RT-T674.GG.AMB - Allegati\02 - P02 - Provincia di Massa

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RT-T674.GG.AMB - Allegati\02 - P02 - Provincia di Massa
Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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RELAZIONE GENERALE V.I.A.
INDICE DEI CAPITOLI
1 DESCRIZIONE DEL PROGETTO
1.1 - Identità proponente
1.2 - Descrizione del progetto
1.3 - Dimensioni del progetto
1.4 - Programma di attuazione
1.5 - Piani preliminari
1.6 - Descrizione della tecnica prescelta - Descrizione della natura e dei modi di produzione
1.6.1 Ciclo produttivo
1.6.2 Modalità di conferimento e caratteristiche del rifiuto
1.7 - Elenco degli interventi connessi alla realizzazione del progetto
1.7.1 Progetto di coltivazione della discarica
1.7.2 Recupero e rinaturazione
2 STUDI SUGLI EFFETTI URBANISTICO TERRITORIALI
2.1 Descrizione dell’ambiente
2.1.1 Ambito territoriale di riferimento
2.1.2 Descrizione del sito e dell’area circostante
2.1.3 Aree ed elementi importanti dal punto di vista conservativo
2.1.4 Inquadramento geomorfologico
2.1.5 Inquadramento geologico
2.1.6 Inquadramento idrogeologico
2.1.7 Climatologia dell’area in esame
2.1.8 Idrografia
2.1.9 Idrologia
2.1.10 Dati relativi alla qualità delle acque superficiali
2.1.11 Dati relativi alla stabilità delle aree di intervento
2.1.12 Dati relativi alla flora e alla fauna
2.2 Descrizione dei potenziali fattori di impatto
2.2.1 Fabbisogno di materie prime e risorse diverse
2.2.2 Dati relativi alla produzione di rifiuti ed emissioni
2.2.3 Dati relativi ad emissioni acustiche ed atmosferiche
2.2.4 Caratteristiche di accesso ed impatto generato sulla viabilità
2.2.5 Dati relativi ai materiali pericolosi utilizzati
2.2.6 Rischio di incidenti
2.3 Previsione di impatto del progetto
2.3.1 Impatto sul sistema idrogeologico
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2.3.2 Valutazione delle prestazioni del rivestimento di fondo
2.3.3 Impatto generato sulla viabilità
2.3.4 Impatto sul sistema climatico
2.3.5 Impatto sull’aria
2.3.6 Impatto sulle acque
2.3.7 Impatti su suolo e sottosuolo
2.3.8 Impatti su vegetazione e flora - impatti sulla fauna - impatti sugli ecosistemi
2.3.9 Impatti sul paesaggio e sul patrimonio culturale (riflessi sull’assetto socioeconomico)
2.4 Descrizione delle misure prese rispetto agli impatti negativi
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CONFORMITA’
DEL
PROGETTO
CON
LE
NORME
AMBIENTALI
E
PAESAGGISTICHE
3.1 - Norme tecniche di realizzazione del progetto
3.2 - Norme tecniche che riguardano l’ambiente
3.3 - Conformità con norme e prescrizioni di strumenti urbanistici
3.4 - Conformità del progetto a vincoli paesaggistici
3.5 - Conformità del progetto ai condizionamenti indotti dalla presenza di aree protette
3.6 - Condizionamenti indotti dalla natura dei luoghi
4 RELAZIONE INERENTE ALLE MOTIVAZIONI, ALLE FINALITA’ E ALLE
ALTERNATIVE DI LOCALIZZAZIONE
4.1 - Scopi e obiettivi del progetto
4.2 - Possibili alternative
4.2.1 - Alternative strategiche
4.2.2 - Alternative di localizzazione
4.2.3 - Alternative di processo o strutturali
4.2.4 - Alternative di mitigazione
4.2.5 - Alternativa zero
5. DESCRIZIONE DELLE METODOLOGIE E DELLE VALUTAZIONI DI INDAGINE E
DI VALUTAZIONI IMPIEGATE
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RELAZIONE GENERALE V.I.A.
1 - DESCRIZIONE DEL PROGETTO
1.1 - Identità proponente
PROGRAMMA AMBIENTE APUANE S.p.A. con sede in S.S. Aurelia Km 374, 54038
Montignoso (MS).
1.2 - Breve descrizione del progetto
La discarica è autorizzata all’esercizio di discarica per rifiuti speciali non pericolosi dalla Provincia
di Massa e Carrara con provvedimento A.I.A. Det. Dir. n° 8691 del 16.07.2007.
È altresì autorizzata all’esercizio dalla Provincia di Lucca con Det. Dir. n° 104 del 21.07.2006,
riclassificata quindi con Det. Dir. N° 28 del 18.06.2008 come discarica per rifiuti non pericolosi,
mentre è in corso al momento in cui si scrive il rilascio di A.I.A. da parte del medesimo Ente.
Le autorizzazioni di cui sopra hanno fatto riferimento sempre alla prima fase (quota +20) del
progetto iniziale della discarica, previsto in origine come sito di stoccaggio monorifiuto, in
particolare di marmettola di segagione. Sotto il profilo storico va osservato infatti che la discarica
(allora della società MAR spa) era prevista come discarica di II Cat. Tipo B per rifiuti provenienti
dalle lavorazioni dei materiali lapidei dalla Deliberazione del Consiglio Regionale n° 182 del
24.05.1988 “Piano di organizzazione dei Servizi di smaltimento rifiuti e dei fanghi del Bacino 1 –
Provincia di Massa Carrara” che costituisce a tutti gli effetti variante urbanistica. Seguitamente la
Provincia di Massa e Carrara e quella di Lucca approvarono il progetto rispettivamente con
Delibera G. P. n° 1159 del 17.12.92 e Delibera G. P. n° 256 del 23.02.93. Dette autorizzazioni
avevano a riferimento il parere di compatibilità ambientale favorevole rilasciato da parte della
Conferenza Regionale istituita ai sensi dell’art. 3 bis della Legge 441/87 nella seduta del 15.06.92.
Il progetto originario fu approvato con procedura di conferenza dei servizi dalle province
competenti (Massa/Carrara e Lucca) con determine dirigenziali rispettivamente n°8576 del
02/08/1997 e n°88 del 7.8.1997, in base al D.lgs. n°22 5 febbraio 1997 (art. 27 e 28).
Seguitamente si sono svolte le note vicende amministrative che hanno condotto alle autorizzazioni
di esercizio riportate sopra.
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Il progetto di base, quindi, oltre che autorizzato, ha ricevuto anche una sostanziale validazione
ambientale con il parere di compatibilità ambientale di cui sopra già diversi anni or sono.
Il progetto era suddiviso in più fasi di cui fu autorizzato l’esercizio, pur con approvazione
complessiva, della fase preliminare che prevedeva il tombamento del piazzale depresso della ex
cava sino alla quota di ingresso della galleria di passaggio dalla viabilità esterna (circa quota 20 m).
La richiesta cui la presente valutazione si riferisce, si prefigge lo scopo di portare in esercizio le
fasi successive secondo un progetto che, pur seguendo l’impostazione di quello precedente, si
adeguasse ai cambiamenti di normativa sin qui intervenuti e fosse dedicato all’accoglimento dei
nuovi codici autorizzati recentemente, oltre ad alcuni nuovi previsti di cui si dirà in seguito,
rientranti comunque nella medesima tipologia chimico-fisica.
Gli interventi di variante in corso d’opera già autorizzati nel corso del 2006 dalle Province di
Massa e Carrara e di Lucca e compiutamente descritti e raccordati nella procedura di verifica di
impatto ambientale conclusa tra il 2006 e il 2007 e successivo rilascio di A.I.A., hanno nel
frattempo consentito di aumentare il livello di sicurezza dell’impianto, relativamente alla
protezione delle matrici ambientali nonchè del terreno e delle acque. L’intervento autorizzato
all’esercizio consente altresì di fornire un efficiente smaltimento dei rifiuti autorizzati, nella
migliore sicurezza ambientale e nel soddisfacimento delle esigenze locali con l’adeguamento al
Dlgs 13/01/2003 n° 36.
La richiesta cui la presente verifica si riferisce è finalizzata a:
1.
Ottenere l’esercizio all’esercizio delle successive fasi di riempimento a discarica per
rifiuti speciali non pericolosi ai sensi e per gli effetti del Dlgs 13 Gennaio 2003 n° 36
dedicata ai rifiuti derivanti dalla lavorazione della pietra, terre e rocce, fanghi di
dragaggio, fanghi di perforazione, materiali da costruzione contenenti amianto, minerali
quali sabbia e rocce, scorie di centrali termiche, fonderie, fusioni, lavorazioni
metallurgiche e impianti di termovalorizzazione, fanghi e rifiuti dal chiarificazione di
acque e bonifiche di terreni, individuati rispettivamente ai codici CER 01.04.13,
01.05.04, 06.05.03, 08.02.01, 08.02.02, 10.01.01, 10.01.15, 10.09.03, 10.09.08, 10.12.08,
12.01.15, 12.01.17, 16.11.02, 16.11.04, 16.11.06, 17.05.04, 17.05.06, 17.09.04, 19.01.12,
19.03.05, 19.09.02, 19.12.09, 19.13.02.
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2.
Ottenere l’approvazione della destinazione del lotto A1bis cella per rifiuti contenenti
amianto e/o materiali da costruzione contenenti amianto (CER 17.06.05) in territorio
della Provincia di Lucca.
3.
Elevare di almeno tre volte, ai sensi dell’art. 10 comma c) del D.M. 3/8/05, i limiti di cui
alla tabella 5 dell’art. 6 dello stesso decreto, “limiti di concentrazione nell’eluato per
l’accettabilità in discariche per rifiuti non pericolosi”, per quanto concerne i cloruri e gli
altri elementi naturalmente presenti nell’ecosistema del sito, in quantità superiori ai limiti
tabellari.
Per garantire la tutela ambientale, l’impianto è stato quindi progettato e sin qui realizzato con le
caratteristiche tecniche di una discarica per rifiuti non pericolosi.
La verifica di VIA eseguita tra il 2006 e il 2007 per l’ottenimento della A.I.A. ha consentito di
valutare l’assoluta sicurezza dell’impianto esercito.
1.3 - Dimensioni del progetto
Si ribadisce che le condizioni dimensionali del progetto già autorizzato (“in toto” e per la prima
fase) ed in corso di esercizio non subiscono variazioni sostanziali se non nelle modalità costruttive
che si sono dovute adeguare alle nuove normative, al più con una leggera riduzione rispetto al
progetto originario.
I rifiuti individuati ai codici riportati sopra sono tecnicamente rifiuti in parte analoghi, per
condizioni fisiche, alla marmettola ed in parte costituiti da materiali più pesanti, sovente solo
leggermente umidi, per cui anche di migliori caratteristiche tecniche. Le modalità di conferimento,
trattamento e sistemazione in discarica non variano quindi sostanzialmente da quanto previsto e sin
qui autorizzato.
I volumi netti di conferimento dell’originale progetto del 1996 ammontavano a ca. 2.270.000 mc
(di cui 600.000 ca. nella Provincia di Lucca e 1.670.000 ca. nella Provincia di Massa Carrara),
mentre quelli conseguenti l’aggiornamento progettuale che si propone ammontano a circa
2.030.000 mc complessivi con conseguente leggera contrazione legata alle considerazioni che si
esporranno nel dettaglio in seguito in relazione alle scelte tecnico-progettuali costruttive ed alle
valutazioni di stabilità alla luce delle recenti normative in materia.
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Maggiormente nello specifico, per il rifiuto identificato dal codice CER 17.06.05, rifiuti contenenti
amianto, ne è previsto il conferimento per ca. 12.000 mc alla fase attualmente in esercizio (lotto
A1), volume che diventerà di ca. 56.000 mc alla chiusura della cella (vedasi progetto). Una seconda
cella per rifiuti contenenti amianto è prevista nell’area della Provincia di Lucca (lotto A1bis) per
mc 100.000.
Allo stato attuale, conformemente a quanto descritto negli elaborati di verifica VIA e A.I.A. del
2007, la discarica è ormai uniformemente conforme alle normative vigenti ove tutti gli ex lotti
funzionalmente distinti si trovano oggi a rispettare le norme tecniche.
In particolare si è oggi raggiunto l’obiettivo di avere una omogeneità del fondo nella parte destinata
a ricevere i pozzi di raccolta del percolato e del sistema di collettamento delle stesso, con vantaggi
in merito alla realizzazione delle opere, del loro funzionamento e quindi della sicurezza
dell’impianto. Complessivamente è stata di fatto costituita una nuova discarica avente le
caratteristiche tecniche per rifiuti non pericolosi adeguata alle norme tecniche del D.lgs. 36/2003.
1.4 - Programma di attuazione
Come prescritto al punto 2 dell’allegato 2 del D.Lgs. 36/2003, il piano di gestione operativa
contenuto nel progetto autorizzato “individua le modalità e le procedure necessarie a garantire che
le attività operative condotte in conformità con i principi, le modalità e le prescrizioni del presente
decreto e dell’autorizzazione”. Altresì il piano segue le indicazioni del D.M. 13 Marzo 2003
“Criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica” e relativi allegati.
In particolare il vigente piano di gestione operativa riporta la descrizione di:
-
Modalità di conferimento dei rifiuti all’impianto, della tipologia degli automezzi
impiegati, dei sistemi utilizzati per assicurare il contenimento delle emissioni originate
dalla dispersione eolica e delle perdite di percolato nel corso del conferimento;
-
Procedure di accettazione dei rifiuti conferiti (controllo del formulario di
identificazione, ispezione visiva dei rifiuti, eventuali prelievi di campioni e relative
modalità di campionamento ed analisi);
-
Modalità e criteri di deposito in singole celle;
-
Criteri di riempimento e chiusura delle celle con l’indicazione delle misure da adottare
per la riduzione della produzione di percolato;
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-
Procedura di chiusura;
-
Piano di intervento per condizioni straordinarie quali allagamenti, incendi, esplosioni,
raggiungimento dei livelli di guardia di indicatori di contaminazione, dispersioni
accidentali di rifiuti nell’ambiente.
L’estensione dei codici richiesta non prevede una rivisitazione del suddetto piano trattandosi di
rifiuti non pericolosi e comunque piuttosto omogenei tra loro per caratteristiche chimico fisiche.
1.5 - Piani preliminari
Nelle modalità realizzative il progetto è già autorizzato all’esercizio sino ad una quota parziale e
pertanto non sono stati predisposti ulteriori piani preliminari da sottoporre a valutazione.
1.6 - Descrizione della tecnica prescelta – Descrizione della natura e dei modi di produzione
1.6.1 Ciclo produttivo
L’impianto è un servizio di smaltimento rifiuti non pericolosi autorizzato al momento in esercizio
per il quale si richiede l’approvazione di nuovi codici di conferimento e si descrivono, alla luce
delle vigenti normative, le fasi tecniche di realizzazione delle fasi successive a quella in esercizio.
A titolo di completezza si provvederà di seguito a descrivere in sunto le modalità relative sia alle
operazioni già autorizzate che quelle connesse alla richiesta di modifica dei codici rifiuto in
ingresso.
Il ciclo di lavorazione prevede l’arrivo del rifiuto in camion provenienti da produttori autorizzati,
pervie verifiche analitiche sul rifiuto, accompagnati dalla scheda identificativa CER. Il rifiuto dopo
le verifiche amministrative e visive, nonchè la pesatura, viene immediatamente scaricato nel lotto
di discarica di destinazione definitiva. Non vi sono depositi stoccaggi o altri processi produttivi.
Gli addetti all’interno dell’impianto, oltre alla direzione tecnica, sono un operatore al controllo del
rifiuto e un operatore all’escavatore o pala meccanica utilizzati alternativamente per sistemare il
rifiuto in discarica. Trattandosi di rifiuti non organici di natura lapidea ed umidi, non vi sono
emissioni pulverulente nè di alcun genere.
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1.6.2 Modalità di conferimento e caratteristiche del rifiuto
Le tipologie di rifiuto già autorizzate e quelle per le quali si richiede l’autorizzazione al
conferimento in discarica possono essere sostanzialmente raggruppate in categorie omogenee dal
punto di vista delle caratteristiche chimico-fisiche e/o dei cicli industriali di provenienza. Nel
dettaglio:
Gruppo A): Rifiuti provenienti da attività di estrazione e lavorazione della pietra – rifiuti conferiti
in discarica nella forma di fanghi
In tale categoria rientrano i rifiuti classificati con i codici CER 01.04.13 (rifiuti prodotti dalla
lavorazione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce 01.04.07) e CER 08.02.01 (polveri di
scarto di rivestimenti).
Il rifiuto con il codice CER 01.04.13 proviene dalla prospezione, dall’estrazione, il trattamento
e l’ulteriore lavorazione di minerali e materiali di cava ed in particolare derivanti da trattamenti
chimico-fisici di materiali non metalliferi. In particolare, si prevede che il rifiuto conferito in
discarica con tale codice provenga dagli impianti di segagione della pietra. Esso sarà costituito
prevalentemente da materiale proveniente dalla segagione di graniti e verrà conferito in
discarica nella forma di fango palabile.
Per quanto riguarda il rifiuto con codice CER 08.02.01 esso proverrà principalmente da
operazione di levigatura di marmi, graniti. Tuttavia, con tale codice possono essere classificati
anche rifiuti provenienti da operazioni di levigatura di vetro, vetroresina. Il rifiuto CER
08.02.01 sarà costituito da polveri e pertanto sarà conferito in discarica in big-bag. Particolare
attenzione dovrà essere prestata alla presenza di composti aromatici provenienti da prodotti
utilizzati per i trattamenti superficiali.
I rifiuti con i seguenti codici CER 01.05.04 (fanghi e rifiuti della perforazione di pozzi per
acque dolci ), CER 06.05.03 (fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti diversi da
quelli di cui alla voce 06.05.02), CER 08.02.02 (fanghi acquosi contenenti materiali ceramici),
CER 17.05.06 (fanghi di dragaggio diversi da quelli di cui alla voce 17.05.05), CER 19.03. 05
(rifiuti stabilizzati diversi da quelli di cui alla voce 19.03.04), CER 19.09.02 ( fanghi prodotti
dai processi di chiarificazione dell’acqua) saranno conferiti presso l’impianto nella forma di
fanghi. I rifiuti classificati con i codici CER 06.05.03 e CER 19.09.02 provengono da impianti
di trattamento acque. I rifiuti CER 06.05.03 si riferiscono a fanghi provenienti da impianti
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industriali conferiti a ridotto contenuto d’acqua se filtropressati o direttamente in cassoni se
fangosi, mentre i CER 19.09.02 provengono da impianti di trattamento di reflui civili.
I codici CER 08.02.02 si riferiscono ai fanghi provenienti dagli impianti di depurazione del
settore della ceramica ed anch’essi potranno avere differente consistenza; se filtropressati
saranno forniti nella forma di mattonelle a basso contenuto d’acqua, mentre se non sono stati
trattati saranno conferiti in discarica come fanghi palabili.
Per quanto concerne i fanghi di dragaggio (CER 17.05.06) essi proverranno da operazioni di
dragaggio di fondali marini (aree portuali), dalla pulizia di canali nonché da operazioni di
dragaggio di alvei fluviali. Tale rifiuto sarà conferito in cassoni e sarà caratterizzato da una
elevata componente di materiale a granulometria fine (limi ed argille) e dalla eventuale
presenza di impurità ed altri rifiuti solidi non pericolosi. Per quel che concerne le ultime due
categorie di rifiuti elencate è ovvio che operando in ambiente marino i cloruri siano elevati
come anche altri elementi e pertanto è necessario elevare di almeno tre volte, ai sensi dell’art.
10 comma c del D.M. 3/8/05, i limiti di cui alla tabella 5 dell’art. 6 dello stesso decreto. Tale
deroga non costituisce rischio per l’ambiente di per se saturo di cloruri, perchè le protezioni
della discarica offrono garanzie di isolamento dal contesto naturale ed il percolato è raccolto in
vasca autonoma e smaltito in centri autorizzati.
Gruppo B): Rifiuti provenienti da lavorazioni metallurgiche
In tale categoria rientrano i codici: CER 16.11.02 (rivestimenti e materiali refrattari a base di
carbone provenienti dalle lavorazioni metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 16.11.01),
CER 16.11.04 (altri rivestimenti e materiali refrattari provenienti dalle lavorazioni
metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 16.11.01), CER 16.11.06 (rivestimenti e
materiali refrattari provenienti da lavorazioni non metallurgiche, diversi da quelli di alla voce
16.11.05), CER 10.09.08 (forme ed anime da fonderia utilizzate, diverse da quelle di cui alla
voce 10.09.07), CER 10.02.02 (scorie non trattate), CER 10.09.03 (scorie di fusione) e CER
12.01.15 (fanghi di lavorazione, diversi da quelli di cui alla voce 12.01.14). Tali rifiuti
provengono dai forni per la fusioni di materiali ferrosi e non. Tale rifiuto sarà conferito in
discarica in blocchi di dimensioni adeguate, pertanto qualora necessario dovrà essere
opportunamente ridotto, mentre il codice CER 10.09.08 sarà costituito da scarti provenienti da
fonderie e sarà costituito da blocchi di sabbia utilizzati per la realizzazione di pezzi in acciaio e
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ghisa. Le sabbie provenienti da tali processi produttivi conterranno resine e additivi aggiunti
durante le fasi di preparazione delle forme. I codici CER 10.02.02, CER 10.09.03 si riferiscono
a scorie di fonderia residue prodotte rispettivamente dopo i processi di recupero del ferro e
dell’acciaio e dei materiali ferrosi. Tali rifiuti saranno costituiti da materiale granulare fine di
colore grigio.
Infine, i rifiuti CER 12.01.15 proverranno da operazioni di lucidatura e spazzolatura di
materiali in ferro o acciaio e si presenteranno nella forma di scarti e residui di mole abrasive.
Gruppo C): Terre e rocce e rifiuti misti provenienti da scavi o dal settore delle costruzioni
Si tratta di materiale di varia natura a scarsa o nulla umidità compatto o consistente quali rocce
o terre, spesso misto e in presenza di qualche contaminazione di materiali solidi o sostanze
chimiche, anche se, in ogni caso, privo di sostanze pericolose man non adatto al riutilizzo.
In tale categoria rientrano i seguenti codici: CER 17.05.04 (terre e rocce diverse da quelle di cui
alla voce 17.05.03), CER 17.09.04 ( rifiuti misti dall’attività di costruzione e demolizione,
diversi da quelli di cui alle voci 17.09.01, 17.09.02 e 17.09.03), CER 19.12.09 (minerali (ad
esempio sabbia, rocce)), CER 19.13.02 (rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei
terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19.13.01), CER 10.12.08 (scarti di ceramica, mattoni,
mattonelle e materiali da costruzione (sottoposti a trattamento termico)).
Per quanto concerne il codice CER 17.05.04 tale materiale proverrà prevalentemente da
operazioni di scavo eseguite per la realizzazione di infrastrutture, costruzione di manufatti di
vario tipo, scavi per posa di condotte, ecc. Il rifiuto conferito all’impianto avrà granulometria
varia.
I rifiuti conferiti in discarica con il codice CER 17.09.04 proverranno da cantieri civile ed edili
e saranno costituiti da scarti di cemento, calcestruzzo privo di eventuali armature, murature
provenienti da attività di demolizione. Tale tipologia di rifiuto avrà pezzatura varia.
Il codice CER 19.12.09 costituito da minerali quali sabbia e rocce comprenderà quei rifiuti
provenienti dal trattamento meccanico di selezione, frantumazione di rocce, ghiaie o sabbie.
Inoltre, tale rifiuto potrà provenire da impianti di selezione dei rifiuti raccolti in modo
indifferenziato. Tale rifiuto avrà pezzatura prevalentemente fine e sarà conferito in discarica
con bassi contenuti d’acqua.
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Il rifiuto classificato con il codice CER 19.13.02 (rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di
bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19.13.01) avrà nell’aspetto caratteristiche
molto simili a quelle del rifiuto CER 17.05.04 (terre e rocce). Esso sarà costituito da terre e
rocce con pezzatura mista o potrà avere pezzatura più uniforme (prevalente materiale fine) se
precedentemente sottoposto ad operazioni di selezione e vagliatura.
Il rifiuto CER 10.12.08 (scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione
(sottoposti a trattamento termico)) proviene dall’industria della ceramica e dei laterizi e sarà
costituito da cocciame a pezzatura mista. Infine, in tale categoria si possono inserire anche i
rifiuti classificati con il codice CER 12.01.17 (materiale abrasivo di scarto, diverso da quello di
cui alla voce 12.01.16) provenienti da operazioni di lucidatura del gres porcellanato costituiti da
scarti di mole usurate.
Gruppo D): Rifiuti prodotti dagli impianti termici
In tale categoria si possono collocare i seguenti codici: CER 19.01.12 (ceneri pesanti e scorie
diverse, da quelle di cui alla voce 19.01.11), CER 10.01.01 (ceneri pesanti, scorie e polveri di
caldaia (tranne le polveri di caldaia di cui alla voce 10.01.04), CER 10.01.15 (ceneri pesanti,
scorie prodotte dal coincenerimento, diverse da quelle di alla voce 10.01.14).
Tali materiali provengono rispettivamente da impianti di termovalorizzazione, da centrali
termiche e da altri impianti termici, si presentano nella forma di materiale granulare.
Gruppo E): Materiale contenente amianto
Con il codice CER 170605 si intendono i materiali da costruzione a base di amianto ed in
particolare i rifiuti costituiti da cemento-amianto, pavimentazioni viniliche. Tale rifiuto
preverrà da operazioni di smantellamento di coperture, tubazioni, serbatoi, ecc…Il rifiuto, così
come ora, sarà conferito in discarica provvedendo al posizionamento su pallet con
avvolgimento dei rifiuti in telo plastico resistente a strappo, bloccaggio con regge e e prestando
particolare attenzione particolare attenzione al posizionamento di parti spigolose o taglienti; se
trattasi di parti di grandi dimensioni (tubazioni), posizionamento con inibizione del movimento
e semplice copertura con telo plastico resistente a strappo; gli sfridi di pezzatura più piccola
saranno conferiti in big-bag con chiusura ermetica. In caso di rifiuti edilizi misti contenenti
amianto, quali rivestimenti, isolamenti od altro, nel qual caso devono essere sottoposti a
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trattamento che può essere sia termico, con modificazione della struttura cristallina che di
contenimento del potenziale inquinante quali stabilizzazione e solidificazione in matrici stabili
e non reattive. In questo caso la densità apparente deve essere > 2 e la densità relativa > 50%. Il
contenuto di amianto non può superare il 30% del peso complessivo come specificato
nell’allegato 2 del D.M. 03/08/2005. Secondo tale allegato inoltre il rifiuto è conferibile solo in
apposita cella dedicata ad esso secondo le specifiche modalità previste.
I quantitativi ad oggi autorizzati all’esercizio sulla parte della discarica che ricade sul territorio
della Provincia di Massa-Carrara, Comune di Montignoso (MS), con atto dirigenziale
DD/8691/2007, del 16/07/2007, per un totale di 48.000 m3, sono così suddivisi:
CER
01.04.13
17.05.04
17.05.06
19.12.09
17.06.05
DESCRIZIONE
“rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra, diversi
da quelli di cui alla voce 01.04.07” (marmettola,
ndr)
“terre e rocce, diverse da quelle di cui alla voce
17.05.03.”rifiuti non pericolosi appartenenti alla
classe 17 “rifiuti delle operazioni di costruzione e
demolizione (compreso il terreno proveniente da
siti contaminati)”, sottoclasse 05 “terra (compreso il
terreno proveniente da siti contaminai), rocce e
fanghi di dragaggio.”
“fanghi di dragaggio,diversi da quelli di cui alla
voce 17.05.05”, rifiuti non pericolosi appartenenti
alla classe 17 “rifiuti delle operazioni di costruzione
e demolizione (compreso il terreno proveniente a
siti contaminati)”
“minerali (ad esempio sabbia, rocce)”, 19.13.02
“materiali da costruzione e demolizione contenenti
amianto”,rifiuti appartenenti alla classe 17 “rifiuti
delle operazioni di costruzione e demolizione
(compreso il terreno proveniente da siti
contaminati)”,sottoclasse 06 “materiali isolanti e
materiali da costruzione contenenti amianto”.
QUANTITATIVO
mc.15.000
mc.12.000
mc.8.000
mc.1.000
mc. 12.000
I quantitativi ad oggi autorizzati sulla parte della discarica che ricade sul territorio della Provincia
di Lucca, Comune di Pietrasanta (LU), con atto dirigenziale 104, Anno, del 21/07/2006, per un
totale di 40.000 m3, così suddivisi:
CER
01.04.13
DESCRIZIONE
“rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra, diversi
da quelli di cui alla voce 01.04.07” (marmettola,
ndr)
QUANTITATIVO
mc.40.000
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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I quantitativi sopra riportati si riferiscono alla quota parte, fino a quota + 20,0 m slm, così come
autorizzato nel progetto originario del 1997, redatto dai progettisti ing. Gianluigi Barducci, dr.
Rinaldo Musetti e arch. Mauro Tartarelli.
I quantitativi previsti per il conferimento nelle successive fasi nei diversi codici, autorizzati e
richiesti, sono sintetizzati nelle tabelle di pagine seguenti.
Le volumetrie richieste derivano da un’analisi dei fabbisogni locali delle due province e dal resto
della Regione. La stima dei volumi di stoccaggio previsti dal progetto riguarda la quantità massima
conferibile per ogni singola tipologia di rifiuto calcolata per recepire il massimo possibile dei rifiuti
prodotti provenienti dalle due province (MS e LU) ed una quota minoritaria per quelli provenienti
dal territorio extraregionale e regionale.
La quantificazione massima di conferimento prevista è teorica e si basa sulla disponibilità tecnica
dell’impianto. La sommatoria delle volumetrie possibili e autorizzabili per ogni singolo rifiuto è
superiore alla volumetria prevista per ogni singola fase di coltivazione e a quella totale
dell’impianto, questo perché occorre disporre di flessibilità per rispondere alle esigenze del mercato
e all’evolversi delle stesse produzioni di rifiuto nell’arco di vita delle autorizzazioni gestionali
quinquennali che non procedono con la rapidità di evoluzione del mercato stesso. Si ha che un
rifiuto possa da un momento all’altro trovare altre destinazioni di impiego per mutazioni
tecnologiche (sia alla produzione che al riutilizzo) e di mercato, per cui dimensionare rigidamente
le autorizzazioni su produzioni e ripartizioni dei flussi rigidi non è né possibile e né opportuno per
soddisfare le reali esigenze del servizio.
Il caso eclatante è proprio quello della marmettola i cui flussi sono in continuo mutamento. È
evidente che se il flusso dei rifiuti locali attuali (in primis la marmettola) rimane elevato e vcicino
alle previsioni, il volume residuo consente conferimenti reali ben inferiori ai volumi massimi
previsti e autorizzati.
Di seguito si riporta una tabella riassuntiva dei codici in relazione ai quali è stato redatto il presente
progetto e valutazione di impatto ambientale.
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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C.E.R.
DESCRIZIONE CER
DENOMINAZIONE DEL RIFIUTO
NOTE CHIMICO/FISICHE
ORGANOLETTICHE
rifiuti prodotti dalla lavorazione della
01.04.13 pietra, diversi da quelli di cui alla voce marmettola e materiali similari
solido, fangoso palabile, inodore
01 04 07
fanghi e rifiuti di perforazione di pozzi
terreno solido, fangoso, inodore
01.05.04
fanghi costruzione pozzi artesiani
per acque dolci
fanghi filtropressati in mattonelle,
fanghi prodotti dal trattamento in loco
fanghi depuratori acque di lavaggio impianti
sfusi in cassoni, solido-fangosi,
06.05.03 degli effluenti diversi da quelli di cui alla
industrie
del
territorio
voce 06 05 02
inodori
polveri bianco-grigio confezionate in
polveri derivanti dalla levigatura di materiali sacconi big bags da 1 mc. Scarico
utilizzati
come
rivestimenti,
marmo, con carrello elevatore per impedire
08.02.01 polveri di scarto di rivestimenti
rottura sacconi, leggero odore
marmoresina, vetro, vetroresina, ecc.
aromatico
fanghi filtropressati in mattonelle,
fanghi acquosi contenenti materiali fanghi lavaggio linee produzione mattonelle
sfusi in cassoni, solido-fangosi,
08.02.02
ceramici
costituiti prevalentemente da argilla, caolino inodori
ceneri pesanti, scorie e polveri di
scorie e ceneri pesanti da centrali termiche
ceneri grige, inodori
10.01.01 caldaia (tranne le polveri di caldaia di
produzione energia elettrica
cui alla voce 10 01 04)
ceneri pesanti, scorie e polveri di
10.01.15 caldaia prodotte dal coincenerimento, scorie e ceneri di altri impianti termici
ceneri grige, inodori
diverse da quelli di cui alla voce 10 01
10.02.02 scorie non trattate
scorie di fonderia residue dopo il processo
di fusione per il recupero del ferro e ceneri grige, inodori
dell'acciaio
10.09.03 scorie di fusione
scorie di fonderia residue dopo il processo
ceneri grige, inodori
di fusione per il recupero dei metalli ferrosi
forme e anime da fonderia utilizzate, blocchi di sabbia ex stampi utilizzati per
10.09.08 diverse da quelle di cui alla voce 10 09 cuocere lavabi e altri prodotti utilizzati in sabbie grige, inodori
07
edilizia
scarti di ceramica, mattoni, mattonelle
10.12.08 e materiali da costruzione (sottoposti a mattonelle rotte cotte
mattonelle cotte di vari colori, inodori
trattamento termico)
rifiuti dalla spazzolatura per la lucidatura
terriccio costituito da mole abrasive
pentole
e
altro
materiale
in
inerti sminuzzate, inodore
ferro/acciaio
12.01.15
fanghi di lavorazione, diversi da quelli
delle
di cui alla voce 12 01 14
12.01.17
materiale abrasivo di scarto, diverso da mole abrasive per la lucidatura del gres piccole mole circolari grige e relativo
quello di cui alla voce 12 01 16
attacco in plastica, rifiuto inodore
porcellanato
rivestimenti e materiali refrattari a base
di carbone provenienti dalle lavorazioni
16.11.02
metallurgiche, diversi da quelli di cui
alla voce 16 11 01
altri rivestimenti e materiali refrattari
provenienti
dalle
lavorazioni
16.11.04
metallurgiche, diversi da quelli di cui
alla voce 16 11 01
rivestimenti e
materiali refrattari
provenienti
da
lavorazioni
non
16.11.06
metallurgiche, diversi da quelli di cui
alla voce 16 11 05
refrattari di forni per la fusione di materiali blocchi di cemento e mescole di
vario colore, rifiuto inodore
non ferrosi e non ferrosi
refrattari di forni per la fusione di materiali blocchi di cemento e mescole di
vario colore, rifiuto inodore
non ferrosi e non ferrosi
refrattari di forni per la fusione di materiali blocchi di cemento e mescole di
vario colore, rifiuto inodore
non ferrosi e non ferrosi
17.05.04
terra e rocce, diverse da quelle di cui
terreno di scavo
alla voce 17 05 03
terra e rocce, prevalentemente
marroni, con elevata componente
argillosa che non le rendono idonee
agli impianti di recupero per
lavaggio, rifiuto inodore.
17.05.06
fanghi di dragaggio, diversa da quella
fanghi di dragaggio
di cui alla voce 17 05 05
fanghi grigio-neri, rifiuto inodore
Di seguito si riporta una tabella riassuntiva delle volumetrie massime di progetto richieste con
raggruppamento per tipologia.
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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C.E.R.
01.04.13
01.05.04
06.05.03
08.02.01
08.02.02
17.05.06
19.09.02
16.11.02
16.11.04
16.11.06
10.09.08
10.02.02
10.09.03
19.03.05
12.01.17
12.01.15
17.05.04
17.09.04
19.12.09
19.13.02
10.12.08
19.01.12
10.01.01
10.01.15
17,06,05
DESCRIZIONE CER
rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra,
diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07
fanghi e rifiuti di perforazione di pozzi per acque
dolci
fanghi prodotti dal trattamento in loco degli
effluenti diversi da quelli di cui alla voce 06 05
02
polveri di scarto di rivestimenti
fanghi acquosi contenenti materiali ceramici
fanghi di dragaggio, diversa da quella di cui alla
voce 17 05 05
fanghi prodotti dai processi di chiarificazione
dell'acqua
rivestimenti e materiali refrattari a base di
carbone
provenienti
dalle
lavorazioni
metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce
16 11 01
altri rivestimenti e materiali refrattari provenienti
dalle lavorazioni metallurgiche, diversi da quelli
di cui alla voce 16 11 01
rivestimenti e materiali refrattari provenienti da
lavorazioni non metallurgiche, diversi da quelli
di cui alla voce 16 11 05
forme e anime da fonderia utilizzate, diverse da
quelle di cui alla voce 10 09 07
scorie non trattate
scorie di fusione
rifiuti stabilizzati diversi da quelli di cui alla voce
19 03 04
materiale abrasivo di scarto, diverso da quello
di cui alla voce 12 01 16
fanghi di lavorazione, diversi da quelli di cui alla
voce 12 01 14
terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce
17 05 03
rifiuti misti dell'attività di costruzione e
demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17
09 01, 17 09 02 e 17 09 03
minerali (ad esempio sabbia, rocce)
rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica
dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19
13 01
scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e
materiali
da
costruzione
(sottoposti
a
trattamento termico)
ceneri pesanti e scorie, diverse da quelle di cui
alla voce 19 01 11
ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia
(tranne le polveri di caldaia di cui alla voce 10
01 04)
ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia
prodotte dal coincenerimento, diverse da quelli
di cui alla voce 10 01
materiali da costruzione e demolizione
contenenti amianto
GRUPPO DI
APPARTENENZA
VOLUMI DI
VOLUMI DI
STOCCAGGIO STOCCAGGIO
AUTORIZZATI MAX PREVISTI
ALL'ESERCIZIO DI PROGETTO
(mc)
(mc)
A
23.000
1.000.000
B
0
550.000
C
13.000
700.000
D
0
400.000
12.000
146.000
E
15
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Relazione generale
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Sulla base di quanto detto è possibile pertanto distinguere due modalità di conferimento in discarica
a seconda che i rifiuti appartengano alle categorie dei non pericolosi, non contenenti amianto, sopra
illustrate o che contengano amianto.
Nel primo caso, rifiuti autorizzati che non contengono amianto, il rifiuto giungerà da contenitori
terzi in discarica, su appositi mezzi che, superate le iniziali procedure di accettazione e controllo,
accederanno direttamente all’area di conferimento, nell’unico lotto proposto denominato B che
supera i diversi lotti funzionali creati per diverse esigenze nel passato e che non sono più
concretamente necessari come entità separate ora che la classificazione risulta omogenea. Giunti in
prossimità della vasca di controllo, procederanno avvicinandosi con una manovra di retromarcia
sino al bordo perimetrale della vasca stessa, per poter scaricare il contenuto del cassone e
consentire l’ispezione visiva del rifiuto trasportato. Qualora questo sia ritenuto idoneo, un
escavatore lo trasferirà all’interno del lotto previsto ed una pala meccanica procederà a spianarlo in
modo uniforme. La vasca di controllo, costituita interamente di marmettola, sarà posta all’interno
del lotto stesso, spostandosi secondo la migliore e sicura modalità di accesso e la prossimità alla
zona in coltivazione.
Nel secondo caso, rifiuti contenenti amianto, il materiale verrà conferito solo ed esclusivamente nel
lotto A1 sino alla quota 40, successivamente dalla quota 40 a 65 nel lotto A1bis, con le modalità
specifiche descritte nel seguito. Il materiale arriverà in discarica per lo smaltimento a seguito di un
piano operativo per la bonifica e rimozione dei rifiuti, approvato dall’autorità competente (ASL)
che il conferitore deve esibire e consegnare all’impianto per verificarne la possibilità di
accettazione, il materiale deve essere trasportato e movimentato senza rischi di frantumazioni o
dispersione nell’ambiente. In genere è avvolto in film plastici e contenuto in sacchi con maniglie
(big bag) sollevabili con escavatore o su pallets movimentabili da sollevatori (muletto). Il materiale
sarà scaricato direttamente dal camion sollevando ogni unità contenente il rifiuto e riposizionandola
all’interno della discarica nel punto di smaltimento definitivo. Per questo il camion del conferitore,
dopo la pesa e i controlli, si avvicinerà al bordo del lotto A1, nel punto prossimo allo stoccaggio,
dove un mezzo d’opera provvederà a sollevare l’unità e collocarla in sito, movendosi su rampe e
piste di argilla o marmettola ma non sui rifiuti contenenti amianto, in modo da evitarne la rottura.
Le unità dei rifiuti potranno essere accatastate l’una sopra l’altra in non più di due e per un’altezza
non superiore ai tre metri. La zona di deposito sarà munita anche di impianto di irrigazione mobile
per interventi di urgenza in caso di rotture. Quotidianamente e prima di ogni operazione di
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Relazione generale
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compattamento il materiale deposto sarà coperto con materiale appropriato di consistenza plastica e
umidità tali da isolare il rifiuto di amianto e impedire la dispersione delle fibre, adattandosi alla
forma e ai volumi dei materiali da ricoprire, con uno strato di almeno 50 cm. Tale materiale sarà
principalmente la marmettola stessa che offre ampie garanzie di plasticità e umidità tali da
permeare i contenitori contenenti amianto, in modo da fasciarli in un sarcofago protettivo che andrà
progressivamente indurendosi, consentendo il sovrapporsi di carichi senza tema di rotture o pericoli
di dispersione di fibre.
Nella zona di deposito dell’amianto non saranno svolte attività tali da causare dispersioni di fibre
nè manomissioni o interazioni con il rifiuto stoccato. La coltivazione della cella avverrà secondo le
seguenti modalità:
-
A1 è la parte dedicata all’amianto; è nella porzione lato Massa e ha una volumetria sin
quo autorizzata (quota 20) di 12.000 mc, che diverranno 46.000 complessivi alla
chiusura alla quota 40. In quest’area si andrà a collocare il rifiuto nelle modalità sopra
descritte, creando una prima bancata di contenitori posti uno fianco all’altro seguendo lo
sviluppo di tutto il fronte del lotto, per una profondità di 2 – 4 metri e un’altezza non
superiore ai 3 metri. Il criterio è quello di distribuire la quantità giornaliera in una
bancata omogenea sviluppata dal fronte del lotto, non troppo profonda od alta in modo
che sia facilmente ricopribile di materiale idoneo (marmettola), sopra e ai lati, senza
dovervi tornare ad operare con i mezzi. Come da prescrizioni della A.I.A. Provincia di
Massa le bancate in coltivazione devono essere comunque spaziate in modo tale da
consentire il passaggio degli automezzi senza causare la frantumazione dei rifiuti
abbancati. Entro la giornata di conferimento dovrà essere assicurata la copertura del
rifiuto con uno strato di terreno di 20 cm di spessore. Il terreno di copertura giornaliera
devono avere consistenza plastica in modo da adattarsi alla forma e volumi del materiale
di ricoprire e da costituire un’adeguata protezione contro la dispersione accidentale di
fibre (i pallet sono sigillati). La messa in opera della copertura giornaliera deve
consentire una livellazione dello strato giornaliero. A completamento l’area sarà
individuata permanentemente al fine di non eseguire operazioni di scavo all’interno
della stessa.
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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-
La cella successiva, a chiusura di A1, sarà denominata A1bis e sarà realizzata in
territorio della Provincia di Lucca secondo le medesime modalità sopra descritte tra le
quote 40 e 65.
1.7 - Elenco degli interventi connessi alla realizzazione del progetto
1.7.1 Progetto di coltivazione della discarica
Come noto e come già introdotto più sopra la discarica ha oramai assunto da tempo una
configurazione conforme alla normativa in vigore, in particolare rispetto alle norme tecniche che ne
regolano la costruzione. In più fasi è stato ricostruito un fondo omogeneo che in alcuni ex lotti si è
sovrapposto ad un fondo preesistente la cui intercapedine in alcune aree è addirittura costituita da
ampi spessori di marmettola rifiuto inerte, così che la barriera di fondo complessiva supera di gran
lunga i limiti della normativa tecnica stessa (lotto B).
In generale, la barriera prevede infatti la realizzazione di uno strato di argilla di altezza pari a 1m al
di sopra della barriera geologica naturale, la messa in posa di un manto bentonitico, di un telo in
HDPE e di uno strato di materiale drenante. In particolare, invece, per il lotto B la barriera è
costituita superiormente dal manto bentonitico, dal telo di HDPE e dallo strato di argilla compattata
e dalla presenza al di sotto di tale rivestimento di uno strato di circa 10 metri di marmettola
precedentemente stoccata confinata a sua volta da una barriera composita costituita dal manto
bentonitico, dall’argilla compatta ed da argillite
Dopo la riorganizzazione della discarica anche la barriera costituente gli argini interni di contatto
con la barriera geologica naturale risulta conforme alle norme tecniche ed ampiamente collaudata
nel procedere dell’attuale esercizio.
Alle tavole P10, P11, P12 e P13 sono riportate le sezioni e i particolari costruttivi sin qui realizzati
e previsti nel prosieguo della coltivazione. In particolare la barriera di confinamento delle pareti
interne del sito, chiamata argine interno, sarà proseguita secondo l’attuale schema:
1- geomenbrana drenante a contatto con la roccia
2- strato minerale compattato (argilla o limo argilloso) di spessore minimo 1.2 m
3- telo in HDPE di spessore 2 mm
4- tessuto non tessuto
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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La permeabilità equivalente della sezione della barriera di confinamento secondo le metodiche
riportate in dettaglio al paragrafo 2.3.2 sulla base degli spessori dei materiali significativi (strato
minerale compattato e telo – tabella sottostante) è pari a k = 9.84 10-10 m/s e quindi conforme alle
indicazioni delle norme tecniche per la barriera di confinamento. I dati di permeabilità provengono
dalla certificazione del costruttore per i teli e dalle prove di collaudi compiuti per lo strato minerale.
Rivestimento
k [m/s]
Strato minerale compattato 1.47 10-9
HDPE
1 10-11
Spessore [m]
1.2
0.002
All’interno è prevista a questo punto la realizzazione di un nuovo unico lotto, per comodità e per
evitare confusioni future, chiamato “Lotto D” che prevede il conferimento dei diversi codici in
modo indifferenziato ovvero che avvenga una miscelazione di fatto dei materiali. Si impedisce così
che possano crearsi “nuclei” di rilevanti dimensioni di diverse caratteristiche fisiche o tecniche.
Ovviamente si mantiene la distinzione per la cella per rifiuti contenenti amianto del lotto A1. Con il
superamento della quota in esercizio la barriera di parete interna si appoggerà alla parete rocciosa
riprofilata per regolarizzarne l’andamento secondo quanto già previsto dal progetto Barducci
autorizzato che indicava tale profilo come “stato configurato”. Ovviamente l’andamento previsto è
stato adeguato alle attuali necessità operative e non sarà comunque esteso alla zona in provincia di
Lucca dove vi sono ridotte possibilità operative per l’accesso ai mezzi (la sicurezza operativa
richiederebbe di lavorare con ampi piani che determinerebbero l’uscita dalle aree in disponibilità).
Con il superamento della quota 20-21 m slm il corpo della discarica “emerge” dall’esistente
piazzale asfaltato interno e quindi necessita di un’opera di contenimento di piede che è stata
individuata in muro in c.a. del tipo a mensola con sviluppo arcuato (vedasi planimetrie progettuali)
che unisce le due pareti di roccia a N e a S. Il muro consentirà di impostare il piede del futuro
riempimento ed al suo coronamento verrà posizionato il sistema di collettamento delle acque
superficiali atmosferiche esterne alla discarica che defluiranno sulla superficie esterna rinaturata.
Dal punto di quota di superamento del muro, circa 30 m slm, si svilupperà la discarica in forma di
gradoni la cui sezione è riportata alle tavole P10, P11, P12 e P13 allegate.
Conformemente alle norme tecniche vigenti è stato quindi sviluppata una sezione progettuale
costituente il paramento esterno articolata sia in funzione della rinaturazione finale che per ottenere
una sezione con buona stabilità di forma nel tempo.
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Relazione generale
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Dall’interno all’esterno la sezione è così articolata:
1- strato di rifiuti a ridotto tasso di umidità dello spessore di ca. 15 m compattato secondo le
specifiche costruttive delle barriere di contenimento, ovvero con stesura di strati non
superiore ai 30 cm compattati con mezzi vibranti avente scarpa esterna di ca. 40°;
2- strato di materiale minerale compattato dello spessore di 1.5 m ca.;
3- geomembrana drenante di protezione dello strato minerale costituita da t.n.t. e struttura
resistente bidirezionale (tipo Tenax TNT 450 o simile) così da mantenere un buon attrito
tra telo protettivo e strato minerale, oltre che buone caratteristiche di resistenza a taglio e
trazione;
4- strato di terreno e rocce di scavo con dimensioni dei ciottoli medio grandi a costituire uno
strato drenante dello spessore compreso tra i 50 e gli 80 cm (da gestirsi in cantiere);
5- strato di copertura in terreno a matrice vegetale per la rinaturazione di spessore superiore
a 1 m. Al fine di prevenire il dilavamento la superficie di scarpata esterna inclinata a circa
40° sarà rivestita con classica biostuoia in iuta.
La permeabilità equivalente della sezione secondo le metodiche riportate in dettaglio sempre al
paragrafo 2.3.2 sulla base degli spessori minimi dei materiali è pari a k = 9.78 10-10 m/s e quindi
conforme alle indicazioni delle norme tecniche. I dati di permeabilità provengono dalle prove di
collaudi compiuti per lo strato minerale e da bibliografia per i materiali di copertura.
Rivestimento
Strato minerale compattato
Drenaggio
Terreno vegetale
k [m/s]
1.47 10-9
1 10-5
1 10-6
Spessore [m]
1.5
0.5
2.2
La sezione avrà una forma articolata al fine di garantire la possibilità di avere un gradone
percorribile da piccoli mezzi ogni 5 m di dislivello e una buona stabilità. Allo scopo la parte basale
sarà realizzata da una sorta di terra rinforzata costituita da un sistema di casseratura metallica in
rete elettrosaldata contenente uno strato di materiale litoide grossolano, con evidenti funzioni
drenanti al piede, per l’altezza di ca. 1.5 m in aria cui si sovrappone la scarpata di cui sopra rivestita
e che sarà inerbita. L’angolo complessivo di inviluppo della sezione è quindi di ca. 35°.
20
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Relazione generale
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Il piano del gradone presenterà un ciglio di almeno 30-40 cm con la funzione di contenere anche le
acque di eccezionali eventi istantanei di pioggia e ridurre il dilavamento sulla scorta della classica
esperienza delle risaie asiatiche che sono, notoriamente, impostate su terreni poco permeabili e
debbono sostenere le rilevantissime piogge tropicali. Il sistema di drenaggio della sezione sarà
quindi affidato a trincee drenanti che colletteranno l’acqua come descritto nella specifiche tavole
P9.
I tubi finestrati della singola trincea saranno di 150 mm di diametro e convoglieranno in setti
drenanti centrali con tubazioni di 300 mm di diametro e canali esterni perimetrali a cielo aperto
collegati al sistema basale esistente di raccolta delle acque piovane esterne al sito di conferimento.
Si è volutamente evitato di proporre le classiche canalette di piede in quanto sono notoriamente
problematiche per la pulizia e manutenzione, quindi tendono a diventare inefficaci, specialmente un
giorno quando la rinaturazione sarà piuttosto avanzata.
La sezione non si svilupperà in altezza sino al limite della ex cava, ma avrà una sezione articolata
derivante dalle specifiche analisi di stabilità condotte e per cui si rimanda all’allegato studio, così
che nelle porzioni superiori si hanno ampie zone pianeggianti, comunque leggermente
contropendenti per evitare sempre imprevisti dilavamenti. Questi pianori saranno coperti al
completamento della quota seguendo sempre le indicazioni delle norme tecniche di cui al D.lgs.
36/2003 con:
1- strato di materiale minerale compattato dello spessore di > 50 cm m ;
2- geomembrana drenante di protezione dello strato minerale costituita da t.n.t. e struttura
resistente bidirezionale (tipo Tenax TNT 450 o simile) così da mantenere un buon attrito
tra telo protettivo e strato minerale, oltre che buone caratteristiche di resistenza a taglio e
trazione;
3- strato di terreno e rocce di scavo con dimensioni dei ciottoli medio grandi a costituire uno
strato drenante dello spessore compreso di circa 50 cm;
4- strato di copertura in terreno a matrice vegetale per la rinaturazione di spessore superiore
a 1 m da inerbire.
La coltivazione avverrà quindi per più fasi sino al completamento progettuale. Al momento sono
state previste tre ulteriori fasi: una a quota 45, una a quota 70 e quella finale (vedasi tavole P4, P5,
P6, P7 e P8). Contestualmente a tutte queste fasi, superata la quota 30 di emersione dall’opera
basale, saranno avviati gli interventi di rinaturazione previsti con un ritardo di un gradone rispetto
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Relazione generale
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alla quota di coltivazione, tenuto anche conto delle condizioni stagionali. I lavori di riprofilatura già
in corso al momento consentiranno di approvvigionare la massima parte dei materiali di scavo di
varia pezzatura per la realizzazione dei riporti di cui sopra.
I volumi previsti di conferimento sono pertanto riassumibili come segue:
FASE
VOLUMI (mc)
1
2
Finale
850.000
850.000
350.000
Durante la fase costruttiva il rifiuto verrà accumulato nel lotto D intercalandolo ogni 10 m con uno
strato drenante di 40 cm di spessore protetto da t.n.t. che sarà arrestato alcuni metri prima dei teli in
HDPE degli argini di barriera per salvaguardarne l’integrità meccanica durante la fase costruttiva
ed al cui interno saranno disposti una serie di tubi in polietilene alta densità finestrati del diametro
di 150 mm collegati agli esistenti colonne verticali di drenaggio e raccolta che portano il percolato
al sistema di stoccaggio. Allo scopo vedasi anche le tavole P9 e P12 di dettaglio allegate. La
costruzione della discarica, che deve tenere conto delle scarpate riprofilate inclinate verso monte,
renderà necessario la realizzazione di alcune nuove colonne di drenaggio (vedasi tavole P7, P8, P9
e P12), tutte collegate al sistema esistente di raccolta percolato.
Per le tipologie di rifiuto autorizzate e quelle previste nel presente studio non ci sono problemi di
biodegradabilità in quanto sicuramente i rifiuti non saranno soggetti a reazioni di degradazione
organica. Soltanto alcune tipologie di rifiuto arriveranno all’impianto con significativo contenuto
d’acqua (per es. fanghi), pertanto solo questi materiali, una volta stoccati in discarica, produrranno
liquidi che potranno essere allontananti dal corpo della discarica. Se il rifiuto viene stoccato in
discarica in modo indifferenziato per precisa scelta progettuale come detto più sopra è difficile
prevederne i valori di permeabilità e soprattutto si può rischiare di posizionare pozzi in fase di
progetto là dove non è necessario in quanto il rifiuto è pressoché asciutto e non produrrà percolato
nel tempo. Da qui la scelta di posizionare un a successione di strati planari di drenaggio di spessore
adeguato (almeno 40 cm) intercalati ai rifiuti collegati a mezzo colonne al sistema basale di
raccolta.
Il rifiuto umido messo in discarica ha caratteristiche fisico-meccaniche simili a quelle dei terreni.
Pertanto, una volta stoccato in discarica sarà sottoposto a consolidazione, dovuta al costipamento
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Relazione generale
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generato dal passaggio dei mezzi e dal peso degli strati sovrastanti, che provocherà la fuoriuscita
dell’acqua dai pori del rifiuto. Tale acqua sarà quindi raccolta dallo strato drenante orizzontale
previsto ogni 10 m di profondità. Pertanto sarà necessario porre all’interno di tale strato di
materiale drenante dei tubi finestrati che raccoglieranno l’acqua la quale sarà allontanata, come
detto, verso le colonne.
Il sistema di captazione ed estrazione del percolato è quindi costituito dai seguenti elementi:
a) rete di captazione basale costituita da strato di drenaggio (ghiaia e ghiaietto puliti),
contenenti una tubazioni fessurate in HDPE di diametro 150 mm.
b) sistema di pozzi di sollevamento con pozzetti di raccolta
c) strati di protezione e drenaggio, costituiti da materiale drenante (sabbia e ghiaia pulite) per
uno spessore di circa 40 cm intercalati ogni 10 m di sviluppo verticale della discarica
contenenti una rete di captazione sempre con tubazioni fessurate in HDPE di diametro 150.
d) sistema di colonne di drenaggio passanti sino al sistema di raccolta basale
La distanza massima teorica (hanno un andamento radiale rispetto alla colonna) tra le tubazioni di
raccolta nel singolo strato viene valutata in modo da non avere all’interno dello stesso, nelle
condizioni peggiori di media mensile, risalite di percolato superiori allo spessore dello strato di
drenaggio. Trascurandone, a favore di sicurezza, l'inclinazione, la massima altezza si può stimare
sulla base della seguente espressione analitica semplificata:
q/k = (h/b)²
dove:
q = velocità di infiltrazione (cm/s)
k = coefficiente di permeabilità (cm/s)
h = altezza massima di percolato (cm)
b = semidistanza tra i tubi (cm).
da cui, in sede di dimensionamento:
b = (h²·k/q)
0.5
Assumendo un coefficiente di permeabilità del materiale drenante pari a 10-2 cm/s, un'altezza h pari
a 40 cm e la velocità di infiltrazione relativa al periodo più gravoso stimata pari a circa 3 cm/s si
ottiene:
b = 2159 cm = 21.59 m.
Il corrispondente interasse massimo tra i tubi risulta quindi di circa 43 m.
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Quindi nel progetto si è adotterà un posizionamento delle colonne tale che il limite della distanza
massima tra le tubazioni di raccolta di circa 40 m, cui corrisponde un'altezza massima di risalita
(nel transitorio peggiore) dell’ordine di 35-40 cm.
In realtà, occorre notare che la risalita massima sarà sicuramente inferiore, in quanto nel calcolo è
stata trascurata la pendenza trasversale dello strato.
All’interno dello stato drenante si prevede di posizionare tubi di diametro interno 150 mm, cui
compete un'area massima di influenza di circa 0.5 ha.
Di seguito si riporta l’equazione per la verifica considerando le piogge più intense con tempo di
ritorno 250 anni in una tipica espressione in legge di potenza.
h= 86.0 · t
0.295
dove:
h
=
altezza di massima pioggia in mm;
t
=
tempo di durata dell'evento meteorico considerato (tempo di corrivazione) in ore.
Ai fini della presente verifica si è considerato un evento meteorico della durata di 24 ore; l'altezza
di massima pioggia risulta pertanto di 220 mm.
Considerando, a favore di sicurezza, la discarica completamente scoperta (condizione limite), i
massimi volumi di percolato (Vp) che potrebbero essere raccolti all'interno della discarica per
un'area di 0.5 ha, nelle condizioni di pioggia intensa di durata 24 ore e tempo di ritorno 250 anni,
risultano pari a:
Vp = 5000 · 0.220 = 1100 m³/giorno = 1.27·10-2 m³/s.
La capacità di smaltimento di un tubo, in accordo all'equazione di Manning, risulta pari a:
Q = A · c · R2/3 · if1/2
dove:
Q
= portata (m³/s)
A
= area della sezione normale alla corrente (m²)
c
= coefficiente di scabrezza (m1/3 s)
R
= raggio idraulico = A/B (m)
B
= perimetro bagnato (m)
if
= pendenza del fondo (-).
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Considerando condizioni di tubo pieno a metà, con pendenze dell'ordine di 2.0%, ed assumendo un
coefficiente di scabrezza dell’ordine di 100 m1/3s, risultano le seguenti capacità di smaltimento:
Q=
0.009·100·0.0382/3·0.0201/2 = 0.014 m³/s = 1210 m³/giorno.
Le portate sono quindi ampiamente adeguate a convogliare la massima quantità di percolato
prevista, anche nelle condizioni particolarmente gravose e lontane dalla realtà messe in conto.
1.7.2 Recupero e rinaturazione
Il recupero dell'area della discarica risulta necessario in termini normativi, ma anche assolutamente
opportuno per un motivo ambientale in senso lato, per la presenza di ambienti di elevato pregio
naturalistico, quali quelli in oggetto. Gli interventi saranno graduali e accompagneranno
l’elevazione della discarica (vedasi sopra). Per una specifica descrizione si veda l’allegato “Studio
del sistema naturalistico, ecosistemico, del paesaggio e delle opere di rinaturazione”.
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2 - STUDI SUGLI EFFETTI URBANISTICO TERRITORIALI
2.1 Descrizione dell’ambiente
2.1.1 Ambito territoriale di riferimento
L'ambito spaziale in cui è collocato il sito e la presente analisi, è costituito dalla piccola
prominenza delle Alpi Apuane, delimitato a sud dall'abitato di Querceta e dalla retrostante
incisione del torrente Serra, ed a nord dalle frazioni del comune di Montignoso; superiormente,
verso nord-est, l'ambito è circoscritto da una serie di piccoli rilievi, molto acclivi, su cui spiccano
il M.Cerreta (702 m slm) ed il M.Folgorito (609 m slrn) e, più in basso, dai colli di Monticello da
una parte, e della Rocca degli Aghinolfi dall'altra. Ai piedi di questi rilievi si apre la pianura
versiliese compresa fra Forte dei Marmi ed il Cinquale, al cui interno si trova un biotopo di
grande valore naturalistico e ambientale, il Lago di Porta, area umida relitta, finora sfuggita alle
bonifiche che hanno segnato tutta questa zona costiera.
La linea di demarcazione fra pianura e primi rilievi è nettissima, segnata dalla doppia linea
costituita da strada Aurelia e linea ferroviaria Viareggio-Massa che scorrono in terrapieno,
provocando anche problemi di natura idrogeologica.
Il vincolo idrogeologico, ai sensi del R. D. L. 3267 del 1923, copre in parte l'area circostante la ex
cava senza interessare direttamente l’area di progetto; mentre essa non è compresa nel Sistema
Regionale delle Aree Protette, ai sensi della L.R. 52182 e successive modificazioni, presenti
comunque vicino, nei territori più alti con zone diverse, e subito a valle, con il Lago di Porta,
zona n° 116/a.
Le coordinate geografiche sono latitudine 43°10’ N e longitudine 10°60’ E.
2.1.2 Descrizione del sito e dell’area circostante
L'area oggetto del presente studio si trova in località Porta, al limite di due ambiti geografici
ben distinti: la stretta pianura versiliese e gli aspri contrafforti delle Alpi Apuane; in pochissimo
spazio, infatti, si passa dai circa 5 m slm della via Aurelia, ai 10 m slm, quota media delle spianate
di cava, ai 130 m slm delle parti più alte interessate alle attività di escavazione (da diverso tempo
comunque cessate), ai 200-250 m dei colli immediatamente sopra (Monticello, Strettoia,
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Relazione generale
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Strinato), il tutto dominato dai retrostanti M.Cavallo (1021 m slm) e l'imponente M.Altissimo
(1715 m slm).
I centri abitati più vicini sono Strettoia, piccolo nucleo posto ad est, Querceta, Cinquale e
Montignoso, paesi posti rispettivamente a sud-est, a sud-ovest e a nord dell'area in oggetto. Tutta
questa fascia di confine fra i due ambiti geografici prima citati (Versilia e Alpi Apuane) presenta
elementi di interesse naturalistico, ambientale, ma anche storico: affioramenti di calcari, marmi,
scisti, lembi di foresta planiziaria a farnia, pioppo e ontano (come il vicino Lago di Porta), ampie
porzioni di gariga e macchia mediterranea, vecchie coltivazioni di vite e olivo, oggi in progressivo
abbandono, diversi manufatti di pregio, talvolta vecchi di qualche secolo se non millennio (di qui
passa la via Aurelia, che insiste sul suo antico tracciato, ed è presente un vetusto edificio di
frontiera, la Dogana medicea di Porta).
Da un punto di vista amministrativo, l’area interessata dalla discarica ricade solo in parte nella
provincia di Lucca, comune di Pietrasanta, e quasi completamente in quella di Massa Carrara,
comune di Montignoso.
2.1.3 Aree ed elementi importanti dal punto di vista conservativo
Il sito di discarica è caratterizzato dalla presenza delle rupi di Porta che costituiscono la barriera
rocciosa che divide la discarica dal resto del territorio e la isolano dal contesto territoriale. Pur non
sottoposte ad alcun vincolo o tutela, esse sono vive nella cultura locale per storie e leggende che
costituiscono un riferimento visivo e paesaggistico di memoria storica. Oltreciò costituiscono una
protezione preziosa del sito e dell’ambiente circostante che non ha, in quel modo, impatti dalla
discarica, né visivi né di emissioni (polveri,rumori,ecc). Per questo la loro conservazione è
importante e, vedasi paragrafo 3.6, il progetto le salvaguardia totalmente
Nella zona si trova anche la Torre Medicea. Si tratta dei resti dell’antica dogana di Porta di cui
rimane in essere la sola torre di guardia di epoca medicea e un arco della porta di ingresso al
perimetro della fortificazione. Gli edifici sono sotto tutela della L.1089/39 e della Sovrintendenza
Alle Belle Arti. Di proprietà pubblica, sono oggetto di restauro e conservazione e l’attività della
discarica non interferisce in alcun modo con la tutela e conservazione dei monumenti.
Nelle vicinanze della discarica si trova anche il lago di Porta che è stato inserito nel sistema
regionale delle aree protette ai sensi della L.R. 11/04/95 n°49 e della Legge 6/12/1991 n°394. Esso
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non è prossimo alla discarica in quanto ben altre attività, antropiche di carattere industriale,
abitativo e di grande comunicazione come la ferrovia Tirrenica e la SS Aurelia, lo circondano. In
effetti essa sarebbe l’ultima, fra le attività umane ivi presenti, a poter causare effetti negativi
all’ecosistema del lago. Completamente isolata da pareti di roccia alte sino a cento metri, la
discarica non avrebbe possibilità di causare danno (ed anzi, per i motivi sopra esposti, sin ora ha
generato il beneficio del rifugio di volatili importanti per l’ecosistema lacustre) se non fosse per il
fatto che le sorgenti che scaturiscono ai piedi della Rupe di Porta, alimentano il lago passando sotto
il fondo della discarica. Nel seguito questo aspetto sarà analizzato nel dettaglio.
2.1.4 Inquadramento geomorfologico
Vedasi Allegato “Studio del sistema geomorfologico ed idrogeologico”.
2.1.5 Inquadramento geologico
Vedasi Allegato “Studio del sistema geomorfologico ed idrogeologico”.
2.1.6 Idrogeologia
Vedasi Allegato “Studio del sistema geomorfologico ed idrogeologico”.
2.1.7 Climatologia dell’area in esame
Vedasi Allegato “Studio del sistema geomorfologico ed idrogeologico”.
2.1.9 Idrologia
Vedasi Allegato “Studio del sistema geomorfologico ed idrogeologico”.
2.1.10
Classificazione chimica delle acque
Vedasi Allegato “Studio del sistema geomorfologico ed idrogeologico”.
2.1.12 Dati relativi alla qualità delle acque superficiali
Vedasi Allegato “Studio del sistema geomorfologico ed idrogeologico”.
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2.1.13 Dati relativi alla stabilità dei fronti
Vedasi Allegato “Studio geomeccanico e verifiche di stabilità”
2.1.14 Dati relativi alla flora e alla fauna
Vedasi Allegato “Studio del sistema naturalistico, ecosistemico, del paesaggio e delle opere di
rinaturazione”
2.2 Descrizione dei potenziali fattori di impatto
2.2.1 Fabbisogno di materie prime e risorse diverse
Lo sviluppo del piano di coltivazione non genera alcun fabbisogno di materie prime, acqua od
energia rispetto alla condizione attuale. L’acqua e l’energia elettrica utilizzate sono quelle
necessarie al personale addetto ed agli uffici, oltre alcune elettropompe di sollevamento. Si tratta di
usi non strettamente legati al ciclo lavorativo e di modeste entità, paragonabili al consumo
domestico.
2.2.2 Dati relativi alla produzione di rifiuti
L’unico rifiuto prodotto è il percolato di discarica per circa 1200 t annue di media, il quale viene
raccolto nella vasca di stoccaggio e allontanato all’impianto di smaltimento autorizzato, tramite
autobotte.
Collateralmente alla costruzione sono prodotti alcuni rifiuti relativi ai materiali necessari alla
realizzazione dei lavori (packaging, ritagli, ecc.) o prodotti dai mezzi d’opera (olio, filtri, ricambi,
ecc.) che vengono tutti allontanati nei modi di legge all’atto della produzione.
Per il resto l’impianto non ha concettualmente emissioni atmosferiche, scarichi idrici, emissioni
termiche, rumori, vibrazioni, radiazioni o alto, se non connessi, ovviamente transitoriamente, ai
macchinari impiegati nella esecuzione delle fasi progettuali. Vedasi anche i paragrafi seguenti.
2.2.3 Dati relativi ad emissioni acustiche ed atmosferiche
Vedasi Allegato “Studio delle emissioni in aria ed acustiche”.
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2.2.4 Caratteristiche di accesso
Il traffico previsto in ingresso ed uscita, non subisce variazioni di rilievo dalla attuazione delle
successive fasi di progetto o dal variare della tipologia dei rifiuti, in quanto esso è legato al volume
dei conferimenti e delle opere realizzate. L’accesso alla discarica avviene direttamente dalla SS1
Aurelia. La statale Aurelia è come noto intensamente trafficata. La statale è infatti attualmente e
ordinariamente percorsa oltre che dalle autovetture di pendolari e turisti anche da camion e
autoarticolati adibiti al trasporto con flusso ordinario molto elevato.
L’accesso dei mezzi in discarica avviene agevolmente dalla strada statale in maniera diretta sia per
i mezzi che vengono dal lato Massa che dal lato Pietrasanta (vedasi planimetria dei flussi del
traffico allegata).
Infatti l’organizzazione dei flussi di traffico in entrata ed uscita prevede che l’accesso e l’uscita dei
mezzi pesanti avvenga a senso unico. I mezzi entreranno dalla strada lato Pietrasanta ed usciranno
da quella lato Massa. Al fine di evitare l’incolonnamento dei mezzi in svolta verso l’area di
discarica lungo la strada statale Aurelia, anche i mezzi pesanti provenienti da Massa possono
invertire il tragitto al vicino svincolo del 115 ed entrare dal lato Pietrasanta.
2.2.5 Dati relativi ai materiali pericolosi utilizzati
Nel ciclo produttivo ed in quello connesso al recupero ambientale non sono utilizzati materiali
pericolosi. Vi sono unicamente residui di oli recuperati da motori e trasmissioni dei mezzi che
vengono stoccati e smaltiti a norma di legge. Al fine di assicurare il rifornimento di carburante ai
mezzi utilizzati nella cava è presente, in apposito luogo protetto, una cisterna per il contenimento
di gasolio. Le caratteristiche della cisterna ed i dispositivi di sicurezza sono rispondenti a quanto
indicato dal decreto 19-03-90 del M.I.
Relativamente alla installazione del deposito lo stesso è ubicato in modo da:
- essere osservata una distanza di sicurezza interna ed una distanza di protezione non inferiore a
mt. 3;
- essere contornato da una area avente una profondità non minore di mt. 3, completamente
sgombra e priva di vegetazione che possa costituire pericolo di incendio;
- Sono inoltre presenti cartelli monitori e di indicazione di pericolo di incendio ed espressamente
osservati i divieti e le limitazioni previste dal Decreto del Ministro dell'Interno del 31 luglio 1934
(divieto di fumare od usare fiamme libere). Durante eventuali trasporti il contenitore/distributore
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sarà trasportato scarico.
I mezzi d’opera sono a nolo e la manutenzione con il cambio di olio avviene generalmente nelle
rispettive sedi delle ditte noleggianti e delle imprese appaltanti. Lo smaltimento oli avviene in
conformità alla normativa nazionale e locale vigente.
Le parti di ricambio sono alloggiate all’interno del locale officina. La sostituzione di parti per
manutenzione ordinaria e straordinaria, è effettuata tramite ditta esterna autorizzata, che, a propria
cura, recupera le parti sostituite. Analoga operazione viene effettuata per i pneumatici sostituiti.
2.2.6 Rischio di incidenti
Questi aspetti sono già affrontati nella relazione progettuale del piano di gestione della discarica
allegato all’autorizzazione all’esercizio. Di seguito si riassumeranno le considerazioni
fondamentali.
In merito al rischio incendio le operazioni a rischio d’incendio che vengono effettuate in cantiere,
sono le seguenti:
rifornimento mezzi meccanici presso il serbatoio presente in cantiere.
Le restanti occasioni di incendio (riguardanti le macchine operatrici a parco esterno e durante il
lavoro) sono a più basso rischio di esposizione dei lavoratori e di propagazione (non vi sono
depositi di solventi, sostanze altamente infiammabili in genere e le strutture sono incombustibili) e
come tali dominabili con i mezzi antincendio in dotazione. I rifiuti autorizzati non sono
infiammabili né sono stati utilizzati in discarica materiali infiammabili.
Gli interventi di manutenzione ordinaria avvengono in area impermeabilizzata, con materiali non in
deposito, ma portati a necessità dall’officina meccanica cui è affidata la manutenzione dei mezzi.
Ogni manutenzione straordinaria viene effettuata presso officina appositamente incaricata.
Gli eventuali oli esausti insieme ai filtri, stracci ecc. imbevuti di olio sono raccolti in fusti e sono
conservati, in modesti quantitativi, al chiuso in locali appositi ove sono presenti tutti i mezzi
antincendio previsti dalle norme e periodicamente conferiti alla ditta autorizzata alla raccolta.
L’accesso all’area di lavorazione consente un facile intervento dei mezzi di soccorso sino al
piazzale inferiore di accesso all’area. Le zone di lavoro sono occupate solo dagli operai che
effettuano la lavorazione, pertanto non sussiste un affollamento delle vie di circolazione.
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Le vie di transito e di esodo dovranno essere sempre percorribili e sgombre da qualunque materiale
che ne ostacoli l’utilizzo. I mezzi di estinzione, sottoposti a controllo semestrale, risultano
opportunamente apposti ed ancorati su ogni mezzo meccanico operativo.
Alla luce dei criteri del D.M. 10/03/1998 e di quanto sopra esposto, il luogo di lavoro oggetto della
descrizione, è classificato nella categoria: livello di rischio basso d’incendio.
In ipotesi di inondazione: premesso che il sistema di gestione delle acque di gronda è
progettato sulla base dell'evento meteorico duecentennale, verificato che a monte della
discarica esistono diverse strutture naturali in grado di drenare l'afflusso proveniente
dall'invaso di monte in condizioni straordinarie, si ritiene di poter utilizzare le informazioni
derivanti dal controllo della parte terminale del sistema di drenaggio delle acque meteoriche
(monitoraggio del livello in pozzo e delle portate dalla galleria) come indicatori efficaci e
tempestivi di eventuali situazioni di pericolo. Si tenga presente inoltre, che è stato realizzato un
potenziamento della già notevole capacità del sistema di dispersione delle acque meteoriche e di
ruscellamento provenienti da monte mediante la realizzazione di un argine all’esterno della galleria
creando una vasca di laminazione tale da consentire un deflusso differito nella fognatura di
collettamento alla Fossa Fiorentina (studio Turba, 2003, vedasi anche specifico studio allegato).
In relazione all’ipotesi di esplosioni; i rifiuti smaltiti in discarica non sono esplosivi né
infiammabili ma, qualora dovesse comunque verificarsi tale eventualità, l'adozione delle normali
procedure di sicurezza dell'impianto dovrebbe minimizzare i danni a cose e persone; si possono
comunque escludere, in questo caso, conseguenze negative sulla tenuta delle impermeabilizzazioni
di fondo.
Raggiungimento livelli di guardia livelli di contaminazione; con riferimento ai parametri ed alle
frequenze di campionamento indicati nel piano di controllo e monitoraggio si provvederà a
realizzare tempestivamente opportune campagne di indagine (chimiche, fisiche e geofisiche) e ad
intensificare le frequenze dei campionamenti già previsti per inquadrare nel minor tempo possibile
l'origine e la natura del problema ed eliminare la sorgente di contaminazione.
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2.3 Previsioni di impatto del progetto
Il progetto autorizzato genera un impatto positivo sul patrimonio paesaggistico ed ambientale, in
quanto và a ricostruire un profilo collinare interrotto dall’escavazione, ed un manto vegetazionale
che ricompone la frattura naturalistica. Non interferisce in alcun modo con il recupero e restauro
della torre medicea, ma al contrario tende a ricostruire il contesto originario.
Le lavorazioni di costruzione fisica dell’impianto, già autorizzati, come più volte detto,
genereranno un’altra serie di impatti, comunque transitori.
Nello specifico della presente richiesta di autorizzazione al completamento delle ulteriori fasi e
introduzione di nuovi codici si possono riscontrare solo possibili accentuazioni di alcuni impatti
specifici, comunque noti nei loro diversi aspetti che nel seguito e negli allegati saranno
approfonditi.
2.3.1 Impatto sull’acquifero superficiale
Vedasi Allegato “Studio del sistema geomorfologico ed idrogeologico”.
2.3.2 Valutazione delle prestazioni del rivestimento di fondo
La configurazione della barriera di fondo, già analizzata anche nelle indagini per l’ottenimento
dell’A.I.A. enl 2006-2007, è costituita da una un rivestimento composito tale da rispettare i
requisiti minimi imposti dal D.Lgs. 36/03. In generale, la barriera prevede la realizzazione di uno
strato di argilla di altezza pari a 1m al di sopra della barriera geologica naturale, la messa in posa di
un manto bentonitico, di un telo in HDPE e di uno strato di materiale drenante. In particolare
invece per l’attuale lotto B, in cui sono conferibili i fanghi di dragaggio e per i quali la normativa
impone che i valori limite di concentrazione proposti alla tabella 5 dell’articolo 6 del D.M.
03/08/2005, la barriera è costituita superiormente dal manto bentonitico, dal telo di HDPE e dallo
strato di argilla compattata e dalla presenza al di sotto di tale rivestimento di uno strato di circa 10
metri di marmettola precedentemente stoccata confinata a sua volta da una barriera composita
costituita dal manto bentonitico, dall’argilla compatta ed da argillite (vedasi tavola P12 allegata).
Le caratteristiche geometriche ed idrauliche dei materiali che costituiscono i rivestimenti di fondo
della discarica sono di seguito riportate
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Rivestimento
Argilla
HDPE
Manto bentonitico
Strato drenante
k [m/s]
1.47 10-9
1 10-11
1 10-11
10-5
Spessore [m]
1
0.002
0.006
0.5
Porosità
0.4
1.0(*)
0.7
-
Argillite
Geobent
Argillite
Argilla compattata
3.65 10-8
1 10-11
1.13 10-8
3.87 10-9
0.5
0.5 mm
0.5
0.5
-
(*) il elo in HDPE non presenta porosità, il valore attribuito è riferito all’ipotesi della presenza di eventuali fori in
relazione ai quali verrà calcolata la prestazione (vedi più sotto)
In riferimento agli spessori ed ai valori di permeabilità dei singoli strati che costituiscono i due tipi
di barriera di fondo composita della discarica sopra descritti si può valutare la permeabilità
equivalente nel seguente modo:
⎡
⎢ 1
Γ=⎢ j
⎢ Li
⎢ i∑
⎣ =1 k i
⎤
⎥
⎥
⎥
⎥
⎦
dove Li è lo spessore dell’i-esimo strato e ki è la permeabilità dell’i-esimo strato.
La permeabilità equivalente risulta pari a 6.7⋅10-10 m/s con spessore equivalente di 1.0008 metri per
la barriera semplice, mentre la barriera composita sottostante lo spessore di marmettola (lotto B)
presenta una permeabilità equivalente di 2.18 10-9 m/s con spessore equivalente Leq = 1.505 m.
La falda è posizionata a circa 4-5 m dal fondo dello scavo e da prove di permeabilità, eseguite
precedentemente nella formazione geologica in cui è inserita la discarica, presenta una permeabilità
variabile tra 1.3⋅10-5 m/s e 3.2⋅10-6m/s con un gradiente che varia tra 6.60 e 1⋅10-3.
Al fine di effettuare una valutazione quantitativa della capacità di contenimento degli inquinanti da
parte del rivestimento in esame occorre considerare i principali fenomeni che governano la
propagazione dei contaminanti nei mezzi porosi e quindi anche la loro migrazione attraverso le
barriere di fondo delle discariche. L’equazione che descrive tali fenomeni nel caso di flusso
monodimensionale è di seguito riportata (Bear, 1979, Freeze e Cherry, 1979):
Rd
∂c
∂ 2c
∂c
= D 2 − vx
− [λ w − λ s (Rd − 1)] ⋅ c
∂t
∂x
∂x
(1)
34
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Relazione generale
_______________________________________________________________________________
dove c è la concentrazione di soluto, t è il tempo, Rd è il fattore di ritardo (che esprime la capacità
di assorbimento), D = τ ⋅D 0 +α ⋅ v è il coefficiente di diffusione-dispersione, vx è la velocità di
trasporto per convezione, λw e λs sono costanti che descrivono il decadimento di tipo biologico o
radioattivo rispettivamente nelle fasi liquida e solida.
Al fine di condurre una valutazione in termini cautelativi la presente analisi è stata condotta in
condizioni di flusso stazionario, pertanto l’equazione (1) diventa:
D
d 2c
dc
v
−
=0
x
dx
dx 2
(2)
La soluzione generale dalla (2) si può esprimere nella forma:
⎛v x⎞
c = A + B exp⎜ x ⎟
⎝ D ⎠
(3)
dove A e B sono le costanti di integrazione ricavabili dalle seguenti condizioni al contorno:
c(x= 0) =c0= costante
c(x= L) =cb= costante
(4a)
(4b)
le condizioni al contorno espresse dalle equazioni (4a) e (4b) indicano rispettivamente una
situazione di concentrazione costante di contaminante all’interno della discarica (c0 = cost) e
nell’acquifero sottostante la discarica (cb= cost).
Pertanto, la soluzione in termini di andamenti delle concentrazioni nella barriera si può esprimere
come segue:
⎛v x⎞
c0 exp( PL ) + (c1 − c0 ) exp⎜ x ⎟ − c1
⎝ D ⎠
c=
exp( PL ) − 1
dove PL è il numero di Peclet definito come
(5)
vx L
con L uguale allo spessore della barriera.
D
Nel caso di barriere di rivestimento di tipo composito, costituite da differenti strati aventi spessori,
caratteristiche di permeabilità e diffusione differenti, le equazioni che forniscono la concentrazione
35
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Relazione generale
_______________________________________________________________________________
di inquinante all’esterno della barriera (c1), nonchè il flusso di contaminante attraverso la barriera
stessa sono di seguito riportate:
J = q⋅
c0
q
Λ
⋅e
q
Λ
e
− cx
(6)
−1
dove J è il flusso di contaminante in uscita, c0 è la concentazione interna alla discarica, q è la
velocità di filtrazione attraverso la barriera definita come:
v = Γ ⋅ ∆h
(7)
con ∆h uguale alla differenza di carico attraverso la barriera, mentre Γ è la permettività equivalente
della barriera composita calcolata con la seguente espressione:
⎡
⎢ 1
Γ=⎢ j
⎢ Li
⎢ i∑
⎣ =1 k i
⎤
⎥
⎥
⎥
⎥
⎦
(8)
con ki conducibilità idraulica dello strato i-esimo del rivestimento composto, Li è lo spessore dello
strato i-esimo e j è il numero di strati che costituiscono il rivestimento.
⎡
⎢
1
Λ=⎢ j
Li
⎢
⎢ i∑
⎣ =1 ni ⋅ Di
⎤
⎥
⎥
⎥
⎥
⎦
(9)
Λ è la diffusività equivalente dove ni è la porosità dell’i-esimo stato, Di è il coefficiente di
diffusione-dispersione dell’i-esimo strato
PL =
Λ
q
(10)
Rc =
c x − cb
c 0 − cb
(11)
è il numero di Peclet
Rc
è la concentrazione relativa del contaminante nell’acquifero alla distanza x, cx è la
concentrazione alla distanza x dal limite superiore della discarica ed infine cb è la concentrazione di
fondo nell’acquifero sottostante la discarica.
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
_______________________________________________________________________________
Considerando le condizioni al contorno al di sotto del rivestimento della discarica la valutazione
della concentrazione relativa, Rc, può essere ottenuta risolvendo la seguente equazione differenziale
relativa al bilancio di massa del contaminante della geometria riportata nella sottostante figura:
⎛ Q0 + q ⋅ x ⎞⎛ dc ⎞ e PL ⋅ (c0 − c x )
⎟⎟⎜ ⎟ =
⎜⎜
q
e PL − 1
⎠⎝ dx ⎠
⎝
(12)
dove Q0 =qhotaq è la portata volumetrica del flusso di falda per larghezza unitaria di barriera, qho è la
velocità di filtrazione della falda e taq è lo spessore dell’acquifero.
La soluzione dell’equazione differenziale con le appropriate condizioni al contorno relative alla
geometria in esame può essere espressa come segue:
Rc =
⎛ e PL
⎜
x ⎞ ⎜⎝ 1−e PL
⎛ q⋅
c x − cb
⎟
= 1 − ⎜⎜1 +
c 0 − cb
Q0 ⎟⎠
⎝
⎞
⎟
⎟
⎠
(13)
Schema della discarica utilizzato per la risoluzione dell’equazione di bilancio di massa di
contaminante attraverso il rivestimento della discarica.
Al fine di valutare le prestazioni delle barriere di fondo della discarica sia per la barriera semplice
dei lotti A e C che della barriera composta dal doppio strato di impermeabilizzazione del lotto B
sono stati individuati alcuni contaminanti di riferimento. Per la barriera semplice dei lotti A e C
sono stati individuati i contaminanti sulla base delle analisi di caratterizzazione del percolato
prodotto all’interno del corpo della discarica stessa (ARPAT, 2005). I valori concentrazione di
percolato assunti come rappresentativi della sorgente sono riportati in Tabella 15 (ARPAT,
27/12/2005).
37
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Relazione generale
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Valori di concentrazione di percolato (analisi Arpat 2005)
Contaminante
Ammoniaca
Nitriti
Cadmio
Cromo III
Solfati
Piombo
Arsenico
Nichel
Manganese
Zinco
Idrocarburi
Sodio
Cloruri
Nitrati
Concentrazione (mg/l)
12.5
0.010
0.0005
0.001
8.3
0.0067
0.001
0.067
0.033
0.05
0.017
151.2
152.5
0.22
Per quel che concerne la barriera composta del lotto B sono stati utilizzati, per gli analiti riportati in
grasseto nella tabella successiva, i valori di concentrazione nell’eluato pari a tre volte il valore della
concentrazione limite nell’eluato prodotto dai rifiuti autorizzati ad essere smaltiti nella discarica
(Decreto 03/08/2005, art. 10, comma c) così come da richiesta autorizzativa dell’azienda.
Valori di concentrazione dell’eulato pari a 3 volte della concentrazione limite
Contaminante
Ammoniaca
Nitriti
Cadmio
Cromo
Solfati
Piombo
Arsenico
Nichel
Manganese
Zinco
Idrocarburi
Sodio
Cloruri
Nitrati
Concentrazione sorgente,
c0 (mg/l)
12,5
0,01
0,06
3
6000
3
0,6
3
0,033
15
0,017
1500
4500
2,32
L’analisi delle concentrazioni in uscita dalla discarica è stata condotta considerando l’integrità della
geomembrana in HDPE a contatto con lo strato di argilla compattata.
Per quel che concerne l’analisi di trasporto dei contaminanti nel lotto B l’analisi è stata effettuata
considerando la barriera composita direttamente a contatto con il percolato prodotto costituita dal
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Relazione generale
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manto bentonitico, dal telo di HDPE e dallo strato di argilla compattata e la presenza al di sotto di
tale rivestimento di uno strato di circa 10 metri di marmettola precedentemente stoccata confinata a
sua volta da una barriera composita costituita dal manto bentonitico, dall’argilla compatta e da
argillite (vedasi sezione). L’analisi è stata ovviamente relalizzata in due step. E’ stata determinata
in primo luogo la concentrazione dei contaminanti, a partire dai valori di concentrazione dell’eulato
limite triplicati, al passaggio della prima barriera, e poi, a partire dai valori determinati sono state
determinate le concentrazioni dei contaminanti nell’acquifero sottostante al passaggio della
seconda barriera.
L’analisi è stata condotta ipotizzando:
-
un buon contatto tra la geomembrana e lo strato di argilla;
-
assumendo la presenza nel telo di HDPE di imperfezioni di area media pari 0.1 cm2 con
frequenza pari a 20 fori per ettaro di geomembrana.
Concentrazioni dei contaminati nell’acquifero sottostante la discarica
nell’ipotesi di buona efficienza della membrana in HDPE
Concentrazione limite (D.Lgs
152/06, Parte quarta, All.5,Tab.2 )
2.50E-06 (mg/l)
0.0313 (mg/l)
0.5* (mg/l)
Ammoniaca
Nitriti
1.52E-03 (µg/l)
1.52E-02 (µg/l)
500 (µg/l)
Cadmio
1.45E-03 (µg/l)
7.27E-04 (µg/l)
5 (µg/l)
Cromo III
1.99E-03 (µg/l)
1.99E-03 (µg/l)
50 (µg/l)
1.27E-06 (mg/l)
0.0105 (mg/l)
250** (mg/l)
Solfati
Piombo
7.92E-03 (µg/l)
5.31E-02 (µg/l)
10 (µg/l)
Arsenico
1.81E-03 (µg/l)
1.81E-03 (µg/l)
10 (µg/l)
Nichel
2.05E-03 (µg/l)
1.37E-01 (µg/l)
20 (µg/l)
Manganese
1.48E-03 (µg/l)
4.88E-02 (µg/l)
50 (µg/l)
Zinco
1.96E-03 (µg/l)
9.81E-02 (µg/l)
3000 (µg/l)
Idrocarburi
1.52E-03 (µg/l)
2.59E-02 (µg/l)
0.1 (µg/l)
1.52E-06 (mg/l)
0.230 (mg/l)
200* (mg/l)
Sodio
7.80E-07 (mg/l)
0.119 (mg/l)
250* (mg/l)
Cloruri
5.80E-07 (mg/l)
1.28E-04 (mg/l)
50* (mg/l)
Nitrati
* concentrazione espressa in mg/l. Tale concentrazione limite si riferisce al D.Lgs. 31/01 valido per le acque destinate
ad uso umano in quanto tale ione non è incluso nel D.Lgs. 152/06.
** concentrazione espressa in mg/l.
Contaminante
Concentrazione relativa, RC
Concentrazione, cx
39
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Relazione generale
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Concentrazioni dei contaminati nell’acquifero sottostante la discarica
nell’ipotesi di buona efficienza della membrana in HDPE
Concentrazione limite
(All.3,Tab.2 D.Lgs 152/06)
Ammoniaca
9.90E-07 (mg/l)
0.012 (mg/l)
0,5* (mg/l)
Nitriti
7.90E-04 (µg/l)
0.008 (µg/l)
500 (µg/l)
Cadmio
7.70E-04 (µg/l)
0.046 (µg/l)
5 (µg/l)
Cromo
9.00E-04 (µg/l)
2.70 (µg/l)
50 (µg/l)
7.20E-07 (mg/l)
4,32 (mg/l)
250** (mg/l)
Solfati
Piombo
3.80E-04 (µg/l)
1.14 (µg/l)
10 (µg/l)
Arsenico
8.64E-04 (µg/l)
0.52 (µg/l)
10 (µg/l)
Nichel
9.10E-04 (µg/l)
2.73 (µg/l)
20 (µg/l)
Manganese
7.60E-04 (µg/l)
0.025 (µg/l)
50 (µg/l)
Zinco
9.10E-04 (µg/l)
13,65 (µg/l)
3000 (µg/l)
Idrocarburi
3.30E-05 (µg/l)
0.001 (µg/l)
0.1 (µg/l)
3.30E-07 (mg/l)
0,495 (mg/l)
200* (mg/l)
Sodio
5.50E-07 (mg/l)
2,475 (mg/l)
250* (mg/l)
Cloruri
Nitrati
1.00E-08 (mg/l)
0.00002 (mg/l)
50* (mg/l)
* concentrazione espressa in mg/l. Tale concentrazione limite si riferisce al D.Lgs. 31/01 valido per le acque destinate
ad uso umano in quanto tale ione non è incluso nel D.Lgs. 152/06.
** concentrazione espressa in mg/l.
Contaminante
Concentrazione relativa,RC
Concentrazione,cx
Sulla base delle valutazioni precedentemente descritte, si può osservare come i valori stimati delle
concentrazioni dei differenti contaminanti indice, nell’acquifero sottostante la discarica, siano
ampiamente inferiori alle concentrazioni limite previste dal D.Lgs. 152/06 per le acque
sotterranee.
2.3.3 Impatto generato sulla viabilità
Come detto in precedenza, il traffico previsto in ingresso ed uscita, non subisce variazioni dalle
opere del presente progetto o dal variare della tipologia dei rifiuti, in quanto esso è legato al volume
dei conferimenti e delle opere realizzate. L’accesso alla discarica avviene direttamente dalla SS1
Aurelia. La statale Aurelia è come noto intensamente trafficata. La statale è infatti attualmente e
ordinariamente percorsa oltre che dalle autovetture di pendolari e turisti anche da camion e
autoarticolati adibiti al trasporto con flusso ordinario molto elevato. Per poter quantificare il
transito medio previsto bisogna ricorrere ad una stima del tempo necessario per la procedura di
accettazione dei rifiuti conferiti in discarica. Infatti date le modalità di gestione della discarica è
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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stata definita un accurata procedura di accettazione dei rifiuti a completamento delle garanzie
strutturali del sito che si articola, obbligatoriamente, come segue:
-
Controllo dei documenti di accompagnamento del rifiuto in discarica con verifica della
Correttezza dei dati in esso contenuti;
-
La pesatura del mezzo all’ingresso nell’impianto;
-
Il controllo visivo di conformità all’ingresso;
-
Lo scarico controllato che non avviene direttamente in discarica, ma in un area dedicata
(Fossa di controllo) i prossimità del lotto di destinazione. E’ in quest’area che il rifiuto è
sottoposto ad un accurato controllo visivo di conformità con il campione di
omologazione verificando l’assenza di elementi macroscopicamente diversi (fusti,
lattine, ecc.).
-
Il prelievo di un campione significativo ad ogni carico omogeneo;
-
La pesatura del mezzo prima dell’uscita dall’impianto
Data la complessità della procedura di accettazione pare superfluo sottolineare come sia
impensabile effettuare più di 3 – 4 procedure all’ora da cui è facile dedurre come il flusso
giornaliero in entrata ed uscita dalla discarica sia stimabile in ca. 24-25 camion. A questo numero
debbono aggiungersi i mezzi dedicati alla “coltivazione” della discarica (argilla, materiali d’opera,
ecc.) nel numero medio di 5-6 camion giorno, per un totale complessivo di circa 30 camion giorno,
pari a circa 4 camion ora.
Il traffico prodotto dalla discarica risulta quindi di intensità decisamente minimo è di gran lunga
inferiore al flusso della statale Aurelia. In relazione a quanto detto si ritiene quindi che il carico
dovuto ai trasporti sia sostenibile e tale da non creare un rilevante impatto sulla viabilità.
Non costituisce impatto negativo neanche l’accesso dei mezzi in discarica in quanto come detto in
precedenza l’accesso avviene agevolmente dalla strada statale in maniera diretta sia per i mezzi che
vengono dal lato Massa che dal lato Pietrasanta (vedasi planimetria dei flussi del traffico allegata).
Infatti, l’organizzazione dei flussi di traffico in entrata ed uscita prevede che l’accesso e l’uscita dei
mezzi pesanti avvenga a senso unico. I mezzi entreranno dalla strada lato Pietrasanta ed usciranno
da quella lato Massa. Al fine di evitare l’incolonnamento dei mezzi in svolta verso l’area di
discarica lungo la strada statale Aurelia, anche i mezzi pesanti provenienti da Massa possono
invertire il tragitto al vicino svincolo di località Centoquindici ed entrare dal lato Pietrasanta.
41
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Relazione generale
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2.3.4 Impatto sul sistema climatico
Durante il conferimento in discarica dei materiali è si possono verificare modificazione dei livelli
di presenza in zona dei principali ossidi (NOx, SOx, CO2 ) solamente in relazione al traffico
veicolare.
La propagazione delle polveri connesse con lo svolgimento dell’attività di discarica verso
l’ambiente esterno sarà trascurabile in quanto i venti, di entità generalmente modesta, spingono
prevalentemente le polveri contro la cresta alta lato nord e quindi in risalita verso il versante del
monte e non in direzione Sud, dove oltre i contrafforti della discarica non esistono altre barriere
naturali e potrebbero diffondersi in modo più facile partendo da aree poste a quote più alte verso
quelle a quote più basse (vedasi allegato Studio delle emissioni in aria ed acustiche).
In riferimento alle polveri sottili, fenomeno attualmente studiato dall’ARPAT sede di Massa
Carrara, non si dovrebbe verificare innalzamenti anomali e non legati al traffico veicolare in quanto
per i camion che conferiscono il materiale esiste un lavaggio all’uscita del sito di carico ed il
lavaggio all’uscita dalla discarica.
Aspetto fondamentale invece gioca il recupero ambientale.
La presenza della biomassa introdotta svolge le seguenti azione positive:
-
aumento dell’evapotraspirazione
-
intercettazione, trattenimento delle acque meteoriche
-
aumento della produzione di ossigeno
-
riduzione della motilità delle polveri sospese.
La risagomatura del versante e la sua scabrezza dovuta alla presenza della vegetazione limiterà
effetti di turbolenza locale dei venti.
2.3.5 Impatti sull’aria
Vedasi Allegato “Studio delle emissioni in aria ed acustiche”.
2.3.6 Impatti sulle acque
Oltre alle valutazioni espresse nel merito nell’allegato “Studio del sistema geomorfologico ed
idrogeologico”, cui si rimanda, possono essere svolte alcune ulteriori considerazioni di carattere
generale.
Le operazioni di stoccaggio del materiale e la stratificazione dell’impermeabilizzazione del sito
42
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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escludono impatti sulle acque sottosuperficiali. Anche i vari studi idraulici e ideologici condotti in
zona su commissione di Pubbliche Amministrazioni, Associazioni, Enti e privati escludono
interferenze del sito con le sorgenti.
Per questo, particolare attenzione, è posta nel recupero del sito sia in relazioni all’intercettazione
delle acque meteoriche sia in relazione ai consumi delle piante messe a dimora nel recupero stesso.
Per limitare la penetrazione dell’acqua meteorica in strati profondi (>50 cm rispetto al piano finale)
è previsto un rapido inverdimento dei versanti modellati (praticamente contemporaneo all’attività
della discarica) con specie prevalentemente erbacee; è prevista inoltre la rinaturalizzazione con
messa a dimora di piante idonee alla fascia climatica per la ricostruzione, o meglio per innescare il
dinamismo della macchia mediterranea affinché si inneschi rapidamente una condizione
climatogena.
Le fitte chiome e l’architetture degli arbusti e degli alberi utilizzati rallentano lo stillicidio delle
acque piovane al suolo e quindi permettono una lenta imbibizione dei suoli favorendone il bilancio
idrico e limitando fenomeni di ruscellamento.
A margine deve altresì essere osservato come i grandi canali, prevalentemente di origine artificiale,
che costituiscono il reticolo idrico superficiale della fascia fortemente antropizzata (cfr aspetti
ecologici e paesaggistici) esterna al sito ricevono acque e reflui degli insediamenti produttivi e
delle residenze. Questo fenomeno è addirittura presente nella zona lacustre dell’A.N.P.I.L. Lago di
Porta (cfr aspetti ecologici e paesaggistici).
2.3.7 Impatti su suolo e sottosuolo
Vedasi Allegato “Studio del sistema geomorfologico ed idrogeologico”.
2.3.8 Impatti su vegetazione e flora - impatti sulla fauna - impatti sugli ecosistemi
L’attività della discarica non incide sullo stato degli ecosistemi. Nel sito non sono stati individuate
alberi che verranno abbattuti. Sul versante roccioso originato dalla precedente attività di discarica si
è insediata rara vegetazione pioniera che oggi stenta ad affermarsi.
Estremamente favorevole sarà invece l’intervento di rinaturalizzazione. Le caratteristiche fisicochimiche dei rifiuti che saranno conferiti in discarica non permettono fenomeni di fermentazione e
quindi di riscaldamento del substrato su cui saranno seminate e messe a dimora le piante.
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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Gli interventi di recupero programmati saranno eseguiti con tutte quelle tecniche di ingegneria
naturalistica necessarie ad innescare il processo di rinaturalizzazione.
La composizione floristica della zona studiata presenta molte specie utilizzabili per il recupero
ambientale ed idonee per altitudine e fascia climatica. L’obiettivo di questo intervento sarà quello
di favorire al primo ordine l’insediamento della prateria mediterranea diffusa in quanto unico
elemento ecologico in grado di innescare compiutamente il lento processo di affermazione (stabile)
delle specie potenzialmente presenti e di quelle che saranno introdotte.
La rinaturalizzazione permetterà una maggiore permeabilità tra il sistema dell’agroecosistema di
collina e dell’ecosistema della vegetazione forestale. Questo favorirà la circolazione della fauna
terrestre e la possibilità di nutrizione e permanenza dell’avifauna.(cfr carta delle unità
ecosistemiche). Come si vede in questa carta tra le varie zone boscate la continuità è proprio
interrotta dal sito di discarica. La rinaturalizzazione è quindi garanzia di circolo della biomassa
(intesa in senso lato) all’interno dell’ecomosaico studiato.
2.3.9 Impatti sul paesaggio e sul patrimonio culturale (riflessi sull’assetto socioeconomico)
L’attività della discarica non produce impatti sulla componente percettiva del paesaggio. L’area
visibile dai principali coni visivi è il versante già della cava. La conca è invece visibile solo se
specificatamente raggiunta o da mezzi volanti.
La rinaturalizzazione produrrà aspetti positivi non solo a livello percettivo ma soprattutto a livello
dell’Ecologia del Paesaggio per la ricostruzione di un ecomosaico a spiccata valenza naturalistica.
La zona invece continuerà ad avere problemi circa l’inserimento ambientale delle attività presenti
lungo quel tratto di Aurelia.
Le principali emergenze storico-culturali non subiscono impatti negativi. In particolare la Dogana
di Porta sarà calata in un contesto più consono all’epoca di realizzazione.
Il sito estrattivo non incide in modo significativo sul sistema della viabilità in quanto, l’accesso alla
strada statale avviene in una zona che consente sosta, scambi e dispone di ampia visibilità.
Come evidenziato nelle disamine precedenti dal punto di vista economico questo tipo di discarica
rientra nell’indotto del comparto lapideo. La vicinanza ai siti di cava e agli stabilimenti di
lavorazioni produce impatti positivi a livello generale.
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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2.4 Descrizione delle misure prese rispetto agli impatti negativi (mitigazione)
Non vi sono quindi impatti negativi dell’impianto degni di nota.
Può essere discusso al più di potenziali fattori di rischio, in particolare in relazione al sistema
idrogeologico, rischi che sono comunque tenuti sotto controllo e drasticamente abbattuti con le
stesse modalità costruttive della discarica. Il sistema di barriera di contenimento, oltre ad essere
conforme alle previsioni normative in materia, è altresì altamente cautelativo anche rispetto a
scenari di deterioramento cospicui.
In merito alla collocazione dei rifiuti di demolizioni contenenti amianto, si ribadisce quanto già
osservato più sopra e quanto riportato nell’allegata analisi di rischio: le modalità di
confezionamento del prodotto in ingresso e le medesime modalità di stoccaggio tombale,
impediscono ogni possibile contaminazione dell’ambiente esterno ed annullano altresì i rischi
sanitari per l’uomo. Va altresì evidenziato come il rifiuto sia confezionato in modalità idonea al
trasporto e quindi tanto più per il definitivo deposito interrato.
Per i rischi aziendali di esercizio, durante la fase esecutiva quindi, si rimanda agli appositi capitoli
di descrizione delle modalità gestionali e agli interventi di mitigazione in corso.
Per i flussi di traffico, che risulta essere sempre un impatto di tipo transitorio, il senso unico di
traffico adottato costituisce la misura risolutiva.
In relazione agli impatti su aria e acque ed ai monitoraggi già in corso e quanto previsto per la
prosecuzione della coltivazione si vedano gli specifici studi allegati.
45
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Relazione generale
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3 - RELAZIONE DI CONFORMITA’ DEL PROGETTO CON LE NORME AMBIENTALI
E PAESAGGISTICHE
3.1 - Norme tecniche di realizzazione del progetto
Il progetto originario fu approvato con precedura di conferenza dei servizi dalle province
competenti (Massa/Carrara e Lucca) con determine dirigenziali rispettivamente n°8576 del
02/08/1997 e n°88 del 7.8.1997, in base al D.lgs. n°22/ 5 febbraio1997 (art. 27 e 28).
Il progetto approvato era per discarica di rifiuti speciali non pericolosi, categoria 2° tipo B, (per lo
smaltimento dei rifiuti delle lavorazioni lapidee) e costituiva prevalenza sugli strumenti urbanistici
comunali tale da costituirne variante. Le successive varianti al progetto originario, sono state
approvate in forza del D.lgs 13 gennaio 2003 n°36 (attuazione della direttiva 199931/Ce –
discariche di rifiuti) e D.M. 13/03/2003 (criteri localizzativi), nonché alle seguenti norme:
¾ D.lgs. 3.4.2006 n°152 “norme in materia ambientale”, parte quarta “norme in materia di
gestione rifiuti e bonifica dei siti inquinati”;
¾ Decreto 2 Maggio 2006 “riorganizzazione del catasto rifiuti, ai sensi dell’art. 189 del D.lgs.
152/2006;
¾ Decreto 3 Agosto 2005 “definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica”;
¾ DCR della Toscana n° 88 del 7 Aprile 1998 “Criteri di localizzazione per impianti di
trattamento e smaltimento rifiuti”.
I criteri costruttivi di riferimento rimangono confermati quelli descritti nell’allegato 1 del Dlgs
36/2003 e nel Decreto 3 Agosto 2005. Soddisfacendo questi si soddisfano anche le altre norme
sopra citate.
3.2 - Norme tecniche che riguardano l’ambiente
Non esistono norme ambientali di ordine diverso da quelle sopra elencate che interessino il sito in
oggetto. A queste vanno aggiunte però il D.lgs. 18 febbraio 2005 n°59 e la L.R. 61/2003 in
attuazione
della
direttiva
96/61/Ce
relativa
alla
prevenzione
e
riduzione
integrate
dell’inquinamento. Queste comportano l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA o IPPC).
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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La discarica è autorizzata all’esercizio di discarica per rifiuti speciali non pericolosi dalla Provincia
di Massa e Carrara con provvedimento A.I.A. Det. Dir. n° 8691 del 16.07.2007.
È altresì autorizzata all’esercizio dalla Provincia di Lucca con Det. Dir. n° 104 del 21.07.2006,
riclassificata quindi con Det. Dir. N° 28 del 18.06.2008 come discarica per rifiuti non pericolosi,
mentre è in corso al momento in cui si scrive il rilascio di A.I.A. da parte del medesimo Ente.
3.3 - Conformità con norme e prescrizioni di strumenti urbanistici
Premesso che l’approvazione del progetto costituisce di per sé variante urbanistica che disciplina
l’area in oggetto, gli strumenti urbanistici comunali vigenti, di Montignoso (MS) e Pietrasanta (LU)
territorialmente competenti, prevedono la seguente destinazione d’uso:
¾ Montignoso (MS) – l’area ricade nell’ambito delle zone produttive industriali “D” e nello
specifico in D10 “aree di deposito inerti” adibite a “attività di deposito e di trattamento
inerti, ivi comprese le funzioni di servizio ad esse strettamente connesse”. Nel comma 1
dell’art. 55 delle NTA si legge testualmente “sono aree già utilizzate per l’escavazione di
inerti che il presente piano, sulla base di un accordo di programma tra la Regione Toscana
e le due Province di Massa/Carrara e di Lucca, destina ad impianto per il deposito e il
trattamento degli inerti (marmettola)”. Facendo così riferimento esplicito all’avvio dell’iter
che portò all’approvazione dl progetto di discarica (definita impropriamente nelle norme
tecniche di piano “deposito e trattamento”).
¾ Pietrasanta (LU) - l’area ricade nelle zone F per attrezzature urbane e comprensoriali nello
specifico F2a (art.64 delle NTA). Tali zone sono “destinate alla realizzazione ed alla
conservazione di attrezzature di uso pubblico e di interesse generale a scala urbana e
comprensoriale” e al punto d) dell’articolo sono elencate anche le” attrezzature
tecnologiche, quali impianti di depurazione, smaltimento dei liquami, impianti di
incenerimento,ecc.”
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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Tali strumenti urbanistici sono di formazione antecedente l’approvazione del progetto di discarica e
pertanto si limitano a prevederne la possibilità senza entrare nello specifico tecnico o delle norme
di legge in materiali discariche e di rifiuti. Le norme urbanistiche espresse nei regolamenti attuativi
dei Piani Regolatori Comunali, pur generiche sono sufficienti per affermare che l’intervento è
conforme alle norme urbanistiche comunali vigenti, tantè che il progetto e le successive varianti
sono state approvate in conferenza de servizi con l’assenso dei comuni interessati.
Non vi sono altri strumenti urbanistici che prendano in esame l’area.
3.4 - Conformità del progetto a vincoli paesaggistici
L’area compresa nel territorio di Pietrasanta e gran parte di quella compresa nel territorio di
Montignoso (il fondo e le pareti inferiori della discarica sino a circa la metà del loro sviluppo
verticale) sono escluse da qualsiasi vincolo. Le altre aree sono comprese nel PAI (Piano di Assetto
Idrogeologico) della Regione Toscana del 1999, in area PFME 4. A seguito di ciò fu elaborato, da
parte della ditta gestrice dell’impianto, un progetto di messa in sicurezza idrogeologica che,
approvato dalla competente autorità (Autorità di Bacino Toscana Nord) è stato eseguito e pertanto è
in corso la deperimetrazone dell’area e lo svincolo della stessa.
Per le valutazioni del PAI, la Provincia di MS ha incluso parte della stessa area (la metà superiore
della zona PFME 4) in zona vincolo idrogeologico ai sensi della Legge 30/12/1923 n°3267 e della
LR n°39/2000 successive integrazioni. Avendo eseguito le opere di sistemazione idrogeologica
richieste e approvate è al momento in corso l’istanza di deperimetrazione dell’area.
In ogni caso tali vincoli sono ininfluenti perché il progetto proposto non muta il progetto generale e
la sistemazione idrogeologica dei loghi che anzi, si avvantaggerebbe da un riempimento del sito di
cava e di una migliore orografia.
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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3.5 - Conformità del progetto ai condizionamenti indotti dalla presenza di aree protette
L’adeguamento dell’impianto alle direttive del D.lgs 36/2003 prevede la verifica che la
localizzazione dell’impianto risulti in zona idonea, sulla base della cartografia provinciale e
regionale. Conformemente a tale norma si è verificato che il sito i oggetto non ricade nelle
seguenti aree:
-
Aree individuate ai sensi dell’art.17, comma 3 lettera m, della legge 18 maggio
1989, n°183 (Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del
suolo).
-
Aree individuate dagli artt. 2 e 3 del DPR 8 Settembre 1997, n°357 (regolamento
della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli abitata naturali e
seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche).
-
Territori sottoposti a tutela ai sensi del D.lgs n°90 de 29 Ottobre 1999 (testo unico
delle disposizioni in materia dei beni culturali ed ambientali, a norma dell’art.1
della L. 352/1997), il sito non rientra nei beni cultural ed ambientali.
-
Aree naturali protette sottoposte a misure di salvaguardia ai sensi dell’art.6 comma
3 della legge 6 Dicembre 1991, n°394 (legge quadro sulle aree protette).
-
Aree collocate in zone di rispetto di cui all’art.21 comma 1 del D.lgs n°152 dell’11
Maggio 1999 (disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento
della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque urbane e della
direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento
provocato ai nitrati provenienti da fonti agricole).
-
Aree interessate da fenomeni quali faglie attive o da attività vulcanica.
-
Aree a rischio sismico di prima categoria ex legge 2 Febbraio 1974 n°64.
-
Aree con presenza d doline o inghiottitoi.
-
Aree
soggette
a
fenomeni
di
erosione
accelerata,frane,instabilità
dei
pendii,migrazioni di alvei fluviali.
-
Aree soggette ad attività idrotermale, aree esondabili.
In riferimento ai criteri di localizzazione per impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti di cui
alla DCR n°88 del 7 Aprile 1998, pur essendo retorica tale valutazione in quanto l’impianto è
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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esistente, la discarica rientra fra i siti idonei alla realizzazione di nuovi impianti in quanto non
rientra in alcuna delle situazioni escludenti previste dalla normativa.
Presenta invece fattori preferenziali relativamente a:
-
viabilità di accesso esistente o facilmente realizzabile,disponibilità di collegamenti
stradali e ferroviari esterni ai centri abitati.
-
Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e al sistema di impianti per
la gestione dei rifiuti.
-
Presenza di aree degradate da bonificare, discariche o cave.
3.6 - Condizionamenti indotti dalla natura dei luoghi
Il sito di discarica è caratterizzato dalla presenza nelle vicinanze dei seguenti valori ambientali e
paesaggistici di cui tener conto nella realizzazione e gestione della discarica: le Rupi di Porta, la
Torre Medicea e il Lago di Porta.
Le Rupi di Porta.
Come visto in precedenza costituiscono la barriera rocciosa che divide la discarica dal resto del
territorio e la isolano dal contesto territoriale. Pur non sottoposte ad alcun vincolo o tutela, esse
sono vive nella cultura locale per storie e leggende e costituiscono un riferimento visivo e
paesaggistico di memoria storica. Oltreciò costituiscono una protezione preziosa del sito e
dell’ambiente circostante che non ha, in quel modo, impatti dalla discarica, né visivi né di
emissioni (polveri,rumori,ecc).
Per questo la loro conservazione è importante e il progetto le salvaguarda totalmente. La gestione
della discarica ha portato a positivi interventi di conservazione delle stesse, quali ancoraggi e
disgaggi delle pareti rocciose, nonché la fine dell’escavazione e la completa tutela delle stesse,
impedendo l’accesso agli uomini. Questo ha consentito il ripopolamento animale di specie volatili
quali i falchi (poiane,gheppi, alborelle) gracchi, colombi, chirotteri, nonchè vegetali fra cui in
particolare l’euforbia arborea. Grazie alla protezione ambientale generata dalla gestione della
discarica hanno trovato un habitat ideale per il loro sviluppo. La sorgente sottostante in territorio di
Pietrasanta è stata rinaturalizzata, recintata e consegnata in gestione al WWF.
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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L’intero progetto della discarica è inoltre sostanzialmente un piano di ripristino ambientale con
riempimento della ex cava e rimodellamento dei profili collinari con vegetazione autoctona. Già
ora l’esercizio della stessa impedisce a cacciatori ed estranei di avvicinarsi, dando rifugio alle
specie animali che vanno a collocarsi sul bordo esterno del perimetro della discarica.
La torre Medicea.
Si tratta dei resti dell’antica dogana di Porta di cui rimane in essere la sola torre di guardia di epoca
medicea e un arco della porta di ingresso al perimetro della fortificazione. Gli edifici sono sotto
tutela della L.1089/39 e della Sovrintendenza Alle Belle Arti. Di proprietà pubblica, sono oggetto
di restauro e conservazione. L’attività della discarica non interferisce in alcun modo con la tutela e
conservazione dei monumenti ed anzi, come nel caso della rinaturalizzazione della sorgente
contigua e riconsegna al perimetro dell’ex dogana, ne favorisce il recupero.
Il Lago di Porta.
E’ stato inserito nel sistema regionale delle aree protette ai sensi della L.R. 11/04/95 n°49 e della
Legge 6/12/1991 n°394. Esso non è prossimo alla discarica in quanto ben altre attività antropiche lo
circondano di carattere industriale, abitativo, di grande comunicazione come la ferrovia Tirrenica e
la SS Aurelia. In effetti essa sarebbe l’ultima, fra le attività umane ivi presenti, a poter causare
effetti negativi all’ecosistema del lago. Completamente isolata da pareti di roccia alte sino a cento
metri, la discarica non avrebbe possibilità di causare danno (ed anzi, per i motivi sopra esposti, sin
ora ha generato il beneficio del rifugio di volatili importanti per l’ecosistema lacustre) se non fosse
per il fatto che le sorgenti che scaturiscono ai piedi delle Rupe di Porta, alimentano il lago passando
sotto il fondo della discarica.
Le valutazioni più sopra riportate hanno consentito di valutare minimo il rischio di contaminazione
sia per effetto delle caratteristiche tecniche costruttive del corpo di discarica e del suo sistema di
impermeabilizzazione che a causa della particolare circolazione idrica dell’acquifero che alimenta
le sorgenti, che di fatto ha percorsi separati rispetto all’acquifero superficiale posto alcuni metri
sotto il fondo della discarica. Inoltre il sistema delle acque superficiali analizzate per l’intorno
(vedasi allegati) evidenzia come sia la Fossa Fiorentina, che il sistema collettore esterno, presentino
una qualità dell’acqua non particolarmente di pregio e comunque inidonee al consumo umano.
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Relazione generale
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4 - RELAZIONE INERENTE ALLE MOTIVAZIONI, ALLE FINALITA’ E ALLE
ALTERNATIVE DI LOCALIZZAZIONE
4.1 - Scopi e obiettivi del progetto
Il progetto si prefigge di garantirne la massima protezione possibile, utilizzando tutte le tecnologie,
materiali, tecniche costruttive e gestionali migliori attuabili nell’impianto, allo scopo di ricevere in
sicurezza i rifiuti autorizzati e fornire il massimo servizio al territorio accogliendo altri rifiuti
speciali inerti che si rende necessario smaltire.
Nella realtà i rifiuti realmente inerti veicolano verso i circuiti di riuso o recupero. Restano da
smaltire rifiuti che presentando valori maggiori di quelli prescritti dalla tab.1 del D.M. 3/08/05 pur
appartenendo alla stessa natura merceologica. Il codice CER non è esaustivo nell’individuare le
caratteristiche peculiari di un rifiuto. Un fango di dragaggio può variare notevolmente a seconda
della localizzazione come altresì si definisce marmettola indistintamente quella di marmo, di
travertino, di onice, di granito. Si tratta di materiali molto differenti per composizione chimica e per
processi di lavorazione. In pratica si ha che la marmettola da carbonati (marmo e travertini) viene
in gran parte recuperata, rimanendo da smaltire quella di granito e onice che per la naturale
presenza di metalli, solfati e un ph elevato, oltre frequentemente a materiali impiegati nei processi
produttivi che non si possono valutare a priori variando nel corso dell’anno, non può ritenersi
inerte.
Nell’ambito del territorio vi è poi richiesta di poter accogliere altre categorie di rifiuti che ad oggi
debbono essere veicolate verso altre Province o altre Regioni con costi sia economici che
ambientali (spesso si dimentica infatti gli altissimi costi ambientali del sistema trasporto).
4.2 - Possibili alternative
L’impianto esiste ed è autorizzato all’esercizio e la presente valutazione è finalizzata, come detto
più volte, al completamento, pur con adattamenti richiesti dalle normative, dell’originario progetto.
In questo senso la valutazione di possibili alternative è di fatto pleonastica e comunque alcune brevi
note saranno nel seguito discusse.
4.2.1 Alternative strategiche
In tempi recenti hanno avuto grande sviluppo tutte le attività di recupero dei rifiuti e materiali
inerti. Resta però un consistente quantitativo di materiali non riciclabili con sicurezza che devono
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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essere collocati in discarica. Proprio l’assenza di un tale servizio ha favorito l’uso improprio o
illegittimo di materiali (fanghi, scavi, demolizioni) per riempimenti con presenza di sostanze
nocive o pericolose (metalli, idrocarburi, amianto,ecc.). Per consentire un ciclo di riciclaggio sicuro
occorre offrire un servizio di discarica per i materiali non recuperabili, ed altresì un costo di
smaltimento dei prodotti favorisce la ricerca e l’utilizzo di soluzioni alternative. Una discarica ben
costruita e con un alto costo di conferimento è il primo passo per avviare alternative strategiche di
prevenzione della domanda e politiche d risanamento ambientale.
4.2.2 Alternative di localizzazione
L’individuazione del sito di cava Viti è avvenuta dopo un ponderato processo di analisi di ben oltre
50 siti possibili già negli anni 80’. Oltre venti anni dopo nessuna altra alternativa valida è stata
individuata in provincia di Massa/Carrara e una sola in territorio di Lucca che è chiusa.
Data la complessità geomorfologica, ambientale ed urbanistica delle due province non è
proponibile un altro sito che unisca i pregi di facilità i accesso e infrastrutture, capienza e
isolamento dall’ambiente come cava Viti, riducendo al minimo i problemi ambientali e facilmente
controllabili.
4.2.3 Alternative di processo o strutturali
La discarica è realizzata secondo le regole dell’arte e, comunque, secondo le norme vigenti e
pertanto non appare ipotizzabile la valutazione di alternative nel processo costruttivo della
discarica, per altro già autorizzata. Non esistono nemmeno alternative di recupero per le categorie
di rifiuti da conferire in questa specifica discarica.
4.2.4 Alternative di mitigazione
Non esistono alternativa alla discarica in quanto è utopistico pensare che si possa recuperare tutto al
100%. Questo impianto presenta un sola possibilità di rischio consistente nell’inquinamento teorico
delle due sorgenti, di nessun impatto per la salute umana, ma di possibile basso rischio per
l’ecosistema del lago di Porta. La mitigazione o annullamento degli effetti negativi avviene
attraverso i seguenti fattori descritti sia nel progetto cui si riferisce la presente valutazione che in
elaborati allegati:
•
il sistema di impermeabilizzazione.
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Relazione generale
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•
Una prevalenza di rifiuti a bassa o nulla umidità da scaricare in modo da eliminate il rischio
percolato.
•
Un sistema di monitoraggio frequente sul percolato e le acque sotterranee.
•
La presenza della fossa Fiorentina dove scaricano le acque sotterranee e le sorgenti che
garantisce comunque una diluizione immediata delle sostanze possibili che ad ogni modo
presentano in partenza valori di concentrazione entro la norma (vedasi analisi riportate più
sopra).
•
La presenza di un sistema esterno di regimazione delle acque che può escludere il lago dal
recepimento delle acque e loro deviazione in mare.
In considerazione del livello di conoscenza degli impatti e della assenza di rischio per la
contaminazione delle acque, non appaiono possibili realistiche alternative di mitigazione.
4.2.5 Alternativa zero
Il progetto è stato approvato per la sua parte costruttiva; nelle zone ricadenti in ambo le Province si
è realizzato o si sta completando un fondo e delle pareti con le caratteristiche sopra descritte di alta
sicurezza.
Il costo di conferimento previsto dai progetti provati e previsto in un minimo oltre i 50 euro a
tonnellata che pone l’impianto fuori mercato o grava i produttori di oneri incettabili. Solo il
conferimento di rifiuti che sul mercato spuntano prezzi più elevati può consentire un prezzo
“politico”per la marmettola . I rifiuti contenenti amianto, i fanghi di dragaggio di ambienti marini e
le terre da siti di bonifica, prodotti ampiamente in loco, hanno oggi la sola possibilità di essere
smaltiti a caro prezzo fuori provincia o regione, mancando una possibilità i loco. Questa ridurrebbe
certamente i costi di smaltimento anche per il solo trasporto e consentirebbe di dare al settore
lapideo il giusto servizio senza stravolgere i costi aziendali. Altresì si potrebbero accentuare le
politiche di risanamento e bonifica ambientali locali (si pensi al solo problema dell’eternit)
offrendo ai cittadini la possibilità reale di effettuarlo e avviando nuovi investimenti produttivi.
Lo scenario della chiusura dell’impianto è terrificante in quanto causerebbe una crisi ambientale ed
economica notevole o la necessità di interventi di emergenza per sostenere il settore lapideo.
Il danno causato all’ambiente, tra cui i non improbabili smaltimenti abusivi, sarebbe più grave e
certo di quello teoricamente possibile dall’esercizio ella discarica.
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5. DESCRIZIONE DELLE METODOLOGIE E DELLE VALUTAZIONI DI INDAGINE E
DI VALUTAZIONI IMPIEGATE.
La metodologia di indagine e di valutazione si basano sul rilievo diretto e sulla acquisizione di dati
in situ, dai monitoraggi in corso e sul reperimento di studi svolti da altri Enti e Pubbliche
amministrazioni. Questi sono poi verificati con rilievi statistici e attraverso ricerche in situ e
bibliografiche.
È stata analizzata tutta la zona interessata ed il suo intorno in tutte le zone accessibili. Nelle zone
più impervie si è proceduto con analisi a campione nelle specifiche aree di competenza e su
deduzioni basate sulla conoscenza della zona.
In relazione agli aspetti naturalistici la determinazione delle specie vegetali è avvenuta mediante
classificazione per comparazione e classificazione analitica con chiave botanica. Data l’epoca del
rilievo si è cercato anche di valutare la vegetazione potenzialmente presente durante tutto l’arco
dell’anno.
I dati storici sono stati rilevati da bibliografia specifica.
Lo stato dell’agricoltura e i riflessi dell’attività sulla popolazione, è stato caratterizzato mediante il
confronto tra i dati rilevati dai PTC delle Province di Lucca e di Massa Carrara,e dalla CCIAA, da
indagini nella popolazione e mediante osservazioni dirette.
Le valutazioni degli impatti sono derivate da analisi per comparazione per interventi simili già
eseguiti e sulle valutazioni delle potenzialità ambientali nonché sulla esperienza acquisita
nell’attuale esercizio e dai dati di monitoraggio in corso.
E’ stata inoltre effettuata una indagine conoscitiva con interviste dirette ad abitanti della zona.
Luglio 2008
I Tecnici:
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Relazione generale
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CURRICULA
Dott. Francesco LUNARDINI
Agronomo paesaggista
Specializzato in ingegneria naturalistica
CURRICULUM FORMATIVO e PROFESSIONALE
Dati generali:
Dott. Francesco Lunardini, nato a Lucca il 22 febbraio 1964, residente in Lucca, vicolo della Minerva 3; agronomo
libero professionista specializzato in paesaggistica e perfezionato in ingegneria naturalistica con studio in via della
Cavallerizza 37 -55100 Lucca- tel. e fax 0583-496605, tel. port. 0328-6658250, E-mail [email protected] iscritto all’Albo dei
Dottori Agronomi della provincia di Lucca al n° 379, c.f. LNR FNC 64B22 E715J p.IVA 0152277 0468,
Titoli di studio e titoli professionali
1) Laurea in Scienze Agrarie conseguita presso la Facoltà di Agraria dell'università di Pisa con la votazione di 105/110 il
10-12-1993;
2) Perfezionato al "Corso di Perfezionamento in parchi, giardini ed aree verdi" per laureati in Scienze Agrarie e Forestali
tenuto presso la Facoltà di Agraria dell'Università di Torino.
3) Iscritto all'Albo dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali delle province di Lucca, Pisa e Massa Carrara numero di
iscrizione 379 dal 5-04-1995.
4) Iscritto all'Albo dei Consiglieri Tecnici d'Ufficio del Tribunale di Lucca.
5) Iscritto all'Albo degli Arbitri della Camera Arbitrale Nazionale, Internazionale e Immobiliare presso la Camera di
Commercio di Lucca al n° 85.
6) Iscritto nell’elenco dei Professionisti Consulenti della Provincia di Lucca al n° 8.
7) iscritto all’albo dei Periti grandine e danni ambientali al n° 60.335
8) Perfezionato in progettazione e direzione lavori d’ingegneria naturalistica.
9) Specializzato in Parchi a Giardini presso la Scuola di Specializzazione “Parchi e Giardini” Facoltà di Agraria,
Università di Torino il 27 aprile 1999 con la votazione di 68/70 con la tesi “Il Piano del Verde di Barberino di Mugello,
aspetti normativi e gestionali.
10) Idoneità al concorso per titoli ed esami per assistente del ruolo tecnico professionale Università di Bologna, Facoltà
di Agraria, Istituto Nazionale di Biologia della Selvaggina.
11) Assistente tecnico-didattico ai cantieri di ingegneria naturalista (AIPIN)
Curriculum degli studi e delle materie affrontate
Corso di laurea in Scienze Agrarie:
Materie di orientamento professionale seguite oltre alle materie fondamentali necessarie per il conseguimento della
laurea:
costruzioni e topografia; irrigazione e drenaggi, industrie agrarie; controllo degli inquinamenti; arboricoltura generale;
arboricoltura speciale; economia e politica agraria, estimo civile rurale e del territorio, parassitologia animale dei
vegetali; floricoltura, lotta biologica ed integrata, colture protette
Corso di Perfezionamento in parchi, giardini ed aree verdi
Progettazione del paesaggio; arte dei giardini; analisi vegetazionale, tecniche cad nella pianificazione del paesaggio;
sistemi GIS per il rilevamento; consolidamento dei versanti; restauro e conservazione del giardino storico; piante
ornamentali, macchine e attrezzature per il verde, verde sportivo; manutenzione del verde; giardini e parchi pubblici,
verde stradale; fitopatologia del verde ornamentale; valutazione economica e gestione del verde pubblico; legislazione
per la pianificazione del territorio.
Corso di Perfezionamento in Progettazione e Direzione Lavori Opere di Ingegneria Naturalistica:
Progettazione e calcolo opere di i.n., idraulica; tecniche di consolodamento dei versanti, tecniche di consolidamento
alvei fluviali, regimazione fluviale, V.I.A., analisi vegetazionale
Scuola di Specializzazione Parchi e Giardini
piante ornamentali I e II; tappeti erbosi, verde sportivo e ricreazionale, arte dei giardini I e II,storia del giardino e del
paesaggio, progettazione e pianificazione del territorio, fitopatologia delle piante ornamentali, meccanica e
meccanizzazione per il verde ornamentale, sicurezza, vivaistica ornamentale.
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Relazione generale
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Ambito professionale
Quanto previsto dall 'art. 2 della Legge 10 febbraio 1992 n 152 " Modifiche ed integrazioni alla legge 7 gennaio 1976 n.3
e nuove norme concernenti l'ordinamento della professione di dottore agronomo e di dottore forestale con
specializzazione in materia paesaggistica, ambientale produzioni integrate e biologiche..
Incarichi da Enti Pubblici:
Comune di Camaiore: incarico per la redazione del “Progetto di studio finalizzato all’incremento e valorizzazione delle
risorse agricole e naturali e per l’attività economica del Lombricese”.
Comune di Camaiore: Incaricato dal per il “ Progetto di recupero ambientale del torrente Lombricese mediante l’impiego
di tecniche di ingegneria naturalistica ai fini del miglioramento dell’ecosistema”, delibera G.M. 837 del 27-08-1997.
Comune di Camaiore: Consulente per parco pubblico “Lido di Camaiore area 167” Camaiore Lucca.
Comune di Viareggio: consulenza al gruppo ambiente per la redazione del piano strutturale
Comune di Camaiore: Incarico dello studio della vegetazione prima fascia della zona Ex-Benelli
Comune di Lucca: membro Commissione Edilizia ed Integrata.
Comune di Barga: consulenza fitostatica e fitosanitaria dell’alberata in via del fosso
Comune di Barga: consulenza fitostatica e fitosanitaria dell’alberata in piazza Dante
Comune di Camaiore: consulente per le aree agricole per la redazione del piano strutturale
Comune di Massarosa membro del Collegio Esperti Ambientali.
Incarichi significativi commissionati da privati
Consulente tecnico de “Il Ciocco” Castelvecchio Pascoli (Lucca) agosto-settembre 1997
Progetto per il recupero ambientale della Cava di Batano (Lucca)
Progetto per il recupero ambientale della Cava S.Maria (Lucca)
Vari progetti di sistemazioni esterne in Lucca, Massarosa, Viareggio e Capannori, verde privato ad uso pubblico
(Capannori) e verde pensile.
Progetto per il recupero di giardino storico in S.Alessio e in Palmata, Lucca anno 1999
Docenze:
Corso "serricoltore azalee" organizzato in collaborazione del comune di Borgo a Mozzano.
Corso manutentore spazi verdi Provincia di Pisa 1996
Corso potature arbusti ornamentali della Provincia di Lucca1997
Corso per giardinieri anno 1998
Corso per manutentori opere a verde della Provincia di Grosseto 1999
Corso per viti-olivicoltore della Provincia di Lucca anno 1999
Corso pianificazione e gestione a bassa manutenzione verde pubblico SAL, Firenze anno 1999
Corso pianificazione e gestione a bassa manutenzione verde pubblico SAL, Milano anno 2000
Seminari e convegni:
Relatore del seminario del 3 maggio 1996 “L’uso della vegetazione nei giardini tropicali: l’esempio di
Bali” tenuto presso il Corso di Perfezionamento in parchi, giardini ed aree verdi dell’Università di Torino
Biennale Azalea 2000 di Borgo a Mozzano relatore al convegno Florovivaismo oggi.
Associazioni
1)Iscritto all' Associazione Italiana per l'ingegneria Naturalistica (A.I.P.I.N.) e socio fondatore della sezione toscana dell'
A.I.P.I.N.
2)Socio ADiPa
3)Socio Società Italiana Amici dei Fiori
Pubblicazioni, collaborazioni e citazioni editoriali
1) Le azalee, curiosità, notizie ...ed alcuni consigli pubblicato in occasione della Biennale dell'Azalea '95 di Borgo a
Mozzano
2) Le azalee, ieri solo nella natura oggi anche nelle nostre case pubblicato dalla Biennale dell'Azalea '95 di Borgo a
Mozzano.
3) Lavoro citato nella rivista “Gardenia” del aprile 1996 pag. 12.
4) Lavoro citato nella rivista “Italus Hortus” 1996.
5) Lavoro citato nella rivista “L’informatore agrario ” 1996.
6) Lavoro citato nella rivista “Flortecnica” 1996 .
7) Lavoro citato dal quotidiano La Nazione 1996 .
8) E’ novembre, parliamo di crisantemi, Regnum Christi, Ed. La zincografica fiorentina (Fi) novembre 1996
9) Poinsetia, noi la chiamiamo stella di natale; Regnum Christi, Ed. La zincografica fiorentina (Fi) gennaio 1997
10) Ciclamino, fiore della modestia; Regnum Christi, Ed. La zincografica fiorentina (Fi) febbraio 1997
11) Azalea, la stipa che fiorisce in giardino; Regnum Christi, Ed. La zincografica fiorentina (Fi) marzo 1997
12) Azalea, capolavoro della primavera; Regnum Christi, Ed. La zincografica fiorentina (Fi) aprile 1997
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Relazione generale
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13) Narciso, fiore allo specchio; Regnum Christi, Ed. La zincografica fiorentina (Fi) maggio 1997
14) Iris, fiore d’ Italia, Regnum Christi, Ed. La zincografica fiorentina (Fi) giugno 1997
15) Lilium, il simbolo della purezza, Regnum Christi, Ed. La zincografica fiorentina (Fi) luglio 1997
16) Pelargonium o geranio: questo è il problema, Regnum Christi, Ed. La zincografica fiorentina (Fi) agosto 1997
17) Onore alla puzzola, Regnum Christi, Ed. La zincografica fiorentina (Fi) settembre 1997
18) Passiflora fiore della passione, Regnum Christi, Ed. La zincografica fiorentina (Fi) ottobre 1997
19) La Peonia, un fiore da re, Regnum Christi, Ed. La zincografica fiorentina (Fi) febbraio 1998
20) L’aquilegia una leggenda bizzarra Regnum Christi, Ed. La zincografica fiorentina (Fi) marzo 1998
Mostre
Progetti esposti alla mostra “Campus per studiare e per vivere”.10-19 aprile 1996 biblioteca Geisser Torino.
Progetti esposti al “Miflor” Milano 21-24 febbraio 1996.
Progetti esposti alla mostra “Vivere nel verde” aprile 1996 Torino Esposizioni.
Lavori esposti a “Giardini in fiera” Fattoria le Corti, S. Casciano Val di Pesa (Fi) 20-22 settembre 1996
Progetti esposti alla mostra “Verde urbano fluviale e scolastico” Saint-Vincent (Ao) 25 ottobre 1997.
Lavori esposti a “Giardini in fiera” Fattoria le Corti, S. Casciano Val di Pesa (Fi) settembre 1998
Convegni e Corsi
1) Convegno “Il giardino di villa in Italia nel XVIII e XIX secolo” del 27 aprile 1995 organizzato dal Corso di
Perfezionamento in parchi, giardini ed aree verdi dell’Univerisità di Torino
2) Convegno “Paesaggio agrario e architettura rurale” del 8 dicembre 1995 organizzato dall’Associazione Parco
Comunale Villa Wideman S.Germano al Chisone (To).
3) “ Arbusti ornamentali: risultati dell’unità coordinata Arborn”. Pistoia 30 marzo 1996
4) Ingegneria naturalistica, corso di aggiornamento per ingegneri agronomi e forestali, docente Florin Florinet,
Specializzazione Parchi e Giardini, Università degli studi di Torino, febbraio 1997.
5) 1994 Escursione tecnica in Casentino (AIPIN Sez. Toscana)
6) 1994 Escursione tecnica litorale livornese (AIPIN Sez. Toscana)
7) 1998 Cantiere didattico AIPIN Sez. Toscana Montespertoli (Fi).
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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Dott. Ing. Massimo Gardenato
Ingegnere Minerario
CURRICULUM FORMATIVO e PROFESSIONALE
(estratto all’aprile 2000)
Dati generali:
Dott. Ing. Massimo Gardenato, nato a Verbania (VB) il 21.10.63, residente in Seravezza, con studio in via Nerino
Garbuio, 61- tel. 05840742803e fax 0584-742854
Istituto Scolastico
Città
Titolo
Titolo Studio
Università degli Studi di Bologna
Bologna
Laurea in Ingegneria Mineraria votaz.: 100/100
Abilitazione
Abilitato ad esercitare la libera professione di Ingegnere con iscrizione all'Ordine degli Ingegneri di Reggio Emilia al
Nº943.
Esperienze professionali specifiche
Lavori pubblici o assimilabili:
- Progetto e Direzione Lavori di Cantiere opere di rimozione pericolosità fronti alti ex cava Ponte Alto in Cagli (PS) (Disp.
Somma Urgenza Sindacale del 23.03.95): abbattimento di costone roccioso di 100.000 mc circa incombente su S.S. 3
Flaminia.
- Incarico verifica tecnica stabilità di versante cave Cervaiole da parte del Comune di Seravezza (D.G.C. nº 478 del
24.07.96).
- Direzione Lavori nell’ambito del Piano di Interventi Infrastrutturali d'Emergenza e di Prima Sistemazione Idrogeologica
(Art. 3 Ord. D.P.C. nº 2449/96) delle seguenti opere poste nel Comune di Seravezza:
• “Lavori di recupero della p.za Carducci, delle vie del centro storico e delle infrastrutture afferenti danneggiate
a seguito dell'alluvione del 19.06.96”, importo lavori 270.000.000;
• “Regimazione idraulica zona Cerreta-Ruosina”, importo lavori 365.000.000;
• “Vari interventi sulle viabilita' comunali del Comune di Seravezza nelle località Ruosina, Querceta,
Giustagnana,Rripa, Pozzi, Minazzana, Basati e Ceragiola”, importo lavori 615.000.000.
- Direzione Lavori per lavori di “Sistemazione della zona franosa in località Pancola-opere di miglioramento” - Comune di
Seravezza -, importo lavori 874.130.855 .
- Progetto e Direzione Lavori nell’ambito del Piano per il Completamento degli Interventi Infrastrutturali d’Emergenza e di
Prevenzione (Ord. D.P.C.M. 2449/96) - I° e II° Stralcio - delle seguenti opere poste nel Comune di Seravezza:
• “Bonifica dei versanti e regimazione delle acque in località Argentiera e Ruosina”, importo lavori 575.000.000;
• “Sistemazione di presa acquedottistica in località Deone”, importo lavori 97.000.000.
• “Lavori complementari alle opere di bonifica dei versanti e regimazione delle acque in località Argentiera e
Ruosina”, importo lavori 220.000.000
• “Estensione delle opere di bonifica dei versanti e regimazione delle acque in località Argentiera e Ruosina”,
importo lavori 520.000.000
- Progetto e Direzione Lavori nell’ambito del Piano per il Completamento degli Interventi Infrastrutturali d’Emergenza e di
Prevenzione (Ord. D.P.C.M. 2449/96) - IV° Stralcio - delle seguenti opere poste nel territorio della Comunità Montana
della Garfagnana:
“Progetto integrato di sistemazione spondale e regimazione idraulica di alcuni tratti del corso del fiume Serchio nei
Comuni di S. Romano, Camporgiano, Pieve Fosciana, Castelnuovo Garf.na, Gallicano, Barga”
Incarichi specifici:
Società: SICEM SAGA spa Periodo: dal mese di Febbraio 1989 al mese di Febbraio 1992
Città: Ciano d'Enza (RE)
Ruolo di Impiegato Tecnico B2 (capo ufficio tecnico realizzazione opere ed impianti)
Responsabile della Sicurezza del Lavoro con procura notarile dal luglio 1991 al febbraio 1992.
Società: VIVIANI C. s.a.s. Periodo: dal mese di Maggio 1991 a 1998
Città: LUCCA Loc. Balbano
Ruolo di Direttore dei Lavori di cava.
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Relazione generale
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Società: INGRA s.r.l. Periodo: dal mese di gennaio 2002 a tuttora
Città: CARRARA
Ruolo di Direttore dei Lavori di cava.
Ditta: Gai Giovanni Periodo: dal mese di gennaio 1994 a tuttora
Città: Castelnuovo Garfagnana (LU)
Ruolo di Direttore dei Lavori di cava e di Consulente Tecnico e per la Sicurezza
Società: BARSANTI s.r.l. Periodo: dal mese di Gennaio 1995 a tuttora
Città: STAZZEMA (LU) Loc. Cardoso
Ruolo di Direttore dei Lavori di cava.
Società: Lorenzi Sergio e Figli s.n.c. Periodo: dal mese di Gennaio 1995 a tuttora
Città: STAZZEMA (LU) Loc. Pomezzana
Ruolo di Direttore dei Lavori di cava.
Società: F.lli. CASAVECCHIA s.r.l. Periodo: dal mese di Marzo 1993 a tuttora
Città: CAGLI (PS)
Ruolo di Direttore dei Lavori di cava e di cantiere, responsabile tecnico per la sicurezza.
Società: SEM s.p.a. Periodo: dal mese di Gennaio 2002 a tuttora
Città: MASSA
Ruolo di Direttore dei Lavori di cava.
Società: Succ. Adolfo Corsi Carrara s.r.l. Periodo: dal mese di Giugno 1999 a tuttora
Città: CARRARA (MS)
Ruolo di Direttore dei Lavori di cava.
Società: FBCave s.r.l. Periodo: dal giugno 1998 a tuttora
Città: Carrara (MS)
Ruolo di Direttore dei Lavori di cava.
Società: Escavazione Marmi Campanili s.r.l. Periodo: dal giugno 1998 a tuttora
Città: Carrara (MS)
Ruolo di Direttore dei Lavori di cava.
Società: Cremo Marmi s.r.l. Periodo: dal gennaio 2000 a tuttora
Città: Carrara (MS)
Ruolo di Direttore dei Lavori di cava.
Società: Esc. Marmi Fossaficola s.r.l. Periodo: dal gennaio 2004 a tuttora
Città: Carrara (MS)
Ruolo di Direttore dei Lavori di cava.
Società: La Facciata s.r.l. Periodo: dal gennaio 2006 a tuttora
Città: Carrara (MS)
Ruolo di Direttore dei Lavori di cava.
Opere di sistemazione idraulica:
Regimazione idraulica di un tratto del Torrente Gragnana in loc. S. Michele di Piazza al Serchio (LU) – ditta Gai
Giovanni
Progetto integrato di sistemazione idraulica e di sponda in loc. Gassano di Fivizzano (MS) – ditta A.S.PE.R.A. s.r.l.
Ripristino di guado e di strada in fregio al Canale delle Piastre e regimazione idraulica dello stesso in loc. cardoso di
Stazzema (LU)
Redazione progetti in ambito estrattivo per coltivazione e recupero ambientale ed analisi di stabilità:
- cava "Col dal Tovo" ditta Barsanti srl - Cardoso
- cava "Belvedere" ditta Barsanri srl - Cardoso
- cava "Col dal Tovo" ditta Migliorini e Bertacchi - Cardoso
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Relazione generale
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- cava "Bucino" ditta Migliorini e Bertacchi - Cardoso
- cava "La Penna" ditta Migliorini e Bertacchi - Cardoso
- cava "Loppieto" ditta Guidi s.n.c. - Cardoso
- cava "Loppieto" ditta Vincenti srl - Cardoso
- cava "Piastraio" ditta Coop. Condomini Lavoratori di Levigliani - M. Corchia
- cava "Piastriccioni" ditta Coop. Condomini Lavoratori di Levigliani - M. Corchia
- cava "Tavolini A e B" ditta Coop. Condomini Lavoratori di Levigliani - M. Corchia
- cava "Borra Larga" ditta S.E.A. srl - M. Corchia
- cava "Cavone" ditta Borrelle Marmi snc - Tre Fiumi Arni di Stazzema
- cava "Piastrone" ditta Gai Giovanni - Tre Fiumi Arni di Stazzema
- cava "Tombaccio" ditta Immobiliare Ideal srl - Arni di Stazzema
- cava "Serra delle Volte" ditta Immobiliare Ideal srl - Arni di Stazzema
- cava "La Mossa" ditta Michelangelo Marmi srl - M. Altissimo Seravezza
- cava "Le Tagliate" ditta Martinelli Stefano - Tre Fiumi Arni di Stazzema
- cava "Confine" ditta Lavagnini Enrico - Seravezza/Stazzema
- cava "Alta Francè" ditta Vita Aldovello - M. Brugiana Massa
- cava "Marianna" ditta Pellerano Marmi srl - Loc. Madielle Massa
- cava "Grotta di Figaro" ditta Fornese Escavazione srl - Forno di Massa
- cava "Bore" ditta Alberti Paolo - Forno di Massa
- cava "Rava" ditta Travermarmi srl - Forno di Massa
- cava "Colle delle Scope" ditta Lorenzetti Gino - Forno di Massa
- cava “Le Conche” ditta Barsi Loris e Pocai Giuliano – Arni di Stazzema
- cava "Tre Valli" ditta Corsi Gino e C. sas - Villa Collemandina (LU)
- cava "Cavone, Cavette, Canala" ditta SERMA srl - Trambiserra Seravezza
- cava "S. Cristoforo" ditta Casavecchia F.lli srl - Cagli (PS)
- cava "Buzzarello " ditta Casavecchia F.lli srl - Cagli (PS)
- cava "Calocara B" ditta FBCave srl - Carrara (MS)
- cava "Vetticicaio" ditta Escavazione Marmi Campanili srl - Carrara (MS)
- cava "Calagio" ditta Succ. Adolfo Corsi Carrara srl - Carrara (MS)
- cava "Finestra Alta" ditta Italquarries srl - Carrara (MS)
- cava "Calocara C" ditta Calocara 105 C srl - Carrara (MS)
- cava "Babboni-Secchiari" ditta Giancarlo Tonini Marmi srl - Carrara (MS)
- cava "Fantiscritti" ditta Fantiscritti Marmi srl - Carrara (MS)
- cava "Fossa degli Angeli" ditta La Facciata srl - Carrara (MS)
- cava "Valpulita" ditta Euromarble s.p.a. - Carrara (MS)
- cava "Fondo Belgia" ditta Escavazione Fondo Belgia srl - Carrara (MS)
- cava "Fossaficola A" ditta Succ. Adolfo Corsi Carrara s.r.l. - Carrara (MS)
- cava "Gioia" ditta Coop. Cavatori di Gioia a r.l. - Carrara (MS)
- cava "Vara Bassa" ditta Cremo Delicato s.r.l. - Carrara (MS)
- cava "Fantiscritti B" ditta Figaia Cave s.p.a. - Carrara (MS)
- cava "Rocchetta" ditta SEM s.p.a. - Massa (MS)
- recupero ambientale sito di discarica loc. "Al Melo" ditta Barsanti srl - Cardoso
- recupero ambientale sito di cava loc. "Alla Croce-Volegno" ditta Barsanti srl - Cardoso
Docenze:
Scuola: I.P.S.I.A. "Pacinotti" Periodo: dal mese di ottobre 1992 al mese di agosto 1993
Città: Bagnone (MS)
Ruolo Docente materie tecnico-professionali
Scuola: I.T.I. "Meucci" Periodo: dal mese di ottobre 1994 al mese di luglio 1995
Città: Aulla (MS)
Ruolo Docente materie tecnico-professionali
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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Dott. Geol. Carlo Alberto Turba
Studio in Viale Stazione n.10
54100 MASSA
tel. e fax n.0585/40997
e-mail [email protected]
Dati personali
Luogo di nascita: Massa
Data di nascita: 23 dicembre 1949
C.F. TRB CLL 49T23 F023A
P.IVA 00247970452
Iscritto all'Ordine Regionale dei Geologi della Toscana dal 1981, con il n.251
Residenza: Piazza XXVII Aprile n.3 54033 Carrara (MS)
Istruzione
Laurea in Scienze geologiche conseguita, presso l'Università degli Studi di Pisa, nell'anno 1977.
Strumentazione disponibile
Il sottoscritto, come socio della Società di Servizi "Geognostica Apuana S.n.c.", dispone della seguente
strumentazione:
• Penetrometro statico-dinamico tipo TG 63/100KN che consente di eseguire prove statiche da 10 tonnellate e prove
dinamiche tipo S.C.P.T. da 63.5Kg e da 73Kg, con campionatore a pareti sottili tipo Shelby,
• Penetrometro dinamico leggero sia manuale che idraulico tipo TECNOTEST T639/mg con magli da 20 e 30Kg,
• Strumentazione geofisica per eseguire indagini di sismica a rifrazione, costituita da sismografo digitale a 24 canali
"Geometrics Smartseis" e software di interpretazione con il metodo GRM,
• Campionatore a pareti sottili "tipo Shelby" per il recupero di campioni di terreni indisturbati da sottoporre ad analisi
di laboratorio,
• Strumentazioni per indagini geologiche ed idrogeologiche, comprese analisi speditive per la determinazione di alcune
caratteristiche fisiche e chimiche delle acque,
• Strumentazione per il rilevamento strutturale degli ammassi rocciosi.
• Stazione totale, SOKKIA SET 4C II, per rilievi topografici speditivi inerenti le indagini geologiche e geognostiche
svolte.
Conoscenze acquisite
• Conoscenza ed esperienza nell'utilizzo di software tecnici applicativi per:
- calcolo della portanza di un palo singolo e di una palificata;
- verifiche di stabilità di pendii in roccia; analisi delle condizioni geometriche di stabilità, stabilità di un cuneo isolato e
complessiva di un ammasso roccioso fratturato;
- verifiche di stabilità di pendii in terra con metodi dell'equilibrio limite e probabilistici;
- calcolo della capacità portante e dei cedimenti di fondazioni superficiali;
- analisi probabilistica delle piogge intense, con definizione analitica e grafica della curva di probabilità pluviometrica;
- trasformazione afflussi-deflussi per il calcolo degli idrogrammi di piena;
- analisi morfometrica di un bacino; calcolo del trasporto solido; calcolo del coefficiente di deflusso di un bacino e del
bilancio idrogeologico;
- interpretazione dati di sismica a rifrazione con onde P ed SH e restituzione grafica dei risultati ottenuti.
• Esperienza nell'esecuzione e nell'interpretazione di indagini geotecniche e geofisiche finalizzate alla parametrizzazione
dei terreni dal punto di vista elastico ed alla ricostruzione della morfologia del substrato roccioso, in aree dove esiste una
consistente copertura detritica.
• Esperienza nella ricerca di acque sotterranee per l'alimentazione di Acquedotti sia in montagna, mediante opere di
captazione di sorgenti, sia in pianura, con assistenza alle perforazioni e restituzione grafica della stratigrafia e di tutte le
documentazioni richieste dal Servizio Geologico Nazionale.
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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• Esperienza nell'utilizzo della velocità delle onde P ed SH per la parametrizzazione elastica dei terreni e per la
determinazione delle caratteristiche sismiche dei vari siti, con particolare riferimento all'amplificazione sismica locale e alla
possibilità di realizzare studi di Microzonazione Sismica.
• Esperienza nel riassetto idrogeologico dei versanti in frana mediante interventi di tipo strutturale intensivo, quali
regimazione idraulica delle acque superficiali e profonde, sistemazione degli alvei con briglie selettive, briglie di trattenuta e
soglie di fondo (opere trasversali), argini (opere longitudinali), consolidamento di aree instabili, e interventi di tipo
strutturale estensivo utilizzando le tecniche dell'Ingegneria Naturalistica.
• Valutazione degli idrogrammi di piena e delle portate al colmo con vari tempi di ritorno e con l'utilizzo di diverse
metodologie.
• Esperienza nel consolidamento di fabbricati, in zona di pianura, collina e montagna, mediante fondazioni speciali, quali
jet-grouting, micropali e tiranti o resine sintetiche.
• Nell'esercizio della professione di Geologo, ha inoltre maturato esperienza nel campo della Geologia, con particolare
riferimento alla Geologia Applicata alle costruzioni, all'Idrogeologia, alla Geologia delle cave ed in tutte quelle parti della
Geologia legate al recupero ambientale.
Lavori eseguiti
Dal 1981 esercita la professione di Geologo maturando esperienza nel campo della geologia applicata, con particolare
riferimento alla geologia applicata alle costruzioni, alle sistemazioni idrogeologiche dei versanti e all'idrogeologia.
• Dal 1978 al 1980 alle dipendenze della Cooperativa Geoversilia, in qualità di Geologo, per lo svolgimento del lavoro,
commissionato dalla Comunità Montana Apuo-Versiliese, riguardante il “Progetto per la ricerca delle risorse idriche e la
formazione della carta delle acque di tutto il territorio comunitario, comprendente i Comuni di Stazzema, Seravezza,
Montignoso, Massa e Carrara”, finalizzato al censimento delle risorse idriche e al bilancio idrogeologico dei vari bacini
ricadenti all'interno del territorio comunitario.
• Nell'anno 1981: partecipazione alla redazione della cartografia geologica e delle note tecniche illustrative di supporto ai
“Piani di Recupero delle frazioni montane del Comune di Carrara”, per conto dell'Amministrazione Comunale di
Carrara.
• Nel periodo 1983-1984 partecipazione alla redazione della cartografia geologica e delle note tecniche illustrative di
supporto ai “Piani di Recupero delle frazioni montane del Comune di Massa” per conto dell'Amministrazione
Comunale di Massa.
• Nell'anno 1984: partecipazione alle “Indagini geologico-tecniche sul tracciato della Via Comunale per Casette”
finalizzate all'individuazione dei problemi di stabilità dell'area comprendente il tracciato stradale, ai suggerimenti per una
corretta regimazione idraulica e per la bonifica delle aree in dissesto, eseguito per conto dell'Amministrazione Comunale di
Massa.
• Nell'anno 1989: partecipazione allo studio del “Piano di tutela ed uso delle risorse idriche del Comune di Massa” per
conto dell'Amministrazione Comunale di Massa, finalizzato alla realizzazione di varie carte tematiche (isofreatiche e
principali parametri chimici ed idrodinamici delle acque della pianura costiera), alla captazione delle principali sorgenti
montane (Frigido, Renara, Polla di Altagnana) ed al miglioramento della captazione della sorgente Cartaro.
• Nell'anno 1995: Indagini geologico-tecniche, geomorfologiche ed idrogeologiche di tutte le sorgenti e pozzi utilizzati per
l'approvvigionamento idrico del Comune di Montignoso finalizzate alla razionalizzazione degli impianti di adduzione e di
distribuzione dell'Acquedotto Comunale.
• Nell'anno 1995: Studio geologico, geomorfologico, idrogeologico, dell'uso del suolo e redazione dei calcoli idrologicoidraulici relativi al bacino del Torrente Canalmagro, del Fosso della Tomba e dell'area scolante di pianura, nell'ambito del
“Progetto per la sistemazione idraulica del Torrente Canalmagro dalla S.S.1 alla foce”, per incarico degli Ing. C.Tinelli
e C.Milani, svolto attraverso l'analisi statistica delle piogge intense (metodo di Gumbel), lo studio della pioggia netta
mediante la valutazione delle perdite attraverso la determinazione del parametro CN.
Utilizzando tali valori, sono state determinate le portate al colmo e gli idrogrammi di piena, relativi ai tempi di ritorno di
10,20,50,100,200 anni.
• Nell'anno 1995: Indagini geologiche, geotecniche ed idrogeologico idrauliche sulle aree interessate dai tracciati di
Via Guadagni e di Via F.lli Buffoni, nel Comune di Montignoso, con il fine di verificarne la stabilità ed indicare soluzione
atte al ripristino ed alla regimazione idraulica delle viabilità stesse, eseguite per conto dell'Amministrazione Comunale di
Montignoso.
• Nel periodo 1995-1996: Indagini geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche, litotecniche, previste dalla legge
regionale toscana n. 21 del 17.04.84, secondo la direttiva della stessa Regione n.94 del 12.02.85, finalizzate alla stesura della
Carta della pericolosità e della fattibilità, in ottemperanza alla Del. R.T. n.230 del 21.06.94 riguardante il rischio idraulico,
necessarie alla stesura del Piano Strutturale del Comune di Montignoso.
• Nell'anno 1996: Indagini geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche, litotecniche, previste dalla Legge Regionale
Toscana n. 21 del 17.04.84, secondo la direttiva della stessa Regione n.94 del 12.02.85, finalizzate alla stesura della Carta
della pericolosità e della fattibilità, in ottemperanza alla Del. R.T. n.230 del 21.06.94 riguardante il rischio idraulico,
necessarie alla stesura del Piano Particolareggiato per la zona Ronchi-Poveromo, nel Comune di Massa.
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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• Nel periodo 1996-1997: Indagini geologiche, geotecniche ed idrogeologico-idrauliche eseguite per il “Progetto di
ripristino della Strada del Biforco interessata da numerose frane a seguito dell'evento alluvionale del 19/06/1997”,
inserito nel Piano di interventi infrastrutturali d'emergenza, predisposti dal Presidente della Giunta Regionale Toscana in
ottemperanza all'ordinanza n.2449/96 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per incarico dell'Amministrazione
Comunale di Massa.
• Nell'anno 1997: Indagini geologiche, geotecniche ed idrologico-idrauliche eseguite per il “Progetto di ripristino della
viabilità per la località Vergheto e sistemazione idraulico-forestale dei versanti a ridosso della frazione abitata di
Forno”, inserito nel Piano di interventi infrastrutturali d'emergenza, predisposti dal Presidente della Giunta Regionale
Toscana in ottemperanza all'ordinanza n.2449/96 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, al fine di verificarne la stabilità
e di indicare soluzioni atte al ripristino dell'intera viabilità che ha subito notevoli danni a seguito dell'evento meteorico del
19/06/1996, per incarico dell'Amministrazione Comunale di Massa.
• Nell'anno 1997: Indagini geologiche, geotecniche, idrogeologiche ed idrologico-idrauliche eseguite per il “Riassetto
idrogeologico del versante su cui è ubicato il nucleo abitato di S.Eustachio”, inserito nel Piano di interventi
infrastrutturali d'emergenza, predisposti dal Presidente della Giunta Regionale Toscana in ottemperanza all'ordinanza
n.2449/96 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per incarico dell'Amministrazione Comunale di Montignoso.
• Nel periodo1997-1998: Indagini geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche, litotecniche, previste dalla Legge
Regionale Toscana n. 21 del 17.04.84, secondo la direttiva della stessa Regione n.94 del 12.02.85, finalizzate alla stesura
della Carta della pericolosità e della fattibilità, in ottemperanza alla Del. R.T. n.230 del 21.06.94 riguardante il rischio
idraulico, necessarie alla stesura dello Piano Strutturale del Comune di Massa.
• Nell'anno 1997: Studio geologico, geomorfologico, idrogeologico, dell'uso del suolo e redazione dei calcoli idrologicoidraulici relativi all' “Indagine idrogeologico-idraulica del Torrente Ricortola, individuato dall'Amministrazione
Provinciale di Massa-Carrara come “bacino pilota”, per l'analisi dei fattori di rischio idraulico, svolta attraverso l'analisi
statistica delle piogge intense (metodo di Gumbel), lo studio della pioggia netta mediante la valutazione delle perdite
attraverso la determinazione del parametro CN.
Utilizzando tali valori, sono state determinate le portate al colmo e gli idrogrammi di piena, relativi ai tempi di ritorno di 10,
20, 50, 100, 200 e 500 anni.
Tale studio ha proposto inoltre provvedimenti di rapida attuabilità tendenti all'eliminazione delle situazioni di maggior
rischio idraulico e consigli operativi per il riassetto idrogeologico complessivo del corso d'acqua.
• Nell'anno 1997: Indagine geologica, geomorfologica ed idrogeologica di dettaglio, studio delle aste idriche secondarie e
delle opere idrauliche esistenti per la “Sistemazione dei dissesti, presenti in località Cerreto, Appiato, Bordonaschio, La
Serra, Rosoleto, Gabbiano, Piazza e la sistemazione idraulica del Torrente Corsanico, nel Comune di Montignoso”,
eseguita per conto dell'Amministrazione Comunale di Montignoso.
• Nell'anno 1997: Studio geologico, geomorfologico ed idrogeologico di dettaglio, censimento delle opere idrauliche
esistenti per la “Sistemazione movimento franoso sull'abitato di Pomezzana interessante la strada dell'Alpe“, Comune
di Stazzema, eseguita per conto dell'Amministrazione Comunale di Stazzema.
Lo studio idrologico-idraulico dell'area in oggetto ha consentito di determinare le quantità d'acqua che, durante eventi
meteorici particolarmente intensi, confluiscono nelle varie aree scolanti e quindi di dimensionare correttamente le opere
idrauliche esistenti o da realizzare.
• Nell'anno 1997: Indagine geologica, geomorfologica ed idrogeologica di dettaglio, indagine geognostica mediante
l'esecuzione di sismica a rifrazione e prove penetrometriche dinamiche per “La sistemazione dei movimenti franosi e della
viabilità comunale in loc. Le Volte nel Comune di Stazzema”, eseguita per conto dell'Amministrazione Comunale di
Stazzema.
Il lavoro è stato svolto attraverso un rilevamento di dettaglio per evidenziare, oltre la stabilità di questo tratto di strada, le
cause che hanno provocato i dissesti in atto lungo l'intero versante sul quale è tracciata la viabilità in oggetto e per
individuare le soluzioni progettuali ottimali.
• Nel periodo 1998-2000: Indagini geologiche, geotecniche ed idrogeologico-idrauliche eseguite per la progettazione
esecutiva per il "Rimodellamento dell'alveo del Torrente Mulina tra Pontestazzemese e la frazione di Culerchia e del
fosso di Picignana nell'attraversamento di Culerchia, a seguito dell'evento alluvionale del 19/06/1997”, inserito nel
Piano di interventi infrastrutturali d'emergenza, predisposti dal Presidente della Giunta Regionale Toscana in ottemperanza
all'ordinanza n.2449/96 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per incarico della Comunità Montana "Alta Versilia".
• Nell'anno 1998, per conto dell'Amministrazione Comunale di Massa, è stato predisposto, insieme agli Ing.ri Carlo
Chioni e Carlo Milani, un Progetto Preliminare per il Ripristino Ambientale di tutto il corso del Canale Secco, del Canal
Fondone e del Canale di Cerignano.
Questo Progetto preliminare, visto l'enorme sovralluvionamento presente lungo gli alvei dei corsi d'acqua sopra citati, ha
avuto come obiettivo principale quello di proporre soluzioni valide per un corretto Piano di Ripristino Ambientale che
comprendesse anche la valutazione della possibilità di un'asportazione programmata e controllata di parte del
sovralluvionamento presente lungo gli alvei.
• Nell'anno 1998: Indagini geologiche, geotecniche ed idrogeologico-idrauliche eseguite per la progettazione esecutiva per
il "Rimodellamento dell'alveo del Canale di Corsanico”, per conto dell'Amministrazione Comunale di Montignoso.
Lo studio idrologico-idraulico del Canale di Corsanico, con chiusura alla confluenza con il Canale Pannosa, ha consentito di
determinare le portate di massima piena prevedibili con tempi di ritorno di 20-50-100 e 200 anni.
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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• Nell'anno 1999, per incarico dell'Amministrazione Comunale di Camaiore, sono state eseguite indagini geologiche,
geotecniche, idrogeologiche ed idrologico-idrauliche per il “Riassetto idrogeologico di alcune aree interessate da
movimenti franosi verificatisi durante l'evento alluvionale del settembre 1998”. Tali aree ricadono all'interno delle
frazioni abitate di Buchignano, Agliano, Prato, Pieve, Menconi, Campaccio e gli interventi sono inseriti nel II° Stralcio del
"Piano di interventi straordinari per il ripristino delle infrastrutture e per la sistemazione dei corsi d'acqua ed idrogeologica",
approvato, con ordinanza n. G/608 del 23/04/1999, dal Presidente della Giunta Regionale Toscana.
• Nell'anno 1999, per incarico dell'Ing. Riccardo Feliciani, sono state eseguite indagini geologiche e geotecniche su due
aree e sugli impluvi naturali presenti tra tali zone, interessate, a seguito dell'evento alluvionale del giugno 1996, da forte
instabilità diffusa, ubicate lungo la Strada Comunale per Pomezzana, in località Le Volte.
• Nell'anno 1999, per incarico dell'Ing. Sergio Bernacca e dell'Arch. Marco Bernacca, sono state eseguite indagini
geologiche e geotecniche su un'area interessata, a seguito dell'evento alluvionale del giugno 1996, da forte instabilità diffusa,
ubicata nella parte nord-orientale della frazione di Pruno.
• Nell'anno 1999, per incarico dell'Ing. Cesare Germelli, sono state eseguite indagini geologiche e geotecniche, in località
Piano, nel Comune di Montignoso, finalizzate al riassetto idrogeologico dell'intera area.
• Nell'anno 1999, per incarico dell'Ing. Massimo Sebastiani, sono state eseguite indagini geologiche, geotecniche,
idrogeologiche ed idrologico-idrauliche per la sistemazione idrogeologica e forestale del Fosso delle Fontanelle e del Fosso
del Tarsello, siti rispettivamente in località Giustagnana e Azzano, nel Comune di Seravezza, Provincia di Lucca.
• Nell'anno 1999, per incarico dell'Amministrazione Comunale di Massa, sono state eseguite indagini geologiche,
geotecniche ed idrogeologico-idrauliche in un'area potenzialmente instabile, ubicata a ridosso della frazione abitata di Forno,
nel Comune di Massa, in cui sono stati eseguiti interventi di consolidamento.
• Nell'anno 2000, per incarico dell'Amministrazione Comunale di Montignoso, sono state eseguite indagini geologiche,
geotecniche, idrogeologiche ed idrologico-idrauliche per “Definire le cause che provocano i frequenti allagamenti nelle
aree urbanizzate comprese fra Via Monterosso e la S.S. N.1 Aurelia e predisporre, in collaborazione con l'Ing. Cesare
Germelli, un progetto per il riassetto idraulico ed idrogeologico dell'intera area".
• Nell'anno 2000, per incarico del Sig. Angeli Alfredo, sono state eseguite indagini geologiche ed idrogeologiche per il
"Piano di Caratterizzazione del Sito di bonifica della ex discarica SICAM", sita in località Arenelle, nel Comune di S.
Stefano Magra, Provincia di La Spezia.
• Nell'anno 2000, per incarico dell'Amministrazione Comunale di Massa, sono state eseguite indagini geologiche e
geotecniche per il consolidamento ed il riassetto idrogeologico di una parte di versante in sinistra idrografica del Fiume
Frigido, a ridosso della "Casa Operaia", nella frazione abitata di Forno (INTERVENTO n. 2118.2, III° LOTTO, I°
STRALCIO).
• Nell'anno 2000, per incarico dell'Amministrazione Comunale di Massa, sono state eseguite indagini geologiche e
geotecniche per il completamento delle opere necessarie per la messa in sicurezza della viabilità per la località Biforco, nel
tratto compreso tra l'inizio di Via Vergheto e la confluenza tra il Canale di Cerignano ed il Canale Fondone (INTERVENTO
n. 2118.3, III° LOTTO, II° STRALCIO).
• Nell'anno 2001, per conto della Società Stoheng S.r.l., sono state eseguite indagini geologiche e geotecniche sui terreni
di fondazione di capannoni industriali, di proprietà delle Ditte DEMETRA s.r.l, F.L. INDUSTRIALE, SE.MA.P s.r.l.,
DOLMAR s.r.l., RONCHIERI s.p.a., da realizzare lungo Via Massa-Avenza, nel Comune di Massa.
• Nell'anno 2001, per incarico dell'Amministrazione Comunale di Massa, sono state eseguite indagini idrologicoidrauliche per la deperimetrazione delle aree vincolate sulla base di quanto previsto dal D.P.C. 29/09/98, D.L. 11/06/1998
n.180 (Legge Sarno) e dalla successiva Delibera Regionale N.1212 del 2/11/1999.
• Nell'Anno 2001, per conto dell'Amministrazione Comunale di Camaiore, sono state eseguite indagini geologiche e
geotecniche per la sistemazione del movimento franoso che aveva interrotto la viabilità che conduce al paese di Fibbialla
• Nell'Anno 2001, per conto della società EVAM s.p.a., sono state eseguite indagini idrogeologiche per ottenere
l'ampliamento della concessione "FONTANA MOROSA"; tali indagini hanno consentito, mediante un bilancio
idrogeologico del bacino imbrifero della sorgente, anche la valutazione delle disponibilità idriche.
• Nell'anno 2002, per incarico dell'Amministrazione Comunale di Montignoso, sono state eseguite indagini idrologicoidrauliche per la deperimetrazione delle aree vincolate sulla base di quanto previsto dal D.P.C. 29/09/98, D.L. 11/06/1998
n.180 (Legge Sarno) e dalla successiva Delibera Regionale N.1212 del 2/11/1999.
• Nell'anno 2002, per conto della Società Stoheng s.r.l., sono state eseguite indagini geologiche e geotecniche sui terreni
di fondazione di una gru a ponte, di proprietà della Ditta CAMPOLONGHI ITALIA s.r.l., situata internamente al nuovo
comparto artigianale localizzato nell'area ex Coke Apuania, lungo Viale Zaccagna, nel Comune di Carrara.
• Nell'anno 2002, per conto del CONSORZIO DI BONIFICA "VERSILIA–MASSACIUCCOLI", sono state eseguite
indagini geologiche e geotecniche a corredo della progettazione "Canale A.B. Colatore Destro: ripristino delle scarpate
scoscese – Calamità 10/1999", in località Cinquale nel Comune di Montignoso.
• Nell'anno 2002, per conto della Regione Toscana, nell'ambito del Progetto VEL (valutazione degli effetti locali durante
un terremoto), ha partecipato alle indagini di sismica a rifrazione, con onde P ed SH, eseguite per i comuni di Aulla,
Bagnone, Comano, Fivizzano, Fabbriche di Vallico, Tresana, dalla Geognostica Apuana s.n.c., di cui lo scrivente è socio.
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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• Nell'anno 2003, per incarico dell'Amministrazione Comunale di Massa, sono state eseguite indagini idrogeologicoidrauliche a corredo della progettazione delle opere necessarie alla messa in sicurezza dell'area, attualmente interessata da
problemi legati al ristagno delle acque e ad eventuali esondazioni dei fossi e dei canali del sistema di drenaggio del fosso
Brugiano, sulla quale è prevista la realizzazione dell'Ospedale Unico di Costa.
• Nell'anno 2003, per conto della Società Stoheng s.r.l., sono state eseguite indagini geologiche e geotecniche sui terreni
di fondazione di un capannone industriale, di una palazzina uffici e di una pensilina, di proprietà della Ditta EMA s.r.l, da
realizzare lungo Via Massa-Avenza, all'interno del nuovo comparto artigianale ubicato nell'area ex FARMOPLANT, nel
Comune di Massa.
• Nell'anno 2003, per conto della Ditta Ulivieri Ricambi s.r.l., sono state eseguite indagini geologiche e geotecniche sui
terreni di fondazione di un capannone industriale, da realizzare lungo Via Massa-Avenza, all'interno del nuovo comparto
artigianale ubicato nell'area ex Dalmine, nel Comune di Massa.
• Nell'anno 2003, per incarico dell'Amministrazione Comunale di Comano, sono state eseguite indagini idro-geo-litomorfologiche, di supporto ai PIANI DI RECUPERO DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE delle frazioni di
Casa Pelati, Canola, La Villa, La Greta e Montale, previste dalla Legge Regionale Toscana n. 21 del 17.04.84, secondo la
direttiva della stessa Regione n.94 del 12.02.85, finalizzate alla stesura della Carta della pericolosità e della fattibilità.
• Nell'anno 2003, per conto del CONSORZIO DI BONIFICA "VERSILIA–MASSACIUCCOLI", sono state eseguite
indagini geologiche e geotecniche a corredo della progettazione per il "RIPRISTINO ARGINE CIRCONDARIALE DEL
LAGO DI MASSACIUCCOLI, LOCALITA' PORTOVECCHIO", nel Comune di Massarosa.
• Nell'anno 2003, per conto della Società "Beau Soleil s.r.l.", sono state eseguite indagini geologiche e geotecniche sui
terreni di fondazione di un fabbricato ad uso residenziale, commerciale e direzionale che dovrà essere realizzato all'interno
del Piano Operativo di Comparto (P.O.C.) n°1, Comparto n°1, in località Cinquale, nel Comune di Montignoso.
• Nell'anno 2004 sono state eseguite indagini idro-geo-lito-morfologiche, previste dalla Legge Regionale Toscana n. 21
del 17.04.84, secondo la direttiva della stessa Regione n.94 del 12.02.85, finalizzate alla stesura della Carta della pericolosità
e della fattibilità, in ottemperanza alle Norme di piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.), necessarie alla stesura delle
Varianti al "Piano Strutturale del Comune di Carrara".
• Sempre per conto dell'Amministrazione Comunale di Carrara, a seguito dell'evento alluvionale del 23/09/2003, è
stato ultimato il censimento dei movimenti franosi e la loro perimetrazione; inoltre sono state effettuate ulteriori indagini per
l'adeguamento della Carta Geomorfologica e della Carta di Pericolosità dell'intero territorio comunale.
• Nell'anno 2004, per incarico dell'Amministrazione Comunale di Montignoso, sono state espletate indagini geologiche
e geotecniche in una zona in cui è prevista la realizzazione di un parcheggio a servizio delle attività commerciali in località
Cerreto.
• Nell'anno 2004, per incarico dell'Amministrazione Comunale di Montignoso, sono state espletate indagini geologiche
e geotecniche sui terreni di fondazione dell'edificio in cui ha sede la Scuola Elementare del Cervaiolo, ubicato in località
Cervaiolo, nel Comune di Montignoso.
• Nell'anno 2004, per incarico dell'Ing. Cesare Tinelli, sono state eseguite indagini geologiche e geotecniche su alcuni
tratti della Strada Provinciale N° 26 Villafranca-Monti, in località Amola, nel Comune di Licciana Nardi, interessati da
evidenti abbassamenti della carreggiata.
• Nell'anno 2004, per incarico dell'Ing. Carlo Chioni, sono state eseguite indagini geologiche e geotecniche su alcuni
tratti della Strada Provinciale N° 68, in località Arlia, nel Comune di Fivizzano, in cui sono previsti interventi di
sistemazione e ripristino del manto stradale, di allargamento verso valle della carreggiata e di rinforzo delle pile del ponte sul
Torrente Rosaro.
• Nell'anno 2004, per conto dell'Amministrazione Comunale di Carrara, sono state eseguite indagini geologiche e
geotecniche per i lavori di Somma Urgenza sull'area interessata dal movimento franoso in località Canalie.
• Nell'anno 2004, per incarico dell' Ing. Carlo Chioni, sono state espletate indagini geologiche, geomorfologiche,
idrologiche e geotecniche sul tratto di alveo del Fosso di Boecchia compreso fra la base del ravaneto di Calocara e la sua
confluenza nel Torrente Carrione.
• Nell'anno 2004, per conto della Regione Toscana, nell'ambito del Progetto VEL (valutazione degli effetti locali durante
un terremoto), ha partecipato alle indagini di sismica a rifrazione, con onde P ed SH, eseguite per i comuni di Carrara, Massa
e Montignoso, dalla Geognostica Apuana s.n.c., di cui lo scrivente è socio.
• Nell'anno 2005, per incarico dell'Ing. Morello Morelli, Arch. Alessandro Giusti e Arch. Livio Sturlese, sono state
eseguite indagine geologico-tecniche per l'individuazione delle eventuali variazioni delle Classi di Pericolosità e Fattibilità,
in una zona di Marina di Massa, interessata dal "Piano Particolareggiato di Marina Centro".
• Nell'anno 2005, per conto della Regione Toscana, nell'ambito del Progetto VEL (valutazione degli effetti locali durante
un terremoto), ha partecipato alle indagini di sismica a rifrazione, con onde P ed SH, eseguite per il comune di Sovicille,
Provincia di Siena, dalla Geognostica Apuana s.n.c., di cui lo scrivente è socio.
• Nell'anno 2005, per incarico del Comune di Licciana Nardi, sono state eseguite indagini geologicohe e geotecniche su
un'area, ubicata in località Costamala, interessata da un movimento franoso che lambisce un edificio di civile abitazione.
• Nell'anno 2005, per incarico del Comune di Montignoso, sono state espletate indagini geologiche e geotecniche per i
lavori di supporto al progetto per il "completamento degli interventi di sistemazione idraulico forestale dei bacini montani
del Comune di Montignoso".
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Valutazione di Impatto Ambientale – Discarica in loc. Porta Comuni di Montignoso e Pietrasanta
Relazione generale
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• Nell'anno 2005, per conto della Società "La Victor S.C. a R.L.", sono state eseguite indagini geologiche e geotecniche
sui terreni di fondazione di un nuovo capannone industriale e uffici da realizzare lungo Via Massa-Avenza, nel Comune di
Massa.
• Nell'anno 2005, per conto del CONSORZIO DI BONIFICA "VERSILIA–MASSACIUCCOLI", sono state eseguite
indagini geologiche e geotecniche sui terreni di fondazione di un fabbricato, interessato da cedimenti strutturali, ubicato
lungo il Fosso Reale, nel Bacino di Bonifica di Vecchiano, Provincia di Pisa.
• Nell'anno 2005, per incarico del Comune di Montignoso, sono state espletate indagini geologiche e geotecniche per il
Progetto Esecutivo per la realizzazione di opere di Sistemazione Idraulico Forestale di un tratto del Canale della Pira, a
monte della Strada Provinciale della resistenza.
• Nell'anno 2005, per conto della Regione Toscana, nell'ambito del Progetto VEL (valutazione degli effetti locali durante
un terremoto), ha partecipato alle indagini di sismica a rifrazione, con onde P ed SH, eseguite per il comune di Cecina,
Provincia di Livorno, dalla Geognostica Apuana s.n.c., di cui lo scrivente è socio.
• Nell'anno 2005, per incarico dell'Amministrazione Comunale di Comano, sono state espletate indagini geologiche e
geotecniche su terreni di fondazione di un tratto di muro di contenimento franato, da ripristinare, ubicato lato valle del
parcheggio comunale in località Cattognano.
• Nell'anno 2005, per incarico dell'Amministrazione Comunale di Montignoso, sono state espletate indagini geologiche
e geotecniche su terreni interessati da tre aree di sosta da realizzare nell'ambito del progetto "La Via Dell'Arte", di cui due
nel Comune di Montignoso ed una in quello di Pietrasanta.
• Nell'anno 2005, per incarico del Comune di Comano, sono state espletate indagini Idro-Geo-Lito-Morfologiche di
supporto alla variante allo Strumento Urbanistico di un tratto della Strada Provinciale N.54, Arlia – Caverdana – Comano, in
Località La Tana.
• Nell'anno 2005, per incarico dell'Ing. Morello Morelli, Arch. Alessandro Giusti, Arch. Livio Sturlese, sono state
espletate indagini Idro-Geo-Lito-Morfologiche di supporto alla variante al Piano Particolareggiato di Marina Centro.
• Nell'anno 2005, per conto della Società "Le Rose s.r.l.", sono state eseguite indagini geognostiche ed idrogeologiche sui
terreni interessati dallo scavo necessario alla costruzione di una struttura alberghiera, ubicata in località Marina di Carrara,
ed il successivo monitoraggio degli abbassamenti della falda freatica, indotti dal pompaggio di un sistema well-point,
installato all'interno delle palancole, preventivamente infisse lungo tutto il perimetro dello scavo.
• Nell'anno 2006, per incarico del Comune di Montignoso, sono state espletate indagini Idro-Geo-Lito-Morfologiche di
supporto al Piano Attuativo dell'Arenile.
• Nell'anno 2006, per incarico del Comune di Castelnuovo Magra, sono state espletate indagini geologiche e
geotecniche per il consolidamento del dissesto del versante in prossimità del centro storico, in località Borghetto.
• Nell'anno 2006, per incarico della Cooperativa Paolo VI, sono state espletate indagini geologiche e geotecniche sui
terreni di fondazione di due fabbricati, per complessivi N. 24 Alloggi, da realizzare all'interno del Comparto PEEP di
Codupino, nel Comune di Massa.
• Nell'anno 2006, per incarico di GAIA S.p.a., sono state espletate indagini geologiche e, geomorfologiche ed
idrogeologiche per l'autorizzazione alla ricerca di acque sotterranee, tramite la terebrazione di un Pozzo da realizzare
all'interno di un'area del Comune di Montignoso.
• Nell'anno 2006, per conto del CONSORZIO DI BONIFICA "VERSILIA–MASSACIUCCOLI", sono state eseguite
indagini geologiche e geotecniche sui terreni di sponda del Fosso Ranocchiaio, del Comune di Pietrasanta.
• Per incarico della Corsini S.p.a., sono state espletate indagini geologiche e geotecniche relativo all'atto di Pianificazione
Urbanistica, del Comune di Carrara, denominato "PIANO ATTUATIVO DI RICOMPOSIZIONE URBANA N.9 DELLA
FRAZIONE DI BONASCOLA, in località Spondarella.
• Nell'anno 2007, per incarico del Comune di Montignoso, sono state espletate indagini Idro-Geo-Lito-Morfologiche di
supporto al Piano di Recupero di Capanne Alta.
• Nell'anno 2007, per incarico del Tribunale di Massa, sezione distaccata di Carrara, sono state espletate indagini
geologiche e geotecniche, per valutare le condizioni di stabilità di un versante su cui è ubicato un edificio lesionato,
nell'ambito dell'ACCERTAMENTO TECNICO PREVENTIVO, promosso dalla Sig.ra A. Poggi contro Progetto Carrara
S.p.a ed altri.
• Nell'anno 2007, per incarico della Banca Carige S.p.a., sono state espletate indagini geologiche e geotecniche sui
terreni presenti in un'area in cui è previsto l'"INTERVENTO DI SOSTITUZIONE EDILIZIA COMPLESSO ALL:C-INT.
N:4 DELLE N.T.A:", posta lungo Via Provinciale nel Comune di Forte dei Marmi.
• Nell'anno 2007, per incarico dell'Amministrazione Comunale di Comano, sono state espletate indagini geologiche e
geotecniche in corrispondenza dell'area in cui è stato realizzato il Lago artificiale denominato la Piana, ubicato a valle della
Strada Provinciale N.65 Massese.
• Nell'anno 2007, per incarico della Società Costruzioni s.r.l., sono state espletate indagini Idro-Geo-Lito-Morfologiche
di supporto alla Proposta di Intervento di Piano di recupero di un'area sita in Marina di Carrara, Via G. Garibaldi e Ruga A.
Maggiani.
• Nell'anno 2007, per incarico del Nuovo Pignone S.p.a., sono state espletate indagini Idro-Geo-Lito-Morfologiche di
supporto alla Variante alle Normative Vigenti "Area Nuovo Pignone"
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