9, 10 e 11 novembre

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9, 10 e 11 novembre
Rassegna Stampa di
sab. 9, dom. 10 e lun. 11 novembre 2013
SNALS / CONFSAL
Gazzetta di Reggio
La Provincia Frosinone
Messaggero Veneto ed. Pordenone
Prima Pagina Reggio
Emilia
La Stampa - Ed.
Alessandria
Testate on line
11/11/2013
11/11/2013
11/11/2013
MORTA FRANCESCA MARIA ARIA EX PROFESSORESSA E FOTOGRAFA
SCUOLA, SINDACATI DIVISI
LA SCUOLA ADERISCE ALLO SCIOPERO
09/11/2013
LUTTO NELLA SCUOLA, E' MANCATA PER UN MALORE IMPROVVISO LA
PROFESSORESSA E FOTOGRAFA FRANCESCA MARIA
FREDDO IN AULA, SINDACATI SOLIDALI CON STUDENTI
11/11/13
ARTICOLI PRESI DAL WEB
11/11/2013
Scuola, Formazione, Università, Ricerca
LA SICILIA
Nuovo Quotidiano di
Puglia - Ed. Taranto
Nuovo Quotidiano di
Puglia - Ed. Taranto
Il Giornale del Piemonte
(Il Giornale)
Informazione.it
10/11/2013
10/11/2013
REGIONE INADEMPIENTE, OPERATORI 118 IN RIVOLTA
LICENZIAMENTI ALLE MENSE, SIT-IN
10/11/2013
POSTE, ASSEMBLEA DEI PORTALETTERE
09/11/2013
SALVO IL SABATO DELL'ARTE: SCIOPERO RINVIATO
09/11/2013
RINVIATO LO SCIOPERO DEI TRASPORTI A TORINO, I SINDACATI
RINVIANO LA PROTESTA
REVOCATO LO SCIOPERO DEL GTT SALVA LA GIORNATA DEGLI
EVENTI
ITS, LASCIAPASSARE PER IL LAVORO
ANCORA 31 TAPPE PER L'ATTUAZIONE DEL DECRETO SCUOLA
IN ARRIVO I FONDI ALLE PARITARIE
"IL TEMPO DELLE MEDIE": STORIE, PROBLEMI (E CONSIGLI)
LIBRI DIGITALI E FONDAZIONI "AIUTATE LA SCUOLA"
Int. a A.Lusardi: "NON CONOSCERE LE NOZIONI DI BASE METTE A
RISCHIO ANCHE LA DEMOCRAZIA"
SCUOLE PROFESSIONALI ARRIVANO GLI STIPENDI
IL POSTER CHE DISILLUDE: "IMPARARE UN MESTIERE? MEGLIO CHE
LAUREARSI"
Int. a C.Pasqualini: "LA CRISI HA COLPITO DI PIU' I LAUREATI C'E'
VOGLIA D'IMPRESA"
ULTIMA ASSOLUZIONE PER LE MAESTRE
IL DECRETO WI-FI NELLA SCUOLA SENZA BANCHI
"PIU EMIGRATI E SEMPRE MENO FONDI"
INCUBO TAGLI AL DOPO SCUOLA
INSEGNANTI, PROGETTI ANTI DISPERSIONE
SCUOLE, IN ARRIVO I FONDI DEL GOVERNO INTERVENTI SOLO PER
QUATTRO ISTITUTI
LA SINISTRA NON S'ARRENDE DOPO I DISASTRI SUGLI ASILI DANNO
ANCORA LEZIONI
DISPERSIONE SCOLASTICA, C'E' L'INTESA
SCUOLE-COLLEGIO, CARTE FALSE PER I SUSSIDI
Torino Cronacaqui
09/11/2013
il Sole 24 Ore
il Sole 24 Ore
il Sole 24 Ore
Corriere della Sera
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la Stampa
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il Giornale
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il Giornale - ed. Milano
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Il Secolo XIX
Il Secolo XIX
Il Secolo XIX
La Repubblica Cronaca di Roma
Libero Quotidiano - Ed.
Milano
Roma
il Mattino
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Corriere della Sera
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Affari&Finanza (la
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la Stampa
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09/11/2013
STANGATA SULLE SPIAGGE E TAGLI PER LE SCUOLE
IL LAVORO "VALE" PER LA LAUREA
IL MINISTRO AI PROFESSORI OVER 70: "IN PENSIONE"
2013, GLI STUDENTI TORNANO ALL'UNIVERSITA' BOOM DI ISCRITTI
DOPO DIECI ANNI DI CALO
BUSINESS SCHOOL IN EUROPA VINCE CHI SI FONDE
Int. a G.Melis fois: "MA CHI HA ANCORA QUALCOSA DA DARE DEVE
RIMANERE"
II EDIZIONE - L'UNIVERSITA' SI TROVA DIVISA: "RICAMBIO NECESSARIO"
"L'ESPERIENZA, UN VALORE"
I DOCENTI UNIVERSITARI A CONTRATTO
Int. a G.De nicolao: "SETTANTENNE FALSO BERSAGLIO SE C'E' IL
BLOCCO ASSUNZIONI"
LA CARICA DEI 1558: I PROFESSORI ANZIANI ETERNI PER SENTENZA
L'ERRORE DEI TAGLI LINEARI CONTINUA
IL MINISTRO CARROZZA CONTRO I PROF OVER 70 "VADANO IN
PENSIONE"
Economia, Lavoro, Previdenza
il Sole 24 Ore
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Corriere della Sera
11/11/2013
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09/11/2013
CorrierEconomia
(Corriere della Sera)
CorrierEconomia
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la Repubblica
11/11/2013
L'ESPERTO RISPONDE - AVVIO PIU' FACILE PER L'APPRENDISTATO
NORME - ESENZIONI INAIL SOTTO I DUE GIONI DI ATTIVITA' AL MESE
SI ALLENTA LA STRETTA SULLE INDICIZZAZIONI
CHE ERRORE SVENDERE LE AZIENDE PUBBLICHE: SONO I NOSTRI
GIOIELLI
Int. a C.Trigilia: TRIGILIA: UN BONUS OCCUPAZIONE ANCHE PER I
LAVORATORI OVER 50
COTTARELLI, SINDACATI A RAPPORTO SULLA MOBILITA'
11/11/2013
PREVIDENZA LE PARTITE IVA DI NUOVO SOTTO IL TORCHIO
11/11/2013
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Italia Oggi
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la Stampa
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11/11/2013
TUTTI CONTRO LA LEGGE DI STABILITA' IMPRESE DELUSE, SINDACATI IN
SCIOPERO LETTA: NO ALL'IMU, TASSA S
LA CARICA DELLE PARTITE IVA CONTRO L'AUMENTO DELLE ALIQUOTE
MA IL LANDINI DELLA FIOM LO SA? LETTERE
EXPORT E COMUNICAZIONE ANTICRISI
PMI, PEGGIORA IL RITARDO
CARO RENZI, ECCO LE VERE PENSIONI D'ORO
Int. a V.Merola: "RIMBORSO IMU, IL GOVERNO NON DEVE PRENDERCI
IN GIRO"
PD: PRELIEVO SUGLI ASSEGNI D'ORO PER PENSIONI PIU' EQUE
CASSA INTEGRAZIONE: FALSO UN SUSSIDIO SU 4 E ORA MANCANO I
SOLDI
SINDACATI, VIA ALLA MOBILITAZIONE: DA DOMANI 4 ORE DI
SCIOPERO
IL PRESIDENTE INAIL "PRESTAZIONI IN CALO PER I TAGLI"
TROPPI I PUBBLICI DIPENDENTI? NIENTE AFFATTO
IVA NON PAGATA, E' RECORD DI DENUNCE
DUE ANNI DI CURE BCE FRENANO LO SPREAD
PENSIONI AGGANCIATE AI PREZZI, SI' DI LETTA
UNA TASSA PATRIMONIALE (TEMPORANEA) PUO' SERVIRE. MA NON
BASTA
PENSIONI AGGANCIATE AI PREZZI VIA IL BLOCCO FINO A QUOTA
3.000
BERLUSCONI- ALFANO, ORMAI E' GUERRA
ROMA E BERLINO LA POLITICA GUARDA SOLO AGLI ANZIANI
11/11/2013
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Formazione professionale, Snals:
“Passo avanti verso i lavoratori”
FORMAZIONE PROFESSIONALE 10 novembre 2013
“Sembra che che finalmente si veda un po’ di luce in questo triste periodo per la formazione
professionale siciliana“,questo è il primo commento rilasciato dal coordinatore regionale dello Snals
Confsal, Giuseppe Milazzo, dopo la pubblicazione della direttiva dell’assessore Scilabra alla
dirigente generale Corsello, sul trasferimento diretto degli stipendi ai lavoratori degli enti che hanno
subito la revoca dell’accreditamento.
La direttiva è infatti basata sul DPR 207/2010 che all’articolo 5 disciplina l’intervento sostitutivo
della stazione appaltante nel caso di mancato pagamento degli oneri retributivi da parte della ditta
aggiudicataria. Nello specifico del settore della formazione professionale siciliana, la direttiva
sollecita “ad adottare le procedure più opportune per sbloccare i finanziamenti a valere sull’Avviso
20/2011 non ancora erogati agli enti gestori cui l’amministrazione ha revocato l’accreditamento e
conferendo alle risorse da trasferire l’esclusivo vincolo di destinazione al pagamento delle spese per
il personale dipendente”.
“Da tempo lo Snals Confsal si batte per questo che ad oggi sta per diventare un importante
traguardo per i lavoratori della formazione”, continua Milazzo, “si spera che tale direttiva diventi
presto esecutiva anche perché i lavoratori sono stanchi e stremati dall’attesa di ciò che spetta loro di
diritto, secondo la legge e il Ccnl”.
Altro scoglio da superare, oltre a quello fondamentale degli stipendi arretrati che pare si stia
risolvendo, è l’immediata ricollocazione dei lavoratori di quegli enti che hanno ricevuto la revoca.
“I lavoratori non possono subire colpe che non gli appartengono e l’amministrazione regionale deve
salvaguardare il loro posto di lavoro, deve assicurare la retribuzione mensile e trovare velocemente
una soluzione per regolamentare il sistema formazione in maniera concreta e nel rispetto della legge
e del Ccnl“.
“Lo Snals Confsal auspica” conclude Milazzo “che il governo regionale e gli organi di competenza
traducano in maniera concreta l’attenzione verso le esigenze dei lavoratori, i quali continuano a
mantenere lo stato di agitazione”.
Quotidiano
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Data
11-11-2013
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www.ecostampa.it
fOiUiI.Il.lIO 114 E
I super-diplomi
per trovare lavoro
Placement record per gli Its, le
super-scuole di tecnologia nate
in stretta alleanza con le imprese.
Il 57% dei giovani diplomati trova
subito lavoro.
Le super-scuole
di tecnologia
sul territorio
Sono 139 i corsi attivati dalle super-scuole di tecnologia che hanno coinvolto 3mila ragazzi
Its, lasciapassare per il lavoro
Stretta alleanza con le imprese: il 57% dei diplomati è subito occupato
Francesca Barbieri
Claudio Tucci
Controller della fIliera agroalimentare, esperti meccatronici, periti per l'uso efficiente dell'energia. Sono solo alcuni esempi dei profIli iperqualificati "sfornati" quest'anno dagli Its, le 62
super-scuole di tecnologia (più
due in fase di start-up) che stanno ultimando 139 corsi post-diploma (al 31 ottobre, con la partenza del secondo ciclo, ne risultano attivati 252).
Un canale parallelo alla laurea triennale che punta ad arginare il mismatch tra domanda e
offerta di lavoro per creare occupazione giovanile, valorizzando
le peculiarità del territorio e le
richieste delle imprese, attraverso la messa a punto di percorsi
che prevedono stage obbligatori per almeno il 300;(, dell' orariosu quattro semestri di lezioni
che possono arrivare a sei - e la
metà dei docenti proveniente
dal mondo produttivo.
Occupati oltre ilSO%
I risultati in termini di placement sono incoraggianti: in base
alle statistiche del Miur (riferite
ai primi 825 diplomati, mentre
250 raggiungeranno il titolo entro fine anno), gli occupati sono
470, il 57% del totale. Con punte
d'eccellenza, come l'Its Accademia marina mercantile di Geno-
po, ma anche nella fIliera, grazie
agli ottimi risultati ottenuti in fase di esame che superano, in media, i 90 punti su cento».
Stesso appeal che riguarda i
profili della bio edilizia, su cui è
focalizzato l'Its Red di Padova:
«Stiamo lavorando in un'area
in crisi - spiega il manager organizzativo Marco Favaro -, dove
le chance di recupero arrivano
dalla possibilità di costruire secondo il risparmio energetico.
Per questo serve una nuova generazione di tecnici che sappiano creare e applicare nuove metodologie».
Fenomeno di nicchia
I numeri per ora sono di nicchia,
se si considera che gli ammessi
ai corsi - ad accesso limitato
con un massimo di 25 partecipanti - sono stati 3.300, scesi a
poco meno di 3mila (di cui il
24% donne), dopo il ritiro di circa il 10% degli iscritti e suddivisi
tra sei aree: efficienza energetica (299), mobilità sostenibile
(747), nuove tecnologie della vita (87), nuove tecnologie per il
Ritaglio
Scuola: testate nazionali
stampa
ad
Made in Italy (1.259), tecnologie
innovative per i beni e le attività
culturali/turismo (269), tecnologie dell'informazione e della
comunicazione (310). Una go ccianelmare,menodell'1%,separagonati al totale degli studenti
nella stessa fascia d'età.
Le criticità
Nei primi due anni di didattica,
accanto a fattori di eccellenza,
sono emerse anche alcune criticità, possibili freni alla diffusione su larga scala dei super-diplomi: scarso coordinamento istituzionale, eccessiva burocrazia e
poche certezze sulle risorse a disposizione.
Dietro a ogni Its c'è una Fondazione, partecipata da scuole (130
istituti tecnici e professionali), imprese e associazioni (276), università e centri di ricerca (72), strutture accreditate per l'alta formazione (114). «Per realizzare un corso
per venti studenti - osservano da
Confrndustria - sono coinvolte
decine di soggetti tra componenti
del comitato di indirizzo e di quello scientifico. Per evitare questo
squilibrio sarebbe utile che a una
fondazione corrispondessero più
1ts». Positiva invece la norma contenuta nel dI Carrozza, convertito in legge giovedì scorso, che elimina il divieto di costituire non
più di un Hs in ogni regione per la
stessa area tecnologica.
Per le aziende una priorità è la
semplificazione della governance: «Al ministero ci stiamo ragionando - sottolinea il sottosegretario all'Istruzione, Gabriele Toccafondi - ma bisogna tener presente che è necessario mantenere la centralità degli istituti scolastici». Il Miur reputa gli Hs «una
straordinaria occasione» per generare competenze spendibili e
uso esclusivo
del
destinatario,
non
creare nuova occupazione. «Nel
primotriennio, perlafasedistartup, sono stati investiti 49 milioni
- aggiunge Toccafondi - e nella
fase di consolidamento sono disponibili 13 milioni per ogni anno. Adesso analizzeremo quanti
ragazzi hanno trovato lavoro, in
quale settore e con quali modalità. Vogliamo puntare sul merito
e quindi sulla valutazione di alcuni elementi oggettivi per l'erogazione delle nuove risorse finanziarie, come per esempio i numeri dei ragazzi che troverarmo occupazione stabile».
[email protected]
[email protected]
: RJ'RGlìUZlONER.JSERVATA
068391
ACURA DI
va. nove tutti i 65 diplomati hanno trovato un lavoro. Sfiora il
1000;(, pure l'Its della meccanica
di Vicenza (21 dei 22 diplomati sono occupati).
Performance record anche
nei sette Its che gravitano attorno all'universo di Finmeccanica
- in Lombardia, Piemonte, Campania, Puglia, Toscana, Friuli Venezia Giulia e Liguria -: i giovani, come sottolinea Francesco
Mantovani, Senior Vice PresÌdent HR Development and Education, «imparano mestieri ad alta tecnologia e di forte appeal,
trovando sbocchi professionali
non solo nelle aziende del grup-
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Quotidiano
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I primi risultati
DISTRIBUZIONE CORSI ATTIVATI PER AREA TECNOLOGICA ENTRO IL 31/12/2012
1\1 N. tORSI
AREA TEtNOLOGltA
1\1 N. ITS
. . Efficienza
. . . energetica (EE)
Mobilità
sostenibile (MS)
Nuove tecnologie per
il Made in Italy (MI)
-------------------------
----------------
Tecnologie innovative
per i beni e te attività
culturali - Turismo (BBCe)
l'ESPERTO RISPONDE
DOMANI IL QUADERNO
SUGLI 5CONTI DEL FISCO
Tutte le risposte sulle
detrazioni per la famiglia
(salute, mutui, scuola), le
agevolazioni lva e il regime
peri contribuenti minimi
Tecnologie della
informazione e delta
comunicazione (TIC)
•
In vendita
aO,50
euro oltre
al prezzo
del
quotidiano
DISTRIBUZIONE TOTALE PER REGIONE
Friuli V.G.
Lombardia
Veneto
N.tORSI
N.ITS
Emilia R.
Marche
Abruzzo
Liguria
Molise
Toscana
Puglia
---------
Umbria
Lazio
•
Il ______________
Sardegna _
Calabria
Sicilia
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-------------------i
(') In fase di start-up l'Its Sistema moda di Pescara e l'Its Area nuove tecnologie della vita di Cosenza
Ritaglio
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L'IDENTIKIT
Gli ammessi, i ritirati e i frequentanti per area tecnologica e % femminile
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I
informazi one e
comunica zione
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innovativ e beni
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Nuove tec not;giel
111
della vita
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-
rati
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Le misure per l'istruzione
LE PROSSIME SCADENZE
I
I
I settOl; da semplificare
Nella bozza di ddl spazio al reclutamento
dei professori e il finanziamento degli atenei
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L'appello del ministro
Carrozza: «I docenti universitari over 70
vadano in pensione, spazio ai giovani»
Ancora 31 tappe
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Quotidiano
per l'attuazione
del decreto scuola
Slitta il varo della delega sui testi unici
Eugenio Bruno
Claudio Tucci
ROMA
Fatte le norme, ora bisogna
attuarle. E per rendere efficaci
tutte le misure contenute nel decreto Istruzione, convertito in
legge giovedì scorso dal Senato,
occorrerà varare ancora 31 provvedimenti attuativi, di cui ben
16 decreti ministeriali, secondo
la tabella stilata dalla Dil Scuola
e pubblicata qui accanto. Mentre Maria Chiara Carrozza, dai
microfoni di Radi024, torna a
scagliarsi contro i "baroni": «I
docenti universitari oveqo vadano in pensione, e lascino spazio ai giovani».
Al Miur è partito il lavorio per
attuare il dI Istruzione che andrà
a incrociarsi con il varo della delega per il riordino dellanormativa in materia di scuola, università e ricerca. Su cui il Consiglio
dei ministri di ieri ha deciso di
non decidere.
Delle 32 tappe di attuazione
previste dal dI Carrozza una è
già stata compiuta a fme settembre con l'assegnazione degli 8 mi-
lioni per il 2013-2014 alle scuole
per il comodato d'uso dei libri
agli studenti meno abbienti.
All'appello ne mancano ancora
31. Per alcuni dei quali non è prevista una scadenza da rispettare.
È il caso, ad esempio, del programma sperimentale per lo
svolgimento di periodi di formazione in azienda per gli studenti
degli ultimi due armi delle scuole
superiori per il 2014-2016, attraverso contratti d'apprendistato.
Per rendere operativo il programma è necessario che Miur,
Mef e Lavoro concertino i contenuti del dm. Anche se la legge
non specifica" entro quando".
In teoria il prossimo atto in calendario da mettere nero su bianco dovrà essere il decreto MiurMef, d'intesa con le regioni, per
attribuire i contributi ai ragazzi
di medie e superiori per il "welfare dello studente" (prime misure, fIDanziate com5milioni di euro per il solo 2014). Dopodiché,
entro 60 giorni, dovrà essere
emanato un decreto interministeriale (Istruzione-Beni culturali) per l'accesso gratuito ai musei. «Se le date sararmo rispetta-
te - sottolinea il numero uno della Dil Scuola, Massimo Di Menna - dai primi giorni di gennaio
gli insegnanti potrarmo entrare
gratuitamente nei musei. Se si
tarda, si pagherà».
Entro iI 31 marzo (di ogni anno) il Miur dovrà inviare agli studenti degli ultimi due anni delle
superiori un opuscolo informativo sulle borse di studio (per l'università); mentre è affidato a un
dm (da varare entro quest'armo
scolastico) il compito di definire modalità e criteri di fmanziamento di progetti per la costituzione o l'aggiornamento dei laboratori scientifico-tecnologici.
Entro gennaio 2014 dovrarmo essere adottati i piani di orientamento e per i tirocini formativi.
Serviranno invece apposite linee guida (ma non è indicato un
termine per emanarle) per definire il prolungamento dell'orario di scuola per combattere la
dispersione scolastica.
Se quindi c'è da correre (e fare
ancora molto) per dare piena
operatività al dI Istruzione, bisognerà attendere uno dei prossimi Cdm per il varo della delega
per iI riordino (e semplificazione) della normativa su scuola,
università e ricerca visto che ieri
il governo si è limitato a un esame preliminare del testo. Nella
bozza del provvedimento entratain Consiglio si fissa un termine
di nove mesi per varare i decreti
legislativi. Per lascuoJa, tra le materie oggetto della delega, figura
iI reclutamento del personale docente (è l'ennesimo armuncio di
riordino), gli organi collegiali, le
reti di istituti e i procedimenti
amministrativi relativi allo status giuridico e al trattamento
economico del personale scolastico. Per l'università il ddI punterebbe a semplificare una serie di
procedimentiinmateria difmanza e bilancio, valutazione, organizzazione degli atenei, contributi universitari, abilitazione scientifica nazionale (introdotta
dall' ex ministro Mariastella Gelmini) e reclutamento dei docenti. Per iI settore ricerca, infme, la
semplificazione interesserebbe
il fmanziamento e il personale
degli enti, la durata del programma nazionale della ricerca e la gestione delle risorse fmanziarie.
ItRfPROOUlIONERISERVATA
IL RISCHIO DJ UN RINVIO
068391
Tra i provvedimenti privi
di un termine finale
per l'emanazione spiccano
le convenzioni per
valorizzare l'apprendistato
Ritaglio
Scuola: testate nazionali
stampa
ad
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destinatario,
non
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Quotidiano
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Data
Pagina
Foglio
I
I provvedimenti attuativi
AttI!
On,tto
Termine
Atto
IOuetto
Dm Miur- Mef
Contributi a studenti delle superiori da
ripartire tra le Regioni
Elltro 20 giorni
Piano Miur
Dm Miur-Lavoro
IOrientamellto_e tirocini formativi
Programma sperimentale per
aoorendistato in azienda
Modifiche alla durata del permesso di
soggiorno per stranieri per motivi di
;studi()
Attuazione mutui per l'edilizia scolastica
e residenziale universitaria
dall'entrata in vigore
l~gge conversione
Bando Regioni
,Bandi per definire i benefit e
Entro 30 giorni
individuarne i beneficiari
dall'attribuzione da
parte del Miur
Dm Miur
Invio opuscolo su borse di studio a tutti gli Entro il 31/03 di ogni
studenti degli ultimi 2 anni delle su(>eriori anno
Bando Miur
Premi di studio per studenti Afam
Entro il 27109/2013
(già scaduto)
Comunic.Miur
'Attribuzione premi per studenti Afa m
1131/03/2014
DmMiur-Pol. agro Programmi di educazione alimentare
Non indicato
Linee guida
Per una corretta alimentazione
Non indicato
Miur-Mise
---Codice di
Publbicità ricariche per sigarette
Entro 6 mesi
autoregolament. elettroniche con nicotina
dall'entrata in vigore
legge conversione
Valutazione dei sistemi di istruzione
Entro 90 giorni
Avvio
monitoraggio
professionale, tecnica e liceale
dall'entrata in vigore
legge conversione
Miur
Conclusione
Valutazione dei sistemi di istruzione
Entro 12 mesi
professionale, tecnica e liceale
dall'avvio
monitoraggio
Concorso per elaborazione progetti
Bando Miur
Entro il 31/12!20i3
didattici nei musei
Dm Miur
Criteri finanziamento di progetti per la Dall'anno scolastico
costituzione o aH'aggiornamento di
2013/2014
laboratori scientifico-tecnologici
Dpr
Diritti e doveri degli studenti impegnati Entro 60 giofni
,nei percorsi di alternanza scuola-lavoro dall'entrata in vigore
legge conversione
Invio al Miur del software prodotto nel Entro la fine di ogni
Elaborati delle
scuole
corso dell'anno
scolastico
Linee guida per il prolungamento
Non indicato
Dm Miur
dell'orario scolastico
-"._"-~~-
--~--
-~--~._-
~,'-----------
_ _ _ •• _ _ _ . .
_ _ _
-
Dm Mef-Miur
Relazione
Mit~tvlJ!f-Miur
Dm Interno
Stato di avanzamento dei lavori
interventi di edilizia scolastica
Iprescrizioni prevenzio-ne degli incendi
negli edifici scolastici entro il
Entro il 31/01/2014
Non indicato
Entro 6 mesi
dall'entrata in vigore
legge conversione
Entro 3 mesi
dall'entrata in vigore
legge conversione
Annualmente
Entro 6 mesi
dall'entrata in vigore
31112/2015
le!!!!e conversione Dm Miur-Mef
Contin!!ente organico dirigenti scolastici Non indicato
Definizione di
,Integrazione anagrafi degli studenti
Entro l'anno
mod_slità Miur
scolastico 2013/2014
DmMiur
Modalità di accesso ai dati di natura
Non indicato
sensibile_ degli studenti_J_on disabilità
Dm Miur-Mef- Pa Piano triennale per stabilizzazioni
Non indicato
loersonale docente educativo e Ata
DmMiur
Organizzazione delle attività formative e Non indicato
di aeeiornamento oersonale scolastico
--Dm Mibac-Miur
Modalità per l'accesso gratuito ai musei Entro 60 giorni
statali e ai siti di interesse archeologico, dall'entrata in vigore
storico e culturale
le21!e conversione
Dpcm
Modalità svolgimento corso-concorso a Entro 4 mesi
dirigente scolastico
dall'entrata in vigore
I
legge conversione
-Dpr
Reclutamento del personale Afa m
Entro1BO giorni
dall'entrata in vigore
le~~e conversione
Dm Miur
Ripartizione fondi Istituti superiori di
Non indicato
Istudi mu_~.icali non stata IL.
Dm Miur
IFinanziamento accademie non statali di Non indicato
belle arti
______
~--
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_ 0 _ _ _-
=t0
Dpr
Termine
___
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09-11-2013
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nSole9]{l mmrn
09-11-2013
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Quotidiano
Verso le sblocco. Pronto il decreto da portare alla Conferenza Stato-Regioni
In arrivo i fondi alle paritarie
-ROMA
negli istituti paritari.
Una volta ottenuto l'ok in
Stato-Regioni si procederà
all'attribuzione dei fondi attraverso due tabelle di riparto. La
prima riguarda le somme immediatamente disponibili e
ammonta a 142,7 milioni di euro. Gran parte dei quali (34 milioni) andranno alla Lombardia; a seguire Campania 69,4
milioni), Veneto (17,3 milioni)
eLazio 66,1 milioni). A sua volta la seconda tabella include le
poste precedentemente accantonate. Si tratta di 80,2 milioni
che sono vincolate al raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei costi della politica regionale previsti dall'articolo 2
del decreto 17412012. Qualora
ciò non accadesse le risorse destinate alla singola Regione
verrebbero "congelate" e desti-
Una boccata d'ossigeno
in arrivo per le scuole paritarie. Il ministero dell'Istruzione ha messo a punto il decreto ministeriale che distribuisce alle Regioni i 223 milioni
dello stanziamento contenuto nella scorsa legge di stabilità. Somme che, come previsto
dalla legge, i governatori potranno escludere dai saldi del
patto di stabilità.
Il provvedimento, che sarà all'esame di una delle prossime sedute della Conferenza Stato-Regioni, suddivide
le risorse in due "contenitori" distinti. Precisando però
che in entrambi i casi la ripartizione avverrà sulla base dei
criteri già seguiti per la distribuzione del 2012 e secondo la
consistenza di classi/alunni
nate a un successivo riparto.
Anche in questo caso l'assegno più cospicuo (19,1 milioni)
dovrebbe spettare al sistema
lombardo di istruzione paritaria. Immutate anche le altre
due piazze del podio, con la
Campania che è destinata a ottenere un milione in più del Veneto: lO,9 milioni contro 9,7·
Fin qui gli stanziamenti
per il 2013. All'orizzonte c'è
poi il rifinanziamento per il
2014 contenuto nel disegno
di legge di stabilità che è attualmente all'esame del Senato per il primo passaggio parlamentare. In quel provvedimento la posta accantonata
per le scuole paritarie ammonta a 220 milioni di euro. E
tale dovrebbe restare.
Eu.B.
IO RIPRODUZIONE RISERVATA
Le risorse per le paritarie
Regione
Piemonte
-
Valle d'Aosta
----
disponibili
Somme
Somme
accantonate
9.084.709
5.110.149
Regione
Lazio
174.837
98.346
Abruzzo
16.171.967
9.096.731
25~~
19.144.261
Molise
Veneto
17.399.048
9.786.965
(.m,,,;.
2.649.266
1.490.212
-2.269.718
----------------~-----
Friuli V.G.
-
Liguria
I
4.035.055
Emi"
=P.191.194
Toscana_ I
6.075.481
~
967.430
Puglia
~
---
---
19.400.75tlO.9U.926
6.387.415
------
Basilicata
571.559 i
-----
6.295.046
Calabria
3.417.458
Sicilia
145.101
3.592.921
-----
321.502
3.267.452
544.179
~1W.762 --870:616
068391
Marche
Somme
accantonate
1.69~~ _955.018
34.034.242
Umbria
Somme
-t-----~
Lombardia
---
disponibili
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COBBIEBE DELLA SEBA
Data
10-11-2013
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1
Online Sul Canale Scuola di Corriere.it interventi di pedagogisti ed esperti. Marco Rossi Doria chiama in causa i genitori
«TI tempo delle Medie»: storie, problemi (e consigli)
Bulli e ragazze, prof vecchi,
noia e tanta vergogna. Èil tempo (difficile) delle medie, quello in cui non si è più bambini e
non si è ancora nemmeno adolescenti. In cui ci si allontana
dai genitori come unica figura
di riferimento ma si stenta a
trovarne di nuove fra docenti
davvero troppo distanti per età
ed esperienze (l'età media dei
professori è di oltre 50 anni).
I risultati di questa incomunicabilità reciproca sono sotto
gli occhi di tutti. Il verdetto
delle statistiche internazionali
(Pirls, Timss, Pisa) non lascia
scampo: mentre i barÌl.bini italiani alle elementari se la cavano benone, anche meglio di
molti loro coetanei, il rendimento precipita proprio nel
passaggio alle medie (come
ben dimostrato da una ricerc€l
della Fondazione Agnelli). E
cosÌ che ormai si sprecano le
metafore negative sulla scuola
media: «anello debole», «buco
nero» del sistema dell'educazione italiana. Nata 50 anni fa
per garantire un'istruzione di
qualità a tutti, la media unica
c'è riuscita solo a metà: ha innalzato sÌ il livello di scolarità
(prima i figli degli operai e dei
contadini erano «condannati»
all'avviamento professionale,
se mai ci arrivavano) ma non
ha saputo garantire a tutti i ragazzi le stesse opportunità di
successo scolastico. Con il risultato che mentre nella scuola
primaria i bambini viaggiano
ancora abbastanza alla pari, le
differenze socioculturali
esplodono proprio alle medie:
quanto più la famiglia è istruìta, tanto migliori sono i risul-
tati scolastici.
Per questa ragione il Canale
Scuola di Corriere.it (corriere.itjscuola) ha deciso di dedicare un dossier alle medie. C'è
il parere della pedagogista Anna Rezzara che spiega le difficoltà dell'adolescenza, l'età ingrata in cui il corpo (che cambia) è ossessivamente al centro
dei pensieri dei ragazzi. C'è il
ricordo dello scrittore Antonio
Pascale sulle sue medie senza
ragazze, fra Mazzola e il «Che».
E quello di Paolo Conti sui suoi
temi letti ad alta voce davanti
al resto della classe, tremando
per il giudizio dei compagni.
C'è il racconto fatto da Nico
Naldini a Paolo Di Stefano di
quando suo cugino Pier Paolo
Pasolini leggeva Ungaretti e
Montale ai figli dei contadini
nella scuola media di Versuta,
in Friuli. E una videointervista
al sottosegretario Marco Rossi
Doria che auspica un passaggio meno traumatico dall'ambiente ovattato delle elementari a quello più freddo e anonimo delle medie. Una scuola più
accogliente per i ragazzi, certo.
Ma Rossi Doria mette anche in
guardia i genitori dal rischio di
essere troppo protettivi. Perché, forse, dietro le «colpe»
della scuola media c'è un problema educativo più ampio:
una diffusa fragilità, un'incapacità di accettare gli insuccessi scolastici, di strutturare il
senso del limite che chiama in
causa tutti, anche i genitori. E
che va affrontata insieme.
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Quotidiano
© RIPRODUZIONE RiSERVATA
Su Corrlere.lt/scuola
Tutti gli interventi
nel Canale Scuota
068391
Incomunicabilità
L'illustrazione è tratta
dal libro di James Patterson «Scuola media,
gli anni peggiori della
mia vita», Salani editore
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Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
PISA - La digitalizzazione
dei libri di testo? Un processo
irreversibile. «Attenzione
però - avverte il ministro
Maria Chiara Carrozza -la
cosa più importante restano i
contenuti». E, con la crisi e i
tagli nel settore pubblico,
servono anche i
finanziamenti privati. Perché
si può parlare di progetti,
piattaforme e-learning,
ipermedia, scrittura condivisa
e nuvole digitali, ma se
mancano i soldi tutto resta
nell'iperuranio delle buone
intenzioni. «Segnali
importanti arrivano da alcune
Fondazioni bancarie - spiega
la ministra dell'Istruzione -,
come la Cassa di risparmio di
Livorno e Lucca, che hanno
cofinanziato insieme al Miur
iniziative e bandi rivolti alle
scuole. È un esempio positivo
che vorrei pqrtare a livello
nazionale». EMaria Chiara
Carrozza a monopolizzare
l'attenzione del convegno
«Uno, nessuno, centomila
Libri di testo e risorse digitali
per la scuola italiana in
Europa» organizzato da
Scuola Normale Superiore di
Pisa e Miur. Ascolta da
spettatrice e, ai margini del
seminario, risponde anche
all'insidiosa domanda sulla
doppia rottamazione di libri
cartacei e professori over 70.
Precisa di non voler rottamare
nessuno (né libri né
professori) però ribadisce che
«ci sono tante persone di 30 e
40 anni che hanno vinto
concorsi universitari e non
riescono ad insegnare nei
nostri atenei». E, sulla
questione del testo digitale o
cartaceo, è necessario «
scegliere il modo con il quale
investiremo e avviare un serio
dibattito scientifico e
pedagogico sui contenuti».
Scomparirà il caro vecchio
manuale scolastico?
«Assolutamente no, sarà
1
ancora protagonistaspiega Giorgio Riva, direttore
generale Rcs Education, tra i
relatori del convegno -. TI
libro di testo è e sarà il centro
di gravità attorno al quale
ruoteranno ambienti
multimediali condivisi e altri
servizi». Riva mostra i dati di
una ricerca europea sulle
competenze nella lettura degli
studenti quindicenni che
proiettano il Nord Europa
nelle prime posizioni (al top
c'è la super tecnologizzata
Finlandia) e vede l'Italia
arrancare verso il basso e
posizionarsi al quartultimo
posto sulla presenza delle
tecnologie nelle scuole
davanti a Romania,
Slovacchia e Turchia. «Non è
poi così rilevante se il libro di
testo è digitale e cartaceo spiega -. L'importante è che
continui ad essere l'insieme
di contenuti ordinati del
sapere, il simbolo di una
conoscenza omogenea e
condivisa».
Marco Gasperetti
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Gli esempi
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libri digitali
eFondazioni
«Aiutate
la scuola»
10-11-2013
19
«In Toscana ci sono
esempi positivi che
vorrei portare a livello
nazionale»
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I
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068391
Il ministro il Pisa
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LA STAMPA
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"Non conoscere le nozioni di base
mette a rischio anche la democrazia"
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Quotidiano
Lusardi (Washlngton University): ":Leconomia diventi materia nelle scuole"
---------------
FRANCESCO SPINI
MILANO
rubinetto cui, per anni, tutti poteva- benessere, mentre i mercati finanziano attingere, dalle carte di credito fi- ri diventano più complessi. Se vivo in
un Paese che me lo permette, posso
no ai mutui subprime».
Poi è scoppiata la crisi: cosa è suc- indebitarmi anche in modo importante. Nel Ventunesimo secolo conoscere
cesso?
«Ha rivelato come l'ignoranza abbia l'abc della finanza è fondamentale».
delle conseguenze, non solo per chi In una società in cui i banchieri concommette gli errori ma anche per tano più dei politici, la democrazia è
a rischio?
l'economia nel suo complesso».
«Sì. Che democrazia è quella in cui siaQui entra in gioco l'educazione...
«Il tema è presente già con la presi- mo chiamati a votare riforme che non
denza Bush, senza che si faccia gran- capiamo? L'ignoranza finanziaria si riché. Con Obama, invece, il Tesoro flette anche nel dibattito economico.
crea una sezione dedicata, l'Office o[ Quando i politici dicono cose di econoFinancial Education, dove ho lavora- mia che non hanno senso, lo dicono
to, che avvia una grande indagine sul perché si trovano davanti a un pubblitema. Il primo passo per impostare le co che è di fatto analfabeta».
Negli Usa si studia la finanza a scuola?
politiche espresse con il Dodd-Frank
Act, come l'istituzione del Consumer «Sì, ma solo in 14 stati, perché la politifinancial protection bureau, a prote- ca dell'educazione non è fatta a livello
federale ma statale».
zione dei consumatori».
gnorare la finanza nel Ventunesimo secolo «equivale a essere
analfabeti», spiega Annamaria
Lusardi. E questo, aggiunge,
«mette a rischio la stessa democrazia». Docente di economia alla
George Washington University Scho01 ofBusiness, già consigliere del preQual è la giusta strategia per imposidente Usa Barack Obama sui temi
stare un piano di insegnamento?
dell'educazione finanziaria, Lusardi,
secondo il New York Times, è tra i sei «Raggiungere gli adulti è difficile, aneconomisti più influenti a proposito che se negli Usa ci sono corsi loro dedicati sui posti di lavoro. Ma senza
di riforme sui temi finanziari.
Professoressa Lusardi, cosa ha por- dubbio si deve partire dalla scuola».
In che modo?
tato gli Usa a scoprire il problema
«Deve essere una materia, come la
dell'educazione finanziaria?
storia e la geografia. Negli Usa la
chiamano, con una bella definizione,
"alfabetizzazione finanziaria". Ci riUn futuro pieno di esperti di finanza?
corda che conoscere l'abc della finan«Non insegniamo letteratura perza è davvero necessario, esattamente
ché la gente scriva "Guerra e Pace",
come leggere e scrivere.
ma perché apprezzi un buon libro.
Siamo un mondo di analfabeti?
«Viviamo in un'epoca in cui sia lo Sta- L'educazione finanziaria è come una
to sia il datore di lavoro ci caricano patente, ormai necessaria per strade
della responsabilità del nostro futuro della finanza sempre più trafficate».
068391
«Due grandi processi che, negli ultimi vent'anni, hanno causato negli
Usa il passaggio di responsabilità
dalle istituzioni all'individuo. Uno è il
cambiamento di sistema pensionistico ha costretto il lavoratore, che
spesso non sa distinguere un'azione
da un'obbligazione, a scegliersi il fondo cui affidarsi. L'altro è l'accesso al
credito che si è sviluppato come un
Cosa devono imparare i ragazzi?
«I concetti di base per prendere le decisioni. Quello di interesse composto,
per esempio. Una semplice regola matematica che. è pazzesca, perché ci fa
capire come sia importante cominciare presto a risparmiare e come i debiti
contratti al 20-25% raddoppino velocemente... Fondamentale è anche la diversificazione del rischio, tra i concetti
più difficili da far capire».
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LA STAMPA
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1
Verbania
Scuole professionali
Arrivano gli stipendi
Risolto, almeno per novembre, il problema stipendi per le
scuole professionali del Verbano
Cusio Ossola. Le agenzie formative coinvolgono circa mille ragazzi e sono duecento i lavoratori interessati. Gli istituti avevano esaurito i fondi di cassa e tre
giorni hanno annunciato l'impossibilità di pagare il prossimo
stipendio. Ieri la comunicazione
della Regione: entro fine mese
saranno versati 4,5 milioni.
068391
lIIiIIIIIIIII
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I
PUBBLICITÀ CHOC DI UNA SCUOLA
Imparare un mestiere
meglio di una laurea
di Carlo Lottieri
a pagina 19
DILEMMA REALE Il fallimento del sistema educativo
Il poster che disillude:
«Imparare un mestiere?
Meglio che laurearsi»
La pubblicità di una scuola professionale: «Studi tanto efai
il precario ofai un corso eti realizzi?», Purtroppo c'è del vero.. ,
""
r~
- f'" n istituto professionale di Treviglio ha
scelto di promuoversi diffondendo il
manifesto riprodotto in questa pagi~ na: contrapponendo, anche con una
certa ironia, il destino di chi rimane per anni alle
scuole superiori (epoi va pure all'università) sen za infine trovare una strada e quanti, invece, ottengonounaformazioneassaipiùprofessionale
e, anche per questo, hanno la chance di avere un
lavoro carico di soddisfazioni.
Sul tema, ovviamente, si possono sviluppare
considerazionimoltodiverse.Unacosaèchiara:
in Italia la contrapposizione tra chi studia e chi
no, oggi, non coincide necessariamente con chi
sa e chi non sa. Coloro che vivono entro il nostro
sistema d'istruzione (monopolistico, autoreferenziale, burocratico, incapace di allontanare
da sé quanti lavorano poco e male) sanno che la
qualitàdichifrequentailiceieleuniversitàstacalando a vista d'occhio. È vero che abbiamo un
gran numero dilaureati sotto occupati rispetto al
titolodicuidispongono,maquestononnecessariamente vuoI dire che siano sotto occupati rispetto alla loro formazione.
La strada che un ragazzo intraprende quando
deve scegliere che scuolafrequentareinmolticasinesegnailfuturo. Un percorso cheaiutiatrovare facilmente un lavoro può essere da privilegiare, manon è affatto detto che questo sia l'unico o
il principale elemento da tenerein considerazione. Perché se da un lato è vero che illavoro si giuRitaglio
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stifica soltanto se qualcuno è disposto ad acquistarloequindiafinanziarlo (seèunservizio },d'altro lato bisogna considerare che questo non comporta affatto la rinuncia a quel mondo di valori,
saperietradizioniculturalichecimetteincontatto con Shakespeare o sant'Agostino.
Lenostreuniversità, però, in troppi casi hanno
reciso il cordone che le collegava -storicamentecon il cosiddetto «canone occidentale» e con la
grande tradizione alle nostre spalle. Negli anni
scorsi varie facoltà hanno introdotto indirizzi di
studio che non sono formativi sul piano culturaleenemmenoprofessionalizzanti.Cisièsmarriti all'inseguimento di tendenze dell'ultima ora
che in molti casi sono svanite con la rapidità con
cui erano emerse. Abbiamo moltiplicato i titoli
di studio e le frustrazioni al tempo stesso.
La cinica contrapposizione rappresentata dal
manifesto, allora, ci parla racconta anche e soprattutto del fallimento del sistema educativo di
Stato.
C'è poi un altro aspetto che va evidenziato e
concernel'ideastessadi «sapere». Si è sempre valorizzatochisacostruireunmobile,suonareuno
strumento o condurre una fattoria. Sono attività
che probabilmente non siapprendono primariamente in unascuolao grazieailibri,macheegualmente implicano conoscenze, know how, pratiche. Si tratta di abilità che in genere si trasmettono nelrapportotramaestro e allievo, proprio perché solo in parte sono formalizzate e acquisibili
tramite i libri.
Nel contesto americano da anni si discute suluso esclusivo
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068391
di Carlo Lottieri
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i' opportunità, o meno, di preservare e/ o valorizzare quel tipo di formazione universitaria che
preparainmanieraliceale più che conferire competenze professionali, ritardando quindi quest' altro tipo d'istruzione. Ci sono argomenti pro
e contro, manon in astratto: da valutarsi caso per
caso. Lo stesso vale da noi, poiché studiare giurisprudenza ha una sua dignità e lo stesso vale per
i' apprendimento di competenze manuali. Il problemaè che nell'uno e nell'altro caso abbiamo bisogno di istituzioni formative davvero al servizio
dei giovani. In moltissimi casi, oggi, non è così.
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«Dna nuova ricerca dell' istituto Toniolo rileva che il posto fisso conta ma gli under 30
hanno tanta voglia di mettersi in proprio».
E molti ce la fanno?
«La crisi ha falciato anche le imprese giovanili ma quelle gestite dagli under 35 rappresentano ilI 0,6% del totale delle aziende attive
e questo dimostra la loro voglia di protagonismo e imprenditorialità».
Ci sta dicendo che è meglio non laurearsi?
«In Italia la crisi ha colpito soprattutto i laureati: il tasso di disoccupazione è de120,9% rispetto a un 6% dell'area De. Si salvano solo le
lauree tecnico- scientifiche: medicina, informatica e ingegneria. Lettere, psicoEnzaCusmai
logia, filosofia sono i fanalini di coda» .
• CristinaPasqualini,docentedi
C'è qualche spiraglio di ripresa?
metodologia delle Scienze socia«La situazione rimane preocculiall'UniversitàcattolicadiMilapante. Da noi il tasso di disoccupano,igiovanisonoancoraschizzizione dei giovani trai 15 ei24 anni è
nosi sulla scelta del lavoro o la
de140% e la situazione tende a pegC'è un ritorno giorare
crisi ha cambiato le cose?
senzala ricerca di nuove mi«No, nonlo sono: in passato ilavo- al lavoro
sure per l'occupazione giovanile. Il
ri manuali sono stati considerati di manuale, ma
pro blema per le nuove generazioni
serieB. Ora è diverso. C'è un ritorno
rimane
quello di trovare un lavoro
di qualità
alla manualità ma di qualità».
rispondente al titolo di studio».
Si preparano diversamente?
Un ragazzino che esce delle me«Oggiilgiovanepretendecompedie che deve fare?
tenza e qualificazione in ogni setto- Non basta
«lo consiglierei un buon orientare e dunque illivello di formazione è studiare,
mento per capire bene verso dov' è
importantissimo. Prima si faceva le
portato. Poiformarsi. Conta acquiossa andando a bottega. Oggi, con bisogna
sire competenze spendibili perillala crisi economica, molti piccoleim- essere bravi
voro futuro. Non serve fare l'idrauliprese artigiane hanno chiuso e i raco o l'ingegnere, serve diventare un
gazzinonhannopiùlapossibilitàdifareprati- bravo idraulico e un bravo ingegnere. Insomca per farsi venire un' idea auto-imprendito- ma, bisogna entrare nel mondo dellavoro con
riale».
"gli attributi" perché le aziende selezionano
Ma il posto fisso resta ancora un ideale per solo i bravi, creativi, con esperienza all' estero
i giovani?
e voglia di spendersi in équipe».
LA SOCIOLOGA
«La crisi ha colpito
di più i laureati
C'è voglia d'impresa»
068391
La professoressa Pasqualini:
«Ragazzi sempre meno choosy»
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LA SENTENZA Nessun abuso nella scuola di Basiglio
Ultima assoluzione per le maestre
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Dopo cinque anni la parolafine a un caso che scosse l'Italia. Non dovranno pagare alcun risarcimento
Paola Fucilieri
• Sembra essersi chiusa definitivamente la travagliata vicenda riguardante l'istituto
omnicomprensivo di Basiglio
e alcuni fatti che vi accaddero
quasi cinque anni fa. Il processo d'appello, chiesto dalle parti civili (ora condannate a pagare le spese processuali) e tenutosi lo scorso 28 otto bre presso
la quarta sezione penale del tribunale ordinario, ha riconfermato infatti tutte le sentenze di
primo grado. I cinque imputati
- quella che era allora la preside dell'istituto, l'assistente sociale, due insegnanti e uno psicologo - erano già stati tutti assolti il211uglio 2011 perché «il
fatto non sussiste». Ora in aula
è stata rigettata anche la provvisionale di 120mila euro richiestasempredailegalidellafamiglia dei due ragazzi, fratello e
sorella, coinvolti nella vicenda.
La vicenda risale al febbraio
2008. Quando, a causa di undisegno osé attribuito a una bimba di 9 anni, la piccola eilfratello maggiore vennero allontanati dai genitori per oltre due mesi. Il disegno raffigurava due
bambini, un maschio e una
femmina, in atteggiamenti
molto equivoci e una scritta
che alludeva al fatto che la piccola facesse giochi erotici con il
fratello l3enne. Alcuni giorni
dopo si venne a scoprire che il
disegno non era opera della
bimba( che, com'èemersodall'inchiesta, pure aveva fatto un
disegno e poi lo aveva distrutto
e buttato, ndr) bensì di una sua
compagna di classe. Che, però,
avrebbe preso foglio e pennarello solamente dopo aver
ascoltato il racconto dettagliato della sua amichetta.
Seguì un can can mediatico
fuori dall' ordinario, dichiarazioni gridate, il coinvolgimento inspiegabile addirittura di
membri della giunta comunale di Basiglio. E tutta l' attenzionevenne spostata solo edesclusivamente sui disegni come
causa dell' allontanamento dei
figli dai genitori. Un castello di
sabbia per coprire il vero problema:ilraccontodellabambinacheeraerestava, atuttiglieffetti, l'unico fatto oggettivo e il
più preoccupante.
Tra coloro la cui vita all' epoca venne maggiormente sconvolta dalla vicenda c'è sicuramente Federica Micali, exassistente sociale, ora 32enne. La
donna,in seguito aquella brutta storia, dovette ricominciare
unanuovavitaacirca500chilometri da Milano, in provincia
di Roma, precisamente nella
zona dei Castelli. Difesa dall' avvocato Lucia Lucentini, molto
sostenuta dal compagno e da
tuttalafamiglialaMicalierastata accusata perché, dopo la segnalazione dei disegni, insieme allo psicologo della scuola,
al solo scopo di chiarire la vicendae salvaguardare i due fratelli, richiese l'intervento del
Tribunale dei minori che, a sua
volta, dispose l'allontanamentotemporaneodeibambinidalla famiglia. A quel punto contro la donna, lo psicologo, le insegnanti e la preside dell'istituto di Basiglio si scatenò il finimondo. I genitori dei ragazzini
vennero difesi da buona parte
della cittadina, si formò anche
uncomitatochemiseincampo
cortei, fiaccolate e proteste.
L'operato istituzionale (quello
della scuola, dei servizi sociali
e del Tribunale dei minori da
dovepartìladecisione di affidare i bambini a due comunità
protette) venne aspramente
criticato. E solo la sentenza di
primo grado de1200 l, orari con fermata in appello, confermò
in toto la correttezza dei comportamenti degli operatori.
068391
I familiari dei piccoli
avevano chiesto
comunque 120mila euro
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Quotidiano
IL~MA.TTINO
L
Il decreto wi-fi
nella scuola
senza banchi
Davide Morganti
11-11-2013
37
Foglio
1
ma Repubblica, queste leggi,
comunque ancora da approvare, e che coinvolgono qualunque aspetto dell'istruzione, aumentano soltanto il malessere
di tante scuole napoletane dove i banchi sono primordiali, le
sedie decimate e rotte, le lim risicate, i libri come il pane durante laguerrai ci si inoltra, purtroppo, dentro la fitta boscaglia
scolastica finendo conl'impantanarsi.
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a scuola, quando capita, inciampa tra i piedi degli italiani e comincia a lamentarsi
della sua cattiva salute, pochi
però l'ascoltano perché è una
malata cronica che non risolve
mai i suoi problemi e quando
arrivano i Decreti Istruzione
del ministro Carrozza l' agitazione torna. A Napoli e provincia,
dove in molti istituti si aggirano
ancora gli anni logori della pri-
Data
Pagina
> Segue a pago 42
Segue dalla prima
di Cronaca
-Il decreto wi-fi
e la scuola...
Davide Morganti
Questi Decreti prevedono, per
esempio, l'inglese alle materne e il
wi-fi alle scuole di grado superiore
- a pensarci, questi annunci hanno
la stessa pronunzia delle tre I (inglese, impresa, internet) mai realizzate di cui si parlò molti anni fa. Una
proposta assai controversa, tomando a quanto deliberato dal ministro, sono le prove Invalsi degli studenti: se risultano scadenti gli insegnanti dovranno sostenere dei corsi di recupero. Appare davvero ridi-
colo, specie in Campania, dove, soprattutto coniBes (Bisogni educativi speciali) e gli ipocriti obiettivi minimi - che somigliano a un indulto
e non a una autentica realizzazione didattica - si spinge ossessivamente più alla promozione tout
court che alla preparazione (alcuni
alunni sono stati ammessi alle classi superiori addirittura in contumacia pur di farli andar via!). D'altra
parte basterebbe suggerire agli studenti dilasciare libere le caselle dove sono incerti e segnarle, poi, in
sede di correzione per aggirare la
gogna del corso di recupero. Bisognerà, poi, verificare gli interventi
pomeridiani su gruppi di alunni in
difficoltà (punto 7), stranieri inclusi, con programmi di didatticaintegrativa che avranno il compito di
agire su mancanze, carenze, insicurezze di vario genere ma sarebbe il
caso, specie nei quartieri più complessi' di riuscire a tenere aperte le
scuole fino a sera, estate inclusa,
perché ci sono urgenze sociali che
non vanno in vacanza. Purtroppo
si continua a far finta di nulla, quando la scuola andrebbe a un certo
punto modificata per non lasciar
precipitare migliaia di ragazzi nella
fossa comune non solo della dispersione scolastica, ma della deriva sociale; non assistenza, sia chiaro,
ma gioco, studio, competizione, informazione. Infine una nuova legge salva - precari, da tre a otto mesi
di lavoro, con punteggio relativo assegnato a personale docente o Ata
incluso nelle graduatorie provinciali o d'istituto; in realtà la dicitura
precario afferma come non sia fuori pericolo per nulla, piuttosto destinato a sopravvivere fino al prossimo rimpasto che, come sempre accade da noi, provocherà solo rabbie, malumori, ingiustizie in attesa
di un nuovo decreto che renda il
precariato un rendimento di grazie
"ad infinitum" e non un mucchio
selvaggio dove, quando la polvere
comincia a scendere, resta a terra
la vita.
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IL SECOLO XIX
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1
, INTERVISTA A PAOLO CORTIGIANI, PRESIDE DELLA SCUOLA MEDIA DON MILANI DI GENOVA
«PIU EMIGRATI E SEMPRE MENO FONDI»
«Noi però li aiutiamo a studiare anche la loro lingua d'origine. Sanno parlarla, ma non scriverla»
nieri per classe. «Legge demagogica, inapplicabile, fatta per motivi elettorali», sintetizza Cortigiani. Per arginarla la Don Milani ha approvato
una delibera interna, lo può fare, che non applica la legge Gelmini agli alunni stranieri "che abbiano compiuto in Italia l'intero percorso scolastico precedente", ossia la scuola primaria.
La Don Milani investe molto nell'integrazione degli alunni "di altra cittadinanza", come
preferiscono chiamarli qui. Per gli studenti
ispanici, la maggioranza, affianca alle ore di
scuola un corso di lingua e cultura spagnola,
«perché - come spiega Carmela Oliviero, insegnante e referente per gli immigrati -la maggior
parte di loro parla lo spagnolo ma non lo sa scrivere. Noili aiutiamo a recuperare la loro identità
originaria. E' un progetto nato nell'Università
dell'Illinois, sono venuti qui dall'Illinois a insegnarcelo, e che svolgiamo in collaborazione con
l'Università di Genova».
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ALL'INIZIO degli anni Ottanta gli alunni stranieri iscritti alle scuole pubbliche e private erano meno di seimila. Oggi sono più di 750mila. La
prima grande ondatamigratoria è arrivata a fine
anni Novanta. «E' stato allora - racconta Paolo
Cortigiani, preside della scuola media Don Milani di Genova - che ci siamo trovati all'improvviso con la necessità di insegnare l'italiano a
questi nuovi arrivati». Ma l'italiano non si insegna in pochi mesi. Ed è per questo che Cortigiani, anche se non vuole giudicarla, appare poco
convinto dall'iniziativa bolognese descritta nell'altro articolo in questa pagina.
Oggi il problema non è tanto nella lingua,
«perché la maggior parte degli alunni di cittadinanza non italiana ormai - sottolinea Cortigiani
- è cresciuta qui in Italia», quanto «nel loro numero e nelle risorse finanziarie a disposizione».
Il numero è esploso, le risorse finanziarie si sono
azzerate. L'ex ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha fatto approvare tre anni fa una
legge che fissa al 30% il limite massimo di stra-
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IIL SECOLO III
I
Foglio
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ECCO COSA SI NASCONDE TRA LE PIEGHE DelLA FINANZIARIA VARATA DALLA GIUNTA REGIONALE
Incubo tagli al dopo scuola
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Manovra, colpiti i laboratori. Scure sul trasporto degli studenti disabili
SULLA CARTA sono solo percentuali,
e nemmeno troppo preoccupanti (se il
budget non fosse già ridotto all'osso):
si oscilla infatti fra i15 e i1l5%. Tradotte nella realtà, però, queste percentuali si trasfonnano in servizi essenziali
cancellati. Servizi come il trasporto disabili, il collegamento casa-classe per
gli studenti dei comuni montani isolati, l'offerta di "dopo-scuola" con laboratori musicali o teatrali. Tutti servizi
su cui piomba l'accetta dei tagli approvati dalla giunta regionale nel preventivo 2014. «Un bilancio da 5 miliardi
all'insegna del rigore», aveva premesso l'assessore Sergio Rossetti, titolare,
oltre che delle Risorse finanziarie, anche dell'Istruzione «con un taglio
complessivo del 14% rispetto all'anno
scorso». Un prosciugamento delle risorse volutamente non lineare, «perché in alcuni settori non era davvero
più possibile limare». Tra i settori
"sfortunati" ci sono la scuola (-10%
delle risorse), il turismo (-10%), il lavoro e l'immigrazione (-15%) e l'ambiente (-5%). Ma cosa vuoI dire concretamente?
PARCHI E DIVISE
Confrontata con il disastro che si
abbatte sulla scuola, appare meno
drammatica la situazione degli altri
tagli, anche se alcuni vanno a toccare
ambiti sensibili come la Protezione civile. «Ma saranno tagli istituzionali»,
si affretta ad assicurare l'assessore all'Ambiente Renata Briano. «Agiremo
sui parchi - accorpando funzioni e
bloccando le assunzioni, senza però licenziare nessuno, e sulla Protezione
civile con limature studiate, ad esempio evitando di rinnovare le divise, se
sono state comprate solo da qualche
anno, o la strumentazione informatica». Scelte obbligate, precisa, «l'unico
altro ambito su cui potevo intervenire
era la difesa del suolo. Ed era già tremendamente all'osso». In tutto la
sforbiciata si aggira sui 600 mila euro,
ma Briano, cosÌ come tutti i suoi colle-
ghi, spera di recuperare parte dei sold~
grazie ai fondi europei: «Con alcunI
progetti dovremmo rientrare di 400
mila euro e tamponare l'emorragia».
IL PC CHE FA RISPARMIARE
Sul turismo il taglio del 10% si spiega
con un intervento di ammodernamento: «Tutto il sistema statistico spiega Angelo Berlangieri - e cioè ad
esempio l'inserimento dati su arrivi e
partenze nella nostra regione, prima
veniva compilato a mano. Esternalizzavamo il servizio, pagando delle cooperative. Ora avviene tutto online».
LAVORO, -15% DA SPALMARE
Pensa sia invece presto per indicare
i settori vittime di tagli l'assessore alle
Politiche dell'occupazione e dell'immigrazione Enrico Vesco: «Il mio budget subirà un calo del 15%, vedremo
poi se spalmarlo su tutto o meno».
E IL PALAZZO RISPARMIA?
Il bilancio regionale preventivo del
2014 elenca anche tagli alle spese di
consulenza, fornitura di automobili e
sponsorizzazioni (queste ultime già a
zero). Cosa significa è presto detto: in
parte si "esegue" semplicemente
quanto previsto dalle spendingreview
(ad esempio il taglio del 50% della spesa sulle auto, che comporta anche
l'evitare acquisti nel 2014), in parte è
una decisione della Regione, che ad
esempio ha ridotto del 20% il budget
per il ricambio di mobili e arredi. Con
una curiosità: pare che, in tempi di cinghie da tirare, dal tavolo della giunta
regionale sia sparita la colazione, quel
vassoio di focaccia e spremuta/succo
che rendeva più "appetibile" lariunione del mattino.
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STUDENTI A PIEDI
Per la scuola, e le famiglie liguri, il
conto dapagare è altissimo. L'ammanco sull'anno prossimo si aggira sui 3,3
milioni di euro. «Fino a giugno 2014
siamo coperti -spiega Rossetti -da settembre' invece, non saremo più in grado di garantire i 2 milioni di euro con
cui finanziavamo il trasporto disabili». «Il che significa che le Province si
troveranno letteralmente in ginocchio, senza fondi da erogare. E una
scelta pesante, lo so, ma purtroppo
non siamo in grado di coprire i ''buchi''
lasciati dallo Stato e da qualche parte
dobbiamo tagliare». Altro capitolo delicato, che si troverà senza copertura
dal prossimo settembre, è quello del
trasporto casa-scuola nei comuni
montani: «Il nostro contributo si aggirava sul milione di euro, un po' meno.
Anche questo non ci sarà più. Non so
come, ma per garantire il servizio quei
fondi i Comuni li dovranno reperire
altrove». Infine c'è il terzo taglio, di
300 mila euro circa, con cui l'ente di
piazza De Ferrari co-finanziava i classici laboratori pomeridiani delle scuole superiori, come corsi di teatro, musica, etc. Anche questo fondo, nel preventivo di bilancio, «è stato completamente azzerato, come gli altri due».
Una catastrofe insomma, che la Regione potrà contenere «solo se dalla
Legge di stabilità nazionale dovessero
arrivare buone notizie».
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10-11-2013
24
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IL SECOLO XIX
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A SANT'AGOSTINO
Insegnanti,
progetti
anti dispersione
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APPUNTAMENTO oggi alle 12 al
Museo di Sant' Agostino con la tappa genovese del Metis, un progetto
di formazione rivolto agli insegnanti delle scuole di primo e secondo grado in tutta l'Italia sul tema scottante e attuale della dispersione scolastica. L'iniziativa è promossa e organizzato dal Miur, con
l'associazione Maestri di Strada e il
Museo Internazionale Luzzati con il
patrocinio della Regione Liguria
che parteciperà con l'assessore all'Istruzione e all'Università Pippo
Rossetti. La tappa genovese, la prima al Nord dopo Napoli, Cosenza e
Bologna, nasce dalla collaborazione del Museo Internazionale Luzzati ,sempre più coinvolto nella formazione degli insegnanti con la sua
Officina Didattica. Ai lavori parteciperanno anche il direttore del Museo Luzzati Sergio Noberini, conduttori del corso di formazione saranno Cesare Moreno, fondatore di
Maestri di Strada e gli esperti Gianni Marconato, architetto di ambienti di apprendimento e autore di
saggi sull'argomento, Agnese Bertello, esperta di gestione dei conflitti, Katia Provantini psicologa.
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la Repubblica
ed. Roma
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Scuole, in arrivo ifondi del governo
interventi soloper quattro istituti
GU INTERVENTI
Sono 42 gli
interventi di edilizia
scolastica finanziati
nel Lazio con il
decreto del Fare
SCUOLE ROMANE
Stanziati 2,8 milioni di europerla messa insicurezza degli edifici
Solo 4 le scuole
romane: Malaspina,
Caproni, Alberto
Sordi e MontessoriBartolomei
SARA GRAnOGGI
IA libera ai lavori di riqualificazione delle
scuole finanziati con il
decreto delFare. NelLaziosono
42 (su un totale di 162 richieste
ammissibili) gli interventi finanziati dal governo, per un totale di 14 milioni di euro. Ma le
scuole che a Roma beneficeranno dei fondi sono solo 4: la
materna ed elementare Malaspina dell'VIII municipio, per
cui sono stati stanziati circa
860mila euro, l'elementare Caproni nell'XI (950mila euro),
l'Alberto Sordi nel IV elaMontessori- Bartolomei nel II, a cui
vanno circa 500mila euro a testa. In totale, quindi, i fondi statali destinati alle scuole romane
per lavori di messa in sicurezza
sono circa 2,8 milioni: molto
meno dei 7 che il Comune si
aspettava. «C'è stata un po' di
delusione per la graduatoria
stilata dalla Regione e inviata al
Miuf>' ammettono dall' assessorato capitolino alla Scuola.
Ma almeno, dichiara l'assessore ai Lavori pub blici, Paolo Masini, «si tratta di interventi importanti e risolutivi per quegli
istituti». Le gare per l'affidamento dei lavori da parte degli
enti locali andranno aggiudica-
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Quotidiano
V
BANDO REGIONALE
Un nuovo bando
regionale finanzierà
altri interventi di
manutenzione per
67,5 milioni di euro
R~~I:lI!i~welri: ui C'll!tìitE~:ri
del dec'll!teto
el.'alnO sIlll1AllI:iG'e!ll:&t!l
Ol.'a l.lID bal.lido
MONTESSORI
teentroil28febbrai02014.Siregistra però la polemica dell'Osservatorio nazionale amianto,
che ha rilevato come nessuno
dei progetti finanziati nel Lazio
sia dedicato esclusivamente alla bonifica dell'amianto. <<In
realtà - risponde l'assessore
regionale alle Infrastrutture,
Fabio Refrigeri - negli interventidimanutenzioneèspesso
compresa anche la rimozione
dell'amianto, anche se figura
sotto voci più generiche, come
"rifacitnento del tetto"».
Intanto, Comune e Provincia
confidano ora nel finanzia-
mento dei progetti rimasti
esclusi tramite il nuovo bando
regionale per l'edilizia scolastica da 67,5 milioni di euro, che si
chiuderà fra due settimane. «I
criteri previsti dal decreto del
Fare - spiega Refrigeri - erano molto stringenti e hanno
comportato l'esclusione di
molti progetti perché prevedevano, ad esempio, !'immediata
cantierabilità. Il bando regionale, invece, ha criteri diversi».
Gli enti con una popolazione
inferiore ai 5mila abitanti potranno presentare fino a due
domande per un importo mas-
simo di 600mita euro. Quelli fino a 30mila abitanti potranno
beneficiare di fondi non superiori a 1,2 milioni. Quelli fino a
100mila di non più di 1,8milioni, mentre per gli enti con piùdi
100mila abitanti - municipi
romani compresi - saranno
messi a disposizione fino a 2,5
milioni. «Abbiamo richiesto
che i municipi venissero inclusi-spiegaMasini-eci aspettiamo che attraverso il bando
regionale possano risolversi le
principali criticità degli istituti
sul territorio».
068391
L'istituto
MontessoriBartolomei
è una delle
4 scuole
romane che
beneficeranno dei fondi
del decreto
del Fare
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~'iberoMilano
Foglio
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1
mostra che il sistema solo pubblico non può esistere e non può reggere.
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_ No ai fondi ai privatI]
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LA SINISTRA NON S'ARRENDE
Dopo I DISASTRI SUGU ASIU
DANNO ANCORA LEZIONI
::: MICHELARAVALICO
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••• Pisapia fa dietrofront sui contributi alle mateme paritarie, e la Repubblica gli dichiara guerra.
Settimana prossima, in Wla delle sedute di consiglio sul bilancio, sarà votato un emendamento
che prevede di estendere fino a giugno la convenzione per le scuole dell'infanzia paritarie non comunali sulle derrate alimentari. Il Comune, per
fortuna, è tornato sui suoi passi e non taglierà quel
contributo da un milione e mezzo di euro che da
anni viene erogato per coprire il costo delle mense
(salvo che dal 2014 saràrimodulatoin base alreddito). Apriti cielo: la sinistra senza se e senza ma,
quella che la scuola deve essere solo pubblica perché lo dice la Costituzione, quella che ciancia del
noto articolo 33 che recita sì alle scuole private ma
«senza oneri per lo Stato», ha subito levato gli scudi. E il quotidiano titolare del verbo statalista, la
Repubblica, ha tuonato: «N o ai finanziamenti alle
paritarie. Genitori in rivoltID). Salvo poi scoprire,
leggendo l'articolo, che si tratta di posizioni minoritarie, di qualche genitore che frequenta i fofUlll
su Internet ed è ferocemente contrario alle paritarie. Forse questi genitori per cui il «diritto alla
scuolID) è sacro solo nelle pubbliche dovrebbero
inziare a pensare che senza strutture quel diritto
resta vuoto. AMilano, se non ci fossero le paritarie,
il Comune non avrebbe la forza di offrire un posto
a tutti i bambini dai 3 ai5 anni. Le paritarie, religiose o non (come la Montessori o la steineriana che
tanto piacciono a sinistra) hanno una funzione
pubblica, aiutano a colmare le mancanze del Comune e dello Stato. Non sanno poi, che paritarie
sono tutte le scuole non statali, dunque quelle religiose, quelle private non religiose ma pure quelle
comunali? la battaglia attorno al milione e mezzo
di euro per pagare le rette delle mense alle paritarie ha solo perdenti. Repubblic.a dimentica, traI' altro, che grazie alla gestione Pisapia i banibini in lista d'attesa per i nidi a ottobre 2013 erano 1131
contro i 114 di dicembre 2011. Proprio ieri il Comunehaannunciato nuovi 210 posti in nidi privati accreditati. Bene, si scende a 921 famiglie in lista
d'attesa. Due considerazioni: la prima, quelle famiglie che aspettano un posto al nido da settembre e che non hanno rete fanliliare, saranno contente di sapere che per 210 di loro a novembre
spunterà un posto, ma certo avrebbero preferito
averlo all'inizio dell'anno scolastico. Seconda
considerazione: per supplire alla mancanza di posti il Comune ha fatto accordi coi privati. Il che diuso esclusivo
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ROMA
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VIA UBERA DELlA GIUNTA Il progetto coinvolge il Comune, l'istituto comprensivo Matteotti-Cirillo e Cantiere Giovani
Dispersione scolastica, c'è l'intesa
DI BENNY MAlEllO
FRATTAMAGGIORE. Lotta
all'evasione ed alla dispersione scolastica, la Giunta approva il protocollo d'intesa con
Cantiere Giovani e con l'istituto comprensivo Matteotti-Cirillo per la realizzazione di un
corso distaccato del Centro Territoriale Permanente (Ctp) nel
territorio di Frattamaggiore.
Il Ctp è un servizio offerto a tutti gli adulti che non hanno avuto l'opportunità di completare
gli studi dell'obbligo, o in molti casi anche addirittura di cominciare. I centri, riservati soprattutto agli over 15, sono
aperti anche alla frequenza di
za anche ai corsi presso i Ctp.
Per cui per favorire l'integrazione, stimolare l'adesione ed
incentivare il recupero scolastico di questi soggetti, si punta a ridurre il disagio della distanza. Anche recarsi da Frattamaggiore a Grumo può, per
taluni, rappresentare una difficoltà. Con l'obiettivo di azzerare tali impedimenti il comune di Frattamaggiore ha deciso di favorire l'avvio di una sezione distaccata del Ctp in 10co.
Ad offrire ospitalità è la ong
Cantiere Giovani, che ha sede
in una traversa di corso Durante. Così istituto Matteotti - Cirillo con la dirigente scolastica
Lina Scarano, l' amministrazione comunale di Frattamaggiore con il sindaco Francesco
Russo e l'assessore alle politiche educativa Alba Mazzara, e
la cooperativa che fa capo all'associazione Cantiere Giovani con il legale rappresentate
Pasqualino Costanzo, hanno
sottoscritto un protocollo d'intesa per l'avvio del servizio.
La scuola fornirà le professionalità necessarie, la ong i locali per le lezioni mentre il comune si impegna ad «intervenire presso le rispettive famiglie per favorire il recupero dell'obbligo scolastico dei minori
inadempienti, a promuovere
campagne informative e di sensiblizzazione sulle attività del
Ctp».
Il sindaco di Frattamaggiore, Francesco Russo e la dirigente scolastica Una Scarano
WtU ....... L1A~NT>. ,reco"" 0ge
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Dispersione scolastica, c'è l'intesa
068391
4~,
cittadini stranieri, dopo esami
di valutazione sulla loro preparazione di base. Si può apprendere la lingua italiana, ma anche lingue, informatica, laboratori, offrendo accoglienza,
ascolto, orientamento, e formazione di soggetti in situazione di marginalità. Al Ctp,
presso l'istituto Matteotti - Cirillo da anni fanno riferimento
gli interessati ai corsi dell'intero distretto scolastico dell' area
Frattese. Particolare attenzione
viene dedicata ai "soggetti in
situazione di marginalità" . Il
contesto sociale in cui si registra l'evasione e la dispersione
spesso costituisce il gap per la
mancata iscrizione o frequen-
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09-11-2013
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1 /2
l'istruZUlJD1e, il caso La denuncia delle associazioni: nei semiconvitti della città studenti iscritti anche agli istituti paritari
Scuole-collegio, carte false per i sussidi
Elenchi non aggiornati:
nelle graduatorie famiglie
che non ne hanno diritto
competenu».
L'ex procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore, oggi a capo
dell'Osservatorio anticamorra della Municipalità Piscinola -Scampia,
è stato messo al corrente della questione e la commenta così: «Sicuramente nel sistema esistono deviazioni, sembra esserci una specie di
monopolio. Comportamenti sospetti che vanno ben chiariti per assicurare legalità e trasparenza. In
ogni caso, non sarebbe la prima volta che qualcuno specula sull' educazione e l'istruzione dei minori più
disagiati di questa città».
L'affare, d'altra parte, non è roba da poco. N elle strutture semiresidenziali, i ragazzi passano circa 8
ore al giorno. Dopo quelle dell' obbligo, nelle quali si tengono le tradizionali lezioni frontali, alle fasce di
indigenza sono assicurati fino alle
17 il pranzo e il doposcuola, che prevede anche attività ludico-sportive.
Sono circa 3mila i piccoli figli di
Napoli fra gli 8 e i 13 anni ai quali il
Comune assicura un sostegno che
nel 2012 costava dai 21,15 euro al
giorno (3-10 anni) ai 23,32 (11-18 anni), ai quali vanno aggiunti 2 euro
per il trasporto. Per l'attività estiva
(colonia marina o montana) si aggiungono per il soggiorno diurno
5,93 euro al giorno eper quello residenziale8,09 euro. Costi che inmolti casi, secondo la denuncia
dell' Avog, andrebbero moltiplicati
per due.
Manon è tutto. Spulciando i dati
dell' Agenzia socio-educativa, si scopre che parte degli iscritti al semiconvitto risultano «dispersi». Molti
semiconvittori, infatti, a scuola non
ci vanno affatto. «Mettendo a confronto gli elenchi dei dispersi e quelli degli iscritti al semiconvitto, si potrebbero scoprire cose molto interessanti. Ci risulta, ad esempio, che
alcuni di loro vanno solo a pranzare
al semiconvitto, ma disertano le lezioni e per il resto della giornata
stanno chissà dove», segnala ancoraFroncillo. Clandestini, insomma,
fino alle 13. Ma immancabili quando si tratta di sedersi a tavola o correre dietro a un pallone. Anche la dispersione, del resto, è un affare per
chi ne ha fatto un mestiere.
068391
Davide Cerbone
Chi sono a Napoli i veri poveri? La
domanda è lecita, o meglio d'obbligo, se nelle graduatorie degli aventi
accesso ai semiconvitti della città
compaiono studenti iscritti anche
alle scuole paritarie, per le quali com' è noto - si deve pagare una retta. A sollevare la questione sono alcune associazioni del Terzo settore
che operano in quella palude di urgenze e convenienze, opportunità e
conflitti di interessi che è il recupero dei minori a rischio. Incrociando
i dati, emerge che in molti, troppi
casi le stesse famiglie che da una
parte sono in grado di mandare i
propri figli alla scuola privata risulta no dall'altra poco abbienti, tanto da
avere diritto all'iscrizione presso i
centri educativi semiresidenziali. I
semiconvitti, appunto.
Se non una truffa, sicuramente
uno spreco. Perché da quel rubinetto c'è qualcuno che s'abbevera due
volte. Secondo le stime delle associazioni che denunciano l'incongruenza, uno sperpero di risorse
pubbliche quantificabile in circa 6
milioni di euro l'anno. Soldi buttati
dalla finestra a causa delle falle di
un sistema anacronistico, che hagenerato più d'una contraddizione
traproblemiesoluzioni, obiettivi
e risposte.
A metterci la
faccia è Ciro
Froncillo, presidente dell'Avog
(Associazionevolontari guanelliani), che dal 1995
opera nel Rione
Don Guanella,
una ferita aperta
sul confine tra
Miano e Scampia. «Il Comune in
questa storia è parte lesa, ma una
colpa ce l'ha: un controllo a dir poco carente. L'accesso al diritto allo
studio viene gestito con superficialità»' sostiene Froncillo dalla sua trin-
cea di via Luigi Guanella, a ridosso
dei piloni che sorreggono un cavalcavia dell' asse mediano. «È il Servizio Politiche per i minori, l'infanzia
e l'adolescenza del Comune a segnalare gli allievi che hanno diritto
all'accoglienza semiresidenziale spiega Froncillo -. E non esiste una
verifica sui requisiti, un database aggiornato. Spesso i servizi sociali si limitano a confermare i dati degli anni precedenti, fondati su indicatori
che probabilmente sono superati,
senza riscontrarli né aggiornarli. A
questo proposito, il Comune, non
ha ancora voluto pubblicare quelli
del 2011-2012 che l'Agenzia socio-educativa sul diritto all'infanzia
e l'adolescenza, affidata a noi, ha
prodotto. Dopo l'ultimo incontro
avuto oltre un anno fa con l'exassessore D'Angelo e l'assessore Palmieri, infatti, la commissione non s'è
più riunita e quello studio è rimasto
chiuso in un cassetto», fa sapere il
presidente dell'Avog. Quei dati, a
sentirlo, dimostrerebbero l'inefficienza di alcuni progetti finanziati,
che non hanno offerto alcun riscontro sugli obiettivi centrati.
Grazie al rinnovo automatico
dei titoli, dunque, ci sarebbero famiglie che da anni accedono a quei servizi, ma anche strutture che -gestendo allo stesso tempo un semiconvitto e una scuola paritaria - beneficerebbero di doppie sowenzioni. Un
cortocircuito che taglia fuori i veri
poveri, condannandoli ad un eterno confino nelle liste d'attesa. «Chi
ha i mezzi per pagare la retta di una
scuola paritaria non dovrebbe avere accesso né al semiconvitto né
all' educativa territoriale. Purtroppo, invece, come spesso accade i furbi hanno la meglio. È evidente che
qualcosa non funziona. Per questo
- conclude Froncillo -, è necessario
che la magistratura indaghi per accertare eventuali responsabilità amministrative. Di sicuro ci faremo
qualche nemico, ma i bambini di
Napoli non devono più essere prigionieri di un sistema commerciale. Noi siamo disponibili a fare fino
in fondo la nostra parte e sollecitiamo un inc.ontro con gli assessori
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I IL~'rl'1NO
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IL~MA.TTINO
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09-11-2013
45
2/2
Guerra tra poveri
Moltefamiglieda una parte sono in grado di
mandare i propri figli alla scuola privata ma in
realtà risu Itano poco abbienti, tanto da avere
diritto all'iscrizione presso i centri educativi
semiresidenziali, i semiconvitti. In questo
modo si ottengono anche i sussid i previsti
per per le famiglie povere.
,
La scheda
L'accusa
Froncillo (Avog):
controlli carenti
così i meno abbienti
sono tagliati fuori
80 a Napoli tra convitti
e semiconvitti
IL
21,15 euro
al giorno
(3-10 anni)
La dispersione
Molti alunni
disertano le lezioni
e vanno nei centri
solo per pranzare
23,32 euro
al giorno
(11-18 anni)
2 euro
vengono aggiunti
per il trasporto
I bambini trascorrono nei
semi convitti 8 ore al giorno
Alle fasce di indigenza fino
alle 17 sono assicurati il pranzo e il doposcuola
+':'E!.f1iimE!.tri
068391
Spreco
da6 milioni
all'anno
«Sistema
poco chiaro
intervengano
i giudici»
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IL SECOLO XIX
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PRINCiPALI
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3
1
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DEL BilANCIO
STANGATASULLESPIAGGE
ETAGLI PERLE SCUOLE
L'imposta regionale dallO allOO% del canone. Rivolta dei balneari
ELISABETTA PAGANI
068391
discono all'unisono Sergio Rossetti e Gabriele Cascino, rispettivamente assessori al Bilancio e all'Urbanistica «nella
GENOVA. La Finanziaria della Liguria per il 2014 è una maggior parte dei casi parliamo di canoni molto bassi, sui
manovra da 5 miliardi di euro che segue una direttrice pre- 2.000 euro all'anno (ma i balneari contestano il dato, ndr.).
cisa: i soldi scarseggiano e i tagli sono inevitabili, ma non Se finora la Regione incassava solo ilIO %del canone, quinsaranno lineari. Ecco allora che afarne le spese sono scuola di 200 euro, dal 2014 saranno 2.000: in tutto quindi 4.000
(-10% delle risorse), turismo (-10%), lavoro e immigrazio- euro. Non una gran cosa. Altro discorso quei pochi, circa il
ne (-15%) e ambiente (-5%). Budget inalterato, invece, per 5%, i cosiddetti "incamerati", che pagano anche 50.000 eucultura e agricoltura, ma soprattutto per trasporto locale e ro all'anno. Ma a loro non ritoccheremo l'imposta».
welfare. A fare la parte del leone, nel bilancio preventivo
Sempre parlando di tasse, ma questa volta senza sorpreapprovato dalla giunta regionale, è la spesa sanitaria, che sa, ecco che nel bilancio 2014 si proroga l'imposta regionada sola assorbirà 3,5 miliardi dei 5 totali, e,in misura mino- le sulla benzina, quello 0,025 euro al litro in più che i liguri
re, il trasporto su gomma e ferro, 250 milioni. Eccolo, in ci- pagano già da due anni, per coprire i danni delle alluvioni
fre' il resoconto del 2014 che verrà per i liguri. Con un fi- del 2011 e del maltempo del 2013. Previsione di incasso sul
nanziamento importante (un milione da investire su Expo 2014? Circa 6 milioni.
2015), qualche nota positiva (il taglio dell'80% alle consulA CASTA RISPARMIA
lenze e il blocco delle trasferte), una temuta proroga (l'imNella Finanziaria vengono anche indicate misure di
posta sulla benzina), e uncontestatissimo "ritocco": quello contenimento della spesa: le consulenze subiranno un taall'imposta regionale sui canOlù demaniali degli stabili- glio dell'80% e gli autoveicoli del 50%. E poi saranno bloccate anche le trasferte, l'acquisto di mobili e arredi, le spese
menti balneari, che passa dallO al 100%.
per la formazione e le sponsorizzaziOlù. Non solo in RegioTASSE VECCHIE E "NUOVE"
«Decuplicare l'imposta in un momento come questo, ne, ma anche a tutto il settore allargato.
mentre aRoma si sta decidendo di alRISORSE PER SETTORE
zare il canone demaniale? Ma scherIn generale, circa 39 milioni vanno
alle politiche sociali (fondo per la non
ziamo?» attacca Enrico Schiappapietra, presidente regionale delSib (Sinautosufficienza compresa), 35 all'istruzione, 64 all'emergenza e alla
dacato italiano balneari). Che assicuprotezione civile, e 220 per finanziare
ra «una mobilitazione massiccia se
i programmi comunitari. Èstato inolnon ci saranno modifiche». Nelle
stesse ore, infatti, ilPdl propone negli
tre introdotto un capitolo da 7milioni
di euro, che la Regione anticiperà
emendamenti alla legge di stabilità
l'allungamento delle concessioni deaspettando i fondi europei. SbloccaVIA libera del Cipe al progetto
maniali delle spiagge e la vendita delle
to, infine, è il cosiddetto "paga azienpreliminare dell'autostrada Orinfrastrutture balneari cedibili (spazi
de", 65,5 milioni di euro che andrante-Mestre. Nella seduta odierper bar, palestre, piscine solitamente
no ape aziende ospedaliere.
na il Comitato, nell'ambito del
antistanti alla spiaggia vera e propria)
«E un bilancio all'insegna del rigoProgramma delle infrastrutture
re» osserva Rossetti. E delle risorse da
come modo per fare cassa.
strategiche, ha approvato con
Ma la giunta difende il suo progetrecuperare. In questo campo i Comuprescrizioni il progetto prelimini assumeranno un ruolo promotore
to, con cui conta di ricavare dai 6 ai 9
nare del "Corridoio di viabilità
attraverso la riscossione dei tributi,
milioni di euro da investire, all'80%,
Civitavecchia-arte-Mestre,
sul «ripascimento delle spiagge e la
l'accertamento di eventuali evasioni
tratta E45-E55 Orte-Mestre".
messa in sicurezza delle coste»:
e il recupero delle sanzioni.
«Quell'imposta è ferma a11972» se an© RIPRODUZIONE RISERVATA
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nSole9]{l mmrn
Le misure per l'istruzione
L'ALTERNANZA SCUOLA-AZIENDA
I
I
Competenze da provare
Al teonine del periodo di pratica
gli studenti saranno sottoposti a verifiche
Data
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1 /2
I Per gli istituti tecnici superiori
Le Regioni potranno programmare incentivi
I per promuovere la foonazione nelle imprese
Il lavoro «vale» per la laurea
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Quotidiano
Con 1'apprendistato gli universitari otterranno fino a 60 crediti formativi
Giampiero Falasta
Ancora novità sull'apprendistato, dopo la conversione del
decreto legge istruzione n.
104/2013. La nuova disciplina introduce l'alternanza scuola lavoro nelle università, negli istituti
tecnici (Its) e durante gli ultimi
due anni delle superiori.
Le università (escluse quelle
telematiche) potrarmo stipulare convenzioni con singole imprese o con gruppi di imprese,
allo scopo di promuovere
l'esperienza lavorativa diretta
degli studenti (mediante assunzione con contratto di apprendistato) durante la formazione
post-secondaria.
Le convenzioni sottoscritte
tra gli atenei e le imprese assumeranno un ruolo centrale nella gestione dell'intero percorso, perché la legge assegna loro il compito di defmire tutti gli aspetti formativi del rapporti. In particolare, dovranno definire quali sono
i progetti formativi congiunti, coerenti con il curriculum di studi
del giovane, cui potrarmo partecipare gli studenti lavoratori.
Oltre al percorso formativo,
nelle convenzioni dovranno essere defmiti tutti gli altri aspetti
necessari all'attuazione di tale
processo. Pertanto, l'università
e l'azienda dovranno decidere
quali sono i corsi di studio interessati dall'alternanza (potrà
trattarsi di un singolo corso o
più); dovrarmo, inoltre, definire
i criteri e le procedure da seguire per individuare gli studenti
da coinvolgere nel percorso. Anche le caratteristiche dei tutori
chiamati a monitorare lo svolgimento del percorso formativo
dovranno essere definite nelle
convenzioni che saranno siglate con le aziende.
li percorso formativo dovrà
concludersi con lo svolgimento
di apposite verifiche, finalizZate
a controllare le conoscenze acquisite durante il periodo di apprendistato; anche le modalità
di svolgimento di questa fase do, vranno essere definite dalle convenzioni, così come il numero
crediti formativi riconoscibili a
ciascun studente, con un tetto
massimo di 60.
La nuova norma inellvidua nel
contratto di apprendistato lo strumento da utiliZzare per regolare
il rapporto lavorativo dello stu-
dente coinvolto nel percorso ellalternanza. Si tratta di una scelta
coerente con quanto previsto
dalla normativa vigente; in particolare, è forte l'assonanza con
l'articolo 5 del Testo unico
sull'apprendistato
(Dlgs
167/20U), che disciplinal'apprendistato di alta formazione.
L'articolo 14 del decreto non
fornisce, in realtà, indicazioni
specifiche circa la tipologia di
apprendistato che si può abbinare a questa forma di alternanza tra istruzione e lavoro. Si tratta di un aspetto che dovrà essere decodificato in fase applicativa, in quanto la legislazione vigente conosce tre differenti forme di apprendistato, ciascuna
dotata di regole diverse, sia per
quanto riguarda l'età deilavoratori, sia per quanto riguarda la
durata e lo svolgimento del percorso formativo.
A nostro avviso, il richiamo ai
percorsi universitari dovrebbe
indurre a collegare i percorsi di
alternanza previsti dal nuovo decreto con l'apprendistato di alta
foonazione, anche in ragione della stretta similitudine tra le regole ell questa fattispecie con le nuove norme del decreto Carrozza.
La legge di conversione ipotizza percorsi simili, seppure in
forma sperimentale, per gli studenti che frequentano gli ultimi
due anni delle superiori; tali percorsi dovranno essere tuttavia
attivati da un decreto del ministero dell'Istruzione, che dovrà
definire la tipologia delle imprese che possono partecipare al
programma, i loro requisiti, il
contenuto delle convenzioni
tra le istituzioni scolastiche e le
imprese, i diritti degli studenti
coinvolti, il numero minimo delle ore di didattica curriculare e i
criteri per il riconoscimento
dei crediti formativi.
Il successo di queste misure,
dipenderà dall'efficienza della
prassi applicativa e gestionale.
li sistema, infatti, anche prima
dell'approvazione del decreto
non soffriva di una carenza di
norme, quello che è mancato fino ad oggi è stata la capacità di
trasferire nella prassi concreta
del mercato del lavoro, da un lato, e del sistema educativo,
dall' altro, un obiettivo tanto ambizioso e importante come quello dell'alternanza tra la formazione e il lavoro.
©RIPRODUZIONERISERVATA
068391
Prevista la possibilità
di stipulare accordi
per affiancare
lezioni e pratica
anche per i più giovani
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Quotidiano
nSole9]{l mmrn
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Foglio
2/2
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Come cambia l'apprendistato
Qui sotto il riepilogo delle misure introdotte dal decreto legge 104/2013 sull'alternanza scuola lavoro.
Queste novità si aggiungono alle regole previste dal Testo Unico del 2011, riportate nella scheda più in basso
imprese potranno stipulare
convenzioni nelle quali sono
definiti tutti gli aspetti '
formativi del rapporti:
percorso congiunto, corsi di
studi interessati, ,
caratteristiche dei tutori,
verifiche sugli esiti della
formazione, riconoscimento
dei crediti formativi
UNIVERSITÀ
Secondo il decreto Carrozza, le
Università potranno stipulare
convenzioni con singole
imprese o con gruppi di
imprese per promuovere
l'esperienza lavorativa degli
stude'nti mediante assunzione
con contratto di apprendistato.
Si tratta di un meccanismo che
tenta di rilanciare l'alternanza
tra istruzione e lavoro, già
disciplinata dal Testo unico
sull'apprendistato del2011 ma
finora rimasta quasi inattuata
ISTITUTI TECNICI SUPERIORI
Il decreto Carrozza prevede
formedi promozione
dell'apprendistato di alta
formazione nei percorsi degli
istituti tecnici superiori (Its),
anche attraverso misure di
incentivazione finanziaria
previste dalla programmazione
regionale
CREDITI fORMATIVI
Lo svolgimento di attività
lavorativa in apprendistato,
nell'ambito del percorso
introdotto dal decreto 104,
potrà da re di ritto a crediti
formativi, secondo quanto
previsto dalle convenzioni, sino
a un tetto massimo di 60 crediti
PROGEnI fORMATiVI
Nell'ambito del contratto di
apprendistato in alternanza
definito daldecretoscuola,lo
studente dovrà seguire un
progetti formativi coerente con il
curriculum di studi del giovane,
definito in maniera congiunta tra
CONVENZIONI
Secondo il decreto legge
Carrozza, le università e le
mentre la seconda tipologia
prevede soprattutto
formazione in azienda. Il DI
Carrozza non sceglie quale
forma si abbina al nuovo
sistema di alternanza. ma la
tipologia più adatta sembra
quella di alta formazione e
ricerca
APPRENDISTATO DIAL TA
fORMAZIONE
L'apprendistato di alta
formazione e ricerca (articolo 5
del Testo Unico) può essere
abbinato all'attività lavorativa
quando è preordinatoal
conseguimento di un dip!omadi
istruzione secondaria superiore,
al conseguimento di titoli di
studio universitari e della alta
formazione, compresi i dottorati
di ricerca. Il contratto può essere
anche finalizzato alla
specializzàzione tecnica
superiore e ai diplomi relativi ai
percorsi di specializzazione
SCUOLE SUPERIORI
la legge di conversione ipotizza
percorsi sperimentali di
alternanza tra scuola e lavoro
anche per gli studenti che
frequentano gli ultimi due anni
delle scuole superiori; tali
percorsi dovranno essere attivati
da un decreto del ministero
dell'Istruzione. che dovrà
definire la tipologia delle
imprese che possono partecipare
al programma, i loro requisiti, il
contenuto delle convenzioni che
devono essere concluse tra le
istituzioni sColastlchee le
imprese, i diritti degli studenti
coinvolti, il numero minimo delle
con il soggetto, dotato di
competenze e formazione
adeguate, preposto a trasmettere
e favorire l'acquisizione delle
competenze professionali
dell'apprendista mediante
l'insegnamento e l'affiancamento
nell'ambitodeU'azienda e il
coordinamento con la formazione
formale esterna all'azienda.
Nell'ambito dei percorsi in
alternanza definiti dal Decreto
Carrozza, le caratteristiche dei
tutori chiamati a monitorare lo
svolgimento del percorso
formativa dovranno essere
definite nelle convenzioni che
saranno siglate con le aziende
TUTORE
II percorso formativo degli
apprendisti deve essere
realizzato sotto la guida del di un
tutore; questa figura si identifica
VERIfICHE
Il percorso formativo in
alternanza definito dal decreto
Carrozza dovrà concludersi con
lo svolgimento di verifiche
finalizzate a controllare le
conoscenze acquisite duranteil
periodo di apprendistato; anche
le modalità di svolgimento di
questa fase dovra nno essere
definite dalle convenzioni
tecnologica degli istituti tecnici
superiori, e può essere utilizzato
anche peril praticantato per
l'accesso aUe professioni
ordinistiche o per esperienze
professionali, e per lo
svolgimento di attività di ricerca
decreto Carrozza). Per
l'apprendistato di alta
formazione e ricerca, al
contrario delle altre due
disciplinate dal Testo Unico, non
viene stabilito un tetto massimo
di durata
DURATA
l'articolo 5delTesto Unico
assegna il compito di fissare la
durata del periodo di formazione
ad apposite intese stipulate tra
le Regioni, con le associazioni
territoriali dei datori di lavoro e
dei prestatori di lavoro
comparativamente più
rappresentative sul piano
INCENTIVI
l'ordinamento riconosce un
pacchetto rilevante di incentivi
in favore dei datori di lavoro che
assumono apprendisti. Questi
incentivi sono di varia natura:
sono previsti incentivi normativi,
che si traducono nella possibilità
di applicare regole di maggior
favore in caso di assunzione
degli apprendisti (come i! non
computo nell'organico oppure il
sottoi nquad ra mento, che si
traduceanchein un risparmio
economico), ma ancheincentivi
economici, che si traducono
nella possibilità di ridurrei!
costo del lavoro in caso di
assunzionedeU'apprendista
ore di didattica curriculare e i
criteri perii riconoscimento dei
crediti formativi
nazionale,le università, gli
istituti tecnici e professionali e
a ltre istituzioni formative odi
ricerca (in mancanza,l'accordo
può essere siglato dalle
istituzionHormativecon le
singole imprese, quindi anche
dalle convenzioni previste dal
068391
ILCONTRATIO
l'apprendistato è un contratto
di lavoro speciale, nel quale
convivono un normale rapporto
di lavoro subordinato e a tempo
indeterminato e un rapporto di
formazione a tempo
determinato. Secondo l'articolo
l, com~a 1 del Testo unico
(DIgs 167/2011), il rapporto è
«finalizzato alla formazione e
alla occupazione dei giovani».
Il Testo Unico prevede tre
diversi percorsi formativi da
abbinare all'apprendistato:
apprendistato qualificante,
apprendistato
professionalizzante,
apprendistato di alta
formazione. Il primo e il terzo
tipo di contratto contemplano
percorsi collegati al sistema
dell'istruzione. della
formazione professionale e
della formazione tecnica
superiore o universitaria,
1'lIniversità e ('impresa
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COBBIEBE DELLA SEBA
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1
......sIà L'appello di Maria Chiara Carrozza per lasciare spazio ai giovani negli atenei. I rettori: «È un auspicio anche nostro»
TI ministro ai professori aver 70: «In pensione»
Se avesse vent'anni e sognasse un futuro nell'Accademia, il
ministro Maria Chiara Carrozza
cercherebbe «un ambiente
aperto», dunque si suppone all'estero. Ma se avesse settant'anni avrebbe un'altra certezza:
sarebbe in pensione. Perché i
professori settantenni, parole
sue, «se fossero generosi e onesti dovrebbero offrirsi di fare
gratuitamente seminari, seguire laureandi o offrire le proprie
biblioteche all'università». Ma
dovrebbero andare in pensione
perché «chi vuole rimanere in
ruolo oltre i 70 anni offende la
propria u~iversità e offende i
giovani». E un'invettiva vera e
propria quella del ministro Maria Chiara Carrozza a Radio 24
nel giorno in cui ha portato in
Consiglio dei ministri la proposta di una delega al governo per
una riforma ampia di scuola e
università (che dovrà ancora
essere discussa prima di essere
approvata).
Quest'anno sono andati in
pensione poco più di duemila
professori (2.300 in totale hanno lasciato l'università) e il turnover permesso dopo la spending review di Tremonti è di
400 assunzioni. Se andassero in
pensione anche i settantenni e
gli ultrasettantenni ci sarebbero altri 80 posti da assegnare,
(secondo i dati del Miur ci sono
53 professori classe 1943 e 26
del '41 e '42): <<lnrealtà- spiega Stefano Fantoni dell' Anvur,
l'Agenzia nazionale di valutazione dell'università e della ricerca - i posti possono raddoppiare se si tratta di assunzione di ricercatoID>. Applaude
anche il presidente della Crui
(la conferenza dei rettori) Stefano Paleari, rettore a Bergamo,
48 anni: <<L'auspicio del mini-
stro che l'università si apra di
più ai giovani è anche il mio».
Anche se i numeri dei professori «anziani» sono bassi, per
Carrozza è questione di principio: già nel 2010 quando si discuteva la riforma Gelmini per
la norma sul pensionamento
massimo a 70 anni, lei allora
rettrice del Sant'Anna di Pisa si
era espressa per un'età pensionabile massima di 65 anni, come è la media in Europa. Nei
prossimi due anni, se l'appello
sarà ascoltato dovrebbero andare in pensione circa 1.500 docenti che raggiungeranno il tetto dei 70, insomma ci saranno
750 posti a disposizione.
Da quando è stata approvata
la riforma Gelmini che ha portato a 70 anni il limite massimo
per la pensione, con la possibilità di proroga di due anni a discrezione del consigli di ammi-
nistrazione delle singole università è stato un percorso a
ostacoli pieno di casi controversi. Con ricorsi al Tar e alla fine la sentenza della Consulta
che a maggio di quest'anno ha
decretato incostituzionale il li mite. Ultimamente l'aria è un
po' cambiata e solo poche settimane fa la Statale a Milano ha
decretato che comunque nessuna proroga sarà concessa ai
settantenni.
Funzionerà l'appello-invettiva di Carrozza?Il2014 sarà l'anno dei ricercatori, ha promesso:
«Il turnover tornerà al 50 per
cento, premieremo gli atenei
dove ci sono giovani ricercatori
responsabili dei progetti di ricerca e quelli che riusciranno
ad attrarre studenti e professori
stranieri, e questo non si può
fare con i contratti a termine».
Gianna Fregonara
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Quotidiano
o RIPRQJUZIONE RISERVATA
Il limite
La legge Gelmini
(numero 240 del
2010) ha fissato per
i docenti universitari
l'età di collocamento
a riposo obbligatorio
a 70 anni ea 65 anni
per i ricercatori di ruolo
068391
La proroga
Èconcessa
la possibilità
di una proroga di due
anni a discrezione
del consiglio
di amministrazione
delle università
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Quotidiano
la Repubblica
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1 /2
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2013, gli studenti tornano all'università
boom di iscritti dopo dieci anni di calo
Ilpicco al centro nord Effetto del marketingdegli atenei edel lavoro che non c'è
CORRADO ZUNINO
ROMA - Sorpresa, i nostri ragazzi
tornano all'università. Dopo sei
stagioni di crisi economica e dieci
di progressivo abbandono del sapere d'eccellenza, quest'anno idati mostrano una novità: la caduta
verticale si è fermata. Di più, è iniziata la risalita. È una sorpresa
confortante, anche per chi a lezione non va più.
Questa settimana si sono chiuse
le iscrizioni nelle nostre sessanta
università pubbliche e
.
nei politecnici di Stato.
Non tutto è definitivo: ci
sono alcune proroghe,
si attendono i risultati
del ripescaggio bonus
maturità, c'è chi pagherà la
moraesiiscriveràinritardo.
Ma se si fissano confini netti (la stessa data di iscrizionesia peril20 13 cheperil20 12)
e si interpellano gli uffici statistici degli atenei, si scopre con meravigliachei maturati italiani stanno tornando a fare le matricole. Repubblica ha contattato i sessanta
atenei e nell' arco di sei giorni ha ricevuto ventotto risposte (le università che mancano non avevano
dati consolidati o avevano pauradi
renderli pubblici). Ne è venuto
fuori questo quadro: su ventotto
atenei, ventitré registrano unacre-
scitadiiscritti. Sono 5.246matricole in più su una platea di 149.262
studenti. E i cinque atenei con segno negativo hanno deficit minimi: a Torino mancano 41 giovani
(lo 0,3%) per pareggiare il 2012 e
l'università è certa di una crescita
finale. Così Firenze (-1,9% oggi),
Siena(-2,3%)eL'Aquilacontuttele
sue difficoltà (-2,3%). La continua
caduta di Catania (-3,1 %suI2012,8,1 %sudueannifa) segnala invece
un allontanamento ulteriore delle
grandi università del Sud (anche
Bari e Palermo, purnon fornendo i
dati, confermano ritardi negli
iscritti). Il conteggio fmale su questo spaccato rappresentativo di
atenei certifica che le iscrizioni totali al primo anno crescono del
2,4%. Sì, incoraggiante dopo un 17% in una decade.
Se c'è un Meridione che si scolla
(cresce però l'Orientale di Napoli e
ilPolitecnicodiBariregistraunnotevole +12,5%), quasi tutti gli atenei del Centro-Nord richiamano
nuove iscrizioni. Le tre grandi
scuole d'eccellenza di Milano (Statale,BicoccaePolitecnico),letredi
Roma (Sapienza, TorVergataeRoma Tre), ['Alma Mater di Bologna,
la Ca' Foscari di Venezia. Grandi
contenitori di lezioni e crediti:
hanno dati in crescita. Sono in aumento le immatricolazioni nelle
zone toccate dall'ultimo terremoto (Ferrara +4,9%, Modena-Reggio
+1,8%), nelle città con i record di
denatalità (Trieste +5%, Genova
+2,3%), nelle lombarde Bergamo e
Pavia. E un boom si segnala nelle
piccole città del sapere nelle Marche,inAbruzzo,inUmbria,nelLazio: Teramo quest'anno ha un terzo diimmatricolatiin più, Maceratail22%.Aumenticonsistentisiosservano a Cassino e Urbino.
Al Politecnico di Torino, oggi, i
fuori regione sono più dei piemontesi e ogni anno crescono gli stranieri. All'Università di Torino il
corso di economia quintuplica gli
iscritti e scienze dell'amministrazione online li quadruplica. Alla
Statale di Milano scienze del farmaco ospita il 40% di studenti in
più, scienze agrarie e alimentari il
33%.
Ci sono due elementi forti alla
base della risalita universitaria: il
marketing spinto che diversi atenei hanno messo in campo per attirare clienti e la crescita della disoccupazione. Da una parte gli
sconti sulle rette di Sapienza e Ca'
Foscari, le borse di studio alle matricole di Pisa, dall'altra la mancanza di prospettive di impiego.
DiceAndreaCammelli,presidente
del consorzioAlmaLaurea: «Conia
disoccupazione giovanile oltre il
40 per cento un neodiplomato, sapendo che non troverà lavoro,
intanto si iscrive all'università».
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Pochi laul'eati
Fonte Eurostat
% di popolazione di età 30/34 anni in possesso di laurea
10 italiam
su 100
hanno una
laurea nella
fascia d'età fra
55 e 64 anni
20 su
100
068391
è la media
dei paesi Ocse
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la Repubblica
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09-11-2013
21
2/2
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Quotidiano
Ill'itol'no all'univenità
Iscritti in crescita nel 2013-2014
Nostro sondaggio su 28 università
pubbliche Italiane:
CRESCONO
DIMINUISCONO
La Sapienza Roma
Il
Bologna
immatricolati nel 2012-2013
immatricolati nel 2013-2014
.. varo % 2013-'14
sull'anno precedente
Statale Milano
Milano Bicocca
Padova
Venezia Ca' Foscari
Genova
Politecnico Torino
Urbino
Napoli L'Orientale
Macerata
068391
Teramo
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Settimanale
vmce
chi si fonde
lA FRANCIA È lA PRIMA A
ESSERSI MOSSA IN QUESTA
DIREZIONE, E OGGI PUÒ
VANTARE BEN SEI ISTITUTI
NELlA ClASSIFICA DEI PRIMI
QUINDICI DE_L CONTINENTE
IN SPAGNA IL MERGER
TRA ESADE E lE
ome le imprese, che sanno di dover crescere per
C
restare competitive e puntare a
conquistare i mercati emergenti. Quello che sta succedendo nel
settore delle business school europee somiglia sotto molti
aspetti allo scenario che si prospetta in ambito aziendale, laddove a prendere le decisioni sono spesso proprio ex allievi delle
scuole d'eccellenza manageriale.
A indicare la rotta sono soprattutto le scuole francesi, come dimostra la recente nascita
della NeomaBusiness School,
frutto della fusione tra Reims
Management School e Rouen
Business School. Due istituti che
hanno messo da parte la gelosia
perle rispettive storie per puntare sull'unione
delle forze, che
permette di raddoppiare il budget perla ricerca e
una maggiore visibilità internazionale. Allora
non è un caso se
nell'ultima clasQuisoPJa.
sifica dei Masters
Frank
in Management
Bostyn,
stilata dal Finandirettore
cial Times comgenerale
paiono ben sei
di Neoma
istituti transalpini tra le prime 15
posizioni. Negli
scorsi anni altre
scuole francesi
avevano preso la
medesima decisione, come la
Esc Lille e la Ceram Business
School, con la nascita della Skema, oggi tra le prime scuole internazionali, grazie anche all'apertura di un campus negli Usa.
Che consente una maggiore
mobilità degli studenti tra i vari
campusdelnetworkeunpiùeleRitaglio
Universita'
Foglio
1
vatopotenzialedirecruitingstudentesco. Anche in altri Paesi si
sono mossi in questa direzione:
in Spagna risale al 201 Ola fusione tra le ed Esade, che si sono
unite in un'azione di promozione della loro offertaMba in Cina.
TornandoaNeoma,ildirettore generale Frank Bostyn spiega
che" dietro la fusione non ci sono solo ragioni finanziarie, ma
soprattutto strategiche: l'obiettivo è rafforzare il profilo internazionale, considerato che oggi
le Grandes Ecoles si trovano ad
affrontare una maggiore concorrenza globale. Per rimanere
un leader in questo settore competitivo è necessario essere più
visibili e più forti sul mercato,
traguardi che possono essere
raggiunti solo se si ha una taglia
abbastanza grande".
E l'ItaUa? Finora non si è vista
traccia di M&A nel nostro Paese.
"Da noi le scuole di
management sono ancora
troppo ancorate al sistema
universitario", osserva Valerio
Nanut, presidentediAsfor:
"Come per gli atenei,
continuano a prevalere i
particolarismi a discapito di
una maggiore collaborazione".
(l.d.o.)
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in• Europa
11-11-2013
40
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Business
school
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LA STAMPA
Il
"Ma chi ha ancora
qualcosa da dare
deve rimanere"
ROMA
Giovanni
Melis
Rettore
dell'Università
di Cagliari,
ha 67 anni
to teorica perché nòn mi risulta che esistano colleghi che
hanno più di settant'anni ancora in attività».
Nella sua università Melis
ha scelto il criterio dell'elasticità, quindi. «Chi ha l'età
va in pensione e se ha ancora
un contributo da dare conti-
09-11-2013
11
Foglio
1
nua a collaborare».
Il rettore è però d'accordo
sul fatto che non in tutti i settori oltre una certa età si è ancora in grado di essere competitivi con un giovane. «Di sicuro
il ministro si riferiva a settori
ad alto contenuto tecnologico
dove l'innovazione è molto veloce, e si può perdere la capacità di tenere il passo.
A continuare a collaborare
sono soprattutto quelli che
Melis definisce i
«maestri». «l maestri sono maestri
sempre, sono quelli che hanno un loro gruppo di lavoro, che negli anni
sono stati in grado
di sviluppare e
diffondere relazioni, abilità, capacità. I veri maestri sono anche
quelli che sanno
perfettamente
quando è il momento di lasciare ad altri, di
passare il testimone».
.
E, quindi, da persona che
ha vissuto nell'economia
aziendale e che sa perfettamente che cosa significhi gestire le risorse umane, si chiede: «Se ho un maestro, perché
devo privarmene?». [FLA.AMA.]
068391
Giovanni Melis ha 67 anni, è
rettore dell'Università di Cagliari, e lo sarà ancora per due
anni, la sua scadenza è il 31 ottobre del 2015. Hlil una lunga
esperienza come docente ordinario di economia aziendale, è stato anche preside della
facoltà di Economia. Il suo è,
quindi, soprattutto un discorso da economista ed esperto
di gestione delle risorse umane. «Credo che non si possa
ragionare in termini così restrittivi. Ci sono colleghi che
sono ancora in grado di dare il
loro contributo alla ricerca e
altri che invece hanno già dato
molto in passato e che a questo punto non hanno altro. In
ogni caso mi sembra che si
parli di una questione del tut-
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09-11-2013
15
1
L'università si trova divisa:
«Ricambio necessario»
«L'esperienza, un valore»
LE REAZIONI
ROMA «Anche se dovessi cambia-
re idea da qui a settant'anni faccio un testamento adesso. Mi devono cacciare». Non ha dubbi
Flavio Corradini, da due anni rettore dell'Università di Camerino:
il ministro Carrozza ha ragione e
lui, che con 47 anni d'età è il più
giovane d'Italia alla guida di un
ateneo statale, sostiene con energia la necessità del ricambio generazionale. «Se un professore
aspetta di passare i settant'anni
per andare via - spiega - significa che per più di quaranta ha insegnato, e il suo contributo è stato già dato. A una certa età viene
meno la passione, la gioia, tutto
quello di cui l'università ha bisogno».
sperse». Ma anche D'Ilio conviene: «Il ricambio ci vuole, l'università ha bisogno di questo flusso
continuo». D'Ilio ha sostituto nel
posto di Franco Cuccurullo, uno
dei rettori di maggior lungo corso (ha guidato l'ateneo per quindici anni). «Conosco colleghi che
hanno mantenuto un'eccellente
capacità operativa ben oltre i 70
anni» osserva Cuccurullo, a cui
preme però ricordare che ha rinunciato al suo ruolo di rettore
18 mesi prima della conclusione
naturale del mandato. E respinge l'idea che le lunghe "reggenze" ostacolino i giovani: «Ho la
fortuna di conoscere molti giovani assolutamente meritevoli, che
sono riusciti a farsi spazio senza
particolari problemi».
GLI ANZIANI
Mentre Corradini invece è del parere che i docenti ultrasettantenMeno drastico è Carmine Di Ilio, ni «sono in gran parte di ostacorettore dell'università D'Annun- lo alla crescita dei giovani». Luizio di Chieti: «E' comprensibile gi Lacchè, rettore a Macerata, riche professori che dedicano tut- corda che non è che se gli anziata la loro vita all'università non ni se ne vanno, entrano automavogliono andare via. Competen- ticamente dei giovani: «Con il
za ed esperienza non vanno di- blocco del turnover, su dieci docenti che da noi se ne vanno ne
entrano due. Bisogna avere le risorse per un ricambio generazionale, altrimenti è inutile».
Una proposta la fa Giovanni Cannata, 67enne, che pochi giorni fa
ha lasciato (dopo 18 anni) il posto di rettore all'università del
Molise, pur continuando ad insegnare: «Se i soldi delle partite stipendiali dei docenti che vanno in
pensione, invece di finire allo
Stato, venissero girati alle Università, già questo incoraggerebbe molti ad andare via. Occorre
mettere in moto le risorse».
E, per lo più, gli atenei si pongono il problema di non concedere
proroghe. «Come ateneo non abbiamo mai dato una proroga»
sottolinea Lacchè. «I rettori si oppongono, ma poi i tribunali danno ragione ai docenti che fanno
ricorso per restare» osserva Cannata. E anche se di giovani c'è bisogno «perché le università sono
cambiate - insiste Corradini -.
Occorre avere contatti con il territorio, aprirsi all'estero». Per
Lacchè però la «carriera universitaria in Italia sta diventando
sempre meno appetibile».
A.Cam.
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IL PiÙ GIOVANE Flavio Corradini
guida l:ateneo di Camerino
LE REGGENZE
GU ATENEI ORA
SI PONGONO
Il PROBLEMA DI
NON CONCEDERE
PROROGHE MA
PARTONO I RICORSI
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068391
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~.~~.".-
11 ministro sfida i baroni: «Via a 70 anni,>
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rUnità
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Dialoghi
I docenti universitari
a contratto
Da studentessa-lavoratrice (assistente
domiciliare ai disabili) mi sono laureata
con 110 e lode in economia matematica
conseguendo il titolo di Dottore di
Ricerca. Ne ottenni un chiaro invito a
desistere dall'obiettivo di ottenere un
posto da ricercatore, in quanto la mia età,
47 anni, era considerata proibitiva.
ELENA DOBlel
«Se avessi avuto il cognome di qualcuno, si
chiede ora Elena, o fossi legata in qualche
modo a qualche dinastia, a quest'ora avrei
avuto un incarico stabile? Dal 1993 al 2013
venti anni buttati al vento: continuo a
lavorare come assistente ai disabili, dove la
laurea e il dottorato di ricerca non servono a
nulla». Anche se l'università utilizza ancora
le competenze che ho acquisito perché «dal
2009 al 2013 ho ottenuto incarichi come
docente a contratto presso l'università della
Tuscia di Viterbo per Teoria del Commercio
Luigi
Cancrini
Internazionale, Politica Economica,
Economia Politica, ottenendo la stima e
l'approvazione dei docenti e, soprattutto,
degli studenti». E chi sono, tuttavia, i docenti
a contratto? Gli ultimi fra gli ultimi, dice
ancora Elena, anche se «svolgono le stesse
attività dei docenti di ruolo: lezioni,
assistenza, esami, funzioni di relatore. Il loro
compenso è irrisorio, però, eroso dalle
imposte e corrisposto dopo un anno o più
dalla fine dello attività prevista da un
contratto che li costringe a svolgere un altro
lavoro e che da un anno all>altro può
facilmente non essere rinnovato». Così è, se
vi pare, direbbe Pirandello ma anche se non
vi pare, dico io, in una situazione in cui si
sfrutta senza vergogna chi ha qualcosa da
offrire. Da parte di chi? Da parte dei docenti
che si tengono stretto il loro stipendio ma
guadagnano molto di più altrove: negli studi
professionali e nelle cliniche private. Come
accade onnai solo in Italia.
068391
psichiatra
e psicoterapeuta
11-11-2013
16
1
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IL~MA.TTINO
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10-11-2013
15
1
«Settantenne falso bersaglio
se c'è il blocco assunzioni»
Giuseppe De Nicolao, 51 anni, è ordinario di Analisi dei
dati a Pavia. Due anni fa ha
fondato, insieme a una dozzina di colleghi sparsi per l'Italia, Roars, un sito di analisi
del mondo universitario che
fa le pulci ai prowedimenti
del ministero e dell' Anvur,
l'organismo di valutazione
delle università, costringendo non di rado chi governa a
precisare, giustificarsi e - talvolta - a cambiare rotta come
sul bonus maturità.
Professore, ha senso la
lotta al professore di 70
anni che desideri
continuare a insegnare?
«Siamo di fronte a due
opposte retoriche. Da una
parte c'è chi li definisce
"baroni" e quindi prima
vanno via meglio è.
Dall'altra parte c'è chi li
considera "maestri" e
pertanto inamovibili».
E lei?
«I settantenni sono
un falso bersaglio.
Va bene sostituire
il vecchio con il
nuovo, soprattutto
in Italia dove di
spazio peri giovani
ce ne è dawero
poco. Maconle
regole attuali che
impediscono di
assumere si rischia
di avere uscite
senza rimpiazzi. Lo
si è visto in molti
atenei del Sud che
quest'anno sono
stati bloccati da un
turn over inferiore
aI7%».
Nel 2014 però il
tetto generale
passerà dal 20 al
50%.
«Ma è ancora poco!
Arriviamo da anni
disvuotamento massiccio
dei ruoli. Stiamo
dequalificando l'università
forse per la ragione che non
sappiamo cosa far fare ai
laureati. È stato persino
teorizzato».
Da chi, scusi?
«Da Guido Possa,
presidente della
Commissione cultura del
Senato nella scorsa
legislatura. Disse: "Non
possiamo assolutamente
più pensare di essere un
paese di serie Ain tanti
settori perché le ricerche
sono condotte con mezzi
che non possiamo
permetterci". Ecco se l'Italia
rinuncia alla ricerca è
finita».
Ora però Possa è fuori dal
Parlamento.
«SÌ ma quelle politiche, da
lui ammesse con
franchezza, sono state
messe in campo».
Il ministro Carrozza dice
che sta provando a
invertire la tendenza.
«Vedremo. Intanto noi di
Roars abbiamo scoperto che
i suoi uffici avevano
presentato come suo il
piano in realtà messo a
punto dal predecessore
Francesco Profumo, il quale
per sua stessa ammissione
voleva fare da lubrificante
alla riforma della Gelmini.
Ora il ministro Carrozza
pensa di mettere un paletto
nel cuore del vampiro
settantenne ... Non
scherziamo. È un modo di
distrarre».
Per esempio sui 41 milioni
di premialità che
sembrano spariti...
«Mi auguro che si possano
recuperare. Ma non
dimentichiamo che
all'appello ne mancano
quasi 300, di milioni. Il
settore è stato sottoposto a
tagli fortissimi».
C'è anche il tema della
selezione. A che serve
mandar via i vecchi se non
so scegliere i giovani?
«Il reclutamento è da
sempre un tema scottante.
La cooptazione non è una
cattiva parola, è
nell' ordine delle
cose perché sono
gli esperti del
settore che
possono stabilire
chi merita.
L'importante è
creare dei sistemi
trasparenti e credo
che la regola del
patentino, in linea
di principio,
funzioni».
Il patentino?
«SÌ. L'abilitazione
scientifica
nazionale
permette di
selezionare con
una commissione
sorteggiata le
persone che
potranno poi
prender parte ai
concorsi nelle
singole università. Il
meccanismo è in fase di
rodaggio, tuttavia a mio
parere è un buon
compromesso, evitando che
il singolo ateneo possa
assumere per concorso
persone del tutto
squalificate» .
Come valuta, lei da Pavia, il
fatto che ci siano regole in
vigore che sembrano
scritte per danneggiare il
Mezzogiorno?
«Non so se sia a un piano, o
semplice cinismo. Qui al
Nord c'è chi crede che il Sud
sia un ramo secco e che di
fronte a una crisi
l'importante sia salvare se
stessi. lo la chiamo
"sindrome della zattera"».
Sarebbe?
«È la tentazione a
trasformare in cibo i
compagni di sventura per
{lrovare a sopravvivere. Lo si
e capito con i cosiddetti
punti organico. Di fronte a
un tetto molto severo, il 20%,
c'è chi si è visto assegnare
una quota più elevata ai
danni di altri e in fondo ha
pensato: meglio cosÌ».
m.e.
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«Qui
068391
al Nord
c'èchi
pensa
cheil Sud
sia solo
rami secchi»
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Quotidiano
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IL~MA.TTINO
Foglio
10-11-2013
15
1 /3
I
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,,-""'-
La carica dei 1558:
i professori anziani
eterni per sentenza
La Consulta cancella il pensionamento a 70 anni
TI ministro dell'Istruzione
invita i docenti a non chiedere
il prolungamento del servizio
Marco Esposito
È un tappo con 1558 teste. I 1558 sono i pro-
fessori universitari con età onnai prossima
al pensionamento - hanno 68 o 69 anni - e
che potrebbero chiedere di rimanere in carica oltre il limite dei 70 anni, creando un
sostanzioso tappo alla possibilità di assunzione e di avanzamento di carriera di tutti
gli altri. Ecco perché il ministro dell'Is~­
zione Maria Chiara Carrozza ha aperto il
fronte del «tiro al settantenne», auspicando che i prof anziani siano «generosi e onesti».
Un semplice appello, perché il ministro
non può obbligare nessuno ad andare in
pensione visto che la Corte Costituzionale
ha cassato con un tratto di penna la legge
voluta nel 20 10 da Maria Stella Gelmini che
prevedeva appunto la inderogabili~à del. li ~
mite dei 70 anni. «In un momento In CUI Cl
sono tanti giovani vincitori di concorso che
aspettano di entrare in ruolo - ha detto ieri
il ministro al Festival dell'intelligenza collettiva organizzato a Firenze dalla Cna - il
blocco del tum over ha veramente provocato dei danni enormi, all'università e alla ricerca, e penso che ne possa provocare ancora. Mi auguro - ha sottolineato - che riusciremo a tornare indietro e a eliminare
questo blocco parziale. Chi ha 70 anni deve
fare un passo indietro e generosamente lasciare spazio ai più giovani». Per Carrozza
«ci sono persone che non andrarmo in pensione perché non arriveranno mai a 40 anni di contributi e perché non hanno avuto
le stesse opportunità. La classe dei professori italiani - ha concluso - è troppo avanti
con l'età. Non si dovrebbero rottamare ma
dovrebbero andare in pensione».
I problemi nascono, come spesso inIta-
lia, per il sovrapporsi di leggi e sentenze
con il risultato che manca un riferimento
complessivo omogeneo. Larifonna Gelmini del 201 Otoglieva molte risorse all'Università ma, per non bloccare del tutto gli atenei, prevedeva l'uscita obbligatoria di professori e ricercatori universitari a 70 anni,
cancellando l'opzione che consentiva di restare in cattedra per un biennio. E infatti
grazie al blocco della Gelmini oggi i professori anziani sono pochissimi: appena 53 in
tutta Italia hanno 70 anni d'età e 26 superano
quella soglia.
Ma la scorsa primavera la Corte Costituzionale ha giudicato illegittimo il prowedimento
della Gelmini sostenendo che «senza dubbio
rientra
nella
discrezionalità dellegislatore l'obiettivo di favorire il ricambio generazionale nell' ambito
dell'istruzione universitaria», tuttavia il
perseguimento di questo obiettivo deve essere bilanciato con l'esigenza «dimantenere in servizio - peraltro per un arco di tempo limitato - docenti in grado di dare un
positivo contributo per la particolare esperienza professionale acquisita in determinati o specifici settori ed in funzione dell' efficiente andamento dei servizi».
I 1558 professori anziani - 786 di 69 anni
e 772 di 68 anni - quindi possono chieder~
di prolungare il servizio per un biennio. E
vero che la domanda va accolta dal singolo
ateneo «in base alle proprie esigenze organizzative e funzionali»; tuttavia con il freno
al turn over scattato nel 2012 e ancora in
corso, ciascun ateneo sa che può rimpiazzare solo in parte il personale in uscita, peraltro con regole che nel 2013 hanno fatto
molto discutere visto che per la maggior
parte degli atenei del Sud il grado di rimpiazzo si è limitato al 7% contro il pur basso
20% stabilito per legge. N el2014 il tetto del
20% medio di sistema sale a150% ma ancora una volta ciò potrebbe tradursi in un
15-20% appenanegli atenei del Mezzogiorno e magari in un 200% e più nelle strutture
universitarie che operano in contesti economici più favorevoli. E allora - potrebbero ragionare in molte Università - meglio
tenere in carico dieci docenti settantenni
se al loro posto si possono assumere appena uno o due giovani.
La sentenza della Corte Costituzionale
che riapre la possibilità per i professori universitari di restare in cattedra è stata finnata da Franco Gallo, il presidente della Consulta, e da Alessandro Criscuolo, entrambi
peraltro classe 1937 e quindi consapevoli
che anche a 76 anni si può essere in grado
di svolgere al meglio detenninate attività.
Tuttavia nelle argomentazioni della sentenza, cui si arriva dopo il ricorso di cinque
professori nel Lazio e in Molise che avevano chiesto invano il prolungamento in servizio non si fa riferimento alla pioggia di
no~e che stanno rendendo complicato il
tum over nelle università e ci si limita a segnalare che «la disposizione di cui si tratta
interessa un settore professionale numericamente ristretto, perciò inidoneo a produrre significative ricadute sulla finanza
pubblica».
Come a dire che è giusto per lo Stato cercare di risparmiare ma per i professori universitari' essendo numericamente pochi,
si può fare un' eccezione. Peraltro - e su questo la Consulta non ha torto - il risparmio è
modesto visto che in ogni caso al prof devi
pagare la pensione e «lo stesso legislatore
ha ritenuto che il rinvio del collocamento a
riposo dei dipendenti pubblici sia funzionale alle misure di contenimento di tale
spesa». Insomma: largo ai settantenni. E
pazienza se l'età media dei docenti continua a salire e onnai ha superato quota 60
anni.
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I
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IL~MA.TTINO
-
Foglio
-
Gelmini
-
10-11-2013
15
2/3
Gallo
Il blocco nel 201 O
e oggi i prof «over 70»
sono appena 79
La riforma dell'Università del
ministro Maria Stella Gelmini
è contenuta nella legge 240
del 201 O. All'articolo 25 si
prevedeva per i professori e
per i ricercatori universitari
l'impossibilità di chiedere il
prolungamento in servizio,
risalente alla legge 503 del
1992 (articolo 16), valida per
tutti i dipendenti civili dello
Data
Pagina
Corte Costituzionale:
il tetto è in contrasto
con la libertà degli atenei
Stato. Erano fatte salve le
autorizzazioni che avevano
«già iniziato a produrre il loro
effetti". Con il blocco scattato
di fatto nel2011 oggi nelle
Università italiane sono in
servizio appena 79 «over 70"
su 29.000 docenti e associati
di ruolo. In 53 hanno
compiuto 70 anni e in 26
hanno un'età superiore.
Il presidente della Corte
Costituzionale Franco Gallo con
la sentenza numero 83 del2013
ha dich iarato l'illegittimità
costituzionale dell'articolo 25
della legge 240 del201 O. La
sentenza giudica l'articolo 25
«unadisciplinasbilanciatae
irrazionale» da bocciare per la
violazione dell'autonomia del
mondo universitario e per il
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Quotidiano
mancato rispetto degli articoli 3
e 97 della Costituzione. La
sentenza, oltre a sanare la
posizione d i cinque docenti
ricorrenti, riapre la possibilità per
i docenti universitari prossimi ai
70 anni di chiedere il
prolungamento del servizio per
dueanni.1 professori
potenzialmente interessati nel
prossimo biennio sono 1.558.
Carrozza
Appello ai docenti:
è da generosi e onesti
fare spazio ai giovani
Di fronte al rischio di un blocco
delle uscite dal mondo
universitario, il ministro
dell'Istruzione e dell'Università
Maria Chiara Carrozza ha
detto che a 70 anni i professori
universitari, «se fossero
generosi e onesti, dovrebbero
andare in pensione, e offrirsi di
fare gratuitamente seminari,
seguire laureandi, od offrire le
Ucaso
Cinque
ordinari
hanno vinto
il ricorso
per lavorare
altri
due anni
proprie biblioteche
all'università. Chi vuole
rimanere in ruolo oltre i 70 anni
offende la propria università e
offende i giovani. Sono sempre
stata per un pensionamento
rapido, magari non uguale per
tutti. Ma non si può tenere il
posto e pretendere di
rimanere, solo perché è un
diritto".
I iPif'lf 8iltzii,linii
;~ ~~;~~~~i:ij~l~ ~i.!! "~f!:~En~;:! ;l~!~~:~;·~!:~~!!~! f~~
068391
~!~i. l];;J n'i ~Ul i!~! !ii ~li~!E~Ei ki! !·Ei
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IL~MA.TTINO
L ega Nord
«Così
il recupero
dei fondi»
Foglio
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3/3
"La normaspiega Mario
Pittoni - può
essere inserita
nella legge di
Stabilità, da
domani
all'esame del
Senato».
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Data
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068391
"Le somme già
impegnate e
non ancora
pagate relative
agli anni
2011-2012-201
3 a valere sul
Fondo
ordinario per
gli enti e le
istituzioni di
ricerca» dello
stato di
previsione
della spesa del
ministero
dell'Istruzione,
dell'università
e della ricerca
relative al
progetto
bandiera
denominato
SuperB
Factory, sono
assegnate al
Fondo per
l'edilizia
universitaria
dello stesso
ministero e
attribuite alle
Università
statali con
decreto del
Ministro
secondo
criteri che
tengano conto
degli esiti della
Valutazione
della Qualità
della Ricerca
2004-2010». È
la soluzione
individuata
dalla Lega
Nord per
aggirare
l'ostacolo
tecnico che ha
impedito
l'assegnazionedi41
milioni,
previsti dal
decreto
Istruzione per
gli atenei su
base premiale.
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,
novue
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11
1
Carrozza ha proposto e intende destinare
alla premialità; mentre l'opposizione della
Ragioneria dello Stato rivela, una volta di
più, il vero vizio di fondo del caso italiano:
considerare le risorse per l'università come
una spesa anziché come un investimento, a
differenza di quanto avviene in tutti i Paesi
avanzati. Mettendo cosÌ a nudo il
paradosso di piangere sulla fuga dei
cervelli nel momento stesso in cui di fatto
. li si spinge ad andarsene.
Fondi alle università
L'errore
"dei tagli
lineari
continua
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DSole9]JJa)mrn
Settimanale
Rettore dell'Università di Padova
© R!PRODUZIONERISERVATA
di Giuseppe Zaccaria
'è
C
una voce che non figura nelle
statistiche del Pil, ma che pesa
in modo drammatico sulla voce
"uscite": negli ultimi quattro anni, il
numero di quanti fanno formazione e
ricerca nelle università italiane è diminuito
di lOmila unità. CosÌ ci siamo ridotti a 4
addetti alla ricerca ogni mille abitanti,
metà dei Paesi a noi più vicini, dalla
Francia alla Germania alla Gran Bretagna;
perfino alla Spagna. Una grave emorragia,
dovuta a un autentico salasso: negli ultimi
quattro anni, la dotazione del fondo di
finanziamento ordinario degli atenei si è
ridotta di circa l miliardo su un totale di 7;
il taglio annunciato per il 20 13, da solo,
pesa per 400 milioni, il4,s% in meno
rispetto all'anno precedente.
Elenco queste poche ma significative
cifre non per polemica, ma con l'amarezza
di chi è chiamato a guidare una delle
maggiori e più prestigiose università
italiane, appena premiata con il
riconoscimento di essere la migliore nella
ricerca, a seguito della severa indagine di
valutazione cui per la prima volta si sono
sottoposti i nostri atenei; un risultato
ottenuto grazie a un gravoso quanto
difficile impegno di tutte le componenti
accademiche, che ci ha consentito e ci
consente tuttora di presentare un bilancio
sanissimo, contemperando esigenze di
base come la didattica e i servizi agli
studenti con scelte strategiche e prioritarie
come la ricerca e l'internazionalizzazione.
Ai giovani ricercatori, in particolare,
garantiamo attraverso nostri fondi una
serie di iniziative di sostegno proiettate su
più annualità, con un impegno pari a circa
7 milioni l'anno. Ma è chiaro che questo
sforzo diventerà sempre più improbo se a
livello nazionale dovesse proseguire quella
politica di tagli lineari che era stata avviata
dal ministro Tremonti, e proseguita dal
governo Monti: in questo modo, infatti,
con una riduzione uguale per tutti si
penalizzano gli atenei migliori. Basterebbe
poco per porre almeno un piccolo rimedio
a ciò, con i 41 milioni che il ministro
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UNIVERSITÀ
Il ministro Carrozza
contro i prof over 70
«Vadano in pensione»
068391
ROMA - «A 70 anni i professori universitari,
se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, od offrire le proprie biblioteche all'università». Fuga dei cervelli e baronie universitarie al centro dei pensieri del Ministro dell'Istruzione
Maria Chiara Carrozza. Per il Ministro, «chi
vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani.
Sono sempre stata per un pensionamento
rapido, magari non uguale per tutti. Ma non
si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li
devono fare le persone che hanno 70 anni».
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Maria Chiara Carrozza
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nSole9]{l
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Avvia più facile per l'apprendistato
La formazione di base non va indicata nel piano e scenderà sotto 120 ore con le linee guida
Alessandro Rota Porta
l contratto di mestiere,
o più propriamente apprendistato professionalizzante, ha visto negli ultimi tempi diverse modifiche di rilievo. Novità introdotte con l'intento dichiarato di dare slancio a una formula che - nel tempo - è stata penalizzata dalla complessità gestionale della componente formativa e dal "rimpallo" di competenze
nell' erogazione della stessa.
Il tutto mentre, in tema di
alta formazione, il DI
10412013 ha in previsione la
creazione di percorsi formativi in sinergia tra scuola e imprese: segno che il cantiere
normativo su questo fronte
resta più che mai aperto.
Tornando al contratto di
mestiere - previsto dall'articol04 delDlgs 167/20n-l'ultima delle modifiche è quella
dettata dal decreto Iva-lavoro (articolo 2, Dl76/2013), che
ha puntato sulla semplificazione degli adempimenti a
esso correlati.
Un'analisi più approfondita fa comunque rilevare come il quadro regolatorio rimanga piuttosto complesso.
Secondo il comma 2
dell'articolo 2 appena citato,
entro lo scorso 30 settembre
la Conferenza Stato-Regioni
avrebbe dovuto adottare linee guida volte a semplificare l'apprendistato professionalizzante - anche in vista di
una disciplina più uniforme
sull'intero territorio nazionale - dell' offerta formativa pubblica regolata dal Testo unico
dell'apprendistato. In particolare, rispetto ai proflli formativi, il DI 76/2013 stabiliva il recepimento di queste tre disposizioni, in deroga allo stes-
so Dlgs 167/20n:
il piano formativo individuale è obbligatorio solo in
relazione alla formazione
per l'acquisizione delle
competenze tecnico-professionali e specialistiche;
la registrazione della formazione e della qualifica professionale, a fini contrattuali
eventualmente acquisita, è ef~
fettuata in un documento
avente i contenuti minimi del
modello di libretto formativo
del cittadino (Dm Lavoro del
lO ottobre 2005);
in caso di imprese multilocalizzate, la formazione
avviene nel rispetto della
disciplina della Regione
ove l'impresa ha la propria
sede legale.
Passato inutilmente il termine del30 settembre, prevedeva il Dl 76, avrebbero
trovato diretta applicazione
queste tre previsioni.
È bene ricordare che, secondo il Testo unico, la formazione nel contratto professionalizzante, svolta sotto la responsabilità dell'azienda, è integrata - nei limiti delle risorse armualmente disponibili - dall'offerta
formativa pubblica, interna
o esterna all'azienda, finalizzata all'acquisizione di competenze di base e trasversali,
per un monte complessivo
non superiore a 120 ore per la
durata del triennio.
Pur senza rispettare il termine del 30 settembre, lo
scorso 17 ottobre le Regioni
hanno adottato uno schema
di linee guida, sulla scorta
delle indicazioni del Dl 76.
Va subito precisato che le linee guida non sono ancora
pienamente operative, poiché sono state inviate al Governo e dovranno, quindi, essere definitivamente appro-
vate in Conferenza Stato-Regioni: questo passaggio dovrebbe essere esaustivo poiché - a differenza di quanto è
avvenuto, ad esempio, in materiadi tirocini - il Dl76/2013
ha conferito una valenza di
carattere normativo alle linee guida. Un punto,
quest'ultimo, che potrebbe
anche prestarsi a censure di
costituzionalità per compressione delle potestà regionali: ma, comunque vada, è
una questione che potrebbe
sorgere (ed essere risolta) in
tempi lunghi.
Allo stato attuale, salvo diversi orientamenti di prassi
che dovessero intervenire, si
ritiene che i datori di lavoro
possano comunque rifarsi alle "facilitazioni" del DI 76, in
attesa della completa formalizzazione delle linee guida.
Q!1indi, le assunzioni in apprendistato professionalizzante avvenute fin dallo ottobre scorso possono essere effettuate inserendo nel piano
formativo solo i profili inerenti la formazione per l'acquisizione delle competenze tecnico-professionali e
specialistiche.
La formazione di base massimo 120 ore per la durata del periodo formativo non deve più essere obbligatoriamente dettagliata nel
piano formativo, in cui troverarmo posto solo le indicazioni formative dei contratti collettivi nazionali. E non si deve più provvedere alla sua registrazione.
Q!1esto non significa, però,
che la formazione di base possa essere bypassata, poiché
l'obbligo di svolgimento è immutato. Lo ha confermato anche la circolare 35/2013 del ministero del Lavoro.
Peraltro, pur in assenza di
vincoli regionali in merito al-
la formazione di base, la mancata effettuazione è sanzionata se è prevista dal CcnI. Inoltre, il mancato assolvimento
della formazione potrebbe
prestare il fianco a contestazioni da parte del lavoratore
apprendista, volte a disconoscere il rapporto di apprendistato di mestiere.
Resta inteso che la mancata effettuazione della formazione di base non costituisce un inadempimento sanzionabile laddove l'offerta
formativa pubblica non sia
disponibile per via della
mancanza di adeguata coperturafinanziaria (circolare del Lavoro n. 5/2013).
Al contrario, dal momento in cui le linee guida saranno pienamente operative, si
potrà tenere conto di queste
ultime: lo schema adottato
lo scorso 17 ottobre si presenta interessante perché la
formazione di base (di norma 120 ore per l'intero periodo di apprendistato) è progressivamente ridotta a seconda del titolo di studio
posseduto dall'apprendista,
o qualora sia già stata effettuata in precedenti rapporti
di apprendistato.
Infatti, l'obbligo formativo "trasversale" potrà scendere fino a 40 ore in capo agli
apprendisti in possesso di
laurea, così come le diverse
durate "standard" dei percorsi formativi andranno a ridursi del numero di ore pari a
quelle dei moduli già completati in precedenti contratti di
apprendistato.
Inoltre, tale schema prevede anche la possibilità di effettuare la formazione di base direttamente in azienda,
se sono presenti "standard
minimi", così come di registrare il percorso formativo
in modo "semplificato".
R;<,fRVA-:-A
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)R;PRCJDlJI~ON[
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Il percorso
Le tappe per stipulare il contratto di apprendistato in modo corretto
• Fino al31 dicembre 2012 il
llI.1lm'm mll,~."imodl
,11'pll'ndisli che si potevano
assumere non doveva superare
ill00% dei lavoratori
specializzati e qualificati. Dal
2013 il rapporto è diventato di
3a2
• Sonoescluseleaziendecon
VlwlImli mdill('IKk11il,che
mantengono il rapporto di 100%
• Se l'azienda non occupa
neimpiega menoditre, può
assumere al massimo tre
apprendisti
• Per le Impj>('§c m't~iillw vale
sempre la legge 443/1985
• Dallo ottobre 2013,la
ibl'mll:llon~' I~ dt'lIa
• Le HI:,g:loni integrano la
formazione, nei limiti delle
risorse annualmente
disponibili, con un'offerta
formativa pubblica, interna o
esterna, finalizzata
all'acquisizione di competenzl
di base e trasversali per un
monte complessivo di non più
di 120 ore nel triennio
• Con l'attuazione delle
linecg1.dd'l individuate il 17
ottobre 2013 dalla Conferenza
Stato-Regioni, il monte ore
della formazione di base potrà
prevedere a bbatti menti delle
120 ore, su lla base del titolo di
studio dell'apprendista
• Contratto di lavoro e piano
formativo con I\mnu ~'l'IUll
• I h !!',1t li mHOlima del contratto
non inferiore ai sei mesi,
escluse le attività stagionali
• Divieto di 1'l'll'!huziolle a
cotti mo. Retribuzione fi no a
due livelli inferiori rispetto alla
categoria spettante, o
retribuzione in misura
percentuale, secondo le
previsioni dei Ccnl
• Presenza di un futol"!:- o di
un referente aziendale
• Divieto di n'{'I'SSO dal
contratto durante la
formazione senza giusta causa
o giustificato motivo
• Dall ° ottobre 2013, illlimlO
1()I'lUndvlI indlvidllnl~· è
obbligatorio solo in relazione
alla formazione per
l'acquisizione delle
competenze
tecnico-professionali e
specialistiche disciplinata dai
Ccnl: si può dunque omettere
il riferimento alla formazione
di base.
Il piano, redatto secondo le
previsioni dei Ccnl, indica: il
monte ore,la sede di
svolgimento ei profili,
l'avanzamento
dell'inquadramento, con il
livello iniziale e quello finale
• Aseconda dei datori di lavoro
varia così la ('ol11l'i!mzio1l{:
I il!,!> a carico della ditta:
con più di 9 addetti,10%;
fino a 9 addetti, primo anno
1,5% e secondo anno 3%, terzo
anno e successivi 10%;
con meno di 10 addetti, per gli
apprendisti assunti dallo
gennaio 2012 al31 dicembre
2016,1,61% peri primitre anni
e 10% in seguito
• Per la circolare Inps
128/2012 quest'ultimo sgravio
è concesso in conformità alla
disciplina comunitaria degli
aiuti de minimis (reg. Ce
1998/2006)
068391
professionale a fini
contrattuali è effettuata in un
docu mento avente i conten uti
minimi del modello di libretto
formativo del cittadino. Il
documento può essere
adottato secondo lo schema
individuato dal Dm 10
ottobre 2005, con
descrizione delle
informazioni personali e delle
competenze acquisite
• IlI1Um(~ro di. on.' di
formazione e i pmfili sono
individuati dai Ccnl
• Prima di assumere un
apprendista va verificato il
rispetto della dm.l~n"l!ll
La clausola si
applica alle aziende con
almeno 10 lavoratori e
subordina l'assunzione di
nuovi apprendisti alla
prosecuzione del rapporto di
lavoro, dopo l'apprendistato,
di almenoil50% di quelli
assunti dallo stesso datore
nei 36 mesi precedenti; la
percentuale è ridotta a130%
finoal17 luglio 2015
• Va verificata anche
l'eventuale fissazione di limiti
da parte dei CI.'nl
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t'OBIETnvo
Le modifiche introdotte
dal Governo puntano
a rendere più appetibile
un istituto finora
frenato dalla burocrazia
ATTENTI
A...
La nostra azienda è
interessata a procedere
all'assunzione di alcuni
giovani rico"endo
alla formulD
dell'apprendistato
professionaliuante.
Ci mancano, però, alcune
informazioni "sicure" a
.proposito, tra l'altro,
delle modalità
semplificate introdotte
FORMAZIONE
INTEGRATA
In attesa della piena
operatività delle linee guida
Stato-Regioni, la formazione
di tipo professionalizzante e
di mestiere, svolta sotto la
responsabilità dell'azienda,
è integrata - nei limiti delle
risorse annualmente
disponibili - dall'offerta
formativa pubblica, interna
o esterna all'azienda,
finalizzata all'acquisizione
di competenze di base e
trasversali per un monte
complessivo non superiore a
120 ore per la durata del
triennio e disciplinata dalle
singole Regioni.
Solo in assenza della loro
attivazione, il datore di
lavoro non potrà essere
ritenuto responsabile
dell'obbligo formativo in
questione. In queste ipotesi,
bisogna comunque
adempiere agli eventuali
adempimenti
amministrativi previsti dalla
Regione. In caso di
inadempimento scattano
le sanzioni previste
dall'articolo 7 del Dlgs
167/2011.
daldecre~legge
76/2013.
In particolare, per quanto
riguarda gli aspetti legati
alla formazione per
iTOcquisizione delle
competenze di base e
trasversali, vorremmo
sapere qual è"il monte ore
da rispettare e a quali
adempimenti è tenuto il
datore per non incorrere
in violazioni e sanzioni.
068391
P.P.-CHIETI
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Il
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1
I chiarimenti del ministero
Esenzione Inail
sotto i due giorni
di attività al mese
i lO giorni lavorativi nell'anno.
Questo parametro nùsurail carattere «accidentale» della
prestazione, la condizione che
esclude l'obbligo assicurativo
Inail per il familiare che presta
un'attività così limitata.
La sospensione dell'attività
dell'impresa si applica in seguito all'impiego di personale irregolare pari o superiore al 20%
del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro. Il fatto che per un dipendente venga meno l'obbligo di assicurazione contro gli 'infortuni, secondo le indicazioni della lettera circolare del 5 agosto, non
può in nessun caso aumentare
il rapporto tra il numero dei lavoratori irregolari e il totale
DOPPIO
I versamenti previdenziali
sono dovuti all'Inps
quando l'imp,egno
supera la soglia di 720 ore
nel corso dell'anno solare
dei lavoratori presenti. Se, prima dei chiarimenti forniti dal
ministero, il totale dei lavoratori era di 100 e il totale degli
irregolari era di 20, si verificava effettivamente una irregolarità. Se ora uno dei lavoratori
prima considerati irregolari,
non lo è più, perché ha lavorato soltanto un giorno nel mese
e meno di dieci giorni nell'anno, i presenti continuano a essere 100, ma gli irregolari sono
19, quindi !'impresa si colloca
sotto la soglia che fa scattare
l'irregolarità.
il~
'"",','",""'"''
R1PRO[;[;Z!ONF RI',f ~VATA
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APPROFONDIMENTO ONLINE
Le circolari del Lavoro
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Oltre al rapporto di natura subordinata, è frequentemente usata la collaborazione familiare, soprattutto nelle piccole imprese del commercio, dell'artigianato o dell'agricoltura.
Per questi settori, il ministero del Lavoro ha chiarito le regole contributive in due lettere circolari. Nella 10478 dellO
giugno 2013 sono indicati casi
in cui i familiari dell'imprenditore non sono tenuti a versare i
contributi previdenziali all'Inps. Il ministero ha individuato tre casi: il fanùliare collaboratore che lavora in altra
azienda a tempo pieno, il familiare pensionato (perché si assume, fino a prova contraria,
che il suo contributo lavorativo sia occasionale) e quello
del collaboratore occasionale.
Perché si abbia occasionalità
della prestazione, il familiare
deve svolgere attività lavorativa per un periodo inferiore a
720 ore nell'anno solare, che
rappresentano 90 giorni di 8
ore ciascuno. Il riferimento ai
90 giorni non è frutto del caso, ma è coerente con il comma 6-ter, articolo 21, del DI
269/2003, che stabilisce una
presunzione legale di prestazione gratuita occasionale del
familiare che sostituisce l'imprenditore artigiano. Questa
disposizione stabilisce che «è
fatto comunque obbligo dell'iscrizione all'assicurazione
obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali».
Sul fronte degli obblighi assicurativi con l'Inail, il ministero
ha fornito ulteriori precisazioni con la circolare 14184 del 5
agosto 2013. Il ministero chiarisce che scatta l'esenzione Inail
quando la persona coinvolta
nella collaborazione lavora 1-2
giorni al mese, senza superare
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nSole9]{l mmrn
Si allenta la stretta sulle indicizzazioni
R
euro). E, per reperire le risorse
necessarie, propongono di far
scattare il contributo di
solidarietà sulle pensioni elevate
(nella misura del 5% ) già a
90rnila euro anziché a 150rnila
come attualmente previsto dalla
"stabilità", e di farlo poi lievitare
con il crescere del reddito. Ma il
rafforzamento del contributo di
solidarietà non convince troppo
il Pdl. Che è d'accordo nel
rendere meno stringente il
blocco dell'indicizzazione
lasciandolo in versione integrale
solo per gli assegni oltre 6 volte il
minimo, ma vincolandolo ad un
limite anagrafico (ad esempio 68
anni di età) oltre il quale la
pensione non può essere toccata.
Convergenza possibile anche sul
salvataggio degli esodati. Il Pd
propone di destinare le risorse
rimaste inutilizzate Ci
salvaguardati sono risultati
inferiori a 146rnila stimati dal
governo) a chi rimarrà bloccato
ne12014. In salita la strada per
un' altra proposta Pd:
pensionamento possibile, ma
con penalizzazioni, per i
licenziati over 62.
M.Rog.
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GRADOOIPRlORITÀ
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endere meno pesante la
penalizzazione sulle
pensioni di importo più basso. È
uno dei pochi punti su cui esiste
già una convergenza tra Pd e Pdl.
E il via libera a un correttivo alla
legge di stabilità su questo fronte
può essere considerato quasi
certo. Anche perché lo stesso
governo starebbe valutando la
possibilità di allentare il blocco
dell'indicizzazione.
Le proposte di modifica
presentate in commissione
Bilancio a Senato però non
collimano del tutto. I
democratici puntano ad
attenuare la deindicizzazione
per le pensioni tra 4 e 6 volte il
minimo (ovvero sopra i 1.500
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Foglio
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COBBIEBE DELLA SEBA
Pagina
Aziende di Stato
Non svendiamo
i nostri gioielli
di RAFFAELE BONANNI
A PAGINA 13
Il dibattito
La lettera del segretario della Cisl Bonanni dopo l'editoriale di Alesina e Giavazzi sul «Corriere» a favore delle privatizzazioni. La replica dei due economisti
Che errore svendere
le aziende pubbliche:
sono i nostri gioielli
Bisogna colpire le rendite finanziarie
e ridurre l'esercito di dirigenti statali
~
Caro direttore,
il dibattito innescato dall'editoriale di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sulle privatizzazioni
ci ha riportato indietro nel tempo e precisamente ai primi di giugno del 1992 quando a
bordo del panfilo della famiglia reale inglese
<<Britannié1», in una riunione di esponenti della finanza internazionale e del mondo imprenditoriale italiano, si decise di vendere gran
parte delle aziende pubbliche (Iri, Ina e Imi)
per fare cassa, senza alcuna strategia industriale e senza alcun disegno di democrazia
econoriUca e di partecipazione dei lavoratori.
Fu, davvero, una occasione perduta perché
quelle aziende si sono disp~rse e hanno una
avuto una forte regressione sia sul mercato, sia
sul piano occupazionale.
Hanno ragione Alesina e Giavazzi quando
sostengono che bisogna abbattere il debito
pubblico, riducendo drasticamente la pressione fiscale, giunta ormai a livelli insostenibili per i lavoratori, i pensionati e le imprese.
Ma non è vendendo le poche aziende d'eccellenza a capitale pubblico che si risanano i
conti dello stato. Parliamo di grandi gruppi
industriali che operano sul piano internazionale, che fanno utili e distribuiscono dividendi persino superiori alloro valore di mercato.
Vogliamo distruggere questo patrimonio
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umano e professionale come è accaduto per le
telecomunicazioni o per gran parte del settore
agroalimentare italiano? Non è questa la strada giusta. Lo diciamo fin da ora con fermezza
al ministro dell'Economia, Saccomanni: la CisI si opporrà alla prospettiva di ulteriori privatizzazioni al buio, senza una discussione
seria con il sindacato sulle ricadute occupazionali, sulle garanzie degli investimenti e
sulla partecipazione dei lavoratori nei luoghi
alti della decisione imprenditoriale.
La ricchezza economica di un Paese va salvaguardata non dilapidata Questo è il compito di chi governa la cosa pubblica. Per abbassare le tasse, l'unica strada possibile è quella
di tagliare la spesa pubblica improduttiva. Si
cominci con il dismettere subito il patrimonio
immobiliare e demaniale che ammonta a circa 400 miliardi di euro. Chiudiamo tutti quegli enti inutili, le troppe società in house piene di debiti delle Regioni e quelle aziende
municipalizzate dove si annidano sprechi, rubèrie ed inefficienze. Mettiamo sul mercato le
micro aziende statali, regionali o comunali
mal gestite, lottizzate dai partiti e che non
fanno utili. n governo faccia subito un decreto, imponendo i costi standard a tutte le amministrazioni pubbliche, a tutte le Regioni,
agli enti locali, alla sanità. Riduciamo le consulenze e il numero esorbitante dei dirigenti
pubblici spesso strapagati, legati alla politica
e senza alcun controllo di merito. Anche noi
siamo contrari a ulteriori patrimoniali che ri del
destinatario,
non
068391
di RAFFAELE BONANNI*
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Pag. 63
Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
Foglio
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13
2/2
di pensare di vendere grandi aziende come
Eni, Enel, Finmeccanica o Poste che producono reddito, ricerca e innovazione. E se il governo ha davvero gli «attributi», come sostiene il presidente Letta, cominci da queste cose
e non dalla vecchia ed equivoca ricetta di
svendere i «gioielli di famiglia», ciò che fa
prestigio, ricchezza e benessere per il nostro
Paese.
* Segretario generale della Cis l
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schiano di ricadere solo sulle spalle della povera gente, come è accaduto con le eccessive
tasse sulle case. Ma un Paese civile non può
consentirsi di tassare la speculazione finanziaria al 20 per cento, meno del denaro «suda to», come avviene in tutta Europa. O di proteggere il gioco d'azzardo online e i videogiochi (che hanno un volume d'affari di 50 miliardi di euro) con una tassazione scandalosa
dallo 0,6 al 3% del fatturato. Cerchiamo di favorire gli investimenti esteri in Italia, invece
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Precedentenegatlvo
Nel giugno 1992 la cessione
dell'Ici e di altri grandi
patrimoni fu decisa per fare.
cassa, senza alcuna strategia
e senza coinvolgere i lavoratori
Lo scorso 5 novembre il
«Corriere» ha pubblicato
un editoriale di Alberto
Alesina e Francesco
Giavazzi a favore delle
privatizzazioni. Secondo i
due economisti, ciò che
impedisce ai governi di
abbassare le tasse non è
tanto il deficit, quanto il
debito. Destinato, senza
correzioni, ad aumentare.
Per invertime la crescita,
la strada sarebbe una
sola: ridurre lo spazio che
lo Stato occupa
nell'economia attraverso
le privatizzazioni. Nonché
la por complicata
dismissione di almeno
una parte del patrimonio
immobiliare pubblico.
All'analisi risponde, qui a
sinistra, il segretario
generale della Cisl,
Raffaele Bonanni. A
destra, la controreplica
dei due economisti
..
~~~------
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COBBIEBE DELLA SEBA
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09-11-2013
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1
Intervista «Le Regioni del Sud non siano egoiste sui fondi»
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I
Pagina
TrigiIia: un bonus occupazione
anche per i lavoratori over 50
TI ministro: abbiamo risorse per 4-5 miliardi
ROMA - «Ci sarà un nuovo intervento sul ché è meno presente quella faCoellonè territoriale Il minicuneo fiscale, utilizzeremo una parte dei fondi scia di aziende orientate alstro Carlo Trigilia: «Ci sarà un
europei che rischiamo di non spendere. Al l'export che non risentono della
nuovo intervento sul cuneo
momento si aggirano sui 415 miliardi di eu- crisi della domanda interna:
fiscale, utilizzeremo una parte
ro». Carlo Trigilia, ministro per la Cgesione oggi viene dal Sud meno del
dei fondi europei che rischiaterritoriale, ha in mano le chiavi dell'unica 12% dell'export italiano. E non
cassaforte che il governo può aprire senza dimentichiamo che soprattutto dal Mezzo- mo di non spendere»
mettere nuove tasse o tagliare le spese: i famo- giorno continuano ad emigrare giovanie lavosi fondi europei, in realtà finanziati dagli stes- ratori istruiti, le risorse migliori».
si Stati membri, boccata d'ossigeno per un1ta - . Se non sarà inserito nella legge di Stabililia senza fiato.
tà, per il nuovo bonus servirà un altro provMinistro, quei fondi saranno utilizzati vedimento. Si rischiano tempi lunghi.
per rafforzare il taglio del cuneo, cioè delle
<<Prima bisogna riprogrammare i fondi eutasse sul lavoro, previsto nella legge di Sta- ropei. Cosa non facile, le assicuro. nnostro sistema è molto consensuale, intervengono ambilità?
«Le regole di Bruxelles ci dicono che quei ministrazioni centrali e regionali e l'operaziofondi non possono essere utilizzati per il taglio ne è complessa anche quando si tratta di fondi
del.cu~eo i~ quanto tale, cioè pertut,ti i lavora- a rischi perché i titolari d lle risorse non
tono LI possIamo usare a patto che l'mtervento
o,
. e
..
.
produca occupazione aggiuntiva e porti all'as- guardano con ~,:ore a mIsure che lÌlm~o il
.
di l
..
....
. loro potere deCISIonale, come le decontribusunzlon~ . avoraton m condizloru di parti - zioni o il credito d'imposta per investimenti in
colare disa~~». . .
.
.
ricerca».
Ancora I gIOVanI al di sotto deI 29 anm?
li '
,
, '.
«No, possono essere anche lavoratori anzia _ Che fa, . tl~a di nu~o con le RegI~m,. •
ni espulsi dal processo produttivo o altre cate- (~,RegIOru hru;mo I loro proble~ ma il.ngorie in difficoltà, come le donne in condizio- schIO e ~he guardmo sol? a}la loro dimensIOni di particolare disagio».
~e specifi~~ perdendo di VIsta la valenza na~esto perché i risultati del bonus giova- zlonale. C e ~che un probleIna da porre alni non sono stati esaltanti?
l'Europa, pero».
«Npn sono insoddisfatto anche se so che Quale?
molti osservatori hanno criticato quello stru - «Non è ragionevole che le risorse che l'Italia
mento. Prima di giudicarlo bisogna dargli una aggiunge ai fondi europei come cofinanziaprospettiva temporale lunga e una dimensio- mento siano poi conteggiate ai fini del rapporne larga Anche per questo stiamo studiando to deficit;Pil. Quei soldi andrebbero comunque
l'intervento aggiuntivo sui lavoratori anziani». tenuti fuori dal deficit Altrimenti l'Europa, che
Quale sarebbe l'età minima per l'assun- per molti italiani era una grande promessa, rizione, 50 anni?
schia di trasformarsi in una piccola gabbia».
«Dna decisione non è stata ancora presa e
Lorenzo Salvia
non è detto che ci sia un'età precisa. ~ello
[email protected]
che conta, ai fini delle regole europee, è la Le regole
IO mrRODUZlONE R15ERVATA
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Lavoro e previdenza
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Per Bruxelles
risorse da usare
nelle situazioni
di disagio
l'età
lo
«Concentrare i
fondi sui
lavoratori più
anziani»
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condizione di disagio dovuta alla perdita del
lavoro».
L'intervento sarebbe concentrato sempre
nel Mezzogiorno?
«Soprattutto il Mezzogiorno ma non solo.
La maggior parte dei fondi europei a rischio riguardano Campania, Sicilia, Calabria. Ma si
potrebbero aggiungere risorse anche dal piano azione coesione, altri 10 miliardi, anche
questi in parte da riprogrammare».
Resta il fatto che, già come per il bonus
giovani, parliamo soprattutto
di Sud.
«Ed è giusto perché è lì che la
crisi colpisce più forte per una
serie di motivi. Ad esempio per-
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Corrie.onomia
Diario sindafalp
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a cura di Enrico Marro
Cottarelli, sindacati a rapporto sulla mobilità
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In discussione i vincoli nel pubblico. Cgil, Cisl e Uil incontrano anche i partiti sulla legge di Stabilità
elle piazze e in Parlamento. Per Cgil. Cisl e
Cii questa è la settimana di mobilitazione per modificare la legge di Stabilità. Lo
sciopero generale di 4 ore articolato sul territorio si svolgerà
nei prossimi giorni, mentre
partiranno oggi gli incontri
con i capigruppo dei pélltiti. I
segretali generali Susanna Camusso (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti (l'il)
vedranno questa mattina a]]e
9,30 Sinistra e libertà, alle 11 il
Partito democratico e, nel pomeriggio alle 16 Fratelli d'Italia. I tre leader sindacali non
hanno proprio le stesse sensibilità su come andrebbe cambiata la manovra. Camusso, per
esempio, è abbastanza isolata
nella sua insistenza per nuove
forme di prelievo patlimoniale. Ma sono ovviéllnente d'accordo sul falto che più soldi
debbano andare ai lavoratori
dipendenti, attraverso un rafforzamento del taglio del cuneo fiscale, e ai pensionati, ri-
pristinando la perequazione larmente i segretari generali.
piena degli assegni al cosio del- Bonanni insiste da settimane
la vita, magali reintroducendo sui tagli alla spesa pubblica
improdulliva: dalle dismissioanche forme flessibili di penni del patrimonio immobiliasionamento anticipato. E al go
re al taglio delle consulenze,
verno che chiede dove trovare
dall'introduzione immediata
le risorse per finanziare queste
dei costi standaTd a tutti i lioperazioni il sindacato, in parvelli alla riduzione deUe staticolare Cisl e Fii, replicano
zioni appaltanti
proponendo una sfilza di tagli
(<<:jOmila è
ai costi della politica e della
un numemacchina statale a tutti i livelro
assurdo»),
dal
taglio
delle
li, senza toccare i dipendenti
pubblici ovviamenle, già ulte- migliaia di aziende municipariOlwente penalizzati dalla pro- lizzate alla revisione di concessioni e convenzioni, mentre è
roga del blocco delle retribu
contrario a nuove privatizzazioni.
Mollo interessato ad aprire zioni di aziende come Eni,
un dialogo con le tre confede- Enel, Finmeccanica e Poste dorazioni si è mostrato ii nuovo ve, tra l'altro, il sindacato è ansupercommissario per la spen- cora molto forte. La Uil di Anding rl'eiett', Carlo Cottarelli, geletti ha preparato da tempo
un dossier sui risparmi che si
che la scorsa settimana
potrebbero ottenere snellendo
ha chiamato infor
le istituzioni e i tagliando i comalmente i tre leader sindaca- sti della politica.
li per concordare con loro un
l\1a è probabile che Cottarelinconlro. È probabile che già li sia più interessato a capire le
questa settimana l'ex dirigente disponibilità del sindacato a radel Fondo monetario interna- gionare di come si può lisparzionale cominci a vedere singo- miare sui dipendenti pubblici,
non tanto in termini di retribuzioni, che sono già bloccate da
anni, ma di uso più efficiente
delle risorse, spostando il personale da dove non serve a dove c'è necessità. Un'operazione
che finora non è riuscita a nessuno. Qualche risparmio si potrebbe ottenere anche tagliando ancora i permessi sindacali,
già ridotti negli ultimi anni.
Ma anche qui è prevedibile
che, se l'argomento dovesse venir fuoli, Coltéll'elli si troverebbe di fronte a forti resistenze.
La legge di Stabilità contiene qualche misura che tocca
marginalmente il sindacato in
maniera diretta, come la proroga per un triennio ancora degli
adeguamenti all'inflazione dei
compensi ai Caf per l'assistenza fiscale e un taglio dell'aliquota di finanziamento dei patronali dallo 0,226 allo 0,2%
del monte contributi Insp e
lnail. Cgil, Cisl e eil sperano
ovviamente in una marcia indietro in Parlamento. Ma con
poche speranze.
\,. R:PflODUZIONf RISE:.RVATA
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Carlo
Cottarelli
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Stretta I lavoratori autonomi senza cassa pagheranno il 28,8%
Le partite !va
di nuovo sotto il torchio
Aumenta di un punto raliquota contributiva per gli
iscritti alla gestione separata, già colpiti dalla crisi
__
da sole il 27% del loro reddito, più quella della gestione separata è
di ogni altro contribuente autono- una delle poche casse attive. E
- ---- - - - - ------ - - mo.
non è un caso che l'Inps sia favorel nodo è anivato al pettine.
«Abbiamo incontrato il vicemito si sapeva, era noto il ri- nistro all'Economia Slefano Fassi- vole all'aumento dell'aliquota.
schio, ma nessuno si è fatto
Del resto la gran parte dei lavoraavanti per fermare l'aumen- na - spiega Emiliana Alessan- tori a partita Iva non sono andati
to della pressione contIibutiva. Se drucci, presidente del Coordina- in pensione. Di fatto noi paghianon accadrà nulla di nuovo, dal mento libere associazioni profes- mo la cassa integrazione e le penprimo gennaio il popolo della par- sionali -. t'obiettivo è quello di sioni di altri».
tite Iva (circa 1 milione e 700 mila bloccare l'aumento già dalla legge
persone) vedrà la sua aliquota di stabilità per poi procedere a un
Inps salire di un punto, passando cambiamento strutturale della riIntanto già da un paio d'anni
da 27,800 al 28,8%.
forma Fomero. Non bisogna di- continua a calare il gettito delle
menticare che se quella riforma partita Iva, solo effetto della crisi?
dovesse andare avanti, portereb- «Per niente - - affer~na il presiUn giro di vite molto pesante be all'incr~dibile ali~uo.ta del :33':0 dente del Colap -. E inevitabile
per la gran parte di loro, soprattut- nel 2018. ~,cco perche bIsogna agl- che i lavoratori autonomi cerchi-to perché la pensione è destinata re e farlo m frella».
no di difendersi: c'è chi lo fa ricoril blocco dell'aumento conLribu- rendo al sommerso, c'è chi sta fugad arrivare tardi e sarà magra. E
così è scattata la protesta dei lavo- livo per le sole 200 mila partite gendo dalla gestione separata, c'è
ratori autonomi che versano alla Iva esclusive richiederebbe una persino chi sta cercando nuove
gestione separata dell'Inps.
copertura economica di circa 29 collocazioni previdenziali. Per
Il nucleo più esposto ai contrac- milì?ni di euro. «Cna cifra non ec- esempio la cassa del commercio
colpi dell'aumento sono le partite c~sslva - fa .notare Ale~sandruc­ ha un'aliquota di circa il 3,5% più
Iva individuali «esclusive» (colo- Cl - . QuestI lavoratorI pagano bassa e sono in tanti quelli che cerro che versano solo alla gestione 7~:~ I~lìoni ?ì contribuli.e que,i 29 cano degli stratagemmi per poterseparata e non sono in pensione). mlliom. eqUivalg?no a ~Irca 1190. si iscrivere. Pensate a cosa potrà
Circa 200 mila persone versano Non bIsogna dllnentlcare che accadere se le aliquotè continueDIISIDORO TROVATO
rire ancora di più i tentativi di fuoriuscita dalla contribuzione pubblica con evidenti danni a tutto il
sistema previdenziale».
Il Colap insieme ad altre associazioni come Acta, Consulta del
lavoro professionale Cgil, Confassociazioni, Agenquadri, Alta partecipazione ha firmato un appello in
cui si chiede di bloccare l'aumento: «sarebbe, politicamente e materialmente, un gesto importante
cii giustizia sociale e di attenzione
verso lavoratori e lavoratrici altamente professionalizzali che contribuiscono all' equilibrio del sistema Inps (con oltre un miliardo di
contributi versati ogni anno), che
non hanno compensi equi. Parliamo di lavoratori e lavoratrici che
stanno prevalentemente fuori dai
fenomeni di evasione fiscale, con
scarsissime protezioni sociali e
che, in questi anni di crisi, non
hanno beneficiato di alcun ammortizzatore sociale».
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raIlliO a salire così come è previsto. t'aumento porterebbe a favo-
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la Repubblica
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1 /3
Tutti contro la legge di stabilità
imprese deluse, sindacati in sciopero
Letta: no all'Imu, tassa sulle banche
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Epifani: manca l'anima. Alfano:privatizzare le spiagge
ROMA- Fuochi incrociati sulla Legge di stabilità e sugli oltre
tremila emendamenti che incombono sul dibattito in aula:
si p arte conIa settimana di scioperi messa in cantiere da Cgil,
Cisle Uile-passandoperimalumori delle imprese e delle
banche - si arriva allo scontro
politico fraPd e Pdl sulla proposta di mettere in vendita anche
le spiagge.
Il testo
. in discussione non
P iaceeinodistannovenendoal
pettine: da oggi entra nel vivo la
protesta unitaria dei sindacati
confederali, che fino a venerdì
organizzerannosututtoilterritorio e in tutti i settori quattro
ore di sciopero e mobilitazioni
varie. Le tre sigle chiedono una
revisione radicale della Legge e
dei carichi fiscali che pesano
sui lavoratori e pensionati e
propongono misure contro gli
sprechi e i costi della politica.
Ma il dissenso serpeggia anche nella maggioranza parlamentare ed è visibile dall' esorbitantequantitàdegliemendamenti presentati. «La Legge va
nella direzione giusta-ha dettoilsegretariodelPdGuglielmo
Epifani - ma bisogna migliorarla,s~rveuI?-'anill!a ..Mancal.a
p~rolam,:estl.mentl,.sl~P~?bhCI c~e 'pnv~tl e, nel hmltl del
pOSSIbile, bIsogna abb.assare le
tasse sul lavoro e sulle Imprese.
Si può fare poco? Ma intanto si
parta, nel giro di tre anni facciamo quest'operazione».
Stesse richieste di modifica,
ma da un punto di vista diame-
tralmente opposto, anche dal
Pdl:«Bisognariscrivereiltestoa
tutela del ceto medio, unico
possibile motore di ripresa» ha
sintetizzato la senatrice Bemini.
La questione c~e pi,ù sta a
cuore alla destra, SI sa, e quella
d:lleta~sesull~casaesullaques~iOne il prem!er ~etta ha nbadltoladetermmazlonea«mantenere la parola data». Le coperture per la seconda rata «saranno tr?va~e - h a d etto - e
s.ar.ann.omdlca.te. ~ttravers? ~tlClpl s.ulle a,ttlVi. ta. fin
larle,
b ancarle e d aSSIcuraziOne».
Anticipi su Ires e Irap che potrebbero salire al 116-120 per
cento: una proposta che ha subito fatto subito esplodere la
protesta del fronte bancario.
«Continuare a penalizzare le
banche è un grave errore, soprattutto alla vigilia degli esami
in vista dell'Unione bancaria
europea» ha detto il presidente
dell'AbiAntonio Patuelli.
Quanto alle imprese Confindustriaalmomentofrenailgiud
ull
d
bil"
.
izio s a Legge i Sta lta e SI
dice in posizione di attesa: «Siamo preoccupati, ci sono tanti
emendamenti e non possiamo
esprimerci» ha preferito commentare il leader dell'associazione Giorgio Squinzi, ma uno
studio del Met non rasserena
l'attesa degli industriali. La società di ricerca avverte infatti
che dal 2002 al20 12 gli aiuti alle
.
.
Imprese sono crollati del 62,6
p~r.cen~o, passando da 6 a 2,2
mdtardl...
.
Polemlc~e m creSCita anche
attorno all emen?am~nto del
Pdl che propone dlfare cassa (la
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Lavoro e previdenza
arlZ.
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stima è di 4-5 miliardi di euro)
privatizzando le parti di spiaggiaoccupatedaglistabilimenti,
allungando la durata delle concessioni e aumentando i canoni.IlbottaerispostaèfraEpifani e Alfano. «Ci sono beni pubblici fondamentali come le
spiagge che é bene tenere nella
proprietàditutti»hadettoilleaderdeIPd.«SivedecheEpifani
è di sinistra e ha un rapporto
particolare conlaproprietàprivata-gliharispostoAlfanonon vogliamo vendere i bagnasciuga, ma le concessioni. SpeIO che quest' idea passi».
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Inuau.el'i della legge di stabilità pel' il 2014
ReperimM'dO :ri~o:rse
(in milioni di euro)
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Fonte: Elaborazioni Cer
UtililliltO risorse
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LE BANCHE
IL CROLLO DEGLI INCENTIVI
LA PROTESTA
Squinzi evita giudizi ma gli
aiuti alle imprese scendono
da 6 a 2,2 miliardi
Scioperi dei sindacati in
tutti i settori (nella foto
Susanna Camusso)
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L'Abi (in foto il presidente
Patuelli) è contraria agli
anticipi su Ires e Irap che
potrebbero salire al 120%
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LA STAMPA
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La carica delle partite Iva
contro l'aumento delle aliquote
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I professionisti della gestione separata denunciano iniquità, costi e abusi
tributiva dal 10% al 27,72% . Dal
primo gennaio 2014 scatterà
l'aumento di un altro punto al
28,72%, ma ciò che li terrorizza
è l'escalation sino al 33% nel
2018, quanto si paga per un lavoratore dipendente, a cui va
aggiunto lo 0,72% per maternità e malattia. Una crescita insostenibile, denunciano le associazioni che li rappresentano, dal momento che i fatturati
scendono e i pagamenti ritardano. I professionisti a partita
Iva sono anche indispettiti per
le disparità di trattamenti rispetto ad altre categorie. Artigiani e commercianti, per
esempio, pagano meno del
22%, mentre collaboratori a
progetto e lavoratori dipendenti pagano intorno al 9% (a
carico del lavoratore), quote
che vengono integrate dai rispettivi datori di lavoro, che
pagano dal 18% al 24%. A sostenere le buone ragioni delle
partite Iva sono alcune associazioni: Acta, Associazione
consulenti terziario avanzato,
e la stanno mettendo tutta per
fermare quella che considerano un'ingiustizia e un accanimento, anche se, dal momento
che la coperta è corta, è pro babile che saranno le vittime designate della scarsità di risorse e della mancanza di santi
protettori. Il Quinto stato, il
popolo delle partite Iva, professionisti, lavoratori della conoscenza e collaboratori vari
lanciano un appello contro
l'aumento de i contrihuti a loro
carico. Inseriti nélla gestione
separata Inps, hanno visto crescere negli anni l'aliquota con-
Consulta lavoro professionale
della Cgil, il Colap, Confassociazioni, Agenquadri, Alta
partecipazione, il Dipartimento democrazia economica della Uil. Acta ha lanciato una
campagna e invita inoltre tutte.
le associazioni firmatarie del'l'appello a collaborare alla raccolta delle firme avviata su
Change.org. Finora gli appelli
hanno incassato la solidarietà
di alcune forze politiche e di
alcuni membri del Governo,
ma la paura delle partite Iva è
quella di restare stritolate da
altri soggetti che hanno un
maggior potere di lobby e di
condizionamento nel cammino della legge di Stabjlità. Al
danno dell'aumento dei costi,
si aggiunge poi anche la beffa:
l'incremento del carico contributivo, che -assottiglia i magri
margini, avviene proprio nell'anno in cui una nuova legge
(la numero 4 del 2013) ha riconosciuto i professionisti non
regolamentati, che sono al di
fuori di albi e ordini; ma que-
sto riconoscimento, secondo il
parere emblematico di una
traduttrice dal francese e dall'inglese di testi finanziari,
"porterà solo a inserire una
frasetta in ogni fattura e nella
carta intestata, indicando che
sono una professionista di cui
alla nuova legge 4 del 2013". I
lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata dell'lnps
(grafici, designer, traduttori,
consulenti, formatori, inf6rmatici e altri) chiedono anche
di avere la stessa attenzione
che hanno i lavoratori dipendenti per i quali si prospetta la
riduzione del cuneo fiscale e
denunciano la presenza di un
elevato numero di partite Iva
fasulle (circa 400mila), nonostante la legge Fornero
(92/2012), inserendo requisiti
più stringenti, abbia cercato
di disboscarle. Senza grandi
risultati sino a questo momento, visto che dentro i vestiti di
un lavoratore a partita Iva si
nascondono spesso dei lavoratori dipendenti camuffati da
autonomi.
(W. P.l
L'escalation delle trattenute
Aliquote contributive delle partite Iva, gestione separata. In %
26,72 26,72 27,72 27,72
23,72 24,72 2 5 , 7 2 , >
1996
2005
I 2006 I 2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
I 2014
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Fonte: Inps
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Foglio
2/2
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CHI PAGA.DI PIU'
Aliquote contributive e ripartizione tra lavoratore e datore di lavoro
a carico del lavoratore
a carico del datore di lavoro
LAVORATORE DIPENDENTE
PARTITA IVA
CONTRATTO A PROGETTO
COMMERCIANTI
ARTIGIANI
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·'.:.e.n'time.tri - LA STAMPA
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1
Ma il landini della Fiom lo sa?
Vorrei segnalare un articolo del Financial Times di lunedì
scorso, dove si pronostica uno sviluppo straordinario dell'industria automobilistica in Spagna, un paese destinato forse
a diventare il secondo produttore dì automobili De dopo
la Germania. Passerei a Landini gli accordi che Ford ha
raggiunto con il sindacato spagnolo del settore.
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Vittorio Ariente· Verona
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19
1
Export e
•
•
comunIcaZIone
ricetta anti-crisi
per le aziende
Forum Wpp e The European House-Ambrosetti per trovare il ruancw di aziende e pubblicità
Venini a pago 19
Gli esempi? Lavazza negli Usa e le aggregazioni di pmi
Export e comunicazione anticrisi
lia, che prevede di concludere
DI
IRENE GREGUOLI VENINI l'anno con una crescita a
l'
internazionalizzazione dei marchi, pubblicizzando il made
in Italy oltre confine
in modo efficace, la multicanalità e la digitalizzazione come
elementi fondamentali delle
strategie di marketing, integrando le competenze delle
nuove generazioni: sono queste
le sfide che i brand e il mondo
della comunicazione devono
sa~r affrontare per rilanciarsi. È quanto. emerge dal forum,
organizzato a Milano da Wpp e
dalla società di consulenza The
European House--Ambrosetti,
intitolato «Il ruolo della comunicazione per la società del
domani».
Tutte riflessioni che si collocano in uno scenario difficile: in
cinque anni il valore del mercato della pubblicità in Italia si
è ridotto di un terzo, passando
da lO miliardi di euro nel 2007
a 6,8 miliardi nel 2013, che
dovrebbe chiudersi a -14%. «Il
mondo della comunicazione si
contrae, spingendoci a ripensare su quali principi ricostruire
strategie di continuità operativa per il futuro di questo paese.
Questo è uno dei motivi per cui
è nato, due anni fa,I'Advisory
Board Wpp, con cui abbiamo
voluto rimettere al centro il
concetto di professionalità»,
ha spiegato Massimo Costa,
country manager di Wpp Ita-
doppia cifra e un giro d'affari di 360 milioni di euro.
<<Alcuni passaggi delicatissimi che hanno affrontato
grandi aziende italiane
negli ultimi due anni
ci ricordano che la
competenza e la preparazione, in questo .
settore, sono importanti. E che la buona
comunicazione genera e
tutela il valore, mentre la
.cattiva lo distrugge in un
lampo».
Uno degli
elementi imprescindibili
.per lo sviluppo è l'internazionalizzazione, secondo
M\lrco Costaguta, presidente di
Ltp (società
di consulenza
alle imprese).
«Quanto all'export, l'Italia è
cresciuta del 4,2% nei primi
7 mesi del 2013, ma abbiamo
ampi spazi di miglioramento,
anche perché siamo ancora
abbastanza ancorati all'Europa>'. Per accelerare il processo
«è indispensabile aggregarsi e
focalizzare lo sforzo su pochi
paesi: abbiamo infatti una
struttura di imprese piccole e
la capacità di investire in nuo-
vi mercati è strutturalmente
minore; d'altro canto, le realtà medio-grandi non crescono
all'estero perché sono molto
disperse geograficamente».
Un marchio che sta seguendo la strada dell'internazionalizzazione è per esempio Lavazza. «Gli Usa sono il
primo mercato al mondo per ii-consumo di
cafiè: la nostra visione
è avere in questo paese un'azienda che vale
cinque volte quella
di oggi, rendendo il
Nord America il secondo mercato dopo
l'Italia» , ha detto
l'a.d. Antonio Baravalle. «Per raggiungere
questo obiettivo stiamo
facendo leva
sulla' partnership con
Gmcr, azienda leader nel
settore del
caffè e delle macchine
da caffè nel
mercato nordamericano,
entrando nel
segmento del
porzionato
con Il SIstema J:tIVO, una Inacchina co-branded che consente
di preparare il casa le bevande a base di espresso, che gli
americani consumano di solito fuori casa nei coffee shop".
Lavazza nel 2012 ha fatturato
1,3 miliardi di euro, di cui il
46% dovuto all'estero. «Altri
elementi strategici sono l'in -'
gresso nei segmenti di qualità
dell'Horeca, attraverso partnership con Eataly e il gruppo
Batali-Bastianich, e il lancio di
una gamma di nuove miscele a
filtro destinate ai supermercati
statunitensi e canadesi, sostenuto da una campagna pubblicitaria digitale e su stampa, il
tutto sfruttando un posizionamento costruito sull'italianità
e sulla storia del brand" .
Un altro tema dibattuto
al forum, cui ha partecipato
anche Susanna Camusso,
segretario generale della Cgil,
è la necessità di siglare un
nuovo patto per la crescita
dell'occupazione nel settore
della comunicazione, in modo
da contrastare il crescente
fenomeno della «obsolescenza
delle competenze», favorendo
l'ingresso nel mercato del lavoro di risorse giovani e con
capacità adeguate. Anche perchéuna delle sfide più forti da
affrontare è quella digitale. In
proposito Pietro Scott Jovane, a.d: di Res MediaGroup, ha
sottolineato che <,il gruppo sta
vivendo una fase di trasformazione significativa per .diventare una multimedia company,
in cui la qualità dei contenuti
sia accompagnata da una componente tecnologica rilevante,
rendendo ancora più scorrevole la strada del digitale che
abbiamo già imboccato".
068391
----© RiproduzwTU! riservata___w
Antonio Baravalle
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ItaliaOggi
Data
09-11-2013
Pagina
27
Foglio
1
I dati del Cerved sui pagamenti ,ai fornitori nel secondo trimestre 2013
:pmi, peggiora il rita~do
www.ecostampa.it
Quotidiano
Solo il Trentino sotto i 10 giorni oltre la dàta
DI BEATRICE MIGLIORINI
eggiora la situazione
per le piccole e medie
imprese. Nell'ultimo
anno, infatti, è aumentato di due giorni il tempo medio di ritardo nei pagamenti ai
fornitori a cui ha fatto seguito
un crollo del 2% nella presenza
di aziende puntuali nei pagamenti. Ad arginare i danni, restando sotto i tetto dei lO giorni'
di ritardo, solo le Pmi operanti
in Trentino Alto Adige, con 8,5
giorni di ritardo medio oltre la
data di scadenza pattuita con
i fornitori. Questi i dati emersi
P
dall'Osservatorio sui protesti
e i pagamenti delle imprese,
relativo al secondo trimestre
2013, reso noti, ieri, dal Cer~
vedo Nonostante l'aumento dei
ritardi delle pmi interessi tutto
il paese, resta sempre un fenomeno localizzato. Al centro-sud
rispetto al nord, i tempi medi di
ritardo sono, infatti più che triplicati, raggiungendo il culmine in Sicilia dove, nonostante la
stima media si attesti intorno
ai 36,9 giorni, si sono verificati
casi di pagamenti ben oltre i 60
giorni. Mediamente nel 2013,
nel mezzogiorno, le pmi accu-
mulano 29,8 giorni di ritardo
(in aumento rispetto al 26,6
del 2012), nel centro 23,4 (21,3
nel 2012);"nel nord ovest 16,6
(14,5 nel 2012) e nel nord est
13,2 (11,8 nel 2012). A livello
regionale, Trentino e Friuli Venezia Giulia si confermano le
regioni in cui le pmi pagano con
maggiore puntùalità i propri
fornitori: i giorni medi di ritardo si attestano, rispettivamente, a 8,5 e 11,7 e la presenza di
aziende in grave ritardo a 3,8%
e 4,7%. Viceversa, le aziende
più ritardatarie si trovano
nelle isole. In Sicilia, infatti, i
ritardi medi sono 36,9 giorni
(nel 15,9% dei casi i ritardi
sono di oltre due mesi), mentre
in Sardegna di 32,6 (nel 14,5%
dei casi in ritardo di più di 60
giorni). Per quanto riguarda,
infine, i settori in difficoltà, a
soccombere in nusura maggiore è il comparto dell'edilizia che
abbina la più alta presenza di
pmi in ritardo nella liquidazione delle fatture ai giorni medi
di ritardo più elevati, che si attestano intorno a 25,8. A ciò si
aggiunge il fatto che, in base a
quanto evidenziato dal Cerved,
il 10% delle pmi del comparto
edile sfora i termini pattuiti di
oltre due mesi.
---© Riproduzio"" riseroata-
l Giorni
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32,4
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Quotidiano
CONTRIBUTI &; BUFALE
Caro Renzi,
ecco le vere
Foglio
pensioni d'oro
di Nicola Porro
l tema delle pensioni non è
una novità, sta ritornando caldo. Grazie ad alcune giravolte
10-11-2013
1
1
di Matteo Renzi, caldissimo. Nel
2012 sono stati spesi 311 miliardi
di euro per prestazioni sociali: 255
miliardi per le pensioni e il resto
per l'assistenza in senso stretto.
Quasiil40percento di tutte lespese correnti dello Stato ( ... )
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il Giornale
Data
Pagina
segue a pagina 8
CARO RENZI, OCCHIO ALLE VERE PENSIONI «D'ORO»
dalla prima pagina
( ... ) italiano se nevain spesa previdenziale. Anche seilcalcolo nonètecnicamente corretto, confrontando le entra te per contributi sociali (cioè le ritenute fatte suilavoratori e datori) e le uscite per pagare gli assegni di quiescenza
si vede uno sbilancio di più di trenta
miliardi. Usciamo dai numeri altrimenti impazziamo.
E cerchiamo di svelare con semplici tà ciò che sta avvenendo. Per anni abbiamo promesso ai lavoratori pensioni che non ci saremmo potuti permettere. Il retropensiero era che aumentavano lavoratori e giovani (presto nuovi occupati) in grado di pagare i vecchi
che smettevano di lavorare. Ci siamo
trovati con indici di natalità bassi (meno giovani) e disoccupazione alta. Il
giocattolo si è dunque rotto. Dal 1995
in poi sono stati fatti più di una mezza
dozzina di interventi. Abbiamo dovuto spiegare a pensionati e lavoratori
che il sistema non avrebbe retto.
Il senso finale delle riforme fino a
qua fatte (a partire dalla madre di tutte, che è quella Dini) rende ilnostro sistema pensionistico tutto sommato
gestibile, poiché legai contributi versa-
ti durante la vita lavorativa all' assegno
previdenziale alla fine della stessa (sistema contributivo).
Nei prossimi dieci anni gli squilibri
ereditati dal passato si faranno sentire. I giovani di oggi invece quando andranno in pensione tra venti -trenta anni avranno assegni talmente decurtati
che daranno un sollievo alle casse pubbliche. Questa è la drammatica morsa
in cui ci troviamo. Perché allora abbia mo definito giravolte quelle di Matteo
Renzi?Il sindaco di Firenze e candidato alla guida del Pd ha giustamente riproposto iltemadiunamaggiore equità previdenziale. Ma equità nelle pensioni non vuoi dire necessariamente
redistribuzionedaipiùricchiaipiùpoveri. L'unico criterio corretto è quello
della correlazione tra contributi versati durante la vita lavorativa, aspettativa di vita (più anni sono pensionato
più costo alla collettività) e entità dell'assegno pensionistico. Da un punto
di vista puramente contabile 700 euro
di pensione al mese possono essere
più costose per le casse dello Stato di
7mila euro: tutto dipende da quanti
contributi sono stati versati nel primo
e nel secondo caso. Mi spiego meglio
(inrealtàDavideSerral'haspiegato bene a Renzi). Non stiamo certo dicendo
di tagliare le pensioni ai più poveri.
Stiamo solo dicendo, riferendo ci a
Renzi, che tagliare lepensioniaicosiddetti ricchi non sempre è giusto dal
punto di vista contributivo.
Seun'operazionedimaggioretassazione sulle cosiddette pensioni d'oro
si vuole fare, non la si giustifichi con
l'equità previdenziale-attuariale, ma
conia volontà di tassarei piùricchieredistribuire il reddito di socialista memoria.
Il dramma del nostro sistema previdenziale, ereditato dal passato, è dimostrato da una ricerca di alcuni anni
fa realizzata per conto dell'Inps daStefano Patriarca. Un lavoratore che nel
2010 fosse andato in pensione con
2.031 euro al mese (media delle liquidazionilnps peri trattamenti di anzi anità) avrebbe in realtà dovuto prendere non più di 1.050 euretti (calcolando
i contributi versati e rivalutati al generoso tasso del 9,5 per cento l'anno).
«La differenza - scrive Patriarca - è comesefossepagataconle entrate deiparasubordinati, degli immigrati, dai
contributi di coloro che non arriveranno ad avere la pensione previdenziale
anche se hanno pagato i contributi, e
con i trasferimenti dello Stato. I 2.031
euro sarebbero equi e corrispondenti
ai contributi pagati andando in pensione a 75 anni».
Nicola Porro
068391
SHOWMAN
Il sindaco
di Firenze
e candidato
alla
segrete ria Pd
Matleo Renzi
giovedì alla
trasm issione
«Servizio
Pubblico»
si è scontrato
con un
pensionato
livornese
riproducibile.
Lavoro e previdenza
Pag. 76
rUnità
Data
11-11-2013
Pagina
4
Foglio
1
«Rimborso Imu, il governo non deve prenderei in giro»
Virginio Merola
ora è stata versata solo la prima rata
Imu relativa al 2012. Siamo preoccupati
perché si crea un buco di bilancio, è una
situazione insostenibile. Per noi
quell'adeguamento vale 20 milioni».
redditi oltre i 75mila euro: non era un
grande sacrificio. Il governo ha preso
questa decisione, ne prendiamo atto.
Ma non può scaricarla su di noi».
La coperta delle risorse è corta. Il Tesoro
Il ministro Delrio osservava che l'aggiornamento al 2013 va fatto solo a chi ha deciso
l'aumento dell'aliquota Imu prima della
soppressione della tassa...
sta facendo i salti mortali per trovare le coperture.
«Noi abbiamo approvato il bilancio a giugno, quindi non credo che questo distinguo ci riguardi. Calcolare il rimborso sul
2012 però è iniquo: perché i municipi
che hanno aumentato quest'anno devono essere penalizzati?».
Quanto è difficile redigere il bilancio con
ANDREA BONZI
BOLOGNA
queste incertezze?
Scenderà in piazza venerdì, partecipando allo sciopero contro la Legge di stabilità deciso da Cgil, Cisl e Uil, il sindaco
Virginio Merola: «Mi hanno invitato, ci
andrò. Non la ritengo una mobilitazione
preventiva, visto che proprio ora inizia
in Parlamento la battaglia degli emendamenti». Ma già giovedì, alla riunione
dell'Anci, il primo cittadino di Bologna
metterà sul tavolo una sorta di ultimatum al governo: «O rispetta i patti sulla
copertura dell'Imu, con le aliquote aggiornate al 2013, oppure ci ribelleremo.
Non possiamo accettare una presa in giro dei cittadini e delle amministrazioni».
«Molto. Applicare i bilanci preventivi a
giugno significa bloccare le attività della
città: l'asfaltatura delle strade, la manutenzione e il "grosso" dei servizi subiscono gravi ritardi. Figuriamoci poi per i Comuni che hanno rinviato a novembre. In
due anni e mezzo noi abbiamo dovuto
rinunciare a 150 milioni. I trasferimenti
statali, su un bilancio di 580 milioni, ammontano a solo 6 milioni, siamo al 98%
autosufficienti. È l'occasione per una vera autonomia fiscale, ma bisogna farla
seriamente».
Quali alternative avrebbe palazzo D'Accursio per recuperare i soldi mancanti?
SindacoMerola,cosachiedeteall'esecuti- «Il rischio è quello di dover poi tagliare i
servizi sociali e quelli scolastici. O di alzavo?
re noi le tasse».
L'lmu prima casa bisognavaperforzacanceliarla?
«Questo governo nasce per necessità. È
chiaro che se si fosse applicata l'Imu ai
redditi più alti, si sarebbero evitati molti
problemi, visto che gran parte delle fasce basse era esentata. Di 4 miliardi di
gettito complessivo, 1,8 proveniva da
«Quando si parla di spendingreview bisogna farla davvero: non è possibile che
vengano penalizzate le amministrazioni
più dotate di servizi, è una logica perversa. I tecnici comincino a distinguere tra
chi spende bene e chi spreca. Se si fa una
media di tutto, è finita».
Le "larghe intese" difficilmente favoriscono scelte drastiche sui tagli alla Pa, storicamente poco popolari dal punto di vista
elettorale. Non crede?
«Questo esecutivo fatica a prendere decisioni forti indispensabili per il Paese. Ragione di più per approvare questa Legge
di stabilità coi minori danni possibili, e
poi fare una riforma elettorale per tornare alle elezioni. Una stabilità che non risolve i problemi e mette solo delle pezze
non può reggere».
Lei ha firmato un appello con sindacati e
molte associazioni di categoria, dagli artigianiagli industriali,dai costruttori ai commercianti, chiedendo misure per la ripresa. Quali sono le priorità?
«I paletti sono tre. Il primo: la cancellazione dell'Imu non può diventare un aumento indiretto della pressione fiscale.
Il secondo: il cuneo fiscale per lavoratori
e imprese va ridotto con forza, servono
più soldi nelle tasche dei cittadini. Il terzo, l'allentamento del Patto di Stabilità
per far ripartire gli investimenti: il governo ha iniziato, ma un miliardo a livello
nazionale non basta. Non chiediamo le
dimissioni di nessuno, ma che ci si metta
nelle condizioni per fare ripartire l'economia».
068391
«Il rimborso della seconda rata Imu deve essere completo, cioè deve essere aggiornato alle aliquote del 2013. Ci sono
molti Comuni, come Bologna, che hanno ritoccato la tassazione sulla casa nel
giugno scorso, mentre nel 2012 non
l'avevano fatto. Questo comporta un ammanco calcolato dall'Anci in circa 500
milioni di euro a livello nazionale. Per
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10-11-2013
7
1
Pd: prelievo sugli assegni d'oro per pensioni più eque
LUIGINA VENTURELLI
MILANO
ulla legge di bilancio per il 2014
che la prossima settimana continuerà il suo percorso parlamentare pendono oltre tremila emendamenti dai contenuti ed obiettivi più diversi. Ma è facile rintracciare il filo rosso che lega gran parte delle seicento
proposte di modifica presentate dal
Partito democratico: la rivalutazione
delle pensioni più basse, per ridare fiato e potere d'acquisto ad una parte della popolazione italiana che in questi anni ha sofferto molti dei sacrifici imposti
dalle politiche di spending review senza mai ottenere alcun riconoscimento.
Secondo alcune stime, infatti, la categoria farà già risparmiare alle casse pubbliche tra il 2020 e il 2060 qualcosa come 300 miliardi di euro, per effetto del-
S
le diverse riforme previdenziali che si
sono succedute negli ultimi anni.
L'azione dei democratici si concentrerà dunque in tre direzioni: il ritorno
a una parziale indicizzazione per i trattamenti tra i 1.500 e i 3mila euro mensili, l'esenzione dalla riforma Fornero
per i lavoratori licenziati a 62 anni, e
l'ulteriore allargamento della platea degli esodati che potranno accedere alla
pensione secondo le vecchie regole.
Sul primo fronte, in particolare, si
punta a riagganciare il valore effettivo
delle pensioni al costo della vita. I trattamenti fino a 1.486 euro mensili sono
sempre stati esclusi dal blocco della rivalutazione automatica al tasso d'inflazione imposto dal governo Monti per
gli anni 2012 e 2013, e la legge di Stabilità presentata dall' esecutivo di Enrico
Letta non prevede sostanziali modifiche per gli anni dal 2014 al 2016.
I! Pd, invece, propone di tornare a
rivalutare parzialmente anche le pensioni fino a 3mila euro mensili - tecnicamente le pensioni tra quattro e sei
volte il minimo - grazie ad «un meccanismo più incisivo del contributo di solidarietà del 5% che parta da chi riceve
90mila euro annui», e non dai 150mila
euro previsti dal testo attuale, come ha
spiegato il senatore Giorgio Santini. A
questi pensionati più ricchi verrà trat..
..
tenuto un contnbuto crescente m mlsura del reddito: «Vogliamo recuperare in parte la deindicizzazione, perché
farlo del tutto avrebbe un onere troppo alto», pari a circa 800 milioni di euro.
I! secondo campo d'azione su cui si
muoverà il Pd è quello di tutelare le persone che perdono il lavoro in età avanzata, dai 62 anni in poi, e che, non fosse
per la recente riforma Fornero, potrebbero andare in pensione. Per questi lavoratori maturi, che nelle condizioni attuali del mercato possono sperare in
ben poche possibilità di reimpiego, si
propone l'esenzione dalle ultime norme previdenziali e l'accesso alla pensione calcolata sui contributi versati. «È
uno strumento che deve essere usato
con molta parsimonia, ma che può essere utile anche per ridurre la spesa per
gli ammortizzatori sociali» sottolineava Santini, ricordando i possibili risparmi per la cassa integrazione in deroga.
Infine, i democratici propongono di
«allargare maggiormente la platea» degli esodati che potrebbero andare in
pensione dall'anno prossimo ma che,
per ragioni interpretative, sono rimasti fuori dal numero dei salvaguardati.
Ad oggi si contano 140mila persone, a
cui la legge di Stabilità ne aggiungerà
6mila, e qualche altro migliaio potrebbe essere tutelato in caso di accoglimento dell'emendamento del Pd.
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Protesta di pensionati ~OTO INFOPHOTO
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I IL~'rl'1NO
Quotidiano
Cassa integrazione:
falso un sussidio su 4
e ora mancano i soldi
Una giungla di sprechi e clientelismo:
soltanto per il 2013 selVono 800 milioni
Una delle grandi bugie nazionali.
La cassa integrazione in deroga
esplode, trascinando in un gorgo
conti pubblici a rischio, tagli di tasse e aiuti ai ceti deboli rinviati per
mancanza di risorse, e gli italiani
continuano ad ascoltare, in sottofondo ai loro guai quotidiani, l'ennesima favola: il problema è lamancanza dei soldi. Non è vero, o meglio è vero solo in parte perché anche rispetto alla cassa integrazione
in deroga, come nella Sanità e nella
previdenza, i soldi pubblici, Stato e
Regioni con un unico cassiere, li
sprechiamo e li spendiamo male. A
conti fatti, nel 2013 questo strumento, nato per tamponare un'emergenza temporanea delle imprese in
crisi e dei lavoratori senza stipendio, costerà più di 5,3 miliardi euro (la sola abolizione dell'Imu vale 3,8 miliardi), una cifra che nel 2008
era di poco superiore al miliardo. L'esplosione, progressiva e fuori controllo,
è certo legata agli effetti
della Grande Crisi sul tessuto produttivo, ma purtroppo ci sono altri elementi che pesano e fanno
la differenza. Francesco
Boccia, presidente della
commissione Bilancio della Camera e deputato del
Pd molto vicno al premier
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del
561 milioni di euro, pari a più del
doppio di quello del Piemonte (212
milioni di euro). La corsa a questi
ammortizzatori sociali, in realtà, si
va traducendo, da anni, in una miscela esplosiva di emergenze reali,
che come tali andrebbero affrontate, con un assistenzialismo diventato cronico e alimentato da favori e
clientele politiche, sindacalismo
compiacente e complice del misfat to, imprenditori (veri e finti) spregiudicati, impotenza degli organi di
controllo, dei governi e dei parlamenti a fare pulizia. Tutta materia
sulla quale aleggia perfino la corruzione' che invece andrebbe accertatain sede penale. Edèin questo clima che in diversi casi, la cassa integrazione in deroga si è trasformata
in una sorta di stipendio garantito a
vita. I lavoratori delle Case Riunite
di Bari, è un esempio tra tanti, sono
in cassa integrazione dal 1990, da
più di un ventennio. Che senso ha
un aiuto di questo genere? Achigiova veramente? Non era meglio, e
meno costoso per lo Stato, accompagnare i lavoratori delle Case Riunite di Bari, magari attraverso una
riconversione professionale, verso
un nuovo posto di lavoro e sostenerli, innanzitutto sul piano economico, in questo percorso?
Ora, calcolano le Regioni, per arrivare a fine anno, servirebbero oltre 800 milioni. Ma se per
gli aiuti transitori, che poi
diventano definitivi, i soldi bisogna sempre e comunque trovarli, per altre
destinatario,
non
068391
Antonio Galdo
Enrico Letta, ha dichiarato
in Parlamento che almeno un cassintegrato in deroga su quattro è falso.
Un'affermazione cosÌ pesante e da un fonte cosÌ autorevole' avrebbe scatenato il putiferio, e invece finora è passata sotto silenzio. Eppure delle
due l'una: o Boccia dice il falso, e
allora ne dovrebbe rispondere, oppure ha ragione e il governo, il Parlamento, i partiti, il sindacato, ne dovrebbero prendere atto. Nell'interesse, innanzitutto, dei cassintegrati veri, di milioni di lavoratori onesti, dei giovani che cercano lavoro e
non hanno alcuna forma di sostegno da parte dello Stato. Di chi paga
il conto, insomma, di questo spreco
e di tanta disonestà, le famose bugie nazionali, nel non affrontarlo in
modo radicale e trasparente.
Andando a leggere i numeri everificando le storie sul campo, si scopre che la denuncia di Boccia ha sicuramente una sponda in alcuni
numeri che non tornano. In Calabria, per esempio, la spesa complessiva per cassa integrazione e mobilità in deroga arriva a più di 440 milioni di euro, e supera largamente
quella della Lombardia (372 milioni di euro) dove certo la densità di
aziende è molto più alta. E per non
scaricare tutta la colpa degli sprechi
e dell' assistenzialismo a buon mercato' se non delle autentiche truffe,
sulle spalle delle regioni meridionali, desta qualche sospetto il fatto
che il Veneto presenta un conto di
riproducibile.
Pag. 79
Quotidiano
Data
IL~MA.TTINO
Pagina
Foglio
Il
«Altre
risorse
in arrivo
cercheremo
di evitare
al massimo
i disagi»
re al minimo il disagio dei
lavoratori derivante dalle
numerose crisi aziendali»), prende tempo per
una riforma seria degli
ammortizzatori sociali, e
cerca giustamente un accordo politico e con le parti sociali. Speriamo
che faccia presto, perché intanto la
casa della cassa integrazione in deroga brucia, e rischia di trascinare
nelle fiamme anche i conti pubblici. E speriamo che trovi il modo,
con autorevolezza e responsabilità,
per superare innanzitutto il veto di
una parte del sindacato. Un veto sospetto perché la cassa integrazione
in deroga, con le sue assurdità e le
sue opacità, concede invece un potere chiaro e vincolante al sindacato: gli ammortizzatori non scattano
se non arriva la sua firma. E forse
questo spiega perché la riforma della cassa integrazione in deroga piace cosÌ poco.
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scelte in materia di ammortizzatori sociali, pensiamo al reddito minimo
o agli incentivi per la riqualificazione, i soldi non
ci sono mai. Mancano
all'appello. E il governo
Letta, che può contare sulla competenza del ministra del Lavoro, Enrico
Giovannini(cheharibadito ieri «l'impegno a fare
tutto il possibile per ridur-
11-11-2013
8
2/2
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La Cassa integrazione
33,8
Ordinaria
•
Il sommerso
44
Flai-Cgil: caporali
indiani ed egiziani
per 1OOmila a nero
_1_3~,~O___ln_d_er~Og~a____-5_S~,_7°_~__________~r--
Straordinaria
879,9
milioni di ore
+9,5 11/0
auta rizzate
nel 2013
•
-1
Fonte: Inps
I sussidi di disoccupazione
Domande presentate
nei primi nove mesi
Sono in gran parte indiani ed
egiziani i nuovi caporali del
lavoro nei campi. Per la Flai
Cgil sono 100.000, su un totale
di 400.000 lavoratori a nero, a
subire il loro ricatto.
Veccbie indennità
(lavoratori licenziati
o in mobilità)
Nuove indennità
2012
2013
(Aspi, mini Aspi
e altre)
ANSA 7i:.e.ntime.tri
068391
Fonte: Inps
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Quotidiano
10-11-2013
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IL~MA.TTINO
Data
Pagina
protesta
Sindacati, via alla mobilitazione: da domani 4 ore di sciopero
al via anche gli incontri tra i
segretari generali di Cgil, Cisl e
Uil, Susanna Camusso, Raffaele
Bonanni e Luigi Angeletti, ed i
capigruppo dei partiti,
nell'ambito proprio del percorso
di richiesta di modifiche alla legge
di stabilità che le organizzazioni
sindacali sostengono con le
quattro ore di sciopero articolato.
Il messaggio delle tre
organizzazioni è chiaro:
..Cambiare la legge di stabilità
2014. Dagli sprechi e dalle rendite
più risorse ai lavoratori e ai
pensionati», è infatti lo slogan del
Le critiche Susanna Camusso, leader volantino unitario.
della Cgil tra le bandiere della Cisl
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068391
Oltre alla discussione sugli
emendamenti alla manovra che si
terrà in Commissione, la
prossima settimana entrerà nel
vivo anche la mobilitazione
unitaria, promossa da Cgil Cisl
Uil. Infatti già a partire da domani
e fino al prossimo venerdì 15,
tutte le province italiane saranno
infatti interessate dallo sciopero
nazionale proclamato dai
sindacati confederali lo scorso 21
ottobre. Il programma, fatto di
quattro ore di sciopero,
coinvolgerà i lavoratori di tutti i
settori e si articolerà in base alle
modalità che sono state fissate a
livello territoriale. E intanto sono
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13
1
La protesta
Il presidente Inail
«Prestazion i
in calo per i tagli»
068391
"La riduzione delle disponibilità
economiche dell'lnail prevista
dal testo della legge di stabilità
all'esame del Parlamento rischia
di avere gravi ripercussioni sullo
svolgimento generale delle
attività dell'Istituto». A lanciare
l'allarme è il presidente del Civ
Inail, Francesco Rampi, che
sollecita una valutazione delle
criticità che dal 2014, qualora
fosse approvato l'attuale testo
del ddl numero 1120, peseranno
sulle attività di ricerca,
prevenzione, riabilitazione e
reinserimento sociale e
lavorativo.
"Possibile garantire -avvertesolo le prestazioni economiche
per gli assistiti. Solo pochi giorni
fa il Presidente della Repubblica
ha ribadito il suo autorevole
pensiero in merito al tema della
sicurezza e salute nei luoghi di
lavoro, evidenziando la
prioritaria esigenza di sviluppare
la cultura e le prassi della
prevenzione, al fine di ridurre gli
infortuni e le malattie
professionali».
"Proprio -sostiene- alla luce di
questo auspicio, che
condividiamo in modo pieno e
convinto, dobbiamo constatare
quanto sia concreto il pericolo
che l'Istituto in futuro, a fronte
della considerevole riduzione
delle risorse disponibili prevista
dalla legge di stabilità, possa
garantire ai propri assistiti
esclusivamente le prestazioni
economiche. Tutto questo
comporterà una significativa
contrazione delle attività di
ricerca e innovazione
tecnologica a supporto delle
politiche di prevenzione, del
sostegno economico alle
imprese che investono in
sicurezza e delle prestazioni di
carattere sanitario, finalizzate
alla riabilitazione e al
reinserimento sociale
lavorativo».
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Lavoro e previdenza
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Settimanale
nSole9]{l mmrn
PWS
24
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cc "
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09-11-2013
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25
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1
'"
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troppi, perfino in rapporto a
quel che succede negli Usa, dove
la presenza dello Stato è meno
marcata che in Europa e in Italia.
Galimberti
.
l
Lavoratori il1l %
dipendenti?
Niente
abit.anti
7,3
6,8
Ritaglio
Lavoro e previdenza
6,3
5,B
5,~3_ _ _ __
90-95
96·00
-
01-05
-
FOI,TE: ELAB, DI
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Ptus
06-12
13
-------
SU DATI
BEA, [STAT
068391
l processo di revisione della
spesa in corso in Italia non
potrà che riguardare anche
il costo deì lavoro. I dipendenti
della Pubblica amministrazione
costituiscono, dopo le
la voce di spesa più grossa del
conto della Pa. E, dato che sulle
pensioni in essere si può far
poco, il costo del lavoro dei
dipendenti pubblici costituisce
una inevitabile area di
Questi tagli sono
iniziati:
gli stipendi pubblici e le
indennità di vacanza
contrattua.le sono congelati,
mentre il blocco del turnover,
con qualche eccezione, continua
a $foltlre il personale. Dal 1990 al
2013 l'occupazione del settore
privato è aumentata, quella del
settore pubblico è diminuita.
Questo vale per la dinamica.
Ma bisogna guardare anche ai
livelli. J dipendenti pUbblici in
Italia sono tanti o sono pochi?
La vulgata tradizionale dice
che in Italia ci sono troppi
dipendenti pubblici. Le cifre,
tuttavia, smentiscono questa
leggenda metropolitana. Il
confronto internazionale non va
fatto guardando alla quota dei
pubblici rispetto al totale degli
occupati: sarebbe un confronto
falsato dato che in Italia
l'occupazione complessiva è
purtroppo bassa (soprattutto a
causa di una scarsa presenza
delle donne). Questo confronto
non ci direbbe se sono i
dipendenti pubblici a essere
troppi o i privati a essere troppo
pochi. Il confronto va fatto
rapportando il numero delle
unità di lavoro (cioè dipendenti
pubblici in equivalenti a tempo
pieno) a quelli che sono i loro
"clienti", cioè la popolazione.
Tale confronto (vedi grafico)
farebbe vedere come in Italia i
dipendenti non sono affatto
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nSole9]{l mmrn
Le vie della ripresa
Scarsa liquidit.'Ì.
Dichiarazion~ presentata e saldo omesso:
quando il comportamento è dettato dalla crisi
CONTRIBUENTI ED ERARIO
Data
10-11-2013
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2
Foglio
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Riscossione a vuoto
Più di un accertamento su tre è ignorato
dal destinatario e da SrI diventate «fantasma»
Iva non pagata, èrecord di denunce
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Quotidiano
Nei primi sei mesi casi allivello di tutto il 2010 - Mancati versamenti per 423 milioni
Giuseppe Pasquale
Con la crisi, aumentano i
mancati pagamenti delle tasse
per mancanza di liquidità. Gli ultimi dati della Guardia di finanza attestano che nel primo semestre 2013 sono stati scoperti casi
di Iva regolarmente dichiarata,
ma poi non versata, per 423 milioni. Sei mesi sono bastati per sfiorare il dato (428 milioni) registrato nell'intero 2012. La crisi sta accentuando le difficoltà di un sistema di riscossione che già prima si attivava spesso a vuoto,
verso contribuenti che già in partenza non versano il dovuto e si
organizzano per rendere infruttuosi i tentativi di recupero da
parte dell'amministrazione. In
questo senso, i dati della Corte
dei conti sono significativi.
Neiprimi sei mesi di quest'anno, la Guardia di finanza ha inoltrato 308 denunce per omesso
versamento Iva, quasi quante
ne aveva redatte in tutto il 2010
(318).Da quell'anno, i numeri sono in netto e continuo aumento
(si veda il grafico a destra). S'impennano anche le compensazioniindebite (Iva presunta a credito defalcata da quella a debito):
91 casi nel primo semestre, contro i 110 di tutto il 2010. Salgono
anche i casi di resistenza alla riscossione forzata (sottrazione
fraudolenta dei beni): da gennaio agiugno 2013 hanno riguardato un patrimonio di 415 milioni a
fronte dei 335 di tutto il 2012.
Andamenti che vanno di pari
passo con l'aggravarsi della crisi e che si accompagnano alle
stime della Cgia di Mestre, secondo cui dal 2008 allo scorso
giugno hanno cessato l'attività
400mila lavoratori autonomi.
Una perdita di posti che sulla categoria ha inciso per il 7,20/0, più
del doppio del 3,5% registrato
per i lavoratori dipendenti.
Comincia a evolversi anche
l'orientamento dei giudici, che talvolta riconosce lo stato dinecessità del contribuente rimasto senza
soldi. Male sanzioni previste dalla legge restano pesanti (si veda
l'articolo sotto).
I dati delle morosità si riferiscono a denunce di reato, quindi sono solo la punta dell'iceberg. La
nota di aggiornamento al Def
2013, presentata il 23 settembre
scorso, ha rivelato che sulla sola
Iva la morosità annua media, nel
periodo 2003-2009, è stata di 6 miliardi di euro. Il documento non
rende noto cos'è accaduto dopo,
anche sulle imposte dirette. Ma il
6 giugno il direttore dell'agenzia
delle Entrate, Attilio Befera, in
un'audizione alla Camera ha detto che dal 2012 c' èun aumento.
Hanno inciso anche le facilitazioni introdotte nel 2011 (il nuovo
articolo 3-bis del Dlgs 462/1997),
che consentono ai morosi l'accesso incondizionato alla futura rateazione (fino a cinque anni, se l'importo supera smila euro), con costi anlillinistrativi non esorbitanti (resta fermo il diritto alla sanzione ridotta). Così, pertalunetipologie di impresa, che avevano debiti
d'imposta, si è aperta una scorciatoia per bypassare l'impossibilità
di ottenere credito in banca.
Assai più insidiosa, è l'evasione da riscossione. Un'evasione organizzata, che non riguarda i pagamenti spontanei, ma gli accertamenti dell'àgenzia delle Entrate:
spesso il destinatario di un maxiaddebito, regolarmente notificato, lo "ignora", cioè non reagisce
né con un inizio di pagamento né
con un ricorso. Così l'atto diviene
definitivo, solo che - essendo inviato a una "testa di legno" - è destinato a generare solo scartoffie.
Non è un fatto raro, anzi ora
ha dimensioni di massa. Lo aveva segnalato due armi fa la Corte dei conti, con la deliberazio-
NONOSTANTE IL
ne 8/z011/G del 13 luglio 2011:
nel quinquennio 2006-2010,
quasi un euro ogni due accertatiera stato "ignorato" dai destinatari (si veda la tabella).
Il dato viene oggi incidentalmente confermato dalla Sezione
centrale di controllo della Corte
dei Conti (deliberazione
8/z013/G del 31 ottobre 2013).
Con riferimento ai soli accertamenti innescati dall'incrocio degli elenchi clientVfornitori (si veda la tabella), i giudici osservano
che la gran parte degli accertamenti (circa il 900/0) «non ha dato
luogo ad alcuna reazione del contribuente accertato e si tradurrà
in azioni esecutive affidate ad
Equitalia che, .., diyerranno quote inesigibili fra alcuni anni».
I protagonisti di questo tipo di
evasione raramente sono commercianti o artigiani. Sono piuttosto" criminali fiscali" organizzati,
che si nascondono dietro prestanome in società di capitali, fatte
durare non più di uno o due anni.
Il tempo necessario a risucchiarne tutta la liquidità resa possibile
dalle vendite esentasse, prima di
scomparire dopo aver spostato la
sede legale, magari in un paradiso
fiscale. Lasciando così che la Srl,
ormai ridotta a scatola vuota, faccia da schermo rispetto ai (vani)
tentativi futuri di recupero.
©RIP;;'OOUZIONERISERVATA
068391
Secondo i dati Gdf
aumentano anche i casi
di compensazione indebita
tra imposta (il credito
e quella a debito
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Quanto perde l'erario
MANCATI PAGAMENTI
Denunce della Guardia di finanza
EVASIONE DA RISCOSSIONE
Importi in miliardi di euro
Omesso versamento di ritenute certificate
(art. 10 bis)
Totale imposte
e sanzioni da
atti ignorati e
.. 138
2010
relativa %
sull'accertalo
···148
2011
·············200
2012
2013
(gen·giu)
··120
Omesso versamento Iva
(arpO ter)
··········318
2010
··············402
2011
37
519
2012
......
··100
308
(*) al netto degli atti annullati in autotutela; (**) gli importi definiti con accordo del contribuente sono di 104 milioni di maggiore imposta (il 2,5% della maggiore imposta
totale accertata), più 26 milioni circa per sanzioni ridotte (0,7% del totale sanzioni irrogate). Oltre tali importi, residua no solo i futuri incassi da contenziosi su atti impugnati
Fonte: elab. su dati Agenzia Entrate·Corte dei Conti, delib.ne B/2011/G del 13 luglio 2011 e delib.ne B/2013/G del 31 ottobre 2013
Morosità
,. In gergo fiscale, si ha morosità
quando il contribuente non paga
un tributo entro il termine
stabilito. In questi casi, la cifra da
pagare è già stabilita fra le parti
(fisco e contribuente) o da
tariffari di legge oè lo stesso
contribuente che, dopo conteggi
fatti nel modello Unico, stabilisce
quanto pagare (scrivendone
l'importo nell'apposito rigo di
dichiarazione). La morosità si
differenzia dall'evasione poiché
in quest'ultimo caso l'imposta da
pagare viene tenuta nascosta al
fisco, il quale, prima di poter
riscuotere, deve emette're un
accertamento
068391
I
12
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NEL20n BTP-JlUND A 575
--- --- - - ---'----,------------,--
Due anni di cure per lo spread malato
'D
ue anni fa lo spread BTpBund balzava in una sola seduta da 489 a 575 punti, mai così
in alto. Adesso, anche grazie a
politiche monetarie «diversamente» espansive operate da
Bce e Federal Reserve le tensio-
ni si sono stemperate e lo spread
è sceso a 239. Ma se la fInanza è
migliorata, l'economia reale sta
molto peggio di due anni fa. Propriomentre Bce e Fedsipreparano a imboccare strade diverse.
lops e Riolfi ,.
Due anni di cure Bee frenano lo spread
Ltro, Omt, taglio dei tassi: archiviato (per ora) l'incubo italiano dei rendimenti fuori controllo
Vito LOps
liardi di dollari. Analisti e gestori
concordano: il flusso di dollari
verso l'Europa sta continuando
anche in questo autunno.
Insomma, politiche monetarie diversamente espansive,
hanno aiutato i parametri fmanziari europei a riprendersi. Ma
adesso, quando ci si aspetta che
con il suo differente fuso orario
anche l'economia reale riparta,
quelle politiche monetarie sono
a un bivio. Giovedì la Bce ha tagliato i tassi allo 0,25% (minimo
storico per l'Eurozona) ma non
ha annunciato un nuovo piano
Ltro (cosa che si aspettavano gli
analisti) sorprendendo nel bene
e nel male gli investitori che ate
tendevano garanzie sulla nuova
liquidità. Mentre la Federal Reserve - che da febbraio vedrà la
staffetta al comando tra Ben Bernanke e Yanet Yellen - divide gli
operatori sull'avvio del tapering, il piano di riduzione degli
stimoli monetari. Venerdì, dopo la pubblicazione di dati sul lavoro migliori delle attese, le
aspettative perun avvio a gennaio anziché a marzo (scenarioprima scontato dai mercati) sono
cresciute. Tanto che sono partite le vendite sui Treasury e su altri bond governativi "core",
Bund tedeschi compresi. Hanno cambiato l'impostazione, fra
i vari, gli analisti di Jp Morgan.
Mala conta delle opinioni dimostra che il sentiment è frastagliato. Secondo un pane1 di 32 economisti intervistati da Bloomberg,
14 non hanno cambiato idea e si
aspettano una riduzione del piano di acquisti (nell'ordine di 15
miliardi al mese) a marzo, nove
puntano su gennaio mentre cinque attendono l'annuncio per il
Fomc (il consiglio operativo della F ederal Reserve) de117-18 dicembre. I quattro restanti credono che la Fed continuerà ad oliare i mercati all'attuale ritmo fino
ad aprile-giugno. Del resto, l'inflazione non preoccupa. Lo haricordato anche Larry SUUlffiers,
ex segretario al Tesoro e per alcune settimane dato favorito alla successione di Bernanke:
«Abbiamo fatto un sacco di
quantitative easing, e il tasso di
inflazione negli Stati Uniti non è
vistosamente più alto di quanto
non fosse prima di cominciare».
In pochi forse lo ricordano ma a
marzo de12009, quando gli Usa
lanciarono il primo piano di
quantitative easing, l'economia
statunitense scivolò in deflazione per la prima volta dal 1955. In
sei mesi l'economia ripartì e l'inflazione tornò in area 2% per poi
sfIorare il 4% nell'autunno del
2011. Oggi - dopo una montagna
di dollari riversata sul mercato
che ha contribuito al record storico di venerdì del Dow Jones a
15.761 punti e che come visto sta
favorendo anche la distensione
dello spread in Europa - l'inflazione è all'l,2%. La Bce, chiamata ora a fronteggiare i rischi di
deflazione nell'Eurozona, può
prendere appunti.
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068391
Sono passati due anni ma la
scottatura c'è ancora. Da quel 9
novembre 2011 - quando lo
spread tra BTp e Bund si impennò di quasi ~oo punti in una sola
giornata passando da 489 punti
base a 575 in tre ore e mezza -l'Italia è cambiata. Si parla ormai di
spread abitualmente anche al
bar o al supermercato. Questo,
nonostante adesso dal punto di
vista fInanziario le cose siano
sensibilmente migliorate dato
che lo spread viaggia a 239 punti,
i BoTa12 mesi pagano 600 punti
base in meno rispetto a quell'autunno e Piazza Affari da allora è
salita de125%. Per questo motivo
le aste in programma la prossima settimana (6,5 miliardi di
BoT a 12 mesi martedì, quando
esordirà sul secondario il BTp
Italia con un collocamento record da 22 miliardi, e 5,5 miliardi
traBTp e CcTeu mercoledì) non
dovrebbero rappresentare una
preoccupazione'sul fronte tassi.
Si continua però a parlare di
spread perché l'economia reale
sta da un'altra parte. Per il momento. N elz0l3 il Prodotto interno lordo dovrebbe perdere
1'1,8% dopo il-2,5% del 2012. Per il
2014 le stime dell'U e indicano un
+0,7% ma questo dato va ponderato statisticaniente con il fatto
che negli ultimi anni le previsioni sono state sempre al di sopra
dei fatti. Se poi osserviamo il tasso di disoccupazione - per quanto quello uffIciale sulla base delle
indicazioni dell'InternationalLabour organization consideri disoccupati solo quella parte della
forza lavoro che ha cercato un
impiego nelle ultime quattro settimane non contabilizzando scoraggiati e sottopagati - è pure peggiorato. Adesso siamo al 12,5%,
48 mesi fa eravamo al1'8,3%.
Ma allora perché spread e Borse hanno invertito rotta? La politica monetaria della Bce, mai così creativa come nella versione
guidata da Mario Draghi, accompagnata alla sponda della Federal Reserve, ha fatto la differenza. LaBce ha elargito tra il dicembre 2011 eil febbraio 2012 1.000 miliardi di euro in favore di800 banche (operazioni Ltro). E poi ha
lanciato a settembre 201210 scudo anti-spread, assicurando copertura illimitata sui titoli sotto
attacco speculativo per i Paesi
che avrebbero aderito al piano
Omt (Outright monetary transactions). Queste azioni hanno
ingrassato di titoli sovrani i bilanci delle banche, allontanato la
speculazione, e fatto scendere
gli spread e gli interessi sul debito per i Paesi della periferia
dell'Euro zona. Ma non ci sono
solo gli istituti europei a ricomprare Europa. N elz0l3 in particolare si sono visti anche nel Vecchio Continente gli effetti del terzo quantitative easing della Fed
(da 85 miliardi di dollari al mese). Secondo GoldrnanSachs nei
primi sei mesi dell'anno solo dai
fondi Usa sono arrivati verso le
piazze fInanziarie europee 65 mi-
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Il differenziale
Le aste della settimana
In arrivo nuovi collocamenti del Tesoro
per 12 miliardi tra BoT, BTp e CcTeu
Il9 novembre 2011 il divario tra Btp e Bund
balzò a 575 punti, ora viaggia a quota 239
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Quotidiano
Due anni dopo i19 novembre 2011, dall'esplosione dello spread alla graduale riduzione
Differenziale dei rendimenti dei titoli di Stato decennali rispetto al Bund.ln punti base
lIlml!I
~
2~12
2013
o
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O
9 NOVEMBRE
S DICEMBRE
21 DICEMBRE
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Parl.l'altacco
contro il debilo
sovrano dell'Italia:
lo .pread tocca
il massimo di 575
punti
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Promossa la
manovra "salvaItalia" varata il
giorno prima dal
Governo Monti:
il differenziale
croUa
MUti
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23 LUGLIO
i LM
La Banca cenlrale
europea lancia
la prima asta
di rifinanziamento
Uro per sostenere
gli istituti
continentali
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L'allarme spread
sale ai massimi,
i rendimenti
dei BTp tornano
ai livelli pre-Monti
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26 LUGLIO
6 SETTEMBRE
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Draghi:
"Faremo di tutto
per salvare l'Euro"
o
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Draghi:
pronti ad acquisti
"illimitati"
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9 SETTEMBRE
• •tlil;ji.1 -Si,
Lo spread scende
ai minimi
da agosto 2011
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L'incertezza
politica italiana
annulla il divario
tra BTp e Bo'hos:
è la prima volta
in 17 mesi
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22 OTTOBRE
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Lo spread cala
a 230 pUAti: è
il livello più basso
dall'S luglio 2011
650
600
Itillia
550
500
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400
350
300
250
200
L'andamento delle Borse
Il confronto
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Milano
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da inizio anno
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COBBIEBE DELLA SEBA
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Pensioni agganciate ai prezzi, sì di Letta
«Bisogna intervenire sull'indicizzazione». Adeguamento fino a 3 mila euro
ROMA - «L'indicizzazione va
portata fino al completamento».
Nonostante la platea popolare, le
telecamere sono quelle di Domenica In, il messaggio è forse un
po' criptico. Ma quella che arriva
dal presidente del consiglio Enrico Letta è di fatto la benedizione
all'intesa fra Pd e Pdl sulle pensioni' e cioè al ritorno dell'indicizzazione al 100%, vale a dire
l'adeguamento totale al costo della vita, per gli assegni fino a 3 mila euro lordi al mese. Lasciando il
blocco degli aumenti automatici
solo per le pensioni che superano
quella soglia
il disegno di legge di Stabilità,
approvato dal consiglio dei ministri a metà ottobre ed ora all'esame del Senato, va già in questa di.rezione. Ma per il momento è più
timido. Reintroduce sì l'indicizzazione, cancellata con il decreto
salva Italia pèr tutte le pensioni al
di sopra dei 1.500 euro lordi al
mese. Ma solo per gradi: la rivalu-
tazione sarebbe del 100% fino a
1.500 euro, ~19O",(, fino a 2 mila,
del 75% finai 2.500 e del 50% fino
a 3 mila Per poi azzerarsi una volta superata la fatidica soglia L'intesa Pd Pdl, a questo punto con
l'ok di Letta, prevede la rivalutazione completa per tutti gli assegni al di sotto dei 3 mila euro. il
punto, come sempre, è dove trovare le risorse. Ed è qui che la
questione si complica. il Pd propone di togliere qualcosa ai pensionati più ricchi, abbassando
l'asticella già fissata per il nuovo
contributo di solidarietà, la tassa
aggiuntiva che torna con una
nuova veste giuridica dopo la
bocciatura da parte della Corte
costituzionale. Scatterebbe non
più sopra 150 mila euro, come nel
testo uscito da Palazzo Chigi, ma
sopra 90 mila
il Pdl, invece, vorrebbe prendere i soldi da altri voci e infatti
conferma le sue proposte sulla
rottamazione delle cartelle esat-
toriali e sull'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie. Eil
presidente del consiglio? <<Intervenire sulle pensioni d'oro è un
fatto utile che va fatto, ma simbolico che porterà poco in caSSID>,
dice sempre su Rai uno. C'è sempre bisogno di una lettura ragionata, ma stavolta il messaggio è
più chiaro. Va bene il contributo
di solidarietà allargato proposto
dal Pd, è la posizione del governo,
ma senza esagerare. Perché prendere da lì tutti i soldi per far ripartire la rivalutazione delle pensioni più basse potrebbe spingere
troppo in basso l'asticella minima
e troppo in alto le aliquote, con
alti rischi di impopolarità.
Vale la pena di ricordare che le
pensioni Inps superiori ai 90 mila
euro lordi sono in tutta Italia appena 35 mila Anche se è vero che
la piramide del nostro sistema è
clamorosamente sbilanciata, come confermano una serie di dati
Istat, forse non a caso rilanciati
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Quotidiano
proprio ieri, alla vigilia della discussione in Senato. Il 5% degli
assegni più ricchi costa allo Stato
quasi quanto il 44% di quelli più
poveri. Con altri numeri: per le
861 mila persone che hanno un
assegno superiore ai 3 mila euro
lordi al mese la spesa complessiva è di 45 miliardi di euro l'anno.
Per i 7,3 milioni di pensionati che
si fermano invece al di sotto dei
mille euro al mese, sempre lordi,
l'esborso totale è di poco superiore: 51 miliardi di euro. Uno sbilanciamento che sembra sostenere un riequilibrio fra pensioni
basse e pensioni alte, sia con il
meccanismo della rivalutazioni
sia con il contributo di solidarietà. «Questa - dice in ogni caso
Letta - è la prima legge di Stabilità, da diversi anni, che non interviene sulla spesa pensionistica».
Resta da vedere cosa accadrà davvero in Parlamento.
Lorenzo Salvia
[email protected]
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ConfrontI
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Il 5% degli
assegni più ricchi
costa come il
44% più povero
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COBBIEBE DELLA SEBA
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L'indicizzazione delle pensioni
La differenza
La rincorsa all'inflazione
* Secondo le precedenti regole ripristinate dopo il congelamento 2012-2013
** Secondo le regole contenute nella Legge di Stabilità
Pensionati Inps e redditi pensionistlcl medi mensili
per area geografica
Eper classe d'importo
Anno 2011
Dati in euro
1.238
8,000,000
eura
6,000,000
4,000,000
1.193
2,000,000
da5G~a999
Nord
Centro
Mezzogiorno
fino a 499
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CORRIERE DELLA SERA
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Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
Nel 2013 la
pensione minima è
stata fissata a 495,43
euro al mese. Per un
totale di 6.440,59 euro
"
l'anno.
L'assegno viene
garantito in ogni caso a
chi, in base ai contributi
versati, non raggiunge il
cosidetto «minimo
vitale». Per questo lo
~tato, atfTaverso l'Inps,
mtegra l assegno mensile
con risorse proprie anche
se la somma non è
coperta dai contributi
versati nel corso degli
anni.
In Italia, in base alle
ultime statistiche
disponibili, i pensionati
al minimo sono circa 3, 5
milioni. Rappresentano
una delle fasce più deboli
della popolazione.
Foglio
11-11-2013
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Minimo
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, ., TI contributo di
. . solidarietà è la tassa
aggiuntiva che pesa su
quella parte delle pensioni
che supera una certa
soglia. Nel disegno di legge
di Stabilità scatta al di
sopra dei 150 mila euro
lordi l'anno. Ma, proprio
per finanziare
l'indicizzazione delle
pensione più basse,
l'asticella potrebbe essere
, abbassata a 90 mila euro
lordi con un'aliquota del
5% che salirebbe
progressivamente fino al
15%. TI contributo è stato
bocciato in passato dalla
Corte costituzionale perché
colpiva solo i pensionati.
Nella nuovaformulazione
il gettito non va allo Stato
ma ha l'obiettivo di
garantire la sostenibilità
del sistema pensionistico.
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@RiPRODUZIONERISERVATA
Indidzzazione
È la rivalutazione
dell'assegno, cioè
l'aumento automatico
che lo tiene agganciato al
"costo della vita. Con il
decreto Salva Italia, il
governo Monti aveva'
bloccato l'indicizzazione
per tutte le pensioni che
superano i 1.500 euro
lordi al mese. n disegno
di legge di Stabilità
approvato 20 giornifa
dal consiglio dei ministri
allenta questo blocco: la
rivalutazione è al 100%
per gli assegni fino a
1.500 euro lordi al mese,
a190% fino a 2 mila, al
75%fino a 2.500, al 50%
fino a 3 mila. Oltre
questa soglia non c'è.
L'accordo Pd-Pdl punta a
rivalutare al 100% tutti
gli assegni fino a 3 mila
euro.
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1
EUROZONA
Una tassa patrimoniale (temporanea)
può servire. Ma non basta
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Quotidiano
di KENNETH ROGOFF
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sarebbero enormi, innescando tutta una serie
di questioni e polemiche sull'equità
dell'imposizione. Per esempio, sarebbe molto
difficile attribuire un valore di mercato alle
piccole imprese familiari diffusissime nei Paesi
mediterranei.
Le tasse sul patrimonio che prendono di mira i
terreni e le strutture potrebbero considerarsi
esenti da tali preoccupazioni, mentre le
imposte di proprietà sono molto meno
frequenti al di fuori dei Paesi anglosassoni. In
teoria, tassare i beni immobili è meno soggetto
a distorsioni, mentre le tasse sulle strutture
ovviamente rischiano di scoraggiare sia le opere
di manutenzione che le nuove costruzioni.
Aquesto punto, che altro possono fare i Paesi
dell'Eurowna per aumentare i loro introiti sulla
scia della ripresa economica? La maggior parte
degli economisti vede con favore !'idea di
allargare la base imponibile - eliminando, per
esempio, detrazioni speciali e privilegi - in
modo da mantenere basse le aliquote. Allargare
la base del reddito imponibile è un elemento
centrale delle proposte Simpson-Bowles per
la riforma fiscale negli Stati Uniti.
In Europa, l'unificazione della percentuale lva
sarebbe un passo avanti verso una maggior
efficienza, anziché creare distorsioni con
diverse imposizioni fiscali per diversi beni. In
principio, le fasce di basso reddito potrebbero
essere compensate tramite l'erogazione di
sussidi monetari. Un'altra idea è quella di
ottenere nuovo gettito dalle quote o dalle tasse
sulle emissioni di C02. Reperire risorse
tassando le emissioni nocive riduce le
distorsioni, anziché crearle. Sebbene tali tasse
siano mostruosamente impopolari - forse
perché gli individui si rifiutano di ammettere
la rilevanza delle emissioni nocive da essi
prodotte - a mio avviso esse indicano una
direzione importante per le politiche future
(e proporrò nuove idee al riguardo).
Sfortunatamente, i paesi avanzati hanno attuato
pochissime riforme fiscali fondamentali fino ad
oggi. Molti governi si rassegnano ad aumentare
le aliquote anziché rivedere e semplificare il
sistema.
In Europa, si è fatto ricorso anche a una
tassazione sommersa, in particolare la
repressione finanziaria, per risolvere i problemi
di un drammatico indebitamento pubblico.
Tramite normative e direttive amministrative,
banche, società di assicurazioni e fondi
pensione sono stati costretti ad acquistare
quote molto più consistenti del debito pubblico
di quanto non avrebbero voluto. Si tràtta però di
un approccio assai poco lungimirante, in
ad
uso esclusivo
del
destinatario,
quanto i titolari finali di pensioni, contratti di
assicurazione e depositi bancari sono in ultima
analisi gli anziani e quella classe media già
gravemente tartassata.
Vi è inoltre la questione irrisolta di qllaI).to
dovrebbero realmente pagare i Paesi periferici
sul loro debito massiccio, a prescindere dallo
strumento di tassazione. Sebbene il FIDi sembri
particolarmente entusiasta sull'impiego della
patrimoniale per ripianare le eccedenze del
debito in Spagna e in Italia, pare ragionevole
condividere il fardello con i Paesi del Nord.
Come hanno fatto notare di recente gli
economisti Maurice Obstfeld e Galina Bale, le
banche francesi e tedesche hanno tratto ingenti
profitti dalla gestione dei flussi tra i
risparmiatori asiatici e la periferia dell'Europa.
Sfortunatamente, tutte le discussioni sulla
condivisione del debito non fanno altro che
rallentare i tempi, rischiando di erodere
l'efficacia di una qualsiasi patrimoniale quando
essa sarà finalmente varata.
Tuttavia, il FIDi ha ragione - in termini di
equità e di efficienza - a insistere su una
patrimoniale temporanea nei Paesi avanzati
per abbattere il debito pubblico. Ma quasi
certamente il gettito sarà inferiore, e ì costi più
elevati, di quanto non lascino presagire i calcoli
fatti per promuovere l'iniziativa. Una tassa
patrimoniale temporanea potrebbe essere
davvero una soluzione per i Paesi che oggi sono
in difficoltà, e occorre prendere seriamente in
considerazione questa idea. Ma questo tipo di
imposta non può sostituirsi alla necessità di
avviare una riforma fiscale complessiva e a
lungo raggio per instaurare un sistema di
tassazione più semplice, più equo e più
efficiente.
Professore di economia a Harvard
(Traduzione di Rita Baldassarre)
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i si chiede se sia compito dei Paesi
avanzati introdurre tasse patrimoniali
come mezzo per stabilizzare e ridurre il
debito pubblico nel medio termine. TI
Fondo monetario internazionale, solitamente conservatore, ha accolto l'idea con
grande entusiasmo. TI FIDi calcola che una tassa
unatantum del 10%, se introdotta rapidamente e
senza preavviso, potrebbe ricondurre molti Paesi europei a un rapporto di debito pubblico /Pil
simile ai tempi antecedenti la crisi. È un'idea affascinante.
L'argomentazione morale a favore di una tassa
patrimoniale appare oggi più convincente che
mai, con la disoccupazione ancora a livelli di
recessione, mentre le profonde disuguaglianze
economiche minacciano di lacerare il tessuto
sociale. E se fosse davvero possibile far sì che
questa tassa resti una tantum, essa potrebbe,
in principio, rivelarsi assai meno dannosa che
continuare a spingere verso l'alto le aliquote di
tassazione del reddito.
Sfortunatamente, se la patrimoniale sembra un
modo sicuro per aiutare un Paese a risalire la
china dell'abisso fiscale, essa non rappresenta
tuttavia la soluzione a tutti i mali. Tanto per
cominciare, il gettito fiscale della patrimoniale
una tantum potrebbe rivelarsi assai elusivo.
L'economista Barry Eichengreen ha esplorato
a suo tempo l'introduzione di imposte sul
capitale nel primo e nel secondo dopoguerra,
scoprendo che, a causa della fuga dei capitali e
delle pressioni politiche che spingevano verso
le dilazioni, i risultati erano spesso deludenti.
Neppure le armate della Guardia di Finanza
sarebbero capaci di bloccare l'esodo massiccio
della ricchezza, se gli italiani dovessero fiutare
l'arrivo di una pesante patrimoniale. La sovra e
sotto fatturazione nel commercio, per esempio,
è un metodo assodato per far sparlre i soldi dal
Paese. (per esempio, l'esportatore dichiara un
prezzo inferiore per le spedizioni estere e si
tiene il gruzzolo in contanti al sicuro in un
Paese straniero). Senza contare poi la corsa
all'oro, ai gioielli e ad altri beni difficili da
individuare. L'effetto deformante di una tassa
patrimoniale sarebbe inoltre esacerbato dalla
preoccupazione che l'una tantum rischia di
diventare un'imposizione abituale. Dopotutto,
la maggior parte delle tasse temporanee si
trasformano in brevissimo tempo in tasse
permanenti. TI timore di tasse patrimoniali
future potrebbe scoraggiare lo spirito
imprenditoriale e abbassare il tasso di
risparmio. Per di più, le difficoltà
amministrative nel mettere in piedi una tassa
patrimoniale davvero omnicomprensiva
non
riproducibile.
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Data
COBBIEBE DELLA SEBA
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Pensioni agganciate ai prezzi
Via ilblocco fino a quota 3.000
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Quotidiano
Accordo Pd-Pdl per alleggerire i tagli degli adeguamenti
Ma è scontro sulle coperture. L'ipotesi di un superprelievo
tervento graduale: la rivalutaROMA - L'unica certezza è zioni sarà al 100% fino a 1.500
che ci sarà un intervento per
rafforzare la rivalutazione euro, al 90% fino a 2 mila, al
delle pensioni, l'aumento au- 75% fino a 2.500 e al 50% fino
tomatico degli assegni per a 3 mila Oltre la soglia dei 3
adeguarli al costo della vita. mila euro, invece, il blocco reUna certezza relativa, perché sta Adesso il testo è all'esame
siamo nel regno degli emen- del Senato. Sia il Pd che il Pdl
damenti alla Legge di Stabili- propongono di allargare l'area
tà' con quel clima da assalto della rivalutazione al 100%
alla diligenza che sarà pure anche agli assegni che supeuna frase fatta ma, insomma, rano i 1.500 euro lordi. Le porende bene !'idea.
sizioni in realtà non coincidoEppure un segnale
no ma un'intesa è possibile.
arriverà perché il governo ha dato il suo
Dove prendere i soldi, però?
ok e sia il Pd che il Pdl
«La nostra proposta - dice
vogliono piantare la
Giorgio Santini, relatore per il
loro bandierina. L'acPd - è rafforzare il contribucordo, però, si ferma
to di solidarietà a carico delle
al titolo: su come inpensioni più alte». Nel testo
tervenire e su dove
uscito da Palazzo Cbigi il controvare i soldi le posizioni sono lontane. E, per capire tributo riguarda la quota che
supera i 150 mila euro lordi
quanto, serve un breve riasl'anno. L'idea del Pd è di absunto delle puntate precedenbassare la soglia a go mila con
ti.
un prelievo del 5% che poIl decreto salva Italia (governo Monti) aveva bloccato trebbe arrivare al 15% per gli
assegni più corposi. Ma dalla rivalutazione delle pensioni
l'altra parte delle larghe intese
al di sopra dei 1.500 euro lordi
al mese. Il disegno di legge di non ne vogliono sentire: «1
Stabilità approvato dal consi- contributi di solidarietà - diglio dei ministri 20 giorni fa ce il relatore. del Pdl Antonio
allenta quel blocco con un in-
D'Alì - sono già stati bocciati
dalla Corte costituzionale e rischiano solo di fare altri danni
anche ai conti dello Stato». Altro che abbassare la soglia a
go mila euro, insomma, i soldi
vanno trovati fuori dal sistema pen~ionistico: «Per noi aggiunge D'Alì -l'operazione va finanziata con la rottamazione delle cartelle esattoriali e, anche se non è la posizione ufficiale del partito, con
un ritocco della tassazione
sulle rendite finanziarie». E le
divergenze non finiscono qui.
Il Pdl propone anche di fissare
a 67 anni d'età una sorta di diga oltre la quale rendere la
pensione intoccabile: superata quella soglia, anche in caso
di assegno ricco, non ci sarebbe più né il contributo di solidarietà né il blocco della rivalutazione. Una clausola che
però trova perplesso il Pd perché ridurrebbe una platea già
limitata, i pensionati oltre i go
mila euro sono appena 35 mila, lasciando pochi spiccioli
da destinare alle pensioni più
basse.
. C'è poi un altro nodo da
sciogliere, con l'obiettivo di
di esodati, persone senza stipendio e senza pensione, da
dover poi salvare in un secondo momento. <<L'idea - dice
il relatore per il Pd, Santini è consentire a chi perde il lavoro dopo i 62 anni di età di
andare subito in pensione con
le vecchie regole accontentandosi di quello che ha maturato fmo a quel momento».
Un meccanismo che potrebbe
essere utilizzato da un numero limitato di persone, si ragiona intorno alle 40 mila
l'anno. E che non dovrebbe
avere un costo eccessivo perché se è vero che lo Stato pagherebbe subito la pensione
almeno risparmierebbe sulla
cassa inte~azione che ormai
ha dei costi non sostenibili.
Quella che arriva dal Pdl è una
prudente apertura: «Si può
ragionare - dice il relatore
D'Alì - ma a patto che sia garantita fino in fondo la piena
volontarietà del pensionamento e che il meccanismo
sia davvero non oneroso per
lo Stato». E nella lunga battaglia sugli emendamenti può
succedere di tutto.
.
Lorenzo Salvia
evitare che si creino altri casi
[email protected]
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la rivalutazkme
Allo studio l'allargamento
agli assegni
sopra i 1.500 euro
la rivalutazione al 100%
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I dossier
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Quanto pesa 1'1 rpef
~~~~-
Pensioni, S'allentamento del biotto
per adeguarle al tOsto della vita
i.triilidii.
Andamento delle addi:tlonali regionali
e comunali Irpef 2009-2013: costo medio pro capite
Viene allentato il blocco delle
rivalutazioni, cioè
dell'adeguamento
automatico degli assegni al
costo della vita, introdotto
due anni fa con il decreto
salva Italia. Sia il Pd che il Pdl
propongono di rafforzare gli
aumenti rispetto al testo
approvato dal governo
1
Cuneo fiscale. l'ipotesi di 200 euro
per chi guadagna fino a 28 mila euro
Viene tagliato il cuneo fiscale,
cioè il peso delle tasse sul
lavoro. L'intervento avrà
effetti sia sulle buste paga dei
dipendenti, sia sui contributi
pagati dalle imprese. L'idea è
di concentrare il taglio del
cuneo sui redditi più bassi in
modo da avere un effetto più
visibile
2
Addizionale
Comunale
IRPEF
gettito
valori
assoluti
8,5%
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Quotidiano
17,6%
$
Addizionale
Regionale
IRPEF
gettito
valori
assoluti
ì
2009
2010
2011
2012
1,1%
33,5%
Differenza %
2012-2013
Differenza %
2008-2013
Fonte: Servi.io politiche territDriali della Uii
la cancellazione della prima rata Imu
su tutte le abitazioni principali
Già cancellata la prima rata, il
governo si è impegnato a
cancellare anche la rata di
dicembre per l'lmu
sull'abitazione principale.
Resta da definire la copertura
con i 2.4 miliardi di euro che
dovrebbero arrivare dalle
banche e dal ritocco delle
tasse sulle rendite finanziarie
3
Il debutto della Trise (Tributo sui servili)
al posto dell'Imposta municipale
Trise è il nuovo tributo
comunale che dal 2014
sostituirà l'Imu sulla prima
casa e si aggiungerà all'lmu
per gli altri immobili. Sarà
diviso in due parti: la Tari, la
tassa sui rifiuti, e la Tasi, la
tassa sui servizi indivisibili. In
piccola parte sarà a carico
anche degli inquilini
4
Arrivano le risorse per le famiglie povere,
pronto un fondo spedale di welfare
Potrebbe essere avviata la
sperimentazione del Sia, il
sostegno per l'inclusione attiva,
per le famiglie più povere. Si
tratta di un aiuto (somma
variabile a seconda dei casi)
condizionato al rispetto di
obblighi come !'iscrizione
dei figli a scuola
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5
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Addizionali comunali Irpef anno 2012-2013:
la top ten delle città
Roma
Milano
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Addizionali regionali Irpef anno 2012-2013:
la top ten delle Regioni
Molise
o
184
184
184
184
375
352
184
184
184
Piemonte
375
352
363
Addi;donali regionali e comunali Irpef anno 2012-2013:
i costi medi pro capite, ecco dove si paga di più e di meno
651 ·651 651
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CORRIERE DELLA SERA
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