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C H I E S A D I G E S Ù C R I S T O D E I S A N T I D E G L I U LT I M I G I O R N I • A G O S T O 2 0 12 Rispondere alla chiamata a servire del Salvatore, pagine 4, 14, 20 Il Cristo che adoriamo: messaggio dell’anziano Holland a tutti i cristiani, pagina 24 Per la forza della gioventù di oggi, pagina 54 Da Joplin al Giappone: trovare coraggio nei disastri naturali, pagina 60 Cinque erano avvedute, di Rose Datoc Dall Dieci vergini andarono a incontrare lo sposo. “Cinque d’esse erano stolte e cinque avvedute”. Le avvedute “insieme con le loro lampade, avean preso dell’olio ne’ vasi”. Le stolte avevano preso le lampade, ma “non… dell’olio”. Quando si levò il grido: “Ecco lo sposo”, le vergini stolte se ne andarono per comprare l’olio. “Arrivò lo sposo; e quelle che eran pronte, entraron con lui nella sala delle nozze, e l’uscio fu chiuso”. (Vedere Matteo 25:1–13). Liahona, agosto 2012 14 MESSAGGI 4Messaggio della Prima Presidenza: La chiamata a servire del Salvatore Presidente Thomas S. Monson 7Messaggio delle insegnanti visitatrici: Agire nel momento del bisogno SERVIZI SPECIALI 14Thomas S. Monson: Rispondere alla voce del dovere Heidi S. Swinton Alcune esperienze tratte dalla vita del presidente Thomas S. Monson ci ispirano a seguire il suo esempio. 20Onorare una giornata di servizio Kathryn H. Olson In tutto il mondo i fedeli hanno portato il loro contributo alla comunità in una giornata di servizio. 24Ergersi insieme per la causa di Cristo Anziano Jeffrey R. Holland Una chiamata rivolta ai cristiani perché si ergano uniti nella convinzione, nella compassione e nella comprensione. 34Trovare la fede alle estremità della terra Michael R. Morris Alcuni convertiti di Ushuaia, in Argentina, cominciano una nuova vita dopo aver abbracciato il Vangelo. 78Rispondere alle domande sulla nostra fede Michael Otterson Cinque idee da tener presenti quando rispondiamo alle domande degli altri. IN COPERTINA Pescatori d’uomini, di Simon Dewey SEZIONI 8Quaderno della conferenza di aprile 10Ciò in cui crediamo: Il sacramento: ricordare il Salvatore 12I classici del Vangelo: Apprendi il tuo dovere Anziano Joseph B. Wirthlin 19Servizio nella Chiesa: Servire i singoli Al VanLeeuwen 30La nostra casa, la nostra famiglia: Disastri naturali: non dobbiamo temere Anziano Stanley G. Ellis 38Voci dei Santi degli Ultimi Giorni 74Notizie della Chiesa 77Idee per la serata familiare A g o s t o 2 0 1 2 1 GIOVANI ADULTI GIOVANI BAMBINI 46Domande e risposte 42 Sono diventato dipendente dalla pornografia. Sta rovinando la mia vita. Cosa posso fare per spezzare questa dipendenza? 48Come faccio a sapere se sono stato perdonato? 68 Anziano Tad R. Callister Se sono stato perdonato, perché mi sento ancora in colpa? 42Mantenere la fede in un mondo di confusione Vescovo Gérald Caussé Cinque principi per aiutarci a mantenere salde la nostra fede e la nostra testimonianza. 51Il nostro spazio 52Un sacrificio, ma una gioia Edward M. Akosah Servire il Signore era più importante del denaro che stavo guadagnando? 53Immaginarmi nel tempio Adriane Franca Leao Sapevo che volevo sposarmi nel tempio, ma prima di tutto dovevo fare le scelte giuste. 54Per la forza della gioventù: un’ancora nel mondo di oggi David L. Beck ed Elaine S. Dalton Trova la Liahona nascosta nella rivista. Suggerimento: in una fale In che modo può aiutarti il nuovo libretto Per la forza della gioventù? Leggi cosa hanno da dire il presidente generale dei Giovani Uomini e la presidentessa generale delle Giovani Donne. 58L’esempio di mia madre Erin Barker Anche se mia madre era malata, poteva ancora insegnarmi qualcosa sull’amore e sul servizio. 59Testimone speciale: Le donne sono importanti nella Chiesa! Anziano Quentin L. Cook 60Preghiere, annotazioni e disastri naturali Marissa Widdison Sebbene si trovino a migliaia di chilometri di distanza, sia Honoka che Maggie hanno imparato che nei momenti difficili Dio veglia su di noi. 62Un’idea brillante 63La nostra pagina 64Portiamo la Primaria a casa: Scelgo di riempire la mia vita di cose che invitano lo Spirito 66Seguiamo il profeta: Imparare a servire gli altri Heidi S. Swinton 68La casa di Leute Adam C. Olson A prescindere dal luogo in cui viviamo, possiamo fare della nostra casa un luogo sacro per la nostra famiglia. 70Per i bambini più piccoli 81Immagini ispirate al Libro di Mormon 54 2 Liahona AGOSTO 2012 VOL. 45 N. 8 LIAHONA 10488 160 Rivista internazionale ufficiale della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni Prima Presidenza: Thomas S. Monson, Henry B. Eyring, Dieter F. Uchtdorf Approfondimenti on line Liahona.lds.org PER GLI ADULTI Quorum dei Dodici Apostoli: Boyd K. Packer, L. Tom Perry, Russell M. Nelson, Dallin H. Oaks, M. Russell Ballard, Richard G. Scott, Robert D. Hales, Jeffrey R. Holland, David A. Bednar, Quentin L. Cook, D. Todd Christofferson, Neil L. Andersen “Trovare la fede alle estremità della terra” (pagina 34) descrive le storie di conversione di alcuni membri nella città più a sud dell’Argentina. Vedi alcune foto su liahona.lds.org. Direttore: Paul B. Pieper Consulenti: Kieth R. Edwards, Christoffel Golden Jr., Per G. Malm Direttore generale: David L. Frischknecht Direttore responsabile della redazione: Vincent A. Vaughn Direttore responsabile della grafica: Allan R. Loyborg PER I GIOVANI Direttore di redazione: R. Val Johnson Assistenti al direttore di redazione: Jenifer L. Greenwood, Adam C. Olson Editori associati: Susan Barrett, Ryan Carr Redazione: Brittany Beattie, David A. Edwards, Matthew D. Flitton, LaRene Porter Gaunt, Carrie Kasten, Lia McClanahan, Melissa Merrill, Michael R. Morris, Sally J. Odekirk, Joshua J. Perkey, Chad E. Phares, Jan Pinborough, Paul VanDenBerghe, Marissa A. Widdison, Melissa Zenteno I giovani danno alcuni suggerimenti su come superare la dipendenza dalla pornografia (vedere pagina 46). Un’altra risorsa utile è il quaderno per la guarigione dalle dipendenze offerto dalla Chiesa, disponibile in rete in diverse lingue su recoveryworkbook.lds.org. Direttore artistico responsabile: J. Scott Knudsen Direttore artistico: Scott Van Kampen Direttore di produzione: Jane Ann Peters Disegnatori grafici anziani: C. Kimball Bott, Colleen Hinckley, Eric P. Johnsen, Scott M. Mooy Staff artistico e produzione: Collette Nebeker Aune, Connie Bowthorpe Bridge, Howard G. Brown, Julie Burdett, Bryan W. Gygi, Kathleen Howard, Denise Kirby, Ginny J. Nilson, Gayle Tate Rafferty Prestampa: Jeff L. Martin NELLA VOSTRA LINGUA La rivista Liahona e altro materiale della Chiesa si possono trovare in molte lingue su languages.lds.org. Direttore di stampa: Craig K. Sedgwick Direttore della distribuzione: Evan Larsen Distribuzione: Corporation of the Presiding Bishop of The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints Steinmühlstrasse 16, 61352 Bad Homburg v.d.H., Germany Informazioni relative agli abbonamenti: Per modifiche agli abbonamenti o di indirizzo, contattare il servizio clienti Numero verde: 00800 2950 2950 Posta: [email protected] On-line: store.lds.org Costo annuale di un abbonamento: EUR 5,25 per l’italiano Inviate i manoscritti e le domande on-line sul sito liahona.lds.org; per posta a Liahona, Rm. 2420, 50 E. North Temple St., Salt Lake City, UT 84150-0024, USA; oppure via e-mail all’indirizzo [email protected]. La Liahona (un termine proveniente dal Libro di Mormon, che significa «bussola» o «indicatore») è pubblicata in albanese, armeno, bislama, bulgaro, cambogiano, cebuano, ceco, cinese (semplificato), coreano, croato, danese, estone, figiano, finlandese, francese, giapponese, greco, indonesiano, inglese, islandese, italiano, kiribati, lettone, lituano, malgascio, marshallese, mongolo, norvegese, olandese, polacco, portoghese, rumeno, russo, samoano, sloveno, spagnolo, svedese, tagalog, tahitiano, tedesco, thai, tongano, ucraino, ungherese, urdu e vietnamita. (La frequenza della pubblicazione varia a seconda della lingua). © 2012 by Intellectual Reserve, Inc. Tutti i diritti riservati. Printed in the United States of America. I testi e le immagini della Liahona possono essere riprodotti per uso occasionale, non a scopo di lucro, in chiesa o in famiglia. Le immagini non possono essere riprodotte se nella didascalia ne è indicato il divieto. Per domande sul copyright contattare Intellectual Property Office: 50 E. North Temple St., Salt Lake City, UT 84150, USA; indirizzo e-mail: [email protected]. For Readers in the United States and Canada: August 2012 Vol. 45 No. 8. LIAHONA (USPS 311-480) Italian (ISSN 1522-922X) is published monthly by The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints, 50 E. North Temple St., Salt Lake City, UT 84150. USA subscription price is $10.00 per year; Canada, $12.00 plus applicable taxes. Periodicals Postage Paid at Salt Lake City, Utah. Sixty days’ notice required for change of address. Include address label from a recent issue; old and new address must be included. Send USA and Canadian subscriptions to Salt Lake Distribution Center at address below. Subscription help line: 1-800-537-5971. Credit card orders (Visa, MasterCard, American Express) may be taken by phone. (Canada Poste Information: Publication Agreement #40017431) ARGOMENTI TRATTATI I numeri di pagina si riferiscono all’inizio degli articoli. Alleanze, 10 Amicizia, 64 Avversità, 30, 51, 60 Benedizioni, 54 Compassione, 7, 19, 24, 58 Conversione, 34 Corteggiamento, 53 Cristianesimo, 24 Dipendenza, 46 Disastri naturali, 30, 60 Donne, 59 Dovere, 4, 12, 14, 51, 73 Dovere verso Dio, 51 Esempio, 14, 58, 63, 66 Espiazione, 48 Famiglia, 30, 54, 58, 59, 63 Fede, 42, 48 Fede in Dio, programma, 63 Genealogia, 38 Gesù Cristo, 10, 24, 48 Incarichi nella Chiesa, 4, 19 Insegnamento in visita, 7 Lavoro di tempio, 53 Lavoro missionario, 34, 52, 78 Libro di Mormon, 34, 40 Matrimonio, 53 Mezzi di comunicazione, 46 Norme, 54 Obbedienza, 52 Pentimento, 46, 48 Perdono, 48 Per la forza della gioventù, 54 Pornografia, 46 Preparazione, 30 Progresso Personale, 51 Rivelazione, 38, 40, 41 Sacramento, 10 Sacrificio, 52 Servizio, 4, 7, 14, 20, 58, 66, 70 Speranza, 38 Spirito Santo, 19, 30, 34, 42, 48, 64 Testimonianza, 34, 42, 51 Unità, 20, 24 POSTMASTER: Send address changes to Salt Lake Distribution Center, Church Magazines, PO Box 26368, Salt Lake City, UT 84126-0368. A g o s t o 2 0 1 2 3 MESSAGGIO DELL A PRIMA PRESIDENZ A Presidente Thomas S. Monson La chiamata a servire DEL SALVATORE T utti coloro che hanno studiato matematica sanno cos’è un comune denominatore. Esiste un comune denominatore che unisce tutti noi santi degli ultimi giorni. Questo comune denominatore è la chiamata individuale che ognuno di noi riceve ad adempiere incarichi nel regno di Dio qui sulla terra. Siete mai colpevoli di mormorare quando ricevete una chiamata? O accettate con gratitudine ogni opportunità di servire i vostri fratelli e sorelle, sapendo che il nostro Padre Celeste benedirà coloro che chiama? Spero che non perderemo di vista il vero obiettivo delle nostre preziose opportunità di servizio. Questo obiettivo, questo scopo eterno, è lo stesso di cui parla il Signore e che si trova nella Perla di Gran Prezzo: “Poiché ecco, questa è la mia opera e la mia gloria: fare avverare l’immortalità e la vita eterna dell’uomo”.1 Possiamo sempre ricordarci che il mantello dell’appartenenza alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi 4 Liahona Giorni non è un manto di conforto ma una veste di responsabilità. Il nostro dovere, oltre a quello di salvare noi stessi, è di guidare gli altri al regno celeste di Dio. Se con buona volontà percorriamo il sentiero del servizio reso a Dio, non ci troveremo mai nella situazione del cardinale Wolsey di cui narra Shakespeare. Spogliato del potere dopo una vita di servizio al re, lamentò tristemente: Potessi dir d’aver servito Iddio con la metà dello zelo con cui ho servito il mio sovrano; Egli non m’avrebbe abbandonato nudo, in questa mia vecchiaia, nelle mani dei miei nemici.2 Che tipo di servizio richiede il cielo? “Il Signore richiede il cuore e una mente ben disposta; e coloro che sono ben disposti e obbedienti mangeranno le buone cose della terra di Sion in questi ultimi giorni”.3 Mi fermo un attimo quando penso alle parole del presidente John Taylor (1808–87): “Se non fate onore alle vostre chiamate, Dio vi riterrà responsabili di coloro che avreste potuto salvare se aveste fatto il vostro dovere”.4 La vita di Gesù durante il Suo ministero tra gli uomini è come un fascio luminoso di bontà. “Io sono in mezzo a voi come colui che serve”,5 dichiarò Gesù mentre ridava forza agli arti dello storpio, vista agli occhi del cieco, udito alle orecchie del sordo e vita al corpo del morto. Con la parabola del buon samaritano, il Maestro ci ha insegnato ad amare il nostro prossimo come noi stessi.6 Con la risposta che diede al giovane ricco, Egli ci ha insegnato a liberarci del nostro egoismo.7 Nutrendo 5.000 persone, Egli ci ha insegnato a vedere le necessità altrui.8 CRISTO E IL GIOVANE RICCO, DI HEINRICH HOFMANN, PUBBLICATO PER GENTILE CONCESSIONE DELLA C. HARRISON CONROY CO.; ILLUSTRAZIONE FOTOGRAFICA DI MATTHEW REIER © IRI E con il sermone sul Monte, Egli ci ha insegnato a cercare prima di tutto il regno di Dio.9 Nel Nuovo Mondo il Signore risorto dichiarò: “Voi sapete le cose che dovete fare nella mia chiesa; poiché le opere che mi avete visto fare, voi le farete pure; poiché farete proprio ciò che mi avete visto fare”.10 Benediciamo gli altri quando serviamo all’ombra di “Gesù di Nazaret… [che] è andato attorno facendo del bene”.11 Dio ci benedice affinché proviamo gioia nel servire il nostro Padre nei cieli mentre serviamo i Suoi figli sulla terra. ◼ NOTE COME INSEGNARE QUESTO MESSAGGIO “[Il Signore] non permetterà che falliamo se facciamo la nostra parte. Egli ci sosterrà, anche al di là di ciò che possono fare i nostri talenti e capacità… È una delle esperienze più dolci che un essere umano può fare” (Ezra Taft Benson, in Insegnare: non c’è chiamata più grande [2000], 20). Potete condividere un’esperienza in cui voi, o qualcuno che conoscete, avete sentito che il Signore aumenta i vostri talenti e abilità. Invitate i familiari a condividere alcune esperienze positive che hanno vissuto nel rispondere alla “chiamata a servire del Salvatore”. 1. Mosè 1:39. 2. William Shakespeare, Enrico VIII, atto terzo, scena seconda, versi 456–458. 3. Dottrina e Alleanze 64:34. 4. Vedere Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: John Taylor (2002), 164. 5. Luca 22:27. 6. Vedere Luca 10:30–37; vedere anche Matteo 22:39. 7. Vedere Matteo 19:16–24; Marco 10:17–25; Luca 18:18–25. 8. Vedere Matteo 14:15–21; Marco 6:31–44; Luca 9:10–17; Giovanni 6:5–13. 9. Vedere Matteo 6:33. 10. 3 Nefi 27:21. 11. Atti 10:38. A g o s t o 2 0 1 2 5 G I OVA N I BAMBINI Posso fare qualcosa per gli altri O gnuno di noi può fare qualcosa per aiutare gli altri. Il presidente Monson ha insegnato che dovremmo amare tutti e imparare a capire come possiamo aiutarli. Guarda il bambino seduto vicino all’albero. Riesci a vedere altre persone che lo circondano e che egli può aiutare? A cena con la tua famiglia, proponi che ognuno condivida una cosa che ha fatto in quella giornata per servire qualcuno. Ogni giorno scrivi le tue esperienze di servizio nel tuo diario. Servire nel tempio Benjamin A. uando ho compiuto 17 anni, ho iniziato a pensare seriamente al mio futuro e ho pregato il Padre Celeste per sapere cosa potevo fare per prepararmi ad andare in missione e ricevere il Sacerdozio di Melchisedec. Ho sentito che dovevo andare al tempio più spesso perché è la casa del Signore e perché in quel luogo avrei potuto sentirmi più vicino al mio Padre Celeste. Così ho stabilito l’obiettivo di fare 1.000 battesimi in un anno. Sentivo davvero il bisogno di fissare questo obiettivo e ho digiunato per sapere se fosse ciò che dovevo fare. Il nostro Padre Celeste mi ha risposto e io ho iniziato ad andare al Tempio messicano di Tampico ogni sabato. Dopo aver fatto 500 battesimi, mi sono posto la meta di fare ricerca genealogica per i miei antenati e mi è piaciuto così tanto farlo che non riuscivo a dormire perché cercavo i nomi. Nella mia genealogia ho trovato 50 nomi e otto generazioni; ho contribuito a fare il lavoro di tempio per tutti. Alla fine ho fatto 1.300 battesimi e mi sono diplomato al seminario, ho ricevuto il Sacerdozio di Melchisedec e ora sto servendo come missionario a tempo pieno, che era uno dei miei più grandi obiettivi per la vita. 6 Liahona FOTOGRAFIA PUBBLICATA PER GENTILE CONCESSIONE DI WENDY BENTLEY; ILLUSTRAZIONE DI BETH M. WHITTAKER Q M E S S AG G I O D E L L E I N S E G N A N T I V I S I TAT R I C I Studiate attentamente questo materiale e parlatene, secondo necessità, con le sorelle che visitate. Usate le domande per rafforzare le sorelle e fare della Società di Soccorso una parte attiva della vostra vita. Agire nel momento del bisogno Dalla nostra storia Nei primi anni della Chiesa, i membri erano pochi e tutti raccolti in un ILLUSTRAZIONE FOTOGRAFICA DI BRADLEY SLADE. U no dei nostri scopi quali insegnanti visitatrici è di contribuire a rafforzare le famiglie e le case. Le sorelle che visitiamo dovrebbero poter dire: “Se ho dei problemi, so che le mie insegnanti visitatrici mi aiuteranno senza aspettare che glielo chieda”. Per poter servire, abbiamo la responsabilità di essere consapevoli delle necessità delle sorelle che visitiamo. Se cerchiamo l’ispirazione personale, sappiamo come far fronte alle necessità spirituali e materiali di ciascuna sorella che siamo incaricate di visitare. Poi, usando il nostro tempo, capacità, talenti, preghiere di fede e sostegno spirituale ed emotivo, possiamo contribuire a fornire servizio di carità nei momenti di malattia, lutto e altre circostanze particolari.1 Grazie all’aiuto fornito dai rapporti delle insegnanti visitatrici, la presidenza della Società di Soccorso individua coloro che hanno necessità particolari a causa di malattie fisiche o emotive, di situazioni di emergenza, di nascite, morti, disabilità, solitudine e altre difficoltà. La presidentessa della Società di Soccorso informa poi il vescovo di ciò di cui viene a conoscenza. Sotto la sua direzione, ella coordina l’assistenza.2 Come insegnanti visitatrici abbiamo “gran motivo… di gioire” per “la benedizione che è stata riversata su di noi; che siamo stati fatti strumenti nelle mani di Dio per realizzare questa grande opera” (Alma 26: 1, 3). Fede, Famiglia, Soccorso solo luogo. Quando qualcuno si trovava nel bisogno, i fedeli potevano agire rapidamente. Oggi i nostri membri sono più di 14 milioni e sono sparsi in tutto il mondo. L’insegnamento in visita fa parte del piano del Signore per fornire aiuto a tutti i Suoi figli. “Il solo sistema che poteva dare soccorso e conforto in una chiesa così Dalle Scritture Matteo 22:37–40; Luca 10:29–37; Alma 26:1–4; Dottrina e Alleanze 82:18–19. NOTE 1. Vedere Manuale 2: L’amministrazione della Chiesa (2010), 9.5.1; 9.6.2. 2. Vedere Manuale 2, 9.6.2. 3. Henry B. Eyring, in Figlie nel mio regno: la storia e l’opera della Società di Soccorso (2011), 112–113. vasta in un mondo così vario sarebbe stato tramite servitori individuali vicini alle persone che avevano bisogno”, ha detto il presidente Henry B. Eyring, primo consigliere nella Prima Presidenza. “… Ogni vescovo e ogni presidente di ramo ha una presidentessa della Società di Soccorso su cui fare affidamento”, ha aggiunto. “La presidentessa ha insegnanti visitatrici che conoscono le Che cosa posso fare? 1. Sto usando i miei doni e i miei difficoltà e le necessità di 2. Le sorelle su cui veglio sanno che individui e delle famiglie. talenti per benedire gli altri? sono disponibile ad aiutarle quando hanno una necessità? ogni sorella. Tramite loro può conoscere il cuore degli Può soddisfare le loro necessità e aiutare il vescovo nella sua chiamata di nutrire il singolo e le famiglie”.3 Per maggiori informazioni, andare su reliefsociety.lds.org. A g o s t o 2 0 1 2 7 Appunti sulla Conferenza di aprile “Ciò che io il Signore ho detto, l’ho detto… che sia dalla mia propria voce o dalla voce dei miei servitori, è lo stesso” (DeA 1:38). STO R I E T R AT T E DA L L A CO N F E R E N Z A Gettare delle fondamenta durevoli D a giovane lavoravo presso una ditta che faceva massetti e fondamenta per case nuove. Col caldo dell’estate era duro preparare il suolo per le casseforme in cui versavamo il cemento per il massetto. Non c’erano macchine: usavamo piccone e pala. Gettare delle fondamenta durevoli era un lavoro faticoso a quei tempi. Ci voleva anche pazienza. Dopo aver posato il massetto, aspettavamo che si asciugasse. Per quanto volessimo far andare avanti il lavoro, aspettavamo addirittura fino a dopo la posa delle fondamenta prima di rimuovere le casseforme. E ancor più rimarchevole per un muratore in erba era ciò che sembrava un processo tedioso e dispendioso, ossia quello di mettere i tondini attentamente all’interno delle casseforme per rinforzare le fondamenta. In modo simile, si deve preparare meticolosamente il terreno affinché le nostre fondamenta di fede resistano alle tempeste che arriveranno nella vita di ognuno. Questa base solida su cui poggiare le fondamenta di fede è l’integrità personale. Il nostro continuo scegliere il giusto ogniqualvolta ci ritroviamo a fare delle scelte crea un terreno solido che sostiene la nostra fede. Può cominciare durante l’infanzia, poiché ogni anima nasce con il dono gratuito dello Spirito di Cristo. Con questo Spirito possiamo sapere quando abbiamo fatto il giusto dinanzi a Dio e quando abbiamo mancato al Suo cospetto. Queste scelte, che sono centinaia quasi tutti i giorni, preparano il terreno solido su cui costruire l’edificio della nostra fede. La struttura metallica attorno a cui si getta la sostanza della nostra fede è il vangelo di Gesù Cristo, con tutte le sue alleanze, ordinanze e principi. Uno degli elementi essenziali per una fede duratura è la corretta valutazione del tempo di asciugatura necessario… L’asciugatura non si verifica automaticamente col passare del tempo, ma ci vuole comunque del tempo. Invecchiare non basta. È quando serviamo costantemente Dio e il prossimo con tutto il cuore e l’anima che la testimonianza della verità si trasforma in invincibile forza spirituale. Presidente Henry B. Eyring, primo consigliere della Prima Presidenza, “Montagne da scalare”, Liahona, maggio 2012, 24. Domande su cui riflettere • Ricordi una volta in cui la tua integrità è stata messa alla prova? Come ti sei comportato? • In che modo servire Dio e gli altri rafforza le tue fondamenta spirituali? Potresti scrivere le tue riflessioni nel diario o condividerle con altre persone. Altre risorse su questo argomento: “Fede” in Studio per argomento su LDS.org; Richard G. Scott, “Il potere trasformatore della fede e del carattere”, Liahona, novembre 2010, 43–46. A SINISTRA: FOTOGRAFIA PUBBLICATA PER GENTILE CONCESSIONE DELLA CHURCH HISTORY LIBRARY; IN BASSO A DESTRA: ILLUSTRAZIONE DI MARYN ROOS Mentre rileggi la Conferenza generale di aprile 2012, puoi usare queste pagine (e gli Appunti sulla Conferenza dei numeri futuri) come sussidio per studiare e applicare i recenti insegnamenti dei profeti e apostoli viventi, come pure degli altri dirigenti della Chiesa. 1 . “Possiamo essere liberati dal male e dalla malvagità facendo appello agli insegnamenti delle ” RIEMPI GLI SPAZI VUOTI 2. “Noi non veniamo (L. Tom Perry, “Il potere della liberazione”, Liahona, maggio 2012, 97). 4. “Questa vita è sminuiti quando qualcun altro qualcosa” (Jeffrey R. Holland, “I lavoratori nella vigna”, Liahona, maggio 2012, 31). un addestramento per l’Esaltazione eterna, e questo processo comporta ” 3. “Le verità e la (Ronald A. Rasband, “Lezioni speciali”, Liahona, maggio 2012, 80). dottrina che abbiamo ricevute sono giunte e continueranno a giungere per divina” UN SERMONE IN DUE PAROLE MA TU: 1. Sei arrabbiato con qualcuno? 2. Fai pettegolezzi? 3. Escludi gli altri? (D. Todd Christofferson, “La dottrina di Cristo”, Liahona, maggio 2012, 86). 4. Invidi? 5. Desiri far male? Risposte: 1. sacre Scritture; 2. ottiene; 3. rivelazione; 4. prove e difficoltà. INVECE: 1. Sii gentile. SMETTILA! 2. Perdona. 3. Parla pacatamente. 4. Lascia che l’amore di Dio riempia il tuo cuore. Una promessa profetica “Lo Spirito Santo 5. Fa’ del bene agli ha confermato altri. Adattato da Dieter F. Uchtdorf, “Ai misericordiosi è fatta misericordia”, Liahona, maggio 2012, 75, 76. la verità in questa conferenza e lo farà ancora se la cercherete, se ascolterete e se poi studierete i messaggi dei servi autorizzati del Signore”. Presidente Henry B. Eyring, primo consigliere della Prima Presidenza, “Montagne da scalare”, Liahona, maggio 2012, 26. Per leggere, guardare o ascoltare la Conferenza generale, visita il sito conference.lds.org. A g o s t o 2 0 1 2 9 CIÒ IN CUI CREDIAMO Il sacramento I l sacramento è una sacra ordinanza del sacerdozio che viene celebrata ogni domenica. Gesù Cristo istituì questa ordinanza quando era sulla terra e, ai nostri giorni, l’ha restaurata tramite il profeta Joseph Smith. “L’ordinanza del sacramento”, ha detto l’anziano Dallin H. Oaks del Quorum dei Dodici Apostoli, “fa della riunione sacramentale la riunione più sacra e importante nella Chiesa”.1 Il Signore ci ha comandato di riunirci ogni domenica e di prendere il sacramento (vedere DeA 20:75). I detentori del Sacerdozio di Aaronne benedicono e distribuiscono il pane e l’acqua ai membri della congregazione, i quali prendono il sacramento in ricordo del corpo e del sangue di Gesù Cristo. Nel farlo, si impegnano nuovamente a vivere secondo le alleanze stipulate con Dio al battesimo. In modo specifico, essi promettono di ricordarsi sempre di Gesù Cristo, di prendere il Suo nome su di loro e di obbedire ai Suoi comandamenti (vedere DeA 20:77). Per prepararsi in modo adeguato a prendere il sacramento occorre pentirsi, avere il desiderio di seguire il Salvatore e avere un “cuore Per saperne di più, vedere 1 Corinzi 11:23–30; Dottrina e Alleanze 27:2. 10 L i a h o n a spezzato e uno spirito contrito” (3 Nefi 9:20). Prendere il sacramento è un’opportunità settimanale per fare introspezione e rinnovare il proprio impegno. La riverenza e la preghiera danno più valore a questa esperienza. Le persone che hanno commesso peccati gravi non devono prendere il sacramento finché non si sono pentite, cosa che richiede la confessione al vescovo o presidente di ramo (vedere 3 Nefi 18:28–30). Prendere il sacramento degnamente porta grandi benedizioni, come il perdono dei peccati, la compagnia dello Spirito Santo e la santificazione — l’essere resi santi — tramite l’Espiazione. ◼ NOTA: 1. Dallin H. Oaks, “La riunione sacramentale e il sacramento”, Liahona, novembre 2008, 17. IN BASSO: L’ULTIMA CENA DI SIMON DEWEY; A DESTRA: L’ULTIMA CENA, DI CARL HEINRICH BLOCH, SU CONCESSIONE DEL MUSEO DI STORIA NAZIONALE DI FREDERIKSBORG, HILLERØD, DANIMARCA; NE È VIETATA LA RIPRODUZIONE; DIPINTO DI DEL PARSON; ILLUSTRAZIONI FOTOGRAFICHE DI EDWIN REDRINO, ROBERT MILNE E CHRISTINA SMITH RICORDARE IL SALVATORE 3. I detentori del Sacerdozio di Aaronne preparano, benedicono e distribuiscono il sacramento sotto la guida del vescovo o presidente di ramo. 1. La notte prima della Sua crocifissione, Gesù Cristo istituì il sacramento tra i Suoi apostoli (vedere Luca 22:19–20). 2. Dopo la Sua risurrezione, il Salvatore istituì il sacramento nelle Americhe (vedere 3 Nefi 18:1–11). 4. Durante la riunione sacramentale ci concentriamo sull’adorazione e ci asteniamo da qualunque comportamento che possa distrarre gli altri. “Riconosciamo che tutti noi commettiamo degli errori e che tutti noi abbiamo bisogno di confessare i nostri peccati ed errori al Padre Celeste e a coloro che possiamo avere offeso, e di abbandonarli. Il giorno del Signore ci fornisce la preziosa opportunità di offrire queste cose, che sono i nostri sacramenti, al Signore”. 5. Nel prendere il sacramento con riverenza, ricordiamo la vita, l’esempio, gli insegnamenti e l’Espiazione del Salvatore. Anziano L. Tom Perry del Quorum dei Dodici Apostoli, “Il giorno del Signore e il sacramento”, Liahona, maggio 2011, 8. LA RISPOSTA A DOMANDE Coloro che non hanno familiarità con le nostre riunioni domenicali potrebbero chiedersi se persone di altre fedi possono partecipare alle nostre funzioni e prendere il sacramento. Tutti sono benvenuti a venire in Chiesa con noi. Il sacramento esiste per aiutare i membri a rinnovare le proprie alleanze, ma se ai fini del culto è utile ai simpatizzanti prendere il sacramento, ciò è certamente permesso. A g o s t o 2 0 1 2 11 dovere APPRENDI IL TUO Il dovere ci rammenta che siamo tutti amministratori di ciò che il Creatore ci ha affidato. Joseph B. Wirthlin nacque l’11 giugno 1917 a Salt Lake City, nello Utah. Fu sostenuto al Quorum dei Dodici Apostoli nel 1986. Il seguente brano è tratto da un discorso che egli pronunciò in veste di membro del primo quorum dei Settanta alla Conferenza generale il 5 ottobre 1980. Per il testo completo in inglese, vedere Ensign, novembre 1980, su ensign.lds.org. Anziano Joseph B. Wirthlin (1917–2008) Membro del Quorum dei Dodici Apostoli 12 L i a h o n a A lla maggior parte di noi non dispiace fare ciò che dobbiamo quando ciò non interferisce con ciò che vogliamo fare; ma sono necessarie disciplina e maturità per fare ciò che dobbiamo, sia che ci piaccia o no. Il dovere è troppo spesso ciò che uno si aspetta dagli altri e non ciò che fa egli stesso. Quello che la gente pensa, quello che crede e quello che progetta è molto importante; ma quello che fa è la cosa che conta più di tutto. È una chiamata a liberarci del nostro egoismo e a pensare al bene comune di tutti. Dobbiamo sempre ricordare che il dovere ci rammenta che siamo tutti amministratori di ciò che il Creatore ci ha affidato. Quando accettiamo volentieri e svolgiamo fedelmente i nostri doveri troviamo la felicità. Coloro che fanno della felicità l’obiettivo principale della vita sono destinati al fallimento, perché la felicità è un risultato, piuttosto che un fine in se stesso. La felicità è patrimonio di colui che svolge il proprio dovere ed è cosciente che la sua vita è in armonia con Dio e con i Suoi comandamenti… Ogni uomo e ogni donna di successo nella storia del mondo ha conosciuto il suo dovere e ha sentito il fermo desiderio di svolgerlo. Il Salvatore aveva un senso perfetto del dovere. Sebbene quanto Gli era richiesto sorpassasse i limiti delle capacità umane, Egli si sottomise alla volontà di Suo Padre e adempì il Suo dovere divino espiando i peccati dell’umanità. Joseph Smith era fedele alla sua chiamata e svolse il suo dovere anche di fronte alle più severe persecuzioni e ai più grandi sacrifici personali. Egli perseverò. Egli sopportò e compì la restaurazione del vero vangelo di Gesù Cristo… Il presidente Spencer W. Kimball [1895– 1985] ha accettato l’impegno di portare il Vangelo in tutti gli angoli della terra. Egli assolve fedelmente il suo dovere ed è per noi un meraviglioso esempio in tutto ciò che fa per propagare il vangelo d’amore. Il risultato è una chiesa universale e l’adempimento delle profezie degli ultimi giorni. Questi grandi uomini… potevano scegliere di seguire una via più facile di quella che li obbligava a compiere il loro dovere. Ma non lo fecero. Certamente il dovere non sempre portava loro comodità personali o lussi. Compiere il proprio dovere significava spesso grandi sacrifici e difficoltà personali; tuttavia essi scelsero il dovere e lo assolsero fedelmente. La vita ci chiede di compiere molti doveri — alcuni di tipo ordinario, altri più significativi e importanti. Una parte integrante del dovere è dare il buon esempio e approfittare di ogni occasione per aiutare gli altri a salire ILLUSTRAZIONE FOTOGRAFICA DI CRAIG DIMOND I C L A SS I C I DEL VA N G ELO la lunga ascesa della vita. Questo si può fare con una parola di incoraggiamento, con un complimento, una stretta di mano, una dimostrazione di interesse. E dobbiamo tener presente che se impariamo bene i nostri doveri quaggiù, ci prepariamo anche per lo svolgimento dei nostri doveri nell’aldilà… L’assoluta necessità di compiere il nostro dovere in casa, in chiesa e sul lavoro ed anche per la nostra amata patria… è illustrata in modo stupendo dal Grande Maestro, Gesù il Cristo. Egli dichiarò: “Non v’è… albero buono che faccia frutto cattivo, né v’è albero cattivo che faccia frutto buono; poiché ogni albero si riconosce dal suo proprio frutto; perché non si colgon fichi dalle spine, né si vendemmia uva dal pruno. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore reca fuori il bene; e l’uomo malvagio, dal malvagio tesoro reca fuori il male; poiché dall’abbondanza del cuore parla la sua bocca. Perché mi chiamate Signore, Signore, e non fate quello che dico? Una parte integrante del dovere è dare il buon esempio e approfittare di ogni occasione per aiutare gli altri a salire la lunga ascesa della vita. Chiunque viene a me ed ascolta le mie parole e le mette in pratica, io vi mostrerò a chi somiglia. Somiglia ad un uomo il quale, edificando una casa, ha scavato e scavato profondo, ed ha posto il fondamento sulla roccia: e venuta una piena, la fiumana ha investito quella casa e non ha potuto scrollarla perché era stata edificata bene. Ma chi ha udito e non ha messo in pratica, somiglia ad un uomo che ha edificato una casa sulla terra, senza fondamento; la fiumana l’ha investita, e subito è crollata; e la ruina di quella casa è stata grande” (Luca 6:43–49). “Non stancatevi di far bene” (DeA 64:33), miei cari fratelli e sorelle. La fedeltà al proprio dovere è un segno dei veri discepoli del Signore e dei figli di Dio. Siate coraggiosi nell’adempimento del vostro dovere. Tenete il passo. Non fallite nel vostro compito più importante, quello di mantenere il secondo stato. Siate fedeli al vostro dovere, poiché ciò vi porterà a Dio. Vi porto la mia profonda e sincera testimonianza che questa è l’unica via per ottenere la felicità e aiutare il regno a crescere e a fiorire. ◼ Le maiuscole e la divisione in paragrafi sono state normalizzate. A g o s t o 2 0 1 2 13 A SINISTRA: FOTOGRAFIA DI CRAIG DIMOND; A DESTRA, DALL’ALTO: FOTOGRAFIE DI JED A. CLARK © IRI, JEFFREY ALLRED © DESERET NEWS, © DESERET NEWS E CHRISTINA SMITH 14 L i a h o n a THOMAS S. MONSON Rispondere alla voce del dovere Tanto tempo fa il presidente Thomas S. Monson si è impegnato a svolgere il suo dovere di compiere l’opera del Signore e di seguire l’esempio di Gesù Cristo. Heidi S. Swinton I l presidente Thomas S. Monson ha detto molte volte: “Mi piace la parola dovere. Egli la considera “qualcosa di sacro”.1 Dell’adempimento del suo dovere come 16esimo presidente della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ha detto: “Impegno la mia vita, la mia forza — tutto ciò che ho da offrire — a servire Lui e a dirigere gli affari della Sua Chiesa secondo la Sua volontà e la Sua ispirazione”.2 Famoso per il servizio reso agli altri, durante lo svolgimento di incarichi all’estero il presidente Monson ha regalato vestiti e scarpe per tornare a casa in pantaloni e pantofole. Ha sviluppato l’abitudine di visitare amici e conoscenti che hanno bisogno di incoraggiamento. Ha benedetto innumerevoli persone in ospedali e case di cura, ha seguito il suggerimento di fare telefonate e parlato a così tanti funerali che è difficile tenerne conto. Ha consegnato cene, polli pronti da arrostire e libri con dediche affettuose. La sua agenda quotidiana come presidente della Chiesa è piena di riunioni e appuntamenti, ma trova sempre il tempo per le persone e molto spesso per una persona alla volta. Negli annali della storia della Chiesa, sarà ricordato per l’amore che ha per le persone e per come esprime quell’amore donando il suo tempo. L’esempio di dovere di Gesù Cristo Le azioni del presidente Monson sono guidate dalla sua testimonianza del Signore Gesù Cristo. Egli ha detto: “Sebbene sia venuto sulla terra come Figlio di Dio, Egli servì umilmente coloro che Lo circondavano. Egli scese dal cielo per vivere sulla terra come uomo mortale e per istituire il regno di Dio. Il Suo glorioso vangelo… plasmò il pensiero del mondo”.3 Il Salvatore espresse il Suo senso del dovere quando proclamò: “Sono venuto nel mondo per fare la volontà del Padre mio” (3 Nefi 27:13). Dall’alto: il presidente Monson mostra amore per le persone mentre stringe la mano ai boyscout, accetta un dono (con sua moglie Frances), guida una bambina a una cerimonia del primo colpo di piccone e saluta la congregazione alla conferenza generale (con sua moglie). A g o s t o 2 0 1 2 15 “Il Salvatore era sempre intento a insegnare, testimoniare e salvare gli altri. Questo è nostro dovere individuale come membri”. Con determinazione e gentilezza suprema derivanti da una prospettiva eterna, Egli “è andato attorno facendo del bene,… perché Iddio era con lui” (Atti 10:38). Il presidente Monson sottolinea che quando il dovere chiamò Gesù Cristo nel giardino di Getsemani, Egli rispose: “Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi” (Matteo 26:39). Il Salvatore conosceva il Suo dovere di guidare, edificare e incoraggiare tutti i figli di Suo Padre e rispose più volte al suo richiamo. Il presidente Monson ha detto: “Il Salvatore era sempre intento a insegnare, testimoniare e salvare gli altri. Questo è nostro dovere individuale… come membri”.4 Imparare ad adempiere il proprio dovere Gesù Cristo insegnò nella sinagoga e al pozzo. Egli benedisse i bambini e richiamò la figlia di Iairo dalla morte. 16 L i a h o n a Il presidente Monson è cresciuto nel 6°-7° rione del palo di Temple View, nello Utah. È lì che, sotto la guida di saggi dirigenti del sacerdozio, ha appreso i doveri relativi all’adempimento dei suoi incarichi nel sacerdozio e ha acquisito la conoscenza e la testimonianza del vangelo di Gesù Cristo grazie a insegnanti ispirati. Nel 1950, all’età di 22 anni, Thomas Spencer Monson fu sostenuto vescovo del suo rione. Mise in pratica ciò che aveva appreso sul dovere con coloro che gliene avevano insegnato il significato. Era il padre del rione, il presidente del Sacerdozio di Aaronne, colui che si prendeva cura dei poveri e bisognosi e che teneva in ordine i documenti, oltre che giudice comune in Israele. I suoi doveri erano tanti, ma egli li affrontò col suo caratteristico ottimismo. Uno dei suoi doveri come vescovo era quello di inviare ad ogni militare arruolato l’abbonamento alle riviste Church News e Improvement Era e di scrivere ogni mese una lettera personale ad ognuno di loro. Dal momento che il presidente Monson aveva servito in marina durante la II Guerra mondiale, apprezzava l’importanza di una lettera da casa. Nel suo rione c’erano 23 membri arruolati, così chiamò una sorella del rione per gestire i dettagli relativi alla spedizione delle lettere. Una sera le consegnò il pacchetto mensile composto dalle 23 lettere. “Vescovo, non si scoraggia mai?” domandò lei. “Qui c’è un’altra lettera per fratello Bryson. Questa è la 17esima lettera che gli invia senza ricevere risposta”. “Beh, magari questo è il mese giusto”, disse lui. E fu così. La risposta di fratello Bryson diceva: “Caro vescovo, non sono molto bravo a scrivere lettere. Grazie per Church News e le altre riviste, ma soprattutto grazie per le lettere personali. Ho cambiato pagina. Sono stato ordinato all’ufficio di sacerdote nel Sacerdozio di Aaronne. Il mio cuore è colmo. Sono un uomo felice”. In quella lettera il presidente Monson vide l’applicazione pratica della massima: “Fa’ il tuo dovere al meglio e lascia a Dio il resto”. Anni dopo, durante una conferenza di palo, egli parlò dell’esperienza vissuta nello scrivere ai militari. Dopo la riunione, un giovane lo raggiunse e gli chiese: “Vescovo, si ricorda di me?” A SINISTRA DALL’ALTO: LUCE E VERITÀ, DI SIMON DEWEY; ACQUA VIVA, DI SIMON DEWEY; ALZATI E CAMMINA, DI SIMON DEWEY; DIPINTO DI DAN BURR; A DESTRA: ILLUSTRAZIONE DI PAUL MANN Subito il presidente Monson rispose: “Fratello Bryson! Come sta? Cosa sta facendo nella Chiesa?” L’ex militare rispose con grande piacere che stava bene e che serviva nella presidenza del quorum degli anziani. “Grazie ancora per il suo interessamento e per le lettere personali che mi ha scritto, e di cui faccio tesoro”.5 Di eventi come questi il presidente Monson ha detto: “Spesso i piccoli atti di servizio sono quanto richiesto per sollevare e aiutare un’altra persona: una domanda sulla famiglia; parole intelligenti di incoraggiamento; un sincero complimento; un biglietto di ringraziamento; una breve telefonata. Se osserviamo e stiamo attenti, e se agiamo in base ai suggerimenti che riceviamo, possiamo fare molte cose buone”.6 Imparare ad adempiere il nostro dovere “Anche noi, seguendo oggi i… passi [di Gesù Cristo], avremo la possibilità di influenzare positivamente la vita degli altri”, ha detto il presidente Monson. “Gesù ci invita a dare… noi stessi: ‘Ecco, il Signore richiede il cuore e una mente ben disposta’”.7 La visione che il nostro profeta ha del dovere richiede di guardare oltre l’ambizione personale, il successo, la convenienza o il piacere per vedere e rispondere al bene più grande. Il presidente Thomas S. Monson ha detto: “Per trovare la vera felicità dobbiamo cercarla in un impegno al di fuori di noi stessi. Nessuno ha compreso il significato del vivere fino a quando ha sacrificato il suo ego sull’altare del servizio al prossimo. Il servizio agli altri è come il dovere che, quando è fatto, porta la vera gioia”.8 Egli crede che l’amicizia renda più semplice il servizio reso agli altri. “Un amico si preoccupa più di aiutare le persone che di ricevere credito per le sue buone azioni”, ha affermato. “Un amico si interessa. Un amico ama. Un amico ascolta. E un amico aiuta”.9 Quando il presidente Monson chiese a tutti coloro la cui vita era stata toccata dal presidente di palo di alzarsi, i fedeli cominciarono a farlo finché tutta la congregazione non fu in piedi. A g o s t o 2 0 1 2 17 Alcuni anni fa il presidente Monson parteda incoraggiare, cuori da ispirare e anime “Spesso i piccoli cipò a una conferenza di palo a Star Valley, nel da salvare”.14 atti di servizio Wyoming, USA, con l’incarico di riorganizzare “Forse quando ci troveremo davanti al sono quanto la presidenza di palo. Ma fece qualcosa di più nostro Creatore, non ci verrà chiesto: ‘Quanti che espletare questo dovere. Nel rilasciare incarichi hai svolto’, ma piuttosto ‘Quante richiesto per il presidente di palo, E. Francis Winters, che persone hai aiutato?’” 15 sollevare e aiuaveva servito per 23 anni, con un semplice “Nello svolgimento delle nostre attività gesto egli toccò la vita di coloro che presero quotidiane scopriamo innumerevoli occatare un’altra parte alla conferenza. sioni di emulare l’esempio del Salvatore. persona”. Il giorno della conferenza di palo, i fedeli Quando il nostro cuore è sintonizzato sui riempirono l’edificio. Sembrava che tutti stesSuoi insegnamenti, scopriamo la vicinanza sero pronunciando “un grazie silenzioso a inconfondibile del Suo divino aiuto. [È quasi quel nobile dirigente” che evidentemente aveva svolto il come se ricevessimo un incarico dal Signore]; e poi ci proprio dovere con accorata devozione. Nel parlare alla accorgiamo che, quando siamo impegnati a svolgere la congregazione, il presidente Monson parlò di quanto a missione affidataci dal Signore, abbiamo diritto all’aiuto lungo avesse presieduto sul palo il presidente Winters e di del Signore”.16 come fosse stato “per tutti nella valle un pilastro perpetuo “Imparando a conoscerLo, credendo in Lui e seguendi forza”. Poi si sentì spinto a fare qualcosa che non aveva doLo, possiamo diventare come Lui. Il [nostro] compormai fatto prima e che non ha più fatto in seguito. Chiese a tamento può cambiare, il [nostro] cuore può addolcirsi, tutti coloro che erano stati toccati dalla vita del presidente il [nostro] passo può allungarsi, il [nostro] aspetto Winter di alzarsi. Il risultato fu stupefacente. Ogni persona può migliorare. La vita diventa quello che dovrebbe presente si alzò in piedi. diventare”.17 Il presidente Monson disse alla congregazione, in cui Come il nostro profeta, il presidente Thomas S. Monmolti occhi erano pieni di lacrime: “Questa vasta folla son, possiamo impegnarci a svolgere il nostro dovere di rispecchia non soltanto i sentimenti individuali, ma anche compiere l’opera del Signore e seguire l’esempio di Gesù la gratitudine di Dio per una vita ben vissuta”.10 Cristo. ◼ La testimonianza sul dovere del nostro profeta Il presidente Monson ci ha dato questi incoraggianti insegnamenti riguardo al dovere: “Qualunque sia la nostra chiamata, a prescindere dalle nostre paure e ansietà, preghiamo e poi andiamo e agiamo, ricordando le parole del Maestro, il Signore Gesù Cristo, che promise: ‘Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente’”.11 “Possiamo rafforzarci reciprocamente, abbiamo la capacità di notare le cose che passano inosservate. Se abbiamo occhi che vedono, orecchie che ascoltano e un cuore che sa e percepisce, possiamo raggiungere e salvare coloro di cui siamo responsabili”.12 “Nessuno di noi vive da solo — nella propria città, nel proprio paese o nel mondo. Non c’è spartiacque tra la nostra prosperità e la povertà del nostro prossimo”.13 “Vi sono gambe da rafforzare, mani da stringere, menti 18 L i a h o n a NOTE 1. Thomas S. Monson, “Pietre d’inciampo, fede e miracoli”, La Stella, giugno 1996, 20; “Happy Birthday”, Ensign, marzo 1995, 59. 2. Thomas S. Monson, “Guardare indietro e procedere in avanti”, Liahona, maggio 2008, 90. 3. Thomas S. Monson, “Il costruttore di ponti”, Liahona, novembre 2003, 68. 4. Thomas S. Monson, “Ansiosamente impegnati”, Liahona, novembre 2004, 56. 5. Thomas S. Monson, “La voce del dovere”, La Stella , maggio 1986, 36. 6. Thomas S. Monson, “Tre obiettivi che vi guidino”, Liahona, novembre 2007, 120–121. 7. Thomas S. Monson, “I doni di Natale”, Liahona, dicembre 2003, 2. 8. Thomas S. Monson, “The Lord’s Way”, Ensign, maggio 1990, 93. 9. Thomas S. Monson, “In soccorso”, Liahona, luglio 2001, 59. 10. Thomas S. Monson, “La vostra casa eterna”, Liahona, luglio 2000, 70. 11. Thomas S. Monson, “Essi pregano e vanno”, Liahona, luglio 2002, 57. 12. Thomas S. Monson, “La chiamata a servire”, Liahona, gennaio 2001, 58. 13. Thomas S. Monson, “La ricerca della vita ad esuberanza”, La Stella, agosto 1988, 6. 14. Thomas S. Monson, “Un fermo sostegno”, Liahona, novembre 2006, 68. 15. Thomas S. Monson, “Faces and Attitudes”, New Era, settembre 1977, 50. 16. Thomas S. Monson, “Finestre”, La Stella, gennaio 1990, 63. 17. Thomas S. Monson, “La via del Maestro”, Liahona, gennaio 2003, 4. SERVIZIO NELLA CHIESA SERVIRE I SINGOLI Al VanLeeuwen ILLUSTRAZIONE FOTOGRAFICA DI CODY BELL Q uando ero al primo anno di università, strinsi quasi subito amicizia con altre due matricole, un allevatore e un contadino. Formavamo un trio improbabile: due ragazzi di campagna dell’ovest degli Stati Uniti, coi piedi ben piantati a terra, e un elegantone di città della costa orientale dalla parola facile. Dopo la laurea, essi tornarono a casa, rispettivamente all’allevamento e alla fattoria, mentre io entrai nel mondo degli affari. Le nostre vite procedevano e noi ci tenevamo in contatto inviandoci ogni anno dei biglietti per Natale o scambiandoci qualche telefonata. A 35 anni circa, avevo servito due volte come capo scout. In seguito, quando io ero alla fine del mio secondo “giro” come assistente dirigente del nido, i miei due amici servivano nei loro rispettivi vescovati. Col passare del tempo caddi nella trappola di paragonare le mie chiamate a quelle dei miei amici e cominciai a sentirmi indesiderato e ignorato. Quando avevo circa 45 anni e vedevo altre persone che ricevevano delle chiamate di dirigenza, la mia mente rimaneva turbata per giorni. Ogni volta che qualcuno veniva chiamato a una posizione di dirigenza nel rione o nel palo, Satana mi sussurrava all’orecchio che non ero degno o che mi mancava la fede necessaria per avere chiamate di questo tipo. Razionalmente riuscivo a respingere tali pensieri grazie alla preghiera e allo studio, ma continuavo a lottare con la mia autostima. A 50 anni essere “solo un anziano” e fare l’arbitro alle partite di basket dei giovani, mentre i miei amici servivano nelle presidenze di palo, non era ciò che mi ero figurato che avrei fatto a quell’età. Poi ebbi un’esperienza che cambiò la mia comprensione del Vangelo. Una domenica stavo dando assistenza a mia moglie in una classe della Primaria piena di bambini di sette anni molto vivaci. Quando cominciò l’attività di gruppo della Primaria, notai che una bambina della classe era rannicchiata sulla sedia ed evidentemente non si sentiva bene. Lo Spirito mi suggerì che aveva bisogno di conforto, così mi sedetti accanto a lei e le chiesi cosa avesse. Non mi rispose ma sembrava essere veramente angosciata, così cominciai a sussurrarle dolcemente una canzone. La Primaria stava imparando una nuova canzone e quando cantammo: “Se ascolto con il cuor io odo il Signor”,1 cominciai a sentire una luce e un calore incredibili che mi riempivano l’anima. Mi sentivo circondato da braccia eterne d’amore. Compresi che il Padre Celeste aveva udito la preghiera di questa bambina e che io ero lì per darle il conforto che Egli desiderava offrirle. La mia comprensione spirituale si schiuse e ricevetti una testimonianza personale dell’amore che il nostro Salvatore ha per lei, per ognuno dei Suoi figli e per me. Sapevo che Egli si fidava del fatto che servissi una persona bisognosa e io ero dove Egli voleva che io fossi. Imparai che quando serviamo i singoli, siamo le Sue mani. Sono felice di qualunque opportunità di servizio e cerco di rimanere degno di sentire i suggerimenti dello Spirito e di essere dove il Padre Celeste vuole che io sia quando uno dei Suoi figli ha bisogno di servizio. ◼ QUANTE PERSONE HAI AIUTATO? “Forse quando staremo faccia a faccia con il nostro Creatore, non ci verrà chiesto: ‘Quali titoli hai avuto?’, ma piuttosto ‘Quante persone hai aiutato?’ In realtà non potremo mai amare il Signore fino a quando non Lo serviremo servendo la Sua gente”. Thomas S. Monson, “Faces and Attitudes”, New Era, settembre 1977, 50. NOTA: 1. Sally DeFord, “Se ascolto con il cuor” Schema per le attività di gruppo 2011, 28. A g o s t o 2 0 1 2 19 Londra, Inghilterra Bangalore, India Kathryn H. Olson Servizi di benessere R ipulire edifici, pulire pavimenti, istruire studenti, raccogliere cibo, aiutare gli immigrati, visitare vedove, togliere erbacce e dipingere scuole. Questi sono solo alcuni dei tanti progetti di servizio portati avanti l’anno scorso dai membri della Chiesa che hanno risposto all’invito della Prima Presidenza di tenere una giornata di servizio per commemorare il 75esimo anniversario del programma di benessere. Questi progetti hanno influenzato profondamente coloro che hanno servito e quelli che hanno ricevuto il servizio. Molte comunità in tutto il mondo sono state cambiate in meglio. Londra, Inghilterra I membri della Chiesa di Londra hanno celebrato l’anniversario contribuendo a ripulire Tottenham, una città che ha subito le sommosse di agosto 2011. In un parco della zona, i volontari hanno tolto erbacce, hanno costruito aiuole fiorite e raccolto la spazzatura. 20 L i a h o n a I fedeli hanno anche servito presso una casa di cura per bambini, dove hanno ripulito i sentieri del giardino e reso l’ambiente della casa di cura più accogliente per i bambini e le loro famiglie. Charlotte Illera ha contribuito a coordinare il progetto. “È stato davvero un duro lavoro, ma è stato anche allegro”, ha affermato. “Anche una piccola cosa come spazzare può portare grandi benefici. Non bisogna avere grandi capacità. Le piccole cose possono fare la differenza per le altre persone”. Rudi Champagnie ha condiviso la sua visione sull’ispirazione che c’è dietro all’invito a servire della Prima Presidenza: “Penso che questa rivelazione avesse lo scopo di portarci gli uni più vicini agli altri e di spingerci fuori, nella comunità, per incontrare nuove persone”. Ha continuato: “Vedere che la Chiesa si occupa della comunità è una cosa meravigliosa. Essere parte di tutto questo è anche più speciale. Ha rafforzato la mia testimonianza e mi ha donato il desiderio di fare di più”. FOTOGRAFIA DI GUANTI © DANI VINCEK, 2011 SU PERMESSO DI SHUTTERSTOCK.COM; ALTRE FOTOGRAFIE DI CHARLOTTE ILLERA, CINDY CLARK E DALE EVANSON. Onorare una Bujumbura, Burundi giornata di servizio Hong Kong, Cina I dirigenti adulti dei giovani del Palo di Hong Kong in Cina hanno chiesto al consiglio dei giovani di scegliere il proprio progetto di servizio. Dopo aver dato un’occhiata alle necessità della comunità, i giovani hanno deciso di insegnare ai bambini di una scuola locale provenienti da famiglie a basso reddito. Circa 125 giovani hanno istruito oltre 80 bambini su come sviluppare i propri talenti, preparare cibo salutare, tenere riunioni di famiglia e instaurare vere amicizie. “Non si è trattato di un intervento una tantum”, ha detto Anita Shum, presidentessa delle Giovani Donne di palo. “Ciò che i giovani hanno fatto coi bambini potrebbe avere un effetto duraturo”. Ha aggiunto che ora i giovani hanno bei ricordi ed esperienze che li benediranno per sempre. Accra, Ghana I membri di Accra, in Ghana, hanno preso parte alla giornata di servizio dipingendo scuole, spazzando strade e canali di scolo e ripulendo il terreno circostante ospedali e cliniche. Emma Owusu Ansah del Palo ghanese di Christiansborg, ad Accra, ha partecipato alla programmazione della giornata di servizio del suo palo. “Lavorare insieme come membri della Chiesa ci dà unità e rende un principio come quello del servizio più facile da osservare”, ha detto. Alla fine del progetto, i membri si sono riuniti per condividere le loro testimonianze. Ha sottolineato la sorella Ansah: “Dopo aver ascoltato la testimonianza di ciascuno, ho capito quello che ci perdiamo quando non serviamo gli altri”. Quando il presidente Henry B. Eyring, primo consigliere nella Prima Presidenza, ha esteso l’invito a prendere parte a una giornata di servizio, ha parlato dell’unità che avrebbero portato questi progetti: “Un… principio evangelico che si è rivelato una guida nello svolgimento dell’opera di benessere è il potere e la benedizione dell’unità. Quando uniamo le nostre mani nel servire il prossimo, il Signore unisce anche i nostri cuori”.1 Córdoba, Argentina Nonostante la pioggia, in un giorno di ottobre 1.601 membri della Chiesa provenienti da cinque pali di Córdoba, in Argentina, hanno donato nel complesso 10.234 ore di servizio a una casa di riposo. I fedeli hanno consegnato indumenti, cibo e kit per l’igiene A g o s t o 2 0 1 2 21 i membri c’era uno spirito di unità e servizio, e tra quelli che avevano ricevuto atti di servizio, c’era uno spirito di profonda gratitudine”. Falls Church, Virginia, USA SENTIMENTI DI CARITÀ “Il Signore mantiene la Sua promessa quando voi mantenete la vostra. Quando servite gli altri per Lui, vi fa sentire il Suo amore e, col tempo, i sentimenti di carità divengono parte della vostra stessa natura. Riceverete la rassicurazione di Mormon nel vostro cuore, se persisterete nel servire il prossimo, che tutto andrà bene per voi”. Presidente Henry B. Eyring, primo consigliere della Prima Presidenza, “Un testimone”, Liahona, novembre 2011, 68. 22 L i a h o n a personale raccolti in precedenza. Si sono anche occupati del giardino, hanno dipinto i muri e le panchine e hanno organizzato uno spettacolo esibendo i loro talenti. Diverse sorelle si sono anche offerte per fare capelli, pedicure e manicure. “So che il progetto non è stato d’aiuto solo a loro ma anche a me”, ha detto Rocío B. di 14 anni, dopo l’inziativa. “Sapevo che stavo facendo la cosa giusta e che il Padre Celeste era contento di me”. San Paolo, Brasile I membri del Palo di San Paolo, in Brasile, sono stati ispirati a raccogliere zucchero, olio, riso e fagioli e a donare il cibo a due organizzazioni benefiche. Poi hanno addestrato i rappresentanti delle organizzazioni ai principi basilari dell’immagazzinamento. I fedeli si sono anche offerti volontari per presentare addestramenti riguardanti l’istruzione, le finanze e il lavoro ai membri del palo e della comunità per aiutarli a sviluppare le capacità necessarie a competere per i posti di lavoro disponibili. “Le persone della comunità che abbiamo invitato erano molto contente del lavoro svolto dalla Chiesa. Molti non ci conoscevano, ma sono andati via pieni di buoni sentimenti”, ha detto Kátia Ribeiro, membro del palo. “Tra Tokorozawa, Giappone In una scuola elementare di Tokorozawa, i membri della Chiesa hanno presentato un seminario sull’immagazzinamento a 50 persone tra genitori ed educatori. A causa del terremoto di marzo 2011, i membri della comunità erano ansiosi di imparare a prepararsi per le calamità naturali, soprattutto per mettere insieme una provvista di cibo a lungo termine. “Nonostante si fosse verificato il grande terremoto nell’est del Giappone, non avevo fatto nulla per preparami”, ha detto un partecipante. “Sono felice di aver potuto imparare queste cose. Voglio trovare un luogo per immagazzinare il cibo e voglio farlo per proteggere la mia cara famiglia”. Akihito Suda, membro del Palo giapponese di Musashino, ha osservato che la luce di IN ALTO: FOTOGRAFIA DI TODD SCHVANEVELDT Falls Church, Virginia, USA I membri di Falls Church, in Virginia, USA, hanno provato la gioia di servire insieme presso due rifugi per senzatetto. Mentre sfregava un muro, Adeana Alvarez ha detto a un membro del suo rione: “Ho avuto una settimana difficile ed è una bella sensazione sfogare la mia frustrazione su questo muro! Abbiamo tutti bisogno del servizio ad un certo punto della nostra vita ed è bello farlo per altre persone”. Un altro membro del rione, Anne Sorensen, ha osservato: “È un modo meraviglioso per essere vicini alla nostra comunità. Adesso mi sento più coinvolta in quello che accade in quell’organizzazione. Ogni volta che passo di qui, penso alle persone che vanno a lezione qui e spero che il lavoro che abbiamo fatto dia loro qualcosa di tangibile per credere che non sono sole in ciò che fanno per migliorare la loro vita”. Cristo ha toccato la comunità quando i membri hanno mostrato come si erano preparati per un eventuale momento di crisi. “Cristo è la luce del mondo”, ha detto. “I Suoi insegnamenti illuminano la comunità”. Tallinn, Estonia I membri della Chiesa di Tallinn hanno trascorso una giornata ad aiutare i membri bisognosi della comunità a riparare le proprie case. Alcuni dei partecipanti hanno tagliato legna e spalato carbone, mentre altri hanno pulito tappeti, cambiato tende e lavato finestre e muri. Maila Chan è andata con la sua famiglia a visitare una donna anziana e a tagliare la legna per lei. “Come madre sono felice che la nostra famiglia abbia vissuto un’esperienza così bella”, ha detto. “È meraviglioso che, mentre serviamo gli altri, ci dimentichiamo completamente dei nostri problemi. So che, quando serviamo gli altri, serviamo solo il nostro Dio”. Margit Timakov ha anche osservato: “Nel mettere da parte i miei doveri e nell’impegnarmi completamente ad aiutare qualcuno ho compreso quale forza abbia realmente il sacrificio. Non abbiamo bisogno di chiedere perché o se avremmo potuto fare qualcos’altro. Diamoci semplicemente da fare e aiutiamo. Diamo aiuto perché ci sta a cuore. Diamo aiuto perché vogliamo seguire l’esempio di Cristo”. Il frutto della fatica Le testimonianze di coloro che hanno servito le proprie comunità in tutto il mondo ci insegnano che, grazie al servizio, la nostra testimonianza cresce e noi ci sentiamo meglio con noi stessi. Il presidente Eyring ha affermato che veniamo benedetti per il nostro servizio: “Da parte del Maestro estendo un ringraziamento per il vostro lavoro per servire i figli del nostro Padre Celeste. Egli vi conosce e vede i vostri sforzi, la vostra diligenza e il vostro sacrificio. Prego che voglia accordarvi la benedizione di vedere il frutto delle vostre fatiche nella felicità di coloro che avete aiutato per il Signore”.2 ◼ NOTE 1. Henry B. Eyring, “Opportunità per fare del bene”, Liahona, maggio 2011, 25. 2. Henry B. Eyring, Liahona, maggio 2011, 26. RICONOSCIMENTO DA PARTE DELLE COMUNITÀ U na delle caratteristiche comuni dei progetti legati alla giornata di servizio mondiale è stato l’effetto che questa ha avuto sulle comunità locali. Molti passanti si sono fermati per porre domande sulla Chiesa a coloro che hanno partecipato al progetto e i fedeli hanno condiviso le proprie testimonianze. In molte parti del mondo, i rappresentanti dei governi hanno dato riconoscimento agli sforzi dei membri della Chiesa. Per esempio, in un’intervista radiofonica riguardante la giornata di servizio, il capo del quartiere Kisanga di Lubumbashi, nella Repubblica Democratica del Congo, ha esortato i fedeli di altre religioni a seguire l’esempio dei “Mormoni” nel servire la comunità. LA RISPOSTA A DOMANDE N el vedere Helping Hands nella comunità, alcuni potrebbero chiedersi se i membri della Chiesa stiano aiutando solo i loro correligionari o anche persone di altre fedi. Naturalmente aiutiamo entrambi. Cerchiamo di seguire l’esempio del Salvatore nel servire, sia che questo significhi rastrellare le foglie nel giardino di un vicino o inviare e distribuire tonnellate di provviste per rispondere a un disastro naturale. Ci sforziamo di aiutare gli altri, indipendentemente dalla loro fede o cultura. Del servizio dato da 300 membri della Chiesa nella zona intorno a Londra, il sindaco, Boris Johnson, ha detto: “Ora, più che mai, è meraviglioso vedere dei londinesi concentrati sulla comunità, dei volontari, presentarsi in così grande numero”. Il governatore del Connecticut, USA, Dannel Malloy e il governatore della Virginia, USA, Robert McConnell, hanno rilasciato delle dichiarazioni ufficiali per rendere onore alle giornate di servizio offerte nei loro stati. In tale annuncio, il governatore Malloy ha detto: “Siamo grati alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni per il servizio reso agli altri e per aver invitato tutti gli altri residenti, di tutte le fedi e strato sociale, a unirsi ai suoi membri nel celebrare l’anno dell’anniversario del servizio”. A g o s t o 2 0 1 2 23 Anziano Jeffrey R. Holland Membro del Quorum dei Dodici Apostoli ERGERSI INSIEME per la causa di Cristo A mici, sapete quello che so io: nel mondo odierno il peccato e la decadenza morale sono così grandi da colpire tutti, soprattutto i giovani, e sembra che la situazione peggiori ogni giorno. Sia io che voi siamo molto preoccupati per la diffusione della pornografia e della povertà, degli abusi e dell’aborto, delle trasgressioni sessuali illecite (sia eterosessuali che omosessuali), della violenza, della volgarità, della crudeltà e della tentazione, tutte cose che sono vicine quanto il cellulare di vostra figlia o l’iPad di vostro figlio. Per le persone di buona volontà che amano Dio e hanno preso su di sé il nome di Cristo c’è sicuramente un modo per ergersi insieme per la causa di Cristo e contro le forze del peccato. In questo abbiamo tutto il diritto di essere arditi e di credere, poiché: “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?” (Romani 8:31). Voi servite, predicate, insegnate e lavorate con questa fiducia, così faccio anch’io. E nel farlo, credo che possiamo affidarci anche al versetto di Romani successivo a quello appena letto: “Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figliuolo, ma l’ha dato per tutti noi, come non ci donerà egli anche tutte le cose con lui?” 24 L i a h o n a LA RISPOSTA A DOMANDE I santi degli ultimi giorni sono cristiani? Certamente sì. Come spiega l’anziano Holland: “Noi crediamo nella realtà storica di Gesù, il quale camminò lungo le polverose strade della Terra Santa e dichiarò che Egli è l’unico Dio, lo stesso che, nell’Antico Testamento, corrisponde al divino Geova”. Credo davvero che, se in tutto il mondo riusciremo a sforzarci maggiormente di non separarci gli uni gli altri dall’ “amore di Cristo”, saremo “più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati” (Romani 8:32, 35, 37). Dialogo teologico Gli evangelici e i santi degli ultimi giorni non hanno sempre avuto un confronto pacifico. Dai tempi in cui, all’inizio del XIX secolo, il giovane Joseph Smith ebbe la sua epifania rivelatrice e la proclamò con audacia, troppo spesso i nostri rapporti sono stati poco cordiali. Eppure, stranamente — e non riesco a non credere che questo faccia parte di un’orchestrazione divina degli eventi in questi tempi tumultuosi — gli studiosi santi degli ultimi giorni e quelli evangelici, così come le figure dirigenti delle rispettive chiese, dalla fine degli anni ‘90 sono stati coinvolti insieme in quello che penso sia diventato un dialogo teologico stimolante e costruttivo. Si è trattato di uno sforzo onesto di comprendere e di essere compresi, un tentativo di sfatare miti e dissipare interpretazioni sbagliate da entrambe le parti, un’opera d’amore in cui i partecipanti si sono sentiti motivati e toccati da una forza quieta che è andata più in profondità di un normale scambio interconfessionale. L’IMMAGINE DI CRISTO, DI HEINRICH HOFMANN, PER GENTILE CONCESSIONE DI C. HARRISON CONROY CO. Il presente articolo è tratto da un discorso tenuto a Salt Lake City il 10 marzo 2011 per un gruppo di pastori cristiani americani. Per le persone di buona volontà che amano Dio e hanno preso su di sé il nome di Cristo c’è sicuramente un modo per ergersi insieme per la causa di Cristo e contro le forze del peccato. A g o s t o 2 0 1 2 25 26 L i a h o n a Saremmo più che lieti di stringere la mano dei nostri amici evangelici in un unico impegno cristiano di rafforzare la famiglia e il matrimonio, di chiedere più moralità ai media, di fornire soccorso umanitario nei casi di disastro naturale, di affrontare l’onnipresente piaga della povertà e di garantire la libertà religiosa che ci permetterebbe di parlare di questioni che coinvolgono la coscienza cristiana. hanno un’organizzazione gerarchica e organizzativa diversa da gran parte del mondo evangelico, agli incontri non ha preso parte alcun rappresentante ufficiale della Chiesa né ai discorsi sono state date sfumature ecclesiastiche. Come voi, non abbiamo alcun desiderio di scendere a compromessi riguardo a ciò che ci distingue dal punto di vista dottrinale o di rinunciare alle convinzioni che fanno di noi ciò che siamo. Tuttavia desideriamo non essere fraintesi, non essere accusati di credenze non nostre e non vogliamo che il nostro impegno verso Cristo e il Suo Vangelo venga respinto sommariamente, per non parlare del fatto di essere demonizzati. Inoltre siamo sempre alla ricerca di un terreno comune e di compagni nel lavoro pratico del ministero. Saremmo più che lieti di stringere la mano dei nostri amici evangelici in un unico impegno cristiano di rafforzare la famiglia e il matrimonio, di chiedere più moralità ai media, di fornire soccorso umanitario nei casi di disastri naturali, di affrontare l’onnipresente piaga della povertà e di garantire la libertà religiosa che ci permetterebbe di parlare di questioni che riguardano i problemi sociali del nostro tempo e che coinvolgono la coscienza cristiana. Su quest’ultimo punto: spero che non venga mai il giorno in cui a me, a voi o a qualunque altro ministro di culto di questa nazione venga proibito di predicare dal pulpito la dottrina che ritiene vera. Ma alla luce dei recenti eventi sociopolitici e delle attuali sfide giuridiche che ne derivano, soprattutto per quanto riguarda la santità del matrimonio, quel giorno potrebbe essere alle porte se non agiamo in modo incisivo per prevenirlo.2 Quanto più grande e unita è la voce cristiana, tanto più è probabile che la nostra visione di queste questioni possa prevalere. A questo proposito dovremmo ricordare l’ammonimento del Salvatore relativo a ILLUSTRAZIONI FOTOGRAFICHE DI HOWARD COLLETT © IRI E RUTH SIPUS © IRI Il primo di questi dialoghi formali ha avuto luogo nella primavera del 2000 presso la Brigham Young University. Man mano che il dialogo prendeva forma, era chiaro che i partecipanti stavano cercando un qualche tipo di paradigma, un modello, un punto di riferimento. Dovevano esserci scontri, discussioni e dibattiti? Il confronto avrebbe dovuto produrre un vincitore e un perdente? Quanto schietto e onesto avrebbe dovuto essere? Alcuni santi degli ultimi giorni si chiedevano: gli “altri” vedono queste conversazioni come un “banco di prova” perché possiamo avere un posto nella cristianità? Si tratta di uno sforzo su vasta scala per “aggiustare” il Mormonismo, per renderlo più cristiano in senso tradizionale, più accettabile agli occhi degli spettatori scettici? A loro volta, alcuni evangelici si chiedevano: gli “altri” fanno sul serio, o questo è solo un’altra forma del loro tipico proselitismo missionario? Può una persona essere cristiana, così come inteso nel Nuovo Testamento, e non accettare le convinzioni successive adottate dalla maggior parte del mondo cristiano? Una domanda che ha continuato a riaffiorare da entrambe le parti è in che misura la grazia di Dio può compensare la “cattiva teologia”. Molto presto queste questioni sono giunte a far parte del dialogo stesso e, nel processo, la tensione ha cominciato a dileguarsi. L’atmosfera iniziale di formalità ha lasciato il passo a un’informalità molto più amichevole, una vera forma di fratellanza e sorellanza, fatta di gentilezza nelle divergenze, rispetto per le opinioni contrastanti e senso di responsabilità rivolto alla vera comprensione (anche se non necessariamente all’accordo) di coloro che provengono da altre fedi: la responsabilità di rappresentare in modo accurato le proprie dottrine e consuetudini e di cogliere quelle degli altri allo stesso modo. Il dialogo è giunto a godere di una “civiltà obbligata”.1 Dal momento che i santi degli ultimi giorni Per ulteriori informazioni sul fatto che i santi degli ultimi giorni sono cristiani, vedere “About Mormons” nella sezione delle FAQ di Mormon .org; “Cristianità: seguire Gesù in parole e azioni” nelle Notizie mormoni su Mormoni .com; e Gordon B. Hinckley, “La testimonianza di un profeta”, La Stella, luglio 1993, 111. “ogni regno diviso in parti contrarie”: una casa, cioè, che scopre di non riuscire a ergersi unita contro nemici molto più uniti tra di loro i quali spesso perseguono obiettivi iniqui (vedere Luca 11:17). Il Cristo che adoriamo Partendo da parte di questa storia e con la speranza che non dissentiremo dove non ce n’è necessità, desidero portare testimonianza, cari amici, del Cristo che riveriamo e adoriamo nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Noi crediamo nella realtà storica di Gesù, il quale camminò lungo le polverose strade della Terra Santa e dichiarò che Egli è l’unico Dio, lo stesso che, nell’Antico Testamento, corrisponde al divino Geova. Dichiariamo che Egli era pienamente Dio nella Sua divinità e pienamente umano nella Sua esperienza mortale, il Figlio che era un Dio e il Dio che era Figlio; che Egli, per usare il linguaggio usato nel Libro di Mormon, è “l’Eterno Iddio” (frontespizio del Libro di Mormon). Testimoniamo che Egli è uno col Padre e con lo Spirito Santo, e che tutti e Tre sono Uno: uno nello spirito, uno nella forza, uno nello scopo, uno nella voce, uno nella gloria, uno nella volontà, uno nella bontà e uno nella grazia; uno in ogni possibile forma e aspetto dell’unità eccetto che nella separazione del Loro corpo fisico (vedere 3 Nefi 11:36). Attestiamo che Cristo nacque da un Padre divino e da una madre vergine; che dall’età di 12 anni si occupò dell’opera del Padre Suo; che, nel farlo, visse una vita perfetta, senza peccato, fornendo così un modello per tutti coloro che vengono a Lui per ottenere salvezza. Portiamo testimonianza di ogni sermone che pronunciò, di ogni preghiera che proferì, di ogni miracolo che invocò dal cielo e di ogni atto redentore che compì. Limitatamente a questo testimoniamo che, nell’adempiere il piano divino per la nostra salvezza, Egli prese su di Sé tutti i peccati, dolori e malattie del mondo, sanguinando da ogni poro per l’angoscia provata, a cominciare dal Getsemani per morire sulla croce del Calvario, morte che fu un’offerta sostitutiva di quei peccati e peccatori, compreso ognuno di noi. All’inizio del Libro di Mormon un profeta nefita vide che “[Gesù] veniva innalzato sulla croce e ucciso per i peccati del mondo” (1 Nefi 11:33). Più avanti il Signore stesso afferma: “Ecco, io vi ho dato il mio Vangelo, e questo è il Vangelo che vi ho dato — che sono venuto nel mondo per fare la volontà del Padre mio, perché mio Padre mi ha mandato. E mio Padre mi ha mandato, affinché fossi innalzato sulla croce” (3 Nefi 27:13–14; vedere anche DeA 76:40–42). È davvero un dono dello Spirito “sapere che Gesù Cristo è il Figlio di Dio, e che fu crocifisso per i peccati del mondo” (DeA 46:13). Dichiariamo che tre giorni dopo la crocifissione, Egli si levò dalla tomba all’immortalità gloriosa come primizia della risurrezione, rompendo così i legami fisici della morte e quelli spirituali dell’inferno, fornendo un futuro immortale sia per il corpo che per lo spirito, un futuro che può realizzarsi nella sua pienezza di gloria e magnificenza solo se accettiamo Lui e il Suo nome come l’unico “sotto il cielo… che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad esser salvati”. Non c’è, né può mai A g o s t o 2 0 1 2 27 esserci, salvezza in “alcun altro nome” (Atti 4:12). Proclamiamo che Egli tornerà sulla terra, questa volta in potere, maestà e gloria, per regnare come Re dei re e Signore dei signori. Questo è il Cristo che adoriamo, Colui nella cui grazia confidiamo in modo implicito ed esplicito e Colui che è il “Pastore e Vescovo delle anime [nostre]” (1 Pietro 2:25). A Joseph Smith una volta fu posta la seguente domanda: “Quali sono i principi fondamentali della vostra religione?” Egli rispose: “I principi fondamentali della nostra religione sono la testimonianza degli Apostoli e dei Profeti riguardo a Gesù Cristo; che Egli morì, fu sepolto, risuscitò il terzo giorno e ascese al cielo; tutte le altre cose inerenti alla nostra religione sono soltanto un complemento di ciò”.3 Di regola, i santi degli ultimi giorni sono noti come persone laboriose, dediti alle opere. Per noi le opere di rettitudine, che potremmo riassumere nell’espressione “discepolato devoto”, sono misura inequivocabile della realtà della nostra fede. Come Giacomo, fratello di Gesù, crediamo che la vera fede si manifesti sempre nella fedeltà (vedere Giacomo 2). Insegniamo che i puritani erano più vicini alla verità di quanto pensassero quando si aspettavano che quelli che avevano stretto alleanza camminassero “in santità” (DeA 20:69). La salvezza e la vita eterna sono gratuite (vedere 2 Nefi 2:4); di fatto, sono i più grandi tra i doni di Dio (vedere DeA 6:13; 14:7). Nondimeno, insegniamo che è necessario prepararsi per ricevere quei doni dichiarando e dimostrando “fede nel Signore Gesù Cristo” (Articoli 28 L i a h o n a di Fede 1:4) e confidando nei “meriti e [nella] misericordia e [nella] grazia del Santo Messia” (2 Nefi 2:8; vedere anche 2 Nefi 31:19; Moroni 6:4). Secondo noi, i frutti di quella fede comprendono il pentimento, la stipulazione di alleanze e ordinanze evangeliche (incluso il battesimo) e un cuore grato che ci spinge a spogliarci di qualsiasi impurità, a prendere “ogni giorno la [nostra] croce” (Luca 9:23) e a osservare i Suoi comandamenti — tutti i Suoi comandamenti (vedere Giovanni 14:15). Come l’apostolo Paolo, ci rallegriamo: “Ma ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo” (1 Corinzi 15:57). In questo stesso spirito, come scrisse un profeta del Libro di Mormon: “Noi parliamo di Cristo, gioiamo in Cristo, predichiamo il Cristo, profetizziamo di Cristo… affinché i nostri figlioli possano sapere a quale fonte possono rivolgersi per la remissione dei loro peccati… e possano volgere lo sguardo a quella vita che è in Cristo” (2 Nefi 25:26, 27). Spero che questa testimonianza che porto a voi e al mondo vi aiuti a comprendere un po’ dell’amore inesprimibile che proviamo per il Salvatore del mondo nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Appello alla coscienza cristiana Data la devozione che condividiamo per il Signore Gesù Cristo e considerate le sfide che affrontiamo nella nostra società, possiamo certamente trovare il modo per unirci in un appello nazionale, o internazionale, alla coscienza cristiana. Alcuni anni fa Tim LaHaye scrisse: LA CROCIFISSIONE, DI HARRY ANDERSON © IRI; È RISORTO, DI DEL PARSON È davvero un dono dello Spirito “sapere che Gesù Cristo è il Figlio di Dio, e che fu crocifisso per i peccati del mondo”. “Se noi americani religiosi lavoriamo insieme in nome delle preoccupazioni morali che condividiamo, possiamo riuscire a ristabilire le norme morali civiche che i nostri padri pensavano fossero garantite dalla Costituzione [degli Stati Uniti]… Tutti i cittadini religiosi della nostra nazione devono sviluppare rispetto per le altre persone religiose e il loro credo. Non dobbiamo accettare le convinzioni degli altri, ma possiamo rispettare le persone e comprendere che abbiamo più cose in comune gli uni con gli altri di quelle che avremo mai con coloro che vogliono secolarizzare questo paese. È tempo che tutti i cittadini impegnati dal punto di vista religioso si uniscano contro il nemico comune”.4 Senza dubbio è in parte rischioso imparare qualcosa di nuovo che riguarda qualcun altro. Le nuove idee influenzano sempre le vecchie prospettive e quindi è inevitabile che abbiano luogo ripensamenti e una certa riorganizzazione e ristrutturazione della nostra visione del mondo. Quando guardiamo oltre il colore, il gruppo etnico, lo strato sociale, la chiesa, la sinagoga, la moschea, il credo o le dichiarazioni di fede delle persone, e quando cerchiamo di fare del nostro meglio per vederle per ciò che sono, figlie dello stesso Dio, dentro di noi accade qualcosa di buono e prezioso, e ci troviamo quindi in una più stretta comunione con quel Dio che è il Padre di tutti noi. Di poche cose c’è più bisogno in questo mondo difficile e confuso della convinzione cristiana, della compassione cristiana e della comprensione cristiana. Nel 1843, meno di un anno prima della sua morte, Joseph Smith osservò: “Se penso che l’umanità sia in errore, la butterò giù? No, la solleverò, e lo farò come vorrà se non riuscirò a persuaderla che i miei sistemi sono migliori; né cercherò di costringere alcuno a credere in ciò che credo io, se “Credete in Gesù Cristo e nel Vangelo di salvezza che ha rivelato?” chiese il profeta Joseph Smith. “Ci credo anch’io. I cristiani dovranno smetterla di azzuffarsi e di contendere gli uni con gli altri per coltivare i principi di unità e amicizia; e lo faranno prima che giunga il millennio e Cristo prenda possesso del Suo regno”. non con la sola forza del ragionamento, anche perché la verità si farà strada. Credete in Gesù Cristo e nel Vangelo di salvezza che ha rivelato? Ci credo anch’io. I cristiani dovranno smetterla di azzuffarsi e di contendere gli uni con gli altri per coltivare i principi di unità e amicizia; e lo faranno prima che giunga il millennio e Cristo prenda possesso del Suo regno”.5 Concludo esprimendo amore per voi, così come accade in due commiati presenti nelle nostre Scritture. Il primo è tratto dall’autore di Ebrei, nel Nuovo Testamento: “[Possa] l’Iddio della pace che in virtù del sangue del patto eterno ha tratto dai morti il gran Pastore delle pecore, Gesù nostro Signore, [rendervi] compiuti in ogni bene, onde facciate la sua volontà, operando in voi quel che è gradito nel suo cospetto, per mezzo di Gesù Cristo; a Lui sia la gloria ne’ secoli dei secoli. Amen” (Ebrei 13:20–21). E questo è tratto dal Libro di Mormon; si tratta di un padre che scrive al figlio: “Figlio mio, sii fedele in Cristo… [e] possa Cristo elevarti… e la sua misericordia e longanimità, e la speranza della sua gloria e della vita eterna rimanere per sempre nella tua mente. E che la grazia di Dio Padre, il cui trono è nell’alto dei cieli, e di nostro Signore Gesù Cristo, che siede alla destra del suo potere fino a che tutte le cose gli saranno soggette, sia e dimori con [voi] per sempre. Amen” (Moroni 9:25–26). ◼ NOTE 1. Termine introdotto in Richard J. Mouw, Uncommon Decency: Christian Civility in an Uncivil World (1992). 2. Vedere Dallin H. Oaks, “Preserving Religious Freedom” (discorso, Chapman University School of Law, 4 febbraio 2011), newsroom.lds. org/article/elder-oaksreligious-freedom-Chapman-University. 3. Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Joseph Smith (2007), 52. 4. Tim LaHaye, The Race for the 21st Century (1986), 109. 5. Joseph Smith, History of the Church, 5:499. A g o s t o 2 0 1 2 29 30 L i a h o n a FOTOGRAFIA DI JEFFREY D. ALLRED © DESERET NEWS L A NOS T R A C A SA , L A NOS T R A FA MIGLIA Anziano Stanley G. Ellis Membro dei Settanta Disastri naturali NON DOBBIAMO TEMERE G li ultimi giorni saranno caratterizzati da numerose calamità e dalla diffusione del male nel mondo. Contro tali minacce il Signore e i Suoi profeti ci hanno dato dei consigli su come essere retti ed evitare le insidie spirituali e il male. Tuttavia, le calamità, come i tornado, i terremoti e i maremoti, sembrano colpire casualmente e devastare tanto i giusti quanto i malvagi. Queste calamità incutono terrore a molti di noi. Nondimeno ho imparato che non dobbiamo temerle. Quando siamo fondati sul Vangelo e siamo preparati, possiamo resistere a qualsiasi tempesta. Quando cerchiamo la guida del Padre Celeste, lo Spirito Santo ci aiuta a prepararci in vista di disastri naturali, a farvi fronte e a rimetterci in piedi una volta che accadono. Prima della tempesta: fate della preparazione una priorità di famiglia Nel settembre 2005, ero un Settanta di area nell’Area Nord America sudovest, che includeva parti degli Stati Uniti come Houston, nel Texas. Apprendemmo che l’uragano Rita, il ciclone più potente registrato nella storia che si sia mai osservato nel Golfo del Messico, si stava dirigendo verso di noi. Mi fu chiesto di presiedere agli interventi di emergenza della Chiesa in quell’area. Tenevamo conferenze telefoniche giornaliere con i dirigenti del sacerdozio, i presidenti di palo, i presidenti di missione, i rappresentanti del soccorso umanitario e di benessere della Chiesa e i dirigenti per gli interventi di emergenza. Parlavamo di moltissime cose: se il magazzino del vescovo fosse in ordine, dove potevano evacuare le persone e come coordinare al meglio le azioni di recupero successive alla tempesta. Fu un intervento ben coordinato dalla Chiesa e un’esperienza ispiratrice. Uno dei presidenti di palo della zona era stato spinto otto o nove mesi prima della tempesta a incoraggiare i membri del palo a prepararsi. Aveva detto di non professarsi un profeta, ma che le indicazioni dello Spirito erano state chiare. I membri del palo seguirono le istruzioni di base per la preparazione suggerite dalla Chiesa. Quando l’uragano colpì, nessun membro del palo perse la vita. Inoltre, poiché i membri avevano messo da parte le scorte necessarie e avevano pronto un piano, le loro condizioni erano molto migliori di quelle che avrebbero potuto essere altrimenti. Avevano prestato attenzione all’avvertimento dello Spirito. Una situazione simile avvenne anche a me e alla mia famiglia. Circa tre mesi prima della tempesta, fummo spinti a far riparare il nostro generatore. Molte persone della zona possiedono piccoli generatori così, quando A g o s t o 2 0 1 2 31 Pagina precedente: Dei soccorritori scavano tra le macerie di un condominio crollato durante il terremoto che nel gennaio 2010 ha colpito Haiti. L’evacuazione della gente da Houston, Texas, prima dell’arrivo dell’uragano Rita. 32 L i a h o n a giungono le tempeste e l’elettricità non è disponibile, possono disporre di energia elettrica per non far avariare il cibo conservato nei frigoriferi e congelatori. Quando facemmo controllare il nostro generatore, scoprimmo che non funzionava. Fummo in grado di aggiustarlo molto prima dell’arrivo della tempesta. La nostra famiglia, i membri del nostro rione e i nostri vicini alla fine utilizzarono tutti il nostro generatore dopo il passaggio dell’uragano. L’averlo aggiustato si rivelò una grande benedizione. Questo principio di preparazione si applica tanto agli individui quanto alle famiglie. Genitori, potete avere una profonda influenza sulla vostra famiglia coinvolgendo i figli nella preparazione e nella preghiera familiare per avere la guida del Signore. In altre parole, quando la vostra famiglia pensa alla propria preparazione, la domanda: “Cosa dobbiamo fare?”, dovrebbe essere una parte preminente della preghiera familiare. Potete anche parlare di questi argomenti e condividere idee durante la serata familiare. Poi mettere in atto quanto programmato. In aggiunta, la cosa migliore che possono fare i genitori è vivere questi insegnamenti. Qualcuno una volta ha detto che i valori sono “assorbiti”, non “insegnati”. Ho scoperto che è vero. Quando i figli vedono i loro genitori ricercare e seguire la guida dello Spirito, apprenderanno come funziona il processo di rivelazione. Durante la tempesta: seguite la rivelazione che ricevete per la vostra famiglia Mentre la tempesta si avvicinava, una domanda che ci ponemmo fu se le persone dovessero evacuare la zona oppure no. Lo Spirito mi guidò a non emettere un comunicato generale per tutta l’area, ma piuttosto di chiedere a ciascun dirigente di palo, ciascun vescovato e ciascuna famiglia di pregare in merito alla situazione e ricevere la propria ispirazione su ciò che dovesse fare. Col procedere degli eventi, divenne ovvio che lo Spirito sapeva ciò che era meglio per ciascuna famiglia. I dirigenti di un palo, per esempio, sapevano di essere proprio nella traiettoria dell’uragano e consigliarono ai membri di evacuare la zona. Il presidente di palo e sua moglie se ne andarono a casa della sorella di lui. In seguito, però, l’uragano cambiò direzione e si diresse nuovamente verso di loro. Erano andati proprio incontro alla tempesta! Potreste chiedervi: “Che sorta di ispirazione è questa?” Ma riflettete su quanto avvenne. Questo presidente di palo e sua moglie sapevano come preparare una casa contro un uragano, mentre sua sorella no. Furono in grado di aiutare i loro parenti a prepararsi per la tempesta, tanto che, quando venne, i danni furono minimi in confronto a ciò che avrebbe FOTOGRAFIA DI CARMEN BORUP Volete parlare ai vostri figli del dare e ricevere conforto durante la calamità? Leggete le edificanti testimonianze di due giovani sopravvissuti alle pagine 60–61 di questo numero. L a nostra casa , la nostra famiglia Un volontario di Mormon Helping Hands cerca tra le macerie a Joplin, Missouri, dopo un tornado nel maggio 2011. causato altrimenti. Il Signore li aveva guidati a fare ciò che era meglio. Nel caso della nostra famiglia, sentimmo di non dover partire. Così rimanemmo. Non solo affrontammo la tempesta in sicurezza, ma potemmo anche aiutare altre persone della zona. Alcuni dei nostri figli sposati sentirono di andarsene e così fecero. L’ascolto prestato allo Spirito benedisse ciascuna famiglia, rione e palo. Dopo la tempesta: fate sì che il Vangelo elimini il pungiglione A volte le persone buone soffrono per via delle calamità. Il Signore non elimina la sofferenza: fa parte del piano. Per esempio, un centro di palo negli Stati Uniti centrali fu recentemente distrutto da un tornado, che abbatté anche la casa del presidente di palo. Lui e la sua famiglia persero tutti i loro beni terreni, ma questo è tutto quello che erano: beni terreni. La perdita causò tristezza, ma non fu un disastro dalle conseguenze eterne. A volte ciò che pensiamo sia importante non lo è per nulla. Questa consapevolezza non è necessariamente facile da accettare, ma è vera, e capire questo fatto dà rassicurazione. La circostanza più grave in un disastro del genere è che qualcuno possa rimanere ucciso. Questa è una cosa triste. Ma poiché conosciamo la verità, sappiamo che anche una tale perdita fa parte del piano del Padre Celeste. Sappiamo cosa conta nella vita; sappiamo perché siamo qui e dove stiamo andando. Grazie a questa prospettiva eterna, il dolore può essere alleviato. La conoscenza del piano di salvezza toglie alla morte la vittoria (vedere 1 Corinzi 15:55). Molto tempo fa Shadrac, Meshac e Abed-nego non sapevano cosa sarebbe successo quando furono gettati nella fornace ardente per aver rifiutato di adorare falsi dei. Dissero al re: “Il nostro Dio… ci libererà… Se no… noi [comunque] non serviremo i tuoi dèi” (Daniele 3:17–18). Similmente, molti pionieri della Chiesa restaurata furono disposti a tentare l’attraversata delle pianure nordamericane a metà dell’Ottocento, a dispetto della possibilità di morire lungo il viaggio. Il Libro di Mormon descrive l’uccisione di brave persone e insegna che “sono benedett[e], poiché sono andat[e] a dimorare con il loro Dio” (Alma 24:22). In ciascun caso, questi individui affrontarono la morte con fede. Per loro, in virtù della pace che porta il Vangelo, il pungiglione della morte è stato annullato. Sebbene sia doloroso perdere qualcuno che si ama e la maggior parte di noi non vorrebbe morire perché ci sono così tante belle cose per cui vivere, il fatto centrale è che tutti prima o poi moriremo. Quando si conosce il piano del Vangelo, si sa che la morte non è la fine dell’esistenza. La vita continua, le relazioni familiari possono continuare anche dopo che la tomba si è presa i nostri corpi mortali. Nello schema generale delle cose, la morte non è un danno dalle conseguenze eterne. L’anziano Russell M. Nelson, membro del Quorum dei Dodici Apostoli, ha infatti insegnato: “Viviamo per morire e moriamo per vivere di nuovo. Da un punto di vista eterno, l’unica morte che sia davvero prematura è quella di qualcuno che non è pronto a incontrare Dio”.1 Una prospettiva eterna fa parte della pace che il Vangelo può darci. Il Signore ci conosce. Il Signore ci ama. Il Signore vuole aiutarci. Le calamità avverranno, ma non dobbiamo temerle. Se siamo disposti a farci guidare e a chiederGli di indicarci la via, il Signore, tramite lo Spirito Santo, ci aiuterà a prepararci per qualsiasi disastro naturale, a farvi fronte e a rimetterci in piedi una volta che accade. ◼ NOTA: 1. Russell M. Nelson, “Affrontare il futuro con fede”, Liahona, maggio 2011, 34. A g o s t o 2 0 1 2 33 TROVARE LA FEDE alle estremità della terra Michael R. Morris Riviste della Chiesa I l faro Les Éclaireurs si erge come una sentinella su un’isoletta che affiora sul freddo Canale di Beagle. Francese per “gli esploratori” o “gli illuminatori”, Les Éclaireurs emette un fascio di luce ogni 10 secondi dalla sua postazione isolata. Cinque miglia nautiche (9 km) a nord c’è la città più meridionale dell’Argentina, Ushuaia, che si trova sulla punta dell’arcipelago della Terra del Fuoco. Novanta miglia (145 km) a sud c’è Capo Horn, oltre il quale si estende la ghiacciata Antartide. Per coloro che hanno abbracciato la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni qui, in quella che localmente viene definita “l’estremità della terra”, Les Éclaireurs costituisce una metafora del vangelo restaurato. Come un faro, il Vangelo è una luce che li ha fatti uscire dall’oscurità spirituale del mondo e approdare in sicurezza sulle rive della fede e della fratellanza. Ho trovato risposte Tramite il Libro di Mormon, Dio “ha risposto alla preghiera più importante che abbia mai fatto”, dice Guillermo Leiva (in alto in centro), che serve come presidente di ramo a Ushuaia. In alto a destra: il faro Les Éclaireurs e foto di Ushuaia. 34 L i a h o n a Guillermo Javier Leiva ricorda il dolore conseguente al suo divorzio nel 2007. Ha dovuto cercare un altro appartamento e non poteva più stare in compagnia di suo figlio, Julian, ogni sera quando rincasava. Si sentiva vuoto e solo. “Ero molto infelice”, dice, “e nei momenti di angoscia ho cercato Dio”. Guillermo ha cominciato a pregare per trovare delle risposte e un aiuto. “Ho detto: ‘Padre, non sono degno di riceverTi nella mia casa, ma una Tua parola basterebbe a guarirmi’”. La risposta a quella preghiera è giunta poco tempo dopo quando due giovani in giacca e cravatta si sono fermati a parlargli mentre giocava con suo figlio davanti casa. “Uno di loro mi ha salutato e mi ha chiesto se avevo fede”, ricorda. “Gli ho detto di sì, ma che non ero il miglior cristiano. Poi mi ha chiesto se avrei letto FOTOGRAFIE DI MICHAEL R. MORRIS; CARTINA © ISTOCKPHOTO.COM un libro se me l’avesse dato. Gli ho detto di sì”. Quando Guillermo ha iniziato a leggere i versetti di Alma 32 che i missionari gli avevano indicato, dice, “ho immediatamente sentito una grande gioia nell’anima che non provavo da tempo. Quel libro ha toccato il mio cuore. Non riuscivo a smettere di leggere”. Guillermo non andava più nella sua chiesa, ma aveva detto ai missionari che non aveva intenzione di farsi ribattezzare. Nonostante ciò, era contento di accoglierli in casa e di leggere i passi che gli assegnavano nel Libro di Mormon. Mentre leggeva, la sua anima si affliggeva assieme a Nefi nello scoprire quanto quel profeta avesse patito “a causa delle tentazioni e dei peccati che mi assalgono davvero sì facilmente” (2 Nefi 4:18). “Sapevo che anch’io avevo peccato”, dice Guillermo, “e ne ero dispiaciuto”. Mentre leggeva, sentiva di essere salvato dall’oscurità e dalla disperazione e di essere condotto nella “luce della gloria di Dio” (Alma 19:6). La città argentina di Ushuaia potrà anche essere ubicata all’estremità della terra, ma per coloro che hanno abbracciato il Vangelo lì è l’inizio di una nuova vita. A g o s t o 2 0 1 2 35 E mentre leggeva l’alleanza battesimale esposta alle Acque di Mormon, si rendeva conto dell’importanza del battesimo mediante la debita autorità del sacerdozio. “Se riconoscevo che il seme era buono, cosa avevo ‘in contrario a essere battezzato nel nome del Signore?’” (Mosia 18:10), si domandava. “Ogni volta che leggo, sento pace e trovo risposte”, dice Guillermo. “Mi sono reso conto che il Libro di Mormon era la parola di Dio che avevo chiesta nelle mie preghiere”. Quando si è battezzato nel marzo 2009, ha avuto una rinascita spirituale e una rinnovata speranza per il futuro. di una chiesa che ci desse una mano”. All’inizio degli anni ’90 i Robledo si sono trasferiti con i loro quattro figli da Mendoza, nel nordovest dell’Argentina, a Ushuaia. Quando è stata fatta loro conoscere la Chiesa due anni più tardi, hanno percepito immediatamente che c’era qualcosa di differente sia nello spirito che negli insegnamenti dei missionari a tempo pieno. Amanda sapeva poco dei Santi degli Ultimi Giorni. “E quello che avevo sentito non era buono”, racconta. Ma lei, Ricardo e i loro figli hanno prestato ascolto a quello che stavano imparando. A destra: per Amanda e Ricardo (con le figlie Bárbara e Irene) scoprire che la loro famiglia poteva stare assieme per sempre è stata la dottrina suprema che li ha aiutati ad accettare il vangelo restaurato. “Il battesimo è stato un’opportunità per ricominciare”, spiega Guillermo. “Ho cambiato la mia vita. Sono molto felice adesso. So che questa è la vera Chiesa di Gesù Cristo e che Dio risponde alle preghiere perché ha risposto alla preghiera più importante che abbia mai fatto”. Avevamo bisogno di una chiesa Da bambina, Amanda Robledo non aveva nessuna cura spirituale per il dolore fisico che ha patito dopo la morte di sua madre, né suo marito, Ricardo, riusciva a trovare risposte alle sue sincere domande sulla religione che si stava ponendo a seguito della morte di suo fratello. Una di queste domande era: c’è una chiesa sulla terra che segue gli insegnamenti di Gesù Cristo? La loro ricerca di questa chiesa e di risposte alle loro domande alla fine li ha preparati ad accettare il vangelo restaurato. Mentre cercavano, sono andati in diverse chiese e hanno approfondito vari credi religiosi. Cercavano una chiesa che non solo si conformasse agli insegnamenti di Cristo, ma che avrebbe anche rafforzato la loro famiglia. “Era un momento difficile per la nostra famiglia”, ricorda Amanda, “e sapevamo che avevamo bisogno 36 L i a h o n a “Sentivo lo Spirito quando i missionari ci insegnavano”, dice la loro figlia Bárbara, che all’epoca aveva 11 anni. “E mi è piaciuto quando ci hanno insegnato che potevamo pregare come famiglia”. Seguire i colloqui missionari, leggere il Libro di Mormon e andare in chiesa, dice Ricardo, “ci ha dato tutte le risposte che stavamo cercando, risposte sul battesimo, la vita pre-terrena, la divinità di Cristo, l’immortalità dell’uomo, le ordinanze del Vangelo, il matrimonio e la natura eterna della famiglia”. Per i Robledo, scoprire che la loro famiglia poteva stare assieme per sempre è stata la dottrina suprema del vangelo restaurato. “La mia conversione è giunta in quel momento”, dice Ricardo, che si è battezzato meno di tre settimane dopo il primo colloquio e ora è il secondo consigliere della presidenza di distretto. “Ho sofferto quando ho perso mio fratello di 49 anni, ma ho compreso che potevo redimerlo facendo il lavoro di tempio per lui. Questa rassicurazione mi ha dato pace e felicità”. Amanda, battezzatasi poco dopo con uno dei loro figli, dice: “Non ho mia madre da quando ero molto piccola. Ushuaia potrà essere ubicata all’estremità della terra, ma per coloro che come Marcelino Tossen hanno trovato il Vangelo lì “è l’inizio di tutto”. Ho sempre pensato di averla persa e questo mi ha fatto soffrire molto. Ma quando i missionari ci hanno detto che la famiglia può stare insieme per sempre, questo mi ha toccato il cuore. È meraviglioso pensare che potrò vederla nuovamente”. Dopo che Ricardo e Amanda si sono sposati per l’eternità nel tempio di Buenos Aires, i loro figli sono stati loro suggellati. Essere suggellati come famiglia, completare il lavoro di tempio per numerosi familiari defunti e mandare tre dei loro figli in missione a tempo pieno ha portato a Ricardo e ad Amanda grande gioia. “Una delle benedizioni più grandi che abbiamo ricevuto come membri della Chiesa”, confessa Amanda, “è che i nostri figli obbediscono a Dio”. L’inizio di tutto Marcelino Tossen credeva in Dio, leggeva la Bibbia e amava parlare di religione, così quando i missionari a tempo pieno hanno bussato alla sua porta un caldo giorno di gennaio del 1992, li ha invitati a entrare. Quella decisione ha cambiato la sua vita. “L’anziano Zanni e l’anziano Halls agivano sotto i suggerimenti dello Spirito”, ricorda Marcelino. Ancor prima che quel primo colloquio terminasse, gli anziani gli hanno detto che sarebbe stato battezzato nella Chiesa, indicandogli perfino il giorno esatto. “Io non mi battezzerò”, si è opposto Marcelino. “Voglio solo parlare con voi”. I missionari gli hanno dato il Libro di Mormon e gli hanno chiesto di leggere diversi versetti e di pregare riguardo al loro messaggio quella sera. Così ha fatto, ma non ha sentito nulla. Durante un successivo colloquio, tuttavia, l’anziano Zanni gli ha chiesto: “Va bene se preghiamo così puoi chiedere al Padre Celeste se quello che ti abbiamo insegnato è vero?” Mentre pregava, Marcelino dice, “il cuore ha cominciato a bruciarmi dentro. Non mi era mai accaduto nulla di simile. Non sono nemmeno riuscito a finire la preghiera, e mi sono alzato in piedi”. L’anziano Zanni ha chiesto a Marcelino se aveva sentito qualcosa durante la preghiera. Quando Marcelino gli ha detto di no, il missionario ha replicato: “Io ho sentito lo Spirito in modo molto forte. È strano che tu non abbia sentito niente”. Quando ha ammesso ciò che aveva sentito, Marcelino racconta, “gli anziani hanno letto Dottrina e Alleanze, dicendomi che quando il Signore vuole che sappiamo se qualcosa è vero, manda la Sua pace o sentiamo un calore al petto [vedere DeA 6:23; 9:8]. Quel giorno è stato un momento di svolta per me”. Da lì in poi, lo Spirito lo ha modellato e gli ha reso testimonianza della verità per mezzo di numerose esperienze spirituali. “Sentivo quel sentimento ardente di nuovo quando ero da solo a casa”, dice Marcelino. “Quando aprivo la finestra, vedevo gli anziani parlare della Chiesa con altre persone all’angolo vicino a casa mia. Potevo sentire quando erano vicini e ho cominciato a prendere seriamente quello che mi stavano insegnando”. Marcelino ha ricevuto un caloroso benvenuto quando ha iniziato ad andare in chiesa. È stato battezzato poco tempo più tardi il 22 aprile, l’esatta data che i missionari gli avevano detto mesi prima. Oggi, dopo aver servito nove anni come presidente del distretto di Ushuaia, è il secondo consigliere nella presidenza della missione di Buenos Aires nord. “Quando leggiamo che il Signore diffonde la Sua parola ‘fino alle estremità della terra’ [DeA 112:4], questa è Ushuaia”, dice il presidente Tossen. “Ushuaia è l’estremità della terra. Ma per coloro che come me hanno trovato il Vangelo qui, è l’inizio di tutto. Qui è dove si trova il faro all’estremità del mondo. Ma qui è dove ho trovato la fede e il faro del Signore”. ◼ A g o s t o 2 0 1 2 37 V O C I D E I S A N T I D E G L I U LT I M I G I O R N I GUARDA L’ULTIMA PAGINA Q uando mi unii alla Chiesa, ero contenta di poter fare il lavoro genealogico. Cominciai ad andare negli archivi locali in cerca dei dati dei miei antenati nei registri pubblici. Trovavo il lavoro appagante, ma non era sempre facile. La calligrafia antica era spesso difficile da leggere e alcuni dei libri erano ammuffiti e mi stimolavano l’asma. Ad ogni modo, continuai nelle ricerche al meglio delle mie possibilità. Un giorno stavo facendo ricerche su mio nonno per risalire alla sua data di nascita. Trovai un libro da 1500 pagine che avrebbe potuto essere utile. Ma se non avessi incontrato la risposta di cui avevo bisogno? Mi incuteva timore dover spulciare altri libri grossi e polverosi. Cominciai a scorrere il contenuto del libro, nella speranza che un nome familiare attirasse la mia attenzione. Improvvisamente, mi parse di sentire qualcuno dire: “L’ultima pagina”. Mi guardai attorno, ma non sembrava che nessuno mi avesse parlato. Continuai e lessi diverse altre pagine. Poi sentii di nuovo le stesse parole: “L’ultima pagina”. Alquanto esitante, decisi di controllare l’ultima pagina. Trovai il solito contenuto riportato lì: un sommario dei figli nati e il numero totale di pagine. Per scrupolo controllai la penultima pagina, ma non trovai nulla di utile, così ritornai alla pagina che stavo leggendo in precedenza. 38 L i a h o n a I miei pensieri furono presto interrotti ancora una volta dalla voce dolce ma persistente: “L’ultima pagina!”. Decisi di riguardare l’ultima pagina e di leggere l’ormai noto contenuto più volte. Poi notai qualcosa che prima mi era sfuggito: una pagina aggiuntiva incollata all’interno della copertina. Mentre leggevo quella calligrafia astrusa che riempiva la pagina, vidi i nomi di bambini nati verso la fine di dicembre. Lì riconobbi il nome di mio nonno ed era riportato dove e quando era nato ed era stato battezzato. Rimasi stupita, ma piena di gratitudine per esser stata condotta ai dati di cui avevo bisogno. La genealogia può essere difficile a volte, ma so che Dio ci guida e ci aiuta nei nostri sforzi. ◼ Natalia Shcherbakova, Ucraina, storia raccontata a Pavlyna Ubyiko Cominciai a scorrere il contenuto del libro, nella speranza che un nome familiare attirasse la mia attenzione. SCELSI LA BUONA PARTE ILLUSTRAZIONI DI G. BJORN THORKELSON M entre mi preparavo per il matrimonio di mia figlia, la mia mente era così immersa nei preparativi che raramente pensavo a qualcosa che non fosse nella lista di cose da fare. Una mattina guardai la mia lunga lista di compiti. Avevo portato a termine alcune cose, ma dovevo ancora fare le pulizie di fondo. Avevo rimandato di pulire le veneziane della cucina, così decisi di dedicarmi a quella faccenda. Salendo sulla credenza con stracci, spazzole e detergente, potei vedere che erano molto sporche. Pulendo, la mia mente andò alla storia di Marta e Maria, le sorelle che avevano accolto il Salvatore nella loro casa. Mentre Marta “era affaccendata intorno a molti servigi”, Maria, “postasi a sedere a’ piedi di Gesù, ascoltava la sua parola”. Marta chiese a Gesù di dire a sua sorella di contribuire alle faccende domestiche, ma il Salvatore le rispose che “Maria ha scelto la buona parte” (vedere Luca 10:38–42). “Oggi devo essere come Marta”, pensai. In realtà ero Marta da diverse settimane, “affaccendata” in compiti materiali e preparativi per il matrimonio. La mia mente divagò di nuovo, cercando di ricordare quando le veneziane erano state pulite così a fondo l’ultima volta. Pensai alle due ragazze che erano venute ad aiutarmi a preparare un incontro a casa mia due anni prima. Insieme mi avevano pulito a fondo la cucina dal pavimento al soffitto, comprese le veneziane. Quel ricordo mi portò Presi il telefono e composi il numero di una vecchia amica che non sentivo da anni con l’intenzione di dirle del matrimonio di mia figlia. alla mente la loro madre, una vecchia amica che non sentivo da anni. In quell’istante presi il telefono e composi il suo numero per dirle del matrimonio di mia figlia. Non credevo avrebbe risposto perché insegnava a scuola, ma fatalità la chiamai durante l’ora di programmazione. Passammo un’ora a ridere, piangere e condividere. Da poco aveva avuto un divorzio difficile e si era sentita sola e abbandonata. Mentre parlavamo, il nostro morale si tirò su e il nostro cuore fu confortato. Mi meravigliai della maniera in cui il Signore riuscì a raggiungermi anche mentre stavo facendo qualcosa di così materiale come pulire le veneziane. Mi meravigliai ancora di più della verità che Egli conosce e ama ciascuno di noi così tanto da mandare aiuto proprio nel momento in cui ne abbiamo bisogno. Quella sera sorrisi quando nella mia lista segnai come fatto “pulire le veneziane della cucina”. Benché provassi un senso di soddisfazione per aver completato quel lavoro, sentii un senso di gratitudine maggiore perché sapevo che ero stata uno strumento nelle mani del Signore. Mi aveva mostrato come potevo essere Maria che aveva scelto la “buona parte” anche quando ero Marta “affaccendata” nei miei lavori. ◼ Jeanette Mahaffey, Missouri, USA A g o s t o 2 0 1 2 39 V oci dei S anti degli U ltimi G iorni IL VERSETTO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO Q uando ero vice cappellano del sistema carcerario della contea di Maricopa, in Arizona, visitavo i detenuti che richiedevano un cappellano mormone, leggendo le Scritture e pregando con loro. Un giorno fece questa richiesta una giovane. Mi recai quindi nella sua zona del carcere, che si trovava oltre numerose porte chiuse a chiave. L’area di ricevimento aveva due lunghi tavoli con una panchina su ciascun lato e una scrivania con una guardia. Diedi alla guardia il modulo di richiesta, mi misi a sedere su una delle panchine e attesi la giovane. Quando entrò nell’area di ricevimento, mi alzai, la salutai e suggerii di sederci. Aveva un aspetto triste e trascurato ed era sul punto di scoppiare in lacrime. Mentre spiegava la sua situazione, pensai a quale passo potevo condividere. Ascoltai attentamente le sue preoccupazioni e, mentre mi svelava le difficoltà che aveva avuto con diversi comportamenti compulsivi e cattive scelte, pensai al passo perfetto per aiutarla: Mosia 3:19. Aprii il Libro di Mormon a Mosia 3:19, glielo passai e le chiesi di leggere. Parve un po’ seccata inizialmente e cominciò a leggere con un tono veloce e cantilenante che sembrava esprimere noia per dover leggere un versetto. Quando finì la prima frase, “poiché l’uomo naturale è nemico di Dio”, la interruppi per spiegare il significato di “uomo naturale”. Quando comprese il riferimento, continuò a leggere. La sua voce cambiò gradualmente tono e rallentò man 40 L i a h o n a mano che le parole cominciarono ad aver senso per lei. Quando arrivò alla lista di attributi di un bambino che dovrebbe possedere “un santo”, rallentò ancora di più. Capii che stava assorbendo il significato di ciascun attributo elencato nel versetto. Quando lesse “sottomesso, mite, umile, paziente”, cominciai a sentire lo Spirito tutto attorno a noi. Quando lesse le parole “pieno d’amore, disposto a sottomettersi”, notai un cambiamento in lei. Il suo volto si distese e il suo atteggiamento, tono di voce e comportamento in genere sembravano toccati dallo Spirito. Potevo scorgere speranza, mentre veniva istruita dallo Spirito su cosa queste parole significassero per lei e come dovesse apportare i cambiamenti descritti nel versetto. Offrii una preghiera e poi strinsi cordialmente la mano di quella giovane. Uscii dal carcere sentendo lo Spirito fortemente. Non avevo mai visto un effetto tanto immediato, potente e sbalorditivo venire dalle Scritture. Conoscevo Mosia 3:19 perché l’avevo incontrato spesso leggendo le Scritture, ma non avevo mai compreso la forte influenza che poteva avere su qualcuno. ◼ Allen Hunsaker, Arizona, USA Mentre leggeva, la voce di quella giovane cambiò gradualmente tono e rallentò man mano che le parole cominciarono ad aver senso per lei. NON HAI DIGIUNATO N el 1998 ero una madre felice, ma un giorno fui presa dal panico quando mi resi conto che mio figlio di sei mesi emetteva dei sibili quando respirava e non riusciva a ingoiare niente. La diagnosi del dottore fu subito di bronchiolite, un rigonfiamento delle vie aeree più piccole dei polmoni solitamente provocato da un’infezione virale. Prescrisse un farmaco e una fisioterapia. Le visite fisioterapiche furono una dura prova per me e mio figlio, al quale dava fastidio essere sballottato in ogni direzione, e io mi preoccupai che la terapia gli causasse dolore. Presi coraggio, tuttavia, quando il terapista espose i benefici della terapia. Nonostante la cura con i medicinali e la terapia, la condizione di mio figlio non migliorava. Mangiava poco e i sibili continuavano. Il dottore prescrisse altri cinque incontri col fisioterapista, oltre ai dieci che avevamo già avuto. Mentre ero in attesa durante la tredicesima visita, lessi un articolo affisso nell’ufficio del dottore dal titolo “La bronchiolite uccide”. Mentre leggevo, mi resi conto che mio figlio sarebbe potuto morire. Mi sentii come se il mio cuore fosse in una morsa. Alla fine della visita, il terapista mi disse che la condizione di mio figlio non stava migliorando. Non so come riuscii a tornare a casa sana e salva con le lacrime che mi offuscavano la vista. Chiamai mio marito e poi cominciai a pregare. Dissi al mio Padre Nonostante la cura con i medicinali e la terapia, la condizione di mio figlio non migliorava. Celeste che, se avesse voluto prendersi mio figlio, avrebbe dovuto darmi la forza di sopportarlo. Dopo la mia preghiera mi chiesi cosa potevamo fare oltre alle preghiere già fatte e alle benedizioni del sacerdozio che nostro figlio aveva già ricevuto. Volsi lo sguardo alla libreria e vidi una copia della Liahona (L’Étoile all’epoca). L’aprii a caso, in cerca di aiuto, e trovai un articolo intitolato “Ho digiunato per mio figlio”. Poi udii percettibilmente un voce dire: “Non hai digiunato per tuo figlio”. Non l’avevo fatto, così iniziai immediatamente a digiunare per lui. Alla sessione di terapia il giorno seguente, ero ancora in digiuno. Dopo aver visitato mio figlio, il terapista sembrò sorpreso. “Signora”, mi disse, “suo figlio sta bene. Non so come, ma non ha più bisogno di altre visite”. Non riuscii a trattenere le lacrime per la gioia. Una volta a casa, mi inginocchiai per ringraziare Dio per la Sua misericordia e il Suo amore. Chiamai mio marito per dargli la buona notizia. Dopodiché terminai il mio digiuno in pace, riconoscendo l’intervento del Signore. Mio figlio fu guarito grazie alla fede, alla preghiera, alle benedizioni del sacerdozio, e al digiuno. Non ho dubbi che il mio Padre Celeste mi ami e che ami anche mio figlio. Sono convinta che continuerà ad aiutarci a superare le nostre difficoltà. ◼ Ketty Constant, Guadalupa A g o s t o 2 0 1 2 41 L E AU T O R I TÀ G E N E R A L I C I PA R L A N O Vescovo Gérald Caussé Primo consigliere del Vescovato Presiedente Mantenere la fede IN UN MONDO DI CONFUSIONE 42 L i a h o n a Per rafforzare la nostra testimonianza e proteggere noi stessi dall’errore dobbiamo coltivare e fortificare la nostra fede con continuità. fede era più forte. Mi guardai intorno e notai di essere l’unico di quaranta studenti ad aver alzato la mano. L’insegnante, colto di sorpresa, cambiò discorso. Tutti i membri della Chiesa, a un certo punto della loro vita, affrontano situazioni che mettono alla prova la sincerità e la forza della loro testimonianza. Misurarsi con queste prove della nostra fede ci aiuta a restare saldi in un mondo che sta sprofondando sempre più negli abissi della confusione. Tale confusione è evidente nella raffica di messaggi che ci circondano. Con l’avvento di Internet, per esempio, un’incessante valanga d’informazioni e opinioni contraddittorie sommerge la nostra vita quotidiana. Queste contraddizioni possono diventare sconcertanti e paralizzanti. Come possiamo distinguere la verità dall’errore? Come possiamo evitare di diventare come quelli che “sono tenuti lontano dalla verità… perché non sanno dove trovarla”? (DeA 123:12). Sta a noi rimanere inamovibili nella nostra testimonianza. Quando penso al mio passato, capisco che il successo del mio viaggio è dipeso da alcuni semplici principi che mi hanno tenuto sulla rotta giusta. Tali principi mi hanno permesso di crescere spiritualmente nonostante “le brume tenebrose” (1 Nefi 12:17) e le trappole che circondano tutti noi. ILLUSTRAZIONE FOTOGRAFICA DI MATTHEW REIER; JOSEPH SMITH CERCA SAGGEZZA NELLA BIBBIA, DI DALE KILBOURN © 1975 IRI S ono nato nel sudovest della Francia “da buoni genitori” (1 Nefi 1:1) che, sin dalla mia fanciullezza, mi hanno aiutato a sviluppare la fede in Gesù Cristo e una testimonianza nel vangelo restaurato. A scuola, invece, molti dei miei professori manifestavano dubbi e persino ostilità nei confronti di qualsiasi credo religioso. In numerose occasioni ho udito gli insegnamenti di Korihor da chi stava screditando le mie convinzioni. “Ecco, sono folli tradizioni dei vostri padri. Come sapete che sono vere? Ecco, non potete sapere di cose che non vedete” (Alma 30:14–15). A diciassette anni iniziai a studiare filosofia alla scuola superiore. Un giorno l’insegnante disse alla classe: “Di sicuro qui non c’è nessuno che crede che Adamo sia davvero esistito!” Poi scrutò la stanza con sguardo inquisitore, pronto ad avventarsi su chiunque osasse ammettere un tale convincimento. Ero pietrificato! Tuttavia, il mio desiderio di essere coerente con la mia GIOVANI ADULTI Cercate la verità continuamente Ogni giorno i discepoli di Cristo hanno fame e sete di conoscenza spirituale. Questa pratica personale ci consente di seguire l’esempio di Joseph Smith. A chi sostiene che “non potete sapere” (Alma 30:15), il Signore ha risposto: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; picchiate e vi sarà aperto” (Matteo 7:7). Questa è una promessa meravigliosa. Ogni giorno i discepoli di Cristo hanno fame e sete di conoscenza spirituale. Questa pratica personale si basa sullo studio, sulla meditazione e sulla preghiera quotidiana. Ci consente di seguire l’esempio di Joseph Smith, che “giuns[e] alla conclusione che dovev[a] rimanere nelle tenebre e nella confusione o altrimenti… chiedere a Dio” ( Joseph Smith — Storia 1:13). Studiare la parola di Dio ci protegge dall’influenza delle false dottrine. Il Signore ha detto: “Poiché a colui che riceve io darò ancora, e a coloro che diranno: Abbiamo a sufficienza, ad essi sarà tolto anche quello che hanno” (2 Nefi 28:30). Accettate le domande senza risposta Nella nostra ricerca della verità, possiamo avere la tentazione di voler A g o s t o 2 0 1 2 43 L e A utorità generali ci parlano capire subito tutto. Tuttavia, l’intelligenza di Dio è così infinita che “è impossibile che l’uomo scopra tutte le sue vie” (Giacobbe 4:8). Dobbiamo accettare di vivere in un periodo in cui non ci sono risposte per tutte le nostre domande. Come Nefi, riconosciamo fedelmente che Dio “ama i suoi figlioli; nondimeno non conosc[iamo] il significato di tutte le cose” (1 Nefi 11:17). Ciononostante, il Signore ci munisce della conoscenza necessaria per la nostra salvezza e la nostra esaltazione. Egli ci promette: “Qualsiasi cosa chiederete al Padre in nome mio, che sia utile per voi, vi sarà data” (DeA 88:64). Noi riceviamo queste risposte gradualmente, “linea su linea, precetto su precetto, qui un poco e là un poco” (2 Nefi 28:30), in base alle nostre necessità e alla nostra capacità di comprendere. Sta a noi distinguere tra le domande che sono davvero essenziali per il nostro progresso eterno e quelle che scaturiscono dalla curiosità intellettuale, dal bisogno di prove o dal desiderio di una soddisfazione personale. Cercate la testimonianza dello Spirito Ognuno di noi può attraversare momenti di dubbio personale. Tali dubbi sono raramente placati dalla ricerca di spiegazioni razionali. Per esempio, alcune scoperte scientifiche o archeologiche possono avvalorare la nostra testimonianza delle Scritture, 44 L i a h o n a Poi, dobbiamo passare alle opere. Non possiamo sperare di ricevere rivelazione personale se non ci comportiamo come fedeli discepoli di Gesù Cristo. CRISTO CON I BAMBINI, DI HARRY ANDERSON © IRI; ILLUSTRAZIONE FOTOGRAFICA DI JERRY GARNS Scrutate le parole dei Profeti e degli Apostoli Di recente ho avuto un confronto con un dignitario di un’altra chiesa. Desideroso di determinare se fossimo una chiesa cristiana, ha suggerito di organizzare un dibattito tra esperti dottrinali delle nostre due religioni. La forza e la verità della dottrina di Cristo, però, non si basano sul dibattito di esperti, ma sulla sacra testimonianza dei Suoi discepoli eletti. Il profeta Joseph Smith ha dichiarato: “I principi fondamentali della nostra religione sono la testimonianza degli Apostoli e dei Profeti riguardo a Gesù Cristo; che Egli morì, fu sepolto, risuscitò il terzo giorno e ascese al cielo”.1 Per i molti e lunghi secoli di apostasia, il mondo non era povero di esperti ma aveva perso i testimoni di Cristo. Di conseguenza, la ragione umana aveva preso il posto della rivelazione divina. Quando siamo turbati, il nostro primo riflesso deve essere di scrutare le Scritture e le parole dei profeti viventi. I loro scritti sono fari che non possono ingannarci: “Pertanto noi investighiamo i profeti, e abbiamo molte rivelazioni e lo spirito di profezia; e avendo tutte queste testimonianze, otteniamo una speranza, e la nostra fede diviene incrollabile” (Giacobbe 4:6). Coltivate la vostra fede Noi non riceviamo una “testimonianza se non dopo aver dato prova della [nostra] fede” (Ether 12:6). La fede ha il potere di schiudere la conoscenza delle verità eterne. E nella sua pienezza, la conoscenza diventa certezza assoluta e perfetta. Del fratello di Giared, Moroni scrisse che “a motivo della conoscenza di quest’uomo, egli non poté essere trattenuto dal guardare al di là del velo;… e non ebbe più fede, poiché sapeva senza nulla dubitare” (Ether 3:19). Per rafforzare la nostra testimonianza e proteggere noi stessi dall’errore dobbiamo coltivare e fortificare la nostra fede con continuità. Tanto per iniziare, dobbiamo avere cuori puri e grande umiltà. Giacobbe mise in guardia il popolo di Nefi contro l’orgoglio di quelli che “quando sono dotti si credono saggi, e non danno ascolto ai consigli di Dio, poiché li trascurano, credendo di conoscere da sé” (2 Nefi 9:28). Poi, dobbiamo passare alle opere. L’apostolo Giacomo ha insegnato che “la fede operava insieme con le opere…, e che per le opere la sua fede fu resa compiuta” (Giacomo 2:22). Non possiamo sperare di ricevere rivelazione personale se non ci comportiamo come fedeli discepoli di Cristo. Rispettare le alleanze che abbiamo stipulato con Dio ci rende degni di ricevere la compagnia dello Spirito Santo, che illumina la nostra intelligenza e consente ai nostri spiriti di sbocciare. Rendo testimonianza della verità di questi principi. So per esperienza che quando li mettiamo in pratica nella nostra vita, essi ci garantiscono protezione in un mondo confuso e disorientato. Essi custodiscono una promessa meravigliosa: “E mediante la vostra diligenza, la vostra fede e pazienza con la parola nel nutrirla, affinché possa prendere radice in voi, ecco, in breve ne coglierete il frutto che è preziosissimo,… e farete un banchetto di questo frutto, fino a che sarete sazi, cosicché non avrete più fame né sete” (Alma 32:42). ◼ GIOVANI ADULTI ma la conoscenza spirituale non può essere provata da evidenze logiche o materiali. La conoscenza della verità si basa sulla testimonianza dello Spirito. Come ha detto l’apostolo Paolo: “Nessuno conosce le cose di Dio, se non [mediante] lo Spirito di Dio” (1 Corinzi 2:11). Abbiamo la certezza che “lo Spirito dice la verità e non mente” (Giacobbe 4:13). Lo Spirito può avere un effetto ancora più potente su di noi che i nostri sensi fisiologici. All’apostolo Pietro, che aveva appena dichiarato la sua fede, Gesù rispose: “Tu sei beato, o Simone, figliuol di Giona, perché non la carne e il sangue t’hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è ne’ cieli” (Matteo 16:17). Dopo tutto, quanti contemporanei di Cristo non Lo riconobbero pur avendoLo visto con i loro propri occhi! NOTA: 1. Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Joseph Smith (2007), 52. A g o s t o 2 0 1 2 45 Domande e risposte “Sono diventato dipendente dalla pornografia. Sta rovinando la mia vita. Cosa posso fare per spezzare questa dipendenza?” L a pornografia è un problema serio e diffuso. Ferisce il tuo spirito e contamina la tua mente con pensieri impuri. Danneggia i rapporti. Guardare materiale pornografico fa sì che tu perda la compagnia dello Spirito Santo. Superare la dipendenza non è facile, ma è semplice: decidi adesso di smettere di guardare materiale pornografico o di pensare alla pornografia. Parla subito con il tuo vescovo o presidente di ramo. Non vergognarti di parlare con lui. Ti può aiutare a pentirti cosicché l’Espiazione del Salvatore possa purificare i tuoi pensieri e il tuo spirito. “Da questo potrete sapere se un uomo si pente dei suoi peccati: ecco, li confesserà e li abbandonerà” (DeA 58:43). Fa tutto quello che puoi per evitare la pornografia in futuro. Ciò potrebbe significare fare a meno del cellulare e dell’accesso a Internet, eccetto che in luoghi pubblici e con filtri rigidi installati. Fa della preghiera, dello studio dello Scritture, del servizio e di altre attività edificanti il centro della tua vita. Il Signore ha insegnato: “Cessate dunque… ogni desiderio lascivo” e “la virtù adorni i tuoi pensieri senza posa” (DeA 88:121; 121:45). Con un pentimento sincero e con l’aiuto del Salvatore e dei Suoi servitori eletti, tu puoi superare questa dipendenza. Non arrenderti mai La pornografia ha rovinato la mia vita, ma ho finalmente spezzato questa dipendenza dopo molta sofferenza. Il processo del pentimento sarà lungo e difficile, ma prega con sincerità ogni giorno per l’aiuto del Signore durante questa prova. Non pensare mai di non essere degno di pentirti, poiché l’Espiazione è a disposizione di tutti. Ricorda, inoltre, che ogni volta che vieni tentato, Satana sta cercando di farti sprofondare nel peccato. Ma la scelta sarà sempre la tua, che sia quella di cedere alla tentazione o di ignorarla. Non darti per vinto né con te stesso né con il Signore, poiché Egli non ti fornisce alcuna prova che tu non possa sopportare (vedere 1 Nefi 3:7). Una giovane donna di Victoria, Australia Leggi le Scritture Prega per avere forza. Enos pregò per un giorno intero, supplicando il Signore affinché i suoi peccati fossero perdonati, e grazie alla sua fede, egli provò una grande pace e il senso di colpa svanì. Leggi le Scritture per ottenere lo Spirito Santo, giacché in Sua compagnia, non penserai a cose impure né le commetterai. Leggi Salmi 24:3–5 (in merito a mantenersi puri). Tieniti impegnato: fai sport, esci e divertiti in modo pulito e non farti influenzare dai cosiddetti amici. Quando giungono le tentazioni, sii risoluto e respingile. Ricorda che il Padre Celeste sa tutto quel che pensi e fai. Parla al tuo vescovo Parla al tuo vescovo il più presto possibile. È difficile fare il primo passo, ma devi parlargli per pentirti. Lui non ti prenderà in giro né sarà indignato con te. Si preoccupa e vuole solo ciò che è meglio per te. Gesù Cristo ha sofferto per i tuoi peccati cosicché tu possa sentirti di nuovo libero dallo schiacciante senso di colpa e dalla tristezza insostenibile che stai provando da così a lungo (vedere Alma 5:9). Non è troppo tardi per cambiare. Puoi di nuovo provare la vera gioia. Chiedi a Dio di darti il coraggio per pentirti. Ana G., 17 anni, Zulia, Venezuela Taylor P., 18 anni, Nord Carolina, USA Le risposte sono volte a porgere aiuto e a offrire vari punti di vista, non sono dichiarazioni ufficiali sulla dottrina della Chiesa. 46 L i a h o n a Natália Q., 18 anni, San Paolo, Brasile Prega Il potere della preghiera è indescrivibile; ci dà la forza di resistere alle avversità e uscirne vincitori (vedere DeA 10:5). Se cerchi il Padre Celeste in preghiera, Egli ti darà la forza di liberarti dalla tentazione. Se leggi le Scritture quotidianamente, sarai ancora più rafforzato. Se ti affidi al Signore e non alle tue forze, Egli ti libererà dalle catene che ti imprigionano. È mediante l’Espiazione che puoi essere guarito. sentito queste parole: “Se hai un problema con la pornografia, vai dal tuo vescovo”. Un giorno, durante la mia intervista per la raccomandazione per il tempio, è venuto fuori. Dopo mi sono sentita così bene. Ero libera. Mi ero tolta un peso. Poi l’ho detto ai miei genitori. Erano tristi, ma l’hanno accettato. Non aver paura di confessarlo. Una giovane donna del Tennessee, USA Dillo a qualcuno Sono stato prigioniero della pornografia per molto tempo. È stato solo grazie al sostegno dei miei genitori e all’aiuto del mio vescovo che me ne sono alla fine liberato. Un ridotto accesso a Internet e qualche settimana senza prendere il sacramento sono un piccolo prezzo da pagare per la gioia di essere pulito. Consulenti professionisti possono, inoltre, aiutarti e non ti giudicheranno. Sono anch’essi strumenti che il Signore ci ha dato. Un giovane uomo della California, USA “Cercate, prima di tutto, di separarvi da persone, materiali e circostanze che possono GIOVANI Canta un inno La pornografia non è di Dio. Il processo di pentimento è lungo e doloroso, ma è possibile! Devi avere il desiderio di cambiare, di percepire la gravità del peccato e, soprattutto, di cercare l’aiuto del Padre Celeste. Per evitare di cadere in tentazione, io ho una foto di Gesù Cristo vicino al mio computer. È sempre lì che mi guarda! Ogni volta che mi vengono in mente musica o immagini pornografiche, canto un inno e queste cose malvagie vengono presto dimenticate. COME PROTEGGERSI DALLA TENTAZIONE danneggiarvi… Riconoscete che le persone legate dalle catene di vere dipendenze hanno spesso più bisogno d’aiuto esterno che di contare sulle proprie forze, e una di queste persone potreste essere anche voi. Cercate questo aiuto e accoglietelo con gioia. Parlate con il vostro vescovo, seguite il suo consiglio… Assieme ai filtri al computer e un catenaccio agli affetti, ricordate che l’unico vero controllo nella vita è quello che si esercita su sé stessi. Esercitate un controllo maggiore anche sui momenti più irrilevanti che vi trovate di fronte. Se un programma alla tv è indecente, spegnete l’apparecchio… Coltivate lo Spirito del Signore e state dove è Lui. Accertatevi che includa la vostra casa, lasciando che ispiri il genere di arte, musica e letteratura che vi tenete”. Anziano Jeffrey R. Holland del Quorum dei Dodici Apostoli, “Non c’è più posto per il nemico della mia anima”, Liahona, maggio 2010, 45–46. Gian G., 18 anni, Rivera, Uruguay Confessa Ho avuto questo problema. Mi perseguita ancora. Prima di tutto, smetti di guardare materiale pornografico. Vai dal Padre Celeste. Ho sentito il Suo perdono quando pensavo di non poter essere perdonata. Poi ho creduto che tutto fosse a posto. Non volevo che nessuno sapesse, me ne vergognavo tanto. Ma è qualcosa che devi dire al tuo vescovo. Io ho provato a non farlo. Ma ho ripetutamente LA PROSSIMA DOMANDA “Come faccio a ‘stare in luoghi santi’ quando c’è così tanta malvagità intorno a me, come, per esempio, a scuola?” Inviate le vostre risposte entro il 15 settembre a liahona.lds.org, via e-mail a liahona@ldschurch. org, oppure per posta all’indirizzo: Liahona, Questions & Answers 9/12 50 E. North Temple St., Rm. 2420 Salt Lake City, UT 84150-0024, USA Le risposte potrebbero essere modificate per adattarne la lunghezza o per renderle più chiare. Nell’e-mail o nella lettera vanno allegate le informazioni e il permesso seguenti: (1) nome per esteso, (2) data di nascita, (3) rione o ramo, (4) palo o distretto, (5) il vostro permesso scritto o, in caso siate minorenni, quello di un genitore (è accettabile via e-mail), affinché sia pubblicata la risposta e la fotografia. Anziano Tad R. Callister Membro della Presidenza dei Settanta Come faccio a SAPERE se sono stato D urante il mio servizio come presidente di missione, i missionari ponevano spesso queste due domande: (1) Come faccio a sapere se sono stato perdonato dei miei peccati? e (2) Se sono stato perdonato, perché mi sento ancora in colpa? A queste domande, rispondevo di solito dicendo: “Se sentite lo Spirito — quando pregate, leggete le Scritture, insegnate, portate la vostra testimonianza o in qualsiasi altra occasione — allora avete la vostra prova di essere stati perdonati o, in alternativa, che è in corso il processo di purificazione, poiché lo Spirito non dimora in tabernacoli impuri” (vedere Alma 7:21). Nella maggior parte dei casi il processo di purificazione richiede del tempo perché cambiare il nostro cuore richiede del tempo, ma, intanto, possiamo andare avanti sicuri dell’approvazione di Dio per il nostro progresso come suffragato dalla presenza del Suo Spirito. 48 L i a h o n a Alcune persone sono più dure con se stesse di quanto lo sia il Signore. Ovviamente dobbiamo pentirci per aver diritto al potere purificatore e misericordioso dell’Espiazione, ma una volta fatto, non esiste nel regno di Dio alcun penitente macchiato. Non c’è un segno nero sulla nostra caviglia destra che dice “peccato del 2008” o una macchia marrone dietro al nostro orecchio sinistro che dice “trasgressione del 2010”. Il Signore ha decretato il totale potere purificatore dell’Espiazione quando ha detto: “Quand’anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve” (Isaia 1:18). Questo è il miracolo dell’Espiazione di Gesù Cristo. Credo che, in alcune situazioni, i nostri peccati siano purificati prima che il senso di colpa svanisca. Perché? Forse nella misericordia di Dio, il ricordo di quel senso di colpa è un avvertimento, un “segnale di stop” spirituale, che richiama la nostra attenzione quando ci troviamo ad affrontare altre tentazioni di natura simile. “Lascia perdere. Sai il dolore che può provocare”. Forse per chi sta vivendo il processo del pentimento, è inteso per essere una protezione, non una punizione. Il nostro senso di colpa svanirà mai? La promessa del Signore non lascia dubbi in merito. Ai giusti, il Signore ha detto che verrà il tempo in cui “non… ci saran più cordoglio, né grido, né dolore: poiché le cose di prima sono passate ” (Apocalisse 21: 4; corsivo dell’autore). Non so se dimenticheremo i nostri peccati, ma arriverà il momento in cui coloro che si pentono non ne saranno più turbati. Così è accaduto a Enos, la cui “colpa fu cancellata” (Enos 1:6), ai Lamaniti convertiti, che testimoniarono che il Signore aveva “tolto la colpa dal [loro] cuore” (Alma 24:10), e ad Alma, che proclamò: “Non potei più ricordare le mie pene” (Alma 36:19; corsivo dell’autore). Certamente tutti ricordavano i loro peccati, ma in qualche modo non ne erano più turbati. I poteri ILLUSTRAZIONI DI SCOTT SNOW PERDONATO? GIOVANI Il nostro senso di colpa svanirà mai? La promessa del Signore non lascia dubbi in merito. Ai giusti, il Signore ha detto che verrà il tempo in cui “non… ci saran più cordoglio, né grido, né dolore”. A g o s t o 2 0 1 2 49 Più impariamo sull’Espiazione e più esercitiamo la fede nei poteri guaritori di Cristo, maggiore sarà la nostra capacità di essere perdonati e di perdonare noi stessi. infiniti dell’Espiazione guarirono miracolosamente ogni ferita e rasserenarono ogni coscienza con “la pace di Dio che sopravanza ogni intelligenza” (Filippesi 4:7). Sembrano esserci due condizioni che ci libereranno dalla colpa e dal dolore. La prima è la nostra fede incrollabile in Gesù Cristo e nella Sua Espiazione. Quando Enos chiese in che modo la sua colpa fosse stata “cancellata” (vedere Enos 1:6–7), il Signore rispose: “Per la tua fede in Cristo” (Enos 1:8). Di conseguenza, più impariamo sull’Espiazione e più esercitiamo la fede nei poteri guaritori di Cristo, maggiore sarà la nostra capacità di essere perdonati e di perdonare noi stessi. La seconda condizione sta nello sviluppare un carattere che non abbia “più alcuna disposizione a fare il male, ma a fare continuamente il bene” (Mosia 5:2). Quando ciò accade, non ci vediamo più nel nostro “stato carnale” (Mosia 4:2) ma come figli e figlie generati spiritualmente da Dio. Riconosciamo di essere persone differenti da quelle che avevano peccato. Scrooge, il famoso personaggio di Canto di Natale, di Charles Dickens, era riuscito a trasformare a tal punto la sua vita da poter correttamente dichiarare: “Non sono più l’uomo di prima”.1 Quando ci pentiamo, diventiamo persone diverse da quelle che eravamo. La consapevolezza della nostra nuova identità, accompagnata dalla nostra fede nei poteri purificatori di Cristo, ci aiuta a raggiungere il punto in cui possiamo dire come ha fatto Alma: “Non potei più ricordare le 50 L i a h o n a mie pene; sì, non fui più straziato dal ricordo dei miei peccati” (Alma 36:19). Pertanto, possiamo trovare conforto nel principio che Dio, alla fine dei conti, ci giudicherà per quel che siamo diventati e non per quel che eravamo. L’apostolo Paolo ha dato dei consigli costruttivi a tutti noi che abbiamo peccato e che stiamo cercando di pentirci. Ha detto che noi dovremmo “dimentica[re] le cose che stanno indietro e protende[rci] verso quelle che stanno dinanzi” (Filippesi 3:13). In altre parole, dovremmo buttare il passato alle spalle e andare avanti, con fiducia nel potere redentore di Dio. Un tale impegno da parte nostra è una dimostrazione di fede. Inoltre, Paolo ha consigliato: “Beato colui che non condanna se stesso” (Romani 14:22). Nel frattempo, fino a che l’ultima goccia di senso di colpa non sia rimossa, se sentiamo lo Spirito del Signore, possiamo procedere con la sicurezza di essere stati purificati o che il processo di purificazione sta operando il suo miracolo divino nella nostra vita. La promessa è certa: se facciamo del nostro meglio per pentirci, noi saremo purificati dai nostri peccati e il nostro senso di colpa sarà alla fine cancellato, perché l’Espiazione del Salvatore non è discesa solo al di sotto dei nostri peccati, ma anche della nostra colpa. Allora saremo in perfetta pace con noi stessi e con Dio. ◼ NOTA: 1. Charles Dickens, A Christmas Carol in Prose (1843), 150. “… ¿qu é cla hab se d éis de eh ser om dig ?E bre o, a nv s (3 N un erd efi com ad 27:2 oy 7). os oy” os PERCHÉ LE PROVE? S pesso ci chiediamo perché abbiamo problemi anche quando obbediamo ai comandamenti e viviamo il Vangelo. Non dobbiamo dimenticare che siamo venuti su questa terra per essere messi alla prova. Quando superiamo gli ostacoli e mostriamo al Padre Celeste che Lo amiamo mediante le nostre scelte, Egli ci benedirà in modo tale che nella nostra famiglia regni lo Spirito del Signore. Bar rio de Fech a H Dio s La yd I rec e la ibe Sanglesi Esta rec ca ono tos a de cim Jes de ien to p u l cr i os o por r dese por Ú lti sto d mp des viv e a ir m ñ rro le o os e l o llar ar fie rde las no lme Día s a r ne nte al o mas d tribu s, tos sus ficio e la de d Ig IO noVERSO D DOVERE per completare il mio Rico o éld GIOVANI Il nostro spazio del Mi De ber a , pr esb íter o de e for les tale beres ia y e za po ne esp n el S l Sa r pre a irit p cer ual, cerdo doc arars cio ep io d Aa rón e M ara q ico ue elq , s uis ede e c. er e d o lavorato io, sia quan ere verso D v o D cato o to n sl a e tr scim quando ho e h c la e u z e n vivevo in Ve a. miglia in Cin fa ia m io è veracon la vere verso D o D a ttivi m m ra ine gli obie Il prog rm te a o d n impaato. Porta mente ispir e uomo può n a v io g n u , ma tta la del program cabili per tu li p p a se o li che eravig mporali, fisi te , rare cose m li a u it ir rà cose sp vita. Impare ora. arsi a rage molto anc ena impegn p la ro e v v a a essere Vale d Ho imparato . te e m e st e za del giungere qu testimonian ia m la , re o igli mi sono un uomo m cresciuta e è o st ri C Gesù acerdozio vangelo di ricevere il S r e p o li g e sione. preparato m ire una mis rv se r e p e c de iorno potrò di Melchise re che un g e p sa te n a c miei figli. È gratifi mpio per i se e n o u b essere un Ob isp Pre oo sid ente Pad de pre sid Ho ente mb res re(s de Jóv ram a ene s ) ., Cina Jonathan A IL MIO VERSETTO PREFERITO 1 Nefi 3:7 Questo versetto rafforza la mia fede perché Nefi dimostra che, anche durante le difficoltà, continua a obbedire e a compiere ciò che il Signore vuole che faccia. E il Padre Celeste lo benedice per questo. Kaila T. (sopra), Filippine OTTENERE UNA TESTIMONIANZA PERSONALE S Kahellyn V. (sotto), Venezuela PROG I RE SSO P l 27 fe ERSO bbraio 2011 h NALE mento o ricev della G u compl t o iovane il mio eta Ricono esserm to il program Donna. Son scio i mant m f e a lice di Progre enuta con or a s ver s o casta e goglio pura e personale, d il mio zione i di po med del prepar le Giovani D aglione. So c ter indossare arc he l’or onne c ga ia grata a i per il matr imonio iuta a progr nizzal mio P e a di n dre Ce Ottene el sacr leste p o temp re e a ndo il er que mio m io. Son miei o st’org edag o bie bene n ttivi e so che lione ho rag anizzazione . giunto ell’ope posso uno de ra del Kathe Signor continuare a i rine M e. fare de ., Ven ezuela l ono nato nella Chiesa e non avevo una grande testimonianza finché non ho iniziato a leggere le Scritture con intento puro. Invece di leggere semplicemente le parole sulla carta, ho cercato di approfondirne il significato. Ho letto 3 Nefi 11:3, e mi sono messo nei panni di quelle persone. Quel versetto e i versetti che lo seguono mi hanno scosso. Da quel momento in poi ho continuato a leggere le Scritture e a pregare con sincerità, e la mia testimonianza è cresciuta. Ryan R., Washington, USA A g o s t o 2 0 1 2 51 Un SACRIFICIO, ma una Il mio desiderio di servire una missione per poco non svanì a causa del denaro che stavo guadagnando. Edward M. Akosah Q uando avevo sei anni, mia madre incontrò i missionari e si unì alla Chiesa nel Ghana, in Africa. Mio padre l’aveva lasciata con cinque figli, ma gli insegnamenti della Chiesa ci aiutarono a tenere solida la nostra famiglia. Ci amavamo reciprocamente e c’era pace nella nostra casa. Amavo molto andare in chiesa con mia madre e partecipare alle classi della Primaria prima e a quelle del seminario poi. Quando diventai un giovane uomo fui chiamato a servire come missionario di rione e mi piaceva insegnare con i missionari. Osservai anche alcuni giovani uomini del nostro rione partire per la missione. Quando tornavano, erano diversi. Erano più preparati e maturi, fisicamente e spiritualmente. Anche il mio 52 L i a h o n a fratello maggiore servì una missione. Quando tornò, notai molti miglioramenti nel suo comportamento. Continuavo a chiedermi: “Che cosa accade in missione che fa cambiare e crescere le persone così tanto?” Iniziai a essere entusiasta all’idea di andare in missione. Terminata la scuola superiore, iniziai a lavorare per mettere da parte i soldi per la missione. Presto il mio desiderio di servire una missione iniziò ad affievolirsi perché mi piaceva il denaro che stavo guadagnando. Sarebbe stato un sacrificio partire perché i soldi che portavo a casa aiutavano a mantenere la mia famiglia. Ogni volta che cominciavo a compilare i moduli per la missione, pensavo al denaro cui avrei rinunciato e mettevo da parte i documenti e continuavo a lavorare. Quando i miei amici partivano per la missione, stavo male perché sapevo che anch’io avrei dovuto prepararmi per fare lo stesso. Questo mi spinse ad analizzare me stesso. Pensai: “Sostenere il profeta e i miei dirigenti non è solo alzare la mia mano destra. È fare ciò che dicono e obbedire ai comandamenti del nostro Padre Celeste”. Quello era il momento di servire una missione, così presentai i documenti necessari al vescovo. Quello fu il secondo giorno più felice della mia vita. Il giorno più felice fu quando il mio vescovo mi convocò nel suo ufficio e mi consegnò una busta bianca con la mia chiamata a servire nella Missione di Ibadan, in Nigeria. Il mio cuore scoppiava di gioia. Nel centro di addestramento per i missionari, imparai a conoscere meglio le dottrine del Vangelo e altre cose meravigliose. Fui anche in grado di ricevere la mia investitura nel tempio. Sono molto grato di aver deciso di partire per la missione e non l’ho mai rimpianto. Anch’io sono cresciuto spiritualmente durante la mia missione. Credo sia dovuto al fatto che sto aiutando le persone a ricevere le stesse benedizioni del Vangelo che hanno portato così tanta felicità a me e alla mia famiglia. ◼ FOTOGRAFIA PUBBLICATA PER GENTILE CONCESSIONE DI EDWARD M. AKOSAH GIOIA IMMAGINARMI NEL TEMPIO GIOVANI Un bel ragazzo dell’ufficio mi chiese di uscire, ma non era un membro della Chiesa ed io desideravo sposarmi al tempio. Adriane Franca Leao ILLUSTRAZIONE DI CRAIG STAPLEY. D a ragazzina, sognavo di far parte di una famiglia eterna. Avevo dodici anni quando la mia famiglia fu suggellata nel Tempio di San Paolo, in Brasile. Ricordo perfettamente di essermi inginocchiata con la mia famiglia all’altare del tempio e di essere stata suggellata con i miei fratelli e le mie sorelle ai nostri genitori per il tempo e per tutta l’eternità. Capii allora che questo era il tipo di famiglia che volevo. Misi una foto del Tempio di San Paolo vicino al mio letto e la guardavo ogni sera, rinnovando il mio impegno ad avere nulla di meno di una famiglia eterna. Un giorno di molti anni dopo, mentre stavo lavorando nell’ufficio commerciale di una grossa azienda, il mio manager mi presentò a un nuovo dipendente. Era un giovane alto, con dei bellissimi occhi azzurri, un sorriso disinvolto e vestito alla moda. Stentai a crederci quando, in seguito, iniziò a flirtare con me. Mi sentii in cima al mondo! Durante il nostro primo appuntamento, fui entusiasta di scoprire che era il batterista di un gruppo che stava avendo un discreto successo. Scoprii anche che beveva e fumava, ma dedussi che, giacché non era membro della Chiesa, per lui non era sbagliato. Quella sera quando rientrai a casa, non riuscivo a pensare ad altro che a quel bellissimo ragazzo. Ma quando m’inginocchiai a pregare, vidi la foto del tempio e una strana sensazione mi pervase. La ignorai e mi misi a dormire. Il giorno dopo, quando uscimmo insieme, il fatto che lui bevesse e fumasse mi fece sentire a disagio. Mi vergognavo di essere seduta a un tavolo con alcolici, sebbene non ne avessi toccato alcuno. Quando cercò di baciarmi, mi sentii prima emozionata e poi irritata. Quando sentii l’odore del fumo e dell’alcol nel suo alito, quel bacio non andò oltre il mero tentativo! Quella notte m’inginocchiai a pregare vicino al mio letto, guardando la foto del tempio. Riflettei che questo ragazzo non era il tipo di persona che avrebbe potuto portarmi al tempio per un matrimonio eterno. Mi sdraiai e mi addormentai, ma non prima di aver pensato felice al mio obiettivo di sposare un giovane uomo degno con cui poter creare una famiglia eterna. Anche se il batterista era ancora attraente, il suo aspetto romantico non mi colpiva più. Sapevo che tipo di matrimonio volevo. Un anno dopo mi sposai nel Tempio di San Paolo con un degno detentore del sacerdozio che amo. Valse la pena aspettare un giovane fedele che potesse ricevere con me questa magnifica benedizione dal Signore. ◼ Per acquistare l’immagine del tempio, visitare il sito store.lds.org. Cliccare sulla scheda “Musica, mezzi multimediali e arte” e poi scegliere “Immagini del tempio”. A g o s t o 2 0 1 2 53 Per la forza della gioventù David L. Beck Presidente generale dei Giovani Uomini Elaine S. Dalton Presidentessa generale delle Giovani Donne La Prima Presidenza ha scritto che le norme di Per la forza della gioventù “vi aiuteranno nelle scelte che state compiendo ora e che continuerete a prendere nel futuro”.1 Con il rilascio della nuova edizione, le riviste della Chiesa sono riuscite a trascorrere alcuni attimi con la presidentessa delle Giovani Donne, Elaine S. Dalton, e il presidente dei Giovani Uomini, David L. Beck, a parlare della versione riveduta dell’opuscolo. Una nuova edizione di Per la forza della gioventù: perché adesso? Fratello Beck: Le norme del Signore non sono cambiate, ma gli attacchi dell’avversario contro queste norme sono diventati più 54 L i a h o n a frequenti e intensi. Per la forza della gioventù è stato aggiornato per aiutare i giovani a opporsi a questi attacchi. Sorella Dalton: I profeti continuano a parlare ai giovani in modo molto chiaro e noi vogliamo che siano disponibili le loro parole attuali. I giovani hanno bisogno di essere irremovibili nel seguire il profeta, pertanto in quest’opuscolo sono stati inclusi gli insegnamenti recenti. Fratello Beck: Come ci ha ricordato il presidente Thomas S. Monson, i giovani di oggi stanno crescendo in un’epoca in cui il divario tra le norme del Signore e quelle del mondo si sta allargando.2 Le tentazioni stanno diventando più forti e IN ALTO A SINISTRA: ILLUSTRAZIONE FOTOGRAFICA DI ROBERT CASEY; A DESTRA: L’IMMAGINE DI CRISTO, DI HEINRICH HOFMANN, PER GENTILE CONCESSIONE DI C. HARRISON CONROY CO. UN’ANCORA NEL MONDO DI OGGI GIOVANI il comportamento peccaminoso sta diventando sempre più socialmente accettabile. L’ispirato consiglio in quest’opuscolo è un segno dell’amore del Padre Celeste per i giovani. Egli vuole che ognuno di loro riceva le benedizioni che scaturiscono dal vivere il Vangelo e ha dato loro delle norme per aiutarli. Ora ha un’opera importante da far compiere loro. Le norme in Per la forza della gioventù li aiutano a qualificarsi per adempiere la Sua opera. un’altra sezione nuova: “Salute fisica ed emotiva”. Occorre essere fisicamente sani e prendersi cura del proprio corpo, ma occorre anche prestare attenzione alla propria salute emotiva. Fratello Beck: Inoltre, è stata data nuova enfasi all’importanza di seguire lo Spirito e vivere in modo degno di andare al tempio. In che modo i giovani possono far diventare Per la forza della gioventù una parte della loro vita? Sorella Dalton: Vorrei che essi cercassero le benedizioni menzionate nell’opuscolo e pensassero a come tali benedizioni li guideranno verso le loro mete. Credo davvero che questa generazione stia preparando la terra per la Seconda Venuta del Salvatore. Vorrei spronare i giovani a mantenere vivo il desiderio di poter stare con sicurezza in Sua presenza quando Egli tornerà. Fratello Beck: Anche gli opuscoli Che cosa è stato aggiornato in questa edizione? Sorella Dalton: È stata aggiunta la sezione “Lavoro e autosufficienza”. Molti giovani trascorrono troppo tempo usando le nuove tecnologie — social network, Internet, video giochi — e non imparano mai sul serio a lavorare. Questo è fonte di preoccupazione perché quando un giovane individuo parte per la missione, a volte non è preparato al rigore del duro lavoro fisico e spirituale. Un tale argomento va di pari passo con Adempiere il mio dovere verso Dio e Progresso personale delle Giovani Donne offrono molte buone idee. Per esempio, nella sezione “Vivi in modo degno” di Dovere verso Dio, i giovani uomini sono invitati a studiare le norme in Per la forza della gioventù, a fare un piano per metterle in pratica e poi a condividere le loro esperienze con gli altri. Facendo questo, rafforzano non solo la loro testimonianza, ma anche quella degli altri. Sorella Dalton: Un altro esercizio interessante per i giovani sarebbe di leggere Per la forza della gioventù sottolineando tutti i riferimenti allo Spirito. Vivere queste norme permetterà loro di avere la compagnia costante dello Spirito Santo. E nel Che cosa direste a chi pensa che sia difficile osservare queste norme nel mondo di oggi? Sorella Dalton: Direi: “Hai ragione: è difficile”. Ma gli ricorderei che è molto più difficile quando non si osservano le norme. Il peccato complica la nostra vita e ci porta ad avere a che fare con cose non volute. Direi che vivere le norme in Per la forza della gioventù è la chiave per la felicità e tutti vogliono essere felici. Fratello Beck: Nulla di quel che può offrire questo mondo può essere paragonato all’influenza rassicurante dello Spirito Santo; alla soddisfazione di sapere che il Padre Celeste è soddisfatto di voi, o al potere delle alleanze del tempio. Queste sono le benedizioni promesse a chi obbedisce alle norme del Signore. Sorella Dalton: Troppe giovani donne dicono: “Ho fatto una cosa brutta, quindi non posso più venire in chiesa”. Poi iniziano a comportarsi sempre peggio. Ma io direi loro: “Potete pentirvi. Potete cambiare e potete farlo ora. Questo è il giorno. Questo è il vostro momento”. Che consiglio dareste a quei giovani che non hanno molto sostegno a casa nel mettere in pratica queste norme? Fratello Beck: Credo che il Signore ponga ciascuno di noi dove possiamo fare il massimo con i doni spirituali che Egli ci ha dato. Se la famiglia non condivide il vostro stesso impegno a vivere le norme del Signore, non arrendetevi. Continuate a vivere nel modo che sapete essere giusto, perché non si sa mai chi in famiglia potrebbe osservarvi e trarre personalmente forza dal vostro esempio. Sorella Dalton: Inoltre, ricordate sempre chi voi siete. Voi siete stati serbati per essere sulla terra in questo momento perché avete una forte testimonianza del Salvatore. L’avete dimostrato nell’esistenza preterrena. Come menzionato dal fratello Beck, la vostra decisione di vivere le norme potrebbe alla fine benedire la vostra famiglia. Non scendete a compromessi. Non arrendetevi. Vivendo queste norme, possiamo essere una luce. Possiamo riflettere la luce del Salvatore. Quali benedizioni otterranno i giovani quando vivono queste norme? Fratello Beck: Il Signore ha promesso molte benedizioni meravigliose a chi rimarrà fedele ai principi che Egli ha stabilito. Alcune sono immediate: la compagnia dello Spirito Santo, la pace di coscienza, e fede e fiducia maggiori. Ogni volta che FOTOGRAFIA DI SENTIERI © PLAINPICTURE/HASENGOLD momento in cui i giovani dovranno prendere decisioni critiche nella loro vita, avranno bisogno di tale compagnia. Fratello Beck: Vedo inoltre l’opuscolo come una grande risorsa per condividere il Vangelo; possiamo usarlo per aiutare i nostri amici a capire perché viviamo in un certo modo. I giovani potrebbero anche utilizzarlo per preparare le lezioni per la serata familiare, i discorsi per la riunione sacramentale, o le lezioni per le classi della Chiesa — o semplicemente per trovare le risposte alle domande sulle norme del Signore. Man mano che i giovani fanno queste cose, le dottrine e i principi in Per la forza della gioventù penetreranno nel loro cuore e diventeranno parte di chi sono. GIOVANI obbediamo a un comandamento, la nostra capacità di obbedire aumenta. Sorella Dalton: Il mondo dice: “Provate tutto. Ora che siete giovani, potete sperimentare”. Ciò che succede quando seguite un tale messaggio è come un imbuto che in cima è largo ma che alla fine diventa piuttosto stretto. Il vostro libero arbitrio viene limitato da queste decisioni. La sperimentazione porta alla dipendenza. Un attimo di eccitazione può portare a gravidanze fuori dal matrimonio o a un cambiamento nei vostri piani di vita. Ma se percorrerete la stretta via — capovolgete l’imbuto — e obbedite alle norme del Signore, il mondo intero sarà a vostra disposizione e continuerà ad ampliarsi quando osservate i comandamenti. Invece di essere legati dai vostri errori, avete la libertà di vivere il genere di vita che vi renderà felici. Fratello Beck: Il mondo ha bisogno di giovani che comprendono il valore di queste benedizioni e come comportarsi per ottenerle. Ci sono molti dei vostri amici e dei vostri coetanei che stanno cercando un’alternativa alle vie del mondo, che vogliono dei veri principi su cui costruire la loro vita. Tutto ciò di cui hanno bisogno è il vostro esempio e la vostra testimonianza. Vorreste condividere qualcos’altro con i giovani? Sorella Dalton: Il messaggio che vorrei dare ai giovani è che il pentimento non è una cosa negativa: è una benedizione. Il Salvatore ci ha offerto la possibilità di pentirci. Non aspettate. Possiamo cambiare e questo ci aiuterà a vivere le norme. Un giovane uomo o una giovane donna virtuosi, guidati dallo Spirito, possono cambiare il mondo. Voi potete essere quel giovane uomo o quella giovane donna. Fratello Beck: Vi vogliamo bene e gioiamo della vostra bontà. È entusiasmante ed è fonte d’ispirazione per noi essere testimoni della vostra fedeltà. Se vi sentite soli, ricordate che ci sono migliaia di giovani come voi in tutto il mondo che si sono impegnati a osservare le norme del Signore. Ricordate inoltre che lo Spirito Santo può essere un vostro compagno costante. Vivete in modo da essere degni della Sua presenza, seguite i Suoi suggerimenti e permetteteGli di confortarvi quando ne avete bisogno. Il Padre Celeste vi ama e si fida di voi. Egli ha grandi cose in serbo per voi. ◼ NOTE 1. Per la forza della gioventù (2011), II. 2. Thomas S. Monson, “Osate stare soli”, Liahona, novembre 2011, 60. COME POSSO SPIEGARE AI MIEI AMICI I MOTIVI PER CUI LE NOSTRE NORME NON SONO RESTRITTIVE? P uoi usare l’analogia dell’imbuto menzionata dalla sorella Dalton. Provare le cose suggerite dal mondo limiterà il vostro futuro a causa delle conseguenze negative. Noi capovolgiamo l’imbuto: seguire le norme e i comandamenti ci aprirà la strada a molte opportunità ora e nel futuro. Le norme ci aiutano a: • Avere la compagnia dello Spirito Santo, soprattutto quando si devono prendere decisioni importanti. • Godere della felicità e della libertà invece che dover sopportare le conseguenze della dipendenza o del peccato. • Essere degni delle benedizioni del tempio e della vita eterna, che è il nostro obiettivo supremo. L’ESEMPIO DI mia madre Erin Barker S caraventai il piatto nella lavastoviglie e piansi per la frustrazione. “Erin, puoi andare a quella festa in piscina”, disse mio padre. “Puoi prenderti una pausa”. “Non ha niente a che fare con questo!” Gridai mentre uscivo dalla stanza infuriata. La mia scenata non aveva nulla a che fare con la festa in piscina di Adriane. Mia madre e mia sorella più piccola, Abby, avevano la polmonite. Mio padre ed io avevamo trascorso l’ultima settimana prendendoci cura di loro e cercando di far funzionare normalmente la casa. Ciò significava cucinare, pulire, fare la spesa, fare il bucato e portare in giro le mie altre due sorelle. Tutto questo aveva represso le mie continue preoccupazioni e i miei timori assillanti. Ero preoccupata per la mia famiglia e nervosa di dover a breve partire per l’università. Così mi tenni impegnata e cercai di ignorare le mie paure. Avevo persino programmato di saltare la festa di Adriane, ma ero stanca e l’idea di una serata spensierata, da trascorrere con gli amici vicino alla piscina, mi fece crollare 58 L i a h o n a emotivamente. Esplosi e sfogai la mia frustrazione su mio padre. Piansi per un po’ nella mia stanza. Poi, sentendomi in colpa, andai al piano di sopra per vedere se mia madre o Abby avessero bisogno di qualcosa. Trovai mia madre mentre somministrava le medicine a mia sorella con le guance rosse dalla febbre. Mia madre riusciva a respirare a malapena ed era stata costretta a letto per giorni. Mio padre ed io la esortammo a tornare a letto. Le dicemmo che potevamo occuparci noi di Abby. Non voleva saperne. “Sto bene. Voi due andate a riposare un po’”, disse. “Abby ha bisogno di me”. Provai a non piangere mentre guardavo mia madre confortare mia sorella di dieci anni. Le controllò la temperatura, la aiutò a rimettersi a letto, poi le s’infilò accanto e abbracciò il suo corpo tremante. Abby smise di lamentarsi e si calmò sentendosi protetta della mamma. Mia madre non era mai stata così male. La polmonite alla fine la costrinse in ospedale per parecchi giorni. Eppure nel bel mezzo delle sue difficoltà, si dimenticò di se stessa. Invece che lamentarsi per il suo malessere, trovò il modo di lenire il dolore di sua figlia. Quella sera avevo programmato di diventare la martire della situazione rimanendo a casa ad aiutare. Invece, mi sentii imbarazzata per il mio scatto e fui resa umile dalle azioni di mia madre. Guardandola, capii che avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutare me e le mie sorelle. Quella sera sentii il suo amore e desiderai seguire il suo esempio. Decisi di mostrare a coloro che amo che ci sarei stata se avessero avuto bisogno di me, a prescindere dal sacrificio personale richiesto. ◼ ILLUSTRAZIONE DI BRIAN CALL L’anziano Quentin L. Cook, membro del Quorum dei Dodici Apostoli, condivide alcuni pensieri su questo argomento. ILLUSTRAZIONE DI DAN BURR L e donne sono figlie del nostro Padre Celeste che le ama. Dio ha posto nelle donne le qualità divine della forza, della virtù e dell’amore. La moglie è alla pari del marito. Mogli e mariti lavorano fianco a fianco per far fronte ai bisogni della famiglia. Le donne sono importanti nella Chiesa! BAMBINI TESTIMONE SPECIALE Le donne della Chiesa, oggi, sono forti e fedeli. Molto di ciò che viene realizzato nella Chiesa è dovuto al servizio altruistico delle donne. Le donne della Chiesa sono straordinarie! ◼ Tratto da: “Le donne della Chiesa sono straordinarie!” Liahona, maggio 2011, 18–22. A g o s t o 2 0 1 2 59 Preghiere, annotazioni e disastri naturali Marissa Widdison Riviste della Chiesa Honoka ra nella Prefettu onoka e vivo lsa e, ar Mi chiamo H ace gioc ppone. Mi pi è o gn so di Chiba, Gia io Il m e disegnare. tare la corda e un giorno. ic tr ra st lu ’il un e ar nt ve di di Casa di Maggie 60 L i a h o n a Maggie Ciao! Sono M aggie da Jopl in, Missouri. Una sera mia mamma ha se ntito al telegiornale che stava per arrivare una tempesta, co sì siamo anda ti tutti nel seminterrato. Il vento che so ffiava forte mi spaventava . Ero preoccup ata per i miei amici e per i nostri an imali. Dopo la tempesta, er o grata che la mia famiglia fosse al sicur o e che la no stra casa non avesse subito gravi danni. Casa di Honoka MAPPA DI CHAD HUTCHINGS; A DESTRA: FOTO DEL GIAPPONE © KYODO/REUTERS B enché queste due ragazzine parlino lingue diverse e vivano a oltre 6.000 miglia (9.600 km) di distanza tra loro, hanno qualcosa di speciale in comune: entrambe hanno trovato il modo di mantenere un atteggiamento positivo quando i disastri naturali hanno distrutto le loro città. Date uno sguardo alle storie vere di Honoka O. dal Giappone e Maggie W. dal Missouri, USA. Nei momenti tristi e spaventosi, cosa le ha aiutate a rimanere fiduciose e ottimiste? La mia storia preferita nelle Scritture è quella del sogno di Lehi (vedere 1 Nefi 8). Penso che la Primaria sia molto importante, perché posso imparare tantissimo su Dio e Gesù. Amo la riunione Mi trovavo a scuola quando si scatenò un gran terremoto. I miei primi pensieri furono: “È spaventoso!” e “Chissà se la mia famiglia sta bene”. Ho BAMBINI Honoka Maggie sacramentale perché mi sento più pura quando prendo il sacramento, e ciò mi rende molto felice. pregato nel mio cuore che potessero essere al sicuro e che le vite delle persone fossero risparmiate. In seguito, ho saputo che nessuno dei miei amici era rimasto ferito. In quel momento ho sentito che Dio ci aveva protetti. So che Dio e Gesù vivono. Molte altre case e uffici furono distrutti dal tornado che si era abbattuto sulla città. Ero triste per le persone che avevano perso i loro cari. I miei genitori e i miei fratelli e sorelle maggiori decisero di aiutare a ripulire la città. Ciò mi ha fatto pensare alla Scrittura che dice: “Quando siete al servizio dei vostri simili, voi non siete che al servizio del vostro Dio” (Mosia 2:17). Volevo aiutare anch’io a ripulire, ma la mamma ha detto che non era prudente per una bambina. Allora ho sentito lo Spirito Santo condividere una grande idea per rendere le persone felici. Ho scritto 20 bigliettini di ringraziamento da dare ai volontari. Ho trascorso molto tempo per rendere ogni bigliettino speciale, affinché le persone potessero sentire lo Spirito e sapere che erano molto importanti per la nostra città. Ho imparato che anche quando non è possibile servire in un modo, puoi sempre pensare ad altri modi in cui puoi servire. Il Padre Celeste ti benedirà per aver servito Lui e il tuo prossimo. A g o s t o 2 0 1 2 61 UN’IDEA BRILLANTE “Mi auguro che le vostre case siano piene di amore e gentilezza, e dello Spirito del Signore”. ILLUSTRAZIONE DI KEITH LARSON Presidente Thomas S. Monson tratto dalla Conferenza generale di aprile 2012 62 L i a h o n a BAMBINI La nostra pagina Jay R., 5 anni, Indonesia, ama moltissimo la sua famiglia. I suoi genitori gli hanno insegnato ad amare gli altri. Ha molti amici e gli piace condividere tutto con loro. Ama le creazioni del Signore, come le piante e gli animali. Gli piacciono tanto gli insetti e anche i ragni, perché costruiscono la propria ragnatela. È grato di tutte le cose che il Signore ha creato per lui. Lucas L., 9 anni, Argentina SVILUPPARE FEDE IN DIO L’ opuscolo Fede in Dio mi ha aiutato a progredire nell’obbedienza ai comandamenti del Padre Celeste. Invito tutti i bambini a completare l’opuscolo e a sviluppare i loro talenti servendo nella Chiesa. Ho fissato una meta e ho suonato il violino in un duetto con mio fratello in chiesa. Ho un fratello che sta servendo una missione: è un grande esempio per me, come lo sono tutti gli altri membri della mia famiglia! Charlotte de B., 10 anni, Francia Rebeca B., 4 anni, Brasile, adora andare in chiesa. Vuole sempre cantare “Sono un figlio di Dio” e “Le famiglie sono eterne” ogni settimana alla serata familiare, e sa a memoria tutte le parole. A soli tre anni e pochi mesi, sapeva già a memoria i primi tre Articoli di fede. Parla della domenica come il giorno del Signore ed è una benedizione per la sua famiglia. Timothy K., 3 anni, Ucraina P otete inviare i vostri disegni, foto o esperienze on-line a liahona.lds.org; tramite e-mail a [email protected] indicando nell’oggetto “Our Page”; oppure tramite la posta tradizionale a: Liahona, Our Page 50 E. North Temple St., Rm. 2420 Salt Lake City, UT 84150-0024, USA Le lettere dovranno includere il nome per esteso, il sesso e l’età del bambino (deve avere da 3 a 11 anni), come pure il nome del genitore, il rione o ramo, il palo o distretto, nonché il permesso scritto del genitore (le e-mail sono accettabili) a usare la foto e il materiale del bambino. Le lettere potrebbero essere modificate per adattarne la lunghezza o per renderle più chiare. A g o s t o 2 0 1 2 63 PORTIAMO LA PRIMARIA A CASA Puoi usare la lezione e l’attività per conoscere meglio il tema del mese della Primaria. Scelgo di riempire la mia vita di cose che invitano lo Spirito 64 L i a h o n a Ricordate che i buoni amici faranno la differenza nella vostra vita aiutandovi a scegliere il giusto. Cercate amici come Shadrac, Meshac e Abed-nego e siate amici come lo erano loro! ◼ Inno e Scrittura • “Vorrò imitar Gesù”, Innario dei bambini, 40–41 • Articoli di Fede 1:13 Ora tocca a te Ecco alcune idee per diventare un buon amico: • Alla fine della settimana scrivi sul tuo diario cosa hai fatto per essere un buon amico per qualcuno. • Pensa ad alcuni modi in cui puoi dimostrare affetto ai tuoi amici. • Annota in che modo i tuoi amici possono rafforzare la tua fede in Dio. • Condividi con un genitore o un dirigente della Primaria ciò che stai facendo per essere un buon amico. Hai invitato un nuovo studente a sedersi accanto a te sull’auto bus. Avanza di 1 casella. Gioco SIG: Amicizia Fai questo gioco per imparare meglio ad essere un buon amico. Avrai bisogno di un fagiolo o di un bottone per ogni giocatore e dei piccoli pezzi di carta con su scritto “1”, “2” o “3”. Metti questi pezzetti di carta in un sacchetto o in una busta. Per giocare, una persona sceglie un pezzetto di carta e sposta il suo fagiolo o bottone di tante caselle quante indicate sul pezzo di carta. Leggi che c’è scritto sulla casella e segui le istruzioni. Il gioco non finisce finché tutti raggiungono la fine come buoni amici! ILLUSTRAZIONI DI BRAD TEARE P ossiamo leggere nella Bibbia una storia meravigliosa riguardo a Shadrac, Meshac e Abed-nego. Il re Nebucadnetsar gettò questi tre amici in una fornace di fuoco ardente perché si rifiutarono di adorare un’immagine d’oro che egli aveva creato. I tre israeliti dissero al re che avrebbero adorato soltanto Dio. Poiché questi ragazzi erano fedeli, Dio li preservò dalla fornace e salvò la loro vita (vedere Daniele 3). Questa storia ci insegna a confidare in Dio e a essere fedeli e coraggiosi. Ci insegna anche riguardo ai buoni amici che si aiutano a vicenda a scegliere il giusto. Insieme Shadrac, Meshac e Abed-nego scelsero di mantenere la loro promessa di adorare Dio. Scelsero di avere fede che Dio li avrebbe salvati. Scelsero di non avere paura del re, ma di confidare in Dio. Il presidente Henry B. Eyring, primo consigliere nella Prima Presidenza, ha detto: “Tutti noi abbiamo bisogno di veri amici che ci amano, ci ascoltano, ci sono d’esempio e ci attestano la verità” (“Amici veri”, Liahona, luglio 2002, 29). Hai aiutato una ragazza che si era fatta male cadendo. Avanza di 1 casella. BAMBINI Una ragazza ha fatto cadere il vassoio col suo pranzo, ma non l’hai aiutata a raccoglierlo. Retrocedi di 1 casella. Hai condiviso il tuo pranzo con un ragazzo che non ne aveva. Avanza di 1 casella. Hai invitato qualcuno a partecipare al tuo gioco durante la ricreazione. Avanza di 1 casella. Hai ignorato un ospite della Primaria. Retrocedi di 1 casella. La tua famiglia ha fatto visita a un nuovo vicino. Avanza di 1 casella. FINE Hai deriso un ragazzo per il suo aspetto diverso. Retrocedi di 1 casella. Hai aiutato il tuo fratellino coi suoi compiti. Avanza di 1 casella. Hai parlato del Vangelo con un amico. Avanza di 1 casella. Hai incoraggiato gli altri a fare le scelte giuste. Avanza di 1 casella. Hai preso in giro un’amica e l’hai offesa. Retrocedi di 1 casella. A g o s t o 2 0 1 2 65 S E G U I A M O I L P R O F E TA Imparare a servire gli altri Heidi S. Swinton T homas Spencer Monson ha preso il nome dal nonno, Thomas Condie. Il giovane Tommy ha imparato molte lezioni da suo nonno, che viveva a poche case di distanza. La lezione che si ricorda meglio era quella su come servire gli altri. Un giorno quando Tommy aveva circa otto anni, lui e suo nonno erano seduti sul dondolo nel portico di casa. Un uomo inglese anziano viveva sulla stessa strada. Si chiamava Robert Dicks, ma la maggior parte dei vicini lo chiamava “vecchio Bob”. Era vedovo e povero. Il vecchio Bob venne e si sedette sul dondolo con Tommy e suo nonno. Disse che la piccola casa di mattoni in cui viveva sarebbe stata demolita. Era senza famiglia, senza denaro e non aveva un posto dove andare. Tommy si chiese in che modo suo nonno avrebbe reagito alla 66 L i a h o n a triste storia. Suo nonno si mise la mano in tasca e tirò fuori un piccolo borsellino di cuoio. Prese una chiave e la mise nella mano del vecchio Bob. “Signor Dicks”, disse teneramente, “può trasferire tutte le sue cose nella mia casa vuota qui accanto. Non le costerà un centesimo e potrà stare lì tutto il tempo che vorrà; e si ricordi che mai più nessuno la butterà fuori”. Gli occhi del vecchio Bob si riempirono di lacrime. Tommy aveva imparato ad amare e servire gli altri anche dalla madre. Ogni domenica prima che la famiglia Monson cenasse, la madre di Tommy preparava un piatto di arrosto, patate e salsa per il vecchio Bob. A volte includeva la famosa torta decorata della mamma di Tommy, a strati rosa, verde e bianco e la glassa al cioccolato. Il compito di Tommy era di portare la cena al vecchio Bob. Dapprima Tommy non capiva perché non potesse prima mangiare e poi andare a portare il piatto. Ma non si lamentò mai. Correva a casa di Bob tenendo in equilibrio il piatto pieno. “Penso che l’amore si dimostri mediante il modo in cui viviamo, il modo in cui serviamo e il modo in cui aiutiamo gli altri. Quando serviamo gli altri dimostriamo loro che li amiamo, e dimostriamo anche a Gesù Cristo che Lo amiamo” (“Da amico a amico”, La Stella, novembre 1997, 6). BAMBINI PAROLE DEL PRESIDENTE MONSON Quindi aspettava ansiosamente che il vecchio Bob venisse lentamente ad aprire la porta. A questo punto i due si scambiavano i piatti, il piatto pulito di Bob della domenica IN CHE MODO ASSOMIGLI AL PRESIDENTE precedente e il piatto di MONSON? Tommy pieno di cibo. Poi Bob offriva una moneta per he cosa hai in comune con il profeta? Qui sotto c’è una lista di cose che descriripagare la gentilezza. vono il presidente Monson quando era giovane. Barra le caselle accanto alle La risposta di Tommy cose che hai in comune con lui. era sempre la stessa: “Non □ Aveva una sorella maggiore. □ Gli piaceva il gelato fatto in casa. posso accettare denaro, □ Era il secondo figlio nella sua famiglia. □ Aveva una tessera della biblioteca. altrimenti mia madre mi □ È nato di domenica. □ Gli piaceva giocare con i suoi cugini. concia per le feste”. □ Era il maggiore dei fratelli nella sua famiglia. □ Gli piaceva stare con suo nonno. Il vecchio gentiluomo □ Aveva un soprannome (vedi sotto). □ Viveva vicino ai binari del treno. accarezzava i biondi capelli di Tommy e □ Aveva cinque tra fratelli e sorelle. □ Svolgeva commissioni per sua madre. diceva: “Giovanotto, □ Suo padre preparava spesso la colazione □ Fu battezzato quando aveva otto anni. per lui. hai davvero una madre □ Gli piaceva andare a pesca. meravigliosa. Ringraziala □ Ottenne una testimonianza del Vangelo quando era giovane. da parte mia”. Quando Tommy riferiva il complimento del vecchio Bob a sua madre, lei aveva gli NOMI E SOPRANNOMI occhi lucidi di lacrime. bbina ciascuno dei nomi e dei soprannomi del presidente Monson con la situazione Per la famiglia Monson era in cui erano usati. importante mostrare carità, donare altruisticamente agli altri, mettere gli SITUAZIONE NOME O SOPRANNOME altri al primo posto ed essere buoni 1. Come lo chiamava la gente in chiesa a. Papà amici e vicini. Queste abitudini sono e a scuola quando era giovane. diventate una caratteristica della vita 2. Come lo chiamano oggi i membri della Chiesa. b. Peperino del presidente Monson. ◼ 3. Come lo chiamano i suoi nipoti. c. Tom o Tommy A 4. Come lo chiamano i suoi figli. d. Thomas Spencer Monson 5. Un soprannome che gli diede sua madre perché gli piaceva sempre stare in movimento invece di riposare. e. Presidente Monson 6. Il suo nome completo, usato quando è stato battezzato. f. Nonno E tu, hai un soprannome che descrive qualcosa di speciale che ti riguarda? Risposte: 1. c; 2. e; 3. f; 4. a; 5. b; 6. d. ILLUSTRAZIONE DI PAUL MANN; FOTOGRAFIE PUBBLICATE PER GENTILE CONCESSIONE DELLA FAMIGLIA MONSON. C A g o s t o 2 0 1 2 67 LA CASA Dopo aver srotolato il suo letto e aver appeso la zanzariera, Leute recita le sue preghiere personali. di Leute Adam C. Olson Riviste della Chiesa 68 L i a h o n a ILLUSTRAZIONE DI STEVEN KEELE; FOTOGRAFIA DI ADAM C. OLSON O gni sera la famiglia di Leute si riunisce nella tradizionale fale delle Samoa, una capanna ovale costruita su tronchi. È lunga circa quattro metri e mezzo e larga tre metri e non ha pareti, sebbene a volte vengono messi dei separè per la privacy. Leute, di 10 anni, e i membri della sua famiglia siedono in cerchio sul pavimento e studiano le Scritture insieme. Cantano inni e discutono le faccende familiari prima di andare a letto. Questo tempo che trascorrono insieme ogni sera viene chiamato sā, che significa “sacro”. È un tempo che molte famiglie nelle Samoa trascorrono insieme. I profeti hanno insegnato che le nostre case dovrebbero essere sacre come il tempio. Indipendentemente dall’aspetto delle nostre case, ci sono cose che possiamo fare per invitare lo Spirito Santo in casa e per renderla un luogo bello e felice, di pace e apprendimento. ◼ Spesso la famiglia si riunisce nella fale dei nonni di Leute per la serata familiare. BAMBINI La famiglia si riunisce nella loro fale per la preghiera familiare, lo studio delle Scritture e per la chiacchierata familiare, quasi tutte le sere. Quando Leute vuole studiare le Scritture da sola, di solito va a sedersi fuori sotto un albero. La famiglia espone un’immagine del Salvatore assieme ad altre immagini prese dalla Liahona per ricordarsi di Lui. Il momento dei pasti è un momento importante per la famiglia. La famiglia cucina sul fuoco oppure usa delle pietre roventi dentro un forno scavato nella terra chiamato umu kuka. La famiglia tiene le Scritture, i manuali e i numeri della Liahona sul tavolo. A g o s t o 2 0 1 2 69 PER I BAMBINI PIÙ PICCOLI Servire il Padre Celeste Jane McBride Choate Racconto basato su una storia vera 1. Kevin guardava suo fratello e sua sorella maggiori mentre si preparavano ad andare al tempio per fare i battesimi per i morti. Anche Kevin voleva andarci. 2. Papà, posso andare? Non sei abbastanza grande, ma sono felice che tu voglia andare. Quando compi 12 anni puoi andarci anche tu. 3. Kevin ha aiutato sua sorella a fare la valigia. Poi ha aiutato suo fratello a scegliere una cravatta. 70 L i a h o n a 4. Poi loro sono andati via, Kevin è rimasto a casa con la mamma e la sorellina neonata, Erin. Quando Erin piangeva, Kevin le dava un orsacchiotto. BAMBINI 5. 6. So che il Padre Celeste è felice del modo in cui Lo stai servendo oggi. Ma non sono andato al tempio. 7. 8. ILLUSTRAZIONI DI ELISE BLACK Sì, ma hai aiutato tuo fratello e tua sorella a prepararsi. E stai aiutando me a prendermi cura di Erin. Quando aiuti gli altri stai servendo il Padre Celeste. A g o s t o 2 0 1 2 71 P er i bambini più piccoli Servizio divertente ILLUSTRAZIONI DI ELISE BLACK Guarda da vicino e noterai che queste immagini di servizio non sono tutte uguali. Riesci a trovare le due immagini uguali? 72 L i a h o n a BAMBINI Fai il tuo dovere Il presidente Thomas S. Monson insegna l’importanza di fare il nostro dovere. Riesci a individuare le cinque differenze tra queste due immagini? Quale bambina ha fatto il suo dovere? A g o s t o 2 0 1 2 73 Notizie della Chiesa Visita il sito news.lds.org per leggere ulteriori notizie ed eventi della Chiesa. Presidenza dei Settanta Assegnati nuovi dirigenti di area Ronald A. Rasband Assiste in tutte le aree L Walter F. González 1. Nord America Sudest a Prima Presidenza ha annunciato i seguenti cambiamenti nelle presidenze di area a partire dal 1 agosto 2012. Tutti i membri delle presidenze di area appartengono al Primo o al Secondo Quorum dei Settanta. ◼ 11. Messico L. Whitney Clayton 2. Utah Nord 3. Utah Salt Lake City 4. Utah Sud Donald L. Hallstrom 5. Nord America Nordest Tad R. Callister 6. Nord America Sudovest Richard J. Maynes 7. Nord America Nordovest 8. Nord America Ovest Craig C. Christensen 9. Idaho 10. Nord America Centro 7 9 8 4 5 10 2 3 6 1 11 12. America Centrale 13 12 Daniel L. Johnson Presidente José L. Alonso Secondo consigliere 13. Caraibi J. Devn Cornish Primo consigliere 74 L i a h o n a James B. Martino Presidente Robert C. Gay Secondo consigliere 14 15 14. Sud America Nordovest Wilford W. Andersen Presidente Claudio D. Zivic Secondo consigliere 15. Brasile Carlos A. Godoy Primo consigliere Carlos H. Amado Primo consigliere Juan A. Uceda Primo consigliere Rafael E. Pino Presidente W. Christopher Waddell Secondo consigliere 16. Sud America Sud Claudio R. M. Costa Presidente Jairo Mazzagardi Secondo consigliere Jorge F. Zeballos Primo consigliere Mervyn B. Arnold Presidente 16 17. Medio Oriente/Africa Nord Francisco J. Viñas Secondo consigliere Bruce D. Bruce A. Porter Carlson Gestita dalla sede centrale della Chiesa CARTINA DI THOMAS S. CHILD Benjamín De Hoyos Primo consigliere 18. Europa Patrick Kearon Primo consigliere 19. Europa Est José A. Teixeira Presidente Kent F. Richards Secondo consigliere Randall K. Bennett Primo consigliere Larry R. Lawrence Presidente 20. Asia Per G. Malm Secondo consigliere Gerrit W. Gong Primo consigliere 21. Asia Nord Kent D. Watson Presidente Larry Y. Wilson Secondo consigliere Kazuhiko Yamashita Primo consigliere Michael T. Ringwood Presidente Koichi Aoyagi Secondo consigliere James J. Hamula Presidente F. Michael Watson Secondo consigliere 19 18 21 20 17 22 24 23 25 23. Africa Sudest 22. Africa Ovest Joseph W. Sitati Primo consigliere John B. Dickson Presidente LeGrand R. Curtis jr Secondo consigliere Ulisses Soares Primo consigliere Dale G. Renlund Presidente 24. Filippine Carl B. Cook Secondo consigliere Brent H. Nielson Primo consigliere Michael John U. Teh Presidente 25. Pacifico Ian S. Ardern Secondo consigliere Kevin W. Pearson Primo consigliere A g o s t o 2 0 1 2 75 NELLE NOTIZIE Liahona ora disponibile in cinese semplificato Le persone di lingua cinese ora possono ricevere la Liahona in cinese semplificato. Ogni anno sei numeri della Liahona — i due numeri della Conferenza (maggio e novembre) e quattro numeri normali (gennaio, aprile, luglio e ottobre) — verranno tradotti in cinese semplificato. I numeri di gennaio e aprile 2012 sono stati pubblicati in rete; quello di maggio è stato il primo disponibile su carta. Per informazioni su come ottenere singoli numeri della rivista o su come abbonarsi, rivolgiti al Centro distribuzione o visita il sito store.lds.org. Le Riviste della Chiesa danno spazio alle norme di Per la forza della gioventù. A partire da questo mese, le Riviste della Chiesa presenteranno una serie di articoli che riguarderanno le norme delineate nell’opuscolo Per la forza della gioventù da poco aggiornato. Questa serie sarà presente nella rivista New Era e nelle pagine per i giovani della Liahona per parecchi mesi (salvo i numeri della Conferenza); ogni articolo tratterà una norma differente e sarà scritto da un componente della presidenza generale dei Giovani Uomini o delle Giovani Donne o da un membro dei Settanta. Nella Liahona e nell’Ensign sarà incluso un articolo di una 76 L i a h o n a Le persone di lingua cinese in varie parti del mondo possono ora leggere la Liahona in cinese semplificato. pagina per gli adulti su come i genitori possono insegnare la norma di quel mese ai loro figli e, nei casi in cui gli argomenti di Per la forza della gioventù corrispondano a quelli delle Norme del Vangelo per i bambini della Primaria, nella Liahona e in Friend ci sarà anche un articolo per i bambini. È ora disponibile l’applicazione per FamilySearch Indexing L’applicazione di Family Search Indexing per gli utenti di iPhone e iPad aiuta le persone a preservare e condividere preziosi documenti genealogici La nuova applicazione di FamilySearch Indexing consentirà a più individui di dare il loro contributo alla ricerca genealogica su piccola o grande scala. da tutto il mondo su dispositivi mobili. L’applicazione, distribuita più o meno nello stesso periodo in cui si è ottenuto accesso per l’indicizzazione al censimento statunitense del 1940, può essere scaricata da Apple App Store (dispositivi iOS) o da Google Play (versione Android). Disponibile in inglese e spagnolo, l’applicazione consente agli utenti di visualizzare i dettagli di un’immagine — un nome, un luogo o altri dati di interesse — di documenti storici scritti a mano come certificati di nascita, certificati di matrimonio o censimenti. Le persone semplicemente trascrivono (indicizzano) quello che vedono e il sistema di indicizzazione di FamilySearch aggiunge i dati alla raccolta di documenti genealogici gratuiti accessibile su familysearch.org. ◼ COMMENTO IDEE PER LA SERATA FAMILIARE Egli continua a rivelare i Suoi segreti Questo numero contiene articoli e attività che possono essere usati per la serata familiare. Seguono alcuni esempi: Quando avevo più o meno 13 anni, vivevo con mia nonna. Un giorno trovai delle riviste abbandonate e cominciai a leggerle. Contenevano storie di persone di tutto il mondo che raccontavano miracoli avvenuti nelle loro vite. Queste riviste erano la Liahona; mia zia, che era membro della Chiesa, aveva lasciato queste riviste a casa di mia nonna. Le storie mi avvinsero e sentii qualcosa di speciale che mi diceva che erano vere. Un anno più tardi mi battezzai e da allora ho un mio abbonamento. Questa rivista è stata una guida e una benedizione. Per me è una prova che Dio ci ama e continua a rivelare i Suoi segreti ai Suoi servi, i profeti (vedere Amos 3:7). Lucilino Mendonça, Capo Verde “Disastri naturali: non dobbiamo temere”, pagina 30: prima leggi l’articolo e poi prega e rifletti su cosa può fare la tua famiglia per prepararsi meglio contro eventuali disastri naturali nella tua zona. Dopodiché, come suggerisce l’anziano Ellis, usa la serata familiare per mettere in atto il tuo piano. Puoi decidere di assemblare zaini di emergenza, rifornire le scorte alimentari di casa o discutere su come essere pronti spiritualmente. Sottolinea le parole rassicuranti dell’anziano Ellis, secondo cui quando “siamo preparati, possiamo resistere a qualsiasi tempesta”. “Mantenere la fede in un mondo di confusione”, pagina 42: puoi condividere l’esperienza avuta dal vescovo Caussé a scuola, che si trova all’inizio dell’articolo. Poi domanda ai tuoi familiari che cosa avrebbero fatto in quella situazione. Può essere utile rivedere i principi che il vescovo Caussé segue per rimanere saldo nella sua testimonianza. “Come faccio a sapere se sono stato perdonato?”, pagina 46: comincia chiedendo ai tuoi familiari: “Dopo essersi pentiti, come si può sapere quando si è stati perdonati?”. Dopodiché puoi leggere la risposta dell’anziano Callister nel secondo paragrafo dell’articolo. Condividi altre parti dell’articolo adatte alla tua famiglia. “Imparare a servire gli altri”, pagina 66: leggi la storia sull’infanzia del presidente Monson alla tua famiglia. Dopodiché, può essere opportuno fare le attività corrispondenti con i figli piccoli. Concludi rendendo testimonianza che Thomas S. Monson è il profeta vivente. ◼ Aiuto temporale e spirituale Mi piace leggere la rivista Liahona. Mi aiuta sia temporalmente che spiritualmente. Rafforza la mia fede, raffina i miei talenti e abilità e mi purifica la mente e i pensieri grazie ai consigli edificanti dei membri della Chiesa e dei nostri profeti viventi. Derek Balolong, Filippine Invia i tuoi commenti o suggerimenti a [email protected]. Il testo potrebbe essere modificato per adattarne la lunghezza o per renderlo più chiaro. ◼ Una serata familiare perfetta Avevo sempre sognato di fare serate familiari come quelle che vedevo nelle immagini della Chiesa. Tuttavia, dopo che io e mio marito abbiamo adottato una bellissima bambina, lei non voleva partecipare. Ci siamo resi quindi conto di dover fare delle modifiche alle nostre serate familiari per coinvolgerla. Sono estremamente grata alle idee per la serata familiare pubblicate nella Liahona. Ora nostra figlia è la prima a voler fare la serata familiare e vorrebbe che la tenessimo ogni giorno. Una delle nostre lezioni preferite è stata su come lo Spirito Santo può guidarci. Abbiamo chiesto a nostra figlia di andare in camera sua. Dopo aver contato fino a tre, poteva ritornare nel salotto per cercare di trovare un’immagine del Salvatore. Quando ci andava vicino, dicevamo “fuoco”, quando invece era lontana, dicevamo “acqua”. Era così contenta quando trovava l’immagine! È stato meraviglioso osservarla comprendere l’importanza di essere obbedienti e di seguire lo Spirito per essere vicini al nostro Salvatore. Abbiamo poi concluso leggendo Dottrina e Alleanze 11:12. Riponendo la nostra “fiducia in quello Spirito che conduce a far il bene”, abbiamo scoperto che la serata familiare è una benedizione. ◼ Moema Lima Salles Broedel, Brasile A g o s t o 2 0 1 2 77 RISPONDERE A DOMANDE SULLA NOSTRA FEDE Michael Otterson Direttore generale, Dipartimento delle relazioni pubbliche della Chiesa E ro membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni solo da pochi giorni quando una chiacchierata con un gruppo di amici si volse alla mia recente conversione. Alcuni erano incuriositi, perfino affascinati; altri erano indifferenti. Una ragazza della mia età semplicemente si rifiutava di credere, in maniera categorica, che io fossi cristiano. Fu la mia prima esperienza in cui cercai di spiegare le mie credenze a coloro che non le condividevano. Ricordo di essermi sentito frustrato nel tentare di penetrare una mente così rigidamente chiusa che nessun tipo di ragionamento poteva farvi breccia. Continuando a crescere, la Chiesa sarà sottoposta a una sempre maggiore attenzione, come qualsiasi grande confessione, che genererà molte più possibilità di discussioni in prima persona o in rete tra i nostri membri e i loro familiari, amici e colleghi che non sono della nostra fede. Prendere in considerazione alcuni principi basilari può aiutare i membri a rispondere a domande o commenti con maggior fiducia. Vivere la propria religione Uno dei grandi vantaggi che hanno i membri fedeli della Chiesa 78 L i a h o n a è che la nostra fede ci incoraggia a “vivere la nostra religione”. Si produce un senso di genuinità quando amici e colleghi vedono la coerenza tra ciò che uno dice e ciò che uno fa. Se la vita di un Santo degli Ultimi Giorni è il suo miglior sermone, allora anche le nostre conversazioni dovrebbero essere aperte, sincere e affrontate con uno spirito di gentilezza, anche se le persone pongono domande inopportune o assumono un tono cinico. Le nostre rivendicazioni di essere seguaci di Gesù Cristo sono maggiormente convincenti quando le nostre azioni sono in armonia con le nostre credenze. Quando rispondiamo a domande o persino critiche, ci saranno delle occasioni in cui avremo bisogno di una pelle dura; altre volte potremo aver bisogno di senso dell’umorismo. Nel 2007, a una cerimonia di laurea di studenti della BYU–Hawaii, l’anziano M. Russell Ballard del Quorum dei Dodici Apostoli ha detto: “Se praticate i principi del Vangelo [al posto di] studiarli solamente, questa speciale combinazione di conoscenza vi consentirà di sentirvi a vostro agio e preparati a insegnare ciò che sapete essere vero, in qualsiasi circostanza”. Esplicitare il contesto Quando abbiamo a che fare con domande o commenti sulla nostra fede, è importante fissare il contesto fin da subito. Al posto di rispondere semplicemente a una serie di domande a caso, potrebbe essere utile innanzitutto prendere 30 secondi per stabilire una base. Può anche essere una semplice spiegazione del fatto che riveriamo Gesù Cristo come nostro Salvatore e accettiamo gli insegnamenti della Bibbia sulla Sua nascita, vita, ministero, crocifissione e resurrezione. Crediamo inoltre che il mondo cristiano si sia allontanato dalle verità che Gesù ha insegnato nella Bibbia e che la Chiesa che aveva istituito doveva essere restaurata. Esporre le credenze fondamentali della Chiesa in questo modo costituisce un punto di riferimento per la discussione nel momento in cui si sposta ad altri principi del Vangelo. Unire i puntini Quando ascoltano delle domande, i membri possono discernerne il principio evangelico di fondo e collegare la risposta al Salvatore. Per esempio, perché mandiamo missionari nei paesi cristiani? Perché ai Suoi giorni Gesù mandò i Suoi messaggeri due a due “per tutto il Condividere esperienze personali può essere un modo più efficace per rispondere a delle domande piuttosto che ripetere risposte memorizzate. mondo”. Noi facciamo altrettanto oggi. Perché siamo contrari alla convivenza prima del matrimonio? Perché Gesù e i Suoi apostoli hanno insegnato la santità del matrimonio e di tutto quello che esso comporta. Non abbiamo bisogno di argomentazioni secolari complesse e sofisticate quando i principi che cerchiamo di vivere vengono dal Figlio di Dio. Condividere esperienze personali Quando si risponde alle domande dei nostri amici non bisogna recitare risposte memorizzate. La condivisione di esperienze sincere e personali può invitare lo Spirito a rendere testimonianza e a portare il messaggio nel cuore dell’ascoltatore. Uno dei grandi ostacoli alla condivisione della nostra fede è la paura di non avere le risposte. Poche persone delle altre chiese sono esperte della loro storia o dottrina, e gli studi dimostrano che i Santi degli Ultimi Giorni, in paragone, sono grandemente istruiti nella loro fede. Quando qualcuno fa una RISORSE IN RETE L a Chiesa ha creato risorse in rete che i membri possono trovare utili da condividere con chi ha domande. Mormon.org Mormon.org/Jesus Christ Mormonnewsroom.lds.org LDS.org Liahona.LDS.org A g o s t o 2 0 1 2 79 Suggerimenti utili Non pensate male Può spaventare quando qualcuno fa delle domande inquisitorie sulla nostra fede. Tuttavia, per la maggior parte, le persone sono solo curiose. Non mettetevi sulla difensiva. Ascoltate attentamente L’anziano David A. Bednar del Quorum dei Dodici Apostoli ha insegnato che il dono del discernimento opera in modo migliore quando ascoltiamo. Per comprendere veramente la domanda e l’intento, Quando rispondi alle domande dei tuoi amici, sii te stesso. Ciò che sei è spesso il motivo per cui fanno queste domande a te. chiedete chiarimenti e siate pronti ad ascoltare tanto quanto parlate. Rispettate il libero arbitrio domanda sulla dottrina o la storia della Chiesa di cui non conosciamo la risposta, va bene dire: “Non so”. Ma possiamo tutti condividere delle esperienze personali che illustrino i nostri sentimenti verso la nostra fede. Se raccontiamo le nostre esperienze con la preghiera, il digiuno o la comunicazione efficace con i nostri familiari, queste esperienze non possono essere messe in discussione. Sono nostre e nessuno le comprende meglio di noi. Essere consci di chi abbiamo davanti Alcune persone non fanno domande ai membri perché temono di rimanere incastrate in una conferenza di mezz’ora. Se fanno una domanda informalmente, siate sensibili al loro interesse, agio e livello di 80 L i a h o n a comprensione. Far capire la nostra sensibilità fin dall’inizio può mettere i curiosi a proprio agio. Siate consci del fatto che la stessa conversazione non è adeguata per ognuno a causa di diverse situazioni — religiose, secolari o di altro tipo. Condividere ciò in cui crediamo I membri della Chiesa hanno un’opportunità senza precedenti di esercitare una forza benefica nel contribuire a fugare idee sbagliate su ciò che non siamo e di accrescere la comprensione altrui di chi siamo e di ciò in cui crediamo. Quando le persone conoscono meglio le credenze dei Santi degli Ultimi Giorni, possono trovare inaspettatamente del terreno comune su cui fondare relazioni migliori, pur notando delle differenze nette. ◼ Tutti dispongono del libero arbitrio dato da Dio. Quindi, possiamo invitare o anche persuadere, ma non dobbiamo fare pressione o obbligare. Evitate il gergo della Chiesa Evitate la terminologia o il gergo mormone che possono non essere capiti, come “rione”, “serata familiare” o “Parola di Saggezza”. Se usate questi termini, spiegateli senza che vi venga chiesto. Usate il nome completo della Chiesa Quando possibile, usate il nome completo della Chiesa almeno una volta e all’inizio della conversazione. C’è potere nel nome della Chiesa, per cui spiegatelo. Dice molto di chi siamo. BAMBINI I M M AG I N I I S P I R AT E A L L I B R O D I M O R M O N Q uest’anno molti numeri della Liahona conterranno delle immagini ispirate al Libro di Mormon. Per renderle più resistenti e facili da usare, ritagliale e incollale o attaccale con del nastro adesivo a un cartoncino, a un sacchettino di carta o a dei bastoncini. Conserva ogni gruppo di immagini in una busta o sacchetto, insieme con l’etichetta che descrive dove trovare la storia scritturale che accompagna le figure. Samuele ILLUSTRAZIONI DI BETH M. WHITTAKER Samuele il Lamanita Helaman 13–14, 16 “Nello svolgimento delle nostre attività quotidiane”, insegna il presidente Thomas S. Monson, “scopriamo innumerevoli occasioni di emulare l’esempio del Salvatore. Quando il nostro cuore è sintonizzato sui Suoi insegnamenti, scopriamo la vicinanza inconfondibile del Suo divino aiuto. [È quasi come se ricevessimo un incarico dal Signore]”. Lo stesso presidente Monson è un esempio di persona che cerca l’aiuto divino nella vita quotidiana e risponde alla chiamata a servire. Vedere “Thomas S. Monson: rispondere alla voce del dovere”, pag. 14.