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arcireportmilano Anno IV - n° 9 settembre 2011 sommario a pag 2 mensile a cura di Arci Milano Lettera aperta del Presidente Nazionale dell'ANPI ai capigruppo di Senato e Camera Giù le mani dal 25 Aprile! Agli Onorevoli Presidenti dei Gruppi parlamentari del Senato e della Camera dei Deputati Onorevoli Presidenti, quando i quotidiani hanno dato notizia del progetto di inserire - tra le varie misure della più recente manovra - anche l'accorpamento delle festività laiche infrasettimanali alla domenica successiva, il Comitato Nazionale dell'ANPI ha espresso subito la più viva preoccupazione con un comunicato che faceva riferimento, in modo particolare, a tre festività di eccezionale rilievo e valore storico (25 aprile, 1 maggio e Carlo Smuraglia 2 giugno). Peraltro, le misure in questione sono entrate nel decreto e ora dovranno essere esaPresidente minate, con le altre, in sede parlamentare. dell’ANPI Nel frattempo, ci sono pervenute - da ogni parte d'Italia - manifestazioni di esplicito dissenso rispetto a quel tipo di misure, accompagnate anche dall'opinione di non pochi economisti, secondo i quali l'incidenza delle stesse, sul piano economico, sarebbe sostanzialmente irrilevante. C'è un diffuso allarme, al riguardo di queste misure, in gran parte del mondo democratico e dei cittadini che credono all'importanza di alcuni valori imprescindibili. L'ANPI, ovviamente, è consapevole della necessità della pronta adozione di misure anche drastiche, per affrontare la grave crisi che si sta attraversando (non solo in Italia) ed evitare il peggio, convinta che solo misure che rispondano a criteri di equità e ragionevolezza possono essere recepite e attuate con la necessaria convinzione e il conseguente impegno da parte di tutti. Ma l'equità non si realizza soltanto sul terreno economico-sociale. Di essa fanno parte anche valori fondamentali, di natura storico-politica, che riguardano l'intera collettività nazionale; prescindere da essi o negarli, significherebbe negare la nostra stessa storia, le origini della nostra libertà e della democrazia e misconoscere lo stesso significato del lavoro, posto giustamente a fondamento della Repubblica e al quale è dedicata una festa che appartiene alla tradizione di tutti. È stato giustamente rilevato, da un illustre giurista (Alessandro Pace), che i francesi non accetterebbero mai di spostare la data del 14 luglio, così come gli americani non prenderebbero neppure in considerazione l'idea di spostare il "giorno dell'indipendenza" o il "giorno del ringraziamento". E ciò perché è diffusa, in loro, la consapevolezza che "la celebrazione di certi avvenimenti costituisce un fattore di integrazione dell'ordinamento statale, la cui sostanziale unità, pur nella diversità delle idee, è nell'interesse generale preservare". Per tornare a noi, va detto, in particolare, che, fra le feste "laiche" che si vorrebbero spostare, quella del 25 aprile - festa nazionale e dunque di tutti - assume un significato del tutto particolare perché ricorda non solo la liberazione dalla dittatura e dall'invasione nazista, ma anche quelle centinaia di migliaia di cittadini che si sono sacrificati per la nostra libertà. Non possiamo confondere questi significati e questi valori in una giornata festiva qualsiasi, senza che essi perdano gran parte della loro stessa valenza e senza rischiare di offendere la memoria dei nostri caduti. Se è vero - come molti specialisti sostengono - che si tratta di misure di valore economico insignificante, non dovrebbe essere difficile sostituirle con altre di maggiore efficacia economica, nel rispetto però di quella equità, storicamente intesa, a cui ho fatto cenno, oltreché all'esigenza ordinaria di equità economico- sociale. Mi permetto, perciò, a nome dell'ANPI Nazionale, di invitare tutti i Gruppi parlamentari a una riflessione attenta e serena sulla questione che l'ANPI ha doverosamente sollevato e la cui sostanza confido che potrà essere accolta senza difficoltà. Se così sarà, ne guadagnerà l'intera collettività nazionale, pronta ad affrontare, quando necessario, anche importanti sacrifici, ma nel rispetto della nostra storia e dei valori che devono unirci perché sono alla base della Costituzione e della stessa convivenza democratica. Ringraziando per l'attenzione, invio i migliori saluti. Il Presidente Nazionale dell’ANPI Carlo Smuraglia IL 25 APRILE NON SI TOCCA! Sez. ANPI/ARCI “Tom Benetollo” Arcireportmilano Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra Costituzione." Piero Calamandrei (26 gennaio 1955) arcireportmilano - settembre 2011 - 2 arci25aprile Da Articolo 21 intervista a Carlo Smuraglia, presidente ANPI Assurdo eliminare feste base della nostra convivenza democratica In merito alla proposta di abolire le feste laiche del nostro Paese, riportiamo un’ampia intervista rilasciata da Carlo Smuraglia a Stefano Corradino di Articolo21 (ndr. arcireportmilano) C *** ancellare le feste laiche (ma non quelle religiose) per fronteggiare la crisi? “È una misura irrilevante – afferma Carlo Smuraglia, presidente dell’Anpi, e per alcuni aspetti anche controproducente dal punto di vista della cosiddetta produttività. Ma in realtà l’intento è un altro: si vuole portare a compimento "un’opera di revisione costituzionale e di cancellazione della memoria”. Qualche giorno fa Gaetano Saya, ex massone e leader del Msi e ideatore delle "ronde nere" - si è lanciato in una nuova campagna al grido di: cacciamo gli stranieri, gli omosessuali, ripristiniamo la pena di morte e limitiamo la libertà di stampa. È il delirio di un folle isolato o il sintomo di un degrado politico e civile? Sono dichiarazioni farneticanti. Credo tuttavia che sia uno dei tanti gravi sintomi di un malessere del Paese. Se l’Italia attraversa un momento di crisi la spinta dovrebbe essere quella all’unità nazionale. Ed è quantomeno singolare che proprio in un momento come questo vengano fuori manifestazioni di razzismo e odio. Se nemmeno in una simile fase storica non si trova un’intesa su alcuni punti di fondo e assistiamo a tali esternazioni - e Saya purtroppo è in buona compagnia - vuol dire che c’è una grave malattia in questo Paese che non si riesce a rimuovere. Malattia che sembra estendersi anche ad altri Paesi. Ai Mondiali di canoa in Ungheria sul podio hanno rispolverato la strofa di un inno nazista al posto di quello tedesco… Il morbo infetta tutta l’Europa? Se non tutta, qua e là sembra riaffiorare un po’ ovunque. Cosa perseguono? Riportare l’Europa ai tempi del nazismo? In cosa credono? Oltre a essere gravi e pericolosi questi episodi sono anche decisamente irrazionali perché non hanno sbocchi né prospettive né si può pensare che possano essere “contagiosi” perché il buon senso, almeno per adesso, in Europa prevale. Tornando all’Italia, nella manovra del governo c’è la proposta di cancellazione di alcun feste tra cui il 25 aprile, il 1° maggio, il 2 giugno…. Solo feste laiche tra l’altro. Piuttosto singolare. Se si tratta di sacrifici dovrebbero riguardare tutti senza distinzione di religione… Si sostiene che tale abolizione potrebbe contribuire a fronteggiare la crisi… Ho sentito l’opinione di numerosi economisti e la stragrande maggioranza di questi sostiene che si tratti di una misura irrilevante e per alcuni aspetti anche controproducente dal punto di vista della cosiddetta produttività. E non ho visto nessuno sostenere con forza e competenza le ragioni di una misura di questo genere. Ci deve essere un intento diverso. Quale? Quello di proseguire un’operazione di sradicamento della memoria già iniziata dal momento che in più di un’occasione si è cercato di mettere in discussione queste ricorrenze.Come si fa a pensare di sopprimere commemorazioni profondamente radicate come il Primo Maggio che appartiene a una tradizione remotissima e fondante a partire dall’articolo 1 della Costituzione? O il 25 aprile e il 2 giugno che rappresentano la base della nostra convivenza democratica attuale, la libertà del paese e la Repubblica? Su “la Padania” si propone di festeggiare insieme 25 aprile e San Marco… Un concetto di nazione piuttosto incompiuto. 25 aprile e 1 maggio sono feste di tutti perché così ha decretato la legge e il parlamento italiano. È la strada su cui camminiamo. Ed è doloroso che non si pensi soprattutto al fatto che il 25 aprile è costato centinaia di migliaia di morti sui quali, come diceva Calamandrei, si è costruita la nostra Costituzione. Eppure non c’è stata una indignazione così capillare di fronte a questa proposta. Chissà se fosse successo all’estero… Concordo con quanto scritto da Alessandro Pace su Repubblica. Ben altra sarebbe stata la reazione dei francesi se qualcuno avesse proposto di spostare la data del 14 luglio (la Presa della Bastiglia, ndr) o quella degli americani se fosse stato messo in discussione il giorno dell’indipendenza… Una proposta da rigettare completamente quindi? Sì, perché sono fermamente convinto che ci siano tante altre misure, diverse ed eque che si potrebbero adottare senza sacrificare valori fondamentali. La cancellazione della memoria non passa solo attraverso le leggi… Ogni anno c’è chi vorrebbe mettere le mani sui libri di testo scolastici… Penso che ci sia un profondo problema culturale nel Paese e su questo dobbiamo intraprendere una forte iniziativa. Se non riusciamo a creare un sentimento comune che parta dai valori fondamentali su cui si regge la nostra storia e se non riusciamo a farlo partendo dalla scuola, questo paese non decollerà mai come una democrazia veramente concreta e compiuta. È a scuola che si preparano gli artefici della democrazia. Articolo21 ha lanciato un appello rivolto anche al mondo dell’informazione affinchè dia spazio alle tante voci contrarie alla “macelleria sociale e costituzionale” per- petrata tra provvedimenti che ledono i diritti dei lavoratori e ipotesi scellerate di revisione della Carta. Un appello che condivido in pieno. Ed è giusto che sia rivolto al mondo dell’informazione il cui ruolo è fondamentale. I giornalisti devono sentire il peso della propria responsabilità non solo dando le notizie ma cercando anche di contribuire ad accrescere il grado di coscienza civile. E magari dovrebbero anche imparare a usare più cautela nel dare le notizie. Allude alla strage di Oslo attribuita inizialmente al terrorismo islamico per poi scoprire che si trattava di un fondamentalista cristiano e neonazista? Quella vicenda dovrebbe servire da lezione per chi fa informazione e spesso percorre la strada più rapida dando per scontate delle responsabilità e facendo così un cattivo servizio: se si insinuano sentimenti negativi poi è difficile recuperare… L’informazione però, specie in internet ultimamente, è anche quella attraverso cui si propagano grandi mobilitazioni. Giornali on line, siti internet, blog, social network… Un fenomeno straordinario come abbiamo avuto modo di vedere in occasione dei referendum dove l’effetto dei mezzi cosiddetti non tradizionali è stato superiore a quello dei media “convenzionali.”. È solo un fenomeno della rete o c’è un fermento crescente anche nell’impegno civile tradizionale? L’Anpi è un’associazione di partigiani eppure sono molti i giovani che vi aderiscono… Sono tanti e anche inaspettatamente e portano con sé speranze e attese che talvolta sembrano anche eccessive rispetto a ciò che un movimento come il nostro può fare. Ma è importante e incoraggiante perché fortifica le nostre speranze e il nostro impegno per un futuro migliore. da www. articolo21.org intervista rilasciata a Stefano Corradino SOMMARIO Arci 25 aprile Giù le mani dal 25 aprile.........pag. 1 Intervista a Carlo Smuraglia...pag. 2 In piazza con la CGIL...............pag. 3 Lettera del Sindaco...................pag. 4 Movida: un altro punto di vista..pag. 5 Il Giro della Padania..................pag. 6 Arcicultura: Arci c’era.................pag. 7 Arci al Carroponte..................pag. 8-12 Arcicircoli Schighera:Musée de l’Homme pag.13 Tambourine: balliamo contro la crisi che ci deprime......................pag. 13 Il progetto Ghibli avanza..........pag. 14 Tramedafrica.............................pag. 14 arcireportmilano - settembre 2011 - 3 arcimanovra Il 6 settembre l’Arci in piazza con la Cgil, contro una manovra iniqua e sbagliata, per un’alternativa nel segno della giustizia sociale e della democrazia L'Arci aderisce alla mobilitazione ai costi della politica sono insuffiLettera promossa dalla Cgil con lo sciopero cienti, non vanno a incidere sulle quedel Presidente Paolo Beni Ai presidenti dei Comitati Regionali e Territoriali Ai componenti del Consiglio nazionale Alla Presidenza nazionale Care e cari, come sapete il prossimo 6 settembre è in programma lo sciopero generale indetto dalla Cgil contro la manovra finanziaria presentata dal governo. Nei giorni scorsi ci siamo incontrati con la segreteria nazionale della Cgil e abbiamo condiviso la preoccupazione per un provvedimento di inaudita gravità per la sua portata antisociale. Le vicende degli ultimi giorni e di queste ultime ore (con la pioggia di misure annunciate e poi smentite perché palesemente insensate) la dicono lunga sul fatto che l'unica logica che ispira questa manovra è la volontà di tutelare i poteri forti e penalizzare la parte più debole del paese. Di fronte a un massacro sociale di questa portata, oltretutto attuato nel più totale spregio delle regole costituzionali, è necessaria la più ampia mobilitazione delle forze democratiche. Per questo L'Arci aderisce all’iniziativa promossa dalla Cgil il 6 settembre e parteciperà alle manifestazioni in programma nelle varie città. Invito pertanto i Comitati a prendere contatto – come del resto già sta avvenendo – con le varie Camere del lavoro e con le altre realtà del terzo settore per concordare anche a livello locale forme unitarie di iniziativa. Cari saluti. Il presidente Paolo Beni generale del 6 settembre e si unisce alla richiesta del sindacato perché il Parlamento cambi radicalmente la manovra economica varata dal governo. Dopo aver negato per tre anni l'evidenza della crisi diffondendo ingiustificato ottimismo e limitandosi a interventi di facciata, oggi, di fronte alle pressioni europee, il governo drammatizza la situazione e propone in corsa una manovra di correzione finanziaria che contiene tratti inauditi di iniquità sociale. La rocambolesca discussione di queste settimane all'interno della maggioranza, che ha prodotto la stesura di due testi completamente diversi nell'arco di quindici giorni, non fa che confermare lo stato confusionale di un governo privo di qualsiasi strategia in grado di rilanciare l'economia. Questa manovra, frutto di improvvisazione e ancor meno credibile nelle cifre della sua ultima versione, non risolve in maniera strutturale il problema del debito ma si limita semplicemente a far cassa tagliando la spesa pubblica e particolarmente quella sociale, si accanisce con una vera e propria operazione di macelleria sociale sui lavoratori dipendenti, i pensionati, le famiglie. Pur con il modesto ridimensionamento dell'ultima ora, il taglio dei trasferimenti a Regioni ed Enti Locali produrrà inoltre conseguenze pesanti in termini di riduzione dei servizi e maggiori tributi a carico dei cittadini. Una manovra socialmente insostenibile e destinata ad avere conseguenze recessive, perché comprime i consumi e non libera risorse per gli investimenti, l'occupazione, il rilancio dell'economia. È grave che si sia scelto di non toccare gli interessi della parte più forte del paese, che nel provvedimento non ci sia niente delle auspicate misure di contrasto all'evasione fiscale, che non si preveda nessun onere a carico delle grandi ricchezze e dei grandi patrimoni. Anche i tanto sbandierati tagli stioni principali come la riforma del sistema parlamentare, non intaccano le zone grigie dove si annidano la corruzione e la commistione fra affari e pubblica amministrazione. In compenso si tenta di ripristinare per decreto l'obbligo di privatizzare i servizi pubblici locali, in spregio della volontà popolare chiaramente espressa col referendum di giugno. Ma nel provvedimento del governo non c'è solo improvvisazione e assenza di misure strutturali per la ripresa. C'è anche una chiara impronta classista, con provvedimenti che tradiscono la volontà di usare la crisi per un regolamento di conti contro le rappresentanze sociali e sindacali, come risulta evidente dall'inserimento di un articolo che cancella di fatto i contratti nazionali di lavoro e l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. C'è alla base della manovra l'impronta antidemocratica di un governo che nega il principio costituzionale della dialettica fra le diverse componenti sociali del paese. Il blocco di potere che ha governato le scelte di questi anni e si è arricchito a spese di un crescente divario sociale, oggi non ammette la responsabilità di aver causato la crisi e pretende di risolverla scaricandone il costo ancora una volta sui più deboli. La situazione del Paese è grave ed è a rischio la tenuta del suo tessuto sociale. È il momento di cambiare strada, con scelte nette e rigorose verso un modello di sviluppo diverso da quello che ci ha portato dentro questa crisi. Per questo l'Arci scende in piazza il 6 settembre con la Cgil e si impegna a promuovere nelle settimane successive la più ampia mobilitazione del mondo dell'associazionismo e del terzo settore, per costruire nel paese la prospettiva di uno sviluppo sostenibile in cui la necessaria crescita economica vada di pari passo all'equità fiscale, alla giustizia sociale, alla trasparenza e alla democrazia. arcireportmilano - settembre 2011 - 4 arcidapalazzomarino "Cari milanesi" Lettera del sindaco Giuliano Pisapia ai cittadini Cari milanesi quello che si chiama Patto di stabilità: se i conti non sono a posto, sono passati appena due mesi da calano i trasferimenti. E ciò vorquando mi avete eletto sindaco rebbe dire per il 2012 altri 90 midella nostra città. La ricchezza lioni in meno, oltre all’obbligo di più grande di questa esperienza, eliminare spese correnti per 353 quella che non possiamo permet- milioni. tere che vada dissipata, è stata la Sono cifre impressionanti. Ma vostra straordinaria partecipa- dietro quei numeri che possono zione in risposta alla mia volontà sembrare astratti si nascondono di ascolto. cose molto concrete: il posto alHo assunto con voi l’impegno di l’asilo nido, il bonus per i bamtrasformare Milano e sono certo bini, la ristrutturazione della case che è quello che faremo, insieme, popolari che oggi sono sfitte e che nell’arco dei cinque anni che ci vogliamo mettere sul mercato, i aspettano. Oggi che il compito di pasti a domicilio per gli anziani, i governare ci impone scelte diffi- contributi attraverso il Fondo ancili eccomi dunque a parlare di- ticrisi alle persone in difficoltà. Se rettamente con voi e a spiegare le non risanassimo, non potremmo nostre decisioni. Non vi parlo del- nemmeno pagare i fornitori del le tante cose fatte in queste poche Comune; dovremmo cancellare settimane, ma affronto un tema lo sportello imprese; non saremdelicato come credo sia mio do- mo in grado di sostituire i 42 vere, con chiarezza e trasparenza. «ghisa» che a settembre andranNon sono state decisioni facili. no in pensione; saremmo costretti Conoscete le ragioni: il bilancio a tagliare il 10 per cento delle che abbiamo trovato era un bi- corse dei mezzi dell’Atm. lancio non veritiero, le entrate Non avevamo molte strade. Non più importanti semplici voci è affatto vero, come qualcuno ha astratte (cessione di quote di so- affermato, che avremmo potuto cietà importanti come Serravalle tassare i grandi patrimoni; «cae Sea), come se nel vostro bilancio stigare» i Suv; far pagare di più casalingo ci fosse il corrispettivo chi ha un reddito più alto o interdel servizio buono di piatti, che venire sulle transazioni finanziaperò dovete ancora vendere. E i rie. Il Comune non ha questo primi a riconoscerlo sono stati potere. Sono le leggi dello Stato a proprio i revisori dei conti del stabilire che cosa si può fare. InComune che avevano anche in- trodurre l’addizionale Irpef era formato l’ex sindaco della reale l’unica cosa che la legge ci consituazione del bilancio comunale. sentiva di fare. L’aliquota dello La Moratti aveva annunciato 48 0,2%, quella che abbiamo intromilioni di attivo mentre c’era un dotto, è la più bassa tra quelle di disavanzo di 186 milioni di euro tutte le grandi città italiane: a A questo si è aggiunta la manovra Roma è dello 0,9; a Torino 0,7; a del Governo, che, per superare le Bergamo 0,6; a Bologna 0,5. difficoltà dello Stato, ha spostato Mentre la nostra soglia di esennuovi oneri sui Comuni. Al Co- zione è la più alta del nostro mune di Milano questa manovra Paese: oltre il 70% dei milanesi costerà 100 milioni di euro. Ma la non pagherà nulla. cosa più difficile sono i vincoli che Sul rincaro dei biglietti - che ci è siamo costretti a rispettare per imposto per legge – siamo stati costretti ad alzare il prezzo del biglietto ordinario a 1,50 euro per evitare ogni aumento degli abbonamenti annuali e mensili, così che chi utilizza regolarmente i mezzi pubblici non dovrà pagare nulla in più rispetto a oggi. Potrà viaggiare gratis chi supera i 65 anni e ha un reddito basso; l’abbonamento studenti è stato esteso a tutti i ragazzi sotto i 26 anni, comprendendo quindi anche i giovani lavoratori, e saranno anche introdotte misure a favore di cassintegrati e disoccupati. Non c’era alternativa e la sofferenza per dover percorrere questa strada mi porta a impegnarmi ancora di più in quello che era già il mio intendimento: una seria e severa lotta all’evasione. Quello che chi ci ha preceduto, nei suoi 18 anni di governo, non ha fatto e oggi noi non siamo disponibili ad accettare lezioni da chi ha impoverito la città e imbrogliato i milanesi. Abbiamo assistito a un surreale ribaltamento della realtà: abbiamo sentito difendere le categorie deboli da chi ha sempre fatto gli interessi dei forti; da chi ha cercato di trasformare una grande capitale morale in una piccola capitale ministeriale. Cari milanesi, avevamo solo due strade: chiudere gli occhi, mantenere il deficit e ipotecare il futuro oppure chiedervi sacrifici, risanare il bilancio e investire risorse per costruirlo, il futuro. Sto chiedendo a tutti voi di fare la vostra parte per dare a Milano il futuro che vogliamo. Tutta l’Italia guarda a Milano. Non possiamo condannare Milano, non possiamo deludere l’Italia. Il sindaco Giuliano Pisapia da www.pisapiaxmilano.com arcireportmilano - settembre 2011 - 5 arcimovida MOVIDA: un altro punto di vista, quello di chi vive la sera N el corso del mese di luglio sono usciti diversi articoli che riferivano di progetti di interventi del Comune di Milano sull'area Ticinese – Colonne di San Lorenzo, in risposta alle esigenze dei cittadini residenti. Un po' ci siamo preoccupati. Il messaggio che emergeva forte e chiaro da quegli articoli era che la nuova amministrazione si apprestava ad affrontare il tema con gli stessi strumenti della scorsa amministrazione, quella tanto criticata della Moratti. Emergevano la necessità di chiusura anticipata dei locali, chiusura della piazza, addirittura si parlava di nuovi recinti. Allarmati, abbiamo chiesto all'Assessore Franco D'Alfonso (Commercio, attività produttive, turismo e marketing territoriale) di non limitarsi alle audizioni con Cittadini e Commercianti. A noi sembrava che mancasse un pezzo del puzzle. Luca Gibillini, consigliere Comunale di Sel, si è occupato di mettere insieme un'eterogenea delegazione che provava a rappresentare un punto di vista diverso: quello dei frequentatori dell'Area Ticinese, quella degli osservatori privilegiati dalla parte dei “fruitori”. Flavio Pirini (cantautore e animatore di Milano l'è bela - movimento nato per promuovere la cultura e l'aggregazione a Milano), Fabrizio Nocera (promotore di eventi), Carlotta Cossutta (Milano Movida), Carlo Rodondi (ricercatore), Stefano Villani (Alterego e abitante in Colonne di S.Lorenzo), Tommaso Matteocci (musicista, videooperatore e frequentatore), Jacopo Rossi (cons. zona 9 e frequentatore). È evidente che, mentre per commercianti e inquilini è semplice essere rappresentativi, per i fruitori delle piazze è un compito quasi impossibile. Le politiche pubbliche del Comune devono essere conseguenti alla campagna elettorale che si è dispiegata nella città negli ultimi mesi, con le sue parole d’ordine di città viva, aperta, accogliente, con luci che l’accendano tutto l’anno, dato che soprattutto sulle ali di una visione strategica complessiva si sono costruite le fondamenta per la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini. Le parole, in questo quadro, sono quanto mai importanti. Movida e popolo della notte richiamano, di conseguenza alla campagna criminalizzante messa in campo negli ultimi anni, a devastazione e vandalismo se non talvolta degenerazioni quali violenza e pericolosità. Uscire da queste parole e dalle immagini che richiamano, significa uscire finalmente dalla logica per cui la naturale vocazione di una città europea e moderna di avere spazi e luoghi di aggregazione, produzione culturale, divertimento serale rientrino nella sfera della sicurezza e dell’ordine pubblico, per entrare definitivamente nell’epoca in cui tutto questo diventi economia, lavoro, cultura, coesione sociale, turismo, marketing territoriale. Incontrare Franco D’Alfonso, Assessore al Commercio, attività produttive, Turismo e Marketing territoriale è, quindi, quanto mai opportuno, più ancora che l’Assessore Granelli (Sicurezza e coesione sociale), pur fondamentale in un ragionamento complessivo. Da tempo si chiede, ed è opportuno oggi metterlo in campo, la costituzione di un tavolo di confronto con gli Assessori della partita (D’Alfonso, Granelli, Boeri), commercianti, residenti e fruitori della città. Un tavolo quanto mai importante e utile, soprattutto visto che spesso, anche nel corso della lunga campagna elettorale che abbiamo vissuto, si sono svolti incontri pubblici tra i vari soggetti e si è scoperto l’utilità di essi. Abbiamo scoperto che non tutti i commercianti sono solo alla difesa del loro incasso e del loro orticello, che non tutti i residenti non vedono l’ora di tenere segregati in casa la sera le persone, che non tutti i fruitori vogliono solo ubriacarsi, devastare la città e cancellare ogni regola. Il segnale che ci aspettiamo dalla Giunta e dal Sindaco è quello dell’apertura di Milano. In questa direzione ben venga il divieto di utilizzo e di diffusione del vetro, effettivamente causa di rumore e pericolosità, ben venga eventualmente la pedonalizzazione dell’area, ma solo se tutto questo è accompagnato da chiari segnali, come quello della riapertura del Parco delle basiliche, sfogo naturale per la pressione gravante sia su S. Lorenzo che sulla zona Vetere Ticinese, oltre che maggiormente gestibile e fruibile, ma anche di numerosi altri luoghi in cui i recinti e le inferriate sono state l’unico strumento di valorizzazione fino a oggi messo in campo. Insieme a questo è venuto il tempo di rilanciare politiche strategiche che guardino alla apertura di luoghi dell’aggregazione e dell’aggregazione giovanile e non solo, in netta controtendenza alla strategia di De Corato e Moratti della sistematica chiusura di tutti gli spazi (abbiamo precisa memoria delle operazioni nei confronti dei circoli Arci, Monluè, ma anche locali commerciali di circuiti alternativi a quelli tradizionali). Primo passo quello dello sportello unico per autorizzazioni, licenze e permessi. Secondo passo quello di mettere mano ai regolamenti comunali e rendere più facile e agevole l’apertura di spazi aggregativi. E poi: assegnazione di spazi demaniali per fini ricreativi e culturali, ma anche una riflessione concreta sul tema della mobilità serale. Moltiplicare gli spazi e permettere gli spostamenti significa non congestionare alcune aree, ma anche fare di Milano una città più viva, accesa e accogliente. Significa anche offrire economia, lavoro e cultura alla città, Significa Turismo, significa restituire a Milano lo status di città europea, accogliente e, perché no, inclusiva e che offra opportunità di mettere a verifica il proprio talento per i più giovani. Significa anche, nel frattempo, alleggerire dalle spalle dei residenti delle poche aree oggi disponibili l’oggettiva difficoltà di convivere con esigenze diverse dalle proprie e anche ai commercianti avere più “bacino di utenza” e risorse da investire in produzione culturale e aggregativa. Un'ultima osservazione: abbiamo notato la tentazione di fare una distinzione netta tra “buoni fruitori” e “cattivi fruitori”. Buoni fino alle 2 di notte, cattivi dopo le 2. Pensiamo che sia un profondo errore. La distinzione tra buoni e cattivi non ci piace. Le politiche pubbliche del comune dovrebbero concentrarsi sulle opportunità per tutti, in quanto cittadini, non in quanto buoni o cattivi. A prescindere dagli orari, dall’età, da tutto, trovando il modo di includere e non di marginalizzare quella composita e (di fatto) incomprimibile esigenza di socialità spontanea, che si esprime anche al di fuori dal circuito commerciale strettamente inteso. È compito riservato, fortunatamente, alle forze dell’ordine e non certo a steward, vigilantes o buttafuori, far rispettare la legge, che c’è e non può fare distinguo sull’orario in cui si infrangono o meno le norme. Leggi che sono già scritte e che sono giustamente di competenza altrui. Siamo contenti di aver visto sensibilità e sostanziale condivisione da parte dell’Assessore che abbiamo incontrato. Bisogna però armarsi di coraggio e investire nella nostra città. Dare segnali chiari di discontinuità e di apertura. Il segnale della chiusura anticipata dei locali non andrebbe in quella direzione. L’apertura di spazi chiusi dalle politiche repressive degli ultimi anni, invece sì. da www.arcimilano.it arcireportmilano - settembre 2011 - 6 arcigirodipadania Follia dell’UCI (Unione Ciclistica Internazionale) Il Giro della Padania è servito! D i fronte a politiche economiche disastrose, con tagli sempre più pesanti al welfare, a un complessivo impoverimento di lavoratori e pensionati e a una brutale precarizzazione delle vite, i leghisti cercano rozzamente di distogliere l'attenzione dalla crisi tornando a sproloquiare su secessione e identità etnica sfruttando una madornale topica dell'UCI (Unione Ciclistica Internazionale) che ha inserito nel proprio calendario internazionale (sic!) il Giro della Padania Si comincerà il 6 settembre a Paesana, in provincia di Cuneo, dove la settimana successiva Bossi preleverà l'acqua delle sorgenti del Po in un'ampolla, mentre la quinta e ultima tappa si svolgerà tra Rovereto e Montecchio Maggiore (Vicenza) “stranamente” poco prima della tradizionale Festa dei popoli padani a Venezia, dove avranno luogo gli ormai altrettanto tradizionali sproloqui dei leaders leghisti. Con questo Giro, inserito nel calendario ufficiale dell'Unione Ciclistica Internazionale, la Lega Nord, inventandosi l’inedito ruolo di paladina del ciclismo, punta a recuperare quel margine di consenso che ha perso e continua a perdere. Ci troviamo davanti a un altro esplicito tentativo di far riconoscere la legittimità di quella che chiamano Padania: un territorio i cui confini non sono rintracciabili sulle mappe, ma che nelle loro menti serve a escludere il diverso in un percorso nel quale il partito è riuscito a istituzionalizzare il razzismo contro i migranti attraverso leggi come la Bossi-Fini e la carcerazione preventiva nei cosiddetti C.I.E. (Centri d'Identificazione ed Espulsione) La Lega Nord ha da sempre levato la bandiera dell'intolleranza e a livello nazionale e a livello locale i leghisti non perdono un giorno per inscenare proteste indegne contro gli immigrati, i mendicanti e i rom. Il “Giro della Padania” sarà quindi anche spazio di intolleranza oltre che vetrina di un'idea separatista che è tanto ridicola quanto pericolosa. Ci indigniamo infine per un uso distorto dello sport, poiché crediamo in una pratica sportiva che non si faccia carico di istanze separatiste e che non sia assoggettata a un partito razzista. Ovviamente se al Giro d’Italia il vincitore festeggia in maglia rosa, al Tour in maglia gialla, alla Vuelta in maglia rossa, di che colore poteva essere la maglia del vincitore del Giro di Padania se non verde, il colore simbolo della Lega Nord? Un giro, per sua stessa definizione, do- vrebbe essere una cosa che unisce e non che divide. Scopo, questo, fin troppo scoperto dell’ultima creatura inventata dalla Lega Nord per portare alimento al progetto separatista di una padania inesistente anche come espressione geografica. a.r Lettera Aperta Al Presidente della Federazione Ciclistica Italiana Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha scritto la seguente lettera aperta al presidente della FCI: Lettera Aperta Al Presidente della Federazione Ciclistica Italiana Caro Presidente, Sono venuto a conoscenza che nel calendario delle corse ciclistiche su strada per professionisti, quest’anno, dal 6 al 10 settembre, è previsto il giro della Padania. Questa corsa a tappe partirebbe da Paesana, in provincia di Cuneo – la località in cui la Lega Nord celebra da vari anni i suoi riti druidici – per terminare a Montecchio Maggiore in provincia di Vicenza. Le scrivo per segnalarle il mio stupore e il mio disappunto per la volgare strumentalizzazione a cui si presta la Federazione Ciclistica Italiana per fini politici di parte. Che il partito politico Lega Nord abbia il proposito sovversivo di spezzare lo stato italiano e di dar vita a un fantomatico stato della Padania è un delirio che ascoltiamo tutti i giorni. Fatto sta che però la Padania non esiste. Esiste il Veneto, la Sicilia, il Piemonte, ma – al di là della propaganda politica – non mi risulta esista o sia mai esistita una entità geografica che risponda al nome di Padania. Perché la FCI si presta a una vergognosa operazione di parte e - visto che la Lega Nord è al governo e vanta numerose poltrone da Ministro e Sottosegretario – di Regime? Mi risulta anche che il primo in classifica del giro della Padania indosserebbe la maglia verde. Mi pare che siamo alla pura e semplice riedizione dell’epoca fascista, in cui un regime imponeva la sua ideologia politica a tutti gli italiani. Le invio quindi questa lettera aperta per chiederle di cancellare immediatamente dal calendario della Federazione il giro della Padania, perché si tratta di una inaccettabile operazione di regime, incompatibile con il quadro Costituzionale in cui tutti, anche la Federazione Ciclistica Italiana, si devono muovere Distinti saluti Paolo Ferrero Segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista arcireportmilano - settembre 2011 - 7 arcicultura Arcumeggia (VA) Passi diVersi, rassegna nazionale di poesia L ARCI c’era e sfide mi hanno sempre attratto. E portare la poesia in Arcumeggia, un discreto e appartato luogo sacro dell'affresco e come tale conosciuto e riconosciuto, è stato sicuramente una sfida. Tutte le generazioni e quasi tutte le scuole erano rappresentate. Dagli anziani accademici Tomaso Kemeny e Giancarlo Majorino ai giovani Restelli e Mattio. Quattro le poetesse: Giusi Busceti, Barbara Gabotto, la svizzera Anna Ruchat e Rita Pacilio, poetessa campana, a mio avviso una delle voci poetiche più interessanti e promettenti di quest'inizio di millennio. Molti, a mio avviso, i momenti alti e suggestivi: le lezioni di Kemeny, le conversazioni nei cortili, alcune quasi improvvisate, di Majorino; il fascino della voce di Barbara Gabotto, a formare con Giacomo Guidetti il duo Poemus; la drammaticità di Anna Ruchat, accompagnata da uno spettacolare Gianni Mimmo al sax soprano; l'espressività aggressiva del griot africano Michel Koffi; la sensualità trattenuta di Rita Pacilio accompagnata dal sax di Giovanni Franzetti. Un discorso a parte meriterebbero la poesia ironico-civile di Fulvio Bella, le strampalate caustiche poesie di Giacomo Guidetti; le rime arcumeggiane di Gregorio Cerini e la frequentata mostra fotografica dedicata ai poeti dagli Anni Cinquanta a oggi di Giorgio Longo, il più noto poeta visivo italiano. In conclusione sono contento della partecipazione del pubblico, a volte maggiore di quelle registrate in sofisticate e pompose sale di lettura milanesi, un po' meno della partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni promotrici dell'iniziativa, che forse non hanno compreso il senso di sfida dell'iniziativa stessa. Soprattutto sono contento che tutti i poeti partecipanti abbiano risposto con entusiasmo all'invito di lasciare alcuni versi da riportare su mattonelle di ceramica che saranno affisse lungo un muro d'Arcumeggia. a.r. A rcumeggia, un nome indefinitivamente conosciuto perché accom- pagnato alla storia di un amico che vi organizza dei percorsi culturali nei periodi soprattutto estivi di vacanza e illuminato dai suoi racconti e dalle poche altre informazioni trovate nel computer e nella memoria collegate agli affreschi dipinti a partire dagli Anni Cinquanta sui muri delle sue case da un vivace e molto attivo cenacolo di famosi artisti che nel gratuito romitaggio esercitavano antiche pratiche di bottega e di devozione artistica. Un nome che evocava sentieri alpestri, passeggiate salutifere e quella solitudine dell’anima rallegrata delle poche e amicali presenze che costruiscono amicizie e complicità fantastiche lontani dai clangori della città. In questo luogo più della fantasia che dell’esperienza accompagno l’amico Michel Koffi Fadanougbo griot africano, musicista, scrittore, ma soprattutto intricante affabulatore di gruppi coesi di bambini, giovani e anziani, ma anche di quella indistinta umanità che si può trovare in una piazza, invitato a tenere in serata una sua performance. La manifestazione “Passi Diversi“ nell’arco di due fine settimane dal 22 al 31 luglio si dipanava nei cortili, nelle piazze e nei vicoli di Arcumeggia ospitando poeti, scrittori, musicisti in un interessante seguito di artisti locali e milanesi, importanti ed esordienti, arricchito da mostre e visite al museo all’aperto che è il paese. Dopo un ardito viaggio di Un suggestivo scorcio di Arcumeggia. Sullo sfondo un affresco di Migneco scontrosi tornanti che ci portano dalla valle ai circa 600 metri dove è collocata Arcumeggia, ci ritroviamo in un seguito di stradine ordinate e accoglienti fino ad arrivare in un delizioso cortile dove Gregorio Cerini sta recitando, in un dialetto difficile ma non incomprensibile anche per la sua forte arguzia interpretativa, alcune sue composizioni. Una visita agli affreschi con le storie e gli aneddoti che li accompagnano fino ad arrivare, dopo una leggera cena nell’ospitale albergo, all’atteso concerto nella piccola piazza davanti. In poco tempo con un lavoro che coinvolge tutti i presenti si monta l’impianto, si piazzano le sedie, si forma una gremita platea, il 90 per cento dei 65 abitanti, e si inizia. Prima i saluti agli organizzatori con la canzone augurale e poi via con forza, guidati e coinvolti dall’energia degli strumenti di Michel e dal Sassofono del suo accompagnatore Gregorio. Un seguito di ritmi e di canzoni ora in lingua tribale, ora accennati in italiano, che piace e impegna il pubblico presente che partecipa e accompagna e che dimentica anche il freddolino pungente che a un certo punto compare. Dopo circa un’ora e mezza di concerto, gli applausi e gli abbracci ed è bello un musicista beniniano che intrattiene in una montagna del Varesotto un convinto pubblico. Una situazione reale che rende lontani e irreali i proclami e i razzismi gridati dai media. Storie non isolate ma che si ripetono sempre più nei paesi e nelle città dell’Italia reale e che ci fa ragionare su di un paese futuro a più voci, più ricco di libertà e di culture, di stabilità e di intelligenze. Una sola nota triste. Cosa sarà dei tanti paesi come Arcumeggia, piccole perle di quella ricca e fiorita rete di insediamenti preziosi e magnifici nella loro armonica e minuta composizione che hanno fatto la storia e la bellezza del nostro paesaggio umano e culturale. Geppino Materazzi arcireportmilano - settembre 2011 - 8 arcicarroponte ARCI AL CARROPONTE appuntamenti di settembre GIOVEDÌ 1 SETTEMBRE FESTA DI SINISTRA, ECOLOGIA E LIBERTÀ. RADICI NEL CEMENTO IN CONCERTO Ore 22 Ingresso con offerta libera Le Radici nel cemento, storica formazione re g g a e della scena romana, sono una metafora della tradizione e della memoria storica in una società, come la nostra, che dimentica troppo in fretta il suo passato: allo stesso modo di quei grossi alberi ai lati delle strade, che sembrano soffocati dall’asfalto, ma riescono a sviluppare le radici da cui traggono nutrimento, fino al punto di incrinare, crepare e spaccare il cemento, così il mondo occidentale deve esercitare la capacità di ricordare ed imparare dal passato, suo e di culture ‘altre’, se vuole risolvere i problemi e le contraddizioni generati dal suo rapido sviluppo. OPENING ACT: DUST Ore 20.00 Dalle 15.30 alle 24.00 Ore 24.00 Bravi Ragazzi Dj Set VENERDÌ 2 SETTEMBRE FESTA PROVINCIALE DI SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTÀ NICCOLÒ FABI IN CONCERTO Ore 21.30 Ingresso 10€ Il Solo Tour, che ha raccolto sold out nei principali teatri italiani e importanti riconoscimenti di critica, Niccolò Fabi torna in tour con la propria band. Niccolò è figlio d’arte: il padre, Claudio, è stato uno dei più importanti produttori discografici degli anni Settanta (PFM, Alberto Fortis) e non solo. La sua esperienza parte da Roma, la città dove è nato nel 1968 ed è inserito nel suo fervido ambiente musicale di inizio Novanta, assieme a nomi come Daniele Silvestri, Max Gazzè, Federico Zampaglione, Riccardo Sinigallia. Nel 1997, con Capelli, vince il Premio della Critica nelle Nuove Proposte al Festival di San Remo. OPENING ACT: MICOL MARTINEZ Ore 24.00 Dj Set Psydub by Face tacolo capace di bloccare, provocare e commuovere. Andrea si presenterà sul palco con un musicista, una base musicale asciutta che aiuta sospinge e potenzia le parole, gli ammiccamenti, gli sguardi dell’attore cantan-te romano. Razzis-mo' basta! è un viaggio tra i razzismi impliciti ed espliciti, fuori dalla retorica e da teorie consolatorie. Razzis-mò basta è un viaggio dentro sé stessi e gli altri, all’insegna dell’ironia tagliente e calda di Andrea Rivera. SABATO 3 SETTEMBRE FESTA PROVINCIALE DI SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTÀ OFFLAGA DISCO PAX IN CONCERTO Ore 22 Ingresso 5€ Il trio reggiano che ha lasciato il segno con “Socialismo Tascabile” e "Bachelite" è ormai uno dei nomi più importanti della scena italiana. Dopo aver chiuso il 2010 con il "Prototipo Tour" nel 2011 saranno in tour per poche date selezionate dove presenteranno in anteprima nuovo materiale. OPENING ACT: EVA MON AMOUR Ore 20.00 Ore 17.00 Zia Lollo Dj Set LUNEDÌ 5 SETTEMBRE ARTURO FIESTA CIRCO IN CONCERTO Ore 22 Ingresso gratuito In un grande bicchiere da cocktail, un vecchio barista molto molto esperto, fece scivolare blues, jazz, la cara canzone d'autore, una briciola di Brassens, e una punta di folk da osteria. Dopo aver ben miscelato, lo assaggiò: aveva inventato il Circo. Questa inimitabile orchestrina, guidata dal capobanda Sergio Arturo Calonego, ruba da ogni ogni tasca una nota, un gusto, un suono, un sorriso, e lo trasforma in una pista di sabbia dove uno dopo l'altro si esibiscono domatori di leoni, delicate danzatrici, clown e ubriaconi. Tra Paolo Conte, la chanson francaise, il root blues e il free jazz. ARCI REAL ON STAGE: DELUDED BY LESBIANS IN CONCERTO Ore 21.00 Ingresso gratuito DOMENICA 4 SETTEMBRE ANDREA RIVERA in “RAZZIS – MO' BASTA!” ore 21.30 Ingresso gratuito Andrea Rivera e il suo teatro concerto: un concentrato di musica, battute, trovate fulminanti e canzoni che restituiscono uno spet- arcireportmilano - settembre 2011 - 9 arcicarroponte ARCI AL CARROPONTE appuntamenti di settembre/2 MARTEDÌ 6 SETTEMBRE STEFANO VERGANI & ORCHESTRINA ACAPULCO IN CONCERTO Ore 22.00 Ingresso gratuito ARCI REAL ON STAGE: NEBBIA IN CONCERTO Ore 21.00 Ingresso gratuito Nel 2009 i Nebbia autoproducono l'ep “Scorpione”, in cui sono raccolte le loro 4 canzoni più rappresentative, e che nel 2010 gli dà la possibilità di suonare in contesti di richiamo nazionale: vengono scelti per aprire l'esibizione di Charlotte Gainsbourg al Traffic Free Festival di Torino, sono ospiti nello spazio MTV del festival TNT di Roma e partecipano al Fuori Stagione di Torino. Entrano a far parte del circuito Arci Real Tour Piemonte grazie al quale si esibiscono all'Atellana Festival di Succivo (CE), al MEI di Faenza e in altri club del Piemonte.In questo periodo, il gruppo sta realizzando le canzoni che saranno contenute nel primo vero album MERCOLEDÌ 7 SETTEMBRE ALMA ROSÈ PRESENTA "MAPU TERRA" CON MANUEL FERREIRA ED ELENA LOLLI Ore 21.30 Ingresso 10€ Dalla Patagonia a Milano, un viaggio alla ricerca della propria terra. Mapu significa Terra, nella lingua mapuche. Così chiamano la terra Atilio e Rosa Curinanco, una coppia mapuche che nel 2003 torna a vivere nella propria terra, in Patagonia, ma viene sfrattata dal gruppo Benetton che nel 1991 acquista circa un milione di ettari patagonici, in cui è compresa la terra che loro rivendicano come propria. Atilio e Rosa Curinanco sono venuti in Italia a raccontare la loro storia. Noi siamo andati in Patagonia. Partiamo dal caso Curinanco/Benetton e arriviamo a interrogarci sulla nostra terra, fatta di asfalto: la città. Cosa è la “terra” per chi vive in città? Una città che abbiamo tutti i giorni sotto i nostri occhi. Fatta di piazze vuote e rassegnate al più vicino shopping center. Invasa dal traffico e dal cemento. Popolata di appartamenti e di gente appartata. Una città dove in mezzo al cemento sono rimasti imbrigliati anche la relazione, gli incontri. Ripensando a Rosa e Atilio, che stanno ancora lottando per riavere la propria terra, ci si rivede spaesati e arresi di fronte alla città che cambia. Ma venendo dalla Patagonia e riguardando Milano nasce anche il desiderio di ritrovare nella città una “terra” GIOVEDÌ 8 SETTEMBRE BLONDE REDHEAD IN CONCERTO Ore 21.30 Ingresso 15€ I Blonde Redhead (Kazu Makino, Simone Pace e Amedeo Pace) sono sempre stato un gruppo in grado di rinnovarsi di album in album. Si mettono alla prova a ogni occasione, e i risultati sono sempre stati straordinari. La loro musica viene ispirata dalle stesse emozioni, ma i gusti e i modi in cui vengono espresse sono in costante evoluzione. I Blonde Redhead sono riusciti a far sbocciare un fiore di grande bellezza, che risponde al nome di Penny Sparkle, il loro ultimo album. Nonostante la strada tortuosa intrapresa per la sua realizzazione Kazu in proposito ha detto: “So che non abbiamo mai fatto un disco del genere, e se potessi tornare indietro lo rifarei esattamente allo stesso modo”. E se la band è contenta, di conseguenza dovremmo esserlo tutti OPENING ACT: LA BLANCHE ALCHIMIE VENERDÌ 9 SETTEMBRE BLOOMLIVE FESTIVAL: VERDENA IN CONCERTO Ore 21.30 Ingresso 10€ Dopo una sessione invernale ovunque sold out i Verdena continuano durante l'estate con una serie di importanti esibizioni tra cui il prestigioso Sziget festival di Budapest, Heineken Jammin Festival, Italia Wave e Flippaut Reloaded. A settembre il Wow tour fa tappa anche nella suggestiva location del Carroponte di Sesto San Giovanni, ad arricchire il prestigioso cast del Bloomlive festival Dopo il lungo e fortunato tour di “Requiem”, un album maturo che delineava un suono e uno stile unico, Verdena spengono i riflettori chiudendosi in quell’isolamento che da sempre li contraddistingue. Da allora sono passati quasi tre anni; nessuna notizia, nessuna apparizione. Tre anni trascorsi in sala di registrazione, ai piedi del monte Misma, nel loro Henhouse Studio e un silenzio che ha creato molta attesa. Una lunga e sofferta gestazione che si chiude con l'uscita di ”WOW”” il 18 Gennaio 2011. Un imponente doppio album composto da 27 tracce. Tutto è mastodontico eppure condensato e messo definitivamente a fuoco. Un suono nuovo che riverbera e oscilla fra anni ’70 e un ipotetico futuro senza soluzione di conti- nuità, destabilizzando l’ascoltatore che non può fare altro che aspettare questo caldo flusso di lava creativa. Pianoforti sempre più in evidenza, chitarre che tentano di assecondare l’idea piuttosto che aggredirla, una cura sempre maggiore alle liriche e una sezione ritmica come sempre d’impatto fanno di questo lavoro un esempio di nuova psichedelia libera da schemi. Un album che fa dell’emotività e dell’eclettismo i suoi punti di forza, fuggendo in qualsiasi direzione per non farsi catalogare ma arrivando inevitabilmente a colpire per la purezza con la quale ogni argomento musicale viene trattato: sia esso il folk stellare (Razzi, Arpia, Inferno e Fiamme), il prog amniotico (Sorriso in Spiaggia PT. 2, Le Scarpe Volanti), il pop etereo (Scegli Me -un mondo che tu non vuoi-, Grattacielo), la ballad ricoperta di polvere (Canzone Ostinata) o ancora i distillati dalla carica rock'n’roll tipicamente Verdena (Lui Gareggia, Sul Ciglio). “Wow” è troppo vario per potere essere raccontato in poche righe e troppo complesso per cercare di trasmetterne la sua alchimia. Ciò che è chiaro è che con questo doppio album Verdena, confermano la propria indole e il proprio sguardo fisso sulla musica. Uno sguardo appassionato, spontaneo, libero. arcireportmilano Anno IV - numero 9 settembre 2011 Suppl. ad Arci Notizie, aut. trib. n°298 dell'8/6/1985 del tribunale di Milano direttore responsabile, Luigi Lusenti Hanno collaborato a questo numero: Graziano Fortunato, Ideanna Giuliani, Carlastella Mataloni, Geppino Materazzi, Anita Pirovano, Ilaria Scovazzi, Luca Tripeni Zanforlin In redazione: Valentina La Terza, Emanuela Longo, Adelio Rigamonti Direttore responsabile del supplemento: Emanuele Patti Editore: Arci Nuova Associazione Milano Redazione: Milano, via Adige 11 arcireportmilano è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione -Non commerciale Condividi allo stesso modo 2.5 Italia arcireportmilano - settembre 2011 - 10 arciedintorni ARCI AL CARROPONTE appuntamenti di settembre/3 SABATO 10 SETTEMBRE FABRI FIBRA IN CONCERTO Ore 21.30 “Controcultura Tour Estate 2011” corona un periodo di grandi successi per Fabri Fibra e si chiude proprio con lo spettacolo del 10 settembre al Carroponte di Sesto San Giovanni. Con la sessione invernale del tour ha collezionato una serie di sold out con grandissimo anticipo registrando più di 50.000 spettatori. Contemporaneamente l’album CONTROCULTURA (Universal Music Italia) ha raggiunto il disco di platino, come i singoli Tranne Te e Vip in Trip. Sul palco insieme a Fibra la fedele crew composta da Entics come raddoppio alle voci e da Dj Nais e Dj Double S in consolle. DOMENICA 11 SETTEMBRE THE MORABEATLES + DISKANTO IN CONCERTO LUNEDÌ 12 SETTEMBRE ALMA ROSÉ presenta "FABRICAS“, di Manuel Ferreira ed Elena Lolli Fabricas è l’ ultimo progetto della Compagnia Alma Rosé che va a completare la trilogia iniziata con lo spettacolo Gente come uno e continuata con Mapu Terra. Fabricas è la storia di uomini e donne che rifondano un mondo nuovo, attraverso l’esperienza della fabbrica recuperata. Le imprese recuperate, che sono attualmente circa 200 in Argentina, sono imprese occupate e fat-te funzionare dai la- voratori, dopo l’abbandono dei loro proprietari, per potere sopravvivere. Per rimetterle in attività, i lavoratori hanno rischiato personalmente, hanno imparato a fare funzionare i macchinari, a rimettere in moto la produzione, ma anche a creare nuovi presupposti di convivenza civile. Ripercorrendo le storie di quattro fabbriche recuperate argentine (Tipografia Chilavert, Grafica Patricios, Cooperativa La Juanita, Grissinopolis) vogliamo dare voce a chi oggi sta sperimentando non solo una riorganizzazione diversa del lavoro, ma anche della propria vita e del rapporto con una comunità MARTEDÌ 13 SETTEMBRE JOHN DE LEO IN CONCERTO Ore 21.30 Ingresso 5€ Cantante, compositore, performer. Nato a Lugo (RA) il 27 maggio 1970, John De Leo è da molti considerato la voce più interessante del panorama musicale italiano dell'ultimo decennio. Una voce-strumento, ora calda, grave, ora acuta, graffiante, le cui fondamenta Soul sorreggono un vasto itinerario musicale che spazia dal Jazz dei Crooner, al Rock, al Dub, alla Contemporanea. Due Festival di San Remo '99 e 2001 vincendo un Premio della Critica e due Premi come miglior Arrangiamento, tre volte al I° Maggio di Roma (edizioni '99, 2001 e 2002), Premio Tenco '99 primo classificato con l'album "Rospo", Umbria Jazz 2003. Quattro i dischi di John con Quintorigo editi da Universal. Nel Teatro ha presentato alcuni spettacoli multimediali tra Musica, Recitazione e Video-installazione in rassegne internazionali: "Songs" con Carlo Lucarelli, "Intersezioni Virali" con Gian Ruggero Manzoni, "Monsters" con Danilo Rea (Festival Internazionale di Roccella Jonica '04), "Village Vanguard Lives" con Paolo Fresu Quintet, "Reietto" e "Scrittori italiani" (Romaeuropa Festival '07) con Stefano Benni, "Centurie" con Lietta Manganelli (Festival della Letteratura di Mantova '07). John De Leo Trio e Stefano Benni incidono "Vedrai,Vedrai/Un giorno dopo l'altro/Repeat and fade" per la compilation tributo a Luigi Tenco "Come fiori in mare" (Lilium 2001). Il nuovo CD di John De Leo "Vago Svanendo" (Carosello 2008) prodotto da Adele Di Palma ha vinto il Premio della Critica della rivista "Musica&Dischi". Vago Svanendo è stato presentato dal vivo a: Festival Eurosonic 2008 (Grand Theatre Up di Groningen - Olanda), La Milanesiana 2008, Blue Note (MI), XX Festival di Villa Arconati, Casa del Jazz di Roma, Italia Wave Love Festival 2008, Auditorium Parco della Musica (Roma), Premio De Andre' 2008 e Premio Ciampi 2008. OPENING ACT: LE GROS BALLON MERCOLEDÌ 14 SETTEMBRE TEATRO AL CARROPONTE: PAROLE D'ONORE Ore 21.30 Ingresso 10€ Parole d’Onore porta in scena il pensiero mafioso. È la rappresentazione, senza retorica e senza compromissioni culturali o ideologiche, di un altro mondo: quello della Cosa Nostra siciliana. È un’esplorazione nelle terre di mafia. Dove si ascoltano voci che salgono minacciose, dove si sente il respiro di quegli uomini che hanno terrorizzato per decenni la Sicilia e anche l’Italia. Un mondo avvolto nella paranoia, nella violenza, in un delirio di onnipotenza che ha spinto i mafiosi a scatenare una vera e propria guerra con- tro lo Stato. Parole d’Onore è un catalogo dei loro «discorsi» e dei loro «ragionamenti». È la loro «parlata» che non è solo un linguaggio e non è solo un codice: è esercizio permanente di potere.Protagonisti sono soltanto loro. I mafiosi. Si svelano per la prima volta per ciò che sono. Senza pudore. Ne emerge la loro spietatezza, la loro moralità e quella che loro chiamano «la dignitudine». Dice uno degli uomini d’onore della Cosa Nostra siciliana: «Perché in Sicilia, quello a cui non si può rinunziare, è la considerazione che gli altri hanno per te». A metà fra il viaggio nella Sicilia più tribale e fra i misteri più indicibili. Così, senza mediazioni, emerge la vicenda siciliana più infame. È proprio in questa «crudezza» il valore educativo di Parole d’Onore. Una rappresentazione lontana dai luoghi comuni e dai toni di una certa antimafia declamatoria, uno spettacolo teatrale che racconta la mafia siciliana per quello che è: senza aggettivi. È forse il miglior modo – crediamo – per far scoprire a tutti quell’infame realtà criminale che ha tenuto in ostaggio la Sicilia per troppo tempo. Non c’è bisogno di spiegare e spiegare e ancora spiegare quanto sia grande la ferocia dei mafiosi. Non c’è bisogno di chiarire o commentare. Con la mafia non c’è niente da chiarire. È tutto oscuro e tutto alla luce del sole. Sono loro che si svelano per quello che sono. Con le loro gesta. Con le loro parole. Sono loro stessi che si rappresentano. Mafiosi. VENERDÌ 16 SETTEMBRE TERESA DE SIO IN CONCERTO Ore 21.30 Ingresso 12€ “Sacco e Fuoco”, il cd di studio più recente, era stato frutto di una lunga gestazione, soprattutto per quello che riguardava la stesura definitiva dei testi. Anche il lavoro di studio era stato elaborato: lunghi mesi invernali passati tra Roma e Civitavecchia, davanti al mare, nello studio di Max Rosati, suo chitarrista e co-arrangiatore. Tra l’uscita di quel lavoro e il ritorno in sala di registrazione, Teresa aveva macinato un centinaio di concerti, tour internazionali (Germania e Stati Uniti) e, soprattutto, la pubblicazione del suo primo romanzo, “Metti Il Diavolo A Ballare”. Con quest’ultimo aveva ottenuto un eccellente riscontro di critica e pubblico, ottenendo anche importanti premi letterari. Ma nell’inverno del 2010 era maturata l’idea di dare un seguito alla sua discografia. Le canzoni allora erano ancora a uno stato embrionale: qualche idea musicale, alcuni testi in evoluzione. C’era indecisione soprattutto sui tempi. È del resto proverbiale la cura e l’attenzione che la De Sio impiega in sala soprattutto per gli arrangiamenti... La spinta iniziale è arrivata da un brano scritto da Teresa (testo e musica) intitolato arcireportmilano - settembre 2011 - 11 arciedintorni ARCI AL CARROPONTE appuntamenti di settembre/4 “L’Amore Assoluto”, composto nell’agosto 2010 quando era stata ospite di Dori Ghezzi all’Agnata, la tenuta sarda di De André, per la sesta edizione del Festival dedicato a Fabrizio. Per l’occasione Dori aveva suggerito a Teresa di provare a fare qualcosa di esclusivo per il Festival, e l’idea si era concretizzata con la traduzione in italiano di “Creuza de Ma”. Un lavoro complesso e pieno di responsabilità, data l ’ i m p o rtanza di quel brano e il legame con Fabrizio, che si era sempre dimostrato pieno di affetto e di stima nei confronti di Te r e s a , fino a partecipare con un cameo vocale di “Un Libero Cercare”. Un altro brano praticamente completo era “Brigantessa”, quasi un seguito della canzone “Sacco e Fuoco”, qui decisamente divenuta grido di battaglia e di distinzione. E poi “Canta Cu Me”, delizioso affresco malinconico, ma anche speranzoso. La sorpresa per il team di produzione è arrivata con l’idea di Teresa di riarrangiare e cantare “Inno Nazionale”, di Luca Carboni. Un brano interessante, in sintonia con l’idea di Teresa sulla localizzazione e globalizzazione, perfetto per i 150 anni dell’Unità d’Italia, totalmente personalizzato con un arrangiamento pieno di fuoco, secondo le sue abitudini musicali. Mentre il lavoro in studio procedeva, nascevano anche altre canzoni, prepotenti come i tempi chiedono. Un brano come “Basso Impero” è la ‘materializzazione’ di questo stato d’animo. Come per altri aspetti lo è l’ ultimo inserimento nella tracklist (ma che nei fatti apre l’album), ovvero la versione in italiano di “Tutto Cambia”, brano straordinario di Mercedes Soza che Teresa canta con istintiva naturalezza: ne sono state realizzate soltanto due takes, e la prima di queste è poi andata sul disco. “Non Dormo Mai Tutta la Notte” dice Teresa: potenza dell’insonnia, che facendo dormire poco la De Sio, le permette di scrivere canzoni come quelle di questo lavoro, forse il più sincero, concreto e appassionante di tutti i dischi finora realizzati dalla cantautrice napoletana. SABATO 17 SETTEMBRE BANDABARDÒ IN CONCERTO Ore 21.30 Ingresso 13 € Con i suoi oltre 1000 concerti e 18 anni di attività la Bandabardò può chiamarsi a buon diritto una delle live band più vitali in Italia. I loro concerti sono feste straripanti d’affetto: il pubblico vi partecipa numerosissimo, cantando infaticabile ogni canzone, duettando continuamente con gli artisti sul palco, senza perdersi un solo verso, in uno scambio d’intesa che non smette mai di sorprendere la Banda stessa. E questo affetto si traduce in grandi numeri ormai non più solo ai concerti, ma negli stessi dati di vendita, che vedono la Bandabardò MERCOLEDÌ 21 SETTEMBRE TEATRO DELLE COOPERATIVA PRESENTA "UORA VU CUNTO - OVVERO IL RE TOPO FA ALLA GUERRA" di Domenico Pugliares e Renato Sarti Ore 21.30 Ingresso 10€ “Il re topo fa alla guerra” è una storia “fantastica”, un’invenzione, una visione, un’ immaginazione dove gli animali di un’aia vivono un’avventura attuale ma eterna nella storia dell’umanità: la guerra. È una metafora sulla stupidità dell’uomo traslata nella “irrealtà” degli animali. Topi, capre, pecore e maiali si trovano ad affrontare una terribile guerra contro i dinosauri. Chi vince alla fine? La saggezza, qualità che noi uomini spesso abbandoniamo a se stessa. Ma “Il re topo fa alla guerra” è soprattutto tentativo e ricerca personale: tentativo di mescolare elementi della tradizione siciliana (i cunti e i canti) con elementi della Commedia dell’Arte con particolare riferimento a Beppe Nappa, unico zanni di origine siciliana; è tentativo di trasformare la cadenza delle filastrocche in ritmo recitativo. È ricerca di giochi di parole e di suoni, di armonie e disarmonie del dire nello sforzo di trovare un linguaggio personale che parte dall’amore per la propria terra. In scena un personaggio che narra la vicenda e un musico che accompagna gesti e suggestioni. Questa è la storia di un topo… e uora vo cunto come fu. GIOVEDÌ 22 SETTEMBRE VIA AUDIO NIGHT IO?DRAMA IN CONCERTO Ore 22.00 Ingresso gratuito Dopo l'ottimo riscontro di pubblico e critica dell’album d’esordio “Nient’altro che madrigali” – Tube Records 2007 – seguito da un tour di oltre 100 date, i milanesi IO?DRAMA sono tornati promettendo novità stilistiche e un carattere più definito. "DA CONSUMARSI ENTRO LA FINE" (Via Audio Records/Discipline/Venus Distribuzione), prodotto da Paolo Mauri (tra le sue collaborazioni AFTERHOURS, LA CRUS, PROZAC +, VERDENA) è un disco impregnato di attualità e esistenzialismo, ambientato costantemente in un’atmosfera metropolitana. La voce del frontman Fabrizio Pollio guadagna in timbrica e teatralità. I testi sono più immediati così come gli arrangiamenti, più essenziali e diretti rispetto al precedente LP. Nonostante i muri di chitarre e i solidi groove, il sound è pervaso da un inedito approccio acustico, che risalta il lato più cantautoriale della band. AIM IN CONCERTO Ore 21.00 Suoni ricercati e distorti ecco gli AIM, e il loro bersaglio sono il cuore e la testa del pubblico, che dall'Italia alla Repubblica Ceca fino in Scandinavia li ha amati e non smette di farlo. L'unica patria degli AIM è il palco, e chi li ha visti una sera ve lo racconterà. Mani in fiamme sugli strumenti, e negli occhi di chi li guarda due gemelli e un solo Fiore per farvi vivere sulla pelle la quiete dopo la tempesta NINFEANERA IN CONCERTO È un alternative rock di forte impatto sonoro, quello dei Ninfeanera, che trasmette immediatamente al pubblico la carica di energia emotiva propria dei loro testi e dei loro accordi. Il loro genere unisce linee melodiche orecchiabili a ritmiche di chitarra graffianti, alternate ad arpeggi vellutati e malinconici, con testi e cantato rigorosamente in italiano arcireportmilano - settembre 2011 - 12 arciedintorni ARCI AL CARROPONTE appuntamenti di settembre/5 VENERDÌ 23 SETTEMBRE DANIELE SILVESTRI IN CONCERTO Ore 21.30 Ingresso 18€ + diritti di prevendita Dopo aver offerto un primo assaggio del suo nuovo live sul palco del concertone del Primo maggio a Roma, Daniele Silvestri è partito con il nuovo tour 2011 il 21 maggio dal Palasport di Andria per attraversare tutta l’Italia fino a settembre. Daniele Silvestri torna ad esibirsi sui palchi italiani fresco del successo di critiche e di vendite del suo nuovo album “S.c.o.t.c.h.”, uscito nelle scorse settimane e attualmente ai primi posti delle classifiche: un disco, registrato in presa diretta con la band che da sempre lo accompagna in tutti i suoi live, la cui continuazione naturale non può che essere la dimensione “dal vivo”. Prodotto da Cose di musica e realizzato in Puglia, lo spettacolo si dividerà in tre momenti: il primo, costruito sui brani di “S.C.O.T.C.H.”, avrà un andamento narrativo, simile a quello di un racconto. Il secondo andrà ad attingere i brani dal repertorio di successi del cantautore. A metà tra le due parti dello spettacolo, si aprirà invece un vero e proprio set dance in cui il palco e i musicisti si adatteranno a una atmosfera tipicamente da discoteca. Insieme a Piero Monterisi alla batteria, Maurizio Filardo alle chitarre, Gianluca Misiti alle tastiere,Gabriele Lazzarotti al basso e Ramon Josè Caraballo alla tromba e alle percussioni DOMENICA 25 SETTEMBRE LA FABBRICA DELLA MEMORIA Ore 21.30 Ingresso con offerta libera Domenica 25 settembre andrà in scena al Carroponte “La Fabbrica della Memoria”, lo spettacolo della compagnia diretta da Sara Valota Il Camaleonte, che racconta la storia di Sesto S.G. attraverso la vita degli operai della Falck. Uno spettacolo unico, in occasione della giornata di chiusura della stagione di eventi programmata dall’ArciMilano, con musiche originali di Alex Aliprandi suonate dal vivo, un corpo di ballo composto da 16 danzatori contemporanei, video-proiezioni, foto in esclusiva delle aree dismesse di Raul Iacometti e Chiara Venegoni e con la voce narrante di Fabio Paroni. “Sono nata e cresciuta a Sesto San Giovanni” - dice Sara Valota, direttrice de Il Camaleonte e regista/coreografa dello spettacolo - “Mio padre ha lavorato in Falck fino ad arrivare alla pensione come dipendente della Sondel. In questi anni ho visto Sesto trasformarsi, la gente cambiare, le fabbriche chiudere per lasciare spazi abbandonati. Volevo raccontare la storia ai giovani perché devono sapere com’era Sesto quando la sirena scandiva i turni di lavoro e il fumo rosso tingeva il cielo... Per poter guardare al futuro con l’esperienza del passato. Sono loro che daranno nuovo significato alla nostra città e a loro dedico questo spettacolo.” “Con riferimento alla candidatura di Sesto San Giovanni al patrimonio mondiale dell’UNESCO per la categoria “paesaggio culturale evolutivo”, siamo convinti che uno spettacolo di tale spessore, realizzato per la maggior parte da professionisti sestesi, rappresenti l’espressione di una comunanza d’intenti e uno strumento in più a sostegno della stessa candidatura.“ Credits Regia e coreografia di Sara Valota Attore: Fabio Paroni Scenografie: Roberto Imen e Giulia Vengoni Corpo di ballo: Alessia Bianchi, Francesca Colla, Monica Curti, Alessia De Leo, Valeria Guzzo, Federica Imberti, Andrea Interlandi, Michael Pampalone, Cristina Pescatori, Luana Riverso, Lucia Rocco, Sara Valota, Alice Vavassori, Chiara Venegoni, Giulia Venegoni Voce e chitarra: Alex Aliprandi Violino elettrico: Mariela Valota Basso: Alessandro Muscillo Batteria e percussioni afrobrasiliane: Jacopo Pellegrini Musiche originali di Alex Aliprandi Fotografie di Chiara Venegoni e Raul Iacometti Produzione video, sviluppo comunicazione e graphic design: Circle Entertainment Con il patrocinio del Comune di Sesto San Giovanni Partner: SestoProloco Sponsor: BCC, Sesto Autoveicoli e Il Gelatiere Si ringraziano: Assessorato alle Politiche Giovanili, Assessorato all’Educazione e alla Cultura di Sesto S.G., SestoProloco, Isec, ANED, Biblioteca di Sesto San Giovanni, Athos Geminiani e tutti gli operai che abbiamo conosciuto e hanno contribuito con la loro testimonianza. GRAN FINALE CON I SESTO MARELLI'S I SESTO MARELLI'S nascono nell'inverno 2005. Band sestese DOC, propone un accattivante repertorio elettrico composto da brani storici del punk fine '70, alcuni folk/rock di band e da coinvolgenti suite strumentali di tradizione irlandese ma non solo. Il tutto chiaramente riarrangiato in maniera completamente originale, dando sfogo a curiosi intrecci di chitarre e violino, accompagnati da una massiccia sezione ritmica. Il gruppo vede in formazione: Roberto Carminati (voce e chitarra acustica), Alex Aliprandi (chitarra elettrica e cori), Mariela Valota (violino), Alessandro Muscillo (basso) e Christian Aliprandi (batteria). arcireportmilano - settembre 2011 - 13 arcicircoli ARCI SCIGHERA ARCI TAMBOURINE/SEREGNO Dal 22 settembre Balliamo contro la crisi che ci deprime La mostra dei disegni di Antonio Belloni si ispira al Museo nazio- La crisi ti deprime? Ballaci sopra! Dal primo settembre il Tambourine si schiera contro la crisi prendendosi cura di te! Ti daremo soldi per uscire, ti offriremo da bere e da mangiare, ti insegneremo nuovi lavori e ti aiuteremo a elevare il tuo spirito. Molte delle cose che stai leggendo non sono vere, ma di sicuro ti aiuteremo a trovare l'amore! “Musée de l'Homme” disegni di Antonio Belloni nale d'antropologia di Parigi. La vocazione principale di Belloni è come il Museo quella di presentare il percorso dell'Umanità sotto differenti aspetti: antropologico, storico e culturale. La raffigurazione che preferisce è quella che unisce i corpi e la natura, li mostra tendersi ed esplodere, invita l'osservatore a soffermarsi per un mirare più attento. Belloni predilige le piccole misure, anzi attraverso queste vede meglio, raggiunge l'infinito. I disegni nascono da uno scarabocchio e si sviluppano senza progetto e come d'incanto a un certo punto compare una figura, allora ne vortica i tratti e ne precisa l'immagine. Tutto si svolge in un andamento spiraliforme per aggrumare ombre nere tagli di luce, sfuma i tratti per una resa pastosa quasi fosse più pittorica che grafica. Ed è proprio questo uno degli elementi più importanti di queste piccole opere, l'uso della penna a biro. arcireportmilano - settembre 2011 - 14 arcicircoliedintorni Sette circoli milanesi convolti Il “Progetto Ghibli” avanza D a molti anni ormai i nostri circoli sono luogo di incontro, di socialità e di servizi per i cittadini stranieri che si trovano nella nostra città. Abbiamo avuto molte occasioni per conoscere le loro culture di provenienza e approfondirne i diversi aspetti, mescolando le reciproche conoscenze. Lo scambio sempre più fitto tra le culture e l'aumento delle presenze stabili di stranieri nel nostro Paese hanno dato vita a nuove forme d'espressione artistiche e culturali, come per esempio la letteratura migrante, prodotta da cittadini di origine straniera che scrivono nella lingua del paese che li ospita. Una situazione particolare, quella di scrivere in una lingua che non è la propria lingua madre, con una particolare cura e attenzione alla correttezza della forma letteraria. Ogni scrittore interpreta in maniera differente la relazione con la lingua di migrazione, che rappresenta in ogni caso una nuova “casa”, una nuova forma di stabilità. El Ghibli (www.el-ghibli.provincia.bologna.it) è una rivista online dove cul- ture diverse e linguaggi differenti si mescolano, producendo un interessante esempio di contaminazione. Nata con il sostegno delle province di Milano, Bologna e Ferrara e diretta da Pap Khouma, noto scrittore senegalese che inaugurò la stagione degli scrittori della migrazione, El Ghibli ha rappresentato in questi anni un vivace laboratorio dove si sono incontrati diversi artisti che hanno vissuto l'esperienza della migrazione, fisica e linguistica, provenendo da paesi e culture anche molto differenti tra di loro. Negli ultimi tempi, il fenomeno della letteratura migrante sta ormai già vedendo le sue prime evoluzioni, che la portano a spostare la sua attenzione dall'esperienza della migrazione a un'attenta analisi e critica sociale fatta con occhi differenti. Per tutti questi motivi ci sembra interessante far incontrare le realtà dei nostri circoli con il capitale culturale di El Ghibli, ponendo in questo modo l'attenzione su un processo culturale che sta avvenendo nella nostra città e contribuendo alla sua diffusione, per innescare anche un meccanismo di messa in rete delle risorse che il nostro tessuto cittadino offre. Con la collaborazione di Raffaele Taddeo, che oltre a essere parte del comitato editoriale di El Ghibli è fondatore del Centro Culturale Multietnico La Tenda, gli scrittori della rivista e altri artisti migranti si confronteranno sui temi e le problematiche di questa nuova letteratura, incontrando le esperienze e le particolarità del territorio di nostri circoli. L'intento è quello di incentivare tra i nostri soci la conoscenza di questa particolare realtà letteraria e di creare nuove situazioni di scambio e contaminazione. Sono sette i circoli che allo stato attuale verranno coinvolti nel progetto, che in un sistema di rete vuole essere l'inizio di un percorso: Bellezza, Biko, Cicco Simonetta, Corvetto, L'Impegno, Metissage e Scighera. Stiamo cercando e raccogliamo volentieri adesioni di altri circoli interessati a portare il progetto nella propria specificità territoriale. Per informazioni: [email protected] Luca Tripeni Zanforlin TRAMEDAFRICA, SCENE CONTEMPORANEE DALL’AFRICA SUBSAHARIANA S pettacoli, autori e artisti provenienti da Benin, Camerun, Costa d’Avorio, Mali, Repubblica Democratica del Congo, Senegal, Sudafrica, animeranno dal 17 al 25 settembre due luoghi simbolo del teatro milanese, Piccolo Teatro Grassi e Chiostro e Piccolo Teatro Studio EXPO; 9 giornate all’insegna della contaminazione delle arti e del meticciato fra i popoli. Gli spettacoli di TRAMEDAFRICA restituiranno gli umori e i mutamenti in corso negli stati africani: a cinquant’anni dalla loro indipendenza e a vent’anni dalla fine dell’apartheid in Sudafrica, a cui si aggiungerà uno sguardo sull’Africa che vive in Italia. Continua così un percorso pluriennale avviato da Outis nel 2009 che ha come protagonista il Continente Africano, con una prima edizione che si è concentrata sulla diaspora africana in Europa e quella del 2010 sul Nord Africa. Il Festival si apre con L’Intellighenzia africana che vive in Lombardia (sabato 17 e domenica 18 settembre), una due giorni per presentare l’eccellenza culturale africana che vive a Milano e in Lombardia al pubblico e agli operatori. Lunedì 19 settembre si entra nel vivo del Festival con una giornata speciale scandita da una Cerimonia/Spettacolo dedicata al Vudu, che culminerà in un rito di propiziazione riservato ad un numero ristretto di spettatori. Martedì 20 (replica mercoledì 21) sarà la volta , di Les larmes du ciel d’août - Lacrime del cielo d’agosto- una pièce scritta da Aristide Tarnagda, una delle voci più promettenti della drammaturgia africana, che mette al centro un’immagine di rumori e pulsazioni urbani di cui anche i personaggi paiono l’espressione. Martedì 20 e mercoledì 21 in prima italiana gli spettacoli di Binda Ngazolo (replica giovedì 22) e Manfeï Obin (replica venerdì 23). I due griot, cantastorie della tradizione africana, rispettivamente dal Camerun e della Costa d’Avorio, si alterneranno nel Chiostro del Teatro Grassi. Venerdì 23 dal Sudafrica The Train Driver Il conducente del treno- l’ultimo lavoro di Athol Fugard drammaturgo di spicco sulla scena internazionale. Il suo teatro è stato una testimonianza esemplare nella denuncia del regime sudafricano dell'Apartheid. Sabato 24, al Teatro Grassi (replica domenica 25), in scena The Syringa Tree - Il lillà- pluripremiato testo dell’autrice sudafricana Pamela Gien, che intreccia le storie e i destini di due famiglie sudafricane, una nera e l’altra di bianchi, attraverso quattro generazioni, dall’inizio dell’apartheid all’attuale Sudafrica libero.Nel pomeriggio Spicchi d’Africa: narratori con le loro storie, musicisti con numerosi strumenti musicali africani animeranno il Chiostro del Teatro. Domenica 25, Tramedafrica si chiude con un Omaggio a Miriam Makeba, per ricordare Mama Afrika, la cantante sudafricana e simbolo di tutta l’Africa. A rievocarla sarà Betty Gilmore, cantante e poetessa afroamericana. Con il 2011, questa edizione del Festival si fa ancora più ricca perché accoglie e propone un’importante iniziativa che riguarda le attività di migranti africani in Italia: Carovana4Africa, progetto promosso dall’associazione socio-culturale Sunugal allo scopo di creare percorsi di sviluppo in Africa, e che nel Festival presenta un concerto di Baba Sissoko, polistrumentista del Mali (domenica 18) accompagnato da gli African Griot; uno spettacolo di danza con Mama Diop, ballerina e coreografa senegalese (sabato 17); incontri tematici, uno spettacolo sul turismo responsabile e altro ancora. Teatro ma non solo, musica ma non solo, arte, danza, incontri e altro ancora faranno vivere queste Tramedafrica.