progetto educ_VERDE_2012-13_area - Comune di Trieste

Transcript

progetto educ_VERDE_2012-13_area - Comune di Trieste
PROGETTO EDUCATIVO
ANNO EDUCATIVO 2012-2013
NIDO D’INFANZIA VERDENIDO
VIA COMMERCIALE 164-34100 TRIESTE
040 418572
[email protected]
COORDINATORE PEDAGOGICO
Michela D’Andri
[email protected]
Indice
• gli obiettivi in relazione alle attività educative proposte
STRUMENTI
• Accoglienza – Ascolto
• organizzazione degli spazi
• Cura
• Salute e benessere
• Relazioni
• Ambientamento
• Gruppi misti
•
•
le modalità organizzative scelte per la suddivisione in sezioni
il numero di sezioni attivate nel servizio
• Rapporto con le famiglie – partecipazione – genitorialità
• la condivisione del progetto educativo con le famiglie.
• gli strumenti di verifica adottati per lo svolgimento delle attività e per
il raggiungimento degli obiettivi.
• le modalità di documentazione
•
Progettazione – lavoro di rete
• Apprendimento
• Integrazione – interculturalità – rete
2
LE FINALITA’ DELL’ASILO NIDO
benessere
sviluppo e potenzialità
opportunità di incontro
servizio alla famiglia
integrazione sociale
3
GLI OBIETTIVI EDUCATIVI
La progettazione educativa in un contesto per piccolissimi
deve considerare:
• modalità prima accoglienza
• spazi, materiali, arredi
• tempi e ritmi della giornata educativa
• relazioni tra pari
• relazione con l’adulto
• momenti quotidiani della cura
• proposte formative specifiche/il gioco
• partecipazione delle famiglie
• lavoro in equipe
ORGANIZZAZIONE DELLE SEZIONI
Il coordinamento pedagogico dei servizi 0-3 del comune di Trieste ha scelto come
modalità organizzativa per i suoi nidi, le sezioni “miste”per età, in quanto ci è sembrato
nel tempo molto più di una possibile soluzione gestionale.
Il percorso si è consolidato attraverso il confronto e l’auto-formazione del personale ed è
stata occasione per approfondire il tema del “gruppo misto ”.
La pratica quotidiana sostiene l’importanza della flessibilità di questo tipo di percorso per
le diverse soluzioni individuate nel tempo.
La “ricerca-azione”sullo sviluppo delle relazioni tra i bambini e sulle modalità
organizzative per età miste ha permesso l’affermazione di un modello progettuale
che tenga conto e dell’aspetto gruppale e dell’aspetto individuale dei bambini e
delle bambine. A questo proposito, citando le autorevoli parole di Loris Malaguzzi,
il lavoro con sezioni “miste” per età parte dall’assunzione “di un’ipotesi positiva
molto forte sulle possibilità dei bambini di condividere riflessioni ed attività fino
alla costruzione condivisa delle conoscenze, dando credito ai bambini e alle loro
potenzialità, non pensando che lo sviluppo sia determinato dall’insegnamento degli
adulti”. (
I servizi per l’infanzia vanno pensati come luoghi di esperienze e di “esperienze condivise
tra soggetti portatori di differenze, occasioni che in realtà nel nido si verificano sempre,
ma nel gruppo misto di più” (p. 29).
4
Dalla parte dei bambini e delle bambine i vantaggi dell’applicazione di questo modello
operativo si traducono nel potenziare:
• L’imitazione come fonte di apprendimento
• La cooperazione / alternanza dei turni / comportamenti di aiuto
• Il superamento dell’egocentrismo attraverso lo sviluppo
comunicazione diversificate
• L’aumento delle risposte empatiche /affettive /relazionali
• Il superamento del conflitto socio-cognitivo
di
strategie
di
Dalla parte dell’educatore l’applicazione di questo modello implica una professionalità più
ricca e più complessa, che si sviluppa nel porre l’accento alle seguenti dimensioni
• L’adozione di strategie diversificate in risposta ai diversi bisogni e comportamenti
dei bambini
• L’attenzione alla valorizzazione delle diverse competenze espresse dei bambini
• L’attivazione di reti virtuose per il confronto costante e costruttivo attraverso
alleanze educative
I RAGGRUPPAMENTI
Il nido è suddiviso in 3 gruppi sezioni :
“Bruchi “ 16 bambini dai 3 ai 13 mesi iscritti
assegnate
4 educatrici :
3 a tempo pieno (6 ore ciascuna )
1 part time a 3 ore
rapporto numerico 1 (educatore) : 5 (bambini)
“Farfalle”: 28 bambini iscritti
17 bambini dai 14 ai 24 mesi
rapporto numerico 1 (educatore) : 7 (bambini dai 14 ai 24 mesi)
11 bambini
rapporto numerico 1 (educatore) : 8 (bambini dai 25ai 36 mesi)
4 educatrici tempo pieno(6 ore ciascuna )
2 educatori part time di 3 ore ciascuna
orari d’uscita dei bambini:
entro le 13
entro le 16
entro le 17.30
5
In base ai turni del personale e alla frequenza dei bambini il nido struttura
un’articolazione di orari di co-presenza del personale al fine di garantire di media il
rapporto numerico previsto dalla Legge Regionale 20/2005.
rapporto numerico 1 (educatore) : 5 (bambini dai 3 ai 12 mesi)
rapporto numerico 1 (educatore) : 7 (bambini dai 13ai 24 mesi)
rapporto numerico 1 (educatore) : 8 (bambini dai 25ai 36 mesi)
6
SPAZI-MATERIALI-ARREDI
L’organizzazione dello spazio educativo è legata alla necessità di coniugare il
bisogno di intimità/sicurezza emotiva del bambino con l’esigenza di
esplorazione/scoperta. In questo senso lo spazio si qualifica come luogo
intenzionalmente connotato,
accogliente, accessibile, leggibile e
differenziato funzionalmente. L’organizzazione dello spazio deve favorire e
sostenere la molteplicità e la qualità delle relazioni, valorizzare la dimensione
del piccolo gruppo e attribuire un’attenzione particolare alla possibilità che il
bambino possa ricostruirvi una sua sfera privata e personale.
I MATERIALI
Anche i materiali, così come gli arredi ed i giocattoli costituiscono un
momento di scelta educativa importante. Oltre agli aspetti funzionali,
attraverso l’esplorazione degli oggetti, i bambini scoprono via via le regole
del mondo.
Tutte le capacità sensoriali sono coinvolte nella scoperta dell’ambiente
circostante. In riferimento in specifico alla dotazione di materiali e di
giocattoli, si potrà prestare attenzione privilegiata, soprattutto per i
bambini più piccoli, da un lato ai materiali a sostegno dell’accoglienza e
dall’altro allo sviluppo delle abilità percettive.
Particolare importanza riveste anche il concetto di ordine. Avere il posto per
ogni cosa e mettere ogni cosa al proprio posto.. E poi esplorare a piacere i
materiali, tentare soluzioni, formulare ipotesi, prevedere utilizzi
alternativi, condividerne le scoperte con i compagni e così via. Queste
situazioni lasciano il tempo ad ogni bambino per l’esplorazione e l’analisi, ma
anche per la ripetizione, il ripensamento e l’auto correzione.
Un ambiente accogliente è perciò un ambiente ben organizzato e, come tale,
diventa anche luogo privilegiato per l’osservazione del bambino, delle sue
relazioni con gli oggetti e con gli altri, delle sue preferenze, delle sue
capacità creative ed inventive e, in una parola, delle sue potenzialità di
sviluppo..
7
Gli spazi interni
Il nido si articola in uno spazio di ingresso dove vengono affisse tutte le
comunicazioni generali delle struttura e continua con un corridoio riservato
agli armadietti/spogliatoio, nei quali vengono riposti dalle famiglie al mattino
gli indumenti usati all’esterno.
Gli spazi si dividono in
Spazio –piccoli:
stanza salone per le attività di gioco e pranzo,
stanza dedicata al sonno che con flessibilità al mattino viene utilizzata per
alcune attività strutturate di piccolo gruppo
una zona dedicata al cambio
8
Spazio-sezione bambini medi e grandi
Una stanza –salone doppia divisa da una porta scorrevole a pannelli per le
attività di gioco e pranzo
Il salone offre un’area dedicata all’attività motoria con una piscina di palline
e altre zone morbide con tappeti riservata a giochi di costruzione e ad un
altro angolo riservato alla lettura di libricini
L’altra parte del salone è strutturata con 5 tavolini per le merende ed il
pranzo e durante la mattinata per svolgere le attività a tavolino; una zona è
arredata con pannelli ed arredi in legno dedicato al gioco simbolico ed il
teatro
9
Una stanza è dedicata al sonno ed il mattino per specifiche attività a piccolo
gruppo.
10
PERSONALE
Il personale addetto nell’asilo nido si distingue in
Personale educativo e personale d’appoggio
È previsto un coordinatore pedagogico con il quale tutto il personale si rapporta al fine di
predisporre l’organizzazione generale del servizio ed il progetto educativo .
Gli educatori hanno competenze relative all’educazione e alla cura dei bambini/e, alla
relazione con le famiglie e collaborano con i coordinatori per il buon funzionamento del
servizio.
Gli operatori d’appoggio svolgono compiti di pulizia e riordino degli ambienti e dei
materiali e collaborano con il personale educativo alla manutenzione e preparazione dei
materiali didattici e al buon funzionamento del servizio; collaborano e supportano gli
educatori nei gesti di cura rivolti ai bambini e in alcuni momenti particolari ed importanti
come il pranzo .
L’attività di tutto il personale si svolge secondo i principi della metodologia del lavoro di
gruppo e della collegialità, in modo da valorizzare l’apporto professionale di ciascuno.
LE ATTIVITA’
•
•
•
•
ATTIVITA’ MOTORIA
ESPLORAZIONI SENSORIALI
IL CESTINO DEI TESORI
LA SCATOLA AZZURRA
ATTIVITA' MOTORIA
Imparando a camminare da soli, i bambini allargano notevolmente lo spazio
delle loro esperienze.
Dal 1° al 3° anno di vita i bambini si divertono moltissimo ad andare in giro
camminando, correndo ad esplorare l'ambiente che lo circonda.
11
L'educatore, tenendo conto di questa voglia di muoversi del bambino e del
bisogno di cambiamento, organizza proposte di movimento e predispone i
materiali e l'ambiente in modo da stimolare il bambino a compiere movimenti
e-voluti.
Il piacere del gioco e la gioia di muoversi rappresentano gli elementi
essenziali per la costruzione dell'attività motoria.
L'azione educativa deve favorire la formazione di un bambino in grado di
agire, di muoversi, di rapportarsi con gli altri, di saper utilizzare il proprio
corpo come mezzo di espressione nei confronti del mondo circostante.
La “pratica” degli schemi motori di base (camminare, saltare,
correre,strisciare…) in forme variate e combinate tra loro, ci aiuterà
raggiungere questo obiettivo.
E' importante offrire al bambino il maggior numero possibile di esperienze
motorie.
Lanciare ed afferrare sono di grande importanza nella vita motoria del
bambino perchè affinano la coordinazione oculo-manuale.
Lanciare la palla GRANDE o PICCOLA dà la possibilità di scoprire l'ambiente
mediante il lancio stesso, sia esso effettuato con le mani, con i piedi, o con
altre parti del corpo; il suo utilizzo offre, inoltre il piacere della dinamicità,
la possibilità di dare movimento, di cambiare direzione, di trarne rumori,
suoni e ritmi attivando le capacità sensoriali.
12
“Esplorazioni sensoriali e ambientali”
I primi anni di vita sono caratterizzati dal periodo definito “sensomotorio”:
termine che indica un periodo in cui l'intelligenza si manifesta sottoforma di
azione prima di dar luogo ad un rappresentazione mentale vera e propria.
Questo processo di crescita si elabora in gran parte attraverso la
manipolazione, il movimento e l'azione.
Nel primo anno di vita il bambino esplora con le mani e con la bocca gli
oggetti a sua disposizione; in seguito la conquista della deambulazione e del
movimento amplia le sue possibilità di esplorazione; egli cerca gli oggetti li
sposta, ….. e tenta di scoprire il loro possibile utilizzo e la loro funzione.
Tali attività, spontanee e naturali nel bambino di questa età, vengono
favorite e arricchite dalle proposte dell'educatore che predispone ambienti
e materiali appositamente scelti per questo gioco di scoperta chiamato gioco
euristico.
Il gioco euristico proposto è il cestino dei tesori.
Il cestino dei tesori
Il cestino dei tesori nasce come esperienza di esplorazione sensoriale da un
idea della pedagogista Elinor Goldschmied e si rivolge ai bambini a partire già
dal sesto, settimo mese di vita, quando cominciano a stare seduti ma ancora
non si spostano nello spazio.
Si tratta di uno dei modi più efficaci per incoraggiare i bambini nel gioco e
nell’apprendimento.
Il cestino dei tesori raccoglie oggetti di materiale naturale, anche di uso
comune (non giocattoli), diversi per forma, consistenza, peso, colore, suono,
lucentezza… scelti per offrire al bambino il massimo interesse e per
consentire la stimolazione di tutti i sensi – tatto, odorato, gusto, vista,
udito- associati al movimento del corpo.
L’educatore si propone come “ancora emotiva” per i bambini: osserva e non
interferisce; con la sua presenza offre l’attenzione necessaria a sostenerli
nella scelta,nella scoperta e nella sperimentazione degli oggetti.
13
Lo scambio affettivo relazionale che avviene con l’educatore infonde al
bambino un senso di sicurezza, base fondamentale per la costruzione della
propria autostima.
“L’apprendimento attraverso l’esplorazione e la scoperta”
Verso lo stadio successivo
Dal momento in cui imparano a spostarsi da soli i bambini hanno un crescente
bisogno di esplorare e sperimentare. Ed è in questa fase che mettere e
togliere gli oggetti dentro e fuori da un contenitore diventa una delle
attività che li occupa di più:
“un barattolo di medie dimensioni, posato accanto ad un bambino/a seduta
vicino al Cestino dei Tesori”
offrirà l’opportunità si iniziare questo tipo di gioco, spostando gli oggetti dal
Cestino al barattolo e vuotandoli di nuovo: gioco dei travasi. Questo gioco
permette la simbolizzazione dei vissuti del bambino che può sentirsi vuoto
dentro di affetto, di protezione, di “mamma”, di un vuoto che può essere
riempito. (S.Freud)
14
Il gioco euristico di gruppo
Il gioco euristico è un approccio e non una ricetta. Non esiste un unico modo
per attuarlo e ognuno, in ambienti diversi, avrà le sue idee personali e farà
la propria raccolta dei materiali.
Uno dei grandi meriti di questo approccio è quello di liberare la creatività
delle educatrici e far sì che il compito di seguire i bambini diventi più
stimolante.(Elinor Goldshmit)
Nel gioco euristico di gruppo viene offerto ai bambini abbondante materiale
composto da oggetti scelti con cura dalle educatrici.
Da tutti gli oggetti disponibili essi selezionano, discriminano e paragonano,
mettono in serie, infilano e fanno pile, fanno rotolare e mettono in equilibrio,
concentrandosi e migliorando la loro abilità di manipolazione con evidente
soddisfazione.
L’educatrice ha il ruolo di organizzare e facilitare il gioco, non quello di
animatore.
“Rimettere in ordine fa parte del gioco”
15
GIOCHIAMO CON GLI STRUMENTI
La musica ha la magica capacità di risvegliare la nostra coscienza ritmica e di
influenzare positivamente l’emotività, aiutandoci a esprimere i nostri gesti,
a liberare il nostro impulso al movimento.
Nei primi 3 anni di vita del bambino non c’è un collegamento appropriato tra il
ritmo dei suoni e il movimento espresso, le sue risposte motorie sono
istintive e non sincronizzate con la musica, anche se da questa provocate.
Tenuto conto dell’istintività del bambino, non imponiamo formule ritmiche,
ma osserviamo i suoi ritmi naturali e spontanei, manifestati liberamente nel
suo ambiente e proponiamo giochi che lo valorizzano.
LE ROUTINES
Il Pranzo
Il pranzo è per tutti un momento importante di socializzazione e di
conoscenza degli alimenti.
Il clima in cui si svolge, il modo in cui il cibo viene offerto, il rispetto dei
tempi individuali, sono elementi importanti che vengono curati con sensibilità,
assecondando le esigenze di ciascun bambino.
Durante il pasto i bambini possono sporcarsi e manipolare il cibo,
sperimentando quindi a livello tattile le sensazioni determinate dai diversi
alimenti.
16
La nanna
Il sonno è un momento delicato poiché coincide con la perdita del contatto
con gli altri e con l'ambiente.
Per questo è molto importante creare un'atmosfera che permetta di
tranquillizzare il bambino, rispettando i suoi tempi e le sue modalità per
addormentarsi e dandogli anche la possibilità di avere con sé gli oggetti per
lui carichi di affettività quali ciuccio, peluche, bambola, ecc.
Il Cambio
Il cambio è un momento privilegiato di coccole e attenzioni esclusive tra
educatrice e bambino.
Le cure igieniche non riguardano solo la pulizia ma anche l'insieme dei gesti
quali:
lo spogliare, il vestire, il lavare, l'asciugare, l'accarezzare, e tutte quelle
cure e attenzioni che favoriscono nel bambino il senso di agio e il benessere
di abitare il proprio corpo.
L’INTEGRAZIONE DELLE BAMBINE E DEI BAMBINI DIVERSAMENTE
ABILI.
I Nidi d’Infanzia accolgono le bambine ed i bambini diversamente abili
avendo cura di creare un ambiente rispondente ai bisogni dei singoli
considerati sempre in relazione ai gruppi d’appartenenza. Tali bisogni trovano
risposta, innanzitutto, attraverso l’incremento del personale educativo
all’interno delle strutture: un educatore viene aggiunto in supporto all’équipe,
17
garantendo così, di norma, l’intervento sul singolo in sintonia con il contesto
ambientale e relazionale che va connotato e percepito in termini di
unitarietà, di continuità e di condivisione di tutto il gruppo-sezione-Nido.
Tutto il personale educativo è quindi direttamente coinvolto nell’opera di
integrazione del bambino all’interno del gruppo di coetanei e partecipa
all’elaborazione della comune programmazione educativa e didattica.
Sono previste azioni di prevenzione ed interventi mirati, in sinergia con i
Servizi Sociali e Sanitari del Territorio, per affrontare in rete le
problematiche connesse alla prevenzione e riduzione dell’handicap ed al
sostegno, cura e riabilitazione dei bambini che presentano forme conclamate
di deficit.
Un piano specifico d’intervento viene elaborato in accordo con la famiglia, in
base all’esito dei rapporti con i Servizi coinvolti, provvedendo alla costante
verifica e valutazione dello stesso.
Partendo dall’assunto che ad ogni bambina e ad ogni bambino vanno offerte
uguali opportunità educative e formative di crescita e sviluppo delle proprie
potenzialità, senza alcuna distinzione di genere, di sesso, di appartenenza
etnica, religiosa o culturale, i Nidi d’Infanzia promuovono, rendendola parte
integrante del progetto educativo, la valorizzazione delle differenze e la
promozione dell’integrazione dei bambini in situazione di svantaggio socioambientale e culturale, attraverso il rispetto di un programma di azioni.
Il nido, preposto alla cura e all’educazione dei bambini e delle bambine
frequentanti, ha come finalità e obiettivi “la prevenzione contro ogni forma
di emarginazione derivante da svantaggio psico-fisico e sociale, tutelando e
garantendo in particolare il diritto all’inserimento dei bambini/e disabili o in
situazioni di disagio relazionale e socio-culturale “(Art. 2 Regolamento Nidi
d’Infanzia del Comune di Trieste), coerentemente alla Legge Regionale n. 20
del 18 agosto 2005, “ ….Il sistema integrato assicura:… il lavoro in continuità
con i servizi sociali e sanitari presenti sul territorio”, dove per sistema
integrato s’intende un sistema che tenda a garantire risposte unitarie e
coerenti alla complessità dei bisogni dei bambini e delle bambine e delle loro
famiglie mediante la messa in rete dei servizi socio-educativi per la prima
infanzia. La continuità orizzontale mette in rete il lavoro con tutte le
Istituzioni (pubbliche, private), che sono chiamate a intervenire sul minore
18
contemporaneamente alla sua frequenza nell’istituzione nidi d’infanzia (la
famiglia, Servizi Sociali, U.O.B.A, Distretti Sanitari, Ospedale Infantile e
tutte le altre agenzie presenti sul territorio coinvolte nel percorso di
crescita dei bambini e delle bambine). Il nido d’infanzia e’ un servizio che
sostiene e facilita le famiglie accolte nella cura e nelle scelte educative
attraverso percorsi e progetti condivisi
CONTINUITA’ VERTICALEI
riferimenti al Regolamento comunale e alla nuova
Legge Regionale restano validi per la definizione del concetto di continuità
con gli altri servizi educativi in particolare con la Scuola dell’Infanzia (dal
Regolamento del Comune di Trieste, Art. 28 , e dalla legge regionale n. 20
Art. 2 comma e). Si prevede “la continuità con gli altri servizi educativi e in
particolare con la scuola dell’infanzia”. Vengono attivate, laddove possibile,
tutte le condizioni favorenti e facilitanti lo scambio di esperienze e di
crescita dei bambini e delle bambine frequentanti le varie strutture in modo
sistematico e coerente alle esigenze e agli adattamenti a loro richiesti in
questa fase della vita. Si condivide quindi la costruzione di un percorso
metodologico attraverso l’elaborazione di strumenti e strategie finalizzati a
comprendere e supportare rituali di passaggio dei bambini /e delle famiglie
RISPETTO DELLE NORME RELATIVE ALLA SALUTE E ALLA
SICUREZZA
La salute e la sicurezza al nido si realizza:
•attraverso una accurata selezione dei materiali e delle attrezzature
didattiche;
19
•attraverso il lavoro d’equipe degli operatori, che curano l’alimentazione e le
cure personali dei bambini, le attività educative, la cura e l’igiene degli
ambienti nel corso della giornata al nido;
•attraverso la formazione del personale sulle disposizioni e sulle normative
vigenti;L’obiettivo comune, pur con diverse funzioni e competenze, è quello
di assicurare un nido sicuro e accogliente, a misura di bambino. La
promozione del benessere del bambino al nido passa attraverso le molteplici
occasioni quotidiane di incontro e collaborazione/comunicazione con la
famiglia.
Il nido è un luogo in cui i bambini possono crescere sperimentando relazioni
sociali con i pari e con altri adulti significativi esterni al nucleo familiare ed
esprimere le proprie potenzialità evolutive in contesti sicuri e adeguati.
La prevenzione di situazioni di difficoltà e/o disagio diviene così obiettivo
prioritario e si attua anche con attività di osservazione nell’ambito della
quotidianità di ciascun bambino al nido e la condivisione con la famiglia dei
percorsi di crescita.
Il nido opera inoltre in collaborazione con le strutture di competenza
territoriali per promuovere e diffondere buone pratiche in materia di sanità
e benessere della comunità.
20
INSERIMENTO
L'inserimento al nido è un evento importante sia per i bambini che per i
genitori; è qualcosa d’inatteso e di nuovo che cambia la sua percezione del
mondo, creandogli nuovi punti di riferimento.
E' un'esperienza che scatena emozioni intense; proprio per questo si pone
grande attenzione a questo delicato momento di transizione che va pensato e
programmato con cura.
L'adattamento del bambino al nuovo ambiente avviene in maniera graduale
per permettergli di conoscere il nido, le educatrici cui sarà affidato, i
coetanei e di prepararsi al distacco dai genitori nel modo più sereno
possibile.
Dopo un primo colloquio per la conoscenza del bambino e delle sue abitudini,
durante l'inserimento genitori ed educatrici hanno modo di avviare un
rapporto di fiducia e collaborazione indispensabile per il benessere e la
crescita dei piccoli.
La durata dell'inserimento è circa di due settimane, periodo durante il quale
viene gradualmente aumentato il tempo di permanenza del bambino al nido e
sono introdotte le routine giornaliere quali la pappa, il cambio e la nanna.
L’obiettivo dell’inserimento nei confronti del bambino:
•favorire il distacco dai genitori
•favorire la conoscenza del nuovo ambiente
•favorire la conoscenza degli educatori
•favorire l’inserimento nel gruppo dei pari
21
L’obiettivo dell’inserimento nei confronti dei genitori:
•favorire un distacco graduale dal figlio
•favorire la conoscenza del nuovo ambiente, dell’organizzazione della
giornata al nido, delle scelte pedagogiche
•favorire un atteggiamento di collaborazione con gli operatori del nido.
L’obiettivo dell’inserimento nei confronti degli operatori:
•favorire la conoscenza attraverso l’osservazione dei singoli bambini e dei
loro rapporti con i genitori
•favorire gradualmente lo spostamento dell’interesse dei bambini dai genitori
a se stessi e ai coetanei
•favorire un atteggiamento di collaborazione con i genitori.
Modalità di attuazione
L’adattamento del bambino al nuovo ambiente è pensato e programmato; esso
avviene in maniera graduale per permettere al bambino di conoscere
l’ambiente, le educatrici a cui sarà affidato, i coetanei e di prepararsi al
distacco dai genitori nel modo più sereno possibile.
La durata dell’inserimento è di circa due settimane; ci possono essere delle
variazioni legate al comportamento del bambino, alle sue relazioni al nuovo
ambiente.
Il periodo d’inserimento inoltre è indispensabile alle educatrici per la
conoscenza del nuovo bambino e delle sue abitudini, per questo oltre ad
utilizzare un colloquio individuale con i genitori si fa anche uso di una scheda,
22
che i genitori stessi compilano per descrivere il loro figlio, prima di entrare
al nido.
Durante l’inserimento anche il genitore ha modo di conoscere chi si occuperà
del bambino, ha l’opportunità di avviare un rapporto di fiducia e
collaborazione indispensabile tra nido e famiglia per il benessere di adulti e
bambini.
23
ALIMENTAZIONE
Il momento del pasto assume importante valenza educativa.
Il menù adottato dai nidi d’infanzia è approvato dalla locale azienda per
i servizi sanitari.
Esso è strutturato in modo da garantire ai bambini e alle bambine
un’alimentazione equilibrata e completa sotto il profilo nutrizionale e varia
sotto il profilo del gusto, nel rispetto della stagionalità dei prodotti. Il menù
sarà di norma articolato in modo da assicurare una cadenza analoga a quello
delle scuole materne e delle suole elementari.
Le famiglie possono richiedere per i propri figli la somministrazione di
diete speciali, per rispondere alle esigenze nutrizionali di bambini e bambine
che presentino certificati problemi di alimentazione o esigenze collegate alle
convinzioni religiose delle famiglie.
Presso ogni nido può essere istituita, su richiesta dei genitori, una
Commissione mensa composta da rappresentanti dei genitori e da
tecnici/funzionari comunali cui partecipa, su richiesta dei genitori, un
rappresentate dell’azienda fornitrice dei pasti con il compito di controllare
la qualità dei cibi erogati in relazione ai cibi proposti. Inoltre, allo scopo di
approfondire e diffondere i temi dell’educazione alimentare, detta
Commissione avrà il compito di organizzare degli incontri specifici con le
famiglie.
Feste di compleanno
Al nido è possibile festeggiare il compleanno del proprio bambino :
in tale occasione, secondo le prescrizione dell’ASL , si possono portare a
cura della famiglia del festeggiato
24
La documentazione
La documentazione è oggi uno strumento indispensabile per chi si dedica all’educazione
della prima infanzia per costruire esperienze positive con i bambini, per sostenere la
propria crescita professionale e quindi affinare la propria capacità di comunicare con i
bambini stessi, con le colleghe, con i genitori e la comunità.
Inoltre crea all’interno del nido una memoria storica che di anno in anno si arricchisce .
Al nido si produce una documentazione interna al gruppo di lavoro ed esterna , rivolta alle
famiglie ed ai soggetti coinvolti nella condivisione dell’attività del nido ( uffici comunali
centrali, sito del comune , ecc…)
La documentazione comprende:
• il progetto educativo
• La programmazione di sezione
• Il diario giornaliero
• La lavagna del menù
• La bacheca nell’atrio
• I disegni e gli elaborati che i bambini producono durante l’anno
• I video e le fotografie
• Il quaderno del nido
• Verbali delle riunioni
IL PERCORSO DELL’INSERIMENTO DEL BAMBINO
Conoscenza del bambino
•Colloquio con i genitori prima dell’inserimento per di approfondire la conoscenza
reciproca, offrire ai genitori la possibilità di esprimere, confrontare, discutere le
aspettative, i problemi, le eventuali ansie
I contenuti affrontati nel colloquio vertono su :
Area emotiva
Area senso-motoria
Area della comunicazione
Area cognitiva
•
•
•
Autonomia
Particolarità soggettive
Relazioni con gli adulti
25
• E stili di attaccamento
• Relazione con i pari
• Giochi giocattoli, oggetti
• Le cure e le attenzioni
• Linguaggio
•
Alla famiglia viene consegnata una scheda informativa per conoscere la storia del
bambino dal suo concepimento al momento del suo ingresso al Nido.
•Osservazione del bambino nel contesto del Nido durante l’ambientamento.
INDICATORI PER OSSERVARE<:
• Crisi di ambientamento
• Punti di riferimento
• Azione sull’ambiente
• Strategie attuate dal nido per facilitare l’ambientamento
• Difficoltà ancora presenti
• Impressioni sull’andamento dell’ambientamento
Osservazione
Osservazione intesa come strumento metodologico fondamentale per l’educatore
Obiettivi dell’osservazione:
•Lettura del comportamento del bambino e delle caratteristiche della situazione
osservata.
•Trasformazione e aggiornamento continuo della programmazione educativo.
•Riflessione continua e consapevole sulle esperienze svolte.
•Osservazione da parte dell’educatore del proprio comportamento, delle proprie modalità
comunicative e delle reazioni che questo provoca nel bambino.
VERIFICA INTERNA ATTRAVERSO:
documentazione singoli progetti educativi
riprese videoregistrate
VERIFICA ESTERNA CON L’UTENZA
Questionari di soddisfazione : A FINE ANNO SCOLASTICO
26
PARTECIPAZIONE DELLE FAMIGLIE
Per le famiglie partecipare agli eventi del nido, ritagliando uno spazio da dedicare al
proprio bambino, a se stessi, a tutti gli altri adulti e bambini, diventa un’occasione
speciale ed indispensabile per condividere l’esperienza educativa che lo stesso bambino
vive a casa e al nido
Il dialogo tra queste due entità diverse, la loro positiva interazione rappresenta la forma
di sostegno migliore ad uno sviluppo armonico delle potenzialità infantili.
I genitori sono sollecitati e stimolati nel condividere con gli educatori del nido e con gli
altri genitori l’esperienza di educare i propri figli.
I bambini dall’altra parte, fin dalla primissima età, hanno una straordinaria capacità di
leggere le differenze che caratterizzano situazioni diverse; essi sono capaci di adattarsi
alle differenze, sanno sfruttare positivamente e costruttivamente le situazioni.
E’ compito degli adulti, genitori ed educatori, creare insieme continuità in un contesto
capace di accogliere, sostenere ed accompagnare il bambino nel suo percorso di crescita.
Organismi collegiali
I nidi d’infanzia rispettano e valorizzano il ruolo educativo attivo proprio delle famiglie e
garantiscono ad esse la massima informazione sul progetto educativo e sulla gestione del
servizio.
Le famiglie, assieme agli educatori, collaborano alla definizione delle scelte educative e
contribuiscono alla programmazione e verifica delle attività attraverso i seguenti
organismi collegiali:
− i Comitati di Gestione (tre rappresentanti dei genitori, eletti dalla relativa
Assemblea, tre rappresentanti del personale, eletti dalla relativa Assemblea, di
cui uno appartenente al personale ausiliario)
l’Assemblea dei genitori
la Conferenza dei Presidenti dei Comitati di Gestione
Modalità di partecipazione delle famiglie alla vita del nido
Modalità di condivisione del progetto educativo con le famiglie
27
La vita quotidiana del bambino
•
Colloquio con la famiglia per far conoscere agli operatori del nido il bambino prima
dell’inserimento
•
Scambi di informazioni quotidiane sull’inserimento, sulla vita del bambino al nido
(momento dell’entrata e dell’uscita, colloqui individuali)
•
riunioni di sezione
•
Partecipazione ad iniziative varie (laboratori, feste, uscite…)
Gli aspetti istituzionali
•
•
•
•
•
Assemblee generali di tutti i genitori
Comitato di gestione
Riunioni di sezione
Colloqui individuali
Eventuali commissioni mensa
2. Altre modalità di partecipazione delle famiglie
•
•
•
•
•
•
•
•
A fine giugno primo incontro di gruppo con i nuovi accolti
Primo colloquio individuale agosto-settembre
Colloqui individuali al nido a metà percorso
Laboratori a tema
Giornate dedicate ai nonni
Giornate dedicate alle mamme e ai papà con aperture al nido
Festa di fine anno
Uscite e passeggiate che possono essere organizzate durante l’anno
3. Modalità di documentazione delle attività e di comunicazione alle famiglie
Gli incontri con i genitori avvengono di norma in una fascia oraria dalle 16 alle 18
Inoltre il nido organizza laboratori tematici legati a progetti speciali , feste in
occasione del Natale , Carnevale , Fine anno, uscite didattiche : all’inizio dell’anno
scolastico viene consegnato a ciascuna famiglia il Calendario delle iniziative per tutto
l’anno scolastico e viene poi affisso all’albo del nido.
28
COMUNICAZIONI
Nell’atrio principale d’entrata è situato un Albo dove vengono affisse:
il regolamento comunale del servizio Asilo nido
tutte le autorizzazioni e documentazioni relative alla struttura del nido ,
il menù
gli elenchi dei nominativi del personale e le indicazioni sulla gestione della
sicurezza ,
il calendario scolastico e gli appuntamenti per le famiglie
Ogni gruppo – sezione, inoltre, per le comunicazioni giornaliere sull’andamento della
giornata del singolo bambino, compila un diario che viene posizionato sempre nell’atrio,
sopra gli armadietti a disposizione delle famiglie durante gli orari d’uscita dei bambini.
Incontri di sezione : il personale educativo convoca i rispettivi genitori almeno 2 volte
l’anno per la presentazione nel primo, e per la verifica, nel secondo incontro, della
programmazione educativa
Colloqui individuali : durante l’anno il personale educativo effettua colloqui con i
genitori (possibilmente entrambi almeno una volta l’anno) , necessari ad uno scambio
informativo sul processo di inserimento ed evolutivo del bambino nel gruppo sezione
Per queste due tipologie di incontri si chiede la collaborazione delle famiglie di
partecipare senza portare con sé i bambini.
Gli incontri con i genitori avvengono di norma in una fascia oraria dalle 16 alle 18
Inoltre il nido organizza laboratori tematici legati a progetti speciali , feste in
occasione del Natale , Carnevale , Fine anno, uscite didattiche : all’inizio dell’anno
scolastico viene consegnato a ciascuna famiglia il Calendario delle iniziative per tutto
l’anno scolastico e viene poi affisso all’albo del nido.
29
PROGETTI DIDATTICI
INDICE
• PROGETTO VERDELIBRO
• CONTINUITA’ CON LA SCUOLA DELL’INFANZIA
30
APPROCCIO ALLA LETTURA
PROGETTO VERDELIBRO
Il progetto e’ nato con l’intento di incrementare la lettura ed educare le
famiglie a leggere i libri ai propri figli, ad utilizzare questo strumento per il
piacere di dedicarsi a loro e per affrontare alcune tematiche critiche della
crescita come: i capricci, il ciuccio, le paure, la rabbia, la nascita di un
fratellino ecc.
I libri che compongono la nostra biblioteca sono stati precedentemente
acquistati con il contributo del comune di Trieste e in parte offerto dai
genitori dei bambini che hanno frequentato il nido negli anni scorsi ed anno
scelto cosi’ di arricchire l’offerta del progetto VERDELIBRO.
STRUMENTI
• Libri in dotazione al nido
• La verdeborsa di Spotty per riporre il libro da portare a casa e
riportare al nido.
31
• Scheda con i nomi dei bambini e le date del prestito e della
restituzione.
• Elenco dei libri catalogati.
MODALITA’
• Per la scelta dei libri da parte dei bambini abbiamo creato un
“laboratorio in valigia”, composto da un carrello in legno portato in un
angolo dell’atrio, attrezzato appositamente con un tappeto, divanetti e
cuscini.
• Tutti i giovedi’ durante la mattinata i bambini a piccoli gruppi vengono
accompagnati in questo angolo da due educatrici che li invitano a
scegliere i libri, li aiutano a metterli nella borsa e ad appenderli nel
proprio armadietto.
TEMPI
• In novembre il progetto viene presentato ai genitori; in quell’occasione
e’ stato distribuito un volantino del progetto nati per leggere con i
consigli sulla lettura.
• In gennaio i bambini dipingono la borsa con la tecnica dello stencil.
• In febbraio, marzo, aprile e maggio inizia il prestito libri.
32
Percorso Continuità
Il passaggio tra l’Asilo Nido alla scuola dell’infanzia è un momento molto
significativo per il bambino e la sua famiglia.
Per garantire al bambino la continuazione della sua storia personale, per favorire il
benessere del suo percorso di crescita e per facilitare il passaggio dal Nido alla Scuola
dell’Infanzia è importante che ci sia un lavoro di raccordo tre le due istituzioni.
ATTIVITA’ GRAFICO PITTORICA
Le prime tracce
Il disegno e la pittura sono un linguaggio non verbale che permette al
bambino di esprimersi in maniera alternativa alla parola.
Man mano che il bambino cresce i segni grafici si evolvono, compaiono le
prime linee verticali, orizzontali e circolari: gli scarabocchi. Sono una forma
di gioco, un piacere puro che deve essere stimolato, incoraggiato e
gratificato.
33
Tra i due e tre anni, i bambini, cominciano a ripetere intenzionalmente dei
segni, ad attribuire loro dei significati, legandoli al mondo circostante. Sarà
dunque importante offrire loro opportunità di scoprire, conoscere e
sperimentare diversi materiali e situazioni che hanno come comune
denominatore la capacità di produrre segni e di lasciare tracce delle proprie
azioni
IL GIOCO SIMBOLICO
Il gioco simbolico compare intorno ai 12 mesi, (tra la fine dello stadio
sensomotorio e l’inizio di quello preoperatorio) e si sviluppa nell’arco di tutta
la prima infanzia, fino a 6 anni.
Nel gioco simbolico il bambino riproduce delle azioni abituali fuori dal
contesto reale. Ad esempio fa finta dibere da una tazza vuota, corre su un
cavallo con un manico di scopa, prepara la cena con una pentolina, si veste da
signora, da pirata, ... .
La capacità di gioco simbolico del bambino è strettamente collegata allo
sviluppo intellettivo e cognitivo; il bambino diviene capace di rappresentarsi
la realtà dopo averla assimilata.
“Facendo finta di” i bambini si avvicinano al mondo degli adulti, provano a
capirne i rapporti che ne regolano il funzionamento, seguendo naturalmente il
proprio modo di interpretare le cose
34
La parola alle emozioni
L'etimologia del termine EMOZIONE riporta al verbo latino EX MOVERE=
far uscire...
un bambino emotivamente competente sarà quindi un bambino che ha
acquisito abilità quali:
• la consapevolezza del proprio stato emotivo
• il riconoscimento delle emozioni primarie
• dare nome all'emozione
• la capacità di distinguere le emozioni degli altri anche attraverso
segnali non verbali quali mimica e postura: espressioni del volto e
atteggiamenti del corpo
• la capacità di costruire significative relazioni con gli adulti e con il
gruppo dei pari
Compito dell'educatore, o dell'adulto in generale, è l'accudimento emotivo,
cioè il porsi come interfaccia tra il mondo interno del bambino, dominato da
pulsioni, e la realtà esterna, agendo come filtro che raccoglie e accetta
emozioni senza nome, dà loro un volto, un nome ed infine le restituisce
metabolizzate cioè rese più tollerabili, accettabili.
Dare parola alle emozioni ha voluto dire per noi diventare mediatori tra il
DENTRO e il FUORI, pensare e predisporre materiali e contesti di relazione
emotiva in cui stare accanto ai bambini, sollecitandoli e sostenendoli a
incontrare liberamente ciò che hanno dentro di sé.
La nostra attenzione si è focalizzata sulle quattro emozioni primarie:
felicità, tristezza, rabbia e paura, “filo conduttore” di una serie di attività
pedagogico-educative come il gioco, la favola, la pittura, la musica, ...
adeguate all'età dei bambini, che hanno permesso ad ognuno di loro di
interagire con il proprio e altrui mondo emozionale.
Le indichiamo qui di seguito sottolineandone gli aspetti più significativi:
35
•
•
•
•
•
•
•
•
La proposta di letture-stimolo quali “La rabbia”, “Non voglio andare
all'asilo”, “Alla caccia dell'orso”, …, racconti che permettono una
immediata identificazione dei bambini con i personaggi e il loro sentire.
La drammatizzazione, attraverso l'animazione mimica e il racconto
orale di alcune semplici storie e attraverso il gioco dei burattini.
Giochi linguistici su termini “bersaglio” del linguaggio emotivo ( es.
:”Come fa il papà quando è arrabbiato?”, “Vedete come ha paura Pik
Badaluk quando incontra i leone?”).
L'uso del disegno libero e della libera espressione pittorica che danno
l'opportunità al bambino di lasciare tracce e segni di sé, che indichino
la sua presenza nel mondo concreto e reale e di proiettare nei disegni
le sue emozioni, riuscendo così con il tempo a capirle e controllarle.
Il gioco della scatola azzurra che favorisce nel bambino la capacità di
raccontare ed esprimere il proprio mondo interno, comunicando –
attraverso l'immediatezza del materiale- i propri vissuti ed emozioni.
Lo spazio-casetta e il baule dei travestimenti, giochi simbolici per
eccellenza con i quali ciascun bambino giocando anima un immaginario
palcoscenico con personaggi e oggetti del mondo reale, facendo vivere
in essi, gli affetti, le ansie, le emozioni e le fantasie che appartengono
al suo bagaglio personale di esperienze e modi di sentire.
Il gioco con gli strumenti musicali, che serve al bambino per ricercare il
proprio ritmo naturale interiore fatto si suoni e di silenzi, che lo
strumento stesso gli permette di portare fuori liberamente.
Il massaggio sonoro. La sensazione data dal bastone della pioggia è
qualcosa che scivola via, che scende naturalmente; inoltre il suono
percepito riporterà a immagini di benessere e vissuti di serenità. Il
sentire sarà sia a livello uditivo, emotivo-psichico ed anche fisicomuscolare, in un rapporto circolare in cui non è possibile definire cosa
avvenga prima.
Ogni esperienza pedagogico-educativa proposta è stata condotta in piccoli
gruppi e sotto forma di gioco.
36
37