9, 10 e 11 novembre
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9, 10 e 11 novembre
Rassegna Stampa di sab. 9, dom. 10 e lun. 11 novembre 2013 SNALS / CONFSAL Gazzetta di Reggio La Provincia Frosinone Messaggero Veneto ed. Pordenone Prima Pagina Reggio Emilia La Stampa - Ed. Alessandria Testate on line 11/11/2013 11/11/2013 11/11/2013 MORTA FRANCESCA MARIA ARIA EX PROFESSORESSA E FOTOGRAFA SCUOLA, SINDACATI DIVISI LA SCUOLA ADERISCE ALLO SCIOPERO 09/11/2013 LUTTO NELLA SCUOLA, E' MANCATA PER UN MALORE IMPROVVISO LA PROFESSORESSA E FOTOGRAFA FRANCESCA MARIA FREDDO IN AULA, SINDACATI SOLIDALI CON STUDENTI 11/11/13 ARTICOLI PRESI DAL WEB 11/11/2013 Scuola, Formazione, Università, Ricerca LA SICILIA Nuovo Quotidiano di Puglia - Ed. Taranto Nuovo Quotidiano di Puglia - Ed. Taranto Il Giornale del Piemonte (Il Giornale) Informazione.it 10/11/2013 10/11/2013 REGIONE INADEMPIENTE, OPERATORI 118 IN RIVOLTA LICENZIAMENTI ALLE MENSE, SIT-IN 10/11/2013 POSTE, ASSEMBLEA DEI PORTALETTERE 09/11/2013 SALVO IL SABATO DELL'ARTE: SCIOPERO RINVIATO 09/11/2013 RINVIATO LO SCIOPERO DEI TRASPORTI A TORINO, I SINDACATI RINVIANO LA PROTESTA REVOCATO LO SCIOPERO DEL GTT SALVA LA GIORNATA DEGLI EVENTI ITS, LASCIAPASSARE PER IL LAVORO ANCORA 31 TAPPE PER L'ATTUAZIONE DEL DECRETO SCUOLA IN ARRIVO I FONDI ALLE PARITARIE "IL TEMPO DELLE MEDIE": STORIE, PROBLEMI (E CONSIGLI) LIBRI DIGITALI E FONDAZIONI "AIUTATE LA SCUOLA" Int. a A.Lusardi: "NON CONOSCERE LE NOZIONI DI BASE METTE A RISCHIO ANCHE LA DEMOCRAZIA" SCUOLE PROFESSIONALI ARRIVANO GLI STIPENDI IL POSTER CHE DISILLUDE: "IMPARARE UN MESTIERE? MEGLIO CHE LAUREARSI" Int. a C.Pasqualini: "LA CRISI HA COLPITO DI PIU' I LAUREATI C'E' VOGLIA D'IMPRESA" ULTIMA ASSOLUZIONE PER LE MAESTRE IL DECRETO WI-FI NELLA SCUOLA SENZA BANCHI "PIU EMIGRATI E SEMPRE MENO FONDI" INCUBO TAGLI AL DOPO SCUOLA INSEGNANTI, PROGETTI ANTI DISPERSIONE SCUOLE, IN ARRIVO I FONDI DEL GOVERNO INTERVENTI SOLO PER QUATTRO ISTITUTI LA SINISTRA NON S'ARRENDE DOPO I DISASTRI SUGLI ASILI DANNO ANCORA LEZIONI DISPERSIONE SCOLASTICA, C'E' L'INTESA SCUOLE-COLLEGIO, CARTE FALSE PER I SUSSIDI Torino Cronacaqui 09/11/2013 il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore Corriere della Sera Corriere della Sera la Stampa 11/11/2013 la Stampa il Giornale 10/11/2013 il Giornale 09/11/2013 il Giornale - ed. Milano il Mattino Il Secolo XIX Il Secolo XIX Il Secolo XIX La Repubblica Cronaca di Roma Libero Quotidiano - Ed. Milano Roma il Mattino 11/11/2013 09/11/2013 09/11/2013 10/11/2013 10/11/2013 11/11/2013 09/11/2013 11/11/2013 11/11/2013 10/11/2013 10/11/2013 10/11/2013 10/11/2013 10/11/2013 09/11/2013 Il Secolo XIX il Sole 24 Ore Corriere della Sera la Repubblica 09/11/2013 Affari&Finanza (la Repubblica) la Stampa 11/11/2013 il Messaggero 09/11/2013 L'Unita' il Mattino 11/11/2013 il Mattino Nova24 (il Sole 24 Ore) Corriere Nazionale 10/11/2013 09/11/2013 09/11/2013 09/11/2013 09/11/2013 10/11/2013 10/11/2013 09/11/2013 STANGATA SULLE SPIAGGE E TAGLI PER LE SCUOLE IL LAVORO "VALE" PER LA LAUREA IL MINISTRO AI PROFESSORI OVER 70: "IN PENSIONE" 2013, GLI STUDENTI TORNANO ALL'UNIVERSITA' BOOM DI ISCRITTI DOPO DIECI ANNI DI CALO BUSINESS SCHOOL IN EUROPA VINCE CHI SI FONDE Int. a G.Melis fois: "MA CHI HA ANCORA QUALCOSA DA DARE DEVE RIMANERE" II EDIZIONE - L'UNIVERSITA' SI TROVA DIVISA: "RICAMBIO NECESSARIO" "L'ESPERIENZA, UN VALORE" I DOCENTI UNIVERSITARI A CONTRATTO Int. a G.De nicolao: "SETTANTENNE FALSO BERSAGLIO SE C'E' IL BLOCCO ASSUNZIONI" LA CARICA DEI 1558: I PROFESSORI ANZIANI ETERNI PER SENTENZA L'ERRORE DEI TAGLI LINEARI CONTINUA IL MINISTRO CARROZZA CONTRO I PROF OVER 70 "VADANO IN PENSIONE" Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore Corriere della Sera 11/11/2013 Corriere della Sera 09/11/2013 CorrierEconomia (Corriere della Sera) CorrierEconomia (Corriere della Sera) la Repubblica 11/11/2013 L'ESPERTO RISPONDE - AVVIO PIU' FACILE PER L'APPRENDISTATO NORME - ESENZIONI INAIL SOTTO I DUE GIONI DI ATTIVITA' AL MESE SI ALLENTA LA STRETTA SULLE INDICIZZAZIONI CHE ERRORE SVENDERE LE AZIENDE PUBBLICHE: SONO I NOSTRI GIOIELLI Int. a C.Trigilia: TRIGILIA: UN BONUS OCCUPAZIONE ANCHE PER I LAVORATORI OVER 50 COTTARELLI, SINDACATI A RAPPORTO SULLA MOBILITA' 11/11/2013 PREVIDENZA LE PARTITE IVA DI NUOVO SOTTO IL TORCHIO 11/11/2013 la Stampa Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi il Giornale L'Unita' 11/11/2013 L'Unita' il Mattino 10/11/2013 il Mattino 10/11/2013 il Mattino Plus24 (il Sole 24 Ore) il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore Corriere della Sera Corriere della Sera 09/11/2013 Corriere della Sera 10/11/2013 la Stampa la Stampa 11/11/2013 TUTTI CONTRO LA LEGGE DI STABILITA' IMPRESE DELUSE, SINDACATI IN SCIOPERO LETTA: NO ALL'IMU, TASSA S LA CARICA DELLE PARTITE IVA CONTRO L'AUMENTO DELLE ALIQUOTE MA IL LANDINI DELLA FIOM LO SA? LETTERE EXPORT E COMUNICAZIONE ANTICRISI PMI, PEGGIORA IL RITARDO CARO RENZI, ECCO LE VERE PENSIONI D'ORO Int. a V.Merola: "RIMBORSO IMU, IL GOVERNO NON DEVE PRENDERCI IN GIRO" PD: PRELIEVO SUGLI ASSEGNI D'ORO PER PENSIONI PIU' EQUE CASSA INTEGRAZIONE: FALSO UN SUSSIDIO SU 4 E ORA MANCANO I SOLDI SINDACATI, VIA ALLA MOBILITAZIONE: DA DOMANI 4 ORE DI SCIOPERO IL PRESIDENTE INAIL "PRESTAZIONI IN CALO PER I TAGLI" TROPPI I PUBBLICI DIPENDENTI? NIENTE AFFATTO IVA NON PAGATA, E' RECORD DI DENUNCE DUE ANNI DI CURE BCE FRENANO LO SPREAD PENSIONI AGGANCIATE AI PREZZI, SI' DI LETTA UNA TASSA PATRIMONIALE (TEMPORANEA) PUO' SERVIRE. MA NON BASTA PENSIONI AGGANCIATE AI PREZZI VIA IL BLOCCO FINO A QUOTA 3.000 BERLUSCONI- ALFANO, ORMAI E' GUERRA ROMA E BERLINO LA POLITICA GUARDA SOLO AGLI ANZIANI 11/11/2013 10/11/2013 11/11/2013 09/11/2013 09/11/2013 09/11/2013 10/11/2013 11/11/2013 11/11/2013 09/11/2013 10/11/2013 10/11/2013 11/11/2013 11/11/2013 10/11/2013 Formazione professionale, Snals: “Passo avanti verso i lavoratori” FORMAZIONE PROFESSIONALE 10 novembre 2013 “Sembra che che finalmente si veda un po’ di luce in questo triste periodo per la formazione professionale siciliana“,questo è il primo commento rilasciato dal coordinatore regionale dello Snals Confsal, Giuseppe Milazzo, dopo la pubblicazione della direttiva dell’assessore Scilabra alla dirigente generale Corsello, sul trasferimento diretto degli stipendi ai lavoratori degli enti che hanno subito la revoca dell’accreditamento. La direttiva è infatti basata sul DPR 207/2010 che all’articolo 5 disciplina l’intervento sostitutivo della stazione appaltante nel caso di mancato pagamento degli oneri retributivi da parte della ditta aggiudicataria. Nello specifico del settore della formazione professionale siciliana, la direttiva sollecita “ad adottare le procedure più opportune per sbloccare i finanziamenti a valere sull’Avviso 20/2011 non ancora erogati agli enti gestori cui l’amministrazione ha revocato l’accreditamento e conferendo alle risorse da trasferire l’esclusivo vincolo di destinazione al pagamento delle spese per il personale dipendente”. “Da tempo lo Snals Confsal si batte per questo che ad oggi sta per diventare un importante traguardo per i lavoratori della formazione”, continua Milazzo, “si spera che tale direttiva diventi presto esecutiva anche perché i lavoratori sono stanchi e stremati dall’attesa di ciò che spetta loro di diritto, secondo la legge e il Ccnl”. Altro scoglio da superare, oltre a quello fondamentale degli stipendi arretrati che pare si stia risolvendo, è l’immediata ricollocazione dei lavoratori di quegli enti che hanno ricevuto la revoca. “I lavoratori non possono subire colpe che non gli appartengono e l’amministrazione regionale deve salvaguardare il loro posto di lavoro, deve assicurare la retribuzione mensile e trovare velocemente una soluzione per regolamentare il sistema formazione in maniera concreta e nel rispetto della legge e del Ccnl“. “Lo Snals Confsal auspica” conclude Milazzo “che il governo regionale e gli organi di competenza traducano in maniera concreta l’attenzione verso le esigenze dei lavoratori, i quali continuano a mantenere lo stato di agitazione”. Quotidiano nSole9]{l mmrn Data 11-11-2013 Pagina 25 Foglio 1 /3 www.ecostampa.it fOiUiI.Il.lIO 114 E I super-diplomi per trovare lavoro Placement record per gli Its, le super-scuole di tecnologia nate in stretta alleanza con le imprese. Il 57% dei giovani diplomati trova subito lavoro. Le super-scuole di tecnologia sul territorio Sono 139 i corsi attivati dalle super-scuole di tecnologia che hanno coinvolto 3mila ragazzi Its, lasciapassare per il lavoro Stretta alleanza con le imprese: il 57% dei diplomati è subito occupato Francesca Barbieri Claudio Tucci Controller della fIliera agroalimentare, esperti meccatronici, periti per l'uso efficiente dell'energia. Sono solo alcuni esempi dei profIli iperqualificati "sfornati" quest'anno dagli Its, le 62 super-scuole di tecnologia (più due in fase di start-up) che stanno ultimando 139 corsi post-diploma (al 31 ottobre, con la partenza del secondo ciclo, ne risultano attivati 252). Un canale parallelo alla laurea triennale che punta ad arginare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro per creare occupazione giovanile, valorizzando le peculiarità del territorio e le richieste delle imprese, attraverso la messa a punto di percorsi che prevedono stage obbligatori per almeno il 300;(, dell' orariosu quattro semestri di lezioni che possono arrivare a sei - e la metà dei docenti proveniente dal mondo produttivo. Occupati oltre ilSO% I risultati in termini di placement sono incoraggianti: in base alle statistiche del Miur (riferite ai primi 825 diplomati, mentre 250 raggiungeranno il titolo entro fine anno), gli occupati sono 470, il 57% del totale. Con punte d'eccellenza, come l'Its Accademia marina mercantile di Geno- po, ma anche nella fIliera, grazie agli ottimi risultati ottenuti in fase di esame che superano, in media, i 90 punti su cento». Stesso appeal che riguarda i profili della bio edilizia, su cui è focalizzato l'Its Red di Padova: «Stiamo lavorando in un'area in crisi - spiega il manager organizzativo Marco Favaro -, dove le chance di recupero arrivano dalla possibilità di costruire secondo il risparmio energetico. Per questo serve una nuova generazione di tecnici che sappiano creare e applicare nuove metodologie». Fenomeno di nicchia I numeri per ora sono di nicchia, se si considera che gli ammessi ai corsi - ad accesso limitato con un massimo di 25 partecipanti - sono stati 3.300, scesi a poco meno di 3mila (di cui il 24% donne), dopo il ritiro di circa il 10% degli iscritti e suddivisi tra sei aree: efficienza energetica (299), mobilità sostenibile (747), nuove tecnologie della vita (87), nuove tecnologie per il Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad Made in Italy (1.259), tecnologie innovative per i beni e le attività culturali/turismo (269), tecnologie dell'informazione e della comunicazione (310). Una go ccianelmare,menodell'1%,separagonati al totale degli studenti nella stessa fascia d'età. Le criticità Nei primi due anni di didattica, accanto a fattori di eccellenza, sono emerse anche alcune criticità, possibili freni alla diffusione su larga scala dei super-diplomi: scarso coordinamento istituzionale, eccessiva burocrazia e poche certezze sulle risorse a disposizione. Dietro a ogni Its c'è una Fondazione, partecipata da scuole (130 istituti tecnici e professionali), imprese e associazioni (276), università e centri di ricerca (72), strutture accreditate per l'alta formazione (114). «Per realizzare un corso per venti studenti - osservano da Confrndustria - sono coinvolte decine di soggetti tra componenti del comitato di indirizzo e di quello scientifico. Per evitare questo squilibrio sarebbe utile che a una fondazione corrispondessero più 1ts». Positiva invece la norma contenuta nel dI Carrozza, convertito in legge giovedì scorso, che elimina il divieto di costituire non più di un Hs in ogni regione per la stessa area tecnologica. Per le aziende una priorità è la semplificazione della governance: «Al ministero ci stiamo ragionando - sottolinea il sottosegretario all'Istruzione, Gabriele Toccafondi - ma bisogna tener presente che è necessario mantenere la centralità degli istituti scolastici». Il Miur reputa gli Hs «una straordinaria occasione» per generare competenze spendibili e uso esclusivo del destinatario, non creare nuova occupazione. «Nel primotriennio, perlafasedistartup, sono stati investiti 49 milioni - aggiunge Toccafondi - e nella fase di consolidamento sono disponibili 13 milioni per ogni anno. Adesso analizzeremo quanti ragazzi hanno trovato lavoro, in quale settore e con quali modalità. Vogliamo puntare sul merito e quindi sulla valutazione di alcuni elementi oggettivi per l'erogazione delle nuove risorse finanziarie, come per esempio i numeri dei ragazzi che troverarmo occupazione stabile». [email protected] [email protected] : RJ'RGlìUZlONER.JSERVATA 068391 ACURA DI va. nove tutti i 65 diplomati hanno trovato un lavoro. Sfiora il 1000;(, pure l'Its della meccanica di Vicenza (21 dei 22 diplomati sono occupati). Performance record anche nei sette Its che gravitano attorno all'universo di Finmeccanica - in Lombardia, Piemonte, Campania, Puglia, Toscana, Friuli Venezia Giulia e Liguria -: i giovani, come sottolinea Francesco Mantovani, Senior Vice PresÌdent HR Development and Education, «imparano mestieri ad alta tecnologia e di forte appeal, trovando sbocchi professionali non solo nelle aziende del grup- riproducibile. Pag. 17 nSole9]{l Quotidiano mmrn Data Pagina Foglio 11-11-2013 25 2/3 www.ecostampa.it I primi risultati DISTRIBUZIONE CORSI ATTIVATI PER AREA TECNOLOGICA ENTRO IL 31/12/2012 1\1 N. tORSI AREA TEtNOLOGltA 1\1 N. ITS . . Efficienza . . . energetica (EE) Mobilità sostenibile (MS) Nuove tecnologie per il Made in Italy (MI) ------------------------- ---------------- Tecnologie innovative per i beni e te attività culturali - Turismo (BBCe) l'ESPERTO RISPONDE DOMANI IL QUADERNO SUGLI 5CONTI DEL FISCO Tutte le risposte sulle detrazioni per la famiglia (salute, mutui, scuola), le agevolazioni lva e il regime peri contribuenti minimi Tecnologie della informazione e delta comunicazione (TIC) • In vendita aO,50 euro oltre al prezzo del quotidiano DISTRIBUZIONE TOTALE PER REGIONE Friuli V.G. Lombardia Veneto N.tORSI N.ITS Emilia R. Marche Abruzzo Liguria Molise Toscana Puglia --------- Umbria Lazio • Il ______________ Sardegna _ Calabria Sicilia 068391 -------------------i (') In fase di start-up l'Its Sistema moda di Pescara e l'Its Area nuove tecnologie della vita di Cosenza Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile_ Pag. 18 mmrn Data Pagina Foglio 11-11-2013 25 3/3 www.ecostampa.it nSole9]{l Quotidiano L'IDENTIKIT Gli ammessi, i ritirati e i frequentanti per area tecnologica e % femminile -~---- I informazi one e comunica zione Tecnologi e innovativ e beni culturali e turismo I I I I --- 299 4 4 74/1 9 9 S't 6 - I +- - - - - - - - ~ I I - 6 -~--- 1.2.59 60 51 ._- , ! 333 I I 302 I I --1~~ 1---251 tUO 8 --- --- 269 22 .i~971 24 068391 Tutte le aree I I Frequentanti % Donne Totale - - - - - - I-'-----~ 1------ 1 1 --r-, ! -----"----'-- % Donne Area Tecnologica Efficienza 338 energetic a Mobilità 827 sostenibi le Nuove tec not;giel 111 della vita I --Nuove tec n~logie T---l.395 per il Mad e in Italy I ---+-Tecnologi e - rati Ammes Totale Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 19 nSole9]{l mmrn Data Pagina Foglio Le misure per l'istruzione LE PROSSIME SCADENZE I I I settOl; da semplificare Nella bozza di ddl spazio al reclutamento dei professori e il finanziamento degli atenei 09-11-2013 11 1 /2 L'appello del ministro Carrozza: «I docenti universitari over 70 vadano in pensione, spazio ai giovani» Ancora 31 tappe www.ecostampa.it Quotidiano per l'attuazione del decreto scuola Slitta il varo della delega sui testi unici Eugenio Bruno Claudio Tucci ROMA Fatte le norme, ora bisogna attuarle. E per rendere efficaci tutte le misure contenute nel decreto Istruzione, convertito in legge giovedì scorso dal Senato, occorrerà varare ancora 31 provvedimenti attuativi, di cui ben 16 decreti ministeriali, secondo la tabella stilata dalla Dil Scuola e pubblicata qui accanto. Mentre Maria Chiara Carrozza, dai microfoni di Radi024, torna a scagliarsi contro i "baroni": «I docenti universitari oveqo vadano in pensione, e lascino spazio ai giovani». Al Miur è partito il lavorio per attuare il dI Istruzione che andrà a incrociarsi con il varo della delega per il riordino dellanormativa in materia di scuola, università e ricerca. Su cui il Consiglio dei ministri di ieri ha deciso di non decidere. Delle 32 tappe di attuazione previste dal dI Carrozza una è già stata compiuta a fme settembre con l'assegnazione degli 8 mi- lioni per il 2013-2014 alle scuole per il comodato d'uso dei libri agli studenti meno abbienti. All'appello ne mancano ancora 31. Per alcuni dei quali non è prevista una scadenza da rispettare. È il caso, ad esempio, del programma sperimentale per lo svolgimento di periodi di formazione in azienda per gli studenti degli ultimi due armi delle scuole superiori per il 2014-2016, attraverso contratti d'apprendistato. Per rendere operativo il programma è necessario che Miur, Mef e Lavoro concertino i contenuti del dm. Anche se la legge non specifica" entro quando". In teoria il prossimo atto in calendario da mettere nero su bianco dovrà essere il decreto MiurMef, d'intesa con le regioni, per attribuire i contributi ai ragazzi di medie e superiori per il "welfare dello studente" (prime misure, fIDanziate com5milioni di euro per il solo 2014). Dopodiché, entro 60 giorni, dovrà essere emanato un decreto interministeriale (Istruzione-Beni culturali) per l'accesso gratuito ai musei. «Se le date sararmo rispetta- te - sottolinea il numero uno della Dil Scuola, Massimo Di Menna - dai primi giorni di gennaio gli insegnanti potrarmo entrare gratuitamente nei musei. Se si tarda, si pagherà». Entro iI 31 marzo (di ogni anno) il Miur dovrà inviare agli studenti degli ultimi due anni delle superiori un opuscolo informativo sulle borse di studio (per l'università); mentre è affidato a un dm (da varare entro quest'armo scolastico) il compito di definire modalità e criteri di fmanziamento di progetti per la costituzione o l'aggiornamento dei laboratori scientifico-tecnologici. Entro gennaio 2014 dovrarmo essere adottati i piani di orientamento e per i tirocini formativi. Serviranno invece apposite linee guida (ma non è indicato un termine per emanarle) per definire il prolungamento dell'orario di scuola per combattere la dispersione scolastica. Se quindi c'è da correre (e fare ancora molto) per dare piena operatività al dI Istruzione, bisognerà attendere uno dei prossimi Cdm per il varo della delega per iI riordino (e semplificazione) della normativa su scuola, università e ricerca visto che ieri il governo si è limitato a un esame preliminare del testo. Nella bozza del provvedimento entratain Consiglio si fissa un termine di nove mesi per varare i decreti legislativi. Per lascuoJa, tra le materie oggetto della delega, figura iI reclutamento del personale docente (è l'ennesimo armuncio di riordino), gli organi collegiali, le reti di istituti e i procedimenti amministrativi relativi allo status giuridico e al trattamento economico del personale scolastico. Per l'università il ddI punterebbe a semplificare una serie di procedimentiinmateria difmanza e bilancio, valutazione, organizzazione degli atenei, contributi universitari, abilitazione scientifica nazionale (introdotta dall' ex ministro Mariastella Gelmini) e reclutamento dei docenti. Per iI settore ricerca, infme, la semplificazione interesserebbe il fmanziamento e il personale degli enti, la durata del programma nazionale della ricerca e la gestione delle risorse fmanziarie. ItRfPROOUlIONERISERVATA IL RISCHIO DJ UN RINVIO 068391 Tra i provvedimenti privi di un termine finale per l'emanazione spiccano le convenzioni per valorizzare l'apprendistato Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 20 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina Foglio I I provvedimenti attuativi AttI! On,tto Termine Atto IOuetto Dm Miur- Mef Contributi a studenti delle superiori da ripartire tra le Regioni Elltro 20 giorni Piano Miur Dm Miur-Lavoro IOrientamellto_e tirocini formativi Programma sperimentale per aoorendistato in azienda Modifiche alla durata del permesso di soggiorno per stranieri per motivi di ;studi() Attuazione mutui per l'edilizia scolastica e residenziale universitaria dall'entrata in vigore l~gge conversione Bando Regioni ,Bandi per definire i benefit e Entro 30 giorni individuarne i beneficiari dall'attribuzione da parte del Miur Dm Miur Invio opuscolo su borse di studio a tutti gli Entro il 31/03 di ogni studenti degli ultimi 2 anni delle su(>eriori anno Bando Miur Premi di studio per studenti Afam Entro il 27109/2013 (già scaduto) Comunic.Miur 'Attribuzione premi per studenti Afa m 1131/03/2014 DmMiur-Pol. agro Programmi di educazione alimentare Non indicato Linee guida Per una corretta alimentazione Non indicato Miur-Mise ---Codice di Publbicità ricariche per sigarette Entro 6 mesi autoregolament. elettroniche con nicotina dall'entrata in vigore legge conversione Valutazione dei sistemi di istruzione Entro 90 giorni Avvio monitoraggio professionale, tecnica e liceale dall'entrata in vigore legge conversione Miur Conclusione Valutazione dei sistemi di istruzione Entro 12 mesi professionale, tecnica e liceale dall'avvio monitoraggio Concorso per elaborazione progetti Bando Miur Entro il 31/12!20i3 didattici nei musei Dm Miur Criteri finanziamento di progetti per la Dall'anno scolastico costituzione o aH'aggiornamento di 2013/2014 laboratori scientifico-tecnologici Dpr Diritti e doveri degli studenti impegnati Entro 60 giofni ,nei percorsi di alternanza scuola-lavoro dall'entrata in vigore legge conversione Invio al Miur del software prodotto nel Entro la fine di ogni Elaborati delle scuole corso dell'anno scolastico Linee guida per il prolungamento Non indicato Dm Miur dell'orario scolastico -"._"-~~- --~-- -~--~._- ~,'----------- _ _ _ •• _ _ _ . . _ _ _ - Dm Mef-Miur Relazione Mit~tvlJ!f-Miur Dm Interno Stato di avanzamento dei lavori interventi di edilizia scolastica Iprescrizioni prevenzio-ne degli incendi negli edifici scolastici entro il Entro il 31/01/2014 Non indicato Entro 6 mesi dall'entrata in vigore legge conversione Entro 3 mesi dall'entrata in vigore legge conversione Annualmente Entro 6 mesi dall'entrata in vigore 31112/2015 le!!!!e conversione Dm Miur-Mef Contin!!ente organico dirigenti scolastici Non indicato Definizione di ,Integrazione anagrafi degli studenti Entro l'anno mod_slità Miur scolastico 2013/2014 DmMiur Modalità di accesso ai dati di natura Non indicato sensibile_ degli studenti_J_on disabilità Dm Miur-Mef- Pa Piano triennale per stabilizzazioni Non indicato loersonale docente educativo e Ata DmMiur Organizzazione delle attività formative e Non indicato di aeeiornamento oersonale scolastico --Dm Mibac-Miur Modalità per l'accesso gratuito ai musei Entro 60 giorni statali e ai siti di interesse archeologico, dall'entrata in vigore storico e culturale le21!e conversione Dpcm Modalità svolgimento corso-concorso a Entro 4 mesi dirigente scolastico dall'entrata in vigore I legge conversione -Dpr Reclutamento del personale Afa m Entro1BO giorni dall'entrata in vigore le~~e conversione Dm Miur Ripartizione fondi Istituti superiori di Non indicato Istudi mu_~.icali non stata IL. Dm Miur IFinanziamento accademie non statali di Non indicato belle arti ______ ~-- 068391 _ 0 _ _ _- =t0 Dpr Termine ___ www.ecostampa.it I 09-11-2013 11 2/2 Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 21 nSole9]{l mmrn 09-11-2013 11 1 Data Pagina Foglio www.ecostampa.it Quotidiano Verso le sblocco. Pronto il decreto da portare alla Conferenza Stato-Regioni In arrivo i fondi alle paritarie -ROMA negli istituti paritari. Una volta ottenuto l'ok in Stato-Regioni si procederà all'attribuzione dei fondi attraverso due tabelle di riparto. La prima riguarda le somme immediatamente disponibili e ammonta a 142,7 milioni di euro. Gran parte dei quali (34 milioni) andranno alla Lombardia; a seguire Campania 69,4 milioni), Veneto (17,3 milioni) eLazio 66,1 milioni). A sua volta la seconda tabella include le poste precedentemente accantonate. Si tratta di 80,2 milioni che sono vincolate al raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei costi della politica regionale previsti dall'articolo 2 del decreto 17412012. Qualora ciò non accadesse le risorse destinate alla singola Regione verrebbero "congelate" e desti- Una boccata d'ossigeno in arrivo per le scuole paritarie. Il ministero dell'Istruzione ha messo a punto il decreto ministeriale che distribuisce alle Regioni i 223 milioni dello stanziamento contenuto nella scorsa legge di stabilità. Somme che, come previsto dalla legge, i governatori potranno escludere dai saldi del patto di stabilità. Il provvedimento, che sarà all'esame di una delle prossime sedute della Conferenza Stato-Regioni, suddivide le risorse in due "contenitori" distinti. Precisando però che in entrambi i casi la ripartizione avverrà sulla base dei criteri già seguiti per la distribuzione del 2012 e secondo la consistenza di classi/alunni nate a un successivo riparto. Anche in questo caso l'assegno più cospicuo (19,1 milioni) dovrebbe spettare al sistema lombardo di istruzione paritaria. Immutate anche le altre due piazze del podio, con la Campania che è destinata a ottenere un milione in più del Veneto: lO,9 milioni contro 9,7· Fin qui gli stanziamenti per il 2013. All'orizzonte c'è poi il rifinanziamento per il 2014 contenuto nel disegno di legge di stabilità che è attualmente all'esame del Senato per il primo passaggio parlamentare. In quel provvedimento la posta accantonata per le scuole paritarie ammonta a 220 milioni di euro. E tale dovrebbe restare. Eu.B. IO RIPRODUZIONE RISERVATA Le risorse per le paritarie Regione Piemonte - Valle d'Aosta ---- disponibili Somme Somme accantonate 9.084.709 5.110.149 Regione Lazio 174.837 98.346 Abruzzo 16.171.967 9.096.731 25~~ 19.144.261 Molise Veneto 17.399.048 9.786.965 (.m,,,;. 2.649.266 1.490.212 -2.269.718 ----------------~----- Friuli V.G. - Liguria I 4.035.055 Emi" =P.191.194 Toscana_ I 6.075.481 ~ 967.430 Puglia ~ --- --- 19.400.75tlO.9U.926 6.387.415 ------ Basilicata 571.559 i ----- 6.295.046 Calabria 3.417.458 Sicilia 145.101 3.592.921 ----- 321.502 3.267.452 544.179 ~1W.762 --870:616 068391 Marche Somme accantonate 1.69~~ _955.018 34.034.242 Umbria Somme -t-----~ Lombardia --- disponibili Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 22 COBBIEBE DELLA SEBA Data 10-11-2013 Pagina 19 Foglio 1 Online Sul Canale Scuola di Corriere.it interventi di pedagogisti ed esperti. Marco Rossi Doria chiama in causa i genitori «TI tempo delle Medie»: storie, problemi (e consigli) Bulli e ragazze, prof vecchi, noia e tanta vergogna. Èil tempo (difficile) delle medie, quello in cui non si è più bambini e non si è ancora nemmeno adolescenti. In cui ci si allontana dai genitori come unica figura di riferimento ma si stenta a trovarne di nuove fra docenti davvero troppo distanti per età ed esperienze (l'età media dei professori è di oltre 50 anni). I risultati di questa incomunicabilità reciproca sono sotto gli occhi di tutti. Il verdetto delle statistiche internazionali (Pirls, Timss, Pisa) non lascia scampo: mentre i barÌl.bini italiani alle elementari se la cavano benone, anche meglio di molti loro coetanei, il rendimento precipita proprio nel passaggio alle medie (come ben dimostrato da una ricerc€l della Fondazione Agnelli). E cosÌ che ormai si sprecano le metafore negative sulla scuola media: «anello debole», «buco nero» del sistema dell'educazione italiana. Nata 50 anni fa per garantire un'istruzione di qualità a tutti, la media unica c'è riuscita solo a metà: ha innalzato sÌ il livello di scolarità (prima i figli degli operai e dei contadini erano «condannati» all'avviamento professionale, se mai ci arrivavano) ma non ha saputo garantire a tutti i ragazzi le stesse opportunità di successo scolastico. Con il risultato che mentre nella scuola primaria i bambini viaggiano ancora abbastanza alla pari, le differenze socioculturali esplodono proprio alle medie: quanto più la famiglia è istruìta, tanto migliori sono i risul- tati scolastici. Per questa ragione il Canale Scuola di Corriere.it (corriere.itjscuola) ha deciso di dedicare un dossier alle medie. C'è il parere della pedagogista Anna Rezzara che spiega le difficoltà dell'adolescenza, l'età ingrata in cui il corpo (che cambia) è ossessivamente al centro dei pensieri dei ragazzi. C'è il ricordo dello scrittore Antonio Pascale sulle sue medie senza ragazze, fra Mazzola e il «Che». E quello di Paolo Conti sui suoi temi letti ad alta voce davanti al resto della classe, tremando per il giudizio dei compagni. C'è il racconto fatto da Nico Naldini a Paolo Di Stefano di quando suo cugino Pier Paolo Pasolini leggeva Ungaretti e Montale ai figli dei contadini nella scuola media di Versuta, in Friuli. E una videointervista al sottosegretario Marco Rossi Doria che auspica un passaggio meno traumatico dall'ambiente ovattato delle elementari a quello più freddo e anonimo delle medie. Una scuola più accogliente per i ragazzi, certo. Ma Rossi Doria mette anche in guardia i genitori dal rischio di essere troppo protettivi. Perché, forse, dietro le «colpe» della scuola media c'è un problema educativo più ampio: una diffusa fragilità, un'incapacità di accettare gli insuccessi scolastici, di strutturare il senso del limite che chiama in causa tutti, anche i genitori. E che va affrontata insieme. www.ecostampa.it Quotidiano © RIPRODUZIONE RiSERVATA Su Corrlere.lt/scuola Tutti gli interventi nel Canale Scuota 068391 Incomunicabilità L'illustrazione è tratta dal libro di James Patterson «Scuola media, gli anni peggiori della mia vita», Salani editore Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 23 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA PISA - La digitalizzazione dei libri di testo? Un processo irreversibile. «Attenzione però - avverte il ministro Maria Chiara Carrozza -la cosa più importante restano i contenuti». E, con la crisi e i tagli nel settore pubblico, servono anche i finanziamenti privati. Perché si può parlare di progetti, piattaforme e-learning, ipermedia, scrittura condivisa e nuvole digitali, ma se mancano i soldi tutto resta nell'iperuranio delle buone intenzioni. «Segnali importanti arrivano da alcune Fondazioni bancarie - spiega la ministra dell'Istruzione -, come la Cassa di risparmio di Livorno e Lucca, che hanno cofinanziato insieme al Miur iniziative e bandi rivolti alle scuole. È un esempio positivo che vorrei pqrtare a livello nazionale». EMaria Chiara Carrozza a monopolizzare l'attenzione del convegno «Uno, nessuno, centomila Libri di testo e risorse digitali per la scuola italiana in Europa» organizzato da Scuola Normale Superiore di Pisa e Miur. Ascolta da spettatrice e, ai margini del seminario, risponde anche all'insidiosa domanda sulla doppia rottamazione di libri cartacei e professori over 70. Precisa di non voler rottamare nessuno (né libri né professori) però ribadisce che «ci sono tante persone di 30 e 40 anni che hanno vinto concorsi universitari e non riescono ad insegnare nei nostri atenei». E, sulla questione del testo digitale o cartaceo, è necessario « scegliere il modo con il quale investiremo e avviare un serio dibattito scientifico e pedagogico sui contenuti». Scomparirà il caro vecchio manuale scolastico? «Assolutamente no, sarà 1 ancora protagonistaspiega Giorgio Riva, direttore generale Rcs Education, tra i relatori del convegno -. TI libro di testo è e sarà il centro di gravità attorno al quale ruoteranno ambienti multimediali condivisi e altri servizi». Riva mostra i dati di una ricerca europea sulle competenze nella lettura degli studenti quindicenni che proiettano il Nord Europa nelle prime posizioni (al top c'è la super tecnologizzata Finlandia) e vede l'Italia arrancare verso il basso e posizionarsi al quartultimo posto sulla presenza delle tecnologie nelle scuole davanti a Romania, Slovacchia e Turchia. «Non è poi così rilevante se il libro di testo è digitale e cartaceo spiega -. L'importante è che continui ad essere l'insieme di contenuti ordinati del sapere, il simbolo di una conoscenza omogenea e condivisa». Marco Gasperetti © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli esempi Ritaglio Scuola: testate nazionali Foglio www.ecostampa.it libri digitali eFondazioni «Aiutate la scuola» 10-11-2013 19 «In Toscana ci sono esempi positivi che vorrei portare a livello nazionale» -::~::;..;~~,,~~~~ ~;:'.~ :.' : ';:"';:. ,;:."' :.C' I ,·,·"",··,,·,",·,,--1 068391 Il ministro il Pisa Data Pagina stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 24 LA STAMPA Pagina 11-11-2013 11 Foglio 1 /2 Data I "Non conoscere le nozioni di base mette a rischio anche la democrazia" www.ecostampa.it Quotidiano Lusardi (Washlngton University): ":Leconomia diventi materia nelle scuole" --------------- FRANCESCO SPINI MILANO rubinetto cui, per anni, tutti poteva- benessere, mentre i mercati finanziano attingere, dalle carte di credito fi- ri diventano più complessi. Se vivo in un Paese che me lo permette, posso no ai mutui subprime». Poi è scoppiata la crisi: cosa è suc- indebitarmi anche in modo importante. Nel Ventunesimo secolo conoscere cesso? «Ha rivelato come l'ignoranza abbia l'abc della finanza è fondamentale». delle conseguenze, non solo per chi In una società in cui i banchieri concommette gli errori ma anche per tano più dei politici, la democrazia è a rischio? l'economia nel suo complesso». «Sì. Che democrazia è quella in cui siaQui entra in gioco l'educazione... «Il tema è presente già con la presi- mo chiamati a votare riforme che non denza Bush, senza che si faccia gran- capiamo? L'ignoranza finanziaria si riché. Con Obama, invece, il Tesoro flette anche nel dibattito economico. crea una sezione dedicata, l'Office o[ Quando i politici dicono cose di econoFinancial Education, dove ho lavora- mia che non hanno senso, lo dicono to, che avvia una grande indagine sul perché si trovano davanti a un pubblitema. Il primo passo per impostare le co che è di fatto analfabeta». Negli Usa si studia la finanza a scuola? politiche espresse con il Dodd-Frank Act, come l'istituzione del Consumer «Sì, ma solo in 14 stati, perché la politifinancial protection bureau, a prote- ca dell'educazione non è fatta a livello federale ma statale». zione dei consumatori». gnorare la finanza nel Ventunesimo secolo «equivale a essere analfabeti», spiega Annamaria Lusardi. E questo, aggiunge, «mette a rischio la stessa democrazia». Docente di economia alla George Washington University Scho01 ofBusiness, già consigliere del preQual è la giusta strategia per imposidente Usa Barack Obama sui temi stare un piano di insegnamento? dell'educazione finanziaria, Lusardi, secondo il New York Times, è tra i sei «Raggiungere gli adulti è difficile, aneconomisti più influenti a proposito che se negli Usa ci sono corsi loro dedicati sui posti di lavoro. Ma senza di riforme sui temi finanziari. Professoressa Lusardi, cosa ha por- dubbio si deve partire dalla scuola». In che modo? tato gli Usa a scoprire il problema «Deve essere una materia, come la dell'educazione finanziaria? storia e la geografia. Negli Usa la chiamano, con una bella definizione, "alfabetizzazione finanziaria". Ci riUn futuro pieno di esperti di finanza? corda che conoscere l'abc della finan«Non insegniamo letteratura perza è davvero necessario, esattamente ché la gente scriva "Guerra e Pace", come leggere e scrivere. ma perché apprezzi un buon libro. Siamo un mondo di analfabeti? «Viviamo in un'epoca in cui sia lo Sta- L'educazione finanziaria è come una to sia il datore di lavoro ci caricano patente, ormai necessaria per strade della responsabilità del nostro futuro della finanza sempre più trafficate». 068391 «Due grandi processi che, negli ultimi vent'anni, hanno causato negli Usa il passaggio di responsabilità dalle istituzioni all'individuo. Uno è il cambiamento di sistema pensionistico ha costretto il lavoratore, che spesso non sa distinguere un'azione da un'obbligazione, a scegliersi il fondo cui affidarsi. L'altro è l'accesso al credito che si è sviluppato come un Cosa devono imparare i ragazzi? «I concetti di base per prendere le decisioni. Quello di interesse composto, per esempio. Una semplice regola matematica che. è pazzesca, perché ci fa capire come sia importante cominciare presto a risparmiare e come i debiti contratti al 20-25% raddoppino velocemente... Fondamentale è anche la diversificazione del rischio, tra i concetti più difficili da far capire». Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 25 Quotidiano LA STAMPA Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 10-11-2013 41 1 Verbania Scuole professionali Arrivano gli stipendi Risolto, almeno per novembre, il problema stipendi per le scuole professionali del Verbano Cusio Ossola. Le agenzie formative coinvolgono circa mille ragazzi e sono duecento i lavoratori interessati. Gli istituti avevano esaurito i fondi di cassa e tre giorni hanno annunciato l'impossibilità di pagare il prossimo stipendio. Ieri la comunicazione della Regione: entro fine mese saranno versati 4,5 milioni. 068391 lIIiIIIIIIIII Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 27 Quotidiano Pagina 09-11-2013 19 Foglio 1 /2 Data il Giornale www.ecostampa.it I PUBBLICITÀ CHOC DI UNA SCUOLA Imparare un mestiere meglio di una laurea di Carlo Lottieri a pagina 19 DILEMMA REALE Il fallimento del sistema educativo Il poster che disillude: «Imparare un mestiere? Meglio che laurearsi» La pubblicità di una scuola professionale: «Studi tanto efai il precario ofai un corso eti realizzi?», Purtroppo c'è del vero.. , "" r~ - f'" n istituto professionale di Treviglio ha scelto di promuoversi diffondendo il manifesto riprodotto in questa pagi~ na: contrapponendo, anche con una certa ironia, il destino di chi rimane per anni alle scuole superiori (epoi va pure all'università) sen za infine trovare una strada e quanti, invece, ottengonounaformazioneassaipiùprofessionale e, anche per questo, hanno la chance di avere un lavoro carico di soddisfazioni. Sul tema, ovviamente, si possono sviluppare considerazionimoltodiverse.Unacosaèchiara: in Italia la contrapposizione tra chi studia e chi no, oggi, non coincide necessariamente con chi sa e chi non sa. Coloro che vivono entro il nostro sistema d'istruzione (monopolistico, autoreferenziale, burocratico, incapace di allontanare da sé quanti lavorano poco e male) sanno che la qualitàdichifrequentailiceieleuniversitàstacalando a vista d'occhio. È vero che abbiamo un gran numero dilaureati sotto occupati rispetto al titolodicuidispongono,maquestononnecessariamente vuoI dire che siano sotto occupati rispetto alla loro formazione. La strada che un ragazzo intraprende quando deve scegliere che scuolafrequentareinmolticasinesegnailfuturo. Un percorso cheaiutiatrovare facilmente un lavoro può essere da privilegiare, manon è affatto detto che questo sia l'unico o il principale elemento da tenerein considerazione. Perché se da un lato è vero che illavoro si giuRitaglio Scuola: testate nazionali stampa ad stifica soltanto se qualcuno è disposto ad acquistarloequindiafinanziarlo (seèunservizio },d'altro lato bisogna considerare che questo non comporta affatto la rinuncia a quel mondo di valori, saperietradizioniculturalichecimetteincontatto con Shakespeare o sant'Agostino. Lenostreuniversità, però, in troppi casi hanno reciso il cordone che le collegava -storicamentecon il cosiddetto «canone occidentale» e con la grande tradizione alle nostre spalle. Negli anni scorsi varie facoltà hanno introdotto indirizzi di studio che non sono formativi sul piano culturaleenemmenoprofessionalizzanti.Cisièsmarriti all'inseguimento di tendenze dell'ultima ora che in molti casi sono svanite con la rapidità con cui erano emerse. Abbiamo moltiplicato i titoli di studio e le frustrazioni al tempo stesso. La cinica contrapposizione rappresentata dal manifesto, allora, ci parla racconta anche e soprattutto del fallimento del sistema educativo di Stato. C'è poi un altro aspetto che va evidenziato e concernel'ideastessadi «sapere». Si è sempre valorizzatochisacostruireunmobile,suonareuno strumento o condurre una fattoria. Sono attività che probabilmente non siapprendono primariamente in unascuolao grazieailibri,macheegualmente implicano conoscenze, know how, pratiche. Si tratta di abilità che in genere si trasmettono nelrapportotramaestro e allievo, proprio perché solo in parte sono formalizzate e acquisibili tramite i libri. Nel contesto americano da anni si discute suluso esclusivo del destinatario, non 068391 di Carlo Lottieri riproducibile. Pag. 28 Quotidiano il Giornale Data 09-11-2013 Pagina 19 Foglio 2/2 068391 www.ecostampa.it i' opportunità, o meno, di preservare e/ o valorizzare quel tipo di formazione universitaria che preparainmanieraliceale più che conferire competenze professionali, ritardando quindi quest' altro tipo d'istruzione. Ci sono argomenti pro e contro, manon in astratto: da valutarsi caso per caso. Lo stesso vale da noi, poiché studiare giurisprudenza ha una sua dignità e lo stesso vale per i' apprendimento di competenze manuali. Il problemaè che nell'uno e nell'altro caso abbiamo bisogno di istituzioni formative davvero al servizio dei giovani. In moltissimi casi, oggi, non è così. stampa Scuola: testate nazionali ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 29 Quotidiano il Giornale Data Pagina Foglio 09-11-2013 19 1 www.ecostampa.it «Dna nuova ricerca dell' istituto Toniolo rileva che il posto fisso conta ma gli under 30 hanno tanta voglia di mettersi in proprio». E molti ce la fanno? «La crisi ha falciato anche le imprese giovanili ma quelle gestite dagli under 35 rappresentano ilI 0,6% del totale delle aziende attive e questo dimostra la loro voglia di protagonismo e imprenditorialità». Ci sta dicendo che è meglio non laurearsi? «In Italia la crisi ha colpito soprattutto i laureati: il tasso di disoccupazione è de120,9% rispetto a un 6% dell'area De. Si salvano solo le lauree tecnico- scientifiche: medicina, informatica e ingegneria. Lettere, psicoEnzaCusmai logia, filosofia sono i fanalini di coda» . • CristinaPasqualini,docentedi C'è qualche spiraglio di ripresa? metodologia delle Scienze socia«La situazione rimane preocculiall'UniversitàcattolicadiMilapante. Da noi il tasso di disoccupano,igiovanisonoancoraschizzizione dei giovani trai 15 ei24 anni è nosi sulla scelta del lavoro o la de140% e la situazione tende a pegC'è un ritorno giorare crisi ha cambiato le cose? senzala ricerca di nuove mi«No, nonlo sono: in passato ilavo- al lavoro sure per l'occupazione giovanile. Il ri manuali sono stati considerati di manuale, ma pro blema per le nuove generazioni serieB. Ora è diverso. C'è un ritorno rimane quello di trovare un lavoro di qualità alla manualità ma di qualità». rispondente al titolo di studio». Si preparano diversamente? Un ragazzino che esce delle me«Oggiilgiovanepretendecompedie che deve fare? tenza e qualificazione in ogni setto- Non basta «lo consiglierei un buon orientare e dunque illivello di formazione è studiare, mento per capire bene verso dov' è importantissimo. Prima si faceva le portato. Poiformarsi. Conta acquiossa andando a bottega. Oggi, con bisogna sire competenze spendibili perillala crisi economica, molti piccoleim- essere bravi voro futuro. Non serve fare l'idrauliprese artigiane hanno chiuso e i raco o l'ingegnere, serve diventare un gazzinonhannopiùlapossibilitàdifareprati- bravo idraulico e un bravo ingegnere. Insomca per farsi venire un' idea auto-imprendito- ma, bisogna entrare nel mondo dellavoro con riale». "gli attributi" perché le aziende selezionano Ma il posto fisso resta ancora un ideale per solo i bravi, creativi, con esperienza all' estero i giovani? e voglia di spendersi in équipe». LA SOCIOLOGA «La crisi ha colpito di più i laureati C'è voglia d'impresa» 068391 La professoressa Pasqualini: «Ragazzi sempre meno choosy» Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 30 Data Pagina MILANO Foglio 11-11-2013 9 1 LA SENTENZA Nessun abuso nella scuola di Basiglio Ultima assoluzione per le maestre www.ecostampa.it Quotidiano il Giornale Dopo cinque anni la parolafine a un caso che scosse l'Italia. Non dovranno pagare alcun risarcimento Paola Fucilieri • Sembra essersi chiusa definitivamente la travagliata vicenda riguardante l'istituto omnicomprensivo di Basiglio e alcuni fatti che vi accaddero quasi cinque anni fa. Il processo d'appello, chiesto dalle parti civili (ora condannate a pagare le spese processuali) e tenutosi lo scorso 28 otto bre presso la quarta sezione penale del tribunale ordinario, ha riconfermato infatti tutte le sentenze di primo grado. I cinque imputati - quella che era allora la preside dell'istituto, l'assistente sociale, due insegnanti e uno psicologo - erano già stati tutti assolti il211uglio 2011 perché «il fatto non sussiste». Ora in aula è stata rigettata anche la provvisionale di 120mila euro richiestasempredailegalidellafamiglia dei due ragazzi, fratello e sorella, coinvolti nella vicenda. La vicenda risale al febbraio 2008. Quando, a causa di undisegno osé attribuito a una bimba di 9 anni, la piccola eilfratello maggiore vennero allontanati dai genitori per oltre due mesi. Il disegno raffigurava due bambini, un maschio e una femmina, in atteggiamenti molto equivoci e una scritta che alludeva al fatto che la piccola facesse giochi erotici con il fratello l3enne. Alcuni giorni dopo si venne a scoprire che il disegno non era opera della bimba( che, com'èemersodall'inchiesta, pure aveva fatto un disegno e poi lo aveva distrutto e buttato, ndr) bensì di una sua compagna di classe. Che, però, avrebbe preso foglio e pennarello solamente dopo aver ascoltato il racconto dettagliato della sua amichetta. Seguì un can can mediatico fuori dall' ordinario, dichiarazioni gridate, il coinvolgimento inspiegabile addirittura di membri della giunta comunale di Basiglio. E tutta l' attenzionevenne spostata solo edesclusivamente sui disegni come causa dell' allontanamento dei figli dai genitori. Un castello di sabbia per coprire il vero problema:ilraccontodellabambinacheeraerestava, atuttiglieffetti, l'unico fatto oggettivo e il più preoccupante. Tra coloro la cui vita all' epoca venne maggiormente sconvolta dalla vicenda c'è sicuramente Federica Micali, exassistente sociale, ora 32enne. La donna,in seguito aquella brutta storia, dovette ricominciare unanuovavitaacirca500chilometri da Milano, in provincia di Roma, precisamente nella zona dei Castelli. Difesa dall' avvocato Lucia Lucentini, molto sostenuta dal compagno e da tuttalafamiglialaMicalierastata accusata perché, dopo la segnalazione dei disegni, insieme allo psicologo della scuola, al solo scopo di chiarire la vicendae salvaguardare i due fratelli, richiese l'intervento del Tribunale dei minori che, a sua volta, dispose l'allontanamentotemporaneodeibambinidalla famiglia. A quel punto contro la donna, lo psicologo, le insegnanti e la preside dell'istituto di Basiglio si scatenò il finimondo. I genitori dei ragazzini vennero difesi da buona parte della cittadina, si formò anche uncomitatochemiseincampo cortei, fiaccolate e proteste. L'operato istituzionale (quello della scuola, dei servizi sociali e del Tribunale dei minori da dovepartìladecisione di affidare i bambini a due comunità protette) venne aspramente criticato. E solo la sentenza di primo grado de1200 l, orari con fermata in appello, confermò in toto la correttezza dei comportamenti degli operatori. 068391 I familiari dei piccoli avevano chiesto comunque 120mila euro Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 31 Quotidiano IL~MA.TTINO L Il decreto wi-fi nella scuola senza banchi Davide Morganti 11-11-2013 37 Foglio 1 ma Repubblica, queste leggi, comunque ancora da approvare, e che coinvolgono qualunque aspetto dell'istruzione, aumentano soltanto il malessere di tante scuole napoletane dove i banchi sono primordiali, le sedie decimate e rotte, le lim risicate, i libri come il pane durante laguerrai ci si inoltra, purtroppo, dentro la fitta boscaglia scolastica finendo conl'impantanarsi. www.ecostampa.it a scuola, quando capita, inciampa tra i piedi degli italiani e comincia a lamentarsi della sua cattiva salute, pochi però l'ascoltano perché è una malata cronica che non risolve mai i suoi problemi e quando arrivano i Decreti Istruzione del ministro Carrozza l' agitazione torna. A Napoli e provincia, dove in molti istituti si aggirano ancora gli anni logori della pri- Data Pagina > Segue a pago 42 Segue dalla prima di Cronaca -Il decreto wi-fi e la scuola... Davide Morganti Questi Decreti prevedono, per esempio, l'inglese alle materne e il wi-fi alle scuole di grado superiore - a pensarci, questi annunci hanno la stessa pronunzia delle tre I (inglese, impresa, internet) mai realizzate di cui si parlò molti anni fa. Una proposta assai controversa, tomando a quanto deliberato dal ministro, sono le prove Invalsi degli studenti: se risultano scadenti gli insegnanti dovranno sostenere dei corsi di recupero. Appare davvero ridi- colo, specie in Campania, dove, soprattutto coniBes (Bisogni educativi speciali) e gli ipocriti obiettivi minimi - che somigliano a un indulto e non a una autentica realizzazione didattica - si spinge ossessivamente più alla promozione tout court che alla preparazione (alcuni alunni sono stati ammessi alle classi superiori addirittura in contumacia pur di farli andar via!). D'altra parte basterebbe suggerire agli studenti dilasciare libere le caselle dove sono incerti e segnarle, poi, in sede di correzione per aggirare la gogna del corso di recupero. Bisognerà, poi, verificare gli interventi pomeridiani su gruppi di alunni in difficoltà (punto 7), stranieri inclusi, con programmi di didatticaintegrativa che avranno il compito di agire su mancanze, carenze, insicurezze di vario genere ma sarebbe il caso, specie nei quartieri più complessi' di riuscire a tenere aperte le scuole fino a sera, estate inclusa, perché ci sono urgenze sociali che non vanno in vacanza. Purtroppo si continua a far finta di nulla, quando la scuola andrebbe a un certo punto modificata per non lasciar precipitare migliaia di ragazzi nella fossa comune non solo della dispersione scolastica, ma della deriva sociale; non assistenza, sia chiaro, ma gioco, studio, competizione, informazione. Infine una nuova legge salva - precari, da tre a otto mesi di lavoro, con punteggio relativo assegnato a personale docente o Ata incluso nelle graduatorie provinciali o d'istituto; in realtà la dicitura precario afferma come non sia fuori pericolo per nulla, piuttosto destinato a sopravvivere fino al prossimo rimpasto che, come sempre accade da noi, provocherà solo rabbie, malumori, ingiustizie in attesa di un nuovo decreto che renda il precariato un rendimento di grazie "ad infinitum" e non un mucchio selvaggio dove, quando la polvere comincia a scendere, resta a terra la vita. 068391 © RIPRODUZIONE RISERVATA Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 32 IL SECOLO XIX Data Pagina Foglio 11-11-2013 8 1 , INTERVISTA A PAOLO CORTIGIANI, PRESIDE DELLA SCUOLA MEDIA DON MILANI DI GENOVA «PIU EMIGRATI E SEMPRE MENO FONDI» «Noi però li aiutiamo a studiare anche la loro lingua d'origine. Sanno parlarla, ma non scriverla» nieri per classe. «Legge demagogica, inapplicabile, fatta per motivi elettorali», sintetizza Cortigiani. Per arginarla la Don Milani ha approvato una delibera interna, lo può fare, che non applica la legge Gelmini agli alunni stranieri "che abbiano compiuto in Italia l'intero percorso scolastico precedente", ossia la scuola primaria. La Don Milani investe molto nell'integrazione degli alunni "di altra cittadinanza", come preferiscono chiamarli qui. Per gli studenti ispanici, la maggioranza, affianca alle ore di scuola un corso di lingua e cultura spagnola, «perché - come spiega Carmela Oliviero, insegnante e referente per gli immigrati -la maggior parte di loro parla lo spagnolo ma non lo sa scrivere. Noili aiutiamo a recuperare la loro identità originaria. E' un progetto nato nell'Università dell'Illinois, sono venuti qui dall'Illinois a insegnarcelo, e che svolgiamo in collaborazione con l'Università di Genova». F.MAR. © RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 ALL'INIZIO degli anni Ottanta gli alunni stranieri iscritti alle scuole pubbliche e private erano meno di seimila. Oggi sono più di 750mila. La prima grande ondatamigratoria è arrivata a fine anni Novanta. «E' stato allora - racconta Paolo Cortigiani, preside della scuola media Don Milani di Genova - che ci siamo trovati all'improvviso con la necessità di insegnare l'italiano a questi nuovi arrivati». Ma l'italiano non si insegna in pochi mesi. Ed è per questo che Cortigiani, anche se non vuole giudicarla, appare poco convinto dall'iniziativa bolognese descritta nell'altro articolo in questa pagina. Oggi il problema non è tanto nella lingua, «perché la maggior parte degli alunni di cittadinanza non italiana ormai - sottolinea Cortigiani - è cresciuta qui in Italia», quanto «nel loro numero e nelle risorse finanziarie a disposizione». Il numero è esploso, le risorse finanziarie si sono azzerate. L'ex ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha fatto approvare tre anni fa una legge che fissa al 30% il limite massimo di stra- www.ecostampa.it Quotidiano Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 33 Data Pagina IIL SECOLO III I Foglio 10-11-2013 13 1 /2 ECCO COSA SI NASCONDE TRA LE PIEGHE DelLA FINANZIARIA VARATA DALLA GIUNTA REGIONALE Incubo tagli al dopo scuola www.ecostampa.it Quotidiano Manovra, colpiti i laboratori. Scure sul trasporto degli studenti disabili SULLA CARTA sono solo percentuali, e nemmeno troppo preoccupanti (se il budget non fosse già ridotto all'osso): si oscilla infatti fra i15 e i1l5%. Tradotte nella realtà, però, queste percentuali si trasfonnano in servizi essenziali cancellati. Servizi come il trasporto disabili, il collegamento casa-classe per gli studenti dei comuni montani isolati, l'offerta di "dopo-scuola" con laboratori musicali o teatrali. Tutti servizi su cui piomba l'accetta dei tagli approvati dalla giunta regionale nel preventivo 2014. «Un bilancio da 5 miliardi all'insegna del rigore», aveva premesso l'assessore Sergio Rossetti, titolare, oltre che delle Risorse finanziarie, anche dell'Istruzione «con un taglio complessivo del 14% rispetto all'anno scorso». Un prosciugamento delle risorse volutamente non lineare, «perché in alcuni settori non era davvero più possibile limare». Tra i settori "sfortunati" ci sono la scuola (-10% delle risorse), il turismo (-10%), il lavoro e l'immigrazione (-15%) e l'ambiente (-5%). Ma cosa vuoI dire concretamente? PARCHI E DIVISE Confrontata con il disastro che si abbatte sulla scuola, appare meno drammatica la situazione degli altri tagli, anche se alcuni vanno a toccare ambiti sensibili come la Protezione civile. «Ma saranno tagli istituzionali», si affretta ad assicurare l'assessore all'Ambiente Renata Briano. «Agiremo sui parchi - accorpando funzioni e bloccando le assunzioni, senza però licenziare nessuno, e sulla Protezione civile con limature studiate, ad esempio evitando di rinnovare le divise, se sono state comprate solo da qualche anno, o la strumentazione informatica». Scelte obbligate, precisa, «l'unico altro ambito su cui potevo intervenire era la difesa del suolo. Ed era già tremendamente all'osso». In tutto la sforbiciata si aggira sui 600 mila euro, ma Briano, cosÌ come tutti i suoi colle- ghi, spera di recuperare parte dei sold~ grazie ai fondi europei: «Con alcunI progetti dovremmo rientrare di 400 mila euro e tamponare l'emorragia». IL PC CHE FA RISPARMIARE Sul turismo il taglio del 10% si spiega con un intervento di ammodernamento: «Tutto il sistema statistico spiega Angelo Berlangieri - e cioè ad esempio l'inserimento dati su arrivi e partenze nella nostra regione, prima veniva compilato a mano. Esternalizzavamo il servizio, pagando delle cooperative. Ora avviene tutto online». LAVORO, -15% DA SPALMARE Pensa sia invece presto per indicare i settori vittime di tagli l'assessore alle Politiche dell'occupazione e dell'immigrazione Enrico Vesco: «Il mio budget subirà un calo del 15%, vedremo poi se spalmarlo su tutto o meno». E IL PALAZZO RISPARMIA? Il bilancio regionale preventivo del 2014 elenca anche tagli alle spese di consulenza, fornitura di automobili e sponsorizzazioni (queste ultime già a zero). Cosa significa è presto detto: in parte si "esegue" semplicemente quanto previsto dalle spendingreview (ad esempio il taglio del 50% della spesa sulle auto, che comporta anche l'evitare acquisti nel 2014), in parte è una decisione della Regione, che ad esempio ha ridotto del 20% il budget per il ricambio di mobili e arredi. Con una curiosità: pare che, in tempi di cinghie da tirare, dal tavolo della giunta regionale sia sparita la colazione, quel vassoio di focaccia e spremuta/succo che rendeva più "appetibile" lariunione del mattino. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 STUDENTI A PIEDI Per la scuola, e le famiglie liguri, il conto dapagare è altissimo. L'ammanco sull'anno prossimo si aggira sui 3,3 milioni di euro. «Fino a giugno 2014 siamo coperti -spiega Rossetti -da settembre' invece, non saremo più in grado di garantire i 2 milioni di euro con cui finanziavamo il trasporto disabili». «Il che significa che le Province si troveranno letteralmente in ginocchio, senza fondi da erogare. E una scelta pesante, lo so, ma purtroppo non siamo in grado di coprire i ''buchi'' lasciati dallo Stato e da qualche parte dobbiamo tagliare». Altro capitolo delicato, che si troverà senza copertura dal prossimo settembre, è quello del trasporto casa-scuola nei comuni montani: «Il nostro contributo si aggirava sul milione di euro, un po' meno. Anche questo non ci sarà più. Non so come, ma per garantire il servizio quei fondi i Comuni li dovranno reperire altrove». Infine c'è il terzo taglio, di 300 mila euro circa, con cui l'ente di piazza De Ferrari co-finanziava i classici laboratori pomeridiani delle scuole superiori, come corsi di teatro, musica, etc. Anche questo fondo, nel preventivo di bilancio, «è stato completamente azzerato, come gli altri due». Una catastrofe insomma, che la Regione potrà contenere «solo se dalla Legge di stabilità nazionale dovessero arrivare buone notizie». Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 34 Quotidiano 10-11-2013 24 Foglio 1 www.ecostampa.it IL SECOLO XIX Data Pagina A SANT'AGOSTINO Insegnanti, progetti anti dispersione 068391 APPUNTAMENTO oggi alle 12 al Museo di Sant' Agostino con la tappa genovese del Metis, un progetto di formazione rivolto agli insegnanti delle scuole di primo e secondo grado in tutta l'Italia sul tema scottante e attuale della dispersione scolastica. L'iniziativa è promossa e organizzato dal Miur, con l'associazione Maestri di Strada e il Museo Internazionale Luzzati con il patrocinio della Regione Liguria che parteciperà con l'assessore all'Istruzione e all'Università Pippo Rossetti. La tappa genovese, la prima al Nord dopo Napoli, Cosenza e Bologna, nasce dalla collaborazione del Museo Internazionale Luzzati ,sempre più coinvolto nella formazione degli insegnanti con la sua Officina Didattica. Ai lavori parteciperanno anche il direttore del Museo Luzzati Sergio Noberini, conduttori del corso di formazione saranno Cesare Moreno, fondatore di Maestri di Strada e gli esperti Gianni Marconato, architetto di ambienti di apprendimento e autore di saggi sull'argomento, Agnese Bertello, esperta di gestione dei conflitti, Katia Provantini psicologa. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 36 la Repubblica ed. Roma Data 10-11-2013 Pagina 4 Foglio 1 Scuole, in arrivo ifondi del governo interventi soloper quattro istituti GU INTERVENTI Sono 42 gli interventi di edilizia scolastica finanziati nel Lazio con il decreto del Fare SCUOLE ROMANE Stanziati 2,8 milioni di europerla messa insicurezza degli edifici Solo 4 le scuole romane: Malaspina, Caproni, Alberto Sordi e MontessoriBartolomei SARA GRAnOGGI IA libera ai lavori di riqualificazione delle scuole finanziati con il decreto delFare. NelLaziosono 42 (su un totale di 162 richieste ammissibili) gli interventi finanziati dal governo, per un totale di 14 milioni di euro. Ma le scuole che a Roma beneficeranno dei fondi sono solo 4: la materna ed elementare Malaspina dell'VIII municipio, per cui sono stati stanziati circa 860mila euro, l'elementare Caproni nell'XI (950mila euro), l'Alberto Sordi nel IV elaMontessori- Bartolomei nel II, a cui vanno circa 500mila euro a testa. In totale, quindi, i fondi statali destinati alle scuole romane per lavori di messa in sicurezza sono circa 2,8 milioni: molto meno dei 7 che il Comune si aspettava. «C'è stata un po' di delusione per la graduatoria stilata dalla Regione e inviata al Miuf>' ammettono dall' assessorato capitolino alla Scuola. Ma almeno, dichiara l'assessore ai Lavori pub blici, Paolo Masini, «si tratta di interventi importanti e risolutivi per quegli istituti». Le gare per l'affidamento dei lavori da parte degli enti locali andranno aggiudica- www.ecostampa.it Quotidiano V BANDO REGIONALE Un nuovo bando regionale finanzierà altri interventi di manutenzione per 67,5 milioni di euro R~~I:lI!i~welri: ui C'll!tìitE~:ri del dec'll!teto el.'alnO sIlll1AllI:iG'e!ll:&t!l Ol.'a l.lID bal.lido MONTESSORI teentroil28febbrai02014.Siregistra però la polemica dell'Osservatorio nazionale amianto, che ha rilevato come nessuno dei progetti finanziati nel Lazio sia dedicato esclusivamente alla bonifica dell'amianto. <<In realtà - risponde l'assessore regionale alle Infrastrutture, Fabio Refrigeri - negli interventidimanutenzioneèspesso compresa anche la rimozione dell'amianto, anche se figura sotto voci più generiche, come "rifacitnento del tetto"». Intanto, Comune e Provincia confidano ora nel finanzia- mento dei progetti rimasti esclusi tramite il nuovo bando regionale per l'edilizia scolastica da 67,5 milioni di euro, che si chiuderà fra due settimane. «I criteri previsti dal decreto del Fare - spiega Refrigeri - erano molto stringenti e hanno comportato l'esclusione di molti progetti perché prevedevano, ad esempio, !'immediata cantierabilità. Il bando regionale, invece, ha criteri diversi». Gli enti con una popolazione inferiore ai 5mila abitanti potranno presentare fino a due domande per un importo mas- simo di 600mita euro. Quelli fino a 30mila abitanti potranno beneficiare di fondi non superiori a 1,2 milioni. Quelli fino a 100mila di non più di 1,8milioni, mentre per gli enti con piùdi 100mila abitanti - municipi romani compresi - saranno messi a disposizione fino a 2,5 milioni. «Abbiamo richiesto che i municipi venissero inclusi-spiegaMasini-eci aspettiamo che attraverso il bando regionale possano risolversi le principali criticità degli istituti sul territorio». 068391 L'istituto MontessoriBartolomei è una delle 4 scuole romane che beneficeranno dei fondi del decreto del Fare Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 37 Quotidiano Data ~'iberoMilano Foglio 10-11-2013 41 1 mostra che il sistema solo pubblico non può esistere e non può reggere. www.ecostampa.it _ No ai fondi ai privatI] Pagina LA SINISTRA NON S'ARRENDE Dopo I DISASTRI SUGU ASIU DANNO ANCORA LEZIONI ::: MICHELARAVALICO Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad 068391 ••• Pisapia fa dietrofront sui contributi alle mateme paritarie, e la Repubblica gli dichiara guerra. Settimana prossima, in Wla delle sedute di consiglio sul bilancio, sarà votato un emendamento che prevede di estendere fino a giugno la convenzione per le scuole dell'infanzia paritarie non comunali sulle derrate alimentari. Il Comune, per fortuna, è tornato sui suoi passi e non taglierà quel contributo da un milione e mezzo di euro che da anni viene erogato per coprire il costo delle mense (salvo che dal 2014 saràrimodulatoin base alreddito). Apriti cielo: la sinistra senza se e senza ma, quella che la scuola deve essere solo pubblica perché lo dice la Costituzione, quella che ciancia del noto articolo 33 che recita sì alle scuole private ma «senza oneri per lo Stato», ha subito levato gli scudi. E il quotidiano titolare del verbo statalista, la Repubblica, ha tuonato: «N o ai finanziamenti alle paritarie. Genitori in rivoltID). Salvo poi scoprire, leggendo l'articolo, che si tratta di posizioni minoritarie, di qualche genitore che frequenta i fofUlll su Internet ed è ferocemente contrario alle paritarie. Forse questi genitori per cui il «diritto alla scuolID) è sacro solo nelle pubbliche dovrebbero inziare a pensare che senza strutture quel diritto resta vuoto. AMilano, se non ci fossero le paritarie, il Comune non avrebbe la forza di offrire un posto a tutti i bambini dai 3 ai5 anni. Le paritarie, religiose o non (come la Montessori o la steineriana che tanto piacciono a sinistra) hanno una funzione pubblica, aiutano a colmare le mancanze del Comune e dello Stato. Non sanno poi, che paritarie sono tutte le scuole non statali, dunque quelle religiose, quelle private non religiose ma pure quelle comunali? la battaglia attorno al milione e mezzo di euro per pagare le rette delle mense alle paritarie ha solo perdenti. Repubblic.a dimentica, traI' altro, che grazie alla gestione Pisapia i banibini in lista d'attesa per i nidi a ottobre 2013 erano 1131 contro i 114 di dicembre 2011. Proprio ieri il Comunehaannunciato nuovi 210 posti in nidi privati accreditati. Bene, si scende a 921 famiglie in lista d'attesa. Due considerazioni: la prima, quelle famiglie che aspettano un posto al nido da settembre e che non hanno rete fanliliare, saranno contente di sapere che per 210 di loro a novembre spunterà un posto, ma certo avrebbero preferito averlo all'inizio dell'anno scolastico. Seconda considerazione: per supplire alla mancanza di posti il Comune ha fatto accordi coi privati. Il che diuso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 38 ROMA Data 10-11-2013 Pagina 42 Foglio 1 VIA UBERA DELlA GIUNTA Il progetto coinvolge il Comune, l'istituto comprensivo Matteotti-Cirillo e Cantiere Giovani Dispersione scolastica, c'è l'intesa DI BENNY MAlEllO FRATTAMAGGIORE. Lotta all'evasione ed alla dispersione scolastica, la Giunta approva il protocollo d'intesa con Cantiere Giovani e con l'istituto comprensivo Matteotti-Cirillo per la realizzazione di un corso distaccato del Centro Territoriale Permanente (Ctp) nel territorio di Frattamaggiore. Il Ctp è un servizio offerto a tutti gli adulti che non hanno avuto l'opportunità di completare gli studi dell'obbligo, o in molti casi anche addirittura di cominciare. I centri, riservati soprattutto agli over 15, sono aperti anche alla frequenza di za anche ai corsi presso i Ctp. Per cui per favorire l'integrazione, stimolare l'adesione ed incentivare il recupero scolastico di questi soggetti, si punta a ridurre il disagio della distanza. Anche recarsi da Frattamaggiore a Grumo può, per taluni, rappresentare una difficoltà. Con l'obiettivo di azzerare tali impedimenti il comune di Frattamaggiore ha deciso di favorire l'avvio di una sezione distaccata del Ctp in 10co. Ad offrire ospitalità è la ong Cantiere Giovani, che ha sede in una traversa di corso Durante. Così istituto Matteotti - Cirillo con la dirigente scolastica Lina Scarano, l' amministrazione comunale di Frattamaggiore con il sindaco Francesco Russo e l'assessore alle politiche educativa Alba Mazzara, e la cooperativa che fa capo all'associazione Cantiere Giovani con il legale rappresentate Pasqualino Costanzo, hanno sottoscritto un protocollo d'intesa per l'avvio del servizio. La scuola fornirà le professionalità necessarie, la ong i locali per le lezioni mentre il comune si impegna ad «intervenire presso le rispettive famiglie per favorire il recupero dell'obbligo scolastico dei minori inadempienti, a promuovere campagne informative e di sensiblizzazione sulle attività del Ctp». Il sindaco di Frattamaggiore, Francesco Russo e la dirigente scolastica Una Scarano WtU ....... L1A~NT>. ,reco"" 0ge co n s ",:>oro,," o, ko c'o '-'On' c'" Dispersione scolastica, c'è l'intesa 068391 4~, cittadini stranieri, dopo esami di valutazione sulla loro preparazione di base. Si può apprendere la lingua italiana, ma anche lingue, informatica, laboratori, offrendo accoglienza, ascolto, orientamento, e formazione di soggetti in situazione di marginalità. Al Ctp, presso l'istituto Matteotti - Cirillo da anni fanno riferimento gli interessati ai corsi dell'intero distretto scolastico dell' area Frattese. Particolare attenzione viene dedicata ai "soggetti in situazione di marginalità" . Il contesto sociale in cui si registra l'evasione e la dispersione spesso costituisce il gap per la mancata iscrizione o frequen- www.ecostampa.it Quotidiano Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 39 Data Pagina I Foglio 09-11-2013 45 1 /2 l'istruZUlJD1e, il caso La denuncia delle associazioni: nei semiconvitti della città studenti iscritti anche agli istituti paritari Scuole-collegio, carte false per i sussidi Elenchi non aggiornati: nelle graduatorie famiglie che non ne hanno diritto competenu». L'ex procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore, oggi a capo dell'Osservatorio anticamorra della Municipalità Piscinola -Scampia, è stato messo al corrente della questione e la commenta così: «Sicuramente nel sistema esistono deviazioni, sembra esserci una specie di monopolio. Comportamenti sospetti che vanno ben chiariti per assicurare legalità e trasparenza. In ogni caso, non sarebbe la prima volta che qualcuno specula sull' educazione e l'istruzione dei minori più disagiati di questa città». L'affare, d'altra parte, non è roba da poco. N elle strutture semiresidenziali, i ragazzi passano circa 8 ore al giorno. Dopo quelle dell' obbligo, nelle quali si tengono le tradizionali lezioni frontali, alle fasce di indigenza sono assicurati fino alle 17 il pranzo e il doposcuola, che prevede anche attività ludico-sportive. Sono circa 3mila i piccoli figli di Napoli fra gli 8 e i 13 anni ai quali il Comune assicura un sostegno che nel 2012 costava dai 21,15 euro al giorno (3-10 anni) ai 23,32 (11-18 anni), ai quali vanno aggiunti 2 euro per il trasporto. Per l'attività estiva (colonia marina o montana) si aggiungono per il soggiorno diurno 5,93 euro al giorno eper quello residenziale8,09 euro. Costi che inmolti casi, secondo la denuncia dell' Avog, andrebbero moltiplicati per due. Manon è tutto. Spulciando i dati dell' Agenzia socio-educativa, si scopre che parte degli iscritti al semiconvitto risultano «dispersi». Molti semiconvittori, infatti, a scuola non ci vanno affatto. «Mettendo a confronto gli elenchi dei dispersi e quelli degli iscritti al semiconvitto, si potrebbero scoprire cose molto interessanti. Ci risulta, ad esempio, che alcuni di loro vanno solo a pranzare al semiconvitto, ma disertano le lezioni e per il resto della giornata stanno chissà dove», segnala ancoraFroncillo. Clandestini, insomma, fino alle 13. Ma immancabili quando si tratta di sedersi a tavola o correre dietro a un pallone. Anche la dispersione, del resto, è un affare per chi ne ha fatto un mestiere. 068391 Davide Cerbone Chi sono a Napoli i veri poveri? La domanda è lecita, o meglio d'obbligo, se nelle graduatorie degli aventi accesso ai semiconvitti della città compaiono studenti iscritti anche alle scuole paritarie, per le quali com' è noto - si deve pagare una retta. A sollevare la questione sono alcune associazioni del Terzo settore che operano in quella palude di urgenze e convenienze, opportunità e conflitti di interessi che è il recupero dei minori a rischio. Incrociando i dati, emerge che in molti, troppi casi le stesse famiglie che da una parte sono in grado di mandare i propri figli alla scuola privata risulta no dall'altra poco abbienti, tanto da avere diritto all'iscrizione presso i centri educativi semiresidenziali. I semiconvitti, appunto. Se non una truffa, sicuramente uno spreco. Perché da quel rubinetto c'è qualcuno che s'abbevera due volte. Secondo le stime delle associazioni che denunciano l'incongruenza, uno sperpero di risorse pubbliche quantificabile in circa 6 milioni di euro l'anno. Soldi buttati dalla finestra a causa delle falle di un sistema anacronistico, che hagenerato più d'una contraddizione traproblemiesoluzioni, obiettivi e risposte. A metterci la faccia è Ciro Froncillo, presidente dell'Avog (Associazionevolontari guanelliani), che dal 1995 opera nel Rione Don Guanella, una ferita aperta sul confine tra Miano e Scampia. «Il Comune in questa storia è parte lesa, ma una colpa ce l'ha: un controllo a dir poco carente. L'accesso al diritto allo studio viene gestito con superficialità»' sostiene Froncillo dalla sua trin- cea di via Luigi Guanella, a ridosso dei piloni che sorreggono un cavalcavia dell' asse mediano. «È il Servizio Politiche per i minori, l'infanzia e l'adolescenza del Comune a segnalare gli allievi che hanno diritto all'accoglienza semiresidenziale spiega Froncillo -. E non esiste una verifica sui requisiti, un database aggiornato. Spesso i servizi sociali si limitano a confermare i dati degli anni precedenti, fondati su indicatori che probabilmente sono superati, senza riscontrarli né aggiornarli. A questo proposito, il Comune, non ha ancora voluto pubblicare quelli del 2011-2012 che l'Agenzia socio-educativa sul diritto all'infanzia e l'adolescenza, affidata a noi, ha prodotto. Dopo l'ultimo incontro avuto oltre un anno fa con l'exassessore D'Angelo e l'assessore Palmieri, infatti, la commissione non s'è più riunita e quello studio è rimasto chiuso in un cassetto», fa sapere il presidente dell'Avog. Quei dati, a sentirlo, dimostrerebbero l'inefficienza di alcuni progetti finanziati, che non hanno offerto alcun riscontro sugli obiettivi centrati. Grazie al rinnovo automatico dei titoli, dunque, ci sarebbero famiglie che da anni accedono a quei servizi, ma anche strutture che -gestendo allo stesso tempo un semiconvitto e una scuola paritaria - beneficerebbero di doppie sowenzioni. Un cortocircuito che taglia fuori i veri poveri, condannandoli ad un eterno confino nelle liste d'attesa. «Chi ha i mezzi per pagare la retta di una scuola paritaria non dovrebbe avere accesso né al semiconvitto né all' educativa territoriale. Purtroppo, invece, come spesso accade i furbi hanno la meglio. È evidente che qualcosa non funziona. Per questo - conclude Froncillo -, è necessario che la magistratura indaghi per accertare eventuali responsabilità amministrative. Di sicuro ci faremo qualche nemico, ma i bambini di Napoli non devono più essere prigionieri di un sistema commerciale. Noi siamo disponibili a fare fino in fondo la nostra parte e sollecitiamo un inc.ontro con gli assessori www.ecostampa.it I IL~'rl'1NO Quotidiano Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 40 Quotidiano IL~MA.TTINO Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 09-11-2013 45 2/2 Guerra tra poveri Moltefamiglieda una parte sono in grado di mandare i propri figli alla scuola privata ma in realtà risu Itano poco abbienti, tanto da avere diritto all'iscrizione presso i centri educativi semiresidenziali, i semiconvitti. In questo modo si ottengono anche i sussid i previsti per per le famiglie povere. , La scheda L'accusa Froncillo (Avog): controlli carenti così i meno abbienti sono tagliati fuori 80 a Napoli tra convitti e semiconvitti IL 21,15 euro al giorno (3-10 anni) La dispersione Molti alunni disertano le lezioni e vanno nei centri solo per pranzare 23,32 euro al giorno (11-18 anni) 2 euro vengono aggiunti per il trasporto I bambini trascorrono nei semi convitti 8 ore al giorno Alle fasce di indigenza fino alle 17 sono assicurati il pranzo e il doposcuola +':'E!.f1iimE!.tri 068391 Spreco da6 milioni all'anno «Sistema poco chiaro intervengano i giudici» Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 41 IL SECOLO XIX Data Pagina Foglio PRINCiPALI 09-11-2013 3 1 www.ecostampa.it Quotidiano DEL BilANCIO STANGATASULLESPIAGGE ETAGLI PERLE SCUOLE L'imposta regionale dallO allOO% del canone. Rivolta dei balneari ELISABETTA PAGANI 068391 discono all'unisono Sergio Rossetti e Gabriele Cascino, rispettivamente assessori al Bilancio e all'Urbanistica «nella GENOVA. La Finanziaria della Liguria per il 2014 è una maggior parte dei casi parliamo di canoni molto bassi, sui manovra da 5 miliardi di euro che segue una direttrice pre- 2.000 euro all'anno (ma i balneari contestano il dato, ndr.). cisa: i soldi scarseggiano e i tagli sono inevitabili, ma non Se finora la Regione incassava solo ilIO %del canone, quinsaranno lineari. Ecco allora che afarne le spese sono scuola di 200 euro, dal 2014 saranno 2.000: in tutto quindi 4.000 (-10% delle risorse), turismo (-10%), lavoro e immigrazio- euro. Non una gran cosa. Altro discorso quei pochi, circa il ne (-15%) e ambiente (-5%). Budget inalterato, invece, per 5%, i cosiddetti "incamerati", che pagano anche 50.000 eucultura e agricoltura, ma soprattutto per trasporto locale e ro all'anno. Ma a loro non ritoccheremo l'imposta». welfare. A fare la parte del leone, nel bilancio preventivo Sempre parlando di tasse, ma questa volta senza sorpreapprovato dalla giunta regionale, è la spesa sanitaria, che sa, ecco che nel bilancio 2014 si proroga l'imposta regionada sola assorbirà 3,5 miliardi dei 5 totali, e,in misura mino- le sulla benzina, quello 0,025 euro al litro in più che i liguri re, il trasporto su gomma e ferro, 250 milioni. Eccolo, in ci- pagano già da due anni, per coprire i danni delle alluvioni fre' il resoconto del 2014 che verrà per i liguri. Con un fi- del 2011 e del maltempo del 2013. Previsione di incasso sul nanziamento importante (un milione da investire su Expo 2014? Circa 6 milioni. 2015), qualche nota positiva (il taglio dell'80% alle consulA CASTA RISPARMIA lenze e il blocco delle trasferte), una temuta proroga (l'imNella Finanziaria vengono anche indicate misure di posta sulla benzina), e uncontestatissimo "ritocco": quello contenimento della spesa: le consulenze subiranno un taall'imposta regionale sui canOlù demaniali degli stabili- glio dell'80% e gli autoveicoli del 50%. E poi saranno bloccate anche le trasferte, l'acquisto di mobili e arredi, le spese menti balneari, che passa dallO al 100%. per la formazione e le sponsorizzaziOlù. Non solo in RegioTASSE VECCHIE E "NUOVE" «Decuplicare l'imposta in un momento come questo, ne, ma anche a tutto il settore allargato. mentre aRoma si sta decidendo di alRISORSE PER SETTORE zare il canone demaniale? Ma scherIn generale, circa 39 milioni vanno alle politiche sociali (fondo per la non ziamo?» attacca Enrico Schiappapietra, presidente regionale delSib (Sinautosufficienza compresa), 35 all'istruzione, 64 all'emergenza e alla dacato italiano balneari). Che assicuprotezione civile, e 220 per finanziare ra «una mobilitazione massiccia se i programmi comunitari. Èstato inolnon ci saranno modifiche». Nelle stesse ore, infatti, ilPdl propone negli tre introdotto un capitolo da 7milioni di euro, che la Regione anticiperà emendamenti alla legge di stabilità l'allungamento delle concessioni deaspettando i fondi europei. SbloccaVIA libera del Cipe al progetto maniali delle spiagge e la vendita delle to, infine, è il cosiddetto "paga azienpreliminare dell'autostrada Orinfrastrutture balneari cedibili (spazi de", 65,5 milioni di euro che andrante-Mestre. Nella seduta odierper bar, palestre, piscine solitamente no ape aziende ospedaliere. na il Comitato, nell'ambito del antistanti alla spiaggia vera e propria) «E un bilancio all'insegna del rigoProgramma delle infrastrutture re» osserva Rossetti. E delle risorse da come modo per fare cassa. strategiche, ha approvato con Ma la giunta difende il suo progetrecuperare. In questo campo i Comuprescrizioni il progetto prelimini assumeranno un ruolo promotore to, con cui conta di ricavare dai 6 ai 9 nare del "Corridoio di viabilità attraverso la riscossione dei tributi, milioni di euro da investire, all'80%, Civitavecchia-arte-Mestre, sul «ripascimento delle spiagge e la l'accertamento di eventuali evasioni tratta E45-E55 Orte-Mestre". messa in sicurezza delle coste»: e il recupero delle sanzioni. «Quell'imposta è ferma a11972» se an© RIPRODUZIONE RISERVATA Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 42 nSole9]{l mmrn Le misure per l'istruzione L'ALTERNANZA SCUOLA-AZIENDA I I Competenze da provare Al teonine del periodo di pratica gli studenti saranno sottoposti a verifiche Data 09-11-2013 Pagina 10 Foglio 1 /2 I Per gli istituti tecnici superiori Le Regioni potranno programmare incentivi I per promuovere la foonazione nelle imprese Il lavoro «vale» per la laurea www.ecostampa.it Quotidiano Con 1'apprendistato gli universitari otterranno fino a 60 crediti formativi Giampiero Falasta Ancora novità sull'apprendistato, dopo la conversione del decreto legge istruzione n. 104/2013. La nuova disciplina introduce l'alternanza scuola lavoro nelle università, negli istituti tecnici (Its) e durante gli ultimi due anni delle superiori. Le università (escluse quelle telematiche) potrarmo stipulare convenzioni con singole imprese o con gruppi di imprese, allo scopo di promuovere l'esperienza lavorativa diretta degli studenti (mediante assunzione con contratto di apprendistato) durante la formazione post-secondaria. Le convenzioni sottoscritte tra gli atenei e le imprese assumeranno un ruolo centrale nella gestione dell'intero percorso, perché la legge assegna loro il compito di defmire tutti gli aspetti formativi del rapporti. In particolare, dovranno definire quali sono i progetti formativi congiunti, coerenti con il curriculum di studi del giovane, cui potrarmo partecipare gli studenti lavoratori. Oltre al percorso formativo, nelle convenzioni dovranno essere defmiti tutti gli altri aspetti necessari all'attuazione di tale processo. Pertanto, l'università e l'azienda dovranno decidere quali sono i corsi di studio interessati dall'alternanza (potrà trattarsi di un singolo corso o più); dovrarmo, inoltre, definire i criteri e le procedure da seguire per individuare gli studenti da coinvolgere nel percorso. Anche le caratteristiche dei tutori chiamati a monitorare lo svolgimento del percorso formativo dovranno essere definite nelle convenzioni che saranno siglate con le aziende. li percorso formativo dovrà concludersi con lo svolgimento di apposite verifiche, finalizZate a controllare le conoscenze acquisite durante il periodo di apprendistato; anche le modalità di svolgimento di questa fase do, vranno essere definite dalle convenzioni, così come il numero crediti formativi riconoscibili a ciascun studente, con un tetto massimo di 60. La nuova norma inellvidua nel contratto di apprendistato lo strumento da utiliZzare per regolare il rapporto lavorativo dello stu- dente coinvolto nel percorso ellalternanza. Si tratta di una scelta coerente con quanto previsto dalla normativa vigente; in particolare, è forte l'assonanza con l'articolo 5 del Testo unico sull'apprendistato (Dlgs 167/20U), che disciplinal'apprendistato di alta formazione. L'articolo 14 del decreto non fornisce, in realtà, indicazioni specifiche circa la tipologia di apprendistato che si può abbinare a questa forma di alternanza tra istruzione e lavoro. Si tratta di un aspetto che dovrà essere decodificato in fase applicativa, in quanto la legislazione vigente conosce tre differenti forme di apprendistato, ciascuna dotata di regole diverse, sia per quanto riguarda l'età deilavoratori, sia per quanto riguarda la durata e lo svolgimento del percorso formativo. A nostro avviso, il richiamo ai percorsi universitari dovrebbe indurre a collegare i percorsi di alternanza previsti dal nuovo decreto con l'apprendistato di alta foonazione, anche in ragione della stretta similitudine tra le regole ell questa fattispecie con le nuove norme del decreto Carrozza. La legge di conversione ipotizza percorsi simili, seppure in forma sperimentale, per gli studenti che frequentano gli ultimi due anni delle superiori; tali percorsi dovranno essere tuttavia attivati da un decreto del ministero dell'Istruzione, che dovrà definire la tipologia delle imprese che possono partecipare al programma, i loro requisiti, il contenuto delle convenzioni tra le istituzioni scolastiche e le imprese, i diritti degli studenti coinvolti, il numero minimo delle ore di didattica curriculare e i criteri per il riconoscimento dei crediti formativi. Il successo di queste misure, dipenderà dall'efficienza della prassi applicativa e gestionale. li sistema, infatti, anche prima dell'approvazione del decreto non soffriva di una carenza di norme, quello che è mancato fino ad oggi è stata la capacità di trasferire nella prassi concreta del mercato del lavoro, da un lato, e del sistema educativo, dall' altro, un obiettivo tanto ambizioso e importante come quello dell'alternanza tra la formazione e il lavoro. ©RIPRODUZIONERISERVATA 068391 Prevista la possibilità di stipulare accordi per affiancare lezioni e pratica anche per i più giovani Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 43 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data 09-11-2013 Pagina 10 Foglio 2/2 www.ecostampa.it Come cambia l'apprendistato Qui sotto il riepilogo delle misure introdotte dal decreto legge 104/2013 sull'alternanza scuola lavoro. Queste novità si aggiungono alle regole previste dal Testo Unico del 2011, riportate nella scheda più in basso imprese potranno stipulare convenzioni nelle quali sono definiti tutti gli aspetti ' formativi del rapporti: percorso congiunto, corsi di studi interessati, , caratteristiche dei tutori, verifiche sugli esiti della formazione, riconoscimento dei crediti formativi UNIVERSITÀ Secondo il decreto Carrozza, le Università potranno stipulare convenzioni con singole imprese o con gruppi di imprese per promuovere l'esperienza lavorativa degli stude'nti mediante assunzione con contratto di apprendistato. Si tratta di un meccanismo che tenta di rilanciare l'alternanza tra istruzione e lavoro, già disciplinata dal Testo unico sull'apprendistato del2011 ma finora rimasta quasi inattuata ISTITUTI TECNICI SUPERIORI Il decreto Carrozza prevede formedi promozione dell'apprendistato di alta formazione nei percorsi degli istituti tecnici superiori (Its), anche attraverso misure di incentivazione finanziaria previste dalla programmazione regionale CREDITI fORMATIVI Lo svolgimento di attività lavorativa in apprendistato, nell'ambito del percorso introdotto dal decreto 104, potrà da re di ritto a crediti formativi, secondo quanto previsto dalle convenzioni, sino a un tetto massimo di 60 crediti PROGEnI fORMATiVI Nell'ambito del contratto di apprendistato in alternanza definito daldecretoscuola,lo studente dovrà seguire un progetti formativi coerente con il curriculum di studi del giovane, definito in maniera congiunta tra CONVENZIONI Secondo il decreto legge Carrozza, le università e le mentre la seconda tipologia prevede soprattutto formazione in azienda. Il DI Carrozza non sceglie quale forma si abbina al nuovo sistema di alternanza. ma la tipologia più adatta sembra quella di alta formazione e ricerca APPRENDISTATO DIAL TA fORMAZIONE L'apprendistato di alta formazione e ricerca (articolo 5 del Testo Unico) può essere abbinato all'attività lavorativa quando è preordinatoal conseguimento di un dip!omadi istruzione secondaria superiore, al conseguimento di titoli di studio universitari e della alta formazione, compresi i dottorati di ricerca. Il contratto può essere anche finalizzato alla specializzàzione tecnica superiore e ai diplomi relativi ai percorsi di specializzazione SCUOLE SUPERIORI la legge di conversione ipotizza percorsi sperimentali di alternanza tra scuola e lavoro anche per gli studenti che frequentano gli ultimi due anni delle scuole superiori; tali percorsi dovranno essere attivati da un decreto del ministero dell'Istruzione. che dovrà definire la tipologia delle imprese che possono partecipare al programma, i loro requisiti, il contenuto delle convenzioni che devono essere concluse tra le istituzioni sColastlchee le imprese, i diritti degli studenti coinvolti, il numero minimo delle con il soggetto, dotato di competenze e formazione adeguate, preposto a trasmettere e favorire l'acquisizione delle competenze professionali dell'apprendista mediante l'insegnamento e l'affiancamento nell'ambitodeU'azienda e il coordinamento con la formazione formale esterna all'azienda. Nell'ambito dei percorsi in alternanza definiti dal Decreto Carrozza, le caratteristiche dei tutori chiamati a monitorare lo svolgimento del percorso formativa dovranno essere definite nelle convenzioni che saranno siglate con le aziende TUTORE II percorso formativo degli apprendisti deve essere realizzato sotto la guida del di un tutore; questa figura si identifica VERIfICHE Il percorso formativo in alternanza definito dal decreto Carrozza dovrà concludersi con lo svolgimento di verifiche finalizzate a controllare le conoscenze acquisite duranteil periodo di apprendistato; anche le modalità di svolgimento di questa fase dovra nno essere definite dalle convenzioni tecnologica degli istituti tecnici superiori, e può essere utilizzato anche peril praticantato per l'accesso aUe professioni ordinistiche o per esperienze professionali, e per lo svolgimento di attività di ricerca decreto Carrozza). Per l'apprendistato di alta formazione e ricerca, al contrario delle altre due disciplinate dal Testo Unico, non viene stabilito un tetto massimo di durata DURATA l'articolo 5delTesto Unico assegna il compito di fissare la durata del periodo di formazione ad apposite intese stipulate tra le Regioni, con le associazioni territoriali dei datori di lavoro e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano INCENTIVI l'ordinamento riconosce un pacchetto rilevante di incentivi in favore dei datori di lavoro che assumono apprendisti. Questi incentivi sono di varia natura: sono previsti incentivi normativi, che si traducono nella possibilità di applicare regole di maggior favore in caso di assunzione degli apprendisti (come i! non computo nell'organico oppure il sottoi nquad ra mento, che si traduceanchein un risparmio economico), ma ancheincentivi economici, che si traducono nella possibilità di ridurrei! costo del lavoro in caso di assunzionedeU'apprendista ore di didattica curriculare e i criteri perii riconoscimento dei crediti formativi nazionale,le università, gli istituti tecnici e professionali e a ltre istituzioni formative odi ricerca (in mancanza,l'accordo può essere siglato dalle istituzionHormativecon le singole imprese, quindi anche dalle convenzioni previste dal 068391 ILCONTRATIO l'apprendistato è un contratto di lavoro speciale, nel quale convivono un normale rapporto di lavoro subordinato e a tempo indeterminato e un rapporto di formazione a tempo determinato. Secondo l'articolo l, com~a 1 del Testo unico (DIgs 167/2011), il rapporto è «finalizzato alla formazione e alla occupazione dei giovani». Il Testo Unico prevede tre diversi percorsi formativi da abbinare all'apprendistato: apprendistato qualificante, apprendistato professionalizzante, apprendistato di alta formazione. Il primo e il terzo tipo di contratto contemplano percorsi collegati al sistema dell'istruzione. della formazione professionale e della formazione tecnica superiore o universitaria, 1'lIniversità e ('impresa Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 44 Data COBBIEBE DELLA SEBA Pagina Foglio 09-11-2013 25 1 ......sIà L'appello di Maria Chiara Carrozza per lasciare spazio ai giovani negli atenei. I rettori: «È un auspicio anche nostro» TI ministro ai professori aver 70: «In pensione» Se avesse vent'anni e sognasse un futuro nell'Accademia, il ministro Maria Chiara Carrozza cercherebbe «un ambiente aperto», dunque si suppone all'estero. Ma se avesse settant'anni avrebbe un'altra certezza: sarebbe in pensione. Perché i professori settantenni, parole sue, «se fossero generosi e onesti dovrebbero offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi o offrire le proprie biblioteche all'università». Ma dovrebbero andare in pensione perché «chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria u~iversità e offende i giovani». E un'invettiva vera e propria quella del ministro Maria Chiara Carrozza a Radio 24 nel giorno in cui ha portato in Consiglio dei ministri la proposta di una delega al governo per una riforma ampia di scuola e università (che dovrà ancora essere discussa prima di essere approvata). Quest'anno sono andati in pensione poco più di duemila professori (2.300 in totale hanno lasciato l'università) e il turnover permesso dopo la spending review di Tremonti è di 400 assunzioni. Se andassero in pensione anche i settantenni e gli ultrasettantenni ci sarebbero altri 80 posti da assegnare, (secondo i dati del Miur ci sono 53 professori classe 1943 e 26 del '41 e '42): <<lnrealtà- spiega Stefano Fantoni dell' Anvur, l'Agenzia nazionale di valutazione dell'università e della ricerca - i posti possono raddoppiare se si tratta di assunzione di ricercatoID>. Applaude anche il presidente della Crui (la conferenza dei rettori) Stefano Paleari, rettore a Bergamo, 48 anni: <<L'auspicio del mini- stro che l'università si apra di più ai giovani è anche il mio». Anche se i numeri dei professori «anziani» sono bassi, per Carrozza è questione di principio: già nel 2010 quando si discuteva la riforma Gelmini per la norma sul pensionamento massimo a 70 anni, lei allora rettrice del Sant'Anna di Pisa si era espressa per un'età pensionabile massima di 65 anni, come è la media in Europa. Nei prossimi due anni, se l'appello sarà ascoltato dovrebbero andare in pensione circa 1.500 docenti che raggiungeranno il tetto dei 70, insomma ci saranno 750 posti a disposizione. Da quando è stata approvata la riforma Gelmini che ha portato a 70 anni il limite massimo per la pensione, con la possibilità di proroga di due anni a discrezione del consigli di ammi- nistrazione delle singole università è stato un percorso a ostacoli pieno di casi controversi. Con ricorsi al Tar e alla fine la sentenza della Consulta che a maggio di quest'anno ha decretato incostituzionale il li mite. Ultimamente l'aria è un po' cambiata e solo poche settimane fa la Statale a Milano ha decretato che comunque nessuna proroga sarà concessa ai settantenni. Funzionerà l'appello-invettiva di Carrozza?Il2014 sarà l'anno dei ricercatori, ha promesso: «Il turnover tornerà al 50 per cento, premieremo gli atenei dove ci sono giovani ricercatori responsabili dei progetti di ricerca e quelli che riusciranno ad attrarre studenti e professori stranieri, e questo non si può fare con i contratti a termine». Gianna Fregonara www.ecostampa.it Quotidiano o RIPRQJUZIONE RISERVATA Il limite La legge Gelmini (numero 240 del 2010) ha fissato per i docenti universitari l'età di collocamento a riposo obbligatorio a 70 anni ea 65 anni per i ricercatori di ruolo 068391 La proroga Èconcessa la possibilità di una proroga di due anni a discrezione del consiglio di amministrazione delle università Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 45 Quotidiano la Repubblica Data Pagina I Foglio 09-11-2013 21 1 /2 www.ecostampa.it 2013, gli studenti tornano all'università boom di iscritti dopo dieci anni di calo Ilpicco al centro nord Effetto del marketingdegli atenei edel lavoro che non c'è CORRADO ZUNINO ROMA - Sorpresa, i nostri ragazzi tornano all'università. Dopo sei stagioni di crisi economica e dieci di progressivo abbandono del sapere d'eccellenza, quest'anno idati mostrano una novità: la caduta verticale si è fermata. Di più, è iniziata la risalita. È una sorpresa confortante, anche per chi a lezione non va più. Questa settimana si sono chiuse le iscrizioni nelle nostre sessanta università pubbliche e . nei politecnici di Stato. Non tutto è definitivo: ci sono alcune proroghe, si attendono i risultati del ripescaggio bonus maturità, c'è chi pagherà la moraesiiscriveràinritardo. Ma se si fissano confini netti (la stessa data di iscrizionesia peril20 13 cheperil20 12) e si interpellano gli uffici statistici degli atenei, si scopre con meravigliachei maturati italiani stanno tornando a fare le matricole. Repubblica ha contattato i sessanta atenei e nell' arco di sei giorni ha ricevuto ventotto risposte (le università che mancano non avevano dati consolidati o avevano pauradi renderli pubblici). Ne è venuto fuori questo quadro: su ventotto atenei, ventitré registrano unacre- scitadiiscritti. Sono 5.246matricole in più su una platea di 149.262 studenti. E i cinque atenei con segno negativo hanno deficit minimi: a Torino mancano 41 giovani (lo 0,3%) per pareggiare il 2012 e l'università è certa di una crescita finale. Così Firenze (-1,9% oggi), Siena(-2,3%)eL'Aquilacontuttele sue difficoltà (-2,3%). La continua caduta di Catania (-3,1 %suI2012,8,1 %sudueannifa) segnala invece un allontanamento ulteriore delle grandi università del Sud (anche Bari e Palermo, purnon fornendo i dati, confermano ritardi negli iscritti). Il conteggio fmale su questo spaccato rappresentativo di atenei certifica che le iscrizioni totali al primo anno crescono del 2,4%. Sì, incoraggiante dopo un 17% in una decade. Se c'è un Meridione che si scolla (cresce però l'Orientale di Napoli e ilPolitecnicodiBariregistraunnotevole +12,5%), quasi tutti gli atenei del Centro-Nord richiamano nuove iscrizioni. Le tre grandi scuole d'eccellenza di Milano (Statale,BicoccaePolitecnico),letredi Roma (Sapienza, TorVergataeRoma Tre), ['Alma Mater di Bologna, la Ca' Foscari di Venezia. Grandi contenitori di lezioni e crediti: hanno dati in crescita. Sono in aumento le immatricolazioni nelle zone toccate dall'ultimo terremoto (Ferrara +4,9%, Modena-Reggio +1,8%), nelle città con i record di denatalità (Trieste +5%, Genova +2,3%), nelle lombarde Bergamo e Pavia. E un boom si segnala nelle piccole città del sapere nelle Marche,inAbruzzo,inUmbria,nelLazio: Teramo quest'anno ha un terzo diimmatricolatiin più, Maceratail22%.Aumenticonsistentisiosservano a Cassino e Urbino. Al Politecnico di Torino, oggi, i fuori regione sono più dei piemontesi e ogni anno crescono gli stranieri. All'Università di Torino il corso di economia quintuplica gli iscritti e scienze dell'amministrazione online li quadruplica. Alla Statale di Milano scienze del farmaco ospita il 40% di studenti in più, scienze agrarie e alimentari il 33%. Ci sono due elementi forti alla base della risalita universitaria: il marketing spinto che diversi atenei hanno messo in campo per attirare clienti e la crescita della disoccupazione. Da una parte gli sconti sulle rette di Sapienza e Ca' Foscari, le borse di studio alle matricole di Pisa, dall'altra la mancanza di prospettive di impiego. DiceAndreaCammelli,presidente del consorzioAlmaLaurea: «Conia disoccupazione giovanile oltre il 40 per cento un neodiplomato, sapendo che non troverà lavoro, intanto si iscrive all'università». © RIPRODUZIONE RISERVATA Pochi laul'eati Fonte Eurostat % di popolazione di età 30/34 anni in possesso di laurea 10 italiam su 100 hanno una laurea nella fascia d'età fra 55 e 64 anni 20 su 100 068391 è la media dei paesi Ocse Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 46 la Repubblica Data Pagina Foglio 09-11-2013 21 2/2 www.ecostampa.it Quotidiano Ill'itol'no all'univenità Iscritti in crescita nel 2013-2014 Nostro sondaggio su 28 università pubbliche Italiane: CRESCONO DIMINUISCONO La Sapienza Roma Il Bologna immatricolati nel 2012-2013 immatricolati nel 2013-2014 .. varo % 2013-'14 sull'anno precedente Statale Milano Milano Bicocca Padova Venezia Ca' Foscari Genova Politecnico Torino Urbino Napoli L'Orientale Macerata 068391 Teramo Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 47 Settimanale vmce chi si fonde lA FRANCIA È lA PRIMA A ESSERSI MOSSA IN QUESTA DIREZIONE, E OGGI PUÒ VANTARE BEN SEI ISTITUTI NELlA ClASSIFICA DEI PRIMI QUINDICI DE_L CONTINENTE IN SPAGNA IL MERGER TRA ESADE E lE ome le imprese, che sanno di dover crescere per C restare competitive e puntare a conquistare i mercati emergenti. Quello che sta succedendo nel settore delle business school europee somiglia sotto molti aspetti allo scenario che si prospetta in ambito aziendale, laddove a prendere le decisioni sono spesso proprio ex allievi delle scuole d'eccellenza manageriale. A indicare la rotta sono soprattutto le scuole francesi, come dimostra la recente nascita della NeomaBusiness School, frutto della fusione tra Reims Management School e Rouen Business School. Due istituti che hanno messo da parte la gelosia perle rispettive storie per puntare sull'unione delle forze, che permette di raddoppiare il budget perla ricerca e una maggiore visibilità internazionale. Allora non è un caso se nell'ultima clasQuisoPJa. sifica dei Masters Frank in Management Bostyn, stilata dal Finandirettore cial Times comgenerale paiono ben sei di Neoma istituti transalpini tra le prime 15 posizioni. Negli scorsi anni altre scuole francesi avevano preso la medesima decisione, come la Esc Lille e la Ceram Business School, con la nascita della Skema, oggi tra le prime scuole internazionali, grazie anche all'apertura di un campus negli Usa. Che consente una maggiore mobilità degli studenti tra i vari campusdelnetworkeunpiùeleRitaglio Universita' Foglio 1 vatopotenzialedirecruitingstudentesco. Anche in altri Paesi si sono mossi in questa direzione: in Spagna risale al 201 Ola fusione tra le ed Esade, che si sono unite in un'azione di promozione della loro offertaMba in Cina. TornandoaNeoma,ildirettore generale Frank Bostyn spiega che" dietro la fusione non ci sono solo ragioni finanziarie, ma soprattutto strategiche: l'obiettivo è rafforzare il profilo internazionale, considerato che oggi le Grandes Ecoles si trovano ad affrontare una maggiore concorrenza globale. Per rimanere un leader in questo settore competitivo è necessario essere più visibili e più forti sul mercato, traguardi che possono essere raggiunti solo se si ha una taglia abbastanza grande". E l'ItaUa? Finora non si è vista traccia di M&A nel nostro Paese. "Da noi le scuole di management sono ancora troppo ancorate al sistema universitario", osserva Valerio Nanut, presidentediAsfor: "Come per gli atenei, continuano a prevalere i particolarismi a discapito di una maggiore collaborazione". (l.d.o.) www.ecostampa.it in• Europa 11-11-2013 40 C AIPRODUZIONE RISERVATA 068391 Business school Data Pagina stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 48 LA STAMPA Il "Ma chi ha ancora qualcosa da dare deve rimanere" ROMA Giovanni Melis Rettore dell'Università di Cagliari, ha 67 anni to teorica perché nòn mi risulta che esistano colleghi che hanno più di settant'anni ancora in attività». Nella sua università Melis ha scelto il criterio dell'elasticità, quindi. «Chi ha l'età va in pensione e se ha ancora un contributo da dare conti- 09-11-2013 11 Foglio 1 nua a collaborare». Il rettore è però d'accordo sul fatto che non in tutti i settori oltre una certa età si è ancora in grado di essere competitivi con un giovane. «Di sicuro il ministro si riferiva a settori ad alto contenuto tecnologico dove l'innovazione è molto veloce, e si può perdere la capacità di tenere il passo. A continuare a collaborare sono soprattutto quelli che Melis definisce i «maestri». «l maestri sono maestri sempre, sono quelli che hanno un loro gruppo di lavoro, che negli anni sono stati in grado di sviluppare e diffondere relazioni, abilità, capacità. I veri maestri sono anche quelli che sanno perfettamente quando è il momento di lasciare ad altri, di passare il testimone». . E, quindi, da persona che ha vissuto nell'economia aziendale e che sa perfettamente che cosa significhi gestire le risorse umane, si chiede: «Se ho un maestro, perché devo privarmene?». [FLA.AMA.] 068391 Giovanni Melis ha 67 anni, è rettore dell'Università di Cagliari, e lo sarà ancora per due anni, la sua scadenza è il 31 ottobre del 2015. Hlil una lunga esperienza come docente ordinario di economia aziendale, è stato anche preside della facoltà di Economia. Il suo è, quindi, soprattutto un discorso da economista ed esperto di gestione delle risorse umane. «Credo che non si possa ragionare in termini così restrittivi. Ci sono colleghi che sono ancora in grado di dare il loro contributo alla ricerca e altri che invece hanno già dato molto in passato e che a questo punto non hanno altro. In ogni caso mi sembra che si parli di una questione del tut- Data Pagina www.ecostampa.it Quotidiano Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 49 Quotidiano Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 09-11-2013 15 1 L'università si trova divisa: «Ricambio necessario» «L'esperienza, un valore» LE REAZIONI ROMA «Anche se dovessi cambia- re idea da qui a settant'anni faccio un testamento adesso. Mi devono cacciare». Non ha dubbi Flavio Corradini, da due anni rettore dell'Università di Camerino: il ministro Carrozza ha ragione e lui, che con 47 anni d'età è il più giovane d'Italia alla guida di un ateneo statale, sostiene con energia la necessità del ricambio generazionale. «Se un professore aspetta di passare i settant'anni per andare via - spiega - significa che per più di quaranta ha insegnato, e il suo contributo è stato già dato. A una certa età viene meno la passione, la gioia, tutto quello di cui l'università ha bisogno». sperse». Ma anche D'Ilio conviene: «Il ricambio ci vuole, l'università ha bisogno di questo flusso continuo». D'Ilio ha sostituto nel posto di Franco Cuccurullo, uno dei rettori di maggior lungo corso (ha guidato l'ateneo per quindici anni). «Conosco colleghi che hanno mantenuto un'eccellente capacità operativa ben oltre i 70 anni» osserva Cuccurullo, a cui preme però ricordare che ha rinunciato al suo ruolo di rettore 18 mesi prima della conclusione naturale del mandato. E respinge l'idea che le lunghe "reggenze" ostacolino i giovani: «Ho la fortuna di conoscere molti giovani assolutamente meritevoli, che sono riusciti a farsi spazio senza particolari problemi». GLI ANZIANI Mentre Corradini invece è del parere che i docenti ultrasettantenMeno drastico è Carmine Di Ilio, ni «sono in gran parte di ostacorettore dell'università D'Annun- lo alla crescita dei giovani». Luizio di Chieti: «E' comprensibile gi Lacchè, rettore a Macerata, riche professori che dedicano tut- corda che non è che se gli anziata la loro vita all'università non ni se ne vanno, entrano automavogliono andare via. Competen- ticamente dei giovani: «Con il za ed esperienza non vanno di- blocco del turnover, su dieci docenti che da noi se ne vanno ne entrano due. Bisogna avere le risorse per un ricambio generazionale, altrimenti è inutile». Una proposta la fa Giovanni Cannata, 67enne, che pochi giorni fa ha lasciato (dopo 18 anni) il posto di rettore all'università del Molise, pur continuando ad insegnare: «Se i soldi delle partite stipendiali dei docenti che vanno in pensione, invece di finire allo Stato, venissero girati alle Università, già questo incoraggerebbe molti ad andare via. Occorre mettere in moto le risorse». E, per lo più, gli atenei si pongono il problema di non concedere proroghe. «Come ateneo non abbiamo mai dato una proroga» sottolinea Lacchè. «I rettori si oppongono, ma poi i tribunali danno ragione ai docenti che fanno ricorso per restare» osserva Cannata. E anche se di giovani c'è bisogno «perché le università sono cambiate - insiste Corradini -. Occorre avere contatti con il territorio, aprirsi all'estero». Per Lacchè però la «carriera universitaria in Italia sta diventando sempre meno appetibile». A.Cam. RIPRODUZIONE RISERVATA IL PiÙ GIOVANE Flavio Corradini guida l:ateneo di Camerino LE REGGENZE GU ATENEI ORA SI PONGONO Il PROBLEMA DI NON CONCEDERE PROROGHE MA PARTONO I RICORSI JlI 068391 (ç;~ Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del ~.~~.".- 11 ministro sfida i baroni: «Via a 70 anni,> destinatario, non riproducibile. Pag. 50 rUnità Data Pagina Foglio Dialoghi I docenti universitari a contratto Da studentessa-lavoratrice (assistente domiciliare ai disabili) mi sono laureata con 110 e lode in economia matematica conseguendo il titolo di Dottore di Ricerca. Ne ottenni un chiaro invito a desistere dall'obiettivo di ottenere un posto da ricercatore, in quanto la mia età, 47 anni, era considerata proibitiva. ELENA DOBlel «Se avessi avuto il cognome di qualcuno, si chiede ora Elena, o fossi legata in qualche modo a qualche dinastia, a quest'ora avrei avuto un incarico stabile? Dal 1993 al 2013 venti anni buttati al vento: continuo a lavorare come assistente ai disabili, dove la laurea e il dottorato di ricerca non servono a nulla». Anche se l'università utilizza ancora le competenze che ho acquisito perché «dal 2009 al 2013 ho ottenuto incarichi come docente a contratto presso l'università della Tuscia di Viterbo per Teoria del Commercio Luigi Cancrini Internazionale, Politica Economica, Economia Politica, ottenendo la stima e l'approvazione dei docenti e, soprattutto, degli studenti». E chi sono, tuttavia, i docenti a contratto? Gli ultimi fra gli ultimi, dice ancora Elena, anche se «svolgono le stesse attività dei docenti di ruolo: lezioni, assistenza, esami, funzioni di relatore. Il loro compenso è irrisorio, però, eroso dalle imposte e corrisposto dopo un anno o più dalla fine dello attività prevista da un contratto che li costringe a svolgere un altro lavoro e che da un anno all>altro può facilmente non essere rinnovato». Così è, se vi pare, direbbe Pirandello ma anche se non vi pare, dico io, in una situazione in cui si sfrutta senza vergogna chi ha qualcosa da offrire. Da parte di chi? Da parte dei docenti che si tengono stretto il loro stipendio ma guadagnano molto di più altrove: negli studi professionali e nelle cliniche private. Come accade onnai solo in Italia. 068391 psichiatra e psicoterapeuta 11-11-2013 16 1 www.ecostampa.it Quotidiano Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 51 Quotidiano Data IL~MA.TTINO Pagina www.ecostampa.it Foglio 10-11-2013 15 1 «Settantenne falso bersaglio se c'è il blocco assunzioni» Giuseppe De Nicolao, 51 anni, è ordinario di Analisi dei dati a Pavia. Due anni fa ha fondato, insieme a una dozzina di colleghi sparsi per l'Italia, Roars, un sito di analisi del mondo universitario che fa le pulci ai prowedimenti del ministero e dell' Anvur, l'organismo di valutazione delle università, costringendo non di rado chi governa a precisare, giustificarsi e - talvolta - a cambiare rotta come sul bonus maturità. Professore, ha senso la lotta al professore di 70 anni che desideri continuare a insegnare? «Siamo di fronte a due opposte retoriche. Da una parte c'è chi li definisce "baroni" e quindi prima vanno via meglio è. Dall'altra parte c'è chi li considera "maestri" e pertanto inamovibili». E lei? «I settantenni sono un falso bersaglio. Va bene sostituire il vecchio con il nuovo, soprattutto in Italia dove di spazio peri giovani ce ne è dawero poco. Maconle regole attuali che impediscono di assumere si rischia di avere uscite senza rimpiazzi. Lo si è visto in molti atenei del Sud che quest'anno sono stati bloccati da un turn over inferiore aI7%». Nel 2014 però il tetto generale passerà dal 20 al 50%. «Ma è ancora poco! Arriviamo da anni disvuotamento massiccio dei ruoli. Stiamo dequalificando l'università forse per la ragione che non sappiamo cosa far fare ai laureati. È stato persino teorizzato». Da chi, scusi? «Da Guido Possa, presidente della Commissione cultura del Senato nella scorsa legislatura. Disse: "Non possiamo assolutamente più pensare di essere un paese di serie Ain tanti settori perché le ricerche sono condotte con mezzi che non possiamo permetterci". Ecco se l'Italia rinuncia alla ricerca è finita». Ora però Possa è fuori dal Parlamento. «SÌ ma quelle politiche, da lui ammesse con franchezza, sono state messe in campo». Il ministro Carrozza dice che sta provando a invertire la tendenza. «Vedremo. Intanto noi di Roars abbiamo scoperto che i suoi uffici avevano presentato come suo il piano in realtà messo a punto dal predecessore Francesco Profumo, il quale per sua stessa ammissione voleva fare da lubrificante alla riforma della Gelmini. Ora il ministro Carrozza pensa di mettere un paletto nel cuore del vampiro settantenne ... Non scherziamo. È un modo di distrarre». Per esempio sui 41 milioni di premialità che sembrano spariti... «Mi auguro che si possano recuperare. Ma non dimentichiamo che all'appello ne mancano quasi 300, di milioni. Il settore è stato sottoposto a tagli fortissimi». C'è anche il tema della selezione. A che serve mandar via i vecchi se non so scegliere i giovani? «Il reclutamento è da sempre un tema scottante. La cooptazione non è una cattiva parola, è nell' ordine delle cose perché sono gli esperti del settore che possono stabilire chi merita. L'importante è creare dei sistemi trasparenti e credo che la regola del patentino, in linea di principio, funzioni». Il patentino? «SÌ. L'abilitazione scientifica nazionale permette di selezionare con una commissione sorteggiata le persone che potranno poi prender parte ai concorsi nelle singole università. Il meccanismo è in fase di rodaggio, tuttavia a mio parere è un buon compromesso, evitando che il singolo ateneo possa assumere per concorso persone del tutto squalificate» . Come valuta, lei da Pavia, il fatto che ci siano regole in vigore che sembrano scritte per danneggiare il Mezzogiorno? «Non so se sia a un piano, o semplice cinismo. Qui al Nord c'è chi crede che il Sud sia un ramo secco e che di fronte a una crisi l'importante sia salvare se stessi. lo la chiamo "sindrome della zattera"». Sarebbe? «È la tentazione a trasformare in cibo i compagni di sventura per {lrovare a sopravvivere. Lo si e capito con i cosiddetti punti organico. Di fronte a un tetto molto severo, il 20%, c'è chi si è visto assegnare una quota più elevata ai danni di altri e in fondo ha pensato: meglio cosÌ». m.e. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Qui 068391 al Nord c'èchi pensa cheil Sud sia solo rami secchi» Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 52 Quotidiano Data IL~MA.TTINO Foglio 10-11-2013 15 1 /3 I www.ecostampa.it ,,-""'- La carica dei 1558: i professori anziani eterni per sentenza La Consulta cancella il pensionamento a 70 anni TI ministro dell'Istruzione invita i docenti a non chiedere il prolungamento del servizio Marco Esposito È un tappo con 1558 teste. I 1558 sono i pro- fessori universitari con età onnai prossima al pensionamento - hanno 68 o 69 anni - e che potrebbero chiedere di rimanere in carica oltre il limite dei 70 anni, creando un sostanzioso tappo alla possibilità di assunzione e di avanzamento di carriera di tutti gli altri. Ecco perché il ministro dell'Is~ zione Maria Chiara Carrozza ha aperto il fronte del «tiro al settantenne», auspicando che i prof anziani siano «generosi e onesti». Un semplice appello, perché il ministro non può obbligare nessuno ad andare in pensione visto che la Corte Costituzionale ha cassato con un tratto di penna la legge voluta nel 20 10 da Maria Stella Gelmini che prevedeva appunto la inderogabili~à del. li ~ mite dei 70 anni. «In un momento In CUI Cl sono tanti giovani vincitori di concorso che aspettano di entrare in ruolo - ha detto ieri il ministro al Festival dell'intelligenza collettiva organizzato a Firenze dalla Cna - il blocco del tum over ha veramente provocato dei danni enormi, all'università e alla ricerca, e penso che ne possa provocare ancora. Mi auguro - ha sottolineato - che riusciremo a tornare indietro e a eliminare questo blocco parziale. Chi ha 70 anni deve fare un passo indietro e generosamente lasciare spazio ai più giovani». Per Carrozza «ci sono persone che non andrarmo in pensione perché non arriveranno mai a 40 anni di contributi e perché non hanno avuto le stesse opportunità. La classe dei professori italiani - ha concluso - è troppo avanti con l'età. Non si dovrebbero rottamare ma dovrebbero andare in pensione». I problemi nascono, come spesso inIta- lia, per il sovrapporsi di leggi e sentenze con il risultato che manca un riferimento complessivo omogeneo. Larifonna Gelmini del 201 Otoglieva molte risorse all'Università ma, per non bloccare del tutto gli atenei, prevedeva l'uscita obbligatoria di professori e ricercatori universitari a 70 anni, cancellando l'opzione che consentiva di restare in cattedra per un biennio. E infatti grazie al blocco della Gelmini oggi i professori anziani sono pochissimi: appena 53 in tutta Italia hanno 70 anni d'età e 26 superano quella soglia. Ma la scorsa primavera la Corte Costituzionale ha giudicato illegittimo il prowedimento della Gelmini sostenendo che «senza dubbio rientra nella discrezionalità dellegislatore l'obiettivo di favorire il ricambio generazionale nell' ambito dell'istruzione universitaria», tuttavia il perseguimento di questo obiettivo deve essere bilanciato con l'esigenza «dimantenere in servizio - peraltro per un arco di tempo limitato - docenti in grado di dare un positivo contributo per la particolare esperienza professionale acquisita in determinati o specifici settori ed in funzione dell' efficiente andamento dei servizi». I 1558 professori anziani - 786 di 69 anni e 772 di 68 anni - quindi possono chieder~ di prolungare il servizio per un biennio. E vero che la domanda va accolta dal singolo ateneo «in base alle proprie esigenze organizzative e funzionali»; tuttavia con il freno al turn over scattato nel 2012 e ancora in corso, ciascun ateneo sa che può rimpiazzare solo in parte il personale in uscita, peraltro con regole che nel 2013 hanno fatto molto discutere visto che per la maggior parte degli atenei del Sud il grado di rimpiazzo si è limitato al 7% contro il pur basso 20% stabilito per legge. N el2014 il tetto del 20% medio di sistema sale a150% ma ancora una volta ciò potrebbe tradursi in un 15-20% appenanegli atenei del Mezzogiorno e magari in un 200% e più nelle strutture universitarie che operano in contesti economici più favorevoli. E allora - potrebbero ragionare in molte Università - meglio tenere in carico dieci docenti settantenni se al loro posto si possono assumere appena uno o due giovani. La sentenza della Corte Costituzionale che riapre la possibilità per i professori universitari di restare in cattedra è stata finnata da Franco Gallo, il presidente della Consulta, e da Alessandro Criscuolo, entrambi peraltro classe 1937 e quindi consapevoli che anche a 76 anni si può essere in grado di svolgere al meglio detenninate attività. Tuttavia nelle argomentazioni della sentenza, cui si arriva dopo il ricorso di cinque professori nel Lazio e in Molise che avevano chiesto invano il prolungamento in servizio non si fa riferimento alla pioggia di no~e che stanno rendendo complicato il tum over nelle università e ci si limita a segnalare che «la disposizione di cui si tratta interessa un settore professionale numericamente ristretto, perciò inidoneo a produrre significative ricadute sulla finanza pubblica». Come a dire che è giusto per lo Stato cercare di risparmiare ma per i professori universitari' essendo numericamente pochi, si può fare un' eccezione. Peraltro - e su questo la Consulta non ha torto - il risparmio è modesto visto che in ogni caso al prof devi pagare la pensione e «lo stesso legislatore ha ritenuto che il rinvio del collocamento a riposo dei dipendenti pubblici sia funzionale alle misure di contenimento di tale spesa». Insomma: largo ai settantenni. E pazienza se l'età media dei docenti continua a salire e onnai ha superato quota 60 anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 I Pagina Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 53 IL~MA.TTINO - Foglio - Gelmini - 10-11-2013 15 2/3 Gallo Il blocco nel 201 O e oggi i prof «over 70» sono appena 79 La riforma dell'Università del ministro Maria Stella Gelmini è contenuta nella legge 240 del 201 O. All'articolo 25 si prevedeva per i professori e per i ricercatori universitari l'impossibilità di chiedere il prolungamento in servizio, risalente alla legge 503 del 1992 (articolo 16), valida per tutti i dipendenti civili dello Data Pagina Corte Costituzionale: il tetto è in contrasto con la libertà degli atenei Stato. Erano fatte salve le autorizzazioni che avevano «già iniziato a produrre il loro effetti". Con il blocco scattato di fatto nel2011 oggi nelle Università italiane sono in servizio appena 79 «over 70" su 29.000 docenti e associati di ruolo. In 53 hanno compiuto 70 anni e in 26 hanno un'età superiore. Il presidente della Corte Costituzionale Franco Gallo con la sentenza numero 83 del2013 ha dich iarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 25 della legge 240 del201 O. La sentenza giudica l'articolo 25 «unadisciplinasbilanciatae irrazionale» da bocciare per la violazione dell'autonomia del mondo universitario e per il www.ecostampa.it Quotidiano mancato rispetto degli articoli 3 e 97 della Costituzione. La sentenza, oltre a sanare la posizione d i cinque docenti ricorrenti, riapre la possibilità per i docenti universitari prossimi ai 70 anni di chiedere il prolungamento del servizio per dueanni.1 professori potenzialmente interessati nel prossimo biennio sono 1.558. Carrozza Appello ai docenti: è da generosi e onesti fare spazio ai giovani Di fronte al rischio di un blocco delle uscite dal mondo universitario, il ministro dell'Istruzione e dell'Università Maria Chiara Carrozza ha detto che a 70 anni i professori universitari, «se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, od offrire le Ucaso Cinque ordinari hanno vinto il ricorso per lavorare altri due anni proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto". I iPif'lf 8iltzii,linii ;~ ~~;~~~~i:ij~l~ ~i.!! "~f!:~En~;:! ;l~!~~:~;·~!:~~!!~! f~~ 068391 ~!~i. l];;J n'i ~Ul i!~! !ii ~li~!E~Ei ki! !·Ei Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 54 Quotidiano IL~MA.TTINO L ega Nord «Così il recupero dei fondi» Foglio 10-11-2013 15 3/3 "La normaspiega Mario Pittoni - può essere inserita nella legge di Stabilità, da domani all'esame del Senato». www.ecostampa.it - Data Pagina 068391 "Le somme già impegnate e non ancora pagate relative agli anni 2011-2012-201 3 a valere sul Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca» dello stato di previsione della spesa del ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca relative al progetto bandiera denominato SuperB Factory, sono assegnate al Fondo per l'edilizia universitaria dello stesso ministero e attribuite alle Università statali con decreto del Ministro secondo criteri che tengano conto degli esiti della Valutazione della Qualità della Ricerca 2004-2010». È la soluzione individuata dalla Lega Nord per aggirare l'ostacolo tecnico che ha impedito l'assegnazionedi41 milioni, previsti dal decreto Istruzione per gli atenei su base premiale. Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 55 , novue Data Pagina Foglio 10-11-2013 11 1 Carrozza ha proposto e intende destinare alla premialità; mentre l'opposizione della Ragioneria dello Stato rivela, una volta di più, il vero vizio di fondo del caso italiano: considerare le risorse per l'università come una spesa anziché come un investimento, a differenza di quanto avviene in tutti i Paesi avanzati. Mettendo cosÌ a nudo il paradosso di piangere sulla fuga dei cervelli nel momento stesso in cui di fatto . li si spinge ad andarsene. Fondi alle università L'errore "dei tagli lineari continua www.ecostampa.it DSole9]JJa)mrn Settimanale Rettore dell'Università di Padova © R!PRODUZIONERISERVATA di Giuseppe Zaccaria 'è C una voce che non figura nelle statistiche del Pil, ma che pesa in modo drammatico sulla voce "uscite": negli ultimi quattro anni, il numero di quanti fanno formazione e ricerca nelle università italiane è diminuito di lOmila unità. CosÌ ci siamo ridotti a 4 addetti alla ricerca ogni mille abitanti, metà dei Paesi a noi più vicini, dalla Francia alla Germania alla Gran Bretagna; perfino alla Spagna. Una grave emorragia, dovuta a un autentico salasso: negli ultimi quattro anni, la dotazione del fondo di finanziamento ordinario degli atenei si è ridotta di circa l miliardo su un totale di 7; il taglio annunciato per il 20 13, da solo, pesa per 400 milioni, il4,s% in meno rispetto all'anno precedente. Elenco queste poche ma significative cifre non per polemica, ma con l'amarezza di chi è chiamato a guidare una delle maggiori e più prestigiose università italiane, appena premiata con il riconoscimento di essere la migliore nella ricerca, a seguito della severa indagine di valutazione cui per la prima volta si sono sottoposti i nostri atenei; un risultato ottenuto grazie a un gravoso quanto difficile impegno di tutte le componenti accademiche, che ci ha consentito e ci consente tuttora di presentare un bilancio sanissimo, contemperando esigenze di base come la didattica e i servizi agli studenti con scelte strategiche e prioritarie come la ricerca e l'internazionalizzazione. Ai giovani ricercatori, in particolare, garantiamo attraverso nostri fondi una serie di iniziative di sostegno proiettate su più annualità, con un impegno pari a circa 7 milioni l'anno. Ma è chiaro che questo sforzo diventerà sempre più improbo se a livello nazionale dovesse proseguire quella politica di tagli lineari che era stata avviata dal ministro Tremonti, e proseguita dal governo Monti: in questo modo, infatti, con una riduzione uguale per tutti si penalizzano gli atenei migliori. Basterebbe poco per porre almeno un piccolo rimedio a ciò, con i 41 milioni che il ministro Ritaglio Universita' stampa 068391 nòva'" ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 56 Data 09-11-2013 Pagina 2 Foglio 1 www.ecostampa.it Quotidiano UNIVERSITÀ Il ministro Carrozza contro i prof over 70 «Vadano in pensione» 068391 ROMA - «A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, od offrire le proprie biblioteche all'università». Fuga dei cervelli e baronie universitarie al centro dei pensieri del Ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza. Per il Ministro, «chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni». Ritaglio Maria Chiara Carrozza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 57 nSole9]{l Quotidiano mmrn Data Pagina I Foglio 11-11-2013 2/3 1 /3 www.ecostampa.it Avvia più facile per l'apprendistato La formazione di base non va indicata nel piano e scenderà sotto 120 ore con le linee guida Alessandro Rota Porta l contratto di mestiere, o più propriamente apprendistato professionalizzante, ha visto negli ultimi tempi diverse modifiche di rilievo. Novità introdotte con l'intento dichiarato di dare slancio a una formula che - nel tempo - è stata penalizzata dalla complessità gestionale della componente formativa e dal "rimpallo" di competenze nell' erogazione della stessa. Il tutto mentre, in tema di alta formazione, il DI 10412013 ha in previsione la creazione di percorsi formativi in sinergia tra scuola e imprese: segno che il cantiere normativo su questo fronte resta più che mai aperto. Tornando al contratto di mestiere - previsto dall'articol04 delDlgs 167/20n-l'ultima delle modifiche è quella dettata dal decreto Iva-lavoro (articolo 2, Dl76/2013), che ha puntato sulla semplificazione degli adempimenti a esso correlati. Un'analisi più approfondita fa comunque rilevare come il quadro regolatorio rimanga piuttosto complesso. Secondo il comma 2 dell'articolo 2 appena citato, entro lo scorso 30 settembre la Conferenza Stato-Regioni avrebbe dovuto adottare linee guida volte a semplificare l'apprendistato professionalizzante - anche in vista di una disciplina più uniforme sull'intero territorio nazionale - dell' offerta formativa pubblica regolata dal Testo unico dell'apprendistato. In particolare, rispetto ai proflli formativi, il DI 76/2013 stabiliva il recepimento di queste tre disposizioni, in deroga allo stes- so Dlgs 167/20n: il piano formativo individuale è obbligatorio solo in relazione alla formazione per l'acquisizione delle competenze tecnico-professionali e specialistiche; la registrazione della formazione e della qualifica professionale, a fini contrattuali eventualmente acquisita, è ef~ fettuata in un documento avente i contenuti minimi del modello di libretto formativo del cittadino (Dm Lavoro del lO ottobre 2005); in caso di imprese multilocalizzate, la formazione avviene nel rispetto della disciplina della Regione ove l'impresa ha la propria sede legale. Passato inutilmente il termine del30 settembre, prevedeva il Dl 76, avrebbero trovato diretta applicazione queste tre previsioni. È bene ricordare che, secondo il Testo unico, la formazione nel contratto professionalizzante, svolta sotto la responsabilità dell'azienda, è integrata - nei limiti delle risorse armualmente disponibili - dall'offerta formativa pubblica, interna o esterna all'azienda, finalizzata all'acquisizione di competenze di base e trasversali, per un monte complessivo non superiore a 120 ore per la durata del triennio. Pur senza rispettare il termine del 30 settembre, lo scorso 17 ottobre le Regioni hanno adottato uno schema di linee guida, sulla scorta delle indicazioni del Dl 76. Va subito precisato che le linee guida non sono ancora pienamente operative, poiché sono state inviate al Governo e dovranno, quindi, essere definitivamente appro- vate in Conferenza Stato-Regioni: questo passaggio dovrebbe essere esaustivo poiché - a differenza di quanto è avvenuto, ad esempio, in materiadi tirocini - il Dl76/2013 ha conferito una valenza di carattere normativo alle linee guida. Un punto, quest'ultimo, che potrebbe anche prestarsi a censure di costituzionalità per compressione delle potestà regionali: ma, comunque vada, è una questione che potrebbe sorgere (ed essere risolta) in tempi lunghi. Allo stato attuale, salvo diversi orientamenti di prassi che dovessero intervenire, si ritiene che i datori di lavoro possano comunque rifarsi alle "facilitazioni" del DI 76, in attesa della completa formalizzazione delle linee guida. Q!1indi, le assunzioni in apprendistato professionalizzante avvenute fin dallo ottobre scorso possono essere effettuate inserendo nel piano formativo solo i profili inerenti la formazione per l'acquisizione delle competenze tecnico-professionali e specialistiche. La formazione di base massimo 120 ore per la durata del periodo formativo non deve più essere obbligatoriamente dettagliata nel piano formativo, in cui troverarmo posto solo le indicazioni formative dei contratti collettivi nazionali. E non si deve più provvedere alla sua registrazione. Q!1esto non significa, però, che la formazione di base possa essere bypassata, poiché l'obbligo di svolgimento è immutato. Lo ha confermato anche la circolare 35/2013 del ministero del Lavoro. Peraltro, pur in assenza di vincoli regionali in merito al- la formazione di base, la mancata effettuazione è sanzionata se è prevista dal CcnI. Inoltre, il mancato assolvimento della formazione potrebbe prestare il fianco a contestazioni da parte del lavoratore apprendista, volte a disconoscere il rapporto di apprendistato di mestiere. Resta inteso che la mancata effettuazione della formazione di base non costituisce un inadempimento sanzionabile laddove l'offerta formativa pubblica non sia disponibile per via della mancanza di adeguata coperturafinanziaria (circolare del Lavoro n. 5/2013). Al contrario, dal momento in cui le linee guida saranno pienamente operative, si potrà tenere conto di queste ultime: lo schema adottato lo scorso 17 ottobre si presenta interessante perché la formazione di base (di norma 120 ore per l'intero periodo di apprendistato) è progressivamente ridotta a seconda del titolo di studio posseduto dall'apprendista, o qualora sia già stata effettuata in precedenti rapporti di apprendistato. Infatti, l'obbligo formativo "trasversale" potrà scendere fino a 40 ore in capo agli apprendisti in possesso di laurea, così come le diverse durate "standard" dei percorsi formativi andranno a ridursi del numero di ore pari a quelle dei moduli già completati in precedenti contratti di apprendistato. Inoltre, tale schema prevede anche la possibilità di effettuare la formazione di base direttamente in azienda, se sono presenti "standard minimi", così come di registrare il percorso formativo in modo "semplificato". R;<,fRVA-:-A 068391 )R;PRCJDlJI~ON[ Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 58 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 11-11-2013 2/3 2/3 Il percorso Le tappe per stipulare il contratto di apprendistato in modo corretto • Fino al31 dicembre 2012 il llI.1lm'm mll,~."imodl ,11'pll'ndisli che si potevano assumere non doveva superare ill00% dei lavoratori specializzati e qualificati. Dal 2013 il rapporto è diventato di 3a2 • Sonoescluseleaziendecon VlwlImli mdill('IKk11il,che mantengono il rapporto di 100% • Se l'azienda non occupa neimpiega menoditre, può assumere al massimo tre apprendisti • Per le Impj>('§c m't~iillw vale sempre la legge 443/1985 • Dallo ottobre 2013,la ibl'mll:llon~' I~ dt'lIa • Le HI:,g:loni integrano la formazione, nei limiti delle risorse annualmente disponibili, con un'offerta formativa pubblica, interna o esterna, finalizzata all'acquisizione di competenzl di base e trasversali per un monte complessivo di non più di 120 ore nel triennio • Con l'attuazione delle linecg1.dd'l individuate il 17 ottobre 2013 dalla Conferenza Stato-Regioni, il monte ore della formazione di base potrà prevedere a bbatti menti delle 120 ore, su lla base del titolo di studio dell'apprendista • Contratto di lavoro e piano formativo con I\mnu ~'l'IUll • I h !!',1t li mHOlima del contratto non inferiore ai sei mesi, escluse le attività stagionali • Divieto di 1'l'll'!huziolle a cotti mo. Retribuzione fi no a due livelli inferiori rispetto alla categoria spettante, o retribuzione in misura percentuale, secondo le previsioni dei Ccnl • Presenza di un futol"!:- o di un referente aziendale • Divieto di n'{'I'SSO dal contratto durante la formazione senza giusta causa o giustificato motivo • Dall ° ottobre 2013, illlimlO 1()I'lUndvlI indlvidllnl~· è obbligatorio solo in relazione alla formazione per l'acquisizione delle competenze tecnico-professionali e specialistiche disciplinata dai Ccnl: si può dunque omettere il riferimento alla formazione di base. Il piano, redatto secondo le previsioni dei Ccnl, indica: il monte ore,la sede di svolgimento ei profili, l'avanzamento dell'inquadramento, con il livello iniziale e quello finale • Aseconda dei datori di lavoro varia così la ('ol11l'i!mzio1l{: I il!,!> a carico della ditta: con più di 9 addetti,10%; fino a 9 addetti, primo anno 1,5% e secondo anno 3%, terzo anno e successivi 10%; con meno di 10 addetti, per gli apprendisti assunti dallo gennaio 2012 al31 dicembre 2016,1,61% peri primitre anni e 10% in seguito • Per la circolare Inps 128/2012 quest'ultimo sgravio è concesso in conformità alla disciplina comunitaria degli aiuti de minimis (reg. Ce 1998/2006) 068391 professionale a fini contrattuali è effettuata in un docu mento avente i conten uti minimi del modello di libretto formativo del cittadino. Il documento può essere adottato secondo lo schema individuato dal Dm 10 ottobre 2005, con descrizione delle informazioni personali e delle competenze acquisite • IlI1Um(~ro di. on.' di formazione e i pmfili sono individuati dai Ccnl • Prima di assumere un apprendista va verificato il rispetto della dm.l~n"l!ll La clausola si applica alle aziende con almeno 10 lavoratori e subordina l'assunzione di nuovi apprendisti alla prosecuzione del rapporto di lavoro, dopo l'apprendistato, di almenoil50% di quelli assunti dallo stesso datore nei 36 mesi precedenti; la percentuale è ridotta a130% finoal17 luglio 2015 • Va verificata anche l'eventuale fissazione di limiti da parte dei CI.'nl Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 59 nSole9]{l Quotidiano mmrn Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 11-11-2013 2/3 3/3 t'OBIETnvo Le modifiche introdotte dal Governo puntano a rendere più appetibile un istituto finora frenato dalla burocrazia ATTENTI A... La nostra azienda è interessata a procedere all'assunzione di alcuni giovani rico"endo alla formulD dell'apprendistato professionaliuante. Ci mancano, però, alcune informazioni "sicure" a .proposito, tra l'altro, delle modalità semplificate introdotte FORMAZIONE INTEGRATA In attesa della piena operatività delle linee guida Stato-Regioni, la formazione di tipo professionalizzante e di mestiere, svolta sotto la responsabilità dell'azienda, è integrata - nei limiti delle risorse annualmente disponibili - dall'offerta formativa pubblica, interna o esterna all'azienda, finalizzata all'acquisizione di competenze di base e trasversali per un monte complessivo non superiore a 120 ore per la durata del triennio e disciplinata dalle singole Regioni. Solo in assenza della loro attivazione, il datore di lavoro non potrà essere ritenuto responsabile dell'obbligo formativo in questione. In queste ipotesi, bisogna comunque adempiere agli eventuali adempimenti amministrativi previsti dalla Regione. In caso di inadempimento scattano le sanzioni previste dall'articolo 7 del Dlgs 167/2011. daldecre~legge 76/2013. In particolare, per quanto riguarda gli aspetti legati alla formazione per iTOcquisizione delle competenze di base e trasversali, vorremmo sapere qual è"il monte ore da rispettare e a quali adempimenti è tenuto il datore per non incorrere in violazioni e sanzioni. 068391 P.P.-CHIETI Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 60 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina Il www.ecostampa.it Foglio 11-11-2013 11 1 I chiarimenti del ministero Esenzione Inail sotto i due giorni di attività al mese i lO giorni lavorativi nell'anno. Questo parametro nùsurail carattere «accidentale» della prestazione, la condizione che esclude l'obbligo assicurativo Inail per il familiare che presta un'attività così limitata. La sospensione dell'attività dell'impresa si applica in seguito all'impiego di personale irregolare pari o superiore al 20% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro. Il fatto che per un dipendente venga meno l'obbligo di assicurazione contro gli 'infortuni, secondo le indicazioni della lettera circolare del 5 agosto, non può in nessun caso aumentare il rapporto tra il numero dei lavoratori irregolari e il totale DOPPIO I versamenti previdenziali sono dovuti all'Inps quando l'imp,egno supera la soglia di 720 ore nel corso dell'anno solare dei lavoratori presenti. Se, prima dei chiarimenti forniti dal ministero, il totale dei lavoratori era di 100 e il totale degli irregolari era di 20, si verificava effettivamente una irregolarità. Se ora uno dei lavoratori prima considerati irregolari, non lo è più, perché ha lavorato soltanto un giorno nel mese e meno di dieci giorni nell'anno, i presenti continuano a essere 100, ma gli irregolari sono 19, quindi !'impresa si colloca sotto la soglia che fa scattare l'irregolarità. il~ '"",','",""'"'' R1PRO[;[;Z!ONF RI',f ~VATA dX' APPROFONDIMENTO ONLINE Le circolari del Lavoro 068391 Oltre al rapporto di natura subordinata, è frequentemente usata la collaborazione familiare, soprattutto nelle piccole imprese del commercio, dell'artigianato o dell'agricoltura. Per questi settori, il ministero del Lavoro ha chiarito le regole contributive in due lettere circolari. Nella 10478 dellO giugno 2013 sono indicati casi in cui i familiari dell'imprenditore non sono tenuti a versare i contributi previdenziali all'Inps. Il ministero ha individuato tre casi: il fanùliare collaboratore che lavora in altra azienda a tempo pieno, il familiare pensionato (perché si assume, fino a prova contraria, che il suo contributo lavorativo sia occasionale) e quello del collaboratore occasionale. Perché si abbia occasionalità della prestazione, il familiare deve svolgere attività lavorativa per un periodo inferiore a 720 ore nell'anno solare, che rappresentano 90 giorni di 8 ore ciascuno. Il riferimento ai 90 giorni non è frutto del caso, ma è coerente con il comma 6-ter, articolo 21, del DI 269/2003, che stabilisce una presunzione legale di prestazione gratuita occasionale del familiare che sostituisce l'imprenditore artigiano. Questa disposizione stabilisce che «è fatto comunque obbligo dell'iscrizione all'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali». Sul fronte degli obblighi assicurativi con l'Inail, il ministero ha fornito ulteriori precisazioni con la circolare 14184 del 5 agosto 2013. Il ministero chiarisce che scatta l'esenzione Inail quando la persona coinvolta nella collaborazione lavora 1-2 giorni al mese, senza superare Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 61 Quotidiano Data 10-11-2013 Pagina 4 Foglio 1 www.ecostampa.it nSole9]{l mmrn Si allenta la stretta sulle indicizzazioni R euro). E, per reperire le risorse necessarie, propongono di far scattare il contributo di solidarietà sulle pensioni elevate (nella misura del 5% ) già a 90rnila euro anziché a 150rnila come attualmente previsto dalla "stabilità", e di farlo poi lievitare con il crescere del reddito. Ma il rafforzamento del contributo di solidarietà non convince troppo il Pdl. Che è d'accordo nel rendere meno stringente il blocco dell'indicizzazione lasciandolo in versione integrale solo per gli assegni oltre 6 volte il minimo, ma vincolandolo ad un limite anagrafico (ad esempio 68 anni di età) oltre il quale la pensione non può essere toccata. Convergenza possibile anche sul salvataggio degli esodati. Il Pd propone di destinare le risorse rimaste inutilizzate Ci salvaguardati sono risultati inferiori a 146rnila stimati dal governo) a chi rimarrà bloccato ne12014. In salita la strada per un' altra proposta Pd: pensionamento possibile, ma con penalizzazioni, per i licenziati over 62. M.Rog. ©RIPRODUZIONERISERVATA GRADOOIPRlORITÀ 068391 endere meno pesante la penalizzazione sulle pensioni di importo più basso. È uno dei pochi punti su cui esiste già una convergenza tra Pd e Pdl. E il via libera a un correttivo alla legge di stabilità su questo fronte può essere considerato quasi certo. Anche perché lo stesso governo starebbe valutando la possibilità di allentare il blocco dell'indicizzazione. Le proposte di modifica presentate in commissione Bilancio a Senato però non collimano del tutto. I democratici puntano ad attenuare la deindicizzazione per le pensioni tra 4 e 6 volte il minimo (ovvero sopra i 1.500 Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 62 Quotidiano 11-11-2013 13 Foglio 1 /2 Data www.ecostampa.it COBBIEBE DELLA SEBA Pagina Aziende di Stato Non svendiamo i nostri gioielli di RAFFAELE BONANNI A PAGINA 13 Il dibattito La lettera del segretario della Cisl Bonanni dopo l'editoriale di Alesina e Giavazzi sul «Corriere» a favore delle privatizzazioni. La replica dei due economisti Che errore svendere le aziende pubbliche: sono i nostri gioielli Bisogna colpire le rendite finanziarie e ridurre l'esercito di dirigenti statali ~ Caro direttore, il dibattito innescato dall'editoriale di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sulle privatizzazioni ci ha riportato indietro nel tempo e precisamente ai primi di giugno del 1992 quando a bordo del panfilo della famiglia reale inglese <<Britannié1», in una riunione di esponenti della finanza internazionale e del mondo imprenditoriale italiano, si decise di vendere gran parte delle aziende pubbliche (Iri, Ina e Imi) per fare cassa, senza alcuna strategia industriale e senza alcun disegno di democrazia econoriUca e di partecipazione dei lavoratori. Fu, davvero, una occasione perduta perché quelle aziende si sono disp~rse e hanno una avuto una forte regressione sia sul mercato, sia sul piano occupazionale. Hanno ragione Alesina e Giavazzi quando sostengono che bisogna abbattere il debito pubblico, riducendo drasticamente la pressione fiscale, giunta ormai a livelli insostenibili per i lavoratori, i pensionati e le imprese. Ma non è vendendo le poche aziende d'eccellenza a capitale pubblico che si risanano i conti dello stato. Parliamo di grandi gruppi industriali che operano sul piano internazionale, che fanno utili e distribuiscono dividendi persino superiori alloro valore di mercato. Vogliamo distruggere questo patrimonio Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo umano e professionale come è accaduto per le telecomunicazioni o per gran parte del settore agroalimentare italiano? Non è questa la strada giusta. Lo diciamo fin da ora con fermezza al ministro dell'Economia, Saccomanni: la CisI si opporrà alla prospettiva di ulteriori privatizzazioni al buio, senza una discussione seria con il sindacato sulle ricadute occupazionali, sulle garanzie degli investimenti e sulla partecipazione dei lavoratori nei luoghi alti della decisione imprenditoriale. La ricchezza economica di un Paese va salvaguardata non dilapidata Questo è il compito di chi governa la cosa pubblica. Per abbassare le tasse, l'unica strada possibile è quella di tagliare la spesa pubblica improduttiva. Si cominci con il dismettere subito il patrimonio immobiliare e demaniale che ammonta a circa 400 miliardi di euro. Chiudiamo tutti quegli enti inutili, le troppe società in house piene di debiti delle Regioni e quelle aziende municipalizzate dove si annidano sprechi, rubèrie ed inefficienze. Mettiamo sul mercato le micro aziende statali, regionali o comunali mal gestite, lottizzate dai partiti e che non fanno utili. n governo faccia subito un decreto, imponendo i costi standard a tutte le amministrazioni pubbliche, a tutte le Regioni, agli enti locali, alla sanità. Riduciamo le consulenze e il numero esorbitante dei dirigenti pubblici spesso strapagati, legati alla politica e senza alcun controllo di merito. Anche noi siamo contrari a ulteriori patrimoniali che ri del destinatario, non 068391 di RAFFAELE BONANNI* riproducibile. Pag. 63 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Foglio 11-11-2013 13 2/2 di pensare di vendere grandi aziende come Eni, Enel, Finmeccanica o Poste che producono reddito, ricerca e innovazione. E se il governo ha davvero gli «attributi», come sostiene il presidente Letta, cominci da queste cose e non dalla vecchia ed equivoca ricetta di svendere i «gioielli di famiglia», ciò che fa prestigio, ricchezza e benessere per il nostro Paese. * Segretario generale della Cis l www.ecostampa.it schiano di ricadere solo sulle spalle della povera gente, come è accaduto con le eccessive tasse sulle case. Ma un Paese civile non può consentirsi di tassare la speculazione finanziaria al 20 per cento, meno del denaro «suda to», come avviene in tutta Europa. O di proteggere il gioco d'azzardo online e i videogiochi (che hanno un volume d'affari di 50 miliardi di euro) con una tassazione scandalosa dallo 0,6 al 3% del fatturato. Cerchiamo di favorire gli investimenti esteri in Italia, invece Data Pagina © RIPRODUllONE RISERVATA Precedentenegatlvo Nel giugno 1992 la cessione dell'Ici e di altri grandi patrimoni fu decisa per fare. cassa, senza alcuna strategia e senza coinvolgere i lavoratori Lo scorso 5 novembre il «Corriere» ha pubblicato un editoriale di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi a favore delle privatizzazioni. Secondo i due economisti, ciò che impedisce ai governi di abbassare le tasse non è tanto il deficit, quanto il debito. Destinato, senza correzioni, ad aumentare. Per invertime la crescita, la strada sarebbe una sola: ridurre lo spazio che lo Stato occupa nell'economia attraverso le privatizzazioni. Nonché la por complicata dismissione di almeno una parte del patrimonio immobiliare pubblico. All'analisi risponde, qui a sinistra, il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. A destra, la controreplica dei due economisti .. ~~~------ 068391 _.~-~---_ Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 64 Quotidiano Data COBBIEBE DELLA SEBA Foglio 09-11-2013 2/3 1 Intervista «Le Regioni del Sud non siano egoiste sui fondi» www.ecostampa.it I Pagina TrigiIia: un bonus occupazione anche per i lavoratori over 50 TI ministro: abbiamo risorse per 4-5 miliardi ROMA - «Ci sarà un nuovo intervento sul ché è meno presente quella faCoellonè territoriale Il minicuneo fiscale, utilizzeremo una parte dei fondi scia di aziende orientate alstro Carlo Trigilia: «Ci sarà un europei che rischiamo di non spendere. Al l'export che non risentono della nuovo intervento sul cuneo momento si aggirano sui 415 miliardi di eu- crisi della domanda interna: fiscale, utilizzeremo una parte ro». Carlo Trigilia, ministro per la Cgesione oggi viene dal Sud meno del dei fondi europei che rischiaterritoriale, ha in mano le chiavi dell'unica 12% dell'export italiano. E non cassaforte che il governo può aprire senza dimentichiamo che soprattutto dal Mezzo- mo di non spendere» mettere nuove tasse o tagliare le spese: i famo- giorno continuano ad emigrare giovanie lavosi fondi europei, in realtà finanziati dagli stes- ratori istruiti, le risorse migliori». si Stati membri, boccata d'ossigeno per un1ta - . Se non sarà inserito nella legge di Stabililia senza fiato. tà, per il nuovo bonus servirà un altro provMinistro, quei fondi saranno utilizzati vedimento. Si rischiano tempi lunghi. per rafforzare il taglio del cuneo, cioè delle <<Prima bisogna riprogrammare i fondi eutasse sul lavoro, previsto nella legge di Sta- ropei. Cosa non facile, le assicuro. nnostro sistema è molto consensuale, intervengono ambilità? «Le regole di Bruxelles ci dicono che quei ministrazioni centrali e regionali e l'operaziofondi non possono essere utilizzati per il taglio ne è complessa anche quando si tratta di fondi del.cu~eo i~ quanto tale, cioè pertut,ti i lavora- a rischi perché i titolari d lle risorse non tono LI possIamo usare a patto che l'mtervento o, . e .. . produca occupazione aggiuntiva e porti all'as- guardano con ~,:ore a mIsure che lÌlm~o il . di l .. .... . loro potere deCISIonale, come le decontribusunzlon~ . avoraton m condizloru di parti - zioni o il credito d'imposta per investimenti in colare disa~~». . . . . ricerca». Ancora I gIOVanI al di sotto deI 29 anm? li ' , , '. «No, possono essere anche lavoratori anzia _ Che fa, . tl~a di nu~o con le RegI~m,. • ni espulsi dal processo produttivo o altre cate- (~,RegIOru hru;mo I loro proble~ ma il.ngorie in difficoltà, come le donne in condizio- schIO e ~he guardmo sol? a}la loro dimensIOni di particolare disagio». ~e specifi~~ perdendo di VIsta la valenza na~esto perché i risultati del bonus giova- zlonale. C e ~che un probleIna da porre alni non sono stati esaltanti? l'Europa, pero». «Npn sono insoddisfatto anche se so che Quale? molti osservatori hanno criticato quello stru - «Non è ragionevole che le risorse che l'Italia mento. Prima di giudicarlo bisogna dargli una aggiunge ai fondi europei come cofinanziaprospettiva temporale lunga e una dimensio- mento siano poi conteggiate ai fini del rapporne larga Anche per questo stiamo studiando to deficit;Pil. Quei soldi andrebbero comunque l'intervento aggiuntivo sui lavoratori anziani». tenuti fuori dal deficit Altrimenti l'Europa, che Quale sarebbe l'età minima per l'assun- per molti italiani era una grande promessa, rizione, 50 anni? schia di trasformarsi in una piccola gabbia». «Dna decisione non è stata ancora presa e Lorenzo Salvia non è detto che ci sia un'età precisa. ~ello [email protected] che conta, ai fini delle regole europee, è la Le regole IO mrRODUZlONE R15ERVATA Ritaglio Lavoro e previdenza stampa Per Bruxelles risorse da usare nelle situazioni di disagio l'età lo «Concentrare i fondi sui lavoratori più anziani» 068391 condizione di disagio dovuta alla perdita del lavoro». L'intervento sarebbe concentrato sempre nel Mezzogiorno? «Soprattutto il Mezzogiorno ma non solo. La maggior parte dei fondi europei a rischio riguardano Campania, Sicilia, Calabria. Ma si potrebbero aggiungere risorse anche dal piano azione coesione, altri 10 miliardi, anche questi in parte da riprogrammare». Resta il fatto che, già come per il bonus giovani, parliamo soprattutto di Sud. «Ed è giusto perché è lì che la crisi colpisce più forte per una serie di motivi. Ad esempio per- ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 65 Corrie.onomia Diario sindafalp Data 11-11-2013 Pagina 4 Foglio 1 a cura di Enrico Marro Cottarelli, sindacati a rapporto sulla mobilità www.ecostampa.it Settimanale In discussione i vincoli nel pubblico. Cgil, Cisl e Uil incontrano anche i partiti sulla legge di Stabilità elle piazze e in Parlamento. Per Cgil. Cisl e Cii questa è la settimana di mobilitazione per modificare la legge di Stabilità. Lo sciopero generale di 4 ore articolato sul territorio si svolgerà nei prossimi giorni, mentre partiranno oggi gli incontri con i capigruppo dei pélltiti. I segretali generali Susanna Camusso (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti (l'il) vedranno questa mattina a]]e 9,30 Sinistra e libertà, alle 11 il Partito democratico e, nel pomeriggio alle 16 Fratelli d'Italia. I tre leader sindacali non hanno proprio le stesse sensibilità su come andrebbe cambiata la manovra. Camusso, per esempio, è abbastanza isolata nella sua insistenza per nuove forme di prelievo patlimoniale. Ma sono ovviéllnente d'accordo sul falto che più soldi debbano andare ai lavoratori dipendenti, attraverso un rafforzamento del taglio del cuneo fiscale, e ai pensionati, ri- pristinando la perequazione larmente i segretari generali. piena degli assegni al cosio del- Bonanni insiste da settimane la vita, magali reintroducendo sui tagli alla spesa pubblica improdulliva: dalle dismissioanche forme flessibili di penni del patrimonio immobiliasionamento anticipato. E al go re al taglio delle consulenze, verno che chiede dove trovare dall'introduzione immediata le risorse per finanziare queste dei costi standaTd a tutti i lioperazioni il sindacato, in parvelli alla riduzione deUe staticolare Cisl e Fii, replicano zioni appaltanti proponendo una sfilza di tagli (<<:jOmila è ai costi della politica e della un numemacchina statale a tutti i livelro assurdo»), dal taglio delle li, senza toccare i dipendenti pubblici ovviamenle, già ulte- migliaia di aziende municipariOlwente penalizzati dalla pro- lizzate alla revisione di concessioni e convenzioni, mentre è roga del blocco delle retribu contrario a nuove privatizzazioni. Mollo interessato ad aprire zioni di aziende come Eni, un dialogo con le tre confede- Enel, Finmeccanica e Poste dorazioni si è mostrato ii nuovo ve, tra l'altro, il sindacato è ansupercommissario per la spen- cora molto forte. La Uil di Anding rl'eiett', Carlo Cottarelli, geletti ha preparato da tempo un dossier sui risparmi che si che la scorsa settimana potrebbero ottenere snellendo ha chiamato infor le istituzioni e i tagliando i comalmente i tre leader sindaca- sti della politica. li per concordare con loro un l\1a è probabile che Cottarelinconlro. È probabile che già li sia più interessato a capire le questa settimana l'ex dirigente disponibilità del sindacato a radel Fondo monetario interna- gionare di come si può lisparzionale cominci a vedere singo- miare sui dipendenti pubblici, non tanto in termini di retribuzioni, che sono già bloccate da anni, ma di uso più efficiente delle risorse, spostando il personale da dove non serve a dove c'è necessità. Un'operazione che finora non è riuscita a nessuno. Qualche risparmio si potrebbe ottenere anche tagliando ancora i permessi sindacali, già ridotti negli ultimi anni. Ma anche qui è prevedibile che, se l'argomento dovesse venir fuoli, Coltéll'elli si troverebbe di fronte a forti resistenze. La legge di Stabilità contiene qualche misura che tocca marginalmente il sindacato in maniera diretta, come la proroga per un triennio ancora degli adeguamenti all'inflazione dei compensi ai Caf per l'assistenza fiscale e un taglio dell'aliquota di finanziamento dei patronali dallo 0,226 allo 0,2% del monte contributi Insp e lnail. Cgil, Cisl e eil sperano ovviamente in una marcia indietro in Parlamento. Ma con poche speranze. \,. R:PflODUZIONf RISE:.RVATA 068391 Carlo Cottarelli Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 66 Corrie.onomia Data 11-11-2013 Pagina 19 Foglio 1 www.ecostampa.it Settimanale Stretta I lavoratori autonomi senza cassa pagheranno il 28,8% Le partite !va di nuovo sotto il torchio Aumenta di un punto raliquota contributiva per gli iscritti alla gestione separata, già colpiti dalla crisi __ da sole il 27% del loro reddito, più quella della gestione separata è di ogni altro contribuente autono- una delle poche casse attive. E - ---- - - - - ------ - - mo. non è un caso che l'Inps sia favorel nodo è anivato al pettine. «Abbiamo incontrato il vicemito si sapeva, era noto il ri- nistro all'Economia Slefano Fassi- vole all'aumento dell'aliquota. schio, ma nessuno si è fatto Del resto la gran parte dei lavoraavanti per fermare l'aumen- na - spiega Emiliana Alessan- tori a partita Iva non sono andati to della pressione contIibutiva. Se drucci, presidente del Coordina- in pensione. Di fatto noi paghianon accadrà nulla di nuovo, dal mento libere associazioni profes- mo la cassa integrazione e le penprimo gennaio il popolo della par- sionali -. t'obiettivo è quello di sioni di altri». tite Iva (circa 1 milione e 700 mila bloccare l'aumento già dalla legge persone) vedrà la sua aliquota di stabilità per poi procedere a un Inps salire di un punto, passando cambiamento strutturale della riIntanto già da un paio d'anni da 27,800 al 28,8%. forma Fomero. Non bisogna di- continua a calare il gettito delle menticare che se quella riforma partita Iva, solo effetto della crisi? dovesse andare avanti, portereb- «Per niente - - affer~na il presiUn giro di vite molto pesante be all'incr~dibile ali~uo.ta del :33':0 dente del Colap -. E inevitabile per la gran parte di loro, soprattut- nel 2018. ~,cco perche bIsogna agl- che i lavoratori autonomi cerchi-to perché la pensione è destinata re e farlo m frella». no di difendersi: c'è chi lo fa ricoril blocco dell'aumento conLribu- rendo al sommerso, c'è chi sta fugad arrivare tardi e sarà magra. E così è scattata la protesta dei lavo- livo per le sole 200 mila partite gendo dalla gestione separata, c'è ratori autonomi che versano alla Iva esclusive richiederebbe una persino chi sta cercando nuove gestione separata dell'Inps. copertura economica di circa 29 collocazioni previdenziali. Per Il nucleo più esposto ai contrac- milì?ni di euro. «Cna cifra non ec- esempio la cassa del commercio colpi dell'aumento sono le partite c~sslva - fa .notare Ale~sandruc ha un'aliquota di circa il 3,5% più Iva individuali «esclusive» (colo- Cl - . QuestI lavoratorI pagano bassa e sono in tanti quelli che cerro che versano solo alla gestione 7~:~ I~lìoni ?ì contribuli.e que,i 29 cano degli stratagemmi per poterseparata e non sono in pensione). mlliom. eqUivalg?no a ~Irca 1190. si iscrivere. Pensate a cosa potrà Circa 200 mila persone versano Non bIsogna dllnentlcare che accadere se le aliquotè continueDIISIDORO TROVATO rire ancora di più i tentativi di fuoriuscita dalla contribuzione pubblica con evidenti danni a tutto il sistema previdenziale». Il Colap insieme ad altre associazioni come Acta, Consulta del lavoro professionale Cgil, Confassociazioni, Agenquadri, Alta partecipazione ha firmato un appello in cui si chiede di bloccare l'aumento: «sarebbe, politicamente e materialmente, un gesto importante cii giustizia sociale e di attenzione verso lavoratori e lavoratrici altamente professionalizzali che contribuiscono all' equilibrio del sistema Inps (con oltre un miliardo di contributi versati ogni anno), che non hanno compensi equi. Parliamo di lavoratori e lavoratrici che stanno prevalentemente fuori dai fenomeni di evasione fiscale, con scarsissime protezioni sociali e che, in questi anni di crisi, non hanno beneficiato di alcun ammortizzatore sociale». © RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 I raIlliO a salire così come è previsto. t'aumento porterebbe a favo- Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 67 la Repubblica Data Pagina Foglio 11-11-2013 2/3 1 /3 Tutti contro la legge di stabilità imprese deluse, sindacati in sciopero Letta: no all'Imu, tassa sulle banche www.ecostampa.it Quotidiano Epifani: manca l'anima. Alfano:privatizzare le spiagge ROMA- Fuochi incrociati sulla Legge di stabilità e sugli oltre tremila emendamenti che incombono sul dibattito in aula: si p arte conIa settimana di scioperi messa in cantiere da Cgil, Cisle Uile-passandoperimalumori delle imprese e delle banche - si arriva allo scontro politico fraPd e Pdl sulla proposta di mettere in vendita anche le spiagge. Il testo . in discussione non P iaceeinodistannovenendoal pettine: da oggi entra nel vivo la protesta unitaria dei sindacati confederali, che fino a venerdì organizzerannosututtoilterritorio e in tutti i settori quattro ore di sciopero e mobilitazioni varie. Le tre sigle chiedono una revisione radicale della Legge e dei carichi fiscali che pesano sui lavoratori e pensionati e propongono misure contro gli sprechi e i costi della politica. Ma il dissenso serpeggia anche nella maggioranza parlamentare ed è visibile dall' esorbitantequantitàdegliemendamenti presentati. «La Legge va nella direzione giusta-ha dettoilsegretariodelPdGuglielmo Epifani - ma bisogna migliorarla,s~rveuI?-'anill!a ..Mancal.a p~rolam,:estl.mentl,.sl~P~?bhCI c~e 'pnv~tl e, nel hmltl del pOSSIbile, bIsogna abb.assare le tasse sul lavoro e sulle Imprese. Si può fare poco? Ma intanto si parta, nel giro di tre anni facciamo quest'operazione». Stesse richieste di modifica, ma da un punto di vista diame- tralmente opposto, anche dal Pdl:«Bisognariscrivereiltestoa tutela del ceto medio, unico possibile motore di ripresa» ha sintetizzato la senatrice Bemini. La questione c~e pi,ù sta a cuore alla destra, SI sa, e quella d:lleta~sesull~casaesullaques~iOne il prem!er ~etta ha nbadltoladetermmazlonea«mantenere la parola data». Le coperture per la seconda rata «saranno tr?va~e - h a d etto - e s.ar.ann.omdlca.te. ~ttravers? ~tlClpl s.ulle a,ttlVi. ta. fin larle, b ancarle e d aSSIcuraziOne». Anticipi su Ires e Irap che potrebbero salire al 116-120 per cento: una proposta che ha subito fatto subito esplodere la protesta del fronte bancario. «Continuare a penalizzare le banche è un grave errore, soprattutto alla vigilia degli esami in vista dell'Unione bancaria europea» ha detto il presidente dell'AbiAntonio Patuelli. Quanto alle imprese Confindustriaalmomentofrenailgiud ull d bil" . izio s a Legge i Sta lta e SI dice in posizione di attesa: «Siamo preoccupati, ci sono tanti emendamenti e non possiamo esprimerci» ha preferito commentare il leader dell'associazione Giorgio Squinzi, ma uno studio del Met non rasserena l'attesa degli industriali. La società di ricerca avverte infatti che dal 2002 al20 12 gli aiuti alle . . Imprese sono crollati del 62,6 p~r.cen~o, passando da 6 a 2,2 mdtardl... . Polemlc~e m creSCita anche attorno all emen?am~nto del Pdl che propone dlfare cassa (la Ritaglio Lavoro e previdenza arlZ. stampa ad stima è di 4-5 miliardi di euro) privatizzando le parti di spiaggiaoccupatedaglistabilimenti, allungando la durata delle concessioni e aumentando i canoni.IlbottaerispostaèfraEpifani e Alfano. «Ci sono beni pubblici fondamentali come le spiagge che é bene tenere nella proprietàditutti»hadettoilleaderdeIPd.«SivedecheEpifani è di sinistra e ha un rapporto particolare conlaproprietàprivata-gliharispostoAlfanonon vogliamo vendere i bagnasciuga, ma le concessioni. SpeIO che quest' idea passi». uso esclusivo o RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 LUiSAGRION del destinatario, non riproducibile. Pag. 68 Data la Repubblica Pagina Foglio Inuau.el'i della legge di stabilità pel' il 2014 ReperimM'dO :ri~o:rse (in milioni di euro) 11-11-2013 2/3 2/3 www.ecostampa.it Quotidiano Fonte: Elaborazioni Cer UtililliltO risorse CgiI,CbieUD d.ù~_ ~ODe deDalegge edamuicWfhcd CUaDtidpi :aahs ekap.~~ ~a1 11&.120 ~~o.. ~1'.lUH LE BANCHE IL CROLLO DEGLI INCENTIVI LA PROTESTA Squinzi evita giudizi ma gli aiuti alle imprese scendono da 6 a 2,2 miliardi Scioperi dei sindacati in tutti i settori (nella foto Susanna Camusso) 068391 L'Abi (in foto il presidente Patuelli) è contraria agli anticipi su Ires e Irap che potrebbero salire al 120% Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 69 LA STAMPA Data 11-11-2013 Pagina 26 Foglio 1 /2 La carica delle partite Iva contro l'aumento delle aliquote www.ecostampa.it Quotidiano I professionisti della gestione separata denunciano iniquità, costi e abusi tributiva dal 10% al 27,72% . Dal primo gennaio 2014 scatterà l'aumento di un altro punto al 28,72%, ma ciò che li terrorizza è l'escalation sino al 33% nel 2018, quanto si paga per un lavoratore dipendente, a cui va aggiunto lo 0,72% per maternità e malattia. Una crescita insostenibile, denunciano le associazioni che li rappresentano, dal momento che i fatturati scendono e i pagamenti ritardano. I professionisti a partita Iva sono anche indispettiti per le disparità di trattamenti rispetto ad altre categorie. Artigiani e commercianti, per esempio, pagano meno del 22%, mentre collaboratori a progetto e lavoratori dipendenti pagano intorno al 9% (a carico del lavoratore), quote che vengono integrate dai rispettivi datori di lavoro, che pagano dal 18% al 24%. A sostenere le buone ragioni delle partite Iva sono alcune associazioni: Acta, Associazione consulenti terziario avanzato, e la stanno mettendo tutta per fermare quella che considerano un'ingiustizia e un accanimento, anche se, dal momento che la coperta è corta, è pro babile che saranno le vittime designate della scarsità di risorse e della mancanza di santi protettori. Il Quinto stato, il popolo delle partite Iva, professionisti, lavoratori della conoscenza e collaboratori vari lanciano un appello contro l'aumento de i contrihuti a loro carico. Inseriti nélla gestione separata Inps, hanno visto crescere negli anni l'aliquota con- Consulta lavoro professionale della Cgil, il Colap, Confassociazioni, Agenquadri, Alta partecipazione, il Dipartimento democrazia economica della Uil. Acta ha lanciato una campagna e invita inoltre tutte. le associazioni firmatarie del'l'appello a collaborare alla raccolta delle firme avviata su Change.org. Finora gli appelli hanno incassato la solidarietà di alcune forze politiche e di alcuni membri del Governo, ma la paura delle partite Iva è quella di restare stritolate da altri soggetti che hanno un maggior potere di lobby e di condizionamento nel cammino della legge di Stabjlità. Al danno dell'aumento dei costi, si aggiunge poi anche la beffa: l'incremento del carico contributivo, che -assottiglia i magri margini, avviene proprio nell'anno in cui una nuova legge (la numero 4 del 2013) ha riconosciuto i professionisti non regolamentati, che sono al di fuori di albi e ordini; ma que- sto riconoscimento, secondo il parere emblematico di una traduttrice dal francese e dall'inglese di testi finanziari, "porterà solo a inserire una frasetta in ogni fattura e nella carta intestata, indicando che sono una professionista di cui alla nuova legge 4 del 2013". I lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata dell'lnps (grafici, designer, traduttori, consulenti, formatori, inf6rmatici e altri) chiedono anche di avere la stessa attenzione che hanno i lavoratori dipendenti per i quali si prospetta la riduzione del cuneo fiscale e denunciano la presenza di un elevato numero di partite Iva fasulle (circa 400mila), nonostante la legge Fornero (92/2012), inserendo requisiti più stringenti, abbia cercato di disboscarle. Senza grandi risultati sino a questo momento, visto che dentro i vestiti di un lavoratore a partita Iva si nascondono spesso dei lavoratori dipendenti camuffati da autonomi. (W. P.l L'escalation delle trattenute Aliquote contributive delle partite Iva, gestione separata. In % 26,72 26,72 27,72 27,72 23,72 24,72 2 5 , 7 2 , > 1996 2005 I 2006 I 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 I 2014 068391 Fonte: Inps Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 71 Quotidiano 11-11-2013 26 Foglio 2/2 www.ecostampa.it LA STAMPA Data Pagina CHI PAGA.DI PIU' Aliquote contributive e ripartizione tra lavoratore e datore di lavoro a carico del lavoratore a carico del datore di lavoro LAVORATORE DIPENDENTE PARTITA IVA CONTRATTO A PROGETTO COMMERCIANTI ARTIGIANI 068391 ·'.:.e.n'time.tri - LA STAMPA Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 72 Quotidiano ItaliaOggi Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 09-11-2013 15 1 Ma il landini della Fiom lo sa? Vorrei segnalare un articolo del Financial Times di lunedì scorso, dove si pronostica uno sviluppo straordinario dell'industria automobilistica in Spagna, un paese destinato forse a diventare il secondo produttore dì automobili De dopo la Germania. Passerei a Landini gli accordi che Ford ha raggiunto con il sindacato spagnolo del settore. 068391 Vittorio Ariente· Verona Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 73 Quotidiano Data ItaliaOggi Pagina www.ecostampa.it Foglio 09-11-2013 19 1 Export e • • comunIcaZIone ricetta anti-crisi per le aziende Forum Wpp e The European House-Ambrosetti per trovare il ruancw di aziende e pubblicità Venini a pago 19 Gli esempi? Lavazza negli Usa e le aggregazioni di pmi Export e comunicazione anticrisi lia, che prevede di concludere DI IRENE GREGUOLI VENINI l'anno con una crescita a l' internazionalizzazione dei marchi, pubblicizzando il made in Italy oltre confine in modo efficace, la multicanalità e la digitalizzazione come elementi fondamentali delle strategie di marketing, integrando le competenze delle nuove generazioni: sono queste le sfide che i brand e il mondo della comunicazione devono sa~r affrontare per rilanciarsi. È quanto. emerge dal forum, organizzato a Milano da Wpp e dalla società di consulenza The European House--Ambrosetti, intitolato «Il ruolo della comunicazione per la società del domani». Tutte riflessioni che si collocano in uno scenario difficile: in cinque anni il valore del mercato della pubblicità in Italia si è ridotto di un terzo, passando da lO miliardi di euro nel 2007 a 6,8 miliardi nel 2013, che dovrebbe chiudersi a -14%. «Il mondo della comunicazione si contrae, spingendoci a ripensare su quali principi ricostruire strategie di continuità operativa per il futuro di questo paese. Questo è uno dei motivi per cui è nato, due anni fa,I'Advisory Board Wpp, con cui abbiamo voluto rimettere al centro il concetto di professionalità», ha spiegato Massimo Costa, country manager di Wpp Ita- doppia cifra e un giro d'affari di 360 milioni di euro. <<Alcuni passaggi delicatissimi che hanno affrontato grandi aziende italiane negli ultimi due anni ci ricordano che la competenza e la preparazione, in questo . settore, sono importanti. E che la buona comunicazione genera e tutela il valore, mentre la .cattiva lo distrugge in un lampo». Uno degli elementi imprescindibili .per lo sviluppo è l'internazionalizzazione, secondo M\lrco Costaguta, presidente di Ltp (società di consulenza alle imprese). «Quanto all'export, l'Italia è cresciuta del 4,2% nei primi 7 mesi del 2013, ma abbiamo ampi spazi di miglioramento, anche perché siamo ancora abbastanza ancorati all'Europa>'. Per accelerare il processo «è indispensabile aggregarsi e focalizzare lo sforzo su pochi paesi: abbiamo infatti una struttura di imprese piccole e la capacità di investire in nuo- vi mercati è strutturalmente minore; d'altro canto, le realtà medio-grandi non crescono all'estero perché sono molto disperse geograficamente». Un marchio che sta seguendo la strada dell'internazionalizzazione è per esempio Lavazza. «Gli Usa sono il primo mercato al mondo per ii-consumo di cafiè: la nostra visione è avere in questo paese un'azienda che vale cinque volte quella di oggi, rendendo il Nord America il secondo mercato dopo l'Italia» , ha detto l'a.d. Antonio Baravalle. «Per raggiungere questo obiettivo stiamo facendo leva sulla' partnership con Gmcr, azienda leader nel settore del caffè e delle macchine da caffè nel mercato nordamericano, entrando nel segmento del porzionato con Il SIstema J:tIVO, una Inacchina co-branded che consente di preparare il casa le bevande a base di espresso, che gli americani consumano di solito fuori casa nei coffee shop". Lavazza nel 2012 ha fatturato 1,3 miliardi di euro, di cui il 46% dovuto all'estero. «Altri elementi strategici sono l'in -' gresso nei segmenti di qualità dell'Horeca, attraverso partnership con Eataly e il gruppo Batali-Bastianich, e il lancio di una gamma di nuove miscele a filtro destinate ai supermercati statunitensi e canadesi, sostenuto da una campagna pubblicitaria digitale e su stampa, il tutto sfruttando un posizionamento costruito sull'italianità e sulla storia del brand" . Un altro tema dibattuto al forum, cui ha partecipato anche Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, è la necessità di siglare un nuovo patto per la crescita dell'occupazione nel settore della comunicazione, in modo da contrastare il crescente fenomeno della «obsolescenza delle competenze», favorendo l'ingresso nel mercato del lavoro di risorse giovani e con capacità adeguate. Anche perchéuna delle sfide più forti da affrontare è quella digitale. In proposito Pietro Scott Jovane, a.d: di Res MediaGroup, ha sottolineato che <,il gruppo sta vivendo una fase di trasformazione significativa per .diventare una multimedia company, in cui la qualità dei contenuti sia accompagnata da una componente tecnologica rilevante, rendendo ancora più scorrevole la strada del digitale che abbiamo già imboccato". 068391 ----© RiproduzwTU! riservata___w Antonio Baravalle Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 74 ItaliaOggi Data 09-11-2013 Pagina 27 Foglio 1 I dati del Cerved sui pagamenti ,ai fornitori nel secondo trimestre 2013 :pmi, peggiora il rita~do www.ecostampa.it Quotidiano Solo il Trentino sotto i 10 giorni oltre la dàta DI BEATRICE MIGLIORINI eggiora la situazione per le piccole e medie imprese. Nell'ultimo anno, infatti, è aumentato di due giorni il tempo medio di ritardo nei pagamenti ai fornitori a cui ha fatto seguito un crollo del 2% nella presenza di aziende puntuali nei pagamenti. Ad arginare i danni, restando sotto i tetto dei lO giorni' di ritardo, solo le Pmi operanti in Trentino Alto Adige, con 8,5 giorni di ritardo medio oltre la data di scadenza pattuita con i fornitori. Questi i dati emersi P dall'Osservatorio sui protesti e i pagamenti delle imprese, relativo al secondo trimestre 2013, reso noti, ieri, dal Cer~ vedo Nonostante l'aumento dei ritardi delle pmi interessi tutto il paese, resta sempre un fenomeno localizzato. Al centro-sud rispetto al nord, i tempi medi di ritardo sono, infatti più che triplicati, raggiungendo il culmine in Sicilia dove, nonostante la stima media si attesti intorno ai 36,9 giorni, si sono verificati casi di pagamenti ben oltre i 60 giorni. Mediamente nel 2013, nel mezzogiorno, le pmi accu- mulano 29,8 giorni di ritardo (in aumento rispetto al 26,6 del 2012), nel centro 23,4 (21,3 nel 2012);"nel nord ovest 16,6 (14,5 nel 2012) e nel nord est 13,2 (11,8 nel 2012). A livello regionale, Trentino e Friuli Venezia Giulia si confermano le regioni in cui le pmi pagano con maggiore puntùalità i propri fornitori: i giorni medi di ritardo si attestano, rispettivamente, a 8,5 e 11,7 e la presenza di aziende in grave ritardo a 3,8% e 4,7%. Viceversa, le aziende più ritardatarie si trovano nelle isole. In Sicilia, infatti, i ritardi medi sono 36,9 giorni (nel 15,9% dei casi i ritardi sono di oltre due mesi), mentre in Sardegna di 32,6 (nel 14,5% dei casi in ritardo di più di 60 giorni). Per quanto riguarda, infine, i settori in difficoltà, a soccombere in nusura maggiore è il comparto dell'edilizia che abbina la più alta presenza di pmi in ritardo nella liquidazione delle fatture ai giorni medi di ritardo più elevati, che si attestano intorno a 25,8. A ciò si aggiunge il fatto che, in base a quanto evidenziato dal Cerved, il 10% delle pmi del comparto edile sfora i termini pattuiti di oltre due mesi. ---© Riproduzio"" riseroata- l Giorni I medi Id" ntalido. tI r ·····..-.·.·T······.·.-···--;·-·..··--··.·.·r.·-··..····---·····1 Il! Trentm? I 85 : 1_.J~/~2A~!~~.L.'1 'Fr~ut! Venezia I 11 7.' '1 ... ......GIulIa w._. _.........,.._........... _... 1 . . _ . .I_ . . . . . .1: +.~ Valle D'AostaJ l_~,~__ j Veneto 13 I I .. 1 27,1 I 5 ErrI/Ila I 14 7 [['.............. ,...~ ....Romagna [ , 16 I Campania 29,4 ::..,···..·..···..······:·"..":·····"..·,,·l····~·:·:··········,,· ....... ".... ") I 6 Marche I 14,9' i . 17 Lazio 31,8 I , c · ' _ ~ ' _ _____ ' ~ !-7 1Lom~~di~r·16,41 .::·I-:"'j · Il _ 18 calabria .' . 8' i Toscana . ; 16,4 I . 19 I Sardegna 9 rpi;;;;~~t;I·16~4-1 1-20 :Sicilia 3f,6! 36",9--: 068391 , . , ] 32,4 Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 75 Quotidiano CONTRIBUTI &; BUFALE Caro Renzi, ecco le vere Foglio pensioni d'oro di Nicola Porro l tema delle pensioni non è una novità, sta ritornando caldo. Grazie ad alcune giravolte 10-11-2013 1 1 di Matteo Renzi, caldissimo. Nel 2012 sono stati spesi 311 miliardi di euro per prestazioni sociali: 255 miliardi per le pensioni e il resto per l'assistenza in senso stretto. Quasiil40percento di tutte lespese correnti dello Stato ( ... ) www.ecostampa.it il Giornale Data Pagina segue a pagina 8 CARO RENZI, OCCHIO ALLE VERE PENSIONI «D'ORO» dalla prima pagina ( ... ) italiano se nevain spesa previdenziale. Anche seilcalcolo nonètecnicamente corretto, confrontando le entra te per contributi sociali (cioè le ritenute fatte suilavoratori e datori) e le uscite per pagare gli assegni di quiescenza si vede uno sbilancio di più di trenta miliardi. Usciamo dai numeri altrimenti impazziamo. E cerchiamo di svelare con semplici tà ciò che sta avvenendo. Per anni abbiamo promesso ai lavoratori pensioni che non ci saremmo potuti permettere. Il retropensiero era che aumentavano lavoratori e giovani (presto nuovi occupati) in grado di pagare i vecchi che smettevano di lavorare. Ci siamo trovati con indici di natalità bassi (meno giovani) e disoccupazione alta. Il giocattolo si è dunque rotto. Dal 1995 in poi sono stati fatti più di una mezza dozzina di interventi. Abbiamo dovuto spiegare a pensionati e lavoratori che il sistema non avrebbe retto. Il senso finale delle riforme fino a qua fatte (a partire dalla madre di tutte, che è quella Dini) rende ilnostro sistema pensionistico tutto sommato gestibile, poiché legai contributi versa- ti durante la vita lavorativa all' assegno previdenziale alla fine della stessa (sistema contributivo). Nei prossimi dieci anni gli squilibri ereditati dal passato si faranno sentire. I giovani di oggi invece quando andranno in pensione tra venti -trenta anni avranno assegni talmente decurtati che daranno un sollievo alle casse pubbliche. Questa è la drammatica morsa in cui ci troviamo. Perché allora abbia mo definito giravolte quelle di Matteo Renzi?Il sindaco di Firenze e candidato alla guida del Pd ha giustamente riproposto iltemadiunamaggiore equità previdenziale. Ma equità nelle pensioni non vuoi dire necessariamente redistribuzionedaipiùricchiaipiùpoveri. L'unico criterio corretto è quello della correlazione tra contributi versati durante la vita lavorativa, aspettativa di vita (più anni sono pensionato più costo alla collettività) e entità dell'assegno pensionistico. Da un punto di vista puramente contabile 700 euro di pensione al mese possono essere più costose per le casse dello Stato di 7mila euro: tutto dipende da quanti contributi sono stati versati nel primo e nel secondo caso. Mi spiego meglio (inrealtàDavideSerral'haspiegato bene a Renzi). Non stiamo certo dicendo di tagliare le pensioni ai più poveri. Stiamo solo dicendo, riferendo ci a Renzi, che tagliare lepensioniaicosiddetti ricchi non sempre è giusto dal punto di vista contributivo. Seun'operazionedimaggioretassazione sulle cosiddette pensioni d'oro si vuole fare, non la si giustifichi con l'equità previdenziale-attuariale, ma conia volontà di tassarei piùricchieredistribuire il reddito di socialista memoria. Il dramma del nostro sistema previdenziale, ereditato dal passato, è dimostrato da una ricerca di alcuni anni fa realizzata per conto dell'Inps daStefano Patriarca. Un lavoratore che nel 2010 fosse andato in pensione con 2.031 euro al mese (media delle liquidazionilnps peri trattamenti di anzi anità) avrebbe in realtà dovuto prendere non più di 1.050 euretti (calcolando i contributi versati e rivalutati al generoso tasso del 9,5 per cento l'anno). «La differenza - scrive Patriarca - è comesefossepagataconle entrate deiparasubordinati, degli immigrati, dai contributi di coloro che non arriveranno ad avere la pensione previdenziale anche se hanno pagato i contributi, e con i trasferimenti dello Stato. I 2.031 euro sarebbero equi e corrispondenti ai contributi pagati andando in pensione a 75 anni». Nicola Porro 068391 SHOWMAN Il sindaco di Firenze e candidato alla segrete ria Pd Matleo Renzi giovedì alla trasm issione «Servizio Pubblico» si è scontrato con un pensionato livornese riproducibile. Lavoro e previdenza Pag. 76 rUnità Data 11-11-2013 Pagina 4 Foglio 1 «Rimborso Imu, il governo non deve prenderei in giro» Virginio Merola ora è stata versata solo la prima rata Imu relativa al 2012. Siamo preoccupati perché si crea un buco di bilancio, è una situazione insostenibile. Per noi quell'adeguamento vale 20 milioni». redditi oltre i 75mila euro: non era un grande sacrificio. Il governo ha preso questa decisione, ne prendiamo atto. Ma non può scaricarla su di noi». La coperta delle risorse è corta. Il Tesoro Il ministro Delrio osservava che l'aggiornamento al 2013 va fatto solo a chi ha deciso l'aumento dell'aliquota Imu prima della soppressione della tassa... sta facendo i salti mortali per trovare le coperture. «Noi abbiamo approvato il bilancio a giugno, quindi non credo che questo distinguo ci riguardi. Calcolare il rimborso sul 2012 però è iniquo: perché i municipi che hanno aumentato quest'anno devono essere penalizzati?». Quanto è difficile redigere il bilancio con ANDREA BONZI BOLOGNA queste incertezze? Scenderà in piazza venerdì, partecipando allo sciopero contro la Legge di stabilità deciso da Cgil, Cisl e Uil, il sindaco Virginio Merola: «Mi hanno invitato, ci andrò. Non la ritengo una mobilitazione preventiva, visto che proprio ora inizia in Parlamento la battaglia degli emendamenti». Ma già giovedì, alla riunione dell'Anci, il primo cittadino di Bologna metterà sul tavolo una sorta di ultimatum al governo: «O rispetta i patti sulla copertura dell'Imu, con le aliquote aggiornate al 2013, oppure ci ribelleremo. Non possiamo accettare una presa in giro dei cittadini e delle amministrazioni». «Molto. Applicare i bilanci preventivi a giugno significa bloccare le attività della città: l'asfaltatura delle strade, la manutenzione e il "grosso" dei servizi subiscono gravi ritardi. Figuriamoci poi per i Comuni che hanno rinviato a novembre. In due anni e mezzo noi abbiamo dovuto rinunciare a 150 milioni. I trasferimenti statali, su un bilancio di 580 milioni, ammontano a solo 6 milioni, siamo al 98% autosufficienti. È l'occasione per una vera autonomia fiscale, ma bisogna farla seriamente». Quali alternative avrebbe palazzo D'Accursio per recuperare i soldi mancanti? SindacoMerola,cosachiedeteall'esecuti- «Il rischio è quello di dover poi tagliare i servizi sociali e quelli scolastici. O di alzavo? re noi le tasse». L'lmu prima casa bisognavaperforzacanceliarla? «Questo governo nasce per necessità. È chiaro che se si fosse applicata l'Imu ai redditi più alti, si sarebbero evitati molti problemi, visto che gran parte delle fasce basse era esentata. Di 4 miliardi di gettito complessivo, 1,8 proveniva da «Quando si parla di spendingreview bisogna farla davvero: non è possibile che vengano penalizzate le amministrazioni più dotate di servizi, è una logica perversa. I tecnici comincino a distinguere tra chi spende bene e chi spreca. Se si fa una media di tutto, è finita». Le "larghe intese" difficilmente favoriscono scelte drastiche sui tagli alla Pa, storicamente poco popolari dal punto di vista elettorale. Non crede? «Questo esecutivo fatica a prendere decisioni forti indispensabili per il Paese. Ragione di più per approvare questa Legge di stabilità coi minori danni possibili, e poi fare una riforma elettorale per tornare alle elezioni. Una stabilità che non risolve i problemi e mette solo delle pezze non può reggere». Lei ha firmato un appello con sindacati e molte associazioni di categoria, dagli artigianiagli industriali,dai costruttori ai commercianti, chiedendo misure per la ripresa. Quali sono le priorità? «I paletti sono tre. Il primo: la cancellazione dell'Imu non può diventare un aumento indiretto della pressione fiscale. Il secondo: il cuneo fiscale per lavoratori e imprese va ridotto con forza, servono più soldi nelle tasche dei cittadini. Il terzo, l'allentamento del Patto di Stabilità per far ripartire gli investimenti: il governo ha iniziato, ma un miliardo a livello nazionale non basta. Non chiediamo le dimissioni di nessuno, ma che ci si metta nelle condizioni per fare ripartire l'economia». 068391 «Il rimborso della seconda rata Imu deve essere completo, cioè deve essere aggiornato alle aliquote del 2013. Ci sono molti Comuni, come Bologna, che hanno ritoccato la tassazione sulla casa nel giugno scorso, mentre nel 2012 non l'avevano fatto. Questo comporta un ammanco calcolato dall'Anci in circa 500 milioni di euro a livello nazionale. Per www.ecostampa.it Quotidiano Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 77 rUnità Data Pagina Foglio 10-11-2013 7 1 Pd: prelievo sugli assegni d'oro per pensioni più eque LUIGINA VENTURELLI MILANO ulla legge di bilancio per il 2014 che la prossima settimana continuerà il suo percorso parlamentare pendono oltre tremila emendamenti dai contenuti ed obiettivi più diversi. Ma è facile rintracciare il filo rosso che lega gran parte delle seicento proposte di modifica presentate dal Partito democratico: la rivalutazione delle pensioni più basse, per ridare fiato e potere d'acquisto ad una parte della popolazione italiana che in questi anni ha sofferto molti dei sacrifici imposti dalle politiche di spending review senza mai ottenere alcun riconoscimento. Secondo alcune stime, infatti, la categoria farà già risparmiare alle casse pubbliche tra il 2020 e il 2060 qualcosa come 300 miliardi di euro, per effetto del- S le diverse riforme previdenziali che si sono succedute negli ultimi anni. L'azione dei democratici si concentrerà dunque in tre direzioni: il ritorno a una parziale indicizzazione per i trattamenti tra i 1.500 e i 3mila euro mensili, l'esenzione dalla riforma Fornero per i lavoratori licenziati a 62 anni, e l'ulteriore allargamento della platea degli esodati che potranno accedere alla pensione secondo le vecchie regole. Sul primo fronte, in particolare, si punta a riagganciare il valore effettivo delle pensioni al costo della vita. I trattamenti fino a 1.486 euro mensili sono sempre stati esclusi dal blocco della rivalutazione automatica al tasso d'inflazione imposto dal governo Monti per gli anni 2012 e 2013, e la legge di Stabilità presentata dall' esecutivo di Enrico Letta non prevede sostanziali modifiche per gli anni dal 2014 al 2016. I! Pd, invece, propone di tornare a rivalutare parzialmente anche le pensioni fino a 3mila euro mensili - tecnicamente le pensioni tra quattro e sei volte il minimo - grazie ad «un meccanismo più incisivo del contributo di solidarietà del 5% che parta da chi riceve 90mila euro annui», e non dai 150mila euro previsti dal testo attuale, come ha spiegato il senatore Giorgio Santini. A questi pensionati più ricchi verrà trat.. .. tenuto un contnbuto crescente m mlsura del reddito: «Vogliamo recuperare in parte la deindicizzazione, perché farlo del tutto avrebbe un onere troppo alto», pari a circa 800 milioni di euro. I! secondo campo d'azione su cui si muoverà il Pd è quello di tutelare le persone che perdono il lavoro in età avanzata, dai 62 anni in poi, e che, non fosse per la recente riforma Fornero, potrebbero andare in pensione. Per questi lavoratori maturi, che nelle condizioni attuali del mercato possono sperare in ben poche possibilità di reimpiego, si propone l'esenzione dalle ultime norme previdenziali e l'accesso alla pensione calcolata sui contributi versati. «È uno strumento che deve essere usato con molta parsimonia, ma che può essere utile anche per ridurre la spesa per gli ammortizzatori sociali» sottolineava Santini, ricordando i possibili risparmi per la cassa integrazione in deroga. Infine, i democratici propongono di «allargare maggiormente la platea» degli esodati che potrebbero andare in pensione dall'anno prossimo ma che, per ragioni interpretative, sono rimasti fuori dal numero dei salvaguardati. Ad oggi si contano 140mila persone, a cui la legge di Stabilità ne aggiungerà 6mila, e qualche altro migliaio potrebbe essere tutelato in caso di accoglimento dell'emendamento del Pd. www.ecostampa.it Quotidiano 068391 Protesta di pensionati ~OTO INFOPHOTO Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 78 Data Pagina I Foglio 11-11-2013 8 1 /2 www.ecostampa.it I IL~'rl'1NO Quotidiano Cassa integrazione: falso un sussidio su 4 e ora mancano i soldi Una giungla di sprechi e clientelismo: soltanto per il 2013 selVono 800 milioni Una delle grandi bugie nazionali. La cassa integrazione in deroga esplode, trascinando in un gorgo conti pubblici a rischio, tagli di tasse e aiuti ai ceti deboli rinviati per mancanza di risorse, e gli italiani continuano ad ascoltare, in sottofondo ai loro guai quotidiani, l'ennesima favola: il problema è lamancanza dei soldi. Non è vero, o meglio è vero solo in parte perché anche rispetto alla cassa integrazione in deroga, come nella Sanità e nella previdenza, i soldi pubblici, Stato e Regioni con un unico cassiere, li sprechiamo e li spendiamo male. A conti fatti, nel 2013 questo strumento, nato per tamponare un'emergenza temporanea delle imprese in crisi e dei lavoratori senza stipendio, costerà più di 5,3 miliardi euro (la sola abolizione dell'Imu vale 3,8 miliardi), una cifra che nel 2008 era di poco superiore al miliardo. L'esplosione, progressiva e fuori controllo, è certo legata agli effetti della Grande Crisi sul tessuto produttivo, ma purtroppo ci sono altri elementi che pesano e fanno la differenza. Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera e deputato del Pd molto vicno al premier Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del 561 milioni di euro, pari a più del doppio di quello del Piemonte (212 milioni di euro). La corsa a questi ammortizzatori sociali, in realtà, si va traducendo, da anni, in una miscela esplosiva di emergenze reali, che come tali andrebbero affrontate, con un assistenzialismo diventato cronico e alimentato da favori e clientele politiche, sindacalismo compiacente e complice del misfat to, imprenditori (veri e finti) spregiudicati, impotenza degli organi di controllo, dei governi e dei parlamenti a fare pulizia. Tutta materia sulla quale aleggia perfino la corruzione' che invece andrebbe accertatain sede penale. Edèin questo clima che in diversi casi, la cassa integrazione in deroga si è trasformata in una sorta di stipendio garantito a vita. I lavoratori delle Case Riunite di Bari, è un esempio tra tanti, sono in cassa integrazione dal 1990, da più di un ventennio. Che senso ha un aiuto di questo genere? Achigiova veramente? Non era meglio, e meno costoso per lo Stato, accompagnare i lavoratori delle Case Riunite di Bari, magari attraverso una riconversione professionale, verso un nuovo posto di lavoro e sostenerli, innanzitutto sul piano economico, in questo percorso? Ora, calcolano le Regioni, per arrivare a fine anno, servirebbero oltre 800 milioni. Ma se per gli aiuti transitori, che poi diventano definitivi, i soldi bisogna sempre e comunque trovarli, per altre destinatario, non 068391 Antonio Galdo Enrico Letta, ha dichiarato in Parlamento che almeno un cassintegrato in deroga su quattro è falso. Un'affermazione cosÌ pesante e da un fonte cosÌ autorevole' avrebbe scatenato il putiferio, e invece finora è passata sotto silenzio. Eppure delle due l'una: o Boccia dice il falso, e allora ne dovrebbe rispondere, oppure ha ragione e il governo, il Parlamento, i partiti, il sindacato, ne dovrebbero prendere atto. Nell'interesse, innanzitutto, dei cassintegrati veri, di milioni di lavoratori onesti, dei giovani che cercano lavoro e non hanno alcuna forma di sostegno da parte dello Stato. Di chi paga il conto, insomma, di questo spreco e di tanta disonestà, le famose bugie nazionali, nel non affrontarlo in modo radicale e trasparente. Andando a leggere i numeri everificando le storie sul campo, si scopre che la denuncia di Boccia ha sicuramente una sponda in alcuni numeri che non tornano. In Calabria, per esempio, la spesa complessiva per cassa integrazione e mobilità in deroga arriva a più di 440 milioni di euro, e supera largamente quella della Lombardia (372 milioni di euro) dove certo la densità di aziende è molto più alta. E per non scaricare tutta la colpa degli sprechi e dell' assistenzialismo a buon mercato' se non delle autentiche truffe, sulle spalle delle regioni meridionali, desta qualche sospetto il fatto che il Veneto presenta un conto di riproducibile. Pag. 79 Quotidiano Data IL~MA.TTINO Pagina Foglio Il «Altre risorse in arrivo cercheremo di evitare al massimo i disagi» re al minimo il disagio dei lavoratori derivante dalle numerose crisi aziendali»), prende tempo per una riforma seria degli ammortizzatori sociali, e cerca giustamente un accordo politico e con le parti sociali. Speriamo che faccia presto, perché intanto la casa della cassa integrazione in deroga brucia, e rischia di trascinare nelle fiamme anche i conti pubblici. E speriamo che trovi il modo, con autorevolezza e responsabilità, per superare innanzitutto il veto di una parte del sindacato. Un veto sospetto perché la cassa integrazione in deroga, con le sue assurdità e le sue opacità, concede invece un potere chiaro e vincolante al sindacato: gli ammortizzatori non scattano se non arriva la sua firma. E forse questo spiega perché la riforma della cassa integrazione in deroga piace cosÌ poco. www.ecostampa.it scelte in materia di ammortizzatori sociali, pensiamo al reddito minimo o agli incentivi per la riqualificazione, i soldi non ci sono mai. Mancano all'appello. E il governo Letta, che può contare sulla competenza del ministra del Lavoro, Enrico Giovannini(cheharibadito ieri «l'impegno a fare tutto il possibile per ridur- 11-11-2013 8 2/2 © RIPRODUZIONE RISERVATA La Cassa integrazione 33,8 Ordinaria • Il sommerso 44 Flai-Cgil: caporali indiani ed egiziani per 1OOmila a nero _1_3~,~O___ln_d_er~Og~a____-5_S~,_7°_~__________~r-- Straordinaria 879,9 milioni di ore +9,5 11/0 auta rizzate nel 2013 • -1 Fonte: Inps I sussidi di disoccupazione Domande presentate nei primi nove mesi Sono in gran parte indiani ed egiziani i nuovi caporali del lavoro nei campi. Per la Flai Cgil sono 100.000, su un totale di 400.000 lavoratori a nero, a subire il loro ricatto. Veccbie indennità (lavoratori licenziati o in mobilità) Nuove indennità 2012 2013 (Aspi, mini Aspi e altre) ANSA 7i:.e.ntime.tri 068391 Fonte: Inps stampa Lavoro e previdenza ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 80 Quotidiano 10-11-2013 2 Foglio 1 www.ecostampa.it IL~MA.TTINO Data Pagina protesta Sindacati, via alla mobilitazione: da domani 4 ore di sciopero al via anche gli incontri tra i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, ed i capigruppo dei partiti, nell'ambito proprio del percorso di richiesta di modifiche alla legge di stabilità che le organizzazioni sindacali sostengono con le quattro ore di sciopero articolato. Il messaggio delle tre organizzazioni è chiaro: ..Cambiare la legge di stabilità 2014. Dagli sprechi e dalle rendite più risorse ai lavoratori e ai pensionati», è infatti lo slogan del Le critiche Susanna Camusso, leader volantino unitario. della Cgil tra le bandiere della Cisl © RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 Oltre alla discussione sugli emendamenti alla manovra che si terrà in Commissione, la prossima settimana entrerà nel vivo anche la mobilitazione unitaria, promossa da Cgil Cisl Uil. Infatti già a partire da domani e fino al prossimo venerdì 15, tutte le province italiane saranno infatti interessate dallo sciopero nazionale proclamato dai sindacati confederali lo scorso 21 ottobre. Il programma, fatto di quattro ore di sciopero, coinvolgerà i lavoratori di tutti i settori e si articolerà in base alle modalità che sono state fissate a livello territoriale. E intanto sono Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 81 Quotidiano IL~MA.TTINO Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 09-11-2013 13 1 La protesta Il presidente Inail «Prestazion i in calo per i tagli» 068391 "La riduzione delle disponibilità economiche dell'lnail prevista dal testo della legge di stabilità all'esame del Parlamento rischia di avere gravi ripercussioni sullo svolgimento generale delle attività dell'Istituto». A lanciare l'allarme è il presidente del Civ Inail, Francesco Rampi, che sollecita una valutazione delle criticità che dal 2014, qualora fosse approvato l'attuale testo del ddl numero 1120, peseranno sulle attività di ricerca, prevenzione, riabilitazione e reinserimento sociale e lavorativo. "Possibile garantire -avvertesolo le prestazioni economiche per gli assistiti. Solo pochi giorni fa il Presidente della Repubblica ha ribadito il suo autorevole pensiero in merito al tema della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, evidenziando la prioritaria esigenza di sviluppare la cultura e le prassi della prevenzione, al fine di ridurre gli infortuni e le malattie professionali». "Proprio -sostiene- alla luce di questo auspicio, che condividiamo in modo pieno e convinto, dobbiamo constatare quanto sia concreto il pericolo che l'Istituto in futuro, a fronte della considerevole riduzione delle risorse disponibili prevista dalla legge di stabilità, possa garantire ai propri assistiti esclusivamente le prestazioni economiche. Tutto questo comporterà una significativa contrazione delle attività di ricerca e innovazione tecnologica a supporto delle politiche di prevenzione, del sostegno economico alle imprese che investono in sicurezza e delle prestazioni di carattere sanitario, finalizzate alla riabilitazione e al reinserimento sociale lavorativo». Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 82 Settimanale nSole9]{l mmrn PWS 24 " ;o cc " Data 09-11-2013 Pagina 25 Foglio 1 '" www.ecostampa.it troppi, perfino in rapporto a quel che succede negli Usa, dove la presenza dello Stato è meno marcata che in Europa e in Italia. Galimberti . l Lavoratori il1l % dipendenti? Niente abit.anti 7,3 6,8 Ritaglio Lavoro e previdenza 6,3 5,B 5,~3_ _ _ __ 90-95 96·00 - 01-05 - FOI,TE: ELAB, DI ~ Ptus 06-12 13 ------- SU DATI BEA, [STAT 068391 l processo di revisione della spesa in corso in Italia non potrà che riguardare anche il costo deì lavoro. I dipendenti della Pubblica amministrazione costituiscono, dopo le la voce di spesa più grossa del conto della Pa. E, dato che sulle pensioni in essere si può far poco, il costo del lavoro dei dipendenti pubblici costituisce una inevitabile area di Questi tagli sono iniziati: gli stipendi pubblici e le indennità di vacanza contrattua.le sono congelati, mentre il blocco del turnover, con qualche eccezione, continua a $foltlre il personale. Dal 1990 al 2013 l'occupazione del settore privato è aumentata, quella del settore pubblico è diminuita. Questo vale per la dinamica. Ma bisogna guardare anche ai livelli. J dipendenti pUbblici in Italia sono tanti o sono pochi? La vulgata tradizionale dice che in Italia ci sono troppi dipendenti pubblici. Le cifre, tuttavia, smentiscono questa leggenda metropolitana. Il confronto internazionale non va fatto guardando alla quota dei pubblici rispetto al totale degli occupati: sarebbe un confronto falsato dato che in Italia l'occupazione complessiva è purtroppo bassa (soprattutto a causa di una scarsa presenza delle donne). Questo confronto non ci direbbe se sono i dipendenti pubblici a essere troppi o i privati a essere troppo pochi. Il confronto va fatto rapportando il numero delle unità di lavoro (cioè dipendenti pubblici in equivalenti a tempo pieno) a quelli che sono i loro "clienti", cioè la popolazione. Tale confronto (vedi grafico) farebbe vedere come in Italia i dipendenti non sono affatto stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 83 nSole9]{l mmrn Le vie della ripresa Scarsa liquidit.'Ì. Dichiarazion~ presentata e saldo omesso: quando il comportamento è dettato dalla crisi CONTRIBUENTI ED ERARIO Data 10-11-2013 Pagina 2 Foglio 1 /2 Riscossione a vuoto Più di un accertamento su tre è ignorato dal destinatario e da SrI diventate «fantasma» Iva non pagata, èrecord di denunce www.ecostampa.it Quotidiano Nei primi sei mesi casi allivello di tutto il 2010 - Mancati versamenti per 423 milioni Giuseppe Pasquale Con la crisi, aumentano i mancati pagamenti delle tasse per mancanza di liquidità. Gli ultimi dati della Guardia di finanza attestano che nel primo semestre 2013 sono stati scoperti casi di Iva regolarmente dichiarata, ma poi non versata, per 423 milioni. Sei mesi sono bastati per sfiorare il dato (428 milioni) registrato nell'intero 2012. La crisi sta accentuando le difficoltà di un sistema di riscossione che già prima si attivava spesso a vuoto, verso contribuenti che già in partenza non versano il dovuto e si organizzano per rendere infruttuosi i tentativi di recupero da parte dell'amministrazione. In questo senso, i dati della Corte dei conti sono significativi. Neiprimi sei mesi di quest'anno, la Guardia di finanza ha inoltrato 308 denunce per omesso versamento Iva, quasi quante ne aveva redatte in tutto il 2010 (318).Da quell'anno, i numeri sono in netto e continuo aumento (si veda il grafico a destra). S'impennano anche le compensazioniindebite (Iva presunta a credito defalcata da quella a debito): 91 casi nel primo semestre, contro i 110 di tutto il 2010. Salgono anche i casi di resistenza alla riscossione forzata (sottrazione fraudolenta dei beni): da gennaio agiugno 2013 hanno riguardato un patrimonio di 415 milioni a fronte dei 335 di tutto il 2012. Andamenti che vanno di pari passo con l'aggravarsi della crisi e che si accompagnano alle stime della Cgia di Mestre, secondo cui dal 2008 allo scorso giugno hanno cessato l'attività 400mila lavoratori autonomi. Una perdita di posti che sulla categoria ha inciso per il 7,20/0, più del doppio del 3,5% registrato per i lavoratori dipendenti. Comincia a evolversi anche l'orientamento dei giudici, che talvolta riconosce lo stato dinecessità del contribuente rimasto senza soldi. Male sanzioni previste dalla legge restano pesanti (si veda l'articolo sotto). I dati delle morosità si riferiscono a denunce di reato, quindi sono solo la punta dell'iceberg. La nota di aggiornamento al Def 2013, presentata il 23 settembre scorso, ha rivelato che sulla sola Iva la morosità annua media, nel periodo 2003-2009, è stata di 6 miliardi di euro. Il documento non rende noto cos'è accaduto dopo, anche sulle imposte dirette. Ma il 6 giugno il direttore dell'agenzia delle Entrate, Attilio Befera, in un'audizione alla Camera ha detto che dal 2012 c' èun aumento. Hanno inciso anche le facilitazioni introdotte nel 2011 (il nuovo articolo 3-bis del Dlgs 462/1997), che consentono ai morosi l'accesso incondizionato alla futura rateazione (fino a cinque anni, se l'importo supera smila euro), con costi anlillinistrativi non esorbitanti (resta fermo il diritto alla sanzione ridotta). Così, pertalunetipologie di impresa, che avevano debiti d'imposta, si è aperta una scorciatoia per bypassare l'impossibilità di ottenere credito in banca. Assai più insidiosa, è l'evasione da riscossione. Un'evasione organizzata, che non riguarda i pagamenti spontanei, ma gli accertamenti dell'àgenzia delle Entrate: spesso il destinatario di un maxiaddebito, regolarmente notificato, lo "ignora", cioè non reagisce né con un inizio di pagamento né con un ricorso. Così l'atto diviene definitivo, solo che - essendo inviato a una "testa di legno" - è destinato a generare solo scartoffie. Non è un fatto raro, anzi ora ha dimensioni di massa. Lo aveva segnalato due armi fa la Corte dei conti, con la deliberazio- NONOSTANTE IL ne 8/z011/G del 13 luglio 2011: nel quinquennio 2006-2010, quasi un euro ogni due accertatiera stato "ignorato" dai destinatari (si veda la tabella). Il dato viene oggi incidentalmente confermato dalla Sezione centrale di controllo della Corte dei Conti (deliberazione 8/z013/G del 31 ottobre 2013). Con riferimento ai soli accertamenti innescati dall'incrocio degli elenchi clientVfornitori (si veda la tabella), i giudici osservano che la gran parte degli accertamenti (circa il 900/0) «non ha dato luogo ad alcuna reazione del contribuente accertato e si tradurrà in azioni esecutive affidate ad Equitalia che, .., diyerranno quote inesigibili fra alcuni anni». I protagonisti di questo tipo di evasione raramente sono commercianti o artigiani. Sono piuttosto" criminali fiscali" organizzati, che si nascondono dietro prestanome in società di capitali, fatte durare non più di uno o due anni. Il tempo necessario a risucchiarne tutta la liquidità resa possibile dalle vendite esentasse, prima di scomparire dopo aver spostato la sede legale, magari in un paradiso fiscale. Lasciando così che la Srl, ormai ridotta a scatola vuota, faccia da schermo rispetto ai (vani) tentativi futuri di recupero. ©RIP;;'OOUZIONERISERVATA 068391 Secondo i dati Gdf aumentano anche i casi di compensazione indebita tra imposta (il credito e quella a debito Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 84 nSole9]{l mmrn Data 10-11-2013 Pagina 2 Foglio 2/2 www.ecostampa.it Quotidiano Quanto perde l'erario MANCATI PAGAMENTI Denunce della Guardia di finanza EVASIONE DA RISCOSSIONE Importi in miliardi di euro Omesso versamento di ritenute certificate (art. 10 bis) Totale imposte e sanzioni da atti ignorati e .. 138 2010 relativa % sull'accertalo ···148 2011 ·············200 2012 2013 (gen·giu) ··120 Omesso versamento Iva (arpO ter) ··········318 2010 ··············402 2011 37 519 2012 ...... ··100 308 (*) al netto degli atti annullati in autotutela; (**) gli importi definiti con accordo del contribuente sono di 104 milioni di maggiore imposta (il 2,5% della maggiore imposta totale accertata), più 26 milioni circa per sanzioni ridotte (0,7% del totale sanzioni irrogate). Oltre tali importi, residua no solo i futuri incassi da contenziosi su atti impugnati Fonte: elab. su dati Agenzia Entrate·Corte dei Conti, delib.ne B/2011/G del 13 luglio 2011 e delib.ne B/2013/G del 31 ottobre 2013 Morosità ,. In gergo fiscale, si ha morosità quando il contribuente non paga un tributo entro il termine stabilito. In questi casi, la cifra da pagare è già stabilita fra le parti (fisco e contribuente) o da tariffari di legge oè lo stesso contribuente che, dopo conteggi fatti nel modello Unico, stabilisce quanto pagare (scrivendone l'importo nell'apposito rigo di dichiarazione). La morosità si differenzia dall'evasione poiché in quest'ultimo caso l'imposta da pagare viene tenuta nascosta al fisco, il quale, prima di poter riscuotere, deve emette're un accertamento 068391 I 12 Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 85 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina I Foglio 10-11-2013 7 1 /2 www.ecostampa.it NEL20n BTP-JlUND A 575 --- --- - - ---'----,------------,-- Due anni di cure per lo spread malato 'D ue anni fa lo spread BTpBund balzava in una sola seduta da 489 a 575 punti, mai così in alto. Adesso, anche grazie a politiche monetarie «diversamente» espansive operate da Bce e Federal Reserve le tensio- ni si sono stemperate e lo spread è sceso a 239. Ma se la fInanza è migliorata, l'economia reale sta molto peggio di due anni fa. Propriomentre Bce e Fedsipreparano a imboccare strade diverse. lops e Riolfi ,. Due anni di cure Bee frenano lo spread Ltro, Omt, taglio dei tassi: archiviato (per ora) l'incubo italiano dei rendimenti fuori controllo Vito LOps liardi di dollari. Analisti e gestori concordano: il flusso di dollari verso l'Europa sta continuando anche in questo autunno. Insomma, politiche monetarie diversamente espansive, hanno aiutato i parametri fmanziari europei a riprendersi. Ma adesso, quando ci si aspetta che con il suo differente fuso orario anche l'economia reale riparta, quelle politiche monetarie sono a un bivio. Giovedì la Bce ha tagliato i tassi allo 0,25% (minimo storico per l'Eurozona) ma non ha annunciato un nuovo piano Ltro (cosa che si aspettavano gli analisti) sorprendendo nel bene e nel male gli investitori che ate tendevano garanzie sulla nuova liquidità. Mentre la Federal Reserve - che da febbraio vedrà la staffetta al comando tra Ben Bernanke e Yanet Yellen - divide gli operatori sull'avvio del tapering, il piano di riduzione degli stimoli monetari. Venerdì, dopo la pubblicazione di dati sul lavoro migliori delle attese, le aspettative perun avvio a gennaio anziché a marzo (scenarioprima scontato dai mercati) sono cresciute. Tanto che sono partite le vendite sui Treasury e su altri bond governativi "core", Bund tedeschi compresi. Hanno cambiato l'impostazione, fra i vari, gli analisti di Jp Morgan. Mala conta delle opinioni dimostra che il sentiment è frastagliato. Secondo un pane1 di 32 economisti intervistati da Bloomberg, 14 non hanno cambiato idea e si aspettano una riduzione del piano di acquisti (nell'ordine di 15 miliardi al mese) a marzo, nove puntano su gennaio mentre cinque attendono l'annuncio per il Fomc (il consiglio operativo della F ederal Reserve) de117-18 dicembre. I quattro restanti credono che la Fed continuerà ad oliare i mercati all'attuale ritmo fino ad aprile-giugno. Del resto, l'inflazione non preoccupa. Lo haricordato anche Larry SUUlffiers, ex segretario al Tesoro e per alcune settimane dato favorito alla successione di Bernanke: «Abbiamo fatto un sacco di quantitative easing, e il tasso di inflazione negli Stati Uniti non è vistosamente più alto di quanto non fosse prima di cominciare». In pochi forse lo ricordano ma a marzo de12009, quando gli Usa lanciarono il primo piano di quantitative easing, l'economia statunitense scivolò in deflazione per la prima volta dal 1955. In sei mesi l'economia ripartì e l'inflazione tornò in area 2% per poi sfIorare il 4% nell'autunno del 2011. Oggi - dopo una montagna di dollari riversata sul mercato che ha contribuito al record storico di venerdì del Dow Jones a 15.761 punti e che come visto sta favorendo anche la distensione dello spread in Europa - l'inflazione è all'l,2%. La Bce, chiamata ora a fronteggiare i rischi di deflazione nell'Eurozona, può prendere appunti. © RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 Sono passati due anni ma la scottatura c'è ancora. Da quel 9 novembre 2011 - quando lo spread tra BTp e Bund si impennò di quasi ~oo punti in una sola giornata passando da 489 punti base a 575 in tre ore e mezza -l'Italia è cambiata. Si parla ormai di spread abitualmente anche al bar o al supermercato. Questo, nonostante adesso dal punto di vista fInanziario le cose siano sensibilmente migliorate dato che lo spread viaggia a 239 punti, i BoTa12 mesi pagano 600 punti base in meno rispetto a quell'autunno e Piazza Affari da allora è salita de125%. Per questo motivo le aste in programma la prossima settimana (6,5 miliardi di BoT a 12 mesi martedì, quando esordirà sul secondario il BTp Italia con un collocamento record da 22 miliardi, e 5,5 miliardi traBTp e CcTeu mercoledì) non dovrebbero rappresentare una preoccupazione'sul fronte tassi. Si continua però a parlare di spread perché l'economia reale sta da un'altra parte. Per il momento. N elz0l3 il Prodotto interno lordo dovrebbe perdere 1'1,8% dopo il-2,5% del 2012. Per il 2014 le stime dell'U e indicano un +0,7% ma questo dato va ponderato statisticaniente con il fatto che negli ultimi anni le previsioni sono state sempre al di sopra dei fatti. Se poi osserviamo il tasso di disoccupazione - per quanto quello uffIciale sulla base delle indicazioni dell'InternationalLabour organization consideri disoccupati solo quella parte della forza lavoro che ha cercato un impiego nelle ultime quattro settimane non contabilizzando scoraggiati e sottopagati - è pure peggiorato. Adesso siamo al 12,5%, 48 mesi fa eravamo al1'8,3%. Ma allora perché spread e Borse hanno invertito rotta? La politica monetaria della Bce, mai così creativa come nella versione guidata da Mario Draghi, accompagnata alla sponda della Federal Reserve, ha fatto la differenza. LaBce ha elargito tra il dicembre 2011 eil febbraio 2012 1.000 miliardi di euro in favore di800 banche (operazioni Ltro). E poi ha lanciato a settembre 201210 scudo anti-spread, assicurando copertura illimitata sui titoli sotto attacco speculativo per i Paesi che avrebbero aderito al piano Omt (Outright monetary transactions). Queste azioni hanno ingrassato di titoli sovrani i bilanci delle banche, allontanato la speculazione, e fatto scendere gli spread e gli interessi sul debito per i Paesi della periferia dell'Euro zona. Ma non ci sono solo gli istituti europei a ricomprare Europa. N elz0l3 in particolare si sono visti anche nel Vecchio Continente gli effetti del terzo quantitative easing della Fed (da 85 miliardi di dollari al mese). Secondo GoldrnanSachs nei primi sei mesi dell'anno solo dai fondi Usa sono arrivati verso le piazze fInanziarie europee 65 mi- Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 86 nSole9]{l mmrn 10-11-2013 7 2/2 Data Pagina Foglio Il differenziale Le aste della settimana In arrivo nuovi collocamenti del Tesoro per 12 miliardi tra BoT, BTp e CcTeu Il9 novembre 2011 il divario tra Btp e Bund balzò a 575 punti, ora viaggia a quota 239 www.ecostampa.it Quotidiano Due anni dopo i19 novembre 2011, dall'esplosione dello spread alla graduale riduzione Differenziale dei rendimenti dei titoli di Stato decennali rispetto al Bund.ln punti base lIlml!I ~ 2~12 2013 o O O 9 NOVEMBRE S DICEMBRE 21 DICEMBRE ., ,miW Parl.l'altacco contro il debilo sovrano dell'Italia: lo .pread tocca il massimo di 575 punti ·fi p- Promossa la manovra "salvaItalia" varata il giorno prima dal Governo Monti: il differenziale croUa MUti "·tf 23 LUGLIO i LM La Banca cenlrale europea lancia la prima asta di rifinanziamento Uro per sostenere gli istituti continentali ii"_ L'allarme spread sale ai massimi, i rendimenti dei BTp tornano ai livelli pre-Monti O o 26 LUGLIO 6 SETTEMBRE M@ iM- Draghi: "Faremo di tutto per salvare l'Euro" o eqw Draghi: pronti ad acquisti "illimitati" o 3 GENNAIO II-E~i 9 SETTEMBRE • •tlil;ji.1 -Si, Lo spread scende ai minimi da agosto 2011 !ffiW L'incertezza politica italiana annulla il divario tra BTp e Bo'hos: è la prima volta in 17 mesi • _,H 22 OTTOBRE 1P- Lo spread cala a 230 pUAti: è il livello più basso dall'S luglio 2011 650 600 Itillia 550 500 450 400 350 300 250 200 L'andamento delle Borse Il confronto P:'! Milano Ftse Mib venerd1 ~ da inizio anno I I ~ dal 9/11/11 U5,8h, -z-Madrid _ Ibex ~ venerd1 ~ da inizio anno n dal 9/11/11 • 't6.H6·\, 6::ncoforte u venerd1 " da inizio anno '-19,26"" n dal 9/11/11 lIIIlIIIIII§ NewYork === Dow lones " venerd1 068391 " da inizio anno " dal 9/11/11 Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 87 COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina Foglio 11-11-2013 5 1 /3 Pensioni agganciate ai prezzi, sì di Letta «Bisogna intervenire sull'indicizzazione». Adeguamento fino a 3 mila euro ROMA - «L'indicizzazione va portata fino al completamento». Nonostante la platea popolare, le telecamere sono quelle di Domenica In, il messaggio è forse un po' criptico. Ma quella che arriva dal presidente del consiglio Enrico Letta è di fatto la benedizione all'intesa fra Pd e Pdl sulle pensioni' e cioè al ritorno dell'indicizzazione al 100%, vale a dire l'adeguamento totale al costo della vita, per gli assegni fino a 3 mila euro lordi al mese. Lasciando il blocco degli aumenti automatici solo per le pensioni che superano quella soglia il disegno di legge di Stabilità, approvato dal consiglio dei ministri a metà ottobre ed ora all'esame del Senato, va già in questa di.rezione. Ma per il momento è più timido. Reintroduce sì l'indicizzazione, cancellata con il decreto salva Italia pèr tutte le pensioni al di sopra dei 1.500 euro lordi al mese. Ma solo per gradi: la rivalu- tazione sarebbe del 100% fino a 1.500 euro, ~19O",(, fino a 2 mila, del 75% finai 2.500 e del 50% fino a 3 mila Per poi azzerarsi una volta superata la fatidica soglia L'intesa Pd Pdl, a questo punto con l'ok di Letta, prevede la rivalutazione completa per tutti gli assegni al di sotto dei 3 mila euro. il punto, come sempre, è dove trovare le risorse. Ed è qui che la questione si complica. il Pd propone di togliere qualcosa ai pensionati più ricchi, abbassando l'asticella già fissata per il nuovo contributo di solidarietà, la tassa aggiuntiva che torna con una nuova veste giuridica dopo la bocciatura da parte della Corte costituzionale. Scatterebbe non più sopra 150 mila euro, come nel testo uscito da Palazzo Chigi, ma sopra 90 mila il Pdl, invece, vorrebbe prendere i soldi da altri voci e infatti conferma le sue proposte sulla rottamazione delle cartelle esat- toriali e sull'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie. Eil presidente del consiglio? <<Intervenire sulle pensioni d'oro è un fatto utile che va fatto, ma simbolico che porterà poco in caSSID>, dice sempre su Rai uno. C'è sempre bisogno di una lettura ragionata, ma stavolta il messaggio è più chiaro. Va bene il contributo di solidarietà allargato proposto dal Pd, è la posizione del governo, ma senza esagerare. Perché prendere da lì tutti i soldi per far ripartire la rivalutazione delle pensioni più basse potrebbe spingere troppo in basso l'asticella minima e troppo in alto le aliquote, con alti rischi di impopolarità. Vale la pena di ricordare che le pensioni Inps superiori ai 90 mila euro lordi sono in tutta Italia appena 35 mila Anche se è vero che la piramide del nostro sistema è clamorosamente sbilanciata, come confermano una serie di dati Istat, forse non a caso rilanciati www.ecostampa.it Quotidiano proprio ieri, alla vigilia della discussione in Senato. Il 5% degli assegni più ricchi costa allo Stato quasi quanto il 44% di quelli più poveri. Con altri numeri: per le 861 mila persone che hanno un assegno superiore ai 3 mila euro lordi al mese la spesa complessiva è di 45 miliardi di euro l'anno. Per i 7,3 milioni di pensionati che si fermano invece al di sotto dei mille euro al mese, sempre lordi, l'esborso totale è di poco superiore: 51 miliardi di euro. Uno sbilanciamento che sembra sostenere un riequilibrio fra pensioni basse e pensioni alte, sia con il meccanismo della rivalutazioni sia con il contributo di solidarietà. «Questa - dice in ogni caso Letta - è la prima legge di Stabilità, da diversi anni, che non interviene sulla spesa pensionistica». Resta da vedere cosa accadrà davvero in Parlamento. Lorenzo Salvia [email protected] ID RIPRODUZIONE RISERVATA ConfrontI 068391 Il 5% degli assegni più ricchi costa come il 44% più povero Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 88 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 11-11-2013 5 2/3 L'indicizzazione delle pensioni La differenza La rincorsa all'inflazione * Secondo le precedenti regole ripristinate dopo il congelamento 2012-2013 ** Secondo le regole contenute nella Legge di Stabilità Pensionati Inps e redditi pensionistlcl medi mensili per area geografica Eper classe d'importo Anno 2011 Dati in euro 1.238 8,000,000 eura 6,000,000 4,000,000 1.193 2,000,000 da5G~a999 Nord Centro Mezzogiorno fino a 499 068391 CORRIERE DELLA SERA Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 89 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Nel 2013 la pensione minima è stata fissata a 495,43 euro al mese. Per un totale di 6.440,59 euro " l'anno. L'assegno viene garantito in ogni caso a chi, in base ai contributi versati, non raggiunge il cosidetto «minimo vitale». Per questo lo ~tato, atfTaverso l'Inps, mtegra l assegno mensile con risorse proprie anche se la somma non è coperta dai contributi versati nel corso degli anni. In Italia, in base alle ultime statistiche disponibili, i pensionati al minimo sono circa 3, 5 milioni. Rappresentano una delle fasce più deboli della popolazione. Foglio 11-11-2013 5 3/3 www.ecostampa.it Minimo Data Pagina , ., TI contributo di . . solidarietà è la tassa aggiuntiva che pesa su quella parte delle pensioni che supera una certa soglia. Nel disegno di legge di Stabilità scatta al di sopra dei 150 mila euro lordi l'anno. Ma, proprio per finanziare l'indicizzazione delle pensione più basse, l'asticella potrebbe essere , abbassata a 90 mila euro lordi con un'aliquota del 5% che salirebbe progressivamente fino al 15%. TI contributo è stato bocciato in passato dalla Corte costituzionale perché colpiva solo i pensionati. Nella nuovaformulazione il gettito non va allo Stato ma ha l'obiettivo di garantire la sostenibilità del sistema pensionistico. © RIPRODUZIONE RISERVATA @RiPRODUZIONERISERVATA Indidzzazione È la rivalutazione dell'assegno, cioè l'aumento automatico che lo tiene agganciato al "costo della vita. Con il decreto Salva Italia, il governo Monti aveva' bloccato l'indicizzazione per tutte le pensioni che superano i 1.500 euro lordi al mese. n disegno di legge di Stabilità approvato 20 giornifa dal consiglio dei ministri allenta questo blocco: la rivalutazione è al 100% per gli assegni fino a 1.500 euro lordi al mese, a190% fino a 2 mila, al 75%fino a 2.500, al 50% fino a 3 mila. Oltre questa soglia non c'è. L'accordo Pd-Pdl punta a rivalutare al 100% tutti gli assegni fino a 3 mila euro. 068391 © RfPRODUZ10NE RISERVATA Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 90 COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina Foglio 11-11-2013 28 1 EUROZONA Una tassa patrimoniale (temporanea) può servire. Ma non basta www.ecostampa.it Quotidiano di KENNETH ROGOFF Ritaglio Primo piano Italia stampa sarebbero enormi, innescando tutta una serie di questioni e polemiche sull'equità dell'imposizione. Per esempio, sarebbe molto difficile attribuire un valore di mercato alle piccole imprese familiari diffusissime nei Paesi mediterranei. Le tasse sul patrimonio che prendono di mira i terreni e le strutture potrebbero considerarsi esenti da tali preoccupazioni, mentre le imposte di proprietà sono molto meno frequenti al di fuori dei Paesi anglosassoni. In teoria, tassare i beni immobili è meno soggetto a distorsioni, mentre le tasse sulle strutture ovviamente rischiano di scoraggiare sia le opere di manutenzione che le nuove costruzioni. Aquesto punto, che altro possono fare i Paesi dell'Eurowna per aumentare i loro introiti sulla scia della ripresa economica? La maggior parte degli economisti vede con favore !'idea di allargare la base imponibile - eliminando, per esempio, detrazioni speciali e privilegi - in modo da mantenere basse le aliquote. Allargare la base del reddito imponibile è un elemento centrale delle proposte Simpson-Bowles per la riforma fiscale negli Stati Uniti. In Europa, l'unificazione della percentuale lva sarebbe un passo avanti verso una maggior efficienza, anziché creare distorsioni con diverse imposizioni fiscali per diversi beni. In principio, le fasce di basso reddito potrebbero essere compensate tramite l'erogazione di sussidi monetari. Un'altra idea è quella di ottenere nuovo gettito dalle quote o dalle tasse sulle emissioni di C02. Reperire risorse tassando le emissioni nocive riduce le distorsioni, anziché crearle. Sebbene tali tasse siano mostruosamente impopolari - forse perché gli individui si rifiutano di ammettere la rilevanza delle emissioni nocive da essi prodotte - a mio avviso esse indicano una direzione importante per le politiche future (e proporrò nuove idee al riguardo). Sfortunatamente, i paesi avanzati hanno attuato pochissime riforme fiscali fondamentali fino ad oggi. Molti governi si rassegnano ad aumentare le aliquote anziché rivedere e semplificare il sistema. In Europa, si è fatto ricorso anche a una tassazione sommersa, in particolare la repressione finanziaria, per risolvere i problemi di un drammatico indebitamento pubblico. Tramite normative e direttive amministrative, banche, società di assicurazioni e fondi pensione sono stati costretti ad acquistare quote molto più consistenti del debito pubblico di quanto non avrebbero voluto. Si tràtta però di un approccio assai poco lungimirante, in ad uso esclusivo del destinatario, quanto i titolari finali di pensioni, contratti di assicurazione e depositi bancari sono in ultima analisi gli anziani e quella classe media già gravemente tartassata. Vi è inoltre la questione irrisolta di qllaI).to dovrebbero realmente pagare i Paesi periferici sul loro debito massiccio, a prescindere dallo strumento di tassazione. Sebbene il FIDi sembri particolarmente entusiasta sull'impiego della patrimoniale per ripianare le eccedenze del debito in Spagna e in Italia, pare ragionevole condividere il fardello con i Paesi del Nord. Come hanno fatto notare di recente gli economisti Maurice Obstfeld e Galina Bale, le banche francesi e tedesche hanno tratto ingenti profitti dalla gestione dei flussi tra i risparmiatori asiatici e la periferia dell'Europa. Sfortunatamente, tutte le discussioni sulla condivisione del debito non fanno altro che rallentare i tempi, rischiando di erodere l'efficacia di una qualsiasi patrimoniale quando essa sarà finalmente varata. Tuttavia, il FIDi ha ragione - in termini di equità e di efficienza - a insistere su una patrimoniale temporanea nei Paesi avanzati per abbattere il debito pubblico. Ma quasi certamente il gettito sarà inferiore, e ì costi più elevati, di quanto non lascino presagire i calcoli fatti per promuovere l'iniziativa. Una tassa patrimoniale temporanea potrebbe essere davvero una soluzione per i Paesi che oggi sono in difficoltà, e occorre prendere seriamente in considerazione questa idea. Ma questo tipo di imposta non può sostituirsi alla necessità di avviare una riforma fiscale complessiva e a lungo raggio per instaurare un sistema di tassazione più semplice, più equo e più efficiente. Professore di economia a Harvard (Traduzione di Rita Baldassarre) © RIPRODUZIONE RISERVATA '"z « :::; o o'" z « o: o o 068391 i si chiede se sia compito dei Paesi avanzati introdurre tasse patrimoniali come mezzo per stabilizzare e ridurre il debito pubblico nel medio termine. TI Fondo monetario internazionale, solitamente conservatore, ha accolto l'idea con grande entusiasmo. TI FIDi calcola che una tassa unatantum del 10%, se introdotta rapidamente e senza preavviso, potrebbe ricondurre molti Paesi europei a un rapporto di debito pubblico /Pil simile ai tempi antecedenti la crisi. È un'idea affascinante. L'argomentazione morale a favore di una tassa patrimoniale appare oggi più convincente che mai, con la disoccupazione ancora a livelli di recessione, mentre le profonde disuguaglianze economiche minacciano di lacerare il tessuto sociale. E se fosse davvero possibile far sì che questa tassa resti una tantum, essa potrebbe, in principio, rivelarsi assai meno dannosa che continuare a spingere verso l'alto le aliquote di tassazione del reddito. Sfortunatamente, se la patrimoniale sembra un modo sicuro per aiutare un Paese a risalire la china dell'abisso fiscale, essa non rappresenta tuttavia la soluzione a tutti i mali. Tanto per cominciare, il gettito fiscale della patrimoniale una tantum potrebbe rivelarsi assai elusivo. L'economista Barry Eichengreen ha esplorato a suo tempo l'introduzione di imposte sul capitale nel primo e nel secondo dopoguerra, scoprendo che, a causa della fuga dei capitali e delle pressioni politiche che spingevano verso le dilazioni, i risultati erano spesso deludenti. Neppure le armate della Guardia di Finanza sarebbero capaci di bloccare l'esodo massiccio della ricchezza, se gli italiani dovessero fiutare l'arrivo di una pesante patrimoniale. La sovra e sotto fatturazione nel commercio, per esempio, è un metodo assodato per far sparlre i soldi dal Paese. (per esempio, l'esportatore dichiara un prezzo inferiore per le spedizioni estere e si tiene il gruzzolo in contanti al sicuro in un Paese straniero). Senza contare poi la corsa all'oro, ai gioielli e ad altri beni difficili da individuare. L'effetto deformante di una tassa patrimoniale sarebbe inoltre esacerbato dalla preoccupazione che l'una tantum rischia di diventare un'imposizione abituale. Dopotutto, la maggior parte delle tasse temporanee si trasformano in brevissimo tempo in tasse permanenti. TI timore di tasse patrimoniali future potrebbe scoraggiare lo spirito imprenditoriale e abbassare il tasso di risparmio. Per di più, le difficoltà amministrative nel mettere in piedi una tassa patrimoniale davvero omnicomprensiva non riproducibile. Pag. 91 Data COBBIEBE DELLA SEBA Pagina Foglio 10-11-2013 2/3 1 /3 Pensioni agganciate ai prezzi Via ilblocco fino a quota 3.000 www.ecostampa.it Quotidiano Accordo Pd-Pdl per alleggerire i tagli degli adeguamenti Ma è scontro sulle coperture. L'ipotesi di un superprelievo tervento graduale: la rivalutaROMA - L'unica certezza è zioni sarà al 100% fino a 1.500 che ci sarà un intervento per rafforzare la rivalutazione euro, al 90% fino a 2 mila, al delle pensioni, l'aumento au- 75% fino a 2.500 e al 50% fino tomatico degli assegni per a 3 mila Oltre la soglia dei 3 adeguarli al costo della vita. mila euro, invece, il blocco reUna certezza relativa, perché sta Adesso il testo è all'esame siamo nel regno degli emen- del Senato. Sia il Pd che il Pdl damenti alla Legge di Stabili- propongono di allargare l'area tà' con quel clima da assalto della rivalutazione al 100% alla diligenza che sarà pure anche agli assegni che supeuna frase fatta ma, insomma, rano i 1.500 euro lordi. Le porende bene !'idea. sizioni in realtà non coincidoEppure un segnale no ma un'intesa è possibile. arriverà perché il governo ha dato il suo Dove prendere i soldi, però? ok e sia il Pd che il Pdl «La nostra proposta - dice vogliono piantare la Giorgio Santini, relatore per il loro bandierina. L'acPd - è rafforzare il contribucordo, però, si ferma to di solidarietà a carico delle al titolo: su come inpensioni più alte». Nel testo tervenire e su dove uscito da Palazzo Cbigi il controvare i soldi le posizioni sono lontane. E, per capire tributo riguarda la quota che supera i 150 mila euro lordi quanto, serve un breve riasl'anno. L'idea del Pd è di absunto delle puntate precedenbassare la soglia a go mila con ti. un prelievo del 5% che poIl decreto salva Italia (governo Monti) aveva bloccato trebbe arrivare al 15% per gli assegni più corposi. Ma dalla rivalutazione delle pensioni l'altra parte delle larghe intese al di sopra dei 1.500 euro lordi al mese. Il disegno di legge di non ne vogliono sentire: «1 Stabilità approvato dal consi- contributi di solidarietà - diglio dei ministri 20 giorni fa ce il relatore. del Pdl Antonio allenta quel blocco con un in- D'Alì - sono già stati bocciati dalla Corte costituzionale e rischiano solo di fare altri danni anche ai conti dello Stato». Altro che abbassare la soglia a go mila euro, insomma, i soldi vanno trovati fuori dal sistema pen~ionistico: «Per noi aggiunge D'Alì -l'operazione va finanziata con la rottamazione delle cartelle esattoriali e, anche se non è la posizione ufficiale del partito, con un ritocco della tassazione sulle rendite finanziarie». E le divergenze non finiscono qui. Il Pdl propone anche di fissare a 67 anni d'età una sorta di diga oltre la quale rendere la pensione intoccabile: superata quella soglia, anche in caso di assegno ricco, non ci sarebbe più né il contributo di solidarietà né il blocco della rivalutazione. Una clausola che però trova perplesso il Pd perché ridurrebbe una platea già limitata, i pensionati oltre i go mila euro sono appena 35 mila, lasciando pochi spiccioli da destinare alle pensioni più basse. . C'è poi un altro nodo da sciogliere, con l'obiettivo di di esodati, persone senza stipendio e senza pensione, da dover poi salvare in un secondo momento. <<L'idea - dice il relatore per il Pd, Santini è consentire a chi perde il lavoro dopo i 62 anni di età di andare subito in pensione con le vecchie regole accontentandosi di quello che ha maturato fmo a quel momento». Un meccanismo che potrebbe essere utilizzato da un numero limitato di persone, si ragiona intorno alle 40 mila l'anno. E che non dovrebbe avere un costo eccessivo perché se è vero che lo Stato pagherebbe subito la pensione almeno risparmierebbe sulla cassa inte~azione che ormai ha dei costi non sostenibili. Quella che arriva dal Pdl è una prudente apertura: «Si può ragionare - dice il relatore D'Alì - ma a patto che sia garantita fino in fondo la piena volontarietà del pensionamento e che il meccanismo sia davvero non oneroso per lo Stato». E nella lunga battaglia sugli emendamenti può succedere di tutto. . Lorenzo Salvia evitare che si creino altri casi [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 la rivalutazkme Allo studio l'allargamento agli assegni sopra i 1.500 euro la rivalutazione al 100% Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 92 COBBIEBE DELLA SEBA I dossier Data Pagina Foglio 10-11-2013 2/3 2/3 Quanto pesa 1'1 rpef ~~~~- Pensioni, S'allentamento del biotto per adeguarle al tOsto della vita i.triilidii. Andamento delle addi:tlonali regionali e comunali Irpef 2009-2013: costo medio pro capite Viene allentato il blocco delle rivalutazioni, cioè dell'adeguamento automatico degli assegni al costo della vita, introdotto due anni fa con il decreto salva Italia. Sia il Pd che il Pdl propongono di rafforzare gli aumenti rispetto al testo approvato dal governo 1 Cuneo fiscale. l'ipotesi di 200 euro per chi guadagna fino a 28 mila euro Viene tagliato il cuneo fiscale, cioè il peso delle tasse sul lavoro. L'intervento avrà effetti sia sulle buste paga dei dipendenti, sia sui contributi pagati dalle imprese. L'idea è di concentrare il taglio del cuneo sui redditi più bassi in modo da avere un effetto più visibile 2 Addizionale Comunale IRPEF gettito valori assoluti 8,5% www.ecostampa.it Quotidiano 17,6% $ Addizionale Regionale IRPEF gettito valori assoluti ì 2009 2010 2011 2012 1,1% 33,5% Differenza % 2012-2013 Differenza % 2008-2013 Fonte: Servi.io politiche territDriali della Uii la cancellazione della prima rata Imu su tutte le abitazioni principali Già cancellata la prima rata, il governo si è impegnato a cancellare anche la rata di dicembre per l'lmu sull'abitazione principale. Resta da definire la copertura con i 2.4 miliardi di euro che dovrebbero arrivare dalle banche e dal ritocco delle tasse sulle rendite finanziarie 3 Il debutto della Trise (Tributo sui servili) al posto dell'Imposta municipale Trise è il nuovo tributo comunale che dal 2014 sostituirà l'Imu sulla prima casa e si aggiungerà all'lmu per gli altri immobili. Sarà diviso in due parti: la Tari, la tassa sui rifiuti, e la Tasi, la tassa sui servizi indivisibili. In piccola parte sarà a carico anche degli inquilini 4 Arrivano le risorse per le famiglie povere, pronto un fondo spedale di welfare Potrebbe essere avviata la sperimentazione del Sia, il sostegno per l'inclusione attiva, per le famiglie più povere. Si tratta di un aiuto (somma variabile a seconda dei casi) condizionato al rispetto di obblighi come !'iscrizione dei figli a scuola 068391 5 Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 93 COBBIEBE DELLA SEBA Foglio Addizionali comunali Irpef anno 2012-2013: la top ten delle città Roma Milano Data Pagina 10-11-2013 2/3 3/3 www.ecostampa.it Quotidiano Addizionali regionali Irpef anno 2012-2013: la top ten delle Regioni Molise o 184 184 184 184 375 352 184 184 184 Piemonte 375 352 363 Addi;donali regionali e comunali Irpef anno 2012-2013: i costi medi pro capite, ecco dove si paga di più e di meno 651 ·651 651 068391 CORRIERE DELLA SERA Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 94