Stati Uniti - TOAssociati
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Stati Uniti – Nel regno del bourbon di Tim Bryan, da The Guardian Distillerie, case vittoriane e corse dei cavalli. Più di mille chilometri tra le colline verdi del Kentucky, uno stato fuori dagli itinerari turistici. Due ore al volante in compagnia del caldo e della sete. Le strade intorno a Lexington sono larghe e vuote. Guido tra le colline e passo accanto a dei maneggi. Proseguendo, incontro Harrodsburg, la città dei pionieri. Poi Perryville e i campi di battaglia della guerra di secessione. Infine a sudovest, fino al parco nazionale di Mammoth caves, dove c'è il più grande sistema di grotte sotterranee al mondo. Ho prenotato una stanza in un cottage da queste parti e sono in cerca di una birra, visto che è arrivata un'ondata di caldo: 31 gradi, un record in primavera. C'è un piccolo problema. Il parco nazionale non vende alcol. È all'asciutto. "Ah. E dov'è il bar più vicino?". "Tutta la contea è all'asciutto, signore. Ma c'è un negozio di liquori a Bowling Green, vicino al confine con il Tennessee". Sono quasi cinquanta chilometri a sud. Una distanza notevole per gli standard europei. Non negli Stati Uniti. "Benvenuto nel sud, signore ", ridacchia l'uomo del negozio di liquori al mio arrivo. "A quanto pare abbiamo un uomo che non può mangiare senza la sua birra". Avevo un bisogno così disperato della mia birra Kentucky Ale? Sì. Sono in vacanza e sto facendo un giro di dieci giorni che mi porterà a percorrere 1.600 chilometri in auto. Mi trovo nello stato che ha reso famoso il colonnello Sanders (fondatore della catena di fast food Kentucky Fried Chicken), lo stato del bourbon e dei cavalli, che è anche la patria della musica bluegrass. Mi muovo tra ex campi di battaglia e distillerie, vecchie prigioni trasformate in alberghi di lusso o bed and breakfast. Inoltre mi sto godendo le bellezze del posto: le Cumberland falls, dette le cascate del Niagara del sud, i laghi ricchi di pesci gatto, le montagne e sorpresa - le persone. Il Kentucky è pieno di sorprese: è fuori dei percorsi del turismo internazionale, ma è una grande occasione per vedere l'America più nascosta e vera. Il bourbon è una delle grandi attrazioni locali. Circa il 95 per cento di questo liquore prodotto negli Stati Uniti viene dal Kentucky, da distillerie a gestione familiare come Heaven hill, vicino a Bardstown, il regno del bourbon. All'inizio della settimana ho dormito al Jailer's inn, una vecchia prigione trasformata in bed and breakfast, con mura spesse trenta centimetri e stanze con sbarre alle porte. La colazione è servita all'esterno, vicino alla vecchia forca. Bardstown è anche la sede della Chapeze house, dove il "colonnello" Masters e sua moglie, Margaret Sue, danno lezioni di cucina e offrono assaggi di bourbon. L'affabile colonnello (in realtà ha più l'aria dello zio) è una celebrità della tv: insegna agli americani ad annusare il bourbon o a preparare il mint julep (una foglia di menta, zucchero di canna, acqua, bourbon), la bevanda ufficiale della corsa di cavalli Kentucky derby. Steccati bianchi Lexington è la capitale dell'ippica. Sembra che ogni abitante dello stato lavori in questo campo: è pieno di fantini, allenatori, veterinari, allevatori. Qui c'è Keeneland, un concorso ippico molto mondano (un po' come l'inglese Ascot, ma senza cappelli), dove si tengono le aste equine più importanti del mondo. In primavera e autunno ci sono anche le corse. È un appuntamento che coinvolge tutta la comunità, bambini compresi, tranne che per il giro di scommesse. Decido di puntare anch'io, ma mi confondo tra "show" (piazzamento tra i primi tre) e "piace" (tra i primi due) e ignoro il "tris" e il "supertris". Comunque riesco a vincere 80 dollari. Per essere una città universitaria di quasi trecentomila abitanti, Lexington ha un centro molto piccolo: pochi grattacieli circondati da case vittoriane costruite con mattoni e legno. Tutte rigorosamente con veranda. I pub sono tutti a un isolato o due dal mio albergo: il Gratza park inn. Durante i weekend delle corse i pub diventano una vera attrazione: le feste organizzate al Mia' s, ottimo per il brunch, al Tap room o al Molly Brooke's, un locale irlandese e dall'atmosfera familiare, vanno avanti fino alle due del mattino. Così, tanto per cominciare, prendo un hamburger di controfiletto con patatine (5 dollari e 95) al Sidebar Grill, un pub dall'atmosfera un pò alternativa. La campagna intorno a Lexington e a Frankfort, la capitale dello stato, è talmente bella che, soprattutto in primavera, è un piacere viaggiare in macchina. Le colline verdi sono costellate di maneggi, tutti recintati con muretti di pietra o steccati bianchi. In molti ci sono vecchi granai di legno, circondati da alberi di tulipani, ciliegi e sanguinelle in fiore. Sui terreni dominano le ville dei colonnelli del Kentucky, che si sono guadagnati questo titolo durante la guerra d'indipendenza. L'itinerario più scenografico è l'Old Frankfort pike: lungo la strada s'incontra la Wallace station, un ristorante biologico ricavato in una vecchia stazione ferroviaria. Offre sandwich giganti con pane appena sfornato le bevande locali: come la Ale 8-One, una birra fruttata allo zenzero. L'idillio rurale cede gradualmente il passo all'eleganza metropolitana. Proseguendo per novanta minuti a ovest, lungo la vecchia strada per Shelbyville, oltre il Valhalla golf club e alcune delle case più grandi che abbia mai visto, ci sono dei nuovi condomini con garage per sei posti auto. Uno di questi si chiama Notting hill. Louisville, una città di un milione di abitanti confinante con l'Indiana, lungo il fiume Ohio, sta diventando una meta apprezzata per i suoi bar e ristoranti e per il suo panorama artistico. È una città tranquilla con un'atmosfera di provincia e una popolazione accogliente. Il suo centro è famoso per l'assenza delle grandi catene commerciali e per l'architettura vittoriana. Mi perdo il Kentuckyderby all'ippodromo Churcill Downs, e anche la successiva festa cittadina di due giorni, ma in compenso riesco a prendere una stanza al 21C Museum hotel, che l'anno scorso è stato eletto miglior albergo d'America dai lettori di Condé Nast Traveller. Posteggiare qui l'auto affidandola a un addetto costa 21 dollari a notte, quindi scelgo il parcheggio accanto. L'albergo è moderno e fuori dal comune: è pieno di foto contemporanee, installazioni e dipinti. Si trova su West main street, proprio accanto al Museum row (una volta Whiskey row, prima del proibizionismo) e al Muhammad Ali centre, monumento imperdibile al grande mito del pugilato. Banjo e violini Tra le classiche attrazioni del centro c'è il Seelbach hotel, contrassegnato con cinque diamanti, simili alle stelle della guida Michelin, e citato nel Grande Gatsby. Al Capone ha mangiato qui e ha usato un'uscita segreta per sfuggire alla polizia. Nella vecchia Louisville ci sono interi quartieri con bellissime case a schiera e ville vittoriane. Nei quartieri meno raccomandabili di Butchertown e Germantown si trovano le piccole villette rettangolari, dette shotgun (fucile) costruite a partire dalla guerra civile americana e poi fino agli anni venti. Sono composte da tre o più stanze e devono il loro nome al fatto che la porta di fronte e quella sul retro sono perfettamente allineate: teoricamente, un colpo di fucile può attraversare la casa senza scalfire i muri. Su Bardstown road e sullo snodo di Barret avenue abbondano le librerie, i bar e le boutique. Il miglior negozio dell'usato è Nitty Gritty (996 Barret avenue), dove per poco non cedo alla tentazione di comprare, per trenta dollari, uno smoking azzurro anni Settanta. C'è anche il Leatherhead, sponsorizzato dalla conduttrice televisiva Oprah Winfrey, che fa pelletteria e fruste su ordinazione: a quanto pare anche Orlando Bloom e Johnny Depp sono suoi clienti. Quando passo con l'auto gli sconosciuti mi sorridono e salutano. È un'abitudine un po' strana, ma simpatica e contagiosa. Il Kentucky è il luogo dove il nord incontra il sud, un piacevole incrocio tra la sensibilità nordista e l'ospitalità sudista. Da un punto di vista storico e geografico, non è né l'uno né l'altro. Lo stato si estende per seicento chilometri da est a ovest (sei ore d'auto) circondato da Ohio, Indiana e Illinois a nord, Missouri, Tennessee e Virginia a sud. La gente del posto preferisce chiamarlo "la porta del sud": il Kentucky è più rappresentato dal film Sea biscuit che da Mississippi burning, anche se d'estate il clima è umido. È per questo che ci sono le verande. Anche la cucina è molto sudista: granaglie, pesce gatto fritto, prosciutto di campagna affumicato, grigliate con legna hickory, focacce di granturco fritte in padella, burgoo (in passato era uno stufato di scoiattolo, oggi è di montone). E naturalmente, pollo fritto: nella squisita versione fatta in casa di Kurts, a Bardstitown, oppure da Kentucky Fried Chicken. Non sono un appassionato di Kentucky Fried Chicken, ma se si passa davanti al primo negozio della catena – ancora chiamato Sanders Cafe - vicino alle Cumberland falls, sulle montagne, bisogna andarlo a vedere, almeno per visitare il piccolo museo. L'altra grande esportazione del Kentucky è il bluegrass - un derivato del country molto ritmato, suonato con banjo e violini - creato dagli antenati scozzesi e irlandesi che si stabilirono sugli Appalachi, patria degli hilbillies. Da queste parti le persone non badano molto alle apparenze e si vedono macchine arrugginite parcheggiate sui prati delle case. La cittadina di Hazard (sì, quella del telefilm) è a pochi minuti di auto dalle cascate. Il bluegrass alla radio è la miglior colonna sonora possibile per chi guida su queste strade. C'è un ultimo particolare che balza agli occhi durante la guida: il gran numero di animali morti lungo le strade. Purtroppo ci si abitua presto. Sono scoiattoli, procioni, opossum, coyote, cervi. Bisogna fare molta attenzione alle puzzole, perché il loro odore si attacca all'auto per cinque maleodoranti minuti anche se si hanno i finestrini e il tettuccio aperti. Ecco perché ho fatto cinquanta chilometri per trovare qualcosa da bere. A tavola…Whisky, fagioli e pollo fritto Pollo e pesce gatto fritti, grits, hushpuppies (frittelle di farina di mais), cornbread, stufati di fagioli, verdure e carne (il burgoo, per esempio), torta di noci pecan e un particolarissimo tipo di barbecue: la cucina del Kentucky è robusta, tradizionale e con salde radici nelle ricette del sud degli Stati Uniti. Al Blind Pig di Louisville, le salsicce e i prosciutti sono affumicati in casa. E la protagonista del menù è la carne: manzo, anatra e maiale, usato, sotto forma di bacon, perfino per aromatizzare i cocktail. Per assaggiare un'altra gloria del Kentucky, il bourbon, viene segnalato il Theatre square marketplace, sempre a Louisville. Oltre a una grande varietà di whisky statunitensi (dal Makers Mark all'Eagle Rare, invecchiato 17 anni), il locale offre anche piatti tradizionali (barbecue di maiale marinato nel bourbon e hot brown) e qualche classico internazionale (confit di anatra e capesante al curry). Tuttavia, il posto migliore per provare le specialità locali non è a Louisville, ma nei pressi di Lexington, "la capitale mondiale dei purosangue". Gestito da Chris e Ouita Michel, usciti dal Culinary institute of America, l'Holly Hill inn di Midway è ospitato in una villa ottocentesca e offre piatti tipici ma particolarmente curati: coscette di rana e cozze con crema di zafferano e soufflé di farina di mais con polpa di aragosta. Un altro indirizzo da non mancare è Jonathan's, nel centro di Lexington, che serve rivisitazioni contemporanee dei classici del sud: per esempio la quaglia glassata al blackberry wine, un vino dolce prodotto dalla cantina locale Lovers Leap.