri vengono trovati
36 grammi di cocaina e nel
1991, Laura Antonelli, viene
arrestata e poi condannata in
primo grado a tre anni e sei
mesi di carcere per spaccio
di stupefacenti. Portata a Rebibbia vi rimase alcuni giorni,
per poi andare ai domiciliari.
Il 16 marzo del 2000 venne
assolta dall’accusa di detenzione e spaccio di sostanze
stupefacenti dalla seconda corte d’Appello di Roma.
Da quel momento la sua situazione non migliora. L’attrice
non lavora più, nessuna proposta per dei ruoli interessanti
la condurranno quasi all’indigenza.
UNO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI MONASH, IN AUSTRALIA
“Troppo sport fa male”
L’eccessiva attività fisica può avvelenare
il sangue, con il rischio di infezioni
on fate troppo sport: rischiate di avvelenare il
sangue. Non è paradossale ma è il risultato di una
ricerca compiuta dagli studiosi
dell’Università di Monash, in Australia, che ha rivelato come
l’eccesso di esercizio fisico rischia di compromettere gli equi-
N
libri dell’organismo e di intossicare il sangue con il rilascio di
batteri in circolo.
Secondo lo studio australiano
quando l’attività fisica diventa
eccessiva, c’è il pericolo di gravi
infezioni. Da quanto emerge dalla
ricerca, pubblicata sull'International Journal of Sports Medicine,
prove estreme come la maratona
di 24 ore, sono spesso responsabili del rilascio di batteri intestinali nel flusso sanguigno, con
il conseguente rischio di contrarre pericolose infezioni. Verrebbe sfatato, anche un altro mito:
lo sport non fa perdere peso.
Per arrivare all’assioma, è stato
condotto uno studio su un gruppo
di corridori impegnati in una gara
di resistenza fisica estrema come
la maratona.
Il test degli specialisti australiani
ha rivelato che, durante un ec-
cessivo sforzo fisico, negli atleti
si verificano dei mutamenti nelle
pareti intestinali, che liberano le
endotossine nel sangue, generando la risposta infiammatoria
dell’organismo che tenta di contrastarne la presenza.
“Lo studio dimostra – ha spiegato
il coordinatore della ricerca Ricardo
Costa, autore dello studio – che
l‘esercizio fisico per un periodo
di tempo prolungato provoca cambiamenti nella parete intestinale.
In questo modo i batteri naturalmente presenti nell’intestino, noti
come endotossine, vengono dispersi nel sangue. Questo poi in-
nesca una risposta infiammatoria
in tutto il corpo con gravi conseguenze per la salute”.
Dalle annalisi effettuate sugli atleti
coinvolti nella maratone, è risultato
che i campioni sanguigni dei partecipanti erano uguali a quelli dei
comuni pazienti che solitamente
vengono ricoverati in ospedale
per avvelenamento, a causa delle
endotossine batteriche. L’unico
rimedio al problema, spiegano i
ricercatori, è un allenamento costane e prolungato nel tempo, in
modo tale che il fisico si adegui
allo sforzo in maniera graduale.
Elvira Mami
DEBUTTO DEL TOUR NELL’OLIMPICO DEL CAPOLUOGO PIEMONTESE
CARRIERE IN ASCESA
Torino: Tiziano Ferro trionfa allo stadio
Pamela Anderson, da playmate a... nobile
Ha stupito il suo pubblico “planando” sui 35 mila fan in attesa
Quando si dice che la gavetta paga: ora è la Contessa dei Gigli
partito alla grande il nuovo tour di Tiziano Ferro.
La prima tappa allo Stadio Olimpico di Torino è stata
domenica 21 giugno.
Ad attendere il cantante di Latina una folla di 35 mila fan in
delirio. Tutti protagonisti della
grande festa in musica organizzata da Tiziano Ferro che
ha sorpreso tutti i presenti con
un’entrata davvero ad effetto:
per il debutto de “Lo stadio
Tour 2015” Tiziano Ferro si è
presentato direttamente in
”volo” sul palcoscenico dell’Olimpico di Torino sostenuto
da un argano a 20 metri d’altezza. Il cantante, senza nemmeno prendere fiato dopo il
salto, si è presentato al pubblico torinese aprendo ufficialmente il suo primo concerto dell’estate sulle note
della celeberrima “Xdono”.
“Non mi era mai capitato di
cantare per due ore e mezza
di seguito”, ha spiegato Ferro,
È
“e ho lavorato per questo spettacolo durante tutto l’ultimo
anno”.
La scaletta del concerto piena
canzoni perfettamente conosciute dal pubblico dell’Olimpico che hanno intonato tutt’insieme i più grandi successi
della carriera di Tiziano Ferro
dal 2001 ad oggi. Partendo
da ”La differenza tra me e te”,
per passare da altre hit come
“Troppo buono”, “E fuori è
buio”, “Imbranato”, “Non me
lo so spiegare”, “Incanto”, “Il
regalo più grande” e “Sere
nere”, Tiziano Ferro ha davvero
regalato ai suoi fan uno spettacolo indimenticabile, destreggiandosi tra le 9 torri che
campeggiavano sul palco sulle
quali passavano grafiche, filmati e tutti i giochi visivi pensati
per un live condito da una
produzione delle grandi occasioni.
Sul palco Tiziano Ferro ha raccontato ai suoi fan “Non vedevo
l’ora che arrivasse questo momento perché questo è l’inizio
di una nuova storia”. Il tour
del cantante proseguirà nelle
prossime settimane.
Nelle prossime settimane Tiziano Ferro sarà negli stadi
d'Italia (Torino, Firenze, due
volte Roma, Bologna, due volte
Milano e Verona) ancora per
sette sere che potranno avere
un seguito anche nei palazzetti.
"Mi piacerebbe continuare con
questo spettacolo anche negli
spazi più piccoli" dice, "ma i
live negli stadi saranno qualCh.C.
cosa di unico".
ex Playmate e bagnina
di Baywatch è stata insignita di un titolo molto
speciale.
Da anni la “regina” in fatto di
copertine conquistate su Playboy, e il suo nome è anche
collegato immancabilmente al
suo personaggio televisivo di
sexy e procace bagnina stretta
nel suo costume rosso, nella
serie televisiva Baywatch.
Ma Pamela Anderson questa
volta la troviamo in “vesti”completamente diverse. Nello
splendore dei fasti di Villa Durazzo, a Santa Margherita Ligure, l'ex “coniglietta” è stata
insignita, infatti, del titolo di
contessa dei Gigli da Stephan
Cernetic, Principe di Montenegro (non regnante).
Ma ad onor del vero, il titolo
onorifico è stato assegnato a
scopo benefico: sostenere le
attività di una Onlus che si occupa del restauro di un antico
arredo presente all’interno di
L’
Villa Durazzo il cui ricavato,
ottenuto nella serata durante
la cerimonia, è stato destinato
a tali attività.
Oltre all’ex playmate, erano
presenti nomi importanti del-
l'imprenditoria cinese come Josephine Ho, figlia del magnate delle case da
gioco di Macao, il
chitarrista Phil Palmer con la moglie,
la cantante Numa,
l'agente di Hollywood Stive Moore.
«Voglio portare Hollywood a Santa Margherita Ligure» ha
detto il principe Stefan Cernetic, durante la cerimonia.
La Anderson, tra l’altro è stata scelta per
il suo impegno
come animalista attiva: da anni, infatti,
partecipa a iniziative pubbliche, a campagne di
sensibilizzazione e presta il
suo volto a sostegno della celebre associazione animalista
statunitense Peta. Noblesse
Ch.C.
oblige!
Martedì 23 giugno 2015
12
SPORT
ESCLUSIVA - BIANCOCELESTI IN PRESSING SUL FORTISSIMO TERZINO DEL PSV CHE INTERESSA A MEZZA EUROPA
Lazio sempre più olandese:
ora sogna anche Willems
Per colmare la possibile partenza di Radu, il ds Tare sta lavorando su uno dei più interessanti talenti del calcio
europeo - Si parte da una valutazione di 8 milioni di euro, destinata a salire. L’alternativa parla francese…
di Federico Colosimo
a Lazio parla sempre più olandese.
Biancocelesti pronti a tingersi nuovamente di “orange”. Dopo il gigante De Vrij, la sorpresa Brahfield
e il colosso Hoetd, potrebbe arrivare
dal Psv Eindhoven la freccia Jetro Willems.
La notizia, raccolta in esclusiva dal Giornale
d’Italia, potrebbe rovinare i piani del direttore
sportivo Igli Tare. Che sottotraccia sta lavorando da tempo per portare nella Capitale
uno dei terzini più promettenti del panorama
calcistico. In gran segreto, appunto, cercando
di evitare eventuali e pericolose aste che
potrebbero scatenarsi per il calciatore. Tant’è, il ds albanese sogna il colpo grosso per
regalare a Pioli un terzino formidabile.
Con la probabile cessione di Radu (finito in
orbita Samp), la Lazio è alla ricerca di un
degno sostituto per il presente e il futuro.
Di pseudo fenomeni in giro se ne vedono
tanti, ma Willems, classe 1994, va ben oltre
la semplice retorica e troppo spesso ripetuta
definizione di futuro campione. Qui si parla
di uno dei migliori talenti dell’Eredivisie,
di uno dei giocatori più forti del football
olandese. Che nonostante abbia appena 21
anni, può vantare già una grande esperienza
alle proprie spalle. Di un calciatore instancabile, capace di ricoprire la fascia sinistra
come pochi altri colleghi al mondo sanno
fare. Che ha messo su di lui gli occhi di
L
grandi potenze quali Real Madrid, Manchester United, City, Juventus, Milan e Inter. Ma
non solo.
Trattasi di un talento dal futuro radioso, laureatosi da un mese campione d’Olanda con
il Psv. Già titolare della Nazionale guidata
Agenzia Regionale per lo Sviluppo
e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio
da Guus Hiddink, costa circa 8 milioni di
euro (ha il contratto in scadenza nel 2017).
Una “quotazione” relativamente bassa se
consideriamo le qualità di questo “golden
boy”, che nel giro di un paio di stagioni potrebbe addirittura triplicare il suo valore.
Dotato di un fisico possente nonostante i
169 centimetri di altezza, molto abile tecnicamente, fa della velocità il vero e proprio
punto di forza. Giovanissimo e pure un po’
sbruffone, ha tutte le carte in regola per
imporsi in un campionato difficile come
quello italiano. Grazie alla propria esuberanza, il più giovane calciatore convocato
nella storia degli Europei (ad appena 18
anni nel 2012), è un atleta esplosivo. Rapido
nelle decisioni, forse troppo impulsivo. Questo, uno dei suoi pochi difetti. E’ esuberante,
a tratti poco prudente. Si fida del suo incredibile atletismo, tanto da prendersi spesso
qualche rischio di troppo. Nella convinzione
di poter rimediare sempre con la velocità.
E’ un portento, su cui la Lazio intende puntare
forte e strapparlo all’agguerrita concorrenza.
Ma se la trattativa non dovesse andare in
porto, la Lazio ha già pronta un’alternativa.
Un piccolo indizio: è francese (come Trémoulinas)…
Per oggi non intendiamo rovinare oltremodo
la giornata al presidente Lotito, che sperava
di portarsi a casa Willems senza dare troppo
nell’occhio. Ma domani è un altro giorno…
Si vedrà.