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Anno IV - Numero 147 - Martedì 23 giugno 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Centrodestra Accordo vicino Lutto nel cinema Eppur si muove: vertice Cav-Salvini La Grecia propone, l'Eurogruppo attende Il silenzioso addio di Laura Antonelli a pag. 3 a pag. 7 Capasso a pag. 11 FARE DI TUTTO PER SCIOGLIERE IL CONSIGLIO COMUNALE, AMMAINARE LE BANDIERE DEI PARTITI CHE HANNO FALLITO NELLA ORMAI PROSSIMA CONTESA ELETTORALE di Francesco Storace hiunque, ma basta con Marino. Il sindaco irresponsabile di Roma non ha ancora chiesto scusa ai cittadini. Stare a destra non significa aver perso il diritto ad essere rispettati. E Marino ha offeso tantissime persone di destra della città. Perde pezzi - l'assessore Improta, per il cui destino non piangeremo e soprattutto i nervi. Ne' valgono a placarlo l'assenza di solidarietà del suo partito pochissime le voci a sostegno - o la censura aperta di pezzi importanti del centrosinistra alla regione, come il coordinatore della maggioranza, Bellini, o lo stesso capogruppo della lista Zingaretti, Michele Baldi. Il governatore non parla, ma manda avanti i suoi. Marino è un uomo solo. Al massimo ha con se' qualche estremista scemo. Ma tutto questo non basta se non viene cacciato dalla poltrona che occupa indegnamente. Contro Marino va messa in campo un'opposizione fortissima nei quartieri e in tutta la città. E deve dare segnali di coraggio anzitutto il centrodestra, che pure deve marcare un tratto di discontinuità, perché gli errori ci sono stati, eccome se ci sono stati. Prepararsi a una lunga campagna elettorale, sgombrando il campo C Non si riconosceva più la destra - in quel Campidoglio - mentre si riconosceva benissimo la vocazione affarista della sinistra. Chi si è impegnato solitariamente per sette lunghi anni nel nome di una destra pulita, coerente, appassionata, ricca solo di valori incancellabili, non può acconsentire a manovre di palazzo. Trasparenza come valore e pratica politica; nella nostra vita non ci siamo dimessi (innocenti) persino da ministri per ricominciare tutto come prima. Non ci siamo fatti prendere di petto dal potere persino col processo Napolitano per assecondare giochi di casta perduta. Siamo rimasti estranei al doppio scandalo regionale - prima i rimborsi dei gruppi e poi Mafia capitale - proprio perché formati alla cultura di una legalità che non conosce confini. Si cominci a ragionare di proposte concrete. E noi sentiremo il dovere di esserci a sostegno di una leadership romana finalmente pulita. Se non si discuterà, ci saremo comunque ma contro chi vuole imporre la logica di un continuismo finalizzato ad uccidere definitivamente le speranze della città. Pensateci bene, prima di sbagliare ancora. Intanto, cacciamolo. Mettiamo una croce sul consiglio comunale prima di vergarla sulla scheda elettorale. UNA CROCE Mobilitare la città e i quartieri per costruire un’alternativa di discontinuità al sindaco irresponsabile di Roma dai simboli di partito, ad esempio, che non hanno dato degna prova di se' nell'amministrazione di Roma, da una parte e dall'altra. La politica che vuole restare in campo, quella che non è suscettibile di problemi giudiziari, metta in campo liste legate alle singole personalità, semmai. Ma da Roma devono sparire UNA MIRIADE DI IMMIGRATI DA IDENTIFICARE le logiche di apparato. Civismo e non cinismo. Se si pensa a far tornare vecchie logiche, non si è compreso nulla. A Roma bisogna far saltare gli schemi, unire le persone che possono dare un contributo positivo alla città, mettendo al bando il solito affarismo dannoso. Io sono pronto a dare una mano, ma nel segno della discontinuità amministrativa. In quei quattro anni al comune di Roma, sono stato solo contro tutti. Davanti a me vedevo una maggioranza e un'opposizione consociative: con che faccia potrebbero ripresentarsi gli stessi protagonisti al cospetto degli elettori romani? OGGI A PALAZZO CHIGI ANCHE LA RIFORMA DELLE RENDITE: RISCHIO STANGATA PER MOLTI PROPRIETARI Catastrofe catasto dietro l’angolo “DOCUMENTI!” a pag. 2 di Robert Vignola cchio al consiglio dei Ministri. Di più, occhio ai decreti. In ballo ce ne sono tanti, con disegni di legge che vanno a scadenza e obblighi di fare presto. Uno, però, preoccupa più di tutti: O la riforma del catasto. Certamente è un settore a cui mettere mano, laddove troppa parte della ricchezza residua degli italiani è affidata ad archivi polverosi e pieni di scartoffie, dove ottenere un permesso o richiedere un certificato diventa una scommessa. Ma quando si tratta di lasciare la strada vecchia per quella nuova, il singolo cittadino dovrebbe anche sapere con che tipo di riforma ha a che fare, se per esempio si toccano le rendite catastali. Il che sarebbe anche lecito, ma non in un Paese che a forza di imposte ha reso i proprietari di immobili una categoria di sfortunati, solo un po’ meno sfortunati degli altri. Quelle che circolano sono stime terrificanti, con un aumento di gettito previsto da far diventare i capelli bianchi. Basti dire che persino dal Pd uno come Giacomo Portas, presidente della Commissione di Vigilanza dell’Anagrafe tributaria, avverte di non usare la casa come “un limone da spremere”, puntando anzi a ridurre il carico fiscale sul ceto medio basso. La stangata insomma è dietro l’angolo, con l’aggravante che resterà nascosta dietro coefficienti difficilissimi da comprendere. Però su una cosa sia i professionisti del settore che i bene informati sono certi: gli aumenti saranno cospicui per numerosi immobili. Le stime dicono che in proiezione e rendite verranno raddoppiate o addirittura quadruplicate, con disastrosi effetti a caduta sulle imposte comunali (e non solo). Maggior indiziati? I proprietari di case situate nei centri storici, o di villette anche se oggi censite in categorie economiche. Ma sono solo due esempi. La sorpresa potrebbe essere amara per molti. 2 Martedì 23 giugno 2015 ATTUALITA’ IL COSIDDETTO “ACCORDO” EUROPEO DI IERI NON PARLA DI QUOTE: E COMUNQUE SARÀ DISCUSSO FINO A FINE LUGLIO Immigrati: non se ne esce più Il piano prevede la ricollocazione di 24mila rifugiati, ma ne sono sbarcati oltre duecentomila in soli due anni: l’identificazione e il rimpatrio dei non aventi diritto spettano al governo di Robert Vignola e la vendono come la soluzione, ben sapendo che non la è. La ricollocazione di 40mila persone da Grecia e Italia sulla quale è stato raggiunto l’accordo a Lussemburgo non potrà mai bastare a svuotare l’Italia della marea umana (oltre duecentomila in due anni) giunta sulle sue coste. D’altronde, alla base di tutto c’è sempre la solita distinzione: tra rifugiati, cioè richiedenti asilo che all’asilo hanno diritto, e “migranti economici”, che invece sono a tutti gli effetti clandestini e vanno perciò respinti. E sia alla distinzione che al rimpatrio dei non aventi diritto ci dovrà pensare l’Italia: un obbligo cui finora non ha adempiuto, di qui i blocchi alla frontiera di Ventimiglia, il giro di vite degli svizzeri sui nostri S confini, la tendopoli sorta al Brennero in concomitanza col G7. Quello raggiunto ieri in Lussem- burgo è quindi ben altro che un accordo. Innanzitutto, è entro la fine di luglio che si dovrà arrivare alla stesura finale del meccanismo di distribuzione "temporaneo ed eccezionale". Il Consiglio d’Europa si è così limitato a redigere cinque punti, il cui primo è appunto la ricollocazione di 40mila persone da Italia e Grecia. Al punto B si indica appunto la scadenza di fine luglio. Al punto C è indicata la “impostazione di zone di frontiera strutturate e di strutture negli Stati membri in prima linea, con l'attivo supporto di esperti degli stati membri e dell'Easo, di Frontex e Europol per assicurare la pronta identificazione, registrazione e presa d'impronte dei migranti”, vale a dire gli hot spot comparsi all’improvviso dieci giorni fa nel lessico del ministro Angelino Alfano: nient’altro che l’evoluzione degli attuali Cara, Cie e centri di accoglienza vari. Al punto D è prevista “l'immediata fornitura VARATA L’OPERAZIONE NAVALE PER INTERROMPERE LA TRATTA DI ESSERI UMANI di aumentata assistenza finanziaria agli Stati in prima linea per aiutare ad alleviare i costi" di accoglienza e trattamento delle domande per la protezione temporanea. Infine al punto E è scritto che il vertice ha concordato sul "principio che tutti gli Stati membri parteciperanno al 'resettlement' di 20mila persone in chiara necessità di protezione internazionale", con riferimento ai profughi nei campi nei paesi terzi. Di quote, insomma, neanche a parlarne, almeno per ora, anche se quello sarà il tema delle prossime settimane. Vedremo invece come Renzi e Alfano si cimenteranno nelle imprese di identificare e rimpatriare le decine di migliaia di persone che le navi militari, prima italiane e ora straniere, hanno prelevato al largo della Libia e gentilmente recapitato nei porti del Sud. Auguri… AGRIGENTO – APERTA UN’INDAGINE DELLA PROCURA Mogherini: bloccare gli scafisti Ancora spari in mare: è anche l'operazione navale contro i trafficanti di essere umani nel Mediterraneo. Obiettivo della missione “Eunavfor Med” nelle decisioni prese ieri dai ministri degli Esteri riuniti a Lussemburgo. Allo scopo, spiega il Consiglio, di "identificare, catturare e neutralizzare le imbarcazioni e di rendere disponibili gli strumenti usati o sospettati di essere usati" dagli scafisti. "L'Ue - ha commentato l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, Federica Mogherini - non ha mai preso così seriamente il tema dell'immigrazione come sta facendo adesso. Con questa operazione, colpiamo il business model di quelli che beneficiano della miseria dei migranti. Ma questa è solo parte di una strategia più ampia, che C’ comprende la cooperazione con i nostri partner in Africa, in particolare nella regione del Sahel, ed il lavoro con l'Organizzazione internazionale per le migrazioni e l'Unhcr". Come Ue, ha proseguito la Mogherini, "siamo determinati a contribuire a salvare vite, a smantellare le reti dei trafficanti di essere umani e ad affrontare la cause profonde della migrazione". Il quartier generale dell'operazione 'Eunavfor Med', guidata dall'ammiraglio Credendino, sarà a Roma, nella sede del Comando operativo interforze. Il presidente del Comitato militare dell'Ue, il generale Patrick de Rousiers, ha spiegato chela prima fase della missione avverrà fuori dalle acque territoriali libiche. All'operazione - il cui costo è stimato in 11,82 miliardi di euro solo per la fase iniziale di due mesi e che per ora ha un mandato di un anno - dovrebbero partecipare 12 Paesi Ue e circa un migliaio di uomini. La prima fase, il cui inizio è previsto "nei prossimi giorni", secondo quanto annunciato dalla Mogherini, prevede sorveglianza e raccolta di informazioni sulle reti criminali, con l'obiettivo - e questo rientra nella seconda e terza fase - di sequestrare e neutralizzare i barconi usati dagli scafisti anche in acque territoriali libiche, oltre che di arrestare i trafficanti. Ma per questo sarà necessaria una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che dovrà circoscrivere i limiti del mandato della missione, ed il consenso degli Stati interessati, quindi la Libia. TARANTO – CONTINUANO GLI ARRIVI Sbarca la scabbia: più di cento i contagiati ontinuano gli sbarchi. E si continuano a segnalare casi di malattie. Sono sbarcati nel primo pomeriggio di ieri al molo san Cataldo del porto di Taranto, trasportati dalla nave militare inglese ‘Hms Bulwark’, 914 immigrati (698 uomini, 133 donne e 83 minorenni) salvati nelle ultime ore nel mar Mediterraneo. Di questi circa 100 hanno la scabbia, come spiegato dal direttore del 118 di Taranto, Mario Balzanelli, presente alle visite mediche nel presidio allestito per fra fronte all’emergenza. Una decina le persone ospedalizzate in via cautelativa. “Moltissime – ha osservato Balzanelli C – le patologie dermatologiche rilevate, ma anche patologie tropicali, infezioni respiratorie, traumi minori, stati di disidratazione, un paio di polmoniti. L’obiettivo è quello di assicurare la migliore risposta sul piano qualitativo e anche la tutela delle gravidanze a rischio”. C’era, ha aggiunto il responsabile del 118, qualche “disadratazione un po’ più marcata e abbiamo riscontrato anche tre casi di malaria. C’è sempre una quota minima del 2-3% che ha qualche problema più significativo. L’intendimento è di risolvere quasi tutto in questo presidio medico e ospedalizzare solo quando è necessaria una valutazione diagnostica più precisa ed anche un livello di consulenza dedicato che possa fare il punto sul miglior tipo di trattamento possibile”. In ospedale sono finiti tre sospetti malati di malaria, tre donne gravide, due malati di polmonite e uno di asma. Sbrigate le formalità burocratiche, i profughi verranno smistati con i pullman in altre località, senza previa quarantena; solo poche decine dovrebbero rimanere nella cittadina jonica. Di certo oltre all’emergenza umanitaria c’è anche quella sanitaria, che preoccupa in un periodo in cui gli sbarchi non accennano a B.F. diminuire. LA GRANA Il Ticino chiude le porte: “Non ci fidiamo più” ercasi piano B di Renzi sull’immigrazione. Perché anche l’incontro con Hollande è passato senza che qualcosa si sia risolto. E ora anche la Svizzera minaccia di dare una serrata alle sue frontiere con l’Italia. La notizia arriva dal governo ticinese, il cantone elvetico di lingua italiana che confina con Piemonte e Svizzera. C "Se l'afflusso di rifugiati che giungono dall'Italia continua, dobbiamo chiudere temporaneamente le frontiere": le parole sono di Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato. Secondo il quale il giro di vite sui confini "è il solo modo per la Svizzera di esercitare pressione sui paesi che non rispettano i loro obblighi. Noi facciamo il lavoro per conto dell'Italia e del- l'Unione europea, in particolare per ciò che riguarda l'identificazione dei migranti", dice ancora Gobbi, secondo cui in materia di asilo il Ticino rappresenta "la frontiera sud della Germania". Di qui la richiesta inoltrata alle autorità confederali di Berna: "Dobbiamo dare un segnale, fermare i clandestini alla frontiera R. V. sud per rispedirli indietro". un morto e un ferito n immigrato è morto e un altro gravemente ferito. È questo il bilancio di una sparatoria avvenuta a largo della Libia su un gommone, carico di profughi, che si stava dirigendo verso l'Italia. Sull’episodio, accaduto di fronte alle coste del nord Africa, indaga la procura di Agrigento, che ha aperto un’indagine contro ignoti per omicidio e tentato omicidio. Ad aprire il fuoco contro il natante sarebbe stato, secondo il racconto degli stranieri, il personale di una motovedetta libica. “Dei miliziani libici hanno cercato di derubarci, quando ci siamo ribellati hanno sparato: io sono rimasto ferito e un altro migrante è morto”, ha raccontato il ferito alla polizia. Si tratta di un immigrato gambiano di 32 anni, giunto domenica a Lampedusa trasportato da un elicottero della Marina militare italiana con un colpo d'arma da fuoco al polpaccio sinistro. Ma il corpo della vittima non si trova e Tripoli dice di non aver sparato.“La Guardia costiera libica non spara mai contro imbarcazioni di migranti e anche la Marina libica non ha sparato” ha detto il colonnello Reda Issa, comandante delle motovedette del ‘Settore centrale’ libico. Il procuratore di Agrigento, Renato Di Natale, ha ascoltato alcuni testimoni, ma al momento il fascicolo aperto resta contro ignoti. L'indagine potrebbe però passare ai colleghi magistrati di Ragusa. “I superstiti della sparatoria U - spiega Di Natale - con ogni probabilità verranno trasferiti al porto di Pozzallo. A quel punto l'indagine passerebbe alla Procura di competenza che è Ragusa”. Di certo non è la prima volta che si spara sui gommoni: quest'anno già due volte, a febbraio e ad aprile, una motovedetta della Guardia costiera e poi un rimorchiatore e una nave dell'Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea (Frontex) sono state attaccate a colpi d'arma da B.F. fuoco. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Martedì 23 giugno 2015 ATTUALITA’ LA VICENDA STASERA GRECA SI ARRICCHISCE L’ATTESO INCONTRO DI UNA NUOVA A DUE PUNTATA. SULLE CONSORTI ATENE DEL CHE FA CE UN NT RODE ASSISTS ALLE T RA “COLOMBE” ITAL IANO TEDESCHE Salvini e il Cav ripartono da Arcore Berlusconi: “Il Patto del Nazareno bis non esiste, pensiamo a un contenitore comune a tutti” Il leader leghista: “Chi sarà sui nostri temi sarà nostro alleato a prescindere dalle etichette” di Robert Vignola arleranno di sondaggi o di programmi? La speranza di chi desidera restituire all’elettorato un centrodestra credibile non ha dubbi: far di conto adesso serve a poco, anche perché rischia di venire tristezza. Occorre invece costruire. Stasera quello tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi ad Arcore potrebbe essere quindi un incontro interlocutorio, oppure uno di quelli che fanno letteratura politica e sanciscono patti. Ricordate quello del Nazareno? Ecco, scordatevelo. Perché quanto meno la scelta di campo di Forza Italia questa volta sembra essere al ripari da deviazioni dalla via maestra. E lo stesso Cav, non a caso, ha voluto chiarirlo ieri. "Per la verità non capisco come possa essere nata l'ipotesi di un Nazareno bis. Siamo convintamente all'opposizione e nulla è cambiato da quando abbiamo dovuto rinunciare alla collaborazione con il Pd". Parole che Berlusconi ha dettato a Il Giornale spiegando che "è ovvio che se il Pd presentasse in Parlamento qualche miglioramento della legge elettorale, o della riforma costituzionale, noi voteremmo a favore di quella norma, come voteremmo qualsiasi provvedimento, da chiunque proposto, che giudicassimo positivo per il Paese". Poi, appunto, il tema dei sondaggi: "Il Pd è in forte calo. Ma certo, dopo tre governi di seguito non scelti dagli elettori, gli italiani non credono più che andare a votare serva" e Renzi "sta dimostrando di essere uno statalista e non un liberale: il suo obiettivo è un controllo forte del governo sulle leve economiche del nostro Paese". Inevitabilmente tra gli argomenti caldi c’è anche Salvini. Uno, dice il leader azzurro, "abile, dinamico, spregiudicato. È un valore aggiunto per il centro destra", magari pure il contraente di un patto, questa volta sì, per "un contenitore P più ampio, del quale FI e Lega siano parte, che si rivolga non solo ai partiti , ma anche alle associazioni, ai gruppi, ai movimenti di opinione, ai cittadini non organizzati ai partiti. Il nostro primo obiettivo è quello di ridare un motivo serio per tornare a votare agli italiani che hanno disertato le urne". E ce ne vuole. Dall’altra parte del fiume, il Nazareno per Matteo Salvini non esiste proprio: "Le idee della Lega sono chiare: chi ci sta sui nostri temi è alleato della Lega a prescindere dalle vecchie etichette destra-sinistra". C’è anche spazio per un proclama romano: "Se ci saranno le comunali a Roma ci presenteremo con un nostro candidato e prenderemo una barca di voti", ha detto infine il leader leghista, spiegando che quando si sceglierà il prossimo sindaco della capitale ci sarà un nome schierato da Noi con Salvini. Ma forse sarebbe meglio non deciderlo ad Arcore… IL MINISTRO GIANNINI CONFERMA: TROPPI EMENDAMENTI, SE NON VENGONO RITIRATI RICORREREMO ALLA FIDUCIA “Buona scuola” col ricatto, tanto per cambiare S arà pure buona, la scuola di Renzi. Ma di portarla in Parlamento senza apporre la fiducia non se ne parla. Dopo le forti critiche dei giorni scorsi e le ammissioni del premier, che ha però accusato le opposizioni e i sindacati di aver bloccato, insieme al disegno di legge, anche la stabilizzazione (che sarebbe peraltro stata parziale) dei precari, nella giornata di ieri ulteriori tasselli sono andati a disegnare il mosaico del percorso parlamentare della riforma. Con il presidente del consiglio dei ministri che non ha cambiato di troppo la sua musica: “Se la riforma passa ci saranno oltre 100 mila assunzione, se la riforma non passerà o non passerà in tempo, non è che non ci saranno assunzioni ma ci saranno le assunzioni legittime e normali del turn over, che sono circa 100mila. Se non passa la riforma si continua con i sistema di oggi”. Vi suona come ricatto? Non avete ancora sentito tutto. Perché sulla decisione del governo di apporre la fiducia vi è un’altra “lezione” in arrivo. Non da Renzi, che ha glissato sull’argomento davanti a chi gli poneva le domande, ma direttamente dalla ministra Stefania Giannini: “Gli strumenti tecnici li conoscete anche la fiducia è uno strumento tecnico. Dipenderà dalla risposta delle opposizioni al ritiro dei tanti emendamenti”. La buona scuola di Renzi e Giannini, insomma, è quella dove non sono ammesse discussioni, né obiezione. E soprattutto correzioni… R. V. ARRIVATA LA MEMORIA DIFENSIVA DEL SENATORE DEL NCD, MA S I PRE VE DONO T E MPI L UNGHI Atti in Senato: la giunta si riunisce su Azzollini stata depositata ieri presso la Giunta per le Immunità del Senato la memoria difensiva del presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama Antonio Azzollini (Area popolare-Nuovo centro destra), nei confronti del quale la Procura di Trani ha chiesto l’arresto nell’ambito dell’inchiesta sul crac della casa di Cura Divina È Provvidenza. Il presidente della Giunta, Dario Stefano (Sel), ha convocato per oggi alle 14 l’Ufficio di presidenza per fare il punto sul caso. Mentre alle 20 si riunirà la Giunta. Stefano, in qualità di relatore, potrebbe fare la sua proposta agli altri componenti fin da queste prime battute, ma è probabile che per leggere le nuove carte ci vorrà un po’ più di tempo. Quello che sicuramente servirà anche ai legali dei nove arrestati. Più di 30mila pagine compongono infatti gli atti dell'indagine della Procura di Trani sul crac da 500 milioni della Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie che il 10 giugno ha portato all’operazione per la quale sussiste anche la ri- chiesta di arresti domiciliari per il sen. Azzollini. I 30 faldoni sono stati depositati al Tribunale del Riesame di Bari e sono a disposizione degli indagati che hanno chiesto ai giudici l'annullamento della misura cautelare. Per quanto riguarda invece le udienze sui ricorsi presentati, cominceranno giovedì presso il Tri- bunale del Riesame di Bari. Nove delle dieci persone interessate alla richiesta di custodia cautelare, compreso il senatore Antonio Azzollini (per il quale non è stata eseguita in attesa della decisione del Senato), hanno presentato istanza di riesame. Giovedì saranno discusse le posizioni dell'ex direttore generale Dario Rizzi, che si trova in carcere; quella di Adrijana Vasiljevic, la 28enne serba finita ai domiciliari, e di Antonio Damascelli, ex consulente anch'egli ai domiciliari. 4 Martedì 23 giugno 2015 ATTUALITA’ A TORINO, DOPO AVER OMAGGIATO LA SINDONE, IL PONTEFICE VISITA LA PICCOLA COMUNITÀ RELIGIOSA Papa Bergoglio ai Valdesi: “Perdonateci” Ma dal moderatore della Tavola, Bernardini, arrivano parole non altrettanto concilianti verso la Chiesa cattolica di Igor Traboni apa Francesco chiede scusa anche ai Valdesi. Lo ha fatto ieri, seconda giornata della sua visita pastorale a Torino, dedicata per l‘appunto all’incontro con la comunità valdese, dopo che domenica scorsa aveva fatto tappa nel Duomo per la Sindone, prima della Messa e dell’Angelus in piazza Vittorio e dell’incontro con una marea di giovani. Bergoglio ieri, come detto, ha invece fatto tappa presso la comunità valdese Torino e in assoluto è la prima volta che un Pontefice varca la soglia di un tempio valdese. "Da parte della Chiesa Cattolica vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi. In nome del Signore Gesù Cristo, perdonateci!", ha detto il Pontefice incontrando i valdesi, prima di tornare sul tema – anche questo particolarmente a cuore al pontefice argentino – dell’unità dei cristiani: "L`unità che è frutto P dello Spirito Santo non significa uniformità. Purtroppo è successo e continua ad accadere che i fratelli non accettino la loro diversità e finiscano per farsi la guerra l'uno contro l'altro. Riflettendo sulla storia delle nostre relazioni non possiamo che rattristarci di fronte alle contese e alle violenze commesse in nome della propria fede, e chiedo al Signore che ci dia la grazia di riconoscerci tutti peccatori e di saperci perdonare gli uni gli altri. È per iniziativa di Dio, il quale non si rassegna mai di fronte al peccato del'uomo, che si aprono nuove strade per vivere la nostra fraternità, e a questo non possiamo sottrarci. All’incontro hanno partecipato anche rappresentanti metodisti, luterani, battisti, avventisti e dell'Esercito della Salvezza. Nel porgergli il benvenuto, il moderatore della Tavola valdese, Eugenio Bernardini, non ha usato però espressioni altrettanto ‘’pacificatorie’, rivolgendosi così al Papa: "Noi valdesi siamo una chiesa, dovete riconoscerci come tale. Fratello non capiamo che cosa significhi l'espressione del Concilio che ci definisce comunità e non chiese. Vuol dire che noi siamo una chiesa a metà, una chiesa non chiesa? Capiamo le ragioni ma sarebbe bello fosse superata nel 2017 o anche prima. Siamo una chiesa, peccatrice, certo, ma chiesa di Gesù Cristo, da lui giudicata e salvata". Il pastore Bernardini ha parlato anche del problema dell'"ospitalità eucaristica" cioè della possibilità per valdesi e cattolici di comunicarsi nelle liturgie gli uni degli altri. "Tra le cose che abbiamo in comune ci sono le parole di Gesù all'ultima cena, le abbiamo ascoltate ieri. Certo abbiamo interpretazioni diverse di quel che significano, ma ciò che abbiamo in comune sono le parole di Gesù e non le nostre interpretazioni". Bergoglio ha quindi replicato, di fatto accogliendo questa richiesta: "Tutti aneliamo all'unità della mensa eucaristica. La Chiesa valdese ha offerto ai cattolici il vino per la celebrazione della Veglia di Pasqua e la Diocesi cattolica ha offerto ai fratelli valdesi il pane per la Santa Cena della Domenica di Pasqua", ha ricordato il Pontefice rilevando che "questo gesto va ben oltre la semplice cortesia e che fa pregustare, per certi versi, l'unità della mensa eucaristica alla quale aneliamo. Incoraggiati da questi passi siamo chiamati a continuare a camminare insieme. Un ambito nel quale si aprono ampie possibilità di collaborazione tra valdesi e cattolici è quello dell'evangelizzazione". DA INCUBO A REALTÀ, IL DESTINO DEI DUCALI È SEGNATO: PURE MIKE PIAZZA HA ALZATO BANDIERA BIANCA Il Parma è fallito, 102 anni di storia buttati al vento Ora il club dovrà ripartire dalla Serie D, ma deve trovare un investitore che entro pochi giorni sia disposto a “investire” 1 milione di euro. Altrimenti rischia di sprofondare ancora più in basso finita come peggio non poteva finire. Con un fallimento annunciato, adesso decretato. Il Parma non c’è più. E’ fallito. Il “the end” è arrivato al termine della stagione più difficile e travagliata della sua storia. Ben 102 anni buttati così nel nulla, come se niente fosse. Nessuno è riuscito a salvarlo, ma che la missione fosse impossibile s’era intuito già dalla sentenza fallimentare pronunciata lo scorso 19 marzo. Non è bastato anni fa il crack Parmalat a cancellare il Parma calcio dal football che conta, è servito un nuovo scandalo condito da arresti, pignoramenti, millantatori e traditori a È scrivere la parola fine a quella che per anni ha rappresentato la vera Cenerentola della Serie A. Una delle “7 sorelle” capace di far innamorare tutta Europa grazie a imprese incredibili fatte registrare non solo in Italia. Era la stagione 1990-1991 quando i gialloblù si affacciarono per la prima volta nel massimo campionato. In 25 anni i ducali hanno conquistato 3 Coppe Italia, 1 Supercoppa Italiana, 1 Coppa delle Coppe, 2 Coppe Uefa ed una Supercoppa Europea. Trofei meravigliosi, sepolti in un giorno. Quello del 21 giugno 2015, una data destinata a rimanere nella storia dello sport. Una pagina indelebile, da cronaca nera, che nessuno potrà mai cancellare. Il destino era scritto. Ben 218 milioni di debiti, 74 solo quelli sportivi, di cui 63 verso i calciatori, hanno allontanato definitivamente pure la cordata capitanata da Mike Piazza, l’ex campione di baseball italoamericano costretto ad alzare bandiera bianca. A niente e a nulla è servito andare a trattativa privata, dopo la “bellezza” di 5 aste andate a vuoto. Il nodo è rimasto legato alla zavorra del passivo, ridotto a 20 milioni dai curatori fallimentari. Una cifra comunque altissima per chiunque. Con l’incubo di probabili contenziosi con club esteri, giocatori e procuratori. E così per il Parma e i suoi tifosi si sono spalancate le porte del fallimento. Con la cancellazione della società, la perdita del titolo sportivo. E la ripartenza dalla Serie D. Peraltro neanche poi così tanto certa. Perché per far sì che il “nuovo” Parma si iscriva alla prossima stagione della LND, servirà trovare un investitore che in pochi giorni sia disposto a “investire” 1 milione di euro. Se così non dovesse essere, i ducali rischierebbero di sprofondare ancora più in basso. Al peggio, non c’è mai fine. Federico Colosimo L’ATTRICE ALLA DOMENICA SPORTIVA? “Capotondi vade retro” rivolta a Rai Sport ristiana Capotondi, 35 anni, romana, attrice di cinema e tv, alla conduzione della Domenica sportiva assieme al giornalista Alessandro Antinelli? Le voci in tal senso sono sempre più ricorrenti da alcuni giorni e hanno destato un’autentica sollevazione in casa Rai Sport, con il centinaio di giornalisti dell’armata sportiva della televisione di Stato pronti alle barricate nel caso dovesse passare la piccola Sissi dello sceneggiato di qualche anno fa, oggi tra le star del piccolo e grande schermo, peraltro abbastanza a suo agio tra scarpini chiodati e fuorigioco, e con un buon pubblico C di appassionati tra i giovani, pronti a seguirla dal grande e piccolo schermo alle sintesi delle partite e alle ‘elucubrazioni’ pallonare. I giornalisti hanno subito chiesto un’assemblea di redazione a Saxa Rubra, il cdr vuole che Carlo Paris, direttore di Rai Sport, chiarisca l’arcano. "Non c’è alcuna notizia — ha intanto dichiarato il direttore di RaiSport — le scelte non le ho ancora fatte e sto prendendo in considerazione più ipotesi. La Domenica Sportiva? Stiamo valutando il cambio, ma io fino a prova contraria non ho modificato nulla. Quando lo farò il primo a saperlo sarà il Comitato di redazione". Di fatto, dopo il flop dell’anno scorso e vista la concorrenza sempre più massiccia (tra l’altro sia Sky che Mediaset stanno pensando di rafforzare l’offerta calcistica della domenica sera), alla Domenica Sportiva hanno bisogno come il pane di volti più frizzanti e meno ‘paludati’. E la Capotondi – che già conduce il programma Radio2a0 con Giorgio Lauro su Radio2 e dunque nei corridoi di Saxa Rubra non è proprio l’ultima arrivata – potrebbe essere la risposta giusta. Salvo scontrarsi con il muro dei giornalisti Rai: “Non abbiamo i soldi per gli inviati, ma si vuole puntare sugli esterni, e a che costi?, Come in passato…”, si lascia sfuggire uno dei giornalisti più in vista della corazzata sportiva della Rai. L’impressione è che comunque la trattativa con la Capotondi sta andando avanti e che alla fine passerà. 5 Martedì 23 giugno 2015 ESTERI PROSEGUE IL BRACCIO DI FERRO CON IL CREMLINO CON L’EMBARGO SULLO SFONDO DELLA CRISI UCRAINA Sanzioni, l’Ue continua a farsi del male Prolungate fino a gennaio le sanzioni anti-russe. Il portavoce di Putin: “Tanto peggio per i contribuenti europei” ome ampiamente preannunciato, i ministri degli Esteri dei paesi membri dell’Unione europea hanno deciso, con l’aggravante dell’unanimità, di prolungare di altri sei mesi le sanzioni contro la Russia. Vorrebbe essere una risposta al “ruolo destabilizzante” di Mosca in Ucraina orientale: è evidentemente la conferma (richiesta) dell’assenso alle posizioni della Nato. Per effetto della decisione, che era stata preannunciata la scorsa settimana (con malessere di alcune nazioni: Austria, Grecia, Italia e Ungheria su tutte), le sanzioni (in scadenza a fine luglio) resteranno in vigore fino al 31 gennaio del 2016 e comunque “fino a quando la Russia non terrà fede ai propri obblighi previsti dall’accordo di Minsk”, per citare le parole del ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond. Eppure, se la tregua nel Donbass vacilla, è soprattutto per via delle violazioni che spesso hanno visto protagonisti l’esercito ucraino con la sua artiglieria, senza dimenticare l’azione di quei battaglioni creati arruolando in blocco i C AFGHANISTAN Attacco al Parlamento: 6 morti e 21 feriti a Kabul n attacco sanguinoso al Parlamento afghano è stato respinto ieri mattina a Kabul, capitale del martoriato paese. Ad agire sono state le milizie talebane, che sono anche riuscite a fare il loro ingresso nella Camera. Almeno sei forti esplosioni, scaturite da altrettante autobombe, sono state udite prima che una sparatoria avesse luogo. Il conflitto a fuoco è durato per circa 20 minuti: successivamente l’arrivo di ulteriori rinforzi ha permesso alla polizia di respingere definitivamente l’attacco. Il bilancio parla al momento di sei morti e di circa 21 feriti, alcuni di questi sarebbe parlamentari feriti da schegge. Il Paramento è stato evacuato: al suo interno, al momento delle U più estremisti e facinorosi della rivolta di Maidan. Gioverà anche rammentare come le sanzioni fossero state decise il 29 luglio del 2014, dopo una riunione di emergenza convocata a Bruxelles in seguito all’abbattimento, il 17 luglio del 2014, dell’aereo del volo MH17 di Malaysia Airlines, con a bordo 298 civili. Una vicenda di cui, dopo tanto clamore iniziale, a seguito di prove evidenti di un abbattimento avvenuto ad opera di un caccia (i ribelli russofoni non dispongono di aviazione…), si sente parlare ultimamente assai poco. Ma tant’è. La reazione di Mosca è stata ferma, ma scevra da sensazionalismi, in omaggio alla linea adottata ormai da anni dal Cremlino. Le sanzioni antirusse sono ingiuste e illegali e la risposta della Russia sarà speculare, ha dichiarato Dmitry Peskov, portavoce del presidente Vladimir Putin. “Non c’è nulla di nuovo, l’abbiamo detto più volte: per quel che riguarda le sanzioni, il nostro approccio è speculare. La Russia, naturalmente, consi- IL PIBE DE ORO PRONTO A CANDIDARSI ALLA PRESIDENZA DEL MASSIMO ORGANISMO DEL CALCIO MONDIALE dera queste sanzioni ingiuste e illegali, e non siamo mai stati promotori delle restrizioni”. Non senza il rammarico di una serie di misure che “lede gli interessi degli esplosioni, c’era anche il primo ministro Harif Rahmani, che ha successivamente rilasciato alcune dichiarazioni. Le forze di sicurezza avevano avvertito di una possibile escalation da parte dei talebani contro i luoghi del potere a Kabul: forse non a caso, l’assalto è avvenuto mentre si stava nominando il nuovo ministro della Difesa. Evidentemente le nubi non si sono allontanare di cieli R.V. dell’Afghanistan. operatori economici non solo nel nostro paese, ma anche nei paesi che la portano avanti e per gli interessi dei contribuenti dei paesi Robert Vignola europei”. L’ANALISI Maradona torna in campo, Usa e Isis hanno lo stesso nemico: Mosca adesso Blatter ha… Fifa D L’annuncio del giornalista-amico Morales fa tremare il numero uno svizzero P er la presidenza della Fifa, con il numero 10, è pronto a scendere in campo Diego Armando Mara- dona. La notizia ha del clamoroso ma ad annunciarla attraverso twitter è una fonte più che autorevole: lo storico giornalista uruguaiano Victor Hugo Morales, che delle gesta del Pibe de Oro è stato cantore negli anni più belli della sua strepitosa carriera. Il nemico di Sepp Blatter, tra i più polemici accusatori della corruzione e delle presunte malefatte all’interno delle stanze di vetro di Zurigo, sarebbe pronto ad avanzare la sua candidatura per diventare il numero uno del calcio mondiale. L’indiscrezione è rimbalzata in tutto il mondo ed è destinata a far parlare di sé a lungo. “Ho telefonato a Diego per chiedergli come sta suo padre – il cinguettio dello scrittore – e mi ha raccontato che è pronto a correre per vincere, autorizzandomi a comunicarlo”. Salvo poi aggiungere: “Se Platini e Figo intendono provarci, quale sarebbe il limite per cui Maradona non potrebbe farlo?” Alla base del programma elettorale dell’ex fuoriclasse argentino dovrebbe esserci, per l’appunto, la lotta alla corruzione e al malaffare. Da sempre il ritornello del leggendario calciatore dell’Al- biceleste, che avrebbe così deciso di rompere gli indugi dopo aver ricevuto l’assist del presidente venezuelano Nicolas Maduro. L’annuncio dello storico telecronista che immortalò il “gol del secolo” di Maradona a Messico 1986 ha scatenato una serie infinita di reazioni da parte del web. Una “bomba” rimbalzata in tutto il mondo, capace di creare un tam tam universale. Le elezioni si avvicinano (salvo clamorosi passi indietro da parte di Blatter), ma la “partita” per la poltrona più importante del massimo organismo del football si arricchisce di un altro fuoriclasse. Forse il più grande di tutti i tempi. Che avrebbe deciso di rivoltare la Fifa come un calzino, per scalzare definitivamente il suo più grande avversario. Non sarà per niente facile spuntarla vista la caratura dei duellanti. Da Le Roi Platini all’ex bandiera del Portogallo Figo. Passando per la classe e le giocate di Zico fino ad arrivare alle prodezze di Romario. Tutti vogliono prendere le redini della Fifa, pronti a tornare in campo per centrare l’ennesima impresa della loro carriera. Sarà una corsa a ostacoli, un match a colpi di dribbling e spallate al limite del regolamento. Con Maradona protagonista, che per vincere dovrà sperare – ancora una volta – nella… Mano de Dios. Federico Colosimo omenica, a Mosul, capitale del "califfato" in Iraq, i jihadisti dell'Isis hanno rapito 1.227 bambini. A Palmira in Siria invece, secondo quanto ha riferito l'Osservatorio per i diritti umani, i miliziani dell'Isis hanno piazzato mine e ordigni esplosivi tra le rovine romane della città. "Non sappiamo perché abbiano minato le rovine, se per distruggerle o per impedire l'avanzata dei governativi", ha afferma l'Ondus. Secondo alcune fonti i bambini rapiti dagli jihadisti sono stati portati al campo di al-Salamiya per essere addestrati. Alcune testimonianze avrebbero fatto sapere che nel campo l'Isis avrebbe creato un vero e proprio dipartimento per addestrare i minori di 18 anni, sia al combattimento che agli attacchi suicidi. Non solo, l'Isis, mentre avanza nella "conquista" del Medio Oriente, "dichiara guerra" a Mosca. Sempre in questi giorni ha accolto la richiesta di adesione di alcuni gruppi jihadisti e ha annunciato la nascita della Wilayat Qawqaz, la "provincia del Caucaso". Lo ha affermato lo stesso Stato islamico con un comunicato diffuso online. La nuova "provincia" include la Cecenia, il Daghestan, l'Inguscezia e altre regioni a maggioranza musulmana del Caucaso russo. Ora la Russia è praticamente circondata, dalla Nato e dall'Isis. Contro il Cremlino il nuovo ordine mondiale ha mobilitato uno scontro a 360 gradi. Prima Kiev, poi l'Isis e tutte le nazioni che confinano con l'ex Urss. Veri venti di guerra, con Putin che ha avvertito anche la Svezia: "se decidete di aderire alla Nato punteremo i nostri missili contro di voi". Infatti ora la Nato sembra essere seriamente intenzionata a portare i propri confini fin sotto il naso di Mosca. Scelta che ha provocato la reazione russa. In un’intervista ad un quotidiano svedese, l'ambasciatore russo Viktor Tatarinstev ha usato toni tuttaltro che pacifici verso Stoccolma: "Se dovesse decidere di aderire alla Nato, dovrà essere consapevole dei rischi cui si espone". Lo stesso presidente Putin "ha annunciato che ci saranno conseguenze e che la Russia sarà costretta a rispondere militarmente riorientando le nostre truppe e (puntando) e i nostri missili (balistici armati di testate atomiche) verso la Svezia". Un vero tuffo indietro negli anni, in piena Guerra fredda. Con i toni che si accendono e le due parti, Est e Ovest, che guardandosi in cagnesco mostrano i muscoli. D'altronde l'eventuale adesione svedese all'Alleanza Atlantica viene vista non solo come una minaccia, ma anche come un chiaro segnale di sfida. Ricordiamo che sino ad ora né la Svezia né la Finlandia, pur essendo parte integrante dell'Occidente, hanno mai aderito all'Alleanza. Negli ultimi mesi, però, più di una volta si sono sfiorati incidenti tra le forze armate russe e quelle svedesi. In diverse occasioni i caccia di Stoccolma, come di altri Paesi vicini, si sono alzati in volo per intercettare i bombardieri strategici russi. Una guerra dei nervi strisciante che, per fortuna, non ha prodotto gravi conseguenze. Anche se la tensione resta altissima. Ma gli svedesi vogliono davvero aderire alla Nato? Dai sondaggi effettuati pare che dal 17% del 2012 il desiderio di adesione all'Alleanza sia salito al 31% nel 2015, un aumento consistente ma non tale da spingere il governo di Stoccolma a muoversi per il grande passo. La "minaccia" per Mosca, dunque, non sembra reale. Nonostante questo la Russia preferisce non correre rischi e sceglie di stroncare sul nascere qualsiasi velleità bellica ostile del vicino. Isis e Nato, ancora una volta le due facce della stessa medaglia. Ancora una volta "alleati". Ieri contro Assad, oggi contro Putin. Sempre contro le nazioni antimondialiste Tatiana Ovidi 6 Martedì 23 giugno 2015 STORIA COME ABBIAMO GIÀ VISTO NEI SUOI COMPONIMENTI SCOLASTICI, RIGUARDO ALLA SCUOLA HA LE IDEE MOLTO CHIARE Relazione di fine anno del maestro Mussolini È il 1902: ecco il documento che il giovane presenta quando termina il periodo del suo insegnamento di Emma Moriconi iprendiamo il discorso lasciato in sospeso nella scorsa puntata e vediamo il contenuto del documento relativo alla relazione finale del maestro Mussolini alla sua prima esperienza d'insegnamento. Eccolo, testuale: "Anno Scolastico 1901-1902 - Relazione finale del maestro Benito Mussolini al Sindaco del Comune di Gualtieri. 1) Iscrizioni - Le iscrizioni furono fatte, come risulta dall'apposito registro firmato con la data 29.X.1901, dal collega Alceste Cambi. Mancano però nel su accennato registro le firme dei componenti la Commissione. 2) Durata dell'anno scolastico La durata dell'anno scolastico non potrebbe dirsi di mesi dieci, poiché l'insegnamento subì varie interruzioni dovute al cambiarsi dei Maestri. Interruzioni che, senza dubbio, pregiudicano quella graduale continuità che occorre per svolgere a dovere qualunque programma. 3) Alunni obbligati alla scuola - In seconda classe 24, in III 11. Frequentò pure la Scuola Villani Umberto di Vittorio, quantunque fosse già stato promosso dalla III nella sessione estiva d'esame dell'anno 1901. 4) Frequenza - La frequenza fu lodevole. Ebbi su 35 iscritti una media di 33 frequentanti giornalieri. Anche questo è un segno dei tempi. La Scuola si innalza nel concetto delle masse e diviene necessità sociale. Anche la parziale refezione scolastica contribuì alla frequenza [il lettore ricorderà il tema di pedagogia scritto dall'alunno Mussolini a sedici anni e in questo scritto certamente vi troverà nessi logici e riferimenti, Ndr]. 5) Stato intellettuale e fisico degli alunni - R Gualtieri, la casa dove abitò Mussolini nel 1902; la sua camera è quella della finestra con la bandiera Non posso dir nulla sullo stato fisico ed intellettuale degli alunni all'ingresso della scuola per la ragione semplicissima che non c'ero. Al termine del- l'anno scolastico i gobbi lo erano ancora ed idem dicasi dei deficienti. Per i primi la cura consigliabile è quella dell'Istituto Ortopedico Rizzoli, per gli altri occorre un altro organamento della vita scolastica che dia agio all'educatore di porre in atto, almeno in parte, la trangugiata teoria pedagogica. 6) Disciplina La disciplina l'ho sempre ottenuta con mezzi semplicissimi: destando l'allettativa, l'interessamento, vigilando. Non è disciplina quella che si ottiene con mezzi coattivi. Comprime l'individualità infantile e genera tristi sentimenti. Il Maestro deve prevenire e rimuovere le cause del male per non dover poi dolorosamente reprimere. 7) Diligenza - Finché Scuola e Famiglia non saranno unite nell'opera educativa la vera diligenza resterà pio ed utopico desiderio. Come pretendere un foglietto pulito da un bambino che fa il compito nella stalla per dura necessità di cose? [anche qui il lettore ritroverà i concetti espressi nel tema del sedicenne scolaro, Ndr] La pratica qui ebbe la salutare virtù di farmi buttare alle ortiche molta e forse ingombrante zavorra idealistica. 8) Risultati conseguiti Esami - Per un complesso di cause indipendenti dalla mia volontà i risultati non furono troppo soddisfacenti, quantunque non abbia trascurato nulla per migliorare le sorti psichiche di bambini massacrati da lunghi anni di governo scolastico. Ne presentai 4 di terza su 4 [nella versione dattiloscritta dice 11, Ndr] iscritti e ne ho promossi 3: ne ammisi 12 di seconda e su 24 iscritti di cui 4 però abbandonarono la scuola a maggio, di essi 9 rimasero approvati. Noto che mal s'appone al vero chi crede con coscienza di giudicare la valentia d'un maestro dal numero dei presentati e dei promossi all'esame. Perché? Perché l'esame fatto come si fa ora acquista poco pedagogici caratteri d'un giudizio di Dio e non son rari i Maestri che, unitamente ai bimbi, s'affidano alla medesima dea: la fortuna. 9) Programma e suo svolgimento - Giornale di classe - Il programma lo svolsi come potei, il giornale di classe non l'ho fatto. 10) Libri di testo - "Aurore primaverili" di Edvige Salvi. C'è del lezioso in queste "Aurore" ed anche del bigottismo. Tolto qualche raccontino ben fatto, i libretti della Salvi non sono consigliabili e mi auguro che siano quanto prima cambiati". Di questo libro di testo in uso ai piccoli alunni nel 1901-1902 torneremo a parlare. Lo stesso Benito scriverà, in carcere, alcune memorie del periodo di Gualtieri: "Gualtieri Emilia è un paese situato sulla riva del po, tra Guastalla città di una certa importanza - e Borghetto. Il paese dista un chilometro circa dalle rive del Po, dal quale è difeso da argini possenti su cui corrono le strade. Vi giunsi in un pomeriggio nebbioso e triste. C'era qualcuno che mi aspettava alla stazione. Conobbi nella stessa giornata i maggiorenti del paese - socialisti e amministratori - e mi alloggiai a pensione, per quaranta lire mensili. Il mio stipendio d'insegnante era di lire italiane 56 al mese. Non c'era da stare allegri. Alla mattina dopo mi recai senz'altro a fare scuola. La mia scuola distava due chilometri dal paese ed era situata nella frazione di Pieve Saliceto. Avevo circa una quarantina di ragazzetti di indole assai mite. Presi ad amarli. L'orario era continuato; ma all'una la scuola finiva ed io ritornavo in paese, dove potevo disporre a mio piacere delle ore pomeridiane e serali. I primi giorni furono monotoni, poi il cerchio delle conoscenze si allargò e divenne più intimo. Tutte le domeniche si ballava. Ci andavo anche io. I mesi intanto fuggivano". IL SUO STIPENDIO AMMONTA A 56 LIRE MENSILI, 40 LE DEVE SPENDERE PER LA PENSIONE E PER I PASTI Benito e Garibaldi Un discorso improvvisato, “con la giacca gettata con noncuranza sulle spalle”, e una folla entusiasta che lo ascolta i questo periodo della giovinezza di Benito si occupa anche la scrittrice Marga nel suo "il volo dell'aquila - Da Predappio a Roma", nel quale, ripercorrendo la vita del Duce, scrive in proposito: "Mussolini ebbe il diploma di maestro a diciotto anni soli e fece ritorno a casa col cuore pieno di speranze: 'Ho una professione! Posso lavorare per il babbo, per la mamma'. La mamma! Una tenerezza infinita gli faceva palpitare il cuore e gli occhi gli splendevano vieppiù. Le delusioni che lo attesero furono tante e tante che subito ne ebbe l'anima gonfia di amarezza. L'impiego era introvabile e sulla famigliola, che si era tanto sacrificata per mantenere il figlio agli studi, piombò la miseria più squallida. Benito fremeva: ma dunque non bastava aver e studiato, lavorato sempre, avere fatto il proprio dovere, anzi più del proprio dovere, D giacché era stato sempre lo scolaro più bravo, più attico. Chiese al Municipio di Predappio il posto vacante di scrivano comunale per stare vicino alla madre adorata, che era sofferente. Avrebbe desiderato tanto curarla, allietarle gli ultimi giorni di vita con la sua compagnia. Gli fu risposto: 'Diciotto anni sono pochi, data l'importanza dell'impiego!'. In realtà pensarono: 'è un rivoluzionario, un sovversivo; ha un carattere tutto di un pezzo che non si piegherà mai. Il padre di Mussolini, udendo la risposta-rifiuto, disse con orgoglio, francamente, al sindaco e ai consiglieri: 'Siete delle mummie. Del resto peggio per voialtri. Verrà un giorno che vi vergognerete, come si vergogna oggi il paese di Francesco Crispi, a non averlo voluto segretario comunale". Marga ci riferisce anche del primo impiego di supplente a Gualtieri di cui abbiamo parlato, La ricevuta dell’ultimo stipendio di Mussolini precisando che di stipendio il giovane maestro percepiva 56 lire mensili. "delle quali quaranta andavano spese nella pensione ove alloggiava e prendeva i pasti". Ancora, aggiunge, "la scuola aveva sede a Pieve Saliceto e tutti i giorni il giovane maestro era obbligato a percorrere quattro chilometri per l'andata e il ritorno. Con grande gioia dello stomaco che si sentiva accrescere l'appetito e gran dolore delle scarpe che si consumavano". Del periodo di Gualtieri la stessa scrittrice riferisce un episodio: "Un giorno era atteso in paese un conferenziere che doveva parlare della vita di Garibaldi. All'ultimo momento il conferenziere mancò di parola. In piazza, la folla che si era riunita, attendeva lo scoprimento del busto del nostro Grande Guerriero. Garibaldi, per la sua forza indomita e selvaggia, per la sincerità del suo nobile cuore era l'eroe preferito del maestrino di Gualtieri. All'ultimo momento, quando la venuta dell'oratore ufficiale non lasciava più adito a speranza alcuna, Mussolini uscì dalla porta dell'osteria con la giacca gettata con noncuranza sulle spalle e rivolto alle autorità costernate, disse tranquillamente, guardandole fisse in faccia: 'Volete un discorso su Garibaldi? Ve lo farò io!'. Parlò, così senza preparazione, per circa due ore, dinanzi ad una folla entusiasta. Mussolini è stato sempre l'uomo dalla parola e dallo sguardo fascinatori". [email protected] 7 Martedì 23 giugno 2015 ECoNoMIA RAFFICA DI RIUNIONI ED INCONTRI PER USCIRE FAR USCIRE ATENE DAL VICOLO CIECO La Grecia si dissangua, l’Eurogruppo attende Il premier Tsipras fa proprie misure di austerità che valgono il 2% del Pil pur di trovare l’accordo in extremis. In settimana una nuova riunione dei ministri delle finanze IL RETROSCENA Iva più alta, la destra si oppone E il governo adesso è a rischio a sinistra che alza l’Iva e la destra che vota contro. Una storia che si ripete in Grecia, con un particolare però non proprio irrilevante: laggiù la sinistra di Syriza) e la destra di Anel governano insieme. E il leader di quest’ultima sigla Panos Kammenos, che siede nell’esecutivo di Alexis Tsipras da ministro della Difesa, è stato chiaro sui “piani” presentati all’Eurogruppo. E in particolare su una nuova stretta alla tassazione per chi, come gli abitanti delle miriadi di isole greche, aveva almeno il privilegio di una tassazione agevolata davanti all’evidente disagio di vivere otto mesi L di Robert Vignola na stretta sulle pensioni. E poi più Iva per tutti. E tasse sui ricchi, anche se ci sono forti dubbi che non abbiano già da tempo espatriato altrove. Il governo Tsipras per “salvare” la Grecia alla fine sembra volersi piegare, adottando misure di vera e propria austerità,pari al 2% del Pil,che nei piani dovrebbero risollevare il Paese ma che nei fatti sono un nuovo capestro in cambio di quella U boccata d’ossigeno (leggasi: liquidità) per tirare avanti ancora un po’. E non è neppure bastato, perché l’Eurogruppo, pur lasciando trapelare ampi spiragli, si è preso pure il suo tempo (con la calma di chi sa di avere il coltello dalla parte del manico) per tastare il polso al piano presentato da Atene nell’incontro straordinario di ieri. Così una nuova riunione dei ministri delle Finanze dell’area euro dovrà essere riconvocata in settimana, magari per chiedere al popolo greco (mica alle banche) ancora uno sforzo in più. Le proposte, così, sono "benvenute, sono un passo positivo nella giusta direzione, ma visto lo scarso anticipo non abbiamo avuto tempo di effettuare una valutazione completa": e se lo dice un falco come il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, significa che il salasso è alle porte: "ora parte subito il lavoro tecnico per fare i calcoli e raggiungere un accordo in settimana", ha promesso l’olandese. In particolare Dijsselbloem ha sollecitato il governo greco "a lavorare con creditori per preparare a fondo i vari elementi" del piano di riforme, "concentrandosi su poche priorità", e ancora "è importante che il governo greco dica precisamente cosa bisogna fare e come implementare le varie misure". Al termine dell'Eurogruppo, è stato anche il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, a commentare salutando "finalmente una base solida e all’anno in un marcato isolamento. "Non voterò per un aumento dell'Iva nelle isole, anche a costo della caduta del governo", ha detto alla televisione greca il capo dei Greci Indipendenti, aggiungendo che “se c'è un piano per cacciare Anel dalla coalizione di governo, la proposta di abolire l'Iva ridotta nelle isole sarà una buona strategia perché tutti i legislatori Anel voteranno contro”. Tra il martello dell’austerità imposta dai “creditori” e l’incudine di una destra che non accetta di martoriare ancora il suo popolo, per Tsipras e Varoufakis si preannunciano tempi duri. R. V. globale, ma c'è ancora lavoro da fare. Siamo alla ricerca di un accordo". Dall’olandese al francese, poi al polacco: la lingua di Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo, secondo il quale è "la prima vera proposta delle ultime settimane" ed è "una cosa molto positiva. I leader devono prendersi tutta la responsa- bilità delle decisioni in modo da evitare un'uscita caotica e incontrollata della Grecia dall'euro". Per ultimo, l’italiano… "Sono stati fatti dei passi avanti ed è fondamentale che il governo Tsipras continui su questa direzione", dice Matteo Renzi. Già, la lingua è un’altra ma parla esattamente come gli altri… IL PRESIDENTE DELLA CONFESERCENTI MASSIMO VIVOLI SFIDA PALAZZO CHIGI SUL PIANO DELL’INNOVAZIONE DIGITALE “Via lo scontrino, i furbetti combattiamoli così” o scontrino non serve più. E gli esercenti d’Italia sono pronti a metterlo da parte, a scegliere il digitale pur di mettere da parte rotolini di carta e corrispettivi. Però lanciano pure sfide ad un governo che, in realtà, sembra davvero incapace di raccoglierne, quanto meno sul piano di una più equa pressione fiscale. Il presidente di Confesercenti, Massimo Vivoli, durante l'assemblea 2015 di Genova, lo ha detto chiaramente. "Rottamiamo finalmente lo scontrino fiscale e debelliamo l'evasione, evitando interventi contradditori che hanno il puro sapore della demagogia. Come il tetto all'utilizzo dei contanti. Possiamo L andare all'estero con 10.000 euro in contanti, ma in Italia non ne possiamo usare più di 1.000 per acquisti". Parole di buon senso, improntate ad una collaborazione reale con le istituzioni. "Siamo favorevoli, senza se e senza ma, alla totale trasparenza - ha aggiunto Vivoli - perché i troppo furbi non vanno tollerati. Per questo abbiamo detto sì all'invio telematico dei corrispettivi e allo scontrino digitale. Crediamo nello strumento e metteremo in campo tutta la nostra forza per sostenere l'intervento. Dall'altra parte, però, chiediamo al Governo provvedimenti che riducano al minimo gli oneri, e che pongano un freno all'aumento del numero di adempimenti. Con la stessa forza e con la stessa convinzione diciamo sì ai Pos in tutte le attività e alla tracciabilità delle transazioni commerciali. Basta però a provvedimenti inutili, costosi ed inefficaci". Al governo "chiediamo provvedimenti - ha proseguito il presidente di Confesercenti - che riducano al minimo la commissione sull'uso della moneta elettronica. Vogliamo un sistema che premi le imprese che lavorano in trasparenza. Per loro meno oneri, più certezza, tempi di accertamento ridotti. È anche così - ha affermato - che possiamo debellare l'Italia dei furbetti". PRESENTATA L’OFFERTA D’ACQUISTO PER L’AZIENDA DOLCIARIA INGL E S E T HORNT ONS La Ferrero sbarca nel Regno Unito a Francia gli fa lo sgarbo con la Ségolène Royal? E la Nutella sbarca in Gran Bretagna… Ferrero International ha presentato un'offerta di acquisto per il produttore di cioccolato Thorntons , mettendo sul piatto circa 111,9 milioni di sterline (156,3 milioni di euro), per potenziare la presenza in Gran Bretagna. L'offerta, pari a 145 penny per azione, proietta un premio di circa il 42,9% rispetto al prezzo di chiusura di venerdì scorso di Thorntons. L La proposta di Ferrero conta già sull'appoggio del Cda di Thorntons, il che significa che si tratta di una operazione destinata a chiudersi. La mossa conferma che la famiglia Ferrero, nonostante la scomparsa del patriarca Michele, non intende vendere (a colossi come Mondelez International, Nestle, Mars e Hershey ), bensì crescere ulteriormente. Ferrero già controlla il 29,9% di Thorntons, quota acquisita da Crystal Amber, dall'ex presidente John von Spreckelsen e dalla holding Hotchkis & Wiley. Secondo un portavoce del gruppo dolciario di Alba, i business di Ferrero e Thorntons sono complementari, con il gruppo britannico che è forte nel retail, mentre Ferrero vanta una leadership nei beni di largo consumo. Thorntons conta su una quota del 4,5% circa del mercato di Gran Bretagna e Irlanda e ha un network di 242 negozi/caffetterie e 158 outlet in franchising. 8 Martedì 23 giugno 2015 DA RoMA E DAL LAZIo LE VOCI CHE VEDEVANO L’ASSESSORE AI TRASPORTI LASCIARE A SORPRESA SONO CONFERMATE Ma che ce frega ma che ce… Improta Il renziano getta la spugna e se ne va. Ora tocca alla Scozzese ma Marino, sempre più solo, non si dimette IL CASO di Marcello Calvo e resterà uno solo, Marino. Fino a quando non deciderà anche lui di arrendersi perché circondato. Le voci che vedevano Guido Improta lasciare a sorpresa, sono confermate. Finito immischiato nel calderone dell’affaire Metro C, certamente poco abile nel riuscire a dare una scossa al traffico di Roma, l’assessore ai trasporti getta la spugna e se ne va. Dopo aver provato a sfidare perfino la Corte dei Conti sulla sosta tariffata, rimediando soltanto una figuraccia, annuncia le dimissioni e si appresta a fare un passo indietro. Che arriverà, ma non si sa ancora quando. Modi e tempi, per sua stessa ammissione arrivata al termine di un’audizione in commissione Turismo, “sono da stabilire”. Tutto lascia pensare che il passo indietro arriverà entro – e non oltre – la fine del mese. Tant’è, sarà solo il primo di una lunga serie. Perché presto potrebbe essere il turno pure di Silvia Scozzese, la “reggente” del Bilancio. Altro che crepe, la giunta Marino è al capolinea. Se ne vanno i 2 assessori più importanti, che abbandonano una nave, quella del Comune di Roma, ormai vi- Il Pd perde le staffe per la scorta a Orfini N entre Marino vive giorni di spasmodica attesa pure per via della relazione del prefetto di Roma Franco Gabrielli, che potrebbe chiedere di sciogliere il Comune per infiltrazioni mafiose, Matteo Orfini finisce sotto scorta. Il presidente del Pd – da quando ha assunto il ruolo di commissario del partito romano - sarebbe finito nel mirino dei clan della malavita organizzata della Capitale. A ognuno la sua, verrebbe da dire, visto che pure il sindaco (che si vantava a inizio mandato di non volerla) gode della protezione da dicembre scorso. Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra, non ha potuto però trattenersi dal commentare con un tweet che ha “taggato” con il marchio di maniacapitale. “Orfini sotto scorta. Evidentemente lo minacciano i circoli dannosi, cattivi e M cinissima alla deriva. Si esaurisce così, con un nulla di fatto, il lavoro di Improta all’assessorato alla Mobilità. Tutte le sue ordinanze più importanti – nessuna esclusa – sono state bloccate o annullate dal Tar del Lazio. Un’esperienza praticamente disastrosa quella del renziano, già alla ricerca di un altro incarico. Con il diretto interessato che si rifiuta di collegare il suo abbandono a un diktat del premier-segretario del Pd, che considera già concluso il ciclo amministrativo di Marino al Campidoglio. Caratterizzato anche e soprattutto da arresti, scandali, polemiche, multe (quelle inizialmente non pagate) e proteste. Da parte delle più disparate categorie di lavoratori, sfiniti da un primo cittadino che ha deluso sotto ogni punto di vista. Resterà soltanto Marino, appunto. Ma il rischio concreto è quello di trovarlo sulla scalinata del Campidoglio. A fare il turista, però. “Mestiere” certamente più facile. Rimarrà al suo posto al massimo fino all’approvazione del Bilancio – si prevede un bagno di sangue – poi o farà un passo indietro o sarà commissariato anche lui. Questa volta sembra essere davvero finita per il primo cittadino, abbandonato da tutto e da tutti. Presto pure dalla sua Panda rossa. Tenterà fino all’ultimo secondo disponibile di salvarsi in corner, magari con un rimpasto. Sarà solo l’ennesimo gesto della disperazione per provare a sfangarla ancora. Ma il dado è tratto. pericolosi del partito democratico di Roma”, ha scritto Storace. Sortendo, immancabilmente, la reazione scomposta di chi si è sentito toccato. Fabio Bellini consigliere regionale Pd, ha subito cercato di ergersi a censore. “Storace crede di essere spiritoso, ma non lo è. Io non penso che di fronte ad una decisione come quella adottata dalla Prefettura nei confronti della incolumità di Matteo Orfini, cui va tutto il mio sostegno, lo si possa essere. Si pretende giustamente attenzione nelle parole, ma non si può pensare che siano esenti da questa necessità i 'cinguettii'”. A stretto giro di posta, la replica del leader de La Destra. “Nessuno fa lo spiritoso, caro Bellini... Anche io nella mia vita sono stato sotto scorta, ma non mi sono mai sognato di far fare cento comunicati per farlo sapere. Ci vuole sobrietà anche in questo”, ha concluso Storace. DA QUESTA SERA FINO AL 28 GIUGNO L'OTTAVA EDIZIONE DELL'EVENTO DIRETTO DA ERCOLE AMMIRAGLIA NELLA CAPITALE GLI STRANIERI SONO AUMENTATI DEL 115% E RAPPRESENTANO OGGI IL 12,7% DELLA POPOLAZIONE Fiano Romano, torna il Festival del Teatro Censis: Roma a rischio banlieue Il Premio quest'anno va a Lando Buzzanca - Sei giorni di laboratori e spettacoli organizzati dall'Associazione Scintilla Caput Mundi anche per multiconfessionalità - La Capitale, inoltre, assorbe la maggior parte di rom presenti nel Lazio, regione in Italia che ne ospita il maggior numero orna il Festival del teatro a Fiano Romano e giunge così all'ottava edizione. L'evento è promosso dall'Associazione Culturale Scintilla con il patrocinio del Comune della cittadina laziale. Il direttore artistico Ercole Ammiraglia per questa edizione 2015 del Festival propone un programma articolato e adatto a tutte le età, com'è nella tradizione della manifestazione. Si comincia questa sera con il laboratorio teatrale dell'Accademia d'Arte Drammatica, con Ambra Moriconi, Ivan Bellavista, Giuseppina Micheli, Emanuele D'Agapiti e lo stesso direttore Ammiraglia. Il laboratorio proseguirà fino al 25 giugno, ogni giorno dalle 18 alle 20 presso la ex Chiesa "Ad Pontem". Il 26 giugno alle 21,30, nel Cortile del Castello Ducale di Fiano Romano va in scena "Moro - la verità negata" di e con Carlo Infanti. Il programma prosegue sabato 27 alle 21,30 con "La Fortuna con l'effe maiuscola" di Eduardo De Filippo e Armando Curcio. Lo spettacolo è portato in scena dalla Compagnia "Insieme per caso", la regia è di Angelo Grieco. Domenica 28, invece, il palcoscenico propone "Finché vita non ci separi" di Gianni Clementi, a cura della Compagnia "Teatro dell'Alchimia", la regia è di Massimo Palazzi. Quest'anno il Premio del Festival va all'attore Lando Buzzanca, storico personaggio della commedia italiana. Il festival del Teatro è "lo spettacolo dal vivo ricorrente nel Comune di Fiano Romano", come si legge sul sito dell'evento www.festivaldelteatro.it e favorisce "l'innalzamento di livello artistico dell'offerta di spettacolo; la formazione di nuovo pubblico; l'incontro, soprattutto dei giovani, con i nuovi linguaggi dello spettacolo e la multidisciplinarietà; la promozione attraverso lo spettacolo delle eccellenze artistiche, archeologiche, storiche, ambientali e paesistiche del territorio". L'ingresso agli spettacoli del Festival è libero. Ammiraglia, noto personaggio della cultura del territorio, ha sempre creduto nelle forze artistiche T l terzo numero del diario "Roma verso il Giubileo" del Censis fotografa la situazione della Capitale e fornisce, tra l'altro, un dato: rispetto al Giubileo del 2000 sono raddoppiati gli stranieri che vivono a Roma, sono a +115%, rappresentando il 12,7% della popolazione capitolina. Il "diario"ha il fine di riepilogare i principali temi relativi alla Capitale in attesa dell'Anno Santo che vengono poi diffusi lungo tutto l'arco dell'anno 2015. Le informazioni diffuse riferiscono che sono 363.563 gli immigrati iscritti all'anagrafe della città e 185 le comunità straniere presenti: la più numerosa è quella rumena: parliamo di 88.384 persone lo scorso anno (2014) che vanno a formare il 24,3% degli stranieri presenti nella Capitale. A seguire ci sono i filippini, che sono 40.443 corrispondenti all'11,1% , poi i bangladesi, con 28.473 presenti rispondenti al 7,8%. 16.079 sono i cinesi, il 4,4% mentre i peruviani sono il 3,9% con 14.271 presenze. Dal 2000 ad oggi abbiamo a Roma 138.000 italiani in meno, il 5,2%, anche se quanto ad abitanti la città registra un incremento del 2%, 56.000 unità in più. La differenza, insomma, la fanno gli stranieri, presenti in più alta concentrazione nel Municipio I: lì, tra Esquilino e Stazione Termini, ci sono 36 stranieri ogni cento italiani, in tutto 51.296 persone. Al Municipio IV, poi, nelle zone di Torre Maura-Torre Angela, le presenze sono 48.517 (23 stranieri ogni cento italiani). A Tor Di Quinto-Prima Porta, al XV Municipio, 22 stranieri ogni cento italiani, con un totale di 27.918 presenze. Diciassette stranieri ogni cento italiani sono invece registrati al Prenestino-Casilino, le presenze nel V Municipio sono 36.168. All'Appio Tuscolano, VII Municipio - dice ancora il rapporto le presenze sono 26.813 e vi sono dieci stranieri ogni cento italiani mentre in due zone urbanistiche gli stranieri superano addirittura gli italiani: a Trastevere sono 108 ogni cento italiani, a Martignano 105. I locali e, in omaggio a questa ferma convinzione, insieme ai docenti Ambra Moriconi e Fernando Sparnacci, tiene anche laboratori teatrali per bambini ed adulti, laboratori di scrittura creativa per tutte le età, con favole e copioni, workshop per educatori, insegnanti e animatori, e un corso dedicato al "burattino come co-educatore". Si tratta di corsi di 36 ore da sei iscritti all'interno dell'Università Popolare Upter Roma Nord, che propone una serie di corsi, dalle lingue inglese, francese, spagnola, tedesca, alla lingua e cultura italiana, dall'archeologia alla storia dell'arte, dall'arte culinaria alla ginnastica, meditazione e difesa personale, dalle arti visiva alla grafica, e poi ancora atelier, informatica, psicologia, sociologia, diritto, fumetto, giardinaggio e orto biologico. Molte sono le proposte di Ammiraglia e della sua squadra per il territorio di Fiano Romano: il Teatro "Aldo Fabrizi", con le Compagnie "Aldo Fabrizi" e "Alberto Sordi", che propone percorsi formatici, laboratori e una stagione 2015-2016 che porterà sul palcoscenico spettacoli come "Il malato immaginario" di Moliere, "Filumena Marturano" e "Le voci di dentro" di Eduardo, "La Mandragola" di Machiavelli. Per la stagione completa basta andare sul sito www.metateatro.it. Emma Moriconi Stando ancora a quanto riferisce il Censis, "oltre il 70% dei 94.000 stranieri in più iscritti all'anagrafe negli anni tra il 2007 e il 2014 si concentra in soli cinque Municipi su 15": sono il VI (che ne ha accolti il 29%), il I che ne ha avuti il 13,8%, il V con il 12,6% , il VII (8,8) e il X (7,2). E così il rapporto parla di "rischio banlieue" e specifica che in soli tre Municipi romani si è assorbito quasi il 56% dell'incremenrto di stranieri nella Capitale: a Torre MauraTorre Angela tra il 2007 e il 2014 c'è stata una variazione pari a +128,4%, a Torre Spaccata da 574 si è a quota 8.607 stranieri con 62 di questi su cento italiani. Ancora, a Lunghezza si è passati da 1.260 a 4.444: la crescita qui è stata del 252,7%. Altro capitolo è quello dedicato ai rom che vivono a Roma: molti di questi - riferisce il comunicato hanno la cittadinanza italiana. La metà di essi vivono in campi abusivi e non attrezzati. Secondo il Censis, Roma assorbe più della metà dei rom del Lazio, che è la regione d'Italia che ha il maggior numero di rom: corrispondono allo 0,3% della popolazione. Il Censis rileva come il 90% dei fondi a loro destinati siano assegnati per riprodurre strutture e remunerare personale, il 10% per promuovere la "fuoriuscita dalla marginalità". Ancora, sempre stando al resoconto del Censis, dei residenti a Roma il 30% sono ortodossi, il 27,9% sono cattolici, il 20% musulmani e il 6,4% buddisti, induisti o appartenenti ad altro culto orientale. Il 6,1%, ancora, è protestante mentre la religione ebraica è allo 0,2%. In merito, 1,7 milioni di romani dichiarano di rispettare le tradizioni culinarie determinate da altre religioni. Lo stesso numero di cittadini della Capitale mangiano prodotti etnici di culture lontane mentre 1,6 milioni mescolano ingredienti italiani ad altri stranieri: i cibi stranieri più diffusi tra gli italiani sono la soia, il tofu, il riso basmati e la quinoa. A frequentare locali e ristoranti etnici, infine, sono un milione e mezzo. E.M. 9 8 Martedì 23 giugno 2015 DALL’ITALIA RAPINA FINITA IN TRAGEDIA NEL CUNEESE Legata dai ladri: anziana muore cercando di liberarsi La vittima, Mariangela Prandi, mentre tentava di chiedere aiuto è caduta dalle scale battendo la testa di Barbara Fruch apina finita in tragedia. Legata e imbavagliata, nella sua casa tra Alba e Bra, in provincia di Cuneo, Mariangela Prandi, 84 anni è morta nel tentativo di liberarsi. L’anziana sarebbe caduta dalle scale, dopo che i malviventi se n’erano andati, battendo la testa. Il corpo dell’anziana con mani e piedi legati è stato trovato domenica intorno alle 21 dai carabinieri, che stanno indagando sull’accaduto. A dare l’allarme sarebbe stata una vicina, insospettita, perché non aveva visto l’anziana in cortile, dove solitamente si tratteneva ogni sera, ed aveva inoltre notato il cancelletto di ingresso alla piccola abitazione lungo la statale 231 Alba-Bra, aperto. Insospettita, si sarebbe affacciata lei stessa in casa notando il corpo della donna riverso a terra. Inutili i soccorsi, la vittima era già deceduta. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri di Cuneo, nel pomeriggio due individui sono entrati nell’abitazione della vittima e, dopo averla legata con del nastro adesivo, hanno messo a soqquadro il piccolo appartamento, nel quale la donna viveva da sola, alla ricerca di preziosi e denaro. Molto probabilmente, quando i malviventi erano già̀ andati via, la donna, nel tentativo di liberarsi, ha perso l'equilibrio ed è caduta R dalle scale che separano l’ingresso dal piano in cui si trova l’appartamento ed è deceduta dopo avere battuto violentemente la testa sui gradini. Sul corpo da una prima ispezione medicolegale non ci sarebbero segni di violenza: escluso quindi che sia stata percossa dai malviventi. È stata comunque disposta l’autopsia. Proseguono intanto i rilievi e gli approfondimenti del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Cuneo coordinati dal pm Donatella Masia della Procura di Asti. Un episodio tragico che inevitabilmente ri- BARI VERONA Bastona un assessore e due vigili: arrestato a aggredito con un bastone di legno un assessore comunale e poi ha strattonato due vigili urbani accorsi in suo aiuto. È accaduto ad Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari. Ad agire è stato un uomo di 48 anni – del quale non è stato reso noto il nome –, incensurato del luogo, che è stato arrestato dai carabinieri con le accuse di resistenza e violenza a pub- H porta agli onori delle cronache la polemica sulla sicurezza. D’altronde nell’ultimo rapporto del Censis viene evidenziato come sono proprio le rapine e i furti in abitazioni private una delle maggiori piaghe della società. I furti sono infatti più che raddoppiati, passando dai 110.887 denunciati nel 2004 ai 251.422 del 2013: ad essere colpite sarebbero ben 689 abitazioni al giorno, cioè 29 ogni ora: uno ogni due minuti. E la zona d'Italia è proprio il Nord-Ovest. Impennata, anche per le rapine, con violenza o minaccia ai proprietari. Non è un caso il fatto che i ladri scelgano maggiormente questo tipo di colpi. Oggi negozi, banche, uffici postali e strade commerciali sono maggiormente dotati di sistemi di sicurezza, come le telecamere, in grado di scoraggiare chi vuole commettere il reato o di individuarne il responsabile. E anche perché si è certi di trovare nelle case un bottino da portare via, soprattutto in una stagione di crisi e di forte incertezza riguardo al futuro, in cui gli italiani hanno ridotto i consumi e hanno preferito tenere i propri risparmi “sotto il materasso”. Si svaligia sempre e comunque: di notte e di giorno, da soli o organizzati in bande, spesso sfidando gli ignari inquilini mentre si trovano in casa. E a volte il risvolto può essere tragico, proprio come avvenuto domenica nel cuneese. blico ufficiale nonché lesioni personali aggravate. L’episodio sarebbe avvenuto venerdì scorso ma la notizia è stata resa pubblica solamente ieri dai Carabinieri. A scatenare la furia del 48enne secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, ci sarebbero stati motivi legati ad un’istanza presentata dall’uomo presso il Comune. Ad essere aggredito è stato l’assessore all’urbanistica e all’ambiente Francesco Bruno. La vittima è stato colpita con un bastone in legno ad un braccio mentre si trovava in piazza De Martiri, nei pressi del Municipio. In suo soccorso sono arrivati i vigili urbani, a loro volta strattonati dall’uomo. Tutti hanno riportato lesioni giudicate guaribili in una settimana. I carabinieri immediatamente contattati hanno bloccato e disarmato il 48enne e, dopo averlo arrestato, su disposizione della Procura della Repubblica, lo hanno portato nella sua abitazione in regime di B.F. arresti domiciliari. Truffa i clienti: sequestrato distributore rogava meno carburante di quello che poi si faceva pagare dagli ignari clienti. A scoprire la truffa è stata la Guardia di Finanza di Verona che ha sequestrato il distributore stradale di carburante della compagnia Esso nella città veneta,denunciando il gestore. I Finanzieri hanno accertato la manomissione dei sigilli E di taratura dell'Ufficio Metrico a sicurezza dei sistemi di erogazione dell'impianto e la sostituzione delle schede elettroniche dei conta-litri delle colonnine di rifornimento. Con tali alterazioni, di fatto, il distributore erogava una quantità di prodotto petrolifero minore rispetto a quella visualizzata sui display dei misuratori. Contestualmente al sequestro dell'impianto, dotato di 4 colonnine e 7 pistole erogatrici, sono state sigillate 4 cisterne contenenti circa 10.000 litri di prodotti petroliferi. I successivi riscontri effettuati sulla contabilità dell'azienda hanno scoperto 95mila litri sottratti agli automobilisti e al pagamento dei tributi. Sono invece in corso ulteriori approfondimenti tecnici per la completa definizione della truffa perpetrata a danno dei consumatori e dell’Erario mentre il responsabile della stazione di servizio è stato denunciato all’Autorità GiuB.F. diziaria competente. DOPO AVER DATO LEZIONI A LA SAPIENZA ADESSO PRESENTA UN SUO SCRITTO SUL DISASTRO DELLA CONCORDIA Dalla cattedra alla scrivania: Schettino ora scrive un libro on gli è bastato salire in cattedra e “dare lezioni”. Ora Francesco Schetteno, l’ex comandante della Costa Concordia, la nave naufragata all’Isola del Giglio il 13 gennaio del 2012, è diventato anche uno scrittore. Non si sentiva più parlare di lui dall’11 febbraio scorso, quando i giudici del tribunale di Grosseto lo hanno condannato a sedici anni di carcere proprio per quel disastro navale, costato la vita a ben trentadue persone. Cosa abbia fatto in questo tempo è presto svelato. Ha messo nero su bianco le sue versione. “Le verità sommerse” (Graus Editore) è il titolo del libro scritto a quattro mani con la giornalista Vittoriana Abate per raccontare i fatti dal suo N punto di vista, che sarà presentato in anteprima domani, mercoledì 24 giugno, a Meta di Sorrento (Napoli), la città di Schettino. E il testo viene addirittura dedicato “a coloro che quella notte sono stati colpiti negli affetti più cari” poiché “a loro è dovuta la verità più che ad ogni altro”, scrive, come se lui fosse estraneo a quanto accaduto. “…Agli insulti che ho subìto in quest’aula di Tribunale – si legge nella scheda – vorrei rispondere con una preghiera […] Una preghiera che rivolgo tutti i giorni di questa mia non vita alle persone che non ci sono più, le vittime di questo maledetto incidente. Sono queste le ultime frasi di quella dichiarazione spontanea interrotta, parole che la commozione mi ha impedito di riferire pubblicamente in questi tre anni”. Scuse che a molti non bastano, perché quel 13 gennaio del 2012 ha commesso un errore imperdonabile per un uomo di mare. Non restare a bordo della nave che affonda fino all’ultimo sospiro. Un’immagine che, all’estero, è stata utilizzata quasi come se fosse la sintesi di un italiano codardo e povero d’animo, che pur di mettersi in salvo se ne frega degli altri, di quei passeggeri a cui era chiamato a dare una mano. Una mano che lui ora ha utilizzato per scrivere. “Il libro - spiega Schettino - ripercorre con il mio racconto ed attraverso gli atti del processo, minuto dopo minuto l’incidente della Concordia dal 13 gennaio 2012 fino agli ultimi avvenimenti dopo la sentenza dell’11 febbraio 2015”. Alla presentazione, annuncia Schettino ci saranno anche esperti del settore marittimo (oltre a Schettino e Vittoriana Abate, interverranno l’Ammiraglio Vito Minaudo, il Professor Cataldo Calabretta, docente di Diritto della Comunicazione, e Arne Sagen, ingegnere navale norvegese esperto di ISM Code e membro della Skagerrak Ship Safety Foundation), mentre a luglio, a Roma, è prevista una conferenza stampa. Nel libro di oltre 600 pagine ci sono le voci della scatola nera, le testimonianze rese al processo da numerosi passeggeri e membri dell’equipaggio, le intercettazioni ambientali inedite e quelle che vengono definite nel libro le “sviste” nelle indagini. Una pubblicazione che inevitabilmente desterà scalpore. Proprio come quella sua lezione sulla gestione del panico a un master in scienze criminologiche organizzato dalla cattedra di psicopatologia forense della facoltà di Medicina dell'università La Sapienza, il 5 luglio B.F. scorso. 10 Martedì 23 giugno 2015 DALL’ITALIA COSENZA – ANCORA INTERROTTO IL TRATTO DI AUTOSTRADA TRA LAINO BORGO E MORMANNO Crollo viadotto Italia: turismo a rischio TRENTO Omicidio Bellucci: ergastolo all’ex Vittorio Ciccolini aveva ucciso la donna il 9 agosto 2013 a Pinzolo Se arriva il dissequestro la situazione si potrebbe risolvere per fine luglio. Vetture e tir sono deviati su statali: e insorge la polemica di albergatori e sindacati estate sulla Salerno Reggio Calabra rischia di essere un’altra odissea annunciata. A 113 giorni dallo sbriciolamento del viadotto Italia, tra Laino Borgo e Mormanno (Cosenza), costato la vita a un operaio, il tratto di strada è ancora interrotto. La messa in sicurezza tarda ad arrivare e la Calabria rischia di rimanere isolata proprio durante la stagione estiva. Inevitabili i disagi, i turisti che hanno percorso l’autostrada in questi giorni hanno avuto non poche difficoltà a raggiungere i luoghi di villeggiatura. La situazione però si potrebbe sbloccare per la fine di luglio. Giornata decisiva proprio quella odierna, quando, come ricorda il sito ‘QuiCosenza’, il procuratore di Catanzaro Raffaele Mazzotta e i sostituti di Castrovillari decideranno se dissequestrare o meno il tratto di autostrada. Se l’area verrà riconsegnata all’Anas il nuovo presidente e amministratore delegato, Gianni Vittorio Armani, punta a riapre al traffico in 40 giorni, liberando una carreggiata verso Nord e una verso Sud. Era il 2 marzo scorso quando, mentre erano in corso lavori sull'impalcato, la quinta campata della carreggiata sud del viadotto è crollata, trascinando con sé un mezzo di cantiere sul quale era presente un operaio di origine romena, Adrian Miholca, che è morto sul colpo precipitando per circa 80 metri. L'autostrada viene precauzionalmente chiusa anche in direzione nord, tra gli svincoli di Laino Borgo e Mormanno, perché il crollo della campata potrebbe aver pregiudicato la stabilità del pilone L’ T che sostiene anche la carreggiata nord. Da quel giorno tutto il traffico su gomma viene deviato su suggestive, ma anguste strade statali che attraversano paesi e villaggi. Con l'arrivo della bella stagione, e il prolungarsi del blocco, la situazione è diventata sempre più insostenibile. Da una parte gli albergatori si sono visti disdire le prenotazioni, poi i sindaci della costa tirrenica non hanno più retto l'invasione dei Tir sulla SS18 (la strada che porta a località come Maratea, Praia Mare, Cirella, Diamante) adesso il pre- CATANZARO Abusi su una suora, assolto padre Fedele Il segretario Gaudio condannato a tre anni e quattro mesi di carcere per un’altra violenza ra accusato di violenza sessuale ai danni di una suora. Ora l'ex frate cappuccino Fedele Bisceglie è stato assolto dalla Corte d'appello di Catanzaro perché il fatto non sussiste. In precedenza era stato condannato a nove anni e tre mesi dalla stessa Corte ma poi la Cassazione aveva annullato la sentenza con rinvio. Padre Fedele Bisceglia era stato accusato di avere violentato una suora all'interno dell'Oasi Francescana di Cosenza, la struttura creata dall'ex frate che ospita persone in difficoltà. Nella sua requisitoria, nell'udienza del 9 giugno scorso, il sostituto procuratore generale aveva chiesto la condanna dell'ex frate a 9 anni e due mesi di reclusione. Il segretario di padre Fedele, Antonio Gaudio, è stato invece condannato a tre anni e quattro mesi di carcere per l'accusa di violenza su un'ospite della strut- rent’anni di carcere. È la pena inflitta all’avvocato veronese Vittorio Ciccolini, 47 anni, per l'omicidio di Lucia Bellucci, 31 anni, avvenuto nell’agosto del 2013 a Pinzolo. La condanna è stata confermata ieri dalla Corte d'appello, che ha accolto la richiesta formulata dall’accusa. Originaria di Pergola (Pesaro Urbino), Bellucci aveva accettato un incontro chiarificatore col suo ex il 9 agosto, a Spiazzo Rendena. Era vicino a Pinzolo, località dove la donna avrebbe dovuto prendere servizio proprio in quei giorni in un centro benessere. Da allora era scomparsa, fino al ritrovamento a Verona, tre giorni dopo, nel garage dell’uomo che non aveva mai accettato la fine di quel rapporto sentimentale. Arrestato, Ciccolini era stato portato a Trento dove aveva ammesso l'omicidio. Anche in primo grado, lo scorso 8 ottobre, l’uomo era stato E IN UN LOCALE DEL GHETTO A VENEZIA Grana nel biberon? Ristorante ebraico vieta la pappa a una neonata Il celebre formaggio è derivato da latticini proibiti nella cucina kosher Indignati i genitori se ne sono andati rifugiandosi una tavola calda nno vietato ai genitori di dar da mangiare alla loro piccola di appena otto mesi, perché quel cibo contenuto nel biberon non era preparata secondo le loro norme religiose. Ha del clamoroso l’episodio avvenuto in un ristorante ebraico al centro di Venezia, il “Gam Gam”. In quel locale, che si trova nel Ghetto, aveva deciso di andare a cena la coppia, prenotando e specificando la presenza della bimba. ovviamente era difficile che la piccola potesse mangiare cose dal menu e per questo hanno portato da casa la sua cena. Solo che quella pappa, secondo i gestori del locale non era “kosher” (si tratta dell’insieme di regole religiose che governano la nutrizione degli Ebrei osservanti). Alla vista del biberon una cameriera si è avvicinata. “Arrivati nel locale ci hanno portato il menù e il seggiolone dove abbiamo fatto sedere la nostra H tura ma assolto anche lui dall'accusa di avere abusato della suora. Gaudio, invece, era stato condannato nel primo processo d'appello a 6 anni e tre mesi e la sentenza era stata solo parzialmente annullata dalla Cassazione. L'ex frate cappuccino, che non era in aula al momento della sentenza, dopo l'arresto e i provvedimenti dell'autorità giudiziaria era stato allontanato dai superiori dell'ordine francescano dalla struttura e successivamente esclaustrato e sospeso a divinis. fetto ha dirottato il traffico pesante sulla statale Jonica e anche qui sono in fibrillazione i sindaci. Quando fu costruito, nel 1969, il viadotto Italia era il simbolo delle grandi capacità ingegneristiche italiane: era il ponte più alto d'Europa e lo è stato fino al 2004. La sua campata in acciaio resta sospesa nel vuoto a 260 metri dal fondo valle. Oggi è tutto il contrario. È il simbolo di un’Italia divisa in due. Una nazione in cui le opere vengono rallentate dalla burocrazia. Barbara Fruch condannato al massimo della pena per omicidio volontario pluriaggravato, con l’unico “sconto” (per tale reato è previsto l’ergastolo) reso obbligatorio dal rito processuale, quello abbreviato, che prevede la diminuzione della pena di un terzo e, nel caso del carcere a vita, lo sostituisce con i trent’anni. Assente in aula, come nelle precedenti udienze, l'imputato Vittorio Ciccolini, che è detenuto nel penitenziario di Spini di Gardolo. I magistrati hanno confermato l’aggravante della premeditazione e rigettato la concessione delle attenuanti generiche. Disposti risarcimenti in favore del padre Giuseppe e della madre Maria Pia, dei loro due figli Elisa e Carlo, del marito separato della Bellucci e del suo compagno dell’epoca dell’omicidio, costituiti parte civile insieme all’associazione veronese antifemminicidi «Isolina e…». Le motivazioni verranno rese note tra 90 giorni. B.F. piccola Ester – racconta la mamma, Elisabetta De Sandre a La Nuova Venezia – Nel mentre mi apprestavo ad aprire il contenitore si è avvicinata una cameriera chiedendoci cosa c’era dentro”. Ma la risposta “la pappa al pomodoro”, non è bastata. “Con insistenza la cameriera ha continuato a chiedere: quali alimenti contiene?”, spiega ancora la mamma. Acqua, pane, pomodoro e una spruzzatina di formaggio grana. orrore, c'era il grana, cosa che ha fatto scattare l'immediata proibizione agli increduli genitori di imboccare la figlia. Il celebre formaggio è derivato da latticini proibiti nella cucina kosher. “Conosciamo il Gam Gam – spiega ancora la donna – In passato, quando non c’era Ester, abbiamo pranzato alcune volte. A dir la verità pensavamo che i bimbi fossero esentati da queste regole”. Non è stato così. “La cameriera continuava a dirci di non nutrirla dentro perché il Rabbino, che è il titolare, si sarebbe arrabbiato molto. Ci hanno proposto di contattarlo affinché facesse un’eccezione autorizzandoci ad alimentare Ester in un tavolo del plateatico. Non volevamo disturbare ulteriormente”. La famiglia a quel punto, ha preferito alzarsi ed abbandonare il locale, per ‘rifugiarsi’ sulla tavola di una vicina trattoria veneziana. Qui hanno potuto continuare a cenare tranquillamente, e la bambina è riuscita a fare lo stesso, senza che nessuno cercasse di strapparle di mano il biberon per via del suo contenuto. E la domanda che si pongono i genitori è una: “In un locale aperto al pubblico si può impedire a una bimba di otto mesi di consumare la sua pappa per motivi religiosi?”. B.F. 11 Martedì 23 giugno 2015 SOCIETA’ L’ICONA EROTICA DEL CINEMA ANNI ’70 CI HA LASCIATI Addio Laura Antonelli L’attrice aveva 74 anni, a ritrovarla senza vita la badante nella sua abitazione a Ladispoli di Chantal Capasso na delle icone sexy italiane degli anni ’70 ci ha lasciati. Intorno alle 8,30 di domenica mattina Laura Antonelli è stata trovata senza vita nella sua casa di Ladispoli, a dare l’allarme è stata la colf. I sanitari del 118, una volta arrivati nell’abitazione dell’attrice, hanno constatato il suo decesso. Aveva 74 anni. L'attrice nasce a Pola il 28 novembre 1941, in Istria (oggi Pula, Croazia), come Laura Antonaz, poi italianizzata in Laura Antonelli. Inizia la sua carriera nel cinema negli anni ’60. Compare tra il 1964 e il 1965 in alcune pellicole importanti, in ruoli piccolissimi, come ne "Il magnifico cornuto" di Antonio Pietrangeli e "Le sedicenni" di Luigi Petrini. Ma la vera popolarità arriva tra gli anni ’70 e ’80, quando gira molti film che iscrivono il U suo nome nella storia del cinema italiano, come una delle più belle attrici di sempre. È il 1971 quando, dopo la censura del 1969 per "Venere in pelliccia", che uscirà sei anni più tardi con il titolo "Le malizie di Venere", Laura Antonelli recita ne "Il merlo maschio" di Pasquale Festa Campanile. Il suo collega Lando Buzzanca in quell’occasione dichiara: "È la più bella schiena nuda mai apparsa sullo schermo dopo quella di Marilyn Monroe". Il riferimento è alla sua schiena a forma di violoncello, come verrà definita, sogno proibito degli italiani. Il suo vero successo esplode nel 1973 grazie al ruolo della cameriera di "Malizia", la pellicola di Salvatore Samperi. Questo film la consacrerà come icona erotica del cinema italiano. Per questo ruolo porterà a casa anche il Nastro d'Argento come “migliore attrice protagonista” e il Globo d'oro per “miglior attrice rivelazione”. Ma dopo gli onori della ribalta, per l’attrice comincia declino. Negli anni ’90 si assiste al tramonto di una stella: l’uso di droghe e un’operazione chirurgica riuscita male segnano il suo bel viso. Nella sua villa di Cerveteri vengono trovati 36 grammi di cocaina e nel 1991, Laura Antonelli, viene arrestata e poi condannata in primo grado a tre anni e sei mesi di carcere per spaccio di stupefacenti. Portata a Rebibbia vi rimase alcuni giorni, per poi andare ai domiciliari. Il 16 marzo del 2000 venne assolta dall’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti dalla seconda corte d’Appello di Roma. Da quel momento la sua situazione non migliora. L’attrice non lavora più, nessuna proposta per dei ruoli interessanti la condurranno quasi all’indigenza. UNO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI MONASH, IN AUSTRALIA “Troppo sport fa male” L’eccessiva attività fisica può avvelenare il sangue, con il rischio di infezioni on fate troppo sport: rischiate di avvelenare il sangue. Non è paradossale ma è il risultato di una ricerca compiuta dagli studiosi dell’Università di Monash, in Australia, che ha rivelato come l’eccesso di esercizio fisico rischia di compromettere gli equi- N libri dell’organismo e di intossicare il sangue con il rilascio di batteri in circolo. Secondo lo studio australiano quando l’attività fisica diventa eccessiva, c’è il pericolo di gravi infezioni. Da quanto emerge dalla ricerca, pubblicata sull'International Journal of Sports Medicine, prove estreme come la maratona di 24 ore, sono spesso responsabili del rilascio di batteri intestinali nel flusso sanguigno, con il conseguente rischio di contrarre pericolose infezioni. Verrebbe sfatato, anche un altro mito: lo sport non fa perdere peso. Per arrivare all’assioma, è stato condotto uno studio su un gruppo di corridori impegnati in una gara di resistenza fisica estrema come la maratona. Il test degli specialisti australiani ha rivelato che, durante un ec- cessivo sforzo fisico, negli atleti si verificano dei mutamenti nelle pareti intestinali, che liberano le endotossine nel sangue, generando la risposta infiammatoria dell’organismo che tenta di contrastarne la presenza. “Lo studio dimostra – ha spiegato il coordinatore della ricerca Ricardo Costa, autore dello studio – che l‘esercizio fisico per un periodo di tempo prolungato provoca cambiamenti nella parete intestinale. In questo modo i batteri naturalmente presenti nell’intestino, noti come endotossine, vengono dispersi nel sangue. Questo poi in- nesca una risposta infiammatoria in tutto il corpo con gravi conseguenze per la salute”. Dalle annalisi effettuate sugli atleti coinvolti nella maratone, è risultato che i campioni sanguigni dei partecipanti erano uguali a quelli dei comuni pazienti che solitamente vengono ricoverati in ospedale per avvelenamento, a causa delle endotossine batteriche. L’unico rimedio al problema, spiegano i ricercatori, è un allenamento costane e prolungato nel tempo, in modo tale che il fisico si adegui allo sforzo in maniera graduale. Elvira Mami DEBUTTO DEL TOUR NELL’OLIMPICO DEL CAPOLUOGO PIEMONTESE CARRIERE IN ASCESA Torino: Tiziano Ferro trionfa allo stadio Pamela Anderson, da playmate a... nobile Ha stupito il suo pubblico “planando” sui 35 mila fan in attesa Quando si dice che la gavetta paga: ora è la Contessa dei Gigli partito alla grande il nuovo tour di Tiziano Ferro. La prima tappa allo Stadio Olimpico di Torino è stata domenica 21 giugno. Ad attendere il cantante di Latina una folla di 35 mila fan in delirio. Tutti protagonisti della grande festa in musica organizzata da Tiziano Ferro che ha sorpreso tutti i presenti con un’entrata davvero ad effetto: per il debutto de “Lo stadio Tour 2015” Tiziano Ferro si è presentato direttamente in ”volo” sul palcoscenico dell’Olimpico di Torino sostenuto da un argano a 20 metri d’altezza. Il cantante, senza nemmeno prendere fiato dopo il salto, si è presentato al pubblico torinese aprendo ufficialmente il suo primo concerto dell’estate sulle note della celeberrima “Xdono”. “Non mi era mai capitato di cantare per due ore e mezza di seguito”, ha spiegato Ferro, È “e ho lavorato per questo spettacolo durante tutto l’ultimo anno”. La scaletta del concerto piena canzoni perfettamente conosciute dal pubblico dell’Olimpico che hanno intonato tutt’insieme i più grandi successi della carriera di Tiziano Ferro dal 2001 ad oggi. Partendo da ”La differenza tra me e te”, per passare da altre hit come “Troppo buono”, “E fuori è buio”, “Imbranato”, “Non me lo so spiegare”, “Incanto”, “Il regalo più grande” e “Sere nere”, Tiziano Ferro ha davvero regalato ai suoi fan uno spettacolo indimenticabile, destreggiandosi tra le 9 torri che campeggiavano sul palco sulle quali passavano grafiche, filmati e tutti i giochi visivi pensati per un live condito da una produzione delle grandi occasioni. Sul palco Tiziano Ferro ha raccontato ai suoi fan “Non vedevo l’ora che arrivasse questo momento perché questo è l’inizio di una nuova storia”. Il tour del cantante proseguirà nelle prossime settimane. Nelle prossime settimane Tiziano Ferro sarà negli stadi d'Italia (Torino, Firenze, due volte Roma, Bologna, due volte Milano e Verona) ancora per sette sere che potranno avere un seguito anche nei palazzetti. "Mi piacerebbe continuare con questo spettacolo anche negli spazi più piccoli" dice, "ma i live negli stadi saranno qualCh.C. cosa di unico". ex Playmate e bagnina di Baywatch è stata insignita di un titolo molto speciale. Da anni la “regina” in fatto di copertine conquistate su Playboy, e il suo nome è anche collegato immancabilmente al suo personaggio televisivo di sexy e procace bagnina stretta nel suo costume rosso, nella serie televisiva Baywatch. Ma Pamela Anderson questa volta la troviamo in “vesti”completamente diverse. Nello splendore dei fasti di Villa Durazzo, a Santa Margherita Ligure, l'ex “coniglietta” è stata insignita, infatti, del titolo di contessa dei Gigli da Stephan Cernetic, Principe di Montenegro (non regnante). Ma ad onor del vero, il titolo onorifico è stato assegnato a scopo benefico: sostenere le attività di una Onlus che si occupa del restauro di un antico arredo presente all’interno di L’ Villa Durazzo il cui ricavato, ottenuto nella serata durante la cerimonia, è stato destinato a tali attività. Oltre all’ex playmate, erano presenti nomi importanti del- l'imprenditoria cinese come Josephine Ho, figlia del magnate delle case da gioco di Macao, il chitarrista Phil Palmer con la moglie, la cantante Numa, l'agente di Hollywood Stive Moore. «Voglio portare Hollywood a Santa Margherita Ligure» ha detto il principe Stefan Cernetic, durante la cerimonia. La Anderson, tra l’altro è stata scelta per il suo impegno come animalista attiva: da anni, infatti, partecipa a iniziative pubbliche, a campagne di sensibilizzazione e presta il suo volto a sostegno della celebre associazione animalista statunitense Peta. Noblesse Ch.C. oblige! Martedì 23 giugno 2015 12 SPORT ESCLUSIVA - BIANCOCELESTI IN PRESSING SUL FORTISSIMO TERZINO DEL PSV CHE INTERESSA A MEZZA EUROPA Lazio sempre più olandese: ora sogna anche Willems Per colmare la possibile partenza di Radu, il ds Tare sta lavorando su uno dei più interessanti talenti del calcio europeo - Si parte da una valutazione di 8 milioni di euro, destinata a salire. L’alternativa parla francese… di Federico Colosimo a Lazio parla sempre più olandese. Biancocelesti pronti a tingersi nuovamente di “orange”. Dopo il gigante De Vrij, la sorpresa Brahfield e il colosso Hoetd, potrebbe arrivare dal Psv Eindhoven la freccia Jetro Willems. La notizia, raccolta in esclusiva dal Giornale d’Italia, potrebbe rovinare i piani del direttore sportivo Igli Tare. Che sottotraccia sta lavorando da tempo per portare nella Capitale uno dei terzini più promettenti del panorama calcistico. In gran segreto, appunto, cercando di evitare eventuali e pericolose aste che potrebbero scatenarsi per il calciatore. Tant’è, il ds albanese sogna il colpo grosso per regalare a Pioli un terzino formidabile. Con la probabile cessione di Radu (finito in orbita Samp), la Lazio è alla ricerca di un degno sostituto per il presente e il futuro. Di pseudo fenomeni in giro se ne vedono tanti, ma Willems, classe 1994, va ben oltre la semplice retorica e troppo spesso ripetuta definizione di futuro campione. Qui si parla di uno dei migliori talenti dell’Eredivisie, di uno dei giocatori più forti del football olandese. Che nonostante abbia appena 21 anni, può vantare già una grande esperienza alle proprie spalle. Di un calciatore instancabile, capace di ricoprire la fascia sinistra come pochi altri colleghi al mondo sanno fare. Che ha messo su di lui gli occhi di L grandi potenze quali Real Madrid, Manchester United, City, Juventus, Milan e Inter. Ma non solo. Trattasi di un talento dal futuro radioso, laureatosi da un mese campione d’Olanda con il Psv. Già titolare della Nazionale guidata Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio da Guus Hiddink, costa circa 8 milioni di euro (ha il contratto in scadenza nel 2017). Una “quotazione” relativamente bassa se consideriamo le qualità di questo “golden boy”, che nel giro di un paio di stagioni potrebbe addirittura triplicare il suo valore. Dotato di un fisico possente nonostante i 169 centimetri di altezza, molto abile tecnicamente, fa della velocità il vero e proprio punto di forza. Giovanissimo e pure un po’ sbruffone, ha tutte le carte in regola per imporsi in un campionato difficile come quello italiano. Grazie alla propria esuberanza, il più giovane calciatore convocato nella storia degli Europei (ad appena 18 anni nel 2012), è un atleta esplosivo. Rapido nelle decisioni, forse troppo impulsivo. Questo, uno dei suoi pochi difetti. E’ esuberante, a tratti poco prudente. Si fida del suo incredibile atletismo, tanto da prendersi spesso qualche rischio di troppo. Nella convinzione di poter rimediare sempre con la velocità. E’ un portento, su cui la Lazio intende puntare forte e strapparlo all’agguerrita concorrenza. Ma se la trattativa non dovesse andare in porto, la Lazio ha già pronta un’alternativa. Un piccolo indizio: è francese (come Trémoulinas)… Per oggi non intendiamo rovinare oltremodo la giornata al presidente Lotito, che sperava di portarsi a casa Willems senza dare troppo nell’occhio. Ma domani è un altro giorno… Si vedrà.