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C H I E S A D I G E S Ù C R I S T O D E I S A N T I D E G L I U LT I M I G I O R N I • A G O S T O 2 0 12
Rispondere alla chiamata
a servire del Salvatore,
pagine 4, 14, 20
Il Cristo che adoriamo: messaggio dell’anziano
Holland a tutti i cristiani, pagina 24
Per la forza della gioventù di oggi, pagina 54
Da Joplin al Giappone: trovare coraggio nei
disastri naturali, pagina 60
Cinque erano avvedute,
di Rose Datoc Dall
Dieci vergini andarono a incontrare lo sposo. “Cinque d’esse erano
stolte e cinque avvedute”. Le avvedute “insieme con le loro lampade,
avean preso dell’olio ne’ vasi”. Le
stolte avevano preso le lampade,
ma “non… dell’olio”. Quando si
levò il grido: “Ecco lo sposo”, le
vergini stolte se ne andarono per
comprare l’olio. “Arrivò lo sposo;
e quelle che eran pronte, entraron
con lui nella sala delle nozze,
e l’uscio fu chiuso”. (Vedere
Matteo 25:1–13).
Liahona, agosto 2012
14
MESSAGGI
4Messaggio della Prima
Presidenza: La chiamata
a servire del Salvatore
Presidente Thomas S. Monson
7Messaggio delle insegnanti
visitatrici: Agire nel momento
del bisogno
SERVIZI SPECIALI
14Thomas S. Monson: Rispondere alla voce del dovere
Heidi S. Swinton
Alcune esperienze tratte dalla
vita del presidente Thomas S.
Monson ci ispirano a seguire
il suo esempio.
20Onorare una giornata
di servizio
Kathryn H. Olson
In tutto il mondo i fedeli hanno
portato il loro contributo alla
comunità in una giornata di
servizio.
24Ergersi insieme per la causa
di Cristo
Anziano Jeffrey R. Holland
Una chiamata rivolta ai cristiani perché si ergano uniti
nella convinzione, nella compassione e nella comprensione.
34Trovare la fede alle estremità
della terra
Michael R. Morris
Alcuni convertiti di Ushuaia,
in Argentina, cominciano una
nuova vita dopo aver abbracciato il Vangelo.
78Rispondere alle domande
sulla nostra fede
Michael Otterson
Cinque idee da tener presenti
quando rispondiamo alle
domande degli altri.
IN COPERTINA
Pescatori d’uomini, di Simon Dewey
SEZIONI
8Quaderno della conferenza
di aprile
10Ciò in cui crediamo:
Il sacramento: ricordare
il Salvatore
12I classici del Vangelo:
Apprendi il tuo dovere
Anziano Joseph B. Wirthlin
19Servizio nella Chiesa:
Servire i singoli
Al VanLeeuwen
30La nostra casa, la nostra
famiglia: Disastri naturali:
non dobbiamo temere
Anziano Stanley G. Ellis
38Voci dei Santi degli
Ultimi Giorni
74Notizie della Chiesa
77Idee per la serata familiare
A g o s t o 2 0 1 2 1
GIOVANI ADULTI
GIOVANI
BAMBINI
46Domande e risposte
42
Sono diventato dipendente dalla
pornografia. Sta rovinando la
mia vita. Cosa posso fare per
spezzare questa dipendenza?
48Come faccio a sapere se sono
stato perdonato?
68
Anziano Tad R. Callister
Se sono stato perdonato, perché
mi sento ancora in colpa?
42Mantenere la fede in un
mondo di confusione
Vescovo Gérald Caussé
Cinque principi per aiutarci a
mantenere salde la nostra fede
e la nostra testimonianza.
51Il nostro spazio
52Un sacrificio, ma una gioia
Edward M. Akosah
Servire il Signore era più
importante del denaro che
stavo guadagnando?
53Immaginarmi nel tempio
Adriane Franca Leao
Sapevo che volevo sposarmi
nel tempio, ma prima di tutto
dovevo fare le scelte giuste.
54Per la forza della gioventù:
un’ancora nel mondo di oggi
David L. Beck ed Elaine S. Dalton
Trova la
Liahona
nascosta
nella rivista.
Suggerimento:
in una fale
In che modo può aiutarti il
nuovo libretto Per la forza della
gioventù? Leggi cosa hanno da
dire il presidente generale dei
Giovani Uomini e la presidentessa generale delle Giovani
Donne.
58L’esempio di mia madre
Erin Barker
Anche se mia madre era malata,
poteva ancora insegnarmi qualcosa sull’amore e sul servizio.
59Testimone speciale: Le donne
sono importanti nella Chiesa!
Anziano Quentin L. Cook
60Preghiere, annotazioni
e disastri naturali
Marissa Widdison
Sebbene si trovino a migliaia
di chilometri di distanza, sia
Honoka che Maggie hanno
imparato che nei momenti
difficili Dio veglia su di noi.
62Un’idea brillante
63La nostra pagina
64Portiamo la Primaria a casa:
Scelgo di riempire la mia vita
di cose che invitano lo Spirito
66Seguiamo il profeta:
Imparare a servire gli altri
Heidi S. Swinton
68La casa di Leute
Adam C. Olson
A prescindere dal luogo in cui
viviamo, possiamo fare della
nostra casa un luogo sacro
per la nostra famiglia.
70Per i bambini più piccoli
81Immagini ispirate
al Libro di Mormon
54
2
Liahona
AGOSTO 2012 VOL. 45 N. 8
LIAHONA 10488 160
Rivista internazionale ufficiale della Chiesa di Gesù Cristo
dei Santi degli Ultimi Giorni
Prima Presidenza: Thomas S. Monson, Henry B. Eyring,
Dieter F. Uchtdorf
Approfondimenti
on line
Liahona.lds.org
PER GLI ADULTI
Quorum dei Dodici Apostoli: Boyd K. Packer, L. Tom
Perry, Russell M. Nelson, Dallin H. Oaks, M. Russell Ballard,
Richard G. Scott, Robert D. Hales, Jeffrey R. Holland,
David A. Bednar, Quentin L. Cook, D. Todd Christofferson,
Neil L. Andersen
“Trovare la fede alle estremità della
terra” (pagina 34) descrive le storie di
conversione di alcuni membri nella città
più a sud dell’Argentina. Vedi alcune
foto su liahona.lds.org.
Direttore: Paul B. Pieper
Consulenti: Kieth R. Edwards, Christoffel Golden Jr.,
Per G. Malm
Direttore generale: David L. Frischknecht
Direttore responsabile della redazione:
Vincent A. Vaughn
Direttore responsabile della grafica: Allan R. Loyborg
PER I GIOVANI
Direttore di redazione: R. Val Johnson
Assistenti al direttore di redazione:
Jenifer L. Greenwood, Adam C. Olson
Editori associati: Susan Barrett, Ryan Carr
Redazione: Brittany Beattie, David A. Edwards, Matthew D.
Flitton, LaRene Porter Gaunt, Carrie Kasten, Lia McClanahan,
Melissa Merrill, Michael R. Morris, Sally J. Odekirk, Joshua J.
Perkey, Chad E. Phares, Jan Pinborough, Paul VanDenBerghe,
Marissa A. Widdison, Melissa Zenteno
I giovani danno alcuni suggerimenti
su come superare la dipendenza dalla
pornografia (vedere pagina 46). Un’altra
risorsa utile è il quaderno per la guarigione dalle dipendenze offerto dalla
Chiesa, disponibile in rete in diverse
lingue su recoveryworkbook.lds.org.
Direttore artistico responsabile: J. Scott Knudsen
Direttore artistico: Scott Van Kampen
Direttore di produzione: Jane Ann Peters
Disegnatori grafici anziani: C. Kimball Bott, Colleen
Hinckley, Eric P. Johnsen, Scott M. Mooy
Staff artistico e produzione: Collette Nebeker Aune,
Connie Bowthorpe Bridge, Howard G. Brown, Julie Burdett,
Bryan W. Gygi, Kathleen Howard, Denise Kirby, Ginny J. Nilson,
Gayle Tate Rafferty
Prestampa: Jeff L. Martin
NELLA VOSTRA LINGUA
La rivista Liahona e altro materiale della
Chiesa si possono trovare in molte lingue
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The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints
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La ­Liahona (un termine proveniente dal Libro di Mormon,
che significa «bussola» o «indicatore») è pubblicata in
albanese, armeno, bislama, bulgaro, cambogiano, cebuano,
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For Readers in the United States and Canada:
August 2012 Vol. 45 No. 8. LIAHONA (USPS 311-480) Italian
(ISSN 1522-922X) is published monthly by The Church of
Jesus Christ of Latter-day Saints, 50 E. North Temple St.,
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Agreement #40017431)
ARGOMENTI TRATTATI
I numeri di pagina si riferiscono all’inizio degli articoli.
Alleanze, 10
Amicizia, 64
Avversità, 30, 51, 60
Benedizioni, 54
Compassione, 7, 19, 24, 58
Conversione, 34
Corteggiamento, 53
Cristianesimo, 24
Dipendenza, 46
Disastri naturali, 30, 60
Donne, 59
Dovere, 4, 12, 14, 51, 73
Dovere verso Dio, 51
Esempio, 14, 58, 63, 66
Espiazione, 48
Famiglia, 30, 54, 58, 59, 63
Fede, 42, 48
Fede in Dio, programma,
63
Genealogia, 38
Gesù Cristo, 10, 24, 48
Incarichi nella Chiesa, 4, 19
Insegnamento in visita, 7
Lavoro di tempio, 53
Lavoro missionario, 34,
52, 78
Libro di Mormon, 34, 40
Matrimonio, 53
Mezzi di comunicazione,
46
Norme, 54
Obbedienza, 52
Pentimento, 46, 48
Perdono, 48
Per la forza della
gioventù, 54
Pornografia, 46
Preparazione, 30
Progresso Personale, 51
Rivelazione, 38, 40, 41
Sacramento, 10
Sacrificio, 52
Servizio, 4, 7, 14, 20, 58,
66, 70
Speranza, 38
Spirito Santo, 19, 30, 34,
42, 48, 64
Testimonianza, 34, 42, 51
Unità, 20, 24
POSTMASTER: Send address changes to Salt Lake
Distribution Center, Church Magazines, PO Box 26368,
Salt Lake City, UT 84126-0368.
A g o s t o 2 0 1 2 3
MESSAGGIO DELL A PRIMA PRESIDENZ A
Presidente
Thomas S. Monson
La chiamata a servire
DEL SALVATORE
T
utti coloro che hanno studiato matematica sanno
cos’è un comune denominatore. Esiste un comune
denominatore che unisce tutti noi santi degli ultimi
giorni. Questo comune denominatore è la chiamata individuale che ognuno di noi riceve ad adempiere incarichi nel
regno di Dio qui sulla terra.
Siete mai colpevoli di mormorare quando ricevete una
chiamata? O accettate con gratitudine ogni opportunità
di servire i vostri fratelli e sorelle, sapendo che il nostro
Padre Celeste benedirà coloro che chiama?
Spero che non perderemo di vista il vero obiettivo delle
nostre preziose opportunità di servizio. Questo obiettivo,
questo scopo eterno, è lo stesso di cui parla il Signore e
che si trova nella Perla di Gran Prezzo: “Poiché ecco, questa è la mia opera e la mia gloria: fare avverare l’immortalità e la vita eterna dell’uomo”.1
Possiamo sempre ricordarci che il mantello dell’appartenenza alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi
4
Liahona
Giorni non è un manto di conforto ma una veste di
responsabilità. Il nostro dovere, oltre a quello di salvare
noi stessi, è di guidare gli altri al regno celeste di Dio.
Se con buona volontà percorriamo il sentiero del servizio reso a Dio, non ci troveremo mai nella situazione del
cardinale Wolsey di cui narra Shakespeare. Spogliato del
potere dopo una vita di servizio al re, lamentò tristemente:
Potessi dir d’aver servito Iddio con la metà dello zelo
con cui ho servito il mio sovrano; Egli non m’avrebbe
abbandonato nudo,
in questa mia vecchiaia, nelle mani dei miei nemici.2
Che tipo di servizio richiede il cielo? “Il Signore richiede
il cuore e una mente ben disposta; e coloro che sono ben
disposti e obbedienti mangeranno le buone cose della
terra di Sion in questi ultimi giorni”.3
Mi fermo un attimo quando penso alle parole del
presidente John Taylor (1808–87): “Se non fate onore
alle vostre chiamate, Dio vi riterrà responsabili di
coloro che avreste potuto salvare se aveste fatto il
vostro dovere”.4
La vita di Gesù durante il Suo ministero tra gli uomini è
come un fascio luminoso di bontà. “Io sono in mezzo a voi
come colui che serve”,5 dichiarò Gesù mentre ridava forza
agli arti dello storpio, vista agli occhi del cieco, udito alle
orecchie del sordo e vita al corpo del morto.
Con la parabola del buon samaritano, il Maestro ci ha
insegnato ad amare il nostro prossimo come noi stessi.6
Con la risposta che diede al giovane ricco, Egli ci ha insegnato a liberarci del nostro egoismo.7 Nutrendo 5.000
persone, Egli ci ha insegnato a vedere le necessità altrui.8
CRISTO E IL GIOVANE RICCO, DI HEINRICH HOFMANN, PUBBLICATO PER GENTILE CONCESSIONE DELLA C. HARRISON CONROY CO.; ILLUSTRAZIONE FOTOGRAFICA DI MATTHEW REIER © IRI
E con il sermone sul Monte, Egli ci ha insegnato a cercare
prima di tutto il regno di Dio.9
Nel Nuovo Mondo il Signore risorto dichiarò: “Voi
sapete le cose che dovete fare nella mia chiesa; poiché
le opere che mi avete visto fare, voi le farete pure; poiché
farete proprio ciò che mi avete visto fare”.10
Benediciamo gli altri quando serviamo all’ombra di
“Gesù di Nazaret… [che] è andato attorno facendo del
bene”.11 Dio ci benedice affinché proviamo gioia nel
servire il nostro Padre nei cieli mentre serviamo i Suoi
figli sulla terra. ◼
NOTE
COME INSEGNARE QUESTO MESSAGGIO
“[Il Signore] non permetterà che falliamo se facciamo
la nostra parte. Egli ci sosterrà, anche al di là di ciò che
possono fare i nostri talenti e capacità… È una delle
esperienze più dolci che un essere umano può fare”
(Ezra Taft Benson, in Insegnare: non c’è chiamata più
grande [2000], 20). Potete condividere un’esperienza
in cui voi, o qualcuno che conoscete, avete sentito che
il Signore aumenta i vostri talenti e abilità. Invitate i
familiari a condividere alcune esperienze positive che
hanno vissuto nel rispondere alla “chiamata a servire
del Salvatore”.
1. Mosè 1:39.
2. William Shakespeare, Enrico VIII, atto terzo, scena seconda,
versi 456–458.
3. Dottrina e Alleanze 64:34.
4. Vedere Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: John Taylor
(2002), 164.
5. Luca 22:27.
6. Vedere Luca 10:30–37; vedere anche Matteo 22:39.
7. Vedere Matteo 19:16–24; Marco 10:17–25; Luca 18:18–25.
8. Vedere Matteo 14:15–21; Marco 6:31–44; Luca 9:10–17;
Giovanni 6:5–13.
9. Vedere Matteo 6:33.
10. 3 Nefi 27:21.
11. Atti 10:38.
A g o s t o 2 0 1 2 5
G I OVA N I
BAMBINI
Posso fare qualcosa per gli altri
O
gnuno di noi può fare qualcosa per aiutare gli
altri. Il presidente Monson ha insegnato che
dovremmo amare tutti e imparare a capire come
possiamo aiutarli.
Guarda il bambino seduto vicino all’albero. Riesci a
vedere altre persone che lo circondano e che egli può
aiutare?
A cena con la tua famiglia, proponi che ognuno
condivida una cosa che ha fatto in quella giornata per
servire qualcuno. Ogni giorno scrivi le tue esperienze
di servizio nel tuo diario.
Servire nel tempio
Benjamin A.
uando ho compiuto 17 anni, ho iniziato a pensare
seriamente al mio futuro e ho pregato il Padre Celeste
per sapere cosa potevo fare per prepararmi ad andare in
missione e ricevere il Sacerdozio di Melchisedec. Ho sentito
che dovevo andare al tempio più spesso perché è la casa del
Signore e perché in quel luogo avrei potuto sentirmi più
vicino al mio Padre Celeste.
Così ho stabilito l’obiettivo di fare 1.000 battesimi in un
anno. Sentivo davvero il bisogno di fissare questo obiettivo
e ho digiunato per sapere se fosse ciò che dovevo fare. Il
nostro Padre Celeste mi ha risposto e io ho iniziato ad andare
al Tempio messicano di Tampico ogni sabato.
Dopo aver fatto 500 battesimi, mi sono posto la meta di
fare ricerca genealogica per i miei antenati e mi è piaciuto
così tanto farlo che non riuscivo a dormire perché cercavo i
nomi. Nella mia genealogia ho trovato 50 nomi e otto generazioni; ho contribuito a fare il lavoro di tempio per tutti.
Alla fine ho fatto 1.300 battesimi e mi sono diplomato al
seminario, ho ricevuto il Sacerdozio di Melchisedec e ora sto
servendo come missionario a tempo pieno, che era uno dei
miei più grandi obiettivi per la vita.
6
Liahona
FOTOGRAFIA PUBBLICATA PER GENTILE CONCESSIONE DI WENDY BENTLEY; ILLUSTRAZIONE DI BETH M. WHITTAKER
Q
M E S S AG G I O D E L L E I N S E G N A N T I V I S I TAT R I C I
Studiate attentamente questo materiale e parlatene, secondo necessità, con le sorelle che visitate. Usate
le domande per rafforzare le sorelle e fare della Società di Soccorso una parte attiva della vostra vita.
Agire nel momento
del bisogno
Dalla nostra storia
Nei primi anni della
Chiesa, i membri erano
pochi e tutti raccolti in un
ILLUSTRAZIONE FOTOGRAFICA DI BRADLEY SLADE.
U
no dei nostri scopi quali insegnanti
visitatrici è di contribuire a rafforzare
le famiglie e le case. Le sorelle che visitiamo dovrebbero poter dire: “Se ho dei
problemi, so che le mie insegnanti visitatrici mi aiuteranno senza aspettare che
glielo chieda”. Per poter servire, abbiamo
la responsabilità di essere consapevoli
delle necessità delle sorelle che visitiamo.
Se cerchiamo l’ispirazione personale,
sappiamo come far fronte alle necessità
spirituali e materiali di ciascuna sorella
che siamo incaricate di visitare. Poi,
usando il nostro tempo, capacità, talenti,
preghiere di fede e sostegno spirituale ed
emotivo, possiamo contribuire a fornire
servizio di carità nei momenti di malattia,
lutto e altre circostanze particolari.1
Grazie all’aiuto fornito dai rapporti
delle insegnanti visitatrici, la presidenza
della Società di Soccorso individua
coloro che hanno necessità particolari
a causa di malattie fisiche o emotive, di
situazioni di emergenza, di nascite, morti,
disabilità, solitudine e altre difficoltà. La
presidentessa della Società di Soccorso
informa poi il vescovo di ciò di cui viene
a conoscenza. Sotto la sua direzione, ella
coordina l’assistenza.2
Come insegnanti visitatrici abbiamo
“gran motivo… di gioire” per “la benedizione che è stata riversata su di noi; che
siamo stati fatti strumenti nelle mani di
Dio per realizzare questa grande opera”
(Alma 26: 1, 3).
Fede, Famiglia,
Soccorso
solo luogo. Quando qualcuno si trovava nel bisogno,
i fedeli potevano agire
rapidamente. Oggi i nostri
membri sono più di 14
milioni e sono sparsi in tutto
il mondo. L’insegnamento in
visita fa parte del piano del
Signore per fornire aiuto a
tutti i Suoi figli.
“Il solo sistema che
poteva dare soccorso e
conforto in una chiesa così
Dalle Scritture
Matteo 22:37–40; Luca 10:29–37; Alma
26:1–4; Dottrina e Alleanze 82:18–19.
NOTE
1. Vedere Manuale 2: L’amministrazione della
Chiesa (2010), 9.5.1; 9.6.2.
2. Vedere Manuale 2, 9.6.2.
3. Henry B. Eyring, in Figlie nel mio regno: la
storia e l’opera della Società di Soccorso (2011),
112–113.
vasta in un mondo così
vario sarebbe stato tramite
servitori individuali vicini
alle persone che avevano
bisogno”, ha detto il presidente Henry B. Eyring, primo
consigliere nella Prima
Presidenza.
“… Ogni vescovo e ogni
presidente di ramo ha una
presidentessa della Società
di Soccorso su cui fare affidamento”, ha aggiunto. “La
presidentessa ha insegnanti
visitatrici che conoscono le
Che cosa posso fare?
1. Sto usando i miei doni e i miei
difficoltà e le necessità di
2. Le sorelle su cui veglio sanno che
individui e delle famiglie.
talenti per benedire gli altri?
sono disponibile ad aiutarle quando
hanno una necessità?
ogni sorella. Tramite loro
può conoscere il cuore degli
Può soddisfare le loro necessità e aiutare il vescovo nella
sua chiamata di nutrire il
singolo e le famiglie”.3
Per maggiori informazioni, andare su reliefsociety.lds.org.
A g o s t o 2 0 1 2 7
Appunti sulla Conferenza di aprile
“Ciò che io il Signore ho detto, l’ho detto… che sia dalla mia propria
voce o dalla voce dei miei servitori, è lo stesso” (DeA 1:38).
STO R I E T R AT T E DA L L A CO N F E R E N Z A
Gettare delle fondamenta durevoli
D
a giovane lavoravo presso una ditta
che faceva massetti e fondamenta per
case nuove. Col caldo dell’estate era duro
preparare il suolo per le casseforme in
cui versavamo il cemento per il massetto.
Non c’erano macchine: usavamo piccone
e pala. Gettare delle fondamenta durevoli
era un lavoro faticoso a quei tempi.
Ci voleva anche pazienza. Dopo aver
posato il massetto, aspettavamo che si
asciugasse. Per quanto volessimo far
andare avanti il lavoro, aspettavamo addirittura fino a dopo la posa delle fondamenta prima di rimuovere le casseforme.
E ancor più rimarchevole per un
muratore in erba era ciò che sembrava
un processo tedioso e dispendioso, ossia
quello di mettere i tondini attentamente
all’interno delle casseforme per rinforzare
le fondamenta.
In modo simile, si deve preparare
meticolosamente il
terreno affinché le
nostre fondamenta di fede resistano alle
tempeste che arriveranno nella vita di
ognuno. Questa base solida su cui poggiare le fondamenta di fede è l’integrità
personale.
Il nostro continuo scegliere il giusto
ogniqualvolta ci ritroviamo a fare delle
scelte crea un terreno solido che sostiene
la nostra fede. Può cominciare durante
l’infanzia, poiché ogni anima nasce con
il dono gratuito dello Spirito di Cristo.
Con questo Spirito possiamo sapere
quando abbiamo fatto il giusto dinanzi
a Dio e quando abbiamo mancato al Suo
cospetto.
Queste scelte, che sono centinaia quasi
tutti i giorni, preparano il terreno solido
su cui costruire l’edificio della nostra
fede. La struttura metallica attorno a cui
si getta la sostanza
della nostra fede
è il vangelo di
Gesù Cristo, con tutte le sue alleanze,
ordinanze e principi.
Uno degli elementi essenziali per una
fede duratura è la corretta valutazione del
tempo di asciugatura necessario… L’asciugatura non si verifica automaticamente col passare del tempo, ma ci
vuole comunque del tempo. Invecchiare
non basta. È quando serviamo costantemente Dio e il prossimo con tutto il cuore
e l’anima che la testimonianza della verità
si trasforma in invincibile forza spirituale.
Presidente Henry B. Eyring, primo consigliere
della Prima Presidenza, “Montagne da scalare”,
Liahona, maggio 2012, 24.
Domande su cui riflettere
• Ricordi una volta in cui la tua integrità
è stata messa alla prova? Come ti sei
comportato?
• In che modo servire Dio e gli altri
rafforza le tue fondamenta spirituali?
Potresti scrivere le tue riflessioni nel
diario o condividerle con altre persone.
Altre risorse su questo argomento: “Fede” in
Studio per argomento su LDS.org; Richard G.
Scott, “Il potere trasformatore della fede e del
carattere”, Liahona, novembre 2010, 43–46.
A SINISTRA: FOTOGRAFIA PUBBLICATA PER GENTILE CONCESSIONE DELLA CHURCH HISTORY LIBRARY; IN BASSO
A DESTRA: ILLUSTRAZIONE DI MARYN ROOS
Mentre rileggi la Conferenza generale di aprile 2012, puoi usare queste pagine (e gli Appunti
sulla Conferenza dei numeri futuri) come sussidio per studiare e applicare i recenti insegnamenti dei profeti e apostoli viventi, come pure degli altri dirigenti della Chiesa.
1
. “Possiamo essere liberati dal male e dalla malvagità facendo
appello agli insegnamenti delle ”
RIEMPI
GLI SPAZI
VUOTI 2. “Noi non veniamo
(L. Tom Perry, “Il potere della liberazione”, Liahona, maggio 2012, 97).
4. “Questa vita è
sminuiti quando qualcun
altro qualcosa”
(Jeffrey R. Holland, “I lavoratori
nella vigna”, Liahona, maggio
2012, 31).
un addestramento per
l’Esaltazione eterna, e
questo processo comporta
”
3. “Le verità e la
(Ronald A. Rasband,
“Lezioni speciali”, Liahona,
maggio 2012, 80).
dottrina che abbiamo
ricevute sono giunte e
continueranno a giungere per divina”
UN SERMONE IN DUE PAROLE
MA TU:
1. Sei arrabbiato con qualcuno?
2. Fai pettegolezzi?
3. Escludi gli altri?
(D. Todd Christofferson,
“La dottrina di Cristo”,
Liahona, maggio 2012, 86).
4. Invidi?
5. Desiri far male?
Risposte: 1. sacre Scritture; 2. ottiene; 3. rivelazione; 4. prove e difficoltà.
INVECE:
1. Sii gentile.
SMETTILA!
2. Perdona.
3. Parla pacatamente.
4. Lascia che l’amore di Dio
riempia il tuo cuore.
Una promessa
profetica
“Lo Spirito Santo
5. Fa’ del bene agli
ha confermato
altri.
Adattato da Dieter F.
Uchtdorf, “Ai misericordiosi è fatta misericordia”, Liahona, maggio
2012, 75, 76.
la verità in questa conferenza
e lo farà ancora
se la cercherete,
se ascolterete e se poi studierete i
messaggi dei servi autorizzati del
Signore”.
Presidente Henry B. Eyring, primo consigliere della Prima Presidenza, “Montagne
da scalare”, Liahona, maggio 2012, 26.
Per leggere, guardare o ascoltare la Conferenza
generale, visita il sito conference.lds.org.
A g o s t o 2 0 1 2 9
CIÒ IN CUI CREDIAMO
Il sacramento
I
l sacramento è una sacra ordinanza del sacerdozio che viene
celebrata ogni domenica. Gesù
Cristo istituì questa ordinanza
quando era sulla terra e, ai nostri
giorni, l’ha restaurata tramite il
profeta Joseph Smith. “L’ordinanza
del sacramento”, ha detto l’anziano
Dallin H. Oaks del Quorum dei
Dodici Apostoli, “fa della riunione
sacramentale la riunione più sacra
e importante nella Chiesa”.1
Il Signore ci ha comandato di
riunirci ogni domenica e di prendere
il sacramento (vedere DeA 20:75). I
detentori del Sacerdozio di Aaronne
benedicono e distribuiscono il
pane e l’acqua ai membri della
congregazione, i quali prendono il
sacramento in ricordo del corpo e
del sangue di Gesù Cristo. Nel farlo,
si impegnano nuovamente a vivere
secondo le alleanze stipulate con
Dio al battesimo. In modo specifico,
essi promettono di ricordarsi sempre
di Gesù Cristo, di prendere il Suo
nome su di loro e di obbedire ai
Suoi comandamenti (vedere DeA
20:77).
Per prepararsi in modo adeguato
a prendere il sacramento occorre
pentirsi, avere il desiderio di seguire
il Salvatore e avere un “cuore
Per saperne di più, vedere 1 Corinzi
11:23–30; Dottrina e Alleanze 27:2.
10 L i a h o n a
spezzato e uno spirito contrito”
(3 Nefi 9:20). Prendere il sacramento
è un’opportunità settimanale per
fare introspezione e rinnovare il
proprio impegno. La riverenza e la
preghiera danno più valore a questa
esperienza. Le persone che hanno
commesso peccati gravi non devono
prendere il sacramento finché non
si sono pentite, cosa che richiede la
confessione al vescovo o presidente
di ramo (vedere 3 Nefi 18:28–30).
Prendere il sacramento degnamente porta grandi benedizioni,
come il perdono dei peccati, la
compagnia dello Spirito Santo e la
santificazione — l’essere resi santi
— tramite l’Espiazione. ◼
NOTA:
1. Dallin H. Oaks, “La riunione sacramentale e
il sacramento”, Liahona, novembre 2008, 17.
IN BASSO: L’ULTIMA CENA DI SIMON DEWEY; A DESTRA: L’ULTIMA CENA, DI
CARL HEINRICH BLOCH, SU CONCESSIONE DEL MUSEO DI STORIA NAZIONALE
DI FREDERIKSBORG, HILLERØD, DANIMARCA; NE È VIETATA LA RIPRODUZIONE;
DIPINTO DI DEL PARSON; ILLUSTRAZIONI FOTOGRAFICHE DI EDWIN REDRINO,
ROBERT MILNE E CHRISTINA SMITH
RICORDARE IL SALVATORE
3. I detentori del Sacerdozio di Aaronne preparano,
benedicono e distribuiscono il sacramento sotto la
guida del vescovo o presidente di ramo.
1. La notte prima della Sua
crocifissione, Gesù Cristo istituì
il sacramento tra i Suoi apostoli
(vedere Luca 22:19–20).
2. Dopo la Sua risurrezione, il
Salvatore istituì il sacramento
nelle Americhe (vedere 3 Nefi
18:1–11).
4. Durante la riunione
sacramentale ci concentriamo
sull’adorazione e ci asteniamo
da qualunque comportamento
che possa distrarre gli altri.
“Riconosciamo che tutti noi
commettiamo degli errori
e che tutti noi abbiamo
bisogno di confessare i
nostri peccati ed errori al
Padre Celeste e a coloro
che possiamo avere offeso,
e di abbandonarli. Il giorno
del Signore ci fornisce la
preziosa opportunità di
offrire queste cose, che
sono i nostri sacramenti,
al Signore”.
5. Nel prendere il sacramento
con riverenza, ricordiamo la vita,
l’esempio, gli insegnamenti e
l’Espiazione del Salvatore.
Anziano L. Tom Perry del Quorum
dei Dodici Apostoli, “Il giorno del
Signore e il sacramento”, Liahona,
maggio 2011, 8.
LA RISPOSTA A DOMANDE
Coloro che non hanno familiarità con le nostre riunioni domenicali
potrebbero chiedersi se persone di altre fedi possono partecipare
alle nostre funzioni e prendere il sacramento. Tutti sono benvenuti
a venire in Chiesa con noi. Il sacramento esiste per aiutare i membri
a rinnovare le proprie alleanze, ma se ai fini del culto è utile ai
simpatizzanti prendere il sacramento, ciò è certamente permesso.
A g o s t o 2 0 1 2 11
dovere
APPRENDI IL TUO
Il dovere ci rammenta che siamo
tutti amministratori di ciò che il
Creatore ci ha affidato.
Joseph B. Wirthlin nacque l’11 giugno 1917 a
Salt Lake City, nello Utah. Fu sostenuto al Quorum dei Dodici Apostoli nel 1986. Il seguente
brano è tratto da un discorso che egli pronunciò in veste di membro del primo quorum dei
Settanta alla Conferenza generale il 5 ottobre
1980. Per il testo completo in inglese, vedere
Ensign, novembre 1980, su ensign.lds.org.
Anziano Joseph B.
Wirthlin (1917–2008)
Membro del Quorum
dei Dodici Apostoli
12 L i a h o n a
A
lla maggior parte di noi non dispiace
fare ciò che dobbiamo quando ciò
non interferisce con ciò che vogliamo
fare; ma sono necessarie disciplina e maturità
per fare ciò che dobbiamo, sia che ci piaccia o no. Il dovere è troppo spesso ciò che
uno si aspetta dagli altri e non ciò che fa egli
stesso. Quello che la gente pensa, quello che
crede e quello che progetta è molto importante; ma quello che fa è la cosa che conta
più di tutto. È una chiamata a liberarci del
nostro egoismo e a pensare al bene comune
di tutti.
Dobbiamo sempre ricordare che il dovere
ci rammenta che siamo tutti amministratori
di ciò che il Creatore ci ha affidato. Quando
accettiamo volentieri e svolgiamo fedelmente
i nostri doveri troviamo la felicità. Coloro che
fanno della felicità l’obiettivo principale della
vita sono destinati al fallimento, perché la
felicità è un risultato, piuttosto che un fine in
se stesso. La felicità è patrimonio di colui che
svolge il proprio dovere ed è cosciente che
la sua vita è in armonia con Dio e con i Suoi
comandamenti…
Ogni uomo e ogni donna di successo
nella storia del mondo ha conosciuto il
suo dovere e ha sentito il fermo desiderio
di svolgerlo. Il Salvatore aveva un senso
perfetto del dovere. Sebbene quanto Gli
era richiesto sorpassasse i limiti delle capacità umane, Egli si sottomise alla volontà di
Suo Padre e adempì il Suo dovere divino
espiando i peccati dell’umanità.
Joseph Smith era fedele alla sua chiamata
e svolse il suo dovere anche di fronte alle più
severe persecuzioni e ai più grandi sacrifici
personali. Egli perseverò. Egli sopportò e
compì la restaurazione del vero vangelo di
Gesù Cristo…
Il presidente Spencer W. Kimball [1895–
1985] ha accettato l’impegno di portare il
Vangelo in tutti gli angoli della terra. Egli
assolve fedelmente il suo dovere ed è per
noi un meraviglioso esempio in tutto ciò che
fa per propagare il vangelo d’amore. Il risultato è una chiesa universale e l’adempimento
delle profezie degli ultimi giorni.
Questi grandi uomini… potevano scegliere di seguire una via più facile di quella
che li obbligava a compiere il loro dovere.
Ma non lo fecero. Certamente il dovere non
sempre portava loro comodità personali o
lussi. Compiere il proprio dovere significava
spesso grandi sacrifici e difficoltà personali;
tuttavia essi scelsero il dovere e lo assolsero
fedelmente.
La vita ci chiede di compiere molti doveri
— alcuni di tipo ordinario, altri più significativi e importanti. Una parte integrante del
dovere è dare il buon esempio e approfittare
di ogni occasione per aiutare gli altri a salire
ILLUSTRAZIONE FOTOGRAFICA DI CRAIG DIMOND
I C L A SS I C I DEL VA N G ELO
la lunga ascesa della vita. Questo si può fare con una parola
di incoraggiamento, con un
complimento, una stretta di
mano, una dimostrazione di
interesse. E dobbiamo tener
presente che se impariamo
bene i nostri doveri quaggiù,
ci prepariamo anche per lo
svolgimento dei nostri doveri
nell’aldilà…
L’assoluta necessità di compiere il nostro dovere in casa,
in chiesa e sul lavoro ed anche
per la nostra amata patria… è
illustrata in modo stupendo dal
Grande Maestro, Gesù il Cristo.
Egli dichiarò:
“Non v’è… albero buono
che faccia frutto cattivo, né v’è
albero cattivo che faccia frutto
buono;
poiché ogni albero si riconosce dal suo proprio frutto;
perché non si colgon fichi dalle
spine, né si vendemmia uva dal
pruno.
L’uomo buono dal buon
tesoro del suo cuore reca fuori
il bene; e l’uomo malvagio, dal
malvagio tesoro reca fuori il
male; poiché dall’abbondanza
del cuore parla la sua bocca.
Perché mi chiamate Signore,
Signore, e non fate quello che
dico?
Una parte
integrante
del dovere è
dare il buon
esempio e
approfittare
di ogni occasione per
aiutare gli
altri a salire
la lunga
ascesa della
vita.
Chiunque viene a me ed
ascolta le mie parole e le mette
in pratica, io vi mostrerò a chi
somiglia.
Somiglia ad un uomo il
quale, edificando una casa,
ha scavato e scavato profondo,
ed ha posto il fondamento
sulla roccia: e venuta una
piena, la fiumana ha investito
quella casa e non ha potuto
scrollarla perché era stata
edificata bene.
Ma chi ha udito e non ha
messo in pratica, somiglia ad
un uomo che ha edificato una
casa sulla terra, senza fondamento; la fiumana l’ha investita,
e subito è crollata; e la ruina
di quella casa è stata grande”
(Luca 6:43–49).
“Non stancatevi di far bene”
(DeA 64:33), miei cari fratelli
e sorelle. La fedeltà al proprio
dovere è un segno dei veri
discepoli del Signore e dei figli
di Dio. Siate coraggiosi nell’adempimento del vostro dovere.
Tenete il passo. Non fallite nel
vostro compito più importante,
quello di mantenere il secondo
stato. Siate fedeli al vostro
dovere, poiché ciò vi porterà
a Dio.
Vi porto la mia profonda e
sincera testimonianza che questa è l’unica via per ottenere la
felicità e aiutare il regno a crescere e a fiorire. ◼
Le maiuscole e la divisione in paragrafi
sono state normalizzate.
A g o s t o 2 0 1 2 13
A SINISTRA: FOTOGRAFIA DI CRAIG DIMOND; A DESTRA, DALL’ALTO: FOTOGRAFIE DI JED A. CLARK © IRI, JEFFREY ALLRED © DESERET NEWS, © DESERET NEWS E CHRISTINA SMITH

14 L i a h o n a

THOMAS S. MONSON
Rispondere alla
voce del dovere
Tanto tempo fa il presidente Thomas S. Monson si è
impegnato a svolgere il suo dovere di compiere l’opera
del Signore e di seguire l’esempio di Gesù Cristo.
Heidi S. Swinton
I
l presidente Thomas S. Monson ha detto
molte volte: “Mi piace la parola dovere.
Egli la considera “qualcosa di sacro”.1
Dell’adempimento del suo dovere come
16esimo presidente della Chiesa di Gesù
Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ha detto:
“Impegno la mia vita, la mia forza — tutto ciò
che ho da offrire — a servire Lui e a dirigere
gli affari della Sua Chiesa secondo la Sua
volontà e la Sua ispirazione”.2
Famoso per il servizio reso agli altri,
durante lo svolgimento di incarichi all’estero
il presidente Monson ha regalato vestiti e
scarpe per tornare a casa in pantaloni e
pantofole. Ha sviluppato l’abitudine di visitare amici e conoscenti che hanno bisogno di
incoraggiamento. Ha benedetto innumerevoli
persone in ospedali e case di cura, ha seguito
il suggerimento di fare telefonate e parlato
a così tanti funerali che è difficile tenerne
conto. Ha consegnato cene, polli pronti da
arrostire e libri con dediche affettuose. La
sua agenda quotidiana come presidente della
Chiesa è piena di riunioni e appuntamenti,
ma trova sempre il tempo per le persone
e molto spesso per una persona alla volta.
Negli annali della storia della Chiesa, sarà
ricordato per l’amore che ha per le persone
e per come esprime quell’amore donando
il suo tempo.
L’esempio di dovere di Gesù Cristo
Le azioni del presidente Monson sono
guidate dalla sua testimonianza del Signore
Gesù Cristo. Egli ha detto: “Sebbene sia
venuto sulla terra come Figlio di Dio, Egli
servì umilmente coloro che Lo circondavano. Egli scese dal cielo per vivere sulla
terra come uomo mortale e per istituire
il regno di Dio. Il Suo glorioso vangelo…
plasmò il pensiero del mondo”.3 Il Salvatore
espresse il Suo senso del dovere quando
proclamò: “Sono venuto nel mondo per fare
la volontà del Padre mio” (3 Nefi 27:13).
Dall’alto: il presidente
Monson mostra amore
per le persone mentre
stringe la mano ai boyscout, accetta un dono
(con sua moglie Frances),
guida una bambina a
una cerimonia del primo
colpo di piccone e saluta
la congregazione alla
conferenza generale
(con sua moglie).
A g o s t o 2 0 1 2 15
“Il Salvatore
era sempre
intento a insegnare, testimoniare e salvare
gli altri. Questo
è nostro dovere
individuale
come membri”.
Con determinazione e gentilezza suprema derivanti da
una prospettiva eterna, Egli
“è andato attorno facendo
del bene,… perché Iddio era
con lui” (Atti 10:38).
Il presidente Monson sottolinea che quando il dovere
chiamò Gesù Cristo nel
giardino di Getsemani, Egli
rispose: “Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come
voglio io, ma come tu vuoi”
(Matteo 26:39). Il Salvatore conosceva il
Suo dovere di guidare, edificare e incoraggiare tutti i figli di Suo Padre e rispose
più volte al suo richiamo. Il presidente
Monson ha detto: “Il Salvatore era sempre intento a insegnare, testimoniare e
salvare gli altri. Questo è nostro dovere
individuale… come membri”.4
Imparare ad adempiere il proprio
dovere
Gesù Cristo insegnò nella sinagoga
e al pozzo. Egli benedisse i bambini
e richiamò la figlia di Iairo dalla
morte.
16 L i a h o n a
Il presidente Monson è cresciuto nel
6°-7° rione del palo di Temple View,
nello Utah. È lì che, sotto la guida
di saggi dirigenti del sacerdozio, ha
appreso i doveri relativi all’adempimento dei suoi incarichi nel sacerdozio
e ha acquisito la conoscenza e la testimonianza del vangelo di Gesù Cristo
grazie a insegnanti ispirati.
Nel 1950, all’età di 22 anni, Thomas
Spencer Monson fu sostenuto vescovo
del suo rione. Mise in pratica ciò che
aveva appreso sul dovere con coloro
che gliene avevano insegnato il significato. Era il padre del rione, il presidente
del Sacerdozio di Aaronne, colui che si
prendeva cura dei poveri e bisognosi e
che teneva in ordine i documenti, oltre
che giudice comune in Israele. I suoi
doveri erano tanti, ma egli
li affrontò col suo caratteristico ottimismo.
Uno dei suoi doveri
come vescovo era quello
di inviare ad ogni militare
arruolato l’abbonamento
alle riviste Church News
e Improvement Era e
di scrivere ogni mese
una lettera personale
ad ognuno di loro. Dal
momento che il presidente Monson aveva
servito in marina durante la II Guerra
mondiale, apprezzava l’importanza di
una lettera da casa. Nel suo rione c’erano 23 membri arruolati, così chiamò
una sorella del rione per gestire i dettagli relativi alla spedizione delle lettere. Una sera le consegnò il pacchetto
mensile composto dalle 23 lettere.
“Vescovo, non si scoraggia mai?”
domandò lei. “Qui c’è un’altra lettera per
fratello Bryson. Questa è la 17esima lettera che gli invia senza ricevere risposta”.
“Beh, magari questo è il mese giusto”,
disse lui. E fu così. La risposta di fratello
Bryson diceva: “Caro vescovo, non sono
molto bravo a scrivere lettere. Grazie
per Church News e le altre riviste, ma
soprattutto grazie per le lettere personali.
Ho cambiato pagina. Sono stato ordinato
all’ufficio di sacerdote nel Sacerdozio di
Aaronne. Il mio cuore è colmo. Sono un
uomo felice”.
In quella lettera il presidente Monson
vide l’applicazione pratica della massima:
“Fa’ il tuo dovere al meglio e lascia a Dio
il resto”. Anni dopo, durante una conferenza di palo, egli parlò dell’esperienza
vissuta nello scrivere ai militari. Dopo la
riunione, un giovane lo raggiunse e gli
chiese: “Vescovo, si ricorda di me?”
A SINISTRA DALL’ALTO: LUCE E VERITÀ, DI SIMON DEWEY; ACQUA VIVA, DI SIMON DEWEY; ALZATI E CAMMINA, DI SIMON DEWEY; DIPINTO DI DAN BURR; A DESTRA: ILLUSTRAZIONE DI PAUL MANN


Subito il presidente Monson rispose:
“Fratello Bryson! Come sta? Cosa sta facendo
nella Chiesa?”
L’ex militare rispose con grande piacere
che stava bene e che serviva nella presidenza
del quorum degli anziani. “Grazie ancora per
il suo interessamento e per le lettere personali che mi ha scritto, e di cui faccio tesoro”.5
Di eventi come questi il presidente
Monson ha detto: “Spesso i piccoli atti di
servizio sono quanto richiesto per sollevare
e aiutare un’altra persona: una domanda
sulla famiglia; parole intelligenti di incoraggiamento; un sincero complimento; un
biglietto di ringraziamento; una breve telefonata. Se osserviamo e stiamo attenti, e se
agiamo in base ai suggerimenti che riceviamo, possiamo fare molte cose buone”.6
Imparare ad adempiere il nostro dovere
“Anche noi, seguendo oggi i… passi
[di Gesù Cristo], avremo la possibilità di
influenzare positivamente la vita degli altri”,
ha detto il presidente Monson. “Gesù ci invita
a dare… noi stessi: ‘Ecco, il Signore richiede
il cuore e una mente ben disposta’”.7
La visione che il nostro profeta ha del
dovere richiede di guardare oltre l’ambizione
personale, il successo, la convenienza o il
piacere per vedere e rispondere al bene più
grande. Il presidente Thomas S. Monson ha
detto: “Per trovare la vera felicità dobbiamo
cercarla in un impegno al di fuori di noi
stessi. Nessuno ha compreso il significato del
vivere fino a quando ha sacrificato il suo ego
sull’altare del servizio al prossimo. Il servizio agli altri è come il dovere che, quando è
fatto, porta la vera gioia”.8
Egli crede che l’amicizia renda più semplice il servizio reso agli altri. “Un amico si
preoccupa più di aiutare le persone che di
ricevere credito per le sue buone azioni”, ha
affermato. “Un amico si interessa. Un amico
ama. Un amico ascolta. E un amico aiuta”.9
Quando il presidente
Monson chiese a tutti
coloro la cui vita era
stata toccata dal presidente di palo di alzarsi,
i fedeli cominciarono
a farlo finché tutta la
congregazione non fu
in piedi.
A g o s t o 2 0 1 2 17

Alcuni anni fa il presidente Monson parteda incoraggiare, cuori da ispirare e anime
“Spesso i piccoli
cipò a una conferenza di palo a Star Valley, nel
da salvare”.14
atti di servizio
Wyoming, USA, con l’incarico di riorganizzare
“Forse quando ci troveremo davanti al
sono quanto
la presidenza di palo. Ma fece qualcosa di più
nostro Creatore, non ci verrà chiesto: ‘Quanti
che espletare questo dovere. Nel rilasciare
incarichi hai svolto’, ma piuttosto ‘Quante
richiesto per
il presidente di palo, E. Francis Winters, che
persone hai aiutato?’” 15
sollevare
e
aiuaveva servito per 23 anni, con un semplice
“Nello svolgimento delle nostre attività
gesto egli toccò la vita di coloro che presero
quotidiane
scopriamo innumerevoli occatare un’altra
parte alla conferenza.
sioni di emulare l’esempio del Salvatore.
persona”.
Il giorno della conferenza di palo, i fedeli
Quando il nostro cuore è sintonizzato sui
riempirono l’edificio. Sembrava che tutti stesSuoi insegnamenti, scopriamo la vicinanza
sero pronunciando “un grazie silenzioso a
inconfondibile del Suo divino aiuto. [È quasi
quel nobile dirigente” che evidentemente aveva svolto il
come se ricevessimo un incarico dal Signore]; e poi ci
proprio dovere con accorata devozione. Nel parlare alla
accorgiamo che, quando siamo impegnati a svolgere la
congregazione, il presidente Monson parlò di quanto a
missione affidataci dal Signore, abbiamo diritto all’aiuto
lungo avesse presieduto sul palo il presidente Winters e di del Signore”.16
come fosse stato “per tutti nella valle un pilastro perpetuo
“Imparando a conoscerLo, credendo in Lui e seguendi forza”. Poi si sentì spinto a fare qualcosa che non aveva
doLo, possiamo diventare come Lui. Il [nostro] compormai fatto prima e che non ha più fatto in seguito. Chiese a tamento può cambiare, il [nostro] cuore può addolcirsi,
tutti coloro che erano stati toccati dalla vita del presidente
il [nostro] passo può allungarsi, il [nostro] aspetto
Winter di alzarsi. Il risultato fu stupefacente. Ogni persona può migliorare. La vita diventa quello che dovrebbe
presente si alzò in piedi.
diventare”.17
Il presidente Monson disse alla congregazione, in cui
Come il nostro profeta, il presidente Thomas S. Monmolti occhi erano pieni di lacrime: “Questa vasta folla
son, possiamo impegnarci a svolgere il nostro dovere di
rispecchia non soltanto i sentimenti individuali, ma anche
compiere l’opera del Signore e seguire l’esempio di Gesù
la gratitudine di Dio per una vita ben vissuta”.10
Cristo. ◼
La testimonianza sul dovere del nostro profeta
Il presidente Monson ci ha dato questi incoraggianti
insegnamenti riguardo al dovere:
“Qualunque sia la nostra chiamata, a prescindere
dalle nostre paure e ansietà, preghiamo e poi andiamo e
agiamo, ricordando le parole del Maestro, il Signore Gesù
Cristo, che promise: ‘Io sono con voi tutti i giorni, sino alla
fine dell’età presente’”.11
“Possiamo rafforzarci reciprocamente, abbiamo la capacità di notare le cose che passano inosservate. Se abbiamo
occhi che vedono, orecchie che ascoltano e un cuore che
sa e percepisce, possiamo raggiungere e salvare coloro di
cui siamo responsabili”.12
“Nessuno di noi vive da solo — nella propria città, nel
proprio paese o nel mondo. Non c’è spartiacque tra la
nostra prosperità e la povertà del nostro prossimo”.13
“Vi sono gambe da rafforzare, mani da stringere, menti
18 L i a h o n a
NOTE
1. Thomas S. Monson, “Pietre d’inciampo, fede e miracoli”, La Stella,
giugno 1996, 20; “Happy Birthday”, Ensign, marzo 1995, 59.
2. Thomas S. Monson, “Guardare indietro e procedere in avanti”,
Liahona, maggio 2008, 90.
3. Thomas S. Monson, “Il costruttore di ponti”, Liahona,
novembre 2003, 68.
4. Thomas S. Monson, “Ansiosamente impegnati”, Liahona,
novembre 2004, 56.
5. Thomas S. Monson, “La voce del dovere”, La Stella , maggio 1986, 36.
6. Thomas S. Monson, “Tre obiettivi che vi guidino”, Liahona,
novembre 2007, 120–121.
7. Thomas S. Monson, “I doni di Natale”, Liahona, dicembre 2003, 2.
8. Thomas S. Monson, “The Lord’s Way”, Ensign, maggio 1990, 93.
9. Thomas S. Monson, “In soccorso”, Liahona, luglio 2001, 59.
10. Thomas S. Monson, “La vostra casa eterna”, Liahona, luglio 2000, 70.
11. Thomas S. Monson, “Essi pregano e vanno”, Liahona, luglio 2002, 57.
12. Thomas S. Monson, “La chiamata a servire”, Liahona, gennaio 2001, 58.
13. Thomas S. Monson, “La ricerca della vita ad esuberanza”, La Stella,
agosto 1988, 6.
14. Thomas S. Monson, “Un fermo sostegno”, Liahona, novembre 2006, 68.
15. Thomas S. Monson, “Faces and Attitudes”, New Era, settembre 1977, 50.
16. Thomas S. Monson, “Finestre”, La Stella, gennaio 1990, 63.
17. Thomas S. Monson, “La via del Maestro”, Liahona, gennaio 2003, 4.
SERVIZIO NELLA CHIESA
SERVIRE
I SINGOLI
Al VanLeeuwen
ILLUSTRAZIONE FOTOGRAFICA DI CODY BELL
Q
uando ero al primo anno di università, strinsi quasi subito amicizia con
altre due matricole, un allevatore e
un contadino. Formavamo un trio improbabile: due ragazzi di campagna dell’ovest degli
Stati Uniti, coi piedi ben piantati a terra, e un
elegantone di città della costa orientale dalla
parola facile. Dopo la laurea, essi tornarono a
casa, rispettivamente all’allevamento e alla fattoria, mentre io entrai nel mondo degli affari.
Le nostre vite procedevano e noi ci tenevamo in contatto inviandoci ogni anno dei
biglietti per Natale o scambiandoci qualche
telefonata. A 35 anni circa, avevo servito due
volte come capo scout. In seguito, quando
io ero alla fine del mio secondo “giro” come
assistente dirigente del nido, i miei due amici
servivano nei loro rispettivi vescovati. Col passare del tempo caddi nella trappola di paragonare le mie chiamate a quelle dei miei amici e
cominciai a sentirmi indesiderato e ignorato.
Quando avevo circa 45 anni e vedevo altre
persone che ricevevano delle chiamate di
dirigenza, la mia mente rimaneva turbata per
giorni. Ogni volta che qualcuno veniva chiamato a una posizione di dirigenza nel rione
o nel palo, Satana mi sussurrava all’orecchio
che non ero degno o che mi mancava la fede
necessaria per avere chiamate di questo tipo.
Razionalmente riuscivo a respingere tali pensieri grazie alla preghiera e allo studio, ma
continuavo a lottare con la mia autostima. A
50 anni essere “solo un anziano” e fare l’arbitro alle partite di basket dei giovani, mentre i
miei amici servivano nelle presidenze di palo,
non era ciò che mi ero figurato che avrei fatto
a quell’età.
Poi ebbi un’esperienza che cambiò la mia
comprensione del Vangelo. Una domenica
stavo dando assistenza a mia moglie in una
classe della Primaria piena di bambini di sette
anni molto vivaci. Quando cominciò l’attività
di gruppo della Primaria, notai che una bambina della classe era rannicchiata sulla sedia
ed evidentemente non si sentiva bene. Lo
Spirito mi suggerì che aveva bisogno di conforto, così mi sedetti accanto a lei e le chiesi
cosa avesse. Non mi rispose ma sembrava
essere veramente angosciata, così cominciai
a sussurrarle dolcemente una canzone.
La Primaria stava imparando una nuova
canzone e quando cantammo: “Se ascolto
con il cuor io odo il Signor”,1 cominciai a
sentire una luce e un calore incredibili che
mi riempivano l’anima. Mi sentivo circondato
da braccia eterne d’amore. Compresi che
il Padre Celeste aveva udito la preghiera di
questa bambina e che io ero lì per darle il
conforto che Egli desiderava offrirle. La mia
comprensione spirituale si schiuse e ricevetti
una testimonianza personale dell’amore che
il nostro Salvatore ha per lei, per ognuno dei
Suoi figli e per me. Sapevo che Egli si fidava
del fatto che servissi una persona bisognosa
e io ero dove Egli voleva che io fossi. Imparai
che quando serviamo i singoli, siamo le Sue
mani.
Sono felice di qualunque opportunità di
servizio e cerco di rimanere degno di sentire
i suggerimenti dello Spirito e di essere dove il
Padre Celeste vuole che io sia quando uno dei
Suoi figli ha bisogno di servizio. ◼
QUANTE
PERSONE
HAI AIUTATO?
“Forse quando
staremo faccia a
faccia con il nostro
Creatore, non ci
verrà chiesto: ‘Quali
titoli hai avuto?’,
ma piuttosto
‘Quante persone
hai aiutato?’ In
realtà non potremo
mai amare il Signore
fino a quando
non Lo serviremo
servendo la Sua
gente”.
Thomas S. Monson, “Faces
and Attitudes”, New Era,
settembre 1977, 50.
NOTA:
1. Sally DeFord, “Se ascolto con il cuor” Schema per le
attività di gruppo 2011, 28.
A g o s t o 2 0 1 2 19
Londra, Inghilterra
Bangalore, India
Kathryn H. Olson
Servizi di benessere
R
ipulire edifici, pulire pavimenti, istruire studenti, raccogliere cibo, aiutare
gli immigrati, visitare vedove, togliere
erbacce e dipingere scuole. Questi sono solo
alcuni dei tanti progetti di servizio portati
avanti l’anno scorso dai membri della Chiesa
che hanno risposto all’invito della Prima
Presidenza di tenere una giornata di servizio
per commemorare il 75esimo anniversario
del programma di benessere. Questi progetti
hanno influenzato profondamente coloro che
hanno servito e quelli che hanno ricevuto il
servizio. Molte comunità in tutto il mondo
sono state cambiate in meglio.
Londra, Inghilterra
I membri della Chiesa di Londra hanno
celebrato l’anniversario contribuendo a ripulire Tottenham, una città che ha subito le
sommosse di agosto 2011. In un parco della
zona, i volontari hanno tolto erbacce, hanno
costruito aiuole fiorite e raccolto la spazzatura.
20 L i a h o n a
I fedeli hanno anche servito presso una casa
di cura per bambini, dove hanno ripulito i sentieri del giardino e reso l’ambiente della casa
di cura più accogliente per i bambini e le loro
famiglie. Charlotte Illera ha contribuito a coordinare il progetto. “È stato davvero un duro
lavoro, ma è stato anche allegro”, ha affermato.
“Anche una piccola cosa come spazzare può
portare grandi benefici. Non bisogna avere
grandi capacità. Le piccole cose possono fare
la differenza per le altre persone”.
Rudi Champagnie ha condiviso la sua
visione sull’ispirazione che c’è dietro all’invito
a servire della Prima Presidenza: “Penso che
questa rivelazione avesse lo scopo di portarci
gli uni più vicini agli altri e di spingerci fuori,
nella comunità, per incontrare nuove persone”. Ha continuato: “Vedere che la Chiesa
si occupa della comunità è una cosa meravigliosa. Essere parte di tutto questo è anche più
speciale. Ha rafforzato la mia testimonianza e
mi ha donato il desiderio di fare di più”.
FOTOGRAFIA DI GUANTI © DANI VINCEK, 2011 SU PERMESSO DI SHUTTERSTOCK.COM;
ALTRE FOTOGRAFIE DI CHARLOTTE ILLERA, CINDY CLARK E DALE EVANSON.
Onorare una
Bujumbura, Burundi
giornata di servizio
Hong Kong, Cina
I dirigenti adulti dei giovani del Palo di Hong Kong in Cina
hanno chiesto al consiglio dei giovani di scegliere il proprio
progetto di servizio. Dopo aver dato un’occhiata alle necessità della comunità, i giovani hanno deciso di insegnare ai
bambini di una scuola locale provenienti da famiglie a basso
reddito. Circa 125 giovani hanno istruito oltre 80 bambini
su come sviluppare i propri talenti, preparare cibo salutare,
tenere riunioni di famiglia e instaurare vere amicizie.
“Non si è trattato di un intervento una tantum”, ha detto
Anita Shum, presidentessa delle Giovani Donne di palo.
“Ciò che i giovani hanno fatto coi bambini potrebbe avere
un effetto duraturo”. Ha aggiunto che ora i giovani hanno
bei ricordi ed esperienze che li benediranno per sempre.
Accra, Ghana
I membri di Accra, in Ghana, hanno preso parte alla
giornata di servizio dipingendo scuole, spazzando strade
e canali di scolo e ripulendo il terreno circostante ospedali
e cliniche.
Emma Owusu Ansah del Palo ghanese di Christiansborg,
ad Accra, ha partecipato alla programmazione della giornata
di servizio del suo palo. “Lavorare insieme come membri
della Chiesa ci dà unità e rende un principio come quello
del servizio più facile da osservare”, ha detto. Alla fine del
progetto, i membri si sono riuniti per condividere le loro
testimonianze. Ha sottolineato la sorella Ansah: “Dopo
aver ascoltato la testimonianza di ciascuno, ho capito
quello che ci perdiamo quando non serviamo gli altri”.
Quando il presidente Henry B. Eyring, primo consigliere nella Prima Presidenza, ha esteso l’invito a prendere parte a una giornata di servizio, ha parlato dell’unità
che avrebbero portato questi progetti: “Un… principio
evangelico che si è rivelato una guida nello svolgimento
dell’opera di benessere è il potere e la benedizione
dell’unità. Quando uniamo le nostre mani nel servire
il prossimo, il Signore unisce anche i nostri cuori”.1
Córdoba, Argentina
Nonostante la pioggia, in un giorno di ottobre
1.601 membri della Chiesa provenienti da cinque pali
di Córdoba, in Argentina, hanno donato nel complesso
10.234 ore di servizio a una casa di riposo. I fedeli
hanno consegnato indumenti, cibo e kit per l’igiene
A g o s t o 2 0 1 2 21
i membri c’era uno spirito di unità e
servizio, e tra quelli che avevano ricevuto atti di servizio, c’era uno spirito
di profonda gratitudine”.
Falls Church, Virginia, USA
SENTIMENTI
DI CARITÀ
“Il Signore mantiene
la Sua promessa
quando voi mantenete la vostra.
Quando servite gli
altri per Lui, vi fa
sentire il Suo amore
e, col tempo, i
sentimenti di carità
divengono parte
della vostra stessa
natura. Riceverete
la rassicurazione di
Mormon nel vostro
cuore, se persisterete
nel servire il prossimo,
che tutto andrà bene
per voi”.
Presidente Henry B. Eyring,
primo consigliere della
Prima Presidenza, “Un testimone”, Liahona, novembre
2011, 68.
22 L i a h o n a
personale raccolti in precedenza. Si sono
anche occupati del giardino, hanno dipinto
i muri e le panchine e hanno organizzato
uno spettacolo esibendo i loro talenti. Diverse
sorelle si sono anche offerte per fare capelli,
pedicure e manicure.
“So che il progetto non è stato d’aiuto solo
a loro ma anche a me”, ha detto Rocío B. di
14 anni, dopo l’inziativa. “Sapevo che stavo
facendo la cosa giusta e che il Padre Celeste
era contento di me”.
San Paolo, Brasile
I membri del Palo di San Paolo, in Brasile,
sono stati ispirati a raccogliere zucchero, olio,
riso e fagioli e a donare il cibo a due organizzazioni benefiche. Poi hanno addestrato i
rappresentanti delle organizzazioni ai principi
basilari dell’immagazzinamento. I fedeli si
sono anche offerti volontari per presentare
addestramenti riguardanti l’istruzione, le
finanze e il lavoro ai membri del palo e della
comunità per aiutarli a sviluppare le capacità
necessarie a competere per i posti di lavoro
disponibili.
“Le persone della comunità che abbiamo
invitato erano molto contente del lavoro
svolto dalla Chiesa. Molti non ci conoscevano,
ma sono andati via pieni di buoni sentimenti”,
ha detto Kátia Ribeiro, membro del palo. “Tra
Tokorozawa, Giappone
In una scuola elementare di Tokorozawa,
i membri della Chiesa hanno presentato un
seminario sull’immagazzinamento a 50 persone tra genitori ed educatori. A causa del
terremoto di marzo 2011, i membri della
comunità erano ansiosi di imparare a prepararsi per le calamità naturali, soprattutto per
mettere insieme una provvista di cibo a lungo
termine.
“Nonostante si fosse verificato il grande
terremoto nell’est del Giappone, non avevo
fatto nulla per preparami”, ha detto un partecipante. “Sono felice di aver potuto imparare
queste cose. Voglio trovare un luogo per
immagazzinare il cibo e voglio farlo per proteggere la mia cara famiglia”.
Akihito Suda, membro del Palo giapponese
di Musashino, ha osservato che la luce di
IN ALTO: FOTOGRAFIA DI TODD SCHVANEVELDT
Falls Church, Virginia, USA
I membri di Falls Church, in
Virginia, USA, hanno provato la
gioia di servire insieme presso due
rifugi per senzatetto. Mentre sfregava
un muro, Adeana Alvarez ha detto a
un membro del suo rione: “Ho avuto
una settimana difficile ed è una bella
sensazione sfogare la mia frustrazione
su questo muro! Abbiamo tutti bisogno
del servizio ad un certo punto della
nostra vita ed è bello farlo per altre persone”.
Un altro membro del rione, Anne Sorensen,
ha osservato: “È un modo meraviglioso per
essere vicini alla nostra comunità. Adesso mi
sento più coinvolta in quello che accade in
quell’organizzazione. Ogni volta che passo di
qui, penso alle persone che vanno a lezione qui
e spero che il lavoro che abbiamo fatto dia loro
qualcosa di tangibile per credere che non sono
sole in ciò che fanno per migliorare la loro vita”.
Cristo ha toccato la comunità quando i membri hanno mostrato come si erano preparati
per un eventuale momento di crisi. “Cristo è
la luce del mondo”, ha detto. “I Suoi insegnamenti illuminano la comunità”.
Tallinn, Estonia
I membri della Chiesa di Tallinn hanno
trascorso una giornata ad aiutare i membri
bisognosi della comunità a riparare le proprie
case. Alcuni dei partecipanti hanno tagliato
legna e spalato carbone, mentre altri hanno
pulito tappeti, cambiato tende e lavato finestre
e muri.
Maila Chan è andata con la sua famiglia
a visitare una donna anziana e a tagliare la
legna per lei. “Come madre sono felice che
la nostra famiglia abbia vissuto un’esperienza
così bella”, ha detto. “È meraviglioso che,
mentre serviamo gli altri, ci dimentichiamo
completamente dei nostri problemi. So che,
quando serviamo gli altri, serviamo solo il
nostro Dio”.
Margit Timakov ha anche osservato: “Nel
mettere da parte i miei doveri e nell’impegnarmi completamente ad aiutare qualcuno
ho compreso quale forza abbia realmente il
sacrificio. Non abbiamo bisogno di chiedere
perché o se avremmo potuto fare qualcos’altro. Diamoci semplicemente da fare e
aiutiamo. Diamo aiuto perché ci sta a cuore.
Diamo aiuto perché vogliamo seguire l’esempio di Cristo”.
Il frutto della fatica
Le testimonianze di coloro che hanno
servito le proprie comunità in tutto il mondo
ci insegnano che, grazie al servizio, la nostra
testimonianza cresce e noi ci sentiamo meglio
con noi stessi. Il presidente Eyring ha affermato che veniamo benedetti per il nostro
servizio: “Da parte del Maestro estendo un
ringraziamento per il vostro lavoro per servire
i figli del nostro Padre Celeste. Egli vi conosce
e vede i vostri sforzi, la vostra diligenza e il
vostro sacrificio. Prego che voglia accordarvi
la benedizione di vedere il frutto delle vostre
fatiche nella felicità di coloro che avete aiutato
per il Signore”.2 ◼
NOTE
1. Henry B. Eyring, “Opportunità per fare del bene”,
Liahona, maggio 2011, 25.
2. Henry B. Eyring, Liahona, maggio 2011, 26.
RICONOSCIMENTO DA PARTE DELLE COMUNITÀ
U
na delle caratteristiche comuni dei progetti legati
alla giornata di servizio mondiale è stato l’effetto che
questa ha avuto sulle comunità locali. Molti passanti si
sono fermati per porre domande sulla Chiesa a coloro che
hanno partecipato al progetto e i fedeli hanno condiviso le
proprie testimonianze.
In molte parti del mondo, i rappresentanti dei governi
hanno dato riconoscimento agli sforzi dei membri della
Chiesa. Per esempio, in un’intervista radiofonica riguardante la giornata di servizio, il capo del quartiere Kisanga di
Lubumbashi, nella Repubblica Democratica del Congo,
ha esortato i fedeli di altre religioni a seguire l’esempio
dei “Mormoni” nel servire la comunità.
LA RISPOSTA
A DOMANDE
N
el vedere Helping
Hands nella comunità, alcuni potrebbero chiedersi se i
membri della Chiesa
stiano aiutando solo
i loro correligionari o
anche persone di altre
fedi. Naturalmente
aiutiamo entrambi.
Cerchiamo di seguire
l’esempio del Salvatore nel servire, sia
che questo significhi
rastrellare le foglie nel
giardino di un vicino
o inviare e distribuire
tonnellate di provviste
per rispondere a un
disastro naturale. Ci
sforziamo di aiutare
gli altri, indipendentemente dalla loro fede
o cultura.
Del servizio dato da 300 membri della Chiesa nella
zona intorno a Londra, il sindaco, Boris Johnson, ha detto:
“Ora, più che mai, è meraviglioso vedere dei londinesi
concentrati sulla comunità, dei volontari, presentarsi in così
grande numero”.
Il governatore del Connecticut, USA, Dannel Malloy e il
governatore della Virginia, USA, Robert McConnell, hanno
rilasciato delle dichiarazioni ufficiali per rendere onore alle
giornate di servizio offerte nei loro stati. In tale annuncio,
il governatore Malloy ha detto: “Siamo grati alla Chiesa di
Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni per il servizio reso
agli altri e per aver invitato tutti gli altri residenti, di tutte
le fedi e strato sociale, a unirsi ai suoi membri nel celebrare
l’anno dell’anniversario del servizio”.
A g o s t o 2 0 1 2 23
Anziano
Jeffrey R. Holland
Membro del Quorum
dei Dodici Apostoli
ERGERSI
INSIEME
per la causa di Cristo
A
mici, sapete quello che so io: nel
mondo odierno il peccato e la decadenza morale sono così grandi da
colpire tutti, soprattutto i giovani, e sembra
che la situazione peggiori ogni giorno. Sia io
che voi siamo molto preoccupati per la diffusione della pornografia e della povertà, degli
abusi e dell’aborto, delle trasgressioni sessuali
illecite (sia eterosessuali che omosessuali),
della violenza, della volgarità, della crudeltà
e della tentazione, tutte cose che sono vicine
quanto il cellulare di vostra figlia o l’iPad di
vostro figlio.
Per le persone di buona volontà che amano
Dio e hanno preso su di sé il nome di Cristo
c’è sicuramente un modo per ergersi insieme
per la causa di Cristo e contro le forze del
peccato. In questo abbiamo tutto il diritto di
essere arditi e di credere, poiché: “Se Dio è
per noi, chi sarà contro di noi?” (Romani 8:31).
Voi servite, predicate, insegnate e lavorate
con questa fiducia, così faccio anch’io. E nel
farlo, credo che possiamo affidarci anche al
versetto di Romani successivo a quello appena
letto: “Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figliuolo, ma l’ha dato per tutti noi, come
non ci donerà egli anche tutte le cose con lui?”
24 L i a h o n a
LA RISPOSTA
A DOMANDE
I santi degli
ultimi giorni sono
cristiani? Certamente sì. Come
spiega l’anziano
Holland: “Noi
crediamo nella
realtà storica di
Gesù, il quale
camminò lungo
le polverose
strade della Terra
Santa e dichiarò
che Egli è l’unico
Dio, lo stesso
che, nell’Antico
Testamento,
corrisponde al
divino Geova”.
Credo davvero che, se in tutto il mondo
riusciremo a sforzarci maggiormente di non
separarci gli uni gli altri dall’ “amore di Cristo”,
saremo “più che vincitori, in virtù di colui che
ci ha amati” (Romani 8:32, 35, 37).
Dialogo teologico
Gli evangelici e i santi degli ultimi giorni
non hanno sempre avuto un confronto
pacifico. Dai tempi in cui, all’inizio del XIX
secolo, il giovane Joseph Smith ebbe la sua
epifania rivelatrice e la proclamò con audacia,
troppo spesso i nostri rapporti sono stati poco
cordiali.
Eppure, stranamente — e non riesco a non
credere che questo faccia parte di un’orchestrazione divina degli eventi in questi tempi
tumultuosi — gli studiosi santi degli ultimi
giorni e quelli evangelici, così come le figure
dirigenti delle rispettive chiese, dalla fine degli
anni ‘90 sono stati coinvolti insieme in quello
che penso sia diventato un dialogo teologico
stimolante e costruttivo. Si è trattato di uno
sforzo onesto di comprendere e di essere
compresi, un tentativo di sfatare miti e dissipare interpretazioni sbagliate da entrambe le
parti, un’opera d’amore in cui i partecipanti
si sono sentiti motivati e toccati da una forza
quieta che è andata più in profondità di un
normale scambio interconfessionale.
L’IMMAGINE DI CRISTO, DI HEINRICH HOFMANN, PER GENTILE CONCESSIONE DI C. HARRISON CONROY CO.
Il presente articolo è tratto da un discorso tenuto a Salt
Lake City il 10 marzo 2011 per un gruppo di pastori
cristiani americani.
Per le persone di
buona volontà
che amano Dio
e hanno preso
su di sé il nome
di Cristo c’è
sicuramente un
modo per ergersi
insieme per la
causa di Cristo
e contro le forze
del peccato.
A g o s t o 2 0 1 2 25
26 L i a h o n a
Saremmo più
che lieti di stringere la mano
dei nostri amici
evangelici in
un unico impegno cristiano
di rafforzare
la famiglia e
il matrimonio,
di chiedere
più moralità
ai media, di
fornire soccorso
umanitario nei
casi di disastro
naturale, di
affrontare l’onnipresente piaga
della povertà e
di garantire la
libertà religiosa
che ci permetterebbe di parlare
di questioni che
coinvolgono
la coscienza
cristiana.
hanno un’organizzazione gerarchica e organizzativa diversa da gran parte del mondo
evangelico, agli incontri non ha preso parte
alcun rappresentante ufficiale della Chiesa né
ai discorsi sono state date sfumature ecclesiastiche. Come voi, non abbiamo alcun desiderio di scendere a compromessi riguardo a ciò
che ci distingue dal punto di vista dottrinale
o di rinunciare alle convinzioni che fanno
di noi ciò che siamo. Tuttavia desideriamo
non essere fraintesi, non essere accusati di
credenze non nostre e non vogliamo che il
nostro impegno verso Cristo e il Suo Vangelo
venga respinto sommariamente, per non parlare del fatto di essere demonizzati.
Inoltre siamo sempre alla ricerca di un
terreno comune e di compagni nel lavoro
pratico del ministero. Saremmo più che lieti
di stringere la mano dei nostri amici evangelici
in un unico impegno cristiano di rafforzare
la famiglia e il matrimonio, di chiedere più
moralità ai media, di fornire soccorso umanitario nei casi di disastri naturali, di affrontare
l’onnipresente piaga della povertà e di garantire la libertà religiosa che ci permetterebbe di
parlare di questioni che riguardano i problemi
sociali del nostro tempo e che coinvolgono
la coscienza cristiana. Su quest’ultimo punto:
spero che non venga mai il giorno in cui a
me, a voi o a qualunque altro ministro di culto
di questa nazione venga proibito di predicare dal pulpito la dottrina che ritiene vera.
Ma alla luce dei recenti eventi sociopolitici e
delle attuali sfide giuridiche che ne derivano,
soprattutto per quanto riguarda la santità del
matrimonio, quel giorno potrebbe essere alle
porte se non agiamo in modo incisivo per
prevenirlo.2
Quanto più grande e unita è la voce
cristiana, tanto più è probabile che la nostra
visione di queste questioni possa prevalere.
A questo proposito dovremmo ricordare
l’ammonimento del Salvatore relativo a
ILLUSTRAZIONI FOTOGRAFICHE DI HOWARD COLLETT © IRI E RUTH SIPUS © IRI
Il primo di questi dialoghi formali ha avuto
luogo nella primavera del 2000 presso la
Brigham Young University. Man mano che
il dialogo prendeva forma, era chiaro che i
partecipanti stavano cercando un qualche tipo
di paradigma, un modello, un punto di riferimento. Dovevano esserci scontri, discussioni e
dibattiti? Il confronto avrebbe dovuto produrre
un vincitore e un perdente? Quanto schietto
e onesto avrebbe dovuto essere? Alcuni santi
degli ultimi giorni si chiedevano: gli “altri”
vedono queste conversazioni come un “banco
di prova” perché possiamo avere un posto
nella cristianità? Si tratta di uno sforzo su vasta
scala per “aggiustare” il Mormonismo, per renderlo più cristiano in senso tradizionale, più
accettabile agli occhi degli spettatori scettici?
A loro volta, alcuni evangelici si chiedevano: gli “altri” fanno sul serio, o questo è
solo un’altra forma del loro tipico proselitismo
missionario? Può una persona essere cristiana,
così come inteso nel Nuovo Testamento, e
non accettare le convinzioni successive adottate dalla maggior parte del mondo cristiano?
Una domanda che ha continuato a riaffiorare
da entrambe le parti è in che misura la grazia
di Dio può compensare la “cattiva teologia”.
Molto presto queste questioni sono giunte a
far parte del dialogo stesso e, nel processo, la
tensione ha cominciato a dileguarsi.
L’atmosfera iniziale di formalità ha lasciato il
passo a un’informalità molto più amichevole,
una vera forma di fratellanza e sorellanza, fatta
di gentilezza nelle divergenze, rispetto per le
opinioni contrastanti e senso di responsabilità
rivolto alla vera comprensione (anche se non
necessariamente all’accordo) di coloro che
provengono da altre fedi: la responsabilità di
rappresentare in modo accurato le proprie
dottrine e consuetudini e di cogliere quelle
degli altri allo stesso modo. Il dialogo è giunto
a godere di una “civiltà obbligata”.1
Dal momento che i santi degli ultimi giorni
Per ulteriori informazioni sul
fatto che i santi degli ultimi
giorni sono cristiani, vedere
“About Mormons” nella
sezione delle FAQ di Mormon​
.org; “Cristianità: seguire
Gesù in parole e azioni” nelle
Notizie mormoni su Mormoni​
.com; e Gordon B. Hinckley,
“La testimonianza di un
profeta”, La Stella, luglio
1993, 111.
“ogni regno diviso in parti contrarie”: una casa, cioè, che
scopre di non riuscire a ergersi unita contro nemici molto
più uniti tra di loro i quali spesso perseguono obiettivi
iniqui (vedere Luca 11:17).
Il Cristo che adoriamo
Partendo da parte di questa storia e con la speranza
che non dissentiremo dove non ce n’è necessità, desidero
portare testimonianza, cari amici, del Cristo che riveriamo
e adoriamo nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli
Ultimi Giorni. Noi crediamo nella realtà storica di Gesù, il
quale camminò lungo le polverose strade della Terra Santa
e dichiarò che Egli è l’unico Dio, lo stesso che, nell’Antico
Testamento, corrisponde al divino Geova. Dichiariamo che
Egli era pienamente Dio nella Sua divinità e pienamente
umano nella Sua esperienza mortale, il Figlio che era un
Dio e il Dio che era Figlio; che Egli, per usare il linguaggio
usato nel Libro di Mormon, è “l’Eterno Iddio” (frontespizio
del Libro di Mormon).
Testimoniamo che Egli è uno col Padre e con lo Spirito
Santo, e che tutti e Tre sono Uno: uno nello spirito, uno
nella forza, uno nello scopo, uno nella voce, uno nella
gloria, uno nella volontà, uno nella bontà e uno nella grazia; uno in ogni possibile forma e aspetto dell’unità eccetto
che nella separazione del Loro corpo fisico (vedere 3 Nefi
11:36). Attestiamo che Cristo nacque da un Padre divino
e da una madre vergine; che dall’età di 12 anni si occupò
dell’opera del Padre Suo; che, nel farlo, visse una vita
perfetta, senza peccato, fornendo così un modello per tutti
coloro che vengono a Lui per ottenere salvezza.
Portiamo testimonianza di ogni sermone che pronunciò,
di ogni preghiera che proferì, di ogni miracolo che invocò
dal cielo e di ogni atto redentore che compì. Limitatamente a questo testimoniamo che, nell’adempiere il piano
divino per la nostra salvezza, Egli prese su di Sé tutti i
peccati, dolori e malattie del mondo, sanguinando da ogni
poro per l’angoscia provata, a cominciare dal Getsemani
per morire sulla croce del Calvario, morte che fu un’offerta
sostitutiva di quei peccati e peccatori, compreso ognuno
di noi.
All’inizio del Libro di Mormon un profeta nefita vide
che “[Gesù] veniva innalzato sulla croce e ucciso per i peccati del mondo” (1 Nefi 11:33). Più avanti il Signore stesso
afferma: “Ecco, io vi ho dato il mio Vangelo, e questo è il
Vangelo che vi ho dato — che sono venuto nel mondo
per fare la volontà del Padre mio, perché mio Padre mi
ha mandato. E mio Padre mi ha mandato, affinché fossi
innalzato sulla croce” (3 Nefi 27:13–14; vedere anche
DeA 76:40–42). È davvero un dono dello Spirito “sapere
che Gesù Cristo è il Figlio di Dio, e che fu crocifisso per
i peccati del mondo” (DeA 46:13).
Dichiariamo che tre giorni dopo la crocifissione, Egli
si levò dalla tomba all’immortalità gloriosa come primizia della risurrezione, rompendo così i legami fisici
della morte e quelli spirituali dell’inferno, fornendo un
futuro immortale sia per il corpo che per lo spirito, un
futuro che può realizzarsi nella sua pienezza di gloria e
magnificenza solo se accettiamo Lui e il Suo nome come
l’unico “sotto il cielo… che sia stato dato agli uomini, per il
quale noi abbiamo ad esser salvati”. Non c’è, né può mai
A g o s t o 2 0 1 2 27
esserci, salvezza in “alcun altro nome” (Atti 4:12).
Proclamiamo che Egli tornerà sulla terra, questa volta
in potere, maestà e gloria, per regnare come Re dei re e
Signore dei signori. Questo è il Cristo che adoriamo, Colui
nella cui grazia confidiamo in modo implicito ed esplicito
e Colui che è il “Pastore e Vescovo delle anime [nostre]”
(1 Pietro 2:25).
A Joseph Smith una volta fu posta la seguente
domanda: “Quali sono i principi fondamentali della vostra
religione?” Egli rispose: “I principi fondamentali della
nostra religione sono la testimonianza degli Apostoli e dei
Profeti riguardo a Gesù Cristo; che Egli morì, fu sepolto,
risuscitò il terzo giorno e ascese al cielo; tutte le altre cose
inerenti alla nostra religione sono soltanto un complemento di ciò”.3
Di regola, i santi degli ultimi giorni sono noti come
persone laboriose, dediti alle opere. Per noi le opere di
rettitudine, che potremmo riassumere nell’espressione
“discepolato devoto”, sono misura inequivocabile della
realtà della nostra fede. Come Giacomo, fratello di Gesù,
crediamo che la vera fede si manifesti sempre nella fedeltà
(vedere Giacomo 2). Insegniamo che i puritani erano più
vicini alla verità di quanto pensassero quando si aspettavano che quelli che avevano stretto alleanza camminassero
“in santità” (DeA 20:69).
La salvezza e la vita eterna sono gratuite (vedere
2 Nefi 2:4); di fatto, sono i più grandi tra i doni di Dio
(vedere DeA 6:13; 14:7). Nondimeno, insegniamo che è
necessario prepararsi per ricevere quei doni dichiarando
e dimostrando “fede nel Signore Gesù Cristo” (Articoli
28 L i a h o n a
di Fede 1:4) e confidando nei “meriti e [nella] misericordia e [nella] grazia del Santo Messia” (2 Nefi 2:8; vedere
anche 2 Nefi 31:19; Moroni 6:4). Secondo noi, i frutti di
quella fede comprendono il pentimento, la stipulazione
di alleanze e ordinanze evangeliche (incluso il battesimo)
e un cuore grato che ci spinge a spogliarci di qualsiasi
impurità, a prendere “ogni giorno la [nostra] croce” (Luca
9:23) e a osservare i Suoi comandamenti — tutti i Suoi
comandamenti (vedere Giovanni 14:15). Come l’apostolo Paolo, ci rallegriamo: “Ma ringraziato sia Dio, che
ci dà la vittoria per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo”
(1 Corinzi 15:57). In questo stesso spirito, come scrisse
un profeta del Libro di Mormon: “Noi parliamo di Cristo,
gioiamo in Cristo, predichiamo il Cristo, profetizziamo di
Cristo… affinché i nostri figlioli possano sapere a quale
fonte possono rivolgersi per la remissione dei loro peccati… e possano volgere lo sguardo a quella vita che è
in Cristo” (2 Nefi 25:26, 27).
Spero che questa testimonianza che porto a voi e al
mondo vi aiuti a comprendere un po’ dell’amore inesprimibile che proviamo per il Salvatore del mondo nella
Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.
Appello alla coscienza cristiana
Data la devozione che condividiamo per il Signore
Gesù Cristo e considerate le sfide che affrontiamo nella
nostra società, possiamo certamente trovare il modo
per unirci in un appello nazionale, o internazionale,
alla coscienza cristiana. Alcuni anni fa Tim LaHaye
scrisse:
LA CROCIFISSIONE, DI HARRY ANDERSON © IRI; È RISORTO, DI DEL PARSON
È davvero un dono
dello Spirito “sapere
che Gesù Cristo è il
Figlio di Dio, e che
fu crocifisso per i
peccati del mondo”.
“Se noi americani religiosi lavoriamo
insieme in nome delle preoccupazioni morali
che condividiamo, possiamo riuscire a ristabilire le norme morali civiche che i nostri padri
pensavano fossero garantite dalla Costituzione
[degli Stati Uniti]…
Tutti i cittadini religiosi della nostra nazione
devono sviluppare rispetto per le altre persone religiose e il loro credo. Non dobbiamo
accettare le convinzioni degli altri, ma possiamo rispettare le persone e comprendere
che abbiamo più cose in comune gli uni con
gli altri di quelle che avremo mai con coloro
che vogliono secolarizzare questo paese. È
tempo che tutti i cittadini impegnati dal punto
di vista religioso si uniscano contro il nemico
comune”.4
Senza dubbio è in parte rischioso imparare qualcosa di nuovo che riguarda qualcun
altro. Le nuove idee influenzano sempre le
vecchie prospettive e quindi è inevitabile che
abbiano luogo ripensamenti e una certa riorganizzazione e ristrutturazione della nostra
visione del mondo. Quando guardiamo oltre
il colore, il gruppo etnico, lo strato sociale, la
chiesa, la sinagoga, la moschea, il credo o le
dichiarazioni di fede delle persone, e quando
cerchiamo di fare del nostro meglio per
vederle per ciò che sono, figlie dello stesso
Dio, dentro di noi accade qualcosa di buono
e prezioso, e ci troviamo quindi in una più
stretta comunione con quel Dio che è il Padre
di tutti noi.
Di poche cose c’è più bisogno in questo
mondo difficile e confuso della convinzione
cristiana, della compassione cristiana e della
comprensione cristiana. Nel 1843, meno di
un anno prima della sua morte, Joseph Smith
osservò: “Se penso che l’umanità sia in errore,
la butterò giù? No, la solleverò, e lo farò come
vorrà se non riuscirò a persuaderla che i miei
sistemi sono migliori; né cercherò di costringere alcuno a credere in ciò che credo io, se
“Credete in
Gesù Cristo e
nel Vangelo di
salvezza che ha
rivelato?” chiese
il profeta Joseph
Smith. “Ci credo
anch’io. I cristiani
dovranno smetterla di azzuffarsi
e di contendere
gli uni con gli
altri per coltivare
i principi di unità
e amicizia; e lo
faranno prima
che giunga il
millennio e Cristo
prenda possesso
del Suo regno”.
non con la sola forza del ragionamento, anche
perché la verità si farà strada. Credete in
Gesù Cristo e nel Vangelo di salvezza che ha
rivelato? Ci credo anch’io. I cristiani dovranno
smetterla di azzuffarsi e di contendere gli uni
con gli altri per coltivare i principi di unità
e amicizia; e lo faranno prima che giunga il
millennio e Cristo prenda possesso del Suo
regno”.5
Concludo esprimendo amore per voi, così
come accade in due commiati presenti nelle
nostre Scritture. Il primo è tratto dall’autore
di Ebrei, nel Nuovo Testamento:
“[Possa] l’Iddio della pace che in virtù del
sangue del patto eterno ha tratto dai morti
il gran Pastore delle pecore, Gesù nostro
Signore,
[rendervi] compiuti in ogni bene, onde
facciate la sua volontà, operando in voi quel
che è gradito nel suo cospetto, per mezzo di
Gesù Cristo; a Lui sia la gloria ne’ secoli dei
secoli. Amen” (Ebrei 13:20–21).
E questo è tratto dal Libro di Mormon; si
tratta di un padre che scrive al figlio:
“Figlio mio, sii fedele in Cristo… [e] possa
Cristo elevarti… e la sua misericordia e longanimità, e la speranza della sua gloria e della
vita eterna rimanere per sempre nella tua
mente.
E che la grazia di Dio Padre, il cui trono
è nell’alto dei cieli, e di nostro Signore Gesù
Cristo, che siede alla destra del suo potere fino
a che tutte le cose gli saranno soggette, sia e
dimori con [voi] per sempre. Amen” (Moroni
9:25–26). ◼
NOTE
1. Termine introdotto in Richard J. Mouw, Uncommon
Decency: Christian Civility in an Uncivil World (1992).
2. Vedere Dallin H. Oaks, “Preserving Religious Freedom”
(discorso, Chapman University School of Law, 4
febbraio 2011), newsroom​.lds​. org/​article/​elder-oaksreligious-freedom-Chapman-University.
3. Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Joseph Smith
(2007), 52.
4. Tim LaHaye, The Race for the 21st Century (1986), 109.
5. Joseph Smith, History of the Church, 5:499.
A g o s t o 2 0 1 2 29
30 L i a h o n a
FOTOGRAFIA DI JEFFREY D. ALLRED © DESERET NEWS
L A NOS T R A C A SA , L A NOS T R A FA MIGLIA
Anziano
Stanley G. Ellis
Membro dei Settanta
Disastri naturali
NON DOBBIAMO
TEMERE
G
li ultimi giorni saranno caratterizzati
da numerose calamità e dalla diffusione del male nel mondo. Contro
tali minacce il Signore e i Suoi profeti ci
hanno dato dei consigli su come essere retti
ed evitare le insidie spirituali e il male. Tuttavia, le calamità, come i tornado, i terremoti
e i maremoti, sembrano colpire casualmente
e devastare tanto i giusti quanto i malvagi.
Queste calamità incutono terrore a molti di
noi. Nondimeno ho imparato che non dobbiamo temerle. Quando siamo fondati sul
Vangelo e siamo preparati, possiamo resistere a qualsiasi tempesta.
Quando cerchiamo la guida
del Padre Celeste,
lo Spirito Santo
ci aiuta a prepararci in vista di
disastri naturali,
a farvi fronte e a
rimetterci in piedi
una volta che
accadono.
Prima della tempesta: fate della
preparazione una priorità di famiglia
Nel settembre 2005, ero un Settanta di area nell’Area
Nord America sudovest, che includeva parti degli Stati
Uniti come Houston, nel Texas. Apprendemmo che l’uragano Rita, il ciclone più potente registrato nella storia
che si sia mai osservato nel Golfo del Messico, si stava
dirigendo verso di noi. Mi fu chiesto di presiedere agli
interventi di emergenza della Chiesa in quell’area. Tenevamo conferenze telefoniche giornaliere con i dirigenti del
sacerdozio, i presidenti di palo, i presidenti di missione, i
rappresentanti del soccorso umanitario e
di benessere della Chiesa e i dirigenti per
gli interventi di emergenza. Parlavamo
di moltissime cose: se il magazzino del
vescovo fosse in ordine, dove potevano
evacuare le persone e come coordinare al
meglio le azioni di recupero successive alla
tempesta. Fu un intervento ben coordinato
dalla Chiesa e un’esperienza ispiratrice.
Uno dei presidenti di palo della zona
era stato spinto otto o nove mesi prima
della tempesta a incoraggiare i membri del
palo a prepararsi. Aveva detto di non professarsi un profeta, ma che le indicazioni
dello Spirito erano state chiare. I membri
del palo seguirono le istruzioni di base per
la preparazione suggerite dalla Chiesa. Quando l’uragano
colpì, nessun membro del palo perse la vita. Inoltre, poiché i membri avevano messo da parte le scorte necessarie
e avevano pronto un piano, le loro condizioni erano molto
migliori di quelle che avrebbero potuto essere altrimenti.
Avevano prestato attenzione all’avvertimento dello Spirito.
Una situazione simile avvenne anche a me e alla mia
famiglia. Circa tre mesi prima della tempesta, fummo
spinti a far riparare il nostro generatore. Molte persone
della zona possiedono piccoli generatori così, quando
A g o s t o 2 0 1 2 31
Pagina precedente:
Dei soccorritori scavano tra le macerie di
un condominio crollato
durante il terremoto
che nel gennaio 2010
ha colpito Haiti.
L’evacuazione della
gente da Houston,
Texas, prima dell’arrivo dell’uragano
Rita.
32 L i a h o n a
giungono le tempeste e l’elettricità non è
disponibile, possono disporre di energia elettrica per non far avariare il cibo conservato
nei frigoriferi e congelatori. Quando facemmo
controllare il nostro generatore, scoprimmo
che non funzionava. Fummo in grado di
aggiustarlo molto prima dell’arrivo della tempesta. La nostra famiglia, i membri del nostro
rione e i nostri vicini alla fine utilizzarono
tutti il nostro generatore dopo il passaggio
dell’uragano. L’averlo aggiustato si rivelò una
grande benedizione.
Questo principio di preparazione si applica
tanto agli individui quanto alle famiglie. Genitori, potete avere una profonda influenza sulla
vostra famiglia coinvolgendo i figli nella preparazione e nella preghiera familiare per avere
la guida del Signore. In altre parole, quando
la vostra famiglia pensa alla propria preparazione, la domanda: “Cosa dobbiamo fare?”,
dovrebbe essere una parte preminente della
preghiera familiare. Potete anche parlare di
questi argomenti e condividere idee durante
la serata familiare. Poi mettere in atto quanto
programmato.
In aggiunta, la cosa migliore che possono
fare i genitori è vivere questi insegnamenti.
Qualcuno una volta ha detto che i valori sono
“assorbiti”, non “insegnati”. Ho scoperto che
è vero. Quando i figli vedono i loro genitori
ricercare e seguire la guida dello Spirito,
apprenderanno come funziona il processo
di rivelazione.
Durante la tempesta: seguite la rivelazione che ricevete per la vostra famiglia
Mentre la tempesta si avvicinava, una
domanda che ci ponemmo fu se le persone
dovessero evacuare la zona oppure no. Lo
Spirito mi guidò a non emettere un comunicato generale per tutta l’area, ma piuttosto di
chiedere a ciascun dirigente di palo, ciascun
vescovato e ciascuna famiglia di pregare in
merito alla situazione e ricevere la propria
ispirazione su ciò che dovesse fare. Col procedere degli eventi, divenne ovvio che lo Spirito
sapeva ciò che era meglio per ciascuna
famiglia.
I dirigenti di un palo, per esempio,
sapevano di essere proprio nella traiettoria dell’uragano e consigliarono
ai membri di evacuare la zona. Il presidente di palo e sua moglie se ne
andarono a casa della sorella di lui. In
seguito, però, l’uragano cambiò direzione e si diresse nuovamente verso di
loro. Erano andati proprio incontro alla
tempesta!
Potreste chiedervi: “Che sorta di
ispirazione è questa?” Ma riflettete su
quanto avvenne. Questo presidente
di palo e sua moglie sapevano come
preparare una casa contro un uragano, mentre sua sorella no. Furono
in grado di aiutare i loro parenti a
prepararsi per la tempesta, tanto
che, quando venne, i danni furono
minimi in confronto a ciò che avrebbe
FOTOGRAFIA DI CARMEN BORUP
Volete parlare ai
vostri figli del dare
e ricevere conforto
durante la calamità?
Leggete le edificanti
testimonianze di due
giovani sopravvissuti
alle pagine 60–61 di
questo numero.
L a nostra casa , la nostra famiglia
Un volontario di Mormon Helping Hands cerca tra le macerie
a Joplin, Missouri, dopo un tornado nel maggio 2011.
causato altrimenti. Il Signore li aveva guidati a fare ciò
che era meglio.
Nel caso della nostra famiglia, sentimmo di non dover
partire. Così rimanemmo. Non solo affrontammo la tempesta in sicurezza, ma potemmo anche aiutare altre persone della zona. Alcuni dei nostri figli sposati sentirono
di andarsene e così fecero. L’ascolto prestato allo Spirito
benedisse ciascuna famiglia, rione e palo.
Dopo la tempesta: fate sì che il Vangelo elimini
il pungiglione
A volte le persone buone soffrono per via delle calamità. Il Signore non elimina la sofferenza: fa parte del
piano. Per esempio, un centro di palo negli Stati Uniti
centrali fu recentemente distrutto da un tornado, che
abbatté anche la casa del presidente di palo. Lui e la
sua famiglia persero tutti i loro beni terreni, ma questo
è tutto quello che erano: beni terreni. La perdita causò
tristezza, ma non fu un disastro dalle conseguenze
eterne. A volte ciò che pensiamo sia importante non lo è
per nulla. Questa consapevolezza non è necessariamente
facile da accettare, ma è vera, e capire questo fatto dà
rassicurazione.
La circostanza più grave in un disastro del genere è che
qualcuno possa rimanere ucciso. Questa è una cosa triste.
Ma poiché conosciamo la verità, sappiamo che anche una
tale perdita fa parte del piano del Padre Celeste. Sappiamo
cosa conta nella vita; sappiamo perché siamo qui e
dove stiamo andando. Grazie a questa prospettiva
eterna, il dolore può essere alleviato. La conoscenza
del piano di salvezza toglie alla morte la vittoria
(vedere 1 Corinzi 15:55).
Molto tempo fa Shadrac, Meshac e Abed-nego non
sapevano cosa sarebbe successo quando furono gettati nella fornace ardente per aver rifiutato di adorare
falsi dei. Dissero al re: “Il nostro Dio… ci libererà…
Se no… noi [comunque] non serviremo i tuoi dèi”
(Daniele 3:17–18).
Similmente, molti pionieri della Chiesa restaurata
furono disposti a tentare l’attraversata delle pianure
nordamericane a metà dell’Ottocento, a dispetto della
possibilità di morire lungo il viaggio. Il Libro di Mormon descrive l’uccisione di brave persone e insegna
che “sono benedett[e], poiché sono andat[e] a dimorare
con il loro Dio” (Alma 24:22).
In ciascun caso, questi individui affrontarono la morte
con fede. Per loro, in virtù della pace che porta il Vangelo,
il pungiglione della morte è stato annullato. Sebbene sia
doloroso perdere qualcuno che si ama e la maggior parte
di noi non vorrebbe morire perché ci sono così tante belle
cose per cui vivere, il fatto centrale è che tutti prima o poi
moriremo. Quando si conosce il piano del Vangelo, si sa
che la morte non è la fine dell’esistenza. La vita continua,
le relazioni familiari possono continuare anche dopo che
la tomba si è presa i nostri corpi mortali. Nello schema
generale delle cose, la morte non è un danno dalle conseguenze eterne. L’anziano Russell M. Nelson, membro del
Quorum dei Dodici Apostoli, ha infatti insegnato: “Viviamo
per morire e moriamo per vivere di nuovo. Da un punto
di vista eterno, l’unica morte che sia davvero prematura è
quella di qualcuno che non è pronto a incontrare Dio”.1
Una prospettiva eterna fa parte della pace che il Vangelo
può darci.
Il Signore ci conosce. Il Signore ci ama. Il Signore
vuole aiutarci. Le calamità avverranno, ma non dobbiamo
temerle. Se siamo disposti a farci guidare e a chiederGli
di indicarci la via, il Signore, tramite lo Spirito Santo, ci
aiuterà a prepararci per qualsiasi disastro naturale, a farvi
fronte e a rimetterci in piedi una volta che accade. ◼
NOTA:
1. Russell M. Nelson, “Affrontare il futuro con fede”, Liahona,
maggio 2011, 34.
A g o s t o 2 0 1 2 33

TROVARE
LA
FEDE
alle estremità della terra
Michael R. Morris
Riviste della Chiesa
I
l faro Les Éclaireurs si erge come una sentinella su
un’isoletta che affiora sul freddo Canale di Beagle.
Francese per “gli esploratori” o “gli illuminatori”, Les
Éclaireurs emette un fascio di luce ogni 10 secondi dalla
sua postazione isolata.
Cinque miglia nautiche (9 km) a nord c’è la città più
meridionale dell’Argentina, Ushuaia, che si trova sulla
punta dell’arcipelago della Terra del Fuoco. Novanta
miglia (145 km) a sud c’è Capo Horn, oltre il quale si
estende la ghiacciata Antartide.
Per coloro che hanno abbracciato la Chiesa di Gesù
Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni qui, in quella che localmente viene definita “l’estremità della terra”, Les Éclaireurs
costituisce una metafora del vangelo restaurato. Come un
faro, il Vangelo è una luce che li ha fatti uscire dall’oscurità
spirituale del mondo e approdare in sicurezza sulle rive
della fede e della fratellanza.
Ho trovato risposte
Tramite il Libro di Mormon, Dio “ha risposto alla preghiera più
importante che abbia mai fatto”, dice Guillermo Leiva (in alto
in centro), che serve come presidente di ramo a Ushuaia. In
alto a destra: il faro Les Éclaireurs e foto di Ushuaia.
34 L i a h o n a
Guillermo Javier Leiva ricorda il dolore conseguente al suo divorzio nel 2007. Ha dovuto cercare un
altro appartamento e non poteva più stare in compagnia di suo figlio, Julian, ogni sera quando rincasava.
Si sentiva vuoto e solo.
“Ero molto infelice”, dice, “e nei momenti di angoscia ho cercato Dio”.
Guillermo ha cominciato a pregare per trovare
delle risposte e un aiuto. “Ho detto: ‘Padre, non sono
degno di riceverTi nella mia casa, ma una Tua parola
basterebbe a guarirmi’”.
La risposta a quella preghiera è giunta poco tempo
dopo quando due giovani in giacca e cravatta si
sono fermati a parlargli mentre giocava con suo figlio
davanti casa.
“Uno di loro mi ha salutato e mi ha chiesto se
avevo fede”, ricorda. “Gli ho detto di sì, ma che non
ero il miglior cristiano. Poi mi ha chiesto se avrei letto
FOTOGRAFIE DI MICHAEL R. MORRIS; CARTINA © ISTOCKPHOTO.COM

un libro se me l’avesse dato. Gli ho detto di sì”.
Quando Guillermo ha iniziato a leggere i versetti
di Alma 32 che i missionari gli avevano indicato, dice,
“ho immediatamente sentito una grande gioia nell’anima
che non provavo da tempo. Quel libro ha toccato il mio
cuore. Non riuscivo a smettere di leggere”.
Guillermo non andava più nella sua chiesa, ma aveva
detto ai missionari che non aveva intenzione di farsi ribattezzare. Nonostante ciò, era contento di accoglierli in
casa e di leggere i passi che gli assegnavano nel Libro
di Mormon.
Mentre leggeva, la sua anima si affliggeva assieme
a Nefi nello scoprire quanto quel profeta avesse patito
“a causa delle tentazioni e dei peccati che mi assalgono
davvero sì facilmente” (2 Nefi 4:18). “Sapevo che anch’io
avevo peccato”, dice Guillermo, “e ne ero dispiaciuto”.
Mentre leggeva, sentiva di essere salvato dall’oscurità
e dalla disperazione e di essere condotto nella “luce della
gloria di Dio” (Alma 19:6).
La città argentina di Ushuaia
potrà anche essere ubicata all’estremità della terra, ma per coloro
che hanno abbracciato il Vangelo
lì è l’inizio di una nuova vita.
A g o s t o 2 0 1 2 35

E mentre leggeva l’alleanza battesimale esposta alle
Acque di Mormon, si rendeva conto dell’importanza del
battesimo mediante la debita autorità del sacerdozio. “Se
riconoscevo che il seme era buono, cosa avevo ‘in contrario a essere battezzato nel nome del Signore?’” (Mosia
18:10), si domandava.
“Ogni volta che leggo, sento pace e trovo risposte”, dice
Guillermo. “Mi sono reso conto che il Libro di Mormon era
la parola di Dio che avevo chiesta nelle mie preghiere”.
Quando si è battezzato nel marzo 2009, ha avuto una
rinascita spirituale e una rinnovata speranza per il futuro.
di una chiesa che ci desse una mano”.
All’inizio degli anni ’90 i Robledo si sono trasferiti con i
loro quattro figli da Mendoza, nel nordovest dell’Argentina,
a Ushuaia. Quando è stata fatta loro conoscere la Chiesa
due anni più tardi, hanno percepito immediatamente che
c’era qualcosa di differente sia nello spirito che negli insegnamenti dei missionari a tempo pieno.
Amanda sapeva poco dei Santi degli Ultimi Giorni.
“E quello che avevo sentito non era buono”, racconta.
Ma lei, Ricardo e i loro figli hanno prestato ascolto a
quello che stavano imparando.
A destra: per Amanda e Ricardo (con le figlie
Bárbara e Irene) scoprire che la loro famiglia
poteva stare assieme per sempre è stata la
dottrina suprema che li ha aiutati ad accettare
il vangelo restaurato.
“Il battesimo è stato un’opportunità per ricominciare”,
spiega Guillermo. “Ho cambiato la mia vita. Sono molto
felice adesso. So che questa è la vera Chiesa di Gesù Cristo
e che Dio risponde alle preghiere perché ha risposto alla
preghiera più importante che abbia mai fatto”.
Avevamo bisogno di una chiesa
Da bambina, Amanda Robledo non aveva nessuna cura
spirituale per il dolore fisico che ha patito dopo la morte
di sua madre, né suo marito, Ricardo, riusciva a trovare
risposte alle sue sincere domande sulla religione che si
stava ponendo a seguito della morte di suo fratello.
Una di queste domande era: c’è una chiesa sulla terra
che segue gli insegnamenti di Gesù Cristo? La loro ricerca
di questa chiesa e di risposte alle loro domande alla fine li
ha preparati ad accettare il vangelo restaurato.
Mentre cercavano, sono andati in diverse chiese e
hanno approfondito vari credi religiosi. Cercavano una
chiesa che non solo si conformasse agli insegnamenti di
Cristo, ma che avrebbe anche rafforzato la loro famiglia.
“Era un momento difficile per la nostra famiglia”,
ricorda Amanda, “e sapevamo che avevamo bisogno
36 L i a h o n a
“Sentivo lo Spirito quando i missionari ci insegnavano”,
dice la loro figlia Bárbara, che all’epoca aveva 11 anni.
“E mi è piaciuto quando ci hanno insegnato che potevamo
pregare come famiglia”.
Seguire i colloqui missionari, leggere il Libro di Mormon
e andare in chiesa, dice Ricardo, “ci ha dato tutte le risposte che stavamo cercando, risposte sul battesimo, la vita
pre-terrena, la divinità di Cristo, l’immortalità dell’uomo,
le ordinanze del Vangelo, il matrimonio e la natura eterna
della famiglia”.
Per i Robledo, scoprire che la loro famiglia poteva stare
assieme per sempre è stata la dottrina suprema del vangelo restaurato.
“La mia conversione è giunta in quel momento”, dice
Ricardo, che si è battezzato meno di tre settimane dopo
il primo colloquio e ora è il secondo consigliere della
presidenza di distretto. “Ho sofferto quando ho perso mio
fratello di 49 anni, ma ho compreso che potevo redimerlo
facendo il lavoro di tempio per lui. Questa rassicurazione
mi ha dato pace e felicità”.
Amanda, battezzatasi poco dopo con uno dei loro figli,
dice: “Non ho mia madre da quando ero molto piccola.

Ushuaia potrà essere ubicata all’estremità della terra, ma
per coloro che come Marcelino Tossen hanno trovato il
Vangelo lì “è l’inizio di tutto”.
Ho sempre pensato di averla persa e questo mi ha fatto
soffrire molto. Ma quando i missionari ci hanno detto che
la famiglia può stare insieme per sempre, questo mi ha
toccato il cuore. È meraviglioso pensare che potrò vederla
nuovamente”.
Dopo che Ricardo e Amanda si sono sposati per l’eternità nel tempio di Buenos Aires, i loro figli sono stati loro
suggellati. Essere suggellati come famiglia, completare il
lavoro di tempio per numerosi familiari defunti e mandare
tre dei loro figli in missione a tempo pieno ha portato a
Ricardo e ad Amanda grande gioia.
“Una delle benedizioni più grandi che abbiamo ricevuto
come membri della Chiesa”, confessa Amanda, “è che i
nostri figli obbediscono a Dio”.
L’inizio di tutto
Marcelino Tossen credeva in Dio, leggeva la Bibbia
e amava parlare di religione, così quando i missionari a
tempo pieno hanno bussato alla sua porta un caldo giorno
di gennaio del 1992, li ha invitati a entrare. Quella decisione ha cambiato la sua vita.
“L’anziano Zanni e l’anziano Halls agivano sotto i suggerimenti dello Spirito”, ricorda Marcelino. Ancor prima
che quel primo colloquio terminasse, gli anziani gli hanno
detto che sarebbe stato battezzato nella Chiesa, indicandogli perfino il giorno esatto.
“Io non mi battezzerò”, si è opposto Marcelino. “Voglio
solo parlare con voi”.
I missionari gli hanno dato il Libro di Mormon e gli
hanno chiesto di leggere diversi versetti e di pregare
riguardo al loro messaggio quella sera. Così ha fatto,
ma non ha sentito nulla.
Durante un successivo colloquio, tuttavia, l’anziano
Zanni gli ha chiesto: “Va bene se preghiamo così puoi
chiedere al Padre Celeste se quello che ti abbiamo insegnato è vero?”
Mentre pregava, Marcelino dice, “il cuore ha cominciato
a bruciarmi dentro. Non mi era mai accaduto nulla di
simile. Non sono nemmeno riuscito a finire la preghiera,
e mi sono alzato in piedi”.
L’anziano Zanni ha chiesto a Marcelino se aveva sentito qualcosa durante la preghiera. Quando Marcelino gli
ha detto di no, il missionario ha replicato: “Io ho sentito
lo Spirito in modo molto forte. È strano che tu non abbia
sentito niente”.
Quando ha ammesso ciò che aveva sentito, Marcelino
racconta, “gli anziani hanno letto Dottrina e Alleanze,
dicendomi che quando il Signore vuole che sappiamo se
qualcosa è vero, manda la Sua pace o sentiamo un calore
al petto [vedere DeA 6:23; 9:8]. Quel giorno è stato un
momento di svolta per me”.
Da lì in poi, lo Spirito lo ha modellato e gli ha reso testimonianza della verità per mezzo di numerose esperienze
spirituali. “Sentivo quel sentimento ardente di nuovo
quando ero da solo a casa”, dice Marcelino. “Quando
aprivo la finestra, vedevo gli anziani parlare della Chiesa
con altre persone all’angolo vicino a casa mia. Potevo
sentire quando erano vicini e ho cominciato a prendere
seriamente quello che mi stavano insegnando”.
Marcelino ha ricevuto un caloroso benvenuto quando
ha iniziato ad andare in chiesa. È stato battezzato poco
tempo più tardi il 22 aprile, l’esatta data che i missionari
gli avevano detto mesi prima. Oggi, dopo aver servito
nove anni come presidente del distretto di Ushuaia, è il
secondo consigliere nella presidenza della missione di
Buenos Aires nord.
“Quando leggiamo che il Signore diffonde la Sua
parola ‘fino alle estremità della terra’ [DeA 112:4], questa è
Ushuaia”, dice il presidente Tossen. “Ushuaia è l’estremità
della terra. Ma per coloro che come me hanno trovato il
Vangelo qui, è l’inizio di tutto. Qui è dove si trova il faro
all’estremità del mondo. Ma qui è dove ho trovato la fede
e il faro del Signore”. ◼
A g o s t o 2 0 1 2 37
V O C I D E I S A N T I D E G L I U LT I M I G I O R N I
GUARDA
L’ULTIMA
PAGINA
Q
uando mi unii alla Chiesa,
ero contenta di poter fare il
lavoro genealogico. Cominciai ad
andare negli archivi locali in cerca
dei dati dei miei antenati nei registri
pubblici.
Trovavo il lavoro appagante, ma
non era sempre facile. La calligrafia
antica era spesso difficile da leggere
e alcuni dei libri erano ammuffiti
e mi stimolavano l’asma. Ad ogni
modo, continuai nelle ricerche al
meglio delle mie possibilità.
Un giorno stavo facendo ricerche su mio nonno per risalire alla
sua data di nascita. Trovai un libro
da 1500 pagine che avrebbe potuto
essere utile. Ma se non avessi incontrato la risposta di cui avevo bisogno?
Mi incuteva timore dover spulciare
altri libri grossi e polverosi.
Cominciai a scorrere il contenuto del libro, nella speranza che
un nome familiare attirasse la mia
attenzione. Improvvisamente, mi
parse di sentire qualcuno dire:
“L’ultima pagina”. Mi guardai
attorno, ma non sembrava che
nessuno mi avesse parlato. Continuai e lessi diverse altre pagine.
Poi sentii di nuovo le stesse parole:
“L’ultima pagina”. Alquanto esitante,
decisi di controllare l’ultima pagina.
Trovai il solito contenuto riportato
lì: un sommario dei figli nati e il
numero totale di pagine. Per scrupolo controllai la penultima pagina,
ma non trovai nulla di utile, così
ritornai alla pagina che stavo leggendo in precedenza.
38 L i a h o n a
I miei pensieri furono presto
interrotti ancora una volta dalla
voce dolce ma persistente: “L’ultima
pagina!”. Decisi di riguardare l’ultima
pagina e di leggere l’ormai noto contenuto più volte.
Poi notai qualcosa che prima
mi era sfuggito: una pagina aggiuntiva incollata all’interno della
copertina. Mentre leggevo quella
calligrafia astrusa che riempiva la
pagina, vidi i nomi di bambini nati
verso la fine di dicembre. Lì riconobbi il nome di mio nonno ed
era riportato dove e quando era
nato ed era stato battezzato. Rimasi
stupita, ma piena di gratitudine per
esser stata condotta ai dati di cui
avevo bisogno.
La genealogia può essere difficile
a volte, ma so che Dio ci guida e ci
aiuta nei nostri sforzi. ◼
Natalia Shcherbakova, Ucraina, storia
raccontata a Pavlyna Ubyiko
Cominciai a scorrere il contenuto del
libro, nella speranza che un nome
familiare attirasse la mia attenzione.
SCELSI LA
BUONA PARTE
ILLUSTRAZIONI DI G. BJORN THORKELSON
M
entre mi preparavo per il
matrimonio di mia figlia, la mia
mente era così immersa nei preparativi che raramente pensavo a qualcosa che non fosse nella lista di cose
da fare. Una mattina guardai la mia
lunga lista di compiti. Avevo portato
a termine alcune cose, ma dovevo
ancora fare le pulizie di fondo. Avevo
rimandato di pulire le veneziane della
cucina, così decisi di dedicarmi a
quella faccenda.
Salendo sulla credenza con stracci,
spazzole e detergente, potei vedere
che erano molto sporche. Pulendo, la
mia mente andò alla storia di Marta e
Maria, le sorelle che avevano accolto
il Salvatore nella loro casa. Mentre
Marta “era affaccendata intorno a
molti servigi”, Maria, “postasi a sedere
a’ piedi di Gesù, ascoltava la sua
parola”. Marta chiese a Gesù di dire
a sua sorella di contribuire alle faccende domestiche, ma il Salvatore le
rispose che “Maria ha scelto la buona
parte” (vedere Luca 10:38–42).
“Oggi devo essere come Marta”,
pensai. In realtà ero Marta da diverse
settimane, “affaccendata” in compiti materiali e preparativi per il
matrimonio.
La mia mente divagò di nuovo,
cercando di ricordare quando le
veneziane erano state pulite così
a fondo l’ultima volta. Pensai alle
due ragazze che erano venute ad
aiutarmi a preparare un incontro a
casa mia due anni prima. Insieme
mi avevano pulito a fondo la cucina
dal pavimento al soffitto, comprese
le veneziane. Quel ricordo mi portò
Presi il telefono e composi il numero di una vecchia amica che non sentivo da anni
con l’intenzione di dirle del matrimonio di mia figlia.
alla mente la loro madre, una vecchia
amica che non sentivo da anni.
In quell’istante presi il telefono e
composi il suo numero per dirle del
matrimonio di mia figlia. Non credevo
avrebbe risposto perché insegnava a
scuola, ma fatalità la chiamai durante
l’ora di programmazione. Passammo
un’ora a ridere, piangere e condividere. Da poco aveva avuto un
divorzio difficile e si era sentita sola
e abbandonata. Mentre parlavamo,
il nostro morale si tirò su e il nostro
cuore fu confortato.
Mi meravigliai della maniera in cui
il Signore riuscì a raggiungermi anche
mentre stavo facendo qualcosa di così
materiale come pulire le veneziane.
Mi meravigliai ancora di più della
verità che Egli conosce e ama ciascuno di noi così tanto da mandare
aiuto proprio nel momento in cui
ne abbiamo bisogno.
Quella sera sorrisi quando nella
mia lista segnai come fatto “pulire le
veneziane della cucina”. Benché provassi un senso di soddisfazione per
aver completato quel lavoro, sentii un
senso di gratitudine maggiore perché
sapevo che ero stata uno strumento
nelle mani del Signore. Mi aveva
mostrato come potevo essere Maria
che aveva scelto la “buona parte”
anche quando ero Marta “affaccendata” nei miei lavori. ◼
Jeanette Mahaffey, Missouri, USA
A g o s t o 2 0 1 2 39
V oci dei S anti degli U ltimi G iorni
IL VERSETTO GIUSTO
AL MOMENTO GIUSTO
Q
uando ero vice cappellano del
sistema carcerario della contea
di Maricopa, in Arizona, visitavo i
detenuti che richiedevano un cappellano mormone, leggendo le Scritture
e pregando con loro. Un giorno fece
questa richiesta una giovane.
Mi recai quindi nella sua zona del
carcere, che si trovava oltre numerose
porte chiuse a chiave. L’area di ricevimento aveva due lunghi tavoli con
una panchina su ciascun lato e una
scrivania con una guardia. Diedi alla
guardia il modulo di richiesta, mi misi
a sedere su una delle panchine
e attesi la giovane.
Quando entrò nell’area di ricevimento, mi alzai, la salutai e suggerii
di sederci. Aveva un aspetto triste e
trascurato ed era sul punto di scoppiare in lacrime. Mentre spiegava la
sua situazione, pensai a quale passo
potevo condividere. Ascoltai attentamente le sue preoccupazioni e, mentre mi svelava le difficoltà che aveva
avuto con diversi comportamenti
compulsivi e cattive scelte, pensai al
passo perfetto per aiutarla: Mosia 3:19.
Aprii il Libro di Mormon a Mosia
3:19, glielo passai e le chiesi di
leggere. Parve un po’ seccata inizialmente e cominciò a leggere con
un tono veloce e cantilenante che
sembrava esprimere noia per dover
leggere un versetto. Quando finì la
prima frase, “poiché l’uomo naturale è
nemico di Dio”, la interruppi per spiegare il significato di “uomo naturale”.
Quando comprese il riferimento, continuò a leggere. La sua voce cambiò
gradualmente tono e rallentò man
40 L i a h o n a
mano che le parole cominciarono ad
aver senso per lei.
Quando arrivò alla lista di attributi
di un bambino che dovrebbe possedere “un santo”, rallentò ancora
di più. Capii che stava assorbendo
il significato di ciascun attributo
elencato nel versetto. Quando lesse
“sottomesso, mite, umile, paziente”,
cominciai a sentire lo Spirito tutto
attorno a noi. Quando lesse le parole
“pieno d’amore, disposto a sottomettersi”, notai un cambiamento
in lei. Il suo volto si distese e il suo
atteggiamento, tono di voce e comportamento in genere sembravano
toccati dallo Spirito. Potevo scorgere
speranza, mentre veniva istruita
dallo Spirito su cosa queste parole
significassero per lei e come dovesse
apportare i cambiamenti descritti nel
versetto.
Offrii una preghiera e poi strinsi
cordialmente la mano di quella giovane. Uscii dal carcere sentendo lo
Spirito fortemente. Non avevo mai
visto un effetto tanto immediato,
potente e sbalorditivo venire dalle
Scritture. Conoscevo Mosia 3:19
perché l’avevo incontrato spesso
leggendo le Scritture, ma non avevo
mai compreso la forte influenza che
poteva avere su qualcuno. ◼
Allen Hunsaker, Arizona, USA
Mentre leggeva,
la voce di quella
giovane cambiò
gradualmente tono
e rallentò man
mano che le parole
cominciarono ad
aver senso per lei.
NON HAI
DIGIUNATO
N
el 1998 ero una madre felice,
ma un giorno fui presa dal
panico quando mi resi conto che
mio figlio di sei mesi emetteva dei
sibili quando respirava e non riusciva a ingoiare niente. La diagnosi
del dottore fu subito di bronchiolite,
un rigonfiamento delle vie aeree
più piccole dei polmoni solitamente provocato da un’infezione
virale. Prescrisse un farmaco e una
fisioterapia.
Le visite fisioterapiche furono una
dura prova per me e mio figlio, al
quale dava fastidio essere sballottato
in ogni direzione, e io mi preoccupai
che la terapia gli causasse dolore. Presi
coraggio, tuttavia, quando il terapista
espose i benefici della terapia.
Nonostante la cura con i medicinali e la terapia, la condizione di mio
figlio non migliorava. Mangiava poco
e i sibili continuavano. Il dottore prescrisse altri cinque incontri col fisioterapista, oltre ai dieci che avevamo
già avuto.
Mentre ero in attesa durante la
tredicesima visita, lessi un articolo
affisso nell’ufficio del dottore dal
titolo “La bronchiolite uccide”. Mentre leggevo, mi resi conto che mio
figlio sarebbe potuto morire. Mi sentii
come se il mio cuore fosse in una
morsa. Alla fine della visita, il terapista mi disse che la condizione di mio
figlio non stava migliorando. Non so
come riuscii a tornare a casa sana e
salva con le lacrime che mi offuscavano la vista.
Chiamai mio marito e poi cominciai a pregare. Dissi al mio Padre
Nonostante la
cura con i medicinali e la terapia,
la condizione di
mio figlio non
migliorava.
Celeste che, se avesse voluto prendersi mio figlio, avrebbe dovuto
darmi la forza di sopportarlo.
Dopo la mia preghiera mi chiesi
cosa potevamo fare oltre alle preghiere già fatte e alle benedizioni del
sacerdozio che nostro figlio aveva già
ricevuto. Volsi lo sguardo alla libreria e vidi una copia della Liahona
(L’Étoile all’epoca). L’aprii a caso, in
cerca di aiuto, e trovai un articolo
intitolato “Ho digiunato per mio
figlio”. Poi udii percettibilmente un
voce dire: “Non hai digiunato per tuo
figlio”.
Non l’avevo fatto, così iniziai
immediatamente a digiunare per
lui. Alla sessione di terapia il giorno
seguente, ero ancora in digiuno.
Dopo aver visitato mio figlio, il
terapista sembrò sorpreso.
“Signora”, mi disse, “suo figlio sta
bene. Non so come, ma non ha più
bisogno di altre visite”.
Non riuscii a trattenere le lacrime
per la gioia. Una volta a casa, mi
inginocchiai per ringraziare Dio per
la Sua misericordia e il Suo amore.
Chiamai mio marito per dargli la
buona notizia. Dopodiché terminai
il mio digiuno in pace, riconoscendo
l’intervento del Signore.
Mio figlio fu guarito grazie alla
fede, alla preghiera, alle benedizioni
del sacerdozio, e al digiuno. Non ho
dubbi che il mio Padre Celeste mi
ami e che ami anche mio figlio. Sono
convinta che continuerà ad aiutarci a
superare le nostre difficoltà. ◼
Ketty Constant, Guadalupa
A g o s t o 2 0 1 2 41
L E AU T O R I TÀ G E N E R A L I C I PA R L A N O
Vescovo
Gérald Caussé
Primo consigliere del
Vescovato Presiedente
Mantenere
la fede
IN UN MONDO DI
CONFUSIONE
42 L i a h o n a
Per rafforzare la nostra testimonianza e proteggere noi stessi
dall’errore dobbiamo coltivare
e fortificare la nostra fede con
continuità.
fede era più forte. Mi guardai intorno
e notai di essere l’unico di quaranta
studenti ad aver alzato la mano. L’insegnante, colto di sorpresa, cambiò
discorso.
Tutti i membri della Chiesa, a un
certo punto della loro vita, affrontano situazioni che mettono alla
prova la sincerità e la forza della loro
testimonianza. Misurarsi con queste prove della nostra fede ci aiuta
a restare saldi in un mondo che sta
sprofondando sempre più negli abissi
della confusione. Tale confusione
è evidente nella raffica di messaggi
che ci circondano. Con l’avvento di
Internet, per esempio, un’incessante
valanga d’informazioni e opinioni
contraddittorie sommerge la nostra
vita quotidiana. Queste contraddizioni
possono diventare sconcertanti e
paralizzanti.
Come possiamo distinguere la
verità dall’errore? Come possiamo
evitare di diventare come quelli che
“sono tenuti lontano dalla verità…
perché non sanno dove trovarla”?
(DeA 123:12).
Sta a noi rimanere inamovibili
nella nostra testimonianza. Quando
penso al mio passato, capisco che il
successo del mio viaggio è dipeso da
alcuni semplici principi che mi hanno
tenuto sulla rotta giusta. Tali principi mi hanno permesso di crescere
spiritualmente nonostante “le brume
tenebrose” (1 Nefi 12:17) e le trappole
che circondano tutti noi.
ILLUSTRAZIONE FOTOGRAFICA DI MATTHEW REIER; JOSEPH SMITH CERCA SAGGEZZA NELLA BIBBIA, DI DALE KILBOURN © 1975 IRI
S
ono nato nel sudovest della
Francia “da buoni genitori”
(1 Nefi 1:1) che, sin dalla mia
fanciullezza, mi hanno aiutato a sviluppare la fede in Gesù Cristo e una
testimonianza nel vangelo restaurato.
A scuola, invece, molti dei miei professori manifestavano dubbi e persino
ostilità nei confronti di qualsiasi credo
religioso. In numerose occasioni ho
udito gli insegnamenti di Korihor da
chi stava screditando
le mie convinzioni.
“Ecco, sono folli tradizioni dei
vostri padri. Come sapete che sono
vere?
Ecco, non potete sapere di cose
che non vedete” (Alma 30:14–15).
A diciassette anni iniziai a studiare filosofia alla scuola superiore.
Un giorno l’insegnante disse alla
classe: “Di sicuro qui non c’è nessuno che crede che Adamo sia davvero esistito!” Poi scrutò la stanza
con sguardo inquisitore, pronto
ad avventarsi su chiunque osasse
ammettere un tale convincimento.
Ero pietrificato! Tuttavia, il mio desiderio di essere coerente con la mia
GIOVANI ADULTI
Cercate la verità continuamente
Ogni giorno i discepoli di Cristo hanno
fame e sete di conoscenza spirituale.
Questa pratica personale ci consente
di seguire l’esempio
di Joseph Smith.
A chi sostiene che “non potete
sapere” (Alma 30:15), il Signore ha
risposto: “Chiedete e vi sarà dato;
cercate e troverete; picchiate e vi sarà
aperto” (Matteo 7:7). Questa è una
promessa meravigliosa.
Ogni giorno i discepoli di Cristo
hanno fame e sete di conoscenza
spirituale. Questa pratica personale
si basa sullo studio, sulla meditazione
e sulla preghiera quotidiana. Ci consente di seguire l’esempio di Joseph
Smith, che “giuns[e] alla conclusione
che dovev[a] rimanere nelle tenebre
e nella confusione o altrimenti…
chiedere a Dio” ( Joseph Smith —
Storia 1:13).
Studiare la parola di Dio ci protegge dall’influenza delle false dottrine. Il Signore ha detto: “Poiché a
colui che riceve io darò ancora, e a
coloro che diranno: Abbiamo a sufficienza, ad essi sarà tolto anche quello
che hanno” (2 Nefi 28:30).
Accettate le domande senza
risposta
Nella nostra ricerca della verità,
possiamo avere la tentazione di voler
A g o s t o 2 0 1 2 43
L e A utorità generali ci parlano
capire subito tutto. Tuttavia, l’intelligenza di Dio è così infinita che “è
impossibile che l’uomo scopra tutte
le sue vie” (Giacobbe 4:8). Dobbiamo
accettare di vivere in un periodo in
cui non ci sono risposte per tutte
le nostre domande. Come Nefi,
riconosciamo fedelmente che Dio
“ama i suoi figlioli; nondimeno non
conosc[iamo] il significato di tutte le
cose” (1 Nefi 11:17).
Ciononostante, il Signore ci munisce della conoscenza necessaria per
la nostra salvezza e la nostra esaltazione. Egli ci promette: “Qualsiasi
cosa chiederete al Padre in nome
mio, che sia utile per voi, vi sarà data”
(DeA 88:64). Noi riceviamo queste
risposte gradualmente, “linea su linea,
precetto su precetto, qui un poco e là
un poco” (2 Nefi 28:30), in base alle
nostre necessità e alla nostra capacità
di comprendere.
Sta a noi distinguere tra le
domande che sono davvero essenziali per il nostro progresso eterno e
quelle che scaturiscono dalla curiosità
intellettuale, dal bisogno di prove o
dal desiderio di una soddisfazione
personale.
Cercate la testimonianza dello
Spirito
Ognuno di noi può attraversare
momenti di dubbio personale. Tali
dubbi sono raramente placati dalla
ricerca di spiegazioni razionali. Per
esempio, alcune scoperte scientifiche
o archeologiche possono avvalorare
la nostra testimonianza delle Scritture,
44 L i a h o n a
Poi, dobbiamo passare alle opere. Non
possiamo sperare di
ricevere rivelazione
personale se non ci
comportiamo come
fedeli discepoli di
Gesù Cristo.
CRISTO CON I BAMBINI, DI HARRY ANDERSON © IRI; ILLUSTRAZIONE FOTOGRAFICA DI JERRY GARNS
Scrutate le parole dei Profeti
e degli Apostoli
Di recente ho avuto un confronto
con un dignitario di un’altra chiesa.
Desideroso di determinare se fossimo
una chiesa cristiana, ha suggerito di
organizzare un dibattito tra esperti
dottrinali delle nostre due religioni.
La forza e la verità della dottrina
di Cristo, però, non si basano sul
dibattito di esperti, ma sulla sacra
testimonianza dei Suoi discepoli
eletti. Il profeta Joseph Smith ha
dichiarato: “I principi fondamentali della nostra religione sono la
testimonianza degli Apostoli e dei
Profeti riguardo a Gesù Cristo; che
Egli morì, fu sepolto, risuscitò il
terzo giorno e ascese al cielo”.1
Per i molti e lunghi secoli di apostasia, il mondo non era povero di
esperti ma aveva perso i testimoni
di Cristo. Di conseguenza, la ragione
umana aveva preso il posto della
rivelazione divina.
Quando siamo turbati, il nostro
primo riflesso deve essere di scrutare
le Scritture e le parole dei profeti
viventi. I loro scritti sono fari che
non possono ingannarci: “Pertanto
noi investighiamo i profeti, e abbiamo
molte rivelazioni e lo spirito di profezia; e avendo tutte queste testimonianze, otteniamo una speranza, e
la nostra fede diviene incrollabile”
(Giacobbe 4:6).
Coltivate la vostra fede
Noi non riceviamo una “testimonianza se non dopo aver dato prova
della [nostra] fede” (Ether 12:6). La
fede ha il potere di schiudere la conoscenza delle verità eterne. E nella
sua pienezza, la conoscenza diventa
certezza assoluta e perfetta. Del
fratello di Giared, Moroni scrisse che
“a motivo della conoscenza di quest’uomo, egli non poté essere trattenuto dal guardare al di là del velo;…
e non ebbe più fede, poiché sapeva
senza nulla dubitare” (Ether 3:19).
Per rafforzare la nostra testimonianza e proteggere noi stessi dall’errore dobbiamo coltivare e fortificare
la nostra fede con continuità. Tanto
per iniziare, dobbiamo avere cuori
puri e grande umiltà. Giacobbe mise
in guardia il popolo di Nefi contro
l’orgoglio di quelli che “quando sono
dotti si credono saggi, e non danno
ascolto ai consigli di Dio, poiché li
trascurano, credendo di conoscere
da sé” (2 Nefi 9:28).
Poi, dobbiamo passare alle opere.
L’apostolo Giacomo ha insegnato
che “la fede operava insieme con le
opere…, e che per le opere la sua
fede fu resa compiuta” (Giacomo
2:22). Non possiamo sperare di ricevere rivelazione personale se non ci
comportiamo come fedeli discepoli
di Cristo. Rispettare le alleanze che
abbiamo stipulato con Dio ci rende
degni di ricevere la compagnia dello
Spirito Santo, che illumina la nostra
intelligenza e consente ai nostri
spiriti di sbocciare.
Rendo testimonianza della verità
di questi principi. So per esperienza
che quando li mettiamo in pratica
nella nostra vita, essi ci garantiscono
protezione in un mondo confuso e
disorientato. Essi custodiscono una
promessa meravigliosa: “E mediante
la vostra diligenza, la vostra fede e
pazienza con la parola nel nutrirla,
affinché possa prendere radice in
voi, ecco, in breve ne coglierete il
frutto che è preziosissimo,… e farete
un banchetto di questo frutto, fino a
che sarete sazi, cosicché non avrete
più fame né sete” (Alma 32:42). ◼
GIOVANI ADULTI
ma la conoscenza spirituale non può
essere provata da evidenze logiche o
materiali.
La conoscenza della verità si basa
sulla testimonianza dello Spirito.
Come ha detto l’apostolo Paolo:
“Nessuno conosce le cose di Dio,
se non [mediante] lo Spirito di Dio”
(1 Corinzi 2:11).
Abbiamo la certezza che “lo Spirito
dice la verità e non mente” (Giacobbe
4:13). Lo Spirito può avere un effetto
ancora più potente su di noi che i
nostri sensi fisiologici. All’apostolo
Pietro, che aveva appena dichiarato
la sua fede, Gesù rispose: “Tu sei
beato, o Simone, figliuol di Giona,
perché non la carne e il sangue
t’hanno rivelato questo, ma il Padre
mio che è ne’ cieli” (Matteo 16:17).
Dopo tutto, quanti contemporanei
di Cristo non Lo riconobbero pur
avendoLo visto con i loro propri
occhi!
NOTA:
1. Insegnamenti dei presidenti della Chiesa:
Joseph Smith (2007), 52.
A g o s t o 2 0 1 2 45
Domande e risposte
“Sono diventato dipendente dalla pornografia.
Sta rovinando la mia vita. Cosa posso fare per
spezzare questa dipendenza?”
L
a pornografia è un problema serio e diffuso.
Ferisce il tuo spirito e contamina la tua mente
con pensieri impuri. Danneggia i rapporti. Guardare materiale pornografico fa sì che tu perda la
compagnia dello Spirito Santo.
Superare la dipendenza non è facile, ma è semplice: decidi
adesso di smettere di guardare materiale pornografico o di pensare alla pornografia. Parla subito con il tuo vescovo o presidente
di ramo. Non vergognarti di parlare con lui. Ti può aiutare a pentirti
cosicché l’Espiazione del Salvatore possa purificare i tuoi pensieri
e il tuo spirito. “Da questo potrete sapere se un uomo si pente dei
suoi peccati: ecco, li confesserà e li abbandonerà” (DeA 58:43).
Fa tutto quello che puoi per evitare la pornografia in futuro.
Ciò potrebbe significare fare a meno del cellulare e dell’accesso a
Internet, eccetto che in luoghi pubblici e con filtri rigidi installati.
Fa della preghiera, dello studio dello Scritture, del servizio
e di altre attività edificanti il centro della tua vita. Il Signore ha
insegnato: “Cessate dunque… ogni desiderio lascivo” e “la virtù
adorni i tuoi pensieri senza posa” (DeA 88:121; 121:45). Con un
pentimento sincero e con l’aiuto del Salvatore e dei Suoi servitori eletti, tu puoi superare questa dipendenza.
Non arrenderti mai
La pornografia ha rovinato la mia vita, ma
ho finalmente spezzato questa dipendenza
dopo molta sofferenza. Il processo del
pentimento sarà lungo e difficile, ma prega
con sincerità ogni giorno per l’aiuto del
Signore durante questa prova. Non pensare mai di non essere degno di pentirti,
poiché l’Espiazione è a disposizione di
tutti. Ricorda, inoltre, che ogni volta che
vieni tentato, Satana sta cercando di farti
sprofondare nel peccato. Ma la scelta sarà
sempre la tua, che sia quella di cedere alla
tentazione o di ignorarla. Non darti per
vinto né con te stesso né con il Signore,
poiché Egli non ti fornisce alcuna prova
che tu non possa sopportare (vedere
1 Nefi 3:7).
Una giovane donna di Victoria, Australia
Leggi le Scritture
Prega per avere forza. Enos pregò per un giorno
intero, supplicando il Signore affinché i suoi
peccati fossero perdonati, e grazie alla sua fede,
egli provò una grande pace e il senso di colpa
svanì. Leggi le Scritture per ottenere lo Spirito
Santo, giacché in Sua compagnia, non penserai a cose impure
né le commetterai. Leggi Salmi 24:3–5 (in merito a mantenersi
puri). Tieniti impegnato: fai sport, esci e divertiti in modo pulito
e non farti influenzare dai cosiddetti amici. Quando giungono
le tentazioni, sii risoluto e respingile. Ricorda che il Padre
Celeste sa tutto quel che pensi e fai.
Parla al tuo vescovo
Parla al tuo vescovo il più presto possibile. È difficile fare il primo passo, ma devi
parlargli per pentirti. Lui non ti prenderà in
giro né sarà indignato con te. Si preoccupa
e vuole solo ciò che è meglio per te. Gesù
Cristo ha sofferto per i tuoi peccati cosicché tu possa sentirti di nuovo libero dallo
schiacciante senso di colpa e dalla tristezza
insostenibile che stai provando da così a
lungo (vedere Alma 5:9). Non è troppo
tardi per cambiare. Puoi di nuovo provare
la vera gioia. Chiedi a Dio di darti il coraggio per pentirti.
Ana G., 17 anni, Zulia, Venezuela
Taylor P., 18 anni, Nord Carolina, USA
Le risposte sono volte a porgere aiuto e a offrire vari punti di vista, non sono dichiarazioni ufficiali sulla dottrina della Chiesa.
46 L i a h o n a
Natália Q., 18 anni, San Paolo, Brasile
Prega
Il potere della preghiera è indescrivibile; ci dà la forza di resistere alle
avversità e uscirne vincitori (vedere
DeA 10:5). Se cerchi il Padre Celeste
in preghiera, Egli ti darà la forza di
liberarti dalla tentazione. Se leggi
le Scritture quotidianamente, sarai
ancora più rafforzato. Se ti affidi al
Signore e non alle tue forze, Egli ti
libererà dalle catene che ti imprigionano. È mediante l’Espiazione che
puoi essere guarito.
sentito queste parole: “Se hai un
problema con la pornografia, vai
dal tuo vescovo”. Un giorno, durante
la mia intervista per la raccomandazione per il tempio, è venuto fuori.
Dopo mi sono sentita così bene. Ero
libera. Mi ero tolta un peso. Poi l’ho
detto ai miei genitori. Erano tristi,
ma l’hanno accettato. Non aver
paura di confessarlo.
Una giovane donna del Tennessee, USA
Dillo a qualcuno
Sono stato prigioniero della pornografia per molto tempo. È stato solo
grazie al sostegno dei miei genitori
e all’aiuto del mio vescovo che me
ne sono alla fine liberato. Un ridotto
accesso a Internet e qualche settimana senza prendere il sacramento
sono un piccolo prezzo da pagare
per la gioia di essere pulito. Consulenti professionisti possono, inoltre,
aiutarti e non ti giudicheranno. Sono
anch’essi strumenti che il Signore
ci ha dato.
Un giovane uomo della California, USA
“Cercate, prima di
tutto, di separarvi da
persone, materiali e
circostanze che possono
GIOVANI
Canta un inno
La pornografia non è
di Dio. Il processo di
pentimento è lungo e
doloroso, ma è possibile! Devi avere il desiderio di cambiare, di percepire la
gravità del peccato e, soprattutto, di
cercare l’aiuto del Padre Celeste. Per
evitare di cadere in tentazione, io ho
una foto di Gesù Cristo vicino al mio
computer. È sempre lì che mi guarda!
Ogni volta che mi vengono in mente
musica o immagini pornografiche,
canto un inno e queste cose malvagie
vengono presto dimenticate.
COME PROTEGGERSI DALLA
TENTAZIONE
danneggiarvi…
Riconoscete che le persone legate dalle
catene di vere dipendenze hanno spesso
più bisogno d’aiuto esterno che di contare
sulle proprie forze, e una di queste persone potreste essere anche voi. Cercate
questo aiuto e accoglietelo con gioia.
Parlate con il vostro vescovo, seguite il
suo consiglio…
Assieme ai filtri al computer e un
catenaccio agli affetti, ricordate che
l’unico vero controllo nella vita è quello
che si esercita su sé stessi. Esercitate un
controllo maggiore anche sui momenti
più irrilevanti che vi trovate di fronte.
Se un programma alla tv è indecente,
spegnete l’apparecchio…
Coltivate lo Spirito del Signore e state
dove è Lui. Accertatevi che includa la
vostra casa, lasciando che ispiri il genere
di arte, musica e letteratura che vi tenete”.
Anziano Jeffrey R. Holland del Quorum dei
Dodici Apostoli, “Non c’è più posto per il
nemico della mia anima”, Liahona, maggio
2010, 45–46.
Gian G., 18 anni, Rivera, Uruguay
Confessa
Ho avuto questo problema. Mi perseguita ancora. Prima di tutto, smetti
di guardare materiale pornografico.
Vai dal Padre Celeste. Ho sentito il
Suo perdono quando pensavo di
non poter essere perdonata. Poi ho
creduto che tutto fosse a posto. Non
volevo che nessuno sapesse, me ne
vergognavo tanto. Ma è qualcosa che
devi dire al tuo vescovo. Io ho provato a non farlo. Ma ho ripetutamente
LA PROSSIMA
DOMANDA
“Come faccio a
‘stare in luoghi
santi’ quando c’è
così tanta malvagità intorno a me,
come, per esempio,
a scuola?”
Inviate le vostre risposte entro il 15 settembre a
liahona.lds.org, via e-mail a liahona@ldschurch.
org, oppure per posta all’indirizzo:
Liahona, Questions & Answers 9/12
50 E. North Temple St., Rm. 2420
Salt Lake City, UT 84150-0024, USA
Le risposte potrebbero essere modificate per adattarne la lunghezza o per renderle più chiare.
Nell’e-mail o nella lettera vanno allegate le
informazioni e il permesso seguenti: (1) nome
per esteso, (2) data di nascita, (3) rione o ramo,
(4) palo o distretto, (5) il vostro permesso scritto
o, in caso siate minorenni, quello di un genitore
(è accettabile via e-mail), affinché sia pubblicata
la risposta e la fotografia.
Anziano
Tad R. Callister
Membro della
Presidenza dei Settanta
Come faccio a
SAPERE se sono stato
D
urante il mio servizio come
presidente di missione, i missionari ponevano spesso queste due domande: (1) Come faccio
a sapere se sono stato perdonato dei
miei peccati? e (2) Se sono stato perdonato, perché mi sento ancora
in colpa?
A queste domande, rispondevo
di solito dicendo: “Se sentite lo
Spirito — quando pregate, leggete
le Scritture, insegnate, portate la
vostra testimonianza o in qualsiasi
altra occasione — allora avete la
vostra prova di essere stati perdonati o, in alternativa, che è in corso
il processo di purificazione, poiché
lo Spirito non dimora in tabernacoli
impuri” (vedere Alma 7:21). Nella
maggior parte dei casi il processo di
purificazione richiede del tempo perché cambiare il nostro cuore richiede
del tempo, ma, intanto, possiamo
andare avanti sicuri dell’approvazione di Dio per il nostro progresso
come suffragato dalla presenza del
Suo Spirito.
48 L i a h o n a
Alcune persone sono più dure con
se stesse di quanto lo sia il Signore.
Ovviamente dobbiamo pentirci per
aver diritto al potere purificatore e
misericordioso dell’Espiazione, ma
una volta fatto, non esiste nel regno
di Dio alcun penitente macchiato. Non
c’è un segno nero sulla nostra caviglia
destra che dice “peccato del 2008” o
una macchia marrone dietro al nostro
orecchio sinistro che dice “trasgressione del 2010”. Il Signore ha decretato
il totale potere purificatore dell’Espiazione quando ha detto: “Quand’anche
i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la
neve” (Isaia 1:18). Questo è il miracolo
dell’Espiazione di Gesù Cristo.
Credo che, in alcune situazioni, i
nostri peccati siano purificati prima
che il senso di colpa svanisca. Perché? Forse nella misericordia di Dio,
il ricordo di quel senso di colpa è un
avvertimento, un “segnale di stop”
spirituale, che richiama la nostra
attenzione quando ci troviamo ad
affrontare altre tentazioni di natura
simile. “Lascia perdere. Sai il dolore
che può provocare”. Forse per chi sta
vivendo il processo del pentimento, è
inteso per essere una protezione, non
una punizione.
Il nostro senso di colpa svanirà
mai? La promessa del Signore non
lascia dubbi in merito. Ai giusti, il
Signore ha detto che verrà il tempo
in cui “non… ci saran più cordoglio,
né grido, né dolore: poiché le cose di
prima sono passate ” (Apocalisse 21:
4; corsivo dell’autore).
Non so se dimenticheremo i nostri
peccati, ma arriverà il momento in
cui coloro che si pentono non ne
saranno più turbati. Così è accaduto
a Enos, la cui “colpa fu cancellata”
(Enos 1:6), ai Lamaniti convertiti,
che testimoniarono che il Signore
aveva “tolto la colpa dal [loro] cuore”
(Alma 24:10), e ad Alma, che proclamò: “Non potei più ricordare le
mie pene” (Alma 36:19; corsivo dell’autore). Certamente tutti ricordavano
i loro peccati, ma in qualche modo
non ne erano più turbati. I poteri
ILLUSTRAZIONI DI SCOTT SNOW
PERDONATO?
GIOVANI
Il nostro senso di
colpa svanirà mai? La
promessa del Signore
non lascia dubbi in
merito. Ai giusti, il
Signore ha detto che
verrà il tempo in cui
“non… ci saran più
cordoglio, né grido,
né dolore”.
A g o s t o 2 0 1 2 49

Più impariamo sull’Espiazione
e più esercitiamo la fede nei poteri
guaritori di Cristo, maggiore sarà
la nostra capacità di essere perdonati
e di perdonare noi stessi.
infiniti dell’Espiazione guarirono
miracolosamente ogni ferita e rasserenarono ogni coscienza con “la pace di
Dio che sopravanza ogni intelligenza”
(Filippesi 4:7).
Sembrano esserci due condizioni
che ci libereranno dalla colpa e dal
dolore. La prima è la nostra fede
incrollabile in Gesù Cristo e nella
Sua Espiazione. Quando Enos chiese
in che modo la sua colpa fosse stata
“cancellata” (vedere Enos 1:6–7), il
Signore rispose: “Per la tua fede in
Cristo” (Enos 1:8). Di conseguenza,
più impariamo sull’Espiazione e
più esercitiamo la fede nei poteri
guaritori di Cristo, maggiore sarà la
nostra capacità di essere perdonati
e di perdonare noi stessi. La seconda
condizione sta nello sviluppare un
carattere che non abbia “più alcuna
disposizione a fare il male, ma a fare
continuamente il bene” (Mosia 5:2).
Quando ciò accade, non ci vediamo
più nel nostro “stato carnale” (Mosia
4:2) ma come figli e figlie generati
spiritualmente da Dio. Riconosciamo
di essere persone differenti da quelle
che avevano peccato. Scrooge, il
famoso personaggio di Canto di
Natale, di Charles Dickens, era riuscito a trasformare a tal punto la sua
vita da poter correttamente dichiarare:
“Non sono più l’uomo di prima”.1
Quando ci pentiamo, diventiamo
persone diverse da quelle che eravamo. La consapevolezza della nostra
nuova identità, accompagnata dalla
nostra fede nei poteri purificatori di
Cristo, ci aiuta a raggiungere il punto
in cui possiamo dire come ha fatto
Alma: “Non potei più ricordare le
50 L i a h o n a
mie pene; sì, non fui più straziato
dal ricordo dei miei peccati” (Alma
36:19). Pertanto, possiamo trovare
conforto nel principio che Dio, alla
fine dei conti, ci giudicherà per quel
che siamo diventati e non per quel
che eravamo.
L’apostolo Paolo ha dato dei
consigli costruttivi a tutti noi che
abbiamo peccato e che stiamo cercando di pentirci. Ha detto che noi
dovremmo “dimentica[re] le cose che
stanno indietro e protende[rci] verso
quelle che stanno dinanzi” (Filippesi
3:13). In altre parole, dovremmo
buttare il passato alle spalle e andare
avanti, con fiducia nel potere redentore di Dio. Un tale impegno da
parte nostra è una dimostrazione
di fede. Inoltre, Paolo ha consigliato:
“Beato colui che non condanna se
stesso” (Romani 14:22).
Nel frattempo, fino a che l’ultima
goccia di senso di colpa non sia
rimossa, se sentiamo lo Spirito del
Signore, possiamo procedere con
la sicurezza di essere stati purificati
o che il processo di purificazione sta
operando il suo miracolo divino nella
nostra vita. La promessa è certa: se
facciamo del nostro meglio per pentirci, noi saremo purificati dai nostri
peccati e il nostro senso di colpa sarà
alla fine cancellato, perché l’Espiazione del Salvatore non è discesa
solo al di sotto dei nostri peccati,
ma anche della nostra colpa. Allora
saremo in perfetta pace con noi
stessi e con Dio. ◼
NOTA:
1. Charles Dickens, A Christmas Carol in
Prose (1843), 150.
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abbiamo problemi
anche quando obbediamo ai comandamenti e viviamo il
Vangelo. Non dobbiamo dimenticare
che siamo venuti
su questa terra per
essere messi alla
prova. Quando
superiamo gli ostacoli e mostriamo al
Padre Celeste che
Lo amiamo mediante
le nostre scelte, Egli
ci benedirà in modo
tale che nella nostra
famiglia regni lo
Spirito del Signore.
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IL MIO
VERSETTO
PREFERITO
1 Nefi 3:7
Questo versetto rafforza la mia fede perché
Nefi dimostra che, anche
durante le difficoltà, continua a obbedire e a compiere ciò che il Signore
vuole che faccia. E il Padre
Celeste lo benedice per
questo.
Kaila T. (sopra), Filippine
OTTENERE UNA
TESTIMONIANZA
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ono nato nella Chiesa e
non avevo una grande testimonianza finché non ho iniziato
a leggere le Scritture con intento
puro. Invece di leggere semplicemente le parole sulla carta, ho
cercato di approfondirne il significato. Ho letto 3 Nefi 11:3, e mi
sono messo nei panni di quelle
persone. Quel versetto e i versetti che lo seguono mi hanno
scosso. Da quel momento in poi
ho continuato a leggere le Scritture e a pregare con sincerità, e
la mia testimonianza è cresciuta.
Ryan R., Washington, USA
A g o s t o 2 0 1 2 51
Un SACRIFICIO, ma una
Il mio desiderio di servire
una missione per poco non
svanì a causa del denaro
che stavo guadagnando.
Edward M. Akosah
Q
uando avevo sei anni, mia
madre incontrò i missionari e
si unì alla Chiesa nel Ghana,
in Africa. Mio padre l’aveva lasciata
con cinque figli, ma gli insegnamenti
della Chiesa ci aiutarono a tenere
solida la nostra famiglia. Ci amavamo
reciprocamente e c’era pace nella
nostra casa. Amavo molto andare in
chiesa con mia madre e partecipare
alle classi della Primaria prima e a
quelle del seminario poi.
Quando diventai un giovane
uomo fui chiamato a servire come
missionario di rione e mi piaceva
insegnare con i missionari. Osservai anche alcuni giovani uomini del
nostro rione partire per la missione.
Quando tornavano, erano diversi.
Erano più preparati e maturi, fisicamente e spiritualmente. Anche il mio
52 L i a h o n a
fratello maggiore servì una missione.
Quando tornò, notai molti miglioramenti nel suo comportamento.
Continuavo a chiedermi: “Che cosa
accade in missione che fa cambiare e
crescere le persone così tanto?” Iniziai
a essere entusiasta all’idea di andare
in missione.
Terminata la scuola superiore,
iniziai a lavorare per mettere da
parte i soldi per la missione. Presto
il mio desiderio di servire una missione iniziò ad affievolirsi perché mi
piaceva il denaro che stavo guadagnando. Sarebbe stato un sacrificio
partire perché i soldi che portavo a
casa aiutavano a mantenere la mia
famiglia. Ogni volta che cominciavo
a compilare i moduli per la missione,
pensavo al denaro cui avrei rinunciato
e mettevo da parte i documenti e
continuavo a lavorare.
Quando i miei amici partivano per
la missione, stavo male perché sapevo
che anch’io avrei dovuto prepararmi
per fare lo stesso. Questo mi spinse
ad analizzare me stesso. Pensai:
“Sostenere il profeta e i miei dirigenti
non è solo alzare la mia mano destra.
È fare ciò che dicono e obbedire
ai comandamenti del nostro Padre
Celeste”.
Quello era il momento di servire
una missione, così presentai i documenti necessari al vescovo. Quello fu
il secondo giorno più felice della mia
vita. Il giorno più felice fu quando il
mio vescovo mi convocò nel suo ufficio e mi consegnò una busta bianca
con la mia chiamata a servire nella
Missione di Ibadan, in Nigeria. Il mio
cuore scoppiava di gioia.
Nel centro di addestramento per
i missionari, imparai a conoscere
meglio le dottrine del Vangelo e altre
cose meravigliose. Fui anche in grado
di ricevere la mia investitura nel tempio. Sono molto grato di aver deciso
di partire per la missione e non l’ho
mai rimpianto. Anch’io sono cresciuto
spiritualmente durante la mia missione. Credo sia dovuto al fatto che
sto aiutando le persone a ricevere le
stesse benedizioni del Vangelo che
hanno portato così tanta felicità a me
e alla mia famiglia. ◼
FOTOGRAFIA PUBBLICATA PER GENTILE CONCESSIONE DI EDWARD M. AKOSAH
GIOIA
IMMAGINARMI
NEL TEMPIO
GIOVANI

Un bel ragazzo dell’ufficio mi chiese di uscire, ma non era un
membro della Chiesa ed io desideravo sposarmi al tempio.
Adriane Franca Leao
ILLUSTRAZIONE DI CRAIG STAPLEY.
D
a ragazzina, sognavo di far
parte di una famiglia eterna.
Avevo dodici anni quando
la mia famiglia fu suggellata nel
Tempio di San Paolo, in Brasile.
Ricordo perfettamente di essermi
inginocchiata con la mia famiglia
all’altare del tempio e di essere
stata suggellata con i miei fratelli
e le mie sorelle ai nostri genitori per il tempo e per tutta
l’eternità. Capii allora che
questo era il tipo di famiglia che volevo. Misi una
foto del Tempio di San Paolo
vicino al mio letto e la guardavo
ogni sera, rinnovando il mio impegno ad avere nulla di meno di una
famiglia eterna.
Un giorno di molti anni dopo,
mentre stavo lavorando nell’ufficio
commerciale di una grossa azienda,
il mio manager mi presentò a un
nuovo dipendente. Era un giovane
alto, con dei bellissimi occhi azzurri,
un sorriso disinvolto e vestito alla
moda.
Stentai a crederci quando, in
seguito, iniziò a flirtare con me. Mi
sentii in cima al mondo! Durante
il nostro primo appuntamento, fui
entusiasta di scoprire che era il
batterista di un gruppo che stava
avendo un discreto successo.
Scoprii anche che beveva e fumava,
ma dedussi che, giacché non era
membro della Chiesa, per lui non
era sbagliato.
Quella sera quando rientrai a casa,
non riuscivo a pensare ad altro che a
quel bellissimo ragazzo. Ma quando
m’inginocchiai a pregare, vidi la foto
del tempio e una strana sensazione
mi pervase. La ignorai e mi misi a
dormire.
Il giorno dopo, quando uscimmo
insieme, il fatto che lui bevesse e
fumasse mi fece sentire a disagio.
Mi vergognavo di essere seduta a un
tavolo con alcolici, sebbene non ne
avessi toccato alcuno. Quando cercò
di baciarmi, mi sentii prima emozionata e poi irritata. Quando sentii
l’odore del fumo e dell’alcol nel suo
alito, quel bacio non andò oltre il
mero tentativo!
Quella notte m’inginocchiai a pregare vicino al mio letto, guardando la
foto del tempio. Riflettei che questo
ragazzo non era il tipo di persona
che avrebbe potuto portarmi al tempio per un matrimonio eterno.
Mi sdraiai e mi addormentai, ma
non prima di aver pensato felice al
mio obiettivo di sposare un giovane
uomo degno con cui poter creare
una famiglia eterna.
Anche se il batterista era ancora
attraente, il suo aspetto romantico
non mi colpiva più. Sapevo che tipo
di matrimonio volevo.
Un anno dopo mi sposai nel Tempio di San Paolo con un degno detentore del sacerdozio che amo. Valse la
pena aspettare un giovane fedele che
potesse ricevere con me questa magnifica benedizione dal Signore. ◼
Per acquistare l’immagine del tempio, visitare
il sito store.lds.org. Cliccare sulla scheda
“Musica, mezzi multimediali e arte” e poi
scegliere “Immagini del tempio”.
A g o s t o 2 0 1 2 53
Per la forza della gioventù
David L. Beck
Presidente generale
dei Giovani Uomini
Elaine S. Dalton
Presidentessa generale
delle Giovani Donne
La Prima Presidenza ha scritto che le
norme di Per la forza della gioventù
“vi aiuteranno nelle scelte che state
compiendo ora e che continuerete a
prendere nel futuro”.1 Con il rilascio
della nuova edizione, le riviste della
Chiesa sono riuscite a trascorrere
alcuni attimi con la presidentessa
delle Giovani Donne, Elaine S.
Dalton, e il presidente dei Giovani
Uomini, David L. Beck, a parlare
della versione riveduta dell’opuscolo.
Una nuova edizione di Per la forza
della gioventù: perché adesso?
Fratello Beck: Le norme del
Signore non sono cambiate, ma
gli attacchi dell’avversario contro
queste norme sono diventati più
54 L i a h o n a
frequenti e intensi. Per la forza della
gioventù è stato aggiornato per
aiutare i giovani a opporsi a questi
attacchi.
Sorella Dalton: I profeti continuano
a parlare ai giovani in modo molto
chiaro e noi vogliamo che siano
disponibili le loro parole attuali. I giovani hanno bisogno di essere irremovibili nel seguire il profeta, pertanto
in quest’opuscolo sono stati inclusi
gli insegnamenti recenti.
Fratello Beck: Come ci ha ricordato
il presidente Thomas S. Monson,
i giovani di oggi stanno crescendo
in un’epoca in cui il divario tra le
norme del Signore e quelle del
mondo si sta allargando.2 Le tentazioni stanno diventando più forti e
IN ALTO A SINISTRA: ILLUSTRAZIONE FOTOGRAFICA DI ROBERT CASEY; A DESTRA: L’IMMAGINE DI CRISTO,
DI HEINRICH HOFMANN, PER GENTILE CONCESSIONE DI C. HARRISON CONROY CO.
UN’ANCORA NEL MONDO DI OGGI
GIOVANI
il comportamento peccaminoso sta
diventando sempre più socialmente
accettabile. L’ispirato consiglio in
quest’opuscolo è un segno dell’amore del Padre Celeste per i giovani.
Egli vuole che ognuno di loro riceva
le benedizioni che scaturiscono dal
vivere il Vangelo e ha dato loro delle
norme per aiutarli. Ora ha un’opera
importante da far compiere loro. Le
norme in Per la forza della gioventù
li aiutano a qualificarsi per adempiere
la Sua opera.
un’altra sezione nuova: “Salute fisica
ed emotiva”. Occorre essere fisicamente sani e prendersi cura del
proprio corpo, ma occorre anche
prestare attenzione alla propria salute
emotiva.
Fratello Beck: Inoltre, è stata data
nuova enfasi all’importanza di seguire
lo Spirito e vivere in modo degno di
andare al tempio.
In che modo i giovani possono
far diventare Per la forza della
gioventù una parte della loro vita?
Sorella Dalton: Vorrei che essi
cercassero le benedizioni menzionate
nell’opuscolo e pensassero a come
tali benedizioni li guideranno verso le
loro mete. Credo davvero che questa
generazione stia preparando la terra
per la Seconda Venuta del Salvatore.
Vorrei spronare i giovani a mantenere
vivo il desiderio di poter stare con
sicurezza in Sua presenza quando
Egli tornerà.
Fratello Beck: Anche gli opuscoli
Che cosa è stato aggiornato
in questa edizione?
Sorella Dalton: È stata aggiunta la
sezione “Lavoro e autosufficienza”.
Molti giovani trascorrono troppo
tempo usando le nuove tecnologie —
social network, Internet, video giochi
— e non imparano mai sul serio a
lavorare. Questo è fonte di preoccupazione perché quando un giovane
individuo parte per la missione, a
volte non è preparato al rigore del
duro lavoro fisico e spirituale. Un
tale argomento va di pari passo con
Adempiere il mio dovere verso Dio
e Progresso personale delle Giovani
Donne offrono molte buone idee. Per
esempio, nella sezione “Vivi in modo
degno” di Dovere verso Dio, i giovani
uomini sono invitati a studiare le
norme in Per la forza della gioventù,
a fare un piano per metterle in pratica
e poi a condividere le loro esperienze
con gli altri. Facendo questo, rafforzano non solo la loro testimonianza,
ma anche quella degli altri.
Sorella Dalton: Un altro esercizio
interessante per i giovani sarebbe di
leggere Per la forza della gioventù
sottolineando tutti i riferimenti allo
Spirito. Vivere queste norme permetterà loro di avere la compagnia
costante dello Spirito Santo. E nel
Che cosa direste a chi pensa
che sia difficile osservare queste
norme nel mondo di oggi?
Sorella Dalton: Direi: “Hai ragione:
è difficile”. Ma gli ricorderei che è
molto più difficile quando non si
osservano le norme. Il peccato complica la nostra vita e ci porta ad avere
a che fare con cose non volute. Direi
che vivere le norme in Per la forza
della gioventù è la chiave per la felicità e tutti vogliono essere felici.
Fratello Beck: Nulla di quel che
può offrire questo mondo può essere
paragonato all’influenza rassicurante
dello Spirito Santo; alla soddisfazione
di sapere che il Padre Celeste è soddisfatto di voi, o al potere delle alleanze
del tempio. Queste sono le benedizioni promesse a chi obbedisce alle
norme del Signore.
Sorella Dalton: Troppe giovani
donne dicono: “Ho fatto una cosa
brutta, quindi non posso più venire
in chiesa”. Poi iniziano a comportarsi sempre peggio. Ma io direi loro:
“Potete pentirvi. Potete cambiare e
potete farlo ora. Questo è il giorno.
Questo è il vostro momento”.
Che consiglio dareste a quei giovani che non hanno molto sostegno a casa nel mettere in pratica
queste norme?
Fratello Beck: Credo che il Signore
ponga ciascuno di noi dove possiamo fare il massimo con i doni
spirituali che Egli ci ha dato. Se la
famiglia non condivide il vostro
stesso impegno a vivere le norme
del Signore, non arrendetevi. Continuate a vivere nel modo che sapete
essere giusto, perché non si sa mai
chi in famiglia potrebbe osservarvi e
trarre personalmente forza dal vostro
esempio.
Sorella Dalton: Inoltre, ricordate
sempre chi voi siete. Voi siete stati
serbati per essere sulla terra in questo
momento perché avete una forte testimonianza del Salvatore. L’avete dimostrato nell’esistenza preterrena. Come
menzionato dal fratello Beck, la vostra
decisione di vivere le norme potrebbe
alla fine benedire la vostra famiglia.
Non scendete a compromessi. Non
arrendetevi. Vivendo queste norme,
possiamo essere una luce. Possiamo
riflettere la luce del Salvatore.
Quali benedizioni otterranno i
giovani quando vivono queste
norme?
Fratello Beck: Il Signore ha promesso molte benedizioni meravigliose a chi rimarrà fedele ai principi
che Egli ha stabilito. Alcune sono
immediate: la compagnia dello Spirito
Santo, la pace di coscienza, e fede
e fiducia maggiori. Ogni volta che
FOTOGRAFIA DI SENTIERI © PLAINPICTURE/HASENGOLD
momento in cui i giovani dovranno
prendere decisioni critiche nella
loro vita, avranno bisogno di tale
compagnia.
Fratello Beck: Vedo inoltre l’opuscolo come una grande risorsa per
condividere il Vangelo; possiamo
usarlo per aiutare i nostri amici a
capire perché viviamo in un certo
modo. I giovani potrebbero anche
utilizzarlo per preparare le lezioni
per la serata familiare, i discorsi per
la riunione sacramentale, o le lezioni
per le classi della Chiesa — o semplicemente per trovare le risposte alle
domande sulle norme del Signore.
Man mano che i giovani fanno queste
cose, le dottrine e i principi in Per la
forza della gioventù penetreranno
nel loro cuore e diventeranno parte
di chi sono.
GIOVANI
obbediamo a un comandamento, la
nostra capacità di obbedire aumenta.
Sorella Dalton: Il mondo dice:
“Provate tutto. Ora che siete giovani,
potete sperimentare”. Ciò che succede
quando seguite un tale messaggio è
come un imbuto che in cima è largo
ma che alla fine diventa piuttosto
stretto. Il vostro libero arbitrio viene
limitato da queste decisioni. La sperimentazione porta alla dipendenza.
Un attimo di eccitazione può portare
a gravidanze fuori dal matrimonio o
a un cambiamento nei vostri piani di
vita. Ma se percorrerete la stretta via
— capovolgete l’imbuto — e obbedite alle norme del Signore, il mondo
intero sarà a vostra disposizione
e continuerà ad ampliarsi quando
osservate i comandamenti. Invece di
essere legati dai vostri errori, avete la
libertà di vivere il genere di vita che
vi renderà felici.
Fratello Beck: Il mondo ha bisogno
di giovani che comprendono il valore
di queste benedizioni e come comportarsi per ottenerle. Ci sono molti
dei vostri amici e dei vostri coetanei
che stanno cercando un’alternativa
alle vie del mondo, che vogliono dei
veri principi su cui costruire la loro
vita. Tutto ciò di cui hanno bisogno è il vostro esempio e la vostra
testimonianza.
Vorreste condividere qualcos’altro
con i giovani?
Sorella Dalton: Il messaggio che
vorrei dare ai giovani è che il pentimento non è una cosa negativa: è
una benedizione. Il Salvatore ci ha
offerto la possibilità di pentirci. Non
aspettate. Possiamo cambiare e questo ci aiuterà a vivere le norme. Un
giovane uomo o una giovane donna
virtuosi, guidati dallo Spirito, possono
cambiare il mondo. Voi potete essere
quel giovane uomo o quella giovane
donna.
Fratello Beck: Vi vogliamo bene e
gioiamo della vostra bontà. È entusiasmante ed è fonte d’ispirazione
per noi essere testimoni della vostra
fedeltà. Se vi sentite soli, ricordate
che ci sono migliaia di giovani come
voi in tutto il mondo che si sono
impegnati a osservare le norme del
Signore. Ricordate inoltre che lo
Spirito Santo può essere un vostro
compagno costante. Vivete in modo
da essere degni della Sua presenza,
seguite i Suoi suggerimenti e permetteteGli di confortarvi quando ne
avete bisogno. Il Padre Celeste vi ama
e si fida di voi. Egli ha grandi cose in
serbo per voi. ◼
NOTE
1. Per la forza della gioventù (2011), II.
2. Thomas S. Monson, “Osate stare soli”,
Liahona, novembre 2011, 60.
COME POSSO SPIEGARE
AI MIEI AMICI I MOTIVI
PER CUI LE NOSTRE NORME
NON SONO RESTRITTIVE?
P
uoi usare l’analogia dell’imbuto
menzionata dalla sorella Dalton.
Provare le cose suggerite dal mondo
limiterà il vostro futuro a causa delle
conseguenze negative. Noi capovolgiamo l’imbuto: seguire le norme e i
comandamenti ci aprirà la strada a
molte opportunità ora e nel futuro.
Le norme ci aiutano a:
• Avere la compagnia dello
Spirito Santo, soprattutto
quando si devono prendere
decisioni importanti.
• Godere della felicità e della
libertà invece che dover sopportare le conseguenze della
dipendenza o del peccato.
• Essere degni delle benedizioni del tempio e della vita
eterna, che è il nostro obiettivo
supremo.
L’ESEMPIO DI
mia madre
Erin Barker
S
caraventai il piatto nella lavastoviglie
e piansi per la frustrazione.
“Erin, puoi andare a quella festa in
piscina”, disse mio padre. “Puoi prenderti
una pausa”.
“Non ha niente a che fare con questo!”
Gridai mentre uscivo dalla stanza infuriata.
La mia scenata non aveva nulla a che fare
con la festa in piscina di Adriane. Mia madre
e mia sorella più piccola, Abby, avevano la
polmonite. Mio padre ed io avevamo trascorso l’ultima settimana prendendoci cura
di loro e cercando di far funzionare normalmente la casa. Ciò significava cucinare,
pulire, fare la spesa, fare il bucato e portare
in giro le mie altre due sorelle.
Tutto questo aveva represso le mie continue preoccupazioni e i miei timori assillanti.
Ero preoccupata per la mia famiglia e nervosa di dover a breve partire per l’università. Così mi tenni impegnata e cercai di
ignorare le mie paure. Avevo persino
programmato di saltare la festa di
Adriane, ma ero stanca e l’idea
di una serata spensierata, da
trascorrere con gli amici
vicino alla piscina,
mi fece crollare
58 L i a h o n a
emotivamente. Esplosi e sfogai la mia frustrazione su mio padre.
Piansi per un po’ nella mia stanza. Poi,
sentendomi in colpa, andai al piano di sopra
per vedere se mia madre o Abby avessero
bisogno di qualcosa. Trovai mia madre mentre
somministrava le medicine a mia sorella con le
guance rosse dalla febbre. Mia madre riusciva
a respirare a malapena ed era stata costretta a
letto per giorni. Mio padre ed io la esortammo
a tornare a letto. Le dicemmo che potevamo
occuparci noi di Abby. Non voleva saperne.
“Sto bene. Voi due andate a riposare un
po’”, disse. “Abby ha bisogno di me”.
Provai a non piangere mentre guardavo
mia madre confortare mia sorella di dieci
anni. Le controllò la temperatura, la aiutò
a rimettersi a letto, poi le s’infilò accanto e
abbracciò il suo corpo tremante. Abby smise
di lamentarsi e si calmò sentendosi protetta
della mamma.
Mia madre non era mai stata così male.
La polmonite alla fine la costrinse in ospedale
per parecchi giorni. Eppure nel bel mezzo
delle sue difficoltà, si dimenticò di se stessa.
Invece che lamentarsi per il suo malessere,
trovò il modo di lenire il dolore di sua figlia.
Quella sera avevo programmato di diventare la martire della situazione rimanendo a
casa ad aiutare. Invece, mi sentii imbarazzata per il mio scatto e fui resa umile dalle
azioni di mia madre. Guardandola, capii che
avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutare me e
le mie sorelle.
Quella sera sentii il suo amore e desiderai
seguire il suo esempio. Decisi di mostrare a
coloro che amo che ci sarei stata se avessero
avuto bisogno di me, a prescindere dal sacrificio personale richiesto. ◼
ILLUSTRAZIONE DI BRIAN CALL

L’anziano Quentin L. Cook,
membro del Quorum dei
Dodici Apostoli, condivide
alcuni pensieri su questo
argomento.
ILLUSTRAZIONE DI DAN BURR
L
e donne sono figlie del
nostro Padre Celeste che
le ama.
Dio ha posto nelle donne le
qualità divine della forza, della
virtù e dell’amore.
La moglie è alla pari del marito.
Mogli e mariti lavorano fianco a
fianco per far fronte ai bisogni
della famiglia.
Le donne sono
importanti
nella Chiesa!
BAMBINI
TESTIMONE SPECIALE
Le donne della Chiesa, oggi, sono
forti e fedeli.
Molto di ciò che viene realizzato
nella Chiesa è dovuto al servizio
altruistico delle donne.
Le donne della Chiesa sono straordinarie! ◼
Tratto da: “Le donne della Chiesa sono straordinarie!” Liahona, maggio 2011, 18–22.
A g o s t o 2 0 1 2 59

Preghiere, annotazioni e
disastri naturali
Marissa Widdison
Riviste della Chiesa
Honoka
ra
nella Prefettu
onoka e vivo
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Mi chiamo H
ace gioc
ppone. Mi pi
è
o
gn
so
di Chiba, Gia
io
Il m
e disegnare.
tare la corda
e un giorno.
ic
tr
ra
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lu
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un
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ar
nt
ve
di
di
Casa di Maggie
60 L i a h o n a
Maggie
Ciao! Sono M
aggie da Jopl
in, Missouri.
Una sera mia
mamma ha se
ntito al
telegiornale
che stava per
arrivare una
tempesta, co
sì siamo anda
ti tutti nel
seminterrato.
Il vento che so
ffiava forte
mi spaventava
. Ero preoccup
ata per i
miei amici e
per i nostri an
imali. Dopo la
tempesta, er
o grata che la
mia famiglia
fosse al sicur
o e che la no
stra casa non
avesse subito
gravi danni.
Casa di Honoka
MAPPA DI CHAD HUTCHINGS; A DESTRA: FOTO DEL GIAPPONE © KYODO/REUTERS
B
enché
queste due
ragazzine
parlino lingue
diverse e
vivano a oltre
6.000 miglia
(9.600 km) di
distanza tra loro,
hanno qualcosa
di speciale in
comune: entrambe
hanno trovato il
modo di mantenere un atteggiamento positivo
quando i disastri
naturali hanno
distrutto le loro
città. Date uno
sguardo alle storie
vere di Honoka O.
dal Giappone e
Maggie W. dal
Missouri, USA.
Nei momenti tristi
e spaventosi, cosa
le ha aiutate a rimanere fiduciose e
ottimiste?
La mia storia
preferita
nelle Scritture è quella
del sogno di
Lehi (vedere
1 Nefi 8).
Penso che la Primaria sia
molto importante, perché
posso imparare tantissimo su
Dio e Gesù. Amo la riunione
Mi trovavo a scuola quando
si scatenò un gran terremoto.
I miei primi pensieri furono:
“È spaventoso!” e “Chissà se
la mia famiglia sta bene”. Ho
BAMBINI
Honoka
Maggie
sacramentale perché mi sento
più pura quando prendo il
sacramento, e ciò mi rende
molto felice.
pregato nel mio cuore che
potessero essere al sicuro e
che le vite delle persone fossero risparmiate. In seguito,
ho saputo che nessuno dei
miei amici era rimasto ferito. In quel
momento ho sentito
che Dio ci aveva
protetti. So che Dio
e Gesù vivono.
Molte altre
case e uffici
furono
distrutti dal
tornado
che si era
abbattuto
sulla città. Ero triste per le
persone che avevano perso
i loro cari. I miei genitori
e i miei fratelli e sorelle
maggiori decisero di aiutare
a ripulire
la città.
Ciò mi ha
fatto pensare alla
Scrittura che dice: “Quando
siete al servizio dei vostri
simili, voi non siete che al
servizio del vostro Dio”
(Mosia 2:17).
Volevo aiutare anch’io a ripulire, ma
la mamma ha detto che non era prudente per una bambina. Allora ho
sentito lo Spirito Santo condividere
una grande idea per rendere
le persone felici. Ho scritto 20
bigliettini di ringraziamento
da dare ai volontari. Ho
trascorso molto tempo per
rendere ogni bigliettino
speciale, affinché le persone potessero sentire lo
Spirito e sapere che erano
molto importanti per la
nostra città.
Ho imparato che anche quando
non è possibile servire in un
modo, puoi sempre pensare ad
altri modi in cui puoi servire.
Il Padre Celeste ti benedirà
per aver servito Lui e
il tuo prossimo.
A g o s t o 2 0 1 2 61
UN’IDEA BRILLANTE
“Mi auguro che le vostre case siano
piene di amore
e gentilezza,
e dello
Spirito del
Signore”.
ILLUSTRAZIONE DI KEITH LARSON
Presidente Thomas S. Monson
tratto dalla Conferenza generale di aprile 2012
62 L i a h o n a
BAMBINI
La nostra pagina
Jay R., 5 anni, Indonesia, ama moltissimo la sua famiglia. I suoi genitori gli
hanno insegnato ad amare gli altri.
Ha molti amici e gli piace condividere
tutto con loro. Ama le creazioni del
Signore, come le piante e gli animali.
Gli piacciono tanto gli insetti e anche
i ragni, perché costruiscono la propria
ragnatela. È grato di tutte le cose che
il Signore ha creato per lui.
Lucas L., 9 anni, Argentina
SVILUPPARE FEDE IN DIO
L’
opuscolo Fede in Dio mi ha aiutato
a progredire nell’obbedienza ai
comandamenti del Padre Celeste. Invito tutti
i bambini a completare l’opuscolo e a sviluppare i loro talenti servendo nella Chiesa.
Ho fissato una meta e ho suonato il violino
in un duetto con mio fratello in chiesa. Ho
un fratello che sta servendo una missione: è un grande esempio per
me, come lo sono tutti gli altri membri della mia famiglia!
Charlotte de B., 10 anni, Francia
Rebeca B., 4 anni, Brasile, adora andare
in chiesa. Vuole sempre cantare “Sono
un figlio di Dio” e “Le famiglie sono
eterne” ogni settimana alla serata
familiare, e sa a memoria tutte le
parole. A soli tre anni e pochi mesi,
sapeva già a memoria i primi tre
Articoli di fede. Parla della domenica
come il giorno del Signore ed è una benedizione per la sua
famiglia.
Timothy K., 3 anni, Ucraina
P
otete inviare i vostri disegni, foto o esperienze on-line a liahona.lds.org; tramite
e-mail a [email protected] indicando
nell’oggetto “Our Page”; oppure tramite la
posta tradizionale a:
Liahona, Our Page
50 E. North Temple St., Rm. 2420
Salt Lake City, UT 84150-0024, USA
Le lettere dovranno includere il nome per
esteso, il sesso e l’età del bambino (deve avere
da 3 a 11 anni), come pure il nome del genitore, il rione o ramo, il palo o distretto, nonché
il permesso scritto del genitore (le e-mail sono
accettabili) a usare la foto e il materiale del bambino. Le lettere potrebbero essere modificate per
adattarne la lunghezza o per renderle più chiare.
A g o s t o 2 0 1 2 63
PORTIAMO LA PRIMARIA A CASA
Puoi usare la lezione e l’attività per conoscere
meglio il tema del mese della Primaria.
Scelgo di riempire la
mia vita di cose che
invitano lo Spirito
64 L i a h o n a
Ricordate che i buoni amici
faranno la differenza nella vostra
vita aiutandovi a scegliere il giusto. Cercate amici come Shadrac,
Meshac e Abed-nego e siate amici
come lo erano loro! ◼
Inno e Scrittura
• “Vorrò imitar Gesù”,
Innario dei bambini, 40–41
• Articoli di Fede 1:13
Ora tocca a te
Ecco alcune idee per diventare un buon
amico:
• Alla fine della settimana scrivi sul tuo
diario cosa hai fatto per essere un buon
amico per qualcuno.
• Pensa ad alcuni modi in cui puoi dimostrare affetto ai tuoi amici.
• Annota in che modo i tuoi amici possono
rafforzare la tua fede in Dio.
• Condividi con un genitore o un dirigente
della Primaria ciò che stai facendo per
essere un buon amico.
Hai invitato un
nuovo studente
a sedersi accanto
a te sull’auto­
bus. Avanza di
1 casella.
Gioco SIG: Amicizia
Fai questo gioco per imparare meglio ad
essere un buon amico. Avrai bisogno di un
fagiolo o di un bottone per ogni giocatore e
dei piccoli pezzi di carta con su scritto “1”,
“2” o “3”. Metti questi pezzetti di carta in
un sacchetto o in una busta.
Per giocare, una persona sceglie un pezzetto di carta e sposta il suo fagiolo o bottone
di tante caselle quante indicate sul pezzo
di carta. Leggi che c’è scritto sulla casella e
segui le istruzioni. Il gioco non finisce finché
tutti raggiungono la fine come buoni amici!
ILLUSTRAZIONI DI BRAD TEARE
P
ossiamo leggere nella
Bibbia una storia meravigliosa riguardo a Shadrac,
Meshac e Abed-nego. Il re Nebucadnetsar gettò questi tre amici in una
fornace di fuoco ardente perché si
rifiutarono di adorare un’immagine
d’oro che egli aveva creato. I tre
israeliti dissero al re che avrebbero
adorato soltanto Dio. Poiché questi
ragazzi erano fedeli, Dio li preservò
dalla fornace e salvò la loro vita
(vedere Daniele 3). Questa storia ci
insegna a confidare in Dio e a essere
fedeli e coraggiosi. Ci insegna anche
riguardo ai buoni amici che si aiutano a vicenda a scegliere il giusto.
Insieme Shadrac, Meshac e
Abed-nego scelsero di mantenere la
loro promessa di adorare Dio. Scelsero di avere fede che Dio li avrebbe
salvati. Scelsero di non avere paura
del re, ma di confidare in Dio. Il
presidente Henry B. Eyring, primo
consigliere nella Prima Presidenza,
ha detto: “Tutti noi abbiamo bisogno di veri amici che ci amano, ci
ascoltano, ci sono d’esempio e ci
attestano la verità” (“Amici veri”,
Liahona, luglio 2002, 29).
Hai aiutato una
ragazza che si
era fatta male
cadendo. Avanza
di 1 casella.
BAMBINI
Una ragazza ha fatto cadere
il vassoio col suo pranzo, ma
non l’hai aiutata a raccoglierlo.
Retrocedi di 1 casella.
Hai condiviso il tuo pranzo
con un ragazzo che non ne
aveva. Avanza di 1 casella.
Hai invitato qualcuno a
partecipare al tuo gioco
durante la ricreazione.
Avanza di 1 casella.
Hai ignorato
un ospite della
Primaria. Retrocedi di 1 casella.
La tua famiglia
ha fatto visita
a un nuovo
vicino. Avanza
di 1 casella.
FINE
Hai deriso un
ragazzo per
il suo aspetto
diverso. Retrocedi di 1 casella.
Hai aiutato il tuo
fratellino coi suoi
compiti. Avanza
di 1 casella.
Hai parlato del
Vangelo con un
amico. Avanza
di 1 casella.
Hai incoraggiato gli altri a
fare le scelte giuste. Avanza
di 1 casella.
Hai preso in giro un’amica
e l’hai offesa. Retrocedi di
1 casella.
A g o s t o 2 0 1 2 65
S E G U I A M O I L P R O F E TA
Imparare a servire gli altri
Heidi S. Swinton
T
homas Spencer Monson ha
preso il nome dal nonno,
Thomas Condie. Il giovane
Tommy ha imparato molte lezioni
da suo nonno, che viveva a poche
case di distanza. La lezione che si
ricorda meglio era quella su come
servire gli altri.
Un giorno quando Tommy aveva
circa otto anni, lui e suo nonno
erano seduti sul dondolo nel
portico di casa. Un uomo
inglese anziano viveva sulla
stessa strada. Si chiamava
Robert Dicks, ma la maggior
parte dei vicini lo chiamava
“vecchio Bob”. Era vedovo e
povero.
Il vecchio Bob venne e si sedette
sul dondolo con Tommy e suo
nonno. Disse che la piccola casa
di mattoni in cui viveva sarebbe
stata demolita. Era senza famiglia,
senza denaro e non aveva un
posto dove andare.
Tommy si chiese in
che modo suo nonno
avrebbe reagito alla
66 L i a h o n a
triste storia. Suo nonno si mise la
mano in tasca e tirò fuori un piccolo borsellino di cuoio. Prese una
chiave e la mise nella mano del
vecchio Bob. “Signor Dicks”, disse
teneramente, “può trasferire tutte le
sue cose nella mia casa vuota qui
accanto. Non le costerà un centesimo e potrà stare lì tutto il tempo
che vorrà; e si ricordi che mai più
nessuno la butterà fuori”. Gli occhi
del vecchio Bob si riempirono di
lacrime.
Tommy aveva imparato ad
amare e servire gli altri anche dalla
madre. Ogni domenica prima che
la famiglia Monson cenasse, la
madre di Tommy preparava un
piatto di arrosto, patate e salsa
per il vecchio Bob. A volte includeva la famosa torta decorata della
mamma di Tommy, a strati rosa,
verde e bianco e la glassa al cioccolato. Il compito di Tommy era di
portare la cena al vecchio Bob.
Dapprima Tommy non capiva
perché non potesse prima mangiare
e poi andare a portare il piatto.
Ma non si lamentò mai.
Correva a casa di Bob
tenendo in equilibrio
il piatto pieno.
“Penso che l’amore si dimostri mediante il modo in cui viviamo, il modo in
cui serviamo e il modo in cui aiutiamo gli altri. Quando serviamo gli altri dimostriamo
loro che li amiamo, e dimostriamo anche a Gesù Cristo che Lo amiamo” (“Da amico a
amico”, La Stella, novembre 1997, 6).
BAMBINI
PAROLE DEL PRESIDENTE MONSON
Quindi aspettava ansiosamente che
il vecchio Bob venisse lentamente
ad aprire la porta.
A questo punto i due si scambiavano i piatti, il piatto pulito
di Bob della domenica
IN CHE MODO ASSOMIGLI AL PRESIDENTE
precedente e il piatto di
MONSON?
Tommy pieno di cibo. Poi
Bob offriva una moneta per
he cosa hai in comune con il profeta? Qui sotto c’è una lista di cose che descriripagare la gentilezza.
vono il presidente Monson quando era giovane. Barra le caselle accanto alle
La risposta di Tommy
cose che hai in comune con lui.
era sempre la stessa: “Non
□ Aveva una sorella maggiore.
□ Gli piaceva il gelato fatto in casa.
posso accettare denaro,
□ Era il secondo figlio nella sua famiglia.
□ Aveva una tessera della biblioteca.
altrimenti mia madre mi
□
È
nato
di
domenica.
□ Gli piaceva giocare con i suoi cugini.
concia per le feste”.
□ Era il maggiore dei fratelli nella sua famiglia. □ Gli piaceva stare con suo nonno.
Il vecchio gentiluomo
□ Aveva un soprannome (vedi sotto).
□ Viveva vicino ai binari del treno.
accarezzava i biondi
capelli di Tommy e
□ Aveva cinque tra fratelli e sorelle.
□ Svolgeva commissioni per sua madre.
diceva: “Giovanotto,
□ Suo padre preparava spesso la colazione
□ Fu battezzato quando aveva otto anni.
per lui.
hai davvero una madre
□ Gli piaceva andare a pesca.
meravigliosa. Ringraziala
□ Ottenne una testimonianza del Vangelo
quando era giovane.
da parte mia”. Quando
Tommy riferiva il complimento del vecchio Bob a
sua madre, lei aveva gli
NOMI E SOPRANNOMI
occhi lucidi di lacrime.
bbina ciascuno dei nomi e dei soprannomi del presidente Monson con la situazione
Per la famiglia Monson era
in cui erano usati.
importante mostrare carità, donare
altruisticamente agli altri, mettere gli
SITUAZIONE
NOME O SOPRANNOME
altri al primo posto ed essere buoni
1. Come lo chiamava la gente in chiesa
a. Papà
amici e vicini. Queste abitudini sono
e a scuola quando era giovane.
diventate una caratteristica della vita
2. Come lo chiamano oggi i membri della Chiesa. b. Peperino
del presidente Monson. ◼
3. Come lo chiamano i suoi nipoti.
c. Tom o Tommy
A
4. Come lo chiamano i suoi figli.
d. Thomas Spencer Monson
5. Un soprannome che gli diede sua
madre perché gli piaceva sempre stare
in movimento invece di riposare.
e. Presidente Monson
6. Il suo nome completo, usato
quando è stato battezzato.
f. Nonno
E tu, hai un soprannome che descrive qualcosa di speciale che ti riguarda?
Risposte: 1. c; 2. e; 3. f; 4. a; 5. b; 6. d.
ILLUSTRAZIONE DI PAUL MANN; FOTOGRAFIE PUBBLICATE PER GENTILE CONCESSIONE DELLA FAMIGLIA MONSON.
C
A g o s t o 2 0 1 2 67
LA
CASA
Dopo aver srotolato il suo letto e aver
appeso la zanzariera, Leute recita le
sue preghiere personali.
di Leute
Adam C. Olson
Riviste della Chiesa
68 L i a h o n a
ILLUSTRAZIONE DI STEVEN KEELE; FOTOGRAFIA DI ADAM C. OLSON
O
gni sera la famiglia di Leute
si riunisce nella tradizionale fale delle Samoa, una
capanna ovale costruita su tronchi.
È lunga circa quattro metri e mezzo
e larga tre metri e non ha pareti,
sebbene a volte vengono messi dei
separè per la privacy.
Leute, di 10 anni, e i membri
della sua famiglia siedono in cerchio sul pavimento e studiano le
Scritture insieme. Cantano inni e
discutono le faccende familiari
prima di andare a letto.
Questo tempo che trascorrono
insieme ogni sera viene chiamato
sā, che significa “sacro”. È un tempo
che molte famiglie nelle Samoa
trascorrono insieme.
I profeti hanno insegnato che le
nostre case dovrebbero essere sacre
come il tempio. Indipendentemente
dall’aspetto delle nostre case, ci
sono cose che possiamo fare per
invitare lo Spirito Santo in casa e
per renderla un luogo bello e felice,
di pace e apprendimento. ◼
Spesso la famiglia si riunisce
nella fale dei nonni di Leute
per la serata familiare.
BAMBINI
La famiglia si riunisce nella loro fale
per la preghiera familiare, lo studio
delle Scritture e per la chiacchierata
familiare, quasi tutte le sere.
Quando Leute vuole studiare le
Scritture da sola, di solito va a
sedersi fuori sotto un albero.
La famiglia espone
un’immagine del
Salvatore assieme ad
altre immagini prese
dalla Liahona per
ricordarsi di Lui.
Il momento dei pasti è un momento
importante per la famiglia. La famiglia
cucina sul fuoco oppure usa delle pietre
roventi dentro un forno scavato nella
terra chiamato umu kuka.
La famiglia tiene le Scritture,
i manuali e i numeri della
Liahona sul tavolo.
A g o s t o 2 0 1 2 69
PER I BAMBINI PIÙ PICCOLI
Servire il Padre Celeste
Jane McBride Choate
Racconto basato su una storia vera
1.
Kevin guardava suo fratello e
sua sorella maggiori mentre si
preparavano ad andare al tempio
per fare i battesimi per i morti.
Anche Kevin voleva andarci.
2.
Papà, posso andare?
Non sei
abbastanza grande,
ma sono felice che tu voglia
andare. Quando compi 12 anni
puoi andarci anche tu.
3.
Kevin ha aiutato sua
sorella a fare la valigia.
Poi ha aiutato suo fratello
a scegliere una cravatta.
70 L i a h o n a
4.
Poi loro sono andati via, Kevin è rimasto a casa
con la mamma e la sorellina neonata, Erin.
Quando Erin piangeva, Kevin
le dava un orsacchiotto.
BAMBINI
5.
6.
So che
il Padre Celeste è
felice del modo in cui Lo
stai servendo oggi.
Ma
non sono andato
al tempio.
7.
8.
ILLUSTRAZIONI DI ELISE BLACK
Sì, ma
hai aiutato tuo
fratello e tua sorella a
prepararsi. E stai aiutando me a prendermi
cura di Erin.
Quando
aiuti gli altri stai
servendo il Padre
Celeste.
A g o s t o 2 0 1 2 71
P er i bambini più piccoli
Servizio divertente
ILLUSTRAZIONI DI ELISE BLACK
Guarda da vicino e noterai che queste immagini di servizio non sono tutte uguali. Riesci a trovare le due
immagini uguali?
72 L i a h o n a
BAMBINI
Fai il tuo dovere
Il presidente Thomas S. Monson insegna l’importanza di fare il nostro dovere. Riesci a individuare le cinque
differenze tra queste due immagini? Quale bambina ha fatto il suo dovere?
A g o s t o 2 0 1 2 73
Notizie della Chiesa
Visita il sito news.lds.org per leggere ulteriori notizie ed eventi della Chiesa.
Presidenza dei Settanta
Assegnati
nuovi
dirigenti
di area
Ronald A.
Rasband
Assiste in
tutte le aree
L
Walter F.
González
1. Nord
America
Sudest
a Prima Presidenza ha
annunciato i seguenti cambiamenti nelle presidenze
di area a partire dal 1 agosto
2012. Tutti i membri delle presidenze di area appartengono al
Primo o al Secondo Quorum
dei Settanta. ◼
11. Messico
L. Whitney
Clayton
2. Utah Nord
3. Utah Salt
Lake City
4. Utah Sud
Donald L.
Hallstrom
5. Nord
America
Nordest
Tad R.
Callister
6. Nord
America
Sudovest
Richard J.
Maynes
7. Nord
America
Nordovest
8. Nord
America Ovest
Craig C.
Christensen
9. Idaho
10. Nord
America
Centro
7
9
8
4
5
10
2
3
6
1
11
12. America Centrale
13
12
Daniel L.
Johnson
Presidente
José L.
Alonso
Secondo
consigliere
13. Caraibi
J. Devn
Cornish
Primo
consigliere
74 L i a h o n a
James B.
Martino
Presidente
Robert C.
Gay
Secondo
consigliere
14
15
14. Sud America Nordovest
Wilford W.
Andersen
Presidente
Claudio D.
Zivic
Secondo
consigliere
15. Brasile
Carlos A.
Godoy
Primo
consigliere
Carlos H.
Amado
Primo
consigliere
Juan A.
Uceda
Primo
consigliere
Rafael E.
Pino
Presidente
W. Christopher
Waddell
Secondo
consigliere
16. Sud America Sud
Claudio R. M.
Costa
Presidente
Jairo
Mazzagardi
Secondo
consigliere
Jorge F.
Zeballos
Primo
consigliere
Mervyn B.
Arnold
Presidente
16
17. Medio Oriente/Africa Nord
Francisco J.
Viñas
Secondo
consigliere
Bruce D.
Bruce A.
Porter
Carlson
Gestita dalla sede
centrale della Chiesa
CARTINA DI THOMAS S. CHILD
Benjamín
De Hoyos
Primo
consigliere
18. Europa
Patrick
Kearon
Primo
consigliere
19. Europa Est
José A.
Teixeira
Presidente
Kent F.
Richards
Secondo
consigliere
Randall K.
Bennett
Primo
consigliere
Larry R.
Lawrence
Presidente
20. Asia
Per G.
Malm
Secondo
consigliere
Gerrit W.
Gong
Primo
consigliere
21. Asia Nord
Kent D.
Watson
Presidente
Larry Y.
Wilson
Secondo
consigliere
Kazuhiko
Yamashita
Primo
consigliere
Michael T.
Ringwood
Presidente
Koichi
Aoyagi
Secondo
consigliere
James J.
Hamula
Presidente
F. Michael
Watson
Secondo
consigliere
19
18
21
20
17
22
24
23
25
23. Africa Sudest
22. Africa Ovest
Joseph W.
Sitati
Primo
consigliere
John B.
Dickson
Presidente
LeGrand R.
Curtis jr
Secondo
consigliere
Ulisses
Soares
Primo
consigliere
Dale G.
Renlund
Presidente
24. Filippine
Carl B.
Cook
Secondo
consigliere
Brent H.
Nielson
Primo
consigliere
Michael John U.
Teh
Presidente
25. Pacifico
Ian S.
Ardern
Secondo
consigliere
Kevin W.
Pearson
Primo
consigliere
A g o s t o 2 0 1 2 75
NELLE NOTIZIE
Liahona ora disponibile
in cinese semplificato
Le persone di lingua cinese
ora possono ricevere la Liahona
in cinese semplificato.
Ogni anno sei numeri della
Liahona — i due numeri della
Conferenza (maggio e novembre) e quattro numeri normali
(gennaio, aprile, luglio e ottobre) — verranno tradotti in
cinese semplificato. I numeri di
gennaio e aprile 2012 sono stati
pubblicati in rete; quello di maggio è stato il primo disponibile
su carta.
Per informazioni su come
ottenere singoli numeri della
rivista o su come abbonarsi,
rivolgiti al Centro distribuzione
o visita il sito store.lds.org.
Le Riviste della Chiesa
danno spazio alle norme di
Per la forza della gioventù.
A partire da questo mese,
le Riviste della Chiesa presenteranno una serie di articoli
che riguarderanno le norme
delineate nell’opuscolo Per la
forza della gioventù da poco
aggiornato. Questa serie sarà
presente nella rivista New Era
e nelle pagine per i giovani
della Liahona per parecchi
mesi (salvo i numeri della Conferenza); ogni articolo tratterà
una norma differente e sarà
scritto da un componente della
presidenza generale dei Giovani
Uomini o delle Giovani Donne
o da un membro dei Settanta.
Nella Liahona e nell’Ensign
sarà incluso un articolo di una
76 L i a h o n a
Le persone di lingua cinese in varie parti del
mondo possono ora leggere la Liahona in cinese
semplificato.
pagina per gli adulti su come i
genitori possono insegnare la
norma di quel mese ai loro figli
e, nei casi in cui gli argomenti di
Per la forza della gioventù corrispondano a quelli delle Norme
del Vangelo per i bambini della
Primaria, nella Liahona e in
Friend ci sarà anche un articolo
per i bambini.
È ora disponibile
l’applicazione per
FamilySearch Indexing
L’applicazione di Family
Search Indexing per gli utenti
di iPhone e iPad aiuta le persone a preservare e condividere
preziosi documenti genealogici
La nuova
applicazione di
FamilySearch
Indexing
consentirà a
più individui
di dare il loro
contributo alla
ricerca genealogica su piccola
o grande scala.
da tutto il mondo su dispositivi
mobili.
L’applicazione, distribuita più
o meno nello stesso periodo in
cui si è ottenuto accesso per l’indicizzazione al censimento statunitense del 1940, può essere
scaricata da Apple App Store
(dispositivi iOS) o da Google
Play (versione Android).
Disponibile in inglese e
spagnolo, l’applicazione consente agli utenti di visualizzare
i dettagli di un’immagine —
un nome, un luogo o altri dati
di interesse — di documenti
storici scritti a mano come
certificati di nascita, certificati
di matrimonio o censimenti. Le
persone semplicemente trascrivono (indicizzano) quello che
vedono e il sistema di indicizzazione di FamilySearch aggiunge
i dati alla raccolta di documenti
genealogici gratuiti accessibile
su familysearch.org. ◼
COMMENTO
IDEE PER LA SERATA FAMILIARE
Egli continua a rivelare
i Suoi segreti
Questo numero contiene articoli e attività che possono essere usati per
la serata familiare. Seguono alcuni esempi:
Quando avevo più o meno 13
anni, vivevo con mia nonna. Un
giorno trovai delle riviste abbandonate
e cominciai a leggerle. Contenevano
storie di persone di tutto il mondo
che raccontavano miracoli avvenuti
nelle loro vite. Queste riviste erano
la Liahona; mia zia, che era membro
della Chiesa, aveva lasciato queste
riviste a casa di mia nonna.
Le storie mi avvinsero e sentii
qualcosa di speciale che mi diceva
che erano vere. Un anno più tardi
mi battezzai e da allora ho un mio
abbonamento. Questa rivista è stata
una guida e una benedizione. Per me
è una prova che Dio ci ama e continua
a rivelare i Suoi segreti ai Suoi servi, i
profeti (vedere Amos 3:7).
Lucilino Mendonça, Capo Verde
“Disastri naturali: non dobbiamo
temere”, pagina 30: prima leggi l’articolo
e poi prega e rifletti su cosa può fare la
tua famiglia per prepararsi meglio contro
eventuali disastri naturali nella tua zona.
Dopodiché, come suggerisce l’anziano
Ellis, usa la serata familiare per mettere
in atto il tuo piano. Puoi decidere di
assemblare zaini di emergenza, rifornire
le scorte alimentari di casa o discutere
su come essere pronti spiritualmente.
Sottolinea le parole rassicuranti dell’anziano Ellis, secondo cui quando “siamo
preparati, possiamo resistere a qualsiasi
tempesta”.
“Mantenere la fede in un mondo di
confusione”, pagina 42: puoi condividere
l’esperienza avuta dal vescovo Caussé a
scuola, che si trova all’inizio dell’articolo.
Poi domanda ai tuoi familiari che cosa
avrebbero fatto in quella situazione.
Può essere utile rivedere i principi che il
vescovo Caussé segue per rimanere saldo
nella sua testimonianza.
“Come faccio a sapere se sono
stato perdonato?”, pagina 46: comincia
chiedendo ai tuoi familiari: “Dopo essersi
pentiti, come si può sapere quando si è
stati perdonati?”. Dopodiché puoi leggere la risposta dell’anziano Callister nel
secondo paragrafo dell’articolo. Condividi
altre parti dell’articolo adatte alla tua
famiglia.
“Imparare a servire gli altri”,
pagina 66: leggi la storia sull’infanzia
del presidente Monson alla tua famiglia.
Dopodiché, può essere opportuno fare le
attività corrispondenti con i figli piccoli.
Concludi rendendo testimonianza che
Thomas S. Monson è il profeta vivente. ◼
Aiuto temporale e spirituale
Mi piace leggere la rivista Liahona.
Mi aiuta sia temporalmente che
spiritualmente. Rafforza la mia fede,
raffina i miei talenti e abilità e mi
purifica la mente e i pensieri grazie
ai consigli edificanti dei membri della
Chiesa e dei nostri profeti viventi.
Derek Balolong, Filippine
Invia i tuoi commenti o suggerimenti
a [email protected]. Il testo
potrebbe essere modificato per adattarne la lunghezza o per renderlo più
chiaro. ◼
Una serata familiare perfetta
Avevo sempre sognato di fare serate familiari come quelle che vedevo nelle immagini
della Chiesa. Tuttavia, dopo che io e mio marito abbiamo adottato una bellissima bambina, lei non voleva partecipare. Ci siamo resi quindi conto di dover fare delle modifiche
alle nostre serate familiari per coinvolgerla.
Sono estremamente grata alle idee per la serata familiare pubblicate nella Liahona.
Ora nostra figlia è la prima a voler fare la serata familiare e vorrebbe che la tenessimo
ogni giorno.
Una delle nostre lezioni preferite è stata su come lo Spirito Santo può guidarci.
Abbiamo chiesto a nostra figlia di andare in camera sua. Dopo aver contato fino a tre,
poteva ritornare nel salotto per cercare di trovare un’immagine del Salvatore. Quando
ci andava vicino, dicevamo “fuoco”, quando invece era lontana, dicevamo “acqua”.
Era così contenta quando trovava l’immagine! È stato meraviglioso osservarla comprendere l’importanza di essere obbedienti e di seguire lo Spirito per essere vicini al nostro
Salvatore.
Abbiamo poi concluso leggendo Dottrina e Alleanze 11:12. Riponendo la nostra
“fiducia in quello Spirito che conduce a far il bene”, abbiamo scoperto che la serata
familiare è una benedizione. ◼
Moema Lima Salles Broedel, Brasile
A g o s t o 2 0 1 2 77
RISPONDERE A DOMANDE
SULLA NOSTRA FEDE
Michael Otterson
Direttore generale, Dipartimento delle relazioni pubbliche della Chiesa
E
ro membro della Chiesa di Gesù
Cristo dei Santi degli Ultimi
Giorni solo da pochi giorni
quando una chiacchierata con un
gruppo di amici si volse alla mia
recente conversione.
Alcuni erano incuriositi, perfino
affascinati; altri erano indifferenti. Una
ragazza della mia età semplicemente
si rifiutava di credere, in maniera categorica, che io fossi cristiano.
Fu la mia prima esperienza in cui
cercai di spiegare le mie credenze
a coloro che non le condividevano.
Ricordo di essermi sentito frustrato
nel tentare di penetrare una mente
così rigidamente chiusa che nessun
tipo di ragionamento poteva farvi
breccia.
Continuando a crescere, la Chiesa
sarà sottoposta a una sempre maggiore attenzione, come qualsiasi
grande confessione, che genererà
molte più possibilità di discussioni
in prima persona o in rete tra i nostri
membri e i loro familiari, amici e colleghi che non sono della nostra fede.
Prendere in considerazione alcuni
principi basilari può aiutare i membri
a rispondere a domande o commenti
con maggior fiducia.
Vivere la propria religione
Uno dei grandi vantaggi che
hanno i membri fedeli della Chiesa
78 L i a h o n a
è che la nostra fede ci incoraggia
a “vivere la nostra religione”. Si
produce un senso di genuinità
quando amici e colleghi vedono
la coerenza tra ciò che uno dice e
ciò che uno fa.
Se la vita di un Santo degli Ultimi
Giorni è il suo miglior sermone,
allora anche le nostre conversazioni
dovrebbero essere aperte, sincere e
affrontate con uno spirito di gentilezza, anche se le persone pongono
domande inopportune o assumono
un tono cinico. Le nostre rivendicazioni di essere seguaci di Gesù
Cristo sono maggiormente convincenti quando le nostre azioni sono
in armonia con le nostre credenze.
Quando rispondiamo a domande
o persino critiche, ci saranno delle
occasioni in cui avremo bisogno
di una pelle dura; altre volte
potremo aver bisogno di senso
dell’umorismo.
Nel 2007, a una cerimonia di
laurea di studenti della BYU–Hawaii,
l’anziano M. Russell Ballard del
Quorum dei Dodici Apostoli ha
detto: “Se praticate i principi del
Vangelo [al posto di] studiarli solamente, questa speciale combinazione
di conoscenza vi consentirà di sentirvi a vostro agio e preparati a insegnare ciò che sapete essere vero, in
qualsiasi circostanza”.
Esplicitare il contesto
Quando abbiamo a che fare con
domande o commenti sulla nostra
fede, è importante fissare il contesto
fin da subito.
Al posto di rispondere semplicemente a una serie di domande a
caso, potrebbe essere utile innanzitutto prendere 30 secondi per stabilire una base. Può anche essere una
semplice spiegazione del fatto che
riveriamo Gesù Cristo come nostro
Salvatore e accettiamo gli insegnamenti della Bibbia sulla Sua nascita,
vita, ministero, crocifissione e resurrezione. Crediamo inoltre che il mondo
cristiano si sia allontanato dalle verità
che Gesù ha insegnato nella Bibbia
e che la Chiesa che aveva istituito
doveva essere restaurata.
Esporre le credenze fondamentali
della Chiesa in questo modo costituisce un punto di riferimento per la
discussione nel momento in cui si
sposta ad altri principi del Vangelo.
Unire i puntini
Quando ascoltano delle domande,
i membri possono discernerne il principio evangelico di fondo e collegare
la risposta al Salvatore.
Per esempio, perché mandiamo
missionari nei paesi cristiani? Perché
ai Suoi giorni Gesù mandò i Suoi
messaggeri due a due “per tutto il
Condividere esperienze personali può essere un modo più efficace per rispondere a
delle domande piuttosto che ripetere risposte memorizzate.
mondo”. Noi facciamo altrettanto
oggi. Perché siamo contrari alla convivenza prima del matrimonio? Perché
Gesù e i Suoi apostoli hanno insegnato
la santità del matrimonio e di tutto
quello che esso comporta.
Non abbiamo bisogno di argomentazioni secolari complesse e
sofisticate quando i principi che cerchiamo di vivere vengono dal Figlio
di Dio.
Condividere esperienze personali
Quando si risponde alle domande
dei nostri amici non bisogna recitare
risposte memorizzate. La condivisione di esperienze sincere e personali può invitare lo Spirito a rendere
testimonianza e a portare il messaggio
nel cuore dell’ascoltatore.
Uno dei grandi ostacoli alla
condivisione della nostra fede è
la paura di non avere le risposte.
Poche persone delle altre chiese
sono esperte della loro storia o
dottrina, e gli studi dimostrano che
i Santi degli Ultimi Giorni, in paragone, sono grandemente istruiti nella
loro fede.
Quando qualcuno fa una
RISORSE IN RETE
L
a Chiesa ha creato risorse in rete
che i membri possono trovare utili
da condividere con chi ha domande.
Mormon.org
Mormon.org/Jesus Christ
Mormonnewsroom.lds.org
LDS.org
Liahona.LDS.org
A g o s t o 2 0 1 2 79
Suggerimenti utili
Non pensate male
Può spaventare quando qualcuno
fa delle domande inquisitorie sulla
nostra fede. Tuttavia, per la maggior
parte, le persone sono solo curiose.
Non mettetevi sulla difensiva.
Ascoltate attentamente
L’anziano David A. Bednar del
Quorum dei Dodici Apostoli ha
insegnato che il dono del discernimento opera in modo migliore
quando ascoltiamo. Per comprendere
veramente la domanda e l’intento,
Quando rispondi alle domande dei tuoi amici, sii te stesso. Ciò che sei è spesso il
motivo per cui fanno queste domande a te.
chiedete chiarimenti e siate pronti ad
ascoltare tanto quanto parlate.
Rispettate il libero arbitrio
domanda sulla dottrina o la storia
della Chiesa di cui non conosciamo
la risposta, va bene dire: “Non so”.
Ma possiamo tutti condividere delle
esperienze personali che illustrino
i nostri sentimenti verso la nostra
fede.
Se raccontiamo le nostre esperienze con la preghiera, il digiuno
o la comunicazione efficace con i
nostri familiari, queste esperienze non
possono essere messe in discussione.
Sono nostre e nessuno le comprende
meglio di noi.
Essere consci di chi
abbiamo davanti
Alcune persone non fanno
domande ai membri perché temono
di rimanere incastrate in una conferenza di mezz’ora. Se fanno una
domanda informalmente, siate sensibili al loro interesse, agio e livello di
80 L i a h o n a
comprensione. Far capire la nostra
sensibilità fin dall’inizio può mettere
i curiosi a proprio agio.
Siate consci del fatto che la
stessa conversazione non è adeguata per ognuno a causa di diverse
situazioni — religiose, secolari o di
altro tipo.
Condividere ciò in cui crediamo
I membri della Chiesa hanno
un’opportunità senza precedenti
di esercitare una forza benefica nel
contribuire a fugare idee sbagliate su
ciò che non siamo e di accrescere la
comprensione altrui di chi siamo e di
ciò in cui crediamo.
Quando le persone conoscono
meglio le credenze dei Santi degli
Ultimi Giorni, possono trovare inaspettatamente del terreno comune
su cui fondare relazioni migliori, pur
notando delle differenze nette. ◼
Tutti dispongono del libero arbitrio
dato da Dio. Quindi, possiamo
invitare o anche persuadere, ma
non dobbiamo fare pressione o
obbligare.
Evitate il gergo della Chiesa
Evitate la terminologia o il gergo
mormone che possono non essere
capiti, come “rione”, “serata familiare” o “Parola di Saggezza”. Se
usate questi termini, spiegateli senza
che vi venga chiesto.
Usate il nome completo
della Chiesa
Quando possibile, usate il nome
completo della Chiesa almeno una
volta e all’inizio della conversazione.
C’è potere nel nome della Chiesa,
per cui spiegatelo. Dice molto di
chi siamo.
BAMBINI
I M M AG I N I I S P I R AT E A L L I B R O D I M O R M O N
Q
uest’anno molti
numeri della
Liahona conterranno delle immagini ispirate al Libro di Mormon.
Per renderle più resistenti
e facili da usare, ritagliale
e incollale o attaccale
con del nastro adesivo
a un cartoncino, a un
sacchettino di carta o a
dei bastoncini. Conserva
ogni gruppo di immagini
in una busta o sacchetto,
insieme con l’etichetta
che descrive dove trovare
la storia scritturale che
accompagna le figure.
Samuele
ILLUSTRAZIONI DI BETH M. WHITTAKER
Samuele il Lamanita
Helaman 13–14, 16
“Nello svolgimento delle nostre attività
quotidiane”, insegna il presidente
Thomas S. Monson, “scopriamo innumerevoli occasioni di emulare l’esempio del Salvatore. Quando il nostro
cuore è sintonizzato sui Suoi insegnamenti, scopriamo la vicinanza inconfondibile del Suo divino aiuto. [È quasi
come se ricevessimo un incarico dal
Signore]”. Lo stesso presidente Monson
è un esempio di persona che cerca
l’aiuto divino nella vita quotidiana
e risponde alla chiamata a servire.
Vedere “Thomas S. Monson: rispondere alla voce del dovere”, pag. 14.