arcireport Lombardia

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arcireport Lombardia
arcireportmilano
Anno IV - n° 9
settembre 2011
sommario
a pag 2
mensile a cura di Arci Milano
Lettera aperta del Presidente Nazionale dell'ANPI ai capigruppo
di Senato e Camera
Giù le mani dal 25 Aprile!
Agli Onorevoli Presidenti dei Gruppi parlamentari del Senato e della Camera dei
Deputati
Onorevoli Presidenti,
quando i quotidiani hanno dato notizia del progetto di inserire - tra le varie misure
della più recente manovra - anche l'accorpamento delle festività laiche infrasettimanali alla domenica successiva, il Comitato Nazionale dell'ANPI ha espresso subito
la più viva preoccupazione con un comunicato che faceva riferimento, in modo particolare, a tre festività di eccezionale rilievo e valore storico (25 aprile, 1 maggio e
Carlo Smuraglia 2 giugno).
Peraltro, le misure in questione sono entrate nel decreto e ora dovranno essere esaPresidente
minate, con le altre, in sede parlamentare.
dell’ANPI
Nel frattempo, ci sono pervenute - da ogni parte d'Italia - manifestazioni di esplicito
dissenso rispetto a quel tipo di misure, accompagnate anche dall'opinione di non pochi economisti,
secondo i quali l'incidenza delle stesse, sul piano economico, sarebbe sostanzialmente irrilevante. C'è
un diffuso allarme, al riguardo di queste misure, in gran parte del mondo democratico e dei cittadini
che credono all'importanza di alcuni valori imprescindibili.
L'ANPI, ovviamente, è consapevole della necessità della pronta adozione di misure anche drastiche,
per affrontare la grave crisi che si sta attraversando (non solo in Italia) ed evitare il peggio, convinta
che solo misure che rispondano a criteri di equità e ragionevolezza possono essere recepite e attuate
con la necessaria convinzione e il conseguente impegno da parte di tutti.
Ma l'equità non si realizza soltanto sul terreno economico-sociale. Di essa fanno parte anche valori
fondamentali, di natura storico-politica, che riguardano l'intera collettività nazionale; prescindere
da essi o negarli, significherebbe negare la nostra stessa storia, le origini della nostra libertà e della
democrazia e misconoscere lo stesso significato del lavoro, posto giustamente a fondamento della Repubblica e al quale è dedicata una festa che appartiene alla tradizione di tutti.
È stato giustamente rilevato, da un illustre giurista (Alessandro Pace), che i francesi non accetterebbero mai di spostare la data del 14 luglio, così come gli americani non prenderebbero neppure in considerazione l'idea di spostare il "giorno dell'indipendenza" o il "giorno del ringraziamento".
E ciò perché è diffusa, in loro, la consapevolezza che "la celebrazione di certi avvenimenti costituisce
un fattore di integrazione dell'ordinamento statale, la cui sostanziale unità, pur nella diversità delle
idee, è nell'interesse generale preservare". Per tornare a noi, va detto, in particolare, che, fra le feste
"laiche" che si vorrebbero spostare, quella del 25 aprile - festa nazionale e dunque di tutti - assume
un significato del tutto particolare perché ricorda non solo la liberazione dalla dittatura e dall'invasione nazista, ma anche quelle centinaia di migliaia di cittadini che si sono sacrificati per la nostra
libertà. Non possiamo confondere questi significati e questi valori in una giornata festiva qualsiasi,
senza che essi perdano gran parte della loro stessa valenza e senza rischiare di offendere la memoria
dei nostri caduti.
Se è vero - come molti specialisti sostengono - che si tratta di misure di valore economico insignificante, non dovrebbe essere difficile sostituirle con altre di maggiore efficacia economica, nel rispetto
però di quella equità, storicamente intesa, a cui ho fatto cenno, oltreché all'esigenza ordinaria di
equità economico- sociale.
Mi permetto, perciò, a nome dell'ANPI Nazionale, di invitare tutti i Gruppi parlamentari a una riflessione attenta e serena sulla questione che l'ANPI ha doverosamente sollevato e la cui sostanza confido
che potrà essere accolta senza difficoltà. Se così sarà, ne guadagnerà l'intera collettività nazionale,
pronta ad affrontare, quando necessario, anche importanti sacrifici, ma nel rispetto della nostra storia
e dei valori che devono unirci perché sono alla base della Costituzione e della stessa convivenza democratica.
Ringraziando per l'attenzione, invio i migliori saluti.
Il Presidente Nazionale dell’ANPI
Carlo Smuraglia
IL 25 APRILE NON SI TOCCA!
Sez. ANPI/ARCI “Tom Benetollo”
Arcireportmilano
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono
imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per
riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata
la nostra Costituzione." Piero Calamandrei (26 gennaio 1955)
arcireportmilano - settembre 2011 - 2
arci25aprile
Da Articolo 21 intervista a Carlo Smuraglia, presidente ANPI
Assurdo eliminare feste
base della nostra convivenza democratica
In merito alla proposta di abolire le feste laiche del nostro Paese, riportiamo un’ampia
intervista rilasciata da Carlo Smuraglia a
Stefano Corradino di Articolo21 (ndr. arcireportmilano)
C
***
ancellare le feste laiche (ma non quelle
religiose) per fronteggiare la crisi? “È una
misura irrilevante – afferma Carlo Smuraglia, presidente dell’Anpi, e per alcuni
aspetti anche controproducente dal punto
di vista della cosiddetta produttività. Ma in
realtà l’intento è un altro: si vuole portare
a compimento "un’opera di revisione costituzionale e di cancellazione della memoria”.
Qualche giorno fa Gaetano Saya, ex massone e leader del Msi e ideatore delle
"ronde nere" - si è lanciato in una nuova
campagna al grido di: cacciamo gli stranieri, gli omosessuali, ripristiniamo la
pena di morte e limitiamo la libertà di
stampa. È il delirio di un folle isolato o il
sintomo di un degrado politico e civile?
Sono dichiarazioni farneticanti. Credo tuttavia che sia uno dei tanti gravi sintomi di
un malessere del Paese. Se l’Italia attraversa un momento di crisi la spinta dovrebbe essere quella all’unità nazionale. Ed
è quantomeno singolare che proprio in un
momento come questo vengano fuori manifestazioni di razzismo e odio. Se nemmeno in una simile fase storica non si trova
un’intesa su alcuni punti di fondo e assistiamo a tali esternazioni - e Saya purtroppo è in buona compagnia - vuol dire
che c’è una grave malattia in questo Paese
che non si riesce a rimuovere.
Malattia che sembra estendersi anche ad
altri Paesi. Ai Mondiali di canoa in Ungheria sul podio hanno rispolverato la
strofa di un inno nazista al posto di quello
tedesco… Il morbo infetta tutta l’Europa?
Se non tutta, qua e là sembra riaffiorare un
po’ ovunque. Cosa perseguono? Riportare
l’Europa ai tempi del nazismo? In cosa credono? Oltre a essere gravi e pericolosi questi episodi sono anche decisamente irrazionali perché non hanno sbocchi né prospettive né si può pensare che possano essere “contagiosi” perché il buon senso,
almeno per adesso, in Europa prevale.
Tornando all’Italia, nella manovra del governo c’è la proposta di cancellazione di
alcun feste tra cui il 25 aprile, il 1° maggio,
il 2 giugno….
Solo feste laiche tra l’altro. Piuttosto singolare. Se si tratta di sacrifici dovrebbero riguardare tutti senza distinzione di religione…
Si sostiene che tale abolizione potrebbe
contribuire a fronteggiare la crisi…
Ho sentito l’opinione di numerosi economisti e la stragrande maggioranza di questi
sostiene che si tratti di una misura irrilevante e per alcuni aspetti anche controproducente dal punto di vista della cosiddetta
produttività. E non ho visto nessuno sostenere con forza e competenza le ragioni di
una misura di questo genere. Ci deve essere
un intento diverso.
Quale?
Quello di proseguire un’operazione di sradicamento della memoria già iniziata dal
momento che in più di un’occasione si è
cercato di mettere in discussione queste ricorrenze.Come si fa a pensare di sopprimere commemorazioni profondamente radicate come il Primo Maggio che appartiene a una tradizione remotissima e fondante a partire dall’articolo 1 della Costituzione? O il 25 aprile e il 2 giugno che rappresentano la base della nostra convivenza
democratica attuale, la libertà del paese e
la Repubblica?
Su “la Padania” si propone di festeggiare
insieme 25 aprile e San Marco…
Un concetto di nazione piuttosto incompiuto. 25 aprile e 1 maggio sono feste di
tutti perché così ha decretato la legge e il
parlamento italiano. È la strada su cui
camminiamo. Ed è doloroso che non si
pensi soprattutto al fatto che il 25 aprile è
costato centinaia di migliaia di morti sui
quali, come diceva Calamandrei, si è costruita la nostra Costituzione.
Eppure non c’è stata una indignazione
così capillare di fronte a questa proposta.
Chissà se fosse successo all’estero…
Concordo con quanto scritto da Alessandro
Pace su Repubblica. Ben altra sarebbe stata
la reazione dei francesi se qualcuno avesse
proposto di spostare la data del 14 luglio (la
Presa della Bastiglia, ndr) o quella degli
americani se fosse stato messo in discussione il giorno dell’indipendenza…
Una proposta da rigettare completamente
quindi?
Sì, perché sono fermamente convinto che
ci siano tante altre misure, diverse ed eque
che si potrebbero adottare senza sacrificare
valori fondamentali.
La cancellazione della memoria non passa
solo attraverso le leggi… Ogni anno c’è
chi vorrebbe mettere le mani sui libri di
testo scolastici…
Penso che ci sia un profondo problema culturale nel Paese e su questo dobbiamo intraprendere una forte iniziativa. Se non riusciamo a creare un sentimento comune che
parta dai valori fondamentali su cui si regge la nostra storia e se non riusciamo a farlo partendo dalla scuola, questo paese non
decollerà mai come una democrazia veramente concreta e compiuta. È a scuola che
si preparano gli artefici della democrazia.
Articolo21 ha lanciato un appello rivolto
anche al mondo dell’informazione affinchè dia spazio alle tante voci contrarie alla
“macelleria sociale e costituzionale” per-
petrata tra provvedimenti che ledono i diritti dei lavoratori e ipotesi scellerate di
revisione della Carta.
Un appello che condivido in pieno. Ed è
giusto che sia rivolto al mondo dell’informazione il cui ruolo è fondamentale. I giornalisti devono sentire il peso della propria
responsabilità non solo dando le notizie ma
cercando anche di contribuire ad accrescere il grado di coscienza civile. E magari dovrebbero anche imparare a usare più cautela nel dare le notizie.
Allude alla strage di Oslo attribuita inizialmente al terrorismo islamico per poi
scoprire che si trattava di un fondamentalista cristiano e neonazista?
Quella vicenda dovrebbe servire da lezione
per chi fa informazione e spesso percorre
la strada più rapida dando per scontate
delle responsabilità e facendo così un cattivo servizio: se si insinuano sentimenti negativi poi è difficile recuperare…
L’informazione però, specie in internet ultimamente, è anche quella attraverso cui
si propagano grandi mobilitazioni. Giornali on line, siti internet, blog, social network…
Un fenomeno straordinario come abbiamo
avuto modo di vedere in occasione dei referendum dove l’effetto dei mezzi cosiddetti
non tradizionali è stato superiore a quello
dei media “convenzionali.”.
È solo un fenomeno della rete o c’è un fermento crescente anche nell’impegno civile
tradizionale? L’Anpi è un’associazione di
partigiani eppure sono molti i giovani che
vi aderiscono…
Sono tanti e anche inaspettatamente e portano con sé speranze e attese che talvolta
sembrano anche eccessive rispetto a ciò che
un movimento come il nostro può fare. Ma
è importante e incoraggiante perché fortifica le nostre speranze e il nostro impegno
per un futuro migliore.
da www. articolo21.org
intervista rilasciata a Stefano Corradino
SOMMARIO
Arci 25 aprile
Giù le mani dal 25 aprile.........pag. 1
Intervista a Carlo Smuraglia...pag. 2
In piazza con la CGIL...............pag. 3
Lettera del Sindaco...................pag. 4
Movida: un altro punto di vista..pag. 5
Il Giro della Padania..................pag. 6
Arcicultura: Arci c’era.................pag. 7
Arci al Carroponte..................pag. 8-12
Arcicircoli
Schighera:Musée de l’Homme pag.13
Tambourine: balliamo contro la crisi
che ci deprime......................pag. 13
Il progetto Ghibli avanza..........pag. 14
Tramedafrica.............................pag. 14
arcireportmilano - settembre 2011 - 3
arcimanovra
Il 6 settembre l’Arci in piazza con la Cgil,
contro una manovra iniqua e sbagliata,
per un’alternativa nel segno
della giustizia sociale e della democrazia
L'Arci aderisce alla mobilitazione ai costi della politica sono insuffiLettera
promossa dalla Cgil con lo sciopero cienti, non vanno a incidere sulle quedel Presidente
Paolo Beni
Ai presidenti
dei Comitati Regionali e Territoriali
Ai componenti del Consiglio nazionale
Alla Presidenza nazionale
Care e cari,
come sapete il prossimo 6 settembre
è in programma lo sciopero generale
indetto dalla Cgil contro la manovra
finanziaria presentata dal governo.
Nei giorni scorsi ci siamo incontrati
con la segreteria nazionale della
Cgil e abbiamo condiviso la preoccupazione per un provvedimento di
inaudita gravità per la sua portata
antisociale. Le vicende degli ultimi
giorni e di queste ultime ore (con la
pioggia di misure annunciate e poi
smentite perché palesemente insensate) la dicono lunga sul fatto che
l'unica logica che ispira questa manovra è la volontà di tutelare i poteri
forti e penalizzare la parte più debole
del paese.
Di fronte a un massacro sociale di
questa portata, oltretutto attuato nel
più totale spregio delle regole costituzionali, è necessaria la più ampia
mobilitazione delle forze democratiche. Per questo L'Arci aderisce all’iniziativa promossa dalla Cgil il 6
settembre e parteciperà alle manifestazioni in programma nelle varie
città. Invito pertanto i Comitati a
prendere contatto – come del resto
già sta avvenendo – con le varie Camere del lavoro e con le altre realtà
del terzo settore per concordare
anche a livello locale forme unitarie
di iniziativa.
Cari saluti.
Il presidente
Paolo Beni
generale del 6 settembre e si unisce
alla richiesta del sindacato perché il
Parlamento cambi radicalmente la
manovra economica varata dal governo.
Dopo aver negato per tre anni l'evidenza della crisi diffondendo ingiustificato ottimismo e limitandosi a interventi di facciata, oggi, di fronte alle
pressioni europee, il governo drammatizza la situazione e propone in
corsa una manovra di correzione finanziaria che contiene tratti inauditi
di iniquità sociale. La rocambolesca
discussione di queste settimane all'interno della maggioranza, che ha prodotto la stesura di due testi completamente diversi nell'arco di quindici
giorni, non fa che confermare lo stato
confusionale di un governo privo di
qualsiasi strategia in grado di rilanciare l'economia.
Questa manovra, frutto di improvvisazione e ancor meno credibile nelle
cifre della sua ultima versione, non risolve in maniera strutturale il problema del debito ma si limita semplicemente a far cassa tagliando la
spesa pubblica e particolarmente
quella sociale, si accanisce con una
vera e propria operazione di macelleria sociale sui lavoratori dipendenti, i
pensionati, le famiglie. Pur con il modesto ridimensionamento dell'ultima
ora, il taglio dei trasferimenti a Regioni ed Enti Locali produrrà inoltre
conseguenze pesanti in termini di riduzione dei servizi e maggiori tributi
a carico dei cittadini. Una manovra
socialmente insostenibile e destinata
ad avere conseguenze recessive, perché comprime i consumi e non libera
risorse per gli investimenti, l'occupazione, il rilancio dell'economia.
È grave che si sia scelto di non toccare
gli interessi della parte più forte del
paese, che nel provvedimento non ci
sia niente delle auspicate misure di
contrasto all'evasione fiscale, che non
si preveda nessun onere a carico delle
grandi ricchezze e dei grandi patrimoni. Anche i tanto sbandierati tagli
stioni principali come la riforma del
sistema parlamentare, non intaccano
le zone grigie dove si annidano la corruzione e la commistione fra affari e
pubblica amministrazione. In compenso si tenta di ripristinare per decreto l'obbligo di privatizzare i servizi
pubblici locali, in spregio della volontà popolare chiaramente espressa
col referendum di giugno.
Ma nel provvedimento del governo
non c'è solo improvvisazione e assenza
di misure strutturali per la ripresa.
C'è anche una chiara impronta classista, con provvedimenti che tradiscono
la volontà di usare la crisi per un regolamento di conti contro le rappresentanze sociali e sindacali, come risulta evidente dall'inserimento di un
articolo che cancella di fatto i contratti nazionali di lavoro e l'articolo 18
dello statuto dei lavoratori. C'è alla
base della manovra l'impronta antidemocratica di un governo che nega il
principio costituzionale della dialettica fra le diverse componenti sociali
del paese.
Il blocco di potere che ha governato le
scelte di questi anni e si è arricchito a
spese di un crescente divario sociale,
oggi non ammette la responsabilità di
aver causato la crisi e pretende di risolverla scaricandone il costo ancora
una volta sui più deboli. La situazione
del Paese è grave ed è a rischio la tenuta del suo tessuto sociale. È il momento di cambiare strada, con scelte
nette e rigorose verso un modello di
sviluppo diverso da quello che ci ha
portato dentro questa crisi.
Per questo l'Arci scende in piazza il 6
settembre con la Cgil e si impegna a
promuovere nelle settimane successive la più ampia mobilitazione del
mondo dell'associazionismo e del
terzo settore, per costruire nel paese
la prospettiva di uno sviluppo sostenibile in cui la necessaria crescita economica vada di pari passo all'equità
fiscale, alla giustizia sociale, alla trasparenza e alla democrazia.
arcireportmilano - settembre 2011 - 4
arcidapalazzomarino
"Cari milanesi"
Lettera del sindaco
Giuliano Pisapia ai cittadini
Cari milanesi
quello che si chiama Patto di stabilità: se i conti non sono a posto,
sono passati appena due mesi da calano i trasferimenti. E ciò vorquando mi avete eletto sindaco rebbe dire per il 2012 altri 90 midella nostra città. La ricchezza lioni in meno, oltre all’obbligo di
più grande di questa esperienza, eliminare spese correnti per 353
quella che non possiamo permet- milioni.
tere che vada dissipata, è stata la Sono cifre impressionanti. Ma
vostra straordinaria partecipa- dietro quei numeri che possono
zione in risposta alla mia volontà sembrare astratti si nascondono
di ascolto.
cose molto concrete: il posto alHo assunto con voi l’impegno di l’asilo nido, il bonus per i bamtrasformare Milano e sono certo bini, la ristrutturazione della case
che è quello che faremo, insieme, popolari che oggi sono sfitte e che
nell’arco dei cinque anni che ci vogliamo mettere sul mercato, i
aspettano. Oggi che il compito di pasti a domicilio per gli anziani, i
governare ci impone scelte diffi- contributi attraverso il Fondo ancili eccomi dunque a parlare di- ticrisi alle persone in difficoltà. Se
rettamente con voi e a spiegare le non risanassimo, non potremmo
nostre decisioni. Non vi parlo del- nemmeno pagare i fornitori del
le tante cose fatte in queste poche Comune; dovremmo cancellare
settimane, ma affronto un tema lo sportello imprese; non saremdelicato come credo sia mio do- mo in grado di sostituire i 42
vere, con chiarezza e trasparenza. «ghisa» che a settembre andranNon sono state decisioni facili. no in pensione; saremmo costretti
Conoscete le ragioni: il bilancio a tagliare il 10 per cento delle
che abbiamo trovato era un bi- corse dei mezzi dell’Atm.
lancio non veritiero, le entrate Non avevamo molte strade. Non
più importanti semplici voci è affatto vero, come qualcuno ha
astratte (cessione di quote di so- affermato, che avremmo potuto
cietà importanti come Serravalle tassare i grandi patrimoni; «cae Sea), come se nel vostro bilancio stigare» i Suv; far pagare di più
casalingo ci fosse il corrispettivo chi ha un reddito più alto o interdel servizio buono di piatti, che venire sulle transazioni finanziaperò dovete ancora vendere. E i rie. Il Comune non ha questo
primi a riconoscerlo sono stati potere. Sono le leggi dello Stato a
proprio i revisori dei conti del stabilire che cosa si può fare. InComune che avevano anche in- trodurre l’addizionale Irpef era
formato l’ex sindaco della reale l’unica cosa che la legge ci consituazione del bilancio comunale. sentiva di fare. L’aliquota dello
La Moratti aveva annunciato 48 0,2%, quella che abbiamo intromilioni di attivo mentre c’era un dotto, è la più bassa tra quelle di
disavanzo di 186 milioni di euro tutte le grandi città italiane: a
A questo si è aggiunta la manovra Roma è dello 0,9; a Torino 0,7; a
del Governo, che, per superare le Bergamo 0,6; a Bologna 0,5.
difficoltà dello Stato, ha spostato Mentre la nostra soglia di esennuovi oneri sui Comuni. Al Co- zione è la più alta del nostro
mune di Milano questa manovra Paese: oltre il 70% dei milanesi
costerà 100 milioni di euro. Ma la non pagherà nulla.
cosa più difficile sono i vincoli che Sul rincaro dei biglietti - che ci è
siamo costretti a rispettare per imposto per legge – siamo stati
costretti ad alzare il prezzo del biglietto ordinario a 1,50 euro per
evitare ogni aumento degli abbonamenti annuali e mensili, così
che chi utilizza regolarmente i
mezzi pubblici non dovrà pagare
nulla in più rispetto a oggi. Potrà
viaggiare gratis chi supera i 65
anni e ha un reddito basso; l’abbonamento studenti è stato esteso
a tutti i ragazzi sotto i 26 anni,
comprendendo quindi anche i
giovani lavoratori, e saranno anche introdotte misure a favore di
cassintegrati e disoccupati.
Non c’era alternativa e la sofferenza per dover percorrere questa strada mi porta a impegnarmi
ancora di più in quello che era già
il mio intendimento: una seria e
severa lotta all’evasione. Quello
che chi ci ha preceduto, nei suoi
18 anni di governo, non ha fatto
e oggi noi non siamo disponibili
ad accettare lezioni da chi ha impoverito la città e imbrogliato i
milanesi. Abbiamo assistito a un
surreale ribaltamento della realtà: abbiamo sentito difendere le
categorie deboli da chi ha sempre
fatto gli interessi dei forti; da chi
ha cercato di trasformare una
grande capitale morale in una
piccola capitale ministeriale.
Cari milanesi, avevamo solo due
strade: chiudere gli occhi, mantenere il deficit e ipotecare il futuro
oppure chiedervi sacrifici, risanare il bilancio e investire risorse
per costruirlo, il futuro. Sto chiedendo a tutti voi di fare la vostra
parte per dare a Milano il futuro
che vogliamo. Tutta l’Italia guarda a Milano. Non possiamo condannare Milano, non possiamo
deludere l’Italia.
Il sindaco
Giuliano Pisapia
da www.pisapiaxmilano.com
arcireportmilano - settembre 2011 - 5
arcimovida
MOVIDA: un altro punto di vista,
quello di chi vive la sera
N
el corso del mese di luglio sono usciti
diversi articoli che riferivano di progetti di
interventi del Comune di Milano sull'area Ticinese – Colonne di San Lorenzo, in risposta
alle esigenze dei cittadini residenti.
Un po' ci siamo preoccupati. Il messaggio
che emergeva forte e chiaro da quegli articoli
era che la nuova amministrazione si apprestava ad affrontare il tema con gli stessi strumenti della scorsa amministrazione, quella
tanto criticata della Moratti.
Emergevano la necessità di chiusura anticipata dei locali, chiusura della piazza, addirittura si parlava di nuovi recinti.
Allarmati, abbiamo chiesto all'Assessore
Franco D'Alfonso (Commercio, attività produttive, turismo e marketing territoriale) di
non limitarsi alle audizioni con Cittadini e
Commercianti. A noi sembrava che mancasse un pezzo del puzzle.
Luca Gibillini, consigliere Comunale di Sel,
si è occupato di mettere insieme un'eterogenea delegazione che provava a rappresentare
un punto di vista diverso: quello dei frequentatori dell'Area Ticinese, quella degli osservatori privilegiati dalla parte dei “fruitori”.
Flavio Pirini (cantautore e animatore di Milano l'è bela - movimento nato per promuovere la cultura e l'aggregazione a Milano),
Fabrizio Nocera (promotore di eventi), Carlotta Cossutta (Milano Movida), Carlo Rodondi (ricercatore), Stefano Villani (Alterego
e abitante in Colonne di S.Lorenzo), Tommaso Matteocci (musicista, videooperatore
e frequentatore), Jacopo Rossi (cons. zona 9
e frequentatore).
È evidente che, mentre per commercianti e
inquilini è semplice essere rappresentativi,
per i fruitori delle piazze è un compito quasi
impossibile.
Le politiche pubbliche del Comune devono
essere conseguenti alla campagna elettorale
che si è dispiegata nella città negli ultimi
mesi, con le sue parole d’ordine di città viva, aperta, accogliente, con luci che l’accendano tutto l’anno, dato che soprattutto sulle
ali di una visione strategica complessiva si
sono costruite le fondamenta per la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini.
Le parole, in questo quadro, sono quanto mai
importanti. Movida e popolo della notte richiamano, di conseguenza alla campagna
criminalizzante messa in campo negli ultimi
anni, a devastazione e vandalismo se non
talvolta degenerazioni quali violenza e pericolosità.
Uscire da queste parole e dalle immagini che
richiamano, significa uscire finalmente dalla
logica per cui la naturale vocazione di una
città europea e moderna di avere spazi e luoghi di aggregazione, produzione culturale,
divertimento serale rientrino nella sfera della
sicurezza e dell’ordine pubblico, per entrare
definitivamente nell’epoca in cui tutto questo diventi economia, lavoro, cultura, coesione sociale, turismo, marketing territoriale.
Incontrare Franco D’Alfonso, Assessore al
Commercio, attività produttive, Turismo e
Marketing territoriale è, quindi, quanto mai
opportuno, più ancora che l’Assessore Granelli (Sicurezza e coesione sociale), pur fondamentale in un ragionamento complessivo.
Da tempo si chiede, ed è opportuno oggi
metterlo in campo, la costituzione di un tavolo di confronto con gli Assessori della partita (D’Alfonso, Granelli, Boeri), commercianti, residenti e fruitori della città. Un tavolo quanto mai importante e utile, soprattutto visto che spesso, anche nel corso della
lunga campagna elettorale che abbiamo vissuto, si sono svolti incontri pubblici tra i vari
soggetti e si è scoperto l’utilità di essi. Abbiamo scoperto che non tutti i commercianti
sono solo alla difesa del loro incasso e del
loro orticello, che non tutti i residenti non vedono l’ora di tenere segregati in casa la sera
le persone, che non tutti i fruitori vogliono
solo ubriacarsi, devastare la città e cancellare
ogni regola.
Il segnale che ci aspettiamo dalla Giunta e
dal Sindaco è quello dell’apertura di Milano.
In questa direzione ben venga il divieto di
utilizzo e di diffusione del vetro, effettivamente causa di rumore e pericolosità, ben
venga eventualmente la pedonalizzazione
dell’area, ma solo se tutto questo è accompagnato da chiari segnali, come quello della
riapertura del Parco delle basiliche, sfogo naturale per la pressione gravante sia su S. Lorenzo che sulla zona Vetere Ticinese, oltre
che maggiormente gestibile e fruibile, ma
anche di numerosi altri luoghi in cui i recinti
e le inferriate sono state l’unico strumento di
valorizzazione fino a oggi messo in campo.
Insieme a questo è venuto il tempo di rilanciare politiche strategiche che guardino alla
apertura di luoghi dell’aggregazione e dell’aggregazione giovanile e non solo, in netta
controtendenza alla strategia di De Corato e
Moratti della sistematica chiusura di tutti gli
spazi (abbiamo precisa memoria delle operazioni nei confronti dei circoli Arci, Monluè, ma anche locali commerciali di circuiti
alternativi a quelli tradizionali). Primo passo
quello dello sportello unico per autorizzazioni, licenze e permessi. Secondo passo
quello di mettere mano ai regolamenti comunali e rendere più facile e agevole l’apertura
di spazi aggregativi.
E poi: assegnazione di spazi demaniali per
fini ricreativi e culturali, ma anche una riflessione concreta sul tema della mobilità serale.
Moltiplicare gli spazi e permettere gli spostamenti significa non congestionare alcune
aree, ma anche fare di Milano una città più
viva, accesa e accogliente. Significa anche
offrire economia, lavoro e cultura alla città,
Significa Turismo, significa restituire a Milano lo status di città europea, accogliente e,
perché no, inclusiva e che offra opportunità
di mettere a verifica il proprio talento per i
più giovani. Significa anche, nel frattempo,
alleggerire dalle spalle dei residenti delle
poche aree oggi disponibili l’oggettiva difficoltà di convivere con esigenze diverse dalle
proprie e anche ai commercianti avere più
“bacino di utenza” e risorse da investire in
produzione culturale e aggregativa.
Un'ultima osservazione: abbiamo notato la
tentazione di fare una distinzione netta tra
“buoni fruitori” e “cattivi fruitori”. Buoni
fino alle 2 di notte, cattivi dopo le 2. Pensiamo che sia un profondo errore. La distinzione tra buoni e cattivi non ci piace. Le
politiche pubbliche del comune dovrebbero
concentrarsi sulle opportunità per tutti, in
quanto cittadini, non in quanto buoni o cattivi. A prescindere dagli orari, dall’età, da
tutto, trovando il modo di includere e non di
marginalizzare quella composita e (di fatto)
incomprimibile esigenza di socialità spontanea, che si esprime anche al di fuori dal circuito commerciale strettamente inteso.
È compito riservato, fortunatamente, alle
forze dell’ordine e non certo a steward, vigilantes o buttafuori, far rispettare la legge,
che c’è e non può fare distinguo sull’orario
in cui si infrangono o meno le norme. Leggi
che sono già scritte e che sono giustamente
di competenza altrui.
Siamo contenti di aver visto sensibilità e sostanziale condivisione da parte dell’Assessore che abbiamo incontrato. Bisogna però
armarsi di coraggio e investire nella nostra
città. Dare segnali chiari di discontinuità e di
apertura. Il segnale della chiusura anticipata
dei locali non andrebbe in quella direzione.
L’apertura di spazi chiusi dalle politiche repressive degli ultimi anni, invece sì.
da www.arcimilano.it
arcireportmilano - settembre 2011 - 6
arcigirodipadania
Follia dell’UCI (Unione Ciclistica Internazionale)
Il Giro della Padania è servito!
D
i fronte a politiche economiche disastrose, con tagli sempre più pesanti
al welfare, a un complessivo impoverimento di lavoratori e pensionati e a
una brutale precarizzazione delle vite,
i leghisti cercano rozzamente di distogliere l'attenzione dalla crisi tornando
a sproloquiare su secessione e identità
etnica sfruttando una madornale topica dell'UCI (Unione Ciclistica Internazionale) che ha inserito nel proprio
calendario internazionale (sic!) il Giro
della Padania
Si comincerà il 6 settembre a Paesana, in provincia di Cuneo, dove la settimana successiva Bossi preleverà
l'acqua delle sorgenti del Po in un'ampolla, mentre la quinta e ultima tappa
si svolgerà tra Rovereto e Montecchio
Maggiore (Vicenza) “stranamente”
poco prima della tradizionale Festa dei
popoli padani a Venezia, dove avranno
luogo gli ormai altrettanto tradizionali
sproloqui dei leaders leghisti.
Con questo Giro, inserito nel calendario ufficiale dell'Unione Ciclistica Internazionale, la Lega Nord, inventandosi l’inedito ruolo di paladina del ciclismo, punta a recuperare quel margine di consenso che ha perso e continua a perdere.
Ci troviamo davanti a un altro esplicito tentativo di far riconoscere la legittimità di quella che chiamano Padania: un territorio i cui confini non
sono rintracciabili sulle mappe, ma
che nelle loro menti serve a escludere
il diverso in un percorso nel quale il
partito è riuscito a istituzionalizzare il
razzismo contro i migranti attraverso
leggi come la Bossi-Fini e la carcerazione preventiva nei cosiddetti C.I.E.
(Centri d'Identificazione ed Espulsione)
La Lega Nord ha da sempre levato la
bandiera dell'intolleranza e a livello
nazionale e a livello locale i leghisti
non perdono un giorno per inscenare
proteste indegne contro gli immigrati,
i mendicanti e i rom.
Il “Giro della Padania” sarà quindi
anche spazio di intolleranza oltre che
vetrina di un'idea separatista che è
tanto ridicola quanto pericolosa.
Ci indigniamo infine per un uso distorto dello sport, poiché crediamo in
una pratica sportiva che non si faccia
carico di istanze separatiste e che non
sia assoggettata a un partito razzista.
Ovviamente se al Giro d’Italia il vincitore festeggia in maglia rosa, al Tour
in maglia gialla, alla Vuelta in maglia
rossa, di che colore poteva essere la
maglia del vincitore del Giro di Padania se non verde, il colore simbolo
della Lega Nord?
Un giro, per sua stessa definizione, do-
vrebbe essere una cosa che unisce e
non che divide. Scopo, questo, fin
troppo scoperto dell’ultima creatura inventata dalla Lega Nord per portare alimento al progetto separatista di
una padania inesistente anche come
espressione geografica.
a.r
Lettera Aperta
Al Presidente
della Federazione Ciclistica Italiana
Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha scritto la seguente lettera aperta al presidente della FCI:
Lettera Aperta Al Presidente della Federazione Ciclistica Italiana
Caro Presidente,
Sono venuto a conoscenza che nel calendario delle corse ciclistiche su strada per
professionisti, quest’anno, dal 6 al 10 settembre, è previsto il giro della Padania.
Questa corsa a tappe partirebbe da Paesana, in provincia di Cuneo – la località in
cui la Lega Nord celebra da vari anni i suoi riti druidici – per terminare a Montecchio Maggiore in provincia di Vicenza.
Le scrivo per segnalarle il mio stupore e il mio disappunto per la volgare strumentalizzazione a cui si presta la Federazione Ciclistica Italiana per fini politici di
parte.
Che il partito politico Lega Nord abbia il proposito sovversivo di spezzare lo stato
italiano e di dar vita a un fantomatico stato della Padania è un delirio che ascoltiamo tutti i giorni. Fatto sta che però la Padania non esiste. Esiste il Veneto, la Sicilia, il Piemonte, ma – al di là della propaganda politica – non mi risulta esista o
sia mai esistita una entità geografica che risponda al nome di Padania.
Perché la FCI si presta a una vergognosa operazione di parte e - visto che la Lega
Nord è al governo e vanta numerose poltrone da Ministro e Sottosegretario – di
Regime?
Mi risulta anche che il primo in classifica del giro della Padania indosserebbe la
maglia verde. Mi pare che siamo alla pura e semplice riedizione dell’epoca fascista,
in cui un regime imponeva la sua ideologia politica a tutti gli italiani.
Le invio quindi questa lettera aperta per chiederle di cancellare immediatamente
dal calendario della Federazione il giro della Padania, perché si tratta di una inaccettabile operazione di regime, incompatibile con il quadro Costituzionale in cui
tutti, anche la Federazione Ciclistica Italiana, si devono muovere
Distinti saluti
Paolo Ferrero
Segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista
arcireportmilano - settembre 2011 - 7
arcicultura
Arcumeggia (VA) Passi diVersi,
rassegna nazionale di poesia
L
ARCI c’era
e sfide mi hanno sempre attratto. E
portare la poesia in Arcumeggia, un discreto e appartato luogo sacro dell'affresco e come tale conosciuto e riconosciuto, è stato sicuramente una sfida.
Tutte le generazioni e quasi tutte le
scuole erano rappresentate. Dagli anziani accademici Tomaso Kemeny e
Giancarlo Majorino ai giovani Restelli
e Mattio. Quattro le poetesse: Giusi Busceti, Barbara Gabotto, la svizzera Anna
Ruchat e Rita Pacilio, poetessa campana, a mio avviso una delle voci poetiche più interessanti e promettenti di
quest'inizio di millennio.
Molti, a mio avviso, i momenti alti e
suggestivi: le lezioni di Kemeny, le conversazioni nei cortili, alcune quasi improvvisate, di Majorino; il fascino della
voce di Barbara Gabotto, a formare con
Giacomo Guidetti il duo Poemus; la
drammaticità di Anna Ruchat, accompagnata da uno spettacolare Gianni
Mimmo al sax soprano; l'espressività
aggressiva del griot africano Michel
Koffi; la sensualità trattenuta di Rita Pacilio accompagnata dal sax di Giovanni
Franzetti.
Un discorso a parte meriterebbero la
poesia ironico-civile di Fulvio Bella, le
strampalate caustiche poesie di Giacomo Guidetti; le rime arcumeggiane di
Gregorio Cerini e la frequentata mostra
fotografica dedicata ai poeti dagli Anni
Cinquanta a oggi di Giorgio Longo, il
più noto poeta visivo italiano.
In conclusione sono contento della partecipazione del pubblico, a volte maggiore di quelle registrate in sofisticate e
pompose sale di lettura milanesi, un po'
meno della partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni promotrici dell'iniziativa, che forse non hanno compreso il senso di sfida dell'iniziativa
stessa.
Soprattutto sono contento che tutti i
poeti partecipanti abbiano risposto con
entusiasmo all'invito di lasciare alcuni
versi da riportare su mattonelle di ceramica che saranno affisse lungo un muro
d'Arcumeggia.
a.r.
A
rcumeggia, un nome indefinitivamente conosciuto perché accom-
pagnato alla storia di un amico che
vi organizza dei percorsi culturali
nei periodi soprattutto estivi di vacanza e illuminato dai suoi racconti
e dalle poche altre informazioni trovate nel computer e nella memoria
collegate agli affreschi dipinti a partire dagli Anni Cinquanta sui muri
delle sue case da un vivace e molto
attivo cenacolo di famosi artisti che
nel gratuito romitaggio esercitavano
antiche pratiche di bottega e di devozione artistica. Un nome che evocava sentieri alpestri, passeggiate
salutifere e quella solitudine dell’anima rallegrata delle poche e
amicali presenze che costruiscono
amicizie e complicità fantastiche
lontani dai clangori della città. In
questo luogo più della fantasia che
dell’esperienza accompagno l’amico Michel Koffi Fadanougbo griot
africano, musicista, scrittore, ma soprattutto intricante affabulatore di
gruppi coesi di bambini, giovani e
anziani, ma anche di quella indistinta umanità che si può trovare in
una piazza, invitato a tenere in serata una sua performance. La manifestazione “Passi Diversi“ nell’arco
di due fine settimane dal 22 al 31 luglio si dipanava nei cortili, nelle
piazze e nei vicoli di Arcumeggia
ospitando poeti, scrittori, musicisti
in un interessante seguito di artisti
locali e milanesi, importanti ed
esordienti, arricchito da mostre e visite al museo all’aperto che è il
paese. Dopo un ardito viaggio di
Un suggestivo scorcio di Arcumeggia.
Sullo sfondo un affresco di Migneco
scontrosi tornanti che ci portano
dalla valle ai circa 600 metri dove
è collocata Arcumeggia, ci ritroviamo in un seguito di stradine ordinate e accoglienti fino ad arrivare
in un delizioso cortile dove Gregorio Cerini sta recitando, in un dialetto difficile ma non incomprensibile anche per la sua forte arguzia
interpretativa, alcune sue composizioni. Una visita agli affreschi con
le storie e gli aneddoti che li accompagnano fino ad arrivare, dopo
una leggera cena nell’ospitale albergo, all’atteso concerto nella piccola piazza davanti. In poco tempo
con un lavoro che coinvolge tutti i
presenti si monta l’impianto, si
piazzano le sedie, si forma una gremita platea, il 90 per cento dei 65
abitanti, e si inizia. Prima i saluti
agli organizzatori con la canzone
augurale e poi via con forza, guidati
e coinvolti dall’energia degli strumenti di Michel e dal Sassofono del
suo accompagnatore Gregorio. Un
seguito di ritmi e di canzoni ora in
lingua tribale, ora accennati in italiano, che piace e impegna il pubblico presente che partecipa e accompagna e che dimentica anche il
freddolino pungente che a un certo
punto compare. Dopo circa un’ora
e mezza di concerto, gli applausi e
gli abbracci ed è bello un musicista
beniniano che intrattiene in una
montagna del Varesotto un convinto
pubblico. Una situazione reale che
rende lontani e irreali i proclami e i
razzismi gridati dai media. Storie
non isolate ma che si ripetono sempre più nei paesi e nelle città dell’Italia reale e che ci fa ragionare
su di un paese futuro a più voci, più
ricco di libertà e di culture, di stabilità e di intelligenze. Una sola
nota triste. Cosa sarà dei tanti paesi
come Arcumeggia, piccole perle di
quella ricca e fiorita rete di insediamenti preziosi e magnifici nella loro
armonica e minuta composizione
che hanno fatto la storia e la bellezza del nostro paesaggio umano e
culturale.
Geppino Materazzi
arcireportmilano - settembre 2011 - 8
arcicarroponte
ARCI AL CARROPONTE
appuntamenti di settembre
GIOVEDÌ 1 SETTEMBRE
FESTA DI SINISTRA, ECOLOGIA E LIBERTÀ. RADICI NEL CEMENTO IN
CONCERTO
Ore 22
Ingresso con offerta libera
Le Radici nel cemento, storica formazione
re g g a e
della scena
romana,
sono una
metafora
della tradizione e della memoria
storica in
una società, come la nostra, che dimentica
troppo in fretta il suo passato: allo stesso
modo di quei grossi alberi ai lati delle strade,
che sembrano soffocati dall’asfalto, ma riescono a sviluppare le radici da cui traggono
nutrimento, fino al punto di incrinare, crepare e spaccare il cemento, così il mondo occidentale deve esercitare la capacità di
ricordare ed imparare dal passato, suo e di
culture ‘altre’, se vuole risolvere i problemi
e le contraddizioni generati dal suo rapido
sviluppo.
OPENING ACT: DUST
Ore 20.00
Dalle 15.30 alle 24.00
Ore 24.00 Bravi Ragazzi Dj Set
VENERDÌ 2 SETTEMBRE
FESTA PROVINCIALE DI SINISTRA
ECOLOGIA E LIBERTÀ
NICCOLÒ FABI IN CONCERTO
Ore 21.30
Ingresso 10€
Il Solo Tour, che ha raccolto sold out nei
principali teatri italiani e importanti riconoscimenti di critica, Niccolò Fabi torna in
tour con la propria band. Niccolò è figlio
d’arte: il padre, Claudio, è stato uno dei più
importanti produttori
discografici degli anni
Settanta (PFM, Alberto Fortis) e non
solo. La sua esperienza parte da Roma, la città dove è
nato nel 1968 ed è inserito nel suo fervido
ambiente musicale di
inizio Novanta, assieme a nomi come Daniele Silvestri, Max Gazzè, Federico Zampaglione, Riccardo Sinigallia. Nel 1997, con
Capelli, vince il Premio della Critica nelle
Nuove Proposte al Festival di San Remo.
OPENING ACT: MICOL MARTINEZ
Ore 24.00 Dj Set Psydub by Face
tacolo capace di bloccare, provocare e commuovere. Andrea si presenterà sul palco con
un musicista, una
base musicale asciutta che aiuta sospinge e potenzia le parole, gli ammiccamenti, gli sguardi
dell’attore cantan-te
romano. Razzis-mo'
basta! è un viaggio
tra i razzismi impliciti ed espliciti, fuori
dalla retorica e da
teorie consolatorie. Razzis-mò basta è un
viaggio dentro sé stessi e gli altri, all’insegna
dell’ironia tagliente e calda di Andrea Rivera.
SABATO 3 SETTEMBRE
FESTA PROVINCIALE DI SINISTRA
ECOLOGIA E LIBERTÀ
OFFLAGA DISCO PAX IN CONCERTO
Ore 22
Ingresso 5€
Il trio reggiano che ha lasciato il segno con
“Socialismo Tascabile” e "Bachelite" è ormai uno dei nomi più importanti della scena
italiana. Dopo aver chiuso il 2010 con il
"Prototipo Tour" nel 2011 saranno in tour
per poche date selezionate dove presenteranno in anteprima nuovo materiale.
OPENING ACT: EVA MON AMOUR
Ore 20.00
Ore 17.00 Zia Lollo Dj Set
LUNEDÌ 5 SETTEMBRE
ARTURO FIESTA CIRCO IN CONCERTO
Ore 22
Ingresso gratuito
In un grande bicchiere da cocktail, un vecchio barista molto molto esperto, fece scivolare blues, jazz, la cara canzone d'autore,
una briciola di Brassens, e una punta di folk
da osteria. Dopo aver ben miscelato, lo assaggiò: aveva inventato il Circo. Questa inimitabile orchestrina, guidata dal capobanda
Sergio Arturo Calonego, ruba da ogni ogni
tasca una nota, un gusto, un suono, un sorriso, e lo trasforma in una pista di sabbia
dove uno dopo l'altro si esibiscono domatori
di leoni, delicate danzatrici, clown e ubriaconi. Tra Paolo Conte, la chanson francaise,
il root blues e il free jazz.
ARCI REAL ON STAGE: DELUDED BY
LESBIANS IN CONCERTO
Ore 21.00
Ingresso gratuito
DOMENICA 4 SETTEMBRE
ANDREA RIVERA in “RAZZIS – MO'
BASTA!”
ore 21.30
Ingresso gratuito
Andrea Rivera e il suo teatro concerto: un
concentrato di musica, battute, trovate fulminanti e canzoni che restituiscono uno spet-
arcireportmilano - settembre 2011 - 9
arcicarroponte
ARCI AL CARROPONTE
appuntamenti di settembre/2
MARTEDÌ 6 SETTEMBRE
STEFANO VERGANI & ORCHESTRINA
ACAPULCO IN CONCERTO
Ore 22.00
Ingresso gratuito
ARCI REAL ON STAGE: NEBBIA IN
CONCERTO
Ore 21.00
Ingresso gratuito
Nel 2009 i Nebbia autoproducono l'ep
“Scorpione”, in cui sono raccolte le loro 4
canzoni più rappresentative, e
che nel 2010 gli
dà la possibilità
di suonare in
contesti di richiamo nazionale: vengono scelti per aprire l'esibizione di Charlotte Gainsbourg al Traffic Free Festival di Torino,
sono ospiti nello spazio MTV del festival
TNT di Roma e partecipano al Fuori Stagione di Torino. Entrano a far parte del circuito Arci Real Tour Piemonte grazie al
quale si esibiscono all'Atellana Festival di
Succivo (CE), al MEI di Faenza e in altri
club del Piemonte.In questo periodo, il
gruppo sta realizzando le canzoni che saranno contenute nel primo vero album
MERCOLEDÌ 7 SETTEMBRE
ALMA ROSÈ PRESENTA "MAPU
TERRA" CON MANUEL FERREIRA ED
ELENA LOLLI
Ore 21.30
Ingresso 10€
Dalla Patagonia a Milano, un viaggio alla ricerca della propria terra. Mapu significa
Terra, nella lingua mapuche. Così chiamano
la terra Atilio e Rosa Curinanco, una coppia
mapuche che nel 2003 torna a vivere nella
propria terra, in Patagonia, ma viene sfrattata dal gruppo Benetton
che nel 1991
acquista circa
un milione di
ettari patagonici, in cui è
compresa la
terra che loro rivendicano come propria.
Atilio e Rosa Curinanco sono venuti in Italia
a raccontare la loro storia. Noi siamo andati
in Patagonia. Partiamo dal caso Curinanco/Benetton e arriviamo a interrogarci
sulla nostra terra, fatta di asfalto: la città.
Cosa è la “terra” per chi vive in città? Una
città che abbiamo tutti i giorni sotto i nostri
occhi. Fatta di piazze vuote e rassegnate al
più vicino shopping center. Invasa dal traffico e dal cemento. Popolata di appartamenti
e di gente appartata. Una città dove in
mezzo al cemento sono rimasti imbrigliati
anche la relazione, gli incontri. Ripensando
a Rosa e Atilio, che stanno ancora lottando
per riavere la propria terra, ci si rivede
spaesati e arresi di fronte alla città che cambia. Ma venendo dalla Patagonia e riguardando Milano nasce anche il desiderio di
ritrovare nella città una “terra”
GIOVEDÌ 8 SETTEMBRE
BLONDE REDHEAD IN CONCERTO
Ore 21.30
Ingresso 15€
I Blonde Redhead (Kazu Makino, Simone
Pace e Amedeo Pace) sono sempre stato un
gruppo in grado di rinnovarsi di album in
album. Si mettono alla prova a ogni occasione, e i risultati sono
sempre stati
straordinari.
La loro musica
viene
ispirata dalle
stesse emozioni, ma i gusti e i modi in cui vengono
espresse sono in costante evoluzione. I
Blonde Redhead sono riusciti a far sbocciare
un fiore di grande bellezza, che risponde al
nome di Penny Sparkle, il loro ultimo
album. Nonostante la strada tortuosa intrapresa per la sua realizzazione Kazu in proposito ha detto: “So che non abbiamo mai
fatto un disco del genere, e se potessi tornare
indietro lo rifarei esattamente allo stesso
modo”. E se la band è contenta, di conseguenza dovremmo esserlo tutti
OPENING ACT: LA BLANCHE ALCHIMIE
VENERDÌ 9 SETTEMBRE
BLOOMLIVE FESTIVAL: VERDENA IN
CONCERTO
Ore 21.30
Ingresso 10€
Dopo una sessione invernale ovunque sold
out i Verdena continuano durante l'estate
con una serie di importanti esibizioni tra cui
il prestigioso Sziget festival di Budapest,
Heineken Jammin Festival, Italia Wave e
Flippaut Reloaded. A settembre il Wow tour
fa tappa anche nella suggestiva location del
Carroponte di Sesto San Giovanni, ad arricchire il prestigioso cast del Bloomlive festival
Dopo il lungo e fortunato tour di “Requiem”, un album maturo che delineava un
suono e uno stile unico, Verdena spengono i
riflettori chiudendosi in quell’isolamento
che da sempre li contraddistingue. Da allora
sono passati quasi tre anni; nessuna notizia,
nessuna apparizione. Tre anni trascorsi in
sala di registrazione, ai piedi del monte
Misma, nel loro Henhouse Studio e un silenzio che ha creato molta attesa. Una lunga e
sofferta gestazione che si chiude con l'uscita
di ”WOW”” il 18 Gennaio 2011. Un imponente doppio album composto da 27 tracce.
Tutto è mastodontico eppure condensato e
messo definitivamente a fuoco. Un suono
nuovo che riverbera e oscilla fra anni ’70 e
un ipotetico futuro senza soluzione di conti-
nuità, destabilizzando l’ascoltatore che non
può fare altro che aspettare questo caldo
flusso di lava creativa.
Pianoforti sempre più in evidenza, chitarre
che tentano di assecondare l’idea piuttosto
che aggredirla, una cura sempre maggiore
alle liriche e una sezione ritmica come sempre d’impatto fanno di questo lavoro un
esempio di nuova psichedelia libera da
schemi. Un album che fa dell’emotività e
dell’eclettismo i suoi punti di forza, fuggendo in qualsiasi direzione per non farsi catalogare ma arrivando inevitabilmente a
colpire per la purezza con la quale ogni argomento musicale viene trattato: sia esso il
folk stellare (Razzi, Arpia, Inferno e Fiamme), il prog amniotico (Sorriso in Spiaggia
PT. 2, Le Scarpe Volanti), il pop etereo (Scegli Me -un mondo che tu non vuoi-, Grattacielo), la ballad ricoperta di polvere
(Canzone Ostinata) o ancora i distillati dalla
carica rock'n’roll tipicamente Verdena (Lui
Gareggia, Sul Ciglio). “Wow” è troppo vario
per potere essere raccontato in poche righe
e troppo complesso per cercare di trasmetterne la sua alchimia.
Ciò che è chiaro è che con questo doppio
album Verdena, confermano la propria indole e il proprio sguardo fisso sulla musica.
Uno sguardo appassionato, spontaneo, libero.
arcireportmilano
Anno IV - numero 9
settembre 2011
Suppl. ad Arci Notizie, aut. trib. n°298
dell'8/6/1985 del tribunale di Milano
direttore responsabile,
Luigi Lusenti
Hanno collaborato a questo numero:
Graziano Fortunato, Ideanna Giuliani, Carlastella Mataloni, Geppino Materazzi, Anita Pirovano, Ilaria Scovazzi, Luca Tripeni Zanforlin
In redazione:
Valentina La Terza, Emanuela Longo, Adelio
Rigamonti
Direttore responsabile del supplemento:
Emanuele Patti
Editore: Arci Nuova Associazione Milano
Redazione: Milano, via Adige 11
arcireportmilano è rilasciato
nei termini della licenza
Creative Commons
Attribuzione -Non commerciale Condividi allo stesso modo 2.5 Italia
arcireportmilano - settembre 2011 - 10
arciedintorni
ARCI AL CARROPONTE
appuntamenti di settembre/3
SABATO 10 SETTEMBRE
FABRI FIBRA IN CONCERTO
Ore 21.30
“Controcultura Tour Estate 2011” corona
un periodo di grandi successi per Fabri
Fibra e si chiude
proprio con lo spettacolo del 10 settembre al Carroponte di
Sesto San Giovanni.
Con la sessione invernale del tour ha
collezionato una serie di sold out con grandissimo anticipo registrando più di 50.000 spettatori. Contemporaneamente l’album CONTROCULTURA (Universal Music Italia) ha raggiunto
il disco di platino, come i singoli Tranne Te
e Vip in Trip. Sul palco insieme a Fibra la fedele crew composta da Entics come raddoppio alle voci e da Dj Nais e Dj Double S in
consolle.
DOMENICA 11 SETTEMBRE
THE MORABEATLES + DISKANTO IN
CONCERTO
LUNEDÌ 12 SETTEMBRE
ALMA ROSÉ presenta "FABRICAS“, di
Manuel Ferreira ed Elena Lolli
Fabricas è l’ ultimo progetto della Compagnia Alma Rosé che va a completare la trilogia iniziata con lo spettacolo Gente come
uno e continuata con Mapu Terra.
Fabricas è la storia
di uomini e donne
che rifondano un
mondo nuovo, attraverso l’esperienza
della fabbrica recuperata.
Le imprese recuperate, che sono attualmente circa 200 in
Argentina, sono imprese occupate e fat-te funzionare dai la- voratori, dopo l’abbandono dei loro
proprietari, per potere sopravvivere. Per rimetterle in attività, i lavoratori hanno rischiato personalmente, hanno imparato a
fare funzionare i macchinari, a rimettere in
moto la produzione, ma anche a creare
nuovi presupposti di convivenza civile.
Ripercorrendo le storie di quattro fabbriche
recuperate argentine (Tipografia Chilavert,
Grafica Patricios, Cooperativa La Juanita,
Grissinopolis) vogliamo dare voce a chi oggi
sta sperimentando non solo una riorganizzazione diversa del lavoro, ma anche della
propria vita e del rapporto con una comunità
MARTEDÌ 13 SETTEMBRE
JOHN DE LEO IN CONCERTO
Ore 21.30
Ingresso 5€
Cantante, compositore, performer.
Nato a Lugo (RA) il 27 maggio 1970, John
De Leo è da molti considerato la voce più interessante del panorama musicale italiano
dell'ultimo decennio.
Una voce-strumento, ora calda, grave, ora
acuta, graffiante, le cui fondamenta Soul
sorreggono un vasto itinerario musicale che
spazia dal Jazz dei Crooner, al Rock, al Dub,
alla Contemporanea.
Due Festival di San Remo '99 e 2001 vincendo un Premio della Critica e due Premi
come miglior Arrangiamento, tre volte al I°
Maggio di Roma (edizioni '99, 2001 e 2002),
Premio Tenco '99 primo classificato con l'album "Rospo", Umbria Jazz 2003.
Quattro i dischi di John con Quintorigo editi
da Universal. Nel Teatro ha presentato alcuni spettacoli multimediali tra Musica, Recitazione e Video-installazione in rassegne
internazionali: "Songs" con Carlo Lucarelli,
"Intersezioni Virali" con Gian Ruggero
Manzoni, "Monsters" con Danilo Rea (Festival Internazionale di Roccella Jonica '04),
"Village Vanguard Lives" con Paolo Fresu
Quintet, "Reietto" e "Scrittori italiani" (Romaeuropa Festival '07) con Stefano Benni,
"Centurie" con Lietta Manganelli (Festival
della Letteratura di Mantova '07).
John De Leo Trio e Stefano Benni incidono
"Vedrai,Vedrai/Un giorno dopo l'altro/Repeat and fade" per la compilation tributo a
Luigi Tenco "Come fiori in mare" (Lilium
2001).
Il nuovo CD di John De Leo "Vago Svanendo" (Carosello 2008) prodotto da Adele
Di Palma ha vinto il Premio della Critica
della rivista "Musica&Dischi".
Vago Svanendo è stato presentato dal vivo a:
Festival Eurosonic 2008 (Grand Theatre Up
di Groningen - Olanda), La Milanesiana
2008, Blue Note (MI), XX Festival di Villa
Arconati, Casa del Jazz di Roma, Italia
Wave Love Festival 2008, Auditorium Parco
della Musica (Roma), Premio De Andre'
2008 e Premio Ciampi 2008.
OPENING ACT: LE GROS BALLON
MERCOLEDÌ 14 SETTEMBRE
TEATRO AL CARROPONTE: PAROLE
D'ONORE
Ore 21.30
Ingresso 10€
Parole d’Onore porta in scena il pensiero
mafioso. È la rappresentazione, senza retorica e senza compromissioni culturali o ideologiche, di un altro mondo: quello della Cosa
Nostra siciliana. È un’esplorazione nelle terre di mafia. Dove si ascoltano voci che salgono minacciose, dove si sente il respiro di
quegli uomini che hanno terrorizzato per decenni la Sicilia e anche l’Italia. Un mondo
avvolto nella paranoia, nella violenza, in un
delirio di onnipotenza che ha spinto i mafiosi
a scatenare una vera e propria guerra con-
tro lo Stato. Parole d’Onore è un catalogo
dei loro «discorsi» e dei loro «ragionamenti». È la loro «parlata» che non è solo un
linguaggio e non è solo un codice: è esercizio
permanente di potere.Protagonisti sono soltanto loro. I mafiosi. Si svelano per la prima
volta per ciò che sono. Senza pudore. Ne
emerge la loro spietatezza, la loro moralità
e quella che loro chiamano «la dignitudine».
Dice uno degli uomini d’onore della Cosa
Nostra siciliana: «Perché in Sicilia, quello a
cui non si può rinunziare, è la considerazione che gli altri hanno per te». A metà fra
il viaggio nella Sicilia più tribale e fra i misteri più indicibili. Così, senza mediazioni,
emerge la vicenda siciliana più infame. È
proprio in questa «crudezza» il valore educativo di Parole d’Onore. Una rappresentazione lontana dai luoghi comuni e dai toni di
una certa antimafia declamatoria, uno spettacolo teatrale che racconta la mafia siciliana per quello che è: senza aggettivi. È
forse il miglior modo – crediamo – per far
scoprire a tutti quell’infame realtà criminale
che ha tenuto in ostaggio la Sicilia per
troppo tempo. Non c’è bisogno di spiegare e
spiegare e ancora spiegare quanto sia
grande la ferocia dei mafiosi. Non c’è bisogno di chiarire o commentare. Con la mafia
non c’è niente da chiarire. È tutto oscuro e
tutto alla luce del sole. Sono loro che si svelano per quello che sono. Con le loro gesta.
Con le loro parole. Sono loro stessi che si
rappresentano. Mafiosi.
VENERDÌ 16 SETTEMBRE
TERESA DE SIO IN CONCERTO
Ore 21.30
Ingresso 12€
“Sacco e Fuoco”, il cd di studio più recente,
era stato frutto di una lunga gestazione, soprattutto per quello che riguardava la stesura definitiva dei testi. Anche il lavoro di
studio era stato elaborato: lunghi mesi invernali passati tra Roma e Civitavecchia,
davanti al mare, nello studio di Max Rosati,
suo chitarrista e co-arrangiatore.
Tra l’uscita di quel lavoro e il ritorno in sala
di registrazione, Teresa aveva macinato un
centinaio di concerti, tour internazionali
(Germania e Stati Uniti) e, soprattutto, la
pubblicazione del suo primo romanzo,
“Metti Il Diavolo A Ballare”. Con quest’ultimo aveva ottenuto un eccellente riscontro
di critica e pubblico, ottenendo anche importanti premi letterari.
Ma nell’inverno del 2010 era maturata
l’idea di dare un seguito alla sua discografia.
Le canzoni allora erano ancora a uno stato
embrionale: qualche idea musicale, alcuni
testi in evoluzione. C’era indecisione soprattutto sui tempi. È del resto proverbiale la
cura e l’attenzione che la De Sio impiega in
sala soprattutto per gli arrangiamenti...
La spinta iniziale è arrivata da un brano
scritto da Teresa (testo e musica) intitolato
arcireportmilano - settembre 2011 - 11
arciedintorni
ARCI AL CARROPONTE
appuntamenti di settembre/4
“L’Amore Assoluto”, composto nell’agosto
2010 quando era stata ospite di Dori Ghezzi
all’Agnata, la tenuta sarda di De André, per
la sesta edizione del Festival dedicato a Fabrizio. Per l’occasione Dori aveva suggerito
a Teresa di provare a fare qualcosa di esclusivo per il Festival, e l’idea si era concretizzata con la traduzione in italiano di “Creuza
de Ma”. Un lavoro complesso e pieno di responsabilità, data
l ’ i m p o rtanza di
quel brano e il legame con
Fabrizio,
che si era
sempre
dimostrato pieno di
affetto e
di stima
nei confronti di
Te r e s a ,
fino a partecipare
con un cameo vocale di “Un
Libero
Cercare”. Un altro brano praticamente
completo era “Brigantessa”, quasi un seguito della canzone “Sacco e Fuoco”, qui decisamente divenuta grido di battaglia e di
distinzione. E poi “Canta Cu Me”, delizioso
affresco malinconico, ma anche speranzoso.
La sorpresa per il team di produzione è arrivata con l’idea di Teresa di riarrangiare e
cantare “Inno Nazionale”, di Luca Carboni.
Un brano interessante, in sintonia con l’idea
di Teresa sulla localizzazione e globalizzazione, perfetto per i 150 anni dell’Unità
d’Italia, totalmente personalizzato con un
arrangiamento pieno di fuoco, secondo le
sue abitudini musicali.
Mentre il lavoro in studio procedeva, nascevano anche altre canzoni, prepotenti come i
tempi chiedono. Un brano come “Basso Impero” è la ‘materializzazione’ di questo stato
d’animo.
Come per altri aspetti lo è l’ ultimo inserimento nella tracklist (ma che nei fatti apre
l’album), ovvero la versione in italiano di
“Tutto Cambia”, brano straordinario di
Mercedes Soza che Teresa canta con istintiva
naturalezza: ne sono state realizzate soltanto
due takes, e la prima di queste è poi andata
sul disco. “Non Dormo Mai Tutta la Notte”
dice Teresa: potenza dell’insonnia, che facendo dormire poco la De Sio, le permette di
scrivere canzoni come quelle di questo lavoro, forse il più sincero, concreto e appassionante di tutti i dischi finora realizzati
dalla cantautrice napoletana.
SABATO 17 SETTEMBRE
BANDABARDÒ IN CONCERTO
Ore 21.30
Ingresso 13 €
Con i suoi oltre 1000 concerti e 18 anni di attività la Bandabardò può chiamarsi a buon
diritto una delle live band più vitali in Italia.
I loro concerti sono feste straripanti d’affetto: il pubblico vi partecipa numerosissimo, cantando infaticabile
ogni canzone, duettando continuamente con gli
artisti sul
palco, senza perdersi un solo verso, in uno
scambio d’intesa che non smette mai di sorprendere la Banda stessa. E questo affetto si
traduce in grandi numeri ormai non più solo
ai concerti, ma negli stessi dati di vendita,
che vedono la Bandabardò
MERCOLEDÌ 21 SETTEMBRE
TEATRO DELLE COOPERATIVA PRESENTA "UORA VU CUNTO - OVVERO IL
RE TOPO FA ALLA GUERRA" di Domenico Pugliares e Renato Sarti
Ore 21.30
Ingresso 10€
“Il re topo fa alla guerra” è una storia “fantastica”, un’invenzione, una visione, un’ immaginazione dove gli animali di un’aia
vivono un’avventura attuale ma eterna nella
storia dell’umanità: la guerra. È una metafora sulla stupidità dell’uomo traslata nella
“irrealtà”
degli animali. Topi, capre,
pecore e
maiali si
trovano
ad affrontare una
terribile
guerra
contro i dinosauri.
Chi vince alla fine? La saggezza, qualità che
noi uomini spesso abbandoniamo a se stessa.
Ma “Il re topo fa alla guerra” è soprattutto
tentativo e ricerca personale: tentativo di
mescolare elementi della tradizione siciliana
(i cunti e i canti) con elementi della Commedia dell’Arte con particolare riferimento a
Beppe Nappa, unico zanni di origine siciliana; è tentativo di trasformare la cadenza
delle filastrocche in ritmo recitativo.
È ricerca di giochi di parole e di suoni, di armonie e disarmonie del dire nello sforzo di
trovare un linguaggio personale che parte
dall’amore per la propria terra. In scena un
personaggio che narra la vicenda e un musico che accompagna gesti e suggestioni.
Questa è la storia di un topo… e uora vo
cunto come fu.
GIOVEDÌ 22 SETTEMBRE
VIA AUDIO NIGHT
IO?DRAMA IN CONCERTO
Ore 22.00
Ingresso gratuito
Dopo l'ottimo riscontro di pubblico e critica
dell’album d’esordio “Nient’altro che madrigali” – Tube Records 2007 – seguito da
un tour di oltre 100 date, i milanesi
IO?DRAMA sono tornati promettendo novità stilistiche e un carattere più definito.
"DA CONSUMARSI ENTRO LA FINE"
(Via Audio Records/Discipline/Venus Distribuzione), prodotto da Paolo Mauri (tra le
sue collaborazioni AFTERHOURS, LA
CRUS, PROZAC +, VERDENA) è un disco
impregnato di attualità e esistenzialismo,
ambientato costantemente in un’atmosfera
metropolitana. La voce del frontman Fabrizio Pollio guadagna in timbrica e teatralità.
I testi sono più immediati così come gli arrangiamenti, più essenziali e diretti rispetto
al precedente LP. Nonostante i muri di chitarre e i solidi groove, il sound è pervaso da
un inedito approccio acustico, che risalta il
lato più cantautoriale della band.
AIM IN CONCERTO
Ore 21.00
Suoni ricercati e distorti ecco gli AIM, e il
loro bersaglio sono il cuore e la testa del
pubblico, che dall'Italia alla Repubblica
Ceca fino in Scandinavia li ha amati e non
smette di farlo.
L'unica patria degli AIM è il palco, e chi li
ha visti una sera ve lo racconterà.
Mani in fiamme sugli strumenti, e negli
occhi di chi li guarda due gemelli e un solo
Fiore per farvi vivere sulla pelle la quiete
dopo la tempesta
NINFEANERA IN CONCERTO
È un alternative rock di forte impatto sonoro, quello dei Ninfeanera, che trasmette
immediatamente al
pubblico la
carica di
energia
emotiva
propria dei
loro testi e
dei loro accordi.
Il loro genere unisce
linee melodiche orecchiabili a ritmiche di chitarra
graffianti, alternate ad arpeggi vellutati e
malinconici, con testi e cantato rigorosamente in italiano
arcireportmilano - settembre 2011 - 12
arciedintorni
ARCI AL CARROPONTE
appuntamenti di settembre/5
VENERDÌ 23 SETTEMBRE
DANIELE SILVESTRI IN CONCERTO
Ore 21.30
Ingresso 18€ + diritti di prevendita
Dopo aver offerto un primo assaggio del suo
nuovo live sul palco del concertone del
Primo maggio a Roma, Daniele Silvestri è
partito con il nuovo tour 2011 il 21 maggio
dal Palasport di Andria per attraversare
tutta l’Italia fino a settembre. Daniele Silvestri torna ad esibirsi sui palchi italiani fresco
del successo di critiche e di vendite del suo
nuovo album “S.c.o.t.c.h.”, uscito nelle
scorse settimane e attualmente ai primi posti
delle classifiche: un disco, registrato in presa
diretta con la band che da sempre lo accompagna in tutti i suoi live, la cui continuazione
naturale non può che essere la dimensione
“dal vivo”. Prodotto da Cose di musica e
realizzato in Puglia, lo spettacolo si dividerà
in tre momenti: il primo, costruito sui brani
di “S.C.O.T.C.H.”, avrà un andamento narrativo, simile a quello di un racconto. Il secondo andrà ad attingere i brani dal repertorio di successi del cantautore. A metà
tra le due parti dello spettacolo, si aprirà invece un vero e proprio set dance in cui il
palco e i musicisti si adatteranno a una atmosfera tipicamente da discoteca. Insieme a
Piero Monterisi alla batteria, Maurizio Filardo alle chitarre, Gianluca Misiti alle tastiere,Gabriele Lazzarotti al basso e Ramon
Josè Caraballo alla tromba e alle percussioni
DOMENICA 25 SETTEMBRE
LA FABBRICA DELLA MEMORIA
Ore 21.30
Ingresso con offerta libera
Domenica 25 settembre andrà in scena al
Carroponte “La Fabbrica della Memoria”,
lo spettacolo della compagnia diretta da
Sara Valota Il Camaleonte, che racconta la
storia di Sesto S.G. attraverso la vita degli
operai della Falck.
Uno spettacolo unico, in occasione della
giornata di chiusura della stagione di eventi
programmata dall’ArciMilano, con musiche
originali di Alex Aliprandi suonate dal vivo,
un corpo di ballo composto da 16 danzatori
contemporanei, video-proiezioni, foto in
esclusiva delle aree dismesse di Raul Iacometti e Chiara Venegoni e con la voce narrante di Fabio Paroni.
“Sono nata e cresciuta a Sesto San Giovanni” - dice Sara Valota, direttrice de Il Camaleonte e regista/coreografa dello spettacolo - “Mio padre ha lavorato in Falck fino
ad arrivare alla pensione come dipendente
della Sondel. In questi anni ho visto Sesto
trasformarsi, la gente cambiare, le fabbriche
chiudere per lasciare spazi abbandonati. Volevo raccontare la storia ai giovani perché
devono sapere com’era Sesto quando la sirena scandiva i turni di lavoro e il fumo
rosso tingeva il cielo... Per poter guardare al
futuro con l’esperienza del passato. Sono
loro che daranno nuovo significato alla nostra città e a loro dedico questo spettacolo.”
“Con riferimento alla candidatura di Sesto
San Giovanni al patrimonio mondiale dell’UNESCO per la categoria “paesaggio culturale evolutivo”, siamo convinti che uno
spettacolo di tale spessore, realizzato per la
maggior parte da professionisti sestesi, rappresenti l’espressione di una comunanza
d’intenti e uno strumento in più a sostegno
della stessa candidatura.“
Credits
Regia e coreografia di Sara Valota
Attore: Fabio Paroni
Scenografie: Roberto Imen e Giulia Vengoni
Corpo di ballo: Alessia Bianchi, Francesca
Colla, Monica Curti, Alessia De Leo, Valeria
Guzzo, Federica Imberti, Andrea Interlandi,
Michael Pampalone, Cristina Pescatori,
Luana Riverso, Lucia Rocco, Sara Valota,
Alice Vavassori, Chiara Venegoni, Giulia Venegoni
Voce e chitarra: Alex Aliprandi
Violino elettrico: Mariela Valota
Basso: Alessandro Muscillo
Batteria e percussioni afrobrasiliane: Jacopo Pellegrini
Musiche originali di Alex Aliprandi
Fotografie di Chiara Venegoni e Raul Iacometti
Produzione video, sviluppo comunicazione e
graphic design: Circle Entertainment Con il
patrocinio del Comune di Sesto San Giovanni
Partner: SestoProloco
Sponsor: BCC, Sesto Autoveicoli e Il Gelatiere
Si ringraziano: Assessorato alle Politiche
Giovanili, Assessorato all’Educazione e alla
Cultura di Sesto S.G., SestoProloco, Isec,
ANED, Biblioteca di Sesto San Giovanni,
Athos Geminiani e tutti gli operai che abbiamo conosciuto e hanno contribuito con la
loro testimonianza.
GRAN FINALE CON I SESTO MARELLI'S
I SESTO MARELLI'S nascono nell'inverno
2005. Band sestese DOC, propone un accattivante repertorio elettrico composto da
brani storici del punk fine '70, alcuni
folk/rock di band e da coinvolgenti suite
strumentali di tradizione irlandese ma non
solo. Il tutto chiaramente riarrangiato in
maniera completamente originale, dando
sfogo a curiosi intrecci di chitarre e violino,
accompagnati da una massiccia sezione ritmica. Il gruppo vede in formazione: Roberto
Carminati (voce e chitarra acustica), Alex
Aliprandi (chitarra elettrica e cori), Mariela
Valota (violino), Alessandro Muscillo (basso)
e Christian Aliprandi (batteria).
arcireportmilano - settembre 2011 - 13
arcicircoli
ARCI SCIGHERA
ARCI TAMBOURINE/SEREGNO
Dal 22 settembre
Balliamo contro la crisi
che ci deprime
La mostra dei disegni di Antonio
Belloni si ispira al Museo nazio-
La crisi ti deprime? Ballaci sopra!
Dal primo settembre il Tambourine si schiera contro la crisi
prendendosi cura di te!
Ti daremo soldi per uscire, ti offriremo da bere e da mangiare, ti
insegneremo nuovi lavori e ti aiuteremo a elevare il tuo spirito.
Molte delle cose che stai leggendo non sono vere, ma di sicuro ti
aiuteremo a trovare l'amore!
“Musée de l'Homme”
disegni
di Antonio Belloni
nale d'antropologia di Parigi. La
vocazione principale di Belloni è
come il Museo quella di presentare il percorso dell'Umanità sotto
differenti aspetti: antropologico,
storico e culturale.
La raffigurazione che preferisce è
quella che unisce i corpi e la natura, li mostra tendersi ed esplodere, invita l'osservatore a soffermarsi per un mirare più attento. Belloni predilige le piccole
misure, anzi attraverso queste
vede meglio, raggiunge l'infinito.
I disegni nascono da uno scarabocchio e si sviluppano senza progetto e come d'incanto a un certo
punto compare una figura, allora
ne vortica i tratti e ne precisa l'immagine. Tutto si svolge in un andamento spiraliforme per aggrumare ombre nere tagli di luce,
sfuma i tratti per una resa pastosa
quasi fosse più pittorica che grafica. Ed è proprio questo uno degli
elementi più importanti di queste
piccole opere, l'uso della penna a
biro.
arcireportmilano - settembre 2011 - 14
arcicircoliedintorni
Sette circoli milanesi convolti
Il “Progetto Ghibli” avanza
D
a molti anni ormai i nostri circoli
sono luogo di incontro, di socialità e di
servizi per i cittadini stranieri che si trovano nella nostra città. Abbiamo avuto
molte occasioni per conoscere le loro
culture di provenienza e approfondirne i
diversi aspetti, mescolando le reciproche
conoscenze.
Lo scambio sempre più fitto tra le culture e l'aumento delle presenze stabili di
stranieri nel nostro Paese hanno dato
vita a nuove forme d'espressione artistiche e culturali, come per esempio la letteratura migrante, prodotta da cittadini
di origine straniera che scrivono nella
lingua del paese che li ospita.
Una situazione particolare, quella di
scrivere in una lingua che non è la propria lingua madre, con una particolare
cura e attenzione alla correttezza della
forma letteraria. Ogni scrittore interpreta
in maniera differente la relazione con la
lingua di migrazione, che rappresenta in
ogni caso una nuova “casa”, una nuova
forma di stabilità.
El Ghibli (www.el-ghibli.provincia.bologna.it) è una rivista online dove cul-
ture diverse e linguaggi differenti si mescolano, producendo un interessante
esempio di contaminazione. Nata con il
sostegno delle province di Milano, Bologna e Ferrara e diretta da Pap
Khouma, noto scrittore senegalese che
inaugurò la stagione degli scrittori della
migrazione, El Ghibli ha rappresentato
in questi anni un vivace laboratorio dove
si sono incontrati diversi artisti che hanno vissuto l'esperienza della migrazione,
fisica e linguistica, provenendo da paesi
e culture anche molto differenti tra di
loro.
Negli ultimi tempi, il fenomeno della
letteratura migrante sta ormai già vedendo le sue prime evoluzioni, che la
portano a spostare la sua attenzione dall'esperienza della migrazione a un'attenta analisi e critica sociale fatta con
occhi differenti.
Per tutti questi motivi ci sembra interessante far incontrare le realtà dei nostri
circoli con il capitale culturale di El Ghibli, ponendo in questo modo l'attenzione
su un processo culturale che sta avvenendo nella nostra città e contribuendo
alla sua diffusione, per innescare anche
un meccanismo di messa in rete delle risorse che il nostro tessuto cittadino
offre.
Con la collaborazione di Raffaele Taddeo, che oltre a essere parte del comitato
editoriale di El Ghibli è fondatore del
Centro Culturale Multietnico La Tenda,
gli scrittori della rivista e altri artisti migranti si confronteranno sui temi e le
problematiche di questa nuova letteratura, incontrando le esperienze e le particolarità del territorio di nostri circoli.
L'intento è quello di incentivare tra i nostri soci la conoscenza di questa particolare realtà letteraria e di creare nuove
situazioni di scambio e contaminazione.
Sono sette i circoli che allo stato attuale
verranno coinvolti nel progetto, che in
un sistema di rete vuole essere l'inizio di
un percorso: Bellezza, Biko, Cicco Simonetta, Corvetto, L'Impegno, Metissage e Scighera. Stiamo cercando e
raccogliamo volentieri adesioni di altri
circoli interessati a portare il progetto
nella propria specificità territoriale. Per
informazioni: [email protected]
Luca Tripeni Zanforlin
TRAMEDAFRICA, SCENE CONTEMPORANEE
DALL’AFRICA SUBSAHARIANA
S
pettacoli, autori e artisti provenienti da
Benin, Camerun, Costa d’Avorio, Mali, Repubblica Democratica del Congo, Senegal,
Sudafrica, animeranno dal 17 al 25 settembre
due luoghi simbolo del teatro milanese, Piccolo Teatro Grassi e Chiostro e Piccolo Teatro
Studio EXPO; 9 giornate all’insegna della
contaminazione delle arti e del meticciato fra
i popoli.
Gli spettacoli di TRAMEDAFRICA restituiranno gli umori e i mutamenti in corso negli
stati africani: a cinquant’anni dalla loro indipendenza e a vent’anni dalla fine dell’apartheid in Sudafrica, a cui si aggiungerà uno
sguardo sull’Africa che vive in Italia.
Continua così un percorso pluriennale avviato da Outis nel 2009 che ha come protagonista il Continente Africano, con una prima
edizione che si è concentrata sulla diaspora
africana in Europa e quella del 2010 sul Nord
Africa.
Il Festival si apre con L’Intellighenzia africana che vive in Lombardia (sabato 17 e domenica 18 settembre), una due giorni per
presentare l’eccellenza culturale africana che
vive a Milano e in Lombardia al pubblico e
agli operatori. Lunedì 19 settembre si entra
nel vivo del Festival con una giornata speciale
scandita da una Cerimonia/Spettacolo dedicata al Vudu, che culminerà in un rito di propiziazione riservato ad un numero ristretto di
spettatori.
Martedì 20 (replica mercoledì 21) sarà la volta
, di Les larmes du ciel d’août - Lacrime del
cielo d’agosto- una pièce scritta da Aristide
Tarnagda, una delle voci più promettenti della
drammaturgia africana, che mette al centro
un’immagine di rumori e pulsazioni urbani di
cui anche i personaggi paiono l’espressione.
Martedì 20 e mercoledì 21 in prima italiana
gli spettacoli di Binda Ngazolo (replica giovedì 22) e Manfeï Obin (replica venerdì 23). I
due griot, cantastorie della tradizione africana, rispettivamente dal Camerun e della
Costa d’Avorio, si alterneranno nel Chiostro
del Teatro Grassi.
Venerdì 23 dal Sudafrica The Train Driver Il conducente del treno- l’ultimo lavoro di
Athol Fugard drammaturgo di spicco sulla
scena internazionale. Il suo teatro è stato una
testimonianza esemplare nella denuncia del
regime sudafricano dell'Apartheid.
Sabato 24, al Teatro Grassi (replica domenica
25), in scena The Syringa Tree - Il lillà- pluripremiato testo dell’autrice sudafricana Pamela Gien, che intreccia le storie e i destini di
due famiglie sudafricane, una nera e l’altra
di bianchi, attraverso quattro generazioni,
dall’inizio dell’apartheid all’attuale Sudafrica
libero.Nel pomeriggio Spicchi d’Africa: narratori con le loro storie, musicisti con numerosi strumenti musicali africani animeranno
il Chiostro del Teatro.
Domenica 25, Tramedafrica si chiude con un
Omaggio a Miriam Makeba, per ricordare
Mama Afrika, la cantante sudafricana e simbolo di tutta l’Africa. A rievocarla sarà Betty
Gilmore, cantante e poetessa afroamericana.
Con il 2011, questa edizione del Festival si fa
ancora più ricca perché accoglie e propone
un’importante iniziativa che riguarda le attività di migranti africani in Italia: Carovana4Africa, progetto promosso dall’associazione socio-culturale Sunugal allo scopo di
creare percorsi di sviluppo in Africa, e che nel
Festival presenta un concerto di Baba Sissoko, polistrumentista del Mali (domenica 18)
accompagnato da gli African Griot; uno spettacolo di danza con Mama Diop, ballerina e
coreografa senegalese (sabato 17); incontri
tematici, uno spettacolo sul turismo responsabile e altro ancora. Teatro ma non solo, musica ma non solo, arte, danza, incontri e altro
ancora faranno vivere queste Tramedafrica.