heritage-traditions-n-216

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heritage-traditions-n-216
H
ERITAGE
N. 2 GENNAIO 2017
& TRADITIONS
Rivista trimestrale web a distribuzione gratuita prodotta e diretta da Katia Ferri Melzi d’Eril www.katiaferri.com
foto di copertina: Bianca Hirata
Supplemento trimestrale di Commodity World Weekly Magazine - Anno I n.2 Registr.Tribunale di Pavia n.673 del 17/5/2007
Mostre 2017
DA KLIMT
A DALI’
Protagoniste
MARIA TERESA D’AUSTRIA
I SUOI PRIMI 300 ANNI
MATILDE DI CANOSSA
TRA I CASTELLI DELLA
GRANCONTESSA
ELISABETTA II
CORONA O DIADEMA?
UN TESORO SULLA TESTA
LUXURY
DE GRISOGONO
FRANCESCA
RIARIO SFORZA
“Io e Caterina”
WWW.KATIAFERRI.COM
Editoriale
G
razie. Bisogna ringraziare in tutto il mondo quelli che hanno contribuito fino ad oggi a titolo individuale, familiare, con gruppi di amici, associazioni, fondazioni e cral aziendali per il sostegno delle vittime del terremoto in Centro Italia, organizzando eventi, balli, mostre, spaghettate, concerti o semplicemente raccogliendo soldi e generi di conforto. Con l’arrivo del freddo, la sopravvivenza lì, per chi ha
deciso di non svernare altrove, ma sopravvivere in una baita prefabbricata vicina alle macerie della
propria casa, è comunque penosa. Per fare la spesa o andare in farmacia, ci sono poche auto. I bambini
fanno chilometri a piedi sotto la neve, pur di andare a scuola e non intristire tra le pareti domestiche.
Le storie di volontariato sono tantissime, impossibile raccontarle tutte. Alcune hanno da tempo l’onore
delle cronache. Brunello Cucinelli, imprenditore della moda umbro ha promesso di ricostruire a spese
proprie la cattedrale di San Benedetto di Norcia. L’Ordine di Malta, che è stato fra i primi a montare gli
ospedali da campo e le tende di prima accoglienza, ha ancora lì tanti volontari. L’Ambasciatore d’Italia
a Londra Pasquale Terracciano, non si ferma. Con il gala del 7 dicembre scorso, ha chiuso un’intensa
attività di raccolta fondi superando in un giorno ben un milione di euro. Gli ospiti d’onore della serata
sono stati l’attore Colin Firth e la consorte Livia, molto legati alle zone colpite dallo sciame sismico. I
contributi più significativi alla raccolta sono arrivati dalla Croce Rossa Britannica - presieduta da S.M.
la Regina Elisabetta che ha voluto contribuire anch’Ella personalmente – e da alcuni alti dirigenti della
Banca d’affari Goldman Sachs. Hanno inoltre dato generosamente anche Babcock International Group,
Barclays, British American Tobacco, Green Network, Hakuna Matata Charity, Investindustrial Advisors, King Digital Entertainment, Loockheed Martin, Mr. Edoardo Mercadante, Rolls Royce, Virgin
Group, Westfield. La cena e’ stata offerta dallo chef dell’Ambasciata d’Italia Danilo Cortellini, finalista
del programma televisivo Masterchef Professionals UK 2015. Tra i tanti che non hanno riempito le
pagine dei giornali, ma hanno regalato tanta speranza, il conte Claudio Savoldi Bellavitis di Milano,
(nella foto) che ha raccolto 66 mila euro con i suoi recital e li ha donati a 55
famiglie di Amatrice e dintorni, convertiti in buoni spesa per il supermercato più vicino. Anche noi di Heritage & Traditions contribuiremo presto
alla ricostruzione di una scuola primaria in un piccolo centro distrutto e
dimenticato dai media, collaborando con il Rotaract Roma Nord e l’associazione Arena Media Star all’organizzazione di una serata benefica. Nella
prossimo numero daremo tutti i dettagli dell’ evento, al quale è possibile
Il Conte Claudio Savoldi Bellavi- partecipare fin da subito. Chi fosse interessato a entrare nel team degli organizzatori, si faccia vivo sulla pagina Facebook di Heritage & Traditions.
tis canta al recital pro terremoto
HERITAGE & TRADITIONS anno I° n. 2, gennaio-marzo 2017 -Editore e Direttore responsabile: Katia Ferri Melzi d’Eril
Supplemento gratuito trimestrale del settimanale online Commodity World Weelkly - Registr. Tribunale di Pavia n.673
17/5/200 redazione: c/o Villa Melzi d’Eril, via Colombarone 13, Belgioioso PV - Italia
Contatti: [email protected], Facebook: heritage&traditions - Tutti i diritti riservati
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SOMMARIO
3/ EDITORIALE
di Katia Ferri Melzi d’Eril
GENNAIO-MARZO 2017
4/ SOMMARIO
gennaio/ marzo 2017
26-27/ TRADITIONS: CARNEVALE
A Venezia va in scena la festa
5-9/ TOP CHARITY EVENTS
28-29/ GOTHA ITALIA
Ospiti vip ai winter party da Milano a Roma
10-15/HERITAGE: FRANCESCA RIARIO
SFORZA AUTRICE DI “IO, CATERINA”
di Katia Ferri Melzi d’Eril
30-35/ TRADITIONS: ITINARI MATILDEI
Grand tour nel regno di Matilde di Canossa
16/ LEGGERE
Libri, annuari e riviste
37/ TEMPO LIBERO
Music, cars & food
17/ADSI (Dimore storiche), le news
I nuovi progetti 2017
37/ ASSOCASTELLI, le news
Il lancio del portale MyCastle.it
18-28/MARIA TERESA D’AUSTRIA
Gli eventi per il trecentenario della nascita
38-39/ GOTHA WORLD
I personaggi top dell’autunno 2017
24-25/MOSTRE
Esposizioni da non perdere nel 2017
40-41/ LUXURY
De Grisogono, il gioielliere dei re
4
42-46/HERITAGE: ELISABETH’S CROWNS
Un tesoro sulla testa: le corone della Regina
Top charity events
A destra: il primo walzer in bianco al Ballo dell’Austria Club di Milano. La prossima
edizione si terrà il 21 gennaio prossimo alla
Società del Giardino a Palazzo Spinola, a
pochi passi da Piazza San Babila a Milano.
Qui sopra, il picchetto delle Guardie d’Onore
del Pantheon che terrano la serata di gala il 14
gennaio all’Hotel Minerva di Roma.
Top charity events
14 gennaio
21 gennaio
ROMA
Il servizio di Guardia d’Onore alle Tombe dei Re
d’Italia, per il suo valore patriottico e simbolico,
vuole essere espressione di riconoscente ossequio
verso la Dinastia di Savoia, che ha guidato l’Italia
all’unità.
Il servizio di guardia alle Tombe reali è obbligatorio
per tutti i soci, tutti i giorni dell’anno. Il 14 gennaio
2017 all’ hotel Minerva, piazza della Minerva n. 69,
si terrà una magnifica cena di gala con la partecipazione degli associati e dei loro ospiti da tutta Italia.Quota di partecipazione: 70 euro.
Prenotazioni presso la segreteria della presidenza
(tel. 06/6793430, fax 06/69925484, [email protected]). Cravatta nera/abito scuro.
Per informazioni: Tel. 066793430 Fax 0669925484
e-mail: [email protected] guardiadonore@
tiscali.it
MILANO
L’Austria Italia Club, Con il patrocinio del Ministro per l’Europa, l’Integrazione e gli Affari Esteri
d’ Austria Sebastian Kur, del Sindaco di Vienna
Dr. Michael Häupl, dell’Ambasciatore d’Austria Dr.
René Pollitzere del Console Generale Dr. Wolfgang Spadinger, della Console Commerciale Frau
Mag. Gudrun Hager, organizza a Palazzo Spinola,
nelle Sale della Società del Giardino,Via San Paolo
10, alle ore 19.30 la 34° edizione del Gran Ballo
viennese “Wien Ball in Mailand 2017”. Orchestra
dal vivo, coreografia della Maestra Anikò Pusztai.
Omaggio della Città di Vienna per le signore, lotteria benefica. Il ballo è dedicato all’imperatrice Maria Teresa per celebrare 300 anni dalla sua nascita.
Quota di partecipazione: 170 euro. Info: Ingrid de
Marinis Tschirk c/c 120 804 Banca Prossima Austria
Italia Club CIN KABI 03359 CAB 01600 IBAN
IT74K0335901600100000120804 BIC BCITITMX
email:[email protected] cell. 3490776300
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H&T: Top charity events
FINANZIARE LA CULTURA ANDANDO AL FESTIVAL DI SANREMO
Per gli appassionati della musica, il 67° Festival della canzone italiana al Teatro Ariston di Sanremo dal 7 all’11 febbraio e in onda in diretta su Rai1. Gli abbonamenti alle 5 serate e i biglietti per
le singole serate possono essere prenotati online all’indirizzo http://sanremo2017.aristonsanremo.
com. Gli abbonamenti per la galleria costano 672 euro, per la platea costano invece 1.290 euro.
I biglietti singoli di platea costano 180 euro ma bisogna spendere 660 euro per l’ultima serata. I
biglietti singoli della galleria per le prime 4 serate hanno un costo di 100 euro mentre per l’ultima
serata il costo è di 320 euro.
29 gennaio
4 febbraio
ROMA
La Società di Danza di Roma, notissima associaziozione culturale con Scuola di Danza Ottocentesca
iscritta alla Federazione Nazionale Società di Danza, con corsi specifici per imparare Valzer, Quadriglie, Contraddanze, Mazurka, Polka e Danze Scozzesi
organizza numerose feste e grandi balli che si occupano di promozione della ricerca storica nel campo
della danza. I balli storici sono sempre più seguiti
e frequentati da giovani che sono semplicemente
entusiasti anche delle danze scozzesi (un ballo si è
tenuto lo scorso novembre). I corsi per apprendere i
passi ottocenteschi e moderni sono attivi da ottobre
a maggio di ogni anno.
Domenica 29 gennaio 2017 alle 15.30 presso l’Acquario Romano di Piazza Manfredo Fanti 47 a
Roma si tiene uno scenografico Ballo di beneficienza con musica dal vivo eseguita dall’Orchestra
Carish. L’ingresso è a invito, il dress code è ovviamente storico anche per gli ospiti che non ballano.
Comunque è possibile partecipare richiedendo per
tempo informazioni alla Società di Danza.
339.8316008 [email protected]
BERNA
Dal 1982 l’Ordine di Malta della Svizzera organizza ogni anno il suo Ballo di beneficenza all’hotel
Bellevue Palace a Berna. Il 36º ballo si terra il 4
febbraio 2017. L’ultima edizione si è tenuta il 23
gennaio 2016. Grazie alla generosità dei 500 partecipanti alla serata, sia per i doni, sia per l’acquisto
delle rose durante la tombola, che per i numerosi
benefattori, il successo è stato grande e le somme
raccolte sono state ingenti. I profitti di questo ballo costituiscono l’entrata principale dello SHOMS.
Essi permettono alla rappresentanza elvetica di
svolgere e sviluppare attività caritative non solo
in Svizzera ma anche all’estero. Quest’anno sarà
ospitie d’onore il Conte Norbert Salburg-Falkenstein, Procuratore del Gran Priorato d’Austria.
Si può partecipare come ospiti degli associati. volontari sono sempre benvenuti. Per informazioni
generali e sugli eventi:
Ordine di Malta Svizzera,28A Chemin du Petit
Sacconex, CH-1209 Geneva - Switzerland
[email protected]
[email protected]
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H&T: Top charity events
LA STAGIONE DEI BALLI A VIENNA
Tutti pronti per i balli, dai più esclusivi ai più moderni, dal Ballo dell’Opera (23 febbraio 2017), al Ballo dell’Orchestra Filarmonica di Vienna (19 gennaio 2017), al Ballo
dei caffettieri di Vienna (17 febbraio 2017). Il 27 gennaio si terrà la seconda edizione
del Ballo dei Piccoli cantori di Vienna, con patrocinio del Ministero degli Esteri. Al Ballo Hip Hop, del 28 gennaio al Kursalon Wien, il motto è “classic meets hip hop”: dunque
sarà è permesso accostare il frac o l’abito da sera alle sneakers. Sempre il 28 al Municipio avrà luogo il 3° Ballo delle Scienze. Ecco le coordinate: Opernball (Ballo dell’Opera),
23 febbraio, Staatsoper (Opera di Stato), www.wiener-staatsoper.at; Ball der Wiener
Philharmoniker (Ballo dell’Orchestra filarmonica di Vienna), 19 gennaio, Musikverein, www.wienerphilharmoniker.at; Ball der Wiener Kaffeesieder (Ballo dei caffettieri),
17 febbraio, Hofburg, www.kaffeesiederball.at; Ball der Wiener Sängerknaben (Ballo
dei Piccoli Cantori di Vienna), 27 gennaio, Kursalon Wien, Johannesgasse 33, www.
muth.at, http://ball.wsk.at; Ball der Wiener Sängerknaben, 28 gennaio, Kursalon Wien,
Johannesgasse 33, www.hiphopball.at; Wiener Ball der Wissenschaften (Ballo delle Scienze), 28 gennaio, Municipio di Vienna, www.wissenschaftsball.at.
3 febbraio
24 febbraio
ASIAGO
Per venerdì 3 febbraio 2017 è stata organizzata una
speciale Cena di Gala al Museo Le Carceri di Asiago, con uno show culinario a cura della Scuola Alberghiera cittadina dell’Istituto Superiore “Mario
Rigoni Stern”.
Durante la serata si potranno assaporare i gustosi
piatti della tradizione locale. Citiamo per esempio
la sopa coada “da Treviso ad Asiago”, i tortelli di radicchio trevigiano e formaggio Asiago su ristretto
di porcini, le quagliette disossate a crudo, lombo
di vitello, prosciutto crudo dei Berici, fegato grasso
d’oca e lardo croccante. Tutti i piatti saranno preparati dal Prof. Mariano Meneghini e dai suoi bravissimi studenti.
La Cena di Gala si terrà dalle ore 20.00 e fa parte
delle iniziative collaterali alla mostra attualmente in
corso “Un’arte senza tempo La cucina e le sue tradizioni nelle stampe antiche dal XVI al XIX secolo”,
dedicata alla cucina e alle sue tradizioni nella rappresentazione incisoria. Quota di partecipazione:
€ 50,00.Prenotazioni entro domenica 29 gennaio
2017 al SIT di Piazza Carli.
tel. 0424462221
PISA
Il Circolo Pisano della Società di Danza è una associazione culturale fondata a Pisa nel 1994 con lo
scopo di promuovere lo studio, la pratica e la diffusione delle danze storiche con particolare riferimento
alle danze di società di tradizione ottocentesca, in
accordo agli scopi della Società di Danza, associazione fondata nel 1991 da Fabio Mòllica, alla quale il
Circolo Pisano è affiliato dal 1994. Dal 2007 il Circolo Pisano aderisce alla Federazione Nazionale Società di Danza. L’associazione promuove lo studio
e lo sviluppo di un sistema di danza fondato sulla
tradizione europea delle danze di società e capace
di evolversi in una dimensione contemporanea, fon
dendo valori artistici e sociali. Le danze di società di
tradizione ottocentesca includono quadriglie, controdanze, valzer, polka e mazurka. Il Circolo Pisano
della Società di Danza, è affiliato dal 1997 alla Royal
Scottish Country Dance Society di Edimburgo.
La Festa di Carnevale si terrà il 24 Febbraio 2017
a Pisa, alle ore 20.30 alla Scuola Proscaenium, Via
Fiorentina 216/A
Iscrizioni e informazioni: [email protected]
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H&T: Top charity events
In questa pagina: interno ed esterno
dello Shakespeare Globe di Londra,
lo spettacolare spazio dove si terrà il
ballo in maschera benefico dell’8 febbraio. A destra Daniela Del Secco, amatissima Marchesa d’Aragona, al Ballo
delle Margherite 2016. A fianco, invito al dinner organizzato dal Circolo
del Principe, dedicato al soggiorno di
Leonardo da Vinci a Roma.
26 gennaio
8 febbraio
LONDRA
The Worshipful Company of Actuaries organizza
un Winter Livery Dinner and Common Hall alla
Goldsmiths’ Hall, 13 Foster Lane, London EC2V
6BN. L’evento inizierà alle 17.30 con una interessante mostra e conferenza sulle attività di charity.
Ospite della serata è la Baroness Wolf of Dulwich,
Alison Wolf CBE. Alison è docente alla University
College London di management del settore pubblico ed è presente nella Camera dei Lords. Si occupa
di educazione e di problemi del lavoro. Parlerà di
impatto della formazione sulle donne nella nostra
società. Il suo ultimo libro, Il Fattore XX, tratta proprio del ruolo delle donne nella nostra società di
oggi. Quota di partecipazion £103. Si può prenotare
solo attravereso il Winter Livery Dinner booking
form. Dress code: cravatta nera. Quota di partecipazione: 103 sterline più gentile donazione libera.
Per prenotare: http://www.actuariescompany.
co.uk/calendar/
LONDRA
Uno strepitoso ballo di beneficenza si terrà al The
Underglobe, Shakespeare’s Globe (21 New Globe
Walk, Bankside London, London SE1 9DT) per
sostenere le cause finanziate dalla Società di Worshipful Charitable. Nel corso della serata si terranno un’asta di beneficenza e una lotteria. L’ intrattenimento prevede che che il banditore sarà, solo
per quella notte, un noto personaggio inglese, Matt
Parker. La musica sarà suonata dal vivo da una Jazz
Band. Verrà servito un menù squisito e le bevande
saranno servite sia ai tavoli che al bar durante l’after
dinner. Alla riuscita della festa hanno contribuito
Royal London Asset Management, Milliman, Hymans Robertson, Darwin Property Investment
Management, Barnett Waddingham, Invesco Perpetual, St James ‘Place e Impax Asset Management
con un generosissimo sostegno. Dress code: cravatta nera, abito da sera e maschera. Quota di partecipazione: 120 sterline più gentile donazione libera. Per prenotare: http://www.actuariescompany.
co.uk/calendar/
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H&T: Top charity events
26 marzo
7 aprile
ROMA
Il Circolo del Principe festeggia il 500° anniversario del soggiorno romano del Genio Leonardo da
Vinci con una serata organizzata per domenica 26
marzo nel centralissimo Palazzo Santa Chiara, dove
visse i suoi ultimi anni Santa Caterina da Siena, a
pochi passi dalla meravigliosa piazza del Pantheon.
La serata si aprirà con la presentazione del romanzo storico “Viaggio con Leonardo “ di Katia Ferri
Melzi d’Eril a cura del prof. Emilio Petrini Mansi
della Fontanazza (coordinatore e docente all’Ateneo
Pontificio Regina Apostolorum).
Seguirà un ricco pranzo a buffet con specialità della cucina romana e un emozionante spettacolo di
mentalismo a cura dell’ipnotista Raimondo Laino.
Per finire, una degustazione di dessert e amari.
Tutte le gentili ospiti riceveranno un gentile omaggio creato dalla maestra orafa Raffaella Baldassarre.
Per prenotazioni e informazioni telefonare al numero + 393664438663 oppure +39 3314072557
[email protected].
ROMA
Venerdi 7 aprile 2017 alle ore 20 presso l’Hotel Excelsior di Via Veneto in Roma, si svolgerà la 28°
edizione del “Gala delle Margherite” . L’ evento è
stato creato da Biancamaria Caringi Lucibelli, che
dal 1987 realizza e promuove ogni anno a primavera questo Gala di benficenza in una piacevole
atmosfera dove musica arte e spettacolo allietano
i partecipanti nella magica sede dell’ Hotel Excelsior di Via Veneto in Roma. I progetti di beneficenza hanno uno scopo prettamente umanitario e
di servizio, sono scelti dai vari partner che si succedono senza vincoli politici,etnici e/o religiosi.
Quest’anno la serata è realizzata con il Rotary Club
Roma Nord Ovest a favore del progetto “End Polio
Now”. E’ un service dei Rotary Foundation che si
propone di promuovere e intervenire per le vaccinazioni contro la Poliomielite nei paesi sottosviluppati. Dress code: cravatta nera per gli uomini, outfit
da gran sera per le signore dal cuore generoso, che
lo scorso anno hanno pagato 150 euro e offerto generose donazioni. Prenotazioni e informazioni:
www.galadellemargherite.org
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H& T - Cover story: Francesca Riario Sforza
LA SFORZA CHE
STUPI’ IL MONDO
bdi Katia Ferri Melzi d’Eril
La Dama dei Gelsomini di Lorenzo di Credi. Presunto ritratto di Caterina Sforza, quando era signora di Imola
L
a figura che arriva nel sole autunnale di Milano
per incontrarci al Castello Sforzesco mentre sta
per suonare mezzogiorno, è quella di una donna
bella, colta carismatica, decisa e coerente: Donna
Francesca Riario Sforza, di professione sceneggiatrice.
Ha in mano il suo bel romanzo, edito da Casa Editrice
Nord, nel quale racconta di un’altra nobildonna bella,
colta, carismatica, coraggiosa, vissuta sul finire del
‘400: Caterina Sforza. “Io, Caterina “ è un romanzo
storico bellissimo e utile per conoscere la realtà italiana dal 1463 al 1509. Capo del suo piccolo stato, fu a
contatto con i migliori artisti e intellettuali del periodo.
Passionale e astuta, abituata a muoversi fra gli intrighi
nelle Corti del suo tempo, Caterina Sforza ci avvince
con la sua grande personalità fin dalla prima riga della storia scritta magistralmente dalla sua discendente. Che è una professionista dell’emozione: sono suoi
i progetti di molte fiction televisive per Rai, Canale 5
per il cinema. Storie ambientate perlopiù nella realtà,
però.
<<Francesca, perchè hai deciso di scrivere un romanzo
sulla tua antenata?>>
<<Qualche anno fa mi sono resa conto che la gente, in
un periodo di crisi e di cambiamento sociale, ha ‘fame’
di conoscenza, anche delle nostre radici. Io stessa mi
sono chiesta cosa sapevo veramente di Caterina Sfor10
H& T - Cover story: Francesca Riario Sforza
za, un’antenata così gloriosa, fortissima anche dopo
tre matrimoni alle spalle, sposa di uomini importanti come Girolamo Riario e poi Giacomo Feo. Le
ricerche sulla sua vita mi hanno portato a contatto
con personaggi di straordinaria portata ed importanza, storie e luoghi che ho incontrato iniziando
a scorrere una dopo l’altra migliaia di righe di cronache, viaggiando per città, entrando in archivi privati e biblioteche pubbliche. Prima di scrivere, per
anni ho girato con due valigie: la mia e quella di
Caterina, piena di libri e appunti. >>
<<Come si comincia a scrivere un romanzo storico
su un proprio antenato?>>
<< Direi che si comincia appendendo al muro, per
tre anni, un pannello di quattro metri per due, che
serve per appuntare meticolosamente date e luoghi.
Insieme ai ‘dettagli umani’ giustamente, omessi dai
libri di storia. I miei vicini di casa che potevano
vederlo attraverso le mie finestre avranno pensato
stessi cercando di preparare il colpo del secolo>>.
<<Qual è il documento più importante che hai trovato in questi anni di ricerche?>>
<<Ho trovato il testamento originale di Caterina
Sforza. Devo dire che non c’è stata emozione più
grande nel leggere le volontà di questa donna, a
cui sono stati assegnate le nomee più disparate, a
poche ore dalla morte, su cosa ha deciso alcuni ripCHI Eore
CHI ERA CATERINA SFORZA
Figlia illegittima di Galeazzo Maria Sforza, duca di
Milano e di Lucrezia Landriani, moglie del cortigiano
Gian Piero Landriani, nacque a Milano nel 1463. A dieci
anni sposò Girolamo Riario, nipote di papa Sisto IV, al
posto della cugina Costanza Fogliani. Le nozze aprirono la strada al connubio tra i duchi di Milano e lo Stato
Pontificio. Caterina, signora di Imola e Forlì, divenne
una figura chiave della famiglia. Tanto che, quando Sisto
IV morì, fu lei a prendere in mano la situazione e non
il marito. Incinta di sette mesi, prese possesso di Castel
Sant’Angelo, accompagnata da un reparto di soldati.
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ensamenti e su cosa non ha avuto alcuna esitazione.
Oltre a tre mariti, la mia antenata ha avuto otto figli, cadute e trionfi, amici e nemici. Ha conquistato
Castel Sant’Angelo impedendo l’elezione di un Papa
a lei avverso, ha combattuto per i suoi diritti. Grazie
a una promessa di matrimonio, entrò a far parte di
un potente network, quello che oggi chiamiamo ‘ i
grandi della terra’. Caterina era la figlia illegittima
di Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano. A dieci
anni si candidò per diventare la moglie di Girolamo Riario, in sostituzione della cugina undicenne,
giudicata troppo infantile per consumare il matrimonio. Dopo la morte del marito ha governato da
sola Imola e Forlì, guidando persino l’ esercito in
battaglia, vestendo una pesante armatura >>
<<La Sforza era molto considerata: nonostante il
suo carattere forte, libero e ribelle era una sposa
devota, una madre affettuosa...>>
<<Sì, era bella e carismatica, ma era anche molto
curiosa e intelligente. Era affascinata dalla chimica
e dalla scienza. Per tutta la vita ha lottato per conservare il suo Stato e la sua casa, la bellissima Rocca
di Rivaldino. Erano anni di grandi lotte di potere,
che culminarono con l’ascesa di papa Alessandro
VI, potentissimo esponente della famiglia Borgia.
Lui e suo figlio Cesare Borgia furono, per anni, i
principali nemici di Caterina. >>
La copertina del
romanzo “Io, Caterina”, pubblicato
nel 2016 da Casa
Editrice Nord,
scritto dalla sua
diretta discendente
Francesca Riario
Sforza.
H& T - Cover story: Francesca Riario Sforza
Donna Francesca Riario Sforza, autrice del romanzo storico “Io, Caterina”, pubblicato da Editrice Nord nel 2016
H& T - Cover story: Francesca Riario Sforza
Caterina, ci spiega Franscesca Riario Sforza, fu una
donna di raffinata cultura, anticipatrice dello spirito rinascimentale, era un’intellettuale anticonformista. E sognava, anche grazie all’amico-genio Leo.
nardo Da Vinci, di scoperte ingegnose, come il gioco di luci ed ombre dell’Imago Lux>>.
<<Approfondiamo per un attimo questo aspetto
di Caterina Sforza, le sue amicizie con gli artisti
del suo tempo..>>
<< Caterina fu fautrice della raccolta Experimenta, in cui si trovano ricette di balsami e preparati
medicamentosi, che la resero famosissima. Fu una
grande studiosa di alchimia e chimica. Grazie alla
sua sete di conoscenza, strinse una fruttuosa amicizia con Leonardo da Vinci. Questo legame funge
da filo conduttore nel mio romanzo. Entrambi erano attenti osservatori della realtà, cercavano di approdare all’invenzione di una macchina che sapesse
ritrarre obiettivamente cose, fatti e persone’. Con
Botticelli ebbe un dialogo breve ma significativo. Si
dice che mentre egli era intento a ritrarla, Caterina,
gli domandò ‘Maestro, voi pensate che noi donne
possiamo ottenere un certo potere? Non il potere
delle nobildonne: intendo il potere della donna in
assoluto‘”.
<<E ora parliamo di te. Questo libro ti ha portata fuori dalle ‘quinte’, dove di solito lavorano gli
sceneggiatori. Anche i migliori sono poco conosciuti dal grande pubblico...>>
<<Sono nata a Firenze, ho vissuto tra Napoli e
Roma, mi sono laureata in Sociologia delle Comunicazioni di Massa. Ho studiato sceneggiatura per
la fiction ed è stato molto importante acquisire una
competenza specifica in questo settore. Dal 1996
al 2001 sono stata autrice di programmi televisivi
per il gruppo Mediaset e ho collaborato anche con
la Rai. Da vent’anni mi occupo di sceneggiature
televisive e cinematografiche, sono script editor. E’
stato fondamentale anche studiare le lingue, sono
arrivata a quattro. Oggi insegno struttura narrativa
cinematografica e seriale. Amo la mia casa, leggo
senza sosta, anche quando sono in viaggio o seguo
una produzione. >>
<<Insomma, invece di dedicarti alla storia di Caterina, avresti potuto scrivere la tua..>>
«Figurati, non ci ho pensato neanche per un attimo.
Una delle prime cose che ho letto di Caterina Sforza
è stata una sua frase. “Se scrivessi la mia biografia,
stupirei il mondo». E’ stato allora che ho pensato di
sostituire la mia penna alla sua. In certi momenti
non è stato facile prendere il suo posto. La sua storia si mescola alla leggenda. Durante l’assedio della
rocca di Ravaldino, non si è lasciata mettere con le
spalle al muro da chi le aveva intimato di arrendersi, minacciandola di ucciderle i figli. Dicono le
cronache che ella rispose fieramente, sollevando la
gonna e urlando: «Fatelo, tanto qui ho lo stampo!» .
<<Parliamo ora del tuo lavoro di docente presso
FRANCESCA RIARIO SFORZA
Nata a Firenze, ha proseguito gli
studi tra Napoli e Roma, laureandosi
in Sociologia delle Comunicazioni
di Massa. Dal 1996 al 2001 è stata
autrice di programmi televisivi per il
gruppo Mediaset ed
ha collaborato con la Rai.
Dal 2000, si occupa di sceneggiature
televisive e cinematografiche e lavora
come top editor. Kristen Bell nei panni di Caterina Sforza per il film Assassin’ s Creed
13
H& T - Cover story: Francesca Riario Sforza
H& T - Cover story: Francesca Riario Sforza
istituzioni come l’Università Luiss e Toscana Film
Commission. Come si scrive un film? >>
<<Nei miei corsi parto sempre dalla struttura narrativa, cos’è e come si costruisce. Se parliamo di cinema, di scrittura per il cinema bisogna innanzitutto
distinguere tra cnema tradizionale, indipendente,
americano, italiano. Chi c’è dietro e dentro un film e
cosa fa lo sceneggiatore. Bisogna inquadrare questa
figura e un metodo di lavoro da seguire rispetto alla
storia delle realizzazioni cinematografiche. Ogni
progetto ha i suoi perché; e poi bisogna sapersi aggiornare e adeguare, capire come cambia la narrazione rispetto ai differenti mercati e alle richieste.
Come si scrive un film? Ci sono molte teorie da
conoscere e bisogna confrontarsi con quanto fatto
dai principali autori del ‘900. Molte sceneggiature
di film famosi oggi si trovano online, una risorsa
impensabile in passato... Si passa poi alla costruzione dei personaggi, come farli funzionare. E perché
funzionano o non funzionano, anche qui ci sono
tanti esempi sui quali riflettere. Si passa poi a come
farli interagire fra loro in maniera corretta, è la cosiddetta costruzione dei pesi narrativi. Abbiamo
ora la costruzione degli ambienti. Infine concludo
con alcuni cenni di regia. Faccio vedere qualche
film, analizzo la struttura della pellicola osservata
con gli studenti>>.
IO CATERINA, IL ROMANZO
Figlia illegittima di Galeazzo Maria Sforza, Caterina
è uno dei personaggi femminili più affascinanti della
storia italiana.
E’ una vita breve ma intensa la sua che ancora dopo
seicento anni affascina la sua discendente, Francesca
Riario Sforza, e non solo lei.
Nelle oltre trecento pagine vergate dall’autrice, vengono narrate le vicende più significative, quelle che hanno determinato e condizionato l’esistenza dell’audace
contessa, che l’hanno plasmata senza mai riuscire a
domarla. Il suo essere figlia illegittima, l’auto-proporsi come sposa alla tenera età di dieci anni, il matrimonio, i figli, lo studio… il tutto vissuto e assimilato
in maniera assolutamente non convenzionale.
La scrittura di Francesca Riario Sforza è lineare
e scorrevole, lo stile narrativo è piuttosto asciutto,
costruito seguendo i dettami del periodo di riferimento, molto piacevole.
Su tutti i personaggi spicca sempre e comunque lei,
la protagonista, per portare il lettore al suo cospetto,
svelare il suo carattere e il carisma che deve averla
sempre accompagnata. “Io, Caterina” è una storia
per certi versi enigmatica, ricca di ‘misteri’ che incuriosiscono ulteriormente il lettore, rapito dalla
straordinarietà e dalla ferocia della contessa di Forlì,
un personaggio sul quale c’è ancora tanto da scoprire.
Pagina a sinistra: Caterina Sforza dipinta
da Giorgio Vasari.
Qui a fianco: la Rocca
di Imola, aperta per
visite. Possiede un
bel museo delle armi.
Durante gli scavi di
un pozzo, sono state
trovate ceramiche
rinascimentali.
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H & T- Libri & Co
Leonardo, le ultime
scoperte
ANNUARI & CO
LIBRO D’ORO DELLA NOBILTA’ ITALIANA - nuova serie corrente
L’ultima edizione del Libro d’Oro della Nobiltà Italiana (XXV edizione 2015-2019), è stata
pubblicata nel 2016, due tomi [volume XXX (A-L) e volume XXXI (M-Z) della serie]. Sono
presenti circa 2500 famiglie. Per ordinazioni: www.collegioaraldicoromano.it/libro-d-oro.
LIBRO D’ORO DELLE FAMIGLIE NOBILI E NOTABILI (III° EDIZIONE)
Stampato dalla Commissione Araldica dell’Accademia di San Bernardo presieduta da Enzo
Modulo Morosini, è un’ opera divulgativa composta da oltre 1000 pagine, che approfondisce
in particolare i temi della simbologia araldica degli stemmi.
CALENDARIO PONTIFICIO
Ettore Gallelli Editore pubblica il “Calendario Pontificio”, una pubblicazione autorizzata
dalla Segreteria di Stato Vaticana, riconosciuta dal Ministero per i Beni e Attività Culturali,
attraverso registrazione presso l’ufficio pubblico generale delle opere protette dalla legge sul
diritto d’autore (art. 103 L. 633/1941). E’ un pratico, repertorio, pontificio, statistico, diplomatico, dalla periodicità annuale, creato per celebrare il Giubileo straordinario 2016.
SAGGISTICA E NARRATIVA
LEONARDO DA VINCI a cura di Pietro Marani e Rodolfo Maffeis
Un saggio che ripropone i punti salienti dell’esclusivo Convegno “Leonardo da Vinci: metodi e tecniche per la costruzione della conoscenza. Dal disegno all’arte, alla scienza” che si è
tenuto nell’Aula Rogers del Politecnico di Milano nei giorni 13-14 maggio 2015. Si analizzano celebri opere interessate da interventi di restauro ancora in corso o sottoposte a recenti
esami scientifici: l’Adorazione dei Magi, la Belle Ferronière, La sala delle Asse. Si riportano
nuove ricerche e ipotesi circa la tecnica del disegno leonardesco su la Gioconda, il Cenacolo,
la Madonna e Sant’Anna, la Vergine delle Rocce di Londra, l’Uomo vitruviano.
LA STRADA BIANCA di Edmund De Waal
La strada bianca è nello stesso tempo un memoir, un libro di viaggio, un saggio di ricostruzione storica, ma è soprattutto l’anatomia narrativa di una serie di oggetti d’arte. «Tutto è un
segreto quando si parla di porcellana. Tutto custodito a doppia mandata», ricorda de Waal,
e il suo libro è anche un romanzo giallo, che narra i tentativi dell’uomo di far saltare la serratura, aprire la porta.
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H&T/ADSI, Dimore Storiche Italiane, le news
I nuovi progetti 2017
A sinistra: Gaddo della Gherardesca,
Presidente di Adsi. A fianco, Diego
Visconti, presidente di Accenture
S
arà un 2017 molto più impegnativo, quello dell’Associazione Dimore Storiche presieduto da Gaddo
della Gherardesca, che intende portare avanti, con sempre maggiore incisività le molteplici istanze dei
soci ai fini della salvaguardia e della fruizione di quello egli definisce “il più bel paesaggio antropizzato
del mondo”. Dopo mesi di incontri istituzionali e societari, i progetti in corso e in programma sono
molti. Innanzituttto un Protocollo d’Intesa con il MIUR, siglato in collaborazione con la Fondazione
Bruno Visentini, guidata dal professor Luciano Monti, è stato presentato ufficialmente a Firenze il 14 luglio scorso ed ha ottenuto notevole riscontro ed interesse, tanto che, la Fondazione Accenture, ha deciso
di fiancheggiare 5 “stage” finalizzati al progetto sull’alternanza scuola/lavoro. Proseguono inoltre proficuamente i rapporti con le associazioni consorelle, ai fini dello studio e dell’elaborazione di documenti
congiunti, da sottoporre alle Istituzioni competenti per l’ottenimento di finalità comuni e condivise e
ad un’ipotesi di più stretta collaborazione. Aumentano le visite al portale di promozione delle dimore
storiche, sono state raggiunte a fine 2016 le12000 visualizzazioni mensili, un’indicizzazione in prima
pagina con le principali chiavi di ricerca.
Nel messaggio di fine anno ai soci, il Presidente ha ricordato i membri del Comitato di Presidenza,
costituito da: Roger Abravanel, editorialista del Corriere della Sera, Giuseppe Caiazza, ex CEO France
and Italy, Costanza Esclapon, già direttore comunicazioni e relazioni esterne RAI, Luciano Monti, della
Fondazione Bruno Visentini, Alessandra Pellegrini, presidente di Arts Council, Maurizio Tamagnini,
A.D. Fondo Strategico Italiano, Diego Visconti, presidente Accenture. La scelta di inserire all’interno
dell’organo A.D.S.I. personalità così importanti e significative è data dalla necessità di interfacciarsi con
persone di altissimo livello culturale ed intellettuale, che sappiano altresì far fruttare economicamente
il proprio lavoro a favore di Adsi. In particolare con Diego Visconti, presidente Accenture, a capo di un
progetto promosso da “Respubblica”, unitamente ad altre associazioni di categoria, si è tenuto un tavolo
di lavoro al quale sono intervenuti importanti professionisti del turismo, per studiare congiuntamente
un progetto, da presentare al Governo, ed incentivare lo stesso al rilancio del settore. Il Presidente Adsi
ha ricordato inoltre la sua partecipazione alWorkshop del 22 ottobre scorso, organizzato dal Gruppo
Giovani, un nucleo sempre più attivo, grazie soprattutto all’impegno del coordinatore Giulia Lechi.
“Parlare con i nostri “ragazzi” è stato davvero proficuo, interessante ed ovviamente “divertente” ma, soprattutto mi ha fatto veramente piacere poter constatare l’interesse e la passione di ciascuno di loro per
la nostra causa. Credo sia indispensabile puntare sui giovani e coinvolgerli quanto più possibile; rappresentano il futuro di tutti noi, e ritengo che la nostra esperienza ed il loro entusiasmo possano davvero
costituire il volano essenziale per proseguire nell’operato che portiamo avanti da 40 anni”. Il prossimo
numero del “Volume 12”, curato come sempre dal consigliere Giada Lepri e dal Vice Presidente Marina
Colonna, sarà pronto a brevissimo: sarà dedicato all’edilizia rurale storica, ponendo di fatto l’attenzione
su quelle dimore definite “minori”, sia per quanto concerne la tipologia, sia per ciò che riguarda la dislocazione territoriale.
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H&T - HERITAGE: Maria Teresa d’Austria
IL POTERE AL
FEMMINILE
di Alessandro Zanotto
R
L’imperatrice Maria Teresa d’Austria ritratta dal pittore di corte Martyn Van Mytens
icorre nel 2017 il terzo centenario della nascita
di Maria Teresa d’Austria. Milano, Venezia, Trieste, Parma, Pavia così come varie altre città italiane ed
europee appartenenti all’Impero asburgico, godettero
dei processi di crescita stimolati dal suo governo ma
furono anche teatro di tensioni e di trasformazioni.
Da gennaio in poi, sono moltissime le mostre, le celebrazioni e le manifestazioni organizzate per ricordarla. E sono in uscita moltissimi libri sulla sua biografia.
Le mostre più imponenti sono quelle austriache che si
apriranno il 15 marzo prossimo e chiuderanno i battenti a novembre, organizzate da KHM-Museumsverband in cooperazione con Schloss Schönbrunn Kultur
und Betriebsges.m.b.H.. Le mostre, allestite in quattro
diverse sedi a Vienna e in Austria Inferiore saranno
dedicate a tematiche differenti. La mostra in program-
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ma al Museo delle Carrozze Imperiali di Vienna è l’autorappresentazione di Maria Teresa, nella dialettica fra
identità femminile e potere sovrano «maschile».
Maria Teresa era un capo di Stato autoritario, che ha
governato per quarant’anni con il pugno di ferro i suoi
territori. Ma nel privato ha saputo essere anche una
madre amorosa di 16 figli. E ha saputo fare un abile
uso, anche politico, della sua femminilità.
La grande esposizione di carrozze di rappresentanza e di abiti da cerimonia, fanno rinascere oggi tutto
il fulgore e la magnificenza del suo tempo. al Museo
del mobile Hofmobiliendepot, si tiene la mostra «La
famiglia e il retaggio». Questa esposizione, allestita
nell’«Ispettorato della mobilia di corte», fondato da
Maria Teresa nel 1747, è dedicata alla cerchia familia
re, ai destini personali e alla politica dinastica matri-
H&T - HERITAGE: Maria Teresa d’Austria
moniale di Maria Teresa, nonché alla prosecuzione
del «mito» di Maria Teresa ben oltre la sua morte.
A Schloss Hof è allestita la mostra:«Alleanze e inimicizie». Intorno al 1775, Maria Teresa si fece allestire un appartamento vedovile nella sua residenza
di campagna di Schloss Hof, in Austria Inferiore. Al
piano nobile del castello saranno presentate le complesse e difficili vicende della sua assunzione del potere, le guerre e i trattati di pace, le perdite e le acquisizioni territoriali e le grandi ambizioni di politica
soprattutto estera di Maria Teresa.
Infine al Castelletto di Niederweiden si mostra il suo
operato in tema di «Modernizzazione e riforme».
Il castelletto di Niederweiden, dall’atmosfera intima e raccolta, che sorge anch’esso nella regione del
Marchfeld, era riservato alle feste e alle battute di
caccia. Le grandi riforme politiche interne di Maria
Teresa, che trasformarono lo stato, sono le tematiche
centrali di questa sezione della mostra.
L’imperatrice Maria Teresa nacque a Vienna nel 1717
e lì morì nel 1780 a 63 anni. Era figlia di Carlo VI e
di Cristina di Brunswick-Wolfenhuttel ed ereditò il
trono d’Austria in seguito ad un particolare atto del
padre (1713) che assicurava la successione dell’impero asburgico anche alla linea femminile.
Nel 1736 sposò Francesco Stefano di Lorena che
l’anno seguente divenne granduca di Toscana. Nel
1740 morì Carlo VI e Maria Teresa salì al trono mentre il marito preferì tenersi in disparte ed occuparsi
non di politica ma di questioni tecniche e amministrative inerenti lo Stato.
Nonostante la precisa volontà di Carlo VI, si creò un
vasto movimento tendente ad ostacolare o ad impedire
la successione di Maria Teresa. Carlo Alberto, elettore
di Baviera, pretese il trono d’Austria per sua moglie
Maria Amalia, cugina di Maria Teresa. Poichè molto Stati desideravano lo smembramento dell’Austria,
approfittarono tutti dell’ occasione per appoggiare il
principe bavarese: infatti Federico II di Prussia ambiva alla Slesia, Filippo V di Spagna al Milanese e Luigi XV di Francia avrebbe visto di buon occhio la fine
dell’egemonia austriaca.
Scoppiò la guerra per la successione austriaca che si
concluse con la Pace di Aquisgrana nel 1748. Maria
Teresa viene proclamata imperatrice: veniva così riconosciuto l’atto di Carlo VI.
Di quel periodo è un dipinto che la ritrae in una posa
fiera, con il viso rubicondo ma altero che lascia trasparire le maniere squisite ma mostra l’autorità glaciale
che tutti ben conoscevano. Stretta in un abito color
ambra e sabbia dallo strascico interminabile, l’imperatrice d’Austria, regina di Boemia e Dalmazia, di
Croazia e d’Ungheria, era definita “l’uomo del secolo”,
dal suo confidente, il conte Emanuel Silva Tarouca.
LA SOVRANA ‘ILLUMINATA’
Maria Teresa fu una “sovrana illuminata” come dimostrano le numerose riforme che
attuò nell’Impero Asburgico durante 40 anni di regno. Si basò sui principi del giurisdizionalismo, dividendo i poteri finanziario e amministrativo da quello giudiziario,
accentrò l’amministrazione statale in sei dipartimenti e conferì ad un Consiglio di Stato
il ruolo di coordinamento. Promosse la redazione del Catasto, che sarebbe stato imitato
in molti altri Paesi, col quale si potevano tassare anche le terre dei nobili. Nel 1774 introdusse l’istruzione primaria obbligatoria.fDiminuì i poteri del clero: la censura infatti passò nelle mani dello Stato, l’Inquisizione venne gradualmente abolita, e fu vietato
prendere i voti monastici prima dei 24 anni. L’imperatrice fece di Vienna una grande
capitale culturale, la cui corte era meta di intellettuali e artisti, fra i quali i musicisti
Haydn e Mozart e i letterati Pietro Metastasio e Vittorio Alfieri. Finanziò vari atenei
fra cui l’Università di Pavia. Nel 1765, alla morte di Francesco I, la Dieta imperiale Il Salone Teresiano all’Unielesse Sacro romano imperatore suo figlio Giuseppe II.e
versità degli Studi di Pavia
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H&T - HERITAGE: Maria Teresa d’Austria
H&T - HERITAGE: Maria Teresa d’Austria
Ascese al trono il 20 ottobre 1740: da allora la ‘regina d’inverno’ condusse una interminabile guerra
contro la Baviera, la Francia, la Prussia, la Sassonia
e la Spagna, per farsi riconoscere trai suoi pari i
diritti alla successione a Carlo VI. Nonostante ciò,
si occupava della sua prole e il loro benessere, la
loro educazione. Coltivava la passione per l’arte e
la cultura.
Durante la sua gioventù l’Austria perse alcuni territori italiani in favore di Carlo Emanuele III di
Savoia e la Slesia in favore di Federico II di Prussia.
Contro quest’ultimo, che si era alleato con l’In
ghilterra, Maria Teresa strinse un’ alleanza con Luigi XVI di Francia, Elisabetta di Russia e Augusto
III di Sassonia e Polonia.
Scoppiò la guerra dei Sette anni che si concluse
nel 1763 con la sconfitta di Maria Teresa. Nel 1765
morì suo marito Francesco I e Maria Teresa, donna
di grande intelligenza ed energia, visse nel rimpianto e nella vedovanza. Si tagliò i capelli e da allora
si vestì di nero. Si dedicò alla creazione di un buon
successore, Giuseppe. E all’architettura dei futuri
matrimoni dei suoi figli, per metterli al servizio dei
suoi disegni politici in tutta Europa. Nondimeno
si dedicò alla trasformazione e modernizzazione
dello stato austriaco, che divenne una monarchia
governata da amministratori capaci e di provata
onestà. Quando scoprì la doppiezza dei suoi ministri, l’incompetenza dei suoi generali e il lassismo del
suo entourage, divenne in breve tempo una perfetta
autocrate. Governò senza Primo Ministro e seppe
mettere in piedi, in breve tempo, uno Stato centralizzato.
Fu così data all’ impero un’ organizzazione quasi di
tipo moderno: con il Consiglio Segreto (una specie
di Consiglio dei Ministri), la Cancelleria di Corte
(Ministero degli Interni e degli Esteri), il Consiglio
Militare Aulico (Ministero della Guerra), la Camera Aulica (Ministero delle Finanze) e organismi
autonomi per il governo della Boemia e dell’Ungheria. Non pochi privilegi vennero concessi alla borghesia e gli aggravi a carico dei contadini vennero
notevolemnte alleggeriti.
Maria Teresa era una devota cattolica. Dunque oggi
va riconosciuto che suscitò non poche difficoltà ai
sudditi non cattolici.
Tuttavia tenne una politica assai ferma anche nei
confronti del clero: limitò i loro privilegi e mise in
atto il decreto di soppressione dell’ordine dei Gesuiti. L’imperatrice manifestò invece una sorta di
laicismo, illuminato anche nella politica scolastica
ed universitaria, favorendo le facoltà scientifiche e
lo sviluppo delle scienze economiche.
Maria Teresa ebbe larga parte nelle riforme dell’im-
DA MADRE A FIGLIA
Maria Teresa fu costretta a dare in sposa la quattordicenne Maria Antonietta al Delfino di Francia, per rinsaldare i rapporti tra i due Paesi.
Scriveva spessissimo alla figlia, rimproverandole soprattutto la fissazione della moda e la conseguente mania di seguirla a tutti i costi, a
volte, in effetti, rasentando il ridicolo. Nel periodo in cui a Versailles
furoreggiavano improbabili pettinature che rendevano le signore più
grottesche che belle, Maria Antonietta si aggirava tra i saloni della reggia in una nuvola di piume ondeggianti avanti e indietro. Quando l’augusta giovane ebbe la brillante idea di inviare alla madre un ritratto
che la raffigurava con fiori, frutta e metri e metri di nastro sulla testa,
il desolato commento dell’Imperatrice non si fece attendere:“Non mi
pare che debba vestire così la sovrana di una grande Nazione – scrisse.
“La moda è da seguire, non da esagerare. Una regina graziosa non ha
bisogno di tutte queste pazzie sulla testa”.
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H&T - HERITAGE: Maria Teresa d’Austria
H&T - HERITAGE: Maria Teresa d’Austria
pero, fu donna di grande energia e amministrò ottimamente l’Austria sia in pace che in guerra. Lo
sviluppo della Lombardia, tra l’altro, è dovuto alle
sagge misure amministrative adottate prima da
Maria Teresa e poi dal figlio e suo successore Giuseppe II. Ebbe addirittura 16 figli: 11 femmine e 5
maschi. Tra i più famosi si contano la regina Maria
Antonietta di Francia (moglie di Luigi XVI), l’imperatore Giuseppe II d’Austria e il granduca di Toscana Leopoldo (imperatore d’ Austria alla morte di
Giuseppe II).
Costretta a dare in sposa la quattordicenne Maria Antonietta al Delfino di Francia per rinsaldare
i legami tra le due nazioni, ella non smise mai di
preoccuparsi dell’educazione e della condotta di
vita della giovane, consapevole della sua esuberanza caratteriale e dell’oggettiva difficoltà che avrebbe
incontrato nell’assumersi tanto presto enormi responsabilità. Per questo le scriveva continuamente,
rimproverandole spesso eccessi ed errori, e tentando di indirizzarla verso un contegno che riteneva
consono a quello che avrebbe dovuto tenere una
grande regina.
Se l’equilibrio rappresentava la principale caratteristica dell’indole di Maria Teresa, sobria e contraria
ad esagerazioni di ogni tipo, all’opposto, Maria Antonietta poteva essere definita un “ciclone”: entusiasta e allegra per natura, pronta a sperimentare e
attratta dalle novità, si lasciò immediatamente conquistare da certe vezzose abitudini delle cortigiane
francesi, causando la disapprovazione della serissima genitrice.
La quale, soprattutto, non riusciva a tollerare nella figlia la fissazione della moda e la conseguente
mania di seguirla a tutti i costi, a volte rasentando
il ridicolo. nel periodo in cui a Versailles furoreggiavano improbabili pettinature che rendevano le
signore più grottesche che belle; quando Maria Antonietta si aggirava tra i saloni della reggia, non si
vedeva altro che una foresta di piume ondeggianti
avanti e indietro.
E quando ebbe la brillante idea di inviare alla madre
un ritratto che la raffigurava con fiori, frutta e metri
di nastro sulla testa, il desolato commento dell’Imperatrice non tardò a venire: “Non mi pare che debba vestire così la sovrana di una grande Nazione
– scrisse – la moda è da seguire non da esagerare.
Una regina graziosa non ha bisogno di tutte queste
pazzie sulla testa”.
UNA DINASTIA FORTUNATA
La Cripta dei Cappuccini conserva le spoglie mortali degli Asburgo, l’atmosfera è austera, mai lugubre. Il luogo incute rispetto, tutto ricorda la caducità della vita.
I catafalchi sono relativamente semplici nella loro regalità,
tranne quello piuttosto opulento di Maria Teresa.
La sovrana fu assai fortunata fu nella sua politica dinastica:
grazie ai legami matrimoniali contratti dai suoi 16 figli seppe
estendere l’influenza austriaca in Italia: Maria Amalia divenne
duchessa di Parma sposando Ferdinando, figlio di don Filippo;
Maria Carolina fu regina di Napoli in seguito alle sue nozze
con Ferdinando IV; Ferdinando sposò Maria Beatrice Vittoria
d’Este, erede del ducato di Modena, Maria Antonietta sposò il
La famosa Cripta dei Cappuccini a VienDelfino, poi Luigi XVI.
Leopoldo, prima granduca e poi imperatore, sposò Maria Lui- na, dove è sepolta Maria Teresa d’Austria,
insieme a suo marito e altri membri della
sa, figlia di Carlo III re di Spagna).
dinastia Asburgo Lorena.
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H& T: - Arte &Co
MOSTRE TOP, DA
CARAVAGGIO A DALI’
La cena di Emmaus di Caravaggio, esposta alla Pinacoteca di Brera in una mostra-confronto di grande successo.
E
o
‘ ricchissimo il calendario delle mostre d’arte da
non perdere nel 2017, dalle Alpi alla Sicilia,
da Roma a Milano. Dal Chiostro del Bramante
la mostra “Love” arriverà in primavera al Palazzo della Permanente. Si continuerà a puntare su Caravaggio:
terminata a febbraio la mostra-confronto alla Pinacoteca di Brera, approderà a a Marzo alla Venaria Reale di
Torino ‘Caravaggio Experience’. Poi a Milano a settembre si terrà la grande kermesse “Dentro Caravaggio” a
Palazzo Reale. Sarà a Milano la bella retrospettiva su
Manet (che doveva finire a Torino) mentre Roma farà
perno sulle mostre su Boldini e Botero in primavera e
poi su Rembrandt, Bernini e Monet in programma per
24
il secondo semestre. Mark Tobey e Picasso illumineranno l’estate veneziana, dopo l’attesissima apertura
della Biennale d’Arte, che si intitola “Viva Arte Viva”
ed è diretta quest’anno da Christine Macel. A Firenze
il 10 marzo sboccerà la videoarte di Bill Viola mentre i colori di Modigliani risplenderanno a Genova.
L’ eclettismo di Dalì incanterà Bologna dove a brevissimo si apre la grande kermesse Arte Fiera. Toulouse-Lautrec sarà presente in tre luoghi: celebrato a
Palazzo Chiablese di Torino fino ai primi di marzo, si
sposterà poi a Verona e a Milano (in data ancora da
definirsi), dove sarà analizzato il rapporto del pittore
francese con il giappone e con e la fotografia.
Heritage & Traditions - Arte
Varie mostre fotograriche apriranno i battenti tra
Nord a Sud con grandi nomi di successo: si va da
Steve McCurry in viaggio tra Napoli e Palermo;
a Henri-Cartier Bresson, che dalla Villa Reale di
Monza si sposterà sulla costa al Palazzo Ducale di
Genova; Vivian Maier, dopo il successo al Palazzo
dell’Arengario di Monza andrà pure lui in Liguria.
Klimt sarà a Firenze.
Intanto, fino a marzo godiamoci a Roma la bella
mostra “Il Museo universale. Dal sogno di Napoleone a Canova” a cura di Valter Curzi, Carolina
Brook e Claudio Parisi Presicce. Nel 1816 ci fu il
rientro a Roma dei capolavori artistici e archeologici dello Stato Pontificio requisiti dai napoleonici.
Questo episodio fu preceduto e accompagnato dal
recupero da parte di altre amministrazioni della
penisola di molti degli oltre 500 dipinti che, tra
il 1796 e il 1814 nel corso delle campagne militari
francesi, erano stati prelevati dai territori italiani,
inviati a Parigi e selezionati per essere esposti nel
nascente Museo del Louvre. L’Italia tutta si trovò a
interrogarsi per la prima volta sul destino di migliaia di opere d’arte che avevano abbandonato chiese
e conventi a seguito della soppressione degli ordini
religiosi nei primi anni dell’Ottocento. La grande
demanializzazione di una vera e propria massa di
opere d’arte accumulatesi in depositi improvvisati,
TORINO VAL BENE UNA GITA!
Nel cuore dell’inverno, Torino è aperta per mostre
davvero eccezionali. Alla Venaria Reale “Brueghel,
capolavori dell’arte fiamminga (fino al 19 febbraio
2017); Alla Galleria d’Arte Moderna ecco Balla con
le sue opere giovanili (fino al 27 febbraio 2017)
prossimo. Fino al 5 febbraio sono aperte anche la
mostra su Toulouse Lautrec e “La passione secondo
Carol Rama”. -Alla Pinacoteca Giovanni e Marella
Agnelli “Riflessioni. Rosemarie Trockel e le collezioni torinesi (aperta fino 26 febbraio 2017)”. Caravaggio Experience aprirà il 25 maggio sarà fino al
1° ottobre prossimo.
25
alimentarono un dibattito vivace sul valore pubblico
del patrimonio artistico, favorendo l’apertura di musei ancora oggi tra le realtà più significative del Paese:
è il caso, ad esempio, della Pinacoteca di Brera, delle
Gallerie dell’Accademia di Venezia o della Pinacoteca
di Bologna. Sempre a Roma, sono visibili la mostra
di Picasso (fino al 19 febbraio), allo Spazio espositivo
dell’ Ara Pacis, l’’esposizione dedicata dai Musei Vaticani a Giovan Lorenzo Bernini con l’esposizione dei
suoi modelli (fino al 26 febbraio) e a Rembrandt (fino
al 26 febbraio). Apre i battenti la mostra sul Colosseo
dentro le sale dello stesso anfiteatro. Da non perdere
anche le mostre ancora in corso a Firenze. Nei musei
di Palazzo Strozzi, la Klimt experience è aperta fino
al 2 aprile. La gita vale doppio, grazie alla possibilità
di ammirare, al Maf, “La retrospettiva Winckelmann,
Firenze e gli Etruschi. Il padre dell’archeologia in Toscana” aperta fino al 30 gennaio. Per gli amanti della
musica, alla Galleria dell’Accademia e Museo degli
strumenti musicali è aperta fino al 12 marzo la mostra
dedicata a Giovanni dal Ponte (1385-1437) – Protagonista dell’Umanesimo tardogotico. Per chi si trova vicino a Napoli, è l’occasione ideale per vedere la mostra
fotografica “Senza confini” dedicata a Steve McCurry
(fino al 12 febbraio 2017 al Museo di Capodimonte)
e l’evento dedicato aVermeer “La donna con il liuto “
dal Metropolitan Museum di New York.
H&T - Traditions: Carnevale di Venezia
CARNEVALE, VA
IN SCENA LA FESTA
by Sonia Avanzi
by Lorem Ipsum Dolor
Il cantante Zucchero Sugar Fornaciari con un’ amica e Antonia Sautter (a destra), ideatrice del mitico Ballo del
Doge che si tiene nel Palazzo Pisani di Venezia da 23 anni. Ogni edizione è un tripudio di spettacoli e show
I
l Carnevale di Venezia è una tappa mondiale del
divertimento invernale. Un evento imperdibile, non
solo per la bellezza degli spettacoli pubblici che sono
organizzati nella splendida città lagunare orgoglio
dell’Italia. Ma anche per la ricchezza e l’esclusività degli
eventi privati che si tengono nelle ultime settimane di
febbraio, negli splendidi palazzi nobiliari, abitati dalle
famiglie storiche del passato ma anche dall’aristocrazia
del presente. Pochissime antiche famiglie risiedono ancora nelle magnifiche dimore dei loro antenati, ricche
di decori preziosi: tra marmi, stucchi e soffitti dipinti,
pavimenti ‘a terrazzo’, specchi e vetri soffiati meravigliosi, arazzi, porcellane e ritratti ad olio dei loro illustri
predecessori. Alcuni palazzi si aprono a Carnevale per
feste private o di associazioni no profit.
Il costume è obbligatorio: anche i meno desiderosi di
travestimento capitoleranno volentieri al pensiero di
26
poter entrare, in queste occasioni, in varie dimore
storiche che altrimenti sono inaccessibili, mai aperte
al pubblico dei visitatori. Ecco le più belle e gli eventi
che ospiteranno durante i giorni più divertenti dell’anno, nei quali si gustano di solito le specialità gastronomiche veneziane e venete: il delicatissimo baccalà
mantecato, la polenta con le schie (minuscoli gamberetti) le capesante, le ostriche e il coquillage freschissimi
di Chioggia, le canoce, ovvero le cicale di mare bollite,
il pasticcio di crepes con radicchio rosso di Treviso,
gli asparagi bianchi di Bassano, il riso Vialone Nano
di Isola della Scala, le sarde in saor (con cipolle stufate
e marinate), la coda di rospo al forno con carciofi pri
mizia e insalatine croccanti di Sant’Erasmo, il fegato
con cipolle alla veneta, E i famosi dolci di carnevale: i
galani (le chiacchiere), le frittelle ripiene di zabaione e
i ‘mameluchi’, cannoli fritti con cioccolato e rum.
H&T - Traditions: Carnevale di Venezia
CA’ VENDRAMIN CALERGI
THE OFFICIAL DINNER SHOW AND BALL
The Official Dinner Show and Ball non è semplicemente una cena nella splendida dimora privata che
oggi ospita il Casinò di Venezia.
È un’ esperienza esclusiva dove si incontrano i
piaceri del cibo e della festa. Il maestoso palazzo
Ca’ Vendramin Calergi, che si affaccia sul Canal
Grande con le splendide sale rinascimentali ospita il dinner show and ball con spettacoli e il dj set
dalle 23.00 alle 2.30.
In queste stanze visse il grande musicista Richard Wagner che tra quelle magiche sale compose
il «Parsifal». Il ricco menù (5 portate), le emozionanti performance di artisti internazionali con i
costumi dell’Atelier Pietro Longhi. L’ eleganza degli
ambienti e del magico affaccio sul Canal Grande di
Palazzo Ca’ Vendramin Calergi sono gli ingredienti speciali di una serata unica e straordinaria, che
condurrà gli ospiti di questa festa fuori dallo spazio
e dal tempo. Date disponibili: Venerdì 24 febbraio,
luned’ 27 e martedi 28 € 400,00 a persona. Sabato
25 febbraio € 500,00 a persona
Info e acquisti: Hellovenezia +39 041 2424
Per gruppi +39 041.272.2699, email:
[email protected]
PALAZZO PISANI MORETTA
IL BALLO DEL DOGE
Il Palazzo Pisani Moretta, è il più ricco e maestoso
palazzo privato veneziano. Situato sul Canal Grande,
con interi piani decorati da Giambattista Tiepolo. da
quarant’anni anni ospita numerosi balli privati fra
cui lo stupefacente Ballo del Doge, la più famosa e
ambita festa in maschera del mondo. Gli ospiti si
immergono in un mondo fantastico e irreale, in un
sogno a occhi aperti: in un attimo si è circondati da
acrobati, ballerini, performers, musicisti, attori abbigliati con splendidi costumi. Le scenografie di luce
rendono indimenticabile il dinner in queste sale
straordinarie, decorate dai grandi maestri del Settecento. Da 23 anni il Ballo del Doge sviluppa ogni
volta un nuovo tema, al quale gli ospiti possono
allinearsi scegliendo i costumi presso l’atelier della
straordinaria organizzatrice di questo evento-show,
Antonia Sautter. Cocktail, dinner e danze sono incorniciati da luci, melodie, cibi squisiti e coreografie
da sogno, il sogno del Carnevale di Venezia. Sabato 25 febbraio 2017, la splendida festa nel palazzo
sospeso sull’acqua dove si arriva in gondola. Il tema
di quest’anno è il fascino dell’arte, della moda e la
grandezza del cinema.
Per informazioni e prenotazioni:
(+39) 041 2413802/5224426
LE FESTE NON STOP DELL’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE
PER IL CARNEVALE DI VENEZIA (www.venicecarnival.org)
L’Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia si occupa di
ricerca, conservazione e divulgazione delle tradizioni legate al Carnevale. Partecipa agli eventi di “piazza”, come le sfilate in piazza San Marco, lo
spettacolo del ‘ volo della Colombina’ (una fanciulla lanciata dal campanile di San Marco sospesa a un cavo), le rievocazioni nei vari campielli.
I balli sono riservati ai soci, che sono centinaia in tutto il mondo: associandosi si può scegliere tra Venerdì 24 Febbraio 2017 ore 20.00 - Palazzo
Zeno - TABLEAUX VIVANTS : L’opera d’arte sei tu! Sabato 25 Febbraio
2017 ore 15.30 - Ca’ Sagredo - Corteo delle Nazioni in onore del Corpo
Consolare di Venezia, Domenica 26 Febbraio 2017 ore 20.00 - Ca’ Zenobio - ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE, Martedì 28 Febbraio
2017 ore 20.00 - Palazzo Pisani Moretta - VENEZIA TRIONFANTE.
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H&T - Gotha Italy
Ospiti illustri agli eventi
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Si è svolto a ottobre nella splendida cornice della Villa Reale di Monza, il pranzo di Gala organizzato dal Sovrano
Militare Ordine di Malta insieme a Tiffany & Co., a sostegno delle opere assistenziali della Delegazione di Lombardia e del reparto Oncologia Pediatrica dell’Ospedale San Gerardo di Monza. Raffaella Banchero, ad di Tiffany & Co.
Italia (2) e il Principe e Gran Maestro Fra’ Matthew Festing (1) hanno accolto 400 ospiti appartenenti all’aristocrazia
e all’imprenditoria italiana. Alla Villa Reala dame in lungo e Cavalieri in elegantissimi smoking scuri, decorati con
collari, medaglie e spille con la croce, a seconda del loro grado nell’ Ordine. Tra i presenti i principi Tana Ruffo di Calabria (5) con la figlia Scilla (3) che ha suonato durante il party, Marzia di Carpegna Brivio (6) Domitilla Clavarino,
Luisa Borromeo d’Adda, Marta Brivio Sforza, Veronica e Barbara Berlusconi (4) Luisa Beccaria (11) Laura Morino
Teso, Michela Bruni Reichlein, Cristina Buccellati, Sofia Guetta di Pratolongo, Diana Bracco. Grandiosa anche la Red
Night (con un intero week end di eventi) organizzata dall’Ordine di Malta di Roma nel Palazzo del marchese Giuseppe
Ferrajoli. Riuscitissimo anche il Gala dell’Ordine San Maurizio e Lazzaro delegazione Lombardia, che si è svolta a
Palazzo Visconti a Milano (foto 8,9,10).
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H&T - Gotha Italy
dell’autunno/inverno
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Serata musicale degli Ordini Dinastici di Casa Savoia della Toscana (1) presieduti da Giovanni Duvina. (2) La Principessa Kajetana Orsini (2) è stata premiata per il suo talento di creatrice, vince l’Excellence Award 2017 con il brand
romano Kavj, creato con l’amica Vittoria Orsini. Grande successo per il barone Tommaso de’ Mottoni y Palacios (4)
creatore de “La Corsa della Bora” (3) e di una nuova disciplina, l’’ipertrail, che ha richiamato a Trieste migliaia di
partecipanti da tutta Europa per la seconda edizione. I più tenaci hanno corso per 164 km, dipanati tra il golfo triestino, l’altopiano, le cime del monte Slavnik in Slovenia per poi ridiscendere fino a Portopiccolo. Primi al traguardo,
accolti dal giornalista e scrittore Nicola Santini (9) Peter Kinzel e Alexander Rabensteiner. Mirko Fresia Paparazzo ha
presentato alla Villa Medici il suo libro (6) sulle escursioni alpine di Umberto e Maria Josè dis Savoia, con prefazione
di Vittorio Emanuele di Savoia. Tra gli ospiti (5) Emilio Petrini Mansi della Fontanazza, Michel Pentasuglia di Cuia
d’Aragona e Natascha Elfring. Il Principe Giovanni Torlonia (7) ha finalmente lanciato il suo profumo Prince Preview
(8). Parata ufficiale (10) e cena di gala all’Hotel Minerva di Roma (11) per le Guardie d’Onore del Pantheon, giunte
da tutta Italia. La quinta edizione del Gran Ballo Russo in costume si è tenuta a Roma a Palazzo Brancaccio (12, 13).
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H&T - TRADITIONS: Itinerario Matildeo
A CANOSSA, NEL
REGNO DI MATILDE
Un antico documento che raffigura l’incontro tra Papa Gregorio VII e l’imperatore Enrico IV favorito da Matilde
di Canossa. La grancontessa era stimata dal Papa per la bontà e saggezza con cui governava il suo piccolo regno
G
ennaio è un mese difficile per un week end fuori
porta che non sia in montagna o in una città d’arte. Sono pochi i borghi che si azzardano a organizzare rievocazioni o anche soltanto a segnalare qualcosa,
dopo le feste della Befana prima che inizi il Carnevale.
Eppure nel cuore dell’Appennino emiliano, a poca distanza da Reggio Emilia, i turisti arrivano proprio in
questo periodo, uscendo ad un casello dell’autostrada
del Sole che già è un programma: Terre di Canosssa.
A Canossa ricorre l’anniversario di uno storico incontro che si tenne il 28 gennaio 1077 al Castello, favorito
dalla grancontessa Matilde, che governava con bontà
e saggezza il suo piccolo regno. Fervente sostenitrice
della Chiesa, ella ospitava in quei giorni il Papa Gregorio VII, che aveva scomunicato l’imperatore Enrico
IV. Il governo dell’imperatore nel 1076 fu caratterizzato dal tentativo di rafforzare l’autorità imperiale.
In realtà si trattava di trovare un difficile equilibrio,
dovendo assicurarsi da una parte la fedeltà dei nobili,
senza, dall’altra, perdere l’appoggio del pontefice. Enrico mise in pericolo tutte e due le cose quando decise
di assegnare la Diocesi di Milano, divenuta vacante, al
chierico Tebaldo, senza consultarsi col Papa. Ciò fece
scoppiare un conflitto con Papa Gregorio VII, che è
passato alla storia con il nome di lotta per le investiture.
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H&T - TRADITIONS: L’itinerario matildeo
Ricevuta una dura lettera dal Pontefice, Enrico IV
non se ne preoccupò affatto. Al sinodo di Worms,
tenutosi il 24 gennaio 1076, il papa fu dichiarato
deposto e ai romani fu chiesto di sceglierne uno
nuovo. La reazione di Gregorio VII non si fece attendere, Di lì a un mese, il 22 febbraio 1076, il Papa
pronunciò la temuta sentenza di scomunica contro
l’Imperatore, sciogliendo i sudditi dal giuramento
di fedeltà e desacralizzando l’Impero. L’ evento
inimicò a Enrico IV i principi tedeschi, che nell’ottobre a Tribur gli imposero di ottenere la riconciliazione con il Papa entro un anno, fissando una verifica del suo operato, un’assemblea da tenersi con
Gregorio ad Augusta il 2 febbraio dell’anno successivo.
Enrico IV si chiuse nel silenzio per il resto dell’anno.
Ma appena seppe che il Papa si apprestava a partire
per Augusta, scese in dicembre con il suo esercito in
Italia diretto a Roma. Ma Gregorio VII, appreso il
suo intento, cambiò strada e si rifugiò presso il Castello di Canossa, ospite della grancontessa Matilde.
Enrico IV si presentò penitente sotto le mura del
castello, implorando il perdono di Papa Gregorio
VII. Egli lo fece attendere per tre giorni e tre notti
all’aperto, esposto alla neve e alla bufera.
A nulla valsero le implorazioni degli illustri personaggi del corteo che lo accompagnava: la suocera,
la contessa Adelaide di Susa, il cognato Amedeo
II di Savoia e il marchese Alberto Azzo II d’Este.
Per tre giorni e tre notti, dal 25 al 27 gennaio 1077,
Enrico fu costretto ad umiliarsi, dovendo attendere, davanti al portale d’ingresso del castello della
marchesa Matilde di Canossa, d’essere ammesso al
cospetto del Papa: Enrico IV giaceva inginocchiato,
a piedi completamente scalzi, vestito soltanto con
un saio, il capo cosparso di cenere, di fronte al portale chiuso. Solo grazie all’intercessione del padrino, l’abate di Cluny Ugo, e della marchesa Matilde,
poté essere ricevuto dal papa il 28 gennaio. Nel XX
secolo Matilde di Canossa ha perso quell’immagine
di dama pia che le avevano cucito addosso i libri di
storia e, grazie al ritrovamento di vari documenti,
ha sempre più mostrato agli studiosi il suo ruolo di
grande protagonista del suo tempo. Sapeva parlare
e scrivere in quattro lingue, una competenza che ha
messo a frutto per difendere il suo stato dagli appetiti dei potenti e per varie azioni diplomatiche che
l’hanno fatta ricordare fino ai giorni nostri. Soprattutto se si pensa che Carlo Magno non sapeva nè
leggere nè scrivere e firmava con una croce.
Ma non solo: Matilde di Canossa si adoperò anche
per sostenere la creazione della prima università del
mondo, quella di Bologna, dove si stava cercando di
rilanciare il diritto romano. La grancontessa era an-
MATILDE E LA MODA DELL’ALTO MEDIOEVO
La grancontessa Matilde e le donne nobili del suo tempo vestivano più
lussuosamente di quanto i manoscritti facciano intendere e non è errato
supporre che i ‘galloni’, vale a le bordure che noi vediamo tanto semplici
nei manoscritti, nella realtà fossero tessute in modo particolare o perfino
ricamate e impreziosite con gemme ivi cucite. La decorazione dell’abito,
specialmente la bordura ricamata con fili preziosi, distingueva nell’Alto
Medioevo a partire dall’età merovingia e carolingia i nobili dal resto del
popolo, oltre al fatto che gli abiti erano realizzati con tessuti più fini e
preziosi dalla lana alla seta o al lino finissimo, quando non erano realizzati con una combinazione di lana e seta, lino-seta o lino-lana. I broccati
di seta rimanevano una possibilità esclusiva della nobiltà più ricca, poichè questi prodotti arrivavano dai territori bizantini e musulmani.
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H&T - TRADITIONS: Itinerario Matildeo
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H&T - TRADITIONS: L’itinerario matildeo
che una coraggiosa guerriera, poichè aveva guidato
i suoi eserciti in numerose battaglie. Amministrava
saggiamente un territorio vastissimo, che rivendicava per discendenza e vi riuscì, nonostante il diritto
germanico allora vigente stabilisse la trasmissione
dell’eredità solo per via maschile. Da queste parti
si dice che il Papa le avesse promesso una dispensa
per dire messa, se avesse fondato cento chiese. Ma
per ora è certo solo che ella si dedicò con tenacia
alla fondazione di cappelle e chiese nel suo contado.
Anche se poi non fu sepolta qui, ma a San Benedetto Po, in provincia di Mantova. Dove rimase poco
però: il suo corpo fu trafugato e portato in Vaticano, dove riposa ancora. Matilde di Canossa è la sola
donna presente nel maestoso monumento funebre
realizzato dal Bernini.
Chissà se la grancontessa avrebbe voluto invece
essere sepolta qui, nel suo amato contado che possedeva un efficace sistema difensivo. Il centro di
tutto era il Castello di Canossa, che sul lato ovest si
affaccia sui bianchi calanchi. Secondo una leggenda, sarebbero le unghiate del diavolo che non aveva
potuto dominare queste terre.
Anche oggi, se non splende il debole sole invernale, il maniero di Canossa, appollaiato com’è su
uno sperone di roccia a strapiombo sulla valle di
calanchi, castagneti brulli e campi, incute un certo
IL FASCINO DEI CASTELLI APPENNINICI
Il tipico castello appenninico è spesso difeso da una o più
ordini di mura merlate e munito di torri e rivellini. Porte e
postierle mettono in comunicazione i primi recinti col più interno più alto, ove è l’abitazione del signore, composta di locali angusti e scarsamente illuminati da feritoie che si aprono in muri di grande spessore. Nel recinto interno si trovano
il cortile e la gran torre o cassero, ultima difesa del castello
(come a Carpineti, Canossa, Dinazzano); a volte sul cortile
si apre anche una piccola chiesa. Al cortile interno si sale per
un sentiero percorribile da animali, al coperto dagli eventuali colpi dei nemici; nel cortile vi sono abbeveratoi per cavalli
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timore al visitatore. I ruderi che si possono visitare
ci raccontano l’imponenza di un tempo. Cerchiamo
un punto d’osservazione per immaginarla seduta
all’amazzone sul suo amato cavallo bianco, mentre
domina con lo sguardo i castelli che costituivano il
suo efficace sistema difensivo: la fortezza di Rossena, la fortificazione più importante dopo il suo
castello: una roccaforte severa che doveva essere armata fino ai denti, anche se non mancano tra le sue
mura massicce i grandi camini e le camere da letto
con le pareti affrescate con allegorie della gelosia.
A pochi miglia sorge la zona di Quattro Castella che
he come fulcro il Castello di Bianello, dove alloggiò
Enrico IV in occasione dell’incontro col Papa. Oggi
è circondato da un’ oasi naturalistica gestita dalla
Lipu. I colli circostanti sono dominati da altre tre
rocche. E’ qui a Bianello che Matilde fu incorodata
e investita vicaria imperiale d’Italia. L’affresco che la
celebrava è stato staccato dal muro ed è scomparso,
sostituito con una copia ottocentesca. E’ qui, in tempi più recenti che si consumarono gli arditi amori
d’inizio Novecento tra il proprietario Carlo Bacigalupo e la famosa cantante lirica Caterina Coppa.
E’ qui che ai giorni d’oggi si aggira la ‘dama verde’,
un fantasma in abiti femminili che protegge le sorti del castello. Uno degli ultimi proprietari le sparò
inutilmente, un altro riuscì a catturare una sua sbia-
H&T - TRADITIONS: Itinerario Matildeo
Heritage & Traditions - Itinerario Matildeo
raggiungibile con una passeggiata di mezz’ ora tra
i boschi. A pochi passi da qui la famosa pieve fortificata di Toano, costurrita prima dell’anno mille.
La figura di Matilde di Canossa è talmente cresciuta di importanza negli ultimi anni, che nel 2015 è
stato lanciato un cammino storico alternativo alla
via Francigena a lei dedicato, “La via Matildica del
Volto Santo” , che unisce Mantova, città natale della grancontessa e Lucca, famosa per la presenza del
Volto Santo, un crocefisso ligneo venerato in tutta
Europa fin dal Medioevo, a cui ella era devotissima.
Attualmente una parte del percorso è percorribile:
il Sentiero Matilde, che attraversa il tratto reggiano,
dal capoluogo arriva fino a San Pellegrino in Alpe,
balcone naturale sulla Garfagnana, snodandosi tra
colline, boschi e castelli, in cinque tappe visibili
su www.sentieromatilde.it Per dormire da queste
parti, il posto più suggestivo è il Castello di Rossena, trasformato in Ostello. Oppure (anche se fuori
tema) la Casa del Tibet di Votigno, un centro di cultura tibetana che ha ospitato anche il Dalai Lama,
adibita a bed & breakfast . Per mangiare, un paio
di indirizzi sicuri; il ristorante Da Gianni in località
Paullo 1 a Casina (RE), famoso per i tortelli. I veri
buongustai prenotano invece al ristorante Turci, in
Via Fontanili, località Grassano, a S. Polo d’Enza,
con ottimi piatti della tradizione reggiana.
dita immagine che guarda verso il castello di San
Polo d’Enza, verso il castello presso il quale Matilde nel 1092, col suo esercito che aveva il quartier
generale a Votigno, sostenne una storica battaglia
contro l’imperatore. Dirigendosi verso l’alpeggio,
ci sono altre rocche difensive di Matilde da ammirare, alcune occhieggiano sui colli più impervi, tra
le brine del mattino. Due in particolare meritano
una visita. L’antichissimo castello di Sarzano, di cui
restano oggi parate della cinta muraria, del mastio e
della cappella. Qui si fece fotografare anni fa l’attore
Christoper Lee, storico interprete di Dracula, che
era un discendente della famiglia Carandini, uno
degli ultimi feudatari che possedettero queste mura.
E il Castello di Carpineti, una delle fortezze più amate dalla grancontessa e tra le più inespugnate del
territorio. Queste mura ospitarono Papa Gregorio
VII con il suo corteo: sono stati trovati documenti
che lo attestano, bolle e lettere. Ma anche Urbano
II e Pasquale II vi soggiornarono. Lo ricorda l’incisione su una pietra circolare ancora visibile nel
pavimento della chiesetta. Anche a Carpineti c’è un
famoso fantasma che attira le visite dei turisti. Si
chiama l’Amorotto, era un brigante cinquecentesco
che infestava la zona. Qui si ammira la chiesa di S.
Andrea, che Matilde volle edificare dopo la prima
cerchia muraria del castello. E la pieve di San Vitale,
BIRDWATCHING AL CASTELLO DI BIANELLO
Il maniero di Bianello è uno dei punti di osservazione privilegiati
per gli amanti delle allodole, qui protette da una riserva Lipu. Da
sempre il suo canto ispira poeti, scrittori, musicisti. Shakespeare la
chiamava “La messaggera dell’alba”. L’allodola è un piccolo uccello
delle campagne, vivace e riconoscibile per la sua voce cristallina.
L’allodola (Alauda arvensis) canta quando spicca il volo verso l’alto,
canta alle prime luci dell’alba. Nella mitologia nordica l’allodola è
custode dei campi e spirito del grano. Questo racconta già molto del
suo rapporto strettissimo con la terra e l’agricoltura. Gli antichi erano affascinati dal suo volo rapido e ascensionale e per questo la credevano messaggera degli dei, capace di unire terra e cielo, simbolo
dell’immortalità dell’anima. Anche gli antichi testi indiani indicano
l’allodola come esempio di saggezza e spiritualità.
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H & T - Tempo Libero
Nati col turbo
Opera: Jacopo Sipari di Pescasseroli
Grande successo per il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, direttore principale ospite della Fondazione Festival pucciniano e direttore stabile dell’Orchestra Sinfonica Marco Dall’Aquila. La Giunta del
Comune di Tagliacozzo lo ha direcente nominato per il triennio 2017 – 2020 nuovo direttore artistico
del Festival Internazionale di Mezza Estate, il piu’ importante Festival Musicale Estivo d’Abruzzo.
Da Giugno 2017 sara’ inoltre direttore del dipartimento di Musica Pop del Conservatorio Tchaikovsky
di Nocera Terinese. E’stato direttore ospite de Orchestra Nazionale della Radio e Televisione di Ucraina,
dell’ Orchestra Nazionale della Radio e Televisione di Serbia, dell’ Orchestra del Teatro dell’Opera di
Belgrado, della Filarmonica Pucciniana di Torre del Lago, dell’ Filarmonica di Benevento, dell’Orchestra Bellini Opera Festival, dell’Orchestra Taormina Opera Festival e dell’Orchestra del Festival Euromediterraneo, dell’Orchestra “Pompei Opera Festival”. Accanto alla musica classica, si dedica alla musica leggera italiana e alla musica per film avendo lavorato con numerosi artisti come Anastacia, Noemi,
Ami Stewart, Ivana Spagna, Ron. Heritage & Traditions lo ha incontrato il 9 dicembre scorso all’Ara
Coeli di Roma al concerto dedicato a Papa Francesco. Erano presenti, fra gli altri il principe Danilo
Danilo Giovanni Maria Bucciarelli (presidente del Rotaract Roma Nord) i principi Pierluigi e Immacolata Gregni Brancia d’Apricena, Isabella Fabrizio e Isabella Ratto-Vaquer, Benedetta Picano.
Luxury cars: Bentley
Bentley porta a casa il primato per la 4 posti e per la cabrio (sempre 4 posti) più potente al mondo. La
nuova Supersports vanta infatti una potenza specifica spaventosa e stavolta avrete anche la possibilità di
portare ben tre passeggeri. Il W12 da 6.0cc è stato seriamente rimaneggiato ed eroga adesso 700cv per
circa 1.016Nm di coppia massima, distribuiti su entrambi gli assi, grazie al collaudato sistema di trazione integrale, rivelatosi punto forte per non disdegnare l’utilizzo della coupé inglese anche su terreni
non propriamente da sportiva. Nonostante il peso resti elevato, le occorrono soltanto 3 secondi e mezzo
per scattare da 0 a 100 e può raggiungere in tutta tranquillità i 335 km/h attraverso il cambio automatico ZF a 8 rapporti. Gli ingegneri Bentley hanno irrigidito l’assetto e sistemato un enorme impianto
frenante in carboceramica, uno dei più potenti della sua categoria. A livello estetico, oltre a pannelli in
fibra di carbonio, c’è lo scarico sportivo in titanio con prese d’aria sul cofano anteriore che completano
il look, reso più massiccio da un update ai paraurti anteriore e posteriore. Completa il tutto lo spoiler
posteriore fisso. I consumi? Da astronave, ma a fronte di prestazioni da fine del mondo.
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H&T - Assocastelli, le news
Al via Mycastle.com
L’evento di lancio di MyCastle.com allo
show room Boffetto di Milano. Al centro il Presidente di Assocastelli Ivan
Drogo Inglese di San Giacomo del Pantano con Roberto Jonghi Lavarini. Qui
a fianco il Principe Emanuele Filiberto
di Savoia con Katia Ferri Melzi d’Eril,
direttrice di Heritage & Traditions.
E’
ufficialmente online Mycastle.it, è il portale dell’ospitalità nelle dimore italiane (castelli, masserie,
palazzi, tenute e ville) creato dall’Associazione Assocastelli, presieduta dal Barone Ivan Drogo Inglese di
San Giacomo del Pantano. Una buona parte delle 4 mila dimore, distribuite sull’intero territorio nazionale, che hanno aderito al progetto sono già visibili e pronte per accogliere chi preferisce muoversi per
lavoro o per turismo soggiornando in location di elevata qualità. Mycastle, sulla cui home page campeggia l’effigie del Presidente onorario internazionale di Assocastelli, S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto
di Savoia, propone dimore storiche mozzafiato: castelli innanzitutto. E poi palazzi, ville, tenute e masserie. Sono visibili le stanze, le suites e tutti i servizi offerti, il prezzo varia a seconda del periodo prescelto
e risulta sempre vincente nel confronto con un albergo, soprattutto quando la meta prescelta è una
città d’arte. Ma non solo. Ovunque, in questi siti, si può trascorrere un meraviglioso soggiorno, senza
mescolarsi ai consueti flussi turistici. “I turisti stranieri di alto livello hanno esigenze molto speciali”
spiega il barone Drogo Inglese che ha una grande esperienza nell’ospitality di lusso. Gestisce un pool
di appartamenti propri e non nel pieno centro di Milano, affitta solo a stranieri. “Gli arabi preferiscono
locare l’intero piano di un albergo, perchè viaggiano con il loro personale al seguito. I cinesi viaggiano
soli e preferiscono l’appartamento con il personale italiano. I russi vogliono la massima privacy: anche
negli alberghi più lussuosi non amano condividere l’ascensore della propria suite con gli occupanti delle
camere standard” . Si capisce insomma perchè l’offerta di MyCastle risulti già molto gettonata fin dai
primi giorni di lancio, anche fra i turisti italiani. Perchè le stanze disponibili in queste antiche dimore
sono sempre pochissime e speciali, tutte diverse l’una dalle altre e tutte fornite di servizi particolari.
Per alcuni aderenti il debutto su Mycastle è una prima assoluta: si tratta di location finora mai aperte
all’ospitalità. Altre invece, già avviate da anni, sono state rinnovate nell’offerta e ora propongono, oltre
al pernottamento, anche una piscina attrezzata o una spa, oppure servizio di ristorante e bellissime sale,
perfette per ospitare dinner, piccole convention, eventi privati e balli da favola. Il punto di forza delle
dimore proposte su MyCastle. è lo standard di arredo e di servizio, che non potrà mai essere confuso
con quello proposto da altri provider turistici. “I nostri ospiti devono essere circonfusi dalla bellezza e
dall’accoglienza tipica del mondo aristocratico, godere di un trattamento che non hanno mai provato
prima d’ora in Italia, ma solo molto lontano da qui, per esempio negli chateaux francesi della Loira”.
Altre dimore, soprattutto le masserie, le tenute e i castelli all’interno di un antico feudo agricolo, presto
proporranno online anche le loro specialità vinicole, gastronomiche, officinali, i complementi d’arredo,
tessili e ceramiche. Per essere informati sulle novità e sui nuovi siti, c’è una utilissima newsletter.
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H&T - Gotha World
Eventi e personaggi
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1- E’ scomparso a Copenhagen il 31 dicembre scorso l’ultimo zar, il Principe Romanovitch di Russia (nella foto con la moglie e
il premier Putin) uno dei due pretendenti alla successione. Era nato nel 1926. 2 - Il Duca e la Duchessa di Cambridge William e
Kate torneranno a marzo a stabilirsi a Londra, a Kensington Palace. Il piccolo George (5) sarà iscritto alla scuola maschile di
Wetherby come suo padre e suo zio Harry. 3 - Ivanka Trump e la First Lady Melania (che parla 5 lingue) sono le nuove icone
dello stile americano del Terzo Millennio (bye bye Michelle). 4 La bellissima Principessa Ameerah al-Taweel continua a mietere
consensi. Prima donna dell’Arabia Saudita che veste all’occidentale, la ex moglie del principe Alwaleed, opera nel settore della
filantropia: ha creato un orfanotrofio in Africa occidentale, soccorso le vittime delle inondazioni in Pakistan, aperto il Centro di
Studi Islamici presso l’Università di Cambridge e guidato una missione di aiuti in Somalia. 7- Per la prima volta il principe Harry (33 anni) è stato fotografato con l’attrice Rachel Megan Markle (35 anni) all’uscita di un teatro a Londra. La coppia ha chiuso
l’anno tra le nevi di Tromsø, Norvegia, per vedere l’aurora boreale. 8-9 Unite dalla moda: la principessa Charlotte di Monaco,
musa di Gucci e la cugina Pauline Ducruet, che studia stilismo a New York. 10,11, 12 - La principessa Victoria di Svezia con il
marito Principe Daniel durante la visita a Milano, con i vertici di Palazzo Marino e all’ospedale San Raffaele. 13- E’ ancora il
rosso la scelta della Regina di Spagna Letizia presente aun incontro del Consiglio della federazione spagnola delle malattie rare.
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H&T - Gotha World
dell’ultimo trimestre
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La principessa Diane von Fursternberg (1,2) pubblica le sue memorie con Flammarion: “La donna che avrei voluto essere” 3-I
Reali di Svezia ammiratissimi al dinner gala dei Premi Nobel 2016. Con il re Carl Gustav e la regina Silvia, le principesse Victoria
(con Daniel Westling) e Madeleine di Svezia (con Christopher O’Neill) in abiti e tiare da favola. Sofia Hellqvist col principe Carlo
Filippo (6) è un’ icona fashion per le ragazze svedesi. Compleanni reali: 11 gennaio per l’Arciduca ereditario Carlo d’Asburgo-Lorena (4); Andrea d’Inghilterra, Duca di York, compie gli anni il 19 febbraio (5). 8 La Regina Rania di Giordania ha incontrato
il gruppo Nashmiyyat Sayyidat, impegnato per aumentare la consapevolezza femminile su social media e generare maggiore
uguaglianza. 8, 9 - Il Principe del Qatar Nasser Salih Nasser Abdullah Al-Attiyah, pilota di rally e tiratore di tiro a volo, due volte
vincitore della Parigi-Dakar nella categoria auto e bronzo olimpico a Londra 2012, ha fatto preoccupare i suoi fans: al rally 2017
si ritira, la sua Toyota ha preso fuoco. Con Giniel de Viliers arriva a fine tappa su tre ruote. 10, 11, 12 - Tre momenti del grandioso ballo dell’Ordine di Malta del 7 gennaio a Londra. Fra gli ospiti italiani, il Conte Guido Anzilotti (a destra). 13 Si è spento
AnthonyArmstrong-Jones, Lord Snowdon, fotografo, regista e produttore. Aveva sposato Margareth, sorella di Elisabetta II, nel
1960 (divorziarono nel 1978). Hanno avuto due figli, David Armstrong-Jones, visconte Linley, e Lady Sarah Armstrong-Jones.
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H & T - Luxury
IL FANTASTICO
MONDO DI FAWAZ
N
e
on c’è niente di più seducente, su una donna,
di un unico gioiello, speciale, stupefacente.
Magari con pietre non banali, colorate,
esaltate da un design che cattura l’occhio e lo emoziona. Il creatore mondiale più osannato per i suoi pezzi
unici, incredibili, mozzafiato è Fawaz Gruosi, fondatore e membro del comitato esecutivo di De Grisogono, antica maison ginevrina, di recente notissima
anche al grande pubblico per essere l’acquirente del
diamante grezzo più costoso al mondo. Proprio così.
Il celebre marchio di alta gioielleria ha annunciato a
settembre scorso a Parigi, in una conferenza stampa
al Grand Palais, l’acquisizione di TheConstellation. È
questo il nome del diamante da 813 carati, con un diametro di oltre sei centimetri, venduto a maggio scorso da una compagnia mineraria, al prezzo record di 5
milioni di euro.
The Constellation è stato scoperto nel 2015 in Botswana dalla compagnia canadese Lucara Diamond. Per
grandezza risulta secondo solo al diamante Lesedi la
Rona, rimasto invenduto. The Constellation è stato acquistato al termine di un’avventura: un’asta competitiva conclusasi alla cifra record di 63 milioni di dollari.
Il superdiamante grezzo, per colore, purezza e peso in
carati resterà nella storia della gioielleria. Si prevede
che il processo di taglio, da completarsi entro giug40
H & T - Luxury
no prossimo, possa svelare il più grande diamante
certificato flawless (senza difetti) del mondo. Poi
la creatività di Gruosi potrà scatenarsi. Sarà il suo
prossimo record. Nel 2002 aveva creato un anello con il diamante nero più grande del mondo da
oltre 312 carati, che prese il nome di “Spirit of De
Grisogono”. La tradizione di alta gioielleria della
maison è saldamente radicata a Ginevra e risale agli
albori del Rinascimento. Da allora, orafi e gioiellieri
ginevrini sono rinomati in tutta Europa: già quattro
secoli prima che i primi gioiellieri si stabilissero in
Place Vendôme.
Ma torniamo ora a parlare delle gioie multicolori
sempre più presenti nelle collezioni ideate da Fawaz
Gruosi, che riservano però anche un grande spazio
ad assoli di pietre più classiche: diamanti, zaffiri,
smeraldi e rubini. Anche per questi pezzi dove il
rosa si associa col verde, il rosso col giallo, il fucsia con l’azzurro, vale la stessa impressione: che egli
segua innanzitutto un’idea che si sviluppa nella sua
mente, un’idea di design per la quale non sembra
per nulla disposto ad accettare compromessi. Come
se, dopo quel momento creativo così libero, non si
dovesse affatto passare ad una faticosissima e rocambolesca traduzione del suo segno in disegni,
in modelli 3d, fusione e congiunzione di metalli e
ricerca e taglio di pietre preziose che devono essere,
naturalmente, tutte uguali e di qualità come minimo eccezionale per essere finalmente incastonate.
Basta dare un’ occhiata, per esempio, agli orecchini Vortice o all’anello Onde, all’anello Matassa,
agli orecchini Zigana e Ventaglio. La creazione di
un pezzo eccezionale, generalmente nasce dall’incontro tra un’ispirazione e una gemma: esso deriva
dalla visione creativa di un designer e dalla visione
altrettanto strategica di un marchio.
Ma nel caso di de Grisogono, il processo è davvero complesso: la collezione Melody è il risultato
dell’intesa tra chi produce e chi si disegna e pensa in
termini di volumi, studiare il riflesso, la sfumatura
di colori, la sintonia con la luce.
La collezione Alta Gioielleria è invece il magico
regno di gioielli e pietre eccezionali: un regno pieno di fantasia e passione, che riunisce i molti mestieri necessari per creare pezzi unici in grado di
coniugare emozioni e creatività in uno spirito contemporaneo. De Grisogono prende ogni idea e la
trasforma in una realtà scintillante. Dopo un primo
schizzo viene il disegno preliminare, che l’atelier
traduce in un pezzo tridimensionale, combinando
la preziosità del metallo e dei carati. Questa unica
fragile procedura, quasi eterea è il fondamento della
legittimità e il valore senza tempo di queste splendide creazioni contemporanee.
A fianco, il
gioielliere
Fawaz Gruosi
alla conferenza stampa di
presentazione
al Grand Palais di Parigi.
Nella teca alle
sue spalle, il
superdiamante “The Constellation” .
theTHE CONSTELLATION DAY
“Sono entusiasta di poter lavorare su un diamante cosi’ straordinario e importante come
The Constellation. Come gioielliere sono
consapevole dell’enorme responsabilita’ che
ho nei confronti di questa pietra e dell’equipe
che ha lavorato
duramente per metterla al sicuro.
E’ per me un onore e un privilegio avere la
possibilita’ di esprimere le mie doti creative
sul processo di taglio e di incastonatura di
una tale gemma e sono impaziente di trasformare la mia visione in realta’”.
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H&T- Heritage: Le corone di Elisabetta II
QUATTRO CORONE
E NOVE TIARE
Qui sopra e nelle pagine seguenti, le incredibili pietre che adornano le corone e i diademi della Regina d’Inghilterra.
Di fianco, gli stemmi della Regina Elisabetta
S
e seguite le puntate su Netflix dedicate alla vita
della Regina Elisabetta II, noterete che nelle occasioni ufficiali ella indossa o uno dei suoi cap
pellini o un diadema o la corona, il suo emblema.
Sì ma sapete anche dire quale? Perchè la Regina d’Inghilterra di corone ne ha quattro. E di tiare o diademi
che dir si voglia, ne ha più di venti, ma ne porta solitamente solo alcuni, nove per la precisione. Questi favolosi ornamenti che naturalmente non sono tutti suoi
personali, ma appartengono anche al Regno Unito di
Inghilterra e Scozia, risalgono a epoche diverse e possiedono storie diverse, tutte molto affascinanti.
I Gioielli della Corona, noti anche come ‘regalia’, sono
il vero simbolo della monarchia britannica, ancora
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oggi utilizzati per l’incoronazione di re e regine inglesi. L’esposizione di alcuni pezzi tuttora presente nella
Torre di Londra, fu inaugurata dalla regina Elisabetta
II nel 1994 ed include oggetti assolutamente straordinari, tra cui le corone degli antichi sovrani, gli scettri,
anelli, spade, bracciali ed altro ancora.
La collezione in esposizione include 23.578 diamanti
tra i quali spiccano i più famosi al mondo: l’enorme
Cullinian I da 530.4 carati, il diamante da 105 carati Koh-i-Noor, poi il diamante tagliato più grande al
mondo: First Star of Africa. E’ incastonato sullo scettro
del sovrano ed è in buona compagnia, di altri 2868 diamanti, 273 perle, 17 zaffiri, 11 smeraldi e 5 rubini.
Questa straordinaria collezione di tesori ne ha viste di
H&T- Heritage: Le corone di Elisabetta II
tutti i colori ed è un miracolo che oggi, nonostante
gli avvenimenti del passato, essa sia ancora intatta.
Persi nel 1216 da Re Giovanni e poi ritrovati; usati
da Edoardo III come garanzia per pagare le truppe;
impegnati dalla moglie di Carlo I all’inizio della
guerra civile e, addirittura, scampati alla loro distruzione voluta dal premier Oliver Crowmell, a
simboleggiare la caduta della monarchia. Insomma
se quelle corone potessero parlare, potrebbero raccontare meglio di qualsiasi altro la lunga storia della
monarchia nel Regno Unito.
La corona più antica che la Regina ha a disposizione
è quella di Scozia, un gioiello rinascimentale proveniente dalla gloriosa dinastia degli Stuarts.
Giacomo V, padre della regina Maria, che fu decapitata a Fotheringhay nel 1587, la fece realizzare da
un gioielliere di Edimburgo, John Mossiman, nel
1540. Gli affidò l’antica corona dei re della dinastia Bruce, delle once d’ oro e delle pietre preziose,
affinchè egli creasse una nuova corona, più ricca,
sontuosa e più decorata, con al centro un inserto
in velluto rosso. La portarono sua figlia Maria, Giacomo VI e Carlo I. L’ evento più famoso legato ai
Gioielli della Corona resta indubbiamente il tentativo di furto avvenuto il 9 maggio del 1671.
I gioielli erano allora custoditi nella Torre Martin
ed il colonnello Thomas Blood, con l’aiuto del fi-
glio e di altri individui, riuscì ad immobilizzare e
pugnalare il custode, schiacciò la corona per nasconderla sotto il mantello mentre suo figlio iniziò
a segare lo scettro reale. Fortunatamente, durante la
fuga, il figlio del custode si accorse di ciò che stava
accadendo e dette l’allarme, il colonnello Blood fu
così arrestato.
Nonostante il suo atto, il colonnello fu perdonato
da Re Carlo II il quale, invece di punirlo, gli concesse addirittura una pensione. Dopo questo tentativo di furto, i sistemi di sicurezza furono migliorati: sbarre di ferro si sostituirono a quelle in legno.
Da allora agli ospiti della Corte e ai visitatori non è
concesso toccare i Gioielli della Corona.
Durante gli anni che videro Cromwell alla guida del
Paese, i puritani ottennero la distruzione di corone,
scettri e globi: tutti i simboli reali conservati a Londra furono fusi. Ma in Scozia la stessa sorte toccò
solo ad alcuni diademi. La Corona, lo scettro, il
globo e qualche gioiello, furono infatti nascosti per
dieci anni in una fortezza segreta e impenetrabile,
Dunnottar, sulla costa orientale fra St.Andrews e
Aberdeen.
Soltanto dopo il ritorno degli Stuarts sul trono
d’Iinghilterra e Scozia, fu rivelato il segreto. Da
allora questi straordinari tesori sono conservati al
Castello di Edimburgo. Elisabetta Ii non li ha mai
A destra il diadema di diamanti e perle che era appartenuto alla granduchessa Wladimir di Russia, che aveva
sposato uno zio dello zar Nicola II. Questo gioiello è
composto da cerchi di diamanti intrecciati fra loro, al
centro di ogni cerchio pende una grande perla a forma di
goccia. Grazie all’aiuto di un agente segreto britannico,
Albert Stopford, la granduchessa salvò i suoi gioielli durante la rivoluzione russa. Quando ella morì nel 1920,
i suoi figli li vendettero. La Regina Madre acquistò una
grande riviere di diamanti e questo scenografico diadema passato poi a Elisabetta II.anti. Quando ella morì
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H&T - Heritage: Le corone di Elisabetta II
Qui sopra, la regina Alexandra con le principesse Louise e Victoria, indossa la corona e la parure di opali
H&T: Heritage: Le corone di Elisabetta II
indossati, ma le sono stati presentati ufficialmente
durante la sua incoronazione nel 1952. Ogni volta che ella è presente alle riunioni del Parlamento
scozzese, la corona è deposta vicino a lei, su un cuscino, dal Duca di Hamilton, il primo pari di Scozia.
A Londra, Her Majesty può contare su tre pezzi
spettacolari.
La corona di Sant’Edoardo, ispirata a una di quelle
più antiche distrutte da Cromwell, che è stata rea
lizzata per la sua incoronazione, nel 1953. Sant’Edoardo fu l’ultimo monarca sassone. Dopo la dittatura
di Cromwell e il ritorno degli Stuarts nel 1660, fu
creata una nuova corona somigliante a quella antica, per volere di Carlo II. Ma è un pezzo davvero
pesante da portare.
Dunque in occasione della cerimonia annuale di
aperatura del Parlamento, la regina sceglie fra altre
due, sicuramente più leggere. La prima è il diadema
di Giorgio IV, una meravigliosa corona in perle e
diamanti indossata dalla regina Vittoria. La regina
indossa questo gioiello quando percorre in carrozza
il tragitto che va da Buckingham Palace a Westminster. Durante il discorso sul trono, ella indossa di
solito la Corona Imperiale dello Stato, la cui origine
risale al Medio Evo.
Una versione più antica di questa corona esisteva
già nel Tesoro Reale d’Inghilterra ai tempi dei Tudor e degli Stuarts. Ella pure venne fusa per ordine
di Cromwell, ma alcune pietre furono trafugate e
nascoste. Così oggi possiamo ammirare lo zaffiro
blu di Sant’Eduardo e lo spinello del Principe Nero,
A A destra , Elisabetta II
con la sua prima corona. Fu incoronata fu incoronata regina di Regno Unito, Canada, Australia,
Nuova Zelanda, Sudafrica, Ceylon e Pakistan, assumendo così anche il ruolo di capo del Commonwealth. La cerimonia si tenne un anno e mezzo
dopo la sua ascesa al trono, nel 1953 e fu filmata
e trasmessa in televisione.
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grande come una noce e decorato dal fleur de lys al
centro.
Queste pietre sono state senza dubbio rivalutate da
Carlo II al ritorno della monarchia. Sono state dunque montate sulla nuova corona imperiale creata
nel 1660.
All’inizio del XIX secolo, Giorgio IV vi aggiunse lo
zaffiro degli Stuarts ereditato dall’ultimo principe
di questa dinastia, che morì in Italia a Frascati nel
1807.
Un secolo dopo, lo stesso zaffiro cambiò sede durante il regno di Edoardo VII. E’ stato montato sul
retro della Corona Imperiale, per lasciare il posto al
Cullinan, un diamante da 317, 40 carati offerto alla
corona inglese dal governo del Sudafrica. La corona
imperiale è visibile nei suoi dettagli preziosi grazie
all’inserto in velluto viola.
Passando ai diademi, non è facile determinare il numero esatto di quelli posseduti oggi da Elisabetta II.
Dovrebbero essere poco più di venti, ne ha ereditati
alcuni dalla nonna Mary, ha ereditato tutti quelli di
sua madre e qualcuno l’ha anche acquistato lei
stessa. Sono nove però i diademi che si vedono più
spesso tra i suoi capelli.
Tra i gioielli più conosciuti dal grande pubblico ci
sono due serti di pietre bianche che provengono dal
lascito di sua nonna, la regina Mary. C’è la corona
di Giorgio IV, con croci e serti floreali di perle e diamanti, fu creata all’inizio dell’Ottocento.
All’inizio della prima guerra mondiale, la sposa di
Giorgio V possedeva una collezione straordinaria
H&T - Heritage: Le corone di Elisabetta II
di gioielli che si arricchì di di due pezzi maestosi. Il
primo era una tiara di diamanti, con grandi gocce
a perla, ordinato a uno dei suoi gioiellieri preferiti.
Per questo diadema ella fornì pietre e perle provenienti da vecchi gioielli che non portava più, tra cui
un collier che le era stato donato dalla regina Vittoria come regalo di matrimonio. Questo diadema
riprende il disegno di un gioiello simile che era appartenuto a sua madre, la duchessa di Cambridge.
All’inizio del 1920 gli venne preferito un diadema
di diamanti e perle molto più importante, che era
appartenuto alla granduchessa Wladimir di Russia,
che aveva sposato uno zio dello zar Nicola II.
Questo splendido gioiello era composto da cerchi
di diamanti intrecciati fra loro, al centro di ogni
cerchio pendeva una grande perla a goccia. Grazie all’aiuto di un agente segreto britannico, Albert
Stopford, la granduchessa era riuscita a fuggire e
salvare i suoi gioielli durante la rivoluzione russa.
Quando ella morì nel 1920, i suoi figli vendettero i
gioielli. La regine madre acquistò una grande e bella
rivière di diamanti che fece poi montare in un sotoir con altri diamanti più piccoli e poi acquistò
questo scenografico diadema con cerchi di diamanti. Quando ella morì nel 1952, questi gioielli furono
donati all’attuale regina Elisabetta II.
Il diadema della granduchessa Wladimir è uno dei
A destra lo scettro d’Inghilterra tempestato di pietre
preziose. Sotto, l’ingresso della Torre di Londra dove si
ammirano alcuni gioielli del tesoro reale. La Torre di
Londra ha svolto un ruolo di primo piano nella storia
inglese. Subì svariati assedi e la sua difesa è sempre
stato ritenuta fondamentale per il controllo della nazione. Nel corso della sua storia, la Torre di Londra,
è stata utilzzata come arsenale, tesoreria, menagerie,
sede della Royal Mint, ufficio del pubblico registro e
sede dei gioielli della Corona inglese. Dall’inizio del
XIV secolo secolo fino al regno di Carlo II, l’incoronazione di un monarca era preceduta da una processione dalla Torre all’Abbazia di Westminster.
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gioielli preferiti da Elisabetta, insieme con la favolosa parure di smeraldi cabochon, sempre ereditata
dalla nonna, che comprende una serie di pendenti
che possono essere sostituiti sul diadema, al posto
delle perle e forma di goccia.
A questo punto le opinioni dei critici si dividono:
secondo alcuni la parure più straordinaria è quella
di zaffiri, a cui la Regina ha aggiunto la tiara. Altri
apprezzano quella incredibile di acquamarine e diamanti, dono del governo brasiliano.
Ma i più vicini a lei sanno quanto tiene alla parure
in rubini e diamanti, ricevuta nel 1947, creata per
lei da Boucheron. Secondo altri invece il top è la
parure di smeraldi cabochon che appartenne a sua
nonna, con pendenti a forma di pera, che possono
essere smontati e prendere il posto delle perle sul
diadema della granduchessa Wladimir.
La parure più completa comprende collier, diadema
spilla e orecchini è un pezzo che fu ordinato dalla regina Vittoria. Questi gioielli furono disegnati
dal principe Albert e inizialmente erano decorati
con opali e destinati ad essere indossati da tutte le
Regine d’Inghilterra. Ma la regina Alexandra non
apprezzava gli opali e li fece sostituire con grandi
rubini birmani. Questa parure è stata indossata
spesso dalla Regina Elisabetta dopo la morte di sua
madre, avvenuta nel 2002.